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La logicizzazione dell’aritmetica
Il Logicismo è il tentativo di ridurre la matematica ai concetti ed alle regole della logica. Secondo
le posizioni logiciste per lo sviluppo dell'aritmetica (e conseguentemente, della matematica stessa)
non sarebbero necessari altri concetti che quelli della logica, essendo la matematica
fondamentalmente un'applicazione specifica delle leggi universali della logica. Ogni concetto,
teorema e legge della matematica può essere quindi dedotto e dimostrato partendo dagli assiomi
fondamentali della logica. Questo pensiero si trova già in Gottfried Leibniz che cercava una
characteristica universalis, una scienza universale, da cui potessero essere dedotte tutte le altre
scienze come istanze specifiche. Comunemente il Logicismo viene associato soprattutto con
Gottlob Frege e Bertrand Russell e Alfred North Whitehead.
Il Formalismo sostiene che gli enunciati matematici possono essere pensati come affermazioni
intorno alle conseguenze di certe regole di manipolazione di stringhe. L'idea base del formalismo
è che i numeri non sono entità né astratte né di altro genere. Non ci dobbiamo impegnare
ontologicamente nei loro confronti. Essi sono segni di gesso su una lavagna o simboli che
tracciamo con la penna. Ciò che importa al formalista è il sistema formale della logica che si usa
in matematica e la teoria che si sta studiando. In base alle regole logiche si possono derivare
teoremi dagli assiomi e, di conseguenza, scoprire nuove proposizioni aritmetiche. Non c'è
alcunché che, però, ci porti a considerare "vere" nei termini di una corrispondenza metafisica con
qualcosa tali enunciati. In questo o, dalle forme più estreme di formalismo, la matematica viene
considerata un "gioco". Questo fu principalmente il nucleo del programma di David Hilbert, il
fautore del formalismo, volto a dimostrare la consistenza dell'aritmetica e la sua completezza
proprio usando il sistema assiomatico e studiando i modelli di tale teoria.
David Hilbert (Formalismo)
Il programma di Hilbert era una completa e consistente assiomatizzazione di tutta la matematica.
("Consistente" qui significa che dal sistema non si può derivare alcuna contraddizione.) Hilbert
intendeva mostrare la consistenza dei sistemi matematici a partire dall'assunzione che fosse
consistente la cosiddetta "aritmetica finitaria", un sottosistema della usuale aritmetica degli interi
naturali, scelta in quanto non soggetta a controversie filosofiche.
Assiomatizzazione della geometria. Il testo Fondamenti della Geometria, pubblicato da Hilbert nel
1899, sostituisce agli assiomi di Euclide un insieme formale, composto di 20 assiomi, che evitano
le contraddizioni derivanti da quello di Euclide. Hilbert utilizza concetti indefiniti e specifica le loro
proprietà esclusivamente tramite gli assiomi; non è necessario assegnare alcun significato
esplicito ai concetti indefiniti. Questi elementi, punto, retta, piano e altri, potrebbero essere
sostituiti, come dice Hilbert, da tavoli, sedie, boccali da birra e altri oggetti. Naturalmente, se la
geometria tratta di "cose", gli assiomi non sono certo verità evidenti in sé, ma devono essere
considerati arbitrari. Hilbert dapprima enumera i concetti indefiniti; essi sono: punto, retta, piano,
giacere su (una relazione fra punto e piano), stare fra, congruenza di coppie di punti, e congruenza
di angoli. Il sistema di assiomi riunisce in un solo insieme la geometria euclidea piana e solida.
Assiomatizzazione della matematica. Dopo avere brillantemente riorganizzato i fondamenti della
geometria, Hilbert si accinse a fare lo stesso per l'intera matematica.
Bertrand Russell (Logicismo)
«La causa fondamentale dei problemi è che nel mondo moderno gli stupidi sono sicuri di sé mentre gli
intelligenti sono pieni di dubbi.»
Russell fissò il paradosso che successivamente prese da lui il nome di paradosso di Russell, una
delle antinomie più importanti della storia della filosofia e della logica che può essere enunciato
così:
«L'insieme di tutti gli insiemi che non appartengono a se stessi appartiene a se stesso se e solo se
non appartiene a se stesso.»
Il paradosso minava irrimediabilmente il progetto di Gottlob Frege di ridurre la matematica alla
logica. Nondimeno, Russell difese la teoria del logicismo e tentò in prima persona di realizzare la
riduzione logicista assieme a Alfred North Whitehead, nei Principia Mathematica, un sistema
assiomatico con cui tutte le affermazioni della matematica potevano essere costruite, ma che
restarono incompleti. Nemmeno i Principia Mathematica, che pure si sottraevano alle aporie contro
le quali si era infranto il sogno di Frege, poterono resistere ai teoremi di incompletezza di Kurt
Gödel che provavano che nessun sistema logico finito poteva risolvere dentro di sé tutte le verità
della matematica.
Gödel
Gödel pubblicò il suo più famoso risultato nel 1931 a venticinque anni - dopo averlo presentato al
pubblico l'anno precedente al "Secondo Congresso di Epistemologia delle Scienze Esatte" di
Königsberg. Questo lavoro conteneva i famosi due teoremi di incompletezza che da lui presero il
nome, che stabiliscono che ogni sistema assiomatico consistente e in grado di descrivere
l'aritmetica dei numeri interi è dotato di proposizioni che non possono essere dimostrate né
confutate sulla base degli assiomi di partenza. I teoremi di incompletezza di Gödel sono due
teoremi di logica matematica che si occupano dei limiti della dimostrabilità nelle teorie
assiomatiche formali. Questi risultati, pubblicati da Kurt Gödel nel 1931, sono importanti sia per la
logica matematica che per la filosofia della matematica. I teoremi sono ampiamente, ma non
universalmente, interpretati come una dimostrazione che il programma di Hilbert per trovare un
insieme completo e coerente di assiomi per tutta la matematica è impossibile.
Il primo teorema di incompletezza afferma che nessun sistema coerente di assiomi i cui teoremi
possono essere elencati da una procedura efficace (cioè un algoritmo) è in grado di provare tutte
le verità sull'aritmetica dei numeri naturali. Per qualsiasi sistema formale coerente, ci saranno
sempre affermazioni sui numeri naturali che sono vere, ma non dimostrabili all'interno del sistema.
Il secondo teorema di incompletezza, un'estensione del primo, mostra che il sistema non può
dimostrare la propria consistenza.
Alan Turing
Turing voleva dimostrare un’ulteriore affermazione sui sistemi formali che non era stata
esplicitamente dichiarata dalle tesi di Godel, ovvero l'esistenza di un enunciato indecidibile
all'interno di un sistema formale. Inventò allo scopo una macchina teorica universale che
potesse risolvere tutti i problemi affrontabili dalla mente umana, arrivando a dimostrare la non-
decidibilità di talune affermazioni. Anche queste affermazioni non-decidibili erano riconducibili
ad situazioni auto-referenziali paradossali (come già era stato per il paradosso di Russel).
Questo risultato rendeva finalmente esaustivo e coerente il sistema delle tesi di Godel. Altri
studiosi (diffidenti sul fatto che la macchina di Turing rappresentasse bene il modo di
procedere della mente umana) proposero altre macchine universali che si dimostrarono alla
fine equivalenti e riconducibili a quella di Turing, che fu quindi accettata come universale (e
realizzata con il computer).
Nacque allora la necessità di definire se una macchina potesse superare il test di Turing
(l’Imitation game) ossia essere indistinguibile da un umano, per un umano che si relazionasse
ad essa sono attraverso uno schermo (oggi diremmo via chat o email).
Allora si riteneva ancora che, come diceva Cartesio, la mente umana fosse costituita di facoltà
razionali (come il calcolo e la logica) e altre animali (come riconoscere una forma, un suono,
ecc) e che le macchine avrebbero potuto imitare solo la parte animale. Con grande stupore,
per decenni le macchine eguagliarono e superarono l’uomo nelle capacità logiche e di calcolo,
ma non erano in grado di riconoscere forme o fare altro. Era più facile cioè riprodurre la parte
razionale dell’uomo (ciò che lo distingue dall’animale) che quella animale! PS: Oggi invece
l’IA è in grado di riconoscere forme, suoni e imitare moltissime altre capacità umane o animali,
rischiando così di superare il test di Turing.