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Presentare sinteticamente l’attività traduttiva e le idee sulla traduzione di Melchiorre Cesarotti

Nato a Padova il 15 Maggio 1730, Melchiorre Cesarotti è stato un scrittore, traduttore, linguista
italiano. La usa attività di primaria importanza nella letteratura italiana si deve al suo ruolo di
traduttore, infatti, tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento si cimenta nella traduzione di
opere inglesi dell’epoca grazie alla quale spiana la base per la crescita del preromanticismo.

Cesarotti è stato uno dei massimi esponenti dell’Illuminismo in campo linguistico e famose sono le
riflessioni nate dalla sua esperienza personale di traduttore partendo dal ‘Prometeo’ di Eschilo e le
‘Sette Odi’ di Pindaro, opere seguite da due tragedie di Voltaire tradotte in versi sciolti, ‘La morte di
Cesare’ e il ‘Maometto’, traduzioni stampate nel 1762. Testi di nota importanza sono anche
‘Ragionamento sopra il dialetto della tragedia’ e il ‘Ragionamento sopra l’origine e i progressi
dell’arte poetica’, testi importanti in quanto Cesarotti afferma la libertà dello scrittore e presenta
delle riflessioni teoriche sulla tragedia capace di dilettare.

Queste sono alcune delle opere tradotte di Cesarotti, frutto del suo instancabile flusso traduttivo, ma
un’opera degna di un appunto più rilevante è certamente il rifacimento in endecasillabi sciolti delle
Poesie di Ossian, il cui nome originale inglese è ‘Fingal’. L’opera originale la dobbiamo all’autore
James Macpherson ed è stata scritta in prosa (a differenza delle Poesie di Ossian di Cesarotti che
risultano essere poemi epici).

Macpherson, nell’opera, finse di trovare dei testi gaelici scritti da Ossian, un bardo paragonato ad
un Omero del Nord. I temi che ritroviamo ricorrenti nell’opera sono temi preromantici con
protagonisti barbarici e primitivi, lo sguardo rivolto alla natura selvaggia e questi temi furono
accolti da Cesarotti con un linguaggio classicheggiante, ma aperto a novità stilistiche e lessicali.

Nel 1772, viene pubblicata la seconda edizione della traduzione delle Poesie di Ossian che contiene
una famosa premessa intitolata ‘Discorso premesso alla seconda edizione di Padova’, in cui
ritroviamo delle riflessioni nei confronti della traduzione e della sua difficoltà di tradurre in versi,
ma anche l’importanza del lavoro da svolgere per arricchire la lingua italiana. Questa testimonianza
è una prova di come Cesarotti intende l’arte del tradurre e delle sue scelte stilistiche.

Altra importante opera di Cesarotti è la traduzione in italiano dell’opera inglese ‘An elegy Written
in a Country Church Yard’ di Thomas Gray del 1751. Questa opera, insieme alle Poesie di Ossian,
ha aperto la strada all’introduzione della poesia sepolcrale nella lingua italiana.

Cesarotti ha tradotto anche ‘L’Iliade’ prima in prosa e poi in una versione libera con versi sciolti,
intitolata ‘Morte di Ettore’. Il traduttore aveva l’obiettivo di far riscoprire le opere classiche, grazie
a opere fedeli, ma mantenendo una certa libertà per poter mantenere saldo lo spirito del testo.
Cesarotti, come già anticipato in precedenza, era anche uno dei maggiori esponenti dell’Illuminismo
italiano in campo linguistico. I suoi ideali illuministici vengono esposti nel ‘Saggio sulla filosofia
delle lingue applicato alla lingua italiana’.

Il saggio scritto da Cesarotti è diviso in quattro parti ed ogni parte appartiene a un tema specifico:

- I PARTE: opinioni ‘mal fondate’ di Cesarotti intorno alla lingua italiana;


- II PARTE: la nascita del linguaggio;
- III PARTE: legittimità dei prestiti stranieri;
- IV PARTE: soluzioni pratiche proposte dall’autore e il tema del rinnovamento della
lessicografia.

Questo saggio è considerato, ad oggi, come uno dei precursori della linguistica italiana e il grande
contributo donato da Melchiorre Cesarotti è presente negli studi contemporanei di traduzione.

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