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Lo studio di funzione

Ing. Alessandro Poch


Appunti di analisi Matematica per la Classe VD
(a.s. 2011/2012)

2012-Appunti per matematicamente.it - ing. Alessandro Poch

Schema generale per lo studio di una funzione


Premessa
Per Studio funzione si intende, generalmente, la determinazione del grafico allinterno del
suo campo di esistenza.
Al giorno doggi con lo sviluppo delle nuove tecnologie e la potenza sempre maggiore dei
calcolatori, molto facile determinare con metodi numerici, landamento di una funzione.
Se invece vogliamo mettere a frutto le conoscenze acquisite durante lo studio dei principali
argomenti dellAnalisi matematica, possiamo, passo-passo seguire uno schema che, in
conclusione, ci permetter di tracciare, sia qualitativamente che quantitativamente, il
grafico richiesto.
Dovremo quindi avere, come prerequisiti, perlomeno la conoscenza dellalgebra
elementare, dei limiti, e delle derivate .
Ecco quindi lo schema che seguiremo:
1) Determinazione del dominio della funzione
2) Presenza di eventuali simmetrie
3) Presenza di eventuali periodicit
4) Determinazione delle intersezioni con gli assi
5) Studio del segno della funzione
6) Determinazione di eventuali asintoti verticali (limiti)
7) Determinazione di eventuali asintoti orizzontali (limiti)
8) Determinazione di eventuali asintoti obliqui (limiti)
9) Calcolo della derivata prima
10) Studio del segno della derivata prima per la determinazione della crescenza,
decrescenza e dei punti di massimo e minimo relativo
11) Calcolo della derivata seconda
12) Studio del segno della derivata seconda per la determinazione di concavit,
convessit e flessi

Questi sono i punti principali, oggetto di altrettanti capitoli che di seguito saranno
sviluppati , vi saranno dei richiami alla teoria e, per ognuno di essi avremo ampi esempi
esplicativi.

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1.0 - Determinazione del dominio della funzione


(In parecchi testi il dominio di una funzione viene indicato con C.E. che labbreviazione di
Campo di Esistenza).
Per la determinazione del dominio di una funzione possiamo avvalerci di alcune semplici
regole:
1) Le funzioni razionali intere hanno come dominio tutto linsieme dei numeri reali;
2) Le funzioni razionali fratte hanno come dominio tutti i punti che non annullano il
denominatore;
3) Le funzioni con radicali con indice pari hanno come dominio tutti i punti che rendono
il radicando positivo o nullo;
4) Le funzioni logaritmiche hanno come dominio tutti i numeri che rendono largomento
positivo;
5) Le funzioni trigonometriche avranno uno studio a parte in quanto alcune di esse
sen( x)
nascono come rapporto (es. tan( x)
)e ricadono nei casi precedenti.
cos( x)

Ecco alcuni esempi:


Esempio 1: funzione razionale intera

f ( x) x 2 3 x 1
in questo caso il Dominio tutto linsieme dei numeri reali, per dare questa indicazione
abbiamo vari modi:
a)
b)

x ] ,[

c) x
Esempio 2 : frazione

x 1
f ( x)
x 1
In questo caso la condizione da imporre che il denominatore sia diverso da zero:

x 1 0

da cui

x 1 anche in questo caso abbiamo vari modi per indicare il

C.E.:
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a)

x ] ,1[]1,[
b)

x \ 1

Esempio 3: radicale

f ( x) 2 x 3
In questo caso la condizione da imporre che il radicando sia non negativo:

x 3 0 da cui x 3 il C.E. sar quidi :

x [3,[
Da notare che x= 3 fa parte del C.E. in quanto possibile che il radicando sia nullo.

Esempio 4: logaritmo

f ( x) log( x 3)
In questo caso la condizione da imporre che largomento del logaritmo sia positivo:

x 3 0

da cui

x 3 il C.E. sar quidi :

x ]3,[
Da notare che x = 3 non fa parte del C.E. in quanto non possibile fare il logaritmo di
zero.
Naturalmente capita molto
spesso di dover applicare contemporaneamente pi
condizioni, in quanto possiamo avere una funzione , ad esempio, fratta e con presenza di
un radicale:

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Esempio 5:contemporaneit di 2 condizioni

log( x 3)
( x 5)

f ( x)

Condizione 1 : Argomento del logaritmo non negativo


Condizione 2 : Denominatore non nullo
Avremo quindi che:

x3

x 3 0

x 5 0

x5

Dovendo soddisfare contemporaneamente le due condizioni si avr il seguente C.E.:

x ]3,5[]5,[
In questo caso sia x = 3 che x = 5 non faranno parte del C.E.

Esempio 6:contemporaneit di 3 condizioni

f ( x)

log( x 3)
2 ( x 5)

Condizione 1 : Argomento del logaritmo non negativo

Condizione 2 : Denominatore non nullo

x 3 0

x 5 0

Condizione 3 : Argomento della radice non negativo

x 5 0

In realt la seconda e terza condizione potrebbero unificarsi imponendo:


Avremo quindi che:

x3

x 5 0

x5

Dovendo soddisfare contemporaneamente le due condizioni si avr il seguente C.E.:

x ]5,[
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2.0 - Presenza di eventuali simmetrie


Se la funzione presenta delle simmetrie, il suo studio diventa pi semplice in quanto
possiamo restringere lo studio ad una sola parte del campo di esistenza.
Caso 1 Funzione pari (La funzione simmetrica rispetto allasse delle y)
In questo caso:

f ( x) f ( x)

Un esempio la funzione:

f ( x) cos( x)

Come ben si vede dal grafico, lasse y un asse di simmetria.


Esempio: determinazione di una eventuale simmetria

Stabilire se la funzione:

Applicando la relazione:

f ( x) x 2 1

simmetrica.

f ( x) f ( x)

basta sostituire

al posto di

x ,e avremo:
x 2 1 ( x) 2 1

che unidentit, quindi la nostra funzione sar simmetrica


rispetto allasse y o, come si dice usualmente funzione pari.

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Caso 2 Funzione dispari (La funzione simmetrica rispetto allorigine degli


assi)

In questo caso:

f ( x) f ( x )

Un esempio la funzione:

f ( x) x 3

Come ben si vede dal grafico,il grafico simmetrico rispetto allorigine degli assi.

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3.0 - Presenza di eventuali periodicit


Tale eventualit si verifica di solito nelle funzioni trigonometriche dove la funzione
stessa ha periodo T. In questi casi studieremo la funzione solo in un intervallo di
ampiezza T.
In pratica una funzione periodica di periodo T quando si verifica che:

f ( x) f ( x T )
La funzione, quindi ripete i suoi valori . Una funzione periodica , ad esempio:

f ( x) sen( x)

In questo caso il periodo

T 2

Una funzione trigonometrica di periodo

f ( x) tan(x)
In generale, riuscire a determinare se una funzione pi complessa sia o no periodica
non molto semplice .

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4.0 - Intersezioni con gli assi


I punti in cui la funzione interseca gli assi coordinati, rappresentano un valido punto di
riferimento nella costruzione del suo grafico.
Per definizione stessa di funzione possiamo avere un solo punto in cui la stessa
interseca lasse y, mentre possono essere infiniti i punti di intersezione con lasse y.
Le condizioni da utilizzare per determinare le intersezioni sono:
1) intersezione con lasse y: poniamo x=0
2) intersezione con lasse x: poniamo y=0
La prima condizione non altro che lequazione dellasse y, la seconda quella dellasse x.

Esempio 1: determinare le intersezioni con gli assi per la funzione

f ( x)

( x 3)
( x 5)

Intersezione con lasse y: poniamo x=0 nella precedente espressione:

f (0)

Il punto di intersezione sar quindi:

(0 3)
3

(0 5)
5

3
I y (0, )
5

Intersezione con lasse x: poniamo y=0 nella precedente espressione:

( x 3)
( x 5)

e, risolvendo rispetto a x:

( x 3) 0
x3
Il punto di intersezione sar quindi:

I x (3,0)

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Una importante osservazione da fare la seguente: la ricerca delle intersezioni va fatta


sempre dopo aver determinato il campo di esistenza in quanto potrebbero risultare dei
punti non appartenenti al dominio della funzione. Uno di questi casi al prossimo
esempio:

Esempio 2: determinare le intersezioni con gli assi per la funzione

f ( x)

log( x 3)
( x 5)

Intersezione con lasse y: poniamo x=0 nella precedente espressione:

f (0)

log( 0 3)
(0 5)

Come si evince dallespressione , non possibile calcolare il logaritmo di un numero


negativo, quindi, gi errato porre x=0 nellespressione precedente.
Diciamo quindi che la funzione NON HA INTERSEZIONI CON LASSE y
Intersezione con lasse x: poniamo y=0 nella precedente espressione:

log( x 3)
( x 5)

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Da cui:

log( x 3) 0 e, per la definizione di logaritmo:

( x 3) 1 e quindi x 4
Il punto di intersezione sar quindi:

I x (4,0)

Dal grafico si nota che vi solo lintersezione con lasse x.

5.0 - Studio del segno della funzione


Lo studio del segno della funzione rappresenta un importante passo per la
determinazione del grafico della funzione stessa: poter escludere parti di piano porta
ad avere una costruzione guidata facendo cos escludere eventuali errori.
Un esempio chiarisce molto bene questo concetto:

f ( x) 2 x
Il dominio di questa funzione

x [0,[ e ci ci permette di escludere tutte le x<0

Per quanto riguarda lo studio del segno, in questo caso, molto semplice, diciamo che il
codominio della funzione sempre positivo in quanto lestrazione della radice quadrata
da un numero y 0 .
Queste due considerazioni riducono il piano cartesiano disponibile per disegnare il
grafico della funzione ad un solo quadrante:

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Esempio 2: studio del segno

f ( x)

x4
x2

Studiamo separatamente il segno di numeratore e denominatore:

( x 4) 0 x 4
denominatore: ( x 2) 0 x 2
numeratore:

NUM

-- - - - - - - - - - - - - - + + + + + + + + + + + + + +
______________4_____________________

---+++++++++++++++++++++
DEN __-2_________________________________

f(x)

+++ - - - - - - - - - - - - + + + + + + + + + + + + +
_______________________________________

Il prodotto dei segni d come risultato:

f ( x) 0

per

f ( x) 0

per

x ] ,2[]4,[
x ] 2,4[
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Come si vede dal grafico, le parti colorate di azzurro NON sono interessate dalla funzione,
quindi lo studio del segno ci ha aiutato ad escluderle facilitandoci il lavoro.
Siamo anche in grado di escludere eventuali possibili errori, in quanto la funzione
vincolata in alcune ben definite regioni del piano.

6.0 - Determinazione di eventuali asintoti verticali


Gli asintoti verticali vanno cercati in particolare, nei punti ove la funzione non definita.
Questa operazione quindi, va sempre eseguita dopo aver determinato il C.E.
Prendiamo ad esempio la funzione:

f ( x)

x4
x2

Il C.E. .

x / 2
Dovremo quindi calcolare i due limiti:

lim
x2

x4

x2

lim
x2

x4

x2

Laver studiato, in precedenza, il segno della funzione, garantisce che non siano commessi
errori, infatti il segno deve essere concorde con quanto calcolato in precedenza.

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7.0 - Determinazione di eventuali asintoti orizzontali


Per dare una definizione molto semplice potremo dire che unasintoto una retta alla
quale la nostra funziona si avvicina sempre di pi senza per mai toccarla (Oppure che
ci accade allinfinito)
Si hanno asintoti orizzontali quando il limiti agli estremi della funzione (a ) danno
come risultato un numero.
Esempio:

f ( x)
x5

lim x 7 1
x

x5
x7
x5

lim x 7 1
x

In questi casi avremo un asintoto orizzontale di equazione:

y 1

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8.0 - Determinazione di eventuali asintoti obliqui

La condizione necessaria (ma non sufficiente) affinch esistano asintoti obliqui che:

lim

f ( x)

Se ci accade possiamo metterci alla ricerca dellasintoto stesso, cio della retta:

y mx q
Valgono le seguenti relazioni:

lim

f ( x)
m
x

x
E, solo se m un numero finito, calcoleremo q con la relazione:

lim ( f ( x) m x) q
x

Esempio 1 :

x2 3
f ( x)
x2
Condizione necessaria:

lim
x

x2 3

x2

Coefficiente angolare:

lim
x

f ( x)
x2 3
2
1 m
x
x 2x

Termine noto:

lim [ f ( x) m x] lim
x

x2 3
x 2 q
x 2

Equazione dellasintoto:

y x2
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9.0 - Calcolo della derivata prima e studio del suo segno.


Il calcolo della derivata prima della funzione sar il punto di partenza per studiare,
crescenza, decrescenza ed eventuali punti di massimo e/o minimo della funzione.
Rimandiamo al capitolo relativo allo studio delle derivate, per quanto riguarda la
metodologia di calcolo.
Ci che interessa per lo studio della funzione sar il segno della derivata stessa:

per le x in cui risulta: f ' ( x) 0 la f (x) sar crescente


per le x in cui risulta: f ' ( x) 0 la f (x) sar decrescente
per le x in cui risulta: f ' ( x) 0 la f (x) avr un punto di massimo o di minimo

Esempio 1 :
Data la funzione:

f ( x) x 2 2 x 3
(E una parabola), determinare crescenza, decrescenza ed eventuali punti di massimo e/o
minimo.
Calcoliamo la derivata prima:

f ' ( x) 2 x 2
Studiamo adesso il suo segno:

2x 2 0 x 1
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2x 2 0 x 1
2x 2 0 x 1
Questo, quindi, landamento del segno della derivata prima:

-- - - - - - - - - - - - - - + + + + + + + + + + + + + +
_________________1_____________________
Per cui avremo:

x ]1,[
decrescente per x ] ,1[

f (x) crescente per


f (x)

Decrescente

Crescente
min

-- - - - - - - - - - - - - - + + + + + + + + + + + + + +
_________________1_____________________

Nel punto x=1 avremo quindi un punto di minimo.


Volendo calcolare, sugli assi cartesiani, la seconda coordinata del punto di mimino,
baster sostituire il valore x=1 nella funzione:

f (1) 12 2 1 3 2
Quindi: min(1,2)

In questo primo semplice esempio il punto di minimo coincide con il vertice della parabola.
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10.0

- Calcolo della derivata seconda e studio del suo segno.

Il calcolo della derivata seconda della funzione sar il punto di partenza per studiare,
concavit, convessita ed eventuali punti di flesso della funzione.
Rimandiamo al capitolo relativo allo studio delle derivate, per quanto riguarda la
metodologia di calcolo.
Ci che interessa per lo studio della funzione sar il segno della derivata stessa:

per le x in cui risulta: f ' ' ( x) 0 la f (x) sar concava


per le x in cui risulta: f ' ' ( x) 0 la f (x) sar convessa
per le x in cui risulta: f ' ' ( x) 0 la f (x) avr un punto di flesso

Esempio 1 :
Data la funzione:

f ( x) x 3 5 x 1
determinare concavit, convessit ed eventuali punti di flesso.
Calcoliamo la derivata prima:

f ' ( x) 3 x 2 5
Calcoliamo la derivata seconda:
Studiamo adesso il suo segno:

f ' ' ( x) 6 x
6x 0 x 0
6x 0 x 0
6x 0 x 0

Questo, quindi, landamento del segno della derivata seconda:

-- - - - - - - - - - - - - - + + + + + + + + + + + + + +
_________________0_____________________
Per cui avremo:

f (x) concava per

x ]0,[
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f (x) convessa per

x ] ,0[

Convessa

Concava
flesso

-- - - - - - - - - - - - - - + + + + + + + + + + + + + +
_________________0_____________________

Nel punto x=0 avremo quindi un punto di flesso.


Volendo calcolare, sugli assi cartesiani, la seconda coordinata del punto diflesso, baster
sostituire il valore x=0 nella funzione:

f (0) 1
Quindi: F(0,-1)

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