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Paravan Jacopo 4C 09/01/2023

PSEUDOMONAS SYRINGAE pv. ACTINIDIAE (PSA)


O BATTERIOSI DEL KIWI O CANCRO BATTERICO DEL KIWI

COS’È
La batteriosi dell'actinidia è nota con l'acronimo psa dal nome latino dell'agente patogeno
Pseudomonas syringae pv. actinidiae.
Colpisce solamente il genere Actinidia:
-A. deliciosa
-A. chinensis (kiwi verde 90% coltivato in monoclonale)
-A. arguta
A. Kolomikta

STORIA
Le prime segnalazioni di questa malattia batterica risalgono all'inizio degli anni ottanta in cina e in
giappone, poi negli anni 90 la malattia è stata segnalata anche in corea e in italia seppure in maniera
sporadica. Dal 2008 si è diffusa la forma più aggressiva di questo patogeno soprattutto in europa
causando numerosi danni anche in italia sia alle piante con frutti a polpa gialla sia quelle con frutti a
polpa verde.

MOLTIPLICAZIONE DEL BATTERIO


Il batterio si moltiplica per scissione binaria: ogni venti minuti dà origine a una nuova generazione e
dopo solo sette ore, partendo da un singolo batterio se ne originano 2 milioni. Inoltre, nel corso della
sua moltiplicazione, è in grado di mutare il genoma a seconda delle condizioni ambientali.

COME SI DIFFONDE
Pseudomonas syringae pv. actinidiae è veicolato da differenti fattori come pioggia, vento, insetti,
animali e uomo pertanto risultano necessarie misure preventive per contrastarne la diffusione.
PSA può penetrare all'interno della pianta attraverso aperture naturali o artificiali come le ferite di
potatura oppure attraverso i fiori impedendo la formazione dei frutti. il batterio può infettare anche il
polline che contribuisce così a diffondere ulteriormente la malattia.
La sopravvivenza e la moltiplicazione del batterio sono favorite da alti tassi di umidità e temperature
moderate (15°-25°).
Questo organismo nocivo rimane attivo sul legno sui residui colturali e per brevi periodi in acqua e
nel suolo. La potatura e la raccolta rappresentano le fasi di maggior rischio: queste pratiche
soprattutto nel periodo invernale possono agevolare la penetrazione del batterio nella pianta che una
volta insediatosi può sopravvivere e attivarsi quando le temperature diventano lui favorevole.

SINTOMI
Alla ripresa vegetativa si osservano sulle foglie maculature necrotiche spesso circondate da aree
clorotiche. Sui rami si assiste a un generale avvizzimento dei germogli. Su piante fortemente colpite
dalla malattia la rimozione del tessuto corticale lungo i cordoni e il tronco rivela estesi imbrunimenti
e arrossamenti sui tessuti sottostanti. i rami colpiti mostrano tipici cancri dai quali talvolta si possono
osservare emissioni di essudati di colore variabile fra il rosso e l'arancio.
Il batterio attacca il floema poi si instaura nello xilema. Questi sintomi secondari si manifestano
dopo un anno da quelli primari (su foglia).
Vista la capacità di colonizzare xilema e floema la capitozzatura risulta poco utile se non dannosa
(batterio sopravvive).
Nei casi di infezione più grave si può assistere alla morte della pianta.

maculature necrotiche

essudato

LOTTA
Contro la PSA vengono attuate misure di contenimento:
-E’ opportuno evitare i sistemi di irrigazione per aspersione, potature drastiche e il passaggio di
trattori e altri macchinari da impianti infetti.
-E’ fondamentale effettuare un monitoraggio accurato e frequente di tutte le piante, utilizzare calzari
e disinfettare gli attrezzi di potatura con sali di rame, alcool e varechina al passaggio da una pianta
all’altra.
-Assicurare un buon drenaggio ed assenza di ristagni idrici.
-chiudere i tagli di potatura superiori ai 2-3 cm con mastici ecologici miscelati a sali di rame.
-dopo ogni potatura verde, la ripresa vegetativa, la caduta delle foglie e dopo la fioritura impiegare
sali di rame.
-Per contenere l'infezione occorre eliminare il cordone infetto per almeno 70 centimetri al di sotto del
cancro ovviamente se risulta colpito il tronco principale può essere necessario estirpare la pianta
stessa. il legno originato dalle potature va eliminato e bruciato nelle aree.

Dove il servizio fitosanitario regionale ha constatato la presenza di focolai del batterio è obbligatorio
distruggere tutte le piante infette.
Fin dalla fase di vivaio la lotta alla PSA è molto complessa e difficile da attuare per l'elevata
aggressività e virulenza del patogeno e per la mancanza di prodotti fitosanitari dotati di una
significativa efficacia.

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