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Dott.

ssa Laura Filippi, Agronoma

La muffa, all’apparenza una


semplice macchia da ripulire,
in realtà è molto di più.
Si tratta infatti di un essere vivente che vive, cresce e si
riproduce e non va mai sottovalutato. Arrivare a conoscere
“il nemico” ti aiuterà anche a prevenirlo.

E se poi, in tuo
aiuto, arriva
un'analisi completa
che ti permette
di identificare la
gravità della tua
situazione di muffa,
allora puoi davvero
vincere per sempre
la TUA battaglia.
La mia biografia
Sono Laura Filippi, agronoma e esperta di analisi.
Durante la mia esperienza decennale in laboratorio
(1998 - 2008) ho studiato molti tipi di funghi e tantissime
muffe. Ho capito come questi microorganismi, tenuti
sotto controllo, possono essere molto utili per darci
cibo buono (formaggi) e salute (penicillina). Lasciati
sviluppare invece possono diventare molto pericolosi
per il nostro organismo.

Da quando collaboro con Bastamuffa, la mia voglia di


aiutare le persone si è tradotta nella possibilità di far
capire loro come rendere la vita più sana e recuperare le
stanze della casa che erano state attaccate dalla muffa.
Dal Gennaio 2021, poter fare delle videochiamate e
vedere in volto le persone a cui stavo spiegando che
una soluzione al loro problema di muffa esiste, mi dà
moltissima soddisfazione perchè mi piace parlare con
le persone e capire quando sono felici :-)

Le tappe che mi hanno portato qui:


• 1998 - 2002: Laurea in Scienze e Tecnologie Agrarie
• 2002: Master in Produzioni Biologiche
• 2003 - 2005: Specializzazione in Arboricoltura
e Patologia Vegetale
• 2005 - 2008: Specializzazione in Alimentazione Umana
e Nutrizione Animale
• 2008 - 2019: Varie esperienze in ambito agronomico
• 2021: Assistenza Tecnica Bastamuffa

Le mie passioni sono:


• Libri - ne leggo centinaia in un anno
• Piante - coltivo il mio giardino con passione
• Sport all’aria aperta - ne pratico sempre appena
il meteo lo permette.
Indice
p. 6 1. Tutto quello che c’è da sapere
sulla muffa
p. 8 1.1. Che cos’è la muffa?
p. 8 1.1.1. Come vedere il microscopico mondo
della muffa
p. 9 1.1.1.1. Analizzare con le piastre Petri
p. 11 1.2. Caratteristiche delle muffe: la produzi-
one di spore
p. 12 1.2.1. Come agiscono le spore della muffa?
p. 13 1.2.1.1. Ciclo stagionale delle spore della
muffa
p. 14 1.3. L’ambiente influenza lo sviluppo della
muffa
p. 15 1.3.1. Quali sono le condizioni che permet-
tono lo sviluppo della muffa?
p. 16 1.3.1.1. Condizioni adatte che permettono
alla muffa di alimentarsi
p. 18 1.3.1.1.1. Di cosa si nutre la muffa?
p. 19 1.4. Tipi di muffe
p. 20 1.4.1. Le contaminazioni

p. 22 2. Tentare di eliminare la muffa


p. 23 2.1. La candeggina non è proprio un buon ri-
medio
p. 24 2.1.1. Perchè la candeggina non elimina la
muffa

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p. 25 2.2. Come eliminare la muffa sul serio
p. 26 2.2.1. Prevenire o ridurre l’umidità in
eccesso
p. 27 2.2.1.1. Individua la fonte del problema
p. 28 2.2.1.2. Adotta buone abitudini di vita per
evitare l’umidità in eccesso
p. 29 2.2.2. Se la muffa c’è ricorri al protocollo
Bastamuffa

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1. Tutto quello che c’è da
sapere sulla muffa
La presenza di muffe è uno tra gli elementi principali
dell’inquinamento indoor.

Oltre a risultare antiestetiche macchie scure sui muri,


le muffe, sono organismi in grado di rilasciare tossine
malsane per chi ci sta a stretto contatto. Infatti, possono
causare agli abitanti della casa, numerosi disagi quali:
senso di stanchezza, allergie e irritazioni alle vie
respiratorie. Pertanto, è necessario affrontarla subito, già
alla prima comparsa evidente, con trattamenti idonei per
eliminare prontamente tutte le spore rilasciate.

Intervenire subito ti permette anche di evitarne la


diffusione, che può comportare un aumento del
problema, arrivando addirittura a creare vere e proprie
contaminazioni.

Ed è proprio per prevenire e contrastare il proliferare


della muffa, che bisogna conoscere la causa che origina
il problema: le variazioni di umidità e di temperatura che
danno origine alla condensa. Ma anche la presenza di
ponti termici e altri fattori, possono influirne lo sviluppo.

La muffa non è quindi solo un problema estetico, ma


cause scatenanti possono portare problemi agli abitanti
della casa stessa. Addirittura, viene considerata come

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una delle principali cause scatenanti della sindrome
dell’edificio malato.
Le cause della sindrome sbs (Sick building syndrome)
sono proprio la concatenazione di più fattori e, in
particolare, la dannosa combinazione di inquinamento
indoor e scarsa aerazione.

Nella maggior parte dei casi infatti gli edifici incriminati


presentano problematiche comuni quali:
• cattivo funzionamento o scarsa manutenzione
dei sistemi di riscaldamento, condizionamento o
ventilazione dove si possono annidare colonie di
microrganismi;
• mancanza di filtri e/o ricircolo dell’aria o errata
collocazione delle prese d'aria in prossimità di aree
a elevato inquinamento come strade trafficate e
parcheggi, possono determinare l’ingresso in casa di
inquinanti outdoor;
• livelli di umidità dei locali non ottimali (troppo bassi o
troppo alti);
• temperatura elevata o sbalzi di temperatura tra un
locale e l’altro dell’edificio;
• presenza più o meno diffusa di muffe all’interno degli
uffici;
• presenza di composti organici volatili (Voc) e inquinanti
chimici dovuti a candele, profumatori per ambienti,
strumenti di lavoro come colle, solventi, fotocopiatrici
e stampanti e materiali utilizzati per la costruzione e
l’arredamento;
• scarsa pulizia dell’ambiente o eccessivo utilizzo di
prodotti chimici per la disinfezione

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1.1. Che cos’è la muffa?

La muffa fa parte del Regno dei Funghi, con circa 750mila


specie. Di queste ben 75mila sono state riconosciute e
identificate come muffe.
Essendo un essere vivente, la muffa, è influenzata
dall’ambiente in cui cresce, da cosa mangia e da come si
“muove”.

Nei paragrafi seguenti, troverai tutti i dettagli inerenti alla


muffa.

1.1.1. Come vedere il microscopico mondo della muffa

Le muffe ad occhio nudo si presentano come puntini


o macchie compatte, con colori che variano per lo più
dal nero al verde, ma possono virare anche a colorazioni
come il rosso, l’azzurro e il bianco.

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Sebbene all’apparenza non si riscontri nulla di
particolarmente affascinante in quelle macchie colorate
e nauseanti che sporcano i muri della tua casa, le muffe
al microscopio nascondono invece tutto il loro fascino.

Con un adeguato ingrandimento al microscopio, le muffe


si scoprono in tutta la loro meraviglia di colori, forme e
struttura. Come puoi vedere nella foto a fianco.

1.1.1.1. Analizzare con le piastre Petri

I laboratori biologici utilizzano


le piastre Petri, per la crescita
di colture cellulari e per
osservare a occhio nudo
colonie di microrganismi, tra
cui le muffe.

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Si tratta di un recipiente piatto di vetro o plastica,
solitamente di forma cilindrica con all'interno un terreno
di coltura solido e semisolido.

La piastra, precedentemente sterilizzata, viene riempita


di terreno di coltura e agar agar liquido. Grazie all'alga
rossa agar agar, il terreno raffreddandosi, solidifica e
assume la forma cilindrica del recipiente. Su di esso
possono poi essere coltivate colonie cellulari con diverse
tecniche (inoculo, “striscio”,ecc).

La piastra è provvista di un coperchio che permette il


passaggio di aria, necessaria nella maggior parte dei casi
per la crescita del microorganismo algale, e impedire
nel contempo l’ingresso di altri microorganismi che
potrebbero contaminare il terreno stesso. Subito dopo
l'inserimento del terreno bollente, si può isolare la
capsula rivestendo la porzione laterale con della pellicola
detta parafilm.

Le capsule con il terreno che sta solidificando vengono


poi conservate a bassa temperatura, solitamente in
frigorifero e rovesciate.

N.B. Il rovesciamento è importante perché impedisce


che la "condensa", che si forma dal vapore del terreno in
raffreddamento, si aggreghi in goccioline che potrebbero
cadere sul terreno alterandolo o compromettendo l’esito
di eventuali colonie fatte crescere su di esso.

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Ed è proprio con le piastre Petri che si può determinare
anche la tipologia di muffa che è presente negli ambienti
e/o superfici che si sta analizzando e anche la gravità
della contaminazione in corso, verificando il risultato
della piastra Petri con il prelevamento, dopo qualche
giorno.Le piastre Petri vengono impiegate anche nel
protocollo del trattamento Bastamuffa, proprio per
evidenziare quali tipologie di muffe sono presenti negli
ambienti abitativi analizzati e per comprendere anche il
grado di contaminazione, grazie alla crescita in purezza
della muffa nella piastra stessa. Basandosi sull’analisi
visiva delle piastre Petri dopo il campionamento nel
corso dei giorni (l’ottavo giorno è limite entro cui il
risultato è ancora fedele), puoi riscontrare una crescita.
L’esito e l’andamento della crescita determinerà il
risultato riscontrato che verrà poi valutato dai tecnici
Bastamuffa.

1.2. Caratteristiche delle muffe:


la produzione di spore
Tutte le specie di muffe, possiedono la particolarità di
riprodursi per sporogenesi, ossia attraverso la produzione
di spore.

Le muffe al microscopio sembrano infatti assomigliare a


tanti rametti, le ife, su cui sono presenti le spore, come
puoi chiaramente vedere nella foto qui a fianco.

Le ife sono delle strutture filamentose, come tante

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radici e rametti, che in tutti i funghi (lieviti esclusi)
formano il cosiddetto micelio (o corpo vegetativo)
che arrivato alla dimensione di miliardi di filamenti si
evidenzia come “l’inestetica macchia sul muro”. I miceli
contraddistinguono il processo fungino noto come
crescita vegetativa che avviene più velocemente in
condizioni di variazione di temperatura e umidità.
Attraverso le ife, muffe e funghi in generale assorbono
le sostanze nutritive.

1.2.1. Come agiscono le spore della muffa?

Per capire meglio come si comportano le spore della


muffa in un ambiente, ti faccio un esempio molto
esplicativo.

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Hai presente il Tarassaco, detto anche “dente di leone”?

Quando i denti arrivano a maturazione, questi fiori si


trasformano in un gruppo di semi, quelli che vedi volare
via alla prima folata di vento. E sullo stesso principio di
questi semi, agiscono le spore della muffa.

Le ife infatti reggono gli sporangi carichi di spore che,


come il gambo del dente di leone trattiene su di sé tutti i
semi, alla prima corrente d’aria, le trasporta facilmente in
giro nell’ambiente, disperdendole.
Questo è quello che avviene quando un movimento o una
corrente d’aria, carica di spore della muffa, darà poi vita
ad una vera e propria contaminazione.

E fintantoché non si andranno a variare le condizioni che


permettono alle spore della muffa la sussistenza per
vivere, crescere e riprodursi, il ciclo vitale della muffa
continuerà. Addirittura alcune, possono sopravvivere
anche dopo un periodo di inattività chiamata latenza e, al
ripristinarsi di condizioni favorevoli alla crescita, possono
riprendere anche le loro attività vitali.

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1.2.1.1. Ciclo stagionale delle spore della muffa

Il ciclo vitale della muffa si svolge in tutte le stagioni


e le concentrazioni massime di spore presenti nell’aria
esterna si registrano soprattutto in primavera/estate.
Ma la crescita della muffa vera e propria, si riscontra
invece principalmente in autunno/inverno.
In primavera/estate si avrà poca crescita visibile e molte
spore nell’aria, in autunno/inverno si avrà molta crescita
visibile sul muro e meno spore nell’aria.

Da piccoli microscopici puntini, le macchioline si


allargano, creando una vera e propria esplosione
di muffa, nelle stagioni più fredde. Grazie anche al

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presentarsi di condizioni adatte allo sviluppo, le spore
riescono così a radicarsi sulle superfici e ad agglomerarsi,
rendendosi visibili all’occhio umano.

1.3. L’ambiente influenza lo sviluppo


della muffa
Le spore della muffa oltre ad essere estremamente
resistenti, si lasciano trasportare facilmente, anche per
lunghe distanze. Basta una folata d’aria!
Le puoi trovare pressochè dappertutto: nel terreno,
nell’aria, sia in campagna e sia in città.

Per farti capire quanto l’ambiente possa influenzare


lo sviluppo della muffa, prova a pensare alla cartina
geografica dell’Italia e ai suoi diversi climi. Una casa al
mare in Sicilia, non avrà le stesse condizioni climatiche
di una in alta montagna in Valle d’Aosta. E neanche simile
a chi abita in Pianura Padana. Insomma lungo “lo Stivale”
la distribuzione delle muffe è completamente diversa,
dovuta proprio ai vari fattori che concorrono al suo
sviluppo. E a contribuire non è solo l’ambiente esterno
ma soprattutto il microclima che si crea in casa.

1.3.1. Quali sono le condizioni che permettono lo sviluppo


della muffa?

Nelle nostre case si contano circa una decina le specie


di muffa maggiormente diffuse, influenzate proprio dal
microclima interno delle abitazioni.

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Quando si arieggia un locale, le spore di muffa
entrano con l’aria esterna, che ha una concentrazione
naturalmente bassa di spore. Di per sé non è una cosa
preoccupante, lo diventa se le spore si depositano sui
materiali umidi, trovando così le condizioni per crescere
e proliferare.
Negli ambienti interni possono esserci zone ad alta
umidità, dovuta a vari motivi.
1. Può penetrare acqua dall’esterno dopo forti
precipitazioni, attraverso tetti difettosi o crepe nel
muro.
2. L’umidità può risalire dal terreno, infiltrandosi
all’interno dei muri o sulla loro superficie.
3. Con la rottura di tubature che, anche in poco tempo,
possono impregnare i muri di acqua.
Oltre a queste cause particolarmente evidenti è molto
importante considerare anche l’interazione tra l’umidità
dell’aria e la temperatura sulla superficie dei materiali.
Questo è quello che avviene quando nella tua abitazione
vengono riscontrati dei ponti termici, eccessi di umidità e
di condensa che possono creare problemi di dispersioni e
differenze termiche, anche nella stessa parete.

Le pareti delle abitazioni possono presentare sulla


superficie e all’interno della struttura muraria, umidità
e temperatura adatte per consentire lo sviluppo della
muffa. Ed è proprio nei punti più freddi e se le condizioni
permangono a lungo, che la muffa “attaccherà”.

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1.3.1.1. Condizioni adatte permettono alla muffa anche di
alimentarsi

Per la crescita della muffa non è decisiva tanto l’umidità


presente nell’aria, ma soprattutto l’umidità sulla
superficie del materiale su cui si deposita.

Se questa umidità si mantiene per alcuni giorni intorno


all’80%, superando anche di molto il range ottimale
(entro il 55-60%), dalle spore di muffa radicate su
quella determinata superficie si sviluppano le ife, che
si organizzano in filamenti visibili detti miceli, ovvero le
macchie nere che puoi chiaramente vedere sui tuoi muri.

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All’inizio le riserve delle spore possono essere sufficienti
per nutrire il fungo, ma in breve tempo, dovrà trovare
altre fonti di alimentazione.

Non essendo in grado di assorbire altre sostanze


nutritive presenti nel suo “terreno di crescita”, il fungo
secernerà degli enzimi digestivi che disgregheranno
il substrato su cui è depositato, per trasformarlo in
elementi assimilabili attraverso le ife.

Questo evento non è tanto diverso da ciò che accade


quando lasci nel frigorifero alimenti avanzati, che puoi
ammuffiscono. Questo accade perché in frigorifero le
temperature sono basse e c’è molta umidità, arrivando
facilmente ad una situazione di condensa.
Le variazioni di temperatura che ci sono tra un punto e
l’altro della parete del frigorifero e l’accumulo di umidità,
determinano quelle che sono le condizioni ideali per lo
sviluppo, creando così una condizione di pericolo dovuto
proprio all’attacco da parte della muffa.

1.3.1.1.1. Di cosa si nutre la muffa?

Le muffe amano particolarmente la carta, il cartone, la


tappezzeria o il legno, soprattutto quello molto lavorato
come nei pannelli di truciolato.
Apprezzano anche scaglie di pelle, le vernici, le colle, i
materiali sporchi generalmente più attaccabili.
I materiali organici, quali gli alimenti o il cuoio, sono più
sensibili rispetto ai minerali come le lastre di pietra,

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la ceramica o il vetro, che in sé non costituiscono un
substrato alimentare per i funghi.
Ma basta un minimo di imbrattamento di una superficie
non commestibile, come il deposito di polvere
domestica, di nicotina o di catrame contenuto nel fumo
di sigarette, a soddisfare le modeste esigenze alimentari
di questi funghi.

La crescita delle muffe può essere inibita dall’utilizzo dei


materiali edili molto alcalini, come il calcestruzzo grezzo,
la malta cementizia, la calce. Un’umidità inferiore al 65%
(sulla superficie del materiale) disidrata le muffe, quindi
ne provoca la morte o la trasformazione in spore, che
possono però durare molto a lungo nell’ambiente, per poi
riprendere a “vivere” al ritorno di condizioni di umidità
più elevate.

Essendo la muffa composta da numerose specie di


funghi, a seconda dei diversi ambienti abitativi, possiamo
trovare funghi che si adattano a questi ambienti. In bagno
per esempio, solitamente si insediano specie che amano
un'umidità molto elevata, ma che nel contempo riescono
a sopportare bene notevoli oscillazioni di umidità nel
corso della giornata.

Ecco perchè cambiando le condizioni, può variare anche


la composizione delle specie fungine che si possono
sviluppare.

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1.4. Tipi di muffe
Le muffe conosciute in ambito domestico sono
circa una decina, alcune delle quali possono essere
potenzialmente molto pericolose per il nostro organismo
come lo Stachybotrys chartarum.

Ma risulta interessante anche vedere la varietà delle


muffe, partendo dalla stessa fonte di origine.

Infatti campionando la muffa visibile sul muro in due


piastre Petri diverse, possono emergere risultati più o
meno differenziati.

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Come si può vedere chiaramente nell’immagine sopra,
i risultati non sono identici. Le specie riscontrabili
in entrambe le piastre sono le stesse ma è la loro
diffusione nella piastre a differenziarsi l’una dall'altra.
Delle condizioni avranno influito su quello stesso
campionamento, arrivando a spiegarti che la muffa non
rimane stabile e circoscritta in un posto, ma “cammina”.

1.4.1. Le contaminazioni

La muffa “cammina” potevi immaginarlo?


Puoi essere stato addirittura tu stesso ad averla portata
in giro, grazie ad un movimento d'aria. L'apertura di un
mobile, una folata di vento, la chiusura di una porta,

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basta veramente poco alle spore della muffa per
“spostarsi” e per diffondersi nell'ambiente in un batter
d’occhio.

Prova ad immaginare se per liberarti della macchia di


muffa presente sui tuoi muri, procedi grattandola con
una spatola. In questo modo non starai facendo altro
che disseminare spore della muffa che, tra l'altro, ti stai
anche respirando.

Il movimento d'aria può venire creato anche meccanicamente,


dai condizionatori e dai deumidificatori che, così facendo,
consentono una veicolazione di spore della muffa. Il trasporto
consente l’ aggravarsi della situazione di muffa, che può
avvenire anche nel giro di pochissimo tempo (anche in pochi
giorni appena, soprattutto in inverno). Ed è in questo modo
che si dà origine alle contaminazioni.

2. Tentare di eliminare
la muffa
La muffa è un problema comune in molte abitazioni
e non a caso è anche una fra le principali cause
dell’inquinamento indoor, arrivando a condizionare anche
la salubrità degli ambienti abitativi.
Può infatti indurre infezioni e sintomatologie nell’uomo,
reazioni allergiche e risultare tossica a causa del rilascio
delle micotossine.

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L’inquinamento microbico coinvolge centinaia di specie di
batteri e funghi che crescono all’interno degli ambienti,
soprattutto quando vi sono particolari condizioni di
umidità. E l’esposizione ai microrganismi o alle loro
tossine può essere associata a malattie respiratorie,
asma, allergie.

Anche se il grado di suscettibilità all’azione di questi


microrganismi è sostanzialmente diverso da persona a
persona, il miglioramento della qualità dell’aria interna
passa attraverso il controllo di vari fattori e alla bonifica
di ogni tipo di rischio, tra i quali la muffa.

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2.1. La candeggina non è proprio un
buon rimedio

La candeggina ha un fortissimo potere sbiancante, grazie


all’ipoclorito di sodio in soluzione acquosa. L'ipoclorito
di sodio è un sale concentrato al 14-15%, un prodotto
chimico altamente tossico e irrespirabile (deriva infatti
dal cloro, un gas altamente velenoso per l’organismo).

Ma la candeggina che si trova in commercio è ipoclorito


diluito, quindi con una concentrazione nettamente più
bassa 4-5% massimo. Questo consente di poter trovare
posto come prodotto di pulizia nella grande distribuzione.

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2.1.1. Perchè la candeggina non elimina la muffa

La prassi del trattamento di pulizia della muffa a base di


candeggina, solitamente prevede che si spruzzi il liquido
asfissiante (spesse volte senza neanche specificare di
arieggiare successivamente all’operazione e anche molto
dopo averla passata) e di rimuovere poi la macchia con
un panno.

Con lo sfregamento si riesce ad eliminare parte


superficiale di alcune delle muffe presenti, lasciando
addirittura quasi bianca la superficie. Questo però non
consente comunque di evitarne la ricomparsa e di
sentirsi al sicuro a lungo.

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Infatti, non agendo sulle cause scatenanti, la muffa
radicata sull’intonaco e negli strati murari continuerà a
vivere, e al ripresentarsi delle condizioni, si svilupperà
nuovamente.

La muffa, a contatto con la candeggina, non fa altro che


degradarla in acqua (che prende dagli elementi ossigeno
e idrogeno presenti nella sua formulazione) e sale da
cucina. La muffa poi assorbirà l’acqua per nutrirsi e
lascerà il sale sull’intonaco andando a rovinare il muro.
La muffa quindi degradando la candeggina, contribuisce
all’aumento della puzza percepita, aggravando anche la
situazione di tossicità nell’ambiente.

Ecco perchè la candeggina non risulta quindi essere un


buon rimedio per eliminare la muffa.

2.2. Come eliminare la muffa sul serio


L’elevatissimo numero di specie di muffa e la numerosità
delle sostanze rilasciate, tossiche e nocive per
l’organismo, coinvolte nell'inquinamento indoor, possono
scatenare disagi a livello fisico e mentale che possono
anche portare poi a vere e proprie malattie.

Le sintomatologie principali che ne possono derivare,


sono a carico:

- della cute, con manifestazioni di irritazione al contatto con


le micotossine della muffa e con rossori evidenti, prurito;

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- dell'albero respiratorio e delle mucose nasali, con
restringimento temporaneo delle vie respiratorie
inferiori (ostruzione bronchiale) con possibilità anche
di crisi allergiche. Epistassi, naso che cola, tosse
persistente e altri disagi a carico delle vie aeree.

Gli odori emanati negli ambienti umidi possono essere


percepiti come sgradevoli o persino nocivi, arrivando a
manifestazione disturbi come insonnia, stanchezza, mal
di testa e nausea.

La muffa non trattata in maniera definitiva può


contribuire a disagi fisici e mentali anche di un certo
rilievo, se non risolta, dando vita anche a malattie di tipo
cronico.

2.2.1. Previeni o riduci l’umidità in eccesso

Eliminare la muffa e le sue cause, potrà finalmente farti


ritrovare la salute persa e respirare a pieni polmoni in
ambienti perfettamente rinnovati, senza più muffa, come
“guastafeste”.

Le azioni correttive per prevenire e ridurre l’umidità in


eccesso funzionano. Infatti, andando ad agire sull’acqua
presente negli ambienti, sottoforma di umidità, andrai ad
agire su una delle cause fonti principali di sostentamento
della muffa, evitandole così di vivere e proliferare proprio
negli ambienti dove vivi tu.

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2.2.1.1. Individua la fonte del problema

Quando appare la muffa, il


tuo primo compito è quello di
ricercare e stabilire da dove
proviene l’umidità che genera la
muffa proprio lì, in quel punto,
e quale ne sia la causa.
Le principali cause di eccessiva
umidità all’interno delle
abitazioni sono:

1. la perdita di tubazioni (dell’abitazione stessa o da


quelle attigue),
2. infiltrazioni dovute alle piogge attraverso il tetto,
grondaie occluse o perdite dai pluviali,
3. l’aumento di umidità a causa di difetti costruttivi o
se in corso c’è l’asciugatura dei materiali.
4. comportamenti quotidiani che producono eccesso
di umidità come il cucinare, fare la doccia,ecc.
2.2.1.2. Adotta buone abitudini di vita per evitare l’umid-
ità in eccesso

Anche adottare buone regole di vita quotidiane o


periodiche, possono aiutarti a prevenire la muffa in
casa. Ecco alcuni accorgimenti che ti possono aiutare
nell’intento di evitare la formazione in futuro della muffa.

• Arieggiare adeguatamente gli ambienti. Basta aprire


le finestre cinque minuti al giorno per far circolare
l’aria e favorirne il ricambio. In ambienti come il

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bagno, si consiglia di effettuare questa operazione
il prima possibile e ogni volta che si utilizzano la
doccia o la vasca, così da eliminare immediatamente
il vapore, condensatosi sulle superfici. La stanza così
facendo rimane meno umida.
• Controllare gli infissi. Quando piove controllare
che non ci siano infiltrazioni da porte e finestre. Se
dovesse succedere, asciugare l’acqua e provvedere
alla manutenzione degli infissi per prevenire il
formarsi dell’umidità.
• Deumidificare le stanze. Per eliminare l’umidità
dall’ambiente casalingo basta fornirsi di uno dei
numerosi attrezzi esistenti in commercio progettati
a tale scopo: dal deumidificatore elettrico alle più
moderne VMC (ventilazione meccanica controllata)
• Fare attenzione ai ristagni d’acqua. L’umidità in casa
può aumentare quando, ad esempio, si annaffiano le
piante da interno. Per prevenire la formazione della
muffa basta non esagerare con le dosi d’acqua e a
controllare che non si formino ristagni nei sottovasi.
• Distanziare i mobili dalle pareti. E un accorgimento
da prendere seriamente in considerazione affinché
i muri vengano vengano ben arieggiati, cosa non
possibile quando i mobili ostruiscono il passaggio
dell’aria. È buona norma osservare questo consiglio
soprattutto quando si tratta delle pareti esterne:
la distanza ideale tra queste e i mobili è di almeno
cinque centimetri.

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2.2.2. Se la muffa c’è, ricorri al Protocollo Bastamuffa

Se nonostante tutti i buoni propositi di limitare l’umidità,


controllarla e contenerla, la muffa dovesse comparire,
dovrai agire eliminandola subito e soprattutto in maniera
definitiva.
Come già detto, la muffa è un organismo vivente che
vive, cresce e si sviluppa tramite le spore, non va trattata
quindi come una semplice macchia da rimuovere!

Per quanto puoi esserti affidato a prodotti naturali ed


ecologici (per evitare un alto indice di VOC nell’ambiente
domestico), non sei comunque arrivato a risolvere
le cause del problema della muffa, trattando solo
la macchia. Anzi, in questo modo rischi di creare
una contaminazione di spore, arrivando addirittura a
peggiorare anche drasticamente la situazione di muffa
nell’aria e negli ambienti dove vivi.

Cosa fare quindi per eliminare la muffa in maniera


definitiva?

Se eliminare la macchia visibile non risulta essere la


soluzione definitiva al problema della muffa, allora
servirà un trattamento che risulti in grado di agire:

1. Sulle cause della muffa


2. In totale sicurezza per la salute, igienizzando
le spore della muffa “attive” con prodotti privi
di sostanze chimiche tossiche senza cloro, biocidi

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e a VOC zero
3. Con una garanzia valida fino a 10 anni e che ne
prevenga la riformazione e il suo risviluppo.

Tutto questo è possibile con il trattamento del protocollo


Bastamuffa!

Come essere certo che il trattamento del protocollo


Bastamuffa funzioni davvero?

Semplice! Con la nostra valutazione della muffa! Un


servizio gratuito che ti sa dire PRIMA di spendere un solo
euro, se possiamo davvero aiutarti oppure no.

Se dalla valutazione emerge che Bastamuffa può aiutarti


ad eliminare la muffa da casa tua, allora puoi stare
tranquillo che con la Garanzia fino a 10 anni, la muffa
non ritornerà!
Ecco qui sotto la testimonianza di Maria, che conferma
il risultato avuto con il trattamento del protocollo
Bastamuffa.
E persone come Maria dal 2010 ne abbiamo aiutate
davvero tante, arrivando a ben oltre 13.000 famiglie
che sono riuscite a liberarsi della muffa per sempre,
finalmente!

Se vuoi davvero capire come risolvere una volta per


tutte il tuo problema di muffa, salva la tua casa e la
tua famiglia dal suo dannoso attacco e fai subito la
valutazione gratuita della muffa.

Solo dopo aver considerato il tuo problema da una


prima analisi visiva, tramite foto che ci invierai e aver
esaminato se si tratta realmente di una problematica di
condensa, riusciamo ad arrivare alla soluzione: eliminare
definitivamente la muffa con il trattamento Bastamuffa
garantito fino a 10 anni.

Non ti resta che iniziare a porre fine


alla muffa per sempre, inizia da qui:

valutazionemuffa.it
Il protocollo Bastamuffa
In sintesi

ANALISI

Quando? Appena si forma la muffa!


Obiettivo? Scoprire le cause e l’entità
del problema

FASE 0-1 / DINSIFETTARE

Quando? Terminata l’Analisi


(anche in pieno inverno).
Obiettivo? Disinfettare
immediatamente le aree colpite
da muffa e bloccare la diffusione
delle spore.

FASE 2 / ISOLARE

Quando? Terminata la FASE 1.


Obiettivo? Isolare le pareti fredde
e proteggerle da umidità e condensa
con microrivestimento liquido.

FASE 3 / RIEQUILIBRIO TERMICO


FR O
ED D

Quando? Prima dell’inizio della DO CIRCOLA


IL CALDO FR
ED

prossima stagione fredda.


Obiettivo? Eliminare le dispersioni
di calore e quindi il ripresentarsi
della muffa.
Bastamuffa è l’unico trattamento
su misura che elimina le cause
della muffa da condensa, classe A+,
colorabile, garantito e senza opere
di demolizione.

Serve aiuto?
assistenzabastamuffa.com

Visita il sito
www.bastamuffa.com

Gruppo FB
glieroidibastamuffa.it

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