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Sergio De Luca

I.S.I.S.

DE SANCTIS – D’AGOSTINO

AVELLINO

LE MALATTIE DELLA VITE


Le malattie della vite:
fisiologiche, batteriche, fungine, virali

 Il clima  Inquinamento
 Nel caso di gelate  Le infezioni
 Le grandinate  Virus, Batteri e Funghi
 La grandine  I rimedi agronomici, chimici,
 Se un fulmine colpisce una biochimici
pianta di vite  Consigli utili
Il clima
Il calore estivo può provocare il disseccamento dei
grappoli e delle foglie, per lo squilibro tra le funzioni
delle radici e la traspirazione della parte aerea.
In queste condizioni possono continuare a vivere o
morire, dipende dalla loro tempra (il “colpo di
sole”spesso uccide la pianta); è buona cosa prevenire il
danno, tenendo fresco il terreno e conservandolo
smossa e soffice.
Nel caso di gelate
Le gelate possono essere primaverili o invernali, nel primo
caso, quando la T scende in primavera intorno ai -3°C,
germogli e gemme rigonfie ci salutano mestamente; la
pianta potrebbe comunque recuperare con le gemme
secondarie o con le femminelle del germoglio; i trattamenti
successivi variano da caso a caso ma la produzione si
ridurrà e se si vuole prevenire si possono “creare” utili
“nubi artificiali” con apposti fornelli mobili.
Alcune varietà sono più sensibili di altre ma sono
importanti le idratazioni dei tessuti della vite e la
lignificazione dei tralci cosi come è più probabile
danno per le viti allevate a ceppo basso: nei casi
gravi si taglierà al piede, in quelli meno gravi si
opererà una potatura ricca, mantenendo più tralci e
più gemme.
Le grandinate

Possono essere:
Precocissime, quando si verificano dal germogliamento al periodo subito
precedente la prefioritura;
Precoci quelle coincidenti con la prefioritura e la fioritura;
Estive quando accadono sino all’invaiatura;
Tardive se capitano nel corso della maturazione.
La pianta dovrebbe reagire autonomamente alle precocissime, con una
ridotta produzione; dopo le grandinate precoci potrebbe essere opportuno
potare, operazione da non effettuare tanto più ci si sposta verso l’estate.
Ad ogni buon conto se si decide di poter occorrere farlo subito e non
attendere l’eventuale reazione delle pianta che tenderebbe a consumare le
energie.
La grandine
Provoca ferite sulle parti verdi e sui frutti, può
favorire l’insorgenza di malattie fungine,
occorre perciò controllare con attenzione le
condizioni generali delle piante subito dopo
l’evento.
Utile alla difesa dalla grandine oltre alla
presenza di teli antigrandine rappresentano
accorgimenti che si accompagnano alle
rilevazioni statistiche del fenomeno.
Se un fulmine colpisce una pianta di vite e se
questa è unita con un filo di ferro alle altre sullo
stesso filare potete “serenamente” mettervi
all’opera per ripiantare tutto il filare.
Inquinamento
I danni da ozono possono provocare curiose lesioni puntiformi della
pagina superiore, lungo e nervature, sulle foglie che possono anche
cadere.
Solfuri e fluoruri causano necrosi e appassimenti.
Le infezioni
Possono essere influenzate dalle ferite della potatura, dal
particolare andamento climatico e colpiscono tutte le parti della
pianta, innanzitutto l’analisi visiva e le successive prove in
laboratorio evidenziano il processo in atto.
Virus, Batteri e Funghi
Parassiti, provocano danni alla vite e ne alterano le funzioni.
Le malattie causate dai virus (che sono frammenti di acido nucleico e, nel caso dei
vegetali, soprattutto acido ribonucleico) sono gravi, incidono con deperimenti e
riduzioni quali-quantitative della produzione e causano “degenerazioni infettive”: il
complesso dell’arricciamento e il complesso del legno riccio raggruppano 6-7 virus che
nella pianta di vite sono responsabili di danni alle foglie e ai tralci; in alcuni casi è stato
individuato un “vettore”( un vermetto o un insettino o microscopici funghi) come
responsabile della trasmissione dell’infezione da una pianta all’altra.
I batteri non si diffondono attivamente ma aderiscono alle gocce d’acqua, si appoggiano a
particelle di terreno e vengono trasportati dagli attrezzi o dalle macchine operatici,
utilizzano il trasporto degli insetti.
Dipendono dalle condizioni ambientali, dal periodo in cui è avvenuta l’infezione
dalla reazioni della vite: nell’arricciamento i lembi delle foglie sono
“prezzemolati”, i tralci subiscono deformazioni e anche sui grappoli può
osservarsi acinellatura; nel legno ricci, per esempio, si verificano buchi e
scanalature nella corteccia. Non è possibile lottare o difendersi dalle infezioni da
virus ma si può prevenire facendo trattamenti ai terreni, utilizzando viti sane,
selezionate e certificate e, in laboratorio, risanando con la “termoterapia” (utilizz
di tecniche specialistiche e calore). Tra le patologie di origine batterica (batteri
sono cellule) ricordiamo la tubercolosi batterica (che può essere favorita dal gelo
invernale e colpisce i tralci), la necrosi batterica il mal nero della vite(colonizza
vite nei tessuti dal tralcio, nelle foglie)e la malattia di Pierce (causata dalla Xilell
Xilel
fastidiosa).
L'opera di prevenzione è costituita da una corretta collocazione del vigneto, orientamento de
filari in rapporto all’esposizione e alla direzione del vento, scelta del portinnesto, gestione e
lavorazione del vigneto ivi compresa l’eliminazione delle possibili fonti d’infezione.
Alcuni funghi (costituiti da cellule più complesse ed evolute dei batteri) causano malattie
importanti come la Peronospora, l’Oidio, la Muffa grigia, e poi ancora l’Escoriasi,
l’Antracnosi, l’Eutipiosi e il Mal dell’esca.
La peronospora (Plasmopara viticola) attacca agli organi “verdi” causando
imbrunimenti, giallumi e necrosi; sulle foglie si osservano le caratteristiche “macchie
d’olio”, collocate preferibilmente ai margini fogliari e un aspetto traslucido.
Anche l’Oidio, il mal bianco, proveniente dal nord del continente americano e diffuso in
Europa sin dalla metà del secolo scorso, colpisce le parti verdi della vite e i primi
sintomi sono costituiti da “ragnateline”, visibili controluce, che colonizzano pagine
superiori e inferiori delle foglie. I conidi dell’Oidio (forme di resistenza e vita del
parassita) sono disarticolati dal vento e sparsi fino a 300km/mese su aree che vengono
perciò infettate. La Muffa grigia (Botrytis cinerea) si manifesta soprattutto in presenza di
elevate umidità, provoca alterazioni interne al grappolo, modificando per la presenza
dell’enzima “laccasi” il vino che se ne ricava; inoltre, ancora sul grappolo, apre la porta
ad altri microbi dannosi che nell’uva e poi nel vino causano effetti nocivi.
La “Flavescenza dorata”; è un fitoplasma (per rendere l’idea, un “batterio sbucciato”, senza
forma propria), è trasmesso per innesto e anche da un insetto che è lo “Scaphoideus titanus”,
le foglie presentano un andamento parallelo al germoglio, sono pallide e lucide con riflessi
dorati, i tralci hanno difficoltà di lignificazione e tutta la vegetazione ha un aspetto “malato”;
in assenza dell’insetto la Flavescenza in genere regredisce.
Il problema causato dalla malattia è costituito dall’impedimento del passaggio della linfa
elaborata, il floema, a tutti gli organi che sono destinati a riceverla. Dati sperimentali e
statistici non solo legano il rapporto causa-effetto tra Scaphoidenus e Flavescenza ma
tendono anche a dimostrare la scarsa incidenza della patologia correlata al “contenimento”
della presenza dell’insetto-vettore. Siamo comunque pronti a descrivere, in presenza di
evidenze in campo, i risultati che partono da presupposti diversi.
I rimedi sono costituiti da mezzi agronomici,
chimici, biochimici nella veste di sostanze
tossiche per i parasiti prodotte da altri
microrganismi e biologici, impiegati nei tempi
opportuni.
Consigli utili
Consiglio di procedere con costanza ad analisi del terreno e a opportune
correzioni e concimazioni nei tempi opportuni, come già indicato negli interventi
precedenti. I danni da erbicidi chimici o ormonici possono essere gravi,
ripercuotersi sul frutto e sull’elaborazione di esso (il vino); fitotossicità, danni
simili a carenze, acinellature e colature, macchie clorotiche e necrosi: attenzione
per voi e per la pianta, nella somministrazione e nelle dosi;Le carenze riguardano
elementi quali Azoto, Boro, Calcio, Fosforo, Magnesio, Manganese, Molibdeno,
Zinco.
Gli eccessi possono essere relativi ad Alluminio, Azoto, Boro, Manganese e
Potassio; il disseccamento del rachide è dato da un “squilibro” rapporto tra
Potassio, Calcio e Magnesio.
FINE

A CURA DI
Selami Gashi

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