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ad Apollonio
Le Coniche e
loro proprietà
C.S. Roero
PAS 6.11.2014
Grecia
►Talete di Mileto - Asia Minore,
primi decenni del VI sec. a.C.
inizio di una razionalizzazione del sapere
dimostrazioni in forma embrionale
► Scuola Pitagorica - Crotone in Italia meridionale, VI-V sec. a.C.
fondata da Pitagora di Samo (VI sec a.C.)
esigenza dimostrativa, tutto è numero, aritmogeometria
scoperta delle grandezze incommensurabili
► Zenone di Elea - V sec. a.C.
entra l’infinito nella matematica greca con i famosi paradossi
► I tre problemi classici: quadratura del cerchio, duplicazione
del cubo, trisezione dell’angolo - Atene, V-IV secolo a.C.
Storia 2
Un problema geometrico che si può risolvere con un numero
finito delle seguenti operazioni geometriche elementari, è
risolubile graficamente con riga e compasso:
a x y
x y b
x 2 ay da cui
ab x3 a 2b e se
x. y
b 2a x 3 2a 3
Menecmo (IV sec. a. C.) inventa le coniche:
usa tre tipi di cono, rettangolo, acutangolo e ottusangolo e
taglia ciascuno di essi con un piano perpendicolare a una
generatrice
parabola iperbole
a x y
ellisse
x y 2a
Risolve il problema della duplicazione
del cubo intersecando due parabole
a3 2 x2 = ay e y2 = 2ax
o un’iperbole e una parabola
► Prima Scuola di Alessandria
III sec. a.C. – 30 a.C.
D
interseca
secondo DE. Se prendo BC
(diametro del cerchio base) DE
L’intersezione del piano con il allora ABC è il triangolo assiale
triangolo assiale ABC è detta (contiene l’asse del cono)
diametro della conica.
Caratteri delle Coniche e strumenti usati
Apollonio usa l’origine stereometrica delle coniche solo per ottenere la
proprietà fondamentale di ogni conica (proprietà piana) ed è questa che
costituisce poi la base dei successivi sviluppi della teoria
Gli strumenti matematici utilizzati sono:
- l’algebra geometrica (che serve per surrogare la mancanza dell’algebra) i
cui ingredienti sono la teoria delle proporzioni (V libro, Elementi) che
permette di eseguire operazioni di moltiplicazione, divisione, elevamento a
potenza, estrazione di radice; l’applicazione delle aree ( II libro, Elementi)
che offre il mezzo di risolvere problemi che conducono a equazioni di 1° e 2°
grado (Elementi, II.5, II.14)
- l’uso delle coordinate, il modo di dare la relazione fondamentale delle
coniche è stabilire un legame fra ascisse e ordinate di un sistema di
riferimento: diametro della conica (asse x) e tangente alla conica in un
estremo del diametro (asse y). Gli assi possono essere sia ortogonali che
obliqui. Ordinata: (tracciata ordinatamente)
La lettura è difficile:Apollonio salta spesso i passaggi intermedi. Pappo e
Eutocio nei loro commenti hanno integrato il testo con dei lemmi.
Uso della teoria delle proporzioni per eseguire le
operazioni di moltiplicazione, divisione, elevamento
a potenza, estrazione di radice
E d
C b
a :b c :d ad bc D A
a
B
c
a0 a1 a2 an 1
... AB : BC = BD : BE
a1 a2 a3 an
n
an a1 a1 an
n
a0 a0 a0 a0
Uso dell’applicazione delle aree per “risolvere”
un’equazione quadratica pura
Trovare un quadrato la cui area sia uguale a quella di un dato
rettangolo ABCD
G Si prolunghi AB di un segmento BE = BC.
Si prenda il punto medio F di AE, si tracci
il cerchio di centro F e raggio FE.
Sia G il punto di intersezione del
x
prolungamento del lato BE del rettangolo
dato con la circonferenza, allora BG è il
F B segmento cercato.
A E
Infatti il triangolo AGE è
b rettangolo perché inscritto in un
a semicerchio e per il II teorema di
D C Euclide si ha
BG2 = ABBE = ABBC
x2 = a b
A
Coniche I, 11
PM//AC BC DE
QV//DE
Se PL e PL PM e tale che
PL : PA = BC2 : AB·AC
TH)
PL : lato retto
QV =PL ·PV
2
Costruisco HK//BC
HQK alla sezione (cerchio) con
E piano // , dunque QV2 = HV ·VK
Considero i triangoli simili PHV~AKH ~ABC
HV : PV = BC : AC
Da PM // AC e dalla similitudine di AHK e ABC
VK : PA = BC : AB
HV · VK : PV · PA = BC2 : AC · AB
QV2 PL : PA
QV2 : PV · PA = PL : PA QV2=PL ·PV
Apollonio utilizza l’origine
stereometrica delle coniche come
sezioni del cono solo per ottenere la
proprietà fondamentale delle sezioni
coniche che è piana (sistema di
riferimento: diametro della conica e
tangente alla conica in un estremo del
diametro). A partire da questa proprietà
ricava tutti i successivi sviluppi della
teoria.
p
Parabola,
Coniche I.11
QV2=PL ·PV
y 2 x VQ'
dx d p
VQ' p x
VQ' p d
2 p 2
y px x
d
QV2=PV ·VR
QV = y
PV = x
PL = p
PP’= d NOI:
y 2 x VR
d dx p
VR p x
p VR d
2 p 2
Quadrato(QV) è equivalente al Rettangolo(PV·VR) y px x
d
La tangente alla parabola
Prop. I. 33
“Si prenda un punto T
Q’ sul diametro di una parabola,
Q
oltre il vertice
K
tale che TP = PV,
dove V è il piede dell’ordinata
da Q al diametro PV. La retta
T P V V’ TQ sarà tangente alla parabola”
Apollonio dimostra che TQ è tale che ogni suo punto diverso da Q giace
fuori dalla parabola.
Ragiona per assurdo:
suppone che K sia un punto di TQ o del suo prolungamento, che cada
all’interno della parabola e mostra con proprietà geometriche che ciò porta
ad un assurdo.
Quello che usa non è un metodo generale applicabile ad
ogni curva (come i metodi infinitesimali), ma è un teorema
relativo a quella curva specifica, la parabola.
Le Coniche di Apollonio
LIBRO I definizioni e proprietà fondamentali delle sezioni coniche.
(60 prop.) Nelle Prop. 11, 12, 13 Apollonio trova le proprietà caratteristiche della
parabola dell’iperbole e dell’ellisse.
Alcune proprietà sulle tangenti (la tangente a una curva C in un punto P è
una retta t tale che fra C e t non può essere tracciata nessuna altra retta
passante per P, tale cioè che ogni suo punto diverso da P giace fuori della
curva); per es. Prop. 33: Se si prende un punto T sul diametro PM di una
parabola QPQ’ fuori della curva e tale che TP=PV, dove V è il piede
dell’ordinata da Q al diametro PM, la retta TQ sarà tangente alla
parabola.
LIBRO II Proprietà degli asintoti (nella Prop.14 dimostra che la distanza fra una
(53 prop.) curva e il suo asintoto, se prolungati all’infinito, diventa minore di una
qualsiasi lunghezza data), delle tangenti e dei diametri coniugati (Def. I, 4:
Si dice diametro di una curva piana la retta che taglia in due parti uguali
tutte le corde della curva parallele ad una retta qualunque. Def. II, 6:
Chiamo diametri coniugati di una curva le rette tali che ciascuna è un
diametro che taglia in due parti uguali le rette parallele all’altra).
LIBRO III (56 prop.) Proprietà armoniche di polo e polare (vedi per es. Prop. 37)
Proprietà dei fuochi (chiamati così nel Rinascimento per le loro proprietà ottiche).
Apollonio usa la perifrasi «punti che nascono dall’applicazione» e li definisce solo per
l’ellisse e per l’iperbole: Detto AA’ il diametro della conica e F e F’ i fuochi, questi sono
definiti come punti tali che AF·FA’=AF’·F’A’= p AA’/4, dove p è il parametro della
conica.
Apollonio dimostra che in un’ellisse la somma (Prop. 52), in un’iperbole la differenza
(Prop. 51) delle distanze di un punto dai fuochi è uguale all’asse AA’.
«Il libro terzo contiene molti teoremi notevoli utili per la costruzione dei luoghi solidi. La
maggior parte di essi e più belli sono nuovi. Fra l’altro, fu dimostrando questi teoremi che
mi resi conto che Euclide non aveva costruito il luogo geometrico rispetto a tre o quattro
linee …, non era infatti possibile farlo senza queste mie scoperte» (Prefazione al Libro I).
Il problema è il seguente: Date 3 (4) rette giacenti in un piano, trovare il luogo
geometrico dei punti P tali che il quadrato della distanza di P da una di queste rette sia
proporzionale al prodotto delle distanze dalle altre rette (nel caso di 4 rette, il prodotto
delle distanze da due di esse sia proporzionale al prodotto delle distanze dalle altre due),
le distanze essendo misurate secondo angoli dati rispetto alle rette. Tale luogo è una
sezione conica. Pappo generalizzò il problema a n rette, con n>4. Affrontando questo
problema Descartes diede l’avvio alla sua ‘geometria analitica’ edita nel 1637.
LIBRO IV Apollonio trova «In quanti modi le sezioni coniche possono incontrarsi
(57 prop.) l’una con l’altra», in particolare ottiene dei teoremi nuovi relativi al
numero di punti in cui una sezione conica incontra i due rami di
un’iperbole (fu Apollonio a considerare i due rami come un’unica curva) e
ne è fiero infatti scrive che sono «degni di essere accettati per amore delle
dimostrazioni stesse, allo stesso modo che accettiamo molte altre cose nella
matematica per questa e nessuna altra ragione».
x3 bx c
- equazioni trinomie senza termine di secondo grado I. x3 c bx
bx c x3
x3 ax2 c
- trinomie senza termine di primo grado II. x3 c ax2
ax2 c x3
- quadrinomie in cui due termini positivi sono uguali a due termini positivi
x3 ax2 bx c
II. x3 bx ax2 c
x3 c ax2 bx
L’equazione trinomia del I tipo x3 bx c ,
(“un cubo più lati sono uguali a un numero”) viene scritta come
x3 p 2 x p 2q con b = p e c = p q per il principio di omogeneità
2 2
dimensionale.
La risoluzione si ottiene per intersezione
della circonferenza x2 + y2 = q x
e della parabola y = x2 /p.
x3 p 2 x p 2q
Grafico della funzione y = x3 +3x -10 eseguito con Maple
Visualizzazione con Cabri
In: Katz V. (ed.), Historical Modules for the Teaching and Learning Mathematics,
The Mathematical Association of America, 2005
Lo studio della variabilità e del moto
[ sec XIV]
Fu uno dei temi preferiti nelle università, in particolare a
Oxford e a Parigi. I filosofi scolastici del Merton College
di Oxford formularono la cosiddetta regola mertoniana:
se un corpo si muove di moto uniformemente
accelerato, la distanza percorsa è uguale a quella
che percorrerebbe nello stesso intervallo di tempo un
altro corpo con moto uniforme e velocità pari a quella
raggiunta dal primo corpo nell’istante di mezzo
dell’intervallo temporale.
La velocità non era definita in modo rigoroso, ma era intesa come una “qualità del
moto”
L’estrazione della
radice quadrata
1
FG = 1
FG:IG = IG:GH
IG2 = FG·GH
La risoluzione
O delle equazioni
N di 2° grado
1 P
a
2 1 a2
OM ON MN a b2
M 2 4
L b
Per risolvere l' equazione x 2 ax b 2
1
D. traccia un segmento LM b e da L innalza un segmento NL a
2
1
e perpendicolare a LM . Con centro in N costruisce un cerchio di raggio a.
2
Traccia la retta passante per M e N che interseca il cerchio nei punti O e P.
x OM è il segmento cercato.
D. trascura la seconda radice perché " falsa", cioè negativa.
La soluzione di Descartes del problema di Pappo
Il problema di Pappo, enunciato nella sua forma più semplice, si presenta
così:
Date 2n rette, trovare il luogo dei punti tali che il prodotto delle distanze
dalle prime n rette sia uguale al prodotto delle distanze dalle rimanenti.
Pappo lo aveva risolto solo nel caso particolare di 3 o 4 rette.
Descartes ne diede la soluzione generale e giunse ad associare alle
curve algebriche la loro equazione.
Siano (x,y) le coordinate di un punto generico P e sia d(C, ri ) = | ai x + bi y
+ ci | la distanza di P dalla retta i-esima, dove ai , bi , ci sono i parametri
della retta ri normalizzati in modo che ai2 + bi2 = 1. Il luogo cercato ha
equazione
n 2n
( aix + biy + ci )
i 1
= ( ai x + b i y + ci )
i n 1
S
R
E A G
B
F H
C
D
Metodo per la ricerca della normale
Géométrie, libro II
C(y0, x0)
suppone il problema risolto. Sia CP la normale
alla curva P(x,y)=0 in C
s PM = v-y0
x0
Considera il cerchio
2 di centro
2 2 P(v,0) e raggio s:
y0 x (v y ) s
A M P(v,0)
P ( x, y ) 0
2 2 2
R( x) 0 oppure R( y ) 0
x (v y ) s
R(y) = 0 dovrà avere una radice doppia in y0, cioè dovrà essere della forma
R( y ) ( y y0 ) 2 Q( y )
se P(x,y)=0 ha grado m, R(y)=0 ha grado 2m e Q(y) è un polinomio di grado 2m-2
Uguagliando uno a uno i coefficienti delle potenze omologhe si
otterranno 2m+1 equazioni da cui si possono ricavare i coefficienti di
Q(y), nonché i due parametri v e s.
Caratteri e limiti del metodo
è un metodo algebrico
l’uso della circonferenza raddoppia il grado di P(x,y)=0
va bene solo per i polinomi e, anche nei casi più semplici dà luogo
a calcoli lunghi e complessi
Descartes scrive: “Oso anzi dire che questo è il problema più utile e
generale non solo tra tutti quelli che conosco, ma anche tra tutti
quelli che in Geometria ho sempre desiderato conoscere” (p. 600)
In effetti, mentre nella geometria greca e in quella anteriore a D. il
problema della ricerca della retta tangente doveva essere affrontato
caso per caso, ora definendo la curva mediante la sua equazione si
può trovare un metodo che vale per tutta una categoria di curve.
Esercizi
1. Trovare la normale alla curva y = x3 in P(1,1) con il metodo di
Descartes e con il nostro
y x3
2 2 2
( x v) y s
x 2 2 xv v 2 y 2 s 2
R ( x) x 6 x 2 2 xv v 2 s 2 0
( x 1) 2 ( x 4 ax 3 bx 2 cx d ) ( x 2 x 1)( x 4 ax 3 bx 2 cx d )
x 6 (a 2) x 5 ... x 6 x 2 2 xv v 2 s 2
eguaglio i coefficienti delle potenze omologhe ottengo 6 equazioni da cui ricavo
v4
La maggior parte dei suoi risultati hanno il carattere di brevi saggi o compaiono
nelle lettere che scriveva agli amici. Pubblicò poco e molti dei suoi lavori
apparvero solo dopo la sua morte. Sarà il maggiore dei suoi figli Samuel a
divulgare le sue ricerche in teoria dei numeri sulla base delle annotazioni a
margine della Arithmetica di Diofanto edita da C. G. Bachet de Méziriac.
Ad loco planos et solidos isagoge
[Introduzione ai luoghi geometrici rappresentati da rette
e da curve di secondo grado]
(1629, p. 1779)
D in A aequetur B in E Dx = By
(semiretta con estremo nell’origine, Fermat non usa ascisse negative)
Considera poi l’equazione lineare più generale:
Zpl – D in A aequetur B in E
C2 - Dx = By
Si ponga D · R = C2 B/D = (R-x) /y
Sia MN=R, sarà allora dato M e MZ = R-x, dunque
MZ/ZI è dato come è dato l’angolo in Z, pertanto I
è dato anche il triangolo IZM, allora y
I starà su una retta data in posizione. x R-x
M
N Z
R
Aq aequatur D in E parabola x2 = Dy
A in E aequatur Zpl iperbole xy= C2
Bq –Aq aequatur Eq cerchio B2 – x2 = y2
La nascita dell’analisi infinitesimale
Boyer C., History of analytic geometry, The Scripta Mathematica Studies, New York, 1956
Freguglia P., La geometria tra tradizione e innovazione 1550-1650, Bollati Boringhieri,
Torino, 1999, Cap. 4
Kline M., Storia del pensiero matematico, (1972), Torino, Einaudi, I vol., 1991, pp. 106-118, 227-
228, 246-248, 353-354, 359-369, 636-647
Lojacono E., Cartesio, I Grandi della Scienza, Le Scienze, 2000
Katz V. (ed.), Historical Modules for the Teaching and Learning Mathematics, The Mathematical
Association of America, 2005
I testi
Heath T., Apollonius of Perga. Treatise on Conic Sections, Cambridge
University Press, 1896.
Ver Eecke P., Les Coniques d’Apollonius de Perge, De Brouwer, Bruges, 1923
Al Khayyam O., L’oeuvre algébrique, etablie, traduite et analysée par R. Rashed et
A. Djebbar, Paris 1979
Adam CH., Tannery P., Oeuvres de Descartes, 12 voll., Paris, 1897-1913
Descartes R., Opere scientifiche, Classici della scienza, Utet, Torino, 1983
Tannery P., Henry Ch., Oeuvres de Fermat, 4 voll, Paris, 1891-1912
Euler L., Introductio in analysin infinitorum , II vol. Lausannae, 1748