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4 Breve nota storica.

“Chi capisce Archimede e Apollonio,


ammirerà meno le conquiste dei più
eminenti matematici dei tempi successivi”.

(Leibniz)

Le coniche furono studiate dai matematici greci nel periodo tra il 300 ed il 200 a. c. (“Età
aurea” della matematica greca). Il contributo fondamentale alla teoria delle coniche è contenuto
nell’opera di Apollonio di Perga(1 ) : Le coniche. Degli otto libri che la compongono i primi
quattro sono giunti a noi nel testo greco, i tre successivi nella traduzione di un matematico
arabo (Thabit ibn Qurra). Nel 1710 Edmond Halley fornì una traduzione latina dei sette libri.
Le sezioni coniche erano note già note da un secolo e mezzo quando Apollonio compose il suo
celebre trattato. I tale periodo almeno due volte erano state fatte esposizioni generali una ad
opera di Aristeo e l’altra ad opera di Euclide. Ma allo stesso modo che gli Elementi di Euclide
aveva rimpiazzato i precedenti manuali elementari, così, al livello superiore delle sezioni coniche,
il trattato di Apollonio soppiantò tutti i rivali in questo campo, comprese le Coniche di Euclide,
e nessun tentativo di andare al di là Apollonio sembra essere stato fatto nell’antichità. Se la
sopravvivenza è una misura della qualità, gli Elementi di Euclide e le Coniche di Apollonio erano
evidentemente le miglori opere nei rispettivi campi. Apollonio, su suggerimento di Archimede,
introdusse i termini ellisse, iperbole, parabola per indicare le coniche. Questi non vennero
coniati per l’occasione ma erano già noti, e rappresentavano l’adattamento di termini che erano
stati precedentemente usati, forse dai pitagorici, nella soluzione di equazioni di secondo grado
mediante l’applicazione delle aree. (2 )
Apollonio introdusse i termini riferendosi ad un contesto nuovo per indicare le sezioni coniche.
Infatti per compredere la motivazione di questa scelta in maniera semplice, possiamo fare
riferimento all’equazione moderna della parabola, con vertice l’origine è y 2 = 2p x. Ossia la
parabola ha la proprietà che, qualunque punto si scelga, il quadrato costruito sull’ordinata ha
la stessa area del rettangolo avente per lati l’ascissa x ed il parametro p.
Mentre l’equazioni dell’ellisse e dell’iperbole con un vertice nell’origine sono
(x ∓ a)2 y 2
± 2 = 1,
a2 b
da cui
b2 x2 2b2
y 2 = 2px ∓ , dove 2p = .
a2 a
Ossia per l’ellisse y 2 < 2p x, e per l’iperbole y 2 > 2p x. Furono le proprietà delle curve rap-
presentate da queste due diseguaglianze che indussero Apollonio a dare più di duemila anni fa,
quei nomi che sono ancora oggi rimasti.
Alcuni passi del trattato sottolineano una questione che accompagna la Matematica da sempre,
ovvero la domanda: “a che serve?” Infatti in alcuni passi del trattato sulle Coniche Apollonio
1
>Apòllonio di Perga (᾿Απολλώνιος ὁ Περγαῖος)(262 circa - 180 circa a.C.). Nato a Perga, città dell’Asia
minore. Apollonio probabilmente ricevette la sua educazione scientifica ad Alessandria dove visse per un
periodo della sua vita. Visse anche a Pergamo dove si trovava un’altra importante biblioteca. Fu assieme ad
Euclide ed Archimede tra i maggiori matematici greci.
2
ἔλλειψις (elleipsis) =, insufficienza, carenza, mancanza.
παραβολή (parabolé) =, il porre affianco, confronto, paragone, similitudine.
ὑπερβολή (iuperbolé)= gettare oltre, superamento.

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sentiva la necessità di scrivere a proposito dell’utilità dei risultati che dimostrava: “Sono degni
di essere accettati per amore delle dimostrazioni stesse, allo stesso modo che accettiamo molte
altre cose nella matematica per questa e nessun’altra ragione” (Libro IV). Mentre nel Libro V:
“L’argomento è uno di quelli che sembrano degni di essere studiati per se stessi”.
Mentre dobbiamo ammirare l’autore per per il suo nobile atteggiamento intellettuale, vale la
pena di sottolineare che quanto allora era solamente una bella teoria, senza alcuna possibile ap-
plicazione alla scienza o all’ingegneria del tempo, parecchi secoli dopo ha assunto un’importanza
fondamentale in campi quali la dinamica terrestre e la meccanica celeste.
I metodi usati da Apollonio nelle Coniche sono, per molti aspetti, così simili a quelli moderni,
che la sua opera viene spesso considerata come una sorta di geometria analitica che anticipa
di 1800 anni quella di Descartes. Comunque il fatto che Apollonio, il più grande studioso
di geometria dell’antichità non sia giunto a sviluppare una geometria analitica, era dovuto
probabilmente più ad una povertà di curve che non ad una povertà di pensiero. Non si rendono
necessari metodi generali quando i problemi riguardano sempre un caso particolare tra un
numero limitato di casi. Inoltre, i creatori della geometria analitica dell’Età moderna avevano
a loro disposizione tutta l’algebra del Rinascimento, mentre Apollonio doveva necessariamente
operare con il più rigoroso, ma molto più ingombrante strumento dell’algebra geometrica.

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