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XI Seminario Nazionale di Gnomonica Verbania Intra-22,23,24/3/2002

IL METODO DI G.D. CASSINI ALBERTO NICELLI


IL METODO DI G. D. CASSINI PER DETERMINARE LE ORBITE ELLITTICHE

ALBERTO NICELLI

Nel 1669 il celebre astronomo pubblicò, senza mai svelarne la dimostrazione, un semplice metodo geometrico per
determinare la direzione degli assi e l’eccentricità di un’orbita ellittica. I matematici e astronomi dell’epoca provarono
a darne una giustificazione teorica, ma non riuscirono a far piena luce sull’idea fondamentale che ispirò Cassini. In
questo studio si dimostra che il metodo è una brillante applicazione della geometria proiettiva, l’innovativo sviluppo
del pensiero geometrico che Desargues e Pascal avevano cominciato a fondare nella prima metà del ‘600.

Dai circoli di Tolomeo alle orbite ellittiche


“Abbiamo vinto, Illustrissimi Mecenati. Vi porto in
trionfo i cavalli del Sole, fino ad oggi indomabili…”. Con
queste parole, verso la fine del 1655, Gian Domenico
Cassini informava i Senatori bolognesi che la controversa
questione dell’eccentricità del Sole era stata finalmente
risolta dal ”… grande eliometro”, la grande meridiana
realizzata nel Duomo di S. Petronio. Con la risoluzione
permessa dalle dimensioni e dall’accuratezza dell’opera
era riuscito a misurare la differenza fra il disco solare al
perigeo e all’apogeo, ed essa risultava in accordo con la
bisezione dell’eccentricità di Keplero, non con il moto
uniforme sul cerchio eccentrico di Tolomeo!
Ma facciamo un passo indietro. La questione
sull’eccentricità del Sole andava avanti da circa mezzo
secolo, da quando Keplero aveva modificato la teoria
dell’eccentrico, che fin dai tempi antichi era considerata
la migliore spiegazione dell’ineguaglianza del moto
solare. Il Sole impiega più tempo per passare
dall’equinozio primaverile a quello autunnale che non
dall’equinozio autunnale a quello primaverile, ma i
secolari assiomi filosofici, che risalivano a Platone, non
permettevano agli astronomi di spiegare questa evidenza
rinunciando al principio del moto circolare uniforme.
Esso veniva salvaguardato assumendo che la non Gian Domenico Cassini (1625-1712)
uniformità del moto fosse un semplice effetto prospettico:
il centro dell’orbita del Sole non coincideva col centro del moto uniforme sul cerchio eccentrico doveva essere
mondo occupato dalla Terra [8]. Anche l’innovatore modificato. Keplero cominciò a dimezzare l’eccentricità
Copernico non riuscì a liberarsi dalle costrizioni dei moti spostando il centro dell’uniformità del moto dal centro C
circolari uniformi e per spiegare l’anomalia solare, pur dell’eccentrico a un punctum aequans E sull’asse degli
nella rivoluzionaria prospettiva della Terra in movimento absidi, simmetrico rispetto alla posizione del Sole
e del Sole stazionario, adottò lo stesso espediente del (FIG.1). Il modello dell’equante era ben noto fin dai
cerchio eccentrico di Tolomeo [9]. tempi di Tolomeo, ma era la prima volta che veniva
Conoscendo i tempi che intercorrevano fra equinozi e applicato nella teoria del Sole: l’uniformità del moto
solstizi, il modello dell’eccentrico permetteva di ricavare rispetto al punctum aequans implicava di fatto un moto
con semplici considerazioni geometriche la direzione variabile sull’orbita circolare e quindi una palese
degli absidi, l’eccentricità dell’orbita e l’equazione violazione degli assiomi platonici.
dell’anomalia solare in ogni punto [8][9]. Ma era sempre La bisezione dell’eccentricità rimaneva confermata anche
più difficile “salvare i fenomeni”, come diceva Platone, nella definitiva teoria dell’orbita ellittica, quindi le misure
con i moti circolari uniformi dell’astronomia antica: verso di Cassini in S. Petronio comprovavano l’innovazione
la fine del ‘500 la precisione dei grandi quadranti e anelli teorica di Keplero, sia che l’orbita fosse un’ellisse, sia che
equatoriali costruiti da Tycho Brahe aveva evidenziato fosse un cerchio eccentrico regolato da un equante.
molte discrepanze rispetto ai dati osservativi del passato. Qualche tempo dopo, quando ebbe a disposizione misure
L’enorme mole e l’accuratezza delle misure lasciate dal più sistematiche sulle longitudini e i diametri apparenti
grande osservatore danese avevano fornito a Keplero una del Sole, Cassini riuscì a verificare che i rapporti fra le
base più sicura su cui fondare i calcoli: i suoi studi sulle velocità angolari e i diametri erano in accordo con la
distanze della Terra dal pianeta Marte dimostravano che legge delle aree di Keplero: le velocità angolari
l’eccentricità dell’orbita terrestre doveva essere la metà di risultavano proporzionali ai quadrati dei diametri, ovvero
quella accettata fino ad allora, quindi l’antico modello del inversamente proporzionali ai quadrati delle distanze,
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come prevedeva la teoria dell’orbita ellittica. Per la di Cassini venne giudicata come una sfida vanitosa e un
delicatezza delle misure sui diametri questa relazione po’ arrogante [1].
poteva essere verificata solo vicino agli absidi, ma fu
un'altra prova contro l’antica teoria del moto uniforme Il metodo di Cassini
sull’eccentrico, che in prossimità dell’apogeo e del
perigeo fra velocità angolari e diametri implicava una Si tracci un cerchio di raggio arbitrario che rappresenti
semplice proporzionalità diretta [7][5]. l’eclittica (FIG.2): date tre osservazioni qualsiasi di
longitudine A,B,C si traccino i tre raggi GA, GB, GC. Se
ne prenda una a piacere come riferimento, per esempio B.
equante eccentrico Si prolunghi il raggio GB, tracciando il diametro BB’. A
partire dal raggio GB’ e con vertice in G si costruiscano i
T due angoli B’GA’ e B’GC’, uguali alle differenze di
ellisse anomalia media fra A e B e fra B e C. La sequenza di
A’,B’,C’ sulla circonferenza deve risultare in senso
contrario a quella di A,B,C. Si traccino le rette B’A e BA’
e le rette B’C e BC’. Sia r la retta individuata dalle loro
m v rispettive intersezioni. Da B si conduca la perpendicolare
BF alla retta r. Secondo Cassini la retta individuata dal
E C S piede F della perpendicolare e dal centro G del cerchio
rappresenta la direzione degli absidi, ovvero l’asse
FIG.1 maggiore dell’orbita ellittica; il rapporto fra il segmento
FG e il raggio del cerchio è l’eccentricità dell’ellisse [1].

A B
FIG.2

Nonostante queste fondamentali conferme, fino alla fine


del secolo, cioè fino a quando si diffusero le teorie di
Newton, le orbite ellittiche non entrarono nell’uso re
tta
comune dei calcoli astronomici. Esse implicavano di
C as
laboriose iterazioni per approssimazioni successive che sin
anche i migliori astronomi dell’epoca preferivano evitare: i
asse degli absidi
l’attaccamento agli antichi metodi geometrici era ancora
F G
e

molto forte e quelle tecniche di calcolo venivano


r
ola
dic

considerate estranee all’astronomia. Molti cercarono di


en

avvicinarsi alla precisione di Keplero con metodi meno


rp

C
pe

complicati. Seth Ward in Inghilterra e il conte Pagano in


Francia scoprirono che lo spostamento in longitudine del
Sole risultava quasi uniforme rispetto al secondo fuoco r
dell’orbita [7]: non era altro che il punctum aequans di
Keplero, ma esso si rivelò un prezioso riferimento per A'
facilitare la determinazione del moto sull’ellisse (FIG.1). B' C'
L’approssimazione geometrica pubblicata da Ward nel
1656 permetteva di ricavare con sufficiente precisione Una volta individuata la retta r, la longitudine P di una
l’anomalia vera v dall’anomalia media m [1], ma qualsiasi altra posizione sull’orbita può essere ricavata a
bisognava conoscere a priori la posizione del secondo priori dal moto medio: infatti anche la retta BP’,
fuoco, ovvero l’eccentricità e la direzione degli absidi, determinata dalla differenza di anomalia media fra P e B,
che potevano essere determinati solo con osservazioni deve intersecare sulla retta r la retta B’P, che resta quindi
accurate e sistematiche. Il problema rimaneva quindi assai individuata dall’intersezione di BP’ su r e dal punto B’.
complesso, ma Cassini proclamava di averlo già risolto Si noti che tutta la costruzione può anche essere
con un metodo molto elegante: una semplice costruzione reimpostata, scegliendo l’asse degli absidi come naturale
geometrica che richiedeva solo tre osservazioni di retta di riferimento BB’: in tal caso la retta BF verrebbe a
longitudine! Fra i suoi colleghi non era affatto chiaro su ovviamente coincidere con l’asse degli absidi e la retta r
quale idea si basasse il metodo, ma grazie ad esso Cassini sarebbe ad esso perpendicolare.
riuscì presto a disporre di tavole solari molto accurate [7]. Nonostante le varie proposte di giustificazione teorica, il
Nel 1669, poco tempo dopo il suo trasferimento a Parigi, metodo di Cassini rimase sempre un mistero. Nel 1723,
forse cedendo alle pressioni dell’ambiente accademico dieci anni dopo la sua morte, il figlio Giacomo ne diede
francese, si decise a pubblicarlo sul Journal des Savants, una dimostrazione negli Atti dell’Accademia delle
un famoso periodico scientifico dell’epoca. Ma il metodo Scienze di Parigi, ma nessun tentativo poteva risultare
era fornito senza l’attesa dimostrazione: la promessa di un convincente senza riscoprire la genesi del metodo, ovvero
trattato completo non venne mai mantenuta e la reticenza l’iter mentale col quale era stato concepito… Un secolo
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dopo se ne cercava ancora una dimostrazione più diretta. Solo Philippe de La Hire (1640-1718) riprese i metodi
Ci provò anche Delambre che, pur ammirando la genialità sintetici e proiettivi pubblicando nel 1685 un’opera dal
di Cassini, così si esprimeva nella sua Histoire de titolo Sectiones conicae, in cui rielaborava e sviluppava le
l’astronomie moderne (1821): “non si vede la ragione teorie dei suoi predecessori.
della costruzione e l’autore non dà alcun tipo di Come dice C.B. Boyer [2]: “ La trattazione delle coniche
indicazione… non siamo tentati di vedere una sorta di con metodi proiettivi fatta da Desargues presentava un
ciarlataneria nell’enfasi con cui il metodo fu proclamato, elegante aspetto unitario, ma al tempo stesso costituiva
nell’incompleta idea di esso data a più riprese, nella una rottura troppo netta con il passato per poter essere
maniera innaturale in cui fu definitivamente spiegato generalmente accettata… I matematici del tempo non solo
dopo la morte del suo autore ?” [1]. si dimostrarono incapaci di accogliere i metodi della
nuova geometria, ma li combatterono tenacemente come
Cassini, Desargues, Pascal pericolosi e poco rigorosi… L’attaccamento all’algebra
era così forte che per quasi due secoli le bellezze della
In questo studio intendiamo dimostrare che il misterioso geometria proiettiva rimasero pressochè sconosciute”.
metodo di Cassini era in realtà una brillante applicazione La reticenza di Cassini a pubblicare la dimostrazione
di geometria proiettiva, l’innovativo sviluppo del pensiero trova quindi una fondata giustificazione. Nel seguito
geometrico che si stava delineando dai primi decenni del vedremo che la sua costruzione diventa chiara e
‘600 per opera di Girard Desargues (1591-1661) e Blaise logicamente consequenziale solo se si riscoprono in essa
Pascal (1623-1662). Una convincente dimostrazione del concetti e teoremi introdotti da Desargues e Pascal.
metodo avrebbe richiesto che le nuove idee fossero ben
conosciute e consolidate presso gli uomini di scienza, ma L’idea di Cassini : l’omologia …
le opere di Desargues e Pascal non ebbero un’influenza
immediata sulla matematica dell’epoca: gli importanti e Per determinare l’orbita ellittica Cassini applica la sua
fecondi sviluppi della geometria analitica e del calcolo costruzione dentro un cerchio. Cerchio ed ellisse sono
infinitesimale fecero trascurare quelli della geometria figure prospettive: da questo debole indizio cominciamo
pura. Il ‘600 è il secolo di Descartes e di Fermat, di la nostra ricerca… Un’ellisse può essere considerata come
Leibniz e di Newton: la matematica stava diventando un intersezione fra un piano e un cono. Consideriamo un
potente strumento di indagine per la fisica e l’astronomia. cono circolare retto (FIG.3) e sia C l’ellisse intersezione.
Le novità concettuali e le scoperte teoriche della
geometria proiettiva erano pur sempre limitate
nell’ambito dei metodi sintetici della geometria classica: V
non potevano attirare l’attenzione di fronte ai promettenti
orizzonti aperti dall’algebra. FIG.3
E’ probabile che Cassini fosse venuto a conoscenza delle
nuove idee geometriche durante i suoi studi: risulta infatti
che era stato allievo di Honoré Fabri al Collège de la
Trinité a Lione, città natale di Desargues [10]. Honoré M
Fabri (1607-1688) fu matematico e scienziato di spicco;
mantenne un’attiva corrispondenza con le più insigni N
personalità scientifiche dell’epoca (Gassendi, Mersenne,
C
Descartes, Leibniz, Huygens…) e con alcuni suoi illustri
allievi (tra i quali Cassini e Philippe de La Hire…); sotto
la sua direzione il Collège di Lione fu il centro culturale a
di un circolo di matematici in cui le idee di Desargues e E G
Q P
Pascal erano certamente conosciute e discusse…
Desargues diede alle stampe le sue opere fra il 1636 e il T R
S
1640. Quella più importante, dal ponderoso titolo
Brouillon Project d'une Atteinte aux Evènemens des
Rencontres du Cone avec un Plan, fu pubblicata a Parigi
nel 1639. Pascal venne a conoscenza dell’opera di
Le generatrici del cono escono dal vertice V e proiettano
Desargues frequentando assieme al padre le riunioni
l’ellisse C sulla circonferenza del cerchio di base. Ora
dell’Accademia di Mersenne a Parigi. Nel 1640, all’età di
proiettiamo il piano secante ortogonalmente sul piano del
soli sedici anni, pubblicò l’opera dal titolo Essay pour les
cerchio. La proiezione dell’ellisse C è ancora un’ellisse:
Coniques, che, oltre a contenere il suo celebre mysterium
indichiamola con E. Approfondiamo le relazioni che
hexagrammaticum, la proposizione da allora nota come
intercorrono fra questa ellisse e il cerchio, come può aver
Teorema di Pascal, dava un’impostazione più generale ai
fatto Cassini… Proiettiamo ortogonalmente sul piano di
concetti introdotti da Desargues.
base due generatrici, VR e VS: la proiezione del vertice V
A parte il giovane Pascal, ben presto distratto da diversi
coincide con il centro G del cerchio; i punti M e N
interessi (religione, teoria della probabilità, fisica dei
sull’ellisse C si proiettano nei punti P e Q sull’ellisse E. I
fluidi, macchine calcolatrici…), fino alla fine del secolo le
punti P e R e i punti Q e S sono allineati con G. Le rette
idee di Desargues non ebbero il seguito che meritavano.
MN e RS si incontrano in un punto T sulla retta a,
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intersezione fra il piano secante e il piano del cerchio siano A,B,C le loro omologhe sul cerchio, determinate
(perché appartengono al piano VRS, che può avere un dalle tre misure di longitudine. Nel seguito risulterà
unico punto in comune con la retta a). La retta PQ è la chiaro perché a Cassini ne servivano almeno tre.
proiezione della retta MN e quindi incontra la retta RS Consideriamone una qualsiasi come riferimento, per
nello stesso punto T sulla retta a. In generale qualunque esempio B (FIG.4). Siccome lo scopo di Cassini era di
coppia di semirette uscenti da G individua due punti individuare il fuoco F, la cosa più naturale che poteva
sull’ellisse e due punti sulla circonferenza, tali che le rette cominciare a fare è tracciare dal punto B la retta BF, che è
da essi individuate si incontrano sulla retta a. Usando la proprio la perpendicolare che compare nella sua
terminologia moderna, il centro G del cerchio rappresenta costruzione. Quindi la retta perpendicolare alla BF,
il centro di un’omologia fra l’ellisse e la circonferenza. La passante per il fuoco F, rappresenta la retta r.
retta a è l’asse dell’omologia. I punti P, R e i punti Q, S
sono detti punti omologhi. In generale qualunque punto A
B
FIG.4
appartenente al piano secante, proiettato sul piano di base
X
nei due modi, ortogonalmente e dal vertice del cono V,
individua due punti omologhi. I punti sull’asse a sono
omologhi a se stessi e per questo motivo l’asse si dice D
unito. Le rette PQ e RS, e in generale le rette individuate K

a
da coppie omologhe, sono rette omologhe. Due rette

asse dell'omologia

( direttrice )
omologhe si incontrano sull’asse unito dell’omologia...
E’ evidente che il concetto di omologia è essenzialmente F O G E
basato sulla prospettiva, ma storicamente le sue origini si

X re
a
re icol
fanno risalire a un famoso teorema di Desargues,

)
p C

ola nd
di
( p rpe
re
pubblicato postumo nel 1648 dal suo estimatore Abraham tta r

pe
di
Bosse, oggi noto come il Teorema dei triangoli omologici C as
sin
[3][6]. i

A questo punto evidenziamo un risultato molto


significativo per la nostra ricerca:
Indichiamo con X il punto in cui la retta r incontra la
 il centro G del cerchio coincide con un fuoco direttrice. Per Cassini sarebbe stato significativo
dell’ellisse (A.1) considerare questo punto, perchè

Questo fatto ci permette di orientare lo studio sull’idea  la retta BF è la polare del punto X rispetto all’ellisse.
che Cassini applichi proprio l’omologia fra l’ellisse e la
circonferenza. Siccome il centro G è il fuoco noto Il concetto di polare di un punto rispetto a una conica fu
dell’orbita (perché è il vertice degli angoli di longitudine) introdotto da Desargues. La sua definizione richiede di
viene spontanea la congettura che il piede della sua premettere la definizione di involuzione di quattro punti
perpendicolare BF possa coincidere con il secondo fuoco su una retta, che Desargues introdusse in generale per sei
(indichiamolo con F): questo significherebbe che Cassini punti [3][4]: quattro punti allineati A,B,C,D si dicono in
calcola l’eccentricità dell’orbita rapportando la distanza involuzione se e solo se CB/CD=AB/AD. I punti C e A si
fra i fuochi al raggio del cerchio; dobbiamo quindi dicono coniugati nell’involuzione. Il concetto di polare si
assumere che il raggio sia uguale all’asse maggiore basa sul concetto di involuzione (FIG.5): se da un punto
dell’ellisse, condizione soddisfatta se il piano sega il cono A si tracciano delle rette secanti una conica,
in modo tale che il centro dell’ellisse C sia a metà della rispettivamente nei punti B e D, B’ e D’, B” e D”…, il
sua altezza (A.1). Questa condizione implica due luogo dei corrispondenti C, C’, C”…, coniugati ad A
importanti conseguenze: nell’involuzione a quattro punti, è una retta, detta polare
del punto A rispetto alla conica [3].
 Il punto omologo al centro O dell’ellisse coincide con
il fuoco F (A.1).
 L’asse a dell’omologia coincide con la direttrice D
dell’ellisse relativa al fuoco F (A.2).
CB/CD = AB/AD
C
Questa scelta del raggio sembra preparare il terreno per la
ricerca del secondo fuoco. Proviamo a scoprire come può B FIG.5
di A

aver ragionato Cassini…


D'
C'
polare

… la polare di Desargues A B'

Supponiamo di conoscere l’eccentricità e la disposizione B''


dell’orbita. Indichiamo i fuochi con F e G. Consideriamo C''
un cerchio di centro G e raggio arbitrario uguale all’asse D''
maggiore dell’ellisse. Date tre posizioni D,K,E sull’orbita,
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Più avanti vedremo che le proprietà della polare BF (A.3) FA, BC e EF, le cui rispettive intersezioni appartengono
sono alla base di tutta la costruzione di Cassini… Ora alla retta di Pascal.
consideriamo la retta p passante per X e per il centro O
dell’ellisse: essa è la retta omologa della retta FX, perché
hexagramma mysticum ABCDEF
O è l’omologo del fuoco F e X appartiene all’asse unito
dell’omologia… Questa osservazione poteva suggerire a
Cassini la seguente strategia per individuare il fuoco F: A
D F
 individuare la retta XO con una costruzione inscritta
nell’ellisse; ret
ta C
 trasformare quella costruzione nella sua omologa d iP
inscritta nel cerchio, per individuare la retta FX; as
ca
 quindi tracciare da B la perpendicolare alla FX, per l
determinare il fuoco F.

Una retta si può individuare determinandone due punti: la


FIG.6
costruzione più semplice poteva consistere in due coppie E
di rette le cui rispettive intersezioni appartenessero alla B
retta XO. La costruzione omologa inscritta nel cerchio,
ottenuta proiettando i punti sull’ellisse da G sulla
circonferenza, doveva poi risultare in qualche modo Con questo schema di hexagramma mysticum Cassini
indipendente dalla conoscenza dell’ellisse e dagli poteva individuare la retta XO con due coppie di rette,
elementi ausiliari non noti… Ma procediamo con ordine. supponendo di conoscere almeno tre punti D,K,E scelti
Il problema da risolvere era di questo tipo: arbitrariamente sull’ellisse. Infatti tracciamo le rette XK e
XD (FIG.7): esse intersecano l’ellisse nei punti L e M.
 data un’ellisse costruire due coppie di rette tali che le Consideriamo i simmetrici K’ e D’ di L e M rispetto al
loro rispettive intersezioni appartengano a una retta centro O dell’ellisse. Ebbene, per il Teorema di Pascal:
assegnata.
 le rette KD’ e K’D si intersecano sulla retta XO.
A Cassini poteva far ricordare un recente teorema di
Pascal: il celebre mysterium hexagrammaticum…
B
… il Teorema di Pascal FIG.7
X
L’enunciato moderno del Teorema di Pascal (quello ret
originale nell’ Essay pour les Coniques è un po’ più t ad
iP L M
prolisso) afferma che [3][4][6]: as D
ca K
l
a

 se un esagono semplice è inscritto in una conica le


tre intersezioni dei lati opposti appartengono ad una
asse dell'omologia

stessa retta.
( direttrice )

F O G
E
Per esagono semplice si intende la figura costituita da sei p
punti considerati in un determinato ordine, di cui tre
successivi mai in linea retta, e dalle sei rette che
D' K'
congiungono ogni punto al successivo e l’ultimo con il
primo. I punti sono i vertici e le rette sono i lati
dell’esagono. Due lati si dicono opposti quando i vertici Infatti:
che determinano uno di essi non sono consecutivi di
quelli che determinano l’altro. L’esagono si dice inscritto l’hexagramma mysticum inscritto nell’ellisse
nella conica quando i suoi vertici le appartengono. costituito dai sei vertici MD’KLK’D ha i lati che si
L’ordine con cui si susseguono i vertici determina la devono intersecare sulla stessa retta;
disposizione delle rette che li congiungono, quindi può per costruzione i lati opposti MD’ e LK’ passano per
dar luogo a una figura che può anche avere i lati che si il centro O;
intersecano, ben diversa dall’immagine dell’esagono per costruzione i lati opposti MD e LK convergono
convesso che la parola “esagono” può suscitare nella sul punto X;
mente. Per la straordinaria proprietà enunciata dal suo quindi anche i restanti due lati opposti K’D e KD’ si
teorema Pascal lo chiamava hexagramma mysticum… devono intersecare sulla retta XO (retta p di Pascal).
In figura ne è rappresentata una configurazione
particolare (FIG.6): secondo la definizione i lati opposti Adesso si noti che la retta BF, essendo la polare di X, è la
sono rispettivamente le coppie di rette AB e DE, CD e bisettrice degli angoli LFK e MFD (A.3): ne consegue che
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l’angolo LFM è congruente all’angolo DFK, l’angolo dopodichè bastava trasferire tutta la costruzione nel
sotto il quale le posizioni D e K sull’orbita sono viste dal cerchio tramite l’omologia (FIG.10).
secondo fuoco F, cioè, nell’approssimazione dell’equante,
la differenza di anomalia media fra D e K. Ma per B
simmetria rispetto al centro O l’angolo LFM è uguale FIG.9
all’angolo K’GD’, quindi: X

 l’angolo K’GD’ è uguale alla differenza di anomalia


media fra le posizioni D e K. re D

a
tta
di K

asse dell'omologia
Pa
Inoltre il punto K’ appartiene al prolungamento di GK sc

( direttrice )
al
(A.4), quindi è determinato da K, e riportando l’angolo di
anomalia media dalla semiretta GK’ resta individuato
anche il punto D’. Quindi per determinare la coppia di F O G
E
rette KD’, K’D basta conoscere D e K.
Per determinare un’altra coppia basta ripetere lo stesso
p
ragionamento con i punti K ed E. Consideriamo la retta E'
XE con la la retta XK: esse incontrano l’ellisse nei punti D' K'
N e L (FIG.8). I loro simmetrici rispetto al centro
dell’ellisse sono E’ e K’. Per il Teorema di Pascal: Gli omologhi dei punti D,K,E e D’,K’,E’ sull’ellisse sono
i punti A,B,C e A’,B’,C’ sul cerchio; quindi le rette BC’,
 le rette KE’ e K’E si intersecano sulla retta XO. B’C e BA’, B’A sono rispettivamente omologhe di KE’,
K’E e KD’, K’D. Si noti che, siccome K’ appartiene alla
retta GK, il punto B’ appartiene alla retta GB, come
B prescrive il metodo di Cassini. Inoltre è evidente che la
FIG.8
legge di corrispondenza fra i punti A,B,C e A’,B’,C’
X
rimane quella che Cassini ha individuato fra i punti D,K,E
e D’,K’,E’: infatti gli angoli B’GA’ e B’GC’ sono uguali
L agli angoli K’GD’ e K’GE’, cioè le differenze di anomalia
D media delle osservazioni D ed E rispetto all’osservazione
N
a

K
di riferimento K. Quindi le due coppie di rette BC’, B’C e
asse dell'omologia

BA’, B’A possono essere tracciate conoscendo solo tre


osservazioni di longitudine A,B,C, senza sapere nulla
( direttrice )

F O G della forma e della disposizione dell’ellisse.


E
p A
B
E' FIG.10
D' K'

In questo caso la retta XO è la retta p di Pascal D


ret
dell’hexagramma mysticum NE’KLK’E. La polare BF è ta
di K
re Pa
la bisettrice degli angoli LFK e NFE, quindi l’angolo tta sc
al
di
LFN è congruente all’angolo EFK, cioè all’angolo sotto il Ca
ss
quale le posizioni K ed E sull’orbita sono viste dal in
i
secondo fuoco F. Quest’angolo è la differenza di F O G E
re

anomalia media fra le posizioni K ed E. Ma per simmetria


ola
dic

rispetto al centro O l’angolo LFN è uguale all’angolo


en

E'
rp

K’GE’, quindi: C
pe

D' K'
p
 l’angolo K’GE’ è uguale alla differenza di anomalia
r
media fra le posizioni K ed E.
A'
Resta quindi determinato anche il punto E’ e con esso la B' C'
seconda coppia di rette KE’, K’E.
Ma la retta r di Cassini, individuata dai loro rispettivi
Il ragionamento di Cassini deve essere stato proprio
punti di intersezione, è l’omologa della retta p di Pascal
questo: individuare la retta XO con le due coppie di rette
passante per il centro O: quindi deve passare per il fuoco
K’D, KD’ e K’E, KE’, la cui costruzione, con
F. Ne consegue che la perpendicolare a r tracciata da B,
l’approssimazione dell’equante, risultava pienamente
per come è stata progettata tutta la costruzione, la deve
determinata da tre posizioni D,K,E sull’ellisse e dai valori
intersecare proprio in F.
di anomalia media ad esse corrispondenti (FIG.9);
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Questo risultato è vero per qualsiasi piano secante. Se in
particolare il piano sega il cono in modo tale che il centro
Conclusioni K dell’ellisse è a metà della sua altezza:
Il misterioso metodo di Cassini si rivela una logica e  l’asse maggiore X’Y’ dell’ellisse E è uguale al raggio
consequenziale costruzione di geometria proiettiva. Egli del cerchio di base (infatti, come abbiamo già
lo ha brillantemente progettato sulle idee geometriche più dimostrato, X’Y’=AB e per la similitudine dei due
all’avanguardia dell’epoca, dimostrando di averne intuito triangoli JVW e AVB risulta AB=JW/2)
le potenzialità molto più profondamente dei suoi
contemporanei. Le sue capacità erano ben note, il suo  il punto corrispondente nell’omologia al centro
carattere sicuro e “indifferente alle opinioni altrui” [1]: dell’ellisse coincide con il suo secondo fuoco (infatti
non esitava a sostenere le sue teorie confrontandosi con i per la similitudine dei triangoli KCV e FGV la retta
nomi più illustri della sua epoca… Eppure ha sempre VK incontra l’asse maggiore dell’ellisse E in un
evitato di pubblicare la dimostrazione… Ma alla sua punto F tale che FG=2KC=2OG, ovvero FO=OG:
discussa reticenza possiamo rendere giustizia: dopo tre quindi F deve essere il secondo fuoco).
secoli la geometria proiettiva è diventata patrimonio della
comune cultura matematica, ciò nonostante è stata V
un’impresa lunga e impegnativa, non solo riscoprire la
probabile via da lui percorsa, ma anche descriverla e
dimostrarne la fondatezza in modo chiaro e convincente.
Se lo scopo è stato raggiunto, lascio ai lettori giudicare… FIG.11
Z Y
Appendici
Sebbene richiedano solo conoscenze di geometria
elementare, per non appesantire l’esposizione alcune L A K C H B
dimostrazioni sono state separate in apposite appendici
a

richiamate dal testo. Se ne può rinviare la lettura senza C


asse dell'omologia

pregiudicare la comprensione generale.


( direttrice )

U
A.1 E

Dimostriamo che la proiezione ortogonale del vertice V


del cono, ovvero il centro G del cerchio di base, coincide J X' A' F O G Y' B' W
con un fuoco dell’ellisse E, proiezione ortogonale
dell’ellisse C, che è l’intersezione fra un qualsiasi piano e D P
il cono (FIG.11): E Q

sia XY la traccia dell’ellisse C, che rappresenta anche


la lunghezza del suo asse maggiore. La sua R
proiezione ortogonale X’Y’ è l’asse maggiore T
S
dell’ellisse E;
con un piano sezioniamo il cono, ortogonalmente al
suo asse, all’altezza del centro K dell’ellisse C:
ribaltiamo nel piano della figura la sezione circolare A.2
risultante, la cui traccia è il segmento AB; KZ è
l’asse minore di C, la cui proiezione sul piano del Dimostriamo che, se il cerchio ha il centro G in un fuoco
cerchio di base (ribaltato anch’esso) è OU=KZ; dell’ellisse e il raggio uguale all’asse maggiore, l'asse a
AB=X’Y’ perchè le proiezioni ortogonali X’A’ e dell'omologia è la direttrice dell'ellisse relativa al secondo
Y’B’ dei segmenti di generatrice XA e BY sono fuoco F (FIG.11):
uguali. Infatti i triangoli rettangoli XLK e KHY sono
uguali; quindi XL=YH; siccome gli angoli LXA e per il Teorema di Menelao-Tolomeo, ben noto a
HYB sono uguali, ne consegue che anche i triangoli Desargues, che lo usa in maniera fondamentale nella
rettangoli XLA e YHB sono uguali: quindi LA=HB, sua opera [3][4]: SQ/SG=(RP/RG)*(TQ/TP);
da cui X’A’=Y’B’; SQ=FQ (perché il raggio GQ+QS del cerchio è
CZ è il raggio della sezione circolare AB; GU=CZ e uguale all’asse maggiore GQ+FQ dell'ellisse);
siccome AB=X’Y’ risulta GU=CZ=X’Y’/2, cioè GU RP=FP (per lo stesso motivo);
è il semiasse maggiore dell’ellisse E. Quindi il punto SG=RG (raggio del cerchio);
G è un fuoco dell’ellisse, come volevasi dimostrare. dette DP ed EQ le distanze di P e Q dalla retta a:
TQ/TP=EQ/DP (triangoli simili TQE, TPD);
XI Seminario Nazionale di Gnomonica Verbania Intra-22,23,24/3/2002
IL METODO DI G.D. CASSINI ALBERTO NICELLI
quindi, sostituendo nella relazione di Menelao-
Tolomeo: FQ/EQ=FP/DP, cioè la retta a è proprio la A.4
direttrice dell’ellisse relativa al fuoco F.
Verifichiamo che K’ appartiene alla retta GK (FIG.7
oppure FIG.8):
A.3
il triangolo FKB è isoscele, perché il raggio del
Dimostriamo che la retta BF è la polare del punto X cerchio GK+KB è uguale all’asse maggiore
rispetto all’ellisse. Tracciamo una qualsiasi secante da X dell’ellisse GK+FK, da cui risulta FK=KB: quindi gli
(FIG.12) e siano P e Q i punti di intersezione. Indichiamo angoli alla base KFB e KBF sono uguali;
con Y e Z le loro proiezioni ortogonali sulla direttrice: la retta BF è la bisettrice dell’angolo LFK, quindi
l’angolo esterno FKG del triangolo isoscele FKB è
XP/XQ=PY/QZ (triangoli simili XPY, XQZ); uguale all’angolo LFK (perché è uguale alla somma
PY/QZ =FP/FQ (proprietà dell’ellisse); degli angoli alla base KFB e KBF);
quindi XP/XQ=FP/FQ; ne consegue che FL e GK sono rette parallele (angoli
alterni interni FKG e LFK) e siccome passano per i
per il teorema della bisettrice questo dimostra che XF fuochi sono reciprocamente simmetriche rispetto al
divide a metà l'angolo esterno PFU, ottenuto prolungando centro O; quindi il punto K’, simmetrico di L rispetto
il lato QF del triangolo PFQ. Quindi la retta BF, essendo a O, deve appartienere alla retta GK.
perpendicolare alla XF, è la bisettrice dell’angolo
supplementare PFQ. Resta dunque dimostrato che:
Ringraziamenti
 la retta BF è la bisettrice dell’angolo con vertice in F
Sono molto grato all’Ing. Alessandro Gunella per l’attenta
e lati passanti per i punti di intersezione con l’ellisse
e profonda lettura critica delle prime bozze di questo
di una qualsiasi secante tracciata dal punto X.
articolo: le sue competenti osservazioni sono state per me
un prezioso confronto per migliorarne la chiarezza, la
B
FIG.12 completezza e la definitiva impostazione.
X

Bibliografia
P
Y [1] Heilbron, J.L. The Sun in the Church (Harvard
H University Press, Cambridge, 1999)
Z Q
[2] Boyer, C.B. Storia della Matematica (Mondadori,
U F O G Milano, 1998)
a

[3] Freguglia, P. I fondamenti storici della geometria


asse dell'omologia

(Feltrinelli, Milano, 1982)


e
( direttrice )

lar

re r
)
ola dico

tta
X

di
di

[4] Freguglia, P. Geometria fra tradizione e innovazione


en

Ca
re
rp

ss
(Bollati Boringhieri, Torino, 1999)
pe

in
i
(p

[5] Zagar, F. Astronomia sferica e teorica (Zanichelli,


L’intersezione H di una secante con la BF appartiene alla Bologna, 1948 - ristampa anastatica 1984)
bisettrice quindi:
[6] Courant, R. ; Robbins, H. Che cos’è la matematica ?
HP/HQ=FP/FQ (teorema della bisettrice); (Boringhieri, Torino, 1971)
ma FP/FQ=PY/QZ=XP/XQ (proprietà dell’ellisse e
similitudine dei triangoli XPY e XQZ); [7] Manfredi, E. De gnomone meridiano bononiensi
quindi HP/HQ=XP/XQ. (Bologna, 1736)

L’ultima relazione dice che i quattro punti X,P,H,Q sono [8] Toomer, G.J. Ptolemy’s Almagest (Princeton
in involuzione. Il punto H sulla BF è coniugato a X University Press, Princeton,1998)
nell’involuzione con i punti P e Q sulla conica. Siccome
abbiamo considerato una qualsiasi secante da X, la retta [9] Copernico, N. De revolutionibus orbium caelestium
BF è il luogo di tutti i coniugati a X nell’involuzione con i (Utet , Torino, 1979)
punti di intersezione con l’ellisse: quindi, secondo la
definizione di Desargues, è la polare di X rispetto [10] http://es.rice.edu/ES/humsoc/Galileo/Catalog/Files/fa
all’ellisse. bri.html

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