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INSEGNAMENTO 5

(lezione 2021)

Stavamo parlando dei descrittori delle scale. Abbiamo ripassato le caratteristiche dei livelli del
QCER, che per chiunque si occupa di apprendimento delle lingue, bisogna avere chiari i livelli e le
loro parole chiave. Abbiamo visto un’introduzione di cos’è la mediazione, come viene suddivisa, in
strategie e attività. Quindi abbiamo visto prima la parte delle attività. Partendo dai 6 livelli, con le
loro scale globali, abbiamo visto come vengono riportate nelle scale inerenti sia alla mediazione in
generale e quindi abbiamo notate come molte delle parole chiave tornavano. Quindi come i livelli
ci guidano per orientarci e poi abbiamo iniziato a vedere la prima azione, quella del mediare a
livello testuale e abbiamo visto anche la prima scala. La prima scala era relativa a trasmettere
informazioni e essendo le informazioni, un testo informativo, quindi che è un saper decodificare e
riferire le informazioni che si trovano al suo interno. Sono delle istruzioni. Quindi ai livelli alti, a
meno che non siano delle informazioni in testi lunghi e complessi, sono descrittori che si trovano
principalmente nei livelli B e A, quindi nei livelli molto alti non viene inserito perché parliamo di
tipèi di testi più argomentativi. Siamo arrivati alla slide 74. Abbiamo visto che in un livello come il
pre A1, che non era stato inserito nella prima versione del QCER, però ci si è reso conto che nella
pratica didattica esiste un qualcosa che c’è ancora prima. Appariva anche l’illustrazione, il disegno,
la foto, anche questo è inteso come testo. quindi le scale le guardiamo un po’ nelle loro
caratteristiche, non andiamo nel dettaglio di tutti i livelli.
Il lavoro che faremo oggi è vedere principalmente quali sono le azioni. Quindi siamo nell’azione sul
mediare a livello testuale. Quindi nel primo schema sotto il mediare a livello testuale, abbiamo una
trasmissione di informazioni specifiche, la spiegazione dei dati, elaborare un testo, tradurre un
testo scritto, prendere appunti, esprimere un’opinione e un commento personale rispetto a testi
creativi e letterari e poi anche fare l’analisi critica dei testi creativi e letterari. Vediamo questo tipo
di attività all’interno del mediare a livello testuale. Vediamo principalmente le caratteristiche
essenziali. Poi diamo un occhio alla scala, ma è un qualcosa di generico. Vediamo la seconda azioni
che ci propone, che è quella dello spiegare i dati. Troviamo una scala e tramite descrittori c’è la
spiegazione di dati che parla di una transcodifica. Transcodificazione in forma verbale di
informazioni contenute in figure, quindi leggere diagrammi, tabelle, ecc. non è facile saper leggere
un grafico, un diagramma, una tabella. Noi che abbiamo un livello culturale abbastanza alto, siamo
più abituati a questo tipo di testi, ma immaginiamo un migrante che magari non ha mai studiato,
può avere problemi a interpretare un grafico, un diagramma, una tabella, non è un qualcosa di
riduttivo. Comunque presuppone delle capacità logiche. Ci vuole a volte un’attitudine allo studio.
Se ricordate il video quando c’erano i test di intellingenza che venivano fatti con i pezzi di legno. Chi
aveva un livello culturale più basso cercava di ricostruire la realtà che conoscevano. Ad esempio il
muratore cercava di costruire una casetta. Mentre la signora che aveva studdiato, conosceva la
lingua straniera ed era di un'altra estrazione sociale, parla di giochi, si pone in altro modo. Lì viene
anche da chiedersi, quanto è davvero legato all’intelligenza e quanto è legato alla cultura, allo
studio, quindi non è una questione di essere più o meno intelligente, ma più o meno avvezzi a una
certa tipologia testuale. Quindi avere avuto un background di studio e culturale differente. Quindi
spiegazione di dati attraverso diagrammi e tabelle è un qualcosa che può aver bisogno di
mediazione. Quindi può essere utilizzato anche tramite le tecnologie, quindi power point, e quindi
ha a che fare con lo spiegare sempre informazioni chiave dei grafici per esempio contenuti in un
articolo, ma rientrano anche le previsioni metereologiche, le informazioni finanziarie, l’andamento
della borsa. Quello sulle previsioni metereologiche ad esempio, spesso, visto che è un argomento
che si fa anche nell’A2, c’è l’immagine dell’Italia con il sole, la neve. E anche lì stiamo leggendo
delle icone. Tutto quello che è transcodifica, vuol dire rendere parola un qualcosa che parola non è,
quindi descrivere un’immagine, un’icona, una tabella. Sembra una cosa per noi molto istintiva,
vedere il sole, la nuvola e capire il tempo che fa, ma spesso bisogna mediare e esplicitare, perché
quello che per me è un fiocco di neve, per un altro può essere interpretato come un’altra cosa.
Quindi l’interpretare i dati si basa sul descrivere grafici su argomenti familiari, quindi diagrammi,
mappe metereologiche. Presentare le tendeze che ci sono nei grafici. Commentare un grafico a
barre. Oppure scegliere e interpretare punti salienti pertinenti, dati empirici presentati in un
grafico. Quindi è crescente il livello di difficoltà e analisi di questi dati. Prima delle scale c’è sempre
una sorta di presentazione che può essere utile per avre una chiave di lettura delle scale stesse. C’è
una progressione caratterizzata verso l’alto e più siamo in alto, più i graifici sono complessi. Quindi
si va ad arrivare ai livelli C su grafici dei testi accademici o comunque specialistici, altamente
professionali. Ovviamente abbiamo a che fare con atti comunicativi più complessi, quindi più
andiamo nel dettaglio e più andiamo a spiegare i punti essenziali, i dati, ecc. quindi qui per il livelli
bassi non sono stati inseriti dei descrittori, anche se li inserisce nel livello A2+, perché nell’A2+, che
è già un pochino avanzato verso il B1, si inizia a saper desccrivere grafici su argomentoi familiari,
quindi non prima dell’A2+. Poi ci ricorda la cosa delle lingue differenti, che abbiamo visto l’altra
volta, che possiamo parlare della stessa lingua, oppure di solito per comodità si fa l’esempio tra
lingua b e lingua A. lo divide in forma orale o in forma scritta. Ovviamente la mediazione con la
lingua dei segni avviene sono nella forma orale. Quindi andiamo dal C2, quindi interpretare e
descrivere in modo chiaro e affidabile i dati empirici, quindi le informazioni organizzate
visivamente, risultanti da ricerche concettualmente complessi, su argomenti accademici ie
professionali. Nei livelli B, invece parliamo, diagrammi complessi, tabelle, però su argomenti
relativi ai suoi ambiti di interesse, quindi si restringe il campo degli ambiti. Nel B1 sono rpeviste
lacune lessicali, quindi ci si rende conto che alcuni termini mancheranno, infatti è previsto l’aiuto di
un dizionario o altri strumenti di riferimento. Anche sapersi orientare in un dizionario è un
qualcosa di importante, da non dare per scontato. Quindi il B1 lo divide in un B1+ e un B1 pieno.
Anche qui ci sono soprattutto i limiti lessicali, che possono creare esitazioni o imprecisioni. Ai livelli
A, viene previsto solo nell’A2+ e ci sono delle isllustrazioni su argomenti familiari, come appunto il
meteo. Anche qui è evidente che ci possano essere delle difficoltà.
Elaborare un testo. per l’elaborazione di un testo dobbiamo andare a comprendere prima
l’informazione o l’argomento del testo di partenza, perché eleborare un testo , vuol dire trasferirlo
in un altro testo, che di solito è un riassunto, una forma sintetizzata. Quindi adattare un testo a un
contesto nuovo. Quindi è intesa come riepilogo o riformulazione di informazioni contenute in un
testo originale. Quindi devo fare un lavoro in cui trovo i punti salienti, le idee saliente nel testo di
partenza e poi lo elaboro. Spesso la parola chiave che troviamo nelle scale è quella del riassunto.
Come abbiamo visto prima, trasmettere informazioni specifiche, non si va a vedere il testo
integrale, perché ci ricorda, tranne se l’informaizon è ben nascosta ed è per questo che c’era il
ivello C, su testi lunghi, complessi, ma era una ricerca delle informazioni salienti. Nell’alaborare un
testo invece c’è bisogno di comprendere tutto, perché dobbaimo aver compreso tutti i punti
principale del testo di partenza. Quindi si collega anche alla competenza di leggere per informarsi e
per discutere. Vediamo i tre punti salienti dell’elaborazione di un testo. chi sta usando la lingua può
decidere se presentare l’informazione con l’ordine che già seguiva il testo di partenza o anche dare
un altro ordine, in base agli obiettivi che si hanno, ma l’importante è che ci siano i concetti
principali. Quindi nell’elaborare un testo troviamo il riassumere i punti essenziali di un testo di
partenza, raccogliere informazioni e argomenti da diverse fonti. Se ad esempio si un fa un esame
del Dele C2, che presenta una prova del genere, cioè raccogliere informazioni e argomenti da
diverse fonti, o un testo scritto, o un ascolto e devo integrare in un riassunto entrambe le
informazioni. Quindi è un’abilità integrata non facile. Ancora identificare e spiegare al destinatario
quale sia il pubblico di riferimento, l’obiettivo e il punto di vista dell’autore espresso nel testo
originale. Quindi è oltre alla spiegazione e l’identificazione, che è un riassunto sul punto di vista. Ad
esempio non troviamo descrittori ai livelli troppo bassi, perché ai livelli A1 è difficile, perché è un
qualcosa che presuppone sia capacità cognitive, oltre alle capacità linguistiche. Quindi la tipologia
testuale può essere molto vasta, anche il grado di complessità, l’astrazione degli argomenti.
L’astrazione si inizia a presentare dai livelli B. infatti l’A1 non ha descrittori. Nell’A2, viene inserito il
gesto, il disegno, vengono accettate anche le espressioni di altre lingue, mentre arriviamo al B1, un
livello di anche testi di programmi televisivi, conversazioni, devono essere testi ben strutturati su
argomenti di interesse. Nel B2 invece abbiamo questa capacità di sintetizzare di comparare le fonti,
di prendere da più fonti, per esempio interviste, documentari, film, sempre sull’ambito di
interesse. I livelli B mantengono l’ambito di interesse. Mentre nei livelli C arriviamo a testi
professionali, accademici, con opinioni sempre più implicite. I livelli C hanno la capacità id spiegare
le distinzioni, quindi anche distinzioni sottili. Anche qui lo troviamo, testo orale e testo scritto.
Addirittura spiega le inferenze, quindi quello che noi possiamo comprendere dal testo anche
quando ci sono collegamenti o implicazioni non esplicite. Riesce anche a indicare implicazioni
socioculturali, quindi la reticenza, l’ironia, il sarcasmo, sono testi complessi. Anche qui riportare
l’opinione di qualcun altro, facendo attenzione a cosa esprime l’autore, se ci sono delle critiche
anche velate. E diverse sono le fonti nei livelli alti. Nei livelli alti si va più nel dettaglio. L’importante
è che notiamo queste differenze. Ci sono tanti argomenti nei livelli C, possiamo parlare di un
estratto di un romanzo, di critica letteraria, un estratto da un libro scientifico. Mentre nei livelli B ci
sono ad esempio testi informativi, le fiction, sono testi complessi ma di argomenti e ambiti di
interesse. Si può parlare di scopi, attegiamenti e opinioni dell’autore ma devono essere più
esplicite. Anche gli estratti di notiziari, interviste. Quindi le tipologie testuali cambiano. C’è il B2 e il
B1+. Già nel B1 si parla di più di testi e di argomenti familiari. Quindi anche qui una brochure di
viaggio. E devono essere gli argomenti a condizione che i partecipanti si siano espressi in modo
chiaro. La complessità va a scemare, abbassando il livello. I testi sono molto più semplici, videoclip
ecc. a condizione di poterli guardare più volte. Non è detto che al primo ascolto si riesca a capire
tutto. Troviamo anche in A2+, abbiamo punti principlai di notiziare, della tv, della radio, che
trattano di sport, incidenti o argomenti familiari, esposti però lentamente e chiaramente. Quindi in
base alla difficoltà del testo possiamo capire quale livello riuscirà a gestire quel tipo di testo. nell’A2
si integra un limitato repertorio linguistico, con gesti, segni, parole, anche di altre lingue.
Addirittura nell’A1 i testi sono i cartelloni, avvisi, manifesti.
Tradurre un testo scritto. Anche qui possiamo avere un testo scritto in forma orale. Possiamo
tradurre dallo scritto all’orale o al segno. Anche qui ci dice che è un’attività informale, però si fa
spesso nella professionalità quotidiana del mediatore. Quindi si traduce di solito in modo
spontaneo. I testi possono essere, lettere, messaggi, e mail o altre comunicazioni. Quindi i concetti
chiave sono assicurare una traduzione che possa essere a livelli bassi, anche sommaria e
approssimativa; cogliere l’informazione essenziale e poi ai livelli più alti, cogliere le sfumature di
significato. Quindi magari il testo è sempre lo stesso, ma andiamo a diversi livelli di profondità. Si
parla anche del tradurre un testo scritto in forma scritta. Che invece rispetto a quello orale è
un’attività più formale. Perché mentre nell’orale abbiamo una sorta di traduzione all’impronta, se
noi traduciamo invece da un testo scritto a un testo scritto ci deve essere un maggior grado di
controllo. Il parlato rientra anche nel campo delle caratteristiche del parlato. Però non c’è una scala
che si occupa di questo, perché si occupa di più delle competenze di traduzione. Quindi ci ricorda,
che rientra nel campo dei traduttori professionisti e anche lì ci ricorda i livelli legati alla traduzione.
Quindi quella letteraria che vuole un livello C2. Ci ricorda che ci possono essere anche dei livelli
superiori al C2, rientra anche il tono, lo stile. Ancora per parlare di descrittori, fa la differenza tra la
prima lingua e la lingua migliore. Ci parla, legandola sempre alla traduzione, di comprensibilità
della traduzione, limiti entro i quali le formulazioni e la struttura originale influenzano la
traduzione, legata anche allo stile, la struttura ecc. e poi c’è la capacità di cogliere le sfumature dei
testi di partenza. Quindi ai livelli inferiori saranno traduzioni più approssimative, sempre su testi di
argomenti semplici e familiari e quelli invece superiori, si chiederà anche una fedeltà maggiore
all’originale. Quindi ci mette il testo scritto in forma orale e anche il testo scritto in forma scritta.
Per cui ci ritroviamo sempre un po’ sulle stesse caratteristiche, quindi testi accademici con
sfumature di significato nei livelli B. possono esserci traduzioni più approssimative. Nel B2+ c’è la
parte legata all’influenza dell’ordine dei paragrafi, della punteggiatura ecc. Nei livello B1 e B1+.
Anche se si parla di testi di interesse accademico, professionale, devono essere scritti in una lingua
standard, non complicata. Questa difficoltà di formulazione che ai livelli B si sente. La troviamo
presente anche nei livelli A, però sono traduzioni approssimative di testi brevi semplici e
quotidiani, argomenti familiari, punti essenziali. Troviamo anche le tipologie testuali, quindi brevi
racconti, indicazioni, saggi, istruzioni. I livelli A1, troviamo spesso i cartelli, i poster, i depliants.
Prendere appunti
Abilità integrata, perché io devo ascoltare o leggere e poi produrre. Quindi c’è la capacità di
cogliere informazioni chiave. Scrivere appunti coerenti in ambito accademico e professionale,
perché si solito sono quegli gli ambiti in cui prendiamo appunti. Infatti si parla di conferenze,
seminari, riunioni. Certo può capitare di assistere a un seminario, però normalmente chi ha la
necessità di prendere appunti, è perché deve studiare o riutilizzarlo per il lavore. Quindi dipende
molto dal tipo di testo di partenza. Se sono dimostrazioni, istruzioni, possono essere conferenze di
ambito di interesse, oppure arriviamo possono essere argomenti non familiari, più complessi. Ai
livelli più bassi è importante l’attenzione del parlante verso chi ascolta. C’è un discorso lento e
chiaro con le pause, in modo da facilitare il prendere appunti. Anche lì, questi sono pensati più per
i livelli inferiori. Anche il tipo di appunti, può essere un tipo di appunti preso come un elenco di
punti salienti, per un livello inferiore. Oppure cose che sembrano importanti, fare una selezione di
cosa notare e cosa omettere. Nei livelli superiore si valuta anche l’accuratezza. Quindi possono
essere abbastanza precisi nel B1, fino a salire con appunti accurati con raccolta di concetti astratti,
relazioni tra le idee, implicazioni ed allusioni. Quindi anche qui una maggiore conoscenza della
lingua, un livello più alto spesso è legato anche a tutte quelle capacità cognitive. Perché fare
relazioni tra le idee, prendendo appunti a livello scritto strutturale, tiene anche conto di capacità di
studio, di sapersi rapportare ai testi. Quindi parliamo di una competenza scritta, quindi non c’è
differenza tra scritto e orale. Nel C2 troviamo, mentre si partecipa a una riunione o a un seminario,
si prendondo appunti affidabili. Adirittura si può prendere appunti per un verbale. Quindi per le
persone che non sono presenti, anche se la materia è complessa e non familiare. È consapevole di
significati impliciti, quindi anche di quello che non viene detto e riesce ad annotarli con le parole
che si usano. E si prende appunti in modo selettivo, parafrasando, abbreviando e facendo relazioni
tra le idee. Nel C1 c’è una lazione, ma anche qui, rientra un po’ di più nel campo di interesse.
Appunti dettagliati, registra le informazioni, dando appunti aderenti all’originale e rendendoli utili
anche agli altri. Si sa cosa annotare e cosa omettere e si riesce sempre a selezionare le
informazioni, anche su temi complessi e astratti, provenienti anche da più fonti orali, ad esempio le
conferenze, i dibattiti, le interviste, a condizione che la velocità sia normale. Nei livelli B ancora si
parla di lezione, di argomento familiare, elementi che ri ritengono importanti, anche se c’è
concetrazione sulle parole e si perde parte dell’informazione. Sono appunti abbastanza precisi e si
mantiene sul campo di interesse. Il B1 viene suddiviso in B1+ e B1. Parliamo sempre di una lezione,
quindi ambito accademico, però ci si limita all’uso personale, non per gli altri. Il discorso deve
essere chiaro e ben strutturato nel B1+, mentre nel B1 ci deve essere una lezione lineare, e quindi
si parla di un elenco di punti chiave. Il linguaggio deve essere standard e piò annotare le istruzioni
di routine su argomenti familiari. Anche qui lingua semplice e che ci sia il tempo per farlo. Nei livelli
bassi lo troviamo solo nell’A2. Quindi appunti semplici nel corso di una presentazione o
dimostrazione, a condizione che l’argomento sia familiare e prevedibile e il locutore fornisca
tempo per prendere appunti.
I testi creativi. C’è un’introduzione. Si inseriscono anche i testi creativi nella mediazione sul testo e
ci fa riferimento a un’altra scala che troviamo nel QCER, che è leggere per il piacere di leggere.
Quindi in questa scala si parla più di testi letterari. Però il testo creativo rientra anche il film, il
teatro, quindi anche tipologie, opere di fantasia, opere che hanno un significato culturale. Quindi ci
riferiamo, quando parliamo di testo creativo anche a quelle reazioni che passano attraverso
l’educazione lignuistica. Anche qui possono essere poi esposti in ambito educativo, quindi in classe,
in circoli di lettura e ricordiamo che si legano all’apprendimento della lingua. - attraverso la Dante
Alighieri, che ha sedi in tutto il mondo, si occupa di diffondere la cultura italiana all’estero, spesso lì
si organizzano all’interno della società, anche dei circoli di lettura, si leggono libri in lingua italiana,
si fa promozione culturale - si divide in 4 tipi di relazioni che si hanno nei confronti dei testi
creativi. Quindi c’è il convolgimento, quindi avere un’inclinazione personale alla lingua, allo stile, al
contenuto, sentirsi attratto dall’aspetto di un’opera, di un personaggio. L’interpretazione, che
invece è attribuire un significato, un’importanza agli aspetti dell’opera, ai contenuti, ai motivi dei
personaggi, metafore. Analisi, in questo caso sia per aspetti che riguardano la lingua, ma anche il
procedimento stilistico, i personaggi, le relazioni ecc. Poi la valutazione, in cui rientra un po’ la
critica, della tecnica utilizzata, della visione dell’artista e dell’opera. Quindi differenzia le prime due
categorie, coinvolgimento ed interpretazione, con le altre due, che vanno più sull’analisi e la
valutazione, eprchè è più facile esporre un opinione personale a un’interpretazione che invece
andare a fare un’analisi e una valutazione che è più un lavoro di tipo intellettuale. Quindi ci
propone due scale. Nella prima, che è quella di esprimere un’opinione, quindi un commento
personale su un testo creativo o letterario. Quindi questa si adatta sul metodo di quando si analizza
un’opera a scuola o in circolo di lettura. C’è questo effetto che ha un’opera sull’utente, anche un
film. Quindi i concetti chiave sono spiegare cosa è piaciuto dell’opera, descrivere i personaggi e
sentirsi più affini ad identificarsi con uno dei personaggi, collegare questi aspetti dell’opera alla
propria esperienza, oppure collegare i sentimenti e le emozioni e dare un’interpretazione
personale dell’opera nel suo insieme o su degli aspetti singoli. Nel C2 non descrivo. Quindi parte
dal C1, parlare in maniera più dettagliata di un’interpretazione personale, parlando anche
dell’importanza delle sensazioni che si sentono. Analizzare stato psicologico, motivi, conseguenze
delle azioni dei personaggi. Nei livelli B troviamo sempre l’argomentazione. Dare anche
un’interpretazione sulla trama, descrivere le proprie emozioni ed esprimere delle idee
sull’espressione, sullo stile e sul contenuto dell’opera. Nel B1, parliamo di certe parti, certi aspetti.
Quindi si limita la descrizione, però si parla anche qui dell’identificazione del personaggio, si
riescono a fare collegamenti sugli avvenimenti della narrazione, con avvenimenti della propria
esperienza, di cui ha sentito parlare. Anche provare ansia, empatia per un personaggio. Spiegare
brevemente le sensazioni e le opinioni. La personalità e i sentimenti. Anche ai livelli A è presente.
Abbiamo sensazioni e idee in lingua semplice, quali aspetti sono stati di interesse, cosa è piaciuto
oppure no. mentre nell’A1 abbiamo utilizzare semplici parole per dire qual è stata l’emozione
suscitata. Il C2 non è presente, perché la parte di esprimere commento personale, è più semplice
rispetto all’analisi critica.
Fare l’analisi critica di testi creativi e letterari. Questo approccio ce lo riporta di più alla scuola
superiore o l’università. Sono reazioni più formali e intellettuali e quando analizziamo, analizziamo
il significato degli eventi della trama. Quindi si fa riferimento ad altre opere, che hanno tematiche
analoghe, anche qui si fa una valutazione dell’opera più globale. Quindi nelle scale troviamo più
concetti, che sono il confronto fra opere diverse, dare un’opinione che sia motivata sull’opera e
valutare in modo critico gli aspetti di un’opera. Anche in riferimento alle tecniche che vengono
utilizzate. Qui infatti ricompare il C2, abbiamo l’apprezzamento critico, quindi saper individuare il
genere e le distinzioni tra significati impliciti e espliciti, si vedono le sfumature del linguaggio, gli
effetti retorice, le figure di stile, come la metafora ecc. quindi si va a svelare il significato. Riesce a
valutare criticamente la struttura, la lingua e riesce a esprimere una valutazione critica. Nel B2 c’è
comunque uil confronto tra le due opere, l’opinione motivata sull’opera e anche il modo in cui si
identificano i personaggi facendo degli esempi. Nel B1 la narrazione deve essere chiara per poterlo
fare, quindi c’è più che altro una descrizione di brevi narrazioni. Nell’A1 non lo inseriamo e lo
inseriamo nell’A2, ma ci sono almeno individuare e descrivere brevemente con formule fisse i temi,
i personaggi chiave, con narrazioni di situazioni comuni nella lingua di tutti i giorni. Quindi abbiamo
concluso la parte della mediazione testuale.
Vediamo la parte di mediazione a livello concettuale. È legato a come utilizziamo la lingua per
pensare. Quindi pensare e parlare andando a costruire un processo che poi rientra nella parte
pedagogica e educativa. A questa la funziona a cui si fa riferimento. Come facilitare l’accesso al
sapere attraverso la lingua. Ci indica due modi. Principalmente lavorare in maniera collaborativa
con un gruppo. Quindi siamo in un ambito pedagogico o educativo. Di solito nel gruppo ci può
essere un ruolo più o meno ufficiale di valutatore. Di solito c’è l’insegnante o c’è un formatore che
guida il gruppo. Quindi o il lavoro in gruppo o il lavoro con il facilitatore. Bisogna comunque
preparare un terreno, quindi gestire anche le relazioni e infatti per questo ci crea due scale: come
collaborare in gruppo e come condurre il gruppo. Ci ricorda che la prima, del lavorare in gruppo, ci
parla di mediazione relazionale, quindi cercare di stabilire delle relazioni per avere un lavoro
efficace. mentre la seconda che è legata più all’elaborazione delle idee, è una mediazione di tipo
cognitivo. Quindi ci fa questo schema riassuntivo. Abbiamo 4 scale, quindi avremo stabilire le
condizioni che si traduce con un facilitare l’interazione collaborativa tra pari per la collaborazione
in gruppo e il gestire le interazioni per la conduzione del lavoro di gruppo. E lo sviluppare le idee,
che si divide in cooperare al processo di costruzione del significato della collaborazione e
promuovere e sostenere lo sviluppo di concetti in un discorso per la conduzione del gruppo. Quindi
le scale, quelle dello stabilire le condizioni, stanno lavorando sul costruire, mantenere anche delle
interazioni. Quindi non è legato per forza al sapere, ma più sull’interazione e la collaborazione. Ci
parla anche del fatto che questo tipo di interazione potrebbe essere propedeutico all’inserire i
significati, quindi andare poi a lavorare sullo sviluppo delle idee. Perché ovviamente prepara anche
a chi partecipa in un gruppo, a diventare più ricettivo, più aperto, verso il punto di vista altrui.
Creare un’atmosfera distesa, positiva nel gruppo, ci aiuta poi ad aprirci verso la conoscenza. Il filtro
affettivo di Kreshen, io non posso apprendere se poi non ho un ambiente disteso di lavoro. Sono
scale che appartengono al dominio educativo, però si possono poi non per forza usare in classe o a
scuola, ma quando abbiamo bisogno di lavorare in gruppo sulla riflessione, si possono applicare.
Quindi facilitare l’interazione collaborativa tra pari. Quindi chi sta usando, chi apprende la lingua.
Quando is lavora in gruppo si va a contribuire al successo di questo tipo di collaborazione. Quindi si
ha di solito un obiettivo condiviso. Oppure un compito comunicativo in questo caso, da portare a
termine. Quindi bisogna intervenire in maniera consapevole per orientare la discussione, per
cercare di equilibrare i contenuti, per far superare le difficoltà che si possono avere nel gruppo.
Quando si parla di facilitare l’interazione non è detto che ci sia per forza il leader, ma si parla di
collaborare, siamo tutti responsabili. Negli approcci glottodidattici c’è anche un vero e proprio
approccio collaborativo che cerca di alimentare l’apprendimento tra pari. Quindi i concetti chiave di
questa scala sono partecipazione collaborativa, attraverso la gestione consapevole del proprio
ruolo e dei contributi della comunicazione del gruppo. Perché poi in un gruppo dei ruoli si vengono
a creare, anche in maniera naturale. L’orientamento attivo del gruppo, per esempio passando in
rassegna i punti chiave, considerando le tappe, andando ad analizzare il lavoro e ad organizzarlo.
Usare domande o contributi per far progredire il dibattito, quindi per andare avanti quando ci sono
dei momenti di stati e ancora utilizzare domande o assumere turni di parola per andare a
bilanciare i contributi di altri membri del gruppo.
Invece per quanto riguarda la collaborazione al processo di costruzione del significato, quindi la
prima parte è più relazionale e la seconda è più legata al significato. Anche qui invece si cerca di
lavorare più sulle idee, di sviluppare delle idee. Quindi qui immaginiamo tutti quei lavori in cui si
lavora in gruppo tramite il problem solving, quindi per risolvere un problema. Oppure si fanno
delle attività di brain storming, quindi per creare nuove idee. Oppure stiamo lavorando in un
project work, quindi lavoriamo per progetti. Quindi abbiamo intanto un inquadramento cognitivo
dei compiti collaborativi, decidendo ad esempio quali sono gli obiettivi, che tappe bisogna seguire.
Ancora costruire e coo costruire idee o soluzioni. Chiedere agli altri id spiegare il proprio pensiero e
opinioni, cercando di individuare incongruenze anche che possono comparire. Ancora alla fine
riassumere e quindi decidere anche le tappe successive del lavoro. Nella collaborazione di gruppo
c’è il facilitare l’interazione collaborativa tra pari e il cooperare al processo di costruzione del
significato. Nel C2, lo vediamo solo con il cooperare. Che si traduce in un saper riassumere,
valutare, collegare i diversi contributi. In modo da trovare un accordo. Il C1 è presente in
entrambe. Abbiamo una sensibilità verso i punti di vista, riconoscere i contributi, formulare riserve
o disaccordo, critiche, cercando di non essere offensivo. Con livelli linguistici più bassi c’è più
rischio di poter insorgere in ambiguità o misunderstanding. Ai livelli C c’è anche aiutare, guidare
con tatto, portare verso la conclusione l’interazione del gruppo. Per quanto riguarda il cooperare,
decidere una linea di condotta, riassumendo quello che hanno detto gli altri. Immaginiamo un
gruppo di lavoro di persone di nazionalità diversa, perché spesso quando si insegna italiano L2,
quando si lavora con un ente, un associazione che si occupa di migranti, spesso abbiamo anche
altre attività che non sono per forza legate all’apprendimento linguistico, ma si cerca di trovare
punti di discussione, di conoscenza. Qualcuno che sia capace di guidare, di riassumere, di elaborare
i punti di vista, non è un lavoro semplice e ha bisogno di un alto grado di sensibilità. Ci sono tante
altre competenze che entrano in gioco. La lingua è importantissima ma non è l’unico mezzo. Anche
il saper valutare problemi, difficoltà, sempre in ottica collaborativa, in modo anche da decidere.
Anche andare a ritrovare le incoerenze, contestare ecc. Ai livelli A, abbiamo semplicemente essere
in grado di invitare gli altri a dare un contributo in modo semplice, usando brevi e semplici parole,
che probabilmente mi sono già preparata in precedenza. Quindi è in grado di indicare se ha capito
e chiedere agli altri se hanno capito. Oppure esprimere un’idea, chiedere cosa pensano gli altri,
usando parole molto semplici preparate in precedenza. Vediamo quindi giusto il C2 e l’A1.
Ancora abbiamo una scala per quanto riguarda la gestione delle interazioni. Qui invece c’è il ruolo
del leader. Quindi mentre nell’altro era più un gruppo di pari, qui esiste il leader, che sta
organizzando un’attività comunicativa. Ad esempio c’è l’insegnante, oppure posso essere chi
presiede la riunione, o un informatore. Quindi bisogna gestire in modo responsabile le fasi della
comunicazione, che includono sia una parte plenaria e poi anche una successiva parte di
comunicazione all’interno di un gruppo o anche di sottogruppi. Quindi ci deve essere la possibilità
di condurre l’attività in plenaria, dare istruzioni, verificare che ci sia la comprensione degli obiettivi
del compito comunicativo, monitarare e facilitare la comunicazione all’interno del gruppo e del
sottogruppo, senza ostacolare la scorrevolezza. Questa è una cosa che spesso si può tendere,
soprattutto se stiamo lavorando con un compito comunicativo, a volte possiamo essere tentati di
fare delle correzioni menter l’altro sta parlando, però una regola è sempre di prediligere la
comunicazione. Se alla fine il messaggio, anche se non è corretto, ma arriva, è meglio non
interrompere il flusso. Ancora quella di riorientare la comunicazione, perché a volte si tende ad
andare fuori tema. quindi intervenire per riportare il gruppo sul compito da svolgere. Ancora
adattare il proprio contributo e ruolo per agevolare la comunicazione in base alle necessità. Ne
troviamo ancora un’altra. Nelle scale sulla conduzione del lavoro di gruppo, troviamo gestire le
interazioni e promuovere lo sviluppo dei concetti nel discorso. È previsto un dare delle basi per
permettere di costruire un concetto nuovo assieme. Quindi invece di seguire un modello, si fa una
costruzione condivisa. Si può essere membri del gruppo, si assume un ruolo temporaneo di
facilitatore, oppure si può essere l’esperto esterno, quindi il formatore, l’animatore, che guida il
gruppo. Ci sono due concetti chiave, quindi quello di fare domande per incentivare il ragionamento
logico. Di solito inteso come discorso dialogico. E poi apportare contributi a un discorso logico e
coerente. Vediamo giusto il C2 e l’A1, così vediamo il salto. Ai livelli C2, per la gestione delle
interazioni, si riesce ad assumere diversi ruoli in base a quali sono i bisogni dei partecipanti e si da
un sostegno, anche individualizzato o si riconosco ? nell’interazione e si adottano delle misure per
orientare e direzionare la discussione. Oppure nella promozione dei concetti, si guida lo sciluppo
delle idee, su argomenti alti, astratti o complessi, orientando il dibattito, ponendo domande mirate
incoraggiando i partecipanti ad approfondire i ragionamenti. Nei livelli A. nell’A1 abbiamo solo il
secondo descrittore, quindi usare parole semplici, isolate, espressioni non verbali per mostrare
interesse verso l’idea. Quindi siamo solo alla partecipazione. Mentre nell’A2 ci sono sempre
istruzioni semplici, un gruppo di lavoro cooperativo che si aiuta giusto in caso di necessità. O è
capace di chiedere a qualcuno cosa ne pensa di un’idea. Le scale intermedie le leggiamo noi.
L’ultima azione è mediare a livello comunicativo. Si fa riferimento al fatto che nella versione del
2001 del QCER, la mediazione era trattata non molto nel dettaglio, ma sottolineava l’aspetto sociale
della mediazione. Perché ci ricorda che quando parliamo di mediazione, stiamo parlando di
qualcuno che usa la lingua per diventare un intermediaro tra diversi interlocutori. Quindi ci sono
queste attività che hanno un posto importante per il funzionamento linguistico nella società. Però
ci ricorda che non è solo la lingua che ci dà la difficoltà di comprensione. Quindi anche se abbiamo
visto i testi, ma possiamo avere problemi se non c’è una familiarità con l’ambito o il settore. quindi
ancora cercare di comprendere l’altro, c’è questo sforzo di portare il proprio punto id vista verso
quell’altro. e quindi cercare di tenere entrambe le prospettive ben presenti. Quindi essere quella
terza persona per far raggiungere gli obiettivi. Quindi ci ricorda che ci possono essere situazioni
delicate, conflitti, tensioni da affrontare. Quindi per il livello comunicativo ci si rivolge
principalmente a insegnanti, informatori, studenti, professionisti che vanno ad ampliare le proprie
cpmpetenze in quest’area, per trovare il modo di comunicare, soprattutto, si ricollega a questo
elemento interculturale. Quindi troviamo il facilitare la creazione di uno spazio pluriculturale.
Quindi la scala si rivolge alla capacità di creare questo spazio condiviso. Quindi siamo con
interlocutori che sono diversi sia per lingua, che per cultura e quindi si lavora sulla capacità di
rapportarsi con l’altro e l’alterità, cercare somiglianze e differenze che possiamo ritrovare negli
elementi culturali. Per cercare di rendere possibile sia la comunicazione che la collaborazione.
Quindi si cerca di creare un ambiente interattivo positivo. Dove si possa comunicare anche se
siamo diversi per estrazione culturale, in un contesto multiculturale e che questo possa essere
positiva e che possa portare al successo. Qui fa riferimento a un altro capitolo del QCER, costruire e
usare un repertorio pluriculturale, che la prof non ci ha messo, ma possiamo consultare. Quindi
l’utente crea questo spazio condiviso, che è uno spazio neutro, per lavorare
sull’intercomprensione. Si approfondisce la comprensione interculturale sia per evitare ma anche
per superare le eventuali difficoltà. ci ricorda che il mediatore deve essere consapevole di queste
differenze socio culturali e socio linguistiche, che si trovano nella comunicazione interculturale.
Quindi troviamo dei concetti: porre domande e manifestare il desiderio di promuovere la
comprensione delle norme e dei punti di vista culturali tra i partecipanti; dimostrare sensibilità e
rispetto verso i punti di vista e per le norme socio culturali e socio linguistiche; anticipare,
affrontare e o superare malintesi dovuti a differenze socio culturali e socio linguistiche. Quindi
andiamo dalle domande, alla sensibilità ad affrontare e superare queste differenze. Al livello C2,
stiamo mediando in modo anche naturale tra i membri della propria comunità e di altre comunità,
tenendo conto di queste differenze socio culturale e socio linguistiche. Si conduce una discussione
anche se delicata in modo efficace, individuando le sfumature e i sottintesi. Nel C1 troviamo
l’azione di prevenzione di malintesi. Nell’A2 ci si limita a contribuire lo scambio interculturale
usando parole semplice per chiedere alle persone di spiegarsi e di chiarire ciò che hanno detto,
facendo ricorso a un limitato repertorio, per esprimere accordo, invitare e ringraziare. Mentre
nell’A1 abbiamo solo facilitare lo scambio interculturale, manifestando accoglienza e interesse con
parole semplici. Quindi è semplicemente una manifestazione del proprio interesse, invitando
anche gli altri a dare un contributo e segnalando se capisce.
Un’altra scala è quella che ci parla di agire come intermediario in situazioni informali, quindi in
questo caso con amici e colleghi. Quindi stiamo parlando di un soggetto plurilingue che media
attraverso lingue e culture, però in contesti informali, in tutti i domini: pubblico, privato,
professionale e educativo. Quindi non si rifà ai professionisti e ci parla anche di una attività di
mediazione che può essere o monodirezionale, quindi ad esempio stiamo facendo un discorso di
benvenuto, un monologo preparato. Oppure anche bidirezionale, quindi siamo in una
conversazione. I concetti chiave sono comunicare in modo informale il significato di ciò che gli
interlocutori stanno dicendo in una conversazione; trasmettere informazioni importanti; ripetere il
siginificato di ciò che è stato detto in discorsi, esposizioni orali o relazioni. C’è riferimento alle due
lingue. In questo caso nel C2, andremo a comunicare in modo ben strutturato il significato di ciò
che è stato detto nell’altra lingua, su una grande varietà di argomenti specialistici, mantenendo lo
stile e il registro e trasmettendo le sottili sfumature e le implicazioni, curandosi anche di quelle
socio culturali. Mentre nei livelli A, ad esempio andiamo da un A2+ in cui si vede il comunicare il
significato generale nelle situazioni quotidiane, rispettando le convenzioni culturali di base,
trasmettendo le informazioni essenziali. A condizione che gli interlocutori si esprimano
chiaramente e che si possa richiedere ripetizioni e chiarimenti. Mentre nell’A2 c’è il punto
principale di ciò che viene detto, anche qui situazioni quotidiane prevedibili, trasmettendo
informazioni su desideri e bisogni. Anche se deve essere aiutato, quindi gli interlocutori lo devono
aiutare nella formulazione. Mentre nell’A1, possiamo comunicare solo dati personali o informazioni
semplici e prevedibili. C’è bisogno che lo si aiuti nella formulazione.
Ancora abbiamo facilitare la comunicazione in situazioni delicate e conflittuali. Qui si va a mediare
in un disaccordo, quindi si deve cercare di risolvere un malinteso, una situazione delicata. Questo
capita spesso, soprattutto se si lavora nei centri di accoglienza. Qui bisogna chiarire il problema,
individuare quali sono i bisogni, ciò che vogliono le diverse parti, cercando di aiutare a capirsi,
capire la posizione di ognuno e poi c’è un’attività di persuasione che si fa per cercare di risolvere il
problema. In questo caso il mediatore non mette il suo punto di vista all’interno, ma cerca di
equilibrare i punti di vista delle parti coinvolte. Quindi come concetti chiave troviamo esaminare
con sensibilità e equilibrio i diversi punti di vista dei partecipanti, sviluppare i punti di vista espressi
per migliorare e approfondire la comprensione delle questioni che si stanno discutendo, definire
un terreno comune, definire la possibilità di concessione tra i partecipanti, tentare di modificare il
punto di vista di uno o entrambi i partecipanti per trovare l’accordo o la soluzione. A livello C2, c’è
sempre il tatto, sensibilità, saper prendere la situazione in mano per sedare colui che nella
discussione ha un modo distruttivo di porsi. Quindi diventa anche qualcuno che utilizza la
diplomazia per arginare e tradurre in un modo più costruttivo ciò che viene fuori dalla discussione.
Sa prendere una decisione ferma ma diplomatica su una questione di principio. Quindi anche
rispettando il punto di vista degli altri, però prende in mano la situazione. Nell’A2 ci si rende conto
se gli interlocutori sono in disaccordo, delle difficoltà e si cerca di adattare con espressioni semplici,
per cercare un compromesso e un accordo e nell’A1, sa riconoscere se sono in accordo o in
disaccordo e si usano espressioni molto semplici “capisco”, “tutto bene”, per dare la comprensione.
Abbiamo visto le attività di mediazione, divise in mediare a livello testuale, livello concettuale e
livello comunicativo. Le strategie le riprendiamo, ma abbiamo finito di analizzare il QCER. La
prossima volta finiremo di vedere le strategie di mediazione e inizieremo Balboni.

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