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Considerazioni sul Paradosso dellarciere

I fatti e le deduzioni qui presentate sono basate su un grande numero di lavori sperimentali compiuti da Paul Klopsteg e pubblicati nel Gennaio del 1934 su Archery Rewiew, completati da osservazioni degli autori che includono i risultati di alcune esperienze sperimentali. Una delle fasi pi importanti di questo lavoro fu la ripresa del volo della freccia con tempi di esposizione molto corti nel momento del passaggio in prossimit dellarco. Furono ricavate oltre 200 immagini estremamente definite, e fu possibile per Klopsteg ottenere da esse delle informazioni parecchio interessanti. Nel 1982 alcuni di questi esperimenti vennero ripetuti dal gruppo di lavoro composto dal sottoscritto, da Marco Marconi e Daniele Fainer dellUniversit di Bologna, completando lanalisi del volo della freccia fino a pochi metri dallarco mediante un sistema di luci stroboscopiche. Tornando al lavoro di Klopsteg, egli inizi da un imponente lavoro bibliografico, che gli permise di mettere le mani su tutto ci che in passato era stato scritto sullargomento, tra cui i primissimi lavori speculativi di Horace Ford1. Molti, prima di lui, avevano affrontato largomento, anche se in modo approssimato e senza tener conto (sia quantitativamente che qualitativamente) delle forze in gioco (in quel rapidissimo istante che la freccia impiega dal momento che viene rilasciata dalle dita dellarciere e lascia la corda dellarco alla massima velocit). Si tratta di forze di grande entit che agiscono su un corpo non rigido, che variano continuamente in magnitudine e direzione in un brevissimo periodo temporale. Viene da s che lunico modo per registrare le oscillazioni sui piani della freccia sia quello di utilizzare un sistema d acquisizione immagini sofisticato, dal momento che esse non sono assolutamente percepibili ad occhio nudo.

7.1 La vibrazione delle frecce: concetti generali Grazie alle tecnologie di acquisizione di immagini ad alta velocit, possibile oggi (e lo era anche settanta anni fa) individuare il comportamento della freccia al rilascio e in volo. E evidente che la freccia oscilli, o meglio, subisca delle rotazioni e delle torsioni sui piani (prevalentemente su quello orizzontale). Questo paragrafo, che introduce al problema della vibrazione dei corpi in modo generale, la premessa per poter comprendere ci che accade alla freccia. Pizzicando una corda di chitarra o colpendo unasta di una freccia si viene a creare una deformazione iniziale a cui, a seguito dello stress provocato, ne consegue un movimento caratterizzato da una sua velocit. In sintesi, uninsieme di vibrazioni di frequenza diversa combinate tra loro, inizialmente casuali, ma tra le quali solo alcune permangono dopo il primo istante: sono quelle che corrispondono geometricamente al corpo in vibrazione, che prendono il nome di frequenze di risonanza. Il fattore pi importante che determina questa corrispondenza geometrica il modo con cui il corpo in vibrazione vincolato, cio fissato o meno alle estremit. Per ogni frequenza di risonanza, nel corpo
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Ford, H.A., 1856, Archery, Its Theory and Practice

considerato vi sono punti specifici che rimangono stazionari, che vengono chiamati nodi, e ci sono punti che sono dotati della massima velocit di movimento, chiamati antinodi. Se una estremit del corpo bloccata, questa per definizione diventa nodo per tutte le frequenze di risonanza, come pure se laltra estremit libera, essa diventa antinodo, sempre per tutte le frequenze di risonanza. La forma che assume il corpo nella sua vibrazione (in un qualsiasi istante) corrisponde alla somma di tutte le forme di vibrazione corrispondenti alle frequenze di risonanza. I punti nodali non necessariamente coincidono tra loro nelle varie frequenze iniziali, e lunico nodo individuabile in una freccia quello corrispondente alla cocca (ancora inferita sulla corda) e lantinodo alla punta, libera di muoversi susseguentemente alla spinta della corda. Sulla stazionariet dei nodi, poi, in questo caso da notare che - fisicamente sussiste solo in un sistema di riferimento incentrato sul centro di massa della freccia, qualora esso non sia accelerato. Rispetto al pivot point, i nodi di una freccia che ha lasciato la corda transitano ad una velocit di oltre 100 piedi al secondo, trasversalmente a 50 fps, e sullasse dellasta a 3000 rotazioni al minutoaltroch stazionari! In una corda di chitarra, appena ha raggiunto il suo modo stabile di vibrazione, una frequenza di risonanza prende il sopravvento sulle altre. Il fattore principale che determina questa frequenza particolare la tensione a cui sottoposta la corda. Agendo sul sistema di accordatura si modifica la tensione della corda e conseguentemente cambia la nota principale emessa. Pi alta la tensione, maggiore la frequenza. In una freccia si possono distinguere due situazioni diverse. La prima quando la freccia, libera dalla corda, vibra nellaria. In essa non vi praticamente nessuna tensione interna. La seconda quando la freccia viene rilasciata dalle dita che tendono la corda: non vi tensione ma una altissima compressione, dovuta alla forza dellarco comunicata allasta dalla corda. Questa tensione negativa (opposta a quella positiva della corda di chitarra) e quindi la sua teorica frequenza di risonanza minore di quella che la freccia, in libero volo, possiede. In ogni caso, dato che la forza (e quindi la compressione) che agisce sulla freccia durante laccelerazione della corda varia da istante ad istante, variando la sua traiettoria sul piano orizzontale, non si pu parlare di unica frequenza di risonanza n di frequenza di risonanza principale. Per questo motivo fuorviante continuare a definire il movimento della freccia durante la spinta della corda una oscillazione. Pi corretto chiamarlo flessione o piegamento. Il comportamento di una freccia scagliata da un arco pu essere visto quindi come quello della corda di chitarra pizzicata: una prima fase la cui oscillazione caotica, formata da pi frequenze (mentre la corda accompagna la freccia nella sua accelerazione) e unaltra, dove la freccia in volo stabilizza la sua oscillazione sul piano orizzontale in una frequenza sua propria, in cui si possono definire i punti nodali. Mentre la freccia connessa alla corda, invece non viene evidenziata una frequenza di risonanza definita e quindi non vi sono punti nodali. 7.2 La storia vibrazionale della freccia. La prima fase, che riguarda la flessione della freccia ancora connessa alla corda, pu a sua volta essere scomposta nelle due sotto-fasi qui descritte. 2

la prima (relativa all istante successivo al rilascio): le dita della corda imprimono ad essa un andamento sinuoso, con la prima convessit verso sinistra; la parte prossimale della freccia si muove in direzione opposta allarco; consegue una forza comunicata dalla parte distale della freccia alla finestra dellarco2 ; quando la velocit di avanzamento della punta della freccia supera la velocit della coda, il movimento di inflessione cambia direzione fino a diventare dritta; lasta in questo momento non tocca la finestra dellarco e assume via via una forma conseguente agli stress interni dellasta con velocit differenziate;

La seconda (combinazione tra il processo di flessione dovuta alla spinta della corda e la frequenza propria di risonanza della freccia libera dalla corda): formalmente, nella fase di spinta si ha la freccia con un unico nodo alla cocca (dove connessa alla corda) e un unico antinodo alla punta (dove lasta libera di muoversi); la curvatura della freccia il risultato dellapplicazione della forza tra la corda e la cocca; la forma dellinflessione dellasta in ogni istante la risultante delle due geometrie di fig.6 linflessione dellasta dovuta allinterazione tra corda e cocca sincronizzata con le vibrazioni dellasta: quando la punta (per la vibrazione) si flette lontano dallarco, anche la cocca (per la flessione) si allontana verso sinistra; la risultante (solo) apparentemente simile alla vibrazione di un corpo libero di oscillare; Linflessione della freccia nella zona della punta dominata dagli effetti vibrazionali, mentre quella della parte prossimale della freccia (cocca) dominata dalleffetto della forza comunicata dalla corda. come la freccia si sposta in avanti nel suo movimento accelerato dalla corda, la forza muta continuamente direzione e intensit, comunicando un forte stress allasta (forze compressive) che muta in continuazione.

Finch la freccia connessa alla corda non esistono dei veri punti nodali, ma se si potesse eliminare la flessione della parte connessa con la corda (tramite la cocca) avremmo solo effetti vibrazionali, crescenti man mano che la freccia prosegue nel suo moto. Dopo aver lasciato la corda, lasta della freccia si inflette in un sistema vibrazionale completo, con un antinodo alla punta ed uno alla coda. Il moto laterale e gli stress meccanici dellasta alluscita dalla corda sono i responsabili delle condizioni iniziali di questa vibrazione. In questa maniera, la freccia stabilizza il suo moto vibrazionale. Sul moto della freccia in volo c ancora molto da scoprire. Ci sono due fattori a complicare le cose: il primo leffetto dovuto alla resistenza aerodinamica, che genera una
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nellarco moderno vi il berger button ad assorbire questa forza.

forza contrastante, la cui entit e verso mutano continuamente durante la vibrazione, che possono favorire deviazioni dallasse di moto. In pi, durante la traiettoria, le vibrazioni si smorzano progressivamente, e se le oscillazioni (considerando la loro ampiezza) sono le maggiori responsabili dell attrito aerodinamico, linfluenza sul comportamento in volo della freccia si fa ancora pi evidente. La seconda complicazione dovuta alla punta, che crea una discontinuit nellasta (zona di maggiore rigidit) con una diversa frequenza di vibrazione. La freccia si comporta come una coppia di oscillatori in serie. Durante il volo, nellasta non vi sono particolari forze compressive in atto, e le vibrazioni si smorzano per effetto del freno aerodinamico dovuto alle oscillazioni e allimpennaggio. Luso di larghi impennaggi aumenta (logicamente) questo effetto frenante. Quando la freccia colpisce il bersaglio, anche se costituito da materiale morbido, subisce una fortissima decelerazione; la maggior parte dellenergia viene dissipata in calore, ma un po di essa si scarica attraverso stress sullasta. la punta, conficcata nel bersaglio, funge da antinodo e lasta vibra energicamente. 7.3 Allineamento dei nodi durante laccelerazione Esiste un modo qualitativo, approssimato ed empirico, per verificare lesistenza dei nodi di una freccia corrispondenti alla somma dei suoi modi vibrazionali. Basta appoggiare la freccia a due vincoli (con la punta e la cocca) impartirgli una forza (impugnando tra pollice e indice il centro della freccia) e liberandola istantaneamente. La freccia, mentre si applica la forza, si flette (non importa di quanto) mostrando la pancia verso il basso. Liberando le dita, la freccia salta verso lalto, e dopo qualche tentativo, concentrandosi un po, si riesce a notare come la vibrazione pi vistosa della pancia sia controbilanciata da due vibrazioni nel verso opposto di cocca e punta, e i punti intorno ai quali si sviluppa questa inversione di direzione del moto vibrazionale possano essere individuati a circa una decina di centimetri dalle estremit3 . Come gi dichiarato, questo tipo di vibrazione non corrisponde a quello che possiede la freccia durante laccelerazione, ma corrisponde pi o meno a quello che la freccia possiede durante il volo libero. Durante la spinta, il nodo posteriore corrisponde alinterfaccia cocca-corda, e lantinodo (anteriore) risulta spostato molto pi indietro di quello che si manifesta nel volo libero. Se si potessero marcare esattamente le posizioni dei nodi della freccia libera di vibrare in volo, riprendendo con una telecamera ortogonale al piano orizzontale laccelerazione della stessa durante la spinta della corda, vedremo il comportamento di essi in relazione alle oscillazioni provocate sia dallimpulso di compressione, sia dal vettore forza disassato (vedi par. precedente).

Con larco in trazione completa, poco prima del rilascio, dato che la freccia risulta spostata verso la sinistra (merito dello spessore dellimpugnatura) rispetto al piano assiale dellarco, la linea corrisponde a quella di mira.
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Punti nodali ad una Decina di centimetri elle estremit unespressione volutamente approssimata, che indica un ordine di grandezza. Vari fattori dimensionali sono in gioco che determinano la frequenza di vibrazione della freccia e conseguentemente la posizione dei punti nodali: il diametro e la lunghezza dellasta, la resilienza del materiale; mentre lentit dellimpulso (direttamente collegabile allenergia ripartita) il disassamento tra piano di scorrimento della corda e asse di mira, e lazione biomeccanica dellarciere determinano lampiezza della deformazione (lentit delle vibrazioni) che indipendente dalla frequenza.

Al rilascio, la freccia si inflette, si crea un nodo posteriore (vincolo corda cocca) e uno anteriore il nodo frontale pu muoversi a destra o a sinistra del piano di scorrimento virtuale della corda, in funzione del setup tra freccia ed arco. Il pi delle volte verso destra (abbiamo visto come limpugnatura si sposti verso destra, a meno che non sia effettuato un particolare rilascio attivo). Come la freccia si inflette, il nodo posteriore si muove lontano ( a sinistra) del p.s.v. e a sinistra, e la linea che unisce i nodi punta decisamente verso la destra del p.s.v. Ad un certo punto la linea che unisce i nodi passer alla sinistra del p.s.v. e si trover in una configurazione parallela. Durante la sua accelerazione la componente vibrazionale nella freccia aumenta. Al punto di distacco tra corda e cocca, si viene a determinare una situazione piuttosto caotica in cui la somma delle frequenze determina un modo totale di vibrazione destinato a stabilizzarsi. E comunque auspicabile che al momento del distacco della corda lasse dei nodi sia allineato e giacente su un piano parallelo a quello di scorrimento virtuale della corda.

7.4 Come la freccia lascia larco A questo punto importante definire i termini della questione. E perch il fenomeno detto paradosso? il termine greco significa incredibile, qualcosa che parrebbe assurdo e che invece si verifica. Che la freccia possa volare in modo perfettamente lineare lungo la linea immaginaria che unisce gli occhi dellarciere allineati con la freccia tesa (o leventuale riferimento) fino al bersaglio a cui si collima paradossalmente vero solo nel caso che il moto della corda sia lento come illustrato del trattato di Ford, nella successiva revisione di Butt4 e in quella tratta dal Badminton5. Il vero paradosso consiste nel fatto che la freccia voli realmente lungo la linea di collimazione, pur posizionandosi alla sinistra della sezione dellarco prima di essere scoccata. Il problema descritto dal paradosso, che consiste nella possibilit di predire la traiettoria della freccia conoscendo la linea di mira6, il carico dellarco, rigidit, massa, e le altre caratteristiche della freccia, abbastanza complesso e pu essere interpretato come un insieme di fattori interagenti tra loro. Per ogni dato arco (in riferimento alla sua forma) con determinate caratteristiche di carico, e frecce scelte conseguentemente, abbiamo una forza di discreta entit che agisce su un corpo rigido, che varia di grandezza e direzione in un tempo brevissimo. Il fatto evidente che possano essere selezionate delle frecce in grado di volare in modo costante anche se usate da archi diversi, fa supporre che esistano semplici ma fondamentali relazioni per comprendere il fenomeno. La prima parte del problema sicuramente comprendere come la freccia lascia larco; questo il passo preliminare ad ogni speculazione successiva, e le riprese ad alta velocit sono un ottimo sistema. Klopsteg us un sistema ottico composto da due fotocamere, una diretta sul piano orizzontale e laltra su quello verticale, evolutosi da un sistema precedentemente utilizzato

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Ford, H.A. 1887. The theory and practice of archery. Revised by W. Butt. London: Longmans, Green. Badminton Library, 1823, Volume: Archery 6 per linea di mira si intende limmaginaria linea solidale con lasta e il centro del bersaglio.

per fotografare i proiettili in volo7 con il metodo della silohuette (creando delle ombre dirette sul piano di volo orizzontale del proiettile grazie ad una fonte di luce relativamente bassa). Per la freccia, il tempo minimo necessario per bloccare sulla pellicola unimmagine sufficientemente nitida di 5 milionesimi di secondo su unarea di circa un metro quadro; esso viene illuminato in modo tale da potere leggere limmagine. Un flash degli anni quaranta possedeva un intensit circa 200.000 volte superiore ad una lampada da 40 Watt, ed una durata di 5/1000 di secondo. Lesperimento venne condotto in una camera oscura, debolmente illuminata da luce rossa; lotturatore delle fotocamere veniva tenuto aperto. Un sistema elettromagnetico permetteva lattivazione del lampo, ed un sistema di specchi riflettenti consentiva una uniforme illuminazione alla freccia in uscita. Il punto pi importante dellesperimento consisteva nel definire il percorso e le oscillazioni dellasta della freccia, unitamente al movimento della mano dellarco durante il momento critico dellinterazione con il riser. Un sistema di contatti tra asta, cocca e flettenti permetteva una sequenza di impulsi elettrici progressivi, tali da far scattare i flash in un intervallo sufficiente a fermare la freccia in dodici diverse posizioni, dallo scocco alluscita della coda dal riser. Il sistema di rilevazione utilizzato da Klopsteg aveva una ulteriore componente, molto importante. Se le fotografie ottenute con i flash progressivi permettevano una registrazione delle immagini durante laccelerazione della freccia sui due piani, il moto della corda (traiettoria di moto) e i movimenti della mano che regge larco, che come vedremo, rappresentano un elemento importantissimo per la conoscenza della meccanica balistica interna (un ulteriore elemento critico da indagare e mettere in relazione con la traiettoria della freccia). E interessante osservare il metodo adottato da Klopsteg, apparentemente grezzo (abituati come siamo alle moderne tecnologie) ma straordinariamente efficace. La combinazione dei due sistemi, flash ed otturatori delle fotocamere aperti, e contatti elettrici tramite fili di rame sottilissimi collegati a piccoli illuminatori (sparks) a loro volta connessi con la parte prossimale della freccia (cocca) e impugnatura dellarco, generano un insieme di piccoli punti bianchi sulla stampa, in modo da determinare determinare graficamente la traiettoria. La sintesi tra il lavoro di Klopsteg, unitamente a quello di Nagler, Hickman e Hodgson (effettuati per con la shooting machine) rappresenta un lavoro ancora oggi insuperato8. La straordinaria operazione permise a Klopsteg di rilevare questa serie di informazioni combinate, che qui riassumiamo. 7.5 Analisi del percorso della corda e dei movimenti dellarco Grazie al sistema chiamato spark tracer photograph, la traiettoria della corda e della mano dellarco poteva essere quindi messa in relazione con laccelerazione della freccia e le sue deformazioni elastiche. Nelle immagini dellesperimento appaiono punti separati durante la prima accelerazione, e linee continue ove i movimenti risultano meno accelerati come nel caso dellimpugnatura dellarco.

Philip P. Quale, 1931, Spark Photograph and Its Application to Some Problems in Ballistics, Scientific Papers of the Bureau of Standards, No.108 La descrizione puntuale del sistema adottato da Klopsteg per rilevare il tracciato del movimento della corda e dellarco esula dagli scopi di questa trattazione, ma chi volesse approfondirla pu consultare larticolo a suo nome apparso nel Dicembre 1933 su Archery Review Some new Light on The Paradox of Archery e la sua sintesi contenuta su Archery, the Technical Side, pp. 134 - 146.
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Il moto della cocca al rilascio appare inizialmente orientato verso sinistra in modo lieve, seguito da uno sbandamento a destra a seguito del movimento della corda in avanti9. Questo piccolo orientamento verso sinistra (fig.1.1), molto lento rispetto al moto successivo, causato dal scivolamento della corda dalle dita della mano dellarciere al rilascio. Contemporaneamente, il movimento della mano dellarco registrato sul piano verticale e combinato con quello sul piano orizzontale10 mostra una piccola escursione allindietro(fig.1.2), immediatamente dopo il rilascio, ed una successiva evidente escursione verso destra(fig.1.3) , seguita poi da un deciso spostamento in avanti e velocemente verso sinistra(fig.1.4, 1.5) ; infine un movimento altrettanto deciso verso lindietro e verso destra(fig.1.6).
4) massimo avanzamento dellimpugnatura dellarco, con progressivo movimento verso sinistra, la freccia oltre larco.

LINEA DI MIRA 5) massimo movimento verso sinistra dellimpugnatura dellarco.

3) deciso movimento verso destra e avanti dellimpugnatura dellarco. La freccia abbandona la corda.

6) vibrazioni residue dellimpugnatura e massimo arretramento raggiunto da essa. 1) primo sbandamento a destra della mano dellarco, la coda della freccia piega verso sinistra 2) arretramento dellimpugnatura dellarco

fig.1
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nei lavori citati di Nagler, Hickman e Hodgson, effettuati con la shooting machine, il movimento della corda risulta molto pi evidenziato verso la sinistra, mancando il movimento delle dita o riducendolo ai minimi termini attraverso una simulazione, che, per quanto accurata, difficilmente si avvicina alla variabilit di un rilascio umano. Ricordiamo sempre che stiamo studiando un fenomeno in cui la componente umana parte dello stesso sistema(!). Il problema, poi, che consiste nel definire un movimento di rilascio umano medio, complica ulteriormente la situazione. Su questo, cfr. il paragrafo sulla biomeccanica del gesto. 10 questo movimento risulta registrato su una pellicola fotosensibile posta sui due piani, grazie ad una piccola lampada a stilo che punta verso lalto, solidale con la mano dellarco in prossimit del pivot point.

La spiegazione del movimento iniziale allindietro dellarco e della mano che lo impugna certamente non imputabile alla reazione elastica dei muscoli antagonisti del braccio in tensione; per la forza esercitata dalla mano della corda durante la tensione, espressa dalla contrazione dei muscoli della struttura scapolo omerale sinistra, si ha una forza verso destra che avrebbe come risultante, al cessare della tensione della corda, una reazione opposta di quella registrata, cio verso sinistra. Una possibile e soddisfacente spiegazione del fenomeno (lo spostamento iniziale allindietro) quindi da ricercarsi nel 25 millesimo di secondo dopo il rilascio, quando la considerevole forza esercitata dalla corda crea una reazione uguale e contraria dallimpugnatura dellarco alla mano. Durante questo brevissimo istante, il valore di questa forza pu raggiungere centinaia di libbre, ma permane per pochissimi millesimi di secondo. Un impulso di questa grandezza giustifica un arretramento dellimpugnatura, mentre la deviazione verso destra (fig.1.2 1.3) evidente dalle immagini ottenute sul piano orizzontale della freccia alla sua prima accelerazione, quando la parte distale dellasta preme a sinistra sul piatto orizzontale della finestra dellarco. Lammontare di questa flessione comunica una precisa informazione sulla forza che agisce. Come intuibile e verificabile, la forza necessaria per spostare lassetto di un tiratore ad arco teso spingendo sul piatto della finestra orizzontale o sulla mano che regge larco, molto piccola. Questo moto verso destra relativamente lento, e la freccia risulta completamente passata dalla finestra quando il moto dellimpugnatura verso sinistra inizia (fig.1.4, 1.5). Nagler credeva che liniziale inflessione dellasta della freccia fosse causata dal movimento verso sinistra della corda che sfugge dalle dita. E pi che plausibile: lazione provoca una forza orientata verso sinistra applicata sulla cocca, ed in virt dellinerzia della freccia, pu causare una reazione vincolare sul piatto verticale dellarco e quindi produrre linflessione osservata. Nello stesso tempo, il fatto che la forza applicata allasta sia fuori asse rispetto al piano virtuale di scorrimento della corda (sulla sua destra) non fa che moltiplicarne gli effetti. E molto probabile che linflessione sia la risultante della somma di questi due fenomeni. Dopo che la freccia ha percorso sei/otto pollici, larco e la freccia non sono pi a contatto ravvicinato (fase 5 6 di fig. 5) perch la forza che ha provocato linflessione iniziale e lo spostamento della mano dellarco sulla destra li ha disconnessi. Ma la freccia, ora libera di proseguire il suo moto in avanti ma ancora connessa tramite la cocca alla corda, in virt delle sue propriet di resilienza e rigidit inizia piegarsi a banana con la pancia a destra sul piano orizzontale ad una somma di frequenze (o periodo, cio numero di volte al secondo) dipendente dalla rigidit e dalla densit del materiale di cui composta. E comunque da disgiungere lapparente oscillazione (le pance della banana) che la freccia ha finch risulta connessa alla corda; questa oscillazione corrisponde a quella che possiede unasta di legno percossa, pi o meno da 25 a 50 volte al secondo. Dallistante che cessa liniziale inflessione inizia quella dalla parte opposta, di vibrazione compiuta, ed il tempo trascorso va da 1/(4 x25) e 1/(4 x50) millesimo di secondo, cio da 10 millesimi a 5 millesimi di secondo (limiti stimati dallanalisi di un vasto campione di aste). Durante questo tempo, in cui lasta piegata con la parte mediana deflessa verso sinistra, la punta e la coda sono orientate verso destra, e la traiettoria della corda passa alla sinistra della linea di mira iniziale, come la maggior parte del suo percorso con la cocca ancora connessa alla corda. 8

evidente la divergenza tra il piano virtuale di scorrimento della corda e lasse (linea di mira) della freccia, nel momento precedente al rilascio.

Entit della divergenza al momento del distacco della freccia dalla corda

Se lasta fosse assolutamente rigida e larco perfettamente solidale con il terreno, la divergenza iniziale tra lasse della freccia e il piano virtuale di scorrimento della corda sarebbe destinata ad aumentare. (con un arco perfettamente simmetrico e una impugnatura con lasse in linea con le estremit dei flettenti)

fig. 2 Proprio quando si manifesta nellasta il punto di massima inflessione verso sinistra (parametro che funzione della velocit con cui larco riesce a spingerla accelerandola lungo il percorso) lasta della freccia pu essere considerata come un corpo a cui applicato un carico di punta, e linflessione direttamente proporzionale alla forza con cui la corda la spinge in avanti11. Una freccia che ha unalta frequenza di vibrazione raggiunge rapidamente la maggior inflessione, e quindi la parte posteriore sar pi lontana dallarco in modo anticipato rispetto ad una freccia con un periodo pi lento di vibrazione. Se la freccia possiede una oscillazione lenta (alto periodo di vibrazione e bassa frequenza), la cocca pu permanere pi tempo verso la destra, mantenendosi a contatto con la corda fino allistante del distacco. Nel caso opposto12 (alta frequenza di vibrazione) la freccia avr la pancia nellaltra direzione prima che la cocca si distacchi dalla corda, e questa sar sicuramente a sinistra.

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unasta troppo leggera (per un determinato arco) si inflette soprattutto per la spinta sulla corda. Leffetto dovuto al rilascio diventa trascurabile. bene precisare che una freccia ad alta frequenza di vibrazione deve essere leggera, e questo consente allarco una spinta pi veloce. Conseguentemente, il rapporto tra il periodo di vibrazione in relazione con il tempo di spinta assume una grande importanza.

fig.3 E evidente come, fissate determinate caratteristiche dellarco (energia immagazzinata, velocit di chiusura, forma dellimpugnatura (e appartenenza dellasse longitudinale dellarco al piano di scorrimento della corda) le diverse propriet dinamiche dellasta della freccia (comunemente ma impropriamente definite spine) influenzino il paradosso e quindi il modo e la traiettoria che la freccia ha in uscita. Ma appare ancora pi lampante come il comportamento biomeccanico dellarciere sia parte integrante del sistema, e i movimenti della mano che regge limpugnatura e il braccio intero dellarco siano altrettanto pregiudiziali. Il sistema quindi complesso; visto nella sua globalit il risultato finale (limpatto della freccia) la risultante di questo insieme di variabili. Limpatto a destra o sinistra della linea di mira la cartina tornasole del paradosso, anche se le componenti in gioco possono invertire gli effetti e combinarsi in modo bizzarro. Se si effettuano esperimenti con il rilascio manuale ma con larco solidamente vincolato al terreno, lo scostamento verso destra dellimpugnatura (che permette alla freccia scagliata da un arco non finestrato di ritrovare la traiettoria corrispondente alla linea di mira) non sussiste pi. Ci determina un deciso spostamento verso sinistra della traiettoria, e per correggere il fenomeno necessario agire sulla flessibilit dellasta13. Euna prova semplicissima da fare e molto eloquente. Ci va a sostegno dellimportanza dello stile di tiro, in cui, quello esplosivo-dinamico lungo i piani (evidente trazione del braccio della corda e espansione del braccio dellarco verso il bersaglio) tenda al modello dellarco solidamente vincolato, minimizzando o neutralizzando i movimenti del braccio dellarco sul piano orizzontale, a differenza di uno stile apparentemente statico, in cui il cedimento verso lindietro e verso destra (in modo e misura variabile da arciere ed arciere) risulti praticamente inevitabile. Questo, aggiungo, risponde alle discordanze tra le osservazioni che spesso si sentono quando diversi arcieri, con stili diversi, dibattono sullimpatto delle frecce di diverso spine. Gli archi moderni, dotati di finestratura, dovrebbero ridurre gli effetti allestremo della scala, ma stata linvenzione del Berger button (bottone di pressione) regolabile sia in elongazione che in elasticit tramite la tensione di una molla interna, che ha permesso di accoppiare un vasto range di aste di diverso spine dinamico allenergia che larco distribuisce alla freccia, anche se ha introdotto (a parer mio) una serie di componenti
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pi correttamente, la localizzazione dei punti nodali sullasta il fattore che governa il grado di interazione tra freccia e finestra dellarco, funzione della frequenza di oscillazione e funzione della velocit della freccia nella sua traiettoria balistica interna. I punti nodali della freccia ben accoppiata allarco ed allarciere, indipendentemente dalla frequenza di vibrazione, si spostano lungo un asse parallelo con il piano virtuale di scorrimento della corda, e non partecipano alla oscillazione.

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ridondanti nel sistema (vedi nota 13). Ma nel nostro caso, fortunatamente, si vuole esaminare la situazione pi elementare, anche se la presenza di finestratura testimoniata dal reperto arcieristico pi antico e completo che si conosce, larco di Holmegaard (vedi capitolo 1).

fig.4 I punti nodali, in una freccia, sono dei punti che in alcun modo teorico non partecipano alla vibrazione dellasta, e che si muovono in un moto di traslazione rettilineo coincidente o comunque parallelo allasse di mira. Se entrambi i punti nodali viaggiano sulla stessa linea corrispondente alla linea di mira, cio giacciono sul piano verticale complanare a [asse della freccia occhio dominante verticale del bersaglio] nel gergo allineati, la freccia risulta compatibile con larco, dal punto di vista dello spine dinamico e la messa a punto del sistema ok. Con ragionevole approssimazione, i punti nodali di una freccia sono posizionati da 1/6 della lunghezza della freccia dalla coda, e 1/8 dalla punta. Essi variano in funzione del baricentro statico (in altre parole, saranno pi spostati verso la punta quanto pi essa risulti pesante). Ma i punti nodali dellasta acquisiscono un senso solo nel momento in cui la freccia libera da qualsiasi interazione con larco, in altre parole si distaccata dalla corda e vola liberamente verso il bersaglio. Le oscillazioni che avvengono nel brevissimo periodo dellaccelerazione in cui la cocca solidale con la corda, non sono propriamente definibili come tali. Esse sono torsioni e rotazioni sul piano orizzontale dovute alla forza esercitata dalla corda, che cambia almeno tre volte la sua direzione in questo lasso di tempo (e che quindi si muove in modo non solidale con il piano virtuale di scorrimento per via del rilascio delle dita) e dal disassamento tra linea di mira e il piano di scorrimento stesso, sempre considerando che la forza agisce su un corpo sottile, alla cui estremit si trova una massa (la punta)14. La freccia, durante laccelerazione, deve avere propriet di rigidit (stiffness) e resilienza tali da manifestare la capacit di flettersi con la pancia verso destra e invertire la flessione, e cos via, in fase con il movimento di accelerazione guidata dalla corda, e interferire il meno possibile con il suo impennaggio al passaggio con limpugnatura, lasciando la corda. Linterferenza pi distruttiva avviene quando la coda e limpennaggio urtano, nella terza fase di oscillazione, la finestra verticale. Nel diagramma che segue, viene rappresentata una approssimazione verosimile situazione ideale. Le variabili in gioco, come si scritto, sono la frequenza di vibrazione unitamente alla velocit con cui la freccia transita oscillando allinterno dellarco
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da un punto di vista statico, il fenomeno conosciuto come carico di punta.

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(perdonatemi questa definizione impropria, ma credo renda lidea della localizzazione spaziale di questo fenomeno paradossale. Si scritto che la freccia viene accelerata dalla corda in un tempo che va da 1/25 di secondo a 1/60. La differenza di questi valori sostanziale (critica) solo se si riferisce ad essi associandoli ad uno stesso arco che accelera due frecce di diversa massa e diverse frequenze di oscillazione (dopo vedremo cosa accade). In realt, la combinazione tra la velocit di transito allinterno dellarco e la frequenza di oscillazione sono quei fattori chiave che determinano il tuning (laccordatura = messa a punto) e quindi fattori impliciti su cui si agisce in modo empirico, provando frecce di diversa frequenza (tradotto: spine dinamico) diversi pesi in punta (tradotto: posizione del baricentro statico e conseguentemente posizione dei punti nodali) diversi impennaggi (tradotto: clearance, ovvero interferenze ridotte al minimo con la finestra orizzontale dellarco al passaggio, nella fase 7/8) oppure a monte, scegliendo un arco la cui geometria costruttiva (riferendosi al piano verticale e alla presenza o meno di finestratura, caratteristica dello spessore allimpugnatura combinato con la possibile e voluta asimmetria dei flettenti) permettano una maggiore tolleranza. E poi che qui siamo fortunati: stiamo discutendo di archi in legno pi o meno primitivi (storici) in cui linnovazione del center shot, del rest e del berger button non cazzeccano in nessuna maniera.

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