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- III -

IL SISTEMA SOLARE
IL SISTEMA SOLARE

a. Struttura e formazione del


sistema solare.
COMPOSIZIONE DEL SISTEMA SOLARE
Una stella

- Sole

Molti corpi planetari

- 8 pianeti: 4 pianeti “terrestri” (Mercurio, Venere, Terra e Marte)


+ 4 pianeti “giganti” (Giove, Saturno, Urano, Nettuno)
(Per ricordarli in ordine: “My Very Educated Mother Just Served Us Nachos”)

- Satelliti dei pianeti


- Asteroidi
- Pianeti nani
- Satelliti dei pianeti nani
- Comete

Altre componenti

- Polvere interplanetaria
IL SOLE
E' la stella che si trova al centro del sistema solare.

Dimensioni: R ~ 0.7· 106 km

Composizione: dominata da H (~73%) e He (~25%); presenti anche O, C, Fe, Ne, N, Si, Mg, S

Energia: prodotta da reazioni nucleari nel centro della stella

Temperatura: 5770 K in superficie, ~15 000 000 K al centro (Nota: 0 K = -273 ºC; 0ºC=273 K)

L'espulsione di materiale dal Sole (vento solare)


puo' avere conseguenze sui pianeti del sistema
solare.

Immagine del Sole a 304 Å acquisita dal satellite SOHO


(Solar and Heliospheric Observatory) il 14-9-1999.
Sulla destra si nota un'enorme protuberanza solare, un getto
di plasma che parte dalla cromosfera e si immette nella corona
Solare, propagandosi per centinaia di migliaia di km.
CORPI PLANETARI
DEL SISTEMA SOLARE
DEFINIZIONE FORMALE - Risoluzione IAU (International Astronomical Union) del 2006

PIANETA:
Corpo celeste che: (a) si trova in orbita intorno al Sole;
(b) ha una massa sufficiente da generare forze di autogravità che superino
le forze di stato solido, così da assumere una forma quasi-sferica per equilibrio
idrostatico;
(c) ha ripulito le regioni vicine alla sua orbita dai detriti.

PIANETA NANO:
Corpo celeste che: (a) si trova in orbita intorno al Sole;
(b) ha una massa sufficiente da generare forze di autogravità che superino
le forze di stato solido, così da assumere una forma quasi-sferica per equilibrio
idrostatico;
(c) non ha ripulito le regioni vicine alla sua orbita dai detriti;
(d) non è un satellite.

CORPI MINORI DEL SISTEMA SOLARE:


Tutti gli altri corpi celesti, eccetto i satelliti, che si trovano in orbita intorno al Sole.
SCHEMA DEL SISTEMA SOLARE
(non in scala)
SCHEMA DEL SISTEMA SOLARE
(non in scala)

Sole

Pianeti giganti

Pianeti terrestri
SCHEMA DEL SISTEMA SOLARE
Le dimensioni dei pianeti e del Sole

Dimensioni dei pianeti: molto variabili (R ~ 2 440 - 71 500 km) , ma tutte enormemente
inferiori alle dimensioni del Sole (RSun ~ 700 000 km).
(Ad es., RSun ~ 10 RJupiter ; RSun ~ 109 REarth )
SCHEMA DEL SISTEMA SOLARE
Le dimensioni dei pianeti e del Sole

Dimensioni del Sole e degli 8 pianeti del sistema solare (in scala).
I pianeti sono mostrati nel corretto ordine di distanza crescente dal Sole, ma le loro distanze dal Sole NON
sono in scala. La scala delle distanze corretta è mostrata nel riquadro rosso (si veda la slide successiva).
Per i pianeti giganti che possiedono satelliti, sono mostrati solo i satelliti principali.
SCHEMA DEL SISTEMA SOLARE

Le distanze dei pianeti dal Sole

S
U
N

Distanze dal Sole degli 8 pianeti del sistema solare (e del pianeta nano Plutone, in rappresentanza dei
pianeti nani della fascia di Kuiper).
Le distanze dei pianeti sono espresse in unità astronomiche (UA; 1 UA=1.5 · 108 km) e sono in scala;
le dimensioni relative dei pianeti sono in scala; la scala delle distanze non corrisponde alla scala
delle dimensioni.
DISTANZE IN “TEMPO LUCE”
Le distanze cosmiche possono essere espresse in termini di “tempo luce”.

Siccome la luce viaggia ad una velocità costante e pari (nel vuoto) a


c = 299 792 458 km/s  300 000 km/s ,
si può esprimere una distanza cosmica (anziché in cm, m, km….) in termini di tempo
impiegato dalla luce a percorrerla (“tempo luce”).

Poiché la relazione tra spazio, velocità e tempo, in un moto rettilineo uniforme, è


s=v·t,
con v = c si ottiene s=c·t,
da cui si ricava il tempo impiegato dalla luce a coprire la distanza s:
t=s/c
Questo tempo t fornisce il “tempo luce” utilizzato per quantificare le distanze cosmiche.

Le unità in cui si esprime il tempo luce sono: secondi luce, minuti luce, mesi luce, anni luce, ecc.

Ad es., la distanza Terra-Luna vale s=384 000 km. Per esprimerla in tempo luce ricavo
t= s/c =384 000 km / (300 000 km/s) = 1.28 secondi
 La distanza Terra-Luna in tempo luce vale quindi : s= 1.28 secondi luce

N.B.: Il ‘‘tempo luce’’ è una misura di spazio, non di tempo!


DISTANZE IN UNITÀ DI
“TEMPO LUCE”

Luna Terra

384 000 km =1.3 secondi luce


DISTANZE IN UNITÀ DI
“TEMPO LUCE”

Sole Terra

1 UA = 8.3 minuti luce


DISTANZE IN UNITÀ DI
“TEMPO LUCE”
Sistema solare

~80 UA ~ 11 ore luce


LE ORBITE DEI PIANETI
Gli 8 pianeti del sistema solare e gli oggetti della fascia di Kuiper rivolvono intorno al Sole
su orbite che giacciono vicine al piano dell'eclittica
→ conseguenza del processo di formazione del sistema solare.

Le orbite sono tutte ellittiche, ma:


- 7 degli 8 pianeti hanno orbite modestamente ellittiche e approssimabili come orbite circolari;
- Mercurio e gli oggetti della cintura di Kuiper hanno orbite significativamente ellittiche e inclinate
rispetto all'eclittica
(Mercurio: eccentricita` ~0.2, inclinazione di ~7º;
Plutone, cintura di Kuiper : distanza dal Sole che varia da 29.7 UA a 49.3 UA, avvicinandosi al Sole più di Nettuno;
Inclinazione dell'orbita di ~17º.)

( )
L'ORIGINE DEL SISTEMA SOLARE
Teorie della formazione del sistema solare: ancora incomplete, ma basate sull'idea di Laplace (1796):
sistema solare formato dal collasso di una grande nube sferica rotante di gas e polveri.

 Fasi del processo:


1. Nube a bassa densità di gas e polveri in rotazione.
Fig.1 – Schema del processo di formazione del sistema solare
2. Contrazione gravitazionale della nube.

3. Aumento della velocità di rotazione della nube


1 2
(conservazione del momento angolare)

4. Schiacciamento della nube per rotazione


(forza centrifuga maggiore all'equatore)
3-4
5. Disco con il giovane Sole al centro:
disco protoplanetario (o nebulosa solare).
Tali dischi sono osservati intorno a stelle giovani (Fig. 2c).

6. Collisione di particelle di polvere nel disco e 9


formazione di particelle più grandi: accrescimento.

7. Formazione di planetesimi : strutture di D~m-km,


“mattoni” per la formazione dei pianeti. 5-8
8. Collisione tra i numerosi panetesimi: formazione di embrioni planetari.

9. Alcuni embrioni planetari dominano sugli altri e accrescono i corpi nella loro regione del disco:
quando il materiale è esaurito, il pianeta è “completo”.
L'ORIGINE DEL SISTEMA SOLARE
 Durata del processo: ~108 anni << 4.6 ·109 anni (età attuale del Sole)

 Temperature del disco protoplanetario:

- maggiori all'interno (vicino al Sole): T>500 K


→ particelle di ghiaccio non possono sopravvivere;
domina l'accrescimento di particelle rocciose

- minori all'esterno: T<300 K


→ il ghiaccio può sopravvivere e contribuire alla formazione di
pianeti (può fondere nella formazione del pianeta, ma anche
essere trattenuto nelle regioni interne o sopravvivere come gas)

 Questo modello spiega perché:

- i pianeti più vicini al Sole sono in predominanza rocciosi e metallici, mentre quelli più distanti sono
prevalentemente gassosi;
- i pianeti si trovano molto prossimi ad uno stesso piano (piano dell'eclittica) e orbitano intorno al Sole
nello stesso senso di rotazione.
L'ORIGINE DEL SISTEMA SOLARE
Fig. 2 - Dischi protoplanetari nella Nebulosa di Orione
Fig.2a – La costellazione di Orione: la nebulosa è la
“stella” centrale della “spada” di Orione

Fig.2c – Immagini dello Hubble Space Telescope (HST) di dischi


protoplanetari intorno a stelle giovani localizzate nella
nebulosa di Orione

Orion

Fig.2b – La nebulosa di Orione


IL SISTEMA SOLARE

b. Pianeti del sistema solare e


loro principali proprietà
fisiche.
DATI PLANETARI

69
62
27
14

2018.

M(Earth) = 5.972 · 1024 kg


MERCURIO
- Osservabile da Terra ad occhio nudo prima dell'alba o dopo il tramonto
(sempre localizzato entro ~28º dal Sole).
- Con l’ausilio di un piccolo telescopio è possibile osservarne le fasi, simili a quelle lunari
(pianeta interno)

Mercurio

Mercurio con Venere e la Luna fotografati dopo il tramonto del Sole dal Big Bend National Park, Texas, USA (18-03-2018).
(https://apod.nasa.gov/apod/ap180331.html)
MERCURIO
- Distanza dal Sole: 0.39 UA → pianeta più vicino al Sole

- Periodo di rotazione: 59 giorni


- Periodo di rivoluzione: 88 giorni

Immagine ultravioletta del Sole con Mercurio in transito scattata dal Solar Dynamics Observatory (SDO, NASA)
il 9-5-2016. (Prossimo transito: 2032.)
MERCURIO
- Dimensioni: R = 0.38 RT
- Massa: M = 0.06 MT Densità media: = 5.4 g/cm3 = 0.98 T ~ T

- Satelliti: 0

- Temperatura: da 80 K (-190ºC; faccia in ombra)


a 740 K (+467ºC ; faccia illuminata dal Sole)

→ ambiente non molto ospitale per noi!

Immagine di Mercurio realizzata nel primo


flyby (2008) dalla sonda MESSENGER (NASA).
MERCURIO
- Atmosfera estremamente tenue (~10-15 kg/m3 → 1015 volte meno densa dell'atmosfera terrestre;
densità più bassa che nelle camere a vuoto dei laboratori terrestri)

- Superficie:  presenza di crateri da impatto di asteroidi e comete → regioni “vecchie”


 presenza di regioni superficiali più lisce, rimodellate dal vulcanismo (la lava scorre e
ricopre crateri preesistenti) → regioni “giovani”
 presenza di faglie e pendii “giovani” → tettonica attiva (pianeta in contrazione per
raffreddamento)

Immagine di Mercurio realizzata prima del primo flyby (2008) Particolare della superficie di Mercurio (di dimensioni di ~1000 km), nei
dalla sonda MESSENGER (NASA). pressi del cratere Rembrandt (715 km). Sonda MESSENGER, NASA.
VENERE
- Osservabile facilmente da Terra ad occhio nudo 1-2 ore prima dell'alba o dopo il tramonto
(sempre localizzato entro ~48º dal Sole). Appare come una “stella brillante” di colore bianco.

- Un piccolo telescopio permette di risolvere l'immagine di Venere e di osservarne le fasi, analoghe a


quelle lunari (pianeta interno). Anche osservato con grandi telescopi, Venere appare senza struttura.

Venere e la Luna crescente fotografati da Cannon Beach, Oregon, USA, dopo il tramonto del Sole (luglio 2018).
(https://apod.nasa.gov/apod/ap180717.html)
VENERE
- Distanza dal Sole: 0.72 UA (minima distanza dalla Terra: 0.28 UA
→ pianeta che più si avvicina alla Terra)

- Periodo di rotazione: 244 giorni


- Periodo di rivoluzione: 225 giorni

Schema del transito di Venere

Immagine ultravioletta (171 Å) del Sole con Venere in


transito, scattata dal Solar Dynamics Observatory (SDO,
NASA) il 5-6-2012.
Prossimo transito di Venere: 2117.
VENERE
- Dimensioni: R = 0.95 RT
- Massa: M = 0.82 MT Densità media: = 5.2 g/cm3 = 0.95 T ~ T

→ Gemello della Terra ? NO!

Importanti differenze:

- Satelliti: 0

- Atmosfera più densa, calda e ad alta


pressione di quella terrestre:
T=740 K, 67 kg/m3,
p=9.3 Mpa (~93 ph=0 ~ ph=-900 m sulla Terra)

- Atmosfera composta da CO2, N ed SO2;


nubi di biossido di zolfo (SO2) e acido
solforico (H2SO4) → forte effetto serra

→ ambiente poco ospitale per noi!

Immagine di Venere in luce ultravioletta realizzata nel 2007 dalla sonda


Venus Express (ESA) da una distanza di 35000 km dal Polo Sud del
pianeta. I colori sono artificiali; in luce visibile, Venere appare di un colore
bianco uniforme.
VENERE
- Superficie: complessa, con molti meno crateri di Mercurio e molti vulcani e colate di lava
(significativo rinnovo della superficie del pianeta)

→ Uniche immagini di Venere acquisite dalla sua superficie: sonde sovietiche Venera (9, 10 ,13 e 14)
negli anni '70 e '80. Difficoltà tecniche notevoli per elevate temperature e pressioni.

Immagine della superficie di Venere acquisita dalla sonda sovietica Venera 9


nel 1975 (prima immagine scattata dalla superficie di un altro pianeta).

Immagine della superficie di Venere acquisita dalla sonda sovietica


Venera 13 nel 1982.

Immagine della superficie di Venere acquisita dalla sonda


Magellan (NASA) mediante radar in grado di penetrare le nubi
della densa atmosfera del pianeta.
TERRA
- Distanza dal Sole: 1 UA

- Periodo di rotazione: 23h 56m 04s (1 giorno terrestre)


- Periodo di rivoluzione: 365.25 giorni (1 anno terrestre)

- Dimensioni: R = RT= 6378 km


- Massa: M = MT = 5.972 ·1024 kg Densità media: T = 5.5 g/cm3

- Satelliti: 1 (la Luna)

 La Terra vista dalla Luna

Prima fotografia della Terra scattata dallo spazio da un


essere umano (l'astronauta William Anders, della missione
Apollo 8, NASA) nel dicembre 1968.
La Terra si vede sorgere sull'orizzonte della Luna, costellato
di crateri. La superficie della Terra è solo parzialmente
illuminata dal Sole; appare di colore blu e cosparsa di nubi
bianche, sullo sfondo nero del cielo lunare.
TERRA
 La Terra vista dallo spazio profondo

5 settembre 1977:

La sonda Voyager viene lanciata dalla NASA per


esplorare il sistema solare.
Terra
Carl Sagan (astronomo e scrittore di fantascienza)
esorta la NASA a scattare una foto della Terra dai
confini del sistema solare.
Nel 1990 la NASA ordina alla sonda di scattare
fotografie dei pianeti del sistema solare da quella
posizione vantaggiosa.Una delle immagini scattate
dalla Voyager è la «Pale Blue Dot» (a destra).

«Pale Blue Dot» .


La Terra (il punto blu a circa metà della banda
marrone a destra) fotografata dal Voyager 1 il 6
luglio 1990, da una distanza di ~6 miliardi di km
La sonda Voyager 1 (NASA)
(40,5 UA): essa appare come un piccolo puntino nel
buio dello spazio profondo.
TERRA

Densità media: T = 5.5 g/cm3

Immagine della Terra e della Luna in transito di fronte alla Terra. L'immagine è stata acquisita nell'agosto 2015
dall'osservatorio spaziale DSCOVR (Deep Space Climate Observatory; NASA/NOAO), localizzato tra Terra e Sole, ad
una distanza di 1.5 milioni di km dalla Terra (punto lagrangiano L1). Si vedono in blu gli oceani, in marroncino-verde i
continenti, in bianco le nuvole. La faccia della Luna immortalata in questa immagine è quella mai visibile da Terra.
TERRA

Animazione:
Sequenza di immagini della Terra e della Luna in transito di fronte alla Terra, acquisite dall'osservatorio spaziale
DSCOVR (Deep Space Climate Observatory; NASA/NOAO), localizzato tra Terra e Sole, ad una distanza di 1.5
milioni di km dalla Terra (punto lagrangiano L1). La Luna appare molto meno luminosa della Terra.
TERRA

Animazione:
Sequenza di immagini dell'eclisse di Sole del 9 marzo 2016 acquisite dall'osservatorio spaziale DSCOVR (Deep
Space Climate Observatory; NASA/NOAO), localizzato tra Terra e Sole, ad una distanza di 1.5 milioni di km
dalla Terra (punto lagrangiano L1). Si vede l'ombra della Luna sulla superficie terrestre.
TERRA
Lo studio del pianeta Terra (vulcanismo, atmosfera, ecc.) ci consente di comprendere molti dei fenomeni
che osserviamo sui pianeti del sistema solare.

 Atmosfera terrestre: cruciale per la vita sulla Terra

- Composizione: principalmente N (78%) e O2 (21%),


con tracce di Ar, CO2 ,Ne, He,....)
→ effetto serra principalmente dovuto alla CO2 e al vapore di H2O:
+33 K rispetto ad una Terra senza atmosfera!

- Temperatura media sulla superficie terrestre: T=288 K (15 ºC)


→ sopravvivenza dell'H2O liquida su gran parte del pianeta

- Circolazione atmosferica: redistribuzione del calore tra Equatore e Poli


→ vita presente in un ampio intervallo di latitudini

…. Ma Venere insegna cosa accadrebbe con un aumento dei livelli di CO2 !


TERRA
La Luna
 Satellite naturale della Terra:
- M= 7.35 ·1022 kg ~ 0.012 MT
- R= 1738 km ~ 0.27 RT Densità media: T = 3.34 g/cm3

- Accelerazione di gravità superficiale: 0.165 g ~ (1/6) g

- Triv = Trot= 27.32 giorni (rotazione sincrona, comune a molte lune nel sistema solare)

 Superficie:
- regioni ricche di crateri, creati da frequenti impatti durante le
prime fasi della formazione del sistema solare;
- regioni con pochi crateri (“mari”), dove colate di lava recenti
hanno coperto crateri preesistenti;
- rilievi alti fino a 5500 m (Mons Huygens)

Fotografia di una porzione di superficie della Luna


non totalmente visibile da Terra (missione Apollo
Crateri Wallace and Huxley, Mons Huygens e Mons Ampere - Lunar Reconnaissance 16, NASA). Si noti la maggior densità di crateri da
Orbiter Camera (NASA) . impatto rispetto alla faccia visibile da Terra.
TERRA
La Luna
 Atmosfera: - estremamente tenue (si confonde con il mezzo
interplanetario); ~ 105 particelle/cm3 ; p~3 ·10-15 atm
- non presenta circolazione
→ si considera “assente”

Temperatura diurna: 95 K → 390 K (-178ºC → + 117ºC )


(il periodo di illuminazione di una faccia della Luna dura ~13.5 giorni).
→ Servono tute riflettenti e scarpe isolanti per l'allunaggio!

In regioni mai illuminate dal Sole (crateri) si misura: T= 26 K (-247ºC).


Buzz Aldrin sulla Luna
(Apollo 11, NASA, 20-7-1969)
3 gennaio 2019: primo allunaggio di un apparecchio spaziale
(Chang'e-4, China National Space Administration)
sulla faccia “lontana” della Luna (rover: Yutu 2)
Cratere Von Karman (D~186 km)
Il rover Yutu 2 in discesa da Chang'e-4, nel cratere Von Karman
TERRA
La Luna
 Formazione della Luna: ancora oggetto discussione.

Teoria più accreditata: La Luna si formò in seguito all'impatto di un corpo celeste simile a Marte
(Theia) con la Terra ~4.5 miliardi di anni fa.
I detriti generati dall'impatto hanno dato origine alla Luna.

→ Stessi rapporti isotopici nelle rocce terrestri e lunari.

Rappresentazione schematica della teoria di formazione della Luna in seguito all'impatto di Theia con la Terra 4500 Ma.
MARTE
- Noto come “il pianeta rosso”: osservabile facilmente da Terra ad occhio nudo,
appare come una “stella brillante” di colore rosso-arancione.

- Un piccolo telescopio permette di risolvere il disco di Marte e osservarne la struttura


superficiale.

Marte fotografato con un telescopio da 40 cm collegato


ad una fotocamera digitale
Marte fotografato accanto alla stella Regolo e a Saturno, dalle (https://apod.nasa.gov/apod/ap140411.html)
montagne del Kurdistan (4-6-2010) . Si notino la calotta polare artica e le nubi orografiche.
(https://apod.nasa.gov/apod/ap100610.html)
MARTE
- Distanza dal Sole: 1.52 UA

- Periodo di rotazione: 24h 37m 23s


- Periodo di rivoluzione: 687 giorni

- Dimensioni: R = 0.53 RT
- Massa: M = 0.11 MT Densità media: 3.9 g/cm3 T

- Atmosfera:
- molto tenue: p~0.006 atm, ma forti venti e tempeste di polvere (durata di mesi)
- composizione: 95% CO2 (con N, Ar, O2, CO); effetto serra modesto: +6 K → T=223 K (-50ºC)

→ ambiente poco ospitale per noi!

Tempesta di polvere su Marte a giugno 2018 -


Mars Reconnaissance Orbiter (NASA/JPL).
I colori differenti nelle mappe indicano diverse profondita`
ottiche (), ovvero diversi spessori della colonna di polvere
lungo la linea di vista ( =3: solo il 5% della luce solare che
colpisce Marte raggiunge la sua superficie).
Il puntino rosso indica la posizione del rover Opportunity (2004).
MARTE

Animazione:
Tempesta di polvere su Marte da maggio a settembre 2018 - Mars Reconnaissance Orbiter (NASA/JPL).
I colori differenti nelle mappe indicano diverse profondita` ottiche (), ovvero diversi spessori della colonna di
polvere lungo la linea di vista ( =3: solo il 5% della luce solare che colpisce Marte raggiunge la sua superficie).
Il puntino rosso indica la posizione del rover Opportunity (NASA).
MARTE

Tempesta di polvere su Marte: immagini della superficie del pianeta nelle date del 28 Maggio e del 1 luglio 2018 -
Mars Reconnaissance Orbiter (NASA/JPL).
Si notino le differenze drastiche dell’apparenza di Marte in diversi momenti della tempesta di polvere.
MARTE
- Superficie:
- Immenso sistema di canali naturali (Valles Marineris), con estensione di ~ 4000 km;
i canali hanno profondità fino a 11 km a larghezza di 200 km
→ Frattura nella superficie del pianeta

- Enormi vulcani antichi, di cui il maggiore è Olympus Mons (alto 24 km e con un volume ~100
volte maggiore del volume del Mauna Loa nelle Hawaii)

- Colorazione rossa: dovuta a presenza di ossidi di Ferro nella regolite che ricopre il suolo

Mosaico di 102 immagini di Marte acquisite dalla sonda


Viking 1 (NASA) nel febbraio 1980.
Si notino il sistema di canali al centro e I vulcani in alto
a sinistra.
MARTE
- Nota storica:
Il sistema di canali marziani è stato scoperto dall'astronomo Giovanni Schiaparelli nel 1877 (opposizione di Marte).

«Piuttosto che veri canali della forma a noi più familiare, dobbiamo immaginarci
depressioni del suolo non molto profonde, estese in direzione rettilinea per migliaia di
chilometri, sopra larghezza di 100, 200 chilometri od anche più. Io ho già fatto
notare altra volta, che, mancando sopra Marte le piogge, questi canali probabilmente
costituiscono il meccanismo principale, con cui l'acqua (e con essa la vita organica)
può diffondersi sulla superficie asciutta del pianeta»

(Giovanni Schiaparelli, “La vita sul pianeta Marte”, estratto dal fascicolo N.° 11 -
Anno IV della rivista Natura ed Arte, maggio 1895, cap. I)

Disegno di G. Schiaparelli (1888) del


sistema di canali di Marte osservato
durante la grande opposizione del 1877.
Le depressioni scure sono i canali.
MARTE
- Accelerazione di gravità superficiale: ag= 3.711 m/s2 ~ 0.38 g (g=9,81 m/s2)
→ Possibile la formazione di montagne più alte di quelle terrestri
(fissato il peso P=mag che la base di roccia può sostenere, <ag → > m [e quindi h] della montagna)

Il vulcano Mauna Loa, Hawaii, alto ~10 000 m rispetto al


fondale marino e ~4000 m sul livello del mare )

Il Monte Olympus su Marte, avente altezza di ~24000 m


e larghezza di 624 km (confrontabile con l'estensione
dell'Arizona).
MARTE
- Superficie di Marte: esplorata da 4 veicoli (rover): Sojourner, Opportunity, Spirit e Curiosity (NASA, JPL).

Immagine della superficie di Marte


realizzata dal rover Sojourner - Mars
Pathfinder (NASA) nel 1997. Sullo sfondo, i
Twin Peaks, alti 30-35 m e distanti ~ 1 km
dal rover.

Immagine della superficie di Marte


realizzata dal rover Curiosity (NASA) dopo
l'attraversamento del Dingo Gap (febbraio 2014).
MARTE
- Satelliti: 2 → Phobos e Deimos, probabilmente asteroidi catturati dal campo gravitazionale di Marte

2 km

Phobos fotografato dalla sonda Viking (JPL, NASA) Deimos fotografato dal Mars Reconnaissance
(https://apod.nasa.gov/apod/ap181125.html) Orbiter (NASA) nel 2009

PHOBOS DEIMOS

- Dimensioni: 26 km x 18 km - Dimensioni: 16 km x 10 km
- Superficie coperta di crateri - Superficie coperta di crateri e di uno spesso
- Orbita: 5800 km da Marte (le forze mareali lo strato di regolite
faranno schiantare su Marte tra ~ 50 - Orbita: 23460 km da Marte
milioni di anni)
GIOVE
- Osservabile facilmente da Terra ad occhio nudo, appare come una “stella molto brillante” di colore
biancastro (elevate albedo).

- Un piccolo telescopio permette di risolvere il disco di Giove e osservarne la struttura a bande, nonché di
osservare i satelliti principali del pianeta.

Giove fotografato, con 3 dei suoi 4 satelliti principali (Io, Europa, Ganimede), con un telescopio amatoriale.
GIOVE
- Osservabile facilmente da Terra ad occhio nudo, appare come una “stella molto brillante” di colore
biancastro (elevate albedo).

- Un piccolo telescopio permette di risolvere il disco di Giove e osservarne la struttura a bande, nonché di
osservare i satelliti principali del pianeta.

Giove fotografato, con i suoi 4 satelliti principali (Io, Europa, Ganimede e Callisto) in prossimità della
congiunzione con Venere in fase crescente (distanza di Giove da Terra:910 milioni di km; distanza di Venere: 78
milioni di km). La dimensione angolare dei due pianeti appare confrontabile, in quanto le loro dimensioni hanno
un rapporto circa uguale al rapporto delle loro distanze da Terra (https://apod.nasa.gov/apod/ap150703.html).
- Distanza dal Sole: 5.2 UA
GIOVE
- Periodo di rotazione: 9h 50m
- Periodo di rivoluzione: 12 anni

- Dimensioni: R = 11.3 RT Densità media:


- Massa: M= 317.87 MT = 1.3 g/cm3 ~ 0.24 T

- Composizione: soprattutto H2 ed He
→ gigante gassoso
ma con un nucleo solido
(forse avvolto da idrogeno metallico)

- Atmosfera:
- composizione: 86% H2, 14% He (con tracce di
metano, ammoniaca e vapore acqueo)
- la parte superiore si presenta
costituita da bande colorate e vortici Giove fotografato dallo Hubble Space Telescope (WFC3) nel 2014.
- Giove ruota in 9.9 ore su se stesso,
ma l'atmosfera ai poli e all'equatore
ruota a diverse velocità
→ venti di 150 m/s all'equatore
→ rigonfiamento equatoriale La grande macchia rossa di Giove (D~20000 km)
fotografata dalla sonda Voyager 1 nel 1979.
Si tratta di una gigantesca regione ad alta pressione
nell'atmosfera del pianeta; la colorazione rossastra
potrebbe essere dovuta alla presenza di molecole
organiche o zolfo. La macchia evolve nel tempo.
GIOVE
- Temperatura:
- al top dell'atmosfera: T~ 120 K (-150ºC)
- a 10 km di profondità: T~ 6000 K
(compressione gravitazionale)
- core: T~ 16000 K, p~ 4·107 atm

- Deboli anelli di polvere, scoperti nel 1979 dalla sonda Voyager 1 .

Giove con i suoi anelli, fotografato


con il telescopio Keck nella banda
del vicino infrarosso(2 micron). A
queste frequenze, la radiazione
solare è assorbita dal metano
presente nell’atmosfera di Giove, ma
viene riflessa dagli anelli,
consentendo la visualizzazione
simultanea di pianeta e anelli.
GIOVE
- Satelliti:  69 , con diametro generalmente <100 km.
Eccezione: i 4 satelliti Io, Europa, Ganimede e Callisto , scoperti da Galileo Galilei nel 1610.

Io
- R=1821 km, prevalentemente roccioso

- Orbita: r ~ 421700 km

- Attività vulcanica più intensa di tutto il sistema solare


(riscaldamento mareale del satellite dovuto alla vicinanza a Giove
consente di raggiungere T~1000 K per liquefare la roccia)

Il satellite di Giove Io fotografato dalla sonda


Galileo (NASA). Sono evidenti i numerosi crateri
e i vulcani attivi sulla sua superficie.
GIOVE
- Satelliti:  69 , con diametro generalmente <100 km.
Eccezione: i 4 satelliti Io, Europa, Ganimede e Callisto, scoperti da Galileo Galilei nel 1610.

Europa
- R=1565 km, prevalentemente roccioso.

- Ricoperto da uno strato di ghiaccio di ~100 km, con spaccature superficiali; pochi crateri da impatto.

- Acqua liquida presente sotto lo strato di ghiaccio → crio-vulcanismo


(colate di acqua liquida e ghiaccio fluiscono sulla superficie ghiacciata attraverso “vulcani freddi”;
fenomeno comune tra le lune dei pianeti giganti gassosi).

A sinistra: Il satellite di Giove Europa fotografato dalla sonda Galileo


(NASA,JPL). Sono evidenti le spaccature sulla sua superficie.
A destra: Particolare di un’area della superficie di Europa, delle dimensioni
di 11x16 km, che mostra regioni lisce (crio-vulcanismo) e regioni corrugate.
La risoluzione è di 26 m.
GIOVE
- Satelliti:  69 , con diametro generalmente <100 km.
Eccezione: i 4 satelliti Io, Europa, Ganimede e Callisto, scoperti da Galileo Galilei nel 1610.

Ganimede
- R=2634 km  la più grande luna di Giove e del sistema solare (più grande di Mercurio).

- Prevalentemente formato di ghiaccio (meno massiccio di Mercurio).

- Aree superficiali più vecchie, costellate di crateri, si


alternano a regioni più giovani, rinnovate da processi
tettonici e di crio-vulcanismo.

Il satellite di Giove Ganimede fotografato dalla


sonda Galileo (NASA). La luce solare proviene da
destra. Le aree scure sono quelle più vecchie,
quelle chiare le più giovani. Il colore marroncino è
dovuto a mescolanza di rocce e ghiaccio.
GIOVE
- Satelliti:  69 , con diametro generalmente <100 km.
Eccezione: i 4 satelliti Io, Europa, Ganimede e Callisto

Callisto
- R=2403 km

- Satellite più lontano da Giove (dei 4 principali).

- Prevalentemente formato di ghiaccio; superficie costellata di crateri. Callisto e Ganimede hanno


superfici più vecchie di Io ed Europa.

Il satellite di Giove Callisto fotografato dalla sonda


Galileo (NASA). Sono evidenti i crateri sulla sua
superficie. Le aree bianche sono probabilmente
regioni coperte di ghiaccio.
SATURNO
- Osservabile facilmente da Terra ad occhio nudo, appare come una “stella brillante” di colore giallo.

- Un piccolo telescopio o un potente binocolo (30x) permettono di risolvere il disco di Saturno e osservarne gli
anelli e i satelliti principali (cannocchiale di Galileo: 14x e 21x  anelli non risolti).

Saturno come appare all’osservazione con un


telescopio Newton amatoriale da 250/1200mm (500x).

Saturno (in alto a destra) fotografato insieme a Venere


e Marte in una notte d’inverno dalla Nuova Zelanda
(2010). (https://apod.nasa.gov/apod/ap100710.html)
SATURNO
- Distanza dal Sole: 9.54 UA

- Periodo di rotazione: 10h14m


- Periodo di rivoluzione: 29.5 anni

- Dimensioni: R = 9.45 RT Densità media:


- Massa: M= 95.14 MT  = 0.7 g/cm3 ~ 0.13 T

- Composizione: soprattutto H2 ed He
→ gigante gassoso
ma con nucleo solido (Fe-Ni), forse avvolto da
idrogeno metallico

- Atmosfera:
- composizione: 96.3% H2, 3.25% He
(con tracce di metano, ammoniaca e vapore acqueo)
- la parte superiore si presenta costituita da bande colorate
e vortici
- Saturno ruota in 10.2 ore su se stesso
→ venti di  500 m/s all'equatore
→ ringonfiamento equatoriale (e schiacciamento polare)
Saturno, con 3 dei suoi satelliti (Teti, Dione e Rea),
- Anelli: fotografato dalla sonda Voyager. L’apparente
“interruzione” degli anelli sulla destra è la regione
- costituiti di particelle di ghiaccio e roccia, le cui dimensioni degli anelli in ombra.
variano dai cm ai m, altamente riflettenti
- origine: distruzione mareale o da impatto di una luna di Saturno;
- spessore anelli interni: 100 m
- raggruppamenti: dovuti a interazione mareale con i satelliti di Saturno
SATURNO
- Satelliti:  62 (di cui 27 scoperti dopo il 2005)
7 satelliti hanno diametro >200 km: Mimas, Encelado, Tetis e Dione (anello E)
Rea, Titano e Giapeto (oltre l’anello E )
SATURNO
- Satelliti:  62 (di cui 27 scoperti dopo il 2005)
7 satelliti hanno diametro >200 km: Mimas, Encelado, Tetis e Dione (anello E)
Rea, Titano e Giapeto (oltre l’anello E )

Mimas
- R=199 km

- La più interna delle 7 lune maggiori di Saturno, scoperta da Willim Herschel nel 1789.

- Superficie ghiacciata e densa di crateri; il più grande cratere, dedicato a Herschel, è ampio 130 km e
ha dimensioni di ¼ del satellite; fu generato dall’impatto di un corpo di almeno 10 km di diametro con
Mimas.

Il satellite di Saturno Mimas fotografato dalla sonda


Cassini nel 2010, durante il suo flyby più vicino. Si
noti il cratere Herschel, con diametro di 130 km, in
alto a destra.
SATURNO
- Satelliti:  62 (di cui 27 scoperti dopo il 2005)
7 satelliti hanno diametro >200 km: Mimas, Encelado, Tetis e Dione (anello E)
Rea, Titano e Giapeto (oltre l’anello E )

Encelado
- R=249 km

- Orbita: tra quella di Mimas e quella di Tetis, nell’anello E.

- Superficie: ghiacciata e costellata di crateri nella regione polare e di fratture nelle restanti regioni.
Evidenza chiara di crio-vulcanismo esplosivo: getti di cristalli di ghiaccio d’acqua mescolati a metano, CO2,
CO e molecole organiche immesse nello spazio.

A sinistra: Il satellite di Saturno Encelado, fotografato dalla sonda Cassini


(NASA/ESA/ASI) nel 2005. La regione polare appare costellata di crateri, mentre la
restante parte del satellite risulta essere liscia e ricca di fratture.
In alto: Immagini della sonda Cassini (NASA/ESA/ASI) dei crio-vucani in azione su
Encelado.
SATURNO
- Satelliti:  62 (di cui 27 scoperti dopo il 2005)
7 satelliti hanno diametro >200 km: Mimas, Encelado, Tetis e Dione (anello E)
Rea, Titano e Giapeto (oltre l’anello E )

Titano
- R=2575 km  0,4 RT

- La più grande delle lune di Saturno (e seconda in dimensioni nel Sistema solare, dopo Ganimede);
scoperta da Christian Huygens nel 1655.

- Densa atmosfera di azoto (come la Terra), metano e altri idrocarburi, che la rendono opaca in molte frequenze

- Superficie: ghiaccio di acqua, con fiumi, laghi e mari di idrocarbuti (metano, etano); presenti dei crio-vulcani.
Temperatura: T=194 K (-179ºC); p=1.5 atm.

A destra: Prima immagine realizzata dalla sonda


Huygens dell’ESA (missione Cassini, NASA/ESA/ASI)
dalla superficie di Titano (14-01-2005). Si vedono massi
di ghiaccio e letti di fiumi e laghi in cui periodicamente
scorre metano.

A sinistra: Il satellite di Saturno Titano fotografato dalla


sonda Cassini (NASA/ESA/ASI) nel 2005. I colori sono
naturali.
URANO
- Osservabile da Terra ad occhio nudo.
- Sconosciuto agli antichi per il debole flusso e il movimento più lento rispetto agli altri pianeti. Osservato dal
1690 (J. Flamsteed), ma scambiato per una stella. Osservato da William Herschel nel 1781, ma scambiato
per una cometa; identificato dallo stesso Herschel come pianeta nel 1783.
- Anche con grandi telescopi appare senza struttura nella banda ottica. Il colore è azzurro-verde.

Urano con due dei suoi cinque satelliti, Oberon e Titania (in alto a sinistra) fotografato con
Giove e i suoi quattro satelliti galileiani (a destra).
(https://apod.nasa.gov/apod/ap101008.html)
URANO
- Osservabile da Terra ad occhio nudo.
- Sconosciuto agli antichi per il debole flusso e il movimento più lento rispetto agli altri pianeti. Osservato dal
1690 (J. Flamsteed), ma scambiato per una stella. Osservato da William Herschel nel 1781, ma scambiato
per una cometa; identificato dallo stesso Herschel come pianeta nel 1783.
- Anche con grandi telescopi appare senza struttura nella banda ottica. Il colore è azzurro-verde.

Urano fotografato dalla sonda Voyager 2 il 24-01-1986 (4 giorni prima dell’esplosione del
Challenger), da una distanza di 81 500 km. Il pianeta appare avvolto da un’atmosfera
azzurro-verde, priva di struttura.
URANO
- 1977: scoperti gli anelli di Urano.

Immagini composite di Urano nella banda del vicino infrarosso. Le immagini sono state acquisite con il telescopio
Keck l’11 e il 12 luglio 2004. I colori blu, verde e rosso (falsi colori) corrispondono a lunghezze d’onda di 1.26, 1.62
e 2.1 micron, rispettivamente (le regioni blu, ad esempio, sono quelle che riflettono più radiazione a 1.26 micron).
L’utilizzo di ottiche adattive consente di ottenere immagini più nitide.
Il Polo Nord di Urano è a destra.
URANO
- Distanza dal Sole: 19.18 UA

- Periodo di rotazione: 17h14m


- Periodo di rivoluzione: 84 anni

- Dimensioni: R = 4 RT Densità media:


M= 14.56 MT  = 1.2 g/cm ~ 0.22 T
3
- Massa:

Immagini della Terra e di Urano a


confronto (in scala).

- Peculiarità: asse di rotazione inclinato di ~ 98 rispetto alla normale al piano orbitale
(forse a causa di un violento evento di impatto nelle fasi iniziali della storia del pianeta)

 1 giorno polare su Urano


dura 42 anni terrestri
 il prolungato riscaldamento polare
genera venti dai poli verso l’equatore
(non si vedono le bande colorate e le tempeste
che si osservano chiaramente su Giove e
Saturno)
URANO
- Struttura: probabile nucleo di rocce e “ghiacci”
e atmosfera fredda
→ “gigante di ghiaccio”:
massa dominata da composti meno
volatili di H2 ed He (es.:H2O, CH4, NH3);
solo ~20% della massa totale è in H2
(mentre nei giganti gassosi è ~90%)
[Nota: tali composti sono chiamati «ghiacci»
indipendentemente dal loro stato (solido, liquido,...)]

- Temperatura dell’atmosfera: T~ 49 K (-224ºC)


→ la più fredda del Sistema solare

- Composizione dell’atmosfera:
- gas: soprattutto H2 (83%) ed He(15%), con
tracce di CH4;
- ghiacci: H2O, NH3 ,…

- Anelli:
- costituiti di piccole particelle di polvere e rocce di
dimensioni dell’ordine del metro Immagine di Urano nel vicino infrarosso, acquisita dal
Telescopio spaziale Hubble (HST) nel 1998.
- più scuri degli anelli di Saturno
Si notano gli anelli intorno al pianeta, 10 delle sue lune e le
- raggruppamenti e separazione; influenza dei nubi atmosferiche (blu, verde e rosso corrispondono a
satelliti. lunghezze d’onda di 0.9, 1.1 e 1.7 micron, rispettivamente).
URANO
- Satelliti:  27, di cui 13 interni, 5 principali (con R> 200 km) e 9 irregolari.

I 5 satelliti principali sono (in ordine di distanza): Miranda, Ariel, Umbriel, Titania, Oberon.
Hanno orbite coplanari con l’equatore di Urano.
Hanno sufficiente massa da aver raggiunto l’equilibrio idrostatico.
A parte Umbriel, mostrano fenomeni di vulcanismo o canyon sulla loro superficie.

1 2 3

Immagini dei satelliti principali di Urano, realizzate dalla


4 5 sonda Voyager 2 nel gennaio 1986.
1. Miranda (R=326 km): superficie coperta di polvere o
neve, con regioni di crio-vulcanismo.
2. Ariel (R=579 km): superficie caratterizzata da buchi,
in parte riempiti da lava criovulcanica.
3. Umbriel (R=585 km): superficie densamente coperta
di crateri; quello in cima all’immagine è un cratere da
impatto di 100 km di diametro.
4. Titania (R=789 km): superficie simile a quella di Ariel.
5. Oberon (R=761 km): superficie con rilievi fino a 11
km, che si stagliano sullo sfondo nero dello spazio.
NETTUNO
- Distanza dal Sole: 30.06 UA Immagine di Nettuno acquisita dalla sonda Voyager 2 nel
gennaio 1989, da una distanza di circa 7 milioni di km dal
pianeta. Si notino la struttura a bande dell’atmosfera e la
- Periodo di rotazione: 16h03m Grande Macchia Scura (in centro).
- Periodo di rivoluzione: 165 anni

- Dimensioni: R = 4 RT Densità media:


- Massa: M= 17.21 MT  = 1.7 g/cm3 ~ 0.3 T

- Unico pianeta del sistema solare a non essere visibile


ad occhio nudo.

- Scoperto «con la punta di una penna»:


- predizione matematica della posizione di un perturbatore
dell’orbita di Urano da parte di Urbain Le Verrier;
- osservazione del pianeta da parte di Johann Galle il
23-09-1846.

(Nettuno è presente in disegni di Galileo Galilei del 1612 e 1613,


ma fu probabilmente confuso con una stella dallo stesso Galilei).

- Apparenza:
- di colore blu elettrico, con struttura a bande (circolazione atmosferica), nubi e tempeste;
- venti superficiali di 580 m/s (2100 km/h);
- Grande macchia scura, osservata nel 1989: tempesta confrontabile con la grande macchia rossa di
Giove, ma estinta entro il 1994.
NETTUNO
- Struttura: probabile nucleo di rocce e ‘‘ghiacci’’ e atmosfera fredda

→ “gigante di ghiaccio” (come Urano)

- Temperatura dell’atmosfera: T~ 55 K (-218 ºC)


- Temperatura del nucleo: T~ 5400 K

- Composizione dell’atmosfera:
- gas: H2 (80%) ed He(19%), con tracce di CH4.
- ghiacci: NH3 , H2O, ….

- Anelli: meno prominenti e meno riflettenti di


quelli di Saturno; incompleti e frammentati (archi);
costituiti di ghiacci rivestiti di silicati e composti
del carbonio.

Immagine degi anelli di Nettuno acquisita dalla sonda


Voyager 2 nel 1989.
NETTUNO
- Satelliti:  14, di cui 3 principali (con R> ~ 200 km).
I 3 satelliti principali sono (in ordine di dimensioni): Tritone, Proteo, Nereide.

1 2 3

Immagini (non in scala) dei satelliti principali di Urano, realizzate dalla sonda Voyager 2 nel gennaio 1989.

1. Tritone (R=1353 km): satellite più grande di Nettuno; 2. Proteo (R=209 km): corpo non sferico, con superficie
superficie costituita da ghiacci di N, CO, CH4 e CO2. Orbita costellata di crateri (di cui uno gigante).
Nettuno in verso opposto a quello della rotazione del pianeta
(cattura, con conseguente riscaldamento mareale e attività 3. Nereide (R=170 km): orbita ad elevata eccentricità
geologica). Rivelata la presenza di geyser nella regione del (0.75); probabile frammento catturato da Nettuno e
Polo Sud (in basso a sinistra); possibile attività di crio- immesso in un’orbita inusuale.
vulcanismo nella regione centrale (in alto). Scoperto nel 1949 da Gerard Kuiper.
IL SISTEMA SOLARE

c. Corpi minori del sistema solare:


asteroidi, pianeti nani, comete.
Polvere interplanetaria,
meteoroidi e meteore.
FASCIA DEGLI ASTEROIDI
- Asteroidi: corpi più abbondanti nel sistema solare, anche se con massa totale di 1/1000 della massa
della Terra.

- Concentrati soprattutto (ma non solo!) nella


fascia degli asteroidi: «flotta» di corpi rocciosi e metallici, ciascuno orbitante intorno al Sole,
tra  2 e  4 UA dal Sole, tra l’orbita di Marte e quella di Giove.
Ha la forma di una «ciambella» di spessore  1 UA.

- Origine della fascia degli asteroidi: frammenti di molti proto-pianeti che non sono mai riusciti ad aggregarsi
in un singolo pianeta, a causa dell’influenza gravitazionale esercitata dal
neo-formato Giove
(collisioni continue provocarono la frammentazione continua delle aggregazione
dei proto-pianeti, impedendo la formazione di un unico oggetto massiccio).

Schema della fascia degli asteroidi.

Jupiter

Mars
FASCIA DEGLI ASTEROIDI
- Distribuzione degli asteroidi nella fascia degli asterodi: non uniforme, a causa dell’attuale influenza
gravitazionale di Giove (che si trova a 5,2 UA dal Sole).

 Addensamenti di asteroidi, intervallati da zone “vuote” che si trovano a distanze dal Sole
tali per cui i periodi orbitali sono multipli interi del periodo orbitale di Giove
(Kirkwood Gaps, prodotti da risonanze orbitali che distorcono le orbite e le “svuotano” ).

Ad es., la risonanza 2:1 si trova in corrispondenza di 3.3 UA, dove il periodo di rivoluzione
dell’asteroide vale 1/2 del periodo di rivoluzione Giove, ovvero 11.86 anni/2=5.93 anni.
FASCIA DEGLI ASTEROIDI
- Dimensioni degli asteroidi: molto varia, ma < 1000 km.

- Il più grande: Ceres (D=913 km, scoperto nel 1801 da Piazzi), che in realtà è un pianeta nano
(unico nella fascia degli asteroidi);
- Il secondo più grande: Pallas (2 Pallas, D=523 km, scoperto nel 1801 da Olbers) ;
- 7 con D>300 km;
- 81 con D>150 km;
- 100 000 con D> 1 km....  moltissimi asteroidi con dimensioni molto piccole!

Immagine dell’asteroide 951 Gaspra (19 km x 11 km) Distribuzione cumulative, N(>D), delle dimensioni degli asteroidi
nella fascia degli asteroidi, realizzata dal satellite localizzati nella fascia degli asteroidi (Walsh et al. 2009,
Galileo (NASA), in viaggio verso Giove, https://arxiv.org/abs/0906.4366)
il 2-10-1991 da una distanza di circa 5350 km.
FASCIA DEGLI ASTEROIDI
- La distribuzione delle dimensioni degli asterodi nella fascia degli asteroidi è in accordo
con la distribuzione delle dimensioni dei crateri da impatto sui corpi del sistema solare,
a conferma del fatto che i crateri sono spesso generati da impatto di asterodi.

Il cratere Vredefort, in Sud Africa (pianeta Terra), generato dall’impatto di Il cratere Meteor (o Barringer), in Arizona, USA (pianeta Terra),
un asteroide di >10 km di diametro (D=300 km; età: 2023±4 Ma, generato dall’impatto di un asteroide di >10 km di diametro
Paleoproterozoico). E’ il più grande cratere da impatto sulla Terra. (D=1.2 km; H= 170m; età: 50 000 anni, Pleistocene).
E’ confrontabile con il cratere Chicxulub (Golfo del Messico), creato
dall’asteroide che causò l’estinzione di massa nel Cretaceo-Paleocene).

Febo (satellite del pianeta


ll cratere lunare Aitken
Marte), con il cratere
Nei pressi del Polo Sud
Stickney (in alto al centro;
della Luna (D=135 km),
D=9 km) e altri crateri minori.
con altri crateri minori .
FASCIA DEGLI ASTEROIDI
Asteroidi vicini alla Terra (Near Earth Asteroids, NEA)
Sono gli asteroidi della fascia degli asteroidi che hanno orbite che si avvicinano o incrociano l’orbita terrestre.
- 2018: >16000 NEA noti.

Asteroidi potenzialmente pericolosi (Potentially Hazardous Asteroids, PHA)


Sono i NEA con dimensioni >140 m che si avvicinano molto alla Terra (distanza <7.5 milioni di km) e
potenzialmente potrebbero collidere con essa, causando significativi danni.
- 2019: 1885 PHA noti!

 Non sorprende che sulla Terra ci siano crateri Jupiter


da impatto...

I PHA sono monitorati per definirne le traiettorie


con accuratezza e valutare i rischi di impatto.

Immagine
Earth
dell’asteroide 4179
Toutatis, catalogato
come un PHA,
acquisita nel 1996 con Orbite dei PAH
il Goldstone radar Orbita terrestre
(NASA, JPL). Orbita di Giove
FASCIA DI KUIPER
- Fascia di Kuiper: Regione al di là dell’orbita di Nettuno, popolata di corpi minori,
la cui esistenza era stata prevista da Gerard Kuiper negli anni 1950.
Si estende tra 30 UA e 50 UA circa ed ha forma a «ciambella».
È 10 volte più ampia e 20-200 volte più massiccia della fascia degli asteroidi .

Plutone : un membro speciale


- Scoperto da Clyde Tombaugh nel 1930, è stato l’unico oggetto noto della fascia di Kuiper prima
degli anni 1990.

- Massa e dimensioni: M=0.002 MT, R=0.19 RT.


- Distanza dal sole: 40 UA.

- Considerato il nono pianeta del sistema solare fino


alla sua ri-classificazione del 2006 come
«pianeta nano» (in analogia con altri oggetti scoperti
nella fascia di Kuiper).

- Possiede 5 lune, di cui Caronte (scoperta nel 1978)


è la maggiore e ha dimensioni confrontabili con
Plutone (DCaronte0,5DPlutone)

 sistema binario di pianeti nani


Immagine di Plutone e Caronte
(14-7-2015, sonda New Horizon, NASA)
FASCIA DI KUIPER
Plutone : un membro speciale ?
- Plutone non è il «re della fascia di Kuiper»: è solo stato il primo ad essere scoperto e ad essere visitato
da una sonda spaziale (nel 2015, dalla sonda New Horizons, NASA).

- Superficie: per la maggior parte corrugata, con montagne, altipiani, crateri e canyon composti
principalmente di ghiaccio di acqua; alcune regioni sono coperte di ghiaccio di azoto .
- Atmosfera: tenue; composta in prevalenza da N2, CO e CH4, con particolato organico in sospensione
(foschia).

Immagini di Plutone realizzate dalla sonda New Horiizon (NASA) nel luglio 2015.
A sinistra - Si notino la regione a forma di cuore (Sputnik Planitia), ricoperta per circa metà della sua estensione da ghiaccio di azoto,
e la colorazione rossastra di un’area del pianeta, associata alla presenza di toline, ovvero copolimeri generati da irraggiamento
ultravioletto di composti organici semplici (come metano ed etano), spesso combinati con sostanze inorganiche (come l’ N2).
A destra - Crepuscolo su Plutone: Immagine della superficie di Plutone avvolta dalla sua sottile atmosfera stratificata. La presenza di foschia
diffonde la luce anche nelle regioni ombreggiate dalla presenza rilievi.
FASCIA DI KUIPER
- L’osservazione, dal 1977, di «asteroidi centauri» (come 2060 Chirone, 5145 Folo, 10199 Chariklo, ...)
localizzati nella regione dei pianeti gassosi (ben oltre la fascia degli asteroidi) con orbite molto eccentriche
ed inclinate rispetto all’eclittica, confermò che dovesse esistere una «riserva» di oggetti oltre l’orbita di
Nettuno, come ipotizzato da Kuiper.
(Asteroidi localizzati in queste regioni dovrebbero infatti avere orbite molto perturbate dai pianeti giganti o essere catturati
da essi; il fatto che li osserviamo ancora oggi significa che deve esistere un processo di «rifornimento» di centauri e quindi
una «riserva» di questi oggetti nelle regioni più esterne del sistema solare.)

- Il primo di questi oggetti trans-nettuniani (oltre a Plutone e Caronte) fu osservato nel 1992:
1992 QB1 (ora 15760 Albion)  conferma definitiva dell’esistenza della fascia di Kuiper.

- Oggi: noti > 1800 corpi minori nella fascia di Kuiper (asteroidi, pianeti nani, comete,....)

Schema della Fascia di Kuiper


(in giallo, la traiettoria di della sonda
New Horizon, NASA)
ULTIMA THULE
È l’oggetto più distante del sistema solare visitato da una sonda spaziale.
Si trova nella fascia di Kuiper, a 43-46 UA (6 ore luce) dal Sole.

2019-01-01

NASA’s New Horizon’s space probe made history on New Year’s Day as it flew past a small,
snowman-shaped object 4 billion miles away from Earth known as Ultima Thule.
At 12:33 a.m. EST on Jan. 1, New Horizons made its closest approach to Ultima Thule at a distance
of around 2,200 miles. This is comparable to the distance from the East Coast to the West Coast of
the United States.
Shortly after buzzing by Ultima Thule, the space probe sent back its first images of the small world.

New Horizons Principal Investigator


Alan Stern gives a high five to Mission
Operations Manager Alice Bowman
after the team received signals from the
spacecraft that it is healthy and
collected Una delle prime immagini (visione polare) di Ultima Thule (486958 Arrokoth),
data during the flyby of Ultima Thule, acquisita dalla sonda NASA New Horizons il 1 gennaio 2019.
Tuesday, Jan. 1, 2019. Dimensioni: 32 km x16 km; distanza dal Sole:43-46 UA .
Credit: NASA/Bill Ingalls Si tratta probabilmente di un asteroide binario a contatto (Ultima e Thule).
LE COMETE E LA NUBE DI OORT
Apparenza
- Oggetti osservati fin dall’antichità, come le stelle e i pianeti.
- Compaiono improvvisamente in cielo e poi spariscono dopo settimane/mesi
(anticamente identificate come portatrici di sventura).
- Caratterizzate da una testa brillante, la chioma, e da una coda che può estendersi per diversi gradi in cielo.

Natura
- Corpi piccoli, ricchi in ghiacci e polveri, formatisi per
accrescimento nella regione esterna della nebulosa
solare.

- Mentre una cometa si avvicina al Sole, i ghiacci si


riscaldano e si trasformano direttamente in vapore
(sublimazione); il vapore fuoriesce dalla superficie
del nucleo cometario e porta con sé le particelle
solide.
Inizialmente il nucleo può avere dimensioni da alcuni
km ad alcune decine di km; i getti di vapore e polvere
formano la chioma e poi la coda, che può estendersi
su distanze di migliaia o milioni di km. La cometa Yakutake, visibile nel 1996 ad occhio nudo
(estensione della coda: > 40 gradi).

- Significative perdite di massa del nucleo (cometa di Halley: 1011 kg) in successivi passaggi al perielio
 sopravvivenza delle comete nel sistema solare interno:alcune migliaia o decine di migliaia di anni.
LE COMETE E LA NUBE DI OORT
Il nucleo della cometa
- Composizione: ghiacci di H2O, NH3 e CO2 , mescolati a polveri (silicati)  «neve sporca»;
- Struttura porosa (densità minore del ghiaccio «compatto»);
- Esplorato da un lander per la prima volta nel 2014 nella cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko (lander
Philae, missione Rosetta (ESA)  rivelate 16 molecole organiche (tra cui acetammide, acetone, isocianato
di metile e propionaldeide mai osservate prima su una cometa); alcuni potrebbero essere importanti per la
sintesi di amminoacidi, zuccheri e acidi nucleici, mattoni della vita.

Polvere e raggi cosmici sul nucleo della


cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko.
Immagini della sonda Rosetta (ESA) il
1 giugno 2016.
Le stelle si vedono muovere sullo sfondo.

Il nucleo della cometa 67P/Churyumov-


Gerasimenko (dimensioni: 4 km) fotografato
dalla sonda Rosetta (ESA) nel novembre 2014
(passaggio al perielio: agosto 2015). Si notino i
Regione di 2.9 km x 2.6 km del nucleo della
getti di vapore e polvere uscenti dalla superficie
cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko
del nucleo.
fotografato dalla sonda Rosetta (ESA) nel
https://apod.nasa.gov/apod/ap150203.html
dicembre 2014 da una distanza di 20.1 km.
LE COMETE E LA NUBE DI OORT
La coda della cometa
È composta di due parti:

- Coda gassosa: Componente bluastra, visibile per emissione di radiazione da parte del gas ionizzato della
cometa; l’emissione dominante è quella di fluorescenza da molecole di CO+ (ione carbonile)
che si eccitano per assorbimento della luce solare e poi si diseccitano emettendo fotoni a
l=4200 Å.
Questa coda viaggia in direzione opposta al Sole sotto l’influenza del campo magnetico del
vento solare (le particelle ionizzate sentono la presenza del campo magnetico).
- Coda di polvere: parte visibile per riflessione e diffusione della radiazione solare da parte delle
particelle di polvere espulse dalla cometa, che entrano in orbita intorno al Sole
(con orbite simili a quella della cometa).

La cometa Hale-Bopp, poco prima del suo Schema dell’orientamento della coda di una
passaggio al perielio, nell’aprile 1997. cometa mentre essa orbita intorno al Sole.
LE COMETE E LA NUBE DI OORT
Da dove provengono le comete?
Esistono tre categorie principali di comete,
con diversi parametri orbitali:

1) Comete a breve periodo (P/):

- si pensa provengano perlopiù dalla fascia di Kuiper;

- hanno orbite poco inclinate rispetto all’eclittica, seppur


molto eccentriche;

- hanno orbite confinate alla regione dei pianeti, con


semiassi maggiori minori di ~ 30 UA (Nettuno) e quindi
periodi orbitali brevi (T<200 anni).

 Alcune sono già state osservate e si può prevedere il


Schema della fascia di Kuiper.
loro ritorno al perielio
(ad es., 1P/Halley, T=75-76 anni; prossimo passaggio:2061)

La posizione futura esatta di una cometa nella sua orbita ad un dato istante, così come l’orbita stessa di una
cometa, è difficile da prevedere: nei suoi passaggi al perielio, la perdita di gas e polvere applica una forza
alla cometa stessa (forza non-gravitazionale, con effetto «propulsivo») che ne altera la velocità e quindi i
parametri orbitali. C’è quindi un’incertezza nel prevedere con precisione il comportamento futuro di una
cometa nota.
LE COMETE E LA NUBE DI OORT
Da dove provengono le comete?
Esistono tre categorie principali di comete,
con diversi parametri orbitali:

2) Comete a lungo periodo (C/):

- si pensa provengano principalmente dalla nube di Oort, una gigantesca struttura sferica che avvolgerebbe
l’intero sistema solare (da ~ 2 000 UA a ~100 000 UA) e che si formò per evoluzione di parte delle orbite
dei planetesimi ghiacciati formatisi nelle regioni esterne della nebulosa solare;

- le loro orbite hanno inclinazioni molto varie


(simmetria sferica della nube di provenienza);

- le loro orbite hanno semiasse maggiore di


centinaia-migliaia di UA e quindi lunghi periodi orbitali
(T>200 anni).

 Appaiono a sorpresa: non si può prevedere quando


e da dove arriveranno
(es.: Yakutake, C/1996 B2; T~17000 anni)

Schema della nube di Oort, da dove proverrebbero i


nuclei delle comete di lungo periodo.
LE COMETE E LA NUBE DI OORT
Da dove provengono le comete?
Esistono tre categorie principali di comete,
con diversi parametri orbitali:

3) Comete interstellari (I/):

- raggiungono il Sistema Solare da sistemi planetari


associati a stelle diverse dal Sole.

La prima (2I/Borisov) è stata scoperta il 30-8-2019 da


G. Borisov ed ha raggiunto il perielio a dicembre 2019: Immagine della cometa interstellare 2I/Borisov
- ha un’orbita con eccentricità molto elevata: e=3.36; acquisita dal telescopio Spaziale Hubble (HST)
- la sua traiettoria è iperbolica (non è legata al Sole ad ottobre 2019, quando la cometa era a distanza
 non ritornerà); di ~ 400 milioni di km.dalla Terra.
- è possibile che sia stata espulsa ~ 0.9 Ma dopo un incontro
ravvicinato (~ 14000 U.A.) con la stella Ross 573 (singola)
o un incontro meno ravvicinato (~3 pc) con la stella GJ 4384
(sistema multiplo).
[Bailer-Jones et al. 2020, A&A, in press]

Ricostruzione della traiettoria della cometa


interstellare 2I/Borisov (linea gialla), confrontata con
la traiettoria dell’asteroide interstellare 1I/Oumuamua
(2017 U1; linea rossa).
LE COMETE E LA NUBE DI OORT
Ulteriori classi di comete...e ulteriore nomenclatura

• Comete non più esistenti (D/):

sono comete periodiche che sono state distrutte da un impatto con un pianeta del sistema solare, o che non
sono più state rivelate al passaggio al perielio previsto.
Es. Cometa Shoemaker-Levy (D/1993 F2): schiantata su Giove.

• Comete di incerta traiettoria(X/):

sono tipicamente comete storiche, per le quali non è


stato possibile determinare con accuratezza i
parametri orbitali.

• Comete riclassificate come pianeti minori (A/):


sono oggetti inizialmente classificati come comete
e poi ri-classificati come pianeti minori, ovvero come Sequenza di immagini infrarosse (2.3 micron) che documenta l’impatto
pianeti nani o corpi minori del sistema solare. della cometa Shoemaker-Levy su Giove il 16-7-1994.
Es. Asteroide interstellare Oumuamua, inizialmente 1: Giove prima dell’impatto (con Io in alto a destra); 2:la cometa appare
identificato come cometa (1I/2017 U1) e poi in basso a sinistra; 3: impatto della cometa; 4:Giove 20’ dopo l’impatto.
riclassificato come asteroide (A/2017 U1) (strumento: telescopio Tedesco-Spagnolo da 3.5m a Calar Alto,
Spagna).
LA POLVERE INTERPLANETARIA
La polvere interplanetaria è costituita da particelle di «polvere» (ovvero piccole particelle di materiali solidi)
distribuite nello spazio tra i pianeti.
La «polvere» propriamente detta è costituita di particelle che hanno dimensione D<1mm.
Particelle più grandi, ma con massa 10-9kg <M<107 kg sono definite «meteoroidi» (o «frammenti di
asteroide»).

Le particelle di polvere sono i costituenti della cosiddetta


«nube di polvere interplanetaria» (o «nube zodiacale», data
la sua collocazione lungo la fascia dello zodiaco),
che permea il sistema solare.
 Il sistema solare è un luogo molto «polveroso»!

Origine della polvere interplanetaria


1. Comete
Sono la sorgente principale della polvere interplanetaria.
Schema della regione interna del Sistema solare, con la nube di
Le particelle di polvere imprigionate nel nucleo di una polvere interplanetaria (o nube“zodiacale”) evidenziata in colore
cometa sono espulse nello spazio interplanetario dai azzurrino.
getti di vapore che si formano per sublimazione dei
Immagine, al microscopio elettronico,
ghiacci quando la cometa si avvicina al Sole. di una particella di polvere
interplanetaria di probabile origine
cometaria. La struttura è chiaramente
porosa e si notano i “mattoni” di base
Struttura e composizione: della particella (di dimensioni <1mm);
Aggregati di piccole particelle di polvere gli interstizi erano probabilmente
costituite di silicati già presenti nella nebulosa occupati da ghiacci, poi sublimati
dalla radiazione solare
solare, spesso ulteriormente aggregati in (campione collezionato nella
strutture più grandi insieme a ghiacci. stratosfera terrestre; NASA).
LA POLVERE INTERPLANETARIA
2. Fascia degli asteroidi

Costituisce una sorgente di polvere interplanetaria di importanza confrontabile con le comete.


Gli impatti di asteroidi sulla superficie dei corpi del sistema solare (sia corpi minori che pianeti) espellono
particelle di polvere (oltre a frammenti) nello spazio interplanetario: nella fascia degli asteroidi, popolata da
una gran quantità di corpi minori, gli impatti sono più frequenti che in altre regioni del sistema solare e
quindi la quantità di polvere generata è maggiore.

Struttura e composizione:
Tipicamente, frammenti della roccia che costituisce la superficie del corpo coinvolto nell’impatto (carbonio,
silicio e metalli).

3. Fascia di Kuiper

Costituisce un’altra possibile sorgente di polvere interplanetaria.


In questa regione avvengono impatti tra corpi minori, che possono espellere ghiacci dalla superficie, in
forma di polvere o di frammenti.

Struttura e composizione:
Ghiacci di metano, ammoniaca, acqua,....
LA POLVERE INTERPLANETARIA
Meteoroidi e meteore
Le particelle di polvere espulse dalle comete entrano in orbite kepleriane intorno a Sole.
Anche se le particelle si muovono in modo indipendente, dopo l’espulsione, le loro orbite sono prossime
a quelle della «cometa madre».
 Intorno all’orbita di una cometa c’è una moltitudine di particelle di polvere, le cui orbite
formano una sorta di «tubo»: flusso di meteoroidi (meteoroid stream)
Si può osservare il flusso di meteoroidi di una
cometa solo quando la Terra ci passa attraverso.
In alcuni casi, la Terra attraversa il fusso di
meteoroidi di una singola cometa due volte/anno.
Nell’attraversamento, i meteoroidi nel flusso
collidono con le regioni superiori dell’atmosfera
terrestre.

Collisione  compressione dell’aria


 riscaldamento di aria e meteoroide:
- il meteoroide in genere evapora
completamente (D~granello di sabbia);
- gli atomi dell’atmosfera a ~ 100 km di
altitudine si riscaldano e si eccitano,
emettendo una «striscia» luminosa,
la meteora (o «stella cadente»).

Se il meteoroide è grande e si frammenta, In alto: Schema del passaggio della Terra attraverso il flusso di meteoroidi che
eventuali frammenti che raggiungono la circonda l’orbita di una cometa. In basso: Schema dell’evento autunnale delle
meteore note come “Leonidi”, che si manifestano quando la Terra incrocia
superficie terrestre sono detti meteoriti. l’orbita della cometa a breve period P/Tempel-Tuttle.
LA POLVERE INTERPLANETARIA
Meteoroidi e meteore
- Osservazione di una moltitudine di meteore associate allo stesso flusso di meteoroidi: sciame di meteore.
- Esistono >50 sciami meteorici all’anno, ma solo alcuni sono davvero spettacolari (si veda la tabella).
- Anche in assenza di sciame meteorico, si possono osservare (in buone condizioni astronomiche)
le meteore sporadiche, causate da particelle di polvere che non appartengono ad un flusso di meteoroidi
cometario.
Data del Nome Tasso Origine
massimo dello orario
tasso sciame

3 gennaio Quadrantidi 130 Ignota

12 agosto Perseidi 80 Swift-Tuttle

21 ottobre Orionidi 25 Halley

17 novembre Leonidi >25 Tempel-


Tuttle
13 dicembre Geminidi 90 (3200)
Phaethon

Sciame delle Geminidi fotografato dalla Mongolia (Cina).


(https://apod.nasa.gov/apod/ap171215.html)
LA POLVERE INTERPLANETARIA
Meccanismi di trasporto della polvere interplanetaria
Anche se la polvere (sia polvere propriamente detta che meteoroidi) si forma in prossimità delle orbite
cometarie, nella fascia degli asteroidi e nella fascia di Kuiper, non resta confinata a quelle regioni. Esistono
diversi meccanismi che le trasportano in altre regioni del sistema solare. I principali sono:

1) Evoluzione orbitale: trasporta la polvere sia verso l’interno che verso l’esterno del sistema solare.

2) Pressione di radiazione: trasporta la polvere verso l’esterno del sistema solare.


Agisce soprattutto su particelle di dimensioni ~0.1-1 mm, per le quali la forza
dust esercitata dalla radiazione domina sulla forza di gravità (diretta verso il Sole).
Frad
Un fotone che urta una particella dotata di massa le trasferisce energia e la fa accelerare.
Sun Fgrav L’effetto è notevole per piccole particelle: la forza esercitata dalla radiazione su una particella è proporzionale alla
sua superficie S (Frad=prad·S), mentre l’accelerazione (a=Frad/m=prad·S/m) è inversamente proporzionale alla sua
massa; per avere massima accelerazione della particella occorre massimizzare il rapporto S/m. Questo rapporto
aumenta al diminuire della dimensione della particella, ma cessa quando la dimensione della particella diventa
molto minore della lunghezza d’onda della radiazione (l~0,5 mm). L’effetto è massimo per particelle di ~0.1-1 mm.

3) Effetto Poynting-Robertson: trasporta la polvere verso l’interno del sistema solare.


È dovuto alla pressione di radiazione, ma decelera la particella colpita se
questa è dotata di moto trasversale rispetto al moto del fotone
 passaggio ad un’orbita con semiasse maggiore più piccolo.
Le particelle gradualmente spiraleggiano da regioni più esterne del
sistema solare (ad es., la fascia degli asteroidi) verso l’interno del sistema
solare, dove vengono vaporizzate (se incontrano la Terra: meteore
sporadiche).
(Dalla fascia degli asteroidi alla Terra: D=10 mm t=10000 yr; D=1 cm t=10 Myr)
LA POLVERE INTERPLANETARIA
Luce zodiacale
L’effetto combinato dei diversi meccanismi di trasporto della polvere
interplanetaria è la struttura della «nube di polvere interplanetaria»
(o «nube zodiacale»),che permea l’intero sistema solare (discussa in precedenza).

Si può osservare questa nube? Sì! (Anche ad occhio nudo....)

 LUCE ZODIACALE : ~1 ora dopo il tramonto o ~1 ora prima dell’alba, si scorge una debole luce diffusa
che si estende sopra l’orizzonte nella direzione del Sole (che è tramontato o sta
sorgendo). Questa luce è prodotta dalla diffusione della luce solare da parte delle
particelle di polvere che compongono la nube zodiacale (un fenomeno analogo a
quello che avviene nella coda di una cometa).

Schema della luce zodiacale prima dell’alba. Fotografia della luce zodiacale dalla cima del Mauna Kea (Hawaii) .

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