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Gli aspetti determinanti per il successo della creazione del piano di processo sono:
- Esperienza
- Conoscenze
- Competenze
Questi aspetti sono ancora più importanti quando la pianificazione viene effettuata su prodotti molto diversi
tra loro.
Il pianificatore, nella generazione del piano, cerca eventuali similitudini con prodotti:
1. Presenza di similitudini. Se siamo nel caso di presenza di similitudini, si opta per il recupero del
piano di processo di un prodotto simile a quello da realizzare. Il piano di processo sarà dunque
utilizzabile dopo aver apportato le modifiche necessarie per adattarlo alle specifiche del nuovo
prodotto.
Questa opzione però prevede tempi lunghi a causa della mancanza di tecniche efficienti di recupero
e di modifica del piano. Quindi, ci si imbatterà in un aumento degli sforzi nonostante il piano non
sia generato “ex-novo”.
2. Assenza di similitudini. In questo caso si partirà da zero. Il piano di processo del prodotto sarà
sviluppato “ex-novo” (perciò non si avrà alcun tipo di riferimento a piani di processo già esistenti). I
tempi di pianificazione saranno lunghi. Inoltre, si avrà un forte carattere soggettivo poiché il piano
è generato sulla base del livello di abilità del pianificatore.
Ricapitolando, quando si realizza un piano di processo in modo manuale si ha difficoltà nel realizzare piani
di processo:
- Oggettivi
- Ottimali
- dei tempi necessari per eseguire la pianificazione (dai giorni della pianificazione manuale
ai minuti del CAPP)
3. Aumento della flessibilità grazie alla capacità di reagire velocemente a situazioni nuove e/o
mutevoli.
4. Rapida integrazione di nuova capacità produttiva e nuove tecnologie sopraggiunte
successivamente allo sviluppo del sistema.
5. Si ha un utilizzo più efficace di macchine, utensili e materiali.
6. Inoltre, si ha la riduzione dei costi di produzione.
A ciascuna famiglia viene associato un piano di processo poiché i prodotti appartenenti ad ognuna di esse
necessitano di processi di produzione comuni (si parla di piano standard).
Quando si raggruppano prodotti per “scopi di produzione” intendiamo il raggruppamento di parti o prodotti
che subiscono processi produttivi simili.
Le famiglie per “scopi di produzione” sono costituite da parti simili perché la loro produzione richiede
operazioni simili.
1. Ispezione visiva
2. Codifica e classificazione
3. Analisi del flusso di produzione (PFA – Production Flow Analysis)
Possono essere dispendiosi in termini di tempo perché implicano l’analisi di molti dati, ed è eseguita da
personale adeguatamente formato.
VANTAGGI SVANTAGGI
Semplicità Soggettività
Rapidità Scarsa coerenza
Economicità
Questo è un metodo più dispendioso in termini di tempo. Grazie a questo metodo le similitudini vengono
identificate mediante un sistema di codifica.
- Ai processi produttivi
- Alla sequenza dei processi
- Alle macchine
- Agli utensili
⋮
Nell’immagine sottostante facciamo una distinzione fra quelli che sono attributi di progettazione e attributi
di produzione.
Descriviamo ora le attività da svolgere in questo 2°metodo di codifica e classificazione:
1. Definizione del sistema di codifica che è composto da una sequenza di caratteri alfanumerici relativi agli
attributi di produzione.
- su un campione di popolazione, è una procedura veloce da fare ma con il rischio di non essere
rappresentativa dell’intera popolazione.
- Gerarchica. In cui l’interpretazione di ciascun carattere del codice è dipendente dal valore assunto
dal carattere che lo precede. Permette di rappresentare, a parità di caratteri, un numero maggiore
di informazioni.
- Sequenziale. In cui l’interpretazione di ciascun carattere è dipendente solo dalla posizione nel
codice.
- Mista (ibrida). Questa struttura possiede caratteristiche di entrambe le strutture descritte in
precedenza ed è, infatti, quella maggiormente utilizzata.
Il numero dei caratteri di un codice è usualmente compreso tra 6 e 30. I codici con un numero elevato di
caratteri non sono facilmente interpretabili da parte dell’uomo.
Questo problema viene superato utilizzando sistemi di elaborazione delle informazioni (informazioni che
sono contenute nei codici) di tipo computerizzato.
- Opitz: è stato uno dei primi sviluppati per le parti meccaniche ed è ancora ampiamente utilizzato.
- MultiClass: è particolarmente utile per la sua flessibilità.
191) METODI DI IDENTIFICAZIONE DELLE FAMIGLIE – CLASSIFICAZIONE DELLE FAMIGLIE
La “classificazione delle parti in famiglie” è il terzo STEP del 2°metodo ed è in ordine l’ultima attività svolta.
-- Consiste nell’eseguire il raggruppamento in famiglie sulla base dei valori assunti dai caratteri dei codici
delle parti. –
Ciascuna famiglia viene rappresentata con una matrice, detta matrice della famiglia (P), costituita da:
- tante righe quanti sono i valori che ciascun carattere può assumere.
Se Pi , j=1 ⇒ famiglia contenente almeno un elemento che ha come j-esimo carattere il valore i-esimo.
Se Pi , j=0 ⇒ famiglia non contenente alcun elemento che ha come j-esimo carattere il valore i-esimo.
⇓
PARTE APPARTENENTE ALLA FAMIGLIA
⇓
PARTE NON APPARTENENTE ALLA FAMIGLIA
Portiamo ora un esempio coi numeri di quello che abbiamo appena detto.
Con questa tabella qui costruisco la tabella relativa alla mia famiglia, parto
da A e arrivo ad F.
I codici delle parti da classificare sono scritti qui nella tabella affianco.
Faccio questo procedimento per tutte le parti fino ad F e ottengo una matrice della famiglia pari a:
Ora con questa matrice come riferimento, devo stabilire se G (2111) e H (2132) appartengono o meno alla
famiglia. Per fare questo devo verificare che tutti i caratteri del codice soddisfino la condizione Pi , j=1.
Partiamo da G (2111). Possiamo notare che tutti i caratteri del codice rispettano la condizione Pi , j=1 perciò
G APPARTIENE ALLA FAMIGLIA.
La metodologia PFA è basata sulle informazioni contenute nel piano di processo e permette un più efficace
raggruppamento delle parti con piani di processi simili.
2. I piani sono redatti, in genere, da diversi pianificatori di processo. Quindi si avrà incoerenza e
sub-ottimizzazione.
Una cosa molto importante da ricordarsi è che occorre decidere in modo preliminare se la popolazione delle
parti da analizzare deve essere formata da:
- un campione rappresentativo.
193) FASI DELL’ ANALISI DEL FLUSSO DI PRODUZIONE
I dati minimi necessari di cui abbiamo bisogno sono il numero (o codice) della parte e la sequenza delle
operazioni (e delle macchine utilizzate) contenute nel foglio di lavorazione. Ulteriori dati utili possono
essere la dimensione del lotto, la domanda delle parti da realizzare e i tempi standard.
Disponiamo le parti in gruppi (pacchetti) sulla base delle similitudini tra i loro piani di processo. Questa
attività di disposizione in pacchetti viene facilitata associando alle lavorazioni (o alle macchine) dei codici
secondo un opportuno schema.
Alcuni pacchetti possono contenere una sola parte mentre altri pacchetti possono contenere più parti.
I processi relativi a ciascun pacchetto vengono riportati in una matrice X (carta PFA) che indica:
Se X i , j=0 la parte nella colonna j-esima NON necessita della lavorazione relativa alla riga i-esima (o
eseguita dalla macchina presente nella riga i-esima).
Se X i , j=1 la parte nella colonna j-esima necessita della lavorazione relativa alla riga i-esima (o eseguita
dalla macchina presente nella riga i-esima).
L’algoritmo più utilizzato è quello proposto da King (ROC, Rank Order Clustering, che sarebbe un
raggruppamento per ordine di rango).
L’algoritmo ROC:
- riorganizza i dati contenuti nella carta originale, mettendo nello stesso blocco parti con piani
simili.