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Cosa mi piace Lo spazio proiettivo Dimensione 2

Cos’è la geometria proiettiva?

Stefano Urbinati

Geometria - CS in Astronomia, CS in Fisica

15 Gennaio 2018
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Iniziamo da qualcosa di familiare

Cosa succederebbe se invece di proiettare gli oggetti dalla calotta


al soffitto facessimo il contrario?
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Vi presento il piano proiettivo

Molte figure verrebbero distorte e, per esempio, due rette parallele


si incontrerebbero!!! Questa semisfera (con alcune proprietà ben
precise) si chiama PIANO PROIETTIVO. Io studio una geometria
su questo tipo di spazi.
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Qual è l’oggetto della mia ricerca

Sono un ricercatore in Geometria Algebrica. Quello che studio


sono le forme geometriche associate agli zeri di polinomi.
Per esempio questo è il grafico di e questo il grafico di x 2 − y 2 + x
7x 3 − 2x 2 − 6x + 3
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Qual è l’oggetto della mia ricerca

Le cose che NON ci piacciono sono i numeri reali e la


geometria Euclidea!
Infatti vogliamo due cose importanti:
che tutti i polinomi siano fattorizzabili ⇒ quindi
lavoriamo sul campo dei numeri complessi C!
che gli oggetti si intersechino ‘bene’ ⇒ quindi studiamo le
nostre forme geometriche nello spazio proiettivo Pn .
E la classica domanda è... perché ??? E a cosa serve??
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Principali motivazioni

Applicazione principale: tutte le funzioni analitiche possono


essere approssimate da polinomi. Questo è esattamente quello
che fanno calcolatrici e computer quando calcolano, per
esempio, funzioni trigonometriche.
È un modo molto efficiente per risolvere problemi classici.
Modellazione geometrica, che studia metodi e algoritmi per la
descrizione matematica (con polinomi) delle forme.
(Aerodinamica, ricostruzione 3D)
Studio delle curve ellittiche e della crittografia.
Teoria delle stringhe e altro ancora...
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Alcune proprietà che vorremmo salvare

È chiaro nella vita di tutti i giorni che il concetto di angoli retti e di


linee parallele è davvero delicato ed estremamente teorico. La
prospettiva può rendere le cose davvero diverse.

Oggi saremo interessati a


capire le cose a meno di
PROIEZIONI.
Diamo la seguente
definizione.
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La retta proiettiva P1
Un punto arbitrario sulla retta
proiettiva è una classe di
equivalenza di coordinate
omogenee, che assumono la
forma di una coppia

[x1 : x2 ]
di elementi di C che non siano
entrambi zero. Due di queste
coppie sono equivalenti se
differiscono per un fattore diverso
da zero λ: Questo è equivalente alla retta
complessa a cui aggiungiamo un
[x1 : x2 ] ∼ [λx1 : λx2 ] punto all’infinito.
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La costruzione eseguita per la dimensione uno può essere estesa a


qualsiasi dimensione ottenendo l’n-spazio proiettivo Pn .

Vedremo ora come tutto funzioni meglio in questo nuovo strano


contesto...
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Lost and gained

Quando si esegue una tale proiezione, la figura viene distorta


parecchio! Ma alcune cose rimangono invariate.
Un punto rimane un punto, una retta rimane una retta e un
triangolo rimane un triangolo.
Un angolo retto NON rimane ad angolo retto, due rette
parallele non rimangono due rette parallele, un cerchio non
rimane un cerchio, ma va a finire in qualche altra conica.

GEOMETRIA PROIETTIVA
NO: rette parallele, angoli retti, cerchi...
SÌ: triangoli, punti collineari, linee che si incontrano in un punto,
coniche ...
Abbiamo perso molte delle proprietà della geometria euclidea, ma
non abbiamo davvero perso nulla di importante.
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Piano proiettivo

Il piano proiettivo reale è un’estensione del piano euclideo a cui


viene aggiunta una retta ‘impropria’ posizionata idealmente
all’infinito e per questo chiamata retta all’infinito. Si definisce in
R3 una relazione di equivalenza che identifica i punti che
appartengono a una stessa retta, ovvero
(x0 ; x1 ; x2 ) ∼ (x00 ; x10 ; x20 ) ⇔ (x0 ; x1 ; x2 ) = (λx00 ; λx10 ; λx20 ) con
λ ∈ R. Si definisce il piano proiettivo reale come

R3
P2 (R) = = {[x; y ; z]|(x; y ; z) 6= (0; 0; 0)} ,

dove i punti [x; y ; z] di P2 corrispondono alla retta di
R3 passante per l’origine (λx0 ; λx1 ; λx2 ) al variare di λ ∈ R.
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Piano proiettivo

Le coordinate x; y ; z che individuano i punti [x; y ; z] di P2 sono


dette coordinate omogenee. Per definizione si verifica che

P2 (R) = {[x; y ; 1]|x; y ∈ R} ∪ {[x; y ; 0]; x; y ∈ R}

che equivale a R2 ∪ {[x; y ; z] : z = 0}, dove {[x; y ; z] : z = 0} è la


retta all’infinito. Esiste quindi una corrispondenza biunivoca tra il
piano proiettivo reale e il piano euclideo unito alla retta all’infinito.
Si può generalizzare la definizione precedente per un generico
campo K : P2 (K ).
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Piano proiettivo

Un polinomio F ∈ R[x, y , z] con degF = n è omogeneo se vale una


delle seguenti proprietà equivalenti:
F è somma di monomi dello stesso grado n
F (tx; ty ; tz) = t n F (x; y ; z)
x ∂F ∂F ∂F
∂x + y ∂y + z ∂z = nF (x; y ; z)
Una curva algebrica C in P2 (R) è data da [F ] dove F ∈ R[x, y , z]
è un polinomio omogeneo e F ∼ G ⇔ ∃λ ∈ R∗ tale che λF = G .
Inoltre supp(C ) = {[x; y ; z]|F (x; y ; z) = 0}.
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Il teorema di Bezout

Teorema per le curve piane


Siano X e Y curve proiettive piane su C Che non abbiano
componenti comuni. Allora il numero totale di punti di intersezione
tra X e Y , contati con la loro molteplicità, è uguale al prodotto
dei gradi di X e di Y .
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Il teorema di Bezout

Teorema in dimensione arbitraria


Si considerino n ipersuperfici proiettive in uno spazio proiettivo di
dimensione n su un campo algebricamente chiuso, che siano
definite da n polinomi omogenei in n + 1 variabili, di gradi
rispettivamente d1 , . . . , dn . Allora ci sono solamente due
possibilità. O il numero dei punti di intersezione è infinito, o il
numero dei punti di intersezione, contato con la loro molteplicità, è
uguale al prodotto d1 · · · dn .
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L’esagono mistico di Pascal

Questo è uno dei primi esempi in cui possiamo utilizzare il teorema


di Bezout.
Scegliamo arbitrariamente sei punti su di una conica (ad esempio
un’ellisse, una parabola o un’iperbole) e uniamoli con dei segmenti
in qualsiasi ordine in modo da formare un esagono. Allora le tre
coppie di lati opposti dell’esagono si incontreranno in tre punti che
si trovano su una retta, chiamata la linea Pascal dell’esagono.
Link
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L’esagono mistico di Pascal

Siano L1 ; . . . ; L6 i successivi lati dell’esagono. Le unioni dei lati


alterni, L1 ∪ L3 ∪ L5 e L2 ∪ L4 ∪ L6 , possono essere viste come
curve cubiche:

l135 (x; y ; z) = 0 l246 (x; y ; z) = 0

Ogni l è il prodotto di tre polinomi lineari di primo grado.


Queste due curve si incontrano in nove punti:
i sei vertici dell’esagono;
i tre punti intersezione dei lati opposti.
Sia c(x; y ; z) = 0 l’equazione della conica che contiene i sei vertici.
Sia P un punto su c diverso dai sei vertici.
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L’esagono mistico di Pascal


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L’esagono mistico di Pascal

Siano s, t ∈ R tali che sl135 (x; y ; z) + tl246 (x; y ; z) = 0 passi per P.


La conica e la cubica, di gradi 2 e 3, hanno 7 > 2 · 3 punti in
comune (P e i sei vertici) e quindi, per il teorema di Bezout, hanno
una componente comune.
Allora sl135 + tl246 = cq per un polinomio q che deve essere di
primo grado dato che la parte sinistra dell’equazione ha grado 3 e
c ha grado 2.
Dato che la cubica passa per nove punti comuni a l135 = 0 e
l246 = 0 e la conica passa per sei di loro, i rimanenti tre (i punti
intersezione dei lati opposti) devono stare sulla retta q = 0. Tale
retta è la retta di Pascal.
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Altre cose che possiamo dimostrare


Se consideriamo lo spazio proiettivo tridimensionale possiamo far
vedere che
per ogni tre rette nello spazio, c’è un quadrica passante per
esse,
ogni cubica generica nello spazio contiene esattamente 27
rette,
secondo voi quante rette passano per 4 rette generiche nello
spazio? Solamente 2!
e molto altro...

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