Frati, Codici Latini BUB

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STUDI ITALIANI
FILOLOGIA CLASSICA
VOLUME SEDICESIMO.
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FIRENZE
SUCCESSORI B. SEEBER
LIBREKIA INTERNAZIONALE
20, Via Tornabuoni, 20
1908
-Va
Firenze, l'O^ - Tip. Galletti e Cocci

INDICE DEL VOLUME
Frati (Lodovico) — Indice dei codici latini conservati nella

R. Biblioteca Universitaria di Bologna p. 103-432
Pasquali (Giorgio) — Marginalia 441-451
Sabatucci (Alessandro) — Scolii antichi ad Aftonio nel cod.
Laur. Gr. LX, 15 41-102

Terzaghi (Nicola) — Parergon de quibusdam oraculis chal-
daicis 433-440
Ussani (Vincenzo) — Intorno alla novissima edizione di Lu-
cano 1-40
Vitelli (Girolamo) — A proposito di Pap. Fior. 114 . . . 452-464
INTORNO ALLA NOVISSIMA EDIZIONE DI LUCANO ')
Quando nel volume XI degli Studi italiani di Filo-

logia classica (pp. 29 sgg.) io pubblicai il mio scritto dal
titolo: II testo lucaneo e gli scolii bernensi, mi illudevo di
avere aperto una via nuova agli studi critici e alla rico-
stituzione del testo del poeta cordovese. A questa costitu-
zione definitiva ostano infatti due questioni pregiudiziali,
la questione di Paolo di Costantinopoli e quella del disor-
dine in cui il poeta morendo avrebbe lasciato l'autografo
dell'opera sua maggiore. Or la questione di Paolo aperta
dallo Steinhart tra le svariate ipotesi emesse in proposito
non si può dire ancora risolta e, se in favore dei codici
così detti paolini milita in genere il criterio della lectio
difficilior, sta in fatto che nella recensione paolina che il
Francken per questo chiamò non appaiono versi del mutila,

poema di indiscusso sapore lucaneo e noti perfino a Ta-
cito ). Aggiungi che o s' intenda il
c
2
solus della soscri- '
zione paolina come volle il Lejay ) al quale si unisce espli- 3
citamente oggi il Hosius (p. li) o anche come volle il

Francken siamo, in un caso e nell'altro, ben lontani dal
4
)
!) M. Annaei Lucani, De bello civili libri decem, iterurn edidit

Cavolus Hosius, MCMV, Lipsiae, in aedibus B. G. Teubneri.
2
) Cfr. il mio studio citato negli Studi italiani di filologia clas-
sica, XI, a p. 56.
3) Cfr. Revue de Philoloyie, XVIII, pp. 53-59.
*) Cfr. voi. I, praef., p. XXXV. Un terzo modo d' intendere vor-
rebbe aver tratto fuori in una bella dissertazione Gòttingen che di
si intitola Inter pretationes Lucaneae (1905) uno scolaro del Leo. Ro-
Studi itaì. di filai, class. XVL 1

2 V. USSANI
dissipare il sospetto che la base della recensione di Paolo

sia stata affatto congetturale. D'altra parte la questione
del disordine dell'autografo sollevata dal Francken con
un'ipotesi eguale a quella che nella edizione Peiper e
Richter fu avanzata in proposito della tradizione duplice
delle tragedie di Seneca, trova un qualche motivo di esser
presa in considerazione nelle parole della vita svetoniana :
Impetrato autem mortis arbitrio libero codicillos ad pa-

'
trem corrigendis quibusdam versibus suis exaravit E, '

.
scartata l'ipotesi del Francken come quella che a priori

ci impedirebbe di dare al poema del nostro una forma de-
finitiva, giacché il biografo parla di quidam versus e non

esclude che il padre del poeta li correggesse, resta sempre
gravissima l'affermazione che segue nella vita medesima:
f
Poemata etiam eius praelegi memini, confici ac veno pro-
poni, non tantum operose et diligenter, sed et inepte quo-
que dove con buona pace del Lejay *) dato a
'
praelegi ' '
il valore conforme all'uso di Quintiliano di explanari ', f
non par dubbio si debba dare a confici quello di publi- f

'
f
r
cari che appunto insieme con
'
confici ricorre adoperato '
da Svetonio in Div. 20 in un'endiadi per noi preziosa:

lui.
'
instituit ut tam senatus quam populi diurna acta confìe-
rent et publicarentur '.
In così difficile condizione di cose io proponevo dun-

que una radicale soluzione del male. Fortuna vuole che
siano a noi arrivate collezioni di scolii le cui origini ri-
salgono a un'antichità assai più remota dei codici dell'in-

tiero autore posseduti da noi. Di questi infatti i più an-
tichi, il Montepessulano e il Parigino 10314, risalgono al
berto Samse. Egli fa questione del significato che vuol darsi alla pa-
rola '
emendavi '
nella soscrizione, conforme a quello che avrebbe
negli odierni studi critici, mentre '
veteres ea verba emendata esse
dicebant, quae cura exemplaribus, unde descripsissent, prorsus
iis
consentirent '
tesi trova un ostacolo nella testi-
(p. 43). Pur questa
monianza dal Samse stesso addotta di Felice, l'emendatore di Mar-
ziano Capella che dice esplicitamente di aver avuto a mano più co-
dici: ex mendosissimis exemplaribus emendabam '.
'
*) Cfr. a p. XIII della sua edizione del libro I.

LA NOVISSIMA EDIZIONE DI LUCANO. 3
sec. IX: pel Commentum Bernense il Lejay che credeva la

vita attribuita a Vacca in origine solidale con la raccolta,
propose la data del secolo V *), sta in effetto che il nu-
cleo originario del libro risale al sec. IV 2
), cioè all'età
stessa dei frammenti Vindobonense e Napoletano e del pa-
limpsesto Vaticano. Di che abbiamo una riprova in S. Gi-
rolamo, Adv. Ruf. I, 16: Puto quod puer legeris Aspri
f
in Vergilium et Sallustium commentarios et aliorum . . . .
in alios, Plautum videlicet, Lucretium, Flaccum, Persium

atque Lucanum Or dunque '
io pensavo
. lasciamo da — —
parte l'ideale forse irraggiungibile di una edizione del
poema lucaneo quale uscì dallo stilo e dalla mano dell'au-
tore, e contentiamoci di qualche cosa di più modesto, ma
forse raggiungibile: di ricostituire, prendendo per base
principale gli scolii, il Lucano del secolo quarto. E a que-
sto fine presentavo uno spoglio compiuto delle lectiones af-
fermate non dai lemmi bernensi, che hanno un'autorità mal
come affermò il Francken ), quella di un
definibile, se non, 3
qualunque codice del secolo X, ma dalle dichiarazioni che

nel commento seguono ai lemmi e sono non raramente di-
scordi da loro. E invitavo altri, proseguendo su la via da
me indicata, a fare lo stesso spoglio della collezione "Wal-
lersteinense, non ancora edita criticamente.
Il tentativo non era nella scienza filologica così ere-
ticale che non contasse dei precedenti. Il Lachmann, per
esempio, nella sua edizione di Tibullo del 1829, come re-
centemente ha ben messo in luce il Cartault 4 ) n'a pas '
prétendu donner un texte absolument correct et le plus
i) Cfr. o. e, a p. lxxix.
2) Cfr. il mio studio citato negli Studi ita!, di jìloì. class., XI,
a p. 48 sgg.
s) Cfr. voi. I praef. p. xiv. Ma in realtà è discutibile se il Ber-
nense 370 sia proprio la prima copia di un commento su margini
i
di un manoscritto o non piuttosto copia di copia, e indiscutibile che

reazioni si su i lemmi. Così il praebebant di
ebbero dagli scolii I, 613
è nato in C dal fraintendimeuto dello scolio quasi inviti, dove il ge-
nitivo inviti fu scambiato per nominativo plurale.
*) Cfr. A jìvopos du Corpus Tibullianum (Paris, 1906) a p. 111.
V. L'SSANl
voisin possible de le maio mème de Tibulle, mais la tra-

dition la plus autor isée à laquelle od puisse remonter, dé-
barrassée des interpolationes accumulées et sur laquelle
il fut permis de travailler avec quelque sùreté '. Nou po-
tendo avere un Tibullo autentico, procurava di averne uno
sbarazzato dalle interpolazieni che erano state introdotte
nel testo e lo inquinavano da quattrocento anni a quella
parte. Né l'importanza e il significato di un simile e mag-
gior tentativo, por lo meno utile alla storia del testo di Lu-
cano, sfuggì a butti. Nella dotta Germania dal Mauitius ')
che è quanto dire uno dei maggiori intenditori, se nou ad-
dirittura il maggiore, di tutta questa letteratura sooliastioa,
esse fu salutato con viva simpatia.
*
* *
Or non mi si farà il torto di credere che io non com-

prenda le possibili obbiezioni a questo sistema: sono due
e sarà bene sbarazzarsene subito. La prima è questa : ohe
in molti luoghi la tradizione scoliastioa tace. Ma è age-
vole rispondere che son questi per lo più i luoghi ove la
tradizione manoscritta è unitaria, negli altri pochi casi pos-

sono chiamarsi in soccorso i palimpsesti e, dove questi tac-
ciono, i codici che manifestano una somiglianza maggiore

con i glossatori ->. La seconda è quest'altra: che come pa- i
li Wochenschrift fUr Klass. PhiL, 1903 n. 51.

Ct'r.
notavo tra questi in studi ital. di filol, class. XI, p, 54,

[o
il codice Q del Lejay, cioè il Parigino 7000 A. E arrivavo a questa
induzione per una serie di ragionamenti e di prove tra le quali pren-
deva posto la mancanza nel commento
e in un gruppo autorevole e
numeroso di codici del v. Hosius in Berlin, Philol Wo-
IX, Stì. Il
schr., 1904 n. '27. mi avverti che non della mancanza di IX, 86 sì
tratta, come erroneamente resultava dulia sua prima edizione, ma

dì quella di IX. 87. E a ragione: se non che una migliore lettura
del commento mi convince adesso che appunto è il v. IX, 87 ohe,
e manca nei codici, manca anche nel commento bernense. Que-
sto intatti, tacendo di IX, 87, a IX. SS annota soltanto tiara tò ffUO-
icó/Aevov. Che vorrà dire? La spiegazione più naturale mi par questa.
L'interprete leggeva nel lib. VIII ai vv. Ò70 sgg. le ultime parole
LA N0V1S8IMA EDIZIONE I>I LUCANO. 5
limpsesti dimostrano per quel breve tratto (VI, 228-267) pel

quale possediamo frammenti di ambedue (a parte discre-
panze ortografiche, a VI, 237 il Vindobonense ha '
videt
erecto '
il Romano '
vidit recto '), fin dal secolo IV la tra-
ili Pompeo a Cornelia prima di salire sul battello che lo recava alla
morte, e non figuravano neppure in un largo .senso i
in quei versi
mandata che commessi sua fede Cornelia riferisce nel nono libro ai
alla
tigli. Dinanzi a questa inconseguenza noi pensiamo oggi a una negli-
genza di composizione, tanto più spiegabile in un' opera non ridotta a

compimento: l'antico interprete pens che questi mandata fossero stati >
affidati a Cornelia tacitamente (=-- /.c.tù tò Giujnoiuevoi'). Ne segue che

' '
una simile annotazione non poteva farsi che al principio della espo-
sizione dei mandata stessi. Onde la necessità che la esposizione nel
testo del commentatore incominciasse col v. IX. 88. omettendosi il
v. IX, 87, e la sussistenza ancor oggi delle ragioni che mi induce-
vano a sospettare la parentela di Q con gli scolii bernensi. Qu>sta

parentela del resto, se non confermata, non si può dire neanche con-
traddetta dallo spoglio comparativo delle variae ìectionea del coi
e del manoscritto parigino pel 1° libro, pel quale esiste una colla-
zione con la sigla Q nella edizione del Lejay. Lasciando agli altri
codici le sigle del H'jsius si ha:
I. 50 iuvet Q P e iuvat V
60 tunc tum V P Z G
OQe
vrbemque OQc urbemque P
89 medio OQc medium V C
101 geminum OQc medium P
118 soceris OQ sociis e
150 ruina OQc (?) ruinam e :
169 curiorum OQc curionum VG

313 catones OQ catonis G e catonum E
323 auso OQc ausum M 1
397 ripam OQc ripa Z rupem vulgo

104 limite OQc milite P U
416 ducat M V P Q e tollat O (e a IX. 313)
421 taruellicus Q tarbellicus tabell. e
426 covinni Q quovenni e
429 sanguine VPZQ foedere M D e (?)
435 cana OQc canas M ' Z
446 aesus VUQ esus O e (?) haesus M hesus e
451 driadae VPUQ e dryadae M druidae 1 1
175 adferat OQc asserat V

478 densis Q denis e
latiale V UGQ e latiare O
h V. rssAM
dizione del testo non era concorde. Ma questo che sape-
vamo già dalla vita svetoniana, che è confermato dalle
variae lectiones addotte negli scolii stessi, non toglie valore
al fatto della concordanza quasi costante tra i palimpsesti
e il commento di Berna, onde è da immaginare che un
testo fondato su gli scolii respinga da se gran parte di
quella massa di varianti che invadono i codici dell'età ca-
rolingia e possa riuscir anche a dare una nuova base al
testo. Per esempio,

V, 43, o il preconcetto paolino o le
a
stesse ragioni di senso che mossero il Francken hanno fatto
preferire al Hosius la lezione di .AI (secondo il Francken.
anche di V) vobis; ma le schede Vindobonensi con la folla
dei codici danno nobis, noli* interpreta la serie bernense degli
scolii,nobis, secondo il Weber, gli scolii Vossiani d'accordo
con quelli del Berlinese 35 in una illustrazione che ap-

pare indipendente dalla bernense. Che se il senso che ne
resulta paresse alquanto più duro, ciò potrebbe in primo
luogo nascere dall'abitudine nostra di leggere il testo in
altro modo, in secondo luogo voler dire soltanto che in fa-
vore di questa lezione milita anche il criterio della lectio
difficilior. Anche a V, 640 la grammatica e l'uso lucaneo
hanno imposto agli editori Ve delle schede Napoletane (se-

condo il Francken anche del codice Gemblacense) contro Va
degli altri codici tutti. Ora quella lezione, come io ebbi ad
ss rvare n e riconosce oggi l'apparato del Hosius, è con-
A.lmoneOQc alcmone Mi V
614 laxo VPDGQr, largo
ii-J3 pectora OQ pectore MZ viscera G e
72iam Q tunc e
G75 Edonis OQc Haedonis MZ.
Sopratutto notevoli sembrano leconcordanze ducat e laxo ai

vv. 416 e 614. Della lezione roferunt che di prima mano si ha ôlo
in Q al v. 000. disgraziatamente e non ha traccia che serva né ad
affermarla uè a negarla. Dei libri VII ed Vili del codice stesso dei
quali il Hosius nella sua nuova prelazione (p. xxxi) dice di essersi
procurate dal Bonnet collazioni accurate factas, nell' apparato del

Hosius stesso non occorre però notizia alcuna.
• Cfr. S'. it. di fi. class XI, p. 09.
fermata anche dagli scolii di Berna. Così, dovendo nelle

schede Napoletane che foglio per foglio comprendevano
34 versi, mancarne due in quel foglio che comprendeva i
vv. VI, 179-214, già vi suppose il Francken l'omissione dei
vv. VI, 188 e 207. E nessuno di questi due appar com-
mentato nella serie di Berna.
Il Hosius — ed è questa naturalmente una ragione di

discrepanza tra la edizione che io vagheggio e la novissima
sua — il Hosius che pure con tanta benevolenza e indul-

genza ha seguito nelle rassegne della sua dotta patria i
miei studi quali che siano e le mie ricerche lucanee e con

tanta bontà torna più volte a parlarne nella sua nuova
prefazione; che su la base del mio scritto testé citato ha
introdotto nel suo testo poche lezioni del Laur. XXIV 3
le
che vi sono indicate più numerosi luoghi ha cor-

e in
retto le lezioni degli scolii bernensi che ha fatto fin luogo ;
qua e là nelT apparato ad alcune delle mie congetture enun-

ciate e in quello studio e nelle Appendici ai singoli libri
della mia traduzione la quale si onora di essere intitolata
al suo nome non ha però accettato il mio punto fonda-
;
mentale di vista e ha alla nuova edizione dato basi della

stessa natura di quelle che ebbe la più antica. Lo trat-
tenne forse la considerazione che diversamente si sarebbe
dovuto procedere a un' intera refusione dell'apparato? Ma
evidentemente questa non sarebbe una ragione sufficiente.
lo trattenne forse la considerazione diversa che appunto
dopo lo spoglio da me fatto delle varianti bernensi nes-

sun altro simile ne fu tentato e, rimasta sospesa col primo
volume la pubblicazione dell'Usener, noi siamo ancora pel-
le Adnotationea al farraginoso Weber? Certo la fatica alla
quale pare ora accingersi l'Endt ') sembra veramente in-
finiti operìs e a me pare appena possibile che ne sia così
i) Cfr. Zur Ueberlieferuny der Adnotationes super Lucanum. Smi-

chow, 1906.
b V. USSAM
vicino il compimento come lo prognostica il Wessner '). E
per intanto può essere, anzi deve essere, la benvenuta una
edizione come questa che ricapitoli e riassommi quanto di
meglio resulta dall'esame comparativo dei codici non ultima :
meta dunque, ma punto di rifornimento e di appoggio a

chi riprenda il difficile cammino.
Le vicende per cui la critica del testo lucaneo passò
dalla edizione hosiana del 1892 al giorno d'oggi sono
brevemente riassunte nel mio studio citato ). Messo sa 2
l'avviso dal Francken il Hosius ha esaminato il codice

Ashlmrnhamense (A) ma poiché da questo esame gli resultò
provato quello che su l'origine del codice stesso aveva giudi-
cato il Beck 3 ), che cioè esso come il Bernense 45 procedeva
da Z del Lejay, cioè il Parigino 10314 del sec. IX, credè
di interrompere la bisogna. Z del Lejay suscita invece gli
entusiasmi del Hosius: quod aeque properantius de B
f
proclamaveram, verum gemellum Montepessulani habemr.s,

neque horum vinculum quisquam fèrro discindat in li-
bris I-VIII inde autem a nono pauluìum secedunt '; onde
;
l'ipotesi che l'amanuense di Z abbia avuto dinanzi d'allora in

poi un esemplare diverso o che tra Z e l'archetipo comune
con M sia da supporsi un altro anello di congiunzione, nel
quale quelle varianti si erano intruse. Comunque da Z dopo-
ché aveva già subito correzioni trassero origine A B E (l'Er-
langensedi A. Gentheì per mezzo di un internuntius il quale
aetatem non tulit vel adhuc latet spogliati tutti tre '
di ogni importanza per noi dal caso che ci ha messo in

possesso di Z. Accanto a M e Z fa d'uopo piuttosto tener
conto del codice parigino 10403 (Q), di cui parlò già il
Kalinka 4 ), per i fogli 49-50 nei quali su due colonne si
offrono vv. VIII-575-IX, 124 dovuti a una mano del
i
sec. IX. Ma al Leia}' cui tocca il merito di aver richia-
i) Ct'r. Woehe:\schrift filr Klass. Phil. 1907 n. 3.
2) Ct'r. St. it. di fil. class, XI, p. 30 sgg.

i) Ct'r. Untersuchnngen su den Hnntìscìtriften Lucans, Miiuchen,
1900, p. 12.
'*) Ct'r. Analecta latina. II. Adnotationes super Lucanum in Wie-
ner Studien, XVI, p. 85 sgg.
mato l'attenzione su Z, spetta anche quello di averla fer-

mata sa P che prima il Hosius aveva scartato sdegnosa-
mente :
r
Colbertini ut accuratam collationem acciperet, ei
(= Steinharto) non contigit; quod tamen non magnopere
dolendum esse .... profìteri iarn possum. Xara in omittendis
versibus suspectis, quod proprinm est huic classi (= Pau-
linaé), liber ille fere nullus est '. Oggi un esame comparativo
più minuto porterebbe invece il Hosius a concludere M '
et P tìuxisse ex eodem codice, ita ut M ex ilio descriptus

sit saeculo IX, P saeculo posteriore, postquam in enra ex
codice stirpis V lectiones varias corrector intrusit, qui

tamen taedio laboris molesti defatigatus substitit fere in
v. IX 90 '. Se non che in molti luoghi P prende campo
contro MV o solo o con U che gli è il più affine tra gli
altri codici tutti. E necessario dunque ammettere che f
inter
comrnunem archetypum codicum M P et ipsos codices apud
utrumque medius quidam liber exstitit, in quem lectiones
familiae V intraverunt sive in ipsum textum si ve supra
scriptae '.
Così, modificando i! suo antico

di codici, ne stemma
presenta oggi Hosius un altro, nel quale come discen-
il
denti in ugual grado da un archetipo ideale figurano la

stirjjs Paulina e la recensione V. La stirps Paulina am-
metterebbe poi una sottodivisione in due rami, a uno dei
quali (X) debbono ascriversi P e U, all'altro ((!>) M, Z e Q.
La lezione di Paolo è quella quae aut in M (Z) P (U) exstat
r
aut si inter se discrepant alterque eorum cum V concordat,

in eo codice, qui a V abhorret '. E non ne diffida il Hosius
giacché ritiene che la revisione paolina sia consistita '
ma-
gis in distinguendo et annotando '), quam in emendando '.
In ultima analisi le sue conclusioni sono: :
optimum ... .
videri codicem M, cui accedit iam Z .... ;

pretium eius fere
i) Che cosa vorrà qui dire '

annotare ? '
Se si vuole alludere al-
l'impiego dei segui critici (notae) quali su l'esempio degli Alessandrini
furono usati, per esempio, nella edizione di Orazio evirata da Valerio
Probo (cfr. Bick, Horazkrùil: seit 1880 p. 1-2) il Hosius attribuirebbe
a Paolo di Costantinopoli un'età di gran lungi anteriore a quella
che gli è stata attribuita fin ora.
10 V. USSAN]
attingit P uec longo intervallo Q; maiore spatio distati V

non taraen abiciendus interduin etiam correctores codi-
:
cilli! MZ suo miniere fausta Minerva functi sunt

:
.
Tali i piinci pii e le basi su i quali si innalza la nuova

edizione che non poteva naturalmente riuscire molto nuova
dal momento che l'autore seguita a porre oggi come nel 1892
al primo posto tra i codici M, sia pur oggi accompagnato
da Z. Al qual proposito subito il Samse ') dichiarava la
superiorità di M, l'Anderson invece avrebbe [ire ferito s
)
una inversione la quale assegnasse a Z il primo posto. Così

anche l'Anderson non trova approvabile la dichiarazione
già enunciata altre volte dal Hosius e qui ripetuta, della
inutilità di procedere ad ulteriori collazioni di manoscritti
nani quae aetate Carolina exstiterunt lectiones variae
ullius pretii, omnes in codicibus adirne collatis maini sive
prima sive correctoris . . . . iam exstare confido ', e oppone
saviamente, se si accetta questo criterio di condurre l'edi-
f
zione su i codici: Surely another discovery like that of
Z would not be useless '. Ma più che questa divergenza
di opinioni, nella rassegna dell'Anderson è destinato a fare
qualche impressione il confronto instituito tra la collazione
di Z riferita dal Hosius e quella dell'Anderson stesso. Si

tratta delle variae lectiones del libro secondo e lo schema
comparativo che ne resulta è testualmente questi i :
V. — Hosius
ora. Z
Hosius '
Hosius
dies Zi Hosius
lybica sibi Z Hosius
— Hosius
libiae Z Hosius
catonis Z Hosius
— Hosiu»
discendens Z Hosius
coloni Z Hosius i
v. 672 xerseu (s in ras.) Z Anderson xersen Z Hosius
Cfr. o. e, p. 31 e 43 n. 2.
i
IV. Ilosius's Lucan in The classica! h'evieiv, 1906. p. 354 sgg.
LA NOVISSIMA EDIZIONE DI LUCANO. 1 1
Come se non bastasse, anche il Tolkiehn nella Berli-

ner philolol. Wochenschrift ci avvertiva che a I, 426 non stìpiti
sarebbe la lezione di P. 1
).
Ahimè! dunque dopoché il Hosius si procurò dal Boli-

ne t una nuova collazione di M per quella discordia tra lo
lo Steinhart e il Francken che indusse l'Heitland nella edi-
zione del poeta curata pel Corpus del Postgate ad adottare
addirittura due sigle Ms e Mf, l'era dei dubbi non sa-
rebbe ancor chiusa! Speriamo che l'Anderson pubblichi
presto l'intera collazione sua e dissipi il sospetto avanzato
con lineile poche righe. Io mi limito a notare, sebbene
l'editore si dimostri più prudente del Francken e di quello
che già fosse egli stesso, una tendenza forse ancora sover-
chia alla congettura personale, mentre appena se ne do-
vrebbe avvertire il bisogno in uno scrittore di cui stende
così larghe propagali la tradizione manoscritta e si incon-
trano testimonianze così numerose. Oggi il Hosius pro-
scrive bene dal suo I libro al v. 295 quel pedibuaque che
vi aveva intruso pel pronusque dei codici su l'analogia di
Ovidio, Met. II, 155, non ostante l'emendazione abbia ri-
scosso l'approvazione del Lejay; bene il mixtim dell'Usener,

a I, 74; bene a II, 26 il micantes dell' Oudendorp. Ma male
egli conserva a Vili, 157 il summitsa nimis e a X, 88
il ni del Heinsius, come egregiamente ha dimostrato il
Samse -). E non sa resistere alla tentazione di registrare
ancora nell'apparato a II, 569 quel suo caatris per lustris
che nella prima edizione gli era suggerito dal confronto
di I, 374. Or bene, confronto per confronto, a dissipare
ogni dubbio e a suffragare l'autorità unanime dei mano-
scritti dovrebbe valere piuttosto l'analogia non sfuggita
al Bentley di I, 283, che del multis adoperato a significar
due nel verso antecedente (per questo il Bentley vo-

r
'
leva sostituirgli, come in I, 283, gerninis) non è da far conto

in uno scrittore proclive alla esagerazione come Lucano. Ta-
') Cfr. 1907 n. 1.

2
) Cf. o. e. p. e 57. Anche in altro campo dopo il Samse io
28
non esiterei ad accogliere definitivamente nel testo lucaneo a III, 379
consoendit (p. 33) e a VI, 200 limine portne (p. 34).
12 V. ISSA XI
cito che ehbe la medesima educazione retorica, in Ann. VI. 24

r
adopera tot per anno* a significare tre anni ', in Ann. XIII, 6
ed egualmente per
f f
aaeê per due volte '
due volte :
in
Ann. XV. 47 sempcr. Anche a Vili, 464 il pernici che si pro-
poneva proporre pel 'pugnaci dei manoscritti non
e si torna a
è necessario, chi ripensi di quel pugnaci alla spiegazione
tradizionale che prende per noi le mosse dagli scolii del
Berlin. 35, fu avvalorata del confronto di Plinio, Hist. Nat.
XV, 13, e così felicemente e acutamente, secondo il solito,
dichiarata dal Francken. Peggio fas! che si vorrebbe il pjro
sostituito in X, 63 al si fas della tradizione, per analogia

dì X, 410. Già nel mio scritto citato più volte ') a X, 154
io avevo notato che la lezione dei codici optavit pur con-
trastata dagli scolii beruensi che con danno optabit, era G
di alto significato testimoniando forse in Lucano di un uso
sintattico del perfetto storico col valore che ha in Greco l'ao-
risto con àv. Or di fronte bIV auxit del v. 62 e al futi
del v. 66,il terruit del v. 63 e il petit del v. 64 sono per-
fettamente di quegli aoristi ed esigono, più che non tolle-

rino, al v. 63 la lezione si. Insomma non : vorrei dir cosa
soverchiamente audace, ma di tutte le correzioni proposte
dal Hosius e che del resto egli stesso confina modesta-
mente nell'apparato, solo una mi pare si possa ritenere
con qualche probabilità accettabile, 1' instruxere di X, 155
:
per infudere, per quanto infundere nel significato di ver-
sare a profusione '
non ripugni all' unione col collettivo
auro =r f
stoviglie d'oro '
* *
Naturalmente ben altre osservazioni io dovrei fare, se

volessi esaminare paratamente il testo critico edito dal
Hosius basato, come si è visto, su principi diversi da i
quelli che vagheggerei io. Ma. poiché questo s' intende, mi

terrò nei confini di poche altre osservazioni di metodo ri-
guardanti la costituzione dell'apparato, qualunque funzione
|
Cfr. 1. e. p. 83.
LA NOVISSIMA EDIZIONE! DI LUCANO. 13
gli scolii siano chiamati nelle future edizioni ad esercitare

nella formazione del testo.
La prima riguarda precisamente la serie di Berna. Non
era sfuggito al prima edizione che in
Hosius fin dalla
questa lemmata ipsaque scholia nonnunquam repugnant
r '
onde nel primo apparato adottò il sistema di segnare con

la lettera C le lezioni che il lemma presenta e lo scolio
spiega concordemente ; dove lemma e scolio discordano,
riportò la lezione contraria al testo accettato con l'aggiunta
secondo il caso di lemma o di schol. La debolezza di que-
sto sistema è evidente: a rigore, ogni qualvolta nell'ap-
parato non figurano le sigle C, lemma, schol. , avrebbe il
lettore avuto il diritto di supporre che il commento ber-

nense concordasse con la lezione accolta dall'editore. Or
ciò non era vero; ma spesso dal "commento non resultava
quale lezione seguisse l'interprete, che non si teneva ob- .
bligato a chiarire il suo autore verso per verso, per non

parlare delle lacune che si incontrano nel manoscritto del
commento stesso. Nella nuova edizione dunque
il Hosius
avrebbe dovuto enunciare e adottare il sistema di citar
sempre, dove i codici presentano lezione varia, il com-
mento, tenendo separata la lezione dai lemmi o C, come
la chiama anche egli adoperando la sigla da me proposta,
da quella degli scolii o e. Dichiarato esplicitamente il prin-

cipio che il commento nei casi di lezione varia è citato
sempre ovunque parli, e s'accordi pure col testo adottato,
là dove nell'apparato la variante si desse e il commento
non fosse citato, il lettore saprebbe che il commento non
conferma la lezione accettata, ma semplicemente la tace.
Se non che non solo la edizione del Hosius è difet-
tosa per questo riguardo non avendo egli adottato questo
sistema, per così dire, della citazione perpetua, ma difet-
tosa appare anche per l'altro rispetto della confusione con
cui non ostante la doppia sigla vengono citate le variae
lectiones di C e e. A 1, 50, per esempio, la lezione iuvat
è segnata come di C : al contrario essa è di e che la pre-

f
senta nello scolio 47 et est orde seu iuvat scep-
al v. : :
tra tenere seu iuvat fìammigeros Phoebi conscendere cur-

14 V. USSANI
rus etc. '.AI, 312 la lezione Catonis è registrata egualmente

come lezione di C appartiene anche
: al contrario essa
a e che la conferma annotando: quod semper dicebatur r
Cato sapiens '.AI, 380 dove si pone la questione fra mo-

ntitele e Monetae il Hosius che curiosamente ha nel testo
di questa seconda edizione monetae e ue\V Index offre, come
nella prima, Moneta castrensis, non cita il commento. In-
fatti il lemma tace e, se parlasse, non si potrebbe dalla
sua scrittura ricavare più di quello che da qualunque altro
codice della sua età; ma e parla in due scolii giustapposti
e di diversa origine (1° Iunonem Monetariam dicit ;
2°....
Moneta quod monuisset
dieta est ut Capitolium tueren- l
)
tur) quali però concordano nel dare al vocabolo valore

i
personale, come il Hosius non vuole, non volle il Fran-

cken e io non credo necessario, ma come pure recentemente
fecero nei loro commenti il Lejay e l'Haskius, per quanto
il primo si sia preoccupato del valore che deve assumere
l'epiteto castrensi*; riferito a Monetae. A I, 416 clucat è dato

come lezione di C, tollat come varia lectio di e. Ma è anche
vero che la varia lectio di I, 416 è la lezione, come dire?
ufficiale del passo citato da e stesso a IX, 313. Ancora: nel
libro primo drìadae (o dryadae) che è al v. 451 la scrit-
tura di tutti i codici più autorevoli iVPUMZ) è scrit-
tura non solo del lemma bernense, come resulta dall'appa-
rato, ma sopra tutto di e che presenta ben quattro volte
il nome, una volta nello scolio al v. 450 nella forma drìa-
des, tre volte in una congerie di scolii riferentisi al v. 451
nella forma drìadae : meravigliosa concordanza questa da
parte dei codici di ogni recensione e del commento in un
errore stesso che se non può risalire al poeta il quale at-
') L'Usener: mouisset. Ma, se non è un errore di stampa, è mi

errore del codice che 1' Usener troppo pedissequamente riprodusse.
Giova ricordare che nell'apparato useneriauo la lectio varia riportata
dal Bernense 45 che lino a III. 2SG contiene scolii affini a quelli di C,
suona Moneta dieta est quod admotis Senonibus ad Capitolium ipsa
'
capitolium tueri monuisset per anserem '. Il Lejay nella sua edizione
ha corretto anche egli, pur senza ragionarci sopra, l'errore, in nota
al verso in questione.
tinse per le cose di Gallia ad ottima fonte '), deve risalire

ben alto nella storia del testo. Infine a I, 596 erronea-
mente è segnata la variante ci net u e attribuita a C. Del
testo
f
cinctu Gabino trabeata offerto dal codice 1' Usener
'
ha stampato come lemma le due prime parole, ma erronea-

mente. Lemma non v' è nel testo coni' è giunto a noi ma ;
solo illustrazione, inspirata al verso dell'Eneide VII, 612,

di cui ricorreil richiamo in alcune delle serie di scolii
weberiane più affini alla nostra.
Diamo una più rapida scorsa ai libri seguenti. A II, 102
manca nell'apparato una varia lectio di e revocatili' testi-
f
moniata dallo scolio a II, 104: . ... sive a nulla aetate
vel sexu revocatiti- ferrum '. E il presente può nel luogo
in questione venir suffragato dal perit del v. 101 e dal va-
gatili- presentato da V. A II, 313 cedere non è lezione di
2
) Cfr. Jullian, De la littérature poétique des Gaulois in lìevue
Archéologique, 1902, p. 304 sgg. ; Ussani, Sul valore storico del poema
lucaneo, p. 51 sgg.; Baiimer, De Posidonio Megasthene Apollodoro
M. Annaei Lucani auctoribus. Monasterii Guest'-fai or uni MDCCCII.
Ma questa ultima dissertazione che rappresenta il lodevole sforzo di
un giovine poggia su indizi spesso incerti e non finisce di persua-
dermi. Certo chi ripensi al largo influsso di Posidonio di Apamea
su tutto movimento scientifico dell'antichità, non deve maravi-
il
gliarsi di una possibile instituzione di raffronti tra Posidonio e Lu-

cano. Ma una dipendenza diretta per le cose di Gallia da parte del
poeta romano mi pare piuttosto esclusa che confermata dal confronto
instituito dal Baiimer tra Lucano I, 444-462 da una parte e Strabone
IV, 4, 4 p. 197 e Diodoro V, 31 dall'altra. Strabone infatti parla di
tqUc cpiXa twv rifj.wfxévoiv presso i Celti, Bap&oi xoi Ovàxetg xol Jovióai
e Diodoro ancha lui come di cose distinte, di ìidoóoi, Joovlóai e ,««V-
r«?. Or Lucano parla si anche lui di vates (v. 448), bardi (v. 449),
druidae (v. 451): ma evidentemente una cosa
dei vates e dei bardi fa
medesima. Egualmente che per le cose di Tessaglia la dipendenza
:
del poeta sia da Apollodoro è discutibile. L' autore nel ragionamento

che porta a quosta conclusione si serve due volte dell' argomento
che Strabo, cum geographus sit, fabula neglecta, causam afferre
'
solet e rerum natura profectam (p. 39 cfr. p. 41). Basterebbe pro-

'
;
babilmente a smuoverlo dalla sua convinzione citargli il ncwddocov

della pianura della Crau in II, 7 a proposito del quale, secondo Stra-
bone, sarebbe m&ai/uJTEQog 6 nvftayoc'ccpog (= Eschilo) xov avaaxsvaôv-
vog tòv /uv&ov (= Posidonio).
16 V. L'SSAXI
C (C ha pendente) ma varia Indio di e, giacché V et che uni-

sce il lemma allo scolio non può avere altro valore che di
aliter. Ai v. 120-121 la situazione esatta di C e e è que-
sta: che C offre veramente al v. 120 la lezione interra r-
pentits in una sola parola, ma al v. 121 non resulta che leg-

gesse discessisse ; e presenta inter carpentis in due parole nel
2° scolio al v. 119 e intercaiyentis in una sola nello scolio
al v. 120, poi attesta chiaramente la lezione discessisse nel
2° scolio al v. 119 e evidentemeute la suppone nel 1° al
verso stesso, dal principio del quale c'è anche rivelata l'ori-
gine dell'erroneo discerpsisse: Baebius de domo extractus '
est et discerptus '. A 417 è vero che C presenta le due

II,
lezioni libicas e libicis due scolii giustapposti ma il

in ;
Hosius tace che e, muto nel primo, nel secondo dichiara

soltanto la seconda lezione. A IV, 719 timer i è lezione egual-
mente del lemma e del commento. A V, 371, quantunque sia
sfuggito anche a me nel mio studio su gli scolii di Berna,
non è meno vero che il testo dello scoliasta (e) leggesse nil,
giacché non si capirebbe diversamente onde sia scaturita
nel commento quella grafia estranea alla sua latinità. Anche

a V, 374 Brundiisium è grafia non solo di C ma anche di
e, e cosi a V, 376 dalmatico appartiene a tutti due. Invece
a VI, 376 la lezione Titaressus non è di C ma di e che

vi insiste due volte negli scolii ai v. 372 e 377. Nova-
mente a VII, 421 armis non è solo esplicita lezione di C,
ma evidentemente anche di e che interpreta proehis. A
VII, 465 thyphonas è certo la lezione di C che la ripete
quattro volte in quattro lemmi agglomerati, ma dei quattro
scolii (e) il primo suppone la lezione pythona8 il terzo }
quella typhonas, nessuno quella sifonas, mentre il secondo

che dovrebbe a detta dell' Usener e del Hosius presentarla
è niente altro che una glossa pliniana (N. il. II, 314) la
quale spiega precisamente typhonas. A VII, 489 e sgg. è
falso, non ostante l'autorità dell' Usener e del Postgate che
la lezione seguita da e dovesse esser tale da richiedere nei
versi l'ordine 488, 514-520, 489-513, 521. Questo castello
f
di carta posa unicamente su lo scolio al v. 513 et ca- :
lido liquefacte pondere g. non sole qnem dixit superni*
26. 11. '907

!.A NoVI.SS MA EDIZIONI-: DI LUCANO. 17
obscurulum, sed irhpetu missus calefactae et solutae sunt '
giacché il superius si volle riferire ai v. 519-520; al con-

r
trario si ha da intendere del v. 200: Solis in obscuro
pugnam pallore notavit '. A VII, 702 intravit non è già
lezione di C soltanto, ma anche di e, giacché Vintrabit della
lin. 12 a p. 248 Usener è cattiva correzione dell'editore.
Così a Vili, 19G, seguendo l' Usener, il Hosius da Aniline
come lezione di C, Samuie come probabile lezione di e
che avrebbe in questo caso precorso il Beroaldo. Al con-

trario che e seguisse la lezione Asinae é fuori dubbio chi
rifletta alla nota:
castellani Spartanoruin ',
'
insula, alii
e anche una volta 8'imhte è ipotesi dell' Usener che per
ispiegare Vhisuln rende inspiegabile il castellum. Infine nep-
pure a IX, 299 resulta chiara nel Hosius la diversa posi-
zione di C e e: de vieti* è comune ai due, C legê cato-
nem^ e catoni.' E al v. 973 del libro stesso é vero che un
2° lemma (C) presenta la lezione luterit, ma é anche vero
che quel lemma è seguito da una illustrazione (e) la quale
suppone la lezione luxerit (' din tievit ').
Lo stesso criterio di citazione perpetua non è evi-

dentemente possibile per le Adnotntiones che formano la
caotica e indigesta congerie weberiana: né. se pure un

tale spoglio sistematico fosse possibile, sarebbe il ca>.o di
consigliarlo oggi o domani, dato il diverso valore degli
elementi onde la caotica congerie é composta. Accanto a
scolii di antichità certamente venerabile e nei quali si
trovano disperse le membra della antica sapienza ermeneu-

tica perfino astronomica ') (l'Endt sopra citato ha fissato
la sua attenzione sul codice Wallersteiuense, su la seconda
parte del Bernense 370 indipendente dalla prima, su gli
scolii di U, di V, di G e su quelli del Berlinese 3ò ; BC
del Weber, limitandosi per ora a concludere che non è
', C-i". Kie^s. Neihejisuiiis et l'e'osi id .- fra incula mmjicn \:> l'Iti-
lol. ir '
Sappi., p. 331.
Stu li itul. tti filol. cìa,i XVI. 2

1S V. USSAXI
vero che le Adnotationes compaiano in V nella forma più

compiuta e migliore ') e che una doppia tradizione di Adno-
tationes esiste fino al v. I, 396) l'ineguale affastellamento del
Weber V C le note a un Vratisla-
registra con la sigla
viense Guglielmo
di Cappelli quattrocentista ) che per 2
fonti del suo sapere cita le genealogiae Buccacii (cf. IX, 348
e 659) e le recollectae di quel buon uomo che fu il nostro
Benvenuto da Imola (cf. II, 466, III, 552, VII, 28, IX, 348)
da lui certamente avute tra mani a Ferrara. Figurarsi di
che cosa sarebbe stato capace il Weber se gli fosse toc-
cato il caso di avere a sua disposizione il commento stesso
di Benvenuto o le annotazioni autografe di Pomponio Leto.
Intanto che allo stato attuale degli studi, finché
è certo
felicemente non si trovi chi dipani l'arruffata matassa,
l'editor di Lucano è costretto a formarsi un metodo, che
garantisca il modo dell'uso, nello spoglio della grossa rac-
colta. Ma questo metodo, questa ratio non può esser a
parer mio quello adottato dal Hosius: non tener conto cioè
degli scolii ad locum e limitarsi a prender nota nell'appa-
rato o fra i testimonia di quelle citazioni lucanee che ri-
corrono sparse per entro gli scolii stessi, accompagnando

a tutte la sigla identica schol.
Intanto questa identità di sigla consacra o sanziona
la deplorevole confusione del Weber. A III, 266 il Hosius
cita fra i testimonia con la notazione schol. Vili, 360 una
nota del sopra detto Guglielmo Cappelli, secondo la quale
il testo sonerebbe s
) contentus invece della vulgata contenti.
Ma, non tenendo conto di questo primo certo involontario
i) La superiorità degli scolii di U su quelli di V era però già

stata
Weber
notata
xv).
dall' Oudendorp (-\ — f- 4) e riferita e confermata dal
(p.
s) Questa tarda età del Cappelli come è riferita (la soscrizione
a p. xxxn del Weber mi rende pieno di

porta la data del 1421)
dubbii intorno all'autenticità del frammento di Livio, lib. C IV, che
è confortato dalla sola autorità del Cappelli stesso in nota a Lu-
cano I, 319.
3) In realtà non è così. Il Weber ha male interpretato e inter-
punto lo scolio del ferrarese. Cfr. il mio studio citato in Studi ital.
di filul. class., XI a p. 63.

abbaglio, il Hosius limitandosi a riferire le citazioni let-

terali è caduto in un altro; giacché le citazioni letterali
di un verso nello scolio ad un altro sono negli scoliasti,
perchè fatte a memoria, solitamente infide e destituite
d'ogni valore perfino per la storia del testo. Chi crede-
rebbe che lo scoliasta da cui discende la nota del Berlin. 35
a VI, 288 accogliesse veramente nel suo testo a VI, 270

quello sparserat che è irriducibile al metro? Egli fu vit-
tima di un suo amanuense o di una sua reminiscenza fal-
lace. A questo riguardo io non prenderei in considerazione
— e il perchè si vedrà più tardi, parlando di Servio e di
Lattanzio —
neppure gli scolii che per la concordanza dei
manoscritti più accreditati sembrano conservare la lezione
genuina delle Adnotationes, e registrerei si e no quel flammae
che a VII, 5 è registrato dal Hosius su la fede dello scolio
a IX, 313, comune al Berlinese 35 e ai Vossiani. Certo
simili deviazioni mnemoniche, appunto perchè tali, se pos-
sono avere un valore di erudizione, non ne hanno nessuno
per la critica né per la storia del testo. Per questa hanno
indiscutibilmente maggior significato le varianti ad locum
che gli scolii confermano o affermano di suo. Cito subito
r
lo scolio del Berlin, 35 a VI, 208: Libycus Asiaticus i. :
Gaetulus E evidente che la introduzione della lezione

'
.
Geetulus in quel verso e la conseguente interpolazione del

v. 207 non erano ancora avvenute quando lo scoliasta
scrisse, o almeno erano ignote a lui, non alieno dall' eser-
citare una critica in questa questione dei versi omessi o
meno ') come dalla nota a VII, 200: Iste versus non
f
3) I miei spogli della raccolta weberiana fatti in riguardo dei

versi omessi su le tavole comparative del Lejay (p. lxxxvii) e del
Beck (p. 72-73) mi danno per resultato che di quei versi appaiono
commentati nel Berlin. 35 i vv. V, 53; VI, 188, 816; VII, 103, 200,
796, 820-822; IX, 83, 100, 254, 485-487, 924. U e V (Voss. del Weber)
presentano illustrati soltanto IX, 83, 100, 924; U anche VII, 90. È
inutile che io ripeta quanto io ebbi già a dire al riguardo in pro-
posito della serie di Berna (cfr. Studi ital. di filol. class. XI, 54) che
il non trovar commentato un verso non significa senz'altro che esso
mancasse nel testo dell'annotatore, non obbligato certo a illustrarli

tutti. Ma non può fare a meno di colpire 1" attenzione dello studioso
20 V. USSAN1
adeo neoessarius est '. Anche a X. 418 le Adnotatione& we-

beriane o tacciono o illustrano un testo che non è quello
di M. Vengono j>oi notevoli a IV, 447 negli scolii del Ber-
lin. 34 la lezione Impatti che non ò dunque solo un error
grafico dell'amanuense di Zea

VI. G48 la lezione Thra-
naroa che curiosamente inette in relazione il nome del pro-
montorio peloponnesiaco di Tenaro col greco O-grjrog; poi
per es., le varianti timurem e timore a VII, 414 delle quali
la prima dagli scolii vossiani, la seconda dai perduti wit-
tiani ') muovono inutilmente al soccorso di quel timores

che il Hosius accompagna delle sigle V G 1 !
il Franckeu
di quelle VB (Bem. 45) e K (Cassell. Poet. fol. 5) e di-
mostrano ad ogni modo la diffusione larga di quell'errore
e della recensione a cui appartiene; a VII, 437 il dextro
per laevo degli scolii dello stesso V che ci attesta come
la varia lectio di u laeto non sia soltanto un errore gra-
fico ; a VII, 393 il jtroperant degli scolii di U (die è vera-
1' assenza di ogni illustrazione pi-i medesimi versi III, 1G7-16S; IV, 7S,
171, G77b-G7Sa; compresi nei primi cinque libri, tanto
V, 795 b-7'JiJ a.
nel Commeni um quanto nelle t'unti più pure delle A dnotaiiones (su si
toglie la raccolta Wallersteinense. della quale il Weber offre ro<i
scarse testimonianze) mentre dal sesto libro in poi fanno mostra di
sé nelle Aduotatiunes moki versi ignoti al Cumment um. Si sarebbe
quasi tentati di supporre che una unità di redazione fosse su la
via di raggiungersi per i primi cinque libri e t'osse più lontana per
gli altri. Un'altra considerazione da fare è questa: che nella que-
stione dei versi omessi, la doppia tradizione degli scolii ci autorizza
forse a una maggiore severità
ili quella degli editori. Per esempi )
la soppressione proposta dall'Anderson (1. e.) di IX, 805. che gì sem- i
bra un titolo verseggiato non meno che la lezione di X. 41b in M,

non troverebbe ostacolo negli soulii. Cosi si dica di IX, (J15 che in-
sistendo su un principi'.) medico affermato anche da Celso [V, '27, J:
venenum serpentis. ut quacJam etiam venatoria venena, non gustu,
sed in vulnero nocent) è inutile dichiarazione del verso prec.nl ent e,
e di X. "Jliii che rompe, ove si trova, il corso regolare della sintassi.
Al contrario V, 5r> che è estraneo al palimpse-to napoletano e l'An-
derson vorrebbe espellere come un'aggiunta dovuta alla boria na-
zionale di Ciu amanuense o di un revisore. Ggura in due scoili in-
dipendenti, runo nella serie di lìmnni, l'altro nelle Adnviutiuitcs del
Berlin 35.
ij Clr. nella collezione weberi.ana a p. >.vn.
LA NOVISSIMA KDl/.IONK :>I LUCANO. 21
mente un errore, ma un errore di un codice anteriore al-

l'annotatore o almeno un errore che all'annotatore non fu
suggerito dal codice che egli chiosava, giacché U, secondo
gli apparati unanimi, offre poterunt e lo scolio ha: r
into-
pekant ': festirìant, inquit, ruinae etc. '. Egualmente alla

storia del testo potrebbe riuscire utile la registrazione di
qualche altra variante attestata dalle Adiiotatlones nei loro
esemplari migliori: pronivr a VI, 506 pare accertato dal
Berlin. 35 (propior i. vicinior depressa) ;
aptat che è regi-
strata dal Hosius come varia /e<-tio di v a VII, 143, re-
sulta dal AVeber illustrato negli scolii del Lipsiense 1285
dei secoli XIII-XIV e non si sa da quale delle tre mani
(die lo chiosarono ; ma poiché appare combattuto nello
scolio comune ad U ed al Berlin. 35, era già noto alla fonte
genuina delle Adnotationes.
Ma se, data la tumultuaria stampa di queste curata
dal AVeber, può parere forse agli spiriti soverchiamente
guardinghi poco utile la fatica spesa o gettata a trarre
da quella farragine una indicazione qualsiasi che ci guidi
a stabilire la storia del testo lucaneo, altri luoghi non man-
cano dai quali una vera luce deriva alla critica del testo,
contenendosi in essi il germe di lezioni che di là dilaga-
rono a inondare la tradizione manoscritta e gli apparati.

Valga, per esempio, il fata fatigas di PU 1
a V. 695 che
a prima vista e per l'allitterazione iniziale e per analogie
poetiche (cfr. Orazio, Od. I, 2. Prece qua fatigent .... Ve-
stami?) e liviane si presenterebbe non dispregevole va-
riante della vulgata: numina lassas. Ora la questione si
liscive subito in favore della vulgata, se si ha sotto gli
occhi lo scolio del Berlin. 35: r
lassas: tentas ;
quid tan-
tum numina fatigas, cium vis probare, quam felix sis *. Per
caso o per ragione fu sostituito da un amanuense quel fatigas
del glossatore a lassas, per forza poi al precedente numina
bisognò sostituire fata e poi ancora nel verso seguente per
amore di varietà eifatum quel summam che il Francken ignaro
della breve storia ha accolto nella sua edizione una vera —
palla di neve ! Così pure L'inversione Visceribus- Vulnera pre-
sentata da F e L in luogo della vulgata Vulneribusvìerera
22 v. r.s.SANi
a III, 677 si spiega forse con questo scolio del Berlinese 34

o della sua fonte, se all'autore di esso non si voglia as-
segnare una antichità maggiore di quella che gli assegna
il Weber: '
Alii trahunt de propriis vulneribus ;
et quia
cum sanguine recedunt vires, ideo opponunt manum vul-
neribus [cfr. Lucano VII, 566-567], ut retineant sangui-
1
nerei interim tantum cium feriant . Il citato luogo pa-

rallelo di Lucano che fiorì nella mente del commentatore
aunotando, fece correggere il viscera originario in vulnera;
poi per amore di varietà l'antecedente Vulneribus passò in
Visceribun. E son questi due casi nei quali gli scolii ci aiu-
tano ad eliminare dagli apparati o meglio a confinare in

essi deviazioni che non dispiacquero intieramente, come
vedemmo, a tutti gli editori. Ma ci sono anche dei casi
opposti, in cui alla minoranza dei codici tal imprevisto
aiuto muove dalla tradizione degli scolii, che può impen-
sierire gli editori. Per esempio, licuit di VII, 466 in luogo
della vulgata libuit figura nel Hosius sorretto dalla sola
autorità di Y (sec. X) e della seconda mano di A (sec. XII).
Ma licuit è attestato dagli scolii concordi dal Berlin. 35 e
dei Vossiani, cioè dalla tradizione delle Adnotationes, per
quanto apposti ad un lemma libuit il che esclude il so-
spetto di una possibile azione di un lemma erroneo sul
contenuto dello scolio: f
libvit. i. cum acies esset disposita,
ut concurrentes (= concurrerent ?) filii parentibus, patres
fratribus, nemini licuit locum mutare, scilicet de loco ad lo-
cum transire, ut unusquisque parenti suo aut fratri non staret
adversus '. E quel senso di torpore che, secondo il testo pro-
segue, irrigidì sul campo farsalico le schiere, prima che
Crastino vibrasse la lancia fatale, sembrerebbe logicamente
richiedere nel verso in questione piuttosto un verbo di pos-
sibilità (licuit) che non uno di volontà (libuit).
Anche la citazione degli scolii weberiani delle più no-
tevoli sigle è, secondo me, necessaria dove essi o vengono
in soccorso del solo e oppure si oppongono a e. Nel primo
caso dimostrano o che la lezione seguita da e era comune
ad altre serie di bene spesso che, discendendo e
scolii o e
lo scolio weberiano da una fonte unica, siamo dinanzi a
una ermeneutica e per conseguenza a una lezione antichis-

f
sima. Cosi avviene del sopracitato verso IX, 299. Poe-
naque de victis sola est vicisse Catoni (il Hosius Poe- '
. :
f
naque devictis sola est vicisse Catonem'. La lezione Catoni m

che, si accetti o no la lezione devictis, come direbbero gli
scoliasti, una •parte, orationis a modo del Hosius, dà un senso
tutt' altro che soddisfacente e in fondo contraddittorio a
f
II, 264-266 : Quis nollet in isto Ense mori, quamvis alieno
volne re labens, Et scelus esse tuum '
è sostenuta dalle prime
inani di quasi tutti i tranne Z e G che danno Ca-
codici,
tonis. Ma per la lezione Catoni stanno con lo scolio ber-
nense tutti gli scolii di sette codici della raccolta webe-
riana De his,. quos vicit, non aliam poenam sumit, nisi
:
f
tantummodo vincere sufficit ei '. (L A. L C) Sufficiebat Ca- f
toni ad vindictam quod superabat poenam nullam exigebat ;
a victis (B C = Berlin. 35 Guelf. L D. Voss.) Nell'altro caso,

'
.
quello dell'opposizione a e, devono servire gli scolii delle

serie più autorevoli ad infirmarne se non a bilanciarne il
valore •). Così il Hosius a IX, 973 ha accettato la lezione
luxerit che come vedemmo è di un secondo scolio di e (il

primo tace) e del primo lemma di C contro il secondo
lemma di C e il consenso universale dei codici hosiani che
dà luserit. Or qui sarebbe il caso di citare lo scolio di LB
che per trovarsi nel libro IX acquista un particolare valore,
secondo avvertiva il Weber 2
):
f
lvserit: ludum simulans
se praecipitavit., cum rapta esset a Paride '.
i) Non pare che questa debba essere eresia. L'autore delle Adnu-
tationes, secondo il Weber (p. vii), sarebbe vissuto al principio del
secolo sesto; l'autore del Còmmenfum visse nel quarto, il che si in-
corda benissimo con la osservazione del Leiay che il y a plus
d'un point commun entre les deux séries et souvent les annotatious
paraissent otre une dilution du commentaire (p. lxxvii). Ma l'autore '
delle Adnotationes ebbe anche a mano elementi di più antica cultura

estranei e anteriori alla compilazione del Commentavi. Basta lasciando
da parte l'imprecisa età del compilatore di Petosiride, Campestre,
citare i frammenti di Sallustio e di Nerone. E questa, s'intende, è
già sufficiente ragione per cui io creda di non poter identificare
neanche l'autore del nucleo delle Adnotationes con Vacca (cfr. Studi
iteti, di filol. class. XI, p. 42 sgg., Bollettino di fil. class. XI, '2;7 .
2) Cfr. p. XLVHI.
21 V. USSAN]
Vè di più. Il Hosius hu tenuto in qualche conto gli

scolii di U fra tutti quelli dell»? Adnotatiónes. Ha insomma
per essi In stessa predilezione che ebbe il Wéber e che
oggi nel citato opuscolo mostra, di fronte agli scolii di V,
non senza buone ragioni anche l'Fmdt. Se non che come
il Hosius per il testo di Lucano pur preferendo la recen-
sione paolina ha ritenuto non ubicieudus e bene a ragione V,

perchè, quando di un testo esistono due recensioni, nell'una
e nell'altra si possono essere infiltrati elementi erronei;
così anche qui la superiorità di [J su V non deve farci
concludere per la prevalenza assoluta del primo, special-
mente dove gli scolii di V per l'appoggio di altri mano-
scritti delle Adnotatiónes offrono la maggior probabilità di
tradizione genuina. Altrimenti la deviazione di un ama-
nuense viene a sostituire l'autorità dello scoliaste. E nel
Hosius il caso si dà più di una volta. Io ne cito due esempi
vicinissimi a I, 500 * 326 pei quali due versi rispettiva-

mente a III, 89 e Vili, '25 gli scolii di U offrono le le-
zioni vincimtis per vincitis e superasse per vicine. In ve-

rità tutte due le volte lo scolio medesimo ricorre nel Ber-
lin. 35 e in V e tutte due le volte con la lezione vulgata.
*
* *
Ha su questa questione degli scolii è ormai inutile
insistere, poiché è assodato che il Hosius ha assegnato loro

più ristretta importanza: onde la non precisa esattezza dello
spoglio di C e di e, il silenzio quasi sn le Aduotatiónes,
nonché quello su pochi scolii che dallo stesso codice di
i
Montpellier, il famoso M, estrasse e pubblicò criticamente

ilGenthe, attribuendo loro la venerabile antichità del se-
colo sesto '). Passiamo invece ad una questione limitrofa,
•) Pure per la storia del testo anche quella inagra serio non
è senza qualche utilità. Io ne estraggo due unica: il primo al, 122:
cedano piratica bel/a (la vulgata: cedut piratica lavrea) che è dichia-
rato: Piratica praelia sunt non solimi navium sed
'
et insularum
quae Pompeius multa peregit e a IV. 107 la varia '
leetio: caeli (lo
scolio: '
ant caelo ant ipsius caeli '
. E senza utilità quella serie

I,.Y NOVISSIMA KD1ZJONE DI LUCANO. 25
quella delle testimonianze. Il Hosins a questo riguardo ha no-
tevolmente accresciuto le sue con le citazioni di Lucano

che ricorrono nelle edizioni recentissime di Acrone, di Atro-
stino, di Gelasio, di Donato, dei Glossarli.
seguendo Ma,
il criterio che già vedemmo we- adottato per la raccolta
beriana, egli si è limitato a registrare generalmente le
soie citazioni del poeta che son fatte ad verbum, trala-
sciando quasi dappertutto ) reminiscenze e imitazioni le
quali alla critica del testo prestano un aiuto forse meno
fallace. E si che egli stesso doveva dimostrare poco dopo
col suo Da inm tati onè ècrip tonivi Romanorum imprimi* Lu-
cali -ì di aver radunato e possedere in proposito così gran
non è neanche er la critica del testo. A Vili. 702 lo scoliast.a de-

|
pone senz'altro in favore della lezione intravit, sebbene non dimo-

stri di aver ben capito il testo: eo animo
r
egli scrive misererò
' '
tiri soceri nnne, quo misertus es, quando a Roma discessisti et eam
Caesar intravit '. E non è da trascurare, pur contro l'autorità del

Hosius e del Fraucken, che questa lezione ha l'appoggio di sigle
autorevolissime (nel Hosius M« P Z) o il suffragio del Commento
di Berna, come vedemmo a p. 17. Egualmente lo scolio a Vili. 196
staggito al Genthe ma riprodotto dal Francken testimonia anche
esso della lezione Asinuti (propriamente: Asine castellani Sparta- '
norum ') concordemente con gli scolii bernensi e le Adnutationes del

Berlin, 35 e dei Vossiani onde, se veramente quella non potè essere
:
la rotta di Pompeo, partito più prudente che non quello di correg-

gere la unanime lezione dei codici mi sembra l'altro di ammettere
in questo luogo del nostro autore una inesattezza geografica di
quelle non ignote ai poeti e dalle quali egli stesso non andò affatto
immune. Minore importanza a IV. 23 e 30 hauuo al solito le rispet-
tive lezioni dei lemmi Jl amen per nomei e praestant per perstant.
i) Ma le eccezioni non sono sempre felicissime. A X, 355 ap-
pena si arriva a comprendere come 1' Intravit lux alta domum
'
'
di Stazio, Silv. III. 3, 85, possa in qualche modo far inclinare la bi-
lancia in favore àelV Intravit ohe per un errore di citazione mnemo-
nica Prisciano presenta in luogo di Invasit in Keil III, 303, 14.
*) Greifswald, 197. A I, S è da aggiungere il confronto di Pe-

tronio: Quis furor, exclamat, pacein coavertit in arma '. (Cfr. le
'
mie Questioni petroniane in Studi ita/, di filol. class., XIII, p. 9) e a

I. 42 quello probabile dello pseudo-Seneca in Oetavia, 516 dove credo si
debba leggero non hausit ma pressit '. Cfr. Su V Oc'avìa in Riv.

' ' '
di filo?, e d'isti: c'ass. XXXIII. p. 460.

26 v. insani
folla di esempi da superar qualunque altro degli studiosi

antecessori.
Un caso veramente tipico è quello di III, 166-167 dove è
omesso il riscontro da me altra volta messo in evidenza
con Tacito, Ann. XV, 45. So bene che il Hosius non si è
voluto interamente arrendere alla evidenza di quella li- li lì
sche Beobachtung »); ma io dubito forte che la sua perti-

nacia dipenda unicamente dal preconcetto paolino. Intanto
sta il fatto che Tacito tra i massimi fattori del linguag-
gio oratorio del suo tempo fa pure da Apro nel De orat. (20)
registrare poeticus decor, non Accii aut Pacuvii veterno
'
inquinatus, sed ex Horatii et Vergilii et Lucani sacrario

prolatus '
e, se anche vogliamo ingrossare le schiere di
coloro che negano a Tacito la paternità del dialogo, in
nessun modo si potrà negare questa verità evidente che
qua e là egli parafrasa e tra questi anche
testi poetici
testi lucanei, nei quali, buon conoscitore, vera-
se sarai
mente invenies disiecti membra y-oetae. Chi negherebbe in-
fatti concordanza di parole fra Lucano I, 529 terris mu-
f
:
tante») regna cometen e Tacito Ann. XV, 22:

'
cometes '
effulsit, de quo vulgi opinio est tamquam mutationem regia
portendat '; più ancora tra Lucano III, 220-224: Phoe- '
nices primi, famae si creditur, ausi Mansuram rudibus vocem

signare figuris; Nondum flumineas Memphis contexere biblos
Noverat et saxis tantum volucresque feraeque Sculptaque
servabant magicas ammalia linguas e Tacito, Ann. XI, 14 '
:
'
Primi per figuras animalium Aegyptii sensus mentis ef-
fingebant —
ea antiquissima monimenta memoriae hunia-
nae impressa saxis cernuntur —
et litterarum semet inven-
tores perhibent; inde Phoenicas etc.'? Nello storico e nel
poeta ricorre egualmente l'inesattezza per cui alla scrit-
tura geroglifica vengono assegnati soltauto simboli ani-
f
mali e quel
; saxis '
oscuro nel testo tacitiano viene egregia-
mente dichiarato dal lueaneo r
Nondum flumineas Memphis
contexere biblos Noverat etc. '. Ce n'è abbastanza per sup-
porre che o Tacito derivi qui da Lucano o ambedue da
i) Cfr. lìerliv. PMloì. Wocìi.. 1001 n. 27.

fonte comune, tanto più che la digressione di Tacito su

l'alfabeto è una Fabia )
di quelle
rien ne che secondo il l
f
prouve qu'elles soient dues à l'initiative de Tacite Ma, '

.
se dal numero delle fonti possibili dello storico col Fabia

stesso 3
) escludiamo Claudio che indigesto e pedantesco nel
contenuto, pesante ed enfatico nella forma, sospetto nella
imparzialità, non si raccomandava certo alla considerazione
di Tacito penseremo noi che Aufidio Basso o Servilio No-
;
mano fossero nelle opere loro caduti nella medesima im-

precisione di linguaggio che Tacito e Lucano, e i due l'ab-
biano derivata con religiosa cura dalla fonte comune? L'as-
surdità di una tale ipotesi è evidente e l'altra ipotesi si
impone che Tacito abbia qui parafrasato un testo poetico,

fondendovi qualche non peregrina notizia mitologica e quella
osservazione intuitiva della somiglianza dell'alfabeto greco
col latino (cfr. Plinio, H. N. VII, 210: veteres Graecas
f
[litteras] fnisse easdem quae nunc sunt Latinae etc. '). E,

se questa è ipotesi per ogni riguardo ammissibile e sod-
disfacente, perchè poi noi ci adombreremo di riscontrare
la parentela medesima tra Lucano III. 166-167 e Tacito,
Ann. XV, 45 ? Tanto concederemo a colui che emenduvit
marni sua solus e che per quanto come il Nilo vergiliano
', non possiamo noi fare, come con-
f
ci chiami tota veste
ut ex latebris suis emergat '?
f
viene il Hosius,
Un altro caso, come si direbbe, sintomatico è quello
di II. 185 dove il Hosius contro il consenso quasi univer-
sale dei codici (fanno eccezione M e Z) stampa effudit. Ora
da chi discende il racconto lucaneo degli eccidii di Mario
e di Siila? Pur troppo noi non siamo in grado di stabi-
lire la parentela tra quel racconto e le Historiae di Sallu-
stio s
) ; ma è evidente che se una dipendenza diretta si
») Cfr. Les sources de Tacite, p. 420.

2) Cfr. o. e, p. 3o0 sgg. ; 361 sgg.
3) mio volume Sul valore storico del poema lucaneo
Anche io nel
ho ubbracciato e sostenuto 1' opinione che fondamentalmente Lucano
si sia servito come fonte storica della Epitome liviana. Oggi non
vedo ragione di moditicare nella sua affermazione generale quella
tesi ma certo non inorridirei al pensiero che in questo luogo del
;
secondo libro, ove si parla delle stragi di Mario e di Siila, Lucano

2-; V. USSANI
potesse provare, non sarebbe dubbio che Lucono scrisse

effodìt con quello che è il verbo proprio dell'azione signi-
ficata ri u nel Latino popolare di Plauto. Il frammento di
abbia potuto ricorrere direttamente a Sallustio o gli siano rifioriti

nella memoria ricordi di quella lettura. Non è fuor di luogo ricor-
dare come sia oggi stata dimostrata esagerata idea che gli antichi 1'
generalmente si ispirassero nel comporre a un libro solo (cfr. tra

i più recenti in proposito di Livio il Sanders Die Quellencontamfna^
don ini L'I 22 lìuche des Livius, p. !) e l'esempio ivi addotto di

inni
Plinio il Vecchio su la testimonianza di Plinio il Giovine. Epist.

Ili, 5) e non è indifferente nel caso nostro osservare come lo sco-
liaste delle Adnutatiunes il quale possedeva pure alcuni dei libri oggi
perduti di Livio (per es. i lib. CXI e CXI1, come dagli scolii vos-
siani a VII, 171 e dai vossiani e da quelli del Berlin. 35 a X, 471)
citi in questo luogo Sallustio invece di lui. Se la parentela diretta
esistesse, sarebbe assai dubbio che il frammento I, 17 Maurenbrecber

debba assolutamente riferirsi, come vuoiti il Maurenbrecher poggian-
dosi su Plutarco e Cassio Dione, alle proscrizioni «illane poiché certo
alle stragi Mariane si riferisce Lucano nei vv. 103 sg. Stat cruor :
'
in templis, multaque rubentia caede Lubrica saxa madent '. A ogni

modo non mancano alcuni ravvicinamenti singolari di espressione
tra Lncano e frammenti sallustiani cbe se furono suggeriti a Lu-
i
cano dall'uso di Sallustio fatto nell'Epitome e dalla latinità di que-

sta, possono della latinità stessa essere egregi testimoni. Cito il fram-
mento IV, 28 Maurenbr. Charybdis, mare verticosum, quod forte

:
'
illata navigia sorbens gurgitibus occultis milia sexaginta Tauro-

menitana ad litora trahit. ubi se laniata naufràgia fundo emerguut '
e i versi di Lucano IV, Ahi sgg. Huc fractas aquilone rates (= nau-
'
fràgia)summersaque pontus Corpora saepe tulit caecisque abscondit

in antris; Restituit raptus tectum mare, cumque caveruae Evomuere
fretum contorti verticis undae Tauromenitauam vincunt fervore Cha-
rybdim '. In egual relazione e torse più stretta stanno il frammento
sallustiano II, 70 ove si descrive il bancbetto offerto a Metello dal
questore C. Urbino: ....ultra Roniauum ac m.ortalium etiam mo-

'
relli curabant simul croco sparsa humus et alia in modum

. . . . ;
templi celeberrimi .... epulae vero quaesitissimae, neque per omnem

modo provinciali!, sed trans maria ex .\ auritania volucrum et fe-
rarum incognita antea plura genera '
e la descrizione del banchetto
offerto da Cleopatra a Cesare nel decimo libro lucaneo: r.xpli- '
euitijiiesuos magno Cleopatra tumultu Nondum translatos Romana

in saecula luxus. Ipse locus templi, quod vix corruptior aetas Ex-
struat, instar erat .... (109-112) .... lnfudcre epulas .... quod luxus
inani Ambitione fureus toto quaesivit in orbe S-jìi man laute lame ;
multas voluoresqne ferasque Aegypti posuere deus (155-159). '

I.\ NOVISSIMA KDIZIOXK IH L! CAXIl
Sallustio I, 44 Manrenbrecher suona precisamente: '

Ut
in I\F . Mario, cui fracta prius crura brachiaque et oculi
effusxi, scilicet ut per singulos artus expiraret'. Eselu-
diamo per la disperazione di provarla una discendenza di-
iamo quella indiscutibile indiretta attraverso
retta e ani mett
Livio Epitome, giacché Livio si servì di Sallustio '),
e la
Sallustio fonte di Livio potè essere una seconda volta ado-

perato come l'onte nella compilazione della Epitome. Ora in
Livio probabilmente e nella Epitome certamente doveva ri-
correre pel luttuoso caso di M. Mario la frase effudere acidosi
ne fa testimonianza la jwriócha SS, ne fanno testimonianza

gli scrittori che dall'Epitome attingono, Giustino (XXI, 4, 7),
Floro ijl, 21), Orosio (V, '21). Che se poi ammettiamo che
anche in questo luogo come in altri Floro abbia letto Livio
attraverso Lucano, secondo la felice espressione del Lejay -)
e questa supposizione vorremo estendere a Orosio, tanto

meglio: vonà dire che così i ngóyoroi del poeta come gli
èniyovoi suffragano la lezione affoclit, pur se effluiti sia al
contrario la lezione paoliifa 3

).
La mi è suggerita da Lucano IX, 710

stessa osservazione
che secondo Hosius sonerebbe: Et gravis in geminimi
il '
vergeus caput amphisbaena ', mentre dall'apparato anrgtins

per v<srgens appare appoggiato dalla autorità sola e mediocre
di G. Ma sta il fatto che in Solino (Momms. p. 5
122, 8) <i
legge '
amphisbaena consurgit in caput geminum onde la
'
lezione surgeliti fn accettata dal Francken, e che è molto

dubbio se veramente l'ultima parola nei rapporti dei Col-
poema
lectaiica col nostro sia quella detta dal Fritzsehe:
r
Lucanus Macro usua est solo. Macer praeter Kicandri
Theriaca, quorum formam imitatus est, Sostrati! m adhibnit,
a quo pendet Aelianus et auctor chorographiae Plinianae ' l
).
Io credo che Vnuctor chorographiae che sarebbe, secondo

il Mommseu, V auctor di Solino abbia dovuto qua e là porre
i) CfY. S.uulers, Die Qaetlen'contiiinìnalfon fin '21 und 22 lìnc'.e r!e<
Livius, Berlin. lSi>S, ppl «57 sgg.

«j Cfr. o. e, ]i.lxxvj.
S| Lo .stessi pensò anche il Samlers; o. e., p. 'òG.
* Cfr. Quiestivn-ea Lucuwae, Gotluie, MDCCCXC1I. p. 2ù.

V. USSANI
a contributo e chiamare a ingrossare l'opera sua anche

Lucano, di cui qualche tracoia si scopre pure nei Collectanea.
Per esempio, a p. 153, 13 del suo Solino: Idumaea inde r
incipit palmis opima nessun raffronto più convincente

'
ha trovato il Mommsen del lucaneo: r

arbusto palmarnm
dives Idume '
anche è dato qui pensare
(III, 216). Ma, se
f
a Vergilio, Georg. Ili, 12 Idumaeas referam tibi, Man- :
il Hosius stesso a Lucano IX, 355 non

r
tua, palmas , ha
potuto fare a meno di registrare fra i testimonia Solino,
Momms. !
p. 127, 7, e io per me non esiterei a trascrivere
in calce ai versi precedenti,IX, 340 sgg. il luogo di So-
lino p. Philaenorum aris non procul palus est
128, 8:
r
a
quani Triton amnis influit, ubi speculatam se artium deam
crediderunt dove il particolare dello specchiarsi che la
'
dea avrebbe fatto nel lago è estraneo alla fonte notata

dal Mommsen, Plinio V, 28. Egualmente a p. 152, 7 del
Solino mommseniano occorre nella descrizione dell' x\rabia
un particolare ignoto a Plinio: '
umbrae quae nobis dexte-
rae sunt, illis sinistrae '
che risponde precisamente ai
vv. 247-248 del Lucano nella rassegna degli au-
lib. Ili di
xilia pompeiani Ignotum vobis, Arabes, venistis in or-
:
r
bem, Umbras mirati nemorum non ire sinistras '.

E, poiché siamo nel libro IX e abbiamo cominciato
con due versi supposti spurii e confermati autentici da
Tacito, terminiamo nel libro IX stesso con altri due che
chiudono tra cancelli il Francken e il Hosius e sembra
invece difendere quello che fu tra i poeti antichi il luca-
nista forse più appassionato, Claudio Claudiano. Intendo
parlare dei vv. 253-254: Actum Romanis fuerat de rebus f
et omnis Indiga servitii fervebat littore plebes '. I libri

in Eutropium del poeta alessandrino furono composti nel 399.
Bisogna dunque credere che alla fine del secolo quarto

quei versi esistessero già in una recensione del testo lu-
caneo, se l'imitatore ne ricava lo spunto pel v. 223 del
libro II di quello scritto:
f
Actum de trabeis esset, si par-
tibus una Mens foret Hesperiis '. Bene il suo buon gusto,
o meglio gusto della poesia lucanea, aveva posto in guar-
il
dia il Francken contro le apparenze prosastiche del verso:

LA NOVISSIMA EDIZIONE DI LUCANO. ol
Romani* de rebus grandilocum, sed propterea non statini

f
damnandurn '. Pure l'editore batavo si lasciò trarre dal

Kindler ') all'atetesi anche lui.
Se non che, come dicevamo di sopra, la verità è questa

che ilHosius si è attenuto nella seconda edizione, come
nella prima, al metodo di riportare per regola fra i testi-
monia soltanto le citazioni letterali che occorrono negli

scrittori, presso a poco procedendo come nei riguardi delle
Adnotationes : onde la esclusione o quasi degli analoga poe-
tici a beneficio degli esempii addotti dai grammatici che
bene spesso citavano a mente ed offrono garanzie solo in
apparenza migliori delle imitazioni poetiche e letterarie. Or
si rifletta che le edizioni dei grammatici o non son giunte
a quel grado di perfezione a cui son giunte quelle di altri

scrittori o prevalse in esse negli ultimi tempi un criterio
soverchiamente ligio al materiale diplomatico, a tutto sca-
pito di quello ratio che in questioni di critica non dovrebbe
cessar d'essere con le dovute cautele la suprema signora
che è in ogni altro genere di questioni. Ne è resultato che il
pregevole apparato hosiano costretto in limiti relativamente

angusti dalle leggi e dalle consuetudini della collezione
teubneriana, si presenta in proporzione ingombro di lezioni
talvolta insostenibili, dovute a citazioni che furono fatte
spesso a memoria soltanto, ma più spesso ancora si debbono a
erronee trascrizioni della corrotta tradizione manoscritta,
rispettate dagli editori con religione cieca. Né basta: il Hosius
a questo riguardo dimostra ancor più scrupoloso di quegli
si
editori e non di rado, dove essi corressero i testi guasti con

l'aiuto degli autori citati, fruga negli apparati a rintracciarvi
le lezioni respinte il che avviene sopra tutto per gli scolii
:
di Giovenale e pei Commentari di Lattanzio a Stazio. Cito,

ad esempio, per gli scolii di Giovenale il
f
magnum adstare
i) Cfr. De Lucani versibus qui desunt in codicibus Montepessula.no

et Vossiano altero, Mùnster, 1882, a p. 28.
32 V. l'.vSA.M
cometen '
a v. VI, 407 suggerirebbero invece del
che essi
lucaneo niutantem regna cometen '. Il Buecheler

(T, 529) '
et terris rautairtem adstare cometen ': il Hosius

f
corresse:
registra solo la lezione erronea dei manoscritti. Lo stesso
a v. VII, GB avviene pel Togoque invano 'lai Buecheler
sostituito all'erroneo togato. Per Lattanzio numerosi sono
i un simile feticismo. Lo Jalinke per esempio, a
casi di
Thtb. IX, 280 s'.ampa i! verso di Lucano III, GS;> con la
lezione timori e.sf, il Hosius cita dall'apparato timoiem] a
Theb II, 311 lo Jahnke offre per Lucano li, 727 ìats<it<t
e il Hosius vi attinge lassaque insopportabile al metro: il
verso di Lucano IV, 221 nella edizione dello Jalinke a Theb.
II, G59 offre hoc, nell'apparato del Hosius haec; e così l'ap-
parato di Lucano a VI, 144 presenta nel Hosius la lezione

merebut (cfr. Lattanzio Theb. IV, 237), a VI, 708 la lezione
fUno (cfr. Latt. a Theb. V, 641), a VII, AQA-ferant (cfr. Latt.
a Theb. VI, 785); a VII, 840 Thessùlicis, a IX, h couexh,
a X, 1G7 i<;iulat(jue. Vero
punto interrogativo tra è che il
parentesi indica qua e là il dubbio dell'editore: ma è an-

che vero che non dovrebbe aver luogo il dubbio ove si tratta
di evidenti errori di metrica o di peccati contro il senso.
Su questa via, per la quale degenera la sana reazione con-
servatrice della fine del passato secolo, si va incontro ad
assurde contraddizioni messe acutamente, se pur troppo
vivacemente, in luce dalla prefazione battagliera al recen-
tissimo Giovenale dell' Housman.
E potrebbe andarsi a rilento nel derivare dai gram-
matici simili varianti tanto più che loro metodo di ci-
il
tare a memoria non si accompagnava neppure sempre con

una confidenza sufficiente dei testi ai quali credevano di
dover far ricorso. Pel caso di Servio che fra tutti Imo è
con Prisciano il più autorevole, un esempio tipico nei ri-
guardi di Lucano si ha nel Commento all'Eneide VI. 662:

f
Quique pii vates et Phoebo digna locati '• Servio dunque
annota: r
veridici, qui tal ia loquebantur qualia dicebat Apol-
linem. multi enim me liti e bau tur,
Lucano Phoebas ad ut in
quam Appins Claudius: et uobis dalis improba poenas et
suporis quo? fingis, ait '.Invece la Phoòbus di Lucano tanto
è lungi dall'esseremendace che, secondo il poeta stesso,

pochi versi a distanza dai citati (V, 158 159) non nm- '
quam plenior artus Phoebados inrupit Paean (166-167). '
Avranno pertanto valore di semplice curiosità, nessuno

per la critica del poema lucaneo né per la sua storia gli
unica serviani, per es. il testo posticcio composto di III, 148
e V, 580 che ricorre ben due volte nel commento all'Eneide

(IV, 72 e VI, 298) o il verso di Lucano IX, 44 (ad Aen.
I, 601) contaminato con una reminiscenza di IX, 496 o il
verso VI, 700 ridotto in una forma inadattabile al metro

(ad Aen. VI, 118) o il timuit nel commento all'Eneide XI, 418
sostituito al continuit animam di Lutano VIII, 616. E quel
che è detto di Servio può dirsi anche di Lattanzio. Nel
commento alla Tebairìe II, 722 egli annota: f
Tritone flu-
vius vel palus in Libya, in qua Minerva dicitur nata, sicut
Lucanus affirmat '. Ora il riferimento è qui senza dubbio
a Lucano IX, 350 sgg. ; se non che la cosa è detta dal
Cordovese assai diversamente e la dea fatta nascere dal
capo di Giove: f
Hanc (= palude m) et Pallas amat patris
quae vertice nata Terrarum primam Libyen (narn proxima
caelo est, Ut probat ipse calor) tetigit etc. '. E perchè
allora —
diremo qui come abbiamo detto per Servio —
far luogo nell'apparato di Lucano a lezioni neanche suf-
fragate dalla unanimità dei codici lattauziani come il fetor
di II, 73, al quale, secondo il citato opuscolo dell' Endt *)
viene ora a mancare anche l'ausilio delle Adnotationes di

AV e di V ? Per la storia del testo? Ala la storia del testo
non può essere la registrazione degli errori mnemonici di
coloro che lo citarono e tanto meno quella dei portentosi
mostri grafici degli amanuensi.
Una medesima soverchia reverenza dimostra il Hosius
per l'Acrone del Keller e non tien conto del fatto che ad
eccezione del video di Lucano I, 694 affermato dal cosi
detto Acrone a Odi II, 7, 9 e sconfessato a III, 4. 26 e
dello iam di Lucano IX, 185 affermato a Odi IV, 2, 27, e

sconfessato a I, 31, 5, nessuno degli unica acroniani po-
3) Cfr. p. 4.
Studi ital. di filai, class. XVI. 3

34 V. USSANI
trebbe per umili ragioni aspirare all'onore di essere in-

colto nel testo. Un medesimo rispetto si riscontra ancora
nei riguardi del Corpus Glossar iorum, da cui nessuno a
VI, 166 potrebbe venir tentato di accogliere cantum gram-
maticalmente insostenibile né a VI, 174 quel retrudit che
è un evidente errore di scrittura chi rifletta alla glossa
(V, 189, 22) dove compare, la quale appartiene a un glossario

alfabetico, e cita l'esempio di Lucano a dichiarazione di
un lemma detkudit: excludit lucanus mine sude
cletrudit: '
retrudit muris Tutto quello che dai Glossarli si può ri-

'.
cavare è una conferma della lezione pietica a IX, 714 che

essi hanno comune con F e Isidoro, il Hosius accetta e ac-
cettò da lui il Francken se non che la conferma è spe-

:
ciosa e non più, chi rifletta ai rapporti tra i Glossarli e

può dirsi di buona parte delle te-
Isidoro. Infine lo stesso
stimonianze dei grammatici della collezione keiliana, nei
riguardi degli unica inutile quasi. Mettiamo pure che si
faccia bene, per esempio, a registrare il patuere che a
I, 464, 10 K. ci è dato da Diomede per il tacuere di Lu-
cano II, 22. Ma a I, 555, se anche l'edizione keiliana di

Prisciano fu curata dal Hertz, la lezione Colpe non può
ritenersi affermata dal testo autentico di Prisciano che in
II, 291, 9 K, parla dell'ablativo e non dell'accusativo di quel
nome, per far rimprovero a Giovenale di averlo usato per
desinente in vocale breve. Così V et registrato nell'appa-
rato a III. 94 su la fede di Prisciano II, 286, 8 K. è con-
trario all'uso metrico del nostro autore : a III, 207 le le-
zioni quae o qiuim (Prisc. II, 202, 13) sono facilmente assurde:
di VII, 827-830 la citazione fatta da Prisciano a III, 334, 20
nasconde un guasto di amanuense: a 1, 8, se il Hosius
accanto a Prisciano (III, 153, 12) avesse citato Marziale,
IX, 70, 1 (ma il Hosius omette gli analoga poetici) l'ab-
baglio mnemonico grammatico sarebbe apparso evidente,
del
mentre la vulgata avrebbe potuto trovare una non neces-
saria conferma nella citazione di Draconzio (Rom. V, 1).
LA NOVISSIMA KDIZIONR DI LUCANO. 35
* *
E raccolgo le vele, perchè mi pare di avere messo

abbastanza in evidenza quelli che a me sembrano i difetti
di un dovevano accogliere e dovutamente
libro che tutti
accolsero col maggior favore. Ma prima di chiudere non posso
fare a meno di richiamare l'attenzione del lettore su una
nuova recensione di Lucano che il Hosius vorrebbe chia-
mare Italica non conoscendone che due esemplari nelle bi-
blioteche d'Italia, F (Vatic. 3284) e L (Laur. XXIV sin. 3)
tuttidue ascritti dal Hosius, per quanto il primo dubita-
tivamente oggi, al secolo XI '). Anche il testo autografo
del Leto, oggi Vat. 3285, secondo il Hosius, sarebbe ridu-
cibile alla stessa quamquam non deest ubi di-
famiglia,
f
screpet '.Or sarà bene distruggere questo fantasma filolo-

gico, prima che esso di bocca in bocca assuma l'aspetto di
realtà vera.
Intanto sarebbe forse giusto chiamare italica quella re-
censione che includesse in se varianti di interesse italiano
a quel modo che la inserzione dei v. I. 436-440 e quella
anche, secondo l'Anderson 2
), di V, 53 potè essere consi-
gliata da un interesse francese. Non ci sono inserzioni di
questo genere nei codici nostri. Non resulta neanche che
in essi ricorrano le lezioni dei testo che ebbero dinanzi i
nostri più antichi : per esempio debes a mixtam a

I, 44,
II, 376 che in Lucano lesse Dante 3
) Resta dunque a base
della recensione italica il solo consenso di due codici in
un certo numero di lezioni e di omissioni,
f
quamquam
non deest, ubi discrepent fra '
loro, come ambedue qua e
i) Cfr. le mie Annotazioni di Pomponio Leto a Lucano (Roma. 1904,

a p. 3.
2) Vedi a p. 20. Ad ogni modo per la seconda inserzione biso-
gnerebbe pensare a una data assai anteriore alla prima, giacchi'' i
vv. 436-440 sono estranei alla prima mano di tutti manoscritti co- i
nosciuti.
3) Cfr. Dante, La vita nuova, cap. XXV ; Ussani, Sul vaiare sto-
rico del poema lucaneo, p. 44 sgg. ; D'Ovidio, Il Purgatorio e il suo

preludio, Milano 1906, p. 47.
36 V. USSANI
là .si differiscono dai testo del Leto. Ma se si confronta !a
collazione che lo Stampini l

) fece del libro IX sul Torir
nese Lat. A, 404 già D, VI, 34 con le varianti di F e di L
arrecate dal Hosins nella sua prefazione (p. lii-lìh) si ha:
che delle lezioni singolari comuni a F e L (IX, 162
a)
dabis 165 ad 301 vetarat 347 Torrentem 531 quo 572 in-
serit 847 norunt duce caelo SS!) labores) nessuna si riscon-
tra nel codice Torinese;
6) che lo stesso avviene delle lezioni singolari a cia-
scuno dei due codici F e L ;
e) che il codice Torinese presenta i vv. 253-254 as-

senti in F L, manca invece di IX 615;
che essi presentano;
sposta con L il v. 83 innanzi al v. 80 ma ignora gli spo-
stamenti caratteristici, e la inserzione di F.
Sarebbe dunque fuori della recensione italica il Tori-
nese Lat. A, 404, come per confessione stessa del Hosius
ne è fuori il Palatino- Vaticano 869. Egualmente fuori per
molti riguardi ne resterebbero frammenti che estranei ai i
vecchi cataloghi delia biblioteca di Torino vi figurano oggi

coli' indicazione Lat. A, 368: venti foglietti pergamauacei
del sec. XII che misurano cm. 20 X 13 e danneggiati non

poco dall'acqua e dal fuoco. Ne sottopongo senz' altro agli
studiosi la collazione, nella quale condotta sull'ultima edi-
zione del Hosius ho preso cura di segnare con asterisco
le lezioni estranee all'apparato hosiano.
r
f. l (V, 778-815; VI, 1-7). V, 778 sint*, 781 ferat,
iam, 782 bella, 784 note<cent ex notescant, 794 fructus ex

fluctus, a adsunt, 799 snarum* 804 uidit ss. a,
795 b-796
805 prima*, 809 manibus uacuum*, 811 tectas urgente,
sibi
813 ima*. VI, 1 propiu 3 ante 2, 7 casum. . . .

,
v
f. l (VI, 8-53). VI, 8 tunc* (?), 10 lacie numquam*,
14 Duracii ss. h, 15 limite regnimi maga . . . ,
18 turribus,
20 Humanusue. 24scopulis remouentibus, 27 rapido, 29 Huc,
32 Meli tur (?), 35 diruptaque (?), 40 Disposuit*, 51 Et.
r
f. 2 (VI, 54-99). VI, 55 sexton, 60 area ex a rea,
62 tessalie, cui verbo ss. recentior maini* e, 64 resurgit*,
i) Ct'r. Iti risto di filol. e <Vislr. class., XXVI, p. oU-4 sgg.

LA NOVISSIMA EDIZIONE 1)1 LUCANO. 37
exortum fortasse e glossa quaderni

f
refugit ', ned eadem
manus ss. fefelit, 66 rapidum, 67 tetis ss. h, 68 caled. ex
calici., 69 septas uasto, 70 acuta, 74 micenee, 76 tibris,
7S inuisaque (ss. nel iniusaa), 82 obstriuit (ss. a), 86 Poscens
ore noua*, 89 fluide, 90 nessus, 97 se inter lineas.
V
f. 2 (VI, 100- 145). VI, 101 Acta, cura, 103 at hos,
106 Iam (ss. t), 107 pigra (ss. o), 109 surgentibns, 112 morsu,
115 dimittere, 123 impulsu, ualli, 126 Qua mimici (?), uo-
cant, 127 hac*, 128 ad menia, 134 deerant, 135 Tuuc (ss. m),
lampadis. 137 iemit (in marg. vomit), 139 petebant (a super
prius e), 145 rodani.
r
f. 3 (VI, 146-193) 150 abegit, 152 adest, 153 deesse,
161 incursu (ss. pul), recondite, 174 comto (ss. p), 178 cri-
nasque, 179 strident, 184 comprensus, 186-187 omissos addi-
dit in margine manus eadem, 189 petit.
v
f. 3 (194-239) 196 leuibusqu*, 200 limine porte, 207 adest,
208 Getulus, 212 fixa, 214 cortinis, 217 moram, 223 circuit,
225 facies, 226 Victor, 236 aluus, 237 gladium recto, tenentem.
r
f. 4 (425-470) 425 delli',' cin 426 antra (prò altrix), . . ,
-127 lìbr.., 428 (pi 431 diis, 433 fide, 437 Tran«ierat,
. .
,
441 diis, 443 snrdibus, 445 etherereos, 448 Aduocat, 451 Ab-
ducit, tessalus, 453 adductus, 455 succo, 466 producunt. (?),
468 nebulas late.

V
f. (471-516) 471 puppemque, 472 tenuere, 473 Ab-
4
scissa, 474 expulit, 475 Menander, rodanumque, 480 Re-
pulit, hemonidum, deflesso, 481 axem, 482 urbem, 486 he-
monidas, 499 illic, 507 Hos cesarum (?), 508 ericto, 513 ce-
tusque, 515 uetant.
r
f. 5 520 fiumi na (?), 532 Retuli t, letum,
(517-562)
538 horror 543 laqueumqne, nocentes, 550 quo-
(ss. lira),
cumque, 556 fusum si, 558 si, uocaret, 561 usum.

V
f. 5 (563-608) 573 Capit (ss. r), fedi (ss. i), 5S3 dn-
risque, succis, 583 fusura, 585 auertere, 589 pompeii, 594 ca-
rissima (1 ss. m. 2), 596 russusque.
r
f. 6 (609-654) 610 abrumpimus, 618 rodopeiaque, 620
corp. att. cani])., 622 ne, 632 Multa per pend. i. fata uir.,
635 herebi, 640 ericto, 648 tenareis, 649 lateutes (ss. i),
650 emittore.
38 V. USSANI
V
6 (655-700) 664 possent (ss. u), 673 pasti cervi, me-
f.
674 puppera, 675 echinus, 679 libice, cereste, 685 Tunc,

ditila,
690 strident, 700 Persiphone, nostreque lieccates.

r
f. 7 (701-746), 709 dedi et, 710 nostris, 714 Disce-
dentem, 720 adslantem, 721 invisaque meubra tenentein,
730 Thesiphoue, 731 Num, herebi ut semper, 740 ethnea.
V
f. 7 (747-792) vix legi potest.
r
f. 8 (VII, 54-99) 59 Propositum est, 63 Tulli, 77 sua,
80 uelit ex uelim, 85 Ingemit (ss. u), 87 cunctis
83 ne te,
inquit, 92 mihi*, 93 potuit. marte (ss. cede).

V
f. 8 (100-147) 100 mortesque, 105 ipse timor, 109 malo*
(prò malunt) 111 oecoque*, 112 erat (ss. i), 116 enipheus,
121 Aut hodie pompeius erit..: sic f'atur et arma (verba
omissa et versus 122-123 in marginibus adscripta sunt).
125 choro, 128 pulsat, 138 magnoque urbique*, ,139 fìdem

gladiis habuere, catibus ex cot. et u ss.. 145 phegra [ss. 1),
145 gigantis (ss. e).
r
f. 9 (148-193) 148 phitone, 149 gorgoneas, 156 thy-
phonas, 157 158 capnpulisque, 159 gla-
iniecto fulgure,
dios (?) 169 Eumenides, 172 nimioue (?) pauore, 184 subito,
188 romanus ex -um, 191 nescit quid perdat in, aruis ex
auis, 192 Euganeo ex Euganino.
V
f. 9 (194-239) 196 pompeii cesaris, 199 lumen (u su-
pra 1), 203 necasset (?), 208 seda, 212 Attonitique ex At-
tonitam, 215 totas 216 recto. 218 tunc, 219 simul
(ss. o),
datur, deleto postea verbo quod est simul, 222 silicum, 224 eni-
phei, 225 habenis, 229 sidonas.
r
10 (240-285) 244 sentit, 254 dies dies, 255 sepe,
f.
expuncto priore e, 259 probat (ss. e), 262 gladioque exsoluite

culpam, 270 graiis, 271 Gignasiis, 272 et, 277 formosa
(ss. famosa), 280 gentis, triumphum, 282 nimio (ss. minimo).
v
f. 10 (286-331) 289 fallor (.'), 295 in bella, 302 bore,
303 paratur, 307 sillano, 309 Mors, 310 uictum, hostera, 311
Dii, 317 quanto, 319 ciues, 324 nullo* uiolabit, 330 Cessare.
f. ll r (332-377) 343 dies (?), 345 belli, 351 uolent,
364 nothon, boream, 375 otferre*.
v
f. ll (378-423) 379 Volucer (ss. e), 381 uxor annos,
expuncto postea verbo quod est uxor, 384 Erigit, 385 concur-
LA NOVÌSSIMA EDIZIONE DI LUCANO. 39
runt, 394 Sillanosque*, 395 quo, 396 senator 399 red- (ss. us),
actum (ss. a), 406 et in corpore, sed deleto et

in tem- (ss.
pore), 40S nomine (ss. a), 411 proh, 413 permissaque (ss. s),
414 tumores (ss. tremores), 415 Hii, possunt.
r
f. 12 (515-560) 530 pubes, 532 liac, 540 galatheque,
554 bellis liceat*, 555 Ha.
v
f.(561-606) 564 quisquis*, 567 ille, 569 agitaus
12
mauors*, 573 confracti (ss. s), 574 subigit, 579 quis*, re-
gnili*, 587 quod, tenebras sed expuncto r, 592 periere (ss. t),
593 hostem arcem sed deleto verbo quod est hostem, 595 In-
gressus, 598 inmixta* (ss. conmixta).
r
f. 13 (679-744) 711 egipton, 712 larissa, 719 Russus,
russnsque, 722 patriaeque in*, 734 ualet*, 735 ac.
v
f. 13 (745-790) 746 rapiantur, 751 uolunt * prò ruunt,
755 expulit, 756 Quod, arimappus, 761 uacuumque, 765
utrum miseri an miseris legendum incertum, 768 putes ex
putas, 774 uideret expunctis litteris re, 778 pelopeius, hore-
stes, 780 insanaret* (sed supra jjosterius a scriptum est i),
785 corpora.
r
f. 14 (791-836) 796 deos* prò suos, 801 hostes, 807
contestas*, 816 Hee, eunt, aures (ss. i), 818 fortuna, 819
tegitur celo*, 825 emonii, 828 ursi, 835 penne, 836 deest,
cum margo inferior folli exesa sit.
v
f. 14 839 Aut semel tantum initio
(VII, 837- Vili, 9),
uersus hgitur 840 lassis ex lapsis, 842 deceptus* (ss. r),

847 tonto, 859 ferientur*, 871 phachini. Vili, 8 de sumino cul-
mine, sed exeso verbo de, 9 deest, cum margo inferior exesa sit.
r
f. 15 (10-55), 11 quantum, 25 sillana, 27 pudet, 36 tua
(ss. t), 43 cures, 48 uidet et Inter lineas uidens, 51 ignores
(ss. a), en (ss. sed) 54 tum.

v
f. 15 (56-101) 59 animanti, clausit. 74 deest in, 75 ne-
que, 83 uires (ss. fides), 84 Dampna meo bello*, 91 que
inter lineas, 42 Assiros (ss. i).
r
f. 16 (102-174) 105 refuso, 118 natat*, iacet, 120 notho,
124 deest, 134 arma (ss. iram), 137 Materiam, 138 tot*,
141 certuni est, 142 nomen, 146 uetant.
v
f.(148-194) 150 minorerà prò dolorerò 157 nnllai (?)
16
159 in ignes, 177 Surgit, cheruchis, 178 Bophoron, 179 de-
40 V. U8SAXJ, LA NOVISSIMA KDIZIONE 1)1 LUCANO.
sceudit, 181 tendit, in prò inde, 183 boream, 184 tangit,

188 horis, 191 tum.
r
f. 17 (195-240) 195 chias (ss. o), 199 nec, 200 circuit,
209 deest ire, 214 Enfraten, 218 uobis, 219 tarantnm (ss. to-
nantem), 222 castra*, 230 deesse, 232 adiit.
V
f. J7 (241-287) 248 temesidos (ss. 1), 251 phasele*,
254 russus, 255 dipsanta, 259 sinedris, 260 silinis, 265 meis,
270 fatis, 274 iunare, 274 toto rerum, 280 Exponara,
282 deest.
r
f. 18 (288 333) 290 ingenti* 295 campis, 297 est Inter
//./!(,., 299 Bractaque, 314 secl, 318 quantusque, 327 sensit.
v
f. 18 focos, 352 neura pr
(334-379) 338 deos* prò
nostra, 365 Ibitnr ex Lab., 308 Vesti menta, media (.ss. e),
375, tot prò tota, 378 Haut.
r
f. 19 (380-425) 380 turbeque, 383 Auersusa deleti* lit-
feria ersu, uires nervos deleto verbo quod est uires, 3S7 ua-
cueque, pharetre, 390 nenisse, 391 tanti est tanto diuisu.s*,

397 tene {ss. time), 402 horret (ss. audet), 405 fratrum,
411 barbarica (ss. o), 412 uacabil ex noe, 416 cladis ali 1 1
i
tur, 422 Tn e mieta et svj.er cuncta scriptum v<n!>um quod

est currere.
v
f. 19 (426-471) 426 prolapsum (ss. a), iaoerent (?),
431 araxem, 435 tum. 444 egiptus, 448 tholomeus, 449 qui
(ss. s), 450 nec, 451 ueteris, aule, 452 assuetis (ss. o), 454 sors,
455 habet, 463 casium, 471 languit.

r
f. 20 (472-517) 478 Menphis, 483 photinus, 484 tho-
lomee, 490 Incipis*, 491 tenetur (ss. u), 498 te, 505 gerit
cadat deleto posteti verbo quod est gerit, àrmis, 506 quantum
arma* prò fugit ora (sujer arma tamen legttur ora), 511 et
sqq. desutit.
v
f. 20 (518-?) 529 riuire (ss. mouere), 538 aehilles
(ss. a), 540 terras (ss. sirtes), 558 et sqq. desuut
Vincenzo Ussani.
SCOLII ANTICHI AD AFTONIO
NEL COI). LAUR. G-R. LX, 15
Per la descrizione del cod. rimando al Cat. del Ban-

dirai e alla Coli, fiorentina di facsivnili Vitelli e Paoli
(tav. XLV). Una sola cosa ho da aggiungere quanto alle
carte dei Progimnasmi di Aftonio: esse vanno messe in
quest'ordine: 1-8. 16. 10-15. 9. 17 20. L'aspetto elegante
della pagina scritta (doveva essere una edizione di lusso)
è turbato da una selva di fitte e minutissime note che
non ne rispettano l'armonia e sono tracciate dovunque era
posto. Il carattere degli scoli è assai piccolo e non tutti
sono della stessa mano; ma fra le sei che vi si distinguono,
è facile separare quella che ha scritto più di tutte le altre.
I commenti sono, come è naturale, posteriori al testo (XI sec),

ma non di molto. Le lettere caratteristiche hanno le forme
antiche, gli spiriti e i segni di abbreviazione, per quanto
di dimensioni esigue, fanno scorgere chiaramente una certa
angolosità. Tra le abbreviature sono frequenti: il seguo
tachigrafico dell' a e i due puntini per il r, ben distinti
fra loro; a =
ttqo; l'abbreviazione di -av usata anche nel
x
corpo della parola (in rràvioìv a f. 16 marg. inf. ultima
riga); quella di ai frequente anch'essa nell'interno della
parola, eome in óixaiog (f. 16 m. sin. 1. 13) e in snaivov
(f. 11 m. des. 1. 11). Si ha lo i ascritto parecchie volte e
una volta unito col segno abbrev. dell' « (f. IP in. sup. 1. 8):
V
spesso anche nell'interno, come in à<pifiiQmca (f- 2 m. ini.
V
1. 1), Qàioia (f. 8 m. sin. 1. 38), più spesso è tralasciato.
Si può insomma affermare con certezza che la scrittura
dei nostri scoli non si deve far scendere più in giù della
42 A. SABATUCCl
fine dell' XI sec. o tutt'al più de' primi decenni del XII.
Difficile ne è la lettura sia per il carattere minuto, illan-
guidito e spesso scomparso del tutto, sia, e anche più per
questo, perchè una soverchia rifilatura del ha portato
ras.
via righe intere e parti di parole nei margini. Mi è stato

impossibile decifrare in modo soddisfacente gli scoli an-
r
tichi del f. l , di guisa che la trascrizione incomincia a
v
f. l dalla nota all'odo*; ^Qtiag. Eppure sarebbe stato utile
poterli trascrivere per vedere in quale relazione si sareb-
bero trovati con lo scolio Rhedigerano pubblicato dallo
Schaefer Al principio dell' ì-'xqoaaic, a f. 14 r cessano i
l
). ,
commenti, e da quel punto la stessa mano non riappare

più né nella parte del cod. che contiene Aftonio, né per
tutto il resto. L' incompletezza del testo e le numerosis-
sime cancelliture, che talora sembrano pentimenti dello
scrittore, fanno dubitare a bella prima che si tratti di un
r V r
autografo (4 in. s. 1. 5 ; 4 m. i. 1. 4 e 5 ; 7 m. i. 1. 3.
r
4. 5 ecc.); ma la cancellatura a f. 8 (glossa interi, a 1. 21)
di àTtaiQoviiisv e la relativa correzione che segue in snai-
V
votifÀSV, più la evidentissima falsa lettura a f. 8 (m. inf. 1. 2)
di èvtQysiav dell'originale in svsvvoiav, ci provano irrefu-
tabilmente che l'amanuense degli scoli trascriveva, e per
l'appunto da un esemplare anch'esso in minuscola.
Ricercai inutilmente nella Bibl. Laurenziana un altro
ms. che conservasse ilmedesimo commentario (LX, 22. 25.
27 ; LXXVIL 10) e un esame dell'/?m des mss. de la Bibl.
Nat. dell'Omont mi persuase della scarsissima speranza di
trovare completo altrove il testo degli scoli lanrenziani.
Dei 24 mss. di Aftonio che sono a Parigi, solamente per 4,
di cui uno, il S. 125, è attribuito al sec. XVIII, non si può
determinare con le semplici indicazioni del catalogo qual
genere di note racchiudano. I 1983, 2920, 2977 ci presentano
il 3° commento ed. dal Walz (II, 565); i 2917, 2927, 2928,
2979, 2983, 3032, S. 488, S. 671, S. 1197, P. 8 sono senza scoli;
per i 2984, 2985, 2986 il Walz ci dice, ma senza provarlo, che
i loro commenti non sono altro che estratti dalle óuiXiat
•) De Aphthonio Sophìsta, Breshiu l85i. Gir. anche H. Rabe,

Lthein. Mus. f. Phil. LXII, 262 sgg.
SCOLII AD AFTONIO. 43
del Doxopatres. Altrettanto può dire del 2925, il quale

si
contiene però anche come introduzione lo scolio Rhedige-
rano (cfr. H. Rabe o. e.)- I 2926 e 2978 hanno soli ngols- i
yófisva, che saranno senza dubbio i tiqoX. t. ^TjTogix^g ed. dal

Walz; il C. 387 conterrebbe gli scoli del Doxopatres '), ma
è curioso che sia attribuito al X sec., che è impossibile, se

veramente si tratta di essi. Rimangono incerti i 2910
(sec. XIII), 2980 (XIV-XV), 2981 (1477) e S. 125 *).
Ed ora vediamo in quale relazione stiano i nostri scoli

con volume del Walz. An-
gli altri già pubblicati nel II
zitutto collochiamo in disparte il 1° commentario (1-68),
che dal Walz è attribuito a Massimo Planude e comune-
mente vien detto scoliasta Aldino questi, come giusta- :
mente osserva lo Schaefer (p. 41) nihil dicit, quod non

r
apud Doxop. legi possit '. Trascureremo anche i nqoXsyó-

fxeva QrjTOQixrjg (69-80), che a prima lettura si riconoscono
per un estratto dalla prima parte, la introduzione generale,
delle óîikiai del Doxopatres. Restano la voluminosa rac-
colta di note del Doxopatres e il 3° scoliasta anonimo
(W. II, 565), che d'ora innanzi per brevità chiameremo
Anon. Ili, il commento del quale si legge, nell'edizione,
per cosi dire, più antica, nei mss. parigini 1983 e 2977,
assegnati ambedue al sec. X dal Walz, al X il primo e
all' XI il secondo dall'Omont.
Xgsla.
Lo scolio 23, 4-5 è attribuito dal Dox. 254, 2 a vivég
(rivèg ót' quoi xts.) e viene combattuto coli' osservazione che,

spiegando la denominazione di %qsìcc, diàri oi naXaiol èv
XQsict yevóîevoi xré., si verrebbe a dire che ogni yrw/nij è
una XQsia. D'altra parte, continua il Dox., le XQtìca non

sempre sono del genere di quella citata dal nostro, cioè
2
i) Sulla grana del nome cfr. Krumb. Byz. Litt. p. -402-103.
2) [Per ima esatta classificazione dei mss. parigini si può ora

consultare l'articolo di H. Rabe nel Rhein. Mus. LX1I, 559: i par. 2916
(s. XIII) f. 1-38, 2984 (s. XIV), il rhedig. 13 (s. XIII -XIV), il laur.87, 10
(s. XIV) contengono scoli (Il —

Scholien) dipendenti, secondo il Rabe,
dalla stessa fonte dalla quale il Dox. trasse le suettyitAùa. Gennaio 1908].
44 A. SABATDCCI
noti sono sempre cagionate da una circostanza. La que-

stione poi che fanno oi naXaióxsqoi rmv è^rjy^xmv (263, 9)
che nella xqsia inanca V àvaaxt-vrj mentre c'è la xaxaaxsvri
e che anzitutto lo svolgimento della xqsia non è altro che
la sua xaxacxevrj, manca completamente nel nostro. Ag-
giunge poi il Dox. (274, 25) che taluni ùnoQovoi, perchè
Aftonio non ha dato un esempio di x (»*'« dilettevole nienti.
per il /iv&og e per il àn'jyìj/xa ha adoperato i più piacevoli
Anche di ciò niente affatto nel nostro. E invece accennata
dal Dox. li spiegazione che questi dà di awsêtàôvtai
(24, 2): D. 278, 24 oi de àvxi xov avvaici xaì svóiazotfiovai.
FvòfÀrj.
25, 8: il nostro dà il detto di Biante (piXagyvgia [irjTQÓ-

noXiq èdzi xmv xctxtòv come
mentre il Dox. 257, 29-30
yvdafirì,
lo chiama %Qtia yvoapboXoyixr). Notevole soprattutto la corri-
spondenza dello scolio 25, 8 (p. 65, 20 sgg.) con Dox. 298, 2 :
naca yvwfUj ànoqavxixr] éaxiv, àXXà xoTg xì-xvoygàyoig sàol-ev,

èxeivag xax i'§aÌQ£tov òvo/uàfeiv ànoijicrnxòv (sic) rag xccUk-
Qtàg (jlèv [irjzrj irjv nQoxQonrjv fxtfvB vijv ànoxQowhv è%ov0cig.
E conclude xaì xavxa (lèv fritte nt-oì vovtov, schieran-
dosi a favore dell'opinione espressa anche dal nostro con-
tro Geometra il quale interpreta ànoqavxixóv come il
il
genere che comprende la negazione e l'affermazione. Al

contrario il Dox. riguardo al luogo 25. 11 è del parere del
Geometra, che se n'esce in una sciocca sottigliez/a (300, 3)
per determinare la differenza tra yvcòf.iai ànkaT e avvs&vy-
fiévai: egli dice che Aftonio non chiamò avvsêvyyévrjv la
-ûtenza Xqtì §eTvov naQi-óvxa <///.<-/>, èO-éXovra óè néfinsiv,
quantunque fosse dimembri, ma Oèx àya!)òr noXvxoi-
lue
Qavit}' elg xoiQ«roq,i'Gzw, perchè ivi due membri ciano ai- i
fermativi e qui uno negativo e l'altro affermativo! Ci par

giusta invece la differenza dichiarata dal nostro.
Dox. 305, 10 espone le differenze fra yveo/mj e %qsia e
quivi s'incontrano le medesime parole che sono alla line
dello scolio già citato 23.4-5: ol de sgrjyrjTcà i<>r Acp&oviov
nQoaiiOi-uai xaì èxsivaig (s'intende óiatfogatg)' yiw/n^r yàg,
<f«oi, xaì é(f fifiìv àv yévoixo xtè. Orbene il commento del
SCOLII AD APTONIO. 45
nostro non si può in nessun modo immaginare diviso in

brani così distanti fra loro: paro invece evidente che il
Dox. sia stato costretto a spezzarlo per la straordinaria

abbondanza di materia che aveva da collocare tra la xqsi'cc
e il luogo ove avrebbe dovuto parlare delle sue differenze

con la yvebfiì;. Lo scolio 26, 28 è spiegato ed ampliato dal
Dox. 312, 27 sgg. ed attribuito a vivs'g. Notiamo di sfug-
gita che manca nel testo datoci dal Walz la parola éxqv-
yeTv senza la quale non si può riescire a cavare un senso
soddisfacente da quel periodo.
'AvaOKEvrj.
27, 25: il Dox. 318, 14 critica la definizione di Aftonio

con gli argomenti stessi che sono addotti dal nostro in
principio di questa nota e che poi vi sono ribattuti con
parecchie ragioni in difesa della definizione data da Aftonio.
27,27: Dox. 320, 11 àvaaxevàêir (prt aì [irjxs %à Xiav
Gaqrj,rà latoQixà óià tovm twv óiyrjfjaxroìv óifttòv, [irjis za
àòvvuxa ndcVTì], zovc uv&ovg xcà rà \ivOixa xtòv óirjyrjfiàTMv
vTiaiviTTÓ^svoq. E in ciò è proprio di parere opposto al
nostro, il quale pone fra gli ivósxófisva xcà à/uyi'óoì-a i fiv

Oixà óiìjyrîaTa e ne dice le ragioni. Di tale parere sembra
fosse anche il Geometra a detta del Doxopatres, il quale
aggiunge che in questo giudizio ntQi twv ^vOixwv ànji-
(.laTOìv a rewfJbétQrjS —
si osservi bene av^KféQsrai zoìg tcqò —
aviov sgrjyriTaTg. Il Geometra però va ancora più
in là am-
mettendo che si possano confutare persino le favole, il che
veramente è contrario al pensiero di Aftonio, come appare
anche dal nostro scoliasta, che in questo punto, come al-
trove, aveva rettamente veduto.
In 28, 10 =
Dox. 333, 20 e 28, 28 Dox. 342, 27 ab- =
biamo la prova, che vedremo confermata in tante altre
occasioni, che il Dox. poneva particolare cura nel racco-
gliere le esplicazioni grammaticali o lessicali che il nostro
scoi, gli presentava, tanto che si riducono a pochissime
quelle che non trascrisse.
Il Dox. 336, 25 sgg. si dichiara contrario a quei com-
mentatori che fanno incominciare il xeyàXaiov ex xov ani-
46 A. SAUATUCCI
Oàvov a Titòg óè ó Aàóon' (28, 27) e quello ex xov àóvvdrov

a f) natg nuqà xzè., ed il nostro è precisamente uno di que-
sti. Difatti vediamo un richiamo
nel ms. trasportato con
l'à xov àóvvdrov, che nel testo corrisponde in margine alle
parole all' rjxa) xxi., appunto a quelle parole. Anche qui
sono incolpati i soliti xivéq di aver mutato i principi
dei suddetti xtqàXcaa, e si richiama in onore la distribu-
zione presentata dalla maggioranza dei codd. e osservata
poi costantemente nelle edd. (339, 12), che sarebbe stata man-
tenuta e consacrata anche dai più antichi scoliasti.
Nella nota 29, 17 abbiamo, mi sembra, un curioso esem-
pio di commento di altro commento. Lo scolio antico nella
sua forma originaria doveva essere presso a poco come ce
lo riporta Dox. 329, 29 sgg. molto breve e diviso in
il :
due parti contraddistinte rispettivamente dal uév e dal ót.

Queste due parti compaiono invece separate nel nostro ed
a ciascuna di esse è aggiunta la spiegazione o l'esempio.
KavaOHevrj.
28, 3: Dox. 354, 6. Nel Doxopatres si ritrova quasi

tutto quello che dice il nostro, ma disposto in diversa ma-
niera, parafrasato, allungato. Di quando in quando però
ricorrono le identiche parole. Dobbiamo notare che lo svol-
gimento dello scolio è assai più logico e ordinato nel no-
stro che nel Dox., perchè questi, dopo aver risposto a co-
loro che non ammettono la precedenza dell' àvacxevi\ sulla
xtxi'uGxivrj, che 1'

àvaffxsvh ttsoì syvioffin'ra xaì TtQÓÓTìXa nocty-
liaxa xaxayivsxai (354, 9), salta subito alla conclusione ttcòc
óè óvvaxbv xxè. e soltanto più tardi riprende la risposta

accennando all'argomento, favorevole alla sua tesi, dell'ana-
logia dell' àvaffxsvij con l'accusatore e della xaiaaxevi) col
difensore; analogia che è più ampiamente trattata e a suo
luogo dal nostro. Mi sembra che ciò voglia significare che
in esso mostra ancora l'unità organica di concepimento
si
di questo scolio, e che vi dobbiamo riconoscere, se non la

forma originaria, almeno la forma più vicina ad essa. Tutta
la controversia è poi ridotta in sole 8 righe nell'Anon. Ili
(596, 6), il quale non può averla riassunta dal Dox., perchè
è più antico. Ambedue in questo caso avranno attinto alla

medesima fonte, ma non è per ora possibile determinare
se per tutti e due si possa risalire al commentario lauren-
ziano, o se questo sia rispetto all'uno la vera fonte e ri-
spetto all'altro un semplice rappresentante di essa. Ma
torneremo sull'argomento.
30, 7 Dox. 322, 24. Il Dox. sostiene precisamente
: il
contrario del nostro, ammettendo che sia lecito àvcccxevà-

£siv àxQato) zQa%vTrjTi. Ritroviamo però il pensiero del n.
fedelmente riprodotto e in parte con le stesse espressioni
nell'Anon. ITI, 599, 66 sgg.
31, 6: Dox. 361, 15, premette allo scolio del n., che
egli riproduce soltanto sino alle parole %ù>v Osóòr, la se-
guente indicazione Xéyu rig xtòv : eì-rjyrjTtòv.
31, 30 Dox. 365, 20 nóV-sv, (frjCÌ, órôl òri ùqszyj r)v
rj xógr: ; ix rov óiwxt-tr avrrjv tòv &sóv' sì yàg /irj Toiavrrj

fjvoàx àv tiots avTTjr &sòg &v ò AnóXXon' sóìoìxs. Dove il
Dox. parafrasando e allungando, come già altrove abbiamo
osservato,scende ad una dichiarazione più minuziosa e
formalmente pedantesca.
Koivòg vójtog.
32, 20: Dox. 380,lo scolio non si trova

10. Nel ms.
così come mia trascrizione, ma sino alle
è disposto nella
V
parole iniloyog /LisQixùg è nel marg. sup. del f. 6 e per il
r
resto nel marg. sup. del f. 7 due facciate che si trovano ,
V
a fronte. Nel f. 6 è interrotto bruscamente da un fram-
mento, che credo di origine lessicale, ove si parla della
differenza di significato che passa fra àdt'xìjia ed àQfiàvrifia.
c
Il confronto con ciò che si legge nel 1. cit. delle OutXiai
mi ha indotto a riunire le due parti. Il Doxopatres dice
infatti che il luogo comune differisce dall'epilogo anzitutto
in quanto quello è un componimento completo e ha va-
lore in generale, l'epilogo invece è particolare; e poi per-
chè nel primo non c'è persona determinata, nel secondo sì.
Ebbene riaccostando le due parti di commento del f. 6 V e
r
del f. 7 si viene ad avere, solamente con una breve la-
48 A. SABATUCCI
r
cuna dovuta al taglio del marg. sup. nel f. 7 , lo svi-
luppo del medesimo concetto. E sin qui il Dox. è piena-
mente d'accordo ma non
ne raccoglie poi la
col nostro;
giustissima osservazione circa incongruenza del trovarsi
la
un personaggio definito nel luogo comune, e non risponde

a ta'e obbiezione. La ribatte invece il n., il quale, pur ri-
conoscendo che il luogo comune non dovrebbe essere nem-
meno xaxà rvQavvov o simili, ma soltanto xaià àóixrffiaTog,
fa osservare che, se nell'esercizio scolastico, yvixvaaice, ap-
pare il personaggio determinato, esso è però preso in ge-
nerale, come tipo, mentre solo nella realtà, àXri&sia, e' è
la vera persona alla quale è legato un fatto particolare,
Sarebbe assurdo, egli dice, assegnare dei compo-
TiQàyfia.
nimenti su personaggi e delitti particolari ai giovinetti,
perchè non potrebbero addirittura venire a capo di temi
cosi complicati. Guarda preoccupazione pedagogica! E ve-
ramente Progimnasmi, l'introduzione alla
gli studenti dei
non avrebbero potuto affrontare con felice
Tt%vrj {iìjTOQixij,
esito soggetti di quel genere: alla tsxvtì, a cui accedevano
più tardi, era riserbato il compito di prepararli ed eser-
citarli a scrivere e dire delle orazioni vere e proprie, mo-
dellate sulla realtà.
33, 11: Dox. 407, 18 XiTwvsQog t^sic) [istQiàyzsQog' i-ìibthctoi
yàg al nttXaioì àrjfiOTtxovg xccXetv %oòg fisvQiovg xcù vansivoòg,

WG/no xctxà (hufTioXìjV xcà zvQctvvixoòg cove èipiqXotéQOvg xcà
(ìiaioctgfivg, zwv TVQavvcov àXa£oviag (is%é%ovxctg. La
<bg tfjg
parola Xixóitgog mal si attaglia all'espressione che dovrebbe

commentare e che, per lo meno, dovrebbe seguire il /u-
tQiiiytsQog e non precederlo, perchè non si passa dal più al
meno, ma dal meno al più. La glossa antica fu ttoXitixco-
Tsgog, fisTQiwTSQog, tale e quale essa è data dal u. e tutto

il resto è un'aggiunta del Doxopatres. E il falso « nella
forma XiToorsgogconferma questa congettura.
34, 3: Dox. 409, 19 rcagà àviì rot) r.iì-g
fj voi>g noXXovg.
11 Dox. allunga la semplice glossa. È un'altra di quelle
grammaticali: 27. 27: 320, 32. 28, 28: 342. 27. 28, 11 ecc. ecc.
34, 20: Dox. 388, 4 ìaréov dì xtà iovto. <ln un- /lèv
ù io i<n> [isi£ovog cvyxQivo/xev, ì'o<>v vòv TtccQafìaXXófisvov iw
:T. :i. '908
/ii-iôn xxs. U contenuto è il medesimo, le parole variano.

C'è di più: a p. 891, 30 (ànogovai xtveg Xéyovxsg) si trova
la stessa obbiezione e si fa la stessa domanda che è nel
nostro 1. cit. (xaì ègsl xig), alla quale si risponde dapprima
nella medesima maniera, ma con espressioni diverse, quindi
(392, 27) si dà un'altra risposta, che non è nemmeno ac-
cennata dal n., e viene introdotta e, per così dire, sepa-
rata dal resto con un àXXuig it de', ov /.lóvov Xaa xà fiixgà
xoig f.i€yàXoig òsixvvfxsv, àXXà xaì ;ui"±or« aerar' [>isxà yàg
xò ànoósìât i'ffa, xaì {A€Ì£ora netQwps&a ànoÓH§ai ébg xaì
àvcoTSQco dgijxafisv (388, 9). La quale distinzione, insieme
con le contraddizioni più volte riscontrate con l'opinione
del Doxopatres, ci sembra contribuisca a fissare l'indipen-
denza del filone a cui appartiene il commentario laurenziano.
"Eyut'oiiKW.
Quanto Q\Vèyxwt.uov le divergenze sono inconciliabili.

Doxopatres si sforza di dimostrare con una quantità di sottili
ragionamenti e con un'abbondanza di argomentazioni, degna
certo di miglior causa, che I* èyxéyûov non è una xsìda
ànóOscig (412), proprio l'opposto di ciò che sostiene il no-
stro 35, 25 sgg. Lo scolio 35, 27 ci si presenta troppo fram-
mentario per potere essere restituito. Ma dal Dox. 416, 1-19
si può avere un' idea di ciò che dovea essere in origine.
Sulla scorta di lui e dei resti pervenutici nel manoscritto
ho tentato la seguente ricostruzione: xaì yàg (enarrar
/tag(xvgiav) xi(v)à slvai Xt'yet (gvvxojìiov) ano fiiàg (ngàSewg,
oìov «> snaivoìxo (ôjxQàyx^g, A^tGTsid^g vfjv àgti>rjv' àX-
Xo(&i re) xaì ànXwg (ó) snaivog dnav (negiéyet sv (f)Qa%et oìov
'
Gxgadrjòg àya/ttòg 0é(fxiGxax)Xfjg' xò óè (èyxwiuor - ri-
prendendo il Xéyei di sopra (G)eGo> ua(xtG) u évov sivai — l

'
(syxw{.ii)à^€Gâi yàg ovidafitòc) dixaiov Xéysi jòr ;nf vaig

noXXaìg (ngaZaGi) xexoOfttjfjiévov. (fj xov)x(rri) dia(fk'(govair Sri
(ó ftèv enaivog) xtòv àXìÔtòv (dettai, ov xov ntlhcrov, (&Gnsg)

GbiifQorovGiY [àvxì xov óoxovGiv] (ol xgòrótieroi emiri fJtiag,
ovxe (liióì'tjv) xexxf G&ai t

(xtjv) olà xov Xayav vo(fli£o)fjtevoi
uagxvgi(av) ùXXà xaì , vijv (xrjg y>vw/o;c xxè.. dove si contrap-
Studi ital. di fiìol. class. XVI 4

50 A. SABATUCCI
po.ngono la volgare approvazione a parole e quella che ha

il consenso della intelligenza.
Il (frt ai del principio e i Xéysi seguenti insieme con la
glossa uvtÌ tov óoxnvaiv che serve di dichiarazione al om-

wQOVOdaiv dimostrano che qui il nostro scoliasta cita un
commento altrui, come gli avviene anche in altro luogo
dove ritroviamo parimente un qrfiiv.
(27, 25),
In quel caso il Dox. attribuiva lo scolio ai nvég, nel
presente al Geometra. Non si pensi che il nostro citi il
Geometra; egli troppo spesso sostiene opinioni che poi ve-
diamo combattute dal Geometra nelle 'OutXica e, soprat-
tutto, non risente affatto delle novità d'interpretazione
messe fuori da quest'ultimo. Eppoi, per limitarci al nostro
caso, si vede chiaro che se il Geom. avesse presentato lo
scolii) in una forma uguale o molto simile a quella del no-
stro, il Dox., così caldo suo ammiratore, lo avrebbe citato

più ampiamente e con più esattezza. È verosimile che il
Geom. e l'anonimo nostro si siano serviti della medesima
fonte e che anche per il commento 27, 25 si tratti dello
stesso autore.
36, 10 sgg. Dox. 429, 30, arto B7tvcrjèev(iài:(ov ènaivtao-
ixs'v riva, òrt Xéyofisv, òri (fiXoGoyitcr èntxì'jótvat [letsX&eTv fj
QrjTOQtxijV, ì] tÒV CTQUTIHM'XÒV tlXtTO {ìiov ànò ài TTJC Tt'yìlC.
Un tmiì^tvaag rr]vÓ£ rrjv %é%vr\v^ oiov xìjV yQctf.ii.utxix^jv sì
rvxfp tic ££iv fjX&ev avifjg, xal nàvxag èv uvif t

. . . . ènvtry
óevi-uxcog. E sono appunto questi i concetti espressi dal
nostro.
36, 10 (p. 85, 32 sgg.) : Dox. 432, 20, dove si assegna al
Geometra quella ragione dell' importanza delle rrgàStig, che
nel n. vien prima per ordine, ma è trascurata la 2a ,
intro-
dotta da dXXcog (p. 86, 2), la quale è propria del nostro
commentatore.
37, 4-5: Dox. 439, 25, 'EttsióÌj yàQ txdxtoa, i] xe óîioxixì)
noXixtia x(ò ó nXovxog, scovai n xià TiXsovéxrrjfia xaì éXàt-
/«/<«, oiov ó nXorioc nXeovéxTrjf.ia [lèv io iXev&éQiov xaì àvsv~
òtte, tXàxxoì aa l
óè vò iXeovexxixòv x«ì (ìioc.iov, fj óè t)iiioitxì l
TioXntia nXtoì'txi rj/xa fièv io iffnv xià i <) ó'ixaioarv^c àìit-
XtaOui, èXàixonia óè xò xarrtivòr, ò Qovxvòiórjg rrXovaiog <òr

xaì dtjioxixòc óià {lèv xov tirai nXovoiog tò xfjg drjfloxixì\g
noXixtiag è^éyvysv èXàxxw[xa, dia xov tirai óè nàkiv ótj/lioxi-
xòg tò xov nXovxov. E tutto questo ron può essere passato

nel Dox. che attraverso il n.; il nucleo originario del com-
mento è stato diluito, sono stati messi in luce i suoi le-
gami col testo, mentre potevano esser taciuti, ma esso vi
traspare chiaramente e spesso vi ricompare con le mede-
sime parole. Una dipendenza di questo genere si può rile-

vare in un passo vicino : 37, 10 e Dox. 440, 22, ttqòq xyr
noXixsiav &rjXvxoif ysvovg ovaar xaì rroòg xovg vófiovg àQCt-
vixov yt'rovg óvxag ovótxtQor STtinvsyxsv ào&oor tò a sazi . .
ót ayj\{ia tò xaXovfxsvov xairoTTQtnég, dove si cita un esempio

diverso, si enuncia il termine tecnico grammaticale per
designare quella concordanza, e si limita la regola al caso.
38, 15-16: Dox. 448, 9 ò (lèv t'ììjr^xrjg xov nagóriòg fti-
flXiov (frfiiv. òxi aoifiav svtaviha ov xrjv sv ÒTZOxsifiérip, àXX

avrò tò nQàypia, che è la interpretazione del nostro. Ma il
Dox. la impugna sostenendo che è sempre sv vTioxsiixévi»,
poiché, se non altro, viene ad avere costantemente la sua

sede iv xyj àrrXcog U>i'Xfr E qui constatiamo che il concetto
di viToxsi{i€vov nel Dox. non è più particolare, come nei
Prog. di Ermogene, Aftonio e nel n., non si riferisce più
ad una persona, ma assume il significato generico di sog-
getto di qualunque specie. Questa volta lo scolio è ripor-
tato in poche parole, quelle essenziali, ed è naturale:
quando il Dox. li accetta, li allunga con qualcosellina di
suo, quando li rifiuta, li riduce.
38, 15: Dox. 450, 15. Scolio grammaticale; è riprodotto
fedelmente.
38, 26: Dox. 454, 18 O (lèv sl-ijyyxrjg tò xfjg àvccTQO(prjg
xtifàXator xovxò tirai ro/ni^tt, ovx terzi óè àXXà xov yt'rovg.

È seconda volta che uno scolio del n. è attribuito dal
la
Dox. ad un i^rjyrjx^g che allo Schaefer (p. 36) parve essere
f
ó éìzijyrjxrjg per excellentiam e che è nominato altrove '
(281, 26. 393, 26. 421, 10. 520, 9). E che si tratti di un
commentatore a parte non può esser dubbio. Ma non
vi
è certo di quelli tenuti in gran conto, poiché non è affatto
vero quel che afferma lo Schaefer, 1. cit., che il Dox. non
&2 A. SABATUCCI
f
combatte mai le sue spiegazioni, sed tacitos probat '; nel
caso nostro e a j). o!>.'>, 26 le respinge invece con la sem-
plice negazione. Trattamento poco degno per un f-"ìi yi tj$ l i
i
x«i' eì-oxtfv, come lo chiama il Brzoska (Pauly-Wissowa
I, 2799) che traduce in greco l'espressione latina dello

Schaefer, pur non avendo mai trovato nel Dox. una simile
designazione !
Dox. 465, 30 xò SxàrsQog ènì Svo Xeefx^àverai vvv

39, 4: '
<>vv io ìxàii-oov sìttibv à[i(póx€Q<x, rà ( xaxà vhv eÌQibvYjv xaì i
ià xaià xòv tzóXsîov fiovXzuci tìrjfiaivsiv. La dipendenza del

Dox. non ha bisogno di dichiarazione.
39, 29: Dox. 456, 21 Oì idv rraXawxfQOi xaì Toaxov
oXv/v àit'Xvffe òvvie ii iv à'£iov6iv àvccyivwo'xéiv, xaì ov II sq-
(Tàv, àavvecox^xor yào, gaffi, xovxo, olà xò tcsqì tijg lliov
àXàxfemq ti via iòv ffvfinavi a Xóyov' ó ftévxot VsdOfiéxQYji; II ?q-
ffiòv ó'//i' òif-'XvGf- òvva/MV à'£ioT àvayivióoxtiv '
ò d aiuti;
àiroQMV òióxi [texani) xòov Tooiixwv xià iojv Oòvffffaiaxiììv xià

uìiv llt-oaixiov èfi viiióvevfft,
(fì
aiv t
Un {-ixaiioi; tavxa ffv vétet^s
yivwGxt-i yào nàXXov xiòv àXXttiv è/.ivovfisvee. Il eod. pre-

ini
senta in questo caso due scoli di poco diversi l'uno dal-

l'altro nell'espressione e appartenenti al medesimo filone,
che, secondo la testimonianza del Dox., è quello degli in-

terpreti più antichi. Costoro si eran rivolti più alla cri-
tica che alla esegesi pura del testo di Aftonio, e ciascuno

avea voluto dir la sua in certe questioni tecniche, princi-
palmente in quelle dell'ordine dei progimnasmi e della esat-
tezza delle definizioni. Da tale tendenza derivò una par-
ziale corruzione del testo e pare che il nostro scolio ce ne
presenti una *).
Wóyo£.
Dei due scoli 40, 9 (p. 92) premessi al commento dello

fffóyog, nulla nel Doxopatres. È invece evidente la dipen-
i) Schaef. op. cit. p. )57 :

'
quomodo criticano exercuerint, videas
e loco laudationis sapientiae ubi prò llnjmòr o. <)'. if. legere maluerunt
VntiHoi' et q. Est autem n ili il nisi veterano iniL-rpretuin coniectura,
s.
([iiani taraen argumeuiis detendere conati sunt '.

clenza dal ri. per lo scolio 40, 20: Dox. 469, 15 rà nìr
yào xrè. . . . ol {.lèv yào àviì tov àio xovio Xéyovtìtv elvai,
f '
xcd dftoiov tovio vofxi^nvffiv nò o xccì nsnvvfisva ftà&ig
nag 'O/iirJQoi.
41, 1 sgg.Dox. 471, 9. Il Dox. espone sì il medesimo

:
concetto, ina adopera parole assai diverse e trascura, cosa

che non ci aspetteremmo, l'esempio esiodeo.
41, 9: Dox. 471, 9 ziykg óè ov (pìtóvov fiàlÀeov ùkì ùaìh--
vsiav rpijd-rjOav ròv GoytGirjV zcov Maxfóórmr dia loviov xa-
ttjootìr, u>4 fixj óiwcc[*£VMV avi cor àaqah') rrjv àQxrjr rn-gt-
loiâaa'Jai kò <&iXimuf qÓQovg vTté%ont totg 'A&rjvai&ig xai

xiaiv àXXoig &g xal firiiàyiifan ók'x^G^cci Ili-QCàn>. Dove com-
paiono i soliti xivég.
Fra 41, 31 e 42, 8 vengono due note che non hanno
riferimento nel testo dei Progimnasmi come noi lo posse-
diamo. Ci è dato però di spiegare questa singolarità. Lo
scolio che segue immediatamente i due suddetti, cioè il
f
42, 8, óión tìyov xtL, si riferisce alle parole ov yàq àvtì'/.or
(ia%6[isvov (42, 8 Sp.), le quali si trovano poche righe più

'
sotto di una lacuna avvertita già dallo Spengel a lin. 3

della stessa pagina. È ovvio pensare che i due scoli si ri-
feriscano a parole comprese nella lacuna dei mss. Né si può
sospettare un'altra, misteriosa provenienza, perchè li pre-
ceda nel marg. sup. del cod. la nota ylvxku xtè. (42, 11)
che risponde a parole posteriori alla lacuna, giacché questo
è scritto nel marg. sup. soltanto perchè ivi lo spazio era
maggiore è più conveniente per esso; che del rimanente
per istare al suo posto in corrispondenza col testo, dovea
esser collocato anche dopo lo scolio 42, 8, che succede im-
mediatamente ai due adespoti.
42,27: Dox. 484,20 tò óstròc èvt-avii-a odx àvtì Ssivòg
x«ì ctTCQoGTrkXaCTog, à'kX àvtl tov dstvótrjTog xaì rtsQivoiag
QrjTOQtxvjg Ssófisvog. Dove mostra di conoscere il nostro scolio,

ma si attiene ad una interpretazione diversa.
54 A. SABATUCCI
llOojroi'ia.
Il n. e il Dox. si trovano d'accordo nell' approvare la
definizione enunciata da Aftonio, mentre il Geometra l'ac-

cusa di essere difettosa xarà tò rrXsovàt,ov, perchè abbraccia
anche la scultura, pittura ecc., mancandovi l'attributo li-
mitativo Xoyixrj, e poi xaià tò sXXeÌTiov per le stesse ra-
gioni che sono addotte dal n. Questi però non fa il mi-

nimo accenno al difetto xazà tò nXeovàôv.
45, 22 : Dox. 505, 26-27 tò oì'ccv g%sxXiccgcixòv, tò óè
ol'ag âvfiaaTixóv.
46, 4: Dox. 507,4 Zm sitai óiaxi xàv tw Traoyyjxóii
fivsiav noisTiai tóòv évsatwTwv. xaì Xéyovatv, óu sìxÓTwg tovto
notti' òsi yàg xts. Nel n. si ha soltaut^) la constatazione
di un fatto, nel Dox. lo si spiega ancora.
46, 5: Dox. 507, 8 îjTshai Siati toù txaiégwv ènì óvo

jLióvatv Xa/ufiaro/itrov èvtav&a ènì uoXX&v tovto Xa/nfiàvst
ò aogiGTi^g. xaì ori xàvtctv&a ènì óvo Tivtòv iXtfy !hr tprj/jit
óìj zfjg t(òv àggévcov xaì zwv 3-rjXsiòav (jvotoìg xiè. "Dobbiamo
c
notare che in questo caso le OuiXiai non presentano alcun
altro commento.
46, 5-6 : Dox. 507, 15 xcà otzsq, <fì t
ffì, iole àvOownoig
(iaiov xaì (Jt/ii'òv, (ri tovto; tò &QTnv€iv toìk vsxqovq), zoUto
ifjtoi ìotiv ànooióiaiov. tovto óè fine olà tò nXfôg' o$T£
yaQ TtdvTag aita ola i ( d-grjvslv /})', xàv t'xaGTov óè lòia ótsTXsv
ijjiÓQìfitv Tira àv ng<)iiuì' j
m l
(sic nel W.) vav àXXeov. E lecito
fare un elogio al nostro scoliasta per aver capito una cosa
tanto semplice, che tuttavia il Dox. non riesci a capire?
Anon. III. Si confrontino 25, 11 e An. 595, 10: in am-
bedue le note sono adoperate le stesse parole. Anche nel
Dox. come si è visto (299, 18 e 301, 12), si parla del me-
desimo argomento, ma le conclusioni sono molto diverse.
25, 28: An. 595, 20. La somiglianza è notevolissima.
Nulla nel Dox. a questo proposito.
26, 28: An. 595, 27. È il medesimo concetto ripetuto
con le medesime parole. Ma questa volta troviamo corri-
spondenza anche nelle 'OfiiXiai (312, 27) e con gli stessi
SCOLII AD AFTONIO. 5ó
termini. Si devo soltanto osservare che il n. ha di più in

fine dello scolio una dichiarazione, la quale sembra ag-
giunta di suo e fa nascere il sospetto che per questo scolio
tutti e tre i commentatori, l'An. Ili, il n. e il Dox., ab-
biano attinto ad una identica fonte. Un caso simile si ve-
rifica per lo scolio 28, 3 che è tanto nell'An. Ili (596, 6)
quanto nel Dox. (354,6); vedi s. p. 46.
'28,6-7: An. 601,20, dove sovrabbonda la spiegazione
óxi xaì avioì èavioTg àvriXéyovGi, OtoTg àvTlXsyovtsg. E anche
in Dox. 332, 6, ma straordinariamente ampliato.
29, 11-12: An. 600, 14. Singolarissima corrispondenza,
perchè compaiono due citazioni da Aristofane. Fa mera-
viglia che il Dox. non le riporti, quantunque fosse un
diligente raccoglitore di esempii poetici.
29, 12-13: An. 601, 26. Anche qui si deve fare la stessa
osservazione, che mentre il n. e l'An. usano gli stessi ter-
mini, il Dox. non ha nemmeno un accenno al contenuto
di questo scolio. Bisogna poi notare che esso nel cod. è
V
scritto due volte, nel marg. inf. de! f. 4 e nel marg. inf.
r
del f. 5 . Anche quello di cui si è detto or ora, si trova
nel marg. inf. del mentre il suo vero posto sarebbe
f. 5',
V
a f. 4 . Vero è però che son due facciate che si guardano.
30, 7: An. 599, 26. E anche nel Dox.; v. s. p. 47.
32, 20: An. 607, 4. Manca nel Dox.

c
An. 615, 10 Tovtó sgtiv, ó (priciv EQfioyévsg èni-
33, 24:
xoiaiV sii (sic; ma va corretto in sazi) <U enixQiaig rj xov
rr QotsO-t'vrog xecpaXaiov [.iw ahiag óidXvaig. Nulla nel Doxo-
patres.
Nel commento ali' s yxwfiiov ffoyiag rinveniamo un altro
gruppetto di scoli identici, 39,23 e 39,24: An. 627,28
Atti xtòv iv ovoavfò, (prjGÌ, didwtii vfjv yrw/irr ioTg àv&Qwnoig
ao(picc. sxsivrjg yàg fj àax Qovo/nia, di fjg nXurîwr xcà àrrXa-
v&v àffieooìv avvóóovg xaì àrroxXiffei.g xià risQiódovg yirwffxo-
fjtsv, xaì xivrjGiv xaì <j»gàv t)Xiov ve xaì asXijvrjg xaì arcò tivog
Qwvrjg Tcqòg stsquv fisvccâffiv xaì £(oóiaxoì)g xvxXovg xiì-.
E subito appresso, 39, 28: An. 628, 9-10, ffo<pòv (U ôvXsvf.ia
tò rt'xrccafAce xov óovQsiov ìnnov. Anche ili tutto questo

niente nel Dox. Quindi nell'Anon. Ili viene il commento
56 A. SABATUCCI
al passo xià UhQOùìv SXrjv xtL, e non si fa [tuuto menzione

di una varia lectiu xaì loùxov SXrjv xiL
44, 21: Ari. G43, 10 Tisanv rr 'forr»u(c (è evidente l'emend.
fifteg) ; Ttoióvyg ipvxfjS ùrri-rtxiQQOìiitv^ xaì óvffanójjfojTog, rovi
taxi nayia eig 12-w iXxN>€fftx. Nulla nel Doxopatres.

Un pò
1
di ricapitolazione : anzitutto si ricava dal con-
c
fronto fatto con le O[itXiai che il commento del cod. lau-
renziano è indipendente da esso. Se in moltissimi luoghi
i due interpreti vanno pienamente d'accordo, in molti altri
divergono e di molto. I numerosi casi in cui il Dox. as-
sume un atteggiamento polemico (23, 4 5. 25, 8. 27, 25.
27, 27. 30, 7. 35, 25. 38, 15-16. 42, 27), il fatto che frequen-
temente gli scoli del nostro appaiono ampliati dal Dox.
(26, 28. 28, 25. 29, 5 e 19), il carattere generale di brevità
che essi rivestono, il limitarsi molto spesso alla pura e
semplice interpretazione lessicale, la notevole quantità di
commenti originali, che non ritroviamo nò nel Dox. né in
alcun altro dei commentatori (21, 23. 24, 20-25. 24, 26.
26, 8-9. 27, 10. 27, 25. 29, 9-10. 31, 8. 32, 20. 37, 13. 39, 16.
40, 9. 43,26 ecc.), e d'altra parte i due scoli senza riferi-
mento corrispondenze copiose e singolari, immanca-
e le
bili quasi per certe categorie di spiegazioni (34, 3. 38, 15;

v. s. p. 48 e 51), col Dox. che talora giungono sino alla trascri-
zione ad litteram, stanno a testimoniare che gli scoli laur-
rappresentano un filone a sé e che sono stati utilizzati da
Giovanni Doxopatres. Precisamente il contrario di quello
che potrebbe sembrare a prima vi-sta; poiché da principio
non si può sfuggire al dubbio che si tratti di una delle
molteplici compilazioni fatte in tempi più tardi sulla guida
del grande repertorio delle 'OfjuXica. Una di esse è appunto,
come s' è visto, quella che comparve nell'ed. Aldina, e in-
finite giacciono ne' codici. Ma i nostri scoli avranno ser-
vito al Dox. in una redazione uguale in tutto a quella

r
del cod. fiorentino con soltanto le note del f. l in più e
la continuazione per Vì-'xfjoaat* e il seguito, oppure in un
testo diverso? Il nis. non ci presenta certamente la massa
originaria degli scoli di quel filone; esso ne è soltanto un
rappresentante, incompleto, ma unico per ora. Però l'in-
completezza materiale non vorrebbe dir nulla a questo ri-

guardo c'è una più significante incompletezza, interna,
;
intima, accompagnata da una certa inorganicità, della quale

sono indizi accusatori la rarità dei lemmi, forse dovuta
alle necessità dello spazio, la grande quantità di cancella-
ture dell'amanuense, la mancanza del nome dell'autore in
quei luoghi dove evidentemente si riporta una spiegazione
altrui (27, 25. 35, 27), la presenza di scoli appartenenti allo
stesso filone, che vogliono dire la medesima cosa e ci ma-
nifestano estrinsecazioni diverse dello stesso pensiero, i
due 39, 29 (più antico sarà od Otiti ovcoìc, che ha per base
la lezione autentica ntgcràv), e finalmente, e soprattutto, il
fatto che alcuni commenti sono comuni al n. e all'An. Ili,

mentre nel Dox. non se ne ha veruna traccia. Dal con-
fronto che abbiamo condotto risulta che l'An. III non di-
pende dal n.; son troppo scarse le corrispondenze e quelle
che ci sono hanno una fìsonomia tale (sono semplici glosse
o note generiche) da lasciar supporre che si trovassero, su
per giù in quella forma, anche in altri commentari. Oltre
a ciò i due scoli 28, 3 e 26, 28, che si rinvengono anche
nel Dox., ci inducono a risalire ad una comune origine per
tutti e tre gl'interpreti. Ed ora che abbiamo acquistato la
convinzione dell'indipendenza delì'An. Ili, riconosceremo
forse nel commento 28, 3 la sorgente diretta per il Dox.
e un rappi esentante di essa per l'Anon., o magari soltanto
un rappresentante per ambedue. Ci troviamo adunque di
fronte a questo dilemma: o il Dox. ha trascurato, tra le
altre, anche quelle note che sono comuni all'An. Ili, o esse
non esistevano nella redazione del commentario ch'egli ebbe
sott' occhi. Considerato che il n. presenta molto di nuovo,
non raccolto dal Dox., non si può negare che, a rigor di

logica, sia verosimile anche la prima ipotesi; ma d'altra
parte non è facile ammettere che solo per combinazione
manchino nel Dox. proprio quei commenti, quasi tutti, che
il n. ha comuni con l'An. Ili, tanto più che in essi non
si riesce, nonché a determinare, nemmeno a cogliere un
particolare carattere che ci riveli perchè il Dox. non ne

avrebbe tenuto conto. Hanno invece tutta l'aria d'essere
58 A. SABATUCCI
entrati posteriormente nel n. commento. La seconda i] te-

tesi al contrario spiegherebbe la mancanza nel Dox. di
quei certi scoli e confermerebbe opportunamente la con-

vinzione, formatasi in noi per più ragioni, che il ras. laur.
non ci presenti il nucleo originario di quella famiglia di

scoli, ma uno de' suoi rappresentanti. E 1' esistenza di questa
famiglia ci è attestata pure dal fatto che spesso i commenti
del n. riprodotti dal Dox., sono attribuiti a urte (23, 4-5.
26', 28. u'g 31, 6. 41, 9), indeterminatamente, a parecchi, cioè,
che si confondevano tra loro per una veste di colore so-
migliante.
Il Doxopatres ci permette di fare una classificazione
degli scoliasti di Aftonio: ol i£ àgx^ €§i)yrjT<xi, ol ncckaioì
tóòv è£ijyrjTà>v, ol nakaióreom (238, 4. 362, 14. 219, 3) e il
Geometra, che è il principale dei più recenti (220, 6. 234, 3.

235, 1. 320, 25 ecc.). Tra i veteres e i recent iores staranno
forse 'Avzéviog (II, 23. 301) e Zagóécov (IT, 01. 422. 512. 521.
543. 554); però non lo si può affermare. Ma. di loro non è da
parlare affatto, perchè nessuna corrispondenza ci dà il modo
di stabilire un confronto col nostro. Avremo a che fare
con i naXaióisQoi o con i recentiorea? I n. scoli sono attri-
buiti dal Dox. parecchie volte ai nalaioC e naXcaóitooi
(36, 10. 39, 29), hanno di frequente la pretesa di correg-
gere, che è propria di quegli interpreti l
), risentono no-
tevolmente l'influenza dell'antico Teone, dal quale sono
riportati dei brani (29, 17-30: Th. ed. Sp. II, 93, 31 sgg. ;
32, 20: II, 106, 14 sgg. 34, 8: II, 107, 31. 35, 25: II, 61, 2:',.
36, 7 sgg. : II, 109, 24) e sono stati compilati su di un testo

completo dei Prog. e diverso in molti luoghi da quello del
cod., inda quello di tutte le sue redazioni ma-
alcuni *)
noscritte conosciute. Tuttociò ci fa pensare senz'altro ai

commentatori antichi.
E osserviamo qui di passaggio che la citazione Esiodea
dello se. 41, 1 è anche il soggetto di una yv&fir del retore
i) Si ricordi la trasposizione dei xecpuhau nell' àvaaxevij : v. s.
p. 15-46.
2
) 31, 25 n Qsopkiav) 45, 23 neyiéaitj.
Nicolao (W. I, 281), il quale fiorì nel V sec. d. Or. È

chiaro però che riesce assolutamente impossibile fissare il
più o il meno. Ma ciò sia detto rispetto alla famiglia: che

quanto al testo attuale del commentario, come lo abbiamo
nel iris, fiorentino, non è da credere che la sua compila-
zione sia di molti secoli più antica del codice. Anzi si può
sospettare che perfino l'amanuense vi abbia contribuito la
sua parte, poco rilevante bensì e non determinabile ! La
lingua, con le sue parole di sapore ecclesiastico e popolare,
con la sua liberissima sintassi, nella sostanza non è più
attica in nessuna maniera, quantunque non manchino qua
e là delle reminiscenze puriste, scrupoli fuori di luogo.
Non vai certo la pena d'intraprendere uno studio lingui-
stico di questo scritto ma non si può fare a meno di ri-
;
levare la grande frequenza in esso di svi col significato di

sari, fenomeno proprio del linguaggio de' libri d'indole re-
ligiosa e cristiana (N. T.) e che dovea essere del popolo. Non
che gli sari siano rari, che invece sono sempre in grande
prevalenza, ma la forma svi (38 casi) è divenuta un vero
sinonimo di san', tende anzi a soppiantarlo, ne mai è adope-
rato col valore di è'vsait, che, quando s'incontra, è scritto
per disteso, all'evidente scopo di distinguerlo i
). Tale carat-
tere del linguaggio, insieme con i richiami ai Padri della
Chiesa Basilio e Gregorio (27, 25. 38, 7), ci fa pensare al pe-
riodo che precede il Rinascimento bizantino dell' XI secolo.
Già dilagava allora la letteratura delle cose piccole. Ma se la
mania critica delle definizioni, lo schematismo inesorabile
che foggiava i modelli letterari e che ci sembra tanto più
t) Lo Psicharis crede (Essais de granirà, liistor. néo-gr. I, 69) che

da questo svi, frequent emente usato e nel parlare e nello scrivere,
sin da tempi molto antichi, sia derivato il moderno eivai. Il testo
ohe pubblico sarebbe un nuovo e notevole documento della frequenza
di questa forma, non più nella cerchia religiosa, alla quale sembrava
ristretta, ma nel campo sua rarità
scolastico, da mettere di fronte alla
in Eliano e alla proibizione di Polibio (Boissonnade,Anecd. Ili, 231)
di adoperare evi per èati. Vedi Schmid, Der Atticismus II, 121. Faccio
osservare che, mentre non si trova nel n. nemmeno un rorr tri per
xoì'T hou, forma più resistente, si ha quasi di regola <>{<ir tri per
olòv èan.
60 A. SABATUCCI
alieno dall'arte quanto più cerca di afferrarla e imprigiouarne

lenorme, se le seti ilissime disquisizioni ci offendono la mente
anche dalle pagine del nosiro commentario, dobbiamo tut-
tavia riconoscere che esso è il solo in cui si senta da vi-
cino la voce della scuola e se ne manifesti un poco l' in-
teresse. Abbiamo già notato il concetto espressovi che
non debbono assegnare ai giovani temi troppo vasti o
si
complicati di cui non potrebbero venire a capo (32,20);
e qui possiamo aggiungere l'indignazione contro quelle

opere che possono corrompere i giovani tò ///) ovp,<pégov :
ioìg àxovovaiv iClt-a'/ai Xsyófievov (29, 17-30) e la lode che

vi si tributa ad Aftonio (35, 25 p. 48) per aver dato chiari
precetti sull' tyxcofuov, poiché wbg vewcéQovg noXXàxig ngoff-
tpwvsTv rolg àoyovoiv devayxà£op,€V. Parla il maestro di scuola.
Ma non si deve pensare che si tratti di appunti scolastici,
perchè l'autore medesimo ci parla di scritto nella nota 44, 21 :
&g nQoysygà(pafji€v. Egli anzi si rivolge ad altri maestri, non

agli scolari.
Per quel che riguarda il contenuto, è soltanto necessario

fermarsi un poco nello scolio 36, 12 xaXai tìai ai .roà'ìug :
fietà x^àvtttov èncavovfievai. xovg yàg t,ù>vrag sìwDatnv xnXa-

xtveir. ^Sijì'jaavixo) ót rtveg òri zov iyxfofuov ré/oc sari tò xa-
Xò\\ tò óè ifióyov téXoq seti tò xaxóv. xov JiQoneiimixnr Xóyov
Tioìor tò TtXog sotìv ; xaì sQovfiev ovuog' ò :to<)tt{-;i:i uxòg Xó-
yog xié xaì ovAÀtf fióri v sìnéfo' io syxwfxiaffvuxòv <<-i(h>g u ).<>c
:
i i]g TTQonoiiinfjg èau, óiuu sxétvo SXov snaivog, iodio <)'? stg
tò téXog ì-'y* 1 x ^ v ^Jtatvov * * ... tog xaì noXvtqÓTKùg nàXcci ó

OtOìV.
La lacuna che precede -wg xaì noXvi gómog ha la capa-
citàmassima di 20 lettere nou è quindi cosi lunga da far
;
supporr' una mutazione di argomento. Anzi tutto induce

a ritenere che ivi si leggesse un riferimento a ciò che
Teone scrisse a quel proposito: come anticamente disse Teone '
nella tale e tal maniera ecc.Di questo genere mi pare

'.
dovrebbe essere il supplemento, e non si esclude che vi

fosse anche l'indicazione esatta elei luogo ove egli trattò
del Xóyog nqortsfinttxóg. Ma dove ne parlò egli ? Non nei

Progimnasmi, che ancora possediamo. E di un altro Teone
non si può trattare, perchè i suoi Progimnasmi hanno ser-
vito spesso di guida al nostro, come si è osservato, e ne
è citato un passo proprio al principio di questo medesimo
scolio (xaXai sìci al ngàZeig = Sp. II, 110, 10) ;
e anche nello
scolio 34, 8 si ha una citazione da questa stessa opera (Sp.
II, 107, 31). Ma la trattazione particolare della nooiroiinri
dev'essere piuttosto rara nella produzione retorica, perchè
non in Ermogene, né
m' è riuscito trovarne traccia né
in Aristofane, né in Alessandro, Erodiano, Demetrio, Mo-
nandro, Nicolao ecc. ecc. Gli è che il posto suo non è —
tra i Progimnasmi, e perciò iu questi non si può as-
solutamente rinvenire ;
il suo posto è nella TY^v/y omo
qixì]. Il Ohrist, pur riconoscendo a Teone la paternità di
tutte le altre opere che gli sono assegnate da Suida, non
gli attribuisce la composizione di una xéxvri. Ecco ciò che
scrive Suida: ©éwv, AXst-avÓQsvg, (To(piaTì]c, oc SxQTfjfidTiùsv
c
AiXioq' eyqaips Tt'%vrjV, ti£qì IlQoyviivaOfiàTiov, Y7tó{.ivrj[icc sìg
Se rog còrrà, eìg ròv IffoxQaTrjV, sìg ^rjfjboG&svrjv, 'Prjrnoixàg vno-

d-sGsiq, xccì Z^rrjaaroc 7TSQÌ cvrrà'§swg Xóyov, xcà àXXa rrXeiova.
Il fatto che la parola ré'xvrj ha da sola il valore di
Té%vr) QijToQixrj, determinò alcuni filologi, tra i quali l'edi-
tore di Suida Bernhardy, ad ammettere che Teone avesse
scritto un" Arte retorica '. Ma il Christ si attenne alla
proposta, già sostenuta dal Walz (I 137) e dal Finckh *),
di considerare la parola ts'xvtìv unita con le seguenti. Il
Hoppichler 2
) viene a concedere a Teone la composizione
di vs'xvai QìjTOQixai per una via del tutto diversa, conside-
rando, cioè, identici i due Teoni che più si assomigliano
tra quelli nominati da Suida, QéoìV aoqiffrijg e Oì'mv yiXó-
Goqog 2rùuxóg, ambedue di Alessandria. Ma la questione non
si può considerare risoluta e tale non sembrò al Christ,
che annotò :
f
Verschieden ist nach Suidas der Progym-
i) Pauh/'s R. Enc. v. Theon.
2) De Theone Hermogene Aphthonioque prog. scriptoribus, Wùrz-
burg 1884.
62 A. SABATUCCl
aasmatiker Theon vorn dera Stoiker Theon unter Augu-

stus, deranch té%vai grjTOQixai in 3 B. schrieb und auf den
sich Quintil. TU, (j. 48 n. TX, 3. 77 bezieht '
'). Ma lasciando
impregiudicata la controversia sull' identità dei due Teoni,
mi paro che il nostro scolio offra un argomento decisivo
per ritenere che il Teone dei Prog. pubblicò anche una
Té%vrj QìjTOQixrj, che magari avrà avuto il semplice titolo di
Ts'xvtj. Se richiamiamo la nota 34, 8, tò rfjg negio^f^ oretta '
xal elnsv iodio Qtiov xtL, vediamo che pure questo, benché
direttamente ci riporti ai Progimnasmi, ci fa pensare alla
réxvrj, perchè lo axr\{xic nt-Qioyfjc, e si osservi che nel 1. cit.
dei Prog. non compare questo vocabolo, è argomento per-

tinente a quella e non a questi.
i) Gesch- d. Gr. Lit.s p. 753 n. 2 (= * p. 782 n. 3).

TESTO DEGLI SCOLII LAURENZIANI ')
v
l 23, 4-5 (jt&g %QsCa) 2
); xoivtàg (xal ysvtxùg xalsTxai xgsia
n(aoà xò) xQùaDat avxfj. siisi sr %Qsia yivsxai tic
xov òijTov xal tislsxà avrò' xal nijog yivsxai sv
XQsia: olóv scrii xcà xò xov AlsSàrógov' Alsâvdgog
smaxàg xal ìóìbv xòv JioysvrjV xa&svóorxa sìnsv' 5
Ov xqtj Ttavvv(xiov) svósiv fiovlrjcpoQov dròga

(Hom. B 24), olovsì %gsCa xig sysvsxo reo Als^àv-
óqco xov xotovxov enovg la/u^àrsir) xò ì-s'vov qì^xòv
(xal) XQàG&ai avxoi &g olxsùo '
sàv óè [.ir] sxà&svdsv
ò ^fioysrrjg, ovx àv ó Als'Qocvógog sv) XQsia sysvsxo 10
xovxov, all' fjr &g ànóifxlsyiia. srcsl de sv XQ s â

sysvsxo xovxov ò 'Als'£avóoog, x(alsìxai) x(Q sla xi(l
xa)xà xovxn xoivwvsT xfj yvwfirj. xa&ò ós i) XQ £ â
2 (isQixr) saxi xal sìg xò xov sìgrj(xÓTog) j
noÓGumov
àvaqsQsxai xal sìg (snaivov % ,
:i
xrjg yvdbfirjg óiaops- 15
osi) 3
) xat xaxà àllovg xgónovg xal Sióxi (yv)(ó Uì r t l
9 olxelov. 13 rrj XQStq.
i) avverte che a) sono segnati in grassetto sui margini i

Si
numeri corrispondenti ai fogli del ms. 6) i supplementi, anche i più ;
ovvii, sono tutti collocati fra parentesi uncinate. Non si sono usate
parentesi di nessuna specie quando si tratta di risoluzioni di abbre-
viature di qualunque sorta; degli scoli sono con
e) i riferimenti
l' Spengel (Rhett. graeci); d) i lemmi, quando son chiusi
ed. dello
da una parentesi quadra, sono di restituzione; quando questa manca,
vuol dire che si trovano già nel ms.
2 iiòg
XQ ei(< 7i(o-
J
ms.
]
a) Dox. 305, 8 e 18. Come 1' essere -/tny.ij è per la XQ El(( una
Cfr.
ragione di analogia con la yvtófiij, così l'essere usocxì} sotto certo
rispetto è una differenza. Nella lacuna saranno state enumerate altre
divergenze tra XQ eLl( e yveauì)
64 A. SABATUCCl
fjlèv xaì S(p fìf.llV &V yévoixó uva :ioii]o~ai, si orno

i ryot '
oryì dtov ìrfyfi' yurta {Hat or yt-rtoOai rgòg
;
toòg àOxlsvsffxégovg' %Qsiav (H èq fjfiìv oèxéxi yogìg

7TQOO(Ò7TOV (irn i/.i((j(((T'fai.
23, 14-15 i oy urtato óè avxrjv xolaòs xoìe xaq uXaioi g] 5

ùraXoytì t) xgsi'a iw rroXixixtò Xóym' xaì yàg ò nn-
Xixixòg Xóyog t-'x xsaffàgrov avyxt-.txat '
ex (ttqooiiiìov),
ex / (hryy e£ àymvcav, xaì ÌTrtXóyorv '
ó'è ygtia
ffeoìV, i'
t
(Hi) Tcgnoi/Lliov ìyj-i 10 tyx<ojtt(a(Trixòv)>, xaì arri óii-
yì'j/ia(Tog xò Tragaugaôrixór. xaì àvxì àywvcov là 10

Xiiirrd, xò xrjg ah lag xaì ià t-'rtgic' t'yj-t óè xaì èni-
Xoyov óixoicog.
23,21 Eyxoìîaai ixó r '

@avfià(Sai\ ngooinior.
23, 28 llagacj ac xór.
1 1 uatóeiag] óiijyrjffig.
'()
24, 1 Tò tfjg alt Cag xxX.} àvxì xov à(ywvog). 15
24, 2 avve '<$£ xàô vxai] {avyx)aiagi !) iiorr 1 ai
24, 6 alxt£ó[.ievoi] arri xov aixiôvxsg.

24, 8 f.itxi-Q%ovxai] è'^t-xaQovxai.
24, 8 olxf-Ta àè tei] XsiJi(éi) io wg.
24, 14 Et Sé tig rari a (/ o fiovue vog yvyoi] èàv ót ygàiì'1^ 20
xig '
il ót' xig xavxa (pofioéfievog, xovg xs ót(ó)a<>xd-
Xovg xaì xovq rraxt'gag xaì xovg Trat(ó)ayo>yovg ano-
axQ(c(/{-i'i
i
'
rovro xò <f%fj[ia Xt'ytxai in^svyfiévov.
[ff)PjfJia yootjiag xovxo].
24, 17 hai fiexà xov óéovg itòv Xóyuìv (éXev&égoov) 2">
à(j /
;
ot t
xai :' ') xò c«j atgoruai erjfiaivst òro xtà <fvV-
xàaatxat fisxà ysvixfjg xaì aìxiaxixr)q. xaì h [lèv Gt-
fxaivei xò Xa/iifidvciì i] erri xgr^tàxorv ì] dXXoìr nrcòr,

<<ìt tartxrjg, o'tov' àtpaigovfxai o"t %grîaxa, xovx' taxi
Xatt(ìàvoì' xaì yirtxat torto di ter ì-'y^ rig ti xaì àtpac- 30
QS-&T i'.i àXXov. dtav de (>rx ì'yi^ il. Olóv tati xaì xò
xor Aij froviov, xaì yàg àxîriv toòg Xóyovg or ngoasxi i-
1-2 io'i'i m a/',- ^ y-<''i f. èS.
') Il testo di Altonio ha in questo luogo una lacuna che coni

prende tutte le parole del lemma, e lo scoliasta ha aggiunto in mar-
gine il supplemento secondo la lezione che seguiva.
26. 3. '908
SCOLII AD A F TONIO. 65
(fato ó vs'og, xaì xsixai i ò àapaigovfJiai, Gvv%àGGsxai

n:ià ysvixi\g xaì aqftaivsi io ànoGTSQtìa.
24, 20-21 Ilai) a {io li). naoààstyfjLa] r] [lèv Ttctoapoli} xcà ànò
Xoyixwv xcà ano àXóywr xaì arcò èfi\ >v%ov xcà
l ano
ài{ivx<n> sniXa^fiàrsTai, xcà ex vmv xaO sxaGTi t
v 5
ytvofis'viov vrò xa')' fjfiàg fii«y co óè nagàósiyiia ex

tcùv àna'S. yivo/.isvo)V xcà ano Xoyixcbv fxóvior xcà wgi-
ffpévwv' f) óè xcà f£ ùoQÙutov.

r
3 25, 8 rrwuijl ti scrii yvwfiij; óià ti xaXshai ; òtti io
yvcòGir è'%etv iòìv xaià (pvGiv vnagxóvtior cote ngety- 10

/naGtv' sx (pvGSdog yàg s'xsi ° àvl/gamog tò vqiGca-
GÙai (irai ice' xcà ngòg avvò ànoftXs'ncov ò Evgtni-
óijg àntcj^vicio xaAing Ovx sGttr . . . (bó' sìnsTv snog \
ovóè nàOog oùóè Gv^yogà Os^Xatog, |

fjC ovx àv
àgate àyJJnz àrUgionov (fvGig ')• xaì to' àrOgwncor 15
oi nXsTGtot xaxoì '

*) xcà rovro xaXslcai yveo^rj óià
co ngòg %t\v (fvGtv tov ngàyfiarog àno§Xsnov(ra)
àno(fi)vai. xaì ènì ngày uarng' (ptXagyvgia
t
[Ài]tgó-
3
noXig sgti tcov xaxtòv ).
25, 8 sv ànocj àvGsGi] rj ànóqavGig svi ys'vog xaì (fai- 20

Vivai ex cfjg ànocfaGto)* xaì xaraqàGsoìg. xaì xa-
càcfaGig (lèv sgti co XQÌ] §sh>oi' nagtóv^ra) tpiXsiv'
ànó(faGig óè tò ov XQ*] ^slvov. ànóq>(av}Gig óè xa-
Xshai ótà <rò> (fcuvsGOai ini rcòr óve, sì x 0ì) *'"
ts ov XQÌ]-> MS ysvixòv ovovia xaì xa&óXov àn<>(f(ai}- 25
vófxsvov (bg (fiXÓGo<f,o(g)

4
). svxav'ìa óè óiai(govGiv
aveò} oì grjcog(sg} xaì oò noiovGt aviò à(Te) ys'vog,
àXXà òtccv svi <zò> oves XQt] °^ Te °v %Q*h xu^tai

ànócpavGig gìjTogix(cóg).
12 afìXéntov. 15 uqst. 17 r;;*' (prauv no cancellato. icio-
pXéniov.
i) Eurip. Or. 1-3.
Detto di Biante. Cfr. Diog. L. I, 5. 22, 35.

2)
3) Detto di Diog. Cin. Cfr. Diog. L. VI, 2, 115, 1-2. Il Dox. 257,
29-30 lo attribuisce a Biante e lo considera non corno yyióuij, ma come
/<>su( yt'wuo'/.oyixij.
*) Aristot. 7ìeoì tou. e. 5. 6.
Studi ìtàl. ili filili, class. XVI. :">

66 \. SABATI Od
25 8 :
Ki(pccXcti(óórig' ùévrofiog x<à èniTSTfirjfiévog.
25. 11 xò (lèv ànXoHv] ànXal Xéyowai yvtòfiai ai ;iiar
l'/uvGai àrrócjaratr ritoì èvòg rcgdyfiaxog, olov' xò
yàg €$ ngccTTSiv naqà i))r aitar àf/ogii^ tov xtcxóòg
(pqovsiv i <>u àiorjroig yivexat. 5

*2.\ 11 iì, )
( ì- avvs£evy(iévov] avvs&vy (lévat al yrtàuat
Xéyovtai ut rcoXXàg ì'yovaia àrtocpavasig, &g evTaH&a'
(ita /lèv yàu tenti l Xéyovffa ovx àyaO-òv noX(v)ix<>i-
gavirj. tiiu stéga' t-ig xoigavog satoa' sita àXXrj'
slg rìuGiAf-vg. diatpégei óè xò àn'kovv xov ffvvsêvy- 10
fiévoli xa')ò xò /tè»' àrckovv, di' SXov Xsyófisvor, rhv

diàvotav fióvov ànaoxì^si, xò di ffvvs^svyfié'vov ae-
rai ut amò rragiaxàv ànò xov fjfiiasog fiégovg' ngosi-
ncor yàg Sri xaxòv r) TcoXvagxia, èdJjXcotìev óià xovxo
fìio,')tr ók "/Qì^xòr f) (.tovagyta. 16
25, 11-12 xò (lèv n i !) avóv >]. mO-avòv Xtyéxat xò (ie%é%ov àXrr

!)hiug xaì l{>{-vóovg' xò xaì èvd6%ó(l€V0V,
•25, 27-28 vnsgfioXtxòv ót &g] (é)7tegpoXixòv Xiyttai io ;n~:i'
imsgfioXrjg Xsyófisvov xaì nega vfjg àXri&siag' noXXà

yàg sìaiv àù&evsffTega xov àv&gumov. -0
25, 28 àxióvótsgov rraoà xò xirtò. àxióvòv io (iij xtrov-

fievov, àxiòvótsQOv wòv xò àatfsviaxsgov. xà (lèv
àXXa xcòv £(ócov €%nv0iv tpvtiixà troviteli a, ò de ììr-

&gomoc, (yv(iv)òg ysvvótfisvog, àXXwv èmòt-âtiar
ovóèr ovr xoviov àG&ert'Gxegor. 25
26, 9 oiTTXtì'v] àvxì ttiv aneigsiv.

ùtTTxeìv] éavxovg.
26, 9 Ki'QVf] òvottic xvqiov.
« 26, 12 voòg TToti xdg] t
noirjzr)g Xéysxai ò eióàg vfjv tpvGiv
icòr nguyiiia tov. 30
26, 13 vnotJrjxuc] nagatvsasig.

26, 14 xov itti odi' iì<r yj'totr i <> xdXXog iov fjgcoixov (is-
tgov xaì iì r
t
tvQv.'J filar.
26, 15 xrjg òtto li t'

i
xi e
i
tò xt'góog] iì t
r .<-'*
trjg Tragai rt'cf éù)g
fjóovrfv. 35
26, 15-16 xaì TzoXXùr) àrxì iov trtxu.
12 fxóvrjv. 21 èntàéaerai.
SCOLII AD AFTONIU. 67
26, 18 àyanàx w usa io r] àiitxojg GvviaGGttai arti tov

TlSGslv.
26, 19 tbg &(isivov\ f) log àvrì tov irtsi.

c
26, 22 O yàg ti svia] ex Tfjg cthiag.
26, 28 'Ex tov s vavtiov] oìifstXsv sìrcslr xctTa tò Srarriov '

5
ov iirjv ol nsriag àn^XXayns'roi ógcòGi ti yukenóv'

àXX" è^tifvyev rfjr tsXsiar àgtTrjr, sìótog &g ziveg
zavTijg sxntTTTóvGi, tò xaxol (si} vai ex tov tcXovtsiv
s%ovTsg' stzsì sigi nXovGiot xcà ógioGt xaxcòg.
26, 29 nalòsg ts yàg óvrsg] àvviO-sta ngòg ixsiva. 10
27, 9 ov iisTsXà^ftavsv àóstav] tò just aXa /tifi aro) xcà
ysvixfi xcà ahiaTixrj GvriaGGSTai' [isTaXafifiàro) tò

lièTè%0) ysrixfj, (.lecaXa/uifiàvo) tò [XSTa%stgi£o uai al- t
TiaTixr. (xal o)(f}siXsv ibós /.istà ysrtxrjg GvrT(àât},

òti ov iist£i%ev Trjg aÙT(rjg} àósiag. àXX ibds ttqo- 15
nsGovGa fj ov àovìjGig aratosi avcó, òtóii ov usisì-
yév Tivog ngàyiiavog.

27, 10-11 'Agraìog yàg ttjv àgxrjv] {xal sx) yo(vfjg, wc> (prj-
Gtv ò tiotìjt^q (Hom. a 5 sgg.)

f
'Agvaiog l
)
ó' òroa
sGx(s) '
(tò yàg) ì)sto txÓtviu (.HJvrjQ \
ex ysvstrjg . 20
yéyorsv óè tò òroua rragà tò àgrvG&at, tò Xatifiàvsiv
xal 7TT0)%svstv, ira r ovovia titoìô) ngs'nov.
27, 11 looc rragà tò sigio, tò Xs'yio, ó (r}àg àyysXiag xo-
fiC^wv "
Xs'yst yàg ó noiT/V^g (Hom. e 7) '
ovvsx ànay-
yéXXsGxs xtcóv, (óts) nov Tig àvcóyot ' 25
27, 16 nagoivovîsvog) àvxì tov v^gtL,óf.isvog.
27, 21 ncòg] âvtiaGxixcòg tò ncog.

27, 21 xut àîav &av[.iàoai] àrù tov àóvraTÓr sGTt xaT
aitar snatvéGai.
27, 25 ÂvaGxsvt] sgtiv] Xóyog sgtì, </ rjffiv, àraGxevrj t(ov) 30
7igoxstfxsv(ov} àvatgsTiTix(óg}' ovx só(si ovr) àva-

TQOTirjv siirsiv, àXX sXsyypv (tov ugàyîaTog} ttqo-
(zs}-!/sVTog' ovóè yàg aÙTÒ àvatgoì>f.isv tò ngàyâ,
àXXà Ttjr óóâr avTov' ov yàg órjrtoOtv arto navvs-
Xùtg (à(fa}viôixer, ovó' eìg tò flij tirai nagàyo- 35
26 ÌQ€Qt^6uei'og.
•
) Cfr. Etyun. Magu. s. v.
68 A. SABATUCCI
per. Xs'yofisv oii io toluene Xéysiv Xiav svrj&sg

saxiv, ènei yùn i] àvaox sv >
t
tovxo ùyari^t-ua. 8Xor
Tra uriò ùyicior ai l
xuì it-/.f-i't»~ i i]r óó'ìuv cri or
l
à(paviat]' xuì /},"."/%" ót- Mauri toc roiorinv ,

;uiù
xò naifjaea aitò fjfiàg ,«') 6é%ea^cd tivag ni/H iì]v 5
</» y'/nr uri or n goffXafÀ fìàvsG !) ui . àv d-éXr^ {Sé "-'
ó;: yt-o!ha urto, oró.-r iuh' fie'Xsi, àXXà svi uno lóit
tbg vsXsifog i/j uìtam'vor.

'Ava&xsvii] sàv yivrjxccùém Jioàyiiaxoc. Xéysxat àva-
ffxsinj, oiov svi xuì i orto , hàr dì yivìjxat im Xóyav, IO
(oiov svi xò xov àyiov BuGiXtt'or. h'yt-iui ùnio-

Qi aic, ')
t
27, 2 < óa« nt-a^r] va srósyjuitvft xuì ùnifióo'ìu, wr ;u'i-
Xiaia noXvg sfffiòg sv io$g ur'/ixou ót^y/juuair. ov

yoì i
()c- toifc. fiéfrovg ùruaxf-ràîiv rj xaTuaxtri'Ctir. 15
&g u rat-i ifjsvdjj, wc TtQoXaôva^g ì'

l
ói i
tijg ru-oì (cr-
iiòr (ji'jin^ (tf.isv)óovg, (or ót là (ir\ati ùAi^'t fj. ti
óiaqt'QH (iàvx)oc orOixor Strjyqfiaxog ; óión ò (iter}
or,'Jog noòg nrcoaivi-air tsXsì 'tu. . i ò Si fiv&ixòv n gòg

xò} xaTaaxtrùaui io ón' ytjfux)
t
xuì óióài-ai cerio '^0
xuì (óìjXcb)attr ioTc iiaO(r raìg)' svi óè xcà fiH&og ó t
luvitXòóg ipsvdtfg, /.iih'Jixòr óè tò pLsxs%ov ù ;i(fo}-
is'qìùv, ìl'tvòovg xs xuì àXaj&^siag).

27, 27 xd'îv] ttjv tjrair.
27, 30 xt(j uXaioic %QÌjaua Dui '
xoìaói] xu'/.kìiai itY'hi- 25
rio.-, i t-yvo/.oyuc, óiaigtatg.

28, 3 nsoiéysi] ani tor ao^f-i. ùiiì /or shtovi^si.
(Z)rjTovair ót jwòg oióv it t'on .looi'.iùoyi-iv vhv
àvacxsvijv tfjg xuxaaxtrf^' {mùtuo yào n iiu'hlvvsg
ttìoì arzf g nwg ùvaaxtrùC.tir ór vu tu.'hc xuì
t
Xé- ^0
yofAsv òli i
t
ùruaxn'r jrtoì iyvtùfffJtéva xuì noóói^/.u
TToàyuui a xuì uyinrai, oióv setti xuì tovxo. orx ;')•
Trootyioìaiitrov) xuì ih] Xór n ./ci(/vì

l
yf g
t
TTQofjXt'/s
7 dopo (Ciid si vede "/ At/icUtu cancellato. 33 (cF»/)Aor ort ?
') Allude forse al Aóyog nyaTQBnrixòg tov JjioXoyrjrixoi n>r dva-

r
aeBoìig Migae, l\ 29, 128.
Ervo/ulov,
.SCOLII AD AFTONIO. 69
xaì Aàótàvog; vai' inai xaì ó noiiji hg èyti avió '

ait-'n-
[iccT è'%(ov èr ytoaiv . . .') doti ovv iovio TZQOimàQ-

X*i, óión 7ta§aÓ£Óo[iévov i)v arcò lov Tcoiritov &g
àXrii/sg. sXOàv óè ó AqOóvioc, svqsv avtò naqd-
Xoyov xaì àvsffxsvaasv ceòtó, èrtsì (àvo)vxo(y) >)v. :,
xaì S7TSÌ iji' tivog %Q€ia Ira xataax^vaaUh~ nàXiv

xaì oHi'cog àvceaxsvetff&r}' èxetvo yào aviò xat) avrò
(xax€}ax( ev)aGf.ibvov t
ijv xaì nò óoxstv àXriOèg xaì
xaXór. fj fxèv àvaaxevì] xati yóoov ta§iv 67is%£i,
t
rj
4:^ óè xataaxtvij à7i(oXoyovin'vov) * * oìóv iati xaì lo

|
torio' .Vés óu s%$l iig f-rrcovv/iiiov sl't dirò ndnniqv)

ì\ i- ibi) m< . xaì ::. ::
shihfj) xati]<yo)oóg zig xaì
àvayxdaij avtóv, òri ai) naoaXóyaìg dxovtig tò srim-
vvfxiov tovto, riva óovXtiav è'yéi. sxslvog Tra avvi-
ata avrò TtQwtov óti sxstvog, xatriyoQijasi ; àXXmg te 15
ót" èxtìvo aviò xa'/ scevro lyî tìjv avataaiv, sX-
3-óvtog óè tov xatijyÓQov xaì àvaGxsvuffavtog òti
xax(ì)~, àxoési STTWVV/Aiav iovio ovrog, tótt àrayxaî-
i ai sxstvog iva avviai à avrò. dXXoìg ts ót" nmg óv-
ratòr xuraGxsvdt,slV tà (.li) àvaa xtva'^ó 1 1 { va ; i aria 20
óè à(j lavrwv ìyovai tfiv avataaiv, xaì ov %Qsiav
è'xovat xataaxevfjg. xovxov %àgiv xaì fj xmv (/i:odv-
ti<ìv ótafioXri xaì sv^r \xia TtQov7iàQ%€i

t
trjg sxd-s'ffswg,
&g 7iQO€yva>Gfi€vr xaì óijXrj vjidgyovaa.

x
» 28, G-7 notatale (lèv àvxeosiv) rigor aaig. |
<rò Ttgòg '25
iui£ovdc (fiaiv dvtiléytiv dXoyov' ènei xaì

t
ol rroi -
irai ngòg iisiôvag tovg lleovg dvtiXé'yovai, àvxtXs-

yoftsv xaì fìfistg toìg notatale.
* 28, 8 snaigovair] àvtì tov avvanndôvaiv, dvariéiôvaiv.
28, 9 ti (òg ovv] drróóoaig fjyovv àîoaaig. 30
28, 10 Xóyov] (pgovxióa.

28, 11 TTQ07rr t
Xaxi£o uévoov] t
(é(ÌQi)£o[Jbs'va)V. óiaavooiit-
voìv, sÌ-ovVì-vovii; viov.
9 rj. 10 nella lacuna si leggono o ... ex .... v. 19 xaì.

30 rj ióg (sic).
i) Non intendo come questo emistichio omerico (.4 li) possa

servire di spiegazione a ciò che precede. 11 luogo sarà lacunoso.
70 A. SABATUCCI
28, 11» 12 'AttóXXoovoc; Sé (icèXXov]tò xarà ngoTifiyaiv a%ij[ia.
28, 12 r)y spiòva] àvxì xov Movaryiî ii
28, 13 ola yàg] &av(iaGiixùjg, .'/ohm/xòì:.

V
4 28,20 ioTstpavwoctTo] Gtsyavovai dàtpvì] tòv tqinoòa
fjiavTSVÓfisvoi. Tu yviur' chuii, àv or (jiiyi, ìt-'ntia i] 5
()à(f ì /e, od (potfià&i' xr)g xé%vqg xfjg -lavxtxfjg.
28,21-22 nQOTi&éfievog] ngnxei/ievog.

28, 26 tira rov yt'vovg] trGxaaig.
28, 26 f, (lèv yàg àvd-QtOTXOc] ex xfjg xcov ngoaa'ìnior
ch(((fooàg. là ?£ negicsxcnixà ànò ngoatonnv. ')' 10
28, 27-28 ttòìq óè ò Aàò(tiv\ [xgónog] ànò tqottov.

28, 27-28 ncog Jì ó âtfo)r xiè.] <rò> àniOaror sXaitov
rov àGacfuvg' xaxe'gx'-xai óè ngòg xà àcdsvéatSQa.
28 a vrànxsrai] àvxì tov avrovcricv'hiat.
oì'xovv ànavxeg xxS.] àvaxóXovVor ànò ngnGwnov. 15
d i adorai yàg drj Xovcii] àv&og yàg s'ì àrOovg xaì

l'ureo g €§ ititi ov.
yàfiov] xrjv avràqeiav Xéysi xcà ó ni Xi.tr.

xcov aÌG&ctvo[i£vwv] ex xcòr TtaQS7tO(iév(ov ttrjXol
%à 7ZQor,yovfieva z oióv saxi xcà erxav'Ja nagtnòiii- 20
vor ò Vfxévaiog, TtQorjyovfJisvov ó yàf.iog *).
29, 6 AXX rjtw xxt'.} àritnagàcii (ttJtg.
29, 8 f) Tialg xxè.] (ex xov àcìvvàiov) ')•
29, 8 iugà xiarr èxgécpsxo ;] arcò tórtov.

29, 9 r) TQoeprj ngofjX^/ev àóvvccxog] àrrò xffi iv vale, 25
èniGxr'jitcag òiaqugàg' xaì ovx tri cfv(asi) àóvrctxnr
/ àvaxgocpìj.
29, 9-10 tog slnsv (bóe ò Aq Dorine r
nnv yàQ i
t
naTg {i/t tijv
óiaixav: '
xaì svi cenò xónov, ncog lyti xaì ngóffo)-
*) ex rov 7iQoownov, ex 7//c TTQÙZeoJc, ex toì tónov, ex tov /nóvov.

ex ioi> tqótiov, ex ttjs aklag. Cfr. Th. W. I. 218, 23. 219, 2.
s
i
Cfr. Dox. 31,29: 'Yfiévaiov èvxavd-a >)ioi, tòv èni&aXdfti-op ì'/avop
. . . ìj iì)v avCevyov xaì fqv uì-ir. Xv ano tov ffVjU/Se/fyxótos tó nctqenó-
jj
UEVOV.
») Il titolo èx tov ttévvàTov è posto in margine dallo scrittore
del testo accanto alle parole ù.Y. tfrio, avyxexioQijo&io vxè., ma con un
seguo di richiamo molto simile all'abbreviazione di èari (•/.), ù rife-
rito alle parole naìg n/'hnw. xré., 29, 8.
/;
r
nor '
naqà xtò (jvGarn '
xaì nàXiv àXXimò yfiv;
xai eia ngóówna. Jióxi, àr sinsv iixi naoà xo€ (j v-
Gavrog, àvxì xov vnò tp'ócfctvxog, xóxe hv itQÓùdùnov'

r
(xaì àv v)nò yfjg' srcsì óè sinsv naqà iw (fe-
rrarti sór'jXoìGt xónov, òxi ofi% òn ixsivov irgàyr], ;,
àXX irr sxsivfp, xoni(xmg)' i) yào óoxixì] notti xavxcc.

29, 10-13 ito (j vote v 1 1 . . . / >j v (/ vera a a v] ò q veloce ò nanqo
ò (fÌK yào ó vlóg' i) tjvGuoa i] [irjxrjQ, (fVGa óè fj
Vvyàxixj.
29, 10 vìi Jia] i]0ixòg xaì QtjtOQixòg ÓQxog. xò [lèv ri] /Ha io
xaxoofioxixóv, rò óè [là Jia ànw fiori xó r '
òxav óè
s'xy tq od, xaiwiiorixór.
5 29, 11-12 sXàvd-avsv i> n. ànonviyoir] àvrì xov fiyvósi àv
ànonriywv f] àxaiv ànènvty?r r] è'xgs(psv. I Aoiffzoy, à-
vr;g Ns<péXcag (242)* nóS-sv davi òr 15

cf vnóxQt-oic
sXaUsg ysvófisvog ; arri xov i]yrótu. olov nótJsv vnó-
XQeoK (ysvófisvog fiyvóstg ì] àxmv ysyovaq ; xaì u&Xtv
ò aviòg nXovifp (75) oToig ào' àrÙQwnoig ìvrwv
sXàvd-avov' àvrì xov r)yróovr.
29, 12-13 rà/uaGir... QkV[iaGir] ótacfèott vana xaì ótrna' 20
vàfiaxa ([lèv) ànXeog vóaxa, i)t?V[iaxa óè là xtrov-
[itva xaì Qsovxa.
* 29, 13 àXX vnò yfjr )] naie óii]xàxo] ànti>(aror} ano
tfjc xov nQoGwnov noióxijxog.
2!>, 15 ys'vsGiv] è'vao'ìir. 25
9 29, 18 ntòg fjoa !)-sóg\ ànò nooo'obnov.
29, 18-19 fhg sìcàyfxai i] A(fooóixi t
dixxmg, fj [lèv ovoaria. f,
óè yî'rì] '
ovoaria /lèv ó è'goK xtàr tisioav, yrjtvrj óè
ó è'gcog xtòr xaxwr xaì fiicot óòr '
xaì èri ó fQwg xmv
[léamv. /fià xi wós vné'Saiof-i avxòr ò xeyjixòe Xs'ywv 30
ori h'giog xtòv òvxoìv tò xaXzniaxiaxov) ; qryto-
gtxòg ró[iog xò xò nooxtifisrov è'Saiostv.
29, 19 (fvGiv] xrjv ir]; ^fóxr]Xog.

29, 20-21 sì [lèv yào nàvxa vogovg i\ £tXrjg>£ vovto ad£rf-
aewg %àoiv, xaineg oùx einsv ó noirjxrjg ' voaovai 35
2 Ótkv eìnijs cancellato. 4 orav cancell. avanti ad ènei. 6 1)
yào òOxty.i] noisì Taira dlX in èxsii'to ioni 8 6 yàq

. . 1<! èXàv-
d-aves. I <
>
- 1 T guvtòv èf.ut'S-at'Ss ysvófievog canr-ellato dopo Ìjióxqeuh;.
72 A. SABATUCCI
Travia
1
à/./.u è'gcoxa einev nómr' xaì fifjv od Ttàvra

voffovai.
'1\\ 29-30 ii &é / jLitfrrjQ . . . g>evyovffar ;] àixò ngay fiat og.
2'.*, 30 sq. rihv (fcevXwv xts.\ (tx) xoòv /layo/itvmv.
30, 1 fj tairvr fi^Tijg <ir yéyorsr, ij . .] /tayó/itrov, 5
xò xicì e ravviai'.
30, 3 Tó àrrotntc ót xaì in ànr/K/ngov tig iiìr tò if'tv-
fìèg ihì'ìai i ò rrgày/ia ànqaxxov nvótv ìo%V6i'

xaì
arò;- ydg, ènei
ótf
ttsq àngsnéq, nàvtaK xaì àn{ga x-
tor' izoXXovg yàg ìoii(tv) xatà xòv fii(nv à)TtgsTTrj 10
(incoici tofiévovg '

xò ó avrò/ Xtyti xaì rrtoì iovùovii-
qpógov. vhr Tx(,oió)tr^ta dì /lóvryv diafìaXXst xov rrgày-

(xavoc, oior àngsTtèg ?]r tòv AyjXXta /ittà fhr àuai-
Qs((fiv) xfjg Bgio) t
'ióog ttqòq trj Ùa/.à((r)(Til daxgvstv
mioicxi nv) di(xr v} t
di tgoìxic yvvuix(óg), oìóv taxi 15
xaì tovto tò i]i i >, <h]ì(ci) &sòv rragà yvraixòg fjx-
i i^/itv^g rcag' àrd'gmfsov itvijnv' ovx t'xî alayv-

viv i(> inhtvinv: àav/Kjngnr óè xò /xij Oi>(/i)(f6g(o)r
une àxovovaiv idJtaOui Xtyn/itvnv. taxi yàg xà
7T (gay} /.lata, u 7rga%&fjvai (/lèv) ovx sxgf,i\ <p&à- 20
(carrft) óè Trgax&tfjVai}, aiomàaOai av/iqtgnv '
oior
ti tig xòv Aoxgòr Marta toiavta tÌTtwv tic lijV 'Alti-
vccV icO{-fh)G(ci n'ia Xtytxai, tntixa vnnDoiio infit tv

ii] 'hc).i'car!i
l
,"> '/^ nì'xm
/
xaxóv il aviòr TTtTrovif(óta)
ér yrìga /xtt sedai fior ia(g) tstsXsvtrixérai. ') si yàg 25
toiavta ne tinnì, Ttàvitg toiavta norifiovfìiv' xaì
óiù invio ygrj at(<mà aitai).
30,4 Ti . . . ij yf\ (ht /là'yttn ;] àvaxóXovlfnv.
i M *, 5 n a gay n v a a] dm Otr.
30, 6 ti ót i) tttòg xxè.] aìtia. xià invio tx tnv iiayn- 30
fjeévov.
30, 7 fjòovijg] àxàfraQ0Ìag z àxnXaaiag.
i) Theon. Prog. Rhett. graeci II, 93, 31 sq. Sp. Quanto ad Ai ice
di Locri (di Oileo) cfr. Hom. d 199 sgg. Ma qui si tratterà, piuttosto
che di quella vanteria, la quale poi punge più specialmente Posidone,
ilei rapimento di Cassandra e della rimozione del Palladio: cfr. Pro-
clos Clirest. 184; Verg. Aen. 2, 403; Hyg. 116; Dictys. 5, 12 e l'ed. di
Teone dello Scheiler (1(!70) nella nota a q. luogo.
30,8 àQeifjg] ù(ù(pQ>o(fvvtjg '

ènei àv oè a<a(pQovrj ng xaì
('X>j àgevijv, od òvvarai zig [ictvvevGaaO-tti ì) io ;itl-
lov nooyvéaeiv.
30, 9 nmg ovv avvrjijiev] loónog.
30, 9 à (AÌì néyvxt iiAyrva ai\ !J ffjv nooveiav xaì thv 5
ày velar.
30, 10 tirati) [lèv fj noóyaaig] i>r/y T>) /} Jàyrij, fj yvvrj.
tÒ óè nàlfog àlfàvaxav] rjyovv fj fiai'Teia' fj iòv

eoo) va lèyet.
V c
5 30, lo /2c lèyet, ' xaiaGxevaGi éov óè va perite liav Gacftrj 10
li(r}T£ àòvvuxa navTelw. '
xaì rovzó eGiiv àrtGxeiuc-
Gyîèv'or xaì fifj} (ióvvarov naneltàg, rrwg xovxo
óe^óiieOa mlfaiòi xaì èvSsftófJievdv ; Sia tò evóoôv
tov iTOooómov xaì ótà iì)r noiórija, ènei yctQ ò
"Ojurjgog è'i'éo£&v noÓGconov eri, xaì xgtj óe'xeGÙai 15

aòiò (hg niDarór. xaì olà tovto %qt] xaì èv xolg
sfjg àraGxtn]* rroooiiuoig rcoòg t«c twv nooGwnmv
óiafi >làg /ni] axoàroi Tfi xoayvrì^s, alici noòg xfiv
7TOlÓlì TCt TÙÒV VTTOXél/ltVt'ìV
t
TT QOGlOTKOV UdlHff^/ai TOVg
lóyovg, ènei tv/òv eàv reog (ij> ó léyior, ovx è%ei 20
naQQtjffiag nollrjv dottar' nlijv xàv ngeGfivregog
fn òqeilei i'yeliièrcog (xaì) rj&ixwg no)g xaTaGxevd-

getv tov lóyov.
* * tò óè QtjTOQog tò t« [lèv ó[ioloyov[ieva ai'iifj-
Gai , t« óè à[i(fi@alló[ieva ànoóelâi,. ó[ioloyov- 25

[iev(a /.it'v) stai r« (Gacpe'G)T(aTa), sìg à xaiayi-
vsTai tò navr yvQixóv'
t
àfzg. ifialló [lev a tu a[i(fióo£a
xaì svóe%ó[ieva, eìg à xaTayìreTat tò (g [.ironie vti-
xòv xaì óixav)ixóv.
30, 19 èv [lègei] avvi tov lenTO[iegcòg. 30
30, 28 àvxeoeìv óoxeT [101 raìg MovGaig) (ìefìannuxór.
31, 2-3 nàvTwv óè [làltGra]
f
[iciliGia óè '
xaì
r
iiàl-
lov óè '
èni(óiógO(oGig), ÓTav einrjg Ir xaì óvo.
c
31, 6 f7 èv [lègei l
) èx^/eatg ex tov Gayovg] xaì ni-
tiavov. 35
33 s'in tj.
«) Così il ms. nel titolo inarginale.

74 A. SA CATUCCI
f
31, 6 Ti rodio noòg //éftjr] <^) ttoòc &£(Hv '
qtjtoqi-
xòg óoxog, fj (xò) TXQÒg éyyvxì t

i(c Grjfiatvsi xa.'/à
{.èyy}vg r) àxoij tùóv i/tàr xcà u>g àxovói'(xwv) ixsC-

vcov XctXr'jG r
t
.
31, 7 ov% anaci yévsaig) iXeyxtixòv a^fj/ia. rà (isQtxtìtq 5

xaì ìói'ing Xf-yó fiera ngòg xò xoivòv à taxi tov. wCtvsq
xàviavi/a vòv noiaiiòv xaì ìdhaq xaXovfierov îà-
òiava UQÒg zrjv xotvijv (yévsGiv ?> x(fjv) vyQÓ(ttjTa).
31, 8 xov ftiov] xov xóauor.
31, 8 xà ai oi%(-Ta} za xéoaaQa <sxoi%eTa. 10
31, 8 yrjg te xaì vóaxog) vóaxog, yfjg, àtQog xaì nVQÓg.
óià avo ai oixm'oìi, yfjg xe x(à SóaTog, xaì là Xomà
ixaQbXafiz. vditìQ xe xaì (yfjv ngozifiàû), óióxt xavxu
<wg> Ttòv àXXoìV là xvQiwxtga fj 7iSQisxTtx(bx£Qa
f
fi àQxaióxfQa (XctfLflàvsì) OfirjQog (Z 99). àXX' v/iefg 15

[.lèv (nàvxsg)- vóoìq xaì yaìa yévùlC-d-e '
tò ttvq xaì
vòv àsga naQaXmwv' xaì (jSaCavtmg '
Qxsavóv xe,
frefòv y)éveatv xaì fitjtéQa Tijttvv '

(E 302).
31, 12 xaì ftàXa slxóxiog] snixQtGig.
31, 12 « yàg no ài za] àvw-d-sv yàg xgeizzova rijv ,""(>yj/v 20
Sl%S TTQWTTj ttòv àXXtov yivofiévin.
31, 18 Ex xov ngénovuog l
).
31, 18 Jiau e govar g] xò diaqt'ow aiiiairei loia' óiayt-gio

xò vnsoéyjo '
&<s(jtsg svvad-9-a yerix;]' óiaiféim tò
diaxo {.libili alxiaxixfj) xaì dtatpéooficct io s%0-QaiV(ti 25
doxixfj.
31, 22 oig] aìxioXoyixòg ffvróeauog ani xov dio n '

xàXXog
óè xò ifjg ifn>xfjg Xéysi, xovx' l'axi n)r àgézìjv.
31, 24 Ex xov] l
) àxoXov&ov.
31, 25 TTQÒg fiiav] ygàqezai xaì ngsofieiav. o0
31, 26 e%ovOi xzwfievai] nsQiqoaaig io t'xovai[r\ xiu>-
fisvai àvxì xov xxàtvxai.

3 manca ij, ma c'è nella trascr. del Dox. 361, 15. 1 XaXrjooi.
13 77«()« ).« t1e (sic). 18 Tii!h]r.
i) E sostituito all'ex mv m&avov del testo.

trovava già mi testo e continuava con la parola
Ex tov si
dWreroù per completare l'indicazione del xe<ptiXaiov che incomincia a

I. 31,24. Ma il nostro scoi asta cancellò óvvaroi e scrisse axoXovd-ov.
31, '28 ò!)ev sqccv] ex tov nQenovtog l

).
31, 30-31 Kal xaQaxTYjQi^ti' ó(ri) el [li] rjv àoetr], ovx àv

{'(nò) tov ì/eov èóiooxeto.
31, 31 rò ótcòxov] evOeta. — tò óiioxófievov] aìuatixrj.
32, 11 ànao%ciì yàg yfjg] d-éXmv nirftwoat todto, cenò 5
tWV XCCÌ}ÓX<)V tò (ItQlxÓv.

V
6 32, 15 àvaii'Ùetai] a vvaoifr (.iettai.
32, 17 sq. tò [le'toov] tà nonfjiiata avtcòv.
32, 20 (xoivòg e'ùti tónog) àqoo/iìj é7zi%eiQ7](AaTog ijioi (à)-
(f<iQ(u) nicxewg tovt è'oit ànoóei('0f-<og. ón óè io- 10
nog (tò) èm%eiqr](ià (èrta , ói^XovOi tà (tmv) To-

m(xwv) AQifftote'Xovg, xal ày ol'ov ovv ([àv} ào^rj
ibóe nsQifftattxov tónog xaXettat. tónoc [lèv ovr ei-
gi.iai, (6)zi àn aviov ÒQ(iw(ievoi, o'iov ex tónov

(è)nitr t
óeioi> xal tgvfirov, gaóiiog èm-%eiQoifiiev xal 15
xatà itòv oì>% ó([t)oXoyovrtior àóixetv. ij [lèv yàn
(tov) VjlotGi ixoì> xcciìt yoouc, v(ìoioti(x)òg óè xaXettat
ó tvnioìv ttvàg xal àxQei(ov)g noiwv, ovy) óè ò àtt-
[tà£ouv, xoi(v)rj x(à àraiiifia^rii /

;
toc, xal tónog (xa)-
Xettai. e£ uvtfjg óè ÓQfiwfievoi, olov (è)x tónov, 20
Qaóùog xatà Meióiov xal (Xoi)ncov àXXoìV Xóyiav eti-
noQov(itv -). xoivòg óè (à)nò (letaqoQàg t(òv eìg èm-

(t)rjóeior tónov iffTafie'rcov xal sèyêgòag (t)ovg àv-
tmàXovg è'SiGxvóvtoìV xazayo)(v)i£eG&at.
32, 20 Kotvòg . . . atigrjtixóg] tò av'^^tixòv [légog tov èm- 25
Xóyov è'Xafiev ó xoiròg tónog.

32, 20 è'oixe xal tniXóyo)} Ti ó tao; igei ó xoiv(òg) tón(og)
t(ov) èntXóy{ov) ; xa&ò ó (i(èv) xoiv(òg) tón(og)
àraXoyet ti>7 òXoì), ó óè eniX(oyog, t(ò) (légsi' xal
xa&ò ó (lèv xoivòg tónog xaOoXixògèxapéQetai, ó óè 30
22 67i els.
i) Si ripete l' ex tov tiqétiovtos a partire da o&sv èoùv, die la
parte del cap. ex tov óvvatov dallo stesso nostro scoliasta intitolato
ex tov àxoXov&ov. Ciò significa che non si vuole in questa maniera
cambiare il titolo dei xsrfu'Aata, ma far notare che in essi non tutti
gli èntj(£it>}']uuii'. sono della medesima specie.
2) Theon. Prog. Rhett. gr. II, 105, 1-1 sqq., Spengel.
76 A. SABATUCCI
r
7 ènCXoyog ftsgixtàg. |
* * (od xoivoìvtl nò èmXóyff,
STtf-ì yÙQ Ó BTlbXòyOC, XOIÌ'OV T07TOV TtQ00*Ó>7Z(p Ól£Vrj-
vo%ev' ó yÙQ ènCXoyog M%si io TtQÓaconov idqi-

(jbèv
tffiévov, ó óè xoivòg x(ónog) àvev wQoawnov i vyxà-
vsi. ènCkoyog de ètixiv b ini xotg ùnoótónyiitroig 5

Xóyoig Xsyófisvog nQÒg uv'ìifin f
t
ÒQyrjv nuQÙ xòv
óixaffxtjVj fj xoriuiifoi nyòc sXsov, ì] vqixov ttqòc
avutivi an . ÓJTSQ ùiuxftf (tX(t('<o(i(i xu/.ocim. xuì nu-
lo ianv sQyov STtiXóyo-v xò 7XQ0vnàQ%ovxa nà&v.
ur'iìfiai. èvaiui) i
ui xxg tornii tèi iQÓnoi' ó xotvòg 10
xónog xui uÓQourj iaxiv àóixì'j/.iaxog fj àfJtaQtrjfiaxog,
b Sì àóixrjoccg nàvxwg iyj-i xuì ngoatanov noióxrjxa
oé(%) oióv it yevéGxhcu àóCxrjfxct unr nQùGwnov' b yÙQ
xoivòg xónog oàx è'on xuxà xvqccvvov 1] xaià not-
%a€, ùXX' ènCXoyog. xuì Xiyofxer òri xovxo ini xrjg 15
à(Xiq)&£iag ovx Mg è'/*/, ini óè xrjg yvi.ivaOÌ(ag) ov-
xixt' b yÙQ iv óixuai )$((') xurù uoiyov Xi(yo)v) l'yt-i
xaì xò nQÓawfxov ùvvrjfifievov xuì xuO-óXov xr)v
loióxìjxa ùOQiG/nirOjv)' ini ó è xrjg yrniuatag ovxixi,

fieXévrjg yÙQ ovatte xuì yvniuaiag, iv toj tcqoxsi- 20
iiino X6y(<) ùnoiif-Qiaun eg xov ttqoowtiqv ib nQùyii «>,
óià xò i.irj óvvuadui usgty eii)a0ai xòi véov xov

OvvufMfu zsQov, ttì-qÌ avrò xò àóixìjiu Txotovfiev ;ió-
vov yv/irà&o'&ui. si óè xuì nQÓaomor sirt ngoaxsC-

in-ror KÒ xoivrp xó(noì), xuì xovxo xotvòv Iutifici- 25
vof.isv xuì ovx ìóiov, oìov xaià IsQiwg IsqoovXov '

xoi-
ròr yctQ b hgtvg xuì xò ùói'x) iiu xoirór,

n ènei noXXoi
tìotv Ugttg, ini óè xf g àXrjdsiag
t ì
xàv b ieQSÌ>g is-
QÓffvXog b xQivófisvog )], s%ei xuì 10 xvqiov tqoGxsì-

fisvov nioiiu. 60
Tò uvib àóixrjfxu xaì HyxXrjfia, uuuozì^hu óè l'i toni'

(àyóixrîa oév imi xò ii/imoiui s%ov &Qto~[A€vr)V nuQÒ.
id)i vófiùDV xuì io .litoti vivog eìg Sxegov yivófisvov
àxonov, nini (j òiog vfìotg t.u>tyt-i(( irii J(oovyju xaì
t
iù
(xoi)uvxtt' àfiàQxrjfia óè xò uiKogiai lièi ovx €%ov :;: '
nagà ràv iÓikoi\ fjisf.uo'rjfiivov óè nugà nàiKoi.
26 LE()OOvX(Ol'.
sig fjfiécg t* rtceg fjptóov yivófisvov, oiov àawzia ;i è&r,

TtOQVsia ùgyt'a xcà ocra totavxa '
fjfistg yào eìg sccv-
xovg nqàxxo\ibv xà xotavia, ovyì sìg STéoovg ')•
(ZlfixsTxai Óè Olà XI SV Tfp XOlVOì XOnOì (7tQ}00ifJlC(aV
XQ&pievhx. xónotg, èniXóym arri' xò yàg 7iqrwifllov xìjy 5

ngò xfjg ótriyrjOsujg, (àX)X ov xrjv ngò xcòv sniXóyiov
xa§tr ì-%si. (s%)Qrjv ovv sv xoì ótijyrjiiaxi xà (tz)qooì-

fita TiDsGxJtxi (tàXXov. xcà Xi-xièov òri snstóìj ò xotvòg
xónog èniXoyòg èattv, ànò óè xwv (avxcov) xónuìv

Xa/i fìàvovt ai tà nooot'/ua xcà ol èntXoyoi 2
), xónovc io
óè Xèyofisv w(T\7T£Qy xà nàOrj [xovx è'axi xrjv sv-
votav xov Xóyov], f] Iva OèXijg è/Linotrjaai xivi nàlìog
r] Iva &s'Xjjg ànò vivog àqsXèaihat fj iva d-s'Xrjg xtvòg
xaT\>jyo)Qr (jai, [xavxa
j
yào Xèyoviai xà àóixr'j/iiaxa
xcà al svvoicti] etxéxcog xrjv fisi àXXtfXarv scovai xà'£iv. 15

Ti ótaqèost xoivòg xónog èyxamiov ; òxi ó (lèv xotvòg
xónog xaxà navxòg ngocdonov xal rónov Xa(i(3àvs-
xai, snstóf] xaxà xò ngày/ta [noày(.ià sdxiv olovsl
xò ìyxhjfia xal fj vnólteaig] l'tsuìQsTxat, xò óè syxw-
fltov xaxà navxòg xónov ov Xèyexat, ov yàQ A&Xf 20
vatóv xvg sy.xwfiirdCcàV, ói avxov xal 0rj(3aTov èyxto-
(itàast '
&saiQ£Ìxai óè xal xaxà xò noÓGwnov, óióxi
òhj fj vnó&saig syxib(itóv soxi xov ngoadonov.
r
7 IJoGaxcog Xa/iifiàvsxat (xotvòg) ; xotvòg GvîaCvsi xèa-
aaQa' xò sv 7tQoXrjV[iei xal óiuiqsxòv xal àótaiQsiov 25
xal xò ère i'arjg pusx£%ófi€Vov. sv ngoXìjipsi, o'tor xò
sv fiaXarsùp rj sv xrò dsàxQfp' xò óiatgsxóv, oiov siti
àyQOv" xò àótaiQsxov óè, o'tov ènl óovXov' xò sn'
MSTfi usxsxóf.isvov, oiov ènl àèQog. — Cf. Dox. 149,
l
11.
hriinotc. 18 dopo èneiórj si legge xal cancellato.
1) Cfr. Dox. 371: le diverse definizioni di xolpò; ró-nog e le con-

troversie relative {x«.t(có'qouìj ó uo'Aoyoi\uéi'ov adixrjuaioc:,
i
xataàgoutj óu.
txóix. xal (</uc<qt.) mancano nel n., ma la differenza tra àélxtjfia e a/uàg-
tvjfxa è riportata qui come nelle 'ofiiUai, dove si cita per dimostrare
che dicendo (ìtlxtjfia non ci si comprende V àfj,aQTrjfia. Questa distin-
zione parrebbe di origine lessicale. Serve di dichiarazione allo scolio
precedente.
2) Cfr. Herm. Usui rwc aiàasvìf. Rhett. gr. II, 149, 7-8 Sp.
78 A. sai: vii cri
linda Grjficctvsi : avo' xoivòv in in idi e luisyj'tiis-
vov xuì xoivòv lìt (isfioXvOfiévov.

O xoivòg tónog óéo ngoO-éasig ènièéfjBxai^ vfjv xuxà
xaì xi/v vnsg' (o)xav óè llskijg snuirsasir ygd(p€tg
i / 1 i'.ii-Q. Hi ur óè 0-éXjjc ipéì-at ygiiijstg tÌjv xuxù' 5
xai stai ic.viic ad£r,rixà. nukiv óè ov óv r/adut. dxav

frs'Xrjg if.is£at tbgitifiévov ngódomov, ai or Jiûnd'/tri^r,
èmygaipcti xaià .
-1 ijii od frév ov e, snsì rò xarà voti
xoirov iniov svi xal ó xoivòg xónoq étgiCfiévov ov
ótyv sxai' smyguqsig óè ipóyog Jrjfioa&évovg, óióu 10
ò xoivòg ii'mog srciXóyov xà'£tv è'ysi xal órjXoT xuia-

ÓQUfirjV, ó óè (ij.i)óyog syxioiu'oi\ xuì syjovoiv Tóiu xs-
q uluia. wduvuog xuì sul xfjg vnsg H&og Xafiflà-

V€IV * * *
V
6 32, 20 xoivòg .... xaxcbv] (oiovsi) xb xazà noXXòtv sm- 1">
ysigiîa ngoóoràv xvgdrrior.

32, sx nagu i/s'd scog) avyxgtaswg xuì s'gsiàaswg.
yvwfiìjr xrè.] rriv óturoiur' t-xiov rj àxwv rodio
snoirfisv.
Sìg\ xb éag àvxl xov ènei' s'axt óè (xa)igov ttuqu- 20
drunxbr àvrl xov ijrtxu (X)€yófisvov (xuì} ora.
vófioig vnsysxio] óià xwr rótuor xo/.a^t'aifo), opg
Ù VatQSJtSl r TlSTTSigUlUl.
si (.lèv yÙQ s'fisXXe xrè.] f) uliia f]xoi xaraaxsvr t
ifjg
ngordascog xaxà xòr àvxiilsxov óià xrjv xov ayi- 25

f
/iiaxog ÌGyvv. àvtCd-svóv (s'ari) axfjna Xóyo(g) ói-
7xXuGià£(un') ndvxa ròv vnoxsi((.isrov vovv rovrov

(ròv) ngónov, si' xt(g) Tot) xarà (pv(aiv) ^rjrovfis-
vov rò s(vav)riov Xafifìdi'ùìV x(aru)fìuirni sìg (tb)

vnnxtinsrnr, oiov (snsiórj) Ìjiìsqu sari, ósT (noi)fJ- 30
aui róós. xovro xb £i xov([.isrov), l
xb óè ùrxilhsxor
a(vxov), sì iter yào ///, /]) fjfis'ga, àXXà v(v^), Xamg
s'xQfjr ii(fj) muffi ai. six(a) xaraftaiv(si) sic xò ì'óior,
snsì óé ècriv fjfiéga, rroiffiai 7rooof xsv l

'
')•
1 xoip cancellato dopo oi](xaivei. 5 vnéQ cancoll. 8 dopo èm-

yoùilnci, cancellato xic 11 afxa dì ikìt« (?). 21 ori. 22 xoXa^érw.
i) Herm. negì evyyoews. Rhett. gr. II. 236, 2. Sp.

33,
SO A. SABATI (CI
34, 20 nótfa annuirti (pavXog; i giù '

(juùX(or} xò (isya,
oì ov (fHzvkr. iXccia ')' ipavXov io uixgór, oì óv ian
xaì iriar Ita . xuì ijuvXor n) novrjQÒv xaì xdxtffxov.
34, 20 Ex ;i ugu ,'t- tatui g a vvàyuiv xtò y.uiiyogoviiiri')

io iit-ì'Cdv' uì avyxgiatig xvyxàvowffiv rotte, arri) tot) 5
iXài i oro:, ànò xov [Ati'Qovog, (ano) iov l'aov. ótì óè
Ùtì 7TQÒC XÒì' Ò7lOXSlflSVOV ÓoÙV lÓ.lOì XUÌ OVIUi 7tOléT~
attui zìjv avyxgiair' iovto yàg iaur 8 (ji air ix rr u-
t
ga-tt tatui g awàyuir ti» xax ^yogovfxivui io jitT-

£ov, oiov' tVQcevvidog iXàmor (ita' ti toòg fj oèv Idia IO
filatoli troiK i iiurìoovuti'Ja, noXXov nXiov xovg iv-

gicrroòri uc' noXXà ót xaì rrgòg tavia óoxovr u<
Tvy%àveiv sXdi oru. ano oh i xaì) fitiôvoc' xvgarri-
óog inixtiiit'r^g, ttti£ùiv ìtgoavXia, xattò xaì ànò
xtòv tttòav sic io &(sTov ?}- xaì igtu oihuig si io 15
ùatfitìv ti; love Vtovg ótiròv à(v) tvot'Jti^ '

xà yàg
oiioia óiu/igài itxai xvgurroc, intì irtaxir i rt xv-
gavriói órjfisvascg itguir, xaxaXvatig rójiuiv. ànoóiui-
£tig xaì là xoiavxa, &axt in ì'a^g zLfiwQrjxs'ov lolg
UgoavXoig xòr ivgarror. xaì ioti ug' ti ófioXoyov 20
/Àt'vcog [iei£ù)V iaxìr i) itgoavXia rf^ i vgar rióne, ;iùic
ànoótixrvtig xaì awàytig xò [itìôv tri xvgavriói xaì

ì'aor ànoótixvvtig if itooavXia, aie òr ó/noXoyovittror t
s'Xaii or; xui qafitr ón, tntì ó/ÀoXoyevfisvóv iaxir
hÀuviov, anoróà^tig ót ai' ànnótì'gai athò dfiotov xiò 25

fitiôrt \ò tì'$ai y ], olà io anovóà(ù. "ai xaì ànoótì'ìui
iiuoior, óià torio avvdystg io /.itTôr, tntì iXaixov
svi, xaì fiifiaiov' tntì a.ioróà^tu i'v (av)iò iodate
fitxà xov [,iti£orog, ixtTôr arni loitìg xaì vntg xrt v
óvvapiv avxov 2
). 30
34, 32 ini f.isx gioia] xò ngoXafiòr ovx ini [iixgov xaì
nàrv xaX(x)ov.
:; yXoiòg 6 che è parte di uno scolio ad Aristof. Nub. II'.'.

Q~i>7iog,
15 (<>' «sì caliceli,av. a x«i ègeis. 21 dopo ori, rò sì óre av\rt<-

yets rò fistôv caucell. ~liì ó'i^ anov&aâi. 28 Uva tó. . . .
>) Ct'r. Etym. Mag. alla v. tpavXog,

*) Tutto lo scolio si riferisce al xecpaXctbov ZvyxQboic*
26. 3. '908
SCOLII AD AFTONIO. SI
35, 3 EXéov sxfioXrj xal Orjoa. sXs'ov sxfioXìj sul zov óh'o-
xovzog, iXéov Oì'jQa sul zov (fsvyovzog' xal yivszai
sXs'ov OijQa olà óaxoviov, olà Qìj/idzoìv olxzotòv xal
olà G%fjf.iazog xaztjgovg. sXs'ov sxfioXrj olov snì zv-
odvvov' zòv firj (fiXavO-oamsvffdfievov {.lì] nóXiv [i?j 5
ófjfiov fifj vs'ovg fiì] nQSGpvzag, nmg zovzov svsGziv

sXsslv ; xal sxfidXXsig tòv s'Xsov xal óià x&v zsXixtàv
xsyaXalcov fj xal ndvzwv rj xal svòg zovzwv. zs-

Xixà xsydXata xaXovvvai olà io zix/sGOai za
sìg
zt'Xrj ndvvon> zóóv Xóywv, zovz sari zig zovg smXó- 10
yovg GiaGswr x o) Q'^ svòg Xóyov' zig óè za tiqo-

ziJòv
yvf.ivdGf.iava ndvza ov zlOsvvai, si fih sìg zòv xoivòv

zotcov xal sìg zrjv &éoiv xal slg zrjv siGopogàv zov
vófiov. xaXovvvai óè av'grjzixà xal sniXoyixà slg zovg
Xoinovg zÓTvovg, xojgìg svòg zónov órtov od zit/svvai, 15
slg zòv sm'Xoyov '

xsivzai óè slg zovg àytòvag xal xa-
Xovvvai àyoìViGiixd. xaXovvvai óè zsXixd, stvsI sxa-
Gzov avvóòv zs'Xog smd-slvai óvvazai zio Xóyio '
zovz
sgvi óvvaG&ai xal di svòg avztòv zsXsidòGat Xóyov xal
xavaGxsvaGai, sì'zs vofiifiov si'vs óixaiov slzs àXXov 20
s% avzcòv.
35, 6 zijV ipfjopov srvsvsyxslv] zò óixaiov ànoóovvai.
35, Il Kaizoi xzs.} smxîQijfia sx zov svavziov xal svi
zoiovzov '
si yàg àgiGzsvg àì-iog zificov, xoXaGsoyg ó
TVQodózrjg. 25
35, 14 Jixaiov óè xzs.] ÒGov ò%Xov àvsXslv tjfiovXszo, ztòv
ndvzwv àvzòv ihdvazov vnoGzrjGaGxJai.

35, 25 'Eyxéfiióv sgzi Xóyog] [ógog].
35, 25 sxttszixóg] óujyrjfiazixóg.

35, 25 (Tà fxèv) ngozszayfis'va ngoyvfivaG flava /isqixì)v 30
slxóva z\Cóv} zsXslwv è'ì-co&èv vno&s'Gscov (,s%ovGiv,
....>..(?) ó fièv fiv&og (xal zò óòrjyr>fia zdîv

ènsypvGi xazaGzaGswg [zovz' sGzi óiijyiqfiazog} '
fj óè
XQ£i<x xaì yvcofiì] xal rj àvaGxsvrj xal rj xazaGxsvy]
r
zd'S.iv (s7Ts'x)ovgiv àyiavuìv, óiózi, xal xazrjyogsì' xal : > >
ànoXoyslzai xal xavaGxsvd'Qsi xal àvaGxsvd'Qsi '

ò óè
14 si u?ì sìg èva X caliceli, dopo èmkoyixa. ìli eato^si'.
3G dopo y.ciTuax., xuì (InoXoyetrat cariceli.
Studi Hai. difllol. class. XVI. 6

82 A. SABATUCCI
xotvòg min- sntXóyov dia i<> Ttaq o£vv nr 101)5 di'
xaaxàg' tò óè èyxmfiiov adxoxsXfj, rodi sfftiv óXó-

x/.ioor xaì nh' oi zr)v imóOsair s%st óióxt, xqkòv
l t
'
Òvtùov eìótòv rfjg lnxoQixr)g xa>'/àna£, (iv)xavS)a tr

1 1
<-QtsiXr]<ps, Xs'yco óè TQia, xò óixccvtxóv, avfifiorXsv- 5
nxóv, t-rxavOa óè xò navrìyvQixóv, xaì óià xovxo
èXafitr aviò tbg isXsicev imó-d-sGiv. instai} al xt'Xstai
vn [o-d-sGsig , xovx ÌGti xò óixarixòv xaì tà Xoircà,
sÌGÌv stari, óiaigovriai de sìg /'<(>',, olov io óixarixòr

sic, xaxtjooiar xaì ànoXoyiar, xò GVfifìovXsvtixòv sìg 1C
nQnxQonrjV xaì àjroxQ07Tì]V xò TtavrjyvQtxòv :

sìg tyxto-
fjiov xaì ipóyov, xaì dia xovxo xò èyxwfliov tri vsXsta

vnólhtOig. diatfSQSi de xò iyxdbfMOV voi) syxoì/itaGiixov,
6x1 xò [lèv èyxwfxiaaxtxòv /isQixór èoxir, oìov '
Jìw-
xoàxi t
g dixaiog' xtà snatvsXg xrjv ótxaioGvvrjv fióvrjv' 15
xaì svi inoxoQtGxixóv, olov svi nóXeîog xaì 710Xst.11-
xóv' rtóXsfiog (xèv òXa xà sv evxtf, noXs/.uxòv de

olov è'gyov r) xi àXXo' tò óè syxafitov óXóxXrjgov,
ótóxi snatvsìc naxgida yorsTg xaì anarxa' xaXi-ÌKci
óè xò navìjvQixòv xaì smdsixtixóv, óióxi ov ixsxà 20
fiiac ò Qi'jXttìQ ygàtfsi xaì syxo)[iià^st, àXX óxi f£ 01-
xt-iag 7TQoaiQk'o*{-ù)C syxwfiiàêi xaì sntdsi'giv noislxai

xov oìxbiov Xóyov.
dia xi óè sv xolg nQòyv urccGf.iaGiv
i
xt'/eixai xò syxw-
fAtov, wg òv xsXsia inó&sGig ; óióu ó EQfioysvrjg xòTg 25
óverì fióvoig f-ìóf-Gt xt'xQ^xai xaì tisqì xovxoìv (lóvcov ót-

'
daGxsi, tcsqÌ (óè xov} tcuyìjvqixov ovdanov dit'Xafisv
sXtiwv óè ò 'Aqùóriog sxQr'jGaxo xavxy xf xtXtia vno- t t
d-t'ast s'v xoig nooyvfxvàotiaoir wg (,ovda)/.tov tc'sqÌ
avi(fjg) xi 'fjfjiTv naoadsdont'ror xaì voi>g veto- 30

f,
xtQovg noXXàxig nooaqoìrsìr xoìg ào%ovGiv ùray-
xàôfxsr '). i-ìxónitìg óè) xaXt-Tiai òXor, 01 yao Xt-
yovtsg òu fiSQixòv èri ìpséóovvat, xaì óià xovxo èri
31 v-
1) Cfr. Theon. Prog. ed. Sp. II, GÌ, 23.

<*-k ià ngoyvfivàdfiazaj óióxi eldog svi xaì vovxo àg

evi irà Xm)nà óvo, xò it óixarixòv xaì avfi[jov-
Xevuxóv, xaì (isgiôvxai èxelra àvà óvo [legòir, ov-
xwg xaì xovxo [legiferai sig óvn eiórj, ènaivov (xaì

ipóyov). 5
35, 26 eì'g^xai óè ovzwg] aìxia.
35, 26-27 ex xov èv xwîaig aóeiv] óióit fj 'EXXàg xazà
xoo/iiag (pxicio xaì ovtcm nóXeig rjaav l
).
35, 27 ó levrjvoê] ótaqogà.

35, 27 CO è'naivOg), (Jôi, óiaqe'^géi tov) èyxoì/xiov i] xa- 10
&ó)Xov, ò (.lev yàg ([Ai)àg ngà'gecog (óiè)'ôóov i)yovv
(ótàfre)oiv , xò óè èyxw( uiov} jvàoav
t
nsgieCXrê
(xfjv) óiaigeaiv ano (noXXtàv óie'$)egxóiievov '
xaì
yàg (ènai)vov iiag(xvgiav) xi(v}à elvai Xe'yei (rfvr-

zof-iuv} ano fiidg (ngaìeoK olov eì.) ènaivoixo (2oì- 15
xgàyxì^g, Agtaxeiórjg xrjv (àgei)rjv '

àXXo(t)i xe)
xaì ànXmg' <ó t
uèv) è'natvog cenar (negie'xei sv
r '
fi)gaxei olov' Oxga(xrjyòg àya}&òg 0e(iitaxox)Xfjg

TÒ óè (èyxwfuor ff)eacoiiia(xtG)fÀ,èrov elvai' (eyxo)i.ii)-
yàg ov(óaiiwg/ dixaiov Xèyei (xò ili)} xalg 20

à£,ecl)ai
noXXaìg (ngàêGi) xsxoGjurifiévov. (xaì xov}xoì ótaqè-

(govaiv) óxi (ó [lèv ènaivog) xóiv àXrjdtòv, (od} xov
mO-avov (óelxai) 2 ) * * iiagxvgi'(av), àXXà xaì xi)v
(jrjg y^viafiifi a vy(xaxà&) eciv xò óè èyxw(fxiov ó)el- ,
xai [àovov xov ènaivov xhv evyìûiav '

ov f.iì]v è'xei 25
xi)v avyxaxàOeaiv àXì^fj nagà xfjg ipi'X'fj? z °v T0
èyxto/iiiov óiaigov(xog òxav) %vzgag ènaivtòiiev i) cpa-
Xàxgag èyxa)[Mà£w uev' ov nàviwg xaì xe&aviiaxóxeg

t
enatvoviiev, àXXà yvitvaL,ovxeg éavxovg.

35, 30 èyxoìfxiaGxèov xxè.} vnoxei'fierov f xoi vXij. èxégaig 30
t
fjbèv yàg àyogitaTg xò xoivòv ènairoviiev, éxègaig óè

xò i'óiov, jniàg yàg ova^g è(p ànàvxoìv xrjg óiaigt-
25 . . . xo uév. 31 ccTicaoovusi' caliceli.
>) Cfr. Thucyd. 3, 1, 10 <> Dox. 414, 14 ij dia rò trjvixavra rtjy
E).kaó(c y.uxù xojuds wxiad-ai, wc qjijaiv 6 avyyaaysvs eV roìg TiQooifjiotg
rrjg ccvtov (XvyyQucpfig.

2 V. s. p. 49.
84 A. SABATUCCI
Co)c, tori' ì'aii kiv iyxtofiiov ai àipoQfiaì i&v snaC-

iiov (h('c(ji)Qixi. xicià tijv 8Xrjv / alatotene avi r i i</.i
t
ót tÌGir xavxu oiov nàg l'jinog.
36, (i-7 xoivrj . . . lòia] àooiaxoìQ xaì ytvixwc. óìoiG/itroìg
xaì [iSQtx&g. 5
V
8 3(>, 7 <qq. /// ,'/ar(oìg) xiGi Xóyoig (xQàxai) xò tyxéfiiov {xaì
óó'Saig/ # * -.<•.
xXt'og xaì tvxXtiav' ni yovv tyxtoiuàL,ov-
vsq) sìxót (o$) iau óó'§aig x(tòr) n(aXatà)v) àno-
XQtòviat a 16 ovx àXin&siag, àXXà ni ,')aì ói ti og tm-
[isXovfisvoi. xXt'og ót tGiiv ò snatvog xtxQifit'rog nagà 10
ffnovóaiiov yiróutvog, xaì rj tvxXtia ènixaGig n(à)-

Xiv xov noottor^/itrov' oi yovr Ì7iaivo€vcsg rò àXi t
-
J/èg ènaivnvGi xaì taTg xcòv Gnovóuioiv xQiGtGiv Gvy-

xax ai it) svi ai.
lavéov óè oxi xb [lèv slg xovg ^covxag, èy(xw)[iiov 15
lótxwg xaXtìxat, xò óè tlg xovg xtxJrtcòxag èmxàqiog'

àXX eì'xs £ù>vxag sire [xt]xtXtvxrJGavxag, r) xaì &eovg
xig eyxeofliàôi, fila ót xaì avrr) xtòv Xóyon' (èffxì)
[it'&oóog l
)
'
nXrjv òxi disvtfivoxsv xaì tnu auiov xò
éyxé[liov, óxi xò (lèv ini ^covrag xvQlwg Xt'(ytxai), 20
rò óè sjtÌ xéXevxf. xivog' xaì òxi xò [lèv syxwfliov
fjóovijv xolg àx(ov)ovGiv i[inoitT, ò óè èmxàuio:
nàOog' Oofjvoi' yào eyxaxaatniyntiov t'x*i' xaì òi
xoì [lèv smxayio) xaì naoa[iv!Jiag òsi, àruxi iJGaG&at
yào xovg àxgoo)[it'vovg [iexà nàO(og) àxóXovO(ov) 25
Otoanti(av) xov nà{Oovg) xrjv naoafivOia(r a)yovxa ì
ufi óè 8y(xo))[iioì xnvxuìV ovóè (évòg) nQOGtótr G(tv). t
36, 9-10 tìxa l'/TjCf/c xò yt'vog xxt.] Ti] xaià tpvGiv vnag-
Xovgi, .roditi zatg ài'O-gwnotg rò syxdbfiiov óiaigtTiai'
ngwxor [lèv yào xò ysvoi, s'gxù), (prjGi, i£' ov yeyt- 30
t'ijftsd-a, &GT€ yào ngóoxov tò ytvog xaXòv àno-
ótixvvrai' dii xcci à q vGir vnrjg'ìtv uno, '/tv ho t'yxoo-
[lia£o[lév(r) io yt'vog xaXòv arcò xaXcòv ytvóutrov,
1 (ri(i('(jM')c per iuflueuza del preced. ttOQtarwg. 32 ùnoósixvv-

[ÀSI'St'.
i) Cfr. Theou. Prog. ed. Sp. II, 10ì>, 24, dove però sono le va-
rianti [l'ut y.iù )] c.vit] e £<podos in luogo di us&oó'og.
àvayxatuv ovv xal ainòv xaXóv' àvaTQoqrjv tt xriv
àywyi']V àywyi) ói iati ó toórrog tov piov xal i) /ià-

&r]<fig, xa'Atìtai óè àyioyij nagà tò di avitjg àysadca
ini ttjv tmv TsXeitov. àvóotòv ijXixiav. ègovfisv ói'
sv iavTT t
nwg i'\x'^ ri »; ^rwg ènatdsv&rj ; Sii rj/#r, iv :,
7TcciÓ€VTrjQÌfti imo óióaaxàXoic toioTaót. óoxtT óè tovto,

avtò li àya>yf tirai t
ij naiótvaig. ini tovtoig éyxco-
[llàao/ltV ix tòìV STMrjÓsVfJlàTCOV, OÌOV '
Ttolov £7TS-
Ttfósvsg fiiov, ytXóaoyov r) qijoqixóv ; óiaijioti óè

%i\g àyioyfjg tà iniTTjósvfiava' oior [lèv àyoìyrj ttqo- io
arjxti [ia{)rj[iaaiv xcà Xóyoig, tà ènirrjósvficcta óè
* * (n'jzo)() yéyovsv r< ij iXóaoif oc. óiaifioti toivvv, òri
ixtì [lèv àffxìjGic icii tov ngày[iatog, èviwù&cc óè
ij àaxijGig avrij. etegóv iati tò [lavO-àvsiv tò rtgcéyfia
xal tttoov tò ttttXsioja^/ai xal [xstiivai. ófioicog ex 15
uhi ityviòv àipoQfiàg sijQfjdofiev èyxmfim ti tìg t'ìiv
Tfjg xéyyrfi àifixtto' t'£ig siQrjzai ànò tov t'xtiv, t^tig
ovv Xiyofitv tàg xataaxiattg tcòv àottàv' Oog t'ìu

Xiyo[itv ytytrfjGi'Jai nonqiixT\g tòv evxóXcog óiatiOtrai
óvvdfisvov tà non'j[iata, rj Qì^toQixfj^: tòv Recata óuu- 20
xfjaat Xóyov óvvà/itvor, xal ix tù>v vófitov, ti li
toviuìv [isXétfj zrjv savrov óiàvoiav xursnvxvoiatv
xal ti [iij trjv e£ avtcòv àvaipaivofiévriv iayj'v óio-
Quóoxiaig nagiyfrtiotv. óiaipigei ngà'Sig iniTinósv-

[latog tai'tOj '
fj [lèv) noòg ivigytiav, tò óè xatà 25
(fvfftv. xal tò [lèv emtr'jótv[ia xal [irjdèv ngàrtov-
t(og) ^ ^* TfQùSil, àv [irjdèv ivtoyiqai) ng,
i>7tccQX s h
ov ifjaivttai' xal oti iniTrj(ótv[ia) iati fiiov aigtctg

oiov tò atoattvtalfai, notìzie óè avtov rò xi>ocòG(a
tò inm'jótvûa óià twv s'gytov, oiov co TioXsfiéTv, io ìiO
àoiatevtiv' xal óXwg' imir'jótvfia iiiv iativ atot-

ffig) TtQaStwv, Ttoaiig óè aviò tò xaTÓQ&toficc. [léyi-
Gtov óè ià)v syxcofiiiov x£(pàXuiov tintv tàg noàgtig

tixótiog, (ó/tOTi Tà [lèv àXXa àyaOà. oiov tvyirtia
Qtófiìj nXov(Tog xal) oda toiavta ì-l-iod-év tiffi' tà o5
b (pviov (sic). 12 la lacuna non appare dal ras. 22 the

caucell. dopo lovtiav. 25 kvéwoiav. 34 lóri (sic).
86 A. SABATUCCI
(lèv yàg cui i vyic. i à óè ano <j vatiog xexrrjfiéva'
ai óè noà'itig trjg yvmfirjg Biffi xa&agai. àXXwg, òu

t&v (lèv dXXav xnà (xaTot)Xt[i7iàv£Tat óià xò firj
ffvfiasQsiv, ai óè ngà'i-t-ig àtì n ao aka ii^àvovx ai àvsv ^
yàg xovxoìv èyxtb/iiov ov Tzé(fvxs yiveff&ai óià xò £Ìg 5
xtXfiav fj?.\ixiar) èX&siv xòv èyxcofiia^ófisvov. xaXmg

oi'y (léytaxov v&v èyx(ù(ii(ùv tirai xtif àXatov xàg ngà-
'£:-tz elnsv' xò (lèv yàg yévog nv%r]g toyov ioxiv, ov
yàg tic Ò7i(fi0-ev fiovX£)xai xixxtcai, xaì ó nXovxog
ir/rg éoxì óó)Qì iia, xaì sì àyioyr], £Ì xvyi '/{>) o'iì'n
t t l
LO
or voi) àyOtriog, àXXà tov àyayórxog (èoxìv) ey-

xwfltov.
s
10' 36, 12 (Tò £ )mxrjÓ£V(.ia (it'ygi rov inaivov l'o~x) x£v (ló-
t
voVj oiov òri XQìfixòv tlX£xo fiiov' èv ót taig noà-

ìtoi xò téXfiov èmyivetcu xaì oiovsì (ìsficcCwaig xov 15
£7iixrj dev(iaxog. xaXaì (ót £i6t} al ngà'^tig fi£ià \>à-
vaxov £naivov{i£va(i), xovg yàg ^Cbvxag dw&aiitv

xoXaxtvtiv'). i'£riyiqGav(xó) óé xtv£g òxi xov èyxoìfiiov
xt'Xog éoxì xò xaXór, xò ót ipóyov xt'Xog taxi xò (xa-

xóv. x}ov TTQ07it(iiTxixov Xóyov noiov xò xtXog tGiir : 20
xaì ègo€(i£V oihiog' ó noo7i£f.i7Txtxòg Xóyog óiyrj (l£-
oiait'or, £Ì'g i£ xl'óyov xaì èyx&fiiov' iv àgxì (lèv yàg

ft)C %(aQl£Ó(l£VQV XÙÒV CflXcOV <JTQO)7l£(l7TO(ie\' ó/afiaX-
Xófisvov, xaì àóià'/txor xaì à(iV7J(iova xaXoì>fisv, èv
xt'Xti óè tnaivovfitv, xàg aìxiag ànò i (òr èyxcofiioov
'-'•>
Xa(tf}àvovxe$ } ói' àg (ìagèeog qtgo'utr tòv (ie)giG(ióv.

ntòg xàg aìxiag ài &v aèxòv &V(ù-&£V ìpéyofisv, laura
&-£Qa7i£VO(i£V ; óià xò èyxcafiiàcai avi òr xaì tinti r
óxl fifisig olà xovxo (xXaio)(i£V, olà xò (li) óvvaaO-ai
ùficég tvotir toiovior (piXótfiXòv ì] toiovior ipiXófiov- 30
cor fj toiovior tpgóvtfiov' xaì nwg èyév£X0 f[ vrcó-
(axaa)ig ov yiyvwGxofiBV. ibi£ xt'Xog xov tgo i-s(tn irxov

Xóyov èv àg%f (lèv io xaxóv, èv xtXei óè xò xaXór'
xaì avXXì'j.ióii sirtBiVj io èyxu)[iiao'xt)xòv ti'óog xt-
'2'.) dopo ffi-rua !h(i. in] cancellato.
i) Theon. Prog. ed. Sp. II, 110, 10.

SCOLII AD AFTONIO. S7
Xog Tijg noono[infig iffTij óioti sxstvo SXov è'nccivog,

iovio óè big tò Tt'Xog è'xei tòv srcaivóv * * .... utg
xaì noXvTQÓnwg nàXai ó Qìuìv' ') noXv[xegùg ini

tÓjtov' àvrì tov eìg * * *.
36, IO tò ye'vog] (óiaigeÌTai tò yévog slg avo, (eìg àifj)v- 5

Xor xaì éìg è'[xifivx'>v '
(xaì nà)Xiv tò [.lèv àìpvyjov
(eìg ó)vo, tlg tiÓqqoì xaì ngo(aexig '
n)óoou) [lèv tò
s'&vog, ngo(aexèg óè ifi naTQÌg' io óè s'[llpvxov (sìg)
tzoqqo) xaì ffvvex*'?' nóo(oa) [lèv ng)óyovoi, Gvvs%hg
óè na(rioeg). IO
36, 17 ini tovtoic T>)r avyxgtoiv] Tqixòìì óè ovyxoi- i)
aig' ov nàrioie óè nò iyxo)/ua£o[ievcp tò [ieT£ov 71Q0-
aàyo[iev. nwg yijaiv ó Aff-3-óviog s%siv àsì tò [lelôv

lòr èyxoa [liccio [isvov ; xcà notar ovyxQioiv Xiyei] -fj
yàg cvyxQioig xaì ànò l'aov ngòg l'aa xaì ànò èXàx- 15
lorog nQÒg [leìôva xaì ànò fieiôvog nQÒg iXàtTova.
xaì Xiyo[ier òri tovto einer, intióij, xàv ònoaovv
i ìjr avyxQ(tair) nooaàyuì[iev xaxà Tovg TQeig avifjg
naoaóolUvxaq tgónovg, tiò iyxoì[iiaL,<>[iiv<o tò [iei£ov
nooaifiiQOjiev, avTÒv èainov, xaì xaià zijv ànò tov 20
l'aov aóyxgiaiv, [leiôva (àn)oóeixvvvTeg, otor èri
irradia, xaì xaià trjv ànò tov iXàtTovog ngòq [lei-
£ova, òtuv GvyxQirtjg tò eXatTor [itTà tov [teiôrog,

el xaì l'aov aviòv nagiatcò/iev tw naQafiaXXo/iiroi,
tovto Xiyo[iev' nwg avvàyeig tò [ieì~£ov, ove anovóà- 25
L,eig, ènei ó[inXoyov[,ievov svi iXaitov, iva ìaàa(ij)
aVTÒ Tiò [lettovi; oiov Xafiè tov A%iXXia xaì ròr Jio-
firjónv' ò[xoXoyov[iévog in ò \4xtXXevg óvvatootegog'
avyxQiror tov Jio[U]óijr tuia tov AxiXXiiog' nmg

avvàytig icvnn tò [xelìôv ; xaì Xeyo uev t
ón òaov anov- :)0
óàîo xaì àyori'Qo[iai iva ix zrjg naoaj-loXfjg TTJg ngòg

tò [istôv avvallo xaì neoiàvlnt) tòv Jiofiyórjv nò
'AxiXXeT, èvia ò[loXoyov[isvov iXànova, iiìj òvTa.
enei mav sfis Tig àyiaviL,inai l'aov ànoóet§ai nò 17 Xà-
4 si vedono anche le lettere . . « . ovg ... 19 77«orJV>#eVr«?.

25 or*.
i) V. s. p. 61 sq.
88 A. SABATUCCI
twvi, io fiéTôv cvrciyti, òiózi óaov iXXtinoì èyòì ngòg

vfjv OOipiccv voi) nXàxcovog, àytovi£erat èxetvog àip
ià{oag) xovzo ngoctth'jaur xaì TToiffiai fjie ì'aor èxsCvip,
iiì
l
olia. xaì xaxà zrjV ànò zov iiti'Qorog ngòg zò
{'Xazzor, ttòk avvàystg xò fiei£ov tw fieigovt, àg 6v 5
ófioXoyovfiévwg (ieT£(pv) ; oiov iva ovyxgivrjg zòv

©ovxvóìà^r xò Ssvo(pmvxi, sttù ófioXoyovfiévcog eXàz-
xwv ò 3evo(pwv, ó óè QovxvóiótjC fisifccov
'
xaì Xé-
yo'fisv ón, óióxi l'x^ 1 nàvtmg xaì xóxs ò nag fjj.iòav
èyxoìfita^ófisvog xrjv àfieivova fiotgav, adxòg eavzov 10
iv TTòióiv ànoàeixvvfJLSvog fxsi^mv '

fìfisTg yàg avzò
Grtovóàôfisv, Iva Ó£1§((b)jjisv zòr ngoxtitxeror fiei-
L,ora' xgwiiié&a óé, òxav ovyxgirio/ur zò [isifcov fiera

zov èXàzxovog, zrò xaz snizi/i^ctr (Txrjfiazi' xaì è'axi
roioUtov '
sixòv (fovea xaì elg èva àfiagzrjaarza ziixw- 15
gov/neMa, nóaio fiàXXor zòr xvgavror ; xaì ini iyxm-
fiiov' ei zòv Esrotfwvxa eyxtoi.uàôfK-r, nóffoi fxàX-
Xov zòr ©ovxvóiàrjv xaì zòv JlXàioìva ;
V
8 36, 21 Tifiàv à'giov zovc tégóvzag xzé.] à£ioo uazix(òg
l
ngooiixiov zovzo ano Siaxi\x(îO£(ùg) zig zò xa&óXuv '

20
xaì ni-QÌ àXr)\}iv(jG>v) ngayiiàiuìv óia(Xafi)ftàv£i, xaì
olà xò (slvai) fiàXiOia ng(tnov), nari yvgix{òóg).
t
36, 21 oig] óióxi.
37, 2 zò xrjg xv%n]g\ zrjv sòyévsiav xaì tòv rXovzov.

37, 3 ex zov ngozégov] xo€x ."or/ tòv nXovzov avznv 25
ex ngoyórwv sl%6,
r
16 37, 4 ngoaXa^òìv duqio xxé.] xoiorior Xeyei, òzi zi]
(sèyêviia xaì zio nXovzoì (àvaXoyet) fj zvgavvig, %f,
óè ó) t
uo xgazia
t
r) nsvia.
V
8 37, 4 xaì noXizsiav] noXixsia iffxì vgónog omsg i-'xa- 30
ozng óioixHiai xónog, zovx ècn vófiog xaì/ dr tx(a-
Ozog) óiuixerrai.
r
16 37, 4 CO) dixaiog óixaaxi)g névqg (iaxi) dia zò (xrjóèv go-
(jiixòg ') slvaì}' èxsXvog óè dia (lèv zò (tirai à}rjfio-
12 <fei£o[j.ev. lo avanti a xq., x«i cancell. 22 èyx caacell.

avanti ;i naytjyvQtxîòs)-
') Non pare usato altrove in questo senso.

uxòg xaì (piXónoXig (xaì 7vaQi)otàv xr\v tGovo/iiav,

(è£é(f>vye) tò eXàTTw(f.ta tfjg ÌG,%vog tov ye'vovg, tori
Igti <tò> TvoavvfjGat '

àia óè (tòv nXov)Tov xaì Tfjg
séysvsi(aq ttjv) ÓQ&órrj(rcc) tò èXàT-c(w(ia) Tfjg òrifxo-
xoaiiag, (rovi eGTi} ttjv neviav xaì ([tri oì>%> vn èxei- 5

vvt g (nag)ayó[.ievog noàiTi] ti (àóix wv. èneiófj ei%ev
ex (jiQoyóvoov ào}xo€vTa nXov(tov, ovx ip&eXev nXeo-
ve xi tir, àXX fjQxiTro (ìói'oîg, nXeiGxutg ovai.
8 37, 10 xaì (vófxoig), à tcòv àXXoìv' óià ti

TloXitt-f.cc eìg
ovóeieoov tò ào&Qov) àafjxev; ótózt (sì) /lèv alai yó- 10

vifl(ov òvo)fia, oiov ó àirjQ, ò (jraìg) xaì et ti s'fllpv-
%ov xaì eversa xaì lh Xvxóv, àvd(&e)Gig
f
eìg àoae-
v(txóv), oiov Iva eì'nijg '
(ol) àvàgsg xaì (ai yvvaì)-
xeg (iStoi (enoa'ìav} TÓóe xaì recede, ov) àvv(aGai)
slnstv a TÓ(óe enoa)i:av '
òiav òè ev(fj (irÒTS yó- 15
viiia [i(rJTe:> óexTixà, idre (xéveig tò (odàérsgov)
oiov svi xaì <b(h * * àn àXXfjXwv (dia)xQi>'tèvta.
r
L6 37, 13 Tfjg tpQovrjaswg] Tfjg [ia&f}Gewg xaì naióevGeajg.
37, 21 ó)g exaCT ot] ìóìa exaGTog.
i) 38, 5 xaihàna'£] navTeXdìg, óióXov. 20
38, t EÌTa Tig avciò nagaftaXe?] evi xaì GvyxgiGig ano
tov èvaviiov, oiov óiav eì'nijg' et tòv àoiGièa ti-
fiwfiev, tòv Qiipaontv àrifAaôfisv. nàXtv' et tòv

fioixòv àit/iàô/iev, tòv GuxfQOva Ti/iù/ie v '
xaì oiov
tov QeoXóyov' /hì'GttjQiov ovx ànaTìjXòv ov(ó' àxofl)- 25
il>ov, ovóè Tfjg èXXìjvixfjg TSQ&oeiag l
).
38, 15 2o<piccv evcv^èg fièv Xafisiv . . . .

fj
toGovtov tv-
óat fxovtag neoieGTiv] ygàyeTat xaì ij toGoviov
evóaifioviag negieGiiv' àviì tov vne'oxetTat, imsoa-
veGTìjxev. et (lèv yào OéXsig vneSàoai aVTfjv, VèXei 30
ev&ei'a, et óè [leGaGat óonxrj, xaì nooxoiveig TfjV er-
óaifJtoviav ' neoteGiiv àviì tov èvvnaQ%ei.
17 nella lacuna si leggono i seg. frammenti : . . .

|
Xóyog i'oì>g . . . I
ovv rjdrj . . .
|
aig ovto . . .
|
i) Gregorio Naz. Orat, XXXIV, 80 (Migne T.

36, 336, 2-3), dove
sono le varianti axoofxov e ué&i]s xid nh(Pi]<; per ccxoftxpov e teod-oslag.
In quest'ultimo caso mi pare assai buona la nostra lezione.
90 A. SABATUCCI
Tò tviv%èg d)ót snì kTìv àó vvdxtov iaxiv, àvxì vod'

xò XafÌHr Gotpiav vttìq óvva/xiv ècnv' oiov èàv
suxrjg' ò Selva Ttsvó/xsvog, séxv%rjGt (ìuaiXtiav' tovxo
yàg itòv àévvàxcov soxiv' oHxwg xal ivxavifa nctv-
xsX&g àóvvccTÓv éffxi- gouìuy óè èrzavìfa ov zrjv sv 5
vttoxsi/ìu'toi, ÒTtoxaifisvov ót èom oiov 2coxQàtr,g,
II Xccxoìv xaì oi xoiovxoi, ofjzoi yàg coqoì fjGar, <>i>
vavzriv óè Xt'yzi n)r évovGav avxoig aìX avrò io

ngàyfia, xovx' Igti cròvbv SXrjv xccì dggaxov (foipiav,
ysvixoj òvófiaxi. xò óè XajìtTv wóé S(pfjxsv (?) &(J ito 10

[x}a(\J-sTv) '
Goifiav (bòa vhv sv ì-ìti i.
h iyf^ xal óia-
O-tCti' avrai yàg, oiov <j tXoGO(pia, fyrixogixh xé^vai
sigi xal inn^ótvfxaxa.
38, 16 sróat iioviag] tvóai/iovia rj àfi(a) àgsxfj, (orar)
nàGag xàg àgs(xàg) xaxogìho ffrjg}' sul óè nXovxov 15
(xaxa "/[QiiCxixòog.
38, 20 IIogs ióù>v fjytTzai xotg irXt'o voi ij doxixfj gvv-

xàGGsxai àvxl ysvixfjg.
Qg iragaó éóo/u'ror xòv TloGttóiàva óoxrJQa ifjg nó-

Getiìg xal vóàxon' ósgttói^v, xóòv nXsóvxwv fjysTc&at 20
A(j 9-óviog sin ev.
38, 21 stt t^GxrjGaxo] xò rjGxrjGaio xvgiwg xò ói ày(fiivog
xal olà (Grtovófjc sxirJGaxo '
rvr óè xaxayg^ Gii-
xàg a(vxò) sXa(^sv).

Ev sxt'gotg, (prjGiv, al frsoì óifGiijxaGiv' xoì [lèv ove- 25
Xiov, sxsgo) óè àXXnn (léXei' Gayal óè nàvxsg sìvai
(ìovXovxai xaC sigi, xal xavn t
v àGxoi'Gir xaì ravxr t
Gv£d>Gtr, ov% rjxiGxa óè ó Zevg, oc) xal itìbv àXXwv

sffxìv dvvaxmxsQog.
38, 21-22 Gocji'ag óè ànavxsg fisxè'xavGi v] Éióàtg óè àu 30
ysvog fj naioióa fàxeTv t&v TtQayfxàxatv ùvóîór

san, xal xfjg Go(fiag eéQsxàg odx àvftQwnovg iHh^
Gir àXXà frfovg, &g &xs t-'x vovxmv ànavxa ysvètid-ai
èrtoXctfiflàvovxsg.
5 iuUvtaòi>. 10 èpiaoev: i'alsa lettura di èyrjxer? Per lo scambio

,-i-cp si riscontri cpviov per §iov a p. 85, 9. 11 >] . . . Ùqstìj. 17 «t-
TUtTlXfl-
38, 24 niGxoviai] lliai ovxai àiiì fhafJeâioviai xal tióv t-
(Aov nagaoxevà^st, nokXàxig yàg €TtefìovXsv\)-r> é>g ,
xctì avxòg xaxà xòr naxt'ga snefiovXsvGctTO' óià ót

xfjg (So(fiag nàrxixir negii-ytrsxo.
38, 26 xciì &s(àv nulo se] àrxl xfjg àvaigocprjg Xi-'ysi xovxo 5
x(jòav) à(?a)TQ(£<póv%<ov). ol r\(()(tì)eq.
[nfgiaxaxixà xakovrxai àia xò èv avxoìg ntQUOia-

er.'/«/ xcà ntgixXsuathai nuocer ÒTtó&sOtv].
[flóvov ovyl àvxì xov nana iuxqov}.
IO
1
38, 29-30 ov xaxaaxàrxag xti-. ovx àXXoimd-évvsg n)r yv- io
dir xal ngòg ihtCar (isra^Xr^évTsg ovoiar.
39, 1 olg] óióxt.
39, 1 àgtx r] v\ x i) v aoy iav.

39, 3 aoffict xr i^tia xov yérnvg .... vnóu vrjiia] uxmeo
yàg Ttavéosc xovg èavxmv àyanòarxeg viovc, xà xi- 15
iiidìxaxa xtòr xxri[iàx(àv nagtôvcir, ovviti xal ni &toì
xovg fjgoìag, xal dia xovzn naTóag, avxovg ttstòr ngo-

rJiyÓQf-vtiav.
39. 4 ew fxàxega] xovx h'axi xal ini (ìgrjrvg xal [là-
XVg' òioixoviurov yàg xov fìiov noXkaio xal eÌQrjvr], 20

sìg xà èv àiufoi sgoig Gv;i Jairovia xolg xaigolq àvay-
t
xai'a xa/Jt'ai ì^xt-r ij (Soffia, àrayxalor de èv nò |Si7#)
xà èrarxia elvai, nòXeiiór xs xal eiQtjvxjv, fjóorrjr
xs xal nórovg.
V
10 39, 4 'Exax£g(a)Xe'yo/u(sv) xòr n(óXsfior) * * *. 25
IO
1'
39, 9 xa frana*] ótóXov.
39, 16 vnoxgirsx ai] àrxl xov énstn-tg^svai, ànodvsxat fj
èxxaXvnxei. (favsgonoiet.
39, 21 (j i XoxiîeTx ai] óalfiiXcòg óiduiai, ini%(iìgr[ysì.
v
10 39, 23 à xcòr ànoggrjxior ovgaróg] i ))r àffxgoroiiiar Xf-yti. '60
39, 24 xvxXor] xòr ^móiaxór.

39, 26 xà xaxà yfjg] xà imo yfjr. Kal wg xsXsvxàvxsg
saó/nsfra. ófjkor oxi xfjg ipvxfjS à&ctvàxov fièv oHoing.
Xt'ysi óè óià xà sxsTfrt ótxauoirjgia xal xrjv àXXrjv
£wrjv. 35
39, 29 fiovXéVita] xòr òovgsior l'nnor Xéysi.
1 diccpepcdovrcu ch'il motovxca.

92 A. SABATUCCI
39, '2!» xaì lleoarnv] ov d-éXet oUtws, (ha tò ovxmg àav-

vccqtt.tov rivai, rori' erfn àrfévTaxxov.
39, 29 xaì Towoìì'} yoàijsiai x(à Tleoarnv' nvvmg Se etiti
ààiccvóriTov '
i<) xvgtov óé xaì Tqwoìv òXìj v óiéXvffs
óvvctfllV óión ntoì Tqwoìv (hóe ò/.o / yo)g ò Xóyog. 5
40, 9 nQoiàaaetai ó òoiaîòg ì-xàaxov yvfivà a /uaiog na-

oà 'AqOoviov xaì 'Eoiioyò'vovg xmv) sióùv aùxov
xaì xfjg ótaiQk'Gttog óf ai ii'ar TOiaterjV òu ó (lèv
ÓQHfflòg ùva)XoyeT xf fiovàói, fj óè òiai'oeìoig

t
i <)
nXin'/€l' ior X&% iffTOV yào ij óiaioeaig ò oàxai t-ìg 10

/?' yiìoiteri]. hittióì] (óè) rj (ivvàg navxòg àoi&finv
i qoxsqsvsi, %àQtv xoviov xaì ò àva(Xo)ymv art f
5qog Tfooìjf-Tvai (r}fjg ótatgt'owg.
Jet óè elótvai òli ottsq erri xmv àvadxf-vmv (jvXàx-
xo(iev (xaì) xaxaaxevmv. Xe'yco óè xò xà óeyónera 15
Tovg su' à(i(fóxsoa Xóyovg mt/avovg xavxa àvaGxer-

à£eiv xaì xaiaaxevà^ttv, 7raQai(x)ov uevot xò xà mno- t
Xùyrìfiéva ij.ievófj xaxaaxevdêtv xaì xà ét/ioXoyijfisva

àXrjfrfj àraxotTittv, navtafòdsv yàq àrrdJavov Gvvt-
ffxaxai xovio, xaì snì xmv syxoìîuor xaì tyóyuìv ó^T 20
naoaqvXàxxeiv xaì fnjxe xoòg itavxayòDey in àqexft

(n)Xt'ov {.laoxvQOV/jitvovg Wèyeiv, {ir]xs toòg ini xaxmv
óiafiaXXonévovg xovxovg mg àya&ovg èyxoìiiiàîv.
ò xaì] 8 àvxì xov óiò xaì ò ôuxi]c' ò x(à nsnw-
fiéva pàfrig (Hom. a 332. 392). 25
5 xmv âgfiàQcor} ytvug' xrjv Ttaxgióa (ìàQficcQOV

Xé(yei).
eTxiîjXovvxog] xov Ì-&VOVQ.

xolg (lèv xQsixtoGiv sixoytsg xvè.\ xò vórîa todxo
xmv en a fi (fot i-Quóvt (ni 1
sufi' xaì xaì ((dxt-rà £ei xovxo i>0
ànò èm%hiQ i]iuaxog\ è'Xapsv yào oriog tari a mg i!'t-
yófisva xaì noiei io uì-r roTg xqsiztoGiv eixst v ósi-
Ào'i', xò óè ioòg àOxhevstg ix(3àXXsiv ànò nXeove^tag'

o, àv &6'Xrt vig, Xccfifìàvet & g ng Mnccivov oiov èàv ì
5 6 Xóyos 6 Xóyog. 15 èncciKpòieou. 19 àni&avov (sic).
31 dopo èm%eiQ., io yàq cancell. CFF, IV,

(*èv ;
KLV xà soltanto.
34 C F F 1. e. non legge w. (' 1' V sig i'etr.
.•/.//, h '
(t(fou)r ó Ss x èO-zXfl rtQÒg (X€i(Jào)va<; àv-
Tiyt-gfèsiv 1
). tò óè rovg fXccTt(o)vag fxfiàXXeir, àv-
r
ógsiag' eìinìòv, óè tó è'S. àvccvÓQiag xaì TtXsovisîag)^
ènoirfiev avrò <hg (XovofisQ^ég)-
41,4-6 (javXoTt'gac . . nóXeoag . . . %£Ìqictoi] vófxog gi
t
-
5
Togixòg ovrog tò tò 7igo(xfiueror) imt^àgai sv 7<>ì
f '
eìnslv tóós s(_v}Soôv, tovto óè d-avfiactTÓxsQov

(è'fi/7Tafov sTtì rovlìpéâij &g tri oboe) '
(favXÓTegor,
XeiQiaTov.
41, 7 e£ S'g otióè óovXovfisroi xaigovGiv art) gamoi] IO
s£ fìg ov(x) ol [ù] óovXov/nsvoi, to^t' è'CTi óovXovg
th(vov)(i€VOi, XvrtovvTai, àXXà xaioovaiv, òn ovx fjyó-
QuGav. JovXtìVutroi ài il tov óovXovg tféqovisg, oiov

slnsiv óovXovg xTào/nevoi '
tovto óè olà tò Tfjg x«-
gag àxQô'Tor. 15
41, 9 Kg ai tir t 'i]C> yjatQ(ag oèx £Ì%ev, óióti avvexwgovv}

ccQx(£iv)T(fjg) x*óc<as rovg) svytveig xaì nXovaiovg
xcà àgicitag xaì óoxiîovg, àXX sxel}vog ok art
àysvvrjg wv xaì névqg ov o*vvt%a>QéTTo àgx$tr, fj wg
ovOa nóXig amov x s ^Qi^Tog imèg cenar tò è'&vog, fj 20
óti oì ngóyovoi avTov SoxovvTsg àgxîv sóovXsvor,
óexóftsìoi [.lèv erciTayi.iaTa nagà tov Iltgcóòr ftatii-
Xt'mg, (fógovg óè (ftQov^Tsg} T?t t&v A&r vaia)V t

nóXti.
41, 15 ffvvovaia] Tf òîiXia xaì cvvavaGTgoqfj.
é
41, 15 àxgaaìar] GxaiÓTrjTa, navovgyiav- 25

x
10 41, 16 £7iiTi Ó€V[iao'iv] èniTi'jósvîà
i
Ì6n xQioig </'J'X?Js iistù
Xóyov xaì aìgt6ig.

r
ll 41, 16-17 óirjQTj /jLs'vcov ànàvTwv xts.] ùì'tì tov' twv EX-
Xrjvoìv xaì twv fiagfìàgorr ìóuog òvioìv.
41, 18 Tiovrjgiav lùrjv] ànò il'vxfjg aviòv óiafìàXXu. 30
41, 21 'iXXvgiovg] ìoTtov óè óti 'iXXvgioì XtyovTai oi vrrtQ
1 ras. èd-éXrjai. 2-3 ms. vi?] OFF àvÓQeiag senz'altro.

6 C F F tiqoi . . 6-7 CF F ex rwc; e si arresta a róde senza leggere
nemmeno il óo'£ov disaccentato della linea seguente. 8 CFF svi
senz'altro; ms. cpavXóieoov corretto, pare, da (pula ... 16 CF F l'va
y /wj e si arresta lì. 31 tjyovvtat.
i) Hes. Op. 208

41,
xaì yàg fjósxcd rig, x«) <>vy) f-';iì ysvtìscag fjósxai, ù/.ht
(ha (xfjg) àxofjg xaì dia t&v dXXiov aiff&wffscov '

xò
yXvxv ót srrì /iióvrjg xfjg ysvGswc' noXXàxig óè svi
oìvog xaì ov(x} svi yXvxvg, svi óè avffi^góg, irgòg
vhv rróaiv óè àgfió^st x<w nivovxog xaì fjdsxai xovxoì 5
xaì sixfgaiv/srat mg àgs(Txóf.isvog xovtoì '
ovx svi às
yXvxvg' svi òk (f])ói>g, ori fidsxat ioih(p ò nivaiv ')•
42, 13 Exerov :] t
-Jao*iXsvg r)v xijg Hnsiqov ò Exsxog, óìfiòg
xaì ànóxofxog' òg xr)v d-vyaxsQa, imo xivog q&a-
QSiGav, nr gwGag, (fpvàyxaGsv Gtórjgàg àXsìv xgu'tàg,
t
10
xóxs ànoómGsiv Xs'ycav rag óifistg, oxs àXsGsi rag xgi-
xtàg. Aìx/.ióóixov <J*> xòv (fx/sigarxa snì scxiaGiv
xaXsGag, fjXQiaxrjgiaGsv xaì xà aióoTa avxov àrrtxo-
ìpsv' vGxsgov /ns'vtoi (f.iav)sìg xaì xtòv lóiwv ificpoQrj-
2
&sìg Gagxwv, à7isG@ii ). 15
[2vu,7TÓGiov rj Aaniiiai' xò f] àvxì xov fxàXXov, sni-
óióg(&b))Gic, xaì ovx svi àvxì xov xaì' <Paióo)v r)
tcsqÌ if.ivx.rjc, àvxì xov' xi slnov <Daióon>; fiàXXov tisqÌ

ifivxfjg; si xàxa xaì STTt(ysyga)?Txai (Paiówv, ènsì
s
òXog ò Xóyog ttsqi if.>i>xr]g] ). 20
12 42, 24 utxoà nagafrsìv ai xotg fisico ai]
t
si fra ovv xòbv
(.uxgmv ngòc xà f.isi^(a rj nagà&sGig yivsxai, àytàvog
xgsia noXXov, xovx s'gxi Gnovórjg xaì qiXnvsixiag'
ànaixst yàg xò xmovxov fiiaiov grjznQoc, ènsì xr^ àXrj-
frsia àvxixQvg j.iàxsxai, xaì noXXfjg ósTxai ósivóxrj- 25

xog xaì xaxaGxsvfjc, &Gxs xotg x^tg^Gt d-tivai xr)v vixtjv
xaì niDuvòv noifjGai xov Xóyov.
f
42, 27 ósivóg] àvxì xov (fofisQÓg' ósivrjv xs G/nsg(óvm> xs)
(Hom. z/ 742)- '
ósivòv ovv èvxavfra xò ó\VG)[X£-
xaxsigiGzov '
xaì nàv yàg (fo^sgòv àngoGnsXuGiov 30
xaì óvGfisxaxsigiGxov.
12 aìxpóòiov. 19 e' è una specie di èn- caliceli, prima di v.ui.
i) La differenza tra yXvxvg e rjóvg. Anche questa di origine les-

sicale.
*) Scolio ad Hom. a, 85. V. ed. del Dindorf.
3) Scolio al titolo del dial. di Luciano Zvfinóaiov rj Aanld-ai. Non
capisco perchè sia stato trascritto qui.
96 A. SABATUCCI
43, I tpvxà] àvTSêtàcsic, voòg òóviu* O-eovg, tovg ió.iovc

èv olg <j roti<a. xò fifxegov, ijfisQov óè Xi yoiiti xò
èócoóifiov, rìji %Qsiav z&v xuontòv xaì xà xoiavxa.
fjfiiQÌg óè xaXtliai fi ditTTèXog, ótón ot àvOoiiìTXOt
TtQ&xov xoTg àxQOÓQVOig STQStpoVTO xaì fiGav tty orni 5

xà fiOij. séos&évxog óè xov óvfiijxQiaxov xag.rov
xaì xrjg àfAitéXov, s^rjfieQwd'ìjUav 01 àvd-ooanoi. t'aitar
óè òli ti IhtXiqcoiitv icyoior ósvógov GvyxQÌvut xià
1}f.i6Qov, TTQoxQiveir óè xò àyQiov ^nvXónt'/a, xovio

11) iit'ong Oiyiqo'Ofiev xaì àvx aòxov xò %QrnGifiov <>?y- 10
dofisv, oiov' xò iièv rJHfQor vfjv ònwgav TraQt%tna
flÓVTìv xaì xavTijV nvx àvayxaiav xgoqrjr, io óè rroòg
xóós xaì xóós ai\UjidXXtxai l

).
43, 1 òXov óXoì TcaoafiàXXtiv] oiov òXov AîXXta noòg

oXov 'HoaxXt'a. òXov óè Xtyaxai òvav ngaZiv «j)
(
15
Xaj.i^àì'ijg [Alar rtgòg [iiai\ àXX óXag ax{ti)7T(jjr ut-
Qiaòi-Qìfaijg xàg àotxàg ngòg óXag xàg ào{£/Tctg y xàg
vnaoypvaag xivii).
43, 2 iinxiov] vtttiov [lèv Xtyti xò àT£%v(ov) xaì à(fsXtg'

ày(i)vi(Ti\ixòv) óè xò titboóixtàg tcqoì(Óv), xom san 20
óiaiQ€x(ixoòg}.
43, 3 xsipaXaioì xscfàXaior] yt'rog TTQÒg yt'rog, xaì xà

xoiavxa.
43, 4 xò óiaigttv syxo) uiov xQÓrtog) xovx' l
è'axi Iva srrai-
véctrig lòia xòv Exxoga xaì xòv A%iXXta. 25
43, 6 Mkoog tiégov 7TQàyf.iax{og) xrjv avyxQiaiv vttoXuiijk-
v{ov/ói xaì oòx avtoxsXèg (yv)firao'(.ia' voi) xoivov
yàg xó(nov) fASQog èaxì xaì xùtv iyxcof.iio)v '
xò xaih
avxrji' óè ij GvyxQiGig oòx etiti 7tQ(o)yv uvati ua' ttqo-
t t
yófiv(,a}tifjia óè xaXet cxòxò ó Ag>(&ó)viog} xrjv t&v 80

óoxiiiatiàrioìv óó'$av aló(ovfl€V)og, Itioxgàtovg xaì
2
XÙ)V Xoi(tt(jòv) )-
<fì]U)]T(>£ucxov. 9 (iovXolfie&a.
i) Cfr. Dox. 491 sqq., dove fa il paragone tra la vite e 1' ulivo.
I >ox. 179. V>2 1] nv)'XQK7ic: /p/yffûfJe/ 7ryo? m'aiu xà fiégtj xov
Xóyov. xaì èv àp/jj noXXàxis xaì èv nò (téaip xaì èv n{> it"/.si avyxolasig
26. 3. '90S
SCOLII Al) APTONIO. 97
13 44, 21 Ov'twg fjbéXXsi y<jà<j scttat fjd-onorìa seri fxiurjGig

r
ìj-frovi i ov sìg fiif.irjtftv nQoxeipiévov ' L

) ì] /iiin Gig
t
rj&ovg ÒTtoxf.t(Jbévov noocóanav xaì (.iti ònoxsifiévov

ènei ò 'Atpd-óviog avròg scevra èînimei slnèav '
>)Oo-
noita èaxì /ii/xrjGig r]')ovg ngoGwnov \

v7toxsifiévov 5
f
iTcòg; yàg
eìn(jhv) énoxei/ièvov nooGwnov ènei '
yàg avrò) Gxonòg fjv Tra ogiG^rai ttjv xattóXov rjDo-

f
noii'ar [vhv èvvoijficcTixriv]' sìnàrv óè èvtadd-a vno-
XSlflSVOV 7ZQOGWTTOV '
(boiGaiO fhv rji/OTTOltuV xaì el-
ócoXonotccv, vhv TtgoGcùnoTtoiiav oi>% wgiGaro '

ó)g are 10
èxelvai [lèv è'xoi><7i ngÓGama, TS&veóg rè xui £wr, si
óè xrjv nQOGomonou(av}, <hg avròg è'ya, xaì ngoGuma

xaì ngày[iaxa nXatróf.ie(}a' xaì o(>x vnòxeirai ngó-
r
Gconnr, xaì ai'iòg wgiGaro vrzoxai fisvov ngoGw-
(nov) '
xaì èfiniTiTsi av(xòg} éavxrò sìnòiv ovrwg. 15
xaì O-éX(ei) éag 7rgoysyQoi(pafJi€V.

r
Ì2 44, 21 fj&ovg]. ri ìgtiv fj'/og ,• sgig il'vxfjg àvOgénov èva-
neGx(g\g / (t) uèvrj xaì
l
óvG(a nó^XOprog.
r
13 eîg ènì ìpvxfjg, noióxrjg óè siri Gé/iaxog, oiov Xev-
xór, (léXctv xaì rà rotativa '
noXXàxig óè s£ig xaì ini 20
Gebârog.
44, 24 nXaxx. fj&og] ttjv xffi ipvxf)g óià&sGiv' noXXàxig
óè xaì nà&og [xifxovfis&a.
r
12 ? [TvaQìjyogixòg Xóyog xaì ò vov&extxòg xaì nagaîvO 1-
Tixóg]. 25
13 ri ìgtiv è'ooìg; nà&og i/'i»/?)? GxoXaôvGtjg.
10 7i qog (on oiùcv. 11 Ts&euig. 12 ttqoootiolì . . e. s. 17-18 èva-

noaxiQ . (oixéyi]. 19-20 Xsvxóg.
evq'igxovtui. èv «QXU (*&*' m? èv fio *>]? 'EXévrjg èyxutuio) nag' laoxgàiei

Seixvvci yào xaz ag/àg èxsivov xov Xóyov, ori xgeutovsg ol «nò rijs tr-
ans rwv aria rrjg AXxurjvrjs tf« reo uéam èv rtn Krayóga nagtì
/.'/'
rio avrà 'I<joxq(ct8i xré.
1) Il secondo fj.i/xrjais ìjfrovg è sicuro per le traccio abbastanza
chiare che uè rimangono nel ms. perciò tra il primo, che è pur :
certo, e quest'ultimo ho creduto plausibile supplire con una defini-

zione diversa soltanto nella forma dalla seguente v-noxeifj.évov rtgoaoi-
nov xaì ut] vnoxeiuévov.
Studi ìtal. difllol. class- XVI. 7

98 A. SABATUCCI
v
13 45, 22 Onci] &(p]vr/rix mg .
45, 22 àio' ol'ctg] fravfiaGTix tóc .
45, 22 àXXàGGo/iat] àXXuGGoitca àvtì tod àXXàooco' iii-
Gog fri.
45, 22 Tà àrrevavviag, i< xuì (isiôva i/gijvov Ì%ki. '« noti 5
(lèv iiigykiar, note òt rcàOog GtjfJiaivst.
45, 22 Ilgùyfni i] ai'it (foga ,

rcgÓGomor óì y Nióflrj.
45, 23 negt ìgx ì

t
\
ygàifkxat xaì negiiGii/ àvtì xov tzsqis-
xXtiG&ìj, 7teQisyQàg>r).
45, 26 xcòv ov tsxóvTwv] &(fsiXsv sìntìv tàtv ov tsxov- 10
ggùv l
), àXXà ótà tòv QV&fiòv àcprjxsv ava'), gvd-fiòg
r
óà Xk ykxat/ xò t%ov xgóiov' xuixot (et) slnkv

' tk-
xovGòbv '
ovx iórjkov xal àggevag, àXXà fióvag Ih^-
-
Xeiag' kiTTtoV óè '
xkxóvxcov '
iórjXcoGk xcà vàg 'ht
Xkiag, kTTkì tò ykvvfjGai Xk'yktui xaì ini àggivon' xcà 15
OìjXktcòr, xaì ngoxt/.iàxat xò àgger' xò óè vsxstv ini

thXkicòv fxóvcov' àXXà óià rò (irj yeviGDai àggvti-
ii ov, óià xovxo inoirjGkv oiitcog.
45, 30 gii vo vgìcì v] GvvovGia avo Grjficcivsi' tfjv /u$iv xcà

xx]V of.it Xiav otov evi ivxav!)a. 20
r
14 45, 30 xaxctGxàG a\ àvxl xov ysvo/iévrj.
45, 31 Gvvrjif d-rjv Aì t

xoT\ coiiiX^Gu xf Arjxol' xcà ov friXei
t
òzi eìg àiptfia%iav fjX&ov.

46, 1-2 Gr/u a ogàv] ygàiféxai xcà GVficfog(àg).
46, 2 neigar] yrcòGtv. 25
46, 4 ànogcò . . . xkTxcxi aot] t

eie ivkGxiòxa xazrjri tÔkV xal
àntsxat óXiyov avtov.
46, 5 èxaxégctjv naióoìv] ncòg kinsr kx(a)xigciìv ; à>g Xafi-
(3(à)veig xò èxàxkg(ov) sìg avo. eXafl(jev) xàg &rj-
Xki'ag S(Xag) àvxl evóg, òfioioìg xcà tovg àggsvag. 30
46, 5-6 d-Qinvslv ànogiotegov] Xiyst òxt xò (lèv &Q7]veTv

xovg vkxgovg OGiov, vvv de io i.tiyki)og trjg Gvi.icfo-
gccg àtpatgel avxó.
:i ttXccaaouai . . . aXàaaca. 7 avanti a -nonaio-nov, ngày/ÀCt cariceli.

12 xaitoi n'nei'. 17-18 agvS-fiov.
t) oi Texóvjss, intendendosi di padre e madre, in Hoin. \ l'I.
Aescli} T
l. ( lioèph. 690 ecc.
SCOLII AD AFTOXIO. 99
46, 6 noi] <>vv (?)
46, 9 TCctQÒv alxf\Gai] la' iifiàvtxat àvil xfjg ytvixf\g' óv-

vaxov òvxog.
12 ' 46, 12 ExyqaGi^ ùytòva t%i-i Iva svqìgxìj Xél-sig \pi(Xàg) ') **
{ijO-onoii'a àytòva) e%si Iva TiaQaGxr'JG ij èvaqytòg xò 5
rj&oq xfjg ifjv%fjg, xaì olà xnvxn svi xaì óvGeoyog.
àlkwg óè r) /uèv sx<fQa(pig) neoì xà Tcodyîaxa xa-
xayCvstai, tj óè rjônona jisqì xàg il>v%àg. Xt'ysxai
óè xóxs fj&OjToita óxa(v) là^ìjg 7XQÓGa)(7iov)> xal tiqo-

dàìprig avxOò) Xóyovg '
zivag àv sì'ttìj Xóyovg xaì xi 10
sìxòg ft eiTtslv.
10 sq. eìnrj ed ij sic.
i) si esprimeva probabilmente il pensiero che

Nella lacuna
1' relativamente &W rj&onoua, ha minor bisogno di vivacità
'éxcpQccaig,
d'espressione. Il Dox. 511,25 nota che il ÓLi]yr]fj.a ha questo stesso

carattere rispetto all' excpQctotg
100 A. SABA! U< CI
APPENDICE
La mano che stese gli scoli che ho trascritti non è
la più antica, tra le sei, che, come dicemmo, si distinguono

a primo esame nel ms. laurenziano. Un'altra, di poco an-
teriore, compare nei luoghi seguenti:
r
f. 4 1. 19: iyw aggiunto nello spazio interlineare subito
dopo la parola fjXyovv. Non è altro che il comple-
tamento del testo.
V
f. 7 marg. sin.: ivourvióog.
v
f. 16 1. 19: àq àvargocpi].
r
f. 10 marg. destro: vTieQpaiòv Xt'ytiai |
oiov Xémv wc, vewv
('< io. che si riferisce al passo di Aftonio, xià ttìcu fjv
uv xQcctf t ,
(lóvqg éìvai vofii£svcu (,39, 10).
1,
f. IO marg. sup. : xaì ótà Tttvtìt z TrXtoritg oì àv&Qconot,

ttuq^ avrfjg s-ytibQyìfiav, aggiunta al testo con un ri-
chiamo (/.) alla parola éVQr'j aaTa

t
(39, 22).
v
f. 10 marg. sin.: avyxQiaic.
La dimostrazione che tutte queste postille sono ante-

riori agli scoli, ci è fornita dall'ultima di esse, oi>yx<naiz.
la quale è presa in mezzo dallo scolio yoàytrat xaì IJsq-

umv xrl. (v. s. p. 92, 3). E giova osservare che solamente la
posizione di questa nota ci poteva rivelare l'età sua, perchè

il confronto della scrittura, quando si tratta di scritture
assai vicine cronologicamente, non può condurre più in là
del riconoscimento della diversità di mano. Così nel nostro
caso, p. es., il fatto che le postille più antiche sono in

maiuscolette, mentre gli scoli del n. sono in minuscola,
poco o punto voleva dire da solo.
r
Nello stesso f. 10 marg. d. si trovano altre annota-
zioni della stessa epoca, a giudicar dall'aspetto, delle po-
stille suddette, ma che devono essere più tarde, perchè
una di esse è interrotta a metà da una di quelle, vnto t
!cc-
tóv xrè.
t. IO 1. .>: TtsQiqQaGttxùù*, oiov Ìcctq&v naXósg àvrì ro€ ìa-

vgoi\ che si riferisce alle parole {/twv svofiiôvxo nal-
óeg (39, 2).
r
f. 10 1. 5: chv Tivoov fjQwwv.
r
f. 10 1. 18: siQtjvsvovxccg, rifer. a (isvovrag (39, 15).
r
f. 10 marg. d. : rj f.ièv léyyi] ytsxà Xóyov' j
oiov fj §r]TOQixrj'
87iiTr}Ó£Viiicc óè \
/«{£>'£> Xóyov' oiov tò óoqv xivetv. j
xcà %éyyv\ /'^'' Xéystai' ewg ov \

ng ficcvO-dvrj Xéystai
%k%\vrì) |
jisrà óè tò V7To(Q}\x/(Jòaai adfhv xcà ótt'oyj--
aOca Xéy tcai) |

smtrjósvfjia.
f. IO
1
marg. d.: rò àvaTsXXm xcà èniTbXXcx) \
óia<p€Qovci' rò
àvatbXXoi èrti fj\Xiov' tò óè ènvtéXXfù ènl j
àffté(,Qwv},
rif. a 39, 25.
f. IO
1
marg. d. : doxtì noottótrat xcà aviij j
%à fie'XXoricc,
la sapienza.
r
f. 10 marg. d. : è'vi xal ènl à(<f)voóo(nxov) l
) rj (fiXorijii'a,
che si riferisce a 39, 21.
Quanto a queste postille possiamo aggiungere che non

sono anteriori, probabilmente, nemmeno agli scoli antichi,
perchè la nota fj nèr rs'xvrj xzè. è in relazione con lo sco-
v
lio 38, 15 p. 89-90 (f. 16 marg. inf., che è una facciata che
r
si trova di fronte alla 10 ), e precisamente con le parole
i) «7i. bey., se ho ben ricostruito.

102 A. SABATUCCI, SCOLII AD AFTON10.
(fihitioijia, frjtOQixr) ityrcci sìoì xal iniTrjósvfiaTa (p. 90, 12)

Pare quindi che sia una dichiarazione di quello.
Resta così fissato che la prima mano di scoliasta è
r
quella dell' èyw a f. 4 la seconda quella del nostro com-
,
r<
mentario, la terza quella dell' rj (lèv Ttx vrj xt *- a f* I0
Tutte le sono assai più recenti. Ho voluto notare
altre
queste diversità di mani e di tempo, perchè, siccome tutte,
più o meno, hanno apportato correzioni od aggiunte al
testo dei Progimnasmi, e più spesso varianti, in una col-
lazione del ms. laur. bisognerebbe distinguerle.
Ruma, aprile 1907.
Alessandro Sabatucci.
INDICE DEI CODICI LATINI
CONSERVATI NELLA
R. BIBLIOTECA UNIVERSITARIA DI BOLOGNA
Il nuovo indice dei codici e manoscritti della R. Biblio-

teca Universitaria di Bologna fu incominciato parecchi
anni or sono dal bibliotecario Cav. Olindo Guerrini, che
descrisse primi nove codici, e fu poscia continuato dal
i
dott. Corrado Ricci e dai dottori Lodovico e Carlo Frati

fino al giugno del 1893. Allorché quest'ultimo fu trasferito
alla Biblioteca Estense di Modena l'indice fu proseguito
dal dott. Lodovico Frati (dal n.° 72 al n.° 835) fino a tanto
che nel 1896, essendo stato trasferito alia Biblioteca Na-
zionale di Milano, venne a Bologna in sua vece il dott. Carlo
Frati, che continuò l'indice fino al codice n.° 997. Ritor-
nato nell'anno seguente a Bologna il Lodovico Frati
dott.
riprese il lavoro interrotto, e lo proseguì continuatamente
fino alla fine, cioè fino al codice n.° 4089.
La necessità di un nuovo indice descrittivo di tutti i
manoscritti posseduti dalla Biblioteca Universitaria di Bo-

logna era vivamente sentita dagli studiosi; poiché in quello
compilato dal bibliotecario Lodovico Montefani Caprara
mancavano molti codici, specialmente provenienti dai con-
venti soppressi, e molte miscellanee erano indicate con un
titolo generico, senza lo spoglio di ciò che contengono.
Così ad esempio nel fondo dei manoscritti provenienti dal
104 CODICI LATINI DELLA B1BL. UNIVRRS. DI BOLOGNA.
monastero di S. Salvatore, che è senza dubbio il più pre-

gevole e il più antico, si trovavano non pochi codici mi-
scellanei indicati coi titoli seguenti : Opuscoli diversi, Car-
mina latina et italica, Opuscula scriptorum saeculi XV Ì
Mi-
scellanea, Lettere di uomini eruditi, e via dicendo.
In questo periodico, che accolse già l' indice dei co-
dici greci di questa Biblioteca, compilato dai professori
V. Puntoni e A. Olivieri, incomincio ora a pubblicare l'in-
dice dei codici latini, colla speranza di potere in seguito
dare alle stampe anche quello dei manoscritti italiani.
Lodovico Frati.
1 (1 D-
1) (Lentulus Publius procons. Lettera apocrifa all'Imp. Ce-
sare Augusto).
f
Reperta in armalibus Eomae temporibus Octa-
viani imperatoris ', etc. |
f
apparuit temporibus nostris ' —
f
spetiosissimuset decorns '
. (Cfr. Ioli. Reiskius. Exerc. VII.
De ira. I. dir. cap. T, e Fabricius. Cod. apocr. N. T. I, 301)
2) (Ioseph Flavius. Frammento del lib. XVIH, Gap. IV
De Antiq. Fuit autem eisdem temporibus
Iud.).
f
per- ' — f
severai et genus 3) Dieta Sibille que ponit Augu-

' c
stinus de civitate Dei libro 18 '. (Cfr. S. Augustinus. De

civitate Dei, lib. XVII, cap. 23) 4)
f
Sermo de phiso-
nomia et viribus hominis '
. |
f
Et inter ceteras res Et
'
— r
qui babet oblongas '. . . . (Mutilo in fine).
Cartaceo, sec. XV, mm. 290 X 200, di carte 68 a., eoa rubriche
e lettera iniziale miniata. In fine a\V Acerba di Cecco d'Ascoli è que-
sta nota: '
Finis Laus deo. MCCCCLX1I die duodecimo mensis au-
gusti per me lohanueni de Fabis notarium transcriptus '. Prov. dal
Canon. G. G. Amadei.
2 (1 IV).
f
Iohannis Pauli de Fundis Tacuinus astronomico-medi-
f
cus '
'). Altissimi dei nostri Iliesus Christi virtnte cho-
operante primo in hoc meo judiciolo '
— f
Datimi Bo-
Fantuzzi (Scrittori bolognesi, IV, 185) erroneamente l'at-

i) Il
tribuisce a un Gio. Paolo Gnudi. (Ct'r. Mazzetti. Repertorio de' Pro-

fessori dell' Univ. di Bologna, n. 1241\
106 CODICI LATINI
noniae die septima februarii 1435 per doctorem Artium

Iohanem Paulum de Fundis actu legentem in astronomia
et in medicinis studentern et necnon inolite et excelse co-
munitatis Bonomiae astrologura benemeritum '.
Cart., sec. XV, autogr min. 300

, X 225, di carte 10 a. n. Prov.:
'
Ex Biblioth. Canoa. Amadei '.
3 (1 V).
f
(Frasario antico volgare e latino). Dio sia in nostro ai-
torio '•
|
f
Deus nos adiuvet ' — r
Veteranus quello che è
vegio in qualche officio '.
Cart., sec. XVj min. 300X215, di carte 8 u. n., a due col.

Prov.: '
Ex Biblioth. Canon. Amadei '.
4 (I VI).
f
Iohannes Bocatius Maghinardo militi '. (Cf'r. Gr. Boccaccio.
De caaibua viror. illuatr. Angustae Vindelicor., 1544, p. 1,
fino alla lin. 7 della p. 3).
Cart., sec. XVI, mm. 300X200, di carte 4, di cui 2 bianche.

Prov.: ' Ex Biblioth. Canon. Amadei '.
5 (1 VII).
'
Clementis VII P. M. Litterae Legationis in Sabaudia ad
f
Lud. Card. S. Caesarei. 1530 ») Unigenitus Dei filius '
Ihesus Christus gregem suo preciosissimo sanguine re-

demptum ' — Datum Pomae, apud
Petrum, anno In-
f
S.
carnationis domini millesimo quingentesimo et trigesimo.

Non. februarii, Ponti catus nostri anno octavo '. fi
(art., sec. XVI, mm. 290 X 195, di carte 8 compresa la 1" bianca.
Prov.: '
Ex Biblioth. Canon. Amadei '.
6 (1 Vili).
r
M. T. Ciceronis nonnullae epistolae farniliares cum va-
ria lectione Contiene: Ad fam. I, 3. 6. !). IO, II, 1. 2. 4. b\ 8.
'
.
<) Louis Gorevod de Challant fu fatto Cardinale il L9 marzo L536

ad istanza di Carlo V.
DELLA BIBL. UN1VBRS. DI BOLOGNA. 107
11. 14. 18, TV, 5. 6. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15, V, 1. 3 5. li. 7
(fino alle parole del § 2:
f
quamquam exignam '). Con v. 1.
interlineari.
Cart., sec. XV, min. 295 X 205, di carte 12 n. u.. Prov : ' Ex
Biblioth. CanoiJ. Amadei '.
7 (I IX).
r
Ulpiani Zani Conûltationes aliquot '. lulius Pontifex
Maximus. Universis qui infra annura ' — f
Ad landem eius
qui terre fìores sparsit et sidera polo '.
Cart.. sec. XV, autogr., min. :>00 X 205, di carte 6 n. n. Prov.:

'
Ex Biblioth. Canon. Amadei'.
8 (1 X).
(De coronatione Caroli IV Eom. Imp.) Pro negoeio Coro- r
nacionis domini Caroli inj Romanorum Imperatoria Anno 11
domini Millesimo Trecentesimo Quinquagesimoquinto ' —

f
exprimuntur et confirmantur terre Romane ecclesie '.
Membrana del sec. XIV, mm. 300X202. Prov.: '
Ex Biblioth.
Benedicti XIV P. AJ. '.
9 (2 P).
(Fassini P. Vincenzo Domenico. Inni due contro i Gesuiti per
la ritrattazione del P. Concina) 1)
f
Ignatianorum Hymnus
prò Victoria adversus P. Concinam reportata '
. |
r
O vos qui
quidquam sapitis '
—
Adversus fratrem Concinam
f
'
2)
f
Si quidquam ergo sapimus Proscripta sunt ' — f
volumina '
Cart., sec. XVII e XVIII, misceli., min. 800X200. di carte 335

n. n. Prov. da Ubaldo Zanetti.
10 (5).
1)
f
Epistola Guarirli Veronensis ad Franciscmn Barbarum '.
Guari nus Veronensis s. p. d. Francesco Barbaro viro ci.

f
praetori designato '

Manuel praeceptor noster
.
|
f
Pho- ' — f
tionem ipsum, si libeat, audiamus '. (s. d.) Non è indicata

108 .ODICI LATINI
dal Sabbadini : Guarino Veroìiese e il suo epistolario ed. e
ined, (Salerno, 1885, in 8) 2) '

Epistolae Card. Gasparis
Contareni Venet. '. a) Al Capitolo di Cividal di Belluno.
f
Ex (Romae, IV Kal. Maii MDXXXVIII).
litteris vestris '
b) Al medesimo. Qnoniam Deo optimo (Die II Iunii

' '
MDXXXVII, Rotnae). <•) Al medesimo. Una cum vestris f
litteris (Romae, die XII Iulii MDXXXVII). d) Al med.°

'
Quamvis nullas ad vos jamdiu litteras (Romae III '
Nov. 1539). (Cfr. Dittrich Fr. Regesten u. Urie fa d. Card.

:
Cantari ni. Braunsberg, 1881, n. 330, 341, 350, 392, 431)

3) (Gradeuigo Bartolomeo. Lettera patente a Stefano
Re di Serbia che lo crea cittadino Veneziano J3 Cin-
gilo 1340). (Cfr. Commemoriali d. Repubbl. di Venezia.
T. II, Lib. Ili, n. 497).
Cart. misceli., scc. XVIII, di carte 178 n. Prov. da Ubaldo

Zanetti.
11 (7).
r
Donati Acciajoli Ho. Prohemiuin in expositionem libri
ethicornm Aristotelis ad clarissimum virum Cosmurn Me-
' f
diceli] Donati Acciaioli fiorentini espositio super
6r
libros ethicorum Aristotelis in novam traductionem Argi-
ropuli Bisantii '. — '
Et liic est finis X atque ultimi libri
ethicorum. Donati Acciajuoli fiorentini expositio super li-
bros ethicorum Aristotelis in novam traductionem Iohan-

nis Argyropuli Bisantii explicit '
. (Cfr. l'ediz. : Florentiae,
ajjttd S. Iacobum de Ripoli, 1478, in fol., di 263 Jf.).
Cart., sec. XV, inni. 380 X 235, di carte "271 n. a., con note
inarg., leg. in pelle. Prov. dal Sen. Marchese Sigismondo Malvezzi
nel 1727.
12 (9 G).
f
1) Prophetia B. Io. a Capistrano Orci. Minor, de futuris
Pontifìcibus ante electionem S. l'ii V inwiitae '. Da Pio V
(7 gemi. 1566) a Benedetto XIII (29 maggio 1724). Se-
guono altre profezie senza nomi dei Papi i 2) (I. V.
Gravinae Testamentum. Nonis Aprilis MDCCXV). (Cfr.
DELLA B1BL. UNIVBRS. DI BOLOGNA. 109
Nuova Antologia. Voi. XXV, p. 865) 3) Carlo Vili.

Regia patente che nomina castellano di Ortona Francesco
Guibert signore di Noan (Nohant ?) Capua 5 aprile 1495).
Pergamena originale, mm. 495 X 370, con firma autogr.
4)
r
De conscribendis epistolis, auctore Petro Francisco Bot-
tazoni in patrio Bononiae Archigimnasio eloquentiae Pro-
fessore '. (Ignoto al Fantuzzi. Scrittori bolognesi, II, 317)
'
5)
f
Guidetti Claudii Ab. et S. Petri Bonon. Canon.
f
a) Oratiunculae ad insignia Doctoralia conferenda '. Dal
7 Nov. 1680 al 29 apr. 1710. Schede n.° 45. Manca il nome
del laureato, Oratiunculae in adventu Cardinaliutn, in
b)
f
Academiis habitae Dal 2 die. 1706 al 1738. Schede n.° 13.

'
.
Schoedae variae 6) (Melloni D. Giambat-

r
e) (n.° 26) '
tista. Orazione lat. maccheronica per un'Accademia in casa

Zani. 1738; 7 (Muratori L. A. Lettera a Bernardo Ra-
f
mazzino. Mediolani, pridie Kal. Inni, 1695) '
. Copia. (Cfr.
Epistolario di L. A. Muratori, cur. M. Campori. I, 87)
8)
f
Lazarus Augustinus Cotta Mediol. Henrico de Nova
Villa. Mediolani, MDCCIX '. (Cfr. Fantuzzi. Scritt. bologn.
VI, 201 e 206) 9) 'Samuel Pufendorf (Puffendorff)
viro illustri Esaiae Pufendorfìo. Holmiae, XXIV febr.
MDCLXXXI '
10) (Danielli Stefano. Epigr. lat. in lode

del Mse Luigi Albergati. f
Kal. Sept. 1716 '> 11) (Epigr.
f
lat. in lode di Benedetto XIII> 12) Facezia in latino
macheronico. Innocentium Strages '. Allusiva a un' aggres-
sione degli sbirri di Padova agli studenti 13 j (Scarselli
Flaminio. Epigr. lat. contro Federico II) 14 (Zanotti
Francesco. Epigr. lat. per Federico II di Prussia).
Miscellanea di opuscoli mss. di vario tempo.
13 (9 H).
f
1) (Elegia lat.) Expectans expectavi et expectabo '
Osculo amplexo
p
f
fide et gratis verbis '
2) Flamini] Pa-
pazzoni Compendium lib. Meteor. Aristotelis '
1599. Au-
,
togr. Prov. :
f
Ex Bibliotheca Io. Hierotiymi Sbaraleae .
(Cfr. Fantuzzi Scritt. bologn. VI, 279, ove manca l'indica-

110 CODICI LATINI
zione di questo Ioannes Chrysostomus Honi.

ras.) 3)
r
S.
LXXXII in Mattbaeum. hi fine 4) Tractatna de vo- ' c
luntate '.
|
f
Quae dicturus sum
1
— f
et multa alia '.
Sec. XVI 5)
f
De Divinatione per somnum '.
|
f
Ino-
levit in nominimi animo opinio ' — f
quae non peperi et
pario '. Sec. XVI.
Miscellanea di opuscoli mss. di vario tempo.
14 (10).
a Avicene
1)
:
Expositio Alexandri Achilini super p. 4.'
pulchra f
7. Septembris 1509
' a '. Commento alla I parte del
lib. IV
Avicenna: De febribus
di 2) Tabula Alexandri f
Achilini in Medicina 3) Quoddam Consilium in me- ' f
dicina Alexandri Achilini pulchrum

' f
4) Autoritates
Galeni colecte per Alexandrum Achilinum 5) Multa ' f
ex Entisbari sophista '.
Cart., sec. XVI, mm. 328 X 220, sono autogr. i fase. 1, 2, 4, 5.
15 (12, Busta I, cod. 2).

<Isocrates. Oratio ad Demonicum ;
recata in latino da Urceo
f
Codro). Isocrates origine Atheniensis '. Il testo dell'ora-
zione ine. a f. l
v
:
f
In multis quidem, o Demonice ' —
f
Vis enim utique aliquis ex hac diligentia naturae peccata
superari '.
Cart., sec. XV, mm 192 X 155, di carte 10 d. Prov. '

Ex Bi-
bliotheca Io. Iacobi Amadei '. È ritenuto autogr. da C. Malagola. Della
vita e delle opere di A. Urceo. (Bologna, 1878, p. 372-4).
16 (12, Busta T, cod. 3).

1) (Demosthenes. Olynthiaca I, trad. in lat. dal Card. Bes-
sarione/. Bessarionis Episcopi Sabini Card. Nicaeni ad
f
illustrissimos Inclitosque Italiae Principes persuasio ex

auctoritate Demosthenis '.
|
f
Haec a vobis prò communi
omnium saluti disputata ' — :
causae nostrae convenire '
Demosthenis oratio prò ferenda ope Olynthiis adver-

2'* f
sus Philippum Regem Macedonum '. Grandi pecuniae |

r
' —
DELLA B1BL. UNIVKRS. DI BOLOGNA. Ili
f ' f
opto
fideliter evenire 2) Alphonsi Regis Oratio in
expeditionem contra Teucros '
.
|
f
Scio plerosque ' — f
su-
scipere cavetote '
Merabr., sec. XV, tu ni. 155 <. 205, di carte S n. n. Prov. :

'
Ex Bibl.
Canon. Io. lacobi Amadei '.
17 (Busta I, cod. 5).

f
Commentaria in libros Horaeri
Francisci Porti Cretensis '
.
f
Vita poetae Omerus poeta (ut aliqui putant)
'.
|
f
' — |
f
epigramma piane deci;) rat \ Chryses sacerdos Apollinis |
r '
v
22 'quo nnllum animat formidolosius '. Il comm. li-
mane interrotto al v. 225 del lib. T dell'Iliade.
Cart., sec. XVI, mra. 455X205, di carte 24 n. n. Prov.: '
Ex
Bibliotb. I. I. Amadei Ms. originale.
18 (12, Busta I, cod. 7).

f
1) Liber Porphirii de vocibus ex traductione Codri '
.
|
f v f
Existente necessario Chrysaorie '
12 separabile vero
accidens sicut nigrum non ethiopi soli '
. . .
2) (Aristo-
telis decem Praedicamenta Urceo Codro) latine reddita ab
13 r Titulus huius libri est Aristotelis decem praedica-
f
menta '
. . . Equivoca dicuntur quorum nomen solum com-
f
mune ' — f
substantia tota dieta sit '.
Cart., sec. XV, mm. 158X202, di carte 22 n., di cui le ultime

5 bianche. Prov.: Ex Bibliotbeca I.
'
I. Amadei '. Autogr. (Cfr. Mala-
gola. Op. cit., p. 378).
19 (12, Busta I, cod. 8).

f
Magni Caesariensis ad nepotes, de legendis genti-
Basilii
lium codicibus liber '. Trad. da Leonardo Aretino l Ego r r
tibi hunc librum, Coluti vale, vir optime '

— f ?
2r Multa sunt, filii, que hortantur

f
17 r nunc recta ' f
Consilia aspernantes'. Maximi Basilii liber explicit amen |

f
'
Cart., spc. XV. mm. 135 X 210, di carte 18 n. n. Prov. Ex Bi- :

'
bliotbeca Canon. I. I. Amadei '. (Cfr. Leonardo Bruni Epist. libri Vili,
ree. L Meh'is. (Florentiae, 1741, P. 1. p. lxx-lxxj, § 34).

112 CODICI LATINI
20 (12, Busta I, cod. 9).
1) (Raymundi Lulli De figura elementali). '

De figura ele-
mentali dieta T. Rubrica. Leo docet quo modo p. t. in ele-
mentali figura '
10 r
r
cum aere quam cum terra. Explicit '.
Cfr. Hist. litter. de la Frane». XXIX, 133, n.° 19 2) Rai-

mundi Lulli Lapidarius). Questo titolo fu aggiunto poste-
:
riormente correggendo l'altro più antico : Quintae essen-

tiae liber '. Deus in virtute trinitatis ',
r
etc. Indi la rubr.
f
De tribus prinoipiis effectualibus '.
|
f
Et primo, fili, tibi
dicimus '. Mutilo in fine col principio del cap. :

f
De tercia
aqua '. Cfr. Hist. liti, de la Fr., 1. e, n.° 113, p. 281
3) (Raimundi Lulli Liber quintae essentiae). Acefalo . . .
citornia, sorba, corna, mora celsi prima immatura '. Segue

f
il cap. Scientia ad extrahendum quintana essentiam a

:
r
rebus indurativis ad indurandum cum celo nostro ', etc.

Mutilo in fine. Cfr. Top. cit., n.° 114, p. 282.
Cart. sec. XV, rana. 147 K 212, due fase, ciasc. di 12 carte. Prov. :
'
Ex Bibliotheca Coraitum Carrara '
21 [12, Busta I, cod. 10).
1) Commento alle satire di Persio anepigr.)

r
Auctor iste
' v
Perseus natione tuschus 65 '
Acervi acervose con-
gregationis. |
xékwg a/mjv '. Comprende l'intero comm. alle
sei satire 2) (Trattato mitologico lat., adesp. e anepigr.)
f ' f
73 r fabularum contextu
Celius in 113 r prò
quo merito communi consensi! civium tantum fundum sibi
dederunt quantum sibi posset sufneere. Explicit. xeXmq
3) (Poggio Bracciolini. Oratio in funere Card. Albergati)
v v
113 In maximo dolore f
115 confluentibus ' f
undecumque medicis ... Mutila in fine 4) (Pomponio

'
v
Mela. De situ orbis libri III); ce. 121 r - 147 Le ce. 148-146 .
bianche 5) (Nicolò Perotti. Epistolae) 1) De gene-

ribus metrorum ad Iacobum Schioppum Ves. 2) (De Ho-
ratii Flacci ac Severini Boetii metris, ad Celium Perottnin
fra tre m suum) Cfr. per le edizz. Hain, n.° 10891 e sgg.
Cart.. sec. XV, min. 165.< 240, di carte 180 n. n., con rieb.,
le^ in perg. Prov.: ' Ex Biblioth. Co, Francisei Zambeccari '. Le
27. 8. '00
DELLA B1BL. UNIVKRS. DI BOLOGNA. Ilo
v
car. 172-179sono bianche, fuorché i ff. 179 e 180 dove Tommaso de
Granelli possessore del cod. nel sec. XVI scrisse l' inventario de' suoi
libri e d' altri oggetti.
22 (12, Busta I, cod. 11).

f
Hieremias Cusatrus. De Balneis Porrectanis Agri Bono-
miensis Carmen elegiacum Ioanni Sfortiae Vicecomiti Pi-
sauri principi Cfr. Illustrazione, d. Terme di Porretta e del
'
.
suo territorio. (Bologna, 1867, pp. 71-96).
Membr., sec. XVI, inni. 205 X 142, di carte 14 n. n., con minia-
tura e stemma sforzesco, leg. in velluto verde, appartenne a Gio.
Ant. Battarra (1763), poscia a Ferdinando Bassi (1764),
23 (12, Busta II, cod. 2).

Flavii Vegetii Renati viri Illustris epithoma Institutio-
f
nis rei militaris '•

|
c
Incipit liber primus secundum ca-
f
pitula inferius posita, et qualiter instruantur tirones '.
|
In
quibus tantum temporibus mox fuit bonarum artium stu-
v
dia '
22 f
precipue cum subitis operibus addenda '
. . .
Membr., sec. XV, mm. 134 X 210, a 2 col., di carte 27 n. n. Per

la mancanza di 2 carte tra i ff. 10-11 e 11-12 il testo di Vegezio è
mancante nel della fine del cap. 23, e dei capp. 24 e 25; nel
lib. II
lib. Ili ultime parole del cap. 2, dei capp. 3 e 4 e del prin-
delle
cipio del cap. 5. Più per la mancanza di altre carte dopo il f. 22 i]
testo rimane interrotto verso il fine del cap. 8 del lib. IV, alle pa-
role indicate. Ciò che segue nei ff. 23-27, della stessa mano, nulla
ha che fare coli' op. di V. e sembra una compilazione fatta dall'ama-
nuense, essendo disparato l'argomento dei vari capitoli, intitolati: De '
trasformatìs; De theatro ; De Tribus ma.rimis circumstanciis gestorum,

personis, loais et temporibus, De divina scriptut a, De stata eaclesiie tri-
plicifuhi mento ; Qualiter dividuntur speaies heresium Quest'ultimo '
.
cap. rimane interrotto alle parole: eius filius appellaris '. '
24 (12, Busta IT, cod. 6).

f
Augustini Vonici Doctoris ac equitis Tarvisini prò patria
ad Illu.™ Nicolaum Marcellum Venetorum Duceni congra-
tulatio '
.
|
f
Quod nobis praecipue erat optandum ' — f
at-
' '
tentione non abutar. 2r

r
Venite civitatis erigo
V
8 f
protexerit et conservaverit ;
Dixi '.
Membr., sec. XV, mm. 149X20D, di carte 10 n. n., di cui le ul-
time 2 bianche. Prov. : Ex Bibliotheca Ulyssis Aldrovandi '.

'
Studi ital. di fllol. class. XVI. 8

114 CODICI LATINI
25 (12, Busta IT, cod. 7 .
f
Oratio aedita per Candidarci de Vigevio (Petrum Candi-
dimi Decembriurci) Philippi Mariae Ducis IMediolaii i secre-
tarinm in funere Nicolai Picinini. Imperatoria strenuis-
v '
simi '. tempore fortunae insidias

I
r
Si ullo 36 et
f
gloriae nostrae monurcientum. finis. Laus deo. Qui me |
foelicem toties jactatis amici: Qui cecidi! stabili non |

:
erat ille gradii '. Cfr. Muratori. Ber. /tal. Scr. t

XX.
1047-1084, ov' è pubbl. il volgarizzamento del Polismagna.
Il testo lat. è inedito.
Cart., sec. XV, mm. 146 X 205, di carte 36 n. n., prov. da Ulisse
Aldrovandi.
26 Busta II, cod. 8).

(12,
f
< Petri de Santoyo Tractatus de apostatis

f
Tractatus '
.
doctoris de santoyo de apostasia In nomine patris, etc. '

.
|
f
Cui omnis laus, gloria et honor que scripta sunt per ' — f
me petrum de sanctoyo minimum legum professorem. Vi-

cesima quarta julii anno domini millesimo quadringente-
simo octogesimo quarto '.
Cart., scc. XV (1484), mm. 154 X 215, di carte 9 n. n., prov. da

Ulisse Aldrovandi.
27
(12, Busta II, cod. 9).
1) <
f
Antonii Gazi medici Patavini Ars clinica '). Divi
f
Antonii Gazi Patavini medici ex omni aetate excellentis-

simi. Capitulum primum introducit medico narrare inci-
|
pientem quomodo in prima visitatione infirraum exami-

naverit. |
In nomine patris, etc. Non me latet, Doctores
v
excellentissimi '
15 f
circa patientem fieri oportet exa-
minari subiicio. D:xi '. Non è registrata né dal Haller,
Biblioth. medicìnae pract. (I, 471-2), né dal Vedova. Biogr.
acritt. padov. (I, 444-6) 2) <Fr. Iacobinus de Gufantis
V
mediol. Regulae memoriae artificialis) 15
f
Ars me-
morie artificialis est qualiter homo '
lì''
f
et sic de
alii-:. Expliciunt regulae memoriae artificialis fratria Taco-
'
bini de gufantis ordinis r'ratrum carmelitarum mediolani
DELLA BIBL. UNIVBRS. DI BOLOGNA. 115
v
3) (Catechismo in versi latini) 19
r
Unum est
v
deum. Nec iures vana per ipsum '
20 f
Vel quevis
dicat, vel nil dixisse videtur '
Cavt., sec. XVI, mm. 153X210, di carte 2J n. n., con rubr. in

rosso, prov. da U. Aldrovandi.
28 (12, Busta II, cod. 10).

(Alphonsus R.ex Castellae. Clavis sapientiae). Cfr. Th<ia-
trum Chemicum. (Argentorati, 1660, voi. V, pp. 766-786).
Cart., sec. XVI, mm. 147X219, di carte 17 n. n., prov. da U.

Aldovrandi.
29 (14).
<Acta consistorialia ab a. 1559 usque a 1565). Compila-
zione incominciata da un r
P. Paulus Gualterius Aretinus,
quem sacrum ipsum Collegium prò praesenti anno Dom.
MDLIX in Italicae Nationis Clericum assumpsit '.
Cart., sec. XVI, mm. 228 X 347, di pp. 766 n., più 2 ce. n. n. in
principio e 3 in fine, leg. in pelle, prov. da Papa Benedetto XIV.
30 (15).
f
Decreta consistorialia incipientia coram Alexandro Papa VI
anno Domini MIID die sexta Iunii usque ad Clementem
Papam X, anno 1670, die 22 Decembris '. (Corretto in 1672,
14 nov., ma erroneamente perchè l'ultimo estratto è in
data del 12 die. 1672).
Cart., sec. XVII, mm. 204 X 290, di carte 244, più alcune
bianche in fine, leg. in perg., prov. da Papa Benedetto XIV.
31 (16).
(Decreta consistorialia ab a 1498 usque ad a. 1664. Da
Alessandro VI ad Alessandro VII). Vi è premessa una r
Ta-
vola delle materie '
che comprende 17 carte n. n.
Cart., sec. XVII, mm. 218 X

305, di carte scritte 236, più alcune
bianche in fine e 17 in piinc. n. n., leg. in perg., di due mani di-
verse, prov. da Papa Benedetto XIV.
116 CODICI LATINI
32 (17).
f
Acta concistorialia Clementis Papae VII'. (1523-1534).
Cart., sec. XVII, mm. 220 X 305,di carte 272 n. n., più 4 bian-
che in princ, leg. in perg., prov. da Papa Benedetto XIV.
33 (18).
<Aota consistorialia Irmocentii Papae X. 1644-1650).
Cart., sec. XVII, mm. 216 X 308, di carte 225 n. a pp. 1-449, più
2 carte bianch.; in princ, leg. in perg.. prov. da Papa Benedetto XIV.
34 (19).
p
Decreta consistorialia diversorum Pontificum et vota prò
canonizatione S. Caroli '. (1431-1610).
Cart., sec. XVI-XVII, mm. 207 X 280, di carte scritte 205, più al-
cune bianche in princ. e in fine n. n., leg. in perg., fu già del Card.
Lodovico Ludovisi (f 1632) e provenne da Papa Benedetto XIV.
35 (20).
<Acta consistorialia ab. a. 1621 usque ad a. 1672). Da Gre-
gorio XV a Clemente X. Corrisponde a parte del cod. 15
v
da f. 107 alla fine.
Cart., sec. XVII, mm. 202 X 274, di carte scritte 207 n. n.. più
4 bianche in princ. e 3 in fine, leg. in perg., prov. da Papa Bene-
detto XIV.
36 (21).
f
Decreta selecta Sacrae Congregationis consistorialis '.
(1730 circa).
Cart. in 4 voli., sec. XVIII, mm. 195X265, leg. in perg.. prov.

dal Card. Filippo Monti.
37 (23).
f
Acta sanctorum Anconetanorum, videlicet: Passio S. Ci-
v
riaci episc. Hierosol. ac S. Annae eius matris (ff. l
r
-8 )
V V
Historia S. Marceli ini Episi*. (ff. 8 -16 )
Historia
v v
S. Liberii confessoris filii Regis Armeniae (ff. 17 -30 )
DELLA B1BL. UNIVERS DI BOLOGNA. 117
r
Historiae Beatae Palatiatis (ff. 31 -39j), Prologus S. Pe-
v v
regrini Levite et martiris (ff. 39 -64 ) Legenda inven-
tioni.s corporis B. Primiani episc. et martiris '
(ff. 65 r -(i(i').
Cart., sec. XVI, mm. 137 .< 203, di carte 76 n.

n., delle quali sono
bianche da e. 67-7(5, log. in perg., prov. da Papa Benedetto XIV.
38 (26).
f
Acta S. Rittium Congregationis '. È la collezione degli
atti o decreti della S.Congregazione dei riti fatta dal se-
gretario di essa nel sec. XVII, e segnatamente dal 1623
al 1693 e nei primi anni del sec. XVIII fino al 1711.
Cart., in 3 voil., sec. XVII-XVIII, mm. 200 X 274, leg. in perg.,

pi'ov. da Papa Benedetto XIV.
39 (27).
f
De Gonzagae Re-
sanctitate et miraculis angelici Aloysii
latioad SS. D. N. Paulina V Francisci Sacrati Archiepisc.
Damasceni, Io Bapt. Cocciai Rotae Decani, Io. Bapt. Pam-
philii Rotae auditoris '
Cart., sec. XVIII, mm. 198 X 245, di carte 52 n. n., leg. in perg.,
prov. dà Papa Benedetto XIV.
40 (29).
f
De sanctitate vitae et miraculis Ven. servi Dei Au-
dreae Avellini ad SS. D. N. Urbanum Vili Relatio Io.
Bapt. Coccini, Alphonsi Manzanedi de Quinones, Iacobi Ca-

valerii '.
Cart., sec. XVII, mm. 190 X 267, di carte 50 n. n., leg. in perg.,
prov. da Papa Benedetto XLV.
41 (30).
f
Quod S. D. N. Paulo Papae V retulerunt tres Rotae Au-
ditores Deputati F. Sacratus, Io. Bapt. Coccinus, Alphou-
sus Mancaaedo super processo canonizationis B. Andreae
Corsini Episcopi Fesulani '.
Cart., sec. XVII, inm. 200X260, di carte 47 n., leg. in perg.,

prov. da Papa Benedetto XIV.
118 CODICI L \T1N1
42 (31).
SS. D. N. Paulo Papae V. Mediolaneusis canonizationis
f
bo. me Caroli Borromei S. E. Card, et Archiepiscopi Me-

diolanensis Relatio trinm Rotae Auditorum in causa a Sancta
Sede Apostolica Deputatorum Francisci Peniae, Alexandri
Iusti et Horatii Lancellotti, in qua processuum acta, et pro-
bationes expenduntur, et judiciura super canon izat ione fa-
cienda interponitur ad praescriptum sacrorum ritualiura
S. R. E. '.
Cart., sec. XVII, mm.205 X 271, di carte. 138 n. n., prov. da Papa
Benedetto XIV.
43 (32).
c
Relatio de virtutibus et miraculis Catherinae de Riccis
monialis Io. Bapt. Coccini, Philippi Pirovani et Clementis
Merlini '.
Cart., sec. XVII, mm. 198X265, di carte 44 n. u., leg. in car-

tone, prov. da Papa Benedetto XIV.
44 (33).
'
De sanctitate et miraculis sororis Catherinae de Ricciis
Florentinae Ord. Praed. ad S. D. N. Urbanum VII P. 0. M.
Relatio Rotae Auditorum I. B. Coccini, Philiphi Pirovani,
Clementis Merlini ex processibus super illius canoniza-
tione formatis extracta '. Altra copia della relazione con-
tenuta nel cod. precedente.
Cart., sec.XVII, mm. 199 < 265, di carte ±2 n. n. leg. in perg.,

45 (34).
'
SS. D. N. Sixto V. P. '0. M. Toletana Canonizationis
B. fratris Didaci de S. Nicolao Relatio Io. Bapt. de Rubeis
et Christophori Robustoni de Samant Rotae Auditorum '.
Cart., sec.XVII, mm. 205 X 280, di carte 58 n. n., leg. in perg.,

DELLA BIBL. UN1VRKS. DI BOLOGNA. 119
46 (35).
f
De sanctitate vitae et miraculis fr. Felicis de Cantalicio
laici Ord. Cappuccinorum ad SS. D. N. Urbanum Vili Re-
]atio I. B. Coccini, Alphonsi Manzanedi de Quinones, Ia-
cobi Cavalerii '.
Cart., sec. XVII, inm. 198X261, di carte 33 n. a pp. 1-62, leg.

in perg., prov. da Papi Benedetto XIV.
47 (36).
r
De sanctitate vitae et rairaculis Francisci Borgiae olim
Ducis Gandiae ad SS. D. N. Urbanum Vili Relatio I. B.
Coccini, Alphonsi Manzanedi de Quinones, Iacobi Cava-
lerii '
Cart, soc. XVIII, mm. 196 X 261, di carte 28 n. n., leg. in perg.,
prov. da Papa* Benedetto XI V.
48 (37).
f
Acta canonizationis Ven. servi Dei Francisci Caraccioli '.
Cart., sec. XVIII (1748), mm. 191 X 262, di carte 191 n. n., leg.
in perg., prov. dalla Bibl. dell'Istituto.
49 (39).
f
Relatio Francisci Sacrati Archiepisc. Damasceni, I. B.
Coccini, I. B. Phamphilii facta SS. D. N. Paulo Papap V
super sanctitate et miraculis Patris Francisci Xaverii S. I.
ex processibus super illius canonizatione formatis extracta '
Cart., sec XVII, mm. 196X264. di carte 57 n. u., leg. in perg.,
50 (40).
c
SS. D. N. Paulo Papae V Romanae Canonizationis B. Fran-
ciscae de Pontianis sive de Roma relatio trium Rotae Au-
ditorum deputatorum Francisci Peniae, Io. Garsiae Meli ini
'.
et Horatii Lancellotti
Cart., sec XVII, min. 200 X 267, di carte 62 a. n.. leg. in perg.,

120 CODICI LATINI
51 (41).
f
SS. D. N. Parili V ac omnium S. R. E. Cardd., Patriar-
charum, Archiepiscopor. et Episcoporum vota prò canoni-
zatione Divae Franciscae de Pontianis Romanae '. (Die
XXI Maij, an. MDOVIII).
Cart., sec. XVII, mm. 156 X 215, di pp. 114 n., leg. in perg., prov.
da Papa Benedetto XIV.
52 (42).
f
SS. D. N. Urbano Vili De sanctitate vitae, virtutibus et
miraculis servi Dei Caietani Thienaei .... Relatio I. B.
Coccini, Philippi Pirovani et Clementi* Merlini Rotae Au-
ditorum ex processibus super illius canonizatione formatis
extracta '
Cart., sec.XVII, mm. 195 X 265, di carte 38 n. n., leg. in perg.,
53 (43).
f
Papae X Piacentini vitae et virtutnm ac
B. Gregorii
miraculorum Relatio facta SS. D. N. Urbano Vili per Sa-
crae Rotae Auditores I. B. Coccinum, Philippum Pirova-
nura et Olementein Merlinum anno Dom. 1629, 22 sept. ad
efFectum canonizationis eiusdem '.
Cart., sec.XVII, mm. 199X264, di carto 65 n.. leg. in perg.,

54 (44).
f
De sanctitate vitae et miraculis Hieronymi Aemiliani Pa-
tritii Veneti ad SS. D. N. Urbanum VIII Relatio I. B. Coc-
cini, Philippi Pirovani. Clementis Merlini Rotae Auditorum '
Cart., sec. XVII, mm. 197 X 265, di carte 79 n., leg. in perg.,
55 (45).
SS. D. N. Clementi Vili P. M. Cracoviensis Canoniza-
f
tionis B. Iacinthi Poloni 0. P. Relatio trium Rotae Au-

DELLA BIBL. UNIVKRS. DI BOLOGNA. 121
ditor. Seraphini Olivarii Razzalii, Lanrentii Bianchetti et

Francisci Peniae '
(art., sec. XVI ex. e XVII in., min. '215 < 280, di carte 44 u., leg.
in perg., prov. da Papa Benedetto XIV.
56 (47).
f
Ad S. D. N. Gregorium XV de sanctitate vitae et mira-
culis B. Iacobi de Marchia 0. M. Relatio I. B. Cocciai,
Alphonsi Manzanedo de Quinones, et Iacobi Cavalerii Rotae
Auditor u m '.
Cart., sec. XVII, mm. 195 X 200, di carte 42 ri. n.. leg. in perg.,
57 (48).
Fase. I.
r
De quibusdam illastribus viris Larnbertinae gentis
testimonia
'
1) De B. Iraelda Lambertini testimonia
f '
2)
f
De Lambertino q. Guidonis de Lambertinis Pote-
stà te anno 1245 testimonia authentica. Ioseph.
Tuderti
Can. Garampi D. D. Contengono un'epistola del Co-
'
.
mune di Bologna (20 apr. 1244) e un istrumento conte-

nente disposizioni intorno a S. Lorenzo di Casalina (12 feb-
braio 1245) 3)
f
Antonii Cedri Urcei de Egano Lam-
bertino Elegia '. (Cfr. A. Urcei Codri opera omnia. Basilea,
1540, pp. 338-40. Fase. P. M. Ora- II.
f
De Benedicto XIV
tiones latinae variorum Vincenzo Av- '. Gli autori sono:
vocati, Candido Donato Costa, Gio. Batta Gaddi e Dome-
nico Lanzerini. Fase. III. De Benedicto IV P. M. Car- '
mina variorum '. Gli autori sono: Gio. Benedetto Barba,

Bernardo da S. Guglielmo, Gio. Luigi Boselli, Antonio Cri-
stoforo, Antonio Coriolano di Cosenza, P. Paleotti, Simone
Gritti, fr. Ignazio Maria Romano, Francesco Lelli, Giusti-
niano Orsini, Giovanni Santori.
Busta contenente opuscoli e carte sciolte, sec. XVIII.
58 (49).
f
Relatio Francisci Sacrati, Alphonsi Manzanedi de Qui-
nones, I. B. Pamphilii Rotae Auditorum facta SS. D. N.
122 CODICI LATINI
Paulo V super vita et miraeulis B. P. Ignatii S. I. fun-

datoris super illius canonizatione forraatis extracta '.
Cart.. st»c. XVII, nini. 190 K 255, di carte 61 n. n., leg. in perg.,
59 (50).
f
De sanctitate vitae et miraculis quibus . . . claruit Dei
servus Iohannes Dei fundator Religioni* fratrurn Fatebene-
fratelli ad SS. D. N. Urbanura Vili Relatio I. B. Coccini,
Philippi Pirovani et Clementis Merlini \
Cart., sec. XVII, min. 198X265, di pp. 1-59, leg. in cartone,

60 (51).
SS. D. N. Hispaniarum Canonizationis

Paulo PP. V
servi Dei Isidori Agricolae oppidi deMadrid Relatio per
tres Rotae Auditore.s Frauciscum Sacratila), I. B. Cocci-
num, Alphonsum Manzanedo de Quinones '.
Cart., sec. XVII, nini. 197X261, di carte 55 n., leg. in perg,
61 (52, Busta I, n.° 1).
1) (Zacharias de Henrigittis De antiquitate Bononiae et

de vetustate eiusdem). |
c
De vetustis Bononiae preconiis
et casibus Zachariae de Henrigittis diligens inquisitio et
relatio '.
|
f
Numani propriura constai esse '
— f
Bononiae
dixisse sufficiat 2) De origine civitatis Bononiae
' r
'.
—
j
f
Ferru m nobili genere natum fidelissimuni consta n- '
f
tissimunque prebuit 3) Tenor anatheraatis emanati

' f
a B. Ambrosio Mediolanensi Episcopo propter Teodosia-

nara desolationem civitatis Bononiae
f
Servus Christi '
.
|
Ambrosius —
assumpto Valentiniano genero Imperii con-
'
f
f
sole
'
4) Tenor concessionis indulgentiarum Ecclesiae
S. Stephani de Bononia emanate anno 423
f
Celesti- '
. |
nus Episcopus servus servor. Dei et lapidum circum- ' — c
stantium 5) Tenor privilegii Studii et confili inni ci-

' f
vitatis Bononiae concessorum per Tiieodosium iuniorem

DELLA BIBL. UNIVEKS. DI BOLOGNA. 123
Imperatorem precibus B. Petronii eiusdem Episcopi '.

|
r
Anno a nativitate D. N. Ihesu Christi
quadrigentesimo
vigesimo tertio possi t et debeat' —
exhibere f
6) De ' f
imperiali origine et meritu Beati Petronii Bononiensi Epi-

scopi '. Petronius Bononiensis Episcopus ut in anti-
|
f
quis historiis legimus :

— f
habiturum fere arbitrabantnr '
Precedono 8 distici :
c
Hanc pretor ut primum divus Pe-
tronius urbem '.
|
f
Principis ut noscat raunera quanta
tulit '. In fine altri 5 distici: f
Tot cumulata bonis tan-
toque decora labore '
.
j
f
Hactenus, at finem tempora longa
manent '.
Cart., sec. XV, mm. 317 X 211. di carte 16 n. ; autogr. appartenne

a Gio. de' Righini, poscia al Canon. G. G. Amadei.
62 (52, Busta I, n.° 2).
1) (Zachariàs de Henrigittis) f
De antiquitate civitatis Bo-
noniae et agri illius quantitate et finibus '. Eguale al n.° 1
precedente 2) Eguale al n.° 2 precedente 3) Eguale

al n.° 3 precedente 4) Eguale al n.° 4 precedente
5) Eguale al n.° 5 precedente.
Cart., sec. XV, di carte 10 n., autogr., prov. dal Canon. Amadei.
63 (52, Busta I, n:° 3).

f
Libellus compendii conditionis et antiquitaturn civitatis
Bononiae ac originis presentis Universitatis notariorum et
bonorum et jurium ac virorum illustrium eiusdem '. Sem-
bra esserne autore lo stesso Zaccaria Righetti.
Cart., sec. XV, autogr., mm. 315 X 220, di carte 5 n. n., prov. dui
Canon. Amadei.
64 (52, Busta I, n.° 4).

f
1) Conventionis, capitula et pacta causa confederatici) is
inter Estenses Ferrariae Dominos et Bononienses inita anno
Domini 1383 ex actis et rogitis Rodolphini notarii
l
r -6 r c
Contractus lige facte cura Domino Marchione '
(22 di-
cembre 1383). |
f
Noverint universi et singuli ' — f
com-
124 CODICI LATINI
V
missa, soluta et ex acta Copia instrumenti venditio- '
7
f
nis facte per Lanzalottum de Montecucnlo (17 sett. 1387). '

|
f
Nobilis vir Lanzalotus quas tamen munitioues ' — f
'
. . .
v
14 r -17 Copia conpromissi facti inter magnifìcum co-
f
munem Bononiae et illustrissimos Dominios Marchiones

(2 die. 1387). Noverint universi hoc presens publicum I
f
instrumentum in testimonium premissorum hie me ' — f
f
subscripsi
'
18 r
Renuntiatio adherentie Opizonis
(2 die. 1387). |
f
Post hec dictis ' — r
nos uotarios supra-
scriptos ut supra '. 23 r <Istrumento di procura a fa-
vore di Iacopo Bianchetti nella controversia fra gli Estensi

e i Bolognesi 1388;.
f
Corani vobis ' — f
exhibita fuit '
r r
25 -33 (Capitoli relativi alla controversia di confini tra
v
gli Estensi di Ferrara e i Bolognesi) 35 r -37 (Formule
d'istrumenti di vendita). L'ultimo documento ha la data
v
del dicembre 1391 38 r -39 (Supplica di Francesco Pro-
touobilissimo detto Facipegora di Napoli già precettore del
monastero di S. Antonio, a Papa Bonifazio IX. 16 apr. 1393).
f
In testium et mey Georgii notarii et singulorum pre- —
f
missorum '
45 r Littere diffidantie transmisse per do-
'
minum Galeaz Comitem Virtutum Comunitati Bononie

(22 apr. 1390). |
f
Dolemus et compatimur ' — f
voluntarii
v
diffidamus '
45 f
Copia littere domini Marchionis su-
pra premissis '
.
|
'
Magnificis viris Ancianis, Consulibus et
Vexillifero Iusticie ac eivibus et coni. Bononiae '
(30 apr.
1390). j
f
Viri Magnifici, inter honesta ' — r
favet et tri-
Mantuani super eodem

'
buit. '
46 r f
Littere domini
(25 apr. 1390). |
f
Quoniam naturali instintu ' — f
diffida-
dainus 46 Responsio litteris domini Comitis facta per

' r f
Regimina Bononie (1° mag. 1390). Non expectavimus '

|
f '
- requiem comitentur
f
47 r
Responsiva com. Flo- ' f
rentie Bononiensibus super litteris diffidantie transmissis

a d. Corniti '
(3 mag. 1390). |
f
Vidimns litteras ' — f
in-
v
collare 47 Diffidantia d. Comitis transmissa Co-
' '
munitati Florentiae (18 apr. 1390). Pacem Italicam '

|
:
' —
v
provocamur
f
47 Responsiva Florentinorum Co- '
f
miti Virtutum (2 maggio 1390). Hac die recipimns '

|
f '
— f
munerari '
49 r
(Lettera a Papa Bonifazio IX,
DFLLA BIBL. UNIVKRS. DI BOLOGNA. 125
s. d.). |
f
Humilima huius vestri populi '
f
quam con-
servet '. (Cfr. Ardi. stor. lombardo, voi. XVI, 1889, pp. 17
e sgg.).
Cart.. sec. XIV. mm. 330 X 232, di carte 49 n.. mancano le carte
VIII-XII1 sono bianche le ce. 19,
e 22, 20, 21, 24, 30, 34, 40 a 53,
leg. in perg., prov. dal Canon. Amadei.
65 (52, Busta I, n.° 5).

f
Actus electionis legatorum Cora. Bononiae ad Clemen-
tem VII, die 20 Octobris 1388 Artium Consules '.
|
f
' —
irremissibiliter incedatis '.
Cart., sec. XVIII, di carte 2 n. n.
66 (52, Busta I, n.° 6).
Effectus et ordo servandus per Cambiura Alberti Cambii

f
et socium florentinos prò couducta Iohannis Ursini circa

an. 1390 Primo ire Faventiam
'.
|
'
habito nostro re- ' — f
sponso '.
Cart., sec. XIV, mm. 295 X 225, di carte 2. n. n., prov. dal Canon.
Amadei.
67 (52, Busta I, n.° 8).

f
Instrumentum confoederationis Florentinos inter ac Bo-
nonienses actum Florentiae die 21 Nov. 1396 '. Magni- |
f
fici et potentes Domini ideo me subscripsi '. '

— f
Cart., sec. XIV, min. 261 X 210, di carte 4 n. n ,

prov. dal Canon.
Amadei.
68 (52, Basta I, n.° 11).

f
Liga facta Venetiis in MCCCLXXXXVIIJ contra Du-
cerci Mediolani interessentibus deputatis a Comune Bono-
niae '
(21 marzo 1391). Cfr. Verci. Storia dello Marca
Trivigiana (T. VII, p. 97, doc. n.° 1965 .
Cart., sec. XIV. mm. 313 X 220, di carte 74 n. u.. prov. dal Canon.
Amadei.
126 CODICI LATI XI
69 (52, Busta I, n.° 12).

Lettera di Giovanni Lapi agli Officiali di Balìa del Com.
Venezia, 30 marzo 1398
f
di Bologna. . |
Post discessum
Francisci de Foscararis'. Cf'r. Arch. *tor. lomb., voi. XIV
(1887), fase. 2. (Lettera degli Officiali di Balìa del Com.
di Bologna a Cambio di Alberto ambasciatore del Comune.
11 luglio, s. a.>.
f
Nobiles et circumspecte sotie, etc. Ut
videat Karolus '
— f
facias efficacem '.
Cart.. sec. XIV, mm. '270 X 182, di carte 6 n. n., prov. dal Canon.
Amadei.
70 (52, Busta I, n.° 15)i

f
Oratio quondam Antonii Albergati de patientia et con-
stantia in adversis ad Catelanum fratrem suum Eomae co-
memorantem 1429 '.|
r
Quemadmodum, Katclane frater ' —
f
Ex Bononia, Kal. februarii 1429'. L'autore, ignoto al
Fantuzzi, dev' essere Antonio di Iacopo detto Mazzolo Al-
bergati, che fu Lettore dello Studio di Bologna dal 1388

al 1423; morì l'a. 1437.
Cart., sec. XV, mm. 280 X 195, di carte 23 n. n., prov., dal Canon.
Amadei.
71 (52, Busta I, n.° 16).

(Mandato di Niccolò Piccinino de' Visconti governatore di
Bologna per l'edifizio e costruzione delle nuove carceri.
8 luglio 1440,.
Foglio membr. , sec. XV, mm. 455 < 170, prov. dal Canon. Gio.
Giac. Amadei.
72 (52, Busta I, n.° 17).

f
Capitula autentica Nicolai Papae V de anno 1447 No- '
.
j
'
verint universi presentes ' — r

Acta fuerunt haec Iiomae,
die XXIIIJ Augusti MCCCCXLVIJ Pontincatus S. D. N.
Nicolai Papae V anno I ', eie.
Cart., sec. XVIII, mm. 310X219, di carte 12 n. n„ prov. dal

Canon. Amadei.
DELLA BIBL. UNIVERS. DI BOLOGNA. 127
73 (52, Busta I, n.° 18).

Bonon. Relatio ad
<B. Nicolai Albergati Card, et Episcopi
Bononienses de rebus ab ipso Bononiensium nomine cura
Summo Pontifico pertractatis. 1447). |
f
Ad primum capi-
tulum quod incipit ' — f
frater Nicolaus Episcopus Bo-
noniae propria manu postilavit '. Copia tratta dal lib. IV,
n.° 3 Diversorum, presso l'Archivio pubblico di Bologna.
Cart., sec. XVIII, min. 310 X 219, carte 4 n. n.
74 Busta I, n.° 19).

(52,
(Mandatimi Bartholomaei de Castello Vexilliferi Iustitiae
Bononiae Francisco Canonici Camerae Bonon. Vicethesau-
rario de quibusdam pecuniis solvendis. Die X Ianuarii
M CCCC LXXXII). |
f
Io[hannes] Ali[mentius] Proto[nota-
rius] de Nigris Bon. etc. Locumtenens. Madamus tibi Fran-
cisco de Canonicis '. — f
Dat. Bononiae, die X Ianuarii
MCCCC LXXIJ. Io. Ali proto, de Moris locumt. |
Bartho-
kmeus de Castello Vexilifer. |
Franciscus de Canonicis
Vicethesaurarius subscripserunt. |
Sthephanus Girellus. |
Bartholomeus Ghisilardus '.
Foglio membr., sec. XV, rum. 200 X 140, prov. dal Canon. Amadei.
75 (52, Busta I, n.° 20).
(Clementis VII P. M. Bulla de corona aurea a Carolo Rege

Hispaniarum accipienda (10 marzo 1529) — Facultas Wil-
lielmo Card, celebrandi missam in Cappella Palatini Bo-
non. ac injuugendi Carolum Regem Imperatorem (1530) —
Bulla confirmationis electiouis Caroli Regis in Imperato-
rem Romanorum (1530)). f
Ex libro IV Secretorum Cle-
mentis PP. VII '.
Cart., sec. XVT, mm. 240 < 313. carte 6 n. n., prov. dal Canon.
Amadei.
76 (52, Busta I, n.° 21).
(Baptistae Orsini S. R. E. Card. Legati facultas Caesari

Naccio ejus Locutn tenenti. Dat. Romae, in aedibus Montis
128 CODICI LATINI
Iordani, 13 aprilis 1501).

r
Exemplum desumptum ex Can-
cellaria DD. autiauorum '.
Cart., see. XVII, mm. 300 X 208, di carte 4 n. n.
77 (52, Busta I, n.° 22).
Facultates Apostolicae concessae Legatis Bononiensibua prò

admittendis alienationibus bonoruni mobilium ac immobi-
lium, locorum piorum etc. extractae a litteris Eoraanorum
Pontifieum Legatis datis ab anno 1523 ad 1556 . Dal 19 no-
vembre al 30 die. 1555.
Cart., sec. XVI, mm. 285 X 205, di carte 2 n. n.. prov. dal Canou.
Amadei.
78 (52, Busta I, n.° 23).
(Gregorii XIII P. M. Card. Ursino prò facultas Flavio

dirimenda ac componenda finium controversia inter Al-
phonsum II Ferrariae Ducem et Bononienses. Datum Ro-
mae 7 febr. 1573, una cum senatuconsulto Bononiensium,
necnon qnaedam adnotata de juribns Bononiensium in
hac re).
Cart., sec. XVII, mm. 290 X 208. di carte 9 n. n., prov. dal
Canon. Amadei.
79 (52, Busta I, n.° 24).
1)
f
Epistola Federici Imp. prò recuperatione Hentii Eegis
filii sui populo Bononiensi scripta anno Domini 1249 '.
V. Huillard-Bréholles. Hìst. diplomat. Fr iterici II (T. VI,

P. II, p. 737) 2)
f
Responsum Bononiensium '. Ivi (T. VI,
P. II, p. 738) 3)
r
Exemplum testamenti Hentii Regis
excerptum ex archivio fratrum Predioatorum S. Dominici
de Bononia (6 marzo 1272).
'
V. E. Munch. K'ónig Emina
s
(Ludwigsbmg, 1828, p. 135 e Lod. Frati. La prigionia del i
Re Enzo, Bologna, 1902, p. 125) 4) Exemplum unius f
codicilli Hentii Regis (7 marzo 1272). V. opp. cit.

'
5) Sequitur exemplum alterius codicilli eiusdem Regis

'
(13 marzo 1272). V. opp. cit. Instrumentum ven- r

6)
DELLA B1BL. UNIVERS. DI BOLOGNA. 1 2'J
ditionis de civitate Bononiae venditae a D. Ioanue de Vi-

cecomitibus Archiepisc. Mediolani per dominos Iacobum
et Ioannem de Pepulis '
(16 ott. 1350). V. Ghirardacci. Hist.
di Bologna (TI, 199) 7) (Privilegi concessi da Massimi-
liano I Irap. a Giovanni Bentivoglio, 29 febbr. 1496). V.
Gozzadini. Memorie per la vita di (rio. IL Bentivoglio (Bo-
logna, 1839, p. 106 e doc. 62) 8) (Epitafio sulla tomba
di Ercole Bentivoglio nella chiesa di S. Stefano in Vene-
zia),
f
HerculiBentivolo
j
' — r
obiitanno aetatis suae LXVI

saluti vero MDLVXIV, die V mensis Novembris '
Cart., sec. XYf, mm. 307X220. di carte 30 n. n., autogr. del

cronista Cristoforo Saraceni orefice bolognese, prov. dal Canonico
Amadei.
80 (52, Busta I, n.° 26).

(Urbani VITI P. M. confi rmatio jurium, privilegiorum ac
statutorum civitatis Bononiae. Dat. Romae, 25 Iulii 1624).
Cart., sec. XVII, carte 2 n. n.
81 (52, Busta I, n.° 27).
(Leopoldi I Imp. litterae Hieronymo Card. Gastaldo Dat.

Viennae, 2 Ianuarii 1679).
Cart., originale con sigillo in cera, sec. XVII, carte 2 n. n.
82 (52, Busta I, n.° 29)
(Benedicti XIV P. M. Breve quo Francisco ex Comiti-

bus Marnili fratri militi Hospitatis S. Iohannis Hieroso-
lymitani facultatem testandi concedit. Dat. Romae 19 De-
cembris 1740).
Cart., in fol., sec. XVIII, di carte 4 n. n.
83 Busta II, n.° 1).

(52,
r
Palladium eruditum '. Zibaldone autogr. di Cesare Nappi
notaro bolognese 5 r -25 r Sentenze e massime tratte da
S. Gregorio Magno, da S. Agostino, da Socrate, da S. Gi-
rolamo, da Seneca, da Aristotile, da Cassiodoro, da Salo-
Studi ital. di filol. class. XVI. 9

130 CODICI LATINI
mone, da Ovidio, da Macrobio, da Cicerone, da Virgilio,

da S. Ambrogio, da Arrighetto da Settimello, da Marziale
26 r 37 r Auctoritas Albertani super
r
e da altri autori
capitalo de amore et dilectione Dei et proximi et rerum
et de fortuna vite'. Estratti dai trattati morali d'Alber-
tano da Brescia: De dilectione Dei et proximi e De dottrina
v
loquendi et tacendi 40-42 Epistola Rev. D. Card. Ru- f
teni [Isidoro di Tessalonica] ad Rev. Dora. Bessarionem

Episc. Tusculauum Card. Nicenum Bononiae Legatura cnm
capta Constautinopoli idem Cardinalis Rutenus e manibus
Turcorum in Cretam insulam profugisset. De greco in la-
tin nm conversa X (In Creta, VI a lulii 1453).
r
Sepenu- |
mero ante actis temporibus Tue in omnibus. R tie ' — f
Isidorus Cardinalis In Creta VJ lulii 145(3) '. Segue una

a
lettera lat. di Lianoro Lianori, o Leonori Leonorio, bolo-

gnese ad uno di nome Alberto inviandogli la sua versione
dal greco di detta epistola 43-47 r Vita et mores :
Turci, etc. Ad serenissimum et invictissimum Regem

|
Aragonum Nicolai Sagundini viri doctissimi oratio

1
.
Edita a Napoli il 31 genn. 1453. <Cfr. Apostolo Zeno. Dis-

v v f
sertaz. Vossiane, I, 341> 47 -48 Epistola Turci ad Pon-
f
tifìcem '
(1° Morbesanus heiesti cura fra-
giugno 1436). |
tribus suis
1
—
Dalmatiam et Corvatiam visitare.
f
circa
Dat. .inno Mahumeti octogentesimo quadragesimo, die primo
Iunii, quod est anno MCCCC XXXVI
v
48 Epigram- '
f
mata et dieta (Ausoni! Peonii) '. Cfr. Ausonii Opera (Paris,

v v
Didot, 1887) Epigr. 8, 10, 11, 12, 23 e 45 55 -57 Spa-
glinoli Gio. Battista detto Mantovano. Sei lettere latine
il
a Gio. Battista Refrigerio (Bologna 28 apr. 1476, 21 lu-

glio 1476, 12 agosto 1478; Reggio, 23 gemi. 1479; Man-
v
tova, 29 gen. 1480 e 16 febbr. 1480) 59 r -136 Excerpta
lat. ex Dione Cassio. Hist. Rom., lib. XLIV, cap. 36-49;
ex Xenophontis Cyri inst. lib. VIII, cap. VII; ex Sallustio.

Bell, lugurth. § X, Catti. § LVIII ex Strabone. Geoyr., :
ed Didot, lib. XIV, cap. V, 8; ex Macrobio. Saturimi.,

lib. I, cap. 5; lib. il. cap. 2. 7; ex Aulo Gellio, Noct. Att.,
lib. I, X, XI, XII, XIII e XVI; ex Euripide, in He<-itl>n\
ex Cicerone, Tu.-c. Disp. 1,30; Orationes passim; De Di-

DELLA BIBL. UNIVKRS. DI BOLOGNA. 13]
vinai. 1,4; Epùt. V, 12; ex Eusebii Pamphili Praepar,

evangel., lib. I, cap. 3, lib. VI, cap. I, lib. VII, cap. T,
lib. VI, cap. 2, Eccles. kist., lib. I e X, ex Flavii Iosephi

Antiq. Iud. XVII, 6; ex Valerio Maximo, lib. VII, cap. 2;
ex Prisciano, De mensuris] ex Pliuio. Nat. hi*t., XXII, 1,
2, 3, 4, 5, 8, 9, 10, 12, 13, 15, 17, 18, 20, 21, 22, 23, 24,
25; ex Pontano. De fortitudine (Venezia, 1512, lib. II, 10);
ex Ausonio. XXXIX, OXIX,
Epigramm. XIII, XXIII,
XLIV, LV, LXX, LXXVII, LXXVIII, LXXIX, LXXX,
LXXXL LXXXII, LXXXIII, XLII; ex Ovidio. Eleg. et
Ara., I, II, 35: ex Virgilio. Aen. I, 64-107, 131-8, 142,

148-154, 173-179, 198-214, 227-261, 326-334, 423-9, 463-4,
503-8, 522-574, 595-630; ex Calpurnio. Ecl.
111,90; XI,
20-25 ex P. Gregorio Tifernio. (Cf'r. Delitiae CO itaìor.
;
poetar., P. II, p. 1173-4) ex Plutarcho. Vitae. Aristides, ;
cap. VI, Cato Maior, cap. V et passim ex Plauti Aulu- ;
laria, v. 282-749; Captivi, v. 42-937 137 r Porciae f'a- f
miliae geneographia Autogr. di Pandolfo Collenuccio

'
v f
137 Versus graeci in latinum deducti per D. Pandul-
phum Collenucium Pisaurium, legum doctorem, ex Octa-
viano eius fratri elargiti '
.
|
f
Primum Deum honora postea
autem parentes '
— r
Fugere autem fideiussionem Tbales
Milesius dixit '.
(Graecae inscriptiones in latinum
138 1'
translatae et graecum alphabeturn magiium) 140 r -145 r

Excerpta e Tito Livio. Hist., lib. I, II, IV, IX, X 146 r
f
Desperatio Christofori de Cambiago '. Proh scelus et |
•'
diridatnnanda potentia fati Exercens misero cogit ' — f
amore mori '. Cunus Pkilelpho f

Quid me sollicitas '
. |
:
tam crebro Marte, Philelphe Desine nam semper ' — '

;
mentula tua clauda est '. Responsio ad suprascriptum c
vatem per Porcellium Istic digna tuo vetule vescica '

.
j
f
priapo ' —
Me quoque cum trevio, care Philelphe, voca '.
f
Porcelius prò quadam juvene Romana

f c
Vult pater ut '
.
|
iungar greco Romana marito Per caput hoc juro cer- ' — f
vus et alter erit Idem in mulierem '. '

f
Vis replere
.
f
olidam, mulier, stomacosam cavernam Policitisque ' — c
v
puer diviciisque senex
: 146 Gabrielis Theodori Sa-
' f
lonigenae ad Hieronymum Manfredum Bonon. artium et

132 iodici LATINI
medicinae doctorem Carmen '. |

Dulcibus elicuit meretrix
me perfida verbis '
— r
Sydera si qua noeent, vel medi-
cina juvat '.
f
(iabrielis Theodori. Implorat auxilium a
f
M.° (Gabriele Veronensi '.
|
Diligo partieipem nostri te
nominis atque' — r
Inguinìs accepto pressa puellagemet '.
Gratiarum actio '•

|
f
Quot fluctus Benacus habet, quot
littns harenas'.
f
Votum debituin Priapo Votum pingue
'
.
j
r
feram, tibi Priape

'
147 -8 r f
De ponderibus et mensu-
v
ris '
149 r f
De calendis, Nonis et Idibus '
I49 -152 r
'
Vetustarum scripturarum interpretatio '. (Spiegazione di
:
sigle e abbreviazioni Provinciarum epigrafiche) 153
ac civitatum,flnminnmque ac montium, aequorum, sinuum
atque insularum nova nomina ex certis auctoribus nostri
temporis 154-155 Excerpta
'
Ex libro de temporibus f
Eusebii, Hieronymi ac Prosperi, qui postea Eusebio addi-

derunt 156-166 Excerpta lat. Ex Plauto in Sticho.
'
Passim. Idem in Truculento

f
Passim. Ex Plauto. Cap- '
.
'
tivi duo Passim. Ex Plauto in Cureulione, in Amphi-

'.
r
trione, in Asinaria, in Aulularìa, in Pseudulo, in Bacchide,

in Mostellaria, ex Menechmo, in Milite, in Mercatore, in Pe-
nu/o, in Persa, in Rudente '. Passim. 167 Excerpta lat.
f
Ex Diodoro Siculo. Bill. hist. I, 1 168-171 Excerpta
'
ex Plauti Amphitryone passim., ex Aulularia v. 2-248
173-176 r Excerpta lat. ex Polybio. Hist., lib. I passim.
185 f
Oratio fratris Phylippi artis litterarie indaga-
toris diligentissimi '.
|
r
Temeritate insipientiaque ' —
f
Batizatique fuerint
'
187 '
Oratio habita per me Ce-
sarem Nappeum in introita officii Vallis Hamonis Brisi-
ghelle. 13 aprilis Barbatiam rnor- 1452 '
188 r r
In
v
tuum de anno 1478 '. Epigr. lat. 188 Pomponii f
f
oratio edita Eoinae iu principio stadi i 1482 '• Lutera- j
ni m exeroitationes turpi ejectione penam dabo '

— f '
190-197 Epithaphium compositum a M.° Baptista pre-

f
dicto (Man tua no) prò Bartholomaeo Mini de Rubeis 1482 '.
r
Epithaphium eiusdem compositum a Io Baptista Refri-
gerio Epitaphium Federici Ducis Urbini compositum
1
.
'
a Refrigerio '. Carmina Refrigerii ad Iacobum Luparum '.

r
'
Epithaphium Leonorae duoisse Ferrariae per Magistrum
DELLA BIBL. UX1VKRS. DI BOLOGNA. 133
Baptistam '.
f
Eiusdem prò Margarita filia Marchionis Man-
In mortem M. ci
r
tuae post nativitatem statim defuncta '..
Comitis Galeatii Pepuli. 1491 '. Super speculo. Carmina f
Octaviani Collenntii Pisaurensis '. Eiusdem prò imagine '. f
f
Ad Benedictum Morandum '.
f
Epitaphia Xanti Benti-
voli composita a Mario Philelpho '. Aliud prò eodem per
'
Lippum '. (Cfr. Giorn. stor. d. leti. ital. XLV, 3>.

r
Car-
mina raibi missa a d. Agamennone Marescotto de Calvis
de anno 1487 '. Carmina composita a Io. Battista Re-
f
frigerio et scripta in camera audientiae Hagnifìcorum d.

tìexdecem sub figuris imperatorum ibidem pictis '. Flo-
c
riaui Dulphi carmina '. Epitaphia Pbilippi Beroaldi ' '
v f
194 Vocabula obscuriora in duabus epistolis Plinii exi-
stentia, declarata ut infra per Philippum Beroaldum de
anno 1484 195-7 Eiusdem Philippj Beroaldi Epi-
' r
gramma 1 f
Francisci Cossae pictoris lerrariensis'.
. Ro- f
berti Severinatis Venetorum Imperatoris ad ducem Cala-

brie tempore belli lerrariensis '. Epigr.
r
1494. Contulitur
Apollo quis erit victor an Carolus Gallorum rex an Al-
plionsus Neapolitanorum rex '. Epigr. Epitaphium d. f
Alexandri de Imola compositum a M.° Baptista carme-

lita Mantuano '. Eiusdem M. Baptiste in Iraaginem f 1
Virginia Màriae Lauretae '.

r
In oratorem Venetum et Ve-
netos '. Epigr. c
Colloqutio Io. Bentivoli ac Angeli et eius
coniugis '. '
Epitaphium eiusdem '.
f
Aliud. d. Ludovici
v
Bolognini '.
f
Aliud '
209 f
Cesar Napeus Rev. D. Fal-
1
coni Sinibaldo Camere apostolice clerico . (Bononie, die
4 Iulii 210
1479) Oratio composita et habita per me r f
Cesarem Mathei de Napeis die octobris 1460 in prin- . .
cipio Studii domini Merchadantis Budrioli de Mascaris pre-

v
ceptoris mei hon. 210 Cesar Napeus Io. Baptiste
1 '
f
Refrigerio (Dat. Bononiae, die 10 Martii 1476)

'
Io. Bap- '
tista Refrigerius Caesari Napeo (Ulgiani, Maii 1476) 1

XV
211 r Hieronymus Ranutius eques Comes artium et
r
medicine doctor ac Sexdecim vir. s. p. d. Rev. Card. Mel-

fitensi. Composita a me Oaesare Napeo '. Bononiae, XVIJ
febr. 1479)
r
Refrigerius Napeo s. '
(Ex urbe, Il Martii 1479)
v
21 l
f
Pandulphus Collenncius Pisaurensis Caesari Na-
134 CODICI LATINI
peo tuo s. p. d. '

(Pisauri, XVIIJ Ma'rtii 1479). <Cfr. Mà-
lagola, Vita di Ant. Urceo detto Codro, Bologna, 1878, p. 505)
212 r f
Caesar Nàpeus Colae Montano, s. p. d.' (Bono-
niae, die X aprilis 1479) Refrigerius Caesari Napeo suo s.'
r
(Bononiae, XXLT Maij 1479)

f
Caesar Napeus Refrigerio
suo s. '
(Romae, XXV Maij 1479) 212
v f
Caesar Na-
peus R. mo domino Falconi Sinibaldo s. p. d. '
(Bononiae,
*
Io. Bapt. Refrigerius Caesari Napeo s. d.

f
10 apr. 1480)
(Samodiae, 13 apr. 1480) 213 r Caesar Napeus Io. Bapt. f
f
Refrigerio s. p. d.' (Bononiae, 14 Junii 1480) Io. Bapt.
Refrigerius Caesari Napeo (Samodiae, 23 Iunij 1480)
s. '
v
213 Io.
f
Bapt. Refrigerius Caesari Napeo s.' (Samo- !
diae, 26 Iunii 1480) 214 r f

Caesar Napeus Rev. D. Fal-
coni Sinibaldo '
(Bononiae, 18 Sept. 1480) f
Caesar Napeus
v
Rev. D. Sinibaldo Falconi (s. '
d.) 214 c
Caesar Na-
peus Rev. D. Falconi Sinibaldo '
(s. d.)
r
Oratio facta et
h abita per me Caesarem Napeum in introiti! officii Capi-
taneatus Vallis Hamonis Brisighelle, die 13 Apr. 1482 '
v f
215 Caesar Napeus Io. Bapt. Refrigerio s.
1
(Brisi-
v r
ghellae, die 22 Apr. 1482) 2"15 Philippus Beroaldus
Caesari Napeo s. '
(Bononiae, IV Cai. Maij 1482)
v
216 Caesar Napeus Philippo Beroaldo s.' (Brisighellae,
f
V Non. Majas 1482) 216

v
Caesar Napeus Refrigerio f
suo s.' (Brisighellae, V Non. Majas 1482) Caesar Napeus

r
f
Refrigerio suo s.' (Brisighellae, die . . 1482) Caesar Na-
peus Refrigerio s.' (s. d ) 2l7 r r
Caesar Napeus Refri-
V
gerio 8.' (Brisighellae, die .. 1482) 217 'Caesar Na-
peus Refrigerio s, p. d.' (Brisighellae, die 2 Maij 1482)
f
Caesar Napeus Refrigerio s.' (Brisighellae, 2 Maij 1482)
218 r f
Caesar Napeus Refrigerio s. (Brisighellae, Vili '
Id. Maij 1482)

c
Philippus Beroaldus Caesari Napeo s.
v
(Bononiae, VI Non. Iulii 1482) 218
f
Magister Baptista
Mantuanus Carmelita Caesari Napeo s. p. d.' (Bononiae,
die Vili oct. 1482) 219 r f
Caesar Napeus Rev. Mae-
stro Baptistae Mantuano (Brisighellae, III Cai. Nov. 1482) '
Magister Baptista Mantuanus Caesari Napeo s. (Bono- '
niae, II die Nov. 1482) 219 v Caesar Napeus Refrige- f
rio s.' (s. d.)

f
Agamenuon Marscotus Calyus Caesari Na-
DELLA 15IBL. UN1VJ5RS. DI BOLOGNA. 135
peo (die
'
Augusti 1486) 1° 220 r f
Caesar Napeus Pan-
dulpho Collenutio Pisanrensi '
(Bononiae, III kal. Iulias
:
1497) Caesar Napeus d. Ioarmi Iouchet Britoni s. p. d.
1
v
(Bononiae, 19 oct. 1507) 220 Oratio Caesaris Nap< r
ab eo edita et habita die 6 Ianuarii 1508 in convivio seu

prandio facto per M. cos dominos Antianos Consules et Ve-
xilliferum Iustitie populi et com. Bononiae Rev. D. Gu-
bernatori et M. CÌ!J d. Tribunis Plebis dura ip.se Caesar esset
de numero prefatori! in DD. Antianorum 22 r Caesar '
f
Napeus nomine Societatis notariorum ad Rev. D. Cardi-

nalem Papiae Bononiae Legatum (Bononiae, die 1509) '
. .
f
Refrigerila Napeo (Bononiae, 31 Augusti 1484) s.'
221 v f
Supplicatio notata per ipsum Cesarem de anno 1508
faceta obtenta tamen '
222 v f
Caesar Napeus Antonio
Zocholo s. p. d.' (Bononiae, Id. Oct. 1510). Idem eodem-
(Bononiae, VI Kal. Apr. 1511)
223 r f
Caesar Napeus Hip-
polyto Frontoni (Ex S. Caesario, 8 Id. Martii 1513)
s. p. d.'
r
Caesar Napeus Tydeo Frontoni s.' (S. Caesario, III Id.
Martii 1513) 235 r Io. Bapt. Refrigera Bon. ad Aì-
f
phousum Calabriae Ducem inclytum Oratio 266 r F. '

f
Baptiste Mantuafni] Carmelitae Divae Mariae Lauretae

prò voto Carmen '. r
Litteris Adriaci virgo custodia salve
|
'
r c
Kal. Martiis 1483 331 Iudicium Georgii Maonii
insnlani ad principatns Italiae de impendentibus periculis
anno domini 1470 '
Distici. |
f
caeci Hesperiae proceres,
o Ianitor urbis ' — f
Cura multi incipient verum me di-
cere vatera '.
f
Ad s. d. n. Papam '.
)
c
Tu cui aperire
datura est animus et claudere coelum ' — f
digna niihi
v
numeris coelura et sua metior astra
'
331 (
Ad Regem
Ferdinandum Te quamquam eventus, Rex Ferdinando,
'.
|
r
sequentur ' —
Iusticia regni proceres populosque me-
r
mento '. Ad dominos venetos

f
At vostra, o Veneti, '
.
j
f
nimis aucta potentia crescet '

— r
Muìtiplicique dolo eter-
nos domabitis hostes
'
332 r '
Ad ducem Mediolani '.
|
f
Anguiger ancipiti dux exercebere Marte Exque fcuis ' — f
frater tibi formidabitur unus '. Ad d. Florentinos '. r
—
|
Mendacem appellare utmam Florentia vatem Aspi- '

f
ciat tante res ut presentior urbis Ad Ducem Mutine '. '

.
'
|
136 CODICI LATINI
Insidias cecosque dolos curae inclite Borsi ' — c

Hec sat
' c
erit dixisse mihi, haud te plura inonebo 343-355 Ve-
tustates quaedam variis ex ]ocis collecta.- '.
j
'
Epigrama
sepulchri ad Polara '.
f
Testamentum Porcelli de quo me-
minit S. Hieronymus in principio libri XIJ comentario-
rum in Esaiam prophetam Seguono altre iscrizioni la- '.
tine trascritte da monumenti di Roma, Urbino, Barcellona,

Aragona, Pola, Venezia, Fano, Vicenza, Rimini, Brescia,
Mantova, Ferrara, Verona, Milano, Forlimpopoli 358 v -366 v
f
Practica sive usns dictaminis Magistri Laurentii de Aqui-
legia Parisiis compillata '. (Per altri codd. cf'r. Liruti. Let-
terati del Friuli. I, 337. E assai diversa e più ampia della
Practica dictaminis Giovanni Bondi d'Aquileja pubbl. di
dal Rockinger. Briefateller u. Formelbucher IT, 949)
394-6 r
Pontici Virunii Comment. ad M. Princ. Pandul-
plium Malatestam Dedica del Commento alle Tuscu- '.
f
lano di Cicerone 397-406 I. C. S. V. In 0. H. F. l'h.
et M E. P. C. Oda ad famam. Diva fraenatrix animi men- |
tis '.
j
Ad gratias '.
'
Qui mihi versiculos '. Ad coele- |
f f
stem mentem quae regit nos '. Foecnnda coeli rore, vena |
f
foecunda (Epigr.) Ad Parcam'

. Quae reduces per ' '
.
|
f
orbes '. (Ode) Ad Auroram '. f

Matuta mater, vividis j
r
quae rotulenta guttis (Epigr.) Ad Populos arbores '. '

.
f
f
Electriferae Phaethontiades '. (Ode) Trenus '. Si
c
j
f
desiderium et lacryrnae solamen esse possunt'. (Epigr.)

:
Ad animam Fracastorei '. Verona flet, natura luget, |
f
f
ordines '
. (Epigr.)
f
Alloquutio '. Virginum decus so-
|
rorum '. (Ode) '

Epicedium '.
|
f
Qui Fracastorei Phebum
divina canentem '
. (Epigr.)
f
Ad Benacum '•
|
f
Corniger
pelagisreme '. (Ode) f
Ad aviculas et aquas et ventos '.
|
f
Dicite sylvicula cohors (Carmen) Liesus Equis '.
r
'
.
|
f
tristibus exoitus querelis '. (Carmen) Ad animam Fraca- c
storei '. |
(
Vigilia, lacryrnae '. (Carmen) Amoebeum '. '
|
f
Die Parnase decus Dei '. Ad solem ', Mollis sidereae
f
|
f
decus '. (Ode) Ad ipsam '. Divinae animae

f
'. (Epigr.)
j
f
f
Ad vitam hanc Heu falsa quies (Epigr.) Pean '
|
' '
f
'
f
Quis nova, qnis, o vetera carmina quis expediet (Epigr.) '
f
Ad ipsum '. Cum damnum attonitus rustrum fles '.
|
f
DBLLA BIBL. UN1VKKS. DI BOLOGNA. 137
(Epigr.)
f
Monodia '.
|
f
Plenus unde novus mihi '. (Epigr.)
f
Melos '
|
f
Non si recentis fluminis impetu '. (Ode)
f
Con-
secratio '.
|
Ante aras, redolentibus '. iÊpigr.) Epita-
f c
phium '.
|
'
Hic situs est Fracastoreus Hieronimus urna '
Marii Guiduccii Fiorentini De calendis Maii

f
406 '.
|
f
Candidas Maii renovat calendas Ode 418 Hippo- '
.
f
f
lyti Capilupi in Villani Iuliam Iulii III P. M. '. for- |
c
tunatae volucres, quae Iulia rura '. (Epigr.) Eiusdein '
r
Cynthia defle, at cai modo funera nati (Epigr.) Eiusd. '
.
c
ad Laelium fratretn Mantua Virgilium genuit (Epigr.) '

. |
' '
.
In Michaelem Angelum Bonarotum Ioannis Francisci Fa-

r
:
bri '• Dura sua conversimi Bonaroti inarmor in ora
|
c
.
In effigie ni Lygdami pueri ab'eodem sculptam '.|

(
(Epigr.)
f
Venus haud flnxit Narcissum '. (Epigr.) In morte Ae- c
milii Blanci. Eiusdein '. Cur homini non Phaebns mo- |

'
r
rienti, candide Blance '. (Epigr.) Ludovici Buccafer. Epi-
taphium eiusdem '. Corpus ut Icarium '; De Iulio III |
r r
P. M. eiusdem Ab laevo Ime errore (Epigr.) 4l!i r '

.
|
r
'
r
Ioannis Casae ad Fortunam <Cfr. Carmina selecta. Ve- '
.
ronae, 1732, I, 361). Alberici Longi Votum ad Apolli- f
nem. Ode '. Dive quem certa horribilem sagitta|

f
Al- '.
c
berico Longo Franci(scus) Fabius Ode. Cur Deos po- '

J
r
scis minus audientes 420 v Ioannis Casae (Carmen). '

c
'
|
v '
f
Ut capta rediens 421 Hieronymi Fracast(orei) ' f
(Carmina). <Cfr. H. Fracastori Poemata. Patavii, 1718, p.137,

424 v De Camillo Ursino urbis custode '. Qui
f f
136> j
v
Romam ut servet
'
424 r
Mar(ci) Anto(nii) Flaminii
'
(Carmina). <Cfr. M. A., Io. Ant. e Gabrielis Flaminiorum

Carmina. Patavii, 1743, p. 164, 28, 30, 34, 70, 96, 78>
426 v Adami Fumani Veronensis At (bene qui modo
f f
'
|
se novit) qui carmina vates 427 v Adami Fumani Ve- ' f
ronensis '
(Carmen). <Cfr. Deliliae CC italor. poetar. P. I,
p. 1161> 428M32 f
Petri Bembi Carmina'. <Cfr. Op.
f
cit. P. I, p. 147, 353, 146, 376> 438-450 Lysiae Phi-
Carmina incipiunt '. Ad Annam Par-
laeuii (Pauli Riccii)
r
theneam Pontanorum Dominam '. In Fantutii de Fantu-

f
tiis obitum '. Ad Cas-andram Troianam '. Ad Hilarium f f
Taurum '. De Floria '. Ad Angelum Danesium f

In f
'
.
f
138 CODICI LATINI
puerum '. Ad Octavium Danesium '. Ad Hilarinm Tau-

'
f
rum tt pueros Danesios '. Declamatio '. Ad Octa- f f
vium '. Ad Ludovicum '. De quodara puero sordidulo

r f '
f
In D. N. le. Christi nata. Ad Memminm. De sole, '
.
f
r
uubibus, tonitrn, fulmine, pluvia. '
452-4 Fratris Bapt.
Carmelitae Mantuani ad Pamphilum Saxum sylva ile vita
rustica '. <Cfr. B. Mantuani Opera. Antuerpiae, 1576, II, 268)
469-470 f
Anto(nius) The(baldeus) ad Ianum Muzarel-
lum '. Cfr. : Giorn. stor. d. lett. ital, Suppl. n.°8, p. 135>.
Cart., sec. XY e XVI, uim. :J00 X 210. di carte 554 n. da 5

a 5">8, delle quali molte sona bianche, in gran parte autogr ,
prov.
Ex Bibliuth. Iacobi Biancani Bonon. '.
84 (52, Busta II, n.° 2).

f
Prancisci Manfredi soc. lesti De impraesia Dissertatio '.
|
:
ingredimur
Difficile iter D. Bouaventurae cuius hoc '
— r
ipso die festum agit. disputavimus. Finis '.
Cart., sec. XVII, mm. 310X219, di carte 26 a. a., prov.: '

Ex
Bibliuth. Iacobi Biancani Bouon '.
85
(52, Busta II, n.° 3).
1) Pandulphus Colenuccius, Responsìsio et declaratio non-
f
nullorum locorum in apologia nostri. Ad meum Caesaretn

Napeum '.
|
f
Apologi isti legun
Latine illa littera ' — f
tur Pandulphus tuus '. Ms. autogr.

'.
r
2) Andreae f
Alciati oratio in Bononiensi Gynnasio, in principio Studii

anno 1538, die quarta Novembris secunda suae conductionis
anno '
3) (Lettera autogr. lat. di Gio. Batt. Refrige-

rio a Cesare Nappi. Bologna, 31 agosto 1484> 4) 'An-
dreae Alciati prò D. Philippo Bombello centra D. Sigi-
srnundum de Muglio. MDXL '. Paucis agendo arbitror j
r
' —
Salvo semper saniore iudicio '. Con firma autogr. e si-
gillo 5) Ioaunes Carolinus Io Baj>tistae Montalbani '.
f
(Patavii, in Borgo Zuco, V. Cai. Aprilis MDLXIX)

r
Quan- |
tum ti bi debeam 6) (Lettera autogr. lat.

'
di Fr. Bat-
tista Mantovano a G. B. Refrigerio. Roma, 25 agosto 1488).
|
f '
Recepi tuas 7) < Lettera latina di Giusto Riquio a
Claudio Achillini. VI Kal. Apr. s. a.) |
'
Quam hic dixi
'
8) (Lettera lat. diGirolamo Aleandro a Giusto Riquio.

Roma, 12 giugno 1627). Vini quandam Midae r
9) (Let-
'
tera autogr. lat. di Floriano Nani a Giusto Riquio. Roma,

Id. Decembr. 1626) Expectatissime tandem
f
10) Let-
'
tera autogr. lat. di Floriano Nani a Giusto Riquio. Romae,

XII Kal. Quintil., 1627>. A Patre Ioanne Severino c '
11) (Lettera lat. di Mons. Girol. Somrnaia ad Andrea To-

relli, Pisis, Id. r'ebr., 1627). Scaenam epistolae tuae r '
12) (Lettera lat. di Giulio Dardanoni a Filippo Corio.

Milano, 11 febbraio 1648).
r
Non insalutato discessisti
'
13) (Lettera lat. autogr. di Lucrezio Pignori a Giusto

f
Riquio. Padova, 20 giugno 1627). Constitueram origines
'
nostras Fabio Colonna a
14) (Lettera lat. autogr. di
Giusto Riquio. 30 Nov. 1625). Etsi iamdiu
s. 1., 15) (Let-
f
'
tera lat. di Federico Cesi a Giusto Riquio. Acquasparta,

31 giugno 1624>
f
Quas postridie '
16) (Lettera latina

autogr. di Gio. Batt. Vindthier a Giusto Riquio. Roma,
22 die. 1626).
f
Has a confecto itinere
'
17)
f
Apolo-
getica declamatio in novum S. Scripturae interpretem qui
primo Patavini Lycei ingresssu ad Canticorum Cantica pro-
ludens contra nostrates Doctores satyrara effutiebat Dieta
cràstina die coram adversario prò opportunitate Aristo-
telis textus explicandi ad lectionis calcem a Hieronymo
Bendando '
18)
f
Ad Blasium Cialdinum Bononien. Ec-
clesiasticorum oratorura praestantiss. Carmen'. |
r
Blasi,
rlos hominum eruditiorum '.
Misceli, di opuscoli, iu parte autogr.
86 (52, Busta III, n.° I).

'
Venditio Alamannae uxoris q. Compagnoni facta Iohanni
filio olim Petri castaido unius vineae in Montisello die IX
intr. Iunio an 1176 '.
Pergarn., orig. del soc. XII, inm. 197X132, prov. : 'Ex Bi-
blioth. Francisci Negri Bonou. '
140 I 01 ICl LATINI
87 (52, Busta III, n. ° 2).

f
Testamentum Zambonelli q. Petri castaidi Bonori. Nonis
Octobris, 1196 '.
Pergaiiì. orig.. sec. XII, mm. 190 < 148, prov.: '
Ex. Bibliotheca
Fraucisci Nearri Bonon. '.
88 (52. Busta III, n.° 3).
Inramentum inter Faventinos ac Bononien-

r
foederis irriti
ses '.
(1150) |
r
Cai. Decembris jurarunt edioto nostro ' — r
persecuturos '.
Cart., sec. XVII, min. 291X210, di carte 4 n. n., prov. dalla

Biblioteca di Gio. Fr. Negri.
89Busta III, n.° 4).

(52,
c
Henrici VI
Imp. privilegi una concessimi Catthaneis de
Moutebellio anno 1196 '• Imperialis excellenciae nostrae
|
f
benignitas ' —
Datimi apud Placentiam per manum Al-
r
berti Imperialis aule protonotarii, V Idus setembris '.
Cart.. sec. XVII, min. 115X445, prov. dalla Bibl. di Gio. Fr.
Nearri.
90 (52, Busta III, n.° (i).

Ohronica eivitatis Bononiae Fr. Hieronymi de Bursellis
f
ex autographo exscripta'. 315-1418. Cr'r. Muratori, Rer. lt.nl.

Scr. (XXIII, 867-916) dal 1418 al 1497. Questo ras. com-
prende la parte inedita ommessa dal Muratori.
Cart, sec. XVIII, mm. 800X205. di carte 91, n. n.
91 (42, Busta III, n.° 7).

f
Excerpta ex instrumento donatiouis bonorum speetan-
tium ad plebem S. Quirici de Casio faetae per Octavianum
Ubaldini Bononiae Episcopum Priori et Canònieia S. Fri-
'.
diani eivitatis Lucensis anno 1293, die 9 februarii
Cart., sec. XVIII, di carte 2 n. u.

DELLA B1BL. UN1VEKS. DI BOLOGNA. 141
92 (52, Busta III, n.° 8).

r
Provisio super reformatione Guardie civitatis. Bon. Ca-
pitula postulationes et supplicationes ad Papam Niclio-
laum V cum civitate Bononiao '.
f
Die XXIIIJ augu-
sti 1447 ' — f
Thomas de Fagnano scripsit sub annis
domini nostri M° CCCC XLVUJ die decimo nono Aprii is
Temporis Nicolai pape quinti '.
Cart., sec. XV, mni. 830X225, di carte 7 n. u., con coperta

meuibr.
93 (52, Busta III, n.° 9).

f
Evandri de Rubeis Bonon. De Rubeorum origine car
men Accipe cardineo Princeips decorande galero '. È
'
. |
f
seguito da un esastico lat. del Co. Ottavio de' Rossi, un

tetrastico di Battista Filarete e un distico di Luca Saxi-
1. neus.
Membr., sec. XVI, min. 208 X

144, di carte 10 n. n., con fregio
miniato a e. o r e lo stemma di Bernardo Rossi da Parma Vesc. di
Treviso e Vicelegato di Bologna. Prov. da Iacopo Biancani.
94 (52, Busta III, n.° 10).

f
Cessio castri ad portam Galeriae castrorumque Plebis
Centi, Medicinae, Bolognesii ac Sancti Petri facta Bono-
niensibus a Braccio de Montono anno 1416, die II lanua-
rii '. (Cfr. L. Frati, Storia docum. di Castel S. Pietro del-
l'Emilia. Bologna, 1904, p. 285).
Un foglio'cart., del sec. XVIII.
95 (52, Busta III, n.° 12).

f
Epitapbia clarorum virorum gentis Albergatae '. Si ri-
feriscono ad Alberto Albergati, Vianesio Albergati, Ludo-
vico Albergati, Gio. A ut. Albergati e Domenico Albergati.
Cart.. in fol., sec. XVIII, carte 2 n. n.
96 (52, Busta III, n.° 20).

r
Officium sive Lectiones cum oratione propria S. Parisii
Bononiensis Monachi Camaldolensis '
(30 Iulii L729).
Cart, sec. XVIII, carte 4 n. n., prov. da Papa Benedetto XIV.

142 I ODICI LATINI
97 (52, Busta III, n.° 21).

r
Officivi in sive Lectiones cium oratione propria in festo
S. Bononii Abatis Ord. Camaldolensis '.
Cart., sec. XVIII, carte 4, n. n., prov. da Papa Benedetto XIV.
98 (52, Busta III, n." 22).

f
Monumenta cultus B. Luciae de Stifonte Bonon. Dioecesis
virginis Ord. Camaldolensis '.
Cart., sec. XVIII, carte 20 n. n., prov. da Papa Benedetto XIV.
99 (52, Busta III, n.° 23).

f
Bononiensis, sive Imolensis moderationis monitorii coram
Card. Camerario prò Antonio Maria Campeggi Ducciae
Marcinone contra fiscum eiusque adhaereutes Vi è unita '
.
una Bulla [Pii Papae IV] infeudationis castri Ducciae

r
Ulustriss. DD. Campegiis. (Die VII Septembris MDCXXI) '.
Cart., sec. XVIII, carte. 14 n. n., prov. da Papa Benedetto XIV.
100 (52, Busta' IV, n.° 1).

f
Emptio Magistri Andreae de Simonis cap. S. Catherinae
de Saragotia '
(26 luglio 1484).
Perg. orig., sec. XV, mm 325 X 225, di carte 2 n. n.
101 (52, Busta IV, n.° 2).
(Atto di vendita di una casa di Iacopo Andrea del fu An-

nibale de' Mangiai bolognese a Pietro del fu Iacopo Ta-
rulli notaro bolognese. 31 agosto 1555).
Perg. orig., sec. XVI. mm. 272 X 195, di carte 2. n.
102 Busta IV, n. a 3).

(52,
f
Istrnmento di M. Girardo Latrisis (Girardus de Landusis
de Imola) del pagamento della plegieria de' Fieravanti del
Zoppo di ducati 500 et asolutione delle saline generale '.
(10 marzo 1539).
Perg. orig., sec. XVI, mm. 568X840.

DELLA B1BL. UNIVERS. DI BOLOGNA. L48
103 (53).
c
Ad S. D. N. Gregorium XV De sanctitate vitae et mi-
raculis B. Ludovici Bertrandi Ord. Praed. Relatio trinm
Rotae Auditorum Io. Baptistae Coccini Rotae Decani, Al-
phonsi Manzanedo de Quinones et lacobi Cavalerii Rotae
Auditorum '
Cart., sec. XVII, mm. 195X255, carte 39 n. n., leg. in perg.,

104 (54).
f
Fr. Prudentius Iniquez. Sacra Congregatione Particulari
a Sanctiss. deputata. Tirasonen. Beatificationis et canoni-
zationis ancillae Dei Ven. Mariae a Iesu de Agreda, Obser-
vationes antepraeliminares super revisione operis cui ti-
tulus: Mistica Città di Dio etc. ab eadem Ancilla Dei
exarato '.
Cart, sec. XVIII, mm. 220 X 300 di carte 58 n. n., leg. in perg.,
prov. Alberghini.
105 (55).
r
De sanctitate et roiraculis quibus in vita et post obitum
claruit, Dei et Virgo Soror Maria Magdalena de
ancilla
Pazzis Ord. Carmelitar. Observantium Religiosa ad S. D. N.
Urbanum Vili P. 0. M. Relatio Ioannis Baptistae Coc-
cini, Alphonsi Manzanedo de Quinoues et Philippi Piro-
vani '
Cart., sec. XVIII, mm 197 X 960, di carte 65 n. n., prov. da

Papa Benedetto XIV.
106 (56).
N. Urbano Vili P. 0. Valentina canonizationis'
c
SS. D.
B. Nicolai Factor. Relatio Ioannis Baptistae Coccini, Al-
phonsi Manzanedi et Philippi Pirovani '.
Cart., sec. XVII, mm. 194X262. di carte 45 n. n., leg. in perg.,

144 CODICI LATINI
107 (57).
f
De sanctitate vitae et miraculis servi Dei F. Paschalis
Baylon Laici Professi Ord. ^1 in. Discalceator. Regularis
Observantiae ad S. D. N. Paulum V. P. 0. M. Relatio Fran-
cisci Sacrati, Io Bapt. Coccini et Alphonsi Manzanedi de
Quifiones '.
Cart., sec. XVII, mm. 199 < 265, ili carte 34 n. n., leg. in perg.,
108 (58).
1)
f
De sanctitate vitae et miraculis servi Dei Pasclialis
Baylon Laici professi Ord. Min . . . prò canonizatione ad
S. D. N. Paulum V. P. 0. M. Relatio Francisci Sacrati,
1
Io. Bapt. Coccini et Alphonsi Manzanedi de Quiiìones
f
2) Super validitate processus remissorialis et coin-
pulsorialis' [eiusdem Canonizationis] 3) '
De virtutibus,
prophetiae dono, fama sanctitatis, veneratione reliquiarum
ac frequentia sepulchri '
[B. Paschalis Baylon] 4)
c
Sum-
marium tertium concernentium sanctitatem necnon vitae,
prophetiae donum, sanctitatis famam, venerationem reli-
quiarum, ac frequentiam sepulchri 5) De ipsius Beati ' f
miraculis post vitae transitimi '.
Cart., sec.XVII, mm. 270 X

210, di carte 192 n. n.. leg. in
perg., prov. da Papa Benedetto XIV.
109 (59).
f
SS. D. N. Gregorio Papae XV Hispaniarum canoniza-
tionis serviDei fr. Petri de Alcantara Ord. Min Re- . . .
latio trium Rotae Auditorum Io. Bapt. Coccini, Alfonsi

Manzanedo de Quinones, Iacobi Cavalerii '.
Cart., sec. XVII, mm. 195 < 268, di carte 39 n. n., leg. in perg.,
110 (60).
SS. I). N. Clementi Papae Vili Barchinonen. canoniza-
tionis B. Raymundi de Penyafort Ord. Praed. Relatio trium
DELLA BIBL. UXIVKKS. DI P.OLOUNA. 1 15
Auditorium Seraphini Olivarii Razzalii, Petri Francisci

Giptii, Francisci Peniae '.
Cart.. sec. XVIII, ram. 197 X '261, pp. 174 n., leg. in cartone e
Ili (61).
SS. D. N. Clementi Papae Vili Barchinoneu.
c
canoniza-
tionis B. Raymundi de Penyafort Ord. Praed. Relatio trium
Rotae Auditorum Seraphini Olivarii Razzalii, Petri Fran-
cisci Giptii, Francisci Peniae '
Cart., sec. XVII, mm. 210 277, X di carte 112 n., leg. in pelle
rossa., prov. da Papa Benedetto XIV.
112 (62).
f
Papae V Relatio R. P. D. Alexandri
SS. D. N. Paulo
Ludovici Auditorio Rotae super sauctitate vitae et mira-
culis servi Dei Philippi Nerii '.
Cart., sec. XVII, mm. 198 X 266, di carte 32 n., leg. in perg.,
113 (63).
f
Card. Decio Azzolini. In causa Beatificationis et cano-
nizationis ven. serv. Dei Card. Bellarmini super dubio, an
constet de virtutibus theologalibus fide, spe et charitate,
et Cardinalibns Prudentia, Iustitia, Fortitudine et Tempe-
ranza, in casu et ad effectum de quo agitur '.
Cart.. sec. XVII (1676-89), mm. 195 X 271. di carte 59 n. a

pp. 1-118, leg. in perg., prov. da Papa Benedetto XIV.
114 (64).
f
Sacra Rituum Congregatone Romana Beatificationis servi
Dei Card. Bellarmini vota B. M. Card. Brancatii in revi-
sione librorum ad RR. PP. Consultorum in Congregatione
'.
praeparatione habita die 7 septembris 1675
Cart., sec. XVII, mm. 195X261, di carte 68 n., leg. in perg.,

Studi ital. di ftlol. class. XVI. 10

14B CODICI LATINI
115 (65).
SS. I ). V Hispaniarum seu Ord. Discal-
N. Paulo Papae
ceator. B. Mariae de Monte Carmelo. Canonizationis B. Vir-
ginis Teresiae de Iesu monialis praedieti ordini- ac eiusdem
novae Reformationis foudatricis Relatio trium Rotae Au-
ditorurn Francisci Sacrati, Io. Bapt. Coccini, Alphon.si Man-
zanedo de Quìnones '•
('art., sec. XVII, ram. 198 < 26Ó, di carte 8h q. n., leg. in perg.,
116 (66).
f
SS. D. N. Paulo PP. V Hispaniarum Beatifìcationis ser-
vae Dei Matris Theresiae de Iesu Relatio trium Rotae
. . .
Auditorum Francisci Sacrati, Io. Bapt. Coccini, Alphonsi

Manzanedo de Quinones '.
Cart., sec. XVII (iG13-14). min. 199X269, di carte 33 a. n.,
leg. in perg., prov. 'la Papa Benedetto XIV.
117 (67).
f
Ioannes Paulus Mucantius. Acta ad canonizationem servae
Dei virginia Theresiae de Iesu pertinentia '.
Cart., sec. XVIII, ram. 207 X 280, di carte 75, n. a pp. 1-149,
118 (68).
(Processus Inquisitionis factae super miraculis fr. Thomae
de Aquino).
Care. 86C. XVII, voli. -2, min. 197 ,< 26S, leg. in perg., prov. da
Papa Benedetto XIV.
119 (69).
1)
r
Epistola Gregorii Corrarii Patricii Veneti Eccl. Eom.
Protou. et Patriarchae Venet. ad Novitium Carthusien. de
commodis vitae Regular
1
. (Cfr. : Agostini, Scritt. Venez.
I, 132133, n.° XV, ove sono indicati altri codd. di questa
epist. ined. 2)
'
Soliloquium ad Deum Gregorii Corrarii
Veneti S. R. E. Prothonotar. et Patriarchae Ve-

Patri'cii
netiarum de vita sua et de vita et obitu bori. meni. Au-

tomi [Corrarii] Episc. Ostiensis et patrui sui (Cfr., Op. '
.
cit., I, 133, n. XVIT, ove sono indicati altri codd. di que-

Oratio Zachariae Trevisan Nobili Ve-
:
st'op. ined.) 3)
net. Oratoris Due. Dominio Venetiar. ad
prò Illustriss.
Gregorium XII —
Die penultimo Decembris Millesimo
'
f
quadringentesimo secundo '. Cfr., Op. cit., I, 324 e sgg.,

ove sono indicati altri codd. di questa oraz.. ined., asse-
gnandole erron. la data 1407) 4) Oratio altera Zacha- f
riae Trevisan Nobili Veneti oratoris prò Illustriss. Due.

Dominio Venetiar. ad Gregorium XII 1
— f
Petri Sancte,
postrema noctis vigilia XXIJ Iunii, s. a. '
. <Cfr., Op. cit.,
I, 325, n.° II. È ined.) 5)

r
Epistolae Ludovici Fosca-
r
reni Divi Marci Procuratoris ex Fuscareno '. Acta cod.
contra fratres Humiliatos degentes in Monasterio S. Mariae
ab Horto in Consilio X, anno MCCCCLXI '. Le epistole
sono quattro delle 302 contenute nel cod. Foscarini. (Cfr.,
Op. cit., I, 104-5 (ili Acta vanno dal 29 ott. 1461 al
.
' '
7 ott. 1463. (Cfr. Flaminio Cornelio. Ecclesiae Venetae. Ve-

nezia, 1749, p. 23-37),
Cart., sec. XTIII, misceli., mm. 206 X 300, di carte 165, log.
mezza perg., prov. da Ubaldo Zanetti.
120 (70).
(Documenti riguardanti lo scisma d'Occidente ed altri di
amministrazione ecclesiastica) 1) (Lettera di Gregorio XII
a Benedetto XIII. 11 dicembre 1406 2) (Cifrarli del
sec. XV 7
. nomi
Vi sono fra altri questiCard, de Flisco, :
c
P. de Luna, Rex Ladislaus, Marchio Montisterrati, Nobiles

de Malatestis, Card. Placentinus, F. de Montepolitiano R. d.
legato et domino Arpino, Card. Pisanus, Rex Francie, Uni-
versi tas Parisiensis, Concili um generale, Marchio Ferrarle,
Ugucio de Contrariis, Loisius de Prato, Bononia, Carolus
de Malatestis; Nicolaus da Flisco, Lucas de Flisco. Mar-
garita de Fosdinovo, Constantia de Villafranca, Antonius
de Mulatio, Marohiones de Montibus, Otto de Terziis, An-
148 CODICI LATINI
tonius de Mulacio, Illi de Villafrancha, Marcinone;? de

Leone, Nicolaus de Malaspinis, Domini de Carpo, Nicolaus
marchio Estensis, Dominus Paduae, Dominus M;intuae '.
Copia Bullae Imperatoriae ad Angelum Corarium
3)
f
[Givgorium XIIJ prò conservatane Concilii G-eneralis ' —

f
Datum Laudi, anno 1413, 20 Decembris '. Copiae litte- f
rarum quae transmittuntur per Emperatorem seu Regem

Rornanorum ad omnes pio concilio celebrando Mensis ' — '
Novembris 1413, Inductione VI 4) (Lettera di Carlo \'I '
Re di Francia sullo scisma «l'Occidente

r
Datum Parisiìs,
die XVIIJ mensis februarii, anno MCCCCVJ '
5) Com-
promessi, citazioni, sequestri, ordini di esazione ed altri
atti amministrativi riguardanti le rendite spettanti alla
Camera Apostolica nella diocesi di Breslavia. 1433-1435/
6) Modus in eligendo servatus '. Norme seguite nel-
f
l'elezione, forse dei Canonici del Capitolo di Breslavia.
Cart., sec. XV, min. 300 < 230, carte 41 n. n., leg. in cart.,
prov. da Ubaldo Zanetti.
121 (73).
r
1) <C. Iulii Solini Polyhistor;. In fine : Iulius Solinus

explicit studio et cliligentia domini theodisii invictissimi
principis '. Cfr., C. Iulii Solini Polyhistor (Biponti, 1794,
in-8) 2) 35 r
f
Super Virgilium '
. |
f
Disciplina ho-
minis sui intellectus est socius ' — '
flectendus est stilus '.
;
In principio igitur huius libri'.... (Manca il seguito)
36 r
f
Super Lucauum '.
|
r
Lux in tenebris lucet ' —
f
cui sit laus et gloria in secula seculorum. Amen '
37 r
f
Ad
exhortationem ad scientias et primo ad gramaticam '.
—
|
f
Queramus domino nostro regi '
f
vos servet, vos bene-
dicat. Amen '
40 v r
Super Virgilium '.
|
f
Secundum Cri-
sostomum ' — r
Brevis in volatilibus apis e.-' 43
v
Ser-
mo super Valer ium '.
|
f
Ut sententia dicendorum '
— f
in
sermone super Virgilium'.
Cart., sec. XV, inni. 300 < 210, di r.arte 11. n. n., leg. in. pelle.
Prov.: '
Ex Bibliothuca Marsiliana '.
DIOLLA B1BL. UNIVRUS. DI BOLOGNA. 1 19
122 (74, Busta I, n.° 1).

f
Gregorii PP. XI Instructiones prò gubernio civitatis Bo-
noniae '. (Cfr., Codex diplomai, dominii temporalis S. Sedis.
Ili, 527-531 , 516-527).
Cart., sec. XVIII, mm. 322 X 220, carte 59 u.
123 (74, Busta I, n.° 3).
Litterae R. mi Anglici Episcopi Albanensis et

f
1) S. Ro-
manàe Ecclesiae in Italia Vicarii Generali», quibus dona-
tnr via vulgo de' Bagnaroli strate ante Ecclesiam S. Iàcobi
in urbe Bononia RR. Priori et Conventui f'ratrnm Eremi-
tarum Monasterii d. Ecclesiae (Dat. Bononiae, VI Idus '
.
Martii MOCCLXVIII) 2) Leonis PP. Andreae Grif- c
fonis commissario in ci vitate Bononiae (29 luglio 1513) '

.
3) Leonis PP. X
r
litterae dilectis filiis Antianis Qua-
draginta Consiliariis Com. Boa. 11 e 20 agosto 1513) '
.
4)
f
Exemplum investiturae factae ab Archiepiscopatu
Ravennae 111." 10 Pirrho et Herculi de Malvetiis collationa-
tum cura dieta investitura'. (4 Iulii 1525) 5)
r
Cle-
mentis Papae VII litterae favore Bononiensium ad Duces
Ferrariae ac Uibini'. (23 Ianuarii 1534) 6) (Lettera
lat. del Reggimento di Bologna a Papa Paolo III, Bolo-
gna, 27 die. 1534).
Cart., sec. XT-XVII. misceli., di carte 70 n. n., in fogli sciolti.
124 (74, Busta I, n.° 4).
D. Alberti Brudrioli [de Panolmis] petitio 111." 10

r
D. Ga-
leatio Paleotto '. (Die 30 Maii 1623).
Cart., sec. XVII, di carte 4 n. n.
125 74, Busta I, n.° 17).
(Concessione monastero di S. Maria

di beni appartenenti al
in Cosmedin a Ravenna fatta dall' Ab. Antonio al Comune

di Bologna. 19 luglio 1378).
Cart., sor. XIV, mm. 310 < 205, carie :> a. n.

150 conici LATINI
126 (74, Busta II, n.° 17).
1)
f
Positiones in controversia agitata inter Comune I\Iu-
tinae et Saraceni! m de Lambertinis '. (10 agosto 1279)

2)
f
Gregorii IX PP. litterae fratri Iohanni Ord. Praed.
ut e Bononia in Etruriara se confeiat ad componendam
pacem et Senenses
inter Florentinos (26 giugno 1233) '
.
Clemens V PP. dilecto fìlio Magistro Galhardo de

3)
r
la Casa Canonico Ecclesiae S. Severini Burdegalensis The-

saurario totius Provinciae Romaniolae civitatis et dioecesis
Bononiensis ac Comitatus Brectenorii '. (24 luglio 1309)
4) Clemens V PP. dilecto fìlio Magistro Galhardo de
f
la Casa '. (24 luglio 1309) 5) Instrumentum quietan- f
tiae factae Communi Ravennae a Iuliano Malvetio prò

debito librar. 2600 Ravignanarum '. (5 nov. 1320)
f
6) Bo-
noniensium litterae Iohanni XXII PP. ut F. Franciscum
Boattieri Ord. Praed. ad aliquam ecclesiasticam dignitatem
promovere dignetur '. (22 luglio 1322) 7) Clemens V c
PP. populo et Comuni Bononiae '. (s. a.) Bononienses laudai f
eo quod S. Sedi opem adversus Venetos tulerint Potestatem

et Capitaneum populi civitatis Bononiae qui nunc sunt et
prò tempore fuerint, ipsorum durante regimine in ipsius
et Apostolicae Sedis familiares, perpetuo admittendos esse
decernit '.
127 (74, Busta ili, n.° 1).

f
Vota Emin. et Rev. Cardinalium et Rev. Prelatorum Con-
gregationis a S. D. N. Clemente XI constitutae prò novo
alveo construendo flumini Reno versus septentrionem ad
Padum Venetum. Die III septembris 1717 '.
Cart., sec. XVIII, di carte. 3 n. n.
128 (74, Busta III, n.° 2).

'
Kavennates publica quaedam vectigalia hoc instrumento
Bononiensibus remittunt '. (1257). Cfr., Ghirardaoci, Hist.
di Bologna, I, 192>.
Cart., sec. XVIII. di c;irte 1 n. ri.

DELLA BIBL. UNIVBRS. D] BOLOGNA. 151
129 (74, Busta III, n.° 11).
Philippi Moateforti Centensis in patria parrochialis

r
Io.
Ecclesiae SS. Sebastiani et Rochi Rectoris dissertalo de
vino myrrhato Christo ante crucifixionem oblato '
130 (74, Busta III, n.° 40).

f
Brevis Urbani VIII .super nova erectione et venditione
locorum hactenus extinctorum Montium, tu ni seeundi An-
nonae reformati, tum quatreui prò singula libra merciura '
(Die XV nov. 1641).
Cart., sec. XTII, di carte 4 n. n.
131 (75).
VoL. I.
402-465. f
Hieronymi Agucchi i Card. S. Petri in Vincula
vita a Ioanne Baptista fratre couscripta '
Vol. II.
145-157 Exemplum testamenti Hentii Regis excerptum

f
ex Archi viis fratrum Predicatorum S. Dominici de Bono-

nia '. (Die VI intr.Martii M CC LXXII). (Cfr., L. Frati.
La prigionia del Re Enzo, Bologna, 1902, p. 128).
Cart., sec. XYIII, voli. 3, prov. dal Canon. Anton Francesco
Uhiselli.
132 (93).
Fasc. III.
r
Oratioues latinae Bononiensium, sive de rebus Bononien-
Oratio de virtutibus patientiae et perseve-
' f
sibus 1)
rantiae in adversis ab N. N. Antonii de Albergatis filio
per modum epistolae scripta ad fratrem suura Catalanum,

Oratio legatorum Ca-
'
Bononiae, Idib. febr. 1429 2)
'
roli Vili Regis Francorum ad Bononienses, ac Bononiensium

responsio. 26 aprilis 1495 3) Andreae Alciati Oratio
' r
in Bononiensi Gynuasio, in principio Studii anno L538

4) Aliquot capita excerpta ex suffragio, quod tulit
r
111. et I'ev. Card. Paloottus in concistorio semipnbblico prò

152 CODICI LATINI
canonizatione B. Hyacinthi Poloni Ord. S. Dominici, die

f
ultima martii 1594 5) Fulvii Bentivogli orationes
'
quatnor '
6)
f
Ubaldi Felici* de Meis Galaxia, sive de
' :
urbis Bononiae laudibus oratio 7) Matthaei Bazzani

Bonon. Oratio ad egregiam virginem D. Lauram Mariani Ca-
tharinam Bassi... Iiabita in Palatio Magno Publico, IV
Idus Maias MDCCXXXII '.
Fasc. IV.
Orationes fnnebres Bononiensium, vel prò Bononiensibus
f '
1) Leonardi Marsi oratio dieta a Caesare Armando

f
' f
discipulo in funere Io. Baptistae Pii 2) Oratio in fu-

nere Emin. Card. Pallotti, habita in almo Moutisalti Col-
legio
'
3) Oratio Iiabita ab Ex. mo et R. D. Thoma
f
Buldrino, in funeribus perillustris et ex. mi Aeneae Vizauii.

1602, Octob.
'
4)
f
In funere Excellentiss. D. Aeneae
Vizani ad perillustr. D. Pompeium Vizanium Pauli Matii
Mutinensis Carmen funera Alexaudri
r
'. (1602) 5) In
Ursi Magnae Crucis Hierosolimitanae Equitis Oratio [Doct. '
Nanni]. 1635 6) Oratio in funere Card, de Asculo Col-

r
Elogia DD.
' f
legii Montisalti Bononiae protectoris 7)
Caesaris et Achillis de Grassis '
[firtn. : Benedictus Georgis-
f
chus Montherculensis] 8) Oratio D. Ulyssis Gozzadini
in funere Em. Card. Hieronymi Boncompagni Archiep.
Bonon., habita die III febr. 1684 '.
Cart., sec. XVI-XYIII, in sei fase., prov. dal Canon. Amadei e
133 (94)
f
Ludovisi Card. Nicolò. Consilium Summo Pontilici [Gre-
gorio XVJ prò regimine ecclesiastico et politico oblatum '.
Cart., sec. XVIH, di carte 22 n. n., leg. in perej.. prov. ila Pupa
Benedetto XIV. Con tirma autogr.
134 (100).
1)
f
Albertani Brixiensis De doctrina dicendi et tacendi '.
|
f
Initio mei tractatus ' — r
Explicit liber de doctrina di-
cendi et tacendi ab Albertano causidico brixieusi de bora
DELLA B1BL. UN1VBRS. DI BOLOGNA. 153
saticte agathe compilatus et sub M. OC. XLV. de mense

v
decembris '
2) 5 -23
r f
In Christi nomine incipiunt
rubrice consolationis ec consilii '. (Cfr. Albertani Bri-
xiensis Liber consolationis Thor Sundby. Hau-
et consilii, ed.
niae, 1873, in-8> 3) 23 -60
r
Incipit liber de amore
r '
et dilectione dei et proximi et aliarum rerum et de forma

vite liberprimus Initium mei tractatus
'
.
f
Explicit
|
' — f
liber de amore e^t dilectione dei et proximi et aliarum re-

rum et de forma vite qnem Albertanus causidicus brixiensis
per bora sancte agathe compilavit ac scripsit cum esset
in carcere domini imperatoris Federici in civitate Creinone,
in (]iio positus fuit cum esset capitaneus gavardi ad de-
fendendum locum ipsum anno domini millesimo ducente-
simo octavo de Mense augusti in die sancti alexandri, quo
obsidebatur civitas Brixe per eumdem imperatorem, Indi-
v
ctone XI '
sermo quem Alber-
4) 60 r -62
f
Hic est
tanus causidicus brixiensis de sancta agatha composuit et
dedit inter causidicos Ianuenses et quosdam notarios super
conforma tione vite illorum, tempore domini manuelis de
madio potestatis Ianue curente M. CC. XLIII in domo vi-
ridarii domini petri de nigro causidici in die sancti ni-
cholai Congregatio nostra
'
.
|
r
qui sine fine vivit ' — f
v v
et regnat '
5) 62 -65 f
Sermo factus super illumi-
natione et super spirituali et corporali refectione et que
sint necessaria in refectione '.
|
f
Orate deum fratres ' —
v v
in secuìa seculorum amen
!
Incipit sermo
' f
6) 65 -68
secundus quem albertanus causidicus brixiensis composuit
et dedit inter fratres minores et causidicos brixienses in
congregatione quam faciunt more solito '
.
j
f
Fratres mei ' —
v
f
amen
qui sine fine vivit et regnat. 7) 68 -71 Sermo ' r f
factus ad cognoscendum que sint necessaria in convivio et

quomodo debeamns intelligere super egenos et pauperes
secundum prophetam dicentem beatus qui intelligit super :
egenum et pauperem etc. Domine labia mea aperies '

]
f
' —
qui sine fine vivit et regnat. amen
v
f
8) 71 -72
r
Hic ' f
est sermo quem albertanus causidicus de sancta agatha com-

posuit et dedit inter causidicos brixienses a pud fratres mi-
nores in congregatione solita, sub M. CC. quinquagesimo
154 C0D1CJ LATINI
in media quadragesima. Senno albertani super doctrina

timoris tìomini '. Rogate deum fratres vivit et |
' ' — '
reguat amen 9 72-7". Petrus Damianus '

De omni- f
bus ordinibus omnium liominum in hoc seculo viventium '.

Cfr. S Petri Damiani. Opera omnia. Passano, 1783, IV, 58 .
Membr., sec. XIV. mm. 300X220. di carte 75, n., a 2 col., con
lettere iniziali a colori e mezze figure miniate, leg. in mezza pelle.
Nel mai'g. inf. della carta l r e notato: '
Anno 1243 confecl im '.
Prov. Ex Bibliotheca fratrum

:
' s. Panli in Monte Bonouie '.
135 (101).
1) (Liber lapidum pretiosorum et de virtutibus et quali-

tatibus eorumdem). j
f
Gemmia a gummis ìiomen posuere
' f
r
priores 14 Kffeotus miri prò ad abigno comitan-
f
tur '. I Explicit liber lapidum pretiosorum et virtutibus
v v
et qualitatibus eorumdem 2) 14 -22 (Altro lapida-
?
rio lat., in prosa). De saphyro lapide et qualitatibus el f
virtutibus eius '. Saphyrus De lapide saphyro — In

j
c c
colore est lucidissimus '
3) 23 r -24 r <De virtutibus si-
gillorum in lapidibus pretiosis). f

De virtute sigilli sculti
in lapide pretioso '. |
'
Si inveneris in jaspide ' — '
po-
stea resolve cura eadem fece '
4) 25 r -31 r (Albertus Ma-
gnus. Liber aggregationis seu liber secretorum). Cfr. : Al-
bertus Magnus. De sec.retis mulierum, (Amstelodami, 1643,
in 12, pp. 133-170) 5) 31 r -32 r (Aichauus. Liber vitae
f
Cum ego Iohannes essem in Alexandria civitate egypto-
rum reperi in quodam libro qui vite appellatnr liec duo-
decim experimenta ab ipso scripta «pie inferius de serpen
tibus corio sunt scripta. . Illum autem librum fecit aichauus
fysicus . . . Ego autem de arabico transtuli in latin um '.
c
Primum experimenturn est '
— f
per dies duos et dimi-
v v
dium '
6) 32 -51 Collectio quamplurimorum secreto
rum). f
Mense lauuar. sol in aquario. Medio '
— f
in
'.
tertia liberabitur
Memi)!., sec. XIV, inni. .00X143, di carte 7i> n.. leg. mezza
peli'. Prov.: '
Ex Biblioth. lo. Iacobi Ani. idei '.
DELLA BIBL. DNIVERS. DI BOLOGNA. 155
136 (102).
r
Albertus Magnus. De anima ac de generatione et cor-
ruptione'. (Cfr.: Alberti Magni Opera omnia. Lugduni, 1651,
voi. II, p. 201 e sgg. e voi. ITI, p. 1 e sgg.).
Cari., sec. XV, mm. '288X200, di carte 143 n., a 2 col., leg.
mezza pelle. '
Liber iste scriptus est ]3er me lohaunem Miuoccii de
n
Senis anno domini 1421, die vero 13 octobris, et anno doni. 1422,
die XVIII aprilis '. Prov. :
'
Ex Biblioth. fratrum S. Pauli in Monte
Bononiae '
137 (103).
1)
r
Albertus Magnus. Liber predicameli torum Aristotelis '.
Cfr.: Alberti Magni Opera omnia, voi. I, p. 94 e sgg.)

2)
f
Albertus Magnus. Liber de sex principiis '
. Cfr.:
Op. cit., voi. I, p. 194 e sgg.) 3)
f
Albertus Magnus.
Perihermenias '. <Cfr.: Op. cit., voi. I, p. 237 sgg.) 4) Ex- f
positio Admonii graeci commentatoris in Periermenias Ari-

stotelis f'eliciter incipit '.
|
'
Multum quidem inter sapien-
tes —
mine prò diffiniri acceperunt
'
f
5) Loyca Do- ' f
mini Alberti Magni Alamani Episcopi Ratisponensis '. <Cfr :
Op. cit.. voi. I, p. 1 e sgg.) 6) (Guillelmus de Ockam.

Maior stimma logices). Anepigr. <Cfr. l'edizione di Vene-
zia, 1521).
Membr. e cart., sec. XT, mm. 300 A 213, di carte 234 n. n.,
parte a 2 col., parte a pag. intera, leg. mezza pelle. Prov. dal Con-
vento di S. Paolo in Monte.
138 (104).
f
Auctores Alehimiae quamplurimi diversique tractatus.
v
Viennae transcripti anno Domini 1476 r
1) l -24 Ma- '
'
gistri Nicolai de Comitibus de Marchia Trevisana liber

qui Speculum alchimiae nuncupatur Ut ad perfectam '
.
|
f
scientiam '
—
et omnino denegatum
f v
2) 25 -40
v
Liber '
f
<pti Rosarium appellatiti- Magistri Iohannis Dastini An-

r v
glici '. <Cfr. Mangetus, Biblioth. chem. II, 309 3) 41 -48
f
Epistola cuiusdam Parisiensis super scientiam lapidis, L76, 1
dir; 20 augusti r
4) 49 -r>!)' Tractatus magistri Ber-
' '
nardi de Treveris de Alamania super lapide philosophico

156 CODICI LATINI
niixsus ad d. Thomam doctorera phiìosophura atque Comi-

tem l'alati num, anno dom. 1385 in die S. Dionisii '
.
j
Ob~
iiiis mihi possibilibns ' — -
r
et Virginia gloriose bene-
diete '
60 r 5)
f
Consolatio pauperum Georgii Ryplae
Angli Canonici '. '
Opus nobilissimum in sae- ' — f
' r v
cula saeciilornm 6) <il -104 '
Liber Florentii de li-
pide philosophico '.

j
f
Studio namque fiorenti ' — f
per
v r
104 -108 r
'
infinita saecula saeculorom 7) Tractatus
Aristotelis de lapide philosophorum ad Alexandrum '. CfV.
r-
Theatr. chem. Argentorati, 1660, V, 787 8) 109 L23 '
Bo-
sarius et thesaurus philosophorum secretus a Magistro Ar-
naldo de Villanova editus <Cf'r. Mangetus. Biblioth. c.h<>,m. '.
r v f
I, 662> 9) 124 -125 Epistola Arnaldi de Villa. a. va
ad Regem Neapolitannm de lapide philosophorum '. Cfr.
10) 126 r -129 r
f
Op. cit., I, 683; Flos lilii magistri Ar-
naldi de Villanova '.
|
'
Exemplum scientiae nostrae ' —
f v f
in infinituni procedere '
11) 129 -134 Secretarci ma-
gistri Arnaldi de Villanova ad Regem Aragonum de cotn-
positione elixiris ad album Cuna ego de et rubeum '-
|
f
voluntate divina '

— f
est hoc opus perfect. in 100 diebus
'
r r r
12) 135 -138 Liber Magistri Arnaldi de Villanova
de secretis naturae '.
j
r
Scito filii ' — f
multiplicationem
v v
lapidis '
13) 138 -141
:
Liber fratris Helie de Assido
ordinis minora m de secretis naturae '.
|
'Amicum induit ' —
r
illam inveniet '
14) 142 -146
r r r
Liber fratris Armin-
gaudi Pineti orci, pred.de secretis naturae '.
|
f
Quoniam hu-
manus intellectus se reddet certiorem ' — f
'
146 - 167
15)
v x
f
Testamentum Arnaldi a libro Hugueti in gallico 148S in
uov. 23 die
:
. Cfr. Mangetus, Biblioteca chem., I, 7' > i
r v f
16) 158 -162 Incipit liber Ortulani philosophi super textum
Hermetis '.
|
'
Dixit philosophus ' — '
in lapidis philoso-
x
phici compositione '

17) 1
(>.">''-
1 (17
c
Astenus philoso-
phus de fermento lapidis philosophorum '. Nota quod |
f
cum corpora candidaveris ?

— f
de aliis spiritibus et cor-
v
poribus '
18) 167 -170 r r
Liber iuvenis experti qui di-
oitur novum lumen Pater et domine reverende '.

|
f
' —
T
f
pervenire faciat ad optatum L9) 17l -183
r
Semita '
'
recta fratris Alberti Magni '. Cfr. Alberti Magni, Ojjeru

DELLA B1CL. DNIVBRS. DI BOLOGNA. 157
v
omnia, Lugd., 1651, T. XXI> 20) 184 -196 r f
Liber uti-
litatis nostrae secretoria m FJoridii '.
|
'
Liber iste ' — 'et
v
fiet bonum '
21) 197 r 206 -
f
Opus Nicolai Fabri de ope-
ratione metallorum Quia radix hec dieta suffi- '
. j
*. ' — f
v "
f
ciant de metallis 22) 207 r-208 Flos florum magistri
Arnaldi de Villanova '. <Cfr. Arnaldi Villanovani, Opera
omnia. Basileae, 1585', p. 2042> 23) 209 r -216 r ' Liber
Nicolai de Tauro '
.
|
r
Secreta operatio ' — f
res quedam
v v
extranee '
216 -221 f
Quartum Platonis scolasticorum '.
—
|
f
Dixit Plato '
f
omnibus diebus vite sue
'
222''-22(i r
f
Summa valde utilis super lapide philosophoruin '.
|
c
In-
cipit vera recepta 1489 in februario 26) 227 r -232 r '
— f
'
f
Practica ad lapidem '. Recipe primo limature |
r
' —
f
'
lapis tuus '• Explicit scriptum de libro fratris Iohannis
|
de Matiscone 27) 233 r -235 r Speculnm secretorum phi-

'
f
losophorum Alberti Magni de secretis naturae '. Ad in- j

f
structionem multorum penuriam librorum 28) ' — c '
v
235 -237 r Liber XII aquarum Alberti Magni '.
f
Ovo- |
r
rum vitella omne corpus v

—
29) 237 -241 r Opus que-
'
f
'
f
stionum Vincentii [Bellovacensis] extracte a suo speculo '.
—
j
v v
f
Primo queritur '
f
infusibilem '
30) 241 -244 Ma- f
gisterium fratris Heliae ord. min. de elixire ad album et

rubeum '.
|
'
Cum de infrascriptis ' — f
a supradictis de-
v
scendens 31) 245'-253
'
Liber Guylelmi de Dya de r
f
lapide philosophorum et de auro potabili Gratulanti '
mihi '
— r
latine interpretatur '
32) 254 -255 r v f
Practica
auri potabilis '
. |
f
MolKfac de gumma ' — '
tale signnm '
33) 256 '

Tractatus de celidonia secundum Raymun-
dum de Lastras Nota quod quinta essentia sicut '•
|
f
' — f
v
dictum est 34) 257 r
-258 '
Opus B. Thomae de Aquini '. '
j
r
In primis enim diebus temporalibus inhiare ' — f '
v
Incipit declaratio cuiusdam operis B. Tho-
f
35) 259 r -261
mae de Aquino'. Opus sive receptum tres subli- |
f
' — f
v
mationes '
36) 265 r 267 Ad lunam f'aciendam de Ve- f
nere per metrum scribitur '

.
|
c
Medicina vera ' — f
scripsi
v
prò te '
37) 268 -270 r :
Raymundi Lulli Epistola de
accurtacione lapidis i)hilosopliorum ad Regem Aragonum.
v
1484 '. <Cfr. Mangetus, Bibl. chem. I, 863> 38) 271 r -283
158 CODICI LATINI
f
Tractatus de investigai ione auri potabilis editum a quo-
dam solemni medico '• Beatissime Pater non per- |
' — r
v f
mittit 284 -286 Iohaunes Damascenus. Tracta-
'
39)
r
tus elixiris vitae

'. Creator omnium rerum scien- |
' — f
r '
tiam et eius praoticam 40) 287 -291 Crebri arabis "
ìibellus de investigatione perfeetiunis, interprete Osian-

der '. CfV. Mangetus, Bibl. chem., I, 558 e sgg.
41) 292 r -299
r
Eiusdem
f
liber f'ornacum '.
|
(
Consideravi-
mus ' — f
et estbonum' 42) 299
A
Eiusdem de inventione
'
veritatis'.|
r
Cousideravimus in nostri voluminibus ul- ' — '
v r r
timo de raedicinis '
43) 301 -308 Rosarius Angli '. i
Florent rose '

— f
rubedinis decoratus '
44) 308'-309
v
Te- f
stamentum rosarii augii '.

j
r
Multa quidem ' — f
digesta et
tincta
'
45) 309
f
Summa estracta de novo testamento
cuiusdam philosophi ad Philippum Regem Francorum '. |
r
Lapides sunt duo novi testamenti 46) 310 r Do- ' — f
'
f
mini beati de Monte Calerio dncalis medici prò auro pota-

bili '.| Amalgama ne respirent f v
47) 310 -315
v ' — '
'
f
Lumen luminum Incipit liber amplius muta- ;
.
|
f
'
— :
v
bitur 48) 316 r -327 '
Liber qui dici tur compta Ra- f
sis '
Quicumque est in luna
.
|
r
ipsum ab alio ' — f '
v
r
49) 328 -338 Extractum de libro Archiloi philosophi '. f
—
|
c
in opere rnbeo ut scis '.
c
Congelatio argenti '
Cart. sec. XV, rnm. 300 222, di carte X 3'àli n., leg in perg.
Prov. Ex Bibliotheca Comitum Caprara '.
:
'
139 (105).
1) p. l
r f
Hec est tabula algorismi ostendens quid signi-
fìcat unaqueque tìgura quolibet loco posita et ponit exem-
plum '
2) pp. 3-55
f
Incipit liber qui dicitur semita
recta '
[Alberti AlagniJ |
r
Omnis sapiencia '
— f
erit ely-
xir
'
3) pp. 55-66
f
Incipit liber qui dicitur ultimum
philosophiae secretum '. |
'
Hec est porta lapidis ' — r
in
'.
solem preciosum '
4) pp. 67-83 r
Liber lìinliani
r
Liber divinitatis ?
— r
valeas imitari
'
5) pp. 84-106
f
Incipit exponitor fratris Racaydibio '.
j
r
Hic liber caris-
sime lohannes ' — sapientum antiquorum
f
'
6) pp. 107-121
f
Incipit Ìibellus ab Alberto compositus ". \
'
Quoniam iguo-
DELLA BIBL. UNIVERS. DI BOLOGNA. L59
rautia ' — f
duna regnat Iupiter '
7) pp. 121-138 In-
r
cipit liber magistri Arnaldi de Villanova de secretis na-

ture ' — f
Scito fili '
— r
multiplicacionera lapidis
'
f
8) pp. 139-148 Incipit epistola Aristoteli^ raissa Alexandro
de secreto secretorum Hinc est nostre intencionis '. )
f
' —
f
est onmis 9) pp. 149-234
bouitas Incipit liber
' f
Ebubacre Cuna diversi ' —

. Crucibolurn
j
r
10) '
-
c '
pp. 235-280 Incipit fons montium aquarum puteus '.

:
f
Liber duodecim aquarum '. Fons montium non |
:
' — r
Incipit liber Hermetis '.

'
presumet 11) pp. 281-309
f
—
|
r
Cuna in tanta etatis ut iana dietum est
f f
Explicit ' '
.
|
liber 30 ta
verborum Hermetis 12) pp. 310-338 In-
' f
cipit su rama Avicenne in arte alkimie Tractata sunt '

. j
f
' —
r
completur 4or rotis 13) pp. 341-388 Incipit liber
' c
qui vocatur lilium floris '. Natura circa solem di- j

c
' — f
' r
citur 14) pp. 389-435 Incipiunt expositiones turbe
r
philosophorum sive secretum alkimie '
.
|
Cura erba phi-
losophorum ' — f
Bracus '
Membr., sec. XIV, mm. 195 X 135, di pp. 435 ti., a 2 col., prov ,
'
Ex Biblioth. Comitum Caprara '.
140 (106).
'
Albertus Magnus. De animalibus '. <Cfr. Alberti Magni
opera, Lugduni, 1651, voi. VI>.
Cart., sec. XV, mm. 410 X 289, a 2 col., di carte 301 n. più 14
n. il., leg. in perg.
141 (108).
f
Illustralo Gregorianae correctionis. Nodus dirricultatis so-
lutus de veris epactarum ciclis. Disputatio unica de Pa-
schate recte celebrando stimma brevis elaborata ab An- . . .
drea Philippo Alcazar et Doria natione Hispano '.
Cart., sec. XVIII. di carte 36 n. n., prov. da Papa Benedetto XIV.
142 (109).
VOL. I.
f
Alchemycorum tractatuum collectio '.
1) I'-.YjT '
Li-
160 I ODI* I I. «I INI
ber experimentoruni Ray mundi Lulii iorum

r
rum'. Cfr. Mangetus, Bibl. chem., 826 2) 53 -70' I.
Incipit prima pare Raymundi Lulii De magisterio,

f
de i (culti '. Alchimi {
tificialis ' — r
aut fumo secret 3 72 -8] '
Liber
lucÌ8 mercuriorum eximii philosopbi Raymundi Lullii '.
Cfr. Mangetus, I, 824 p luli-

nae et olympiadis R di Lullii '. ire Palma con-
gelat '
— '
ut in palma '
5 85 r -88 r '
I uaestiones inter
mundum el monachum uupei arte al chimica '.
|
'
Durn
Raymundua :
— '
cu i
'
'brisl vi
'
6) 90 r-102 r Appertorium abbrevi itura Raymundi Lullii

'
r r f
r
Sapientes dicunt inflamari 7) L03 -109 Magia '
'
1
untili magi stri Raymuudi Lullii

.li- Accipe nigrum '.
|
' ' —
f
quousque su tìfici at 9 I16 r -118 r Ars operativa B ' '
'
mundi Lulii Hoc opus supradictum est

'
'
'
ì
Il L21 r-127 Secri itorum Raymnndi Lulii
r
Re-
1
. |
'
cipe Cinamorai ligno -int 13) L38

r-140'
'
Opus '
'
'
ionia uaturae bumanae et metallica

i
A .
r
55 r - 160
:
materiam Luis et bono 5 ' >pu I I

' *
pertum parisiis et ab ipsomel philosopho corniti contigiano

ibitum. Anno domini 1540'. |
'Accipe ara
1
—
return phi osopborura
'
17; I69 -174 r '

De tribus
ignibi - philosophorum '.
J
r
Quia secuudum '
— '
potesl fieri
v
L75 r -179
'
in eo f
0] simae nobilitati
grandissimae utilitatis ad album A ,
Recipe primo
'
' —
'
Vale Di 20) I85 r -193' '
Honorii Papae de la-
pide animali \ '

Ad honorem prò -- '
in bonum '
208 r -210
22 '
Dieta domini Rauerii Angli de lapide
philosopborum '. I
'
Dicil quod subiecturn qu in ' — '
:
23 21 I
r
-2] 1 Dieta domini Renati *.
' D '
dominus Ren it
r
24) 218 -220 Opua r
lapidia animalis '. ' Recipe uobiliorem donec '

— '
I
retur
\.„.. II.
A Ichemycornra bractal lui ni collect 1 L

r
-115 '
Li-
ber de magni lapidis itione, seu operatione qui
ilchimiae seu alchimistarnm uuncupatur. Cfr. /
12, a
DK1 1 A B1BL. IMYKUS. l'i liil
tram ch«mìcum }
voi. III. p. 1 - •_'
122 -r_'(> '
Epi-
stola Georgi] Riplay ad Regem Edoardum '.
Bouo-
rande res — f
sit honor et gloria
"
l'J0
r
-17 2 - r
orgii Riplaei in suum V2 por tarara libroni pi
gas '.
Cfr. Maugetas, Bibliotèca chem.., [I, 276
11. Philoroium AJchimistarum Georgii Riplaj
'
Postquam ego -- in aeternum deus '

5 I91 r-206 r ' '
Mednlla philosophiae Giorgio Ripla Angle Canon, au-

thore '
[Cfr, Opuseula quaedat* chimica ».ì. Riplei, [Tran-

oofurti, L614, ;
- 212' '
Papilla alchi-
miae Georgii Riplay
'
'. 'Tu primis intellige ' — '
in saecula
1
sempiterna i 217 '
Tractatus de terra terrarum
Georgii Ripley ". \ eritas de terra erta esl '
— '
foliati
'.
e reati e
sec. \\. voli. "J. in-S. log. iu polio.
143 [110).
1 l
-'
Speoulum artìs natnralis '. r
Ut ad rerum " —
*
Explicit liber Saturni de ocoultis naturao 2 647-77

'Sarno philosophus. Lilìum intelligentiae philosophorum \
Ail compositìonem '
— '
vitam aeternara consequi
3 8] Diva ego sam Phenix '. '
Profecto foret * —
r
beatus et t'olix
'
4) L01 -118 r '
A.lphidius philosophus.
De lapide philosophorum '. Incipit liber A.lphidii '
' —
'
Deo concedente L21" Eortus divitìarum sapien-

soientia .[nani scribere '
'
per 1
Ohristum D. X. amen *
Cart., sec \>1. min. I8fi < 126, dì carte 250 u.. leg. in perg.
144 111. Busta l .
1 Oianus Petrus Maria Ti s de s jismo '. Ad .

'
usuin Bartholomei Aldrevainli '. Logica considerai '
'
amie 1691, die tante Tetro M.* Ziano, soribente Bartolomeo
'
\ldre\andis 2 Mentis intellectiones atque sen- '
sationes quas publice examinandus proponit B, A. Bar-

lomaeus Aldrovandus sedi sapientiae sacrat rsus
'
philosophious disputationi exposil e Bartholomaeo \
\ \ i. u
162 CODICI LATINI
dovrando in Accademia anni 1698' 4)

f
De finibus
1
5) '
Praecepta logicai ia arbem bene cogitandi expo-
:
nentia
'
6) Logica f
7) /Conclusioni filosofiche di
Gio. Francesco Erri ed altri scritti dell' Aldrovandi :

'
l >c
Dei essentia (Raymundi Lulli Enciclopédia

') 8)
9) Logica
c
seu Regimen intellectus ad usura Bartholomaei
de Aldrovandis 10) De Metaphisica Entis existentis '
f
11) De Entis conceptu f

12) De subsistentia ' f
Entis 13) De imitate Entis existentis '.

' f
Busta, contenente 24 opuscoli, in parte autografi di Bartolomeo

Aldrovandi, sec. XVII.
145
Busta II). (111,
1) Ds physica praemotione '. Fase. 5
r
2) Metaphysicae
tractatus ad usum Bartholomaei Aldrovandi.
f
Tractatus J
metaphysicus brevi claroque ordine concinnatus iuxta re-

centiornm placita a Rev. P. Magistro Aloysio Sabatini M. 0.
in liononiensi x^.vchigymnasio publico Metaphysicae Lectore'
Barometri mutationes, ad usum Bartholomaei de
3)
f
Aldrovandis 4) Disputatio de motti, ad usum Bartho-

'
f
lomaei de Aldrovandis 5) De artibus humanis, ad ' f
usum Bartholomaei Aldrovandi 6) Ani mastica D. D. ' f
A. P. L. M. 7) Tractatus de anima, seu de corpore

'
f
animato '
8)
f
Physica '.
Busta contenente 12 opuscoli, in parte autogr. dell'Aldrovandi.
Sec XVII e XVIII.
146 (111, Busta III).
1) 'Geometria,' 2)
r
Trigonometria '
3) 'Media-
'
f f
nica 4)
f
Analytica '
5) Optices '
6) Sectio-
'
nes conicae '

7)
f
Meteorologia 8)
f
De coelo et
mundo '
9)
'
Tractatus de systemate codesti iuxta receu-
tiorum observationes elaboratns a Bartholomaeo Aldro-
vandi . . . anno salutis 1708 '.
Busta contenente 32 opuscoli, autogr. dell'Aldrovandi. sec. XVIII.

DELLA BIBL. UNIVKRS. DI BOLOGNA. 16o
147 (111, Busta IV).

1)
f
Revolutiones morales De gratia 8) Tra- '
2)
c
'
r
ctatus de providentia Dei, ad usum Bartholomaei Aldro-

'
vandi 4) Tractatus de Christianismo, ad usum Bar-
f
tholomaei Aldrovandi 5) De Deo, ad usum Bartholomaei

f
'
Aldrovandi 6) De sacramentis 7) In Triden-

f ' f
tinum Coucilium 8) De speciebus eucharisticis, ad

' f
usum Bartholomaei Aldrovandi 9) De Trinitate ' f '
10) De divino amore f

11) De contemplatione
' f
'
Busta contenente 22 opuscoli, autogr. dell'Aldrovandi, sec. XVIII.
148Busta V). (111,

1) Bartholomaeus Aldrovandus. Cursus medicus
f
2) De '
c
virtutibus in genere 3) Annotationes qnae fiunt dum ' f
meditatur sapientissimus Malebranchius 4) De vir- ' f
' f
tutibus 5) Tractatus de contractibus '
Busta contenente un voi. e 10 opuscoli, autogr. dell'Aldrovandi,

sec. XTIII.
149 (118).
f
Ad clarissimum Principerei Iohannem Bentivolum II de
Aragonia virtutis et potentiae Io. Baptistae Campanatii Di-
sputatio '-
|
f
Apud maiores nostros ' — c
melius sperare
subeant '
Cart., sec. XVIII, di carte 4 n. n., prov. da Ubaldo Zanetti.
150 (119).
f
1) Privilegium Teodosii II Imp. prò erectione Studii ge-
neralisBononiae '. Copia del sec. XIV, prov.: Ex Bi- f
blioteca I. I. Amadei 2) (Altra copia, membr., del

'
sec. XIV, incollata su tela) 3) (Altra copia, cart., del

sec XVI) Gaspari Mariani de Varrano Lenzi Re-
4)
f
sponsum viro Batavo, circa ea quae Bononiae de studiis

praecipue notabilia sunt '. (Bononiae, XIII Kal. Febr., 1719)
Adnotata quaedam de Theodosiana Bononiensis
5)
f
Academiae origine ac de viris illustribus qui in ea docue-

f
runt 6) Consilium populi et massae populi civitatis
'
k;| codici latini
Bononiae prò reoonciliatione Studii scholarium diobae ci-
vitatis. Die XI Madii MCCOXX1 '. Cfr. Giorn. stor. d.
Arch. tose. V, 237-47, 309-33] 7)

f
Eugenii IV I'. SI.
Bulla qua datium mercantiae civitatis Bononiae assignat

prò solutione stipendiorum Doctoribus in eadem civitate
legentibus. Dat. Bononiae, 1 nov. 1433 8) Nicolai V ' f
P. M. Bulla prò taxatioue stipendii Uoctornm Bouoiiiae

legentium ac prò eorumdem conductione. Dat. Bomae,
IX Kal. Maii 1448 9) Nicolai V Bulla qua nume-
' f
rum Doctorum Bononiae legentium decernit eisque rubri-

cas legendas assignat. Dat. Fabriani, Kal. Augusti 1450
'
10) Rotulus Studii Bononiensis de anno 1457 Menila'.,

f '
orig., prov.:
f
Ex Biblioth. I. I. Amadei '
11)
f
Pauli II
P. M. Bulla qua Thesaurario suo in civitate Bononiae di-
ligentiam, fidelitatem atque expensarum moderameli et.
promptam ex redditibus Gabellae aliisque stipendiorum so-
lutionem Doctoribus in G-ymnasio docentibus. Dat. Romae,
Iulii II P. M. Bulla qua
'
prid. Id. Martii 1465 12) '
prò magis prompta solutione stipendiorum Doctoribus in

Bononiensi Gymnasio legentibus administrationem datii ra- <
bellae Grossae nuncupati Collegio tam iuristarum qua ni

artistarum concedit. Dat. Romae, VII Id. lanuarii 1509
Litterae testimoniales datae a notario publico
13)
f
archivista quod in rotulis Doctorum Artistarum qui Bono-

niae pubi ice in Gymnasio docuerunt ab anno 141)8 ad 1691
duo tantum inveniuntur ex ordine Praedicatorum. 1693
14) Excerpta criticarum observationum ad historiara
r
Bononiensis Gymnasii, quam scripsit Co. Alexander For-

maliari L5) Catalogus eornm qui in Bononiensi Gy-
'
r
mnasio publice docuerunt ex rerum Bononiensium scripto-

ribus typis impressis excerptus atque alpbabetico ordine
digestus '.
Basta di 34 opuscoli di formato e tempo diverso, <-<»l titolo:

'
Monumeuta ad historiam Gymnasii'.
151 (128).
f
[oannis Baptistae Coccini Veneti Sanar Etotae Decani

Glossemata ad Bullara S. D. N. Gregorii XV P. M. de eie-
DELLA BIBL. UNIVBRS. DI BOLOGNA. L65
ctione Eom. Pont, ad 111. et Rev. Principem D. Lodovici! in

Card. Ludovisium S. B,. E. Vicecancellarium '.
Cart., scc. XVIII, di pp. 757 n.. più 45 n. n., leg. in perg., prov.
152 (129).
f
Iohannis de Friburgo Theutonici de Ordine predicatorutn
' r f
opuscula theologico moralia r
1) l -30 Incipit confes-
sionale fratris Iohannis theutonici de ordine predicatorum
prò rudibus '.
|
r
Simpliciores et minus expertos ' — f
Ihesu
redemptor Incipit speculum mun-
'
r r f
Gliriste 2) 33 -52
dicie cordis et pure confessioni* piene docens confìteri '.
—
|
v
f
Quia fundaraentum universitas vitioruin 3) 52 -64
r '
f
'
c
Confessio et informatio cuiuslibet peccatori confìteri vo-
lenti* '.
|
f
Quiiibet peccator ' — :
cognoscere gravitatem '
v
4) 77 -79 r
f
Tabula de titulis quinque librorura de-
cretalium per alphabetum ordinata '
Accusationibus
.
|
' ' —
f
De sismaticis 5) 80 -135
' r r c
Informatorius simplicium
sacerdotum in cura animar um '.
|
Cura in arte natura-
f
li* ' — f
eorum orationibus '
6) 136 r
-201 r Tractatus f
de usuris Alexandria ord. min. '.

|
f
Utrum sine sedis apo-
stolico licentia ' — f
ut sunt mendacia '
7) 83 r -4 1' r
Ver-
sus ortographie de compositis '
.
|
c
Cor fragrans ' — r
et
v f
expuit expes '
8) 85 -88 r
Auctoritates Boetii '.
|
r
Si
operam medicantis ' — f
iniuriam88 r -93 r Quedam '
9)
f
verba notabilia fratris Iacobi de Tuderto Ego exa- '

.
|
f
mino me ipsum ' — f

transformationem in deum '
10) 93
r
Verba fratris r
Iohannis de lavernia de gradibus
anime per quos potest perfecte ascendere in deum '.
—
|
f
Primus status ad revelationem '
f '
11) 93 '-108 v
f
Tempora quibus Beatus pater noster sanctus Franciscus
incipitordinem minorimi fratrum. ordinem sancte dare,
ordinem penitentum et obitus et canonizationis ipsius '.
—
|
Anno domini MCCCVIJ in egressu suo. Amen '.

f f
'
Cari., scc. XIV. min. 205 X. 136, di earte 231 n. L-201, S2-109,
a 2 col., leg. mezza perg., prov.: '
Ex Bibliotheca fratrum S. Pauli
in Monte '.
166 I ODICI LATINI
153 (130).
Hec quedam conclusiones sunt et correlarla circa ma-
f
J)
teriam obedientiae elicita ex dictis sacrorum theologorum.

Bona[vemtura]. Alexander de Alexandria. Sancti Thomae et
Ricar. approbata consiliis multorum magistrorum et docto-
rum iuris civilis et canonici Religiosi quicumque
'
.
|
r
' —
f
et probitatera partem '
2)
:
Infrascripte sunt ordina-
tiones familiae factae in diversis congregationibus : vide-
licet Romae, Assisi i, Aquilae, Bononiae. Iterum secundo
Romae et iterum Assisii et Ausimi simul in unum reducte
in generali congregatione apud Ausimum celebrata anno
domini M CCCC LX1 die VJ Maii ».
|
«
Primo quod nul-
lus ' — f
octavam resurrectionis '
3)
f
Incipit tractatns
de modis significandi, qui dicitur grammatica speculatia et
artificialia '. Ut dicit philosophus figura prima
|
f
' — f
casus 4)
'
Incipit quidam tractatus de ortographia ut f
recte sciamus scribere '.

j
f
Utile est autem '
— f
gravatur '
.
Cart. e raenibr., sec. XVI, tnm. 135 X 100, leg. mezza pelle,
a
prov. :
'
Ex Biblioth. fratrum S. l'auli in Monte '. A piò della l carta r
è notato: '
Iste liber est ad usura fratris Ioannis Piacentini de Ce-
reolis, quem ipse propria maini scripsit anno domini 1501 mensis
Iulii'.
154 (132).
v f
1 l'-20 '
Introductorium Alchabitii '. Postulata a do- |
mino ' — f
interpretatus a Iohanne hispa. r
2) 21 -27
r '
f
Theoricha planetarum '.
|
r
Circulus eccentricus ' — f
majo-
ris quantitatis '
3) 27 -28 r
motuum
r f
Theoricha beatitu-
dinis planetarum '.
|
'
Theoricam motuum — '
f
ibi est
v f
luna verissime '
4) 28 -31 r Liber de prenosticatione
sive prescientia dispositionis temporum '
. |
Ad prenotan-
dam ' — 31 -40 f
Liber pulceri-
deputati sunt '
5)
v v f
raus philosophie naturalis Incipiam et dicam sa- '

.
j
f
' — r
r
piens et sublimis (!) 41 r -74 r Theorica planetarum '
magistri Campanii quam misit ad dominimi papam Urba-

num '.
|
Olementissimo patri
f
'
— r
supra dictum est
'
v
7) 74 -80 r Liber cursus lune f
'.
|
r
Quicumque cur-
sum lune ' — f
miliaris in terra '
8) 81 r-93
v f
Liber
DKLLA B1BL. UNIVKHS. DI BOLOGNA. 1G7
Alfragaui '.
|
f
Differentia prima' — (Mutilo in fine)
v f
9) 98 r -119 Tractatus astrolabii ' -- (Mutilo in princ). I
'
a cuspide ' — f
ad totani planitiem '
10) L20 r -122 r
f
Tra-
ctatus quadranti» '
.
f
Greometrie due sunt species ' —
f
r v f
oompositio quadrantis '
11) 123 -126 Tabulae solis '. I
r
Scito de compositione '
— f
0. 23. 33 '
127 r -133 r
r
In-
cipit algorismus '
.
j
f
Omnia que ' — '
quam tubicis
'
13) 133 '"- IIP r

Tractatus de spera Iohannis de Sacrobosco '
.
—
j
f f v
Tractatus de spera '
cito dissolvere '
14) 142 -149 r
f
Calendarium fratria Fuci de Ferrarla '.
Membr., sec. XIV, mm. 235X172, di carte 112 u. più 7 n. n.,

cou lettere iniziali miniate, prov.: '
Ex Bibliotheca Iohaunis Garzoni
Bonon. '
155 (138).
r
De Vaticanae antiquissima et nova structura
Basilicae
Tiberii Alpharani Hieracen. cum catalogo rerum celebriuin
ut facile quisque per elementa alphabetica et numeros
omnia dignoscere possit ; collect. anno MDLXXVIJ '.
Cart., iu fol.. sec. XVIII, di carte 70 -|- 8 u., leg. in perg., prov.
156 (140).
1)
r
Descriptio rerum omnium nuuc existentiuin in Mu-
f
saeo heredum q. D. Peregrini de Zanonis '. (1701) 2) Io-
annis Iacobi Amadei adnotata de lapide Bononiensi '
Iacobi Amadei Methodicum Apographe eorum quae

r
3) Io.
sub maritima ac vegetabili

triplici classe fossili, scilicet,
Hieronymi Donduzzi Bonon. naturae Cimeliarchium exor-
navit '. ilvl 9-1720).
Cart., in fol., sec. XVIII, in parte autogr.
157 (141).
1)
r
Io. Iacobi Amadei placitum habitum in congregatione
Societatis SS. Sacramenti in ecclesia S. Mariae de Masca-

Quod francationes fieri deberent eadem qualitate ino-
rella.
netarum quae erat de tempore contractus Lucii

'
'2 >
'
168 CODICI LATINI
Marescotti resti-ictus iuris sive supplex libellus ad Card.

Bononiae Legatum ut Senatus Bononiae solvat fructus
creditoribus Montis Innocenti novi reformati cum Dupla
Gallica '.
Busta contenente 17 opuscoli volgari e latini, prov. in parte

dal Canon. Ainadei.
158 (142).
(Romolo Amaseo. Lettere a varii, parte latine, parte vol-
gari dall'a. 1535 al 1540>.
Cart., nim, 212 X 155, sec. XVI, ni carte il n. a., originale, log.
in pelle, prov. dal Canon. Gio. Ciac. Arnadei.
159 (144).
'
S. Ambrosii Mediolanensis Archiepiscopi. De Officiis libri
tres. De poenitentia libri duo Cfr. S. Ambrosii, Opera '
.
omnia, Venetiis, 1751, T. III).
Membr., mm. 367 < 1<S0, sec. XV, di carte 169 n. n., con lettere
iuiz. miniate, leg. in perg. prov. da Papa Benedetto XIV.
160 (146).
r
Theodori Amidenii Elogia summorum Pontificii ni et S. R.
E. Cardinalium suo aevo defunctorum ad Philippum ni-
pote m '.
Cart., mm. 260 X 180, sec. XVIII, di pp. il!) n., leg. in perg.
161 (147).
1) l-6 r
f
Tractatus de arte numerandi et proporti onibus '
.
—
|
f
Unitas est principium '
c
ad sextnm limitem et ultra
f
2) 1 1
'"-
1 02 r [Suraraa] artis notarie Magistri Rolan-
dini Passagerii '. <Cfr. Rolandini Passagerii, Summa artis
notariae. Venetiis, 1512, in fol.).
Membr., sec. XIV. mm. 264 X 181, di carte 110 n. n., con let-
tere iuiz. miniate, leg. mezza pollo, prov.: '

Ex Bibliotbeca lacobi
Biancani Bonon. '.
162 (150).
'
Auastasii Bibliothecarii Historia Ecclesiastica '. Cfr. A na-
stasii Bibliothecarii, Hist. Eccles., Parisiis, Typ. R., L649,
in fol.>.
Cart., scc. XVII, min. ooO X 2o5, leg. in perg.
163 (152).
1)
f
Testamentum III. et Rev. D. Card. Poggii Bonon.
Anno 1554'. (11 sett. 1554) 2)
f "
Testamenti! m D. Ab-
f
batis Hippoliti Fornasari '. (8 apr. 1680) 3) Copia
'.
testamenti oliai Magnifici D. Francisci Tarlati de Pepolis
(20 ott. 1330).
Cart., misceli., set*. XYIII, prov. da Ubaldo Zanetti.
164 (153).
v
1) l'-32
f
Incipit liber cyrurgie equorum compositns ex
diversis libris '.
j
:
Quoniam inter cetera ' — f
in locis
predictis '.
|
f
Explicit liber de arte merescalcie equorum
compositns per magistrum Rucum egregium merescalcum
domicellum reverendi patris domini Neapoleonis sancti
v
Adriani dyaconi cardinalis 2) 33'-49 Liber Moamyn ' f
falconarli. De scientia venandi per aves et quadrupedes

ut solacium habeatur '.
|
f
Reges pluribus delectatioui-
bus ' — f
ranis et sanabitur '
3) 53 r -56 r
f
Incipit tra-
ctatus Algorismi secuudum magistrum Iohaunem de Sacro-

bosco '. <Cfr. Io. de Sacrobosco, S/'haera emendata., Antuer-
v f
piae, 1573, pp. 241-256) 56 -48 r Incipiunt cautele 4)
algorismi '
|
f
Incipiunt cautele algorismi Tu habes. 12. '.
j
f
panes ' — f
sed inequale 5) 59'-67 r
Incipit speculi! ni
'
f
maius sacre artis alchymie Ad laudem beatissime Vir- '.

|
(
ginis, etc. Et quia necesse est ac penitus denegatum ' — f '
v v
Incipit speculum alkimie minus editus a
f
6) 67 -70
fratre Simeone de Colonia Multipharie hec est '.
|
' ' — f
figura 7)
'
71 r
-74 r
Incipit perfectum magisterium et f
gaudium magistri Arnaldi de Villanova Cfr. Mangetus, '.
v
Incipit opus leonis '.
f r
r
Bibl. chem., I, 67 8) 74 -75
(
.) In |
magna quantitate ' — f

et gaude cum eo '
9) 75 -6
v r :
Tn-
ITO i
ODICI I. \ TINI
cipit opus solia magistri Arnaldi de Vii Innova '.

|
r
Ae-
parie m atr amenta
'
cipe mercuri puri '
' dissolve
v
10) Opus maius quod edidit Alfonsus de Innia'.
76 -78 r '
|
Quod amorera vestri domine' ad invenisse letabi- — '
tur
'
lì) 79
f
Scito, fili, quod in hoc libro ' — 'ta-
v
tuili magisterium '
12) 80 -82
r r
Absque titilli absolute.

Et est opus peregrinimi '.
|
'
<
v»ui creavit omnia '.
|
'
in
12) 83 r-90 r Incipit Semita bene detecta

' f
ista arte '.
—
|
v v
f
Nunc pater '
r
similes illis '
13) 90 -99 f
Hic in-
cipit liber eximii doctoris Raymundi Lulii de compositioin-

lapidum preciosorum que via artis Alkiinie '. Cfr. Mange-
r r
tus. Bill, rhem, I, 780> 14) 101 -118
r
Liber charitatis
alkimie Geberi philosophi '.
j
f
Incipit liber '
— f
dei adiu-
v v r
toris '
15) 118 -120 Incipit epistola accurtationis 1 a j >
i
dis Magistri Raymundi 863 Lulii '. Cfr. Mangetus, I,
121 r-124 r
f
L6) Incipit disputatio Scoti super arte alkimie '.
—
|
v v
'Queritur utrum '
f
solis et lune '
17) 124 -125
r
Liber
angelicus '.
|
f
Incipit liber angelicus revelatus '
— '
ipsmn
r f
18) 126 -127
r
fìliisadde' Incipit rosa novella magistri
Arnaldi Divina potentia
'.
|
f
melius operatili" '
— f '
v
r f
19) 127 -128 Incipit secretum magistri Arnaldi Accipe '.
j
:
in dei nomine ' — f

cu nota creavit '
20) 128 -135
v r f
Epistola
prima et secunda Raymundi de terminis molitis et super la-
f
pide philosophico et practica dictarum epistolarum Uni- '.
|
versis et singulis perf'ecta medicina' 21) 135

v
-143 v ' — r
r
Incipit sanctus Asrop sive senox meridianus ad '.
j
'
I t
perfectam scientiam dat sapientiam sapientibus '

— f '
v
22) 144 r -147
f
Incipit lumen luminum minus Dedali phy-
losophi in arte lapidis '.
Cura rimarer! omnibus f
' — f
v
hominibns 23) 147 -159 r Incipit
' '
liber secretorum de
voce Bubacari magi etfilii gerecti arabi '.
|
r
Liber iste ' —
f
cum spiri tibus '.
Membr., palinsesto, sec. XIV, nini. 260X180, ili carte 161 n.,
con lettere iniziali miniate, le^. mezza pelle, prov. Ex Biblioth. :
'
Comitura Caprara '
165 .159).
Fr. Antonii Andreae Ord. Min. Provinciae Aragoniae
DELLA B1BL. UN1VERS. DI BOLOGNA. 171
Commentarli in Metaphisicam Aristotelis '. Cf'r. Andreas

Antonius, Quaestiones super XII libò. Metaphysicae Aristo-
telis, s. 1., a. e t. (sec. XV)>.
Cart., sec. XV (1464), mm. 334 X 232, di carte 98 n. |

6 n. n..
a 2 col. In fine: mei magistri Io. Garzonis de Aretio

'
Iste liber est
i|uem emi a M.° Iacobo de Fussanico magistro theologiae ord. min.
rlorenis duobns larg. die 4 Ianuarii 1408 Ferrariae '.
166 (172).
Ariosti Alessandro. Enchiridion seu interrogatoria in con-
r
fessorum prò animarum cnranda salute '. (Cf'r. le ediz. di

Venezia, 1512; Parisiis, 1520; Lugduui, L523; Brixiae, 1579>.
Cart., sec. XV, mm. 170 < 112, di carte 142 n., leg. m. pelle,
prov. :
r
Ex Biblioth. fratr. S. Pauli in Munte '.
167 (174).
Aristotelis Stagyritae peripatetici philosophorum prin-
f
1)
cipis. Liber primus incipit Metaphisicae '.

Bessarione Card.
Niceno interprete. Cfr. Aristotelis, Opera, Basileae, 1542,
r
T. Ili, p. 411 e sgg. 2) Aristotelis Stagyritae . . .
Liber primus incipit phisicorum in quo traduntur omnia

comunia pkilosophiae naturalis principia Quoniam '.
|
f
quid intelligere ' — f

qui sit benedictus in secula seculo-
rum '
3) '
Aristotelis Stagyritae . . . Liber primus in-
cipit coeli et mundi '.

|
r
De natura scientia '
— '
sit nobis
hoc modo '
4)
f
Aristotelis Stagyritae . . Liber primus
.
incipit generationis et corruptionis '.

|
'
De generatione
autem non esse 5) '
—
Aristotelis Stagyritae
r ' f
. . .
Liber primus incipit Metherologicorum De primis '.

|
f
quid igitur causis naturae et alia talia 6) Ari- ' — f '

'
stotelis Stagyritae Liber primus incipit de anima . . .

'.
—
[
f
Bonorum honorabilium '
c
aliquid alteri
'
7)
f
Ari-
stotelis Stagyritae . . . Liber incipit de sensu et sensato '.
—
|
Quoniam autem de anima '

f
et somno et vigilia
'
8)
f
Aristotelis Stagyritae . . . Liber incipit de memoria et
reminiscentia'. |
f
De memoria autem et memorari ' — f
cau-
sam dictum Aristotelis Stagyritae... Liber
'
est 9)
'
incipit de causa motus animalium '. — r

De motu autem
172 conici LATINI
eo ' — r
generaticele (licere
LO) Aristotelis Stagyri-
'
'
tae . . . Liber incipit de eansis longitudinis et brevitatis vi-

tae ' — f
De eo autem quoti est ' —
De animalibus me-
f
thodus '
11) '
Aristotelis Stagyritae... Liber incipit
de iuveutute et senectute '.
|
f
De iuventute autem et se-
uectute ' — f
ratioueni magis
'
12)
f
Aristotelis Stagy-
ritae .. . Liber primis incipit de somno et vigilia '.
j
:
De
somno autem et vigilia '
r
divinatione dictum est '
Aristotelis Stagyritae ... Liber incipit de respi-

r
13)
ratone et expiratione '.
|
f
De respiratione enim '
— f
di-
ctum est de omnibus '
14)
f
Aristotelis Stagyritae . . .
Liber incipit de progressi! animalium De partibus au- '.

j
f
tem opportunis de anima contemplari ' — f

'.
Cart., sec. XY, mm. 198 298, di carte 290 u. n., di cui le ul- X
time 10 sono bianche, con lettere iniziali a colori e oro e fregio ini-
zialo miniato. Prov. da Gasparo Codebò e poscia dal Co. e Son. Gio-
vanni Fantuzzi (1701).
168 (180).
v f
(Tractatus Alclrimiae) 1) 5 r-ll Liber de pratiqua
aquarum Koris madii datum Pape Bonifacio VII J a domino
Iohanne filio sororis carnalis dicti domini Pape Cuni '.
|
f
animadverterem in secula seculonim

v
2) 13 -l V ' — f '
Qui fuerunt primi inventores huius artis Inventiti '.

j
f
autem continetur, etc.

'
— 3) 15'-2
r
Incipit liber
'
1
x
'
magistri Iacobi de Senis sub trinitate trinm verborum el

sub verbis lapidis preciose Hic liber est perci- '.
j
f
' — f
v f
pere ratione 4) 25 r -44 Liber seu tractatus Ioliannis '
Conditoris Reverende in Christi pater '. ad pie

|
f
' — '
sens sufficiant 5) 45 r -49 r Liber Hermetis philosoplii '

r
triplex <Cfr. Mangetus, Bibl. chem. I, 40]

'. 6)50' :>.V
f
Vera recepta ad congelandum el fixandum Mercurium in
lunam et ad transmutandum omnia metalla in veram lu-
nam Prima vocatur
'.
|
in omnibus proprietatibus
f
' — r
Incipit conclusici summaria valde utilis ad

f
7) 56 r-60 r
intelligentiam testamenti, codicilli et aliorum nostrorum
librorum Aqua vero nostra quod est vera
'.
j
" ' — '
8) 61 r -69 ]
Incipit libellus seu Tractatus Morieni pliilo-
DELLA BIBL. UNIVBRS. DI BOLOGNA. 17H
sophi '.
|
'
Omòriene primuln ' — c
purissiinum oonverfcetur '
v
9) 73 r-130
f
Incipit Summa Greberi philosophi per-
fectionis magisterii '. (Cfr. Mangetus, Bibl. chem. I, 519)
v
Incipit Speculimi alkimie raagistri Ar-
r
10) 132 r -137
naldi de Villa nova '. (Cfr. Op. cit., I, 687) 11) 138 v -146 v
f
Incipit exposicio Summe Geberi secundum Andomarura
philosoplium '.
j
r
Fuit vir unus ' — f
sic in textu '
f
12) 147 -171 r r Liber qui pars textus alkimie nimcupatur '.
—
|
in isto seculo et in alio, amen

f f
Scias, fili karissime '
'
173 r -183
13) Epistola quedam per quondam Pari- 1- f
siensem missa responsiva super scientiam alkimie maioris '.

—
j
f
Domine ini '
f
quousque sufficiant
'
14) 184 r -190 r

r
Raymundi Lulli de compositione
Practica Magistri lapidis
philosophorum Opus namque margaritarum '.
|
f
' — f
per
omnia secula seculorum. amen '.
Cart., sec. XT, mm. 135X190, di carte 211 u., leg. in mezza
pelle, prov. :
'
Ex Biblioth. Comitum Caprai-a '
169 (181).
f
Opuscula alckemica '
1) <
r
Raymundus Lullus. De con-
sideratione quintae essentiae ') . |
f
Prima figura ' — f
tran-
sformatio '
2) <Einsd. operis liber III/. |
f
Linee que
veniunt ' — f
utilitate christianorum '
3)
r
Questiones
arboris philosophalis '.
|
f
Et in ista parte ' — f
ut in pau-
lina '
4)
r
Incipiunt questiones disputate per monachum
per Raymundum '.
j
f
[ ]um Raymundus '

— f
suppositio
r
et falsa '
5) Incipit liber Ortkolani [)hilosophi de la-
pidis philosophici compositione '.
|
f
Inter philosophos ' —
f
f
benedictum in eternum 6) Epistola magistri Ar- '
naldi de Villa nova ad magistrum Iacobum de Tholeto '.

|
f
Magister Iacobi potuerint invenire 7) Lapi- ' — c
'
f
darius Raymundi Lulli Dieu en vertu iustum '.

[
:
' — '
ab iniusto 8) Practica magistri Raymundi de com-

'
f
positione lapidis philosophorum nec non lapidum precio-

sorum per principia lapidis vegetabilis <Cfr. Mangetus, '.
f
Bibl. chem. I, 780/ 9) Incipit practica que dicitnr se-
cunda pars secunde partis appertorii Tu in virtute '.
j
f
' —
174 CODICI LATINI
:
'
opere allegati '
10) Extracturo de .">." libro nostre
quinte essentie '.
j
f
Completa prima liquefactione ocani ' — f
metallo melius '

11» Etaimundi Lulli Magia naturalis '.
j
f
Incipit compendili m artis naturalis ' — f
in hac arte
'
Arnaldus de Villanova. Tractatus qui dici tur per-

12)
f
fectum magisterium Venerande pater anno ab '.

|
f
' — :
incarnatione M°.CC°.XVI. Deo gratias

' f
13) Questiones
facte a reverendo Archiepiscopo Remensi ad predictum
magistrum Primo queritur diligens investigator
'.
|
f
'
— r '
14) Apertorium abreviatorium

f
Raymundi Lulij '.
|
f
Sapientes dicunt ' — f
quare in testamento etc. '.
Cart., sec. XV, mm. 200 X 150, di pp. 179 n. ; leg. ia perg., prov. :
'
Ex Bibliotheca Comitum Caprara '.
170 (182).
v
f
Zibaldone. 1438
'
1) l r -12 Formularium variarum
epistolaruni/. Vi sono alcune lettere indirizzate al Comune di
Firenze, ai Marchese d'Este,
Lucchesi, a Pietro Gambacorti, al
a Lodovico e Lippo Alidosi, a Manfredo di Chiaramonte, a

Benedetto Accia iuoli, al Doge di Venezia
f
2) 13 r Oratio
Alexandri ad exercitum suum '
.
|
f
Non ignoro, milites ' —
v
f
perducitur omnia (Mutila) 3) 13 Ephitaphium '
. . .
r
Hectoris Defensor patrie iuvenum

'
.
fortissimus
j
f
Hector :
—
T
Conclidit et moriens hic
f
tumulavit humi 4) 14 r -20
'
Dieta Terentiana \
f
A non fare troppo una cosa l'è |
f
molto utille ' — f

Acersor idest vocor '
(Iat.-ital.)
v
5) Mafei Vegii Laudensis de virtute Agnusdei schulti
20 f
donati a Summo Pontifìce '.

c
in cera alba Salve nostra |
salus, agnus mitissime, salve magni salve mistica ' — f
Oratio Demostenis ad Alexandrum '.

r
forma dei 6) 21 r '
—
j
Nichil habet rex Alexander

f
cum hec feceris conse- '
f
v
Oratio Legatorum Scytharum ad
' f
cuturus es 7) 21
Regem Alexandrum '. Si dii habitum corporis tui |
r
' —
v
f
velis esse considera Hec Barbarus 8) 22 De- '
.
j
c ' r
mostenes orator apud populum Atheniensem Apud '

. |
r
vos in questione ne similes simus Tebanis ' — r '
v
9) 23 Epistola Regis Caroli ad Regem diffidando Ara-
f
DRLLA BIBL. ITNIVERS. DI BOLOGNA. 175
r
gonensem consideratone
'
.
j
exer- f
Si de sane mentis '
v f
oitus absentare 10)24 r -27 Responsiva ad epistolam '
suprasoriptam '. formose pulchritudinis etf'ectua- |

r
' — f
v v
11) 27 -28
c
liter orbis terre Oratio Alexandri ad '
exercitum suum Non ignoro millites locum in- '

. |
r
' — f
veniam Die a Octobris 1438 discesi a Monteflascone

'
.
|
r
XXV
' f
et accessi Bononiam sive Ferrariam 12) 29 Oratio 1*
prò introitu Potestatis Senarum coram Dominis pronun-

tiata per Viearium eiusdem Potestatis Admiror pa- '
. |
f
riter et obstupeo summa pax et summa iustitia ' — f '
v
Io. Pa. [Johannes Papazzonius] «) ad S. ra Eu-
f
13) 29
genium quartum dei gratia sedis apostolico Papam oratio
(1436) '. Antea quam ad huius tui divini Pontifìcatus
|
f
' —
v
f
studio nostro attribuere 14) 30 Epithaphium Se- ' f
nece Cura labor meritum sumpti prò munere hono-

'
.
|
c
res '
.
j
c
Hamque animam
reddimus ossa tibi celo
'
v
15) 32 -33 Oratio in Bononiae laudem '.
r Maxima c
I
f
semper superioribns temporibus nisi civitas nostra ' — r '
v
16) 36 Filippus Maria Anglus Dux Mediolani etc. Do-
c
minis Sexdecim Reformatoribus Permoleste fertis '

.
|
f
' —
'
quamlibet instantiam. Dat. Mediolani, die XVIIJ Mar-
v
tii MCCCCXLI Per eumdem ad eosdem '. ' f
17) 36 |
f
Molesta et ingrata ad omnia vota vestra. Dat. Me- ' — f
diolani, die VIIIJ Iunii MCCCCXLI

1 f
18) 37^ Per
eumdem ad eosdem '.
|
c
Conqueror et doleo ' — f
et in
viam rectam et sanctam dirigere. Dat. Mediolani, die X Iu-
v
nii MCCCXLI 38 Beatissimo Patri et Cle. u, ° '
19)
!
Domino meo d. Eugenio quarto Filippus Maria etc. '. . . .
—
|
Acqoievistis petitioni meae ad queque vobis grata. '

r
Dat. Mediolani, die VI Augusti MCCCCXLI

"
'
20) 39 1
c
Oratio recitata per Iohannem de Papaconibus coram
M.° Domino Astorgio de Manfredis domino faventino in
civitate Faventie tunc potestatem et in fine eius offitii
ubi XVIII mensibus stetit et in restitutione sceptri '.

|
f
Etsi scio, Princeps inclite '
— r
Excellentie tue comendo
v
et offero. Dixi '
21) 39
(
Alia oratio per eundem re-
') Mauca uegli Scrittori holinjuesi del Fantuzzi.

I7fi CODICI LATINI
citata, post, restitutionem sceptri primo tamen recitatis his

versibus in ipsius sceptri consignatione el presentati one '.
|
:
Ecce rndeni Princeps qua me pretoris honore fare ' — r
cosa a quella gratissima 22) 41 r De Bononia qno ' r
modo antiquitus vocabatur Nicolaus Perotns •) Iohanni '

.
J
Gnidotto viro gravi atque praestanti salutem. Potes ex

hoc facere ' —
tractare ac flectere potes. Vale
f
23) 42
v
'
f
Iacobus Soldus Florentinus ad Iohannem Papaconum '. |
f
'
Tuo alto iugegno e in dicendo stile (terz.) 24) 44 Lit- ' 1'
tera transmissa per d. Ducem Pilippum lUariam Anglum etc.

f
Corniti Francisco Sfbrtie '
.
j
Multis efficacissimis ratio-
nibus ' — '
perficereque deberet. Dat. Mediolani, die X Ta-
nuarii MCCCCXL '

25) 49
v f
Festìvitates totius anni '.
|
f
Principio Iani fìt circumcisio Christi Ultima dat ' — c
Papam Silvestrum mensis et anni 26) 54 Fabria- '

1'
f
nensibus per Florentinos '

.
|
f
Amici karissimi, dolemus
quod cum sciamus ' — f
acqui rere libertatem. Dat. Flo-
' f
rentie, etc. 27) 54 Priores artium et Vexillifer iu- r
stitiae comunis Florentiae '. Serenissime atque in- |

f
vitissime princeps. Scimus inurbanum Vestre Se- ' — f
renitatis gratia continere. Dat. Florentiae, etc.
Littera transmissa Romanis per Florentinos'.

f
28) 36 1'
—
|
r
Incliti domini fratres honorandissimi.Excitaverunt nos'
29) 58 r
r
condictionibus invenire. Dat. Florentie, etc.'
f
Regi Francie per Florentinos Nuper in litteris '
.
|
r
' —
f
Felicium successuum incrementis. Dat. Florentie, etc.
30) 60 r Exortatio facta per ser Collutium cancellarinm
c
Florentinum per modani arenghe, sive sermonis de de-

fendendo civitatem Bononiae a Comite Virtù tu m
f
Re- '
. |
verendi domini in liac oppinioue concordant nos de- ' — f
prehendat 31) 66 r Regi Francie per Florentinos '.

' f
Oportet
f
nos sepius pulsare utilitatem omnium in- ' — f
v
Corniti Corado
' f
stituti. Dat. Florentie, etc. 32) 68
d'Alchibergh et Corniti Ugoni de Monteforti '. Quanta |
r
sit virtus vestra '

— c
possibile defuturum. Dat. Floren-
i) Cl'r. il Giorn. de' letterati. (Venezia 171:5. T. XIIK pp. 455-468

ove non è indicata questa orazione.
•29. 2. '9lK
f
tie, etc.
'
33) 69 r Epistola edita per Ianuenses tran-
smissa Duci Mediolani in revolatione eorum
f
'
. j
Scimus,
Illustrissime Princeps ' — f
vellit hic nobiscum. Dat. la-
v
mie, die decembris 1436XXXVIIJ 34) 70 Oratio ' f
ce
M. ac 111. domine Batiste sororis Comitis Urbini ad Im-
peratorem quando fuit in Urbino '. <Cfr. Mittarelli, Biblio-
theca coda. mss. Monasterli S. Michaelis prope Muranum,
Venetis, 1779, p. 701> 35) 72 1 "
f
Responsiva per Comune
Florentie Marchioni Estensi super notificationem mortis
ci.
Comittis Armaniaci '. Ex eodem fomite refferi- |

f
' — f
v
mus inpendia gratiarum. Dat., etc. 36) 72 Luchanis '
f
per Florentinos Non putet vestra dilectio ali- '

.
|
f
' — f
v f
quid cogitasse. Dat., etc. '
37) 72 Arnulfus Episcopus
Lexoniensis Roberto Linconensi Episcopo
:
'.
|
Litteras ve-
stre dilectionis '
— f
operis exhibitione concrepat. Va-
lete, etc. '
38) 73 r
c
Idem Egidio Rotomagensi Archi-
diachono '
. j
f
Epistolas que aliquando ' — (
reducat ad
formam. Dat., Idem ad Henricum
etc. '
39) 74 1 *
c
Pisa-
num '
.
|
f
Post discessum vestrum inveniant ' — r
equi-
v f
tatem. Dat., etc. Arnulfus Lexoniensis Epi- '
40) 74
scopus Alexandro pape de promotione sua et intrusione
Octaviani Benedictus deus vel mandatis audeat
'
. |
c
' — f
obviare 41) 75 r Rescriptum d. pape Alexandri

'
f
'
.
)
f
Litteras a tua nobis prudentia excomunicasse re- ' — '
cognoscas. Dat. Anagne, Kal. Aprilis 42) 77 r Ad H. ' f
Pisanum et Iohannem neapolitanum ac Iacintum Cardina-

les per Arnulfum '. Audita Sancte Romane Ecclesie |
f
' —
v f
f
totam impendere facultatem 43) 77 Arnulfus ad '
Danielem priorem Sancte Barbare Ad gerendam sol- '

.
|
f
licitudinem ab omni Ecclesiarum introytu submove-

' — f
mus '
44) 78 r Arnulfus ad G. Sanctimonialem '. Quo- f
|
f
tiens litteras tue devotionis ' — f

valeas integritatis offerre '
45) 79 r
r
Arenga domini Marci de Ca[netulis] in pre-
sentia d. Alexandri pape quinti prò Universitate Bono-
niae '
. |
f
Consuevere urbes per infinita secula bene- ' — f
dictus. Amen '. (Cfr. Fantnzzi, Scrittori bolognesi, III, 77-8>

v
Corniti Antonio de Urbino per Florentinos '.
f
80
46) |
f
Recepimus litteras vestras nullatenus incitetur. Dat. '
— f
di ital. di fllol. class. XVI. 12

178 CODICI LATINI
' f
Florentie, etc. 47) 81 ' Lictera directa per ser Co-
lntium cancellarium suo nomine domino Ubaldino Priori
Sancti Stefani '
(24 nov. 1389). <Cfr. Epistolario di Coluccio
v
Salutiti, a cura di F. Novati, IT, 217 48) 81 '
Epi-
taphium sepulture domini Lapi sepulti in urbe Ca- '. |
'
si iglionchiades hoc sera et postuma Lappi — Hunc Ubal- '

f
dinus constituit tumulum 49) 82 r 'Regia Yerusalem '
per Fior. Explicari non potest

'
|
cum honore no-
f
' — '
stro facere poterimus omictemus. Dat., etc. 50) 82 r Ei- ' '
dem Regine per Florentinos'. Si conaretur nostra |

f
devotio ' — '

in sue manus fortitudine videatis. Dat. Flo-
v
rentie, etc.
'
51) 83
f
Pape per Florentinos '
.
|
Quo-
tidie rerum effectibus '
— f
respectibus contentar^ Dat.
' v f
Florentie, etc. 52) 84 Anconitanis per Florenti-
nos '.
|
•'
Audivi raus dilectionem vestram ' — r
extrinsecus
v
ut iuvetur. Dat. Fior., etc.' 84 53)
r
Urbano sexto per
Florentinos '.
j
'
Civitatem nostram ' — f
ut sperarmi* ei
pacificus appellari. Dat. Fior., etc.

'
54) 85 1'
f
Comen-
datio qne nsitatur ad laudem officiai inni eorum compiiti»
officio coram populo '
.
j
f
Vade et tu fac similiter ' —
« cusi piaccia a dio che sia. etc.
1
55) 86 r f
De iurisdictione
Tmperii et auctoritate Romani Quoniam Pontificis '.
|
f
apud multis a merito sue passionis 56) 91 r Epi-

' — f
'
r
taphinm Bracii de Montone '. Emulus Hectoree virtu- |

f
tis ' — '

perusina capit '
57) 91 r f
Francisci Sfortie
Vicecomitis Ducis Mediolani ... ad Iacobum Antonium Mar-
cellum Patavinum Venetum et Equitem aureatum de obitu
Valerii filii consolatio, composita per Franciscum Phylel-
phum 1
. (Cfr. Cicogna, Bibliogr. Veneziana, p. 447).
v
58) 94 c
Epitaphium d. Ducis Mediolanensis Francisci
Sfortie per Lippum Platisium '.
|
Martius horrendis
' ' —
c
victor ubique vices
'
59)
f
Aliud epitaphium prefati
i. d. compositum per Benedictum Morandum '.
Ducis . . .
|
f
Sum dux Tnsubrum cetera parta rnanu 60) 95 ' — f '
Aliud epithaphium per Lippum Platisium '. Armatas j
acies ' —
contegor hoc tumulo f
61) 95 r Epitaphium '
'
f 1
Archiepiscopi Mediolanensis'. | Inclitas ili e pater
v
gaudia mundi
f
r '
62) 95 Epitaphium D. Iusti de Val-
DELLA BIBL. ÙNIVERS. UI BOLOGNA. 17!»
montone de Coinitibus . . per Basiniura poetam mantua-

num '.
|
f
Iuste poeta iaces ' — r
amore tue
legis '
63) Epitaphium Regis Entii

c
. . editum per clominum Ro-
landinum preconsulem societatis notariorum Tempora '
.
|
c
currebant tendere flnes 64)

'
—
Epitaphium in- r ' f
ventum Rome a paucis diebus citra in quodam lapide

subterraneo '
.
j
f
Tu quicque subis ' — f
quoque soror erat '
f
65) 96 1"
Sanctus Augustinus '. (Estratti di sentenze
e massime morali) 66) 98 Cincius dilecto fìlio Petro 1'
f
de Ramponibus notario nostro in Patrimonio Beati Petri

in Tuscia '
.
j
f
Gravis querela nobis ' — f
prudenter exe-
quatur. Dat. Bononiae, die mensis Ianuarii 1438 XXIJ '
67) 99 r
f
Abbas Casinensis Spoletanus d. P. de Ram-
ponibus per Castel. Spo. Renuntiatum est mihi '
.
|
r
' —
Tibi item obsequens vale. Ex arce Spoletina, XXVIIIJ
f
Maii 68) 100 r

'
Cardinalis Florentinus Apostolice sedis
f
Legatus hominibus civitatis Spoleti'. Necnon distri- |

f
ctus ' — plenam fidem. Dat. Rome, in Monte lordano,

c
die X Iunii MCCCCXXXVIIJ Ind. prima 69) 100

v '
f
Littera offitii potestatis Interapnensis '
.
|
f
Iohannes tit.
S. Laurentii in Lucina Presb. Card. Florentinus . . . nobili

viro Petro de Framis de Rocchacontrata ' — r
appensione
roborari. Dat. Rome, in Monte lordano, die XIJ Iunii
'
f
70) 101 r Electio cuiusdam Magistri grammatice '.
|
f
Viro eloquentissimo Io. de Firmo '. |
f
Cum grammati-
cale dogma ' — :
sigilli impressione muniri. Dat., etc.
'
v
71) 101 '
Acceptatio dicti magistri "'
.
|
'
Sperate recomis-
sionis ' — f
dignas gratias cumulatas '
72) 102 1 '
f
Rev.
Abbatis Cassinensis. Rev. D. Petro de Ramponibus 1
.
|
c
Reddite sunt michi littere deferantur. Ex arce ' — f
Spoletina, die XX VILI Iunii 1438 '
73) 10i
>v
'
D. Io-
hani Haucud per Florentinos durn erat in Lombardia in
territorio Comitis Virtutum Non possumus in vestre '
.
j
c
virtutis ' — f
et patrocinium defuturum. Datum Floreu-
' v
tie, etc. 74) 103 Copia litterarum transmissarum
f
Summo Morboxano Turco domino magno '.

Pontifici a |
Morbosanus hebreus Dalmatiam et Croatiam visi- ' — f
tare. Dat. anno Machometi quadragesmo quinto, in introitu

180 CODKM LATINI
mensis Galdau '

75) L05 r '
[eronimus in oratione ad
Eucharistiam Quot hodie '
.
|
r
te sacerdote* '
— '
pene
particepa 105 r Cninsdam Francisci Ianuensis
'
76)
p
novum auecupinm extorqnendi pecuniarnm Mira lo- '

. |
quar vasa miro cuditur aucupio —

77) 106 r
'
Re- f
' f
sponsiva Collutii '. Colntius Salutatus Antonio ser Chelli |

'
1
et sotio s. p. d. (7 agosto 1383). <Cfr. Epistolario dì Co-
f
luccio Salutati, a cura di F. Novati, II, 80; 78) 107

1-
Ver-
f
sus de modo
et forma bene vivendi Si cupis esse bo- '
.
j
llimi' —
solamen sit semper omnibus. Amen
f
79) HO ' 1
'
f
Littera transmissa per collegium dominorurn Cardina-
lium Bononiensibns (23 agosto 1440). <Cfr. Atti e Mem. '
della R. Deputaz. di si. patria per la Romagna. Ser. Ili,

v
voi. XXV, p. 330, Bologna, 1907) Respon- r
80) 110
siva Priorum Artium Florentie ad litteras dominorurn An-
tianorum Bononiae et aliorum Regiminum '. Si unquam
f
j
civitas — Dat. Florentie, die

'
Augusti 1440 f
XX '
81) 112 r Filippus Maria Anglus Dnx Mediolani Bono-

'
niensibus prò Iacobo Bazelerio '.

|
'
Quo magis attemli-
nuis '
— f
permaxime complacebunt '
82) 113 1'
f
Per
Lucanos Bononiensibns Non sine iocunditate '
.
J
f
'
— r
ex
'
animo commendamns. Dat. Luce, die VII Iunii 1439

v
83) 113)
f
Priores gubernator et Capitaneus popnli civi-
tatis Senarum Bononiensibns '.
j
r
Intelligimus ex litteris
vestris ' — f
Dat. Senis, Vili Iunii M CCCC XL. '
84) 114 1 '

r
Franciscus dei gratia dux Venetiaruin dominis
Antianis [Bononiae] 1
.
|
f
Scimus M. V. ' — f
al iter provi-
dere
'
85) 116 r Versione latina della Novella X, Gior-
nata X del Manni Ist.Decameron di G. Boccaccio. <Ci'r.
v
del Decamerone, p. 608) 86) 123 Ad excitandum omnes f
principes coutra Theucrum '. (Oratio Timothei Maffei Ve-

ronensis . ('Ir. Maffei, Verona illustrata, (Verona, 17'il,
P.p. 89)
II, 87) 132 1 '
f
Missa contra pestem quam D.
Papa Clemens VI invenit '•
|
c
Ista oratio ' — '
perturba-
'
tone liberemur, per d. n. etc. 88 L35 r '
Sedulius
poeta '. I
'
Salve sancta parens ' — f
l'emina Ohristo
'
89) '
Eirores ex libro Galeoti Narnensis Inter aliis prin-
cipales snnt isti '.
|
f
Quod miraculo ' — f
ferventis olei
DELLA BIBL. UNIVRRS. DI BOLOGNA. 181
v
90) 135
r
Copia litterarum per Regem Ferdiuandum D. Lo-
dovico Duci Novo Mediolani anno 1479 de mense Augu-
sti '.
|
r
Si Furium Camillum — Dat. in nostra oivi- '
f
tate, XXVII Sept.

' f
91) 136 Christoforus Santius 1 "
Phanensis ad M. D. Iohannem Bentivolum '. (Cfr. Giorni.

star, della lett. (tal., voi. XLV, p. 6>.
Cart., sec. XV, mm. 205 K 150, di carte 148 u., leg. in porg.,
prov. dal Canon. Gio. Giacomo Amadei.
171 (1S9).
f
De sacris diptychis Dissertatio, auctore losepho Simonio
Assemanno '
Cart., sec. XVIII, in fui., di carte 94 n., prov. da Papa Bene-

detto XIV.
172 (196).
Avenionensis Ecclesiae Monumenta
f ' f
1) Epistola Ca-
roli I Siciliae Regis ad Clementern IV Pont, de Victoria .
et conquista regni Siciliae con tra Manfredum occupatorem

et detentore m elicti regni (27 febbr. 1266). <Cfr. Ray- '
naldus, Annal. eccles., XIV, 1266, 13>

f
2) Epistola eiusdem
ad Clementern IV de morte Manfredi (1 mar. 1266). '
|
f
Triumphum mihi concessum — 1 r
tradì feci '
3) (Epi-
stola Clementis Papae IV dilecto filio S. titilli S. Martini
presb. Card. Marchiae Anconitanae, II Non. Martii 1266).
<Cfr. Martene, Thesaurus, II, 286 4) (Epistola eiusdem
Archiepiscopo Narbonensi. VILI Id. Martii 1266>. <Cfr. Op.
cit., II, 287> 5) (Epistola eiusdem nobili viro Corniti
Pictaviensi et Tholosano. VIII Id. Apr. 1266). (Cfr. Op.
cit., II, 305 6) (Epistola eiusdem Caroli l regi Siciliae.
II Id. apr. 1266>. (Cfr. Op. cit, II, 306 7) (Epistola
Caroli I Siciliae regis ad Clementern IV Pont.). |
f
Cum
omni reverentia liberasse ' —
8) (Epistola Clementis
r '
Papae IV Potestà ti, Consilio et Communi Reatino). Aegre f
fero ' — '

poterit imputari
'
9) (Epistola eiusdem Ca-

f : (
roli regi Siciliae Litteras in hac die didicerint

obedire
'
10) (Epistola eiusdem Veu. Hostiensi el I!"]-

182 CODICI LATINI
lectensi Episcopo). |
f
Infirmitati tuae ' — r
proximo intra-
turus '
11) (Epistola eiusdem Regi Siciliae). |
f
Rhomam
guerra ' — f
desideriis incalescas '
12) (Epistola eiusdem
Regi Franciae). j
f
Natalis soli raemores ' — f
iniungas '
13) Epistola eiusdem Regi Siciliae). |

f
Litteras di-
lectorum fìliorum ' —aliquando expectare
f '
Ih Epi-
stola eiusdem regi Franciae). Cfr. Op. oit., II, 288>
15) 'Epistola eiusdem regi Siciliae). Nuper habitum j
f
' —
f
cura eodem 16) (Epistola eiusdem
'
Corniti Pictavieusi
et Tholosano). (Cfr. Op. oit., II, 291) 17) Epistola eiusdem
Al tanto de Tarascone. (Cfr. Op. cit., II, 300) 18) (Epi-
stola eiusd. 0. Adriani Diaa Card.). Cfr. Op. cit.
saricti
II 301) et privilegia a Ludovico Pio Eccle-

19)
r
Dona
siae Avenionensi concessa ex Archivio Archiepiscopali Ave-
1
nion. deprompta (Diploma di Lodovico I il Pio. 18 ott. .
820 .
|
f
Si. erga loca divinia ' — f
feliciter, amen '
20) (Altro diploma di Lodovico il. Pio. 16 maggio 821). |
f
Si petitionibus fidelium ' — f
feliciter amen '
21) Al-
f
tro diploma Lodovico il Pio. 4 apr. 825).
di Si petitio- j
nibus eorum Ludovico piissimo

' —
imperatore f
22) (Al- '
f
tro diploma di Lodovico I il Pio. s. a.). Si vestigia prae- |
f f
decessorum insignivi iussimus
'
23) Erectio novi '
ordinis S. Rufi deprompta ex autographo in Archivio Ca-

nonicorum Ecclesiae Metropolitanae Avenionensis '. Pa- |
'
teat cunctis Actum in Avenionensi

' — civitate, subf
die
Calendarum Tanuarii anno millesimo trigesimo octavo (1038),
Indictione VII
f
Epistola R. P. Andreae Valla-
'
24)
derii Soc. Iesu ad R. P. Iacobum Sirmondum Romani missa '
(17 Cai. Maii an. 1600). Supra ultimis literis volun- |

f
' — f
tate 25) (Bulla Iohannis XXII

' P. M. IV Id. Decembr.
MCCCXXXI;, Ad ea curis exitamur |

26)
r
Urbanus
'
Vili dilectis filiis civitatis Avenionensis. Die XXIX maitii

M DC XXIII] Avenionensem urbem . 27) |
Bulla '
'
Gregorii X P. M. Die XXV Api. MCCLXXIV). Nove- f

|
rint universi quod dudum inter excellentiss. principerà d.

Karolum ', etc.
Cart., sec. XVII, mm. S00X220, 'li carte su q., le^. in perg.
Prov. da Papa Benedetto XIV.
DKL1.A BIBL,. UNIVERS. DI BOLOGNA. 1S3
173 (198).
1)
f
Beati Angustini De doctrina Christiana '. (Cfr. S. Au-
gustini, Opera. Venetiis, 1729, T. Ili, P. I, p. 1 sgg.>
2) (S. Hieronymi Epistolae). (Cfr. S. Hieronytni, Optra.
Veronae, 1734, T. I, p. 13, 16, 20, 252, 316, 42, 428, 1,
28, 969; T. II, p. 41, 205; T. XI, p. 112).
Cart., s?c. XV, mra. 200 X 118, di carte 242 n. n., di cui le
carte 91-97, 159-61 e 195-197 sono bianche. Prov.: '
Ex Bibl. S. Pauli
iu Monte Bononiae '. Iu fine vi è notato: Ad usura fratria Bernar-
'
dini de Bononia per Rev. P. f'ratrem Laurentium de Parma pro-

vintie Bononie '.
174 (199).
f
Liber B. Augustini Yponensis Episcopi incipit foeliciter.
De trinitate '. (Cfr. S. Augustini, Opera. Venetiis, 1733,
T. Vili, pp. 749-1003).
Cart., sec. XV, mm. 290X203, di carte 220 n. n., leg. mezza
pelle. Prov.: '
Ex Biblioth. fratrum S. Pauli iu Monte '.
175 ^200).
f
8. Augustini De octoginta quatuor quaestionibus; Liber
Enchiridion ad Laurencium ;
De vita Christiana'. (Cfr.
8. Augustini, Opera. Venetiis, 1731, T. VI, pp. 1-80;
pp. 195-244; pp. 183-192).

Membr., XIV (1368), inni. 270 X 165, di carte 110 u. n., leg.
sec.
in pelle. Prov.: 'Ex Biblioth. fratrum S. Pauli iu Monte'. Sull'ul-
tima pag. è notato: Anno Domini Dei N. I. C. millesimi CCC" L.V
'
,i
Vili presenterei librum istum '... 11 resto è raschiato.
176 (202).
(S. Augustini Regula, cum expositione Hugonis a 8. Vi-
f
ctore). Mutila in principio. Testo lat.-ital. sono di fora.
Adoncha per sì facto modo ' — r
non cada
e in tentatione.
Amen. Explicit. 1493 maii. |
Compiuta è Regula de la
inesser sancto Angustino con la expositione de Ugo da

Sam Victore. Deo gratias '.
Membr., sei'. XV, min. 215 X 162, di carte 50 n. n., leg. in asse
°op. di pelle. Prov.: '
Ex Bibliotheca Io. Licobi Ainadei ', che notò
essere stata impressa questa Etegola a Venezia, nel 1561, in Firenze
nel 1613 e nella Bibl. Ital., p. 233.
184 IODICI LATINI
177 (203).
1) Beati Aurelii Augustini. ad. heremitas foeliciter ser-
f
mones inoipiunt '. <Cfr. S. Augustini, Opera. Venetiis, 1731,

T. VI, pp. 305 e sgg. I sermoni sono in numero di 31>
2) Laurentii Iustiniani patricii viri primi Venetiarum
f
patriarcae. de humilitate liber incipit '. <0fr. S. Laurentii
.Iustiniani, Opera omnia. Venetiis, 1751, T. II, pp. 360-41-
Membr., s«>c. XV, 210 X 1 15, di carte 105, n. di cui le ultime

:> bianche, leg. in pelle, con lettere iniziali miniate e titoli a co-
lori e oro.
178 (213).
f
Bassi (Ferdinandi) opuscula '
De fossilibus nonnullis agri Bononiensis

c
Fasc. I. 1
2 De lapide montis Affiani De marino sedimeuto

3
ex Bononiensi agro fossile dissertatio secunda 4 De fos-
silium testaceorum, crustaceorum aliorumque ammalia ac
vegetabilia referentium corporum natura atque origine
5 De arena flava Bononiense cornila Ammonis ferente
5 De cete, seu Balena Boops Dissertatio 7 Methodus
rei herbariae ex I. I. Schaeffero 8 De plantarum vege-

tatione ac fructificatione excerpta 9 Praeclariss. viro
Caietano Monti Ferdinandi Bassi epistola 10 Morbosae
cuiusdam plantae Mays historia et anatome. 1757 11 De
Hyacintho orientali caule et tunica bulbifera. 1759
12 De Platina, seu argento parvo del Puito 13 De Pla-
tina, seu de auro albo del Puito il De tribns plantarum
novis specielms 15 Relazione mandata all' Assontaria di
governo '.
Fasc. II.
f
De Porrectanis thermalibus aquis '.
Fasci. V.
f
Iter ad Alpes anno 1753 et 1754. Dis-
sertationes '
f
Fasc. VI. Schoedae et excerpta '
Fasc. IX.
f
Plantarum nonnullarum icones '.
Busta contenente 9 fascicoli autogr.
179 $15).
f
Collectio herbarum marinarum '. '
Fuci Oorallinae et
Keratophita quae ad naturalem historiam ampliandam ool-

legit A. B.' Antonius Baldanus).
Busta di pelle, prov. da Papa Benedetto XIV, contenente piante
disseccate, custodite entro 72 fogli progressivamente numerati.
180 (219).
f
An Summus Pontifex sibi eligere pos-ît successorem. Di-
sputatio Dominici Banderiae Presbiteri philosophiae ac sa-
crae theologiae nec non u. i. Doctoris '.
Cart., in fol., sec. XVII, prov. Orsi.
181 (221).
r
Barbatia Andreas. Lectura super Decretalibus <0fr.: A.
'
.
Barbatia. Commentarla super I, LI et I li yartem Decreta-

Uum. VenetiiSj 1508-1511, tomi 5, in fol.).
Cart., sec. XV (1464), min. 4200X282, a due col., leg. mezza

[ielle. In fine: r
Anno millesimo CCCC LX1III, die prima octobris '.
182 (224).
3)
'
Veterum Statutorum civitatis Bononiae Liber decimus '
5) (Bando contro alcuni de'Canetoli e Francesco Grhi-

silieri. 4 luglio 1445; 6) (Lettera lat. di Raniero Ber-
tocchi Min. Conv. a Iacopo Boncompagni. s. ci.) 22)
r
Phi-
Bonon. oratio habita in enarratione questio-
lippi Beroaldi
num Tnsculanarum et Horatii Flacci continens laudern
Musices '• Magna res est ac venerabilis
|
attente ' — f
audiatis. Dixi '.
Cart., sec. XVIII, mm. 3Q0X220, misceli, di 69 opuscoli, leg.

m. perg., prov. da Ubaldo Zanetti.
183 (227).
f
Bartholomaeus a Concordie Stimma de casibus cod-
S.
scientiae, seu Summa
Pisanella '. (Cfr. Bartholomaeus Pi- :
sanus de S. Concordie Summa de casibus conscientiae. Ve-

netiis, per Nicolaum Girardengum de Novis, 1481, die XII
mensis Maii, in 8°>.
Cart, sec. XV. mm. 300 X 203, di carte 302 n. n., a 2 col., leg.
mezza pelle. La prima pai»;, ha una miniatura che rappresenta un

Irate Domenicano in cattedra e sei scolari. Prov.: Ex Biblioth. f'ra- '
trum S. Pauli in Monte '.

186 CODICI LATINI
184 ('228).
f
Bartholomaeus a S. Concordie Summa ile casibus con-
scientiae, seu Summa Pisanella '. Mutilo in fine.
Cart., sec. XVII, mni. 292 < 202, di carte 111 n. a., a 2 col.
Prov. :
'
Ex Biblioth. fratrum S. Pauli in Monto '.
185 (229).
f
Bartholomaeus a S. Concordio. Summa de casibns con-
scientiae, seu Summa Pisanella'.
Membr., sec. XV, ram. 195 X 130, di carte 395 n. n., a 2 col.,
leg. in perg. Prov. da Papa Benedetto XIV.
186 (240).
1) l -13 v
r f
B. G. M. L. F. F. Incipit Priapea Virgilii Ma-
roriis ad illos qui sunt lecturi librum '. Ofr. : P. Vergiiii
Opera. Venetiis, per Gregorium de Gregoriis, 1522, die XX
r v
mensis Novembris, fol. xxxix-xli) 2) 14 60 c
Ovidii Na-
sonis Liber primus de arte amandi foeliciter incipit ' —
f
Explicit liber Ovidii de arte amandi per me Fnlgentium '
r v
3) Memorabilium naturae archanorum liber
61 -75 f
primus autore Antonio Mizaldo (Mizauld) Monluciano '.

—
|
f
Nemo est qui dubitet '
f
in principio libri '
r
4) 76 -98
A
c
Hermaphroditi libellus primus incipit ad Cosmum Flo-
rentinum ex illustri progenie Medicorum virum clarissi-
;num '. (Ofr.: Antonii Beccatelli Panormitae ffermaphro-
v v
ditus. Cobourg, 1824> Antonius Panormita f
5) 98 -101
Poggio Fiorentino v. e. s. p. d.'. Epistolae tuae |
f
' —
r
desiderium sitis et corculum. Ant.° Panormita et avetote '
r
6) 114 -115
r
Antonius Panormita Petro Lunensi re-
r
spondit quod nolit scribere bella nostra temporis tametsi

f
sint splendida '. Scilicet etruriis sunt inclita gesta sena-
—
J
tus '
r
Euhet ad superos lauta talia polos
'
7) 115'- 1 I il'
f
Epistola Guarini Veronensis Iobanni Lamolae '. Veronae,
IV Non. Febr. [1426]. Cfr.: \i. Sabbadini. Guarino Vero-
nese e- il suo epistolario. Salerno, 1885, n.° 374).
Cart., sec. XV, inni. 20 >

X 140, di carte 125 n. Dopo la carta L0J
vi è nua trasposizione di carte per cui le carte 11 vanno an-

I sgg.
teposte alla 102 Leg. mezza pelle. Prov. '
Ex Bibliotheca Ulyssis
Ahlmvandi '.
DELLA BIP.L. UN1VERS. DI BOLOGNA. 187
187 (241).
f
Iacobus Bartholomaeus Beccarius. Institutionum rei her-
bariae I. P. Tournefort Epitome '.
Cart., sec. XVIII, mm. 1G2 X 100, di pagg. -188 n., più 20 n. n.
Prov. :
'
Ex Bibliotheca Iacobi Barthol. Beccarli '.
188 (242).
Iacobus Bartholomaeus Beccarius. Index quorundam sim-
f
plicium '.
Cart,, sec. XVIII, mm. 150 X HO, <li carte 5-1 u. n. Prov.: '
Ex
Bibliotheca lac. Bartholomaei Beccarli '.
189 (246).
r
De controversiis inter Patres quosdam ex ordine Praedi-
catorum et P. Ludovica in Molinam ex societate Iesu Ill. raì
('arci, Bellarmini sententia'.
Cart., sec. XVII, mm. 200 < 115. di carte 41 u. u.. di cui le ul-
time 8 bianche. Prov. da Papa Benedetto XIV.
190 (247).
1)
f
Chronologia et quaestiones de temporibus scripturae
' c
R. P. M. Roberti Index scriptorum

Bellarmini 2)
ecciesiasticorum R. P. D. Roberti Bellarmini3) Evan- '
r
gelium secundum D. Iohannem expositum per R. P. D. Be-

f
R. P. D. M. Benedicti Pereirii
'
nedictum Pereiram 4)
de Hebdomadibus septuaginta Daniellis in cap. IX '
f
Per Claudium Theobaldutium sub eiusdem Benedicti
voce in his scriptis redact. '.
Cart., sec. XVII, mm. 200 X HO, di carte 220 n. n., leg. in perg.
191 (248).
f
Belluga y Moncada Card. Ludovicus. Propositiones ad
breviorem numerum redactae iis signatis, quibus in Pro-
patulo typis mandato oorrespondent '.
Cart., sec. XVIII, mm. 300X199, di carte [04 a. a., leg. iu
pelle rossa. Prov. da Papa Benedetto XIV.

188 CODICI LATINI
192 (249).
f
1) Bel traudì fratris Orci. Min. ac sacre theologie Magi-

atri Sermones et expositio epistolarum totius anni '. |
f
Scientes Dominica prima adventus et delect;itiu ' — f
summa. Ad quam nos per d. 2) In festo pentecostes ' f
expositio litteralis epistole M. Bfeltrandi] ordinis niino-

rum '
.
j
r
Cum complerentur dies pentecostes ' — f
(^nod
ita nobis concedat Yhesus Christus amen '.
Cart., sec. XV, min. 205 X 150, di carte 293 scritte, più bianche 1
in line, con lettera iniziale e fregio miniato; leg. in mezza pelle.

Prov. :
' Ex Biblioth. fratrum S. Pauli in Monte '.
193 (252).
1)
f
Francisci Bencii ad I, IT, III et IV Catilinariarum
f
orationes commentarius Lucius Serg. Catilina '
. |
'
f
quae nunc extat 2) In Pisonianam orationem per
' r
R. P. Franciscum Bencium Soc. lesti Notae '. Haec |

f
oratio liabita ' — f

de pompa triumphali '
3) '
Franci-
(
sci Bencii in Senecae Thebaidos annotationes '.
j
Lipsius
putat ' — f
Ioannes Baptista Ramponus '
4)
f
In unde-
eim Aeneidos Francisci Bencii per tempus absoluta expli-
catio '. Est descriptis |
f
et lib. 8 '. ' — '
Cart., sec. XVII, mm. 200 X M2, di pp. un. 162 ,

96 12 21,
leg. in perg. 1 rov.da Papa Benedetto XIV.
194 (254).
f
Sanct. Meraor. Benedicti XIII Consti tutio in qua decer
nitur ratio et praescribitur ordo pertractandi et definiendi
causas ecclesiasticas in Regno Siciliae ultra Pharum, cum
notationibus ad «iugula eius capita italico sermone exaratis
a tunc Em. et Rev. D. N. Prospero Card. Lambertino nunc
SS. D. N. Benedicto PP. XIV \
Cart,, sec. XVIII, min. 4~i~> X 300, di carte 65 n. n., con fregi
marg. a colori e oro, leg. in pelle. '
Ant. Alexander Scarselli scrip,
et pinxit '. Prov. da Papa Benedetto XIV.
195 (286).
bVpertoriuìn seu Dictionarium un naie l'etri Berchorii
Old. S. Benedicti in tres tomos distributum, scriptum Pa-

risiis a Conrado Wild Katembergensi anno M CD XXXI '.
Membr., sec. XV, voli. 3, in fol. Prov. : ' Ex Biblioth. Beue-

dicti XIV '.
196 (288).
r
Betti Claudii Mutinensis philosophica scripta, sive Lectio-
nes in universum Àristotelis philosophiam '
Cart., sec. XVII, voli. 11, in 4°.
197 (299).
f
Claudii Betti et Capponi opuscula et schedae '
Tom. I. 1) Magistri Hieronymi Caddi de Capacellis

Bonon. Ord. S. Francisci Min. Conv. Quaestiones de prae-
sentia Dei. 1526 2) Peregrini Capponi Porrectani In-
troductiones ad Syllogismos 3) Peregrini Capponi scripta
logica et metaphisica seu fragmenta 4) Peregrini Cap-
poni Fragmenta medicorum.
Tom. II. 1) Claudii Betti Fragmenta philosophica-
rum lectionum 2) Gulielmi Entisberi sophistarum prin-
cipis opuscula 3) F. Aegidii Columnae Summa super
lib. Rhetoricorum Àristotelis 4) Fragmenta philoso-
phica, medica, mathematica, astronomica variorum.
Tom. III. 5) Claudii Betti Lectiones in libros Àri-
stotelis de naturali auscultatione.
Tom. IV. 6) Claudii Betti Opuscula et schedae
7) Praefata sive praelectiones totius artis logicae.
Tom. V. 8) In librum Praedicamentorum Àristotelis
praelectiones 9) Expositio in libros Àristotelis de in-
terpretatione 10) Praedicamentorum Categoriae
11) Quaedam excerpta ex eiusdem Betti lectionibus privatis
super librum Àristotelis de similaribus qui quartus Me-
teorologicorum falso inscribitur 12) Commentarii in li-
brum Àristotelis de terraemotu 13) Commentarii in
librum quartum Àristotelis, vel potius librum de corpo-
ribus similaribus. Pridie Non. Nov. 1570 14) Claudii
Betti Lectiones in libros Praedicamentorum Àristotelis.
190 CODICI LATINI
Tom. VI e VII. 15) Claudii Betti Commentarli in

Aristotelis libellos de somno et vigilia. Pridie Non. Api.
(1571). (Voli. 2, in fol.).
Tom. Vili. L6) Claudii Betti Rationes sive interpre-

tationes libri de sensu et sensato Aristotelis. (1570).
Tom. IX. 17) Claudii Betti Lectiones in parva na-
turai ia Aristotelis. 1570.
Tom. X. 18) Claudii Betti Lectiones in octavum li-
brimi Aristotelis de caelo et mundo publicae habitae Bo-

noniae. (1573).
Tom. XI, XII, XIII. 19) Claudii Betti Lectiones in
libros Ethicorum Aristotelis ad Nicomachnm. (1570) voli. .">.
Tom. XIV. 20) Claudii Betti Lectiones in Aristote-

lem de prima philosophia. (1572).
Tom. XV. 21) Claudii Betti Lectiones in librum VII
Metaphysicorum Aristotelis.
T<»m. XVI. 22) Claudii Betti Fragmenta philosophi-
carum lectionum super Posteriora Aristotelis.
Cart., sec. XIV, voli. 1G, in fol.
198 (293).
r
Ioannis Bianchini Tractatus decem arithmetici, algebraici,
c
geometrici, astronomici '
.
|
Arismetrica dico quod deter-
minati^ ' — f
grisium cum albedine '
Cart., sec. XV, mm. 345 X, 225, di carte 118 n. più 8 bianche u. a.,
leg. mezza pelle. Prov. :

' Ex Bibliotheca Herculis Bottrigari '.
199 (297).
f
Biblia sacra veteris et novi Testamenti '.
Membr., sec. XIV, mm. 255 X 165, voli. 2, a 2 col., con lettere
iniziali miniate. leg. in pelle. Prov.: '
Ex Bibliotheca Benedico XIV
P. M.\
200 (298).
'
Biblia sacra quae fu i t ad usum B. Alberti de Sarteano
'
[a Sarthiano].
Memhr., sec. XIII, mm. 190 .< 130, di carte 485, a 2 col., con let-
tere iniz. miniate, leg. in pelle nera. Prov.: '

Ex Bibliotheca Bene-
dica XIV P. M.\
DELLA BIBL. UNIVKRS. DI BOLOGNA. 19]
201 (299).
r
Bibliotheca Albornotiana continet tnannscriptos codices,
qui adservautur in Regali ac Maiori Collegio Hispanorum
gratia ab Eximio Card. Albornotio Bononiae erecto anno
1748 \
Cart., sec. XVIII, mm. 290 X 200, di carte 86 n.. leg. in perg.
202 (300).
f
Bibliotheca Bononiensis scientiarum et artium Instituti
libros iuxta raateriarura seriem digessit Ludovicus Maria
Montefani Caprara a. D. MDCCXLVI '.
Busta contenente 41 fascicoli, sec. XVIII.
203 (301).
r
1) Ludovici Buccaferrei philosophi Bonon. Lectiones in
secundum librnm physicorum Aristotelis Cod. saec. XVI,
:
.
'
non unica mann scriptus, sed auditoribus variis ex ore le-

gentis excerptus et scriptus. Plurima scripsit Ulysses Al-
f
drovandi Auditor 2)
'
Expositio in tertium librum
Metheorologicorum Aristotelis, quam legit die II Novem-
bris an. 1537 ad diem XXV
Ianuarii an. 1538 3) Expo- '
f
sitio in pritnum et secundum librum Aristotelis de anima '.

In fineEgo Franciscus Bordinus Corriggiensis scripsi
:
f
sumptibus D. Ulyssis Aldrovandi 4) Lectiones in li-

' f
bros Aristotelis de Memoria et reminiscentia, de somno et

vigilia, et in ooeteros qui dicuntur Parva naturalia '. f
His
lectionibus finem imposuit Magister die 6 Martii an. 1545,
in schola magna Expositio in primum librum
'
5)
f
physicorum Aristotelis. Habita in Bonouiensi Archigymna-

'
sio an. 1542 et 1543 6) Expositio in secundum Me- f
theororum librum Aristotelis. Habita Bononiae, in Gymnasio

an 1537 et 1538 '. In fine: Ego Mainetus finivi librum c
die 18 Ianuarii 1538 '.
Cart., sec. XVI, min. :)o0 X 235, voli. (J, leg. mezza perg. Prov.
da Ulisse Aldrovaudi.
204 (304).
{
Achillis Bocchii Bon. Praelectiones in libros de legibus
192 CODICI L.ATINI
Al. T. Ciceronis, habitué Bononiae in Academia Bocchiana '.
1556.
Cart., sec. XVI, mm. 340 X

2b0, di pp. 98 u. più 21 n. n., leg.
in pelle cou un medaglione di A. Bocchi incastrato nella rilegatura
dol cod.
205 (305).
1)
f
Achillis Philerotis Bocchii De Bononiensium rebus ab
urbe condita usque ad annum Christi 1263. Libri XVII '
2)
f
Achillis Bocchii Equ. Bonon. Historiae patriae ab
urbe condita 1263
usque 3) Oratio ad annum sai.
' f
Ioannis Lascarii ad Carolum Caes. Aug. ex libris historiar.

1 f
A. Bocchii Bonon. 4) Pyrrhi Bocchii Bononiensis
Historiae patriae quam post Achillis patris mortem con-
tinuabat ab urbe condita liber XIV, qui suorum prinius
anno MCCLXIIIILiber iste exhibitus fu t Senatui
'.
|
!
i
Bononiensi a M. c0 Equite et Sen. D. Io. Maria Bolognino,

nomine D. Pyrrhi Bocchii die 20 Iunii 1564 '.
Cart., sec. XVI (1520), voli. 18, in Ibi., con lettere capitali e
fregi miniati, leg. in perg.
206 (306).
f
Farrago communium locorum Decretalium, necnon Con-
stitutionum consuetudinum inclyti Regni Hungariae per
Ludovicum J>odo de Szelefarnos iuratum notarium comita-
tus de Ungh. In ordinem alphabeticum congesta anno 1636 '.
Cart., sec. XVII, mm. 200 X 160, di carte 220 n. n.. leg. in perg.
207 (313).
1)
r
Iohannis Bonandreae De modo conscribendi epistolas et
alia opuscula '.
J
'
Brevis introductio ad dictam. Bononia
natus
;
— f
Explicit liber Bonoiati. Manus
|
scriptoris sal-
vetur omnibus oris. |
Deo gratias amen ' f
M. T. Ci-
2)
ceronis De amicitia libellus "
3)
f
Fabula Boccatii de
Tuncredo principe Salernitano et Gismonda eius h'lia, tra-
ducta de vulgari in latiuum per D. Leonardum Aretinum
'
4) Epistola Saphos ad Phaonem Siculum eius ama-

r
29. 2. '908
DELLA B1BL. UN1VERS DI BOLOGNA. 193
torem foeliciter incipit'. YNquid ubi aspecta est l |

f
—
' f
f
Ut mihi leucadiae fata petantur aqnae 5) Oratio
in laudem matrimonii Permagna profecto inibì '
.
|
c
' —
r
pulcra faciat cura prole parentem. Dixi '.
Cart., sec. XV, mm. 200X150, di carte 97 n. n., leg. mezza

pelle. Prov. : 'Ex Bibliotheca Io. Garzoni Bonon.'.
208 (314).
f
Algebra geometrica inventa a Paulo Bonasono Bono-
niensi '• Ad 111. et Excell. D. Aloysium CarafFam Stnr-
|
f
norum Principem Montis Draconis Traiectique Ducem '
Cart., sec. XVII, mm. 300 X 2U5, di carte 51 n. n ,

leg. in perg.
Prov. Biancani.
209 (317).
r
Bononiensis codex diplomatici^, hoc est Romanorum Pon-
tificum atqueImperatorum epistolae ac diplomata, quibus
celeberrimam Bononiae urbem eiusque cives eximiis hono-
ribus ac privilegiis decorarunt, ex secretioris Vaticani Ta-
bularii codicibus aliisque nunc primum eruta ac recensita;
iussu Benedicti XIV P. M. Accedunt et alia monumenta
Bouoniensia atque in haec omnia chronologicus index ac
summaria recensio, cura et labore Philippi Antonii Ron-
'
coni Pisaurensis ac secretioris Vaticani Tabulari! custodis
f
De rebus Bononiensibus epistolae et diplomata '.
(134*2-1503) f
Vetera Ecclesiae Bonon. monumenta '.
(872-1342)
f
Vetera civitatis Bonon. monumenta (785- '
.
1341)
f
Vetera Gymnasii Bonon. monumenta '. (1159-1341).
Cart., sec. XVIII, voli. 33, in fol., prov. da Papa Benedetto XIV.
210 (322).
Invigoritorum Academiae sub protectione Ul. mi et Rev.
f
D. Alexandri Ludovisii Bononiae Archiepiscopi. Liber a

die Nona Decembris anni 1614 [ad diem 8 Decembris 1639]. '
Cart., soc. XVII, mm. 295X205, di carte 60 scritte n. n., più

molte bianche in fine, leg. in perg. Prov.: '
Ex Bibliotheca Iacobi
Biancani '
Studi ìtal. di filol. class. XVI. 13

194 CODICI LATINI
211 (323).
f
Statuta et privilegia almae Universitatis Iuristarum G-y-
mnasii Bononiensis '. [Bononiae], apud Alexandrum Bena-
tium, 1561 Declaratio Statutorum super modo et or-
f
dine servandis in disputationibus scholarium '. De pena f
Consil. ad Congregat. vocatorum et non venientium '. (Die

13 Augusti 1563). De electione Rectorum
f
'. (Die 27 Sep-
terabris 1563). Breve a P. M. Pio IV prò confirmatione
c
veterum statutorum, cu ni privilegiis de novo concessi*

Rectori et scholaribus almi Gymnasii Iuristarum civitatis
Bononiae '. (Die 25 Sept. 1563). Decretum de praeceden-
f
tia et modo incedendi per DD. Consiliarios Stridii et DD.

Doctores legentes in festivitatibus Universitatis et exe-
quiis scholarium defunctorum '. (Die 21 Nov. 157 ). Quod :
f
in creatione Consil iariorum tractatibusque illorum in Uni-

versitate fiendis nullo modo Doctorati scholaresque etiam
alienigeni ex privilegio affectis civibusque Bon. admittan-
tur '.24 Nov. 1574).
(Die Quod pecuniae prò nivibusf
exigendae non consnmentur '. (29 Iulii 1577). De emolu- f
mentis Notarii Universitatis '. (Die 1° Nov. 1575). Quod f
electio Rectoris utriusque conventus scilicet iuristarum et

artistarum fiat divisim De titulis per Universitatem
'
.
f
scholaribus conferendis '. (Die 22 Apr. 1583).

f
De privi-
legiis scholaribus concessis '.
f
De salario secretairi Uni-
versitatis quolibet anno solvendo '. (Die 4 Maii 1584).
f
De
suffragiis mortuorum '. (Die 24 Maii 1584). De Consilia- f
riis electis ad argum.\ (Die 7 Dee. 1584). De sede et loco f
arguraentantiurn in publicis disputationibus '. (Die 19 Dee.

1589). De denonciatione hospitiorum '. (Die 25 Oct. 1588).
f
De non amovendo et cassando arma et ornamentum Uni-

r
versitatis '. (Die 14 Apr. 1567). De matriculatione schola- f
rium observanda '. De observando

r
statuto '. (Die II Mar-
tii 1591). Aliaeque constitutiones et provisiones usque ad
diem 6 Decembris 1610).
Cart., sec. XVII, min. 290X200, leg. mezza perg. Prov. : 'Ex
Bibliotheca Antonii Fraucisci Ghiselli'.
212 (325).
1)
:
Statata collegiorum raedicinae et artiura Bonon. 1
. (Die
VI Febr. 1507).
Busta contenente 4 fase, sec. XVI, prov. da A. F. Ghiselli.
213 (326).
1)
f
Aristotelis fragmentum libri de iis quae sub auditu
cadunt, sive de audibilibus, Francisco Patrio* o interprete '
2)
f
Mathematicae operationes onines quae in magnae
CI. Ptolemaei Pelusiensibus Alexandrini corapositionis astro-
nomicae Almagesti vulgo nuncupatae, lib. XIIJ continen-
tur. Ab Hercule Bottrigario geometrice ac arithmetice pro-
pria eius mann demonstratae, Bononiae, 1560 3) M. '
.
f
Aurelii Imp. vitae, virtute predite morum atque nobilium

exercitiorurn, una cura profundis ac philosophicis senten-
tiis liber nuperrime ab Hispana loquela latinis verbis tra-
ditus. Die XX
Octobris anno MDXLVIII. Hercule Bot-
trigario insudante ac elaborante 4) Sermo Rev. Do- ' f
ctoris Ord. Fratr. Minor. S. Francisci in lesto S. Gregorii.

De signis sapientiae et de signis stultitiae et alia varia.
Ms. de anno 1456 '.
Tre buste contenenti varii opuscoli del sec. XVI, prov. da Er-
cole Bottrigari.
214 (327).
'
Iacobi et Iohannis Ludovici Bovii Bonon. Consilia '.
Cart., sec. XVI, mm. 425 X 300, voli. 4, leg. in perg.
215 (329).
1) l
r
-15 v :
Prefatio in epistolas Hypocratis e greco in la-
tinum conversas per [Iohannem Aurispam] ad Nico-
. . .
laum V Sumrnum Pontif. '. Philippus Mediolanensis vir |

c
inter medentes —
cognitionem accedere velis. Vale
'
f '
r v
2) 17 -47 (Platonis epistolae e greco in lat. conversae
per Leonardum Aretinuni/. f
Audivi ex Archidarao te cen-
sore ' — f
nihil est opus cohortatione
' r
3) 48 -60
v
In-
f
196 CODICI LATINI
cipit prohemium Xenophontis phylosophi de vita tirannica

traducti a Leonardo Aretino ad Nicolaum Niccolum virimi
doctissimum '. Xenophontis philosophi quemdam libel-
|
c
lum — f
ausi suraus attingere '.
' Xenophontis de ty- |
f
rannica vita liber incipit '. Cura ad Hyeronem tiraunum |

f
Syrnonides poeta ' — r

63 -66 f
nemo tibi invidebit
'
4)
f
Iacobi Bracellei Genuensis Descriptio ore ligustice ad
Blondum Flavium '. Reversus in patriam 'a no- |
f
' —
r v
stris esse traditur 5) 67 -85 Comentaria imperato-
' f
rum rora. a Iulio Ges. edita per Franciscum Petrarcham

usque ad tempora sua'. (Benvenuti de Rambaldis Liber
Augustalis). Cfr. Fr. Petrarchae Opera. Basileae, 1581,
:
v r
I, 517 6) 86 -89
r
Palladii Carmina de arte insitionis '.
Cfr.: Palladii Rutilii Tauri Aemiliani viri inlustris opus

agriculturae ex ree. I. C. Schmittii. (Leipzig, B. G. Teubner,
v v
1898, in 8°) 7) 89 -92 f
Cedippe Acontio Heroidum
Ovidii ultima epistola '. <Cfr. :Ovidii Opera omnia. Augu-
stae Taurinor., T. I, p. 383, vv. 1-144).
Cart., sec. XV, mm. 230 X 1-AS, di carte 92 a., leg. mezza pelle.
'
Antonius Pedevilla dono dedit Bibliothecae '.
216 (333).
f
De morbis particularibus exc. mi D. Constantini Branca-
leonis lectiones publicae anno MDLXXII '.
Cart., sec. XVII, mm. 205 X 1 50, di carte 98 n. u., leg. mezza perg.
217 (336).
f
Bravi Hispani S. R. Rotae Auditoris Causarum coram
ipso in S. R. Rotae Auditorio agitatarum positiones, vota
ac decisiones ab an. 1581 ad a. 1583 '
Cart., sec. XVI, voli. 2, in fol., prov. da Papa Benedetto XIV.
218 (337).
f
Breviarium ad consuetudinem Romanae Curiae '.
Membr., sec. XV, mm. 290 X 200, voli. 2, con bellissime minia-
ture e lettere capitali elegantemente miniate. Prov.: 'Ex Biblio-
tbeca Beuedicti XIV '.
219 (338).
f
Breviariura secundum consuetudinem Romanae Curiae '.
Videtur fuisse ad usura Iuliani Card. Della Rovere qui

fuit Iulius II P. M.
Membr., sec. XV, mm. 300 X

200, di carte 490 n. n., a 2 col.,
con lettere iniziali elegantemente miniate e un ricco fregio margi-
nale a colori e oro nella prima pagina collo stemma della famiglia
Della Rovere. Prov. da Papa Benedetto XIV.
220 (339).
f
Breviariura vetus patriarchale iuxta ritum Novocomensis
Ecclesiae. Cod. ms. ari. 1420 '.
Membr., sec. XV (1420), mm. 220 X 148, di carte 598 n. n., a

2 col., leg. in pelle rossa. Prov. da Papa Benedetto XIV.
221 (341).
r
Breviarium in Gallia scriptum '.
Membr., sec. XIV, mm. 240 X 157, di carte 480 n. n., a 2 col.,
leg. in pelle. Prov. da Papa Benedetto XIV.
222 (342).
f
Breviarium ad consuetudinem Eomanae Ecclesiae '
Membr., sec. XV, mm. 197 X 148, pp. 1050 n., a 2 col., leg. in
pelle. Prov. da Papa Benedetto XIV.
223 (343).
'
Breviarium Cartusianum ad usura Cartusiae Bononiensis '.
Membr., sec. XV, mm. 180 X 126, di carte 243 n., con lettere ,
iniziali miniate, leg. in pelle rossa. Prov. da Papa Benedetto XIV.
224 (344).
r
Breviarium ad consuetudinem Eomanae Curiae '.
Membr., sec. XV, mm. 180X126, di carte 266 n. n., a 2 col.,
leg. in pelle rossa. Prov. da Papa Benedetto XIV.
225 (345).
f
Breviarium ad consuetudinem Romanae Curiae '.
Membr., sec. XIV, mm. 195X118, di carte 234 n. n., a 2 col.,

leg. in pelle.
198 CODICI LATINI
226 (346).
f
Psalterium '.
Merabr., sec. XIV, mm. 164 X

104, di carte 292 n. n., con 8 ele-
ganti miniature in principio che occupano un'intera pagina, molti-
altre nei margini e lettere iniz. miniate. Leg. in pelle. Prov. da Pap
Benedetto XIV.
227 (347).
(
Breviarium quod SS. D. N. Benedicto Papae XIV Dio-
nysius Pieragostini Episcopus Septempedanus S. Severini
obsequentissime offert, die 29 Iunii MDCCXLII '.
Membr., sec XIV, mm. 134 X 100. voli. 2, a 2 col., leg. in pelle.
Prov. da Papa Benedetto XIV.
228 (348).
(Breviario de' monaci di S. Giustina di Padova, congrega-
zione approvata nell'a. 1408 da Gregorio XII P. M.>
Membr., sec. XV, mm. 130 X 100, di carte 280 n. n., a 2 col., leg
in pelle. Prov.: ' Ex Biblioth. Io. Iacobi Amadei '.
229 (349).
'
Breviarium fratrum Miuorum secundum consuetudinem
Romanae Curiae '.
Membr., sec. XV, mm. 120 X 85. di carte 320 n. n., a 2 col., con
stemma miniato nella prima pag., dopo il Calendario (quattro ca-
stelli in campo rosso) leg. in velluto rosso.
;
230 (350).
f
Breviarium fratrum Minorum '.
Membr., sec. XIII, mm. 120X195, di carte 190 n. n., a 2 col.,
leg. in pelle. Prov.: Ex Bibliotheca fratr. S. Pauli in Monte

' '.
231 (351).
f
Brevia a Summis Pontifìcibus concessa Cardinalibus a
Latere Legatis qui Bononiae variis temporibus praefue-
runt'. (11 Genn. 1523-3 Apr. 1560).
Membr., sec. XVI, mm. 271 X

180, di carte 72 n. n., leg. in pelle
nera; prov.: Ex munificentia Alexandri Fabri Excelsi Senatus Bo-
'
nonien. Cancellarli anno 1762 '.

232 (352).
f
Brevia Apostolica et Magnorum Pontificum epistolae ad
Acliillem Card. Grassi Bononiae Episcopurn. Autographa
omnia '. (Dal 20 Agosto 1506 al 21 Aprile 1516).
Parte membr., parte cart., sec. XVI, leg. mezza perg., prov. dal
Marchese Seri. Carlo Grassi (1763).
233 (357).
f
Leonardi Bruni Aretini Epistolarum libri novem '. <Cfr. :
Leonardi Aretini Epistolae. Florentiae, 1742, torn. 2, in 8°>.
Cart., sec. XV, mm. 190 X 135, di carte 126 n. n., leg. in perg.
234 (358).
f
Leonardi Bruni Aretini Historiarum Fiorentini populi
libri XII '. <Cfr.: Leonardi Aretini Hist. //or. libri XII.
Argentorati, 1610, in fol.>.
Membr., sec XV (1429), mm. 355 X 255, di carte 317 n. a., leg.
in mezza pelle, con lettere iniz. elegantemente miniate, alcune delle
quali furono tagliate; prov.: 'Ex Bibliotheca Io. Iacobi Amadei '.
Alla fine del lib. VI si legge: '

Ego Antonius Marii iilius notarius
et florentinus civis absolvi Florentiae II Id. Iun. MCCCCXXIIIJ '.
235 (359).
r
Leonardi Bruni Aretini De bello Gothorum '. <Cfr.: Leo-
nardi Aretini De bello Italico adversus GotJws gesto libri IV.
Basileae, 1531, in Ibi.).
Cart., sec. XV, mm. 290 X 220, di carte 70 n. n., leg. in polle,
prov.: '
Ex Bibliotheca Marsiliana '.
236 (363).
f
Budislavii Natalis Bosnii Sylva, sine observationes in hi-
storiam naturalem et rem pharmaceuticam '.
Cart., sec. XVI, mm. 200 X 158, di carte 277 n. ;

prov.: '
Ex Bi-
bliotheca U. Aldrovandi '.
237 (364).
f
Bubali, sive Dal Bufalo, Marcelli Romani S. R. Rotae
Auditoris Causarum coram ipso in S. R. Rotae Auditorio

200 CODICI LATINI
agitatarum positiones, vota ac decisiones ab anno 1581

'.
ad 1588
Cart,, sec. XVI, in ibi., voli. 8.
238 (365).
Fratris Burcardi theotonici de ordine predicatorum Sumraa
f
theologiae moralis '

.
|
r
Symonia dicitur heresis ' — f
de
ipsa parocbia '.
Merabr., sec. XIV, min. 238 X 165, di carte 124 n., a 2 col., leg.
mezza pelle. Prov. :

'
Ex Biblioth. fratrum S. Pauli in Monte '.
239 (366).
f
Iohannes Buridanus. Commentarium in Aristotelis libros
Ethicorum '. <Cfr. Io. Buridani Quaestiones in libros po-
:
liticar., ethicorumque Aristotelis. Parisiis, 1518).
Cart., sec. XIV (1395), mm. 340 X 230, di carte 450 n. n., a 2 col.,
con lettera iniz. miniata, leg. mezza pelle. Prov.: Ex Biblioth. lo- '
hannis Garzoni '. In fine: Explete sunt omnes questiones omnium '
librorum Ethicorum Aristotelis secundum egregium doctorem lohau-

nem Buridanum anno domini 1395, die 29 a madii '.
240 (372).
Busta I. 1)
f
D. Ludovici Cati ferrariensis iuris pe-
ritissimi interpretatio in Rub. C qui ad mitt. ad bon. Fer-
raria profitentis, '. Premittenda sunt
anno MDXLIIII |
f
ea' — f
delega s. 2) Declarationes quorumdam Con-
' f
cilii Tridentini decretorum a Cardinalibus sacrae Congre-

gationis eiusdem Concilii, ac diversos Episcopos et Prae-
latos missae, quibus additae sunt nonnullae declarationes
Pii IV et Pii V, Gregorii XIII et Sixti V '.
Busta II. 1) l
r
-85 r f
Hieronymi Zanettini j. e. Bo-
noniensis Repetitio in titulum de Actionibus, facta die XX
r v
Ianuarii 1489, ac eiusdem Consilia 2) 85 -86 122 r -144 r '
, ,
v
148 r -156 r , 159 r-169
f
Iohannis de Campegio Consilia et
r v
responsa inris
'
3) 92 -96
f
Alberti cuiusdam Allega-
tiones iuris
' r
4) 97 -103
r
Iasonis de Mayno Mediol. f
Consilia ' r
5) 104 -lll
r
Bartholomaei Sociui ISenensig f
DELLA BIBr,. UNJVKRS. DJ BOLOGNA. 201
'
Consilia 6) 112 -120 Consilium almi Collegii Iuri-
r r c
v
starum Bononiensis 7) 170 r
-176 r 180 r -276
'
284 r -305 r , , ,
r r f '
307 -332 Lecturae in nonnullos Digestorura titulos
r
8) 333 -340
r
Agamennonis de Monzardinis i. e. Bonou.
f
Conclusio et Repetitio in 1. prò dote ff. soluto matrimonio.

Disputatio habita Bononiae in pnblico G-ymnasio, die XVII
Apr. 1491, prout legitur a e. 333 '.
Cart., sec. XV'e XVI, voli. 2, in ibi., leg. in pelle; prov. Orsi.
241 (375).
f
Canonum antiqua collectio '
.
|
f
. . . omittere. Cuius aucto-
ritatis sanctionem '
— f
in concilio LXX . . .
'.
Membr., sec. XII, mm. 195 X HO, di carte 150 n. n., mutilo in
principio ed in fine, leg. in pelle rossa. Prov. da Papa Benedetto XIV.
242 (376).
f
'
Homeliae et Canones antiqui '
. Incipit seriem genera-
—
J
f
tionis Ihesu Christi D. N. '
in aliam partem declinando '.
Membr., sec. XII, mm. 235 X 190, di carte 142, n. n., scrittura
carolingia, leg. in pelle rossa.
243 (377).
c
De sanctorum canonizatione tractatus. Ad 111.™ et Rev.
in Christo Patrem et Dominum D. Vincentium Lauren-
tium Card. Montis Regalis '. In fine: Anno Domini 1592,
c
die 20 Ianuarii '.
Cart., sec. XVI, mm. 280 X 208, di carte 58 n. n. ;

prov. da Papa
Benedetto XIV.
244 (378).
f
De Summi Pontificis auctoritate et sententia in canoni-
zatione sanctorum '
Cart., sec. XVIII, mm. 200X198, di carte 30 n. n.; prov. da

Papa Benedetto XIV.
245 (379).
f
Petri Cantinelli Faventini Chronicon rerum Bononien-
sium ab an. Christi 1228 ad an. 1306, ex veteri codice ta-
202 CODICI LATINI
bularii Eugubini descriptum '. /Cfr. : Mittarelli. Rer. Fa-

ventinar. Scriptores. Veuetiis, 1771, pp. 221-315).
Cart., sec. XVIII, mm. 290 X 200, di carte 230 n. n., leg in cart, ;
prov.: '
Ex Biblioth. Benedicti XIV '.
246 (380).
R. Ixotae Auditoris Causarum coram ipso in
f
Cantucci S.
S. E. Rotae Auditorio agitatarum positiones, vota ac de-
cisiones, ab anno 1581 ad a. 1586 '.
Cart. sec. XVI, iu fol., voli. 6.
247 (381).
f
Cantus ecclesiasticus iuxta ritum Dominicanum in Do-
minica palmarum, in feria V, in coena Domini, feria VI,
in Parasceve, in die Paschae, in festo Ascensionis Domini,
Purifìcationis B. V. Mariae, in Acceptione Praelatorum et
Legatorum et Principum secularium, item de officio se-
pulturae '.
Membr., sec. XIV, (1350 circa), mm. 140 105, di carte 78 . a., X
con neumi musicali, leg. in pelle, prov.: Ex Bibliotheca Io. Iacobi '
Amadei '.
248 (388).
'
Accurata collectio singulorum capitulorum general inni
Ord. Minorum S. Francisci de Paula, maxime eorum quae
sunt in usu et debent a Fratribus Minimis exacte obser-
a
vari '. (Bononiae, die l Februarii 1659).
prov.: '
Ex Biblioth. S. Benedicti Bononiae '.
249 (389).
f
Iohannis et Io. Baptistae Capponi ac Laurentii Grimaldi
Astronomia et genetliaca scripta '.
Cart., sec. XVII, in 4°, voli. 22, leg. in perg.
250 (390).
f
Iohannis Capponi Genethliaca, et De viribus planetarum '.
Cart., sec. XVII, in Ibi., voli. 9 originali, leg. in perg.

DELLA BIBL. UN1VRRS. DI BOLOGNA. 203
251 (391).
Vol. I. 1)
f
Peregrini Capponi Porrectani curationes
morborum variorum, sive Cosultationes medicae '
2)
f
Io-
hannis Capponi senioris Tractatus chirurgicus de vulne-
ribus '
Vol. II.
f
Peregrini Capponi epistolarum medicarum
libri duo, quorum alter ad theoricam, alter ad praxim per-
tinet. '.
Vol. III. 1)
f
Peregrini Capponi Porrectani episto-
larum, collegiorum et consiliorum medicinalium opusculum
'
in duas partes divisum 2)
f
Peregrini Capponi Por-
rectani tractatus de theriaca '
Vol. IV.
f
Peregrini Capponi carmina '.
Vol. V. 1)
r
Peregrini Capponi carmina '
2)
f
Prae-
ludia grammaticalia Carmina hilaria ad diversos
'
3)
f '
4)
r
Commentatio in M. Tullium Ciceronem De inven-
tione
'
5) Ad Fianciscum Canevarium epistola

f '
6) *
Ad eumdem epistola medica de regimine vitae in eius
morbo '
7)
f
De medicamentis quae ex argento vivo
flunt Dissertatio ad Annibalem Capponi ex
nepotem fratre
'
8) Peregrini, Iohannis iunioris aliorumque e Cappo-

f
niorum familia fragmenta et schedae ad res philosophicas,

medicas atque astronomicas spectantes '.
Cart., sec. XVII, in fol., originale, in 3 buste.
252 (392).
f
Benedicti Caprae expositio in tit. 22, libri 2 Decretalium
et super tertio Decretalium '.
Cart., sec. XV, mm. 400 X 275, voli. 2, leg. mezza pelle, prov. :
'
Ex Bibliotheca Comitum de Ursis Bononiae '. Iu fino è notato:
'Scripte per me Fulgentium Urbinatem, die ultima Madii 14G7 '.
253 (395).
r
Caprara Alexander. De Episcopali benedictione, ad Ga-
brielem Card. Paleottum libri quatuor '
Cart., sec. XVII, mm. 300 X 230, di carte il n. n.. originale.

201 CODICI LATIN]
254 (400).
f
Miscellanea carminnm poetarum recentiorum. Multa sunt
inedita Navagerii praesertim et aliorum '.Carmina Domi-
nici Bauli, Rhenerio Patritio Ve-
Ricardi Pacei Danieli
neto, Gregorii Giraldi, Hieronymi Vidae Palladii Blossii,
Ludovici Ariosti, Àndreae Navagerii, Hieronymi Aleandri,
Iacobi Sannazzarii, Francisci Mariae Molzae, Io. Benedicti
Lampridii, M. A. Casanovae, Iohannis Cottae, Marii Equi-
colae, Marci Ant. Flaminii, Francisci Berni, Francisci Fa-
tìi Alberstadensis, Petri Bembi, Antonii Tebaldei, Andreae
Maronis, B. Sangae, Bernardini Thylesii, Antonii Amiter-
nini, Pierii Valeriani, Antonii Sacellii, Io. Mariae Catanei,
Iacobi Sadoleti, Michaelis Sylvii Card. Visentin!, Laelii
Oapilupi. Inoltre: 11 1' c
Epistola Egidii Cardinalis D. Io.
Matheo Giberto '. |

f
Vespertilo in antro ' — p
mortale*
v
adorent '
32 r
Privilegio di Petreio coronato poeta
dall'Accademia Romana Academia Romana omnibus '.
|
f
mortalibus sai.' —
Kal. Iulii, anno II Hadriani VI P. M.
f
34 r (Privilegium Pauli Iovii) 35 r (Privilegium Pal-

ladii Blossii. Dat. Romae, XVI kal. Sextiles) 37 r (Pri-
vilegium Francisci Vigilii : XVI Cai. Iulii MDXXIII)
v
39 (Privilegium Petri Gravinae. Kal. Martii MfDXX.
v
Romae) 41 (Privilegio con cui Leonardo Loredano Doge
di Venezia nomina il Card. Giovanni de Medici, Giuliano
e Lorenzo suoi nipoti nobili e patrizi della Repubblica di
Venezia. 5 Nov. 1512) 76 r Oratio edita per Victoriam f
Columnam Marchionem Piscariae '.

|
:
Da precor, Domine '
— Per Dominum, etc. '.

'
Cart., sec. XVI. mm. JOO X 148, di carte 138 a. u., leg. iu perg..
prov. Biancani.
255 (401).
1) '
Claudiani poete de raptu Proserpine liber foeliciti i
incipit \ (Cfr. : CI. Claudiani quae extant, Venetiis, N. Pez-

zana, 171G, p. 198-216) 2)
f
Hieronimi Bononii scribae
Tarvisini Epigramma prò funere Iohannae honestissimae
a viro iniuste dum dormiret interfectae '.
|
r
Leta mari-
tali iaceo Ioviana furore '. I Aliud '. i
c
Hic iaces duri
DELLA BIBL. DNIVKE8. DI BOLOGNA. 205
crimen Ioviana mariti ". r

Aliud '. Hic iaces exem- j
f
plum rari Ioviana pudoris '. 'Aliud'.

[
Currr rigidi j
f
Ioviana maini confixa mariti '

3)
c
Petri Bravi '
(Epigr.). |
r
Haec miris natura modi couiunxerat in me '
4)
f
Sermo
S. Ambrosii Episcopi '.
|
f
Oportet nos, fratres carissimi ' —
r '
patiantur iniuria 5)
f
Epitaphium Ambrosii Vice-
male Mediolanensis Suspensus laqueo meritis prò cri- '
. |
:
mine furtis 6) Item precatio altaris versibus '. : f
—
|
f
Christe dei soboles immensi forma perentis Ascendit ' :
Cura mea me
'
solium dexterior palre 7 Saphos '. '
j
r
mater gravida gestaret in alvo '. Saphos '. Quanta '

|
'
tua est probitas quanta est prestancia formae 8) Suo ' :
observandissimo Domino Francisco Sanuto cum humili co-

mendatione salutem Salve virtutis coluraen mirabile, '
.
I
c
salve ' —
meque pone tuos. Octavo Idus Februarii f '
f
9) Cecilii Cypriani Episcopi Chartaginiensis versus '.
Ofr. : S. Caecilii Cypriani Opera. Parisiis, 1726, p. 159

Epitaphium Se verini Boetii '.
10) Roma potens ...
'
|
:
'
f
Epitaphium Iohannis Bocacii de Certaldo '. Hac sub |
:
mole Epitaphium Francisci Petrarce prope eccle-

'
. . .
c
siam de Arquato in monumento super 4 columnis '. fri- j

'
gida Francisci lapis '. Epitaphium Elpe uxoris '. Elpe . .

|
f
dieta fui Epitaphium in eclesia heremitorum Pa-

'
. . .
f
duae '. Forlivias iacet j

Antonius Panormita '.
f
'
. . .
:
—
|
'
Quantum Rornnliolae sauctum videre Catones Tan- '
f
tum laeta suum vidit Verona Guarinum '. Guarinus |

f
Veronensi- ". Musarum decus Antoni per secula salve ;

'
11) '
De passione D. X. Ihesu Christi ". :
Quisquis
ades mediique suis iam lumina templi Perpetuo felix ' — f
metum regnabit in aula '

12) De Monica f
He tibi '
. |
:
teque mihi genus, aetas et cor equantur Gaudeo '

— !
quod verbis sum superata tuis

'
13)
f
Facetia memo-
r
riae dignissima '.
|
Viderat ancìllas corpus vestire pe-
remtae "
— :
Vel dum vestita simia mente venit :
f
14) Exprobatio Vergilii in vetulam '. Si menini (?) fue- |
'
'
rant tibi quatuor helia dentes L5 Ovidius. De avi- '
bus '. j
r
Dulcis amica veni noctis sollatia prestans ' —
r ' r
iûae cantu cantans exuperat volucres 16 Versus
206 CODIO! LATINI
Vergilii ad Alme puer decus ethneum

Octavianum '
. |
r
stirps certa Atque duces validasque urbes

tonantis ' — r
regesque superbos 17) Colegium medicorum Salerni

' f
scripsit infrascripta carmina Regi Anglerii '. 'Si vis |
incolumen, si vis te reddere sanum Ex desiderio po- ' — f
f
teris cognoscere certo 18) Item precatio altario ver-
'
sibus in passione sanctorum '.

|
f
Dignnm summe parens
famulos ad sacra paratos '
— r
De crnce sumpta dei, ra-
' r
diisque micantia Christi 19) Altaris precatio versi-

bus '
. |
f
Dignum sancte pater tibi laudem voce preco ' —
'
Queni docuit Christus sacrorum maximus auctor '
20)
f
Item verba sacramentorum. Quod omnes trigenis '
|
f
primaeva exordia vitae '

— f
genitor que sunt Christi
'.
signata cruore
Cart., sec XY , r
mra. 195 X 155 di carte 54 n. n., leg. in pelle.
256 (402).
f
Vincentii Carnisalii Canonici Reatini de Christi passione
carmen '. Ut pius Altitonans crudeli morte redimit
|
r
' —
f
Turba senum et reliqni proprios petiere penates '. Ad f
D. Io. Matheum Rev. Card. Medices secretarium '

(1572).
Cart, sec. XVI, mm. 200 X 122. di carte 40 n. ti., leg. in pelle.
Prov. dal Canon. Amadei.
257 (411).
c
Iohannis Cassiani Collationes '. <Cfr. : Io. Cassiani Opera
omnia. Francofurti, 1722, p. 217 sgg.>.
Membr.. sec. XV, mm. 140 X 98, di carte 244 a. n., a 2 col.,
leg. in perg. Prov.: '

Ex Bibliotheca Papae Benedicti XIV P. M. '.
258 (412).
f
Iacobus Castellami. De canonizatione sanctorum '.
Cart, sec. XVII, mm

270X195, di carte 100 n., leg. in perg.,
259 (413).
:
Tractatus novns de canonizatione sanctorum editus per

DELLA HIBL. UNIVERS. DI BOLOGNA. 207
clarissimum D. Iaoobuin Castellanum de Fava Canonicum

Late rane use m '.
Cart., sec. XVIII, rana. 200 X 150, di carte 75 n. ri., leg. in pelle,
prov. da Papa Benudetto XIV.
260 (441).
r
De cantn eclesiastico conservando tractatus cum duplici
hymnodia, scilicet nova, antiqua et seraphica per P. fr.
Ludovicnm Cavalli Ord. Min. Reg. Observantiae '

.
c
Du-
plicatum ex originali ras. in Bibliotheca Vaticana asser-
vato desumptum '
Cart., sec. XVII, mm. 220 X 120, di carte 8G n. n., leg. in perg.,
prov. dal Card. Monti.
261 (442).
f
Magistri Pauli de Caureanto Ord. Minor. Lectoris in As-
sisio liber tam theoricae quam practicae veritatis alchy-
raicae '.
Cart., sec. XV, min. 280X190, di carte 32 n., più 11 n. n.,

bianche in fine, leg. in perg., prov.: '
Ex Bibliotheca Comitum Ca-
prara '
262 (443).
f
De Oausis intereuntis Reipublicae Liber 2 '
Cart., sec. XVIII, mm. 2.0 X 160, di carte 53 n. -f- 6 n. n. bianche

in fine, prov. da Papa Benedetto XIV.
263 (445).
f
Iohannis Francisci Cecchini S. Theologiae Doctoris ac
S. Petronii Canonici scripta theologiae moralis'.
Cart., sec. XVIII, mm. 203 X 150, di carte 208, n. n., leg. in cart.,
prov. Zecchini.
264 (446).
f
Liber correctiouum Io. Francisci Cecchini ex Huraani-
tate, anno Domini 1721 '.
Cart., sec. XVIII, mm. 220X152 Ji carte 310, n. n., leg. in
cart., prov. Zecchini.

208 comò i la ti nm
265 (447).
r
lobannis Franoisci Cecchini JJonon. S. Theol. Doct. ac
S. Petronii Canon. Tractatus theologici '.
Cart., sec XVIII. mm. 250X200, di carte 100, n. n., leg. in
cart., prov. Zecchini.
266 (449).
r
Directorium canonizationis sanctorum in quo universa
canonizationis materia tractatur, et quomodo hoc tempore
causae beatifìcationum et canonizationum sint inchoandae,
prosequendae ad finem usque perducendae explicatur. Au-
ctore Virgilio Cepario Soc. Iesu '
267 (453).
:
Commentariorum C. Caesaris de bello Gallico liber pri-
mus f'eliciter incipit. Iulius Celsus recensuit '.
Cart., sec. XV, mm. 3">0 < 245, di carte 173 n. n.„ con rubr. e
lettere iniziali a colori e oro con arabeschi; leg. m. pelle. Prov.: '
Ex
lìibliotheca Marsiliana '.
268 (455).
F. Caesarii Mariae de Humilitate Mariae, Eremitae Ordì
r
Serv. et SS. Theologiae professor Romae anno 1739. Re-

latio super universalis reformationis opus quod de imme-
diata voluutate Mariae Immaculatae Virginia et SS. Dei
genitricis Christi, iam vero ab altissimo et unigenito Dei
fìlio orbis christiani successive universi potentissimae et glo-
riosissimae reformatricis erectae et constitutae in urbe pa-
ratnm SS. Domino Clementi Papae XII '.
Cart., sec. XVIII, voli. 4, prov. da Papa Benedetto XIV.
269 (456).
Inscriptiones et epitaphia Bonon. '.
Cart., sec. XVIII, in togli sciolti.
24.3. '908
DELLA BIBL. UN1VERS. DI BOLOGNA. 209
270 (457).
f
Chemicorum manuscripta '.
F. Raymundi Lulli Liber trium ver-
c
Vol. IL 1)
borum '. (Ofr. Ars aurifera. Basilea, 1593, I, 352) :
Practica Raymundi Lulli edita anno domini 1209 in

f
121 r
Avinone Accipe urinam est absconsa
'
. 131 r De
j
f
' — r
'
f
secretis secretorum Raimnndi Lulli '. Materia est id |

' ' —
in seculorum secula amen
f ' f
3) l Arnaldi de Villa- 1'
nova Liber de investigatione lapidis'. Dividitur au- |

f
tem '
— f
Explicit testamentum Magistri Arnaldi de Vil-
Alberti Magni
'
lanova in Montemartino 1502 77 r
f
Alohymia '. Callixtenes unus philosophus siccum |

c
'
— c '
r f
Liber Phoenix, sive Tractatus de lapide phi-
101
losophico Cum tanta observantur '. '.
|
r
' — f
f
Vol. III. 3) Isaaci Hollandi Vegetabilium et mi-
neralium libri tres Operare prius foras pone '
.
J
f
'
— f '
4)Tractatus duo de lapide philosophorum confi-

f
eiendo, unus de auro potabile, alter auctore Oliverio de

Oliveriis Tudertino '. (Veronae, typ. Angeli Tami, 1620)
8) Fragmenta rerum chemicarum et alchemicarum
f
'
f
Vol. IV. 3) Praeparationes metallicae '. Accipe |
f
ollam ' — '

ex omni re '.
Voi. V. 1)
f
Raymundi Lulli opusoula '
. Artis in-
tellectivae theorica Sunt errantes Deum omni- '.
|
f
' — f
potentem p. 64 Eiusdem practica artis intellecti-

' c
vae '. Corruptio et depuratio

|
cursum naturae
f
'
— f '
p. 103 Epistola accurtatioois '. Cum ego Ray- f

|
f
mundus deum p. 127

' —
Investigatio se-
f
laudans ' f
creti magistri Raymundi '. Ista est secunda pars j

f
' —
c
plus valebit p. 134 Compendium artis naturalis '. ' f
—
|
Incipit compendium p. 136 Com-

f f
'
reducere in illa ' '
pendium animae transmutationis metallorum '. <Cfr. : Man-

getus. BUA. chem. I, 853> 2) Raymundus Lullus. De c
tercia distinctione '.

|
Liber tercius
f
(Mutilo in fine) ' —
3)
f
Magnus lapidarius Raymundi Lullii '.
f
Sciens
—
J
igitur '
c
per omnia secula seculorum amen '
6)
f
Ge-
f
beri philosophi Liber de imitatione veritatis '.
|
Conside-
ravimus ' — f
intitulatur
'
13 r f
Testamentum Geberi
Studi ital. di filai, class. XVI. U
210 CODICI LATINI
'
philosophi \ \
'
Ex omnibus '
f
perfecta medicina
Liber fornacum secnndum Geberum '.
r
18 r f
Sublima- j
tili* '
— f
confirmant 7) F. Ray mundi Lulli scala ' f
sapientiae '.
j
f
Ut dicit ' — r
et in aevum '
8)
f
Ray-
niundi Lulli theorica testamenti Mangetus. I, 707 '. <Cfr. : .
Vol. VI. 2)
f
Iohannis Damasceni Liber intitulatus
Domum Dei '
.
|
f
Laus sit Deo '
— r
quocumque voluerit
'
3)
f
Magistri Balduini de Rombertis Practica lapidis
philosophici. Anno Dom. 1432, die 20 sept. '. |
f
Omnis
medicina ' — c
suis proprietatibus
'
4)
f
Practica lapi-
seu medicinae philosophorum
r
dis, '
.
|
Sicut tota specu-
latio ' —
cum aqua salsa r '
5)
f
Racaydyby '.
r
Liber
trium verborum cum aliis
f
opusculis '.
|
Hic est liber
Racaydyby ' — r
Expliciunt quaestiones editae per Vin-
centium post silura speculum quae extractae sunt a dicto
suo speculo '
Vol. Vili. 1)
f
Liber de compositione alkimie, quem
edidit Morienus Romanus, quem Robertus de arabico in la-
tinum transtulit Mangetus. '
(Mutilo in principio). <Cfr. :
I, 509/ 3) Vincentius Bellovacensis. De Saturno. f

1602 '. |
f
Saturnus ex sole (Mutilo in fine) 4) Bernardi de ' — f
Grani a Commentum super parvo Rosario Arnaldi de Vil-

lanova '
.
|
r
Ingenium ergo remotionis ' — f
fidelibus prae-
' f
stolavit Opuscula alchemica 5) '
Vol. X. 1) Turba philosophorum, seu codex veri- '
tatis in arte'. <Cfr. Mangetus. I, 445 2) Florentii :

f
Liber tertius, cuius pars prima est quod spiritus quintae

essentiae qui dicitur lapis et non lapis, nec habet natu-
ram lapidis est in animalibus et vegetabilibus sicut et in
mineralibus '.
|
f
Lapis brevi ter ' — f
Explicit liber Flo-
rentii philos. de compositione magni lapidis philos. scri-
ptus in ci vi tate Viennae, die XXX Ianuarii 1477 '
73 r
f
Tractatus de Chelidonia secundum Raymundum de
Lastras medicum Regis Francorum '.
j
r
Nota quod ' —
' v r
ut dictum Ortulani super
f
est 77 Incipit liber
textus Hermetis '. r
Dura philosophus magni la- ' — f
pidis compositione' 99 Speculum secretorum philoso-

1'
f
phorum Alberti Magni '

f
In nomine Domini ' — f
amen '
:
116 r philosophorum '.
Suraraa super In lapide |
r
nomine domini Rosarii Arnoldi 138 r Astanus

' — f ' f
philosophus de phermento philos. Nota quod cum '

.
|
r
' —
f
Deo gratias amen 157 r Testamenti] m Arnaldi a ' f
libro Hugueti in Gallico. 1455'. <Cfr.: Mangetus. I, 704>

166 r Elixir vitae Damasceni '.
f
Ego Iohannes Da- )
f
mascenus quae data sunt

' — 172 r
f
Incipit tracta-
' f
tus Aristotelis de lapide philosophorum ad Alexandrum '.

—
|
:
Alexander sine spe 185 r
'
Quartum Platonis f ' f
scolasticorum '. In nomine Dei intellige hoc |

r
'
— f '
v f
191 Extracta ex Speculo alchirniae Magistri Nico-
' c
lai de Comitibus 3) Mariae sororis Moysis Liber '.
—
|
f
Dilectione mei cordis possunt in igne separari '
f '
v
40 Liber centum versuum Merculini
f
Fili do- '
.
|
f
ctrinam panam hic cape centum 4) Speculimi

' — : '
"*
Alchirniae Bakonis '. Speculum Alchirniae ubi J

r
'
— f
vuìt spirat p. 33-74 Vetus '

Testamentum Gemma f
salutaris nuncupatum Vere bene a lapide phi- '

.
|
c
'
— f
losophico p. 81 sgg.
'
Rogerii Bakonis opus '. Cum f
|
f
ego Rogerius auxilio unius diei ' — f

'
Expositiones turbae philosophorum

f
Vol. XII. 2)
super secretimi Alkimiae '. Cum turba philosopho- |
f
rum ' —
exaltari
?
3) Turba philosophorum '. <Cfr. ' f

:
Mangetus. I, 445) Codicillus D. Raymundi Lulli

f
'
5)
<Cfr.: Mangetus. I, 880) 6) Liber quartus aquarum Ma- f
gistri Raymundi Lulli Reverendo patri salutem '

. |
r
' —
r
patientia virtus 7) Sermo Alphidii super opus ' c
maius de philosophia insipientibus occulta et prudentibus

manifesta '. Ex authoritate tingit in solem
|
f
' — f '
8)
f
Veridicus de lapide magno '
.
|
f
Scias tres mu-
tationes '
— '
et e contrarto '.
Vol. XIV. 1)
r
Magistri Cardonis de Spasonis ex-
tractio ex dictis sapientum '.
j
f
Incipiam ergo ' — f
ipso-
rum mensium '
pp. 123-137
f
Incerti anthoris De alchi-
mia '.
|
f
Cum omnis terra pp. 139-154
universa :
— r
'
'
De transmutatione metal lorum authore incerto '. De- j
f
finitio scientiae ' — f

intellectns consistit
'
pp. 155-212
'
Arnaldi de Villanova liber ehicax de arte nostra dignis-
212 «-olili 1 LATINI
c c '
sima '. |
Ratio precipit '
praesens sufficiat
3)
f
F. Raymundi Lui li De Mercuriis '.
j
f
Fili, necesse esl
— f
corporis liquefanti '
Vol. XV. 3)
f
Ars exprimentorum Alberti Magni '.
—
|
'
viscositate malve
f
1
Sciendum vero' f
6) Bernardi
de Alvernia De probatione verae et perfectae transmuta-
tionis '. Non obstaute quod
|
f
fidelibus praestolavit '. '
— f
Vol. XVI. 2) Annotationes alicuius glossatoris, qui f
in tres libros magistri artis generalis glossas scripsit et

in quibnsdam annotationibus suis vocatur Accursius '
.
—
|
'Finito proemio' de lapidibus et de terra' 3) Opus '

f
philosophorum '. Alchimia est ars cadat in rae- |

c
' — '
dicinam 4) De lapide philosophorum '.

'
Audi cum f
|
f
auribus de omnibus rebus considerandum

' — 5) Co- f
'
f
dicillus Raymundi Lulli '. Cfr.: Mangetus. I, 880>.

Vol. XVII. 4)
r
Arnaldi de Villanova Opuscnla '.
—
|
f r
Necesse est '
in tuis operibus '.
Vol. XVII i. 3)
r
Frater Armingandus Pinetus Ord.
Praed. De secretis naturae '.
|
'
Quoniam humanus intel-
lectus ' — f
te reddet certiorem '.
f
Explicit liber primus
Theoricae fratris Armigandi Pineti de secretis naturae edi-
tus ab ipso MCDLII, de mense Iullii. Et transcriptum
per me Ioaunem delachell. 1476 de mense decembris in
civitate . Viennae '
4)
f
Tabula scientiae maioris '. (Mu-
tila in principio) — r
et reflexione '.
Vol. XIX. 1)
f
Dialogus inter naturam et fìlium
philosophum Iam '.
|
f
agitur '
— f
sit benedictum '
c
40 r Tractatus de diversis preparationibus lapidis lazuli '
(Mutilo in principio) 2)
f
F. Raymundi Lulli Scala sa-
pientiae '.
|
f
Ut dicit venerabilis philosophus ' — f
nomen
' f
glorificetur hic 3) Clavis scientiae maioris in phi-
losophicum opus numquam ante hac visum per Arnaldum '.
—
|
f
Primo habet in leone '
r
iuvenis et fortis '
4)
f
Ex-
positio summae Geberi secundum Andomarum philoso-
phum '. j
f
Fuit vir unus '
— r
Et lauda deum '
5) Liber qui Rosarius appellatur Magistri Iohanuis Dastini

f
Angli '. Desiderabile desiderium f

incornparabiliter
|
' — r
preciosissimus. Die XVI Augusti 1476, in civitate Viennae '.

Vol. XXI. 1)
f
Arnaldi de Villanova Thesaurus the-
saurorum Rosarium philosophorum '. <Cfr. Mangetus.
et :
I, G62> 3) Franeisci Hotomani Disputatio an Alchi-

f
mia in bene morata civitate toleranda sit'. Consulta- |

c
tioni nobis ' — r

esse testentur. Anno 1574 '
4)
f
Tra-
ctatus operis philosophorum cniusdam fratris Franciscani
ad Pontificem '.
|
f
Quanta admiratione ' — f
vel ad lu-
nam '
5)
f
Secreta artis stultorum '.
|
f
Incipiunt se-
creta '
— (Mutilo in fine) 6)
f
Opuscula cabalistica '.
Vol. XXII. 1)
r
Eeceptarium '
2)
f
Adonay '.
—
|
f
Corpus cavendum
et Comentum Pagani
anima '
f
'.
f
philosophi super Geberum '. Geber enim dicit et j

f
' — f
simplici minerà '
F. Raymundi Lulli testamentnm

Vol. XXIII. f
'
1)
f
<Cfr.:Mangetus. I, 707) 3) 126 r Quaestiones Ray-
mundi Lulli a Georgio Riplay citatae ac positae post eius
librum Scalam nominatum'. Quia ut dicit Raymuu- |
r
dus ' —
laudabis deum
f
144 r Tractatus intitulatus
' f
Medulla alchimiae compilatus a Georgio Riplay '. Tuae |

f
excelienti dominationi ' — c

Fini tur tractatus Medulla al-
chimiae dictus per D. Ripley compillatus anno D. 1476 '.
Vol. XXIV. 2) Ioannis Duns Scoti Dominus vo- f
biscum, et alia opuscula '

.
|
f
Universa mundi machina ' —
f
solis et lunae '.
Vol. XXV. 1)
r
Opuscula alchemyca '.
|
f
Quidam
investigator ' — f
et quasi consumuntur 2) Liber ' f
Aros philosophi '.

j
f
Quidam Rex in saecula secu- ' — f
lorum amen Astanus philosophus. De fermento

'
3)
f
lapidis philosophorum Nota quod cum corpora '

. |
f ' —
'
spiritibus et corporibus 4)
' f
Commenturn Magistri
Bernardi de Gravia super parvo Rosario Magistri Arnaldi
de Villanova '. Ingenium igitur docet excitative '.
|
r
' — f
Vol. XXVI. 2) Rogerii Bachonis de Alchemia li- f
Speculum Alchemiae '.

beìlus, cui titulus fecit: Multi- ;
f
fariam ' —
Deus noster in aeternum
f
4) Bernart ' f
Trevisan. Tractatus brevis super transmutationem metal-

lorum ad Archiepiscopum Treveren. Comitis de Treves '. |
r
Pateat universis ' — f
sino fractione '.
•211 CODICI LATINI
Vol. XXVII. 2)
f
Tractatus de salibus et alumini-
bus '
.
|
f
Cum rinoarer '
— r
et reserva. Explicit liber Aver-
' r
rois de secretis naturae p. 49 94 Liber colligatio-
niira Averrois '. j
'
Utilia qnaedam ' — f
magnum erit
'
3)
f
Ioannes Dastinus. De natura rnetallorum Libri qua-
tuor Omne datum
'. I
' '
— mundanorum victoriam '.
f
Vol. XXVIII. 3)
f
De intentione Alchemistarum '
f
Non obstante quod '
— r
intelligas raagisterium '
4) '
Liber Hortulani philosophi super textum Hermetis '
.
|
p
Dixit philosophus lapidis phisici compositione '. ' — '
Vol. XXIX. 2)
f
Tractatus super facto Alkimie a
quibusdam philosophis in hac arte peritis compositi. Et
f
primo Speculum Alkimie Multipharie multisque rao- '
. |
dis —
et ultimo rubens
'
4) Epistola cuiusdam Pa-
f ' r
risiensis super scientia lapidis, sed quidam volunt esse

Guillelmi Parisiensis. De ovo philosophico '. 'Domine j
mi ' —
quousque suffìciant '. 1476, die 20 Augusti '.
f c
Vol. XXX. 2)
f
Ex lib. Raymundi Lulli de inten-
tione operantium, et alia opuscula
'
3)
f
Rosarius An-
gliae Io. Dastini Angli '.
|
c
Desiderabile desiderium ' —
f
Et hic huius finis '
r
Liber maximi secreti '.
|
f
In
minimis ' — f
mundi praetiosum '.
f
Tractatus Ioannis The-
bani '
.
|
c
Artis occultum quaerentes ' — f
in coeli cul-
mine '. 24 Ian. 1502.
Vol. XXXI. 2)
r
Raymundi Lulli Scala sapientiae '.
|
f
Ut dicit venerabilis philosophus '
— f
per picturam '
Vol. XXXII. 1)
f
Expositio aut explanatio Bay-
mundi in capitulo de compositione aceti nostri '
. |
f
Com-
positi© aceti ' — r
potentia ad actum '
3)
f
Occham.
Practica et opus solificii '. (Mutilo in principio) — f
penes
sapientiam operantis .
Vol. XXXIII. 3) pp. 1-51

f
Lilium florum '.
j
f
Ars
ista ceteris ' — r
omnia explicavi '
pp. 52-68 f
Epi-
stola accurtationis lapidis Raymundi Lulli '.
|
c
In vir-
tute sancte trinitatis ' — f

a corruptioue etc. '
pp. 69-72
f
Amphorismi super alkymia Canon plnlosophorum '.
|
' ' —
f
sic teneatur
'
4)
f
Liber maximi secreti totius mun-
danae gloriae '
. |
r
Si in minimis mundi praetio- ' — f
DELLA BIBL. UNIVKKS. DI BOLOGNA. 215
sum '
6)
f
Clavis Paradisi '.
|
f
Quoniam per qnam ' —
r
fiat unguentum '
7)
r
Turba philosophorum, seu co-
dex veritatis in arte '
. <Cfr.: Mangetns. I, 445).
Vol. XXXIV. 2) pp. 1-30 f
Raymundi Lulli. De
figura elemeutali Ars docet
'
. |
f
'
— cum terra f '
pp. 31-70
f
Eiusdem animae transmutatio '.
|
r
In nomine
sanctae trinitatis ' — f
alius de tela
'
pp. 71-86
r
Pra-
ctica que dicitur 2 pars apertorii a '
. |
f
Cum in virtute ' —
f
opere allegato '
Vol. XXXV. 4)
f
Manuscriptus cuiusdam philoso-
phi Parisiensis circa annum 1586 '
.
|
f
Nunc superest '. —
(Mutilo in fine).
Vol. XXXVI. 3)
f
Raymundi Lullii Artis intelle-
ctivae theorica '.
j
f
Sunt errantes multi ' — f
ad deum
omnipotentem '
pp. 47-74
f
Practica '.
|
f
Corruptio et
depuratio '
— c
naturae '
pp. 75-88
f
Epistola accurta-
tionis '. <Cfr.: Mangetus. I, 863) pp. 89-93
f
Investi-
gatio secreti Magistri Raymundi super opere magno '.
—
j
f r '
Ista est secnnda pars '
plus valebit pp. 94-111
r
Compendium artis naturalis '
.compendium
|
f
Incipit ' —
f
quousque sufficiat '
pp. 112-154 Sperma metallorura '. r
—
|
Sperma metallorum '

r
ex marga philosophorum
'
4)
f
Incipt liber P. R. ff. '
.
|
Domino suo phil.
f
plu- ' — f
ribus occultatum '.
Vol. XXXVII. 4) '

Tractatus de lapide philosopho-
rum '.
|
f
Sequitur hic ' — f
in omnibus proprietatibus '.
Cart., sec. XV e XVI, voi. 38, misceli., di vario formato.
271 (458).
1)
f
Liber qui Donum Dei dicitur, alias mixtionum tracta-
tus Iohannis Dastini Anglici deo qui-
'
.
j
f
Laos sit ' — '
cumque volueris '.

|
f
Habui a D. Francisco Sophia Ia-
nuensi ci ve, quem . . . manu propria transcripsi in Grenua
dum officio Vicarii ducalis ibi prò rege nostro Ludovico XII
fungerei', Ego Blasius Maurel Combralliensis, et finem im-
posui die X Martii anno MDXI '
f
Iohannis Dastin
2)
Anglici secretum secretorum '. |
c
In artifìcialibus ' —
216 CODICI LATIN]
f
mundi archanum :
3)
f
Tractatus Ioannis Dastini An-
glici super lapide pkilosophorum, qui Rosarius magnus et
desiderabilis nuncupatur ' — f
Desiderabile desiderium ' —
augrnentatur mediciuam ' f
f
4) Quaestio an medicina
debeat fieri de metallo, etc. Dico corpora
'.
|
de-
f
' — '
cocta notabis
'
5)
f
Opus novum super transrnntatione
metallorum Quoniam excellentissime '.in opere |
f
' — f
agit 6) Iohannis Duns Tractatus super lapide philo-

' c
sophico '• Quanta admiratione |

diademate corona-
c
' — f
tur '
7) Eiusdem liber intitulatus Dominus vobiscum '.
r
—
|
Universa mundi machina

'
f
per certos gradus '
f
8) Tractatus eiusdem Iohannis Duns ad regem Angliae

f '
.
—
|
Noveritis, excellentissime Rex

f
f
ad fìnem pertracta- '
tur '
8) Bermundi Achardi f
Valentini opus quod ipsemet
fecit Valentiae anno domini 1508 '.
j
r
Ex 17 de mer-
cure (Mutilo in fine)
'. 9) —
Tractatus primus operis c
magni tam ad album quam rubeum Petri de Duns Si '

f
in minimis ' — '

secretorum philosophorum '
10)
f
Tra-
ctatus secundus de ventate et virtute lapidis magistri Petri
de Duns '. |
f
Lapis philosophorum ' — f
medicina corpo-
' f
ralis 11) Exctratus a libro R. Lulli artis intellecti-
vae '
. |
'
Prior sol ' — f
vivere tutum '.
Cart, see. XV, ram. 200 X HO, di carte 320, leg. in perg.
272 (459).
'
Chemiae tractatus, sive de possibilitate trasmutationis me-
tallicae '. |
f
Dubitant quamplurimi ' — f
arcanum tartari ".
Cart., sec. XVII, mm. 295 X 203, di carte KJ0 n., prov.: '
Ex Bi-
bliotheca Iacobi Bartholomaei Beccarli '.
273 (462).
f
Magni Archivii scripturarum prò regali jurisdictione Re-
gni Neapolis. Ex omnibus regiis Archi viis Philippi IV lli-
spauiarum Regis per D. Bartholomaeum Chioccarello ex-
cerptarum, suisque sedibus, prout una quaelibet materia
exigebat, locatarum et in unum collectarum '.
Cart., in fol., sec. XVIII, tomi 18, in voli. 12, prov. da Papa
Benedetto XIV.
DELLA B1BL. UNIVKRS. DI BOLOGNA. 217
274 (463).
1) M. T. Ciceronis orationes prò Sexto Roxio, prò Lutio
f
Murena, prò Archia, prò Milone, prò G. Pompeio, prò

Quinto Ligario, prò M. Marcello, prò Rege Deiotaro
'
2) Nonii Marcelli De proprietate verborum '.

f
Abiu- |
f
rare est rem ereditarci negare fauces preoccuparem ' — f '
3) Festus Pompeius. De verborum significatione '.

c
<Cfr. Sex. Pompeii Festi. De verborum signif. Amstelo-

:
dami, 1700, 4°>.
Membr. e cart., sec. XV, mm. 240 X 160, di carte 328, n. u., leg.
in perg., prov.: '
275 (464).
M. T. Ciceronis Rectorica ad Gaium Herennium '. <Cfr. :
M. T. C. Rhetor. ad Herenn. libri IV. Lipsiae, 1828).
Cart., sec. XV, mm. 205 X 83 n.

142, di carte n., leg. in perg.,
prov. :
'
Ex. Biblioth. fratrum S. Pauli in Monte '
276 (465).
M. T. Ciceronis Philippicarum Desenectute; Pro Mar-
r
cello (Cap. 5-11); Pro Quinto Ligario; De amicitia (Cap 4-27);

Paradoxa (II- VI). '
Cart., sec. XV mm. 250 X 200, di carte 114 n. n., alcune delle
quali sono trasposte e altre mancano, leg. in pelle. Prov.: '
Ex Bi-
bliotheca Io. Garzoni Bonon. '.
277 (466).
r
M. T. Ciceronis Orationes adversus Valerium, prò P. Sex-
tio, contra Sallustium, in L. Pisonem, in L. Catilinam,
de provinciis Consularibus, in Vatinum, prò C. Rabirio

Postumo prò Aulo Cluentio Avito, cum notis autographis
Baptistae Guarini '
Cart., sec. XV (1475), mm. 295 X 205, di carte 33 n., leg. in pelle,
prov. :
'
Ex Biblioth. Ioannis Garzoni Bonon. '
278 (467).
1)
f
M. T. Ciceronis epistolae ad familiares, cum notis au-
f
tographis Baptistae Guarini Veronensis '
2) Oratio
218 CODICI LATINI
Iohannis Lamolae ad Nicolaum Pontificeni '.

j
f
Quod iam
plures ' — r
dimittis servum tuum '
3) Oratio Marci
T. C. prò lege Manilia/ 4)
f
Oratio Gf. P. ad potesta-
tem patavinum et de laudibus eius, eum hortando ne pa-
ciatur doctores dicere '
.
|
'
Etsi maxime oportebat — glo- '
f
r
riam alatura '
5) Epistola suavis et rethoricalis ad
dominum Domiuicum de Capranica per magistrum Feral-
dum de Feraldis de Imola doctorem medicine celeberri-
ìnum '. Quod iamdiu vehementer optavi
|
r
sceveri- ' — f
' f
tatì tuae videamus 6) Oratio de laudibus phisicae et
medicine. G. P. '
.
j
f
Non mediocri voluntate anu- ' — '
lum aureum '

7)
f
De laudibus iuris e. et canonici per
G. P. '
.
|
'
Cam sepe ac raultum ' — f
clausum et ap-
pertum '.
Membr. e cart., sec. XV (1436), di carte 216 n. -\- 28 n. n., leg.

in pelle, prov. :
c
Ex Bibl. Iohauuis Garzoni Bonon. '. In iine: Epi- '
stolarum familiarium M. T. Ciceronis liber felicitar explicit, scriptus

per me Iohannemantonium quondam ser A.ntonii de Monticulo civem
faventinum, die sabati Kalendis septerabris millesimo quatrine;ente-
simo trigesimo sexto Indictione decima quarta .. Recipiens exemplar .
a disertissimis viris ser Iobaune Baptista et ser Nicolao M. et potenti

d. d. mei Gruidautonii de Manfredis cancellariis tìdis et mihi dome-
sticis '
279 (468).
f
M. T. Ciceronis. De oratore, et orationes prò A. Cae-
cina; de lege agraria oratio I, II et III; prò C. Rabirio
Postumo; prò Q. Roscio Oomoedo ;
in M. Antonium Phi-
lippica prima '.
Cart., sec. XV (1476), mm. 295X205, di carte 77 n. n., leg. in

pelle, prov.: '
Ex Biblioth. Iohannis Garzoni Scriptum
'. In iine: '
per me lohannem Garzonem 1170, 27 Aprilis in Studio Bononie '.
280 (469).
f
M. T. Ciceronis Orationes '.
Membr., sec. XV (1466), rara. 305 X 225, a 2 col., di carte 252 u..
leg. in pelle, prov.: Garzoni '. Sulla prima '

Ex Bildioth. Iohannis
carta è notato: Istud opus in quo continentur Orationes Ciceronis
'
est [mei Iohannis Garzoni], quod emi a quodam iudeo in Studio

Bononie due. quinque, 11GG, die 7 Maii et fuit .. '
. .
281 (470).
1) Versus duodecim sapientum positi in epitafio Marci
f
Tullii Ciceronis '. Hic iacet arpinas manibns turaula-|

f
tus amici ' —

Hic plus sol micat cruciatus propter ho-
f
nestum 2) M. T. Ciceronis De somnio Scipionis

' r '
3)
f
M. T. Ciceronis Tusculanarum quaestionura libri
quinque '. (Mutilo in fine).
Cart., sec. XV, min. 295 X 200, di carte 82 n. n., leg. in perg.,
prov. :
'
Ex Biblioth. Iohaunis Garzoni Bonon. '.
282 (471).
r
M. T. Ciceronis Tusculanarum quaestionum libri V. De
natura deorum libri III. De divinatione libri II '
Membr., sec. XV, (14l6), ram. 320 X 225, con lettere iniz. miniate,
di carte 147 n. n., leg. in pelle. In fine :
'
Iste liber est mei Pele-
grini de... M. T. Ciceronis de divinatione liber ultirnus explicit feli-
citer anno Domini MCCCCVI de mense Iunii. manu mei Spine Az-
zolini '.
283 (472).
'
M. T. Ciceronis Tusculanarum quaestionum ad Brutuni.
De finibus bonorum et malorum ad Brutum '..
Cart., sec. XV (1456), mm. 800 X

210, di carte 189 n. n., leg. in
pelle. In fine :
'
Meldulae, VI Id. Septembris 1456. Angelus Valdius
Iturus '.
284 (473).
f
M. T. Ciceronis Tusculanae quaestiones '.
Membr., sec. XIV, mm. 220 X 150. palinsesto, di carte 129 n. n.,
prov.: '
Ex Biblioteca Iohannis Garzoni Bonon. '. Sulla 2 a carta è
notato: Istas quaestiones tusculanas ego Magister Bernardus de
'
Garzonibus emi in Studio bononiensi a quodam bidello floreno uno

auro et bonon. 21. 1436, die XX Hoctobris '.
285 (474).
c
M. T. Ciceronis De oificiis. De senectute. Paradoxa ad
Brutum. De amicitia '.
Membr., sec. XIV, mm. 175 X 120, di carte 298 n. n., leg. in
pelle.
220 CODICI LATINI
286 (475).
f
Introductio ad universum ius pontificium tribus libris ali-
soluta, sive de personis, rebus et iudiciis ad rnentem iuris

])ontificii sub doctissimo atipie olariss. Domino Iacobo Cen-
cio Romano in almae urbis Universitate iuris Caesarei pri-

ìiuii)), deinde sacrorum canonum ordinario antecessore, anno
Domini 1657 '.
Cart., sec. XVII, nim. 220 X 150, di carte 70 u., prov. da Papa
Benedetto XIV.
287 (476).
'
Tiberii Cincii Card, et Episcopi Aesini Collectio litte-
rarum, decretorum, scripturarum variarum et decretonim

ad Aesinae Ecclesiae regimen spectantium '.
Cart., sec. XVII, parte ms., pavte stamp., mm. 270 X 200, leg.
288 (477).
c
Cencii Camerarii Liber censuum S. R. Ecclesiae '. '
< 'o-
dex ms. saec. XVI descriptus ex autographo anni llì)*2 in
arce S. Angeli servato '
Cart., sec. XVI. mm. 305X215, di carte 417 n., leg. in pelle,
289 (478).
f
Cyrilli Archiepiscopi Alexaudrini Liber qui appellatili-
Thezaurus adversus hereticos a Giorgio Trapezuntio tradu-

ctus ad inclitum Alphonsum Regem Aragonum et utriusque
Siciliae dicatus '. <Cfr. : Preclarum ojjus Cyrilli Alexan-
drini Tkesaurus nuncupatus. Parisiis, Wolphgangus Hopi-
lius, 1514, fol.>.
Cart., sec. XV, mm. 295X200, di carte 153 n. n., leg. in pelle,
prov.: '
Ex Biblioth. frati-. S. Pauli in Monte'.
290 (479).
f
Petri Ciruelli Darocensis Sphaera mundi '.
Cart., sec. XVII, muti. 300 X 205, di carte 205 n. n., leg. in cart.
291 (481).
f
Clementis Vili P. M. (Hyppoliti Aldobrandini S. R. Rotae
Auditoris) cansarum in S. Romauae Rotae auditorio corani
ipso agitatarum positiones, vota, et decisiones ab anno 1581
ad 1585 '
Cart., sec. XVI, voli. 5, in fol., prov. da Papa Benedetto XIV.
292 (483).
f
Constitutiones, epistolae, diplomata aliaeque apostolicae
sanctiones a S. M. Clemente XII P. M. promulgatae in
singnlos Pontificatila aunos '
(1732-1738).
Busta contenente 78 opuscoli.
293 (487).
Codex diplomatici^ Achillis Card, de Grassi* '. Precede
f
un epigr. lat. col titolo: Ad D. Salvatorem Melegottum

'
R. D. Card, de Grassis a secretis Petri Francisci Modesti

f
Ariminensis epigr. '. Sic salvus semper nostro sis prae-
j
side salvo '.
Cart., sec. XYI, mra. 280X205. di carte 400 n., leg. in pelle,
autogr. del Card. Salvatore Melegotti, prov. dal Canonico Amadei.
294 (488).
f
Collectae cleri exempti in civitate et comitati! Bononiae
ab a. 1390 ad a. 1402 '.
Cart.. sec. XIV, mm. 300 X 220, originale, carte 51 n. n., prov.
dall'Ab. Andrea Placido Ansaloni Rettore della chiesa del Comune
di Gaggio.
295 (489).
f
Philosophia ad recent iorem mentem logicam, metaphisi-
cain tri bus tomis complectens
in P. Bononiae Archigy-
mnasio a R. P. D. Bonifacio Collina Monacho Camaldulensi
S. Theologiae professore tradita milii Michaeli Herculi Eu-
gubino anno Domini 1732 '.
Cart.. sec. XVIII, voli. 3, leg. in perg.

222 CODICI T.ATTXI
296 (491).
f
Liber de viris illusi iil>us editus a fratre Iohaniie de Co-
lumpna de Roma Ord. fratr. Praed. '
.
|
p
Denra et moribus ' —
f
vitam fìnivit '.
Membr.. s©C. XIV. mm. 290X220, a 2 col., di carte 72 n. u., con

lettera iniz. miniata, leg. in pelle, prov.: '
Ex Bibliotbeca Henri ci
Card. Henriquez, deinde Benedicti XIV P. M. '.
297 (494).
f
Comituli S. R. Rotae Auditoris Causarum in S. R. Rotae
Auditorio corani ipso agitatarum positiones, vota ac deci-
siones ann. 1587-1588 '.
Cart., sec. XVI, mm. 300X200, prov. da Papa Benedetto XIV.
298 (495).
f
In librum qui Cantica Canticorum dicitur Commenta-
rium '. f
In principiis librorum
j
venisti ad ino '... ' — f
(Mutilo in fine).
Cart., sec. XVI, mm. 205 X 140, di carte 179 n. -f-

22 n. n.. leg.
in perg.
299 (496).
f
(In Valerium Martialem commentarla),
C. Petiisti a j
me Genete esset Plinius '.

' — Barbara, quia neque
f
j
f
greca — r
gallicinium appellamus '.
'
Cart., sec. XV mm. 300 X 200, di carte 296 n. u., leg. m. perg.,
prov. da Ulisse Aldrovandi.
300 (497).
f
Disputationes in duos libros Aristotelis de generatione
et corruptione; in libros deanima atque in libros metaphy-
sicorum. Io. Baptista Selvagus scripsit anno 1644'. Multa |
'
hic interpres cuius sumus '.

' — f
Cart., sec. XVII. mm. 190 X 120, di carte 177 n. u.. leg. in pelle.
301 (498).
r
Commentarli in universam philosophiara, qui tradeban-
tur in Aquilano Societatis Iesu Collegio anno 1684, Ioan-
DKLLA BIBL. UNIVKRS. DI BOLOGNA. 223
nes Pulsonius Interocrinus seri j»si t '. |

f
Quaeram initio
'
r
flavns seu al bus '
Cart., see. XVII, mm. 200 X 130, pp. 772 n., leg. in perg.
302 (499)
1)
f
In Porphirii isagogem et Aristotelis dialecticam com-
mentarli '.
|
f
Preludia in Porphirium. ' — f
inefFabilis
vivitas
'
2)
f
Commentarla in cathegorias Aristotelis
quaestiunculae aliquot proemii loco Prima proposi-
'.
|
c
tio ' — r
finis quaestionis '
3)
f
De
Aristotelis Stagiritae
interpretatione libri duo'. |
r
Obiectutn adeguatnm ' —
f
finis prioru m '
4)
f
Tn libros duos Posterioris resolu-
tionis, demonstratione Commentarius '.
seu deOm- |
f
nium dialecticae optimo maximo 5) Disputa- ' — f ' f
tiones aliquot ad libros Aristotelis de demonstratione '.

—
|
Scientiam hic vocamus

f '
' '
traditam intellexisset
6) Breve dialecticae totius compendium in
f
libellos sex
digestum Haec ars et ultra
'
.
|
f
' — f
'
Cart., sec. XYI, mm. 220 X 170, di carte 1G8 n., leg. in pelle.
303 (500).
1) l-62 r '
Commentum Magistri Bernardi de Gama, alias
de Grava super parvo rosario Magistri Arnoldi de Villa-
nova '. |
c
Ingenium igitur '
— r
docet excitative
'
v
2) 65 -107 r '
Liber appellatus Thesaurus thesaurorum, Ro-
sarius philosophorum, ac omnium secretorum maximum se-
cretum de verissima compositione naturalis philosophie etc. '
v
<Cfr.: Mangetus. I, 662> 3) 107'-115 Novum lumen '. r
v v
<Cfr.: Mangetus. I, 676> 4) 115 -125 Perfectum ma- f
gisterium Arnoldi de Villanova, alias flos florum '. <Cfr. :
v
Mangetus. 679> 5) I, 126 r -129 'Epistola eiusdem su-
per alchimia ad Regem Neapolitanum (Ivi. I, 683) '.
v
G)129 -133 Alia eiusdem epistola que dicitur gloriosis-
r c
sima margarita O quam gloriosissima seculorum '

. |
c
' — f
v v
secula amen '
7) 133 -141
f
Liber Magistri Arnoldi de
Villanova de secretis naturae '
.
j
r
Scito fili '
— f
hamet
v
et theber :
8) 142*-157
f
Ex libro Arnoldi de Villa-
224 CODICI LATINI
nova quem intitulavit Liber lapidis vite philosophornm '.
—
|
f f ' V V
Canities '
serpentini! 9) 157 -1G3 r
Speculum
alchimie '. |
f
Multipharie '
— r
splendet aperte '
v v
10) 163 -108 f
Liber 30 verbornm Aristotelis de lapide
pliilosophorum '. |
f
Iara scito '
— f
et partibus '
v f
11) 177 -182
r
Alique auctoritates alchimie '.
|
f
Nota de
lapide ' — f
de stomacho '
12) 182 r-186
v f
Distinctio
secretorum sapienturn '. |
f
Incipit distinctio ' — f
multi-
v v
plicatur 13) 186 -190
'
f
Opus perfectum ad lapidem plii-
losophorum '. Ego vero et de sole |

f
' — f
'
14) 196 r -200
v
r
Extracta ex speculo Nicholai Comitis '
.
|
f
Septem sunt
operationes ' — r
corpus suum '
15) 200
v
-l
r r
Extracta
ex tractatu dicto secretum meura '.
|
f
Argentum ' —
r
coagulum mercurii 16) 20i -2 De stella alkyrnie ' r r r
lohannis Bombelen anglici '. Deus gloriosus va- |

f
' — f
v
leat immutari '
17) 202 -
r f
Ex philosophornm frag-
mentum libro theorice '.
j
r
Gapitulo primo ' — f
princi-
v
pium '
Excerpta ex libro qui intitulatur
18) 204 r -9
f
lilium florum veritas

:
completili' opus
.
|
f
Prima ' — f '
v r
19) 209 -215 r
Conclusiones ex Generis theorica collecte '. |
v
f
Ad intrandum -- alia vero non 20) 215 r -217 Ex '
f
'
c
libro sapientiae Rogerii Bachonis Post prescriptas '

.
|
f :
—
V V
f
referre de hoc 21) 217 -8 Ex libro Dabetti de secretis
'
f
Hermetis '• Iste autem Hermes |

et diebus
f
' — f '
v
22) 218 -224 r Septem operationes lapidis maioris
f
Prima '
|
f
operatio —
longius laboris
'
23) 224 r -5 v
f
Opus mu- ' f
liernm et ludus puerorum '. Operis huius de opere |

' ' — r
v v
mulieris 24) 225 -254
'
Anthidotum philosophorum '. f
r
Hec enim superfluum
v
25) 254 -264
' — v
Textus f ' f
libri coronae sapienturn '.

|
f
Sapienturn corona ' — f
sunt
v
connexe '
26) 264 -271 r ' f
Extracta ex libro angelico '.
—
j
v
Sapientes philosophi 27) 271 -283 r
f
'
'
ipse laudetur '
Extractus ex libello qui intitulatur Theosophia palmarum'.|

'
Qui dividitur invidia reserare 28) 285^-290
v ' — r '
f
Liber trium verbornm qui dicitar liber trinitatis '
.
|
v
r
thesaurum habet 29) 291 r -304 Tractatus lohannis ' f
retynensis '. Quoniam ut ait philosophus tibi do-

|
f
' — f
mine '
30) 305 -8 r r f
Summa theorice Platonis '.
j
f
Cum
24.8. '9CN
DKLLA B1BI,. UN1VERS. DI BOLOGNA. 225
res' -- 31) 308Ì-338" Surnma

f
'
habentibus '
practice
Platonis '. |
r
Opera dei 1
— f
hoc fiat '
Cart,, sec. XV, mm. 110 < 100. di carte 371 n., leg. in pelle,
prov.: ' Ex Bibliotheca Comitum Caprara '.
304 (501).
Ex mi et Excell. mi Domini
f
codicibus Ill. Io. Angeli Ducis
ab Altaemps Assertiones seu commentationes in iure civili
Antonii de Solis, Hectoris Rodriguez, Alvari Rivadeneyra
sive Ribadeneira, Emanuelis Alfonsi Lusitani, Vincentii
Villares, Gii. Ramirez '.
Cart., sec. XVI, mm. 200 X 140, di carte 3G0 n. n.. leg. in perg.
305 (506).
f
Synodus Diocesana Amerina ab Ill. mo et Rev." 10 D. Ioanne
Baptista Renzolio Episcopo Amerino celebrata diebus octava
1
et nona Aprilis 1725 .
Cart., sec. XVIII, mm. 275X200, di carte 87 n. n., leg. in

306 (507).
f
Bononiensi.s Synodus Diocesana a Iacobo Card. Boncom-
pagno Bononiae Archiepiscopo celebrata anno 1699 '
Cart., sec. XVII, mm. 280 X 210, di carte 210 n. n., prov. da
Papa Benedetto XIV.
307 (508).
f
Ad S. Concilium Tridentinum, nempe a sessione V ad XXV
adnotationes '
Cart., sec. XVIII, mm. 265 X 195, di carte 170 n. n., prov. da
Papa Benedetto XIV.
308 (509).
f
Ad
Concilium Tridentinum adnotationes ab
S. initio Con-
cila usque ad sessionem inclusive '. XXV
Cart., sec. XVIII, mm. 205 X 200, voli. 2 leg. in pelle, prov. da
Papa Benedetto XIV.
si ini/ ital. di filol. class. XVI. 16

226 Cullici LATIN']
309 (510).
r
Ad S. Concilium Tridentinum adnotationes iuxta sessio-
num ordinem dispositae '.
Cart., sec. XVIII, mm. 270 X 200, di carte 960 n., leg. in perg.,
310 (511).
f
Ad aquarum S. Congregationem pertinentia '
1)
f
Fa-
ventina taxae in ter comunitatera Bagnariae et comunita-
tem Solaroli an. 1695 2) Imolensis aquarum et atten-
' f
tatoruni inter communitatem Bagnariae et communitatem

Lugi ann. 1695-96-97 \
Cart., sec. XVII, mm. 270 X 200, fase. 2.
311 (514).
f
Index monumentorum spectantium ad historiam sacro-
santi Concilii Tridentini et Bononiensis et universae chri-
stianae reipublicae negolia an. 1547, 1548 et 1549 gesta,
ea omnia ex schedis et codicibus secretioris Apostolici Va-
ticani Archivii collegit digessitqne Iosephus Co. G-aram-
pius eidem Archivio praefectus '.
Cart., sec. XVIII, mm. 275X200, di pp. 428 n., leg. in pelle,
312 (519).
f
Conclavium acta ab Eugenio IV ad Gregorium XIII et
Miscellanea' 1)
f
Ex libro Ioachini Abbatis proplietia
de successoribus Pontificibus a Martino V usque ad Auti-
christum '
2) Aeneae Sii vii Piccolomini Senensis de
f
morte Eugenii IV creationeque et coronatione Nicolai V

oratio
'
3) Conclave quo Calistus Papa III creatus est
f
a Papa Pio II descriptum 4) Ex Diariis Stephani'

'
Infessurae. Xysti IV Papae obitus, conclave et creatio In-

nocenti Vili P. M 5) Alexandri VI Papae obitus
' '
1 f
et Pii III creatio (1503) 6) Obitus Pii Papae III et
f
Iulii II creatio Privata et secreta capitula prò
'
7)
Rev. Dom. Cardinalibus ante electionem Pauli III

'
DELLA BJBL. UNIVERS. DI BOLOGNA. 227
8) '
Iulii Papae III conclave et creatio
'
9)
f
Conclave
Papae Iulii III '.
Cart., sec. XVII, mm. 270 X -05, di carte G58 n. n., leg. in perg.,
prov. Pepoli.
313 (530).
f
S. Congregatio Concilii Tridentini. Ianuensis dispensa-
tionis inter Ioannem Iacobum Imperiali et Annam Mariani
Pallavicini corani S. Congregatone Concilii Tridentini. In-
tegra causae positio '.
Busta di 3 fase, a stampa e mss., prov. da Papa Benedetto XIV.
314 (531).
f
Resolutiones S. Congregationis Concilii Tridentini a ses-
sione IV usque ad finem '.
Cart.. sec. XVII, mm. 320 X 130, di carte 28S n., leg. in perg.,
315 (532).
f
S. Congregationis Concilii Tridentini declarationes et de-
cisiones corrispondentes sessionibus S. Concilii a sessione IV
ad sess. XXV inclusive '.
Cart, sec. XVII, mm. 260 X 205, di carte 700 n. n., leg. in perg.,
316 (533).
f
Declarationes quorumdam Concilii Tridentini decretorum
ad diversos Episcopos et praelatos, seu ad alias particu-
lares personas rescriptae, quibus additae sunt nonnulla de-
clarationes Pii V, GJ-regorii XIII et etiarn Sixti V, singulis
suis sessionibus et capitibus ordine accomodatae '.
Cart,, sec. XVII, mm. 295 X 200, di carte 375 n. n., log. in perg.,
317 (534).
f
Ex S. Congregationis Concilii Tridentini libris Memo-
228 CODICI LATINI
rialium et Decretorum excerpta, iuxta sessionum ordiuem

digesta '.
Cart,, sec. XVIII, voli. 5, log. in perg., prov. da Papa Beno-

detto XIV.
318 (535).
r
Congregationis Concilii Tridentini resolutiones causa-
S.
rum corani ipsa propositarum ab anno 1562 usqne ad 1669
inclusive '
Cart., sec. XVII, miti. 330 < 225, voli. 4, leg. in perg., prov. da
Papa Benedetto XIV.
319 (536).
f
Congregationis Concilii Tridentini resolutiones causa-
S.
rum corani ipsa propositarum, una cum votis R. P. D. Al-

toviti secretarli, ab anno 1681 ad 1689 inclusive '
Cart., sec. XVII, mm. 330X225, voli. 4, leg. in perg.. prov. da

Papa Benedetto XIV.
320 (537).
S. Congregationis Concilii resolutionum variarum synopsis

f
ecclesiastica ex selectioribus eiusdem decretis collecta, per

materias ordine alphabetico disposita, cum additione usque
ad an. 1719. Cura et opera F. Thomae de Villanova a
'.
S. Nicolao Carmelita Discalceato
Cart., sec. XVIII, mm. 330X225, voli. 3, leg. in perg., prov. da

Papa Benedetto XIV.
321 (538).
c
Congregationis Concilii resolutiones selectae quatuor
S.
voluminibus comprehensae. Tom. I a sessione IV ad sess.
XXII. Tom. II a sess. XXIII ad sess. XXIV de reforma-
tione matrimonii. Tom. Ili ad totani sess. XXIV. Tom. IV
a sess. XXV usque ad fìnem '
Cart,, sec. XVIII, mm. 33U X 225, voli. 4, leg. in perg., prov. da
Papa Benedetto XIV.
DELLA BIB!,. UNIVERS. DI BOLOGNA. 229
322 (539).
:
S. Congregationis Concilii declaratioaes ab anno 1591
ad 1604. Accedunt declarationes aliae Suminorum Ponti-
ficum ac eiusdem Congregationis cura suis sessionibus et
capitulis per ordinem accomodatae '.
XVII, mm. 198

Cart., sec. X 1C50, di carte 265 n. u., leg. in perg.,
323 (540).
'
S. Congregationis Concilii declarationes ad varios Epi-
scopos et Praelatos missae, seu ad alias particulares per-
sonas rescriptae, in quibus comprehendnntur nonnullae aliae
declarationes Sumraor. Pontificum snis sessionibus et ca-
pi tibus per ordinem accomodatae. Quibus additae sunt docti
cuiusdam viri et in dieta S. Congregatione din versati
eruditae annotationes '.
Cart., sec. XVII, mm. 205 X 305, di carte 494 n più altre bian- ,
che n. n., leg. in perg., prov. Ex Bibliotheca Federici Marioni i. e.

:
'
Eugubini, deinde ex Biblioth. Benedicti XIV '.
324 (541).
r
S. Congregationis Concilii declarationes a sessione I ad
sessionem XXV '.
Cart., s?c XVII, mm. 270 X 200, di carte 34G n.. leg. in perg.,
325 (542).
f
Fagnani Prosperi i. e. opus in sacrum Concilium Tri-
dentinum a sessione I ad finem".
Cart., sec. XVII, mm. 300 X '-05, voli. 2, leg. in perg., prov. da
Papa Benedetto XIV.
326 (544).
f
Positiones causarum, Acta, Informationes, Documenta
S. Congregationum particularium variis temporibus a Sum-
mis Pontitìcibus deputatarum '.
Cart., sec.XVII, mm. 278X200, di carte 500 n., leg. in perg.,

230 CODICI LATINI
327 (545).
f
Acta et scripta, necnon supplices libelli in causis relatis
iu Sac. Congregatione ecclesiasticae imraunitatis ab anno
MDCCXII ad MDCCXVII, una cura resolutionibus singu-
larnm per Dioceses ordine alphabetico dispositarum sub-
ii otatis '.
Buste 9, contenenti molti fase, mss., sec. XVIII, prov. da Papa

Benedetto XIV.
328 (546).
f
Ad S. Congregationera SS. Inquisitionis et Indicia spe-
ctantia '
Buste 4, contenenti fase, mss., sec. XVIII, prov. da Papa Be-

nedetto XIV.
329 (547).
f
decretorum S. Offitii urbis a Sac.
Collectio diversorum
Congregatione Eminentissimorura diversis temporibus ae-
ditorum quae novissime ordine alphabetico digesta sunt '.
Cart., sec. XVII, mm. 280 X 205, di pp. 647 +8 bianche n. n..
leg. in perg., prov. da Papa Benedetto XIV.
330 (548).
f
Coram S. Congregationibus particularibus, variis tempo-
ribus Sommi Pontificibus deputatis prò variis materiis po-
sitiones, causarum informationes, acta, documenta '.
Cart, sec. XVIII, mm. 270 200, di carte 520 X n. n., leg. mezza
331 (549).
f
Ad Congregationes varias spectantia opuscula '.
Busta I. 1) Acta concistoralia '.f
Computorum f '
2)
f
Consulta '
(1752).
Busta II. 1)
f
Dataria
'
2)
c
Episcopi et Regu-
f '
lares
'
3)
f
Fabricae S. Petri '
4) Reformationis
' f
5)
f
S. Spiritus
'
6)
f
Spoliorum 7) Visita-
tionis Ap. '
Buste 2, contenenti vari opuscoli a stampa e mss., in ibi.,
spc. XVIII, prov. da Papa Benedetto XIV.

DBLLA B1BL. UNIVKRS. DI BOLOGNA. 231
332 (551).
r
Consilia et responsa medica diversorum. Codex magna ex
parte ineditus, ms. in terra Plebis Centi anno 1592 '.
Cart., sec. XVI (1592), mm. 300X200, di pp. 577 n., prov.: '
Ex
Bibliotheca Io. Iacobi liartholomaei Beccarii ex legato an. 1766 '.
333 (552).
1)
f
Monumenta antiquissima et
recentiora Ecclesiae S. Mariae
Maioris Bononiae ab. 534 usque ad a. 1688
a. 2) Con-
' f
stitutiones S. Mariae Maioris Bononien. 3) Decla-

'
'
ratio et reformatio constitutionum Uberti Episcopi Bonon.

prò Collegiata ecclesia S. Mariae Maioris facta a Dominico
Simone de Hentia Vicario generali D. Bartholomaei Epi-
scopi Bononien. et potissimnm circa priorem et cappellanos
f
curatos dieta ecclesiae '. (Die 19 Maii 1403) 4) Index
alphabetieus DD. Canonicorum '
Cart., sec. XVIII, mm. 905 X 207, misceli., leg. in perg., prov.
da U. Zanetti.
334 (553).
Consti tutiones iuris pontificii et caesarei DD. Doctorum
f
Collegii [Bononiensis], editae anno MDXCI'.

Cart., sec XVIII, mm. 330 X 235, di carte 240 n., leg. in perg.,
Prov.: '
Ex Bibliotheca DD. Co. de Ursis '.
335 (554).
f
Oonstitutiones Collegiorum sacri iuris pontifici et iuris
civilis Bononiae, cura indicibus rubricarum et matriculis
Doctorum utriusqne Collegii 1
.
Cart., sec. XVIII, mm. 370 X 220, di carte 131 n., leg. m. perg.
336 (555).
f
Constitutiones almi Collegii iuris pontificii civitatis Bo-
noniae '.
Cart., sec. XVIII, mm. 260X200, di carte 522, leg. in perg.,

232 CODICI LATINI
337 (556).
f
Constitutiones Capitulares perinsignis Collegiatae Basi-
licae S. Petronii Bononiae, editae ab Era. et Rev. Card.
Angelo Reatino, una insimul cum additionibus '.
Cart., sec. XVIII, vara. 170 X ICS, di pagg. 321 n. -f 27 u. n.,
leg. in pelle.
338 (557).
r
Contareni Gasparis Nob. Veneti priniae philosophiae com-
pendium. Ad. F. Paulum Iustiniannm Eremitani Camaldu-
leusem '
Cart., scc. XVI (1527), mm. 305 X 225, di carte 70 n. n., leg.
in perg.
339 (561).
f
Historia plantarum D. Valerio Cordo Simesusio authore '.
Cart., sec. XVI, mm. 210X150, di carte 134 n. |

31 n. n., leg.
in perg., prov. da Ulisse Aldrovaudi.
340 (566).
f
Ierosolimitana abreviata, scripta de mandato
Historia
Rev. P. D. Rolandi Dei gratia Leucadensis Episcopi, per
me Iaconum Conradum de Parma scriptorem et notarili in
ipsius D. Episcopi in anno Domini millesimo trecentesimo
nono, septime indictionis '.
Cart., sec. XVI, mm. 200 X 135, di carte 230 ri. n., leg. in perg.,
prov. Marsili. '
Scritto di mano di M. Federico Ferri '.
341 (569).
'
Cortesius Abundantius. In libros Rhetoricorum Aristo-
telis commentarius '.
Cart., sec. XVII (1601), mm. 203 X 130, di carte 232 n. u., leg.
in perg.
342 (570).
f
Liber ruralinm comodoni m a Petro de Crescentiis coni-
DKLL.A BJBL. UK1VEKS. DI BOLOGNA. 233
pilatus. Praefìxa est epistola F. Aymerico de Placentia

Magistro Generali Ord. Praed. '.
Cart., sec. XIV, mm. 285 X 205, di carte 136 n., a 2 col., leg. iu
pelle, prov. da Papa Benedetto XIV.
343 (571).
'
Petri Crescentii Ruralium comraodorum opus '.
Cart., sec. XV, mm. 280X205, di carte 333, n., leg. m. perg.,
prov.: '
344 (593).
f
P. Candidi Decembrii Mediolanensis. Ad. 111. Principem
Ludovicum Gonzagam Mantuae Marchionem De naturis ani-
malium Cam Neapoli ociosus degerem
:
.
|
'
inmi- ?
— r
scaerint. Ad.1475 '. Explicit liber iste a P. Candido

|
'
Decembrio compositus de anima, scriptus per me Iohan-

nem Franciscum D. Cataldini de Gallio Cant. tunc ludi
preceptorem : 1475: die XX Aprilis '.
Cart., sec. XV, mm. 280 X 210, di carte 174 n., leg. m. pelle,
prov. da U. Aldrovandi.
545 (595 C).

3) '
Officium B. M. V. et def'unctorum cura aliis precibus ;
.
Membr., sec. XIV, mm, 130 X 100, di carte 96 n. n., con lettere
iniz. miniate, leg. in pelle.
6)
'
Secreta et receptae prò variis morbis \
Cart., sec. XV, mm. 150 < 106, di carte 94 n., leg. in perg.. prov.
dal Canon. Amadei.
346 (595 E).

6)
:
Diarium Paridis Grassi tempore Pontificatila Leouis X
ab a. 1518 usque ad obitum eiusdem Pontifìcis '.
Cart., sec. XVI, mm. 305 X 220, di carte 59 n., prov. da Papa
Benedetto XIV.
347 (595 F).

3)
'
Turbatus Romani Imperii status eiusque origo et causa,
231 CODICJ LATINI
hoc est intbrmatio circa praesentes Impera discordias ea-

rumque authores !
. A. P. A. Anno MDOXIV.
Cart., sec. XVII, mm. 205 X HO, di carte 22 u.
'.
5) '
Secreta elamica varia
Cart., sec. XVI, mm. 2-20 X 155, di carte 122 u.
348 (595 G).

1)
'
Tractatus physonomiae D. Alexandri Magni philoso-
phiae et medicinae D. Collegiati '. (K358j.
Cart., sec. XVII, mm. 195 X 2H0, di carte 22 n. u.
2)
'
Marcelli Severoli Consultatio canonica de nullitate or-
dinationis clericorum Neapolitanorum '. (1686).
Cart., sec. XVII, mm. 195 X 270, di carte 42 u. n.
3)
r
Oonsulatio iussn Summi Pontificia evulgata circa im-
minutionem festorum de praecepto enixe expetitara con-
cinnata '
Cart., sec. XVII, mm. 170X200. pp. 55 n.
7)
r
Formulae inscribendarum epistolarum. vulgo Titula-
'.
riuni
Cart., sec. XVI, mm. 270X200, di carte 2 n. n.
13)
r
Actus consecrationis Basilicae Vaticanae per Urba-
mun VriI P. M. expletus die 18 nov. 1026 '.
Cart., sec. XVII, mm. 280 X 195, di carte 1 n. n.
349 (595 I).
1) Tabula chronoìogica literarum Apostolicarum et

r
di-
plomatum quibus suprema sedis Apostolicae auctoritas in

Romanum Imperium vindicatur ;
.
Cart., sec. XVIII, mm. 270X200, di carte 23 n.
5)
f
Oratio obbedientialis prò Rege Poloniae habita ab eius
oratore in concistorio publico . . . aprilis 1579 '.
Cart., sec. XVI, mm. 280 X 210, di carte 7 n. n., prov. dal Canou.
Amadei.
6)
f
Genealogiae Principimi et Magnatimi '.
Cart., sec. XVI, mm. 290 K 210, di carte 1G n.

9)
f
Petri Morelli De Translatione corporum BB. Aposto-
lorurn Petri et Pauli ad catacurabas. Disputatio historico-
critica
:
. (IV Kal. Decembris a. D. MDCCXLVI).
Cart., sec. XVIII, mra. 285 X 210, di carte 73 n., prov. da Papa
Benedetto XIV.
350 (595 K).

4)
f
Formulae decretorum in iudiciis oivilibus '.
Cart., sec. XVIU, mm. 300X210, di carte 1G n. u.
7)
f
Oratio Ludovici Blosii de urbe Romana eiusque im-
perio '
Cart., sec. XVI, mm. 300 X 210, di carte 17 ri.
'
v
10) Codex orationum variarmi) ineditarum
r
l '-ll
l
'
Pro Marco Thieneo Academiae Affumatorum Principe,
'
'
anno 1542 16 r -21 r Sebastiani Reguli oratio '
v
22'-23 f
Achillis Bocchii oratio in exordiis lectionum pu-
v
blicarum :
26 r -31 '
Achillis Bocchii In proemio dispn-
v r
tationis
'
34 r -49 Camilli Paleotti orationes habitae

die 26 oct. 1546, 3 nov. 1547, 29 oct. 1549, 21 Ianuarii 1549
;
50 -52 r r '
Pro D. Tulio Crispo Genuensi ut Doctoratus
v
insignia assequatur. 1550 Augusti
'
53 -4 r
r
Habenda
Patavi prò Doctoratu Guidi Plovenii Vicentini. Sep- MDLI
tembris '
56
r '
Ad Legatimi Crescentium prò Capitulo
v
Bonon. MDLI Habita oratio nomine Ca-
Martii ;
57
pituli Bonon. ad Rev. Episcopum Bonon. Ioannem Cam-
pegium, die nona Maii MDLIV 58^-9 r Die 12 Ia- ;
'
nuarii 1560 habita in capella Sixti, qui fuit fcunc locus

Aud. bus constitutus, ut ea die ibi Rotam aperirent et iu-
v
risdictionem inchoarent 60 Die 7 a octobris 1549 prò '
'
aggregatone in Collegium Bonon. 61 r Pro D. Sigi- ;
smondo Zanettino. 1555 63 r

Pro D. Antonio Gypio '
'
Doctore. 1549 Doctoratus insignia'

64 r c
Ad petenda
:
73 r raptim Die 4 a Novembris 1550

r
Excerpta ex aliis et
74 r De ludo imperfecta oratio r

76 r Pro D. ' :
Fran. Pescheria Brixiensi MDLI Decembris

co 78 r Pro '
'
236 conici LATINI
D. Io. Baptista de Benedictis Equite Marchiano MDXLV1

'.
Decemb. prò assequendis Doctoratus insignibus
Cart., sec. XVI, mm. 300 X '215, di carte 79 n., prov. dal Cauon.
Amadei.
351 (595 L).

9) Gaudeutii atque Alypii Harmonicarum Institutionum
r
fragmenta e graeco in latinum sermonem translata; quibua

accessit Magni Aurelii Cassiodori De musica libellus atque
Bedae Venerabilis musicae institutio tam speculativae quam
quadratae, necnon Plutaréhi Cheronei Commentarli musices
ab Hermano Cruserio latinitati donatus *.
Cart., sec. XVI, mm. 320X230, di carte 28 n. ' Hercules Bot-

'.
ti* igarius transcripsit 1596
10) Speculum Maiestatis sine macula est B. V. Maria,

r
necnon Manuductrix ac Protectrix Benedicti XIV et totius

Romano Catholieae Ecclesiae pulcherriinis oratiouibus pro-
posita a P. Hermanno Minetti '.
Cart., sec. XVIII, mm. 330 X 215, di carte 9 n. n. prov. da Papa

Benedetto XIV.
352 (595 N).

1)
'
Flores rerum arithmeticarum ex variis auctoribus ex-
cerpti .
Cart., sec. XVII, mm. 105X60, di carte 89 n., leg. in perg.
2) Tabulae aritmeticae '.
Cart., sec. XVI, mm. 120 X 80, di carte 16 n. n., leg. in perg.
3)
r
Problemata arithmetica .
I art., see. XVII, mm. 150 X 105, di carte 40 n. n., leg. in perg.
4)
'
Problemata et tabulae arithmeticae Christophori quon-
dam Iacobi Grassini de Florentia '.
Cart., sec. XV, mm. 145X110, di carte 112 n., leg. in pelle,
prov. Biancani.
8)
f
Exemplum in tabulas Prutenicas Erasmi Reinoldi ab-
breviati! m '.
Cart., sec. XVII, mm. 245 X 180, di carte 10 n. u.

10)
r
Parili Bonasoni De circularibus divisionibas proposi-
:
tiones .
Cart.. sec. XVII, mm. 210 X 150. di carte 28 n. n.
11) '
Problemata geomètrica ;
.
Cart., sec. XVI, mm. 219 X 148, di carte 2G n. n.
353 (595 P).

2) Logica sive Ars cogitandi ac disserendi ad eorum usurn,
'
qui primo hoc studium suscipiunt accomodata. Auctore

Petro Francisco Peggi ".
Cart., sec. XVIII, mm. 250 X 190, di carte 365 n. n.
3)
'
Metaphysica intentionalis, sive Ontologia. Eodem au-
ctore '.
4)
f
De cansis. Tractatus. Eodem auctore '
Cart., sec. XVIII, min. 250 < 190, di carte 19 n. n.
354 (595 Q).

1)
;
Antiquorum notabilia, seu posterum documenta r
.
Cart., sec. XVII, mm. 1G5 X 105, di carte 47 n., leg. in perg.
2) '
Chiromanticum et Metoposcopicum opusculum, auctore
Ioanne de Rubeis patritio Novariensi '
Cart., sec. XVII, mm. 130X90, di carte 120 n. n., leg. in perg.
5)
f
Sermones varii et dieta SS. Patrum et antiquorum
'.
Ecclesiae scriptorum
Cart., sec. XV, mm. 180 X 130, di carte 106 u. d., leg. m. perg.
6)
f
Elementa logicae !
Cart., sec. XVII, mm. 210 X 150, di carte 117 ri. n.
'.
7)
'
Metaphisica scolasticorura
Cart., sec. XVII, mm. 250X210, di carte 365 n. n.
355 (595 R).

Ioannis Antoni i de Sancto Georgio Mediolanensis S. P. E.
Card, ab Alexandro VI P. M. anno 1492 renuntiati Vota
'.
concistorialia
Cart., sec. XV. mm. 270X160, voli. 5, leg. iu perg.
238 CODICI LATINI
356 (-)<):> S).

r
1) Oratio in funere R. D. Petri Card. S. Sixti habita a

:
Rev. P. D. Nicolao Episcopo Modrusiensi '. (1474) Ora-
mi Hieronymi Forocor-
tio dieta a Petro Marso in funere Ill.
neliensis et Forolivieusis Comitis
;
(1488). .
Cart., sec. XVII, ram. 200 X 145, di carte 23 n. n., leg. in perg.,
prov. : 'Ex Bibliotheca Pepulea olim Hiaria'.
3)
'
Deploratio Italiae '.I Ausoniae bello quondam for-
'
tissima gentes
;
— '
Abrutamque iubeut gemitus compe-
scere voce '.
Cart., sec. XVI, min. 220 X 160, di carte 12 n., prov. :

'
Ex Bi-
bliotheca Pepulea '.
8)
f
Pacta conventa, foedera, diplomata de rebus Bohemi-
cis. 1619-1620 ;
1) '
Patentes Caesareae 31 Iulii datae
anno 1618, in quibus Boemici status sub utraque in mora
spatium 14 dierum ab incepto desistent rebelles declaman-
tur 2) Brevis informatio ad literas Directorum Boe-
;
'
micorum nuper Domino Electori Mognntino scriptas r
3) Sacrae Cesareae Maiestatis propositio Norimbergae in

r
Dieta correspondentium Evangelicorum Electorum Princi-

pnm et statuii m ab IH."10 D. Io. Giorgio Comite de Hohen-
zollern Card. Legato facta 24 nov. 4 decembris, n.° 1619
;
4) Correspondentium resolutio data Caesareo Le-

f
gato Norimberga 28 nov. 8 decemb., n. 1619 5) Copia ; r
Sacrae Caesareae Maiestatis edictalis cassationis novae ele-

ctionis et coronationis Regis Bohemiae attentatae
:
.
XYII, min. 290X210,

Cart., sec. di carte 25 n. u., prov.: '
Ex
Bibliotheca Pepulea olim Riaria'.
357 (595 T).

1) '
Regulae observandae prò Missionariis '.
Cart., sec. XVII, mm. 250 X 200, di carte 185 \- 15 n., leg. in perg.
'
Aristotelis Etilica '.
4)
Cart., sec. XV, mm. 300X210, di carte 79 n. n., prov.: '
Ex
Bibliotheca Pepulea '.
358 ^>95 V).

1) '
Compendili m Apostolicarnm constiti! tionum, brevium
et decretorum ad materiam iurisdictionis privilègiorum et

praxis SS. Inquisrtionis '. (4 decembris 1745).
Cart., sec. XVIII, mm. 250 X 180, di carte 230 n., leg. in perg.
2) Concilii Tridentini canones Pontifìoum nonnullorum

sanctiones et epistolae ad Episoopos aliosque eccìesiasticos
viros '.
Cart., sec. XVII, mm. 280X200, di carte 129 ri., leg. in perg.,
prov. : '
Ex Bibliotheca Pepulea '.
359 (595 X).

1) Nicodami Folenghi carmina. Ad Illusfcrissimum Prin-
'
cipem Federici! m Urbini D. Nicddemus Folengus Mantua-

nus Quinque Cytheriaco princeps sine mimine libros
;
. |
f
'
—
f
insertis verba de '
Membr., sec. XV, mm. 180 X 125, di carte 47 n. n., leg. in perg.,
prov. Biancani.
2)
r
Epitaphia diversa in et super monumenta diversorum
hominum et locorum existentia'. Ioannis Barbulii. 1625 '.
f
(art., sec. XVII, mm. 210 X HO, di carte 42 n., prov. Biancani.
3)
f
Leonardi Aretini De bello Gothorum fragmentum '.
<Cfr. : l'ed. di Basilea, 1531, pp. 513-546, fino alle parole:

• Tandem vero '....>.
Cart., sec. XV, mm. 205 X 150, di carte 48 n. u., prov. Biancani.
14) Epistola anonymi S. R. E. Cardinalis ad alium S. R. E.

f
Cardinalem super nonnullis observatis in eius tomo XI et

postremo historiarum ad monarchiam Siciliae spectantibus '.
(1560 circa).
Cart., sec. XVI, mm. 275 X HO, di carte 4 n. n., prov.: ' Ex
Bibliotheca Io. Amadei
Iacobi '.
16) (Processo fra il Vescovo di Faenza e quello d'Imola).

Cart., soc. XIV, mm. 000 < "220, di carte 15 n. n.. prov.: ' Ex
Bibliotheca Iacobi Biancani '.
17) '
Catalogus Bibliotbecae Bonfiliolae quae prostat Bo-
noniae ;
.
Cart., sec. XVIII, mm. 330X230, di pp. 116 n.

240 CODICI LATINI
360
(596 AA).
1) Acta quaedam prò extensione officii ac missae in
r
festo
translationis almae domus Lauretanae '.
Cart.. sec. XVIII, di carte G n. u., prov. da Papa Benedetto XIV.
2)
'
Ferrariensis associationis, sive aperitionis ovis corani
Cong. signaturae gratiae anno 1719 inter March. Raymun-
iluin Laderchi Moutecuccoli et Co. Eustachium Crispi ;
.
Cart., sec. XVIII, di carte 10 n. n., prov. da Papa Benedetto XIV.

f
3) Informatio in causa beatificationis et canonizationis
ven. servi Dei Hieronymi Aemiliani ;
.
4)
f
sanctorum Ecclesiae Anagninae cum actis prò
Officia
eoruradem approbatione et decreto S. Congreg. rituum *.
Membr., sec. XVI, mm. 285 X 205, di pp. 42 n., prov.: '
Ex Bi-
blioth. Beuedicti XIV '.
5)
r
Decreta sacrae Congregationis peculiariter deputa-
tae circa Metropolitanos eligendos ab Episcopis exemptis
anno 1725 ;
.

f
10) Novariensis iurium paroechialium 1727 inter rnonia-
les capuccinas et parrochum 8. Crucis civitatis Novariae ;
.
11)
f
De clericis pauperibus absque patrimonio ordinatis '.
12)
f
Benedicti XIV P. M. indultum Sylvio Valenti Card,
synodum celebrandi in Archimandritatu suo (14 Ianua-
;
.
rii 1751).
361 (596 BB).

1)
'
Bernardini dal Gambaro Bon. i. u. d. Repetitiones in
nonnullos utriusque iuris textus. Anno 1518 '.
Cart., sec. XVI, min. 310X220, di carte 228 n.
11.4. '908
362 (596 CC).

17) Catalogna librorum Hispanicorum, qui extant in Bi-
"
bliotheca PP. Hibernorum e Collegio S. Isidori de urbe ;

.
Cart., sec. XVIII, di pp. 12 n.
f
Collectio sententiarnm
:
19) .
Cart.. sec. 255

XVII. mm. X
210, di carte 45 n. n., leg. in perg.,
prov. : '
Ex Biblioth. Iacobi Bartholomaei Beccarii '.
22) Testimonia de Berengario Ttaliae rege, de Rodnlpho

'
Burgundiae rege, de Hngone Provinciae Comite, de Ot-

tone 'I, de uxore Lotharii Italiae regis, de S. Adelhayde '
Cart.. sec. XVIII. di carte 13 n. n.
363 (596 EE).

2)
'
Ulysses Aldrovandi. De peticulis
;
.
Cart., sec. XVI, mm. 240 X 120, di carte 29 n. u., leg. in perg.,
prov. dal Canon. G. G. Araadei
r
3) Ulyssis Aldrovandi Enchiridion rerum admirandarum

;
selectiornra .
Cart., sec. XVI, mm. 210 X 148, di pp. 166 n.. leg. in perg.,
prov. dal Co. Sen. Cesare Malvasia (1766).
5) '
Ulyssis Aldrovandi Antidotarium Simplicio m medica-
mentorum cura explicatione vocabulorum '.
Cart., sec. XVII, mm. 310X220, di carte 63 n., prov.: '

Ex Bi-
bliotheca Io. Iacobi Amailei '.
6)
'
Historia litteraria, vitae scriptorumque Iacobi Bru-
'.
ckeri
r
7) Carolus Fridericus Hundertmarck, de vita scriptis-
que suis '
8) '
Abraham Gotthelf Kaestner Lipsiensis, de vita scrip-
;
tisque suis .
Cart., spc. XVII, di carte 2 n. n.
9)
'
Iohannes Christophorus Gottsohedius Lipsiensis, de
;
vita scriptisque suis .
Cart., sec. XVII, di carte 1 u. n.
Studi ital. ili filol. class. XVI. l'i

242 CODICI LATINI
r
10 Schedae mss. ex Bibliotheca alarissimi viri Iacobi Bar-
tholomaei Beccarii, quas ci. D. Bibiena in recensione sua
'.
reiecit
Cart., sec. XVII, fogli sciolti.
f
11) Caietani Monti oratio in collatione laureae doctoraìis
in phil. et medicina Erasmo Koremans Bruxellensi \ (1766).
Cart., sec. XVIII, di carte G n. n.
364 (596 FF).

7)
f
Caeremoniale Episcoporum in celebratione missae Pon-
tificalis '.

f
15) Alberti Haller aliorumque epistolae ;
. (19 febr. 1744,
30 nov. 1750, 15 gen. 1750, 6 ag. 1758).
Cart., orig., sec. XVIII, di carte 8 u. n.
f
16) Conclusiones ex universa grammatica, quas propu-
gnandas publice exhibet Co. Ioseph Bulgarini Mantuanus '.
Cart., sec. XVIII, di carte 2 a. n.
17) Inscriptio satyrica Iano Planco Ariminensi in obitu

Card. Piccolominei J
. (1768).
365 (596 GG).

11) '
Discursus astrologici^ de genituris '.
Cart., sec. XVII, min. 220X155, di carte 10 n. n.
12)
f
Signa ventos antecedenza ;
366 (596 IT).
5)
'
Capheronianorum belli inter Mutinenses et Lucenses
'.
scriptores praecipui . . . collecti a D. Lino Ferrario Bonon.
f
Anno MDOXIII '.
Cart., sec. XVII, mm. 210 X 1 U), di carte 55 a. n.
'.
8) '
Logica. Liber secundus

Cart., sec. XVII, min. 200 X 143, di carte 210 u.
DJCLL.A BIBL. UNIVERS. DI BOLOGNA. 24o
*.
9)
'
Physica et Metaphysica. Liber tertius
C.irt., sec. XVII, nim. 200 X 143, di carte 140 n.
10)
r
Ius can. necnon civile, scriptum a me Felice An-
tonio de Riceardis Ortonae anno 1701, docente Excell. D.
Ioanne Andrea Grimano '.
Cart., sec. XVIII, min. 200X140, di carte 115 n. n.
367 (596 KK).

1) '
Cy rogia equorum '.
|
r
Cum inter cetera
;
— r
et liga
super caturam ;
.
Membr., sec. XIV, mm. 255 X 190, il 2 col., di carte 26 n. n.
leg. in perg.
368 (596 LL).

2)
'
Liber viatici. Opus Constantini Afri Monachi Cassi-
nensis •
|
'
Omnem quidem :
— '
multum valent '.
Membr., sec. XIII, min. 185, di carte 62 n., leg. in perg., prov.
da Iac. Bartol. Beccari.
5)
'
Caii Svetonii Tranquilli De vita duodecim Caesarum
libri XII ;
.
Cart., sec. XV, mm. 240 X 175, di carte 230 n. n.. con lett. iniz.
miniate, leg. in perg., prov. da.Fr. Cristiano Saverio Agostiniano (1768).
369 (597).
'
Decisiones et causae sacrarum congregationum ?
.
Bnste 3 di schede o carte mss., sec. XVIII.
370 (608).
r
Diarium Pamphilium, sive de diebus et mensibus histo-
'.
ricis
Cart., sec. XVII, mm. 210X150, di carte 397, n., leg. in perg.
371 (609).
r
Diarium sanctorum, sive festa sanctorum quae singulis
anni diebus occurrunt, ac de quibus festa celebrantur in
ecclesiis ac diocesibus per universum orbem '.
Cart., sec. XVIII, voli. 2, prov. da Papa Benedetto XIV.

241 CODICI LATINI
372 (610).
Diatriba de suprema apud Romarjum Pontificem pasto-
rali cura ac potestate in universalia ecclesiae divisti re-
gimine :
.
Cart., seo> XVIII. mm. 270X190, di pp. '272 n., log. in perg.,
373 (61 J).

r
Dieta memorabilia nonnullorum scriptornni veterani ac
'.
recentiornm, latinorum atque italorum
Cart., BCC. XVIII, mm. 2SDX20.), di pp. 203 n., leg. in perù..
374 (614).
f
Opus de praestantia Doctorum, tli-
Diplovatatii Thoniae.
catum Ioanni Sfortiae Pisauri Domino. Ab ipso originali
accuratissime rescriptum a Carolo Fabri, anno 1770 r
.
Cart., sec. XVIII, mm. 430X300, di carte 264 n.. leg. ni. pérg.
375 (617).
f
Dieta sapientum ad animi et vitae culturam •
|
Prin-
cipio generi animantium
;
— f
operis exactio
;
.
Membr., sec. XV, min. 152 X 103, di carte 72 n.. con fregio mi-
a
niato nella l carta recto, prov.: ' Ex Biblioth. Io. lacobi Amadei '.
376 (618).
f
Diodori Siculi Historiarum priscarnm libri a Pogio Fio-
'.
rentino in latinum traducti
Membr., sec. XV, mm. 333 X 230, di carte 207 n.. di elegante
scrittura, con bellissimo fregio miniato nella prima pag., leg. in
pelle. Prov.: Ex l'.ibl iotheca Andreae Matthaei Aqnaviva Hadria-
'
nornm Ducis in Bibliothecam Regi aro Neapoli primum a F< rd in andò 1
rege tradii ctus, deinde in Bibliothecam fregiarti Parisiensem a Ca-

rolo Vili Galliarum rege, deinum a Ludovico XV Galliarum rege
Benedicto XIV P. M.
'
D. 1 >.
377 (619).
Diodori Siculi Historiarum priscarnm libri a Poggio in
latinum t raducti '
Membr., sec. XV. mm. 260 X '

M) di carte 17'.'. n. n. con Iet-
terò ini/., min., lee,-. m. pelle, prov.: '

Ex Biblioth. loannis Garzoni
Bonon. '
DELLA BIBL. [JNIVKRS. DI BOLOGNA. 245
378 (620).
Dioscorides. De materia medica Precede l'indice dei
'.
nomi (ce. 3-11) 12 '

Versus Diascoridis in comendatione
libri et sue scientie '.
|
Quod natum phebus docuit. quod
Chirou Aehillem ;
— "
Pro caris rebus pigmentis et spe-
ciebus 13 '21 '
Sinonima nomina 22 v
'
Incipit pro-
logus Diascoridis libri
;
.
|
Multi voluerunt auctores '
—
'.
provocantia urinam
Membr.. see. XII, min. 225 130, di carte 105 n. n., X leg. in
pelle, prov. da U. Aldrovandi. Diversifica dalle edizz. Cfr. l'ed. di
C. G. Kuhn (Lipsia, 182<J).
379 (625).
Ioannis Francischi Cecchini Institutiones tbeologiae scho-
lasticae. 1750 :
.
Cart., sec. XVIII, mm. 300 X 210, di carte 450 n. u., prov. Zecchini.
380 (627).
f
Turcicae linguae ad terminos latinos redactae syntaxis,
auctore Co. Io. Bapt. Montalbano ".
XVIII, mm. 210

Cart., sec. X 157, di carte 55 n., leg. in pelle,
381 (629).
Sidonii C. Soìlii Apollinaris epistolarum libri Vili, car-
mina et panygericus dictus socero suo Romae ;
. Cfr.: C.
Bollii Apollinaris Sidonii Opera. Parisiis, 1609, in 4°).
Membr.. sec. XV, mm. 240 X 150, di elegantissima scrittura,

con marg. e lettere iniziali miniate con molta tinezza. La
fregio
prima pag. ha uno stemma raffigurante sette palle rosse in campo
d'oro, di carte 147 n. n., leg. in pelle. Prov. dal Co. Alberto Buschetti
per dono del Sen. l'iriteo Malvezzi.
382 ^633).
'.
Dissprtationes canonicae et theologicae
Cart., sec. XVII e XVIII. mm. 220X195, di carte 450 n. n.,
leg. in perg.. prov. da Papa Benedetto XIV.

24G CODICI LATINI
383 (634).
Divisio agrorum spectantium ad varias Hungnriae eccle-
sias ab anno Domini 1500 ad annum 1527 '.
Cart., sec. XVI, rum. 330X225, di carte 100 n., leg. in perù'.
'
Codex originalis in regia civitatis Budae bibliotheca repertus anno
receptae a Turcis civit. 1686 a Co. Ferdinando Aloysio Marsili, qui
eumdem transtulit Bononiam '.
384 (638).
Dominici Iohannis Ord. Praedicator. theologi fiorentini
V
De origine urbis Florentiae
;
3 '
Argumentum seqnen-
tis operis '.
|
Sacrum
signum vexillifer alme
iustitiae
r
5r Dominici Iohannis Ordinis Predicatorum theologi fio-
rentini de origine urbis Florentie liber primus incipit '. J
r
Urbs a romanis olim preclara colonis Emicat insi- '
— '
gni meritorum laude suonili) '. Finis sexti et ultimi j

. .
libri de origine urbis

. Florentie M D 10 '. Precede una
. . . . .
lettera di Leonardo Cernotti al Card. Gregorio Petrochiuo.

i).
(1598)
Membr., sec. XVI (1510), mm. 240 X 150, di carte 31 n. n., di

elegante scrittura, con lettere iniz. elegantemente miniate e il ri-
tratto dell' autore nella lettera iniziale, leg. in pelle, prov. da Papa
Benedetto XIV.
385 (648).
f
Eaynaldi Duglioli opuscula mss. !
.
Buste 2, che contengono molte carte sciolte, scc. XVIII.
386 (649).
f
Egesippus. De excidio Hierosolymitano '. <Cfr. : Egesippi
De rebus a Iudaeor. vrincìjxbus in obsidione fortiter (jeatis
deque excidio Hierosolymorum libri V. Francofurti, 1554, fol.>.
Cart., sec. XV, mm. 298 X 120, di carte 1G7 n. n., leg. m. perg.,
prov.: '
Un altro cod., ma anepigr., di quest' op. è nella Bibl. Mediceo-

Laurenziana di Firenze, cod. GaddianoL (Cfr.: Band ini Catal. 111,864).
DKLLA B1BL. UNIVKRS. DI BOLOGNA. 217
387 (650).
De eiectis e religione tractatus et questiones '.
Cart., sec. XVII, min. 280 X 120, di carte 96 n. n., leg. m. perg.,
388 (653).
Elenohus illustriuin Bononiensium virorum qui vel ec-
clesiasticas dignitates, vel civiles in patria magistrati^ ac
praesertim Senatorum munus obtinuerunt '.
Cart., sec. XVIII, mm. 330 X 230, di carte 91 n. n., leg. in perg.
389 (654).
f
Tacuinns sanitatem (sic) sex rerum in medicina ad narran-
dum Et in narratione nutrimenti, cibo-
sex res necessarias.
rum et potuum. et indumentorum et nocumenti ipsorum. Et
in remotione Documentorum iuxta Consilia meliorum ex an-
tiquis. Composuit hunc autem librum Elbucassem. Elma-
char. filius habdim. filii buctilan. medici de Baldach ;
.
—
|
f
Tacuinus sanitatis ;
'
Iohannicius per I. latinum ysaac ;
.
Membr., sec. XIV, mm. 360 X 240, di carte 43 n. n., con lettera
iniz. miniata, leg. m. pelle.
390 (655).
Emblemata varia flguris et literis expressa '.
Cart., sec. XVIII, mm. 265 X 180, di carte 192, n., leg. in pelle,
391 (656).
F. Emanuelis Calece contra Graecorum errores libri qua-
tuor, F. Ambrosio Camaldulensi interprete '.
Membr., sec. XV, (1426), mm. 285 X 200, di carte 211, n. n., cou
lett. iniz miniate, leg. in pelle. In fine: '
absolvi III Kal. Maias
anno Domini M CCCC XXIII
ego Antonins Marii filius rlorentinns
civis transcripsi Florentiae Idus Martias anno Domini M.° CCCC
. II .
XXVI '. Donatus fuit liberiste per Rev. D. Nicolaum tituli Sanetae
I
r
Crucis (ardinalem '.

21S CODICI LATINI
392 (G57).
Brevis perpensio et elueidatio suffragii unanimis, et as-
sensus communis Capitnli Generali» Carraelitarum Discal-
ceatorum primitivae Congregationis Hispanicae ex mente
illibata S. Theresiae roborati
. . . quam humillime . . . . . .
exponit Fr. Emmanuel a Virgine Procurator generalis eius-

dem Congregationis '.
Cart., sec. XVIII, mm. 310X210, di carte 32 n. n., leg. in pelle,

393 (660).
Epilogismus de heroicis gestis sanctorum, sive ex vitis
sanctorum et ex ecclesiasticis historiis excerpta, super cun-
ctas fere virtutes morales Iussu Prosperi Card. Lam- . . .
bertini, qui postea fuit Benedictus XIV P. M. ab anonymo

congestus ;
Cart., sec. XVIII, mm. 312X215, di carte 44 n. n., sleg., prov.

394 (661).
'.
Episcopale, seu caeremoniale Episcoporum
Membr., sec. XV, mm. 280X200, di carte 213 n., a 2 col.; le
ce. 1 e 3 sono adorne di un elegante fregio miniato, le lettere iniz.

sono pure miuiate. Vi è lo stemma della famiglia della Rovere nei
due fregi, colle lettere iniziali B. R. (Baitolomeo della Rovere). Prov.
dalla Biblioteca del Card. Filippo Monti.
395 (662).
1) l
r
Nov. l a della giorn. IV del Deca-
-9 r (Boccaccio, G.
meron, trad. in lat. da Leonardo Bruni). Leonardus Are- |
'
tinus Bindactio Recasolano sepeliri ambos fecit '

— :
v
2) 9 -36
r
(Leonardi Bruni Aretini Epistolae. Cfr. :
r v
l'ediz. di Basilea, 1535, pp. 4-54) 3) 37 -57 Leonardi '
Aretini ysagogicon moralis discipline ad Galeoctum Riea-

solanum :
.
|
f
Si ut vivendi Galeocte '
— '
sollicitudinis
'
v
113 r-120
4) l\ectorica Laurenci Vallensis incipit '.
'
r
IJocet Cicero in quarto libro satis egregio potue"
:
— f
*
v
ritis
r
5) 121 -141 (Sinonimia). Ci. Lucio Venurio '
DKLLA BIBL. UN1VKRS. DI BOLOGNA. 2 ['.)
*
v
s. p. ci. 6) 142 r -155 ' Sinonoma Bartholomaei Facii
v
7) 156 r -164 '
D. Valensis Laureneii opus ìncipit '.
—
|
v
'
Certum habeo ; '
Gembus provolutus '
8) 16ò -lG8 r
Francisci Philelphi apud ducem Mediolani de matrimo-
nio oratio incipit
;
.
j
f
Etsi ea de re que neminem habet !
—
v
rite confecta sunt '
9) 168 -169 r '
Xanti Viriaci
ad discipulos de evitandis blanditiis admonitio : r
.
|
Sixte
puer mentem casta Minerva fovet —
10) 171 r -213
; v :
'
Faceczie Pogi incipiunt '. <Cfr.: Poggi Fiorentini Fa-

'
v v
cietarum (Londini, 1798, in 12> 14) 2l3 -216
libellus.
(Orationes latinae) 15) 220 -270

r r
Francisci Aretini in '
Phalaridis agrigentini epistolas ad illustrem principem Ma-

letestam Novellum de Maletestis '. (Cfr. : Phalaridis epi~
stolae Francisco Aretino interpret-;. Lugduni, 1550, in 8.°>
v
16) 271 -273
r
(Laurentii Vallae epistolae). |
'
Danieli
suo s.
; '
Scis quantopere '
. . .
j
'
Vivae Pamonio s. d. '.
|
Si vales studesque gandeo '

... \
'
Hieronymo suo s. '.
j
Quod antem ad Guarino Veronensi '. Li- te. .... |

'
|
cteras equidem Neapoli, 8 calendas Novembres, s. a. '.

'
— '
Carmen '. Uror ego quom te video formose inventi

|
v
17) 274 -6 r Oratio Non sine causa felixque '
r
.
|
' '
— :
r v ;
sit oro 18) 278 -308 Precepta extracta a Servio per '
Danielem Decurionem '. Una etsi loco dixeri- j

' '
— '
mus Hunc librum excripsit Antonius Securus de monte

•
|
'
Arduo in anno domini M° CCCC LXXI IIIJ Ind., mense ,
'.
marcii die iiij
Cart,, sec. XT, mm. 210 X 148, di carte 270 n. - 38 n. n., leg.
m. pelle, prov.
iu asse e Ex Biblioth. Francisci Zambecoari
:
' '. Sembra
essere appartenuto nel sec. XV a certo Gabriele da Prato (v. a e. 274).
La prima parte è scritta da certo: Acchinus.
396 (668).
2-3) Eugenii IV Papae epistolae' (X Kal. Mar. 1439;
f
Non. Imi. 1439) 4) Benedicti XIV Papae literae apo- '
stolicae in forma brevis, in causa canonizationis B. Nicolai

Albergati (Romae, 1744, in fol.) 5)'
Confirmatio re-
.
'
solutionis congregationis sacror. ritti um in causa B. Nicolai

Albergati '
6-7) '
In festo B. Nicolai Albergati Episcopi
250 CODICI LATINI
'
lectiones prò secando nocturno eius officii 8-9) '

Elo-
'
gialo apponendani martyrologio 13) Testimonia

in '
Romauor. Pontif. de B. Nicolao Albergato Card. S. Crucis.

Epistola Martini V ad B. Nicolaam '.
(9 giugno 1419)
15)
'
Libellus de religione Christiana ex Epiphanio in la-
tinum a me Petro de Monte (Ex cod. Vat. '2694, fol. 49 v )

'.
r
16) Francisci Phiielphi prefatio ad Nicolaam Card,
titilli S. Crucis in vitam Licurgi ex Plutarco '
Cart., sec. XVIII, in fol., prov. da Papa Benedetto XIV.
397 (669).
Ioannis Eusebii Nierembergensis stromata XIV '.
Cart,. sec. XVII, inni. 220 X 160, di pp. 410 n.
398 (670).
Vita Constantini Imp. ab Eusebio [Paraphilo] con scripta
Pauli III P. M. iussu e graeco in latinum traslata '. <Cfr. :
Potthast Bill. hist. M. Aevi. I, 436 .
Cart.. sec. XVI, min. 845 X 240, di carte G7 n., leg. in perg.,
399 (671).
Ensebii Parnphili Praeparatio evangelica ex graeco in la-
tinum traducta per honorabilem virum Georgiani Trape-
suntium ;
<Cfr. l'ed. di Colonia, 1539).
.
Cart., sec. XV. nini. 340 X '-30, a 2 col., di carte 87, n. r 4 n. n.,
leg. m. pelle, prov.: '
Ex Biblioth. fratr. S. Pauli in Monte '.
400 (672).
1) '
Expositio regnlae S. Francisci ;
.
|
'In hiis germanici»
partibus ?
— f
amor iste singularis
'
2) '
Registrimi in
omnes S. Scripturae libros !
.
|
'Sex prohibet' — r
venio iam '
Cart., sec. XIV (1360), mra. 210X135, di carte 239 n., leg. ni.
pelle. Codex primuni ad usura F. Raphael is de Gorlitz, deinde in
'
arce Budensi ab Aloysio Per»]. Co. Marsili B uion. repertus anno 1686
inter reliquos libros et codices Bibliothecae quae olim congesta f'uit
a Mattina Corvino Hungariae rege '.
D10LLA BIBL. UNIVKRS. DJ BOLOGNA. 251
401 (673).
Extimnm totius cleri Bononiensis ab anno 1366 de mense
Decerabris die XV ad annum 1374 die XXII Martii '.
Cart., sec. XIV, mm. 300X220, di carte 57 n. n., prov. da D.

Audrea Placido Ansaloni Rettore della chiesa del com. di Gaggio e
Vicario generale dell'abbazia di Nonantola l' a. 1775.
402 (675).
FabriMatthaei enarrationes musaei proprii '.
Io. Mu- [
saeum hoc donatum fuit Ferdinando Aloysio Co. Marsili,

dnm in obsidione arcis Landaw versabatur '.
Cart., sec. XVII, mm. 300X200 di pp. 18 n., con lig. a penna
e chiaroscuro, prov. da Co. L. F. Marsili.
403 (679).
Falcucci, sive de Falcutiis Nicolai de Florentia Tracta-
tus de venenis '.
j
Sublimis deus r
— '
frigiditas ipsius '.
Cart., sec. XV, mm. 330X225, a 2 col., di carte 91 n., leg. in

perg., prov. da Ulisse Aldrovandi.
404 (682).
1) '
Bononien. praetensi infanticidii prò Lucia Zucchini
'
2) '
Bononien. homicidii prò Iacobo Casolani
3)
r
Bononien. super poligamia similitudinaria ac aliis
:
(1742) 4)
'
Ill. mo et R. mo D. Card. Boncompagno consulta
prò D. Comite Hierouymo Ranutio Bononien. '.
( art., sec. XVIII, misceli., prov. da U. Zanetti.
405 (689).
Lectiones Excellentiss. Doctoris D. Dominici Fellini super
'
morbis particularibus. Die . . . octobris 1575 .
Cart., sec. XVI, mm. 310X220, di carte 135 n. n.
406 (690).
'
Ferrarli Francisci philosophi Bonon. Rhetoricae compen-
dium trifariam divisum in inventionem, dispositionem et
252 Cu DICI LATINI
elocutionem. Accedunt tractatus duo, nempe de figuris motus

aunis exprimentibti.s et de regulis bene com pò nendi italico
'.
idicmate expositis. Alexander Garofoli discipulus scripsit
Cart., seCi XVII. min. "200 X 1 !'• di cario 112 u., leg. in perg.
407 (692).
F. Thomae Mariae Ferrari Ord. Praed. Manduriensis Card.
tit. S. Clementis Responsa theologica super «juaestionibus de
'.
rit ibus Sinicis
Cart., sec. XVIII, min. 275X205, ili earte 1 15 a. u., leg. in perg.
408 (698).
Fiorini Petri Iacobi Bonon. Institutiones medicae. Ioseph
Bacoliuus ex Rocca Contrata eiusdem auditor ac discens de-
ditissim us grati animi ergo hoc scripsit anno Domini 1651 '.
Cart., sec. XVII (1654), min. 200 X 150, di carte 371 n., leg. in perg.
409 (700).
r
Forma perfecti oratoris. sive de arte rethoricae breves
et faoiles praeceptiones '.
Cart., sec. XVII, min. 190 X 130, di pp. 320 n., leg. in perg.
410 (701).
f
Forma perfecti oratoris, seu de arte poetica breves et
faciles praeceptiones '.
Cart. sec. XVII. min. 190X130, di pp. 203 n., leg. in porg.
411 (704).
Bononiensis Archygimnasii bistorta ab origine et incre-
mento, a dignitate et auctoritate, ab amplitudine et splen-
dore eiusdem deducta, cum auctario de Bononiensibus Ar-
chidiaconis authore Alexandro de Formaliariis Bononiensis
Ecclesiae Arohidiacono. Tom. I
:
.
Cart., sor. XVIII. autogr. min. 370X245, leg. ni. perg., prov.
ia Papa Benedetto XIV.
DELLA BIBL. UN1VURS. DI BOLOGNA. 253
412 (705).
Dominici Formicae Theologia nioralis '.
Cart., sec. XV, mm. 320X230 a 2 col., prov. :

'
Ex Bibliotheca
fratrum S. Pauli in Monte '.
413 (706).
f
Taxa ecclesiarura cura forraulis inramentorum valde no-
;
tabilibus .
Membr., sec. XV. mm. 300X205, di carte 118 n. n., con fregio
miniato nella 1" pag., leg. in pelle, prov. da Papa Benedetto XIV.
414 (707).
Titularium et Formularium secretariae Francisci Sfortiae
'.
Mediolani Ducis. Ms. anno 1461
Cart., sec. XV (1461), mm. 215 X 1^0, di carte 52, prov. da Papa
Benedetto XIV, al <i naie fu donato da Dionisio Pieragostini Vesc. di
S. Severino 30 apr. 1741. In calce alla l a carta è notato:
il Iste '
liber est Aurelii d. Io. Lodovici de Farnetis de Pisauro nat. ex d.

Michilina sorore mea rjuem mihi concesserunt propter multas boni-
tates ipsius libri ad usum meum secundum eorum beneplacita 1512 '.
<Cfr. : Ardi. stor. lomb., voi. XVIII, 1898>.
415 (708).
'
Formularium minutarum Bullarum cancellariae Aposto-
;
licae .
Cart., sec. XV, mm. 295 X 210, di carte 335 n., più. 17 n. n.,
prov. :
'
Ex Bibliotheca Augustini Zanetti Bonon. Episcopi Sebastensi '.
A e. 3 r è notato:
lacobus Fabri clericus Lngdunensis Diocesis ha-
'
buit hoc formularium a spectabili domino Tyberio de Casio cive et

notario Bononiense in recornpensam copie huius formularii demptis
expectativis prò < odein d. Tyberio fact. Bononie tam in domo sua
quam in palatio et camera D. Ambrosii precipiam Capitanei et Ba-

riselli de mense Martii 1257".
416 (709).
Fornasari Hippolyti Ab. Bonon. Satyra otii soluta et
vincta oratione de rebus suis '.
Cart., parte ir.-., parte stamp., sec. XVII. mm. 320X220, di

carte 5K n.. leg. in perg., prov.: ' Ex Biblioth. lacobi Biancani '.
254 (ODICI LATINI
417 (714).
1;
'
Expositio regulae tri uni ordinum sub seraphioo n. patre
Francisco militautiurn, secundum quatuor magistros !
.
|
f
Re-
verendo in divisto patri fratri Aymoni
'
disponatur. '
— '
Valete in domino 2) Copia cuiusdam apostolici pri- '
vilegi! SS. D. Clemeutis Papae VI '. Incipit prologus |

'
et forma regulae sororum ordinis Tenorem S. Clarae ?

. |
r
quarumdam litterarum — per omnia observatur ' - '

;
3) Hec sunt que fuerunt conclusa et ordinata in congre-

'
gatone nostra generali Mediolani celebrata anno Domini

'
1457, die 13 Iunii 4) '

Declarata et ordinata in capi-
tello generali celebrato in sacro conventi! Arae coeli anno
Domini 1458, die 19 maii "
5)
(
Ordinationes capituli pro-
'
vintialis Bononiae 6) '

Quedam ordinationes et que
determinata et expedita fuerunt per R. P. V. fratrem Lu-
dovicum de Ferraria tunc Vicarium Provintiae Bononiae et
per patres diffinitores et omnes patres vocales etiam pre-
sente Rev. Patre V. G. fratre Baptista de Levanto '.
Cart. e raerabr., sec. XV, mm. 110 X 95, di carte 71 n. n., leg.
m. pelle, prov. : ' Ex Biblioth. fratr. S. Pauli ia Monte '.
418 (716).
Francisci Caroli Mariae Restrictus facti et iuris, cum
restrictu Moguntina
responsionis et summariis. In iuris
metropolici. Contra Episcopum Fuldensem '.
Cart., sec. XVIII, voli. 2, leg. in marocchino rosso, prov. da

Papa Benedetto XIV.
419 (717).
Fridericus II Imp. De aucupio, sive de arte venandi cum
avibus libri sex.
!
<V. Bibliotheca accipitarìa, London, 1891,
p. 167>.
Mmnbr., sec. XIV, mm. 270X200, a 2 col., con lettere iniziali

miniate, di carte 133 n. n.. leg. in perg., prov.: '
Ex Bibliotheca Co.
ac Sen. Cornelii Pepoli Bonon. '.
420 (718).
Froger Mauritius. Tractatus physiognoraiae traditus Lu-
tefciae in Collegio Caenornanensi, mensibus Iunio, Tulio et
Angusto, anno Christi 1622. Ms. ex ore magistri ab audi-

tore excerptum '.
Cart., sec. XVII, mm. 200 X 158, di pp. 276 n., log. in perg.,
prov. Marsili.
421 (722).
Augustini Galesii Bonon. Tractatus de fortitudine, pru-
dentia, iustitia cura erablematibus '.
Cart., sec. XVI, mm. 310X210, autogr., di pp. 288 | 177 carte
n., leg. in perg., prov. :
'
Ex Bibliotli. Bartholomaei Beccarii ex le-
gato an. 1766 '.
422 (723).
f
1) Notabilia perpulcra excellentissimi Doctoris Augustini

f
Gallesii in librcs Aristotelis Posterioricos ;
2) Inci-
piunt notanda Exc. lni philosophi D. iûgustini Gallesii in
libros Ethicorum Aristotelis duos '.
Cart.. sec. XVII, mm. 200 X 1 5 0> voli. 2, prov. da Ulisse Aldro-
vandi.
423 (731).
r
Garzoni Iohannis scripta medica '. Voi. I, '
Physiologi-
cum '. Voi. IT. Therapeuticum ' '
. Voi. III. '
Tberapeu-
;
ticura .
Cart., sec. XV (1431-U67), mm. 340X242. voli. 3, autogr., leg.

in pelle.
424 (732).
1)
f
Ioannis Garzoni expugnatio urbis Granatae, sive de
" '
bello Mauritano Vita 2) '

S. Nicolai Episcopi
3) '
De inveutione SS. Crucis ?
4)
'
In L. Senecam
5) De S. Proculo raartyre
" ;
6)
"
Oratio ad Pium III
' '
f
P. IM. 7) Oratio contra tyrannos 8) '
Uratio de
'
laudibus S. Dominici 9) '

Oratio de laudibus B. V.
'
Mariae 10) '

Perbrevis oratio cum disputandum est
11)
'
Oratio antequam legantur pnncta in Collegio iuri-
256 CODICI LATINI
'
starum prò Doctoratu 12)

f
De obitu B. Simonis pueri
'
a Iudaeis interfecti 13) '

De proprio Ciceronis imi-
'
tandi studio 14) '

De vita et cruciatibus S. Hypoliti
ac morte. Ad F. Iohannem Torfaninurn Ord. Praed.
'
15) '
De vita S. Feliciui ad eumdem 16) Quod fatum '
nihil est. Ad eumdem ;
17) '
S. Antonii Abbatis vita
ad clariss. virum D. Ioanuem Blanchfeldum Berliniensem :
(Bononiae, Bsnedictus Hectoris, 1503, pridie Kal. Iunias).
Cart., sec. XV ? min. 200 X 150, di carte 171 n. n., leg. m. pelle.
425 (733).
'
Ioannis Garzoni Caroli VII! Galliarum regis ingressus
in Italiam
!
Cart., sec. XV, mm. 210X150, di carte 120 n. n., leg. m. pelle.
426 (734).
'.
r
Ioannis Garzoni Poliphemi historia
Cart., sec. XV, mm. 210 X 150) di carte 110 n. n., leg. m. pelle,
con note autogr.
427 (735).
f
Ioannis Garzoni De Principis officio. Ad Illustriss. Prin-
cipem Guidonem Ubaldum Monferetrium Urbini Ducem ;
Cart., sec. XV, mm. 200X150, di carte 25, n. n., leg. in. pelle.
428 (736).
Ioannis Garzoni De amicitia. Cui accessit vita
f
S. Petri
martyris per eundem, ac nonnulla de contemptu mundi et
'.
laudibus religionis
Cart., sec. XV, mm. 210X150, di carte 48, n. n., leg. m. pelle.
429 (737).
'
Ioannis Garzoni Vitae SS. Augustini et Gregorii Magni.
Oratio de laudibus Pandulphi Malatestae. Oratiuncula ante
disputatone m ;
Cart., sec. XV, mm. 210 X 15 ^ di carte 78 u. u., leg. m. pelle.
11.4. '90»
DELLA 1UBL. UNIVEKS. DI BOLOGNA. 257
430 (738).
Ioannis Garzoni sanctorum vitae. S. Katarinae virg. Ale-
f
xandrinae et martyris. SS. Nerei et Achillei martyrum.

B. Alexii confessoris. S. Eustachii martyris. SS. Primi et
Feliciani martyrum. S. Georgii tribuni et martyris. S. Tho-
mae Aquinatis Doctoris. S. Margaritae virg. et martyris.
Oratio in funere Andreae Bentivoli '
Cart., sec. XV, rara. 205X150, di carte 91 u. n., leg. in pelle.
431 (739).
1) '
Ioannis Garzoni gratiarom actio post disputationem ;
2) '
De Christiana felicitate libellus ad Antonium Galea-

tium Bentivolum Protonotarium Apostolicum T
3)
r
Ora-
'
tio ftinebris prò Andromacho Millano 4)

'
Oratio di-
cenda in funere fratris Ludovici Prioris S. Salvatoris ;
5) Oratio in adventu Magistri Generalis Ord. Praed. ;
'
r
6) '
Oratio in funere Nestoris Morandi 7) Lau-
datio familiae Bentivolae
;
(1497) Gratiarum actio

8)
'
post laaream susceptam Oratio in subeundo An-

; f
9)
tianorum Magistrati! Oratio legatorum ad Sum-
'
10) '
mum Pontificem 11)

'
Oratio prò pace ad Senatum

:
Bononiensem 12) Consolatoria ad Aristotelem quem-

? c
dam in morte parentis 13) De cruciatibus et nece ' r
'
SS. Virginis Christinae libellus 14)

:
Horatio in fu-
nere Hieronymi Ranuzzi '
15) '
Oratio panegyrica Ioan-
J
nis Bentivoli .
Cart., sec. XV, mm. 210 X 250, di carte 95 n., leg. m. perg.
432 (740).
"
1) '
Iohannis Garzoni De varietate fortunae 2)
f
De
Ioanne Verdegio HispaQO suspenso epistola 3) Ad r
Rev. Fr. Ludovicum Orolandinum Foroliviensem dignissi-

mum Monasterii S. Salvatoris urbis Bononiae principem
c
de signo a Christo optimo perpetrato libellus '
4) Ora-
tio in funere Ludovici eius coniuncti '
5 '
Vita S. Theo-
:
dori martyris '
6)
c
Oratio funebris
;
7) Oratio al-
tera '
8)
f
Oratio in funere Peregrini Zambecharii
Studi ital. difilol. class. XVI. 17

258 CODICI LATINI
"
r
9) Oratio in funere Nestoris Morandi LO)

'
Oratio ad
Alexandrum VI P. M. prò exhibenda oboedientia nomine
Senatus populique Bononiensis '
11) '
De amicitia li-
ber '
12) '
Ad lectiones in Archigymnasio praefatio
13)
'
Gratiarum actio prò Doctoratu suscepto '
14) '
Ad
'
r
lectiones praefatio altera 15) Post Doctoratus prae-
fatio altera '
16)
r
Eiusdem argumen ti altera
r
L7)
f
Ora-
tiuncula cura dantur Doctoratus insignia in s. theologia
18) '
Eiusdem argumenti altera
;
19) '
Post Docto-
ratus insignia gratiarum actio
;
20)
r
Altera eiusdem
'
argumenti 21) '

Ad lectiones praefatio ;
22) A<1
lectiones praefatio altera '

Cura dantur Doctoratus
23) '
insignia oratio
'
24)
r
Eiusdem argumenti oratio al-
tera
:
Exhibens insignia bachalaureatus oratio
25)
r :
26) Pro Doctoratu gratiarum actio 27) Pro ;
petendis Doctoratus insigniis 28) Pro Doctoratu gra- ; ;
tiarum actio 2;») Ad Alexandrum VI P. M. prò exi-:

'
benda oboedientia nomine Senatus populique Bononiensis

oratio '
Cart., soc. XV, rana. 210 < 148, di carte 220 n., leg. iu in. pelli'.
433 (741).
1)
'
Iohannis Garzoni vita S. Antonii Abbatis r
2) '
Vita
S. Thomae Aquinatis '
3) '
Epistola ad fr. Bonif'acium
Casalensem ;
4) '
Oratio cura Tribuni Plebis magistra-
'
tura ineunt 5)
'
Ad Hieronymum Palmerium epi-
stola
r
6) '
Oratio in nati vitate Domini ;
7) '
De
duobus martyribus et fratribus quibus noraen erat Foelix:
8) De S. Cecilia virgine et martyro
f
9) Impe- ;
'
rator Pontifici agit gratiam post susceptam coronam

:
10)
'
Oratio quae laudes continet D. Ladislai serenissimi
regis Missiae Minoris et Pannoniae atque inclyti Moraviae
et Slesiae Dncis
'
11) 'Ad Ioannem Paxium Ripanum
S. Theologiàe Doctorem epistola 12) De laudibus '
'
iiii'i-catorum
;
13) '
Oratio legatorum Bononiensium ad
Snmmum Poutifìcem
;
14)
:
Altera eiusdem argumenti
15) "
Oratio Imperatoris cum ei snscipienda est co-
rona aurea apud Pontifìcem 16) Oratio in funere An- '

'
tonii . . 17)
r
Gratiarum actio post Doctoratus insignia '
' r
18) '
Epistola apologetica 19) Quaestio de au-

'
ctore libroram ad Herennium 20)

r
Adversus eos qui
nonnullos esse inferos arbitrantnr ad Oonradum Niseraa-
'
nnra 21) De S. Lucia virgine et raartyre ad F. Bo- f
nifacium Casaleusem ;
22)
r
De bello Granateusi. Ad Bar-
tolomeum Gislardum ;
23)
r
Vita B. Petri martyris ;
24)
r
De laudibus astrologiae. Ad Iacobura Petramo-
larium ;
25)
r
Oratio legatorum Bouoniensium ad Sum-
"
raum Pontificera 26)

r
Altera eiusdem argumenti
27) '
De laudibus Antonii Pensii oratio ;
28)
f
De
Ferro et Aposa '
29) '
Oratio legatorum Bouoniensium
ad Summum Pontifìcem '
30)
r
Oratio in funere Vin-
centii Palaeotti
;
31)
f
Declamatio adversus tyrannos ;
r f
32) Oratio prò libertate ;
33) Oratio in funere

cuiusdam magni S. Theologiae professoris 34) Oratio '
'
r
in adventu Magistri Generalis Declamatio in eos ;
35)
r
qui illos vituperant qui vacant oratoriae 36) Oratio '
legatorum Bononiensium ad Sumrnum Pontifìcem :

.
Cart.. sec. XV, min. .'510 X '209, di carte 199 u., leg. m. pelle.
434 (742).
1)
'
Iohannis Garzoni amplissima laus Iohannis Bentivoli
2)
r
Oratio in adventu Generalis '
3)
f
Quod ho-
mini nulla desit arbitrii libertas '
4)
r
Oratio in funere
Andreae Bentivoli ;
5)
f
Epistola Magistro Andreae Se-
'
nensi 6)
'
Epistola ad Magistrum Andromacum ;
7)
'
Epistola ad quemdam cuius petit amicitiam ;
8)
'
Epi-
'
stola ad quemdam de contemptu mundi 9) '
Oratio in
f
funere Peregrini Zambecliarii '
10) Oratio in funere
Antonii . . .
;
11) '
In funere eiusdem oratio altera
;
'
f c
12) Oratio in funere Ludovici 13) Oratio in
funere Antonii '
14) '
De laudibus religionis
'
1 5 Oratio in funere Cassandrae Lambertazzi '

16) '
Oratio
'
in funere Andromachi Milani 17) '

Oratio in funere
'
Ludovici Prioiis S. Salvatoris 18) '

Oratio in funere
2»')0 (ODICI LATINI
Nestoris Morandi 19) '

Oratio in funere Franciscae
Lambertazzi :
20)
f
Oratio in funere Hieronymi I»'
-
nuzzi ;
21) '
Oratio in funere Francisci Bassi
'
r
22)
f
Oratio in funere Antonii 23) Oratio in funere
Oratio in funere Alexandri
f
Zeorgi Mazoli ;
24)
Epistola de obitu Antonii Bolognetti
:
25) '
26) '
Epi-
'
r
stola de laudibus Malatestarum 27) Praefatio cura

est disputandum 28) Epistola consolatoria ad Ari- ;
'
'
stotelem 29) De laudibus matrimonii

;
30) Gra- r '
tulatur uni ob dignitatem susceptam

;
31)
f
De laudibus
eloquentiae
;
32) '
Oratio in funere Matthiae Hun-
gariae regis
'
33) '
Oratio legatorum Bononiensium ad
Pontifìcem '
34) '
De laudibus medicinae
;
35) '
De
laudibus legum '
36)
r
De laudibus theologiae ;
37)
f
De laudibus musicae ;
38) De laudibus astrolo- '
gie '
39)
r
Oratio ad Io. Georgi um Principem Saxo-
niae ;
40) '
Oratio Pontificis coronam imponenti^ capiti
Imperatoris '
41) '
Eesponsio Imperatoris coronam su-
seipientis ad orationem Pontificis
;
42) '
Commemlat
se et familiam suam Imperatori '
43)
f
De laudibus
Hieronymi Gratiarum actio post Doetoratus
; c
B. 44)
'
insignia
;
45) '
Hortatur ad iustitiam 46) '
Oratio
in funere Antonii
;
47) '
Quod fortuna nihil est
;
'
48)
f
De laudibus B. Pauli Apostoli 49) ' Oratio in
adventu Generalis 50) Oratio de laudibus Bentivo- '
'
Gratiarum actio post Doetoratus insignia

;
lorum 51) ' '
Legatorum Bononiensium oratio ad Pontifìcem

f '
52)
53)
f
Oratio altera '
54)
f
Oratio ad Ludovicum
Sfortiam r
55) Gratiarum actio ob Generalatus digni-

'
Oratio de Natale Domini Cura

r ;
tatem ;
56) 57) '
dantur Doetoratus insignia in theologia 58) Altera '
Oratio in susceptione mu-

:
eiusdem argu menti
;
59)
neris Rectoratus 60) Oratio legatorum Bonon. ad ; f
Oratio prò pace ineunda Ora- !
Pontificem 61)
;
62ì '
tio de laudibus Tohannis Bentivoli '

63 '
Oratio in fu-
;
nere Iohannis Zambecharii Epistolae aliquot

:
64) ' .
Cart.. soc. XV, min. 305 <210, di carte 204 n.. leg. m. pelle.
DKLLA BIBL. UN1VKRS. DI BOLOGNA. 261
435 (743).
f
Iohannis Garzoni historia varia

;
1) Hieronymi Chari
Kipanum theologum elegia
ad Ioannem Pacem 2) Ad ' '
Dominnm Magistrum Ioannem Garzonem quem Galienum

appellat Ioannes Lucas Castellinus lanificii rector. Epi-
gramma 3) Ioannis Garzonis ad III. Principem D.
'
'
Federicum Saxoniae Ducem, Doringiae Lantgravium, Mi-

snae Margravinm de bello ab Alberto Principe cum Fede-
rico et Theodorico liberis gesto. Libri duo Ora- ; '
4)
tio funebris ad Erfordenses in obitum Federici Ducis
:
5) Gratiarum actio post Doctoratus insignia

'
G) Ora-
;
; f
tio funebris '
7)
'
Alia oratio 8) Alia oratio
9)
r
Ad Fr. Ioannem Ripanum epistola ;
10)
r
Oratio
ad Principem quemdam De
; r
gratulatoria 11) laudi bus
Episcopi Ratisponensis Oratio legatorum Bono-
;
12) '
niensium ad Pium III P. M. '

13) 'Errata in libris
Lactantii adnotantur '.
I art., sec. XVI, unii. 305X210, di carte 20i a., leg. m. pelle.
436 (744).
'
Ioannis Garzoni De vita S. Dominici libri duo. Ad Fr. Vin-
centium Malmignatum Ferrariensem. Accedit vita S. Trio-
ni ae Aquinatis
:
.
Cart., sec. XV, mm. 310X210, di carte 39 n. n-, con lett. iniz.
min , leg. in. perg.
437 (745).
Ioannis Garzoni De eruditione Principum libri tres '.
Cart. e niembr., sec. XV, min. 300X210, di carte 71 n. n., con

lettere iniz. miniate, mutilo in principio, leg. m. pelile.
438 (746).
Ioannis Garzoni opuseula varia '
1)
f
Declamationes
f
aliquot
:
2) Oratio in funere Virgilii Malvetii

Oratio funebris in laudem Antonii Linensis Ora-
; ' '
3) 4)
f
tio funebris in laudem Baptistae Manzoli :
5) Oratio
in laudem theologiae '
6)
'
Vita B. Virginis
;
7)
'
Ora-
262 CODICI LATINI
'
tio in laudem logices et physices 8) '

Amplissima laus
laudibus matrimonii
;
theologiae 9) '
Oratio de
10) '
Oratio in adventu Legati '
11) '
Epistola de obitu
'
f
Antonii Bolognetti '
12) Heliogabalus 13) '

Car-
men ;
.
|
r
Iam nox hibernas bisquinque pergerat horas ;
—
Atque agit in segetes terre et imittit aratra '.
L'art., sec. XVj rnm. 1130 X 225, di carte 57 n. ri., mancante io

princ, leg. m. pelle.
439 (747).
Ioannis Garzoni De crisibus, sive de signis crisis in
ni urbis '
Cart., sec. XV (1-471, die prima Maii), min. DIO X 205, autogr ,
di carte 71 n. n., leg. ni. pelle.
440 (748).
f
M. Tallii Ciceronis Pkilippicae, cum uotis marginai ibus
Baptistae Guarini Veronensis aatograpliis '.
Cart., sec. XV (1475), mm. 21)5 X 212, di carte 77 n., con lettere
iniz. miniate, leg. ni. pelle. In line: '
Bon. M.CCCCi.XXV die unde-
cima luuii per me magistrum Nicolaum de balen '. Prov.: '
Ex Bi-
bliotheca Ioannis Garzoni '.
441 (749).
1)
r
P. Virgilii Maronis Georgica ;
. In fine: '
P. Virgilii
Maronis Georgicorurn libri quarti ac ultimi finis. 1495
d. XXII Marcii ;
2)
r
Q. Horatii Flacci Epistolae '

—
r
Finis, XIII Iulii 1491 ;
3)
'
Ioannis Garzonis Ama-
'
dasio Gislerio epistola 4)

'
Epitaphium Alexandri VI
f
P. M. '
5) Marcelli Garzonis Vianexio Albergato epi-
:
stola
:
6) Iacobi Pergulensis Marcello Garzouio epi-

stola '. (VII Id. Iulii 1515) 7) 'Carmina reperta in
valvis scholarum iuristarum anno domini 1520 die . . . fe-
bruarii '.
|
'
Cui libet invito gens o despecta senatu ".
Cart., sec. XV e XVI, mm. 202X140, di carte 106 n., Leg. ni.
pelle, prov.: ' Ex Bibliotli. Fabritii et Ioannis Garzoni Bonon. '.

DELLA B1BL. UN1VKRS. DI BOLOGNA. 263
442 (750).
[oanuis Garzoni orationes aliquot ad Summum Pontifì-
cem, contra Iudaeos, post Doctoratum causa agendi gratias,
in Iacobam, adversns aleatores, etc, cum epistolis aliquot
Io. Garzonis '.
Cart., sec. XV, mm. 100 X 112, di carte ol> u., leg. in asse u ni.
pelle, prov. :
'
Ex Biblioth. Io. Garzoni '. Autogr.
443 (751).
ì\ '
Ioannis Garzoni de gestis Tadei Pepuli senioris ad
Magnifìcnm virnm Guidonem Pepulum De
;
2)
'
bello
popoli Bouoniensis cum Gregorio XI P. M.
'
3)
'
Ioan-
'
nis Gai'zoni de amissione oppidi Barbiani 4) '

De bello
Bononiensium cum tribus principibus Io. Galeatio, Alberto
Estensi, Francisco Gonzaga gesto: ad Andromachum Mi-
lanum libellus incipit per Iohannem Garzonum conscriptus
5) De Cliarolo Zambechario \
'
Cart., sec. XV, imi). 205 X 150, di carte 185, n. n., cori lett. iniz.
min., leg. iu asse e ni. pelle, prov. :

'
Ex Biblioth. Ioannis Garzoni '.
444 (752).
'
Ioannis Garzoni historia Bononiensis ab exordiis usque
ad sua tempora deducta '
Cart., sec. XV, min. 200 X 150, voli. 4, leg. in asse cop. di pelle,
prov.: ' Ex Biblioth. lo. Garzoni Bonon. '.
445 (753).
1)
'
De gestis Iohannis Bentivoli I ad Iohannem Bentivo-
lum Accedunt Petri Cossolini historia et res Bono-
liber.
uiae gestae ab anno 1410 ad 1420. De Antonio Galeatio
Bentivolo ac rerum Bononiensium commentariì ab anno
'
1420 usqne ad Iohannis II Bentivoli tempora 2) De '
Alexandro Macedone, an cum Romanis si collatis signis

dimicasset, victoriam reportasse t. Ad Dominicum Fascimi
Ad Angelum Politianum
'
Ariminensem dialogus 3) '
epistolae tres 4) '

Ad Matthiam Pannoniae regeui de
264 CODICI LATINI
bello ab eo cum Iohanne Sagona feliciter gesto libellus

5) '
Laudatio funebris prò Matthia Paunoniae rege '.
Cart., see. XV, mm. 1315 X 205, di carte lf)5 n. n., con lettere
iniz. min., leg. ia asse e pelle, prov.: '
Ex Bibliotheca Ioannis Gar-
zoni Bonon. '.
446 (754).
Ioannis Garzoni historiae patriae commentai ioli quin-
decim '.
Cart., see. XVIII, mm. 300 X 210, di carte 234 n., prov. da Papa
Benedetto XIV.
447 (755).
r
Vol. I. Tractatus de naturabilibus virtatibus cor-
poris Immani Fabritii Garzoni pini, et medici Bonon.
r
Vol. II. Eiusdem quaestiones, Consilia medica et
tractatus de sanitate regenda ;
.
Cart., see. XV, mm. 310X240, voli. 2, a 2 col., leg. m. pelle.
448 (756).
r
Geberi Arabi Stimma perfectionis magisterii, cum testa-
mento ac libro fornacum Totam nostrani scientiam ;
.
|
f "
—
'
Explicit liber fornacum Ieberis translatus in Caliax alias
Galiciae, anno arab. 1420, per Rodegerum Hyss Alensem. .
Membr., see. XV (1420), mm. 148X^0, di carte 202 n., icg. m.

perg., prov.: ' Ex Bibliotheca Comitum Caprara '.
449 (7G1).
r
Geomantia ex Arabico in latinum translata per Magi-
strum Gerardum de Cremona '.
r
Si quis partem geonian- |
ticam ;
— f
multnm bonum signi
;
Membr., see. XIV, mm. 315X245, di carte 11 n., a 2 col., con

una fig. umana nuda a colori, leg. in pelle, prov. :
'
Ex Bibliotheca
lo. Iacobi Araadei '.
450 (763.)
f
Gesta Romanorum Pontilicum a B. Pietro usqne ad Mar-
fcinum V, quae Damasus scribere tnooepit et Pandulphus

'.
Hossiarius aliique prosecuti sunt
(art., sec. XVII, nini. 315 X 215. di carte 277 u , leg. in perg.,
prov. Popoli.
451 (766).
'
Iacobi Albani Ghibbesii libri qnatuor epigrammatmn et
imaginum '.
Romae, 1674. Copia dell' ediz.
Cart., sec. XVII, in 1", di carte 170, n. n., leg. in perg.
452 (781).
f
Ginanni Petri Parili Ravennat. Ab. Benedectini congreg.
Casin. status ecelesiae et Dioecesis sacri monasterii S. Pauli
extra muros urbis '.
(1747).
Cart., sec. XVIII, mm. 256 X 103, leg. in pelle rossa, prov. da
Papa Benedetto XIV.
453 (785).
Materiae quae in libro decretorum Synodi primae Dio-
cesanae sub Em." et l\ev. D. Card. Columna Bononiae Ar-
chiepiscopo et Principe habitae continentur, per alphabe-
tum dispositi, per me Carolum Antonium Ioachinum Bo-
*.
nonien. S. Petri in Casali Archipresbyterum collectae
Cart., sec. XVII, min. 245 X 180, di carte 176 u., leg. in perg.,
454 (791).
Disputatio H. P. Benedicci Iustiniani de canonica ele-
ctione Summi Pontincis ante Cardinalatum scripta '.
Cart., sec. XVIII, mm. 265 X 200. di carte 112 n. n., leg. in perg..
455 (794).
(Grammatica latina).
f
De partibus orationis '
— '
alter,
uter, bini, terni et similia '.
Cart., sec. XV, mm. 200 X 140, di carte 7(> n. n., leg. in. pelle,
prov.: ' Ex Biblioth. Ioannis Garzoni Bonon.'.

2G6 CODICI LATINI
456 (795).
(Grammatica latina;. Mutila in principio. — '
bini, trini et
similia.Petrus de traiecto scripsit Iste liber est mei '.
|
Dominici de Bunociis '. Simile alla precedente.
Cart., sec. XV, mm. 210X152, di carte 7<i ri. n. , leg. in asse
cop. di pelle, prov. :
'
Ex Biblioth. loannis Garzoni Bonou.'.
457 (796).
(Grammatica latina). '
Cura omnis eloquentiaedoctrinam * —
'
'
obscura, sed nubila coelo .
Membr., set". XV, mm. 220X145, di carte 207 n. n., con lettere
iniziali miniate, leg. m. pelle, prov. :
'
Ex Biblioth. Ioauuis Garzoni
Bonon.'.
458 (797).
'
Grammaticorum antiquornm epitome collectio si ve
'
r
I) 1-11 'Incipit liber Prisciani grammatici de nomine et
'
pronomine et verbo et participio (Cfr. Grramm. hit. ex ree. . :
v
H. Keilii, III, 443 sgg.) 2) ll -14
r
Incipit de finalibus lit- '
teris [Servii] Honorati gramatici (Cfr. op. cit. IV, 449 sgg.) '
. :
v
3) 14 -19 r
'Incipit commentarium Sergii de littera
;
.
v
(Cfr. : op. cit. IV, 518 sgg.) 4) 19 -23 r '
Commenta-
rium Maximi Victorini de ratione metrorum '. (Cfr.: op.
v
cit. VI, 216 sgg.) r
5) 23 -26 De finalibus metrorum '
Maximi Victorini '. (Cfr.:

op. cit. VI, 229 sgg.) r
6) 27 -30
r
'
Incipit liber Mauri Servii gramatici de centum metrorum
v
generibus '. (Cfr.: op. cit. IV, 456 sgg.) 7) 31 -37 Manli, l '
sive Malli, Theodori de metris (Cfr. op. cit. VI, 585 sgg.)
:
. :
r
8) 38 -61
r
Incipit congregatio Bedae presbiteri de
'
; v
metrica ratione (Cfr. op. cit. VII, 227 sgg.)
. 9) 62 -81 :
r
S. Isidori Hispalensis etymologiae Domino meo et ;
.
|
dei servo ;
— '
maximus et metrorius r
10) 82 r -84 r
'
Capei ortliographia ;
. (Cfr.: op. cit. XVII, 99 sgg.)
II) 84 -88 r
r '
Incipit liber Agroetii de ortographia '. (Cfr. :
op. cit. VII, 113 sgg.) 12) 90 -120 r r '

Ars Consentii «le
dmibus partibus orationis, nomine et verbo *. Cfr.: op.

cit. V, 329 sgg.).
Membr., sec. XII, nini. 210 X 130, di carte 120 n. n., leg. m. pelle-
459 (801).
'
Gratiani Automi Mariae a Burgo S. Sepulchri De vita
Iohannis Francisci Commendoni Cardinalis '.
Cart., sec. XVI, mra. 285 X 200, eli carte 255 n. n., leg. m. pelle,
460 (802).
Gratiani Antonii Mariae De adversis illustrium virorum
casibus ab anno MD ad MDC '.
Cart., sec. XVI, mra. 285X200, di carte 2(30 n. n., leg. in pelle,
461 (804).
Rhytroi hetrusci D. Victoriae Columnae a Cosimo Gra-
zino latinis versi bus condonati '.
Cart.. sec. XVII, min. 170 X 115, di carte 85 n., leg. in perg.
462 (80G).
S. Gregorii Magni Dialogorum libri quatuor '. Cfr. S. :
Gregorii Pi.pae I Opera omnia. Venetiis, 1744, II 150 sgg.>.
Cart., sec. XIV, mra. olO X 205, di carte 94 n. n., leg. in. pelle,
prov.: '
Ex Biblioth. fratruni 8. Panli in Monte '.
463 (807).
'
8. Gregorii Magni Moralia '• Dal lib. XVII al XXXV.
<Cfr.: op. cit. I, 534-1168).
Membr., sec. XIV, rara. 270 X 190, di carte 219 u. L95-144, a 2 col.,
con lettere iuiz. miniate, leg. in perg., prov. da Papa Benedetto XIV.
464 (808).
f
S. Gregorii Magni Liber dialogorum '.
Membr., sec. XII, min. 36") X 280, di carte 76 n. n., a 2 col., leg.
in pelle rossa.
465 (809).
'
Gregorii XII P. M. Bulla «Tectionis congregationis Ca-
uonicorum Regularium S. Georgii in Alga, cnm constitu-
268 CODICI LATINI
tionibus eorumdem, earumque confirmatiune '. (Datum K'u-
mae, V Kal.Iulii, Pontificatus anno I. [1406]).
Membr., sec. XV, min. 235 X 168, di carte 20 u. n., con una
miniatura nella lettera iuiz. allusiva a questa Bolla, leg. in perg.
466 (812).
Iohannis Griffoni Memoriale historicum de rebus Bono-
niensibus ab anno 781 ad ami. 1428 \ <Cfr.: Muratori. Eer.
Hai. scr. T. XVIII, P. IL Città di Castello, La pi, 1902 .
Cart., sec. XVIII, mm. 320X225, di carte 178 n., prov. :

' Ex
'.
Biblioth. Ant. Francisci Ghiselli
467 (815).
'
Almi Collega Sacrae Theologiae Doctorum Bonon. ab
anno 1362 erecti usque ad annum 1759 Catalogus ordinatus
a Fratre Peregrino Antonio Orlandi a Bononia Ord. Car-
mel . . . additis temporibus, nominibus, prerogativis et di-
gnitatibus Excell. et Rev. Dominorum in S. Doctorum a
Collegio condito usque ad annum 1727. et confirmatus a
fratre Ioanne Baptista Grossio usque ad annum 1759 '.
Cart., sec. XVIII, in fol., di carte 103 n. u., prov. da U. Zanetti.
468 (818).
1) 'Guarirli Regulae grammaticales
Veronensis <Cfr.
;
. :
Giuliari. Letterat Veron., p. 26>. Partes grammaticae — |

' '
'
et expuit expes 2) Phoci grammatici De nomine
' f
et verbo <Cfr.: Grammat. latini ex ree. Iveilii, V, 410 sgg.>

:
.
3) Haelii Donati grammatici Ars secunda '. (Cf'r.: oj>.

'
cit. IV, 367 sgg.>.
Membr., sec. XV. nini. 190X115, di carte 102 u. u., con lettere
iuiz. miniate, palinsesto, leg. in pelle.
469 (819).
'
Historia martyrii B. Andreae Rinnensis pueruli anno
MCDLXII die 12 Iulii a ludaeis in odium fìdei occisi
anno 1620 et sequentibus, stimma tide collecta et idiomate
DELLA P.IBL. UNIVBRS. DI BOLOGNA. 2f>9
germanico cousoripta et recognita ab Hippolyto Guarinonio

ab Hoffberg et Volderthurn anno 175:2 ex ins. autho- . . .
grapho in latinum translata :

.
Cart., sec. XVIII, mm. 300X225, di carte 72 11. n., log. in vel-
luto rosso, prov. da Papa Benedetto XIV.
470 (820).
r
Ioannis Guidotti Bononien. patri tii i. u. d., Lect. pubbl.
ac S. Petri Canon. Institutiones iuris civilis et canonici ;
.
(1730-1731).
Cart., see. XVIII, mm. 250 X 1S5, di carte 250 n. n., prov. Zec-
chini.
471 (821).
f
De facultatibns Delegatis ad Nnncios Apostolicos, Epi-
scopos, Missionum Praefectos, Missionario^ ac Regios Cap-
pellanos exercituum eorumque usa et intelligentia. Petrus
Hieronyraus Guglielmi S. Offici assessor. Kal. Iunii 1750 i
'
Cart., gec.XVIII, mm. 270 X 190, di carte 592 n., leg. in perg.,
pruv. da Papa Benedetto XIV.
472 (825).
l
r '
Prefatio domini Guglielmi ven. abbatis S. Theodorici
'
in vita S. Bernardi Clarevallis abbatis 2r

r
Vita sancti
Bernardi abbatis Clarevallis :
. j
'
Burgundie partibus fon-
tanis
:
— f
in capitnlo legenda '.
Cart., sec. XV, mm. 215 X 150, di carte Ilo n. n., con lettere
iniz. miniate, leg. m. perg., prov.: '
Ex Biblioth. fratrum S. Pauli
in Monte '.
473 (829).
'
De haereticis, sive Summorum Pontificum et Episcopo-
rum constitutiones et epistolae contra haereticos Omnia '
.
'
excerpta ex libro membranaceo antiquo, quem Petrus Du-

sina scriptor anno 1580 habuit a R. D. Iosepho Maxardo
v
Vicario Piacentino
;
1) l'-59 '
Quarta constitutio edita
'
contra hereticos per Alexandrum Papam 2) 61

r
-148 r
270 CODICI LA.TINI
f ;
Instructio in negotio inquisitionis . (18 nov. 1290)
3)
r
149 -171 r '
Extractum de Summa fratris Yvoueti. De
'
Catharis unde origiuem traxerint Con- 4) 172 r 202 r- '
cilinm Tarraconense 203 -4 Ordinatio D. Alba- '
5)
r r '
'
nensis Apostolicae Sedis Legati in negocio inquisitionis
6) 205 -208
r r
Concilium peritorum Avinionensinm quo
f
declaratur qui di cantar credentes 209 r -228 r Con- '

7) '
silium D. Gaidouis Fulcodii 8) 229 -240

r
Consilium ;
r :
Concilii provincialis Au.' Narbonen." et suffraganeorum

saoram qualiter sit in inquisitione procedendum centra
v
haereticos (XIII Kal. Maii 144G)
;
. 9) 243 r -244 '

Sta-
ta tu m Regis Ludovici de Iudeis 10) 245 -266 r r
Re-
:
'
giensis spolii beneficii S. Martini in Spinis Decisio per

R. P. D. Robusterium, prolata die 17 oct. 1578
:
11) 267 -272

r r
Consilium D. Viennensis quo tres consul-
r
v
tationes solvuntur 273 r 285 '. (Idibus Maii 1235) 12)
v
Consilium Iacobi de Contis 13) 292 r
-312 <Rege- :
'
v
stum documentorum ab a. 1550 ad 1578) r
14) 313 -4
Bulla Nicolai Papae III quae habetur in Inquisitione
Bononiensi apud S. Dominicum, qua multas poenas impo-
v
suit Papa haereticis et eorum fìliis 15) 315 r -6 De- ;
'
claratio super inquisitione in Valentia et nonnullis aliis

r
regnis '
16) 317 -321 r '
Officii SS. Inquisitionis con-
cessio in regnis Aragoniae, Valentiae, Maioricarum '
r
17) 323 -327 r f
Confirmatio privilegiorum Ministro Gene-
rali Ord. Fratr. Minor, provinciae Burgundiae '
18) 329
f
Alexandro Episc. f'ratribns Ord. fratr. Minor. Inqui-
:
sitoribns bereticae pravità tis in partibus Italiae

v
19)331 -342 (Brevi di Innocenzo VIII agli Inquisitori di
r
Spagna. 15 luglio 1485, 28 geim. 1485, 31 magg. 1486,

10 die. 1484>
v
20) 345 r -364 (Altri Brevi di Papa Leone X
(Kal. Dee. Clemente VII (15 luglio 1530, 24 feb-
1420), di
braio 1524) agl'Inquisitori d'Aragona e di Valenza)
21) 365 r -368 r Super differentis inter deputatos Cathalo-
'
niae et inquisitores ortis '. (gennaio e marzo 1570)

v v
22) 368 -370 Saper negocio officii inquisitionis et depu-
'
v
tatorum Cathaloniae (apr. 1570) 23) 371 r -2 Revo- ;
.
'
!
catio licentiarum legendi libros prohibitos . (21 die. 1558)
24) 375 r -380 r Salvusconductus Maranis concessus ;

'
.
v
('21 febbr. 1547) 25) 383 r -393 (Lettera di Papa Paolo HI
8 gemi. 1540) 26) 395 r -6' Facultas procedendo contra '
v
haereticos '
. (18 apr. 1550) 27) 397'--401 '
Iulii III re-
v
vocatio prò Maranis r
. (iun. 1581) 28) 402 r -405
f
Re-
vocatio licentiarnm tenendi et legendi libros prohibitos r
(Kal. maii 1553) 29) 407 -411 r r '

Confirmatio privilegio-
rum concessorum Crucesignatis !
. (21 agosto 1551)
30) 413'-434 r '
Pro officio inquisitionis in regnis Gallia-
rum '. (26 apr. 1557) 31) 435 r -437 r
r
Revocatio licentia-
rum tenendi et legendi libros prohibitos
;
. (24 mar. 1564)
r v r
32) 448 -451 Facultas concessa inquisitori Hispania-

rum procedendi contra abutentes sacramento confessionis '
v
Dilecto fìlio Hieronymo de
f
r
(16 apr. 1561) 33) 454 -5
Franchis in civitate Genuensi haereticae pravitatis inqui-
sitori generali Pius Papa IV 34) 458 r-464 r
!
(30 die. 1563) .
'
Facultas concessa inquisitori Hispaniae hereticum et per-
nitiosum relaxandi quia hereticum carceratum interfece-
rat '. (martii 1563) Papa Pio V al 35) 466 r (Lettera di
v
Nunzio e Patriarca di Venezia) 36) 468 r -9 Hortato- f
rium Duci et Ducissae Sabaudiae ut faveant inquisitoribus

hereticae 472 v -3 r
pravitatis'. (aug. Con- 1567) 37)
f
cessio medietatis penarum prò Duce Mantuae Gulielmo Gon-

zagae :
(11 luglio 1569)

. Pro Card. Borromeo guberna- '
tore Mediolanensi et reip. Venetorum ut faveat inquisitioni '.
v
(apr. 1575) Ve-
39) 476'-7 '
Pro officio S. Inquisitionis
v r
netiarum ".
40) 478 r
-485 Ven.
(23 apr. 1575)
fratri
Episcopo Coneheri Gregorius PP. XIII (22 apr. 1573).
:
.
Cart., sec. XVI e XYH, mm. 265 K 205, di carte 209 n. più 1!»
bianche in principio n. n., leg. in perg., prov. da Papa Benedetto XI V.
474 (830).
v
1) 13 r -15 Hermotis tractatus quem celavit insipientibus
'
cum aliis opusculis Inquit Hermes 'ex eo omnia

•
|
' ' —
v
fecit
;
Liber XII aqnarum '.
2)
r
16 -19 'Libelli '
j
huius series colorem aureum '

—
3) 20 -34
r r '
Liber
'
c
de lapide rebis sive dabessi qnod idem est

;
Dixit .
|
v '
et serva r
4) 35 -48 Sermo de aluminibus et salibus '
272 CODICI LATINI
et attramentis et aliis que in hac arte necessari] existunt ad

complementum Eleizir '.
Scias quod attrimentorum
J
'
:
—
49 r -52 r Liber regiminum corporum
r
scias hoc ;
5) '
f
Sublimatio ar. provenit citrinnm r
6) 53 -55
r '
— r
f
Tractatus nobilis viri Emerici de Montefouti Extra- '
hatur lapis auream aperiendam ;

p
—
7) 55 -56
r
Opus
f '
'
ad Elixir secundum Nicholaum '.

|
r
Septem sunt cor-
pora '
— r
et postea preparatio
'
8) 57 r -59 r
r
Liber qui
vocatur Argenteus de XXX verbis '
.
|
r
Iam scis ' — r
fa-
v
cias bull ire
;
9) B9 -61 r '
Liber couvinctionura ;
. |
f
Ut
ex antiquorum scientia
:
— 'in solem transmutat :
V
10) 61 -G4 r '
Liber de naturis colorura iuxta Aristotilem ;
f
Notato quum ignis transformabit 11) 13 -85
r ;
— f ' v
f
Rogerius Bacum. Super Geberem De tribus ordinibus ;
.
f
medicine Tres sunt ordines ;

presenti sufficiant
.
|
c
'
— '
;
.
Cart., sec XV, mm. 200 X 140 di carte 88 n., leg. iu perg., prov. :
1
Ex Bibliotheca Comitum Caprara '.
475 (831).
Divi Ecclesiae Doctoris Hieronimi prebisteri epistolae et
opuscula quibus divinae clarent scripturae, quibus zelus
christianae religionis accenditur inferius lege feliciter. 14 ('>(>,
K. ;
In fine:
c
MCCCCLXVI
kalendarum februarii '. ipso |
f
Has gloriosissimi sancti Hieronimi epistolas et opuscula
quibus divine clarent scripture et zelus cristiane devotio-
nis accenditur: ego Iohannes Tenlande de Reeis Colonien.
dioc. Iuris pontifìcii ac legalis professionis scolarus in urbe
pernsina exaravi Deo gratias '.
Membr., sec. XV (1466), mm. 360 X 255. di carte 430 n„ leg. in

pelle, prov.da Papa Benedetto XIV. La prima pag. ha un ricco ed
elegante fregio miniato ed una miniatura che rappresenta S. Giro-
lamo inginocchiato davanti a un crocifisso nell'atto di battersi il
petto con un sasso.
476 (832).
r v r
lì l -441 Divi Hieronyrai sermones, epistolae et alia
opuscula'. <Ofr.: 3. Hieronymi O-pera. Veronae, L742, I, L28,

L30, 193, 351, 464, 507, 955, 1042; II, 13, 41, 105, 171,
6. 5. '90s
237, 387, 457, 573, 807; XI, 1, 110, 127, 208, 210, 212,
235, 246). Sono probabilmente apocrifi gli scritti seguenti :
400 r '
De planctu sive lamento Origenis a Hieronymo trans-

lato
;
404 r Hieronymi ad amicum egrotum Consola- f
toria 450 Hieronymus ad Rusticum narbonensem epi-

: r
scopnm de septem gradibus ecclesie sive sacramenti ;
v
455 v Ex libro retractationum S. Angustiai
f
526 Epi- ' '
stola seu regula secundum Augustinum ad virgines beato

v '
Hieronymo missa 529 Vita S. Hieronymi r '
v
535 Hieronymi epistola de celebratone pasce
r
609 r :
'
Hieronymi libellus de indurato corde Pharaonis et de vasis
honoris et contumelie 619 r Cromatii et Heliodori ad '
r
v
Hieronymum de martirologio consultoria
;
619 '
Hie-
ronymi ad Croma tium et Heliodorum responsiva de marti-
rologio '. '
Sententie Theodosii translate a B. Hieronymo :
v
620 f
Hieronymus ad Paula m et Eustochium qui
psalmi et quando legi debent in ecclesia 636 r Hie- '
f
ronymi ad Oceanum episcopum consolatoria de tribulatio-

num et detractorum patientia 685 r Expositio S. Hie- '
c
ronymi in lamentationibus Hieremie prophetae '.

Cart., soc. XV, mrn. 360X248, di carte 328 mira. 380-Ì09, leg.
m. pelle, prov. :
'
Ex Bibliotheca fratr. S. Pauli iu Monte '.
477 (834).
Ympnarium per totum anni circulum secundum usum et
consuetudinem Eomanae Curiae in diebus ab octava epy-
fanie usque ad dominicam primam quadragesime et a prima
dominica Kallendarum octobris usque ad adventum '.
Membr., sec. XIV, mm. 123X88, di carte 30 n. n., prov.: '

Ek
Bibliotheca Io. Iacobi Amadei '.
478 (837).
Iacobi [Palladini] de Theramo Belial seu Consolatio pec-
catorum '
r
Universis Christi fidelibus ' — r
devotas ora-
tiones effundant. Amen ".
Cart, sec. XV (1431-32), mm. 278 X 195, di carte 160 a., leg. m.
perg. Scritto da due mani come rilevasi dulie seguenti sottoscrizioni:
'
Ego doininus Spinellus de Famuio comitatus Mutiuensis scripsi sul)
Studi n, il. ,1, liìol. class. XVI. 18

274 CODICI LATINI
anno D. N. I. C. 1431, die penult. mensis lulii '. Ego fr. Girardus |
'
de Allamania hoc opus explevi 21 die mensis madii, bora 19 in ca-

vitate Faventia, ad petitionem Ven. biblici fratris Pauli de Bon. de
Facinis predicatoria ibidem tunc temporis. Anno Domini 1432 '.
479 (840).
Dnbia varia de im inimitate ecclesiastica et eiusdem li-
;
beriate .
Cart., sec. XVII, mm. 265 X 198, di carte 587 n., scritto da 2 mani,
480 (841).
Index alphabeticus sanctorum, citata pagina librorum in
quibus eorumdem fìt mentio '.

Cart., sec. XVIII, mm. 309 X 222, voli. 2, a 2 col., leg. in perg.,
481 (842).
r
Statnta Bononiae typis non edita ;
. (1454-1463).
Cart,, sec. XVIII (1711-12), mm. 320X217, voli. 3, di carte 1185

complessive, prov. Sbaragli (?).
482 (848).
r
Stephani Infessnrae Diaria rerum Romanarum suorura
temporum '.
<Cfr. : Diario della città di Roma di S. Enfes-
sura, ed. Tommasini. Roma, 1890, e Arch. d. noe. rom. di
st. patria, XI (1888), 507>.
Cart, sec. XVII, 2G2 mm X 197, di carte 245 q., leg. in perg.,
483 (849).
'.
Inf'ormatio prò causa Patria Antonii Vieyra Soc. Iesu
Cart., sec. XVIII, mm. 258 X 195 di carte 46, n. n., leg. in perg.,
prov. da Papi Benedetto XIV.
484 (850).
Iti ter pre tati o variarum inscriptionnm antiquarum [Au-
ximatum].
l'art., seo. XVII, mm. 272 < 187, di pp. 64 o., le^. in perg., prov.
DELLA B1BL. UNIVERS. DI BOLOGNA. 275
485 (851).
[Iohannes Iucundus Verouensisj '
Inscriptiones antiquae va-
riarum urbium lapidibus insculptae '. <Cfr. : Mommsen.
Corpus, inscr. lat., voi. Ili, P. I, p. xxvn e voi. VI, P. I,
p. XLIV>.
Membr.. sec. XV, mm. 270 184. di cai-te 246 n. X n., scritto cal-
ligraficamente in nero e oro, leg. in pelle verde, prov. :

'
Ex Biblioth.
Philippi Card, de Montibus '.
486 (853).
c
Insti tutionum Canonicarum libri quatuor '.
Cart., sec. XYIII, min. 26S X

195, voli. 3, di carte G58 comples-
sive, leg. in pelle, prov. da Papa Benedetto XIV.
487 (854).
Institutiones iuris civilis, canonici et criminalis
;
.
Cart., sec. XVII, mm. 190 X 133, voli. 3, di carte 245 200 211 n.,
leg. in pelle, prov. da IL Zanetti.
488 (855).
(Institutiones logicae).
Cart., sec. XVII, mm. 22i X 157, di carte 122 n. n., leg. in perg.,
prov. dall'Istituto delle scienze.
489 (862).
f
Liber investitura™ m et feudorum per diversos Pontifices
concessorum, in quo etiam nonnullae Constitutiones et coe-
terae scripturae ad Romanam Curiam pertinentes conti-
r v
nentur ;
1) 2 -28 '
Infendatio Regni Siciliae per D. Cle-
mentem Papara IV Domino Karolo S. Ludovici Regis
Franciae filio . . . facta Perusii, II Non. Novemb. 1265 :
v r
2) 28 -29 Modus faciendi
f
homagium D. Papae de Regno
'
Siciliae quando confertur Regi 29 r -48 r Tractatus 3)

r
de iurisdictione Ecclesiae super Regnum Apnliae et Si-

4) 48 -49
r
Litterae D. Caroli Regis Siciliae
:
r
ciliae '
missae D. Gregorio Papae IX super solutione census prò

Regno Siciliae. Datura Neapoli, 1275, die XII Iulii
v r
5) 49 -75 '
Confirmationis forma factae per D. Bonifatinm
276 CODICI LATINI
Papam super tractatu pacis babito inter spectabiles viros

DD. Carolum de Francia, Comitem Alengonensem, Ruber-
tum primogenitnm Illustri* Regis Siciliae Ducem Calabriaé
ex una parte, et Regem Fridericnm ex altera super insula
et regno Siciliae. Datum Anagn., XIT, Kal. Iulii, Pontifi-
r v
eatus nostri anno 75 -76 TX
Responsio D. Boni-
:
6) '
fatii Papae Vili facta D. Carolo Regi Siciliae super suc-

Romae, VI Kal. Martii, anno II
cessione dicti regni. Dat.
7) 77 r -79 r D. Carolus Rex Siciliae misit
'
Littera quam
D. Clementi Papae IV. Dat. apud lacum pensilem, I sept.,
'
v r
1260 8) 79 -93 '
Infeudatio facta per D. Bonifatium
Papam VIII de Regno Sardiniae et Corsicae 111. Principi
D. Iacobo Regi Aragoniae. Dat. Romae, pridie non. Apr.,
v v
Pontif. anno III
nostri 9) 93 -95 Douatio facta '
'
SS. D. N. Innocentio Papae III per 111. virum D. Iohanuem

Regem Angliae de toto Regno Angliae et de insula Hy-
v
berniae. In Londoniis, II[ die Octobris 1213 '
10) 95 -96'
'
Forma bomagii quod fécit dictus Rex Angliae D. Papae.

Apud. Paulum Londonen., Ili die Octobris 1213
S.
v v
11) 96 -98 Instrumentum quod magister Limicius Ca-
'
merae D. Papae Clericus Nuncius Apostolicae Sedis in An-

v v '
glia ad Curiam apportavit 12) 98 -100 Statuì uni '
D. Nicolai Papae IV continens quod de omnibus et sin-

gulis fructibus, redditibus et proventibus quos recipit S. Ro-
mana Ecclesia in Siciliae, Angliae, aliisque regnis fiant
r v
duae partes aequales 13) 101 -102 Tn-trumentum
;
donationis factae Sacro Collegio Dominorum Cardinal inni

per D. Benedictum Papam XII anno 1334, de medietate
v v '
omnium censuum etc. 14) 102 -103 Revocatio faci '

i
per D. Gregorium Papam X de consuetudine quod solis
ribaldis dabatur eleemos} na in T

festo Carnisprivii
v r
L5) 103 -105 (Provvisioni diverse di materia censuaria,
v v
a. 1331-1350) 10) 105 -141 '
Donationes et largitiones
quas Iinperatores Romani et Reges diversi catbolici et de-
voti fecerunt antiquitus S. Romanae Ecclesiae de regnis et
bonis eorum '.
Cart., SftC. XVII, min. '-'TO < 198, 'li carie 17-") n., leg. in perg.,
prov. ila Papa Benedetto XI \.
DELLA BJBL. UN1VBRS. DI BOLOGNA. 277
490 (863).
De investituris Regni Neapolitani '.
Repertorio degli
atti riguardanti investiture ed altri affari ecclesiastici nel
Regno ili Napoli sino alla prima metà del sec. XVII>.
Cart., sec. XVII, inni. 265X205, di carte ;;.~>1 e UOS n. n., leg.
491 (865).
r r v
S. Ioannis Chrysostomi opuscula !
1) l -23 '
Paraenesis
ad Tlieodorum, seu de reparatione lapsi hominis '.
j
Quis
da bit meo — medicamenta non queras
capiti '
'
v
2) 24 -35 De compunctione ad Demetrium, lib. I '. Cnm
r '
f
te intueor operam negligenti r

3) 36 -43
'
v
De — '
'
'
compunctione ad Stelechiuin, lib. TI 'de quomodo po- ;

. j
test fieri '

— r
in immortalibus flaramis
'
4) 44 r -56 r
Quod nemo potest ledi nisi a se ipso '.
|
Scio quod cras-
sioribus
;
— r
non leditur ;
5)
v
56 -58
v :
Sermo de pe-
nitenza '. |
'
Provida mente '
— ;
Ihesu Christo ;
r v
6) 59 -144 (S. Bonaventurae] '
Stimulus amoris '.
j
Liber
iste ' — r
in secula seculorum '.
(1409) 7)
r
145 -158
v
Tractatulus de modo vivendi ordinate et perfecte Mi !
.
j
r
f'rater
'
—
valeat in finem. Amen. Compilata 1406
'
Ex- ' '
plicit operis huius (sic) per manus don Verardi 1425, prima
r v
die mensis dicembris Ambrosii (Liber ;
8) 159 -l80
r
S. '
de Paradiso). Ut plantavit deus paradisum que |

' ' — r
v r
sunt special ia 9) 180 -193 Eiusdem Liber de Cayn et
r
Abel 'De paradiso

. pena rapuisset 10) 206 r -209'' '
— ' ;
—
|
S. Augustini sermones '. Que sunt que in hac vita j

'
'
mors eterna nitatur '.
Cart., sec. XV (1428), min. 208 X 150, di carte 217 n. n., leg. in.
pelle, prov.: Ex Biblioth. frati* am S. Pauli in Monte '. A e. 5

'
notato: Anno M.° CCCC. XXVJIJ, die VII mensis lanuarii ego pre-
'
sbiter Everhardus Heydnns capellanus Rev. D. Card. Sancte Crucis

scripsi hoc opus Ferarie '.
492 (866).
Iohannes Divionensis '.
(Commentum in Doctriuale Ale-
278 CODICI LATINI
xandri de Villadei) l
r '0 deus triclinium trini tati s '
191 r '
Et hec de notulis sufficiant doctriualis. Amen '.
Cart. sec. XV, mm. 008 X 210, di carte 192 n. a., a 2 col., eoa
lettera iniz. miniata, leg. m. f>erg., prov. Ex Biblioth. :
'
fratr. S. Pauli
in Monte '. Fu donato da Ir. Battista Mezzavacchi.
493 (867).
1) Epitome totius Astrologiae conscripta a Ioanne Hispa-
f
lensi Hispano Astrologo celeberrimo ante annos quadrin-

gentos et mine primum in lucem edita. Cum praefatione
Ioachimi Helleri Leucopetraei contra Astrologiae adver-
sarios.Norimbergae, in officina Ioannis Montani et Ulrici
MDXLVIII
'
Neuber, anno Domini 2) ' Alkindus de

temporum mutationibus, sive de imbribus, nunquam antea
excussus. Nunc vero per D. Io. Hieronymum a Scalingiis
emissus. Pari sii s, apud Iacobum Kerner, MDXL '
3) (March. Cornelio Malvasia. Praedictiones astrolo-

gicae).
Cart., sec. XVII, mm. 2G8 X 200, di carte 64 + 26 -f 40 n. a.,
leg. m. perg., prov. dal Card. Filippo Monti.
494 (868).
<M. r Ioannes de Mantua, M. r Hugo Bencius de Senis M.'
B. de M. ua (Mutina)). 'Consilia medica
;
.
Cart., sec. XV, mm, 29.")

X 220, di carte 131 n., prov.: '
Ex Bi-
bliotbeca Ulyssis Aldrovandi '.
495 (869).
'
Ioannes de Sacrobosco. Tractatus de sphaera '. |
Tra-
ctatum de spera quatuor capitulis distinguimus '
— '
aut
mundi machina disolvetur. Finis '.
Membr., sec. XV, mm. L34 X 82, di carte :>9 n. n., con rich., let-
tere iniz. a colori e oro, con fregio marginale, eleganti ligure astro-
uomiclie a penna e colori intercalate al testo e nei margini, leg. m.
perg., appartenne a frate Michelangelo da Milano.
496 (870).
(Hercules Isolani)
r
De oratione. Tractatus varii. Bononiae
die VII Martii, anno Domini MDCCLVI *.
Cart,, sec. XVIII (1756), mm. 355X235, voli. 61, leg. in perg..
prov. dalla Biblioteca dei PP. dell'Oratorio.
DELLA BIBL. UN1VEKS. DI BOLOGNA. 279
497 (873).
'De iudiciorum ecclesiastieorum libertate, libri III '.
Cart., sec. XVIII, min. 275 X 200, di pp. 590 + 10 carte n., prov.
498 (874).
1) 1
1-
-208 r '
Iustinus '. '
Epitome historiarnm Trogi Pom-
peii, libri XLIV ;
. <Cf'r. : Iustinus. Trogi Pomjj. histor.

Philipp, epitoma. Lipsiae, Teubner, 1859> 2) 208 v-231 v
f f
Descriptio Italiae cuoi antiquitatibus eias '.
j
Italia pro-
vintiarum nobilissima '
— '
ad praeaens dieta sufficiant '.
Cart., sec. XV, min. 210 X 166, di carte 231 . n., cou rich., leg.
ru. pelle, prov.: 'Ex Biblioth. frati*. S. Pauli in Monte'.
499 (875).
D. Iunii Iuvenalis satirae Semper ego auditor tan- '
f
tum *
—
induxit orane legumen '. La sat. XVI precede
'
la XV. Con glosse interlineari e marginali di più mani.
Cart., sec. XV, min. 244 X 170, di carte 98 n. n., con ridi., leg.
m. pelle, prov. da Domenico Guidotti.
500 (876).
D. Iunii Iuvenalis satirae, cum glossis Semper ego — r
.
|
'
Termina colla sat. XV num. XIV: non omne legumen ". r
Glosse interlineari e marginali per tutto il cod.
Membr., sec. XV (1432), mm. 224 X 167, di carte n. u., probabil-

mente autogr. di Giovanni Garzoni, che vi notò (f. 2 r ): Audivi hunc
librum ego a disertissimo omnium Veroniensium Guarino praeceptore
meo, sub anno domini 1449'; prov. Ex Biblioth. Bernardi primum, '
deinde Ioaunis Garzoni Bonon. '. In bue (f. 87 r ) Incepi scribere '
die III marcii 1432 et finivi die sabati XXII eiusdem mensis Po- . . .
stea incepi glosare die XXVIII eiusdem mensis et finivi die ultimo
aprilis 1432 in Parma, et dum essem Mutine correxi textum cum
quodam antiquo, incipiens die XV augusti et finivi die penultimo
sept. 1433'. A e. 8:»
v
:
' Ludovicus Lardus scripsit'; leg. in pelle.
501 (877).
1) l
r
-75
v '
D. Iunii Iuvenalis satirae '.
|
Semper ego ' —
fin. colla sat. XV. 2) 76 -89
r r '
A. Persii Flacci satirae ".
j
280 CODICI L '.TINI
Nec fonte labra prolui '

— fin. colla sat. VI :
'
finitor
acervi •
|
'
Auli Flacci Persii Volaterraui satirarum sex.
'.
liber fini t
Membr., XV, mm. 1U0

116, di carte 90 n. n., elegante-
sec. X
mente con fregio marg. e uno stemma (due bande
scritto e miniato,
bianche incrociate su fondo turchino); appartenne a Michelagnolo
Alluminati e poscia a Papa Benedetto XIV, leg. in pelle.
502 (878).
1) l
r
-83
v
semper ego
f
D. Iunii Iuvenalis satirae '.
|
—
fin. colla sat. XVI: et torquibus omnes
r
Ogni sat. è pre- '.
v v
ceduta dall'argoménto metrico scritto in oro 84 -98 '_;
A. Persii Flacci satirae

;
.
|
r
Nec fonte '

— fin. colla
sat. VI: '
finitor acervi. Finis
;
.
Membr., sec. XVI, mm. 161X102, di carte 98 n. n, con ele-

gante miniatura a f. 1 e nella parte inferiore una stemma (rosso ''
mila parte super., bianco nell' infer.), caricato delle lettere A sul
campo rosso e 1, O ai lati (Iuvenalis Aquinatis opera), iniziali ele-
gantissime in principio d'ogni libro; leg. in perg.
503 (879).
1) l
r
-19 r '
P. Ovidii Nasonis De remedio amoris '.
|
Pn-
Ulis Ovidii Nasonis de remedio amoris principiata '.
j
Le-
gerat huius amor titulum foemina virque meo '. '
— '
Finis. Amen deo gratias '. Ego Dominicus Lupsi Bon. |
die decimo septembris

; ;
s. 1466 . Publici Ovidii

j
.
|
'
r v '
Nasonis de remedio amoris 2) 21 -96 D. Iunii Iu- '
venalis satirae
;
.
|
'
Iunii Iuvenalis aquinatis satirarum
libri principium '.
[
Argumentum Guarnii Veronensis '.
—
|
Semper ego '

La sat. XVI precede la XV. In fine :
Tuni Iuvenalis aquinatis satirarum poetae clarissimi operis

finis.>nem ego Dominicus Lupsi bononiensis transcripsi
<
v
die XVII
augusti, incoepi die vero IV sept. explevi. fio-
rente Paulo papa secundo. 14G6. Ego Dominicus Lupsi '.
Cart, sec. XV (1466), mm. 168 X H?, di carte 98 n. n., fu già:

'
Sancte Marie Spilitnberti Ad usimi fratris Mariani '
Fr. Tadeì de
S P- v -
£•)> poscia: ' Ulyssis Aldrovandi et amicorum '; leg. in perg.
DELLA BIBL. UNIVBKS. DI BOLOCXA. 281
504 (880).
r
De Ladislao Seoreuio Episcopo Syrmiensi '
Membr., sci*. XVIII, mm. '224 X 105, di carte s n. u., leg. io pelle,
505 (881).
f
Petri de Lafiguera Elenchus cronologico-historico-criticus
raonumentorum ad praeclara D. Card. Aegidii Alvari Al-
v r f
bornotii gesta pertinentiura '
245 -246 Bononiae, in
hoc ipso Collegio Maiori, die Augusti, anno Do- XXX
mini MDCCLII '. Firma autogr. del Lafiguera, del Ret-
tore e di altri collegiali del Collegio di Spagna. In fine :
'
Index alphabeticus rerum precipuarum '.
Cut., sec. XVIII (1752). mm. 302 X210, di carte 271 n.. leg. in
velluto cremisi con ricami iti oro e l'arme di Papa Benedetto XIV.
506 (S85).
Horatii Lancellotti Romanae Rotae Auditoris Causarum
corani ipso in S. R. Rotae Auditorio agitarum positiones,
vota ac decisiones, annor. 1581, 1582, 1583 '.
Cart.. sec. XVI (1581-83), mm. 283 X 210, voli. 2, il 1" di carte 809,
il 2° di 1012, leg. ra. perg.
507 (887).
'
Latini Latinii Viterbiensis Lucubrationes, carmina in
utraque lingua, epistola^ ad illustres viros, eorumdemque
ad Latinium responsiones '. (Cfr. : Latini, L. Epistolae, co-
iiiec.hirae et observ. collectae a Dominico Magro. Rornae, 1659,
voli. 2, che contengono poche soltanto di queste hicubru-
tiones ed ejjistolae}.
Cart., sec. XVII. mm. 243 X 185, di carte 401 u. 22 bianche

in prlnc., leg. in perg., prov. da Papa Benedetto XIV.
508 (891).
Petri Lazaroni Brix. Ad Ornatissi rauco Senatum Bono-
f
niae camion '. De prudentia '.

|
Pyeridum mater, prae-
'
|
'
282 CODICI LATINI
clara Bunouia, salve ' — f

Dona bonus merito lustrantur
mutua nobis '.
Membr., sec. XVI, mm. 286 X 170, di carte 33 n. n., con ricL.,
leg. ni. pelle, prov. dall'Istituto.
509 (892).
r
Lectionarium quorumdam festorum principali uro
x r
1) l -2G
r v
ad usum Basilicae Petronianae 2) 27 -48 Vita vel ' f
T
Acta S. Petrouii Episcopi et confessoris '
3) 4!» -66
f
Of-
tìcium S. Petronii etc. '.
Membr. sec. XV, inni. 377X255, di carte 59 n. n., a 2 col., con

elegantissime miniature a ce. 3'", 21 v , 31 r , 49 r molte lettere
, iniziali
miniate, e lo stemma Bentivolesco coperto dallo stemma di Bologna,
leg. in pelle, prov. da Papa Benedetto XIV.
510 (894).
f
Iohaunes de Lagnano. Tractatus de duello '• Restat |
f
ut videamus de duello cum sic obtemperaret legi '.

' — f
Segue l'indice
f
Summariorum Ioaunis de Lignano '. (Cfr. :
l'ediz. di Venezia, 1584, tom. XII, ff. 281, col. 2-284>.
Cart., sec. XVII, mm. 310X220, di pp. 16, prov. dall'Istituto.
511 (895).
f
Iohannes de Lignano. Lectura super Clementiuis '. Iu- |
dicum vij.c. congregati sunt universi viri habeat in- ' — f
comoda ff. familiariter. 1. plen. '. Explicit apparatus |

f
D. Iohannis de Lignano super aliquibus extra vagantiluis

d. Io. Papa XXII desuper toto opere Clementinanim. Et
est opus melius quod miquam fuerit in iure canonico '.
Cart., sec. XV. mm. 106 X 295, di carte 110 u., leg. ni. pelle,
prov.: '
512 (899).
f
Michaelis Leonici Cler. Estensi* Index Vicariatuum et
Infeudationum quae reperiuntur in Archiviis Castri S. A i

-
'.
geli et "R,. C. Apostolicae
Cart., sec. XVII, mm. 301 X 215, voli. 2, di carte 286 e 245, leg.
513 (900).
r
Michaelis Leoniei Cler. Esten. Index rerum et materiarum
spectantium ad potestatem Sumraorum Pontificum et alio-
rnm Praesnlum et ad iura et privilegia variarura Eccle-
;
siarum, Abbatiariun, Monasteriorum, etc. Libris Archivii

Castri S. Angeli et antiquis K. C. Apostolicae acoomodatus '
Cart., sec. XVII, mm. 310 X 215, di carte 138 n., leg. iu perg.,
514 (901).
f
Michaelis Leonici Cler. Esten. Index rerum et materia-
rum omnium quae continentur in libris Archi \ii Castri
S. Angeli '.
Cart.; sec. XVII, mm. 320 X 225, di carte 353 n. u., leg. in pelle
scura, prov. da Papa Benedetto XIV.
515 (913).
'
Lexicon nudicum, in quo praesertim peregrina vocabula
declarantur '
.
|
r
Optabat Galenus diseere et dicere posse ' —
r
sapore Zedoarie remissi tamen '.
Cart., sec. XV, min. 295 X 220, di carte 236 n., a 2 col., con
rich., leg. in pelle scura, prov.: ' Ex Bibliotheca Marsiliana '.
516 (914).
f
Liber revelationum '.Ego Amadeusf
fui raptus ex
—
J
spelunca raea '

r
cum omnibus ipsum expectantibus.
Amen. '
|
!
Laus Deo. finis '.
Cart., sec. XV e XVI, rana. 332 ,< 232, di carte 250, leg. in |
elle
scura, appartenne a fra Gio. Michele Pio Inquisitore di Milfano], che
lo lasciò in dono al fratello Paolo Pio.
517 (915)
f
De libertate Ecclesiae in acquirendis, retinendisque bonis
immobilibus '
. Fin.: '
Dat. AVildeshusen, XV Kal. Aprilis
anno Dom. incarnat. DCCCCLXXXVIII, Indict. I, Anno
autem regni nostri V '
Cart., sec. XVIII, mm. 345X235, di carte :!1)1 a. a pp. 1-626,

284 CODICI LATINI
518 (919).
r
T. Livii Historiarum ab urbe condita Decas prima '. Mu-
tila in princ. e in fine. <CfV. : T. Livius. Ab urbe condita
libri. Teubner, 1868, voi. I, p. 4, 2 e voi. IT, p. 199, 14>.
Manca la fine del cap. 46, lib. X e tutto il cap. 47.
Cart. e membr., sec. XV, inm. 268X195, di carte 281, con reg.
a-z. Molti scolii marg. e interi, probabilmente di Gio. Gar- di mano
zoni, leg. in asse cop. di pelle verde con borchie metalliche; piov.
dal Card. Monti.
519 (920).
v
li l'-7(i 'Bernardo Garzoni' (Logica). Mutila in prin-
cipio. |
. .. '
in circuiti! libroruin '
— f
fastidiant quare etc.
'
Bernardus Garzonus scripsit ac perfecit MCGCCXVI

f
. . .
r v
die 4" nonas Iunii 2) 77 -85 (Istituzioni logiche).
'
Adesp. e anepigr. Signum universale proposi- j

' ' — f
r v
tionis omnis non est
f
3) 86 -98 Gulielmi Entisberi '
Tractatus qui iuxta hunc testura nuncupatur '. Iuxta |

r
lame testura est libri dubium ... — r

4) 100 -116
'
v f
'
f
Magistri Alberti de Saxonia Tractatus propositionuni, seu
de modo et arte disputandi '. Fuerunt enim amici |
r
' —
f
cum brevitate r
5) 117 -131 Rodulphi Strode Con-
' l"
f
sequentiae '
.
|
f
Consequentia dicitur illatio ' — f
sibi op-
' v v
posite 6) 131 -134
f
Pauli Perguleusis Tractatus de
sen.su composito et diviso '.
|
f
Cum se perni ine ro ' — f
in
hac materia '.
Cart., sec. XV, mm. 213X150, di carte 134 n. n., a 2 col., a

v v
C. 7<> la data 1416, a e. lo4 la data 1481. Nel recto del riguardo
anteriore: '
Jsti logicha est mei Marcelli de Garzonibus ', e poco
appresso: Merooratio ut ego incepi stadere logice mino Domini
'
Millesimo quadringentesimo octuagesimo primo, intravi sub Magistro

Nicholao de Saviis '. E di mano del sec. XVI: '
>Jemoratio ut ego
incepi studere logico mense Octobris. die vero XVII, anno MDXXX,
sub disciplina Magistri Antonii Francisci de Faba '. A e. I31 r 'li ,
mano del sec. XV; '

Iste liber est mei fratris Blasii Silvestri de Flo-
rentia Ord. Carmelitarum '. Prov. dal Card. Monti.
520 (921).
f
Alanuscripta logicalia '
L) 3 r -6 r Utruiu in ornili acqui-
silione doctrine tantum duo precognitiones sint ne
DKLLA BIBL. UNIVERS. DI BOLOGNA. 285
sarie '.
|
r
Queritur utrum ' — r
de questione sufficiant '
r v
2) 6 -10
f
Utrum duo tantum sint modi prenoscendi
per se '.
|
r
Queritur utrum tantum prius exposi- ' — f
tum '
3) ll -l.V
r f
Utrum in omni genere demonstra-
tionis debeat esse me." aliqua diffinitio 1
'
.
|
f
Questio est ' —
f r v
per ditìinitionem dicentem explicite '
4) 18 -20 f
Que-
stio quid sit ine. 1
" in demonstratione '.
|
r
Questio est quid
sit ' — r
propter eausas predictas '
5) 20 v f
Utrum ista
propositio propter unumquodque tale et illud magis habeat
veritatem '.
j
f
Utrum ista propositio ' — f
propositio as-
r v'
sumpta '
6) 21 -30
f
Tractatus de '
. . .
|
f
Philosoplius
octavo ' — f
de identitate '
7)
v
31 -38
r
(Alberti de Sa-
xonia Proportiones). |
f
Proportio oommuniter ' — r
causa
brevitatis. Laus deo. 1458, 5 decembris '
8) 41 -42 r <De r
reductione aque calide ad suam frigidatem). |

f
De redu-
ctione '
—
non impediunt quare etc. fr
9) 42 -ll
'
f
Utrum corpus mobile sit subieetum in scientia natu-
rali '. Queritur utrum
|
in prima parte summe
f
' — f '
r v
10) 44 -46 Utrum omne corpus mobile sit divisibile c
et habeat partem et partem Utrum omue mobile '

.
|
f
' —
c r v
habite ad invicem 11) 49 -81 (lohannis de Ianduno)
'
f
Commeuturn super libro Aveiois de substantia orbis '.
|
f
In hoc tractatu '
— f
sit virtus infinita '
12)
r
83 -103
v
:
Liber de Omnes homines sunt effe-
formis '.
|
f
' — f
ctus 13)
'
104 1^06 Utrum gravia et levia moveant ''- r r
se ad sua hora propria Utrum gravia a remote '

.
[
f
' — f
r v
prohibent 14) 107 109 Utrum in vero augmento
'
-
f
quelibet pars corporis quod augetur, augeatur '

. [
'
Dubitatili'
utrum —
augmentatione condensatur
'
f v
15) 109 -110
' v
Utrum lumen sit in aere realiter '.

f
Queritur utrum |
f
' —
r v
de anima dicitur
r
16) 110 -lll Utrum differentia ' r
specifica motus attendatur penes differentiam speoifìcam

terminorum Queritur utrum ad quem accipit
'
.
|
' ' — f '
v v
17) 1 1 - 1 1
r
Utrum putrefactio possit accidere in
corpore humano ex debito regimine cibi et potus '
.
|
f
Que-
ritur utrum '
— f
modo dicto
'
18) 116 -118
V V f
Utrum
ante humorum ovacuationem sit a medico expectanda dige-
Utrum ante' — ant digeste etc. v
f v r
stio'.j 19) 118 -l '
I !»
286 CODJCI LATINI
c
Utrum ornnis digestio proeedat ingrossando '
. j
f
Dubi-
tatur utrum ' — f
et convertendum ' v
20) 119 -120
v
"
c
Utrum per actum nutritive virtutis possit restaurari hu. 1
raelins prò vite longitudine etc. '.

|
f
Dubitatur utrum ' —
v r
c
vite perduratone '
21) 120 -124 f
Utrum conditio
sit qualitas una Queritur utrum '
. defendi|
f
' — f '
22) 124 r
f
Utrum possit esse equale ad pondus '. Utrum |
f
possit ' — applicari equata

f
23) 124
v
-125 r
Utrum ' f
circa dispositiones Hippocratis optime debeat esse alba ut

f
videtur innuere Avicenna '
. Queritur circa conditio-
|
nes ' _ f
ergo nec Ypo. '
r
24) 127 -128
v
Utrum omnis f
febris sit calor excessivus '

. Queritur utrum
j
f
in '
— c
r v
calefacto esse
'
25) 128 -132 Utrum in omni febri
f
aliquid cordi intrinsecum sit '

.
|
f
Utrum in omni febri — '
v v
f
de compositis febri bus 26)
'
132 -136 Utrum omnis r
hipostatis naturalis substantie decidatur a 3 a digestione

que est membrorum '
f
Queritur utrum ' — '
prò suis
v v
conditiouibus
'
27) 136 -137
f
Utrum post etat.em con-
sistendi incipiat calor naturalis diminuì '.
|
'
Utrum post
etatem ' — f
possunt la.
'
28) 137 -140
v r f
Utrum con-
ditio iuventutis sit temperantior conditione pueritie '.
|
'
Utrum conditio ' — f
et non in puero '
29) 145 -154
r v
c
Utrum mala conditio diversa sit in qualibet parte eius
cuius alteratur conditio '
.
j
f
Queritur utrum '
— r
altera
r v
latitudo '
30) 155 -172 Contra questiones Iacobi Forli- f
viensis '
. |
(
in questione ad minus constringi etc. ' — f '
Tractatus de latitudine formarum

f
31) 174 r -177 r
f
Quia '
. j
formarum '
— f
consequentis probatur
'
32) 178 r -184 r
Mag. Iohannis Garzonis Questio de causis periodicationis). |
f
Utrum prò assignandis rerum p.° ethicorum '. (1470, ' — f
v v
die 27 decembris) 33) 193 -196 Questio utrum diffi- !
nitio subiecti sit sufficiens me. m in demostratione \ Utrum f
diffinitio declarat Albertus

' —
7° me. ce f v
34) 196 -198
r
'
(Questio utrum celum componatur ex materia et forma).

f
Utrum celum ' — f
constare dicitur '.
r
Cart.. scc. XV, min. 338 < 245, di carte L99 n.. a 2 col., a e. l :
'
Die 28 decembr. iucepimus . . . poco più sotto: Visto per
1432 '; e '
me Her.° Bardelli (?) a di 8 di zugno 1159 '. Nel verso dell' ult. carta
un possessore del cod nel sec. XV (1438-9) scrisse una nota di libri
prestati. A e. 38 r la data '
1458, 5 decembr.'; nel 1470 appartenne a
Gio. Garzoni e poscia passò alla Biblioteca Marsiliana.
521 (925).
f
Ecclesiae S. Stephani Lugdunensis Kalendarium, Marty-
rologium, Obituarium '. (Cfr. : Obituaire de V Eglise prima-
tiale de Lyon, par M. C. Gì-uigue. Lyon, 190'2, in-8; e Mar-
tyrologe de la sainte Egliae de Lyon, par F. Condamin et
I. B. Vanel. Lyon, 1902, in 8°).
Membr., sec. XIII, mm. 308 -08, X di carte -J72 n. n., leg. in
522 (926).
r v
1) l -82 e
Raymundi Lulli Ars demonstrativa '
.
|
f
Deus
qui clarificatio
!
— r
alterafcio, maioritas, finis '
2)
r
83 -97
v
f
Raymundi Deus cura tua gratia
Lulli Ars brevis '.
|
c
' —
f
scoìares de predictis Finivit Raymundus hunc '
. . . .
f
librum Pisis in Monasterio S. Dominici, mense Ianuarii,

v
anno MCCOVII r
3) 98 -150 Raymundi Lulli Ars ' r
mistica Deus cum tua sublimi benedictione

'
.
|
f
dici ' — c
posset Finivit Raymundus hunc librum Parisiis

'
.
|
f
. . . .
anno M CCC IX, mense Nov. '
Membr., sec. XV, min. 255X180, di carte 150 n., per lo più a
2 col., leg. in perg . prov. da Papa Benedetto XIV.
523 (927).
1) l'-26 r (Raymundi Lulli Antiqui testamenti pars se-
cunda). <Cfr.: Mangetus. Bibl. chem. I, 763> 2) 27 r -38 r
(Raymundi Lulli)
f
Liber de mercuriis '. |
Fili, necesse
est tibi ' — r

temporis mora et largitate '
3)
v
38 -85
r
Raymundi
Lulli Testamenti novissimi liber III). (Cfr.: op.
v
cit.1,806) 85 Translatum fnit presens testamentum f
de lingua catalanica in latinam anno dom. 1443, VI Iunii

f
apud London, in prioratu S. Bartholomey '. Sequitur j
cantilena Raymundi '.

j
f
Amor nos facit hoc rimari '.
Cart.. sec. XV, mm. 212 X 145, di carte 85 n.. leg. m. ;
prov.: '
Ex Bibliotbeca Comitum Caprara '.
288 CODICI LATINI
524 (928).
1) l
r
-55 r f
Ilasis. Liber perfecti magisterii '.
|
'
Cam stu-
dio solerti ' — r
rubeis ad rubeum ! 2) 56 r -69 r
f
Ray-
mundi Lulli Liber mercuriorura '. <Cfr. : Lullus M. Re-
pertorium, etc. Bologna, 1567 3) 70 -llG
r r f
Raymundi
Lullì Ars intellectiva '.
|
'
Multi sunt erratici ' — f
ab
eornm corrnptione '
Cart., sec. XV, mm. 143X105, di carte 120 n., leg. in perg.,
prov.: ' Ex Bibliotheca Comitum Caprara '.
525 (029).
'
Raymundi Lulli Arbor scientiarum ', In fine: Scriptum f
per me Iohannem de Mysna Theotonicum in castro Padue

et completum sub annis ab incarnatione Ihesu Christi
MCCCCXV, in vigilia S. Marci Evangeliste '. <Cfr. per le
edizz.: Hht. littér. de la Franca, XXIX, 249-250).
Cart., sec. XV (1415), mm. 135X290, di carte 173 n., a 2 col.,
leg. in pelle, prov.: '

Ex Bibliotheca Iacobi Bartholomaei Beccarli '.
526 (936).
1) 'Marcelli Malpighii Opera'. <Cfr. : Malpighii Opera
posthuma. Venezia, 1743) 2) (Eiusdem). De metallorum :
generatone '. Epistola anatomica de cornibus, utero, etc. ad

f
lacobum Spondium conscripta '

. (Bononiae, Kal. Nov. 1681).
f
Bombicum historia anatomica '.
r
De viscerum structura
exercitatio anatomica '. <Cfr. le edizz. di Bologna, 1666 e
Lond. 1666).
Fascicoli e fogli volanti mss. in due buste, sec. XVII.
527 (941).
Vol. III.
r
Ovidii Montalbani Lucnbrationes primae prò di-
'.
gestione atque editione Dendrologiae Ulyssis Aldrovandi
Schede orig., mss., in fol., sec. XVII f.
528 (942).
f
Antonii Mariae Valsalvae schedae medicae, anatomicae
et chirurgicae autogr. '.
Fascicoli e lugli volanti mss.. sec. XVIII.
6. 5. '908
529 (943).
r
Daniel Papebrochius. Vita S. Venantii martyris Caraer-
tis '. Cfr.: Ada sanctor. }
Maii, tom. IV. pp. 136-144 l,is .
Cart., sec. XVIII, nim. 820X220, di carte 7(5 n. n., prov. da

Papa Benedetto XIV.
530 (944).
f
Claudius La Croix et Constantinus Roncaglia. Proposi-
tiones excerptae e theologia morali '. (Cfr. le edizz. della
Theologìa moralis di Venezia, Nicolò Pezzana, 1734, e Ve-
nezia, Francesco Pitteri, 1736).
Cart., sec. XVIII, ram. 338X230, di carte 48 n. a., prov. da

Papa Benedetto XIV.
531 (947).
r
Thiermayer presb. Passaviensis Encyclopaedia sa-
Ignatii
crarum functionum Episcopalium Em. Card. Iosephi Do-
minici de Lamberg '. (1723-1753).
Membr., sec. XVIII (1753), mm. 315X232, di carte 4G n. n.,

]eg. in velluto cremisi, prov. da Papa Benedetto XIV.
532 (948).
f
Processus, seu copia originalis processus testium in civitate
Barcinone receptorum coram admodum 111. et E.ev. D. antea
Gerundensi, postea vero Ilerdensi Episcopo iudice sive com-
missario apostolico, super loco in quo facienda est electio
Magistri Generalis Ordinis B. Mariae de Mercede Redem-
ptionis captivorum '. (A die 21 Iulii usque ad diem 21 Octo-
bris 1583).
Cart., sec. XVI (1583), mm. 320X220, di carte 179 u., leg. in
533 (949).
f
Iohannis Mathaei Fabri Musaei curiosi descriptio, ab ipso
dono dati Co. Lud. Ferd. Marsili dnm in obsidione Landa-
1
viensi versabatur .
(art.. sec. XVII, min. 295X^10, di carte 25 n. in parte a pagg.,

prov. Marsili.
Studi itàL di filai. < lass. XVI. 19

200 fonici latini
534 (950).
f
Iohannes Iacobus Scheuchzerus Med. D. Catalogus Musei
'.
Tigurini [historiae natnralis]
Cart., sep. XVIII, ram. 296 X 211, di carte 8G a. n., prov. Marsili.
535 (951).
r
Antonii Petramellarii Bon. Appendix ad librum Onu-
Io.
phrii Panvinii de Snrarai.s Pontificibus et S. R. E. Cardi-
nalibus '. (Romae, anno Domini MDXCVII). <Cfr. .-
l'ediz.
pubbl. Bononiae, apud. heredes Ioannis Rossii, 1599, in I" .
Cart., spc. XVI (1593-97). min. 340X235, di carte 94 n., origi-

nale,con stemmi elegantem. colorati, leg. in perg., prov. dal Canon.
G. G. Amadei.
536 (952).
Io. Antonii Petramellarii epitaphia Summorum Ponti fi
cam et S. R. E. Cardinalium qnae Romae et alibi le-
guntur '
Cart., sec. XVI-XVII (1593-1600), min. 3:32 X 232, di cart.» 125 i...
originale, prov. dal Canon. G. G. Amadei.
537 (954).
Miscellanea Decretorum et Bullarum '. In 3 volumi. Il I,
f
comprende 166 Bolle, Brevi e Decreti pontifici dal 1510

al 1664, la più parte a stampa. Il voi. II, di 555 carte,
contiene pure Bolle, Brevi, Costituzioni e Decreti ponti-
fici, parte mss., parte a stampa, senza, ordine cronologico,
della fine del sec. XVI
prima metà del XVII, e
e della
spettano ai seguenti Papi Sisto IV, Clemente VIII, Gre-:
gorio XV, Urbano VIII, Clemente IX, Clemente X. Il

voi. III contiene Lettere e documenti spettanti a Gi-
:
r
rolamo Aleandro sen. ed alla chiesa di Liège '. (1515-1536).

Proviene :
f
Ex codicibus D. Ioannis Angeli Ducii ab Al-
taernps '.
Cart. mise, sec. XYI-XYII. mm. 295X215, voli. 3, parte ins.,
parte a st., leg. in perg., prov. da Papa Benedetto XI V.

538 (962).
r v
1) 1 -13 f
Paduani Helidei de Forlivio consultationes me-
'
Io Baptistae Paltoni philos. et med.
r
dicae 2)14 r -30 r
Veneti Vindiciae priraae contra epistolam I Petri Bian-
chi M. D '
Cart., sec. XVI-XVIII, mm. 320 X '220, di carte 50 n., leg. iu

cart., prov. dall'Istituto.
539 (970).
f
Supellex medica Felicis Plateri '.
Cart., sec. XVII, rara. 333X190, di carte 69 n., prov. Marsili.
540 (972).
F. Paulini ex Polonia Min. Conv. Historia de obsidione
f
et traditione Olomucii, a. MDCXLII '
Cart., sec. XVIII (1750), mm. 295 X 195, di carte 265 u. n.. scritto
di mauo Anselmo Desing nel
del Benedettino P. 1750, leg. in pelle
scura, prov. da Papa Benedetto XIV.
541 (975).
f
Caroli Sigonii De vita et rebus gestis Andreae Doriae
Principis Melfitani libri II '. <0fr. : C. Sigonii, Opera. Me-
diolani 1733, III, 1116-1236).
Cart., sec. XVII, mm. 310X210, di carte 161 n., leg. m. perg.,
prov. Orsi.
542 (982).
f
Aur. Macrobii Saturnaliorurn libri V '.
|
f
Muìtas varias-
que res ' — c
lunari repugnat humori '. In questo codice
l'opera è partita in cinque libri, anziché in sette come
nelle edizioni; e presenta le stesse lacune comuni agli altri
codici. Manca la fine del lib. VI (della ediz ,
IV nel cod.).
Dei passi greci alcuni trovansi scritti della stessa mano in
rosso altri (pei quali furon lasciati gli spazi) mancano.
;
Cart., sec. XV, mm. 295X210, di carte 139 n. n., inizialo mi-
niata a e. 2r , leg. m. pelle, prov.: '
Ex Bibliotheca foannis Garzoni
Bonon.'.
292 CODICI LATINI
543 (986).
f
Carolus Maiella. Coniuratio inita et extincta Neapoli
anno MDCCI '.
|
'
Diuturno bello perfuncta ' — r
su in ma
omnium fide castigata est '.
Cart., sec. XVIII, mm. 270 XI 93 ,

di carte 39 n. n., prov. da
Papa Benedetto XIV.
544 (991).
1) Troylus Malvitius. Tractatus non infestivus de san-
f
ctorum canonizatione Rev. P. Fratri Cherubino Spoletano

Ord. Min.
'
2) Iacobus Castellanns de Fara Canon.
r
Later. Tractatus novus de canonizatione sanctorum '. E

copia dell' ediz.
f
Romae, in edibus Marcelli Silber alias
Franck, MD vigesimo primo, VI Kal. Iunii '.
Cart., sec. XVII, mm. 275 X '-<>0. di pp. 98 n. -f carte 47 n. n.,
545 (995).
f
Mantica Francisci Card. Causarum corani ipso agitata-
rum vota ac decisiones ami. 1587-88, 1591-92 '.
Cart., sec. XVI (1587-97), voli. 2, min. 280X210, leg. in per-..

prov. Istituto.
546 (1001).
'
De statu Reginae Scotiae et principis eius filii narrati
a Francisco Marcaldo conscripta ad 111. et Rev. Dominum
Philip. Card. Vastavillanum '. (Dat. Romae, die Villi Mar-
ti! MDLXXXVII).
Cart., sec. XVI (1587), mm. 200 X 145, di carte 35 n. n., leg. in
perg., prov. Natali.
547 (1004).
c
StatutaCanonicorum insignis collegiatae ecclesiae S. Blasii
terrae Centi, condita anno MDCCXXXIII Emin. et Rev.
D. Prospero S. P. E. Card. Lambortino Bononiae Archie-
piscopo prò approbatione praeseutanda '.
('art,, sec. XVIII (1733), mm. 290X205, di cart,- 51 n. n., prov.

548 (1005).
Armale Epitomion quo Imp. Caes. Caroli V. P. F. Aug.
r
vita... cum breviter describitur, tu ni iconibus numisma-

tum, antiqui ritus repraesentantnr. Ex Musaeo Iacobi Stra-
dae antiquarii Precede una lettera di Iacopo Strada colla
'
.
data: Ex Nerico, Calend. Ianuarii, anno MDLIIX

f
E '
.
l'esemplare di dedica a Carlo V.

Cart., sec XVf (1558), inni. 100 )< 270, ili carte 230 n. n.. con 109
disegni acquerellati a chiaro scuro, leg. in pelle, collo stemma d'un
L'uni inalo impressovi, prov. :
' Ex Musaeo Iacobi Stradae '.
549 (1008).
'
ammarimi almae
Status urbis [Romae] ab anno MDCCXL
ad annum MDCCLVII \
Cart., in ibi., sec. XVIII, voli. 18, leg. iu perg., prov. da Papa
Benedetto XIV.
550 (1011).
f
Pitoni us Franciscus Maria. De Canonicis Lateranensibus
Ord. Regularis S. Augustini tractatus '
Cart., sec. XVIII, min. 275 X 200, di carte 560 n. n., leg. in perg.,
551 (1012).
f
Mongoli Petrus. Arithmetica realis '. (Cfr. l'ediz. di Bo-
logna, fratelli Benacci, 1075).
Cart., sec. XVII, rum. 270X200, carte 80 n. n., leg. in perg.
552 (1013).
f
Repertorium, sive Index auctorum qui scripserunt super
Clementinas '.
Cart., sei-. XVII, mm. 275X200, di carte 120 u. n., leg. in perg.,
553 (1014).
r
Repertorium quarumdam màteriarurn ad ius canonicum
pertinentium '.
Cart.. sec. XVII, min. 275X200, di carte Ilo n. n., leg. in perir..

294 CODICI LATINI
554 (1017).
Index allegationum R. P. D. Petri Francisoi De Rubeis
Advocati fìscalis ab anno 1644 ad 1673 Rev. Cam. Aposto]
et S. Sedis iura traotantium, alphabetico ordine digestus,
iuxta seriem temporum qua procedunt earurn authograplia
asservata in Archivio 111. D. Commissarii Generali* '.
XVIII, mm. 270

Cart., sec. X 195, di carte 125 n. n., leg. iu pelle,
555 (1018).
f
Theodosii Rubei Privernatis ex nobilibtis Sacri Romani
Imperi i romani perpetuo recollecta ex
praxis calendarii
Ab anno correctionis
ipso calendario eiusque explicatione.
MDLXXXII usque ad annura 28400, et ad ulteriores omnes
f'uturos annos (tam communes quam embolismicos) certis
temporibus aequatione adhibita cum respondentibus annis
omnibus lunaribus 570 perpetuis '.
Cart., sec. XVIII, mm. 275X200, di carte 280, parte stara p. e
parte ras., leg. m. perg., pi'ov. da Papa Uenedetto XIV.
556 (1020).
f
De virtutibus nonnullis ac vitiis oppositis adnotata quae-
dam '
Cart., sec. XVIII, mm. 170X195, di carte 210 u. n.. leg. iu
557 (1021).
f
Ioannis Iacobi Summonte Opera diversa eius propria rnanu
conscripta
'
1) l
r
-25 v f
Idea naturalis, si ve de admiran-
r v
dis naturae operibus. Sermo primus '
2) De
26 -33
f
F V
nomine. Sermo secundus '
3> 34 -35
r
De muliere. Serrao
r v
tertius '
4) 36 -38
f
Quae cuique memorabilia contin-
r v
gerunt. Sermo quartus De animalibus in-
'
5) 39 -40 '
r v
sectis. Sermo quintus De '
avibus. Serrao 6) 41 -43
r
r v
sextus 7) 44 -48
'
De quadrupedibus. Sermo septimus
'
'
r v r
8) 49 -50 De serpentibus. Sermo octavus
f
ih 5J -53 '
v f
f
De piscibus. Sermo nonus 10) 54 -65 De nova Ve- ' f
DELLA BJBL. UNIVERS. DI BOLOGNA. 295
' r v r
suvii montis ernptione anni 1631 14) 82 -90 Phi-
lippi II Austriaci Cathol. Kegis Hispaniarum vita, niores
1 r v f
et gesta 16) 130 -131 Panegyris lugubris in obitu
Regis Philippi II '.
XVII, mm. 270X200,

Cart., sec. di carte lll'J n., leg. in perg.,
pro.v. da Papa Benedetto XIV.
558 (1023).
Ascanii Card. Columnae eorum quae Caesar Car-
r
1) l r -5 r
dinaìis Baronins de Sicilia monarchia scripsit iudicium

r v
Responsio Card. Baronii ad ea quae scripsit
2) 6 -18
f
Ascanius Card. Columna contra XI tom. Annalium eiusdem

N
Baronii, ubi agit de monarchia Siciliae 3) 19'-22 'Epi- '
stola Card. Baronii ad Sacram Catholicam

Maiestatem '.
f
(Dat. in Tusculano, Idibus lumi, 1504) 4) 24 r -30<- Con-
silium delectorum Cardinalium et aliorum pruelatorum de
emendanda Ecclesia S. D. N. D. Paulo III conscriptum et
exhibitum MDXXXVIII '. (Impressum Romae, apud. Aut.
r v
Bladum, 1538) 5) 31 -38 f
Formula capitulorum a Car-
'
dinalibus edita ante Sumrni Pontifìcis electionem
6) 39 r -41 r '
Roberti Card. Bellarmini Epistola ad demen-
teraiVili de officio Sumrni Pontifìcis primario, eiusdemque
1
Clementis Vili responsiones in margine apposita .
Cart., sec XVII, mm. 275X205, di carte 11 u., leg. iu pelle,

559 (1028).
Philosophiae moralis compendium sub titillo: De nomine
civili '.
Cart., sec. XVIII, mm. 805X220, di carte 102 n. u., prov. Orsi.
560 (1030).
1) Turchi Nicolaus (senior) Commentarii sive lectiones
c
in libros Aristotelis physicorurn '. Primi libri natura- |

f
lium auscultationum lectiones Excell. D. Nicolai Turcae

Cai. Nov. MDLXVII a Peregrino Capponio Porrettano
auditae '
— f
Annibalis Capponii Porrettani philosophiae
296 CODICI LATINI
studentis etc. MDCXVII Idibus Februarii. Ex Bibliotheca

Capponiamo Io Bapt. Capponii phil. et raed. Doct. opus
scriptum a Peregrino '
2)
f
Beati Gabriello seniore. Ex
Excellentiss. Beati lectionibus.De Gonorea. De Molla. De
modo conservami! mulierem gravidam ne abortiat. De dif-
ficultate partus. De afFectibus utero contingentibus quod
' r
est receptaculum escrementorum 3) Secundi libri et
secti tertii Perihermenias expositio sub CI. P. M. '.
Cart., sec XVI-XVII. mm. 3C5X220, «li carte 120 u. n., leg. m.
perg., prov. : Ex Bibliotheca Cappouiaua
'
'.
561 (1031).
f
Razzalii Seraphini Causarum coram ipso in S. R. Rotae
Auditorio agitatarum positiones, vota ac decisiones, ab
anno 1581 ad 1588 '.
(art., sec. XVI, voli. 10, prov. da Papa Benedetto XIV.
562 (1032).
c
usum Romanae Curiae
Missale secundum
'
9r
r
Incipit
Missale secundum usum Romane Curie, quod fecit (ieri ve-
nerabilis vir D. Andreas Giraudini Canon, venerabilis ec-
clesie collegiate Ville Nove secus Avinionem, et iliaci dedit
predicte ecclesie a D. MDP.° '
(1501). In fine :
c
Franciscus
Elzine me fecic '.
Membr., sec. mm. 350 A 250, a 2 col. di carte 315 n.,

XVI (1501),
car. got. rosso e con lettere iniz. e fregi miniati; le prime
aero,
2 carte hanno due grandi miniature die rappresentano il Padre
Eterno in trono e N. S. Gesù Cristo crocifisso con M. V., Marta, Maria
Maddalena e un altro santo, leg m. pelle.
563 (1033).
f
Nicolaus de Lyra. Postillae in quatuor Evangelia, in
S. Pauli epistolas aliasque canonicas '. Mutilo in principio
e in fine.
Cart., sec. XV (1462), mm. 130X290, a2 col., di cart.- 338 n. n.,
mancante d'alcune carte in principio ed in tino, con segn.. leg. m. pelle.

DBLLA BIBL. UNJVERS. DI BOLOGNA. 297
564 (1034).
f
S. Prosperi Episcopi Regiensis libellus de vita contem-
plativa'. <Cfr. : S. Prosperi, Opera omnia. Bassani, L872,
T. II, p. vii sgg.>.
Cart., sec. XV, mm. 210 < 160, a 2 col., di carte 77 n., leg. m.
perg., prov. :
'
Ex Biblioth. fratr. 8. Pauli iu Monte '.
565 (1035).
f
Ugutionis Ethymologicon, sive derivationes verborum.
Liber inscriptus Verba derivativa'. Krhimologia et
:
|
'
non compositio Zoroastrum ' — f

vivum sidus. Explicit
liber derivationnm Ugucionis '.
Cart.. sec. XV, mm. 380 X 290, a 2 col., di carte 17G n. n., mu-
tilo in principio, leg. m. pelle, prov.: '
Ex Bibliotheca fratr um 8. Pauli
in Monte '.
566 (1036).
c
Quadragesimale ignoti auotoris '. |
f
Lava Mathei sexto
capitalo ' — f
abiit domimi in pace. Amen '.
Cart., sec. XV, mm. 280 X 155, a 2 col., di carte 252 u., più 28
n. u., con lettera iuiz. miniata, leg. in perg., prov.: '
Ex Bibliutheca
fratr u ni S. Pauli in Monte '.
567 (1037j.
'
Prophetae minores, cura expositione anonymi '. |
f
Non
idem ordo est —
percutiam terram anathemate.
'
f
Amen '
Cart., sec. XV, mm. 380X2*20, a 2 col., di carte 121 n. n., con
lett. iniz. a colori, leg. m. pelle, prov. '
Ex Biblioth. fratrum 8. Pauli
in Monte '.
568 (1038).
:
Summa in Decretum Gratiani, anonymi, alphabetico or-

dine disposita '. Abbas cedit ex promissione
|
f
' — '
di-
scordiam facit ex. e. t. 6. de elee, licet '.
Cart., sec. XIV, mm. 225 X 155, di carte 131 li. n., leg. ni. pelle,
prov.: '
298 CODICI LATINI
569 (1039).
S. Pauli Apostoli epistolae, cu m commentario nnuiiymo '.
|
f
Principiare um iuquirenda sunt '
— '
Gratia curii omnibus
vobis. Amen. Eplicit epistola ad Ebreos '.
Membr., sec. XIII, mm. 395 X2-10, a 2 eoi., con Lettere ini/, ele-
gantemente miniate, di carte 27S u.. leg. in perg. prov.: Ex Biblio- '
'.
thoca Marsiliana
570 (1040).
1)
f
Expositio Magistri Nicolai de Lira Ord. Pratr. Minor,
super librum Apocalipsis Beati Iohannis Apostoli et Evan-
gelista '.
|
r
Oportet te iterum ' — f
cum omnibus nobis.
Amen (Anno 1385 confectus)
'. 2) Francisci Petrarcae f
Vitarum virorum illustrium epitome '. <Cfr. Fr. Petrar- :
chae, Opera. Venetiis, Simon Papiensis, 1503, f. kiii)

3) Benvenuti de Eambaldis Liber Augustalis '. <Cfr. Op.
r
:
cit., f. Liii> 4) (Commento lat. alle orazioni di M. T.

Cicerone). |
f
Magna res est eloquentie ut Quinti- ' — f
liano ait. Explicit prò Q. Ligario '.
Cart., scc. XIV, mm. 1310 X 210 ili carte 251 n. n., leg. in. pelle,
prov.: '
Ex Biblioth. l'ratrum S. Pauli in Monte'.
571 (1041).
f
Compilacio Gregoriana commentata per famosissimum
juris utriusque Doctorem D. Iacobum de Cochis de Fera-
ria, legentern ordinariam in Studio Paduauo Qua de '
. |
f
more legentium ' — Termina colla fine del lib. I :

f
De ar-
bitriis '.
Cart., sec. XV
2. Sulla prima carta
(1446), mm. 335 X 230, voli.
del 1° voi. Papa Gregorio IX in
è delineata a penna la figura di
mezzo a Vescovi e Cardinali. Nel marg. inf'er. è delin. a penna uno

stemma, forse della famiglia Zocca, che è ripetuto a colori anche Del
marg. int'er. della prima carta del 2° voi. A 113' del voi. 2" leggesi
la data 1° agosto 1446: Prov.: Ex Bibliotheca Io. Dominici Zocca '. '
572 (1047).
'
Martini Poloni Series Summorum Pontificum '. <Cfr.: Mar-
tini Poloni Chronicon. Coloniae Agrippinae, L616, in fol. .
Cart., scc. XVI, mm. 340 <225, di carte L23 n. u., più altre
bianche in line, leg. in perg., prov. Pepoli.

DELLA BIBb. UNIVBRS. DI BOLOGNA. 299
573 (1048).
f
<De Garatis) Martinus Landensis. Tractatus de Princi-
:
pibns, Cardinalibus et de canonizatione sanotorum '

.
|
Prin-
oipes sunt ministri Dei supplenda submitto etc. '. ' — f
et |
f
Laus Deo onnipotenti amen Martinus Landensis '
.
|
'
'.
utriusque iuris doctor excellentissimus
Cart., scc. XV, min. 290X200, con lettera iniz. e fregio a co-
lori, di carte 111 n. n., leg. in pelle, prov. da Papa Benedetto XIV.
574 (1049).
(De Garatis) f
Martinus Landensis De Principibus, eorum-
que consiliariis, legatis, castellanis, offìtialibus. De milite,
de bello, de crimine lesae uiaiestatis, de confederationibus,
de privilegio et rescripto, de Compertum habeo fisco '
. j
f
principum — f
famoso Mediolanensi Doctore D. Iohanne
'
de Legnano dedici '. Martinus Laudensis Segue una |

f
'
.
'foto pene orbe

:
lettera dedicatoria ad Alessandro Sforza. |
terrarum — f
atque servare tua clementia '.
'
Membr., sec. XV, mm. 250 li30, di carte 139 X n. n., elegante-
mente scritto e miniato nella prima carta recto, ov' è un fregio mar-
ginale, che ha nella parte destra una figura femminile alata: la For-
tezza; nella parte sinistra la Giustizia; in alto il Padre Eterno fra
gli angioli,che sorreggono catene d'oro alle quali sono appesi due
medaglioni, e più sotto un cartello azzurro su cui sta scritto Aris Ito- :•
tele, et |
amor, ad politiam. Nella parte inferiore è uno stemma gen-
|
tilizio, sorretto da dieci uomini mediante catene. Leg. in perg.
575 (1052).
f
1) Statu ta almi Collegii medicinae Bononiae '. (1507)
f
2) Statu ta almi Collegii philosophiae Bononiae '
(6 feb-
braio 1507). In fine leggesi la data 28 sett. 1529 e vi sono
aggiunte del 3 giugno e 26 giugno 1651) 3) Senatus- '
consultum prò DD. Doctoribus Bonon. ad lecturam publi-

cam aspirantibus '
. (2 dicembre 1694) 4)
r
Protomedi-
corum visitationes in castris Crepalcorii, S. Iohannis in
Persiceto et Castri Franchi '. Acta nonnulla
(1673) 9)
c
Collegii medicinae '

. (5 a 24 luglio 1726, 2 a 26 giu-
gno 1733) 11)
f
Facultas facta a Collegio philosophiae
300 CODICI LATINI
Mariae Catharinae Bassi quod fungi possit arguentis in
publico Archigymnasio, Iosepho Azzoguidi propugnante '.
(Die XI Iunii 1733).
Cart., scc. XVIII, min. 300X220, misceli., prov. da Ubaldo Za-

netti.
576 (1066).
'
Petri Alengoli Arithmetica '.
Vol. I. Pars prima. De altimetria. Opuscoli de geo-

f
metria praotica. Pars 2 a et 3 '. ;i
Vol. IL Arithmeticae realis lectiones secundae '.

f
Vol. III. 'Arithmeticae realis Decas tertia. Nuin.

XXI-XXX '.
Cart., scc. XVII, mm. '210 X 155, voli. 3.
577 (1067).
In quatuor libros Meteororum Aristotelis praef'atio '.
c
—
|
f
f
Hi libri ab Aristotile cui subiicitur coronare '.'
Cart., sec. XVIII, min. 205 X 115, di carte 7:! n. u., prov. Istituto.
578 (1070).
:
Notae de miraculis '.
|
f
Miraculum a miror ' — '
vel
quoad modum '.
Cart., scc. XVIII, mm. 300X205, di pp. 220 a., prov. da Papa
Benedetto XIV.
579 (1072).
Vol. I. 2)
f
Modus recipiendì puellas ad Inibitimi
'.
religionis
Cart,, scc. XVII, mm. 205 X 150, di carte 1!) n.
f
Castellii Raphaelis rhetoricae tractatus '.
3)
Cart., scc. XVII. mm. 200 X 150, di carte 136 n. n., leg. in perg.,
prov.: 'Ex Bibliotheca Io Bapt. Capponii, munus I'. Raphaelii Ci

stelli vicepatrui, habitum Ferrariae ultimiti Bacchanaliis L654 '.
4)
f
Castellii Raphaelis orationes et carmina '.
Cart.. scc. XVII. mm. 200 X 150, 'li carte 138 n. n., leg. in perg.,
prov.: '
Ex Bibliotheca 1. B. Capponii, Ferrariae, 1654 '.
r
Vol. II. 2) Historiarum post sexdecim erae chri-
stianae saecula, hoc est anno 1601 rerum toto orbe gesta-
rum liber I. Fragni anon. '
. |
f
Decimimi septimum aggre-
dior ' — f
expectatione versabantur '
Cart,, sec. XVII, mm. 190 X 130, di carte 8 n. n.
4)
f
Camilli Baldi. De naturalibus ex unguium inspectione
praesagiis '
Cart, sec. XVII, mm. '205

X 145, di carte G n. n.
f
9) Capitula collectarum forensium civitatis Imolae '.
Cart., sec. XVIII, mm. 205X150, di carte 8 n. n.
13)
f
De coronis tractatus '
Cart., sec. XVII, mm. 225 X 1^> di carte 16 n. n.
15)
f
Graecae linguae rudimenta authore Thoma Erasto '.
Cart., sec. XVI, mm. 240 X 1^5, di carte 58 n. n., leg. in perg.,
prov. da U. Aldrovandi.
r
Papazzonus Flaminius. Terminornm
Vol. III. 1)
ad logicam attinentium brevis et dilucida interpretatio '.
Cart., sec. XVII, mm. 200 X 150, di carte 90 n. n., leg. in perg o
2)
r
Io. Hieronymus De Sbaraleis. Terminorum ad philo-
sophiam pertinentium liber'.
Cart.. sec. XVII, mm. 215 X 150, di carte 39 ri. n., leg. in perg.
Vol. XI. 2)
f
L. P. Mendesii Io. Campegio Episc.
Bonon. carmen '.|
f
Macte animi, reverende pater, san-
tissime praesul ' — c
Parcarum et lento labantur stamina
nexu '
Cart., sec. XVII, mm. 200 X 150, di carte 11 n. n., prov. dal Co.
Girolamo Legnarli Ferri.
3)
f
Propriae et mirabiles psalmorum virtutes'.
Cart,. sec. XVII. mm. 198X140, di carte 25 n. n.
4 e 5) ' Orationes binae. De Victoria sui ipsius. In obitu

Ioannis Card. Poggii '
Cart. sec. XVII, mm. 200X150, di carte 12 n.. prov. dal Co.
Oirol. Leguaui Ferri 1757.
302 CODICI LATINI
10)
f
De G-aratix Martinus Laudeusis. De canouizatione
sanctorum '.
Cart., sec. XVIII, min. 205 X 1-10, di carte 12 n. il., prov. da Papa
Benedetto XIV.
13)
f
Consilium Cardinalium et aliorum praelatornm de
emendanda Ecclesia'. (1538).
Cart., sec. XVII, mm. 205 X 140, di carte 12 n. n., leg. in perg.
15) Io. Baptistae Alberti Trivia Senatoria '. (1534). In

fine :
f
Dedit mihi clarissimus Nicolaus Mocenicus Praetor
Patavii, anno D. MDXXXVII, mense Aprilis, die 5° '.
Cart., sec. XVI, min. 205 X 155, di carte 6 n. n., prov. dal Canon.
Amadei
16) Iohannis Boccatii Decimi diei, octavus sermo in la-

f
tinum versus a Francisco Mucantio '. Precede una lettera

dedic. a Iacopo Boncompagni. (Ili Non. Iunii, MDLXXX I.
Cart., sec. XVI, mm. 230X163, di carte 18 n. n., prov. dal

Canon. Amadei.
18)
f
In tabulas Ioannis Verneri Nurimbergen. de motu
octavae. spherae propositiones '.
Cart., sec. XVII, mm. 233 X ITO, di carte 8 n. n.
r v
Vol. XIV. 148
Decretum S. Congregationis
-149 f
cerimoniarum per Rev. Card, antiquiorem in sacro conci-

r v
storio legendum 173 -177 Forma inquisitionis pro-
' r
r v
movendorum ad cathedralem ecclesiam 197 -200 Mo- '
r
dus servand. a Metropolitanis in causis appellationum '
r v
(27 marzo 1601) 292 -294 De legatis principum'. f
(Idibus Ianuarii 1640) 314 -323 v Dissertatio Lucae Hol-

r f
stenii in libellum Christophori Ronconii ad S. D. N. Papaia

r v
Urbanum Vili 333 -342 '
Breve PP. Urbani VIII f
de et super residentia ecclesiarum praefectorum, una cum

citatione contra D. Card. Gasparum Borgia-m '. (15 dicem-
r v
bre 1580) 343 -350 Responsio cum protestatione, excu-
f
satione ac defensione Em. D. Card. Borgiae (20 nov. 1635) "'.
394 r -401 r Oratio Sixti

f
V de morte Card. Guisii oc-
cisi, habita mense Ianuarii a. 1689 402 -409 v
r
De f
'
annatarum institutione et earum origine 410 Valor 1'

f
v
monetarum '
410 f
Iura debentia officialibus Papae in
r v
creatione cuiuslibet Cardinalis '
412 -42i f
Quod B. Hie-
ronymus fuerit S. R. E. Praesbiter Cardinalis '
422 r -469 v
f
Aeneae Silvii Piccolominei de morte Eugenii IV creato-
neque et coronatione Nicolai V oratio 470 r -499 v De
' f
signatura iustitiae '
Cart., sec. XVII, ram. 270 X 200, di carte 500 n., leg. in perg.
580 (1073).
Misceli. AA. 1)
f
Rituale domesticum Sinensium ad litte-
rara ex Sinico latine versum cum notis, opera et studio
Io. Francisci Foucquet Episcopi Eleutheropolitani (8 ot- '
tobre 1748) 4)
f
De Sinicis praefectis quos vulgari idio-
raate Mandarinos vocamus '
Membr., sec XVIII, mm. 270 X 175, misceli., leg. in perg.
Misceli. BB. 1)
f
Catalogus librorum de rebus Sinensium
'
et Iaponiae editorum 2)
f
Elenchus mss. de rebus
Synicis, quae SS. D. N. Benedictus XIV anno 1742 Biblio-
' f
thecae Vaticanae D. D. Christianae religionis mo- 6)
numentimi in Sinis repertum anno 1625 7) Dialogus ' c
Sinam in ter et Europeum occasione motuum, quos errantes

quinque stelle valde inordinatos habent, ex veteribus libris
canonicis et antiquis traditionibus inquiritur ac distinctus
f
exponitur '
Vita Confusii philosophi '.(6 gena. 1739)
8)
9)
f
Expositio nonnullorum factorum super ceremoniis,
ritibus, oblatibus, seu sacrifìciis Sinarum erga progenitores
flefuntos . . . labore ac studio P. F. Caroli Horatii a Ca-
storano '
10)
f
Ex peculiarum historiarum cap. 18°
hist. 67° de caeremoniis et musice I, salutandi rite Impe-
ratoris caeremoniae '
Cart., sec. XVIII, min. 270 X 175, misceli., leg. in perg.
Misceli. CC. 1)
f
Bettini Mario. Pro lege Manilia adnot.,
auctore R. P. M. A. B. S. I. anno Domini MDCI '
2)
f
De
puerorum innocentium caede oratio'.
Cart., sec. XVII, mm. 200 140, X di carte 85 n., prov. :
' Ex Bi-
blioth. lacobi Bartholomaei Beccarli '.
304 CODICI LATINI
581 (1074).
f
1) Ioannis Hieronymi Sbaraleae Enchiridion logicura al-
phabetica serie digestum '
Cart., sec. XVIII, mm. 190 X 65, di carte 125 n. n., leg. in perg.
2) Albumasaris. Tractatus florum astrologiae '
Cart., sec. XVII, mm. 150 X 103, di carte 124 n. n., leg. in pcrg.
3) Isagoge ad astrologiam '.
Cart., sec. XVI, mm. 150 X HO, di carte 79 n., leg. in perg.
582 (1077).
f
Miscellanea Medica '.
Vol. I. 2)
:
Lectiones matutinae super quartam fen.
primi libri principis nostri Avicennae, habitae anno Do-
mini 1654 ... a ine Nicolao Betto Florentiola '
3)
f
Ari-
stotelici textus prò laureandis in grada ao<pov ad usum mei
f
Iacobi Sandrii Bononiensis, Kal. Aprilis 1680 '
4) Eru-
ditiones diversae '.
Vol. De sanguinis miscione tractatus

II. 2)
r '
Iacobi Sandri De remedio quod ab Indiis ad nos pri-

f
3)
mum delatum habuit 4) De generatione '. ' f
Vol. III. 1) Iacobi Sandri In primam aphorismorum

f
particulam breves notae'.

Vol. IV. 1)
f
Hygina. Patologia simiotica et the-
rapeutica '
3)
c
Archilochis. De separationibus elemen-
torum. De quinta esseutia. De arcanis. De magisteriis. De
specificis. De elixiriis. De extrinsecis '
(
Vol. V. 1) Tractatus medicinae principiornm Ia-
cobi Sandrii anni 1633
'
2)
f
Iacobi Sandri Optimum
saepe est medicamentum medicamento non uti '
(Hipp.).
r
Voi. VI. Iacobi Sandri Adversaria anatomica ad
annum 1709 '.
r '
Vol. VII. 1) Iacobi Sandri febrium tractatus
2) '
Cataloga* librorum medicorum '
Cart., sec. XV11 <• XVIII, mm. 230 < 120, voli. 7, log. in. perg.,
prov. Istituto.
11. 5. '90s
583 (1079).
<Epistolae variae) 4 Paulus de Schenck Ioannis de Dro- 1'
f
lcz Accepi iam pridie

V. |
f
(s. d.) Responsio '. Li- ' — f
|
f
teras tuas, charissime (s. d. [1536]) 7

V
Petrus de ' — f
Drolcz Villelmo de Hacza Credo et usque ad vos '

. j
' ' —
c
(s. d.) 8 1
'
f
Stephanus Racz Villico et Iurato '.
|
Vi-
cini diarissimi ' — (s. d.) IO 1'
f
Pacificatoria epistola '.
—
|
f v f
Paulus Lescher de Eszlingen (s. d.) 10 '
Litterae
testamentariae '. Nos Villicus Iuratique cives |
f
'
— firm.:
'
Iohannes Comes etc. Vaiivoda '. (1514) 12 1'
f
Franci-
scus de Varda Episc. Ecclesiae Albensis dilectis, ven. et
honor. dominis preposito cantori custodi, necnon universis
et singulis Archidiaconis et Canonicis cathedralis ecclesiae
Transilvaniae ' — r
Dat. Albe, an. 1517
'
16*' Finalis
sentencia '
.
|
f
Anno Domini 1517 ' — f
ecclesiastico inter-
v r r v
dico '
16 -20 (Formulario di lettere lat.> 21 44 (Al-
tre lettere Petrus Zaschiisdi (1536), Grego-
latine firm. :
rius Schegesd, Michael Friczsch (1512), Iacobus Hodmiìlach

(1521), Urbanus Zasz (1536), Andreas Zasboda (1537), Petrus
Zazkiist(1537), Iacobus Maii (1537), Iohannes Thirma (1543),
Adam Pomarius (1545 6), Petrus Coloswarinus (1547-1550),
Stephanus Dobo de Kniska Wanwoda (1554), Iacobus Rup-
pen (1554)) 45 Testamentorum roboratio (1545) 1'
f
'
.
v
45 Testamentum D. Petri Heluer
' Budacen. '. (1545)
46 Testamentum D. Gasperis plebani Walnarbien-
1'
f
47 r -80 r Modus curialis omnes fere usitatas

f
sis '. (1554)
continens epistolas secundum modum et cursum generalem

cuiusque regni '
Cavt., sec. XVI, ram. 165X210, di carte 80 ri. n., leg. in perg.,
prov. Marsili (?).
584 (1080).
c
Ordo Missalis secundum consuetudinem Romanae Cnriae '.
Membr., sec. XV, min. 330 X 230, a 2 col., di pp. 680 n., con
lettere iniziali miniate; elegante fregio marg. miniato a p. 17, leg.
in pelle, prov. da Papa Benedetto XIV.
585 (1081).
f
Ordo missalis secundum consuetudinem Romanae Curiae '.
Studi ital. di fllol. class. XVI. 2o

306 CODICI LATINI
In fine: 'Anno D. M. CCC. LXVI et die ultima Aprilis

expletum fuit hoc missale de bonis Cagni Caffi prò deo et
anima ipsius: tempore Marini Cianici et Vagnutii Locci
Priorum fraternitatis '.
Membr., sec. XIV (1366), mm. 310X230, a 2 col., «li pp. 781 n.,
leg. in pelle, prov. da Papa Benedetto XIV.
586 (1082).
f
Simplicium liber manuscriptus '.
j
f
De Balsamo '
— 'Li-
bica et Unica '
Cart., sec. XV, mm. 2S5 X 210, di carte 227 n.. mancante di al-
cuue carte iu principio, che contenevano la lett. A, leg. in perg.,
prov. da Ulisse Aldrovaudi.
587 (1083).
f
Missale Fratrum Minori! in secnndnni consnetudinera Ro-
manae Cnriae '.
Membr., sec. XV, mm. 300 X 222, a 2 col., di pp. 523 n., con
lettere iniz. miniate, leg. in pelle, prov. da Papa Benedetto XIV.
588 (1084).
f
Missale iuxta ritum Gallicanae Ecclesiae '. In fine :
r
Fran-
cisci Sassetti Thoraae filii civis fiorentini '.
Membr., sec. XII, mm. 295 X 205, di carte 181 u. u,, con bellis-
sime lettere miniate, alcune delle quali occupano un'intera pag., leg.
m. pelle.
589 (1085).
r
Ordo missalis secnndnm ordinem Romanae Cnriae'.
Membr., sec. XV, mm. 330 X 235,di carte 231 n. n., a 2 col., con
fregio marg. e lettere iniziali miniate; ant. legatura in polle con

puntali e fermagli in metallo.
590 (1086).
Excommunicationes per Sa. me. Clementem X1T in Prin-
r
cipem Iosephum Ragotzi Transilvannm Nonis Sept. 1738

latae. Brevis historica narratio '. Precede una lettera dedic.
a Papa Benedetto XIV del 10 agosto 1742, fìrm. :

r
Caesar
Stephanus Mocci '
Cart., sec. XVIII, mm. 265 X 190, di carte 53 n. n., leg. in perg.,
591 (1087).
f
1) Liber Moysis Hebreorurn Primatis filii, seu de scientia

astrorum de parte scilicet revolutionnm annorum mundi
et est liber IV, in quo agitur de qualitate anni in pluviis,
f
terraemotu, sterilitate, etc. '
2) Liber Moysis Hebreo-

rurn Primatis filii, seu de somniorum interpretatione iuxta
methodum divinationis per astra '.
Cart., sec. XVII, min. 195 X 130, di carte 3Ì8 a. n., leg. in perg.
592 (1092).
r
Notae in Concilium Tridenti nurn '.
Cart., sec. XVI, rara. 240 X 1^0, parte ms. parte a st., di pp. 448
n., leg. in perg.
593 (1095).
c
Benedictus Morandus. De praestantia urbis Bononiae supra
civitatem Senarum, ad Cardinalem Ferdinandum Gonza-
gam '.
j
f
Divinam post venerationem '
— r
unqnam obscu-
rabit oblivio '.
Cart., sec. XV, mm. 240 X 170, di carte 36 n. n., leg. in tav. e
m. pelle, prov.: '
Ex Biblioth. Co. Cornelii Pepoli Senatoris Bonon. '.
594 (1097).
r v
f
Poetarum Mutinensium carmina 1) 1 - 1 Gasparis ' :
Tribrachi eclogae septem '. dir insueta diem |

' '
. . .
|
f
Quam vos vie viam Canduerat media iam sol ... '
. . .
|
c
'
j
c
Foelices pueri nitidi pecoris '
Quid nunc
. . . |
' '
. . .
|
f
theradmas Non ego sum Damon

'
. . . |
f
2) 21 r -222 r '
. . .
f
Ad praestantissimum virum D. Franciscum Porrinum Mu-
tinensem Francisci Rocotioli Mutinen. silva de statu civit.
Mutinae anno Domini MDI '. Horrida terrifico luxu I
r
'
. . .
308 CODICI LATINI
3) 224 r-227 r '

Ad amplissirnum Bononiae Prolega tu m
Petrum Donatimi Caesium Narniensem Episcopum '.
|
f
In
v v r
tua consurgant '
. . . 4) 227 -28 lacobi Sadoleti Lao-
v f
coon cura liberis Ecce alto terrae 5) 228 Lu- '. |
'
. . .
f
dovici Castel vetri ad Ioannem Grillensonum '. Qua modo |

f
230 r Eiusdem ad Marium Iassonum '.

f
constructos '
. . .
j
f
Legibus insudant 230 r Eiusdem in quemdam '
. . .
f
qui poeta haberi volebat quod Pasquillos scriberet '. Car- j

'
v
mina cum maledicas 230 Incerti in obitu Ludovici '
. . .
f
v
Castelvetri '. Te bone amice ... 6) 230 Fran-
|
f
'
f
cisci Mariae Molsae in urbem Romam '. Urbem De- f
mocritus 230 v Eiusdem in Fuscum quemdam '.

'
. . .
f
f
Ut diflent Thraces 231 r Eiusdem in quendam '
. . .
f
carmina modulantem '. Dum grandi tumefacta f

'
. . .
231 r Eiusdem ad Angelum amicum '.

r
Angele si- |
'
dereo ... '

231 r Eiusdem ad Rainaldnm Corsum '. f
f v : f
Docta choturnati .. 7) 231 Philippi Valentini in .
v
H. Leonem Cum tibi candidior 231
'
.Eiusdem
|
f
'
. . .
f
in Annam '. Quae non est virgo .. 232 r

|
Eius- ' '
.
f
dem '.
|
f
Delectant picti flores 232 r
Epitaphium '
. . .
'
Lupi Romani incerti auctoris Clauditur ingenti '

. |
f
'
. . .
r f f
8) 232 Ludovici Castelvetri Sancta obstentabat '

.
|
v
prò virgine Taida notam
'
232 In Lncretiam Begna- '
minam eiusdem Moribus et forma 232 v Epi- '

.
|
f
'
. . .
f
f
tapliia Caroli Borroraaei incerti '.
j
Quis iacet hic? '
. . .
j
f
In effigiem paupertatis '. |
(
Cur deformatam faciem '
. . .
r v
9) 237 - 243 c
Horatii Alevandi Mutinensis. De Pri-
merae ludo '. (Pubblicata per nozze Sabbadini-Grifi. Cata-
v r f
nia, 1890, in-8> 10) 243 -245 Servilii Grilensonis Epi-
stola Deidaniae ad Herculem '
.
|
f
Conscriptam lachrymis '
. . .
v v r f
11) 245 -46 Lazari Sabadini '. |

Corporis atque
v f
animi '
. . . 12) 246 Iulii Guarini iunioris Elegia.
Simo '. |
f
Sunt ubi nunc vires '
. . 247 r f
Eiusdem
v
Turnus '.
|
f
Eheu protendit capiti '
. . . 13) 248 -256 r
r v f
Epitaffi lat. per diversi pittori) 14) 275 -298 Diver-
sorum carmina e vernaculo in latinum versa '
Cart., sec. WI-XV1I, mm. 210X153, di carte 208 n. n., leg.

In perg.
595 (1098).
f
Mazzoli Bouonien. grammatices professoris
Alexaudri
anno 1490 Dieta sapientum collecta '. Dimidiura facti |
r
' —
f
Vive sine invidia '
Cart., sec. XV, inni. 200 X Ì40, di carte lGy n., con lettera iniz.
miniata e lo stemma della famiglia Della Rovere leg. m. pelle; prov.;
Prov. :
' Ex Bibliotheca Io. Iacobi Amadei '.
596 (1099).
f
Oranus Hispanus S. R. Rotae Auditoris causarum coram
ipso in S. R. Rotae Auditorio agitatarum positiones, vota
ac decisiones ab anno 1583 ad 1588 '.
Cart., sec. XVI, mm. 290 X 210, voli. 9, leg. in perg., prov. da
Papa Benedetto XIV.
597 (1110).
'
Piati Flaminii Card. Causarum coram ipso in S. R. Rotae
Auditorio agitatarum positiones, vota ac decisiones ann.
1586, 1587, 1588 '.
Papa Benedetto XIV.
598 (1101).
f
Robusterii Christophori de Lamont Rom. Rotae Audi-
torisCausarum coram ipso in S. R. Rotae Auditorio agita-
tarum positiones, vota ac decisiones ab anno 1581 ad 1587 '.
Cart., sec. XVI, mm. 290X210, voli 8, leg. in perg.. prov. da

Papa Benedetto XIV.
599 (1105).
r
Naise Aemilianus Ord. S. Benedicti monachus professus
ac theologus in monasterio Weiekenstephani prope Frisin-
gam in Bavaria. Isagoge ad reparandam optatam pacem
et unitatem fidei in Germania, praecipue in Romano Im-
perio '
.
'
Ad Benedictum XIV P. M. '
Cart., sec. XVIII, mm. 200X100, voli. 2, di pp. 2488 n., prov.
310 CODICI LATINI
600 (1114).
f
Nicolaus de Lyra. In quatuor sententiarum libros '. |
f
Circa prologum in quo agitar ' — c
Explicit tabula super
quatuor sententiarum magistri Nicholay ordinis minorurn
per me presbiterum Amadeum Richoboni, etc. '.
Membr., sec. XV, mm. 205X190. a 2 col., di carte 15iJ n., leg.
in. pelle, prov. :
'
Ex Biblioth. fratr. S. Pauli in Monte '.
601 (1115).
c
Magistri Nicolai de Comitibus de Marchia Trevisana libar
qui Speculum alchimiae nuncupatur '.
|
f
Ut ad perfectam
scientiam ' — f
dat sapientiam sapientibus '.
Cart., si C. XV, nini. 202 X 150, di carte 18 u. n., leg. in perg.,

prov.: 'Ex Bibliotheca Comitum Caprara'.
602 (1116).
f
Iohannis Baptistae de Rubeis Causarum in S. R. Rotae
Auditorio agitatarum positiones, vota, resolutiones ab anno
1581 ad 1587 '.
Cart., sec. XVI nini. 290 X 210, voli. 5, leg. in perg., prov. da
Papa Benedetto XIV.
603 (1118).
c
Hierouymi Card. Causarum corani ipso agitatarum
Panfili
positiones, vota resolutiones ab anno 1584 ad 1588 '.
Cart., sec. XVI, mm. 290X210, voli. 2, leg. in perg., prov. da

Papa Benedetto XIV.
604 (1119).
f
Vicecomitis Mediolanensis S. R. Rotae Auditoris causa-
rum coram ipso in S. R. Rotae Auditorio agitatarum po-
sitiones, vota ac decisiones ab anno 1582 ad 1585 '.
Papa Benedetto XIV.
605 (1121).
'Nicoli F. Hieronymi Romani Ord. Eremit. S. Augustini
de Observ. Lombardiae Stimma sive compeudium litterarum
et decretorum sacrae congregationis Episooporuin et Re-

gulariura negotiis et consultationibus praepositae ab illius
exordio, riempe 1573, usque ad a. 1656 edit.orum. Ex ipsis
originalibns registriscompilatum, in tres partes prima :
Episcoporum, secnncla Regularinm virorum, tertia Monia-

lium, distinctum ex ordine alphabetico topicoqne digestum.
Accedit volumen quartum additionum '.
XVII, mm. 270

Cart., originale, sec. X 210, voli. 1, leg. in perg..
606 (1131).
f
Botanicae observationes '.
Cart., sec. XVI, mm. 230 X ItiO, di carte 260 n. n., leg. in perg.
607 (1132).
f
Medicae observationes '
Vol. I.
f
De Soda. Quando rubedo et tensio '
— f
in
raanu aut pede fit '.
Vol. II.
f
De lapide renum. Exhibitis sy. ' — f
Re-
gimen preservativum a podagra 1
.
Cart., sec. XV, min. 230 X 160, voli. 2, il 1° di co. 175; il 2° di
ce. 273 n., leg. in pelle.
608 (1133).
r
Ochoa Michaelis a lesti Maria clerici Americani ex Nova
Hispania, Angelipolitanae Diocesis regulae et constitutio-
nes novi religiosi ordinis Clericorum Doctrinae Christiauae
atque orationis mentalis '.
Cart., sec. XVII, mm. 215 X 158, di pp. 315 n., prov. da Papa
Benedetto XIV.
609 (1135).
f
Officia propria sanctorum, hoc est alphabeticus elenclius
sanctorum de quibus officia propria celebrantur in variis dio-
'.
cesibus, adnotatis tempore, causa, conditione concessionis
Cart., sec. XVIII, mm. 260 X 195, voli. 2. leg. ili perg., prov. da
Papa Benedetto XIV.
312 CODICI LATINI
610 (1136).
f
Officia concessa et approbata a S. Ritnum Congregatone,
ab anno 1602 usque ad a. 1728 '.
Cart, sec. XVIII, mm. 190 X 130, di carte 374 n., leg. in perg.,
611 (1137).
:
Officia propria sanctorum Metropolitanae Ecclesiae Bo-
noniensis a S. Congreg. Ri tini m recognita et approbata,
et iussu Iacobi Card. Boncompagni Archiepiscopi edita,
cura anirnaduersionibus et notis '.
612 (1138).
r
Officium B. Mariae Virginis et mortuorum '.
Membr., sec. XV, mm. 185 X 135) di carte 300 u., con 23 granili
e splendide miniature di scuola fiamminga e molte altre più piccole
nelle lettere iniziali, con fregi marg. stupendamente miniati e let-
tere in oro. Appartenne al Co. Duranti di Brescia, che lo donò al '
valoroso P. Abate Trombelli '. Leg. in pelle scura.
613 (1139).
c
Officium sancte Crucis. Septem Psalmi penitentiales. Olii -
cium B. Mariae Virginis '
Membr., sec. XV, mm. 200 X 145, di carte 10 n. u., leg. ni. pelle,
prov.: '
Ex Bibliotheca Io. Iacobi Amadei '.
614 (1140).
f
Officium B. Virginis Mariae. Septem Psalmi penitentiales
et Ol'ficium mortuorum '.
Membr., sec. XV, mm. 195X130, di carte 142 n., con 9 grandi
elegantissime miniature, fregi marginali e lettere iniziali egregia-
mente miniate; con artistica rilegatura in pelle con fregi in oro e a
colori, prov.
615 (1151).
'Officium hebdomadae sanctae '. In fine:
f
Hieronymus
Bordoni us Sermone tanus Romae scribebat anno salutis

MDLXXVI '.
Membr., sec. XV (1578), min. 165 X 98, di carte 100 u. e 3 bian-

che n., con due miniature che occupano un'intera pag. rappres.
ri.
la cena degli apostoli e la crocifissione, leg. in pelle nera; appar-

tenne a Papa Gregorio XIII, poscia a Benedetto XIV.
616 (1142).
(
Officium B. Mariae Virginis secondum Curiam Romanam '
Membr., XV, mm. 145 X HO, di carte 108 n. n., con lettere
sec.
iniz. un fregio marg. nella prima pag., e lo stemma della
miniate,
famiglia Campana. Leg. in pelle nera con questa iscriz. impressavi:
1
Questo oficio fui de Orlando zia de Zemiuiano dalla Campana spe-
ciale .M CCCC. LVI
.
'.
617 (1144).
f
Officium B. Virginis Mariae secundum consuetudinem Ro-
manae Curiae, septem Psalmi penitentiales, officium mor-
tuorum, officium sanctae Crucis et officium sancti Spiritus '
Membr., sec. XV, mm. 120 X 85, di carte 155 n. n., con fregi e
lettere iniz. miniate, leg. in velluto rosso.
618 (1145).
f
secundum consuetudinem Ro-
Officium B. Virginis Mariae
manae Curiae, septem Psalmi, et Officium mortuorum '.
Membr., sec. XV, mm. 135 X 85, di carte 108 n. n., con fregi
marginali e lettere iniz. miniate, leg. in pelle.
619 (1146).
r
Officium gloriose Virginis Marie, septem Psalmi et offi-
cium mortuorum '
Membr., sec. XV, mm. 75 X 55, di carte 234 n. n., con fregi e
lettere iniz. miniate, leg. in pelle.
620 (1147).
f
Officium B. Marie Virginis secundum consuetudinem ro-
mane curie, septem Psalmi et Officium mortuorum '
Membr., sec. XV, mm. ÌIOX'^, di carte 184 n. n., con lettere
iniz. miniate, leg in pelle.
314 CODICI LATINI
621 (1148).
f
Officium B. Virginis Mariae secundum consuetudinem
Curie Romane. Offitium saucte Crucis. Offitium mortuorum.
Psalmi graduales et penitentiales '. In fine: f
Antonius de
rande scripsit anno MCCCC XLVIIII '.
Membr., sec. XV (1449), mm. 120X90, di carte 12G u. u., con

due miniature e lettere iniz. miniate, leg. iu pelle.
622 (1150).
f
Offitium B. Virginis Marie secundum consuetudinem h'o-
mane Curie. Septem Psalmi penitentiales. Officium sacra-
tissime crucis editum a D. Iohanne Papa XXII '.
Membr., sec. XV, mm. 120 X 82, di carte 240 n. n., cun fregio
niarg. e lettere iniz. miniate, leg. in pelle.
623 (1152).
f
Officium B. M. Virginis secundum consuetudinem Ro-
mane Curie. Psalmi penitentiales et Officium mortuorum '.
Membr., sec. XIV, mm. 115 X 85, di carte 140 n. n., con 3 fregi
marginali miniati e lettere iniz. miniate, molto smarginato e mutilo in
line, leg. in pelle, prov. :
'
Ex legato II. P. Urbani Savorgnani. 1776 '.
624 (1154).
Officium B. Marie Virginis secundum consuetudinem Ro-
f
mane Curie. Officium mortuorum, et septem Psalmi peni-

tentiales '
Membr., sec. XV, mm. 102 X 75, di carte 170 n. n., con 3 fregi
marginali e lettere iniz. miniate, leg. in pelle nera, prov. da S. Bar-
'
tolomeo in Porta Bonon.'.
625 (1157).
r v
Opuscula in Regulam S. Francisci
f
1) l -77
'
f
Incipit
secuuda pars huius novi fructus et conformitatis, ubi tra-
ctatur quod Beatus F. extitit regulator. Viso quo- ' '
modo ' — r
ad oculum omnibus Christi col. '
. (Mancano le
carte 78-84 che furono tagliate) 2) 85 f

De missis pe-
culiaribus '.
|
(Mutilo in princ.) — f
offitium cura canone
'
3) 8G f
Epistola Bonaventura '.
|
f
In Christo sibi ka-
rissimis ministris 4) 87
' — Alia
f
hec predictus '
r -92 r c
epistolaBonaventure In nominato magistro fuerit '

.
j
f
' — f
imperatur '
5) 92 Hugo de digno super regulam '. f
r
Sed cum regula dicat sunt consona 6) 93 -94
v ' — f ' r
'
Ista sunt que ordinata fuerunt in loco sancte Marie de
Angelis tempore indulgentie per vicarios et discretos fa-
miliarum una cum R.° p. fratre Iacobo de Premaditiis tunc
vicario R. P. Generalis in partibus cismontanis, die 10 au-
gusti 1447 '.
|
f
In primis declaratum est ' — f
fratribus
v r
legi
'
94 -96
7) Hec sunt quedam determinationes f
facte in congregatione per me celebrata et etiam quedam

adiuncte in congregatione Bononie celebrata '•
|
c
Primo
quod uniforme ' —
eorum receptione f
'
8) 96 -97 rr '
In-
frascripta sunt quedam ut plurimum de nostris declara-
tionibus sive constitutionibus et ordinationibus extracta '.
—
|
f
In primis quod fratres '
f
opportunum '
9) 97 1 '
f
In-
cipiunt alique ordinationes in capitulo Mutine celebrato
1447, die 23 aprilis '
. |
Primo quod de congregatione
r
' —
v r
f
discedere
'
10) 97 -99 Hec sunt quedam ordinata r
in nostra congregatione Bononie celebrata per R. P. P. V.

S. fratrem Franciscum de Bononia et fratres diffinitores,
anno Doni. 1451, die 3 Mai '•
|
f
Primo de defectibus ' —
f ' v f
dici faciunt 11) 99 Ordinationes facte per R. P.
Franciscum de Bononia in congregatione celebrata in loco
S. Spiritus prope Ferrariam anno Dom. 1452, die 5 Mai '.
—
|
f
Et primo quod peccatum mortale'
12) 100
f
Exa- ' 1'
f
minata et digesta per plures patres ac declarata per R. P.

fratrem Iacobum de Sargnella in sacro conventu Assisii,
1458 '. |
Primo quod tempore
f
Sancto Osmundo '
— f '
r v
13) 101 -137 Quedam determinata et conclusa in
f
congregatione seu capitulo generali fratrum ord. minor,

cismontanor. coadunato Rome, 1446, die 5 Maii, determi-
nata per R. P. fr. Iacobum de Primaticiis de Bononia '.
—
J
f '
noveritis incursurum
f
In primis videlicet '
r v
14) 138 -144 Copia bulle fratr. minorum '.
f
Calixtus |
'
Episcopus ' —
1446, V Id. Febr.
f
15) 144
v
Copia ' f
brevis ad cupitulum generale Bononie (Die 4 Maii 1455) '

.
r v f
16) 193 -256 Prologus in nova compilatione statu-

316 cor/ici LATINI
torum generalium ord. Min. Fratr. factani apud Assisium

iu capitulo generali per li. fr. Guilielmum MCCCLIIII '.
—
|
f
Qnoniam ut ait sapiens '
f
de mortuis '.
Cart. e membr., sec. XV, min. 120X95) di carte 359 n., leg. m.
pelle, prov. :
'
Ex Biblioth. FF. S. Pauli iuMonte '.
626 (1159).
f
Compendium orationum '. In fine: Hieronynms Bordo- f
nius Sermonetanus Romae scribebat, anno salutis 1574

laus Deo '
Membr., sec. XVI (157-4), mm. 150 X 95, di carte 78 n. n., con
titoli e lettere iniz. a colori, e quattro finissime miniature a colori
e oro, similissime a quelle del cod. 1151, rappresentanti S. Veronica
e Papa Gregorio Xlll genuflesso, il Re Davide, S. Girolamo, e G. C.
in croce. Appartenne a Papa Gregorio XIII, di cui è miniato lo
stemma in principio, e poscia a Papa Benedetto XIV. Leg. in pelle nera.
627 (1160).
(Orazioni diverse). In fine di mano più recente :
f
Io Me-
narino di Menarini scrise con sua propria mano in Bolo-
gna, a dì 17 di setembre 1588 '.
Membr., sec. XVI (1588), mm. 93 X 70, di carte 101 u. u., con
lettere iniz. e fregio rozzamente miniato, prov. Guidetti.
628 (1163).
f
Roberti Ursi Ariminen. elegiarum libri II, epigramma-
tum libri II. Ad Divum Sigisraundum Panduli'iiin Mala-
testam '.
Cart., sec. XV, mm. 205 X 135, di carte 1G2 u., leg. m. pelle,
prov.: '
Ex Bibliotbeca Io. Iacobi Amadei '.
629 (1165).
f
M. ri Helidei de Paduanis de Forlivio De dosi medicina-
rum opuscuium '.
Cart., sec. XVI, mm. 200 142, di carte 124 X n. ,- 12 bianche n. n.,
leg. m. perg., originale, prov. Istituto.
630 (1166).
f
Gabrielis Card. Paleotti sermones in visitatione Albanae
et Sabinensis Dioeceseos ann. 1590-1595 '.
Cart., sec. XVI, autogr., mm. 210 X 150, di carte 197 n. + 70 n.

201-271, leg. m. perg., prov. dal Cauon. G. G. Ainadei.
631 (1168).
r
Testamentum mei Vincentii Pallavicini '. (11 Nov. 1577).
Cart., sec. XIV, mm. 245X180, di carte 87, n., leg. m. perg.,
632 (1169).
f
Scripta D. Claudii Palluau. Philosophia et Logica. Com-
pendium aethicae et moralis philosophiae. 1633 '.
Cart., sec. XVII, mm. 200 X 140, di carte 201 n. n., leg. in pelle.
633 (1172).
1) 115 r -130 r f
Bartholomaei Platinae Cremonensis Biblio-
r v
thecarii Apostolici Sixti IV Pont, vitae pars '
2) 131 -273
f
Iacobi Maffei Nicolai filius et Arcbidiaconi Volaterrani
Diarium, sive rerum gestarum commentariorum libri quin-
que, ab obitn Iacobi Amanati Card, usque ad finem Pon-
tificatus Sixti IV P. M. '. (1479-1484).
Cart., sec. XVI, mm. 260 X 145, di carte 159 n. da 114 a 273,
634 (1173).
(
Onuphrius Panvinus. De varia electione Romani Pon-
tificis '
.
Cart., sec. XVI, mm. 300 X 210, di carte 509 n., leg. in perg.
635 (1175).
f
Papazzoni Flaminii logica '. (XVII Kal. Nov. 1595).
Cart., sec. XVI, mm. 220 X 165, di carte 136 n. n., leg. in perg
318 CODICI LATINI
636 (1176).
'
Fr. Marci Pasqualigo Ord. Min. Vocabularium '.
j
'
Abiu-
rare est rem negare dixere fovonium
ereditata ' — f
'
.
|
f
Explicit vocabularium per fratrem Marcum de Pascalicis
Ord. Minor, de Venetiis ad eius nepotem Constantinum in
Siria legatura oratorem dignissimum '
Cari, spc. XV, mm. 210 X 135, di carte 158 n. n., con lettera
iniz. miniata, a 2r
e. Ad usum fratris Marci de Pascalicis Ord. Min.
:
'
de Venetiis ed in fine:
', Camillus Brixianus Barbonius possidet. '
Fr. Paulinus Mercurius de Bononia possidet '. Leg. m. polle, prov. :
'
Ex Biblioth. Io. Iacobi Amadei '.
637 (1177).
1) l r -120 r
f
Lectura Summe Magistri Rolandini usque ad
IX capitulum, cum formulario instrumentorum '.
|
'
Quia
v
melius est pauca utilia tradere l
f
Antiquis tempo-
ribus et est ante missa expositione ' — f
et cordule defi-
cerunt et di '
. . . . (Mutila in fine. Diversifica molto dalle
v
edizioni della Somma Rolandina) 2) 126 r -149
f
Incipit
tractatus notularum lectura deo gratias amen '
. |
c
Ecce
opus leve ' — f
prescripto in immobilitus '
. . . . (Mutila
in fine) 3)
f
De usucapione '. (Mutila in princ.) . . .
f
per
totam restituit ' — f
vel interdicto pretoris '
. . . Mutila
in fine).
XIV, min. 310 X 210, a 2 col., di mani diverse, di

Cart., sec.
e. 149 8 in princ. n. n. e 21 in fine. Appartenne a Bartolomeo
n., -|-
di Zaccaria Righetti (Bartholomeus Zacharie de Rigiptis not.) leg. ;
in perg., prov. Biancani.
638 (1178).
1)
f
Rolandini Passagerii Summa artis notariae '. <Cfr. : Ro-
v
landini Passagerii Summa. Venetiis, 1574, pp. l-519 >
2)
f
Incipit Aurora magistri Orlandini Pasagerii '.
|
'
Solet
aromatum ' — f
contrahende vel tollende. Explicit Aurora
Magistri Rolandini deo gracias. Amen '.
Membr., sec. XIV, min. 285 185, a 2 col., la lettera iniz. è X

miniata con una mezza figura rappresentante l'autore, con glosse e
postille marg., leg. m. pelle, prov. Ex Biblioth. Iacobi Biancani :
'
Bonon.'.
DELLA BIBL. UNIVERS. DI BOLOOrNA. 319
639 (1180).
f
Philosophia rationalis quae logica dicitur iuxta tutiora
veritatis dogmata habita ab 111. et Rev. Dom. Petro Fran-
cisco Peggi ... Ad usum Antonii Montefani Caprara '. (1753).
Cart., sec. XVIII, mm. 260X195, di carte 124 n. n., leg. m.

perg., prov. da Antonio Montefani Caprara.
640 (1181).
f
A. M. D. Dq. V. G. Logica, sive ars cogitandi ac dis-
sereudi ad eorum usum qui primo hoc studium suscipiunt
accomodata '. (1740 circa).
Cart., sec. XYIII, mm. 330 X 230, di carte 293 n. n, leg. in perg.
641 (1182).
f
Petri Francisci Peggi Tractatus
philosophici. Philippus
Cecchini (Zecchini) Amati discipulus scripsit anno 1727,
1728, 1729 \
Cart., sec. XVIII, mm. 240 X 180, di carte 380 n. n., prov. Zec-
chini.
642 (1183).
1)
f
Iohannis Pelimi De epidemia mitiori vigente anno 1580.
Ad Bonon. Senatores tractatusDoctores Collegii '
2)
r
philosophorum ac medicorum Bon. del mal mattone. Tracta-

' f
tus ad Bon. Senatores 3) Francisci Cicarelli Fulgi-
natis Del mal del mattone. Tractatus ' f
4) In Ludo-
vicum Scandianensem medicum ordinarium de seco Bon.
exhibentem emulsionem seminum melonum cura lacte. Dia-
f
logus '
5) Vincentius Milesius Peregrino Caponi me-
f
dico s. '. (29 decembris 1583) 6) Peregrinus Capo[nius]
Vincentio Milasio studiorum hum. professori '. (Kal. Ian.
MDLXXXIIIJ) 7)
(
Modus faciendi aquam Hircinam '
8)
c
Peregrino Caponio Angelus Pagnonius s. d.'. (No-
nis sept. 1582) 9)
f
Angelo Pagnonio Peregrinus Capo-
nius s. d. '
Cart., sec. XVI, min. 210 X lóO, di carte 88 n. n., leg. m. perg.
320 CODICI LATINI
643 (1184).
f
42 1'
Deolaratio Collucii Pierii viri discretissimi prò Lu-
f
cretia pudicissima feliciter incipit '
.
j
Lucretia spurii Lu-
cretii fìlio ' — f
inpudicis fore vitam. Finis. 1496, 18. a Ia-
v
nuarii '
43 f
De
45 r Italia ' «
De hedifìcatione Troye '
v v a
47 f
De historia Ebraica '
53
r
1496, 13. mensis
februarii scripta per me Iohannem de Pelìizonis et sinistra
manu '
57 r f
Sermo fratris Theguli Eporediensis. 1498,
f
coram Rev. P. G. '
59 r Oratio in Missa nova '.
Cart., sec. XV, mm. 300 X 215, di carte 66 n., Ieg. m. perg.,
644 (1187).
1) l
r
-227 v f
Guilielmi [Peraldi] Lugdunensis Snmma de
vitiis et virtutibus '
.
|
f
Dicturi de singulis vitiis ' — '
dif-
ficultas recedendi 228 r -355 v Tra-
. . . (Mutilo in fine) 2)
f
ctatus de Christiana religione prò tota quadragesima, editus

a fratre Bernardino de Senis Ord. Minorum '. Nunc |
c
manent fìdes ' — f

principalia dedit '
. . . (Mutilo in fine).
Cart., sec. XV, min. 308 X 200, a 2 col., di carte 255 u., Ieg. m.
pelle, prov.: '
Ex Bibliotheca l'ratr. S. Pauli in Monte '.
645 (1188).
f
Gulielmi Peraldi Archiepiscopi Lugdunensi Ord. Praed.
Summa de virtutibus et vitiis '.
j
f
Dicturi de singulis
vitiis ' — r
celestem hereditatem '.
Membr., sec. XIV, min. 235 X 170, voli. 2, a 2 col., con lettere
iniz. miniate, Ieg. in perg., prov.: '
Ex Bibliotheca Benedicti XIV '.
646 (1191).
f
Rabanus Maurus. Commentarla in Genesim et Exodum,
in Leviticum, in Libro Numerorum, in Deuteronomium,
(
in Iosuem, in Libios Iudicum, in Rut, etc. '.
|
Frater
Ambrosius mihi tua munuscola ' — f
cura omnibus vobis '
Membr., sec. XIII, mm. 260X190, a 2 col., di carte 233 n. n.,

con lettere iniz. miniate. Sulla prima carta è incollata una tavola
all'acquerello che rappresenta la religione cristiana che abbatte la
pagana. In principio del cod. ò notato: This Bible was writ at Paris '
auno 12;i0 '. Prov.: Ex dono Era. Rauutii. 1791 '. Log. in pelle rossa.
'
11. 5. '908
647 (1194).
f
Glossa litteralis super libris physicorum Aristotelis '
.
—
|
'
ûoniam quid scire '
f
de libris phisicorum '
Cart., sec. XV, mm. 210 X 150, di carte 78 n. n., leg. in asse e
ra. pelle.
648 (1195).
f
Totius legis civilis compendium, idest Institutiones Im-
periales, scriptae a me Marchione Carolo Philippo Pepoli
benignissimis sub auspitiis Ill. mi et Ex. mi D. Laurentiide Pla-
centis in ArchigjTnnasio publico Bononiae . . . anno D. 1695 '.
In fine leggesi la data 21 apr. 1695.
Cart., sec. XTII (1695), mm. 205 X 150, di carte 284 n. u., leg.
in perg.
649 (1199).
f
M. Commentarli rerum memorabilium, quae
Pii II P.
temporibus suis ab anno 1405 ad eius mortem 1463 . . .
SS. D. N. Pio V. P. M. dicati. Quibus accesserunt eiusdem

dum
Pii II Cardinalis esset apologia doctissima ad Marti-
num Mayer Archiepisc. Maguntin. prò defensione S. R. E.
contra quaedam gravamina, de quibus seditiosi plerique ex
Germania impie conquerebantur. Necnon Io. Antonii Cam-
pani Episcopi Aprutini de eisdem Pii commentariis cen-
sura, et alia prò expeditione et cruciata contra Turcas '.
<Cfr. : Pii II P. M. Commentarli. Romae, 1584, in 4°>.
Cart., sec. XVII, mm. 280 X 210, di carte 845 n. n., leg. iu perg.
650 (1200).
f
Epistolae Pii II P. M. recollecte per me Antonium Lol-
lium Senensem iussu R. D. Francisci Piccolominei Cardi-
nalis Senensis ad usum R. D. Iacobi Sylverii Piccolomi-
nei Episcopi Cremonensis Romandiole Presidentis feliciter
incipit '
Membr., sec. XV, mm. 320X212, di carte 465 n., con eleganti
fregi miniati e molte lettere iniz. min. Nei fregi sono miniati gli
stemmi di Papa Pio II, del Card. Francesco Piccolomini e del \
Iacopo Silverio Piccolomini; leg. in pelle rossa, prov. da Papa Bene-
detto XIV.
Studi ito.!, di fllol. class. XVI. 21

322 CODICI LATINI
651 (1201).
1)
f
M. Accii Plauti Comoediae. Amphitrio. Asinaria. Ca-
ptivi. Curculio. Cassina. Cistellaria. Epidicus. Aulularia '
r
2) Versus reperti in sepulchro Papae Sixti pentha-
gonus '.
|
f
Siste, iaces tandem, fidei contemptor et equi ' —
f
Dentur et in pastis membra scelesta feris '
Cart., sec. XV, min. 205 X 150, ili carte 183 a. n.. leg. m. pelle,
prov.: '
Ex Bibliotheca Ioannis Garzonis Bonon.'.
652 (1206).
v v
1) l'-9 (Proverbi volgari trad. in latino) Hen- 2) 12 r -27 f
rigeti Septimelensis '

<De diversitate fortunae et philoso-
r v
3) 28 -48
f
phiae consolatione) P. V. Maronis Mantuani
liber bucolicorum incipit Explicit liber bucolicorum
:
— f
Virgilii 1474 Deo 4) 53 r -56 r

gratias.Pnblii Virgilii
' r
Maronis poete clarissimi Moreti libellus feliciter incipit ' —

f
Donus. pius. monachila, in santo prochulo de bononia anno
domini 1474 '.
Cart., sec. XV (1474), min. 205X150, di carte 57 n. a., leg. m.

pelle, prov.: '
Ex Bibliotheca Co. Francisci Zambeccari '.
653 (1213).
f
Gualterii Anglici Romuleae fabulae e R^mul prosa in i
elegiacos versus versae '. Ut iuvet et possit conatnr |

f
pagina praesens ' —

Fabula declarat datque quod intus c
habet '. Contiene 63 favole.

Membr., sec. XIV, min. 312 X '-30, di carte 17 u. n., con ele-
gante fregio miniato nella prima pag. e 1 l'i miniature illustrative
delle l'avole, leg. in pelle, prov.: '
Ex Bibliotheca Co. et Sen. Cor-
nelii Pepoli Bonon.'.
654 (1214).
f
Ludovici de Pontanis singularia notabilia iuris. Scripta
per me Sinibaldum domini Antonii de Sinibaldis de urbe.
In honorem, laudani ac meinoriam eiusdem d. Lodovici . . .
anno Domini 1463 Verbum omnino '

. |
f
' — f
de crimine
falsi '.
Cart., sec. XV (1463), mm. 235 X 148, di carte 44 n. n., con fre-
gio mini. ito nella prima pag., e uno stemma con leone d'oro ram-
pante in campo azzurro, leg. in pelle, prov.: '
Ex Bibliotheca Bene-
dirti XIV PP.\
DELLA BIBL. UNIVBKS. DI BOLOGNA. 323
655 (1215).
f
Opera iurisdictionalia D. Regentis de Ponte Regalis iu-
risdictionis commissarii, in duos tomos distributa addictio-
nibns et sommariis D. V. I. D. Toannis Antonii de Vivo
olim Auditoris Serenissimi D. Ioannis ab Austria arraatae
navalis '
T
Cart., soo. XV II, nini. 295 X 205, voli. 3, leg. in pelle, prov. da
Papa Benedetto XIV.
656 (1221).
f
Praxis medica '
.
|
f
Cibus copiosus ' — f
radice ireos '.
Cart., sec. XVII, mm. 310X205, di carte 98 + 59 n., prov.

Biancani.
657 (1222).
Praxis medica de febribus aliisque morbis
r
f
Qui amoris '
. |
gratia,mi Antoni Maglyane Ecce, Ludovice, mine ' — f
habes quod paulo ante prestolabaris nec te tua nota mo-

rantur '.
Cart., sec. XV, mm. 340 X 240, a 2 col., di carte 163 n. n., leg.
in pelle, prov.: '

Ex Bibliotheca Ioannis Garzoni '.
658 (1231).
f
Processus con tra Ludovicum Bavarum Regem Romanornm
electum, anno 1336 instructus. Extract. ab originali '.
659 (1232).
Processus revelationis corporis B. Petri de Lucemburgo
f
1)
cuius antiquum quoddam extat apud me CM instrumen-

tum '
2)
f
Vita S. Marcelli confessoris et Episcopi Dien-
sis, scripta a Posthumo Vulpino einsd. urbis anthistite,
cuius originale extat ms. apud me CAI.
'
3)
f
Index epi-
stolarum ex quodam registro Clementis Papae IV ms. '.
(Inc. dall'epist. 14: Ad regem Francorum prò Narbonensi
324 CODICI LATINI
episcopo. Vili Id. Maii, anno 12G5, fin. coli' epist. 474:
Regi Francorurn. XV Kal. Aug. An. II).
Cart., sec. XVIII, mm. 200X290, di carte 62 leg. in perg., prov.

660 (1233).
r
Processus contra Matheum Vicecoraitem Mediolanen. eius-
que filios Ioannis XXII P. M. iussu confectus anno D.
MCCCXXIII '. Copia tratta dal cod. Vat. 3937.
Cart., sec. XVIII, mm. 300 X 200, di carte 754 n., prov. da Papa
Benedetto XIV.
661 (1236)
(Psalterium) |
f
Beatus vir qui non abiit ' — (Mutilo in fine).
Membr., sec. XV, min. 2G5 X 210, di carte 10(5 n. n., molte delle
quali tagliate ne' margini con lettere iniziali miniate, prov. da Do-
menico Guidotti.
662 (1237).
{Psalterium |
r
Beatus vir ' — r
dulcissimum in eternum '
Membr., sec. XIV, min. 270X210, di carte 190 n. n., con neumi
musicali, prov. ila Papa Benedetto XIV.
663 (1238).
1)
r
Pselli physicarnm quaestionum solutiones atque expla-
nationes compendiosae ad Imperatore m D. Michaelem Du-
cham, e graeca lingua in latinam versae, Ulysse Aldro-
vando scribente 2) Hieroclis philosophi in carmina
' f
Pythagorica commentarius ab utriusque linguae doctissime

in latinum sermonem versus'.
Cart,, sec. XVI, mm. 230 X 165, di pp. 214 n., leg. in perg., pruv.
da Ulisse Aldrovandi.
664 (1244).
f
Qnestiones de augustissimo sacramento altaris '. (Mutilo
in principio) — f
tenetur cuius beatissimis etc. '.
('art., sec. XV. mm. 215X140, di carte 210 n. n., prov.: '
Ex
'.
Biblioteca Marsiliana
DELLA BIBL. UN1VEKS. DI BOLOGNA. 325
665 (1245).
r
Rabbii F. Caroli Constantii Bonon. Àugustinianae Con-
gregationis observantiae Lombardiae theologi in ehronicon
ecclesiasticum Onuphrii Panvinii notae historicê et ani-
madversiones chronologicae '
Cart., sec. XVIII, min. 280X200, voli. 5, originale, prov. da

Papa Benedetto XIV.
666 (1246).
f
In opnsculum Onuphrii Panvinii de baptismate pascliali
notae uberes F. Caroli Constantii Rabbii '
Cart., sec. XVIII, mm. 265 X 195, di carte 40 n. u., originale,

667 (1247).
c
In opnsculum Onuphrii Panvinii de Consulibus Romauis
notae F. Caroli Constantii Rabbii '.
Cart., sec. XVIII, mm. 280X200, di carte 71) n. n., originale,

668 (1248).
6)
r
Secretissima instructio Gallo Britanno Batava Fede-
rico V Corniti Palatino Electori data, ex gallico conversa
, f
ac in lucem evulgata anno 1620 7) Petrus D'Avita-
bole. Relatio facta Urbano Vili P. M. de statu christiani-
tatis in Iberia Provincia Regis Teimural '
9)
f
De Conte.
Scripfcura legalis publicata a Legato Gallico apud Urba-
nnrn Vili anno 1640 mense Martio circa quamdam causa m
f
criminalem exortam in comitatu Gallici 10) Respon- '
sio facta supradictae allegationi per Christophorum Ron-
conium Subdatarium '
Cart., sec. XVII, mm. 210 X 160, di carte 134 n. n., leg. in |
prov. dal Canon. Amadei.
669 (1252).
r
Instructio theologico-dogmatica ex sacris litteris, conci-
liis, canonibus, sanctisque Patribus desumpta, suo dilectis-
326 CODICI LATINI
simo clero prò se suisque in re sibi nata instituendis pro-

posita a Petro Maria Trivisauo de Marchionibus Snarez
Episcopo Feltrensi '.
Cart., sec. XVIII. mm. 300X210, voli, 3, orig., prov. da Papa

Benedetto XIV.
670 (1259).
f
r
Razi, sive Rhazes. Liber secretornm '.
j
Incipit liber
utilitatis nane secretorum floridis verisque rectoris quetn
composuit Rasis philosophus. Liber iste (Mutilo in fine).
|
'
—
Membr.. sec. XIV, mm. 160 X HO, di carte 71 n.
671 (1263).
c
Registrum Bullarum expeditarum sub Rev. Dominis In-
nocentio Card. Cibo Legato Bononien. ac D. Altobello Ave-
roldo Polen. et Goro Gherio Fanen. respective Episcopis
et Vicelegatis dignissirnis quod est illornm liber priraus
inceptus de anno MDXXXIV, MDXXXV, MDXXXVI.
Per Rev. D. Galassium Ariostum de Ferraria secretarium
dignissiraum '
Cart., sec. XVIII, mm. 300 X 215, di carte 216 u.
672 (1267).
f
Regulae seu Constitutiones sacerdoti! in saecularium Con-
gregationis S. Iohannis Baptistae '.
Cart., sec. XVIII, mm. 245 X H5, di pp. 46 n., prov. da Papa
Benedetto XIV.
673 (1268).
Camera Apo-
(Diversi recapiti attinenti alli collettori della
stolica nel sec. XV>. Hic inferius coutinentur oinnes
1)
f
pecunie recepte in Regno Polonie ac provincia Guezuensi

necnon civitate et dioc. Culmen. per me Iacobum de Ru-
beis Canon. S. Mariae de Castello Iauuense Camere apo-
stolice collectorem '. Seguono altre note di denari ricevuti
e pagati da detto Iacopo de Rossi dal 16 luglio 1427 in poi.
2)
f
Inforrnationes mei Iacobini de Rubeis prepositi
Opolien. et Camere Apostolice collectoris in Regno Polo-
DKLLA B1BL. UN1VBRS. DI BOLOGNA. 327
nie et Bohemie iurium collectorum presentate Veu. D. Io-

' :
hauni de Livania procuratori suo 3) Conqueruntur
laixi super decimis quas in feudura ab ecclesia tenuerunt
ab antiquo '
4)
f
Regule date per D. Bonifaciurn Pa-
pam Vili '
5)
f
Lictera de iubileo [Urbani VI P. M.] ' —
f
Dat. Romae, Vlldus anno XI '.
aprilis, Pontificatus nostri
(1388) 6)
:
De canonizatione Beati Ludovici Regia Fran-
corum '
— f
Dat. apud Veterem, in Idus Augusti, Pont, no-
stri [Bonifacii VIII] anno III'. (1297). <Cfr. : Bullarium
Magnum. Romae, 1741, T. Ili, P. II, p. 88> 7)
f
Regule
tradite de mandato D. Iohannis Papae XXII per R. P. et
D. Petrum tituli S. Stephani in Celimonte Presbiteriani
Card. S. R. E. Vicecancellarium super ordinationem notu»
examinationem grossarum ac earum expeditionem
laruin et
ad Bullam,etc. 8) Regule date per D. Benedictum
'
'
Papam XII servande '.

Cart,. sec. XV, min. 810X220, di carte 202, n. n., prov. da
Ubaldo Zanetti.
674 (1282).
f
M. T. Ciceronis Retorica nova, cum notis marginai ibus
et interlinearibus '. <Ofr. M. T. 0. Rhetor. ad C. Heren- :
nium libri IV>.
Cart., sec. XV, mra. 208 X 142, di carte 64 n. In fine è notato:

'
Liber Mathei de Gipso '. Prov.: '
Ex Biblioth. lo. lacobi Amadei '.
Leg. m. pelle.
675 (1283).
(M. T. Ciceronis Rethoricorum ad Herennium libri IV).
Cart., sec. XV, mm. 220 X 145, di carte 100 n. n. In line è no-
tato: ' Ego Cesar Tonsius. Ego Simon de Corbara '. Leg. m. pelle.
676 (1298).
f
De cometis tractatus novus methodicus, conscriptus opera
et studio Abrahami Rockenbach. Vritibergae anno MDCII '.
(Copia dell' ediz. di detto anno).
Cart,, sec. XVII, min. l'JO X 122, di carte 1 18 n. a., leg. ni. perg.
328 CODICI LATINI
677 (1299).
f
Resolutiones theologicae, quae ad rem moralern sacra-
mentariain, ritusque occidentalis et orientalis ecclesiae per-
tinent, ac decreta ad Missionarioa Apostolicos recte infor-
mandos a S. Apostolica Sede edita. Ex authographis SS. Con-
gregatiouum S. Officii ac Propagandae Fidei mine primum
collecta. opera et* studio Petri Pompilii Rodotà, iussu D. N.
Papae Benedicti XIV P. M. a. s. MDCCXLVI '-.
Cart., sec.XYIII (1746), mm. 275 X 200, voli, i, leg. in perg.,

prov. da Papi Benedetto XIV.
678 (1306).
{
Index veterum monumentorum Universitatis Bononiensis
e scriptis Bibliothecae ac Tabularii Vaticani codicibus mine
primura excerptus, ac cronologica serie digestus ab anno
MCCXVII ad a. MCCCXLI '.
Cart., sec. XVIII, mm. 375 X 250, di carte 20 n.
679 (1308).
f
De Bononia ac Bononiensibus excerpta ex codicibus mss.
Bibliothecae quae hoc
Vaticanae. Praecedit index eoruin
volumine continentur secundum rerum ac teinpornm ordi-
nem digestus '.
Cart., sec. XVIII, mm. 263X200, voli. 2, leg. in pelle, prov.

680 (1309).
f
Index veterum monumentorum ecclesiae, civitatis atque
universitatis Bononiensis ex editis variorum auetorum libris,
mine primum excerptus, ac chrcnologica serie digestus '.
Cart, sec. XVIII, mm 360X235, di carte 87 n., leg. in. pelle,

prov. da Papa Bene-detto XIV.
681 (1310).
f
Index veterum monumentorum ecclesiae Bononiensis e
scriptis Bibliothecae ac Tabularii Vaticani codicibus mine
primum excerptus, ac chronologica serie digestns ab anno

DCCCLXXX ad a. MCCCXL '.
Cari., sec. XVIII, mm. 360 X 235, di carte 96 »., log. in pelle,
682 (1311).
f
Index veterura monumentorum civitatis Bononiensis ex
scriptis Bibliothecae, ac Tabularli Vaticani codici bus, mine
primum excerptis ac chronologica serie digestns ab anno
MCLXXXXIII ad a. MCCOXLII '.
Cart., sec. XVIII, mm. 355X2W, di carte J2

(
n., leg. in pelle,
683 (1312).
f
Descriptio omnium ecclesiarum, beneflciorum, monaste-
riorum, hospital ium et pioni tri locorum civitatis et dioe-
cesis Bononiae ac taxa decimarum cura duplici indice facta
de an. MDCIIII '.
Cart., sec. XVII, mm. _'70X200, di pp. ol'2, u., leg. in perg.,
684 (1314).
'
SS. D. N. PP. Benedicto XIV nullius seu Fulden. pre-
tensi iuris metropolitici prò Episcopo et Abbate Fuldensi
cura I. R. I. Electore et Archiepiscopo Moguntino '
Cart., sec. XVIII, nini. 260X200, di carte 58 u. n., prov. da

Papa Benedetto XIV.
685 (1316).
f
Antonii Salomoni i. u. d. Bonon. et Canon. S. Petronii
Doctrina canonico- politico-moralis per alphabetum dige-
sta '
Amissiones claustri Rex insensatus
.
|
f
' — f
item pa-
rentes magis '
Cart., sec. XV, mm. 300X200, di carte 209 n., leg. in. pelle,
autogr. appartenne al P. M. Ortensio Giovanelli, poscia al Dott. An-
;
gelo Michele Sacchi (1607) e per ultimo al Canon. Ciò. Giacomo

Amadei.
330 CODICI LATIN]
686 (1329).
f
Io. Hieronymi Sbaraglia Bonon. Institutiones logicae '
Cart., sec. XVII, min. 210 X 160, di carte 43 n.
687 (1330).
r
Io. Hieronymi Sbaraglia Praeludia philosophica '.
Cart., scc. XVII, min. 215 X 1<>0, di carte 220 n., leg. iu perg.
688 (1331).
f
Io. Hieronymi Sbaraleae Collodio sententiarum '.
Cart., sec. XVII, min 210 X 150, di carte 147 n. n., leg. in perg.
689 (1334).
f
Argumenta quae in CLXX Decisiones Rotales ex mate-
riis beneficialibus et ecclesiasticis paraverat Em. et Rev.
I). Card. Lambertino, qnem gloriatur habuisse in magi-
strnm nunc SS. et B. P. Benedicto XIV, quem humillime
in principem veneratur, exultanter offert Ioseph Andraeas
Scaramutius '.
XVIII, mm. 315

Cart., sec. X 220, di carte 14 n., leg. iu pelle,
690 (1335).
f
Scacchi F. Fortunati Decultu et veneratione servorum
Dei beatificandorum et canonizandorum tractatus. Liber
secundus '.
XVII, mm. 280X215,

Cart., sec. di pp. 4(34 u., leg. in perg.,
691 (1336).
f
Monumenta medii et infimi aevi in sacris, profanis, pu-
blicis ac privatis aedibus almae urbis (Romae), vel Bono-
niensibus vel a Bononiensibus posita, collegit an. MDCCLII
Flaminius Scarsellus Bononiensis '.
Cart., sec. XVIII, mm. 330X215, di pp. 423 n. -f 24 e 35 bian-

che n. n., leg. in pelle rossa, prov. dall'Istituto.
DELLA B1BL. UNIVKRS. 1)1 BOLOGNA. 33]
692 (1339).
f
Collectio quaestionum in Sacra Congregatione de Propa-
ganda fide casuumque examinatorum ab a. 1624 ad a. 1637 '.
Cart., sec. XVIII, min. 310X205, di pp. 523 n., leg. iu perg.,
prov.: '
Ex Biblioteca Gustavi Schroederi, deinde Benedicti XIV I'. M '.
693 (1340).
'
Michaelis Scoti astronomi Salernitani liber de animali-
bus '
.
j
f
Incipit liber primns de animalibus Avicenne ru-
brica '.
|
r
Frederice domine mundi Eomanornm Imperator,
suscipe devote hunc laborem Michaelis Scoti ' — '
ex alio
:
loco '. |
finis libri Avicenne de animalibus '.
Cart., sec. XVI, min. 315 X210, di carte 10G n. n., prov.: '
Ex
Bibliotheca Iaconi Bartbolomaei Beccarli, ex legato an. 1766'.
694 (1358).
f
Sergardi Ludovici (mutuato nomine Q. Sectani) Carmen
ad Clementem XI P. M., quo felici nexu habentur satyra
et panegyricus, cum notis '.
Cart., sec. XVIII, mm. 310X215, di carte 51 n. n.. leg. in pelle,

695 (1359).
'
Sentisti Io. Bapt. De tuenda valetudine liber secundus '.
Cart., sec. XVI, mm. 230 X 165, di carte 160 n., leg. m. perg.,
prov. da Uiisse Aldrovandi.
696 (1360).
Sermones in Dominicas '.
f
In divinimi Dominum Ihe- |
f
sura Christum ad quam nos perducat ' — f

'
Cart., sec. XV, mm. 275X205, a 2 col., di carte 2;i9 n. n.,leg.

697 (1361).
Sermones dominicales per totum annum '.
f
|
f
A bici te
opera tenebrarum et notet ista predicator ' — f
'.
Membr., sec. XV, min. 140 < 86, di carte 195 n. 6 n. n.. leg.
m. pelle.
332 CODICI LATIN]
698 (1362).
'
Sigonius Carolus. Historiae Bononiensis libri XI ab eius
urbis initio ad a un uni 1280 '.
Cart, seo. XVI, min. 290X210, di carte 270 n„ leg. m. perg.
699 (1363).
f
Sigonius Carolus. Historiae Bononiensis libri XI '
(fino
all' a. 1275). Mancano due libri in principio dell'opera, che
sono nell'altro ms.
Cart., sec. XVI, inni. 295 X 210, di carte 221 n., con postille
marg. antogr. , leg. ni. perg.
700 (1366).
< XXXV omnes cu-
>rgana sive instrumenta astronomica
iu^ve ex VII planetis atque octavae spherae motus medios,
verosquè tam in longitudine, quam in latitudine arte de-
moristrantia circulis cartaceis concentricis a Nicolao Simo
excogitata ac manti eius propria fabricatus '.
Cart., sec. XVI (1537), mm. 250 X 1S0, di carto 37 n. u.. prov.
dal Canon. Gio. Ciac. Amadei.
701 (1367).
f
Seminarli Vaticani compendiosa descriptio eiusdemque hoc
tempore status a Raphael Sindone Rectore et Basilicae
Principia Apostolorum Beneficiato ad SS. pedes N. Be- I ).
nedicti XIV de se optime meriti edita ac deniisse oblata,

23 decembris 1745 '.
Cart., sec. XVIII, nini. 215 X 150, di pp. 50 n., leg. in pelle,
702 (1375).
f
1) Tractatus de sphaera '.
|
'
Tria contiuebit liic tracta-
tus ' — f
exitura a mari
;
.
Cart. sec. XVIII, nini. 220 X 166, di pp. 184 12 n., leg. in
pelle, prov.: '

Ex Bibliotheca S. Pauli Bononiau '.
DELLA BIBL. UNIVKKS. DI BOLOGNA. 333
703 (1389).
Statuta Pnlinagi et pertinentiarum (1550). Vi sono ag- '
giunte lettere di Ercole d'Este Duca di Ferrara del 10 nov.

1476 e 26 nov. 1547.
Cart., sec. XVI, nini. 280X185, di carte 75 n., leg. in perg.,
prov.: 'Ex libris Io. Francisci Marinelli'. Appartenne poscia al
Canon. Araadei.
704 (1391).
f
Statuta civilia et crim inalia terrae Centi '.
Cart., sec. XVII, mm. 300 X 210, di carte 1 Pi a., prov. da Do-
menico Guidotti.
705 (1392).
1) l
r
-95 v f
Statuta civitatis Alirandulae '
. (1458) 2) 96 r-109 r
f
Statatura Mutinae. De non faciendo precepta vel contra-
hendo cura aliquo lilio familias minor prodigo vel furioso '.
(1455-1492).
Cart., sec. XV, mm. 275 X 190, di carte 96 n. -f 30 n. n., leg.
in pelle, prov.: '
Ex Bibliotheca Io. Iacobi Amadei '.
706 (1393).
f
Statutorum Bouonieusium antiquorum rubricae aliquot '.
Membr., sec. XV, mm. 420X230,

di carte 22 n., leg. in asse e
in. pelle. Daniel Dominici de Bottonibus civis et
In fine è notato: '
not. bon. huius libri possessor extitit 1451, lunii '. Prov.: Ex Bi- '
bliotheca Alexandri Fabri Bonon. canceìlarii Senatus '.
707 (1394).
1)
r
Statuta nova Universitatis scolarium scientiae, medi-
cinae et artium generalis Studii civitatis Bononiae, cou-
dita anno 1442, cura approbationibus authenticis 2) Re- '
.
f
formatio statuturum almi Gymuasii Bonou. philosophor. et

medicor., facta anuo Domini MDLXI, comprobata per Rev.
D. Vicelegatum, Vexilliferum et Senatum Bononiensem '.
Membr., sor. XV-WI. min. 100 < 280, 'li pp. 138 n., con leg.
ant. in pelle con borchie e puntali di metallo. La prima pag. ha un
fregio miniato, che nella parte interiore ha uno stemma araldico
raffigurante un leone rosso rampante in campo d'oro. Prov.: 'Ex
Bibliotheca lo. larobi Amadei '.
334 CODICI LATINI
708 (1395).
f
Statata et privilegia almae Universitatis iuristarum Gym-
nasii Bononiensis '
. (Bononiae, apud Alexandrum Bena-
cium, 1561, in 4°, pp. 110). Con aggiunte mss. del 13 ago-
sto 1563, 27 agosto e sett. 1563, 24 nov. 1574, 17 apr. 1577,
1° nov. 1575, 22 apr. 1583, 21 marzo 1586, 21 ott. 1588,
19 die. 1689, 27 nov. 1595, 28 die. 1607 e 28 luglio 1607.
Membr., sec. XVI-XVII, mm. 290X210, di pp. 163 n., leg. in

pelle con borchie di metallo, prov. da Papa Benedetto XIV.
709 (1396).
r
Statata Societatis campsornm civitatis Bononiae. Datum
Bononiae, die V Decembris MCCCOLXXXI '. Con aggiunte
del 29 agosto 1662, 31 agosto 1662, 16 nov. 1663.
Cart., sec. XVII, mm. 300 X 210, di carte 52 n.
710 (1397).
Statuta almae Societatis notariorum civitatis Bononiae
'
'
(17 die. 1459). Con aggiunte del 27 nov. 1459, 18 marzo 1463,
4 genn. 1463, 3 genn. 1462, 28 marzo 1521, 1549, 31 marzo
1554, 19 apr. 1555, 12 agosto 1595.
Cart., sec. XVII, mm. 320 X 230, di carte 197 n., leg. in cart.
711 (1398).
f
Statuta criminalia Bononiae. Florianus Aldrovandi Bo-
nonien. notarius exetnplavit authentice anno 1488, die 25 no-
vembris '
Cart., sec. XV (1488), mm. 320 X 235, di carte 60 n. -f 14 bianche

n. n., leg- in asse e ni. pelle, prov.: 'Ex Bibliotheca Ulyssis Al-
drovandi '
712 (1399).
c
Statuta nova populi et communis Bononiae, qnae incepe-
runt habere vires in anno Domini 1458 in Kalendis mensis
lui ii et de presenti vires habent. Sequuntur additiones usque
ad annum 1588 et alia pi ara '.
Cart., sec. XVI, mm. 360 < 2<J0, di carte 95 n. u., leg. in pelle,
prov.: '
Ex Bibliotheca Herculis Bottrigari '.
713 (1400).
r
Statuta offitii ornatus Bononiae '.
Cart., scc. XVIII, min. 800X210, di carte 35 n. 12 n. u.
bianche.
714 (1403).
f
Statuta, iura et privilegia DD. Doctorum Collegii indi -
cura et advocatorum, cura matricula '. Precede il noto pri-

vilegio Teodosiano una bolla di Papa Eugenio IV a favore
dello Studio (17giugno 1437), due bolle di Papa Nicolò V
(IX Cai. Maii 1448 e 1° aagosto 1458) e una bolla di Papa
Paolo II (Pridie Id. Martii 1465).
715 (1404).
c
Stiatici Hieronymi Mariae Bonon. carmina. Ooepit anno
Dora. 1626. Revisa aliquot post annis ab altero in arte
perito '
Cart., sec. XVII, mm. 200 X 140, di carte 91 n., leg. m perg.,
prcv. Istituto.
716 (1411).
f
Surnmarium continens constitutiones indulta Summorum
Pontificum, aliaque documenta probantia Regum Lusitaniae
iuspatronatus in ecclesiis episcopalibus Indiarium orienta-
lium. Excerpta ex originalibus et Benedicto XIV P. M.
1
oblata a D. de Sampaio Regia Lusitaniae Legato .
Cart., sec. XVIII, mm. 265 X L90, di carte 172 n. n., leg. in perg.,
717 (1412).
Tabula super librimi De civitate Dei B. Augustini per
f
alphabetum digesta '.
Cart., sec. XV, min. 205 .< 145, a 2 col., di carte 151 n., leg. m.
pelle, prov.: '
Ex Biblioth. fratvum S. Pauli in Monte '.
33(ì CODICI LATINI
718 (1416).
f
Cancellariae Legationis Bononiae taxae Pro salva- '
.
j
f
conductu ad beneplacitum ' — f

Nicolaus Achyleyus '.
Mombr., sec. XV, rnm. 170 X 115, di carte 13 n. n., leg. in perg.
719 (1417).
f
Tessavi Benedicti a S. Maria. Dissertatio an puncta vo-
calia Hebraeornm fuerint adiuncta a Massoretis Tiberinen-
sibus '
Cart., sec. XVIII, mm. 250 X 180, di carte 110 scritte n. n.. leg.
in pelle collo stemma del Card. Filippo Monti.
720 (1418).
f
Consilia Magistri Thadei fiorentini '
• Ad fìuxum san-
j
f
guinis narnm ' — f

Deo gratia sic est finis per me Iaco.
lmr. de st. Cline. Ment. dioc. script. '.
(art., sec. XIV, mm. 315 X 290, a 2 col., di carte 173 n. n., leg.
in perg.
721 (1419).
f
Theologica scripta, si ve cursus theologicus in via D. Tho-
mae Aquinatis anonymi scriptoris '.
]
f
In priraam secun-
dae S. Thomae si ' — f
liceret si t p.'.
Cart., sec. XVII, mm. 210 X 150, di carte 370 u. n.
722 (1420).
Iohannes Thomasius Collensis. Tractatus sive reformatio
r
facti et iuris super confinibus scptentrionalibus territorii

Bononiae, in causa vertente inter civitatem Bononiae ex
una et 111. Ducera Ferrariae ex altera '.
Cart., sec. XVII, mm. 340X230, di carte 223 n., leg. m. jierg.
723 (1421).
Tiburlinae feriae octobris anni 1683, quas Livio Odescalco
Duci ('aere, Innocentii XI P. M. nepoti, quidam ex Bo-
mana Curia otiosus dicavit. Continet elogia Innocentii XI
23. 5. *908
P. M. ex variis antiquoruin in urbe aedifìcioruin thema-

tibus desumpta '
XVII, mm. 190 X 135, di carte 74 n., leg. in perg.,

Cart., sec.
collostemma della famiglia Odescalchi impressovi, prov. da Papa
Benedetto XIV.
724 (1425).
c
Hieronyini Tozzii Viterbiensis De Basilica Sessoriana sy-
nopsis hystorica Ecc. et Rev. D. Prospero tit. S. Crucis
iu Hierusalem S. R. E. Card. Lambertino Episcopo Anco-
uitano dicata '
Cart., sec. XVIII, mm. 265 X 190, di carte 62 n. n., leg. in pelle
rossa, prov. da Papa Benedetto XIV.
725 (1426).
f
De auctoritate Papae tractatus Petri de Gualfrediuis sive
Valfredini ad Sigismundum Imp. epistola '. Coufitebor |
f
tibi celi pater et terre ' —

fama quoque perpetua '. f
Cart., sec. XV, mm. 215 X 140, di carte 72 n. n., leg. m. perg.,
prov.: '
Ex Bibliotheca fratrum Predicatorum "Wormacie primum,
deinde Marsiliana '
726 (1427).
f
Trauslatio capitis S. Andreae Apostoli ab urbe Patra-
ceusi Romam anno 1462 '
. |
r
Si qua sunt memorie com-
meudanda ' — f
est potestas et imperium '.
Cart., sec. XV, mm. 210 X 140, di carte 26 n., leg. in pelle,
727 (1432).
f
Trionfetti Lelii lectiones, sive ostensiones botanicae, quas
habuit in Horto medico publico Bononiae ab anno 1675 ad
annum 1721 '. (Sunt n.° 130).
Cart., sec. XVII-XVIII, originale, mm. 210 X 160, voli. 4.
728 (1433).
f
Trionfetti Lelii praelusiones botanicae, quas habuit in

338 CODICI LATINI
Horto medico publico Bononiae ab. a. 1675 ad. a. 1721 in-

clusive '. (Sunt n.° 46).
Cart,, sec. XVIl-XVIII, orig., mm. 210X160, di carte 84 u. n.
729 (1434).
'Trionfetti Lelii exercitationes habitae in Instituto scien-
tiarum Bononiae circa historiam natnralem cursu annorum
quinque '. (Sunt n.° 61).
Cart., sec. XVIII, orig., mm. 210 X 160, di carte 250 n. n.
730 (1435).
f
Trionfetti Lelii Historia fossiliura '.
Cart., sec. XVIII, orig., mm. 310 X 220, di carte 390 n. n., prov.
Biancaui.
731 (1436).
f
Trionfetti Lelii Historia naturalis fungorum '.
Cart., sec. XVIII, orig., mm. 320 X 220, di carte 'J2 n. n., prov.
Biancani.
732 (1437).
f
F. Nicolai de Triveth, si ve Anglici Ord. Praed. Com-
mentar, in Boetium de consolacione '
.
|
'Incipit postila
seu scriptum ' — (
Completum est autem istud opus, ac
scriptum per me Rodulphum de Regio, anno domini mil-
leximo quadringentesimo quintodecimo, Augusti vigesimo
quarto, cum laude et honore omnipotentis, etc. '.
Cart., sec. XV (1415), mm. 290 X 200, di carte 94 n., leg. m. pelle,
prov.: '
Ex Bibliotheca Marsiliaua '.
733 (1440).
c
Nicholaus de Tudeschis Abbas Panhormitanus. Lecturae
super primo libro Decretalium '.
|
f
Viso de iure actorum ' —
f
Explicit secunda pars super secundo libro decretalium
lecture Rev. Domini Nicolai Abbatis de Cicilia doctoris
famosissimi, scripta 1462, die 5 februarii '.
Cart., sec. XV, mm. 430 X 300, a 2 col., di carte 200 n. n., con
lettera iniziale e fregio miniato, leg. m. pelle, prov. dal Monastero
di S. Paolo in Monte.
734 (1441).
f
Nicolaus de Tudeschis Abbas Panhormitanus. Lecture
super .secando libro Decretalium '.
|
f
Quoniam hic volu-
minis priucipiam ' — f
sic est finis huius prime partis se-
cundi libri decretalinm D. Nicolay Siculi, etc. Deo gratias
amen '.
Cart., sec. XV, mm. 430X300, a 2 col., di carte 310 n. n.,con

lettera iniz. miniata, leg. m. pelle, prov. dal Monastero di S. Paolo
in Monte.
735 (1443).
f
Nicolaus Turchi Bonon. De anima lectiones Bononiae in-
coeptae an. 1569, pridie Idus Octobris '
Cart., sec. XVII, mm. 210 X 150, di carte 139 n., leg. m. perg.,
736 (1446).
f
2) Bulla Innocentii XIII investiturae regni Neapolitani
Carolo VI concessae '. (15 giugno 1722) 4)
f
Oblatio
annui census prò regno Neapolitano, die 18 iunii 1722 a
Fabritio Columna tamquam oratore extraordinario Caroli VI
facta et ab Innocentio XIII acceptata (28 giugno 1722). '
.
Cart., sec. XVIII, mm. 270 X

200, parte ms., parte a st., leg. in
737 (1454).
f
Tractatus de alearum ludo, aut melius lotti, seu benefi-
ciatae unice exaratur . . . auctore Io. Baptista Viglioni. |
Neapoli, 1741 '.
Cart., sec. XVIII, mm. 260X190, di pp. 797 n., leg. in pelle,
738 (1459).
f
Relatio visitationis apostolicae ecclesiae parrochialis san-
ctor. Nicolai et Blasii et Domus Regnlaris Patrum Congre-
gationis Comaschae, factae ab. 111. et Rev. D. Thoma Cer-
340 CODICI LATINI
vini Patriarcha Hierosolymitano una cum li. D. Advocato

Gaspare Cagnetti '. (Dat. hac die 3 februarii 1740).
Cart., seo. XYIII, mm. 205 X 195. di carte 80 n. n., leg. in pelle,
739 (1460).
f
Originale visitationum ecclesiarum parrochialium et sira-
plicium confraternitatum, oratoriorum, hospitalium et pio-

rum locorum civitatis et Rev.
Bononiae, habita ab
111.
D. Angelo Archiepiscopo Gozzadino Bononiae suffraganeo,

anno 1622'.
Cart., sec. XVII. mm. 290 X 210, di carte 98 n., prov. da Papa
Benedetto XIV.
,
740 (1471).
f
quorumcumque
Ecclesiastica politica vindicata a extra-
neorum subiectione ac dependentia, auctore H. C. C. R.,
Hieronymo Vitali Capuano Canon. Regulari '
Cart., sec. XYIII, mm. 210 X 150, di carte 81 n. n., leg. ia perg.,
prov. dal convento di S. Bartolomeo.
741 (1473).
f
S. Petronii, anno ab incarnatione Do-
Vitae sanctorum et
mini millesimo centesimo octuagesimo, abbatiante U. Lan-
dulfo Abbate discretissimo . . anno videlicet abbatiae eius
XVII'. A tergo dell'ultima carta leggesi la data 1261,
3 agosto. Contiene 68 vite di saDti.
Membr., sec. XII-XIII (1180-1261), mm. 500 X 320, di carte 331 n.,
mancante alcune carte in principio, a 2 col., con lettere iniz. mi-
di
niate, leg. m. pelle. Appartenne al monastero di S. Stefano, poscia a
quello di S. Salvatore e fu pagato dall'Ab. Trombetti 10 scudi romani.
742 (1483).
f
1) Zanetti Responsa iuris et alia opuscula. Pars I. Consi-
lia, sive responsa tum theologica, tum civilia. Responsi!
prò defensioue pontificiae sententiae contra Venetos a. L606
'
2) Exercitatio de iubilaeo Gregorii

f
P. M. initio XV
pontificatus an. 1621 '
3)
f
Schaedae nonnullae '.
Cart., sec. XTIII, mm. 210 X 170, voli. 2, leg. in perg.

DELLA BIBL. UN1VKRS. DI BOLOGNA. 341
743 (1485).
f
Surami Pontifices ac omnes S. R. E. Cardinales de quo-
rum omnibus memoriam accepimus. Opus Herculis Mariae
Zanotti '.
#
Cart., sec. XVI li, min. 300 X 210, di pp. 250 4- 75 n., leg. in
perg., prov. da Eustachio Zanotti.
744 (1486).
f
Genealogia chronologica ad Scripturae Sacrae intelligen-
tiara elaborata. Opus Herculis Mariae Zanotti '.
Cart., sec. XVIII, rara. 300 X 210, di pp. 304 -j- 41 n., leg. in perg.,
prov. da Eustachio Zauotti.
745 (1487).
1) l r-70 r
f
De notis antiquorum Evangelista Zappo Io.
v
Tyburt. auctore '
2) De epytaphiis sparsim
71 r -233
f
Eomae iacentibus Io. Evang. Zappo tyburtino auctore '.

Cart., sec. XVI, mm. 208 X 142, di pp. 268 n., leg. in asse cop.
di pelle. In principio è notato: '
Ex dono M. Iusti muratoris tybur-
tini'. Ed in fine: '
Hic liber relictus fuit ex bibliotheca M. Chri-
stophori medici germaui, quem M. Iustus murator raihi donavit '.
r
Nel raarg. superiore della e. l leggesi la data: '
Quinto Calendas
Maii 1561 '.
746 (1488).
f
Ioannis Zeccliii Bonon. consultationum medieinalium to-
ni us secundus nondum editus. Ad Ioannem Hierotiymum
Card. Lomellinum Bononiae Legaturn an. 1657 '.
Cart., sec. XVII, rara. 280X205, di pp. 391 n.. leg. in perg.,
prov.: '
Ex Bibliotheca lacobi Barthol. Beccarli ex legato an. 1766 '.
747 (1492).
v '
l'-15
f
Lilium de spinis evulsum '. Natura circa solem
|
f
— f
omnibus explicavi
in
'
2) 15 r -66 r Speculum al- f
chimie seu gloria mundi '. |

r
Multipharie multisque mo-
dis ' — r
similes illis
'
3) 66 r -74
v
Secretum secre-
r
torum '.
|
f
Gratie sint deo ' — f
quod volueris
v
4) 74 - 76 '
342 CODICI LATINI
f
Practica brevis et utilis '.
|
'
Accipe lapidem ' — f
quam
v
dictavi
'
5) 76 -81 r f
Hugo Pisanus. Potestas divitia-
rum '.
f
In composi.tione ' — f
et naturam posside '
—
|
v
6) 81 -83 r
f
Li ber simplicium '
.
|
'
Sanctificetur deus '
f
benedictus in secula
'
7) 83 -84 r r f
Liber Hermete '.
—
j
r
Intellectum sermonum '
f
aggregationis '
8) 84 r -85 v
f
Halid filius Ysidori. Liber '.
|
f
Dixit Halid ' — f
deo an-
v
nuente :
9) 86 r -88 ''
Libellus nominatus lumen secre-

torum Ocultum artis
'.
f
' — f
arte editus
'
10)
v
89 -97
v
—
|
Wivandus. De ruffo clypeo f

Operationes omnes
:
'. '
j
v
f
fructu consecuto '
11) 97 -120
r f
Aurora vel liber tri-
nitatis compositus a S. Thoma de Aquino '
.
|
r
Venerunt
in omnia bona usque ad albedinem '
—
12)
f
'
120-127 1
'
r
Thesaurus philosophiae '. Thezaurus philosophiae |
f
' —
v
percipere aquam r
Apertorium
r r
13) 131 -133 '

se-
creti '.
j
c
Aqua vero ' — c
apud plures '.
Cart., sec. XV, mm. 215 X 145, di carte 160 n M prov. :

'
Ex Bi-
bliotheca Co. Caprara '.
748 (1501).
1) (Leoni Domenico) f
Dilucidationes de luce crucis et de
notitia viae rectae, auctore Leone Veneto '. Ad super |
'
radiosum spendorem fruamur pace Christi crucifixi ' — r '
2)
f
Liber de noticia vie recte Bene inteligentis '
. |
f
animi Data in alma

' —
Venetiarumf
urbe epistola magi-
strata de noticia vie recte ad laudem super felicissime
trinitatis, anno D. N. Yhesu Christi M°CCCLXIII. die pre-
clara in qua Beati Iohannis Baptistae solempnitas cele-
branda occurrit '.
Membr., sec. XIT (13G3), mm. 330X256, di carte -J00 n. u., con
fregio miniato, leg. m. perg., prov. dal convento di S. Domenico.
749 (1502).
f
B. Albertus Magnus. Prima pars Snmmae theologicae de
imitate et trinitate Dei '. <Cfr.: B. Alberti Magni Oj>era.
Lugduni, 1651, T. XVII).
Membr., sec. XIV. min. 320X2i"\ a 2 col., di carte. 192 n. u.,
leg. m. perg., prov. dal conv. di S. Domenico.

DELLA BIBL. UNIVKR8. DI BOLOGNA. 343
750 (1503).
(Leoni Domenico) f
Philosophia divinalis '
.
|
r
Nos vera
Jivinalis philosophia ' — c
concluditur notitiam de '
. . .
(Mutilo in fine).
Membr., sec. XIV, mm. 315X245, di carte 136 n. n., con un

fregio a penna rosso e azzurro, leg. m. perg.. prov. dal conv. di
S. Domenico.
751 (1504).
(Leoni Domenico) :
De dignitate humanae naturae '. Manca
la l
a
e, la 2 a
ine. :
:
Sicque vos, dilectissime pater ' —
f
Data Venetiis, anno M°CCC°LXVII. die quo superillu-
strissime regine celestis fabrice atque terrestris virginis
gloriose Marie festum nativitatis sacratissime celebrandum
occurrit '
Membr., sec. XIV (1367), mm. 320 X 255, di carte 170 n. n., leg.
m. perg., prov. dal conv. di S. Domenico.
752 (1505).
r
S. Thomas. In primum et seenndum sententiarum '. (Cfr.:
S. Thomae Ojjera omnia. Parisiis, 1659, T. XIX, pp. 10 sgg. .
Membr., sec. XIV, mm. 320X220, a 2 col., di carte 188 n. u.,
753 (1506).
f
Bombolognus Bononien. Ord. Praed. In primum senten-
tiarum '
3r
!
Quid est sapientia '
— f
Istud est origi-
nale primum huius scripti. Et est de manu dicti fratris
Bombologni. qui fuit contemporaneus venerandi doctoris
et admirandi fratris Thome de Aquino eius ord. predica-
torii m '.
Membr., sec. XIV, mm. 322 .< 210, a 2 col., di carte 117 n. n-,
754 (1507).
f
Bordonus Franciscus. Manuale consultorum Sacri Offici]
S. Inquisitionis super censura blasphemiarum et sortile-
344 CODICI LATINI
giorum quae frequenter occurrunt iudicanda in hoc tre-

mendo tribunali, expositum per R. P. F. Franciscum Bor-
donum Parmensem '.
Cart., sec. XVI, mm, 315 X 210, di carte 292 a. n., leg. in. perg.,
prov. dal conv. di S. Domenico.
755 (1508).
f
Bombolognus de Bononia Ord. Praed. In tertiuin senten-
tiarum '.
|
f
Christus nos redemit ' — r
Explicit liber ter-
secundum fratrem Bombolognum de
cius super sententias
Bononia de ordine fratrum pred.'.
Membr., set". XIV, mm. 310 X 200, a 2 col., di carte 123 n. u.,
756 (1509).
c
Gislebertus Porretanus (Gilbert de la Porrée). Expositio
librorum Boecii de Trinitate '
.
)
f
Omnium quae rebus
percipiendis ' — r
omnium bonorum causa perscribit '.
Membr.. sec. XIII, mm. 300 X 220, a 2 col., di carte 85 n. n., con
lettere iniz. miniate, leg. m. perg., prov. dal conv. di S. Domenico.
757 (1510).
c
Thomas Anglicus. In primum sententiarum contra Iohau-
nem Scotum '. Utrum hominem prò stata isto
|
f
Ex- ' — f
plicit Thomas Anglicus contra primum sentenciarum Iohan-

nis Scoti \
Cart. e membr., sec. XIV, mm. 300X220, a 2 col., di carte 141

n. con
n., lett. iniz. miniata, leg. m. perg.. prov. dal conv. di S. Do-
menico.
758 (1511).
f
Beltrandus. Postilla Magistri Beltrandi Ord. Min.super
epistolas Convertimini ad me
quadragesimales '•
|
c
' —
f
Explicit postilla Magistri Beltrandi super epistolas qua-
dragesimales, scripta per manus fratris Henrici Provincie
Argent. Ordinis Minorimi fratrum. Ad mandatimi et re-
quisitionem Rev. Patris Magistri Philippi de Bononia prò-
Bon. anno
fessoris ordinis supradicti et custodis custodie
domini millesimo quadringentesiino vigesimo quinto, com-
pleta in kal. mensis Marcii '.
Membr., sec. XY (1425), mm. 310 X

230, a 2 col., di carte 178 n.,
con fregio miniato marg. e ritr. dell' a. nella lettera iuiz., leg. in
perg., prov. dal conv. di 8. Domenico.
759 (1512).
1) (Colonna Egidio)
r
De regimine principimi '.
|
f
Quia li-
ber de abstratione ' — '

faeiunt in navibus ruinas '. (Un'an-
notaz. di mano moderna avverte che questa è una compila-
zione dell' op. di Egidio Colonna) 2)
f
Incipit viridarium
consolationis '.
j
(
Quoniam ut aut apostolus Petrus ' —
f
ad quam nos perducat Yhesus Christus, ete.'.
Membr., sec. XIV, mm. 290 X 208, di carte 50 n. n., cuu lett.
iniz., miniata, leg. m. pelle, prov. dal conv. di S. Domenico.
760 (1514).
r
Peraldi Guillelmus. Liber de eruditione religiosoruin '.
—
|
f
Erudire Ierusalem ne forte recedat anima mea a te '
c
benedicat deus qui incepit et complevit Amen '.
Membr., sec. XIII, mm. 290 X 210, di carte 142 n. n., leg. m.
perg., prov. dal conv. di S. Domenico.
761 (1515).
c
Documenta officialium SS. Inquisitionis contra haeretico-
rum pravitatem '. Ut officili m inquisitionis magis habea-
|
f
tur in habitu ' — f

ad inquisitionis huius officium oportu-
nis Segue un bando contro gli eretici promulgato da
'
.
frate Angelo Novello professore di teologia ed inquisitore.

(Nov. 1425).
Membr., sec. XIV, mm. 280 X 200, a 2 col., di carte 24 n. n.,
762 (1517).
f
Postillae in Novum Testamentum '
.
|
f
Incipit 2 a pars
scripture. Novum Testamentum
f
diete '.
|
Pars vero sep-
316 CODICI LATINI
tima diete scripture ' — f

Explicit liber apocalipsis. Deo
gratias. Ioliannes de Agaciis scripsit '.
Mcmbr., sec. XIV, min. 267 X 185, a 2 col., di carte 124 n. n.,
leg. m. pelle, prov. dal conv. di S. Domenico.
763 (1518).
f
Regulae ad sacrarum litterarum intelligentiam apprime,
utiles ac necessariae. Ex optimis ac orthodoxis scriptoribus
collectae: opera doctissimi Martini Martinez emeritissimi
apud Salmaticenses Hebraicarum literarum professoris, ab
eodem perlectae XV Kal. Febr. anno D. MDLIIII '.
Cari, sec. XVI (1554), mm. 275 X 165, di carte 80 n. -j- 12 n. n.,
leg. m. pelle.
764 (1519).
(Missale) Dominica I de adventu Domini
f
'.
j
f
Iste liber
est monasterii gorgone de ynsula gorgone '
.
|
r
Ad te le-
vavi animam meam '
— (Mutilo in fine).
Membr., sec. XI, mm. 270 X

163, di pp. 493 n., leg. m. pelle,
prov.: '
Ex Monasterio Gorgone de insula Gorgone '.
765 (1520).
f
Opera theologica Michaelis (Aiguani) de Bononia Ordinis
sanctae Dei genitricis de Monte Carmelo. Quaestiones primi,
secundi, tertii et quarti libri sententiarum '. Et est idem |
:
thema quod in lecticia biblie ' — f

Et sic est finis huius.
q. et totius. 4 '.
Membr., sec. XIV, mm. 295X214, a 2 col., di carte 223 n. n.,

con fregio marg. miniato, e lettera iniz. min., leg. m. pelle, prov. dal
conv. de' Carmelitani. Dopo l'indice delle rubriche è notato: 'Iste
liber est Rev. Magistri Mathei de Bononia ordinis sancte Dei geni-
tricis Marie de monte cannello '.
766 (1522).
c
Petra Carolus. De officio Regii Cappellani Maioris et de
eius origine et antiquita.te '.
Cart., sec. XVIII, mm. 295 X 200, di carte 260 n. n., leg. m. pelle,

DELLA BIBL. UN1VERS. DI BOLOGNA. V,ll
767 (1525).
f
Epistolae de tempore '.
|
r
Dominica prima de adventu
domini '.
|
f
Lectio epistole beati Pauli apostoli ad I'oma-
nos ' — f
ipsi honor et gloria in secula seculorum amen '.
Meinbr., sec. XIV, ram. 315 X 220, eli pp. 236 u., con lettere iniz.
miniate, leg. in pelle
768 (1526).
f
Calendarium festorum secundum morem Cartusiensium '.
Il calendario occupa le prime 7 carte, poi segue:
f
Inci-
piunt orationes per anni circulum. Sabbato ante I Domi-
nicam Adventus ad utrasque vesperas et laudes '.
Membr,, sec. XVI, mm. 322X222, di carte 92 n., leg. in pelle,

con lettere iniz. a colori.
769 (1528).
f
Peraldus Guilielmus. Summa de vitiis et virtutibus '
.
—
|
f
De abstinentia. Duplex est abstinencia '
f
qui se exaltat
humiliabitur, etc. '.
Rlernbr., sec. XIII, mm. 330 X 228, a 2 col., di carte 230 n. n.,
leg. in perg., prov. dal conv. di S. Domenico.
770 (1531).
(Leoni Domenico) Laudes B. M. V. ex simbolis scriptu-
f
rae '
. Mancano 17 carte in princ, e. 18 1':...
f
sed tene-
brosis per infidelitatem '
— f
virginis uterum implevit ex
ea nasciturus '
Membr., sec. XIII, mm. 355X253, di carte 111 n., con lettere
iniz. miniate, leg. m. perg., pi-ov. dal conv. di S. Domenico.
771 (1532).
1)
f
Anonimi apologeticum de paupertate Christi et Apo-
stolorum '.
|
f
Cum nobis ad curiam noviter venientibus
'
— c
sed hereticum comprobabit
'
1)
f
Breviatura ope-
f
rimi de universo Gulielmi Parisiensis seu Alverni '.
|
In
primo capitulo quod incipit : Scito igitur ' — '
hec dieta
348 CODICI LATINI
f
sufficiant. Explicit tractatus sextus '.
j
Explicit liber ter-
cius : de universo corporali '.
Membr., sec. XIV, mm. 325X220, di carte 101 n. n., cou let-
tera iniz. e fregio min., leg. in perg., prov. dal conv. di S. Domenico.
772 (1533).
f
Dominicus Leo. Vexillum B. V. M. contra Iudaeos, plii-
losophos et haereticos '. Virginis gloriosae Mariae con-
J
'
tili sectam iudaicam ' — f

et transcendendo substinet '
. . .
Membr., sec. XIV, mm. 375X255, mutilo in princ. ed in iine,
di carte 259 n. n., con fregi miniati, leg. m. perg., prov. dal conv.
di S. Domenico.
773 (1534).
f
Commentarla in cantica '.
|
f
In principio librorum tria
requiruntur ' — (L'ult. carta è lacerata per metà e fu abraso
il nome dell' a.).
Membr., sec. XIV, mm. 100X255, a 2 col., di carte Gt> n. u.,
774 (1535).
'
Bernardus Guido. Cronicon Ord. Praedicatorum a die suae
institutionis usque ad a. 1304, additis successive ab extra-
neis pluribus aliis posterioribus '. Precedono gli: Acta f
capituli generalis celebrati anno domini 1462 Senis, die

XI Angusti sub R. P. M. Conrado de Aste '. E il: Breve f
Innocentii instituentis in Universitate Bononieusi cathe-

dram ab scholam theologiae '. Le aggiunte proseguono tino
all'a. 1362. Finisce cogli atti del capitolo generale cele-

brato a Genova nel 1365. <Cfr. : Monumenta ordini* fratr.
praed. historica. T. III. Lovanii, 1896>.
Membr., sec. XIII-XIV, mm. 3G0 X 248, a 2 col., di carte 180

n. n., leg. m. perg., prov. dal conv. di S. Domenico.
775 (1536).
f
Petrus Comestor. Historia scholastica Reverendis- '
.
|
r
simo patri ac domino dei gratia Senensi archiepiscopo, Pe-

trus clericus servus Christi presbiter trecensis vitam bonani

et exitum bonurn, etc. '.
j
r
Imperatorie maiestatis ' —
r
scilicet in cathacumbis. Deo gratias amen '
Membr., sec. XIII, mm. 340 X 240, a 2 col., di carte 133 n. n.,
con. fregio e lettere iniz. miniate, leg. m. perg., prov. dal conv. di
S. Domenico.
776 (1537).
:
Dominicus Leo Venetus. De lumine supernalis maiesta-
f
tis '.
j
Christus Dei filius sapientia increata in plenitu-
dine temporis ' — f
accepisse ut sit deus dicat. anathema
sit. n. Hec ille '.
Membr., sec. XIV, mm. 330 X 245, voli. 2, con lett. iniz. e fregio
miniato, leg. m. perg., prov. dal conv. di S. Domenico.
777 (1538).
f
Albertus Magnus. Postillae in XII prophetas minores '.
<Cfr.: B. Alberti Magni Opera. Lugduni, 1651, T. Vili).

778 (1539).
1) (Fra Roberto da Bologna) Apologeticum prò S.Thoma
r
'
.
—
|
r 1
Quia sicut dicitur invicem congregati trahunt '
f
f
2) Miscellanea quaestionum philosophiae et theologiae '.
—
|
f
Consideratio nostra in opere horum '
f
habet in coelo '.
Membr., sec. XIV, mm. 325 227, a 2 col., X di carte 54 n. n.

779 (1540).
f
Exceptiones XXIII auctorum sacrorum fere omnium san-
ctorum '
.
|
f
Non parvum in phylosophya profectum puto — '
r
peiorem explorando '
Membr., sec. XIV, mm. 3:35 X 245, a 2 col., di carte 247 n. n.,
780 (1541).
Lectiones seu epistolae in missis sanctorum, incipientes
f
r
a die S. Stephani '. In nativitate sancti Stephani. Lectio|
350 CODICI LATINI
actuuin apostoloruni '.

|
f
In diebus illis ' — f
Doctrix est
enim discipline dei '.
Membr., sec. XV, mm. 320 X 218, di carte 64 n., eoa lettere
iniziali miniate, leg. in perg., prov. dal conv. di S. Domenico.
781 (1542).
f
Acta processila S. Catharinae Senensis tracta ex originale '.
Membr., sec. XIV, mm. :>75 X 267, a 2 col., di pp. 150 n., con
lettera iniz. miniata e il ritr. di S. Caterina, leg. in. perg., prov. dal
conv. di S. Domenico.
782 (1543).
f
Anonimus. In Apocalipsira '. Apocalips. jhu. liber ille |
f
induas ' —
et terni inum sit honor et gloria in secula se-
f
culorum amen. Explicit super lohannem. Deo gratias '.

con lettera iniz. miniata, leg. m. perg., prov. dal conv. di S. Domenico.
783 (1544).
(Evangelia) Dominica f
I de adventu dei secundum Lucam 1
—
f f
fides tua te salva fecit vade in pace '. Precede 1' Index
Evangeliorum quae habentur in hoc codice '.
Membr., sec. XII, mm. 300X212, di pp. 164 n., leg. in perg.,
784 (1545).
f
Postillae in epistolas S. Pauli Apostoli '
. |
f
Romani sunt
in partibus ytalie ' — f
et facite legis nobis colosensium
epistolam '. Con molte postille marginali ed interlineari.
Membr., sec. XIII, mm. 280X200, di carte 176 n. n., con let-
tore iniz. miniate, leg. m. perg., prov. dal conv. di S. Domenico.
785 (1546).
r
Piicardus A.nglicus. Super tres libros sententiarum Petri
Lombardi '
.
|
f
Altitudo sapientie et scientie dei ' — f
po-
tius denunciat absolutos '.
Membr., sec. XIV, mm. 280X200, a 2 col., di carte 613 n., leg.
in perg., prov. dal conv. di S. Domenico.

786 (1547).
f
S. Antoninus Summae pars II '.
|
f
Capitala istins tytuli
de religione sunt ista ' — f
sequenti dioitur deberitis '.
Membr. e cart., sec. XIV, mm. 275 X 135, di carte 316 n., leg.
m. perg., prov. dal conv. di S.Domenico.
787 (1548).
f
Samuel Rabbi. Disputationes traslatae in latinam linguam
per Alphonsum Hispanum ordinis Predicatorum '.
j
f
Hec
est disputatio facta inter Ingetum contardum mercatorem
ianuensem et quosdara sapientissimos Iudeos et doctores
in synagogis Iudeorum que fuit facta Maiorice anno Do-
mini MCCLXXXVI. Et incepta fuit in festo apostolorum
f
Philippi et Iacobi, videlicet die primo maii Contigit '
.
|
quod quidam iudeus —

in quo filius dei datus est nobis
'
f
de gratia. Ad quam et cuius il le nos perducat. amen '.
Membr., sec. XV, mm. 270 X 225, di carte 52 n., con lettera
iniz. miniata, leg. in perg., prov. dal conv. di S. Domenico.
788 (1549).
f
Antiphonarium cuni notis musicis '
.
|
f
Ad te levavi ani-
mam meam '
— c
sine fine regnat sapie '
Membr., sec. XII, mm. 262 X 180, di carte 197 n., con lettera
iniz. miniata, leg. m. perg., prov. dal conv. di S. Domenico.
789 (1550).
c
Beati Monetae Cremonensis Orci. Praed. Summa contra
Valdenses et Catharos '.
|
f
Tempus faciendi, domine, dis-
sipaverunt legem tuam ' — f
Explicit summa contra kere-
ticos edita a Magistro Moneta de ordine predicatorum '. j
f
Ihesus Marie filius sit fratri Ioachim Bonon. clemens et
propicius. amen. amen, amen '
leg. in perg., prov. dal conv. di S. Domenico.
790 1551).
f
S. Bernardi epistolae nec non tractatus de amore Dei '.
352 CODICI LATINI
<Cfr. : 8. Bernardi Opera. Venetiis, 1610, II, carte 2-106

v v
e 312 -324 .
Membr., sec. XIV, mm. 298 154, a 2 col., di carte 86 n. n., X

leg. m. perg., prov. dal conv. di S. Domenico. In fine è notato: Iste '
liber fuit condam Rev. Patris Magistri Guidonis de Gueciis Ord.

i'ratr. Predicator. de Bononia '.
791 (1552).
Phylip])inus Ferrariensis. Libri VII de loquerido et I de
(
f
vitiis et virtutibus '•
|
Incipit prirnus liber. s. mentalis
de hiis que possunt loqui in menta, compillatus ex diversis
scriptis per fratrem phylippinura ferrariensem ord. pred. '.
—
j
in medicos ad ultimum
f
Quia honorificum est '
f
'
. . .
(Mutilo in fine).
Membr., sec. XIV, mm. 255 135, di carte 83 -f- 33 14 -f 18 X +

-|- -|- 12 -\- 6 n., con lettere iniz. miniate, leg. m. perg., prov. dal
14
792 (1553).
f
f
Martirologium Adonis '. Kal. Mar. Brixiae Nat. San- j
ctorum mar. Faustini et iovittae ab inferis resusci- ' — f
tasti per. '
Membr., sec. XII, mm. 252 X 150, di carte 103 n., leg. m. perg.
In fine è notato: 'Iste liber est Canonicorum llegularium mona-
sterii S. lohannis de foris Brixie '.
793 (1555).
f
Gerardus Lemovicensis. Cronica seu Historia ord. fra-
trura predicatorii m
f
'.
|
Dilectis in dilecto dei fìlio fratribus
predicatoribus universis ' —
domino litigone cardinali qui
f
magister suus fuerat, cum eodem in eodem proposito con-

currente '.
Membr., sec. XIV, mm. 280 205, a 2 col., di carte 112 n. n., X
con lettera iniz. miniata, leg. m. pelle, prov. dal conv. di S. Domenico.
794 (1556).
f
Pontificale Romanuin '.
|
f
Rogamus te Domine sancte ' —
23. 5. '90s
DELLA B1BL. UN1VBKS. DI BOLOGNA. 353
r
Et sic completa sunt omnia '. Precede un indice, di mano
moderna, di ciò che contiene il Pontificale.
Mem.br., sec. XII, mm. 275 X

200. di carte 155 n., leg. m. pelle.
Fu acquistato a Brescia ed appartenne alla chiesa di S. Giulia.
795 (1557).
f
S.Ambrosius. Hexaemeron, De Cain et Abel, et Apolo-
gia prophetae David'. <Cfr. S. Ambrosii Opera. Vene- :
tiis, 1748, T. I, pp. 2-164, 213-259, 823-826, Gap. II, § 7>.
Membr., sec. XII, mm. 290 X 200, di carte 118 n., con lettera
iniz. miniata, leg. m. pelle, prov. dal Monastero di S. Salvatore.
796 (1558).
f
MissaleCartusianum In nomine sancte trinitatis
'
. |
f
ac gloriosae Virginis Mariae et B. Iohannis Evangelistae

incipit missale secundum ordinem cartusiae liberis '
— f
tibi mentibus serviamus '
Membr., sec. XIV, mm. 280 X 210, di carte 146 n., leg. m. pelle.
797 (1560).
' f
f
Constitutiones Ordinis Monti Oliveti 47 Infrascri- 1'
pte sunt reformationes ordinis nostri Montis Oliveti in

melius reformate, interpretate et declarate per Reveren-
dum patrem fratrem Leonardum de Imperialibus
in Christo
de Ianua Abbatem generalem'.
185, di carte 55 n., con fregio mi-
niato a colori ed oro e piccole lettere iniziali miniate, prov. dal conv.
degli Olivetani.
798 (1561).
f
Iohannes Climacus. Scala spiritualis seu Scala Paradisi '
<Cfr. Ioannis Climaci Scala Paradisi. Coloniae Agrippi-

:
ne, 1601, in 8°).

Membr.. sec. XV. mm. 300X200, di carte 97 n., leg. m. pelle.
Prov. dal monastero di S. Salvatore. Fu acquistato 1' 11 gemi. 1532
da frate Pellegrino da Bologna, forse a Venezia.
799 (1562).
f
Evangelia Sancti Lucae, cum glossis '•
j
'ûoniarn qui-
Studi ital. di filol. class. XVI.

354 CODICI LATINI
dem multi conati sunt ordinare narrationes ' — f

vocavit
discipulos suos, et '... (Mutilo in fine).
Membr., sec. XII, mm. 277X200, di carte 24 n., con lett. iniz.
miniata, leg. m. pelle.
800 (1563).
1) 2Expositio orationis Dominicae antiquissima, quae ad
1'
f
erudiendos cathecumenos olim utebatur Romana Ecclesia '.

—
|
'
Pater noster qui es in coelis. Hec libertatis vox est '
in secula seculorum amen Oratio ad S. Ma- ' f

2) 2
f 1'
riani Magdalenam '

.
j
f
Sancta Maria Magdalena '
— r
per
v
omnia secula seculorum amen '
3) 2 -8
r
Sermo seu tra-
ctatus antiqui Canonici Regularis '.
|
'
Multi multa sciunt '
— f
in secula seculorum amen '
4) 8
V f
Monitum quod-
dam spiritualem vitam adiuvans '.
|
c
Ut possis assequi ' —
V
f
cessabit quassatio
'
5) 8 f
Descriptio septem vitiorum
capitalium '
.
|
f
Septem sunt vitia principalia '
— r
ut
f
lutum platearum dolebitur '
6) 9 1'
Versus rithmici per-
fectionem religiosae vitae complectens '
.
|
f
Hec tibi vi-
vendi ' —
cum venerit hora r
7) 9
V
'
f
De flagellis Dei '.
—
|
f
Legitur enim quod quinque modis ad modos per- '
f
V r
tinet 8) 9'
Versus rithmici de vanitate huius vitae '.
—
|
f
Cum sit omnis caro fenutn quod hic seminaveris '
f '
V v r r
9) 9 Dies irae 10) 10 -17

f
Dulciloquium Beati '
Augustini '. Agnoscam te, domine,' Qui in trini-

|
r
— f
tate perfecta vivis et ìegnas peromnia secula seculorum '
11) 17* Versus rithmici ad M. V.'. Virgo Ma-

f
j
f
ria ' —
ducas ad ducem r
12) 17
v
Oratio ad Deum '. '
f
—
|
f
Domine Deus omnipotens per omnia etc. '
f '
v
13) 17 -52
r
Elucidarium S. Anselmi, seu potius Honorii
f
Agustodunensis '. In hoc opere intendit auctor sic |

f
' — f
aperietur te promictente. qui vivis et regnas deus per

v v f
omnia secula seculorum 14) 52 -53 Versus rithmici ' '
.
|
'
Summe deus angelorum '. Maria maris stella j
' '
|
f
Stella stellis omnibus fulgore celebrior '
|
'
sancta virgo
virginum
1
|
f
Ave vivens hostia '.
Membr., sec. XIV, mm. 297 X 200, di carte 55 n ,

leg. ni. pelle.
801 (1564).
c
Officiura B. Mariae Virginia secundum usum romanura '
Membr., sec. XV, mm. 290X210, di carte 71 u., con fregio mi-
niato e lettera iniz. miniata, leg. m. pelle.
802 (15G5).
f
S. Antonini Summae III pars '
. <Cfr. : S. Antonini Summa
theologica. P. III. Veronae, 1740, in fol.>.
Membr., sec. XIV, mm. 290 X 200, a 2 col., di carte 256 n., con
lettera iniz. miniata, leg. m. pelle, prov. dal monastero di S. Salvatore.
803 (1566).
1)
f
Gregorius Ariminensis. In libros sententiarum '. Ma- |
f
gister in prima —
Explioit textus sententiarum fratris
'
r
Gregorii Ariminiensis sacre pagine Ordinis fratrum here-

mitarum S. Augustini. Deo gratias amen '
2)
f
Summa
decreti abbreviati Panormie Yvonis Carnotensis episcopi
de multimoda distinctione scripturarum '•
|
f
Excerptiones
ecclesiasticarum ' — f
fratres quoque virum. Laus Deo '.
Cart, sec. XV, mm. 290 X 215, a 2col., di carte 239 n. -{- 54 n. n.,
leg. m. pelle, prov. dal conv. di S. Paolo in Monte.
804 (1567).
Fratris Iohannis Gallensis Breviloquium de quatuor vir-
r
tutibns cardinalibus '

. |
c
Quoniam misericordia et veri-
tas '
— f
ubi vis permanere Ego vita. Amen '.
Cart., sec. XIV, mm. 300X210, di carte G5 n., leg. m. pelle,
prov. da Gio. Grisost. Trombelli.
805 (1569).
:
Romei Foscherarii orationes et alia excerpta ex Sacra
Scriptura '
1)
f
Incipiunt orationes d. Romei de Foscha-
rariis civis, militis et doctoris bonon. ad Summum Ponti-
ficem et ad alios principes et dominationes cura aliquibus
eius fragmentis '.
|
f
Serenissime Regum Rex ' — f
Ex
Mediolano, pridie calendas Iunias 1439 2) Liber Rut ' f
in capit '. Fragmenta notabilium electorum ex Biblia

|
f
356 CODICI LATINI
per d. Komeurn de Foscharariis militem et legum docto-

rem Bon. '. Ite in domum patris nostri
|
f
super do- ' — f
minimi deum suura '.
Cart., sec. XV, mm. 300X200, di carte 129 n., leg. m. pelle.
806 (1570).
f
Evangelia et Epistolae. Evangelium S. Mathei, S. Marci,
S. Lucae et S. Iohannis. Epistolae S. Pauli ad Romanos,
ad Corinthios, ad Galathas, ad Ephesos, ad Philippenses, ad

Colocenses, ad Thesalonicenses, ad Timotheum, ad Titnm,
ad Philemonem, ad Hebreos, Liber actuum apostolorum,
Epistola Iacobi, Epistola S. Petri, Epistola Iohannis apo-
stoli, Epistola Iudae apostoli, Liber apocalipsis, Capitula
libri proverbiorum Salomonis, Capitula Ecclesiastes, Capi-
tula in libro sapientiae, Parabole Salomonis,Verba Ecele-
siastae, Liber Sapientiae '
Cart., sec. XV, mm. 300X210, di carte 168 n. n., leg. in pelle.
807 (1571).
f
Thomae Anglici Ord. Praed. expositio super decem
Fratris
primos libros Augustini De civitate Dei '. Fluminis im- |
r
petus letificat civitatem dei ' — f

ministerium quod abscon-
ditum fuit et cetera '
Cart., sec. XIV, mm. 300 X 225, di carte 181 n., leg. in pelle.
808 (1572).
f
Henricus de Firmarla (de Vrimach o Weimar). Senten-
tiarum libri '. Ex nobili prosapia oriundo domino Ara-
|
r
baldo ' —
Explicit sententiarum libri ethicorum fratris
'
Henrici de'Allemania sacre theologie professoris ordinis

fratrum heremitarum S. Augustini '.
Membr., sec. XIV, mm. 330X245, a 2 col., di carte 217 n. n..
leg. m. pelle.
809 (1573).
1)
f
Thoma de Vales et Nicolaus Traucht. Expositio libro-
rum S. Augustini De civitate Dei '. Fluminis impetus |
c
' —
DELLA BIBL. UN1VKRS. DI BOLOGNA. 357
r
Explicit expositio librorum Augustini de civitate Dei edita
a magistro Thomade Vales usque ad 10, et usque ad finem
aliorum a Magistro Nicholao Traucbt Quam scripsit . . .
Nicholaus Iohannis de herbipolirn de partibus Alamanie

superioris, ac complevit ipsum opusculum die VII mensis
decembris anno MCOCOLVI '
2)
f
Sextus xiurelius Vi-
ctorius. De vitis Iraperatornm Romanofum libellus '.
f
Anno urbis condite septingentesimo vigesimo secundo ' — |
c
Aristotelis ponderaris. Ita est finis huius Epistole. Deo
gratias '
Cart., sec. XV, min. 340X235, di carte 166 u. n., eoa elegante
fregio miniato e lettera iniz. min., prov. :
'
Ex Bibliotheca Iohannis
Garzoni '
810 (1574).
(Tommaso d'Antonio Nacci Caffarini da Siena) r
Libellus
tripartitila de supplemento legende prolixe virginis beate
Katherine de Senis distractum in tres partes '
. |
f
Com-
pulsus a pluribus venerabilibus virginis ' — c
atque profi-
cere. Cui est honor et gloria per infinita secula seculo-
rum amen '.
Merabr., sec. XIV, mm. 330 X 227, a 2 col., di carte 67 n., con
r
1 disegni a penna a e. 29 e lett. iniz. min., leg. m. pelle, prov. dal
811 (1575).
f
f
Lectiones seu Epistolae quae canuntur in Missis '
.
|
In
diebus illis Petrus et Iohannes ' — '
cogitatio prò defun-
ctis '
Membr., sec. XIII, rnm. 310 X 210, di pp. 330 n., mane, di al-
cune carte fra le pp. 32 e 33, leg. rn. pelle.
812 (1576).
(Vitae sanctorum) (Mutilo in princ.) . .
f
quanta precipuae
lamenta monachorum '
— c
spiritus perorrescat '. Contiene
le seguenti vite :
'
Epistola de transiti! S. Martini. Sermo
S. Ambrosii de S. Martino. Passio S. Victoris de Cilicia.
358 CODICI LATINI
Passio S. Loiigini. Passio S. Ceciliae. In S. Grisogoni.

Passio S. Iacobi Mar. Passio B. Virg. Mar. Barbarne. In
S. Dalmacii Mar. Passio S. Nicolai Episcopi Miren. Passio
S. Savini Marfc. Passio S. Lucie. Passio S. Gregorii Spole-
tini. Passio S. Stephani Levite. Vite S. Iohannis Apostoli.
Vita S. Silvestri confess. Vita S. Sebastiani. Gesta S. Agnetis
virg. Passio S. Vincencii Mart. Vita S. Geminiani. Passio
S. Agathe virg. Passio S. Iulianae. Passio sanctor. mart.
Faustino et Iuvitte. Relatio translatiouis corporis B. Ste-
phani protomar. ad Hierosolimam in Constantinop. IV Non.
Mar. III. Homelia facta a B. Anastasio Archiepiscopo Ale-
'.
xandriae. Passio B. Blasii
Membr., sec. X, mm. 300 X 200, a 2 col., di carte 120 u. n., mu-
tilo in princ, con neumi musicali, leg. in pelle, prov. dal monastero
di Nonantola.
813 (1577).
1) Telesphorus Eremita. Vaticinia seu prophetiae '.
f
In- |
cipit epistola fratris Thelofori heremite ad magnificimi

virum Antonium Ianuensem ducem clarissimum de devo-
tione religionis et ecclesiae militantis ' — '
Explicit liber
fratris Thelofori presbiteri et heremitae de cognitione pre-
sentis scismatis ac statu universalis ecclesiae usque ad finem
seculi. Amen '
2)
f
Maximi De ecclesiastica Mysagogia,
hoc est. De introductione ad sacra ecclesiae mysteria '.
(
Maximi monachi ecclesiasticae mysagogiae finis

' — f
3) Aeneae Silvii Piccolominaei Senensis Federici Ro-

f
manor. regis secretarii et oratoris de morte Eugenii IV et

coronatione Nicolai V Summorum Pontificum oratio corani
ipso rege habita ;
•
|
f
Cupere te, priuceps Serenissime,
nostra in legatione (Romae
;
— r
iter habetis apertum '.
anno Dora. MCCCCLVII)

III sept. die 4) Incipit oratio
f
habita per Guasparinum Barzizium in funere medici cla-

rissimi Iacobi de Forlivio MCCCCXIIII '.
|
'
Video hic
neminem vestrum ' — '
cogitatione vobiscum fruar
5)
f
Gasparini Barzizii prò Luca Bel monte fiorentino in
f
suo conventu in iure civile
;
oratio incipit .
|
Si quis
forte '
— f
accipe, vir eruditissime, librum
;
6)
r
Ga-
sparini Barzizii in persona generalis humiliatorum in suo

convento in iure canonico '. Cam multa sepe mecum |
' —
c
prefecturus sis '.
Carfc., soc. XV-XVI, rana. 300X230, di carte G7 n., con figure

acquerellate a colori allusive alle profezie sui Papi, leg. m. pelle.
814 (1578).
f
Martyrologium Romanum
Incipit martirologium per '.
|
'
anni circulum ' —

Hermetis exorciste et aliorum '. '
S. |
f
Incipiunt lectiones evangeliorum legende cum calendis
per totum annurn '. Incipit passio beate Katerine vir- |
r
ginis et martiris '.
Membr., sec. XIV, mm. 310 X 212 >

di carte 194 u - "•> con at-
tere iniz. miniate, leg. in pelle.
815 (1579).
1)
'
S. Augustini confessiones '. (Mutilo in princ.) . . .
'
fa-
ciunt? quia etsi frangantur non effunderis '

— '
Aurelii
Augustini liber confessionum tertius decimus et ultimus
feliciter explicit 2) Eximii poetae Francisci Petrar-
' r
chae versus super hos libros '. Hunc celer ad fontem |

f '
(Epigr.). Eiusdem in epistola ad Gerardurn Germanum

|
f
suum monachura :
.
j
r
Lege Augustini scatentes lacrimis con-
fessionum libros ;
— non mediocre repperies
f
3) Ex '
f
dictis Aurelii Augustini episcopi Non mediocriter er- ;

.
|
f
rat '
— f
neque dissimulato bono decipiamur. Deo gratias ;
Membr., sec. XV, min. 210 X 318, di carte 154 n. -f- 2 bianche
n. n., mutilo in princ, leg. m. pelle, prov. dalla biblioteca del conv.
di S. Salvatore.
816 (1580).
r
Epistolare per totum anni circulum In nomine pa-
'.
|
r
tris, etc. Incipit epistolare per totum anni circulum. io- 1
ni inica prima de adventu. Lectio epistole beati Pauli apo-

stoli ad romanos fratres '.
Membr., s<>c. XV, in m. 300 X 210, a 2 col., di carte 100 n. n..
leg. m. pelle.
360 CODICI LATINI
817 (1581).
f
Tabula alphabetica super Decretalia '.
|
'
A. a. a. Triplica-
timi a in scriptura ' — f
Deo gratias. Orate prò scriptore '.
Cart., sec. XV, mm. 300 X '200, di carte 191 n. n. Iu fine è no-
tato: '
Iste liber est loci sancti Pauli extra Boaoniam et ad usuai
fratris Marci de Bononia '.
818 (1582).
v r
1) l -72r
Constitutiones Collegii generalis Iudicum, Con-
siliariorum et Advocatorum Bonon. anno Domini
civit.
*
v
MCCCXCIII r
2) 73 -87
r
Quaedam extravagantia con-
cernentia honorem et utilitatem Studii et Collegii gene-
ralis eiusque doctorum '
3) 88 r -98 v '
Incipiunt aliqua
statuta comunis Bononiae in privilegium Doctorum, sco-
larium et Studii Bononiae, et primo de pena committen-
tis aliquam questionem consulendam alicui forensi
'
4) 99 r -106 r Rotulus Studii '. (Contiene il privilegio Teodo-

'
siano)
r
De inchoactione Studii et festivitatus celebrandis '
5) 107 r '
Privilegia et immnnitates concessa et con-
cesse in longissimis temporibus scolaribus et Doctoribns
Studii Bononiensis '.
Cart., sec. XV, mm. 295X200, di carte 130 n., leg. in. pelle,
'
Ad usura Fr. Peregrini Antonii Orlandi Ord. Carmelit.'.
819 (1583).
c
Consilia, seu Responsa D. Nicolai Ab Armis hactenus . . .
non impress. A proprio originai, sumpta: continen: mate-

rias utriusque censurae admodum practicabiles, ac quoti-
dianas. Argumentis, summariis unicuique responso prae-
missis, atque rerum omnium notabil. indice copiosissimo
exornat. per R. P. D. Gasparem Mutiarellum Advocat. et
i. e. Bonon. Prothonot. Apostolicum '.
Cart., sec. XVII, min. 310 X 220, di pp. G29, n., leg. in perg.
820 (1584).
f
Decreta Sacri Concilii Tridentini '.
|
Sessio 4 Decretum
de canonicis scripturis
r
. (17 Ianuarii 1576) — r
sessio 25.
tit. de ind. libr. et cath. Miss, et Brev. De observandis et

recipiendis decretis Concilii Tridentini '. (Contiene le di-
chiarazioni della S. Congregaz. del Concilio di Trento sui
decreti di esso).
Cart, scc. XYI-XVII, min. 312X222, di carte 438, n. a., lag.

in perg.
821 (1585).
1) l r
-48 v '
Responsi© Pii Papae II data omnibus, serenis-

simi Renatii Andegavensis regis et insuper alia data ora-
'
toribus regis Franciae 2) 51 r -116 r '

Aeneae Silvii Pie-
colominei Senensis mox Papae Pii II Apologia adversus
Germanos contra Sedem Apostolicam et Romanam Curia
oblatrantes 3) 117
'
r -136 r r
Locus secundus de creatura
mundi, de angelis, de nomine, eie reliquis creaturis
v
4) 140 r -176 An Romanus Pontifex sit supra Concilium.
f
f
Disputatio :
5) 18O-201 1'
Bulla Pii II contra Borsinm
Estensem '. (Dat. Viterbii, Nonis Iunii MCCCCLXII)
v
r
6) 202 -225 Tractatus de reformationibus Romanae Cn-
f
riae ad S. D. Pium II Papam, compilatus per R. P. D. Do-

minicum Episcopum Brixiensem alias Torcellanum (Octo-
:
v
ber 1418) 236 -237 SS. P. Pio II P. M. Dominicus
7)
r '
Episcopus Torcellanus quoraodo super e. Constantinus palea

XCVI di. utrum verum sit et prò autentico accipi debeat
et specialiter an Beatus Silvester baptizaverit Constanti-
v
num Magnum '. (Romae, 1462, 4 Martii) r
8) 238 -244
Q/uae a Summi Pontificibus aut
f
Sacris Concilii decreta
sunt circa vitam mores S. R. E. Cardinalium et
'
v
9) 247 r
-252 De regimine almae urbis Romae ad 111. Card.
r
v
Lomelinum R. 10) 256 r -262 Canonizatio B. Catlie-
' :
f
rinae Senensis 11) 263 -286 r Andreis, idest bistoria
'
r
de receptione capitis S. Andreae 12) 287 r -305 r Bar- '

'
tholoraaei Platinae Cremonensis Xysti IV Papae vita

13) 306 -309 Iacobi Maffei Nicolai f. civis et Archi-
1 1- '
diaconi Volaterrani Diariorum sive rerum gestarum Comen-

tariorum libri quinque ab obitu Iacobi Amannat-i Card, l'i-
piensis usque ad finem Pontificatus Xysti V 111 'SII r -362 r '
'
Vita S. Celestini Papae V ex Archivio ecclesiae Ann-
362 CODICI LATINI
gn. descripta Card. Lomellino Presule anno D. 1573 '
15) 363 r -419>' '

Explicatio Bullae : In coena Domini
16) 4211-4331'
f
De Monte pietatis '.
822 (1593).
r
Acta causae contra Molinos '. (1687).
Cart., sec. XVIII, mm. 290 < 205. di carte 377 n. n„ leg. in perg.
823 (1597).
1) D-204 1'
f
Ellucidationern decretorum sacri Concilii Tri-
dentini a congregatone Illnstrissirnor. et Reverendissimor.
S. Rom. Ecclesiae Cardinalium script per me Io. Bapti- . . .
stam Raymundi de Ramponibus, de anno 1602, sub die X

mensis Maii Concordantiae ad Consilia
'
2) 241 r -237 r r
mi
Angustini Beroi Per Io. Dreller I. Cons. Practi-
col. p.
cum 3) 238 r -317 r

'
Concordantiae ad secundum volu- '
men Consiliorum D. Angustini Beroii per Ioannem Dreller

i. e. editae '.
Cart., sec. XVII (1602), mm. 295 X 208, di carte 318 n., leg. in perg.
824 (1598).
1) 77 r -87 r <Gesta Romanorum)
Non vidi Marchio excel- r
lentissime ad ultimam
'
—
deditionem r
compulit
2) 88 -113 Incipit liber phisonomie quem compilavit Ma-
c
r r
gister Michael Scotus ad preces Domini Frederici Roma-

norum Imperatoris '. Imperator inter cetera que |
f ;
— :
nunc prediximus sufficiant'.
Cart., sec. XV, mm. 285X220. di carte 113 n. n. ; leg. in perg.
825 (1600).
f
Antonius de Pratoveteri. De feudis '.
|
Epistola Antonii
de pratoveteri circa feudorum . . .
!
. . . 2 1
'
'
Antonii pra-
Cesarem
toveteris utriusque iurisconsulti ad invictissimurn
serenissimunque principem Federicum tertium Romano-
rum Irnp. nova feudorum compilatio atque digestio
. . .
—
DELLA BIBL,. UNIVERS. DI BOLOGNA. 368
Datum et actum Gretz Salczeburgensis dio-

in opido nostro
cesis, die veneris proxima ante festum S. Antonii confes-
soris, anno . . millesimo quadringentesimo sexagesimo se-
cundo ?
, etc.
Membr., sec. XV, rara. 100X275, a 2 col., di carte 10 n. u.,

con lettere iniz. miniate, leg. in pelle.
826 (1601).
f
Commentarium Petri Lombardi Episcopi Parisiensis super
Psalmos .<Cfr. Petrus Lombardus. Gomment.
?
: in totum Psal-
terium. Parisiis 1541, in fol.>.
prov. dal monastero di S. Salvatore.
827 (1602).
Commentaria Petri Lombardi super Psalmos '.
(Cfr. : Op.
citata).
Membr.. sec. XIV, mm. 370X235, a 2 col., di carte 239 n. n.,
leg. in pelle, prov. dal monastero di S. Salvatore.
828 (1603).
r
Ordinarium Missae. Ad Pontificis seu sacerdotis solemnem
aut privatam Missam celebraturi usum '.
Membr., sec. XVI, mm. 365 X 265, di carte 74 a. n., con fregio
miniato e undici incisioni colorate, note musicali, leg. in pelle.
829 (1604).
(Vitae sanctorurn). Contiene le vite de' seguenti santi:
SS. Petri et Pauli. Pass. S. lacobi apostoli. Passio S. Bar-
tkolomaei apostoli. Passio S. Mathei apostoli et evang.
Passio Symonis et Iudae. Passio S. Thomae apostoli. Passio
S. Andreae apostoli. Gesta S. Iohannis apostoli et evang.
Passio S. Philippi. Passio S. lacobi. Passio S. Mathiae apo-
stoli. Natale S. Marci evang. Natale S. Barnabae. Sermo
Lucae evang. Vita S. Sylvestri. Natale S. Felicis. Natale
S. Marcelli. Natale S. Sebastiani. Passio S. Fabiani. Passio
S. Agnetis. Natalis S. Vincentii. Transitus S. Severi. Na-
364 CODICI LATINI
tale S. Blasii. Natale S. Agathae. Natale S. Fuscae. Natale

S. Valentini. Natale sanctor. Faustini et Iovitae. Vita S. Gre-
gorii. Vita S. Benedicti. Passio S. Georgii. Natale S. \'i-
talis. Natale SS. Alexandri, Eventi et Theodor)'. Inventio
S. Crucis. Natale SS. Gordiani et Epimachi. Natale S. Nerei

et Achillei. De obitu Petronillae et passio Feliculae. Na-
tele S. Panchracii. Natale S. Potentianae. Translatio san-
ctor. Senesii et Theopontii. Natale sanctor. Gantianorum.
Natale S. Marcellini et Petri. Natale sanctor. Primi et Fe-
liciani. Natale S. Viti et Modesti. Vita S. Senesii et Theo-
pontii. Miracula imaginis Salvatoris D. N. G. C. Natale
Sanctor. Gerva.sii et Protasii. Incipit passio Sanctor. mar-
tirura Theopompi et Senesii. In nativitate S. Thomae ar-
chiepiscopi Conturberie '.
Membr., sec. XII, mra. 350X250, a 2 col., di carte 333 u. n.,
leg. in pelle, con lettere iniz. miniate, mutilo in princ. ed in fine.

Sembra prov. dal monastero di Nonantola.
830 (1605).
r
S. Augustinus. De civitate Dei '. <Cf'r. : l' ed. di Vene-
zia, 1742, in 4°).
Membr., sec. XV, mm. 320 X 210, di carte 432 n., di elegantis-
sima scrittura italica, con lettere iniz. miniate, leg. in pelle, prov. dal
monastero di S. Salvatore.
831 (1607).
f
Ordo Missalis secundum consuetudinem Ilomanae Curiae .
Membr., sec. XV, mm. 330X232, a 2 col., di carte 216 n. a.,
con fregio miniato e lettere iniz. miniate, leg. m. pelle.
832 (1608).
f
Strabo. De situ orbis '.
|
'
Tuarum plerurnque rerum
conteraplatione adductus
;
— f
Strabonis de situ urbis ter-
reque descriptione decimus septimns et ultimus a
liber
Guarino Veronensi in latinam conversus linguam absolutus
est anno Christi MCOCCLVI. Tertio Idus Iulias, Ferrane '.
Cart., sec. XV (145G), mm. .">

15X217, di carte 311 u., con let-
tere iniz. min., leg. in pelle.

DELLA BIBL. UNIVBRS. DI BOLOGNA. 3fi5
833 (1609).
f
Cronica gestorum ac factorum memorabilium civitatis Bo-
nonie edita a fratre Hyeronimo de Bursellis bononiensi or-
dinis predicatorum '. (Fino all' a. 1584. Dall' a. 1498 in poi
fu scritta da fra Vincenzo de Spargiati). <Cfr. : Muratori.
Rer. Ital. Scr., T. XXIII, 863-916).
Cart., sec. XV, mm. 380X235, di carte 98 n.
-f- 19 n. n., con
acquerello rappres. Bologna, Aposa e Ferus, prov. dal conv. di S. Do-

menico. Originale.
834 (1610).
c
Guarinus Veronensis. Per ordinem litterarum Super Vir-
gilio ex Servio excerpsit \ Abiurare est rem creditam
|
'
negare ' —
Hec sunt que collegi ex Servio que legen-
r
:
tibus non inutilia puto. 1468, die 12 Deceinbris '.

,
Cart., sec. XV (1468), mm. 340 X 185, di carte 87 n. n., prov. dal
conv. di S. Giacomo cui fu donato da Giovanni Garzoni nel 1494.
835 (1611).
f
Paulus Venetus. Summa naturalis
;
.
|
'
Plurimorum astri-
ctus precibus
c
— '
Explicit quarta pars Summe naturalis,
acta per Rev. Doctorem Magistruui Paulum de Venetiis '.
Segue un'altra op. anon. forse dello stesso autore che ine:
Quoniam scientia de anima et de numero bonorum ;
—
f
Hoc sumus quod eritis, fuimus quondamque quid est '.
Cart., sec. XV, mm. 335 X 232, a 2 col., di carte 177 n. n., con
lettere iniz. miniate, prov. dal conv. di S. Paolo in Monte.
836 (1613).
'
Martinus Polotius. Cronica (1277-1284. '
<Cfr. : Martini
Poloni Chroìticon. Antuerpiae, 1574, in 8°).
Membr., sec. XIV, min. 280 X 195, a 2 col., di carte 59 n. n.,

leg. in pelle, prov. dal conv. di S. Domenico.
837 (1615).
r
Opera quapdam legnila '
1)
'
De diversis commissioni-
bus etiam cura clausula si vocatur et clausula declarationis
366 CODICI LATINI
'
et invocatione auxilii secularii 2)

f
De absolutionibus
et remissionibus criminum perpetratorura et commissionibus
eorumdem '
3)
f
De unionibus !
4) De exemptio-
f
nibus :
5)
f
De executionibus '
6) '
De facultatibus
''
7)
r
Conceduntur bona ad Oameram Apostolicara de-
voluta seu confiscata 8) De visitationibus monaste-
; f
riorum '
0) De trans! ationibus de ordine ad ordinem
'
10)
f
Assegnantur provisiones annuales 11) De ' f
f
decimis '
12) Deputar) tur et constituuntur ofiiciales
'
spirituales et etiam temporales per Papam 13)

f
De
f'ormis adfuturam et perpetuam rei memoriam et confir-
14) De
r
mationibus instruraentorum et litterarura, etc. r
diversis formis
;
15)
f
De diversis successioni'ous et fa-
cultatibus testandi '
16)
:
De fructibus percipiendi
r
17)
f
De indulgentiis '.
Cart. e membr., sec. XIV, mm. 300 X 220, di carte 223 ri. n.,
leg. m. pelle, prov. dal conv. di S. Paolo in Monte.
838 (1617).
Ricardus Midleton Anglus. Commentarium super tertiam
f
partem Magistri Sententiarum [Vjestitus erat veste '

. j
f
aspersi sanguine
;
— f
sìnt de actibus '.
Cart., sec. XIV, mm. 300 X 210, a 2 col., di carte 186 n. ri., leg.
m. pelle, prov. dal conv. di S. Paolo in Monte.
839 (1618).
r
Seneca. Tragoediae '.
Cart., sec. XIV, mm. 300 X 218, di carte 174 n. n., con molte note
marginali, leg. m. perg.
840 (1619).
Petrus Hispanus (Iohannes XXI P. M.) Surn inula logi-
cae '
.
j
'
De conversione ut est apud Egidium R. |
Quum
autem omnis propositio — Quem ego Iohannes Garzonus Ve-
netus transcripsi, correxi atque emendavi anno Domini 1450,
II Idus Decembris. Laus Oeo !
. (Seguono alcuni epigrammi
latini) :
c
Ad Hieronymum — Ad Io. Lamolam — Io. Ser-
DELLA BIBL. UNIVEUS. DI BOLOGNA. 367
monetae — Ad Vergilium de Malvitiis — Ad quemdam ma-

gistrunculuro legentem — Philelphus in epigramma La- Io.
molae — Guarinus in epigramma Lamolae — Epigr. Io.
Io. Lamolae per Guarinum Epigr. — Io. Lamolae per Io.
Ferrerium —
Epigr. Io. Lamolae per Io. Garzonum ;
. (In
Giovanni Aurispa, del Guarino e
fine tre lettere latine di
di Francesco Filelfo ad Alberto Parisi). Inc.: Cum in '
rebus bellicis Dudum inter legendum

;
. . .
f
Reddito '
. . .
r
mihi sunt litterae ;
Cart., sec. XV (1450), mm. 300 X 215, di carte 268 n. n., leg. m.
perg., prov. da Gio. Garzoni.
841 (1620).
r
S. Gregorius I Papa. Electrum ;
.
j
'In scriptura sacra
aliqnando deus nuncupative ' — r
bonus deus conversatur
et non peribit. Amen '. <Cfr. S. : Gregorii Magni Mìllelo-
quium morale. Lugduni, 1683, in fol.>. Questo cod. diver-
sifica dall' ediz. così nel testo, come nella divisione dell' op.
Mernbr., sec. XIII, mm. 800X200, di carte 75 n. n., a 2 col.,
842 (1896 e 1622).

Vol. I.
f
Iohannes Garzonins. Orationes, epistolae
aliaque scripta
;
. Precede una lettera dedic. Ill.
mo ac :
f
Rev. Patri Antonio Balduccio Foroliviensi (VI Id.

fratri '
febr. MDLXVIII) 121*-147 r Ad Ioannem Bentivolum f
Vicecomitem de Aragonia Ducalem armorum gubernatorem

generalem Ioannis Garzonis de eruditione Principimi '
v
r
148 -163 Ad Illustriss. principem Guidonem Ubaldum
f
Monferetrium Urbini Ducem libellus de principis officio

r v
per Ioannem Garzonem feliciter incipit
:
167 -180
f
Ad
Rev. P. sacrae theologiae Doctorem eximium Magistrum
Ioannem Paxium Ripanum Ioann. Garzonis de rebus . . .
Ripanis libellus incipit ;

184 r -348 r '
Epistulae familia-
res Ioannis Garzonis divisae in X libros \
Vol. IL (Iohannis Garzonii epistolae et orationes
variae).
368 CODICI LATINI
Vol. III. (Iohannis Garzonii orationes et vitae san-

ctorum).
Cart., sec. XVI, mm. 330X230, voli. 3, originali, leg. in asse

cop. di pelje, prov. da Giovanni Garzoni.
843 (1623).
f
Compendium privilegiorum Congregationis S. Hieronymi
Iesuatorum nuncupatorum ordinis S. Augustini, tara prin-
cipali ter apostolica auctoritate, quam alias concessorum et
communicatornm a SS. D. N. Pio Papa IV confirmatorum
religioso fratri Iosepho de Brixia visitatori Congregationis
Iesuatorum Hieronymi Ord. S. Augustini ". In fine:
S.
Datum Romae apud S. Petrum, die XII novembris MDIX,
p
Pontificatus nostri anno I '.
Membr., sec. XVI, mm. 340 X 215, di carte -10 n., leg. in pelle.
844 (1624).
r
M. Fabri Quintiliani Institutiones oratoriae ad Victorinum
Marcellum ;
.
Cart., sec. XV, mm. 330 X 238, di carte 150 n. a., con segn.,
leg. in perg.
845 (1625).
'
Eupertus (seu Robertus N.) Card. Expositio in libro primo
Aristotelis '. |
f
Negotium ergo quod est circa mores ' —
sit virtus infinita "... (Mutilo in fine).
Membr.. sec. XV, mm. 350 X 240, a 2 col., di carte '22 n., leg.
m. perg.
846 (1626).
r
Robertus (Card.) Expositio in libros priores Aristotelis ;
.
|
Cura omnis scientia sit veri inquisitiva non est !

— f
in-
conveniens. Amen ;
.
|
'
Expliciunt notule priores tradite
a magistro Roberto Cardinali de Kyluardebi. Deo gratias
amen ;
.
Membr. sec. XIV, mm. 333 X 225, a 2 col., di carte 55 n., prov.
dal monastero di S. Salvatore.
3. 6. '90s
DELLA BIBr,. UNIVKUS. D] BOLOGNA. 369
847 (1627).
r
Paulus Venetus. In libros poster. Aristotelis '• Omnis j
c
doctrina et omnis disciplina per gratiam meritam ' — r
valeamus eternara vitam et gloriam sempiternam. Amen.

Deo gratias '
Cart., see. XVI, mm. 370X260, a 2 col., di carte 153 n., prov.
dal conv. di S. Paolo in Monte.
848 (1628).
r
Dominicus Leo Venetus. Sol christianorum ;
.
j
f
Super
inserii ptabilis deyfìce maiestatis ' — '
et divina eius opera
apparebant '
(Mutilo in fine).
Membr., sec. XV, mm. 355X245, a 2 col., di carte 253 n. n.,
con fregio miniato e lettere iniz. miniate, leg. m. perg., prov. dal
849 (1629).
f
Petrus de Tarantasia, sen Innocentius V P. M. Super III
et IV sententiarum ;
.
j
'
Cum venit igitur liber senten-
tiarum '
— :
Explicit quartus liber seu sententias Pet.ri
de Thar '.
leg. m., perg., prov. dal conv. di S. Domenico.
850 (1631).
Opus Lodovici Cornelii ad lapidem phisicum construen-
dum, quod cum ducentis delituisset absconditum annis,
tandem a muro ereptum veram pergameno insculptam pa-
piro filiis artis doctrinam exponit Thesaurus mundi ?
.
j
r
absconditus ' —
per omnes partes huius parvunculi libelli
c
nostri habemus. Honor cui vivit et regnat, etc. Finis totius |
operis Ludovici Cornelii '.
Cart, sec. XVII, mm. 320X210, di carte 3S1 a., leg. in perg.
851 (1632).
Xicolaus Trivet Ord. Praedic. Super tragedias Senecae '
.
\
Religioso viro fratri Nicholao Trevetti ordinis predica-

f
Studi itaì. ,ii fllol. class. XVI. "24

370 CODICI LATINI
torum amico Rarissimo frater Nicholaus permissione di-
vina ostiensis et veletrensis episcopus salutem et sincerarli

dilectionis effecturn. Licet quorumcumque studium quos
j
audimus ' — r
Explicit expositio fratris Nycolai Travetti
super tragedias Senece '.
Cart., sec. XV, rum. 300 X 212 , a 2 col., di carte 139 n. n., leg.
m. perg.
852 (1633).
f
Illustrium virorum vitae '.
j
'
Cum eo tempore quo tu
clarissima illarum diuturna legatione ad Summum Ponti-
ficem fnngebaris ' — f
si epistolam vere bruti fuisse dicimus.
Finis '. (Contiene le vite di Furio Camillo, di Arato, di Caio
Mario, di Fabio Massimo, di Pompeo e di Bruto).
Cart. sec. XV, mm. iXX) X 210, di carte 127 n. n., leg. m. perg.,
853 (1635).
r
Albohazen filius Abenragel. De iuditiis astrologiae ;
.
|
f
Hic est liber magnus et completus quem composuit hali
heberagel filius summus astrologus de iuditiis astrologiae,
quem Inda mosse preceptor D. Alfoncii romanorum
filius
et Castello regis illustris transtulit dearabico in mater-

num videlicet yspanicum ydioma. Et quem Egidius de
:
tebaldis parmensis aule imperialis notarius una cum Petro

de Regio ipsius aule protonotario transtulit in latinum
;
. |
r
Dixit haly filius hebenragel Et quod futurum est !
— f
melius novit deus !
Membr., sec. XV, mm. 29.") X 200, di carte 179 u., con lett. iniz.
a colori, leg. in perg.
854 (1636).
1) Martinus Polonus Cronica \ <Cfr.
r
: Martini Poloni Chro-
nicon. Coloniae Agrippinae, 1616, in Francisci
'
fol.) 2)
Petrarcae poetae laureati bucolicum Carmen incipit '.
Cart., sec. XV, nini. 1500X210, a 2 col., di carte <J2 a. n., assai
guasto dall' umidità.
DELLA BIBL. UNIVEKS. DI BOLOGNA. .',11
855 (1638).
(Allegherii Petri) '
Commentum comedie Dantis Alagerii
de Florentia ;
. <Cfr. l'ediz. di Firenze, GT. Piatti 1845 e
Bullettàio d. Soe. Dantesca ital., n.° 5-6. Firenze, 1891, p. 46>.
Cart., sec. \IV, mm. 295 X 210, di carte 17G n. n., prov. da]
856 (1639).
1)
r
Aristoteles. Ethicorura libri cum praefatione traducto-
ris et apologia centra invectivas et traductionera Leonardi
V
Aretini '
3 '
E. mi in Christo patris Baptiste de Finario
ordinis praedicatornm sacre theologie professoris ac epi-
scopi Vintimiliensis apologia traductionis antique libri ethi-
corum Aristotelis contra invectivam traductioneraque Leo-
nardi Aretini '
11 1' '
Oninis ars omnisque doctrina ' —
r f
et quibus legibus et mori bus '
2) Liber politicorum
Aristotelis traductus ex greco in latinum per Leonardum
Aretinum, ad SS. ac Beatiss. D. Eugeniuni Papa ni quartum.
Praefatio incipit '.
|
r
Libros politicorum multis a me vi-
giliis
;
— f
prolixitate nimia detineam r
. (Segue come nel-
f
l'ed. di Parigi, 1543, in fol.) 3) Leonardi Aretini
eloquentissimi viri praefatio in libros Econornicorurn Ari-
stotelis ad Cosmam Medicem florentinum clariss. feliciter
v v
incipit \ <Cfr. l'ed. cit., e. 135 -144 > 4)
''
L. Annaei
r
Senecae libri beneficiorum '
.
j
Inter multos ac varios er-
rores '
— f
perdere et dare. Explicit septimus liber Senece
de beuefìciis '.
Cart., sec. XY, mm. 280 X 200, di carte 252 n. n., con lettere
iniz. miniate, leg. m. perg., prov. dal conv. di S. Domenico.
857 (1644).
Autiphonarium festivum cum cantu '
Cart., sec. XVI, mm. 270X215, di pp. IMI, n.. leg. in asso cop.
di pelle, con borchie e puntali di metallo.
858 (1646).
1)
f
Francisci Pegnae . . . Instructio seu l'raxis Inquisito-
rum adiectis additionibus non inutilibns Prosperi Fari-
372 CODICI LATINI
naccii Lurisconsulti Romani '

2)
r
Guidonia Fulcodii Con-

'
sultationes ad Inquisitiones 3)
r
Do tempore gratiae,
quod ab haeresi ad catholicam fidem redeuntibus interdum
concedi solet. Liber singularis auctore Francisco Penia ;
.
Cart., sec. XVII, min. 230 X 180, di carte 108 n. n., leg. in perg.,
859 (1649-1650).
Vol. I.
f
Numismata snb Romanis Augustis in co-
:
loniis urbibus percussa .
Vol. II. '

Numismata populorum et urbium graece
loquentiuin sub Romanorum Imperio ac in Augustorum
honorem cussa '.
Cart., sec. XVIII, mm. 330X220, voli. 2, leg. in cart.
860 (1652).
f
1) (Fra Michele Aiguani) Dictionarium sacrum '. In- j
cipiunt distinctiones dictionum litt. A ordinate per fratrem

Michaelem de Bononia Ord. B. Mariae de Monte Carmelo ;
—
'
Expliciunt distinctiones diccionum littere C ordinate per
fratrem Michelem de Bononia ord. B. Mariae de Monte
Carmelo '
2) (Fra Michele Aignani) '

In Psalmos poe-
nitentiales '
(Manca la l a carta) — '
Explicit lectura se-
ptimi nocturni psalterii compilata per fratrem Michaelem
de Bononia Ordinis B. Mariae de Monte Carmelo ;
.
Cart., sec. XV, min. 310 X 210, voli. 7, con fregio e lettere iniz.
miniate nel 1" voi., prov. dal conv. dei Carmelitani.
861 (1655).
S. Thomae Aquinatis opera '.
Voll. I-III. f
Summa theologica ?
.
Vol. IV. c
Commentarium in physicam Aristotelis '.
Vol. V.
f
Commentarium in libros Posteriorum '.
Vol. VI. ?
Commentarium in metaphysicam Aristo-
telis. De. causis. De anima et lib. poster, analiticorum '.
'.
Vol. VII. f
Postilla super librum de anima
Voll. VIII-IX. '
Summa contra geutiles '.
Voll. X-XIL '

Iu II, III et IV librum sententiarum
Petri Lombardi ;
.
Vol. XIII. '

Quaestiones de potentia Dei, de spiri-
tualibus creaturis, de anima et Quolibeta !
.
'
Vol. XIV. f
Commentarium in Iob. .
Vol. XV. f
Commentarium in Psalmos r
.
Vol. XVI. c
Postilla super Ysaiam secundum sensum
'.
litteralem
Vol. XVII. f
Evangelia secundum Matheum et Mar-
cum glossata ;
.
Vol. XVIII. '

Catena in evangeli um secundum Io-
hannem '.
Vol. XIX. f
Expositio super epist. S. Pauli ad Ro-
mauos '
Vol. XX.
Catena in evangelium secundum Ysaiam
' ;
.
Vol. XXI.
r
Opuscula '.
Vol. XXII. r
Comment. in librum beati Dionisii de
divinis nominibus. Expositio S. Thomae de Aquino super
Boetium de trinitate '.
Membr., sec. XIV-XV, mm. 315 X 220, voll. 22, a 2 col., con lettere
iniz. miuiate e fregi, in fine al voi. XIX leggesi :
'
Expliciunt expo-
siciones B. Thomae de Aquino super epistolis Pauli complete bononie
iu abbatia S. Felicis per me lohannem urcis de amsterodamis 2 die
octobris auno domini MCCCCLXI. deo gratias ', leg. in perg., prov.
dal conv. di S. Domenico.
862 (1556).
1) 1-30 Ordinarium Missae iuxta ritum ecclesiae Maro-
'
nitarum cura Missa S. Sixti PP. Eomani. E lingua Chal-

daica sive Syriaca in latinam linguam de verbo ad verbuni
translatum. Ad S. D. N. Clemente m VIII P. M. Exscriptum
diligentissime ex cod. ms. praeposito Missali Maronitarum
edito Romae anno 1594. Servatur autem codex ilio Bono-
2) 31-43 <Estr. da
'
niae in Bibliotheca Card. Paleoti
un Messale membr., in 4°, del sec. X, del Eev. Capitolo
f
della Cattedrale di Brescia) 3) 44-51 Descripta sunt

hec ex Cantorino seculi XV ms. existente in aede S. Da-
nielis
;
5) 64 f
Versus Damasi Papae \ (Da un framm.
374 CODICI LATINI
delle epistole di S. Paolo ms.) 9) 70-78 r

Documenta
ex constitutionibus Collegii iuris Caesarei et Bonon. ag-
gregalo venerando Collegio Doctorum in iure civili
D. Camilli Roncagli Canon. Reg. S. Salvatoris

f
10) 79-80
Ecce dies tandem venit quam praebuit aetas
'
carmen. |
li) 81-2
'
Eiusdem epigrammaital. latine interpreta-
timi a viro sibi amicissimo B. S. R. M.
!
12) 83-5
'
Ma-
gorum Regum exemplo pastores nato hominum reparatori
parant numera. Elegia. Maxima sit vobis, cives, o gratia
|
quotquot 24) 164-5

'
Copia ex autenticis privilegiisr
Congregationis S. Salvatoris a Sede Apostolica concessis

26) 166-7 (Inno lat.> Ave virgo gloriosa que fuisti |
f
tam angosciosa 29) 172-3 Instrumentum concordiae

' r
et laudi factae per Rev. Doni. Card. Senensem inter nos

et priorem S. Fridiani Lucani '. (9 apr. 1484) 33) 188-191
f
Dubiuui an coloni laboratores et emptores sint exempti
in casu et ad effectum de quo agitur '.
Cart., misceli., sec. XVIII, mm. 3C0X 2 10, parte ms., parte a
stampa, di carte 291 n., di varie mani, leg. in perg.
863 (1664).
f
Opus Bernardini Trivisani moralis et naturalis phy. coe-
nobitae Minorum Divinae sapientiae Doctoris in quatuor
libros metheorologicos Arist[otelis]. Ad Illustrissimum M.e-
diolani Ducem Lodovicum M. Sf. Anglum PP. Angleraque
Comiteni ac Ianuae Ducem facile mundi unicum solem '.
|
f
De primis quidem igitur causis '
— r
Finiunt elucubra-
tiones Bernardini Trivisani moralis ac naturalis
fratris
pkilosophi artium ac sacrae theologiae Doctoris super libros
;
metheorologicos Aristotelis stageritae etc.
Membr., sec. XV mm.

, 295 X 1^0, di carte 2G(> n., con ricco ed
elegante fregio miniato, nella cui parte infer. è miniato lo stemma
sforzesco e nel mezzo della pag. una miniatura rappresenta l'autore
che presenta l'opera a Lodovico Sforza seduto in trono, leg. in perg.
864 (1674).
f
Thomas de Cantimprato. Bonum universale de apibus
?
.
|
Incipit prologus in libro qui dicitur bonum universale

de apibus '.
|
Reverendo in Christo patri f'ratri Huberto
magistri ordinis predicatorum, etc. '.
j
r
Unum caput Chri-

stum in unitate ecclesie
participem faciat Ihesus '
— r
me
Christus domintis noster, qui cuin patre et spiritu sancto
vivit et regnat deus. Per omnia secula setmlorum. Amen '.
Membr., sec. XIII, min. 210 X 160, di carte 116 n., leg. m. perg.,
865 (1675).
f
Thomae Hispani Capistrum ludaeorum'. 'In nomiu.' |
domini incipit prefacio in capistrum iudaeorom '. Ad |

'
gloriam dei omnipotentis. qui cum sit unus in essentia ' —

r
qui revelationis titulo prenotatur esse misticum. Huc
usque poni m us Capistrum iudaeorum conventus Bo-
'.
|
f
noniensis ordinis predicator. prò comuni libraria. Quicum-

que furatus fuit anathema est. Composuit autem ipsum fra-
ter Martinus yspanus ordinis antedieti. Deo gratias amen '.
Membr., sec. XIII, mm. 227 X 105, di carte 92 n. n., leg. m. perg.,
866 (1676).
f
(Ioannis Garzonis) Aliquot sanctorum vitae '.
|
'
Etsi
multa existunt '
— '
Non enim digni sunt de quibus verba
r
rìant . Contiene le vite di S. Giovanni, S. Lorenzo, S. Agata,
S. Ambrogio, S. Sebastiano, S. Damiano, etc.
Cart., sec. XV, mm. 210 X 150, di carte 159 n., con lett. iniz.
min., prov. da Giovanni Garzoni.
867 (1677).
1)
r
De arte amandi '. 'Si quis in hoc
P. Ovidius Naso. |
artem populo non novit amandi (fin. col v. 791) ' —

2) M. r
Tullius Cicero. De petitione consulatus '.
Membr., sec. XIV, mm. 200X135, di carte 44 n., leg. in pelle.

In princ. è notato: Emptus Romae ', e sembra essere appartenuto
'
al P. Trombelli.
868 (1678).
f
Ad Eccellentissimum atque Rev. auctoritatis virum Oli-
verium Caraphum Episcopum Card. Neapolitanum titulo
376 CODICI LATINI
Latinurn protectorem totius ordinis Predicatorii m benignis-

simum per Thomam Schifaklura Siculum theologiae pro-
fessoroni eiusdern ordinis fratreui '. Contiene le seguenti
vite :De Rodorico Messanensi
f
Ioanne Gatto Mes- — De
sanensi —
De Nicolao Balsamo Messanensi De Rodorico —
Lemanno Divi Dominici comite De Ioanne Sergio Ta- —
normitano — De Antonio Starcella Panormitano De An- —
drea Pastina Panormitano De Simone Blundo — De —
Gulielmo lannotta Panormitano De Henrico Lugardo —
Panormitano —
De Salvo Cassetta Panormitano De Petro —
Ransano Panormitano —
De Iacobo Ansaldo Panormitano —
De Petro Hieremia Panormitano De Ioanne Nazano Pa- —
normitano De Antonio— Stancaplano Panormitano — De
Hieronymo Odo Panorm. De Thoma Accaico Panorm. — —
De Andrea lacci Drepanensi — De Ioanne Perdicaro —
De Nicolao Terranova Drepanita De Francisco Pipere — —
De Iacobo Manso Drepanita De Bernardo Azaro Drepa- —
nita —De Francisco Mango Drepanita — De Iacobo Reda —
De Francisco Surdo et Ioanne Advena Drepanense De An- —
tonio Ioanne Drepanense —
De Antonio Astio Tauromitano
et Nicolao Galanzono —
De Ioanne Episcopo Patte usi Ca-
tanensi — De Bernardo Scamacca et Thoma Clemente Ca-
tanensibus —
De Bellasaio Notensi De Antonio Lauterio —
Ferulano —
De Reginaldo Bellasaio Notensi De Andrea —
Syraousano —
De Thoma Stalantio Tauromei itano De Phi- —
lippo Barberio Syraousano — De Gregorio Prestamarco —
De Thoma Amato — De Antonio Ponticorona De Iuliano —
et Andrea Ponticorona '.
Cart., sec. XV, mm. 210 X 150, di carte 35 n. In principio v' è
notato: '
Hic liber dono fuit datus fratrì Thomae Fazello tunc pro-
vinciali a Patre fratre Frederico de Agrigento, die VI februarii 1547 '.
869 (1682).
1) 1-5
f
Modus detestandi omne peccatum tam in generali
quam in particulari '.
(1575, 3 a
Ianuarii) 2) 6-22G r
r
Summa selecta ex contentis in multis Summis, qua per-
'
T
fecta nulla summarium indigebi^ 3) 226 -282 r f
Se-
quuntur aliquae Regulae notandae quo ad particularia pec-
DELLA B1BL. UNIVEKS. DI BOLOGNA. :iT<
cata statunm, officio™ m et arti uni '. (In fine: '

Supradicta
sunt Rev. P. Gr. Petri Bonadilla Ministri Prov. Castellar
5) 308 v -316 r
Sequuntur quaedam annotationes ex libro
;
de lege poenali R. P. F. Alfonsi a Castro 6) 325 De '

'
v '
cognitione spiritualis et carnalis amoris 7) 326 De '
"
Immani gaudii contemptn 8) 328-9 '

Regulae servan-
dae a volentibus vivere in Christo ex S. Bonaventura ;
r
12) 335 Revelacio facta B. P. nostro Francisco
'
;
v '
13) 335 r
Bona ex consortio malorum
r
18) 342 -4
Sequuntur aliquae sententiae scitu dignissimae
' '
'ili 352 r -361 r Sequuntur quaedam quibus interpretatur

Bulla Cruciatae : quae nota 618 ;
.
Cart., sec. XVI. nini. 210 X 150, di carte 374 n., leg. in perg.
in princ. è notato: '
Es de day Christobal Calderon'. E poco più
sopra: 'Usui F. F. ci Celada. C. Minoritae: Prov. S. Iacobi anno :
Domini 1575 '
870 (1683).
Sermone* fratris Aldrevandini de Toscanella Ordiuis Pre-
dicatorum in festo S. Andreae Venite post me
;
.
|
' —
'
quod debite circumstantie faciunt virtute ".
Membr., sec. XIV. nini. 203 X HO, a 2 col., di carte 130 n., leg.
in perg., prov. dal conv. di S. Domenico.
871 (1684).
f
Senensi civitatis in Etruria eiusque Episcopatus origo,
antiquitas et incrementum, a pluribus auctoribus conscripta,
videlicet : Patritio Patritio, Francisco Patritio, Augustino
Patritio '
1)
'
Patritii Senensis ex nobili Patritiorum
familia De origine urbis Senae tractatus
;
2 Ex Tisbi
Columnensis R. cronicis per eumdem Patritium transum-
ptis
r
3) '
Francisci Patritii Episcopi Caietani De ori-
gine et vetustate urbis Senae '
4)
r
Augustini Patritii
Episcopi Plautini De autiquitate civitatis Senensis. Ad Rev.
'.
D. Franciscam Picolomineuin Card. Senensem
Cart., sec. XYII, mm. 210 X H5, di carte 43 n., leg. in |

378 CODICI LATINI
872 (1686).
Divi Bernardi Abbatis Clarevallis De consideratone. Ad
Eugenium III P. M. *.
|
'
Ad SS. P. D. N. Gregoriani XIII
P. M. Multo quidem libentius
'.
|
'
(Kal. Ian. V) '
. . . MDLXX
r r
3 Divi Bernardi Abbatis Clarevallis in libros de con-
sideratione ad Eugenium P. M. prologus sed non '
— r
finis quaerendj '.
Cart. e membr., sec. XVI, inni. 2(j:i X 140, di carte 111 n., leg.
in pelle.
873 (1687).
''
Nicolaus de Byart. Distinctiones exemplorura Novi et Ve-

teris Testamenti Absconditur malum a dyabolo
'.
|
'
—
zelatus est dominus terram tuam etc. deo gratias '. |
'
Expliciunt distinctiones fratris Nicholay de byard \
Membr., sec. XIV, mm. 200 X M0, a 2 col., di carte 267 n. n.,
874 (1688).
1)
r
Privilegia Papae Eugenii IV \ (1433-1441) 2) 53-4
f
Privilegium Nicolai Papae V quo approbantur et contìr-
mantur omnia privilegia Congregationis 8. Iustinae per
predecessores concessa '. (1449, VIII Id. Iunii) 3) 55
r
Pri- '
vilegium Pii II in quo facit scribam capituli notarium pu-

blicum ad scribenda acta Capituli '. (1461, V Id. febr.)
v
4) 55 f
Bulla Pauli II Papae de rebus ecclesiae alienan-
dis '.
(1465, V Id. Maii) 5) 57 r '
Bulla Pauli II de rebus
6) 5S Bulla
r
ecclesiaenon alienandis (1468, Kal. IMartii) '
.
'
Innocentii VIII circa alienationes ultra summam ducento-

rum florenorum (1485, Kal. Decerabr.)
;
. 7) 60
r
Pri-
f
vilegium Innocentii Vili de conservatoribus eligendis Con-

v
gregationis S. Iustinae '. (1486, Id. Iunii) 8) 61 Rubrica '
et summarium privilegii Alexandri VI Congregationis S. Iu-

f
stinae concessi anno 1501 9) 62

r
Privilegium Ale- '
v
xandri VI'. (1501, Kal. Apr.) 10) 68 Confi rmatio f
privilegiorura nostrorum f'acta per D. Leonem Papam X di-
lectis filiis, presidenti et visitatoribus Congregationis Montis

DELLA BIBL. UNIVKUS. DI BOLOGNA. 379
Cassini, alias S. Iustinae '.

(2G Marzo 1517) 11) 71 r '
Con-
firmatio omnium priviJegiornm facta per D. Paulum li
'.
(9 Nov. 1537) 12) 76 r Privilegium D. Urbani II !
Mo-
nasteri Cavensi (XVIII Kal. Oct. 1092);
13) 82 r
.
'
Pri-
vilegium D. Alexandri Papae III prefato Monasterio Ca-
f
vensi '. (Ili Kal. Febr. 1168) 14) 88 Fides facta r
per
capitulum generale Congregationis nostrae qualiter D. Eu-
genius Pa[>a IV concessit prefatae Congregationis anno I
'
Pontifìcatus seu diversas gratias 15) 93'" '

Gratiae a
Summis Pontificibus vivae vocis oraculo Congregationi no-

'
strae diversis temporibus concessae 16) 95 r Decre- '
talis Leonis X
prò vigilia B. Ioliannis Baptistae *. (1519;
17) 99 r Civitatis Mediolani absolutio a Pontifice
'
Leone '.X (1518, IV Id. Maii) 18) 103 Forma liceu- '' '
tiandi monachos '

(1550) 19) 105 r '
Bulla Pauli Papae IV
super rescissione alienationum bonorum ecclesiasticorum in
dammi m ecclesiarum (1555, pridie Id. Itili 20) L09
'
ij
r
Bulla Pauli IV de occupatoribus bonorum Camerae Apo-

'
stolicae et debitoribus censuum et annatarum . (VIIC Kal.

Nov. 1556) 21) 118 1' '
Forma ad recipiendum oblatos '.
(1555) 22) 119 r r

Bulla Pii Papae V concessa Mendi-
cantium ordiuibus '.
(7 8ett. 1567).
Cart., sec. XVII, rum. 210 X 1-10, di carte 124 n., leg. in perg.
875 (1689).
Tractatus de contractibus adm. m Rev. Patris Petri Vianae
Soc. Iesu sacerdotis et theologi praestantissimi anno Mi-
ra ini MDC ;
Cart., sec. XVII, mm. 210 X 145, di carte 176 u., leg iu perg.
876 (1690).
'.
Breviarium fratrum 8. Francisci
Aienibr., sec. XIV, mm. 200 X 150. a 2 col., ili carte 723 d.. con
lettere iniz. miniate, leg. ant. in pelle scura.
877 (1695).
Beda. Expositiones Ven. Bede presbiteri super parabolas
Salomonis :
.
|
f
Parabole Salomonis fìlii David regis ' —
380 CODICI LATINI
super quos est exaltatus homo assumptus. Explicit. Deo

gratias '.
Membr., sor. XIV, mm. 190 < 130, a 2 col., di carte 85 u., prov.
dal monastero di S. Giovanni in Monte.
878 (1696).
Servasanctua. Liber de virtutibus ut vitiia excerptus ex
libro minori cuius est titulus : De exemplis naturalibus '.
—
|
Ullam pati a domino ' '

posse tecum consistere '.
|
Explicit Summa de vitiis et virtutibus fratria Servasanti

Ord. Minornm '.
Membr., scc. XIV, inni. l'JO X 140, a 2 col., di carte 226 n., leg.
in perg.
879 (1702).
1) 1-34 '
Vita S. Germani edita a Ven. Fortunato presbi-
tero, postea Episcopo ;
. <Cfr. : Act. SS., Maii, T. VT, 778-787)
2) 34-61 r
Translatio S. Germani Episcopi et confes-
r
soris '. <Cfr. : Op. cit., pp. 788-796) 3) 62 Prefatio
subnexa libris electionis D. Odonis regis '.
|
Bene supra
f
terminatis '
. . .
j
Incipit ritmice de vita et miraculis
B. Germani antistitis Pagus olim gernmam nobis
'.
|
r '
<Cfr. : La vita e i miracoli di S. Germano Vene, di Parigi

75 r De
f
pubbl. da A. Gaudenzi, Bologna, 1886, in 8° 4)
triformi corpore Christi et de partitus oblatae '.
|
Triforme
est corpus Christi quo semper ardeat accendi ' — f
v
5) 77 Epytaphium
r
Domini Gozlini Episcopi '.<Cfr.: A. Gau-
denzi. Op. cit.) 6) (Sermoni di S. Bernardo; Scribere '
me aliquid devotio iubet

;
(Mutilo in fine).
Membr., soc. X, mm. 17:! X 135, di cario 85 n. 1 bianca n. n.
fra la e. 77 e 78.
880 (1708).
f
Iurisdictio qua in foro conscientiae gaudent superior ac
confessores Regulares. Ex iuribus pontificiis, privilegio et
Doctorum auctoritatibus enunciata et probata, per D. An-
DKLLA BIBL. DNIVKRS. DI BOLOGNA. 881
tornimiCanalem de Bonomia Lectorem Olivetanum, .nino

Domini 1641 '.
Cart,, sec. XVII, min. 200 X 130, di carte 151 n. r 3U n. u., leg.
in perg., prov. dal conv. degli Olivetani.
881 (1715).
f
Rev. P. D. Angeli Hariae Cantoni Bonon. Olivetanae Con*
gregationis Abbatis generalis vita. Authore D. Paulo Car-
penterie Neapolitano r
.
prov. dal conv. degli Olivetani.
882 (1716).
1)
f
tum examinandorum ad suscipiendos
Instructio brevis
ordines,tum sacerdotum ad audiendas confessione* sum-
matim et per capita dumtaxat indicando quae et quomodo
debeant discere et ex qui bus potissimum auctoribus facilius
'
ac brevius 2) Compendium sacramentorum

f ;
.
883 (1717).
c
Cronica Congregationis Montis Oliveti (Termina ;
. coll'ele-
zione di D. Clemente Cattanei, 20 aprile 1614).
prov. dal couv. degli Olivetani.
884 (1719).
'
Sermones fratris Iohaimis de Ripis '. (1471-1476 .
a
Cart., sec. XV, mm. 210X150, di carte 28] n.. sulla l e. leg-
atesi la data: ' Bononie 1479, 3" Ianuarii '.
885 (1722).
'
Iohannis Olimaci opera '
<Cfr. : Io. ('limaci Scala Para-
disi. Coloniae Agripp., L601, in 8°>.
.Membr., sec. XIV. mm. 220 A 135, di carte 228 a., leg. in perg.
382 . CODICI LATINI
886 (1725).
Varia carmina, variis locis occasionibusque couscripta per
me Iohannem Ghettum Imolensem .... collecta anno Do-
mini 1640. Ad usum mei Io. Antonii Munarensis ". La
prima parte del ms. contiene varie poesie adespote, la se-
conda parte, mano più antica, ha il seguente titolo

di :
Liber epigrammatum primus (1513). Sono epigrammi

r
'
.
latini la più parte di Pietro Castelli, dedicati a Ottavio da

Castello, a Virgilio Ghisilieri, a Tommaso Garabaro, a Pietro
CastelTifero, a Castellano Castelli, a Niccolò Fieschi, a Mas-
similiano Sforza e ad altri.
Cart., sec. XVII, mm. loO X 90> di carte 144 -j- 61 n., leg. iu cart.
887 (1730).
'
Alexander de Ales. Surama theologica '. <Cfr. Alexandri :
de Ales Sumrna theologiaa. Venetiis, 1375, in fol.>.
Membr., sec. XIII, mm. 240 X 175, a 2 col., di carte 240 n., leg.
in perg., prov. dal conv. di S. Paolo in Monte.
888 (1732).
Haimuudus Lullus. Ars compendiosa \ j
Cura lougi tem-
poris participatione
;
— c
in ira existunt iusticiae summi
dei. Amen ;
. \
c
Sennahoi, verte nomen scriptoris habebis
r
.
Membr., sec. XIV, mm. 23G X ISO, a 2 col-, di carte 57 n. n.,
889 (1733).
1)
'
S. Leonis^Papae epistolae ;
. <Cfr. : S. Leonis Magni
Opera. Venetiis, 1753, T. I, pp. 737, 751, 761, 803, 811,
sgg.>. In fine Giovanni compilatore
una lettera di frate
della raccolta delle epistole di Papa Leone I
r
2) Fra-
ter Lanfranchiuus ord. pred. quod mendosa minime emitti
debent neque falsa recipi '. v>uod mille hominum ma- |
<
nus ;
— f
falsa emulali
'
3)
r
Leonardi Aretini prefatio
ad Cosmum Medicis in libro Echonomicorum Aristotelis
;
.
<Cfr.: Aristoteles. Polit. et Oecon. corani, a Leonardo Aret.

v
in lat. trad. Parisiis, 1543, e. 135 4) 'Aristotelis...
De familiari re gubernanda liber primus fauste incipit '.
—
j
'
Res familiaris et resp. '
r
antecessit in litera
'
5) Theodori Greci Tessalonici ad . . . Anthonium Panor-

mitam Alfonsi Regis preceptorem prefatio in opus Aeliani
de instruendis aciebus ex greco in latinum verso !
.
|
Car-
men illnd Homeri '
— f
profligationein allatura. Vale ;
f
6) Baptista Guarinus vir magno excellens ingenio ex utrius-
que lingue peritissimus ad Maffeum Gambaram Brixia-
num adolescentem discipulum suum de ordine docendi et
studendi f. ine.
;
|
'
Etsi, Maffee carissime ' — r
Veronae
XV Kal. Marcii 1459 '
7)
r
Epistola Guarirli Veronen-
sis '. <Cfr. : Sabbadini, R. Guarino Veronese, e il suo episto-
f
lario. Salerno, 1885, p. 42, n.° 446> 8) Fratris Iohannis
Carracii declamatio in rusticos
Rusticorum consor- '.
|
r
tium iniquam fìat

' — 9) Quum
r
de anni varietate ' f
deque nationibus urbium solet inter studiosos certamen ple-

rumque haberi placet Agapiti Porcii Romani epistolas duaa
r
operi precedenti aunectere Agapitus Portius Nicolao ;
.
|
Barcellonio s. p. d. Agapitus Porcius Mariano Reatino s. |

j
Agapitus Porcius Altinio suo s. Pii II P. M. de

' f
10)
Constantinopolitaue urbis captione et civium cede narra-
tio 1452!
]aumetes defune to amirate
.
(
supra mil- '

— '
lesimum quadringentesimum currit '.

Cart. e membr., sec. XV, ram. 240 X 1^0, di carte 242 n. n., leg.
in cart.
890 (1734).
'
Commentarla super Vetus. et Novum Testameli turn '.
Membr., sec. XIV, mm. 230 X l6 ^, a 2 col., di carte 234 n., leg.
m. pelle
891 (1735).
1)
f
Commentarium in Mattheum '.
|
'
Liber generatio-
nis
;
— :
tali principio inchoavit '
2)
f
Ieroniraus. De
viris illustribus "
(Mutilo in princ). <Cfr. : S. Hieroymi De
viris illustr. Aug. Taurinor., 1890, p. 2'2, lin. 13, p. 82>
3)
f
S. Augnstinus. De haeresibus'. Cfr. : S. Augustine
Opera. Venetiis, 1733) T. Vili, pp. 1-28 4) ' Hugo de
384 CODICI LATINI
Sancto Victore. Didascalon *. <Cfr. Hngonis de S. Victore :
Opera omnia, Rothomagi, 1648, pp. 1-39, cap. XIII).
Membr., sec. XIV, mm. 230 164, a 2 col., di carte G3 n. n., leg. X
m. perg., a tergo dell'ultima carta è notato: Iste liber fuit condani '
Rev. Magistri Guidouis de Gueciis ord. pred. de bononia '.
892 (1736).
D. Prosperi Regiensis Ecclesia De vita contemplativa
r '
1) .
|
'
Diu multumque remisus sum voluntati tuae liberam !
— r
A. episcopus servus servorum dei.

r
liane facultatem '

2)
Dilectis filiis monasterii S. Laurentii S. Bartholomei ab-
batibus S. Andreae de guilingo et S. Iacobi de ponte sa-
f
cerdotibus salutem et apostolicara benedictionem '. In loco |
iusticie ' —
Dat. Capue, III non. Novernbris f
3) F. dei ' '
gratia Romanorum Iraperator universis snis subiectis im-

perio '.
|
non valeat
f
Hac editali lege ' — r
si fiat
'
F. dei gratia romanorum imperator et semper augu-

f
4)
stus '. Imperialem decet solertiam
|
f
et sancta evan- '
— r
gelia
'
5)
f
Ysidorus. De sententiis
!
. <Cfr. : S. Isidori
f
Opera omnia. Romae, 1802, T. VI, pp. 115 sgg.> 6) In-
'.
cipiunt sermones D. Bernardi abbatis Claraevallensi^
<0fr. S. Bernardi Ab. Clarae-Vallensis Opera omnia. Pari-
:
siis, 1690, T. I, col. 726-8, 757-760, 792-5, 892-899, 917-922,

928-930) 7)
c
Sermo Beati Ieronimi presbiteri
;
.
|
Egres-
r
sus Ihesus de templu *

(Mutilo in fine) 8) Collationes
Patrum '. |
f
Cum in heremo '
(Mutilo in fine).
Membr., soc. XII, mm. 245X160, a 2 col., di carte 11(5 n. n.,

prov. dal conv. di S. Domenico, in principio è notato: 'Iste liber
est ordinis fratrum predicatorum concessus fratri A^-merico eiusdem

'.
ordinis
893 (1742).
;
Vita beate virginis Katerinae de Senis [auctore F. Rai-
mundo Capuano] et Angelae de Fulgineo '
. \
'
Incipit epi-
stola domini Stephani de Senis ordini carthusiensis de mori-
bus ac vita sanctissima beate virginis Katherinae de Senis
' —
c
Datum in Domino nostro suprascripta die XXVI mensis
octobris, anno Domini M°CCCC XI ,
etc.
;
. <Cfr. : Acta San-
3. 6. '90s
v
ctor. Boll. 30 Aprii. incompleta)
Ili, 961-7, ov'è 170 Ex- c
plicit tercia pars ac legenda sacrae virginis Catherinae de

Senis . . . anno Domini MCCCCLXV scripta ac finita ipso
die S. Valentini martiris in domo capelle B. Viginis Marie
Ordininis Carthusiensis iuxta Augiam '. <Cfr. Àct. SS. Boll. :
v r
Apr. Ili, 853-959) 171 Incipit prologus in vite beatis-
sime Angele de Fulgineo ordinis S. Francisci Vere :
.
[
'
fidelium experientia ' — f

sibi longe ante tempore iam pro-
missa, Anno dominice
M.°COC. IX°, pridie incarnationis
nonas ianuarii, tempore domini Clementis Pape '.
Membr., sec. XIV, min. 248 X 17Qi di carte 231 n. n., leg in perg.,
'
Liber domus capelle B. Marie Virginis iuxta Augiam ord. carth.'.
894 (1742).
r
Emblemata Horatiana, auctore Othone Vaenio Antuerpiae
per Hieronymnm Vendussen. 1607 Vi è aggiunto: Com- '
.
'
pendili m totius rhetoricae Appendix de oratione com- '

f
.
posita. Ultima mensis Maii, anno MDCXXII '.
Cart., sec. XVII, mm. 260 X 195> di carte 208 n., con tav. acque-
rellate, prov. :
' Ex Cougr. Orat. S. Philippi Nerii Bononiae '.
895 (1743).
Gerardus Lemovicensis Ord. Praed. Vitae fratrum eiusdem
'
Incipit prologus Ven. Patris fratri Huberti con-

! r
ordinis .
|
dam Magistri Ord. fratr. Praedicatorum in libro qui dicitur

vita fratrum —
Explicit liber qui dicitur vitae fratrum.
'
f
Deo gratias. Amen '.
Membr., sec. XIV, mm. 2G2 X 200, a 2 col., di carte 190 n., con
t'regi e lettere iniz. miniate, prov. dal conv. di S. Domenico (1565).
896 (1744).
1) Hieronymi Epistolae LXXVIII, LVII, XVIII, LXII,
r
S.
LV,LXXIII, XVII, CXL, LXXI, CXLVII, LVIII. 0XIX,

LXI, CIX, LXXIV, V, LXXVI, LXVIII, Vii, IX, CXLV,
«XXII. XXXI, XLV, XIII, IV, CXVIII, III, XXIV '.
<Cfr. S. Hieronymi Opera omnia. Veronae, 1734, T. I)
:
Incipit ordo vivendi deo eximii doctoris Iheronimi ad

f
2)
Eustochium '.
j
'
Tepescens in membris ;
— ''
vestris iuvate

386 CODICI LATINI
Incipit epistola B. Eusebii ad B. Da-

' r
orationibus 3)
masum Portuensem episcopum et ad Theodosium senatorem
Eomanorum de morte Ieronimi doctoris eximii '. Patri |
f
Reverendissimo Damaso Portuensi que iam tu pos- ' — f
sides. adipisci Ven. Doctoris

'
4)
r
Incipit epistola
Augustini Episcopi ad B. Cyrillum II ierosolimitanum pon-
f
tificem de rnagnincentiis eximii doctoris Ieronimii '. Glo- |
riosissimi Christiane fidei defraudatur desiderio '

— r '
Incipit epistola S. Cyrilli secundi ierosolimitani epi-

r
5)
scopi ad B. Augnstinum Yponensein ... de miraculis B. Ie-
ronimi '.
j
Venerabili viro '
— f
orationibus memor esto.
Explicit epistola S. Cyrilli secundi ... ad B. Angustinum
Yponensem ... de miraculis B. Ieronimi ... Io. Mercato-
;
ris, oss. .
Membr., sec. XIV, min. 260 X 183, a 2 col., di carte 226 n. n.,
leg. in perg. Jn princ. è notato: '
Liber domus capelle B. Marie Vir-
ginis iuxta Augiam ord. carth.'.
897 (1747).
f
Statuta Universitatis mercatorum, campsorum et artifì-
cura civitatis Bononiae '. (1482) |

r
Prohemium excellen-
tissimi utriusque iuris doctoris ac equitis insignis D. Ludo-
vici Bolognini . . . anno domini MCCCCLXXXII prò primo
semestri '
5r
f
Incipinnt confirmationes ac approbatio-
nes per quamplures eorumdem Lega- Eomanos Pontifices et
tos de latere gubernatoresque, aliosque dominos presidentes
prò tempore inclitae civitatis Bononiae ad statuta provisa
et ordinata per integerimam spectabilinm mercatorum, cam-
psorum artifìcumque Bononiae universitatem, una cum iu-
ribus et rationibus circa eorum robur ac validitatem . . .
adductis et allegatis per excell. u. i. doctorem equitemque

insignem d. Ludovicum de Bologniuis hoc primo seme- . . .
stri anni Domini 1482 ', etc.
Membr., sec. XV, min. 250 X 187, di carte 91 n., con lettere ini/.
min., prov. dal conv. di S. Domenico.
898 (1749).
f
f
Chrystophori Scarpae Parmensis orthographia '•
|
In-
DELLA. B1BL. UN1VERS. DI BOLOGNA. ;587
cipit proeminm lego feliciter

;
.
|
f
Christophorus Scarpa
viro patricio d. Fantino Michael i s. p. d. '.
|
f
Cum in fon-
V
tanam hac estate !
2
f
Finit proeminm. Lege feliciter.
Primo de litteris et ipsorum potestate.
Incipit tractatus.
Secnndo de geminatione ipsorum. Tertio de aspiratione.
Quarto de diphthongis Christophori Scarpae parmen- ;
— r
'.
sis viri eruditissimi orthographia finit feliciter
Cart., sec. XV, mm. 240 X 162, di carte 47 n., eoa lettera ini/,, min.
899 (1750).
f
Distinctiones fratris Mauricii secundum alpbabetum ;
.
—
|
f r
Circa abiectionem nota ;
Expliciunt distinctiones fra-
gratias referamus et ore piene laudamus
;
tris Mauricii eleo .
XIV, mm. 220X170, a 2 col., di carte 224 n. n.

Membr., sec.
In fine: '
Ex
conventus S. Martini Bononiae michi commodatis
libris
a patre Marcantonio Pio priore conventns predicti '.
900 (1751).
f
Stephanus Capoferrus. In De consti- ius canonicum '
.
|
c
tutionibus Canonum. Constitutiones canonum ab om-

;
.
|
nibus sunt servandae Vide quod habetur in regula '

— f
;
adeessorium li. VI. Explicit tertius .
Cart., sec. XV, mm. 220X140- di carte 213 n -. le g- in P elle -
901 (1752).
'
1)
'
Theologia moralis '.' |
'
Deus deorum deo lucutus est
— :
dictum est supra
et facienda sit eis conscientia ut
'
2)
'
Tractatus de restitutione primum capitulum secunda
pars huius Hoc mare magnum summe ;
.
|
f '
— :
Explicit
de molacione festorum gratias deo amen '
Cart., sec. XIV, mm. 215X140, di carte 173 n., leg. in pelle.
In fine: '
Lucie de Fabriano
Iste liber est conventus S. et ad pre-
sens est ad usum mei fratris Constantii de Fabriano et ora. [ned.
quem ego scripsi prò maiori parte et residuum scribere feci '.
902 (1753).
Liber Eev. in Christo Patris Fratris Hyeronimi de
1)
:
Neapoli qui fiut abbas generalis ordinis Montis Oliveti

. . .
388 CODICI LATINI
Prologus 2r Incipit liber ad mo-

'
foeliciter incipit. '
nachos ' — '

Fratris Hyeronimi de Neapoli de insiguis re-
ligionis monasticae ac perfectionis disciplinae regularis liber
f
unicus explicit '
2) Prefatio Arabrosii in traslationem
libri adversus vituperatores vite monastico S. Iohannis Cri-
sostomi '
— '
consequi poteritis
'
3)
'
Incipit epistola
B. Hyeronimi doctoris eximii de corpore et sanguine D. N.
Ihesu Christi ".
|
'
Magnitudo celestium '
— f
humane men-
'.
tis excedit
Membr., soc. XV, mm. 212 X 152, di carte 112 n. n., con lett.
iniz. min., prov. dal conv. di S. Michele in Bosco.
903 (1754).
r
1) (Bonandreae Iohannes. Ars dictaminis) Brevis introdu-

ctio ad ditamen. Bononia natus (Mutila in fine) :
.
|
'
'
—
2) (Zani Ulpiano. Zibaldone di rime e prose, volgari
e latine).
Cart. e membr., sec. XV, mm. 200 X 141, autogr., di carte 370
n. ri., leg. m. pelle.
904 (1755).
:
1) 1-181 r Tractatus contractuum et usurarum S. Bernar-
dini de Senis per 14 sermones divisum ;
. <Cfr. : S. Ber-
nardini Senensis Opera. Venetiis, 1745, T. II, Serm. 32-45)
v
Incipit tractatus duorum fratrum simul
f
2) 181 -188
r
habitantium domo, compositus per dominum Bartkolum

in
de Saxof errato Hic tractatus de duobus fratribus .
|
f
''
—
f '
r r c
et ux. bartolus 3) 188 -195 Incipiunt additiones
ad eumdem composite per d. Baldum de Perusio '. Quero |
'
quid si fìlius
;
— r
simul habitantibus dieta sufficiant ;
r v
4) 197 -303 <S. Bernardini Senensis Sermones 33-40. Cfr. Op.
r r
cit. I, 142-189) 5) 304 -309
r
Tractatus alimeli torum
Bartoli alimentorum materiam
'.
|
'de ali i mentis suf- '
—
v
ficiant 6) 310
r r
-134 Restitutiones fratris Fraùcisci '
de Platea '. <Cfr. Franciscus de Platea. Opus restitutionum, :
usurar, et excommunìcutioimm. Venetiis, Barthol. Creino-

nensis, 1472, in fol. 7) 435 r -471 1-
'
Summula contra-
DELLA B1BL. UN1VKRS. DI BOLOGNA. 389
ctuum extracta de simili opera S. Bernardini et ex dictis

fratris Nico. de Ausmo et opere fratris Francisci de pla-
tea
:
.
|
'
Usura primo '
— c
Summa pisana in verbis suis.
Explicit tractatns de usuris editus a fratre Iohanne de Prato
ord. min. '.
Merabr., sec. XIV, ram. 170 XH5, di carte 336 n. t

135 n. n.,
leg. m. perg., prov. dal conv. di S. Paolo in Monte: '

Ad usimi tra-
tris Iohannis, sibi coucessus in capitulo Carpi celebrato 1479 '.
905 (1756).
f
Sermones in nativitate Domini, sive in annunttatione
B. M. V., in S. Agnetis virginis, in S. Marie Magdalene,
in Assumptione B. M. V., in S. Antonii, in nativitate Vir-
ginis, in testo angelorum, in S. Helisabet, etc. '.
Membr., sec. XIV, mm. 170 X H2, a 2 col., di carte 154 n., leg.
in. pelle.
906 (1757)
1)
'
D. Bonaventurae Tractatns super Avemaria '. (Cfr. :
S. Bonaventurae Opera. Lugduni, 1668, T. VI, p. 429)

2)
f
Remundi Summa ;
.
|
r
In summis festis ;
— '
qui ni-
titur exoculetur '.
Membr., sec. XIV, min. 170 X HO, a 2 col., di carte 117 n. n„

leg. in perg. prov. dal conv. di S. Giuseppe.
907 (1759).
Gregorii IX Papae Decretales
;
. (Cfr. : Decretales D. Gre-
gorii Papae IX. Venetiis, 1591. in 4°).
Membr., sec. XIII, mm. 1G8 X 1 25 > a 2 col., di carte 154 n. n.
908 (1760).
1) l-59 r '
Ricardus. De consolatione vite human e seu theo-
logie ûoniam secundum apostolum
'•
|
' — f
in quo non
v f
habet quicquam r
2) 60 -65 Monita '
salutarla et Con-
silia B. Sebastiani ad sanctos martires Marcum et Marpel-
c
lianum contra blandimenta huius vite '. |
Sebastianus vir
cristianissimus opus perfectum habet
' — r
etc. '
3) 66 r -88 r
f
Opusculum ... de mentali exercitatione ad verara tui co-
390 CODICI LATINI
gnitionem et summi creatoris Dei editura per Beatura Bo-

naventuram <Cfr. S. Bonaventurae Oêra. Lugduni, 1868,
;
. :
T. VII, p. 105> r
4) 88 -92
r
Sermo S. Epiphanii dicen- r
dus in sabbato sancto ex greco sermone in lai. translatus

a devotissimo fratre Alexandro Iesuato '• Quid hodier- |
'
num "
— 'in sempiterna secula seculorum amen '.
Cart., sec. XIV, mm. 150X100) di carte 92 a., leg. m. perg.,

prov. dall'Ab. Trombelli.
909 (1761).
f
Genealogiae Veteris et Novi Testamenti ac etiam cosmo-
graphica qnaedam Celum sunt angeli vivere !
.
j
f '
— '
nullus habet '.
Membr., sec. XII, mm. 160 X HO» di carte 44 n. n., con tìg. a
penna, leg. in pelle, prov. dal Canon. Amadei.
910 (1763).
f
1) l-59 r Tractatus brevis de confessionibus '.

|
'
In pri-
mis sacerdos debet interrogare Irreverentia ante al- ' — f
v
tare 2) 60-88 Brevis tractatus confessionum edictus
' '
a docto Religioso dopno de Feraria canonico Regulari S. Au-

gustini episcopi '.
|
f
Cum quis vult confiteri
;
— f
in statu
v
gratie '
3ì 89-92 '
Solutiones quarumdam dubiorimi date
per fratrem Antoninum ordinis predicatorum Primo
:
'
.
j
queritur an liceat ' — '

in fraudem usurarli m "
4)
v
92 -98
r
r
Martinus papa V. De observantia censurarum Ad vi- '
\
'
tanda scandala quam temere desinere !v

—
5) 98 -100
v f !
'
r
Concessiones facte per d. Eugenium papam quartum
(1439). Die 23 novembris in civitate Florentie
|
r
qui ;
— '
r v
dedit illas etc.
'
6) 101 -104
r
Quahs debeat esse con-
'.
fessio
Cart., sec. XV, mm. 132X90, di carte 10 1 n., leg. in perg.
911 (1764).
r
Constitutiones Ordinis fratrum Predicatorum '.
|
Quo- '
niam ex precepto regule '

— '
Datum Rome, apnd S. Petrum,
V kal. Alaii, pontificatus nostri anno tertiodecimo '
(1402).
Membr., sec. XV, mm. 185X90, di carte 114, con fregio e lett.
iniz. min., leg. m. perg., prov. dal conv. di S. Domenico.
912 (1765).
r
Praeces sacrae '.
j
r
In quacumque tribulatione ' — 'in

orationibus vestris '
Membr., sec. XIV, mm. 110X^8, di carte 78 n., leg. in perg.
913 (1767).
r
Opuscula seu narrationes sacrae '. |
Epistola Iohannis
missa Pantaleoni de omnibus miraculis '.
|
f
Sepe ortatur ' —
f '.
in sanctitate et iusticia
Membr., sec. XIV, mm. 150 X 100> di carte 170 n., leg. m. pelle.
914 (1768).
f
De beata virgine Maria libellus '
.
)
Incipit prologus in
librum sequentem '.
|
:
Quoniam de gestis beatissime vir-
ginis '
— r
per capitula '.
|
f
Incipit de B. V. M. libellus
totus ex dictis auctenticis oontextus \ |
:
Si deum ore pro-
phetico ' — f
Explicit Petrus comestor in laude beate vir-
ginis '.
Membr., sec. XIV, mm. 160 X 100» di carte 123 ti. n., leg. in. perg.
915 (1769).
1) l-145 r (Omeliae) '
Ad te levavi animam meam !
— f
fidu-
ciam habemus ad dominum '
2) 147-217 r
<De vitis sancto-
rum> r
Sapientiam sanctorum '
— f
ergo dimitteret '.
Membr., sec. XIV, mm. 170 HO» di carte 145 n. -f- 72 n. n., X
leg. m. pelle, prov. dal conv. di S. Maria degli Angeli in Mantova.
916 (1771).
'
Isidorus. Liber contra Iudaeos '. <Cfr. : S. Isidori Opera
omnia. Romae, 1802, T. VI, pp. 1-114>.
Membr., sec. XIV, mm. 185 X 130, di carte 68 n. n v leg. m. perg.,

prov. dal conv. di S. Domenico (1367).
917 (1772).
Prophetiae omnes :
.
|
f
Nemo cum prophetias viderit ' —
Expliciunt libri duodecim prophetarum '.
Membr., sec. XIV. inni. 200 X 120, di carte 205 n., con lettere
iniz. miniate, leg. in pelle, prov. dalla Bibl. di S. Salvatore.
392 CODICI LATINI
918 (1776).
Copia privilegii plenarie approbacionis et confìrmacionis
status et ordinis fratrum et sororum de penitencia, de quo
ordine fuit venerabilis et beata virgo Katerina de Senis ;
V f
2 Incipit regula fratrum et sororura ordinis de pe-
nitentia beati Dominici fundatoris et patris fratrum or-
dinis predicatornm '. In fine: Copia supplicationis signatef
per dominum nostrum Eugenium 9 novembris 1434

;
.
Membr., sor. XV, mm. 210 1 A3, X di carte 50 n., con miniatura
rappres. S- Domenico che protegge col svio manto molti religiosi del-
l' ordine, prov. dal conv. di S. Domenico.
919 (1777).
f
Vita et gesta S. Petronii . . . manuscripta a presbytero
Zani Iacobo anno 1431 Ven. Patri Domino Petro de Ram-
ponibus Canon. Bonon. et Apostolicae Camerae Clerico
dicato '.
Cart., sec. XV, mm. 212 X A48, di carte 37 n. n., con lett. iniz.
miniata, leg. in pelle; sull'alt, carta è scritto il nome di: '
D. Pe-
trus 1). Rodulfi de Ramponibus Prothonotarius '.
920 (1779).
r
Liber qui dicitur Panteon, compilatus ex dictis, exem-
plis et miraculis beatorum '. Quoniam ordinare mate- |
'
rias
;
—
Idem dicit Ieronimus in cronicis suis. Explicit.
r
Deo gratias '.
Membr., sec. XIV, mm. 222 X 140, a 2 col., di carte 135 n. ,-(5
n. u., leg. m. perg.
921 (1780).
f
2) 53 r -68 r Incipiunt erudimenta clericorum, sive instru-
ctio de hiis que necessaria sunt fidelibus clericis presbi-
teris ad sciendum, edita et compilata per d. Dominicum
de Dominicis Venetum \ |
r
Cum plures sacerdotes

!
—
r
sunt excomitati ;
3)68 r -77 rLegendae S. Iacobi in-

'
tercisi Martiris, S. Iulianae, Beatissimae Fuscae virginis

et martiris et passio B. Margaritae Virginis et Martiris
DKLLA BIBL. UN1VEKS. DI BOLOGNA. 3D3
4) 77 r -78 r Donec mundus erit qui verum noseere

f
Versibus hiis dare poterit sibi pascha notare

;
querit |
.
—
|
v r
5) 78 -80
f
Gloria belligerum '
f
cecuba zona ' '
Li-
ber de sacerdotio Christi. Beatissimo Nicolao V Pontifici
Maximo Laurus Quirinus felicitatem '. Evolventi michi [
'
— f
sacerdotes 80 Epistola Lentuli senatoribus
;
6)
v r
Eome. De Christo Yhesu '. Temporibus Octaviani |

f
' —
v '
filios hominum Epistola Pylati ad Claudium

r
7) 80
'
Imp. '• Poncius Pilatus

|
r
Nazareno '
— f ;
.
Cart., sec. XIY, mm. 210 X 145, di carte 80 n. n., !eg. m. pelle.
922 (1782).
S. Mathaei Evangeliura '.
Merabr., sec. XII, nini. 263X 167, (U carte 126 n., leg. ni. pelle.
923 (1783).
Epistolae et Evangelia '. (Mutilo in fine).
Membr., sec. XII, mm. 258 X 170, di carte 225 n., leg. m. pelle.
924 (1784).
r c
'
Epistolae et opuscula varia' 1) 1 Epistola Innocencii I E
pape ad guigonem priorem carthusie'. (1134). <Cfr. AA. SS. :
r r
Boll. Apr. I, 37> 2) 1 Epistola Guigonis prioris car-
thusie ad Innocencium II papam '. Etsi quid apud ]
'
deum ' — r
potuerimns explicare ' r
3) 2 -14
r '
Vita S. Hu-
gonis gratianopolitani episcopi '
[Auctore Guigone Priore
v v
Carthusiensi]. <Cfr.: Op. cit. I, 37-46> 4) 14 -31 '
Vita
B. Antelmi Belicensis episcopi '. <Cfr. : Op. cit., Iun. V,
32 r -43 r
r
227-238) 5) Vita B. Stephani Dyensis Epi-
v r
scopi '. <Cfr. : Op. cit., Sept. Ili, 187-1!» I
6) 43 -90
Speculum cartusianum Principium loquendi per ;
.
|
:
'
— '
infinita secula seculorum Amen r

-97 r '
7) 94 Scripta '
magistri lohannis gerson contra impugnautes ordinem . .
cartusiensem '. <Cfr.: Iohaunes Gerson. Opera. Argentorati,

1489, II, 39> 8) 97 r -101 r '
Tractatus magistri Arnold] de
nova villa contra illosqui dicunt cartusienses peccare'. |
'
Ad-
891 CODICI LATINI
versum me ?
— 'in secula seculorum Amen '
9)
v
102 -147
v
f
Tractatus de origine et veritate perfecte religionis ad de-
fendendum ordinem cartusiensein '• Veritatem medita- |
f
bitur ' —
ab unoquoque f
deus avertat
r
10) 148 -l.V2''
'
Tractatus de narratione h istorie inchoationis et promo-

tionis ordinis carth[usiensisj '. Laudemus viros re- |
' — '
media sanitatis '.

Membr., sec. XIV, rom. 255X180, di carte 152 n. n., leg. in
perg. In fine: 'Iste liber pertinet domai capello B. Marie prope Au-
giain Ordinis Carthusiensis '.
925 (1785).
v
'
Ordo divinorum officiorum '
l
r
Incipit prologus '.
|
f
Incipit liber de ordine officiorum qui durat per circulum
anni ' — '
inchoat chorus tunc eadem '
Membr., set'. XIII, mm. 240 X 170, di carte 61 n. n., leg. m. pulle.
926 (1786).
f
Maphaei Vegii De perseverantia '. Quum graves sepe j
' —
r
quod venemus. MCCCC 66 in mense Ianuarii et die XXI
bora vigesimatertia finitum hoc opus Matfei Vegii Lauden-
sis a me Zenone de Trivillio artium scholari in Studio l'a-
piensi etc. '.
Cart., sec. XV (1466), mm. 210X170, di carte 139 n. n., leg.

m. pelle.
927 (1788).
f
Magister Guilelmus Antisiodorensis. Summa theologica '.
|
f
Fides est substancia rerum ' — '
nobis prestare dignetur
Ihesus Christus D. N. qui cum patre et spiritu sancto vivit
et regnat ', etc.
Membr.. sec. XIII, mm. 220X1^5, a 2 col., di carte 243 n. u.,
leg. m. pelle.
928 (1793).
r
Iohannis Garzonis Orationes et epistolae '.
Cart., sec. XV, mm. 200X^50, di carte 106 n.. leg. m. pelle.
929 (1794).
r
Fra Bartholomaei Tridentini vitae et aeta sanctorum ?

.
—
|
r
Adventns domini celebratur et devotionem et amo- '
r
rem eorum in dominimi nostrum Ihesum Ohristum cui est

honor et gloria in secula seculorum amen '.
Membr., sec. XIII, mm. 205 140, a 2 col., X di e. 112 n., leg. in
pelle, prov. dall' Ab. Gio. Grisost. Trombelli.
930 (1796).
'
Graecismus eum glossis '.
j
'
Quum ignorancie nubilo
turpiter exceeati '.
Le glosse ine.:
f
Sicut legitnr in prin-
cipio vetheris efchice Ast unusquisque quidam simul '
— '
Iste grecismus est adversus mei frati is

f
apposuere '.
j
S. Thomae de poetis de Bononia ordinis predicatorum cuius
proprietas spectat ad conventum S. Dominici de Bononia *.

T
Membr., sec. XIA , mm. 215 X 165; di carte 100 n. n., leg. in. perg.,
prov. dai conv. di S. Domenico.
931 (1797).
1)
'
Aristeas ad Philocratem fratrem de LXX interpreti-
bus per Mathiam Palmierium e greco in latinum versus
T
.
|
'
Paulo secundo Summo Pont. Mathias Palmierius felicita-
tem '•
|
r
Cum et antea '
. . .
|
r
Quom per magni semper
feceris philocrates '
— c
Finis Aristee ad Philocratem fra-
trem de interpretatione LXX interpretum ;
2)
r
Leo-
nardi Aretini in quasdam Platonis epistolas e greco in
latinum traductas ad Cosmum Medicem prefatio
;
.
|
:
Inter
clamosos strepitus ;
— f
Opus est cohortatione. Vale \
'
Finis Platonis epistolarum. Deo gratias. G. Hispanus *.
Cart., sec. XY, mm. 215X150, di carte 112 n. n., prov. dal
932 (1800).
f
Bibliorum sacrorum libri aliquot hoc ordine dispositi:
Novum Testamentum integrum. Libri proverbiorum. Ec-
'.
clesiastes. Cantici Canticorurn sapientiae. Ecclesiasticus
Membr., sec. XIV, mm. 235
v
X 170, a 2 col., di carte 244 n., con
fregio miniato nella e. l e lettere iniz. miniate con mezze figure di

santi, leg. in perg., prov.: '
Ex Biblioth. S. Pauli in Monte '.
396 CODICI LATINI
933 (1801).
S. Antoninus. Summa '
(Mutilo in princ. di 5 carte).
—
|
r
De heresi et penis hereticorum sciendum '
r
ipse qui
commisit ut ibi dicitur. Amen '.
Cart., sec. XIV, mm. 240 X 160, di carte 265 n. n., leg. ni. perg.,
934 (1802).
Bitontini Antonii Quadragesimale et alia opuscula '.
|
Ad
illustrem . . principerà D. Guidantonium Montisferetri Ur-
bini . . comitem fratris Anthonii Bittontini Ordinis sera-
phici fratris nostri Francisci viri eruditissimi . . . prohe-
mialis epistola incipit, ubi declarat quare deus fecit peccabile
genus humanum. 1462 3r Incipit quadragesimale fra- '
f
tris Anthonii Bittontini ord. Minor

:
<Cfr. Ant. de Bi- . :
tonto. Sermone,** quadragesimales. Venetiis, 1499, in Ibi.).
(art., sec. XV, mm. 2:iSXl'i'), di carte 102 u., prov. dal conv.
di S. Paolo in Monte.
935 (1803).
1)
'
Hieronymi
Doctrina Beati . |
f
Fratres diarissimi.
Non queo quem mente concepi ;
— f
peccatoris memineris.
Explicit Doctrina B. Hierouimi ex suis operibus egregie
:
dinervata '
2) Pauli Maureceni opus de eterna tem-

poralique Christi generatione ... ad Paulum Pontificem in-
cipit '.
|
r
(ûo affectus sim gaudio :
— r
divinitus reser-
vari. Finis. Patavii, UH kal. Maias MCCCCLXXIIJ ;
f
3) Bonaccursius Pisanus viro doctissimo . . . Corniti Io.
'
Francisco Turriano ducali questori dignissimo s. p. d.

f
De Ihesu Christi sacerdotio. Franciscus Philelphus s. d. p.
Sixto IV P. M. ' '

Iustiniani pientissima ' — '
Roma, kal.
NTartiis, anno MCCCCLXXVI '
4) '
Gracioso militi et
Felici Ray mondo de Quatrocia Domino Castri S. Ambrosi
Bernardus in senium deductus s. p. d. Soceri petis '
|
'
;
—
*.
dampnabilis senectutis S. Bernardi Tractatus
f ' r
5)
<Cfr.: S. Bernardi Opera. Parisiis, 1690, 11,319-336)
f
S. Bernardus comparans seculum religioni '.
f
6 In re- |
ligione est vita

:
— '
meliorem eligas '
7) (Carmen
adesp.) r
Huc me sydereo descendere iussit olimpo ;
— '
et
extincta reaccenditur '
8)
r
Io. Picus Mirandula. Io. Fran-
cisco Pico nepoti suo (II Iulii 1492). <Cfr. Io. Pici Mi-
s. '
:
randulae Co. Opera. Argentili ae, 1504, e. 114> 9) Idem r
ad eundem '. |
r
In eo qui est vera salus 1492, maii '
— '
;
.
Cart., sec. XV (1490), mm. 240 X 165, di carte 89 n. n., leg. m. pelle.
936 (1806).
1)(Grammatica ebraica. Parte IV). |
f
Multa secundum
Hebraeorum doctrinam 'in libro ' — legis '
2)
c
Aucto-
res cabalistici '.
Cart., sec. XVII, ram. 160 X H5, di carte 97 n. n., leg. in perg.,
prov. :
'
Ex Bibliophylacio Octavii Mariae Meleghae '.
937 (1807).
Meditationes supra sacratissima passione D. N. Ihesu Chri-
sti '. Fideli cuique animae in via dei
|
f
anima illa '
— f
sanctissima ad corpus '.

|
'
Sibillarum vaticinia de Christo
et primo persica Humanam accipiet carnem divina
'. !
propago — f
Ostendet facti principium quod novi
' ;
.
Membr., sec. XIV, mm. 160XH8, a 2 col., di carte 51 n. n.,

leg. in pelle.
938 (1809).
f
Opera varia medica ?
.
|
r
Descriptio mensurarum et pon-
derimi ex breviario filii Serapionis inest Exceptum!
.
j
f
Seguono varie ricette 136 r

f
est
!
etc. di medicinali Ta-
'.
bula de aliquibus medicinis occurrentibus assidue
Cart., sec. XV (1491), mm. 144X100, di carte 182 n., leg. iu

asse e m. pelle, prov. :' Ex libris Ludovici Laurenti phil. et niellici
Bonou. emptus die 1° Augusti 1091 '.
939 (1810).
*
V
'
Officili m B. Mariae Virginis 2 '
Sixtus Papa IV
1473 quinto nona.s Iulii pontificatns sui anno II concessi^
398 CODICI LATINI
cuilibet dicenti inf'rascriptam orationem . . . plenariam re-

missionem omnium peccatovnm '.
Cart. e membr., sec. XV, mm. 140 X 98. di carte 148, n. n., leg.
in asse cop. di pelle. In fine si legge: '
Lod. Marii l'arati Bessar.
Nic. secret, codex '.
940 (1811).
f
Commentaria D. Blasii Navarro Valentini in primum li-
In um Senten. D. Durandi \ Praenoscenda necessario
\
'
sunt theologo ' — '

haec dieta sufficiant '
Cart., sec. XVI, min. 165 X HA di carte 325 n., leg. in perg.,
prov. dal conv. di Agostino d'Aqualata. Sulla
S. e. 2 è notato :
'
Est
l'ratris Angustiai a Castellalo '.
941 (1812).
Decreta S. Congregationis Cardinalium negociis Episco-
porum Kegularium praepositorum, variorumque casati
et
ac dubiornm decisiones ab anno 1615 per totum 1619
;
Cart., sec. XVII, mm. 200 X ir »5, di carte 319 a., leg. in perg.
942 (1813).
Practica toeius Alkimie tradite per Geberum, exposite
f
vero per Machometum '.

|
c
Liber aquarum '
.
|
r
Libelli
huius series aquarum
:
— '
scientiam dedit hominibus :
.
Cart., sec. XV, mm. 180X130» di carte 243, leg. m. pelle.
943 (1815).
Antidotarium ex multis antiquis medicis collectum, nec-
non Praxis morborum particularium anno Dom. MCDXX ;
.
Cart., sec. XV, mm. 195 X 140, di carte 90 n., con lettere iniz.
a colori, leg. ra. pelle.
944 (1822).
f
B. Bernardis Abbatis Scala spiritualis '.
|
'
Din die qua-
dam corporali raanuum labore '
— f
mortales quibus homo
cucinet ;
.
Meralir., sec. XIV, min. 125X95, a 2 col., di carte 49 n., leg.

in perg., prov. dal Canon. Trombelli.
945 (1823).
:
Officium B. Mariae Virginis ;
Membr., sec. XIV, rnm. 105X^0, di carte 197 d. n., con lettere
iniz. miniate e tre fregi marginali a colori e oro, leg. aut. in pelle.
946 (1824).
r
Officium B. Mariae Virginia .
Membr., sec. XIV, min. 75X110, di carte 161 n. n., con lett.
iniz. e fregio marg. miniato, leg. in velluto rosso.
947 (1826).
Pauli Veneti Compendili m logicae
r
1) '. <Cfr. : Paulus Ve-
netus Logica. Venetiis, 1565. in 8°). In fine havvi la data:
f
1454, 14 Kal. febrnarias '
2) Consequentiae '.
f
|
f
Con-
sequentia est illatio '
— f
de aìiis fìnem ponentibus
'
3)
f
Tractatulus de sensu composito et diviso . . . traditus se-
cundum Magistrum Paulum Pergulensem Doctorem exi-
mium '. Iam opus quod a me
|
f
sentiet quid dicat in ' — '
hac materia. Deo gratias amen '. (1454).
Cart. e membr., sec. XV (1451), mm. 120 X 85, di carte 158 u. n.,
con lett. iniz. min., leg. in perg., prov. dal couv. di S. Giuseppe.
948 (1827).
r
Breviarium '.
con lettere iniz. e fregi miniati, leg. in pelle
949 (1828).
M. T. Ciceronis De oratore '.
Cart., sec. XVII, mm. 130 X 100» di carte 294 n. n., leg. in perg.
950 (1829).
Officium B. Mariae Virginis '.
Membr., sec. XIV, mm. 130X90, di carte 113 n. n., con lettere
iniz. elegantemente miniate e fregi a colori ed oro, leg. in asse cop.
di velluto rosso.
400 CODICI LATINI
951 (1830).
1)
'
Incipit liber senioris Barbae de lapide philosopho-
rum •
|
r
Dixit senior Sahiae fìlius ' —
paucorum ver- '
'
borum 2) '
Liber Magistri Petri de Celento super la-
pide philosophorum Attendite doctrinae
:
.
|
donec '
— f
'
opus sit 3)
f
Liber seu expositio super tnrbam philo-
sophorum quamplurima dieta philosophorum ile perfe-
et
ctione loquentium. Qnae expositio per S. Gratianum edita
fuisse dicitur
;
.
|
f
Dixit philosophus ' — f
Ego frater An-
tonius compilavi ut potui 24 Novembris '
(art., sec. XVIIj min. 160X95, di carte 79 n. n., leg. in perg.
952 (1832).
f
Nonnullae annotationes circa Martialem. Ad librum I
Epigr. Mart. usque ad Epigr. Ili lib. IX ?
.
Cart., sec. XVII, mm. 150 X 100, di carte 2t>9 n. n., leg. iu perg.
953 (1834).
f
Praeparatio ad Missarn. Officia sanctorum. Orationes. Li-
!
taniae, etc. .
Membr., sec. XIV, min. 153X100» a - coK >

,u c - 73 n., leg. in
pelle, prov. Cartusie Bononie 1. p. '.
: '
954 (1836).
Breviarium '.
Membr., sec. XIV, mm. 170 y^fìò, a 2 col., di carte 133 n. n.i
con lettere iniz. miniate, leg. in perg., prov. dal conv. degli Olivetani.
955 (1837).
(Libro di chimica) '
O bone Iesu verbum patris splendor
paternae gloriae '
— f
vene ad salvandum nos, Domine,
Deus noster '.
Cart., sec. XVIII, mm. 162 X HO, di carte 35 n., leg. in perg.
956 (1844).
Commemoratio conspirationis in illustrerà divum Borsum
Ducem Mutine et Regii Marchiouem Estensem etc. per per-
3. 6. '9CK
fìdos homines Io. Lodovicura Pium et Andream Varegna-

num patrata '
[Auctore Carolo de Sancto Georgio]. |
r
Quara
miserabilis et pene conternnenda
;
— f
secnndo Kal. Octo-
bris. Ferrarle. MCCCCLXVIIII. Laus Deo :
.
Merabr., sec. XV (1-469), mm. 27.")

X 200, di carte 20 n. n., con
lett. iniz. min., leg. in asse cop. di pelle con borchie d'ottone.
957 (1845).
1) (Aegidius de Louvanio). r
Summa de temporibus '.
|
r
Cum in lectione sacre scripture
;
— '
principium medium :
2)
f
Tractatus de crepusculis fratris Egidii de Lua-
nio :
. |
r
Cam
multa secundum verburn sapientis produ- :
— f
'
ximus Deo adiuvante tui gloria in secula seculorum Amen

3) (Liber de spera domino Linconiense compositus).
f
Intentio in hoc tractatu semidyametro solis et lu- '
— '
nae 4) (Tractatus de mensuris).

'
Geometrie due sunt c
partes ;
— '
dabit capacitatene '.
Membr., sec. XIV, mm. 257X175» a 2 col., di carte 110 n. fino
alla e. 40, leg. m. perg.
958 (1847).
f
Praxes astrologicae Geminiani Montanara. Pars prima,
quae est de figurae coelestis erectione '.
Cart., sec. XVII, mm. 260 X 200, di carte 46 n., leg. in seta.
959 (1848).
Libri canonici de potestate Pontificii m \ |
f
Mortuorum
etviventium ecclesiastici quidam fuerunt Datum Ho- '
— r
mae, apud S. Petrum, anno millesimo quingentesimo ter-

tiodecimo, octavo Kal., Pont, nostri anno primo '.
Cart., sec. XVII, mm. 250 X 195, di carte 194 n. n., log. in perg.
960 (1850).
1)
'
Cassiodorus. De anima '. <Cfr. : Cassiodorii, A. Opera
omnia. Venetiis, 1729, II, 594-606) 2)
f
Liber de ami-
citia
;
(Cassiodori). |
r
Quoniam dìminute sunt veritates ' —
Studi ital. di fllol. class. XVI. 26
402 CODICI LATINI
'
enormitas reatus eliminet ;
Senecae De clemen- 3)
r
Neronis L. A. Senecae Opern. Lipsiae, Teu-

r
tia . <Cfr. :
bner, 1874, voi. I) 4) Senecae De benefìciis '. <Cfr. Op.

'
cit., voi. II) 5)

r
De quatuor virtutibns '.
|
'
Quatuor sunt
virtutum species ' — r
quiete extrema securus '.
Membr., sec. XIV, mm. 244 X 167, a 2 col., di cirte 53 n., con
fregi e lettere iuiz. miniate, prov. :
'
Ex Biblioth. Mon. S. Salvatoris
Bononiae '.
961 (1851).
f
Ordo ad cathecuminum faciendum '.
|
'
Tohannes. Quid
petis ab ecclesia ' — r
in articulo mortis constitutus. In
nomine patris, etc. '.
Membr., sec. XV, mm. 250X1^5> di carte 42 n., con lett. iniz.
miniate, prov. dal conv. di S. Giovanni in Monte.
962 (1853).
f
Annotationes, seu breves quaedam declarationes admo-
dum necessariae ad intelligeutiam cura capitulornm, tum
earum autoritatum, quae in ipsis citautur capitulis libri
scintillarum Venerabilis Bedae nuper per D. Antoninum . . .
Ganguntiam Siculum sacrara theologiam in alrnae urbis Gym-

nasio publice profitentem editae. Ad amplissimum virum
D. Marcum Antonium de Campanis '.
Cart., sec. XVII, mm. 2C0 X 140, di carte 215 n., leg. in perg.
963 (1858).
1) Universa pacis bellique praesidia in mathematicis di-
f
sciplinis collocari. Oratio habita a D. Hercule Corazzi Mona-

'
cho Olivetano... anno 1710, pridie kalendas Novembris

D. Herculis Corazzi Olivetani praelectio in Bononiensi
r
2)
Gymnasio habita. . . die 18 Novembris an. 1714 ;
3)
'
In
quatuor orationes Catelinarias periocha D. H.C. 0. [D. Her- '.
D. Herculis De Bononia ad-

f
culis Corazzi Olivetani] 4)
versus fallacem et superstitiosam artem cniusdam astrologi
N. N. qui audet praedicere et promittere Cardinalium pro-
motionem . . . eximio viro Doctori Catheriui mediciuae et
philosophiae professori '

(Finn. : D. H. C. [D. Hercules Co-
f
razzi] 20 die. 1704) 5) Oratio de eligendo Olivetano-
rnm moderatore habita in ecclesia S. Mariae Montis Oliveti
per D. Herculem de Bononia. IV Kal. Maii 1708 '
6)
f
De immobilitate terrae
'
7) '
Corazzi Ercole. Epi-
tome doctrinae sphaericae '
8)
r
Sphaera, seu doctrinae
sphaericae tractatus in duos libros distributus . . . authore
F. Bonaventura Cavalerio anno 1642 f
. 14)
. .Herculis '
Corazzi Dissertatio habita Bononiae IV Kal. Aprilis a. 1715

in novo scientiar. Istituto curri referre iussus esset Io. . . .
Mariae Lancisii animadversiones in Plinianam villani nuper

in Laureutino detectam '
15)
f
Ignes Etrusci ad naturae
leges expensi in Bonon. scientiar. Academia expositi ab
Hercule Corazzi... pridie Kal. Apr. 171G '.
Cart, sec. XVIII, nim. 220 X 160, di carte 430 n. n., leg. m. perg.
964 (1859).
f
Constitutiones Ordinis fratrum Montis Oliveti '
. (1523-1534).
Membr., sec. XVI, mm. 235 X 1?0> di carte 37, n., leg. in pelle.
965 (1860).
f
Privilegia, gratiae, favores, immunitates, exemptiones et
iudulta Canonicorum Regularium S. Salvatoris cura a pluri-
mis Pontificibus, tum vero a Iulio II ante concessa, nunc
etiam a Paulo III confirmata et innovata '. (Romae, 20
febbr. 1549). Esempi, autenticato il 12 Maggio 1599.
Membr., sec. XVI (1549), mm. 220X160, di carte 39 n., leg.
in pelle.
966 (1863).
'Constitutiones fratrum ordinis B. Marie de Monte Carmeli '.
Membr., sec. XV, mm. 210 X 150, di carte 103 n., con lett. iniz.
min., leg. ant. in pelle, prov. da frate Virginio Bentivogli Carmelitano.
967 (1864).
(Miscellanea relativa a Conclavi, Cardinali, etc. 1)
f
Ex
libro obligationum Sacri Collegii sub Innocentio VI, anno
404 CODICI LATINI
Domini 13G1 2) Ex libro solutionum Collegii Car-

' c
dinalinm sub Clemente VII Antipapa, anno 1391 et X

Ian. 1392 '
3)
f
Ex antiquo libro provisionum Collegii '.
f
(1409-1415) 4) Cardinales qui interf'uerunt conclavi
Leonis Papae X creati
anno Dorn. 1513 die XI martii '
5) Ex libro provisionum Leonis Papao X '. (1513)

f
6) Kx f
libro Coli. Illustrissimor. Cardinalium '. (1521-1523)

7) Conclave Adriani Papae VI ex libro collegii Rev. Cardi-
r
nalium '. (1521-1523) 8) 'Conclave Clementis Papae VII '
(1523-1528) 9) Ex libro provisionum collegii Pont. Cle-

f
mentis VII Ingressus Caroli V Imp. Bo-

r
'. (1529) 10)
noniam. '. (1529-1534) 11) Conclave Pauli Papae III \ f
(1534) 12) Diarium D. Petri Pauli Gualterii Aretini

f
ab a. 1531 usque ad 1532 '. Continuato fiuo al 1544.
Cart., sec. XV e XVII, mm. 220X160, di carte 121, n. n., leg.
in perg.
968 (1866).
f
Constitutiones fratrum Ordinis Beatae Mariae de Monte
Carmeli ' — f
Datutn Reate, calendis Iulii pontifìcatus no-
stri anno II. Et sic fìnit. Per me fratrem Michaelem de
Bornado 1490, die prima marcii '.
M.MnUr., sec. XV (1490), mm. 210X155, J i carte 69 n.. sleg.
969 (1867).
1)
f
Libri de arte magica Magistri Raphaelis de Pernasio
Ianuensis Ord. Pred. '
|
(
Contingit interdum '
— f
magis
' f
concusa splendescat 2) Magistri Gabriel is de Bardi i-
nona Offitii inquisitionis directorium '.
|
'
Ea que in hoc
libro '
— r
destruxit ei brachium '
3)
f
De hereticis
Summa hostiensis '
.
|
Quia dicitur hereticus ' — f
de cau-
sis
'
4) Bolle dirette ai frati Domenicani di Papa Ca-

listo III (VII Id. Iulii 1458), Urbano VI (III Non. Nov.
e XI M Kal. Apr. 1378), Innocenzo IV (VI Kal. Iuu. 1253,
IV LI. arsii, IV Id. Nov., H Id. .Mail. V Kal. Inn. 1251 :
XIII Kal. Imi., XVII Kal. Iulii, XIII Kal. Aug. 1253;
VI Non. Iulii, XIII Kal. Aug. 1254; III Kal. Inn. 1253,
V Id. Maii, Id. Maii 1251; VI Kal. Aug., Non. Iuli L254 :
XVII Kal. Iun. 1251), Alessandro IV (27 Sett. 1258, II Non.

Martii 1257, IL Id. Mar. 125G, 30 Apr. 1255, 11 Die. 1260,
VI Id. Oct. 1260, V Kal. Iun. 1260, 11 Gemi. 1257, XII
Kal. Febr. 1257, II Id. Martii 1257, 15 Ott. 1260, 4 Mar. 12ii< >,
11 Gemi. 1257, Vili Kal. Aug. 1254), Clemente IV (XV Kal.
Nov. 1265), Onorio IV (V Id. Martii 1286), Nicolò IV (Non.
Martii 1290,, Benedetto XI (VI Non. Mar. 1303, XIV Kal.
Mar. 1303) e Giovanni XXII (III Non. Ian. 1329, V. Id.
Aug. 1327)> 5) Questiones Fulcodii, qui fuit Cle- f
niens IV '.
|
f
Inquisitio pravitatis heretice '
— f
ide. fi Ha.
'
Concilium Tolosanum '.

6)
r
Licet a diversis |
f
' —
f f
in rnissa 7) Consilia prelatorum Narbonensium, Are-
'
latensium ', etc. Dubitatioues vestras |

f
cavitate mutua ' — f
8) (Bolle di Clemente IV (3 Nov. 1265);

'
reportetis
Innocenzo IV (XII Kal. Sept. 1245, IV Id. Maii 1252, Id.
Maii 1252, V Id. Maii 1252, VI Kal. Maii 1246)) 9) Re- r
sponsiones Urbani IV Papae super nonnulla dubia Inqui-

sì toni m '. fé. rej
XII Kal. Sept. 1261
f
Consultus ' — f '
10) Bolle di Clemente IV (VI Kal. Oct. 1265, Id. Ian.

1265), Innocenzo IV (Id. Iun. 1252, IV Kal. Febr. 1253,
V Kal. Febr. 1253, III Id. Iun. 1251, VIII Id. Iun. 1252,
IV Non. Apr. 1253, IV Kal. Iun. 1254, XV Kal. Sept. 1254),
Urbano VI (V Kal. Nov. 1380, IV Non. Nov. 1380, VII
Kal. Nov. 1380, X Kal. Apr. 1379), Alessandro IV (IV Id.
Aug. 1255, VI Kal. Maii 1260, VII Id. Oct. 1260, V Kal.
Febr. 1256, II Non. Mar. 1256, III Non. Mar. 1256, II Id.
Iun. 1258, XIII Kal. Maii 1259, X Kal. Iun. 1261), Gio-
vanni XXII (3 Sett. 1320)>
c
Concilium Bituricense '.
11)
—
|
f
Quoniam statuta '
f
vigilantiam pastoralem 12) Con- '
f
sultationes cum suis declarationibus facte per duos Inqui-

sitores '.
j
'
Millesimo. CC°LXXVI die mercuri XIII mentis
septembris
1
— f
frater Lafranchinus Cremonensis ordinis
f
Consilia D. Benedicti Gaytani et sapien-
'
pred. 13)
tum de Curia Super eo quod Romana
sicut ' — f
' — f
decet fratres etc. 14) Consilium dominorum Marsilii ' f
In nomine Do-
f
de Mantechellis et Dini de Musello '. |
mini ' —
et appendi
f
15) Consilium D. Rayneri re- ' :
40B CODICI LATINI
gini Super prima

'.
|
Inquisitorem predictum
f
' — f '
16) Consilium dominor. Marsilii de Mantegellis et Di dì de

f
Mugello super quibusdam questionibus '. Super prima |

f
' —
coDimissum vobis
f
17) De modo formaDdi proces- ' f
simi '. Circha processimi

|
f
modus pronunciandi ' — f '
18) (Bolle di Niccolò V (III Kal. Iulii 1448) Clemente IV

(XII Kal. lui. 1265), Gregorio X (8 Febbr.), Benedetto XII
(IV Kal. Febr. 1335), Alessandro IV (VII Kal. Maii 1260)
Giovanni XXII (II Id. Nov. 1323, IV Id. Nov. 1324) e
Nicolò IV>.
Cart., sec. XV, mra. 200X148, di carte 172 n., leg. in perg.,
970 (1869).
(Grammatica latina)
f
Adverbium interrogativum ' — r
Dif-
fero '.
Cart., sec. XV, mm. 215 X 150, di carte S7 n. n., leg. in. polle.
971 (1870).
f
Naldus de Naldis. Vita Iannotii de Manettis viri erudi-
tissimi '. (Cfr. Muratori Rer. Ital. Scr., XX, 529>.
:
Cart., sec. XVI, rara. 210 X H5, di carte 130 n. n., leg. m. perg.
972 (1874).
f
Ordo commendationis animae '. Non intres in |
c
iudi-
cium ' —
pietatis absterge. Per Christum D. N.
f '
Membr., sec. XV, min. 100 X 138, di carte 12 n. n., leg. in pelle.
973 (1876).
f
Constitutiones Monachorum Vallis Umbrosae'. 1500.
—
|
f
f
Frater Franciscus de Altovitis '
publicum conficere
instrumentum '
Membr., sec. XV, mm. 185X135, di carte 70 n., sleg.
974 (1878).
c
Raphaelis MafFei Volaterrani brevis sub lui io II et Leone X
historia quae impressis commentariis deficit '.

|
f
Defuncto
Pio ' — r
sanguine abuti voluit '.
Cart., sec. XVI, miri. 2.10 X 150, di carte 40 n. ., leg. in perg.,

prov. da Sebastiano Guidi Volterrano.
975 rl879).
f
Francisci Aretini in Phalaridis tiranni Agrigentini epi-
stolas, ad Illustrem Principem Malatestarn Novelhim de
Malatestis prohemimn '
.
|
f
Vellem Malatesta Novelle ' —
f
Phalarim audiamua Initium epistolarum '.
|
' '.
|
f
Polyo-
letus Messenus illustrare consueverunt '. ' — f
Cart., sec. XV, min. 205 X 145, di carte 72 n. n., leg. in perg.,
prov. da Gio. Garzoni.
976 (1881).
Iohannes Garzonius. De rebus Ripanis libellus
f f
Vel- '
.
|
lem, prestantissime pater a natura sint bene instituti '. ' — f
Membr., sec. XV, mm. 210 X 155, di carte 36 n. n., con lettera
iuiz. miniata, leg. m. perg.
977 (1885).
v
1) 2-53 f
Sermones de egritudinibus omnibusque acciden-
tibus a capite usque ad pedes et continent tractatus 18 '.
|
f
f
Tollautur stipites '
2) 55 r Copia Brevis appostolici
directi Officialibus Balie Senarum '
(18 Sett. 1455). |
'
Cura
vos ' —
Thomas Honofriif
3)
'
56'-202 v f
Liber secre-
tum primum est contra oblivionem ' — r
'.
Cart., sec. XV, mm. 215 X 150. di carte 225 n., leg. in perg. A
e. 157 r
è notato: '
D. Fernandus Cordubensis die 24 Iulii 144b* '. Ila
il bollo del conv. de' frati Serviti.
978 (1887).
f
Tractatus quintus sermonis quarti editus a Nicholò de
Falcutiis, in quo est sermo de venenis, continens capitula
triginta sex '
.
|
f
Inquit Ga[lenus] ' — r
nocumentum fri-
giditatis eius
'
2)
f
Tractatus epydemiae '. Quoniam|
r
insisteris ' — f
meliora videntur '. |
f
Explicit consilium
jii;- RODICI LATINI
Matura contra peatem per celleberimum MagÌ8trum N i-

cholum de Burgo, anno domini currente 1382'.
Cart., vec. XV, mm. 212 A 152, a 2 col., di earte 98 n., leg. m. perg.
979 (1888).
li
'
P. Virgilii Dal v. L 53 del
Maronia Georgi con. '
lib. I
al v. Mutilo in princ. ed in fine

416 del lib. III. 2) '
Tra-
ctatus Bartoli de Saxoferrato. De insignia et armia '.
r
|
Ali-
f
quorum grafcia - in rubro et nigro '. '
( art., s«'<-. W, nini. 210 < 160, 'li carte 93 a. a., leg. in asse e
in. pelle
980 (1893).
Synopais decretorum Sacrae CoDgregationis tnquisitionia
r
Romanae '. (1('»17-I7:'»I ).
Cart., geo. XVIII, min. t80 X 300, di carie 104 n. b., leg. in pelle
prov, <lal cniiv. ili s. Domenico.
981 (1894).
'Fratria Pauli Oaatrucci a Monteregali Ord. Praed. Mo-
numenta MagÌ8trorum leneralium Ordinis Praedicatorum '. (
(1203-1295) V. la continua/., al u. L012 (1979).
Cart., sor. XVIII o.

r
:;'i- >
X 805, 'li carte 820 d. a., leg. ai. perg.,
prov. 'lai conv. di s. I lomenioo.
982 (1896).
'
Expositio libri Posteriori! b A.nalecticorum A.ristotelis,
edita per Rev. Doctorem I». iVfagistrum Paulum de Vene-
t,iis Ord. Fratr. Eeremitar. S. Augustini . . . Octobria M7<)
Gabriel e m Omnia
p
pei un' Fioinum de Caravagio '. |

do-
ctrina '
'
mereri valeam eternam vitam <'t sempiternano

'.
gloriam. A.men
Cart., sec. XV, min. B50 <270, a 2 col., <li carte 110 n. o., leg.
in cart.
983 (1901).
h '
Matricula oontinena omnia et sincula nomina IH». Do-
PKL1.A B1BL. UNIVKRS. I>T BOLOGNA.
uni Turi? Canonici Bononiensium, qui fuernnt aggregati

gio dicti iuris a MCCCXVTI eitra. « ipta
iu hac Matricula -
ordinem receptiouum ipsornm
"..ini
'
''.
iti cola eontinens nomina et cognomina DD. Do-
im almi _
:
luris Civìlìs Bononiensium, qui lue-
i
runt __ a o dicti iuris a MCCCXVII citra

et des -
inem acceptationum ipsorum \
X > 1 1 irte 1 1 2 n , i
984
Bartholomaeus de S. Concordie Somma de casil s
..: Bartholomaeus Pisanus S rdìo

-
ti
in 8 -
matum ac editum fuit hoc
le S Pi iinra
Ord. fratr. Pred. in cìvìtate Pisana L33S s S

".
ssimi Patris Benedici] Pape XII
. SPC X\ . - a. n..
inane
985
Sylva variarum Sectionutn. A. D. MDCXLII \
sec XML i
< 210, di jip. 292 n.. ]
986
- tutiones Saeri Collegìi Iuris Pontifìcii iueìytae cì-
vitatis Bononiae, editae anno - '. In fini
iggiunto: "
Privìlegium ad ravorem I s ais Lu-
de nominando paupere g - Loctorandum in v
(pie iure '. ^Die Veneris XIX inensis Febr. anni 162]
91 e \M1. \ carte 210 u.. leg. in
ris
î-ri.
987
-21 r '
Traetatus de quatuor vìrtutibus cardinalibas
eorum subvedenti bus '__._'_
410 CODICI LATINI
torum apostolorutn Petri et Pauli ex h istoria Egesippi '
3) 24 -42
r r
Moralium dogma sive ysagoge moralis phy- f
r v
losophye '
4) 46 -48 De potestate ecclesiastica et po-'
testatePape '
5) 49 -52
r r
Multae auctoritates bonae r
v
ad multa '
6) 58
r
De virtutibus f
7) 58 Epi- '
'
stola Oollutii (de Salutatis) fiorentini de Guelphis et Ghi-

bellinis '
.
J
f
Nec arbitrio pestem hauc totisqne ne- ' — f
v
xibus adimpletur '
8) 58 Epystola B. Yeronimy ad
:
Damasti m papam de panibus vel aliis altaris oblationibus '
f
9) 59 r
Laureatus Lombardus. Epistola de disposinone
v
vitae suae
'
10) 60 r -67 '
Provinciale omnium ecclesia-
rum cathedralium universi orbis per litteras alphabeti se-
cundum stillini romane curie 11) 70 Epistola prò
'
r f
N.[icolao] Piccinino '. Venisti tandem dudum expectate j

f
per omnes —
Contiuet ut priscos cecinit tibi leta trium-
' '
phos
'
Gallorum levitas
12) 70 r (Profezia lat.) ' ' —
f '
cessabit gloria vana 13) 72 Versus prò Federico f
Romanorum Imperatore '. Funde, o alme spiritus |

' ' —
c
Amen, amen, amen 14) Versus Porcellii in red- ' c
dendis gratiis '. Quo cantu solvere per annos |

f
' — r '
v r
15) 73 -75 De Sibillis secundum Lactantium f '
r v
16) 75 -81
f
Tractatus Magistri Danielis per quem pro-
batur adventus Christi sive Messie . . . translatus de ara-
bico in latinum per fratrem Alfonsum Hyspanum Ord.
r v
Pred.
'
17) 82 -91 f
Ex codice ethimologiarum liber
' r v f
septimus de sanctis scripturis 18) 92 -93 DitFerencie
Ciceronis in dubiis rebus, per me Henricum Poritsch
'
19) 94 r f
De mensuribus Hebreorum et de legalibus festi-
vitatibus
'
20) 94 bis
f
Fabulae notabiles. De gallo et
vulpe. De porco et leone. De leone et lupo '
26) 102 r -104 r
f
Epistola Leonardi Aretini in ypocritas '
.
|
r
Ex omni ge-
nere ' — f
non litibus actus
'
22) 104
v f
Epistole tenor
michi per Petrum Cumanum de bonitate nuncupatum ex
f
Gebenna, 1444 (in Nonis Ianuarii) destinate '• Venera- j
bili et ornato viro raagistro Iohanni de Iumrodalisclera . .
Polono ' —
Presentata fuit eiusdem mensis penultima per
'
d. Andream Penegallis '

23) 105 r -106 r
f
Venerabili et
ornato viro Magistro Io. Crobsky '
• |
f
Litteras tuas ' —
DELLA BIBL. UNIVKRS. DI BOLOGNA. Ili
r
Ex Gebenna transrodanum, XII Kal. Aprilis 1447. P. de
bonitate
'
24) 115-6
r
Alanus. De compianoti! natnrae
f f
versus '
.
|
In lacrimas risus '
. . . .
|
dei proles geni-
trix '
. . . 25) 117 r f
Ephytaphia quedam '
26) 119 r -l23 r
v
f
Tractatus de indulgentiis '
27) 133 r -4
f
Liber Augu-
v
stiniDe bonestate mnlierum r
28) 135 -137
' f
Narratio
Ven. D. Odonis Abbatis de quodam senatore '
29) 139 r
f
Duodecim lapides preciosi quibns construitnr vita eterna
secundum Apocalipsim 30) 140 Bernardus. De me-
' r
f
31) 142-152
'
ditatione '
Tractatus de spera Aristotelis
r v
32) 154 -179
r
Opus de Beata Virgine. 1446, 30 Octu-
bris. Basilee in domo Brocardy et de beato Io. Evangelista '
r f
33) 184 Epistola B. Ieronimi ad Desiderium de duo-
decim lectoribus sive doctoribus. Die 13 Febr. 1449 '
r v
34) lS5 -191 (Poema lat. mitologico adesp. con ampio com-
mento marginale). Fert animus temptare aliquid Au- r
' — f
rora et Titonus, Leuchotoe atque Palemon 35) 1-23 r

'
f
Ymagines Fulgentii per fratrem Robertum Holcoch ap-
plicate '
36) 23 r -25 r
c
Enigmata Aristotelis moralizata
per eumdem '.
Cart, sec. XV, mm. 305 X 210, di carte 193 -)- 25 n., leg. in asse
e ra. perg., prov. dal conv. di S. Domenico.
988 (1911).
f
De clave David seu regno Christi libri sex. Contra ca-
lumnias Acleri prò visibili ecclesiae monarchia. Authore
Nicolao Sandero Anglo '. E dedic. al Bev. D. Filippo Sega
Vesc. di Piacenza.
Cart., sec. XVII, mm. 295 ,< 210, di carte 235 n., leg. in perg.
989 (1920).
f
Collectio diversorum decretorum Sacrae Congregationis
S. Oiflcii ordine alphabetico digestorum '
Cart., sec. XVII, mm. 210X190, di pp. 476 n., leg. in perg.,
990 (1928).
r V V
1) l -37 r (Notizie storiche dell' a. 1492) 2) 37 -1G3 f
Er-
412 CODIO! LATINI
rores qui inauper vitarum PP. Romanorum ac S. R. E.

Cardinalium ab Alfonso Oiacconio scriptarum editione de-
bent emendali
'
3) 119 -123
r r
Ex Iohaimis Burcardi r
Caeremoniarum Magisi ri sub Aìexandro VI Diarii< '

. (1497-8)
49 r -ll8 r ) De Florentia civilibns agitata disconliis
4)
f
Fr. Hierouymo Savonarola Ord. Pred. turba.s exci tante com-

r r f
pendiosa narratio '. (1497 5) 167 -295 Iohannis Bur-
cardi Caeremoniarum Magistri sub Aìexandro VI Merao-
f
riae '. (1497-1561) 6) 301 r -501 r Francisci Mucantri
Diaria anuos octo ab initio Pontifìcatus S. D. N. Grego-
rii XIII, opera et studio Io. Pauli Mucantii eius fratris
collecta '. (1576-1580) 505 r Dilectis filiis nob. viris
7)
f
Antianis et Vexillifero Reipublicae Lucensis Alexander

Papa VII '. (14 febbr. 1660).
Cart., scc. XVII, mm. 280X200, di carte 526 n., leg. m. perg.,
prov. dal conv. degli Olivetani in S. Michele in I!<-sco.
991 (1933).
1)
f
De rebus monasterii S. Michaelis in Busco '.
Cart., sec. XVII, mm. 310X230, di carte 180 n., leg. m. perg.,
prov. dal conv. degli Olivetani in S. .Michele in Bosco.
992 (1934).
f
De civili architectura tractatus teorico-practicus '.
Cari., scc. XVIII, mm. 230X310, di carte 240 ri. n., prov. dal-
l'Ab. Corazzi Mon. Olivetano.
993 (1939).
f
Herculis Corazzi Bonon. Abbatis Olivetani Oratioues '.
Cari., scc. XVIII, unii. 340X230, di carte 208 d. a., pn/v. dal
conv. desìi Olivetani.
994 (1940).
r
Liber numismatum variorum '.
Cart., scc. XVIII, nini. 300X220, di carte 168 n. n.

995 (1941).
r
1) Conclave Innocentii VII contra Benedictnm XIII An-
' f
tipapa™. 2) Conclave Gregorii XII contra Benedi-
ctum XIII Antipapam '
3)
r
Calisti III Papae obùus
et Pii Papae II creatio anno 1458 '.
Cart., sec. XVIII, min. 810 X 2-0, di carte 3G0 n. n.
996 (1942).
1)
f
Papae III obitus et Iulii II conclave et creatio
Pii
'
2) De obitu Sixti Papae IV et conclave Innocentii VIII

c '
Conclave Sixti IV anno 1471

' r
3)
f
4) Conclave Papae
Pauli II '
Cart., sec. XYII-XYIII, min. 290X210. di carte 250
997 (1951).
1)
r
Liber Alexandri Magni Mirabilia que vidit Ale-
'
.
|
f
xander ' — r
duodecima Alexandria qne dicitur Egyptus '. |
f
Expìicit liber Alexandri deo gratias amen '
.
|
f
Finito
libro referamus graiiam deo. Qui hunc librum Allexandri
scripsit, qui fuit Nasci mbene Benvenuti not., quem deus
perducat ad gaudia paradisi amen Documenta de '
2)
f
hominum cognoscendis ab Aristotile ad Alexandrum

viciis
regem '. Fuge ergo ab omni homine
|
f
est in mundus ' — f
elo.'... (Mutilo in fine).
Membr., sec. XIV, mm. 345 X 16-, di carte 55 n. n., con lett.
iniz. miniata, leg. in pelle, prov. da Gio. Girol. Sbaraglia.
998 (1952).
r
Rabanus. Super Matheum '.
|
r
Cunctorum lumen Rabani
valet esse volumen ' — f
vidistis eum euutern in coelum '.
Membr., sec. XIII, mm. 68 X 55, a 2 col., di carte 171 n. »., con
miniature, leg. m. pelle, prov. dal conv. di S. Domenico.
999 (1953).
Il!. mor R. roor DD. Cardinalium Sacri
c
1) Decìarationes et
Concilii Tridentini interpretura cum snis decisionibus '.
414 CODICI LATINI
(Sessioni IV-XXV) Decisioues 111. et Eev. DD. Pa-

2)
r
trum Sacri Concilii Tridentini interpretum, incipientes a

XXI Martii 1591 usque ad diem tertiam Iunii 1601 '.
Cart., sec. XVII, mm. 2G0 X 200, di carte 150 n., prov. dal conv-
di S. Domenico.
1000 (1956).
(Cronaca Senese lat. dall'a. 1.186 all'a. 1385) ')•
f
Anno sa-
lutis MCLXXX sexto TCesp. Senen. per tres annuos con-
sulos ex nobilitate gerebatur ' — r
arte navium magnitu-
dinem potiorem '.
Cart., sec. XV, mm. 300 X 105, di carte 116 n. n., leg. in perg.
1001 (1958).
f
1) Quaestio D. Pompeii Peregrini de consideratione phi-
losophi naturalis in libris de anima '
2)
f
Expositio
D. Ludovici Orisferrei Sideustonii Bonon. philosophi maximi
in quem incepit in Gimnasio Bo-
tertiuui librurn de anima,
Novembris 1535
noniensi, die III A me Marino Ben- ' — f
venuto Cinguleo exscripto anno Domini 1539, die IV Maii '.
Cart., sec. XVII, mm. 300 X 200, di carte 187 n. n., leg. in perg.
1002 (1960).
'
De Directo dominio iurisdict. castri S. Caesarii Disquisitio
D. Benedicti Bacchini S. Petri Mutiuae Abbatis. 1712 '.
1003 (1963).
f
B. Bernardi Ptoiomaei vita, eiusque Olivetana posteritas '.
Cart., sec. XVII, mm. oUO X 225, di pp. 230 n., leg. in pelle,
prov. dal conv. di S. Michele in Bosco.
È una parte della storia di Siena scritta da Agostino Pa-

»)
trizi e da Francesco Piccolomini (Pio III) e se ne trovano due co-

dici pure alla Biblioteca Comunale di Siena, come cortesemente mi
comunica il Dott. Fortunato Donati.
1004 (1966).
f
Aliqua gesta Romanorurn Pontificum qui in cronicis co-
munibus non habentur, quae, quia digna suut memoria, et
sunt ad posteriorum eruditionem recollecta sunt modo in-
Leone Papa TX, qui cepit anno Do-
frascripto et primo de
mini ML '. Fin. con una lettera del Re d'Inghilterra a
Clemente VI del novembre 1343.
Cart., sec. XVII, min. 310X230, di carte 263 n., leg. in perg.
1005 (1967).
f
Ioannis Brocardi Argentinensis Germani Episcopi, Hortani
et Civitatis Castellanae, eappellae pontificiae ceremoniarum
Magistri et aliorum Diariorum thomus V '
(1483-1492). <Cfr.:
Io. Burchardi Diarium, ed. L. Thuasne. Paris, 1823, voi. I>.
Cart., sec. XVII, min. 335X230, di carte 437 n., leg. in perg.
1006 (1968).
c
Ioannis Brocardi Diarium annorum 1497-1500 Pontifi-
catila Alexandri VI '. <Cfr. : Op. cit., II, 346-603, e III, l-5>.
Cart., sec. XVII, min 335 X 230, di carte 258 n., leg. in perg.
1007 (1969).
f
Iohannis Burchardi Diarium ab a. 1500 usque ad annum
1503 '. (22 febbr.). <Cfr. : Op. cit., Ili, 1-238).
Cart., sec. XVII, n.ra. 330 X 235, di carte 207 n. n., leg. in perg.
1008 (1970).
(Paris de Grassis. Diarium Curiae Romanae. 1506 — 20 feb-
braio 1513). (Cfr. : Documenti e studi pubbl. )>er cura delia
R. Deputaz. di ut. patria per le Romagne. Bologna, 1S86,
voi. I, pp. 1-176 e 189-331).
Cart., sec. XVII, min. 340 X 240, di carte 550 n. n., leg. in perg.
1009 (1972).
1) Modus eligendi Rom. Pontifìcis ab electione B. Petri
1-40 r
usque ad Pium IV 2) 41-121 Acta nounullorum Ponti-

'
f
416 CODICI LATINI
ficum a Iohanne XII usque ad fiuem Sixti IV '

3) 122-4
f
Iuramentum sive professio Summorum Pontificum '
4) 125-184 De exarcatu Italiae illiusque dignitate

f '
5) 185-224 Breve compendium eorum omnium quae Re-

r
verendi theologi Franciscani Conventuales dixerunt ad ar-

'
ticulos de poenitentia et tribus ultimis sacramentis
9) 557-369 f
De Mistificati one tradita a theologis in Con-
cilio Tridentino '
10) 370-376 f
Ex libro II B. Marci
erernitae de lege spirituale cui titulus est: De iis qui pu-
tant ex operibus se ìustiflcari, Vincentio Obsopoco inter-
f
prete '
11) 377-380 Iohannis Fabri Episcopi Vicen-
'
tini in rebus ortodoxae fidei ac religionis collectanea
12) 381-5
f
De sacramento eucharestiae '.
1010 (1974).
'
Bovius Hieronymus. Constitutiones, decreta, edicta, me-
morialia, litterae et alia diversa moniinenta ad legationem
apostolica m in regno Poloniae, magnoque ducatu Lithuaniae
ac Russia, Prussia, Moscovia, etc. usque diem primam . . .
Iunii anni 1585'. (1553-1587).
Cart., sec. XVI, mm. 310 X 200, di carte 433 ri., leg. in perg.
1011 (1978).
r
Discursus morales incerti auctoris '. (Mutilo in princ).
In fine:
f
Nomen scriptoris Iohannes a progenie fuit de
Cigniardis. 1449 '.
Cart., sec. XV, mm. 340X250, a 2 col., di carte 383 n. n.
1012 (1979).
Quinta pars monimentorum Ordinis Magistri Generalis,
f
'
conscript. aF. Paulo Castruccio de Monteregali Ord. Praed.
(1295-1505). È la continua/,, del end. 1894. V. n. 981.
Cart.. sec. XVI, mm. 390 X263, >li carte 330 n., prov. da] couv.
di S. Domenico.
17.6. '906
1013 (1980).
(Corazzi P. Ercole) 1)
f
Tractatus de vecte '
2)
f
Hy-
f
draulicae ac flnrainum directionis tractatus '
3) Hydrosta-
ticae tractatus '.
Cart., sec. XVIII, mm. 330X220, di carte 268 n. n., prov. dal
couv. degli Olivetani.
1014 (1981).
(Corazzi P. Ercole) 1)
c
De astronomia tractatus
'
2)
c
De geographia tractatus '
Cart., sec. XVIII, mm. 320 X 220, di carte 318 ri. n., prov. dal
couv. degli Olivetani.
1015 (1982).
(Bolla di Papa Clem. XIII) Dat. Romae, anno f
MDCCXXXI V,
Pont. Nostri anno V. Thomas Miserottus scripsit '.
Membr., sec. XVIII, mm. 375X290, prov. dal P. D. Camillo

Roncagli.
1016 (1984).
f
Andreae Taurelli historiae rerum christianarum sui tem-
poris libri XVI, quibus ab initio sacri principatus Ur-
bani Vili, quae gesta sunt hactenus ubique terrari! m, in
Europa, Asia, Africa et America; prò fide et dignitate re-
ligionis christianae copiosa complexa fideliter referuntur '.
Giunge fino all' a. 1638.
Cart., sec. XVII, mm. 350 X 250, di carte 128 n., leg. in cart.
1017 (1987).
f
Prima pars divinae prophetiae edita per fiatrem Domi-
nicum de Flandria theologiae professorem Ord. Praed. fe-
liciter incipit '
. |
f
Quia catholice veritate doctor incipit ' —
f
dieta sutìiciant '.
Cart., sec. XIV, mm. 330 X 240, a 2 col., con lettera iniz. min.,
Studi iteti, di filol. class. XVI. 27

418 CODICI LATINI
1018 (1988).
f
Iucipiunt quaestiones fratria Dominici de Flandria theo-
logiae professoris super septimo methaphisice prò initio
secnnde partis divinae prophetie secundum doctrinam do-
ctoris sancti '. Clementissima Dei bonitate
j
f
cuius ' — f
nomen in seculo erat Magister Balduinus Lottin de Me-

ruis Moriensis dyocesis '
Cart., sec. XIV, min. 330 X 240, a 2 col., di carte 136 n. n., con
lettera iniz. miniata, prov. dal conv. di S. Domenico.
1019 (1989).
r
Petri de Tarantasia, seu Innocentii V P. M. expositio in
primuni et secundum librum sententiarum '• Mundi no- f
stri ordinem — (
qui est benedictus in secula '.
'
Membr., sec. XIV, min. 330X230, a 2 col., di carte 257 n. n.,
1020 (1991).
f
Gallesii Augustini De iustitia. Ad 111. et Rev. D. Fran-
ciscum Sfortiam S. R. E. Card. '
Cart., sec. XVII, mm. 315X220, di pp. 5G6 n.
1021 (1993).
f
Hieronymi Suardi Epistolae familiares orationesque '
(1498-1512).
Cart, sec. XVI, mm. 320X220, di carte 113 n. u., log. in perg.
1022 (1997).
f
Declarationes quorumdam sacrosancti Concilii Tridentini
decretorum ab 111. Card, sacrae Congregationis eiusdem
Concilii ad diversos Episcopos et praelatos missae, seu aliis
particularibus j)ersonis traditae. In quibus comprehendnn-
tur nonnullae declarationes Pontifìcum singulae suis ses-
sionibns et. capitnlis ordine accomodatae '. Dalla sessione IV
alla Vii e dalla XII alla XXV.
Cart., sec. XVI, mm. 300 X 210, di carte 479 n., leg. in perg.
1023 1998).
f
Io. Ant. Flaminii Forocorneliensisepistolarum familiarium
liber pritnus '
Cart., sec. XYI, mm. 300 X '210, di carte 574 a., con lett. iniz.
a colori, leg. in perg., prov. dal conv. di S. Domenico.
1024 (1999).
f
Cronica Magistrorom geueralium Ordinis Fratrum Pre-
dicatorum et omnium gestorum sub ipsis et clarorum vi-
rorum eiusdem ordinis in scientia, dignitate et sanctitate.
edita a Yen. Patre fratre Ieronimo [De Bursellis] de Bo-
nonia prefati ordinis '. (1177-1498).
Cart.. sec. XT. nira. 300 X '205, di carte 282 n., leg. in perg..
1025 (2002).
2)
f
Horatius Flaccus. Ars poetica '
Cart.. sec. XVIII, mm. 310 X 220, di carte 111 n.
1026 (2003).
Interpretationes 111. et Rev. D. Card. Sac. Congr. Conc.
Tridentini super singulis session. et capitulis eiusdem sacri
Conciiii Trident. '. (Dalla Sess. IV alla XIV e dalla XXI
alla XX V .
Cart., sec. XYII, mm. 340 X 230, di carte 350 n. n., leg. in perg.
1027 (2004).
'
Guido index de Columna Messana. Liber de casu Troiae '.
—
|
f
Si et cottidie '
Transcripta enim fuit presentis scrip-
tura operis et finita anno eiusdern dominice nativitatis
M° CCC LXIIII die mercurii septimo augusti '.
Membr., sec. XIV [1364), mm. 290 X 23J, a 2 col., dì cari

n. n.. leg. m. perg.
1028 ,2005).
f
Liber collecte imposite in clero Bon. non exempto cansa
reluendi pignora sapposita uxoria ad rationem octo soldo-
420 CODICI LATINI
rum, pio qualibet libra extimi. Tempore domini Lodo-

bori,
vici de Pimi Massarii dicti cleri MCCCC Vili Ind. prima

'
Cart., sec. XV (1408), mm. 495 X 290, di carte 129 n., originale,
prov. dal conv. di S. Salvatore.
1029 (2006).
f
Dominion» Leo. Sacri Troni super illustrissimae Virginis
Mariae matris Dei reginae '. Phylosophya divinalis (
' —
—
|
r
secundum verbum tuum. Hec ille (Mutilo in fine). '
Membr., sec. XIV, mm. 420 X 280, voli. 2, con lett. iuiz. e fregio
miniato, leg. m. perg ,

1030 (2007).
f
Franciscus Zabarella de Zale. Lectura super Clementinas,
scripta per Nicolaum presbiterum Gallum '.
|
'
Vir in ni-
chil ' — f
ut fructus afferat uberes moliamini. Ad laudem
individue trinitatis. Amen '.
|
f
Scriptum sub anno do-
mini millesimo CCCC° 59 per me nicolaum presbiterum de
Francia '.
Cart., sec. XV, mm. 430 X 300, a 2 col., di carte 313 n. n., prov.
dal conv. di S. Domenico.
1031 (2008).
f
Dominus Leo Veuetus. De incarnatione tìlii Dei *.
|
'
Super
ineil'abilis primus vivendi ' — f
te redimi t Christus do-
minus noster '.
con bellissimi fregi e lettere iniz. miniate, leg. m. perg., prov. dal
1032 (2009).
Iohannes de Turrecremata. Stimma de ecclesia contra im-
f
pugnatores potestatis Summi Pontifici» Compilatimi ' — '
est auteni hoc opus... et filmimi in urbe anno domini

MCCCCLIII, in mense octobris . . . scriptum per me Pe-
trum Roberti de bosco clericum Sagiensis diocesis provintie
Rothomaa'ensis in Frantia, videlicet in ducatu Normannie
DELLA BIBL. UNJVERS. DI BOLOGNA. 421
anno domini millesimo CCCC°LXX.° die vero XVI aprilis

circa horam XXIII am '. <Cfr. Io. de Turrecremata. Stimma :
de Ecclesia. Venetiis, 1561, in 4°).
Cart., sec. XV (1470), mm. 430 X 2.00,. a 2 col., di carte 300 n. n.,
collo stemma dell' a. miniato nella l a pag.. leg. in perg.
1033 (2010).
f
Rubrica de rebus creditorum. Si certum petatur et de
certi conditione Glo. R. ce dividitur in V partes
'
.
|
f
' —
f
fideiussoria vide bai. hic. '.
Cart., sec. XV, mm. 120 X 280. di carte 380 n. n., sul marg. della
il nome
'.
1" pag. è notato di: '
lo. Baptista Palinerius
1034 (2011).
iudiciale a Magistro Guilelmo Durante com-
Speculum
f
2)
positum et suppletionibus d. Io[hannis] An[dreae] '. I due
primi capitoli della prima parte. <Cfr. Durandus. Speculum :
iudiciale. Bononiae, Balthassar Azzoguidius, 1474, in fol.,

voi. I>.
Cart., sec. XV, mm. 410 X 280, a 2 col., di carte 78 n. n., leg.
m. perg.
1035 (2014).
f
Silva sacra diversorum doctorum consita plantis per al-
phabeti litteras disposita et idiomate nedum latino, verum
et vulgare explanata ... aRev. Sac. Theologiae Magistro
F. Virgilio Franchino Bonon. Ord. Eremitar. S. Augustini
studio elaboratum '
Cart., sec. XVIII, mm. 300X200, voli. 7, leg. in perg.
1036 (2015).
f
Paraphrases super psalmos Davidis iuxta mentem gra-
vissimorum Doctorum cum additis ab auctore Rev. ac P. F.
Virgilio Franchini Bonon. Ord. Erem. S. P. Augustini in
Sac. Theologia Magistro '.
Cart., sec. XVIII, mm. 300 X 210, voli. 5. leg. in perg.

422 CODICI LATINI
1037 (2016).
'Paraphrases super evangelia tara Adventus quara Quadra-
gesimae neciion Circumcisionis et Ephiphaniae Domini etc.
Ali Excell. Doctoribus scelectae et cura explicatione earum-
dern in fine. Studio et labore Rev. fratris Magistri Vir-
gilii de Franchinis Bon. Orci. Erem. S. Augustini '.
Cart., sec. XVIII, mm. 300X210, voli. 2, leg. in perg.
1038 (2017).
f
Quaestiones miscellaneae morales de homine, authore Rev.
P. F. Virgilio Franchino Bonon. Ord. Erem. S. Augustini '.
Cart., sec. XVIII, mm. 300 X 210, di carte 111 ri. n., leg. in perg.
1039 (2019).
f
Isti sunt iutroitus conventus [S. Iacobi] Bononiae recepti
per me fratrem Thomam de Sancto Johanne in Persiceto
tempore prioratus fratris Ieronimide Ymola (l°nov. 1380 1
—
nov. 1387).
Cart., sec. XIV, mm. 300 X 210, di carte 65 n. u., sleg.
1040 (2020).
f
Galvani. Theologia. Tractatus de Trinitatis mysterio. Tra-
ctatus de visione Dei. Tractatus de actibus humanis '.
Cart., sec. XVIII, mm. 200 X 150, di carte 313 a. ri.
1041 (2027).
f
1) Constitutiones honorabilis et almi generalis Collegi
DD. Doctorum, Advocatorum, Consiliariorum et Iudicum
alraae civitates Bononiae editae ibidem anno MCCCXCIII '.
Cart., sec. XVIII, mm. 3<>0 X 250, di carte -il u. d., prov. da
Ubaldo Zanetti.
1042 (2036).
f
Hospitalis orphanorum S. Bartholcmaei de Ripa Rbeni
cura 111. DD. Co. Amos et fratr. De Cavalchis acta '.
(1665-1692).
Cart., sec. XVII, mm. 220 X 310, di carte 227 n.

1043 (20381.
f
Sac. rituum Congregationi Em. ac. Rev. D. Sfortiae Nea-
politana Canonizationis B. Caietani Thyaenei '. (1629).
Cart., sec. XVII, mm. 220 X 190, di carte 183 n., leg. in perg.
1044 (2039).
S. Franciscae Eoraanae. Relatio a Ioanne
f
Canonizatio
Paulo Mucantio presbytero Romano i. u. d. sacrarum cae-
remoniarura Magistro et secretano Congregationis sacro-
rum rituum descripta '. (1608).
Cart., sec. XYII, rara. 220 X 200, di pp. 49!) n., leg. in perg.,
1045 (2049).
r
Primus sententiarum editus a domino Egidio [Col tanna]
de Roma ordinis fratrum herernitarum S. Augustini '.
—
|
f
f
Candor est enim '
Explicit primus sententiarum editus
a domino Egidio de Roma . . . quem scripsi ac compievi
ego frate r Petrus Iacobus de Pisauro eiusdem ordinis dum
essem Perusii indignus magister studentium anno Domini
M°CCCCLXXII, die vero tertia mensis novembris bora
XXIIIL Amen '.
Membr., sec. XV (1472), mm. 353X240, a 2 col., di carte 172

n. n., con iregio raarg. miniato, leg. aut. in asse cop. di pelle e pun-
tali di metallo, prov. da Pier Iacopo da Pesaro.
1046 (2050).
1)
f
De vita XII Caesarum
Caii Svetonii Tranquilli ' —
f
Caii Svetonii Tranquilli de XII Caesaribus liber finitus
per me Bartholomeum Cerasolum, die penultimo augusti
1470, Divo regnante Borsio Duce primo Regiensi. Zobo-
f
lorum stirpis liber est '
2) Cornelii Nepotis Illustriorum
imperatorum vitae ' — f
Finitum ultimo septembris 147<» '.
Cart., sec. XV (1470), mm. 335 X 230, di carte 141 n., leg. m. pelle.
1047 (2051).
1) 1-76 f
M. T. Ciceronis De amicitia dialogus '
2) 77-282
424 CODICI LATINI
f
Anicii Manlii Torquati Severini Boetii ordinarli Romani
philosophi, oratoris et poetae insignis De philosophica con-
solatione 3) 283-345 Iohannis Francisci Pici Miran-
' f
dulae domini Concordiaeqne Comitis : illustris Principis

Galeotti Pici filii Hymnologiae argumentum Carmine ele-
giaco Mihi si celso praepes labatur ab axe

'.
j
f
In- ' — f
finita fruens tesemper saecula vivam 4) 346-356 Eius- '
dem carmen in Virginem Mariam '. [T] e ne dei geni-

f
trix, te ne o castissima virgo, ipse canam Cantando ' — f
atque habiti mentis proferre sub auras 5) 357-378 '
r
P. Papinii Statii Achilleis 6) 379-436) Fratris Ba- '
f
ptistae Mantuani Carmelitae theologi Georgius aut Geor-

gias Grandia Cappadocis memorantem facta Georgi
'. |
c ' —
'
Crudeles abiere animae caeco igne sepultae 7) 439-562 '
f
Q. Horatii Flacci satyrae Omnia cum commentariis '. '
.
j
f
Cart., sec. XV, mm. 310X210, di pp. 5G4 n., leg. m. pelle.
1048 (2052).
f
Decisionis Rotae quas collegit D. Guillelmus Horboch.
sacri palaci causarum Auditor. '
(30 genu. 1376 — 1462).
Cart,, sec. XV, mm. 290 X 210, di carte 207 a. n., leg. m. pelle.
1049 (2056).
'
1)
f
Crispus Sallustius. De bello Catilinario et Iugurthiuo
2) <Eiusdem> Invectiva contra M. T. Ciceronem '.
f
Membr., see. XIII, mm. 275 X 175, di carte 68 n., con lettere
iniziali a colori, leg. in pelle, prov. dal conv. di S. Salvatore.
1050 (2057).
1)
f
Vitae, mortis atque miiaculorum Beatorum Petri et
Ioannis de Becchettis atque. Andreae de Sanctiis Fabria-

nensium Ord. Augustini brevis narratio. Per eiusdem Ordi-
nis alumnum P. F, Guilelmum Cossium Fabrianensem . . .
in novem capita divisa 2) B. Alexandri Olivae a' r

Sa-
xoferrato Ord. Erem. S. Augustini olim S. R. E. Card. tit.
S. Susannae a Pio II an. Dorn. 1459 creati . . . vita atque

DELLA B1BL. UNIVEKS. DI BOLOGNA. 425
gesta . . . collecta atque redacta per fratrem Guilelmum

Cossum Fabrianensem . . . an. Domini 1638'.
Cart., sec. XVII, mm. 370X200, di carte 116 n.. di cui sono
bianche le carte 66-116, leg. in perg.
1051 (2062).
f
Romanorum historiae per epigrammata exaratae '.
Cart., sec. XVII, mm. 220X160, di carte 238 n. u, prov. dalla

Congr. dell'oratorio di S. Filippo Neri.
1052 (2063).
(Platina P. Mag. Ambrosius) f
Sermones et Evangelia '.
—
|
f f
Induite vos '
in eius legendara '. . . . (Mutilo in fine).
Cart., sec- XIV, mm 2.'!5 X 175, di carte 258 u., prov. dal conv.
di S. Giuseppe.
1053 (2064).
f
Diurnnm cura Rituale '.
|
f
Invitatoria subscripta ' —
f
in dictis diebus et festis '.
Membr., sec. XV, mm. 230 X 160, a 2 col., di carte 65 n. u., con
fregio miniato nella prima pag., leg. m. pelle.
1054 (2065).
f
Alfonsi Regis dieta et facta memorati! digna.
Antonii |
Panhormitae in Alfonsi Regis dieta et facta memorati!

digna proemium. Xenophon is quem graeci
|
ad ve- ' — f
sperascente perductus est '.
Membr., sec. XV, mm. 235 X 160, di carte 131 n. n., con lettera
iniz. miniata, leg. in pelle.
1055 (2066).
f
M. T. Ciceronis De ofìiciis '.
Membr., sec. XV, mm. 220 X 160, di carte 136 u., con elegan-
tissimo fregio miniato, leg. in pelle.
1056 (2069).
f
Nomina et cognomina diesque ortus nonnullorum bapti-
42G CODICI LATINI
zatorum in libris baptismi desorip tomai, incipiendo ab

a. 1459 usque ad a. 1579 '.
Cart., sec. XVII, mm. 220X160. di carte 227 n. u., prov. dal
conv. di ^. Giacomo. Sembra compilazione di Valerio Rinieri.
1057 (2071).
f
Consequentiae Reverendi Magistri Strode utilissimae '
.
—
j
f
et sic de singulis. Amen.
r
Consequentia est illatio '
|
Expliciunt consequentie reverendi magistri Strode utilis-

sime. |
Ego frater Marianus ordinis celestinorum in Bo-
nonia MCCCCXLTI[ die innocentum '.
Cart., sec. XV mm. ?

215 X 160, a 2 col., di carte 60 u. n., leg #
in asse e m. pelle.
1058 (2073).
r
1) l-53 r (Iohannes Rusbroquius). Oruatus spiritualium

nuptiarum '. (
Flagitatis, fratres karissimi
|
in do- ' — r
mino pariter valeamus. Explicit liber qui intitulatur: de |
ornatu spiritualium nuptiarum interpretatus de vul.-ari

theotouico Brabanti in latinum serrnonem '
2) 61-2 '
Epi-
stola B. Thome de Aquino ad quendam religiosum delata
summo studio '
.
J
f
Quia quesisti a me ' — f
benedictio-
r v
nem '
3) 67 -76
f
Epistola B. Hieronyrai ad amicum
egrotum de patientia habenda'. <Cfr.: S. Hieron. Opera.
v r f
Veronae, 1742, XI, 40> 4) 7G -83 Epistola S. Hie-
r r
ronyrai ad rusticum '. <Cfr. Op. cit. I, 926> 5) 83 87 :
f
Epistola eiusdem ad Eliodorum '. Cfr.: Op. cit. I, 28)
6) 87 -90
r r f
Epistola, ad Nepotianum '. /Cfr.: Op. cit.
r v
I, 252> 7) 90 -91
f
Epistola edita a fratre Ambrosio '.
|
f
Dilecto fìlio nostro Gaspari salntem, etc. '.
|
f
De rebus no-
stris ' — r
Comenda nos '
8) 92-101 Inni latini adesp.).
Religiosorura datur haec doctrina virorum Saepe re-
f f
'
.
|
f
corderis bone frater qui morieris Vile cadaver eris '. '.
|
|
f
Quantumcumque potes gravitatem semper habeto Otia '
.
|
f
Disce bonos mores

f
sicobsunt animas sic ledere possunt '. |
ut frater semper honores '. Numquam contendas Non |

f
'
.
|
f
bla^phemabis '
.
|
f
Ludere ne cures '.
|
' Cam commedunt
fratres '
. |
f
Ut pascas animarti '
. |
f
Cum faciunt fratres '.
|
r
Sic humilis corde '.
]
f
Flecte caput Christo \ |
f
Si Chri-
stum queris '. j
r
Porticus et vici '.
|
c
Perpetuo fidus '.
|
f
Te peccante '. |
f
Grata medicina '.
|
f
In te sanctorum '.
|
f
Cum vadis crucifixi Me- '
.
|
'
Si iustus fueris '
9) 102-3 f
ditatio S.Anselmi De vita Christi Desere iam anima '

.
j
f
lectulum saporis Turbantur mox pectora talium ignara' '

— f
v v f
10) 112 -120 Magister Franciscus de Fulginio Ord.
S. Augustini '.
|
r
Quidam homo dives ' — f
operari voluerit '
v v f
11) 120 -125 Magister Nicolaus Mesquinus [Carac-
cioli] Ord. pred. '.
j
'
Quidam homo dives ' — f
copiosis-
v v
sime goliardis 12) 125 -137 Frater Arnaldus Gui- ' f
lermi doctor in theologia ord. minor. '. Quidam homo |

'
dives ' —
animam meam. Amen v :
13) 137 -141 Sermo '

r f
Beati Augustini De contemptn mundi '. O vita que |

r
tantos ' — r
salvare non poteris '
14) 143 -144
r r f
Oratio
quam habuit apud Carthaginenses de federe et contra Ani-
ballem '.
J
f
Per deos federum ' — r
reddendas decerno '
r v
15j 145 -165
f
Albertini Musati patavi tragedia Ece-
rinis ' .
|
'
Quodnam cruentum sidus ' — f
Disc-ite legem '.
Cart., sec. XV, mm. 205 X J40, di carte 161 u., leg. ni. pelle.
1059 (2074).
f
Excerpta ex variis auctoribus ad moralem disciplinam
spectantia '
1) 1* f
De dictis moralibus Iulii Gelsi
'
v r
2) l -29 De quibusdam
f
dictis Ciceronis et de libris
eiusdem '
r
3) 29 -31 De r r
invectivis Sallustii et Cice-
ronis ad invicem. Flosculi Sallustii in Kathelinario. Flosculi
eiusdem in Iugurtino De commendatione Vir- :
4) 31 f
gilii et gestis eius De dictis et scriptis eius- '
5) 32 f
v
dem '
6)33 De Flosculislibrorum eius
f
7)34'-36 De 1 f
Horatio poeta et libris eius et flosculis patriae. Flosculi

epistolarum eiusdem. Flosculi sermorum eius. flosculi car-
minum eiusdem '

De triumphis romanorum et
8) 37 r
f
r v
pacatione orbis sub Augusto 9) 37 -50 De Ovidio ' f
v
poeta et scriptis eius 10) 51 -56 '
De Valerio Maximo r c
v r
et dictis eius
'
11) 56 -89 De Seneca et libris eius f

42S CODICI LATINI
"
ac flosculis moralibus 12) 89 :

De poetis illius tem-
v r f
poris et flosculis Persii '
13) 89 -91 Flores Iuve-
v r
nalis '
14) 91 r -93 r
f
De Seneca et libris eius '
15) 93 -!>8
'
De Quintiliano et flosculis eius
'
16) 98 r
De impe-
rio Traiani
'
17) 99
f
De Plutargo eius preceptore '
18) 100-1
f
De Plinio secundo et relatione ad Traianurn
prò christianis De imperio Adriani ac studio
'
19) 102
f
et moribus eius De Secundo philosopho et

'
20) 103
f
eius pertinaci silencio 21) 104-5 De hiis que ad in- ' f
terrogata scripto respondit 22) 106-7 De Theofrasto ' f
philosopho et dictis eius 23) 108-9 r De Plauto poeta '

'
v r
comico et dictis eius 24) 109 -110 De regno Phi- ' f
r v
lonie et Stacio poeta et dictis eius 25) 110 -112 De ' r
v
Terencio et eius commediis 26) 112 -113 De Catone ' f
stoyco et dictis eius 27) 114-116 De Dyogeue babi- ' f
lonis et discipulo eius Antipatro 28) 117-120 De ' c
Pitagora philosopho et eius studiis ac doctrina '

29) 121
f
De Democrito et Heraclito philosophis '
30) 122-3
f
De
v
Anaxagora philosopho 31) 123 -4 De et Eschilo poeta
' f
v
Ypocrate et Gorgia rethore 32) 124 -127 De Socrate '
'
philosopho et eius studio ac libris 33) 128-9 De Dyo- ' f
gene et secta cynicorum '

34) 130-5 De Platone acf
moribus et studiis illius '

35) 136
f
De Archita tareu-
tino et dictis eius
'
36) 137
f
De obsidione romani ca-
pitoli per Gallos '
37) 138
f
De Aristotile et dictis eius
'
v r
38) 139-140 r f
De secta perypateticorum '
39) 140 -145
V V
'
De libris Aristotelis '
40) 145 -6 De regno Othi et
f
oratore Demostene
'
41) 147
f
De Eschine oratore '.
Membr., sec. XV, mm. 215 X HO, di carte 148 n., leg. in perg.
1060 (2077).
f
Liber iuspatronatus ecclesiarum civitatis et comi tatù s Bo-
noniae, extractus ex quodam vetustissimo campione tem-
lni
et Rev. mi
*'.
pore Ill. de Grassis
Cart. ; sec. XVII, mm. l»a < 135, di pp. "200 n., leg. in perg.
1061 (2081).
(
Pauli Vergerli De ingenuis moribus libellus '. <Cfr.: P.
Vergerii De ìngenuorum educatione liberor. Brixiae, Lod.

Britann., 1528, in 4°>.
Merabr., sec. XV, min. 180 X H5, di carte 28 n., prov. dal conv.
di S. Salvatore.
1062 (2082).
f
1) (Speculum Alchimiae Rogerii Baconis).
1-6 Multi- j
phariam multis in saecula saeculorum amen '

— f '
2) 7-10 Omne don uni optimum

f
ad deum te com- ' — f
mendo. Amen 3) 11-16 Lilium philosophorum ' f '
4) 17-8 Modianus Sciendum est quod

f
non per- '
. |
f
' — r
ficitur
'
5) 19-20 f
De praeparatione lapidis '.
|
' In-
tellige quod non convenit
corruptionem 6) 21-33 ' — f
'
f
Rogerii Baconis Tractatus ad Iohannem Parisionum '.
—
j
c
Cum ego Rogerius sapientia mundi 7) 34-6 Tra- '
f
'
f
ctatus qui dicitur Speculimi Baconis '. Salutem 'va- j

f
' —
lete
'
8) 37-43 f
Gemma salutaris '
. |
f
Oculum alk. '
—
f
deus gloriosus per infinita saeculorum saecula. amen '
9) 43-45 f
Audi cum auribus ' — r
denique aures '
v
10) 44 -45 r
f
De natura argenti vivi '
. |
r
argentum vi-
vum ' — f
et agnis
'
11) 47 -54 r r f
Praefatio et epistola
Ostiensis de tribus viris quibus nomen Hermes '.
|
f
Dixit
Ostiensis ' — f
dat ergo deus '
12) 54 -57
v v f
Scias fili ' —
f
loco eius
'
13) 58'--60
v c
Ego Alkaidus ' — f
philoso-
v v
pbus philosophorum Aristoteles. De per-
' f
14) 60 -79
fecto magisterio '.
|
r
Cum solerti indagine (Mutilo in ' —
fine 80 -82 Parvus tractatus cum dei adiutorio, etc.
15) r r f '
v
16) 82 -84
v
Cum omnium natura mutavit so- f
' — f
lem '
17) 81 r -87
v
Convenit tres philosophus sa-
f
' — '
tiata '
Metnbr., sec. XIV, mm. 165 X HO, di carte 87 n., leg. in perg.
1063 (2083).
r
M. T. Ciceronis De amìcitia '. Con molte postille e va-
rianti marginali ed interlineari.
Cart. e membr., sec. XIII, mm. 170 X 130, di carte 49 n. n ,
palins., sleg. A tergo dell' ult. carta si leggono i nomi di '

Franci-
430 CODICI LATINI
scus Barbavaria secretarius, et Mafì'eus de Muzano ducali.-» secreta-

rius, TJrbanus deSancto Alosio ducalis generalis Magister Collate-
ralis, Oldradus de Lampugnano ducalis primus Caneellarius '.
1064 (2084).
1) '
Supplicatio et concessio super gratiis impetratis a pre-
' f
lati* aliqua censura ligatis 2) Concessio auctoritatis
absol vendi et dispensandi facta quibusdam Vicariis '. (20 ago-
:
sto 1439) 3) Petitio et concessio erga vitationem ex-
comunicatorum '. (23 luglio 1434) 4) De universali f
in-
dulgenza et dispensationibus per vicarios accipiendis '
5) '
Coucessiones facte per eumdem S. D. Eugenium X
'
Ferrari e 1438 novembris 23 fratri Nycolao de Ausonio

Mare magnum Ciementis IV confirmata per Eu-
6)
f
genium IV acceptum de sollemni transumpto a registro

apostolico sub hac forma '
7)
f
Constitutiones pape Be-
nedicti XII supra regulam fratrum minorum '.
Cart. e membr., sec. XV, mm. 110 X 95, di carte 70 n. n., prov.
dal conv. di S. Paolo in Monte.
1065 (2069).
f
Francisci Hippolyti Albert-ini Consultationes medicae quas
anno 1830 thesauro Malpigkiano commixtas detegit C. A.'.
(Caietanus Attius).
Cart., sec. XYIH, mm. 300 X 210, voli. 2.
1066 (2104).
f
Ars logica auctore Paulo Baptista Balbi phil. Doct. et
pubbl. Leetore in Gimnasip Bononiense 1742 '.
Cart., sec. XYIH, mm. 320 X 225. di carte 34 n.
f
Institutiones pbilosophicae et primum de logica, anno
MDCCLXVII '.
Cart., sec. XYIH, min. 320 X 225, di pp. 17 a. n., mutilo in line.
1067 (2107).
f
Emblemata Horatiana '. Sentenze tratte dalle opere di
Orazio.
Cart., sec. XVIII. mm. 310 X 230, di carte 116 n.

1068 (2113).
f
1) Responsio pacifica ad apologeticum de praetenso mo-

nachatu Augustiniano S. Francisci, authore P. M. fr. Thoma
de Herrera Erem. August. Emiri. Principi ac Rev. D. suo
. .
' f
Card. Spinolae dicata Brevis continuatio Ordinis2)
Eremitarurn ab Augustino Patre usque ad tempora gene-
'
ralis unionis anni 1256
Cart., sec. XVII, min. 305 X 208, di carte B20 n. n., orig., leg.
in perg.
1069 (2115). .
f
Ioannes de Lignano, alias de Villa Sancta. Tractatus du-
plex de duello '. v Cfr. Tractatus magni univ. iwris, T. XII",
:
e. 281).
Cart., sec. XVII, mm. 300X220, di pp. 39 n., leg. in perg.
1070 (2116).
f
Declarationes quorumdarn Concilii decretorum ab 111. et
Eev. DD. Cardinalibus Sacrae Congregationis eiusdem Con-
cilii factae '
Cart, sec. XYII (1616). mm. 290 X 200, di carte 65 n. -f 45 n. n.,

leg. in perg.
1071 (2134).
<Sermonario o Passionarlo).
Membr., sec. XIV, mm. 320 X

230, di carte 124 n., mane, delle
prime due carte, con fregio miniato a e. 74 r leg. in pelle. comprato ,
'
dal sig. Masi libraio nel maggio 1830 '.
1072 (2142).
f
Compendium de vitis, gestis ac dignitatibns S. R. E. Car-
dinalium Bononiensium, qui usque ad annum 16 . . . exti-
terunt. Auctore Valerio Rainerio Bonon. '.
Cart., sec. XVII, mm. 320X230, di cart.' 39 u.
1073 (2150).
f
Matricula Doctorum, Advocatorum et Iudicum . . . Col-
lei-ii dominor. Doctorum et Iudicum civitatis Bononiae se-
432 CODICI LATINI DELLA B1BL. UN1VERS. DI BOLOGNA.
cundum ordinem eorum aggregationis dicto Collegio, ex

autiquis matricnlis exemplata et transcripta et compilata
anno 1393 '.
Cart., sec. XVII, mm. 320 X 230, di carte 130 n. n.
1074 (2151).
1)
f
Argumentum historiae Bononiensis D. Caroli Sigonii
Mutinensis '
(531-1255) 2)
f
Summarium historiae Bo-
noniensis Caroli Sigonii '. (751-1257).
Cart., sec. XVII, mm. 300X200, di carte 90 n. n.
1075 (2152).
f
Processns in causa D. Valerii Rainerii cura Castellis '.
(25 Ott. 1591).
Cart., sec. XVI, mm. 320 X 230, di carte 527 n.
1076 (2196).
f
Institutionum physicarum pars prima et altera, auctore
Sebastiano Canterzano'.
Cart., sec. XVIII, mm. 200X150, voli. 2.
1077 (2200).
f
Pauli Orosii historia '. (Cfr. : Orosii Historiar. libri XII.
Lugduni Batav. 1738, in 4°>.
Membr., sec. XII, mm. 235 X HO, di carte 148 n., leg. ia pelle.
NB. I seguenti n.
1
1078-1630 (cioè tutti i codici provenienti
dal Monastero di S. Salvatore), e gl'Indici degli autori,
delle date ecc., saranno compresi nel seguente voi. XVII.
17. 6. '908
PARERGON
DE QVIBVSDAM ORACVLIS CHALDAICIS
Quae oracula vulgo chaldaica nuncupantur et G. Kroll

iam abhinc XIV annos commentario aucta atque in unum
quasi corpus redacta in lucem protulit ), persaepe tam du- l
biam prae se ferunt lectionem, ut, qui iis enucleandis ope-

ram navet. non sine multis emendationibus ea legere possit.
Neque mirum, cum ille doctus vir et oracula a Nicephoro
Gregora, in commentario quod ad Sjmesii librum mot svv-
Tiviwv addidit 2
), aliata nihili fecerit, et Pselli libri, cui ti-
tulus est eh'jyâig tùv %aX3dixmv qtjtwv, codices non multos

manu una fere Vaticana bybliotlieca servatos ipse
scriptos in
contulerit. cum fieri non possit ut critica, quae di-
Qua re,
ci tur, pselliane è^riyriaawg eclitio in lucem prodeat dum om-
nes codices non cogniti sint atque inter se diligenter con-

lati, cuius rei adventus est fortasse in longa exspectatione ;
cumque iidem prò sua quisque parte nonnihil adiumenti ad

textum, quem vocant, recognoscendum afferre possint non ;
inopportunum piatavi paulo amplius de codice quodam Lau-

rentiano disserere, qui praesertim cum a vulgata lectione
longe discreparet, tum quorundam oraculorum meliorem
formarn atque intellectu faciliorem praeberet.
Est igitur cod. Laur. Gr. LV 8, chart. saec. XV, ff. 257
(= Cyrenensis opera continens (cf. Bandiui CG
L), Synesii
II 269), cuius in ultimis foliis (251 ss.) ab eodem scriba,
1
i
Kroll, de urne, chald., Brasi. Philol. Abh. VII 1894.
s
) Cf. quae dixi in -S7. it. XII 189 ss. Haec oracula chaldaica
esse probat ipse Kroll, Beri. l'Idi. Woeh. 1907. 7. 197.

434 N. TERZAGHI
v
qui totum librum praeter f. 249 -250 ') exaravit, sine au-
ctoris nomine Pselliani opusculi fragmentum additum est,
v
titillo adiecto aiiyot s^yrjfiévoi, quod f. 257 in verbis ov fiàXa
àvax£Qai[vovai (== M[igDe, l'air. Gr. CXXII, c
1889] 1141 5)
mutilum desinit. Huius fragra enti varias lectiones refero,
quibus, quo melius codicis natura atque auctoritas eluceat,
adnotatiunculas aliquot iungara *).
M 1124 a 3 ring xQsitTOffiv (L 251 r ) 5 s. ar àXóycp]

t
%fi
àXóycp '/'''/,'/ ^ A** 1' t() vì °^ v T °v ^ ') àXoyoq
12 avTÌj om. 13 ón xaì ora. icriv ora. b 1 asXjjvijv]
asXrjvqs 3 eirixXìjQovTai] ànoxX. ròv] tottov 4 Xàfi-

TTovia] cpaivovta 5 xónog om. 7 iw /nèv 7i€QiXàfinmv\
/iìqsi Xccfincov 9 [lèv om. 11 tip* GeXrivriv 13 àrto-
xhjQovrai] xhjQovTat, sed angui us inf. dext. paginae, ubi arto-
scriptum esse debebat, excisus est, atque verba obtrun-
cata sunt al. in. suppleta. Ut 1. 14 verbum est àXXà, quod
cum in duas partes divisum esset, earumque altera in
v v
f. 251 r , altera in f. 251 caderet, nuuc -là in f. 251
exstat, neque àX- in pag. sup. deprehendere possumus
v
15 ànoxXrjQa)Ui]vai post rórror 1. s. (251 )
1125 ai s.
ófió<poova noiovv ti] X. t/;. 3 xaì tu] xazà 4 óóy[i<xia]

rò dóy[ia 9 yovv] ovv 11 firj óè, ut semper 12 (if,
óè io Tfjg $Xrjg b 3 pbsxswQiov] t

utiuÓQicov 6 nQuy-
fxavi (sic typoth. errore)] 7iQétyf.ia ri 13 ùjtt issici', va v-
tsq] ànoXamvvavTsg (252 r ) 15 svacùfiaiov] év acó/nazi
e 3 ànoxaraGT àvreg 5 xaxaXsilpavxsg G xaì om. 8 {lov
Xrj/iari ij óvvàfisi 9 rovi co v om. 10 rrgày/ia Tifi
14 è^d^rjg] é£svà£rjg d3 (irjdév ti 5 èì-éX^ 11 i)
i/'r/Jj reXscórccTCc 12 àvàXvcJiv] dtàXvGiv 1128 a 3 l)a-
i) Alius scriba hoc loco Syn. homil. alt. (ed. Krabinger p. :!7:'.)
v
et xataaxaaiv exaravit, quae, cum iam i". 247 v -'248 haberetur, postea
cancellata est.
2) Errores accentuimi vel mutatiouum in litteris /; ot si scri- i
bendis, et minima quaedam eiusdem generis omitto. Singulis ora-

culis adieetnm est verbum xelueror, explicationibus è$rjyi]ois.
PAKEKGON, DE ORAC. CHALD. 4B5
v
vdxov] Giófiaxog 5 xavvav] xtòv cròxmv (252 )
6 éav-
xòv om. 7 xov G(ó uaxog]
t
Gwîaxa 8 óè om. IO io
naaòv 11 (fìt aìr 15 t'xnvai ti] s%ovcà vi b2 &G7T£q)
&g tcov 3 siQrjxsv 3 s. àia) Ver xfjì>] xìjv xniavxrjv
4 ànoxxivvvvai 5 tiqìv àv ò om. 8 yairjg] yvrìg ì cf. V 2
ap. Kroll p. 65
1
IO fiéxgov, cf. V !
ap. Kroll 1. 1.
fjsXiov, sic.nfc Kroll p. 64 restituit xavóva, ubi fortasse

in 'fine verbi g omissnm, attractione quadara g litterae
iuitio insequentis verbi e 3 xaì om. 5 sdasfìeirig,
1
cf. Kroll 65 6 i-vrofiia, ut voluit Kroll 1. 1. 7 «7ra-
j'.w, ó- in corr. re. m. quae nigro pimento utitur 8 ùg
r
olerai (253 ) 9 yairjg] yvrjg IO év yfjg om. 12 ytui-
yo('c(foi] ye(ùoà(poi pr-, corr. re. 14 fisxQsi (prjoì fisXiov

d 2 %'vexev 3 post àffTQovoiiiar add. :
/</) d'i xaxctfiéxQsi xòv
xov fjXiov óoófior xavóoiv àaxgovofMxotg 4 àXX' àióioog] àXXà
yoóvog 1129 a 11 xa-JéÒQa 13 txGxaGiv óisgyaô-
{lévcav 14 xaì om. 15 rj xaXovfiévrj ^vxixrj xéxvrj xaì
S7tiax'qfir i
16 rflovv om. /léAAorrau'] /.isydXcov bl xfjg
xofxfjg 2 s. {'/tTTooiaxfjg 4 àrcaxrjXaì recte xavxa tto-

v
Xv7TQayfióv€i 5 ó [la&rjx. 7 /noìGtwg (253 ) 8 t»^-
Xoxéqwv IO yro)GT 11 /y] x«t 13 i!f«'«c] &£ioxtQctg
c
15 post TTagaótiGro xaì add. : «< A yerixcoxarat xtàv àozxwv
àgxaì, dixrjv noxafi&v Qt'ovGiv. ir xovxco xà> naQaótCou) xaì
e 3 fióva &QQinxov] fiovdóa ùoqigxov 6 xardór^Xd nate sigi]
xaxdXXì Xd ttok dai

t
8 xxrJGiv, fort. corr. IO xivsTa&ai xà
xaì oà% 12 JY^f, n e - - à(£i)<*i 3 cf. Kroll 51 13 cw-
ffftia t#vg] avfrtc, cf. Kroll 1.1. e? 1 ante xovtéaxi
add.: ytoì io %aXdaixòv xovxl Xóyior ói^tjs ipvx~fjg à%t-xòv
3 àvaxxriffàf.isvog xaì\ àvsv xgiGsoìg 4 snaraydyoi Ì£Q fp

Xóyoj] ifQ(ò eoyco Xóyov 5 Isgóg sffxiv fìfxlv] vosgóg ècxi-v sv
flfiiv (254 r
) ó om. 6 votounkoa IO naodXi^nv lo r«-
Xovgu 1132 «1 hvxavxa éXmv xovxo 2 rr») om.

tfpm Ao'yfr), co et w in corr. 5 xf, om. 8 naoaX) rrxòr
/j 2 xijg] xoTg pr. corr. 4 tfsov 6 /j~. 8 7rAa-
v
vi/}T<ov 11 ano xtiv eh Gsoaqìp, (254 ) X f Q" 1 ';''!'
7 T«r$ om. 8 è'xovaiv 9 àff^tr»}] t'ìicGi'/tvtioìv ovxi
10 s. xC&siiai 11 ô'Ate] /«di'ov 13 rrwc, litteras quasdam
in compendio praebet L, de quibus v. infra loyî 14 ol
436 N. TEKZAGHI
XccXòaXoi sv io> xÓGfico d 1 òroiiàôvaiv xoa uayovg

t
2 s. xavxag — àvo%rjag] vovzovg rvv àvoxûg 3 xò Xóytov ora,

4 àve%ovauq] àxaiiàioìg àvé%ovtaq 7 ògi'ovxat xà-
gecag 8 àiii-iXixiot recte 1133 a 2 SJtXxztxoìg 4 *-'*«-
r/xòr 5 sxarixòg (255 r ) 6 GTQftpofièvovg 8 rf^ arot-

yovrfg] òucaxg. 9 otfttigixà pr. corr. 10 et/ov] s%oisv
xuì ou) àXXó ii 1" s. tM itorii/T/,1 .'] diadov. 13 ra-
x*T?)r| ihXbvtrj%' fjtot ora. 14 s. ìxcuixòg h 2 post
àgt-iCòv add. : «v tt; àgiaitgù ói twv il'vyjòr 7 xtgavvoìc,
cf. Kroll p. 57 8 Xsyófisvov 9 Afyo/ttfvog] yevó/xsvog
10 ttjs] roy 11 T«AtT«rc] vsXeVTaTg 12 fprjaCv ora.
e 1 Z'c?o<<; $»' om. Xsóvxsiov recte 2 to£ àv#0«&7roi/] r<:/*
ó alt., om. 4 xuXvmsxai 5 post ovoiav add. : zroy
ovquvov xuì ztòv àaxt'gwv 7 «rrw 9 àfió()(p(OT0v] àuog-

q dorai or, pr. corr. (255
v
) di nàvrottev
s, Tén'or om. —
2 xovxéGxiv, om. xaì 4 «cxw -- anovóaaina om.
5 txàaxi] òvvaiiig 6 xovxo yàg (fifii xo nvgòg f^via reìvov]
ov yàg àtì rof-gtòg èvsgysìv dvvàiieO-ct 1136 a 1 c5 om.
ex om., cf. Kroll p. 50 4 òro fidasi &g xaì 5 rfoo-
/*ot»s 6 xaì za 7 ovgariov cyaigag} ovgaviag àlpTóog

9 ToXfJLTjgàg àrxixgvg óiaavgti 10 elnsv om. 11 zé-
&€txsv] xti)ì ne t
12 Xayóaiv 'Exàz^g] Xayórog xoiXr g t
(= -Xflg),
cf. cod. V ap. Kroll p. 28 3 13 fiifivovaa, cf. Kroll p. 28
h2 àyovoav] t%ovaav è'xovóat'] zvyxàrovaiv 3 av-
zoTg 4 nijrjv twv l't/còv] l/'*'/»)»' iwr àgtxcòr 5 «;«-
•9<Sv] àgtxdiv 9 z^c om. 10 Svvàfietov e 3 d-s&xó
r
zig (256 )
5 àXrì&fjv 6 fffTat 7 égioi iVt-ii,} ìvcoti-
aOsCr. 8 òvofià&tai 9 femore] IsgaxixoTg SXov om.

12 avionxov àyaXiia] àyaXfia avxonior t-ryj'j. Hoc loco non
2
sequitur verburn è£r'jyi o'tg quod semper (v. supra p. 434 ora-
l
)
oulorum explanationes praecedit 14 /uèv] fii] di xi] xò

6 acófjiatog 8 àyccX/ia (fvasiog tnoiati yàg coi] indisi
noi yàg 8 s. qvoix&r xexxdQtov iióvov] (fVGixrjV óaifiovicov
1137 a 1 /^ (fvaig] Xvaic 3 ari ir 7 GsXrjviaiov óqÓ-
fiov] ffsXrjvaiov xóffftov recte 11 </'.//;] f-vyj, l/twi pr.

corr. #y£«] tf£« «s •
<-
>
^, cf. cod. V ap. Kroll p. 48

éavxijr] avxrjv, cf. Kroll 1. 1. b'1 uy/j-ir tam incerte est
scriptum, ut àx*i legatur, nisi quod inter à et y ligamen-
PARERGON, DK OUAC. CHALD. 437
tum deprehendas quod similem formam litterae y obtineat.
Equidem credo scribam exeraplum non intellexisse quod
ante oculos haberet v
4 vì\g orn. (256 ) 5 «ihfjg
6 (/rat, verbis àgfioviav aì'<yti omissis 12 fjyefa&w] ìyrva.'ho
(— oìy., cf. cod. V ap. Kroll p. 51) tt)c <Jì om, Kroll
1. 1. seclusit e 1 ifivx^g] videtur esse pûfe, cf. quae ad
b 2 adnotavi 5 o^v co* 7 eg&] etneo 11 òvofiàôvaiv
13 àvaqri} ] àfia&ij recte ott*? òro narrai db àpacpij]
àpatir], recte, cf. oraculum 6 £^zr« cor- 1140 a 1 ór*«-
y*v] àvr\nXmxm 4 avr^t-ior r)[xtòv (257 r ) '/'''X^c] £»iK
11 è'xovvsg óvva/iiiv ex om. 6 1 xreivag 3 «àr
xaì 4 yevófievog 8 vyittrói uiov noXXàxig xcà tomo
10 *«/ /t^r«] wg u. 12 x&óviot xvveg, cf. codd. Pv ap.
Kroll p. 45 13 ovv) ofrror, cf. Kroll 1. I. pgox& ar)[ia
e 3 xaXivòovfiévovg 7 Xeyovat xaì deixvvovai 8 yào
tà òvret in erosione chartae 11 ante hoc oraculum deest
verbum xeiêvov, de quo vide supra p. 434 2 13 xzrjaiv
v
d4 e%oi (257 ) 9 yivexai 1141 a 4 xwv óióofiévcov yéaeav]
rmv óaifióviov yvceic 7 fióvov] iióvovg rmv om. 10 yào]
yovv 13-b 9 avfifìoXa — òneqxeifxevai om. 10 ftir] òri
àrltoibnoir il'vâì, unde sit huius oraculi forma fiit, . . .
Sri C&fict Xmóvtoov |

àvOgoonoìv ipv%aì xa&aowTaicu . . .
11 àxovei 13 aitici] àywai xataXmóvteg 15 narra

fiicciov in eros, chartae e 1 ènmóvwg in eros, chartae
1 s. tò aùfia Xmovffa 2 fcwqv xaì /n)iaet in eros, chartae
3 noòg xà in eros, chartae 4 ffw/mros] nvfvfiaxog
5 in verbo Jycxfoaî'ot'cri cod. mutilus desinit, cf. supra p. 434.
* *
Qui hanc adnotationem legerit, videbit quidem non

posse L, cui us consensiones cura codd. indignae sunt Vv non
quae interdum notentur, eiusdem generis esse atque liber
unde manaverit editio. Qua de re firmissimum, praeter di-
screpantias quae inter L et editionem intersunt, est argu-
mentum pluribus locis verba oraculi in commentario esse re-
perita. Quodsi rem ipsam animum advertamus, magni erit
438 N. TKRZAGHI
momenti adnotare discrimina non tana verborum esse quam

rerum ita ut opportunum videatur breviter oracula quae-
;
dam, quorum lectio in cod. L a lectionequa G. Kroll usus

est discrepet, perpendere et videre eorum sensus quate-
nus sit ad chaldaicas doctrinas accommodatus.
In oraculo a Psello p. 1128 b (= Kroll p. 64) adlato,

habet L v. 1 fitTQu yvrt g, quod verbum in cod.V ; ubi antea
yaivg scriptum erat, m. 2 restituit. Sensus quidem non
mutatur; at, cura y^rjg ad metrum, cui obstet yafyg, qua-
dret, et codicis Vaticani additio et hoc ipsurn quod in
commentario quoque idem verbum deprehendimus, demon-
strant esse yvi]g accipiendum, yaù g refellendum. t
Versiculum, quem apud Psellum p. 1132 legimus

c
nùg :
ì'yj-i xócfiog voegovg àvo%i\ag àxa;intu, corruptum esse vidit

Kroll, qui tamen fortasse, ut rei metricae in primo hexa-
metri pede corruptelae mederetur, perperam coniecit nàg
yàQ ì-'x* -^ naD et ì'óxti cuius verbi prima syllaba cum spon-
1 -
dei arsi congruit. Eestat igitur ut huius pedis thesin quam

dicunt constituamus, ubi nwg nullo pacto scribi poterat.
Cod. noster litteras quasdam praebet in ligamento, quas non
intellego certo aio earum praecipua dementa s
;
a esse. t
Sed utut de hac re sentimus, non dubito quin in promptu

sit emendatio, si huius oraculi vim atque naturam con-
sideremus. Etenim, cum vosqoì àvoyf fg,t

h. e. mundi in-
f
tellectu praedita sustentacula, non possint nisi tres dei
singularum mundi partium praesides (Kroll p. 38, cf. 41') '
esse, sicut Psellus ipse explicat, non erit, credo, a re alienimi

conicere in oraculo, de quo nunc sermo est, oli in igetg ìa%ei
scriptum fuisse. Puto equidem G. Kroll coniecturam suam
insequentibus inductum Pselli verbis, scribentis tavrag odv
xàg óvvdfistg àroyrjag xccXtì rò Xóyiov, &g ròv Trarrà xóaiu>r
ùn-yovaag proposuisse at latet hic fortasse causa cur lec-
;
tionem nàg ydg non probemus. Nam

huiusmodi oraculis, in
cum totus mundus intellegitur, nusquam aliud verbum verbo
xócfiog adiungitur; cum contra est vel de mundi partibus
vel de mundorum multiplicibus formis atque naturis oratio,
ut sunt ili i septem corporei mundi de quibus Psellus in
PARKRGON, DE ORAC. CHALD. 439
c
expositione sua (1149 ,
cf. Kroll p. 32) sermocinatili -
, sera-
per pluralis forma adhibetur '). uno excepto loco ubi nei iì
iv xÓGaoì legimus (Dam. I 87. 3, II 87. 14, cf. Kroll p. 18

et Proci, th.pl. 271. 14), quae verba quin ad septem mundos
corporeos referenda sint, non potest in dubium vocari. Itaque
verba huius yersiculi rraviì yùo iv xótifirp Atoi.it-i igiàq, fy
[lovàg àQ'/f-i si cum initio Psellianae expositionis et hypoti-
poseos (Kroll p. 73) conferamus, videbimus quam mire cum
Chaldaeorum doctrinis concinant, si quidem recte intellego
Psellum voluisse significare unam profiteri Chaldaeos esse
omnium rerum principium monadem, quae quasi fons sit
et dux triadis. Cum autem Chaldaeis totus mundus triadi-
bus constet, omnesque eius formae in triadis species cogi
possint (tres enim paterni fundi, h. e. ttcitqixov (ìv&ov, triades
nihil aliud sunt nisi tres partitiones in quas septem cor-
porei mundi dividuntur *), quarum primae, quamquam unum
igneum mundum compreliendit, trinitas quaedam respon-
deat), is qui sequitur est pselliani oraculi sensus : Singulis
praeest mundis trinitas ex prima monade, h. e. ex patre
summo rerum principio, quasi proficiscens; cf. Ps. 1145 a
«cri narra
ivòg tivqòc èyyeyawta et Kroll pp. 15. 13. Haud —
scio an longius rem produxerim; attamen summae erat mihi
curae ostendere, coniecturam meam, utpote quae melius ad
ceteras de mundi duoibus doctrinas quadret, coniecturae
Krollii praestare. Quod si quis mihi obiciat, debuisse nu-
merum ducum et tamquam mundi sustentaculorum in Pselli
quoque commentario respondeam hoc nullo modo
referri,
necessarium fuisse. Nimirum erat non de numero quaestio,
qui, si re vera Psellus, ut opinor, tqsTq scripsit, nullam
neve difficultatem neve dubitationem afferebat, sed de verbi
àvo%ijag vi ac potestate.
Versus laceratos esse iam recte animum advortit Kroll,
p. 48, eos quos Psellus 1137* refert; credo tamen sensurn
meliorem evadere si lectionem cod. L sequamur, ubi in primo
i) Cf. e. g. oraculum ap. Dam. II 157. 15 v. 1 (Kroll p. 36) cum

v. 2 oraculi a Psello p. 1136 b adlati, quo loco ólov xóa/xov idem est
atque roì navtòs xóa/uov.
2) Ps. exp. 1149C, hyp. 2 (Kroll p. 73).
440 N. TERZAGHI, PARERGON, DI'! ORAC. CHALD.
versiculo non ifivxrj sed siyr\ legitur. Etenim ex oraculis

quae, quasi antea in umbra condita, a me iam cludum in
lucem edita sunt *), consequitur ut precibus, non ab animis,
possit Hecate (neque ea solum, verum dei omnes possint),
cogi ut, nomimi m voce audita, in hunc mundum descen-
dat -), id quod huius loci sententiae congruit, nec non
eiusdem oraculi alteri versui, ubi bene preces nihil Im-
mani habere significantur. Quid in lacuna, optima ratione
a G. Kroll v. '1 post verbum t-'%ovaa signata, lateat nescio,
quamquam certum mihi videtur hoc loco corruptelam quan-
dam nondum sanabilem inesse. Quod si quis credat hos
versus ex duobus ferme oraculis manasse, quae in unum, ut
ita dicam, corpus comprehensa sint, non certe repellam. Nec
Pselli explicatio est corruptelae expers, quam forsitan au-
feramus, si in principio jj \pv/ji {ed%atg) piàZ,exai legamus ;
omnia ceterum insequentia perturbationem confirmant, in
quibns sita nqbc, avzrjv (se ipvxrjv) legimus, (piasi antea

non fuerit de anima sermo. Si igitur ita se res habet,
non adsentiaris, opinor, Krollio hoc oraculum cum oraculo
a Psello p. 1141° relato iungenti ; nempe cum alterum ad
animae naturam spectat, tum alterum ad magicas quasdam
operationes ut deos et daemones, qui dicuntur, in terras
advocentur.
Dabaui Floreatiae Id. Dee. MCMVII.
N. Terzaghi.
i) St. it. XII 1904, 189 ss.

«) Cf. ib. 191 s.
MARGINALIA
i.
Hierocl. ?}•'/. (Ti (xx- VII 5 sqq. xavxr^ àqa óoxei fiot xaì va
veccoà :r caditoia fii\ òaóicoc cjiotiv xaiaxXtióiitva t,o(fsQolq oì'xoig
xaì natiifi (pcovfjg àfisxóxoig. èwsivovTcc yào rà alG&rjTiJQia xaì
(.iijóèv f.ir]T àxovcjai f.itji tchTv avvallava (j aviaoiav àvatgéascog
aèiòóv Xa^fiàvtt xaì dia tovio óvaavacy^TH. óiò xaì (piXov£%va)g
al zix&ai naotyyvcòcjiv avxoìg èjtifxvsiv rovg ò(p&aXf.lovg '
rra-
QTnyoQSi yàg tòv (fófiov tu èOzXovci'a xaì nìj vn àvàyxrg ys-
vs'G&ai zrìv à[ rcSr] ògarcòv.

Cum is qui Hieroclis opus ex Aegyptia papyro edidit,
Iohannes ab Arnim *), minores plerumque lacrmas vel suo
iagenio fretus vel auiicorum, Dielesii "Wilamowitzii Priich-
teri Wendlandii aliorum, copiis usus supplere studeat, hanc
tamen, quae, ut ex apographo diligentissime confecto ad-
paret, spatium non maius capiat quam octo plus rainus litte-
rarum, vacuam ipse reliquit, Wendlandii et Dielesii eoniectu-
ris in adnotatione coramemoratis. Quae videlicet supplementa
illi non satis certa visa sunt, eadem nobis minime proba-
bilia.Alter eniin ànovaiav, alter àfiavocDcnv proposuit; àrtov-
aiav igitur, si in charta traditum esset, tolerarem, sponte
mea lacunae inferro, animum inducere nullo modo possimi.

Ad sententiam enim nescio quam demonstrandam 8
) adhibet
i) Hierokles' ethische Elementarlehre, bearbeitet von H. von Ar-

nim = Berliner Klassikertexte IV.
Atque etiam dubitari
2) potest, an, quid vellet, ipse ignoraveril
Hierocles; ab Arnimio enim in praetatione demonstratum
44:2 G. PASQVAI.l
Hierocles exemplura puerorum qui, conclavibus clausi tene-

bricosis et ab omni voce remotis, cogitatione
morte ra sibi
suam alumnos
effingant; qua re fiat ut de industria nutrice*
adsuefaciant oculos claudere confirmat enim timentes quod ;
sua ipsi sponte et voluntate desinunt videre. Sed, quod

oculos claudimus, non idcirco a nobis reoedunt vel absunt
ea, quae cadunt sub sensum cernendi (iù àgata graece dicit
Hierocles), nisi quis translatione et imagi ne quadam utatur
et ea minime verecunda. At figurarurn liberior nsus ab Hie-
roclis genere scribendi longe abhorret, perspicuo ilio quidem
et, ut philosophum decet, accurato, sed tenui et exsangui,
sed nullo aut colore aut lumine distincto. Atque in quo-
vis scriptore, non tantum in Hierocle, mirum verbum
est
tam audacter ex alio sensu translatum in comprehensionem
et ambitum introduci, in quo nullum aliud sit verbum,
nullurn rerum nomen nisi proprium. Talia facilius, fateor,
sentirnus quam explicamus; sed de supplementis non dis-
serimus nisi inter eos qui artificium scribendi usu calleant.
Restat ut de eo quod est àfxavQooctig disputemus. Con-
sentaneum Doxographorum suorum locum unum
est Dielesio
et alterum ante mentem esse obversatum si non enim hoc ;
nomen, at certe alia ex eadem radice ducta saepius apud

placitorum scriptores occurrunt, sensu praedita adfini, sed
qui tamen (Dielesiipace dicam, viri et doctissimi et acu-
tissimi et erga tirones benivolentissimi) non omnino in
hunc locum quadret. A Theophrasti igitur fragmento de
sensibus sermonem ordiamur. Qui, curn Empedoclis doctri-
uam de visu refutarit (cap. 14, p. 503, 12 sqq. Diels): xui-
toi, inquit, xàv kvtò rovi 6 tu ótan-oorjGetsv, fi óvvaxóv èazi
nj.ixavia ;t(-ytO>, ytrkoDai tmv ètsgoysvmv Sxst svaQfAÓTT€iv 3
àXXoog t* xìlr av(A§aivftì xa&àneQ (pt)Oi (scil. Empedocles), tós
òtfjstg wr ùGviiifizTQog f] xQàoic, óit (lèv virò xov 7tVQÓg, óre óè
Tlieroclem argumentis e Stoicorum veterum disciplina derivatis, quasi

supellectile quadam domestica per hereditatein transmissa, perverse
abusum esse ad piacila confirmanda, quibus fulciendis essent minus
idonea. Neque Arnimium satis refutavit Maximilianus Pohlenz, qui
tamen (<J <J A l'JiJtJ. 'Jl 1-20) Hieroclem plura elìecit recte administrasse,
quam principi editori visus esset.
MARGINALIA. 443
imo xov àégog s(X7tXazxo(iéva)V xtòv ttóqoìv, ànavQova .'V t<i.
Non de iis qui omnino caeci sant, sed de iis qui hebeti
sensu cernendi utuntur, loqnitur videlicet Theophrastus.
Empedocles enim eo loco qnem iste et respicit et refutat,
non de xvqloig, sed de iis qui à/iifiXvumovGi disputat (cap. 8,
p. 501, 5 sqq. Diels; àfi^Xvmnstv dicit enim xcà oìg àneq-
é%si in oculis xò tivq, stth adì-rjd-èv :-'it itti)' i)tuQav ènivclàx-
tsiv xaì xax alati fi'àvsiv Tovg xov vóaxog nóoovg), distinctione
ita servata ut iole àfi^XvwnovaiV' opponat non eos qui vi-
deant, sed eos qui acie quadam oculorum singulari praediti
sint, quos paullo ante (p. 501, 2 Diels) ògvwnsTv praedi-
caverit. Et Empedoclis usura veriloquium confìrmat; nani
proprio sensu rò àf.ifiXv et tò òl-v ita Inter se opponuntur
ut latine hebetia et acuta; ex obtusa enim acie hoc verbum
ad sensus corporis transfertur. Sed àfxpXsig oculos eosdemque
àf.iavQovg adparet Theophrastum dixisse ). At fortasse haec l
non ita recte cum Hierocle nostro comparantur; Theophra-

stus enim de oculis, Hierocles de iis quae oculis sunt subiecta
disputat. Sed apud Doxographos utriusque sensus exempla
nobis praesto sunt luculenta. àixavooqa vtg enim dicunt
apud Aetium II, 28, 3 (p. 358 b 11 Diels) Stoici lumen lunae,
incertum illud quidem et, ut eadem imagine utar, hebes,
non tamen prorsus nullum. Et in eodem capite, quod est
negl qawiaôùv osXrjvi'C, Antiphon narratur credidisse (Art.
plac. II 28,4, p. 358 a 11 Diels) ìnnam lóùo qt'yyei Xà^nsiv
(ita Plutarchus; ldio(psyyi\ Stobaeus), rò óè àTroxQVTTiómrur
ttsqì aòxrjv virò xr^g TrgoffôXrjg xov fìXCov àîavQova ìJ ai, ns-
(fvxóxog xov laxvQortQov noòg Plutarchus: ngòg omisit (ita

Stobaeus) xò àG&evkaxsQor àjxavQovv. Hoc loco luna di-
citur numquam mine carere, ne tum quidem cum non-
In
nullae partes a nobis non cernuntur, quae ob appropin-
quantis solis splendorem paullatim evanescant. Quam
vocabuli istius vini et certis finibus conscripsit et accurate
explicavit is qui Thesaurum congessit, cum scriberet àtiav-
i
) Accuratissime a TvcpXaJaeoii' distinguit afiavQióasig semim scri-
ptor aliquauto recentior, Diogenes Oenoandeusi.s, sì utr ite, inquit
(fr. 70, 7 William). r«ff àfiavQtóaeis rwc ye^óvxtav tvtpXcaaeis Xéêie, "ir
S6[qcctì] néxoc «V.
444 G. PASQVAI.I
Qoùc&ai illa dici, quae disparere et delitescere incipiant

paullatiraque evanescere ut obruta tenebris. At apud
Hieroclem pueri uno temporis puncto, cura scilicet ocnlos
claudunt, luce privantur.
Quid igitur si hanc demum sententiam apud Hiero-
clem restituamus, soìacio esse pueris timeutibus, quod sponte
sua, non vi quadam et necessitate coacti, visu priventur ?
Quod commode ita graecis verbis, quin etiam hierocleis, dici
potest: naQTjYOQÙ yàg ròv tpófiov to s&eXovaty xal /iì) vii àvày-
xi^ yevéa&at vrjv (([</ aigsaiv vtòv] ógaràv. Supplementum
[kòv iam supplevit Arnimius) octo litterarurn spatium non
excedit; in hac enim papyro et zar per compendium indi-
catur lineola nescio qua litterae x ita superscripta ut de de-
xtero latere sinistrorsum decurrat, et diphthongus ai pro-
pria nota significatur. At dixerit quispiam sensu cerneudi
privari pueros, cum oculos claudant, non iis quae visui sunfc
subiecta. Sed xà àgata visu quodam modo continentur, neque

enim tantum sunt ea quae videndo percipimus, sed potius
sunt ea quae videndo percipimus dum ea videndo perci-
pimus; cum autem iam non videmus, suo statu maneut res
et in statione (non, ut Wendlandio placeant, recedunt), sed
iam non sunt rà àgata. Hierocles igitur propriam rei vocem
à(j aigtGiv potius usurpavit quam illud ànovaiuv audacius
translatum aut illud àfiavgeoGiv huic loco fortasse minus
aptum et accomodatum.
II.
Eiusdem Hieroclis apud lohannem Sto-

frag menta
baeum servata Arnimius in editione sua a Wachsmuthii
et Hensii opere ita descripsit, ut et in rectum ordinerà
membra per florilegium dispersa redigeret, et locos non-
nullos turbatos restitueret coniectando. Quem cum pleraque
recte administrasse concedo, tum ei omnia nego prospere
successisse:uno enim certe loco vehementer ab ilio dis-
sentio. Hierocles de nomine patriae disserit, quae quasi
ngwxoQ quidam et (iei£<ov sit yovsvg; nag ò órj, inquit (p. 50, 22
Ani.), xal ó xovvofia i<>~) ngàyfiavi d-éfisvog oéx àvevTQe%èg
MARGINALIA. 445
è'itsio, TKXQaa%rj}„ictT(cctQ (lèv cri naioi, d-r( Xvx&g (f è^svsyxètv

l'v naxQÒg xaì rfjg (iriTQyag ....
olov fityfia %vy%àvoi Tfjg xe tov
Sed hac voce ambitus verborum improviso clauditur vel
potius abrumpitur '). Sententia, credo, omnibus est perspi-
cua, illuni qui primus nomina rebus imposuit, nomen patriae

ita composuisse, ut mixtum quid ex nomine patris et ex
nomine matris eveniret; ab ilio enim radicem, ut cuoi
grammaticis loquamur, nutq esse sumptam, sed feminino
generi, quod matris proprium quasi esset et peculiare, extre-
mas litteras esse accomodatas. Sed à£ia aliquid est ab oculis
hominum aeque remotum atque a grammaticorum distin-
ctionibus. Immo voce hic indigemus, quae f
nomen '
si-
gnificet; quid si òro/.iaciag per homoeoteleuton post lujoyag

excidisse statuamus? pariter enim utrumque vocabulura syl-
laba mg concludit.
òvo/iaaiar idem esse quod òro/ia iam testatur is qui
Rhetoricam ad Alexandrum scripsit, si dis placet dicam,
Anaximenes ille Lampsacenus; hic enim promiscue et vo-
cem òro/ice et vocem òvoriaGiar ad imam rem indicandam
adhibet, ut locus Rhetoricae (p. 63, 12 sqq. Hammer) osten-
dit : àriiUeiov [lèv ovv, inquit, iati tò svavxiav tìjv òvo/ia-
aiav dfia xaì iìjv óvvccfiiv £%ov tò stsqov tovtcov. Sed dein-
/}
ceps non iam de iis quae %rj òvofiaaia fJtóvrj, ut promiserat,

sed de iis quae roìg òvófiaai [lóvoic opposita sunt, disputat.
At, non multis verbis interiectis, denuo òvouaaiu utitur
eodem sensu quo panilo ante ioTg òvófiadiv] dicit enim
optimum esse tò xav' àtufÓTtQa àvri&sTov xaì xatà trjv óv-
va/nv xaì xaxà tì)v òvoiiaa lav. Haec demum intra paucos
editionis teubnerianae versus.
Quin etiam ipse interdum Aristoteles has voces pror-
i) Codicis A variarci lectionem tov t& nargòs xaì xrjs fxrjxQÓg nil
moror. Hensius enim (in praefatioue tertii Stobaei weidmanniani vo-

luminis, p. xxxvi) demonstravit huic libro nihil auctoritatis esse
tribuendum, quotiescumque liber eidem classi adscriptus sed melioris
notae M
ab isto dissentit, cura S facit; saepius enim conari A cor-
ruptelis in M religiose propagatis mederi, ita tamen imperite ut men-
dum potius augeat, vel occultet; quod studium emendandi etiam
hoc loco dispicere mihi videor.
446 G. PASQVALI
sus non distinguit, ut saepenumero in Topicis; unum et

alterum locum exempli causa adferam: nùaccv ttqótccgiv ait
b
(I p. 101 17 sqq.) et nàv rrgófiXiîcc esse aut yévogJiMt Xdiov
aut avfx§s§rjxóq, sed istud ì'óiov bif'ariam rursus partitur, ut
alteram speciem quae tò ti i)v sì-vai indicet, suo nomine
appellet 5qov, alteram contra, eodem nomine quo illud ge-
nus cui sit subiecta, vocet ì'óiov] xaxà irjv xoivi'jv, inquit, ttsoì
avxwv ànoóoOsTtiav òvofiaciav TTQOo~ayoQsvsa!ho Quae
ì'óiov.
tandem òvotiaaia nisi nomen illud xov ìóìov? Quod exem-

plum optime demonstrat quomodo haec sententia subiecta
sit sub vocem òvofiaoiag, quae primo zò òvo[ià£eiV significa-
verit vel rationem xov òvo/ià£siv. Hoc enim loco òvottaoiav

ànoóovvai aeque dici poterat atque ànoóovvai òvofia, ita
tamen ut utriusque vocis vis propria et pristina servaretur.
Quae fere in alia quoque exempla cadunt (conferenda enim
Top. II 109 a 32, VI 148»» 20), in alia contra non quadrant;
ut semel vocis òvoîaaìag numero plurali ita utitur Aristo-

teles, ut huius vocabuli vis a pristino sensu longius absit;
dicit enim xaig òvotiaaìatg xà ngay/taxa esse ngoaayogsv-

xs'ov xaOànsQ consueverint oi noXXoi (To/j. II 110 a , 16). Hoc
enim loco nil aliud sunt al òvofiaaiat nisi nomina rebus
imposita, idem demum quod va òvóiiuia. Quem huius vocis
usura in posteriorem aetatem esse propagatimi, testimonio
est Aètius; cum enim narra verit xÓGfiov Xóyov r Xóyov xoòv
t
sv t(Ò xócfH» TtQovoia óioixoi\as'vo)v vel quid simile appellasse

Chrysippnm xr)v sifiaQfiévr]v', l
u€xaXa u^dvsi, inquit
t
(p. 323 b 22 ,
Diels) avvi voi) Xóyov xi)v àXi]ÌUiav vr)V aìiìav rt)V (f

vài ir n)v
àvàyxrjv, TigoaxiDtìg xal trs'gag ò ro/tacìag à>g siti xfjg avxfjg
ovoìag TccGCOfiévag xttf)" ex s gag xal sxt'gag Quae imfioXàg.
igitur òìo/iaaiai, nisi alia nomina quae praeter Xóyor adhi-
buerit Chrysippus ad signiticandam vel potius describendam
vijv élficcQ/xsvrjV, ut fuerunt àXrjttsia alxìa cetera? Textum
igitur Hieroclis probabili me indice ratione restitueris, si
scripseris Ir olov fxtyfia tvy%àvoi xrjg xs xov naroòg xal xrjg

[l tfi Qióag <ò ro/.iaaiag).
MARGINALIA. 447
III.
Memoriam quandam Platonis membratira distinctam ex

Peocli commentarli in Rempublicam loco (II 218, 1 Kroll)
in lucem protulit Immischius •): in Republica enim (X 616 e
)
exponere Platonem, quo ordine inerrantium sphaerara va-

garum sphaerae seoundum crassitudinem excipiant. Cuius
loci teste Proclo duplicem fuisse scripturam neque eam levi-
densium vocularum sed ad ipsam rei rationein referendam.
Quae lectio Proclo fuerit ttqoxsqix xaì àoâintt'oa, eius in
,)
libris qui aetatem tulerint, vestigium esse nullum; alteranti

locum obtinere, quae a Proclo appellata sit ósvxsoa xaì vsco-
fj
rs'ga, xuaxovGcc àè sv xoig xsxwXiaîkroig àvnyQd(poig. Alterum

testimonium Immischio suppeditavit Longinus (ap. Proci,
in Tim. I 68, 3 sqq. Diehl); tertium addam levi corruptela
adii u e celatu m. In eodem ad Timaeum commentario idem
Proclus (II 308, 25 Diehl) de loco quodam Platonis dubio
et controverso (Tim. 37 b ita disserit ut declaret non omnia
)
apographa consentire in lectione Xóyog óè ò xaxà rari ài

àArj&rjg yiyvófisvog tcsqì xs dàxsgov òv xaì tcsqì xavxòv sv uh
xivovfiévfj) vii ttvxov (fsoóiisvog dvsv (p&óyyov xaì i)xf\g > i 11
duas enim partes discedere exempla, cura, altera im aviov

altera éq' savxov praebeant:
in avxov igitur ad Xóyov (latine
rationem dicimus) esse referendum, iy savvov contra ani-
mimi indicare, qui ipse per se moveri sit definitus. Ad
hanc lectionem propensiorern fuisse Procium inde efficitur,
quod adfirmet se eam sv xoig àxQifisoitQoig in venisse rotg
xsxoXaa/nsvoig. Ita enim e codicibus edunt; sed haec esse
f
corrupta, mihi est persuasum. xoìg xtxoXuaiiivoig idest ca-
stigatis '
adnotat Diehlius, qui videlicet ipse de integritate
loci dubitaverit aliquantum temporis, cum, quod ei perraro
accidit, necesse sibi esse arbitratila sit verba nonnulla in
adparatu critico explanare. At et xà àxQiftsCfSQa idem est
quod xà xsxoXaaf.it va et libroni m vocabulo hic aegre care-
J
) O. Jmmisch, de recensionis pi atonicae praesidiis odjue rationibus
(Leipzig Teubner, 1903 = Philolugtsche Studiai zu l'iato II) 1 sijq.
448 G. PASQVAI.I
raus, quin etiam omnino egemus. Quid igitur? iv roTg àxgi-

PtOTkQois rolg xexùìXiGfie'voig conicio scriptum esse in libro
ex quo nostrorum codicum archetypus manarit; haec a
scriba, qui iam ignoraret quid essent %à xixwkiafiéva, ita
esse immutata, ut vox substitueretur, quae non aliud nisi
quod tu àxQi 3tGi£Qcc, designaret. toTq xexcoXiafiévoig autem
t
recte se habere, hoc quoque osteudit, quod, si quis hanc

lectionem receperit, facile explicatur, qua ratione nomen
flifl/.ioig absit. ià xsxwXitffjiéva enim quid aliud esse possunt,
nisi libri per cola divisi? Neque vereor ne quis contra
dicat, in Republica lectionem xwv xexaìhfffisvoav illorum
àvziyQccywv cura nostris codicibus consentire, hic autem 1
)
libros deteriores cum tou xsxcoXiafisvoig f'acere (quod enim

v(f ccvtov prò vy èavrov praebent, nihil morabitur qui se-
mel sibi varias lectiones ex compluribus eiusdem operis

codicibus manuscriptis non eos qui maiore
enotaverit),
auctoritate praediti sint, in quibus vn kùtov sit scriptum.
Nescio enim an demonstraverit Immischius (cfr. cum totus,
quem supra laudavi, liber, tum maxime p. 20) iam anti-
quis temporibus scripturae varie tatem satis copiosam esse
margini adscriptam in multis libris manuscriptis, in quo-
rum numero ià xsxcoXi<rf.i£va il la essent: nulla enim alia
r.itione Platonicorum studiis magis ea esse commendata,
quorum indoles ea esset ut plerumque (cfr. Immischius
pi 4 sq.) in ea memoria acquiescerent, quae per exemplaria
propagaretur, quae sibi praesto essent; raro autem varieta-
tem lectionis aliunde conquirerent. E memoria igitur multi-
formi in libros per membra divisos, inde in archetypum no-
strorum librorum apparatum illuni criticum pervenisse,
quem ab iis qui recensiones byzantinas confìcerent et a seri-
bis codicum alia ab aliis ratione esse excerptum. At ilio loco
varietas lectionis in libris qui aetatem tulerunt alia etiam
enim impedit, quominus sta-
ratione explicari potest: nihil
tuamus alteram ab altera lectione coniectura esse deriva-
tami nam scribae, ut eundtnn nodum expedirent, in quem
Proclus incidisset, facillime poterant. spiritu mutato, qui
i) Cfr. quoque E. Dielil, Rhein. Mus. 58, 1903, 251 sqq.
au . 6. '90s
MARGINALIA. 449
in vetustis codicibus ne traditili- quidem, vy avzoP ])ro
bit ainov snbstituere aut avtov prò bcf ccòxov. Utra

vvc
autem lectio rectius se habeat, viderint alii; nostra enim
non multum interest, dummodo concedas alind testinioniura
memoriae illius pìatonicae, qnae per xsxcoXiafiéva àvxiyQoxpa
propagaretur, nos invenisse.
IV.
Legebant apud PROCLVM in commentario ad Platonis

Cratylum (p. 17, 11 Pasquali =
19 Boissonade ') n&v xò syjov
ttjv .-rari ixìjv ccìxiav l'.iovoyH xiri rrgòg rijv €V€QY£tccv, àv /.li
arióyoror f xa O-vnóaxccxov. E coniectura prò ista voce,

t
quae omnino sensu careat, xcà avUvnóa cavar reposui :
huius enim structurae alterimi exemplum deprehendi apud

eundem Procium in commentario quod est in Timaeum
(I, 277, 8): ol Tregì Koàvxooa xov TlXàxtùvog è^rjyqxai c/acri ys-
vii òr Xt'ysd&ai wg are àXXi^g aìxiag 7taQayó(lsvov xcà ovx òri a

abxóyovov ovóè ab&vnóaxaxov. Vot&v&m lenioreetiam mu-
tatione xa(b)J/i'7ióaxaxov scribere: crasis enim cum apud
omnes recentiores aetatis scriptores, tum apud Procium latis-
sime patet, ut docet index commentarli in Timaeum gramma-
tici^ a Diehlio diligentissime confectus qui etiam, eandem ;
viam ingressus quam iam dndum muniverat Ludovicus Ra-

dermacher 2
), liuius scribendi usus exempla e corruptelis
quaesivit, velnt, cum unus codex (in Tim. I 29, 19) xaì àn-
óqvovccc praebeat, reliqui, quod legitimum est, xcà svi'
ógvovffa, iure negat Diehlius hanc rationem explicari posse,
nisi statueris eam e crasi xàvidqvovGa initium cepisse. Quae
cum recte concedam esse conclusa, xaì avDvvcòaxaxov tamen,
non xuvUvTxóaxaxov scripsi, quod et eadem corruptela nasci
poterai, particula xaì per compendium ita scripta ut cum
i) Paginas et versus adfero editionis meae teubnerianae (Lip-

siae 1908), quae quidem, cum haec scribebam, nondum in publieum
emissa erat.
*) Cfr. Philologus, 59, 1900, 1S4.
Studi Udì. dì filai, class. XVI. 29

450 G- PASQVALI
littera A confimeli posset -*)> et mihi est dubium, quin crasi

audaciorem ad illum qui has eclogas eProdi commentario
in Cratylum selegit -), revocare Quae enim exem- liceat.
pla ex apparati! meo mihi cougessi, non omnino eiusdem

sunt naturae. Nani, ut panca adfèram, quod (71, 19) liber
P xàv àyovzes idest xàvàyovtsg praebet, est aliquanto lenius.
^'uod (5,21) tmv àfi<>vh' n»r xat UQoaiQSTtòv habent omnes
t
codices, cum xid ànQoaiQstwv requiramus, concedo commode

e scriptura xànQoatgétcov explicari ;
sed alia etiam via et
ratione id explanari posse non infitiabere, si exemplum si-
millimum tìjv îsQiarrjv (prò ài.iÌQiaiov) xetì àfié&sxrov imt-

Qoyrr]v (57, 27) observaveris: huc enim crasis non facit. tà i'ó'ia
(11, 2) scripsit P prò ilio quod veruni est rà aiata, ubi crasin
tettóia arcessere aequo iure potes ac statuere alterum a per
haplographiam, ut aiunt, excidisse; sed quod (73, 25) con-
traria permutatione twv ècióiwg àtóficav omnes libri prae-
beant, nullus, quod unum est verum, tcòj' iótcog, hac excu-
satione caret. In re igitur incerta a consueto scribendi more
non discessi.
V.
Neque aliam rationem secutus sum in re orthographica

constituenda, ut, monente Krollio, xccià TtQoxsiQrjtfw (p- 10, 10
Pasq. = mutavi ut xaxà ttqo-
11 Boiss.) invitis codicibus ita
%sìqiGiv scriberem, neque tamen mihi persuasum est itaci-
smum commisisse librarium illius exempli, unde universi
i) Nihil per me impedit quominus statuas diphthougum av in

av&vnóatazov a Graecis recentioris aetatis ita esse elatam, ut vix ab
a discerneretur; fieri enim poterat, ut hic pronuntiandi mos ab ùió?
(avrós (cfr. J. Wackernagel, Kuhn's Zeìtschrifi 33, 1895, 4 sqq. 61 sq. ;
Dieterich, Unters. ?.. Gesch. der griech. Sprache 18 sq. 194 sqq.; Crònert,
menu. gr. herc. 126) in voces compositas quae ab air- aìft- initium
oapiunt, por quandam similitudinem, ut aiunt grammatici, ana-
vel,
logiain traust'erretur. Cfr. quoque E. Mayser, Gramm. der griech. Pa-
pyri 114.
s) An potius dicam, ad auditorem qui magistro dicente ista sibi
enotavit? Aliqua enim in his eclogis deprehendi in praefatione edi-

tiouis meae deinonstrabo, quae a Prodi genere scribendi abborreant.
MARGINALIA. 451
libripendent, qni quidem aetatem tulerint ') nooytioì^tc ;
enim legitima Ila quidem est per se forma. Nani constat

i
apud Graecos iam inde ab antiquissimis temporibus multas

fuisse vocura radices linde bina verba, quorum alterum in
-stv alternm in -i^tiv exiret, ducerentnr, sensus discrimine
servato, quin tamen impediret quominus ii qui loquerentur
vocum non cadentium adfìnitatem quandam et co-
similiter
gnationem potius sentirent quam perspicerent. Notissimae
rei panca exempla adferre satis esto: ànolòysiv ànoXoyi^siv^
demvtiv óeircvCêiv, sy%siQstv èyxsiQi^siv, oìxsìv oìxi£stv, óohhv

ÒQfii£eiv. Quam tamen distinctionem aetate multo recen-
tiore Romanorum demum temporibus, cum ea loquendi
consuetudo in dies r omnino
increbresceret ut vocales i
non discernerentur, paullatira evanuisse docuerunt gramma-

tici qui patrum vel nostris temporibus floruerunt, e quibus
honoris causa unum nomino, Hatzidakis. Qui demonstra-

vit -) per novum efferendi morem aoristos verborum in
-sTv cadentium (óo/ufjaai) prorsus pariter sonuisse atque ao-
ristos ductos ex verbis litteris -C£eiv terminatis (ògui&ai),
nude saepius et apud Byzautinos et apud Graecos qui nunc
sunt, praesentium stipites esse refictos. Atque nulla est
causa cur istis verbis tcqoxsiqC^siv *jtqox£IQ£Tv non adnume-
rernus, nude nooxtioicig 7tQO%€ÌQr)crtg quae mutatio eo faci- ]
li us evenire poterat, quod exemplo erat vox illa cum omni-

bus philosophis tura Proclo 3 ) nota snixsiQwaig. Sed talia
confndisse statuamne virum nou solum philosophum sed
eundem grammaticum, incertus haereo *).
Georgivs Pasqvali.
ì) Cfr. quae disserta St. il. difil. class. XIV 127-52, quae dissero
ìq praefatione editionis. — Alia scripturae, ut ei visa est, vitiosae
nooxEiQrjois exp.mpla collegit Stephanus in Thesauro s. v. ngoêlgiaig.
2) G. N. Hatzidakis, Einleit. in d. neugriech. Gramm. 'òdi sqq.
3) Cfr. Proci, in Crat. 16, 25 Pasq.

*) Neque enim post Kaibelii Immischii Kayseri Steinii studia
dubito quin Proclus platonicus idem fuerit ac Chrestomathiae epicae
scriptor quin etiam argumenta mihi praesto sunt nova, quibus liane
:
seutentiam fulciam sed haec in aliud tempus dittero.

:
A proposito di Pap. Fior. 114
Nel volume II dei 'Papiri Fiorentini' il prof. Comparetti

ripubblica i frammenti di esametri, che avevo già pubbli-
cati io cinque anni fa (Atene e Roma n.° 53 p. 149 sqq.) se-

condo una mia trascrizione riguardata dal compianto F. Blass.
Avevo anche detto che non disperavo si potesse leggere
molto di più, ed avevo, come era mio dovere, aggiunto che
tutti gli errori di lettura eran miei e il più di ciò che era
letto bene doveva al Blass. Quel pezzo di papiro era stato
si
comprato da me a Ghizeh nel Gennaio del 1903, insieme

ad alcune centinaia di documenti e frammenti di documenti;
e nei due o tre mesi successivi avevo dovuto esaminarne
sommariamente, cioè imperfettamente, la maggior parte
(v. Atti del Congresso internaz. di scienze storiche II 185 sqq.),
ne il Blass aveva potuto dedicare se non alcune ore ai

frammenti di esametri.
Comunque, mi rallegro cordialmente che il C(ompa-
retti), nei cinque anni che ha avuto a disposizione il pa-
piro, abbia letto meglio e di più; e altrettanto cordialmente

mi rallegrerò quando, forse prima di altri cinque anni,
ancora qualcosa di ciò che egli o
altri riuscirà a decifrare
non ha letto o ha letto male. Io ora non ho presente l'ori-
ginale, nò spero di poter mai legger molto di più : pur
troppo, da un pezzo in qua le migliori lenti non mi la-
sciano scorgere neppure confusamente quello che in altri

tempi avrei visto distintamente ad occhio nudo '). Mi dolgo
i) 11 facsimile intanto mi dà piena sicurezza che il C. in molti
luoghi ha visto bene: per es. 1,8 ofxocpQatv !> coxeo*; e éirpQov (cf. per
\
es. Nonn. Diun. 48,454: innanzi ad wx£o s ci sarà stato x«ì); 2,3 /Se-
-
G. VITELLI, A PROPOSITO DI PAP. FIOR 111. 453
che, contro la espressa dichiarazione mia, degli errori miei

appaia, come
non vorrà, responsabile anche il
il C. stesso
Blass, dv ovó* ctlveiv xoìai xaxotcì &é[iig.Non temo già eh a
alcuno attenui per questo la sua ammirazione per quel
grande ellenista e paleografo prego, ad ogni modo, di so- ;
stituire al V(itelli) B(lass) del Comparetti un semplice V.

Ma, forse, poiché ho la penna in mano, non sarà inu-
tile accompagnare con qualche osservazione le affermazioni
del nuovo editore. Egli si compiace di aver potuto stabi-

f
lire l'ordine delle pagine, che al Vitelli non parve de-
terminabile ', aggiungendo che il recto e il verso non è
'
definito secondo il criterio della direzione delle fibre del

papiro, il quale in fogli di libro scritti egualmente da ambo
i lati, come questo, non può avere applicazioni ; bensì per
la loro posizione sono recto le pag. 1, 3, verso le pag. 2, 4 '
Val la pena di notare che, fin da più di quattro anni fa

{Atene e Roma n.° 61|62 p. 33 n. 1), avevo emendato il
mio errore, e indicata la retta successione delle pagine?

Certo vai la pena di aggiungere che recto e verso del pa-
piro sono sempre quello che sono, e appunto la semplice
osservazione del recto e del verso mi aveva messo in grado
di regolare la successione delle pagine, senza che a me
fosse riuscito, come all'occhio più acuto del C. è riuscito,
di vedere il concavo e il convesso della piegatura del foglio.
11 mia trascrizione era senza
C. ricorda anche che la
f
divisione di parole '. Si trattava di un testo comunissimo;

e chiunque sapesse un po' di greco, avrebbe provveduto
senza ombra di difficoltà; dappertutto dove si raccapezza
un po' di senso. Né dove senso non riescivo a trovare (pur
troppo, non lo trovo neppure ora), era prudenza preoccu-
pare il giudizio del lettore. Così, ad esempio, già nei primi
oeUow] 7 ij/usQiog; 25 71(c()9ei>[ ; o, 10 iioocfiji' etc. In 1, 7 mi pare ri'/.ionfu
piuttosto che vtXméa) in 4, 4 w piuttosto che w< (il frammentino di

lettera dopo w è forse la parte superiore dell' e di reQnioXì]?). In 4,9
il papiro ha rettamente av&Qomois (il C. ha ripetuto il mio errore ili
scrittura at>&QU)noi<ji); fra 1, 14 e 15 il C. ha saltato un rigo (izcctqis
« .
[ ); 1, 8 c'è una parentesi che non è chiusa etc.
454 G. VITELLI
versi (1, 5), dove certamente neppure il C. crederà di aver

riconosciuto un senso tollerabile, con lo scrivere ]rg àno-
usiQìj&e'rra ovvero ]rjg ano rn-tui^'Jtrra avrei preoccupato il
lettore per l'una o per l'altra possibilità, senza aver ra-

gione sufficiente per preferir questa o quella i
). Non po-
tevo poi prevedere che il C. avrebbe diviso pagi' óea uov t
un paQvóaGiAov (4,8; ma cf. p. 27), e avrebbe trovata pos-

c
sibile la divisione (3, 18) oòótv èg AìyvTtxiuiv HoctxXse<; (ovv.
-xfo'sg): '
nulla sono gli Ercoli in terra di Egitto '
(p. 29).
Inoltre, crede un poema pane-
il C. che si tratti di
girico, non, come si pensò dapprima, di un poema mito-
f
grafico alla maniera del Nonniano '. Io veramente avevo

detto che non sapevo dir nulla né il Blass (Archiv III 266) ;
col dire verschiedenartige Mythologie zeigt sich

c
avrà '
inteso di caratterizzare il poema. Dunque non so chi l'abbia

pensato dapprima f
Certo è che oggi, dopo la pubblica-
'
.
f
zione delle Poesie panegiriche per alti personaggi '
nei
Berliner Kìanaikertexte (V 1 p. 107-126), è divenuta ipotesi
ovvia quella che sarebbe stata meno ovvia cinque anni fa 2
).
Ma perchè l'ovvia ipotesi acquistasse qualche consistenza,

converrebbe poterla confermare con qualcosa di meno in-
i) Il C. scrive senz'altro [èi>o7i]ijs ànoneiQrjd-évta (e si badi che,

essendo sfaldato il papiro, potrebbe essere anche -#eW«[?)» senza che.
come dicevo, il senso dell'intero luogo sia tollerabile. Io non sapevo
decidermi, anche perchè di solito gli spondiaci di Trifiodoro e Col-
luto —e inoltre, credo, di parecchi altri terminano con un qua- —
drisillabo. Unica eccezione in questi due poeti è Tripli. 222 (negi-
xvxXtóoavTes). — [In parentesi. Si dubita se il nome del poeta fosse
TQvcpió&aiQog ovvero ToicpióówQog: cfr. ed. Weinberger p. I. Non ri-
cordo che questo nome
occorra in papiri finora pubblicati, e non ho
voglia ora di farne ricerca. Certamente in un nostro papiro, non an-
J
cora edito, del villaggio JcpQoóÌT>] dell'Antaiopolites (v. Ausonia li 1
p. 137; e cf. ora H. 1. Bell, in Journal of the IMI. Stud. 28, 97 sqq.),
occorre la forma evidentemente giusta Toiepióàiooos.]
2) Debbo però dire che, for.se essendogli noto l'articolo del Cu-
mont (Rev. des études ano. IV 1, Gennaio-Marzo 1902) sul papiro di
Strasburgo — che io anche oggi conosco solo per quello che ne dice
il Bidez, Ben. de Philol. 27
p. 81 sqq. il Ludwich, subito dopo la — ,
mia pubblicazione, mi consigliò di studiare .se anche nostri fram- i
menti non fossero di un poemetto encomiastico.

A PROPOSITO DI PAP. FIOR. 114. 455
sicuro ') di ciò che può addurre C. p. 28 sq. il Immagi-

niamo di grazia, che noi non si avessero i Dionysiaka di
Nonno, e che un papiro ci regalasse un centinaio di versi
frammentarli e malconci come questi nostri, tratti da qual-
che mastodontico discorso o episodio di quel mastodontico
poema, riusciremmo forse ad indovinarne la provenienza?
Del resto, è ben lontano da me il pensiero di scartare
l'ipotesi del poemetto panegirico '; voglio dire soltanto
f
che non pare si possano escludere domraaticamente altre

ipotesi:
f
non è questo. ... un poema mitografico '.
f
Io poi avevo detto (At. e R. 1. e. p. 150): si ricono-
scerà facilmente che abbiamo dinanzi misere reliquie di
un poeta greco-egiziano posteriore a Nonno, che pur senza

attenersi rigorosamente ai vincoli metrici di quel capo-
scuola, ne rivela seguace principalmente nella scelta

se
dei vocaboli \ E ne avevo indicate in nota le principali
peculiarità metriche, ritmiche e lessicali. Invece il 0. scrive:
r
Secondo la paleografia, questo libro, certamente di
bassa età, si può, come a me pare e parve a VB, riferire
al 5° secolo. Il poema però, stando a quanto osserva il V.
che scorge qui, così nel metro come nel lessico, l'influenza
di Nonno, dovrebbe essere posteriore a questo poeta da
taluni collocato al principio da altri alla fine del 5° secolo,
e quindi potrebbe darsi che questo papiro si avesse a ri-
ferire al 6°. Se non che il nostro poeta è tutt' altro che
rigido osservante dei canoni metrici nonniani, come il V.
stesso pur nota, non curandosi di evitare accumu- l' iato,
lando spondei in principio e fine di verso, e permettendosi

anche insolite licenze (v. p. es. not. a p. 4 v. 15). Più che
il metro pare lo accosti a Nonno l'uso dei vocaboli predi-
letti da quel poeta ecc. Dedurre però da questo che il nostro
poeta sia posteriore a Nonno e sotto la sua influenza aa-

reì>be illogico. Osservazioni simili si fecero per Quinto Smir-
i) L'indizio meno insieuvo sarebbe il trovare in tutte e quattro
le pagine pronomi di seconda persona (oé. aeco etc.) In Nonno è ta-

cile trovare serie di cento e più versi con molti di codesti pronomi:
cito quello che mi capita a caso sott' occhio Dion. 27, 22-135. 21 2-316 etc.
456 G. VITELLI
neo che però per valide ragioni dovette esser collocato

prima di Nonno ;
poeta questo che solamente agli occhi
nostri apparisce come un caposcuola, mentre per gli an-
tichi che conoscevano tutti gli epici anteriori e contem-
poranei, oggi perduti e a noi noti soltanto di nome, egli
non era che un più distinto fra tanti e considerato come
XoyiwxccTog per la dottrina autografica raccolta nel suo tanto
esteso quanto scompaginato poema ;
nel quale noi ammi-
riamo la veramente straordinaria tenacia e l'inrlessibil ri-
gore con cui egli nella struttura dell'esametro applica un
canone stabilmente definito e determinato; che di questo
però egli fosse l'autore, il promotore, il primo introduttore,
ne gli antichi lo dicono né noi abbiamo di che poterlo af-
fermare. Dai raffronti dunque con Nonno nulla si può con-
cludere di preciso circa l'età di questo poeta, il quale, se
badiamo al valore dell'opera sua, non dovrebbe esser più
antico del foglio che ci rimane, probabilmente suo contem-
poraneo, e presso a poco contemporaneo pur di Nonno '
ecc.
Non mi è noto che oggi qualcuno collochi Nonno alla
fine del 5° secolo, e certamente il C. stesso collocherà la
riforma, che sogliam chiamare Nonniana, tra la fine del 4°
e la metà del 5°. Del 5° secolo pare a lui e pare a me la scrit-
tura del papiro, e non più antico giustamente gli sembra

l'autore dei versi. Dunque non c'è difficoltà ad ammettere
che questo poetastro fosse sotto l' influenza di Nonno o di
'luisquis alius melioris discijjlinae auctor fuit, come con quat-
tro parole più di cento anni fa aveva detto, per scrupolo
di coscienza, il primo e felicissimo indagatore delle teorie
metriche nonniane, Gottofredo Hermann — , e se oggi, dopo
un secolo, aveva il C. gli stessi scrupoli, poteva toglierseli
con qualche frase analoga. Invece gli è piaciuto dire che
sarebbe illogico dedurre, come ho dedotto io, che il nostro
poeta fosse posteriore a Nonno. purché si sappia che E sia,
tutti i conoscitori dell'epopea greca da Gr. Hermann stesso

al Lehrs, al Koechly, al Ludwich, al Wilamowitz ') e —
i) Tanto per aggiungere anche due uomi non tedeschi, v. M. Croi-
set. Hist. de la Lift. yr. V p. WJ; J. E. Sandys, A hist. of class, s-liu-
A PROPOSITO DI PAP. FIOH. 114. 457
non poche pagine di un nomenclator

potrei trascrivere qui
philologorum —
mi hanno dato il cattivo esempio, cattivo
esempio che sarò costretto a seguire finché il C, meglio
che incidentalmente, con profonde ed accurate indagini non
ci abbia dimostrata la probabilità che tra la fine del 4° e
la metà del 5° secolo vi fosse, in Egitto, un poeta tale da
occupare il posto che noi illogicamente attribuiamo a Nonno
di Panopoli.
Né avrei citato in questa occasione l'esempio di Quinto
Smirneo. Le f
valide ragioni '
per non posporlo cronolo-
gicamente a Nonno si riducono a questo, che Quinto ignora
ancora i più severi canoni Nonniani, cioè vi contravviene
in tal misura da non potersi ammettere che egli sia sol-
tanto un Nonniano di manica un po' più larga, come è il
Nonno stesso della Metabole rispetto al Nonno dei Diony-

siala, come sono Trifiodoro, Colluto e quanti altri illogi-
camente abbiamo chiamati finora Nonniani.
Ma non contendiamo de lana caprina o quasi. Veniamo
al sodo, e il sodo è che il nostro poetastro tratta la lingua
e il verso suppergiù alla maniera di Nonno e di coloro che,
a ragione o a torto, sono considerati come imitatori di
Nonno. Quando questo si sia riconosciuto, non è lecito trat-
tare il testo come se l' autore ignorasse ogni canone di
di metro e di stile, certamente bisogna trattarlo con più
riguardi che il C. non abbia fatto.
Innanzi tutto, il nostro poeta, dovunque la condizione
frammentaria dei suoi esametri ci permette di giudicare,
è prosodicamente accuratissimo. Il C. ha tutte le ragioni
di dire che il mio tentativo di lettura 3, 9 \aia-ôoìv non
larship p. 856 sq. — Mi

vieue però in mente una eccezione. G. Wein-
berger, a cui pure dobbiamo dotte ed acute indagini su questi tardi
poeti, dice anche lui una volta {Wiener Stud. 18, 179: Nonnos oder '
wer sonst der Schulgriinder sein mag. '. Ma non è che insiguiiicante
concessione al formalismo logico basti dire che l'articolo stesso del
:
Weinberger, dove questa frase occorre, comincia (p. 11G) con la se-
guente sentenza: In der Dichterschule, welche Nonnos von Pano-
'
polis etwa um die "Wende des vierten nachchristlichen J ;iln-li uinl- >rts
in Oberiigypten begriindet hat '
etc.
458 G. VITELLI
può stare f
pel metro '
•): infatti, a meno di ricorrere ad
ipotesi disperatissime, supplita che sia una lettera innanzi
a ,!oo)v avremmo una serie di sillabe ritmicamente impos-
sibili. Anche per il C, come per me, sono semplici errori
grafici oixeia 4, 14. 18, (ivqioi ó etìtsipawo 4, 7 né so per- :
chè egli non abbia annotato lo stesso per cubi ) 1, 2, Oóva-

2
<7>
t
i ed tXaoig 4, 20 e 21. Della correptìo atticn, che Nonno
t
e i Nonniani evitano studiosamente 3 ), c'è un solo esem-

pio 4, 15 ófvoo ts'xvoVj né è temeraria ipotesi che l'autore
avesse scritto invece dsvgo tt'xog. Di che se il C. avesse te-
nuto conto, non sarebbe forse stato così sicuro della sua
lettura 3, 8 ]-xXóvov xid àvalOi^tuìv òórrcaor, dove necessa-
riamente verrebbe una sillaba breve innanzi a xXóvov. Peggio
ancora, senza nessuna riserva per quel che riguarda la pro-
sodia, scrive à7i]oQcc (u u u) in principio di verso 2, 4; bj&oqs
xàorj (u u u — ) nella nota a 3, 3. Solo a 4, 15 xal avroi'x(ovg)
in fine di troviamo l'annotazione: Veggo
esametro ( — <j )
f
la irregolarità metrica di questa lezione, ma veggo pure
che non si può leggere *) ys dov' è scritto ben chiaro av

né vog dov' è pur chiaro voi. Per irregolarità simili in poemi
di questo tempo vedasi il terzo dei papiri Berlinesi Beri.
Kl. T. V (1) p. 125 e Ludwich, Eudociae Augustae etc. carm.
rei. p. 6 sq. '
. Mi sia lecito protestare contro questi due
confronti. I versi di Eudocia riboccano di spropositi di ogni
specie (riscontri chi vuole la prefazione del Ludwich), e
dell'autore del terzo poemetto Berlinese 5
),
pur così inte-
q Veramente dice nò pel senso né pel metro ', ma non ag-

'
giunge che senso egli poi sappia ricavare dal suo ]-eouts (lat-tv.
2
)
Dell' (tisi 3, 10 dirò in seguito.
3) Certo, e avevo notato anche questo, n«Tok (4, 17) è adoperato
come — 1, contro l'uso Nonniano; ma la stessa licenza si permet-
tono anche altri Nonniani, per es. Triliodoro (v. 64 auìttu^y — '_):
cf. Ludwich, Beitràge p. 13 sq. Avevo anche aggiunto che nel nostro
luogo (come, del resto, anche la licenza di Trifìodoro trova la sua
spiegazione in un verso dell'Odissea e 245) era chiara l'influenza
dell'omerico Sézig vv n osto ytnilii.
'*) Io cioè avevo creduto di leggere yevoi; e avrà lotto bene il
C. (avi'o-): solo che il facsimile mi lascia dubbia la prima lettera.

») Confrontare .si poteva e doveva il secondo poemetto Berlinese,
ressante sott' altro rispetto, il Wilamowitz (p. 126) deve dire :
f
die toten Quantitàten beherrscht er nicht, und so erscheint'
als unfreiwilliger Fehler, was ini Grunde nur denti leben-
digen Klang entsprach '. Eudocia-Athenais, ]a bella impe-
ratrice, a Costantinopoli, nella prima metà del 5° secolo,
non ha nulla a vedere con la incipiente scuola poetica
egiziana, che in Egitto naturalmente prima che altrove
celebrò i suoi trionfi, ed è inesattezza del Christ (Gesch.
der gr. Lit.* p. 819 sq.) Nonniani
averla collocata fra i
(cf. Ludwich p. poemetto Berlinese, non più

7 sq.); nel 3°
antico del secolo 6° e di poeta egiziano, naturalmente der f
Versbau hat die Neuerungen, die wir nach Nonnos nennen,

zur Voraussetzung ', ma der Poet kann nur nicht irnmer
r
wie er mòchte '). Certo è comodo per l' editore porre

'
il nostro sia pur meschinissimo poeta al livello di altri

che addirittura non distinguono più le lunghe dalle brevi s ),
e aver così licenza di attribuirgli licenze prosodiche ; ma
è anche giusto? Allo stato degli atti, una clausola di esa-
metro xal avvoixovg non sarebbe imputabile all'autore, nep-
pure se la lezione fosse sicurissima 3
) ; in ogni caso, il luogo
del quale mi duole non avere un facsimile, perchè io giungo a so-

spettare che quel frammento sia dello stesso autore e dello stesso
copista.
i) Wilamowitz p. Zwei Spondeen hinterei-
125, che aggiunge: '
nander (cioè in principio di verso, v. quel che dirò più giù p. 162
hat nur der Zwang unvermeidlicher Namen 74 (lìr/.tMQ Àvyovarcéhg
6 r vlovòc, rjóé ys Kvgog} erzeugt '. Nello stesso verso, come vedesi,
occorrono le particelle yé ed i)dé (questa anche v. 57 ? e 73), che uè
Nonno (per Dion. 45, 85 v. Ludwich, Beitr. p. 20) né Colluto usano
mai (Tr inodoro rjdé 95. 356. 658, ol'ys 198. 356. rjye 373;.
Nel terzo poemetto herliuese Jixijg
2) ( ), "AfÀfuava scritto e
misnrato come "J/uuoru. xal /.Xvròv Icaàvprjv ( — uu ), aixiaig
aioxQccis e tòg /(UGoót/.t)^ in fine di esametro, viarù*: scritto e misu-

rato come viovòg, cpctivouc.i ndroij e dici ngoxéXsiav /or /ovaóir in line
di verso ecc.
3) Nessuno vorrà giustificarla con analogie omeriche come nì-
rr/éc, TiTtos/rj ( —u u ) etc, e tanto meno col famoso aavvérìj/xt 'li
Alceo. — Che sia da leggere xal avvo[i{a'i(iovg) o sim.? Ma sar
sempre poco probabile l'abbreviazione della parola.

460 G. VITELLI
non deve servir come prova della negligenza prosodica

del poeta.
Il quale —
e lo avevo accennato nella prima edizione —
anche nell'uso dell'apostrofo non si allontana da Nonno. I
frequenti ó', il x\ i due ùW
e Vàri (4, 10. 1, 12. 2, 15. 4, 3)
sono, secondo l'uso Nonniano, legitimi '). Le deviazioni da
tali norme sono dovute all'editore, che 1, 1 senza riserve
scrive 83* e per 1, 6 propone a[rQk(f à]sQtàôvvtt.
Né è vero che egìi non si curi di evitare l'iato. af-
fatto legitimi o tollerabili anche per Nonno sono: 1, 1 àXXà
xaì uùtc([i (clausola dell'esametro prediletta da Nonno: v.
Lehrs, Al. Schrift. p. 137; Koechly, Opusc. 1389 sq ) ;
2 Modoat àoiar. (nello stesso verso sarebbe legitimo anche

il secondo iato che dà il supplemento àoiaitvov[aai] dJMJst,
di cui non afferro il senso); 8 xià ò(ió<pQoov) 2, 10 /) àè xaì
ovx: 12 xaì vìdei', 8 xaì àvaXd-tJToov', 1, 8 avv dot à.; 3, 5
3,
nolvcfaQiidxuv (djaa, per cui v. anche Lehrs p. 136. Ne fa

specie 4, 5 xatà darv, derivato dalla formula omerica fi 77.
a 1. x 223. ifi 137 etc, come, né intendo dire che sia addi-
rittura la stessa cosa, per influenza omerica (O 351. Sì 783.

x 105. (o 468) e' è TtQÒ demos in Nonno (Dionys. 34, 274. 297.
35, 223). Da pensare darebbe, e non in poeti Nonniani sol-
tanto -), l'iato nella sillaba con ictus, in fine di parola po-
lisillaba; ma di tali iati tocca un po' di responsabilità a me,
e molta al nuovo editore. Avevo letto già male io 3, 10: in
parte meglio in parte peggio ha letto il C. ]nq xaî - - Xov

atei oosa dvtisvo fioQ<prjv, ed eventualmente bisognerebbe cor-
reggere anche qui àtì (v. sopra p. 458). Prescindo dal senso,
perchè Dav us sum, non Oedipus (anche il C. dice qui:
f
il
i) Tollerabile, nella tecnica Nonoiana, è anche 2, l'J (f dopo la
prima breve del quinto dattilo se uxoria è y ~~ij (cf. Ludwich, Rheìn.
—
Mus. 35, 503 n.): ma dubito si possa tollerare, se, come intende il
( ttxovxa (= aéxovxa) è
., 1J. Nonno, come si sa, non ha versi spon-
diaci; e negli spondiaci di Colluto e di Trifiodoro non c'è esempio
analogo.
Lehrs p. 141 sqq. In Colluth. 23 sarà da leggere
2) ari evoi&ovg
'Efoxtòvogcon Weinberger, Progr. Gfymn. Tglau 1899-900 p. 14. Per
Tritiodoro v. Weinberger iu Wiener Stud. 18. 17- sq.
A PROPOSITO DI PAP. FIOR. 11 1. 461
senso riman da trovare '): -h notrc dovrebbe essere _Luu,
una sinizesi abbreviata innanzi a consonante,

cioè per giunta
né sappiamo come il C. la giustificherebbe. Sul facsimile
mi pare di poter leggere ora >) ùoeiora óvffsro (ioQ(p^v. :
Un altro iato sotto ictus, anche esso da evitare quan-

tunque in parola monosillaba, avremmo nel verso 2, 16 che
il C. legge così: svvas'vai Oijfirjg accc%imós(>{g] sd[v]fjivsovinv.
Egli avrà forse buone ragioni per smentire il noto motto
f
dello Scaligero: svayyiXXro non è verbo greco ' 2
) ; noi che
tali ragioni non abbiamo, dovremmo scrivere, se mai, sv
òfivéovaiv, cioè 117 3), ge il facsimile non m'inganna,
questo non e' è nel papiro con ogni riserva, proporrei aia-
:
Xvwòéog viiv&iovaiv (cf. Hesiod. Opp. 2).

Un'altra notevole sinizesi ammette il C. 3, 4 nel verso
]a yóog àveniaytxo fAV&coi :
f
il doppio O è qui usato come
dittongo formante una sillaba lunga '. Sul facsimile non
so ora leggere diversamente da quello che ha letto lui ma :
è pur chiaro che non possiamo contentarci di questa dom-

matica giustificazione. E per giunta il verso non avrebbe
cesura.
In somma, tolte che siano di mezzo le nostre letture
incerte, i supplementi, le congetture, nulla c'induce a se-
parare il nostro poeta dalla scuola Nonniana del 5° secolo
in Egitto, nulla che autorizzi a ritenerlo ignorante o non
1) Per quel che può valere, si confronti Nonn. Dionys. 36, 295
diaccio 7icci'Toi?]g TioXvdcdóaXcc rpdaixura /xoQCftjg; 40, 6 «Qaeva óvaazo uon-
gnjy, 45, 120 vó&ijv tf insóvaaro u.; Metab. M 71 àXX ore ;n:ni<: -fiéovaav
èiji' anche B 106); Colluth. 80 nciacc de \mxé(>r\v
(ìved vocerò ôocpi'jv (v.
xcù cliisivova Olivero fxoQcpìjf Nonn. Dionys. 47, 65S usinovi Mo «</:»} etc.
;
t
2) Non è supposizione mia che il C. intenda il suo elvfivéovaiv
come transitivo: città di Tebe, i cui cittadini inneggiano a lui come

'
a loro salvatore '

(p. 28). Un evvfxvsZv correttamente derivato da
svvfivog sarebbe, se mai, tutt' altra cosa, e spero non si citeranno i so-
liti ctTifiàv etc. (Kiihner-Blass I 2 p. 337).
Per una misura — u u — \~7 nessuno vorrà ricorrere a singo-

3)
larità come Epicharm. fr. 91 Kaibel evijfivog. Eur. Bacch. 71 è certa-

mente corrotto, e corrotto credo anche Aesch. Agam. 9S0 Weckl. In
ogni caso, sarebbe fuor di luogo nel nostro poeta questa correptio più
che attica: v. sopra p. 458.
4G2 G- VITELLI
curante di prosodia e di ritmo. Tn 52 versi, di cui cono-

sciamo più o meno sicuramente le sillabe finali, appena
quattro terminano in parola bisillaba trocaica, e dei quat-
tro sono identici due (2, 18. 3, 7): suppergiù, dunque, nella
proporzione che osserva Trifiodoro (quarantadue sopra 691
versi Weinberger, Wien. Stud. 18, 177). Due soli versi
:
(2, 19. terminano sicuramente in voci proparossitone,

3, 6)
clausole che Nonno, come notò il Ludwich, riesce ad evi-

tare in tutti i quarantotto libri del suo poema un terzo :
(1, 4) supplemento del C. un quarto

sarebbe tale secondo il ;
(2, non senza riserve,

16) secoudo la lezione éfivsiovaiv che ho,
proposta. Siano pur quattro Trifiodoro e Colluto ne hanno :
in proporzione senza confronto maggiore. Un solo verso
(4, 13) termina nella sillaba -ov (Tiedke, Hermes 13, 351);
nessun verso ha nella fine un ossitono trisillabo che ter-

mini in trocheo (ib. p. 352).
f
Accumula ' , dice il C, f
spondei in principio e in fine
di verso '
: in realtà, di sicuro c'è solo quello che avevo già
notato Spondiaco con l'aggravante di due spondei conse-
io.
cutivi in principio è 1,5; spondiaci sarebbero anche 2, 16 e 19.

se nel primo fosse sicura la lezione e se nel secondo veramente
àxovtct fosse nel senso di àéxovra. Ebbene, trentaquattro
spondiaci abbiamo in 691 versi di Trifiodoro, diciassette in
394 versi di Colluto (Ludwich, Arìstarch II 329). Notevole è
certamente rispetto all'uso Nonniano la consecuzione di
due spondei in principio di verso '); ma pur sono di Tri-
fiodoro (104 e 342) i due versi : eègvg &' èiprjkóg xs '
zòv
ovdt xsv ùori'jGaiio e noX/iì] % ÒQXtf&flV t€ nt QÌ ^Qtraq e'ùCa-
(fovro, spondiaci cioè per giunta, come il nostro 1, 5. Né
deve far caso che in questo la seconda sillaba del primo
spondeo sia un monosillabo (jusv) breve per natura: spondei
iniziali siffatti non sono frequentissimi, ma neppur raris-
simi in Nonno (Scheindler in Zeitschr. f. <L oest. Gymn.

30, 423): per es. 162 if fitr etc. In Quinto Smir-
Diotiys. 5,
t
neo ce n' è, naturalmente, senza confronto di più.
i) '
jamais dciix spoudécs consecutiis '
è ;iffermazioue errata che
il Croiset (o. e. p. '.)!!!» n. 2) non uvrebbe dovuto ripetere. Of. Lud-
wich, Beitr. p. i'ò sqq.
Di cesure Nonniane, cioè femminili, il nostro abbonda:

persino in cinque versi di seguito (4, 10-14). Due soli versi
(2, 1. 3, 4) non avrebbero cesura affatto; ma del secondo

di essi abbiamo già detto, del primo vediamo se ci si può
fidare. Tanto per supplire la sillaba mancante, il Blass mi
aveva proposto fûv nÓTf,iov vyciive [, ffog>]ij cJV air ulna?
vs%VT] (e non sarebbe né meglio né peggio \xax]t] oppure
[xa3i]ft . • • • Ttxvìj): il C. dice che nel papiro c'è ]vg ós, e
scrive v(paive[v, Ora dal facsimile mi pare resulti ]-j-,
z]fjc òé.
non ijg ma sia pur vero jk, non si doveva per questo at-
:
tribuire al poeta un verso così cattivo, che, oltre la man-

canza di cesura, presenta uno spondeo nel terzo piede quale
il nostro versificatore evidentemente cerca di evitare '),
non meno di Nonno, dei Nonniani, e di altri ancora
(v. Ludwich o. e. p. 326 sqq.). Non era forse possibile
un nominativo in > e, magari exempli causa s ) un v<pai-
vs[v, "Aq\ì]z dt fiiv ò'ìleas rt'x v (/ ? Né in questo verso ipote-
ticamente supplito dal Blass e da me si abbia scrupolo per
le tre cesure trocaiche consecutive. Perfettamente simile
è Tripli. 206 ì'jznoq òti&q xtxàXvrcxo '
O-sXsv óé i yv/ivòv iccGcci:
i monosillabi ritmicamente enclitici fanno scomparire la
cesura del quarto piede (cf. 2, 14 jSt'firjxe ycxQ per es. con
Triph. 501 xvneXXa de). Ci sarebbe poi un terzo verso con
cesura pericolante nei supplementi del C. (1, 4 xai ffs fid-
%r}v bóCóa[axs] /nèr, à(.i(po%sQ(o rf' sXiT[atrs}), ma posso omet-
tere considerazioni stilistiche, grammaticali e metriche: il
C. stesso confessa che il testo non può essere in ordine,

f
quando si rassegna ad interpretare press' a poco così la :
veneranda madre dell'eroe non partorì per lui una Cal-
i) Per due soli versi è sicuro lo spondeo del terzo piede (3, 15. 18).
Anche per questa ragione mi contentai di proporre in nota per 1, 3
/i''/.y.i!<T7ji(f((, ha introdotto nel testo.
che il C.
2)"ô>;c, del resto, non sarebbe mai l'attaccatura superstite della
:
lettera innanzi ad r\ non è di un q. Ma ripeto, il facsimile mostra

}ì], non ]tjg. Però avrà ragione il C. di non introdurre più di due
lettere nella lacuna, dove ci sarà stata anche interpunzione. Il meglio
sembra a me ora: vcpaivs[v t\rj Sé pti', che avrebbe sapore molto
Nonuiano.
464 G. VITELLI, A PROPOSITO DI PAP. FIOR. 114.
liope dallo scudo di rame, e gì' insegnò la guerra e pre-

gava che l'uno e l'altro (cioè l'eroe e il suo fratello o
compagno) riuscisse esperto in guerra come già il Pelide '.
Credo che a molti verrà in mente di intendere èv àf.i(po-
'itQfp (il singolare non fa meraviglia; per es. Nonn. Dionys.
39,312 etc.) e nel verso seguente IlrjXsiàrìv'. ma il resto?

In conclusione, il nostro versificatore del 5° secolo è
un ben misero poetastro (e possiamo dirlo senza esitazione,
sebbene il frammento rimastoci è ancora oggi inintelligi-
bile, anche là dove la lezione par sicura); ma i suoi versi
son composti con non minore abilità tecnica di quelli dei

contemporanei e conterranei Nonniani, e vanno trattati con
quel rispetto con cui trattiamo per es. Trifiodoro, Colluto,
e quanti altri eiusdem farinae sono e, se Dio vuole, sa-
ranno noti.
Firenze, 25 Giugno 1908.
G. V.
1. 7. '9os
Errata Co rrtge
50, 33
PA Studi italiani
, 9 e assica
S7
v."
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\Ì0^:
"oôlK,,
m^^
Ì\
STUDI ITALIANI
FILOLOGIA CLASSICA
VOLUME DICIASSETTESIMO.
FIEENZE
LIBRERIA INTERNAZIONALE
20. Via Tornabuoni, 20
1909
1
Firenze, 1909 - Tip. Galletti e Cocci.

INDICE DEL VOLUME
Bernardini (Antonio) — Stiidi intorno alla stoi-ia e alla

critica del testo delleMetamorfosi di Ovidio p. 203-230 . . .
Castiglioni (Luigi) —
CoUectaneorum graecorum particula
tertia 289-348
CoSATTjNi (Achille) — Nota ad Aristide Quintiliano 200-202 . . .
— Sulla chiusa della lettera d'Epicuro a Meneceo (Laerzio

Diogene X, 135) 284-288
Frati (Lodovico) — Indice dei codici latini conservati nella
E,. Biblioteca Universitaria di Bologna 1-171
Funaioli (Gino) — Due codici di Svetonio '
De grammaticis
et rhetoribus '
265-283
Garin (Francesco) —
romanzi greci
Su i 423-460
Morelli (Camillo) —
Quaestiones in Martianum Capellam. 231-264
Pellegrini (Massimiliano) —
Raddoppiamento anormale di
consonanti in vocaboli latini 353-422
Rasi (Pietro) —
L' accusativo con nescins 349-352
Tosi (Tito) —
Scbediasma criticum 461-472
Vitelli (Girolamo) —
Noterella paleografica ...... 172
WicK (Federico Carlo) — Sepulcralia 173-199
INDICE DEI CODICI LATINI
CONSERVATI NELLA
R. BIBLIOTECA UNIVERSITARIA DI BOLOGNA
1078 (2202-3) ').
'
Gregorius ìMagaus. Moralia in lob.
S. '
. <Cfr. : S. Gre-
gorii Papae I Opera, omnia. Parisii, 1705, I, 1-1168).
Membr., sec. XII, mm. X

:ì42, voli. 2, il 1° di carte 210 n.,
498
il 2° di carte con una grande lettera iniz. min. eutro
218 ., a 2 col.,
la quale è una mezza figura di S. Gregorio. Tutte le lettere iniziali

di ciascun cap. sono miniate, leg. m. pelle.
1079 (2204j.
'
Cassiodorus. Tractatus psalmorum '. <Cfr. : A. Cassiodorii
Opera omnia. Venetiis, 1729, I, l-4:78>.
Membr., see. XI, mm. 500 X 350, di carte 317 n., con lettere
iniz. miniate, leg. m. pelle.
1080 (2205).
Framm. del sec. XI, di carte 8, membr., a 2 col.,
I. 1-9
di una raccolta di vite di santi, con belle lettere iniz. mi-
niate. Contiene un framm. della vita di S. Silvestro, del
passionarlo di S. Concordie, della vita di S. Gregorio Papa,
del passionano di S. Alessandro, del passionarlo di S. Pigme-
nio, e della vita di S. Benedetto Abate.
IL 10-39 Framm. del sec. XIV, di carte 29, membr.,
a 2 col., con lettere iniz. miniate, contenente :
'
De S. To-
hunne apostolo ante portam latinam ; De letaniis maioribns
1) I numeri 1078-1629 sono di codici proveuieuti dalla biblioteca

di S. Salvatoi'e.
Stiuli itfd. (li filai, class. XVII. 1

.
2 CODICI LATINI
et minoribns, De asceusione Domini, De festivitate omnium

sanctonim, De IV coronatis, De S. Theodoro, De S. Mar-
tino episcopo, De S. Clemente, De S. Grisoyono. De S. Ka-
terina, De S. lacobo '.
III. 40 Framra. del sec. XIII, di carte 1, raembr.,
a 2 col., contenente: De uomiuis interpretatione '.
'
IV. 41-63 Framm. del sec. XI, di carte 22 n., membr.,

a 2 col., con grandi lettere iniz. miniate. Sembra aver fatto
parte dello stesso Passionarlo di cui è un framm. al n, I,
e contiene :
'
Passio S. Agnetis, S. Viucentii martyris,
S. Anastasii, Sanctor. martyrum Leuci, Tyrsi, et Galenici,
S. Cornelii Papae, Sanctor. Luciae et Geminiani, S. Eufe-
miae, S. lanuarii Episcopi, Sanctor IV Coronator., S. Theo-
dori, S. Menne, S. Concordii mar., S. Secundi '.
V. 60 Framm. del sec. XII, di carte 1, membr., a

2 col., con lett. iniz. min., contenente: '
De vita et mi-
'.
raculis S. Prosperi Episcopi
VI. 64 Framm. del sec. XII, di carte 1, membr., a
2 col., contenente Fragmentum actorum apocryphorum
:
'
'.
S. lulianae
VII. 65 Framm. del sec. XIV, di carte 1, membr.,
a 2 col., contenente gli Atti di S. Vitale Ravennate.
VIII. 66 Framm. del sec. XII, di carte 1, membr.,
a 2 contenente:
col., S. '
Passio Andreae Apostoli '.
IX. 67 Framm. del sec. XTII, di carte 1, membr.,
contenente parte degli Atti di S. Gregorio e S. Antonio.
X. 68-79 Framm. del sec. XIII, di carte 12, membr.,
a 2 col., contenente parte di un Breviario.
XI. 80 Framm. del sec. XI, di carte 1, membr., a
2 col., contenente parte di un sermone su S. Giovanni Bat-
tista e il princ. di un' omelia di certo Remigio. <Cfr.: Trom-
belli. Ordo Offic. Eccl. Senensis^ p. 515>.
XII. 81-2 Framm. del sec. X, di carte 2, membr.,

a 2 col., contenente: Fragm. Homiliae in Evang. de na- '
ti vitate Domini '.
XIII. 83 Framm. del sec. XII, di carte 1, membr.,
a 2 col., contenente :
'
Fragm. Homiliae in Evang. secun-
duni Lucani '
. .
DELLA BIBL. UNIVEKS. DI BOLOGNA. à
XIV. 84 Framm. del sec. XII, di carte 1, membr.,
a 2 col., contenente: '

Portio sermonis S. Angustini de
Epiphania '.
XV. 85-93 Framm. del sec. XIII, di carte 9, membr.,

a 2 col., contenente :
'
Fragm. sermonis S. Leonis III in
anniversario suae assumptionis '.
XVI. 94 Framm. del sec. XII, di carte 1, membr.,

a 2 col., contenente: '
Fragm. sermonis S. Angustini in
Epiphania Domini'.
XVII. 95 Framm. del sec. XII, di carte 1, membr.,
a 2 col., contenente: Fragm. Homiliae S. lohannis Chry-
'
sostomi '.
XVIII. 96 Framm. del sec. XII, di carte 1, membr.,

a 2 col., contenente: Homilia B. Ambrosii super Lucam '.
'
XIX. 97 Framm. del sec. XII, di carte 1, membr.,

a 2 col., con lett. iniz., contenente: 'Homilia in Math '.
XX. 98-9 Framm. del sec. XIII, di carte 2, membr.,
a 2 col., contenente: Ex tractatu Aug. Episcopi super '
lohannem '.
XXI. 100-1 Framm. del sec. XIII, di carte 2, membr.,
a 2 col., contenente: Fragm. Homil. de S. Io. Baptista \
'
XXII. 102-3 Framm. del sec. XII, di carte, 2, membr.,

a 2 col., contenente Sermo Ven. Bedae :
" '
XXIII. 104 Framm. del sec. XIV, di carte 1, membr.,

a 2 col., contenente Fragm. S. Script, ex libro ludith '.
:
'
XXIV. 105-6 Framm. del sec. XIV, di carte 2, membr.,

a 2 col., contenente: Fragm. ex libris Machabeorum '. '
XXV. 107-8 Framm. del sec. XTII, di carte 2, membr.,

a 2 col., con grande lettera iniz. min., contenente Actus :
'
Apostolorum et Homil. S. Gregorii Papae '.

XXVI. 109 Framm. del sec. XIII, di carte 1, membr.,
a 2 col., contenente Fragm. versiuim Damasi Papae Ar-
:
'
gum. epistolae ad Romanos '.

XXVII. 110 Framm. del sec. XII, di carte 1, membr.,
a 2 col., contenente Fragm. Levitici et initium libr. Xu-
:
'
merorum '
XXVIII. Ili Framm. del sec. XII, di carte 1, membr.,

a 2 col., contenente: 'Fragra, ex libro Regum '.
.
4 CODICI LATINI
XXIX. 112 '

Aliud simile fragra. '.
XXX. 113-117 Frainrn. del sec. XIV, di cart^ 5,
membr., a 2 col., contenente Fragm. libri Ester. Prolo-

:
*
gus in lib. luditli, fragm. Apocal. ', con lettere iniz. miniate.
XXXI. 118 Framm. del sec. XIV, di carte 1, membr.,
a 2 col., contenente: Fragm. Hymnor. ex Breviario veteri '.
'
XXXn 119- 120 Framm del sec. XIII, di carte 2,

membr., contenente: 'Fragm. Evangelii '.
XXXIII. 121 Framm. del sec. XII, di un mezzo
foglio membr.
XXXIV. 122 Framm. del sec. XIII, di carte 1,
membr., con lett. iniz. miniata, contenente: '

Lect. in of-
ficio S. Philastrii '.
XXXV. 123 Framm. del sec. XIV, di carte 1, membr.,

a 2 col., contenente: 'Fragm. Epistolae S. Gregorii ad
Brumichildem '.
XXXVI.
124 Framm. del sec. XIV, di carte 1,
membr., contenente Versus ascetici: ' '
XXXVII. 125 Framm. del sec. XII, di carte 1,
membr., a 2 col., contenente :

'
Tria fragmenta Homi-
liarnm '.
XXXVIII. 126 Framm. del sec. XIV, di carte 1,

membr., a 2 col., Fragm. ex Evang. '.
contenente: '
XXXIX. 127-8 Framm. del sec. XIV, di carte 2,

membr., a 2 col., contenente: Fragm. ex Act. martyrii '
SS. Petri et Pauli '.
XL. 129 Framm. del sec. XIV, di carte 1, membr.,

a 2 col., contenente parte del cap. XIII di un' op. volg.
colla seguente rubrica: '
Dy Helya e di Dorotheo, li quali
presero chura d'uno monasterio '.
XLI. 130-1 Framm. del sec. XIII, di carte 2, membr.,

a 2 col., contenente: 'Fragm. sermouis S. Augnstini de
tempore \
XLII. 132-3 Framm. di 2 carte membr., della Bibbia
im])ressa a ì\Iagonza, da Pietro Scboilf ber, nel 1462, a 2 col.,
di lin. 48 per pag., con lett. iniz. miniata.
Monibr., di vario tempo, min. -180 X 400, di carte 1.3^ n., log.
in. perg.
.
1081 (2207).
'
Papias. Vocabularium '. <Cfr. le edizz. di Venezia, 1485
e 1496>.
Membr., sec. XV, mm. 425 X oOO, di carte 164 u., con lettere
iniz. miniate, lag. in perg.
1082 (2210).
'
S. Augiistinus. De civitate Dei '.
Membr., sec. XV, mm. 420 X 280, di carte 328 n., con 21 lettere
iniz. mirabilmente miniate. Manca la 1^ carta del cod., leg. ra. pelle.
1083 (2211).
'
Quatuor Evangelia et Actus Apostolornm '.
Membr., sec. XIV, mm. 410 X 280, di carte il41 n., con lett. iniz.
a colori e oro, leg. in asse cop. di pelle.
1084 (2214).
'
Michaelis de Massa Ord. Erem. In primum Sententiarura '.
—
|
'
Transearaus usque Bethleem ' '
Hic liber est script.
primi sententiarum Michaelis de Masa quem nobis donavit
Rev. D. Magister Thomas de Sarzana prò parte R.™' D,
Sancte Crucis per manus E,ev, Magistri Karuli Neapolitaui '
Membr., sec. XIV, mm. 412 X 265, di carte 234 n., a 2 col., con
lett. iuiz. miniate, leg. in perg. Appartenne al B. Nicolò Albergati
Vesc. di Bologna, che lo donò ai frati di S. Giacomo, dai quali fu
venduto e comprato nel 1765 dall'Ab. Trombelli che lo stimava ined.

e forse unico.
1085 (2215).
'
Avicenna. De medicina '
.
|
'
Incipit liber primus Canonis,
quem princeps Abholay Avicenni de medicina edidit, transla-
tus a magistro Girardo Cremonensi in Toleto de Arabico
in latino ' — '
Finit Atîcenna. 1471 '.
Membr., sec. XV, mm. 410 X 300, di carte 497 n., con fregio e
lett. iniz. miniata, leg. in asse e m. pelle.
6 CODICI LATINI
1086 (2216).
'
Kyrie et alia Anon. Gau- cum notis musicis '. 1) P- 1 '
deamus '. Introito per la B. V. M. con Kyrie-Sanctus

2) p. 2 Arnaldus. Kyrie, Christe, Kyrie
'
a 3 voci 3) p. 4 '
,
'
Et in terra ', a 3 voci 4) p. 6 '
Et in terra ', a 3 voci
'
5) p. Kyrie
7 '
6) p. ', a 3 voci 8 Et in terra
'
7) p.9 G. du Fay. Kyrie. Christe,

' Kyrie ', a 3 voci
8) p. 10 Rezon. Kyrie, Christe, Kyrie
' '
, a 3 voci
9) p. 11 ' Sanctus ', a 3 voci 10) p. 12 ' Et in terra

pax', a 3 voci Antonius de Civitate. 11) p. 14 '
Fr.
Et in terra pax ', a 3 voci 12) p. 15 Kyrie ', a 2 voci '
13) p. 16 Nicolans de Capua. Et in terra pax \ a

'
3 voci 14) p. 17 Kyrie 15) p. 18 De Vaia. Gloria ', ' ' '
a 3 voci 17) p. 20 Patrem a 2 voci 18) p. 22 Fe- ' ' ,

'
ragut. Patrem ', a 2 voci 19) p. 24 Diimstable. Et in '
terra 20) p. 25
'
Ave maris stella ', a 2 voci '
21) p. 26 Et in terra ', a 3 voci'

22) p. 28 Binchoys. '
Kyrie ', a 3 voci 23) p. 30 '

Sanctus ', a 3 voci
24) p. 31 '
Magnificat ', a 3 voci 25) p. 32 '
G. du Fay.
Patrem omnipotentem ', a 3 voci 26) p. 34 '
Patrem ',
a 3 voci 27) p. Credo 28) p. 37 36 Restante del ' '
Verbum caro
'
', a 3 voci 29) p. 38 Patrem ', a 3 voci '
30) p. 40 Restante del Credo 31) p. 41 Ave '

'
'
preciosa '^ a 2 voci 32) p. 42 Sanctus ', a 3 voci '
33) p. 43 Gaude, flore virginali ', a 3 voci

'
34) p. 44
Agnus
'
Dei 35) p. 45 Ave verum corpus '
', a 3 voci '
36) p. 46 Arnoldus de latini. Et in terra \ a 3 voci

'
37) p. 48 Patrem a 3 voci 38) p. 50 Restante ' ' ,
del '
Credo '
39) p. 51 '
quam suavis est Domine ',
a 3 voci 40) p. 52 '

G. du Fay. Patrem '
, a 3 voci
41) p. 54 Restante del '
Credo '
. 42) p. 56 '
G. du Fay.
Supremum mortalibus ' , a 3 voci 44) p. 58 '
B. Feragut.
Francornm nobilitati ', a 3 voci 45) p. 60 '
Ugo de la-
tinis. Christns vicit ', a 3 voci 46) p. 60 '

Ave corpus ',
a 2 voci 47) p. 62 ' Ave regina coelorum ', a 2 voci

48) p. 63 '
De Vaia. Toma didime ', a 3 voci
49) p. 64 '
G. du Fay. Alma redemptoris '
50) p. 65 'Ave
fnit prima saliis ', a 3 voci 51) p. 6Q '
Tota pulchra ',
DELLA BIBL. UNIVBRS. DI BOLOUNA. 7
a 3 voci 52) p. 67 Agnus Dei ', a 2 voci 53) p. 68 '
pulcherima mulierum ', a 3 voci

'
54) p. 69 Ave '
regina coelorum ', a 3 voci 5G) p. 72 Io. Cichorai. '
vivuin omnimodo veneratione dignnm ', a 2 o 4 voci

'
57) p. 73 ' lux et decns 58) p. 74 '
anima divi-
sti ', a 2 voci 59) p. 75 '
Inicietur regi melos ', a 2 voci
60) p. 76 '
Ducalis sedes inclita ', a3 voci 61) p. 78
'
Ave Mater, o Maria ', a 4 voci 62) p. 79 '
Sanctus ',
a 2 voci 63) p. 80 ' Salve Regina '
65) p. 82 '
Be-
'
nedicta es 66) p. 83 '
Kyrie ', a 2 voci 67) p. 84
"
Quam pulclira es ', a 3 voci 68) p. 86 '
Leonel. Anima
mea liquefacta est a 2 voci 69) p. 87
'
, Sanctus a ' '
,
3 voci 70) p. 88 Grossini. Imera dat hodierno

'
'
82) p. 106 '

Antiphone (In festo Pascile) 83) p. 107 An- ' '
'
tiphoue (In Transfìguratione) 84) p. 107 '
Invitati©
'
(In festo Nativ.) Benedicamus Domino ', 85) p. 109 '
a 2 voci 91) p. 114 Benedicamus ', a 3 voci '
92) p. 114 'In Natale Domini gaudent omnes angeli ', a

2 voci.
Cart., sec. XV, mm. 390X^10, di pp. IH n., mutilo iu princ.

ed in fine, con note musicali, leg. m. perg.
1087 (2217).
"
Fragmenta liturgica \ 1) '
Amalarius Episcopus. Liber
officiorum '. Framm. merabr. di carte 13, sec. XII 2) Ka- '
lendarium saec. XI olim pertinens ad Ecclesiam aliquam

Ord. S. '. Framm. membr. di
Benedicti ditionis Mantuanae
carte 5 Kalendarium saec. XIV '. Framm. membr.
3) '
di carte 3 4) Kalendarium saec. XIV '. Framm. membr.

'
di carte 6 5) Kalendarium saec. XV '. Framm. '
membr. di carte 6 6) Kalendarium saec. XV '. Framm. '
membr. di carte 6 7) Kalendarium saec. XV '. Framm. '
membr. di carte 6, con lett. iniz. miniate 8) Kalen- '
darium saec. XV '. Framm. membr. di carte 6 9) Ka- '
lendarium saec. XV '. Framm. membr. di carte 6

10) Kalendarium saec. XV ', Framm. raembr. di carte 6
'
11) Ordo ad faciendum aquam benedictam '. Framm.

'
merabr. di carte 2, sec. XV 12) Officium missarum prò '

.
8 CODICI LATINI
morte subitanea qnod dominus Papa Clemens VI constituit

in collegio cum omnibus Cardinal ibus '. Framm. mernbr.
di carte 1, sec. XV 13) Litaniae et Kalendarium '
saec. XV '. Fase, membr. di carte 9 14) Kalendarium '
saec. XV Framm. membr, di

'. carte 7 15j '
Praefatio
cum cantu '. Framm. membr. di carte 8, sec. XV
16) '
Portio Missalis saec. XV '. Framm. membr. di carte 7,
con note musicali, a 2 col. 17) '

Portio Missalis saec. XIII
ad usum Fratrnm Minorum '. Framm. membr. di carte 47,
a 2 col. 18) Portio sequentiae in circumcisione Do-
'
mini cum notis musicis. Evangelium in nocte Epiphaniae

Domini cum notis musicis. Portio Missae S. Fabiani et Se-
bastiani. Missa S. Agnetis. Portio Missae S. Stephani. Por-
tio Missae S. lohannis Evangelistae. Finis Missae SS. In-
nocentium. Missa S. Silvestri. In octava Nativitatis ad
S. Mariam. Missa in feria IV post Dominicam IV Quadra-
gesimae. Dominica in octava Paschae. Portio Missae in mis-
sali martyrum Tiburtii et Valeriani. Portio Missae S. Geor-
gii. Portio officii feriae VI in Parasceve. Altera portio

eiusdem officii. Litaniae in Sabato sancto quae in ecclesia
Aretina canebantur saec. IX aut X. Duae portiones Ca-
nonis saec. XI vel XII. Altera portio Canonis saec, XI '.
Varii frammenti membr., di diverso tempo e formato, con
neumi musicali, ed alcuni con lettere iniz. miniate
19) '
Hymnaria per totum annum '. Framm. membr. di e. 13,
a 2 col,, sec, XV. (Die I febr. MccccLXXXV), con lett. iniz.
min. ed un ricco fregio miniato 20) Litaniae sancto- '
rum et Passio D, N. Ihesu Christi secundum Matheum '
Framm. membr. di carte 34, sec. XV, con lett. iniz. miniata.
Membr., misceli, di fase, e frammenti di vario tempo e diversa
dimensione.
1088 (2219).
'
Seneca Lucius Annaeus. Tragoediae '.
Membr., sec. XIV, mm. 409 X 260, di carte 171 n., con fregi o
lettere iniz. miniate, ma
che purtroppo furono tutte tagliate e rubate.
II miniatore pareva a Gaetano Milanesi e Carlo Pini potesse essere
M." Nicolò da Bologna. Leg. in perg.

DKLLA BIBL. UNIVKRS. DI BOLOGNA. U
1089 (2220).
'
1) '
C. lulius Caesar. Commeutaria de bello Gallico et ci-
vile '.
I
l""
'
Comraentariorum C. I. Caesaris de bello Gal-
lico. Libar primns incipit feliciter. lulius Celsus Constau-
tinus V. e. emendavit '.
|
76''-158'" '
Suppleraenta Auli Hircii
de bello Gallico, de bello civili, de bello Alexandriuo, de
'
bello xlfricano et de bello Hispaniensi 2) 167'' '
Ale-
xandri Macedonis vita ex Plutarcho in latinum traducta
per Guarinum Veronensem Caesaris
'
3) 196^^ ^ lulii
vita '.
I
'
Cinnae dictatoris filiam ' — '
raoribundus cecidit \
Membr., sec. XV, mm. 390 X '250, di carte 220 n., con lettere
iniz. iDiiiiate, leg. iu asse cop. di pelle.
1090 (2221).
(Sedici epigrammi adespoti) 1) 1 ' Subdiderat vel tibi
Roma faces ' — Hanc noverint unam saecula nauma-
'
chiam '•
|
'
Hii versus in quodam vetustissimo missali (?)
2) 2''-84''
'
inveniuntur qui ab aliis deerant ' Valerli
Martialis epigrammata '
3) 86''-162'" '
CI. Claudiani car-
mina '.
Membr., sec. XIV, mm. 400 X 180, di carte 162 n., con lett. iuiz.
a colori leg. in asse cop. di pelle.
1091 (2222, 2224).

'
Mohamed Razi. De medicina '
.
|
'
Incipit prologus libri
Elhauy ' — '
Explicit translatio libri Elhauy iu medicina
compilati per Mahumed Binzaccharia Elrazi, facta de man-
dato excellentissimi regis Karoli gloriae gentis christianae
coronae filiorum baptismatis et luminis peritorum. Per
manus magistri Feragii ludaei filli magistri Salez de Agri-
gento die Lunae XIII februarii, septimae Indictionis,
. . .
apud Neapolim. Deo gratias '.
Membr., sec. XV, mm. 390X275, voli. 2. il 1° di carte 537, a

2 con lettere iniz. miniati; e fregio miniato; il 2" voi. di carte
col.,
471 n., a 2 col., con fregio e lettere iniz. miniate. Leg. m. pelle. Fu
acquistato a Venezia dal P. Fellegrino Fabretti l'il gennaio 1532.
10 CODICI LATINI
1092 (2223).
'
Gullielnuis Parisiensis. Summa de vuiiverso '.
|
'
Sileutia
de universo ' — '
Explicit cnr deus liomu ^[agislri Guil-
lelmi parisiensis episcopi etc. ',
Membr., sec. XV, nin:. o70 X 275, di carte 300 u., a 2 col., con
lettera iiiiz. miniata, leg. m. pelle.
1093 (2225).
'
Avenzoar Abou-Merouau. Liber tiieysir in practica me-
dicinae '. '
Incipit liber theysir Albumeronis Auen9oar
—
|
in practica medicinae '. Convenerunt oinnes medici

|
' '
'
Completas est liber tbeyar almudanar curn laude dei editus
a discreto et sapienti viro hamumeron in practica et opere
medicine excellentissimo fideli regis Auenzoar translatus
Venetiis in confinio S. Salvatoris de hebraico in latinum
a magistro patavino physico vulgaricate eidem magistro
Tocob liebreo in medicina et aliis scientiis plus erudito,
cnrrente anno D. N. I. C. MCCLXXXI in mense Augusti
die lovis in meridie '.
Membr., sec. XV, mm. 380 X 270, di carte 45 n., a 2 col., cou
lott. iuiz. a colori e uno stemma cancellato, leg. in asst^ e m. pelle.
1094 (2226).
'
Institutiones cum Anno Domini millesimo
glossis '.
|
'
CCCLVII iud. X tempore Domini Innocentis pape VI . .
mense martii . die XXI. Hec sunt rubrice ex Institutio-

.
num exemplate per me Ceccum

Et compilata in palice.
perusio me Ceccho predicto ad studendum in notarla In- :
cipit primus liber Institutionum de personis tractans ' —

'
digestoriim seu pandectarum deo propicio a ventura est '.
Menil)r., sec. XIV, mni. 375X250, di carte 58 u., a 2 col., leg.
i u asse cop. di pelle.
1095 (2227).
'
M. T. Ciceronis orationes '.
Membr.. scc. XV, mm. 375 X 2G0, di carte 298 n.. maucanto della
I' carta, cou lettere iniz. miniate, leg. in asse cop. di pelle. Aim|1iì-
.stato a Venezia d;il P. Pelleorriuo Fabretti 1' 11 genn. 153_'.
.
1096 (2228).
Ivi. T. Ciceronis Opera philosophica \ l""
'
De officiis
'
48^' '
De vera amicitia
'
Bl"" ^
De boiio senectutis
'
72^ ' In paradoxis

'
TO'" '
Tiisculanae disputatio-
nes
'
145"" '
De fìnibus
'
215'" De natura Deorum
'
'
265'- '
De divinaticue '
302^ '
De fato 308^ De '
'
legibus Fragmentnm primi libri de Acade-

'
333^ '
micis 362'' '

Timeus 368'' Somnium Scipionis.
'
'
'
P. Africani excerptum ex libro VI M. T. C. de Eepublica '.
sec. XV, mm. S80

Membr., 260, di carte 370 n., con lettere X
iniz. miniate e con elegante fregio miirgÌDale, log. in asse coji, di
pelle. Fu acquistato a Venezia dal P. Fabretti 1' 11 genn. 15o2.
1097 (2229).
'
M. T. Ciceronis epistolae ad Brutnm, ad Q. Fratrem, ad
Atticum, ad P. Lentulum '.
Membr., sec. XV, mm. 380 X 260, di carte 202 + 158 n., con let-
tere iuiz. miniate e con un fregio miniato a e. 1"" e IO'', leg. ant. in
asse cop. di pelle. Fu acquistato a Venezia dal P. Fabretti 1' 11 gen-
naio 1532.
1098 (2230).
'
Bartbolomaei Tridentini in festivitatibus per anniim '.
(Copia di un cod. esistente della valle dell' Eno>.
1099 (2231).
'
Tractatus septiformis de moralitatibus rerum '.
|
'
In-
cipit liber de moralitatibus corporum celestium ' — '
ar-
borura, sive plantarum et iierbarum, etc. '.
Membr,, sec. XIV, rara. 370X270, di carte 158 n., a 2 col., leg.
in asse cop. di pelle.
1100 (2232).
'
M. T. Ciceronis In Caium Verrem et De divinatione '
Membr., sec. XV (1419), mm. 360X255, di carte 118 n., a 2 col.,

con lettere iniz. miniate e due fregi miniati col ritr. di Cicerone nella
-
12 CODICI LVTINI
lettera iniziale. UV si legge: Qui me fìiiiebat lohannes de Po-

A e. '
lonia uomea habebat. Auuo domini MCCCCXIX, die ultima mensis

augusti '. Fu acquistato a Veuezia dal P. Fabretti l'il geiin. 153-2.
Leg. ant. in asse cop. di pelle.
1101 (2233).
'
Titi Livii De secuiido bello Punico \ (Hist., lib. I-X).
Membr., soc. XV, mm. 370 X

'250, di carte 206 n., con lettere
iiiiz. miniate e fregio miniato nella prima pag., leg. aut. iu asse cop.
di pelle.
1102 (2234).
'
M. T. Ciceronis orationes '. (In C. Verrem et Philip
picae).
Membr., sec. XV, mm. 370 X 260, di carte 221 n.. mancante della
prima carta, con lettere iuiz. miniate, leg. iu asse cop. di pelle. Fu
acquistato a Venezia dal P. Fabretti nel 1532.
1103 (2235).
'
S. Thomae Aquiiiatis Commentaria super Lucam et lo-
hannem ' —
Finitum et completum in abbatia S. Felicis
'
Bouonie per me lohannem Uries de Amsterdamie Flectensis

dyocesis, anno MCCCCLXII, die vero l"" octobris '.
Membr., sec. XV (1462), mm. 365 X

250, di carte 259 n., a 2 col.,
con lettere iniz. e fregi miniati, leg. ant. in asse cop. di pelle. Fu
acquistato a Venezia dal P. Fabretti 1' 11 genn. 1532.
1104
'.
'
Heuvici de (laudavo Quodlibetalia
Membr., sec. XV, mm. 365X2^5, di carte 281 n., a 2 col., con
lettera iniz. e fregio miniato, leg. ant. in asse cop. di pelle. Fu acqui-
stato il 28 febbr. 1151 per 10 ducati da Mons. Domenico de' Dominici
Vesc. di Torcello e prima era posseduto da Elisabetta Contarini mo-

naca di S. Lorenzo.
1105 (2237).
'
lohannis de Scotia Liber super piimum sententiarum
In fine: ' Explicit felioiter anno Domini MCCCCLXIX.

XXVII Mali '.
Membr., XV (UGO), min. 3G0 250, di carte 180 n., a 2 col.,

sec. X
con lott. iniz. miniata. Nel marg. infer. della prima pag. è miniato
lo stemma del Vesc. di Torcello leg. ant. in asse cop. di pelle. Fu
;
acquistato a Venezia dal P. Fabretti l'U genn. 1532.
1106 (2238).
'
S. Thomae Aquinatis secunda pars secundi libri Sum-
mae '. (1464).
Membr., sec. XV (1464), mm. 365 X 260, di carte 310 n., a 2 col., con
splendido fregio raarg. miniato a e. O"". Fu acquistato il 26 marzo 1465
da Mons. Dominici Vesc. di Torcello per 25 ducati d'oro e poscia
ril genn. 1532 dal P Fabretti a Venezia.
1107 (2239).
'
Burchardus. De iure canonico '.
Membr., sec. XII, mm. 360X250, di carte 327 n., con grandi
lettere iniziali a colori. Manca la 1^ carta. Leg. in perg.
1108 (2240).
1) 1-72'' '
Apocalypsis cum glossis '. 2) 73-76 '
Serrao-
nes de Assumptione
'
Membr., sec. XIV, mm. 370 X 260, di carte 76 n., con lettere
iniz. miniate, leg. in asse cop. di pelle.
1109 (2241).
'Titns Livius. De secundo bello Punico'. (Historiar., lib. I-X).
Membr., sec. XV, mm. 365 X 2-50, di carte 211 n., niancante della
prima carta, con lettere iniz. miniate, leg. ant. in asse cop. di pelle.
Fu acquistato a Venezia dal P. Fabretti 1' 11 genn. 1532.
Ilio (2242).
'
FI. losephi Liber antiqnitatis ludaicae et de bello lu-
daico '. 174^ '
Explicit liber losephi antiquitatis iu-
daiee finitus anno MCCCCLX Villi, dio XiX may per
"
me lohannem Uries de Amsterdammis in Hollandia

.
14 CODICI LATINI
254^ '
Belli iudaici a Flavio loseplio lucnlentissime digesti
expliciuiit libri septem finiti anno domini MCCCCLXIIII
die vero XIX mensis lulii per me lohannem Uries de Am-
sterdammis etc. '
Membr., sec. XV (14G9), ram. 360 X 250, di carte 254 n., a 2 col.,
con lettere iniziali e fregi miniati, leg. in asse cop. di pelle.
1111 (2243).
'
Aureolus Petrus. In primum sententiarum '.
Membr., sec. XV, mm. 350 X 250, di carte 330 n., a 2 col., con
lettera iniz. miniata, leg. ant. in asse cop. di pelle.
1112 (2244).
'
Aristotelis Liber raetherorum, seu raetheornra '.
Membr., sec. XIV, mm. 3G0 X 255, di carte 125 n., leg. in asse
cop. di pelle. Fu acquistato a Venezia dal P. Fabretti l'il genn. 1532.
1113 (2245).
'
Titns Livius. De bello Macedonico '. (Historiar., lib.
XXXI-XXXIX).
sec. XV, mm. 365X250, di carte 172 n., con lettere
Membr.,
iniz. e fregiomarg. miniato, collo stemma del Card. Dominici. Fu
acquistato a Venezia dal P. Fabretti l'Il genn. 1532.
1114 (2246).
'
Missale plenum Ecclesiae Cathedralis Brixiensis '. <Cfr. :
Gio. Mercati, in Analecta Bollandiana, XV, 255. Bruxel-

les, 1896).
Membr., sec. XIII, mm. 355 X 255, "di carte 381 n , a 2 col., con
lettere iniz. miniate, leg. in cuoio. Donato al P. Trorabelli dai Ca-
nonici della Cattedrale di Brescia l' a. 1748.
1115 (2247).
'
Sacramentarium et Evangelarinm Benedictinura Gorgo-
nense '. <Cfr. : Analecta Bollandiana, XV, 177).
Membr., sec. XI exeuute, mm. 360 X

210, di carte 135 n., a 2 col.,
con lettere iniz. miniate ed un fregio miniato a e. 9"", mutilo in prin-
cipio, leg. in perg.
1116 (2248).
1)
1"^ '
Isti snnt libri qui suut adquisiti tempore D. Ro-
dulfi abbatis primi per Potrum monacham Ardengum in
Nonantnlensi coenobio '. <Cfr. : Rivista delle Biblioteche,
VI, 58> 2) 2'" 'De sanata Maria '

(Carme in versi leo-
nini) '
Det regina poli supera nos arce reponi '.
j
'De Pen-
tecostes '. Guttura qui ditat. fons vivus
(Altro carme). "
3) S'" (Frammento d'una raccolta di ser-

'
nos beiiedicit
moni per le festività dell'anno). Feria quarta mensis de- '
cimi '
—
per omnia secula seculorum. Amen '.
'
Membr., sec. XI e XII, min. 362 X 2R.", di carte 90 n., a 2 col.,

scrittura di tre mani, di prov. Noaantolana.
1117 (2249).
1) 1-36'- '
M, T. Ciceronis Orationes Philippicae '. (I-XIII)
'
2) 37-45 '
Invectivae Tullii contra Catellinam
3) 4'6-8o'' '
Tullius de questionibus Tusculanis '
4) 87-88'-
'
'
Incipit liber Senece de remediis fortuitorum
5) 88^-104'" Almagesta antiquorum edita a fratre lohanne
'
Valensi de ordine minorum secundum quatuor virtutes car-

dinales \ Sanctus Spiritus assit nobis
|
'
Tarencello- '
— '
runi liber explicit deo gracias. Amen '
6) 105-129 '
Ju-
lius Frontinus. De re militari '.
Membr., sec. XIV, mm. 350X-*jO) cî carte 129 n., a 2 col,, con
miniatura rappresentante una persona in cattedra che parla a molti
scolari, leg. ant. in asse cop. di pelle.
1118 (2250).
'
Bartholomaeus (Carusio) de Urbino. Milleloquium
Fr.
Incipit Ambrosianum compilatum ad
'
S. Ambrosii 4'' '
honorem et mandato sanctissimi patris et domini Olementis

pape sexti '• Sanctissimo patri et domino Clementi
|
' ' —
'
capitulo Beatitudo etc. finis est '.
Membr., sec. XV, mm. 350 X 245. di carte 292 n., a 2 col., con
lett. iniz. min., leg. in asse cop. di pelle.
1119 (22.52).
'
Aristotelis Ethica et Oeconomica '.
Membr., sec. XV, miri. 358X250, di carte IIG n., con lettere
iniz. miniate, leg. in perg.
16 CODICI LATINI
1120 (2253).
'
Decas prima \ In fine:
Titi Livii Historiae Hoc opus '
Mascarinus scriptor ferrariensis die tertio

scripsit Nicolaus
dècimo Augusti 1471 in Ferraria '.
Membr., sec. XV (1471), mm. 315X240, di carte 154 n., man-

cante della 1" carta tagliata « di altre 2 carte fra la e. 70 e 71. Cia-
scun libro ha un elegante fregio mai'ginale e la lettera iniz. miniata,
leg. ant. in asse cop. di pelle.
1121 (2255).
'
'
Eymerici Directorium luquisitionis
fr. Nicolai
149^ Preseus directorium prò sacro Inquisitionis officio
'
contra hereticam pravitatem scribi fecit Rev. D. frater An-

tonius de Brixia Ord. Praed. Totum antera opus com-
. . .
pletam fuit in Millesimo quadringentesimo primo, de mense

septembris '
: In fine dopo la tavola dell'op. Iste liber :
'
fuit compillatus in Avinione sub anno Domini mille- . . .
simo CCC.™° septuagesimo sexto '. <Cfr. Nicolaus Eymeri- :
cns. Directorium Inquisitorum. Venetiis, 1607, in foL).
Membr., sec XV (1476), mm. 345 250, di carte 155 n., con X
fregi a penna e a colori ed uno stemma nella 1"* pag., leg. ant. in
asse cop. di pelle.
1122 (2256).
1) 1-78'' '
Antonii de Butrio Tractatus iuris canonici '.
(Mutilo in princ.) — '

Finito tractatu iuditiorum a quibus
in quantum possunt clerici astinere debent ij. q. ij. sacer-
dotes . subicitur Rubrica de . vita et hom. clericorum etc. '
— '
primo fratrum repreliensibile '
2) 81'"-95^ (Antonius
de Butrio. Repetitio de notabili C. vestra de cohabitatione
cler. et mul. Cfr. l'ed. di Bologna, Ugo de'Ruggeri, 1474,
in fol.) 3) 95''-103'' '
Repetitio capituli cum M. Fer-
rariensis de constit. edita ab Antonio de Butrio '. 'In
C—
|
repetitioiie preseutis. '

Dominus Antonius de Butrio
in secunda feria post Penthecostem scribere complevit Fo-
rarle in domo domini Raynaldi de Argenta in duodena '
4) 104'"-110^' '
Questio disputata per nobilem et famo-
sis.simum legum doctorem domiuum Segnoriuum de liomo-
7. 8. '903
DELLA BIBL. UNIVEUS DI BOLOGNA. 17
deis de mediolauo in felicissimo studio paduano '.

|
'
Fio-
renti nns quidam ' — '
me sencientis.
melius Disputata |
padue die XII Aprilis 1410 per Egregium et faraosissimum

legum doctorem d. Signorinum et sub eo respondit vir no-
bilis magne soientie d. Bernardus de muscinis de Floren-
tia '
5) lll'-llG^ '
Repetitio . C . fraternitatis de testibus
per famosissimum iuris doctorem d. Antonium do Butrio'.
—
|
'
Fraternitas in rubrica de testibus 'de postulando '
'
6) 117''-125'" Repetitio in rubrica de causa eiusdem

'
Antonii de Bntrio '. 'In causa semper est prote-

|
' — '
statio '
7) r2G'"-135'" Venieus hoc capitulum Tres ' ' — '
digiti scribunt totum corpusque laborat 8) 136''-147'"

'
'
Expendimus difficilis intextu persona abbatis intel- ' — '
Hgltur
'
9) 141^-149'" ' In hac repetitione . C . perpen-

dimus Fraucisci de Zabarellis. Hec inter cetera discutiuntur.
plura tamen alia notanda et singularia interseruntur '. —
'
Laus individue trinitatis. 1410 10) lòO-'-lòS' Sermo ' '
penitentialis quadragesimalis '• Convertimini ad me ]

' ' —
'
sit necessaria ut verara '.
Cart., sec. XV, mm. 360 X 2G0, di carte 158 u., a 2 co]., con fregi
lettere iniz. mininte, leg. in perg.
1123 (2257).
'
de Marchia Super primum Sententiarum '.
Francisci
—
|
Prologus Queritur utrum theologia

'
Explicit primus ' '
Magistri Francisci de Marchia de ordine minorum '.

Membr., sec. XIV, mm. 330X230, di carte 06 n., a 2 col., leg.
aut. in asse cop. di pelle.
1124 (2258).
'
Fr. Michaelis Aiguani de Bononia Expositio in Psalmos '.
|
'
Dominus illuminacio mea et salus mea '
— '
Explicit
lectnra tertii nocturni psalterii compilata pei* fratrem mi-
ehaelem de bononia ord. beate marie de Carmelo. Et hic
est finis secunde partis deo gratias. Stephanus de uavena
scripsit '.
Membr., sec. XIV, uim. 350 X 255, di carte 102 n., a 2 col., con
lettere iniz. miniate e un elegante fregio marginale miniato nella
1' pag., leg. in asse cop. di pelle.
Studi itili, ili liiol. cht.-s. xvrr. 2

18 CODICI LATINI
1125 (2259).
1) 27-38'- Epithoma canonici ordinis
'
2) 38''-146'' Fra- ' '
tris Angustiai (Manfredi) Mantuani Canon. Heg. Congr.

S. Salvatoris super Epitomate de origine et progressu ca-
nonici ordinis cornmentarii '
3) 147'"-209'' '
Eiusdem
apologia sub nomine fratris lacobi Philippi Ord. Eremitar.
suplem. authoris adversus calumnias Ticinensis incipit '
4) 209^-225^ Eiusdem iipologeticus liber prò eadem sua

'
congregatioue adversn.s calumniatores Rev. Patribus prefa-

tae congregationis primatibus coucanonicis 5)226'"-280^ '
'
Eiusdem Annalium Congregationis suae, ad sua usque tem-
pora pars prima incipit. Ab anno sai. MCCCCVIII usque
ad a. MCCCCXXXIII
esclusive annos XXVI congrega- :
complectens
tionis 6) 281 '-285''
'
Eiusdem fragmenta '
quedam 7) 285^-294^
'
Eiusdem contra monachos Cae-
'
'
lestini Ordinis de precedentia tractatus 8) 295'"-298'^
Idem Rev. P. fratri Peregrino Bononiensi praefatae . . .
9) 298^-301'
'
Canonicae Congregationis Priori Generali
'
Eiusdem prò sua eadem congregatione. Adversus De Augn-
Canon.Regie.Lateran.de Frigioraria dictam
stini Ticiniensis
Archiepiscopi Fiorentini sententiam invertentes Apollo-
gia '
—
'Et sic fiuiunt opuscula aedita a Rev. P. fr. An-
gustino Mamphredi de Mautua que transumpta fuerunt . . .
an. Dom. MDXXXII, die VII Decembris

'
10) 302-308
'
Transumptum ex Archivo Monasteri! S. Augustini Ni-
cosiensis de Pisis. De fundatione ipsius monasterii et in-
stitutione in eo Canonici Ordinis '
11) 310-327 '
Ca-
lendarium monasterii S. Marie de Reno et S. Salvatoris,
in quo notantur eiusdem Canonicorum et benefactorum et
praecipue illustrium obitus 12) 328-9 Lucii Papae II
' '
Canon. Renani vita '.

Cavt., sec. XV, mm. ìUO X 238. di carte 239 u., leg. in asse cop.
di pelle.
1126 (2260).
'
Missale Romanum Fratrum Minorum '.
Membr., sec. XV, mm. 310X235, di carte 371 u., con fregi e
lettore iuiz. miniate, leg. iu pelle.
1127 (2261).
'
Eymerici fr. Nicolai Directorium Inquisitìonis '. <Cfr.:
F. Nicolai Eymerici. Directorium Tnquisitor. Venetiis, 1607,

in fol.>.
Cart., sec. XV, mm. 340 X '^^0? ^î carte 210 n., a 2 col., con
miniatura, fregio mai'g. miniato e stemma di un Vescovo nella 1^ p^g-
La miniatura rappres. il supplizio del rogo. Leg. in asse cop. di pelle.
1128 (2262).
<Fr. Bartholomaei de Sancto Concordio). '
Sumina Pisa-
nella '.
|
'
Incipit prologns super siimmam qui dicitur pisa-
nella.Quoniam ut ait Grregorius
|
Invidia. § 2° Amen. ' — '
|
Domine Deus saluti meae Dopo l'indice: Pelegrinus Petri

'. '
de Colonia scripsit '.
Membr., sec. XV, mm. 310X240, di carte 225 n., a 2 col., con
fregio e lettere iniz. miniate, leg. in perg.
1129 (2264).
'
Summa Pisanella fratris Bartholomaei de Pisis Quo- '.
|
'
niam ut ait Gregorius ' — '

sacrosancte ecclesie summitto
correctioni. Laus Deo '• Leo de Citrario scripsit
|
' '. Dopo
l'indice: ' Leo de locciis de Citrario scripsit '.
Membr., sec. XV, mm. 320X230, di carte 284 n., a 2 col., con
lettere iniz. miniate, leg. in asse cop. di pelle.
1130 (2265).
'
S. Augustini Expositio super Psalterium '. (Psalm. I-LVII).
<Cfr. : S. Augustini Opera. Venetiis, 1760, T. V, pp. l-727>.
Membr., sec. XIII, mm. 330X240, palinsesto, di carte 181 n.,
leg. in pelle.
1131 (2266).
'
Gaudentii (Episcopi) Brixiensis Conciones \ <Cfr. : S. Gau-
dentii Sermones. Patavii, 1720, in 4°, pp. 3-233>.
Cart., sec. XVI, mm. 210 X 215, di carte 67 n. p 3 bianche n. u.
ili fine, leg. in perg. Sulla 1' pag. è notato di mano dell'Ab. Trom-
belli: '
Codex seculi XV affinis codici Pantagathi quem saepe allegat
egregius Can. Paulus Galeardi '.
-
20 CODICI LATJNI
1132 (2267).
1) 1-5 '
Origenis doctoris graeci fletus de sna ipsius danina-
tione e graeco tradnctus (ut aiunt) D. Hieronynio inter-
prete '
2) 5-18 '
D. Hieronymus. De resurrectione carnis
tractatus ad Rufinum episcopum '
3) 21'' D. Hieronymi '
in tralatione Didymi de spiritu sancto epistola ad Pauli-

num '
21^-59"" Beati Didymi Alexandrini liber de spi-
'
'
riti! sancto D. Hieronyrno interprete 4) 61 ^ Rufini
presbiteri Aqnilegiensis in tralatione Apologetici Gregorii
Nazianzeni prologus ad Ampronianum
'
62-101'" D. '
Gregorii Nazianzeni episcopi Apologeticus Rufino presbi-

5) 101 "'-113'"
'
tero Aquilegien. interprete B. Gre- '
gorii Nazanzeni Episcopi sermo de Epiphania Domini

'
6) 113-127 '
B. Gregorii Nazanzeni Episcopi alter sermo
'
de Epiphania et Christi baptismo 7) 127-138 '
B. Gre-
gorii Nazanzeni Episcopi sermo de Pentecoste et de spirito
sancto habitus in ecclesia Constantinopolitana '
8) 139-151
'
B. Gregorii Nazanzeni Episcopi sermo de suo ipsius reditu
ad fratres ex agro '
9) 151-165 '
B. Gregorii Nazan-
zeni Episcopi de reconciliati one et unitate monachorum
sermo 10) 166-73
'
B. Gregorii Nazanzeni Episcopi de
'
Hieremiae prophetae dictis presente imperatore apud quem

et intercedit prò quodam periclitante
'
11) 174-187 '
B.
Gregorii Nazanzeni Episcopi de gratitudinis valitate cum
pater episcopus reticeret sermo 12) 191-193 D. Clemen- ' '
tisPapae epistola ad lacobum fratrem domini de observantia

sacramenti altaris et qnae ad idem pertineut 13) 197-202 '
'
Infrascripta sunt capitula publica inter Snmmum Ponti
ficem fiiturum et Rev. Dominos Cardinales . . ordinate prò
defensione fidei libertate ecclesiastica reformatione eccle-
siae in capite et in membris '
14) 205-212 '
Questio
disputata per me Ant. de Pratoveteri in felici studio bo-
uoniensi anno Domini ÌMCCCCXVI die XVI mensis decem-
bris, in qua respondit D. Andreas de urbe Tnteramnis qui
sequitur 15) 212^-216^
videlicet Questio disputata
' '
per Antoni num mericuccium de pratoveteri minimum

ii)(^
legum doctorem in felici studio paduauo anno domini

MCCCCXXIX, die ultima mensis aprilis, in qua respon-
.
dit . . . . D. lohannes de Bontempis de Periisio', etc.

16) 216^-224'" '
Antonium Min-
Questio disputata per rne
cuccium de pratoveteri legum doctoretn in felici studio
paduano, anno domini MCCCOXXVIIII die quartadecima
mensis Maii in qua respondit D. Andreas de Oatalonia in
'
terminis qui sequuntur 17) 224 Questio disputata per '
me Antonium ]\rincuccium pe pratoveteri legura doctorem

in felici studio paduano Anno domini MCCCCXXVIIII die
XXVIIII mensis raadii, in qua respondit D. Simon peste
de Sicilia in terminis qui sequuntur '.
Cart., sec. XV, mm. 320 X 218, di carte 224 ii., leg. in asse cop,
di pelle.
1133 (2269).
1) 1-171 '
S. Thomae Aquinatis In quartnrn sententiarum '
2) 173-181 '
Clementis V Constitutiones in concilio
Viennensi in Gallia editae anno MCCCXII '.
Membr., sec. XIV, mm. 340X240, di carte 168 n., con lettere
iniziali e fregi miniati, leg. in asse cop. di pelle. Fu acquistato dal
Vesc. Domenico de' Dominici a Roma il 20 nov. 1461 per 14 ducati
d'oro, e dagli eredi di lui fu acquistato Vìi genn. 1532 dal P. Pel-
legrino Fabretti.
1134 (2270).
'
Leonardi Aretini Historia fiorentina '• Diuturna mihi j
'
cogitatio fuit ' —

omnem spem amitterent lesistendi '.
'
Cart., sec. XV, mm. 310X225, di carte 21G n., con lettere ini/.,
miniate, leg. in pelle.
1135 (2272).
'
M. T. Ciceronis E2:)istolarum ad familiares lib. I-XVI '
Membr., sec. XV, mm. 340X235, di carte 150 u., con lettera
iuiz. miniata, leg. in asse e m. pelle.
1136 (2273).
'
Averroes. In raedicinam '.
j
'
Quando ventilata fuit ' —
'
et erigatur ut orificium '
Membr., sec. XV, mm. 310X2Ì0, di carte 'Jl u., a 2 col., pa-
linsesto in principio ed in fine. La 1' pag. ha uno stemma raschiato
e la lettera iniz. rabescata, leg. in asse cop. di pelle.
22 CODICI LATINI
1137 (2274).
'
L. Annaei Senecae opera "*.
(De beueficiis; De clementia;
De vita beata; Ad Mariani consolatio; De consolatione ad
Helviam ; De providentia ; De constantia sapientis; Epi-
stolae ad Paulum et proverbia; De clementia; De remediis
infortuniorura De quatuor virtutibus cardinalibns De ira;
; ;
De tranquillitate animi; De brevitate vitae De moribus; ;
Declamationes ;
Epistolae ad Lucilium).
Memhr., sec. XIV, mm. 330 X -o5. di carte 191 u., a 2 col., con
1138 (2275).
'
Breviarum monachorum Cougregationis S. Tetri Caele-
stini \
Membr., sec. XY, mm. 335 X 240, di carte olO u., a 2 col., con
lettere iniz. miniate, mutilo in principio, leg. in perg.
1139 (2276).
'
Flavii Biondi Foroliviensis Italiae illustratae liber I et
regio prima '.
Membr., sec. XV, mm. 340X240, di carte 141 n., con lettere
iniz. miniate, nella l"" pag. ed uno stemma (banda azzurra iu campo
d'argento, colle lettere M. S. ai lati), leg. ant. in asse cop. di pelle.
1140 (2277).
'
Lucanus. De bello Pharsalico \
Cart., sec. XV, mm. 340 X 240, di carte 133 n., leg. in perg.
1141 (2278).
'
Publii Ovidii Nasonis Snlmonensis Metamorphoseon '. Con
glosse marginali ed interlineari.
Membr., sec. XIV, mm. 340 X 240, di carte 1(54 n., con lettere
iniziali miniate. La 1" pag. ha una miniatura che rappres. la crea-
zione degli astri.
1142 (2279).
'
Valerli Maximi De dictis et factis memorata diniiis '.
.
110'" '
Explicit decimus liber Valerli adbreviatus per lu-
liam paridem '
Membr., sec. XIV, mm. 330X210, di carte 110 n., con fregi
marginali miniati e bellissime Ietterò iniz. miniate. Nella 1^ pa-g- è
uno stemma (stambecco ramp. in campo d'oro), con elmo e cimiero ;
leg. in pelle con impressioni in oro.
1143 (2281).
'
S. Thomae Aquinatis Tn quartum Sententiarum '.
Membr., sec. XV, mm. 335 X 210. di carte 255 n., a 2 col., leg.
ant., in asse cop. di pelle.
1144 (2282).
'
Plauti (T. Maccii) Comoediae '.
Membr., sec. XV, mm. 330 X 220, di carte 285 n., con elegante
fregio raarg. miniato nella P pag., in parte tagliato, e lettere iniz.
miniate, ma quasi tutte tagliate, leg. ant. in asse eop. di pelle. Nel-
l'interno del piano inferiore della rilegatura è Colorito lo stemma di
Alessandro Cini Pistoiese possessore del cod.
1145 (2283).
'
M. T. Ciceronis Epistolae ad familiares '. Libri XVI. In
fine: '
Ego frater Benedictu.s de Foroiulii ordinis servorura
c'xplevi scribere hunc librum epistolarum M. T. Ciceronis
die XXIX mensis lanuarii MCCCOXXI '.
Membr., sec. XV (1421), mm. 340 X 235, di carte 100 u., con lett.
iniz. miniate, leg. ant. in asse cop. di pelle.
1146 (2284).
'
Prodocimus de Beldomando de Padiia. Tabulae astrono-
micae et Canones de motibus corporura celestium ' —
'
Scriptae Veronae apud Sanctam Felicitatem per me Tho-
mam Garoso, pridie Kalendas octobres 1456 '.
Cart., set'. XV (1456), mm. 330 X 210, di carte 76 n., a 2 col.,
con lettera iniz min. e stemma colle iniziali T. C. (Tommaso Garoso).
21 CODICI LATINI
1147 (2285).
'
Zacchariae Chrysopolitani Unum ex quattuor, seu Con-
cordia Evangelistarum '.
Membr. SPC. XII, mrn. 320X230, di carte 215 d., a 2 col., cou
1148 (2286).
'
'l^rissinus I. G. Sophonisba latino Carmine exprossa et
epigrammata '.
Cart., sec. XVII, min. 835X230, di carte 78 n., leg. m. perg.
1149 (2289).
'
Titi Livii De bello Macedonico '. (Hist., lib. XXXI-XL).
Membr., sec. XV, mm. 335X230,
di carte 169 u., con lettere
iniz. miniate, e fregio marginale nella 1* pag., leg. in as.se cop. di
pelle. Fu acquistato a Venezia dal P. Fabretti l'il genn. 1532.
1150 (2295).
'
Aristotelis Rhetorica et Ethica '
(Nicom.).
Membr., sec. XIV, mm. 32JX220, di carte 108 u., a 2 col., con
1151 (2298).
'
Orosii Pauli De historia contra paganos '
. <Cfr. : P. Orosii
Adversus Paganos hisf. libri VII. Lugduni Batav., 1738,
in 4").
Membr., sec. XIV, mm. 325X220, di carte 8G n., a 2 col., con

lettera iniz. miniata, leg. in asse cop. di pelle.
1152 (2299).
'
M. F. Quintiliani De institiitione oratoria '.
Membr., sec. XV, mm. 320 X 230, di carte 263 n.. con lettere
iniz. miniate e fregio min. nella 1"*
pag., leg. in asse cop. di pelle.
1153 (2300).
'
Pii Mirandulani Can. Reg. S. Salvatori^ Mysteria Re-
DELLA BI1$L. UNIVKKS. DI BOLOGNA. 25
clemptionis luimanae '. (Carmina). In fine: '

D. Petrus
raartyr de Balzanis scripsit Fornovii 1607 '.
Cart., sec. XVII, mm. 325X230, di carte 139 n., leg. in asse e
rn. pelle.
1154 (2301).
'
Servius Marius Honoratus. Commentaria in Virgilium '.
Mutilo in fine.
Cart., sec. XT, ram. 330X240, di carte oli u., leg. m. perg.
1155 (2303).
'
Annales Congregationis Canonicorum Kegularium S. Sal-
vatoris '. (1414-1650). In principio è notato: Libro della '
Canonica di S. Daniele in Monte. 2 Maggio 1724 '.
Care, sec. XVII, mm. 330 X 230, di carte 221 u., con ritratti
coloriti all' ac'iuerello. leg. in perg.
1156 (2309).
'
Bariani Nicolai de Placentia De rerum siniplicitate '.
|
'
Queritur utrum oranis distinctio ' — (Mutilo in fine).
Cart., sec. XVI, mm. 320 X 220, di carte 89 n., leg. m. perg.
1157 (2311).
'
F. M. Molzae et aliorum carmina '. Elegiarum
1^-3^ '
liber I ad Leo. X Pont. Max. '•

|
'
Quam non pietà meos
inflectunt ' , opp. :
'
Non minus inflectunt ' 3''-4'' '
El. II. |
Conde precor nitidum pectus mea vita nigranteis '
4^-5'' De coma Furniae. El. III. Sparserat intonsum Ze-

'
|
j)hyro mea Furnia crinem 5^ Ad Furniam. Eleg. IIII.

' '
|
Ignea quam rapidis instet fervoribus aestas '. (Incompleta)

6''-7'' Cernere erat vittas '. <Cfr. F. :\I. Molza. Poesie.
'
:
Bergamo, 1754, III, 164-166) 7^ Ad Lycorim. Eleg. VIL '

j
Nequid forte animae 7" Ad Lycorim. Eleg. Vili.

'
'
|
Spumeus aggeribus ', etc. 11-38 Versi latini del Molza '
scritti di sua mano \ <Cfr.: Op. cit., 1,255; III, 199, 188,
127, 130-132; I, 223; HI, 219; I, 251; UT, 225).
Cart,, sec. XVI, ram. 800X220, di carte 140 u. Fu donato al

P. Trombelli dal sig. Francesco Zanola.
20 CODICI LATINI
1158 (2312).
1) 1-39 '
Libellus editus a fratie Thoma <de Aquino) cou-
tra invectivas Magistri Guilielmi de Sancto Amore factas
contra (juosdam religiosos '. <Cfr. : S. Thomae Ojjii^cnhi
Parisiis, 1G56, pp. 537 sgg.)
i/ic.olog. 2) Sd' Oratio B. '
3) 39^ Sermo B. '

Augnstiui in obsidione Cartaginis '
Angnstini de laudibus huius psalmi De profundis '
4) 40 Sermo B. Augustini de trinitate et incarnatione

'
Domini '
5) 41-52 Magistri Alberti theotonici De fato,
'
'
de divinatione, de sortibus 6) 53-61 '
Tractatus de rai-
raculis tractus de Sumina Magistri Alexandri '

7) 62-93
'
Summa de veritate theologiae edita seu compilata a fratre
'
Bonaventura '
8) 94-97 '
Tractatus de esse et essentia
9) 98-154 '
Incipit prologus in librum qui dicitur ad-
'
iniratio Christi, seu laraentum de ecclesiae ministris
10) 156-165 Eegule AUaui de sacra theologia
' '
11) 160-171
'
Breve Compendiura super psalterium '.
Membr., sec. XIV, rum. 315X2Ì0, di carte 171 n., a '2 col., leg.
ili asse cop. di pelle.
1159 (2315).
'
P. Ovidii Nasouis Metamorphoseon '.
Mombr,, sec. XIV, mm. 320X220, di carte 12!» n., con lettere
iniziali miniate e tVegio marg. nella 1* pag., leg. ant. in asse cop.
di pelle.
1160 (2317).
'
Evaugeliuin S. Lucae cum glossis '.
Membi*., sec. XIII, mm. 315X220, di carte 87 n., leg. in asse

cop. di pelle.
1161 (2318).
'
Baldi Camillo. Tu primum IMoralium Aristotelis comuieu-
tarium '.
C'irt., sec. XV[I. nim. :U5 X 220. di carte 351 n., leg. m. perg.
1162 (2323).
'
Unibertus. Collationes ad omne senas hominnm \
fc)^
1
'
Circa
m aterias sermonum '
— '
Explicit liber quartus
'
Membr., sec. XT, mm. 320X230, di carte 188 n., a 2 col., leg.
1163 (2325).
'
Fiutarci Vitae '. (Alexander, C. luliiis Caesar, Sertorius,
Pauliis Aemilius, Cato minor, 31. Antonius, Pyrrhus, De-
mosthenes. Cicero, Tiberius et C. Graccus, Lycnrgus, Numa
Pompilius, Marcel lus, Dio, Comparatio Dionis cum Bruto,
Cimon, Lucullus, Aristides, Cato maior).
Membr., sec. XY (UG3), ram. 310 X 210, di carte 298 n., con
lettere iniz. miniate e ricchissimo fregio marginale nella l'^ pag.,
con miniatura rappres. Alessandro. Cesare. Cimone, Lucullo, Dione
e Bruto. Lo stemma del Card. Dominici fu raschiato, e fu acquistato
dal P. Fabretti l'il genn. 1532. Leg. ant. in asse cop, di pelle.
1164 (2326).
S. Hieron3''mi Commentarli in Ysaiam prophetam '.
Membr., seC. XY, ram. 320 X 215, di carte 189 n., a 2 col., con
lettere iniz. e fregi miniati, leg. in pelle.
1165 (2327).
'
Problemata varia anatomica '. Omnes homines natu- |
'
raliter iure desiderant ' —

quando in suis domiciliis do-
'
minantur '.
Cart., sec. XY, mm. 320X215, di carte 42 n. -p 3 bianche in

fine n. n., leg. in pelle.
1166 (2329).
1) '
Summarium seu repertorium cuiu.sdam libri Capituli
'
Bouon., vulgo dicti : Il (Diploma di
libro delle asse 2)
Nicolò Loredano a favore di Iacopo Corrario. 15 marzo 1502)
3) Constitutiones Can. Reg. SS. Salvatoris saec. XV '.
'
Cart., sec. XYI-XVIII, mm. 310 < 210, di carte 46 -f 10 -r- fiS.
28 CODICI LATINI
1167 (2331).
1) lohaunes de Bromyard. Alpliabetum rerum no-
1-144 '
tabilium in moralibus '• Quod in sequenti tractatu [

' ' —
'
in quo fìnitur tractatns iuiis civilis et canonici fratris lo-
liannis de Bromyard de ordine fratrnm jiredicatorum ', etc.
Membr., sec. XV, mra 310 X 210, di carte 17J n., a 2 col., leg.
iu asse cop. di pelle.
1168 (2332).
(Scritture Sopra il Concilio di Trento). 1) 1-24 '
Paris
de Grassis Bonon. De Concilii Lateranensis indictione ma-
terialique structura et paratu ac pertinentiis universis'.
(19 apr. 1512) 2) 25-6
'
Imperli Romani praecipuae re-
giones
'
3) 27-9 ' Lettera lat. del Card. Baronie al Re

Cattolico '. (Id. luuii 1605) 4) 30-2 '
Ascanii Card.
Columnae eorutn quae Caesar Baronius Card, de Sicilia mo-
narchia scripsit iuditium 5) 33-4 Edictum Philipp! '
'
Hispaniarum Eegis centra tractatnm IMonarchiae Sicilia a
Cesare Baronio undecimo Annalinm ecclesiast. tomo inser-

tum '. (3 Oct. 1610) 11) 49-54 Consultanda prò pre- '
parando Concilio Tridentino 12) 55-6 Duo capita ' *
'
periculorum ex Concilio, alter libertatis, alter materiae

13) 57-69 Admonitio paterna Pauli III ad Carolum V
'
Imp. '. (1544) 15) 71-76 Articuli fìdei per Decanum et '
f'acultatem theologorum Lovaniensium promulgati a Ca-

rolo V Imp. '. (14 marzo 1544) 16) 77-85 Oratio ora- '
torisEegis Galliarum ad Rev. legatos et patres Concilii Tri-

dentini 17) 86-92 '
Coriolani Martirani Episc. S. Marci '
'
concio habita in secnnda sessione Concilii Tridentini
17) 86-92 '
Coriolani Martirani Episc. S. Marci concio ha-
'
bita in secunda sessione Concilii Tridentini 19) 98-101

'
Oratio synodalis habita coram Emin. Card. Columna Ar-
chiep. anno 1636 '.
Cai-t., sec. XVII, nm. 310 X 2o0, di carte 101 n., leg. in perg.
1169 (2333).
1) 1-134"' '
Firmiani Lactantii Divinavum institutionum
adversus gentes libri septem 2) 135-149 Lactantii '
'
DELLA lUBL. UNIVEUS. DI BOLOGNA. 29
Firmiani De ira Dei liber incipit '

3) 149 ''-162'' '
LacLantii
Firmiani De opifìcio Dei seu noininis formatione liber in-
cipit '.
Membr., sec. XV, min. 300 X'-ÎO, di carte 163 u., con bellissimo
fregio raiaiato nella 1" pag. e lettera iniz. miniata. Lo stemma nella
parte infer. del fregio ha nna banda azzurra in campo d'oro.
1170 (2334).
'
Maronis Aeneidos cum Servii et veterani grain-
P. Virgilii
maticorum commentariis '. Primus habet libicam ve- |
'
niunt ut Lroo.s ad iirbem ' —

Vitaque cum gemitn fugit '
indignata sub uinbras. Finierat marcus picardi scripta

|
maronis. |
Cum medium titau fecerat axis iter. |
IIII. Idus
octobris. 1470 '.
Cart., sec. XV (1470), mm. 312 X 215, ii carte 132 n. con lettera
iuiz. miniata, leg. in perg.
1171 (2335).
(Conclavi). 2) 4-9 ' Calisti III Papae obitus et Pii
Papae II creatio an. 1458
'
4) 14-19 (ûaedam circa

'
BuUam Pii IV de Conclavi '

7) 36-39 Acta Rom.ae post
'
mortem Gregorii XIII et electio Sixti V 12) 67-76 Ca- ' '
pita earum rerum quae continentnr in minuta Bullae Cle-

mentis Vili super conclavem Pauli Papae V '.
1172 (2336).
(Scritture appartenenti alli conclavi). 1) 1-7 '
Epistola
Philippi Regis Hispaniarnm missa Rev. DD. Cardinalibus
S. E,. E. in comitiis futuris Pontifìcis congregatis et in
conclavi inclusis. MDLIX '
2) 7^-14'" ' 111.'"'^ et Rev.

S. R. E. Cardinalibus in conclavi existentibus Pusillus Grex
Christi Pastore visibili destiLutus
'
3) 15-33 ' Enchy-
ridion eornm quae prò Poniificiis Maximi electione, cura
scita digna, tum ab. 111.'"'' atque Rev. electoribus obser-
vanda forent. Romae, die XVIII Nov. MDLIX 5) 40-59 '
'
Modus eligendi Pontifìces Maximos '.
Cart, sec. XVII, mm. 310X220, di carte lOH n., leg. in perg.
.
30 CODICI LATINI
1173 (2337).
(Scritture appartenenti a varie corti d'Europa). 1) 2-12
'
Oratio paraenetica de auctoritate regum et priucipum as-
serenda et bellorum causis in Europa ab Herimanno Cun-
rado in Fridenburg equità missa ad reges et principes. 1619 '
2) 14-29) '
Ad principes catholicos de praesenti rei-
'.
pubi icae statu
Cari., sec. XVII, min. 310 X 220, di carte 257 n., leg. m. perg.
1174 (2338).
'
Psalmi, cantica et syrnbola D. Athanasii '•
|
'
Qui non
habiit in Consilio irapiorum ' — '
salvus esse non poterit '.
Membr., sec. XIII, mm. 310 X 200, di carte 234 n., con grande
lettera iniz. miniata, leg. in pelle.
1175 (2339).
'
Valerius Maximus. De dictis et factis memorabilibus ' —
'
Ego Evangelista de planeriis transcripsi die XVI mensis
rnaii MCOCCLXVI '.
Cart., soc. XV (1466), mm. 310 X 210, di carte 163 n., leg. in pelle.
1176 (2340).
'
Lucanus. De bello Pbarsalico '. In fine: '
Scriptns et
completus per me Matheum filiutn ser lohannis olini Cechi
ser Totti de Imola M» COC» LXXXXVIP. Indictione V* . .
die sexta ]\Iensis Augusti. Amen \

Membr., sec. XIV (1397), mm. 305 X 210. di carte 118 n., leg. in
H.sse e m. pelle. In fine è notato: '
Iste liber est mei Antonii de rata '.
1177 (2341).
'
Nonii Marcelli De proprietate sermonuni '.
Membr., sec. XV, mm. 305X210, di carte 106 n., con fregio e
lettera iuiz. mimata, leg. iu asse e m. pelle.
1178 (2342).
'
Psalterium cum glossis '.
Membr., sec. XV, mm. 200X210, di carte 210 n. n., a 2 col.,
leg. in asse cop. di pelle

1179 (-2343).
'
Marini Marci Lexicon in Psalmos '. (26 decerabris 1596).
Cart., sec. XVI, mni. BOO X '.^00, di carte 151 n. -[- G bianche iu
fine n. n., antogr., leg. in cai't.
1180 (2344).
•
Ochanù Guillelmi Expositio in artem veterem cnm qnae-
stionibns Alberti Parvi '.
|
'
De generatione autern et cor-
rnptione ' — '
Explicit liber de causis '.
Membv.. soc. XIV, min. 305 X '210, di carte 342 n., leg. in asse
e m. pelle.
1181 (2345).
'
Maronis Bucolica
P. Virgilii et Georgica, cum notis Servii
et veterum grammat. '.
Cart., sec. XV, mm. 315 X 215, di carte 40 n. n., mancante della
1* carta, leg. in perg.
1182 (2347).
'
Parabolae, Ecclesiastes et Cantica Canticorara cum notis '.
Membr., sec. XIII, mm. 305 X 225, di carte 139 u., leg. in pelle.
1183 (2349).
1) 1-46 '
Claudii Achillini oratìones '. (1625, 1623, 1637,
1639) 2) 49-50 '
Alberti de Grassis oratio dura civitatis
Bononiae nomine obedientiam praestaret una cum Coni.
Octaviano Zambeccario et Achille Volta 3) 61-66 <Epi-
'
tafi latini di Claudio Achillini) 4) 67-72 (Claudii Achil-

lini epistolae ad Pandulfum, ad Excell. Principem Io. Geor-
giuni Aldobrandinum (III Non. Febr. 1622), ad Claudium

Achillinum (Romae, 14 Kal. IMartii 1622), ad Principem
Antonium Barberinum Card., ad D. Gasparem de Torres
(XII Kal. Febr. 1626), Caesari Fachenetto Co. (IV Kal.
Febr. 1626), lacobo Gufridio, ad Dominum de Peizesk Con-
.siliarium Regis Cristianissimi (III Kal. Sept. 1633), ad Mi-
chaeìem Buderiura, ad Card, de Richelieu) 5) 92-116
Claudii Achillini orationes).
Cart., sec. XVII, mm. 305 X 220, di carte 127 n. + 5 bianche n.
187-191. les. in cart.
32 CODICI LATINI
1184 (2350).
^
P. Ovidii Nasonis Metamor])lioseoii '.
Membr., sec. XIV, mm. Ì350 X 210, di carte IGO u., cou iregio e
1185 (2351).
'
Regula S. Angiistini cnm expositione Humberti Orci.
Praed. '.
Cart., sec. XIV, mm. 310 .<--15, di carte 174 n., a 2 col., leg.
in. pelle.
1186 (2352).
'
Portio Breviari! antiqui cura notis mnsicis '.
Membr., sec. XI, mm. 300 X 18*^) *^î

PP- 10^ n., mutilo in jjrinc.
e in fine.
1187 (2356).
1) Ambrosii Archiepisc. Mediolanensis De Para-
1-30 '
S.
diso Dei et de Gain et Abel '. <Cfr. S. Ambrosii Opera. :
Venetiis, 1748, I, 167-260) 2) 31-15r S. Ambrosii liber '
super Lncam '. <Cfr. : Op. cit. II, 722-1109) 3) 15r-160'"

'
Libellus B. Ambrosii Do fuga saeculi '. <Cfr. : Op. cit. I,
491-520) 4) 160^-170 '

Libellus B. Ambrosii De bono
mortis'. <Cfr.: Op. cit. I, 157-486).
Membr., sec. XV (1185), mm. 305X205, di carte 170 u., a 2 col.,
con lettere miniate e fregio miniato, leg. in pelle. A e. 151^ si

iniz.
legge: Explicit liber S. Ambrosii super Lucani qui transc.riptus
'
fuit anno domini milesimo qua'ìringentesimo octuagesimo quinto,

die 1(J noveuibris '.
1188 (2858).
'
P. Terentius. Comoediae \
Membr., sec. XIV, nini. 303 X '-60, di carte 83 u., leg. in asse
CO)), di pelle.
1189 (2360).
^
Io. Antonii Campimi De gestis et vita Braccii
'
1-2'" ' Prohemiuiii '

2^ '
Io. Autouii Campani de gestis
et vita Braccii liber primus incipit '
ISG"" '
Decimo VP
7. 8. '90S
. .
Kalendas novembres MCCCCLVIir '

186^ (Epistola
dell' a. a Carlo Fortebracci). '
Mitto ad te parentem ' —
^
h^'-storiam videamur. Vale '.
Membr., sec. XV (1458), nim. 310X220, di carte 186 n., con

frugio marginale e lettere iniz. miniate, leg. ant. in asse coiJ. di pelle.
1190 (2361).
'
Mitrale editus a Sicardo Cremonense Episcopo Qui ' — '
semper cum domino vivat. Vivat in celis

scripsit scribat |
Bonannus nomine Felix. Qui scripsit hunc librum deus |
salvet illnm finito libro referaraus gratiam Christo

''
Membi-., sec. XIII, mm. 310 X 210, di carte 165 n., leg. in pelle.
'
Emit D. Johannes Chr^-sost. Trombelli '.
1191 (2362).
'
Senteutia lata per SS. D. N. Gregorium Papam XIII con-
traBeatissimum Bartolomeum a Caranza Archiepisc. habita
in articulo mortis post sacratissimam Eucharistiae sump-
tionem '
Cart., sec. XYII, mra. 300 X 205, di carte 30 n.
1192 (2364).
1) 1-172 '
S. Cypriani epistolae '. <Cfr. : S. Cypriani Opera.
Parisiis, 1726, pp. 1, 173, 181, 204, 216, 247, 163, 16, 33,
24, 13, 47, 94, 77, 79, 63, 58, 55, 61, 96, 58, 112, 158, 161,
121, 58, 261, 24, 34, 104, 66, 343, 33, 90, 129, 126, 138,
60, 110, 114, 151, 117, 97, 101, 34, 99, 49, 112, 102, 76,
11, 128, 19, 21, 22, 26, 28, 8, 26, 165, 142 2) 173-178
'
S. Cypriani XII abusiones '
. <Cfr. : Op . cit., p. cclxxv sgg.>
3) 180^-182'" (Epistola Celerini Luciano. Cfr. : Op. cit.,
p. 28> 182 (Epistola Cleri Romani ad cler. Carthag.

Cfr.: Op. cit., p. 7> 183'" (Epistola Cypriani Caìido-
nio. Cfr.: Op. cit, p. 51 4) 183^-188' (Pontius) Vita '
S. Cypriani '. (Cfr.: Ada Sanctor. Boll., IV, 325-332)

5) 188^-189'" (Hymnus Victorini Pictaviensis de cruce Do-
mini perperam Cypriano attributus. Cfr.: Op. cit., p. clix>.
Cart., sec. XV, mm. 300X220, di carte 189 u., leg. in asse cop.
di pelle. In fine è notato: Hunc librum emit F. Vitalis a quodam
'
Stilili itili, ili jilul. class. XVII. 3

34 CODICI LATINI
iudeo, qui publice per civitatem vendebat libros, teste Barili, patre
suo et f. Matheo Bertoni de Bononia. Et hoc prò precio uuius ducatus
et 4 solidoium, ut sit monasterii 8. Salvatoris de Bononia. 1472, die
iilt." lanuarii '.
1193 (2365).
'
Statata et leges Venetornm latina et veneta lingua '.
(25 nov. 1346-29 die. 1413).

Membr., sec. XV, mm. 300 X 210, di carte 162 u., a 2 col., con
fregio miniato, leg. in asse cop. di pelle. Donato all' Ab. Trombelli
dal Marchese Sen. Spada.
1194 (2366).
'
Innocentii IH de Missa et de nuptiis spiritnalihus \
1) ' Incipit prologus in libro de missarum solempnitate
D. Innocentii HI Pape '
p. 5 Incipit pars prima de
'
sex ordinibus clericorum quos romanns pontifex babet seciim

'
in raissa p. 110 ' Explicit liber D. Innocentii pape
'
de missarum solempniis 2) p. 110-143 '
Liber de qua-
dripartita specie nuptiarum D. Innocentii pape tercii '.
<Cfr. : Vet. Patr. lat. opuscula. Bononiae, 1755, T. II, P. II,
p. 245>.
Membr., sec. XIV, mm. 300 X 210, di pp. 141 n., a 2 col,, leg.
in perg. Fu acquistato dalla Biblioteca di S. Salvatore di Venezia
per mezzo deli' Ab. Trombelli in cambio d'altre opere.
1195 (2368).
'
Pomponatii Petri De fato, de libero arbitrio et de pre-
destinatione '. <CfV. : P. Pomponatii Oj)era, Basileae, 1567,
pp. 329 sgg.
Cart., sec. XVI, mm. 300 X 210, di carte 108 u., kg. m. perg.
1196 (2369).
'
Dominicus de Dominicis. Quaestiones theologicae '. (Mu-
tilo in princ.) — '
aliud ex parte agentis '.
Memb;-., sec. XV (1467), mm. 310 X 201, di cane 105 n., a 2 col.,
leg. in asse cop. di pelle. Fu acquistato dal P. Fabretti a Venezia

1' 11 geiiu. 15:52. e in principio v'è notato: '
Hunc librum feci scril)i
ego Dominicus Episc. Brixiensis d. Pape vicarius anno domini 1467 '.
1197 (2370).
'Discursus morales incerti auctoris'. 'Si generis hu- |
mani dispositionem quod licebat —

cuilibet
' '.
'
Cart., sec. XV, mm. 800 X 210, di carte 45 n., leg. ni. pelle.
1198 (2371).
'
Incerti auctoris tractatus theologicus '. In princ. è no-
tato di mano piii moderna: Hugo de Sacramentis ". (Mu-
'
tilo in princ.) — '

quantum ad diligendum deum '.
Membr., sec. XIY, mm. 300X210, di carte 112 n., leg. in asse
e m. pelle*
1199 (2374).
'
De sacrosanctae Veronicae sudario Salvatoris nostri lesu
Ohristi ac lancea qua latus eius patuit in cruce opuscula '
— Ego lacobns Grimaldus manu propria scripsi et

156 '
Romae in civitate Leoniana, idem

snbscripsi, atque faciebam
manu propria et anno Domini MDCXVIII, die 3 Maii ', etc.
Cart., sec. XTII (1618), mm. 300 X 210, di carte 197 u., leg. in perg.
1200 (2375).
'
Fr. Bonaventurae de Yseo Neapolitani opus chymicum
quod Compostella diversarum experientiarum nuncupatur'. j
'
Incipit liber compostille multorum experiraentorum ve-
ritatis ex dictis fratris Bonaventure de yseo ordinis mi-
norum, quem composuit Veneciis existens in conventu fra-
trum S. Marie tempore domini Rainerii Ge[ni] ducis
. . .
Venetie '.
Cart., sec. XTI, mm. 300X210, di carte 269 u., leg. in perg.
1201 (2376).
'
Breviarium Hierosolymitantim descriptum ex autographo
seculi XTI, quod servatur in Bibliotheca S. Mariae (Corte
Landini) Lucae, quod Breviarium mihi commodavit Eev.
Archiepiscopus Io. Dominicus Mansi '. (Nota di mano del-
l'Abate Trombelli).
Cart, sec. XVIH, mm. 300X210, di carte 350 n. leg. m. perg.
36 CODICI LATINI
1202 (2377).
2) '
Excerptura ex codice secoli XIV ant XV Cauonicoruin
Metropolitanae Boiioniensis cum cantu Ex
'
B) '
ordi-
nario divini officii iuxta consuetudinem ecclesiae cathe-
dralis Tarvisinae de anno 1524, existente in Capitulari
Arcliivo einsdem ecclesiae '
4) '
Visitatio anni MDXXV
monasfcerii S. Ursnlae Ord. Cistereiensium per Rev. Do-
minos Petrnm Priorem monasterii S. Mariae ab Angelo
Faventiae et D. Alexium Priorem monasterii Bonisolatii
'
einsdem ordinis 11) Statuta Equitura S. Mariae alias
'
Gaudentium '. <Cfr. Bullarium Romanum. Roma, 1740, ITT,

:
398) Tenor capitulorum istrnmenti compositionis

12) '
inter sedera apostolicam et D. Cesarem Estensem

'
13) (Parafrasi lat. in versi della Salve Regina, desumpta '
ex Rituali servato in Bibliotheca a Card. Gabriele Paleotto

condita, extanteque in palatio archiepiscopali Bononiae')
16) Lucius III Episc. servns server. Dei dilectis fìliis
'
Angelo Priori Ecclesiae S. Andreae de Musciano '. (II Kal.

Augusti MCLXXXIV 21) Bibliotheca librorum mss. '
'
Chartusiae Pisanae seu Vallis Calcis 22) Index ope- '
rum Leonardi Aretini quae mss. habentur in Bibliotheca

'
Vaticana 24) Elenchus synodorura aliorumque ad id
'
attineutium, quae servantur in Bibliotheca familiae de

'
Borellis Forocorneliensis 25) '
Codices liturgici qui
^
adservantur in Bibliotheca R. Academiae Senarum a. 1766
26) Ecclesiae Bononiae et Diocesis
'
29) Regula '
'
Divi Augustini Episcopi Hypponensis et illius interpre-

tatio facta ab Hugone de Sancto Victore
'
30) ' Copia
Brevis presentati Ven. fratri Antonio Archiepiscopo Flo-
rentiae a Calisto Papa Nov,
III '. (Dat. Roraae, die XIX
MCCCCXCVII) 31) Sermo Girberti philosophi Papae
'
qui cognominatus est Silvester II Papa De informatione :
Episcoporum '.
Cart., misceli., sec. XTII-XTIII, mm. 800 X '220, di carte 202 u.,
leg. ni, perg.
1203 (2379).
1) 1-129'" '
Alanus. De complanctu naturae '.
|
'In lacrimas
risus '
—
'de reliquid aspettus 2) 29^-40 Homeii '
'
Ilias (lat.) '. lam pande raichi Pellide diva superbi

I
' ' —
'
Tuque fove cursu uatis iam Phebe peratto 3) 41-115
'
'
Magni Anrelii Cassiodori Liber variarum '. <Cfr. M. A. :
Cassiodorii Opera omnia. Yeuetiis, 1729, I, pp. 1 sgg.)

4) 119-137 '
Bartholoraeus de Eacauato. Dogma philoso-
phorum moralinm. Domino Andreae S. Marci de Venetiis
Primicerio '. Epistola ad S. Andream '.
|
'
Gemme pul- j
'
chritudinis accedamns '.

' —
Moralium dogma
'
|
' ' —
'
cuncta cernentis 5) 138-9 Seneca. Formula honestae
' "
vitae de quatuor virtutibus '.

j
'
Quatuor virtutum spe-
cies ' — '
puniat ignaviam '.
Cart., sec. XV, nirn. 300 X -10, di carte 154 n., leg. in asse cop.
di pelle.
1204 ^2380).
'
Maro. Aeneidos '. In line: Libri scriptorem
P. Virgilius '
bone Ihesu fac meliorem '. Qui me scribebat nam Ta- i

'
deus nomen habebat '. Iste liber est Comitis Alouisii !

'
de Guaynariis, D, Antonii, D. Christophori et D. Pauli q.

D. Bartholomei de Guaynariis '.
Cart., sec. XY, mm. 300X210, di carte 210 n.. leg. in asse e
m. pelle.
1205 i2381).
'
Lucauus. De bello Pharsalico '.
fârt.. sec.inm. 290 XT. X

-00, di carte 138 n., leg. ia asse cop.
di pelle. La ha un fregio miniato e lo stemma Bentivolesco
1* pag.
inquartato d'azzurro con banda d'oro.
1206 (2382).
'
Bartolomaei Fontii epistolae '. (Sono in n.° di 36, dal 1471
al 1493).
Cart., sec. XT, rara. 292X210, di carte 36 n., mancano le carte
31-34, leg in perg.

38 CODICI LATINI
1207 (2384).
'
Statii Thebaidos '. In fine: '
fi]xp]icit Statins thebayclos
MCCCCLVIIT, die IIII Innii '.
Cart., sec. XV (1458), min. oOO X 210, di carte 133 u., leg. iu asse
e ITI. pelle. In principio v'è notato: '
Iste liber est filiorum pagani
de ponzonibiis qui inilitant sub petro maria qui grecis ac latinis li-
teris nulli concedit '.
1208 (2385).
*
'
Privilegia Pisarum '. (Vili Idus Aprilis MCLXII-VII
Idus Maii MCCCLV).
Cart., sec. XIV, mm. 300X220, di rarte 53 n., leg. iu perg.
1209 (2386).
'
e. Svetonii Tranquilli De vita Caesarum '.
Membr., sec. XV, mm. .MOOXÎO, di carte 127 n., cou lettere
iiiiz. miniate, leg. in asse pop. di pelle.
1210 (2387).
'
P. Candidi Decembrii epistolae '. (1423-1433).
Cart., sec. XV, mm. 205X210, di carte 1 tO n., cou lett. iui/.. e
stemma miniato, mutilo in fine, leg. aut. iu asse cop. di pelle. Ap-
partenne successivamente ai Vescovi di Brescia Pietro del Monte,
Bartolomeo Malipiero e Domenico De Dominicis, come risulta da una
nota di quest'ultimo dell' a. 14G4.
1211 (2390).
'
M. A. Lucanus. De bello Pharsalico \ In line Die Villi :
'
Decembris manu propria mei luliani Raschini de Vulterris

Venetiis exscriptus finit, MCCCCLIII '.
Cart., sec. XV (1453), mm. 295 X l'A di carte 151 u.. log. ant.
1212 (2391).
Frater lohannes Genesius de Parma. Rosari nm de condi-
'
tionibus liumanis '. Factus est homo |

gloria eterna
' ' — '
quam nobis concedat qui vivit et reguat in secula secu-

DELLA BIBL. UNIVEUS. DI BOLOUNA. 39
lorum Amen '. Il nome dell' a. ricavato dalle lettere ini-

ziali di ciascun capitolo, che messe insieme danno questo
acrostico :'Frater Ioannes Genesius Quaia de Parma Doctor'.
Parte membr., parte cart., sec. XV, mm. 282X2^0» d' carte 77 u.,
leg. in asse cop. di pelle.
1213 (2392).
'
Fr. Ra3'-mundus de Pennafort. Sumraa '.
Membr., sec. XIY, mm. 290 X '200, di carte 305 n., a 2 col., leg.
in pelle.
1214 (2393).
'
Theologia scholastica incerti auctoris '. (Mutila in prin-
cipio ed in fine) penitentiam quia penitentia non fìt in
. , .
'
simitudine mortis ' — 'ad probandani veritatem rationis

aliis '
. . . (Tratta specialmente dei sacramenti, cioè del bat-
tesimo, dell'eucaristia, della confessione, dell'estrema un-
zione e del matrimonio).

ia perg.
1215 (2394).
'
L. Vitruvius. De architecòura '.
Cart., sec. XV, mm. 285X210, di carte S(ì n., leg. in asse e
m. pelle.
1216 (2395).
'
P. Ovidii Nasonis Metamorphoseos '. lu fine: '
Godex iste
mey hierouymi de robertis civis brixiensis '
(?).
Cart., sec. XV, mm. 295X205, di carte 152 ri., con lettere iiiii5.
miniate ed uno stemma cou fregio miniato nella 1* pag. Lo stemma
rappres. un leone e un albero in campo bleu.
1217 (2397).
'
Memorabilia Pontificum Romanorum a Petro Summo Pou-
tifice ad Inuocentium XTI et memorabiles eventus pseudo-
Pontificum a Nevato Antipapa ad Felicem V, ex actis apo-

40 CODICI LATINI
stolorurn, Baroiiio, Bellarmino, Ciacconio, etc. . . . Abbatis

Io. Baptistae Castilionei Protonotarii Apostolici '.
Ciu-L, scc. XVII, nini. 2i)5 X '-^05, di pp. 419 n., leg. in pulle.
1218 (2398).
1) '
B. Nicephori chronica
'• Anastasins Bybliotecha- |
'
rius orante Ioanne Levita, qui hystoriara scribere volebat,

e greco in latinum convertit chronicas primnin beati Ni-
cephori Constantinopolitani Episcopi breves, tnm Georgii
qui scripsit nsque ad Leoneui qui post Michaelem impe-
ravit '
l-S"" Ex beati Nicephori chronographia '.
'
Ab j
'
Adam usque ad diluvium anni 2262 ^- ab initio mundi ' '
VI CCCXLVIII
.
3'-6ò' Ex Chronographia Geojrgii '.
' '
—
]
'
Pompeius captisHierosolymis 'in. totum anni VDXC. '
2) 66''-85'' (Chronicon Pontificum Romanorum

'
Finis
a Petro Apostolo ad Zachariam. 759) 3) 8G-91
"
(Estratti
dall' op. ' De civitate Dei '
di S. Agostino).
Cart., sec. XV, mm. 305 X HÔ) î carte 91 n., leg. in perg.
1219 (2399).
'
Lectiones Exc.'"' D. Ottonelli Discaltii super rub. l'i", de
pub. iuditiis'. (6 nov. 1583-5 genu. 1586).
Cart., sec. XVI, ram. oOO X 200, di carte 250 u., leg. iu cari.
1220 (2400).
'
Trapezuntii Georgii Rhetoricorum libri V '.
|
'
Cura luihi
in mentem veniat ' — '
Georgii Trapezontii Cretensis quin-
tus et ultimus rhetoricorum liber explicit f'eliciter. Per
manus lasonis ser lohannis de Senapellis de Cisignano
Sabinensis dyocesis, die XVII mensis februarii unllesinio
CCCGXXXVIII '.
Membr., sec. XV, mm. 300 X 210, di carte 110 ii., eoa lettera
iuiz. miniata, leg. iu asse cop. di pelle.
1221 (2402).
Porchettus de Salvaticis. Liber contra ludaeos '.
'
|
'In
nomine dei altissimi qui est trinus et nnus Ad ' — '
quam
quidem vitani et requiem sempiteruani nos inducat dominus

noster Ihesus Christus dei fìlius, qui cum patre et spiritu
sancto vivit et regnat in imitate deus, per omnia secula
seculornm. Amen '
207 '"
(Carmen) Virgo dei propo-
'
situm fuit eterne geuitum ' — Ipsum sincere bibite '.

'
Membr., sec. XIV, min. 295X210, di carte 207 u., a 2 col., leg.
iu asse cop. di pelle.
1222 (2404).
'
Rolandinns de Passageriis. Summa si ve artis notariae
fbrmularium '.
Membr., sec. XIV, mni. 205X210, di carte 8(3 n., leg. in pelle.
1223 ^2405).
'
L. A. Senecae Tragoediae '. (Con glosse marg.).
Cart., sec. XV, mm. 2;»5 X 220, di carte 208 u., leg. ni. perg.
1224 (2407).
'
Tractatns de febribus '.
j
'
Febris ceteris morbis est mo-
lestior ' — (Mutilo in fine).
Cart., sec. XIV, nini. BOO X 220, di carte '17 n., a 2 col., leg.
in perg.
1225 (2408).
'
Alphonsns X
Eex Castellae. Canones super tabula plane-
tarum '. Tempus est mensura motus
|
'
Tabula equa- ' — '
tionis dierum cum suis noctibus sive tabula Alphonsi '.
Cart. e membr., sec. XIV, mm. 290 X i-^S, di carte 78 n., a 2 col.,
log. in asse cop. di pelle.
1226 (2409).
1) 1-27 Amandi 0. P. super tractatum S. Thomae
'
Fr.
De ente 2) 28-31
'
Fr. Dominici de Fabriano 0. P. '
De potentiis animae S. Thomae de Aquino

'
3) 32-34 '
De iustantibus 4) 35-38'" Eiusdem'

De natura '
'
5) 38^ Eiusdem De verbo

'
6) 39 Eiusdem De rao- '
'
42 CODICI LATINI
dalibus
'
7) 42-74 '
F. Gratiadei 0. P. De praedicabi-
'
libus et piaedioamentis 8) 75-77 '
Expositio super
coinmentaria Porphyrii. 1437, die 29 Octubrii '
9) 78-99
'
Angustini de Ancona Ord. Herem. S. Aug. De potentii.s
'
et operationibus auimae 10) 100-104 Egidii Romani '
Ord. Herem. De pnrificatioue iutellectns

'
11) 105-110
'
lacobi de Neapoli Ord. Herem. Brevis tractatus de per-
'
fectione specierum 12) 111-114 Tabulae quaedam '
astronomicae, seu potius astrologicae \
Cart.. sec. XV, mm. 300X212, di carte 11.5 n., a 2 col., leg.
in pelle.
1227 (2410).
1) 1-99 '
Magistri lohannis Bridani In lib. Metheor. Ari-
'
stotelis qnestiones 2) 101-163 '
Questiones Magistri
Mesini artium et medicinae doctoris super questione Ma-
'
gistri lohannis de Casali 3) 173-222 '
lacobi Forli-
viensis Tractatus de intensione et remissione ' — '
Explicit
ti'actatus de intensione et remissione editus a lacobo For-
liviense doctore Illu. completus scribi a me Petro de Frou-
tonio cordiali amico M.' Elpidii cuius est liber iste 1431,
die 21 octobris '.
Cart., sec. XV, mm. 290X215, di carte 222 n. -p molte carte

bianche in fine, leg. in perg.
1228 (2411).
'
Fratris Amandi Ord. Praed. Horologium sapientiae '.
|
'
Incipit prologus in librum sapientiae: qui alio vocabulo
dicitur horologium sapientiae fratris Amandi '.
|
'
Sentite
de domino '.
|
'
Incipit Horologium sapientiae '
etc. |
'
Hanc
amavi et exquisivi ' — '
indecore tuo conspitientes ihesum
christum d. n. qui cum patre et sj)iritu sancto vivis et
regnas deus ' , etc.
e cart., sec. XV, mm. 300X200, di carte 5b u., con

Membr.
i'regimarginali miniati, leg. in asse cop. di pelle. Appartenne ai
Canonici Regolari di S. Agostino del couv. di S. Salvatore.
DKLLA BIBL. UNIVEKS. DI BOLOGNA. 43
1229 (2413).
'
Rodericus Episc. Zamoriensis. De paupertate Christi. Ad
SS. D. Paulum Papam II P. M.' Beatissimo patri ac |
'
clementirìsimo Domino '

— '
deduximus spetialiter in de-
cima consideratione '.
Cart., sec. XV, mm. 290X210, di carte 40 u., con lett. iuiz. mi-
niata. Appartenne a Domenico de' Dominici, clie lo comprò da Gio-
vanni Fiorentino cartolaio per un ducato il 4 nov. 1471; poscia fu
acquistato da fra Pellegrino Fabrctti l'il genn. 153J.
1230 (2418).
'
Q. Curtius Rufus. De rebus gestis Alexaudri Magni '.
Cart., sec. XV, mm. 290X265, di carte 152 n., leg. in asse cop.
di pelle.
1231 (2419).
'
Pauli epistolae cum glossis '.
Membi-., si'C. XIII, nim. 290X190, di carte 154 u., con lettera
iniz. miniata, leg. in asse cop. di pelle.
1232 ^2424).
'
S. Augnstiui expositio in Psalm. LXI usque ad Psalm.
LXX '.
Membr., sec. XIII, mm. 290X200, di carte 175 n., a 2 col., leg.
in perg.
1233 (2427).
'
lohaunis Cassiani opera '. <Cfr.: Io. Cassiani Opera omnia.
Franeofurti, 1722, pp. l-629>.
Membr., sec. XV, mm. 290X1-^5, di carte 309 n., con lettera
1234 (2428).
'
Isaias cum glossis '•
|
^
Isaias vir nobilis et urbane elo-
quentie '
—
quo magis alexandrini utuntur '. Il testo ine:
'
'
Visio Ysaie filii araos quam vidit super iudam Ex- ' — '
plicit libro Ysais prophetae '.
Membr., sec. XIV, mm. 280 X l'Ôj di carte 147 n., con lettera
44 CODICI LATINI
1235 (2429).
1-127 Dominicus de Dorninicis. Sermones de sauctis '. (^Mu-
'
tilo in principio) —
ab hospite suo domine iesu
'
'
128-150'' Sermones in purifìcacione liabiti in Foroiulii et

'
in Veneciis in ecclesia patriarchali '.

|
'
Postquara impteti
sunt ' — '
hec secundura Bedam ' 150^-168'" '
De sancto
leronimo doctore ecclesie Venet.' |
'
Vidi similem filio ho-
minis ' — '
qui est benedictus in secula seculorum amen '
164-173 '
Planctus B. Virginis habitus Veneciis in ec-
clesia patriarchali. 1453 '•
|
'
Stabat autem iaxta crucem '
Membr., sec. XV, mra. o85X-J^L)i Ji carte 173 u., mancante di

alcune cai'te fra la e. iGo e l'Ji. leg. in asse cop. di pelle.
1236 (2430).
'
P. Ovidii Nasonis Metamorphoseon '. In fine di mano più
recente: ' Tadei Minervae Doctoris '.
Cart., sec. XV, mm. 290 X 200, di carte 232 n., leg in perg.
1237 (2431).
'
Ab. Lanci. Tractatus de ccrporibus cosmicis, idest de
coelo et raundo '.
Cart., sec. XVIII, mra. 290X200, di carte 120 n., leg. m. perg.
1238 (2434).
'
Fr. Gratiadei Liber praedicaraentorum '•
|
'
Gramatica
vero et musica sunt ])er se ordinata '
Cart., sec. XV (1410), mm. iSU X 200, di carte 172 n., mancano
le ce. 1-8, 82-88, a 2 col., leg. in pelle.
1239 (2435).
1) 1-233 '
Humberti Ord. Praed. sermones '
2) 234-288
'
Flavii Albini sive Alchuvini confessio (Copia fidei suae '.
dell' ediz. del Mabillon) 3) 299-306 Homilia de Sancto

'
Achillis Bochii Bonon. ex

'
Petro in Vinculis 4) 310-2 '
Fran(ciseo) Petrar(clia) Ode tricolos tetrastrophos. Ad Ita-

.
liam '.
I
'
Etsi nihil piane exitialibus '
5) 313'' '
Nico-
laiis Draco studiosis '. (Epigr.) '
Qualis traiecto numerat
vestigia fuue '. 'Io. Galeatius Viceclomiiius lectori '. (Epigr.)
'
Die mihi quid speras ? Nihil hic nisi dulce videbis '
6) 314-5 In Natali SS. Gordiani et Epimachi

'
7) 316-d' '
'
Calendarium Senense '
Cart., sec. XVIII, mm. 290 X 210, di carte 319 n., leg. in cartone.
1240 (2436).
'
S. lohannis Chrysostorai adversus viiuperatores vitae mo-
nastioae '. (Cfr. : S. lohannis Chrysost. Opera selecta. Pa-
risiis, Didot, 1861, I, l-74>.
Membr , sec. XV, min. 290 X 198, di carte 49 a., con lettera
1241 (2437).
'
Bernardi Clarevallensis Ab. expositio super Cantica Can-
S.
ticorum '. <Cfr. S. Bernardi Opera. Parisiis, 1642, T. II. P. I>.
Membr., sec. XIV, mm. 290 X 200, di carte 177 n., a 2 col., leg.
1242 (2439).
'
Io. Cassiani De institutis caenobiorum '. <Cfr. : Io. Cas-
siani Opera omnia. Francofurti, 1722, pp. 12-210).
1243 (2442).
Aelii Spartiani vitae Imperatoruni '•
|
'
Vetus Hadriani
origo ' — 'et inde donati multis donis '.
Cart, sec. XVI, mm. 290X210, di carte 92 n., leg. in pelle.
1244 (2443).
'
S. Hieronymi Commeutaria in Hieremiam et in Ezechie-
lem '. la fine: '
Ego F. Vitalis ordinis S. Salvatoris hos
commentarios B. Hieronymi super lezcchielem transcripsi
46 CODICI LATINI
ad honorem Dei et sancti huius et consolationem fiatrum :
utque lectores huius voluminis raeminerint orare piissimum

dominum in vita et morte. Anno domini nostri Ihesu Chri-
sti MCCCCLXXI die VI aprilis in vigilia sive sabato pai-
maro m '.
Membi-., sec. XV, mra. 290X20">, di carte 239 n., a 2 col., con
lettere iniz. miniate, lag. in pelle.
1245 (2444).
'
Catena SS. Patrum in Matthaeura \ (La P pag. è illeg-
gibile perchè guasta da un reagente chimico) '.in cra- —
pula et in ebrietate a curis huius '... (Mutilo in fine).
Membr., sec. XIII, mm. 280 X 190, di carte 109 n.. a 2 col., leg.
in pelle.
1246 (2445).
'
Breviarinm Romanum autiqunm '
(sec. XII). Copia del
cod. n. 779 della Biblioteca di S. Salvatore, ora perduto,
fatta dall' Ab. Gio. Grisostomo Trombelli.
Mri. cart., sec. XVIII, mm. 292 X 210. di carte 29i n.. leg. m. perg.
1247 (2446).
'
Io. Petri Ferretti Ravennatensis Episcopi Laviellensis
De institutionibus ecclesiasticis '.
Cart., autogr., sec. XYI, mm. 300X230, di carte 240 n., leg. in
cartone.
1248 (2447).
'
Caroli Sigonii De Episcopis Bononiensibns '. <Cfr.: C. Si-
gonii De EiìiacopU Bonon. libri V. Bononiae, 158G, in 4°).
XVI, mm. 285X215, di carte 118 n., leg. in

Cart., autogr., sec.
porg. Donato dal Co. Guido Ascunio Orsi all' Ab. Trombelli ed ap-
partenne ai Conti ( aprara.
1249 (2449).
'
Evangelia de tempore '.
Membr., sec. XII, mra. 290 X 1^0, di carte 309 ii., con lettera
iniz. miniata, leg in perg. Fu acquistato dall' Ab. Trombelli.
1250 (2450).
'
Evangelarinm de tempore et de sanctis \
Membr., sec. XIV, mm. 290 X -10, di carte 156 u., a 2 col., con
lettera iniz. miniata, leg. in perg.
1251 (2453).
'
Expositio super epistolas et evangelia tncerti '.
|
'
Cum
sacrosancta materia ecclesiastica '
— 'in tribnlationibus
dominum laudans'.
Membr., sec. XIV, nim. 200 X -00» ài carte 75 n., a 2 col., leg.
in asse e m. pelle.
1252 (2454).
1) I-ISG"" '
lohannis Salisberiensis, sive de nugis curia-
lium ' — '
Explicit feliciter 1403 Martii '. <Cfr.: Io. Sa-
risberiensis Policraticus. Amstelaedami, 1664, in 8^}
2) 156^-160 '
Festi vel Sexti Rufì Anuumeratoris Romane
ystorie liber incipit'. <Cfr. : Sexti Rufi Breviarium rer.
gestar. jjojjuURomani. Romae, 1819, in 8°) 3) 161-202

'
Tabula mei lohannis Calderini super Policratem qui in-
titulatur de nugis curialium et vestigiis philosophorum '
.
—
|
'
Delectatus in insigni opere ' '
De Castimonia ysaac.
'.
li. 3. e. 9
Membr. e cart., sec. XV, mm. 280X200, di carte 201 u., a 2 col.,
1253 (2456).
1) 1-15 (Marini Marco) Censura libri Radicum R. Joseph '
'
i^lbo Censura Raboth, ex impressione Con-
2) 16-25 '
stantinopolitana 3) 26-30 Censura libri Cadlachemah,

' '
idest Cadi Farinae ex impressione Veneta 4) 31-35 Cen- ' '
sura libri Mechiltae ex impressione Veneta Danielis Bam-

'
bergi 5) 36-7 Censura libri Tedàh ladorech, Rabi
'
Menahem de praeceptis legis ex impressione Cremonensi '
6) 38-9 Censura commentariorum Abdiae Sphorni in

'
'
Pentateuchon 7) 40-1 Censura libri Zedalharadech, '
"
Rabi ]\fenahem de praeceptis legis 8) 42-3 Censura '
Commentai iornm Abdiae Spherni in Pentateuchum ex im-

pressione Veneta 9) 44 Nonnulli errores reperti in libro
' '
48 CODICI LATINI
qui dicitur Craona Cbarbanel

'
10) 45-7 Censura libri
'
'
Kos Amaria Barbanelae 11) 48-61 '
Censura Alphesi '.
Cart. sec. XVII, min. 280X210, di carte 62 u., leg. iu cartoue.
1254 (2458).
'
Gisalbertus de Pergamo Ord. Fratr. Miuoi'. In carmina
Catonis '. '
Honorabili viro excelencie singularis D. Al-
—
I
berico de Roxiate iuris ntriusque perito Hoc opus ' '
exstitit completum per me (xeorgium de Salvetis minimum

scriptorem anno domini MCCCC XXV, die XVI octnbris '.
Cait., sec. XV, mm. 290X200, di carte 109 n., leg. ia asse cop.
di pelle.
1255 (2460).
'
Gulielmus de Lugduno Ord. Praed. Tractatus de septem
vitiis capitalibus '•
|
'
Dicturi de singulis vitiis ' — 'ta-
cere vero nunquam. |
Summe scriptorem benedic rogo te
creatorem. |
Explicit sumnia de septem vitiis capitalibus
a fratre Guilielmo de Lugdono edita '.
Membr., sec. XV, mm. 2S0 X 218, di carte 185 u., a 2 col., con
lett. iniz. miuiata, leg. iu asse cop. di pelle. Fu acquistato dal Vesc.
Domenico de' Dominici per 15 ducati d'oro a Roma il 2 apr. IKU ;
dagli eredi del quale fu comprato l'il genn. 1522 da fra Pellegrino
Fabretti bolognese.
1256 (2461).
1) 1-7,5 '
M. Tullii Ciceronis Rhetorica ad Herenniuni cnm
notis marginalibns '
2) 76-88 (Giovanni di Buonandrea,.
'
Brevis introductio ad dictamen. Cum notis marginalibns '.
lettera iuiz. miniata, leg. in pelle.
1257 (2463).
'
Valerius Maximus. Factoinm dictornuKiue memorabilium
romanorura libri IX '. In fine liavvi la data 1377.
Membr., sec. XIV (1377), palinsesto, mm. 280 210. di carte 79 n., X
con sette miniature a chiaroscuro, che rappresentano: Roma, M. Emi-
lio Lepido, una chiesa, Q. Metello, quattro dotine sirnboleggianti
quattro vizii. stc, leg. in asse cop. di pelle.
17. 8. '903
DKLLA BJBL. UNIVERS. DI BOLOGNA. 49
1258 (2464).
'
C. lulii Caesaris Commeutaria et de bello Gallico '.
Membr., sec. XV, mm. 280 X ITO, di carte .172 n., con lettere
iniz. miniate e fregio marginale nella prima pag.. leg. in asse cop.
di pelle.
1259 (2465).
1) l-lT?"" '
Diogenis Laertii Vitae philosophorum, inter-
prete fratre Ambrogio Camaldulense Apo- '
2) ITT^-ISQ"" '
logia Socratis interprete Leonardo Aretino 3) 189^-195"" '
'
Platonis Orito, Leonardo Aretino interprete' 4) 195^-226''
'
'
Platonis Phaedou, interprete Leonardo Aretino
5) 226^-230 '
Axiochns. Dialogus '.
Cart., sec. XV, mm. 280 X 205, di carte 230 n., con lettera iniz.
miniata, leg. in pelle.
1260 (2467).
'
Marci Antonii Benalii Bergomensis De antiquitatibus et
gestis divorum Bergomensium '.
Cart., sec. XVII, mm. 280 X 200, di carte 144 n., appartenne
all' Ab. Trombelli.
1261 (2648).
'
Martialis M. Valerius. Epigrammata '. Ino. coll'epigr. XIV
del lib. II e precisamente col v.: '
Hinc quoque deceptus
Memphitica tempia frequentat '. Fin.: Ego Marianus la- '
cobi de Castro Anselmo scripsi cum propria manu anno

domini MCCCCLXXVI '.
Cart., sec. XV (1 176), mm. 280 X 195, di carte 165 n., in prin-
cipio ed in fine vi sono molte carte biaucbe, come pnre fra le carte
80 e 81, 151 e 154, 155 e 158, leg. in perg.
1262 (2470).
'
P. Terentii comoediae '. In fine: '
Ego Caliopus reconsui '.
Membr., sec. XV, mm. 280 X 175, di carte 109 u ,

con lettere
Studi Hai. di flìol. class. XVII. . i

50 CODICI LA'IINI
1263 (2471).
'
Mauri Servii comment. in Virgilium '. <Cfr. P. Virgili! :
Maronis Ojera cum comm. Servii, etc. Veuetiis, 178G, in 4°>

57^ Finit Servius super Buccolico, Georgico et Eney-
'
dos Carmine per me Antonium lunensera bononiae litte-

rarum disciplinis insudantem. Anno 1459, quinto nonas
maias ', etc. 266'' Mauri Servii grammatici commen-
'
taria ex Virgilio in libro aeneidos ultimo expliciunt. Anto-

nius nanque lunensis ea et transcripsit et fìnivit XIII Ka-
lendas februarii anni 1459 '.
Membr., sec. XV, (1459), mnì. 270X19'^) di carte 276 n., con
fregio e lettere iuiz. miniate, lag. in asse cop. di pelle. Fu acquistato
dal P. Pellegrino Fabretti a Venezia l'il genn. 1532.
1264 (2473).
'
Firmiani Lactantii De dìvinis institutionibns '. In fine
ha la data: 1465.
Membr., sec. XV. (1465), mm. 280 X 19^, eli carte 290 n., con
splendidi fregi miniati e lettere iuiz. miniate alle ce. V e l'ò'', le'j..
in pelle.
1265 (2474).
'
M. T. Ciceronis De oiBciis et de senectute '.
Membr., sec. XV, mm. 280 X 190, di carte 110 n.. con fregi mi-
niati alle ce. l"" e 71'", leg. in asse cop. «li pelle.
1266 (2475).
'
M. T. Ciceronis Epistolae familiares '.
Menìbr., sec. XV, mm.. 275 X 180, di carte 209 n., con lettera
1267 (247G).
1) 1-44 '
L. Annaei Fiori Memorabiliuin factoruni ab urbe
coudita usque ad tempora Tiberii tercii imperatoris epi-
tome Eutropius. De hystoria romana nsque
"'
2) 49-90 '
ad aunum urbis Komae MCXVIII, scriptus ]ier me Gi-

rardinum de Piperariis de Cremona in Vincentia. Anno
.
MCCCCVIIII '
3) 91-106 '
C. Plinii Seciindi oratori.s
Veronensis De viris illustribus liber incipit. Scriptus per
rne Girardinum de piperariis de Cremona in civitate Vin-
centiae. Anno MCCCCX 4) 107-122^ Daretis Phrigii
'
'
Historia de bello troiano ' — '

Explicit hystoria de de-
structione troiesecundnm Daretem phrigiiim, per me Gi-
rardnra de piperariis de civitate Cremoue scripta in civi-
"
tate Vincentiae. MCCCCXI in trìbas diebus '
5) 122^- 3
'
Epistola Cornei ii ad Crispum Salustium in troyanornm
historiam que in greco a Darete facta est '.
Cart., sec. XV (1409-1411), mm. 270 X 200, di carte 126 n., man-
CMiite delle ce. 45-47, lag. in asse cop. di pelle.
1268 (2477).
'
Aristotelis Politicornm libri Leonardo Aretino interprete '.
Membr., sec. XV, mm. 282 X 200, di carte 160 n., con lettere
iuiz. miniate, leg. in asse cop. di pelle.
1269 (2483).
'
Taxae omnium ecclesiarum '
Membr., s«c. XV, mm. 280 X l^^» *ii carte 50 n., con fregio mi-
niato, leg. in asse cop. di pelle.
1270 (2484).
'
Francisous Ventura. Opiiscula legalia '.
1) ^De sub-
stitutioue vulgari compositura et conscriptura a me Fran-
cisco Ventura j. u. d.
'
2) '
De substitutione compen-
diosa '
3) ' De generalibus circa fideicommissa '.
Cart., sec. XVII, mm. 280X^00, di pp. HO + 114 + 123 u., leg.
in perg.
1271 (2485).
'
L. Aunaei Senecae tragoediae '.
Membr., sec. XIV, mm. 270 X 19'>) di carte 172 n., con elegante
fregio miniato e nella lettera iniz. eravi una figura miniata che ò
stata barbaramente tagliata, leg. in asse cop. di pelle.
52 CODICI LATINI
1272 (2486).
'
Homeri Ilias et Odissea inteiprete Laurentio Valla '.
(Mutilo in princ). L'odissea ine. colle parole: . .

.' omnium
obscurissimi reddiderunt '. L'Iliade ine. a e. 143 ^ <Cfr.:
Homeri Ilias per Laurentium Vallam Latio donata. Lug-
duni, 1541, pp. 1-439). (Mutilo in fine).
Cart., sec. XV, min. 268X200, di carte 37G n., leg. in. perg.
1273 (2488).
'
M. T. Ciceronis orationes '.
Membr., sec. XV, min. 285 X 195, di carte 151 q., cou stemma e
lett. iniz.miniata nella 1* pag., leg. in asse cop. di pelle.
1274 (2490).
'
Matthioli Perusini editio in libros Microtegni Galeni ad
Illuss.'" Principem Christoforum Maur. Venetiarura Duceni
habita '. 'Si quid mihi ingenii est
|
Medicina est ' — '
'
S. G. E. et N.
Membr., scc. XV, mm. 270 X 170, di carte 50 n., cou lettera iniz.
miniata, leg. in asse cop. di pelle.
1275 (2492).
'
Psalterium chorale monasticum '.
Membr., sec. XV, mm. 270X190) <ii carte 17i3 n., con lett. iniz.
miniata, leg. m. pelle.
1276 (2498).
'
Hymiiarium cum notis musicis '.
Membr., sec. XIV, mm. 270X185, di carte 153 n., con lettera
iniz. miniata, leg. in perg.
1277 (2494).
'
lohannis Mariae Lancii Protesium criticarum de naturali
voluutatis libertate Enneades septem, quibus Divi Aurelii
Angustini Episcopi et ecclesiae Protodoctoris decreta expo-
nnntur . Ad Sereniss. Principem Alexandrum
. . TI l\[iran-
dulae Dncem \ etc.
Cart., sec. XVII, nim. 275X19^1 Ji carte •IGo n.. leg. m. perg.
DELLA BinL. UNIVKKS. DI BOLOGNA. 53
1278 (2495).
'
Aurelins de Lauda. Expositio Regulae D. Angustini Epi-
scopi ab Hugone de S. Victore et Umberto Burgundo ex-
cerpta . . . expensis Rev. sororis laliae Faustinae Claudiiiae,
scripta anno Domini 1622 mense JMaii '.
Membr., sec. XVII, mm. 270 X 190, di carte 47 n., leg. in perg.
1279 (2497).
1) 1-29 '
S. Thomae Aquinatis de sacramento
corporis Do-
mini'. <Cfr. Tiiomae Aquinatis Ojniaculd theolog. et
: S.
mornlia, Parisiis, 1656, pp. 384-392) 2) 30-55 Egidius '
[de Columna] de Roma. Expositio super decretali de ca-

none misse '. Firmiter credimus I
est unus deus
' ' — '
benedictus in secula seculorum '.
Membi-., sec. XIV, mm. 205 X -00, di carte 55 n., a 2 col., leg.
iu asse e m. pelle.
1280 (2500).
'
Figurae artium liberalium '• |
'
Hec est figura Grama-
tice artis 'Si quis autem ' — buie rubrice contradicere
voluerit paratus sum iustis rationibus et experimentis cer-
tissimis approbare '.
Membr., sec. XIV, mm. 290 X 200, di carte 10 u., leg. iu cart,
1281 (2501).
1) 1-22 '
Aristotelis Resolutivorum priorum primus liber
'
incipit 2) 24-41 '
Ioannis Argyropuli bizantii ad no-
bilissimum atque doctissimum virum Petrum Medicem Flo-
rentinum: in duos libros Aristotelis de interpretatione ac
de ortu ratiocinationis: per euni e greco in latinum tra-
'
ductos 3) 46-114 Liber primus posteriorum Aristo- '
telis quem Ioannes Argyropylus Bj'^zantius causa Magnifici
viri Cosmae Medicis fiorentini traduxit ' — '

Aristotelis
Perjpatetyci Posteriorum resolutivorum liber secundus et
ultimu.s explicit '.
Membr., sec. XV, mm. 265X190, di carte 11-1 n., con fregio
miniato, leg. in asse cop. di pelle.
51 CODICI LATINI
1282 (2502).
'
Declarationes qnorumdam Concili i Tridentini decretorum
a Cardiualibus sacrae congregationis einsdem Concilii ad
diversos Episcopos et praelatos missae, quibus additae sunt
nounuUae declarationes Pii IV et Pii V et etiam Gregorii
Pont. Kora. singulis suis sessionibns et capitibns ordine
accomodatae: Pontificum declarationibns adiicitur nomen
pontificis, dies, mensis et annus publicatiouis Cardd. congre-
gationis: caeterae sunt quibus uihil additur ', (1570-1586).
1283 (2504).
'
Rf^gula S. Benedicti '• Asculta o fili precepta inagi-
|
'
stri ' — '

hec regna paterna patebunt superna. Amen '.
Merabr., sec. XIV, mm. 2<)0 X 180 di carte 'ó'ó n., con leti, iniz.
miniate, leg. m. pelle.
1284 (2507).
'
Io. Scotus. Super primurn librum senteutiarura '.
Membr., sec. XV, mm. 270 X 190, di carte 180 n., a 2 coi., con
lett. iniz. miniata, leg. in asse coj). di pelle.
1285 (2508).
'
B. Gregorii Papae expositio in Ezechielem '. <Cfr.: S. Gre-
gorii Papae I 0//cra omnia. Venetiis, 1744., I, 1173-1430;.
Membr., sec. XV, min. 2G0 180, di carte 130 n. X | 3 bianche u. n.,
con lettera iniz. miniata, leg. in asse cop. di pelle.
1286 f2509).
1) l-3.")y '
Iohanni.s Teutonici Summa confessariorum '.
|
'
Incipit prologus super confessione f'ratris lohaunis theo-
thonici '. '
Simpliciores minus expertos ', etc. Cnm |
'
—
I
aliquis petit suam confessionem hic conclusit. Cui est

' '
honor in secula seculornm. Amen '. Explicit tractatus |

'
de matrimonio et finitur per consequeus quasi in quatuor

libros distincta tota summa cont'essorum. Deo gratias '
DKLLA 151 BL. U.MVKKS. DI BOLOGNA. 5o
*
2) 359'-364'" '
Paragraphi summe fratris Ray[muudi]
3) 364'"-376^ '
Statata summe confessorum ex sexto decre-
talium '.
I
'
De libri qui de suinma '
— '
nititnr voluii-
tatem '
4) 376''-420'" '
Tabula super summam coufesso-
rum "•
j
' In hac tabula "
— '
aliis locis '.
Mombr., sec. XIV, mm. 262X190, di carte 420 n., a 2 col., leg.
m. pelle.
1287 .2511).
'
Coinmentaria in Evangelinm S. Matthaei '• [Hjac re- {
'
demptor uoster ad eiiiendationera et uonfirmationem evan-

gelice fidei '
—
usque ad consumationem secali '. '
Meiubr., sec. XIII, mm. 2G0 X l'Ô. '^^ carte 1B2 n., leg. in pelle.
1288 v2512).
'
Commentaria in Cantica Cautioornm '.
|
'
Incipit liber
cantici cauticoruin qui hebraice dicitur: Sira Siriu ' —
'
super montes aroraatam. Explicit. Amen '.
Meiubr., sec. XII, ram. 270 X 180, di carte 8 n., sleg.
1289 ^251 3\
'
luveualis, Horatii et Persi i satyrae '.
Meinbr., sec. XV, ram. 255 X 1^0, di carte 21(j n., cou lettere
ini/., miniate elegantemente, le ce. 1. 75, dS e 200 sono state tagliate.
Leg. iu asse cop. di pelle.
1290 02514).
D l-3(j '
'In nomine domini amen.
Rituale antiquura '.
|
Incipit mercantar ad vitatn

benedictio aque ' — '
2) 37 4G Acta S. Alexandri Papae '. Framm. di due co-

'
dici del sec. XII, il primo di 2 carte, con lettere iniz. mi-
uiate, il secondo di 8 carte pure cou lettere iniz. min.
(Questo ine. Incipit ordo super electos ad catecuminum
:
'
facieudura '
— (^.Mutilo in une).
Membr., sec. XV e XII, ram. 270 < 2O0, di carte 15 n., log. in
asse cop. di pelle.
.
56 CODICI LATINI
1291 (2515).
'
Macrobius. In somniurn Scipionis'. <Cfr. : A. jMacrobii
Ojjera. Lipsiae, Tenbner, 1868, in S">. Tn fine: '
N. lOB.
1459 '
Mcmbr., sec. XT, inm. 270X200, di carte HO u., con lettere

iiiiz. miniate, leg. in asse e ni. pelle.
1292 (2516).
'
'SI. T. Ciceronis Rhetorica ad Herenniuin, cnm notis mai-
ginalibus Carmina in Ciceronis laudem '.
'. 54'' '
Uni- |
'
cns orator lumenqne decusque senatus 54^ (Altri versi '
latini) Sepe mibi dnbiam versat sententia mentem '.

'
Membr., sec. XIV, mm. 258X200, di carte 51 n., la 1" carta ò

stata raschiata, leg. in perg.
1293 (2517).
'
M. T. Ciceronis epistolae familiares '. Manca la 1* carta
e con essa le due prime epistole. <Cfr. M. T. Ciceronis :
Ojêra. Angustae Taurinor., 1827, IX, 15-610; X, 1-202).
.Membr., set'. XV, min. 270X1^0, di carte 129 n.. leg. iu asse
cop. di pelle.
1294 (2518).
'
S. lobanuis Chrysostomi homiliae in epistola S. Panli
ad Timotbeum '. In fine: '
transcripttis fnit anno domini
MCCCCLXXI, die XX aprilis. Deo gratias amen '.
Membr., sec. XV, mui, 260 X 190, di carte 177 n., a 2 col., con
lettera iniz. e fregio marg. miniato, leg. iu asse cop. di pelle.
1295 (2519).
'
Psalterium cnm canticis et litaniis '.
Membr., sec. XIV, min. 255X1^^^) '1' carte 101 n., con lettera
iniz. miniata.
1296 (2520).
'
Manuale Eomannm de sanctis '. I
'
Anno domini 1465
DF:LLA BIBL. UNIVERS. DI BOLOGNA. 57
'
die 4^. Incipiunt festivitatis sanctorum per anni circulum
— '
non fuerit contenta de eius professione fienda '.
Membr., sec. XV, mm. 250X1^5' "î carte 115 u., con lettere
iaiz. miniate, leg. in pelle.
1297 (2521).
'
Manuale Romanum de tempore '. '
Incipit. . . manualis
—
|
[secundum] consuetudinem, sen onoreni curie romane '
'
et sic usque ad infinitum '.
Membr., sec. XY, mm. 255 X l^Ô) di carte 119 u., con fregio e
lett. iniz. miniata, lej. iu pei'g.
1298 (2522).
'
Psalterium et Cantica cum glossis '.
Membr., sec. XIII. mm. 255 X l'Ôj di carte 180 ii., leg. iu perg.
1299 (2523).
'
L. lunii Moderati Colnmellae Rei rusticae libri XII '. In
fine: '
Liber. Gasparis. Zacchii. Episcopi. Auximani. 1468 \
Membr., sec. XV (14G8), mm. 2G0 X 165, di carte 218 u., leg. in
pelle. Fu acquistato a Siena dal P. Trombelli.
1300 (2525).
'
P. Terentii Afri comoediae '.
Membr., sec. XVj mm. 260 X 1^0» di carte 90 u., con fregio mi-
niato a e. 1^.
1301 (2527).
'
P. Ovidii Nasonis Fastorum libri VI et Tristium libri V \
Membr., sec. XV, nini. 260 Xl'?*^, di carte 161 n. -f- 2 carte
bianche n. n., con lettera iniz. miniata, leg. in asse cop. di pelle. Fu
acquistato a Venezia dal P. Pellegrino Fabretti l'il genu. 15o2.
1302 (2529).
'
lustinus. Historiarum ex Trogo Pompeio libri XLTV '.
Membr., sec. XV, mm. 260 X 1^5, di carte 175 n., con elegante
fregio e lettera iniz. miniata nella P pag. Nel marg. infer. havvi
uno stemma inquartato bianco e nero, leg. in asse cop. di pelle.
58 CODICI LATINI
1303 (2531).
'
S. Ambrosii p]pÌ8tolae ac alia opuscnla '. <Cfr.: S. Am-
brusii Opera. Veuetiis, 1751, III, 777 sgg. ; IV, 279 -sgg. ;
III, 927 sgg.; IV, 171 sgg.; III, .563 sgg.>.
Membr., sec. XV, inm. 250 X l''0, di carte 199 n.. leg. in pelle.
1304 (2532).
'
Evangelinm cnm glossis '.
Merabr.^ sec. XIII, inm. 255 X lf>0, di carte Si u., leg. in perg.
1305 (2535).
1) Expositio Eegulae
S. Augnstini ii^ Instituciones ' '
S. Augustini Episcopi de vita canonicorum [Regularium '
Monasterii S. lohannis Evangelistae Brixiensis]. Hec sunt |

'
qiie ,vobis observanda precipimus ' —

Eugenins an. VI '
'
xv-cxLii '
Incipit regula canonicorum [Regularium '
S. Andreae de Musiano dioc. FlorentinaeJ. |

'
Cuni orde
canonicorum — iuste quod iustum'
2) ' ' 113-146'" (Cro-
naca lat. Bresciana dall' a. 1117 al 1213. Cfr. : Zanetti Gui-
dant. Nuova race. d. monete (V Italia IV, 471> 3) 147-222''
'
Liber Canonici Ordinis et ecclesiasticorura officiorum '.
|
'
In primis quotieus ebdomade sint ' — '
accipere possi-
mus '
4) 222 ''-225'' ' Ordo de officio sancte Marie qua-
li ter per totum annum dicatur '
5) 226 '"-232'' ' Ex con-
cilio Triburiensi seu decretis Melciadis pape '.
j
'Si quis
voluntarie fecit homicidium '
— '
suplicio '
6) 233*^-240''
'
In nativitate S. Andreae apostoli '.
|
'
Unus ex duobus ' —
'
desiderans te videre '. (Oum notis musicis).
Membr., sec. XII e XIII, mm. 255 X 180, di carte 240 n., leg. iu
asse cop. di pelle. \n principio è notato: '
Iste liber est Ecclesie
S. lohannis de Foris Brixie '.
1306 (2537).
1) 1-27'" Hieronymi et Gennadii De viris illustribus '.
'
S.
<Cfr. S. Hieronymi De viris illustr. Augustae Taurinor.,
:
1890, in 8" e S. Hieronymi Opera. Antuerpiae, 1579, IX, 209>

2) 27''-50 Beda. De sex aetatibns mundi '.

'
De sex |
'
mundi huius aetatibus tanto patri honore recon- ' — '
didit '.
Meinbr., sec. XV, mm. 258 X 180, di carte 50 ii , con lett. iuiz'
miniate, leg. in pelle.
1307 (2538).
'
Regala de vita canonica '. In hoc libro snnt coUecta |
'
ex dictis diversovnm sanctornm que snut per clericos bonos

facienda et que dimittenda '. (Nota marginale).
Meinbr., sec. XIII, mm. 2r;0 X 1^5, di carte 136 n., leg. in asse
e in. pelle. In principio è notato: '
Usns est Ven. Pater noster Mat-
thaeus Dinus '.
1308 (2539).
1) 1-23 '
Ariosti Alexaudri Topogr<q)bia Terrae promis-
sionis. Ad Illustrissimum Principera Borsinm Mutine Re-
giique Ducern Marchionera E.stensem ac Rodigii Comitem '
2)24-28'' '
Mare rnagnum Sixti quarti '. '
Sixtus Epi-
—
|
!?copus servus servor. Dei, etc. . . . Dudum siquidem '
'
Dat. Rome apud
S. Petrum, anno Incarnationis dominice
millesimo quadringentesimo septuage.simo quarto, pridie

'
Kal. septembris, pontiiicatus nostro anno quarto
3) 28''-29'' Epistola f. Alexaudri Ariosti or. mi. ob. ad
'
Post pedum oscula beatorum

'
Sixtum pontificem IIII '.
|
'
— '
Sacro ex coenobio Patriarchae Antiocheni, kal. sep- X
tembris M ecce LXXVI
. 4) 29^ Litterae Patriar-
.
'
'
chae Antiocheni ad Sixtum P. M. per me fratrem Alexan-

drum Ariostum ex Arabico in latinum versae, quibus et
superioribus proxime scriptis papa benentium Patriarchae
isti contulit l'edditus annualern ditcentorum ducatonim in
insula Cypri Deus excelsus '
Ex nostro Coenobio Ca-
•
|
' ' — ^
nubim in Montelibano, die XVIII Octobris MCCCCLXXVI.

gme pietatis T. Petrus Antiochensis Patriarcha '.
Meìiibr., sec. XY (1176), mm. 265X150, di carte 29 n., cou let-
tera iniz. miniata, leg. in perg.

60 CODICI LATINI
1309 (2540).
'
P. Virgili! Maronis opera '. 1-14'' Bucolica 14^-50
Georgica 51-211 Aeueis.
Membr., sec. XV, inm. 250 ,< 18 ', di carbo 211 n., cou lotterà
1310 (2541).
'
Evangeliura S. lohannis cura glossis '.
Membr., sec. XIII, inm. 280 X l'Ô, di cai-te 99 u., cuii lettera
iuiz. miniata, leg. in perg.
1311 (2543).
1) 1-30 'Pomponii Melae Cosmographia '
2) 31-137 '
Cla-
rissinii viri D. lohannis Bochatii fiorentini De montibus,
'
silvis, fontibus, fluviis ac etiam stagnis seu paludibiis
3) 138-14G'" '
Vibii Sequestris De lluminibns, fontibus, ue-
moribus, lacubus, paludibus, montibus, gentibus per litteras
alphabeti liber incipit '. <Cf'r. : Vibius Sequester. De flu-
minibus, foìitibus^ etc. Argentorati, 1778, in 8°>. 4) 146^
'
C. lulii Solini Collectanea rerum raemorabilium '
Membr., sec. XV, min. 250 X ITO, di carte UG |- 71 n., cou let-
tere iniz. miniate, leg. in asse cop. di pelle. Fu acquisi ato a Venezia
dal P. Fabretti l'il genn. 1532.
1312 (2544).
1) M. T. Ciceronis De paradoxis, de senectute et
1-25"" '
2) 25^
'
de vera amicitia Signifìcatoria papatus et '
offerì se in opportunitatibus '. Urbanus [VI] episcopus |

'
servus servor. Dei dilecto (ilio Angelo de Ravello de Nea-

poli gramatice professori salutem et apostolicara benedi-
ctioneni '•
|
'
Etsi ad te, fili dilecte ' — '
Dat. Rome, kal.
Maii, Pontificatus nostri anno primo '. (1378) 3) 26-68
'
Plutarchi Dionis vita latine reddita '.
|
'
Cum Plutar-
chum quera non hospicio solum ' — '
deicerentur in pe-
'
lagns 4) 59-76 (Trattato lat. di ortografia e prosodia).
^
Ortografìia est pars gramatice '
— '
sua castra dicavit
5) 77-84 (Altre» trattato anoi. di ortografia). '
Grama-
DKLLA BIBL. UNIVKKS. DI BOLOGNA. 61
tice pars prima vocatur Orthograpliia ' — '

cura prima ut
predixi
'
6) 87-90 (Framm. di un trattato anon. '
De
amicitia '> . . .
'
legnntis animus ornatu ' — '
Isti iam '. . .
Membr., sec. XIV, inm. 250X18^. f'J carte 84 -p G n., leg. in

asse e m. pelle.
1313 (2545).
'
Apocalypsis commentaria cutn glossis '.
Membr., sec XIV, min. 2")2 X 1^0, di carte 96 n., leg. in asse e
m. pelle.
1314 (2547).
'
Sacrameutarium S. Euphemiae Brixiensis '.
Membr., SPC. XII, mm. 2-iO X 150, di pp. 289 u., leg. m. pelle.
1315 (2548).
1) 1-121 '
M. T. Ciceronis De officiis
'
2) 123-151 M. '
T. Ciceronis De amicitia
'
3) 153-177 '
M. T. Ciceronis
De senectute '.
Membr., sec. XV, mm. 250X165, di carte 177 n., molte delle
quali sono state tagliate nei margini inferiori ed una cai'ta manca
fra le ce. 152 e 153, con fregi miniati ed uno stemma nelle pagg. l"",
51", SS', 123'", leg. in asse e m. pelle.
1316 '(2549).
59-64 '
De articulis fidei. Gap. CXIIII-CXXVIIII '.
|
'
Quo-
niam valde ignominiosum ' — '
ordinate et discrete '.
Cart., sec. XV, mm. 250 K 175, di carte GÌ n. -j- 6 bianche in

fine: prov. : 'Ex mss. Constantii Mariae Zinetti j. u. d. Ser, Prin-
cipis Venetiar. theologi ordinarli '. Fu acqiiistato in Brescia dal
P. Trombali i.
1317 (2550).
1) 1-41 ' Dionysii Areopagitae De caelesti hierarchia '.
<Cfr.: S. Dionysii Opera. Antuerpiae, 1634, l-228>

2) 43-47 '
Liber de concordia prescientie et liberi aibitrii
Anselmi Cantuariensis Archiej)iscopi '. <Cfr. : S. Anselmi

62 CODICI LATINI
Opera. Coloniae, 1574, III, 191-205) 3) 49-55 '

Liber de
gratia liberi arbitrii secundam B. Anselmum Cantuarien-
sern
'
4) 56-()3 '
Liber B. Aiiselrai Cautuariensis Ar-
chiepisc. De <CfV. Op. cit., ITI, 79 87>
veritate '
. 5) 64-69 :
'
Liber B. Auselmi Arcliiepisc. Cantnariensis De libero ar-
bitrio '. ;Cfr.: Op. cit., Ili, 87-94) 6) 70-83 Liber de '
casu diaboli B. Anselmi '. <Cfr.: Op. cit., Ili, 94-108)
7) 84 Liber de azimo et fermentato '. <Cfr. Op. cit.,

'
:
Ili, 126-9) 8) 87-97 Liber B. Anselmi Archiepisc. De '
peccato originali '. <Cfr.: Op. cit. III, 109-126) 9) 98-109

'
De processione spiritus sancti \ <Cfr.: Op. cit., Ili, 130-145)
10) 110-115 '
Excitatio mentis ad contemplandum do-
minum '
11) 116-123 '
De incamatione <Cfr. Op.
verbi '
:
cit., Ili, 41-50) 12) 124-150 '

Liber monologii Anselmi
Archiepisc.'. <Cfr.: Op. cit.. Ili, 1-28) 13 151-172 '
Cur
deus homo '. <Cfr. : Op. cit.. Ili, 51-79) 14) 173-181 '
De
'
sacramento altaris 15) 182-195 Liber B. Bernardi '
Abbatis Clarevallensis prò dispensatione '. <;Cfr.: S. Ber-

nardi Opera. Parisiis, 1690, p. .500-524).
Membr., sec. XIII, inni. 250X195, di carte 195 u., a 2 col., leg.
in pelle.
1318 (2551).
'
Versiciili et Responsoria in processionibns et missis'.
(Mutilo in fine).
Membr., sec. XIII, mai. 253X1^*^) tli carte 34 n., leg. in perg.
1319 (2552^).
1) 1-74 (Palili MafFei Veronensis epistohie XXII Card.
Sanctae Crucis, Nicchio et Bartholomaeo fratribus, P. Gal-
dino, Blaxio Veneto, Marchionissae Montisferrati, Guidoni,
Zanino Ricci et Candido Decembri, Bartholomaeo Bonon.,
Francisco Barbaro, Andreae Contareno, Thomae Cremo-
nensi. 1413-1437) 2) 75-86^ '
Epistola Gregorii Cou-
rari Apostolicae Sedis Prothonotarii ;)d 111. virginem Cae-
ciliam de Gonzaga '. <Cfr. : Martene e Durand. Vet. .^crijjfor.
7'"
et mov. roìler.fio. Ili, 829) 3) 86"'- '
Gregorius Conra-
DRLLA BIBL. UNIVERS. DI BOLOGNA. 63
rius comendat praescriptam episiolam Victorino praeceptori

suo ut emendet '. (Bououia . Ili . lulii) 4) 87^-96 '
Epi-
stola Gregorii Conrarii Prothonotarii ad lohannem Mona-
chum Carthusium '.
|
'
Vereor ne arrogantiae ' — '
Flo-
rentiae II Nona.s Martias '•
|
'"
lohannes Magantiuns hnnc

libellum exseri psit 1448 '.
Membr., sec. XV (UiS), mm. 280 X ITO, di carte 97 n., con fregio
miniato, leg. m. pelle.
1320 (2553).
'
M. T. Ciceronis De oratore ad (ûintnm fratrem '. In
fine. Omnipotenti Domino nostro gratias retfert lohannes
'
Petrus \
Membr., sec. XV, mm. 250X180, di carte Ili n., con lettere
iniz. miniate ed un fregio min. nella 1' pag. Lo stemma nel marg.
inf. è stato raschiato; leg. in pelle.
1321 (2554).
'
Quodlibet de aeternitate aevo tempore, de j)eccato primi
angeli, de duobus principiis, de peccato, de ira per zelum,
de peccato veniali, de rairaciilis, de angelis, de perseve-
rantia, de obedientia, de patientia et fide, de fato, de mar-
tyrio, de patientia, de perseverantia, de conscientia, de
ieiunio, de oratione, de speciebns oratiouis efficacia et de
elemosina, de anima, de apparitione Christi, de innovatione
mundi, de doti bus animae, de visione vel cognitione dei,
de gratia, de peccato veniali, de sacramentis '.
Membr., sec. XIII, mm. 250 ,< 200, di carte 102 n., a 2 col., fu
donato alla biblioteca di S. Salvatore dal P. Trorabelli.
1322 (2555).
'
Leonis Papae sermones ad diversas festivitates atque
S.
materias '. In fine: Walterius de Valle soripsit '.

'
-Meiuljr., >ec. XV, mm. 250X165, di carte 188 n., con lettera
64 CODICI LATINI
1323 (255G).
'
Thornae Aquinatis coinjìendium theologicae veritatis '.
S.
In fine: Scriptns et completns per me lohaunem de

'
luxa cancelarium communitatis catari, die Vili" novemliris

MCCCCXXXV Ind. XIII '.
Membr., sec. XV (14B5), mm. 210 X 16o, di carte 100 n. ^- 5 n. u.

bianche fra le ce. 5 e G, leg. in pelle.
1324 (2557).
'
Kalendariurn, Praefationes, Missaeet orationes diversae '.
Membr., sec. XII-XIII, min. 215 X 150, di pp. 64 n., con lettere
iuiz. miniate, leg. in pelle; fu acquistato dal P. Trombelli.
1325 (2558).
'
Capitnlare, Hymnarinra et Orationale Brixiense '.
Membr., sec. XlVj mm. 250 X 180' di pp. 188 n., leg. in perg.
1326 (2560).
'
Breviarium Cartiisianum '. A
in marg. è tiotato: e. 9""
'
Iste liber est doraiis sancteMarie et loliaunis evangeli-
ste domus Cartusie Pisarnm siguatum per FF '.
Membr., sec. XV, mm. 250 X 180, di carte 285 n., a 2 col., leg.
in asse e m. pelle.
1327 (2561).
'
lacobus de Voragine. Flos sanctornm \ (Mutilo in prin-
cipio). <Cfr. lacobus de Voragine Vitae iâncloruìn. Vene-
:
tiis, 1488, e. XLiiii, lin. 37-xlix, xv-xlii, v^-vi, xlix-cxxxvii^,

lin. 11>. (Mutilo in fìuej.
Membr., sec. XIV, mm. 250 X 190, di carte 243 u., a 2 col., leg.
1328 (2562).
'
Lactantii Firmiani Institutionnni divinarum libri VII \
Membr., sec. XV, mm. 245 X 170, di carte 28!) n., con elegante
fregio miniato nella 1" pag. e lettera iniz. miniata, leg. iu pelle.
17. 8. '908
1329 (2564).
1) 1-42'' '
Diouysii Ariopagitae Atheniensis Episcopi De
celesti hierarchia '
[seciindum translationem Ambrosii Ca-
maldulensis]. <Cfr. : Dionysii Areop. Opera. Parisiis, 1498,
oc. 1-21'"> 2) 42-74 '
Dionysii Ariopagite Atheniensis
Episcopi ad Timotheum Episc. Ephesinum De divinis no-
\ <Cfr. Op. cit., ce. 47-78>
miuibiis 3) 74-75 Eiusdern
:
'
ad Timotheum Ephesi Episcopum De mistica theologia \

<Cfr. : Op. cit., ce. 79-81>. '
Absolvi Ambrosius peccator
Dyonisii opnscula in monasterio Fontis boni XV kal. aprilis
anno MCCCCXXXVI." Indictione XV emendavi et cum
greco contuli in heremo III ydus aprilis 75'^ "^-84
'
4)
'
Dyonisii Ariopagite Atheniensis episcopi epistole '. <Cfr. :
Op. cit., ce. 81^-102 '"> 5) 85-7 Incipit quedam epistola '
beato Dyonisio intitulata de transitu apostolorum Petri et

Pauli '.
I
'
Saluto te ' — '
Explicit epistola B. Dyonisii
de morte beatorum Petri et Pauli apostolorurn, a quo au-
tem sit translata ignoro '.
Membr., sec. XV (1436), mm. 245 X 170, di carte 87 n., a 2 col.,

con lettere inia. miniate, ieg. in asse cop. di pelle.
1330 (2565).
'
Missale Sarisburiense '.
Membr., sec. XIII, mm. 240 X 165, di pp. 625 n., delle quali
mancano le pp. 313-316, 561-2, 575-578, a 2 col., con lettere iniz. mi-
niate, molte delle quali sono state tagliate, Ieg. in pelle. Fu acqui-
stato dal P. Trombelli
1331 (2566).
'
Bartholomaeus Platina. De falso ac vero bono \
Membr., sec. XV, mm. 245 1^0) di carte 47 X u., con lettera
iniz. miniata e stemma nel raarg. inf. della 1" pag., Ieg. in asse cop.
di pelle.
1332 (2567).
1) 1-57'" '
Caietani de Tienis Recollectae saper octo libris
physicorum Aristotelis, scriptae per me fratrem Anselmnm
de Arretio 1452, XV decembris, bora prima cum dimidia
studi ital. di filul. class. XVII. 5
,
66 CODICI LATINI
iioctis, in conveiitu S. Mariae ab Angelis extra Ferrariara '
<Cfr. l'ed. s. 1., a. e t., ma circa del 1480> 2) ÒT^-BO''

'
Questio Magistri Blasii [Pelacani] de Parma utrum duo
corpora dura possint se tangere \ ^'Cfr. l'ed. di Venezia,
hered. Octaviani Scoti, 1505, V Id. Octob., ce. 70''-73'">.
'
Hunc librum donavit mihi quondam soror Isabetta uxor
Petri Burdiui de Cesena mihi inquam fratri Thomas de :
Albicis de Florentia Ord. Praed. anno Domini MDVI." ter-

'.
tio kal. lunii
Cart., sec. XV, mm. 240X1'^0) ^^ carte 61 n., a 2 col. mane,

della e. 45, leg. in pelle.
1333 (2568).
1) 1-125'" '
Incipiunt commentaria B. Hieronymi presbiteri
super Matthaeum '. Explicit quartus liber com-
In fine: '
mentariorum S. Hieronymi super Matthaeum transcriptus

anno domini MCCCCLXXX, die XVI decembris '
2) 125^-168 ^
Incipit expositio S. Hieronymi presbiteri in
lamentationibus Hieremiae prophetae '. In fine: '
Explicit
expositio B. Hieronymi super lamentationes Hieremiae pro-
phetae . . . trascripta anno domini MCCCCLXXXI, die ul-
tima martii .'.
Membr., palins., sec. XY (1480-1), mm. 240 X 170, di carte 169 n.,
1334 (2569).
'
S. Hieronymi et S. Augustini epistolae et sermones '.
Membr., sec. XV, mm. 240 X ITO, di carte 217 u., a 2 col., con
Ietterò iniz. miniate, leg. in asse cop. di pelle.
1335 (2571).
'
Liber lob, ludith, Ester, Esdra et Macchabeorum \
Membr., sec. XII, mm. 235 X 160, di carte 174 n., leg. in pelle.
1336 (2572).
'
S. Cypriani epistolae et tractatus '.
Membr., sec. XIV, mm. 240 K 170, di carte 112 n., con lettera
''niz. miniata, leg. in pelle.
1337 (2573).
'
Tiiictoris lobannis Explanatio musicalis '.
Membr., sec. XV, mm. 240 X 170, di carte 190 n., con fregi e
1338 (2575).
'
Priscìanus. Institutionum grammaticarum libri XVI'.
(Mancano i libri XVII e XVIII).
Membr., sec. XIII, mm. 240 X 150, di carte 89 n. n., con lettera
iniz. a colori, leg. in asse cop. di pelle.
1339 (2577).
C. Svetonii Tranquilli De vita XII Caesarum '. (Manca
la fine del lib. XII).
Membr., sec. XV, mm. 235X180, di carte 112 n., con lettere
iniz. miniate, e fregio miniato nella 1* pag., con mezza figura rappres.
Giulio Cesare ; mutilo in fine, log. in pelle.
1340 (2578).
'
Maximi summaria, edita per excellentissirnum de-
Valerii
cretorum doctorem D. lobannem Andrea '. Alta religio |
'
negligit omnia —
debito supplicio tradidit '.
' '
Membr., sec. XV, mm. 250 X 180, di carte 57 n., con fregio mi-
niato e lettera iniz. miniata, leg. in tav, cop. di pelle.
1341 (2579).
1) Formula prò confessione '.
l-BO"" '
Postquam ille qui |
'
vult confiteri ' —

'et multorum doctorum 2) SO"" Decre- ' '
tum pape Pauli II (Dat.Eome, anno Domini MCCCCLXVII,

'
.
decembris) 3) 39^ 'Incipit decretalis D. Innocentii

pape III de penitentiis, remissionibus, etc.'. (Mutilo in fine).
Membr., sec. XIV-XV, mm. 245 Xl^, di carte 39 n., alcune

delle quali tagliate ne' margini, a 2 col., sembra mutilo in principio
ed in fine, leg. in cartone.
1342 (2580).
'
De virtutibus moralibus incerti '•
|
'
Virtutes principales
sunt VII ' — '
d. rubeum proportionaliter '.
Membr., sec. XIV, mm. 240 X 170, di carte 30 n., con lettera
iniz miniata, leg. in asse cop. di pelle.
.
68 CODICI LATINI
1343 (2581).
'
C. [unii Tuvenalis satyrae '. In fine: '
Explicit liber lu-
venalis. Die octava octubris MCCOCLXXVII bora V vai VI,
die vero Mercurii expletus est hic liber '.
Merabr., sec. XV (1477), min. 235X180, di carte 87 n., con let-
tera iniz. miniata, lag. in asse cop. di pelle.
1344 (2582).
'
1) '
C. lunii luvenalis satyrae 2) '
Auli Flacci Persii
satyrae '.
Membr., sec. XV, ram. 235 X 175, di carte 69 n., con lettera
iniz. miniata; cart., sec. XV, di carte 12 n.
1345 (2583).
'
Q. Horatii Flacci odae '.
Membr., sec. XV, mm. 240 X 140, di carte G5 n., con lettera
1346 (2584).
'
P. Ovidii Nasonis De tristibus liber feliciter incipit '.
iniz. miniata, leg. in asse e m. pelle.
1347 (2585).
1) 1-86 -^ '
M. Tallii Ciceronis De officiis
'
2) 86'--107
Eiusdem De senectute
'
3) Eiusdem De ami- '
108-133 '
citia 4) 134-146'
'
Eiusdem Paradoxa ad Brutum '
'
5) 146^-200 Francisci Barbari Veneti patritii ... ad no-

'
bilem virum Laurentium Medicum civem florentinum de

re uxoria liber incipit '•
|
' Maiores nostri, Laurenti ca-
rissime ' — '
tibi deditissimo proficiscitur '.
niato, lettere iniz. miniate e lo stemma della famiglia Castelli, leg.
in asse cop. di pelle. Fu donato il 23 genn. 1599 da Gio. Battista
Segni alla Biblioteca di S. Salvatore.
1348 (2586).
'
Statata monasterii S. Augustini Nicosiae Diocesis Pi-
sanae '
Membr., sec. XV, mm. 240 X 118. di carte 22 n., a 2 col., leg.
in pelle.
1349 (2587).
'
Ambrosi! tractatus de Psalmo CVIIIX»
S. (OXVIII). '
<Cfr.: S. Ambrosi! Ofera. Venetiis, 1748, II, 330-717). Ex- '
plicit tractatus de psalmo CVIIIX S. Ambrosi! mediolanen-

sis archiepiscopi, transcriptus anno domini MCCCCLXXX
die VII mensis aprilis et est Monasterio S. Salvatoris de
Bononia '.
Membr. palins., sec. XT (USO), mm. 245 X 172, di carte 196 n.,
con lettera iniz. miniata, leg. in pelle.
1350 (2588).
'
S. lohannis Chrysostomi De providentia Dei ad Stagi-
rium '.
I
Ad IH. Principem Petrum Lusitaniae Regis
'
filiuni Ambrosius Camaldulensis Snnt quidem plu- '

.
j
'
rima ' — dilecte deo princeps '•

'
Oportuerat quidem |
'
'
— '
vel deiici poteris '.
iniz., miniata, leg. in asse cop. di pelle.
1351 (2589).
'
Calendarium, Breviarium et preces '.
Membr., sec. XIII, mm. 240 X 150> di pp. 241 n., leg. in perg.
1352 (2590).
'
Manuale chorale Benedictinum '. Incipit |
^
liber qui di-
citur manuale. Capitula de adventu Domini ' — (Mutilo
in fine).
Membr., sec. XIV, mm. 238 X 170, di carte 97 n., leg. in pelle.
1353 (2591).
1) 1-37 Raymundi
'
Lulli De consideratione quintae es-
seutiae re¥um transmutabilium Primus liber de con- '.
|
'
sideratione quinte essentie omnium rerum transmutabilium.

In nomine domini nostri Yhesu Christi, Incipit liber de
famulatu phylosophiae Qui liber directus fuit a B. Ray-
. . .
mundo yllerde de insula maioriearum. Abbati Sancti Be-

70 CODICI LATINI
nedicti apud Parisius, prout ipse Raymundus in prologo

libri diete artis dicit '•
|
'
Dixit Salamon ' — '
evangelicis
viris erogatus. deo gratias. amen '
2) 38-44 '
De aqua
'
vite hic sequitur 3) 45-54'" '
Incipit distinctio oleo-
rum '
4) 54'"-56'" (Ricettario lat. per vari mali)
5) 56 '^-T ' Alphabetum ex rota phylosophiae Ray mundi '
6) 58-95 (Altri ricettari).
Cart., sec. XV, mm. 240 X 175, di carte 95 n., leg. in perg.
1354 (2592).
'
M. T. Oiceronis epistolae familiares
In fine: M. T. '. '
Ciceronis epistolarum liber XVI et ultimns explicit die

V mensis Aprilis. 1445. per me presbiteri! m Valeriannm
de Tussignano Imolensis dyocesis, in villa Vigovenciae Fer-
rariensis dyocesis '.
Membr., sec. XIV (1445), mm. 240 X 160, di carte 134 n., con
1355 (2594).
'
1) 1-11 '
Porphyrii Isagoge in artem veterem Aristotelis
2) ll^-Sl"" 'Aristotelis Predicamenta
'
3) 31^1'
'
Gii berti metrapolitaui (Gislebertus Porretanus) Sex prin-
cipia
'
4) 41^-53'" '
Aristotelis De interpretatione
'
5) 54^-112 'Aristotelis Topica'.
Membr., sec. XV, mm. 232X160, di carte 112 n., con lettera
1356 (2595).
'
CorDelius Nepos. Vitae imperatorum '
. Seguono dodici versi
di Emilio Probo che ine. :
'
Vade liber noster fato meliore
memento '.
Cart.f sec. XVI. mm. 240 X 168, di carte 92 n. -f 5 bianche n. n.,
con lettera iniz. arabescata a penna, leg. in asse cop. di pelle.
1357 (2596).
'
Petrus de Cresceutiis. Liber ruralium commodorum '.
Cart., sec. XV, mm. 240 X 1^0, di carte 205 n., leg. in perg.
1358 (2599).
'
Burchardus Woruiatiensis Episcopus. De iure canonico '. |
[B]archardns! solo nomine Wormatiensis Episcopus Bruni-

choni fidali filio videlicet sedis proposito in Christo do-
mino salutem '.
|
'
Multis iara sape diebus ' — '
moi'ibus
bonis conservent '.
Merabr., sec. XIII, mm. 230 X 160, di carte 128 n., leg. in asse
cop. di pelle.
1359 (2600).
'
leremia index de Montagnone '. Compendium moralium
notabilium '•
|
'
Utilimnm est quasi necessarium ' — '
sed
nomini tuo da gloriam '. <Cfr. l'ed. di Venezia, Pietro Al-
bignano, 1505).
lettere iniz. miniate, leg. in pelle. In fine è notato: '
Vincentii Ray-
neri Doctoris '.
1360 (2601).
1) 1-36 '
Fr. Antonii (Bettini) de Senis Episcopi Fulgi-
natensis. De morte desideranda et vita temporali conte-
mnenda '
. (Differisce dall'ediz. A. de Senis. D<ì divina praeor- :
dinatione vitae et mortis humanae. Florentiae, 1480). |

'
Quo-
niam per ignoranciam ' — '
salutem animarum amen '
2) 37-111 '
S. Bernardi Liber de consideratione ad Euge-
uium Papam '. <Cfr. : S. Bernardi Opera. Parisiis, 1719,
I, 413-464) 3) 113-128 '
Incipiunt gesta domini n. et
salvatoris Yhesu Christi que invenit theodosius magnus im-
perator in yerusalem in pretorio phylati in codicibus pu-
blicis inanno nono decimo '. Factum est in anno nono |
'
decimo ' —
Bartholameus clericusqne parmensis scripsit
'
atque exemplavit die martii 1465 '. XX

XV (1405), mm. 240 X 165, di carte 128 n., con lettera
Cart., sec.
iniz. miniata e stemma nel marg. inf. della 1' pag., leg. m. pelle.
1361 (2604).
'
Sancti Patri Athanasii Episcopi x\lexandrini proemium in
Psalmos ad Marcellinum, Bononiae vertebat Ioan. Curte-
72 CODICI LATINI
rius ab exemplari graeco Francisci Rnpifucaldii Trenorchii

Abbatis Cai. Novemb. MDLXXIX '. Tuum ego, chare |
'
Marcelline ' —
'et sanctitate pieni ista locuti sunt '.
Cart., sec. XYI (1579), mrn. 230 X 170, di carte 27 n., leg. in perg.
1362 (2605).
'
Rituale Romanum '.
Membr., sec. XT, mm. 230 X 170, di carte 43 u., leg. in asse
cop. di pelle.
1363 (2606).
1) 1-47 '
Brevissima Institutionnm iuris civilis Sumnia '
2) 50-75 ' Brevissima rhetoricae praeceptorum Col-

lectio '.
Cart., sec. XVII, mm. 230 X 165, di carte 80 + 20 bianche n. n.

in iiue, leg. m. perg.
1364 (2607).
'
Psalterium Romanum '.
Membr.. sec. XV, mm. 240 X 170, di carte 162 n., leg. in asse
cop. di pelle. Mutilo in principio.
1365 (2609).
'
Eusebii Caesariensis Historia ecclesiastica Rufino inter-
prete '. <Gfr. l'ed. di Roma, Antouius de Rubeis, 1711,
tom. 2, in 4°>.
Membr., sec. XV, mm. 230 150, X di carte 288 n., con lettera
iniz. elegantemente miniata, nel raarg. inf. della 1* pag. mezza figura
di Cristo miniata, altre lettere iniziali miniate a ce. 3'', 3r, 90"', 195^',
265% leg. in asse cop. di pelle.
1366 (2610).
1) Johannes Chrysostomus. De dignitate sacer-
1-40'" '
S.
dotali '. De sacerdotio) Mihi
(Diversifica dall' ed. dell' op.: |
'
quidem multi recipias tabernaculum

' — 2) 40M4
'
Ad ' '
Theodoram Lapsum epistola '. <Cfr. : S. loliannis Chrysost.

Opera. Amstelodarai, 1687, V, 405) 3) 45-59' '
Tractatus
si ve sermo S. lohannis Grisostomi super L psahnum seu

Miserere (Diversifica dall' ed. Cfr. Op. cit., I, 380-392)
'. :
4) 59^-61 Alius eiusdem incipit sermo super CXXII

'
psalmo '. <Cfr. : Op. cit., I, 486) 5) 62-69 '

Super mu-
'
lierem fortem quis iuveniet S. lohannis Chrysostorni
6) 71-98'' '
Liber S. lohannis Grisostomi de laudibus beati
Pauli apostoli Op. cit., Ili, 315)
'. (Cfr.: 7) 98''-116 Vita '
S. Dionysii Areopagitae auctore Hilduino Abbate '. Post |

'
beatam et salutiferam —
'et per omnia saecula saeculo-
'
rum. Amen '
8) 117-126 Paulini Mediolaneusis De be-

'
nedictionibus patriarcharum libellns '. <Cf'r. : Veter. Patrum

lat. ojmscula. Bononiae, 1751, T. II, P. I, p. 206-221).
Membr., sec. XV, mm. 225X160, di carte J2ij n., a 2 col., con
lett. iiiiz. min., leg. m. pelle.
1367 (2611).
'
De ratioue spherae et de planetis '. Naturalis |
'
ratio
XII signorum —
incunctanter progrediamur \
' '
Membi-., sec. XV, mm. 230 X 150, di carte 64 n., con lettera
1368 (2613).
'
P. Terentii Afri comoediae '. In fine: '
Baldus scripsit '.
Membr., sec. XV, mm. 235 X 155, di carte 90 u. !- 3 bianche n. n.
in fine, con fregio miniato nella 1" pag. e lettere iniz. miniate, leg.
1369 (2614).
1) 1-8 (Tabulae astronomicae). j
'
Ad signum arietis ' —
'
Explicit canon super tabula magistri lohannis acta Pa-
risius anno Christi 1321 et comunicata Mediolan. per ma-
gistrum Marxilium de Padua magistro Symoni de morouis
1327. die 17.° novembris. deinde comunicata fratri angu-
stino. 1337. die 17 novembris. deinde comunicata de este
1343. die 27 martii. deinde comunicata mihi Bonio. 1344.
die iovis. 18. martii 2) 9-24 leremia de Montagnone
'
'
.
74 CODICI LATINI
Compendium moralium notabilium '. <Cfr. l'ed. di Vene-

zia, 1505>. (Mutilo in fine).
Membr., sec. XV, min 240X1^5, di carte '21 u., leg. in. perg.
1370 (2615).
1) 1-18 (Carlo di Vanuuccio da S. Giorgio). '
Commemo-
ratio conspirationis in divum Borsium per perfidos loan-
nem Ludovicum et Andream Varegnanum patrate incipit
feliciter '.
|
'
miserabilis et pene contemnenda ' — '
po-
'
steritatique mandata 2) 58-9 'Copia della lettera al
E,."'° Cardinale Napolitano'. |
'
Devotis commendationi-
bns '
— '
Bononiae, XXIV aprilis 1492 '. '
Risposta del
R.""" Cardinale '
.
|
'Si nobis ex Arabia ' — '
Romae, 2 lu-
nii 1492 '.
Cart., SPC. XV, mm. 240 X 170, di carte 59 n. -j- 7 bianche n. n.,
1371 (2619).
(Bartolomeo Malorecchi). Flores veritatis grammaticae '. '
(La 1* pag. è guasta da un reagente). Expliciunt flores — '
veritatis gramatice composita a Magistro Bertolutio fratre

Magistri Guic9ardi Bononiensis qui in partibus omnibus
Lombardie et Tuscie doctor doctorum in gramatica repu-
tatur. '.
!
'
lohannes de Spoleto vocatur a Cbristo bene-
dicatur '.
Membr., sec. XIV, mm. 220X1'jO) di carte 34 n., leg. in perg.
1372 (2621).
'
Catulli carmina '. 2^ '
Iste Catulhis est Francisci Bar-
bari Veneti patricii quo a e. v. lanino Coradino suo do-
natus est, cum eo prius laninus ... ab Inonestissimo ac claris-
simo Petro Donato Archiepiscopo Cretense donatus fuisset '
In fine :
'
Finivi anno II Pontificatus Ioannis XXIII. (1411)
Vili kal. aprilis. Riuoalti. liieronimus donatus patricius '.
Membr., sec. XV (1411), mm. 220X140, di carte 53 n., di cui le

ultime 4 bianche, leg. in asse cop. di pelle. Appartenne ad Ermolao
Barbaro, e fu poscia acquistato dal P. Trombelli.
.
DELLA BIBL. UNIVERS DI BOLOGNA. 75
1373 (2622).
'
Cantica ecclesiastica '. (Mutilo in principio ed in fine).
Membr., sec. XV, mm. 230 X 150, di carte 39 n., leg. in perg.
1374 (2623).
'
Andreas Griti Ducis Venetiarnm diploma ad lacobum
Antonium Aurinm capitanenm Brixiae '. (16 febbr. 1536).
Membr., sec. XVI, mm. 225 X 150, di carte 97 n., con miniatura
nrlla 1* pag. che rappresenta il leone di S. Marco, nna mezza figura
della Vergine ed altre due mezze figure di santi, in basso uno stemma;
leg. in pelle.
1375 (2624).
'
Statuta Veneta '. (1529-1567).
Membr., sec. XVI, mm. 230X152, di carte 125 n., mane, della
1* carta, leg. in pelle.
1376 (2625).
'
L. Caecilius Firmianns Lactantius. De ira Dei et de opi-
ficio Dei '. (Cfr. : L. G. Firmiani Lactantii Opera omvia.
Lntetiae Parisior., 1748, II, 127-179, 71-125>.
Membr., sec. XV, mm. 220X15'^) ^^ carte 52 n. -j- 15 bianche

n. n., leg. in asse e m. pelle.
1377 (2626).
'
Severinus Boetins. De consolatione philosophiae cum com-
mentariis '
Cart., sec. XV, mm. 225 X 150, di carte 91 n., leg. in pelle.
1378 (2627).
1) '
P. Papinius Statius. Achilleis
'
2) '
Pindarus The-
banus. Epitome ac summa universae Iliados Homeri '.
Membr., sec. XV, mm. 220 X 150, di carte 47 n., leg. in asse
cop. di pelle.
1379 (2628).
'
M. TuUius Cicero. In Marcum Antonium Philippicae '.
.
76 CODICI LATINI
In fine: '
Qui scripsit scribat semper cum domino vivai
Guillelraus vocatur, qni scripsit benedicatur '.
Membr,, sec. XV, mm. 230X160, di carte 92 n., cou lettere

iniziali elegantemente miniate, leg. in asse cop. di pelle.
1380 (2631).
'
Tractatus sive Manipulus Episcopatus Firmi per Rev. Do-
minum Dominicnm Capranicara tit. S. Crucis in Hierusa-
lem presbiterum Cardinalem Firmanum compilatus et edi-
tusMn fine, e. 177^ '
Dat. Fabriaui Anno Domini MCCCCL.
die XXIIII lulii in vigilia Beati lacobi Apostoli, in qua
finitus fuit presens tractatus, quem incepi 10 lanuarii pro-
xime preteriti in die S. Pauli primi heremite '
sec. XV, mm. 220X145, di carte 197 n, -]- 5 bianche

Membr.,
n. n. in fine,con lettera iniz. miniata e nel marg. della 1" pag., in
calce, lo .stemma del Card. Dominici. Fu donato alla biblioteca di
S. Salvatore da Gio. Battista Segni il 5 marzo 1601.
1381 (2632).
'
S. Antonii Patavini Concordantiae morales in Sacram
Bibliam '.
Membr., sec. XIII, mm. 220 X 170, di carte 55 n , a 2 col., leg.
in cartone.
1382 (2633).
'
Hugutionis Ferrariensis Episcopi Expositio de symbolo
apostolorum ". (Mutilo in fine).
Membr., sec. XIV, mm. 243 X 1^0, di carte 11 n., leg. in cartone.
1383 (2634).
'
Liber Eraclei ad Bassum de curatione equorum in or-
dine perfecto habens capitula differentialia, translatus de
greco in latinum a magistro Bartholomeo de Messana in
curia 111."'' Manfredi serenissimi regis Sicilie amatoris et
mandato suo '.
|
'
Multis quideni meriti ' — '
huuc librum
sulficiat '.
Cart. e membr., sec. XVI, mm. 225 ,< 160, di carte 89 u.

1384 (2635).
'
Campsalis Anglici Logica contra Ocham '. |
'
Logica
Campsale Anglici valde utilis et realis contra Ocham '.
|
'
Domine Yhesu qui es terminus sine termino ". (Mutila
in fine).
Cart. e membr., sec. XIY, rara. 225 X 150, di carte 100 n. +4

bianche n. n. in fine, leg. in asse cop. di pelle.
1385 (2637).
'
Gualfredus Anglicus. Liber poetriae novellae '. (Con molte
postille marginali e interlineari). Papa stupor mundi |
' ' —
'
et dapnatur in ilio '.
Membr., sec. XIII, uira. 220 X 140, di carte 19 n., leg. in perg.
1386^(2640).
'
S. Augustinus. Liber soliloquiorum '. <Cfr. : S. Augustini
Opera. Venetiis, 1756, I, 429-468).
Membr., sec. XIV, mm. 220 X 150, di carte 35 n. -|- 5 bianche

n. n. in fine, con lettera iniz. miniata, entro la quate è una mezza
figura di S. Agostino, leg. in cartone.
1387 (2641).
'
Rituale Bononiense '. In fine: ' Iste liber est Ecclesiae
Sancte Barbare '.
Membr., sec. XV, mm. 220X150, di carte 41 u., con lettera

iniz. miniata, leg. m. pelle.
1388J(2642).
'
P. Terentius Afer. Comoediae '
In fine : ' Terentii Afri
explicit phormio comedia sexta et ultima anno domini
M°CCCC°LXIIP die 14 octobris '.
Cart., sec. XV (1463), mm. 220 X 150, di carte 138 n., leg. in pelle.
1389 (2644).
M. Tullii Ciceronis ad Gaium Herenninm Rhetoricorum
*
liber primus incipit '. In fine: Marci T. Ciceronis- ad "

78 CODICI LATINI
Gaium Herenninm rhetoricornm liber perfectus explicit.

Mai 1415. Deo gratias amen '.
Membr., sec. XV (1415), mm. 220X150, di carte 58 n., con let-

tera iniz. miniata, leg. in asse cop. di pelle.
1390 (2645).
'
Scripta ad tertium Ordinem S. Francisci spectantia '.
l' '
Hoc
exemplurn si ve copia cuinsdam exempli tran-
est
sunti, sive copie cuiusdam privilegii D. N. Nicolai divina
providentia pape quinti, scripti, copiati et exemplati iu
carta membrana, manu ser Galganii fìlii Cennis Manui de
Senis notarii publici (XIV lanuarii MCCCCIX) ' 6 ^ Ordo
.
'
et benedictio vestrum ad induendam fratrem vel sororem

'
tertii Ordinis S. Francisci de penitentia nuncupati

47 " Bulla immuuitatis fratrum et sororum eiusdem tertii
'
Ordinis '. (XII Kal. Decembris MCCCCLXXIII).
Cart., sec. XY, mm. 220 X 150, di carte 48 n., leg. in pelle.
1391 (2648).
'
lohannis Garzonii opuscula '. 1^ 'Ad IH.'" Principem
Guidonem Ubaldutn Monferetrium Urbini ducem libellus
de Principis officio 8^ Epitaphium leronimi Vero-
'
'
nensis ord. pred. qui in urbe Fiorentina igni consumtus

'
est
'
9'' Libellus de varietate fortune IT"" ' Epi-
stola de quodam hispano '
19^ '
Ad R. P. Fratrem Lu-
dovicum Orolandinnm Foroliviensem de signo a Christo . .
optimo maximo perpetrato Finis 7 octobris 1500 Bono- —

niae ' 22^ '
Oratio funebris ' 24"^ '
Ad R. P. Fratrem
lohannem Mariam Venetum Canon. Reg. Congr. S. Sal-
vatoris Generalem. In vitam S. Theodori martiris prohe-
miura SI'"' 42^
'
Orationes funebres 45^ Oracio
^
'
'
ad Alexandrum VI P. M. '
47'" ^ In dialogum de ami-
cicia prologus feliciter incipit
'
62'' '
Ad Ioannem Ri-
'
panum de obitn fratris epistola G4'"-71'" ' Orationes

post Doctoratus insiguia et antequam legantur lectiones
'
71^ '
Legatio Bononiensium ad Papam Alesandrum VI '.
(XII Octobris 1500) 75'- '
Ad R. P. D. Antonium Ga-
leaciam Bentivolum . . . Libellns de Christianorum felici-

citate '
86^ '
Oracio funebris pio Andromacho Milano '
88"" '
Oracio habenda in funere Prioris S. Salvatoris '
Oracio in funere Nestoris Morandi

DI'" ' 92"" Lau- ' ^
dacio domus Bentivole 95^ Disposicio ad casurn tem- '

^
poris accomodata 96^ Oracio legatorum ad Summum '

'
Pontificem '
98^ '
De pace et bello oratio '
101 " De '
cruciatibus et nece SS. Virginis Christine '

101^ Oracio^
'
habita in funere Hieronimi Ranucii Bonon. 110^ ^

Ad
*
laudem Ioannis Bentivoli oracio Quod Reto- 112^

rica ad Herennium sit a Cicerone composita et non ab alio '
Ilo'" Oracio Legatorum Bononiensium ad Alexandrum

'
Pontificem Max. '

116^ ' Oracio in laudem medicine
'
US"" '
Oracio de laudibus legum 121^ Laudacio '
'
theologie '
123^ De laudibus musice oratio
'
125^ 'Ora- '
cio in laudem astrologie 129'' Agit gratias Alexan- '

'
dro VI P. M. ISO"" Io. Ripanus s. p. d. domiuis Antia-

' '
nibus Ripanis 131^ Oratio Pontificis quando impo-

' '
'
suit coronam capiti Imperatoris 133 Ad lohannem "" '
Bentivolum ... de eruditione principum 178^ Ioannes ' '
Garzo lohanni Bentivolo s. p. d. (6 nov. 1500) 181 • 'Gar- '
zonis oracio habita in doctoratu Io. Vel. '

181^ '
Oratio
in laudem phisices ' 183^' '
Oracio in adventu R. P.
Generalis '
186 • '
Oracio funebris habita Bononie in
funere unius legiste '
189^ Ioannes Garzo Francisco '
Gerrom s. p. d. '
192^ '
De morte Hieronimi Riarii
principis Forocorneliensis idest Imolensis libellus incipit '
195^ '
Oratio de laudibus logiee et philosophie natu-
'
ralis 197 '
Oratio de laudibus matrimonii et nuptia-
rum '
199^ ' Oratio de laudibus eloquencie habita Bo-
nonie '
203'" 'Oracio de laudibus 111. Principis Kazimire
Polonorura Regis Amplissima laus Cardinalatus '
205'' '
'
207^ Lans astrologie '208^ Ioannes Garzo Ari- '
stoteli sai.
'
211'" '
Io. Garzo fratri Io. (Garzoni s. p. d.
'
212' '
Federicus Dux Sassonie Io. Garzoni s. p. d. '.
(Senis XIIII Martii) Ioannes Garzo Nestori Mo- 213'' '
rando s. p. d. '. Ioannes Garzo Aga Calvo s. p. d. '. '

:
'
Ioannes Garzo fratri Vincentio (Malmiguato) Ferrariensi '
80 CODICI LATINI
214'' ' Io. Garzo eodem

Io. Garzo fratri
'
216 " '
Antonio Seneusi s. p. d. Io. Garzo Io. Ripe s. p. d.

'
'. '
Io. Garzo fratri Vincentio s. p. d.

'
217'" ' 218'" Oracio '
in laudem S. Hieronimi 219"^ Io. Garzo Io. Ripe

'
'
s. p. d. '. Io. Garzo fratri Theophilo s, d. '.

'
Io. Garzo '
Io. Ripano sai. 220^ Io. Garzo eodem '.

'
Pomponiiis '
'
Io. Garzoni s. p. d. 220^ Oracio in Philemonera im- '

'
purissimum heluouem 224^ 'Oracio funebris prò D. Vin- '
centio Paleoto 225^ Responsio pulchra contra invecti-

' '
'
vam maledici 229'' '

Io. Garzo Ioanni Ripe theologo
sai.
'
239^ '
Eodem '
231'- '
Eodem '
231 ''-233'-
"
'
Orationes funebres Io. Garzo agit gratias et 234'' '
se excusat quod librnm non redditur 235'" Io. Garzo

'
'
Dominico Fusco Ariminensi s. p. d. '. Io. Garzo Aristo- '
Io. Garzo Io. Ripe theologo

'
teli s. p. d. 235'' ' '
236^ Culpabitur quidam qui ausus fuerit Ciceronis elo-

'
queutiam contemnere 238'" Io. Garzo Simoni Nar-

'
'
niensi s. p. d. ' 239'' '

Significat Anthonium Bolognetum
"
ruine domus antique cum familia sua oppressura esse

241' Garzo Aristoteli suo s.
'
Io. 242^ SS. D. N. Pape " '
Ioannes Garzo 243'" Scribit cuidam Bohemo qui opta-

' '
bat Errores Alexandri eique agit gratias de munere ad

eum misso '
243
Garzo lohannis Baptistae s. p. d. '^ '
lo.
'
244 • Io. Garzo lacobo de Cruce sai.

' 244"^ Fe- '
'
dericus III Imp. lohanni Bentivolo II s. d. 245^ Ad ' *
Pandulfum Malatestam oratio in donando sibi libellum De

*
eruditione principum editum a Io. Gar. 246'" Io. '
Garzo cuidem Hispano scolari '. 'Io. Garzo lacobo Arene

Io. Garzo Alexandre Rapano s. p. d.
'
s. d.
'
247'" '
249'" Io. Garzo Ripano suo sai. p. d. '.

'
Io. Garzo Ale- '
'
xandre Ripano s. p. d. 250'' Io. Garzo Barnabe mo- '
naco predicatori ad S. Petronium In fine Bononiae '

. :
'
anno domini 1500 '.
Cart., sec. XVI (1500), mm. 215 X 150, di carte 250 n., leg. in
pelle. Fu acquistato a Roma dal P. Trorabelli.
1392 (2649).
1) 1-58 *
Platonis Phaedon '. 2^ '
Leonardi Aretini ad
21. 9. '908
DELLA BlBL. UNIVKRS. DI BOLOGNA. 81
lunocentiurn VII P. M. In translatione Phedoiiis prohe-

"
iriium incipit 2) 59-64 '
Xenophontis Apologia Socra-

tis a greco in latinum conversa per d. Leonardum Areti-
num \ In fine: ^
XVI Febrnarii MCCCCLTII '
3) 65-94
Paradisus arborura vita sanctorura patrum Pa^ '. In fine :
'
radisus arborum Ambrosii explicit a D. MCCCCLI

fratris
'
4) 95-99 Vita Agesilai Lacedemoniensis

'
5) 100-106 '
'
'
Vita Hannibalis Carthaginensis 6) 107-110 Vita '
Milciadis Cimonis Vita '

filii 7) 111 Horacii Flacci '
romani 8) 112-116
"
Comparatio Luciani de presidentia
'
Alexandri, Hannibalis et Scipionis, ex graeco in latino

facta per Anrispam feliciter. incipit. Ad Baptistam Capo-
diferrum romanura civem ordinis niilitaris virum pretorem
Bononiae '. In fine: Faventiae, die Villi septembris'
MCCCOLTI 9) 116''-118'
'
Aurispa. De conquestu vir- '
tutis '. In fine: Die XII setterabris MCCCCLII Faventie

'
'
10) 118''-126 Plato. De morte conteranenda, transla-

'
tus de greco in latinum per D. Cencium Eo. ad Card. Ur-

siuum '. In fine: Cencii ro. de morte contemnenda expli-
'
cit die XXV

februarii MCCOCLIII \ Hic liber conventus '
est fratrum seu Canonicornm Eegulariuni S. Augustini mo-

nasterii S. Salvatoris, quem habuerunt ab heredibus magistri
Lanciloti prò nonnullis aliis libris gramaticalibus dictorum
Cano. quos habuerunt dicti heredes '.
Cart. e membr., sec. XV, mm. 215 X 150, di carte 137 n., di cui
ie ultime 10 bianche, con lettera iuiz. miniata, leg. in asse cop. di
pelle.
1393 (2652).
'
C. Crispus Salhistius. Bellum Catilinarium et lugurthi-
num '. In fine due epigrammi latini del Guarino in morte
di Giugurta ed uno di Marziale.
Cart, sec. XT, mm. 219X152, di carte 101 u., leg. in perg.
1394 (2653).
1) 1-43 '
C. Plinius Secundus. De viris illustribus '. (Cfr. :
C. Plinii secundi Libellus de viris iìlubtrihus. Bononiae, per
studi iteti, di fllol. class. XVII. 6

82 CODICI LATINI
Becedictnm Hectoris, 1504, in-4> 2) 44-49 '

Ex losepho
libro XXIIP de bello ludaico Oratio losippi ludei ad ipsos
ludeos '.
I
'
miseri vestroriimque '
— 'si post me resi-
piscitis
'
3) 50-52 ' Ex losepho libro XXIIII Oratio

Titi Imperatoris exercitus Romanoriim '.
|
'
commilito-
nes ' — '
sequantur occisos '
4) 53-55 '
Alia Titi oratio
habita per interpretem ad ludeos \ \
'
Etiam ne saturati ' —
'
caetera mihi servo '
5) 56-7 '
Ex losepho libro ultimo
de Hebreorum capti vitate oratio Eleacari '.
|
'
Cum olim
vobis ' — '
pertulimus servituti '
6) 58-63'" ' Ex lose-
pho libro ultimo de Hebreorum capti vitate alia oratio Elea-
9ari de immortalitate animae '.
|
Plurimura opinione
' ' —
'
audacie relinquere '
7) 63^-72 Antonius Pergamen-

'
sis. B,ev. in Christo Patri d. d. Antonio Episcopo Senensi

et alme civitatis Bononie gubernatori '.
|
'
Cum saepe
mecum ' — '
assumere patiaris '.
Cart., sec. XV, mm. 220 X 1^5, di carte 72 n., leg. in asse cop.
di pelle.
1395 (2654).
1) 1-31 '
C. Plinius Secundus. De viris illustribus '. <Cfr. :
Op. cit.>. In fine: '1467 de mense februarii, die XXV,

bora XVII Venere regnante '
2) 32-107 '
Florus. Epi-
tome romanae ". In fine:
historiae Per me lanura Albu- '
tium Novariensem finitum 1457 die XXV Martii die Mer-

curiis etc. 3) 108-113
, Somniura Scipionis <Cfr. M. T. ' '
. :
Ciceronis Ds rejnbUca, lib. VI, § IV-XIX>. Explicit li- '
bellus de somnio Scipionis, seu pars sexti libri editi a

M. Cicerone De republica, qui tamen non reperitur. Alber-
tutius scripsit fratri Constantio bene inerito '
4j 114-115
'
Brevissima Epitome geographiae Orbem terrarum '.
|
'
geographi nostri perdiscenda viam habeat ' — '

"
5) 116-136 <Iulii Pomponii Laeti). De hortis, seu de hor- '
torum origine et laudibus '. Mutilo in principio. Memo- '
rabiles horti in fabulis per oppida carmen. ttXuìq. Per ' — '
lanum Albutium 1467 mensis februarii die XVIIII bora III'.

Cart., sec. XV (1467). inni. 220 X 150, di carte 136 a., leg. in pelle.
.
1396 (2655).
1) 1-93 '
Speculnm ammonitionis anirnae ad corpus '.
—
|
'
Corpus semel perrexit Explicifc liber qui vocatur
' ^
Speoulum ammonicionis anime ad corpus, quera copiavi ex

exemplari magistri Symonis de Floreutia Ordinis Servornm
in nostro conventu S. Marcelli Rome, etc. 2) DS-IOS*"
'
'
Incipit epistola translata ex arabico in latinum per fra-
trem Alfonsum boni hominis hyspanum ordinis, que est
Epistola quam scripsit Magister Samuel Israelita oriun-
dus de civitate Regis Maiochitam ad Rabi Ysaac Magi-
strum synagoge que est in subiulmecha de Regno predi-
cto etc. '.I Conservet te deus
^
Explicit epistola '
— '
Samuelis iudei missa Rabbi ysaac translata de Arabico . .
in latinum per fratrem Alfonsum boni hominis ordinis pre-

dicatorum sub anno domini MCCOXXXIX 3) 103'--116 '
Matthaei de Rotomago Libellus contra Alcoranum '.

'
Ve- |
'
nerabilis Religiosus vir frater Matheus de Rotomago ord.

pred. hoc opusculum compilavit
. • anno domini MCCCC" . . .
6 decima Vili* mensis februarii explicit anno do- ' — '
mini etc. LXIII septima die mensis Augusti etc. '.
Cart., sec. XV, rana. 220 X 140, di carte 116 n., leg. m. pelle.
1397 (2656).
'
Preces variae '
Membr., sec. XY, mm. 120 X 150, di carte 81 n. u., leg. in asse
cop. di pelle.
1398 (2659).
'
Capitulariuni, Hymnarium, Litaniae et Kalendarium Be-
dae '.
Meiobr., sec. XII, mm. 2o0 X 160, di carte 51 n., con lettera
1399 (2660).
1) 1-97 '
S. Basilii Caesariensis Episcopi De vera inte-
'
grità te virginitatis 1"" '

Incipit prologus Ambrosi! '.
<Cfr. l'ed. di Venezia, 1534, in 8^) 2) 98-105 ' Basilius

84 CODICI LATINI
Gregorio salutem Opera omnia. Parisiis,

'. <Cfr. : S. Basilii
1722, ITI, 70) Homilia D. Basilii de leg. lib.

3) 2-12 '
gentilium, interprete Leonardo Aretino '. <Cfr. Op. cit., :
II, 173>.
Membr., sec. XV, mm. 220 X 150, di carte 105 -j- 12 n., con let-
tera iniz. miniata, leg. in asse cop. di pelle.
1400 (2663).
1) Bornius de Sala. Contra irnpietatera ludeorum ',
1-40 '
'
Religiosissimo patri Andree Panonio sacri ordiuis Car-
tusiensis Bornius de Sala cum devocione se ipsum. lam-
pridem ' —
'in secula seculorum Amen 2) 41-61 Tra- ' '
ctatus contra ludeos Magistri leromi olim ludei de adventu

Messie '. He snnt rationes
|
'
qui cum patre et spi- ' — '
ritu sancto vivit et reguat deus ', etc.
Membr., sec. XV, mm. 220X155, di carte 63 n., leg. in asse

cop. di pelle.
1401 (2664).
'
Gilberti Antisiodorensis in Hieremiam '•
|
'
Pascasius.
Snnt cantica —
sufficiant hec ad expositionem lamenta-
' '
tionum ieremie que de patrum fontibus hausi ego gilber-

".
tus antisiodorensis ecclesie diaconus
Membr., sec XII, mm. 225 X 140, di carte 50 n.. leg. in pelle.
1402 (2665).
Venerabilis Bedae Expositio super parabolas Salomon is.
'
'
Membr., palias., sec. XV, mm. 220X150, di carte 7G u., di cui

le ultime 9 bianche, leg. m. pelle.
1403 (2666).
'
Commentaria in Cantica Canticornm '.
Membr., sec. XII, mm. 225 X 140, di pp. 195 n., con grande let-
tera miniata, e figure a colori a pp. 6, 57, 60, 62, 61, 72 e 157,
ìn'vA.
leg. in pelle. In line è notato: Iste liber fuit fratris Petri de ma-
'
zochis de novaria ord. f'ratr. predicatoruni. Et nunc est fratris gul-

lielmi de novaria ordiais autedicti '.
1404 (2668).
'
Sormones diversi anon. '.
|
'
Verbum abreviatnm fecit do-
minus '
—
clamabis et '
dices. Aque (Mutilo in fine).
'
. . .
Membr., sec. XIT, mm. 230 X 160, di carte 199 n., con lettera
iuiz. miniata, leg. in asse cop. di pelle.
1405 (2670).
1) 1-27'' "
Liber ylhistrium virorum veteris et novi testa-
menti, qui alio nomine dicitar liber de ortu et obitu pa-
triarcharum, apostolorura et ceterorum sanctorum '•
|
'
No-
bilissimorum quoque virorum ' — ^
ad celum perrexit '
2) 27'"-29^ '
Sermo B. Augustini de corpore et anima et
misera vita '
.
j
'
vita qua tantos decepisti gaudia '
— '
perfrui
'
3) 30-36'" '
Sermo lohaunis Crisostomi '.
S.
—
[
'
Age Maxime Mn '
secula seculor. amen 4) 36^-38^
"
Sermo in vigiliis mortuorum '• |

'
Quam magnum '
— 'in
vita eterna, amen 5) 38 ^-éò"" Legenda Margarite
'
'
S. '.
—
|
'
Post ressurectionem ' '
virtus et potestas, in secula se-
culorum amen '
6) 45'"-49'' Legenda B. Alexii '.
^
Tem- |
'
poribus Archadii *
— '
laus et imperium per infinita secula
seculorum. Amen '
7) SO^'-OS '
De ordine lectionum que
per circulum anni in ecclesia cantantur '.
|
'In septua-
gesima '
— '
inanes offitiat
'
8) 95-99 Liber de man- '
datis dei '.

|
'
De sapientia ' — negationis culpa '.
'
Membr., sec. XIV, min. 215 X 160, di carte 99 n., collo stemma
della famiglia Pepoli nella 1^ pag. e le lettere iniziali N. I., leg.
in pelle.
1406 (2671).
1) 1-90 '
8. Paulinus Episcopus Nolanus. Poemata '. <Cfr. :
S. Paulini Ojjera. Veronae, 1736, p. 379 sgg.> 2) 91-114

Prudentius. Apotheosis '. <Cfr. Prudentii Carmina. Ro- :
raae, 1788, I, 395-493) 115-133 '

Eiusdem Hamartige-
nia •. <Cfr.: Op. cit., 494-573) 135-153 Eiusdem Psy- '
chomachia '. <Cfr. : Op. cit., II, 577-664).
Cavt., sec. XV, mm, 210 150, di carte 153 n., leg. m. pelle. Fu X
donato dal Barnffaldi al P. Trombelli. A e. o"" è notato: iste liber '
est loci S. Francisci inter Centum et Plebem, scriptus a Domino

Lippo de Plathesiis viro devoto et docto '.
.
86 CODICI LATINI
1407 (2673).
'
Revelationes Sanctae Brigittae '.
|
'
Incipit libri V pro-
logns qui dicitur liber questionum '•
|
'
Incipit qnintus
liber celestium revelationum Christi ad beatam brigictam
de regno specie qui liber questionum merito intitulatur '
(Mutilo in fine). Termina col principio del cap. 49 del

lib. Vni. Cfr. l'ed. di Monaco, 1680, II, 683.
Membr., sec. XIV, mra. 215 X 145, di carte 127 n., leg. in pelle.
1408 (2675).
'
L. Florus. Epitome Titi Livii '. (Mutilo in fine).
Membi-., sec. XV, mm. 215 X 145, Ji carte 72 ii., con fregio mi-
niato nella 1' pag. e stemma, leg, in asse cop. di pelle.
1409 (2676).
'
Breviarium Eomanum '.
Membr., sec. XV, mm, 210 X 150, di carte 658 n., con eleganti
fregi marginali e lettere iniz. miniate, leg. in perg,
1410 (2677).
'
Martyrologium Usuardi '.
Membr., sec. XV, mm. 205 X 150, di carte 117 u., leg. m. pelle.
Sembra essere appartenuto all'ordine Domenicano.
1411 (2679).
'
Missale plenum votivum et Rituale Aquileiense '.
Membr., sec. XI (1054-1094), mm. 210 X 145, di carte 242 u., leg.
in pelle.
1412 (2680).
'
Preces et Hymni '.
Membr., sec. XV, mm. 212 X 140, di carte 96 n., leg. m. pelle.
1413 (2681).
1) 1-84 '
S. Augustinus. Manuale sive Speculura de summa
Trinità te '•
|
'
Adesto michi verum lumen penitentie "
— '
DELLA BIBL. UXIVRRS. DI BOLOGNA. 87
deposuisse Explicit liber Aurelii Augustini

'.
\
'
de . . .
sumraa trinitate et fide catholica, qui vocatur Manuale sive

Speculum 2) 84"^-86'" Oratio S. Augustini ad omni-
'
'
potentem deum '. Domine exaudi per infinita se- |

'
'
'
— '
cula secnlorura Amen 3) 86 ""-S"" Alia oratio devotis- '
sima Augustini '.

S. dulcissirae Yhesu per j
*
' — '
infinita secula seculorum Amen 4) 88^-92'" Alia pul-

'
'
cherrima oratio S. Augustini quando sacerdotes volunt ce-

lebrare ", Summe sacerdos
j
'in secula seculorum
' '
—
Amen 5) 92
' '"-94^"
Oratio S. Augustini ad B. Virginem '
Mariam ". Obsecro te, domina mea

|
'
nostre vita ". '
— '
Cart. e membr., sec. XT, mm. 210Xi^5. di carte 96 n., leg.

m. pelle.
1414 (2682).
^
S. Gregorii Nisseni De vita Moysis '•
|
'
Georgii Trape-
suntii prefatio in vitaMoysi per Gregorinm Xysenum fra-
trem magni Basilii edita. Et per prefatum Georgium de
greco in latinum traducta vita hominis perfìcitur, ' — '
Deo gratias. Bachie XII octobris 1495 '
Membr., sec. XY (1495), mm. 210 X 145, di carte 100 n., con
fregio marg. miniato e stemma nella 1* pag., leg. in asse cop. di pelle.
1415 (2683).
Tliomasius de Cremona. Super logicam Petri Hispani. . .
'.
!
Anima nostra secundum suam essentiam "

— '
Nunc restat
de modis '
Cart.. sec. XIV, mm. 215 .< 140, di carte 141 n. In principio è
notato :
'
Ista lecturam super Petrum Spanum donavit, vel dedit
michi amore dey nicholaus pertomasy nicholai filius prò anima sua
et parentum suorum fratri lacobo locho conventus 1455, de mense
'.
aprilis
1416 (2684).
lohannis Salisberiensis Policraticus, sive de nugis curia-
lium '. <Cfr. Io. Sarisberiensis Policraticus. Amstelae-
:
damJ, 1664, in 8°/.
Membr., sec. XIY, mm. 210 X 150, di carte 264 n., con lettere
iniz. miniate, leg. in pelle.
88 CODICI LATINI
1417 ('2685).
'
Breviarium Romaiium '.
Membr., scc. XY, mm. 215 162, di carte 846 n., a 2 col., cou X
fregi marginali elegantemente miniati, leg. in polle. In Une: Que- '
sto breviario ha facto fare madona Bartholamia dona che fu del Ma-
gnifico cavaliere Misere Zohane dei Paxi et soi figlioli Per la sua
figliola Sere Paula del monasterio de Sancta Agnese del ordine deli
predicatori nel MCCCCLIXII '.
1418 (2686).
'
Psalterium cum adnotationibus '.
Membr., sec. XII, mm. 21.5 X 125, di carte 173 n., con lettere
iniz. mininte, leg. in pelle. In fine :
'
Conventus S. Pauli in Monte
Bononien. '.
1419 (2687).
1) 6-10'' '
Servius Honoratus. De naturis ultimarum silla-
barum ad Aqnilinum *. (Cf'r. : Grammatici latini ex ree.
H. Keili, IV, 449-455). In fiue Libellus mei lacobi. Be- :
'
nedicti de Corradictis de Piro Camerinensis, scriptns iii

anno 1474 2) 10'' De institia *. Quid aliud
'
'
|
' ' —
'
Vitus ser Bartholomey de pontauis de monticelo pote-
stas piri subscripsit 1480 '
3) 11 ' Forma testamenti
ceci ".
I
'
Autonius daniellis ' — '
modo predicto etc.
'
4) 12"" '
Forma electionis ad pretorem
'
5) 12^ '
Copia
'
literarum Salve venuste ac felicissime Princeps

'.
|
'
12^-13^ Matrimonii Guarini Veronensis oratio '.

'
Cura |
'
multa ' —
cives optimos procreent 6) 13^-15^'
'
In
"
'
matrimonii laudes '. Maximum profecto ita di- |

' '
— '
centes 7) 16 ""-l'7'"
Sermo ad iuramentum Potestatis '. '
—
|
Rempublicam munire armis

'
acceptatione proficiet ' ' '
8) 18^ ^
Littere familiaritatis '.
|
'Te spectabilem vi-
rum — muuiri '

9) 20 P. Ro. in re-
solito sigillo
"
'
sponsione convivii '. Quid multis verbis animorum- I

' '
— '
que salute 10) 21 'Oratio responsiva Ad

'
raatrimonium '.
—
j
Cum saepe mecum

'
gloria tenetur 11) 22^ Ad ' ' '
'
Convivium '.
|
'
Viri prudentes ' — 'in posterura produ-
12) 23'"-26'" (Sentenze tratte dalle opere di Ci-
'
cerent
cerone, d'Ovidio, di Seneca, del Petrarca, di S. Bernardo,

di Cassiodoro, di Boezio, di S. Agostino, di S. Girolamo e
d'altri autori) 13) 26 '-27 '
Forma salvi coudiicius '.
—
|
'
Alexander Sforcia Ex Pisauro etc. Dat. die etc. ' ' '
14) 28'' 'Copia literarum diffidatarum missarum per :
Regem Aragonnm dominis Florentinis '. Rex Arago- |

'
num ' — '

Dat. in Castellonovo civitatis nostre Neapolis,
MCCCCLII
'
die IT meusis lunii anno 15) 28'' (Let-

tera commendatizia per Evangelista d'Assisi) 16) 29''
'
D. Ser G. tholentinati s. plurimam '.

|
'
Vidi apud se-
*
culnm '
29^ G. Ser. Ant. sai. d. '
"
.
|
'
Scribo ad te
'
30'' '
Littere credentiales '• I
'
Consuetum est
30^ Bernardinns Ciugulanus A. s. dicit '.
'
'Rem non j
17) 30^-51^ (Formulario di lettere la-

'
sane facilera
tine ed atti legali) 18) 52^ Laureutius Archiepisco- '
pus Spalatensi SS. D. N. Thesanrarius ote. et gentium Ar-

raornm Gubernator generalis Nobili viro Ser Sigismuudo
Officiali Custodiae Dannorum Datorum, viarum. pontium etc.
Fabriani salutem '.
|
'
Sincei-e devotionis affectus
'
19) 52' '

Exortatio et Precepta Regis Alfonsi in fìlium
in suo discessu contra Dominos Fiorentino^ edita per Pa-
normitam '.
|
'
Cum ex vico Campanie vultu disces- '
— '
sit
'
20) 54-57'' '

Francisci Patritii Senensis Aegloga
de Christi natali ad inclituni poetara Eneam P. M. '.
j
'
Quid modo concubia meditaris nocte Menalcha '
21) 57"' '

Eneas episcopus Senensis Francisco Patricio di-
lecto filio et concivi suo poetae ornatissimo s. p. d. '.
{
Aurea dona duces mittunt, epigrammata vales

'
'
22) 58 ""-eS"" Ad SS. D. Engenium Papam quartum Do-

mini Francisci Philelphi oratio de felicitate '. Socra- |
'
tem philosophum Habita Florentie V Idus quintilis ' — '
MCCCCXXXIIII in publico cousensu

'
23) 69^-72'- 'Ad

clarissimos Principes D. Pandulphum Archiepiscopum Pa-
trianum : Galeaz et Karolum de Malatestis Pisauri '•
|
'
la-
cobi Pisauri Oratio incipit de felicitate '. |
'
Ego cum im
patriam ' —
Habita Pisauri in media Corona et astan-
'
tium principum conspectu ad diem septembris. VITI. 1434 '
24) 72 ''-77'' Leonardus Poggio '. Retulit mihi '

|
' ' —
90 CODICI LATINI
'
non descendisse. Vale '
25) TS"" '

De obedientia '
26) 80"" '

Forma electionis medici '.
|
'
Coufalonerius terre
talis ' — 1486. Inditione etc.
'
27) 80'' '

Forma fidei
de legalitate notariornm 28) 81^' De In-
'
qiiae fìt '
stitia '.
Cart., sec. XV, mm. 215 X H5, di carte l'22 u., leg. m. perg.
1420 (2689).
Mombritii Boniui carmina de Dominica passione. Ad SS.
D. Sixtum quartum Snmmum Pontificem '. In fine: '
1.520,
lunii factum est '.
Cart., sec. XTI, ram. 212 X 150, di carte 90 n., leg. in perg.
1421 (2692).
'
Leonardi Bruni Aretini et Taddaei Pisciensis epistolae
et opuscula 1) 1-8
'
Leonardi Aretini ad dominam '
. .
Baptistam de Malatestis mulierem nostra etate doctissi-

mam <Cfr. Th. Crenius.
epystola de studiis et litteris '. :
Eotterodami, 1692, pp. 473-495)

Consilia. 2) 24 • Poggii '
ad Cosmum IMedicem Epystola et fabule per eundem facta

transumptio de greca lingua in latinum De asino Luciani '.
<Cfr. : Poggii Fiorentini Opera. Basileae, Henricus Pe-
trus, 1538, pp. 138-15.5) 3) 24''
'
Copia littere ex Roma
die XIII lanuarii MCOCCLIII '. Porcarius a Bono- j
^
nia '
—
incoatio malorum 4) 25''-6^
'
Epistola sive '
'
oratio ad summura pontificem '. Consueverunt, bea- |

'
tissime pater dabitnr exponemus ' —

5) 26 '"-29'
'
'
VEx Florentia XVII

(Lettere latine anepigrafe, scritte:
MCCCCXXXIIII, e XVII Kal. februarias
Kal. februarias
MCCCCXXXIIII) 6) 29^' Dominorum Florentiuorum ad '
Taddeum pisciensem grammaticum Epistola '. (Dat. FIo-

rentie, die XVII lunis MCCCCLII) 7) 30"- Ad domi- '
nos Florentinos Taddei pisciensi grammatici epistola re-

sponsiva: acceptationis suprascripte electionis '. (Ex Sancto
Miniate Fiorentino, die XXIII MCCCCLII)
lunii
8) 30^ '
Comunis S. Miniatis ad Taddeum pisciensem Epi-
stola electionis ad grammaticam edocendam '. (Ex S. Mi-
niate, die XXV lanii MCCCCLII) 32-3 '

Ad S. P. Q.
Miniatensem Taddei pisciensis grammatici responsio cum
acceptatione partim: et partim renunptiatione electionis
snprascripte. Epistola (Ex S. Miniate, die XXVII lunii
'.
MCCCCLII) 10) 34 Taddei pisciensis ad IH. C. Fran-

'
ciscum Sfortiam apud arnensem flnviura castramentantem.

Epistola '
(s. d.) 11) 35-6 Eiusdem. T. pisciensis ad '
eum comitem Franciscum centra siiam signorum comuta-

tionem *
(s. d) 12) ST"" Eiusdem Taddei Pisciensis ad'
Lodovicum Volaterranum. Epistola (s. d.) 13) 37^' Tad- " '
deus Pisciensis leronimo Plombinensi s. d. 38^ Tad- ' '
deus Pisciensis Lodovico Volaterano s. d. 38^ Taddeus ' '
Pisciensis Bartholomeo Fortino s. d. 39'' Taddeus '

'
Pisciensis ser lohanni Puccino Volaterrano s. d. '. Tad- '
deus Pisciensis Baptiste Corsico s. d. 39^ Nicolao '

'
Carduccio Volaterrano pretori Taddeus Pisciensis '

40^ '
ser Amerigo Vespuccio s. d. Fratri Antonio ord. pred. '

'
'.
42'" Seuatus Plombinensi T. P.

'
42 Domino ' "" '
Cerbonio plombinensi plebano T. P. 43"" Taddeus ' ^
'
Pisciensis Bernardo Volaterano ord. herem. s. d.

43^ Ioanni Gregorio Volaterano prestanti phisico Tad-
'
deus Pisciensis s. p. d. 43^ Nicolao Carduccio Vo-

' '
laterano pretori T. P. s. p. d. 44 Taddeus Pisciensis ' "" '
leronimo Plombinensi s. p. d. *. Taddeus. P. gramma- '
ticus Nicolao grammatico puppiensi s. d. 44^ Tad- '

^
deus P. ser Petro Megliorello s. d. 45'' Taddeus ' ^
P. Niccolao da Castello s. d '. Taddeus P. lohanni Fran- ^
cisci de Vulteris s. d. 46"^ Taddeus P. Nicolao Pi-

' '
sciensi 'cancellario s. p, d. '

46^-80 (Altre lettere ane-
pigrafe, forse dello stesso Taddeo da Pescia) 14) 81-92
'Ambrosii [Traversarli] epistolae '. <Cfr. l'ed. Mehus. II, 508,
511, 512, 514, 931, 243, 200> 15) 93-97'- '
lannotii Ma-
netti Oratio funebris in solemni Leonardi Bruni Arretini
laureatione '. <Cfr. :Leonardi Bruni Epistolae, ed. Mehus.
Florentiae, 1741, I, LXXXIX-XCIV> 16) 97^-104'- (Pog-
funere D. Francisci Card. Fiorentini.
gii Fiorentini oratio in
Cfr. :Poggii Fiorentini Opera. Basileae, 1538, pp. 252-261)
17 104 ""-HO Poggii oratio in funere Nicolai '. <Cfr. Op.
'
:
92 CODICI LATINI
cit., pp. 270-277) 18) 11 P 'De laudibus medicine '. |
'
Veliera patres "
— '
hutniliter commendo 19) 111^-114'*
"
'
Inris civilis laus '.
|
'Si quis ea esset '
— 'et legibus de-
certabit
'
20) 114^-110'" '

Relatio gratianim de mnnere
accepto a S. D. nostro '.
|
'
Vellem beatissime Pater ' —
'
'
ecclesie sue sancte 21) 116'-122'" '
Oratio '. |
' lo-
hannes Cassianus vir doctissimus ' — '
Bononie die XIII
Novembris '.
Cart., sec. XV, mm. 210 X 148, di carte 128 n., leg. in asse cop.
di pelle.
1422 (2693).
1) 1-32 '
Aretini Historiarum compen-
Leonardi Bruni
dium Qui per ytalliara homines
'.
j
'
'et exaltatione ' —
civitatis
'
2) 33-37 Versus ad laudem Comitis Carma- '
gnolae compilati per magistrum lohannem de Cremona ". |
le age dio viri quein seciila nulla mauebunt

' — I])se ' '
deo merita canimus tibi carmina laudum 3) 37^ Vir- '

'
gilii carmina de mutis '• Olio gesta canens transactis |

'
tempora reddit '. Guarini carmina de musis '. ^

Esse j
^
lovis natas cecinere poemata musas

'
4) 38-9 Lactantii '
versus in Christi resurreotionem '• Salve feste dies toto j

'
venerabilis evo —
Ecclesie partus ubere lacte sinu
' '
'
5) 40-1 Verba Catonis Censorini ad milites '.

'
Cogi- |
'
tate cum animis vestris si quid vos 6) 41'' liieronimus " '
contra lovinianum '• Me carpe, me disco obiice criraiua j

'
que volueris '.
Cart., sec. XV, mm. 210X152, ii carte 41 u leg. in .pelle.
1423 (2695).
'
M. Tullius Cicero. Tuscalanae quaestiones '.
Cart., sec. XV, mm. 212 X 135, di carte 142 u., leg. iu pelle.
1424 (2696).
'
Fusci Paracleti Cornetani Ejìiscopi iicernensis Tarentiua
feliciter incipit '. 1'' Solent plures livoris nube "...
3'" ^
Qui regni lacerator erat fusorque cruoris "
— '
Imprime
plioebeain circum mea tempora laniniii '• Scripsit iohan '

'
rainaldus surrentinus anno domiai millesimo CCCCLXV '.

Membr., sec. XV (1465), mm. 215 X
140, di carte 56 n., con fregio
miniato e lettera iniz. miniata, leg. in asse cop. di pelle. Appartenne
a Ferdinando Ceppelli.
1425 (2703).
1) 1-126 '
Aristotelis Perypatheticorum principis Ethico-
rum libri incipiunt, traducti a doctissimo viro domino Leo-
nardo de iVretio et priraom prefatio '. In fine: Scripti '
per me Benedictnrn Coluccii scribam pistoriensem anno

MCCCCLVII die XVII Madii cum Florentie in domo Ma-
riottide Bartholinis vitam ducerem ac disciplina fruerer
lohannis Argilopoli viri disertissimi 2) 127-140 Ari-
'
'
stotelisEchonomicoruni liber incipit, traductus a Leonardo

Aretino ad Cosmam virum clarissimum '. In fine: Scripsi '
ego Benedictus Coluccii scriba pistoriensis anno domini

MCCCCLVII die XVIIII Madii inclite ac splendidissime
Florentie '.
Cart., see. XV (1457), mm. 215 X 140, di carte 140 n., leg. in
asse cop. di pelle.
1426 (2705).
1) 1-50 Fontana lohannes. Nova compositio horalegi quod
ex pnlverura casu consistit feliciter incipit et completa per
famosissimum artium et medicine dootorem peritissimum
d.lohannem Fontanam de Veneciis ad Ludovicum Venetum
suum '. In fine: Padue ^
1418 cnm studuit in artibus et
medicina '
2) 53-75 ^ Horalegium aquenra quod celebe-

riraus artium et medicine doctor magister lacobus Fontana
Venetus edidit '
— '
Explicit quedam horalegi per raotum
aquarum compositio edita per clarissimum artium et me-
dicine doctorem magistrum lacobum Fontanam \ienetum
perfecta MCCCCX . . . die ultima octobris '
3) 85-105 '
In-
cipit tractatus de pisce cane et volucre quem doctissimns
artium et medicine doctor magister lohannes Fontana Ve-
netus cum adhuc adolescens esset edidit et notavit '.
Cart., sec. XV, mm. 220 X

145, di carte 105 n., leg. in asse cop.
di pelle con disegui a penna. Vi è in principio una lettera di Iacopo
Morelli air.Ab. Troinbelli (16 giugno 1781).
94 CODICI LATINI
1427 (2707).
'
Psalterium et Hymni '.
Membr., sec. XIV, mm, 215 X 140, di carte 72 n., a 2 col., cou
lettere iniz. miniate, leg. iu perg. Appartenne al monastero di Gesù
e Maria nel 1646.
1428 (2710).
'
Annotationes, seu breves quaedara declarationes admodnm
necessariae ad intelligentiam tnm capitulornm, tum earum
auctoritatum, quae in ipsis citantur capitulis libri scintil-
larum Venerabilis Bedae presbyteri theologi profundiss.
nuper per D. Antonium Gangutiam Siculam editae ad . . .
amplissimura virnm D. Marcum Antonium de Campania '.
Cart., sec. XVII, mm. 205 X 150, di carte 167 n., leg. m. pei'g.
1429 (2712).
1) 1-41 '
Supputatio temporis adparentis quo incidit ple-
nilunium mensis lanuarii ann. 1600 2) 43 62 Cosmo- '
'
graphia cum itinerariis suis ' Lectionum cura pervi- |

'
gili '
—
'sai mari deferebant, Finit fel. '.
Cart., XV e XVI, mm. 210 X 150, di carte 62, n., leg. in perg.
1430 (2713).
1) I-IO'" Aesopi fabulae ex versione Leonardi Dati '.
'
|
'
Leonardus Datus ilorentinus ad Gregorium Corradum Ve-
netum sedis apostolice prothonotarium in quasdam fabellas
Esopi prefatio ' — '
Unde voluptatem sentiat illud amet.
Finis '
2) 10^-16 '
Homeri Batrachomyomachia trad. per
Carolum Aretinura '
3) 17-29 (Epistola lat. di frate Bar-
tolomeo da Colle a Bernardo Rucellai; Collegi, ut postu- '
lasti a me '. Bartholomaei do Colle Confessio generalis

|
'
peccatorum 4) 3V Frater Marianus. Supplicatio ad

'
'
deum '
Copia cuiusdam sententiae magistri Gar-
5) 31^ ^
gani Ord. Min. directe patri guardiano et fratri d. Fran-

cisco de Collis anno domini 1511, die 30 aprilis '.
Cart., soc. XV, mm. 215 X 145, di carte 49 n., leg. in perg. Ap-
partenne al P. Trombelli.
1431 (2717).
'
Libanii epistolae a Francisco Zambeccario translatae '.
(Manca il principio della lettera di dedica a Giovanni II

Bentivoglio).
Cart., sec. XV, mm. 215 X li5, di carte 64 n. -f 4 bianche n. u.

io fine, leg. in perg. Appartenne al P. Trombelli.
1432 (2718).
'
Georgii de Lagello legum doctoris Facetiae quaedam '.
Membr., sec. XVI, mm. 210 X ^'^'^ì eli carte 60 n. + un fase. cart.
di carte 10 n., leg. in pelle.
1433 (2719).
1) 1-79 '
Interpretatio libr. Ciceronis De senectnte '. In
fine: 'Die duodecimo lulii 1467. Collegit scripsitque Bar[tho-
loineus] Med[icus] adolescentulus Ferrariae '
2) 85-134
'
Alia eiusdem libri interpretatio ex Baptista Guarino '.
—
|
'
Siquis autumedon auriga Achillis ' '
foliis et spoliis
dici potest. TfAò?. die 30 lulii 1467 ualiselli in Ferrariensi
territorio Urbani Dianae Fabulae excer-
'
3) 1S5-166 '
ptae ex Ovidio De arte amandi, earumque explicatio '.

—
|
'
Curribus autumedon Scripsit Bartho. Med. adole- ' '
scentulus '• Epitapliium Ducis fortasse Mediolani '.

I
'
'
Qui ferri rabie totum labefecerat orbem. 1466, die 3 Se- |
ptembris in villa Coparii 4) 166^ Laurentii Strozae '

'
prò Duce Borsio '. (Epigr.) Vix tibi prò tantis meritis '
pia munera posse '. Seguono altri quattro epigrammi in-

titolati: ^
Phoebus, Sibilla, Ferrarla, Respublica '.
Cart., sec. XV, mm. 210 X 150, di carte 166 n., leg. in asse e
m. pelle.
1434 (2720).
1) 1-26"" '
Gàsparini Bergamensis in orthographiae praece-
ptis novus tractatus '. Quoniam recta scriptura |
' ' —
littevarum prima iudicatur 2) 26''-102 Gasparrini '
' '
bergamensis In orthographiae praeceptis novus tractatus

per alphabeticum ordinera '. Arnnia per duplicem A. |
' ' —
96 CODICI LATINI
'
'
inspexit Tustinus iu p.° 3) 11G'-117° '
Oratjo habita
coram domino Pio Pont. II ab illustri domina Ipolita
[Sfortia] filia illustrissimi ducis mediolani et spousa ducis
Calabrie '.
|
'
Tantam esse huius ' — '
pedibus comenda-
"
tos 4) 119 '

Declamandae controversiae titulus de
Nobilitate incipit '.
|
'
Etate illa ' — '
habite sunt oratio-
nes '
5) 120-122 '
P. Cornelii Scipionis Oratio de No-
bilitate '.
I
'
Si ex nobis '
— '
sententiam dicite '
6) 123-130' ' Oratio Caii Flamminei de Nobilitate contra

P. Cornelium '• |
' Magna mihi ' — '
sententia reliiiqui-
tur '
7) 130^ '
Oratio Demosteni.s contra dieta Domadis
persuadens recipiendum fore Alexaudrum '
8)131'" Ôra-
tioDemostenis ad Alexandrum ut reoipiat civitatem Athe-
narum 9) 131^
'
Oratio Eschinis in Senatu Atheniensi '
ut reciperetur Alexander 10) 132"^ Oratio Domadis '

'
11) 132^
'
contra dieta Eschinis ' Oratio vel Epistola
Fiutarci ad Traianum '
12) 132^ '
Oratio Ducis Medio-
lani ad populum iiorentinum Leonardi '
13) 133-137'' '
Bruni Aretini epistolae Mehus. Florentiae, 1741, '. <Cfr. l'ed.

II, 33, 171), inoltre: Pro populo fiorentino '. Tria '
\
'
fuerunt \ Ad Summum Pontifìcem '• Consueverunt

\
'
|
'
B. P. '. Ad Petrum Hispanum '.

I
Vetus est
'
|
'
'
14) 137^-139^' '

Guarini Veronensis epistolae '. <Cfr, : Sab-
badini, R. Guarino Veronese e il suo ejAstolario. Salerno, 1885,
n. 471>, inoltre: '
Quom fortuna '.
|
'
D. Angelo de Eu-
baldis '.
I
'
Gratissirae nobis..'. |
'
Ohristophoro suo '.
|
'
Quas tibi gratias '.
|
'
Petro lacobo Marchiano '.
|
'
Quod
'
nullas ad te 15) 139^-140'' '

Gasparini Barzizii epi-
stolae. Zachariae '.
|
'Et quom Antonius '.
|
"
Andreae
luliano '
\
'
Nihil constitueram '•
|
'
Doctus ab Andrea '.
|
'
Io. s. d. '.
I
'
Nunquam adeo '

16) 140^' ' Oratio An-
dreae luliani in morte Manuelis '• <Cfr. : Lenfant, Poggiana.
Amsterdam, 1720, II, 327> 17) 145"" Gasparrini epi- '
stola ili commeudatione precedentis orationi?". Multas (

'
ex tuis 18) 145^ Epistola Pogii ad commendationem

'
'
eiusdem precedentis orationis '.

|
'Si vales bene est '
19) 147'"
'
Ad Pliilippum ]\Iariam III Dncem Mediolani Ga-
sparrini pergaracnsis '. <,C1t. : Gasparini Barzizii Opera.
21. 9. '903
Eomae, 1723, p. 151> 20) 149"- (Epistola di Daniele

Vettori al Barzizza anepigr. :
'
Etsi multa '> 21) 151^
(Epist. di Francesco Barbaro a Marco Canedolo anepigr. :
'
Kalendis lanuarii '> 22) 155''-172'- ' Guarini Vero-
nensis orationes in rhetoricam novam Ciceronis, in Cice-
ronem de officiis, in Valeriura Maximum. Eiusdem Epy-
thalamia lacobum Persicum et Catherinam Peregrinam
in
sponsos, in Silvestrura et Floram sponsos. in Bernardum

et Benedictam sponsos, in Federicum. Eiusdem prò illustri
ac Senatorio viro lohanne Nicola Salerno funebris oratio
'
23) 172'-4'" 'Francisci Philelphi Francisco Sfortiae Imp.

epistola '. <Cfr. : F. Philelphi Epistolae. Florentiae, 1743,
I, 113) 24) 174^-6'' '
Eiusdem oratio '.
|
'
Solere qnot
annis '
— '
ascisco
"
25) 176^ '

Leonai'dus Aretinus d.
Laurentio Bontio '.
|
'
Pollicitns eram . . .
'.
|
'
Lepide te-
tigisti
'
26) 176''-183^ Leonardi Aretini epistolae '.
<Cfr. l'ed. Mehus I, 11, 49, 84; II, 30, 33, 168> 27) 184^-192^
'
M. Pro Marco Marcello in demoustrativo
Tallii Ciceronis
genere constituta oratio Una ex philippicis in Marcum ;
Antoni um In Lncium Catillinam invectiva

:
193^-4 " '
'
Lucii Catilline in M. T. Ciceronera invectiva '.
Cart., sec. XV, mm. 212 X 14.5, di carte 19J- -|- 9 bianche in prin-
cipio n. n. e 7 iu fine, lettera iniz. miniata, leg. in asse cop. di pelle.
Fu scritto in Ancona da un certo Giovanni (v. L 193'').
1435 (2722).
'
Constitutiones cauonicae Regul. S. Mariae iu Porta Ra-
vennati '.
Membr., sec, XIII, mm. 205 X 135, di carte 92 n., leg. in asse
e m. pelle.
1436 (2723).
'
Viola animae per raodura dialogi inter Raimandum Se-
bundinm artiam et medicinae professorem exhimium et
D. Dominicam Seminiverbiam De hominis natnra tractans
ad cognoscendum se, Deum et hominem '. Precedono due
epigrammi latini, il secondo dei quali è intitolato: Ma- '
thei herbeni poetae laureati epigramma ad lectores '
studi ital. di filol. class. XVII. 7

98 CODICI LATINI
90"" '
Epigramma ad librum '.
|
'
Inter honoratos nulla
formidine libros '.
|
'
Ad Beatam Annam Carmen '.
j
'
Hic
efifundo preces devote poplite flexo '.
Cart., sec. XVI, mm. 215 X 152, di carte 90 n. -\- 5 bianche u. n.

in fine, leg. in pelle.
1437 (2725).
'
Georgius de Senis. Tractatus contra ludaeos '. |
'
Scrupta-
mini scripturas ' —
'in eternum et ultra amen '
• \' Hunc
librum transcribi feci apud Florentiam ego . . . Alzauus
ordinis pred. precio duorum ducatorum auri '.
Menibr., sec. XV, mm. 215 X 145, di carte 133 n., con lettera
iniz. miniata, leg. in asse cop. di pelle. Appartenne a Giuseppe Me-
renda forlivese Cav. Gerosolimitano.
1438 (2727).
'
Forma prò confitendo peccata secundum fratrem loaii-
nem etc. '.
1439 (2728).
'
Pauli Diaconi Langobardorum liistoria '. Mutila in prin-
cipio. <Cfr.: Muratori. Rer. hai. Scr. I, 422, lin. 6, p. 51 1>.
Membr., sec. XII, mm. 200X150, di carte 50 n., leg. in perg.
1440 (2732).
'
Robertus Bellarminus. De translatione Imperii a Grae-
cis ad Francos adversus Matthiam Flaccium Illyricum
libri tres '.
Cart., sec. XV o XVF, mm. 205 X 140, di carte 301 n., leg. in perg.
1441 (2733).
'
Pulcherimus liber orthographiae '• Orthographia |
'
est
pars gramaticae ' —
moderato vox sub acuto '.
'
Cart., sec. XV, mm. 205 < 140, di carte 35 n. -\- oG bianche n. n.
in fine, leg. in asse e m. pelle.

1442 (2737).
1) 1-43^' '
S. Hieronymus. De
Terrae Sanctae '. <Cfr. locis :
S. Hieronymi Opera. Autuerpiae, 1578, III, 495> 43 Ex- "^ '
plicit liber B. Hieronymi presbiteri locorum Terrae Sanctae,

transcriptus anno domini MCCCCLXXXII die XV iunii
'
2) 43^-49 '
Libelhìs nominum regionum atque locorum
de actibus apostolorum Ven. Bedae presbiteri '. <Cfr. : Ven.
Bedae Opera. Coloniae Agrippinae, 1612, V, 666-671). In
fine: Transcriptus anno domini MCCCCLXXXII, die 19
'
3) 50^-160^ Hieronymi in libris hebraicarum

'
iunii '
questionum incipit prologns '. <Cfr.: Op. cit., Ili, 451-494>

4) 161-163'- '
In Abacliuc propheta '
5) 163''-164'-
'
De ieiuniis disputatio '
6) 164''-166'' ' Chronica suc-

cincte descripta de regno hebreorum '.
Membr., sec. XV (1482), mm. 210 X 140, di carte 166 n. -\- 4 bian-
che con lettere iniz. miniate, leg. in asse cop. di
u. 11., pelle. Appar-
tenne ai Canonici Regolari Agostiniani e fu scritto da tz*ate Matteo
Dolfi (Matteus de Dulfìs).
1443 (2738).
1) 1-4 '
Beatissimi Hieronirai presbyteri in Xistum Py-

tagoricum '
2) 5-45 '
Enchiridion Xisti Phythagorici '
3) 46-79 ^ Enclieridion Laurentii Pisani presbiteri '.
Membr., sec. XV, mm. 205 X 130, di carte 79 n., con lettere iniz.
miniate, e con fregio marginale e uno stemma miniato nella 1* pag.,
1444 (2739).
'
lohannes de Sacrobosco. Tractatus spherae '.

140, di carte 63 n., con fregio mi-
niato nella 1* pag., leg. in asse cop. di pelle. Fu acquistato a Ve-
nezia dal P. Pellegrino Fabretti l'U genn. 1532,
1445 (2740).
'
Proj)ertii Sexti Aurelii carmina '.
Cart,, sec. XV, mm. 205 X i45, di carte 80 u., leg. in pelle.
100 conici LATINI
1446 (2741).
'
Fulgentins Fabius PJanciades. Mythologiarum liljri qua-
tuor '. In fine: '
Explicit liber IIII mitologiarum F. P. F.
V. C. ad Catum presbiterum cart. Deo gratias amen. A
dì 14 de zenaro 1470 '.
Cart., sec. XV (1470) ram. 208 X 145, di carte 56 ii., con lettera
iuiz. miniata, leg in perg. Appartenne all'Ab. Trombelli e vi è pre-
messa una lettera del Tiraboschi autogr. relativ.a all'autore di que-
st'opera (23 maggio 1775).
•1447 (2742).
'
Cantoriuura in festo Porifìcationis B. M. V., in die Pal-
marum, in crastino omnium sanctornm, etc. '.
Cart., sec. XV, mm. 208 X l'Ô) ^^ carte 26 n., con fregio miniato
nella 1^ pfig., leg. in perg.
1448 (2744).
'
Catullus C. Valerius. Carmina '.
Cart., sec. XV, mm. 202 X l'io fî carte 40 n., leg. in pelle.
1449 (2746).
'
Montagnana Petrus Antonius. Exemplum litterarum quas
ad lohanuem Costara de Turricella dedi cum is Bononiae
commoraretur apud Fantucium de Fantuciis, ego vero Mu-
tinae apud Andream Gastaldum '. (1.531-1557).
Cart., sec. XVI, mm. 200X110) ^^ carte 113 n., leg. in perg.,
appartenne al P. Trombelli.
1450 (2748).
'
Sacrae laudes in Missa cum notis musicis '. Precede un
indice di mano moderna col seguente titolo: '
Cantorinnm
saeculi XII vel XIII multas complectens sacras preces
quae canebant in Missis et in processionibus '.
Membr., sec. XII, mm. 200 X 140, di pp. 223 n., leg. in pelle.
Fu acquistato a Brescia.
1451 (2749).
'
Aesopi Fabiilae, interprete Omnibono Leoniceiio Victoriui
Feltrensis auditore '.
Membr., sec. XIV, mm. 200 X liO, di carte 17 u., leg in perg.
1452 (2750).
'
Henrici et Camilli Caietani epistolae '.
(1569-1570).
Cart., sec. XVII, min. 200X125, di carte 177 a., leg. in pelle.
1453 (2753).
^
Sermonarium ignoti auctoris Ordinis Minorum '.
Cart., sec. XV, mra. 215 X 150, di carte 220 n., leg. in pelle,
1454 (2754).
1) 2'"Lamentatio Virginis in morte filii ignoti auctoris
'
'
2) 2^-14 S. Bonaventura. Liber de ligno vitae '. <Cfr.

'
:
S. Bonaventurae Opera omnia. Lugduni, 1668, VI, 403>

'
3) 15 Definitio peccati
^
4) 16-88 Conciones in qua- '
dragesima 5) 89-104 Conciones in Adveutu et de Na-

'
'
tivitate
'
6) 105-110 Super epistolas Missae '
'
7) 111-121 Aljae quoque conciones '.

'
Cart., sec. XV, mm. 210X14^5, di carte 121 n., leg. in pelle.
1455 (2755).
'
Sermones dominicales ignoti auctoris '
Membr., sec. XIV, mra. 202 X 115, a 2 col., di carte 116 n., leg.
in perg. Fu acquistato a Siena dal P. Trombelli.
1456 (2756).
1) L'Annaeus Seneca. Epistolae ad Paulum '. <Cfr.
1-4'' '
:
L. A. Seneeae Opera omnia. Augustae Taurinor., 1829, IV,

450-456) 2) l"" Ephitaphium Senece '. Cura labor
'
|
'
merituni sumpti prò munere honoris 3) 4^-87 Mar- '

'
tyrologium per anni circuì um Usuardi "

— '
Finito libro
1448, die XXVIII mensis lanuarii '.
Cart. sec. XV (1418), mm. 218 X 218, di carte Ul n., leg. in perg.
102 CODICI LATINI
1457 (2759).
'
Macer Aemilius. De erbarum virtutibus '.
Membr., sec. XIV, mm. 205 X 135, di carte 31 n., log. iu pelle,
fu acquistato a Gubbio dal P. Trorabelli.
1458 (2760).
'
Plntarchi philosophi de virtutibus mulierum traductio
per Alemanum Ranutium civem florentiuum '. | 'Cogi-
tanti mihi de mulierum virtutibus '
— '
Italicarum scri-
ptum reliquit. Parallela Plutarclii finiunt. Finis deo dante '.
Cart., sec. XV, mm. 200 X l'''0 di carte, 47 n., leg. in perg.
1459 (2761).
'
Liber Alexandri '.
j
'
Sapientissimi atque eruditissimi ' —
'
Multa timetur homo que sibi tuta putat '.
|
'A. Caxetj
Lautensis '.
Cart., sec. XV, mm. 200 X i^^S, di carte 63 a., prov. :

'
Ex mss. Con-
stantii Mariae Zinelli i. u. d. Sereniss. Principis Veneti theol. ord. '.
In fine (e. 49^') è notato: '

Iste liber est mei Augustini de Gisellis
civis Brixiae '.
1460 (2762).
1) 1-33 '
Ametus. Liber de agregationibus scientiae stel-
larum et principiis celestium quem Ametus filius Ameti,
qui dicitur Alfarganus, compilavit, triginta continens ca-
pitula '•
I
'
Numerus mensium anni '
— '
sufficit intelli-
genti 2) 35-46
'
Tractatus de spera mundi ".'
Creator |
'
mundi deus 'in diversis terre

' —
climatibus seu locis '.
Membr., sec. XIV, mm. 205X11:5) di carte 58 n., leg. in perg.
1461 (2763).
'
Q. Horatii Flacci carmina '. (Odae, Carmen saeculare et
De arte poetica) 78^ '
Gabriel Caprinzolus acque salo-
diensis hos duos libros odas atque Oratii poetriain sibi suis-
que consanguineis escripsit cuin annornm aetate XVII es-
set 1467 '.
Cart., sec. XV (1467), mm. 200 X15"-^, Ji carte 50 n., leg. in

asse e m. pelle.
.
DELLA BIBL. UNIVKUS. DI BOLOGNA. 103
1462 (2764).
1) Liber medicarainum avium '.
1-12'' '
Quando in sto- |
'
maco ' —
Explicit liber medicarainum Falconum, asto-
'
rum et ancipitrorum 2) 13-50 Cyrugia equorum '.

'
"^ '
—
j
'
Cura iuter cetera auimalia ' '
difficile subvenitur '
3) 50^-52'' '
Tractatus de avibus '.
|
^
Theodosio ma-
gnifico Imperatori ' — '
David, alleluia '
4) 53-4'' '
Tra-
ctatus de canibus '.
|
'Ut pulcherrimos '
— '
purgari po-
terunt '
Membr., sec. XIV, mni. 200 X l'Ô) ti' carte 54 n., leg. in asse
cop. di pelle.
1463 (2765).
'
Omnibonus. Commentaria in luvenalem Quoniam in '•
|
'
exponendis auctoribus '

— '
Omnibonus luveuale foeliciter
explicit. MCCCCLXXII, XXV Die februarii '.
Cart., sec. XV (1472), mm. 200 X 120, di carte 236 n., leg. in asse
cop. di pelle. In fine è notato: '
Iste liber est conventiis fratrum
S. Salvatoris de Bononia et quem portavit ad religionein frater Se-
rafinus de Veuetiis professor eiusdem conventus '.
1464 (2767).
'
M. Tullius Cicero. De amicitia et senectute '.

1465 (2768).
'
Epistola Eabi Samuelis Isdraelite oriundi de civitate re-
gis raanicheorum, missa rabi isac magistro synagoge, que
est in sublime in regno predicto. Anno Domini Millesimo,
sed translata de Ebraicho in latinum per fratrem Alphon-
sum bonum hominem Inspaniensem, quam translationem
fecit anno domini millesimo CCC" trigesimonono SS. D. Be-
nedicti pape duodecimi pontificatus sui anno quinto '.
Membr., sec. XV, mm. 210 X 150, di carte 60 n., con lettera iniz.
miniata, leg. in asse cop. di pelle.

104 CODICI LATINI
1466 (2769).
'
S. Augustinus. De diffinitione dogmatum ecclesiasticornm '.
Membr., sec. XV, mm. 212 X 150, di carte 69 u., con lettera
iniz. miniata, leg. iu asse cop. di pelle.
1467 (2771).
'
S. Hieronymi epistolae '.
Membr., sec. XV, mm. 200 X 140, di carte 269 n.. con un fregio
marginale miniato, a e. 7"" e la lettera iuiz.»miuiata, leg. in pelle.
1468 (2772).
"
1) 1-99 '
S. Augustinus. Retractationum libri duo
2) 100- 19P Hieronymus. De viris illustribus 3) 191''
'
'
S.
Ex losepho libro ultimo Belli ludaici cum Romanis

'
'
4) 192" Ex Egesippo libro quinto '.

'
Membr., sec. XV, mm. 19 5X135, di carte 193 n., cou ima mi-
niatura nella 1* pag. che rappresenta S. Agostino clie scrive e con
lettere iniziali miniate, log. in asse cop. di pelle.
1469 (2773).
'
Adnotationes ad propositiones quae hoc anno 1682 pro-
dierunt sub hoc titulo cleri G-allicaui de ecclesiastica po-
testate declaratio '.
Cart., sec. XVII, mm. 200 X ^35, di carte 56 n., leg. in cart.
1470 (2777).
'
Johannes Boccatius. De genealogia deoruin '.
Membr. e cart., sec. XV, mm. 190 X 10^> tli carte 238 u., delle
quali mancano le ce. 8 e 9, leg. in asse cop. di pelle.
1471 (2778).
1) Vergerius Petrus Paulus. Ad Ubertinuai Carra-
1-22 '
riensem De ingenuis moribus '. Franciscus senior avus ì

'
tuus ' —
teXog. MCCCCLXXXX quarto nonas septem-
'
bris scripsit pyrrhus

'
Xenophon. De tyrau-
2) 23-32 '
'
nide liber, interprete Leonardo Aretino 3) 33-39 M. '

T. Cicero. De fato ad Hirtium Consulem designatum ' —

'
Tslo;. 1490. pyrrhus scripsit quinto idus septembris '.
Cart., spc. XV (1490), mm. 210 X 155, di carte 39 n., le-, in perg.
1472 (2779).
1) 1-151 '
Sacrae Caesareae Maiestatis declaratio quomodo
in negocio religionis per imperinm usque ad definitionem
concilii generalis vivendum
in comitiis Augustanis sit
XV Maii anno 1548 proposita et publicata et ab omnibus

iniperii ordinibus recepta, e Germanica lingua in latinam
versa et ipsius Maiestatis iussu typis excussa Augustae . . .
Vindelicorum Philippus Ulhardus 2) 53-55 Adnota- '

'
tiones in Interim an. 1548, tempore Pauli III et Caroli V '
3) 56-60 '
An sacerdos praecisus absolvere possit pe-
nitentem in articulo mortis cura alius deest 4) 61-63
'
'
An liceat Papae ut Papa tliesaurizare 5) 64-68 Ar- '
^
ticuli orthodoxam religionem sanctamque fidem nostram

respicientes a sacrae theologiae pi'ofessoribns Lovaniensis
Universitatis editi per SS. Caes. Maiestatem merito con-
firmati . .. anno Domini 1545 '
6) 70 '
In hostem ".
|
'
Quisquis es immensum qui perdere niteris orbem
'
7) 87-100 Formae iuramentorum

'
8) 118 Sermo S. loan- ' '
nis Chrysostomi in Sanctam Parascevem 9) 120^^ Sermo ' '
S. Ephrera de cruce et quomodo festi dies celebrandi ".

Cart., sec. XVI, min. 200X145, di carte 124 u., lag. in perg.
1473 (2783).
1) l""
'
Coruelium Priscum
Plinii Secundi Epistola ad
'
2) r-236^ M. Valerli Martialis epigrammata 3) 236''-238^'

' *
'
Georgius Alexandrinus Angelo Adriano Oratori Regio sa-
lutem '. Legimus, Angele iucundissime
I
'
quos lia- "
— '
bemus libros '.
Membr., sec. XV, min. 190 X 140, di carte 2ìi8 u., leg. iu asse
cop. di pelle.
1474 (2785).
'
Q. Asconius Pedianus. In orationes Ciceronis '.
Cart., sec. XV, mm. 200 X 105, di carte 128 n., leg. in asso cop.
di pelle.
106 CODICI LATINI
1475 (2786).
'
Liicauus. De bello Pharsalico '. — '
Pharsalia Lucani finit
Mariae gratia . . . 1479 Die IIII lulii. corde seciet '.
Membr., sec. XV (147'J), min. 200 X 105, di carte 107 n., leg. in
asse cop. di. pelle.
1476 (2787).
1) 1-66 '
P. Ovidius Naso. Fastorum libri sex '. — '
Finis
fastornin Ovidii. Per me Pacificum M. A. 1467. 13 die lu-
nii. Perusiae '
2) 66'-68 (Calendario) 3) 69-77 Ovi- '
dius In Ibin incipit

'. Finis. Ego Pacificus M. A. Pe- — '
rusie1467 die 14 lunii 4) 78'" Incipit Ovidius De '

'
lumaca 5) 78^
'
Incipit Ovidius De pulice '. '
Membr., sec. .XV (U67), mm. 190 X 108, di carte 79 n., leg. in
asse cop. di pelle.
1477 (2788).
1) 1-47 '
Paulus Orosius. De situ orbis '
2) 48-83 '
Ae-
milius Probus. In Persium incipit '. — 'Finis Perusie
anno M CCCC
. . . 65. mense februarii . die 3. Pacificus Ma-
ximus Asculanus '.
Cart., sec. XV (1465), mm. 195 X HO, di carte 119 n. + 11 bian-

che n. n., leg. in asse cop. di pelle.
1478 (2789).
1) 1-34'' '
C. Plinius Secundus. De viris illustribus
2) 34^-38 '
i\ulus Gellius. Virorum nobilium libellus in-
cipit
'
3) 39 '
Cicero Lucio Veterino suo salutem '.
|
'
Collegi ea '. . . (Solo le prime 6 linee) 4) 40-43 (Gio-
vanni Boccaccio. Novella di Tancredi Principe di Salerno
trad. in latino da Leonardo Aretino. Cfr.: Marmi, ht. del
Decamevone. Firenze, 1742, p. 247>.
Cart., sec. XV, mm. 200 X 115, di carte 43 n. -{- 7 bianche ii. n.,
1479 (2790).
1) 1-51 '
luvenalis Tunius. Satyrae '. — '
Ego Pacificus
Maxiraus Asculanus mea manu scripsi in sapientia veteri
DELLA BIBL. UNIVERS, DI BOLOGNA. 107
'
perusina. 1466, 7 die octobris 2) 52-60 '
Persius Sa-
tyrae '.
Membr., sec. XV (1403), mm. 195 ;< 102, di carte 60 n., con let-
tere iniz. miniate, leg. in asse cop. di pelle.
1480 (2791).
'
Passio S. Margaritae et eiusdein vita '.
|
.' Post passio-
nem et resnrrectionem Domini ' — '
Explicit passio Beate
Margarite. Deo gratias amen '.
Membr., sec. XIV, mm. 190X1-^» ^^ carte 18 n. n., con molte

fignre a penna, leg. in pelle.
1481 (2792).
1) 1-9 '
M. Accius Plautus. Amphitrio a Vitali Bleso ele-
giacis versibus expositus
'
2) 10-19 ^ Seneca. De qna-
tiior virtutibus cum notis marginalibus '. (Mutilo in prin-
cipio) — '
Expletnm fuit hoc opus per me lohannem de
Senis die primo augusti M CCC
.
'
3) 20-31 * Persius.
Satyrae '
4) 32-40 M. T. Ciceronis Paradoxa '.

'
M. — '
T. Ciceronis liber paradoxorum feliciter explicit tercio mar-

cii 1434 per me Anthonium animam cuius habeat Christus '.
Membr.. sec. XIV (1381) e XV (1434), mm. 200 X 150, di carte 40

n., leg. in perg.
1482 (2793).
1) 1-34 '
Divi oratoris Consulti Ars rhetorices incipit fe-
liciter '.
I
^
Quid est rhetorica Finis Ferrariae 1479. '
— '
Ili decembris die Pacificus Maximus Asculanus 2) 41-51 '
[Anton ius]
'
Luscus. Argumentum orationis prò Cn. Pom-
peio cum imperio vai prò lege Manlia '
3) 52-56'"
'
Pro
L. Annio Milone et primo argumentum '
4) 56^-72''
'
De
partitione retorice 5) 72 '^-86 Incipit argumentum prò
' '
rege Deiotaro '
6) 87-104 '
Incipit prò Sexto Roscio
quara sequentem fecit Guarinus, sed que susequitur est
eiusdem Lusci, que est ultima 7) 105-108 Incipit prò ' '
Arcbia poeta Antoniii Lusci Vicentini Finit prò Ar- ' — '
chia. scrip, 1479 '.
Cart., sec. XV (1479, mm. 200X^08, di carte 125 n, leg. in

asse cop. di pelle.
108 CODICI LATINI
1483 (2794).
1) 1-9
'
M. Accias Plautiis. Amphitruo a Vitale Bleso ele-
giacis versibus expressas '.

|
'
Birie liber. (jui alias dicitur
Ovidius de Alcmena. alias Alcumena '.
|
'
Grecorum stu-
dia ' — 'ab archade snmmo '.
|
'
Vitalis blesis explicit
amphitrion 2) 9''-10^ Seqiinntnr capitnla
'
'
libri Pri-
sciani per ordinem '. Primus liber coutinet |
' ' — '
presto
sunt '.
Cart., sec. XV, min. 200 X iÔ» '^^ carte 10 ii. )- 1 biauche ii. u.
in fine e 4 iu principio, leg. in cart.
1484 (2795).
'
Fabulae Aesopi latinitate et metro donatae '• Ut iu- |
'
vet et prosit coiiatur pagina presens Multa quideni '

— '
risu fuit importantia mortem '.
Membr., sec. XIV, min. 205X142, di carte 20 u., leg. in perg.
1485 (2796).
'
Cantorinum et Rituale Dominicanurn, cum notis musicis '.
Membr., sec. XV, ram. 200 X 1^0, di carte 101, leg. in perg., mu-
tilo iu fine.
1486 (2797).
'
Eberhardus. Graecisraus '•
|
'
Quoriiam ignorantìs nubilo
turpiter ' — '
Qui dedit alpha, vel o. sit laus et gloria
christo '.
I
Qui scripsit scribat semper cum domino vivat '.
Membr., sec. XIII, mm. 200 X 135, di carte G8 n., leg. in perg.,
appartenne all' Ab. Trombelli.
1487 (2798).
'
Francisci Mayronii De virtutibus ".
|
'
Moralium dogma
pliilosophorum ' — '
certos efifectus animorum primus est '...
Membr., sec. XIV, mm. 190 X 135. di carte 122 n., leg. in pelle.
1488 (2799).
'
Espositio in sacram Genesim incerti auctoris. Item expo-
sitio iu cap. primum actuum apostolorum. Itera perbrevis

tractatus de virtutibns nonnullis '.
Membr., sec. XIV, inni. 100 X 135, di carte 89 n. ^h 3 bianche

n. n. in fine, a 2 col., leg. in asse cop, di pelle. In principio è notato:
'
Iste libar fuit ad usum fratris Thedaldi de Casa quem vivens as-
signavit armario fiorentini conventus 140G '.
1489 (2800).
1) 1-64 '
S. Ambrosius. De officiis ', In fine: '
Ego lohan-
nes Mundinns bononiensis civis transcripsi felicitar
'
2) 65-6 '
Gloriosissirnac et nriartyris Dorotheae
virginis
vita felicitar incipit '.
|
Temporibus Sapricii
'
per- ' — '
rexit ad Ohristnro '•

j
'
Ego loliannes Mundinns transcripsi.
anno domini 1449 . die . XII . decembris '
3) 67-92 '
In-
cipit liber Enchiridion editus ab Angustino Laurentii Ro-
gatu '.
I
'
Dici non potest ' — ^
caritate conscrìpsi '.
|
Ego
lohannes Mundinns Bononiensis transcripsi manu propria '.
Menibr., sec. XV (1J:49), mm. 185 X 1^^5, di carte 92 n., con let-
tere iniz. miniate, leg. in pelle.
1490 (2801).
'
S. Ambrosius. Liber Hexameron '.
iniz. miniata e stemma nel marg. della l* pag., leg. in asse cop. di
pelle.
1491 (2802).
S. Ephraem Syrus. Sermones
'
[Anibrosii Traversa- '
l""
rli] Epistola ad Cosmum de Medicis de nobilitate libri

'
'
feliciter incipit 3^ Incipit primus sermo S. Ephrem '
de penitentia lòS"" Finis sermonura S. Ephrem '.

'
'
1492 (2803).
'
P. Ovidius Naso. Amorum libri tres '.
niato e stemma nella 1* pag., leg. in pelle.
110 CODICI LATINI
1493 (2807).
'
Irimbertns. Commeii tarla in libruin II Regum '.
Cart, sec. XIII, mm. lOO X HO, di carte 226 ., leg. in pelle.
1494 (2808).
1) 1-132 Liber Brunonis Signensis Episcopi de prescien-
'
tia Dei centra curiosos '. Libellus de prescientia et — '
predestiuatione divina exit feliciter, transcriptus per me

F. M. de Marsiliis sub M D XVI. die novembris . . XX '
2) 133-187 Liber Brunonis Signensis Episcopi De

'
laudibiis ecclesiae 3) 188-212"" Omelia Tohannis Cri-

'
'
sostomi De snperscriptione psalmi (jîiinquagesimi

'
4) 212^-227 ' Tract[at]us eiusdem in id ipsum quinquage-

simum psalmum '
5) 228-254 '
lohannis Tortelli prefa-
tiuncula ad Excell. virum Cosmum Medicem super tradu-
ctionem omeliae B. lohannis Crisostomi in psalmum Miserere
mei deus incipit feliciter — Omelia lohannis Crisostomi... ' '
exit felioiter die VII Octobris M D XVI et per me Fran- . .
ciscum Marsellum in sua parvula Marsilia conscripta ad

laudem dei 255 Tabula Crisostomi de naturis ani-
'
6) '
malium, avium et lapidum 7) 256-287 Liber lohannis ' '
Crisostomi De naturis animalium secundum misticum sen-

sum et moralem '
— '
Exiit die 16 setembris M D XVI
. .
'
8) 288-290 '
Auctoritates S. lohannis Chrisostorai de
diversis capitulis incipiunt,
'
9) 291-304 '
Vindicta Chri-
sti incipit feliciter ' — '
Libellus de vindicta Ihesu Christi
D. N. per Tytum et Vespasianum exit feliciter '.
Cart., sec. XYI (1516), mm. 185 X 132, di carte 307 n., leg. in perg.
1495 (2809).
'
Valerius Flaccus. Argonauticon '.
Membr., sec. XV, mm. 190 X 108, di cai-te 72 n., con lettera iniz.
miniata, leg. in asse cop. di polle.
1496 (2810).
'
C. Svetonius Tranquillus. De duoilecim Caesaribus '.
Membr., sec. XV (1460), min. 290 K 105, di carte 227 n., con mi-
niatura rappresentante atto imperatori romani, e uno stemma mi-
niato, leg. in asse cop. di pelle.
.
DELLA BIBL. UNIVKRS. DI BOLOGNA. Ili
1497 (2811).
'
Constitutiones Canon. Regul. S. Mariae in Porta Raven-
natensi '
Membr., sec. XIII, mm. 185 X i25, di carte 84 n., leg. in asse
e ro. pelle.
1498 (2812).
'Biblia sacra cum praefationibus et Calendario Dominicano'.
Membr., sec. XIII, mre. 180 X l'^^, di carte 267 n., a 2 col., leg.
in. perg.
1499 (2813).
1) Damasi Papae epistola ad Hieronymum '. <Cfr.: S.
l""
'
Hieronymi Oj>era. Antuerpiae, 1578, III, 350> 2) V-IS"

'
S. Hieronymi epistolae '. <Cfr. Op. cit., Ili, 351-4, 194-5, :
405, 142, 399-403, 406-411, 302, 320, 324, 331, 311, 321^
312, 314-320) 3) 73^-98'- Libri B. Augustini ad S. Hie- '
ronimum de origine animae sisoitantis

'
4) 98''-120
'
S. Hieronymi aliae epistolae '. <Cfr. : Op. cit.. Ili, 304,
303, I, 1, 3-7>.
Membr., sec. XV, mm. 188 X 130, di carte 120 u., con fregio a
colori, leg. in pelle.
1500 (2814).
'
Goffridus de Trano. Summa super titulis decretalium '.
lettere iniz. miniate, leg. in perg.
1501 (2815).
1) 1-10 '
B. Bernardinus. Oratio
'
2) 11-18 '
S. Augu-
' '
stinus. De vitiis et virtutibus 3) 19-21'" '

Orationes
4) 2r'-25 '
Carmina in honorem S. Marie semper Vir-
ginis, de sancta cruce et de S. Francisco '
5) 26-33 '
Non-
nulla miracula '
6) 34-41 '
Nonnulli sermones '
7) 44''-49 ' Oratio de sancta cruce '
8) 51-57 '
De Pa-
radiso '
9) 58-66 '
De moderatione linguae '
10) 67-8
'
De 2.° ca.° ecclesiast.
'
11) 69-74 ' Prophetia abbatis

Ioachim '.
Cart., sec. XV, mm. 185X120, di carte 82 u., leg. in perg.

. .
112 CODICI LATINI
1502 (2816).
'
lacobus de Voragine et Gilbertus. Serrnoues '.
Membr., sec. XV, min. 180 X ^~^, di carte 7G u., leg. in asse e
m. pelle.
1503 (2818).
1) 1-10'' (Calendario) 2) 10'' (Lettera lat. di B. Capae-
cius de Man.^° Card, di S. Eustachio ai Canonici Reg. della
Congr. di S. Salvatore. 27 genn. 1496) 3) 11-17^ Re- '
gala Beati Angustini 4) 17 ^'-59 Expositio Regule

'
'
'
S. Augustini secunduni U,i.'onem de Saucto Victore
5) 61-66'' '
Privilegium concessum a Papa Gregorio XII
Congregationi Canonicor. S. Salvatoris de rautatioue ha-
bitus et de commissione facta Rev. in Christo patribus et
dominis Antonio, Gabrieli et bonae memoriae lohanni S. R.
E. Cardiualibus'. (24 apr. 1408) 6) 66^-68 Commissio per '
SS. Papam Martinum V facta D. Antonio Card. Bononiensi

de mutatione . . . consti tutionum Canonicorum sive fratrum
S. Salvatoris '. (17 agosto 1420) 7) 69-106 '
Constitu-
tiones Canonicorum sive fratrum S. Salvatoris '
8) 107-152
'
Ordinarium Canonicorum regularium Ord. S. Augustini
Congregationis S. Salvatoris '
Membr,, sec. XV, ram. 180 X 130, di carte 152 n., leg. in asse e
m. pelle.
1504 (2819).
1) I-IO^' '
Vita Beati Pauli primi Eremitae ab Hyerouimo
presbitero compilata'. (Cfr. : Ada Sanctor. Boll., 10 lan.
I, 604-607) 2) Vita Malchi Monachi captivi
10^-18 '
edita a B. Hieronymo presbitero '. (Cfr.: Op. cit. 21 Oct.,

IX, 64-69) 3) 19-30 Maphei Vegli Laudensis Dialogus
'
Veritatis et Philalitis ad Eustachium fratrem '.

|
'
Quom
repeterem nuper animo '
— 'te sequor libens '.
Cart., sec. XV, mm. 185 X 140, di carte 30 n., con lettera iniz.
miniata, leg. in perg. In fine è notato il nome di: '
Ioanues Petrus
de Carrariis pataviuus '
10. 12. '908

.
DELLA BIBL. UJSIVEKS. DI BOLOGNA. 113
1505 (2820).
'
lucerti meditationes in confessiones S. Augustini et Bre-
viloquium paiiperis in scripturam Bonaventurae
D. '.
—
|
'
Quorumdam librornm ' '
salutatione honoraveruut '.
—
j
'
Dilecto genua mea ' '
cui est alligata '.
Membr.. sec. XIV, nam. 180 X 130. di carte 72 n., a 2 col., leg.
m. perg.
1506 (2822).
'
1) l-12i" ' Descriptio naufragii Nicolai Sagundini
2) 12 '-34 '
Genealogia seu origo Turcorum '
3) 35-52 1'
'
Leonicenus Omnibonus. De unitate et concordia civium '
4) 52 ^'-3 Oratio Demostenis ad Alexandrum Magnum

'
^
5) 54-59 '
Epistola Francisci Principis ad Xistum IV P.
M.\ (Ex Mediolano, XV kal. sept. MCCCCLXXVIII)
6) Verardus Camillus et Sigismundus. Domino Mo-
60-63 '
naldino de Monaldinis Ravennati epistola et carmina '
(Ili Nonas Sept. 1496) 7) 65-86^ '

Aristoteles. De rao-
ribus, trad. per Poggium et per Leonardi! m Aretinum '
8) Leonardus Aretinus. De militia

86^-1101' '
'
9) Leonardus
110^-120 Aretinus. Inveotiva contra liy-
'
pocritas
'
10) 121-128 Leonardus Aretinus. Ad Tho- '
mam Cambiatorera [Epistola]. Non usque adeo '

(
' ' —
11) 128^
'
non ingratas iterum. Vale
'
Epitafìum Sci- '
pionis maioris '. '0 culmen firmum patrie spes alta li-
|
bantis '. Epitaphion Minoris '.

|
'
i\.ltera lux patrie nitet |
'
hic lux altera rome 129i" De summo pontifice et Io. '

'
Bentivolo '. (Epigr.) Serra acuti dentes: armantur cor- |

'
tice duro 129^ lesus '. (Carmen)

' 130i' Epigramma
' '
super bis que scripta et dieta sunt '• Que super bis |
'
credam scriptis epygramata lector Contra Alexan- '

•
|
'
drum Papam VI (Epigr.) Vendit Alexander claves

'
.
' '
. . .
Mernbr., sec. XV, mm. 180X120, di carte 130 q., con lettera
iniz. miniata e stemma nel marg. della 1" pag., leg. in asse cop. di
pelle.
1507 (2823).
'
Rituale Brixiense '.
Membr., sec. XV, mm. 180X130, di carte 80 n., leg. in pelle.
Studi itul. (li ftlol. class. XVII. 8

.
114 CODICI LATINI
1508 (2824).
'
Musicae laudes in Missa '.
Mernbr., sec XII, mm. 180 X 120, di carte 1C6 n., leg. in perg.,
prov. dal monastero di Nonantola.
1509 (2825).
1) 1-12 Visitationis M. V.'
'
Officium 2) 13-14'- E,i- '
thmus valde devotus '. Deus omnipoteus rex archange-

|
'
lorum ' —
Facile me particÌ2)em gloriosae vitae
'
'
3) 15-271- '
Officium plurium confessorurn '
4) 28-32 '
Of-
ficium plurium virginum Ordo ad catecu-
'
5) 33-39 '
meuum '
6) 40-48 '
Sermo S. Ambrosii '.
Membr., sec. XV, mm. 280 X 130, di carte 48 n., leg. in pelle.
1510 (2826).
'
Usuardi Martyrologii fragmentum \
Membr., sec. XV, mm. 190X140, di carte 10 n., sleg.
1511 (2827).
'
Officium apostolorum, plurimorum martyrum, unins mar-
tyris, confessoris, pontificis, virginum, corporis Christi, etc. '
Membr., sec. XV, mm. 180X130) <!' carte 38 n., log. in pelle.
1512 (2828).
1) 1-111 ' Platonis Phaedo '
[Leonardo Aretino interprete]
1) 112-1471' '
Leonardi Aretini Isagogicon moralis phi-
3) 147^-149
'
losophiae ad Galeottum Leonardi Are- '
tini Prohemium in Economicam Aristotelis

'
4) 150-158
'
Incipit tractatus '. <Cfr. : Aristotelis Oeconomicor. libri.
Parisiis, 1543, 135^-140).
Membr., sec. XV, mm. 180 X HO, di carte 158 n., con lettere
1513 (2829).
1) I-I291- '
Expositio super Cantica canticorum ' — '
Ex-
plicit liber Cantici canticorum expositus per exiraium docto-
. . .
rem beatum Augustinum '
2) 129^-137 '
S. Hieronymus.
De esseiitia Dei '.
Membr., sec. XII, mm. 170 X HO, di carte 137 n., palinsesto,
lag. in pelle.
1514 (2830).
1) Leonardi Aretini Isagogicon moralis disciplinae
1-29 '
'
ad Galeottum 2) 30-57 Platonis Phedrns Leonardo '
Aretino interprete '. Leonardi Aretini praefatio ad An-

|
'
tonium Luscum 34^' '

Liber incipit qui dicitur Phe- '
drus Leonardus traduxit e graeoo Platonis philosophi ' — '
liber qui dicitur Phedrus fìnit feliciter Leonardus Aretinus

traduxit e graeco MCCCCXXIIII '
Membr,, sec. XV (1424), mm. 180X120, di carte 58 n., con let-

tere iniz. e fregio miniato, leg. in asse cop. di pelle.
1515 (2832).
'
Gualterius Esculanus. Speculam artis grammaticae '.
—
|
'
Amiracione inextimabili Dona dei variis articulata ' '
viris '
Membr., sec. XV, mm. 170 X 125, di carte 159 n., a 2 col., leg.
in perg. Appartenne al P. Trombelli.
1516 (2833).
1) 1-41 Hieronimus. Regula extracta a Lupo Olmeto '.
'
S.
(Mutila in principio ed in fine) 2) 42-46 Eiusdem beati '
leronimi De essentia trinitatis, vel deitatis, vel aliter de

membris domini tractatus feliciter incipit 3) 46-58 Jo- ' '
hannes de Brusella. Liber de arte bene moriendi Cum '.

|
'
de presentis exilii miseria Millesimo CCCCLV die ' — '
XVII septembris '
Membr., sec. XV (1455), mm. 170 X 125, di carte 58 n., leg. in perg.
1517 (2834).
'
Kalendarium, Psalterium et Hymnarium Dominicanum '.
Membr., sec. XV, mm. 175 X 125, di carte 236 n., con lettere
iniziali e fregi miniati, leg. in asse cop. di perg.
116 CODICI LATINI
1518 (2835).
'
Diurnum monasticum '.
Membr., sec. XIII, mni. 170 X 1"^'5, di carte 232 n., leg. in perg.
1519 (2837).
'
Laudes S. Alexii edite per Joseph Bripium eius devofcum
doctorem edite Rome feliciter Scripsit Johannes Me-
'
— '
diolanensis anno 1451. Rome '.
Membr., sec. XV (1451), mm. 170 X 125, di carte 21 n. -f- Sbian-

che in fine n. n., con fregio miniato, lettera iniz. e stemma nella
l'' pag.. leg. in asse cop. di pelle.
1520 (2838).
'
Consuetudines Ordinis Cartusianorum '.
Membr., sec. XIV, mm. 170 X 125, di carte 83 n., leg. in cart.
1521 (2841).
'
S. Bernardinus Senensis. Tractatus de vita Christiana '.
Cart., sec. XV, mm. 170 X 125, di carte 72 n., leg. ra. perg.
1522 (2842).
'
Andreae Moconici Ad lulium Papam II Consilium de
forma servanda in convocatione Concilii generalis Da- ' — '
tura Venetiis III Kal. Septembris M D XI '. . .
Membr.. sec. XVI (1511), mm. 165 X US, di carte 30 n., leg.
in perg.
1523 (2843).
'
Amati Monachi Cassineusis De S. Petro apostolo carmina '.
<Cfr. : Bollettino delVlst. ator. {tal., 1889, n.« 7, p. 46 sgg.>.

Membr., sec. XI, mm. 172 X 118, di carte 90 n., con lettere iniz.
miniate, leg. in pelle, In principio è notato :

'
Hic liber scriptus fuit
'.
anno Domini 1070 ut ex pergamenis per accideus recisis colligebatur
1524 (2844).
'
TertuUiani Apologeticus contra gentes '.
iniz. miniata e stemma Bentivolesco nella 1* pag,, leg. in a.-iso cop.
di pelle.
1525 (2845).
1) 1-2 (Notizie storiche dal 1443 al 1492) 2) 5-10 '
Ora-
tiones variae De deoem sibillis plnra
'
3) 11-15 '
'
Isidorus. De ymagine mundi

'
4) 25-34 '
5) 35-4G Pro- '
phetiae Mesiam Christnm atque ducem prophetantes '
6) 47-50 Dieta mirabilia Sibillae

'
7) 51 Forma et '
'
ymago pulcritudinis Christi 8) 52 Testamentnm san- '

'
ctissirai Thobie 9) 53-4 De Ecclesia Christi '

'
'
10) 56-8 Epistolae presbiteri Tohaunis

' '. (Forse Giovanni
da Tossignano Vesc. di Ferrara) Die '
XX lanuarii 1440 '.
59-61 '
Epistolae domini Episcopi Fe[rrariensis] '
61 '
Epistola d. Petri Bai.' 62-3 '
Epistola domini Epi-
'
[scopi] Fe[rrariensis] 11) 64-72
'
Planctus S. Bernardi
super mortem fratria sui Berardi super cantica canticorum
'
12) 73-120 '

S. Hieronymi epistolae '. <Ofr. : S. Hieronymi
Ojjera. Antuerpiae, 1579, I, 1, 12, 17, II, 194-5, 300, 320-1,
322-4, 331> 13) 122-135 '
S. Bernardi epistolae '. <Cfr.:
S. Bernardi Opera Parisiis, 1690, I, Epist. 1, 150, 168, 166,
'
201, 236, 238, 243> 14) 136 '

Oratio brevis pulcherima
15) 137 '
Super Egeum prophetam '
16) '
In Amos
'
propheta 17) 145-158 '
Epistole beati Augustini ad
Iponenses, ad Nepharium, ad Seleutiauam, ad Valentinuin,
ad Desiderium, ad Dorotheura, ad Fabiannm, ad Corne-
lium, ad Marcellum, ad Theophanium, ad Cirillum, ad
Honodium, ad Petrum Diaconuni, ad Cantianum, ad Leon-
'
tiam 18) 159-161 Theodorus episcopus tholetanus in '
epistola ad fratres S. Rifi de divina sapientia et de Ori-

Colucii Salutati epistolae, de morte
'
gene 19) 162-168 '
filii sui, ad Nicolaum de Tuderano, ad Bernardum de Mogio,

ad Catarinam Verii de Aretio '. <Cfr. : Ejnstolario di Coluccio
Salutati, ed. Novati. Ili, 337, 363, 382> 20) 169-188 '
Ali-
'
qua surapta de expositionibus epistolarum S. Pauli
21) 189-203 Oratio domini Pape Pii II Mantue recitata
'
in concilio dum ortaretur christianos Principes contra Teu-

cros 22) 209-214
'
Nota plnra de Machometo vana et '
derisibilia '
23) 215-7 '
Sermo de solitudine '
24) 217-221
Sermo de missa 25) 247-264
'
'
et de eius celebratione
(Laudi latine adespote) 26) 265 ' Copia cuiusdam prò-
. .
118 CODICI LATINI
phetiae inventae in ecclesia Acquilogiae. 1418. die X lulii

'
Labni '.
|
'
Alia prophetia 27) 407-605 Extractns et
'
dieta mirabilia beati lohannis Crimaci '

28) 683-7 Epi- '
stolae S. Cypriaui '. <Cfr. : S. Cypriani Opera. Parisiis, 1726,

p. 94, 46, 11).
Membr., sec. XV, mm. 170X120, con tre carte

di pp. 696 n.,
geografiche a colori ed una astrologica, leg. ia asse m. pelle. Fu e
acquistato dal P. Trombelli. La compilazione sembra essere opera

d'un ferrarese.
1526 (2847).
'
Statata Cartusiauorum \
Membr., sec. XIV, mm. 170 X HO, di carte 20lj n., leg. in asse
cop. di pelle.
1527 (2848).
'
Liber sagittarius monachi Clarevallensis '.
|
'
Incipit pro-
logus in librum sagittarii '•
|
'
Reverendissimo ac spetia-
lissimo domino S. abbati clarevallensis dyocesis mediola-
nensis '.. .
2r '
Quoniam ut testatur ' — '
dei et vox
laiidis. Amen '.
Membr., sec. XIV, mm. IGO X 120, di carte 214 n., a 2 col., con
lettere iniz. miniate, leg. in perg.
1528 (2849).
'
Biblia sacra '
Membr., sec. XIV, mm. 160 X lOOi ^^ carte 415 u., a 2 col., con
lettere iniz. miniate, leg. in pelle.
1529 (2850).
1) 1-116 '
De arte medica libellus brevis Saxiferrati
Ex-
'
cellentissimi Empirica Excellentissimi
2) 117-271 '
Victorii [BenedictiJ faventini ad varia egritudinam genera

in almo patavino gimnasio theoricam ordinariam profitente
aedita ' —
Finis ad laudem Dei 0. M. ultima Angusti 1538
' '
Cari., sec. XVI (1538), mm. 158 X 108, à\ carte 271 u., leg. in perg.
DELLA BIBL. UNIVEItS. DI BOLOGNA. 119
1530 (2851).
'
Mis.sale Ordinis Minorum '.
Membr., sec. XIV, mm. 1G8 X HO, di carte 274 n., a 2 col., con
lettere iuiz. miniate, leg. in asse cop. di pelle.
1531 (2854).
1) l-50i" *
S. Beruardus. Tractatus de edificanda domo spi-
ritualiatqne interiori et de nobilitate conscientie et de
septem columpnis in ea erigendis 2) 50^-55 Rythmus ' '
ad lesura '•
|
'
Salve mundi salutare ' — '
Ad regna ce-
'
lestia 3) Gradus consanguinitatis secundum ca-
56-7 '
'
nones et primo secundum mares in linea ascendentium
4) 57^ ' De vigiliis preceptis ab ecclesia '
5) 58-9
'
Orationes eximii doctoris S. Thomae de Aquino dicenda
ante celebrationem misse et post missam '
6) 60-75 '
Car-
mina Beati Bernardi '•
|
'
Recte vivendi doctrina si ve ca-
uendi ' — '

In te cumfixum, me ducas in paradisum '.
|
'
Visio Beati Bernardi de anima ad corpus '•
|
'
Noctis sub
silentio, tempore brumali '
— '
Sic erit bora brevis et tua
vita levis
'
Summi Pon-
7) 76-7 '
Lectiones de mandato
tificis Papae Eugenii IV quae debent legi in feste precio-
sissimi corporis D. N. lesu Christi 8) 78i" Epistola '
'
Beati Bernardi abbatis ad canonicos Lugdunenses '. <Cfr. :
Op. cit. I, 169>.
Cart., sec. XIV, ram. 150 X 98, di cai-te 79 n., leg. m. perg.
1532 (2855).
'
Diurnura Dominicanum '.
Membr., sec. XV, mm. 160 X HO, di carte 13G, con lettera iniz.
miniata.
1533 (2856).
'
Aristoteles. De secretis secretorum, sive de regimine prin-
cipum, vel dominorum aut regum '.
Membr., sec. XV, mm. 150 X HO, di pp. 20J n., leg. in cartone.
Fu acquistato a Padova.
120 CODICI LATINI
1534 (2857).
1) 1-12 '
Guigo Prior Cartusiae. ad fratres de Monte Dei '
.
—
|
'
Karissimis et dominis et fratribus ' '
reverentia in-
teserit
'
2) 1-38 ' S. Gregorius Papa. Super Cantica

Canticorurn '
•
|
'
Postqnam a paradysi gaudiis ' — '
per
infinita secnla seculorum amen '
3) 1-26 Hugo. De '
sex verbis Dei in cruce '.

|
'
Ultima Christi verba ' —
'.
'
qui sepulti magistri
Membr., sec. XIV, min. 150 X 100> tii carte 12 + 38 + 2(J n., leg.
m. pelle.
1535 (2858).
'.
'
Preces sacrae
Membr., sec. XII, mm. 155 X^-'') <î carte 35 ii., nnitilo in priu-
1536 (2859).
1) 1-23'' '
lohannitius. Isagoge '.
|
'
Medicina dividitur ' —
'
boni mali ve discreti© '
2) 23^-51'" '
Hippocrates. Apho-
rismi Vita brevis
'. plus peiorabitur
I
'
3) 51^-67'' ' — ' '
'
Hippocrates. Liber pronosticorum '. Omnis qui divina |
'
artis ' — '

ordine preceptorum
'
4) 67'"-104'' Hippo- '
crates. De regimine acutorum morborum '.

|
'
Qui de egro-
tantium bora calida fiat ' —
5) 104 ''-124 ' ' >"
Hippocra-
'
tes. Liber epidimiarum '. Quibuscumque ex dissolutione j

'
'
— omnes curantur
'
6) 124'^'-177 Hippocrates. Ars '
'
parva '• Tres sunt omnes conscriptionibus '.

j
' ' — '
Membr., sec. XV, mra. 150X90» di carte 177 n., leg in perg.
1537 (2860).
'
S. Augustinus. Meditationes '.
Membr., sec. XV, mra. ISSXHOi <ii carte 75 n., con fregio e
1538 (2862).
'
Psalterium, hymnarium et alia '.
Membr., sec. XV, mm. IGO X 115, di carte 111 n., a 2 col. Fu
donato al P. Trombelli dal Co. Gius. Maria Fogliani Vesc. di Mo-
dena il U
ott. 1782.
1539 (2863).
'
Breviarinra Olivetannm '.
Membr., sec. XV, miii. 160 X 100, di carte 451 n., a 2 col., leg.
in peig.
1540 (2864).
1) 1-77 • '
Practica de defectibus Missae '
2) 77''-116 '
Mi-
racula et exempla de cor])ore divisti. De quodam heretico
incantatore malefico virtute corporis Christi concremato
quem autea iguis arte diabolica non tangebat '
3) 117-122''
'Indulgentiae fratribus miuoribus concessae '
4)122^-124
'
Doctrinae spirituales secundum qnatuor doctores '
5) 125 '
Versus de cella qiios habuimus ab hereraitis an-
gelorum '•
|
'
Stes satis in cella, vitabis plurima bella ' —
'
Non sis ad risura facilis, qui vis paradisum
'
6) 126-7
'
Parva quaedam rairacula '.
Mombr., sec. XVI, inra. 150X95, di carte 127 a., leg. m. perg.
1541 (2865).
'
Breviarium Meteuse '.
Membr., sec. XIII, mm. 155 X 100, di carte 518 n., leg. in pelle.
Fu acquistato dal P. Trombelli.
1542 (2866).
'
Diurnum Dominicanum cum notis musicis '.
Membr.. sec. XV, mm. 150 X 95, di carte 311 n., con fregio mi-
niato e lettera iniz. min a e. GÌ"", leg. in pelle.
1543 (2867).
'
Breviarium Romannra '.
Membr., sec. XV, mm. 160 X HO, di carte 615 n., a 2 col., con
fregi e lettere iniz. miniate, leg. in pelle.
1544 (2868).
'
Preces diversae '.
Membr., sec. XVI, mm. 1.55X1-0, di carte 32 leg. in cartone.

.
122 CODICI LATINI
1545 (2869).
1) 1-26'" '
S. Antouiuus. De restitutione et qnaliter est
'
fienda '
2) 26''-3G'' '
Responsio de hiis qui repetunt sua
3) 36^-48 '
Tractatus Francisci de la Cruce primicerii
Ecclesie Mediolani decretorum doctoris tam domiuicis quam
aliis
'
4) 49-66 '
De arte morie ndi
'
5)72-76'^ ' Nota
secundum Gregorium de superbia, de avaritia, de accidia,
de luxuria '.
(.art., sec. XV, nim. 150 Xs ^^0) *ii carte 86 u., leg. m. perg.
1546 (2870).
1) 8-10 ' Canones penitentiales quos scire debet quilibet
'
sacerdos 2) 11-122 '
S. Antoninus. Tractatus de modo
'
coufessiones audieudi 3) 123-137 '
S. Antoninus. Tra-
ctatus de restitncionibus '
4) 139-148 '
lohannes Gersou.
De puritate seu dispositione sacerdotis celebraturi '
5) Angelus de Perigliis. Tractatus de sotieta-

149-160'' '
tibus animalium 6) 160''-166'"

'
S. Antoninus. Tra- '
ctatus de ornata mulierura 7) 166^-174 Qninque re- '

'
gule ad cognoscendum quando est peccatum mortale vel

veniale '.
Cari., sec. XV, inm. 1Ò5X1*^> 'î carte ITU n., leg. in asse cop.
di pelle.
1547 (2873).
'
Preces variae '
Membr., sec. XV e XVI, mm. 150 98, X di carte 98 n. -{- 22 bian-

che n. n., con fregio miniato nella l** pag. leg. in pelle,
1548 (2875).
'
Albius Tibullus. Carmina '.
Membr., sec. XVI, mm. 150 1^5, di carte 43 n., mutilo in prin- X
cipio, cou titolo in oro e a colori ed eleganti lettere iniziali miniate,
leg. in pelle.
1549 (2877).
'
C. Crispus Sallustius. De bello Catilinario '.
Membr., sec. XV, mm. 193 X 1 1-^? ^^ carte 73 n., mutilo in prin-
DBLLA UIBL. UNIVRRS. DI BOLOGNA. 123
1550 (2878).
'
S. Bernardus. Liber de consideratione, ad Engenium
Papam '.
Merabr., sec. XV, mm. 150 X H'^, di carte 82 n., leg. in pelle.
1551 (2879).
'
Privilegia Canonicorum Regularium Lateranensium '
(VII
Kal. Martii 1434-11 Febbr. 1500).
Cart., sec. XV, intn. 150 X 105^ di carte 77 a., leg. iu pelle.
1552 (2880).
'
S. x\ugustiuns. Soliloquia '.
Merabr., sec. XIV, ram. 1 18 X 103, di carte 21 ii.

-f- U n. n., leg.
in cart.
1553 (2882).
1) 1-10 Hugo a
'
S. Victore. Soliloquiuni de arra animae
'
2) 11-15 <Idera> '

Liber de virtute Grandi '
3) 16-53
'
S. Prosperns. De vita couteinplativa ad lulianum Panie-
rinm Episcopi! ra 4) 54-81 Hugo de Sanato Victore.
'
'
Liber de arca Noe, prò archa sapientie, cum archa ecclesie

et archa matris gratie '.

iu perg.
1554 (2883).
'
Preces diversae '.
Cart., sec. XV, nim. 145 X ^08, di carte 149 n., mancano le prime
7 carte, leg. iu pelle.
1555 (2884).
'
Membr., sec. XV, mm. 150 X 100, di carte IG7 n. -|- 20 bianche
n. u. in fine, con fregi e lettere iuiz. miniate, leg. iu perg.
. .
124 CODICI LATIXI
1556 (2885).
'
Testamentum novum cuni epistola ad Laodicenses '
Membr., set'. XIII, min. 150X100, di carte 259 n., a 2 col., con
lettere iuiz. ininiate, leg. in asse co;j, di pelle. Fu acquistato dal
P. Trombelli.
1557 (2888).
'
S. lohainies Chrysostomiis Landes de beati lob patier.tia
per presbiterum Baptistara Valeutinum a graeco tradn-
ctae '. Clarissimo viro D. Petro Corrario ex venetorinn
I
'
genere patricio presbiter Baptista Valentinns salutem plu-

rimam in domino dicit '
Membr., sec. XY, mm. 148X11*-*) *li cai-te 30 u., con lettera
1558 (2889).
1) 1-36'' '
Libellus notabilium florum breviumque senten-
alphabetum 2) 36^-38'" Aliquae conces-
^
tiaiiim per '
siones factae fratvibus per SS. D. Engenium Papam IV

die III lanuarii 1440 ' — '
Ego frater lacobus de Prima-
ticiis or. mi. observantie interfui omnibus predictis qnae
D. Eugenius Papa benigne concessit 3) 38^-40'" Haec ' '
suut gratiae concessae a S. D. N. Papa Inuocentio Vili R. P.

fratri Angelo de Clavasio or. mi. observantiae tunc Vicario
'
Generali, videlicet anno Domini 1487 in die S. Agnetis 2°
4) 40^-41'' '
Haec sunt qnedam concessiones factae per
D. Eugenium Papam IV. 1438 die 18 Novembris in civitate
Florentiae fratri Nicolao de Ausmo or. mi.' 5) 41 '^-74. (Ri-
cettario per vari mali).
Cart., sec. XV, mm. 150X100, di carte 75 n., leg. in perg.
1559 (2891).
1) M. T. Cicero. De universitate liber '.
1-25 '
Multa |
'
sunt a nobis ' —

munere neque dabitur '
2) 26-37 Som- ' '
nium Scipionis ex M. T. Cic[eronis] libro VI De Rep. excer-

ptum 3) 47-52
'
Plutarchi Breviarium in Timeum '.
'
Membr., sec. XV, mm. 240X100, di carte 54 n., leg. in pelle.

. .
1560 (2892).
'
Breviariiim Romauum '
Membr., sec. XIV, mm. 145X95, di carte 361 ri., a 2 col., leg.
in pelle.
1561 (2893).
'
Cantorinus Franciscanus '.
Membr., sec. XIV, mm. 140X100. di carte 549 u., con lettera
iniz. miniata, leg. in perg.
1562 (2894).
'
Breviarum Romanum '.
Membr., sec. XIV, mm. 145X95, di carte 250 u., a 2 col., leg.
iu pelle.
1563 (2895).
'
Officium B. Mariae Virginis \
Membr., sec. XV, mm. 120 X 85, di carte 141 n. n., con lettere
iniz. miniate, le carte 13 e 27 sono state tagliate e sostituite con
altre di moderna imitazione, leg. in cari.
1564 (2896).
'
Breviarium Angnstiniannm '. In fine: '
Frater lacobus de
Brixia scripsit M.CCCC.LXT. die XVI de mense septem-
bris bora XXII '
Membr., sec. XV (1461), mm. 130X90, di carte 425 u., a 2 col.,
con elegante fregio miniato, a e. 67"", leg. iu perg.
1565 (2897).
'
Breviarium et Rituale Romanorum '.
Membr., sec. XV, mm. 140X100i di carte 500 n., a 2 col., leg.
in pelle. In principio ha la seguente nota del P. Trombelli: Bre- '
viarium istud a Canonico aliquo nostrae Congregationis conscriptum

fuisse videtur et sane in eo extant nonnulla nostrae Congregationis
officia. Redemi ilhul procul dubio periturum Missali novo Venetiis
empto '.
.
12G CODICI LATINI
1566 (2898).
'
Breviarium Romanum '.
Membr., sec. XV, mm. 135 X ^0 jdi carte 410 n., a 2 col., con
fregio miniato e lettera iniz. miniata, leg. in pelle.
1567 (2899).
'
Psalterium '
Membr., soc. XIV, mm. 140X100) ^^ carte 191 n., con lettera
iniz. miniata, mutilo in fine, fu acquistato a Padova per 16 Giulii.
1568 (2900).
'
Ofiicinm B. Mariae Virginis, passionis Domini Nostri Yhesu
Christi et mortnorum '.
Membr., sec. XV, ram. 135X95, di carte 216 n., manca una
carta fra la 12* e la 13'' che è stata tagliata, con lettere iniz. mi-
niate, leg. in asse.
1569 (2901).
'
Breviarium Romauum '
— '
Finis coronatur MCCCCLVIII
die Villi februarii '.
Membr., sec. XV (1458), mm. 130 X 100, di carte 490 u., a 2 col.,
con lettere iniz. miniate, leg. in pelle.
1570 (2902).
'
Membr.. sec. XIV, mm. 135 X 100, di carte 519 n., a 2 col., con
eleganti lettere iniz. miniate, leg. in pelle.
1571 (2903).
'
Membr., sec. XV, mm. 140X^00, di carte 391 n., a 2 col., con
lettere iniz. miniate ed elegantissimi fregi marginali a e. 8"', 9'' e 88'',
leg. in pelle.
1572 (2904).
'
Eschenardus Franciscus. De horologiis tum liorizontalibus,
tum ninralibus tractatio '.
Cart., sec. XVII, mm. 130X^8, di carte 106 n., leg. in cartone.
. .
1573 (2905).
'
Breviarium Roruanura ' — '
Ad usuin mei D. Antonii
Novarensis '.
lettere iuiz. miniate, leg. in pelle.
1574 (2906).
'
Breviarium Romanum \
Membr., sec. XY, mra. 135X98, di carte 415 u., a 2 col., con
lettere iniz. miniate, leg-. in polle.
1575 (2907).
(lohannes Duns>. ' Super I et IV Senteiitiarum '.
Membr., sec. XV, mm. 140X100, di carte 407 n., leg. in asse
cop. di pelle. Mutilo in fine.
1576 (2908).
1) 1-97 '
De casibus reservatis
'
2) 98-135 '
Tractatus
abbreviati per fratrem Angelum de Clavasio ordinis mi-
norum '
3) 140^-176. ' Speculum munditiae cordis et

purae confessionis piene docens confiteri '
4) 177-192^
'
De arte et scientia bene moriendi
'
5) 192"*'-201 '
Un-
decime excomunicationes reservatae Sedi Apostolicae tam
a iure, quam per processum, si ve per extravagantes et bre-
viter recollectae, deinde sequuntur excomunicationes reser-
vatae episcopis uniuscuiusque diocesis '
6) 202-212 '
Ora-
tiones '
Cart., sec. XV, mm. 140 X HO» <li carte 212 n., leg. in asse cop.
di pelle.
1577 (2909).
'
Pereirus Benedictus e Societate lesu. In Genesi m et in
Danielem commentarii. Accedit brevis explanatio prophe-
tae lonae '
128 CODICI LATINI
1578 (2910).
'
P. Ovidius Naso. Fastorum libri sex.
'
Membi-.. sec. XV, mm. 140 X 100- ^^ carte 166 n. 4- 2 bianche

n. n. in fine, con lettera iniz. miniata, leg. in perg.
1579 (2912).
1) 1-120 lohannes Cassianus. De institutis coenobiorum
'
'
2) 121-274 lohannes Cassianus. Decem collationes

'
sanctorum patrum
'
3) 275-378'" '
lohannes Cassianus.
Septem collactiones sanctorum patrum in heremo quodam
egypti commorantium 378^-494
'
4) '
lohannes Cassia-
nus. Septem collationes sanctorum patrum ' — '
Expli-
ciunt XXIIII collationes sanctorum patrum '.
Membr., sec. XV^, mm. 140 X lOî î carte 494 n., a 2 col., con
1580 (2913).
Augustinus. De spiritu et anima
'
1) 1-63 '
S. 2) 64-76'"
'
Bernardus Abbas Claravallensis. Tractatus utilimus super
modo contemplandi, qui dicitur scala claustralium
'
3) 76^-80 '
S. Augustinus. Epistola de videndo Deum '
4) S. Augustinus. De fide. Ad Petrum Dia-

81-124^ '
conum 124 S. Augustinus. De contemptu

'
5) ''-131'" '
mundi. Ad clericos 6) 131 '"-141'" S. Augustinus. De

'
'
7) 141^-143^
'
assumptione gloriosae Virginis Mariae
'
Prophetiae Sibillarum de Domino Ihesu Christo '
8) 144'' '
Epistola Lentuli ad senatores Romanorum. De
pulchritudine D. N. Ihesu Christi '
9) 244^-145 '
Epi-
stola Pontii Pilati quam scribit ad Romanorum Imperato-
rem de Domino Ihesu Christi 10) 146 Prefatio Leonardi ' '
Aretini ad spectabilem virum Colucium in translationem

'
huius libelli proclarissimi Doctoris Beati Basilii episcopi
11) 147-162'' Liber Beati Basilii episcopi ad nepotes
'
De libris gentilium 12) 162^-175""

'
Carmina Beati *
Anselrai De tota vita et morte D. N. Ihesu Christi in

'
rithirais 13) 170-7 '
Cecilii Cipriani episcopi Carta-
14) 178'"
'
ginensis versus de cruce D. N. Ihesu Christi
'
S. Thomae de Aquino Versus ad adorationem sacratissimi
10. 1-2. '908

15) 178^-180
'
corporis et sangninis D. N. Ibesn Christi
'
Oratio Beati Thomae de Aquino quam dicebat qiaotidie
cura lacrimis coram crucifixo
'
16) 1.81-7 '

Seneca. Epi-
stnlain ad Paulum '.
Membr., sec. XY, mm. 130 X 100, di carte 190 n., con lettere
iniz. miniate, lag. in asse cop. di pelle.
1581 (2915).
1) 1-9 '
Eegula dirigens celebrationem missarum ut ca-
veantur defectubus et periculis ac disturbiis in missa con-
tingentibus remedium liabeantur proprio autem dicendum
est de defectibns misse
'
2) 11 '
De couditionibus con-
fessionis '
Henricus de Hassia. De confessione
3) 13-35'' '
4) 35 ^"-42^ S. Bonaventura. De triplici via

'
tractatus '
perveniendi ad veram sapientiam 5) 42^-43'" Distinctio ' '
super eosdem gradus, scilicet purgationis, illuminationis,

et unitionis 6) 43"'-47 De fine actionum
'
7) 48-50 ' '
'
S. Anselmus. Serrao '.
1582 (2916).
'
Psalterium Cartusianum '.
1583 (2917).
1) 1-78 '
Breviarium Eomanum '
2) 79-124 '
Psalte-
rium '
3) 125-9 '
Antiphonae '
4) 130-3 '
Ordo ad
comunicandum infìrmum '
5) 134-8'" '
Litaniae et ora-
tiones
'
6) 138 '-142 '

Ordo ad benedicendum domos '.
Membr,, sec. XV, mm. 115X85» di carte 1-12 u., mutilo in prin-
cipio, leg. in pelle.
1584 (2918).
'
Cerri Urbani Carmina diver.sa '.
Cart., sec. XVII, mm. 130 X B5, di pp. 368 n., leg. in perg.
Studi ital. di filol. class. XVII. 9

.
130 CODICI LATINI
1585 (2920).
'
Officium B. Mariae Virginis, S. Crucis, S. Spiritus et
mortuorum '.
Merabr., scc. XV, mm. 130 X 90, di carte 182 a., con fregio tnarg.
miniato e lettera iniz. min. a carte 13'', leg. in perg.
1586 (2921).
'
Consuetudines Cartnsianorum et de olei sancti admini-
'.
stratione
Membr., sec. XV, mni. ISOX'^Ô) î carte 510 n., leg. in perg.
1587 (2922).
1) 14-18 '
Quaedam interrogatioues seu dubitationes de re
theologica morali cum suis rèsponsionibus 2) 19^-33
'
'
Tractatus de restitutione editus a Rev. P. fratre Anto-
ni[n]o ord. pred. Archiepiscopo Fiorentino '
3) 34-40 'Alia
dubia moralia
'
4) 41 '"-42'' ' Concessiones f^cte per D.

Papara Eugenium IV. 1439, 23 novembr. in civitate Fio-
5) 42^
'
rentina Copia episcopi tarvisini de intentione
'
D. Papae Eugenii IV super portatura capillorum mulie-

rum, quam ipse misit Venetiis domino Paulo Veronensi re-
gulari Canonico ex Bononia 1437, 19 octobris '.
Cart., sec. XV nini. 130 X 95, di carte 43 n., leg. in pelle.
1588 (2923).
Henricus de Hassia. De eruditione sacerdotum
'
1) 1-22'' '
2) 22^-46 Tractatus bonus de puritate anime, hoc

'
est de confessione '
Cart. sec. XV, nim. 130 X 93, di carte 46 n., leg. in pelle,
1589 (2926).
'
Ariostus Alexander. Descriptio Terrae Sanctae '.
Membr., sec. XV, mm. 125X95, di pp. 91 n., con stemma mi-
niato nella 1* pag., leg. in perg.
1590 (2927).
'Officium B. Mariae Virginis et Psalmi poenitentiales '.
Membr., sec. XV, mm. 120 X 90, di carte 81 n., con miniature e
fregi a carte 1'', 2', ò"", 23'', 27'', 32'', 35'', 41% 65'', leg. in pelle.
.
DKLLA BIBL. UNIVKUS. DI BOLOGNA. IHl
1591 (2923).
'.
'
Kalendarinm, Litanie, Preces et Psalmi poenitientiales
Membr., sec. XV, mm. 112 X S5, di carte 72 n., con fregio e
1592 (2931).
'
De cantu ecclesiastico '.
1593 (2932).
1) 1-11 '
S. Angustinns. Libellus ortatorius ad hmnaiiam
natnrara
'
2) 11-57'' ' Quedam nieditatioues perntiles
per ebdomadam singulis diebus divise profectui quotidiano
valde condiicibiles, velut collocntio hominis ad animam '.
3) 60-75 '
S. Bonaventura. Itinerarium de contempla-
tione
'
4) 77''-81 '
Sermo de caritate ex dictis Beati B. '
5) 82-6 ' Meditatio devota super salutationem ange-

' '
licam 6) 87-128 ' Meditationes et orationes
7) 129'' '
Oratio quam fecit B. Augustinus devote dicenda
' '
presertim in tribulatione 8) 129^-135"" '
Orationes
9) 135^-6'" '
Consilium Bonaventurae ante celebratio-
nem missae '
10) 136^ Item idem Bonaventura in bre-
'
viloquio lib. VI '

11) 137-9 Orationes 12) 139^ Of-
>• ' ' '
ficiam SS. passionis D. N. Ihesu Christi editum a D. Papa

lohanne XXII '
Membr., sec. XV, mm. 100X70, di carte 185 n., leg. in perg.
1594 (2933).
1) 1-54 ' Regula monacornm edita a S. Benedicto '
2) 57-9 '
'Si piene
Epistola Beati Bernardi abbatis '.
|
vis
'
Liber ecclesiastici cum prologo S. Hie-
3) 60-6 '
ronymi 4) 67-80'-
'
Epistola Beati Bernardi '. 'In '
|
Christo suo fratri dilecto 80^-81'" Epistola B. Ber- '

'
Petis ad me 5) 82-157
'
nardi de habitatione celle '. |
'
'
Prefatio in epistola B. Bernardis abbatis ad fratres de
monte dei que dicitur liber de vita solitaria '
6) 157-170
. -
132 CODICI LATINI

f (j
Bonaventura. Libellus de
S. triplici via per quam per
venitur ad veram sapientiam '.
Membr., sec. XV, min. 98 X (>5, di carte 170 n., con miniature
nella 1' pag., leg. in perg.
1595 (2934).
'
Officium B. Mariae Virginia et septem Psalmi peniten-
tiales '.
Membr., sec. XV, mm. 100 X '^8, di carte 259 u., con lettere iniz.
miniate, e fregio marg. min. a carte 193'', leg. in perg.
1596 (2935).
'
Officium B. Mariae Virginis secundum Ord. Fratram Pre-
dicatorum, septem Psalmi penitentiales et Officium Sanctae
Crucis '.
iniz. e fregio miniato a carte IS"", leg. in perg.
1597 (2936).
'
Officium B. Mariae Virginis et mortuorum, septem Psalmi
penitentiales et Officium S. Crucis '.
Membr., sec. XV, mm. 100 70, X di carte 208 u., -f 4 bianche
n. n., in fine, con lettere iniz. min., leg. in perg. Appartenne al
P. Trorabelli.
1598 (2937).
'
Psalterium Cartusianum '
1599 (2938).
'
Diurnum Dominicanum '
. In fine :
'
Anno gratie 1492,
16 octobris '.
Membr., sec. XV (1492), mm. 98 X 65, di carte 200 u., leg. in perg.
1600 (2939).
'
Breviarium Romanum de tempore '.
Membr., sec. XV, nim. 95 X 60, di carte 240 u., leg. in pelle.
DKI.LA BIBL. UNIVKKS. UI BOLOGNA. 133
1601 (2941).
'
Psalterium et Dinrnnra fratrum Minorum '.
Membr., scc. XV, min. nitn. 90 X 05, di carte 378 n., leg. in asse
cop. di pelle.
1602 (2942).
'
Merabr., sec. XV, mm. 100 X 70, di carte 236 n., con eleganti
fregi marginali e lettere iniziali miniate, leg. in pelle.
1603 (2943).
'
Sexti Rufi Breviariura '.
|
'
Brevem fieri clementia tua
praecepit '
— '
gloriosissime principum Valeutiniane Au-
guste '.
Membr., sec. XV, mm. 93 X 66, di carte 37 n. -}- 11 bianche n. n.

in fine, leg. in pelle.
1604 (2944).
'
niato, leg. in perg.
1605 (2945).
'
Membr., sec. XV, mm. 85 X 60, di carte 247 n., con eleganti fregi
miniati, nelle prime 12 carte e altrove, con molte iniz. miniate.
1606 (2946).
'
Membr., sec. XIV, mm. 83X65, di carte 131 n., delle quali
2 mancano fra le carte 12 e 13, con fregi marg. miniati e lettere
iniz. dorate.
1607 (3647).
3) '
Benefitia civitatis et Diocesis Bononiae ad usum Bar-
'
tholomaei Aldrovandi 4) ' Tractatus brevis de syllo-

134 CODICI LATINI
gismis '
5) ' Theses ex Aristotelicicis libris decerptae
cum fuudamentis et Med. P. B. IGIO
snis 6) Ari- '
'
stotelis Stagyritae in primum librnm philosopliiae natnralis

coramentaria ... P. B. B. aetatis suae anno 19", anno vero
'
a partii Virginis 1609
Cart, sec. XVII (1609-10), fase. 4, mm. 200X145, leg. in cart.
26) '
Quaestiones et explicationes mei Thoreae de Shara-
leis snper totum cnrsum logicae '.
Cart., sec. VII, mm. 210 X 150, di carte 5') u., leg. in cart., '
ad
usum fratris lacobi Sabbatini de Utino '.
'.
27) '
Institutioues geometricae. 1734
Cart., sec. XVIII (1734), fase. 4, mm. 220 ;< 155, sleg.
1608 (3648).
22) '
Kalendarium Metropoli tauae Bononiensis prò a. 1689 '.
Cart., sec. XVII, mm. 220X160, di carte 100 u.. leg. in cart.
27) '
De vita, moribus, aetate etc. R. P. Episcopi Ros-
sensis Scoti '.
Cart., set'. XVII, mm. 230 X HO, di carte 12 n. n., sleg.
1609 (3649).
5) '
Sententiarnm liber '. In principio è notato: '
Ego
Hieronymns de Sbaraleis anno domini 1654'.
Cart., sec. XVII, min. 152 X 9B, di carte 90 u. n., leg. in c:irt.
11) '
Speculum Astionomiae D. Alberti Magni Eatispo-
'.
nensis Aepiscopi
Cart., sec. XVI, mm. 14J X 100, di carte 70 n. n., leg. in perg.,
fu donato dal sig. Valerio Sampieri l'a. 1774.
12) '
Auctoritates librorum Aristotelis et primo describit
prologum et dividet scientiani secando incipit a metaphy-
sica '• j
' Cum omni appetitu ' —
est transmutatio '. '
Membr,, sec. XV, mm. 155 X 105, di carte 54 -j- 7 u. n. in line,
leg. in perg. Dopo l'indice: Ego Marcus Porectanus posideor

'
'.
.
DELLA BlELi. UNIVERS. DI BOLOGNA. 135
18) '
Omelia Beati Bernardi super loliaunem '•
|
'
Pascha-
libns dapibus esurieiis '
— '
Monachum demoniacum '.
|
'
Finitum fuit in. 1412. die. 10 octubris et in die lune '.
Membr., sec. XV (1412), mm. 91X60, di carte 125 n. ., leg.

iu pelle.
K) '
Sermones sacri '. (Mutilo ia princ.) — '
ad laudem dei
onnipotentis '.
Cart., sec. XV, mm. 210 X 150, di carte 159 n., sleg.
1610 (3650).
'
Eloqueutissimi V. D. Antonii . Becliariae . Veronensis pro-
hoemium . in . Dionisii . [Alexandrini] traductionem . de situ .
orbis . habitabilis . ad . clarissimum . phisicum . Magistrum .
Hieronymum . de . Leonardis '
Membr., sec. XV, mm. 212 X 150, di carte 49 n., cou lettere iniz.
miniate, ed elegante fregio miniato con uno stemma nella 1* pag.,
leg. in pelle.
1611 (3652).
'
lohaunis Padovanii Veronensis de singulariuoi partium
humani corporis significationibus '.
Cart., sec. XVII, mm. 200 X 150, di carte GO n. n., leg. in perg.
1612 (3653).
'
Q. Horatii Flacci poetae Venusini carmina '. In fine :
'
Carolus Ariminensis idibus mais 1455 '.
Cart., sec. XV (1455), mm. 218 X ISO, di carte 81 n., con leti,
iniz. a colori e stemma nel marg. della 1* pag., leg. in pelle.
1613 (3655).
1) '
De universa rethoricae arte, auctore D. Doctore Fer-
rarlo Seminarli praeceptore. Ad usum Hyacinthi Bassi '
2) '
In Rhetoricam Aristotelis Tractatus '
3) '
Summa
Poeseos. Ad usum Caroli de Bellandis '.
Cart., sec. XVII, rgm. 220 X 170, di carte 84 n n., leg. in perg.
.
136 CODICI LATINI
1614 (3662).
A. Index chronologicus veterani Tnornimeiitornm Eccle-
'
siae Bononiensis ab a. D. DCCCLXXII ad a. MCCCXLII

'
B. Selectiores Summor. Pontificum literae Aposto-

'
licae ac peculiaria Principum diplomata, qui celeberrimam

Bononiae urbem eiusque civis privilegiis et gratiis illustra-
runt, ex Vaticanis secretoris tabularli codicibiis excerpta
breviter recensentur '. (817-1429) C. ' Tbeodosii Cae-
saris privilegium et vetera Gymnasii Bononiensis monu-
menta ab. a. MCLIX ad a. MCOCXLI C. E. F. Cum in-
'
dice chronologico D. '
Epistola Alexandri Papae ITI
ad Gerardum Episcopura et Canonicos Bononienses de le-
gitima sui electione '. (V Octobris MCLIX) F. Ioannes '
Andreae iuris Canonici in Gymnasio Bonon. Professor'.

(Notizie biogr.) G. '
Ioannes Calderinus I. C. Bono-
niensis '. <Id.> L. '
Ex epistolis Petri Bembi Leonis X
P. M. nomine marzo 1513-11 marzo 1518)
scriptis ', (29
M. Index veterum monumentor. quae e collectioue
'
nostra expunximus \ (1170-1336) 0. P. Indices Regi- '
'
stri grossi et novi Q. '
Indices latinor. et graecor.
volumiuum Bibliothecae S. Salvatoris Bononiensis. Ex cod.
Vat. 3958 '
Carfc., in fascicoli e carte sciolte, sec. XTIII.
1615 (3663).
'
A- '
Excerpta ex codicibus mss. Bibliothecae Ghisianae
B. '
Id. ex inventario mss. latinor. Bibliothecae Vati-
canae, Palatinae, Urbinatis et Sereniss. Svecorum Regi-
nae '. '
Id. ex codd. Bibl. Vat. n.° 2699, 478, 5221, 5513,
875 '. '
XII contra Bononien-
Processus Benedicti Papae
ses ex vetusto et autographo cod. secretioris Tabularli Va-
ticani descriptus '. Excerpta ex registro Nicolai Papae III,
'
quod extat in Bibliotheca Vaticana cod. 3980 '. Catal. epi- '
stolarum Summor. Pontif. Martini V et Eugeni! IV ex

schedis posthumis Petri Mammoli '. Index chronologicus. '
veterum monumentorum Gymnasii Bononiensis'. (1159-1318)

'
Monumenta Gymnasii Bonon. ex Tabularli Vaticani co-
dicibus describenda '. (1217-1322) . F. 'De gestis tem-
.
pore Cleraentiss. Pou.t. Pauli II per Gasparem Veronen.-era.

Ex codd. Vat. n.° 3620 et 3621
'
G. '
Ex libro lohan-
nis Gozzadini de effectu electionis Romani Pontificis atque
potestate Concilii. Ex4144cod. Vat.
'
K) ' Legenda
S. lulianae viduae de Bancis de Bononia. Ex cod.' Vat. 3708 '
L. Vita S. Melaniae
' '
Cart., in fase, e carte sciolte sec. XVII.
1616 (3664).
A. '
De quadam antiqua determinatione Episcopatiis Bo-
'
noniae ab Episcoprtu Miitinae B. Donatio
an. 741 '
ecclesiae S. Trinitatis facta Urso Abbati S. Lnciae de Rof-

feno ab Alberto Gomita de Panigo einsqne coniuge Imelda
anno 1068 C.
'
Callisti II Bulla qua episcopo Mutinensi
'
eiusque ecclesiae omnia iura ac privilegia ad ipsam perti-

nentia confirmat. Anno 1121 '. Bulla Anastasii IV Papae
'
qua monasterio S. Mariae de Pomposa omnia illius bona

ac iura confirmantur. anno 1153 '. Literae Imp. Frede- '
rici super eo quod recipit sub protectione sua dominos de
Doraio et dominos de Gregnano et alios plnres. An. 1185,

III Non. Mprtii '. Literae eiusd. Imp. super bonis, con-
^
suetudinibus et iuriqus observandis Consulibus de Barga etc.

III Non. lulii '. Sententia liberti de Vicecomitibus Prae-
'
toris Bonon. in controversia de fìnibus inter populum Bo-

noniensem et Mutinensem. An. 1204 '.
Fascicoli e carte sciolte, sec. XVIIJ.
1617 (3665).
'
Monumenta ecclesiae, civitatis et Gymnasii Bononiensis
ex secretioris Tabularii Vaticani codicibus et epistolis se-
cretioribus Summi Pont. Gregorii XI iussu et SS. D. N.
Papae Benedicti XIV descripta '
[a Costantino Ruggerioj.
Carte sciolte, sec. XVIII.
1618 (3675).
'
Liber de sacrata scientia Beati lohannis Evangelistae '.
Cart., sec. XVIII, mm. 145 X 108, di pp. 63 -1-41 + 30, prov. da
Ubaldo Zanetti.
138 CODICI LATINI
1619 (3676).
1) '
Epigrammata Co. Valeri! Zani Bononiensis anno uostrae
salutis MDCL, Idus Martis
'
2) ^
De arte poetica brevis
tractatus Co. Valerii Zani Bononiae anno nostrae salutis
MDCL, Idibus Maias '.
Cart., sec. XVII (1650), mm. IGO X 97, di carte 100 u. n., leg. ia
perg., prov. da U. Zanetti.
1620 (3684).
'
Ex novo Almagesto P. Io Bapt. Ricciolii Libri quatuor '.
Cart., sec. XVIF, mm. 125 X 95, di carte 105 n. n., leg. in perg,
1621 (3691).
'
Statuta Collegii Medicoruin aedita de anno 1378 '. In
fine :
'
MCCCLXXXVIII die XXVIII Octobris consignata
fuerunt mihi lacobo de Blanchittis dieta statuta ',
Cart., sec. XVII, mm. 300X-Ì0» di carte 34 n. n., prov. da

U. Zanetti.
1622 (3810).
'
Divi losaphat Christi Divo Barlaam facti vita, fidelis a
me Antonio Maria
a volgare in latino idiomate translata a
de Calvis olim ludi magistro tempore SS. D. N. D. Inno-
centii Papae XII anno 1605 '. . . .
Cart, sec. XVII, mm. 253X1'^5, di pp. 69 u., sleg., prov. da

U. Zanetti.
1623 (3821).
'
Quodlibet Ciacchetatoriura bino inde collectum per me fra-
trem leremiam . . . Neapoli existentem. 1566 '. '
Variorum
sermonum mss. collectio. Ad usum F. A. Fortis Patavini '.
Cart., sec. XVI (1566), mm. 210 X 160, di carte 160 n. n., leg.
in perg., prov. da U. Zanetti.
1624 (3828).
'
Brevia Apostolica concessa Reipublicae Venetae prò causis
ecclesiasticorum '. (1424-1633).
Membr., sec. XVII, mm. 200 X 135, di carte ì38 n. n., leg. in perg.
.
DBLLA BIBL. UNIVEKS. DI BOLOGNA. 139
1625 (3977).
'
Antonii Lusci poetae Vincentini epistolarum libri novem '
<Cfr. : Giorn. stor. della Utter. ital, voi. L, pp. .100-104>.
Membr., sec. XV, min. 195 X 140, di carte G9 n., prov. da Giu-
seppe, Girolamo, Tommaso e Gaudenzio de' Rossi.
1626 (4018).
'
Officium passionis D. N. I. C. '.
Cart.. sec. XV (1460-1461). mm. 140X93, di carte 68 n. u., leg.

m. pelle, fu acquistato dal sig. D. Vivarelli e regalato alla Biblio-
teca dal P. M.
1627 (4019).
(Laudi latine volgari). 1^
'
e ^
Dies leta celebretur
2"" Lans de
'
sanctificafcione B. V. Mariae. |
Ave felix do-
mina 2^' '
Seqnentia in nativitate B. V. Marie, Na- j
tivitas Mariae Virginia 9^ Lans Yhesu Christo sal- '

'
vatori nostro. 'Ave dnlcis, ave pia 16''

I
Haec die '
'
festa concinat mnltimoda carmina 16^ Ihesus cir- ' '
cumciditur 17'' Nato nobis salvatore

'
IS*" Ihe- '
'
'
sum natnm queritis 19'' Ave mundi domina ' '

'
'
Salve sanata Christi parens ' 21'" '
Ave virgo gra-
tiosa '
Mater domini Maria
2V' '
Gaude virgo, ' 22'' '
gaude pia '

Nate dulcis aspice truphas has com-
23"^ '
plexas 24^ Incipit libellus beati Anselmi de vita et

' '
passione D. N. Ihesu Christi. Desere iam anima lectu- |
Inm soporis 34'" Lans recordationis D. N. Ihesu

' '
Christi sjjiritualis. Tu ut in memoriain revocem salva- |
tor '
39^ Benedictus Christus deus
' 40^ Piange ' '
fidelis anima 42'' Eecordare fra ter pie

' 43"^' Tri- '
'
umphare signum crucis 44^ vos omnes qui tran- ' '
sitis 45 " Stabat virgo iuxta crucem

' ' 46""' Omnes '
crucem per amantes 46' Ihesu dulcis memoria ' ^

'
48^' Eecordare sancte crucis

' 49^ Salve mundi sa- ' '
lutare ' 52
Salve Yhesu fons amoris"" 53^' 'Christi
' '
sanguis et vulnera 54^ 'Maximum solatium anime '
languentis 55^ Ante crucem virgo stabat

' 56'" San- ' ' '
'
ata mater istud age '
57'" '
Laudes crucis attollamiis
140 CODICI LATINI DELLA BIBL. UNIVKUS. DI liOLOGNA.
58' Natus passus dominus '

58^ '
Crucis signum
contemplare Ò9^ Piange '
' fili hominis |
mortem Salva-
toris
'
60^ Mundi renovatis
'
GÌ""
'
' Ihesu vitain
tribue
'
61^ Omnes gentes plaudite
'
'
62"" '
Veni
'.
Sancte spiritus
Cart., sec. XV, mm. 145 X 103, di Ccarte 159 -!- Il bianche u ii.,
leg.'in pelle, donato alla Biblioteca dal Bibliotecario a di P Giu-
gno 1822.
1628 (4030-1).
'
Antonii Maria Valsalvae Cognitiones anatoraicae univer-
sales. Abdominis anatomicae observationes. Thoracis ana-
tomicae observationes. Capitis anatomicae observationes.
Excerpta ex tribus sumrnis aliisqne extra ordinera scriptis
quae occasione Tractatus de aure huraana praecl. Valsa-
vae Academiae Inquietorum tradidit I. B. Morgagni an-
nis 1704, 1705 '.
Fascicoli e carte sciolte, in parte autogr., sec. XVIII.
1629 (701).
(Lactantius L. C. Firmianus Divinarum Institutionum li-
bri VII). 222-246^ '

De ira divina lib. VITI ' 246^-269'"
'
De opificio divino lib. Villi '
270-282' '
Pars Epi-
tomae libri septirai, liber X inscripta 283 Incipit '
'
de Abrahae filium (sic). <Cfr. L. Caeli Firmiani Lac-

'
:
tanti Opera omnia, ree. S. Brandt et G. Laubraann. Pars I,

Vindobonae, 1890, p. 6, 16-761 i).
Membr,,VI o VII, mm. 295X255, a 2 col., scrittura on-

sec.
ciale, di carte 283 n., di 30 fase, quaterni, eccettuati i fase. 20 e 37
terni e il 29 duerno. Mancano nel 1° quaderno le prime 2 carte.
(Cfr. ed. Brandt, p. 6, 16) le 2 ultime (Cfr. ed. cit. p. 17, 13 e 23, IG) ;
dopo la carta 12 manca un quaderno (Cfr. ed. cit. p. 46, 18-67, 19)
ed una carta manca pure fra le carte 188 e 189 (Cfr. ed. cit. p. 576,
19-579, 11). Leg. in perg., prov. dalla Biblioteca di S. Salvatore, ove
avea anticamente il n.° 559.
1) V. anche: Montfaucon. Dìarimi Ital. (Paris, 1702, p. 409) e

Palaeogr. gr., (Paris, 1708, p. 222); Blume Iter. Ital. (1827, p. 161)
Fleck, Wissenschaftl. Reise dureh d. sildl. Deutschl. Ital. (Lips. 1837,
voi. I, fase. I, p. 101) e Silvestre-Madden. Universal imlaeocjraphy.
(Lond. 1850, I, 299, tav. 111).

INDICI
A.. Autori ed Opere.
Abdia Sphornus 1253, 6, 8. Albergatis (De) Vianesius 95.

Academia Invigoritorum 210. Alberghinius 104.
Academia Theodosiaua Boiiou. 150, 5. Albertanus de Brixia 83, 26'". 134.
Acciaiolius Donatus 11. Alberti Io. Bapt. 579, XI, 15.
Accursius 270, XVl, 2. Albertinus Frane. Hippolytus 1065.
Achillinius Alexander 14. Albertus 240, II, 3.
Achillinius Claudius 1183, 1, 3, 4, 5. Albertus Co. de Panico 1616 B.
Adelhays (S.) 362, 22. Albertus de Saxouia 519, 4.
Admonius 137, 4. Albertus Magnus. (De secr. mulier.)
Advocatus Vincentius 57. 135, 4. (De anima) 136, 2. (praed.
Aegydius de Louvanio 957, 1, 2. Arifet.) 137, 1. (De sex princ.) 137, 2.
Aegydius liomanus 1225, 10. (periherm.) 137. 3. (loyca) 137, 5,
Aelianus 880, 5. (semita recta) 138, 19. 139, 2. (De

Aelius Spartianus 1243. secr. nat.) 138, 27. (lib. XII aquar.)
Aemiliauus Hieronymus 54. 360, 3. 138, 28. (De animai.) 140. (alchy-
Aeschioes 1434, 9. mia) 270, II, 3. (ars exper.) 270,
Aesopus (fabulae) 1430, 1. 1451. 1484. XV, 3. (summa theol.) 749. (po-
Afer Constantinus 368. 2. stillae in proph. min.) 777. (specu-
Agroetius 458, 11. ium astr.) 1609, 11.
Agucchius Hieron. 131, voi. I. Albertus teutonicus 1158, 5.
Aichanus 135, 5 Albinus sive Alcuinus Flavius 1239, 2.
Aiguanus Michael 765. 860. 1124. Albohagen filius Abenragel 853.

Alagherius Petrus 855. Albumasar 581, 2.
Alamanna 86. Alcabilius 154, 1.
Alanus. (De complanctu nat.) 987, 24. Alcazar 141.

1203, 1. (De sacra theol.) 1158, 10. Alciatus Andreas 85, 2, 4. 132, III, 3.
Albergatis (De) Albertus 95. Aldobrandinus Hippolytus 291.
Albergatis (De) Antonins (Oratio ad Aldrevandinus de To.scanella 870.
Catalan. fratr.) 70. 132, III, 1. Aldrovandus Barthol. 144. 145. 146.
Albergatis (De) Domin. 95. 147. 148. 1607, 3.
Albergatis (De) Io, An. 95. Aldrovandus Ullixes 363, 2, 3, 5.
Albergatis (De) Ludovicus 95. Aleander Hieron. 85, 8. 254. 537.
Albergatis (De) Nicolaus 73.396,5-13. Alevaudus Horatius 594, 9.

142 CODICI LATINI
Alexander 170, 2, 11. 1459. Anouymus. a) theoloyiea, ascetica,

Alexander (Magister) 1158, G. liturgica etc.Acta causae contra
Alexander III P. M. 874, 13. 1611. D. Moliuos 822. Acta Consistorialia
Alexander IV P. M. 969, 4, 10, 18. 29. 32. 33. 35. Acta sanctor. 37.
Alexander V P. M. 170, 41. 473, 1. 39-56. 58. 5L>. 60. 781. 1080. 12:J0, 2.
Alexander VI P. M. 312, 5. 874, 8, 9. Acta s. rituum Congr. 38. Actus
Alexander VII P. M. 990, 7. apostolor. 1080,25. 1083. Adini ra-
Alexander de Ales. 887. tio Christi 1158, 9. Autiphouarium
Alexander de Alexandria 152, 6. 153. 788. 857. Apocalypsis 782. 1108, 1.
Alexander Magnus 348, 1. 997, 1. 1313. Apologet. de paupertate Chri-
Alexins Prior 1202, 4. sti 771. Ars moriendi 1545, 4. 1576,
Alfraganus 154, 8. 4. Bibliu 199. 200. 293. 762. 890. 932.
Alkiadus 493, 2. 1080, 24, 27-29, 30, 42. 1335. 1488.

Alpharanus Tiberius 155. 1498. 1528. 1556. Brevia apostol.
Alphesus 1253, 11. 231. 232. 977, 2. 1624. Breviaria
Alphidiiis 143, 4. 270, XII, 7. 218-225. 227-230. 876. 948. 954. lOSO,
Alplionsus (frater) 987, 16. 1465. 10. 1138. 1186. 1201. 1246. 1326.
Alpliousus Bonihomiuis Hisp. 1396, 2. 1351. 1409. 1417. 1541. 1543. 1544.
Alphonsus X Rex Castiliae 16, 2. 28. 1560. 1562. 1564. 1565. 1566. 1569,
1054. 1225. 1570. 1571. 1573. 1574. 15s3. Cae-
Altaemps (Ab) Io. Aug. Dux 304. reraoniale Episcopor. 364, 7. Ca-
Altovitus (P.) 319. leudarium Cartusien. 763. Cauo-
Alypius 351, 9. nes 241. 242. 1546. Canonici Regul.
Amadei Io. lao. 15'!, 2, 3. 157, 1. inon. S. lohannis Evang. Brixien.
Anialarius Episc. 1087, 1. 1305, Canonici Regul. S. Andreae
1.
Amandus (fr.) 1226, 1. 1228. de Musiano 1305, 1. Canoni zatio-

Amaseas Romnlus 158. nes sanctor. 243. 244. 821. 1043.
Amatus Mon. Cassin. 1523. 1044. Cautorinus 1447. 1450. 1485.
Ambrosius (anathema) 61,3. (sen-
(S.) 1561. Cantus ecclesiast. 247. 1373.
teutiae) 83. 5-25. (De off.) 159. 1J89, 1592. Capitula Ord. Miu. S.Fran-
1. (De parad.) 491, 8, 1302, 3. fDe cisci de Paula 248. Capitulariuiii
Cayn et Abel) 491, 9. 795. 1187. 1325. 1398. Catechismus 27, 3. Ca-
(hexaem.) 795. 5. 1490. (pref.) 902, tena SS. Patrum in Mattheum
2. (bomil.) 1080,18. (epist.) 1303. 1245. Christianae relig. nionum.
(De psal. ex VI li) 1349. in Sinis repeit. 580 BB, 6. Cleri
Ambrosius Camald. V. Traversarius. Gallicani de ecclesiast. potest. de-
Ametus 1460, 1. claratio 1469. Collationes Pàtrum
Amideuius Theodorus 160. 892, 8. CoUectae cleri exempli Bo-
Amiteruinus Ant. 254. uon. 294. Coinnient. sup. vet. et
Anastasius IV P. M. 1616. nov. Test. 890. Comment. in evang.
Anastasius bibliothecarius 1(52. 5. Matthaei 891. 1287. Comment.
-Andomarus 168, 11. in cant. canticor. 773. 1288. 1403.
Angelus Card. Reat. 337. Compeud. privilegior. congr. S.
Aaglicus (Card.) Episii. Alban. 123, Ilicron. lesuator. 843. Compeud.

11. .sacrameutor. 882, 2. Compeud. sup.
Anouyraus. Auonymus.
psalter. 1158, 11. Concil. Bitiiri- cant. canticor. 1513, 1. Expos. sup.
ceuse 969, 11. Coucil. Tarracouen- epist. et evang. 1251. 1525,20. Exti-
se 473, 4. Concil. Tolosau. 969, 6. mum cleri Bonon. 401. Flagellis
Concil. Trideut. 147. 7. 240, I, 2. (De) Dei 800, 7. Forma inquis. pro-
307. 308. 309. 311. 313-325. 358,2. mov. ad cathedr. eccles. 579, XIV.
- 592. 820. 823, 1, 999. 1009, 9. 1022. Forma pulchrit. Christi 1525, 7.
1020. 1070. 1168. 1282. Couciones Formula prò confessione 1341, 1.

1454, 4, 5, 7. Conclavia 1171. 1172. Fragmenta liturg. 10S7. Geneal.
967. 995. 996. Congregatio de prop. vet. et novi Test. 909. Gesta D.
fide 692. Censii. Cardinal. 579, XI, N. Yhesu Christi 1360, 3. Homi-
13. Constit. ord. fratr. pred. 911. liae 1080, 12, 13, 17, 19, 21. 1239, 3.
monacor. Vallis Umbrosae 973. Humani (De) gaudii contemptu
tratr. orJ. Mariae de monte
B. 869, 7. HyiTini 1080, 31. 1087, 19.
Carm. 966. 968. Canon. Reg. S Salv. 1276. 1325. 1398. 1427. 1517. In-
1166, 3. 1503, 7. S. Mariae in portu dulgentiae 1540, 3. Inquisitio 358,
Rav. 1435. 1497. ord. Mont. Oli- 1. 473. 761. 980. Instructio ad su-
veti 797. 964. Consuetud. Ord. Car- scip. ord. 882, 1. lura deb. officiai.
tus. 1520. 1586. Decreta coucistor. Papae iu creat. Card. 579. XIV.
SO. 31. 34. 36. Decretum s. Congr. Kyrie et Lamentatio
alia 1086.
cerimoniar. 579, XIV. De pote- Virg. 1454, 1. Lament. de eccles.
state eccles. 987, 4. De virtutibus ministris 1158, 9 Laudes S. Alexii
9S7, 6. Descriptio ecclesiar. Bonon. 1519. Laudes sacrae 1450. 1.508.
683. Descriptio septem vitior. ca- 1525, 25. 1627. Lectiouar. Basii.
pit. 800, 5. Diarinm sanctor. 371. S. Petroiiii 509, 1. Lectiones in
^ Diatriba de pastorali evira 372. missis 780. 811. Legendae sanctor.
Dies irae 800, 9. Dissertat. canon, 921, 3. 1405. 5, 6. 1615 K. Liber
et theol. 382. Diurnam et Rituale angelicus 164, 17. 303, 26. Lib. ca-
1053. Diurnum Domin. 1532. 1542. non, ord. 1305, 3. Lib. collectae
1599. monast. 1518. tratr. minor. cleri Bonon. 1028. Lib. iuspatr.
1601. Doctrinae spirituales 1540, 4. eccles.Bonon. 1080. Lib. de man-
Dubia de immun. eccles. 479. Ec- datis Dei 1405, 8. Lib. trinitatis
clesia cathedr. Tarvis. 12U2, 3. 303, 28. Libertate (De) ecclesiae
Ecclesiae Bonon. 1202, 9, 26. 61, 4. 517. Libri canon, de potest. Pon-
Elogia Innocenti XI 723. Epilo- tif. 959. Litaniae sanctor. 958. 1087,
gism. de gest. sanctor. 393. Epi- 20. 1591. Manuale chorale Bened.
scopale 394. E[)ist. de tempore 767. 1352. Manuale Rora. de sanctis
Epistolare 816. Epitome canon, 1296. Id. de tempore 1297. Mar-
ord. 1125, 1. Evangelia 783. 799. tyrol. 521. 792. 814. 1410. 1456, 3.
806. 922. 923. 1080, 32, 38. 1083. 1510. Meditationes 937. 1506. 1.593,
1160. 1249. 1250. 1287. 1304. 1310. 5, 6. Miracula 578. 1501, 5. 1540,
Exceptiones XXIIl auctor. sacror. 2, 6. Missale 562. 584. 585. i^87.
179. Expos. orat. domin. 800, 1. 588. 589. 764. 796. 831. 862. 1087,
Expos. in Genesim. 148:). Expos. 12, 16, 17, 18. 1114. 1126. 1324. 1330.
reg. S. Francisci 400. Expos. snp. 1411. 1454, 6. 1533. Missiouarii
144 CODICI LATINI
Anonymus. Anonymus.
357, 1. Modus detest. peccata 869, 1. 566. Quaestioues de sacr. altaris
Modus elig. Rom. Pont. 1009, 1. 664. Quod B. Hieron. f'uerit praesb.
Modus recip. puellas ad habit. re- Card. 579, XIV. Rebus (De) rao-
lig. 579, I, 2. Modus servandus a nast. S. Micbaelis in busco 991.

Metropol. in causis appell. 579, Registr. in S. Script. 400, 2. Re-
XIV. Monitum spirit. vitam adiu- gula de vita canon. 1307. Regula
vans 800, 4. Obituai-. eccl. S. Steph. de celebr. missar. 1581, 1. Regula
Lugdua. 521. Officia B. M. V. 96 5. .-\ugust. 2185. Id. S. Benedici i
97. 545. 612 613. 614. 616. 617-624. 128-3. Id. S. Francisci 417. Regu-
801. 939. 945. 94(5. 950. 1509. 1555. lae congr. S. loh. Bapt. 672. Re-
1563. 1568. 1585. 1590. 1595. 1596. gula ord. de poenitentia 918. Re-
1597. 1602. 1604. 1605. 1(;06. Offi- velatio facta S. Francisco 869, 12.
cia sanctor. 360, 4. 609-611. 953. Revelationes S. Brigittae 1407.
Officium passiouis D. N. I. C. 1626. Rituale 1362. 1387. 1411. 1485.
Off. apostolor. 1511. Off, confessor. 1507. 1565. Sacrameutarium 1115.
1509, 3. Off. viro-inum 1509, 4. Ome- 1314. Sacramento (De) eucbar.
liae 915, 1. Opuscula de sudario 1009, 12. Scripta ad ord. S. Fran-
S. Veron. 1199. Opuscula in rag. cisci spect. 1390. Sermcnarium et
S. Francisci 625. Opuscula sacra Passion. 1071. Sermones varii 696.

913. Orationale Brixien. 1325. Ora- 697. 800, 3. 905. Speculum Cartus.
tiones variae 627. 800, 2, 12. 953. 924. 6. Statuta canon. S. Blasii
l.'Ôl. OrdiuariumCanon. Reg Centi 547. Summa extr. de novo
Congr. S. Salv. 1503, 8. Ordiua- test. 138, 45. Taxae eccles. 413.
rium missae 828. Ordinatioues cap. 1269. Id. cancellariae legat. Bo-
prov. Bonon. 417, 5. Ordine (De) non., 718. Theologia 721. 901. Tra-
lection. 1405, 7. Ordo ad catecum. ctatus de confess. 970. 1588, 2. Id.
Ordo commend. ani-
961. 1509, 5. de eiectis e relig. 387. Id. de vir-
mae 972. Ordo div. off. 925. 1305, 4. tut. cardin. 987, 1. Id. de ord. Car-
Panteon compii, ex dictis et nii- tus. 924, 9, 10. Id. theol. 1198.
racul. beator. 920. Parabolae, Ec- Translatio cap. S. Andreae 726.
clesiast. et Caat. Canticor. 1182. Id. S. Germani 879, 2. Versiculi et
Passio S. Margaritae 1480. Ponti- respons. 1318. Versus rithm. 800,
ficale rom. 79-1, Postillae in epist. 6, 8, 11, 14. Vindicta Christi 1494,
S. Pauli 784. Praeces variae 912. 9, Vitae sanctor. 509, 2. 741. 812.
1397. 1535. 1544. 1547. 1554. 1591. 821, 14. 829. 893. 915. 924. 1080, 1,
Praepar. ad missam 953. Precatio 2, 4-9. 1489, 2. 1616, L.

altaris 255, 18, 19. Privilegia Ca- b) conyregationes. Aunal. congr.
non. Reg. S. Salv. 965. Id. Canon. Canon. Reg. S. Salv. 1155. Congr.
Later. 1551. Prophetae min. 567. aquar. 310. Congr. S. Inquisit. 328.
Provinciale eccles. cathedr. 987, 10. 329. 989. Congr. variae 330. 331.
Psalmor. virtutes 579, Xl, 3. Psal- Cron. congr. montis Olivati 883.
ter. 226. 661. 662. 1178. 1275. 1295. Decreta s, congr. cardinal. 91:1.
1364. 1418. 1427. 1517. 1538. 1567. e) philosopliica. ethica, pliì/sica etc.
1582. 1591. 1598. 1601. Quadrages. antid. philosopbor. 303, 24. Bona
11. 1. '909
DELLA BIBL. IINIVRRS. DI BOLOGNA. INDICL 145
Auonynuis. Anouymus.
ex consortio malor. 8G9, lo. Co- f) mytìuAogica. Tractatus my-
gnitione (De) amoris 869, 6. Con- thol. 21, 2.
sequentiae 947, 2. Discursus mo- g) rhetorica. De arte rhetor. 409.
rales 1011. 1197. Doc. de vitiis Compeud. rhetor. 894. Forma per-
hom. coguosc. 997, 2. Excerpta ad fecti orator. 409. 410. Orationes
moral. discipl, spect. 1059. Gram- variae 57, IL 132. 350. 395, 14. 16.
mat. speculai, et artif. 153. Hor- 579, XI, 4, 5. 1501, 3. 1525, 2, 14.
tusdivitiar. sapientiae 143, 5. lust. 1576, 6. 1593, 8, 11. Rhetorica 1363,
logicae JSS. 519, 2. Li ber de for- 2. Seutentiar. collectio 362, 19.
mis Logica 354, 6. 8HG, 8.
520, 12. Sermones 354, 5. 1108, 2. 1122, 10.
488. 519, 2. 520. 640. Metaphys. 1401. 1405, 4. 1419, 7. 1453. 1455.
854, 7. 366, 9. Philos. moralis 559. 1501, 6. 1525, 23, 24. 1609 K. Sam-
987, 3. Physica 366, 19. Quatuor raa poeseos 1<j13, 3.
(De) virtut. 960, 5. Secr. philos. 140. h) epistalue et furmularia. Epi-

Sermo de phisoa. et virib. hom. stulae 64, 45-9. 69. 83. 85, 3, 6, 7-16.
1, 4. Speculum ammon, aiiimae ad 119. 5. 120, 1, 4. 123. 1, 2, 3. o, 6.
corpus 1396, 1. Spec. munditiae 126, 2-7. 158. 170, 1, 9, 10, 24, 26-33,
cordis 1576, 3. Statata Coli, philos. 35-47, 49-53, 69-77, 79-84, 90. 171,
Bonon. 575, 2. Theol. moral. 1588, 1-18. 583. 924. 987, 11. 1419. 6, 8,
1. Theol. scolasi. 1213. Theosophia 14-17. 1421, 3-6, 8. Forma electio-
palmar. 303. 27. Tract. de esso et uis medici 1419, 26. Forraulae de-
essentia 1158, 8. Id. de moralitat. cretor. 350, 4. Id. iuramentor. 413.
1099. Id. de syllogismis 1607, 4. Formularium bullar. cancell. apo-
Id. de voluntate 13, 4. Id. de vir- stol. 415. Id. epistolar. 348, 7. 414.
tut. et vitiis 556. 1342. Id. secret. Fraac. Sfortiae 414.
d) grammatica, lexica etc. Fra- i) Actus elect. legator.
historia.
sario volg. lat. 3. Graecismus 930. Bonoa. ad Clem. VII 65. Adnot.
grammat. ebr. 936. grammat. la- in interim a. 1548 1472, 2. Bene-
tini 455. 456. 457. 458. 970. 1311, fitia Bonoaiae 1607, 3. Boaonia.
4, 5. Lexicon med. 515. Orthogr. Eius origo 61, 2. Eius antiquitas

152, 7. 153, 4. 1312, 4, 5. 1441. 63. Univ. notarior, 63. Eius ven-
e) carmina, inscriptiones etc. Car- ditio 79, 6. Reform. guardiae 92.
mina 57, III. 85. 18. 594, 14. 651, 2. Castror. cessio --4. Bonoaienses il-
886. 1116, 2. 1501, 4. Elegiae 13, 1. lustri 388. Capitala collectar. fo-
Epigrammata 12, 11. 840. 1090, 1. rens. Imolae 579,11,9. Chron. de

1506, 11. Epitaphia 79, 8. 95. 170, regno Hebr. 1442, 6. Chron. Brix.
48, 56-59, 61, 64. 255, 5, 10. 269. 1305,2. Chron. Senense 1000. Chron.
359, 2. 594, 7, 8, 13. 879, 5. 987, 25. Pont. Rom. 1217, Cod. dipi. Bon.
1433, 3. 1506. Fabulae 987,20. Grae- 209. Collegium S. Isidori 362. Con-
cae inscr. 83, 138. Ignatianor. hym- foed, iuter Fior, et Bon. 67. Con-
nus 9, 1. laser. 269. 484. Poema trov. Inter Mutinam etSaracenum
mytol. 987, 34. Rithmas 1510, 2. de Lambertinis 126, 1. Convent.
Senteatiae 869, 18. Versus 800, 14. int. Estenses et Bon. 64, 1. Coron.
1080,36. 1058,8. 1510,5. Caroli IV 8. Deploratio Italiae
Studi ital. dì filol. class. XVII. 10

146 CODICI LATINI
Aaonyiuus. Anon^'mus.
356, 3. Decreta et bullae 537. De- Veneta 1193. 1375. Studi um Bo-
scr. Italiae 498, 2. Descr. naufra- non. 61, 5. 150. 211. 212. 575. 707.
giiN. Sagundini 1506, 1. Diarium 708. 818, 2-5. Universitas Lova-
Pamphil, 370. Dieta memor. 373. niensis 1472, 5. Univ. Parisiensis
Dieta sapient. 375. Divisio agror. 120, 2. Vita et mores Turci 83,
Hungar. eccles. 383. Elenchus ili. 43-47. Vita Agesilai 1392, 4. Vita
BouoD. 388. Emblemata 390. Exar- Confusi! 580 BB, 8. Vita Bernard
catus Italiae lOOB, 4. Florentia (De) Ptolomaei 1003. Vita Episc. Ros
civ. agit. discord. Fr. II. Savona- sensis Scoti 1608, 27. Vita Hanni-
rola excit. 090, 4. Foedus int. Fa- balis 1392, 5. Vita Horatii Flacci
vent. et Bon. 88. Geneal. Tiircor. 1392, 7. Vita Io. Andreae 1614 F
1506, 2. Id. principum 349, 6. Id. Vita Iv. Calderini 1614 G. Vita
Porciae fam. 83, 137. Gesta Rom. lulii Caesaris 1089, 3. Vita Luci
824, 1. Id. Rom. Pont. 1004. 1009, 2. II 1125, 12. Vita Milciadis 1392, 6
Hist. Ebr. Hedif. Troyae 643. Hist. Vitae illustr. viror. 852.
a. 1601 rer. gest. 579, II, 2. Irap. k) bihliographica. Bibliotheca

Rom. regiones 1168, 2. Index vet. Acad. Senar. 1202, 25. Id. Albor-
mon. eccl., civ. et Univ. Bon. notiana 201. Id. Bonon. 202. Id.
678-682. 1614 A. Instr. confoed. int. de Borellis 1202, 24. Id. chartusiae
Fior, et Bonon. 67. Instr. vend. civ. Pisanae 1202, 21. Id. Ghisiana
Bon. 79, 6. Invest. regni Neapol. 1615 A. Id. PP. Hibernor. coli. S.
490. luram. foed. int. Fav. et Bon. Isidori 362, 17. Id. I. B. Beccarli
88. Legatis (De) princ. 579, XIV. 363, 10. Id. S. Salvatoris Bon.
Liber invest. et feudor. 489. Liga 1614 Q. Id. Vaticana 1202, 22.
contra Ducem Mediol. 68. Mare 1615 B. Catal. Bibl. Bonfiliolae
magu. Sixti IV 1308, 2. Monum. 359, 17. Id. libror. de rebus Sinen.
eccl- et civ. Bon. 1614 B. 1617. Id. et laponiae 580 BB, 1. Id. mss. de
Gymn. Bon. 1614 C. Musaeum I. rebus Synicis 580 BB, 2. Hispan.
M. Fabri 533. Nomina baptiz. Bon. libri in Bibl. coli. S. Isidori 362, 17.
1056. Notitiae hist. a. 1492 990, 1. Libri Nonant. coenobii 1116, 1.
Privi]. Pisar. 1208. Ravenna 123, 4. 1) matliematica et numismatica.

126, 5. 128. Rom. hist. per epigr. Arithmetica 352, 1-4. Flores rer.
exar. 1051. Rotulus Studi i Bon. arithm. 352, 1. Geora. 352, 11. 1607,
150, 10. Status animar. Romae 549. 27. Ponderibus (De) et mensuris
Statuta Bon. 182, 3. 481. 706. 711. 83, 147. Tract. de mensuris 957, 4.
712. 818, 3. Id. univ. mercator. Bon. De mensar. Hebreor. 987, 19. Lib.
897. Id. Soc. notar. Bon. 710. Id. numism. 994. Numism. sub Rom.
Studii Bon. 707. 708. Id. offitii orn. Imp. percussa 859. Tract. de arte
Bon. 713. Id. Cartus. 1526. Id. soc. numer. 161, 1. Tract. de latit. for-
carapsor. Bon. 709. Id. Equit. gau- mar. 520, 31. Valor monetar. 579,
,
dent. 1202, 11. Id. monast. S. Au- XIV.
gustini Nicosiae 1348. Id. Centi m) astronomici et astrologica.
704. Id. Mirandulae 705, 1. Id. Mu- Astrol. 365, 11. Calendarium 521.
tinae 705 2. Id. Pulinao'i 703. Id. 1087, 2-10, 13, 14. 1125, 11. 1239, 7.
DELLA BIBL. UNIVERS. DI BOLOGNA. — INDICI. 147
Aaonyinus. Anonymus.
1324. 1851. 1308. 147G, 2. 1498. p) medica. Acta Coli. med. Bo-
1503, 1. 1517. 1591. 1G08, 22. Ca- non. 675, 9. Antidot. et prax. mor-
lendis (De), Non. et Id. 83, 149. bor. 943. Coli. med. t-'alerni 255, 17.
Costnogr. 1429,2. Epit.geogr. 1395, Consilia med. 332. Cyrurgia equor.

4.Festivitates anni 170, 24. Isa- 164, 1. 3G7, 1. 1462, 2. Lib. med.
goge ad astrol. 581 j 3. Lib. cursus avium 1462, 1. Lib. regim. corp.
luuae 154, 7. Lib. Moysis 591. Ra- 474, 5. Lib. secretor. med. 977, 3.
tio spherae et de plaueiis 13G7. Mal mattone 612,2. Med. observ.
Supputatio temporis 1429, 1. Ta- 607. Misceli, med. 582. Opera med.
bulae astron. 1226, 12. 1369. Tab. 938. Probi, anat. 1165. Protoiiied.
solis 151, 11. Theor. planetar. 154, visit. in castris 575, 4. Serm. de
2, 3. Tract. astrolabi! 154, 9. Tract, aegritud. 977. Simpl. lib, 586. Sta-
de sphaera 702. Tract. quadrantis tut.a Coli. med. Bon. 575, 1. 1621.
154, 10. Tract. de febr. 1224. Td. epide-
n) geumantica. Divinatio per miae 978, 2.
somn. 13, 5. Geornantia 449. Lib. q) iuridica. Coli, iurist. Bon. 240,
revelat. 516. Prophetiae 12. 1. 917. II, 6. 334-336. 983. 986. Constit.
987, 12. 1525. 5, 26. 1580, 7. Coli, iuris. Pont. 986. Constit. Coli,
o) alchimistica. 20. 28. 135. 138. iud. Bon. 818.1. 714. 1041. Com-
139. 142. 143. 164. 168. 169. 270-272. pilatio Gregor. 571. Gradua con-
303. 474. 522. 523. 524. 525. 10G2. sang. secund. canones. 1531,3. Ind.
1353. Algorismus 154, 12. 164, 4. auctor. qui scripser. sup. Clem.
Fons montium 139 10. Lib. ar- 552. Informatio prò causa P. A.
genteus 474, 8. Lib. convinctio- Vieyra 483. Instit. 1094. Instit.
num 474, 9. Lib. de lapide rebis canon. 486. Id. iur. civ. 487. Ma-
474, 3. Lib. de praescieutia dispos. tricula Doct. iur. civ. et canon.
temp. 154, 5. Lib. XII aquar. 140, Bon. 983. Id. Doct. advoc, et iud.
235. 474, 2. Lib. lapidum pretios. coli. Boa. 1073. Opera legalia 837.
135, 1. Lib. sagitt. 1527. Lilium Processus 359, 16. 532. 1075. Re-
floris 139, 13. 303, 18. Lumen lu- pert. iur. canon. 553. Rubr. de reb.
minum 138, 47. Opus lap. anim. creditor. 1033. Summa in decr.
142, 24. Opuàcula alchem. 747. Gratiani 568. Summa inst. iur. civ.
Phoenix 270, II, 3. Practica ad La- 1363, 1. Tab. sup. decretalia 817.
pidem 138, 26. Id. auri potab. 138, r) varia. Botan. observ. 606. De
32. Rosarius Angli 138, 43. Secreta civ. architect. 992. Dial. Sinam in-
135, 6. 347, Semita bene detecta
5. ter et Europ. 580 BB, 7. I>icta si-
164, 12. Sermo de alumin. 474, 4 bilile 1525, 6. Facetiae 12, 12. 255,
Speculum artis nat. 148. Spec. 13. Figuraeart. liberal. 1280. Lau-
maius 164, 5. Suriuna sup. lap. phi- des matrim. 1419, 6. Quodlibet
los. 138,25. Tabula algorismi 140 1321. Tract. de avibus 1462, 3. Id.
1. Textus alchimiae 143, II, 1. de canibus 1462, 4.
Tract. alchim. 168. Id. de iuvest. Anselmus (S.) (elucid.) 800, 13. (medit.)
auri potab. 138, 58. Id. de spera 1058, 9. (carm). 1580, 12. (sermo)
mundi 1460, 2. 1581, 7.
148 CODICI LATINI
Anselmus Cantuariensis 1317, 2-14. (secr.) 138. 11. 164, 19. (secr. nat.)
Antiochenus (Patriarcha) 1308, 4. 138, 12. 139, 7. 303, 7. (testam.)
Antoninus (S.) (summa) 786. 802. 933. 138, 15. 270, X, 2 (iios fior. 138, 22.
(solut. dubior.) 910, 3. (De restit.) 303, 4. (perf. mag.) 164, 1. 169, 12.
1545, 1. 1546, a. 1587, 2. (De con- 303, 4. (opus, solis) 164, 9. (rosa
fess.) 1546, 2. (De orn. muliev.) nov.) 164, 18. fspec. alk.) 168, 10.
1546, 6. XVII, 4. (De inv. lap.) 270,11, 3.
270,
Antonius Andreas. 165. XIV, XXV. 924,8.
(opuscula) 270,
Aiitouius de Bitonto 984. Arnulphus Episc. Lexoniensis 160,
Antonius de Butrio 1122. 37-44.
Antonius de Civitate 1086, 11. Aros (Aaron ?) 270, XXV, 2.

Antonius Coriolanus de Cosenza 57. Asconius (Q.) Pedianus 1474.
Antonius Mincuccius de Pratoveteri Asrop 161,21.
825. 1132, 14-17. Astanus 138, 17. 270, X, 2. XXV, 3.
Antonius Patavinus 1381. Athanasius 1174. 1360.

Archilous 138, 49. Augustinus (S.) (De civ. Dei) 1, 3. 717.
Ariostus Alexander 166. 1308, 1, 3, 4. 830. 1082. 1217, 3. (sententiae) 83,

1589. 5-25. 170, 65. (doctr. christ.) 173, 1.
Ariostus Galassius 671. (De trin.) 174. 1413. (regula) 176.

Ariostus Ludovicus 254. 1305. 1505. (semi.) 177. 491, 10.
Aristeas 931. 1080. 1158. 1334. 1405, 2. (dulci-
Aristoteles (Eth.) 11. 239, 357, 4. 422. loq.) 800, 10. (confess.) 815, 1. 1506.
856. 1119. 1150. 1425. (praed.) 18, 2. (epist.) 896, 4. 1334. 152.5, 17. (exp.
1355. (sententia) 83, 5. (De lap. sup. psalt.) 1130. 1232. (solil.) 1386,
phil.) 138. 270. X, 2. 303, 10. (De 1552. (orat.) 1413. 1593. (medit.)
secreto secr.)139, 8. 1533. (metaph.) 1537 (opusc.) 175. 891, 3. 896, 4.
165. 167. (De audit.) 213, 1. (De 987, 27. 1058, 13. 1466. 1499, 3.
gen. et corr.) 300. (rhet.) 341. 1150. 1501, 2. 1580, 1, 3-6.
1613, 2. (De nat. color. 474, 10. (me- Augustinus de Ancona 1226, 9.
teor.)577, 1112. (phys.) 647. (polit.) Aulus Genius 83, 59. 1478, 2.
856, 2. 1268. (oecon.) 856, 3. 889, 3. Aureli US de Lauda. 1278.
1119. 1512, 3. (De spera 987, 31. Aurelius (Sextus) Victorius 809, 2.
(euigm.) 987, 36. (De perf. mag.) Aureolus Petrus 1111.

1062, 14. (resol. prior.) 1281. (po- Aurispa loh. 215, 1. 1392, 8, 9.
sterior.) 1281. (De interpr.) 1281. Ausonius Peonius 83, 48', 59'.
1355. (top.) 1355. (Demorib.)1506,7. Avcnzoar Abou-Merouau 1093.
(theses) 1607,5. (phil. nat.) 1607.6. Averroes 270, XXVII, 2. 520, 11. 1136.
Armingaudus Pinetus, 138, 14. 270, Avicenna 139, 12. 1085.
XVIII, 3. Avitabole (D') Petrus 668, 7.
Armis. (Ab) Nicolaus 819. Axiocus 1259, 5.

Arnaldus 1086, 2, 36. Bacchini Benedictus 1002.
Arnaldus Guillelmi 1058, 12. Bacho Rogerius (spec. alk.) 270, X, 4.
Arnaldus de Villanova. (ros. et thes. XXVI, 2. 10G2, 1. (tract.) 1062, 6, 7.
philos) 138,8. 270, XXI. (epist.) (Lib. sap.) 303, 20. (sup. Geberem)
138, 9. 196, 6. Flos lilii) 138, 10. 474, 11.
Balbi Paulus Bapt. 1066. 190, 1. (ind. sor. eccl.j 190, 2. (epist.)
Baldauus Autonius 179. 558, 6. (trasl. Imp.)'l440.
Baldus Camillus 579, II, 4. 1161. Belluga y Moncada Card. Ludov. 191.
Baldus de Perusio 901, 3. Beltraiidus 192. 758.
Banderia Domini. 180. Bembus Petrus 83, 428 \ 251. 1614 L.
Baptista de Moiiteferetro 170, 34. Benalius Marcus Ant. 1260.
Barba senior 951, 1. Bencius Franciscus 193.
Barba Io. Beuedictus 57. Bencius Hugo 434.
Barbarus Franciscus 1434. 21. Bendandus Hieron. 85, 17.
Barbatia Andreas 181. Benedictis (De) Io. Bapt. 350, 10.
Barianus Micolaus 1156. Benedictus (S.) 1594, 1.
Barlaam 1622. Benedictus XI P. M. 969, 4.

Baronius (Card.) 558, 2, 3. 1168, 3. Benedictus XII P. M. 489, 13. 673, 8.
Bartholomaeus de Colle 1430, 3. 1064, 7.

Bartholoraaeus de Messana 1383. Benedictus XIII P. M. 194.
Bartholomaeus de Pisis 1129. Benedictus XIV P. M. 57. 82. 360, 12.
Bartholomaeus de Racanato 1203, 4. 396, 4.
Bartholomaeus de Sancto Concordio Benedictus Victor. Faventinus 1529, 2.
984. (Summa) 183. 184. 185. 1128. Bentivolus Fulvius 132, III, 5.
Bartholomaeus Episc. Bonon. 333. Bentivolus Johannes II 149.
Bartholomaeus Tridentinus 929, 10P8. Bercorius Petrus 195.
Bartolus a Saxoferrato 904, 2, 5. 979, 2, Berengarius rex 362, 22.
1529, 1. Bermundus Achardus Valent. 271, 8.
Barzizius Gasparinus (orat.) 813, 4-6. Bernardinus (S.) Senensis (christ. re-
(orthogr.) 1434, 1, 2. (epist.) 1434, lig.) 644, 2. (contr. et usur.) 904, 1.
lo, 17. 19. (De gest. Bauli II) 1615 F. (serm.) 904, 4. foratio) 1502, 1. (vita
Basilius Magnus 19. 1399. 1580, 11. christ.) 1501, 1.
Basinius Mantuanias 170, 62. Bernardinus Trevis. 270, XXVI, 4. 863.
Bassi Ferdin. 178. Bernardus (B.) (epist.) 790. 1525, 13.
Baylon Paschal. 107. 108. 1531, 8. 1594. (serm.) 879, 6. 892, 6.
Razzanus Matthaeus 132, III, 7. (tract.) 935, 4-6, (scala spir.) 944.
Beati Gabriel 560, 2. (De medit.) 987, 30. (De consid.)

Beccarius lac. Barthol. 187. 188. 363. 10. 872. 1360, 2. (plauct.) 526, 11. (carm.)
Beccatellus Ant. Panormita 186, 4-6. 526, 6. (De consid.) 1550. (homel.)
255, 10. 1418, 19. 1609, 13. (exp. sup. cant. canti-
Becharia Ant. 1610. cor.) 1241. (Pro dispens.) 1317, 15,
Beda (Mus. iust.) 351. (De meti-. rat.) (scala claustr.) 1580, 2.
458, 8. (sermo) 1080, 22. (sex aet. Bernardus de Alvernia 270, XV, 6.
mundi) 1306. 2. (cap. hym. et kal.) Bernardus de S. Gulielmo 57.

1398. (parab. Saloni.) 877. 1402. Bernius Franciscus 254.
(iib. scintili.) 1428 (act. apost.) Beroaldus Philippus 83, 194". 195-7,
1442, 2. 215 \ 217 \ 182,22.
Beldomaado (De) Prosdocimus 1146. Bertocchius Rayuerius 182, 6.
Bellarminus Card. Robertus (canoniz.) Bertolutius 1370.

113. 114. (controv.) 189. (chronol.) Bessarion (Card.) 167, 1.
150 CODICI LATINI
Bettiuius Antoniiis Senensis 13GC, 1. Borgia Franciscus Dux Gandiae 47.

Bettiuius Marius 580, CC. 1. Rosellius Io. Aloys. 57.
Bettus Claudius 197. Bottazonius Petrus Franciscus 12. 4.
Bettus Nicolaus 582, I, 2. Bottrigariu.'j Hercules 213, 2.

Binchoys 1086, 22. • Bovius Hier. 1010.
Binzaccharia Elrazi (Mahumed) 1091. Bovius lacobus 214.
Blanchettus lacobus 64, 23. Bovius loh. 214.
Blaachettus Laurent. 55. Braccius de Mentono. V. Fortebrac-
Blaiioliiuius loh. 198. cis (De) Braccius.
Blesus Vitalitì 1481, 1. 1483. Braccelleus lacobus 215, 4.
Blondus Flavius 1139. Rrancaleo Constantinus 216.

Blosius Ludov. 350, 7. Bravus Ilispanus 217.
Boaterius Franciscus 126, 6. Bravus Petrus 255, 3.
Boccatius Toh. (epist.) 4. (fabulae) Bridanus. loh. 1227, 1.
170, 85. 207, 3. o95, 1. 579, XI, 16. Brigitta (8.) 1407.
1311, 2. 1478, 4. (De gen. deor.) Bripius loseph 1519.
1470. Bromyard (De) loh. 1167, 1.
Boccili US Achilles 201. 205. 350, 10. Bruckerus lacobus 363, 6.
1239, 4. Bruno Episc. Signensis, 1494, 1, 2.
Bocchius Pyrrhus 205, 4. Brusella (De) loh. 1516, 3.
Bodo de Szelefai'nos Ludovicus 206. Bubacarus 164, 23.

Boetius Severinus 22, 5. 152, 8. 1047. 2. Bubalus, sive Dal Bufalo Marceli us
1377. 237.
Bologniaus Ludovicus, 83, 208. 897. Bucaf'erreus Ludovicus 203, 1.
Bombelen loh. 303, 16. Budislavius Natale 236.

Bombolognus 753. 755. Buldrinus Thomas 132, IV.
Bonadilla Petrus 869, 3. Bulgarini Co. loseph 334, 16.
Bonandreae loh. 207, 1. 903, 1. 1256, 2. Burcardus (frater) 238.
Bonasouus Paulus 206. 352, 10. Burcardus loh. 990, 3, 5. 1005. 1006.
Bonaventura (S.) 153. (stim. amoris) 1007.
491, 6. (epitìt.) 625, 3. (regul.) 869, 8. Burcardus "Worniatiensis Episc. 1107.
(averaaria) 9U6, 1. (de ment. exerc.) 1358.
908, 3 (summa) 1158, 7. (lib. Com- Burgo (De) Nicolaus 978, 2.
postellae) 1200. (de liguo vitae) Buridanus loh. 239.

1454, 2. (brevil paup.) 1505. (de Bar.sellis (De) Hieron. 90. 833. 1024.
tripl. via) J581,4. 1594. 6. (opusc.) Byart (De) Nicolaus 873.
1593. C.idi Farina 1258, 3.
Boncompagnus Card. lacobus 306. Caecilius Cyprianus 255, 9. Cf. Cy-
Bonifacius Vili P. M. 168, 1. 489, 5, prianus.
6, 8. 674, 4, 6. Cassar C. lulius 267. 1089, 1. 1258.
Bonitate (De) Petrus 987, 22, 23. Caesarius (F.) Maria de Humilitate
Bononius Hieron. 255, 2. Mariae 268.
Bonusaccursius Pisanus 935, 3. Caffarinis (Iê) Thomas 810.
Bordonus Franciscus 754. Cagnotti Gaspar 738.
Borgia (Card.) 579, XIV. Caietanus Camillus 1452.
Y-v.
\
DELLA IJIBL. UNIVKKS. DI BOLOGNA. INDICI. 151
Caietanus Heuricus 1-152. Carolus Aretinus 1429, 2.

Caietaniis de Tienis 1332, 1. Carolus de Saucto Georgio 1370, 1.
Calderinus Ioli. 1252, 8. Carpenterius Paulus 881.

Calece Emmanuel 391. Carpo (De) Domini 120, 2.
Calistus II P. M. 1616C. Carracius loh. 889, 8.
Calistus III P. M. 312, 3. 969, 4. 1202, 30. Carusius fr. Barthol. 1118.
Calpurnius 83, 59''. Casa lohannes 83, 419 ". 420
Cai vis (De) Ant. Maria 1622. Casanova M. A, 254.
Cambiago (De) Christopli. S3, liQ''. Casiuieusis (Abbas) 170, 67, 72.
Cambius Alberti Cambii 66. G9. Casolanus lacobus 404, 2.
Campanatius Io. Bapt. 150. Cassianus loh. 257.
Carapanius 154, 6. Cassiodorus Aurelius 83, 5-25. (De mu-
Carapanus. Io. Ant. 1189. sica) 351, 9. (De anima) 960, 1, 2.
Campogius loh. 240, II, 2. 350, 10. (tract. psalm.) 1079. (lib. variar.)
Campsale Anglicus 1384. 1203, 3.
Canalis Ant. 880. Castellanus lacobus, 558. 259. 554, 2.
Canetulis (De) Marcus 170, 45. Castellius Raphael 579, I, 3, 4,
Cantalicio (De) Felix 46. Castello (De) Barthol. 74.

Canterzanus Sebast. 1076, Castello (De) Petrus 886.
Cantiuellus Petrus 245. Castelvetras Ludovicus 594, 4.
Cantuccius 246. Castilionaeus Io. Bapt. 1217.
Capaccius B. de Man. 1503, 2. Castorano (A.) Carolus Horatius 580

Capacellis (De) Hieron. Gaddus 197, 1. BB, 9.
Capeus 458, 10. Castro (A.) Alphonsus 869, 5.

Capilupus Hippolytus 83, 418. Castruccius Paulus a Monteregali 981.
Capilupus Laelius 254. 1012.
Capoforreus Stephauus 900. Cataneus Io. Maria 254.
Capponius Hannibal 560 1. Cato Censorinus 1422, 5.
Capponius Ioli. 249. 250. 251, V, 8. Catullus 1372. 1448.
Capponius Io. Bapt. 249. Catus Lodovicus 240, I, 1.
Capponius Peregr. 197. 251. 642, 6, 9. Caureanto (De) Paulus 261.
Capra Benedictus 252. Cavalerius Bonav. 963, 8.
Capranica Dominicus 1380. Cavalerius lacobus 40. 46. 56. 103.
Caprara Alexander 253. Cavalli Ludovicus 260.
Caraccioìus Franciscus 48. Cecchinus, seu Zecchinius Io. Frane.
Caracciolus Nicol. Mesquinus 1058, 11. 264. 265. 379.
Carnisalius Vincentius 256. Celento (De) Petrus 951, 2.
Carolinus loh. 85, 5. Celerinus 1192, 3.
Carolus I Siciliae rex lì 2, 1, 2, 7. Celsus lulius 267.

489, 4, 7. Cencius Camerarius 288. 1392, 10.
Carolus V Irap. 116S, 15. Cencius lacobus 286.

Carolus VI rex Francor. 120. 4. Ceparius Virgilius 266.
Carolus Vili rex Francor. 12, 3. 132, Cerrus Urbanus 1584.
III, 2 ITO, 9. (Cervini Thomas 738.
Carolus Ant. Ioachinus 453. Cesius Federicus 85, 15.
152 CODICI LATINI
Chioccarellus Barthol. 27;J. Codrus Urceus 15. 18, 2. 57.
Chirnia loh. 583. Collenutius Octavianus 83, 190-197.

Chrysopolitanus Zacharias 1147. Collenutius Pandulphus 83, 211. 85, 1.
Ciacconins Alphonsus 990, 2. Collina Bouif. 295.

Cialdinus Blasius 85, 18. Coloswarinus Petrus 583.
Ciaaus Petrus Maria 144, 1. Coluraella L. I. Moderatus 1298.
Cicarellus Franciscus 612. Columna Aegid. 197, II, 3. 759. 1015.
Cicero M. T. (epist.) 6. 278. 1097. 1135. 1279, 2.
1145. 1261). 1354. (excerpta) 83. 59. Columna Card. Ascauius 558, 1. 1168, 4.
(orat.) ISB, 1, 2. 274. 276. 277. 278, 3. Columna Fabius 85, 14.
279. 867, 2. 1095. 1100. 1102. 1117. Columna Fabritius 736, 4.
1292. 1379. 1431, 27. 1482, 2-7. (re- Columna (De) Guido 1027.
thor.) 275. P74. 675. 280. 440. 570. Columna (De) loh. 296.
1256. 1292. 1389. (He amicitia) 276. Columna Victoria 254. 461.
1047. 1063. 1312. 1315. 1347. 1464. Comestor Petrus 775. 914.
(Do senbct.) 276. 1265. 1312. 1315. Comitibus (De) Kicolaus 138, 1. 270,
1347. 1433. 1464. (paradoxa) 276. X, 2. 303, 14. 601.
1312, 1. 1347. 1481, 4. (De orat.) Comitulus 297.
279. 949. 1320. (tusc. quaest.) 281. Conditor. loh. 168, 4.
282. 283. 1423 (somn. Scip.) 281. Consentinus 458, 12.

284. 1559, 2. (De off.) 285. 1055. Consultus 1482, 1.
1265. 1815. 1347. (differentiae) 987, Contarenus Gaspar 10, 2. 838.
18. (De divin.)
(op. philos.) 1096. Contis (De) lacobus 473, 12.
1100.(De rep.) 1395, 3. (De fato) Contrariis (De) Ugucio 120, 2.
1471, 3. (De uiiiv.) 1.559, 1. Corazzi Hercules 933. 993. 1013. 1014.
Cichomi loh. 1083, 56. Cordus Siinesusius Valerius 339.
Cincius Tiberius 170, 66. 287. Cornelius 1267, 5.
Ciruellus Petrus 290. Cornelius Ludovicus 850.

Claudianus CI. 255, 1. 1090. 3. Cornelius Nepos 1046, 2. 1356.
Clavasio (De) Angelus 1576, 2. Cornelius Scipio 1434. 5.
Clemens IV P. M. 172, 3-18. 489, 2. Corrarius Gregorius 119, 1, 2. 1319, 2-4.
969, 4, 5, 8, 10. 1064, 6. Cortesius Abundantius 841.

Clemens V P. M. 126, 3. 4. 7. 1132, 12. Cossius Gulielraiis 1050.
1133 2. Cossolinus Petrus 445, 1.
Clemens VI P. M. 417, 2. Costa Candidus Donatus 57.

Clemens VII P. M. 5. 65. 75. 123, 5. 473, 20. Cotta lohanues 254.
Clemens Vili P. M. 291. 587. Cotta Lazarus Augustinus 12, 8.
Clemens IX P. M. 537. Crescentiis (De) Petrus 342. 343. 1357.
Clemens X P. M. 537. Crescentius legatus 350, 10.
Clemens XII P. M. 292. 590. Cris[iiEustachius 360, 2.

Clemens XIII P. M. 1015. Crispus TuUus Genueusis 350, lU.
Cmoua Cbarbanel 1258, 9. Cruce (A) Frane 1545, 3.
Coccinus Io. Bapt. 39-41. 43. 44. 46. 47. Cruserius Hermannus 351, 9.
49. 52. 53. 54. 56. 59. 60. 103. 105. Curtesius loh. 1361.
106. 108. 109. 115. 116. 151. Curtius Rufus (Q.) 1230.
DKLLiA BIB:.. UNIVKRS. 1)1 BOLOGNA. — INDICI. 153
Cusatrus Hieremias 22. Drelles loh. 823, 2, 3.
Cypriauns (S.) 1192, 1,2. 1386. Drolcz (De) Petrus 583.

Cyprianus (Caecilius) Episc. Cartag. Dufay G. 1086, 7, 25, 40, 42, 49.
1580, 18. Dugliolius Raynaldus 385.
Cyrillus Archiepisc. Alexaiiclr. 289. Dulphus Floriauus 88, 190-7.
C3^rillus II Hierosolym. 896, 5. Dumstable 1086, 19.

Damasus Papa 450. 862, 5. 1080, 26. Duus loh. 270, XXIV, 2. 271, 6-8. 1105.
1500, 1. 1284.' 1574.
Daniel (Magister) 987, 16. Duns (De) Petrus 271, 9, 10.
Daniellus Stephanus 12, 10. Durandus Guglielmus 1034, 2.

Daniellus Ant. 1419, 3. Dusina Petrus 478, 1.
Dardanonius lulius 85, 12. Dya (De) Gulielmus 138, 81.
Dares Phrygius 1267, 4. Eberhardus 1486.
Dastinus loh. 188, 2. 270, XIX, 5. Ebubacre 139, 9.
XXVII, 3. XXX, 3. 271, 1-3. Egesippus 386. 986,2. 1468,4.
Datus Leonardus 1430, 1. Elbucassem Elraachar 389.
Decembrius P. C. 25. 344. 1210. Eniericus de Monteforte 411, 6.
De Conte 668, 9. Emmanuel Alphonsus Lusitanus 804.
Decurio Daniel 395, 17. Emmanuel (fr.) a Virgine 392.
Dedalus 164, 22. Entisberus Gulielmus 14, 5. 197, II, 2.
Demosthenes 16, 1. 170, 6, 8. 1433, 7, 8. 519, 8.
1506, 4. Ephraem (S.) 1472, 9. 1491.
De Vaia 1086, 15, 48. Ephiphanius 896, 15. 908. 4.
Diana Urbanus 1433, 3. Eracleus 1388.

Didacus (fr.) de S. Nicolao 45. Erastus Thomas 578. II, 15.
Didymus Alexandrinus 1132, 3. Eschenardus Franciscus 1572.
Digno (De) Hngo 625, 5. Equicola Marius 254.
Dinus de Mugello 969, 14, 16. Eugenius IV P. M. 150, 7. 312. 396, 2, 8.
Dio Cassius 83, 59. 874, 1, 14. 910, 5. 1531, 7. 1558, 2, 4.
Diodorus Siculus 83, 167, 376, 377. 1587, 4.

Diogeoes Laertius 1259, 1. Eugenius X P. M. 1064, 5.
Dionysius Alexandrinus 1610. Euripides 83, 59.

Dionysius Areopagita 1317, 1. 1829. Eusebius Caesariensis 896, 8. 1865.
Dioscorides 378. Eusebius loh. 897.
Diplovatatius Thomas 374. Eusebius Pamphilus 83, 59, 153. 399.
Divionensis loh. 492. Eutropius 1267, 2.
Dobo de Kniska Wamvoda Stepha- Eymericus (fr.) Nicolaus 1121. 1127.
nus 583. Faber loh. 1009, 11.
Doraades 1434, 10. Faber Io. Matthaeus 402. 538,
Dominici lohannes 884. Faber Nicolaus 138, 21.
Dominicis (De) Doininicus 821. 6, 7. Facius Barthol. 895, 6.
921, 1. 1196. 1235. Factor R. Nicolaus 106.
Dominicus de Fabriano 1226. Fafer Franciscus 254.
Doininicus de Flandria 1017. 1018. Fagnanus Prosper 325.
Draco Nicolaus 1239, 5. Falcutiis (De) Nicolaus 4(i8. 978, 1.
151 CODICI LATINI
Farinaccius Pro-sper 858. Franciscus de Fulgineo 1058, 10.

Fassinius P. Vinceutius 9. Franciscus de lanua, seu lanuensis
Felliuus Domin. 405. 170, 76.
Feragiiis ludaeus (Magister) 1091. Franciscus de Marchia 1123.
Feragut 1086, 18, 44. Franciscus (S.) de Paula 248.
Feraldis (De) Feraldus 278, 5. Franciscus Princeps 1506, 5,
Ferdiaandus rex 170, 90. Franciscus Xaverius 49,
Feri-ai-iiis (Doctor) 1618, 1. Francuccius Carolus Maria 418,
Ferrarius Faanciscus 4C6. Fridericus I Imp. 1616".
Ferrarius Linus 366, 5. Fridericus II Imp. 79, 1. 419.
Ferrarius Thomas Maria 407. Friczsch Petrus 583.
Ferrettus Io. Petrns 1247. Froger Mauritius 420.
Festus Sex. Pompeius 274, 3. 1252, 2. Frontinus lulius 1117, 6.
Filarete Baptista 93. Fulcodius Guido 473, 7. 858.
Fiorinus Petrus lac. 408, Fulgentius Fabius Planciades 987, 35.
Flaminius Io. Ant. 1028, 1146.
Flamini US Marcus Ant, 83, 424". 254, Fumanus Adaraus 88, 426 ^ 427^
Flammineus Caius 1433, 6. Fundis (De) Io. Paulus 2.
Flavius losephus 1, 2. 83, 59, 1110. Fuscarenus Franciscus 170, 84.
Flisco (De) Card. 120. 2. Fuscarenus Ludovicus 119, 5.
Flisco (De) Lucas 120, 2. Fuscus Paracletus 1124.
Flisco (De) Nicolaus 120, 2. Gabriel de Barchiuona 969.
Florentius 138, 6. 270, X, 2. Gaddius Io. Bapt. 57.
Floridius 138, 20. Galenus 14, 4, 1274.
Florus L. Annaeus 1267, 1. 1-392, 2. Galeottus Narneasis 170, 89.
1408, Galesius Augustinus 421. 422. 1020,
Folengus Nicodemus 859, 1, Galvanus 1040,
Fontana lacobus 1426, 2, Gambaro (Dal) Bdrnardinus 361.
Fontana loh, 14^'6, 3. Gangutia Ant, 9d2, 1428.
Fontius Barthol, 1206, Garampius los. 57. 311.
Formaliariis (De) Alexander 150, 14. Garatis (De) Martiuus 573. 574. 579,
411, XI, 10.
Formica Dominicus 412, Garganus (Magister) 1430, 5.
Fornasarius Hippolytus 163, 2. 416, Garsia Mellinus loh. 50.

Fortebraccis (De) Braccius 94. Garzonius Bernardus 519, 1.
Fortunatus Episc. 879, 1. Garzonius Fabritius 447,
Foscherarius Romeus 805. Garzonius Io. 423-439. 412-146. 520, 32.
Fosdeaovo (De) Margarita 120, 2. 842. 866. 928. 976. 1391.
Foucquet lo. Franciscus 580, AA, 1. Garzonius Marcellus 441, 5.
Fracastoreus Hieron. 83, 421 ", Gaspar Plebanus Walnarbiensis 583.
Franchinis (De), seu Franchinus Vir- Gaudontiu'^ 351, 9.
gilius. 1085-1038. Gaudentius Episc. Brix. 1131.

Franciscus (S.) 152, 11. Gayttarrus Bened. 969, 18.
Franciscus Aretinus 395, 14. 975. Gazius Ant. 27, 1.
Franciscus (P,) de Bononia 625, 10, 11. Geber, 188, 40-42. 161, 14. 163, 9. 270,
DELLA BIBL. UNIVKKS. DI liOLOCiNA. 155
V, 6. XIX. i. XXII, 2. 303, 19. 448. Gregorius Arimin. 803.

942. Gregorius Magnus (excerpta) 83, 5-25.
Genesius loh. 1212. (dial.) 462. 841. (moral.) 464. 1078.
Gennadius 1306, 1. (epist.) 108J, 35. (exp. in Ezech.)
Georgischus Beued. 132, IV, 7. 1285. (sup. cant. canticor.) 1534, 2.
Georgius 1218. 1. (nota) 1546, 5.
Georgius Alexandrinus 1473, 3. Gregorius (S.) ÌSÌazianz. 1132, 4-11.

Georgius de Senis 1437. Gregorius (S.) Nissenus 1414.
Gerardus de Cremona 449. Gregorius Tiphernas 83, 59.
Garardus Lemovicensis 793. 895. GrifFonius loh. 466.
Gerectus 164, 23. Grillenzonius Servilius 594, 10.
Gersou loh. 924. 7. 1546, 4. Grimanus Audr. 366,

Io. 10.
Ghettus Toh. 886. Grittius Sj'mon 57.

Ghibbesius lac. Albaiius 451. Gritus Andr. 1374.
Gilbertus Antisiod. 1401. 1502. Grossinì 1086, 70.
Ginannus Petr. Paulus 452. Grossius Io. Bapt. 467.

Gipsius Frane. 110. 111. Gualfredinis (De; Petrus 725,
Giraldus Gregorius 254. Gualt'redus Angl. 1385.
Girardus Cremonensis 1085. Gualterius Angl. 653.
Gisalbertus de Pergamo 1254. Gualterius Esculauus 1515.
(ìrislebertus Porrectanri.s 756. 1355, 3. Gualterius Paulus 29.
Goffridus de Trano 1500. Guarinonius Hippolj'^tus 469.
Gottschedius Io. Christoph. 363 9. Guarinus Bapt. (epist.) 10, 1. 186, 7.
Gozzadiuus Angelus 739. 889, 6, 7. 1433, 14. (epigr.) 255, 10.
Gozzadinus loh. 1616 G. 1393. (reg. gramm.) 440. 468 (ar-
Gozzadinus Ulyxes 132, IV, 8. gum.) 503, 2. (version.) 832. 10^9, 2.
Gradenigus Barthol. 10, 3. 1433, 2. (excerpta) 834. (oratio)
Grassinius Christoph. 352. 4. 1419, 5. 1482. 6.
Grassis (De) Card. Achilles 293. Guarinus Julius 594, 12.

Grassis (De) Albertus 1183, 2. Gufantis (De) lacobinus 27, 2.
Grassis (De) Paris 346. 1008. 1168, 1. Guglielmi Petr. Hieron. 471.
Gratiadeus F. 1226, 7. 1238. Guido Beru. 774.
Gratianus S. 951, 3. Guidottius Claudi US 12, 5.
Gratianus Ant. Maria 459. 460. Guidottius loh. 470.
Gravia (De) Bern. 270, VIII, 4. XXV, 4. Guiduccius Mari US 83, 406.
303, 1. Guigo prior Cartus. 1534, 1. 924, 2, 3.
Gravina Io. Vino. 12, 2. Gulielmus Antisiod. 927.
Gravina Petrus 254. Guglielmus Paris. 270, XXIX, 4. 772,2.
Grazinus Cosmus 461. 1092.
Gregorius IX P. M. 126, 2. 907. Gulielmus ab. S. Theodorici 472.
Gregorius X P. M. 53. 172, 27. 489, 14, 18. Gulielmus de Lugduno 1255.
Gregorius XI P. M, 122 Gypsius Ant. 350, 10.
Gregorius XII P. M. 120. 465. 1503, 5. Halid Ysidori 747, 8.
Gregorius XIII P. M. 78. 240, 1, 2. 312. Mailer Albertus 364, 15.
316. 1191. Helia (fraler) 139, 24r.
156 CODICI LATINI
Helia de Assisio 138, l'i, ;50. Hugo 1534. 3.
Hellerus Ioach. 493, 1. Hugo de Latinis 1086, 45.

Heluer Petrus 583. Hugo Pisauus 747, 5.
Henricus VI Imp. 89. Hugo Provinciae Co. 362, 22.

Heuvicus de Firmarla (de Vriiriacli, Hugo de S. Vittore 891, 4. 1202. 29.
seu Weimar) 808. 1278. 1553, 1, 2, 4.
Henricus de Gandavo 1104. Huguetus 139, 146\

Henricus de Hassia 1581. 3. 1588, 1. Hugutìo Ferrar. 565. 1382.
Henrigetus Septimellensis 652, 2. Humbertus 1168. 1239, 1.
Honrigittis (De) Zacharias 61. 62. Hundertmarck Cai'olus Frider. 363, 7.
Hentia (De) Domin. S^'meon 333. lacinthus Polonus 55.

Hentius rex 79, 3. 131, IL lacobus de Marchia 56.
Herbenus Mattbaeus 1436. lacobus de Neapoli 1226, 11.
Herimanuus Cunradus 1173, 1. lacobus de Senis 168, 3.

Hermes 139, 11. 168, 5. 474, 1. lacobus de Tuderto 152, 9.
He.rera (De) Thomas 1068. lacobus Foroliviensis 520, 30. 1227, 3.
Hierocles 663, 2. lacobus Pergulensis 441, 6.

Hieronymus (Magister) 1400, 2. lacobus Philippus Ord. Erem. 1125, 3.
Hieronymus (S.) (excerpta) 83, 5-25. laconus Conradus 340.

(opusc.) IVO, 75. 475. 1132, 2, 3. 1468. lauduno (De) Ioli. 520, 11.
1516, 1, 2. 1525, 12. (epist.) .173, 2. leremias (Fr.) 1623.
475. 47 o. 896, 1. 987, 8, 33. 1058, 3-5. Ignatius (S.) 58.
1334. 1468. 1499, 2, 4. 1525, 12. Ignatius Maria Rom. 57.
(serm.) 476. 896, 2. 1334. (De vir, Imperiali Io. lac. 313.
ili.) 891, 2. 146>^, 2. (Doctr.) 935, 1. Infessura Stephanus 312, 4. 482.
(comm.) 1164. 1305. 1333. (contra Innia (De) Alphonsus 164, 10.
lov.) 1422, 6. (vitae) 1504, 1, 2. Innocentius li P. M. 924, 1.
(prolog.) 1594, 3. Innocentius III P. M. 1194. 1341, 3.
Hieronymus de Neapoli 902, 1. Innocentius IV P. M. 969, 4, 8, 10.
Hilduinus (Ab.) 1366, 7. Innocentius V P. M. 849. 1019.
Hippocrates 215. 1536, 2-6. Innocentius VIII P. M. 312, 4. 473, 19.
Hodmillach lac. 583. 874, 6, 7. 1559, 3.
Hohenzollern (Co. de) Io. Georg. 356, 8. Innocentius XIII P. M. 736.
Holcoch Rob. 987, 35. Ioachim Abbas 312, 1. 1501, 11.
Holstenius Luca 579, XIV. lohannes (Fr.) 1438.
Homerus 17. 1203, 2. 1271. 1430, 2. Johannes XXI P. M. 810.
Homodeis (De) Segnorinus 1122, 4. lohannes XXII P. M. 172, 25. 673, 7.
Hoaorius Agustodunensis 800, 13. 969, 4, 10, 18. 1593, 12.

Honorius IV P. M. 142,20. 969,4. lohannes Andreae 1034, 2.
Horatius (Q) Fi. (ep.) 441,2. (sat.)1047, lohannes Argyropulus 1281, 2, 3.
7. 1289. (sent.) 1067. (carm.) 1025. lohannes a Capistrauo 12, 1.

1345. 1461. 1612. lohannes Cassiauus 1233. 1242. 1421,
Horboch Guilelm. 1048. 21. 1579.
Hossiarius Pandulphus 450. lohannes (S.) Chrysost. (homil.) 13, 3.
Hotomauus Franciscus 270, XXI, 3. 1294. 1194. (opusc.) 491, 1-5. 1240.
DELLA BIBL. UNIVBKS. DI BOLOGNA. — INDICI. 157
1350. 1366, 1-6. 1494, 3-8. (serm.) Kaertner Abraham Gotthelf 363, 8.
1405, o. 1472, 8. (laud. lob.) 1557. La Croix Claudius 5oO.
lohannes (S.) Climacus 798. 885. 1525, Lactautius L. C. Firm. (De sibili.)
27. 987, 15. (Div. inst.) 1169. 1264.

loliannes Damascenus 138, 39. 270, VI, 1328. (De ira Dei) 1376. (versus)
2. X, 2. 1422, 4.
lohannes (B.) Evang. 1618. Laderchi Montecuccoli Raymundus

lohannes de Cremona 1422, 2. 360, 2.
lohannes de Firmo 170, 70, 71. Ladislaus rex 120, 2.
lohannes de Friburgo 152. Lafiguera (De) Petrus 505.
lohaQucs Dei 59. Lagello (De) Georg. 1432.
lohannes de Laveruia 152, 10. Lambertinis (De) Imelda 57.
Johannes de Mautua 'Jo4. Lambertinis (De) Lambertinus 57.
lohannes de Matiscone 139, 227. Lambertinis (De) Saracenus 126, 1.
lohannes de Tossiguano 1525, 10. Lamola loh. 278, 2.
Johannes de Turrecremata V. Turre- Lempridius Io. Ben. 254.
cremata. Lancellottus Horatius 42. 50. 506.
lohaniies Gallensis 804. Lancius (Ab.) 1237.
lohannes Hispalensis 493, 1. Lancius Io. Maria 1277.
lohannes Salisberiensis 1252, 1. 141G. Landusis (De) Girardus 102.
loliannes Teutonicus 1286, 1. Lanfrauchiuus (fr.) 889, 2.
lohannes Thebanus 270. XXX, 3. Lauzerinus Domin. 57.

Johannes Valensis 1117, 5. Lapis (De) loh. 69,
lohannitius 1536, 1. Lascari loh. 205, 3.
Jcsephus 1468, 3. Lastras (De) Raym. 138, 33. 270, X, 2.

lovius Paul US 254. Latinius Latinus 507.
Jrimbertns 1493. Laurentius de Aquileia 83, 358''.
Isaac Hollandus 270, HI, 3. Laurentius Arch. Spalatcnsis 1419. 18.
Isaias 1234. Laurentius Pisauus 1443. 3.
Isidorus 892, 5. 916. 1.525, 4. Lazaronus Petrus 508.
Isidorus Agricola 60. Lelius Franciscus 57.
Isidorus Hispalensis 458, 9. Lentulus P. 1, 1. 921, 6. 1580, 8.
Isidorus de Thessalonica. V. Ruteuus Lentius de Varrano Gaspar Marianus
(Card.) 150, 4.
Isocrates 15. Leo Papa 889, 1. ir'80, 15. 1322.
Isolani Hercules 496. Leo X P. M. 123, 2, 3. 473, 20. 874,
fucundus loh. 485. 10, 16, 17.
lulianus Andreas 1434, 16. Leo Dominicus 748. 7.50. 751. 770. 772.
lulius II P. M. 150, 12. 312, 6. 776, 1029, 1031.
lulius III P. M. 312. 8, 9. 473, 2, 7. Leonardus Aretinus. 'versiones) 19.
lustiiiianus Bened. 451. 207, 3. 215, 2, 3. 395, 1. 856. 889, 3.

lu.-^tinus 498, 1. 1302. 931, 2. 1259, 2-4. 1392, 2. 1425.
Tu.stus Alexander 42. 1471, 2. 1478, 4. 1507, 7-9. 1513.
luvenalis D. lun. 499-503. 1289. 1312. 1515. 1581, 10. (hist. fior.) 234.
1343. 1470, 1. 1134. (De bello goth.) 235. 359, 3.
158 CODICI LATINI
(episl.) 395, 2. 987, 21. 1418, 24. Maffei Raphael 974.

1433, 13, 2(j. 1506, 10. îsag.J 395, 3. Matfei Tiinotheus 170, 86.
1514. (ind. operuin) 1202,22. (hist. Mahometus 942.
comp.) 1422, 1. Maiella Carolus 513.
Leoue (De) Marchioues 120, 2. Mail lacobus 583.
Leoiiel lOSG, G8. Malaspinis (De) lacobus 120, 2.
Leonicenus Omnibonus 1451. 1506, 3. Malatestis (De) Carolus 120, 2.
Leonicus Michael 512. 513. 514. Malebranchius 149, 3.
Leopoldus I Imp. 81. Malpighius Marceli US 526.
Lescher Paulus 583. .Malvasia Cornelius 493, 3.
Lianoris (De) Lianorus 83, 42\ Malvetiis (De) Hercules 123, 4.
Libaiiius 1431. ^Falvetiis (De) lulianus 126.

Lignauo (De) loh. 510. 511. 1069. Malvetiis (De) Pirrhus 123, 4.
Limicius 489, 11. Malvetiis (De) Troylus 544, 1.
Linconieasis 957, 3. Mamm(^lus Petrus 1616 B-
Livius T. (Hist.) 518. 1101. 1109. 1120. Manettus laiiuotius 1421, 15.
1149. (excerp.) 83, 140. Manfredus Fr. Augustinus 1125.
Loisius de Prato 120, 2. Maufredus Fraticiscus 84.
Longus Albei-icus 83, 419"". Mangiuis (De) lacobus Andr. 101.
Loredanus Leonardus 254. Manlius Theodorus 458, 7.
Loredaims Nicolaus 11G6, 2. Mansius Io. Domin. 1201,
Lucanus 121, 36^ 1140. 1176. 1205. Maatechellis (De) Marsilius 969, 14, 16.
1211. 1475. Mantica Franciscus 545.

Lucia (B.) de Stifoute 98. Mautuanus Io. Bapt. 83, 55, 190-7, 218'.
Lucianus 1392,8. 219'' 266 \ 452. 85,6. 1047,6.
Lucius 111 P. M. 1202, 15. Manzanedo de Qaiuones Alphonsus 40.
Ludovicus T Pius 172, 19-22. 41. 46. 47. 56. 58. 60. 103. 105-109.
Ludovìcus (B.) Bertrandi 103. 115. 116.
Ludovicus do Ferraria 417, 6. Maouius Georg. 83, 331.
Ludovisius Nicolaus Card. 133. Marcaldus Francisctis 546.
Lullus Raymundus 20. 138, 37. 142, Marcus (B.) erem. 1039. 10.
111. 144, 8 164, 13, 15, 20. 168, 14. Marescottus de Calvis Agameunoii 83,
169, 1,2,4.7,8, 14. 270, ILI- V, 1, 190-7, 219 \
2, 3.7. Xn,5, 6. XIV, 3. XVT, 5. Marescottus Lucius 157,2.

XIX, 2. XXIII, 1, 3. XXX. 2. Maria a lesu de Agreda 104.
XXXI, 2. XXXII, 1. XXXIII, 3. Maria soror Moysis 27i), X. 3.
XXXIV, 2. XXXVI, 3. 271, 11. Mariauus (Fr.) 1430, 4.
522. 523. 525. 888. 1353, 1. Mariuus Marcus 1179. 1253, 1.
Luna (De) P. 120, 2. Maro Andreas 254.
Luscus Ant. U82, 2, 7. 1625. Marsius Leonardus 132. IV.
Lysia Philaeuius. V. Riccius Paulus. Marsus Petrus 356, 1.
Macer Aemilius 1457. Martiales (excerpta) 83, 5-25. (com-
Macrobius 83, 5-25, 59. 542. 12i)l. meut.) 299. 952. (epigr.) 1090, 2.
Maffei lacobus 633, 2. 821, 13. 1261. 1473.2.

Maffei Paulus 1319, 1. Martinez Martinus 763.
DELLA BIBL. UNIVERS. DI BOLOGNA. — INDICL 159
Martinus V P. M. 312, 1. 910, 4. 1503, 6. Montefîni Caprara Ludov. Maria 202.

Martiuus Polonus 572. 836. 854. Montefortus Io. Philippus 12;).
Martirauus Coriolauus 11G8, 17. Montepolitiano (De) F. 120, 2.
Matius Paulus 132, IV, 4. Montibus (De) Marchiones 120, 2.
Matthiolus Perusinus 1274. Montius Caietauus 363, 11.
Mauricius (Fr.) 893. Mprandus Benedictus 170, 59. .593.
Maurocenus Paulus 935, 2. Morboxanus 170, 74.
Mayronius Franciscus 1487. Morellus Petrus 349, 9.
Maxai-dus Joseph 473, 1. Moru'nus 168, 8. 270, Vili.
Maximiliauus I Imp. 79, 7. Mucantius Franciscus 579, XI, 16.
Maximus mouacus 813, 2. 990, 6.
Mayno (De) lason 240, II, 4. Mucantius Io. Paulus 117.
Mechilta 1253, 4. Mulatio (De) Ant. 120, 2.
Meis (D„-) Ubaldus Foelix 132, III. 6. Muratorius Lud. Ant. 12, 7.
Mela Pomponius 21, 4. 1311, 1. Mussatus Albertiniis 1058, 15.
Melciades Papa 1305, 5. Mutiarellus Gaspar 819.
Mellouius Io. Bapt. 12, 6. Muzzolus Alexander 595.
Mendesius L. P. 579, XI, 2. Naise Aemilianus 599.
Meugoli Petrus 551. 576. Naldis (De) Naldus 971.
Merculinus 270, X, 3. Nanius Florianus 85, 9, 10. 132, IV, 5.
Merlinus Cleraeus 43. 44. 52-54. 59. Nappe US Caesar 83.

Mesinus (Magister) 1227, 2. Navagerius Andreas 254.
Michael de Massa 1084. Navarro Valentinus Blasius 940.
Michael Scotus 824, 2. Nerius Philippus 112.
Midleton Ricard. 838. -Nicephorus 1218, 1.
Milesius Vincent. 642, 5. Nicolaus 474, 7.

Mincuccius Autonius de Pratoveteri. Nicolaus III P. M. 473, 14.
V. Antouius. Nicolaus IV P. M. 489, 12. 969,4.
Miuetti Hermaunus 351, 10. Nicolaus V P. M. 72. 92. 1.50, 8, 9.
Mizaldus (Mizauld) Aut. 186, 3. 874, 2. 969, 18. 1390.

Moaraj'u Falconarius 164, 2. Nicolaus de Ausrao 901, 7.
Mocenicus Andreas 1.522. Nicolaus de Capna 1086, 13.
Molza Frane. Maria 251. 594, 6. 1157. Nicolaus de Lyra .563. 570, 1. 600.
Mombritius Boninus 1420. Nicolaus de Tauro 138, 23.
Moneta (B.) 789. Nicolaus Episc. Modrusiensis 356, 1.
Mougardinis (De) Agamen. 240, II, 8. Nicolaus Estensis 120, 2.
11.8. Nicoli F. Hieron. 605.

Moutagnana Petrus Ant. 1449. Nigris (Doj Io. Alimentius 74.
Montagnone (De) Hierem. 1359. 1369, 2. Nonius Marcellus 274, 2. 1177.
Moutalbauus Io. Bapt. 330. Ochna Michael 608.
Montalbanus Ovidius 527. Ockam (De) Gulielmus 137, 6. 270,
Montauarius Gemiuianus 958. XXXII, 3. 1180.
Monte Calerlo (De) Beatus 138, 46. Odo (Ab.) 987, 28.
Monte (De) Petrus 396, 15. divari US Razzalius Seraphinus 55.
Montecuculo (De) Lanzalottus 64, 7. 110. 111.
IGO CODICI LATINI
Oliveriis (De) Oliverius 270, III, 4 Pascalicis (De) Fr. Marcus 636.
Omnib inus 14')3 v. Leoniceuus. Passigerius Roland. 161, 2. 170, 63.
Oraiius Hispanus 5'JG. 637. 638. 1222.
Origenes 1132, 1. Patritius Augustinus 871, 4.
Orlamli Peregr. Aiit. 467. Patritius Franciscus 871, 3. 1419, 20.
Orosius Paulus 1077. 1151. 1477, 1. Patritius Patritius 871, 1, 2.
Orsiiiius Biipt. 76. Paulinus Episc. Nolanus 1406, 1.
Orsini U.S lustinianus 57. Paulinus ex Polonia 540.

Ortulanus 138, 16. 139, 158. 270, X, 2. Paulinus Medici. 1366, 8.
XXVIII, 4. Paulus (S.) 569. 1230.
Osferreus Ludovicus 1001, 2. Paulus II P. M. 150, 11. 874,4,5. 1341,2.
Otto I 332, 22. Paulus III P. M. 312, 7. 473, 25. 874,
Ottonellus 121^^. 11. 1168, 13.
Ovidius (P.) Naso (excerpta) 83, 5-25, Paulus IV P. M. 874, 19. 20.
69. (De arte am.) 186 2. 86f, 1. Paulus Diaconus 1439.

1433, 3. (heroid.) 215, 7. (De avib.) Paulus Pergulensis 519, 6. 947, 3.
255, 15. (De rem, am.) ,503, 1. (me- Paulus Venetus 835. 847. 947, 1. 9b2.
tam.) 1141. 1159. 118^. 1216. 1236. Pazzis (De) Maria Magd. 105.
(fast.) 1301. 147<1. 1578. (trist.) Peggi Petrus Frane. 353, 2, 3,4. 6 '.9. 641.
1346. (amor.) 1492. Pegna Frane. 858.
Paceus Ricardus 254. Pelacani Blasius 1332, 2.
Padovanius loh. 1611. Pellini loh. 642. 1.
Paduanus Helideus de Forlivio 538, 1, Penia Frane. 42. 50. 51. 110. 111.
629. Penyatbrt (D:^) Raynmndus 110. 111.
Pagnonius Angelu.s 642, 8. 1213.
Paitoaus Io. Bapt. 538, 2. Pepolis (De) Carolus Phili| pus 648.
Paleotti Camillus 350, 10. Pepolis Frane. Tarlatus 163, 3.
Paleotti Gabriel Card. 630. Peraldus Guilelmus 641, 1. 645. 760.
Palice Ceccus 1091. 769.
Palladius Blossius 254. Pereira Benedictus 190, 3, 4. 1577.
Palladius Rutilius Tauvus 215, 6. Perigliis (De)Angelus 1546,5.
Pallavicini Anna Maria 313. Pernasio (De) Raphael 969, 1.
Pallavicini Vincenti us 631. Perottus Nicol. 11, 5. 170, 22.
Palluau. Claudius 632. Persius 21, 1. 501. 502. 1289. 1314.
Palmerius Mutthias 931. 1479, 2. 1481, 3.
Pamphilius tlieron. 603. Pescheria Frane. 350, 10.

Pamphilius lo. Bapt. 39. 49. 58. Petra Carolus 766.
Paunolinis (De) Albertus 124. Petramellarius Io. Ant. 535. 536.
Panvinius Onuphrius 634. Petrarca Frane 570 2. 815, 2. 851, 2.
Papazzonius Flamiaius 13, 2. 579, III, Petreius 251.

1. 635. Petronius (S.) 61, (!. 337.
Papazzonius Io. 170, 13, 20, 21. 278, 4, Petrus Daniianus 134, 9.
6,7. Petrus de Alcantara 109.
Papebrochius Diinicl 529. Petrus Lombardus 826. 827.
Papias lOSl. Petrus mon. Ardeu<>us Nonaiit. 1116, 1.
11. 1. '909
DELLA BIBL. UNIVERS. DI BOLOGNA. INDICI. 161
Petrus prior 1202. 4. Flatus Flaminius 597.

Petrus de Tarantasia. V. lunoceutius Plautus M. Accius 83, 59. 156. 651, 1.
V P. M. 1144. 1481, 1. 1483, 1.
Phalarides 395, 11. Plinius,':C. 83, 59. (De vir. ili.) 1267, 3.
Philelphus Frane, (orat.) 395, 8. 1419, 1394, 1. 1478, 1. (epist.) 1473, 1.
22. 1434, 24. (pref.) 396, 16. (epist.) Plovenius Guidus Vino. 350, 10.
935, 3. 1434, 23. Plutarchus 83, 59. 351, 9. 396, 16. 1089,
Philelphus Marius fc3, 146, 190-7. 2. 1163. 1312, 3. 1434, 11. 1458.
Philippinus Ferrar. 791. 1559, 3.
Philippus (frater) 83, 185. Poggius 21, 3. 377. 395, 13. 1421, 2, 16,
Philippus Hisp. rex 1168, 5. 1172, 1. 17. 1434, 18.
Picciuiuus Nicol. V Vicecomitibus (De) Poggius Card. 163, 1.
Nicol, Polycrates 1251, 3.

Piccolominaeus Aeneas Sylvius (ora- Poloniae rex 349, 5.
tio) 312, 2. 813, 3. 579, XIV. (epist.) Polybius 83, 173.
1419, 21. V. Pius li. Pomarius Adam 583.
Pictaviensis Victoriaus v. Victorinus. Porapeius Peregr. 1001, 1.
Picus Io. Mirand. 935, 8, 9. Pomponatius Petrus 1195.
Picus Io. Fi-auc. Miraad. 1047, 3, 4. Pomponius (lulius) Laetus 83, 188^,
Pigaorius Lucretius 85, 13. 1395, 5.
Pindarus Thebaaus 1378, 2. Pontanis (De) Ludovicus 654.

Pirovauiis Philippu.s 43. 44. 52-54. 59. Poutanis (De) Vitus 1419, 2.
105. 106. Pontanus 83, 59.
Pisaurus lac, 1419, 23. Pontianis (De) Francisco 50. 51.
Pitonius Frane. Maria 550. Pont US Pilatus 1192, 4. 1581, 9.
Pius II P. M. (conci.) 312, 3. (comment.) Porcellius 83, 140. 987, 14.
649. (epist.) 650. (apol.) 821, 1, 2. Poreius Agapitu.s 889, 9.
(bulla) 821.5. (privil.)874,3. (Con.st. Poritsch Henr. 987, 18.
captio) 889, 10. (oratio) 1525, 21. Porpbyrius 18, 1. 302, 1. 1226, 8. 1355, 1.
Pius III P. M. 312, 5, 0. Portus Frane. Cretens. 17.

Pius IV P. M. 99. 211. 240, I, 2. 473, 33. Primaticiis (De) P. lac. 625, 13.
1282. Priscianus 83, 59. 458, 1. 1338. 1483, 2.
Pius V P. M. 240, I, 2. 316. 473, 35. Probus Aemilius 1477, 2.
874, 22. 1282. Propertius Sextus Aur. 1445.

Pius Mirand. 1153. Prosper (S.) 564. 1554, 3.
Plancus lanus 361, 17. Prosper Aquit. 83, 153. 892, 1.
Platea (De) Frane. 904, 6. Protonobilissiraus Frane. 64, 38.
Platerus Felix 539. Prudentius 1406,2.
Platina Ambrosius 1052. Psellus 663, 1.
Platina Barthol. 633, 1, 821, 12. 1331. Ptolemaeus CI. 213, 2.

Platisius Lippus 170. 60. PufFendorfius Samuel 12, 9.
Piato (scolast.) 138, 24. 270, X, 2. Pylatus 921, 7.
(epist.) 215, 2. 931, 2. (summa) 303, Quintilianus M. F. 844. 1152.
30, 31. (dial.) 1259, 4, 5. 13^-2, 1, 10. Quirieus (S.) de Casio 91.
1512, 1. 1514, 2. Quiriiius Laurus 921, 5.
Studi itul. di filol. class. XVII. 11

162 CODICI LATINI
Rabanus Maurus 646. 998. Rodulphus Burguudiae rex 362, 22.

Rabbi US F. Carolus Coast. 665-667. Rogatus Augustinus 1489, 3.
Rabi Menahera 1253, 5, 7. Rolandus Leucadensis Episc. 340.
Rabì Samuel 787. 1465. Rombertis (Do) Balduiaus 270, VI, 3.
Racz Stephanus 583. Roncagli Catnillus 862, 10, 11.
Raboth 1253, 2. Roncaglia Constantinus 530.
Racaydibic 139, 5. 270, VI, 5. Roncouius Christoph. 668, 10.
Ragotzi losepli 590. Ronconius Philippus Ant. 209.
Rainerius Valeri us 1072. Ros Amana Barbanela 12-53, 10.
Rambaldi Beuvenutus 215, 5. 570, 3. Rotoraago (De) Matthaeus 1396, 3.
Ramirez Gii. 301. Rubeis (De) Evander 93.

Ranutius Alemannus 1458. Rubeis (De) lac. 673, 1. 2.
Ranutius Hieron. 83, 211.- 404, 4. Rubeis (De) Io. 354, 2.
Raverius Anglus 142, 22. Rubeis (De) Io. Bapt. 45. 602.
Raymundus (Fr.) 1286, 2. Rubeis (De) Octavius 93.
Raymundus Capuanus 893. Rubeis (De) Petrus Frane. 554.
Razi, sive Rliazes 137, 48. 1091. Rubeus Theodosius 555.
Razzalius Seraphinus 561. Rudianus 139, 4.
Refrigerius Io. Bapt. 83, 190-7, 212, 213, Ruflnus 1 132, 4.
285. 85, 3. Ruggerius Constantinus 1617.
Regulus Sebasti. 350, 10. Rupertus, seu Robertus 845.
Reynoldus Erasmus 352, 8. Rupifucaldus Frauciscus 1361.
Remensis (Archiep.) 169, 14. Ruppeu lac. 583.
Remigius 1080, 11. Rusbroquius Io. 1058, 1.
Remundus 906. Rutenus Card. 83, 40.

Renatus 142,23. Ruzu3 164, 1.
Renzolius Io. Bapfc. 305. Rypia seu Riplaeus Georg. 138, 5. 142,
Riccardis (De) Felix Ant. 366, 10, II, 2-7.
Ricciolius Io. Bapt. 1620. Sabadinus Laz-darus 592, 11.

Riccis (De) Catherina 43, 44. Sabatinus Aloys. 146, 2.
Riccius Pauhis 83, 438. Sacellius Aut. 254.
Richardus Anglicus 785. 908, 1. Sacratus Franciscus 39. 41. 49. 107.
Ripis (De) Io. 884. 108. 115. 116.

Riplay Georg. 270, XXIII, 3. Sacrobosco (De) Io. 154, 14. 164, 3. 495.
Riquius lustus 85, 7. 1444.

Rivadeneyra, sive Ribadeneyra Alva- Sadoletus lac. 254. 594, 4.
rus 304. Sala (De) Bornius 1400, 1.
Robertus Card. V. Rupertus. Sallustius C. Crisp. 83, 59. 1019. 1393.

Robertus de Bonoaia 778. 1549.
Robusterius Christoph. 45. 473, 10.598. Salomon 83, 5-25.
Rockeo bacìi Abrahainus 676. Salomonus Ant. 685.
Rocotiolus Fronoiscus 594, 2. Salutatus Coluccius 170, 30, 47, 77. 643.
Rodericiis Episc. Zainorionsi.s 1229. 987, 7. 1526, 19.
Rodotà Petrus Poinpilius 677. Salvatichis (De) Porchettus 1221.
Ro'lritjuez Hector 301. Sampaio (De) D. 716.
DELLA BIBL. UNIVERS. DI BOLOGNA. INDICI. 103
Saiuuel Israelita lo'JG, 2. Seriustus Io. Bapt. 695.

Sancto Georgio (Dt^) Carolus 956. Servasanctus 878.
SaQcto Georgio (De) I'. Anr. 355. Servius Marius Hou. 395, 17. 458, 2, 6.
Sanderus Nicolaiis 93S. 1154. 1263. .1419, 1.
Sandrius lac. 582, II, B. UT. 1. V, 1, 2, Severolus Marceltus 348, 2.

VI. VII. 1. Sextus Rufus 1252, 2. 1603.
Sanza B. 251. Sfortia Alexander 1419, 13.
Sannazarius lac. 254. Sfortia Frane, 414.
Santi US Christoph. 170, 91. Sfortia Hippolyta 1434, 3.
Sautorius Io. 57. Sicardus Episc. Cremon. 1190.

Santoyo (De) Perrus 26. Sidonius C. Sollius Apolliuares 381.
Sanutus Franciscus 255, 8. Sigonius Carolus 541. 698. 699. 1074.
Sappho 207, 4. 255, 7. 1248.
Sargnella (De) P. lac. 625. 12. Silvester II P. M. 1202, 31.
Sarna 143, 2. Simeon de Colonia 164, 6.
Saulius Domiuicus 254. Simonis (De) Andreas 100.
Saxiloneus Lvicas 93. Simus Nicolaus 700.
Sbaraleis (De) Hieron. 579, III. 581, 1. Sindo Raphael 701.
68G. 687. 688. 1609, 5. Sixtus IV P. M. 312, 4. 537. 1308, 2.
Sbaraleis (De) Thomas 1607, 26. Sixtus V P. M. 240, I, 2. 316. 579, XIV.
Scacchus Fortunatus 690. Socinus Barthol. 240, II, 5.
Scalingiis (A,) Hierou. 493, 2. Socrates 83, 5-25. 1259, 2.
Scaramutius los. Andreas 689. Soldus lacobus 170, 23.

Scarpa Christoph. 898. Solinus C. Tulius 121, 1. 1311, 4.
Scarsellius Flamiaius 12. 13. 691. Solis (De) Ant. 304.
Schogesd Gregorius 583. Sommala Hioron. 85, 11.
Scheuck (De) Paulus 583 Spasouis (De) Card. 270, XIV, 1.
Scheuch/.«rus Io. -534. Statius Papinius 1047, 5. 1207. 1378, 1.
Schifaldus Thomas 868. Stiaticus Hieron. 71-5.
Scotus Michael 164, 16. 693. Strabo 83, 59. 832.

Sebastianus (S.) 908, 2. Strada lacobus 548.
Sebuudius Raymundus 1436. Stroda Rodulphus 519, 5. 1057.
Sectanus Q. v. Sergardus Ludovicus. Stroza Laurentius 1433, 4.
Sedulius Caelius 170, 88. Suardus Hieron. 1021.

Seminiverbus Dominicus 1436. Suarez Petrus -viaria 669.
Seneca L. A. 83, 5-25. (theb.) 193, 3. Summonte lo. lac. 557.
(trag.) 839. 900, 3, 4. 1088. 1223. Svetonius C. Tranq. 368, 5. 1016, 1.
1271. (De rem. fortuit.) 1117, 4. 1209. 1339.

(ôp. varia) 1137. (De quat. virt.) Xaurellus Andreas 1016.
1203, 5. 1481, 2. (epist.) 1580, 16. Tebaldeus Ant. 83. 254. 469.
Seoreuius Ladislaus 504. Tedàh Ladorech 1253, 5.
Sergardus Ludovicus (Q. Sectanus) 694. Telesphorus erem. 813.
Sergius 45 , 3. Terentius 170, 4. 1188. 1262. 1300. 1367.
Serigo (A.), ve) Sericus Lombardus 1388.
987, 9. Tertullianus 1524.
164 CODICI LATINI
Terziis (De) Otho 120, 2. Trissinus Io. Georg. 1148.

Tessarus Bened. a S. Maria Tl'J. Triveth (De) Nicolaus 732. 851.
Tetynensis Io. 303, 29. Tudeschis (De) Nicolaus 738. 734.
Thaddaeus florent. 720. Turchi Nicolaus 560, 1. 735.
Thaddaeu-s Pisciensis 1421. Turrecremata (De) lohannes 1032.
Thegulus Eporedieusis 643, 57. Ubaldiuius Octavianus 91.
Theodoi-us Gabriel 83, 146^. Ubertus Episc. Bon 333.
Theodorus Thessalon. 889, 5. Ulhardus Philippus 1472, 1.
Theodorus Tholetauus Episc. 1525, 18. Umbertus Burgundus 1278.
Theodosius II Irap. 150, 1. 170, 4. Urbanus VI P. M. 673, 6. 874, 12. 969,
Theresia de lesu 115-117. 10. 1312, 2,
Thienaeus Caietanus 52. Urbanus VIII P. M. 80. 172, 26. 348,

Thienaeus Marcus 350, 10. 13. 537. 579, XIV.
Thiermayer Ignatius 531. Ursinius Io. 66.
Thomas Anglicus 757. 807. Usuardus 1410. 14-56, 3. 1510.

Tlioraas de Aquino (epist.) 118. 138, Vaenius Otho 894.
34, 35. (aurora) 747, 11. (In 1, II Vaijvoda (Co.) lohannes 583.
et TV sent.) 752. 1133, 1. 1143. Valentinus Philippus 594, 7.
(opera) 1058, 2. (comm. sup. Lue. Valerianus Pierius 254.
et Io.)1103. (summa) 1108. (opusc.) Valerius 121, 43 \
1158, 1. 1226,3-6. 1279. (comp.theol. Valerius Flaccus 1495.
ver.) 1323. (orat.) 1531, 5. 1580, 15. Valerius Maximus 83, 59. 1142. 1175.
(vers.) 1580, 14. 1257. 1310.
Thomas de Cantimprato 864. Valla Laurentius 395, 4, 7, 1.5. 1272.
Thomas de S.Iohautie in Persiceto 1039. Valladerius Andreas 172, 24.
Thomas de Vales 809, 1. Valsalva Ant. Maria 528. 1628.
Thomas Hisp. 865. Varda (De) Frane. 583.
Thomasius de Cremona 1415. Vegetius Flavius 23. «
Thomasius Io. Collensis 722. Vegius Maffeus 170, 5. 926. 1504, 3.

Thylesius (Telesius) Bernardinus 254. Ventura Frane. 1270.
Tibulhis Albius 1548. Verardus Camillus 1506, 6.
Tiuctor Io. 1337. Verardus Sigismundus 1506, 6.
Titus et Vespasianus 1495, 9. Vergerius Petrus Paulus 1061. 1471, 1.
Tobias 1526, 8. Vernerus Io. 579, XI, 18.

Tortellus Io. 1494, 5. Vettorius Daniel 1434, 20.
Tozzius Hieron. 724. Viana P. Petrus 875.
Trapezuntius Georg. 239. 399. 1219. Vibius Sequester 1311, 3.
1413. Vicecomes 604.

Traucht Nicolaus 809, 1. Vicecomes io. 79, 6.
Traversarius Ambr. Camald. 391. 1058, Vicecomes Io. Galeatius 64, 45.
7. 1329, 1. 1421, 14. 1492. Vicecomes Nicolaus Piccininus 71.
Treveris (De) Bernardus 138, 4. Vicecomes Philippus Maria 170, 16-19,

Trevisan Zacharias 119, 3, 4. 24. 81.
Tribraclius Gaspar 59J, 1. Vicecomes Ubertus 1616 D.
Trionfettus Lelius 727-731. Vicedominus Io. Galeatius 1239, 5.
DELLA BIBL. UNIVBKS. DI BOLOGNA. - INDICI. 165
Victoi'iniis Maximus 458, 4, 5. Wivaudus 747, 10.

\'ictorinus Pictaviensis 1192, 5. Xeuophon 83, 59. 215, 3. 1392, 2. 1 171, 2.
Vida Hieron. 254. Xistus Pythagoricus 1443, 2.
Vigilius Franciscus 254. Yvo Carnotensis 803, 2.

Viglioni Io. Bapt. 737. Yvonetus 473, 2.
Villadei (De) Alexander 492. Zabarella Franciscus 10 50. 1122,9.
Villafranca (De) Constantia 120, 2. Zambeccarius Franciscus 1431.
Villanova(De) Thomas a S.Nicolao 320. Zambonellus Petri 87.
Villares Vincentius 804. Zanetti Hercules Maria 743. 744.
Vincentius Bellov. 138, 29. 270, Vili, 3. Zanettinus Hieron. 240, II, 1.
Viiidthier Io. Bapt. 85, 16. Zanettinus Sigism. 350, 10.

Virgilius (P.) Maro, (excerpta) 83, 5, Zanettus 742.
59. 121, 2. (priapea) 186, 1. (ae- Zanius Ulpianus 7.
neid.) 193, 4. 1170. 1204. 1309. Zanius Valerius 1620.
(vers.) 255, 14, 16. (georg.) 441, 1. Zauouis (De) Peregrinus 156, 1.
979, 1. 1181. 1309, (bucol.) 652, 3. Zanetti Franciscus 12, 14.

1181. 1309. (moret.) 652, 4. (comm.) Zappus Io. Evangelista 745.
1263. (carm. de miisis) 1422, 3. Zasboda Andreas 583.
Viriaciis Xantes 395, 9. Zaschiisdi Petrus 583.
Visentinus Michael Sylvius Card. 254. Zasz Urbanus 583.
Vitalis Hieron. 740. Zazktist Petrus 583.
Vitruvius 1215. Zeccbius Io. 746.
Vonicus Aiigustinus 24. Zedalharadech 1253, 7.
Voragine (De) lacobus 1327. 1502. Zocchis (De) lacobus 571.
B. Amanuensi.
Acchinus 395. Bartholomaeus Parmensis 1360.
Achillinius Alexander 14. Benedictus Colucii 1425.
Albutius seu Albertutius laniis 1394. Biancanius lacobus 83. 84.
Aldrovandus Bartholomaeus 144-149. Bonannus Felix 1190.
Aldrovandus Ulyxes 203, 1. 663. Bordinus Franciscus 203, 3.
Ainadeus Richoboni 600. Bordonius Hieronymus Sermonetanus
Anselmus de Arretio 1332. 615. 626.
Antonius 1481, 4. Bornado (De) Michael 968.
Antonius Marii not. florentinus 234. Bosco (De) Petrus Roberti 1032.
391. , Bottrigarius Hercules 351.
Azôlini Spina 282. Gallio (De) Io. Franciscus D. Catal-
Bacolinus loseph 408. dini 314.
Baldus 1368. Caprinzolus Gabriel 1461.
Balen (De) Nicolaus 440. Carolus Ariminensis 1612.
Balzanis (De) Petrus martyr. 1153. Carolus Thomas. 1146.
Bartliolomaeus medicus 1433. Carrariis (De) Io. Petrus. 1504.
166 CODICI LATINI
Casti-o Anselmo (De) Mariauus lacobi Maurel Blasius 271, 1.

1261. Melegottus Salvator 293.
Cereolis CDe) Io. Placeutinus 15B. Menarinis (De) Menariuus 627.
Cig;nardis (De) lohannes 1011. Monticulo (l'è) Io Aatonios Faventi-
Colleauccius Pandulpbus 83, 137 "",
nus 278.
Delacliell lohannes 270, XVIII, 3 Mundinus lohannes 1489.
Donatus Hieronymns 1372. Nappeus Caesar 83.
Dulphis (^De) Matthaeus 1442. Nicolaus lohannis de Herbipolim 809, 1.
Fabis (De) lohannes 1. Nicolaus pre.sbiterus de Francia 1030.
Ferri Federicus 310. Pacificus Maximus Asculauu.s 1476.
Frontonio (De) Petrus 1227. 1477. 1479. 1482.
Galganus Cenni Manni de Senis 1390. Papazzonius Flaminius 13, 2.
Garofoli Alexander 406. Pelizzonis (De) Johannes 643.
Garzonus Bernardus 519, 1. Piperariis (De) Girardinus 1267.
Garzonus lohannes 279. 442. 500. 840. Lippus 1406
Platesiis (De)
Girardns de Allamania 478. Pulsonius lohannes Intei'ocrinus 301.
Gravi a (De) Bernardus 303, 1. Pyrrhus 1471.
Grimaldus lacobus 1199. Rainaldus lohannes Surrentinus 1421.
Henrigittis (De) Zacharias 61. Salvetis (De) Georgius 1254.
Heyduus Everhardus 491. Selvagus Io. Baptista 303.
lacobus de Brixia 1564. Senapellis (De) lason ser lohannis 1220.
lohannes 1434. Spinellus de Panano 478.
lohannes Mediolanensis 1519. Xenlande lohaune.s 475.
lohannes Minoccii de Senis 136. 1481, 2. Thebaldutius Claudius 190.
Lardus Ludovicus 5lO. Thomas de Fagnauo 92.
Lunensis Antonius 12'J1. Tussignano (De) Valerianus 1354.
Lupsi Dominicus 503. Uries lohannes de Amsterdamis 1103.
Luxa (De) lohannes 1323. ino.
Mainetus 203, 6. Vadius Angelus 283.
Marinus Benvenutus Cinguleus 1001. Valle (De) Walterius 1322.
Marsellus Franciscus 1494. 5. Valsalva Antonius Maria 528.
Marsiliis (De) F. M. 1494, 1. Vitalis Ord. S. Salvatoris 1243.
Mascarinus Nicolaus 1120. "Wild Conradus Batembergensis 195.
Matthaeus ser lohannis olim Cechi Zara lacobus 919.
ser Totti de Imola 1176. Zanius Ulpianus 7.
O. Manoscritti datati.
1180-1261, 741. 1368, 175.

1850, 247. 1377, 1257.
1304. 1027. 1381, 1481.
13GG, 585. 1395, 239.
1367, 916. 1397, 117G.
168 CODICI LATINI
13. Possessori dei codici.
Albergatus B. Nicolaus 1081. 376. 382. 384. 387. 390. 392. 393.
Albicis (De) Thomas 1332. 396. 398. 411. 413. 418. 452. 453.
Aklrovandus Ulyxes 24. 25. 26. 27. 28. 454. 459. 560. 463. 469. 473. 479.
186. 203. 236. 299. 378. 422. 434. 480. 482. 483. 484. 486. 489. 490.
503. 579 voi. II, 586. 663. 676. 695. 497. 501. 504. 505. 507. 509. 512.
711. 735. 513. 514. 517. 521. 522. 529. 530.

Alluminatis(De) Michael Angelus 501. 531. 532. 537. 540. 543. 544. 547.
Alzanus 1437. 549. 550. 552-558. 561. 573. 579, XI,
Amadei Io lacobus 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 10. 584. 585. 587. 590. 596. 597.
15. 16. 17. 18. 61. 62. 63. 64. 66. 598. 599. 602-605. 608-611. 614. 615.
67. 68. 69. 70. 72. 74. 77. 78. 79. 631. 633. 645. 650. 662. 665-670,
80. 132. 135. 151, 1. 156. 157. 158. 672, 677-682, 689. 690, 692, 694,
170. 176. 228. 234. 256. 349, 5. 350. 696, 701, 708, 716, 723, 724, 726.
359, 14. 375. 449. 477. 535. 536. 579, 736. 737. 738. 739. 1044.
XI, 15, 16. 595. 613. 628. 630. 636. Bentivolus Virginius 966.
668. 674. 685. 700, 703. 705. 707. Bernardinus (Fr.) de Bonouia 173.
909. Biancanius lacobus 93. 161. 203. 210.
Ansalonius Andreas Placidus 294. 401. 254. 352, 4. 359, 1, 2. 3, 16. 416. 637.
Aqiiaviva Andreas Matthaeus 376. 730. 731.
Augnstinus a Castellutio 940. Boochius Achilles 204. 205.

Aymericus 892. Bologninus Io. Maria 205.
Barbarus Franciscus 1372. Bottrigarius Hercules 198. 213. 712.
Bar bar US Hermolaus 1372. Budae Bibliotheca 383. 400.
Barbavaria Franciscus 1063. Buschettus Co. Albertus 381.
Barbonius Cam ili us 636. Calderon Fr. Christophorus 869.
Baruiialdis (De) Hieronymus 1406. Campana (Dalla) Orlando 616.
Bassius Ferdinandus 22. Canonici Regulares Augustiniani 1442.
Battarra Io. Antoni us 22. Capitebovis (A.) Gaspar 167.
Beccarius lacobus Bartholomaeus 187. Capponius Io. Baptista 579.
188. 362, 19. 368, 2. 421. 525. 580 CC. Caprara (Comes) 19 138. 139. 164. 168.
693. 746. 169. 261. 303. 474. 523. 524. 601.
Benedictus XIV P. M. 8. 29. 30. 31. 747. 1248.
32. 33. 35. 37. 39-58. 60. 96. 97. 98. Carolus VIII Galliaruni rex 376.
99. 105-118. 132. 133. 141. 151. 155. Carolus Neapolitanus 1084.
159. 160. 161. 172. 179. 185. 189. Casa (De) Thebaldus 1488.
191. 193. 194. 195. 199. 200. 209. Casio (De) Tyberiu.s 415.
217-224. 226. 227. 241. 243. 244, 245. Celada Fr. Franciscus 869.
257. 258. 259. 262. 266. 268. 273. Ceppelius Ferdinandus 1424.
288. 291. 296. 297. 305-311. 313-331. Cernottius Leonardus 384.
342. 846. 351. 360. 371. 372. 373. Cinius Alexander 1144.
DELLA BIBL. UNIVERS. DI BOLOGNA. — INDICI. 169
CoDgregatio Oratori! S. Philipp! Neri! 423-429. 410-445. 455, 456. 457, 520.
Bouon. 894. 1051. 542, 809. 834. 840. 842. 866. 975.
Coustantius de Fabriano 901. Garzonus Marcellus 519.
Corazzi Hercules 992. Ghisellius Ant. Franciscus 211. 212.
Corradutiis (De) lacobus Benedicti 466.
1419, 1. Ghisilerius Hector 986.
Cristianus Saverius (Fr.) 368, 5. Giovanellis (De) Hortensius 685.
I>inus Matthaeus 1306. Gisellis (De) Augustinus 1459.
Dominicis (De) Bartholomaetis 1210. Gorlitz (De) Raphael 400.
Dominicis (De) Dominicus 1104, 1105. Granellis (De) Thomas 21,
1106. 1118. 1163. 1196. 1210, 1229. Grassis (De) Carolus 232.
1255. 1380. Gregorins XIJJ P,M. 6l5. 626.
Dominicis (De) Malipierus 1210. Guaynariis (De) Aloysius 1204.
Domus cap. B. M. iuxta Augiam 893. Guaynariis (De) Antouius 1204.
896. 924. Guaynariis (De) Christophorus 1201.
Donatus Petrus 1372. Guaynariis (De) Paulus 1204.
Ducius Io. Angelus 537. Gueciis (De) Guido 891.
Duranti Durante (Co.) 612. Guidi Sebastianus 974.
Ecclesia cathedralis Brixiensis 1114. Guidottis (De) Dominicus 499. 627.
Ecclesia S. Barbarae 1387, 661. 704.
Ecclesia S. lohannis de Foris Brixiae Guillelmus de Novaria 1403.
1305. Henriquez Card. Henricus 296.
Ecclesia S. Mariae et lohannis Cartus. lustus murator 745.
Pisaruni 1326. Lampugnano (De) Oldradus 10 53.
Elpidius (Magister) 1227. Lancilottus (Magister) 1392.

Faber Alexander 231. 706. Laurent! Ludovicus 938.
Fciber lacobus 415. Laurentius (P.) de Parma 173.
Fabrettius Peregrinus 798. 1091. 1095. Legnani Ferri Hieronymus 579, XJ.
1096. 1097. 1102. 1103. 1104. 1106. "2,4,5.
1112. 1113. 1138. 1163. 1196. 1229. Ludovicus XIV Galliar. rex 376.
1255. 1288. 1301. 1311. 1444. Ludovisiiis Ludovicus 34.
Fagellus Thomas 868. Malvetiis (De) Pyriteus 381.
Fantutius Johannes 167. Malvetiis (De) Sigismundus 11,
Farnetis (De) Aurelius 414. Marcus de Bononia 817,

Perdi nandus I rex 376. Marcus Porrectanus 1609, 12,
Fernandus Cordubensis 977. Maria (S,) Spilimberti 503,
Ficiuus Gabriel de Caravagio 982. Marinellus Io, Franciscus 703,
Fortis F. A. 1628, Marsilius Aloysius Ferd, 121, 235. 267.
Franciscus (S.) apud Centuin 1406, 383. 386, 400. 402. 420. 515. .520.
Fredericus de Agrigento 868. 533. 534. 539. 569. 664, 725, 732,
Gabriel a Prato 395. Matthaeus de Bononia 765.
Garzonus Bernardus 284. Mazocchis (De) Petrus 1403.
Garzonus Fabritius 441. Melega Octavius Maria 936.
Garzonus Johannes 154. 165, 207, 239. Merenda loseph 1437.
276. 277, 278. 279. 280. 281. 377. Mezzavachis (De) Baptista 492.
170 CODICI LATINI
Michelaugelus de Mediolaiio 4'J5. Muzano (De) Matfeus 1063.

Minerva Taddeus 1286. Natalibus (De) 546.
Mocenicus Nicolaus 579. XI, 15. Nicolaus Card. S. Crucis 391.
Mouastei'ium Gorgonae 701. Nigris (De) lo. Frauciscus 86 89.
Monasteiium Montis Oliveti 797.881. Orlandus Peregrinus Antonius 818.
883. 902. 951. 990. 991. 992. 993. i'^'arutus Ludovicus Marius 939.
1008. 1013. 1014. Pascalicis (De) Fr. Marianus 636.
Monasteriuin Nonantulae 812. 829. 1508. Paxiis (De) Bartholomaea 1417.
Monasteri u in Augustini 1391.
.'-^.
Pedevilla Antonius 215.
Monasteriuni S. Bartholomaei in Porta Pepoli Coruelius 356, 1, 3, 4. 357, 4.
Bono». 624. 740. 358, 2. 419; 450. 572. 598. 653.
Monasterium S. Dominici 748-762. 766. Pertomasy Nicolaus 1414.
769-793. 810. 833. 836. 841. 848. Petrochinus Card. Gregorius .384.
849. 852. 855. 856. 858. 861. 864. Pieragostinus Diouysius 226.
865. 870. 873. 888. 895. 897. 901. Pius Io. Michael 516.
911. 016. 918. 930. 931. 933. 969. Ponzonibus (De) Pagauus 1207.
980. 987. 989. 998. 999. 1012. 1017. Ramponibus (De) Petrus 919.
1018. 1019. I02a 1024. 1029. 1030. Ranutius 646.
1031. Rata (De) Antonius 1176.
Monasterium S. lacobi 834. 1056. Rayuerius Vincentius 1359.
Monasterinra S. lohannis de Foris Rigiptis (De) Bartholomaeus Zacha-
Brixiae 792 riae 637.
Monasterium S. lohannis in monte Roncagli Camillus 1015.
877. 961. Rubeis (Dei Hieronymns. Gaudeutius,
Monasterium S. losephi 906. 947. 1052. loseph et Thomas 1625.
.Monasterium S. Luciae de Fabriano Ruvere (De) Bartholomaeus 394.
901. Ruvere (De) Card. lulianus 219.
Monasterium S. Mariae Angelorum Sabbatinus lacobus de Utino 1607, 26.
Mantuae 915. Saccus Angelus Michael 685
Monasterium S. Martini 899. Sacramentis (De) Hugo 1178.
Monasterium S. Pauli in Monte 134. Sampieri Valei-ius 1610, 11.
136. 137. 152. 153. 173-175. 183. Sancto (De) Alosio Urbanus 1063.
184. 192. 238. 274. 275. 289. 899. Sarteano (De) B. Albertus 200.
412. 417. 462. 476. 491. 498. 564-568. Savorgnanus Urbanus 623.
570. 625. 044. 702. 717. 783.* 784. Sbaralea Hieronymus 997.
Io.
803. 817. 835. 887. 888 847. 904. Schroederus Gustavus 692.
982. 934. 1064. 1418. Serafinus de Venetiis 1463.
Monasterium S. Salvatoris de Bononia Slgnius Io. Baptista 1347.
741. 798. 815. 826. 827. 830. 846. Silvester Blasius de Florentia 579.
917. 960. 1028. 1049. lOGl. 1078-1606. Simon de Cor bara 675.
Monasterium S. Stephani 741. Spada (Marches'*) 1193.
Monte (De) Petrus 1210. Strada lacobus 548.
Montefani Caprara Antonius 639. Thomas de Sarzana 1084.
Montius Card. Philippus 36. 260. 394. Tousius Caesar 675.
485. 498. 518. 519. 719. Trombellius (Abbas) Io. Chr^'sost. 612.
DELLA BIBL. UNIVKRS. DI LOLOCiXA. — IXniOI. 171
804. 908. 929.914. 1248. 1249. 1260. ZaueLtus Ubaldus 9. 10. 119. 120. 149.
1299. 1316. 1321. 1322. 1406. 1430. 150. 163. 182. 3o0. 401. 467. 487.
1431. 1446. 1455. 1457. 1515. 1525. 575. 643. 673. 1041.
1542. 1557. Zanola Franciscus 1157.
Ursis (De) Comites 180. 252. 541. 559. Zanottius Eustachius 743. 744.
Ursis [De) Co. Guidus Ascanius 1248. Zecchiuius 264. 265. 379. 470.
Vitalis, F. 1192. Ziauius Petrus Maria. 145, 1.
Zacchius Gaspar 1299. Zinettius Constintius Maria. 1316.
Zambeccarius Franciscus 21. 395. 652. 1459.
Zanettus Aua,-ustinus 415. Zocchis (Te) Domiuicus 571.
ERRATA-CORRIGE
voi. XVI
p. 233: 545 i595 C) 345 (595 C)
» 309: 597 (1110) 597 (1100)
. 312: 615 (1151) 615 (1141)
» 373: 862 (155f;) 862 (1656)
» 384: S93 (1742) 893 (1741)
» 410, lin. 10: Laureatus Lombardiis Laureatum Lombardus
asseryco.
•
NOTERELLA PALEOGRAFICA
Il secondo fascicolo dei Papiri di Stiassburgo, che cosi

dottamente ed amoros^jmente vien pubblicando Federigo
Preisigke, contiene, fra molti altri importanti documenti,
anche un mutuo ipotecario di Hermupolis (n.° 52), analogo
a quello pubblicato nel primo volume dei Papiri fiorentini
(n.° 1): la mutuante è la stessa, e mutuataria nel PStrassb.
è la madre della mutuataria del PFior. Nell'introduzione

e nelle note il Preisigke ha raccolto ed illustrato, da par
suo, formulario di tali documenti, né io avrei ora alcun
il
che di notevole da aggiungere. Ma la nota paleografica a

col. 1, 3 (p. 178), a proposito delle parole wg (fVwr)] (m-)
X<^ w^;7- fi6T{w7TO)) Das Sigei
etc, crcdo sia da modificare. '
0)'-^ ', scrive il Pr., findet sich in derselben Form auch

'
PFior. I 1, 3 (Tafel 1). Vitelli lòst das -^ richtig durch

o{é?.'ì^) auf, làsst aber den voraufgehenden Schnòrkel un-
berlicksichtigt: ganz zwecklos scheint der Schnòrkel an
dieser Stelle nicht zu sein. Keil vermuthet x(aT)ov(?<.ov) '
Io credo che Brunone Keil stesso non riterrà probabile una

cosiffatta novità in formule addirittura stereotipe; ma non
e' è neppure da affaticarsi a cercare altro. Se davvero nel
Papiro di Strassburgo ci fosse quella sigla, essa non sa-

rebbe che dittografia del precedente wc {èxùtv):, ma poiché
il Pr. la dice affatto eguale a ciò occorre nel PFior., lo
/SchnOrkel di questo papiro nella 1. 3 é precisamente quello
stesso che la medesima m-, nel riempire gli spazii lasciati
vuoti per l'aggiunta dei connotati, adopera dopo wc (fTcòr)
i^ nella 1, dove non segue o{t>h]), ma riprende m» con

1.
fîsTà xvQi'ov etc. Evidentemente è un semplice svolazzo,

senza significato alcuno.
G. V.
SEPVLCRALIA
FRIDERICVS CAROLVS WICK
Cum carmina latina sepulcralia percurrerera ac lectita-

rem, non nulla offendi, quae, cura essent integrae sane lectio-
nis, non bene aut non satis declarata ad liquidum sensum
cum corrupta viderentnr neque a viris doctis
perdiicere, aut,
recte emendata, felicins restituere me posse sperare m. quo-
rum studiorura meorum in praesens parvum specimen pro-
ponam, cetera in aliud tempus atque fortasse locum etiam
alium rectius reici videntur. haec vero scio non multum
posse habere pretii ipsa per se, ac tantum saltem habere,
qiântum conferant ad exempla reficienda, quibus usi sunt
qui titulos condiderunt. constat enim idcirco plurima in
epigrammata sepulcralia vitia iurepsisse, quia docti indocti
ea componebant neque, ut quidam existimant, libros in
promptu habebant, e quibus sententias ad suum quisque
casum accora modatas haurirent certis iam verbis et numeris
constitutas atque fìrmatas, sed potius sententias e variis
fontibns deductas atque vim locorura communium iam ob-
tinentes, quas in aliis titulis passim legebant aut memoria
retinuerant, in suum quisque usum conferebant. qua de
re quidem scite accurateque disputavit Bruno Lier in Phi-
lologi voi. LXII p. 445 sqq. itaqne factum est ut inscitia
aut labante memoria errores admitterent; quibus remotis
exempla vel archetypa possunt reciperari. equidem in bis
Incubrationibus versatus ut maerori gravissimo solatium
aliquod compararem, Buecheleri illa saepe memoria rape-
174 F. e, WICK
tivi: '
exercemus artem emendandi, si possumus, obtinen-
dae causa veritatis. sed utilior fìt graiioique emendatio,
siquid ea adquiritur quod angeat nostrani hominum re-
rumque notitiam \ is enim est reprehendendus, qui artein
emendandi exerceat tamquam quemdam lusum ac neutrum
consequatur. reliquum est ut admoneam libros Bueclieleri
Carmina latina epigrapliica (Lipsiae 1895, 1897) et lohan-
nis Cholodniak Carmina sepulcralia latina (Petropoli 1897)
Iliobrevioribus notis indicari Buech. et Chol., ceteras syl-
logas vel anthologias ut Burmanni Meyeri Wilmannsi Des-
saui non memorari nisi cum aliquid memoratu vere dignum
adferant, locum autem atque aetatem titulorum nisi cum
ad interpretationem ipsam conferat.
I. Seu mortis miseret seu te vitae, perlige:

noraen Xanthippe, laia eaedem ludicro.
quot exsprimens dolore fugit anima corpore
hic conquiescit cunis terrae mollibus.
CIL. XI 1118, Buech. 98, Chol. 815. praescriptum est d.

m. Xanthijijyeii sive laìae C. Cai^sius Lucilianus alumnae dul-
ciaiiimae. laudatur puellula nomine Xanthippe^ a balbis verp
syllabis quas solebat garrula (v. 8 intelligens et garrula)
dicere laia quoque appellata, carmen laciniis aliunde sump-
tis conciunatum statuit ut videtur recte Buechele-
esse
rus, idem vidit numeros aliqua parte labare et balbe nar-
rar! pleraque, denique omnia quae adnotanda erant adno-
tavit peracute. versum tantum 3 corrnptum minus feliciter
mea sententia vir doctissimus interpretatur. eum enim cum
V. 2 arte iungit, utrumque expedit ita quarnvis dubitan-
ter: nomen eidem erat laia a lusione quam exprimebat
'
anima etiam in mortis doloribus '. scilicet nomen illud

alumnae iam mortuae indidit altor lamentorum morientis
recordatus. at nimis audax certe est balbas syllabas puel-
lulae vel morientis ad animam ipsam e corpore in auras
evolantem transferre at etiam si puellula ìaia vel simile
;
quid balbutisset moriens atque inde post òvo(.iàiiov ei esset

SEPVr.CRALIA. 175
impositum, non factum esse per Indura dici par

id quidera
fuit. liidiorurtinon auima, sed qui alnmnae vivae no-
feoit
men blandum dedit. adde qnod Bneclielerns ad exemplum
versus 3 contrarium quodam modo sensum prae se ferens
confugit, quale est exiêrs dolore fugit anima carpare, cum
sensum illum paene ridioulum in aperto fuerit sai vis nu-
meris includere verbis talibus quod exprimenti (scil. puel-
\n\a.e) fugit anima carpare, verum potuit poetastellus versum
huic et sententia et verbis malto propiorera praesto habere,
talem fere dolore se exprimens fugit anima carpare (ibique
fuit fortasse ftlgit, hicautem sententia requirit fùgit, ut
apparebit ad anapaestum in quinta sede cf. canflcÀuìH v. 6),
;
atque ex eo refingere hunc numeris quidem vitiosum qiiad

[se] exjjrimens (dolore) fugit anima carpare, scribens vero
ipse aut quadratariiis omittere &e. quod si sensus liuius lec-
tionis planissimus (id quod anima fugit exprimens se cor-
pore, h. e. corpus ipsum, hic conquiescit eqs.) minus placet
et se inserere nolumus, ad sensam euradem^ etsi quantum
quidem spectat ad verborum iuncturam minus expedite,
tamen necesse est redeamus. reliquum enim unum est, ut in-
tellegamus —
id quod exprimens (h. e. abiciens, sibi exuens),
anima fugit corpore (h. e. e corpore), id quod anima abicit,
sibi exuit cum fugit e corpore, hic conquiescit eqs., ut ver-
bum exprimens nihil alind addat sententiae nisi raem.oriam
quam dixerunt inter animam et
àyoiìvìaq corpus, de corpore
tamqnam animae veste spoHo carcere sim. cf. Lier Phi-
lol. LXII p. 602.
-li- parcitis hei'edi et vos insentibus dedite morti.

si quid mortui habeiit, hoc meum erit, cetera liq(ui ?)
CIL. XIV 3945, Buech. 366, Chol. 1335. titulus Nomenti

repertus aetatis circiter Augusti, v. 2 liq{ui) omnes. hos
esse hexameiros quamvis vitiatos arbitrati, verum in hoc
Carmine toto viri docti mire hariolati sunt. Dessauius enim
putat mortuum admonere praetereuntes '
ut vita fruantur
neve in heredis commodum rebus suis parcant '
atque hanc
sententiam confirniari v. 2. Momrnseuo centra visum est
176 F. e. WICK
inesse diverbinm tale : viator '
parcitis (= parcite) heredi '.
manes '
et vos (praeterenntes) iusentibus (= iis qui insuut
ia sepiilcro) dedite morti (scil. debita) \ denique vide quae
commentus sit etiam Buechelerus :
'
prima verba sine dubio
ad Manes dieta parcite heredi vide ne vos accusativus
sit, verba ad eosdem Manes data: dedite vos sepultis ad
mortem, habitate loca mortis. inseiis nusquam legitur alias ;
potuit is quidem esse etiara àvvzraQxiog. an priscae hoc et

abstrusae religionis ut consentes? improbabile in seiitibim '.
solus Cholodniakus sensum qnadam tenus recte compre-

hendit docens mortuum haec adraonore praetereuntes omni
ironia subiata: '
parcite heredi et e vita exite, brevia enira
sunt omnia superorum et caduca '
. equidem puto, ciim omnes
versus vitiatos ita nt sunt accipiant et frustra sensum to-
lerabilera expiscari conentur, contrarium licere, lectionem
ita emendare ut sententia aliqua probabilis eveniat non
nimia difficultate. primura igitur imrcitis et dedite male Con-
stant inter se ; fuit aut parcatis aut parcite, brevi appa-
rebit numeros requirere parcite. de sensu verborum far-
cite heredi nihil ambigi potest mortuus scilicet hortatur:
homines ne rem totam consumant, immo ut beredibus par-

cant, quod se fecisse declarat vel manifestissime v. 2, etiam
si in hoc versu sit quaedam honorum contemptio. laudatur
enim saepe in carminibus sepulcralibus et parsimonia e't

ipsa avaritia, quam quidem giguat foveatque sollicitudo
heredum. velim conferas in primis carminis Buech, 1106
V. 1 sq. qui dum vita datast semper vivebat- avarks, j
heredi
parcens, invidus ipse sibi; Buech. 1273 v. 3 sq. transmiai
moriens rerutn quaeciimque paravi; haec tamen ad manes \
pjertinet una domus (cf. etiam CIL. Vili 10927 de om- . . .
nibus meis I
hoc solum meum). item Anth. Pai. VII 678 (Stadt-
mueller II p. 466) quidam Soteiichus inducitur se ipse lau-
dans quod liberis omnem suorum laborura fructum reliquit :
òXôv i/îcòv xaiiàvMV ylvxsQolg rexitaoiv iàaaq. contra est

Palladae epigramma ibid. 607 (Stadtmueller ibid. p. 413)
sii yguvv Travia xaiaqayoDffar xaì oino) rslsvTrjaaaav, iUa
enim .... loTg xXr^QOvófiuic (/Bort'aaOa |
aihij xkt^Qovóiiog icor
ióio)r yò'yovév; nec quisquam ignorat saepe mortuos sibi
12. 1. '909
SEPVLCRALIA. 177
nihil aliud esse praedicare nisi quod ederunt atque bibe-

runt, cf. Buech 187 . . . quod comedi et ehibi tantum meu{m)
est, 224 quod edi, hihi, ;

quod relìqui perdidi mecum. haheo
(qaem titulum Lier Philol. LXII p. 449 docuit fluxisse
e graeco quodam exemplo a sqiayov tx^h ^ xatéXinov ànw-
Isaa):, deuique apud Petronium 43 fin. Phileros loco com-
muni ntitur, cum laudet quemdam quod fuit pullarius

(cf. Friedlaender a. 1.) addatque nec improbo, hoc solum :
enim secum tulit. nimirum has titulorum laudes et con-

tuinelias plerumque heredes ipsi faciunt. gravior quam
quae iam manifesta est in prioribus verbis depravatio ac-
cidit in et vos insentibus dedite morti, quam-
sequentibus
quam non corruptum dedite ut parcite, sive exitus magis
est
polluit sive TÒ i]6iKÓv quod in his brevi elucebit inesse,
nam etiam illa verbi parcite corruptela monet hoc in primis
quadratarium errasse, quod desinentias et casus commu-
tavi t. quem enim alium sensum exspectes nisi hunc, opor-
tere homines excedere vita puros, ut eant ad mortuos pios,
insontes? debuit igitur scribi aut et vos insontibus dedite
mortuis aut et vos insontes dedite morti vel potius mortuis.
quod cum monuerit defunctus, potest de se addere v. 1 hoc
meum erit scilicet pium insontemque in vita fuisse, quem
ad modum alius Buech. 1317 not. sic adhortatus est: cum
vibes {= vivis) bene fac, hoc tecum feres. haec si acceperis
versum numeris troohaicis quamvis horridis reddas necesse
est hoc modo :
parcite heredibus, et vos insontes dedite mortuis.
heredibiis et mortuis melius Constant inter se, mortuis con-

sentit etiam cum mortui quod est v. 2. hic vero non minus
facile septenarius quamvis liberior exsistit, modo hiatum
admittas neve quidquam otfendas in communi sane com-
mutatione singularis et pluralis, meum. et liq{uimus) :
si quid mortui habeut, hoc meum erit, cetera liq(uimus).
III. quat valeas (h)abeas pascas, multos tu habebes amicos.

si (h)aliquit casu alite[r?] ad(d)axerit aster,
aut ili Romai frater cs aut tu peregre heris
Studi itili, di /ilol. class. XVJI. 12

178 F. e. WICK
et vocas adiva quos (i)tu non nosti amicos,
5 adgnoscet homiaes aeg(er) quos no(n) potè sanus.
porta probat homines, ibi (h)est trutina ultima vitai:
aspic(i)ent ex(e)quias quis, ita ut quit evitant:
et pietas (h)il(l)ic paret et qui sit amicus.
b]eneficia absenti qui fac(i)et, il(l)ic amicus erit.
CIL. XII 915, Buech. 470, Chol. 1326. '

Arelate lit-
teris satis bonis sed imperite incisus titulus '. ea in quae

inquireudum est non tetigi. Carmen enim lectu intellectu,
ut ait Cholodniakus, difficillimum et quamvis a viris doc-
tissimistemptatum, tamen nondum satis declaratum, cum
attente perlegerim, abstinere vix possum quin quae ipse
excogitaverim sive ad lectionem sive ad sententiam quam
brevissime exponam. poeta locum communem sane, araico-
rum inconstantem animum, explicare pergit, quem tractavit
iu primis Ovidius (^trist. I 9, 5 sqq., ex Pont. II 5, 19 sqq,,
alias), vernacola autem brevitate atque vi expressit con-
viva Trimalchionis ita (Petr. 38) : ubi semel res inclinata est,
amici de medio, v. 1 sic in numeros iustos redìgitur : quat

(h. e. quoad) valeas, {h)aheas, miiltos tu hahebes (h. e. ha-
bebis) amicos. unum ex tribus verbis valeas haheas pascas
olim arclietypo defuisse veri simile est; hic vero, cum ami-
coram inconstantia in morbis atque morte praecipue impro-
betur, magnani babet vim verbum valeas, alteri haheas, scil.
res, quaesite fortasse respoudet habehes amicos, tertium igi-
tur minus necessarium debuit omitti. ad biatum in correpta
longa tu habehes cf. ut alia praeteream Hor. ep. 5, 100
EsquiUuaé alites, serm. I 9, 38 .si me amas. v. 2 cohtra ita
claudicat ut nulla certa ratione sanabilis iure iudicetur.
tamen miror viros doctos non vidisse in primo pede facil-
lime tolli vitiutn prò si modo posito sin ;

immo dubito errore
eius qui inscripsit an eius qui exscripsit legatur si haliquit
prò sin aliquit, quamquam et alibi vel poeta ipse vel qua-
dratarius h adiecit perperarn. casn dativum malo pendentem
ex verbo ad(d)uxerit prò ad casum quam ablativum adverbi
vi. alite[r] iam alii animadverterunt minus feliciter esse
dictum ;
felicius certe exempli causa jjvae-
potuit scribi
ceijs . . . . aster ; est enim astrum, graece asfer, idem atque
SEPVLCRALIA. 179
fatum cum alibi (cf. Hor. carm. II 17, 22, epist. II 2, 187;
Pers. 5, 51; Petr. 134) tum in carmiuibus sepulcralibus
(cf. Buech. 1092, 1636) ; secl ut usurpatar adiectivum illud
de temporis horis, de die, de sole occidente, sic potuit
neque non belle dici praeceps aster quo qnisque ortus cre-
deretur vel poetice fingeretur, eoque aptius quo magis im-
mature inopinateque mors ei adventasset ;
quin etiam, si
praeceps hic esset cei^tum, liaud fortuito diceres esse pro-

xima talia verba r.asu et praeceps. versum igitur quamvis
dubitanter sic refiugo :
sin aliquid casu praeceps ad(d)uxerit aster.
V. 3 sq. locum obscurissimum Cholodniakus legit et in-

terpretatur sic:
aut il(l)[e] Romai frater es(t), aut tu peregre, heris,

et vocas a(d)cliva, quos (i)tii non nosti amicos.
'
cum in miserias aliquando incidisti, sive Romae tibi de-
genti est ille qnem fratrem appellas, sive peregre versa-

ris, ille in urbe remanet, haeres et vocas ad auxiliura tibi
ferendum alios, quos non nosti tibi esse amicos '. vides
igiturvirum doctum recte quod generatim est dictum v. 2
dupliciter esse definitum v. 3 intellegentem, aut .... aut
prò sive .... sive ;
minus recte autem verba heris h. e. hae-
res et vocas eqs. v. 4 iam periodum quae dicitur compiere
cogitantem, ut v. 5 fiat sententia generalis i^&a. per se
stans ;
quaedam denique suo arbitrio sententiae addentem,
ut '
ille remanet '. Buechelerum docentem il{l)i
in urbe '
habenti et pascenti ', Hirschfeldum ambobus illis adnuenti-
bns a{d) diva ad asperitates rerum et impedimenta

'
de- '
clarantem vix sequemur. praestat enim ita legere et inter-

pretari ut v. 2 TTQÓóoaiv generatim inducat, v. 3 sq. eam
dividant bifariam explicentque, v. 5 denique àTióóociv ad-
ferat itaque sententiam compleat. equidem v. 3 il{l)i aut
prò indefinito quodam modo intellegendum aut in il(l)i[s]
immutandum, tu ante frater transferendum censeo. cum igi-
tur frater es sit scriptum neque Cholodniaki coniectura
180 P. e. WICK
eii(t) habeat quidquam, vocabulum frater non

sibi para- '
situs signifìcat, sed, qua vi est ap. Cic. Verr. 3, 155, Hor.
'
epist. I 6, 54, alias, una ex appellationibus est, quibus amici

illi falsi uti solent praeterea heris, h. e. ex communi om-
;
nium placito haeres, cum i^^regre iungitur. difficillimum

contra est v. 4 vocabulum corruptum a quadratario adiva,
quod posse emendarì diva et ad hanc significatio-
ita a{d)
nem trahi ad asperitates rerum et impediraenta vix
' '
mihi persuadeo, cum nominatim de homine degente aga-

tur. quoniara vero Hirschfeldus praeivit suspicatus hos ver-
sus semigraeculum quemdam coudidisse, non nimis audax
visus sum mihi, cum sub adiva obscuriore illa voce aliquid
graecnm quodam modo redolens detegere studerera. cogi-
taveram enirn * acdiva quasi xaTccxliri]; ex analogia eorum
quae sunt accola accuha sim., ut intellegeretur cum lecto '
sis adfixus '; cum tamen neque vocabuli ipsius ullum exem-
plum neque omnino àvdloYov quidquam reperirem (cf. He-

raeus ap. Friedlaender Petr.' p. 239 fin., at contra et Bue-
chelerus loco ibi adlato et Leo Analecta Plautina de figuris
sermonis III, Gottingae 1906, p. 13 not.), ficticium voca-
bulum reieci. neque in ilio acdinis diutius haesi, quod nulla
impensa evincias ex Corp. Glossar, lat. idem fuisse in ser-
mone volgari atque ngoaxsxXiiiévoi; iacens resupinus sim. at
est certe hic aptissimnm dinus = lectulns Corp. Glossar.
lat. V 350, 4, immo clin{i)um = lectum vel accubitus ibid. V
494, 62. denique quos tu non noslì amicos, quae quantum
attinet ad metrum eadem illa tolerabili licentia laborant
qua V. 1 ili malo interpretari amicos quos tu non
habeheSj
nostij h. e. eos quos non nosti tibi non esse vere amicos,
quam quos non )iosti amicos tibi vere esse, itaque vv. 2-5
sic fuisse scribendos :
sin aliijiiid casu praeceps adduxerit a.ster,

aut illis Romae tu fratei- es aiit peregre haeres,
et vocas ad dina quos tu uou nosti amicos,
adgnosces homiues iieger, quos non potè sanus —
sensnm talem enucleari posse puto :
'
sin autem tnum
astrum occidit, li. e. tua fortuna repente inopinateque versa
SKPVL.CKALIA. 181
est, si ve Romae si ve peregre amicos illi se profitebantur

teque fratrem appellabant, si aegrotans eos tuo lecto acl-
voces quos non esse amicos antea sanus nosse

tibi vere
non potuisti, tum falsum eorum animnm adgnosces '. qiiam
seutentiam quo brevius eo sollemnius comprehendit v. 6
porta probat homines : ibi est trutina ultima vitai.
nihil ofifendimus in brevi syllaba prò longa in thesi ijrohàt.

De seusu versuum reliquorum nihil ambigitur ; nu-
meri contra vix reficiuntur in primis v. 7, in quo si quae
exstant proxime sequi velis, verba ipsa eorumque locum
leviter immutando habebis hexametrum quamvis durum
talem :
aspice ut exequias quis[que] ut quivit ita vitant.
ad quivit cf. supra proba t, infra exitum ele-

v. 8 paret. v. 9
quod
giacuni perspexit Buechelerus, qui factus est fortasse
male sonaret versus identidem exiens atque proximus ce- ;
terum potest et hic hexameter sanari ita:
absenti bene qui faciet erit illic amicus.
est enira j7/icTsecundum veterem consuetudinem prò ?7?e,
facièt congruit cum prohàt quivit (?) paret.
I V . Fiere cupis quicumque meos in marraore casus,

siste paru(m) lacriinas, sorte miserandus iniqua,
amississe pium pa[tr6m] deditq(ue) sepulcro.
quam pene ia[m] esse(m) ann. XXVI m. VI d. que Vili,
5 conditus ego iaceo misero genitore relieto,
iam mater misera palmisque ubera tundens
et soror infelix comitantur luctibus amb(a)e.
coniux cara mea relieta cum parvolo filio
casta mater vidua n(un)c mihi vita supe(r)stat.
10 t q^î nostrum tumulum (h)onoravit corpus fosaimaqiiets
pihi parentes regna qui mundi tenetes.
hic ego sepultus iaceo placidusqne quiesco.
182 F. e. WICK
CIL. II 1088, Biiech. 541, Chol 667. '
Ilipae inventus
cippus, litterae perparvae lectuque difficillimae, saec. cir-
citer III '. V. 2 Cholodniakiis legit siste paru(m) lacrima(n)s,
non recte mea sententia, sive aliquid subaudivit nt gru-
dum sive verbum sisfere intransitive accepit; cum enim ne
alias qiiidem quadratarius omiserit n ante s (cf. v. 6 tun-
dens), praeferendum videtur siste lacrimas, scilicet ut titu-
lum perlegas. quid contra velit Buechelerus cum inter-
pangat lacrimas. sorte legatque v. 3 ^^«[ê?-], denique dicat
requiri est, quis intellegat? sic quidem et grammatica et
metrica misere pereunt. puto enim qui hos versus concin-
navit archetypi verba ad alium sensnm detorsisse. nam
legebat fortasse amisisse (scil. filium) j>lum j>a<>'e?n atque
dedisse sejmlcro h. e. patre orbatum esse euraque tumulasse,
fecit autem subiectum verbi infinitivi non filium sed tor-
te(m) iniqua{m) accepitque amisisse prò amandasse ad infe-
ros et dedisse sepulcro prò dedisse morti ; iramo, cura dic-
tionem dedisse sejmlcro et ipse prò tumulasse intellegere
coepisset sasceptae immutationis oblitus et aetatis filli
(cf. V. 8 ijarvQlo Jilio), iamque non sorie{in) iniqua{m) sed
filium cogitaret subiectum, facile depravavit scripsitque
deditqiue) sepulcro. tamen non nego id tantum potuisse ac-
cidere, ut intempestive ei alius hexametri clausula dedit-
que sepulcro venerit in mentem. denique si immutationem
quam iste non perfecit probamus, vv. 1-3 restituamus licet:
fiere cupis quicumque meos in marmore casus,

siste parura lacrimas, sortem miseraitus iuiquam,
amisisse pium patrein atque dedisse sepulcro.
ad miseratus cf. quod coniecit Buechelerus 555 nostros [mise-

vere] dolores: totura hemistichium fluxit ex Verg. Aen. VI 332
sortemqutà animi miseratus iuiquam. filius scilicet inducitur
precans viatorem ut se raiseretur quod sors iniqua patrem
sibi abstuleritmortique immaturura dederit. v. 4 numeris
solutum Cholodniakus iungit nescio quo modo cum v. 3,
Buechelerus recte cum v. 5. quam hic vidit esse prò quum
errore scriptum quod autem dixit j>(a)ene non convenire in
;
exactam computationem temporis, non temperi vir doctus

:
SEPVLCRALIA. 183
init difìicilis; est enim fortasse p{a)ene prò vix aegre sim.
V. 5 numeros sanari docet Cholodniakus prò ego posito hic.
V. 6 misera satis est quidern ad sensum, verum numeri desi-
derant misera vel potius misere [flens] cf. Bnech. 398 v. 7 :
MAEEET et ad cineres plangit sua peclora palmis, 629 v. 8 sq.

et MISERA mater (h)abet in corde dolorem, cottidie fletus dat, |
et in pectora Palmas, v. 8 mederi sic possis :
parvo cum nato en coniux mea cara relieta
en ita inserto, quia nonduin desiit pompae funebris nar-

ratio qiiam poeta suscepit v. 6. archetypiim tamen fuit
fortasse etiam tale :
coniux en mea cara relieta et parvola nata
vel potius :
coniux cara relieta venit et parvola nata
brevi syllaba producta venlt in thesi atque caesura. quod

quidem admittas necesse est etiam v. 9, si eum sic sonuisse
suspiceris
casta [heu] mater nunc vidua mihi viva superstat.
V. 10 sq. sunt ita pessum dati, ut non restitui ad pristi-

nam lectiouem, sed tantum exempli causa refingi possint.
tamen aliquid invenisse videor iis quae sunt in lapide pro-
piusquam quae quidam commenti sunt. nam ut omittam
alios Buechelerus cogitavit quae nostrum tumulimi honorabit.
corpus fos{s)a ima ciete vel jjostrema ciete |
pihi parentes eqs.
litteras certe lapidis fìdeliter secutus, sed nescio quam sen-
tentiam capessens; Cholodniakus contra nihil uisi certa
atque manifesta vitia observans, cetera temere perturbans :
qui nostriim tumulum [h)onòra[b]it, corpus e[iu]s a{n)ima{m)que

a[t] s{e recipiant) pihi parentes regnaque mundi tene{n)tes. haec
est mera hariolatio. ego v. 10 exempla propono duo :
a) qu[ae] meura honoravit corpus posuitque quiete

b) qu[ae] meum honoravit tumulnin, dona ima quietis
s
184 F. e. WICK
vel paiicis mutatis
qu[ae] nostrum posuit tumulum, dona ima quietis.
quorum alterum vult uxorem honorem funeris praestitisse

marito, mox eum paci postremae tumuli dedisse; ad alterum
iubeo coiiferri Buech. 1534 A et testar superis, patri quae
'ponere nati \
debuerant, natis ponere dona patrem. v. 11 fuit
fortasse scribendum:
vos] pii [avete] parentes mundi regna tene(n)tes.
V. hunc qui leges m peto perlegas neve reve . . . s

de se quod immatii udabile cernas
hic iacet triste arabile funus
vere fiori similis nostra per annos
5 ornabat cubita ia laeta gerebat
nunc huius memo erscripta posuere
ut quae hilari mas cuna littera mes[ta]
CIL. V. 5961, Buech. 639, Chol. 364. media parte tituli
mutilati lacunas qui supplere studuerunt Mommsenus Bue-

chelerus Choloduiakus ideo minus felicitar processisse vi-
dentur, quod spatia quinque sexve litteris qualibuscumque
complerunt, parum autem curae aut acuminis adhibuerant
cum ad sensum probabilem exprimendum tum ad numeros
instaurandos. atqui utrumque obtinetur impensa vel mi-
nima. V. 1 praeeunte Momraseno sic legunt [titulu]m :
reve[Uas]. ad quod Buechelerus subaudiri iubet Vergiliauae

scilicet dictionis recordatus cineres maneave. desideratiir mea
sententia obsecratio multo raagis commuuis neve reve[rta]s.
initium versus facile ad iustos redigitur numeros collati
Buech. 420, 808 qui legìs hunc titulum poeta igitur
depravavit exemplum tale :
qui legis hunc titulum, peto, perlege neve revertas.
V. 2 Buechelerus sic complet immatu[re la]udabile, Cholod-

:
niakus centra, verbis de se iunctis cum v. 1, immatu[rum

SBPVLCRALIA. 185
la]ucìahiìe; ita neque numeri desinuut claudicare neque sen-

sus liquet. apud Cholodniakum video Kraseninnikowium co-
gitasse talia: sede quod immatu[ra corpus la]udahile ceì'na><^ ni-
mio arbitrio ad spatium, inepte insulseque ad sensum. iuitio

versus reciperantur numeri verbis de se quod tantum trans-
positis quod de se, reliqua restituuntur sic: immatu[ro nil
la]udabile cernas. nam sive intellegis hominem immature
mortuum nil [)raedicare de se posse sive statuis poetam
imperitum scripsisse de se nimis contorte prò de homine,

sensum eumdem habes veri sane similem et cum v. 1 con-
gruentem: mortua scilicet precatnr praetereuntem ut titu-
lum ad finem usque legat neve, cum viderit, quod erat prae-
scriptum, se aetate adhuc tenera (cf. v. 4) obisse, gradum
torqueat, iter denuo capiat incuriosus, quod in homine im-
maturo nil posse laudari credat, h. e. eum nil dignum laude
facere potuisse. archetypum igitur fuit fortasse hoc :
quod de homine immaturo uil laudabile cernas.
V. 3 triste [et vtibjerahile omnes, recte sane; nemo tamen

animadvertit quadratarium omisisse aliquid post iacet ut
[in tumulo], cf. Buech. 556, 596 liic iacet in tumulo, v. 4 Bue-
cbelerus annorum numerum deesse notavit, sed prudenter
non attigit Kraseninnikowius et Choloftniakus metri vitio
;
quod est in verbis vere fiori similis neglecto supplerunt ille

[bis denos], hic [IV hec]. equidem, cum v. 5 sit scriptum
laeta, v. 7 quae, v. 7 fin, ideo coeperit quadratarius seri-

bere mes[ta\ omissa diphtongo quod videret fortasse verbo
integro spatium deficere, puto eumdem fuisse scripturum
non hec sed haec, idque debuisse scribere initio versus; sic
enim metrum sanatur et fortasse numerus annorum vero
propior deprehenditur, tres vel sex (vel etiam secundum
veterem consuetudinem duos est tamen minus probabile)
: :
haec] vere fiori similis [tres vel sex] nostra per anuos.
V. 5. Buechelerus supplevit [atq. omn]ia apte ad spatium,

si ponas quadratarium vocabulum atque brevius notasse,
186 F. e. WICK
cuius quidem rei nullum exstat indiciiim, inepte autem ad

numeros. Kraseninnikowius cogitavit [et nostra om7i]ia, in
qua lectione etiam repetitnm nostra minus placet, persna-
sum ego habeo fuisse scriptum [et solatlia laeta gerehat. satis
est conferre Buech. 640 dederat solacia digna marito, quam-
quam quoque aliquid ambigitur. cithita declarat Bue-
hic
chelerus cubitus vel cubilia, quod consentit optime cum [so-
lat]ia laeta gerehat; tamen quispiam snspicetur mulierem
fuisse ornamento marito, cum ad eius cubitum adniteretur.

V. 6 omnes Buechelerum secuti sic legunt nunc huius me- :
mo[res hec jj]erscr{pta posuere. scilicet viri docti liuic poe-

tae ne unum quidem versum bene evenisse putant. ut nu-
meri sanentur scribere malo memo[ratu p]erscripta [haec]
posuere. denique v. 7 Kraseninnikowius supplet hilari[s
cieant lacrijmas spatium ut solet neglegens, Cholodniakus
{non) hilari[s su\m(is hic tandem metri curiosus, spatii non
itera, Bueclielerus hilari[ter su]m<is intempestive lepide, at
qui v. 1 receperant reve[lla]s debebant hic suspicari [non
de]'mas vel [non aLsu]mas. mihi probabile videtur [non ad-
su]mas. Carmen igitur totum fuit tale ibrtasse:
qui legis huuc [titulum], peto, perlege uev'e reve[rta]s,

quod de se iinmatu[ro nil lajudabile cernas.
liic iacet [in tumulo] triste [et inisjerabile fuuus.
haec] vere fiori similis [tres'P] nostra per annos
ornabat cubita [et solat]ia laeta gerebat.
nunc huius memo[ratu p]erscripta [haec] posuere
ut quae hilare [non adsu]mas cura littera ni(a)es[ta].
VI. Quid tua commemorem, nimium crudelis iuiijua,

fletus et casus quid facis iumeriteis?
nunc viribus ut quoi
hic puer infìrmeis etiam
octavum ingredieus sidera coniicereut.
5 hoc viduis munus, mors invida, fallei'e cogis:
ne[pos] ut faceret, aequius hoc l'uerat.
CIL. IX 5041, IRN. 6141, Buech. 984, Chol. 553. '

ex
Sorrichio et Allegranza, neque enim lapis ipse apparuit.
praescriptum .... Anf eroti [sit]o et C. Vinicio Epafrodito
SKPVLCIiALIA. 187
Jilio et Celeri ne/joti viva fecit v. 6 neimia ut Alle-

granza, nejAis uti Sorricliius emendans quae ante scripserat
ìtimis ut vereor ne neptis mala coniectura inlatnm sit.
fortasse fuit hoc vibus (vel veivoa) munini — nobis (vel nobeis)
ut faceret \ haec Buechelerns. quod attinet ad lectionem
V. 6puto Sorrichiurn eo nimia emendasse in nei'tis, ut niime-
rorum vitium toUeret, neutram vero lectionem esse veram.
cum enim puer raortuus vix alius esse possit atque Celer
nepos qui in praescriptione commemoratur, hic legendum
ne[2)os]. nimirum depravatum est exemplum in quo lege-
batur filius ut faceret eqs., de quo loco communi cf. Lier
Philol. LXII p. 456 sq. verum in toto Carmine Bueche-
lerns Cholodniakus et si quis alius ei explicaudo curara
dedit nirais dilficiles fuerunt, eoque videtur factum ut non
multura intellexerint. unius Buecheleri sententiam gravis-
simam ad fero :
'
aut qui exscripsit titulum imraanes ad-
misit errores aut qui inscripsit neglecto orationis itinere
versus qualescumque coagmentavit, aut denique utrumque '.
equidem unum video errorem quo sensus obscuretur neque

tamen ita ut cogamur ire per ambages. quaedara fecit mo-
nimentum sibi viro fìlio nepoti, idque tum cum nepos mor-
tem obivit, reliquis vivis. nani solus puer dicitur v. 3 mor-
tuus et illic sepultus cum autem illa v. 1 solo suo nomine,
;
nenipe cuiuscura et impensa monimentum fuerit exstruc-

tum, crudelitatem iniquitateraque Mortis doleat, non tamen
sibi soli fletus et casus mortem fecisse ait, non sibi imme-
ritae, sed inmeriteis, scil. sibi viro fìlio. Cholodniakum v. 1 sq.

verba ita distrahentem :
'
quid commemorem, crudelis casus,
tua nimium iniqua fletus, et quid facis inmeriteis? '
admirari
par est, confutare est supervacaneum. item cum scripsisset
Buechelerns: '
v. 1 sq. praestat sic expedire balba verba:
nimium crudelis, mortem dico, quid tua iniqua comme-
morem, quid fletus et casus facis? quam crudelis casus inter
se coniungere quasi jûoeia Tvxrj \ miuus apte vir doc-
tissimus addidit tamen in illis quoque nostri arbitrii
:
'
erit si et cum quid comprehendentes fletus casus explicemus

secundum Ovidiana Jleque tuos casus '. at Verborum iunc-
tura horridior fit, ncque nihil interest inter casus Jlere et
188 F. e. WICK
casus flet US ^ etiam si medium ponitnr casus jUl ilei, \e\Jlendi.

verura id ipsum qiiod intellegi volai t Buechelerus dici tur
commode per ev óià óvotv fletus et casus.
Ut facilius expediamur, v. 5 sq. attingamus. iam quae
Leo nulla ductus necessitate omittimus: ea apnd
refinxit
Buechelerum reperies. at ne Buechelerum quidem mors —
invida, /altere cogis! — quasi parenthesin facientera seque-
mur. requirit scilicet sententiam alioqui verissimam et car-
minibus sepulcralibus omuiiiO convenientem, mortem fallere
spem exspectationemque hominum, iustum ordinem rerum
turbare iuvenes paerosque praeripieutem, quorum sit in
senes officio estremo fungi, sed ut liane sententiam in uni-
versum cogitatam acciperemus, non modo fuit dicendum
fortasse falli scil. homines cogis, verura in reliquis fuit ta-
cendum viduis nam si munus «epos superstes fecisset, non
;
viduis fecisset. legendum igitur est hoc viduis munus, mors

invida, fallere cogis: cum nos immeritos hoc puero, mors
invida, orbaveris, iustam nostram spem fefellisti, eum uobis
extrema munera persoluturum. dativus viduis non a verbo
faceret pendet, sed a fallere ;
nam viduis prò viduos aut
poeta scripsit ex verborum deesse deficere sim.
analogia
usum volgare m sane secutus, aut quadra tarius inscripsit
sive eadem fere causa sive quia perperam vocabulum illud
cum faceret coniungi cogitavit.
Restat ut quid vere lateat v. 4 detegamus. Cholodnia-
kus peracute subaudivit ver vel simile quid; tamen jjarum
videtur profecisse ad versum sanandum. equidem puto poe-
tam, cum posset dicere sidera h. e. fata puerum octavum
annum, octavum ver ingredientem confecisse, dicere ma-
luisse sidera ei octavum ver idque veniens vel gradiens
confecisse h. e. abstulisse. nam liabuit fortasse in mente
similia ut Oatull. 68, 16 iucu.ndum cum aetas florida ver
ayeret, Ov. met. 10, 85 ver aetatis; vel potius habuit praesto
exemplum in quo prò octavum legebatur quartum quintum
sextum nonum, imprudens neglectis numeris scripsit octa-
vum ver veniens ;
post vero quadratarius neglegentior idem-
que rei et raetricae et grammaticae imperitus fecit octa-
vum ingrediens. denique quod Buechelerus adfirmat, etiam
SEPVLCRALIA. 189
eum qui titulum exscripsit potuisse errores admittere, nou

re pugno.
VII. Quiciiraque legis tituhim iuveuis quoi sua cara&t,

auro parce nimis vincire lacertos.
illa licet collo laqueatos iuliget artus
et roget ut raeritis praemia digna ferat,
vestitu indulge, splendentem supprime cultum :
sic praedo hinc aberit, ueq(ue) adultei- ei-it.
nam draco consumpsit domina speciosus f abartus

infixuinq(ue) viro volnus perpetuum(que) dedit.
CIL. VI 5302, Buech. 1037, Chol. 65. Ad Appiam in '
colnmbario optumae aetatis litteris parvolis nitidis '. modo

deesse aliquid modo siiperfluere ut scias libertinorum musam
animadvertit Baechelerns, idem docuit suppleri v. 1 o] qui-
cumque, v. 6 [sic] numeros turbai
nec vel neq{ue). praeterea
V. 1 u o — — u u, excedit v. 8 volnus
iuveuis quoi sua
ad sensum necessarium. tamen non animadversum video
istum quem volunt libertinum nobilis poesis haud ignarum
fuisse. sunt enim versus et ad numeros exacti et quamdam
elegantiam spirantes ut 3, 4; item v. 2 resonat quodam
modo 9, 59 auro cohibere lacertos, TibuUia-
(Jvidianis ber.
nis I 9,69 auroque lacertos vinciat, puto igitur. v. 1 poetam
j
respexisse Tib. II 3, 31 cai sua cura jpuella est atque feli-

cius scripturura fuisse:
o] vel tu] quicumque legis, tibi si tua cura puella est,
vel potius :
qui legis liunc titulum tibi si tua cura puella est.
etsi aliquid ipsimale successit, aliud fortasse depravavit

lapicida, vim certe exitus Tibulliani deprehendas ueque
neges ad sensum cura quam cara melius quadrare: cf. etiam
Tib. [Sulp.] IV 12, 1 ne tihi sim aeque iam fervida
cura, Ov. ber. 16, 96 sed Nymphis etiam curaque amorque
fui. non bene raea sententia Buechelerus etiam v. 2 aliquid
190 F. e. WICK
deesse ut teneroa dixit. cogitavit scilicet vir doctus hexame-
trum vitiatum aut non peifectum, apparet centra poetano,
versum elegiacura^ venisse autem ei in men-
coepisse facere
tem exitum circuraductum hexametii. v. 6 quid ad rem qiiae
Cholodniakus adnot. anct. p. 564 ex alio Carmine contnlit
neque domus fueratì reliquum est ut exploremus sensura
V. 7 sq. Buechelerns insolenter inepte ahartas prò uno :
'
vocabulo scriptum est: draco consumpsit a domina artus,

nempe torquis aureiis draconarius comprimendo eam dici-
tur enecuisse. anastrophe graecanica '. at res ipsa ita vix
intellegitur, draco potius armilla videtur esse quam tor-
quis, denique v. 6 excidit inutilis sane, verum centra vidit
Wilmannsius, cuius nomen praeterire, sente iitiam vero pro-
ferre videtur Cholodniakus his verbis armillam intellego :
'
auream, draconis speciem imitatam, cuius pondere pretio-

que inductus latro quidam mulierem iugulaverat \ consulto
igitur poeta dixerat sic praedo hinc aberit, addidit autem
[sic] neq{ue) adulter erit ut compleret versum exitus ele-
giaci recordatus. quod vero intellegnnt abartus errore scrip-
tum quasi ai) artibus, obliviscuntur poetas istos ut ita
dicam centonarios in pentametris perficiendis saepius falli,
ut eos hexametrorum clausulis finiant, hexam.etros autem

plerumque recte concludere, atque buie erat in promptu
ad numeros commodum, ad sensum etiam aptius ab armo vel
ab armis. igitur tcòv óvoTv BàvfQov : quadratarius corrupit aut
ab (irte (cf. Tib. I 5, 4 furbcn j
qitem celer .... adsueta versai
AB AETE^^7.(er ; 9, 66 non solita corpus ab arte rnovet\ II
1, 56
inexjjerta ab arte c.horos Ov. ars 3, 545 ingenium

do.xit ;
placida molìitur ab arte; am. II 15, 14 mira laxus ab arte

cadam; fast. 2, 764 quique aderat nulla factus ab arte decor\
trist. 2, 263 quae nupjtae jjossint fallere ab arte viros\ IV 10, 16
INSIGNES urbis AB ARTE viros), aut, quod melius quadrat ad

praedonis mentionem, abactus scil. draco. (Quamquam scio
proprius dici abigi pecus.
vili. Ille ego Demetrius vere libratus abunde,

iugressus vitam non longi teinporis ictu
int'ernis numinibus decìi, et post imagine mortis
haec mihi terapia placeut merito et praemia lucis.
SRPVLCKALIA. 191
5. pubertas nitida studiaque abuudantia vitae,

et reverens piene morte gravatus obi.
multa quidem bonitate gerens et vernula vernis
nec nimie comvivia rapuit dum gloria vitae
sjDerabam rate infernas subito delatus ad umbras,
10. bis septem placidos ann(os) et adhuc forraatus in unum,
autnmnus medius octobri mense refertus
laesit animam dulcem et spem certissima fregit.
illa tameu sancta et formata verecundia saepe
amittit Tantali aspectu et timorem Sisyphi,
15. abest Ixioa umbraeqCue) et Furiae metus.
set in secessum numinis infernae domus
oficiosus tandem ministerio laetatur suo.
CIL. XIV 510, Buecli. 1186, Chol. 625. suas praedi-

cans virtutes inducitur puer qnindecim fere annornm, nt
apparet ex eiusdem snperioribns CIL. XIV 508, 509.
titnlis
itaqne facile Buechelerus Carmen dixifc balbuttientis ora- '
tionem quaesitam -m perperam additam vel detractam argu-

'
mentatus. verius autem potuit dici eum qui carmen condidit

versus qualescnmque volgatos consnere et locos communes
ad vitam pueri aptare studentem iiumeros ipsos saepe fre-
gisse euraderaque orationem non dedita opera ad mortili
aetatem atque ingenium accomraodasse, 8ed potius obscu-
rasse rerum ordine temere turbato et elocutione inscite in
sublime interdum elata, iam enim primo limine non nibil
offendimus in iìlis vero libratus abunde. mirum quam àrÓTcoìg
praedicatur amor veri in puero quindecim annorum, verba
ipsa vero libratus non tam facile declarantur quam Cho-
a
lodniako collatis ex alio carrnine inetatis onustus, neque
videtur esse satis ad rem quod expiscatus sum Corp. Glossar,
lat. IV 360, 45 librai = modulai (sic), IV 110, 7 liberal (h. e.
librai : cf. Nettleship. Journ. of. Phil. XIX p. 186) = tem-
perai, dicitur enim vero libratus non ut in prosa oratione
veri amore temperatus vel gubernatus bumiliore quadani
figura, sed quia animus qui fuerit in terris deditus vero
fingitur post mortem librari tamquam volucris in alas (cf. Ov.
met. 8. 201), avolare in caeli quae v. 4 dicuntur tempia, quo
cum sensu congrunnt v. 3 verba jtost iìiiaginc(m) movtiiî. de-
nique v. 3 jn-aemia lucis putat Cholodniakus idem esse atque
192 F. e. WICK
vitae apud snperos peractae ;

praestat mea quidem sen-
tentia interpretari lucem prò vitae meritis paerum conse-
qui,vocabulum i empia illis praemia lucis amplius explicari.
praesto tamen fuit exitus sane volgatus praemia laudum,
cf. Buech. 1214 v. 9.
V. 2 ad il la non longi temporis ietti inepte opinor con-

tiilit Buechelerus Geli. XIV 1, 27 ictu tempori^ in.terire,
Liv. XXX 10, 13 2)ondere ipso libratior ictus ;

quid haec
habeant cum illis me quidem fngit, cum praesertira, si totum
Gelli locum consideres eodem genere mortis eodemque ictu
temporis universi simul interirent, vix alitar intellegas atque
eodem puncto temporis. etsi igitur nullo fretus exemplo per-
suasum habeo non longi temjìoris ictu non ita esse declaran-
dum, Demetrium istum post breve aevi spatium morte im-
matura esse ictum, quamquam hoc quoque est verissimum,
sed potius tam arte cohaerere cum ingreasus vitam, ut totus
versus talem fere sensum praebeat cum vitam ingressus : —
sim morti immaturae destinatus —
et non longi temporis ictus
iam nascentis triste fatum sit (cf. Buech. 1533 quem scil.
terminum mihi nascenti quondam Parcae cecinere, de toto
huius loci genere Lier Pliilol. LXII p. 585 sq.).
V. 3 sanari posse ego quoque despero ;

nisi quod jjrius
membrum fuerat fortasse ecce dedi inferiis scil. vitam. le-
vius contra claudicant v. 4 et 6 ;
alterum enim recto stare
taloquodam modo cogas, si accipias atquè prò et, alterius
secundum membrum redintegres idemque aliquantulum ad
concinnitatem conferas ita studiis jjerfunctuque vel etiam,
ut ad vocabulum quod exstat ahundantia propius accedas,
si quidem est indicium pristinae dictionis, confertaque vitae;
cf. V. 8 gloria vitae. carmiuis natura sane perspicitur e
v. 5 et 6, quos non ab eodem primum esse compositos

neque ex eodem fonte huc esse deductos inconcinnitas ipsa
qualis raro invenitur declarat. ceterum potuit et v. 6 esse
ante hexameter, cum in fine facile restituatur obivi ut vidit
Choloduiakus et prò piene, quod non video cur Buechelerus
docuerit lungi cum gravatas potius quam cum reverens, li-
ceat suspicari genetivum qualemcumque peudeniem a vo-

cabulo reverens ; sed neque Oedipum aemulari volo, et nu-
12. 1. '909
SKPVr.CRALIA. 193
tanti siKCuiTÌt passivo sensu legi Prop. II 30, 33 raverentia

ora scil. Musarum et Fior. II 34 sanctiun et reverentius visum
est nomen Auguad.
V. 7-9 ita videtiir interpretari Biiecheleriis :
''
rate in-
fernas subito delatiis ad umbras, multa quidem sperabara,
bonitate(m) gerens et vernis nec (= non) nimie vernula,
dum gloria vitae rapuit convivia'. Cholodniakus centra
totum versLim excidisse putat fere talem temporibus rajjìor,
vitaeque gaiidia fatum, multa bonitate accusativurn detracta
-m esse et ìiec nimie corruptum prò nec non et. quae cam
mera hariolatio videatnr, tum versus ita tractare ut plures
vel maiores exsistant errotes param prudentis existimo.
nam potuit poeta bonitate ablativo uti salvis numeris prò
adverbio ut benigne vede sim., et vel inulta iungere ànò
xoivov cum gerens et sperabam, qr.em ad modum certe iunxit
vitam cum ingressus et dedi verbis, vel me accusativum a
verbo gerens pendentera omittere. praeterea legi apud Se-
necam provid. 1 vernularum licenfia .... vernularum auda-
ciam, quem locum potissimum spectavit fortasse Bueche-
leriis, apud Martialem 1, 42 vemam idem atque pro-
esse
cacem et impudentem, apud Petronium 66 Habinnam ver-
nulam suum promptum iu convicia facere non ignoro tamen ;
neminem fugit vernulam vocabulura saepissime omni pravo

sensu sublato occurrere, locosque adducere supervacaneum
est. itera, ut potest convivia voluptates atque gaudia signi-
ficare, sic conviva est etiam qui conviviis li. e. voluptatibus
se dedit_, convivari solitus, belino; Ovidius enim trist. 2, 359
ait, si liber esset indicium animi atque morum, Accium

atrocem, Terentium couvivam posse videri. neque liic radere
auferre oportet interpretari, potest etiam esse allicere do-
minar! sim., cf. Ov. Am. II 19, 19 tu quoque^ quae nostros
rapuisti nnper ocellos, III 6, 28 cuììi rapuit vultus, Xanthe,
Neaera tuos. denique v. 9 ut numeri recipeiêntur, non, sicut
placet subito, quod vel optime quadrat ad
Cholodniako,
sensum, sed quod est omnino inutile, esse expungen-
rate,
dum statuo; est enim in carm. Buech. 1537 x^ v. 6 raptnm
infama ma posuera rate (scil. fata), sed propins huc accedit
carm. Buech. 1150 v. 1 tan cito pictor acu Stygia[s] delatus
studi ital. di filol, class. XVII. 13

194 F. e. WICK
ad umhras. quae omnia cum ita siut, poetam vel archetypo
fideliorem vel ipsum feliciorem futnram fuisse mihi per-
suadeo, si ita fere scripsisset :
multa quidem, bonitate gerens et vernula verais,

nec nimie conviva, rapit dum gloria vitae,
sperabara, infernas subito delatus ad umbras
h. e. ego qui nunc subito delatus sum ad umbras, multa

sperabam, cum comem atque beniguura me praestarem, ver-
nam adversus vernas, h. e. parem cura paribus neque su-
perbientem, nec, qui vitae gloriam omni studio capesserem,
conviva h. e. voluptatum studiosus nimis essem.
Panca restat ut dicamus de reliquis versibus, nisi quod

possumus ludendo aìiqua tenus numeros redintegrare, ut
V. 10 annorum bis sejjtem et adhuc formatus in unum, v. 12
laesit dulcem animam atque s/iem certissimà(m,) fregit. v. 11

est contra uumeris omni parte perfectis, docetque puerum
mortem obisse cum iam j)leno octobri mense medius esset
autumnus vix enim intellego quare Cholodniakus dicat
;
mensem octobrem usurpari prò vindemia, nisi forte vir

doctus cogitat puero cruditatem accidisse e nimii.s uvis.
V. 13 aliqua ex parte hexametri forraam iraitatur, reliqui
senariorum formam prae se ferunt; cum autem ille sit cum

bis artissime coniunctus, verecundia vocabulum a dactylis
omuino alienum, saej)e ex sensu minus aptum appareat, si
quis dicat poetae senarium conficere vel rudem ut reliquos
studenti non evenisse, non ego repugnem. v. 14 in senari
mensuram facile cogitur aspectu{m) dempto, et post timorem
quamvis non necessario translato; postremi duo liraantur
quidem, si Buechelerura audias iu altero numini prò numi-
vnV, in altero officio .... famuhins prò officiosus .... mini-
sterio scribere iubentem. tamen quoniatn numinis ita tantum
metrum variat, ut iambi locum anapaestus excipiat, non
autem turbat, praeterea in aecessum aliquod complementum
desìderat, numini hoc pacto esset necessarium, si fuìnulans
procul omni dubio esset, duplex Buecheleri emendatio minus
SBPVLCRALIA. 195
placet, inest auteni in offlcioaus et mini^terio iiiepta qiuie-

dam repetitio, quare sic legerim :
set in secessiim numinis iafernae domns

profecta tandem officio laetatur suo.
nisi quod prò profecta (scil. anima) aliquid simile atque fe-
licius quispiam facile cogitet, quod me fugit. denique cum
loois huiiis carminis iubeo conferri ex carm. Buech. 1214
V. 3 [ingressus qui v]ix dum limina vitae, v. 5 [immaturus
abit jjri]maevo flore sub umbras, v. 7 bonus indole, v. 9 [prae-
ripuit cas]us tot praemia laudum.
IX. Carminis CIL. IX 3071, Buech. 1212, Chol. 539 ea

tantum iuvat in medium proferre, quae nondum recte emen-
data satisve intellecta videntur. primum igitur quod v. 1
siste gradum quaeso, sine te levet umbra tenacem,

hospes, itei" diirum est, quid teris usque viarq?
dubitavit Buecbelerus utrura tenacem ad gradum an ad te

referret, vix dubiohaerendum est; tenacem scil. itineris via-
torem dixit poeta eadem ratione qua dicitur cursum tenere
qui cursum neque commutai neque sistit quamquam po- ;
terat et tenacem gradum cogitare ut soripsit quidam Anth.

Pai. VII 337 (Stadtmneller II p. 225) àxai/iìffoig noacC:
fiì] /US 6o(Jòg, xvdictf., nnoèQiô zv/iôv, óótra,

goTgiv àxoiiirjvoiq TioaGi, xeXsvBonÓQs.
haud facilis contra est v. 7 sq. interpretatio. cum enim sit
scriptum
5. crudeles divi, Stygias quicumque paludes

incolitis
quid vos immatura iuvat, quae vestra futura est
post modo consurapto tempore turba tuo
Buecbelerus quae pronomen relativum, non interrogativnm

ducit, turba vocativum. at nemo non videt duplici illa ap-
196 F. e. WICK
pellatioue criideìes divi et turba intempestive violenterque
distralli interrogationem, vocabulum turla, etiam si alias
neque raro prò vita ant miindo usurpatur, bic tamen sim-
plicius esse positura qnam ut ad hunc signifìcatum trans-
feratur, denique puellam cuins est titulu>^ uon futuram
esse inferorum oportuisse dici, nimirum Lier Pliilol. LXII
p. 460 hunc locum coiifert cura aliis graecis, quibus id
quod Baechelero placet piane significatur. at in aperto est
in graecis aliara sane esse verborum iuucturam, atque
poetam, cura deos etiam ipse incusaret quod puellam nimis
mature rapuissent, sententiam tamen aliqua minoris mo-
menti parte potuisse variare, quae cum ita sint, malo legi
cura Lachmanno [ì]?ìo; qua rece2)ta emendatione sensus
talis evincitur: si mors immature homines ad inferos rapit,
iam nulli erunt qui iusto aevi spatio peracto eos adeant.
Gravi ore est afFectus vitio v. 10
fletibus adsiduis luget maestissima mater

qnae prior occideri quani f naiamira dari eigui
debuit
legit Lachmannus quae prior occidere et qiiam sua nata dari |
igni dehuit, Buechelerus quae jjrior occidere et quam nata

mira vel nostra vel potius immatura dari |
igni debuit. uter-
que ita, ut, nisi et insertum esset, ])0sset intellegi: '
quae
occidere debuit prius quam nata igni dari debuit ', inserto
autem et constructio omniuo spreta videatur. equidem cum
in hoc titulo ei prò i in etgni tantum sit scriptum, in verbo
quod vel minime patitur hanc scri])turam, puto quadrata-
rium scripturum fuisse non dari eigni sed dare igni, ut qnam
nata dare igni debuit sententiam prioris hemistichii
non compierei, sed amplius explicaret. naiamira potuit for-
tasse et nata iure esse ;
praefereudura tamen nata viva, ut
interpretemur :
'
cui nata superstes esse debuit eamque
dare igni '. ita certe scriptura lapidis satis observatur, sen-
sus liqnet, numeri nullo modo laborant.
X. Carmen CIL. Ili 68G, Buech. 1233, Chol. 315, in

quo supplendo atque interpretando laborarunt Mommsenus
SBPVLCRALIA. 197
Haiiptius Buecbelerus, non nisi locis uno et altero attin-

gam, de quibus est minus concors sententia. hoc est in
primis memorandum, Buechelerum recte eontendisse carraen
non parentem pueri fecisse, sed dominum facundiae stndio-
sum; addi posset dominum fortasse Christianum fuisse, pue-
rum contra antiquae religionis, si quae v. 15 sq. legimus
et qnae proximis versibus dicuntui- non mixtura quaedara
inepte QìjtoQevovvog viderentur. mine ut dubia adgredia-
mui'j V. 1
si dolor infractum potuit convellere pectus

Herculiuin, cur me fiere taraen pigeat?
infractum non indomitum invictiimve dici inbet Bueche-

lerus, secnndum veterem coiisuetudinem fractum vel
sed
labefactnm, anticipationem scilicet eius quod est convellere.
verum ita interpretanti non liquet comparatio quam sui
cum Hercule poeta facit propterea enim ait se fiere non
;
posse pigere, qnod pectoris non tam infracti sit quam fuit
Hercules; idque ipsum quod Buecbelerus animadvertit, Sym-
raachum tantum infimosque infractum prò forti et invicto
usurpasse, magis persuadet ut hic in Carmine tertii saeculi
verbo liane non illam significationem tribuamus.
Sed in v. 9 sq. vel maxime dissentiunt viri docti. Cho-
lodniakus enim ita legit et interpuugit :
nec mihi per validos, rapto te morte, dolores

quamvis aeqiianimo dat puer ut lacriraera ;
Buechelerus contra, ad hec prò haec (scil. virtus v. 7) col-
lato v. 3 Aeacide, ita :
hec mihi per validos rapto te morte dolores

quamvis aequauimo dat, puer, ut lacrimem.
imde omnino aptiorem sensum exprimi nem.o est qui non

videat. nam in lectione Cholodniaki mitto quod nimis aperte
inter se pugnant puer dai et te rapto; at quid vult puerum
198 F. e. WICK
non dare ut dominus snperstes lacrimet, cum praesertim

iste V. 2 se Aere profìteatnr excusetqne? praeterea quo modo
potest dici aeqtianimvs qui afficiatnr validis doloribns ? ininio
quo modo aequanimus qui sit qneratnr sibi lacrimare non
licere? centra veri simillime in Bnecheleri lectioue dominns
snperstes, qui iam professus est se abstinere non posse a
lacrimis, ait virtutem pueri per vnlidoa dolore^ mortui co-
gere se quamvis aequanimum lacrimare, item inter v. 11
tu placidvis, dum nos crjuciamur voluere vieti
et V. 12
et reparatus item vivis in Elysiis
Cholodniakns nescio quo indicio fretus duos versus pe-

risse lapide diffracto, Buechelerns nihil perisse adfirmat.
quera ut sequamur hic quoque nexus ipse ac sententia per-
suadet. vix enim potest dubitari quin v. 11 suciamur emen-
dandum sit cruciamur, cumque initium versus commode re-
fingatur, ut cogitavit Buechelerns, tu placidus dum nos
(ci.Buech. 541 v. 12), vel ut ego malo, qaia mortui leves
vel leves umbrae saepissime dicuntur neque displicet cum
volnere aliquod adiectivum iungi ut gravi acerbo acri, quo
postremo ad metrum aptius nullum video, tu levis^ acri
dum nos^ manifestum est versus 11 et 12 stricte inter se
cohaerere.
Neminem feliciter ausum repperi in v. 19 sq. cum enim
sit scriptum
nuiic, seu te Bromio signatae mystidis •}• aise

florigero in prato congregat in Satyrum,
alius alia commentus est, quae a Buechelero memorantur.

equidem quid aptum invenerunt alii accipio, verbum unum
si
nondum intellectum tempto, aise. non modo saepissime aes

dici tur tuba, verum etiam, ncque me deturbat numerus
pluralis, aera dicuntur cum sistra Isidis Tib. I 3, 24 tum
SEPVLCRALIA. 199
cymbala Ciiretura Corybantiura Baccliarara Lucr. '2, 637,

Verg. georg. 4, 151; Aen. 3, 111; Hor. carni. I 16, 8; Prop.
IV 7, 61, alias; signare idem est atqne ornare insignire Verg.
Aen. 6, 781 et pater ipse suo superum iain signat honore; Olaud.
Nupt. Honor. et Mar. 272 si Bacchus amator dotali jjotuit |
caelum signare corona, versus igitur debent fortasse ita legi :
nunc seu te Bromio sigiiatae Mystides aere

florigero in prato, congregi in Satyrum
. . , poscunt
Piceti ad Augustam Taurinorum.

NOTA AD ARISTIDE QUINTILIANO
IlfQl fiovaixfjg, lib. II p. 80 dell'edizione Meibom, 16C2
'Xaxf^ókov tfjg T^xîxfjQ ncaóevfffcog f^ì'ch^ ói'o' tò /tir yàg

fâiL O-epaTreuTCXÓv, (o scaxiar óioQOoviitOa, xcà loviov nàXiv
udii avo' tò iîèv fxaioiìTixór, rjvixa rreiOeiv à&oówg àói'va-
TOvvTsg xaxà /ìiixqòv iXaTtuKr&aiv dg àrràOîav àyo/iuv' tò óè
àvaiQfzixóv, orar ex nQ(i)Tì]g frìg n(cvTe).fi tòv àxQoartiv àyo-
/(fv (leggi àyM/Liev) jneràaraaiv' rò rf eatìv w'^sXr/X'.xóv, ut8
TTjV ^fiXriarrjV eîv êâiovvisg xoTg naidivixaat, óicc(fvkàiT<>fi(-v
SV laVTÓTÌjTl' TÒ Óò 7T QOax/STlxÓl, OTS TTjV /LlitQIOV xakoxa-

yccUiav ex nQOGay(ayi\g eìg àxoav ùyayi-Tv lijV ÙQtTìp' rrgayiiia-
T€VÓj.ltâ.
Il Meibom annotazioni a questo passo osserva
nelle
(p. 292): eì'óì] évo. Aiqui tria receiìt-et : xJeoaTrevxtxóv^ óì(fth]-
Tixór, nooadtxixóv. Numerus ex v. o [cioè dalle due specie

delprimo genere] mutatus viJetur. Tertium tamen <uì se-
cundum referri posset. Dunque, secondo l'editore olandese,
i tre generi sopra indicati sono da collocarsi, per cosi dire,
su uno stesso piano, tanto, che, o il. dvo è da considerarsi
erroneamente sostituito ad un tqìu, per influenza del dm
che segue, o si deve ritenere che i due ultimi generi ne
formino uno solo. L'osservazione del Meibom deve essere
apparsa ovvia, ed Alberto Jahn pubblicando il De Musica
di x\ristide Quintiliano (Calvary, Berlino 1882) reputò in-
dubbia la prima alternativa e stampò senz'altro: rf^g i)(}i-
xi\g Tcaióevasoìg el'órj TQia (p. 49, 27).

Ma la cosa non è così semplice come sembra a prima
giunta, anzi, prendendo a ben considerare il senso del passo,
apparirà impossibile dividere l'educazione morale in tre
generi. Con ^f^Qant^viixÓY e con óìfjf/.ì.iixóv si viene ad in-
dicare un doppio fine che il moralista si propone, il primo
A. COSATTINI, NOTA AD AIUST. QUINTI L. 201
consistente nel curare il male, il secondo consistente nel-

V aiutare il bene; quello che dovrebbe essere il terzo ge-
nere altro non è invece se non uno dei mezzi con cui
questo fine secondo si raggiunge.
Se passiamo ad osservare la struttura del periodo, no-
tiamo, che in esso manca una vera corrispondenza antite-
tica di termini. Infatti si ha lo schema seguente:
xb (j-év, rò liièv — TÒ óe, xo 5é, rò óL
Tale forma alquanto confusa

si potrebbe giustificare
solo nel caso che enumerati successivamente con
i tre generi
TÒ Ó£ fossero da considerarsi come una serie, il che non è.
Tale p. es. è il caso nella frase euripidea (v. Krtiger 59, 1,4):
Ó6irr^ [lèv à/.xìj xvtuudìr OaAaaaioìì'^ ótival óè noTa^Kiv xcà
TTVQÒg i/sQual nrom, óîvòv óè TTSvi'a, ósivà d dXXa [ivQia.
Bisogna notare ancora che il nostro retore-filosofo è
scrupoloso nelle suddivisioni dei concetti che analizza con
una determinatezza minuziosa, tanto da riuscire stucche-
vole. Cito alcuni esempi dalla prima parte del libro ;
ma
si potrebbero moltiplicare facilmente.
p. 8, 10-12 M. : Tov óè reiûxod (scil. yévnvc) sì'óìj TQia'
ògyttvixóv, Qv^fiixór, [istqixóv. p. 8, 26-32: rac/g óe san [lovrj
xaì GTcccrig rf^q (ponf^q, TavrrjQ óè ù'&rj avo, àrsrsig is xal èni-
raGic^ areaig f.ibV ovv .... fjrixa ar . . . . ènCxtttyig òè orar ....
p. 18, 18: Ytrrj óè f.ieX(odiac tquc. p. 29 fine: tqóttoì óè f.ie-
hìTTOitag yévei zQstg. p- 32, 22-23: [lè'Qìj óè ^juV/^xTjg €.
È noto che la tradizione manoscritta degli autori di

cose musicali è tarda e spesso corrotta e mutila. I codici
pare che diano concordemente sl'órj óvo, perchè tra le va-
rianti, almeno, tratte da manoscritti italiani dallo Stude-
mund, e rese di pubblica ragione dall' Amsel nelle Breslauer
philologische Abhandlungen I, 3 p. 121-152 (per la p. 80
d'Aristide vedi ivi p. 140), non trovasi nulla sul presente
passo. Io conserverei perciò nel testo sì'órj óvo che mi pare
perfettamente a posto,e per ristabilire la esatta corrispon-
denza simmetrica, che ora manca, suppongo una lacuna,
il cui senso, se non le precise parole, per me risulta chia-
ramente dal contrapposto. Ecco il testo:
202 A. COSATTINI, NOTA AD ARIST. QUJNTIL.
xa'fóhiv ifjg fjOixfiq naiótvaéoìi tì'ór^ óvo' ib utr yào

éati ìJ-spaTieuTtxóv, w xaxiav ótooôv/neùa, xal tovtov nàhv
ei'órj óvo' TÒ iièr fi fi oizixóv rò ób àvaiQsrixóv '
rò óè wêXvjTCXÓv, (w y^QrÔTÓir^xi énTjQfTovjjsv, xal tovtov ttcc-
ktv éì'óìj avo' TÒ iîkv (f

V XaxTfxóv,} ots ttjv ^sXxiazrjV Ir'îv
tSfjâioviTsg zoig ncaótvfiaai óiacf v?.àTTOi.isr ir TccvTÓTrjTi,' tò

óì TTQOG O^fTixóv, ÒT£ ZTjv (.ikTOtov xaloxciyuxHuv ex TTonau-
yoìyfjg fìg àxQav àyayeiv zrjì' ÙQfTrjV TTQayfiaTevó/ifda.
Il senso risulta chiarissimo: '
Si hanno due generi di
educazione morale. L'uua cura, e con essa combattiamo la
mala disposiziene degli animi; essa ha due specie, quella
che sminuisce il male, conducendo chi erra a liberarsi del-
l'errore con successive diminuzioni di esso, e la usiamo

quando non è possibile persuadere a un tratto, e, seconda,
quella che estirpa il male, producendo nell'uditore un to-
tale e repentino mutamento. L'altro genere d'educazione
AIUTA, e con essa assecondiamo la buona disposizione; essa
pure ha due specie, quella che conserva, mantenendo l'ottima
natura nel suo stato attuale col rafforzarla mediante inse-
gnamenti, e, seconda, quella che aggiunge, cercando col-
l'educazione di far avanzare alle più alte cime della virtù
chi abbia indole mediocremente buona '.
Che il senso generale del hiogo fosse ben questo, vide,

senza entrare in particolari, nò altrimenti avvalorare il suo
asserto, anche un profondo conoscitore della filosofia e let-
teratura greca, il merito del quale i moderni hanno il torto
di non sempre riconoscere giustamente, Jacopo Stellini
(Opere varie. Voi. V p. 147-149. Padova, Stamperia Pe-
nada 1783) ^). Si potrebbe anche immaginare, fermo re-
stando il supplemento della lacuna, che avo {ó) stesse per
TèTTaQcc, cioè che, come frequentemente accadde, si avesse
qui una risoluzione sbagliata. In tale caso eì'ói^ andrebbe
riferito non ai generi, ma alle specie.
Romu, ottobre 1908.

Achille Cosattini.
*) Lo Stellini non pensava di inserire nella lacuna, come cor-
rispondente al termine, dirò così, negativo, w xuxUcì' àion&ot'\us&r(, il

termine positivo: w /()»;<Tror>;rt inì]QSTovfier.
STUDI INTORNO ALLA STORIA E ALLA CRITICA
DEL TESTO DELLE METAMORFOSI DI OVIDIO
I. — II '
Fragmeiitum Bernense '
(B).
Il cosidetto fragra. Bernense di Ovidio pochi versi com-

prende delle Mefaraorfosi : lib. I, 1-199. 304-309. 773-778 II,
1-22 III, 1-56: pure quanto basta perchè se ne possa fare si-
curo giudizio. Esso è contenuto in fol. 187^-188'' del Codex
Bernensis 363, la importantissima miscellanea di scrittori la-
tini, appartenuta alla biblioteca del Bongars ed ora con-
servata nella biblioteca universitaria di Berna i).
Il frammento è stato studiato unicamente da H. Magnus
nel primo dei suoi preziosissimi Studi ovidiani, e sia per

l'antichità, sia per la purezza del testo, è, per lui, la fonte
migliore, nella tradizione. dei codici, per la recensione delle
Metamorfosi. Ma riprendere in esame il frammento per sta-
bilirne il valore intrinseco rispetto ai nostri mss. migliori
e completi, ossia rispetto alla cosidetta famiglia (MN),
1) Della prima collaz. del fragmenhim, fatta dal Hagen nel 1872,
ebbe a servirsi il Riese nella ediz. Tauchnitziana: altra dell' Ellis è

in Anecd. Oxon. 1885, voi. I, part. V. Il M;igmis (Studien zur Ueber-
lief. u. Krit. d. Metam. des Ov. I. Das fragmentum Bernense, in Fleclc-
eisen's Jahrbb. 1891, p. 689-706 che sarà spessissimo richiamato nel
corso del mio studio) con l'aiuto del Bloesch. bibliotecario a Berna,
e del Hagen, che per lui rivide il codice, notò, con maggior preci-
sione, le peculiarità del frammento e si fermò a rilevare i caratteri
paleografici del codice. Finalmente il de Vries diede, nel 1897, la
splendida riproduzione fotografica dell'intera Miscellanea nel Tomo II
dei Codices graeci et latini pliotogiaphice depicti : della riproduzione,
quando ne ho sentito bisogno, mi sono servito pel mio stndio.
204 A. BKKNAUDINI
è, io ci'edo, Non sarà però senza im])ortanza

necessario ').
accennar qui brevemente a due questioni fondamentali per

l'intera miscellanea e, in parte, quindi, per il nostro fram-
mento ;
voglio dire, l'età di trascrizione del codice e (cosa
ancor più importante pel frammento stesso) la raffigura-
zione, per cosi dire, letteraria del trascrittore.

Quando il Codex Bernensis sia stato trascritto, molti
studiosi tentarono di determinare, ma i risultati sono tut-
tora incerti. Fra coloro che pencolano fra l'ottavo e il nono
secolo e quelli che non possono capacitarsi che una miscel-
lanea così varia e grossa sia stata trascritta in una volta
e da una stessa mano, credo che la parola ultima per tempo
e più vicina al vero sia stata detta da H. Hagen, sebbene
egli né adduca a prova della sua affermazione alcuna ra-
gione né sia abbastanza preciso nella sua affermazione. Egli,
molto vagamente, riporta la trascrizione dell' intero codice
adopo la metà del secolo nono -). Tutto induce a credere che
non si possa nò rimandarla più addietro della seconda metà
nò farla discendere dopo gli ultimi anni del secolo nono ^):
1) Con il Magnus {Studien. III. Die familie 0, in Fleckeis.

Jarhh. (149) 1894, p. un codice intermedio tra l'ar-
191-207) rappresenta
chetipo e M
(Marcianus Florentinus 225), (Neapolitanus IV F 3): N
è derivato dall' archet. che ci manca, ma ò padre, a sua volta,
di MN.
-) Cfr. Praefat. alla ricordata riproduz. del codice pag. 1 . . . . post
mediam saecuìi Villi par tem. Ma l' Hagen, che nella descrizione del
codice (in Catalog. cod. hern. 18T5, p. y4() seg.), lo faceva rimontare al
secolo VIII, pensò poi al nono (ct'r. il 1° studio del Magnus, che
usa, per i suoi giudizi, le osservazioni comunicategli per lettera
dal Hagen), rimandando però il frammento Ovidiano, eh' è negli
ultimi fogli del codice, alla prima metà del secolo: più tardi, come
si è visto, nel 1S97, pensò alla seconda metà.
3) L. Traube (0 Roma nobilis in Miincìien. AbUandl. 19. 1892,
p. 29/ sgg.), accordandosi col Gottlieb {Wiener Studien IX p. 155),
considera il n-^'stro codice come Absclirift di uno o più mss. scozzesi
antichi e non crede impossibile che tutte le sue note marginali de-
rivino dagli originali. Egli pensa che il codice non fu scritto prima
della tine del sec. nono: anzi non è contrario ad ammettere, col Thomp-
son, che il Bernensis sia da riportare al secolo decimo. Ma di questa
ipotesi mostrerò l'insostenibilità altrove.
STUDI SULLE METAMORFOSI DI OVIDIO. 205
a me pare che si possa stabilire il terminus post qnem nel-

l'anno 856, Vante quem nell' 868-869').
Ma, comunque sia da risolversi codesta questione, per

ciò che può esser d'immediato interesse a noi che studiamo
il frammento di Ovidio ne' rapporti con la tradizione mss.
delle Metam., se non potessimo trionfalmente fondare, come

si tenterà di fare in seguito, i nostri asserti su la discus-
sione delle varianti, avremmo ben poco, credo, a guada-
gnare dall'antichità del frammento: i migliori mss. (0) ri-
montano all'inizio del secolo XT e frammento Bernense

tra il
e correrebbe, quindi, circa un secolo di differenza -). Ora

se si potesse diniostrare che in tal frattempo la tradizione
manoscritta della Metamorfosi avesse subito deterioramento
nel testo o per rimaneggiamenti arbitrari o per manifeste
interpolazioni, l'età, certo, vorrebbe dir molto. Mancandoci
possibilità a far ciò, l'unica via aperta, come ha visto anche
il Magnus, è il confronto e la discussione delle lectiones
di$crejjantes.
Intanto, più mi preme richiamar l'attenzione degli stu-

diosi su l'altro punto, voglio dire su la personalità del
trascrittore. Forse rimarrà sempre un desiderio della cri-
tica ritrovare la sicura traccia del m.onaco scriba, ma una
cosa può mettersi in sodo, che, cioè, il monaco ha qualità,
per molti lati riconoscibile, di dotto: dotto, s'intende, come
poteva darsi in un convento del secolo nono '). Pare, al-
1) Per me il monaco scriba può coincidere con l' autore delle

poesie medievali contenute negli ultimi fogli del codice. Egli — fuor
di dubbio — Ila trascritto il codice in Italia, dove è venuto solo dopo
l'856 se fa menzione, lungo il colice, di una regina Augelberga, che
non può essere altra dall'Angelberga, .«posa a Luigi II nell'856 e
morta nell' 890: gli elementi offerti dal margine e dalle glosse del co-
dice ci autorizzano a pensare la data della morte di Tadone arcive-
scovo, con la quale si interrompono le poesie ultime del codice, come
il limite ultimo della trascrizione di questo.
2) Cfr. Magnus in Hermes. XXXIX (1904) p. 30.
3) Si ritrovano nel margine, lungo il codice, aunotazioni o ri-
chiami o riscontri che la memoria poteva suggerire al dotto nnonaco

scriba. Si è detto clie, per essere le note o i ri^ hiami marginali at-
tribuiti al trascrittore del mss., i margini dovrebbero essere più spa-
-
206 A. BERNARDINI
meno, dalla natura degli excerjda per la sua miscellanea,

dovesse essere un maestro di grammatica o di re-
eh' egli
torica del convento, così che il suo ufficio gli fece porre
da banda, nella trascrizione, quel che ai suoi bisogni non
fosse utile : lo mostrerebbe, per non dir altro, la natura
frammentaria del nostro Ovidio e la disposizione tutta ar-
bitraria, personale delle poesie oraziane, che non è affatto
strano pensare siano state prescelte ed accomodate ad uso

dei discenti. Il monaco dà prima gran parte agli scrittori
di cose grammaticali, Dioscoride, Servio, Chirio Fortuna-
ziano, Aurelio Agostino, Clodiano : dà poesie di saggio,
Orazio, Ovidio: infine un'opera storica, la storia della Bri
tannia del venerabile Beda '). Non era cosi pratico dei ca-
ratteri dei suoi esemplari — evidentemente, per manco di
esercizio, non essendo egli copista di professione — che a
volte non introducesse, nel testo, mende molto materiali -).
È anche possibile che, nella sua qualità di letterato, egli

facesse qualche cangiamento di sua testa non già che le ;
sue potessero essere di quelle correzioni intenzionali pro-

prie della Rinascenza; ma certo un monaco, fornito di una
certa istruzione, poteva darsi a correggere, spinto da af-
ziosi (cf. osservaz. dell'Hagen in Magnus, Stud. I cit.). Ma quali note

voluminose voleva fare il buon monaco?
fugace riscontro, un Un
nome d'altro scrittore e bastava. S'incontrano, per lo pia, ricordi di
grammatici e poeti, specie di Virgilio: Donato è nominato dodici
volte, ai versi di Orazio : sedici volte Prisciano e ancora Capella,
Fulgenzio, Isidoro ecc. Virgilio in riscontro ad Orazio quattro volte
e a Metam. I, 106 (fol. 187'' col. I): et quae deciderant pattila lovis
arbore yìandes è in margine Vf: il richiamo è sfuggito al Magnus.
«) Cf. Ritter, edìt. Horut. 1856, Lipsiae I. Prole;/. X. p. xxxiii
:= qui librum Beniensein sibi fecit, iìle noìi lioc secutus est ut exemplar
suum in integrum describeret, sed caiminum ac ntetrorum exempla di-
scentibus praebere vuluit^ . . . saepits enìm partes cai mìnum consulto omi'sit
ubi versus ascripti exemplìini idoneum suppeditasse visi sunt. — Il che
può valere anche pel frammento ovidiano.
«i Ancora il Ritter. op. cit. loc. cit. — p. xxxiv = Nec quicquam
bonitati ac fidei codicis derogatur quod scriptor eitis, cum artis scribendi
non tam inippritus quam in eo negofio parum exercitus essef, multa
calami vitia adianxit.
STUDI SOLLK METAMORFOSI DI OVIDIO. 207
finità di suoni tra parola e parola o cercando un signifi-

cato, per lui, più completo. Nascono così varianti alquanto
diverse dagli errori meccanici che costituiscono una delle
qualità più spiccate degli acribae [ìiuttosto ignorantelli del-
l'evo medio '). Per limitare le osservazioni al nostro fram-
mento ovidiano, particolari esteriori ci fanno scorgere la
mano di un monaco esperto. Nel fol. 188''^, proprio tra i versi
del primo libro e il principio del frammento del secondo, ed
ancora tra il secondo ed il terzo, si trova una specie di in-
dice del contenuto del secondo e del terzo libro delle Meta-
morfosi. Sono diciassette indicazioni per la materia del se-
condo nove pel terzo. Non si può credere che tali indici
;
rimontino all'archetipo: anzi che in questo mancassero può
I) Indubbiamente, le scenae suppositae di Hermolaus Barbarus
all'Amphitruo di Plauto (et. Ritschl, Opusc. II. 46), non le avrebbe

scritte un di questi frati, anche se di una certa bravura. Ma alla
correzione dei testi essi erano, nel fatto, tentati e non é detto che,
correggendo anche con l'ausilio di codici migliori, essi correggessero
dov'era da correggere. Si ricordino versi, che il Watteubach (cf. Ma-
i
gnus, Studien.Y in Wissenschaftl. Beilagezum Pro;ir.de> Sophien-Gymn.

(Berlin) 1893, p. del nono secolo Claudiani librum milii
16 n. 1) cita, :
vestrum mittite, quem currigere nostrum valeam male falsum.

quaeso |
pei'
E nella tradizione plautina, il ms. J del XII secolo (cfi-. Lindsa3^

Introduction à la crit. des text. !nt. Trad. Waltzing, Paris, 1898, p. 36),
per l'intervento di un savant abòé, è, di tiitti i mss. plautini del se-
colo XII, quello che ha meno valore. •/ è una copia una versione
di
correfla: poiché lo scriba di questa versione perduta aggiunge, a fin
di codice, un epigramma riprodotto in J ^= Exemplar mendum tandem
me compulit fpsum c/inctantem nimium Plautum exemplarier istum
\
|
ne graphiciis mendis proprlas idiota repertis |

adderei, et Ul>cr hic falso
patre falsior esset. A riguardo del nostro mss., propriamente del

e pili
Servius contenuto in esso, il Thilo con Hagen
(ediz. di Servio in collab.
Lipsia 1881, I. Praef. p. lxxviii) osservava: quamquam, liber et negle-
genter scrìptus est et Servii scholia valde decurtata praebet, tamen, ne
antlqiiisaimuin t>stem neglexisse arguerer .... ad primum Aeneidis librum
eius testimonia adscripsi. È lec'to credere, nel caso speciale di Servio,
che il cod. Bernensis, avendo chiari riscontri col Monacensis, si deva
riportare a un comune archet. corrotto, ma la critica non ha ancora
dimosti-ato tal parentela ed è sempi-e possibile pensare che le decur-
il Thilo accenna, siano dovute
tatiunes, a cui al monaco che trascri-
veva per uso suo o per bisogni di scuola.
208 A. BERNARDINI
farci sospettare la semplice considerazione che l'indice manca

in capo al primo libro. Il monaco ha creduto di poter co-
piare, incominciando l'opera, tutto il primo libro e non si
è curato di farne il sunto in indice. A un certo punto, si
può credere per comodità scolastica, si è interrotto e allora,

passando agli altri, ha fatto i sunti in brevi capitoletti,
dando, come saggio della poesia, soltanto una trentina o
poco più di versi di seguito. Mi par che ci siano elementi
sufficienti per creder più che probabile quel che il Magnus
osservava a proposito di questi indici : che, cioè, il loro
compilatore non sia una certa cultura *). Né
stato senza
lo Hagen pensava altrimenti, quando, chiudendo la ricor-
data prefazione alla riproduzione fotografica del Bernense,
diceva: Hahes monachum Ubrurum sitorum theaauros siimma
cura iuduistria j'ervolveiitem atque congeatas undique, codiciim
sterilitates locupletantem eundemque haud iìiepta cogltationum
siiarum sullert'ia horiim tenebrai extricantem -), Queste rifles-
sioni sulle conoscenze grammaticali e poetiche del bravo

monaco saranno per noi la chiave di molti errori, di cui al-
trimenti non potremmo darci ragione. La domanda che il
Magnus si fa, se il fragm. Bernense si riporti allo stesso
archetipo a cui risalgono i nostri migliori mss., soltanto
dopo il nostro esame potrà avere risposta ^).
Noto, intanto, le divergenze più notevoli tra B e la

famiglia 0: è della massima importanza vedere quali siano
le lezioni sicure che B ha di fronte a MN *).
Metam. I, 2 concoeptis nam di mutastis B ^) — di coe-

ptis nam vos mutastis 0. 15 et aer B— et aether «).
•) Cfr. Magnus — 1° stud. cit. p. 691, n. 6 — man sieht d'-r Ver-

fasser dieser Inìialtsanciabe ist nicìtt ohne Deìesenheit und Kenntiiitise.
2) Cfr. 1. e. p. Lxviii.
3) Cfr. Magmis. >Stud. 1, p. 692.
t) Per le collazioni molto diligentemente curate di O (M N), cf. Ma-
gnas, Studien. Vf. — Noch einmal Marcianus und Neapuìiianus in Wis-
senschafU. Beilage zum Jalireaber. des Sopliien-Gymnas. zu Ihrlln-Osien
1902. Programm Nr. 66, p. 1-66.
i>) Il fraginentuni Bernense (B) è coutrasseguato dall'Eliwald (edi-
zione 1903, I. Krt'L AnJiany, p. 332) con h.
«) La divergenza sfuggi al Magnus. Ma egli, che notava le dif-
15. 2. '909
STUDI SULLE MKTAMOUFOSI DI OVIDIO. 209
25 concordia B — concordi 0. locavitpos^ correct. B —

ligavit 0. 29 hic B — his 0. 33 coégit B — rede-
git 0. 36 diifundit B — diffudit 0.
«) 41 recepto B —
recepta 0. 50 utrumqne B — utramque 0. 56 ful-
gora B — frigora 0. 59 rotat fulmina B — regat. . . . .
flamina 0. 69 dissaepserat B — discerpserat 0. 70 fue-

rant caligine caeca — fuerant caligine multa N — massa
B
latuere sub 80 eductaque B — seductaque 0.
illa M.
82 sat usia peto B — satus lapeto pluvialibus B —
fluvialibus 0. 85 hominis ubi me B — homini sublime 0.
105 pomaque B — moraque 0. 107 euris B — au-
ris0. 130 dolisque B — dolique 0. 152 155 ^) ^)
173 hac parte B — hac fronte 0. 183 B— 0. fuit fui

190 temptata B — temptanda 0. 199 non fremuere B —
contremuere 0. 305 fulvos trahit B — fulvos vehit 0.
306 crururanes B — crura nec 0.
II, 12 viridi B — virides 0. 19 addivi B — ad-
clivo 0. *) 22 videbat B — ferebat 0.
ferenze di B da A arohetipo di MN(0), credeva, forse, la lezione

aether uua peculiarità di O per la possibile esistenza
: pei-ò, si badi,
della lezione nell'archetipo, che aether legge anche VHarleianus 2610

saec. X (cf. R. Ellis, Anecd. Oxon. class, ser. I, V. e Journal oj Pldlol.
XII. p. 62 seg.).
1) Il Maguus (Studien. I, p. 703) non sa decidersi per l'una delle
due lezioni, riconoscendo, a ragione, il valore sinonimico, in questo
caso, dei due verbi. Luoghi dubbi considera anche I, 69 atque ea B
vix ita 0, e 1, 70 fuerant caligine caeca B fuerant caligine multa N
massa latuere sub illa M. Quest' ultima lezione, eh' egli unica crede
possa rimontai-e ad A, è, per lui, anche la vera: ma su la questione
mi fermerò in seguito, g
2) gigantas'B gigant\\\s M gigantas N. Si può qui dubitare della

corrispondenza originaria di M? B ed si accordano con molti ?,
discordando solamente dalla vulgata — gigantes.

3) subiecfae BM subiecto N. M rappresenta la lezione genuina
d'accordo con B, ma in N si nota l'influsso posteriore, facilmente
visibile e continuo nella sua estensione, sulla purezza d'origine (cf. il
ricord. VI Magnus),
stud. del
4) La latinità classica non possiede la forma che O e la vul-
gata mantengono, adclivo per addivi [adcylvi suprascrip. addivi B —
ac clivo su rasura da mano seconda M cosi N di seconda mano, —
Studi ital. difilol. class. XVII. 14
210 A. BERNARDINI
III, 29 media B medio 0.

Prisc. —
33 venenis B —
veneno 0. 36 dea usaque B demissaque 0. —
39 ur-
nae B — iindae 0. 46 si velli B — sive illi 0. 49 fu-
nesti B — funesta 0. ') 53 telo correct. B — ferro ^).
Tre categorie di lezioni possono facilmente costituirsi:

alla prima si riportano molte lezioni evidentemente errate
di B, divergenti da 0, che son dovute a cattiva lettura o
a divisione irregolare delle parole dell'originale : la seconda
comprende i pur essendo e in B e in
casi ne' quali, con-
servata la stessa parola o una affine di suono, e' è però un
distacco o nella terminazione di essa o nell'interno, per
gravi cambiamenti avvenuti : nella terza categoria, eh' è la
decisiva a stabilire il valore del frammento, saranno ag-
gruppate le lezioni in cui si riconosce una diversa recen-
sione : nelle due ultime categorie spesso si lascia scorgere
chiaramente la tendenza del trascrittore a cambiar il testo
per deliberato proposito.
Se dalla trattazione critica dei luoghi discrepanti si
rileverà la inferiorità di B, per questo fatto non si potrà
più ritenerlo come la più pura fonte del testo metamorfo-

siano : che se poi, nei casi più controversi, l'origine imme-
acdiro di prima). Della larghissima esempliticazione, cf. Cicer. ad

Quint. fr. 3, 1, 4 — Caes. b. gali. 2, 29, 3. 7, 19, 1 —
Verg. Georg. II, 276 —
Ov. Metani. IX, 334. X, 53 Manil. II, 918 —
Colum. II, 16. 4. —
Ili, 13, 2 IV, 19, 3 —
Tac. Agric. 35 ecc. (cf. il Thesaurus alla pa-
rola). Ma in Paul. Fest. 59 ^— loca quaedam devexa subinde ft adcliva.
Heges. 5, 46. Tauri montis adclivis collibus. Come scrisse Ovidio? La
questione non è cosi semplice come può sembrare. Che alla forma in
disuso si sostituisca, correggendo, facilmente la usata, non è mera-
viglia, ma, se non s'immagini che adclivo fosse nel testo originario,
non ci si spiega il passaggio da addivi.
») Può, in 0, funesta aver assunta la terminazione tinaie da tabe
che segue, ma niente impedisce di crederla lezione originaria. Ca-

pace di portar /ttJiws è come tabes cosi venenum (hos necat adjlatu fu-
nesti tabe vrnenì) e volentieri tabes, in casi consimili, si accompagna
ad aggettivi qualificativi. Cf. metam. II, 807-08 awxi'a luce gemit bnta-
que ìJiiserrima tabe \
liquitar — IX 174. 75 ambustique sonant nervi cae-
caque medullis \
tabe liquefactis.
*) B non ci fa rilevare la facilità con cui il buon monaco tra-
scrittore cangiava la lezione genuina?
STUDI SULLE METAMORFOSI DI OVIDIO. ,211
oliata degli errori di B potrà ricoudursi al trascrittore e B

ed si accordino in molti luoghi, in cui l'ipotetico X di-
scorda, allora parrà certezza quel che pel Magnus era da
dimostrarsi : che l'archetipo di si riporti, a quello di B i).
1 — Da cattiva lettura delle lettere dell'origiDale nacque

facilmente metam. I, 59 rotat . . . fulmina per regat . . .
fla-
miua, e forse I, 182-183 illa |
tempestate, fiiit per i.t.fui.
A cattiva divisione si riportano invece I, 82 quam sai
usta peto di B per quam satus lapeto, dove è lecito anche
scoprire il procedere tra cosciente e meccanico del copista,
che fermatosi alla prima parola significativa sat, confor-
tato dalla forma conosciuta ^êô, ha fatto del nesso che ri-
maneva due parole, non importa se di colore oscuro I, 85 —
hominis ubi me dedit per os homini sublime dedit I, 306 —
crururanes (per crura nec —
con errore doppio di lettura e
di divisione), che, nella sua strana forma di nominativo plu-
rale, fu preso forse per un nome proprio III, 36 dea usaque —
per demissaque —
46 si velli per sive illi. In I, 41 l'abl.
III,
campoqve verisimilmente trasse con sé recepto, che manca
di significato, o, forse, per essere il foglio consumato o in
qualche modo deteriorato, nell'originale di B non era vi-
sibile chiaramente la fine del verso. Ad errore comune di
aplografia si devono I, 80 eductaque per seductaque, prece-
dendo tellus e II, 12 viridi siccare per viridis siccare ^).
Invece in I5 130, doli^que di B, in cui Vs fu immesso
per la vicinanza dei due nominativi plurali, fidesque in fine
del verso superiore, /rattcZesg'ue immediatamente susseguente,
ha dato appiglio all'Ehwald {ediz. metam. 1903. I. Krit. An-
hang, p. 334) di sostituire dolusque. Egli conforta il sin-
golare tra plurali con Tacit. hist. V, 12 prodia dolus in-
<) contrassegna un codice ipotetico derivato, come 0,

X, con cui si
dall'Archetipo che manca, sarebbe l'originale di gran parte di g.

ci
Ad esso si riporterebbero molte delle leijioui corrette in 5 e scorrette

in O (cf. Magnus. Studien. ITI. Die familie in Jahrbb. flir klass. Phi-
lol. 1894, p. 191-207).
2) Che bernense sia stata compilata per uso pri-
la miscellanea
vato, rilevasi anche dal fatto che mancò ad essa la revisione del cqr-
rector. in seguito alla quale errori cosi evidenti sarebbero spariti.
212 A. BERNARDINI
cendia Inter ipsos. Ma è inutile andar cosi lontano, quando

la diversità di lezione è così facilmente spiegabile.
2 — In I, 25 dissociata locis concordi pace ligavit^ dove B
legge concordia, le leggi metriche sono irreparabilmente
offese, se si immagina che al trascrittore ha qui sorriso il
concetto disgiuntivo di concordia e pace, anziché di con-

corde pace. Ma egli può aver pensato, sebbene con sforzo
di cui appena sarebbe stato capace, a concordia, neutro plu-
rale : (quae) dissociata (erant) concordia (fecit et) ligavit.
Nello stesso verso l'originario locavit di B, subito giusta-
mente corretto, è nato da confusione di lettere.
Così in I, 29-30 densior his tellus elementaque grandia
traxit, hic di B
può esser nato da scambio di lettera, ma
il trascrittore potè anche essere ingannato dal pensiero che
il poeta con hic voglia far sentire ch'ei trovasi nel luogo
occupato dalla terra nello spazio, divisi gli elementi dal
Chaos. Qui invece si istituisce un paragone coi versi pre-
cedenti e densior his è apposizione modale che fa tutta una
frase con tellus.
I, 36-37 tum freta diffundi rapidisque tumescere veatis

ivissit et ambitae circumdare litora terrae i).
legge diffudit —B diffundit. Nella elementorum separatio

che si svolge in v. 32-71, tutte le azioni del dio, che dà
impulso alle varie trasformazioni e sistemazioni degli ele-
menti, sono riportate al passato, perciò difficilmente si giu-
stificherebbe la presenza di diffundit presente. La lezione
diffundi è di due codici Heinsiani -).
1) Per le citaz. delle Metam. mi servo dell'cdiz. Haupt-Ehwald.

Berlin, Weidmann, in 2 voi. 1898-1903.
Se mai, questa lez. potrebbe avere qualche peso. La divisione
2)
dal Chaose il successivo disporsi nello spazio degli elementi, sono,

per ciascuno di essi, rappresentati con un processo formale sempre
costante. L'opera di divisione da parte del dio (v. 32-35, 88-42, 44-53,
67-68) è espressa in tanti perfetti : l'opera di disposizione invece ha
si nel perfetto {iussit) l'impulso del dio, mentre le successive inodi-
ficazioni in seno all'elemento sono indicate con infinitivi (v. 36-37,
STUDI SULLE METAMORFOS] UI OVIDIO. 213
I, 40-51 quavum quae media est, non est liabitabilis aestu:

nix tegit alta diias: totidem inter iitrumque locavit
temperiemque dedit mixta cum frigore fiamma.
legge utramque. Vano è il confronto che, a giustificar

utrumque^ nell'ecliz.ehwaldiana di M. Haupt si fa co' luoghi :
metam. II, 138 seg. neu te dexterior tortum declinet ad

anguem |
neve sìnistevìor pressam rota ducat ad ararti inter |
utrumque tene ... e Vili, 203 seg. instruit et natum '

medio '
que 'ut limite curras j

Icare^ ait ' moneo, ne, ni demissior ibis
|
unda gravet jjennas, si celsior, ignis adtirat, j

inter utrumque
volai'. dove il primo inter utrumque
. . = inter tortum an-
guem, et pressam aram e il secondo = inter undam et ignem
sono, per la diversità di genere dei sostantivi, necessari.
Cosi negli esempi che ai già ricordati dal Burmann (ed. 1822):
faU. Ili, 774 — revi. 810, aggiunge il Magnus {Stud. 1, p. 700):
fast. II, 244 — a. am. II, 63 — trist. I, 2, 25 — hai. 85, o
ritorna il caso dei luoghi esaminati o in essi inter utrum-
que assume il valore generico: 'tra una cosa e l'altra', il
che accade specialmente quando si tratti di posizione astratta

e non materiale, com' è nel nostro luogo *). Il valore che
lo Haupt dà qXV inter utrumque, considerandolo come forma
avverbiale, corrispondente al nostro generico '

in mezzo ',
può nullameno estendersi anche ad inter utramque e non

è poi propriamente esatto, la espressione in latino rima-
nendo sempre nel suo significato concreto tra una cosa e :
l'altra 2).
43-44, 54-56, 69-71). Regolare quindi sarebbe la lez. dei codici hein-
siani, seguiti Ma bisogna andar cauti nell' insistere su
dall'Ehwald.
tali rispondenze, specie in Ovidio è vero anche per rapporti di pe- :
riodi quel che il Magnus notava per i riscontri di parole (cf. Her-
mes XXXIX (1904), p. 31).
*) Ad es: in rem. 808 seg.: lenis aìit fiammas, grandior aura necat
\
aut nulla ebrietas, aut tanta sit, ut tihi curas \

eripiat: siqua est inter
utrumque, nocet ritrovasi inter utrum([ue genericamente usato tra
. . :
nìhil etantum ebrietads', uso qui giustiiicatissimo, perchè si conchiude

una coppia di antitesijdiverse, dell'aura lenis grandior e della nulla
o multa ebrietas.
2) La congettura utrasque del Rappold {Zeitselirift filr osterr.
Gymn. 1881, p. 805) mi sembra vana.

214 A. BERNARDINI
I, 69-71 vix ita limitibus dissaopserat omnia certis,
cum, quae pressa diu fuerant caligine cacca,
sidera coeperunt toto efiervescere caelo.
Discerpserat — Dissaepserat di B è, pel Magnus [Sfud. cit.
p. 697), che si rifa ad una nota dell'Heinsius (cf. edizione

kfud. Cnijìpingi, Amstel. MDCCII), indiscutibilmente mi-
gliore. Bene si affa a limitibus e all'opera dissociatrice e
regolatrice della mens melior il verbo (liskaepire, ma non
si può escludere o posporre discerjjsevat i). Nelle Metam.
non ricorre, fuor di questo luogo, né dhsaepire né discer-
pere. Un' azione, che possa riportarsi a questa presa in con-
siderazione, è espressa con discerno V, 324 .... et aeptem :
diacretus in ostia Nilus, e, ancora più lontanamente XI, 698-99

neque enim de vitae temjjore quicqudm non sima! egissem nec |
mors discreta fuisset ^). Dissaepio e discerpo, pur bene rappre-

sentando ambedue l'atto di divisione degli elementi, dif-
feriscono nella nozione dello sforzo, più sentito nel secondo.
Perchè escludere qui l'accezione dello sforzo?
1, 82-83 quam satus lapeto, mixtaro pluvialibus undis,

finxit in effigiem moderautum cu nota deorum.
Tale è la lezione di B — flavialihus è in 0. — L'osserva-

zione del Magnus che, mentre pluvialis spesso ricorre in
Ovidio, manca invece Jluvialis, sostituito, in tal senso, da
Jìitmineus, è attenuata quando si consideri che una sola volta
jjluvialis è, nelle Metam., unito ad aqua: ritornano spesso,
invece, fiamineae undae : metam. XIV, 599 uhi tectas harun-
dine serjjit |
in freta flumineis vicino Numicius undis —
XV, 665-66 aut sua jiuminea cum vidit Cipus in unda cor- \
nua. — Che Jluvialis, in ultima analisi, abbia tutto il si-
1) Molte di queste lezioni saranno sottoposte a più lunga di-

scvissione in una mia più ampia recensione delle Metamorfosi. Ora
mi preme mettere in cliiaro la inferiorità, o, almeno, la discutibilità
delle lezioni di B.
2) La lezione insostenibile della vulgata — discreverat — forse fu
suggerita da questi lontani riscontri.
gnifìcato dì Jfumineus nessuno disconoscerà e la scarsa esem-

plificazione non fa indiscutibile iduvialibus '). Affrontando
la questione dal lato del senso, non si vede in Jluviallbus più
che in iduvialihus la speciale determinazione (lounderliche

Speciali îerung) che nota Magnus, perchè a formare l'im-
il
pasto di fango, da cui nascerà 1' uomo, può evidentemente

contribuire come l'acqua piovana così quella del fiume ^).
I, 107-108 ver erat aeternnm, placidiqvie tepeutibus auris

mulcebant zephyri natos sine semine flores.
B legge euris. Tepentibus è aggettivo che ben può unirsi

a venti e la vicinanza di zephyri poteva ben richiamare la
menzione di euri, tanto più che nei v. 60-66, si legge una
descrizione dei luoghi occupati dai venti e tra i primi ri-
corre il nome di Eurus e di Zephyrus. Ma il buon monaco,

in fatto di venti, non conosceva il brutto appellativo che
il poeta dà altrove a.]V Eurus: metam. XV, 603-04 qualia suc-
cinctis^ ubi trux insibiiat Eurus, murmura pinetis fiunt. |
I, 188 segg. pei'dendum et mortale genus: per flunaina iuro

infera sub terras Stygio labeutia luco !
cuncta prius temptata sed immedicabile corpus

ense recidendum, ne pars sincera trahatur.
La lezione temjAatn di B {temptanda 0) è dal Magnus re-

putata correttissima e inserita fra le ormai sicure (stud.
cit. pag. 697). Ne dubito. Giove sdegnato delle infamie

umane e specialmente della scelleratezza di Lycaon, stabi-
lisce, nel consesso degli dei, la fine degli uomini e tal de-
creto accompagna col solenne giuramento su le deità in-
fere. Secondo la lezione di 0, segue una riflessione a mo' di
1) Anche in Virgilio, flaviales modifica spesso undae. La ragion
metrica giustifica la frequenza di flumineus, che si ritrova è bene —

notai'B per l'arte ovidiana —
.:;ei due ultimi libri delle INIetamorfosi.
2) Il Magnus concepisce la creazione dell' uomo fatta dal fango
beli' e formato, ma, in Ovidio, Prometeo mescola all'acqua la terra

che ancora retinchat
receìis, si mina caeli e la foggia in ejfigiem inode-
rantum cuncta deorum.
216 A. BERNARDINI
sentenza: tutto deve prima tentarsi ma la piaga immedi-

cabile deve recidersi, se non si vuol perdere la parte sin-
cera del corpo. Tal discorso non fa una grinza, mentre, con
temjjtata, gli dei sarebbero assicurati che tutte le vie furon
tentate : dichiarazione di cui qui non si vede necessità. As-
surda è la punteggiatura del Merkel (ed. 1900), il quale
stacca il perdendum . . . genus dal giuramento che collega
invece con cuncta prius iemjitaUi. Così Giove, poco rispet-
tosamente per sé stesso, giurerebbe solennemente, a far
yjersuasi gli dei cheveramente tutto fu tentato per salvar
l'uman genere. Ma l'ethos del giuramento solenne, in Ovidio,
richiede ch'esso si accompagni sempre a promessa o a de-
cisione che avrà il suo compimento nel futuro ^) metdm. :
I, 45-46 promis&i testis adeato |

dls iuranda palus, oculia in-
cognita nostris ! E come Phoebus sopravviene il penti-

a
mento dopo la promessa ma ormai il giuramento ha
!
reso la cosa irreparabile 49 poenituit iuraase patrem) (v. —

IT, 101-102 dahitur {Stygias iuravimus undas), qiiaecum-
—
\
que ojjtaris : sed tu sapientius ojjta III, 289-91 nullam !
jpatiere repuham. quoque magis credas^ Stygii quoque conscia

—
\
sunto I
nuniina torrentis : timor et deus ille deorum est
VII, 93-98 servabere munere nostro: |

servatus pìromissa dato:
per sacra triformis |
ille deae lucoque foret quod numen in
ilio jjerque patrem soceri cernentem cuncta futuri |

even-
—
I
tusque suos et tanta pericula iurat. Il trascrittore di B

non capi il prius o, nell'originale essendo temptdda, gli
sfuggì il segno d'abbreviazione?
I, 199-200 contremuere omnes studiisque ardentibus ausuin

tali a deposcunt
Anche qui il Magnus {stud.. cit. p. 702) dà, senza discus-

sione, come induV)biamente sicura la lez. nonfreniuere di B,
Specialmente se si tratti di giuramento divino fatto a dei,

i)
che, evidentemente, non ha bisogno di riferirsi ad avvenimenti pas-

sati. Il gran giuramento su le deità infere si accompagna sempre con
la menzione del futuro, mentre in Metani. I, 768 seg., dove Clymene

vuole assicurare Phaethon che Phoebus è suo padre, ella giura per
tuba}- hoc .... radiis insigne coruscis.
STUDI SlJLLp;; MKTAMORFOSI DI OVIDIO 217
dove soltanto considera non come un Ltbe- udar acìireib/ehler.

Anche qui faccio le mie riserve e mi sembrano sufficienti
a dar ragione di contremuere di 0, gli argomenti dell'edi-
zione Ehwaldiana: sie erhehten vor Schrecken ilher die sie ither-
rascltende Mitteilung ; ..devi contremuere entspricht die Favsitng
.
von 202. Der ente Vergleich hezieht sich hdiglich auf die Stim-
mung der Versamnilung, der ziveite erat (205) aiif die lup-
piters.L'atto degli dei al racconto della /«r/ias di Lycaon
è messo a riscontro dal poeta con l'orrore e la paura da
cui fu preso il mondo quando si tentò, col sangue di Ce-
sare, di spegnere il nome romano: v. 200-05 sic, cum manus
impia i-aevit |
sanguine Caet,areo Romanum extinguere nomen, )
aftonitum tanto auhitae terrore ruinae humanum genun est

[
tvtusque jierhorruit orhia: |

ìiec libi grata minus pietas, Au-
guste, tuorum I
qnam fuit illa Jovi : si intende la pietas
degli dei ').
i) Quanto a, contreine^co si noti che, come contremo, ha valore di

R/iioue fra il fremere e il tremare (cf. il fraram. di Pacuvio in Cicer.
de orai. Ili, 157 e Lucr. V, 1219). Confremesco e confremo nonché in
altri luoghi di Ovidio, non si ritrovano in autori della classicità. —
Incerta è l'interpretazione che dell'esordio di Lycaou dà il Vollgraff"
{De Ovidii Mythopoeia 1901, pag. 8 seg.). A proposito del confronto
della empietà Lycaonia con quella degli uccisori di Cesare (v. 200-205),
il Vollg. si ripete la domanda del Haupt, se cioè si tratti qui di G. Ce-
sare o di Cesare Augusto. Egli si pronuncia per una congiura fallita

contro Ces. Augusto: Si chim de lidi Caesnris caede sermo fuisset, vix
apte Augtistus v. 204 sq. pietatis suorum commonefieret totum igitur liunc —
loGum postea a poeta insertum esse apertum est. Ma la vecchia questione
di una seconda revisione delle Metamorfosi non si potrebbe certo
risolvere con l'aiuto di tale interpretazione. La contraddizione del
poeta non sarebbe con tutto o con l'idea generale del fiotto Lycaonio,
ma nel paragone Cesariano. Non bisogna però pensare di ritrovare
in Augusto tntto ciò che si ritrova in Giove di fronte alla congiura
di Lycaon, ma la pietas che gli dei mostrarono a Giove scampato, i
fidi la mostrano verso Augusto, rampollo ideale dell'opera Cesariana,
sfuggito felicemente alla manus impia. Il fatto che questa saevit ....
extinguere, dà contezza di sangue certamente vei*sato. Dove è il ri-
cordo di tale feroce cospirazione contro Augusto? Dal testo non è
è lecito, nemmeno lontanamente, arguirlo. Si pensi piuttosto alla fine
del I libro delle Georgiche e alla conclusione delle Metamorfosi:
l'apotheosis di Cesare è un rónog della poesia augustea. Nel nostro
218 A. BERNARDINI
III, 28-30 sii Vii vetus stabat nulla violata securi,
et specus in media virgis ac vimine densus
Cosi B— legge in medio. Può stare in media, ma la forma

in medio avverbialmente usata, è confortata dall'hethos ovi-
tliano —
mctam. Vili, 677 candidila in medio favus est, dove
in medio, parlandosi
di mensa, vale nel mezzo della '
mensa —
XI, 234-35 myrtea silva anheat hicoloribus ohsita
'
baci$. est specus in medio, dove ritorna fino il particolare

I
di silva e di sjìecus. Pel solo medio, cf. metam. II, 137;

X, 601 XI, 610 0- ;
III, 33 igne micant oculi, corpus tumet omne venenis.
legge veneno. A difesa di venenis di B, il Magnus {stud.

cit. pagg. 702-703) muove dall'antichità e dalla purezza del
Bernense, mentre questa proprio ha da esser provata con
la discussione delle lezioni. Né veneno merita la qualifica
di triviale {platt), anzi il singolare, a preferenza dell'eletto
(geioàhlt) plurale, è nei gusti del poeta — metam. 777 II,
pectoì'a felle virent, lingua est suffitsa veneno — X, 23-24 causa

viae est coniunx, in qiiam calcata venenum \
vipera diffudit cre-
scentesque abstulit annos — con aggettivi, II, 198-199 hunc
puer ut nigri madidum sudore veneni |
vulnera curvata mini-
tantem cuspide vidit — III, 49 hoa necat adjlatu funesti tabe
veneni — IV, 600 attulerat secum liquidi quoque monstra ve-
luogo, con sanguine caesareo. si fa allusione sì alla uccisione di Ce-

sare, ma si fa capire con ciò che segue (v. 205) che fortunatamente
il proposito empio dei congiurati non fu attuato, poiché Augusto,
del sangue di Cesare, scampò al pericolo che stava per ruinare la
divina stirpe : naturale quindi la pietas mostrata verso lui che so-
pravviveva, quasi a padre rimasto. Finissima è la mossa del poeta.
1) Il Magnus [stud. cit. p. 703, n. 33) riconosce un plus di veri-
simiglianza per in medio e ciò anche contro il fatto che in media è
in Prisciano VI, 7G. Ma in un codice di Prisciauo del sec. IX leg-
gesi in medio. A ogni modo, quando si pensi alla maniera errata con
cui grammatici citaao, a volte, dai poeti (esaminerò la citaz. che
i
di metam. I, 15, fa Porphj'rione a Horat. carm. Ili, 4, 29) si audrà cauti

a fidarsene, specie quando i migliori codd. contraddicono.
STUDI SULI.E METAMORFOSI Ul OVIDIO. 219
neni — 506-07 vergit furiale venenum [jectus la amhorum —

Vili, 123 semina mollit humus valido praetincta veneno —
IX, 130 emicuit mixtus Lernaei tabe veneni 171 — stridii co-
quiturque ardente veneno, Venenis ne' pochi luoghi ricordati

dal Magnus, è sempre in compagnia di aggettivi ').
3 —
L'ultima categoria sarà conchiusa dalla discus-
sione delle due lezioni, che, danno il j)iù valido aiuto alla
soluzione della nostra questione: l'ultima costituisce la base
del giudizio che il Magnus fa del frammento.
I, 2-3 di, coeptis (nam vos mutastis et illas)

adspirate meis
B legge — concej/tis nam di mutastis. Il Magnus {stud. cit.,
p. 706) riconosce una glossa in di, inserita nel testo di B. Ma

potrebbe essere altrimenti ^). Conceptis, che, scompagnato da
niente^ non è dell'uso classico, ma piuttosto ricorre, nell'età
di mezzo, nel significato di veroiiiafu'va, dhiuiiiéva ^), è sem-
brato al trascrittore piii adatto che coeptis.
I, 69-71 vix ita limitibus dissaepserat omnia certis

cum quae pressa diu fuerant caligine caeca
sidera coeperuut toto eltervescere caelo.
Cosi B — in M massa latuere sub illa — in N fuerant ca-

ligine multa. Magnus {Hermes 40 (1905) Ovid. Met. in
Il
doiopelter Fassung? p. 288, n. I) immagina che la lez. di B, che

fa risalire a età remota ma non all'autore, sia dal margine
di passata in N. In 0, e forse nell'originale di B, dove-
vano essere ambedue le varianti, ma non si può piegare
per r una piii che per l'altra. La lezione di B e N è ab-
1) L'origine di veneno in A (originale di 0), com'è spiegata dal
Magnus, mi pare inverosimile —

(in A) vielleicht die das Auge tauschen-
den Scìilusse von v 31 und 32 beigdragen liaben. Ma a riguardo de'co-
.
sidetti plur. poetici, cf. E. Norden. Aen. Buch VI, p. 399. Der sogen-
nante Tropus der Synekdoche, e Maas. Archiv fiir lat. Lex. XII 479 550.
2) Espulso dapprima di, è stato poi, per mantenere l'allusione
necessaria agli dei, sostituito a vos.
3) Cf. Goetz. Thes. gloss. eniend. VI. 1, MDCCCXCIX, p. 217.
.
220 A. HERNARDINI
bastanza antica, se a cneca si è potuta sostituire, giungendo

a 0, la glossa esplicativa multa né poi si può escludere
ch'essa non rimonti al poeta. Non sono, d'altro canto suf-
ficienti le ragioni addotte dal Magnus, che dai passi ovi-
diani in cui ricorre la parola massa, vorrebbe indurre che
la genuina è la lez. di M. Ed egli non crede che ilpoeta
pensasse a âfigo canea, quando aveva scritto, in I, 24 quae
j'ostquam evoìvit caecoque exevìit acervo e distinto, nel v. 26,
il luogo in cui Vignea via et siiie pendere cntli doveva po-
sare, quando aveva, nel v. 54, già assegnato il posto alle ne-
hulae e nuhes e, finalmente, nel v. 68, purificato Vaether da
tutte le faeces terrenae. Ma il richiamo alla precedente se-
parafio elementorum potrebbe, se mai, servire a rilevare,

nel V. 70, ripetizione di concetto, non jêrò ad escludere od
affermare l'una o l'altra delle due lezioni, perchè l'una e
l'altra bene esprimono la liberazione delle stelle da qual-
che cosa di grave che, avvolgendole, non permetteva che
splendessero. Qui ci abbattiamo nella vecchia questione, se
nelle Metam. si ritrovino indizi di doppia recensione. I no-
stri non sono giunti a risultati sicuri ne il
studi ancora :
Magnus persuade co' suoi argomenti ad escludere, uè gli altri

ad ammettere varianti nel poema da parte del poeta *).
In I, 105 cornaque et in duris haerentia mora rubetis,
lo scambio poma di B si deve, forse, a riscontri di altri
luoghi, segnati in margine dell'originale. Nel poema, una
sola' volta IV, 127 — —
troviamo mora in tredici luoghi :
pomum o poma.
1, 171 seg. plebs habitat diversa locis: hac parte poteutes

caelicolae clarique suos posuere peiiates :
hic lociis est.
1) In contraddÌ!sioue all' ai t. ricordato del Magnus cf. R Helm,

De metam. Or. ìocis dwpl. recens. servatis in Fes'schiijt luhann. Vahlen
fjewidmet p. 337 seg. — Ehwald R. in Burs. Jahresber. 1901 II, p. 251 —
Vollgratf in De Ov. Mythop. 1901, p. 37. — Zielinski, MarginaUen in
Philologus LX 1901, p. 9 seg. Per la questione se l'archet. di B sia
o no indipendente da A (archet. di 0), si noti Li coincidenza di B
e N, anche contro M.
B hac imrte — hac fronte. La nota topografica del Leo

(cf. ediz. Ehwald.^ nota al verso) e le osservazioni, al v. 17G,
dell'ediz. EhAvald., giustificano hac fronte. La Saturnia arx
e le abitazioni degli dei nobilea, che intorno a quella, al
culmine della via Lattea, si raccolgono, appariscono come

un solo e vasto edifizio, di cui è possibile considerar la
parte visibile come la gran facciata della strada, mentre
la j/lebs (scil. deoriim) ìiahitat diverga loci.i. E il ravvicina-
mento della reggia celeste se non proprio alla disposizione
delle città moderne (ciò che dispiacerebbe al Magnus), è
fatto a qualche cosa di simile, al Palatino, che — zit Au-
gustuti Zeiten das gldnzendate Stadtqaartler war^ in dem ausser
den Hàasern der Reichsten und Vornehmaten auch der Palasi
des Auguatus lag i).
II, 21-23 protiuus ad patrios sua fert vestigia vultus

consistitque procul; neque enim propiora ferebat
lumina
Secondo B che legge videhat per ferebat, Phaethon è in con-

dizioni da non vedere da vicino i lumina, che sono eviden-
temente i raggi che partono dal volto di Phoebus, se è lecito
accostare questi versi ai v. 40-41 ma, allora, non si com-
:
prende perchè egli deve soffermarsi da lontano. Invece da

ciò che segue, v. 40-41, si rileva che quando Phoebus, prima
di rispondere alle ansiose domande del figlio, vuole abbrac-
ciarlo, circum caput omne micantes i depoauit radios 'propiusque
accedere itissit. Dunque il figlio si era fermato da lungi, per-
chè la potente luminosità del sole era insopportabile ai
suoi occhi. Ferebat di mi sembra inoppugnabile *).
In III, 39 ejfluxere urnae manibus sanguiaque reliquit ecc.,

lezione di B, invece legge — undae. Dall'esame de' versi
precedenti si rileva la spontaneità di urnae, ma il poeta
1) Cf. ediz. Merkel. 1900, p. vi. attingit hoc ad quaestionem illam

difficilliinarn tupuyraphicam de adita nwntis Palatini: FRONS Palath,
si memini, est in JMirabilibus Urbis.
2) E si metta in relazione il v. 22 ncque enim propiora ferebat

lumina, col 41 propiusque accedere iussit.
222 A. BERNARDINI
non poteva pensare al contenuto? Non si comprende come

in si arrivi a uìidae, non corretto in N, che si conviene
essere stato messo a confronto con altri codici, se non si
crede originaria la lezione di 0.
I, 15-17 utque erat et tellus illic et pcutus et aer,

sic erat instabilis tellus, inuabilis unda,
lucis egens aér
Il verso 15 è malconcio nella tradizione manoscritta. B

legge — utque erat tellus illic et yontus et aè'r, con la ca-
duta di et dopo erat^ per aplografìa. M— quaqiie (i. r.) erat

et . . . et aether. N — atque ubi (ub i. r.) erat .... et ether.
Porphyrione ad Horat. carm. 29 utcumque mecum vos
Ili, 4,
eritis, nota il valore locale di utcumque e lo mette in cor-
rispondenza con ut del nostro verso che legge — qune re-
fugit tellus Ulne ut puntus et a'èr. A tutti i critici è risul-

tato evidente il forte guasto nel verso come è ricordato da
Porphyr. han tentato riconstituire il verso, salvando però

e
il valore locale di at. Mor. Haupt {Index herol. lect. 1861,

p. 195 segg.) legge — utque aer, tellus illic et jjontus et ae-
ther und ivo Luft, da loar auch Erde, Meer

ed interpreta '
und Aefher rimandando, per ut

' , too, a Catull. 11, 3 e Verg. =
Aen. 5, 329. L'Eussner {Gymn-Zeiischrift. XVI, p. 8-9), d'ac-
cordo col Riese — utque fuit tellus, illic et pontus et aer i).
I. Rappold {Progr. von Leoben. 1887, p. 8 seg.) seconda la

stessa tendenza, ma sente necessità di far corrispondere utque
a sic del v. seguente — utque ubi erat tellus, illic et pontus et
aér.H. Magnus [Jahrbb. fur Mass. Philol. 1887, p. 129 sgg.)

mantiene la lezione di M. Haupt, ma cambia di posto aiir
.ed aether — utque aether, tellus illic et pontus et a'èr. P. Lejay
{Rev. de Philol. XIX. 1895, p. 153-55), in una nota a Por-

phyr., propone —
Qua refugit tellus, illuc et pontus et aér.
Ma bene l'Ehwald {Burs. Jahresbar. 80, (1894), p. 90 seg.)

metteva sull' avviso che in Porphyrione il verso ha perduto
1) Cf. Riese io Burs. Jahreshericlit. 1883 XXVII — Bericld iiber àie
Liter. zu Ovid.
Ogni elemento primitivo, sì che è lecito credere o ch'egli

non avesse capito nulla o, ciò che è più probabile, ricordasse
molto male. Cosi verrebbe a perdere molto di valore la te-
stimonianza del grammatico. Per vero, né, nel nostro verso,
si scorge traccia di ut = dove, valore sconosciuto affatto ad
Ovidio né tanto meno noi sapremmo attribuirlo all'ita che
precede pontus ').
A torto si portò scompiglio in tutto il verso, mentre

discordia, ne' codici, si rinviene solamente in capo al verso:
divergenza in B e in v' è, in fine, per aether. In B, il
verso incomincia con utque. M

quaque (i. r.). N atqice uhi
(ub i. r.). Qui può soccorrerci Por phy rione in quanto la sua
testimonianza, che volge intorno ad 2it. ci fa sicuri dell'esi-
stenza della congiunzione sebbene in luogo e in significato
diverso. Ma in qual parte? Se si pensi che glosse con si-
gnificato locale ritroviamo proprio là dove B ha, ut e si
abbia presente la lezione sincretistica ictqua della vulgata,

ci si persuaderà che con M, si perdette utque,
la rasura, in
che bisognò sostituire con parole più chiaramente locali, a

mettersi d' accordo con Porphyrione -). Il verso va letto —
utque erat et tellus illic et jôntus et u'ér.
Ma ci abbattiamo in una nuova e più grave difficoltà;

il verso come notammo, in B chiuso da a'èr, in MN da
è,
aether. L'Haupt ricorse all'espulsione di erat, per dar luogo

ad ambedue gli elementi. Il Magnus lo segui, sebbene con
lieve scambio, e cercò dimostrare che, nel v. 15, deve ricor-
rere menzione di quattro elementi. Da una larga esem.pli-
fìcazione {art. cit. p. 129-30) raccoglie che il poeta nomina
<) Giustissimo è il giudizio severo che degli scoli Porphyr. ad

Orazio fa il Vollmer {Horat. Flac. Carm. Lipsiae MCMVII, p. vi) :
quantilla enim exisfimanda sit Porphyn'onis in recensendis vel explican-

dis verbis po'étae anctoritas, ipse invitus scholiis ineptis nlmis saepe demon-
strat. Né si può credei-e fosse egli più accorto nell'interpi-etazione di
altri poeti.
2) Una volta il qua assunto il valore di ut, la voce esplicativa
entrò subito, a sostituire la originaria in M, mentre in N il processo
non apparisce così chiaro. Un codice del sec. X, VHarl-eianns 2610,
che sembra legga Ulq^ {Va non è molto visibile), ci fa vedere il punto
di svolta alla lezione della vulgata.
224 A. BERNARDINI
i quattro elementi formulati a cominciare da Empedocle,

dove })artitamente viene a parlar di essi; con tre, invece,
indica la materia complessiva del mondo creato, il Kosmos ').
Coi risultati del Magnus facilmente si conviene, ma non
è giustificata l'applicazione della sua legge al nostro luogo.
Ei pretende, che essendo nei v. 9-14 già determinati i quattro
elementi, non si possa ora, lungo la descrizione della sepa-
ratìo elementorum, fare a meno di alcuno di essi. Ma osser-
viamo con l'Ehwald {loc. cit.) che prima del v. 21 'non si
fa vera e propria divisione di elementi, ma in forma ne-

gativa si confronta il mondo qual'è ora disposto e quale, nel
Chaos, non era. Nel v. 17, l'espressione — lucù egent, aether^
che ha dato, a torto, appiglio, per la sua natura pregnante,

a credere che rispondesse a due elementi di già nominati,
attesta la presenza, nel verso 15, di un solo elemento, che
dev'essere necessariamente aeÂer. Siccome nella massa del
Chaos, confuso colla terra e col mare, Vaether non faceva
sentire la sua virtù calorifica e raggiante, Va'ér era buio, es-
sendo che attraverso gli strati di questo a noi giunga il ca-
lore e la luce. Dice Ovidio sebbene là ci fosse e tellus e
:
pontus e aether (fonte di luce), pure la terra era instabile,

l'onda innavigabile, l'aria mancante di luce. E con ciò
si accorda mirabilmente la dottrina fisica degli antichi e spe-
cie degli Stoici, che facevano deìVaether la materia costitutiva
delle stelle, la zona del sole, della luna, degli astri donde si
diffonde, attraverso l'aria, la luce fin sulla terra. Cito dalla

Stoa di mezzo (in Diels Doxogr. p. 466. iStoh. ed. I) -): Aatgov
») E stabilisce una legge [art. cit. p. 131). Die Form Ovid) —

{bei
dreiteilung — ist wechselnd und vergdnglich, der >St off — die Materie —
ist eivig — vierteilung.
2) Studio importante è, nella ricerca delle fonti delle metamorfosi,
quello su le fonti filosofiche e più specialmente fisiche. A. Schmekel
(D/; Ovid. Pgthagor. doctv. adumbratione. 1885) ritrovò in Varrone la
fonte filosofica del libro XV, dov' è esposta la dottrina di Pitagora.
Per la creatio mundi e, in genere, per gli accenni fisici che ricorrono
nel poema, il Polle {Jalirbh. fiir klass. Philul. 1892, p. 53 segg.) pensò ad
Anassagora. l'Ehwald [Burs. Jahresher. 1894, 80 p. 45) agli Stoici, il Pa-
scal {Graecia capta, 1905, p. 130-150) ad Empedocle. Il Polle mette a ri-
scontro Diodoro siculo con Ovidio siccome Diodoro ricorda Euripide
:
15. 2. '909
óè firai (fjt.ffir ó Ilocfdiówviog aw/iia '^tTov è^ al^òQog ffvvsarrj-

xóg, kafiTTQÒv xal nvQwósg .... ìó'ùog óè tòi' rjliov xul lìjr cTi-
XrjVYjv àargcc Xe'yeaiâi x. i. 'K. E quanto ad altri filosofi [Op. cit.
p. 341): Diogene crede — xKTìjQosiófj tòv ijXiov sìg òv ànb tov

uìd^éQog àxih'sg èvanoairjQCôvxai. E ancora Archelao (in op. cit.
p. 563) — eTvixÀidrjvai óè ròv ovQocvóv (frjai, xal omwg tòv

fjkiov sTcl Tfjg yrig TTOifjffai (fcòg xal tòv [ts\ àsga noii\-
aai óiacfjavfj xal ttjv yfji' titjQav x. x. X. ')• Dev'esser quindi
come un che abbia usato d'altra fonte, il Polle la rintraccia in Anas-

sagora, di cui Euripide fu scolaro. ravvicinamenti poco persua- Ma i
dono. Che relazione può cogliersi tra Diod. I, 7, 4 Zwoyofovfisywy de

rtàu &ì]Qwi' ótià Tìjg 3sQfi(iaias —
e metani. XV, 352-53 nonne vides, quae-
cumque mora fluidoque calure corpora tabuerint, in parva animalia verti?
\
Per un ricordo di opinione di Anassagora, rinvenuto in Arist. phys.

1 p. 250'' 24: qpryaì (se. Anax.) ófÀov ndvriov ovxoìu xal j^QSfiovfTojf
. . .
ròv tinsiQov ^(QÓfOì^ y.ivi]aiv èû7Toiì;aca, ròi' volv xal óiaxQivca ... il Polle
crede ritrovare in vovv — il deus, melior natura, opifex rerum, mundi
fahricator di metani. I, 21 segg. Anche meno persuasivi sono i riscontri
che il Pascal fa con Empedocle. Meglio l'Ehwald che si riporta alla
dottrina Stoica, che però i Romani conobbero in parte trasformata dagli
influssi pitagorici e platonici (cf. Schinekel — Die philosophie der mit-
tleren Stoa 1892 Ròmische AufJddrung. p. 439 segg.). Ma è vano, spesso,
insistei'e su ravvicinamenti con trattati di fìsica: le cognizioni filoso-
fiche che non si disconoscono in Ovidio, potevano essere diversamente
atteggiate nella elaborazione poetica, per la quale, forse, aveva dinanzi
modelli poetici, specialmente alessandrini, in cui la materia grezza era
abbellita dal magistero dell'arte. Si estende anche ad Ovidio la os-
servazione del Norden (P. Verg. Maro Aeneis Buch VI, Leipzig 1903,
p. 22j intorno alla praxis virgiliana.
1) L'Ehwald (1. e. in Burs. Jaliresber.) non riconosce menzione
di due elementi in lucis egens aer, ritenendo lucis egens un Eigenschaft-
hegriff di aer. Ed è vero, ma aer manca di luce fino alla Trennung
degli elementi, come fino ad allora, Vunda sai'à innabilis, la tellus in-
stabilis : una volta stabiliti, nello spazio, aetJier ed aer, questo avrà la
sua luce. Quanto ad aether, se vuoisi riportare il v. 15 ai luoghi delle
Metam. in cui si tratta di forma generale del Ivosmos, senza inten-
zione di insistere su gli elementi, si noti che non altro che aether
può qtii sostituire le espressioni — regiwm, regia caeli, che ricorrono
altrove. Aether che nella cosmogonia mitica dei Greci (cf. il Lexikon
del Roscher, alla voce, e Gruppe, Griech. Mytholog. 1906, p. 380 segg.,
428, lllOj, è il luogo dell'aria più pura e più alta, il cielo che poi si
considera come sede degli dei ed arriva a integrarsi con Giove, ritro-
Studi ital. di ftlol. class. XVII. 15

226 A. BKRNAKDINI
sacrificato aèV, che si è, in B, intromesso pel precedente del

V. 12 e pel seguente del v. 17: aethcr non era ancora stato
nominato.
I, 54-56 illic et nebulas, illic consistere nubes
iussit et humanas motura tonitrua raentes
et cum fulminibus facientes fulgora ventos.
legge frigora. Già lacobns a Cruce (cf. Heinsius ediz.

ricord. n. al verso) aveva raccostato il verso 56 a metani.
ITI, 299 seg. nubila^ quis nimhos immixtaque fulgora ventis |
addidit et tonitrus et inevitabile fulmen e pensato che frigora^
nel nostro luogo, dovesse essere sostituito da fulgora. La

tesi fu a gran distanza di tempo, ripresa e difesa dal Ma-
gnus {Studien I, p. 697 seg.) che rifacendosi alla tradizione

fisica degli antichi a riguardo dei fulmini (cf. ttsqì ^gorróòr
àatgantòv xeQavvòóv nQtjatìJQMV Tixfwrcov in Diels Doxogr.
p. 367 seg.) constata che i venti ì&.ì\i\o fulmina^ non frigora.
Ma invano si cercherebbe in tutte le opinioni di tutte
le scuole fisiche antiche conforto all'asseverazioni del Ma-
gnus: tutte son concordi nel far produrre il fulmine dall'in-
contro delle nubi, le quali, naturalmente, possono essere piìi
o meno spinte dal vento. Ricordo l'opinione degli Stoici
(in Diels, 1. e. 12) — Oi ^touxoì ^Qovirjr /^lèv TtQoaxQòvafîòr re-
(fCùv, àGXQCinrjV (J' fSculnv ex TraQaTQiififOìc, xaQavvbv ót affoÒQo-
TSQav è'xXaimpiv, nQriCifjQa óè vwihtotkQuv — di Crisippo (op.
cit. 1. e. 13) -- àCTQccTiriv l"âif.nv tscfcòr exTQiôjnt'roìv rj qkjvv-
fievcùv vttò nvsvfiaToc, j^govrip' ó Hvm r&v tovcow ifiótfov x.t.X'
Dai poeti romani — Lucr. VI, 295 segg. e.^t etiam cum vis
extrinsecus incita venti |
incidit in gravidam maturo fulmine
nubem :
|
quam cum percidit, extemjdo cadit igneua ille |
vertex^
vasi, in tale accezione, anche in Ovidio (cf. metani. I, 254, 606 VII, 151 —
XIII, 137). Ma
più spesso in Ovidio assume il primo e più ampio si-
gnificato: l'aria più alta e più fine, il campo stesso del caelum, il
cadiun (cf. metam. I, 68, 81 II, .595, 726 —
III, 231, 404 V, 564 — — —
VI, 695, —
X, 2, 162. XI, 493, 520 — XIII, 502 XV, 145 ~ e nelle — —
stesse accezioni aetherius I, 424,435 —
III, 309 —
IV, 700 ecc.), mentre —
aiir sempre inteso nel senso della nostra aria e ricorre perciò con
è
gli attributi cbe a questa si confanno (aè'r spissus, uniidus, deiìsas e
come elemento contrapposto ad aether liquidum caelum). =
quem patrio vocitamus nomine fulmen, e VI, 169, 269 seg.,

e, anche I, 151 qualiter expressum ventis per nu-
se si vuole,
hila fulmen. Da Ovidio metam. VI, 694 tanto molimine—
luctor (scil. Boreas) ut medius nostris concuraihus insonet
|
aether |
exsiliantque cavis elisi nuhihus ignes, XV, 69-70 quae
filimi nis easet origo |
luppiter an venti discusaa nube tonarent •).
E nel nostro luogo poi non si comprende come ven-

gano ad escludersi dall'opera dei venti i foni^rzâ, che nel-
Wi'èr occuperebbero un posto a parte dalle nuhes e dagli stessi
fulmina e dai fulgora^ mentre si lonilvua come fulmina e

fulgora sono manifestazioni contemporanee, sebbene di-
verse, prodotte dal cozzo delle nubi «).
Non c'è ragione di espungere frigora, che comprende

in sé la nozione e delle nevi e della grandine e delle ru-
giade e, in genere, delle pioggie. La tradizione fìsica an-
tica poneva, iieWa'ér, con tutto quel che Ovidio ricorda,
anche òfî^Qoi e ^tórsg e nàxi'oci e yàXaâi (cf. IIsqI xóai-iov
2. in ediz. Ehwald. n. al v. 54). L'origine delle nevi era,
come quella del fulmine e delle nubi, uno dei luoghi co-
muni della fisica degli antichi (cf. metam. XV, 70). E ai
venti si attribuiva facoltà di produrre nevi e altre mani-
festazioni del freddo, se in metam. I, 120 leggesi ventis glacAes
arhtricfa pej)endit : la formazione del ghiaccio e della neve
ha bisogno di nn^ adstrictio dell'acqua da parte dei venti ^).
1) Il Magnus mi avvertiva che Ovidio, come poeta, poteva fare

a meno della precisione scientifica: *
Wenn der Dichter dabei die Mit-
wirkung der Wolken und Entstehung des Donners nielli erwàhnt, so
die
ist er eben ein Dichter, der seinen Ausdruck anmutig variirt, nicìii der
Verfasser eines naturivissenschaftlichen Traktates Ma qui, con fulgura, '

.
non si tratterebbe di variazione poetica, si bene di affermazione falsa.

E cfr. Gilbert O., Die meteorolog. Theoiien des giiech. Aìteitums. Leip-
zig, 1907, p. 633-34.
2) Cum, al contrario il Magnus, ha il suo
di quel che pensa
compagnia: con le nubi, coi tonitrua,
valore, originario e costante, di
coi fulmina (semplice richiamo di tonitrua e non distinzione di di-
versa manifestazione), il dio pose nell'aria anche i venti che pro-
ducono frigora.
3) Anche se si concede valore di venti freddi a venti, in con-
trapposto a sicci fervores del v. 119, che sarebbero i caldi, ciò non
contrasterebbe al v. 56, dove si accenna alla proprietà più. importante
228 A. BERNARDINI
Aiuto alla nostra interpretazione avrebbe potuto dare Se-

neca col libro IV delle natar. quaest., dove gi sarebbe do-
vuto tener parola delle nives, ma il libro ci è giunto fram-
mentario 1).
* *
Si può ritener certa la superiorità di B? Il Magnus

(stud. cit. p. 704) la crede fermamente dimostrata das —
heivelat schon die eine Stelle I, 56 —
come ritiene B del tutto
indipendente da A (archet. di M N).
Ma la diversità di lezione di B è da attribuirsi, quando
non agli errori soliti a capitare nelle trascrizioni de' codici,
alla riconosciuta Belesenheit e alle Kenntnisse del monaco tra-
scrittore. Del resto, fuor delle divergenze messe in luce, nelle
quali mai B è superiore, nemmeno in I, 56 su cui insiste
il Magnus, noi ritroviamo un nucleo numeroso di luoghi da
cui chiara risulta la stretta relazione di B con 0. Il Magnus
li ha raccolti (stud. cit. p. 692-95). In molti di essi si riscon-
tra da una parte concordanza assoluta di B con diver- —
genza assoluta da molti Dal che si potrebbe ricavare che
e;.
l'ipotetico X, a cui molti q farebbero capo, si allontana da

più del nostro B.
Un luogo — metani. I, 304-06, ha segni di guasto e di
dei venti, di fare cioè frigora, ma non si esclude che possano anche
far altro. Per l'intervento dei venti nella formazione delle nevi o
del ghiaccio, cfr. Gilbert, op. 507 segg.
cit. p.
1) Mancano invece indizi pur lontani nel libro II delle 7iat. qiiaest.
pei* giustificare, come vuole il Magnus,

presenza di fulgura nel
la
nostro verso. E abitudine di Seneca aprirò i libri delle sue tratta-
zioni con versi di poeti: il secondo s'apre con 1' ovidiano et humu- —
nas motura tonitrua mentes. Ma che, in seguito, si parli ài /ulgara, tu-
niirua, fulmina non porta con sé che anche in Ovidio dovesse star /u^
gura. Anzi dalla mancanza del v. 5') in Seneca, che insiste sulle varie
manifestazioni del fulmine e avrebbe perciò profittato di una teoria
cosi chiarame:ite dichiarata in un poeta, anche se non in tutto con-
cordante con la propria, è lecito indurre che il v. 56 non conteneva
accenni che avessero relazione con gli argomenti addotti da Seneca,
ossia che Seneca non leggeva — fulgura.
STUDI SULI.K MKTAMOUFO.Sl DI OVIDIO. 229
rimaueggiameuto sia in B come in 0, .sì che non è del tutto

inutile esaminarlo. La vulgata legge:
Nat lupus iuter oves, l'ulvos vehit unda leoues

unda vehit tigres, nec vires fulmiuLs apro
crura nec ablato prosunt velocia cervo.
In rimangono due versi:
Nat lupus Inter oves nec vires fulminis apro

Ma in M v' è rasura sopra il tratto ne.c-apro: facil-

mente è stato cancellato il kolon fiilvus vehit linda leones^
poiché su crura nec ablato sta scritto di mano correttrice —

unda vehit tigres nec vire: il resto è cancellato. Di mano
più tarda, in capo al verso, sono scritti, al margine, i due
emistichi — fulvus veit unda leoues j

unda veit tigres, il
primo sul secondo. In '^ fulvo a veit unda leones (i. r.) : ra-
sura che rimonta a mano tarda correttrice ,che ha inse-
rito il v. 305 tra gli altri due '). B ha tutti i versi ma tra-
sposti :
Nat lupus inter oves nec vires fulminis apro

unda vehit tigris fulvos trahit unda leonis
Che tutto il passo sia stato ben riordinato dalla vul-

gata, non e' è dubbio : aiutano a crederlo oltre la testimo-
nianza di Seneca — nnt. quaest. Ili, 27, 13 in cui si legge —
nat lupus inter oves, fulvos v. u. /., anche le correzioni evi-
dentemente rette dei correttori di j\I N. La trasposizione
in B e il salto in ci offrono indizi sicuri per credere an-
cora una volta che B è tutt' altro che indipendente dall'ar-
chetipo di MN -). Il disordine eh' è nei nostri codici si può
1) Cf. Magnus — Studien. VI. Nurlieinmal Marc. u. Neapol. 1902,

pag. 7.
2) Alle stesse conclusioni arriva l'Hellmuth in Sitzuvgsher. der

k. bayr. akad. d. Wissenscli. 1883, p. 231 seg.
230 A. BERNARDINI, STUDI SULLK MKTAMOUFOSI DI OVIDIO.
riportare all'archetipo. Questo aveva sicuramente al mar-

gine o a pie di pagina o in cima richiamati i due mem-
bretti —
fulvos vehit unda leones —
unda vehit tigres, forse
perchè saltati dal copista nella prima copia. Perciò l'arche-
tipo doveva leggere come M. In B i due membretti, come
se costituissero un verso continuato, sono stati immessi dal
monaco trascrittore tra i due versi originari dell' arche-
tipo *). Non è probabile l'ipotesi che MN e gli altri co-
dici che s'accordano, abbiano derivata la lezione da B e i
trascrittori abbian trascurato 305 che non dava senso:

il v.
ciò è troppo lontano dalle abitudini dei copisti che com-

pievano il loro lavoro meccanicamente e non è senza diffi-
coltà credere che un frammento come B sia stato presente
ai trascrittori di M N.
In e la ricostituzione del verso il
Magnus crede avvenuta con l'aiuto di B e del luogo di
Seneca, mancando il verso, pel salto dell'archetipo, in X
e in M N, ma meglio è pensare che nell'archetipo di
c'erano i due emistichi nelle condizioni già dette: dap-
prima non si vide la successione regolare di essi, poi grazie
a ripetute correzioni, si arrivò alla buona lezione, che ebbe
tempo sufficiente a formarsi, prima di arrivare ai tardi e.
Bassiano (Roma), agosto-settembre 1908.
Antonio Beenaedini.
1) La variante trahil di B può essere un capriccioso mutamento

dol trascrittore, a cui non garbava la ripetizione di vehit.
.
QVAESTIOJvES IN MARTIANVM CAPELLAM
I. — AniniadTersiones in textuni.
Textum operis Martiani Capellae de nuptiis Philolo-

giae et Mercuri mnltos doctorum virornm meruisse labores,
ac multa nunc quoque corruptela atque obscuritate obum-
brari omnibus satis comperturn est. Nam cum quasi ipso in
ortu depravari coepisset '), postea saeculorum fluxu tot
mendis est notatus, ut non superbe adfirmasse videatur
editor princeps Vitalis Bodianus (Vicentiae a. 1499) eum
se plus quam duobus milibus mendorum purgasse. Optirae
de eo meruit Hugo Grotius, qui Capellam Lugduni Bata-
vorum a. 1699 quattuordecim tantum annos natus edidit ;
optime etiam Fr. Kopp, qui in editione (Francofurti ad

M. a. 1836) amplissimo commentario instructa, omnium
doctorum virorum qui ante vixerant animadversiones et
coniectanea coUegit. Sed Fr. Eyssenhardt, qui post eum
Lipsiae a. 1866 opus Capellae edendum curat'it, videtur
suscepto muneri impar fuisse; certe quidem non omnia
corrupta ac mendosa expediit, nec semper in re critica
fortuuam secundam habuit. Itaque uberem repreliensionum
campum illis praestitit, qui post eum Martiano emendando
operam navaverunt, quorum potiores exstiterunt F. Peter-
1) Nota est enim subscriptio anai, ut videtur, 498 p. Ch. n.,
quae legitur in codicibus B, R, D

Securus Memor Felix v. sp.
:
'
coas. consist. rhetor R. ex mendosissimis exemplaribus emendabam

contra legente Deutero scholastico, discipulo meo, Romae ad portam
Capenam cos. Pauliui v. e. sub d. non. Martiarum Christo adiuvante '
232 e. MORELLI
sen *), Io. Jnergensen «), F. Stange 3), A. Dick *): quibns
me postremum acldidi. Tarn mnltis enim et tantis difficul-
tatibns horret textus, ut multorura etiatn mine bominuin

studium ac diligentiam repetat ante qnam ad quandam, ut
ita dicara, levigatam planitiem perduci possit.
Atque ut ab elemeiitis ipsis verborum iter nostrum

ordiamur, notandum est quantum in scribendis vocabulis
per praepositiones compositis Eyssenhardtius ambegerit,
oum rectum cursum sibi antea non
et certuni defìnivisset.
En tibi haud exigua exemplorum copia.
Verha composita cum j^'^'ci^l'OsUionibus sub ob.
Monet Martianus B prima omnibus vocabulis

§ 248 '
utrimque conectitur, praefertur cousonantibus L et R ut

blaesus et brevis. transit in C ut succurrit, in F ut suf-
ficit, in M ut summittit, in P ut supponit, in S ut sus-
tulit '. Tamen scribit Eyss. 729 subrexit (ubi B', id est
lectio codicis B correctura anterior, habet surrexit) et cen-
tra 910 surrexerunt. 888 subcubui, 80 obpressione (D oji-
pressione). Utroque loco Koppius litteram B insequenti
consonanti assimilat.
Verha coìnpos. cum 2J'>'<î'&positioHe ad.
Mart. 250 '

D utrimque vocales tenet. praeponitur R
litterae in Druso, M litterae iiunqnam praefertur in latinis,
in Graecis autem aliquando, ut Dmolus. sic et N ut Aria-
Qf. due s). transit in C ut accidit, in C ut aggerat, in L ut
i) De Martiauo Capella emeu dando. Helsingtbi'siae a. 1870.

2) De tertio Martiaui Capellae libro (Comtn. philolog. Sem. Lips.
a. 1874).
3) De re metrica Martiani Capellae. Lipsiae 1882.
4) De Martiano Capella emendando. Pars I Bernae 1885; II S.
Galli 1890.
5) Videtur hic Mart. locutus esse tantum de litteris quibus vo-
cabula incipiunt, non de litteris in ipso verborum corpore ac revera ;

QVAEST. IN MAKT. CAPKLLAM. 23:5
alligai, in P ut apponit, in R ut arripit, in S ut assidei

in T ut attinet '. Eyss. scribit 724 adclamare (Kopp. acci.)
804 adcucurrit (Kopp. accuc.) adclinatus (Kopp. acclin.)
898 adcelerare (Kopp. accel.) 901 adcommodam (Kopp. ac-
comm.j. Quibus locis cum Kopp. semper consonantes assi-
milaverit, videtur Eyss. neglegentia varias codicum lec-
tiones in quibus assimilatio inveniebatur, omisisse.
Vide praeterea 4 adfectio (b D affectio) 23 adf'ectionis,
140 adflictationes ; et contra 5 aifectiones, 7 afFectatione,
665 afflictatione. Vide etiam (ut e multis exemplis quae-
dara eligam) 174 adferebat 328 adfligebat .576 adfatimque
(D affectimque), adfatum (30 afìatur), 804 adflixerat, 913 ad-
flata, in quibus omnibus Kopp. assimilai consonantes. 331 ad-
lambere (Kopp.allamb.). 25 adlubescat; ac mox 31 allube-

scat, nulla codicum variante lectione aliata.
Ubi autem ad M litteram praecedit, Eyss. tum Mai^-
tiani tum codicum auctoritatem infringit. 14 admixtione
(R amm.) 19 admonita, admonebat (B E ammonita, ammo-
nebat). 161 admonentia, adraonent (B' R ammonentia, am-
monent), 152 admovetur (B E, ammov.), 216 ad mota (B^ E,
ammota), 686 admiratione (B R amrair.). In ultimis autem
libris Eyss. codicum discrepantiam ne memorai quidem.
328 adprensus 132 apprehendit, apprehenderai. 726 ad-
;
probat, 897 adprobandaeque 213 apportabat, 724 appor-

;
tare 40 adtestante, 326 adtestentur, 889 adtestatione 4 at- ;
testabantur, 428 atiestatione, 436 atiestor 105, 229 adiri- —

butus; 128, 215 attribuens, 160 attributi. 85 adtrahere,
134 adtrectare, 896 adtemptei, ubi Kopp. litieras assimilai.
200 adstare, 804 adstabat, 896 adstabit; 729 asiabat,
894 astabit; 565 adserenti, 896 adsereris, 897 adserta, 898 ad-
sertor; 566, 566 asserta. Item 327 adsocium 328 adsumere
436 adscribit 806 adsimulare, 889, 898 adsensere, 911 ad-
Priscianus (K. II, 35), ia loco isti simillimo, nullam mentionem facit
de verbis compositis in quibus D potest M
litterae antecedere. Sed,
ut ad Martianum redeamus, num litterae DN in 'Ariadne' in initio
verbi sunt locatae? Atque nihilne erit habenda codicum auctoritas,
qui assimilatas plerumque consonantes oxhibent?
23i e. MOItKLLI
sociata, 996 adsiirgeute; 423 astriixeiis 705 assideris. Kopp,,

quod iam non est amplius memorandum, cousonantes D et
S assimilat.
Verha comjjos. cum 2^''ne]'o^ìfioìììhni< cum, in.
Mart. 243 '

(N littera) convertitur etiam in M cum eam
secuntur BPM nt dicimus imbuit inipnlit imminet '. Ne-
glegentia, ut opinor, casum omittit in quo N litteram se-
quitur L. — V. 15, 428 conlisione ;
et contra 427 colliso ;
577 inligata ; 918 inlecta.

Ex his igitur satis copiosis exemplis patet Eyssen-
hardtium, cum consonantium assiniilationem magis ama-
nuensibus quam auctori tribuendam putaret, falsa hac ima-
gine deceptum in erroies multos incidisse. Nam primum
ipsa Martiani \-erba uegìexit saepe, postea vero codicum
auctoritatem nihili f'ecit, deniqne nonnumquam sibimet
ipsi contiâdixit.Quae omnia, quibus Eyssenhardtii lapsus
declarantur, satis, nisi f'allor, ostendunt Martianum ple-
rumque coeuntes praepositionum ac verborum eis adiecto-
rum consonantes assimilasse. Quod si opponat aliquis po-
tuisse scriptorem utpote qui in deliciis suis mutabilis ac
minime sibi constans esset, arbitrio tum hanc tum illam
scribendi rationem adliibuisse, haud dubitem respondere
minime in arbitrio nostro consistere locos eligere in qui-
bus alterutra sit accipienda.
25. Haec dicente Mercurio quin potius inquit Vir-

« ' '
tus '
uterque vesttum lovem voce conciliet. nam et hic
[Apollo] eius consiliorum conscius et tu praecéptionis ar-
canus '
». Velim scire quid signifìcet' praecéptionis arcanus'.
Anne emendandum erit 'arcarius' ? Arcarium, id est acto-
rem, dispensatorem, appellare potuit satis audaci transla-
tione Capella Mercurium, quia lovis Consilia ac decreta
exsequatur ac promat. Cui coniecturae minime obstare vi-
dentur quae secuntur: ilìe mentem novit, tu verba com-
'
ponis ', quae ego sic explico: '

ille Consilia lovis novit, tu
.
QVARST. IN MART. CAPELLAM. 235
ea verbis quasi indiiis ut hominibus nota claraque fìant '.
Ceterum de bac coniectura videant doctiores.
27. Scribit Eyss.Nam et Tellus floribus luminabat

'
quippe veris deum conspexerat subvolare Mercurio et Apol-

line conspicato aéria temperies sudis tractibus renidebat '
Codicum lectionem cura temere mutaverit, Eyss. saepe pec-

cavit. Nam primum nullum interpunctionis signum posuit,
ita ut quemadraodum verba ab eo sic immutata sint distin-
guenda iure dubitemus. Si enim post 'Mercurio' interpun-
gimus, ineptus inde oritur sensus: '
Tellus floribus lumi-
nabat propter lioc quod viderat Apollinem veris deum in-
feriorem in volatu locum Mercurio tenere '; atque veris
deus appellatur Apollo, quem verno tempori praestitisse
neutiquam compertum babemns; ac praeterea cum dativo
casu construitur verbura illud 'subvolo', quod absolute ad-
liibitum est semper non solum a Martiano (v. mox 28 cy-
gnus impatiens oneris atque etiam subvolandi, 34, 126, 149
et cett.), sed etiam ab Apuleio in loco ilio, quem Mart.
Ine imitatur, in quo describitur Psyches ad caelum ascen-
sus: V. Met. VI, 6'. susceptaque domina laetae subvolant'.
. .
Nec satis: nam cum sententia loci, qui iterata particula'et'

in duas partes sibi respondentes est distributus, postulet
ut uterque deus propriam in narratione partem sibi ha-
beat, ex Eyssenhardtii coniectura patet Apollinem tantum
in sermonem inductum esse. Si autem, quod taraen ne veri
simile quidem est", voluit Eyss. post 'subvolare concludere '
sententiam, sequitur ut verba 'veris deum', nulla adiecta

explicatione, sola ac nuda maneant sequitur ut construc- ;
tio nos offendat 'Mercurio et Apolline conspicato', cuius si-
miles haud facile inveniuntur, non dico apud optimos scripto-

res, sed apud ipsum Martianum ;
sequitur denique ut par-
ticulae illi quae sententiam orditur 'nam et Tellus flo-
'et',
ribus luminabat .' quaeque incomitata manere nullo pacto
. .
potest, nullara respondentem particulam inveniamus. Qua-

propter optimo iure servavit Kopp. codicum lectionem
'nam et Tellus floribus luminabat quippe veris deum con-
spexerat subvolare Mercurium, et Apolline conspicato aé-
236 e. MOKKI.M
ria temperies sudis tractibus leuidebat', ex qua etiam ver-

borurn ambitus exstat prò Capellae scribendi consuetudine
optimus et perfectus. Sed ubi Kopp. legit 'Apolline couspi-
ego nialim legare 'Apollinem conspicata'; 'conspicor'
catoj'
enim, quod in tota latinitate perraro passivum adhibetur,
apud Martianum deponens semper recto legitur (cfr. 10, 16,
587 et cett.); cui quidera coniecturae suffragari potest lec-
tio 'Apollinem' quam prò 'Apolline' exhibet codex R.
Sed qua de causa, quaeres, dixit Mart. Mercurium ve-
ris deum? Memento eius soUerania celebiari solere Idibus
Maiis: '
bine autem patet '
monet Forc.-De Vit ad voc,
Mercurius, 62 'qua de causa veris deus sit appellatus, nam
hic mensis ad ver pertinet '.
31. Possem minore ambigens fiducia

solum Tonantem piguoris prò foedere
pubeda vixdum vel paterna contremens
Ijraecepta adire, ni iugata caelitum
omen parareut prosperuni consortia
tabensque divum nunc moneret nexio.
Sensus totius loci, in quo Mercurius lovem ac prae-

cipue lunonem adprecatur, bic est. '
Ego possem, f)arum
ceteris deis fidens, solum Tonantem orare ut nuptiale mu-
nus exsequatur —
quamquam ad pubertatis aetatem vix
perveui —
nisi me ad ceteros etiam deos impetrandos im-
,
pellerent tausto ornine connubia inter ipsos sociata, atque

illud quoque quod nexio inter deos iam tabescere atque
labi incipit '. In quibus verbis nerao erit quin certam di-
screpantiam cernat. Quid? Verba tabeiuqìie divum nunc ^
moneret nexio' nonne aperte repugnant antecedenti seuten-

tiae, qua matrimonia deorum tam felicia celebrantur ut
omen prosperum Mercurio uxorem ducere cupienti ])arent,

nonne narrationi in libri initio (§ 3-4), in qua numinum
mutui ardores describuntur ? Ergo non iueptam puto quam
conicio medelam faveusque
'
prò tabensque '. ' '
87. In concilium deorum '

quidam etiam claudus fa-
ber venit, qui licet crederetur esse lunonius, totius mundi
QVAKIST. IN MART. CAPELLAM. 237
ab Heraclito dictus demorator ". Loci interpretaLio admo-

dnm difficilis est propter verbum
demorator quodillud ' '
nullo modo explicari potcst quis enim unqiiam audivit

:
ignem sive Vulcanum ab Heraclito detentorem et cohibi-

torem mundi habitum esse? Cura igitur demorator haud ' *
dubie corruptura sit, multum ut raedelam invenirent ela-

borarunt docti homines. Itaque coniecit Grotius'devorator ',
verbum '
ad ignis ortura et interitum '
referens : sed con-
iecturam eius miram atque minime argumentis ad Hera-
cliti philosophiam pertinentibus fultam iure reprehendit
Fabricius, qui tandem in eundem lapsus est errorem cum

legendum putavit 'democrator ', vocabulum graecum scilicet
confìngens alioquin nullo nobis exemplo notum. Quod an-
tera proposuit Hildebrandius ') demoderator
'
recipi sen- '
tentiae gratia posset nisi numernra turbaret, qui quara

raaxirae vitat apud Martianum clausulas ex plus quam
quattuor syllabis constantes; ^moderator ' rafigis forsitan sit
probandum, admissa duarum priornm syllabarura metathesi.

Sed Ilio ego puto legendum esse^deniutator '. Est enim phi-
losophiae heracliteae principium et quasi fundamentum
omnia fluere (uàvra qsTv) ac mutari mutationes autem re- ;
rum ex igni procedere, elementorum oranium genitore.

Vide enira, ut exemplis quibusdam utar, Heracliteae phi-
losophiae testimonia apud Plut. de Eì Delph. 8 IIvqóc, % àv-
Tai.isi^saihui TTccvra qrâìv ó ^HQaxXtiTog xul tcvq àrràvioin-,
&GneQ xQt^'côv y^Qrjixaia xcà /{>';,« «^f»'!' XQ^^'^óg. [Hippolyt. Ref.

IX, 10 rà óè nàvxa olaxi^8i xsoavvóg], ac praesertim Dio-
genis Laertii locum IX, 7 et seqq., in quo sententia con-
firmatur nvQ hvui aroix^lov xaì nvoàg àt.iot^rjv xà narra.
Sed quemadmodiim poteruut explicari verba '
licet crede-
retur esse luuonius?' En tibi benigne lector loci prò meo
captu seutentia. '
Vulcanus, quamquam credebatur luuouis
filius, id est a certa origine profectus, ab Heraclito tamen
dictus est totius mundi origo, id est eleraentum illud quod
res omnes movet earumque mutationes generat '.
>) V. Hildebramlii Apulei elitionein, De eleo Socr. p. 145 Oudeud.

.
238 e. MORELLI
93. Cunae ergo officiant quo nihil editae

ceaseudum, superi quique crepuudia
terris recolitis vestra tenerier,
quae occultant adytis sacra latentibus.
lungantur paribus, nam decet, auspicis,
et nostris cumulent astra nepotibus.
Laudai bis verbis in coetu deorum luppiter Pbilolo-

giam. Verba
'
ait Grotiiis intricata, sensus planus: non
' '
ob id Mercurio Philologiam denegandam, quod terris nata

sit, cum idem et diis acciderit. Legendum forte :
Cuuae ergo officiant quoi nihil ? edite

censendum superi: quique...'
Scripsit ita Grotius 'quoi' prò 'quo' quod babent codices,

et commuuem interpunctionem mutavit neque tamen as-
:
secutus est ut probabiliorem seusum eliceret. Bartbius

particulae '
quo vocis ut
'
tribuit significationem, et
' '
'
editae '
gignendi casum putavit. Assensit ei Kopp. de vi
coniunctionis 'quo', sed 'editae' dativum dixit, sic videlicet
intellegens: 'censendum est ut originis burailitas nihil

officiat editae atque vulgatam retinuit interpunctionem.
'
Sed quid significare vult dativus ille nudus 'editae', nisi

proprium verbura'nibil'ei copulaveris? Denique Eyss. 'quo'
in 'quod 'mutavit. Censeo equidem hanc emendationem esse
recipiendara, ac sic verba distinguenda esse:
Cunae ergo officiant quod nihil editae?

censendum . .
iungantur paribus, nam decet, auspicis . .

.,
id est :
'
num origo ei nocebit propterea quod nihil edita,
id est liumilis, est? Decernendum est, superi ... ut ipsa
et Mercurius iungantur paribus auspiciis ', sive rectius
mavis :
Cunae ergo officiant quod nihil editae

censendum, superi
latentibus?
QVAEST. IN MART. ( APELLAM. 239
Num decernendum est nt origo ei noceat propterea

'
quod humilis est? Qiiae interpungendi ratio pi'obanda est

'
si quovis modo quo retinendum putes, idque idem atque

' '
'ut 'valere censeas (cfr. ad ex. 'siiadeo quo' § 31 'nostrisque

suade quo allubescat visibus ').
Tunc vero illa nausea ac vomitio laborata in

136. '
omnigenum copias convertitur litterarum '. Cur dooti qui

hunc locum interpretati sunt viri 'nausea ac vomitio' verba
in ablativo casu posita censuerint, nescio. Ita ap. ForcelL-
De Vit Georges vocabulum legimus vomitio, cuius unicum
et
istud Martiani exemplum profertur. Sed si quod multo —
recti US, mea quidem sententia, est verba illa existima- —
verimus sententiae subiecta in nominativo casu posita, haec
proficiemus: primum, ut ana^ illud Xeyóîsvov vitemus, quod
quamquam haud rara liabet ap. Martianum'similia exempla
et ad illud genus substantivorum in -itium desinentium
portine b quod Afris scimus in deliciis fuisse, videtur ta-
men, occasione data, Martiani humeris esse detrahendum;

postea vero, ut loci sententiam probabiliorem reddamus.
Nam si dixeris Philologia [nausea ac vomitio laborata] in
'
omnigenum copias convertitur litterarum ', subiectum con-

cretum abstracto obiecto permiscueris, quod ne in Capel-
lae quidem stilo potest comprobari; sin centra sic inter-
preteris nausea ac vomitio laborata in omnigenum copias
:
'
convertitur litterarum' subiectum et obiectum, abstractum

utrumque, sibi apte respondebunt (cfr. 897 'ne... illa... subti-
litas in odium noscendorum... vertatur '). Neque in illa auda-
cissima translatione' vomitio laborata offendas ' : sunt enim
ista auctori nostro familiaria. Cfr. 37 'pervigilia laborata'
897 ' lassata fastidia '
et cett.
155. '. hic degunt animae puriores, quae plerumque

. .
si meritorum excellentia subveliantur etiam circulum solis

ac flammantia saepta transiliunt'. Eyss., nudum illud 'sub-
vehantur non intellegens, emendavit sublimantur '. Sed
' '
falsum eum esse patet ex his exemplis 169 tunc portitores

divae correpta lectica magno eam molimine subvexere
240 e. MORELLI
(= ad caeluin). 198 inde maximis conatibus sescnplo iti-
nere evelumtur (=: ad caelum). Sin autem respexit Eyss.

modorum consecutionem, oblitus est mirae raodorum, ma-
xime in enuntiatis conditionalibus, apud Capellam per-
mixtionis.
166. ^
hincque tractum Pyriphlegethonta sollertia poe-
ticae adiimbrationis allusit, atque in eo perenni strepita
volutata coUiditur animarum, quas Vedius adiudicarit, im-
pietas, id est Pluton, quem etiam Ditem Veiovemque di-
xere'. Verba'id est Pluton 'velut glossema delevit Grotius,
quem Eyss. secutus est; sed locum obscuravit, quoniam
'quem'nimis longe distat a 'Vedius 'ut possit cum ilio con-
iungi.Quod autem Kopp. e codicibus Hugiano et Mona-
censi B 4dem Pluton' traxit, in optimis codicibus B et E,
non invenitur. Puto locum sic emendandum esse : in eo col-
liditur animarum . . . impietas: hic est Pluton, quem . . .
216. '
Verum virgo ut est per omnia verecunda licet a
love eins assidere confinio iuberetur tamen ibi potius vo-
lli it Musas conspexerat admota Palladis consortione re-
ubi
sidere'. In deorum sede iussit luppiter ut Pallas dextera,
Mercurius laeva eius assiderent. Sed ubinam Philologia?
Verba quidem admota Palladis consortione significare vi-
' '
dentur, si tamen ex eis sensus quidam erui possit, eam

apud Palladem consedisse, id est apud eundem Io vem/ con-
finio lovis'; quod si est, quae causa erat cur oppositio in-
duceretur 4icet tamen .', ex qua conici poterat Pbilo-
. . . . .
logiam lovis praeceptis non parnisse? Atque etiam verba

'
ubi Musas conspexerat indicant Musas locum satis . . .
'
ab love distantem habuisse, ac propterea etiam a Pallade;

si igitur Philologia apud illas resedit, id est procul a Pal-
lade, quonam modo explicari possunt illa' admota Palladis
consortione'? Verba igitur, ut cuicumque patet, minime
congruunt. Sed lege, prò admota ', 'amota', et clara tibi' fiet
sententia: '
Philologia, quamquam . . ., voluit tamen, verens
parem Palladi aortem honoremque habere, apud Musas con-
sidere '; atque ita vocabulo consortio -oiiiaproprium sen-
8. 3. '909
QVAEST. IN MART. CAPELLAM. 24l
sum restitues, qui est sortis parilitas, qui in vulgata ]ec-

tione nusquam comparet. Adde quod codices lectionem exhi-
bent ammota, quam prò admota Martianum adhibuisse me
ostendisse confido: quapropter facilis fuit improvido ama-
nuensi duarum lectionum confusi©.
265. '
Historica vero illa coniunctio est, cum ex litteris,
quae inter se poterunt copTilari, diversitas fandi nec eas-
dem nec pares numero sociaret'. Pro 'sociaret 'quod synta-
xim prorsus turbat, emendandum est sociarit, ut iam r
scribit. Nam si recte advertas, locus iste sic in enuntiatum
conditionale redigi potest :
'
historica est coniunctio, si ex
litteris quae . . ,, diversitas fandi nec easdem nec pares nu-
mero sociarit '. Talia enim enuntiata, in quibus coniun-
ctivo perfecti temporis in protasi indicativus in apodosi
respondet, frequentatissima sunt post argenteam aetatem •)
et nimirum apud Martianum nostrum.
At etiam aurea aetate rectae scribendi consuetudinis

est post futurum praeteritum in protasi futurum simplex
in apodosi ponere. Qua de re in locis illis: 437 'si Pal-
lados aures benivolae maiestatis participaret assensio,
. . .
ne nunc quidem apud vos, maximi caelites, displicebo' et

461 'nam cum intentio et depulsio statum costitutionemque
signaret,si coniectura fuerit, indicationi praebebit pariter
rationem", haud dubito quin legendum nobis sit 'participa-

rit '
atque '
signarit ',
429. 'Ambo tamen novi profectique paupertatis sinu.

et cum alterum Quirinalis eques, alium fabrilis procrearet
industria, ita praeclues linguae excellentia floruerunt, ut...'
Recta temporum consecutio, quam a Martiano in similibus
locis servatam esse video, postulat ut restituamus pro- '
crearit '.
327. 'Chrysippus cumulet propriura et consumat acer-

vum '. Pro consumat quod exstat
' '
in editionibus atque in
1) Cfr. Schmalz, lat. Syntaxs § 337.

212 e. MORKLLl
plerisque codicibus, Eyss., niinium fidei codici B tribnens,

scripsit 'consmninat '. Sed quando et qnonam auctore'con-
summere '
prò '
consurnere dictum est?
'
345. Locus quo tractatio de formis indncitur inscri-

bitur apiid B
De formis ': haec verba Eyss. omisit. Idem,
'
manuscriptorum omnium testimonia neglegens, expunxit

347 De accidenti 348 Quid sit propri um 349 Quid
' ' ' ' '
sit definitio ', atque, ad summam, oumes omnium paragra-
phoium inscriptiones. Itaque cuiu similiter paragrapho 361

inscriptionem '
Quid sit substantia '
delevisset, coactus est
etiam verba tollere Antequam de hac dicam, quaedam
'
dicenda sunt "

quamquam optime loco quadrabant. Quod
profecto non fecisset si, ut iam Juergensenus ') adnotavit
in libro tertio, animadvertisset similes paragraphorum ti-
tulos etiam a ìMaximo Victorino et Servio adhibifcos esse.
517. '
Vitandum similiter ne in eodem loco tres aut
quattuor longas brevesque continuo ponamus, neve in no-
tissimos versus et maxime heroicos structura fundatur iam-
bicosque versus, quamvis Cicero in Verrinis plenum ver-
sum, una quidem syllaha mut.iliim, f'uderit cum dicit cum '
loqnerer tanti fletus gemitusque fiebaut '. Mirum est edi-

tores fugisse sic locum emeudandum esse Xn^> una quidem :
syllaba mutilum ': plenus enim et perfectus versus est. Ne

tamen ofì'eudas in correpta verbi '
fiebaut' sjdlaba fi, vide
apud eundem auctorem exitum 220 Nunc
liunc iarabici senarii
ergo mythus terminatur, infiunt; et lege quae de huius
vocabuli quantitate Lue. Mueller ») scribit.
552. 'Narramus autem modis sex: augentes aliquid aut

tenuantes praetereuutes aut monontes docentes gratiam vel
invidiam comparantes'. Sic, satis perspicua siguificatione,
codices : tamen locum non intellexerunt. Scribit
editores
enim Kopp.:'[Aut] augentes ulitjuid, aut tenuantes, prae-
I) V. np. cit. p. 85.

») De ro metrica", p. 441.
QVAKST. IN MA UT. CAPRLLAM. 243
tereuutes, aut. nioneutes, gratiam vel invidiarli

docentes,
coinparautes ", mldita particula quara non liabent ma-
'
aut '
nuscripta, et intorpnuctione adliibita (piae sententiae mi-

nime consentit. Halmio ») duce Eyss. legit :
'
Angentes, ali-
quid attenuantes praetereuntes adraonentes docentes gra-

tiam vel iuvidiam comparantes'; itaque pluribus locis textum
corrumpit, atque verborura uainuit conciunitatera* Sed rec-
tius iuteipungentes sic, quaeso, legamus 'Narramus autem
:
modis sex: augentes aliquitl aut tenuantes; praetereuntes

aut inoncntes; docentes, gratiam vel iuvidiam comparantes'.
In qua periodo quattuor antecedentes modi, quibus oppo-
sitio est per paria procedens, in duo membra colliguntur,
sibi propter communera particulam 'aut'respondeutia; duo
autem qui secuntur modi, qui res quidem diversas sed non
contrarias exprimunt, dissolute enumerantur.
579/Illud . . . abacus nuncupatur, res depingendis de-

signandisque opjìortuna formis . . . Hic totum potis est am-
bitus et circos formare mundi'. Eyss. mutavit'hic'in'haec'
deraoustrativum pronomen potius ad 'res' quam ad 'abacus '
referendum esse ratus. Inutilis et inepta est emendatio.
587. 'Licet Archimedem meum inter philosophos con-

spicata Euclidemque doctissiraum in astruondae praecep-
tionis excursum potuerim snbrogare, ne impolitum quic-
quam subsisteret assertorum aut profunditas caligaret,
tamen congruentius ipsa vobiscum, quia Cyllenium exclu-
dit ornamentum, illi etiam Helladica tantum modo facul-
quae etiam ipsa
tate, nihil effantes Latiariter, atticissant
eos edocui, quod nunquam
Romuleis ut po-
fere accidit,
terò vocibus intimabo'. Ita longum atque iutricatum locum
legit Eyss., qui intricatioiem eum fecit prave interpun-
gendo, atque arbitrio verba' quae etiam ipsos'quae exstant
in codicibus in quae etiam ipsa eos
'
immutando. Atque '
etiam transitivum reddidit verbura 'atticisso', quod semper

apud latinos scriptores qui id adhibuerunt, Plautum nempe
i) Rhetores latiui iniuoves, p. 487.

244 e. MOKKLT.T
et Apuleium, iiitransitivum est. Vide nunc qnoinodo ego

locum dividendum piitem, et qnoraodo declarandum uam :
Kopp. in eius interpretatione nonuunquam claudicavit.
Licet Archimedem meum in- Quamquam Archimedem meum

ter philosophos conspicata Eucli- quem vidi inter philosophos, doc-
demque doctissimum in astruen- tissimunique Euclidem poturam
dae praeceptionis excursum pò- uiihi subrogai'e ad expouenda ar-
tuerim subrogare, ne impolitum tismeae praecepta, ne quicquam
quicquam subsisteret assertorura horum inornatum aut obscurum
aut profunditas caligaret tamen : maneret: tamen multo rectius
congrueutius ipsa vobiscura — ego ipsa — quia honos quem Cyl-
quia Cylleuium excludit orna- lenio debemus hoc excludit [=^ me
men <), illi etiara Helladica tan- vetat extraneos subrogare], atque
tumraodo facultate, nihil effan- etiam Archiraedes Euclidesque
tes Latiariter, atticissaut — quae graeca tantum lingua utuntur —
etiam ipsos edocui, quod nun- ego ipsa latino sermone (quam-
quam fere accidit, Romuleis ut quam nunquam fere accidit ut
poterò vocibus intimabo. geometria latinis vocibus expli-
cetur), res easdem quas illos do-
cui vobis ut poterò tradam.
588/... ne indecenter sqiialentior peragratrix caelico-

lariira auratam curiam rurali rcspersura pnlvere credar
. . .
intrasse'. 'Squalentior '

Eyss. sed optimi codices B et R ha-
bent alter 'exqualentior ', alter '
xqualentior'. Quae cnm ita
si non intelìego cur Eyss. reiecerit exqualentior. An
ut,
propterea quod apud nuUum aliuin scriptorern legitur? Sed
multa sunt verba praepositionibus composita qui bus Mart.
unus usus est: cfr. 169 adiaculo, 846 demerso, 807 demulco,
556 evulgo, 207 efflammo, 576 perflagro, 921 repedio,
169 revibro.
590. 'Forniam totius terrae non plauam, ut aestimant

positioni qui eam disci diffusioris assimilant, neque conca-
vam, ut alii qui descendere imbrem dixere telluris in gre-
•) Ornamen cura veteribus editionibus postulat numerus ut lo-
gamus prò ornameutum. Nani cum structuram -l u >, (excludit 1.
ornamen) gratissimam habeat Capella. illam contra quam diligen-

tissime vitat ex trocliaeo et disi)0udaica clausula constante (excludit
órntiméntum).
QVAEST. IN MART. CAPELLAM. 245
mium, sed rotundam, globosam etiam, sicut secundus Di-

caearchus asseverat'. Mauuscriptorum lectio, quam Kopp.
servavit, manifeste corrupta est: quotiam enim verbo re-
gitur acciisativus ille'formam '
? Hoc igitur cuin intellexis-
set, scripsit Eyss. :
'. . . sed rotundam globosam, etiam sic
ut secnndiim Dicaearchum asseverant '; sed nihil profecit.
Nam locum minime explicavit, quamvis multnm immuta-
verit textura, atqne syntacticum mendum reliquit. Quod ta-
men tollas, non sine magno perspicuitatis adiumento, si scri-
bas,prò 'asseverat', 'asseverant' et sic interpungas: '. sed . .
rotundam, globosam etiam, sicut secundus Dicaearchus, as-

severant'. Nam amanuensis, ut puto, post satis amplum
ambitum verborum cum orationis quasi ilnxam non cerne-
ret, opinatus est verbum 'asseverant' a coniunctione 'sicut'
regi, atque ita Totus locus igitur sic

'
asseverat '
scripsit.
erit interpretandus Forrnam totius terrae asseverant non
:
'
planam sed rotundam globosamque, sicut secundus Di-

. . .
caearchus [asseverat]'. Sed quid significant verba' secundus

Dicaearchus'? Mira sunt Eemigii i) somnia, qui ait se- '
cundus non numeri est sed pronominis, ut Primus, Secun-

dus, Livius, Quinctus '. Paulo perspicacior Kopp. suspica-
tus est 'secundus' significare velie post alium, Aristotelem
fortasse. Sed lectio codicum mea sententia non potest ser-
vari : possis forte legere 'facundus', siquidem eloquentiae
virtus maxime in Dicaearcho enituit. (Cfr. Cic. Offic. II, 5
'
Dicaearchi . . . Peripatetici magni et copiosi ").
892. 'Alias advexit virginis mater puellas, quas opu-

lentis coornatura muneribus examine isto explorare con-
stituit". Quod scribit Eyss. coornatura, cum nimis a codi-
cum lectionibus distet parum habet certitudinis: B enim
habet coniatura (atura in ras.), b add. tas, D collocatura.
•
) De Remigio Autissiodoreusi Capellae commentatore v. Eyss.
Praefat. p. xxviii, et praecipue Narducci Intorno ai vari commenti '
al Satyricon di M. Capella '

(Bullettino delle Scienze matematiche,
XV, Roma). Eius corameutarium ego legi in codice Lauientiauo de-
cimi saeculi sic signato Plut. LXC, n. 19 sup. :
246 e. MORRLLI «
Atque ne lectio qiiidem 'collocatas', qiiam Kopp. e quibiis-

dam codicibus hansit, sententiam recte exprimit. Quae cura
nonne scribendum erit, secundum codicem
ita sint, B om-
nium gravissimum,' coniatura 'vel, rectius/ collatura' ?Nam
muneribus iam alio loco dixerat Mart. 326 aliam
conf'erre :
feminarum pari sponsalium munere conferendam Clarius

intromisi t.
912, Lavdbs Iovis.

Te foveant sacro miniere lumina
terris purpurevim dum renovaut iubar,
testata ambrosiuin spleudificant dieai ;
sictua uoctis honos lampade menstrua

auratus crevit praemia cornibus.
^ Locum hajd dubie corruptum emendare couatus Hein-

sius egregie scripsit prò foveant. qnod nihil significat,
Phoehea: tres enim priores versus omnes soli tribuuntur;
item rectissime jjro sic tua legit 'Cynthia',
' '
nam de Luna
in quarto et quinto versu agitur. Sed illud '
rubuit prae-
dita'quod idem Heinsius scripsit prò ^crevit praemia* et
quod a Koppio est probatum atque ab Eysseuhardtio in
textum receptum minus probo. Quae est enim obscuritas
quae obumbret hos versus:
Cynthia noctis honos lampade niensti-ua

auratis crevit praemia cornibus?
'
Praemia '
ait Kopp., '
hic vox nihili '. Sed non conside-
ravit verbum istud'praemium ', vel, plurali numero/ prae-
mia ', a deterioribus non ita raro adhibitum esse non ad
indicaudam mercedem vel utilitatem, sed simili quadam
signi ficatione, ad laudabilem quamlibet virtutem expri-
mendam ;
'praemia' igitur hic significat fulgorem. Locum
antem sic Te colens ipsa noctis honos ac
explicabimus: '
decus Luna, venustatem et fulgorem augere solet cornuum

suorum '. Ita enim id commemoratur quod Lunae est pe-
culiarissimum, id est senescere atque crescere disci.
QVAKST. IN MART. CAI'ELLAM. 247
997-1000. Sed omnium locorum gravissimus cupienti-

bus nobis vitam artem moresque Capellae ex einsdem la-
bris cognoscere est carmen iambicum quo totum opus con-
cluditur, in quo ille, fictionibus tandem dimotis, plura de
se quamvis obscura et intricata loquitur. Sed hoc Carmen,
quemadmodum nobis pervenit, non obscuritate tantum la-
borat, quae scriptori est tribuenda, sed vitiis multis quibus
textus est corruptus quaeque ab emendatoribus potius sunt
aucta quam sublata. Non inutile igitur deputo, licet satis
audax videri possi t, totum carmen edere prò meis viribus
emendatum atque ubi obscurum videbatur declaratum. Ita-
que, ut facilior conferendi fìat copia, carmini ut in Eys-
senliardtii editione exstat, id appono quale ego legendum
existimo.
Ed. Eyss.
Habes senileni Martiane fabulam Hab^s seuilem Martiaue fabulam

misrilla ') lusit quam lucernis miscilla lusit quam lucei'nis
[tìamine [flamine
Satura, Pelasgos dum decere Satura, Pelasgos dum docere
[uititur [nititur
artes creagris 2) vix amicas artes cathedi'is vix araicas
[Atticis, [Atticisj
1) 'miscilla'certa est emendatio Scaligeri prò' miscillo'quod om-

nes codices habent. Kopp. codices sequitur: sed quid verba '
miscillo
flamine "siguificent non dixit. Adde quod 'miscillo' metro repugnat,
quamquam ^Martianixm in hoc Carmine metricas leges saepe migra-
visse videbimus.
2) BR habent 'cagris', sed 6, id est antiqaus codicis B emenda-
tor, 'creagris', quod in ceteris omnibus atque in editionibus exstat.
Cum tamen verba 'artes amicas creagris' Atticis l'ecte nimis audax
translatio etiam ap.Martiannm viderentur {y.oedyQcc euim graece di-
cebantur strumenta .quibus carnes ex caldariis eximebantur), multi
docti homines elaboravere ut corrupto loco medelam invenirent. Ita-
que Meursius parura bene coniecit'diacriis', Heinsius, eum reprehen-
deaSj'theatris'. Sed quemuam habent disciplinae cyclicae cum thea-
tris uexura? Neque in speciosa Dickii coniectura (op. cit. II p. p. 21)
'Oeagriis video quomodo possint Attici Oeagrii appellar!. Ego autem,

'
quandoquidem '
creagris '
nullo pacto servari posse videtur, scriben-
248 e. MORELLI
sic innovena decidit volumina sic innovena decidit voi um in a.
haec quippe loquax i) docta Haec quippe loquax docta
[indoctis adgerans 2) [indoctis aggerans
faudis tacenda farcinat, inmiscuit fandis taconda farcinat, immiscuit
Musas deosque, disciplinas Musas deosque, disciplinas
[cyclicas [cyclicas
garrire agresti cruda tìnxit garrire agresti cruda finxit
[plasmate. [plasmate,
haec ipsa nauci s) rupta hac ipsa uamque rupta
[conscientia [conscientia
diim esse puto 'cathedris'. Nani liberales artes proprias fuisse ca-
thedrarum atticarum alio etiam loco memorat Martianus: v. 802
Hos sat erit cursim numeros memorasse modosque.

cetera Cecropias aequum perhibere cathedras.
1) '
loquax '
cum metrum turbet, putavit Heinsius esse scriben-
dura '
linguax '; quod tamen verbum, ut
vidit Stangius (op. cit. p. 25)
parum exemplis nitittir. Neque illud quod ipse proposuit
securis
'nugax', cum nimìs a codicum lectione distet, ego quidam probaveri m.
Ego autem, quamvis repugnante sunimo Ritschelio (Neue Plaut.
Excurse I, p. 123), censeo 'loquax' servari posse, producta priore syl-
laba; quod fieri potuit vel, ut L. Mueller putat (De re metr.2 p. 382)
propter litteras. qu inseqixentes, vel, ut rectius monet Stangius (op.
cit. p. 11), vi acceutus, qui ap. Capellam plurimum valet (cfr. 91 pii-
lam, 327 néque). Ceterum simile vitium commune fuisse Afris te-
statur Consentius, V 392 K. Quidam dicunt piper producta priore
'
syllaba, quod vitium Afrorum familiare est '. [Vide quae de hac re
disserit Corssenus, Ueber Ausspr. der lat. Sprache, II, 936 sqq.].
2) 'adgerans 'prave ediditEyss. Nam legendum est aut' aggerans',
aut cum Koppio 'aggerans'. Quain lectionem, cum trauslationem con-

tineat maxime buie loco accommodatam vei'am esse puto.
s) 'nauque'habent B R 'nauci' hr et ceteri codices omnesque
:
editiones. Sed 'nauci rupta conscientia' nullo modo intellegitur. Eyss.

[Commentationis criticae de Marc. Capella p irlicula, Berolini liSGI,
p. 8], versum sic emendare conatus haec ipsa nec corrupta conscien-
'
:
tia', sed complures errores admisit. Nam primum mutavit 'hac' quod
exhibent mss. in 'haec'; praeterea non animadvertit versum sic emeu-
datum qui, ut ipse declarat, significat Saturae. non perturbatam'
. .
fuisse couscientiam, quod tales nugas profuderit ', aperte sequenti

versui repugnai-e; deuique legem metricam Martiani infringit, qui
semper trimetros iambicos post quintum semipedem incidit (v. Pe-
tersen op. cit. p. 75). Ego quidem conieceram olira 'haec ipsa raiica,
rupta conscientia'; sed postea intellexi lectionem raagis codicibus pro-
pinquam posse recipi, id est'namque'; locum autem sic explico. Sa- '
QVAEST. IN MART. CAPELLAM. 249
turgensqiie felle ac bile '

multa turgensque multa
felle ac bile '
[chlamyde ») [chlamyde
prodire doctis adprobanda prodire doctis approbanda
[cultibus [cultibus
possemque comis utque e Martis possemque coinis utque e Martis
[curia, [curia,
Felicis '
inquit '
sed Capellae Felicis '
inquit '
sed Capellae
[flamine 2), [flamine
iudocta rabidum quem videre indocta rabidum quem videre
[saecula [saecula
iurgis caninos blateratus pendere, iurgis caniuos blateratus pendere,
proconsulari vero dantem s) proconsulari vero dantem
[culmini, [culmini
tura multa inordinata permixtione cuugessit quae res quam vera ;
sit ex boc patet quod Satura ipsa, oppressa ac vexata couscientia
huius rei, et turgens felle...'.

1) De voce 'chlamyde' priore syllaba producta v. Stang. op. cit.
p. 24. Huius autem coniectura '

turgensque felle ac bile multa cla-
mitat' parum felix apparet.
2) Coniecit Grotius '
famine ', male, uam 'flamen' hic significat
inipulsus.
3) Obscuri carminis obsc\irissimus hic est locus, atque ideo mul-
torum emendatorum vanos passus Vero dantem' compi u- est conatus. '
res nihil intellexerunt, ac vere nihil significabat in loco vulgo male

interpuncto itaque Scaliger coniecit' iura dantem'; sed, ut rect.e ani-
:
madvertit Kopp., quis potest iura dare proconsuli? Quod autem ipse
coniecit perorantem ipse iam vidit metro obstare. Neque Bottgeri
' '
coniectura fMarcianus Gap. und seine Satura, in lahns Arch. suppl.

voi. XIV p. 612) desudantem probabilior est, quia apud nullum
' '
scriptorem, ut Eyss. monuit [Comra. crit. de Marc. Gap. p. 8] inve-

nimus desudare alicui prò corani aliquo — His igitur refutatis
' ' ' '
coniectaneis ad sequentem vei'sum trauseamus 'Bombinatorem'ha- —

bent codices, quod verbum totum versum obnubilat atque omnino
metrum vitiat. Coniecit Eyss. bombitante '; sed audaciae eius par
'
non fuit felicitas : quis enim fando audivit flores bombitare, id est
bombum edere? —
Quod ad me attinet censeo in codicum lectione
non multa mutanda esse. Ac primum liaud dubito quin pro'bombi-
natorem legendum sit bombinat ore '; quam locutionem comraunis
' '
usus fuisse demonstrat exemplum carminis Philomelae (Anth. lat.

ed. Riese 762, 36) bombilat ore legens munera mellis apes '. Scio
'
equidem anapaestum in quarta iambici senarii sede nusquam ap. Mar-

tianum admissum esse: sed quis est quin videat eum in hoc Car-
mine saepius in metrum peccasse? aut quonam alio modo potest in
versum constringi verbum illud' bombinatorem' ? Deinde pro'ipsoque'
.
.
250 e. MOK'KLI.l
iljsoqiie dudum bombitante ipso qvios dudum bombinat ore

[fiosculo ^flosculos,
decerptum falce iam canescenti decerptum falce iam canescenti
[rota 1), [rota,
beata alumnuin nrbs Elissaequem beata alumiium urbs Elissae
fvidet [quem videt
iutârionini 2) muvcidam viciuiani iurgarlorum murcidam viciniam
pai-vo obsidentem vixque parvo obsideutem vixque
[respersura lucro 3), [respersum lucro.
scribo'ipso quos', et' flosculos' prò 'fiosculo'; et sic iaterpretor: 'Ca-

pella contumeliis contumelias refellit; sed proconsulari culmini, ut
huius dignitas dat uberrimos proprii ingenii fructus, id est
pcstvilat,
diceiidi flosculos,quos ipse iam dudum, utpote qui provectae ae-
tatis sit, ore sonans edit '. Itaque verbo' bombiuare'trausitivam tri-
buo vim, ut non raro est de verbis sonum imitautibus, sive signi-
fìcet personare flosculos, id est flosculos murmurantes reddere, sive,
ut puto, flosculos cum souitu edere.
1) Codicum lectione parum conteutus, Grotius, parum perspicue
et eleganter voluit sic versum emendare: decerptam falce iam cane- '
scenti rosam '; Boettgerus (op. cit. p. 620) sic verba transposuit: '
iam
falce decerptum canescenti rota; ut recte mouet Peterseuussed,
(op. cit. p, 78), eius conatus irritus fuit, propterea quod Capella se-
narios iambicos semper post quiutum seraipedem incidit. Illud autem
quod Staugium (op. cit. p. 24) movit ut lume versum corruptum pu-
taret,. id est ablativus 'canescenti' prò 'canescente', quem aiebat auc-
toris dicendi mori repugnare, fallaci opinione nititur vide enim :
224 vibranti acumine (586 decenti

. . . censura) 804 verbere . . . . .
reclamanti (ubi tamen Kopp. habet reclamantis) 919 sordenti . ,
amictu. Scilicet'canescenti rota', quod iam recte Vulcanius explica-

vit'senesceute aetate', parum venusta translatio est: sed quid mirum
in tali scriptore?
2) 'lugariorum '
codices B et R: 'iurgariorum' b, id est corrector
codicis B, qui noununquam probabiles lectioues suadet (v. Eyss.
praef. p. xi).Sed quid signilicet'iugariorum' in loco toto officio ad-
vocati tributo non intellego contra verba ut 'iurgo, iurgator' et cett.
:
commuiiis usus erant ad forenses conteutiones indicanJas.

3) Apparet ex hoc versu quam misera fuerit advocatorum illis
temporibus condicio. Mihi autem conferenti verba illa 'obsidere vici-

niam iurgariorum cum laudibus proconsulis de quibus supra dixi
'
haud veri dissimile videtvir Martianum officio advocati fisci fuuctum
esse, cuius laboris quam parvum esset lucrum apparet ex bis legibns :
Cod. lust. II, VI, 6, Valentin, et Valente A A. II conss., a. 368: '

Kam
si [advocati fisci] lucro pecuniaque capiantur, velut abiecti atque
degeueres Inter vilissimos uumerabuntur ', et II, VIII, Antonino A.
.
QVAEST. IN MAKT. CAPELLAM. 251
uictaute cura somDolentum nictante cura soinnolentum

[lucibus. [lucibus.
ab hoc >) creatum Pegaseiim ad hoc creatum Pegaseum
[gurgitem [gurgitem
decente quando possem haurire decente quando possem haurire
' '
[poculo? [poculo?
testem ergo nostrum quem testem ergo nostrum quae
[veternura prodidit [veternum prodidit
secute nugis nate ignosce secute magis nate ignosce
[lectitans 2). [lectitans.
IV et Balbino
conss., a. 213: Cum te lìsci causam agitasse pro- '
ponas, quamvis te salavium percepisse neges; tamen placitis acquie-

sce. Eos enim qui causam fisci egissent, prohibitum est adversus
fiscum pati'ocinium praestare '. Sed saepe, Martiani nostri exemplo,
advocati fisci contumelias contumeliis repellebant v. idem quod :
protulimus Valentiniani et Valentis decretum Ante omnia autern :

'
advocati ita praebeant patrociuia iurgantibus: ut non ultra quam

litium poscit utilitas in licentiam convioiandi et maledicendi teme-
ritatem prorumpant . . . Nam si quis adeo procax fuerit, ut non ra-
tione sed probris piitet esse certandum, opinionis suae imminutione
quatietur '.
1) B r habent ab, R ad. Non intellegit Eyss. verba 'creatura Pe-

gaseum gurgitem' iure, quia servavit 'ab'. Sed si scripseris 'ad', sic
:
interpreteris: 'Possem prodire adprobanda doctis cultibus multa

chlamyde et venusta: sed poterono ego apto poculo haurire gurgi-
tem Parnasi, qui tamen ad hoc creatus est (id est ad Atticam ve-
nustatem), quadoquidem flamine Capellae, qui...' et cett. ?
2) Intricata verba recto explicavit Kopp. '
Ignosce ergo nugis
lectitans, nate secute testem quae veternum nostrum prodidit
hoc '
est Saturam.
Carminis fere totius conatus est edere interpretationem P. Mou-
ceaux (Les Africains, p. 226 sane quidem acutam; sed propter cor-
1
ruptum quo innitebatur textum non omnino probandam.
Dum libellus imprimitur, hae repetenti mihi Capellae opus

mendorura emendatioues se obtulerunt.
6. Legendum '
Tritonia etiam intenda resoluta, . .
.'.
36. » '
tot is noctibus repigratior '.
67. » '
uunc, vanescentis gratiae fenuala varietate, . .
.'.
143. » '
a fronte lecticam subvehere non morantur '.
224. » '
canoras (se. '
fauces ') etiam fieri posse memorabat '
2Ó2 e. MOKKLLI
II. — De Capella siiperioruiii scriptoruiii imitatore.
Quantum iu carmini bus Mart. Capella a suiêrioribus

poetis pendeat, a Vergilio potissimum, quem omues huius
temporis scriptores exemplar omnium maxime imitandum
liabuerunt, luculenter iam demonstravit Stangius (op. cit.
pp. 46-57). Qnapropter ego in hac re contentus sum ut
nonnulla exempla quae doctum virum fugerunt coUecta
prodam
Capellab loci. Aliorvm poetarvm loci.
21 quod superi voluere licet. Ov. Met. Vili, 619 quicquid su-
peri voluere peractum est.
Verg. Aen. XI, 624 gurgite Pon-
tus 913 gurgite Phoebus.
22 quin crebrius iu uos lus ha- Ov. Her. IV, 12 in domiuos lus
bet Illa deos. habet illa deos.
81 lunoue thalamos quis rogare Ov. Her. XII, 87 Conscia sit luuo.
conscia iMolet deorvim?
33 sed te pareutis cura si strin- Ov. Her. Vili. 15 at tu cura mei
gi t pia. si te pia tangit.
116 languida mordaces cum pul- Lucr. VI, 646 complebaut pectora
sant pectora curae. cura.
Lucan. VII, 123 animique truces
sua pectora pulsant.
123 cui panditur aula Tonantis. Stat. Tbeb. Ili, 67 aula... tibi
panditur.
117 Scande caeli tempia virgo, Eun. (Ribb. p. 41) magna tem-
Diofua tanto foedere. pia coelitum ! p. 79 . . . tem-
pia caeli. V. Annal 49, IHJ
ed. Valilen^ v. etiam Accium

p. 326 Ribb.
571 insomnes
. . . curas. . . . Lucan. 111,239 . . . insomni... cura.
581 iuìnenso quo ciugitur illa pro- Ov. Her. V, 61 Adspicit inmen-
t'undo. sum moles nativa profundura.
725 in Veueris agros Pallas sibi Lucan. Vi, 73 ... sibi vindicat
vindicat usum. agri.
S02 Hos sat erit. Verg. Ecl. X, 70 Haec sat erit. —
Aen. Ili, 602 Hoc sat erit.
[Apul. De Mando 310 Oud.
sat erit].
QVARST. IX MART. CAPRLLAM. 253
808 [multivagos qua tollunt si- [Pliu. N. H. Il, 72 multivagos In-

derà flexus]. nae flexus].
808 cernere iam videor. Verba Acliillis (Auth. lat. ed. Rie-
se 193, 371 cernere iam videor.
908 carmina velie sequi. Ov. Amor. II, 14, 2 agmina velie
sequi,
919 pascit monte capellas. Ov. Met. Ili, 408 pastae monte
capei! ae.
Quod aiitem ad .solntam oratiouem pertinet, nounnlla

iraitationis exempla iam Koppius haud multa
protiilerat ;
quidem, neque satis firma. Cum enim

fixum mente haberet
Capellam a certis scriptoribus certa imitatam esse, non
dubitavit velut iraitationis argumenta aliqua loca proferre,
in quibns nonnisi aliqua sententiaram verborumve levissima
similitudo deprehenditur. Ita, exempli gratia, afiirmat saepe
apud Capellam manifestum Claudiani inveniri studiam,
quamvis ad hoc comprobandum nimis exilia testimonia
prodat. Post enm C. Weiman, in diligentissimo opuscnlo
quod inscribitur Apuleius und seine Nachharaer
'
*) non- '
nullis locis confirmavit eam quae cuivis etiam parum at-

Apuleium et Capellam affinitatera
tento lectori patet inter :
miraudum tamen est perspicaciam eias multa exempla la-

tuisse quae munus eius iuvaie poteraut. Horum igitur doc-
tornm virorum reperta, quae quidem mihi satis gravia vi-
debantur, statui, ne dissoluta atque imperfecta manerent,
opere meo complecti ; eaque siglis (Kopp.) et (Weim.) de-
notavi, Investigationem autem meam eis partibus circum-
scripsi in quibus mythus Philologiae et Mercuri narratur ;
nani de discipliuis plerisque, in quibus exponendis Mart.

auctores suos non dicam secutus est, sed saepe expilavit
verbo verbum transferens, iam ab aliis copiose actum est -).
i) V. Sitzungsberr. der k. b. Akad. der Wisseuschaft. zu Miin-

chen, a. 1893, pp. 374-375.
2) Disserit fuse da liac re in praefatione pi>. xxxi-Lix Eyss., qui,
praeteritorum doctorum investigati nes egregie integrans, ostendit

Capellam primo et secundo libro Varronem et Nig. Kigulum se-
in
cutum quod uberiore argumentorura copia probavit nuper
esse;
C. Tliuliu (Die Gotter des M. Capella und der Bronzleber von Pia-
254 e. MORELLI
Sed ne quis me reprehenclat quod, cnm Koppinm le-
vitatis argueriin qui nescierit certa exemjjla ab incertis

seiugare, in idem nonniin(|uam inciderim crimen, laboris
mei promenda ratio. Scilicet non dubitavi ut Apu-
erit hic
leianae imitationis argumenta aliqua loca proferre quae
forsitan in alio scriptore praeterierim, sed optimo iure, ut
opinor. Nam omne dicendi genus diligentius perscrutanti
apparet Martianum Apuleium sibimet exemplum propo-
suisse : hunc enim sequitur in quibusdam syntacticis con-
suetudinibus, huius stilum quantum potest imitatur, ab hoc
quoque, vebit a purissimo fonte, certa vocabula haurit
quae apud alium neminem enitent quin etiam ad Apulei:
fabulam de Amore et Psyche multas narrationis suae partes

effinxit. Itaque si quae sunt quae minoris momenti vi-
deri possint, eaapud huiusmodi auctorem clariore quadam
luce conlustrautur, quia ostendunt hunc tam penitus apu-
leiano spiritu imbutum esse, ut ea quoque in qnibus du-
bitari possit an ille Apuleium dedita opera imitatus sit,
certum tamen apuleianum quiddam redoleant. Quod idem
cum affirmare liceat aliqua parte de Vergilio atque Ovidio,
istorum atque Apulei imitationi tribuere non dubitavi
cenza. Giessen, 1906, in Religiongeschichtliche Versuche und Vorar-

beiteii, voi. Ili pp. 82-89). In tertio libro, Juergenseni (op. cit. p. 65 seqq.)
iudicio, auctor praecipuus fuit graminaticus t|uidain a quo etiam Dio-
medes Servius Max. Victorinus pendant. De quarto libro adliuc incerta
sententia est; similia milita invenies in ps. apuleiano scripto IIsqI
SQ/utjysiag (cfr. nuperrimam Apulei philosophi editionem quam curavit
P. Thomas). Quinti autem post Halmii laboros (Rh. lat. min. pp. 451-492)
dubitari non potest quin fons gravissima fuerit Aquila Romanus.
Optime meruit de libro sexto Fr. Luedecke (De MarciMui Capellae
J. sexto, Gottingae 1862), qui luculentissiine illum monstravit fere
totum ex Piinii et Solini locis esse conflatum postremam autem ;
eius partem Boettgerus (op. cit. p. 603) Euclidi deberi vidit. In sep-
timo, ut Eyss. opinatur, denuo Varronianae doctrinae vestigia aj>
parent. Quos autem auctores secutus sit Capella in octavo libro om-
nino non patet, quamvis etiam hic eum quosdam expilasse certum
sit (Eyss. praef. pp. lv-lviii). Sed in nono Aristides Quintilianus
eius fons haud dubie fuit: v. Deiters, Studien zu deu griech. Mus.,
ùb. die Verbaltniss des M. Capella zu Arist. Quintilianus. Posen 1881.
QVAEST. IN MAllT. CAPKLLAM. 255
exempla quaeclam quorum similia exstant apud alios iscrip-

tores, qnos minus a Martiano dilectos esse constat.
Haec me recte egisse ex alia etiara, ut spero, auimad-
versione patebit, quam mox expositurus sara. Nam couside-
remus, quaeso, ea quae afferò uniuscuiusque auctoris imi-
tationis exempla: iuveniemns fere omnia in locis certis
atque intra haud latos limites contiueri, ita ut nobis in
promptu fiat invenire hio (quod saepius accidit) locum paene
totum apuleiannm, illic ciceroniannm (v. libri V initiam,
§§ 426-428): huc —
nam quod diximus de solutao orationis
scriptoribns etiam de poetis confirmari potest — omnes
confluxisse videntnr imitationes vergilianae, illuc ovidia-
nae. Paene dixerim Capellara, quotiescumque operi suo con-
ficiendo manus imposuerit, sub dicione atque influxn con-
stitisse auctoris cuiusdam, ad cuius similitudinem liabitum
mentis calamumque flexerit.
Ceterorum autem exempla non ausim certa omnia esse
asserere, quia parum copiosum et grave testimoniorum ex-
hibent suffragium ; rectius igitur in eis nihil aliud viden-
dum quam memoria quaedam vaga
est et fluctuans a lectis
auctoribus in mentem docti hominis fluxa. Ita certa ac
propria vis imitationis non erit tribuenda exemplis Arno-
bii et Macrobii: quis enim credat auctorem, ut probabile
est, paganum •), Christianum virum eundemque paganae
fidei acerrimum impugnatorem voluisse imitari ? Macrobio
autem, qui fere Martiani aeqnalis fuit, quae gloriae aucto-
ritas ut perfectus et sequendus videretur? Sed tamen ap-
paret in eis, de similibus rebus saepe disserentibus, atque
affini, ut tempora ferebant, ratione institutis, necessaria
1) Nou enim veri simile est clu-istiani viri ojdus fuisse librum
in quo omnia paganae doctrinae elementa congregata et quasi con-
glutinata sunt, 60 tempore quo multa adhuc pjiganorum fidei et
cultus vigebant. Atque euim apud eum, ut ap. Macrobium atque
haud paucos oratores, grammaticos. poetas huius temporis, nulla
Christianorum mentio fit; qui omnes, ut acute animadvertit Boisse-
rius (La fin du pagauisme, 1. V, p. 243), de nova ac triumphante re-
ligione consulto silent. Clarum igitur est quam inepta sit Boettgeri
inquisitio (op. cit. p. b9d) au Martianus Christiauam tìdem uoverit.
256 e. MORKLLI
verborum similitudo. In qua concedam equidem nounihi]

communem patriam voluisse; quamquam non infitior me
exempla similia neque ap. Tertullianum neque ap. Cypria-
num neque ap. Lactantium potuisse invenire. Sed de hoc
satis: nunc ipsa loquantur exempla.
Capklla. Apvlkivs.
2 Quid istud mi pater ? . . . Met. I, 6 mi Socrates, quid istud ?
(Kopp., Weim.),
2 ne tu, inquam desipis?... Met. I, 6 Aristomene, inquit, ne
tu . . . ignoras.
5 crebrisque discui'sibus exerci- Met. VI, 1 Interea Psyclie variis
tum corpus. iactabatur discursibus.
7 ipso sacri pectoris ac pruden- Xet. Vili, 27 deamque serico con-
tis amiculo virginem virgo tectam amiculo mihi... im-
contexit. ponunt.
7 mira . . . celeritate. Met. Ili, 2 mira celeritate {alii
multi).
9 fissiculatis extorum prosiciis. De deo Oud. vel sora-
Sor. p. 134
151 haec aruspicio exta fissicu- niis conformandis vel extis
lant. fissiculandis (=^ sermo augu-
ralis).
9 sagaci eum investigatione dis- Met. VI, 2 anxia disquisitione

quirunt. tuum vestigium . . . requirit
[Firm. Mat. Math. II, 29. 3 sa-
gaci . . . inquisitioue].
14 (amnis) undas volvebat argen- Met. IV, 6 (fons) evomebat undas
teas. argenteas.
14 nimia celeritate festiuus. Met. V, 12 festinantes impia ce-
leritate.
Ascensio ad coelum Virtutis Mercurio Apolline ac Mu-

sis comitatae et concilium deorum ap. Martianura multum
similitudinis habent cum descriptione ascensus Veneris ad
caelum et concilii deorum ap. Apuleium, in fabula Amoris
et Psyches.
26-28 Augurales vero alites ante Met. VI, 6 De multis, quae circa
currum Delio coastiteruut, cubiculum stabulant, proce-
uti quis vellet vectus asceii- duut qu.attuor candidae co-
deret. lurabae et hilaris incessibus
pietà colla torquentes iugum
gemmeum subeunt, suscepta-
que domina laetae subvolant.
8. 3. '909
QVAKST. IN MA RT. CAPELLAM. 257
Sed scandente Plioebo Musarum Currum deae pi'osequentes gan-

pedisecus adhiorensque co- nitu constrepenti lasciviuut
mitatus caìidenti canoraque passeres, etceteraequae dulce
alita vehebatur. superi au- cantitant aves melleis modu-
tem globi orbesque septem- lis suave resonantes ad ven-
plices suavis cuiusdam :nelo- tura deae pronuntiant.
diae harmonicis tinnitibus
coucinebant, quia Musas ad-
ventare praesenserant.
Tum verocouspiceres totius mun- Cedunt nubes et Caelum filiae
di gaudi a convenire. panditur et summus aether
aeria temperies sudis tractibus cura gaudio suscipit deam.
renidebat.
cygnus impatiens oueris atque susceptaque domina laetae sub-
etiam subvolandi. volant.
88 ictibus crebris verticem vul- . . . 22 pectus . . . convulneraris assi-
nerabat. duis ictibus crebrisque (ter-
renae libidinis fbedaveris ca-
sibus).
41 Ac rnox lovis scriba praecipi- 23 Sicfatus iubet Mercurium deos
tur prò suo ordine ac ratis omnes ad contionem protinus
modis caelicolas advocare. convocare (Weim.).
729 puer ille piceus iussus ad- 24 lovi quidem suus pocillator,
nionere silentiuni. ille rusticus puer . . . niini-
strabat.
27 acuto . . . tinnitu. Met. X, 31 permiscens borabis

gravibus tinnitus acutos. —
Fior. p. 11 Oud. acuto tinnitu
et gravi bombo.
42 collegae lovis, qui bis seni cum De deo Socr. p. 121 Oud. illi duo-
eodem Tonante numerantur deci m in duo versus ab En-
quosque distichura complec- nio coartati luno Apollo
' — '
titur Ennianum Inno ' — (Weim.).

Apollo '.
6G multicoloribus notulis varie- Met. XI, 16 picturis miris Aegyp-

gata pictiira. tiorum circumsecus variega-
tara. —
Fior. p. 52 Oud. tu-
uicam picturis variegatam.
67 luuonis consesSus haut inde- Met. IV, 26 me... mater infelix...
center ornatus. mundo nuptiali decenter or-
68 His igitur induraentis uterque nabat.
regum decenter ornati.
Studi ilul. di filol. class. XVII. 17

.
258 C. MORELLI
100 non cassa opinatione formi- Met. Vili, 5 cassa formidine.
dabat.
101 aetherii verticis pinnata ra- Met. VI, 30 piiinatam Pegasi...
piditas. celeritatem.
110 multa lapillis surculisqne Met. II, 5 surculis et lapillis et
permixtis . . . congesserat. genus frivolis inhalatis.
id
112 adorta est increpare, quod Met. I, 11 paululum coniveo.
paululum coni vere . . . virgi-
nem non sivisset.
184 paululum couivens oculis.
114 secretum cubiculi repente Met. Ili, 24, Vili, 11 inrepit cu-
Phronesi.s mater inrupit. biculum.
Met. IX, 2 ni... cubiculum in-
rupissem. (Sulp. Sev. Dial. II,
1 secretum . . . iarupit).
124 (poet.) perdia pernoxque sa- Met. V, 6 et perdia et pernox. —
cris namque operata chartis. IX, 5 pernox et perdiem
[v. etiara Geli ; Symmach.l
(Kopp., Weim.).
127 circumspectioue cautissima. Met. XI, 19 cautoque circuni-
spectu (Weim.J.
131 Post has ingressa quaedam Met. X, 31 super has introcessit
gravis crinitaque femina. alia, visendo decere praepol-
leiis.
132 tertia pcctus appreheudit. Florid. p. 103 Oud. manum ho-

135 leniter dextra cordis eius pul- minis prehendit, eam pei-
sum pectusque pertractat. venarum pulsum
trectat, et
momenta captat.
134 et lieus, inquit, virgo. Met. IX, 33 et heus, inquit, puer.
[Racpisiìime).
135 ut cum dicto leniter. 580 et Apiid Apul. in Met. saepissime

cnm dicto prospici o, 889 et (Kopp., Weira.).
cum dicto resupina paululum.
139 exhausto palloi-e coufecta. Met. V, 22 marcido pallore de-
fecta. IX, 27 exangui pallore
trepidantem puerum.
139-140 Tum illa '...hoctibi ac- Met. II, 16 adripit poculum ac . .
cipe sorbillaudam '. Ac lune . lìotrigit hihom, idque nìodico

quandam globosam anima- prius quam totum exsorbe-
tamque rotunditatem sumit rem clementer invadit ac re-
ac virgini porrigit hauriendam. lictum paullulatim [sicHelm.:
V. der Vliet pullulatim] la-
bellis meque respiciens sor-

billat dulciter.
149 cum nihii contagionis corpo- De deo Socr. p. 123 Oud. corporis
reae . . . portulerim. contagione . . . remotas (saepe
.
QVAEST. IN MART. CAFELLAM. 259
etiam ap. ecclesiasticos soiip-

toies).
149 non enim de humilitate illius De deo Socr. 188 Oud. quippe [quae
aeris quaero, qui volucribus aves] nulla earum ultra Olym-
permeatur, quem Olympi mon- pi verticein suhlimatur. qui cum
tis cacuìnen excedit qui vtx excellentissimus omnium pe-
decem stadforum altitudine su- rhibeatur, tamen altitudinem
bì iutatur. perpendiculo si metiare, ut
geometrae autumant, (decenì)

stadia altitudo fastigii non ae-
quiperat.
154 Latini Medioximos vocita- De dogm. 1, 204 Oud.
Plat. et eius
runt. quos Medioximos Romani ve-
teres appelJant.
169 instar speculi praenitentis. Met. II, 9, De Mundo 323 Oud. ad
instar speculi.
199 paululum conquierunt. Met. IV, 22 paululum conquie-
scunt. Vili, 18 placuit pau- . . .
lulum conquiescere (Weim.).

202 annixa genibus ac tota men- Met. VI, 3 tunc genu nixa et ma-
tis acie coartata diu sileiitio uibus aram tepentem ample-
deprecatur. xa detersis ante lacrimis sìj
adprecatur.
209 luppiter ... in suggestu ma- Met. Ili, 2 iamquo sublimo sug-
xime . . . residens. gestu magistratibus resideu-
tibus.
219 {poat.) ni rosetis purpurai-et Met. VI, 24 Horae rosis pur- . . .
culmina — Aurora. purabant omnia (Weim.).

•328 cui crines tortuosi decentique Apol. 535 Oud. ut decenter (utrim-
inflexione crispati. que lanugo malis deserpat)
ut in capite crispatus capillus.
425 (poet.) perei tus ac trepidans Met. Ili, 21 percita Fotis ac satis
dextram tendebat inermem. trepida. —IX, 2 puer mobili
ac trepida facie percitus.
427 voluti potens rerum omnium Met. I, 8 potens illa et regina.
regina.
436 respectans superos aliquanto Met. II, 29 aliquanto proplieta
commotiorque sic coepit: commotior :
'
ait '
565 ad Philologiae consessum . . . Met. V, 4 ad parentura suorum

perrexit. conspectum adfatumque per-
rexerant.
575 Ago babeoque, diva, per-
tibi Fior. 75 Oud. quantas maximas
solvensque perpetes debebo possum gratias ago atque ha-
grates. beo. —
Met. VI, 28 quas tibi
gratias perhibebo ?
2G0 e. MORELLI
578 fjuos . . . sortlenti conspexit Met. 1,6 ecce Socratem... cou-
pallio somitectos. spicio. humi sedebat scissili
palliastro semiamictus.
593 i-otunditatis fiexibus. ^let. II, 7 orbis flexibus.
636 orlivi solis. 697 sol ortivus. Met. Ili, 28 ertivi solis (Weim.).
640 flagrantia solis aestivi. Met. IV, 1 flagrantia solis. IV, —
17-VI, 12 (Weim.\
726 His Atlantiades auditis. Met. I, 24 His ego auditis.
726 hi laro susurramine. Met. I, 3 magico susurramine.
727 marcidulis . . . lumiuibus. Met. 111,20 luminibus . . . marci-
dis (AVeim.).
804 famulitium Veneris. Met. VI, 8 una de famulitione Ve-
neris.
804 alios in ., effusique cachinni
. . Met. II, 14 cum... adstantes in cla-
libeutiam piovocarint. rum cachinnum videret etFu-
sos. — 20 convivium totum
II,
in licentiosos cachinnos ef-

funditur.
804 senex baculum adcliuatus. Met. VIII, 19 senex . . . totus in
baculum pronus.
804 ad eum alacer Cupido atque Met. Ili, 29 alacer ac laetus pro-
hilarvis adcucurrit. pius accessi.
806 ain tandem non dispensas? Met. 1,8 ain tandem?
806 dementire coepisti? Apol. 503 Oud. tete . . . coepisse
dementire.
807 apage sis. De deo Socr. 131 Oud. apage sis
{saepissime aj). Plaut. et Te-
rent.).
807 Tam tristibus asperisque Sa- Met. II, 7 Tuuc illa lepida alio-
turae alioqtiin lepidulae ver- quin ac dicacula puella.
beribus demulcatus.
809 vetitus ille ac durissime ca- ^let. III, 10 tuuc ille . . . paulisper
stigatus denuo me risus in- cohibitus risus libero iam
vasit. exar.sit.
811 totis artubus . . . oculea. Met. 11,23 oculeum totum(Weim.).

V. Plaut. Aul. 552.
820 aestivam tlagrantiam. Met. IV, 14 aestiva flagi-antia
(Weim.).
884 iam Pyrois sive IMartiuni si De mundo 354 Oud. stella etenim
dus. Pyrois, Mavortium sidus.
893 pectornnì arcana. Met. V, 8 pectoris arcanis [v. Pa-
negg., Amm. Marc] (Weim.).
901 alacri via-ore. Met. II, 11 alacrem vigorem (v.
Ausoa. Ep. X, 12; (Weim.).

QVAKST. IN MAUT, CAPBLLAM. 261
Catella. Vkiigilivs.
7 iiieatus ciieli siderumque iiiou- Aeu. VI, 180 caelique meatus

. . .
stral)at. (Kopp.) Apul. iMet. XI, 25

stellarum meatus, Fior,
. . .
p. 90 Oud.
10 Pei' aerios etiain tractus, quibus Aen. Ili, 360 Qui tripodas, Clarii
formare solitus et volucrum laiiros, qui sidcra sentis Et
diversos meatus et osciaum volucrum linguas, et prae-
linguas et praepetis omiua petis omina peuuae (Kopp.).
pennae.
14 electro purior resplendebat Georg. Ili, 522 electi-o purior am-
aniuis. nis (Kopp.).
16 , . . livcntis pi limbi. Aen. Vili, 687 ...liventis plumbi.
36 vivos etiam vultus aeris aut Aeu. VI, 849 ...vivos duceiit de
inarmoris . . . inspirai. marniere vultus.
•10 virginalis pudoris riibore sub- Georg. I, 430 ... si virgineum
fusa. subfudeiit ora ruborem.
70 glaucoque amictu tectiis ca- Aen. XII, 885 caput glauco con-
put. texit amictu.
i)0 luppiter 1111 uc solio resedit. Aen. T, 506 solioque
. . . resedit. . . .
109 flaniuiaruiii caelestium glo- Georg. I, 473. Aen. III, 574 flam-
bos. maruraque globos.
134 nulli fas adtrectare. Aen. IT, 720 adtrectare nefas.
223 elephanto praenitebat. Aen. VI, 896 nitens elephanto.
. . .
590 alii, qui descendere inibrem Georg. II, 275 Tum pater omui-
dixere telluris in gremium. potens fecundis imbribus Ae-
ther Coniugis in gremium
laetae desceudit (Kopp.).
600 fluenta latentia, qiiae fuudo Aen. VI, 581 fulmine deiecti fun-
volvuntiir in imo. do volvuntur in imo (Kopp.).
641 Paestana rosaria. Georg. IV, 119 biferi rosaria Pae-
.sti (v. Prop. Mart. Colum.
Aus.) (Kopp.).
804 senisque proflantis somnum Aen. IX, 826 toto proflabat pec-
exudatioue conspecta. tore somnum (Kopp.).
928 canticis adlici disrumpique Ecl. VIII, 71 cantando rumpitur
serpentes. anguis (V. Manil. I, 92 Ne- —
mes. IV, 70).
2f;2 e. MOUKLLl
Caprlla. OVIDIVS.
5 palaestra . . . exevcitum corpus Met. VI, 211 ...opus nitidae iu-

lacertosis in iuvenalisroboris venale palaestrae.
excellentiam toris . . . renide-
bat.
25 ìpv/TÌy incultam ac ferino more Met. IV, 722 . . . modo more fero-
versai! te m. cis Ver.sat apri.
29 vitta crinalis. Met. V, 617 crinales vittas. — v.
IX, 772.
41 praecipitur . . . caelicolas advo- Met. I, l'i 3 ... liac parte poten-
care,praecipueque senatores tes Caelicolae clarique suos
deorum, qui peuates fereban- posuere penates.
tur Tonantis ipsius.
44 di.scrotis plurimum locis deo- Met. I, 173 plebs habitat diversa
rum singuli mansitabant '). locis.
90 puer ad os compresso digito Met. IX, 692 qnique premit vo-
salutari silentium commone- cem digitoque silentia suadet.
bat.
99 multa secum ingenti cura an- Met. IX, 276 longis auxia curis.
xia retractabat.
110 irrorati liquoris allinebat un- Met. I, 371 Inde ubi libatos inro-
guentura. ravere liquores.
134 et naeije caeli palatia. Met. I, 175 Hic locus est, quem
si verbis audacia detur, Haud
timeam magni dixisse Pala-
tia caeli.
897 propinquante confinio uoctis. Met. VII, 706 conlinia noctis. v.
XIII, 592. (Apul. Met. Li, 17
confinia lucis).
Plavtvs.
88 caput illis virga comminuens. Rud. 1118 ego tibi comminuam

caput. V. et alia loca.
168 uam eccam tibi aetheria Inno. Saepissime ap. Plaut. et Terent_
«) Vidctur in hoc atque in praecedente exemplo Capella non

Ovidium ipsum imitatum esse, sed fontem cuin ilio habuisse com-
munem, fortasse Nigidium Figulum, qui liane caeli et numinum
partitionem, Etruscorum propriam, Latini iuris reddidit. Cfr. Eyss.
Praef. p. xxv. sqq.
QVAE.ST. IN MAUT. CArp^LLAM. 263
CAPKLLA. LVCILIVH.
224 cum (fauces) indocta nisti- Ed. Marx 136 . . . exlialas tum aci-
citate vexatae foetidos ructus dos ex pectore ructus.
vitiosi oris exhalant.
LVCRETIVS.
100 dura flores ipsa decerperet. 1, 928 . . . novos decerpere flores

(v. Ovid. Fast. V, 255 decerpsi
pollice flores. Apul. Fior. 420
vicinorum flores decerpunt —
alios).
201 caeli molein niachiuamque V, 9G moles et machina mundi,

torqueri.
Catvllvs.
426 peplum... omnium figni-a- LXIV, 50 Haec vestis priscis ho-

rum lumiue variatum. minum variata tiguris.
HORATIVS.
4 (Gradivum) coniugis amore tor- Od. Ili, 19, 28 me lentus Glyce-

reri. cerae torret amor.
Priapba.
2 respersum capillis alljicantibus 77, 2 ... meumque canis — Cum

Aêrticem. barba caput albicet capillis
(Kopp.).
Lvcanvs.
331 ex arenis Libyae anhelantis I, 368 . . . Libyae sitientis arenas.

adducitur.
Persivs.
908 virginum chorus Pegaseae Prolog. 14 Cantare credas Pega-

vocis nectare diliiuebat. seium nectar (Kopp.).
Clavdianvs.
810 miti vertigine sensim volu- In Eutr. Il, 359 Quis melius vi-
tus ialabitur. brata puer vertigine molli —

Membra rotet? (Kopp.).
264 e. MOUELLI, QVAKST. in makt. capellam.
Capella. Cicero.
7 uaguentis oblitam. In Sen. § 12 ungueutis oblitus.

29 laurusque, quem dextera re- In Verr. IV § 74 sinistra mauu
tinebat. retinebat arcura, dextera ai'-
77 dextera ardentem facem prao- dentem facem praeferebat.

ferebat.
427 impellere quo vellet et unde De Or. I, § 30 voluutatem impel-
vellet deducere . . . poterat. lere quo velis, unde autem
velis deducere.
428 fluctuare perraisceri ardere Prat. § 29 lulgere tonare permi-
videbantur. scere.
428 quautaque excellentia celsi- Offic. I § 17 animi excellentia ma-
tudoque sermonis! gnitudoque.
441 amentatas hastas. De or. I § 242 amentatas hastas.
Tacitvs.
697 Homiaes ibi corporc grandio- Gemi. 4 truces et caerulei oculi,

res ultra hominum mensu- rutilae comae, magna cor-
rarn, rutilis comis, caeruleis pora.
oculis.
Akxobivs (maior).
100 non cassa opiaatione formi- I, 31 rumoris cassi opinatione.

dabat.
137 Aegyptiorum adyta. 1,43 Aegyptiorum ex adytis.
812 Aegyptiorixm clausa adytis.
157 Hainnìon aj^paruit cum cor- VI, 12 Ilaiumon cum coruibus
nibus arietinis. iam formatur et tingitur arie-
tinis.
658 fabulosa coufinxit antiquitas. Ili, 6 religiosa consecravit anti-

quitas (v. Macr. Som. Scip. I,
9, 6 consecravit antiquitas)
similia jjassim.
Macuobivs.
70 praetendebat dextera flamini- Sat. I, 9, 12 Phoenices ... in sacris

vomum quendam draconem imaginera eius exprimentes
caudae suae ultima devoraa- draconem fiuxerunt in orbem
tem. redactum caudamque suam
devorantern.
157 Hammon apparuit cum cor- Sat. I, 21, 18 Hammonem . . . arie-
nibus arietinis. tinis cornibus tìngunt.
428 audire opere preti um tan- . . . Sat. I, 11, 23 Audi fecundura
. . .
tae inveatiouis iugenium, tam bonae inventionis ingenium.

fecundae ubertatis eloquium.
Camillvs Morelli.
DUE CODICI DI SVETONIO
'
DE GRAMMATICIS ET RHETORIBVS
Pochi sono i mss. dell'opuscolo svetoniano '

De gram-
maticis et rhetoribus ', di cui le nostre informazioni siano
scrupolosamente esatte : anche
che formano il substrato i sei,
dell'edizione del Eeifferscheid, non vanno affatto scevri di

dubbi, se si eccettua il Leidense, che oggi abbiamo in fo-
totipia a cura del AVissowa Ma appunto il facsimile del '').
codice Perizoniano, mentre porta, come ci verrà fatto di

osservare, qualche cambiamento, sia pure insignificante, al-
l'apparato del Reifferscheid, che per questa parte sembrava
addirittura impeccabile -), ribadisce la necessità d'una revi-
sione almeno sommaria del materiale già noto. Per l'Ottobo-
niano specialmente ha già insistito su questo punto l' Ihm ») :
io potrei anche rilevare delle contradizioni tra il Rotli e il
Reifferscheid a proposito del Gudiano, coQie a p. 266, 14.

268, 14 Ro. (praef. p. lxix) e 116, 18. 120, 7 Reiff.; e in
generale non mancano luoghi che abbisognino di schiari-
menti. Dei mss. non usati dal Reifferscheid conosciamo ot-
timamente l'Ambrosiano e il Viennese 711 per merito del
Sabbadini *) e dell' Ihm ^); del P(arigino 7773) e del B(er-
•) Codex Leidensis Perizonianus phototypice edit. praefatus est
G. Wissowa, Codd. Graeci et Latini suppl. 4 (Lugduni Batavor. 1907).

2) Cf. Reifferscheid Sueton. rell. p. 99 '
accuratissime contiilit
Ritschelius '.
3) Rh. Mus. 61 (1906) p. 549 n. 1.

') Studi ital. 11 (1903) p. 229 sgg.
») L. e. p. 543 sgg. Cf. auche Huenier, Zeitschr. f. osterr. Gym-
nas. 29 (1878) p. 807.
26G a. ruNAioi.i
linese) si sa dal Roth quanto basta per giudicarue il valore;

per rH(arleiano 2G39) siamo ancora affidati alla collazione
dell' Osann, la quale, a dir vero, in complesso par buona.
Sconosciuti o quasi sono il Vaticano 4498, il Marciane, il
Fiorentino e alcuni altri, di cui un elenco trovasi presso il
Wis.sowa '). Degli ultimi due daremo notizia noi, colla spe-
ranza di portare un lieve contributo, se non alla restitu-
zione dell'originale Hersfeldense, almeno alla storia delle
recensioni svetoniane.
Come orientazione generale basti ricordar qui che i
mss. di Svetonio si dividono in due famiglie x ed y, di

cui la prima comprende il V(aticano 1862) e il L(eidense),
la seconda 1' O(ttoboniano) e il Viennese o W da un lato
(= yi), e il N(apoletano), il G(udiano), il Vaticano 1518
od I dall'altro (= y^ì •): tra i mss. y son da classificare
anche i rimanenti, come risulta, in mancanza di collazioni
svetoniane, dalle opere minori di Tacito ^), che i più di
essi contengono in parte e uno per intero (da questa ca-
tegoria vanno esclusi dei sunnominati il Fiorentino e il
Berlinese), fatte, beninteso, le debite riserve per alcuni, di
cui anche riguardo a Tacito non abbiamo conoscenza suf-
ficiente. Il primato tra x ed y è discusso, né la questione
potrà esser decisa, prima che si sia ricostruito definitiva-
mente l'archetipo y; ma dei gruppi yi ed y- il migliore
è senza dubbio y', come ha dimostrato l'Ihm *) sulle orme
del E-eifferscheid. Una riprova se ne ha in certe corruttele,
che serbano indizi del testo genuino, come a p. 102, 15 Reiff.
'
conductos mutoscedo doceret dal Buecheler ») emendato '
splendidamente in conductum ut osce doceret '. Il j\lar-

'
ciano, col gruppo dei codici a cui appartiene, non mancherà

di darcene qualche conferma.
>) L. e. p. XII n. 1. 2.
2) specialmente Scheuer, Bresl. philol. Abliandl. G (1891).

Cf.
3) Della Germania di Tacito abbiamo una teiza famiglia E. sulla
quale cf. Auuibaldi, L'Agricola e la Germania di Corn. Tacito, Città

di Castello 1907 p. 121 sgg. 1(Ì8 sgg.
4) L. e. p. 543 sgg.
8) Rh. Mus. 62 (1907) p. 477.
DUE CODICI DI SVKTONIO. 267
1. Codice Marciano ') Class. XIV, 1 mss. lat., colloc. 4266,

(nel catalogo del Valentinelli non. ce n' è un cenno) di for-
mato grande, cart., consta di 224 fogli numerati in rosso
e comprendenti dai 30 ai 40 righi a seconda dei vari fa-
scicoli. Fu scritto a Bologna nel 1464 a richiesta del me-
dico padovano Giovanni Marcanova, da mani diverse ad :
un solo copista dobbiamo però Svetonio e Tacito. Sul terzo

dei tre fogli non numerati, che stanno innanzi, nella parte
posteriore si legge l'indice delle materie -), dove è omesso
il Dialogo tacitiano. Il primo lemma è in rosso, gli altri
in nero, ad eccezione delle lettere iniziali: la mano è del
sec. XV. Per la storia del codice è interessante la nota in
rosso del f. 224"^: Hunc librum donauit eximius artium
'
et medicinae doctor magister lohannes Marchanoua de Ve-

uetiis Congregationi Canonicorum Eegularium sancti Au-
gustini, ita ut tantum sit ad usum dictorum Canonicorum
in monasterio sancti lohannis in Viridario Padue commoran-
tium. Et quod numquam possit uendi nec alieni extra ipsum
monasterium commodari. Quare omnes prò eo pie orent.
M. CCCC.° LXVI1.° '. Allo stesso monastero si fa allusione al
f. 3^ non numerato e al f. DS"" (cf. Massmann, Germania d. C.
Corn. Tacitus, Quedlinburg 1847 p. 20 n.). Il ms. contiene 3),

oltre il trattato suU' origine dei Goti e alcune orazioni e
bolle di Pio II *) : f. 166^ l'indice dei grammatici e retori
coi titoli Grammatici (GÌ) e Rhetores (L, ifem rhet. y'GI,
item rhet. davi V) e i rispettivi personaggi in due serie, l'una
1) Mi fu mandato a Firenze per gentile concessione dell'egregio

prof. Frati, alquale devo anche alcune notizie suppletive per lettera.
2) L'ha stampato, sebbene con qualche inesattezza, il Thomas
(Miinch. gelehrt. Anz. 1853 nr. 1 p. 11) al f. 134 e 140 non sono :
ripetute in M le parole copia brevis ap. e copia brevis '; al f. 140

'
'
'
leggi ducissam mediolani '; al f. 196 1. losaphi ', non

'
losephi '. ' '
3) Una descrizione abbastanza accurata presso il Massmann 1. e,
il quale tuttavia ha dimenticato di notare espressamente che man-

cano i fF. 149-165 e che i 13r, 132 e 185 son vuoti. flf.
In fronte al cod. e' è lo stemma dei Piccolomini, sui rap-

^)
porti del quale cogli studi svetoniani e tacitiani cf. Wiiusch, de Tac.
Germaniae codd. Germanicis (Marpurgi Cattor. 1903) p. 120 sg. e
Wissowa 1. e. p. VITI sg.
268 a. l'-UNAioLi
accanto all'altra, mentre in x y grammatici e retori si sus- '
seguono, f. 167'" Suetonius Tranquillus de grammaticis
liber prlmus in caratteri grandi e neri : nel testo le let-

tere iniziali dei vari capitoli si alternano in ceruleo e
rosso. f. \1V Siietonii Traìiquili de rhetorihus liber secundus
in ce. grandi e neri, titolo che riavvicina il nostro cod. ad
HPe al Vatic. 4498: i mss. Reiff'erscheidiani o hanno sem-
plicemente de rhetoribus o tralasciano ogni titolo (cf. Tioth,
Sueton. praef. p.
li). f. 172^ C. CovìiTìì (sic) Tnciti equitis
Romani dialogus de oratoribus incipit in ce. come sopra,

dove da confrontare è il titolo di H (cf. Peterson, Corn.
Tac. Dial. de orat. Oxford 1893 p. lxviii n. 1). Al f. 182''
dopo le parole cum ad ueros indices iientnm est (sic) la nota
lacuna è designata con uno spazio vuoto di quattro linee
e mezzo e coli' osservazione marginale hic dejiciuìd quattuor
jjcirue pagelle •). Il testo ricomincia eolie parole rem cogi-
tare (così y, cogitant x) nihil humile ecc. Al f. 184^ il Dia-

logo finisce colla nota a grandi lettere nere: Opus abso- '
lutum Bononiae anno D. M.CCCCLXIIII. ad petitionem

Io. Marcanouae '. f. 186i" Cornelii Taciti liber de aitu
et origine Gevmanorum, che va fino al f. 193 In calce ''.
Opus absolutum Bononiae anno domini M CCCCLXiiii .
ad iêtitionem Io. JMarcanouae '. f. 196'" in rosso Libri

Flaaii loiêphi De bello iudaico tabula incipit. Le jìarole
Liber primus — ludeorum iider se, prima scritte in rosso,
si ripetono poi in nero. Anche qui al f. 222'' la nota finale:
Opus absolutum Bononiae anno D. MCCCCLXIIII ad pe-
titionem Ioannis Marchanoue artium et medicinae doctoris
patauini '.
2. Codice Fiorentino Laurenziano Gaddiano plut. 89

inf. 8, 1 -), membran., sec. XV, in 4°, ha in principio lo
stemma del possessore. Consta di 124 fogli contenenti le
Vite dei Cesari di Svetonio, come il B(erlinese), e dal f. 121

per opera della stessa mano il trattato sui grammatici fino
>) Cf. Wissowa 1. e. \i. XIX.

L'indicazione del Roth p. lui n. 30 è incompleta. Anche di
2)
questo cod. mi sono state fornite notizie suppletive dal Prof. Rostagno.
DUR CODICI DI SVRTONIO. 269
alla vita di Crassicio e precisamente alle parole vìox P<iìi-

sam se traìisnominaiut . hic inifio. È scritto in carattere ni-
tido e nero, meno che in rosso sono le lettere iniziali dei
paragrafi, i titoli C. Suetoniiis Tranquillus rhetor de G (hetor
de G in ras. 1 ra.) |
G rammaticorum uita \
De grammatices
inuentione e le note marginali, nomi per lo più dei personaggi.
Il capoverso e la doppia scrittura in rosso e in nero del
nome dei singoli grammatici, con che il cod. usa distinguere
capitolo da capitolo, non mancano neppure nella vita di
Staberio Erote, nel Leidense fusa con quella di Cornelio
Epicado, come nell'originale (cf. "Wissowa 1. e. p. xxvii n. 1) ').
A p. 103, 18 Reiff. il prenome lucilia, che trovasi in margine

accanto ad Orbilio, è di provenieirza estranea al cod., giacché
né l'indice degli scrittori, che nel Fior, manca, né il cap. 9
p. 106, 17 E,eifF., dove L. è conservato solo da AV, poteva
aiutare il glossatore.
Chiamando M il M(arciano), F il F(iorentino), daremo
la nostra collazione sul testo del ReifFerscheid e segneremo
con un asterisco le particolarità di F (B), con due quelle
che M ha contro i mss. x y* y-. R è il cod. Ambrosiano
H 29 sup., di cui sopra.
p. 98, 3 Aelius pr^couius |
6 **M. om. M |
7 Pupillus
om. M I
8 **L. om. M |
10 epicadius M j
**Staberius he-
ros nel hiero add. M (L. Staberius post Cato 0) j
12 cur-
cius nicia M |
13 Laeueus M |
14 Epirota om. M j
16 Cras-
sicius M I
17 aprodisius M |
18 phrjginus (-rj- ex corr.) M |
21 Rhemmius Palemon M |
22 M. om. M
p. 99, 2 **L. {t,ic) plocius M |
3 pilutus M |
6 Al-
butius M [
7 Caestius M |
8 Portius M |
9 Q. Curcius Ruf-
fus M I
11 Vergilius flanus M |
12 Ursilus M |
15 Ga-
bianus M |
17 lulius piro M
p. 100, 1 Rammatica {magn. lift., in marg. g) olim ro-
mae ne in usu quidem, nedum F (Vatic. 4498 vg.) 2 *erat] |
fuit F I
rudis F (R) |
**scilicet om. M F (R H P B Vatic. 4498) |
3 nec tum F (B, nec tuuc Vatic. 4498) \

5 quidem M, quid F j
') Anche nell'Ambrosiano le due Vite soii distiate, come mi

scrive il Sabbadini ; né altrimenti è del Marciano.
270 G. FUNAIOLI
*Liuiura Andronycum et F |
7 adnotum MF (Vy» RHPB,
at notum L) 8 at (RH, ac
j
iiiterpraetabautur F |
MF
I P B) **siquidem I
(E,) Latine composuissent La- MF {
tine (Vatic. 4498, B) praelegebaut F 9 *quod] quidem F |

|
10 aeditos F |
lucius cocta F |
11 **posteriores M |
En-
nii MF I
13 *opinatur F |
14 in urbem om. F (B, ed. Ven.) |
Millotes F I
aristarci M |
15 actalo F |
Secundura et Ter-
cium punicum M (V R) |
16 Ennii MF |
*Palatii om. F
(B, ed. Ven.) |
18 ualitudinis MF |
20 imitati MF
p. 101, 1 diuolgata MF {sic, V) |
siquorum animorum F
(aiorum R, animos B, amicorum P) |
2 *retractarentur F |
commendtandoque F |
3 etiam caeteris (coet- F) M F (y R P) |
caius F I
5 scripta F (P) |
VII M (Vili Rj |
Quintus F |
6 Varguteius Ennii F
F 7 Vectius Q. philoconius lucilii |
M j
satyras M, Vectius: Quintus philoconius lucilii satyras F (
8 familiaris sui M, familiares sui F *legisset F (B) 9 **phi- | |
loconium M F (R) 11 Intruxereruni F L. aelius Lannui- | |
nus gener Q. Aelii M, Laelius (vg.) Lanunius gener Quinti

aelii F r2**Seruius
I
(R H P B) 13 Ro. M **mul- MF | |
tique et uarii M, multi ac uarii F re p. M F 14 prae- j |
conius MF 15 istilo M, histilo FI

16 optimatum |
MF
(y^RB, om. H P) 17 **fauctor M ut M. (Marcum F) | j
Metellum MF
p. 102, 1 aeditum F 2 intercoepisset F *et tedio F, | |
ac tedio M 3 impatiens M F 5 praemortui M F

|
ui- | j
ueret ex -rat M, *uixerit F (vg.) 6 post hoc M F *et gratia] | |
et om. F 8 *aliquid] aliud F

I
9 (L Oy^ R, |
XX MF '»
decem H P) *traduntur F praetia M |

*uero om. F |
| |
11 Luctatium (R H P) daphniden F lenaeus M F (L R H P) |

j
cauilatiouem M 12 Panosagacema {sic fere x y' N), |

M
Panos agamata F DCC M F (y R H P) numis F (H P B) |
i
|
j
13 ac sps. add. M |
14 Aefìcio MF (y '
P) |
*equiti F |
eq. Ro. M (V R) ]
quadrigenis F |
15 conductus (R P) mul-
tos edoceret MF j
nam MF |
16 *nou nulla F |
de doctis-
simis F (HP)
p. 103,2 Siscennins MF (B vg., Sistenius H P, Sis-
1) Cf. Wissowa, facsimile f. 4S^'.

DUK CODICI DI SVETONIO. 271
seuius E-) I
hiacchus F |
3 cares F |
4 *gressn F (vg.) |
6 Coruelinsque F (P B) *in libello F (vg.) 7 uolgo qui- | |
dem MF(uulgo q. y R P) 8 aliqnid diligenter T\I F H j
(y E, H
P B) "^^ acute] acurate I
(accurate em. in accute R) M |
9 caeterum M (sic semper), coeterum F (sic sevij er) |

10 apel-
lant F (appellant H P, appellai B) |
*grarnatici nomiue-
mur F 13 nec F I
tigida M F 15 gramaticumque F | |
|
16 grammaticum et grammatisten F (gr. et grammatistarn

H P) 17 *et om. F 19 Nanque M, nam F (H P vg.) *ali-
I
| |
cuius] Accius 20 titulos (xy^RHPB) '23 et

F I
MF j
ovì. F (L P B) 25 quanquain ]\I F iam tam discretis ]M |

I
(R, in tam d. y^, tam d. y H P) 26 nullo minus F (H P) i

|
u
institisse M (u sjjs. 1 m.)
p. lOJr, 1 ipsis M I
quedam F j
2 praeparandam — al-
locutione.s add. in marg. M |

3 ethiologias M, ethimolo-
gias F I
alias MF (Oy^RHP) |
*hoc] habet F |
**sci-
licet ani. MF (R H P B) 4 arridi j
F |
ommitti F |
6 adu-
lescentulo F |
7 * nomine] romae F (ed. Ven.) |
8 mane
nero MF (x y, u. m. R H P B) |
remoto om. F (H P) j
9 *declaraf F (ed. Ven.) j

10 e om. F (H) grammaticis |
MF I
*statim] stati M, stanti F |
11 numero F (H P) j
recoeptos F F 14 **dignitatemque
\
12 *prodi om. |
M j
15 fecitque] ferturque -que ex -quae F (R, feruntque P) H |
**tamen] tum M F (RHP) 16 intercoepta F satyram M, | |
saturam ex staturam F (W) |

**in quam M ]
17 per {om.
F vg.) hoc MF (R GI P) I
*=îndicatur M F (R H) |
19 post
huius MF I
at {in marg. air ac M) MF (R G 20 **in- I) |
fantiam MF (ed. Ven.) |

21 *decessisse F |
obiisse M F (y R)
p. 105, 3 ruffum M (R H P) |
4 Zynirnae F |
6 qui quia
MF I
7 *indicaret F |
scripsisse MF j
8 *ex] et F |
di-
uarum] duarum MF (R N G, aps. in V, duorum I) |
in ple-
risque huius cognomen F (H P) |
9 L. om. MF |
10 *impera-
stichi delibellis qui inscribuntur F (libellis qui inscribunt B) |
12 gnifo F I
14 et om. MF |
dionysii Scythobrachionis
comi
(schyth- F) MF I
17 *singularem F j
18 praeterea^^
{in ra.s. /// litt. erant) M |
19 eoque ex atque M |
** libidine
272 G. FUNAIOLI
(in marg. liberalitate) M |

consequtus F |
20 primum] prius
MF (IRHP, prim in viarg. iiin G) |
21 ^quotidiani prae-
coepta F 22 j
*declamaretqiie uero mundis F |
23 ** quo-
que claros M
p. 106, 1 et cum F (R H B) j
2 quaraquis F |
L^^ M
(y^RH) I
5 *esse om. F |
ipsius irapens ius in quibus F
(H P, ed. Yen.) |
reperitur (em. 1 m.) M |
6 hic MF (R HP
et nonnulli codd. y) 7 j
Marcus F [
Andronycus F |
scy-
rus M 8 desiduosior F
( |
10 gnifoni F |
etiani deter.] enim
i
posterioribus F |
11 cumam F |
ocio MF |
13 principum
h
(i sjjs. 1 Vi.) F (P) !
Ennii MF |
14 elencorum F XVI M F |
(yRHP) *nummis F I
j
15 ^redimisse F |
**uolgatosque
MF (R, nulgatosque P) 17 L. om. 19 *appituram H |
MF |
migrantibus fecit F (H P) 20 equo induit F 21 **pror- j |
sus {in marg. professus) M

p. 107, 1 Nanque M j
3 perialogos MF |
aedidit F |
4 negligentia M, negligenter F (H P) |
aut] at F (ac H PJ |
*acciperet F |
5 *autem inacerbe mac non modo in anthi-
sophistas F j
6 **occasioue] sermone MF (R H P B) |
ut
et H.] sed ut oratius F |
7 domicius M |
9 cedit (iu marg.
tione
cecidit) M I
10 insectantem (e?n. 1 m.) \
11 iuditio MF j
13 gybberosos MF |
14 gybber M, gyber F |
15 proprie M |
ammissa F (R) |
17 ubinam ex ubi namque M |
19 marmoreo
MF palleati
I
M
F (I R, pallenti y S palliati V N)]] 20 **reli-
quit ex.^ orbilium retorhicum (retor. in viarg.yost orbil., quae
iiox in extremo iiersit et,i) et ipsum M (R), reliquit ^m Or-
bilium et ipsum F (P) |
22 L. om. M F est om. F (H P vg.)
|
p. 108, 1 atheius F |
natus MF (y I H B, nactus R) '
|
*ruris F |
2 **et inter M \
3 salustii MF |
4 afFectatione
o)ìi. F I
5 *quidem F (B) |
6 **declamantum M F (R) |
7 prae-
coeptor F F (H
I
8 Hermara om. P. ed. Ven.) j
*semigraecis F )
9 litteris se (se del.) magnum M |

10 Gnifonein F |
einsque her-
mam M F 11 praecoepisse F j |
14 sicut M j
Erathostenes F |
15 multiplici (i jjostr. ex corr.?) M |

16 comeutariis MF |
y. 3. '909
DUE CODICI DI SVRTONIO. 273
17 qnanquam MF |
*sic] seu F |
18 **ad om. M |
19 co-
mendare M F {\l) |
20 Jccct''^ M DCC F (y^ R) |
21 caium
i
F (B) 1
salustiuivi MF |
polionem (1 .fps. 1 m.) M |
**hi-
storias M F (R H P) |
'22 F *compoiiere om. |
agressos F |
23. ro. M (E) roma |

rum ex roinanornm F
ii;ì (-norum I B,
ed. Ven.) |
24 *de praecoeptis F Asinium] |
asinium pol-
lionem M (0 R vg.)
p. 109, 1 *eura] eni F |
2 Salustio M, *salustium F (B) |
3 **ciuiliqiìe] celerique M (R), celeri F (H P) 4 salustii|
MF audatiam M F (I R)
I
5 P. om. |
MF |
traddiderunt
F (R)7 *eosque F
] 8 *licenter F syllani (xy* | j
MF
H P, sillani R) 9 est n|>s. 1 m. M praecoeptor F 10 qui-
|
|
|
dam F (B) 12 syren M F 14 is scripsit] inscripsit F

I
|
(VONIRHPB) 15 **probabantar M (R H) lydie Ty- I

|
cida M 17 Lidia F
I
18 Cynna F 19 dyctinna M, dic- | [
tinna F 20 snmmam panperiem et peue (poe- F) ino-

|
piam M F 21 medico F (R H P) tusculana ex tuschul-

I
|
M
p. 110, 1 *nimio F assylas F, assillas 2 hortulos |
M |
(ort- F) Priapi M F 4 sapientiam sit M assequutus F | |

|
5 quam F (H P) |
calculi M (Vy-), calculus F (B, calculis
y H 1 P, catulli R) |
**et selibra M, ce •
libra F j
6 sub una
MF I
8 et idem rursus F (0 B, ed. Ven., vg.) |
13 omnis
F (ORP) I
questiones M |
14 difficile MF |
15 alt. en
eras. in F |
orateris M (V R, crateri L) |
16 lucii F (B) |
cornelii syllae MF (syllae duobus 11 x y' R P; H?) |
r
18 gatissimus (r s]^s. 1 m.) M [
nunquam MF 1
19 edidit] dicebat
aedidit F (B) Sylla M F (x y R; H P?) 20 imperfectum]
|
i
|
**nuper factum M F (R H P B, ed. Ven.) 21 Lucius F (0) |

j
Taberius F (R) heros nametra emptus {in marg air ') hero |
suo rnetiQ, emptus) M (y R et fere H P, nibi quod GIRHP

emptnrus, I om. heros), de catasta emptus litterarum {om.
berosnametra et et propter) F
p. Ili, 2 *eum] cum F j
*honestitate F |
3 syllanis
MF {(ìuobas 11 xy* R H P) |
=*=gratis om. F |
4 recoepit F j
1) Qui ed altrove indichiaìnu con 1 la lettera 1 tagliata, che non

abbiamo modo di riprodurre tijìoc/raficamente.
Studi Hai. di filol. class. XVII. 18

274 G. FUNAIOLI
5 Nitia F !
haesit MF |
CN. M, gneo F j *M. Memmio
F (HP) I
6 codicilos (1 q^s. 1 m.) M |
**Meramius M (R),
meminii F (H P B vg.) 7 *retulisset F (B) | j
*ei] et F |
9 do-
lobellam M F (R H) *haec decollegimus F | |
ini M (RH P) j
10 **putem] praeseute M (R H P B, ed. Ven.), pnte F |
*scrT curar F |
11 nitiam F |
12 Niciae om. MF |
Ari-
li
starcus F | 13 os obelizi (h sps. 1 m.) M, hoc obeliri F j
tanquam MF [
antiquos MF j
**indicaturiis MF (R, H P?) |
14 sint] si F (sit R H P) I
rov item MF |
aticum M, acti-
cum F I
15 nitia F |
**habuero MF (R H P B, ed. Ven.) |
ut] ne M I
16 possit em. in possem 1 m. M j imprimis M |
mecum illum MF |
17 solicitudo MF |
18 nosti inter ni-
i
tii F I
imbecilitatem M, imbeccilitatem F j
molltiam M
p. 112, 1 **uictus] cohitus M (coitus R H P), cintus F |
esse non possit M (y '), esse possem F (x B, esse possim II P) |
3 libros ex libertos 1 m. M |
Santra] satyra MF |
4 Laeneus M,
Leneus F |
Pompeii M |
poene F |
6 *eo aliisque eius scola
F (B) I
6 ad ad {yr. ad dd.) tellnris M |
Telluris adem F
(B vg., ed. Ven.) *quod moris F improbi |
8 Salustium MF | |
M F (y-RHPB) 9 amimo [sic) uerecundo subscripsisset F I
(B) satyra MF lacerauit MF(y2 R,HPB?) 10 curehonem

I
| |
M (GIR, sijs. in N), curconem F *et popinonemque F |

|
11 pristorum F 13 cathenis M, catenis F praeceptisque M |

|
(G I R P B), praecoeptisque F 14 precium suum do- |

M |
mino retulisse (rett- F) M F (y R H P,. B om, suum) 16 li- |
bertus satti M, lib- Stati {in marg. actici) F (Attici Sati B) |
17 eq. Ro. M (R, eq. ro.™ V), equitis Ro. F (H P) 18 Marco F |
p. 113, 1 *una om. F |

2 augusto a obicitur F j
3 ita
om. F (H P B, ed. Ven.) |
4 adulescentibus F, adolescentulis
e
M (R) I
6 uirgilium MF |
7 perleggere (e sj>s. 1 m.) F |
do-
o
miti M, domitii F 9 etpyrota (e sps. 1 m.) M, Epi-
{sic) |
F 10 M. om. M F 11 nanque M F inclaÎil F

rota {om. et) | j |
|
nanque M F e'xcitanda {sic) M, exercitandum F (H P) )

|
equalesF |
12 intcr euanuit in F |
13 *et] ex F |
*quod]
quidem F j
14 liber aliquis] **liberalis ex liberaris ttt uid
DUE CODICI DI SVETONIO. 275
M, liberalis ut uid. F ("R H P B) |

at F (H, ac P) |
15 *prae-
ceptor om. F |
](> wt qiiem F [coìi uno sjiazio di mezzo
sufficiente j er il. ne: il
f. è guatato per l' umidita) neqne M |
17 *accipeiet F i
ciitnline M, catilianae F |
18 palacii M j
sextertia (-eia M) ceiitena MF (y '-

R H P B) |
19 accoepit F |
20 preneste M |
prene.ste habet F |
superiore MF (y R
H P B) 1
parte fori F (G I) |
*contra emiculium F |
emi-
cyclium M
p. lU, 1 parietij perite F (Gì) |
2 **publicaret MF
(R' H P) I
3 L. om. F (R H P) I
Crassitius MF |
4 *se co-
o
gnominanit F |
hic initio hic deainit F ]
5 mimagraphos
(a in o em. 1 m.) M |
6 percola M (y' RH P) |
comentario
et M (Zinii'ne A, Zinyrne V) 8 crasitio M 9 co-
iuyru^ |
j
niugio hoc M 10 crassitio M 12 **cum edoceret M

j |
|
in iis M (xy-^) luliura M 14 **Q. om. M (R P B) 16 Or- j |

|
bilii M sernuss I
del.) M 17 Lbibonis {pr. b del.) M {.tlt. s |
p. 115, 3 Gaius lulins phryginns i\l |

5 audiuit M |
7 polihistorem M |
historani M |
10 licinio M [
12 **8tu-
diis & (& del.) atque industria {in marg. doctrina) M |
r
14 Gaius M I
16 perc^pit ac mecenati M j
17 gatum
(r sps. 1 m.) M M |
18 quanquam
p. 116, 1 M (y N G R H P B) quod ele-
Augusto etiam '
|
gantem M 3 LX"^""^ M (G I R H P)
|
4 scribuntur M |
|
6 postea de (de del.?) addidit M 11 seuerus ex seve- |
rius M 12 peciit M 13 sed sibi M (y R H P)

I
17 **civita- | |
tem] auctoritatem M (R H P B) 18 uerba M 19 Gal- j |
lius M eg pigrammate M 20 glose aiata

I
1 m.) M |
(s s/;s. |
21 pocius M 22 Rhemraius M Vicentinus M

(
|
a e
p. 117, 3 & M quanquam M 4 uiciis M et I

|
|
j'V.]
r
in contextu m del., et M 8 uolgaribus M 9 Arogantia ,^j)s. j |
(r 1 w.)
s^ps. 11 praesagaute MI
12 Virgilio M **ac] et M | |
|
14 parcisse M 16 quanquam M **carperet M (R H P)

] |
|
18 promarcalium (tdd. in murg. M 19 CCCLXV uasa |
p. 118, 1 maxima M libidinis M 2 dicto quoque M | |
(x G R H P) 3 cnm om. M 4 quanquam M 5 fasti-j

| |
276 G. FUNAIOLI
nantem M |
7 tedio M 8 |
adhuc illi (illi del.) ibi M |
9 sic
ut M j
10 repetere p. lì omues] M (cf. Ihm l. e. 649 n. 1) \
se M
(G I 11 H P) 13 nihilominus 14 annotare M j
M |
p. 119, 1 gramrnatices 2 Nonqiiam 4 plnri- M j

M |
mis M(V W
N G, -us I, -i H P) postmeredianis M 5 uol- |
|
u
gares {sic) M M 10 sero] fere M pa-
[
7 questiunculis |
|
llilo (u 1 m.) M
sjjs. dificilius M 11 non nunquam M I
|
|
12 sen. cous. om. M 13 C. om. M Messala] sala M cons. | | |
M (HP)
p. 120, 2 re pubi. M 3 iisdem M CN. M 4 licinius ex | \ \
lucinius M (lucinius R) item dixerunt ne renuntiatiim M |

|
7 latine, M(G?, IxHP) 7 adiilescentulos M 9 **qiiae

s. j |
om. M (E/HPB, ed. Ven.) 10 iieque placent add. in marg. M |

|
11 **rectaj itura M (E, itera H P) **iis {sine in) M (RHP) |

|
p
12 iis M consueiierunt M (L y- R H P) 14 aparuit (p
I
|
sjìs.
1 771.) 15 gloria M
I
p. 121, 2 cons.. M 3 CN. M 8 **et primo M (R H P) I I |
13 proceserint M 17 cnm] tum M (I H, taraen R) 18 con- | |
siieuerant M (N I R, -uè- G sjjs.)
p. 122, 3 tum — tum] dura — dum M. \

5 anastenas et
catastenas J\I (-nas -nas L- ; cf. Wissoica l. e. j). xxxi) \
6 exo-
h
luorint M |
13 adulescentes ]M |
14 litus ]\I \
15 traentes li |
19 brondusii 20 praccioso 21 **im-

{alt. 1 del.) M (R) |
M |
posuere IM (R) falaciam il (R) 22 recogniti sunt JM | |
(GIRHP) 23 **domini] deinde {lacuna in R)

I
in M |
uoluntate liberiate ]\I
p. 123, 1 appellationes graeee M (x W) |

sintaxis M |
2 sed ut 4 qui bus ex quibusdam M 5 Lucius Plocius M

M I
|
|
7 Plocium 1^ 11 **alii M (R) 12 M. caeli M

I
13 significa- j |
bat M **a cratino M (R H P) 14 **subiratoque I\[ (H P,

I
j
subnatoque R) hordeaV" M (hordearium N R, [h]ordia-

|
rinm yi, hordeam Gì)

p. 121, 1 ** Voltacilius {sic) M (H P, -tilius R) pilutus M | |
2 hostiarius M 3 et] ac (y R H P B) 4 CN. M|

9 M. |
i
om. M **docendi M (R H)
I
11 in re p. M 12 admini- | |
stranda ex -dae M |
13 epidici M (^x y > R H P) |
14 Nucerino]
Mancino BI (L R) |
16 **cornibns] cornelius I\[ |
tanreis
om. M (X GIRH M graeceqne M
P) I
18 Sextiis M |
latine | |
20 **extitisse {in ynarg. extricte) M (R H P)

p. 125, 2 tentare M 4 adhibes] Tibi et M 5 compe- | |
titorum M 6 cui om. M ut in qnem M falsuni M 7 in te

| | | |
om. M dieta om. M 8 patres conscripti (scripti dal.) M

[ j
|
9 rei p. M (RHPLG) uolnera (s/c) M 10 immani M | |

|
12 Gaius albutins M edilitate M 13 cum forte M ab | | |
bis M (AV H P, ab hiis R) 19 comparatione M dimittere M | |
p. 126, 2 in opere M 3 aut gemere M 4 adoranter j |
M (OysRHP) quaque M 5 tantum modo M (y^RHP) I

|
j
6 quanque M 8 renunciauit M 9 ceutnm-viriali M

| j
|
13 sua M (0 y R H P) lo procons. M (H, procos. G I R P,

^
I
porcos. N, proconsulem y ', Decembrio; cf. Sahbadini, Riv.

di fiìol. 29. 1901 p. 263) \
cobiberent lictores M
p. 127, 1 laudationiM {una litt. erasa) M excanduisse
—
j
•et ut M
(x R P) 5 uicium H j
M |
7 concionantis M.
Alia fine in marg. :
'
non videtnr integrum hoc exemplar '
(cf. la nota di H presso il Petersou 1. e. p. lxvii. lxxix).

Abbiamo prodotto tutti i dati occorrenti per valutare
MF alla luce degli altri codici. Lasciando stare per ora F,
che ha un valore secondario, di M i nostri confronti ricon-
fermano pienamente quanto se ne sapeva dalla collazione
tacitiana del 1) M è un ms. della famiglia y;
Massmann :
2) M gruppo y^ Siccome la sufficienza del ma-

è affine al
teriale di Tacito, quale ci è noto dal Massmann, è stata
messa in dubbio ') (cf. per es. MiillenhofiP, Altertumskunde
4, 84), non sarà fuor di luogo dar le prove definitive di
questi fatti col testo svetouiano. I. Nella lista, che dà lo

Scheuer (1. e. p. 3) delle caratteristiche fondamentali di x
ed y, in 14 casi M
va sempre d'accordo con y ad ecce-
zione di Crateris per Cratetis p. 110, 15. I luoghi sono a
p. 98, 19. 103, 7. 8. 110, 21. IH, 1. 112, 14. 113, 20. 122,
17. 126, 15. 127, 3 e a p. 104, 3. 116, 13. 126, 4. 13; dei
quali i primi rappresentano tutti o in massima parte le
') Per il Dialogo non abbiamo che gli scarsi cenni del Thomas
(1. e. p. 15 sgg.), di cui, per quanto so, nessun editore si è valso.
278 G. FUNAIOLI
scorrettezze di x (cf. Ihra 1. e. p. 544), i secondi di y. L'elenco

si potrebbe comodamente ampliare (cf. p. es. p. 101, 3.
104, 21. 106, 8. 14 ecc.); noi ci limitiamo alla costatazione,
che nessun errore e nessuna lacuna propria di x compa-
risce in M e che invece da esso son condivise le singola-
rità di y. II. Indizi di ravvicinamento tra M ed y* li
abbiamo già trovati nella descrizione del ms.; aggiungi
che l'ordiiie stesso delle materie, Svetonio Dialogo Ger-
mania, ha la sua piena corrispondenza in M ed in I '). Le
prove intrinseche tolgono ogni dubbio. Io mi contento di
citare due corruttele di MyS p. 112,8 orla improbi per
oris jyrvbi; p. 126, 5 tantum modo per tantum, no7i, e una
trasposizione p. 113, 18 êxtertia (seti-) centena per centena
aestertia] nel resto rimando a p. 100, 8. 101, 16. 105,8.
106, 2. 108, 20. 112, 9. 121, 18. Di più M ha una serie di
congruenze speciali con G I, le quali o conservano la le-
zione genuina, come a p. 98, 2 il tit. Grammatici contro

Grammatici celebres di V e Gramm. illuatres di L {om. y' N),
o si hanno da ricondurre, almeno gran parte, a varianti
in
dell'archetipo, di che restano tracce qua e là nei mss. Così a
p. 104, 19 M G I at, M in marg. air ac, N ac ;

p. 112, 10 MG I
curchnnem
curchoiiemj G propr. carch-, in marg. liirchoìiem, N lurchonam;
p. 122, 22 M G I recogniti suiif, G colla variante V rea cognita
et-t *). Questo è tanto vero, che da un lato in una ventina di
') G contiene solamente Svetonio, N lo pospone alle Storie, al
Dialogo e alla Germania di Tacito, ma nelle opere minori tacitiane ha

comune con I un'ordine contrario all'originale Hersfeldense (cf. Sab-
badini, Riv. di tìlol. 29. 1901 p. 202 sg.). Sui mss. vd. innanzi RHP
p. 279 ; sugli altri Wissowa 1. e. p. xxiii sg.
«) Una tale spiegazione è avvalorata dal fatto che in simili
casi non sempre combina con RHP, che vedremo essergli inti-
M
mamente congiunti; e ci sono anche analogie di M R H P con I solo,
con G o con N. Nello stesso modo s' hanno da spiegare probabilmente
gl'incontri con xl di M nella Germania (Wiinsch, Hermes 32. 1897
p. 48 sgg.) e di (M) RH nel Dialogo, quali li ho verificati io in base alle

liste dello Scheuer (1. e. p. o() sgg.) e del Peterson (1. e. p. 8i3 sgg.).
Anche qui cisoq casi, in cui RH non s'accordano con x I (e. Ki, 86.
28, 17) o tra loro (e. 9, 24. 26, 9. 19). Tutte queste varietà paiono
discrepanze in peggio, che G I hanno con x y N *), e molte di '
esse calzanti, M
segue costantemente x y N con una sola ec- •
cezione a p. 118, 11, dall'altro tutto il gruppo y- è deturpato

da varie alterazioni, di cui è rimasto iinmnne -). Vero è M
che questi ultimi casi in generale non sono di grande entità
(vd. p. 100, 6. 18. 103, 17. 104, 14. 18. 19. 105, 12. 15. 108, 8.
109, 5. 112, 9. 114, 3. 119, 11. 121, 18 ^): certe sgrammatica-

ture eran facili a correggersi per un copista anche di me-
diocre intelligenza; in depravazioni di nomi propri bastava
vedere l' indice dei personaggi premesso al trattato, per al-
cune anzi aiutava il testo stesso di Svetonio, come per Grajjho
p. 102, 12 (cf. 106, 10. 108, 10). E si potrebbe anche pen-
sare a contaminazione, di cui non mancano vestigia in M.
Siccome però in tutti luoghi già detti con M consentono i
E, H, affini e indipendenti, quella emendazione o contami-
nazione dovrebbe attribuirsi al copista del loro comune

archetipo, nel quale cosi verremmo a riconoscere, se non
altro, una diligenza che certamente non ebbe e sarà fa- ;
cile il dimostrarlo. Bisognerà concludere che M risale ad
un esemplare, in parte più antico, del gruppo y-.

E passiamo ai rapporti tra M R H P P. Ch' essi in so-
stanza vadano di pari passo nelle alternative di Mtray^
e xy', tra Glexy'N l'abbiamo già accennato; e nella
descrizione di M si son veduti anche dei punti esteriori di
rassomiglianza, ai quali un altro ne possiamo aggiungere, che
RHP contengono Svetonio e il Dialogo nello stess' ordine di
M Che però derivino tutti da un medesimo archetipo, che
').
chiameremo z, risulta solamente da lacune e da errori gros-

solani, dovuti a falsi scioglimenti di abbreviazioni o a ne-
dipendei-e per lo più dalla maniera diversa di trattar le doppie le-

zioni (tali restano in M per es. al e. 26, 9. 19) da parte dei copisti
(cf. anche Reitzenstein, Philol. 57. 1898 p. 316).
1) Cf. Sclieuer 1. e. p. 18.
2) Questo succede anche nella Germania (cf. MiillenhofFl. e. p. 84).
3) Ac è anche in L contro ys; cf. facsimile del Wissowa fol. ò?"".
*) La Germania manca cf. Sabbadini, Studi ital. 11 (1903) p. 211,
;
Peterson 1. e. p. lxxv. Osanu, C. Suet. Tranq. de gramm. et rhet.

(Gissae 1854) p. xxi.
280 G. FUNAIOLI
gligenza. Le oraissioni son tre : p. 100, 2. 104, 3. 120, ;
gli errori molti, come a p. 104, 15 tum per tamen (scambio

di tu con tn)\ p. 104, 17 indicatur per indicat; p. 106, 15
uolgatosque {uulg-) per uuh/andoi^que; p. 109, 3 celerique
{celeri) per ciuilique; p. 110, 20 nuj^r factum per imper-
fectum; p. Ili, 10 praesente {pnte F; cf. la stessa abbrevia-
zione nel ms. AV, Tac. Dial. 36, 36 presso lo Scheuer 1. e.
p. 14) per putem ed altri caratteristici a ]). 107, 5. Ili, 15.

113,14. 114,2. 116,17. 117,16. 120,11. 121,8. 123,13.14.
124, 9. 20. Nel gruppo z più vicini tra loro sono M R, H P,
F (B) : ciascuna coppia, o almeno le prime due, hanno sin-
golarità proprie. Significative si potran trovare a p. 103,
8.25. 107,20. 109,15. 111,6. 117,16. 120,11.122,21.123,11.
MR s' incontrano anche in molte forme ortografiche, come,
per citarne una, hrondusii a p. 122, 19. Né diverse sono le
loro condizioni nel Dialogo, a giudicare da quelle poche
notizie che si hanno di M; si veda ad es. al e. 23 conjigit
MR per contiìigit; al e. 36 materialiter \)er materia alitar

e jjetentium per potentium '). Eppure che R sia un apografo
di M, è da escludersi come il caso contrario: tutti e due si
differenziano in certe particolarità, che raffrontate colle

lezioni dei mss. HP ed y- fanno luce sull'archetipo di z e,
qualche volta, sull'archetipo comune di z y-. Così a p. 104, 15

fecitque Mxy *
y^, ferturqice R F, H P; p. 109, 21
feruntqae
modico Mxy'y*, RHPF;
medico 110,21 emptus M x
p.
y»N, empturus RGIHP; p. 115, 1 iihris M x y N H, li- »
bros R G I. Inesattezze di M sconosciute ad R sono, fra

l'altro, a p. 104,20. Ili, 15. 117, 12. 118, 1. 119,4. Deci-
1) Nel Dialogo grandi sono le somiglianze tra K II. Io ho con-

frontato al solito cogli elenchi dello Scheuer (p. 34 sgg.) con R H: I)
i luoghi corrotti di x; RH stanno con y, eccetto e. 31, 30. 35, lij, oltre
le oscillazioni del e. 26, 9. 19, di cui cf. sopra p. 278 n. 2, e tre iu-
contri di H item di xl; E, H stanno quasi sempre con

con L-; II)
essi; III) R H stanno con y, qualche rara volta presentano
item di y ;
una lezione atìatto diversa dagli altri niss. (e. 6, 25. 31, 42); IV) item
di y' N; RH
stanno per lo più con x I; V) luoghi in cui è dubbia
la superiorità di x o di y R H stanno con y, meno che al e. 31,8
;
con X, e al e. 22,21. 31,35 sono isolati; VI) item di x I o di y "

N j
E, H stanno per lo pivi con x I.

sivo è il fatto che a p. 100, 2 R conserva l'originario radù

corrotto per rudi .s. (= rudi sciliret), dai copisti di MHP
emendato in rudi, donde la caduta di scilicet. Ancora: a
p. 102, 15 sotto il miìtos corr. da rnultos di R, si nasconde
la vera corruzione originaria mutos conservataci da y'; gli
altri mss. danno rnultos con xy^
Che R sia tra i rass. z il più vicino ad M, si vede
esaminando le reciproche relazioni di E[P(F). Qui s'in-
contrano varie lacune (p. 104, 8. 107,22. 108,8. 113,3.
115, 8 ecc.) e gravi ei rori •) (p. 106, 5. 110, 5. Ili, 5. 113,
11. 14. 114, 17. 117, 18. 120, 3. 13 ecc.), che MR non co-
noscono. Di gran lunga più numerosi essi sono in P ed F ;
che se F per certi riguardi è più corretto di P ^) ed anche

di HP 3)^ per altri ha tali depravazioni da occupare l'ul-
timo posto fra i nostri mss. Mirabile è il modo, com'esso
cospira con B e più ancora coli' edizione Veneta del 1474;
un'occhiata però all'apparato del Roth fa vedere l'impos-
sibilità che sia derivato esclusivamente dall'uno o dall'al-
tra. Oltre tutto anche F ha conservato riulis a p. 100, 2.
Che P sia una copia di H *), l'ha messo in dubbio l'Osaun
(1. e. p. xxii); il caso contrario è escluso con certezza non

solo dalla natura già detta di P, ma anche jêr es. dalla
falsa lezione in opere di H (m. 2 incipere) e degli altri mss.
(p. 126, 2\ dove P ha la felice emendazione incijiere.
Che conto si ha da fare di M e del gruppo z in generale?

Il Roth nella sua bipartizione dei mss. svetoniani in meliorea
e deteriore!) basata sulla presenza o meno degli indici dei per-
sonaggi ha classificato tra i secondi H P B, e, con qualche
dubbio per mancanza di dati sicuri, F, nonché il Vatic. 4498,
nonostante l'indice; di M tace. Sul Vaticano non siamo in
grado di pronunciarci definitivamente neppur oggi; di F ab-
1) Cf. E,oth, Sueton. p. lxi.

•2) Il Roth ibid. n. 41 dà una lista di lacune e corruttele par-
ticolai'i a P F ne condivide una
; sola principtum per jjraecipuum a
p. lOG, 13.
3) Per es. H P, al contrario di F, omettono inde a p. lOG, 21.
Romam a p. 106, 22.
*) H risale all'anno 1162.
282 G. FUNAIOLI
biamo già detto quel che valga: \ez\om come quidem a p. 108, 5,
sit saplentiam a p. 110, 4 e Attici (propr. actici) a p. 112, IG
sono emendamenti umanistici. Anche P non è in complesso
che una ripetizione peggiorata di H, e ne possiamo fare
a meno. Restano M R H. Che il loro archetipo avesse molte
corruttele, si è veduto; questo però non basta a derogargli
ogni autorità: magagne, più o meno, ne hanno tutti i
mss. di Svetonio e specialmente il gruppo y-. Il peggio
si è che in MRH ci son tracce sicure d'interpolazione.
Nella Germania furono già additate da altri i); in Svetonio,
lasciando stare et per ac a p. 100, 15 (V M R) e Crateris
per Cratetia a p. 110, 15 (V M R, -ri L), che potrebbero
bene esser coincidenze casuali, noi troviamo Lenaeus per
Laeuius a p. 102, 11 (L z), Mancino per Nucerino (i mss.
Nuntino) a p. 124, 14 (L M R) 2), Nel Dialogo è notevole
il reorum per rerum, di LR al e. 36. È evidente che l'ar-
chetipo dei codd. z aveva correzioni marginali o interli-
neari provenienti per la parte svetoniana da un ms. della
famiglia x. Anche prove di rielaborazione interna non
mancano nei vari mss. Se per es. in M solo a p. 98, 11
si legge Staberius heros nel hiero, sarà difEcile accettar
come autentico questo completamento dell'indice dei gram-
matici : rendono sospetto. In
indizi troppo gravi lo si ve-
rifica il medesimo fatto, dove che si tratti d'interpolazione,
lo mostra ad evidenza il falso collocamento di Sfaberius

avanti Cornelius Epicadus e il prenome stesso Lucius del-
l'indice e del testo svetouiano, che si ritrova solamente
in F. Questi i difetti del codice JM e del suo gruppo;
accanto ci sono pregi di qualche momento. Intanto una certa
accuratezza dei copisti è rivolata dagli spazi vuoti lasciati
a designare omissioni di varia natura, quali capitano in R
(cf. Sabbadini 1. e. p. 224) e in H (cf. Peterson 1. e. p. lxxix).
Qua e là qualche buona lezione di uno o più codici viene ad
1) Wùnsch 1. e. p. 48 sgg. Rand, Amerio. Journal of Philol. 26

(i!)05) p. 31G sgg.
*) Una volta M s'incontra anche con L* (p. 122, 5 anascenas et
catascenas per -uns et -aas), come spesso H nel Dialogo (cf. Peterson
1. e. p. LXXIX), e talora anche li (ad es. Dial. 25, 8 si quominus).
esser convalidata. A p. 112, 2 M h;i con y' il genuino non

jjossit, che trovasi anche nel testo di I accanto a j'ossum e
come variante in N G ; hsi jôssum e sps. nò j/os^^n, R possem
e in marg. non jJOin-em, FB j.oasem^ HP j.oasim. Non c'è
dubbio: nell'archetipo di y-z, come in y', il testo aveva
non possit colle varie congetture marginali o interlineari,
che risalgono in parte all'originale, come risulta da V L-
Parimente che percula, o meglio pcuhi (col j^ tagliato), a
p. 114, 6 ed ac a p. 124, 3 fossero in y, vien ribadito da z ') ;
e se a p. 123, 1 M con W ed x dà aj'pellaflones graece, ed

NGRHP con lieve differenza paleografica appdlatìones
graed\ non sarà ingiustificato il sospetto che la variante
aj'pellatione (jraeca. che pare abbiano I, debba a una
si
felice mano umanistica. Possibile è sempre pej-ò che anche

qui si d'una doppia lezione dell'originale. Infine che
tratti
VEpìdii di y- W
a p. 124, 13 rappresenti contro i mss. x z
la vera tradizione scritta -), e non piuttosto una emendazione
fatta in base aìVEpidiua e 'àWEpidìo del verso seguente '^),
io stento a crederlo. Anche qualche forma ortografica di
tutti o di alcuni codd. z merita d'esser menzionata: p. 9S, 18

Crassiciuii ;
p. 105,12. lOG, 10. 108,10 Gnipho] p. 108,8
Hylen] p, 112, 13 adhuc cathetiis per adhuc Athenis] p. 112,
17 eq. re. ;
p. 113, 2 obicitur (p. 125, 4 ohicit); p. 118, 8 Be-
rythius; p. 120, 7 adulencentuloa; p. 122, 13 adulescentes;
p. 124, 1 Volfacllius- 11 C. Canniitius] p. 124, 11. 125, 9 re p.
se la conoscenza del gruppo z non pro-
Concludendo,
duce mutamenti al testo svetoniano, costituisce però un
controllo al gruppo y^ e dilucida i rapporti dei mss. y:

nonostante molteplici corruttele e interpolazioni, ai nostri
codici, e soprattutto ad M, resta sempre codesto valore,

accresciuto da una relativa antichità del loro archetipo.
Bonn, Ottobre 1908.

Gino Funaioli.
1) Cf. Ihm 1. e. p. 551.
~) Il Wissowa
p. XXXI attribuisce Epidii a tutti
1. e. i mss. y
contro l'apparato del Reifferscheid.
3) Anche in L Epidici è stato emendato in Epid/'i dalla mano
più recente L2.
SULLA CHIUSA DELLA LETTERA D'EPICURO A MENECEO
(Laerzio Diogene X, 135)
Ad ogni lettore apparisce manifesto, che come la tra-

dizione di tutta la lettera epicurea, cosi particolarmente
quella della fine di essa, è scorretta e lacunosa. Già lo Ste-
fano suppliva con certezza una lacuna, prinia inavvertita,
nel § 132 (p. 64. 22 Usener), che si trova anche nella KvqUc
óó'â V ;
un'altra lacuna avverti l' Usener nel § 133, e tentò
un supplemento che senza dubbio coglie il senso (p. 65. 7-8) ;
nel § 134 è evidente, chemanca una negazione (p. 65. 17),

come già il Gassendi notò, senza tuttavia riuscir a dare
una buona restituzione del passo.
L' Usener nella sua edizione della lettera (Epicurea
p. 59-66) si vale spesso di parentesi per rendere meno con-
fuso il succedersi dei pensieri, e per mettere un poco di
ordine, sopra tutto nel riepilogo, che comincia col § 133.
In esso, con rapido passaggio, che l' Usener (p. 393) paragona
a Virgilio, Georg. II 490-92 ed a Seneca, Epist. 75, 17 sgg.,
si riassumono tutte le cause di felicità per colui che si con-
forma ai precetti della filosofia epicurea. Alle affermazioni
dogmatiche seguono le ragioni di esse, accompagnate da
brevissima argomentazione per il sapiente epicureo le
:
'
nostre azioni sono libere (poiché altrimenti meglio sarebbe

seguire le favole degli Dei, che servire al fato dei fisici,
infatti possiamo sperar di placare la volontà divina, ma il
fato è ineluttabile) ; la fortuna non è un Dio, come i più

A. GOSATTINI, EPICVRO AP. DIOG. L. X 135. 285
credono (nulla infatti Dio opera confusamente), né una

causa instabile (non pensa infatti il saggio che da essa pro-
venga agli uomini il bene o il male che costituisce la loro

felicità infelicità, ma solo che essa fornisca i principii
di grandi beni e mali) '.
*
* *
L'ultima ragione per cui il sapiente supererà ogni

altro è così espressa (Usener : p. 66. 1-4) xqhttov sìvm vo-
(.uôvTog évloyLGTOìq àrv^sTv ì] àXoyiaroìg sdzvxfTv {^tXxiaxov
yàQ sv TCiìg TiQaSsCi rò xaX&g xQidèv ÒQ^w^fjvai dia TavTrjv).
Per l'analogia di costruzione con le frasi antecedenti, dob-
biamo ritenere, che, anche qui, nelle parole che si chiudono
tra parentesi, s'abbia a trovare una spiegazione o ragione
del giudizio avanti espresso. Ma non si vede come ciò possa
essere col testo dato sopra ;
infatti esso non può interpre-
tarsi se non cosi :
'
poiché il saggio ritiene che sia meglio
essere infelice seguendo ragione, che felice non seguendola
(il meglio infatti nelle azioni è, che ciò che fu rettamente
giudicato sia dalla fortuna portato a buon esito) '. La frase
^éXnOTOv .... olà TCivii]v potrebbe motivare soltanto un pen-
siero come questo pure dando poco peso alla fortuna, il
:
'
sapiente non la disprezza '; ma non già quello che è nel

passo. Ora, il testo dell' Usener é ricostruzione sua; con-
verrà quindi dire, che il benemerito e dotto editore degli
Epicurea non abbia avuto, questa volta, la mano felice.
All'inizio della frase, i codici hanno, tutti, non il su-
perlativo, ma jSt'lTiov, che fu dall' Usener mutato in ^sXti-
gtov, i codici Ff hanno la collocazione tò xoi^èv tv xalg
ngà^sai xakwg. Il Meibom (Amstelodami 1692), nella sua
edizione di Laerzio Diogene, scriveva : ^élriov yào tò xqi-
^tv sv xalg 7iQa§eGi xakwg, /iirj ÒQlf^wOîjvai óià xavxìjg, inse-
rendo la negazione avanti l'infinito, e correggendo Tavzìjv
in Taviìjg. Interpretava (p. 659) : melius est enim in actihus
286 A. COSATTINI
qiiod bene judicatum est iêr eam {scil. fortunam) non dirigi. Ma
questo non potrebbe dire Epicuro, che insegnava anzi do-
vere il saggio: dtxâ^tti fùv ùOôqvôìq xà nagà rfig léx^jc.
àyaihà^ naQutkTàxOca óè noòg xà nuQ aVifjC óoxovvra sìvai
xaxd. (Us. framm. 489). Come in tante altre cose, Epicuro,
a proposito della fortuna e del suo potere sul sapiente, altro
non non ripetere concetti di Democrito cfr. KvQi'a
fa se ;
óó'û XVI
(Us. 74), e framm. 584 (Us. 333), con Democrito
framm. 3, 119, 176, 197, 210 (nei Vorsokratiker del Diels),
e vedi ora su tali idee Kaerst, Geschichte des hellenistiachen
Zeitalters (Leipzig, Teubner, 1909) a p. 102-103 del volume
secondo.
Il CoBET, nella sua, nota edizione parigina, scrive il
passo come segue : fêXtiov yào zò xgt^èv èv tuIq nqà'êai

xalwg ÒQxfo),'/rjvai ó(à ravtìjV, e interpreta (p. 284): meliiis est
enim in actionihus quod bene judicatiim est i)er eam {scil. for-
tiinam) digeri. Questo verrebbe a dire precisamente il con-
trario di ciò, che, secondo Epicuro, il sapiente doveva
ritenere per fermo; per lui, infatti, rò f.ikyiGior àya^òv cfQÓ-
vr^fTig .... xcd (fiXoaoqjiag i(i.iia}TeQov (Us. 64, 18-19). La (/qó-
vraig è la radice d'ogni altra virtù, ed ogni altra cosa è

ad essa subordinata, tanto più la fortuna. Negat {Epicurus)
ulhim in sdpiiiutem vivi esse fortunae, asserisce Cicerone, Tu-
scuìane III 20, 49. Unica benefattrice dell'uomo può dirsi la
filosofia: liiórtp' t'fJii (fihiaoifiav iVòoytTiv Atytn', afferma l'epi-
cureo FiLODEMO (Us. 306 nota a 25) e r, ; in un guomologio
epicureo è detto che (Us. 307, 3-4) scftj/ûoov nàv xò xcor
TTokXùùv àya\}óv iati xaì xc(x6i\ aoificc óè ovdaj.icòg xvxfi ôi-
j'wj't-r. Questa affermazione è fatta precisamente secondo lo
spirito del luogo epicureo che trattiamo; anche in esso il
filosofo ammette, sì, un certo potere della fortuna, ma sol-

tanto su quel bene e sa quel male che costituiscono la fe-
licità o infelicità delle persone volgari, non su quelli che
hanno potere sopra il saggio, che dalla fortuna è piena-

mente indipendente: (Us. 65, 17-19): (ovx) ol'txca fitv yàg
ày(c!)òr /] x(<x()y i-x lavitig noòg ih fiaxaoidìg îjr àrìJocorroig
óióoa.'Jai. — Ma, anche senza considerare tutto ciò, il testo
EPICVRO AP. DIOG. L. X 135. 287
del OoBET apparirà senza senso conveniente, se si pensa che

la frase deve dirci perchè meglio sia pel sapiente évXoyi-
CTCog àrv/^stv r) àXoyiaxox; tvTvx^ìv.
La fortuna nessuno se la può acquistare sin-
è malfida, e
cera amica; il saggio dovrà ad essa contrapporsi (Us. 333,

24-25) ;
servire alla iv^ì] è come servire alla dixaQiiévrj, e, se-
condo Seneca (Us, 306, 7-8), Epicuro diceva, che, malum est in
necessitate vivere^ sed in necessitate vivere nulla necessitas est.
In caso di bisogno, sidovrà anche saper uscire da questa

vita, quando ci si venga a trovare nell'impossibilità di se-
guire i dettami di quel vrj(fo)v Xoyiaiîóg che deve regolare
tutte le nostre azioni col suo ponderato calcolo. La teoria
epicurea si contra^^pone alla dottrina fondamentale dello
stoicismo, secondo la quale primo impulso che ha l'uomo,
è, come per tutti gli altri animali, quello di tr^gsiv èavió,
ossia l' istinto della propria conservazione (vedi Laerzio
Diogene VII, 85). La vita è considerata per se stessa un
bene, e il saggio, per vivere conformandosi alle leggi della
natura, deve accettarla e apprezzarla, comunque a lui data.
Ciò dirà più tardi Crisippo, formulando il concetto in una
frase che è combattuta da Plutarco, De Stoicorum rejpu-

•pugnantiis e. XVII p. 1042 XvfJirsXel ^fiv dcfQova iiccXXov fj
:
fii] §iovv, xàv f.irióÉnoT€ f.i€XXf] (fQovìjffeiv, e soggiungendo :
loiavTcc yctQ ràya!)a. iati xolc àvx)Q(onoiq, &axB xqÓtcov xivà

rà xaxà twv àrà fu'aov TTQoirjQiTv. È precisamente contro
una tale tendenza, sicuramente più antica di Crisippo, che
Epicuro doveva polemizzare. Nel nostro luogo quando so-
stiene, che la fortuna non è da considerarsi una causa, com-
batte certamente idee stoiche. G\i Stoici infatti definivano la
Tri>/?j appunto come ahiav dórjXov àvd^QWTrivoì Xoyi(Tfji(fJ (vedi v.
Arnim, Stoicorum veterum fragmenta II 280 sgg.). Combatterà

gli Stoici anche quando, per affermare la supremazia della
(fQÓrrâic, sosterrà che è preferibile '

essere, sì, sfortunati,
ma seguendo ragione, all'essere, non seguendo ragione, for-
tunati (vai meglio infatti l'aver giudicato nelle azioni ret-
tamente, che l'essere riusciti per dono della fortuna) '.
Tale senso si ricava supponendo nel testo una lacuna avanti

288 A. OOSATTINI, EPICVRO AP. DIOG. L. X 135.
ad òq'/co^ìjvìu e scriventio come propongo: {ikXciov yàg tò

xQix/iv t'v ratg noa^tai xaktòg <?] tò) òg^/oì^fjrai óià tavTìiv.
Renderemo in tale modo un nobile pensiero di i)iù alla
lettera morale di Epicuro, e, solo cosi scrivendo, spieghe-
remo perchè, faccia o non faccia la nostra felicità, sia con-
veniente, secondo Epicuro, seguir sempre ragione.
Roma, febbraio 1909,
Achille Gosattini.
18. 3. '909
COLIiEOT A N EORVM G R AECORVM
PARTICVLA TERTIA
SCUIPSIT
ALOYSIVS CASTIGLIONI
Ut ad Arrianvm meum nunc iterum redirem cum soli-

tudo ruris et nova Roosii editio (Lipsia, MCMVII), quae
Alexandri Anabasin compi ectitur, tuni maxime aliquid ad
hiiius scriptoris consuetndinem et artem grammaticam explo-
randam recteque existimandam conferendi desiderium effece-
runt; accipiant ergo qui mea, quaecuraque sunt, legere haud
dedignantur, aeqno animo adnotationes quantis liciiit curis
compositas, unde non nihil utilitatis redundaturum spera-
mus, siquidem multa prudenti iudicio silentio pressi litu-
risve delevi, selecta tantum et ad propositum meum acco-
modata, ut in lucem prodirent, collegi. Nam, quod ad meas
nonnullas permultasque aliorum eraendationes spectat, fa-
ctum est ut in dies arrianea scribendi ratio melius per-

specta atque locorum inter se similium comparatio admodum
— nemo enim ferme plus quam
xenophontei quibusdam isti
dicendi modis tantum modo leniter immutatis hic alibi ad

eandem rem significandam abutitur — saepius nos omnes ni-
raia licentia Anabasin, quasi latum exercitationum campum,
discurrisse multaque, quae non essent, nihilo minus mu-
tasse admoneret i). Non sum tamen qui credam omnia, quae-
1) Adferara exemplum propter correctoris egregium aomen, in-

signe: Reiskius ad IV. 9. 4 noluit nos lectioni, quae est nra
oi'ós
aXhjt' D^sQ((nf:l(cu (ìsQansrsti' tò awu(c ob.sei|iiium praestare. Quid si

VII. 14. S u}ji£ a'AXì]f Tira iênccTiEiui' ')^For<7in'a«i rò irwaa, Inter propere
legeadi curas adnotasset?
Stilili Uni. ili filol. class. XVII. 19

290 AL. CASTIGLIONI
cumque tradita snnt, se bene liabere codicibasque ita morem

gerendum ut eos quasi illos arbores propter vetustatem sa-
cros, de quibus Quiutilianus Enni index, venerabundi ado-
reraus quin etiam, sì ad Arrianum rediraus apographaque
;
cum archetypo aetate non nimium vetusto ccmparamus,

quantum quantaque licentia scribae variaverint perspicere
nobis praesto est, ut in posterum mercennariis, qui verba
omittere, ne nimiam longus transcribendi labor sit, voca-
bula corruinpere non satis interdum intellecta, indicula
in textum inferra soleant, caecam illam fidem derogemus.
Quid demum in Arriani libris gliscente per saecula libra-
riorum incuria patratum sit, comparatio lectionum arche-
typi vindobonensis et excerptorura, cui placeat, docere po-
test ; multae enim in illis variae lectiones exstant quae,
licet nondum iustis de causis, ne traditiones permisceren-
tur, vulgatis praelatae sint, taraen se tamquam melioris
notae manifesto prodant lacunisque expertes, quibus totum
opus foedatur. Errores autem manifestiores iam alii su-
stulerunt ; restant nihilo secius aliqui, quorum plerique
praepositionibus, compositis verbis, terminationibus voca-
bulorum adhaeserunt, difificiles sane expediri, at non minus
hoc narrationis tenorem interdum disturbantes ideoque, prò
viribus, eiciendi.
I. 1. 7 (p. 3. 22) :
jy ànoT<>H(i)Tatov tov ògovg, ut nunc
est, etiam Reiskio, cuius in Anabasin emendationes iue-
ditas in Mnemosynae volumine hoc anno edito (XXXVI. 1.
p. 39 sqq.) magno legentium fructu Roosius in lucem pro-
tulit, displicuisse video; cuius tamen emendationes, cum
earum causa duplicem corruptel^m in hanc locutionem in^
repsisse admittendum sit, ego vix probare possum. At ver-
bum definiens, substantivnm verbnm iJvai, excidisse loci
cum Arriani tum etiam aliorum scriptoriim permulti sane
docent, quorum, quoniam haec in conscribendis coniecturis
lex mihi statuta est, potiores excerpam: IV. 23. 4 Tra ini-
fiaxwiuT'iv lov rei'x'ivg sgjaivsto '); IV. 25. 2; Ind. XXI. 6;
') Suppleverara in margine etìitiuuis stereotypae Abichtianae

(ro) èniua/oìTUToi', emendationique meae favore credebani locum cou-
COLLECT. GRAEC. PARTIC. TERTIA. 291
ivaneQ iiaXiâxòv r^r roy sQ/îarog; Paus. I. 42: f^

atsvwxarov
rjv. Consuleiims igiLuj-, ut puto, scriptori, fi
ànoToiîwtuTOv
(^v) coniectando; verbum autem illic, cum Reiskio, sup-
plevi, ubi illud consueta scribendi ars postai at et quo pacto
exciderit facillime intellegi potest.
I. 5. 4 (p. 11, 7 sqq.). Auxilium opemque Alexandre
Langariis fidus socius tulerat, ipse multis donis donatus ;
xaì Tì]V àóe/.(frji' tÌjv AXe'^drÓQov Kvvav xaì ravtrjv wfioXó-

yr^Cs óaxfsiv avrcò ^g IltXXav àcftxoiit'vo) AXt'SuvÓQog. Immo,
postquam ipse Pellam, confecto bello, pervenisset socio et
amico probatissimo sororem in coniugium se daturum esse
Alexandrum despondisse existimo. Rescribendum itaque:
èg IléXlav àifixótiitvog, ubi exhaustis belli laboribus magno
duce praesente eximia pompa futura erat.
I. 8. 8 (p. 20. 19) : ovg óè ig àXxxjV reTQa/jifisvovg. Locum
temptatum voluit Polakius qui (t'ariv) ovg óè proposuit,
exemplis nullis adpositis, sed, ut puto, locutiouum quarun-
dam memor, qnae apud Arrianum passim inveniuntur ; in-
ventum autem viri docti, non quo credam verba scriptoris
codicum auctoritate fulta ita sana esse ut sacrilegium sit
illis manus admovere, mihi omnino displicere fateor, sed
quod alia potius erat emendationis via ingredienda. Inter

verba ót et tg codex parisiensis B coniunctionem xai, minime
quidem spernendam, sed quae nullo aliorum codicum testi-
monio firmetur, inseruit quid vere archetypum A, manum
;
correotricem expertum, habuerit nemo bonus sciet. Audax

coniectnra, sed minime absurda, antiquam lectionem a male
sedulo homine pessamdatam esse vel quondam liic lacu-
nulam extitisse, quam probus alicuius apographi exscriptor
explere conatus sit, nequiores autem propter ipsam eius
brevitatem spreverint. Igitur aut nihil mutabimus aut, quod

sane probabile est, loco huius simillimo collato III. 24. 2.
ovg óil (rivag) scribemus. Cfr. Ind. 18. 24.
tra paulo divei'.sum IV. 29. 1 èg r»;? nérQctc tò ènif^tt/uJTreToi' ; quod si
verum etiam hic accipiendam Reiskii addit unentum {rò) àno-

esset,
ToucÓTKTof. Al cfr. locos iam saprà adsoriptos: gcnetivus casus ex
adverbio pendot.
292 AL. CASTIGLIONI
T. 12. 1 (p. 27. 8) Loouni lacunis male habitnm ipse

olim inepte tentavi (Rivista di Filologia XXXIV. 2.
p. 36B i^q.) nec melius Roos, qui multa excidisse conten-

;
dit. Fuerit forsitan al óè (âvtòv [xlv kt'ynvaiv) òri

: zdcpor —
èaxaqàvoìasv '
'^HgâtaTiuìva óè [Àt'yov(Jiv'^\ òri — éarecfdroìaiv.
Cfr. I. 11. 1 01 de — VII. 13. 2;
Xe'yovair un àywva snoiìâs.
VII. 14. 3 sqq. Alexander et Hephaestion, par nobile amico-
rum, iterum cum Achille et Patroclo comparantur: VII. 16. 8.
II. 4. 2 (p. 70. 16) R. Mùcke, qui magna exemplorum serie
prolata de praepositionum apud Arrianum usu disputavit

(a. 1887), dissertationem consulto adire nolui ; scriptorem
ipsum attente pervestigare malui, ne aliorum opinione et
collectaneis praeoccupatus, ad novum quiddam infirmo fun-
damento substruendum adducerer; neque vero id feci, quod
novam eiusmodi struem congerere lectorumque oculis su-
bicere mihi in animo esset, qua docta nonnullis et labo-
riosa suscepta videretur dissertati©, per paragraphos di-
stributa stellulis stemmatisque pietà. Quid enim inde novi
discerent viri docti quorum in usum notulas meas collegi ?
Arrianus, ut omnes qui graece historiarum libros compo-
suere, ea verba quae ad motum significaudum pertinent
una cum praepositionibus simplicibus, videlicet ìtti, de, rroóg,
Traoà, xard, nonnunquam cum eis, quae plus una parte Con-
stant, oog ini, wg slg, éog ngóg, copulare solet; sescenties
enimvero, cum motus innuitur quo ad loca, populos, urbes
pergitur, particulas siri, ù)g ini, dg, wg aìg, saepissime cum de
adeundo aliquo vel rege vel homine tantum agitur, wc, noòg,
nagd, et accusativum, qui dicitur, simul casum adhibet;
multo rarior autem corapositarum praepositionum, quae wg
dg, mg ngóg sunt, usus. Ut tamen nitide quae cuique sunt
propria distinguantur, wc sig, ó; ini, ihg noóg unain eandem-
que consuetudinis rationem prae se ferunt atque eatenus dis-
similes inter se sunt quatenus dissimilis simplicis cuiusque
praepositionis significatio est. At cura aliarum praepositio-
num duplex genus, tum éag ini et simplex ini certo discri-
mine semper ubique discerni posse nego: locos equidem
1>XIII ubi (hg ini usurpatum est, XXXV vero ubi ini
adhibetur, ex Anabaseos libris II-IV mihi exscripsi, vei'um
COLLECT. liKAEC. PARTJC. TKRTIA. 293
tamen inde severissimam legem effici non posse, licet iu-

vitus, cognovi. Distingnuntur enim satis aperte singulis
locis insitas significationes, sed saepius, nostro quidem in-
dicio,alteram alteri forraulam non praelatam esse dolemus:
propria itaqiie duplicis particulae, wg sttì, notio itinera, res-
picit, qnae pleruinque tum primnm ex ducis vel alius
cuiusque Consilio inchoata sint vel inchoanda videantur,
ad regiones, urbes, castella, quin etiam ad hostium exer-
citum acriter petitum, modo non statim impetus fiat prae-
tereaque aliquid morae eventu quodam interponi posse
suspicandum sit habet profecto, uisi piane fallor, parti-
;
ciilapraepositioni praefixa, àg, raultnm snae vis, quod etiam

in compositis adpareat. Dixerim sane eam, quotienscum-
que huìusmodi munere fancta sit, complementum remo-
tae vel cogitatae directionis significare. Longe autem di-
versa est earumdem praepositionnm nude positarum, cura
ita omnis in agendo dubitatio tollatur, vis: etenim qui
copias suas ag ènl xriv nóXiv e castris educit, militum ordines
ita instruxit ac si animo tantum cogitaverit urbem ex in-
cursu capere, paratusque tamen sit alias militum suorura
manus removere, modo eorum impetus languescat vel hostes,
subito metu perculsi aut hoc ipso adversariorum Consilio
decepti alia ex parte facilem victoriae viam praebituri sint;
at qui ènl ttjì' nóXiv movet ambagibus omnibus abiectis,
fortunae vicem experturus, nihil, nisi castra, quo se con-
vertat relinquere iam statuit. Plerumque igitur, cum de
incursionibus repentinisque militarium ordinum conversio-
nibus atque ad aliquem locum, iure suspectum, properatis
expeditionibus scriptor narrare suscepit vel de legatis certis
cura iussis aliquo missis agit {ÓQÓfKo àyeiv, ìtvtu ; sTtiatoé-
(fsiv, èXavveiv
; Ttéfineiv, sxTtt'fiTTsir) simplicem praepositio-
nem, quae saepissime eandera vim habet ac latine con- '
tra, adversus ', adhibere solet. Haec autem maxima est

inter istas lòcutiones distantia, quae scraper servari non
posse iam antea animadverti. Quid sibi proprium huius-
modi locutio (III. 24. 1) TTQofjysv wc sttì MaQÓovg, quid haec
altera (II. 5. 6) s'êlavvei ènl roitg Kihxag sibi vindicet nemo
non videt; et tamen idem cum ab subtiliora quaedam de-
294 AL. CASTJGLIONI
scendit, limites qui certe levissimi finnt paene evanescere

credet. Sed in omni summa
satis accurate per totum opus
praepositiones Arrianus distribuit neque iure si quando
actionem paulura diverse atque nos consideraverit, illi culpa
adscribendnm est, nam in dubiis quoque locis acute in-
spicientibus perquam raro inextricabilis quaestio incidit
faciliterque quod fiierit scriptoris modo èni itvu^ ini rò no-
Xffiutìv xkQctg, modo ùiq èni uva, tag erri TÒ xéQag aliaque
eiusmodi scribentis consilium intellegimus. Qiiae cnm ita
sint, ubi gravior dubitatio mihi suborta est, nisi codicum
•scripturae aliquid labis verbis subesse detegerent vel sen-
teutia ipsa laboraret, eam mihi legem proposui ut a con-
iectandi periculo religiose abstinerem. Neqne vero nunc
ut certam medelam certumve errorem me invenisse prae-
dicem, sed ut quid opus sit, mutarine aliquid an omnia eo
quo sunt a codicibus ordine tradita intacta relinqui, simul
videamus, duos locos inter se arte conexos desoribani (IL 4. 2):
adzòg riQorjyfv irci tàg nvkag làg Kihxiag — cag xaTsxofxévttg

rag nvXag dóe — aviòg óè àî(fì JiQwxr^v <fvXaxf^v . . . Troofja
ifjg ^nl làc TivXag. Non sunt hic profecto exempla
j'i'xTÒg
excitanda quae cum abunde conflaveris ne tantillum qui-

dem te processisse videbis, sed perspicienda potius totins
narrationis indoles, quae statini alternm inf^ys sul omni
dubitationi eximit : Alexander enim militibus ad rem per-
ficiendam aptioribns delectis recta adversus Ciliciae portas,
quas hostinm mauu occupatas compererat, contendit. Sed
antea longinquum iter ad portassusceperat; quod factum usi-
tatiore seri bendi modo: (ó>g) ènl rag nvXag enuuciandum fuis-
set. Quamvis esempla adponere nolim, lectores tamen horum
locorum (IL 7. 1): óìg ini 'I(TGÒv ngof^yn', (IL 8. 1) ttqo7tì\u7T{î
óà Mg ini x«g nvXag,magis quam aliorum quorundani quos

aliquem mihi inaniter obiecturum esse timeo, ut (I. 13. 1)
7TQot)x(i)Q£i irti TÒv rgarixav ',
(III. 15. 5) noovxwQsi in Aq^tXa,
memores esse vellem ; namque ad Granicum amnem, ubi
Persarum agmen constitisse cognoverat, Alexander iam pu-
guaturos milites ducebat, Arbela vero citato gradii, xarà
anovdrjv, ut illic Dareum ornatumqne regium deprehende-
ret petebat. Et adnotatione dignum huius capitis (VI. 21. 8)
COLLKCT. GRAEC. PAUTIC. TERTIA. 295
exordium : aùiòg ót mg ènl zòv Axeai'vrjv noTUfîòv noovxMQsi

apteque cum exemplo quod paulo ante adtulimns (I. 13. 1),
ut diversa locorum indoles magis perspiciatur, comparan-
dum. Ceterum duo itineris momerita diversarum praeposi-
tionum usu utcumqne distingui praeoptabile est.
Qui sit particularum 6m, wg énì cum accusativo casu
coniunctarum, usus quaeque earum praecipua signifìcatio
iam vidimus, at cum non hunc solum casum cum motus ver-
bis coniuncta praepositio ista praeferre videatur, ulterius
investigationera nostram produci pretium operae est. Nec
sane multum laboris nobis adferet scire quomodo iis locis
quibus itinera ad regiones ve! urbes quoque suscepta descri-
buntur, cum verbum aiklXaadca, aiélXiriv accesserit, verba
ìérai, TTQoièvai, aTtXXstv genetivumque casum adhibere Ar-
riano praeplaceat. Idcirco locum proponam, cui apte mederi
posse arbitror: III. 23. 6 (p. 158. 9) "ÀQag óè srTevi>6V ttqo-
f^€i mg è(p' "Vgxariav eìg ZaÓQccxaQia, nóXiv '^VoxccvCdìv. Quae

notavimus vocabula non ita leguntur ut in codicibus tra-
dita sunt, sed a E. Muke, illius egregii viri qui tautam
operam particulis arrianeis impendit, emendatione oiigi-
nem ducunt cuius quidem emendationis nobis qui piane
;
panlo ante de particulis ini, mg èni, disputavimns, ratio

certe non fugit. Nunquam Arrianus praepositionem, par-
ticnlae,quae mg est, iunctam, nisi cum accusativo casu,
adhibuit peccaverunt ergo librarii neglegentiores. Quod
:
verum est: at ille cuius memoriae inhaeret altera Arriani

consuetudo, cum de Hyrcania regione verba fieri considera-
verit, alibi errorem indagabit genetivumque vere graecum
intactum manere sinens, particulam mg exsectam aut de-
lebit aut alio loco collocabit. Mihi quidem praeplacuit:
noofjsi €(p' ^Ygxaviag, mg ng ZaÓQdxaQta, cui correctioni exem-

plum adponam luculentum (II. 20. 4) en 'Aoaîag arsXXetai
€Ìg TÒv 'AvTiXiiSavov xaXovjisvov co òoog. Verbis autem, ut
nobis in mentem venit, restitutis, sententiae subvenimus
et bis arrianeum scribendi «.-enus consentiens nanciscimur ;
formulam mg eìg certe legitimam, quamquam eam non tam

frequenter quam toc frr/' Arrianus usurpavit, tamen, ne multus
sim, bis locis deprehendimus : (IV. 5. 3; 17. 1); at de srri
296 AL, CASTIGLIONI
praepositioiie cnm genetivo casn coninncta paginas Ana-

baseos evolventi permulta exerapla oecurrent. Denuo hoc
opus perlustranti, locus mihi se obtulit quem prima specie
opinioni raeae refragari libenter profiieor (I. 24. 3) xnì xs-
Xivti (se. Alexander Parraenionem) nQoikvca ànb 2dQÓto)v
ini iVovyiav. Eraendatio in manibus esset, sed accusativum,
quoniarn x^Xkvei ngoiévai locum lusitatioris verbi, qiiod fxTT(-\n-
ntiv est, obtinet, servandum censeo; ac statina Arrianus

subiungit: aviòc de ÌtiìAvxiaq ts xal IJafigjvXiag ìjn. Con-
fìdontiam quain in hac coniectura asserenda mihi adro-
gare non dubitavi, eandem ad haec verba leniter corrupta
(ir. èn Aìyvjixov lórra, ut [(hg] en 'AìyvTi-
26. 1) saxàrrj óè wg
Tov legendum projionam, praestare non audeo. Probant enim
viri docti inventum Krugeri, qui Al'yvmov reposuit, in-
ducta alias loci (T. 2. 1) mg ini ròv AÌ/iiov ìórii mentione
laudantque ipsam mutationis lenitatem, qua integra seu-
tentia servatur. Hacireo sane, sed bis refntari quae antea
dixi securus nego.
II. 13. 2 (p. 89. 19. 20) Post praelium apud Issnni tain
infeliciter a Dareo commissnm barbari line illnc dilapsi
metuque perculsi, longe diversa itinera intendentes, alins
alinm effugium una cum octo graecorum au-
sibi petiit ;
at
xiliorum milibus Amyntas, Thymondas, Aristomedes, Bia-
nor, '^vfinartsg omoi aihó/iioXoi, Tripolini Phoeniciae urbem
maritimara pervenere. Qui fugientium duces essent ita Ar-
rianus nobis explicuit; de quo diceudi genere in editione,
quae una ex iis quae adnotationibus iiistiuctae snut mihi
suppeditat, Abichtius, adlatis locis, ut ipse existimabat
parallelis, I. 16. 3, I. 22. 7, III. S. 3, disputavit. Dili-
genliam laude dignam esse concedo, at niilii discrinien
quoddam Inter haec intercedere videtur, quo exjilicationeni
viri doctialiquantum labare necesse sit. Lacuuulam igitur
quae substantivi verbi participio explenda esset subes-ê
ratus, 'ìviî7TceìTf^g ovioi aviófiohn (òrrsg), deletiirus adno-
tationem ipsam vel centra dubitationis signnni illi })ru-
denter adpictum, si intentior scripti lectio nova certiora-
(jue me docuisset, exemi)laris mei margini adlevi. lamqne
huius emendationis obiitus ei-am, cnm repente ad eam In-
COLLECT. GUAEC. PARTIC. TERTIA. 297
dicorum flurainum enumeratio bis vei-bis aLsuluta (V. 4. 2)
xaì ovtoi 'iróoì TcoTa/Aol òvreq me revocavit. Ideai pluralis

eadem nominum propriorum defiiiitio concentum
nuinerus,
band sperneudum praebere mihi visi suut. Cfr. etiam
(IL 8. 6) : ÒTcXtrai óè fidar xcà ovioi.
II. 16. 2 (p. 95. 19) Herculis Tyrii, cnius templum in urbe
situm tantae cladis civibiis, qui eo Alexandrum intrare vo-
lentem proliibuerant, causa exstitit, obiter iniecta mentio,
ut saepe apud veteres historiaruni scriptores fit, Arriauo
idoneum doctae digressionis arguraentum fora visa est;
missas antem importunae doctrinae argutias facimus, quibus
obsoletae coiisuetudiuis vir prudens l:aud oranino vincula
se perfringere potuisse ostendit, senteutiam potius tompo-
runique ab nnius ad alterum deorurn ortuuì praeteritorum
rationem, quae propri! nomiuis praetermissione laborat, re-
stituere conabimur. Jiórvaog /(ir ói], alt, iQivog àv ànò
KdófÀOV «/'/;, xcdà AàìiSaxav ròv IloXvóóìQov rov Kàòfiov naìóa '
'^HQaxXrjg Óò ò ÀQyHog xaz Otóiiroóa /jdXiOTa lòr Aài'ov. De-

fÌLiiendae aetatis, per honiinum generationes, specimen, quod
magnopere Herodoto comnaendatum est, nobis sub oculis
esse nemo certe infiliabitur ;
at nitide illi mediocriter doc-
torum bomlnura numero quorum praecipue in usum buius-
modi bistoriarum libri conduntur, num quod Arrianus si-
gnificare voluerit perspiciatur non sine iure dubitari potest.
Tres Tbebanorum regum generationes inter Dionysum et
Cadmura, cuius ante in Boeotiam adventum iam Tyri Her-
cules Pboeuicius coleretur, interesse praeclare significatum
est subobscure contra a Dionyso quantum Hercules Tbeba-
;
rum Argorumque nobilissimum decus distet. Quae res, cui

maximum pondus insitj non satis diserte significata omne,
ut mihi videtur, mytbograpbicae disputantiuuculae acumen
toilit. Laium antera Labdaci filium fuisse scimus idque
quin Arrianus temporum rationem subducens aperte decla-

raverit non dubito: vixit itaque Graecus heros tertius a
Dionyso, sextus a Cadmo xai' Oìóirroda fîàhara lòv Aài'ov
(tov Att^óàxov naìóa). Postremum verbum band sane ueces-
sariutn esse existiraanti facile assentio; non meo iudicio
tamen sed buius scriptoris institutis locutionera accomo-
298 AL. CASTIGLIONI
dans paleographicisqne argurnentis addnctus addidi, quibus

verborum iactnra aptius explicaretiir. Cfr. I. 12. 1 pernml-
tasqne alias Anabaseos partes e quibus eorundeui vocabu-
lorum iterationem etiam in medioci'is ambitus periodis Ar-
riauo non dispìicuisse patet; ad fonnulam praeterea magis
raagisque firmandam ex Herodoti, probatissimi scriptori
nostro auctoris, historiis non plus duo exerapla adferre
satis habeo : I 7 ;
IV. 147.
II. 19. 2 (p. 100. 21) xaì . . . sh'joitjaav sv ktjSrjaiv liaa
f.Tn%vi^évTa sni ^Xr^^'/tvx a ini /Liòya irjv (fXóya e^ài}ieiv

fj
f\aiXXtv. Dubiuni haud longo tempore excogitatuui cura

lectoribus communicare haud abs re arbitror; cura enim
paulo post reiniges, incensa nave, se in mare proiecisse
narrentur simulque (i6. 4) ed xsQaua ntQixXaai>i:Taai i^t-
Xsav . . . òaa èg fâipiv Tfjg qXoyòc. TraQeaxfvaaf.itra fjv, num
vocabula fj éni[ìXri^kVTcc ex antiquissima discrepantia arche-
typi codicis margini adscripta orta sint, attente perpen-
dum est. Quae suj)erinieota llaramas alerent reliquam navis
partem occupaverant [vavv xXriiiàTwv ts ^ì^qwv xaì àXh]Q vXr^q
svifXéxxov £innX't]aarTfg).
II. 22. 4 (p. 108. 4) Quaestio nonnunquam spinosa est,
cum scriptorum consuetudo perquam raro sibi constet, com-

posita verba quatenus inter se significatione diiferant dis-
picere : antiquissima enim et quae sola vera appellanda esse
videtur praepositionis cum verbo coniunctae significatio
saepissime perit nnumque idem vocabulum propter loci uni-
versi sententiam adeo mutatura adparet nt vix dignoscatur.
Cur tamen ab opinione quam ratam esse arbitror plus semel
discessurus sim, etiam severioribus iudicibus me esse pro-
baturum auguror. Qui a codicibus traditura hunc periodi
articuhim ar^Lisioig àlXoig xaì àXXoig STTfxàXovr se tì)ì' àva-
yjóotâii' laudibus extoUenduni ve! acri defensione dignum
credunt non me tantum, quod quidera nihili foret, sed

Reiskium et propriam notati vocabuli vim (II. 15. 6. III. 2. G)
raetuendos adversarios nanciscentur ;
quippe Tyrios super
urbis munimentis, e quibus mare prospiciebatur, stantes aliis
aliisque signis, qua vox deficeret ad urbem tutosque portus
potius revocasse quam accivisse commilitones nimium
COLLKCT. GRAEC. PAIITIC. TERTIA. 299
audacter progressos opiuamui-. At verbuin, (inod est re-

vocare, graece ànoxfdtTv (quo multo usitatius àraxaXsTv)
vel etiam elegantius èTravaxcdttv dicitur; primiim Reiskio
placuit, alterum mihi. Cum enim quo vel ad quid ab-
sentes revocentur explicate narretur, alteram liane com-
positionem longe praeferendam esse Arrianus qui (IV. 27. 1)
òcoi nQoa€i.iàynvio sTravaxakt'aaaâi oaq ini xò aTQaxÓTCsòov
occasione data scripserit, ipse ostendit. Hic igitur, quoniam
saepius sollerane àvaxaleTv addita praepositione èni ali-
quid coloris et vis adquirit. ut f7r(av}€xdXovv fc t?)v àva-

XMQì^ffiv rescribatur auctor sum. At nimius hercule fortasse
essem si ulterius progressus inmutabilem Inter svTvyxà-
veiv et sTTiTvyxàvHì' differentiam inductis singulis exera-
plis semper discerni adseverarem, ut prò certo ubi modo
unam alteramve formam restituere praestet distinguerem :
perturbationem unius voculae saepe tamen irrepsisse, semel

nionore satis habeo. Le vis sane in ter utrumque verbum
linea, apellea dicerem qua proprietates defi-
subtiliorein,
uiuntur, cumque videmur incerta cap-
leges uobis assecuti
tantibus multurn operae frustra compsumpsisse invitis con-
fitendum est.
II. 22. (p. 108.20): óyg óè ovóè tavTì^ ijrvsr. Alexan-

dri nomen subaudiri ad loci elegantiam adiumenti est, quem
tamen uno saltem vocabulo auctum velim cog óè (ovóèv) :
uvóè xavTì] ìjvvsv ut niliil ne hac quidem parte proficie-

'
bat '. Cfr. p. 108. 17 óià Ìg^vv tov rti'xovg oì'óèv ijvvor. Ne-
gantium autem vocum iteratio diligenter ab bis scriptori-
bus captata est.
III. 2.(p. 133. '^/ig) Alexandream, novam Aegypti

2
urbera, amplissimam opibusque potentem futuram cum au-
gures permulti tum Aristander Telmissensis oc óyj nolXà
fîtv xaì alla àXrj&svdai èXsyexo Alsl^àvÓQoi, vaticinabantur.
Audio iam, qua de causa locum vix temptandum exscrip-

serim increpantium vocem Alexander non sum, tantum-
:
que virum ne in posterum quidem me futurum esse spero ;
sed vldete rem novam, non iis qui mihi multa vere prae-
dixisse dicuntur aures attentas praebeo quam illis qui vera
saepe mihi praedixisse aperte videntur. Nonne id idem, hu-
300 AL. CASTIGLIONI
uianum certe, ,sollertis.simo omnium graecornm duci tri-
buendum ? nonne Aristander ob

quod noXXà àXt- id placuit
^tvaai ^(pacrsio 'Ake'^dvÓQOì'^ Heu misere nugatorem iam !
mihi dici exaudio; an te fugit haec non ex Alexandri

quam ex eius comitum scriptorisque parte narrar! ? cre-
disne hoc '
qui multa et alia vere Alexandro narrasse di-
cebatur non esse graecum ?
'
boni vox ècf (avaro tam !
bene duci quam commilitonibus militumque vulgo convenit

viderique plus auctoritatis habet quam dici; verus enim
videri maxima est vatura laus, et etiam Syra, Aristandro
tantum divini afflatu spiritus minor (IV. 13. 5) rà nàvza
fv Tfi xcnoxf^ àh]iêv<}vou èqca'rtzo. Itaque si hic èXtytio Ar-
riani est, prudentem scriptorem laudare nequeo.
III. 9. 1 (p. 130. 10) Mallem eyvw yàQ xà ,«ìv : axsvo-
(fÓQa (avrov) ànoXeiTTsiv, in castris scilicet quae vallo cir-
curadederat. Cfr. III. 18. 4; ih. 9; ih. 21. 10. IV. 24. 3;
ib. 24. 9 etc.
III. 9. 3 (p. 130. 25): xcd ^vyxaXt'aag avxovc, ts ètcuQovg
xcà azQaTìjyovg, ubi corrigo : '^vyxuXtaag aviov (roég} te ètai-
Qovg xtX; ius:-erat enim Alexander agmeu, quod iam contra
Dareum hostiliter intendebat, paulatim consistere : convo-
cavit postea duces ubi armati steterant.
III. 11. 2 (p. 133. 18. 9) TÒ ót'ng . . . ztì; yrwjuag avioTg
Tutabuntur hanc sententiae formam qui co-
óovXùìadiLiavov.
dioes nisi aperte corruptam lectionem praebeutes et sequi
et laudare solent num autem araplectenda sit haudqua-
;
quam cert.um intenta Auabaseos reputatio reddit. Duae

enim potissiraura hanc ipsam cogitationem enunciandi ra-
tiones, quarum una a nostro scriptore praelata esse vide-
tnr, altera eius quasi imago est, aptiores certe, facilem
electum nobis praebent; óovXovaâi dico tt; yvwf.u] vel etiam
tÌjv yrwfitv (Cfr. II. 10. 1). Audax nunc fortasse ralg yvw-
f.iciig aÙTovg óovXoìaàfxtvov restituere; quapropter, verba r«5
yrwiiag quasi per relationem dieta accipiens, accusativum
pronominis casum ex verbo, quod óovXuvaâi est, pendentem
dativo, qui nihil nisi codicum auctoritatem, hac quidem in
re parvam, sibi vindicet, auteponendum esse censeo x«c :
yv(i)iiag avrovg (ìovXwaàfuvov. Parvam infirmamque autem

codicum auctoritatem, cum sescenties pluralis numeri da-

tiviis et aecusativns casus tertiae, quam grammatici dicuut,
declinationis inter se permuteotur, nunc me iudicasse non
est quod mireris. Cfr. Anab. III. 30. Il ubi corruptum snì
tovTOig Schmiederus et Reiskius correxerunt, et IV. 2. 2.
ITI. 11. 6 (p. 134. 10) Arbela tandem pervenimus in-
cruentaque sed non facilis pugna nobis, qui huc pervene-

rimus, est suscipienda. In explicandis copiarum divisionibus
atque ordinibus certam quandam scribendi consuetudinem
Arrianus, qui militaris rei descriptiones non rhetorum cli-
tarcheorum more fiosculis exornare amat, sed libentius Pto-

lomaei Lagi severam diligentiam amplectitur, fere omnibus
locis servare studet. Quam vero in bis descriptionibus, cum
anxie auctoris cuiusdam vestigia premantur, exile sit scri-
bendi genus angustaque verborum selectio satis superque

proeliorum ad Granicum et Issum contraque Forum regem
consertornm memoria et Indicae capita, quibns periplus
indici maris ex Nearchi diurnalibus expressus continetur,
docent ;
praeterea studio simplicis eius accurationis, cui
cum maxime frequens locutionum permutatio damuo est,
iustum pondus est tribuendum. His igitur causis ut de

verbo tactico quod TrgoTàtrsùâi est brevem disputationem
proponara adducor, hac spe fretus, fieri posse ut tandem
aliqnando discernatur quaestio num codicibus exhibentibus:
TlQOSTSTàxCiTO Óè ini l^lèv TOV SVOìVVflOV ... ol' T8 2xvi)-ai In-
TtsÌQ — TOV óè ós'îov oi' T€ Agiifrioìv xaì Kajrnccóoxùìv Irrnsìg
TTQoexsTàxaTo, ubi hae periodi partes brevi interiectione di-
siunguntur, recte parendum sit. Quisquis ad opem criticam
refugere in animo habet, ne hilum quidem illum loco esse
profecturum, quia verborum ante exscriptorum sententia
eruditis interpretamentis ut intellegatur non eget, neminem
adfìrmaturum arbitror iis enim qui contra sentiunt, quo-
;
modo iustum obsequium praestare possim, cum multa satis

intellegi videa m quae vel sermonis proprietates infringere
vel scriptoris arti aliena esse attentius studium arguit?
Sed illuc unde exorsi sumus redeamus: de verbo ttqotìtcc-
XOm ut absolute posito apud Arrianum exempla, quae huc
quadrent, desidero nec quidquam interiectionem ad inusi-
302 AL. CASTIGLIONI
tatam structurarn defendenJam couferre video. Inusitata

profecto nam si simplex raTrsa'/ai optime cam praeposi-
;
tioue coniungi adfirmantibus plausum impertio, iure

èrti
eiusdem verbi formara cum praepositione f'/rt coagmentatam

genetivum casum nude positum tantummodo ferre ab aliis
mihi consentiri cupio. Toleravissem, qnis credat ?, ttqosts-
ràxccTO óè tiqò fxtv xtX., modo concordi codicum assensu
firmatum esset, quaravis id ipse, non quo Hercliero Indicae
editori huiusmodi repetitiones exterminanti assentiar, sed
quia qua de causa facile illud nqó in ini coramigrare po-
tuerit nunquam certis rationibus stabilitura iri puto, mul-
tum inferre dubitem. Libenti tamen animo occasionem arri-
piam, qua nQO^àXXsiv ànoaxeóàvvvaâi ànó, TCQoiTtnsvsiv
ttqÓ,
jTQÓ aliasque huius generis formulas Arriano in deliciis

fuisse atque ob id ipsum, dummodo V. 22. 4, ubi consueta
locutio praeter rem scribentium auribus adbaesit, excipias,
aliquid in bis mutare perfectamque et elaboratam iteratio-
nem extrudere bonum prudentis hominis consilium non esse
moneam. (Cfr. I. 15. 7; II. 9. 10; II. 19. 5; Ind. p. 43. 5 etc).
Tanta propriae verbi, de quo agimus, structurae vis est
ut saepissime, obiecta altera haud minus vulgari scribendi
ratione ttqùitov sul xov xt'gcog xàtTur, formulam ttqOìióv
:
Tivog TccTTtiv usurpatam reperiamus, cuius originem perve-

stigare non ita magnus labor est. Licet ideo talem verbis
tacticis ex rdvTeiv oriundis proprietatem tribuere ut tdt-
Tsiv {ennàiTtiv) vel cum dativo vel cum praepositione èni
apte coniungatur, nQOTaiiHv autem solum genetivum casum
praef'erat. Quae autem opinio hic etiam propter concinnam
in altera periodi parte responsionem, apud hos exiles scripto-
res nunquam parvi faciendam, novum veritatis argumentum
sibi comparat: nQoeTSTccxccTo óè [sttì] xov /tìi' 6vu)vvf.iov —
lov ót ót'îov . . • TTQnòTsidxceio. Necessario particulam. jiu'v
e sede, quam codicum scribarumque voluntate obtiuebat,

removi atque ilio reduxi unde post insertum irri abstracta
erat; cniusmodi mutationem me liaud invita minerva susce-
pisse illis, quibus insto audacior videor, sua voce Arrianus
dicat (I. 14. 1): nooeràxO^Tâav ót avv('^ xov /ntv óe'îov — xof'
óì ei'oìvi'fioi' jiQùiioi txàxO^ìâm' = I. 28. 4, et (V. 134) lovc

de iTTTioTo'^órag rfjg ndarjg i'nnov ngotra^s. Ne qnis autem a

meis partibus stare velit ita tamen ut alteram mutandi
viam ingressus [ttqoJ^cskxxccto dare malit, magnopere de-
precor ;
enim loci sententia, perit scriptoris consue-
perit
tudo, qui eodem modo quo nQoiàTisiv rov dixit, simplex
verbum xàcttiv cum praepositione tnC adhibitum semper
in extrema propositionis parte colloeavit.
III. 11. 6 (p. 134. 12) Interiectio quara modo duos illos
locos ad ordiuum descriptionem pertinente» separare di-

ximus his verbis coustat : ot óè sXt(faviig é'arrjaav xaxà tyjv
JaQSÌ(W i'XìjV zr]v âoihxriv xaì aQ/iaia fg néVTTqxovTu. Fuit
olim cum ad disserendum de pugna apud Gangamela, quo-
niam panca, unum saltem a doctis viris, ne ab Hackmanno
quidem qui de hoc proelio peculiarem dissertationem scripsit
(Halle MCMII. Cfr. tamen p. 28. 3) satis observatnm, mihi
enotaveram, ego quoque accedere vellem. Qui fit enim ut
hoc loco Arrianus elephantos memoret (XV erant ex India
acciti haud magnimi adiumentum futuri) neque usquam am-
plins per totum pugnae decursura eorum vestigia adpa-
reant? An quid est hoc x«r« ttjv Jageiov ì'?.ì]v?
'
E parte
Darei '
qui de hac praepositione egerunt explicant, et
probo eorum doctrinam ;
sed cum haec sola huius vocabuli
significationon sit et pleruraque ut centra significet ' '
in militarium rerum descriptionibus usurpetur (cfr. p. 134.

10. 18), omni nunc perspicuitate caret. Adde quod e Darei
parte non solum elephantos sed ne falcatos quidem currus
in Macedonas emissos esse memoriae traditura, quin etiam,
iam devictis adversariis, beluas illas a Parmenione sini-
strae alae duce, cum iam longe Alexander in persequendo
Dareo progressus esset, apud Persarum castra praeda captas
esse Arrianus idem (III. 15. à) narrat: naQuevìwv óè tò
GTQUTÓTiéóov T(bv ^cxQ^àooìv tà Cxsvo(fÓQU xul Tovg
tìXs xttl
iXiifavrag xal zàg xafirjlovc. Solus autem Curtius Rufus est

qui Dareum falcatos currus, quos signo dato universos in
hostes efFuderit, ante se habuisse dicat ;
sed videte rem iu-
cundam, rhetor latinus, cum totus esset in Alexandri et
Darei orationibus condendis occupatus, pugnantium mili-
tum discrimina ignoravit. Tlûam viri docti, qui antiquae
304 AL. CASTTGLIONI
liistoriae facta et monumenta ex lapidnm et scriptorum

testimoniis repetere solent, desint ludimagistrum, infimi ge-
neris fontibus iisque indigne et decerpentis more usum, nisi
aliquando ad res ab aliis nìmium stricte vel aperta corru-

ptione male habitas magis euncleaudas quam corrigendas
indiculum quoddam praebeat, quasi idoneum testimonium
excitare Mirabilia locornm vaticiniaque, sed ne tantillum
!
quidem militaris artis ille novit ceterum in hac pugna

;
emissos a Dareo currus dixit, quia, Persarum consuetudinis

omuino incuriosus, Dareum
sinistram aciei partem. scilicet
adversus Alexandram regiam tiirmam conversum, oc-
et
cupantem fecerat. Movet me praeterea quod Arrianus, qui
semper satis fideliter et Macedonum et Persarum ordinibus
propria ipsorum nomina servaverat, nunc semel tam inepte
prò notissimo ilio Darei propinqui et familiares
'
ttjv '
JaQsiov ìXrjV zrjv ^ctaihxrjv reposuerit, cum ì'Xri âoihxi]

equitum turma macedonica sit ab aliis amicorum suo no-
mine distincta; Indicos raercenuarios milites alibi sane
(IV. 24. 3) énaGmaiàq appellai, sed licentia quadam excu-
sabili, armatorum genus fìdelius indicet. Hic vero, cum
ut
nobilissimam Persarum equitatum ita appellatam esse credat
utpote quae regiao Macedonum turmae similìima videre-
tur, aeqno toUerantior Hackmannus est. Sed ne Darei nomen
locnni non sibi debitum occupasse praefracte contendam
Alexandrique potius restituendum vel subandiendura, ut iam
antea simul ac locum legi feceram, ut elephantos et quin-
quaginta currus centra Alexandrum ipsura et eius turmam
collocatos fuisse eliciatur, granimaticae consuetudines quae
fere legis vim obtinent iis enim aequatio haec arri-
efficiuut :
vai xacà = tax^fivai xaià

haud multura probabilis redditur.
Rationes autem a re militari petitae non tam obstant, quam
quis credere possit. Stabat euim regia Macedonum turba in
sinistro cornu cuius extremum latus occupaverat, et provide
Dareus ante exercitus sui sinistram alam Bactrianos Scy-
thasque equites et centum currus falcatos quibus Macedo-
num cum Aìexandri
dextra obtereretur collocaverat; sed
non piane vana, esset, in unum eius
acies satis extensa, si
latus magno armorum impetu iuvehi haud stultum peri-
18. 3. '909
COLLKUT. GRAEC. PARTIC, TRRTIA. 305
culnm faisset. Eteniin qui Alexandrum einsque equitatum,

totius exercitns Hurein devicisset atque obtruncasset, dimi-
dium operis peregisset: quod cum dnx vere egregius fieri
posse secsisset (ITT. 12. 3), prò regia aliisque quae amicornm
vocabantnr turmis ad tardandum currnum incnrsnm Agria-
num et sagittariorum dimidiam partem atque Balacri iacu-
latores posuit. Currus denique in Alexandrum ipsum in-
missos Agrianas et Balacri una cum aurigis
iaculatores
telis obruisse (III. 13.5) ex Arriano comperimus; subita
autem Alexandre conversio, qui maireQ eiilioXov noivâac, . . .
rjj'f §qói.i(o Ts x(à àXc(Xuy}.i(ò ooc, sul advòv /fccQstov, elephan-

tos paullulum declinavit et Darei conatum irritum fecit.
Explicatur hinc^ nisi fallor, etiam quani ob rem nulla am-
plius mentio fiat bellnarum, quae, postquara omnis pugnae

impetus centra mediam Persarum aciem translatus est, inu-
tiles omnino extiterunt; si autem prò ipso Dareo stetis-
sent vel invectos liostes deturbassent vel ipsi statim, ut
Alexandri invectio recte procederet, necessario neci succu-
buissent. At elephantos contra integros captos fuisse iara an-
tea adnotavimus. Itaque band scio an grammaticus scrupulus
evellendus sit et una cum eo Darei nomen; quod iam olim
(jronovium voluisse nunc demum intentioribus oculis varias
lectionis a Eoosio congestas percurrens disco: num denique
xaià TrjV AXs'ûrÓQov ì'Xijv v))v j-iaaiXtxijt' exarari praestet
ut scioli hic operam, qui frustra macedonis ducis nomen
in Darei copiarum enumeratione fieri crediderit, digiio-
scamus, in medio relinquo. Ceteram si quis Arriani verba
ita accipienda esse credat quasi revera tota barbari exer-
citns frons, spissius quidem in sinistra parte, falcatis cur-
ribus munita, quasi vallo, fuerit, difficultatibus haud facile
expediendis hanc narrationem laborare scito. Scriptoris verba
felicius forsitan alius explicaverit ;
dubitationibus tamen
mais nihil veri subesse nerainem, modo hanc narrationem
bis terve relegerit, edicturum esse timeo. Servato autem
Darei nomine scriptori ille consuluerit si vocabula rr^v /?«-
aiXtxip' resecabìt; nisi forte putabit sic coniunctos propin-

quosque barbari regis aperto discrimine a Caribus, Cadusiis,
Mardis, Indis aliisque mediu-.n locnm tenentibus militibus
studi U(d. (li /ilol. chiss. XVII. 20

306 AL. CASTiaLIONI
distinctos esse ;
qnae omnia licet incerta sint, tamen vix re-
futari j)ossiint: aliquando euim Lonns — nota sunt reliqua.
III. 11. 3 (p. 139. "/2) Dareiis ngcàrog avzòg èniOTQs-
ipag l'cffi'yev. Non ita tirnidmn regem, sed potiiis àTToaxQt-
il'arra namque graeca scribendi con-
terga dedisse arbitror ;
snetiido, cui nunqnam Arrianus, siquidem per frequentes

codici! m lapsus interdum scriptoris manus dignosci potest,
repugnavit, ut ànoarotil'aria cjfvynv restituatur efflagitat :
cfr. III. 18.8 wcne rjVayxàaOrâav ànoaTQt'iJ'arTag qi-vyeiv\

. . .
V. 17. 6 ex.\ V. 24. 3 ànoarQkq orzai avlîg fc t?))' nóXiv\

V. 25. 3 ;
VI. 8. 7 ànoarQétliavug ijór^ nootonn cedrar ^(ffvyov ;
IV. 27. 6 aliaque exempla plus minusve accomodata. Ut hic

ànoaxQf-ìliag è'tpsvytv Arriano reddendum est, ita alio loco
(V. 17. 7) qnem mox exscribam tradita lectio tuenda : sg
suam vim retiuet,
(fvyijv Tiàvisg èTTeaioàgrâar, ubi siri eo
quod fugientes neutiquam Dareo similes qua Macedouum
equiies suo ipsorum impetu aliquantum turbati locum de-
derant adverso pectore efFugium sibi petuut. Ceterum leni-
tas correctionis facilisque ipsa corruptionis natura ut ubi-
cumque ea opus sit correctionem proferam vel illi qui iam
protulerit plaudam suadet. Polakium igitur ad V. 18. 5 ex.,
quamquam propter obiectum diserte significatum {intaioé-
il'ag TÒv eXkffcivia = aTnaTOkil'ag èg rò kiinuXiv x. t.) non-
nihii diibitationis reliquerit, laudo; iisdem denique causis
(VII. 2. 10 = p. 376. 12) ecf òxcn xal ó "Îò'qwv àuoacos'U'ai
òniauì Àt'ytiai, non, cura libris manuscriptis, tTiioxQtìlfca òttiow
legendum censeo. Cfr. V..26. 3; V. 28. 4.

III. 16. 8Olim xaì xuvvag 'A,'^rjraiotg ÒTTiao)
(p. 144. 9)
exaratum fuisse veri simile vide-
{à7io)néi.inèi 'AlkûvÓQog
tur. Quantum autem haec herodotea diceudi abundantia Ar-
riano placuerit locutiones quales òttìGw ànoroGxHì', ènavirk-
Ostv ÒTTiaw, ÒTTiGo) ÙTTOTTt'iiiTnn', quae unaquaque fere pagina
reperiuntur, nobis ostendunt; et idem à7xnni}.in6iv interdum
scripsit, òniow nt\u7i€iv quod aliud est ac néfînsiv òniaoì
(V. 8. 4), nisi fallor, nunquam.
III. 18. 8 (p. 148. 12) ol 7ioXt\aiot óè nàriolfsv àt.t(fi^'>-
Xoi ovóè ég x^*^?"? éXi^óvxeg tifvyov. Participium

yiyróiîfvoi
illud praesens verbi yiyvtaOai, quod saepius accidere solet,

aoristum loco ininria detrusisse videtiir : cfr. III. 15. 1 ubi

codicis Viudoboiiensis apographa in duas partes discedunt
{yiyvoiîévoìv B; yéroiitrcov Al- F H L) veramque lectionem
Roosius rediixit. Eationem autem qiiae inter secundariae
enunciationis participium et primariae verbnm, ut dicitiir,
fiuitum bistorici temporis intercedere solet, multa exempla

accomodate ostendunt e quibus beo unum eligam (III. 17. 5)
01 óè . . . exu Xayè ì'T ag . . . xcd TiXsovsxxoviîeroi — scfvyov'.
actio quae uno temporis puncto perficitur in enunciatis
secundariis aoristo participio denotatur. Huc igitur buius-
modi locutiones pertiuent è'xqQora, (fo^^QÓv xtX. yevtaâi
quibus, si omnia congerere cuperem, facile paginam com-
plerem: cfr. V. 24. 7
ysiófîeroi l'qsvyov ànoXmóvrsqipofisQoì
rag nóXsic 4 VI. 25. 3. Idcirco etiam enun-

;
VI, 4. 5 ;
VI. 9. ;
ciatum, quod antea corrigendum proposui opportune in

in hanc societatem reducam ndvioêv àucfij-IoXoi ysvófîs- :
voi. Eodem denique Consilio turpis macula abstergeuda est

qua baec verba foedantur (IV. 18. 2 := p. 207. 1); ozi tioX-
Xdxig ijóìj /.iîànèfiTTiog f'^ AXéiàiÓQOv yiyvófievoq ovx vmqxovs

xaXoìnii] ubi frustra, si editorum arbitriura et opinio iudi-
cium a quo appellari non possit liabenda essent, Krùgerus,
doctus ille Arriani sospitator, ysyevijfit'rog proposuit. Inter
quem virum doctum et me
tantum re dissensio in ea est,
quod ille perfectum tempus omnino necessarium esse exi-

stimavit, ego aoristum, cuius iactura facilius expl icari po-
test, sufficere censeo : /.lardirsiînTog . . . ysrófievog.
III. 23. 5 (p. 158. 7) Barbari monti*um iuga incolentes
Alexandri Agrianas per illas regiones iter facientes ag-
gressi fièiov eô^'î-g ^'p àxQ(iôXiaix(ò ànr^XXàyìôciv. Legerem,
ci. IV. 29. 3, ubi haec ipsa vocabula fere inmutata redeunt,
praesertim quod participium aoristum, propter indicativum
aoristum primariae enunciationis, commendari videtur, iitìov
(T^óireg ')• î cui inanimo de permutatione inter participia

ì'xoiTfg et axóvTsg dubitatio aliqua sedet, non tara aliorum
<) Id de Arriani tantum consuetudine cogitaus dixi. Si quis ad
Xenoph. An. I. 10.8; VI. 4. 18 provocabit, ille licri poterit ut am-

bobus locis exot'Tsg rescribendum aut uihil mutandum censeat.
308 AL. CASTIGLIONI
scriptorum editiones criticas uberrimis aduotatìonibus in-

structas, qnam brevem illuni ad])araturn, qiiem buie operi
Roosius subiunxit, iste, quaeso, oculis percurrat ego qui- :
dem typothetis parcam. Cfr. etiara I. 25. 2.

III. 26. 1 (p. 162. 27) Quid ad hunc locum persanan-
dum et alii viri docti et Reiskius contulerit iam notum
est: si in ceteris illi verum dispexerunt fortasse etiam
nQ()(i-'0tjytXiu'vìj <r}r> scribendum est, ci. VI. 4. 5: xaì rjv
fxèv nQoaì^t^yy£Xf.ikva tavta xiX. At multo lenius, ab eorum

partibus nunc tandem discendens, nQo{6l^yìiyy£Xf.iévr^[v] fiSrj
corrigi posse existimo, vocalia enira HH quibus prius vo-

cabulum terminatur, alterum vero incipit, consonantem lit-
teram iV genuerunt, qua participium concessiouis vim refe-
rens oblitteratum est: xcà Xéyti . . . òzi ngoie^yr^yysXntvì] iìórj
01 xcà ngózi-Qov, ov jHèvroi mairi Y^ ^ffàrr] '

. . . . quamvis illi
etiam antea nunciata esset, haud credibilis tamen etc. '.
III. 28. 5 (p. 166. 19) Nota sunt quae veteres geogra-
phi de Tauro et Caucaso montibus commenti sunt; ita
igitur Arrianus: arcò tov Kavxàaov eìvai XtyovGi xaì ccXXa
ÓQYj iîsydXa, ànb tov Kavxàaov ótaxfxoii.iiva àXXì] xaì àXXji
S7tMVVf.ua. Tres voces quae adiectivum fieyàXa sequuntur

e superiore versu male repetitae sententiamque inepte tur-
bantes delendae sunt; non est enim haec quae arrianea dici
haud semper illa utique necessaria sed quae
possit repetitio,
tamen simplex scribendi genus adfectet clarioremque lucem
narrationi inspergat; hic profecto ànb tov Kavxàaov bis stare
nequit et propter óiaxgi'rsir, quod veram vim absolute po-
situra retinere videtur, et propter rationem geographicara,
X quid necessarium fuisset, inter
qua, si àn' àXXrjXcov se. '
se '
òiaxsxQifii-vtt reponendura erat.
III. 28. 8 (p. 167. 10) Bessus loca sub Caucasi radicibus
iacentia urebat et populabatur éac àTT^ìgìoìv 'AXaâvÓQov
. . .
tov f.iij èXavrtiv noóaw. Ne quid hic viudobonensis codex

habuerit cognoscereraus manus altera refectrix, cuius in-
mania peccata Roosius apte importune nobis obfuit;
collegit,
veniunt igitnr in censura apographa quorum tria (F G L)
participium futuruin ab omnibus hucusque editoribus ar-
reptum, unum sed inter meliora habendum (B) àTrsioyoìv
COLLEOT. GRAEC. PARTIC. TERTIA. 309
piaebet ;
quarum fortasse lectionum ea (juae a tribus libris
manuscriptis exhibetur, coniectura, altera vero ab aphogra-
pho parisiensi data, vulgaris error unde veram archetypi
lectionem adhuc ernere licet, meo iudicio esse videntur.
Multum certe nostra utrum in Vindobonensi libro ànaQ'^wv
ex integro a marni altera scriptum sit an partim tantum
snpra vetustae scripturae ductns restauratnm scire inte-
ressati correctorem tamen nonnumquam codice quodam co-
gnatione Laurentiano LXX. 1 (L. s. XIV) propinqunm, si
quid ex editorum uotulis colligere licet, usum esse, suspicio
videtnr quae proxime a vero absit. Nihil itaque obstat
quominus in archetypo nostro àneiQysiv, participio futuro
sententiae non minus idoneura existimandura, quondam ex-
stitisse censeamus. Cfr. III. 18. 2: wg d'Qyetv Tfjg ttuqóóov
ÂXéâvÓQOv exemplaque alia multa. Utcuiiique res est, dis-
crimen subtilissimum intercedit.
IV. 4. 3 (p. 179. 6) Quoniara nihil de superbia convi-
ciisque suis in Alexandrum ingestis Scythae remittebant,
avîg irà rf^ óia^àosi èi^vsro' xcd ai è e. xivóvvov adirò arj-
/jiaivéGâi làgiaTarÓQOc ó fîàvrig t-'(fQaêv. Locutionem, qualis

sg ZI ar^fîaiveaâi est, nusquam me legere memini ;
at alibi
(III 7. 6) 8x zàjv léQcòv vixijv Gì^tiaCrealfâi AXe'^àvÓQco Arria-
num rectius dedisse video; cfr. etiam I. 25. 8. An quod
hic malum omen, malam etiam verborum structuram atque
ineptam esse oportet? Lepide, hercule at ego, ut in ex- ;
peditionis eventu, omnia etiam hic, modo xaì avOîg xiv-

óvvov aivo) (Tìj/jaireGâi rescribatur, bene se habitura esse
persuasum habeo. Tam proxima ad verbi repetitio tantum
abest ut aliquid offensionis praebeat, ut potius arrianea ele-
gantia appellanda sit; hoc profecto sciet qui aliorum lo-
corum (II. 8. 2; V. 29. 5), huius in primis (III. 15. 5): xaì
TÒ àQf.ia xov Jageiov avîg €yxaraXr](f^r:, xaì ?} àrfirìg avi) ig

xaì xà TÓ'â éàXoì, memoriam servaverit.
IV. 6. 3 (p. 184. 1) Coniectura mea, qua prò codicum
fjYY^'X^rj reponendum esse è'SrjyéXit^ri suadere conabar, Fr.
Reuss, V. d., cui mea fere omnia displicuerunt, et Roosio,
mitiori indici, probari omniuo non potuit mutuus adversa- ;
riorurn consensus curiositatem quandara animo meo iuiecit,

310 AL. CASTIGLIONI
ut mine iterum Annbasin perlegens de controversia aliqnid

adnotarem. Unum igitnr et sexaginta locos, qui proeul
dubio ernendationi meae faveant, decera autem qui in con-
trariam partem discedant disputatinnculae meae marginibus
adscripsi ;
quibns ne decimus primus coniroversus locus ad-
datnr, praesertim quod tuviu óìq è'§i^yyt).xJìj locntio est nulli
mutationi obnoxia atque, ubi necessaria videtnr, ad verbum
saepe recurrens, illud idoneam cansam arbitror. Praeter
ea quae dira dedi, non tamen sufficientia, cf'r. IH. 15. 1;
IV. 27. 4; HI. 25. 6; VI. 27. 4; VII. 24. Tantum ego in
3.
iis scribendis quae, cura jDaginae arabitnm excedant, ad unum

argumentum spectant, consuetudini tribno, ut verbum aliud
quod èauyytXXiiv est sede detrudi restituiqne iubeara (IV. 15.8)
fTTt-ióìj eh^yyt'h'Jij tò T£{)ag ; nec traditum enim ffftjyt'Xifrj
neo alia quaecumque huius verbi forma ad ista significanda

adhibita alibi niihi occurrit. Num centra Ellendtius ad
IH. 9. 2 vernm edixerit dubito.
IV. 8. 5 (p. 187. 25 sqq.) Alexandri, qui iam continen-
tiamque et modestiam omnera in superbiam ac lasciviam
vertisset, inusitatam superbiam periturura Clitum bis verbis
coeicuisse ferunt : fìvai yÙQ ovv ovóè rà A/.tâvÓQov uvio) ii
fXfydXa xaì ì/ar/iaarà óag éxétvot firaiQOVdir '

ovxovr iióìor xa-
langaica aìnd, Vocabula quae distractis litteris
à'k'kà xxX.
indicavi, Sintenis Abicht alius alia coniectura, utpote

') et
quae rainus sana viderentur, temptaveruut. Nec iniuria ;
sed nimis violentam eorum permutationem, multorura Ar-

riani exemplorum auotoritati obsecutus, utiliter hoc modo
temperasse mihi visus sum : tivai yào ovv ovóè — ovxovv
(ovàè} iióvov xtX. Elìicacior ita in altera huius circumscriptio-
nis parte negatio, quae simul in verbum fnóvov cadat eique
quae statira antecedit firmius conexa existat ;
eandem enim
vira iuter se aptae negationes ovxovv ovóè liis locis obtinent:
III. 22. 2 ovxovv ovóè ôaovii fiTjr; III. 24. 2; TV. 11. 4 ov-
») Sintenisii coniectura eo quoque parum probauda videtur,

(luod arriaaeo usui minimo satist'acit; ut euim Nicomedensis orV
ovv — ovre plerumque, ita nuniquam nìne — oi'r' oìr, \i\i>\ memoria
mea decipior, scripsit.
COLLECT. GRAKC. PARTIC. TKRTIA. 311
xovv ovàò AXt'iavdQov àvaaxt'd'fto àv ]

IV. 12. 7; V. 2.5. 2;
VII. 2. 4; VII. 3. 1; VII. 14. 10.
IV. 8. 8 (p. 189. 4. 5) Quo telo Clitum Alexander ne-
caverit varie traditimi est: àXX' àrcmt^fh'jauvta yàg ol /^lèv
Xóyx^]^' c(Q7Tcc(Tc(i twv GMfiaTixfvXàxon' tivòg xal laviij

Xi-yovaiv
Ttaidccvva KXhiov ànuxxeTvai, ol óè aaQiGaav nccQà róov qv-

Xàxiav Tivóg [xaì xavtrjv]. Duo postrema vocabula ipse, qui
numqnam idoneam eorum explicationem reperire potuerim,
nunc tandem cancellis inclusa delevi. Erroris causam, quam
verissimam puto, reperire mihi contigit: codicis arcdietypi
scriba i)ost q vXàxwv rtvóg propter similem verborum exi-
tum vXàxMV ttvóg rediit verbaque quae
oculis ad aoìnaioq
istis subiunguntur xal tamii renovavit; ea demum ve! ipse
vel alius quivis litterator scriptum iam perfectum relegens,
utpote quae sensu paene cassa viderentur, in accusativum
casum transtulit. Certe ubi nunc sunt sententiara per se
evidentissimam, nam sub finem enunciati simul et ambitus
totum enunciato m quod praecedit xal ravrij ànoxieìvai —
subaudiendum est, pessumdant et aliquid arrianei moris pro-
prium oblitterare contendunt; qui scriptor ubicumque duo
enunciata iisdem cogitationibus conci udenda sunt, prioris
quidem cursnm omniuo explevit, alterum imperfectum re-
liquit. Cfr. I. 15. 2: ol óè TltQaai i'§ vrreQÓs'Siov Tfjg òi^rfi
(se. fiaxófifvot, quod ex alterius enunciati àfivvófisvot sup-
pleri necesse est), de quo iniquius quam ego iudicavit
Eeuss (Wochenschr. fi\r Kl. Philol. 1906 p. 976); VII. 29. 3,
aliaque nonnulla exempla quae quamquam calamo adno-
tare oblitus sum, legentis tamen in auribus inhaeserunt.
Errorem denique codicum manifestum parcicula xal ante
Tavrrjv posita prodit qui enim etiam hanc
;
cum aliud
' '
corporis custodes aliud excubiae sint, dici potuerit ? diversa

enim tela, diversi militis e quorum manibus ea Alexander
eripuit.
IV. 9. 4 (p. 190. 9) Tanto scelere patrato, quod vix
Bacchi ira excusaretur, Alexandrum super lectulum se proie-
cisse magnos gemitus edentem uarraut, (jovt'a rt tmv qCXoìv
ov di.aXsinsiv avxòv àvaxaXovvta. Verbura hoc, ob id quod
paucis versiculis ante (p. 190. 3) praecedit, òvoaaail àvaxa-
312 AL. CA.STIGLIONl
kovvza, aliqnid labis traxisse, praecipue cuni nou salis Lue

quadrare mihi videatur, saspicor ideoqtie ùuoxaXovvia pro-
poDere andeo.
IV. 9. 7 (p. 190. 25 sq.) Fuerunt qui dicerent Anaxar-
ohum sophistam altro vocatnm ut consolantia verba sapiens
adhiberet AJexandnim adiisse ;
queru cura hnmi iacentem
lamentantemque iuvenisset, àyroetr, qàrat fniytkdauria,
óióxi €7x1 T(^.ót 01 nàXai ffoifoì ccvógsg zijv Jixi.r ttcco&óqov
tf) //il f7Toùj(fc<r, w<j- xTÀ. De verborum inversione quae in
nostrorum codicum archetypo vindobonensi locum liabuit,
etsi nounihil ad suspicionem meam fulciendam inde per-
cipi potest, quaestionem investigationeraque non instituam
ueque perdite corrnptum esse ó(6zf, quia semel tantum bac
significa tione in bis septem libris adparcat, praefracte ad-
firmabo. At buius conlocûi initium correctum sane itemque
inelegans mirum in modum frigescere argutoque sophista
paene indignum esse onines, qnotqnot scriptorura summam
salutem non in codicum sordibus solum rimantur, facile
mibi concedent. Quid, si vulgares isti Arriani auctores
Anaxarcbum coram Alexandre loqni exorsum esse ret-
ita
tulernnt: sTriy^kàffarra, (rrj} Ji òri ini t(òSs xtX.? Adse-
verandi modus bic est qui cum maxime sermoni in quo
adfirmatio insit vel nova vel gravis confi- rat loquentisque ;
verbis ipsis expressa oratio: ccyroèTg vì) JC òri xiX. grae-

cae consuetudiuis idem rettulisset quod latine: ignoras
bercule, vel, ignoras profecto. Gir. IV. 11. 3 ex.
IV. 17. 1 (p. 204. 25) xaì KoàrtQog sy^óf.ievog avTwv avioìg
Té èxsìrmg TisQimTiTsi oi> ttóqqw TTjg ioì^tîov xzk. Non buius loci
mihi quidem Ti£Qi7i%miî^\àet\.\x: rectissime TTsgiTimTeir î<f£i,
XóyX'n TTegmiiTieiv yóvaoi, tiri (cfr. IV. 8. 9) ut incumbere

gladio, procumbere pedibus alicuius; at in bostes impetum
facere plerumque iniTTÌmttr, novanimeiv, interdum innin-
reiv dicitur. Quam ob rem avioìg rs fxtiroig intnimn vel
etiam ngoarrimst malim; quorum verborum apud Arrianum
aliosque scriptores sescenties participium aoristum, nonnun-
quam etiam praesens tempns reperitur.
IV. 19. 3 (p. 209. 8) Locus bic: ifîîii]aai fxtXfvas...
f.1^
Smi-Qi^éii' i'ti, ut verba multis paginis ante obelo a me
COLLEOT. GRAEC. rAKTJC. TERTIA. 313
notata nunc (lemum temptem, su;uUt : TI. 10. 2 (p. S3. 15)
xaì avifò (se. Alexandro) navra^óOtr ôij èyimo /t>) óiaroi-

§eiv <fV<> ;
similis enira enunciati structura, una eademque
verborum emphasis.
IV. 24. 1 (p. 219. 4) ó)i fTTÌ TÒT' noTafîòv lòr f £'t'«^' * * -f-
uóêcog.Patet amplissima coniectnrarum area; at si Blan-

cardus etiam urbis cniusdam raentionem desiderari, ut qui-
dam Roosio placuit, recte vidit, baud scio an haec sit
emendandi ratio: Evag(t.^- e'TTU)n\nov ttJc twv lamt] ûo^d-

QMv) nóXewQ. Cfr. IV. 25. 7 : xul tòv TTOTa/îòr tòv ènwvvfwv
tflg xwQaq xòv ForgaTov. Nomen antem fluminis qui me
doctior est reperiat.
IV. 26. 3 (p. 223. 19. 20) xcà al ttoXì-ixioi àvai'/aoarjdam-g,
ÓQÓiiioì T€ xaì '^vì' ovótvì xaCiLioì fCfiQorzo f^g uiuovc. De per-
mutationibus, quae inter eg et f'7r(0 frequentissimae inve-
niuntur, collata ex libris manuscriptis exemplorum copia
disj)utationem conscribere iniuoundus certe, at non inutilis
labor foret ; dnm autem diligentiorum subsidium expecta-
raus, interea praepositionem fV/f restituemus ubicumque lo-
cutionibus eiusmodi quales sunt Guovóy (ftQsal/âi, ÓQÓfifo,
ÓQafuh', ìkvai hostilis incursus exprimitur. Hic vero, quod

ab Arriano jirofectum existinìo, èqtQovvo èn avrovg haud
spernendis consensibus laudatur: 14.3 àrrexÓQaiîóvTtg III.
óè en' adiovg ;
IV. 26. 1 ; V. 24. 2
sn levirjì' i(féQ6%o. ógóf^Kiì
Cfr. etiam Xenoph. Au. I. 8. 26 ut' èn amor.

IV. 28. 1 (p. 227. 10/15) Bazirenses, desperata iam sa-
lute, oppidum in quo erant inclusi deseruerunt, eifi'yor óè
fg Trjv nt-TQav. (og ót xaì ol àXloi ^doâooi errgaTTOV àno-

XinóvTeg xàg nóksig 'SintnavTf-g eqevyov èg %ì]v Trtigav Tr]v èv
^fi X<«C«
T^v"AoQvov xaXovfis'vr^v. Fugierunt ad petram quam, ;
quaeso? Adscripseram olim in editionis stereotypae lip-

siensismargine ad e<fvôr —
néigav^ eorum antiquam ve-
ramque originem omuino dubiam mihì esse; deinde novo
Roosii adparatu monitus, Gronovio aliquot ante seculis hoc
idem animadvertenti non invitus accessi. Nunc vero Gro-
novi et meas ipsius partes deserò, iisdem rationibus per-
motus, de quibus paulo ante ad IV. 4. 8 egi necessario :
enim aliquid de loco quo Bazirenses profugerant, idque ex

314 AL. CASTIGLIONI
Arriani more, erat dicendum. Ut itaqiie omnia recte pro-

cedere possint, petrae definitio qiiae his verbis coutinetur:
T^jV fv Tìj xwQfi — xakovf.ii:'vrjv ubi tnm primum eins meiitio
iuiecta est {tcfjvyov óè ig tìjv néioav) eo referenda est; ubi
autem nsque ad hunc diem scribarum arbitrio permansit,
mente subadienda.
IV. 28. 4 (p. 228 15) xà Bàîoa óì (trjr) nóXiv iì^tXHyjai..
Articulus quem Krugerus supplevit piane necessarius vide-
tar; at nura hoc ipsiim,quod vocabulnm in codicibus omit-
titur, appositionem spuriam esse indicet, attente reputan-
dum est: ego certe inutile istud additamentum non depereo.
IV. 29. 5 (p. 230. 20 sqq.) nooafjYs (se. Alexander) TJ)r
GTQttTiàv — yvw/UjV TTOiov/nirog wg sì raviìj '^vibif.iiêi loTg
à}.i(fì Utakf/iiaTov, oé yâXanbv fri èaó}.ievov avvoì zò f-'oyov.
Quamquam condicio ipsum qui actionem suscipit non alium

quemvis respicit, tamen periodi structura atque sententia
aoristi modum optativum, qui dicitur, cum eventus nimium
incertus multisque sit periculis obnoxius, requirere viden-
tur. Scribam ergo: d <^viAfii^€i(£}. Cfr. I. 25. 3; III. 19. 1;
III. 21. 5 yvdoiiirjv óè TTfTroifjaâi — ei jLièv . . . Tivr^dvoito —
él óè... aàôuv, IV. 26. 2; V. 14. 2.
V. 2. 5 (p. 238. 14) Horreo locos conclamatos quos doc-
torum vix concordi plausu tentari posse vereor multumque
mihi displicent coniecturae quae coniectnris superpositae,
nullo legentium fructu, in adnotationibus criticis latebunt.
Non morabor igitur quae prò vulgatis et corruptis verbis
mallem. Quae
xal àXaij TTuvroTa xaì ìÓHv oixTxiov circumferri
Arrianus dicere voluerit deleto additamento xai ovaxior —
rectius intellegerem quodsi tanta audacia culpanda est,
;
attamen [xcà] iótìv (Tvffxia explanationem admittit fortasse

idoneam.
V. 6. 2 (p. 244. 17) óvo óè al tutraìv EÌKfQatov rs tto-
xafAov xaì vov 'ivóuv. Est hic aliquid quod lectorem offendat;
articulus enim alteri enunciationis parti praefixus articulum
ante Euphratis fluminis nomen proprium requirit, concin-
nitatis iure, cui multum tribuendum videtur. Cuiusmodi
difficultas, cum in utramque partom exempla ex ipso scrip-
tore petita discedant, duobus modis tollitur: ot fiera'^v (lov)
COLLECT. GRAKC. PARTIC. TKRTIA. 315
T€ Ev(fQccTov notafiov xaì lov irótiv i)raecipnMirì, (juo solide

fìrmetur, adminiculnm his locis habet : VII. 7. G fifra'^v top
T€ EvXexiov norafîov xaì tov TiyQìjog: V. 1. 1; lud, X. 5;
at al asia'^v EixfQarov re tcotcc/iov xaì [tov] Ivóov sua ipsius
lenitate potissimum nonnallisque exemplis coramendatnr :
V. 3.iLisia'^v 'ivóod te norafîov xaì 'Vódanuv. Codicum autem

6
lectionem cnm ea quae iam dedi tnm haec alia improbant:
An. L 19. 9; VI. 5. 7; V. 8. 2 VI. 4. 4. :
V. 6. 7. (p. 246. 7) óffoi noXXol rroTafioi miiltis iam

video nec novissimns editor, qui librorum ma-
displiciìispe
nuscriptoriim lectionem servavit, qiioad ex adnotatione dis-
pici potest, magis quam ceteri hauc locutionem probasse
censendns est. Ex omnibus autem conieeturis, quae hncus-
que prolatae sint, longe pulcherrimam arrianeoque scribendi
generi vere accomndatam Schmiederus excogitavit quara ;
cum mecum magis atque magis reputo, num eadem laude

dignum quod sit, aliquid nos ipsi reperturi simus, haud levis
dubitatio subnasci tur. Sed tamen opinionem, quam statim
Jiac periodo perlecta in animum indnxi, nondum omnino
abieci, dittographia locum esse corruptum ;
simillimus enim
litterarum ductus {nOAAOl UOTAMOI) irnportunum vo-
cabulum con tra scriptoris indi cium facile intrusit. Quod
ut satis confìdenter eiciam hi loci faciunt : V. 6. 4 xaì ttjc
dXXi^g X(i)Qac oda ned (a ov 7tqÓ(Jm xJaXdffCr^g] V. 5. 5; V. 15. 3

wc avT(ò òaoi IrrrreTg . . . disaóìôno — i^yyîXav \
VI. 2. 1.
V. 21. 3 Postquam Porus alter, nullius

(p. 269. 24)
pretii vir, alterum Forum Alexandri quondam strenuum
adversarium, nunc fidum amicum esse comperit xaì ttqòc ri]
avtov xaì dXXtjg noXXf^g (xcoQag) doôvra è'iiaî: adsumptis
suorum omnibus, quos sibi fngae comites adsciscere potuit,
regnum suum raetu pavidus deseruit. Ita narrationis, quam
uno verbo auctam hic proposui, tenor sententiaque optime
procedunt; supplementum autem dedi, non quia vocabula,
quae /w^ja et yrj sunt, saepissime subaudiri nesciam, sed hic
duriorem, (piam apud scriptorem perspicuitatis studiosum fas
sit, talera praetermissionem existimo. Ofr. et alia et V. 19. 3
i'ówxs xaì dXXrjV Iti '^dìQav noòg rf^ ndXai ovai'i.
316 AL. CASTIGLIONI
V. 21 4 (p. 270. 3) Alexander (fvXuxài vnbhTtav fi> lolg
fn(x((iQoiàtoig yoìQioic. Quantum ego quidem memini, Ar-

riauus nunquam, ut ita ^
reliuquere '
significaret, verbutu,
quod vnoXnneiv est, ageutis forma adhibuit; vrcolnnscOai
ttva nonnunquam, fere semper autera ànoXeiTisiv vel xccza-
XsCneiv (fvXctxrjv xxk. Cfr. V. 20. 2 KocnfQÒv jiièv óij '^vv fié(}ti
if^g aiQaiiàg VTceXfineto ;

V. 15. 4 òXiyovg zmv iXirifàvTOìv . . .
ini lov GTQaxonédov àTTè'ÀiTrer ; IV. 28. 5 xal (fQovgàv xcaa-

Xinóvreq. Quocirca ne uno qnidem puncto temjDoris etiam
hic (fvXaxàg ùnbXiJitv, facili correctione, dare dubito.
V. 23. 2 (p. 272. 2^/5) Pro altero currnum munimento
collocati, ad dimicandum promptiores, meliore marte Indi de-
pugnabant, ola óij nvxvóteQoi rs (amoì) è(fs(STi]xÓTsg . . . xcà
Tùòv MaxióóvMV ov xai bVQVXMQUcv Mcycivioìg TrQO(fayóì'T(ov
Offiatr. Pronomen quod uncis fractis circumsaeptum traditis

verbis accessit, ut id in priore enunciato esset cui Alace-
donum mentio in altero servata opportune responderet,
scriptoris morem, qui sibi semper constitit, secutus addidi.
Quanta enim sedulitate, anxiam dixeris curam, scriptor
noster pugnantium praesertim partes inter se opponere
soleat, simplicis perspicuitatis captator, omnibus notum
est : cfr. I. 15. 2 avrai s^ od ^sâiov . . . 01 óè IléQGcii è^ imeg-
ót'îov; I. 15. ^/b; II. 21. 6; IL 27. 1 xal lovg Maxtóórag
àiLivro/iu'vovg xàxwlêv avvol s^ vmQÓb'Siov xov xmqiov tûX-
Xov\ III. 13. 4; 29. 3 ttòv /nèv anovSrjV noiov}.iév(àY, ròav Ivówv,
JlToXsiAaiov óè óia(fvXàât xò xojoiov. Huc denique huiusce-
modi locutiones, qualis xal yiyvsxai avxwv xal Maxeóóron'
(J.àx'Tj xagregà (IV. 29. 3), reducendae videntur.
VI. 1. 5 (p. 287. 11) Dubitari licet fueritne: [roi']'tò
à}X(fjl x(ò NeiXfp yQaffbV àqeXfTv {è'yQaqsì' A; xovxo <rò) . . .
yQacfiV Reinle et Krilg. ; xovxo <o> . . . fyQatfsv Geier).

VI. 7. 6. (p. 296. 20) xwv IìÓmv ol /utr xàg olxiag fve-
Tiifingadav xal «v avxaìg èyxaTaXa{îâYÓf.ieroi àTrt'i/vijffxov, al
TToXXol óè f.iaxóf.ifVoi avxóòr. Quamquam omnino supervaca-

neura esse videtur, aliqua tameu ratione pronomen parti-
tionem iam a verbis xàv 'ivówv conti-
significans, quae
netur, defendi posse concedo at ubi necessarinm quiddam ;
COOLECT. GRAEC. PARTIC. TERTIA. 317
desideratur, id qnidem in iis quae rediiudant rimari licet.

Sic igitur hoc loco, ciirn iusta inter eos qui in domibus suis
flammis correpti aliosque qui pugnantes perenni oppositio
frustra requiratur. parum ntilis pronorainis exitus, ut usi-
tatissimum adverbium existat, paulo immutandus est: ol
noXXol óè fiaxó/iisroi avrov. Cfr. II. 24. 2 tovg óè amov tiia-
Xnf.iévovi óié(fx>eiQev \
II. 27. 7 xal àTTsâvor nàvveg aiiov
Haxóîtvoi] III. 14. 6; ih. 30. 11; IV. 16. 7; VII. 10. 1 nCmn
avTov omniaqne quae levi studio congeri possunt.
VI. 8. 7 (p. 298. 4) naQayiyvovTcci amoì ol' ts 'AyQiàveq
xal àXXai. td'êig tcov ipijicòv, àg óij . . . ài.ia ol ^lys, xal ol
to'SÓtm. Disertequae fuerint leviter armatorum militum
turmae in enunciato secundario, mox interiecio, explicatur,
quam ob rem xal (al) aliai ra^tu malim. Cfr. VI. 8. 3.
Paucis ante poriodis (p. 297. 20/1") praestat fortasse xal èv
T(p {àvTi)néQuv Tovg noleûovg . . . xartTós; facilis enim huius-
modi haplographia ENTfì ANTIrrégav. Cfr. V. 9. 1.
VI. 9. 1. (p. 298. 23) là /[lèv THXì] zfjg nóleoìg (sx)lii-

novoiv. Semper enim apud Arrianum èxlainsiv hac signi-
ficatione usurpaturi cfr. VI. 6. 5; ih. 7. 4; ih. 8.4.
VI. 10. 3 (p. 301. 16) Ne uimiura chartae in meum usum
absumara, ut verborum ambitura longiorem satisque impedi-
tum ipsi inspiciant, si cui haec cordi sunt, lectores rogatos
velim ; ego autem ad eius perspicuitatera augendam non-
nihil prò viribus contulisse existimo, adiecta coniunctione,
ita verba distinguens : roTg yào Maxsòóai xal zavrìj ir àTióooì
yeyivTjTO xà trig TTQoCôlfjg ori — èiiì^xavùuro, (xal) ol jiièv
7caaaàlovg SixTirjyrvovTsg xtl. Difficiliora atque ab arrianea

tenuitate absona mihi videntur quae Polakius proposuit.
Cfr. etiam IV. 19. 2.
VI. 11. 8 304. 11) Ptolomaeum in Mallorum urbe
(p.
Alexandrum humi iacentem et iam ferme animae exper-
tem clypeum ei superintendendo tutatum esse atque propter
hoc facinus ^cinrjga cognomine esse appellatum scriptores
quidam levidenses fabularumque captatores narraverunt ;
xaÌTOi amóg (ys) TltoltiiaTog àvaytyQaipev ovóè naQaysviaOai

TovTfo z(Ò f-Qyo). Adverbi, in quo coercendi proprietas inest,
augenda erat solita vis, quia seris et incuriosis litteratoribus
B18 AL. CASTIC.UONI
certissimum testinionium, ipse qui stulte laudatur, clux re-
giusque scriptor oppouitur. Cfr. I. 21. 5; V. 7. 3 ;

V. 20. 5.
VI. 15. 3 (p. 310. 4) Alexander Tyriespin satrapea ab-

dicare iussit ÒZI oòx èv xÓGf.ioì i'^rjYsTaOâi avrò') ò TvQisaniq
i^rjyysXTo. Praestat, opinor, imperfecti temporis notio : è'S.r^y-
yéXXtTO. Cfr. IV. 16. 3; ih. 18. 3 òri MaâTog . . . TtitXeviij-

xt'rai avioj è^TjyyéXXsxo ;
ih. 23. 2 ;
VII. 23. 1 Aliter certe
ITI. 6. 3 alibique ;
diversa enim structura.
VI. 19. 5 (p. 317. 6) Macedonem dux èg tò nélayog àvt-
nXsi, eoe /tìj' eXeyev, àrcióetv h tcov zig xéga ^Xrâiov àviaxî
tv to') nóvioì. De infìuitis et infìuitivis modis quibus enun-
ciatio secundaria tenui nexii cum primaria coniungitnr,
panca strictiraque attigit Abicht, tironibus quidem senten-
tlarnm difficultatem explanans; sed nec ipse nec alii viris
doctis persuadere valuerunt codicibus esse credendura. Et ta-
raen qui, omni quaestioue direna pta, Eeiskii vel Krligeri sup-
plementa ad VI. 16. 3 prolata non ultra infimam paginae
Dram angustosque adparatus terminos progredì opus esse
probaverit, idem hunc infinitum, quem modo exscripsi,
quique cogitatum actionis consiliura exprimere studet, nullo,
ut uunc est, coniunctionum adminiculo stare posse nun-
quam demonstraturum esse arbitror. Haec enim inter locos,
qui invicem in commentariis communis tutelae causa ad-
scribuntur, difforentia est, quod aliorum infiniti modi forma
ab aliquo primariae propositionis verbo finito pendet quo
aptissime vel iussum, vel conatum exprimitur, aliorum vero
snam propriam vim a verbo alterius secundarii enunciati,
arte coniuncti, accipit. Duplex hoc periodorum genus exem-
plis qnam verbis sermonibusque utilius comprobabitur :
I. 15. 2 tjv ùìOiffnóg, iwr iièv txâiifiv . . . zcòr ó HQyfir ',
ih. ih. 4 ijyoìi Ilario, ol /tìv f'^wcJca -xul . . . îà(SCiGÌ/ca — oi
ók 6i()'§i(i ànwaaaO^m, ubi appellatio quae cbîGfióg

-xal . . .
est usqne eo originis suae naturam retinet ut nihil a verbo

finito àyon'i^fff&at differat et Van Leeuwenii et Boissevainii
coniectui'as ipsa explodat *). Iussum autem si non aperte
') Eodem iure teutauda erat coJicuni lectio ad 11. 1?. G; quod
quidem uemo prudens adhuc fecisse videtur.
6
COLLECT. GRAEC. PARTIC. TRRTIA. 310
at saltem aliquo modo in verbis ex militiae usn snmptis,

quae TTiânsir, ùnoXf-ineiv aliaque liuiusmocli snut, iuest,
quibus rectissime infìnitiviis subiungitur : IL 5. 1 m'/nTTsi —
TTQOxataXaêh' xcd qvlàacftiv ttjv nàQoóoV, III. 18. 1 ; IV. 25. 5
Kqcctsqov . . . xaTaXi:inti avtov é'ìKiQ^lv — xaì . . . xoffiiiTv et
VI. 21. 3 ànnXsCnei Atóvvcnov — tÓ re vaintxòv vno{.itVf:iv\
repudianda igitur, post infinitum '^vvàysiv, Polakii snpple-
raenta xsXsvoac vel ngoaraâc (IV. 28. 7). Futurum denique
partici pium quod ad consilium actionis iudicandum adhi-
b'etur pariter atque eiiismodi sigiiificationis coninnctiones,
qnalis evexa esse potest, iure infinitum secum l'erre his locis
videmus: IV. 17. 3; IV. 30. 6 s(rTtXXovio óè za ts xoìQut x«-

Toiliófitroi xcd d' rcov — 'SvXXa^tlv (cfr. de utriusque loci
structura etiam Grundmann, Quid in elocutione Arr. He-
rodato deheatur, Beri. 1884, p. 15). Nihil, ut patet, agunt
qui auxilium ad traditam lectionem locis controversis de-
fendendam ab hoc sexti libri capite (21. 3) sibi datum cre-
diderunt: vóarà ts ògvcfcfsiv — xaì à/ia wg . . . àqro) sTiint-
GeTv ;
obliti sunt enim profecto coniunctionis vim ex altero
ad j)rimum enunciatum esse revocandam; fierique potest
ut etiam faciliore quam Reiski et Kriigeri coniectura locus,
qui nulla antea iam expositarum rationum defendi possit,
vere solideque constituatur : VI. 13. 3 (p. 306. 9 sqq.) al óè
énkXat,ov — ot ûè'v -al óé -ol óè rfjg fa>'JijTog avTfjg àm jà eroi,
ot óè xaì ióftv èyyvlhsv xaì — ànsXD slv ubi participio
, fu-
turo àiliójneroi, nibilo secius quam nuper vidimus, modi in-
finiti,quos ad eTibXaôv redire posse nego, forsitan egregie
explicarentur. Restat itaque ut disertis verbis adfirmemus in-
finitum modum consilii indicandi causa concinnatum, nisi in
enunciationibus primariis verbum quod susceptae actionis
consilium ipsum signifìcet, vel in secundariis inter se
conexis futurum participiura vel ad consilium iudicandum
apta particula saltem exstet, nullo pacto ita a scriptore
ipso esse positum. Quis igitur nunc loci primum descripti
àvinXsi verbum lussi vel conatus alicuius notionem referre
contendat? Infinitus per se ])Ositus intactus stare nequit,
et repellit tamen Polakii supplementum {int!/v}i(Jòr) quod
ad exemplar Kriigerianae coniecturae (VI. 18. 3) coufictum
320 AI.. CASIIGLIONI
est: particulam potius, quam ihg fuisse existimo, postnlat.

Et sane (cog) ùniótTv, attente per-
ita restitutae locutioni,
pendendus plurimique f'aciendus conseusus accedit. Qui
enim ex huins pagiuae ambitu exire nolit, quae dubitatio-
nera tollant reperire poterit: VI. 19. 3 aètòg ót — tvqoùxo)-
ég ànidtìv VI. 19. 5 wg nenXsvxivai, voculamqne dua-

Q€i, ;
rum tantum litterarum cura propter vicinum ójg periisse

tum responsionis causa, non minus quam ob ea quae dixi-
mus, necessariam esse intelleget: mg fiìv iXsytv, ù)g àni-
ósTv — e fÀol óè óoxsT, oi>x fjxiara tbc nenXevxévat. Cfr. 2. 5
(xvXi^6tai, wg aa(fiCtsQ6v re óianvlftai/ai — xaì af.ice — ngoG-
iieanv. Cfr. VI. 20. 2.
VI. 20. 3 (p. 318. 7) Forsitan xaì yàg (xaì) l/Ovsg —
twr ànò Ualàaarfi i(fmvovx(> legendum sit palus enim mari ;
est similis propteramplitudinem et propter pisces.

VI. 21. 3 (p. 319. 16 sqq.) éxiì^sv àè — wg sttì tì]v Oà-
kaorrav te àgiGT^qà irgàrctro^ ì)óaTCi ze ÒQvaaeiv, éog xarà
tÒv naQaTiXovv cccpxôra sir^ vf^ argarià — xaì u(.ia wg xolg
SÌQeiTcag — àqvoì èniTisGfTv [èv àoiarsoà A ||
t-iv^ Roos] si
A, £Ì{vai.) vulg.). Ex codicum lectione parum probanda
Krugerus sg àQiGTfQÙ elicuit, felici sane correctione, quam,
paleographicae artis ratione habita, ita tamen mutatam
velim èn ùqigtsqcc. Cfr. etiam VI. 15. 4. Paulo post autem
:
egregiam Roosii inventum nunc vulgatae lectioni et ipse

mnltum praefero ncque araplius, ut in censura huins edi-
tionis feci, ad veterem ignoti auctoris correctionem pro-
bandara, errorem archetyphi, qui in V. 2. 3 (p. 238. 1) est,
aliquid valere censeo praeterea haud scio an correctioni
;
meae óig : —
cuflkova f^, idem praeferendum sit, quamquam
haec facilior est atipie exemplis eam tutari possum minime
qnidem ineptis. Cfr. IV. 2. 2 nagriyykXzo óè avifò (hg — ol —
ex TTJg nóXeuìg zavir^g àóvvcnoi wGi — sTTOxfsXérr', IV. 2. 5;
IV. 5. 6; IV. 16 1 ;
VI. 4. 3; VI. 5. 6 ha^î; ùk -àXiaxaìvxai.
VI. 21. 3 (p. 320. 3) / »]l: di vnoXetffO^siat^g óvìàûewg
'^H(faiari(i)v a{)i(ì, àq rjtho. Ncque librorum manuscriptorum
cufrjyHTo, quod omnino absurdnra, ncque Krùgeri f'îjytho
probo; illud enim nunquam hac significatione ai)ud Ar-

riannm usurpatum, hoc ad loci sententiam parum acco-
is. 3. '909
COLLECT. CtRAEO. partic. tertja. 321
modatum est '). Reqiiiritur simplex i^ytìto, quod restituere

non dubito. Cfr. VI. 26. 2 ;
III. 5. 6 ; IV. 16. 2 ; VII. 12. 3 ;
VII. 14. 10 etc; Ac. p. 81.24 Hr. Vocnla autern

e. Alan.
à(f-
vel deieri potest ntpote quae e proximo AVic} orta sit,
vel in av seiuncta, non refragante narrationis tenore, mutari.
VI. 22. 6 (p. 322. 8 sqq.) Habent sua iura scribae, quo-
rum nondum laudator exstiti, ut uno salterà loco ipse
eorum diligentiam vindicare studeara, praecipue cum contra
virum disceptandum sit, qui nomen ferat super omnium
praeclarissimum Reiskii enim coniectura ne in Roosii edi-
;
tione maiore locum obtineret fatum voluit docti liominis

inventis, ut saepius, ita nunc quoque iniquum. Non pla-
cuerunt Reiskio haec verba : (AQiaxóôvlog kt'yei) elvca óè
xal dÀÀa óérÓQu sv rfi ^Qi]l^(fp, tò fii-r ti ódcprrj ioixòg tò (fvX-
Xov xtI., quae ita eum sollicitasse didicimus ut prò plurali
numero singularem collocandum esse decerneret : «2Ao óév-
ÓQov.Qui hanc sententiam protulerit, idem sensisse credo
quod Abicht in editione saepe commemorata verbis nimi- ;
rum rò nè'r — {-'oixóc, i)aulo post rtòr óè xal àî respondere

ideoque culpatnm illum pluralem numerum pessime uni
arborum generi convenire ;
cuiusmodi opinione quicumque
ducitur, mirum est quantum fallitur : nempe in hoc capite
commeraoratio buie priori procul
alia arbor describitur, cuius
dubio respondet (ih. 7). Istam aliam mirae proprietatis ar-
borem xavXóv esse fx y7\Q jisifvxÓTu àxdr^r^g ex eo patet,
quod grammatica enunciatorum structura nobis praenun-
tiatur: àXXa ót'vÓQa, tò inév ri óà(fvr^ soixóc, una lauro ali-
quantum similis — xal àXXo sìrai xavXóv. Liberior extre-
mae partis adpositio ex longissima descriptione post priraum
enunciatum inserta facillime explicatur saepiusque, iisdera
de causis, perfectam partium congrueutiam, cum in latino
sermone, tum in graeco periisse novimus. Pronomen autem,
quod ri est, quo sit referendum addita ante interpretatione
indicavi.
«j Discrimen enim Inter simplex verbum r-yeìfiUca et compositum

ec>;;'a(ii9«t est; subtile quidem, sed semper fere quod agnosci possit.
Sic et latine aliter 'ducem esse è^ìjyeìai^ca' aliter =
ducere '. Cfr. VII. '
12. 3. 4,

322 AL. CASTIGLIONI
VI. 22- 8 (p. 322. 25) xcù twv kaywv /.tysvai òri xrX.
A quoiiam, quaeso, haec narrantnr? ab Aristobulo ;
grates,
suspicabar et ipse. Sed nt verba tandem cogitatioui re-
spondeant, vel Aéyei vel kéyerca (ceòzoì) rescribeudum est.
Cfr. VI. 13. 4. 5 Ib. 29. 4. 6 VII. Iq! 3. 4.

; ;
VI. 25- 5 (p. 327. 28) "^«Tiprovisis anctus pluviis in Ga-

drosiorum fiuibus tori'ens multa verticibus suis absumpsit
securaque traxit xal rcòv vno^vyiwv òaa àTTs/Mneto. Qui la-
tentia vitia poetarum scriptorumque difficiliorum argutae
atque severioris artis ostenta detecta emendant me iu
tam parvis rebus commorari fortasse ridebunt at, eorum ;
omnium pace, f'aciam quod poterò nec minora dedignabor

epularum frustula splendide adparatarum. Paulo ante ùtto-
XeCneiv et virokstnstv, excitatis exemplis quae ad rem face-
rent, quatenus inter se differant demostrare conatussum ;
hic autem vnsXeinero rescribendum esse, unicum cum loci

significatione congruens verbum, novis exemplis probabo :
I. 9. 9 òaoi vnsXsCnovto OrjâiMv ; VI. 27. 6 òXiyoi — inoXai-

novrai ; VII. 10. 2. Ea quae aliquo loco relinquuntur, graece
òaa ànoXeinsTai (interdum etiam imnXaCTisTai) sunt; ea quae
supersunt, òaa vnoXsinsTai (Cfr. adiectivum vjtóXoittoc, apud
Arrianum quoque obvium). Apte autem VI. 27. 4 ad codi-
cum lectiouem defendendam vix excitari posse existimo :
òaoi aaTQccTiai — ànoXeiTToivio, ubi verbi signiiicatio paulo

diversa videtur.
VI. 27. 2 (p. 330. 27) eat' àv avròg aavQccTTr^v èxTrénxl'ì]
èn' uvTrjc. Incommodum hoc stiì ex editione sua Krii-

gerus exulare iussit, retinuerunt esteri qui, credo, aargu-
TTTjV STI avTfjg, ut in lucutionibus eiusmodi quales xaTaaifiaai
Tiva èjii Ttìog (vel nrcc vel etiam rivi), arte inter se coliae-
rere putaverunt. Eorum tamen opinionem non multum ve-
ritatis habere existimo, nam verbum ad motum pertinens ita
genetivum casura ferens parum cura vulgato sermone con-
gruit. Quotiens autem hoc idem àx7iti.i7if:iv cum accusativo
coniungatur et iam vidimus et disputationis non eget novae,
praesertim cura diversura eius usura testimonia coUigeutis
sedulitatem saepe numero frustrari non minus quam alii
ipse noverim ; nisi itaque alibi (VII. 4. 1) ènì tì]v uvxov

COLLKCT. GKAEC. PARTIC. TERTIA. 323
aacQ«7ieu(v (^xTTt'uTTéi, locutionem huius similem, ÌDveDissem

etiam quocl vix concoquere possum invitus retinuissem ;
nunc vero sti:' ccvtrjr probatum nabeo. Qnocl si correctionem

raeam repellendara esse putabitis, de dativo casn restituendo
haud piane absurda suspicio erit.
TI. 28. 1 (p. 332. 12) Qui latine non ut mihi quidem ' '
sed '
ut mihi videtur ', cum de re satis controversa agatur,
dicit, urbanam quandam adseverationis temperantiara post
se 23onit, quae praeterea obiectionis limitationisque vim
vivaciorem facit legentibusque item haudnimium iugratam;
cum haud aliter apud graecos res se habeat, scribam qui ov
prò tfioiiye} layorrèc dederit aliquid probe
niGTCi èiiol Xéyovieg
arrianeum detrusisse opinor. Peccatum istud haudquaquain
aeterno cruciatu dignum, humauum potius errorem dixe-
rim, quia eiioiFE ARyorteq etiam plus semel eius oculos, qui
tot paginas descripsisset, frustrai'i potuisse miraberis. Recto
VII. 145 ovóanfi TTtaròv ^loiys Xhyovtsg et sic saepius haud ;
tamen ut de re certissima hanc sententiam protuli.

VI. 28. 4 (p. 333. 14 sqq.) òyóoov óè nQoayf-vial^ca avroTc
(se. Toìiz GirìiKcvcxfvXa'ìi) II^vy.kaTav tÒv A?^t'iàrÓQov viraQuanC-
acivvcc. Septem ceteris regii corporis custodibus patris pa-
triaeque nomen in hac enumeratione accessisse, Peucestam
autem solum tam caro nomine fraudatum esse miror nec
Arriano tamen culpam imputare audeo. Verum enimvero
quod ille Alexandri cuiusdam pariter filias et eximii ducis
servator extitit, perturbationem intulit qua paternum no-
men periit: aut delendum igitur vocabulum enunciati ex-
tremum aut locus ita restituendus est : Usvxéaxca' xòv 'AXs-
^dvÓQov \TÒv) vTTsoaaTTi'ffavTa. At qui cum Krilgero articulum

paulo ante (Hûiaiioìvct ròv 'Auvrtooog) exterminatum velit,
facili traiectione Ilsvxéarav 'AXe'ìàvóoov tòv vntoaaTciGuvTu^
restituet. Cfr. An. VII. 5. 4 JIsvxs'gtccv xòv vneoaaniaavxa \
Ind. 18. 6 xaì nevxéaxac ò 'AX^^àvÓQov; An. VII. 3. 2.
VI. 28. 6 (p. 334. 2) Nunquam Duebneri subtile iudi-

cium admirari desinam, cum is ex codicum prave corrupta
lectione ah òxa i/inióg xt' ne xal ò óai'iKov xaviì] àyoi. par vis
ductis litterulaque snppressis veram sententiam rimatus
sit: ti ò xs 0î>f.ió; [xa] as xxX. Nihil igitur mihi tribuo h\udis,
324 AL. VASTIGLIOM
qui serus viri clo<MÌ pediseqnus, una tantum littera correcta,

obsequium codici bus mtnn.s praestiti atque coniunctionem,
frustra culpatam, servavi ó'
yt- ^vuóg té' uf xcà ò óai-
: .<=/
ILioìv xtX. =
siqnidem me animus etc. TE et rE etiam pe-
ritiorum religi oseque transcribentium oculos fallunt alte-

raque ex duobus coniunctionibus ut locutionis vis augeretur
mutanda erat ego prioi-em elegi.
:
VII. 1. 1 (p. d-j8. 4) .in'.»nc kaiii^dvei aihòv (se. Alexan-

drum) xaTaTtXfi'ffui xuià rln- ErqgdD^r re xaì xcaà tòv Ti-
yortu (t'are) èn) lì^r :>ù'/.a(UiuY. Verbum ,"oTf, quod totius
enunciati tenor elilagitabat, de meo addidi; Arrianus autem,
ubi terminus, ad quem proticiscentes aliqui pervenire cu-
piant, haud ita accurate nec summo studio respicitur, xa-
tanlHV ebg èni frequenter dixit at contra si itineris ex- ;
trema magis quam iter ipsum com memoranda sunt fere

semper "éaxs erri adhibuit. Cfr. VI. 18. 2 xcìtuttXìTv ìnsvóu
fCrf èra tÌjv ^àkuarraf ;
VII. 7. 2; VII. 7. 6; àvénXsi — ìots
^TTi TÒ aioaiÓTTi-óor. E contraria parte videmus VI. 20. 2
xttténksi sg tyjv finyuXir !hiAiiaaciv, eoe xarancdJaTv xtX., quo-
niam omne pondns non in loci notione sed in navigationis
Consilio inest ; sed r\irsus, cum urbs quo, exactis itineris la-
boribus, classis pervenire contendit, spectetur, III. 1. 3 àra-
nXslv — eare ini Mt'iujir. Quibus aduotationibus confisi, quo-
rum in tam spissis pagiuis satis larga messis parata est, num
f(7T6 irti ^dlaarrar tradito (he ìttì ^àhiGGccr etiam hic re-
ponere praestet paulo addubitamus iIII. 19. 6 p. 151. 8) =
'EtcóxiXXov —
tluS^ xKìKyayhh' aihoì'g (sc. Thessalos equites
iamdudum stipendia emeritos) àg ini i/àlttGaar, non quo ser-
vili imitatione sci-iptorem i[)sum exprimere velimus(;VII.7.1,
ubi Hephaestion maiorem partem pedestrium copiarum
usque ad Persicum mare iacs ini r?)i' ^à'/.aGaav ducere ab
Alexandre iubetur) sed quia multum tribuimus ei quod,
statim ut iste dax comesque viae ad maritimam oram per-
venerit, eius milites Menes, qui eos in Graeciam traicien-
dos curet, excipit. Fortuito autem, potius quam aperto
scriptoris iudicio. cuni huius loci tradita lectione haec con-
spirare puto: IV. 7. "2.
VII. 4. 3 (p. ;''-ll>. I I) Damna, quae in vastis Gadrosiorum

COLLECT. GRAEC. lAliTlr. IKUIIA. 325
solitndiuibus Alexandrnm eiusque exeveituiu in extremum

discrimen addaxerant, satraparura aniinos ad spem excita-
verant fore ut ipsorum rex non am[dius a tam formidulosa
expeditione vivus reverteretnr iiarrantur itaque xaia^go- :
vfiffia aì'Tov rfî; oì'xoi ùnovoGTr'ai-i»;. l'es varissima recteque

cogitata, dignissima igitur quae mia saltem ex parte expo-
liatur, namque cum in vocabulo. quod à.Knóarrâig est, notio
insit verbi, quod accusativum casum motns significandi causa
requirat, prò locativo alter, qui ad motiun locuraque, quo
aliquis contendat, exprimenda peitiueat, casus ponendus est:
rTjc oì'xcióe àTinvoacrâeuìg. Quo iu usu nullam unquani licen-
tiam Arrianum sibi permisisse accurate demonstrant quae

ipse nunc lectoribus indicabo V[T. i). cì^v nì'xadf; òouijv;
: 1
VII. 12. 1 f\- Tjrj' ccTTOvóaitâir lì^r '>ì'y.,«)f-. qnibusque nihil

refragatur. Ad solitum igitur etì'ngiuni. .spec;tari nimirum
non motum sed iain quietera, quae post «mn sequitur, ne-
minem provocaturum existimo. At potius me haec dicen-
tem iarn exprobrantium vocern exaudio (-t sedulitatem ar-
gutam agnosco, quae oscitanteni viram per scriptoris sui
paginas non satis diligenter, ut vide tur. evolutas ducant
ibique sistant unde aliquid, si non d<»etriiiani, prudentiam
saltein in proferendis iudiciis, discei-e possit. Quid enim
magis perspicuum quam (VII. jO. =-: p. 554:. 17) xal ùtti^K- .">
^óvrec oi'y.oi àrrceYyeikace òri xi)..'^ Lusi, confiteor; sed serius

iocus est, qui non doctos viro- sêd fe.^tinatae sapientis ti-
r'onis respicit, quorum temerario iudicio ctmcta in litte-

rarura republica moventur. Loi-ativus iii.teiu casus liic ab
pendet et foitasse, ut appellationis pro-

iste Ù7ia)'yti'Kaiè
prietatera induat, ante se articuhim requii-it: (ruig) oTxoi ;
non igitur '

renuntiate domi '
s<-d '
redeui:tes familiaribus
vestris renuntiate vos regem vesirum, Alexandrnm, tantis
nominibus clarum, a vobis ipsis desertuin barbarorum fidei
credidisse '; nec melius gravis sentcntia enunciari jìoterat.
Zìhi)i<)i praeterea coTg oì'xoi, siiti tam mugua adpetenti fidi
milites ut abirent, xenophontea< Cyrus i An.

4 e:r.) se
T. 7.
facturum despondit, cuins orationi.s arrianeus Alexander

band semel memorem se praestitit. CtV. \'\\. 8. 1; ih. 12. 2;
ih. 10. 5.
326 AL. CASTIGLIONI
VII. 4. 4 (p. 344. 1) Jageiov rraTòa xcà ravu^r, àósXcfrjv
{óè) TTjg aviov yvvaixóq. Particnlam addidi, quae mihi piane

necessaria videtur.
Yll. 6. 3. (p. 347. 2) òaoi avTOJV xai à'Sioìaiv xaì xà/J.ti
tov Geofiatog r] t f^ àXXij àgsif^ VTTtQ(fkQovTag ètfcdvovTo. Dignitas
et pulcliritudo corporis ambo virtntes profecto qualitatesque
egregiae habendae sunt et altius hominem extoUunt, beatuni
sane Gratiarum et ingennae originis muneribus pariter
si
cnmulatus in honorum iucundique convictus certamina de-

scendit solent tamen omnia elementa quis aliqua res con-
;
stat vel actio quaedam perficitur vel efficienda coramen-

datiir, prò se quodque, adversationum particulis adpictis,
distincte poni, ut uniuscuiusque eorum propria natura emi-
neat; tantoque magis necessaria est distinctio si inter se
diversa sunt atque ex iis unum iam ad laudem consequen-
dam actionemque perficiendara sufficit. Genus, forma, quae-
vis alia virtus ad equestris militiae honores barbaris nuper
devictis tum iam in societatem ascitis aditum aperuerant :
turmatim igitur xax' à'§ioìaiv ij xù)J.f;t i] rivi àkXì\ ùq^tij

distribuebantur. De coniunctioue, quam permutavimus, iam
dixi ipse antem vocabuli, quod xàX'J.ei est, dativus casus
:
etiam nunc aliquantum ineptus, servata codicum co|iula

etiam ineptior fuisset accusativoque haud dubie longe post-
habendus. Quid porro, cum alibi nulla labe corruptum
(VII. 11. 18) xar' à'îbìGiv r) Tiva àXh^v àQsrrjV legissem, li-
brorum manuscriptorum illud t^ dkh] àgeifi sibi vellet me

semper ignorasse candide fateor aliud enim ;
esse III. 27. 4
xuià Tt à'iuoaiv xcà itjv àXXrjv àQsrrjv, ob ipsam enuncia-
tionis structuram, sensi. Quam denique facili mutatione
xcà in 7] vel invicem haec particola in illara migraverit
codices qui manibus versaverunt, dicant ; artieuli et inde-
finitipronominis permutatio minus frequens certe, at tamen
non multum rara (rf^ in rr^j, cum feminini generis vocabulum
sit, mutari nequit). Cfr. etiam Ind. p. 22. ^^/h^. [Si quis
autem, propter ipsam rantationis lenitatem, dant aviwv

xm' àîwaiv xaì xdXXf-i ... xcù tjj «AA/^ àgerf^, potius com-
mendaverit, me non nimis reluctantem in suas partes trahet.]
VII. 10. 3 (p. 354. 7) dtakkXvi.ua lavxa. Manuscriptos
OOLLECT. GRAEC. PARTIC. TERTIA, 327
libros vix culpare aiicleo, sed qnam melins vili sua merita
ad movendos afFectus exaggerantis concitatae oratioiii con-
veniret ótuXkXvîm Trarr a.
:
VII. 11. 3 (p. 356. 1) Scribitnr nunc ex Schmie^êri

coniectura xcà TVf^éraiQoi TlkQaca [xal ùaO^tTfQoi àkloi] neo
sanus homo est qui voces xcà àaDtTsoni eodem quo legat
temporis puncto non damnet tam absurdae sunt et notae ;
originis aperta corruptione exortae. Ubicumque enim pe-

zaeterorum, qui vocabantur, ordo ab Arriano commemoratur,
et Vindobonensis libri et omnium nostrorum codicum arche-
typura veram lectionem in àaO^tieooi constanter depravavit
(cfr. p. 293. 18); verum autem vocabulum, miro quodam
fortunae casu, hic semel servatum est, sed scriba ipse vel
lector quidam eonferendarum varie tatum prurigine tactus
solitam illam pessimae uotae lectionem libri orae vel supra
versum adlevit, unde, transcriptoris prudens iudicium fal-
lens, se in narrationeni insinuavit. Verum tamen non haec
maxima mihi videtur falsae lectionis culpa, quam quod op-
time traditum pronomen àXXoi ob loci projjinquitatem, a
vocabulo suo discerptum, apud virum doctum cuius aucto-
ritas in tantum meritoque viguit. eiusdem labis reum fecit.
Et sunt revera ut veteres inquilini, quos nemo bonus domo
pellere suscipit, veterum coniecturae, praecipue si aetati
nomen illius qui eas protulerit sanctum laudatumque ac-
cedit ;
qua de re factum est ut Schmiederi inventum nemo
attente retractaret, quamquam in manibus erat xcà na^s-
taiQot Ui-gaai [xal àcrd^stagoi] àXXoi scriptori suo reddere,
cum idem paulo post xal rctvrrg allo dyrjiia âailixóv simili
Consilio opportune dedisset '). Archetypi autem lectio fuit,
yo. y.aì ùoxi-érSQot
ut videtur, haec : xal TCf^staiQoi JléQOca àXXoi.
VII. 14. 9 (p. 363. 23) xal òri Trtvôg noiéìaOca ttsqiìj-
yt'X{^/ì-j %éQav rìjì' âQâgov. Huiuscemodi
xctrà nàaccv rrjv
aoristi tempus atque vox arrianea certe nedum sana mihi
i) Locus, paulo perturbatus, olim etiain hoc modo coustitisse

potest: xul ns^sTcciQoi ('('/.koi néâai. Non abicio tameu correctionem
meam.
328 AL. OASTIGLIOXI
videntur ; angebar tantum iuvisitata huius verbi forma:

nihili enim est quod ea seriores scriptores abusi sint.
VII. 30. 1 (p. Alexandrum male-
389. 23) Quisquis iu
dieta ingerit eiusque benefactorum oblitus, acri
culpas,
animo insectatur, omnia qnae viro prudenti perpendenda
sunt animo potius complectatur a imxQÓTéQÓc ys wr aihòg
xaì ini af.iixQotg n()vovf.i6vnq. Quo minor iste? num Alexandro?
nura rebus quas Macedonura felicissimus dux molitus est et
scriptor ipse uepotum aevo recenset? Egoneutram compara-
tionem probo atque liane adiectivi formam comparativam
non antiquae notae magis fortuito quam ex
esse existimo, sed
scioli interpolatione recentem originem traxisse. Quod unice
veruni credo o',«/x(»d[rfoo]c ys lov aviòg xaì ìttì aiiixooTg tto-
vovfxevoq non ineptam, quin etiam graecorum hominum au-

ribus prorsus dignam, adiectivorum consensionem instaurat.
Cfr. VII. 23. 8 ovx ini [layàkoig /iiòyà^jog dieanovóàì^f-in.
Omnia quae ad populorum mores atque Indicae terrae

situm pertinerent, exemptis notionibus prorsus necessariis,
ne inopportune historiae moles augeretur neve in expeditio-
nuni proeliorumque narrationibus ob insertas descriptiones
lucidus ordo turbare tur, Arrianus uovo libello atque illi
peculiari mandavit, qui, ut erat propter naturam suam et

operis consilium artissimo nexu eum Anabasi coniunctus,
ita in iisdem codicibus, quibus maius istud opus, traditus
est; itaque ipse,quam vis me iam ex liac provincia scriptores
mei Planudes Ovidi interpres properate revoca-
latini et
reiit, huius laboris extremae parti deesse nolui ac dum
etiam haec opella Roosium suuni vindicem exspectat, contro-

versias graviores penetrare, corruptas, si qua essent, lectio-
nes detegere atque emendare studui. Nec me suscepti laboris
poenituit, nani in dies iucuudior deseriptarum rerum leetio,
iucunda eircumscriptionum quoque non fucata exilitas facta
est : tanta praeterea Arriani iu excerpendis auctoribus pru-
dentia est, tanta in diiudicandis antiquissimorum hominum
COLLECT. GRAEC. PARTIC. TEKTIA. 329
fabulis modestia ut quin brevi legentiiim animos sibi cou-

ciliet vix fieri possit. Xunc quidem, quoniam de buius
scriptoris elocutiouis genere tantum agere statui, nihil de
dialecto disputabo, neque de ratione qua libellus confectus
est, etsi quaedam diceuda habeo, fuse agam ;
quod certe
iu posterum erit, si doctissimi amici, haud ignotum eius
commilitouibus nomen, qui in indicis studiis versatur,
opera adiutus populi quondam praeclarissimi graecum hoc
documentum adnotatiouibus instructum largioribus munus-
culum scholis uostris litterarumque nostrarum amicis edere
poterò. Non parvum enim discipulorum commodis inter
xenophonteas atque herodoteas lucubrationes districtorura
iucrementum inde fnturum esse auguramur, modo novas no-
tiones accipere et populi, qui a summo bonarum artium fa-
stigio non minus graecis vel latinis proxirae afuerit, con-
suetudines perdiscere, aliquid adulescentium cultui conferre
dicatur. Hanc tamen Indicam historiam, codicum incertis-
simi pretii incertis vestigiis nixara, satis male habitam cir-
cumferri dolemus; aliquautum tamen subsidi a Vindobonensi
libro cuiusceterum miseras condiciones iamdudum novimus,
exspectat uno certe loco, cuius notitiam Roosii officiosae
;
voluntati debemus, ex codicis lectione lacuuam apto verbo

expleri videbimus (p. 31. 26). Nunc autem editionem Her-
cherianam ab Eberhardo curatam, quamquam plerumque
non docti viri sed codicum lectiones consideravimus, tam-
quam fundamentum investigatiouis nostrae collocavimus ;
vetustae traditionis vestigia, nisi ubi .speciose peccantes

coniectatores vidimus, restituere ac defendere nunquam sU-
scepimus.
III. 8 (p. 3. 26 sqq.) Ratio quae de Indiae peuinsulae
demensionibus habetur, bis verbis explicit: rò óè ành ào-
XTOV TTOÒg asauii^-ioCr^v. tovio óè ccì'Vfò afixog yCi^rai, xuì ènix^^
TQiìjxoaiovg xaì óiay[i?uovc xcd ó/aiiiVQiovg Ivanao lò attivóiuTov
avrov. Quod sit huius mensurae genus iure desideratur : ob
ea quae praecedunt, de stadiis hic agi certissimum est, at
non hoc fit praetermissio tolerabilior, cui quidem, cum tritum
illud vocabulum propter aliorum similem exitnm exciderit,
facili labore offici potest. Itaque a septem trionibus usque
830 AL. CASTIGLIONI
ad meridiem India in longitudinem tniyei iaraóiovc} tqd^xo-

ciovg xtX. Lacunam pariter atque eius locum liiiias ipsins
paginae septem exempla indicant possis etiam et in hoc ;
libello p. 4.28 et Anabaseos paginas, quibus terrarum posi-

turae explicantur, supplemento nostro adiumenta haud inu-
tilia accire. Longe autem diversurn argnmentum diverso
prorsus Consilio pertractandum, cum Ponti Euxini peri-
plum describeret, Arrianns elegit quam ob rem ibi qna- ;
damtenus artificiosa ennnciatorum structura verborumque,

quacumque liceret, eorundem praeterraissionibus iniucuu-
dam repetitionem esse vitatam mirandum non est.
IV. 1 (p. 4. 9. 10) «AA« ov iioi àTQsxèg vnÌQ rcDr éné-
xsiva Tov "Ycfiàaioq. noiauov ìayivQiauGOcn (è'aiir), òri xxX.
Cfr. p. 12. 30/ 1.
V. 3 (p. 6. 6 sqq.) àXlà oéòè Msyaa&t'vrjg r?)r no)J.i]v

óoxi'ei 1.101 ^ntX^}Hv tf^c 'lvdf]c xwor^g, nh'jV ye órj óii n'/.f-vvci
fj 01 avv AltSàrdooì èusÀ^óri ég. Ex codicnm

toì (VtXinnov
concordi testimonio participium in eam sedem restituì unde
exul ab Herchero pulsus aoristo infi'AxiâY concesserat ;
fa-
cilis profecto ad Thebas epigonorum uni via! quoniam

maioris arrianeae bistoriae lectio post illud jrXevra subau-
dienda esse tntXUiTr abunde docet et siraul participium,
óoxtf-i
quod idem ac illud frequentius adhibitum

est ^nsXOóvieg,
avaiQarévaavTsg esse admonet, cuius nuuc locum tenuit ob
verbi tTisXêTv propinquitatem; id enim, quamquam vix un-
quarn absolute ponitur, tamen suam vim circumscriptioni loti
infundit atque ad rem patefacte enucleandam longe aliis su-
pereminet. Nec ego quidem, ut exempla ab Herchero adlata

quaeque levi negotio augeri possuut An. ITI. 29. 2 V. 4. 4ì ( ;
demonstrant, dubito quin scriptori dicendi propositum fiierit

'
quam illi qui Alexandro expeditionis participes fiierunt ';
sed satis facili gressu maioris ponderis cogitatio diligen-
tem hominem ab primo Consilio abstraxit ut diceret quam '
qui una cum Alexandro peragraverunt '. Quae cum ita

sint omnia suppìementa quae olim dubitationibus tortus
excogitaveram ante participium pouenda missa facio atque
ex purae traditionis integro fonte haurio. Cfr. Anab.
IH. 18. 11.
rOLLECT. GRAFX'. PAKTIC. TEKTIA. 331
V. 7 (p. 6. 19) Graecorum hominum iudicio locutiones

quae axélkâlUa ig et athXXiaD^cu ^nì sunt, ambo proban-
tur, sed saepennmero fit ut peccet qui promiscue iis abu-
tatur. Malo igitur librariis quam docto scriptori stribliginem
imputare qua his verbis macula obtruditur : êiiiQautv . . .
Gre'lXsa^ca fg 'iróovg; nam cum de expeditione contra ali-
quem suscepta agitur, praesertim si hominum vel popu-

lorum, potius quam regionura vel urbium, hoc damno pe-
titorum mentio iuiecta est, praepositio ènì, uti iam diximus,
proprium locum vindicat. Quapropter quam citius nunc
sibi
rescribatur enì 'irónvg; conpensabimus codicibus hanc iactu-
:
ram arma contra eos omnes ferentes qui artXkeG^ca èg iîàyjjV,

ig xwQur Tira qualiscumque labis rea fecerint. Cfr. Anab.
VI. 3. 4 TÒT' JiovvGov èjT Ivdovg GróXor VII. lo. ,5 in ccv- ;
ràg — f'atdXìy, Ind. p. 6. 21.
V. 9 (p. 6. 26) Arrianei sermonis insitam veramque

notam recte reducemus, cum ad codicum normam has enun-
ciatioues exegerimus: Jiovvaov iiiv ys rfjc Groarr^XaGiì^g xaì
Nvaa nóXig livrîxa ov (favXov... xcà ò xiaaòg darig iv toì
ovQsi rnvroì (fveTui. Non erat profecto Hercheri subtili iu-

dicio dignum anticipationem ita studio quaesitam delere: xaì
ò xiGGòg òri ir zfò ovgei xtX. ;
etenim enunciati causam expli-
cantis primarium nomen, sua compagine solutum testimonio-
rum dionysiacum agmen firmantium enumerationi tertium
accedit xuì Nvgu nóXig
: —
xcà ò MrQÒg tò ovgog — xcà ó xiG-
GÓg. Ob loci structuram, IV. 11. 2 VII. 20. 2 conferre suffi- ;
ciet. At, occasione oblata, aliud viri docti arbitrium tollere

conabimur (p. 5. 17 sq.) tóv xs' Igtqov xcà rov NeiXov tò vócdo,
:
quae verba locus taugi vetat unde sunt repetita (An. V. 6. 7)

OTO) (se. Gangi) ovre <tò> tov NtiXnv vóoìo ovte ò Igtqoc — —
àho( '^vujSccXeìr.
V. 10 Haec de Dionysi expeditione Her-

(p. 6. 30-7. 1) ;
culis contra non multa in his regionibus monumenta: àXXà

TrjV AoQvov yàQ TrkZQìjV — òri "^HgaxXi'ìjg où óvvaiòg èyinio
iêXeh', Maxsóovixòv óuxs'st jLiot tò xófîTtaG/na. Vocabulum in
hissuppunxi quod frustra apud Hercherum quaeras namque
nìmium ineptum visum intra spissas praefatiouis lineas ne-
glectum iacet; nec nobis quia sanum videatur, nulla cautione,
332 AL. CASTKiLIOXI
in sua iura receptum est, sed hac praecipue causa, quod parva
mutatione novum colorerà iustumque grammaticum ordinem
circumscriptioni buie adlaturum est. Indefinitum Duebneri
pronomen t<', vix aptum, nihil elocutioni confert sed tantum
errore locum purgare valet; videte nunc, praestetne parvu-
lum supplementum, quo demonstrativum pronomen efficia-
tur, confingere: (tov}To, cuius tandem ope, ut saepissime apud
Arriani scripta atque non numquara in omni graecorum la-
tinorumque sermone deprehendere licet, ea quae antea sunt
fuse enunciata breviter recolliguntur. Variant huiusmodi
repetitiones, variant earum causae atque rationes ; at res
haec est lata inquisitione digna, qua similes oranes locu-
tiones comprehendantur, nostrorum tem- cum istius usus in
porum sermonibus vestigia paene evanuerint. Docte sane et
sagaciter de hac consuetudine, quam in primis Arrianus
cum Herodoto communem habet, Grundmannus disputavit
(p. 23 sqq.) qui potioraque et maxime singularia excerpsit ;
quam ob rem ex huius emendationis finibus latius evagare no-

lumus. Pronomen autem demonstrativum, haud piane nostro-
rum sermonum ingenio necessavium, in enunciato primario
collocatur vel anticipationis causa, cum eimnciatiodependens,
quae subiecti munere defungitur, secundum locum occupavit,
vel, cum ipsum post dependentem enunciationem positum
est, ut longius illud subiectum perspicue perstringatur :
VI, 27-25 xal TOVTo . . . xaxbayi_fiv èv xóa/iro rà è'^rr^ ^- òzi ovx

f'^f^v . . . àdtxelai/ca ; IV. 10. 7 xal yào oinU ^xtlro tirai àixtfiXo-
yov Oli xcX. Alterius generis exempla uobis nunc utiliora loci
hi praebent : V. 4. 1 'O ót 7jJòì jioiafîb^ ón utyiaioc. — xaì
òri (d TCìjcd — xaì òri ^xóCdoìGir -— xcà òti òifTinnoc — xcà ón
JéXtcc Tini fi — lavrce /.it'v xtà. ; V. 7. 2 si óè órj — oòót lovio
s'xo ^Vf-ificiXsh' ; VII. 14. 2 utycc liièì' ysveaâi avrò) zò nivOôc,
nàvzsq zovio àvi'yoctil'av ',
VII. 14. 7 fvayi^siv Té ozi — zovzo
fxkv xvA. ;
VII. 29. 3 ori ót- ig Otòv zrjv yt'vsaiv àvecffQi-r, oi'óè
zovio filo) Falsum igitur mihi videtur iri qui-
óoxtT xz)..
cumque librorum determinantem articulum ante xóuTrtcffficc

retinere velit; nani ipsius ambitus structura eo iam pessum
itura est, quod antepositae infinitivae enunciationis signi-
fìcatio atque natura, cum aliquid quo breviter revocetur
COLLECT. GUAEC. }>ARTIO. TEKTIA. 333
non habeat, necessario oblitterabitur at coniectura mea :
accepta, nihilo minns quam in exemplis nuper adlatis, infini-

tum modum, qui subiecti iniinns expleat adpellationemque
{xófîTTaGiia) praedicationis vicem peragentem habennis. Quod
ad grammaticam artem proprie spectat, qnae erant dicenda
diximns caveant nunc viri docti, ne, niraio traditae lectio-
;
nis amore correpti, loci sententiam aliquo modo laborare

sinant, quae certe nunquam, nisi enunciatum extremiim
parvo supplemento auctum sit, integrior evasura est.
VI. 3 (p. 7. 26) ovis TI tninXbetr. lonicae dialecti pro-
prietas periit, nisi sTiinXweivArriano reddimus simplex ;
antem n/Meiv vel traditum vel egregie restitutum, ubicum-

que necesse erat, legi. Cfr. p. 15. lo; p. 25.6 xarkrrXoìa't
23 txTTfQiTTÀwaai p. 26. 32; 27. 17 et
25. 17 TTuoéTT kojGév; 25. ;
totam circumnavigationis descriptionem.

Vili. 1 (p. 9. tra tòt âxÔìdéavatov.
29) T(àv érca'QOìv
Credo quae Vva est, Hercherum frustra
in expellenda voce,
operam compsumpsisse haud semel enim in Anabaseos
;
libris Iva tmv étcdQMv, locutionem quae nemini unquam

temptanda est visa, invenimus et culpati verbi collocatio
propter ea quae post adpositive sequuntur, quam nunc est,
diversa esse nequit. Dubitari taraen potest num genetivus
partitionis casus, twv âxyjoóeaTànor, praeferendus sit.
XI. 3 (p. 14. 2 sq.) Varia satis cum sint Indorum sophi-
starum munera, darig àè lòia &v€i, è'^rjr^xrjQ aéroì %f^q ^vaìrjg
TòùV Tig GocfiartoìV TOihoìv yireiai. ùk ovx àr aAAwc xe/aoiaiitra
ToTai êoìai ^vaavrac. Accusativi, qui dicitur, absoluti
formam cur Hercherus qui Ovaavxi coniecerit idque praepro-
pere locum in editione occupare iusserit, nihil scriptoris
consuetudinem atque rationem respiciens, abiecerit, minime
facile est dictu nam si quid et graecum et arrianeum vo-
;
cari potest, haec formula profecto in isto numero habenda

esset. Exemplis redundant grammaticorum libri, exempla
praebet scriptor noster e cuius operum fìnibus, nisi gravi
necessitate coacti, omnino non egredi statuimus An. IV. : 4. 2
eO^QaavvovTO, toc oi'x uv ToXarjaavTa A).tS.avÓQOV aiLiaadâi ;
IV. 10. 6 oc .àr ^fòr roiu^ónevov VI. 1. 3

. . VII. 22. 9
; ;
wc — (faivóiitva. His igitur accusati vus particijîi probatur,

334 AL. CASTKILIOXI
seti non probatur item eins pluralis numerus, nam da ne

pronoraen etsi coUectivi proprietates habet, tamen hoc loco
haec eius natura dativo qui paulo antecedit, uvkò, satis refu-
tatur. Cfr. praeterea non multo post (p. 11. 16) òanz —
ro«5zoj'. Legendum propono : livGc<VTa[Q\. De accusativo cfr.
etiam Abicht ad Anab. I. 9. 7.
XI. 11 (p. 15) Tqìtoi de daiY Ivóoìaiv ol ro/ik'éc, ot rcoi-
fibvfg Tè xcà (ol) ôvxóXoi. Si utrosque articulos duobus voca-

bulis enunciationis quae verbura roi^ntg distinguunt, codices
adplicuissent, fieri poterat ut locum non aperte corruptura
praeterirem : sed cum tertius pluralis numeri articulus ex
Hercheri supplemento huc accesserit, libri vero manuscripti
eum piane ignorent, emendationis ratio paulum diversa ad-
hibenda videtur. Non enim quiddam penitus diversum notio-
nibus adhaeret in quibus cum vocabulum quod est voijisvc,
tum noiin'jv et jjovy.óÀoc invicem nata sunt roueik proprie :
verbum est quod, latioris ambitus significationem prae se

ferens, quasi generale ita vocari potest, ut ab eo profecto
duae istae appellationes quae rem peculiarem respiciant con-
tineantur; termini enim incertioribus antea ductibus notati,
raagis magisque ita defìniuntar atque distinguuntur. Idem
laiinus aliquis scriptor fecisset,si commemoratis pastori-
bus, eorum nomini statim opilionum et bubulcorum men-

tionem adscripsisset. Hac itaque vocabulorum indole atque
natura perspecta, sensim ad delendum ante TTot/iuvsc arti-
culum trahimur, quem tamen interpolatum esse vix puto.
Antiquior lectio ol uoiiitrsg rs xaì (ìovxóXoi, eo periit quod
:
insti articuli propinquitate deceptus archetypi scriba vo-

culara iteravit nos autem veram buie adpositioni
; formam
reddere conati sumus.
XII. 7 (p. 16. 6) Parva turba est genus eorum qui rem
publicam apud Indos, una cum regibus vel summis magi-
stratibus, geruut, frocfir^ óè xaì dixcuoavvì] ix rruvruìv ttqo-
Typothetarum arte notatam volui praepositiouem

xsxQifûvov.
quara mente exterminatione iam damnavi TrgoxQiveaOâi :
à'/Mov idem est ac potiorem aliis liaberi rrooxoivéaâi s'ì ;
àXkoìv quid hic sibi velit ignoro. Ait enim Arrianus ne-
rainem ex suo ipsius in alium ordinem indicorum civium
oommigrare posse; nane Atheniensium more ex omnibus

si
aliqua ttqóxoigic fieret, selectus quidem orcio crearetur, secl

qui vix cnm aliis comparari atque sub eodem conspectu poni
liceret. Eae igitur sunt ob unins solius particulae nsnm in-
latae turbae ut intolerabis dissensio, ab Arriani diligentia
alienissima, exoriatur ;
quam cum, tam facili lenique adiu-
mento, abigere susceperim recte loci sententiae me consu-
luisse arbitror.
XIII. 2 (p. 16. 25) In quisquilias iterum incidi, sed
quamvis obiter hunc libellum inspiciat, meminem tamen
haec intacta esse relicfcurara arbitror: ttjc óè zdcfQov tò €t>Qog
sg .... ^àOoq ts eg rscrcraoag. CI. p. 13. 18 tò s^Qog — tò óè
§àiôg\ Xenoph. An. I. 7. 14 ex] ^àOog de scribendum censeo.
XIV. 2 (p. 18. ^^/is) Indi sua quadam arte elephantos
venantur ; àyorrsg óè sg rag xco/îag rovg àXórrccg xov ts xXoì-
Qov xaAàj.inv xcd rfjg noCì]g za rrgcòTa iiKfaysTr tóoaav. Uti-
nam esset graramaticis ut auctoritatis idem, ita eadem ser-
mocinandi quae romanae ecclesiae pontifici
consuetudo !
audiretis certe iudicium terrificum qui aoristum tempus :
s'óodav hoc loco aliquo modo temptaverit vel sede sua extur-
bare conatus erit, illi anathema sit Non nihil delectationis !
istae sacrorum interdiotiones, quae si non aeterni ignis

flaramas suscitant, at tamen àa^éaxov ipóyov per litteratorum
hominum umbracula indelebilem notam minitantur, pro.-
cul spectautibus adferuut ; nam cum in traditis thesauris
defendendis novi isti pontinces toti sunt occupati, latens
vitium tolerant, quo eorum propugnacula subruantur. Exem-
plnm hic praebet aoristi forma quae, quamquam
tradita
nihil per se habet in quod iure offendamus, primo tamen
obtutu, propter ea quae antecedunt leviter corrupta et male
neglecta, insons in. iudicium rapi poterat. Quo enirn pacto
praesens participium ayorrsg et hoc praeteritum tempus
invicem se ferre possint, nemo adhuc demonstravit iam ;
aoristum participium haud ingratum foret, si post illud in

primario enunciato actio ut praesens repraesentaretur, cum
temporis punctum priusquam altera actio perfìciatur iam
transactum eo significetur; nunc vero piane necessarium est.
Idque ego, liis cansis adductns, ita restitno ày(c(y}óvTeg :
—
336 AL. CASTIGLIOKI
l'óoaav. Haec aurem Longi exemplnm in memoriani mihi re-

ducunt (p. 254. 22 sq.) : àya-yàiTa^ — àTTériipav et, qnod pluris
faciendum, in hac eadera Arriani descriptione {p. 17. ^'^'n)
locmn huius sirailem al ót àr'JooìTToi ccÌG^'J^óiitvoi

: r/yi- sao-
óov . . . ot air — ÙTn-TXov , ol óè — ùyyt/./.ovair sibi adstipu-
lantem nauciscuntur. Cfr. An. III. 29. 4 et passim.
XIV. 4 (p. 18. 20) Dubitavi licet fueritne ^v/iÓGocfug :
yàQ, elnto ri àXXo ^r^giov, <x«t ó> sXtifaq] at articnlnm sal-

tem, a codicibus datura, retinearaus. Cfr, p. 22. 19.
XIV. 5 (p. 19. 28 sqq.) MeyaaOkvr^c óè [xaì] àrofxta eircci
VTtio tùtv fxvQiii'ixwv TÒv X.óyov iGTOoéti, rovTOvq kirai toÌ'c tòv
XQvaòv ÒQvaaovxag. Coninnctionem quam Hercherus delevifc

rectissime deletam esse nemo non consentiet et revera ;
rustici tatem viri spi rat, qui particularum pretium totum

in eorum collocatione stare nesciens, eas huc ilhic manu
non iudicio dispergiti orationem enini neque attollit neque
enunciata artius coniungit, adiectivum, qui proximura locum
tenet, gravat. Haec de Arriano dici nequeunt, qui scriptor,
quamquam in Xenophontis, Herodoti, Thucydidis umbra la-
tet, tamen prudens accuratusque inconcinnas orationis asj»e-
ritates vitavit ac diligentiae laudem attento elocutiouis stu-

dio captavit. Sed inter enunciata quae supra exscripsi locus
est, ubi sententiarum nexus ita laxari videtur ut aptum
spatium accipiendae coniunctioni accomodatura relinquat ;
etenira quam aspere altera enunciati© priraam excipiat, ex

eo perspici licet quod tovxoik sivai nulla particula induci-
tur, sed ita adglutinatur ut tenui filo, a lectoribus potius
quam ab quod est larootn,
ipso scriptore, primario verbo,
adnectenda Multa fortasse nunc verba feci, qui opinio-
sit.
nem meam probare quam sub aliorura hominura conspectum

indignanter proicere malui, sed iam tunc cum primum In-
dicara legi quin coniunctio alibi, quam nunc sit, ponenda
esset statim intellexi marginique exemplaris mei adscripsi :
(xccì) tovioiK. Cuiusmodi opinio a nobis prolata, et iis quae
dixiraus et exemplis ad rem facientibus comprobatur: Ind.

p. 14.25; 15. 4. 10. Si quis autem hoc supplemento accepto,
coninnctionem quam loco Hercherus migrare iussit, ut iu-
vicem ambae altera alteri respondeant, servare velit, non
20. 5. '909
COLLECT. GRAKC. PAKTIC. TERTIA. 337
reluctantem certe, sed nec adsentientem tameu me habebit ;
non muìtum enim geminatio ista mihi placet, quamquam

huc VII. 14. 4 revocar! posse non nego.
XV. 9 (p. 20. 11) oòóèv ójg àzÓTcov órj^sr ùjrrjyrjaonai.
Codicum errorem Hercherus abigere conatus praepositio-

nem vttò'q ante genetivum ab ea pendentem in editionera
invexit, nec omnino absurde si quid exemplum paucis ante
versibus collocatum apud lectores valet (p. 20. 6) ànirjiiu
èxcov TÒv vTibQ Twv }.ivQinqxwv Xóyov, cui alia permulta adiun-
gere licet (cfr. Ind. p. 40. 18 sec. codcL). At vix unquam in
aliorum inventis humanum ingenium adquievit, atque ex
multis unus ipse aliam medelam, qua laboranti elocutioni
suceurrerem, excogitavi, quarn, quia parvi raoliminis esse
videtur, ceteros celare nolui. Etenim, una tantum modo lit-
terula permutata, accusativum erui dionov, cui nihilo minus
quam hercherianae coniectarae scriptoris consuetudo locique
natura suffragantur ;
ex hac pagina nondum egressi iam
adnotamus: (p. 20.8) anraxovc ót NéctQyog àg ti ^cbaa di]
àmjyeérai òxt xtX. ;

at in Anabaseos 8 xal ravra
libris II. 12.
syò) ovi/ ójg àXi-Ofi oins Mg nànìj àmGict àvéyQaipct VI. 28. 2;
VII. 15. 6; VJI. 27. 3.
XVI, 6 fp. 21. 20) xal Tovio (se. To'ior) xdco) — Oîvieg
xul — àvTi^dvrec, ovtoìc fxto'SsvovCi. Quamquam in bis cnm
Herodoti tum Arriani usus non constat, a loci sibi semjêr
tamen structura liaud absonum hoc supplementum esse ar-
bitror: ovtm (óip xtI. Cfr. Herod. III. 11; Arr. VI. 5. 4 ex,
et Grundm. p. 23; Ind. p. 25. 27 etc.
XVI. 9 Ensem, quem ferre solent, comminus
(p. 21. 32)
commisso proelio Indorum railites ambabus manibus altius
in hostes infligunt r<w xuqt6Qì)v Tfjv jrh^yrjV ytvèadca. Tri-
cubitalis gladii ictus gravis est etiam cum non totis viri-
bus incutitur ; rov xaoT€Q(MT8'Q)'ìyr TÌ'jv Tikì]yrjV yevéa':hat haec
igitur Indos fecisse existirno. SoUemnis autem est iuter has
adiectivorum formas permutatio. Paulo post (p. 22. lì duo
tela equitibus fuisselegimus oìu là aavvia [àxóvria] vocem :
inclusi quae inutilis additamenti speciem praebens, tam ex

archetypi margine quam ex iis quae praecedunt huc inf'e-
liciter illata esse potest.
studi ital. di filol. class. XVII. 22

338 AL. CASTIGLIONI
XVIII. 11 (p. 24. 16) sg òì'Tiva ixdtóoT <ó> 'Ydàanr^c.

Addidi articulum propter ordinem verbornm necessarium,
qui in corrupta librorura lectione sy.dióoù^ latebat vel ipsiiis
corrnptionis {H =
Y) causa perierat. Qnarnvis de articuli
collocatione nomina propria certissima lex, in Ar-
ante
riani operibus, statuì non possit, tamen ob Hydaspis nomen
e proximo versu iteratum et aliorum fluminum nomina, ea
quoque hac particula distincta, damnum contra scriptoris
consilium bue esse illatnm patet. Ceterum aliquid est quod
locus universus ex Anabasi ferme immutatus describitur
(VI. 3. 2) èc òvTivci ó 'Axaaiìì\c. — ^;if3à).lti ubi aeque notan-
dnm idem hoc flumen paulo ante suo nomine esse com-
est
memoratum. Cfr. denique Ind. p. 4. 3 5. 5. 20 etc. ;
XX. 9 (p. 26. 27) Splendidus nauticae expeditionis ad-

paratus novusque ducum ferver ad bonas futuri exitus spes
xttl Tovg nàvrrj àij nàXai xaroxvéovTag excitaverat. Ut ad-
verbium, quo praeteriti temporis spatium signifìcatur, nunc

demum ex molestis cancellis exemptum loco suo permaneat,
vocabulum quod anteit, ói], leniter ita est permutandum ut
ex eo (ìpóì'j efficiatur. Adverbii vini assecuta, locutio quae ex
hac compositione existit, ijór^ Trulat vel frequentius quidem
TiàXai fidì]^ in maiore Arriani opere a nobis bis ter\'e observata
est et egregie, cum aliquantulo efficacior simplici adverbio
sit, hanc sententiara quadrat. Non est enim reticendura,
in
quin attenta potius animadversione dignum, illud simplex
nuXai sic per se positum veram scriptoris cogitationem
vix referre posse non olim tantum Macedonum militum
:
gravia perpessorum oppressus animus erat, sed tunc, cum

nova inminebant pericula, iam olim militiae onera asper-
nabatur; id autem ut apud latinos per locutionem qualis
'
iam olim est (incertior enim atque male definiens olim ),
' ' *
sic apud graecos per fidr^ nàXca signifìcatur. Voculam de-

nique 7p antecedentis verbi exitus absorbuit.
XXIV. 6 (p. 31. 26) xóva ót ógótnoì ènikvca àXakàôvxag.
Olim partim cum Herchero, partim vero cum codicibus
ÓQ6f.U'ì ijór^ {It'vai/ aTtakakaiuviag scidulae calamo intuli ;
incessit deinde dubitali© qua perductus sententiam paulu-

lum mutavi et yl/^ {t.Titiai vel fVr' aiTorg ìt'i'Cd) èntikukà-
COLLKCT. GUAEC. PARTIC. TERTIA. 339
âvrag conieci. At verum prima statim suspicione rectius

praesenseram, nam "Roosii officiosa comitas verbura, qiiod
celeri libri omittunt, in archetypo vindobonensi in-
it'rai
veniri me admoniiit ; ab opinione tamen mea antiqua ut

declinarem loci quos ad supplementura illud [levai) firraan-
dum congerebain, ipsi effecerant, in illis enim siraj)lex hoc
verbum nunquam, nisi quo agmina tenderent aperte esset
indicatum, usurpatum inveneram. Cfr. Anab. IV. 26. 1. Ve-
tustine nunc codicis auctoritati accedere iuvet meumque
^jT avTovg illuc migrare unde profectus sit oporteat anceps
haereo ; nec dubitatio omnis abest, licet adverbium rjjr- pro-

xime sequatur, num locutio ad tempus definiendum perti-
nens, xóre óé dico, ob eius collocationem, propter quam apo-
dosis antecedentiura enunciatorura est {7TQoa;xévsiv . . . jiir^óè
fi.i^à?.).£iv . . . ttqCv — tóts óé), aliter scribenda sit: roVf ài].
Haud piane absurdum est formulas w; óé — tóts ór in

Anabasi obvias conferre.
XXIV. 8 (p. 32. 5) xaì o'ì iîèv avxov (fevyovrsc ànoOvr^-
(Txovaiv, <H àè xal àXiGnovcai' rà s'ari óè oÌ xal óisqvyov ég
(WQsa. Quid hoc avrov (fevyovrsg sibi velit ego j^rorsus non
intellego qui manet, hucusque saltem, non fugit, et adver-
:
bium illud semper stationem innuit nec unquam cura verbis

ad motum spectantibus copulatur. Lepidum, ignoscat Eber-
hardius, illud illic quamvis fugerent perierunt
'
At salus '
!
a leni correctione est petenda, qua partitionis genetivum in

his narrationibus sollemnem restituamus: ot jnèr aértòv ^sv-
yovTsg àTTOx^vfjGxovaiv. Exempla quibus adverbium loci haud
sane buie sententiae convenire probetur, ad Anab. VI. .7. 6,
quo lectores relegatos velira, huic oppositam opinionem con-
fìrmans, multa iam dedi ex aliis ad correctionem nostram
;
comprobandam idoneis, selecta proponam: Ind. 38. 16; Anab.

I. 1. 15 xal ànilfuvov filv avidóv, I. 20. 10; ITI. 24. 2 ttoX-
Xovg ixèv àrtéxTsivev adrwv (fsvyorrag ',
III. 17. 5; I\ . 23. 5;
V. 24.7. In altero autem enunciato Hercheri supplemen-
tum speciem quandam veritatis, propter copulam xai ita

positam, [Adverbium, qnod aviov est, his verbis,
habet.
obiectum esse et praesens participium
ig là oì'Qfa óii(fvyor,
coiiatnm solnm significare posse aegre concederem nam, ;
340 AL. CASTIGMOXI
qua£< est Arriani consuetudo, inter captos et tugitivos (vel

fugere couatos, quod quideni veruna esse credei oppositus
premendus animadvertendusque estj.
XXIV. (p. 32. 7) râav ót oi aKÓyieq toc rs àXXa <r«>

(Tiófiara óaat'eg xaì xàq xeqakug, xal %ovc òvvâc x/ìjQicoóffc.
Quoniain interpolatorum libidinem in hoc libello latius

grassatam esse con credo, adiecto articulo verbum qnod Her-
cherus expulerat servare studili neque me iiiepta festina-
tione Arriani scribendi genus false ementitum esse timeo.
Non verum autem illud quondam damnatnm vocabulum exi-
stimassem, si eo pulso grammaticae leges starent itemque
integram sententiam haberemus quae num ita sint valde ;
dubito, nam xd re àXXa seiuncta per se stare necesse est,

atque notam huius populi propriam, toto eos esse corpore
pilosos, aperte memorare decebat. Off. Ind. p. 22. 15 là de
aéfxara la^voi] Anab. VII. 12. 2 et saepius.

XXVI. 1 (p. 33. 14) Quae iam aliquando narraverat,
damna AlexandrJ in Gadrosiorum fìnibus Arrianus iterum
memoria recolligit, tanta ea quidem 6oa ovóè za avfinavifc
Tfjg [ai\a]ndarjg axQaTrjXaaCr^g. Huiusmodi peccata, de quibus
iam in superioribus adnotationibus mentionem fecimus, fre-

quentiora, quam quivis credere possit, sunt. Qui autem ma-
lorum sumraam considerat, ea aviJinavTa considerat expe- ;
ditionis, quae e partibus non constet, summam recensere,

uemo unquam vel fecit vel potuit. Cum autem tam facilis
correctio sit, in codicum vestigiis anxie liaerere nimiae pru-
dentiae indicium esse videtur. Ceterum locutioues eiusmodi
quales -fj nàaa aTgaTì-XccoCa, ó ndg aróXog obviae in bis libris
sunt. Cfr. An. IV. 11. 7 ó nàg atóXog syévsxo.
XXVI. 10 (p. 34. 18) xcà vdoìQ Civcóiî 7^1', xal àXitfc
{é7r}(óxsov? Cfr. in iis quae mox secuntur, 30 xaì ài-
p. 34.
ôwTiovg . . . fTToixk'ovTag; p. 48. 30. Ita Hercheri supplemen-

tum vix necessarium fìt.
XVII. 1 (p. 34. 23) za óè ànb rovós ovxi'ri yaXenà ?]i',

àXXà [làXX.óv XI òvof.ia^óiii€va. Corruptela quae buie extrerao
vocabulo subesse videtur, alii aliter expedire conati sunt ;
inmane quidem quod Eberhardus dedit, quia a traditis lit-

teris nimium reeedit, evooaa uescio tamen an inmauius ;
COLLRCT. GRAEC. PAUTIC. TERTIA. 341
ipse qui ÓQ(îi'^(i(T^ca TTao6X)ónsrc< snspicatus sim. Si quid

autem in huiusmodi coniectura verisimile, id certe esset
sub fìuem versus haec verba detruncari potuisse vel ab
homine nimia festinatione describente omitti. Nihil ceterum
valet cura Per. E. P. XX. 3 comparatio. [Possis profecto
etiara òouor ttcìo^xîuvcc^ quod quidem huraanissime H. Vi-
telli, dubitanter, iudicaverit, meae coniecturae loco repo-
ponere ;
elegantior enim haec coniectura, quara quae mihi
in mentem venerat; ego tamen paleograpbicas corruptelae
causas solas ante oculos liabui.]
XXIX. 11 (p. 38. 1 sqq.) insàv (U rj ^àlaaaa vnovo-
OXTi]aì] [xaì yfj VTioksig)Or\, Ira /li tv '^rjQr] tj y'fj vuòlsÌTtexai,
fQr,,ur] TÒ noX?Àv èaxiv ìÔvcav '
h'ifâ óè â!/i-a sazi'v, vtco-
vóazog xxl. Cancellis circumsaepta ea exhibui
Ikinèxcci TI rad
quae frustra in Hercheri editioue requiras; at nunqaarn
alibimalore arbitrio vel infeliciore licentia virum egregium
in Arrianum abusura esse existimo, nam illi qui de istis
verbis dubitat, hoc tantum restat ut totum libellum ingenii
sui ope refingat neque amplius traditionis vestigiis insistat.
Abuudantiam dicendi si in his scriptis resecare volueris
repetitionesque oranes indignas quae praela exerceant exi-
stimaveris, totum in annum large desudabi.s latumque libi-
dini campum habebis. Sed quoniam interdum neglegentia

sua librarli aliquod incrementum accedere voluerunt, pru-
denter nonnulli loci perpendendi sunt iterumque ad exem-
pla, quae ab ipso scriptore praebentnr, correctiora excu-
tiendi.Hic autem non modo non multum molesta repetitio,
sed etiam vix hoc nomine appellanda, cnm iteratio non
sententiam magis quam verba spectet duas enim actiones ;
quarum alteram altera excipit diserte discriminatas voluit

qui rem narrare coepit: maris aestus terraque, defluentibus
aquis, sicca. Quae dum mutari vetamus, verboruiu potius
cumulationem aliquid vel inepti vel corrupti subolere ceu-
semus vitiumque duplici emendandi ratione toUere cona-
bimur aut tertii dependentis enunciati subiectum aut
:
eiusdem verbum finitura otiose utrumque addituni, ut talis

oratio evadat : Vvu liièr 'ìì^Qrj [fj yfi\ vnoX&inatai vel Iva fXkv
h]Qì) /]
yf, [vii o'/Mn trai], delere operae pretium erit. Simul
autem cancellis subiectum verbumque includere, id non
342 AL. CASTIGLIONI
apud omnes landatum probatumque iriexistimo; at gemi-

natio eius vocabuli, quod officio snbiecti fungitur, fortasse
ineptior habenda est.
XXXI. 5 (p. 40. 16 sq.) Nearchus, relnctantibus nautis,
se una cum navi fatalis insulae litori adplicuisse dicit xaì
iXéy'âi xevbv jiivôv èóvta tbv negì rf^ vi'âoì X6yo%\ Si in
hanc lectionem, qualem Hercherus, nulla discrepantia ad-
dita, in editione dedit, omnes manuscripti libri atque vin-
dobonensis conspirant, earn corruptam esse einsque loco TThoì
TTjg vi]aov esse restituendum arbitror, correctione saltem

multo minns violenta quam sit coniectura ab Herchero pro-
posita vntQ rfjg rrjGov. Cura autem statim, post unum ver-
:
sum, haec enunciatio sequatur àxovaai óè xal àX'/.ov J.óyov

:
vntQ zfjg vìjaov zavrìji Xiyó/îsvov, ubi quae in medio sunt

quattuor ^'ocabula {vrrèQ-rcevcr^g) editor frustra sollicitavit
atque eiecit, nescio an hic praestet, verba, quae Treoì tìj rrjaoì
sunt, ut iarn diximus, mutata, propter dubiam eorum ve-

ritatem, delere.
XXXTII. 2 (p. 42. 21) óoiLiiôvrai xcerà ròv Tiovaiîòv (ròr)
ÂvaiLiiv. ipse addidi, nam si ab arche-
Alterum articulum
typo prior articulus certe exhibetur, multo sane facilius,
quam alter ante noTauóv a sciolo quodam addi, haplogra-
phiae causa {-f^tov rov) excidere potuit. Huiusmodi autem lo-
cutiones in ceteris Arriani libris, ut apud alios scriptores,
passim reperinntur.
XXXITT. 10 (p. 43. ^^/g) x^Qttxà rs &v neoi^ìàkAtiai ói-
nXóov fTrl T(ò ravavdi/îiioì. Praepositionem a codicibus exhi-

bitam non magis tolero quam alii qui eam expulerunt ;
malo tamen compendium scripturae non satis intellectum

quam transcribentium fidem culpare atque idcirco ttsqì nò
vcxvaTcc^liioì propone. Non multum certe elegantiae ex istis
huic periodo accedit haud omnino tamen me falsum esse

;
spero. Cfr. Ind. p. 21.5 {sec. codJ.); An. VII. 17. 5.

XXXV. 8 (p. 45. 30) Ob meutionem servatae classis
Alexander se magis gaudere ait oti tì]v 'Aaìrv nàaav èxxì^-
r"J
fiévogsQXSTai. Quid hoc postremum vocabulum sibi velit,

vix dixeris; languidum autem etiam quod Hercherus co-
niectando assecutus est 'èxsi. Sic venit olim mihi in men-
:
tem imn'ykQXttca '

quam quod tota sub suam dicionem Asia
COLLECT. GRAKC. PAKTIC. TP:RTIA. 343
redacta revertitnr Sed, dicite, totam hanc orbis terrarum

';
regionem domuerat qui cura ad flumen Hyphasin perve-

nisset, renuentibns militibus, conceptas maiores spes dimi-
se magis gaudere quam si
'
serat ? Crederei aptius '
. . , .
Cfr. IV. 15. 6. Qnod deniqne paucis versibuii: antecedit,

(45. 16) /iiovrov àiTÒ tmv htcigoìv, solide codicnm lectionera
in Lovjgi Past. (p. 249. 11) jîóvog art av%f]q firmat. Cfr. Nauck
ad Soph. Philoct. 183.
XXXVII. 4 (p. 47. 22) ànéiovoav zrjg jtieyàhjg ravir^g
(se. vrjaov) xsaGaoàxovTu {.làXiaia (Traóiovc. Sollemnis usus est
(ig) TiaaaQccxnvTcc tià/.ima, qnod tamen supplementum vix
proponerem nisi in ipso vocis, qnae ravi 7-g est, exitu iacturae
causa praesto esset. Cfr. Ind. 32. 22; 49. 4; 49. 27; An. IL 8. 5;
II. 8. 8; IV. 24. 1 etc. ;

fere semper nbicumqne de uuraeris
haud piane definitis adverbioqne /nàkiffrci inductis agitar.
XXXVII. 8 (p. 18. 4) ìy^lhvoqàyoi yào xal oìvoi [fjaar],
Oli TiovìôTjV )'?]» removrai. In primaria eniinciatione verbum

subaudire malo quam eius iraperfecti temporis formam al-
terius enunciati verbo in praesenti posito ita opponere.
XXXIX. Verba quae ÒQin'Ceaât et at'ki-
7 (p. 50. 10)
^sa'/ai sunt (rarioris quidam usus altera m) non eadem sem-
per ratione cum praepositionibus coniungi, unaquaque ferme
pagina excassa, patet; quae ab istis verbis dependent enun-
ciatorum membra modo srri, modo er, interdum autem ngóg
vel xcnd vel f'c ante se habent, non eadem utique signi-
ficatione sed quae semper ubique nonnunquam distingui
nequeat. Frequentissimus in iiis dativi casus usus; accusa-
tivus enim non nisi a propositionibus xaià vel t^g postu-
latur. Quoniam igitur quaestio quibusdam fìnibus circum-
scribi potest, nane ceterarum praepositionum vis atque
significatio magis defìniendae sunt. Ex iis quae ex observa-
tionibus meis collecta lectoribus proponere haudquaquam
necessarium existimo, effìcitur locis quibus status indicetur
€v adhiberi, locis autem quibus aliquo adplicuisse vel in ali-
cuius regionis conspectu classem esse commoratam narre-
tur, illi am.bitus parti quae e verbo pendeat semper e'm' vel
TiQÓg esse praefìxa. Itaque haberaus fv /jiisvi, èv GióauTi
:
noTaf.iov (quae consuetudo exceptionem patitur, p. 52. 18

—
;
p. 51. 29), Uuvr^g (cfr. p. 28. 9; 29. 21 ; 48. 27 noòg oÌ'qh

344 AL. CASTKiLIONI
èv Xiiiiévi edógi-ioì', 49. 9; 50. 8) év un róircp (p. 29. 2. 5;

omnino novies) sv rf,oiv èxîolfiOiv (p. 49. 6) iv óiwquxi
(p. 49. 21) — TtQÒg aìytahìì (p. 28. 26. 22 ; omniiio septies)^
TiQÒi 7T0TafX(ò (p. 31. 5) uQÒg (wo(:i (p. 48. 26) ngòg imwoeìf]
(p. 49. 1) — sTcl 28; 50. 16) sttì roTarv ovooi-
TTOTuiifÒ (p. 42.
aiv (p. 51. 26). Qnibus omnibus perpensis duas eraendatioues

profero: (p. 42. 18) èn àXX'o cdyuthò — inaudituin enim ìv
uìyiahò — et hic (p. .50. 10) nude exorsi sumns: ani {t'r codJ.)
rTOTa/iioJ x^';W«?("i^-Hnc autem accedit ut scriptor verbo av-
Xì^saOai utatar, cuius sollemnis formula ttqóì est, cum dativo
copulatura (cfr. An. VI. 25. 5) tiqòi; et
Ind. p. 30. 15 ; : ini,
ad hanc significationem promiscue Arrianus adliibuit: cfr.
azQunoTitdeveiY ngóg, siri rivi tÓtko.

XL. 2 (p. 50. 27) Vereor ne cui, tautam rautationera
proponens, nimium audax videar: ttqò; rì)r 'EQv,'Jgì)v i)u-
kuGGav <òxiai.ibv()r, cura codices, ut videtnr, omnesdativnm

casum verbumque oixtófif-VDV praebeant. Cfr. Ind. 7. 15;
33. 7; Anab. IV. 2. 4; VI. 28. 5. 7; VII. 28. 5 et passim.
Minus tamen, quamquam multo infreqnentior, locutio quae
(p. 35. 13) nóXiv oìxfO[.ib'vrjv ini yijXócfov est, mihi displicet:
. . .
ut autem olxi^soOâi, ita accusativiis casus legentibus obvius.

XL. 5 (p. 51. 5) Locum, qnem inox, ut nobis licebit,
temptabimu?, nunc aperte corruptum excribam : rì^v óè
noófiO) in in àoxxov ìóvzoìv xeii.itQi)yr is xal VKfsrwSsa S)Gxs
ngia^tug iivàg ix xov Ev'ìeivov nóvxov Xiysi NiuQXog xaQva
ÒÀÌyrjv óóòv disXUóvxag irrv/eìv xarà rrjv óóòv ìóvxi xf^g Jho-
aióog xal x/tò/na ytviadai AXe'^àróoo), xal sìnsìv A?.(-'^dió()fiì
xi'ig òóov xfjv (ÌQc<xvTì^xa. Mirum est quod Hercherus, quem

nunquam libroruni maniiscriptorum sectatorem diligeutis-
simum fuisse constat, acumen suum coniecturae im2)eudeiet
huius periodi sententiae nulla ex parte accomodatae ;
qnain
si gramrnaticnm ordinem habebis, at turbae nihilo
accipies
niinus manebunt. Cur autem ille Geieri opinionem post
verbum vKfsxwóea aliquantum phira qnam suum sivai exci-
disse suspicantis exploserit, cum ne uno quidem verbo dis-
sensionis cansas proposuerit, nobis conicere arduum est,
nisi forte editori alarissimo atque Eberhardo ut in re piane
incerta, ob ipsam loci ^lifticultatem, amplissimam coniectu-
ram aream in qua alter ab altero propria quadam liciMitia in
COr.LKCT. GRAKC. PARTIC. TERTIA. 345
longinqna discederet patere visnmest. At ego quidem neu-
triusopinionem vetere ilio conamine probatiorem liabeo et

ad Geierum redeo lacunara enim ipsa sententiarnm obscu-
:
ritate, qnam nemo adirne alia ratioue discutere valuit, ap-

prime demonstratur. Sed qua unquam medela, quo tandem
invento, ex iis quae ars grammaticorum suppeditet, latens
sive scriptoris sive librariorum error eximetur? nonne no-
dosa et intricata quaestio aliquo loco damnum exquirendura
atque leniendum esse ostendit? An erravit scriptor? Hu-
mana novimus; sed qui errat non
res errare, hoc a pueris
ideo tam obscurus est ut omnino non intellegatur non ;
adeo stultus homo ut, quorum significationem omnis pru-

dens frustra rimari studeat, verba temere congerat. Satis
contra superque est ut pereat sententia per se manifesta, si
tria vel quattuor vocabula casu exciderint; id enim adhnc in
libris nostro sermone, vernacule ut dicitur, conscriptis cot-
tidie experiri licet. Et nunc absurdam periodi diliicultatem
totam in falsa consecutione residere videbitis : tertia Per-
sidis pars hiemalis nebulisque obsita est, ut legati quidam
ab Euxino mari profecti, post breve itineris spatium, in
Alexaudri agmen inciderint atque viae brevitatem regi de-
monstraverint. Quod maxime requiritur deest, ex quo con-
secutio pendeat, situs nimirum opportune iniecta mentio.
Nec satis hoc; etiam grammaticae consuetudinis leges enun-
ciatorum pertnrbationem sententiaeque defectum detegunt,
uamque consecutivum illud mare, particula responsionis vi
ornata, qua uumquam alibi, nisi verbum in euunciatione, quae
prae.êdit, adsit, hic contra Arriani usura caret. lam lacunae
initium tenemus: ovruì ti', consulat si quis gravioribus, quam
alii, dubitationibus oppuguatur talia in his paginisexempla:
omoi TI —
&OTS p. 29. 3 29. 14 44. 25 47. 24 50. 3. Cum
; ; ; ;
autem in iis quae secuntur, de brevitate viae qua homines

ab Euxini ora profecti et Alexander extremam Pei'sidem
ingressus separentur, verba sint, hic propinquitatem huius
terrae alieni alii ad septtmtrionem maxime vergenti signi-
tìcatam fuisse necessario coucluditur. De cuius rei veri tate
ambigi nequit cum eius lucis causa quae hac cogitatione
inserta scriptoris descriptioni superfunditui-, tum propter
novura argumentum, quo iuterscissae propo-itionis iactura
o46 AL. CASTIGLIOXI
egregie explicatur: locus proiînquitate proximns vocabnlo

inclicatiir quod est nQoaeyjjg, cuius accusativus TTQOGt"/_ta ab ipsa
inserendae eiiunciationis structura efflagitatus, homoeote-
leuton antecedentis propositiouis exitui respondeutem exlii-
bet.Sed quae nunc regio suo nomine memoranda est, domibns

fere negata, caligine obumbrata perpetua, cuius fines pro-
xime et extrema Persis et Euxinum mare attingant? Omnis
Asiae regio ursam spectaus Scythia appellabatur Scythae :
enira qui post Caucasum, statim supra Euxinum mare in-

colebaut Scythae qui Caspii maris oras, ab Oxo, Araxe, la-
;
xarte, aliisque flumiuibus circumscriptas terras habitabant ;
Scythia denique fere nunquam sj>lendidis solis radiis icta.

Supplementum bisce rationibus conformatum quodque sen-
tentiae aptum existimo proponam yiaii.ieQÌrjV %s xaì vicffió)-
:
óea, (xaì ovtuì ti 2xv&6jv xf^ XfÔÌ] TiQoasxà'a) &gts xtX. Duo
priora vocabula extremumque scriptoris esse magis (ûara
mea opinor; cetera non premo.
XL. 11. (p. 51. 26) vdo)Q óè ffij:iaXba>/^c(f * ^ xaì nkvxir
:y.
i)lisQko)v. Numerum quendam excidisse coniunctio, si in Vin-
dobonensi libro ut in ceteris exstat, haud absurde docet.

XLII. 3 (p. 52. 29 sqq.) Rursum Nearchus inverso iti-
nere mare tenet atque paludem praetervehit fc TJr ó TC-
yQì]C èa^àXXai nora aóg, og q60)V f^ AQfxsrioìv-- rrjV litaì^r
èoìvtov xs xaì xov EvffQccxaw noxaûov — f^v MfOonoiainù^r

ini xfrìóò xXrîêaâi nouei. Anabaseos (VII. 16. 3) admodum
similem descriptionem iam Hercherus huc traxit, ut ver-

bum ànsCgyei. quod postea huius traditionis vestigiis aptans
postremi vocabuli {noiéei) loco collocavit, inde eliceret : iu-
geniose, ut fere semper, nam hoc verbum in descriptio-
nibus ad rem geographicam spectantibus regionum fines
montium ingis radicibusque atque intèrdum flumiuura mea-
tibus circumscriptos, prae ceteris, indicat; sed idem in eo
peccat quod oblitteratis omnibus verbi noikti vestigiis, in-
finitum xhji^saâi vagum ducisque expertem deserit. Nec
est praeterea tam frequens formula illa xhî^ta>'Jai TTutiti
ut eam a scriba non multum docto vel ab interpolatore,
quorum uterque mutatione illata locum aliquantum clau-
dicare praeterviderit, coagmentatam existimemus quin ;
etiam, buiusmodi lectio usque eo Hercheri in memoria inhae-

COLLECT. GKAEC. PARTIC. TERTIA. 347
serat ut ipse quondam, pancis ante paginis (p. 47. 18) ?^'r
'Eqv^qìjv xaXksadai. sttoùs, hunc locara imitatione expri-
mens, proposuerit. At veruni et efficax auxilium in usura
nostrum quod converti possit, libellus sua sponte obtulit
(p. 21.3) Xaf.i7TQÓteQov TÒr XCvov (paCvi-odai noitovaiv \ quo
ambabus manibus arrepto aliter atque hucusque factum sit,
locum corrigere oportet. Sincera et ab omni artificio remota
coniectura est, quae unias vocis vel paucarum litterarum
restitutionem postulet, quare, propositae legi obsecutus,
primum: bi qì'oìv — rrjv /.léai^v ìcovrov re xaì tov EvcfodifO)
norafxov (x(ÓQ)rjV MeaoTiOTajniijv ftcÌ toìÓs xXrjiXeffâi rroit'et hic
olim exstitisse suspicatus sum ; deinde, ne fortasse sententia
exilior evaderet, Hercheri pressius vestigia legens, etiam
TTjV f.i€GrjV . . . noiaiinv — i]y MâorroTccnir^v tJjil ròiós xÀrî^f-
aO^ca noti-fi — {ànsiQyu}, ut probabilem coniecturam, priori
emendationi addidi. Eligant nunc, ut cuique mens cousi-
liumqne est, vel novum quiddam, narn louus certe opern
eniendatiouis expectat, feliciore acumine proponant.
XLIII. 5 (p. 54. 12) Legati a Ptolomaeo Aegypti rege
ad Seleucum Nicatorem missi, noctu iter faciebant, r«s yào
fj(.iéQaQ viraiì/oiot àrt'xsa^ca óià xaviia àdvvaioi i)Gav. Verbo,
quo ante Arrianus usus est, vvxzorroQhvoviec (= rf^c rvxròg

TcoQsi'óiîfrot), liuias propositionis initium respondebit, modo
j)aullo diversius constituatur :
rfi; y«(> rnuor^g. Cfr. An. IV.
21. 4 ex. ijrvcov óè zfjg fjiÀeoag — xcd tf^g rvxròg òAi)'ov àno-
déov] HI. 21. 6; II. 4. 3.
XLIII. 6 (p. 54. 17) tu TTQÒg uqxtov jiiàXXov ùvéôvia.
Cum viri docti verbum, quod àrt'xîv est, permultis locis,
qnibus tangi nefas, temptaverint, idem, nihil auiraadver-

unde fortasse eiciendus erat nara
tentes, illic reliqnerunt ;
écrè'xài àxoa, sed aliquam partem regio sive excurrit,

in
sive vergit. Ne occasum spectaret, magi Alexandrum Bab}'--
lona ingressurum monuerant, neve exercitus ordinem tavii]
eTTt'xovaav iter facturus duceret ; navis cum ter-ram spectat,
ad quam eam adpelli necesse est, illic ené'xsi (Ind. p. 41. 30) ;
inmeusa navis terra quoque est quae ubi pergat habet :
arida igitur est solaque Arabia quae inferum mare spectat,

praesertim cum etiam eius partes desertae sint r« TTQÒg ùox-
34S AL. CASTIGLIONI, COLLRCT. GKAEC. PARTIC. TKRTIA.
rov iiàlXov — eTTtyovta. Cfr. Incl. p. 54. 2 ubi Yiudobonensis

lectio immerito neglecta est.
lunioris Xenophontis Cynegeticum magis oculis per-

cucurri quam attente legi ; ut igitur parvus labor ita raessis
exigna fuit. De cluobus tamen locis, quorum unum emen-
davi alterius senteutiam rectius assecutus esse mihi videor,
brevissime disseram :
II. 1 (p. 58. 17) dox(ò è'yoìy^ Ws ovóè Ttxnrôioìv óti noòg
avió.Scribendum censeo: ovóè(v) TsxfitjQiojv (hì. Cfr. p. 59. 5 ;
Anab. I. XII. 5; IV. 15. 15 et passim; talis enim Arriani

consuetudo.
XXX. (p. 77. 28) ^V6tv ót XQ^j ^^'' ^^^^
^''iQ{^
*^ Trgà-
'âvTCc, xal àvariOévai àTtagxàg twv àXiaxof.iévoìv t^ ^srò ^ * ys
ànoxaxâiQiiv rag xvvag xal xaxà rà ncaoia,

Tot»? xvvriytxag,
óìc ìóiiog. Consulant Hercheri et Eberhardi adnotationem,
quibus buius loci vices condicionesque discere cordi est;

ego lacunam verissimam habeo, sed de verbis quae exci-
derint longe aliter atque celeri sentio. Haec Arriani vera
verba fuerint necne mea niliil interest; at videte egregiam
sententiam ttj êoj, {xaì oda ètt] vel xal xaz' èrog) [yt ?] ùtto-
:
xc(âi(jeir xrX. Non ego haec exeogitavi, sed ea mihi Tibullus

commemoravit (I. 1. 35 sq.) Hic ego j)o.>îoremque meum
:
lustrare, quot aìinia |

et piacici am soleo spargere lacte Palcm.
Nonnumquam cum corruptionum causas explicare vel-

lem ad capitalium litterarum usum confugi; quod non ar-
bitrio me fecisse, ut spero, panca haec exempla, quibus
nonnnllos errores ad id tempus redire quo antiquum illud
archet^^Dum vulgari scriptura descriptura fuerit, egregie
patet, Vindobonensi
ex ipso codice atque interdum ex
excerptis deprompta demonstrabunt; p. 44. 9 KAIBAKA^
p. KA1MAKA2, p. 64. 12 Oi:^ p. 0^012, p. 214.4 TE-
KYxXmi p. TENKVxXwi; ExovTsg p. ^xovxsg.
Scripsi ruri, m. Augusto. Septembri a. mc.mviii.
Rîlegi Karali, meuse Martio a. mcmcix.
L'accusativo con nescms
Guglielmo Heraeus in un articoletto assai interessante

comparso nell'ultimo fascicolo àeìVArchiv filr lat. Lex. ^t-nd
Gramm. (XV, 4, 1908, p. 560 sgg-: Der xiccusativus nacli
'
memor, nescius u. a.') dimostra molto bene, con opportuni

esempi, che gli aggettivi memor^ nescius e pochi altri ana-
loghi a questi hanno, oltre le solite costruzioni, anche quella
dell'accusativo e non soltanto in unione col neutro di nn
pronome o di un aggettivo generico (illud, omnia, i>ri-
stina memor; quae fuisti nescius, ecc.), ma anche con
sostantivi specifici {memor sententiam nescius cau-
;
sas, ecc.). Egli chiude cosi il suo breve articolo: Soweit

'
meine Beobachtungen ilber diese bisher, wie es scheint,

wenig beachtete Erscheinung '. E infatti il fenomeno,
grammaticalmente interessante, fu poco studiato finora, anzi,
ch'io sajjpia, non fu ancora studiato affatto metodicamente, e
fece bene il chiaro filologo a richiamarvi sopra l'attenzione dei
dotti '). E strano però ch'egli non si sia meglio ingegnato a
1) Contempoi'aneamente o certo poco prima o poco dopo della
Comunicazione del Heraeus è comparso, come me ne accorgo ora, un

articolo di Einar Lòfstedt, Vermischte Beitrage zur lat. Sprachlcunde,
nella Rivista '
Eranos {Ada phil. Suecana) Vili, 1908, fase. 3, il
'
quale, fra altro, al cap. XVIII, p. 112 sg., parla brevemente della
regolare reggenza dell' accvisativo nel latino tardo di certi agget-
tivi come memor, ignarus, nescms, ecc. Egli giustamente osserva, a
pag. 113, che simile costruzione non deve recar meraviglia, soggiun-
gendo che '
vielmehr ist es eiae sprachpsychologische gauz natiir-
liche und vou vornherein zu erwartende Entwiklung, dass Adjective,
350 V. RASI
dar la ragione del fenomeno stesso, la quale a me pare di poter

vedere o in una specie di accusativo limitativo (o di re-
lazione o rispettivo che dir si voglia), o, forse meglio,
in quella unicità di concetto che è appunto in frasi come
memor sum, neicius svm^ ecc., le quali possono logicamente

ridursi a memini^ nescio, ecc. : infatti se altre frasi del tipo
id tibt auctor suìn erano ammissibili, giacché auctor suvi
è equivalente qui a suadeo, non si vede la ragione per cui
non dovesse essere ammissibile anche id memor suvi, illud
ne nei USsum, ecc. (= id viemini, illud nescio, ecc.), e quindi
(con un trapasso di cui però non offre l'analogon la frase
auctor swm) altresì eam rem memor siim, Ulani rem ne-
scius sum, ecc.
Ma non di questo voglio ora discorrere di proposito,
bensì di una interpretazione che il Heraeus dà di un verso
Pacuviano, interpretazione che a me offrirà il destro di fare
giambico di Pacuvio (tra-
altre osservazioni. Nell'epitaffio
mandatoci da Gelilo, 124,4) l'ultimo verso suona così:
'
hoc volebam nescius ne esses. vale (con piccole diffe- '
renze la stessa frase ricorre in altre due iscrizioni sepol-

crali dell'età repubblicana: cfr. Heraeus 1. e. p. 563). A
questo verso annota il Heraeus: '
Allerdings ist auch eine
die hinsichtlich ilirer Bedeutung einem Partizip gleichkomraea und

atisserdem damit stammverwaudt sind, in der freieren Sprache all-
màhlicli auch die Rektion der betretfenden Verbalfoi-m anuehmen
kònuen '. Cfr. ora in proposito anche lo Schmalz nella Lat. Gramm.
cbe fa parte del Havdbuch del Mùller (II Bd, 2 Abteil.)*. Mùnchen,
1908. Sijnt. und Stilistik, p. 232, § 51, Anm. 2, a proposito della co-
struz. coll'accus. di memor =
als eine Art Partizip zu memini' (cfr.
'
pure Honnet, Le latin de Grégoire de Tuurs, p. 536). Per una certa ana-
logia si possono anche ricordare costruzioni come tacilo, receptio. ecc.,
coli' accusativo, che non sono veramente proprie solo di Plauto
(Di'aeger, Hist. iSynt.-i I, p. 357), ma che s' incontrano anche im '
Spàtlateiu ', come già dimostrò Paolo Geyer in una Miszelle del- ' '
VArchiv f. lat. Lex. u. Gramm. IX, 1896, p. 577, intitolata Manliche

Verbalsubstantiva mit dem Casus des Verbums. Male però, a mio giu-
dizio, il Geyer si richiama a costruzioni come douium ilio (= domuitio)
e domain reditio, dove l'accusativo è un accusativo della direzione
(con la regolare omissione di ad, come con rus e coi nomi di città, ecc.),
non un f om j) e lu en to oggetto.
1
L ACCUSATIVO CON NKSCIVS. 351
andere Autfassiiug moglich: hoc Objekt zn voleham: das

wollte ich sagen, damit du nicht in Unkenutnis bliebest '.
Anche Hosius nella seconda edizione Hertziana di Gellio

il
(Lips. 1903, I, p. 87), mettendo una virgola dopo voleham^

mostra d'interpretare così. Non nego che questa spiega-
zione non sia possibile, ma a rne non pare ch'essa debba
preferirsi ad un'altra, per la quale dandosi al ne un valore
finale non assoluto o di per sé stesso (^ affinchè non '),
ma relativo (o oggettivo, in dipendenza, cioè,
finale
diretta e immediata del verbo di volontà: che non '), '
si venga ad ammettere una specie di attrazione e più

propriamente una prolessi del pronome dimostrativo. Col-
l'interpretazione del Heraeus la frase perde molto della
sua efficacia, giacché l'Aoc, inteso questo come oggetto di
voleham (scil. dicere) e dandosi quindi al ne il valore di
'
affinchènon ', è staccato come grammaticalmente così
logicamente da nescius ne eskes, mentre è appunto prin-
cipalmente quest'ultimo concetto che preme al de-
funto di esprimere al passeggero. Al contrario, con la mia
interpretazione Vhoc, messo con intenzione e con forza in
principio del verso, si unisce ancora logicamente con
nescius ne esses, da cui è solo grammaticalmente separato
mediante la prolessi. Insomma io credo che sia da spie-
gare così :
'
volebam, ne hoc (= huius rei, de hac re) ne-
scius esses' . Anzi, senza ricorrere alla supposizione della pro-
lessi (giacché questa anticipazione ovverosia attrazione si
ammette di solito quando soggetto della pro-

trattisi del
posizione dipendente attratto come oggetto nella propo-
sizione principale), può anche dire che in questo verso
si
abbia avuto luogo nulla più di un semplice iperbato e

che quindi hoc sia sempre in dipendenza immediata, come
logica così anche grammaticale; di nescius esses. Per l'at-
trazione con volo vedi l'esempio Plautino (Pseud. 1061),
citato anche dal Knhner (Ausf. Gramm. II 2, § 243, p. 1057),
'
nunc ego Simonem, mi obviam veniat, velim (verso cosi '
alterato corviun illum, ad me veniat, velim nell'esemplifi-

:
' '
cazione fatta dal Kùhner stesso alla pagina precedente, 1056).

Sbaglia però il Kùhner, noto qui per incidenza, quando
352 p. RASI, l'accusativo con k?:.scivs.
fra i molti altri esempi addotti nel paragrafo citato (a propo-

sito della 'Attraktionsartige Versclirànkungzweier Satze ')
riferisce da Seneca, de henef. 4, 32, anche: deos veri si- '
mile est, ut alios indulgentins tractent alios ecc. \ Ed . .

. ,
infatti a veri simile eai, che è la proposizione reggente,

non possiamo a niun patto attribuire un complemento og-
getto in accusativo, com' è negli altri casi di attrazione ;
piuttosto è da vedere una contamina-

in questo periodo
tione di due costruzioni, da cui venne una specie di ana-
coluto Seneca cominciò il periodo come se veri simile est
:
dovesse qui costruirsi coli' accusativo e l'infinito, passando

quindi all'altra costruzione, pur legittima, del congiunti\'o
con ut e togliendo cosi l'ambiguità del brutto incontro,
in una stessa proposizione, dei due accusativi (del soggetto
e dell' oggetto) che ci sarebbe stata con la prima costruzione.
Osservo infine che anche il Biicheler {Anth. Lai. ecc.
P. II Carni. Lai. Epigr.) dà a divedere che egli nel verso Pa-
:
cuviano fa dipendere hoc immediatamente da nescius ne esses,

giacche non solo omette la virgola dopo vuleham. (nelle
citazioni del verso a pag. 26 e a pag. 393) e dopo voluit e
volebam nei passi paralleli (n. 53, 5 e n. 848, 5), ma anche
riporta appunto questo verso come un analogon (^ simile
quiddam subest p. 47) di un altro verso, pure in fine di
'
una iscrizione se})olcrale, dove memor è costruito coU'accu-

sativo di un sostantivo: valete et memores estis pietatern
'
patris (n. 90, 5): a questo verso (notevole pure per l'in-
'
dicativo estis invecB dell'imperativo in congruenza anche

col coordinato valete) bene anuota il Biicheler, che lo scrit-
tore usò l'accusativo per evitare la '
genetivi iterationem ';
ma ora, dopo la lucida dimostrazione del Heraeus, egli non

direbbe piii che cosi facendo lo scrittore ^
iucidit in so-
loecismum ': al più si potrà parlare di '
barbarismo ".
Pavia.
Pietro Rasi.
20. 5. '909
EADDOPPIAMENTO ANORMALE DI CONSONANTI
IN VOCABOLI LATINI
Prendo a studiare una serie di vocaboli del latino che

presentano un raddoppiamento consonantico non giustifi-
ficato dall'etimologia comunemente ammessa, oppure sono
autorevolmente attestati in documenti o monumenti latini,
o dall'ulteriore sviluppo nel romanzo, in due forme, l'una
con consonante semplice, l'altra colla geminata {sjôntave
Konsouanteììgemìnation, Sommer Hb. 290). La questione è
già stata studiata da parecchi glottologi e filologi che hanno
portato in tale ricerca un preconcetto teorico, sforzandosi
di spiegare i casi loro noti con una legge che tutti li go-
verni. Di tal genere sono i lavori di C. Pauli (KZ. 18, 1 sgg.)
e di E. Baehrens (Fleck. Jahrb. 127, 744 sgg.). Alcuni altri
studiosi hanno esaminato la questione portando notevoli
contributi per la parte etimologica (Fròhde BB. 3, 285 sgg. ;
W. Meyer KZ. 28, 162 sgg.; 0. Weise BB. 5, 78). Ma la

questione, come già notava J. Vendryes (Recherches sur
l'histoire et les effets de l'intensité initiale en latin, p. 110)
è complessa e non può venir spiegata con una sola legge
fonetica.
È indubitato che nella maggior parte dei casi si tratta
di assimilazione, in altri l'incertezza dell'etimologia ci lascia
titubanti se il raddoppiamento sia dovuto ad assimilazione
oppure alla cosidetta ^
geschàrfte Aussprache ', che io credo
spiegazione poco scientifica.
Studi ital. di filol. class. XVII. '23

354 M. PELLKGRINI
In molti vocaboli l'etimologia popolare o l'iiicrocia-

mento hanno introdotto la geminata dove non esisteva, in
altri la consonante doppia serviva a distinguere uno spe-
ciale colore della consonante. Ci sono poi alcuni casi in cui
il raddoppiamento o lo scempiamento sarà dovuto a pro-
nuncie dialettali che è logico ammettere anche per il la-
tino e che in parte ci sono rispecchiate dalle lingue ro-
manze.
Il raddoppiamento consonantico, inoltre, deve esser stu-
diato sotto due aspetti diversi che non bisogna confondere,
quello grafico e quello fonetico.
Per il periodo più antico si ammette generalmente che
quasi schiettamente fonetica, lasciando luogo
la grafia sia
però a non poche incertezze di particolari. Naturalmente

nei periodi posteriori la pronuncia subisce un' evoluzione,
mentre la grafia, più conservatrice, non ci avverte del mu-
tamento soltanto quando essa si generalizza ne abbiamo
;
alcune traccio in monumenti che, per essere inalterabili,

ci rappresentano la pronuncia comune del tempo in cui
sono stati editi. In tale ricerca ci forniscono perciò dei
dati preziosi le iscrizioni, che, nonostante le loro apparenti
o reali incongruenze, sono ancora quanto di più genuino,
per la fonetica, ci abbia trasmesso l'antichità. Minor con-
tributo ci possono oifrire i manoscritti, che, essendo stati
copiati da tante persone di diverso tempo, nazionalità, cul-
tura, hanno subito troppo forti alterazioni per poterci of-
frire un elemento sicuro di valutazione.
È molto importante distinguere i vocaboli dotti {Buch-
icorter) e gli imprestiti {Lehnworter) da quelli schietta-
mente romani, perchè i caratteri fonetici dei primi non
possono venir attribuiti alla fonetica latina. Anche fra i
Lehmcorter si possono notare diverse categorie, come ha fatto

anche Weise per gli imprestiti dal greco ;
a noi riuscirà
specialmente interessante la prima in quanto ha dovuto
subire mutamenti fonetici proj^ri del latino.
Un altro criterio per la pojjolarità di un vocabolo ci
è fornito, oltreché dalle testimonianze epigrafiche, dalla

sua conservazione nelle lingue romanzo, le quali spesso ci
CONSONANTI DOPPIE RTC. IN LAT. 355
attestano forme diverse dalle classiche (Gròber ALL. I-VI

passim). L'italiano ci offre testimonianze sicure; così, in
altro modo, il francese : esso sviluppa diversamente la vo-
cale davanti a consonante semplice e davanti a geminata,
e la doppia ha un esito diverso da quello della consonante
semplice.
In una ricerca di tal genere è necessario distinguere
la continua dalla Dauerlaut da Zioillingalaut
geminata,
(Sievers, Phon.^ 191-4), sebbene non riesca sempre facile,
perchè ambedue ci vengono segnate col raddoppiamento.
Per le sonore e le spiranti non si può parlare di ge-
minazione ma soltanto di allungamento affine a quello vo-
calico. Notevole che in iscrizioni le continue si trovano tal-
volta segnate con un piccolo apice come le vocali lunghe, così:
PEIMITIVOS CIL. Vr. 6100, cfr. prlmmitiva ib. IT. 2839;
SERE'ILIAI ib. VI. 353 (Claudio) cfr. ewoluti VI. 3743.
Del resto anche per le occlusive colla consonante rad-
doppiata si esprime il succedersi di implosiva e di esplo-
siva^non una vera ripetizione dello stesso fonema.
L'esame delle iscrizioni ci mostra che dove la gemi-
nazione era dovuta ad assimilazione od a composizione,
veniva in genere conservata, almeno dopo una determinata
epoca (le apparenti eccezioni sono dovute a spostamento
d' accento)prima di essa troviamo oscillazioni fra la forma
;
non assimilata e quella assimilata, il che prova che era

in uso la seconda. Riesce spesso difficile il determinare a
quale stadio linguistico appartenga il mutamento certi ;
fatti, che erano creduti tardi, sono riportati molto addietro
da testimonianze epigrafiche. Tale l'assimilazione di -ct-

in -tt-, già attestata in CIL. I. 58 VITORIA (Preneste;
fra il 218 e 201 a. C.) e VITORIVS ib. 1160 (Anagni; età
della repubblica); né qui c'importa se sieno o no fenomeni
dialettali.
Non mi fermerò a lungo sul fatto che le iscrizioni an-
teriori a Ennio non presentano che rarissimi esempi di
raddoppiamento. Fu già notato che dal punto di vista della
fonetica la sua riforma non ha avuto che scarsa impor-
tanza: questa innovazione sanzionava un fatto già esistente
356 M. PELLEGIUXl
e solo sporadicamente poteva servire ad esprimere l'effetto

dell'accento iniziale sulla consonante seguente che ne ve-
niva rafforzata. L' origine delle consonanti raddoppiate è
dunque preistorica.
Ennio conosceva il greco e l'osco sebbene la sua lingua
materna fosse il messapico, e certo fu l'esempio di questi
linguaggi che gli fece introdurre il raddoppiamento nel
latino. Nel messapico si trova largamente usato per le na-
sali, liquide, spiranti e occlusive sorde. C. Pauli (Altit.
Forsch. III. 190) crede che Ennio l'abbia jjreso dall'osco,
dove però l'uso è poco conseguente. Secondo Ritschl (Op. IV
48 165) il raddoppiamento si mostra dopo il 620 a. u. e.,
;
e diviene d'uso comune, salvo pochi resti antichi, nel 640.
Imprestiti dal greco.
Letteea K.
Saccus.
Plaut. Capt. 90: saccos Ed. Diocl. 11. 2; sacculus CIL.

IV. 2040; saccarius ib. IV. 274; 497; saccare ib. [203];
aaccularius ib. [203]; saccopathìia Ed. Diocl. 11.8; collegio
saccariorum CIL. IH. 14642. 3 ;
sacel{l)o ib. V. 715. 6.
Secondo i più è preso dal gr. aàxxoc (non accxog usato

propriamente per '
scudo '
non per sacco), che alla sua
volta è di origine ebraica. Le doppie tenui quando ci si
mostrano in due vocaboli, l'uno latino e l'altro greco che

si corrispondono per l'etimologia e il significato, ci offrono
un elemento per giudicare della provenienza del vocabolo.

Il greco presenta spesso il raddoppiamento in temi ter-
minanti in tenue, cui viene aggiunto il suffisso -_/o- che pro-

duce l'assimilazione del digamma alla consonante prece-
dente. Naturalmente il latino mostra nel vocabolo corri-
spondente la consonante semplice, cosi per es. kàxxoc =
^Xc(x-/o-g lat, lacus; òxxoc = '^òx-Jô-g lat. oculus.
CONSONANTI DOPPIR ETC. IN LAT. 357
F. Bùcheler in ALL. I 285 ha indicato un nuovo im-

prestito dal greco in un'iscrizione latina d' Egitto dove si
legge lacci =
gr. Xàxxoi usato come espressione tecnica dove
il vocabolo latino sarebbe imjDroprio (cfr. C. GÌ. L., V. 80. 2).
La forma sacellus è già stata spiegata da Osthofi' Parerga
etym. I, 41 colla trasposizione dell'accento.
bracchì'um.
La doppia consonante sembra la meglio

grafia colla
attestata già in Plauto, Turpilio. Varrone (v. Thes. s. v.) ;
cosi pure nelle iscrizioni, per es. CIL. VI. 26544; IX. 3018;
però si trova hracioque in Lex repet. dell'anno 631-2 a.
u. e. (CIL. I. 198. 52). La forma hracium è biasimata da
Mario Vittorino (K. VI. 21. 24) che preferisce hrachium.
Anche nei mss. prevale il raddoppiamento, secondo Bram-
bach Hiilfsb. s. v. Le forme romanze possono risalire a
*bracia come a ^braccia, cosi: it. braccia, port. braca, prov.
brasca, a. fr. brasê. Ma il cimr. braicJ/, corn. brech, armor.
brech presuppoDgono * braccia (v. Loth, Mots lat. 140 s. v.).
La forma latina brachium è certamente un imprestito dal
gr. ^Qcr/Jon' (già secondp Paul. Fest. 23 Th. d. P.).
Dall'esame di una serie di vocaboli greci passati al

latino pare che le aspirate greche fossero rese colla tenue
geminata almeno quando si trovavano dopo sillaba iniziale.
Lindsay in Harv. Stud. 9, 126 (1898) ha richiamato l'atten-
zione degli studiosi sulle forme di Plauto, richieste dal metro,
quali : bracc(h)iiiin Acc(h)eruns, Acc(li)ille^, macc{h)aera, che
ci mostrano l'applicazione di questa legge. Altre osserva-
zioni in proposito hanno fatto Wolfìiin (ALL. XI. 60) e
Vendryes (o. e. 116).
Effettivamente le tenui aspirate greche prima di di-
venire spiranti pare fossero affricate ed alcune forme di
vocaboli ci attesterebbero questo grado intermedio (cf. G.
Meyer Griech. Gr.' 287).
Cosi si spiegano, ad esempio, le forme parallele xax-
/a^w e xaxà'ô), aaxyj'cfccvTai da aùxo; e l'cfairo).
Per {jocc/J'tv si può notare che nel greco stesso si trova
358 M. PELLEGRINI
^gayxià/.iov (Scliulze KZ. 33. 382) che probabilmente è il
lat. bracchiolum.
coccum.
Hor. Sat. 2, 6. 102; del resto anche il celt. coch ci at-
testa nn latino cocc-. Il latino lo ebbe dal gr. xóxxog che

sarà alla sua volta di provenienza orientale.
concha
CIL. VI. 22188; 2986. Plaut. Rud. 297. La forma conca

in CIL. V. 5501. 5. E preso dal gr. xóyyj^. Le forme ro-
manze ci attestano cocca accanto a còiic(h)a, cocceus accanto
a conc{h)us (Gròber ALL. I. 548); cfr. Schuchardt Roman.
Etymologieen II, 21 sgg.). concha si mutò in cocca per in-
forse celtico, oppure per incrociamento
flusso dialettale,
con coccum perchè dalle conchiglie si trae una sostanza
colorante rossa. In C. GÌ. L. V. 566. 13 si legge: '
concha
ostrea animai in ponto quo tinguitur pnrpura '.
MacGus.
Il pagliaccio delle Atellane : è stato unito già da G.

I. Vossio col gr. fjLccxxoàv '
fìngersi stupido '. Non c'è bi-
sogno di risalire ad un '^macus come fa Pauli al 1. e. per
spiegare il lat. Maccus, anche in greco abbiamo Maxxw
nome di donna stupida che corrisponde perfettamente al
lat. Macco pure attestato (v. Zimmermann BB. XXV, 30).
Che molti personaggi della comedia romana portino nomi
greci è ormai generalmente ammesso (Zielinski, Quaest.
comicae 59). Sonn}'' in ALL. X, 380 n. 2, seguendo Stowasser,
crede Maccus =
dor. iiaxxói =
fîaxgóg. È poco probabile
per il significato; benché effettivamente fîtxxóg (iiixoóc si =

trovi, specialmente in Teocrito, e sia usato come nome
proprio anche in latino, per es, CIL. VI. 12579 (Micce).
bOCCUS.
Ed. Diocl. 9. 23: socci. Nome di una calzatura per donne

e commedianti. I Latini ricevettero dai Greci il nome in-
CONSONANTI DOPPIE KTC. IN LAT. 359
sieme colla cosa. Si risale però a un *Goxxog, forma parallela

di avxxoQ [ovH%iq, -ìóog\ avxxàg), poiché -v- accentato non
poteva darci un -o-. Il vocabolo però non sembra neppure
schiettamente greco (cfr. ficcxâQ/g); probabilmente è di ori-
gine gallica (galatica), cfr. Esichio avxxoi' i)noói]fiaTa (DQvyicc.
Le ipotesi di Pauli 1. e. 38 per spiegare il vocabolo latino
con un etymon romano mi sembrano poco probabili ;

però
anche AVeise o. e. 18 n, 2, propende a non crederlo un
imprestito.
draco.
CTL. VI. 5302. 7; V. 6965; Braco: VI. 4041. 1; Dracho:

VI. 4955; Draconi: VI. 4041. 2; Bracco: III. 8238. 2 (Moe-
sia super.) Dracce ib. ib. 3.
;
:
Dal gr. ÒQdxojv. La forma clracco riprovata dall'App.

Probi 198. 17 non ci è attestata dalle lingue romanze, ma
si trova in iscrizioni e sta a fondamento del ted. merid.
Tracke (aat. tracco): v. Kluge AVtb.« s. v. Drache. Gli esempi
citati da Heraeus in ALL. XI. 318, secondo me, sono di
altra natura : laccus grecismo e soccius (CIL. V. 4410 soc- :
cìor[um] Brescia; VI. 6874) è un barbarismo. Braco invece

veniva usato spesso come nome proprio e ci presenta il
raddoppiamento frequente nella Kurzform (notato anche ' '
per il celtico da Zimmer KZ. 32. 172 e per il ligure da

Kretschmer KZ. 38. 124) questa forma raddoppiata può
;
aver avuto un'estensione maggiore dovuta all'analogia.
Lettera P.
auppàrus, -um.
Significa '
tela di lino, camicia per donna '. Paul.
Fest. 449 Th. d. P. vestiraentum puellare lineum '. Gli
'
stanno accanto le forme più frequenti siparum, sifaruvx,

sipharum, che derivano direttamente dai greci aìnaQog, ai-
Supparus ci offre un altro esempio della norma di

(fuQog.
Lindsay (v. bracchium). La conservazione della consonante
3-30 M. PELLEGRINI
doppia è dovuta all'essere il vocabolo proparossitono ma ;
potrebbe non esservi estranea l'influenza di suppuro suh- =

jjaro '
accomodo '.
stroppus.
Anche struppus 'coreggia ritorta, corona' Liv. Andr.,

Od. 11. È il gr. avQÓqog e si unisce ai numerosi vocaboli
presi dal greco appartenenti al linguaggio marinaresco
(Cfr. Weise o. e. 211). Lo spag. estrovo risale a strophus]
port. estropo^ prov. e cat, estrop^ fr. étrojj, it. stroj/pjo risal-
gono al lat. strdfjpjus (Gròber, ALL. V, 481). Anche le forme

germaniche ci attestano stricppas e stroppus^ cosi lo svizz.
struppe '
lista di cuoio ', nel tedesco della provincia renana
strojijje '
striscia '
(V. Kiuge^ s. v. Strippe). Anche nel fa-
lisco troviamo struppearia in un'iscrizione e in Fest. 452
Th. d. P. Come supjarus.
Pap])us.
Dal gr. TictJTTiog '

uomo vecchio
che anche nella co- '
media attica nuova è un tipo costante (Sonny ALL. X. 380,

n. 2) Del resto appartiene alla categoria dei Lallwòrter che
presentano spesso il raddoppiamento e va unito con paj)-
jjare. Per l'etimologia si crede generalmente che papjia sia
il vocabolo ]ier il padre e per il pasto, proprio del lin-

guaggio infantile.
Tappo.
Anch' esso da un dor. Qccttcov {OccTrav (fóôv Hes.) se- '
condo Sonny ALL. X. 383-4. Si trova in un' iscrizione del

tempo di Augusto che contiene uno scherzoso regolamento
da tavola in cui viene introdotto come figura nota un Tappo ;
e in Catullo 104. 3 :
'
sed tu cum "^fappoue omnia monstra

facis '. Festo 550 Th. d. P. ci ricorda un verso di Lucilio :
Tappulam f rideat legem concere t opimi f

CONSONANTI DOPPIB KTC. IN LAT. 861
Anche Paul. Fest. 551 Th. d. P. Tappula dieta est :

'
lex quaedam de conviviis '. Probabilmente ebbe il nome da

Tappulus che si trova nella gens Villia e nei Fasti Capi-
tolini come nome di un console. Che Tappo derivi da *0«-
TTOìv si può ammettere con Sonny, dati i raffronti con vo-
caboli tolti da Esichio derivati dallo stesso tema, che pre-

sentano tutti per il loro significato, carattere di Spottnamen.
Questo ci spiega il raddoppiamento nel latino. Osthoff in
BB. 24. 154-5 spiega allo stesso modo il doppio -x- in cfccQ-
jiiaxxog (cosi accentato secondo Fick e Smyth in BB. 23. 185).

Da Tappo si -a nel giureconsulto Paolo
fece Tajjjntlu)), ;
troviamo Tapulla che dovuto allo scambio di suffisso e

è
al conseguente scempiamento della doppia che veniva a
trovarsi in sillaba pre-accentata. Uno scambio di suffisso

analogo si ha titullus (CIL. II. 587) per titiUus, Primiillus
per Primidus, Caesidla per Caeaula (Wolfflin ALL. XII. 305).
tìj prilla '

ragno acquatico '.
Si trovano anche le forme tipula e tipulla. Certo dal

gr. Ti(f.ì]
'
ragno acquatico '
, forse con riferimento a 'acqua
tepula ", l'acquedotto del Capitolino (Keller o. e. 58). Pauli
1. e. 30 ha concluso che la grafia etimologica è tijjula con
? ed u, in base alla metrica; ma se tippula è una forma
fonetica, e tale sembra fosse realmente (testimonianze per
questa grafia Vendryes o. e. 116), è più verosimile spie-
ofìì'e
garla con un' accentuazione sulla terz' ultima (del resto anche
Georges ci dà ti; Havet MSL. V. 46, vedendovi un com-
posto con ^pula =
ifivÀÀcc sostiene che V u è lungo, ma la
spiegazione mi sembra poco verosimile. Cfr. Walde Wlb.

s. V.). In vocaboli trisillabi si trova spesso un'alternativa
simile: si quando vigeva ancora l'intensità
ebbe iijjpula
iniziale, e 1' u permetteva ancora la proparossitonia perchè
la legge della penultima non era ancora in vigore. Cosi
'
'
io direi si debba spiegare questa grafia che ci è attestata

in Plauto Pers. II. 2. 62 citato da Paul. Fest. 558 Th. d. P.
néqué tippùlae levius poudust quam fides lenouia.

362 M. PELLEGRINI
Il vocabolo perciò andrebbe colla forma di Lindsay, ed è

forse da confrontare oltreché con Stroppus con it. zejfìro da
ZtffVQoc. tipimla si ridusse poi a tijndla dopo l'accentua-
zione sulla penultima e gli altri fenomeni già studiati per
appo.
ut lippa.
Stvpjjjatorum jicUrono CIL. VI. 1649. 2. Già in Lucrezio

VI. 896. È un imprestito dal gr. arvTtnrj che aveva anche
una forma parallela atvTirj. Venne ai Romani da qualche
colonia dorica dell'Italia meridionale, cfr. Fest. 460 Th. d.
P: stuppam linum inpolitum appellant Graeci doriis f '.
'
L'accettazione del vocabolo da parte dei romani deve esser

di età molto antica come mostra u invece di ?/, che venne
in uso soltanto dopo Siila per gli imprestiti dal greco. La
forma stlpa^ pure attestata (Forcellini s. v.) sarà dovuta a
etimologia popolare da atìpo^ cfr. Servio ad Aen. V, 682 :
stipa a stipando. Slupa è contaminazione di stljia e stu]>pa,
se non direttamente dal gr. gtvttì^. I riflessi romanzi ri-
salgono tutti a stuppa (Gròber ALL. V. 481), non a stupjpja
(Marx Hulfsb.).
*
t
tapete,. \
Ed. Diocl. 7. 62: iaiata. Tappetlo (n. pr.) CIL. VI.

2450. 2. In Festo 528 Th. d. P. si trova due volte la grafia
tappete (j); cosi in Plauto Pseud. 147 i migliori cdd. danno
tappetla contro il metro (Kitschl Op. IL 448). Secondo
Schrader (KZ. 30. 484) il gr. tarrì^g (anche óccTiig) è preso
dall'iranico {*tab-, *tap- '
filare, tessere ') per l'oscillazione
dell'iniziale e per esser solo di questa radice nel greco;
probabilmente il commercio fenicio-greco toccò l'Iran se
non l'India propria. Il latino lo ebbe dal greco, ma la
forma tajìpete io credo dovuta all' intensità iniziale. E però
strano che il romanzo risalga anch'esso a -2^2j-'- cosi a. fr.
tapiz, mod. fr. tapis che altri chiama imprestiti. Lo spag. j
port. tapete, it. tappeto secondo Gròber ALL. VI. 120 sono
forme dotte, ma appunto per il pp\ \
CONSONANTI DOPPIE KTC. IN LAT. Obd
Letteea T.
multo, muto.
Mutim CIL. VI. 5880; Mnttlenus VI. 2375 a. 24; Mut-

tieno V. 8139. 3 (Pela).
Sonny ALL. X. 3''^2, seguendo Stowasser, deriva mutto
da MóOmv nome di un personaggio della commedia dorica.
Il significato originario sarebbe quello di aviióg' xò yvvca-
xsTov (Hes.). Per la consonante doppia cfr. it. bottega da
{à)7To^ì^x)p it. (e)plttima da sTtiiyrjiu (Parodi Roman. Forsch.
23, 760), it. cattedra da xaOéÒQcc, it. cattolico da xadoXixóc,
cottàna.
Dal gr. xÓTtava' dóoq avxmv fxixqwv (Hes,). Il greco

ebbe il vocabolo dall'Oriente (sir. qàttao, ebr. qàiòn). La
conservazione di -a- breve nel vocabolo latino ci attesta l' im-
prestito; l'introduzione di questo frutto in Italia è dovuta
all'imperatore Vitellio (v. AVeise o. e. 139). Accanto a col-
lana il latino fece un "^-coctana, cfr. lattuca (Ed. Diocl. p.

inf. III. 6) e lactuca (rum. làjAucà), brattea e bractea (testi-
monianze presso Stolz HG. 319).
La forma cottona per cotona, -ea cotogna ' '
risale ad
un cipr. xodwvea' avxa xsif.isQiYà (AVeise o. e. 36 non u. 2),
a xvóoovta (come crede Stolz HG. 147). La dentale media

del greco ci è rappresentata dalla tenue latina (cfr. citrus
= xk'ÓQog), forse perchè l' imprestito è molto antico, oppure
può anche darsi che sia una forma del dialetto di Preneste
(cfr. AUxenlrom, Casentera, Creisita). Lia forma cottona è
dovuta all'analogia di cottana. Il romanzo risale a còtdn'ea

(Gròber ALL. I. 554).
mattea.
Propriamente '
carne condita con verdure '. Il piatto
ed il nome son venuti dalla Macedonia; il macedone pre-
364: il- l'ELLRGRIXI
senta xx di fronte al gr. xr, perciò maced. ucmvi^ gr. =

* fjiaxxva.
Il vocabolo al tempo del dominio macedone si
estese in Grecia in Roma" la prima menzione si ha con

;
Varrone. In latino mattya mactea o per influenza di macto

: ;
o per analogia di lactuca, coctana, hractea. Malia intestino,

trippa, di C- GÌ. L., V. 83, 115, credo sia un altro vocabolo
per la forma e per il significato.
mattici.
mattici '
cognominabantur homines magnarum mala-
rum atque oribus late [)atentibus '
Paul. Fest. 90 Th. d. P.
Secondo Pauli 1. e. 6 dal gr. aàOvai' yràôi; cfr. s. v. Muffo.
grahntfus.
Dal gr. xQaârxog, xQccîâiog, anche xoc'cjjaxxog (cfr.
Schulze KZ. 33. 375). L'etimologia è incerta Lindsay ALL. ;
X. 228 ha pubblicato una glossa del XII secolo dove si

legge :
^
grabatum est lectus pauperum ubi tantum
; capiti
quid substratum est ;
dictum a graba quod est caput '
. Ma
il vocabolo graba non è altrimenti attestato, e considerata
ha poco valore. Nel latino ab-
l'età della glossa la notizia
biamo come nel greco oscillazione nella grafia: grahafus
(testimonianze presso Weise o. e. 426), di cui dicono sia un
ricalco il fr. grahat, grahbatus e crahattus. L'armor. cravaz,
cravach = ant. armor. *cravafh non può risalire che a un lat.
crabàttam (Loth o. e. 153), secondo Lindsay però si può risa-

lire a crebbattum che è la lezione dei mss. M e L dell'Auct. de
dub. nom. in Gramm. lat. V. 573 K. (Cfr. anche ALL. VIII,
442). Anche in Ed. Diocl. I. H. XI. 324. 337
St. trova si
xQsâxxdoiov. Thumb IF. 2, 85 vorrebbe ricondurre tutte le

forme italo-greche ad un originario *krev(itti.
Lettera M.
cainera, camara, cammara.
camera CIL. II 3420; VI. 3; 17703; camara III 456;

VL 3714. 2; 23400; xdâr^Xa Ed. Diocl. 1551 (= caìnèla, ca-
CONSONANTI DOPPIE ETC. IN LAT. 365
mella). In App. Prob. si legge camera non cammara (se-

condo Forster AVien. St. 14. 299). Verrio secondo Carisio
Gr. lat. I. 58. 23 K. biasimava camera] infatti camara si
trova frequentemente anche in manoscritti (v. Heraens
ALL. XI. 313). Dal gr. xaûdga si aveva in latino ^camara
poi camera. La forma camara è certo dovuta ad assimila-
zione progressiva della vocale che porta l'accento. Lo spag.,
port. camara, rum. camara risalgono al lat. camara, cosi
pure l'a. a. t. kamara (Kluge Et. Wtb." s. v. Kammer). cam-
mara vive ancora nel napoletano, siciliano, leccese, ecc.
(v.anche Ullmann, Rom. Forsch. VII. 182, 204). Nel rad-
doppiamento si potrebbe vedere l'azione dell'accento perchè
il vocabolo è proparossitono, cfr. larnviina. Ma ora cfr. Pa-
rodi, loc. cit., 765, 769, pel fenomeno di U-r, mm-r, mm-n,
da l-r, ecc.
Lettera N.
cànaha, cannaha.
Significa: casotto, baracca, città di baracche (cfr. De

Ruggiero, Diz. epigr. s. v.). In iscrizioni si trova scritto
variamente: kanaba CIL. III. 940. 19; canapa ib. ib. 4850;
canaba VL 1585; III. 6166; ib. 7474; cannaba ib. 1585'' (bis).
Probabilmente dal gr. xàv{v)aôg legno per modellare ',

'
perciò la forma più frequente è canaba. Non impossibile è

la metatesi del celtico cabanna, capanna, cfr. Thurne3^sen
Keitor. 53 s. v. Secondo Keller o. e. 131 la forma con dop-

pio -n- è dovuta ad influenza di cannabis == gr. xdvvaîg
(Ed. Diocl. I 29 e CIL. VL 1585. 6. 8; 16) o di canna gr. =
xàvvct. Il significato primitivo di canaba era legno da co- '
struzione '
perciò affine a quello di xàvaôg. quindi passò
a significare baracca di legno e come tale è nominata nel
libello diAdrasto (CIL. VI. 1585). L'italiano canova e il
sardo candva risalgono a canaba.
Lettera S.
In vocaboli presi dal greco ss era usato in mezzo di

parola per lo z, perchè il latino aveva perduta la sibilante
;
366 M. PKLLEGKIXI
sonora. Imprestiti molto antichi sono massa = uàâ (Plaut.

Mil. gì. 1065), obrussa := ò^Qvôr ',
tarpesilta = TQaTrtîTì^g.
Il suffisso -ìaao) =
sembra però che fosse già proprio
-l'Co.'
del messapico-tarentino (Deecke E,h. M. 37. 376 n. 2). I

Greci di Taranto, con cui Roma era in stretta relazione,
già prima di Plauto, pronunciavano e scrivevano oalniaaa),
/.axrioao), yvi^Jaaw, (fQàaaw, ma anche però x'/vXaxiû) e
CiruL,0) = UVUGGM.
basilica, bassi ìica.
basilica CIL. I. 1166; VI. 1658 b, 6; e. 3-4 (377 d. C);

VI. 4330. 2; 5536. 4; 9709. 2; 9711. 4; bassilica III. 13358;
IV. 1779 (bis); VII. 445; VIII. 11999; 12006. App. Probi
199 : basilica non bassilica. Testimonianze di mss. per la
grafìa ss offrono Heraens ALL. XI. 328 e Th. s. v. Il
vocabolo latino è preso dal gr. â(n?uxì]. In vocaboli presi

dal greco, anche nei più antichi, non si riscontra mai il
rotacismo e questo sembra provare che -a- intervocalico

fosse una spirante sorda; per questo si usò spesso nel la-
tino ss per distinguerlo da .s intervocalico in parole ve-

ramente latine dove era spirante sonora. Imprestiti dal
greco anteriori al rotacismo, della metà circa del IV se-
colo a. C, bisogna certamente ammetterne, sebbene con -a-
intervocalico non mi siano noti. Che del resto vocaboli
greci fossero entrati nel latino in età molto antica lo pro-
vano cupressus da ^ciljjarissos =
gr. xvTidQiGGog, e Masîlia
da * Mdssalia =
MaaaaXia, che mostrano le traccio di un'ac-
centuazione iniziale anteriore alla legge della penultima '. '
Kretschmer riporta l' introduzione di questi due vocaboli

circa al 600 a. C. (Einl. in die Gesch. d. griech. Spr. 156).
Il nome basilica, che si unisce ai molti vocaboli latini presi
dal greco per l'architettura, ci è attestato la prima volta
in un'iscrizione del 134-100 a. C, ma l' imprestito deve
esser certamente piìi antico. Anche Plauto Cure. 472, no-
mina la basilica e in Capt. 815 usa l'ibrido subbasilicani
ma Ritschl (Parerg. I. 207) ha dimostrato che sono tarde
inserzioni.
basis.
Anche hastîs^ dal gr. ^àaig. bassim CIL. I. 1181 XI. ;
6224 (sec. I d. C). La forma ha dato anche il nome

bassis ci
proprio Bassusj e l' aggettivo bassus (oppure da JJàaaMV
comp. di Tiaxvg?) '
non altum v. Walde s. v.
'
casia.
Dal gr. xaaia't nei rass. si trova scritto spesso cassia

(Eibbeck prol. Verg. 444).
jjersicurìi.
CIL. IV. 2319; 2562. Dal gr. rrsQatxór. Nel latino subi
poi l'assimilazione volgare di -rs- in -ss-, onde in App.
Probi 149 si legge : persica non pessica. Persica è conget-
tura quasi certa, per pertica, di Forster Wien. St. 14. 205.
Le lingue romanze risalgono in parte a pessica. Testimo-
nianze della forma riprovata ex C. GÌ. 1. son già citate da
Heraeus in ALL. XI. 62; 322. È un'assimilazione dialettale
abbastanza tarda che si nota qua e là anche nelle iscrizioni
(v. Sommer Hb. 272). Altri esempì sono massi/jiarius dal gr.
/.laQffvTTiov e clossum per dorsum (Heraeus x4.LL. XII. 90), se-
condo la grafia riprovata da Vello Longo. Confronta anche

quassum C. GÌ. L. IV. 558. 50 da ^quàverssum secondo Ehr-
lich (KZ. 38. 65), da quàvorsum secondo Stolz (KZ. 38. 427).
Letteea L.
In argilla da ùayllog, corcodillus (cocodrillUs, corcodril-

lus) da xQoxódsiXog, -II- sta a significare la liquida di colore
palatale davanti a vocale diversa da i. Questo processo gra-
fico Havet (ALL. IX. 135) in vocaboli la-
riconosciuto da
tini, ammesso anche da Vendryes o. e. Ili sgg., serve a
spiegare alcuni altri casi di raddoppiamento di L di cui
parlerò in seguito.
M. PELLEOKINl
ìPJut
Per camelus (v. Thes. s. v.) esiste anche una forma

camellus (p. Ed. Diocl. 11.6: Sagina camelli). Dal gr.
es. :
xàfiìjXog. La forma con doppio l è dovuta a scambio di

suffisso. Sull'azione analogica delle formazioni in -ellus v.
Wòlfflin ALL. 12. 302; 305. A camelus risalgono l'a. fr. ca-
meil chamoU, prov. camul. A camcUus lo spag. camello, cat.
camell, fr. chameau{x), it. cammello^ sicil. cayniàdu. Il port.

camelo è vocabolo dotto; il rum. ctimila è di provenienza
recente dal greco moderno.
Vocaboli latini e imprestiti dal celtico e dal srermanico.
Lettera K.
braca, bràcae, -nriim. (più iisatoì.
Anche hrax (Not. Tir. 97. 7. Cfr. Heraeus ALL. 12. 89)
forma riprovata da Caper (Gramm. lat. VIL 108. 10 K): bracai^
non braces, Ed. Diocl. 7.46: braclbua. Esich. ^ìoàxsq' àri<-
'^v()ióeg', ma Diod. 5. 30. 1: àvu^voCaiv lig fxthui {FaXchai)
^Qaxai TiQoaayoQevovaiv. Anche in plur. ,S()axia (cfr. Wessely
Lat. elem. in der Griizitat, Wien. St. 24. 1265;. Anche
Brambach Hùlfsb. afferma, per Properzio, braca. La grafia
-ce- è scarsamente attestata : Esich. ^gàxxca '
ai'ysiai òi(fitto«i
naqà KsXtotg. Inoltre in C. GÌ. L., V. 394. 28; accanto si ha

brag- ib. 379. Anche nei derivati è generale la grafia con
un solo e: Ed. Diocl. 7. 42 bracarlo (gr. ^-ÌQaxuoioì) ;
bragatus
Not. Tir. 97. 8. Il vocabolo non è di origine celtica come
crede Stolz HG. 10, ma germanica. Kluge Wtb.^ 59 s. v.
Bruch» mostra che il germanico non può averlo avuto da
un gallo-lat. braca (*vraca) perchè vi si op[)ongono Tant.
ingl. bréc Steiss ', ingl. breech; *vraca è preso invece dal
'
germanico quando non aveva ancora mutato n in 0. Si ag-

giunga che dal germanico è preso l'irl. bróc (Zupitza KZ.
21. 5. '909
CONSONANTI DOPPIE KTC. IX I.AT. 369
30. 87). La forma gallo-latina è "^'viaca che si trova anche

nel cimr. giryegys, corn. grugh, bret. grouiz, gouriz '
cin-
tura ". Il latino da '^vra",a fece hràca cui risalgono anche
le forme romanze.
È il nome di un fiore simile al frutto dell'edera. La

grafia ce è costante, cfr. Thes. s.un vocabolo cel-
v. E
tico passato al latino ed al greco {^àxy_aQ, ^àxxuQ anche -iz.
Carattere d' imprestito è di solito la conservazione di a in
penultima disaccentata; tuttavia si potrebbe partire da bac-
car. Da unirsi a hacc.ar per il significato e per la forma è hac-
cane: herba iucundior C. GÌ. L., IV. 24. 15; 590. 6; 487. 28
{bacane ib. V. 442. 47).
Vas vinarium simile bacrioui Paul. Fest. 22 Th. d. P.

' '
La forma bacar ci è attestata anche dal sicil. bncara e dai

vocaboli germanici presi dal latino. Il m. a. t. bikJier, a. a. t.
b'éhharij oland. beker^ a. nord, bikarr risalgono a bìcarìnm
= bacarium, forse per etimologìa popolare da îxog '
vaso
di terra *. bacar è probabilmente di origine celtica e risale
ad un tema bac- '
Haken, Biegung '
(irl., gael. bacc- bac-
cfr. Thurneysen Keltor. 39). insieme ai seguenti: bacrio.^
'
bacrionem dicebant genus vasi longioris manubri. Hoc
alii trullam appellant '
Paul. Fest. 22 Th. d. P. ; bacarium
'
vas acquarium '
C. GÌ. L., IV. 570. 7. Non si è sicuri se
si debba unirvi anche: bachia, Isid. or. 20. 5. 4 primum :
'
a Baccho, quod est vinum, nominata; postea in usus aqua-

rios transiit '; bacca Varr. 1. 1. 7. 87 Bacchi et Liber, cuius :
'
comites Bacchae et vinum in Hispania Bacca '. L'etimologia

popolare proposta da Varrone è del resto abbastanza ve-
risimile. A bacca nel senso di vas aquarium, recipiente in '
'
genere '
risalgono il b. ted. back '
piatto '
e Tingi. òac/c '
vaso
(Kluge AVtb.« s. v. Back). Al tema ampliato bacc- risale
il substrato volgar-latino *baclnum dei seguenti vocaboli:
studi Hai. di niol. class. XVII. 24

370 M. PKLLEIÌKINI
prov. haci-s, cat. baci] port. hacin-eta ] bncin-ica] afr. bacia',

veron. bazzin, ecc. (Gròber ALL. I. 247). Così pure ci atte-
stano un bacctnus, bacctnum, il ra. a. t. becken, becke e l'a. a. t.
beclxln (Kluge s. v. Becken).
)(icn.
La grafìa meglio attestata è baca tanto per i mss. (cfr.
Brambach Hiilf'sb.) che per le iscrizioni (v. Thes. 1. v.). La

forma pre-romanza baga si trova già in C. GÌ. L., per es.
III. 581. 57; 631. 3. Lo spag. baya, port. baga, prov. baga,
fr. baie, it. bagola, ci attestano tutti baca (Gròber ALL.
I. 247). A baca risale il cimr. bagnd e il corn. bngas. Thur-
neysen Keltor. 40 crede non si possa risalire che ad un lat.
baca] Vendryes o. e. 117 crede che l'abbreviamento sia do-
vuto alla posizione prima dell'accento, perchè la forma pri-
mitiva della parola brettone era trisillaba. L'etimologia
del vocabolo latino non è sicura. Fra le ipotesi a me
sembra più probabile quella che lo fa derivare da -bah V
gonfiare, insieme ai seguenti vocaboli: baculum, im-becil-
/«s, ^dxiQov, âxTrjOuc, (ìàxrai' ((jyj'Qoi (Esichio), a. a. t. chegil,
ted. Kegel (v. Fick BB. 17. 320). La forma bacca, attestata
in Prisc. (Gramm. lat. II. 47. 5. K), è dovuta probabilmente
ad incrociamento con baccar, affine per forma e significato ;
cfr. il seguente rapporto : Diosc. lang. I. 9. G. : /?«x/«o

= àauQov C. GÌ. L., III. 587. 68: bacca i. assarus ;
ib. ib.
608. 64 : bacca i. asurus. Il raddoppiamento si è conservato

in baccula perchè il vocabolo è parossitono {baccula è meglio
attestato di bacula, cfr. Vendryes o. e. 117).
JlaCCHH.
Da ^mlàkos, cfr. /i?A«J Âàxóg Mento-' lit. blakà '

eine
Stelle in der Leinwand (od. sonst im Gewebe) wo ein Faden
gerissen ist . . .
'
[Kurschat] (Prellwitz BB. 25. 285). Altri
derivati dalla base mela- presso AValde "Wtb. s. v. In latino
la forma con raddoppiamento è costante. Il vocabolo è usato
spesso come nome proprio già in età abbastanza antica ed
a questa qualità deve il raddoppiamento consonantico del ;
resto anche l'aggettivo poteva avere, per il suo significato,

carattere di epiteto spregiativo (cfr. Sommer Hb. 290 sg.).
La grafìa -ce- è costante anche nelle iscrizioni (nei

Fasti Sacerdotum CIL. VI. 2023 e segg. almeno 60 volte);
non si risale perciò ad un '^vdca =
ai. vaca come crede
Pauli, ma a vac-ca (anche Kretschmer Einl. 135). Il ten-

tativo di spiegare ce con assimilazione, come Havet che
pone *vet-ca (MSL. VI. 30) non è verosimile per il voca-
lismo. Un suffiisso -co- (-quo-) -ca-, in formazioni primarie
bisogna effettivamente ammetterlo sebbene non sia molto
frequente (v. Stolz HG. 516). Agli esempì già noti si può
aggiungere occa ^
erpice ', cfr. gr. ò'îrr^, lit. aketi '
erpi-
care ', a. a. t. egida.
vaccinium.
E da vaxivîov, cfr. Diosc. IV. 63 G. ovuxxCriovfi vd- =

xivi)o;, con etimologia popolare da vacca] cfr. ted. Kuhhlume
e Kuhiceizen, specie di melampyrum.
beccus.
Parola celtica cfr. Suet. Vit. 18: '

cui Tolosae nato
cognomen Becco fuerat: id valet gallinacei ro-
in pueritia
strum '. È un derivato della radice *6e/c picken '. Il rad» '
doppiamente della consonante può esser dovuto ad armonia

imitativa (cfr. picus e piccus) oppure al fatto di essere spesso
usato come nome proprio, cfr. CIL. XII. 2514: deo Apol-
lini Beccus ex voto; ib. V. 6044 Vecco. Ad un tema am-
pliato becc- risalgono il cimr. bèich '

peso "
e il bret. beac'h
'
chagrin '
(v. Thurneysen Keltor. 40).
bacca.
Voce onomatopeica da v'buq- '

soffiare '
cfr. ant. ind.
biiLlàra- '
ruggito del leone ', gr. iSvxtt^c, fSvxdrrj, ed altri
vocaboli della stessa radice presso Walde s. v.
372 M. PELLEGRINI
La grafia Iucca è scarsamente attestata. Nelle voci

onomatopeiche il raddoppiamento si spiega coli' accento
fortemente aspiratorio all'iniziale. Anche il romanzo pre-
suppone biocca spag. port. cat. prov. Loca, afr. hoche, fr.
:
houche, lad. buca, rum. buca, it. bocca. Cosi il cimr. boch,
corn. boch boh risalgono anch'essi a biocca (Loth o. e. 1.38).
Fra i derivati bucella è più frequente di buccella (te-
stimonianze in Thes. s. v.); a bucella risalgono pure il m.
cimr. bofjel, n. cimr. bogall, corn. begel, bret. begel hegil,
cimr. boglyn.
In bucella si ha la semplificazione della consonante
doppia in sillaba protonica (cfr. mamma mamilla, offa ofella.
suppus supinus).
bucco.
Nome di una maschera delle Atellane ; è manifesta-

mente derivato da bucca :
'
colui che nel parlare ha la
bocca piena '.
bucina.
'
Segnale col corno '. E parente di bucca, ant. ind. bid-
làra-, gr. ^-ivxrrjQ '
che ulula '
^vxàvi] '
trombetta "
( Johans-
son KZ. 36. 342); altrimenti Kretschmer KZ. 31. 452 che
risale a ^boivicina.
Per le diverse forme del vocabolo v. Bergk, Phil. 28. 451.
Il romanzo risale a bucina e a bucina (Gròber ALL.

I. 523). Anche nei migliori mss. la grafia con un solo e
è costante e cosi nelle iscrizioni (v. Brambach Hiilfsb. s. v.) ;
però in CIL. 3772 a si trova buccina per etimologia popo-

lare da bacca. Il cimr. *begin '
soufflet '
ci attesta proba-
bilmente ìthc.tna (v. Loth o. e. 137).
Anche bucinator è grafia costante, p. es. CIL. III. 3326 :
biocinator (Pannonia Inf.); ib. VI, 2545. 5: bucinatovi; ib. VI.

3179.6: bucinator,
miocus e muccus.
mucco CIL. VI. 2735. 2. Mucconi ib. 2736. 1. Corssen

Krit. Beitr. 26 crede muccus la miglior grafia, ma già in
CONSONANTI DOPPIE ETO. JN LAT. 373
Plauto Most. 1109 R

tramandato muccus. Indubbiamente
è
risalgono alla stessa radice a. irl. mure maiale mod. irl. ' '
mac (altri vocaboli celtici presso Zupitza KZ, 36. 287), gr.
fîvxTì]Q. G-. Meyer Gr. Gr.^ 284 vi unisce anche f.i.v%lóc Zucht- '
esel *
== nvxXog Geil '. Il doppio e è testimoniato anche per
'
il gallico: Mocconis filius (Rev. Celt. III. 159. 310). Da un
tema in -es- dalla stessa radice deriva mùôr cfr. gr. fxvôg
'
Schleimfisch e /iivâ '
Schleira (Johausson KZ. 30. 421).
' '
Per romanzo si risale a muccus, maccidus, miicceus (testi-

il
monianze presso Grober ALL. IV. 123 e VI. 394). Io credo

che le forme fonetiche siano muciis e micccidus quest' ul- ;
timo presenta il raddoppiamento perchè è un vocabolo pro-

parossitono. Da muccidua poi si estrasse muccus per analogia.
hrocchua.
La grafia è incerta come l'etimologia. Si trova: hroc-

chus Varr. r. r. 2. 7. 3 ;
2. 9. 3; Plin. n. h. 11. 159; C. GÌ. L.,
IV. 26. 20; 594. 25; 602. 12; V. 272. 28; 616. 17; brichus
C. GÌ. V. 493. 10; hrochus ib. V. 493. 9; II. 31. 20; bron-
chus cdd. in Lucil. 117 (Marx: broccus).
Nel nome proprio è costante la grafia Brocchus 25 volte ;
almeno in iscrizioni di tutte le regioni si trova Broccus

(per le testimonianze v. Thes. s. v.).
Il vocabolo non è certamente latino. Si risale ad una

^/g^'^reiiq- mordere da cui il cret. j-ìqsvxok'
' '
iiitxQà àxgic, i)
gr. fÌQvx(o mordo '. In latino si avrebbe dovuto avere *grù-

'
cus; soltanto l'umbr. ò è = idg. eu e l'umbr. h = idg. g"'.
Perciò è probabile l' imprestito dall'umbro, e la sua con-

dizione di vocabolo non indigeno spiegherebbe l'incertezza
della grafia.
Keller Lat. Volksetym. 68 pensa al gr. ^qovxoc, ^qov-
Xog; io lo credo impossibile per il vocalismo: lat. o non è

mai = gr. ov.
Quanto al doppio k di brocchus lo credo dovuto ad
estensione analogica della forma del nome proprio dove il
raddoppiamento poteva esser dovuto ad intensità vocativa:

cfr. luppiter da lui iter = * Djeu-pater, originariamente vo-
374 M. PELLEGRINI
cativo singolare = Zsv nàraQ. Ma può anche darsi che esso

sia dovuto al carattere di nomignolo ; cfr. Plinio n. h. II.
159: labra, a quibus Brocchi, Labeones dicti.
Gracchus ^).
Probabilmente da *(/ràcus '

gazza "
cfr. Paul. Fast. 69
Th. d. P. : graculi a sono oris vocati. Altri lo uniscono con
gracilh (cfr. Caris. I. 82. K., e: cracentes: graciles, Paul.
Fest. 37. Th. d. P).
Le monete ricordano un Antistio Grag(ulus); monete
ed iscrizioni Sempronio Gracus (per es. CIL. IL 2897), cfr.
anche Forcellini-De Vit Onora. IL 264. La grafia Grac-
chus non può essere più antica di Cicerone perchè nell'an-
tico latino mancano generalmente le aspirate. Il semplice
*gracui> presto scomparve e fu sostituito dal diminutivo;
il nome proprio perdette allora la sua unione col nome
dell'uccello (v. AVòfflin ALL. XL 60). Quanto al raddop-
piamento di k esso è dovuto alla '
Kurzform '
del nome
proprio, cfr. per es. : Ori Ecconis CIL. IIL 2746 ;
Acca La-
rentia, madre dei Lari (Lallwort); Seccius da l/~seq'" 'se-
guire CIL. III. 9767 (vedi Zimmermann BB. 25. 47); Pac-
'
cius da p^fàg- jjfik- (ib. 25. 38 cfr. anche Paciniua) Duccia

; ;
da f/del,-^ '
mostrarsi '
(ib. 25. 2).
Il raddoppiamento può anche esser dovuto al fatto che
il vocabolo era in origine onomatopeico. In parole della
stessa radice è infatti meglio attestata la consonante dop-
pia che non la semplice. Così: graccifo, -are (detto del
grido dell'oca), gracculaa (Vendryes o. e. da
118). gracilìo
*graccillo per la legge di mamilla. Altre onomatopee con
raddoppiamento sono: faccilo (x\LL. III. 133) detto della
voce del tordo, e muccio, -ire '
belare '
ALL. III. 261.
aqua.
App. Probi 198. 18: aqua non acqua. Acqua non si
trova mai in iscrizioni, ma risale ad esso l'italiano acqua;

l'ant. fr. ewe, il prov. aigua risalgono invece ad aqua.
1) [Ora si può vedere W. Schulze Zur Gescb. lat. Eigennameu,

17-2 o óini.
Si può confrontare acqua con quattuor forma contami-

nata da quatuor e quattor.
'
Hùlsenfrucht '
Plin, 18. 16. 41. Da unirsi con cra-
centes. gradili', ai. Arca- '
magro, debole '
(v. AValde Wtb.
s. V. cracentes).
cracca non è da crdca come crede Pauli, ma da crac-ca
(con suffisso -ca), cfr. sjAca, é>2^lna.
accijj iter.
Da "âcu-peter, con doppio k per etimologia popolare

da accipere, come mostrano
le forme parallele acceptor,
accejjtorariiis; anche Isid. or. 12. 7. 55: accipiter ab

cfr.
accipiendo. Così da àxiióùx si fece acclrlia attestato insieme

a acèdia addio, per etimologia popolare da accidere (cfr.
Wòlffliu ALL. IX. 579).
Lo spag. acetore aztor è l'unica forma romanza che
risale a accejtorêm). Le altre forme romanze non si possono
in nessun modo ricondurre ad accejjtor (Gròber ALL. I. 324).
jìoccus.
Da *Jlot-ko'S *hhlod-ko-s, cfr. siccus da "^sit-ko-a, pecco

da -^pet-co. Da unirsi col gr. (flaóelv, ted. platzen (Walde
s. V.). L'unione col gr. fiàXXog e con altri vocaboli litu-
slavi proposta da Prellwitz BB. 25. 285, incontra delle
serie difficoltà per la fonetica.
La grafia con ce del latino è quasi costante ed è con-
fermata anche dagli imprestiti germanici: m. a. t. vlocke,
a. a. t. fiocko, oland. vlock, dan. JlokJ.e, sved. ftokka (Kluge
Wtb.^ s. V. Flocke); così pure le lingue neo-latine risal-
gono a jioccas (Gròber ALL. VI. 389).
cucus.
Nel romanzo è divenuto cttccus (Gròber ALL. I. 556),

ma certo anche cuccus. E una voce onomatopeica che già
37G M. PELLEGRINI
nel latino arcaico doveva avere un doppione cuccus^ di cui

forse è traccia in Plauto Trin. 245 nella forma cucMits
(da *cucciilus per la legge di mamilla?).
Sabler (KZ. 31. 274) vuol dividere cucrdn^ di Plauto
che ha il significato di briccone da cTicidus di Plinio
' '
che ha quello di cuculo '. L'opinione mi sembra poco

'
probabile. L'unione dei due significati, cuculo e briccone,

stupido, si trova anche nel m. a. t. gouch '
Thor, Narr, Gauch,
eigtl. Kuckuek '
(Kluge Wtb.« s. v. Gauch). Contro Sabler
sta anche l'italiano cuculo.
succos CIL. III. 188. Da idg. "^'seuqos (v. Walde s. v.).
La grafia meglio attestata è sucus (Brambach Hlfsb. s. v.);
si trova però accanto auccus e specialmente frequente è

succidiis(Vendryes o. e. 119), cui io credo sia dovuto il
raddoppiamento consonantico perchè il vocabolo era pro-
parossitouo cfr. mucus con muccidas.
;
Cosi si trova frequentemente succinum (Pauli 1. e. in- i
vece di tùcinum ambra gialla ', derivato probabilmente da

'
sucus (anche Walde). Cfr. poi Diosc. I. 9: Govxxtroi\a &ov-
Cxoi = àaccQov.
Nel romanzo però ha trionfato la forma etimologica
meus (il contrario si ebbe con muccun), forse per influenza
di sugo, -ere, influenza che si vede anche nell'it. sugo.
Cosi il romanzo risale a *sf(clicus o alcunché di simile,
per metatesi da sùcldus (Kòrting s. v.), non da succiduSy
perchè la metatesi non avrebbe potuto aver luogo.
jiicus.
È la grafia meglio attestata ed etimologica, cfr. urabr.
peiro (acc), a. a. t. sjteh, ape.ht, a. ind. pila-. Il romanzo però

risale a ptccus (Grober ALL. IV. 435). La spiegazione più
probabile della doppia consonante è l'onomatopeia, cfr. cucus.
tuccctum.
Anche tùcèUim È vocabolo della Gallia

'
Rollfleisch '.
Cisalpina, probabilmente derivato da iucca xaraî'/'" ^wîtov

.
C. GÌ. L., Vili. 372. tvcèturti probabilmente per la legge

di mamilla.
sncldia.
Anche succidici (v. Keller Lat. Volksetym. 49). Da s^^s -j-
caeclo (cfr. Varr. 1. 1. 4. 22. 32). La forma colla consonante

doppia è dovuta a miccidere.
acipenser '
storione '
Da "^ cicu-'jjenser (cfr. a. a. t. fasa). La forma aquipenser per

etim. popolare da aquci (Keller o. e. 55). accijnem-er in mss.
di Plinio e Nonio, per etim. pop. da accijêre, cfr. accipiter.
Lettera P.
mapjja.
Qnint. Inst. I. 5. 57: '

Et mappam, Circo quoque usi-
tatum nomen, Poeni sibi vindicant '. L'etimologia è sco-
nosciuta: la spiegazione di Isidoro da manujm non soddisfa
ed è probabilmente un'etimologia popolare. Da unirsi con
mappa, è mdpàlia tenda di nomadi berberi (v. Fest. 130-1
^ '
Th. d. P.) che ci mostra lo scempiamento della doppia con-

sonante per spostamento d'accento.
Per majjpalia usato come nome di luogo (Mapj/alia-slga,)
nella valle Medscherda, v. Heraeus in ALL. XII. 279.
Agrìppa.
Dato che Agripjpa sia la forma accorciata di Agricola

(Zimmermann BB. 23. 86), esso dovette sorgere fuori di
Roma, forse in territorio sabino: cfr. Stolz HGr. 269.
Per il raddoppiamento cfr. Luppus accanto a Lupatius
e derivati, Eppo CIL. III. 3790, Eppius ma Epillus.
capo, -US.
La forma più antica è capus che sta per *cappus da

*cap-wo-s, con 2^ semplice secondo la grafìa pre-enuiana.
378 M. PKLLKGRINI
Accanto si ebbe una forma ccqrpo, che avendo nei casi

obliqui p, estese per analogia la forma con consonante
semplice anche a cajjus. Cosi si spiega come si abbia atte-
stata, sebbene scarsamente, la grafia cajjus, capo (cfr. Georges
Lex. der lat. Wtf. s. y.), mentre il romanzo risale ad un
latino-volgare campus *c.appo (Gròber ALL. I. 542). Anche
il germanico ci attesta la consonante geminata: m. a. t. kajj-
pun da capponavi] m. a. t. kappe, e a. a. t. kappo da capjjo Kluge ^
s. V. Kapaun). Per il suffisso -teo- cfr. lippus da *Up-tco-s^

lit. UjJÌiSj idg. y/ltìp-, cijy/ms, e per l'assimilazione anche
aperio da *apperio âpwerio^ ai. apa-var- '
scoprire '.
Da *kip-ìco-s. La sola forma attestata è quella con rad-

doppiamento, cippus CIL. VI. 1235, a, b; ib. II. 535. 1; cìpjjo
ib. ib. 1239, a. 10; 1239. 10; cippum ib. ib. 2175. 6; 1239. 4.
2. 5; 1262. 5. 8; ib. II. 823; 1430; cipporum ib. VI. 826. 2;
cippus ib. VI. 13070. 7; cippus ib. ib. 2204. 1. Solo in CIL.
IL 5970, cipum. Anche le lingue neolatine risalgono a
Cippus (Gròber ALL. I. 546). Cosi pure il cimr. cyff^ armor.
keff (Loth o. e. 155-6).
SU,}ipUS.
Da *sup-rco-s. suj^Tnus da "^ supplnus secondo la legge

di mamilla.
cap2ês.
Da unirsi certamente con cupio nonostante

i dubbi di
AValde s. v. E un derivato
*cuppus da "^cnp-ico-s (cfr. lipj-
di
pus, cippus, sujypus). La seconda parte del composto cupp-és
è =
*«<is cfr. edo (anche Walde s. v.). cup)edia attestato da
Paul. Fest. 34 Th. d. P. è dovuto a spostamento d'accento

cfr. suppus, suptinus.
vajjpa.
Secondo AValde da * qtcap-n-fi. E da unirsi a vf'ipor, m-

pidus gr. xuTivóg, lit. kvdpas, got. hìvapian.
( ONSONANTl DOPPIE ETC. IX LAT. 379
ciqju '
tino, sepolcro '.
La grafia ciijja è si ha anche

costante nel latino classico e
in iscrizioni, per es, CIL. VI. 1785. 1 12202. 5, cu]>as VI. ;
1785.4; c.upidam VI. 13236. Nei luoghi citati ha sempre

il significato di sepolcro. I primi esempi di cujjpa sono di
età relativamente tarda (v. Georges Lex. s. v.). Per il ro-

manzo bisogna ammettere due vocaboli diversi: cAippa col
significato di bicchiere, vas vinarium, e ciqia '
recipiente di
grandi dimensioni, tino, vas balnearium '
(cfr. armor. cibell
'
baignoire '
= lat. cùpìilhi, Loth o. e. 149 s. v.). Vedi il
passo di C. GÌ. L., V. 584, che ci attesta il differenziamento

(già notato da jMeyer-Liibke). A ctijjpa '
bicchiere '
risal-
gono spag. cojJd, port. cojju, cojjo ;
prov. cojja (però anche
col)s), a. fr. cope, mod. fr. coupé, lad. copjjja, cujjpa, rum.
cupa, it. copjjtt. A cupa tino ' '
sp. port. prov. cuba, fr.
cuve (Gròber ALL. I. 556-7). Il differenziamento ci è atte-

stato anche dal germanico : a. a. t. kopf, chupjh '
bicchiere
(il significato di '
testa '
solo dal derivato chujifa da ^kujj-
p>jon), a. ingl. cupija, ingl. cup '
bicchiere '
ci attestano tutti
cuppa (Kltige" s, v. Kopf) — a.a. t. Iniofa, m.a.t. huofe, a. sass.
kopa, ingl. coop col significato di recipiente, da cò/ja, forma
parallela a cupa (Kluge^ s. v. Kufe-). Ma come sorse la form.a
cupjja? Forse per incrociamento con cappja'. cfr. irl. capp
'
Fuhrwerk '
da X^ qdp- ^
fassen, in sich enthalten '. Per il
significato soddisfa poco; però si confronti il tedesco Kapelle

'
Schmerzschale '
che è contaminazione di capella e cu-
pella (Kluge^ s. v. Kapelle^); cfr. anche l'a.a.t. chuppa, m.a.t.
kuj'pe da cuppa col significato di cappa Kopfbedeckung ' '
(Kluge'' s. V. Kuppe).
jntpja.
Per il attestata autorevolmente

latino l'unica grafia
è pupa, Georges Lex. d. lat. AVtf.
cfr. cosi pure nelle ;
iscrizioni, per es. pupa CIL. V. 2455. 1; 5026. 8 (Tri-

:
dentum); VL 2254.2; pupae V. 5292.4 (Como); 5311.4;

380 M. PELLEGRINI
III. 1236. 3 ; 5596. 6 ; V. 5997. 6 ; 6026. 6 ;

X'upula VI. 2760.
6. 7 ;
pujnlla 1874. 8 ; Pujûs 5537. 7. Il yupjpa attestato
dal prov. jôjya, a. ir. pouim, lad. jôpa^ it. jQjjpa credo, con
Stolz IF. 15. 62, che sia un' imitazione d'nna voce infantile,
già esistente in latino ; cfr. ted. babbi, ingl. bubby. Il rad-
doppiamento consonantico in tali vocaboli è abbastanza
frequente ed ha una ragione onomatopeica, cfr. puppa, attn
'
padre "
gr. «rra, got. atta, a. a. t. atto.
siijj'iÀnus.
Da *sapi-pìmis (W. Meyer KZ. formazione

28. 171),
composta di un gali, ^sajjos e lat. pinus. Al dominio gal-
lico corrisponde l'estensione del vocabolo romanzo (j^rov.
sap, a. fr. sa}), fr. sâpin Grober ALL. V. 459) probabilmente
;
;
significava un genere d'abete proprio della Gallia. La forma

con la doppia si continuò perchè dai parlanti era sentita
la composizione, o perchè il vocabolo nacque tardi.
ajypvimus.
Liv. Andr. Od. 11. B. Certo da ad-primiis, cfr. iujqêr
da '^tod-per, quippe da "^qiùd-pe, qulppiam da * qìùd-jnam.

Cosi si trova apjprhne in Plauto e Terenzio, nel tardo la-
tino anche applene (cfr. Skutsch ALL. XII. 213). Da ap-

prim- anche il prov. e cat. ajn'imar (Kòrting. s. v.).
Lettera T.
cattus ').
Le più antiche testimonianze del nome si hanno verso

la metà del I sec. di Cristo e ci sono date dal celtico: un
re irlandese viene chiamato col soprannome di Cenn Cait
1) [Si confronti ora O. Keller in Athen. Mittheit. 23 (1908)

p. 40 sqq. G. V.J
.
CONSONANTI DOPPJK ETC. IN LAT. 381
'
Katzenkopf (Thurneysen Keltor. 62). Si risale ad un
'
^qatoa giovane animale cfr. catulus. In latino la prima

' '
menzione si trova in Marziale 13. 69, dove sono nominate

'
Pannouicae cattae ', indubbiamente col significato di vo-
latili (cfr. nota del Friedlander a Mart.). La parola deve
aver avuto un senso più largo; solo però verso il 500 d. C.

si trova usata nel senso di '
felis ', in due epigrammi afri-
cani citati da Sittl ALL. V. 133. Quanto alla grafìa sono
ugualmente attestati cattus e cdtus (Sittl 1. e). Io credo
che la forma cattus sia il vezzeggiativo di catus. Il romanzo
risale a "^gattus (già nel cod. Salmasiano dell' Antologia,
del secolo VIII) per la penisola iberica e per l'Italia, a
cattus per la Gallia. Anche in tedesco si riflettono entrambe
le forme: colla consonante doppia, a. a. t. kazza, e colla
semplice, a. a. t. kataro. Bruinier (KZ. 34. 380) crede Kater
la forma originaria, Katze la '
Koseform '.
matta '
stuoia '
Parola fenicia, cfr. ebr. mitthdh '

coperta ', da unirsi a
ndthàh '
allargare ', cfr. laforma natta in Gregorio di Tours.
La grafia matta ci è attestata anche delle forme germani-
che : a. a. t. inatta^ m. a. t. matte, a. ingl. meatte; la forma
dialettale matze ci attesta che l' imprestito è anteriore alla
seconda rotazione delle mute (Kluge» s. v. Matte 2).
âgitta.
sagitta CIL. VI. 10053. 14, aaglttae ib. 10545. 2; sagit-

taria V. 8742. 2; sagittandi III. 4832. 4; sagittar{iorum)
ib. 335; sigitta VI. 7758. 2; sicittae ib. 7758. 1.
La grafia etimologica, a quanto pare, è sagita 0, da

sag-it-a '
quella che vola per mezzo di un sagura '. La
forma sagitta forse ha subito uno scambio di suffisso. Anche
il romanzo risale a sagìtta (Gròber ALL.
V. 456); così pure
il cimr. saeth, corn. seth, armor. saez (Loth o. e. 204).
i) [auyixtt (Laur. .55, 4) in Leo Tact. 19, 52 (ap. H. Schoene, Aus der
antiken Kriegscnirurcjie p. 2, 25 11.) sarà semplice grada bizantina. G. V. |
382 M. PELLKGKINI
littera.
leiteras CIL. I. 198. 34 (631-2 a. n. e); literaive ib. ib.
207. 6 (età dei Gracchi); literae ib. ib. 208 (bis) (età dei
Gracchi); litteras ib. ib. 203. 10 (67G a. u. e). Dopo il set-
timo secolo dalla fondazione di lioraa diventa generale la

grafìa con -tt- che è in gran prevalenza anche nei mss.
(v. Brambach, Hulfsb. s. v. Georges Lex. d. lat. "\Vtf.). La
;
forma leitera, attestata in iscrizioni, porta ad escludere l'eti-

mologia data da Keller o. e. 119 dal gr. ÓKfM^tga, con rife-
rimento a linere. Si risale invece a idg. *Zet- {lino, Xtìoc,
ÀiTÓg liscio ') con un determinativo di radice -t- (cfr. la
'
stessa radice con determinativo -p- in ^leip-ico-s *li-])-icos

lipiAtii), onde si ebbe lei-t-era lltera ;
quanto al raddoppia-
mento, esso è dovuto all'accento sulla terz' ultima.
lactuca.
lattuca Ed. Diocl. p. inf. III. 6: ?MxTovxa Diosc. II. 174

G. ; II. 165 G. L'assimilazione di -et- è una peculiarità dia-
lettale, forse dal latino d'Etrnria, perchè tutte le lingue
romanze, e certo anche l'italiano, risalgono a lactuca (cfr.
rum. laptuca). Così in App. Probi 198. 6 è stato proposto di
mutare il '
brattea non brattia '
in '
bractea non brattia '.
In generale si può dire che l'assimilazione di -et- in -tt- ci
è sporadicamente attestata in iscrizioni di tutte le ejôche

e di tutti i paesi. Anche dopo dittongo, -etsi assimilava
riducendosi poi a -^; cosi in App. Probi 198. 30: auctor
non autor; auctoritas non autoritas. I primi esempì in
iscrizioni sono molto tardi, della fine del V secolo (cfr. Zim-
mermann Eh. M. 45. 493 e Seelmann Ausspr. 348). Da *aw-
ioricare derivano lo spag. otorgar, port. outorgar, prov. au-
torgar, autreyar, fr. otreier (Ullmann 1. e. 214).
blatta.
La stessa assimilazione dialettale di et in tt è ammessa

da Kretschmer Einl. 148 per spiegare blatta, cfr. lett. blaktf,
lit. bldJxè '

cimice '.
CONSONANTI DOPPIE BTC. IN LAT. 363
projytervus ii'^'otervus.
pro^derve si trova in Plaut. Triic. 256 A; proptervìs

nei due codd. parigini di Hor. epist. ad Pis. 233, cfr. anche
Lòwe Prodr. gloss. 356, 453. Perciò non è del tardo latino
come crede Keller o. e. 138. In frotervus si ha l'assimila-
zione volgare abbastanza diffusa di -pt- in -tt- ridotto poi
à perchè precede all'accento. Agli esempì di assimilazione
-t-
enumerati da Seelmanu o, e. 299 si possono aggiungere i

seguenti:
Settembris CIL. XI. 2885; Setebris ib. ib. 4075; Setima
VI. 3; 23639; Settidium V. 8139. 6 (Pola); Setidium ib.
8143. 1 (Pola); Settidia ib. 8143. 1 (Pola); 8etimio VI.
10246. 6; 2590. 2; SEPTIMIE ib. 10246. 6.
La testimonianza più antica di assimilazione è del

19 d. C: scritus in CIL. IX. 2827.
imltere.
La forma mitere è attestata in Lex rep. LXXI del-

l'anno 631-2 a. u. e. (dimitere). Nella Sent. Min. del 637
a. u. e. (Polcevera) accanto a mitat (CIL. I. 199. 31 = V.
7749) si ha mittere (ib. 44) e immittere (ib. 41). La grafia
etimologica è mito mlfere, qualunque delle due etimologie
proposte si preferisca (v. AValde). Io credo che il raddop-
piamento dovuto alla forma dell'infinito propa-
di -t- sia
rossitona (notisi che si ha mitat accanto a mittere nella
stessa iscrizione) e sia poi stato esteso per analogia anche
al presente. Più tardi è generale la grafia -tt-: amittere CIL.
IIL 11411.4 (Pannonia Inf.); comitto VI. 10229. 30 (Test.

Dasunii 108 d. C); committo ib. 65; 104; comnitto III.
10236. 6. Anche le lingue romanze risalgono a mtttere
(Gròber ALL. IV. 118).
lltus.
La grafia littus, pure attestata (cfr. Htibner in Fleck.

Jahvb. 77. 363), io la credo dovuta ai casi della declinazione
.
384 -M. PELLKGKINI
dove il vocabolo era proparossitono come littoris, littòri ecc.

Cfr. futtiiis (da futilis da "^ffitus) che è la grafia meglio
attestata (v. Brambach Hulfsb, s. v.). Per l' unione di /«Y-
tilis con *fTitus fuiìdoj sebbene futus avrebbe dovuto avere
u (forse l'allungamento è dovuto a fùsus), cfr. Paul. Fest.
63 Th. d. P. Futtiles dicuntur, qui silere tacenda ne-
:
'
queunt, sed ea eiFundunt. Sic et vasa futtilia a fundendo

vocata '
blatero^ hlattero.
Onomatopeia, come pure hlatio, hlattio; sono attestate

ambedue le grafie, v. Tlies. s. v., blatero è quella etimologica,
Matterò probabilmente perchè il vocabolo è proparossitono.
Del resto la forma blattero è abbastanza antica, cfr. Paul.
Fest. 24 Th. d. P. Da esso l'i tal. battolare ed altri voca-
boli dialettali, cfr. Caix, Stud. di etim. ital. e rom. 189.
gluttus, gluttire.
Si trova anche glntus, glutire che sembra la grafia eti-
mologica (v. Walde 1. glnta

s. gozzo ', jô-
v. gula), cfr. a. s. '
glutati ^
(Kretschmer o. e. 149). Ma glutiisiê
inghiottire '
è attestato in Gioven. 4. 28; cfr. anche Paul. Fest. 70 Th.

d. P. Anche it. inghiottire, prov. englotir, fr. engloutir, cat.,
a. spag. englutir ci attestano gluttire. Qui pure il raddop-
piamento consonantico sarà dovuto al fatto che si tratta
di una voce onomatopeica: cfr., oltre a Paul. Fest. 1. e,
anche C. GÌ. L., II. 29. 32: gluttit xooxxa oorn; rraoa rtoxrio.
vetonica, vettonica.
Sono attestate ambedue le grafie (v. Forcellini s. x.).
46 sarebbe dovuto ad eti-

vettonica secondo Plinio n. h. 25.
mologia popolare da Vettoìies popolo della Spagna. A ret-
tonica risalgono le forme popolari a. fr. vetoine, mod. fr. bé-
toine le altre forme romanze sono vocaboli dotti (Gròber
;
ALL. VI. 142).
21. 5. '909
glittus.
'
Glittis, subactis, levibus, teneris '. Paul. Fest. 70
Th. d. P. Anche il glattus di Catone r. r. 45. 1 che Pauli
credeva un altro vocabolo col significato di suolo vischioso '
'
è stato corretto da Keil in base ai mss. in glittus. Deriva

da *glel-t-wo-i> cfr. lit. glìtìis liscio per la radice vedi ' '
;
AValde s. v. gius.
quattuor.
CIL. V. 6731. IG; 17; 1693. 10; 6731. 16; qaattor

qttatuor
ib. VI. 1080. 8; Vili. 58438573 XIV. 980 1819 Ephem. ; ; ; ;
epigr. V. 62 n. 165 quattur v. Schuchardt Vok.II. 519,

;
e ib. x^vTovQ Marini Pap. diplom. CXXII. 82 (Ravenna

591 d. C); qattus Hlibner Inscript. christ. Hisp. n. 22 a; 22 b,
(anno 566 di C); quadtus GIL. IV. 1679 secondo F. Bii-
cheler (ALL. I. 102); quutor VI. 12675. 5; Vili. 8789;
XII. 4247; quarltuor Archàol. Zeitsch. 1848 p. 378.4; qaaf-
tuor CIL. 202. 2; 18; 21; III. 6712. 10; 10239, 3;
I.
p. 1919 Mon. Ancyr. 2. 9. 30; CIL. V. 7495. 7 (Chieri):

(bis);
VI. 6824. 2. Io credo con Jordan Hermes 16. 51 che la forma

qaattor cui risale anche il romanzo sia dovuta ad assimila-
zione di -tw- in -tt- quattuor è una forma contaminata uscita
;
da quatuor e quattor.
battuere.
si trova già in Svetonio (Heraeus ALL. XII. 270);

baHere
battunt in Frontone 56. 7. N. batterit Lex. sai. 35. add. 1 ;
;
hattes Chirone 25; bataltur Don. Ter. Eun. 381; (altre te-
stimonianze in Thes. s. v.). Il romanzo risale a battere e

battalia (Gròber ALL. I. 249). La spiegazione di queste
forme è la stessa che per quattuor^ battuere è una forma
contaminata. (Per -tt- da -tw- cfr. l' it. stetti da '^stetni).
vitta.
vittatis CIL. VL 2165. 25 (87 d. C): 2067. 52 (90 d. C);

2071. A. 7 (imp. Domiziano); 2080. 38; 2095. 4 (Marco Au-
Studi ital. di filol. class. XVII. 2)
386 M. PELr.KGRlNl
relio) ;
hittatis VI. 2099. 25 (183 d. C). —
vitta è da ^vitwa.
Pauli e Solmsen (KZ. 35. 476) vorrebbero partire da vita
ma questa grafia non ci è mai attestata e il romanzo ci at-
testa un y (Gròber ALL. VI. 145; Marx s. v.).
cottidie.
quottidie CIL. III. 10716 : cottidie Lex Iiilia mun. 709

a. u. e. (I. 206. 16); Ed. Diocl. A. 9; CIL. VI. 1783. 32;
cotidie V. 532. A. 18 (anni 138-161 d. C). In cottidie si ha
una sincope : v. Lindsay-Nohl 644.
m ut tir e.
È uno '
Schallwort '
cfr. mutmut facere in Walde Wtb.
s. V. mugio; mùtire pure attestato (Vendryes o. e. 121) è per
analogia di mùtus.
hrUtus.
Questa grafia è costante per il latino {v. Thes. s. v.).
È da unirsi al lett. gruts '

pesante ', con umbro-sannita h-
= idg. ^"'. Il romanzo

concordemente *brùtfus
ci attesta
(Grober ALL. I. 253). Il raddoppiamento è dovuto al carat-
tere di soprannome di scherno, cfr. Jiaccus, oppure a con-
fusione con un altro nome proprio molto frequente presso
i Romani: Brnttius Bruttia CIL. VI. 13121.4; Brutti ib.
7582. 2 (180 d. C.) Bruttius ib. 7583. 2 (cfr. anche For-
;
;
cellini-De Vit, Onom. s. v.).
Lettera N.
cachiìiìius.
Non è preso dal gr. xayyjccjuó; {xaxaaaóg) con riferi-

mento a hinnio come vuole Keller o. e. 74, ma da *kak-
/.nr/-)/o-s, dalla stessa rad. di xaxxdô) •= *JxalJ>xìd-jò^ cfr. ai.
CONDONANTI DOPPIE ETC. IN LAT. 387
kallhati. Per l'assimilazione della dentale alla nasale cfr.

vanmis da *vat-no-s (a. a. t. icanna da *v:(in^na), vinnus da
"îcintuo- (got. ìcindctìi), cunnus da *cutnos.
hinnus, inuleiis.
Si trovano anche le grafìe giìinu^, hinnulas, hinnuleus.

Si ebbe la confusione didue vocaboli diversi hìnnus nato :
'
da cavallo e asina è certamente un imprestito dal gr. l'vvog,

'
che secondo Meister KZ. 32. 144 è forma dialettale eolica

o nord-tessalica (per un greco comuue *l'vog) che poi si
estese a tutti Con hinnus vanno hiimulus e hin-
i dialetti.
nuleus per contaminazione di inuleus. Lia, forma parallela
ginnus è dal gr. yivvog con gamma non ancora spiegato. —
inuleus '
cervo '
risale col gr. evaXog a idg. *enlo- con tarda
intrusione di -u- epentetico (gr. -£-). Cfr. arm. ul '
capra
di un anno '
da "ônlos in rapporto apofonetico con "ênlo-,
H iniziale e il raddoppiamento di -n- sono dovuti a hinnus
hinnulus.
annus.
La grafia prevalente nelle iscrizioni è colla doppia na-

sale, la consonante semplice si trova però specialmente
frequente al genit. pi. perchè diveniva protonica, così per

es. : anorum CIL. 10 4499 4517 4522. 3 4570. 4
III. 4458. ; ; ; ;
5114; 6594. a; 10769.5; 11686.3; 1895.6; 1922

9220;
2382; 2640; 2693; 3059 3086; 3195. 6; 3299 3; 3381; 3690
;
14359*3.3; 14359 2*. 2; 14365^6; 14457.7; 15004. 4; II. 827

959; 1126; 1451; V. 4902. 3; 1391. 3; 5215. 4; 6196. 4. Na-
turalmente l'analogia degli altri casi del sing. e del plur.
dove si doveva avere la nasale doppia avrebbe sempre tur-
bato la legge fonetica, posto che fosse sicuramente tale.
Anche il romanzo risale a annus. Deriva probabilmente da

"âtnos (got. a^n n. anno ', cfr. ai. dtat'i va '. Per il raf-
' '
fronto coli' osco-umbro akno- v. Brugmann IF. 17. 492.
annona.
La gi'afia è costante anche nelle iscrizioni. Del voca-

bolo sono state date parecchie etimologie tutte possibili,
388 M. l'KLLKGRlXI
nessuna sicura. Fròhde BJB. 1. 329 da *asno-na (cfr. got.

asaiis autunno; raccolto ') *ànOna poi annòna per etim.
^
popolare da annus (v. Kretschmer Einl. 145 n. 1, che rac-

coglie atti vocaboli da unirsi al got. asans). Lo stesso Frolide
diede poi un'altra spiegazione (BB. 21.322): ann-{annus)
-f *osna col significato di entrata annuale '; ma simili for- '
mazioni sono rare nel latino. Tralascio altre etimologie

meno probabili; soltanto mi sembra degna di menzione
quella di Keller perchè concorde colle notizie degli an-
tichi. Egli spiega annòna da ad nòna(s) nella frase ^
ad
nundinas ire ', nel significato di '
ciò che va al mercato,
biade, cereali ecc. '. I passi degli antichi da confrontarsi
sono Isid. or. 20. 2. 13 ;
-Toh. Lyd. demens. 4. 43.
sollennis.
La forma più antica è sollemnis; così in GIL. I p. 285

XXIV, ed è anche la grafia dei mss. più autorevoli (Bram-
bach Hiilfsb. s. v.). si debba ri-
Perciò è inverosimile che
da cui più tardi sollemnis come vuole Thure
salire a sollennis
neysen ALL. XIIL 25. Deriva da sollus e da un vocabolo affl-
ai l'osco amnud ^
circuitu '. L'assimilazione di -mn- in -nn-
è del latino volgare (cfr. alonnus CIL. III. 2240, ahoto
V. 6271. 5). Può anche darsi che in sollennis ci sia l'in-
fluenza di annus cfr. Fest. 426. 13 Th. d. P. E solennis per
influenza di solere (cfr. Albino, VII. 310. 32. K).
jjunuSj pannus.
Probabilmente sono due vocaboli distinti fino dall'ori-

gine I) pànns è un prestito dal dor. Tiàvog
: att. Tif^rog ed =
ha l'identico significato das auf die Spule gehaspeite Garn
:
'
des Einschlags ', Georges. IT) j^'^f^î^^s è in origine un tema

in nasale, cfr. got. fana, a. a. t. fano, da pre-germ. "^pono-n
(Kluge® s. v. Fahne) ; a. si. o-pona 'tenda '
o-ponjava
'
vela '. Si risale ad un idg. *(s)^;au-. Il latino ebbe "^pànon,
gen. *pannós, donde estrasse un 2}iinnus con -nn- che passò al
terna in -o- (per influenza anche ^ì jjunnus = Tràrog?). Traccie

CONSONANTI DOPPJK ETC. IN LAT. 389
del tema in nasale abbiamo

nel latino stesso in pannibus at-
testato da Carisio I. 54 K
per Ennio, e in Pomponio com. 70,
nel diminutivo ^lannunrulus. Tutte le lingue romanze con-
tinuano la forma paanus (Gròber ALL. lY. 427). A torto
Keller o. e. 97 spiega nn di ponnun per falsa etimologia da
"^jjannere, (non attestato !) = ^âuclere.
strènay strenna.
Probabilmente è un vocabolo sabino che significa 'sa-

lute '
cfr. Lyd. de meus. 4. 4. A sirèna risalgono sardo :
ii^trina, port. estreia, prov., cat. estrena. A strènna : forse il
fr. étrenne, certo l'it. strenna. L'etimologia non è nota; sem-

bra però da unirsi a ttrenuus. La grafia originaria sarebbe
sirena] strenna risale a strenua = sirena (in Orelli inscrip.
2417) biasimata da Consenzio Gr. lat. V. 396. 26 K. Lo io
si sarebbe assimilato alla nasale precedente, cfr. qui, 389,

quattor da quatuor, battere da batuere, ita.\. fottere àsi futuere.
Lettera M.
lamina.
Anche lamrna, lammina^ lanna tutti attestati, cfr. Brarn-

bach Georges Lex. d. lat. AVtf, Stolz HG. 206.
Hiilfsb.,
A torto Keller o. e. 278 spiega lamina da èXa{o)t.itrr^ ge- '
triebene Arbeit La grafia etimologica non è lamina ma

'
.
làmma cfr. a. irl. lanìi Schuppe (idg. mn '

celt. nn] '
^
Brugmann Grdr. I- 376) a. isl. Ids Schloss da */ams- ' '
efr. a. isl. Inm. Bisogna ammettere già per l'indogerma-
nico un tema in -n- ed uno in -s-. Il latino risale ad un

tema in nasale làmn-a pii!i tardi inseri una vocale epen-
;
tetica e fece lamina, cfr. fèmina da ^fè-inna^ guminasium

= gr. yvavàonìv. L'accentoprodusse, come in altri proparos-
sitoni, raddoppiamento della consonante, lammina (Verg.
il
Georg. T. 143. Ribb.) però v. qui p. 365. Da lamna si fece

:
anche lanna (Aruob. 2. 41) per assimilazione, cfr. alonnus

da alumnus, sohnnis da solltinnis, clonnus da domnns. lamna
ci ha dato Ta. spag. lana^ prov. lama, fr. lame.
390 M. PKLLRGKINI
imago.
itnayinum CIL. VI. 455. 6 (168 d. C); imagine ib. ib.
543. 2 (115 d. C); hnago ib. ib. 1724. 12 (435 d. C). La

grafia etimologica è imago da unirsi ad imitar, aemulus. Il
romanzo risale, almeno emago (a. prov. emagn,

in parte, a
n. prov. eamage; altri vocaboli romanzi sono dotti (vedi
Ullmann Rorn. Forsch. VII. 185): il tose, maniato può esser

da i- come da e- Anche in App. Probi 192. 2 K si legge
4mago non emago Heraeus però (ALL. XI. 63. 326) sembra
'
:
voglia, secondo me con ragione, mutarvi, emago in immago,

attestato anche in C. GÌ. L. V. 110. 39. Siccome troviamo
anche la forma inmago (Heraeus 1. e), non c'è dubbio che
il raddoppiamento è dovuto a pseudo-composizione seguita
da assimilazione.
nummus.
La grafia meglio attestata è nummus (Fleckeisen 50

art. 21, Brambach Hulfsb. 50). Non è preso a prestito dal
siculo-tarentino rovutnog, poiché questo stesso ha carattere
di 'Lehnwort' cfr. gr. óov'^ óovxóg = lat. dux (Wessely Lat.
el. in d. Graz., "Wien. St. 24. 127). E piuttosto parente ab
origine del gr. vóiiiog dalla radice nem-. Il suffisso era pro-
babilmente -mo-, cfr. lit. miomas
Secondo "Wie- '
faenus '.
demann BB. 30. 217 si risalirebbe a *nòud-mos con grado di

allungamento; a torto, secondo me, perchè Vu di nummus
è breve (v. Sovnmer Hb. 80).
Lettera S.
JÔliO, JJOblli, posiui.
yono da ^lìó-yuw *posno, positi per "îjotlvi. In iscrizioni

la forma del perfetto è spesso scritta con doppio s, rad-
doppiamento prodotto da u semivocale, cfr. sopra hat-
tuere^ qn-ittuor, ecc. Cosi: j'ossuit CIL. II. 5736; III. 2756;
CONSONANTI DOPPIK ETC. IN LAT. 391
15196.'' 5; VI. 2524. 11; posii{uit) ib. IL 2793; 5738; pos-

suerunt ib. III. 7553 (Kiistendsche) ;
possit ib. V. 8152 (Pela) ;
ib. ib. II. 2601 ; 2712; jôsit ib. III. 4517. 5; 4575. 6 ; 4589 ;
VI. 3673. 7; 5846. 6; 6038. 4. Dunque possuit sarà po&sit

-\- posuit Seelmann o. e. dimentica questo caso di '
gedehn-
tes s ', non ricordando se non vocaboli in cui è preceduto
da dittongo o da vocale lunga. In poasui (o. e. 126) vede
un'assimilazione di -m- (da ^porseiuei * possivi possui ; da
*pjorsitum *possitns)] io lo credo jôco probabile anche per-
chè -*•&•- si trova solo non mai al supino. Seel-
al perfetto,
mann stesso cita un solo esempio clispossitus Eossi 103 :
{343 d. e).
oss (v. Stolz. Hg. 346), ossis.
Anche in iscrizioni si trova frequentemente la forma

ossila che non è certo sia dovuta ad analogia di genua come
vuole Meringer (v. AValde s. v.). Può essere antico tema in -m-,
cfr. gr. òOTéov '^òGTtfov. Il doppio s pare dovuto al nomi-
nativo, poiché qui soltanto st poteva dare i>s trovandosi alla
fine della parola (cfr. Sommer Hb. 311, nota 6). Vedi anche
Meillet, Les Dialectes indo-européens (1908), p. 61; e per
altre meno probabili anche Walde s. v. La
spiegazioni
forma ctsjta è antica non è una formazione analogica re-
cente; cosi per es.: ossivi CIL. L 957; OSSIVA VL 8353. 3;
ossila L 1010; IIL 2098; 13374. 7; V. 1496. 2; X. 3653. 10;
Vili. 4637 1(X)01 VI. 5005. 3

; 5312. 2 6443. 2. Anche
; ; ;
Consenzio (Llr. lat. V. 396. 25-7 K.) biasima ossxia.
veiiklca vesbìca.
La caduta di /* produsse l'allungamento della consonante

(anche romanzo risale a vesslca, v. Gròber ALL. VI. 141 ì,
il
perchè -ns- non era primario ma derivato da -nst-, cfr. ai.

vasti-, a. a. t. wanast (tcenist), m. a. t. vanst {icenst): Kluge
V^tb.« s. V. AVanst. Cfr. friinsus defrensam detritam atque

{'
detunsam '
Paul Test. ,52 Th. d. P.) che ci diede fressus.
(Ed. Diocl. III. 11: fabe fressae ; 12: fabae non fresse)
masso '
mastico '
da maiisus (* mand-tos) part. di manfìo.
392 M. PELLEGHIXI
dissero, diiertus.
diêrtus si trova già in Paul. Fest. 51 Th. d. P., come

derivato dal verbo. Lo scempiamento doppio s è do-
del
vuto a trasposizione d'accento; cfr. pusillus da ^^mì-sjV/mìì di-
minutivo di pullus da "îjiitsloi-.
casa.
Da '^ cassa, cfr. cassis-idis. Sul derivato casfllis, con re-

golare scempiamento della doppia, si rifece Cfisa.
L IN LATINO.
L era pronunciato palatale (/') o velare (l) già nell'ita-

lico a seconda della natura della vocale seguente. Questa
differenza appare in special modo dall' effetto esercitato da
l su un e precedente, per es. holus da *helos, porcolos {por-
culus) da *porcelos, spatola (spatula) da ^sjjatela. V invece
lasciava intatto un e precedente: così rimasero ceìer, sce-
lestus (Osthoff Trans. Amer. Pini. Ass. XXIV, 50-65). Questa

diversità di pronuncia si mantenne fino ai tempi più tardi
del latino e ci è attestata in parte da dissimilazioni, per
es. canculus = calculus
{xavxovkcaoQi, anno 301 d. C), ed
che in alcuni casi si scrive -II- per -V- da-
in parte dal fatto
vanti a vocali scure per distogliere dal pronunciare l ;
l'esempio tÌ2)ico è crocodillus = xooxóòsiXog notato da Havet

1. e. Per il passaggio di -l- ad -u- si può confrontare : cre-
tese tcvxcc = ion. à^.xì'i; ^éVYoo = oraer. O^élyoì. Ma la distin-
zione fra V e l viene fatta anche dai grammatici di tutte

le epoche. Plinio (Prisc. II. 29 K) distingueva tre sorta di
l: '1 triplicem, ut Plinio videtur, sonum habet exileni ;
quando geminatur secundo loco posita, ut ille, i\Ietellus;

plenum quando finit nomina vel syllabas et quando aliquam
habet ante se in eadem syllaba consonantem, ut sol, sii va,
flavus, clarus ; medium in aliis ut lectum, lectus '. l ple-
num corrisponde a Z; Z exile /' quanto a l medium io
;
credo che sia anch'esso un l palatale. Naturalmente anche

V davanti ad -i- ha colorito più chiaro (= palatale) che
CONSONANTI DOPPIR ETC. IN LAT. 393
innanzi ad -e-. Nel nesso -II- poi si ha una pronuncia che

si avvicina più a -If- che e quella di -Z'- davanti ad -e-.
Notevole a questo proposito è un passo di Plauto (Asin. 65)
dove si trova ohsequalla =
obsequèla i) e così pure in Turpilio
e Afranio per testimonianza di Nonio 215 M. Non prive
di significato sono anche le seguenti grafie d'iscrizioni:
querellarum Ed. Diocl. A. 10 (anno 301 d. C.) e accanto :
querelìarum ib. B. I. 16. {G)aUeno CIL. VI. 2809. 2 (anno 265

d. C), Calhno {= Galieno) ib. 2819. 10 (a. 266 d. C),
Callieno ib. 3335. 2. Una tale pronuncia di -II- viene con-
tinuata dallo spagnuolo e ci è già esplicitamente atte-
stata da Isid. or. I. labdacismus est quotiens unum
31 :
'
1 (= Z'),
exilius duo largius (/) proferimus, quod contra est,
nam unum largius, duo exilius proferre debemus '.L'alba-
nese mostra pur esso negli imprestiti dal latino un V di
ci
fronte a -II-. Cito alcuni esempì tolti da Pedersen KZ. 33. 536:
hnVd =
hnWa,; /jaFd =
Tabella; Aa^s caballus; ng'aVe an- = =
guilla ;
purd = pullus ;
s'aTf) = sella. Diomede (I. 453. 3 K)
nella seconda metà del IV secolo parla anch' esso di l ple-
num (= velare). A torto Petr in BB. 25. 152 lo identifica
con l medium di Plinio; cita hctus, -m, Diomede lucem, il
primo parla di / palatale, il secondo di / velare. Servio

(IV. 446. 12-13 K) nella prima metà del V secolo, Pompeo
(V. 286. 7 K) nella seconda metà, Consenzio (V. 394. 22 K)
rimproverano varie specie dì labdacismi che sono certo
dovuti a pronuncio dialettalicosi i Greci scempiavano -II- :
quando parlavano latino, come ci avverte Consenzio al 1. e.

Ma il fatto più importante è che tutti questi grammatici
mantengono la distinzione fondamentale fra -V e -/- :
{ exilis (Plinio).
r chiamano ^ tennis (Servio e Pompeo).
f
subtilis (Consenzio).
i piuguis (Pompeo e Consenzio).

(
plenus (Plinio).
1) Cfr. anche mellum '

collare per cane ', volg. melium, e mae-
liuìn. -Il- è etimologico da -ni-, cfr. ìuonVe.
394 M. PKLLKtiRlNl
Di l medium {l seguito da e) dopo Plinio non abbiamo
più menzione Consenzio al 1. e. lo considera come exilis

;
e cita ' lepore come esempio.

'
SCEMPIAMENTO DI -U- FRA -?- ED -Ì-.
Il snono -II- fra -7- ed -i- si ridusse ben presto a -/-
anche nella grafia poiché la pronuncia era quasi la stessa.

La confusione che si nota nelle iscrizioni ce lo prova. Cito
alcune testimonianze dallo spoglio del CIL. :
Jìllia III. 14092. 3 (Pannonia ^\x^.)) fillh VI. 13484. 2;

Jìlliorum ib. 13484. 7.
*
OpiUus III. 1330. 5. 8, ma ;
Ojjellia ib. 1330 2.
PhilUpi III. 8113. 6; PhiVijqn ib. ib. 7 (Mesia Super.).

Ofillius VI. 10243. 15 (anno 110 d. C.) ; OJillh ib. 1039. 5;
Oflia ib. 10394. 7.
PopilUics VI. 10396. 10; 5560. 2; PopiUiae ib. 5560. 3;

Popilius ib. 13309. 2 ; 3.
AviUius VI. 2484. 1 ;

12902. 1 ; 12903. 5 ; 12907. 1 ;
12908. 3; 12910. 1; 12911. 1; 12912, 1; 12915. 2; AviUi

12901. 2; 12903. 3; 12904. 1; 12908.2; Avillio 12900.2;
12905. 1; 12909.2; 12914. 2; 12916. 4; Avilius 12906. 5;
12919. 4; Avilio 12913. 2; Avilia 12918. 1 AvUiae 12919. 2. ;
AquIUius VI. 12274.3; 12266.3; 12255. 1; 12256. 1;

12257. 1 12261. 1 2 4 5 6 12262. 1 12263. 1 12264. 1
; ; ; ; ; ; ; ; ;
Aquillia 12261. 1; 12270. 1; Aquilliae^ 12274. 1; Aquil-

liaeA2271. 1; 12272.2; AquiUiis 10407. 7; 12259.6; 12269.2;
Aquili 122.58. 3; A. QVI. LI 122259. 2; Aquilio 12260. 2;
12265. 3; 12273. 5b; AquiUa 12273. 2; 12260. 3; 12276. 2;
AquiJiae 12269. 1.
La divisione A QVI. . LI (CIL. VI. 12259. 2) di fronte
a quella per es. di AEEL . LI (ib. 12288. 2) è
. significa-
tiva; essa ci attesta che il lapicida non pronunciava una
consonante doppia ma un l palatale. Alcuni hanno voluto

vedere in questi esempì un fatto morfologico e non foiietico;
cosi Vendryes o. e. 114 lo spiega collo scambio di suffisso:
come accanto ad -èia si ebbe -ella per estensione analogica
dei diminutivi, così accanto a -lliiis si sarebbe foggiato un
-illius. Io non lo credo probabile, perchè è contradetto dalla

presenza simultanea delle due forme (con -l- e con -U-)
anche nella stessa iscrizione. Quando un nuovo suffisso si
sostituisce ad un altro finisce con scacciarlo del tutto, però
è poco verisimile che dalla stessa persona e nello stesso
documento si adoperasse un vocabolo con due diversi suf-
fissi che non potevano avere funzione semasiologica diffe-
rente. Secondo me da Aquilas (CIL. II, 586 Lusitania)

formato da Aqu-ilo-s si trassero i derivati Aqn-ilto-s, Aqui-
lela, Aqu-iìònia. Fròhde BB. 3. 286 spiega Aquillius da
Âquilulo *Aquillo, ma
l'inverosimiglianza di questo doppio
diminutivo è già stata notata da Wòlfflin in ALL. XII, 303.
A conferma della mia opinione si confronti pàpilio far- '
falla, tenda (linguaggio militare) da ] d-jyil-io con raddop- '
piamento della radica (AValde s. v.), che si trova anche

fr. Arval. anno 218 e nella parte
scritto papillio in Act.
greca Ed, Diocl. naTxvXiwva. La derivazione ci offre
dell'
poi due esempi sicuri di scempiamente di -II- etimologico,

essi sono: vìlicus e milìa.
villa, vilicus.
villa da ^'vìc.sla (non da *vidla come propone Zimmer-

mann IF. 15. 123), per concorde testimonianza di molte
lingue indo-europee: got. tceihs, a, fris. iclkj a, sass. «Te, a. a. t.
tcìch (v. Uhlenbeck Got. Wtb. s. v.), a. pruss. icais-ipattin).,

lit. rè'jjz-, asl. vuì^ a. \y\. fieli ^ lat. vìcus, gr, oixog, alb. vitê,
ai. vie-. Per l'assimilazione di -ci- in -II-, cfr. jìaullus da

^jjaucalos (pauxillus), vervella da reryec'Za (vervec-is) ; e v.
mille qui sotto. In villa -II- è dunque etimologico; 7 lungo
anche in iscrizioni, per es. CIL. VI, 9834, e nelle lingue
romanze (Grròber ALL. VI. 143). Nel derivato invece si ha
quasi sempre -l- semplice; lo scempiamente non può esser
dovuto all'accento perchè vìlicus è proparossitono. Testi-
monianze epigrafiche: villam CIL. V. 1051 (Aquileia) III. ;
1496". 10 (Dalmazia); vilicus IIL 5611 (Norico); 12463.4

(Mesia Inf.); 14214^1. 2 (Mesia Inf.) ; V. 45507. 5; 5500. 9;
7739.2; VI. 7660.1; 8639 a. 9; 203. 2; 276.5; 532, 5; 586. 7;
39<3 M. PELLEGRINI
619.4; 623. 4; 74.5.3 (auno 177 d.C); 758.5; 774.4; 779.5

842.2; viUcim) V. 737. 5 (Aquileia); VI. 4435. 2; 4450. 2
8495. a. 3; b. 3; 86.55. 2; vllicus VI. 3929. 2; 4226. 6; a. 3
vilici V. 6673. 4 (Vercelli); VI. 10251. 6; vilico V. 7264. 3
(Susa) ; VI. 8669. 3 ; 8676. 3 ; 8664. 2 ;
vi/icae V. 7348. 2
(Gavone); vUlicus VI 615.4; IX. 3517.
ìille, milia.
mille pare un femminile da *smJ-gzhlì, che passò al

neutro per analogia delle centinaia. Per *svii- cfr. jnia da
*(jHU(, per *-gzhli = '^-ghsll cfr. ai. aa-hilara'm e lesb. yt'?^-
Xioi da *;ffo'^/o/. Il doppio l è anche in latino etimologico,

da gutturale + ^? cfr. villa e ]>aullum (tuttavia, v. hellua,
p. 145). Nel plurale si ha quasi sempre mllia almeno dopo
il II secolo d. C. Il vocabolo sarebbe prezioso per stabi-
lire l'epoca in cui -II- si ridusse a -/'- fra 7-/, se la grafia
millia, che si trova quasi costante nel Monumentum An-
cyranum, non fosse dovuta ad analogia di mille, mentre
la pronuncia era già milia. mille, CIL. II. 1414 Betica
III. 3676. 2 Pannonia Inf. V. 6623. 3 Vercelli III. p. 1919. 14

; ;
mIliJens Mon. Ancyr. II f. 34; 24; 25; millia ib. I. 16

IL 4; II. 5. 7; 18; III. 14; 18; 19; IV. 27; 33; V. 2 CIL. ;
IL 2396 2; 3479; IIL 709. 12 Macedonia; IIL 3200 Dalma-

zia; VI. 5305. 11; III 14195». 8 prov. d'Asia; milliariu III
pis. mil. XII. 10 (Belegh anno 85 d. C); ib. ib. 11 (ib.)
p. 2328. B. 3 anno 116 d. C; p. 1964 anno 90 d. C.

p. 2328«^ A. 9 anno 93 d. C; ib. B. 9 ib.; 205. 13 Arabia
milliarium ib. VL 10234. 4 anno 153 d. C: 10246. 6; mil-
liario ib. VI. 1256. 3 anno 52 d. C; 4; milliari{ae) ib. VL
3720. 11; minibus Mon. Ancyr. IIL 16; milia CIL. VL 3554.
16; 13028.8; III. 6931. 10 Cappadocia Tav. cer. di Dacia
XXVL 6; III. 2007. 6 Dalmazia; miliaria III. 14110. 12 (Ne-
rico, anno 236 d. C); VI. 3255. 6; III. 5735. 7 (Norico,
anno 214 d. C); 5746. 9 Norico; III. 205. 13 Arabia; milia-

riia) III. 202. 13; miUarium ib. VI. 10247. 2, anno 252 d.C;
miliario^ VI. 10048. 18: 23; milibus III. 14701/2. 9; 5780

Eezia; ib. p. 1919. 4; 19; 12.
CONSONANTI DOl'PIK ETC. IN LAT. 397
stiUa.
Da per U da -ri- cfr. satulhis da

stirla, cfr. i<tlria ;
:
satur^lus ;
ampuìla da ampor^la hilla da hWIa. Accanto a ',
stilla si ha in Lucrezio atllicìdiuvi cfr. Lachmann p. 33.
Da DneUius si ebbe DuìUius poi Duìlius. Secondo Stolz

HG. 513 la forma più antica sarebbe ^durdom (Duelonaiì ;
diiellum sarebbe dovuto a scambio di suffisso. Solmsen KZ.

34. 4 crede siano due gentilizi diversi DitiUus e Duellius
(= bellus). Quanto alla storia del vocabolo vedi L. Meyer
BB. 3. 79. Duillius oct. triumph. anni 494 a. u. e. (CIL. I.
p. 458); altre testimonianze offre Brambach in Hiilfsb. s. v.
Notisi però che tanto Duìlius che Duelonai sono anteriori
a Ennio ;
perciò -l- può essere = II.
In due casi pare che lo scerapiamento di -II- sia av-

venuto anche dopo -i-, in ilic.o, dubbio, e inilium.
llico.
illieo può essere la grafìa etimologica; ma Fròhde e

Vendryes (o. e. 113) la credono una tarda ricomposizione.
Da *enstldcòd si ebbe forse *inzdlòcód * inzlòcdd *inlòco * Vil-
lico (l'assimilazione di -niin -//- è cosa ben notai. La grafia

ilico è prevalente nei mss. (Brambach Hiilfsb. s. v.) ma pare
che il primo -/- fosse lungo, forse per influenza di ìlicet = 7
-j- licei, (v. Stolz HG. 104). (Oppure, cfr. hrdlua p. 415).
milium.
Da *ìnèlniom, cfr. gr. f.isXirì], lit. malnos. Si dovette

avere anche nel latino un ^rmlUum perchè -In- viene sempre
assimilato, cfr. palla, pallium, jpalleo, j^.'mZ^ìs, sollus ecc. i^n-
che qui si generalizzò la forma con un solo -l- (per le forme
romanze v. Kòrting Wtb. s. v.), mili insti Ed. Diocl. III. 6
)301 d. C.) ;
mili integri ib. ib. 7.
398 M. PELLEGRINI
Legge di mamilla : -l- da -II-.
baliata.
Vedi Brambach Hùlfsb. s. v. inoltre Gloss. Sang. B. 42

;
;
Muratori inscript. 774. 2. Da ballista gr. * âXXiarrjg de- =

rivato da âXXiL,M. La forma originaria hallibta si trova in
CIL. VL 10053.11; 19; VIL 1045; 1046. Le lingue ro-
manze risalgono però a balista.
balaena,
cui risale il romanzo (v. Ivòrting s. v.) ;

dal gr. gaA-
?.a(ra.
camelarius.
Ed. Diocl. 7. 17; da camellarìus. Dal gr. xà(.u]).og il la-
tino fece camTilus^ poi con scambio di suffisso camellus ;

le
due forme vengono anche continuate dalle lingue neo-latine.
Calistus.
Da Callistus dal gr. xà?JaaTog] Callistus CIL. VL 9584. 7;
11031. 2; Ca/lhto 1059. 1; 11969. 2; 12407. 7; Callista

9876. 1; 9883. 2; 10858. 2; CaZ/sê 6303. 3; 9875. 1; 10857. 1.
Numerose testimonianze di Calistus da mss. offre Baehrens

in Fleck. Jahrb. 127, 787.
àlicula.
'
Leggiero mantello ': da "âllicula, dal gr. àXkrj^ àXh^
'
mantello '.
In questo caso può aver infliTtto l'etimologia
popolare da àia.
polenta.
jjollen, -inis è un tema in -en-, cfr. a. pruss. jjie/avìJié, lit.
pelciKu^ lett. j-dnl. -li- è da -///- per conguagliamento della

CONSONANTI DOI'PIK ETC. IN LAT. 399
flessione ^polen ^polnés. Somraer Hb. 226 spiega, secondo

me a torto, -II- da -he-, jjolenta è da ^polUn-ta. In Plauto
(Pseud. 816. A) quando vigeva ancora l'intensità iniziale
e non la legge della penultima, si ha ijolhntarius.
gralàtor.
grallae '
trampoli '
da
grad-lae (gradior), cfr. rallum'*
da *rad-lum, ralla (se. vestis) da "^rad-la. Per gralàtor vedi

per es. Plaut. Poen. 530; gralatores Nonio 119 ed. P; gla-
rafores ed, H).
2Jalleo.
jjalleOj ijullid.us probabilmente da '^

palneo '^'palnidos
(Kretschmer KZ. 31. 379; Stolz HGr. 114), cfr. cipr. TtiXvóv '
(fcaóv. KvTTQioi (Hes.), e palumhes, -bus, dove ci è attestato

anche per un tema in nasale. Il Ut. ijulvas e Fa. si.
il latino
plavtl sono formati con un altro suffisso ma non ci autoriz-
zano a ricostruire anche per il latino un ^palveo come erede
anche Sommer Hb. 226. Cosi lo slov. pelès bianco ', a. '
'boe. pelestg' '

diseolor '
, russ. jjelésyj '
variopinto '
conten-
gono il suffisso -S-. Le grafie palidus, ^ja?or, jjalorem ecc.
sono dovute, secondo me, ai casi obliqui di pallor dove II
precedeva l'accento.
supellex.
Ma gen. supeléctilis. Da super -\- lectub] la flessione è do-

vuta a mescolanza con un altro vocabolo ^ super-legh-tì-lis-,
dà normalmente -II-, ch.'pollingere da '^'porlingere, stella

-rici
da ^sterla e i diminutivi in -ellus, -ella. In App. Probi 94

si legge suppellex non superlex. Io ci vedo una ricompo-
:
sizione non una dissimilazione come crede Ullmann ;

essa
ci è attestata spesso in mss. e copiose testimonianze ha
raccolto Heraeus in ALL. XI. 315. Si può anche confron-
tare pjerlax = pellax in C. GÌ. L., IV. 376. 9. Per lo scempia-
mento di -II- quando era postonico cito le seguenti testi-
400 ^'- PKLLKGlilNl
monianze: supelectih CIL. VI. 4035. 2; 4036. 2; 8973 b. 4;

ib. 5; 5858 b. 4; 8525.2; sujjehcti{li>>) 4357.4; mijjelecti-
(lem) 9049.4; 4471.31; supellectile 3719.2.
pauìlua.
Ma jjaMZ/spfir, 2:)auldtim^ Paulinus ;

paiiUus da *paMc-
s?os cfr. jìauxìlliis. più tardi paulus per influenza delle I
forme arizotoniche paw/f^^yer, ijiiulatim. Paulinus dove -/-
semplice era regolare ').

Pauìlus CIL. VI. 2504. 3; 1304. b. 2; Pau/Z; ib. 1304.
e. 1; 11025. 2; 11123.2; 4457. 1; 4509 2; 2928; Panilo
ib. 5531. 5 d. C); III. 67 (Egitto); Panila VI. 3837;
(a. 1
III. 3780 (Pannonia Inf.); PaiMae III. 2926; 3015 (Dal-

mazia).
PauUimis CIL. VI. 2379. A. 57; 2405. 20 (a. 125 d. C.)
PaulUnl VI. 2440. 2 Paullino IIL 6850. 2 (Cappadocia)
;
Paulllna IH. 9997. 7 (Dalmazia); Paullina VL 12134. 2

Paullmae VI. 12134. 7; 9148. 6; III. 440; (prov. d'Asia)
Paulllnae VI. 9505. 2; 10261. 6; 10262. 7.
PawZws CIL. VI. 9920. 28 (età d'Arcadio e Onorio)
2407. a. 13 10282. 8; Pauli VI. 3621. 2
;
4510. 2 9893. 1 ; ;
Paula III. 2872 (Dalmazia); VI. 10233. 1 (a. 211 d. C.)
Paulae VI. 10266. 2.

Paulinus CIL. VL 2693. 4; 2382. a. 83 (a. 172 d. C.)
7956. 1; 13307. 5; 12867. 5; Panlini VL2484.6; 3893.11

Paulina VI. 11746. 3; 13040. 3; Paìdinins VI. 3280. 2
Paulina ib. 11924. 7: 13212. 4; 2566. 9; Paulinae ib. 8091. 1
10263. 9; 9562. 2; 10947. 3; 12091. 3 ;
Paulinee ib. 11932. 3.
Messa! la.
Ma Messalina. Per Messalina vedi anche Lachmann in

Lncret. 32, ma la spiegazione da lui offerta non può accet-
tarsi. Messalla da "^messanHa, cfr. Hisjjallus da Hisjja>ilas.
1) Può anche darsi che lo scempiamento avvenisse perchè era

preceduta da dittongo, p. 414 sg. però le forme arizotoniche lo pre-
;
sentano prima in ordine di tempo e più frequentemente che le rizo-

toniche.
2i. 5. '909
Messalla CIL. VI. 543. 2 (a. 115 d. C); 2404. 7 (120 d. C);
3826. 2; 10050. 7; 11 (124 d. C.) ; Messaline ib. 4446. 2 bis;
Messallinae ib. 4468 3 ; 8952 2 ;
Messala ib. 10243. 2 (a. 951
a. u. e); 730.2; Messallinae ib. 8840. 2; MessaUn(ae) ib.
9191. 3; ilf(3ssaZtime ib. 4474. 3; 4426. 2 (Angusto).
Marcellus.
Ma Marcelinus Marcellus CIL. III. 1166 (Dacia); 9892. 4

(Dalmazia); V. 7689.2; Marcellinus V. 7740.4; Marcelus
ib. 7657. 2 (Saluzzo); 7835. 7; III. 10245. 4; 14349«. 3 (Pan-
uonia Inf.); Marcelo V. 7713. 1; Marcelina III. 8018. 18
(Dacia); 12384. 5 (Mesia Inf.); V. 3792. 3 (Verona); Marce-
linus III. 1396 (Dacia) ;
Marceline V. 2046. 4 (Belluno).
tollo.
Ma tolntìm '
alzando i piedi ', toÌRtilis (Varrone). tollo
non da *tol>co come spiega Bréal, ma da '*t\-ìw, cfr. làtus

= gr. iXTnóg.
lastilliis.
Da pastiìilits (v. "Wòlfflin ALL. XII. 302), ma pastlld-

rius: pastilarius CIL. VI. 9766. 1; jjastihirioruin ib. 9765. 2
(a. 435 d. C).
Da ^rPAlfJtum relldtum: rellatum CIL. 1.200.81, Ter.

Phorm. prol. 21, cfr. Suallius da * Suadlius,
Sallustius.
Da *Salvustlus {salvus: "^sahustus = ^favos [favère]'.

*favustus). Da Sallustius anche Salùstiii.s. Sallustiics CIL.
VI. 3342.8; Salustius V. 4711. 1 (Brescia); Salustia VI.
3423. 2 (a. 219 d. C).
S<«fh' ital. difilol. class. XVII. 26

402 M- PELLEGRINI
sollei
Da *i>o7Z(us) — aì'i, nei casi obliqui aohirtis ecc. Cosi

èolers CIL. V. 6725. 7 (Vercelli), solerth V. 3338. 4 (Ve-
rona). Altre testimonianze per la grafia soìers in Catullo
son citate da Baebrens 1. e. 790.
sollemnls e solémnis.
'
solet in anno per unum 1 scri-
Solemne eo quod
bendum Albino VII. 310. 32 K. Ma lo scempiaraento
est '
della doppia era probabilmente dovuto all'accento. i<oUemnis

CIL. VI. 1527. II. 27; 9122. 6; III. 6010. 212. a. (Norico) ;
9269. 2 (Dalmazia); soUemni 2080. 22; ôllemne Vi 2091. 4

(anni 161-9 d. C); V. 1863. 3 (lulium Carnicum); sollemnia
V. 4015. 7 (Peschiera); VI. 13101. 9; sollemuio III. 94 (Ara-
bia); soUemnibus III 5695. 5 (Norico); 11827. 5. Cfr. p. 388.
Raddoppiamento nei proparossitoni.
Nei seguenti vocaboli riconosco il raddoppiamento do-

vuto all'accento sulla sillaba iniziale (cfr. littòris, mucciduti,
succidus, futtilis, littera, mittere ecc.).
càlUdus.
'
Dalla fronte bianca ".
Isid. or. XII. 1. 52. Da càlidus,
cfr. umbr. A-a/ec^«/ =
calidos, gr. xr^Xig, x/;Aac. Il raddop-
piamento non può essere etimologico, cfr. caligo e caligare.
In App. Probi 124: caligo non calligo, certo per analogia
di caUidus. L' irl. callaid, callait ci attesta pure uu callidus]
Va della seconda sillaba è dovuto ad analogia degli altri
aggettivi in -aid (Gaidoz KZ. 32. 314'). Si può osservai-e
che la legge di Thurueysen ha luogo soltanto nei vocaboli
di schema _L u .y. come cfllidan, non in quelli come calidus
'
caldo dove l'accento ha prodotto la sincope.
'
CONSONANTI DOPPIK ETC. IN LAT. 403
feUito, fellebris.
feUifat sugit C. GÌ. L. IV. 518. 12; V. 362. 27, ftlUbris

(cfr. ib. V. 69. 7; 599.47), ma fèblre '
allattare '
col lat.
flUus = ^fPlloH cfr. nmbr. (acc. i)\.)feliuf^ lett. dèh '

figlio ',
gr. Or^Xr'i, lit. dtlè '

Blutegel ', ai. dhòrd- '
lattante '
da idg.
*d.hèl- (per altri raffronti v. Walde AVtb. s. v.). Per analogia
di fellito, fellehris si trova anche felldtor felldre. felas CIL.
IV. 2266; 2273; 2421; felat IV. 1427; 1623; 1631; 1651
1850; 1869; 1769; 2028; 3200;/e/aôr IV. 1666; 1784; 1825
felatrix IV. 1389; felaM^ IV. 1388; 2292; fellas IV. 2268
felhit IV. 1284; 1517; 1840; 1852 a; 2259; 2275; 2278; 2391
2402; 2403; 3144; fellaras IV. 1840; feUator IV. 1708
1825; 2169; 2400; fdlatore IV. 1253.
Legge Havet: lat. -//- = gè. 2.
In alcuni vocaboli presi a prestito dal greco, -II- serve

ad indicare Z' davanti a vocale non palatale. Se si fosse
scritto -/- timbro sarebbe stato quello di -^-
semplice il
perchè seguiva vocale scura, cosi si scrisse -II- perchè in

alcuni casi suonava come Z', cfr. i già notati vilicus, miliaj
stiUcidium. Il greco / è un ^ palatale. Si ha cosi la rap-
presentazione di un fonema semplice con un segno doppio
(cfr. spagnuolo e albanese). Havet in ALL. IX. 135 sgg.
lo ha notato la prima volta parlando di cocodrillus e di

argilla^ a torto però per viallevs e pilleus.
cocodrillus.
Anche corcodilliis, corcodn'llus, dal gr. xQoxóótiXog.
argilla.
Da ào)~ùoc. ArgìlJ'tum (Keller o. e. 315) forse per la
legge di inainilhi. Ad (irfjiìlu risalgono lo s[)ag. ardila,

404 M- PKLLKdKIM
sarei, argiàda, tose, argilla, ecc. Già nel latino si trova anche
arglla continuato da catal. argila, guasc. argilo.
altee.
Anche hallec, hallex, allex ^

salsa di pesce '. La grafia
prevalente è quella con doppio l (testimonianze in Geor-
ges Lex. d. lat. Wtf. s. v.). Dal gr. àXvxóc {à/.ixóg). A torto
Keller o. e. 79 spiega il doppio l con etimologia popolare
da allertare o allicere.
illex.
Accanto a ilex (Georges Lex. s. v.). Dal maced. l'/.a'^
(v. Kretschmer Einl. 164).
coilluin.
'
Interno della casa dove si onorano i Lari '. Tert. de
spectaculis 5. Dal gr. xolXor. Non credo probabile l'in-
fluenza di hilla, ammessa da Weise BB. 5. 38, per la di-

versità di significato.
Hillarus.
Dal gr. IXuQÓq. Hillara CIL. VI. 7909; Hillarus VI.

8196. 2 Hilario VI. 8099. 2
;
Hihiro VI. 8197 Hilarm ; ;
8893. 1. Comunque si giudichino, ricordiamo alcuni vocaboli

romanzi che presentano lo stesso fatto fonetico: da òf^KfaXóg
(umbilicus): tose, bellico, tarent. viàdico, nap. vellicolo, sicil.
vìàdicu, sard. merid. biddiu; da xàXor legno (a. si. lolh,

' '
ai. Illa-): sicil. laddari, logod, gaddare 'battere ': per il

significato cfr. it. '
legnare '; da ^laXia: sicil. muddia '
fras-
sino '; dal gr. dialettale xàXr^ {= xrjXrJ: sicil. guaddara;
da (foXii'. sicil. foddaru, foddira '
puntura '
(v. Ettmayer
Ztsch. f. rom. Ph. 30. 655).
Raddoppiamento dovuto a scambio di suffisso.
Loquèla, querèla, ohaequèla, suaclèla, in Plauto ed in

altri autori sono formati col suffisso -èia-, con cui Brug-
mann Grdr. II- 1, 369 unisce le formazioni aggettivali in
CONSONANTI DOPPIR RTC. IN LAT. 405
-alo- del greco, come ain-ì^Xó-g e simili. Ma accanto ad

-èia- si estese assai il suffisso di diminutivo -ella- ;
già in
Cat. 45. 6 Jord. si trova fugella. Anche le iscrizioni ci mo-
strano ambedue i suffissi. Si dovette produrre assai spesso
una confusione analogica reciproca, perchè anche alcuni di
minutivi mostrano la forma -èld-, -?,lo-. La forma -èia- ho
trovato specialmente diffusa nell'Italia settentrionale, ma
non oserei conoscer ciò col fatto che che i dialetti dell'Italia
settentrionale non conoscono il raddoppiamento consonantico
nella pronuncia. — querella CIL. VI. 717. 6; 2160. 11 ; 2351.
6 ; 2651. 7 ;
3053. 3 ;
5984. 10 ; 11781. 6 ; 7579. 5 ; 7581. 7 ;
9160. 7; 10676. 7; V. 4484. 10 (Brescia); III. 14165.» 11;

(Siria); III. 2086 (Dalmazia); V. 8854. 10 (Verona); qua-
rella VI. 7763. 3 ; V. 3710. 6 (Verona) ; V. 69. 6 (Istria) ;
V. 124.7; 180.4 (Istria); quaerella V. 1397.9 (Treviso);

6414. 1 (Pavia), querelle III. 9610. 13 (Dalmazia) ; III.
14191. 27 (prov. d'Asia), querellaritm Ed. Diocl. A. 10.
quevèliarum Ed. Diocl. B. I. 16. querela III. 1992. 4
(Dalmazia); VI. 11778.3; V. 5844. b (Milano) V. 8508. b.
querelam III. 6618. 3 (Egitto).

gemella III. 4255. 3 (Pannonia Inf.) ; III. 9016. 5 (Dal-
mazia) III. 526 (Acaia). gemellus III. 118 (Siria), gemelli
II.673 (Lusitania). gemdlls III. 14406. 5 (Macedonia), gemelle
IH. 10512. 4 (Pannonia Inf.) GEMEUÂ (sic) III. 7527. 3
(Mesia Inf.). gemela IL 673 (Lusitania). gemelus III. 1006. 4;
5 (Dacia) 1803 8429. 3 (Dalmazia).
; ;
Invece quasi sempre constantemente la grafia tutela :
tutela VI. 573. B. 2; 598.2; 2099. 11.3; 12; 2305. A.

19; 4.11; 6.10; B. 1.12; 3.10; 4.12; 5.19. tutel(a)
VL 2305. A. 2. 8 ;
3. 10; 5. 8 ; B. 2. 8 ; 6. 8. tufelue VI. 774. 5;
1396. 7. tutelayn 1527. L 15.
cucfduK 1).
cucnlns è la grafia prevalente, ma si trova già in Hor.

Sat. 1. 7. 31 cucnllus (âltre testimonianze presso Brambach
') Per caìiìèUis e caiiiiiìc!<a<- v. p. oGb.

.
40G M. PELLKORINl
Hiilfsb.) È una parola onomatopeica formata con raddop-

piamento della radice: cu-cul-os (a torto Stolz HG. 441 cu- :
cul-us). La forma cucullus è dovuta a scambio di suffisso.

Ital. cuculo, ant. prov. cogiti risalgono a cticulus probabil-
mente da *cuccrdus per la legge di mamilla. Il fr. coucou
risale a cucullus (Gròber ALL. I. 556).
'.
cucullus '
cappuccio
E un imprestito dal celtico cicgnd che ci avrebbe però

dovuto dare un cuculila (in Varr. r. r. 2. 3 si trova ancora
cuculio). La forma cuculus è conservata in due nomi di
luogo Kuchel o Kuchl nel Salisburghese e Cogols in Ispagna,
(cfr. D'Arbois de Jubainville, Les Celtes 123) cui si potreb-
bero fare numerose aggiunte per l'Italia. La forma cucullus

cui risalgono i vocaboli romanzi (Grober ALL. I. 555) è do-
vuta a scambio di suffisso. Secondo AV(')lfflin ALL. XII. 805
nacque una confusione analogica fra il suffisso -hllo- e -iilo-
per la propensione del latino ad accentare la i)enultima.
Così si spiegano le forme Frimullus, Tertullus, Lucullus,
Fabullus, Caesulla mentre ci si aspetterebbe Primùlus ecc.
betula e betulla
Vocabolo celtico (irl. bethe)^ v. AValde s. v,
angiiìla e anguilla.
La forma più antica è angulla da * eng^'hlicà con rav-

vicinamento a anguis (altre opinioni meno probabili presso
Walde AVtb. s. v, anguis). In Plauto Pseud. 747 tutti i
mss. hanno anguila e questa forma è continuata dallo spag.

angulla, port. enguia, galiz. anguia, napcl. anguila. Anche
nella Francia del Sud alcune parlate presuppongono an-
guila: Dipart.. Varo: anguiero, Vellay iugulavo (Ettmayer
Ztschr. f. rem. Ph. 30. 523). Già nel latino è frequente la
forma anguilla, continuata da sard. ambìàdn, sicil. a«c/dda,

Liguria angila, {l = II, ecc.
Raddoppiamento per etimologia popolare.
paehx e ^êZ/ea\
Paul. dig. 50. 16. 244 I\r. Creili ; inscript. 2683 ; Net.
Tir. 59. paelex è la grafìa più comune. È preso dall' ebr.
jjìleges (Richter KZ. 36. 119). La forma pellex è per eti-
mologia popolare da jjellis (per il significato cfr. scortum
^
pelle '
e '
meretrice *).
jjoluhnim.
Da *po-lavo si trasse ^vo/i<ò?-io?i che per influenza di

Ijolluo (da *iJO-luo con raddoppiamento per la legge di Tliur-
neysen, cfr. polio, -Ire da ^po-lino) divenne iJolluhrum. A
torto Stolz HG. 396 crede originario jjollùhrum da "^por-
lùbrum e spiega polubrum colia legge di mamilla. Si ricordi
per la forma apofonetica di ab *jjo, jô-situs, po-Uo ecc. {porcet
è da po-arcet) av. pa-, lit. pa-, a si. pò-,
"^
]
sejjcllo.
Che da unire all'ai, saparydfl

sia onora può dirsi ' '
ormai dimostrato da W. Schulze KZ. 41, 335. 11 doppio l

in sepeUio êpeìlitua è dovuto a etimologia popolare da pellis
come già avverti Diomede 371. 1. sejjelire CIL. III. 335. 1. 9
(Pannonia Inf.); sepeUit Not. Tir. 58. 6. 3; CIL. Vili. 4373;
sepellitus XI. 2089; sepellita Vili. 4373; aejêìliri C. Gì. h.,
in. 75.33; IV. 314.56; sepelliendi CIL. VL 10411.8.
{h)elIuor.
Probabilmente da *èdloxio (eào) elluo. La forma con un

solo / è dovuta a etimologia popolare come ci avverte Paul.
Fest: heluo ab eluendo *.
'
coìlitor.
collitores per cultore» (CIL. III. 8147. Mesia Superiore)

per etimologia popolare da colUgere.
408 m. pellkghix!
Assimilazione progressiva.
-In- :
laUeo.
V. sopra, p. 399.
vali
falla, 2Jai
Non da "^ ]jar(ii,)la col gr. (fàoog e neppure da sparila

con jjannus, ma piuttosto da ^yal-na poiché tal suffisso mo-
strano : a. si. jj elena ; slov. plènica ',
boe. jjléna, plina; irl.
lenn; a. cimr. lenn (v. Forse uguale a palla

AValde s. v.).
è -alla nel celt. Carac-alla; però vedi Stokes BB. 23.60.
solluy.
Da '*solnos come n. cimr. hall '

intero '
n. brett. holl
'
ogni cosa ', mentre da *s1mo8 (con / sonante lungo) si
ebbe '^salawos onde salvus, ose. oaXufq.
tallo.
V. sopra, p. 401.
peli in.
Da "^pelnis cfr. got. ^rutsjill, a. isl. -fjall, a. ingl. /e//;

anche il nkKÌM otre per latte
gr. è da ^ na'k-ra non da
''
'
*7rfA-_/'«, perchè quest'ultimo ci avrebbe dato ^nùXa (ion.)
^néla (att.). Per l'assimilazione di -/r- in -11- cfr. òX?.vf.u

da *òA-ri;-/i<, f'AAo'c da *f'A-roc. Quanto al significato di néXlcc
è probabile che nell'età greca preistorica si usasse per
conservare il latte un otre di pelle (maggiori notizie oflfre
Schrader KZ. 30. 480).
gallus.
Da *gal'no-s come a. isl. kalla '

chiamare ', a. a. t. kallòii
'
ciarlare ', irl. gali '
cigno '; a. si. glasìi '
voce '
con un
altro suffisso. Altrimenti Niedermann IF. Auz. 18. 78. In
. ,
latino rimase gallina e non si ridusse a "^galina (legge di

mamilla) perchè l'unione con gallua era troppo sentita.
calhtm.
Da * cal')ìo-m = ai. kina- da "^krna- da *klna- (con l
sonante). I rafifronti con altri vocaboli citati anche da

Walde Wtb. s. v. sono molto dubbi.
C(llli)^.
Nonostante la parentela con a. a. t. hulz, gr. xlàdog.

'ramo', irl. caill '
bosco "
a. si. klada '
legno '
difficilmente
è da "^kaldl come vuole Johansson KZ. 30. 434 ;
piuttosto da
"^kalnis con i seguenti vocaboli slavi, affini per il significato
come per il suffisso: ser. kldnac '
valico '; slov. kldnec^ khlnjsc
strada di villaggio '; boe. klanec '
insenatura di un monte ';
bg. kldnik '

spazio fra il focolare e la parete '
dleui
'
Rossiccio '
da '^miilnejos cfr. lett. melìis '
nero '. I
derivati da quella radice con -«- sono numerosi nelle lingue
idg. : ai. malind- '

sporco, nero '; gr. /léXarog; lit. mièlgnan',
a. pr. melne; cimr. mdyn '
gialliccio '; corn. milin '
giallic-
cio '
;
bret. melen. Soltanto il lit. mulvas '
rossiccio, gial-
liccio '
ha il suffisso -iva-, ma non ci autorizza a ricostruire
un lat. *mulivejos (cfr. anche Solmsen 1. e. 443). Dal gr.
nvk'/.òq il lat. mullus.
fel, fellis.
Da *felniii con a. a. t. galla, a. sass. galla, a. ingl. gealla,

a. isl. gali (tutti da ^galna). Non si può però assolutamente
escludere che fel sia ricavato dai casi obliqui fellis ecc.
come mei da mellis (v. sotto) ; in tal caso cfr. ai. hartt '
giallo '
giallo '.
a. si. zlati '
fiele ', lit. geltas '
410 M. PELLEGRINI
'polleo.
Denominativo da *poUos = *polnos cfr. Ut. pibìos, ai,
puma-, got. fuUr, a. a. t. fol.
-Id-:
mei, melUs.
Non da ma da idg. *melit *meUtos che

*meli gen. *melncs
diede un *meUdos > *meldos > mellis da cui si
italico * melici
estrasse un nuovo nominativo mei (J. Schmidt, Pluralb. d,
idg. Neutra 248); cfr. specialmente miilsus salsa con miele' '
da *melsos *meld-tos. meUis Ed. Diocl. p. inf. p. I. lo; 16 17 ;
mellar{ius) CIL. VI. 9618. 2.
Polluces.
Dal gr. IloXvrhvxrî;'^ *Póldouces. Cfr. etr. pultuke. —

Polydetices CIL. VI. 5992.3; Pollucis ib. 5182. b ; Polhici
III. 493; 2743 (Dalmazia).
hallux.
'
Pollice del piede '; da "^halôydoiks: per *halo- cfr. a.
si. golèmu '

grande '
;
per -cZo?7>-v cfr. digitiis (?).
percello.
Da per-caldo cfr. clnd-iis xkaóagóg, xXaóàaai '

Oiu'ai Hes.
cella.
Dalla radice -^k-el- che con altro grado apofonetico si
trova anche in culleus. probabilmente -s- come

Il suffisso è
si vede dal confronto dei seguenti vocaboli aat. liuha :
'
buccia '; got. hulùtr velame '; a. ingl. heloatr, heohtor ve-
' '
lame '; a. si. klastc] (slavo primitivo *kohh) '

spiga "; alb.
CONSONANTI DOPPIE RTC. IN LAT. 411
hai da *laha '

spiga '
(G. Meyer Et. Wtb. 1G8). Non si
può però assolutamente escludere che si possa anche risa-

lire a *celna come vuole Fròhde BB. 3 297. Del tutto in-
verosimile è la derivazione da *cèr{ii)la : (céra), proposta da
Deecke (Die Falisker 254) sostenuta anche da Wilbrandt
KZ. 29. 192 vocaboli romanzi ci attestano un P.
: i
dilli
Con e attestato anche dal romanzo (Gròber ALL.

VI. 139). Da *fe/sos, cfr. volnus (vulnutt) da * icohnos *vel-
snos {-111- originario in latino si assimila in -II- cfr. [>. 408).
Cosi vello da *ireho.
pilleus.
La grafìa con doppio / è attestata dal latino (Brambach

Hlilfsb.) e dal romanzo fr. peille stracci per fabbricare
:
'
la carta '; h&m. péV coj)erta Meyer-Ltibke KZ. 33. 308;

' '
accanto a pìlum si avrebbe avuto secondo J. Schmidt (KZ.

32. 387) un neutro "^pìlos da cui *jnlsós, come da ntbor
*rudhsós rubsus] *piliiós fu poi ampliato con un nuovo
suffisso -eo-. Anche il gr. jiìÀog è da "^m'iaoi;.
culhus.
Da ^cuhejos non da '^cuhcejos] la radice è kel ampliata

con -s- ;
cfr. i vocaboli enumerati sotto cella a p. 410.
Assimilazione eegressiva.
-ni- :
Oltre pastillus (p. 401) e mellum (p. 393): corolla da

*coronHa, persolla da, *person''la, Mesaalla da * Messnu^la, Hi-
spallus da *HispanHus, Catella da *caten''la, asellus da *ase>i7ifs,
pulvillus da ^pulvhi'lìiSj catillus da *catin'lus^ pistrilln. da *pi-

strin^la, Balbillus da * iniZ/><u7«s, Suilla ad. "^
Suin^la, ovìUus
412 M. PELLEGRINI
da *ovin''lus, Catullus da * CatonUus, Semprulla da Sem-

pron'la, Marullus da * Maronlus [Marullo CIL. VI. 2412. 2
(a. 184-5 d. C.)] NeruUus àa.*NeronUus, NeruUae ib. ib. 5510. 5
Nerulla ib. VI. 3510. 7, homidlus da *homon^lus [homidlus

ib,V. 2175. 7 Altinum 2979. 5 Padova; 4107. 1 Cremona;
;
Homulla V. 4995. 3 Riva; ìiomuìlo V. 3362. 3 Verona, VI.

2380. 7 (a. 149 a C.)].
-di-:
sella.
Da *sed-la (sedeo), cfr. specialmente got. sitls, a. ingl. se/?,
a. a. t. sezzal, lacon. éXXà, gali, {canecoyaedlon. solium è dalla

stessa radice *sed- con ablaut e -l- da -d-, mutamento dia-
lettale sabino notato anche da Petr BB. 25. 132, che però
ha molto limitato il numero dei vocaboli in cui si deve ri-
conoscere. Anche soliar è da *sodiar. seUisternium è deri-
vato da non però seliquastrum (come crede Nieder-
sella;
mann E uud I 100), perchè lo scempiamento della doppia

non è attestato che immediatamente innanzi l'accento (cfr.
ìiiamiUa, ofellu^ farina, canalis, polenta, omitto, ciirulis, pusil-
lus, obilla, sacellus ecc.). Anzi in parole di 4 sillabe parossi-
tone come seliquastrum siaveva un controaccento iniziale,
sul quale Hirt, Der idg. Akzent 6 sgg. fa acutissime osserva-
zioni. Del resto che -l- di seliquastrum derivi da -d- e non
da -II- lo mostra sellisternium dove nelle stesse condizioni
non si è avuto lo scempiamento. solium ha una forma pa-
rallela solium che è notevole per la pronuncia palatale di
-//- in latino (cfr. quello che ho osservato a p. 395) perciò ;
io non posso accettare quello che dice Petr 1. e. che solium
sia da *sod-lom. Solium e solium io credo siano lo stesso

vocabolo la forma solium si conservò perchè favorita da
;
un'etimologia popolare, cfr. Paul. Fest. 427. Th. d. P. :
'
solla sedilia in quibus singuli tantum possunt sedere '.
Suallius: da ^suadlius v. Zimmermann BB. 25. 52.
(jrallae e valium (v. p. 399).

lapillus: da ^lapicìlu^.
pelluvium: da ^ ped-luvium.
aluc.inor.
Anche allucinor, hallucinor (Brambach Hùlfsb.). La

grafia etimologica è alucinor, cfr. gr. fjksóg '
confuso '
(dor. ci)
rjXah'ù), àÀvo) '
son fuor di me mezzo matto '.

', lett. fila '
allucinor lo credo dovuto a pseudo-composizione da un *«c?-

lucinor. La forma hallucmor, se sicuramente attestata, po-
trebbe dipendere da etimologia popolare.
-ri-:
sujjellex (v. p. 399).
pollingere.
Con Petr BB. 25. 138 da ^por-Ungere "^por-dingere. Il

mutamento di -d- in -l- sarebbe fenomeno dialettale sabino.
Per -d- iniziale cfr. lit. dazyti '
ungere ', a. si. duzdi '

tuf-
fare ', russ. dùzd* '
pioggia '.
Inllae : da hìr-lae cfr. hìra.
Sulla: da *Sur-la.
satullus: da *saturliis.
ampulla: da âmpor^la.
castellum: da "^casterlum {castrum).
sacellam: da ^sacerlum (sacrum).
labellum: da *laherlum {labrum).

414 M- PKLLRGRINI
agellus.: da 'âgerlus (ager).
libellus: da "^'Uherlus.
caperla: da *caper^la.
miseìlua: da ''^"rri,ii>er''lus.
opeMa: da 'ôperHa.
puellus: da "^louerHus.
stélla.
Da "^ster-la cfr. gr. àcr?^^, di ai. s/ar-, got. stairnò, a. a. t.
sterno, a. isl. stjarna, bret. .>.feren?j, cimr. sere?2, corn. sterenn.

Cosi tutelilo '
genere di lucertola *
e sê/jo (Lachmann a Lu-
crez. 33 ; e CIL. IV. 2448) con U ;
cfr. quello che ho notato
a p. 395. Sardo istella, port. esfrella, it. stella, sicil. s^/dda,
risalgono a strilla; spag. e&teln, prov. cat. estela, a. fr. esteile,
fr. ttoile, lad. stella, risalgono a stèla. In certe provincie

de] dominio romanzo le consonanti intense si semplifi-
cano dopo vocale lunga. Ciò è attestato sicuramente ri-
guardo a -II- per la Gallia (francese e provenzale); cosi il
lat. òlla diede prov. ola, afr. oide di fronte all'ital. spag.
olla. E probabile che la semplificazione si avesse in tutto
il dominio celtico romanizzato; anche nella Gallia Cisal-
pina gli esempì in iscrizioni sono piuttosto frequenti. Cosi
lat. nullas ci diede sard. sicil. nudàn, di fronte all' a. fr. e
prov. *iiùlu: nulus si trova anche in CIL. V. 8748 3 (Gallia

Cisalpina), olam ib. 4455 4 (età d'Augusto) olas ib. 6653. 2, di
fronte a molti esempì di -//- olla CIL. VI. 3936. 2 394L 3
: ;
3994. 3; 4368.2; oUam ib. 3938. 2; 3939. 3; 3940. a. 3

b. 4; 3960. 4; 3973. 4; 3999. 4; 4006. 4; 4029. 4; 4242. 2
4554. 3 olla>^ ib. 4709. 3; 4788. 3
;
4802. 1 ollis ITI. 1933 ; ;
5. 9; ollelsque HI. 1933. 6; oUaria VI. 8136.4; 10241. 7

vìlaram ib. VI. 10241. 18; oUariia) ib. 10250. 20. Lo scem-
piamente della doppia avveniva già nel latino dopo dit-

tongo. Cosi aula da *auUa da âukala cfr. ai. iilchd- 'pen-
tola ', got. ailhnSj a. norv. ogn, a. sved. ogJm '
stufa '; caullae^
caidae cavità, '
a cavo dieta '
Paul. Fest. 32 Th. d. P. Io
credo da un'accentuazione cavilla (al tempo dell'intensità
iniziale), cfr. xoTlov da ^xofilo- {caulae è già atte-
'
cavo '
stato nel latino e ad esso risalgono il sard. cauda bacino, '
cavità del mulino ', rum. gaura), secondo Ettemayer, loc.

cit., 527). caellum '
rasoio '
da '^caidlom: caelum.
-sZ-
Di solito -s- cade davanti a -l- lasciando l'allunga-

mento della vocale precedente; così diligo àa. *dis-ligo ;
pà^
lari da "^pàslari cfr. a. a. t. fasOn '
cercar qua e là '; Jìlum
da *Jìs-lom, lit. gysla. Quando la vocale precedente era lunga
per natura, si allungava la liquida seguente, si aveva cioè
una consonante intensa così si spiega la grafia di htllua
;
da *bès-loica cfr. hès-tia. Da hèllua già nel latino

(bè-llua)
si ebbe bèlua probabilmente quando u acquistò funzione
consonantica (belva).
Lettera R,
arra '
caparra '
e arrabo dal gr. ùoqu^wv. Da arra si
trasse arilla (da "^'arrilla) da cui arillator.
currus.
Da "^qrso-s, gali, carros (da cui il lat. carrus), cfr. il
gr. ènixovQog ^
che corre in aiuto '
(da *y.oQaog). CurTilis da
"^currillis. currus CIL. VI. 10078. 3; currum ib. 1315. 5
(età di C. Mario) ; curru III. 213 (Mesopotamia).
dirriimpo.
Di fronte a irruo, córruo si trova di frequente dirumpo

da dlrrumpo *dis-rumpo. dir rum pi t Plaut. Bacch. 441. C. D.
416 M. PKLLKGRiXI
dirrumpo Ter. Ad. 369 Varr. Men. 267 Biich. La legge ;
di mamilla non era ancora in vigore, perchè era molto sen-

tita l' intensità iniziale ; cfr. polUntarius in Plauto e vacclì-
lare in Lucrezio. Più tardi è generale dirumpo.
far(r), farris.
-rr- da -rs-, cfr. utnhr. farsio = far rea. farina da */«»'

rina *fari,ina, cfr. got. harize'ins '
d'orzo ', a. si. hrahio.
corriiptuif.
Poi anche coruptiis; ore corrùpto in Lucilio IX. 1. M.

e in Lucrezio VI. 1135, attestato anche da Consenzio, Gr.
lat. V. 400. 8 K.
sr.urra.
Da *i>cursa a. a. t. scern 'scurrilitas' , sciirilis per la legge

di mamilla, scura CIL. VI. 9198. 1, scurrae ib. 11706. 2
13413. 1; 6400. 1, scurranó ib. 5197.2, scura ib. 10605.2
scurilis in mss. Quint. VI. 3. 29, in Poet. lat. min. V. 61. 34
e in glosse v. Rh. M. 31. 61 (nota), scuriliter Plinio ep. IV
25. 3 (Med.), Porphyr. p, 290. 28, scurilitas Tacito dil. e. 22
corrigia.
Con -'/- anche secondo le lingue romanze (v. Grober

ALL. I. 552) ; corrisponde all'irl. cuimrech '
legaccio '
(da
*com-rigom); perciò corigia da ^com-rigia. Il doppio r non
è dovuto ad assimilazione (cfr. a. lat. corgo '
profecto '
da
cóm-rego), ma è per etimologia popolare da corrigo.
Quirltis.
Anche Curitis, Ciirritis. Sono epiteti di Giunone a

Faleri, Tivoli, Benevento. La forma curritis è per etimo-
logia popolare da currus, cfr. Servio ad Aen. 1. 17: '
habere
21. 5. '909
CONSONANTI DOPPIE KTO. IN IìAT. 417
enitn lunonem currus certum est, sic autem esse in sacris

Tiburtinibus constat ubi sic precantur : luno curilis (certo
"per cu vr ili b) tuo curru clypeoque tuere meos vernulas sane '.
Ctiris '
basta '
vocabolo sabino (cfr. Deecke Die Falisker 85)
non ha nulla di comune per l'etimologia con cumts o curia.
harditus
e harrltus sono due vocaboli distinti ; hardìtus '

canto guer-
riero dei popoli germanici '
(Tacito Grerm. 3), harrltus
^
grido dell'elefante '
harrìtus nel senso di barditua. si trova
in Veg. mil. 3. 18 e spesso in Ammiano (Thes. s. v.).
garrio.
Da "^garsio, cfr. lit. garsas '

rumore '; alb. gsrsas '
in-
vitato a nozze '; norv, dia!, karra '
schiamazzare '
da '^karsa,
cfr. Bugge BB. 3. 104. Pare si debba risalire ad un idg.
"^gar-s- sebbene, il vocabolo albanese e il lituano possano
anche venire da \/ g^'-'er-. Se a questa radice risale anche
garrio allora starebbe per *gàrio cfr. gr. yfjovg, dor. yagvio,
e la grafia garrio sarebbe dovuto al proparossitono gdrrulus;
cfr. App. Prob, 182 garmlus non garulus. La forma ri-
:
provata si trova spesso in mss. (v. Heraeus iiLL. XI. 63

e 327) però Garrulus CIL. V. 4470. 5 (Brescia), Garrulo ib.
4471. 3 (Brescia) ; VI. 10056. 25.
j)arra.
'
frosone '; da '^par{e)sd, cfr. umbr. parfam (acc. sg.),
gr. aiTCioàaiQv '

òovtov sjiKfòQtg dToov&cò Hes.
horreo.
Da *horsejò cfr. ai. hrisyati '

rabbrividisce '
a. irl. garh
'
ruvido '
< ^^garruos < *gars-iro-s.
terra.
Da italico ^tersà cfr. osco teerilm, tei dm '

territorio '.
Anche il celtico ha un tema in -es- : irl. ttr^ a. cimr. tir
studi ital. di filol. class, XVII. 27

418 -M. PELLEaUIXI
da "^teros (v. Johansson KZ. 30. 425). Dalla stessa radice

con altro grado apofonetico è torreo da ^tort-tjò.
porrum^ -iis.
Da *prsoìn cfr. gr. noàaov e "^nagaor nel nome di monte

IlaQQàaiov, — 'porri Ed. Diocl. p. inf. III. 11.
horreum.
Da ^hor-sejoìUj da radice idg. *gher- '

contenere '
cfr.
hortiis gr. yóozog.
serracum.
Vocabolo celtico ; cfr. irl. sessrech, sessrach.
verruca.
Da ^versuca, cfr. ai. vdraman- '

sommità ', Ut. virszùs
^
superiore '.
gnàrus, narrare.
Dalla formazione arcaica gnàruris si fece "^ gnàr{u)r(ire

narrare ; dunque neppure in questo caso abbiamo a che
fare colla rafforzata pronuncia {nàrdre : narrare).
parricida.
La spiegazione del doppiosempre malagevole. La -r- è
derivazione da patricida non va ne per il senso ne per la

fonetica {-t- rimane sempre davanti ad -r-). La prima parte
del composto è certo "^pnros ^j^^'^ô^ =
S^- 7r/;dc, Ttàóg da =
*7rao'oc congiunto '. In latino la forma più antica è pàri-
'
cida: Plaut. E-ud. 651; Pseud. 362. Il raddoppiamento di -r-

credo si possa spiegare per differenziamento da (gen.) pàris.
Varrò.
Da vdrus col raddoppiamento proprio delle '

forma ac-
corciate '
dei nomi propri.
CONSONANTI DOPPIE ETC. IN LAT. 419^
PROSPETTO PtlASSUNTIVO
Voci d'origine straniera che mantengono invariate
LE consonanti,
1) dal greco: saccus^ laccus, Maccus^ soccits (celtico ?)^
Pappus, stuppa, cottana, viatfea, hlnnus^ pànus.

2) dal celtico: haccar, bacar Was vinarium ', iucca.
3) dal fenicio : matta.
4) dal germanico : braca.
Mutamenti nel consonantismo di vocaboli

presi dal greco.
1) Norma di Lindsay : bracchium, Achilles Acchivi, mac-

chaera, Accheruns, macchina, brocchus(?), it. treccia {^rgiêa),
tippula, supparitm, stro/:pus, mattici, Hutto (?), it. bottega
{ccTTOîjxì]), {e)pittima {èni^£i.ia), cattedra (xad^éÓQo), cattolico
(xaôXixóg).
2) Rafforzamento di consonanti greche : Tappo, tap-
pate, cotonea, bassilica, bassis, bassus, cassia.
3) -ss- usato nella grafia per la spirante sonora z: massa,

obrnssa, tarpesslta.
4) -II- per -T- davanti a vocale scura per riprodurre
il X greco: cocodrillus, argilla, nllec, illex, coillum., Hillarus ;
vocaboli romanzi a p. 404.
Azione dell'accento.
1) Legge di Thurneysen: muccidus, succinum, succidus,

baccula, luppiter, littera, mittere, littòris, futtilis, lammina,
cammara, callidus, felìebris, garrulus (?).
Kurzform
2) '
dei nomi propri e delle formazioni
'
usate come tali jlaccus, Gracchus, Dracco, Paccius, Sec-

:
cius, Duccia, Acca, Agrippa, Luppus, Eppo, Hutto, Bruttus,

bruttus, Varrò.
Voci onomatopeiche
3) bucca, cuccus, piccus, beccus,
:
pappa, pappa, cattus (Koseform), Uaftio, blattero, gluttus,

muttire.
420 M- PKL1.KGR1NI
4) Legge di mamilia: sac.ellns (saccns), cìicfdics, bucelìa,
supinus (suppus), suprèmus, màpnlia, Tapulla, tipidla, taptte,
capònìs (cappus), aperio^ ciipèdia, piitillus (putus), disertus,

jyusilluSj susiirrus, casàlis (* cassa), depànare (pannus), balista,
halaena, camelarius, Calistus, dlicula, polenta, gralàtor, pa-

lòris, supeléctilis, paulisper, Patdinus, Messalina, Marcelinus,
pastilarius, tolùtim, relntum, Salustius, sohrtls, solemnis, ari-
làtor, curìilis, dirurapo, farina, còruptus, sc.urllis.
SCEMPIAMENTO DI -II- FRA i-i.
vilicus, milìa, stilicidium, Duilius, llico? inilhim?
Assimilazione.
/îv acqua (formazione contaminata).

</^ Jtoccus.
cip apprimus, quippe, quippiam, topper.

piv cappus, lippus, cìppus, suppus, cuppjes (^cuppus), vappa.
cf lattuca, vittoria, Ottohres, otto, blatta, autor.
pt pro{t)tervus, Settidius, Setima, Otacilius.
tiv glittus, vitta, quattuor, battito (forma contaminata).

f\S pessicum, massipiarius, dossum, quassum.
biv obba, obbenit.
tfl vannus, vinnus, cunnus, cachinnus?, annus.
llìl annòna.
mtl solleinnis, lanna, alonnus, donnus.
flW strenna ?
ns vessica, fressus.
siv possui, ossua (forma contaminata).

/h palleo, j)(^ll(iì pallium, sollus, tollo, j^^His, gallus, callum,
callis, mulleus, fellis (gen.), p>olleo.
hi melUs (gen.), Polluces, percello.
Is cella, vellus, pilleus, culleus.
ni vedi enumerazione a p. 411.

fll sella, Suallius, grallae, lajnllùs, pelluvium.
ri vedi enumerazione a p. 413 sg.
rs garrìo, horreo, terra, jôrrum, horreum.
consonanti doppie ktc. in lat. 421
Sincope.
sajyj'tnus, cottidie, narrare.
Composizione.
vacca., occuj crocea.
Scambio di suffisso.
sagitta, camellus, cucuUus (e i nomi ricordati a p. 406),

betulla, anguilla.
Conguagliamento nella flessione.
pannus {^j'^lnon gen. ^jjawws).
Etimologia popolare.
1) Raddoppiamento: vaccinum, buccina, accipiter, accidiay

cocca, succidia, accipenser, bacca '
vino ', vettonica, pellex,
polhtbrum, sejjellio, collitores, corrìgla, curritis, barrUus.
2) Scempiamento : stipa (per stappa) ;

— {h)elitor.
Incrociamento.
cottona (cotonea-cottana), cannaha (canaba-cannabis),

bacca (baca-baccar), ih)inì)uleus (hinnus-inuleus).
Differenziamento.
cup2)a ' bicchiere ', cupa ' tino '.
Falsa composizione.
immago, innormis, alliicììior.
t Massimiliano Pellegrini ^).
1) [' Lo studio, che qui si pubblica, del D.'" Massimiliano Pelle-

griui,non fu potuto condurre da lui a quel punto di perfezione che
certo avrebbe desiderato, prima di comunicarlo agli studiosi: egli
mori quasi improvvisamente, pochi mesi sono, in Firenze, in condi-
422 M. PELLEGRINI, CONSONANTI DOPPIE ETC. IX LAT.
zioni e circostanze assai tristi, mentre attendeva a correggerlo, ma
non gliaveva ancora dato le ultime cure.

Il Pellegrini fu dei buoni discepoli del nostro Istituto di Studii
Superiori, e mostrò assai presto di volersi dedicare in special modo

a ricerche di glottologia. Questo lavoro fu da lui presentato come
tesi di laurea, l'anno 1907; uu altro, sui numerali indogermanici,
fu la sua tesina di perfezionamento. Egli si recò pure, per alcuni
mesi, in Germania, all'Università di Vienna, per approfondirvi la sua
cultura filologica e linguistica.
Era un giovane serio, modesto e di poche parole, che valeva
assai più di quanto non mostrasse alla prima apparenza; e si sarebbe
anche creduto tranquillo e sereno, non pensoso d'altro che de' suoi
studii, benché per la sua età paresse fin troppo serio. Ma dopo la
sua morte, la cui notizia giunse a tutti affatto improvvisa, appren-
demmo che non solo la sua breve vita era stata afflitta da irrime-
diabili tristezze, ma che egli sapeva pure da un pezzo di non aver
lungo tempo da vivere, e attendeva con quella sua calma serietà il
momento che il suo inevitabile destino si compiesse.
La sola cosa che rimaneva possibile di fare per lui, era di non
lasciare che andasse affatto perduto il frutto di ricerche, che prose-
guiva amorosamente quasi anche negli ultimi giorni; e perciò si
pubblica questo suo lavoro. Troppo facilmente gli studiosi si accor-
geranno delle sue deficenze; ma il Pellegrini, se ne avesse avuto il
tempo, avrebbe pensato da sé a svolgere qualche parte che ha finora
quasi soltanto l'aria di abbozzo, a dimostrarne più largamente e più
efficacemente altre a sopprimere qualche aff"ermazione o congettura
non verosimile, a valersi di qualche libro, anche assai importante,
che nou aveva avuto alla mano. A noi, poiché il lavoro ha per fon-
damento uno spoglio completo del Corpus insci-ijìtionum, e, in genere,
una ricca raccolta di fatti, parve opera non solo pietosa, ma utile
il pubblicarlo. E non ci siamo indotti a tentarne un rimaneggia-
mento, perchè pensiamo che il Pellegrini non avrebbe voluto dare
per suo quello che non fosse; e anche perchè, facendogli dire quello
che forse non avrebbe voluto dire, ci sarebbe sembrato d'essere poco
rispettosi verso un povero morto '. Cosi il prof. E. G. Parodi. Le
bozze di stampa sono state rivedute dal prof. G. Ciardi-Dupré e dal
Parodi stesso. Ringrazio qui e l'uno e l'altro. G. V.J
su I EOMANZI GRECI
Nei romanzi greci a noi pervenuti si incontrano niu

merose scene e situazioni identiche, eguaglianze sorpren-
denti nei pensieri e nelle espressioni: e ciò fortuito? E se,
come facilmente appare, non lo è, può stabilirsi chi sia

l'imitatore, chi l'imitato? Di ciò si occupa la prima parte
di questo lavoro; nella seconda, valendoci dei resultati ot-
tenuti nella prima e di altri indizi, cercheremo di deter-
minare, colla maggiore approssimazione, il tempo in cui i
singoli romanzi furono composti »).
PARTE I.
A. — Carìtone e Senofonte Efesio.
Tante sono le suaccennate eguaglianze di contenuto e

di forma tra Caritone e Senofonte Efesio, che una dipen-
denza fra loro è stata sempre ammessa da tutti Caritone, ;
si diceva, non anteriore al VI secolo, imitò Senofonte, vis-
suto certo assai prima. Ma la tortunata scoperta del pa-
1) Re.stauo esclusi Antonio Diogene e i bizantini: Eustazio,

Teodoro Prodromo etc. Per Eliodoro uso l'ediz. di E. Bekker, per gli
altri quella di R. Hercher, citando per libri e capp., ovvero per pagg.
e righe.
424 F. GAUIN
piro di Fayùm, nel 1900, ha mostrato, come vedremo ap-

presso, non poter Caritone esser spinto oltre l'inizio del
II sec. È
Senofonte anteriore a lui? Forse, dice assai dub-
biosamente W. Schmid [in Jahr. ùber die Fortschr., voi. 108
(1901), p. 277] no, resulta dall'esame di alcuni luoghi ') pa-
;
ralleli :
è, prescindendo dal frammento
Caritone di Nino ^),
il primo dei romanzieri a noi giunti.
1. Ch. Ili, 5, 4. Cherea sta Xen. Eph. I, 14. A'oor.a/ôc,

per imbarcarsi e partire alla il XjâTào^r^q, assalita la nave
ricerca di Calliroe. Aristone che reca Abrocome ed Antia,
padre di lui, saxaTÓyr^Qoìg xcd ha preso con sé questi, alcuni
vóaoì 7taQ€ii.iévoc, nsQuqv t(Ò altri e gli oggetti preziosi,
xQayiqhii %ov naiòhz. xal ara- quindi ivtnQrjae tÌ]V ravv, xal
xof-iiàfisrog avTov xXdoìv è'Xsye' ot Xornot nàvT^g xaTt^Xt^lî-
' Tivi f.ia xuraXkinhig, & xéxvov, aav [cfr. Ch. Ili, 7, 3J. Ma il
^{.uS^vrlTa nQsa^vxrjV ; òii uèv TQoqevg di Abroc. si getta in

yàQ ovxéti as òilmiiai ófilov. mare e, nuotando verso la tri-
1) Per Xen. uso solo di quei luoghi che, nell'excerptum del-

l'opera sua (v. oltre: 3. A), ci sono stati conservati nella t'orma ori-
ginaria.
2) Per i framm. di recente scoperti v. Archiv f. Papyrusforschung,
voi. I, p. 227 sgg. e b2d sgg. ;
II, p. 364 sgg. ; III, p. 296. — [Una parola
qui, riguardo all'interpretazione di due di essi. Nella col. B, I del
framm. di Nino, ci*edo si avesse una scena di gelosia, di poco momento,
come in Charit. 1,3,3. Semiramide, per una ragione ch'era indicata
nella parte precedente (malinteso o false apparenze; cfr. Jambl., in
Hercher § 14, e framm. 35 in Hercher II, p. lxiv-vi), sospetta
I, 226,
del marito e ha detto alla madre o alla zia. Questa riferisce la cosa a
1'
Nino ed egli, insieme con lei, si reca tutto sconvolto da Semiramide,

che giace addolorata sul letto e, ancora in preda allo sdegno, quando
lo vede, vorrebbe fuggire. Nino la trattiene, le giura e conferma la
sua fedeltà, onde segue la i-appacificazione ed i due vivono beati,
fioche l'eroe non parte contro gli Armeni. Il fram.m. I del romanzo —
di Chione dovrà porsi in bocca al padre di Chione, che si consiglia
intorno alla scelta del marito per la fanciulla. Alcuni dei M»'>;ffr»/p£?
pili potenti si dovevano esser prosentati a lui (v. fr. II, 20), che fino
allora aveva forse tergiversato (cfr. Dryas, in Long. 298, 11 sgg.),

invitandolo a decidersi, e gli avevano concesso 30 giorni fr. I, 9 sg. :
'Abbiamo slg axéxpiv 30 giorni, a tal uopo (ottenuti) -ncto avrwv tìuqù =
su I ROMAXZI GRECI. 425
IIsQÌfîsii 01' ài xàr òXiync. ì)i.ik- reme piratica, si rivolge ad

gag, òiioìg iv xaTg X^Q^^ ^"'^s ^hi'oc.-/ xivi^) fxa xccvaXkCneig,
aaìg ccnoO^àro)' lt^àil>ov ót f.is Tt'xvov, . . tòv ytgovia,TÒv nai-
xià u7Tix)i . dayoìyóv ; . . avTÒg ànóxtHVÓv
fis lòv óvarvxfj ^"* x/^àtpor '
rC
ydg fdTÌ fioi ^fjv àvtv gov ;
'
Xenoph. deriva da Charit., e non viceversa, per le segg.

ragioni: 1^ Modello di Ch. è Hom., II. XXII, 38-90: le pa-
role di Aristone corrispondono a quelle di Priamo, le altre
che aggiunge la madre, ngoréivovaa rag ^rjXàg (cfr. Hom.,
vs. 80), a quelle di Ecuba; ad Omero del resto ci rimanda
Ch. stesso riferendo letteralmente, nelle linee 23-4, i vss.82-3.
2.* In Ch. il passo è adattissimo: Sono tanto vecchio ', '
dice Aristone, '

che fra pochi giorni non esisterò più; che
muoia nelle tue braccia. Quando mi avrai seppellito, par-
tirai '. Giusto è il xataXeintig : Cherea se ne parte di sua
volontà, lasciando f-Qì^f.iot (58, 18) i genitori. In Xenoph. è
ozioso il zòr yè'QovTa', più ancora il ti yào sazi àrsv
f.ioi ^f^v
GOV'. il rgoiftvg sa bene che non vivrà, gliel' hanno gridato

(p. 343, 22-4) coloro che sono portati via. Inoltre Abroc.
non avea facoltà di prenderlo o lasciarlo. E perchè avrebbe
dovuto macchiarsi le mani del sangue di chi gli era quasi
padre? E come potea seppellirlo? Non era prigione egli
stesso? E siamo in mare, non in terra come in Ch.
2. In Ch., I, 6-10, Calliroe, in Xen., Ili, 7-8, Antia,
credute morte -)^ vengono sepolte. Nella notte TiHiìîagvxoi
vanno ad impadronirsi degli oggetti preziosi che adornano
le defunte. Trovano queste, che si sono riavute dalla più
o meno lunga catalessi, in vita e, sperando di ritrarre dalla

vendita loro buon guadagno, le portano via. Piane eadem '
est fictio : omnes fere pares casus et eventus ', cosi il D'Or-
ville. Solo: in Ch., — si legga tutto il cap. 8 — in modo
1) -noT eoo... rii'i Hercher; ma v. E. Mann, Ueber d. Spnichge-

brauch des X. E., p. 23.
•2) Nelle ragioni dell'apparente morte Ch., p. 11, 9-10, si accosta
a Hist. Apoll. Tyr., p. 46, 8 (Riese^). Xeu. attinge altrove: cfr. Jambl.
p. 223, 38 Hercher.
426 F. GARIN
corrispondente al vero, ci è rappresentato il risvegliarsi di

Calliroe, non cosi in Xen., ove (III, 8, 1): /y "Aviâia éavrffi
ysvotiisvi] OvvùjGi òri iîrj xò (fàQfiaxov âvdai/îov fjv. In Ch.,
I, 9, 3, ci è indicata la paura di Calliroe sentendo il ru-
more che fanno i tviiôìqvxoi nello smuovere le pietre della
tomba; I, 9, 4-5, il terrore dei briganti nel vedere un'ombra
che s'agita nel sepolcro, e finalmente, capita la cosa, l'incer-
tezza loro sul da farsi della donna. In Xen. invece (III, 8, 3) :
si(S£X^óvTsg . . . zrjv Avdeiav ^còffav ÒQcòai '

/îtya óè xal tomo
xi-QÓoq fjYovfÀsroi àvÌGTOìV xs avrrjy xal àynv sôvXovto ')•
3. In Xen., Ili, 9, 7 sg., Abrocorae, saputo da Chry-

sion che Antia è morta, tÓHio Tfjc nQea^midoq xf^c. Xqv-
aiov àyeiv ènl zòv xàqov avxfî xcà (hì'âi xò acòiia. Le quali
parole, esprimenti un desiderio che, anche se il cadavere
di Antia non fosse stato rapito,la vecchia non avrebbe
potuto esaudire tomba era chiusa, ed Antia era morta
(la
moglie di Perilao), hanno una chiara spiegazione in Ch.

Ili, 3, 3. Ivi si dice che Cherea, trovata aperta la tomba
di Calliroe, rf^ÌMas avvòg {elGeX^sìv) èTii'Jvaia vov nàXiv Ka/.-
XiQÓt^v lótTvxàv rexodr. E la deliberazione di Abroc, udito
il rapimento del cadavere di x\ntia (III, 10, 3), collima con
quella di Cherea (III, 3, 7).
4. In Xen., Ili, 10, 4, Abrocome, deciso a ricercare il
corpo di Antia, durante la notte Xa^MV nàvxac (= xovg

negl ròv "innóôov) fêiffir . . . xal xaxaXiuMV rrdvxag ini rrjV
òàXarxuv eQX^xai xal tnixvyy^àvei rscog aìg AXs^àrÓQsiav àva-

yo/iièVì^g, xal sni^àg ùvàyetai {èXnit,(tn') dì] xovg Xr^Cxàg xovg
avXr'jaavxag ndvxa èv AlyvTixoì xaxaXijîèa&ai. Rohde, o. e. 427
e ib. n. 1 e 2, osserva giustamente che non si capisce af-
fatto, perchè egli si diriga ad Alessandria piuttosto che
a qualsiasi altro luogo. Ma tale stranezza trova subito una
spiegazione, ove si ammetta che Xen. avesse sott' occhio
Charit. Ivi, III, 3, 7 sg., Cherea, scoperto che la salma di
Calliroe è stata rubata: ^r-ir^Go) . . Cf {KuXXiqÓì]v) dia yf^g xal
1) Questa mancanza di timore è inverosimile, o almeno ci in-

dicherà che siamo in un tempo, in cui la violazione dei sepolcri era
divenuta più. frequente e produceva meno impressione. Cfr. Rolide,
Griech. Rom.2, p. 421, 1.
su I ROMANZI GRECI. 427
âXàffff)^; . . . ToirjQstc, irvOvi xarsanMiio xcd Trjì' L,ì^Trâtv no).-

kol óisvè\uovTo' îxsXiav fièv yàg avTÒg 'Êof.ioxQccTr^g rjQevra,
Xctiosag óè Ai^vr^v' eie, haXiav zivèg é'^sTn-fXTiovio, xaì àXXoi
neQCiioda&ai ròv 'lóriov èxsXsvaO^râuv. Le regioni quivi in-
dicate corrispondono esattamente a quelle in cui si reca
Abroc. in traccia del cadavere di Antia va prima ad
: egli
Alessandria, in Egitto (III, 10, 4), comie Cherea, poi a Si-
racusa in Sicilia (V, 1, 1), indi in Italia (V, 6, 2), e final-
mente per l'Ionio (V, 10, 1 sg.). — Xen., non potendo met-
tere a disposizione di Abroc, privato, e ora povero, le triremi
che aveva Ermocrate, non seppe immaginare di meglio
che far passare il suo eroe, successivamente, per tutti i
luoghi menzionati nel modello. E eguale è in ambedue gli
autori anche l'artifizio adoperato a che i protagonisti si
ritrovino : Ch. III, 6, 3, Xen. V, 10, 6 sgg.
Se i giuramenti in Xen. I, 11, 5: òfxvvo) yé aoi zrjv Tra-
TQiov rjiur âóv, ttjV f.isyccXrjv . . Aoref-iiv, xaì ravir^v fjV óia-
vvojiisv OàXaTxav xaì ròv èrr àXXiqXovq fjiiàg xaXcòg exi.iijvavTa
iheóv, e in Ch. Ili, 2. 5: Oiioaóv /noi . . ttjv ^dXaaaav tì)ì' xo-
f.ii(Taaàv fis rrgóg Cf, xaì trjr 'AcfQoóirr^v rrjv óei'âGav tu' Goi
xaì TÒv "Eoona ròv vi\a(fayo)yói', sono in relazione, come

paiono indicare e le comuni divinità Eros e Thalatta e la
struttura dei due periodi i), si tenga presente che tonte di
Ch. Med. 751-3.

è Eurip.,
Enumeriamo ora semplicemente altri luoghi che com-
provano esservi relazione tra i due autori :
— Ch. I, 1, 4. (fiXóveixng d^ — Xen. I, 2, 1. qiXóveixog

iarìv ó ' Egciìg . . . s^rjtrâe de yÙQ ò itêóg (= Egcog) .. . f-^Vj-
zoióvóè lòv xaiQÓv. Caratte- tu de rè/rjyr xarà toì) /«eu-
ristico è in Ch. il ripetersi quxi'ov.
di certe espressioni [cfr. J.

Jakob, Studieu zu Charit.,
Aschaffenburg, 1903, p. 34]:
cfr. p. 112, 7; 33, 3; e spe-
cialmente ir, 8, 3.
1) E già il D'Oi-ville, Animai, in Charit. (1750;, p. 243: haec

loca videntur imitati ouis indicia prae se ferre.
428 F. GARIN
— Gli. VI, 6, 4. u) xukloq ini- — Xen. V, 5, 5. ò xdX/.og snC-

ôvXov, av i-ioi nàvTbov xaxùtv ôvXov... & dvarvxrjg €Ù}.ioQ(fia,
ul'ciov. Jià aè àrr^Qéd^r^v, óià ri jLioi TTagafîtrsTs svoykovrra;
aè iTrgd^r^r' .... JJóaoig fis ti óè ahi a tcoX/mv xaxwi' fioi
nciQtdwxaq ; XrâtaTg, âkài- yCrea'J}-: ovx ìjqxovv oi làcfot,
Ti], Taqoì, óovÀfia, xoiati. Cfr. oi qóvoi, xà óffffîà, rà Àtâirj-
p. 93, 32 sg. Qicc ... ; Cfr. p. 355, 32 sg.

— Ch. IV, 3, 6. Xaiot'ag — Xen. V, 4, 11. Dice An-
óè XvTiovji8Vog xart'jâivs tov tià: si óè jiiSooxóiUjg xt'i/rr^xsv.
Gtuvqov' xaiQùìV yctQ ànìjkXàa- ànaXXayfivca xàinè xaXóóg (-'xh
atro îov TiovTjQov xal eQwrog tov 7tovì]qov tovcov ^lov. Cfr.
àrvxovg. V, 8, 8.
— Ch. V, 10, 7. Cherea, ri- — Xen. II, 4, 6. Antia con-
trovata Calliroe moglie a . siglia Abroc. a cedere a Man-
Dionisio : syà) óè ÙTTbQXoiiai to : (^yùt vjiTv ànîtii ^xnoówv,
xal oùx èvoxXà) Tor^ ooìg yu- siiai'rrjv àTrnxnivaaa. Toaov-
f.iotg . . . . ahovfÀai oe, KaXXi- tor aov ótr](To(iiaf,^àil.'ov aviòg
QÓip yâQiv TtXsi'Taìav '
Oiav xal (fCXr^Cov n^GovGctv xal f.u'-
àTTOârciì, nQÓasXOé (xov t(Ò /iivrâo AvUtiug. Cfr. II, 11, 5.
rsxQOì xal t-ì f.ièi' óvvaaai xXtcv- V, 8,4. ntneiaiiai ydo, (fiX-
Gov .... al óè x/aróvTOìv UfQ rarj^, à)g ovx ccr rrort ovóè à/ro-
xaTaXì^ôvT HI' àióao, aviào IhavovGu fxXàOoió tîov.
fyòì xal xHî (fiXìjg fîèiivrjGo-
fxaCoov (Hom. II. XXII, 389).
Potrebbero ancora mettersi a riscontro la partenza :
di Cherea e compagni da Siracusa, Ch. Ili, 5, 3, e quella

di Abroc. ed Antia da Efeso, Xen. I, 10, 6; la condotta di
Mitridate, Ch. IV, 2, 6, e dell' «o;rojv rf^g Aìyvmov, Xen. 4, 2, 1
[cfr. II, 6, 1], che condannano senza udire giustificazioni;
la preghiera di Cherea e Policarrao, Ch. Ili, 7, 3, e di

Abroc. ed Antia, Xen. I, 13, G la decisione di Cherea, ;
Ch. Ili, 3, 7, e di Abroc, Xen. Ili, 10, 3 quanto fanno i ;
pirati verso Calliroe, Ch. I, 11, 5, e il noQvoôaxòg verso

Antia, Xen. V, 5, 8, etc. E le espressioni uguali o quasi
in: Ch. 116, 25 e Xen. 370, 18 ;
Ch. 44, 8 e Xen. 377, 22 ;
Ch. 4, 17 e Xen. 333, 16 ;

Ch. 5, 16 sg. e Xen. 336, 4 sg. ;
Ch. I, 1, 16 e Xen. I, 2, 7 ; 7, 3; Ch. 33, 5 e Xen. 333, 8;

Ch. IV, 2, 1 e Xen. V, 8, 3 ;

Ch. 99, 18 e Xen. 332, 11 ;
Ch. 107, 6 e Xen. 384, 28; Ch. 116, 1 sg. e Xen. 348, 27;
Ch. 151, 20 e Xen. 349, 14 sg. etc.
B. — Caritene e Giainblico.
Dei Babyloniaka di Giamblico Siro ') possediamo solo

alcuni frammenti e un riassunto presso Fozio -), tuttavia
siamo in grado di riscontrare paralleli tra lui e Caritone.
Per l'orditura: in ambedue i protagonisti, al cominciare
delle avventure, sono uniti da matrimonio; in Ch. il re
di Persia, in Jambl. quello di Babilonia si innamorano del-
l'eroina del romanzo e vogliono possederla. Cherea, in Ch.,
Rodane, in Jambl., nell'ultima parte dell'opera, fattisi va-
lenti duci, combattono per riacquistare le loro mogli, ca-
dute in potere di re. —
Nei particolari: Ch. IV, 3, 6, Cherea,
salvato dalla crocifissione, IvjTovfuvog xaréâirs xov otav-
Qov xîowv yàQ ànriXXàaosTo ^lov, sapendo Calliroe sposa ad
'
1. e. § 22, Rodane discende dxwì' xov

altri; Jambl., ap. Phot.,
aravQov, âreìv yào iiàÀÀor ì]QeTto, per la medesima ragione.
La somiglianza tra la descrizione del noóodoq rov Jlsootov
§aailé(iìQ, Ch. VI, 4, 1 sg., e di quello xov Ba^vXonion' ,ia-
aiXèoyg, Jambl., in Erot. Graec, II, p. lxvi, fu già notata
dal Rohde.
1) Scrisse tra il 165 e 180 e. v. circa un secolo dopo Caritone. .

—
Notizie di lui: Phot. Bibl., Cod. 94, p. 73 Bekk. Snida, s. v. ""Uiu-i'/uxo-;. ;
Cfr. Rohde, o. e. 388 sgg.

2) Frammenti: Erot. Gr. I, p. 217 sgg., Il, p. LXiv; Polemonis.
Deci. (ed. Hinck), p. 46 sgg. [già in Hermes, I (1666), p. 361 sgg.] ;
R. Hercher, Monatsbei-. der Akad. d. Wiss. zu Berlin, 1875 Tannar,

p. 1-7; E. Bruhn, Rhein. Mus., XLV (1890), p. 278-83. Sunto: Phot.,
Bibl. 1. e, Erot. Gr. I, 221 sgg. —
Ricostruzione del romanzo Rohde, :
o. e, 393-104. —
Quantunque il sunto sembri di tutta l'opera, non
può escludersi la notizia di Suida, che essa avesse 35 o 39 libri :
forse le ultime parole di Fozio, su cui ci si è fondati per respingerla,

la confermano èv oig 6 i:' lóyog, cioè siamo al libro 16, non alla
:
fine. I fr. mostrano all'evidenza che in Giamblico non c'era quella

'
knappere und gewissermassen eiligere Weise der Erzàhlung ', che
Rohde, o. e, p. 407, credeva di ritrovare anche in lui e poneva fra
le caratteristiche dei romanzi più antichi.
430
C. — Cantone ed Eliodoro.
Che Eliodoro Caritone è cosa oggi in-

sia posteriore a
dubbia, non potendosi questi spingere più oltre dell'inizio
del II sec. d, Chr., nò quegli più addietro del III. Che poi
Eliod. avesse presente ed usasse il romanzo di Carit., risulta
da numerosi e salienti paralleli di contenuto e di forma.
Lasciamo, perchè cosa comune *), che Calliroe, «y«A,ua
Tfjg òh]g 2txtliag (Ch. p. 3, 6), Cariclea, ùyXàiaiîa . . Jt'Aifwv
(H. p. 85, 9), si incontrano e si innamorano in una sacra
festa, non senza volere di un Dio : rov O-sov Troûrsvaa/ntrov
Ti]vòs Tì)v {avvoóiav), Ch. 4, 9 ; àycoro^^Tovìzog xaì ôa^tvov-
Tog 'EQOìTog . .
, H. 96, 32. E,' non potendo vincere la pas-
sione, Calliroe eogimo sul Tfjg xoirrjg, eyxsxaXv}X},isvr^, xXàovocc
xaì GicùTTcòaa (5, 20), e Cariclea è trovata da Caricle sttì T?]g
tvvTJg àXvovGcc, zovg ò(fOccX}.iovg x(^ eQdni óia^QÓxovg (85, 30).

Pur amore di Arsace per Teagene, libri VII- Vili, non diffe-
1'
risceda quello di Dionisio, 1. II, sgg., [e di Artaserse, specie

nello scioglimento, 1. VI] per Calliroe, anche nei partico-
lari quella, accesasi del giovane appena vistolo, àmxéoti ...
:
lióXig xcà noXXàxig àvaaxQSifovaa (189, 26) dal tempio di

. . .
Iside,ove è Teagene, come Dionisio da quello di Afrodite,

ove è Calliroe (II, 3, 8); si 1' una che l'altro mandano cibi
della loro tavola all'essere amato, che è loro óovXog (Ch.
Il, 4, 2 ; H. 201, 23 sg., 203, 15 sg.); il mezzo con cui Ar-
sace riesce a baciar Teagene (213, 16), non è dissimile da
quello usato da Dionisio con Calliroe (39, 16). Cibele ha in
Eliod. la stessa parte di Leona e Plangone in Carit.; al
pari d' essi è a conoscenza di tutti i segreti dei padroni
(Ch. 33, 12; H. 195, 29): come Dionisio chiama nXtcyyónov
cpiXoóò'auoTov (47, 6) la schiava, la quale gli ha recato la
buona nuova che la donna da lui desiderata consente a
divenir sua moglie, cosi Arsace si rivolge con un KvîXiov
(fCXicixov (192,4) alla schiava, la quale l'assicura che Tea-
gene contenterà le brame di lei. Il principio di iiinamo-
I) CtV. C. Dilt'.iey, Dj Callimaclù Cydippa, p. 33 e 53 sgy.

su 1 ROMANZI GRECI. 431
ramento Oroondate per Cariclea, per udita, (H. Vili, 2),

di
ci richiama quello del gran re per Calliroe (Oh. IV, 6, 7 sgg.).
ambedue gli autori (Ch. VII-VIII, H. IX-X)
Gli ultimi libri in
sono occupati da narrazioni di imprese guerresche: l'assedio
di Siene, H. IX, 1, sgg., va confrontato con quello di Tiro
in Ch. VII, 2, 7, sgg.
E ora qualche luogo simile anche nella forma:
— Ch. IV, 1, 10. Calliroe, — Hel. p. 80, 11 sgg. Nella

che crede morto Cherea, gli TToiiiTTrj si segnalano i cavalieri
ha fatto costruire in Mileto tessali, ma toviovg . . . zoiov-
uno splendido sepolcro. Sia- zovg òvzctz ovzuìg vrrsQslóa xaì
mo al giorno della finta sx- TTaQsÓQafxtv fj zùtv nuQÓvzwv
xof.iióiq. EnójiiTisvs ó' d'óooÀov ot/vg xcà TCQÒg zòv l'mtaQ'/ôv —
XaiQtov . . . xaXlicjTr^v óè ov- fjv óè . . . OsaysvTjg — àrcag
aav TYjV eìxóvci TtQoaé^Xeiliev snéGZQSipsv, (hazs è'óo'ìag àv
ovdeìg KaÀhQor^g TiaQovcrr^g, VTt àGTânf^g zò (fairóiîevov
àlX èxeivr^ jlIÓvìj covg àrràv- TcoózsQor ànav fifxavQ&a^cci...
ro)V sóìjfiaywyijffsv ò(fdc(Xf.iovg. Per la descrizione che segue
[Cfr. Vili, 1, 11]. Evidente- di Teag. si cfr. quella del re
mente ex Xenoph. Ath., Cyr. Artaserse in Ch. VI, 4, 1 sg.,
VI, 4, 11, luogo che Ch. imita che comincia parimente Tiàv- :
ancora a p. 88, 28-9, come il zuìv óè òvtcov à'îo&sàzbìV dicc-
§ 10 a 90, 22-25. Di Ch. (ed TiQSTii-azazog fjv iv avzotg ò

Hel.?) usa pure Xen. Eph. âaiXevg.
I, 2. 8 [ritornando alla Cy-
rop.? cfr. il gen. ass. xaXov

òvTog Tov i)-tà}.iazog].
— Ch. vili, 5, 2. }X6Yu de — Hel. p. 23, 31 sgg. xaì àj-ia
névOôg xaxi]yytiXs ûatXet . . . iódxovsv. sóàxQVOV óè xcà ol

èrcbvDovv ób ixaì} IléQacòv ol 'ìt'vot, za iièv exeirov no6(fa-
sVTif.iÓTaTni ^laTsiQav noóipa- Giv, !.ivi]t.iì] óè zdòv lo Con' t'xu-
(Tiv, (j(fcóv ó avi un' xrjSe l'xa- azog (cfr. p. 156, 31), imitato
CTog . . . (cfr. anche II, 5, 12) poi da Ach. Tat., II, 34, 7,
ex Hom., II. XIX, 301-2. che ritorna però anche al
luogo omerico.
— Ch. VI, 5, 6. Jó'iag . . ò — Hel. p. 204, 19. Cibele,
ivvovx'jg, ÒZI à(Ja(f(Jòg aÌQi^xéV finrrendo Teagene di non ca-

.
432 F. GARIN
(ròr tov âGiXéoìC i-'qo)icì) xcà pire, àvciyxùîiai xcà Xavxóie-
ov rtrór^xev fj KaXhoór], (favé- Qov óiaXfX^^jVCd T(ò Qeayivai,

QcbisQov fiQ'^cno Xtyen'. xaì TÒv f-'gona {Tf^g \iQaàxì^g)
àn ctoaxaXvm oìc é'§ìiyóoeve.
— Ch. I, 14, 6. Calliroe, — Hel. 30 sgg. Ca-
\). 124,
rincliiusa una stanza da
in riclea, consegnata da Mitrane
Leona, a cui è stata venduta al mercante Nausicle e da lui
da Terone, si abbandona ad rinchiusa: òiioia tò. rvv fxsi-
un threnos 'lóov dlkog xà-

: . . roig {= alle sventure passate),
(pog iv oì 0rjQwv fxs xart'xkei- àXrîhecTTiQOV óè eÌTTéìr, xcà m-
(Ssv, €orjf.iói€Qog fxéivov iiàX- xQÓzi-Qa, TOV xaì iSovXoat'yov
kov '
TTaiTjQ yccQ fioi àv exu xcà óvvaaivov Tavia nagaiÀV-
TTQOOfiX'Js xcà lirjTi^Q, xaì Xat- ^htcsOai xf'x^ìQiaiikvov. GTrip.a-
Qtag ènt'OTTf-iGs óaxQVOìV' rc- lov rjv liioi XìjGiQixòv eìg ttjv
^ófirjv àv xaì Ts^rewOa. naQsX&ovaav tò xcczaywyior,

àóvTov xcà ^doa^gov xcà ti
yàg àXX' ?' xàqog fj oTxrâig'
STTSxovqiL^s xcà tu vi a Trago) v ó
ndvTMV îioì (fiXtciTog.

— Ch. IT, 3, 10. Leona ri- — Hel. p. 8, 8 sgg. Il le-
conduce a casa Calliroe, ora starco e il suo scudiero smon-

schiava di Dionisio. Tóis óè tano dai loro cavalli e vi
-^v ìóétv ori (fvati yivovTCii â- fanno salire Teageue ferito
GiXstg... TjxoXovôvv yàg ccnav- e Cariclea. Kaì ì]v óó^r^g oix
T€Q (= JiovvGiog xcà il naQu- fXTÒc TÒ yiróiiisrov' òovXevsir

axf-vì]) xai)cx.7reQ vttò tov xà).- ò àgxorr ^(faivtio, xaì vTrrjgsTsT-
Xovg ótanoivj] xextiQoiov i^
i.ii:'r r^ crO^cd ó xgccKjùv ToTg t-aXoìxóaiv
f^giho. ovrcog . . . xàXXovg òU'ig
xcà Xfârgtxòv ì]i/og oìótv vrro-

TCCTTHV xcà XQCiTHV TÒÌV Ctvy-
fir^goTtgoìv óvvazai.
— Ch. II, 4, 2. (Jiorvcrioc) — Hel. 201, 23 sgg. Arsace
fxoÌQttv ós Tira Xa^ótnòvog ano manda a Teagene e Cariclea
TOV óeiTTrov '
Tavir^v '
<^f\Gi XfÌKl'co'a TTjc aaTgamxfig tqcc-
'
xaiiiaàTOì Tig rf^ ?*'^','y (= KitÀ- jTt'^rjg' '
zovioig . . . fj àtcTTroiva
XiQÓìf). Mij eTnrjts Sé {Svi) nagà ósîovTca xcà nitci . . rorc 'ìt-
TOV XVQIOV, àXX OTl nciQà Jio- rovg '

. Con quanto maggior
vvaiov '.
Cfr. p. 37, 25. tatto Dionisio!
22. 5. '909
è
E potrebbero ancora raffrontarsi : Ch. VI, 2, 8-9, He].

42, 14 sgg, (i protagonisti, sul punto di uccidersi, perchè
credono perduta la loro donna, rimproverano chi viene a
trattenerli); Ch. VI, Hel. 208, 25 (Artaxate ed Ache-
3, 3,
mene, pur sospettando dell'amore dei loro padroni, fingono

ignorarlo) ; Ch. 1, 14, 1, Hel. 5, 12-20 (Calliroe e Cariclea
producono medesimo stupore nei risguardanti); Ch. I, 2, 4,
il
Hel. 216, 29 (i proci ed Achemene, delusi nel loro amore,
fanno le stesse minacce Hel. ex Eur., Med. 399) Ch. I, 4, 6,

:
;
Hel. 15, 3 (la stessa accusa, che si vuol provare collo stesso
strattagemma: Ch. I, 4,8, Hel. 15, 12) etc.
D. — Caritoue ed Achille Tazio.
In gran copia maggiori sono tra Caritone ed Achille

Tazio le somiglianze, e spesso identità, di sostanza e di
forma. Da un esame appena appena accurato sarebbe su-
bito apparso quale dei due autori si fosse servito dell'altro;
tuttavia, non soffermandosi su tale questione, dotti hanno i
sempre considerato Achille modello di Caritone e quindi a

lui anteriore; perfino il Rohde, che pur elevò qualche dubbio
(o. e, p. 522), segui l'opinione comune. Argomenti d'altra
natura, e inconfutabili, la hanno dimostrata erronea, ond'

che io porrò senz'altro a riscontro i luoghi paralleli, trat-
tenendomi solo su qualcuno, che niostra all'evidenza la ve-
rità di quello che ho più sopra affermato.
Achille Tazio, pur imitando Caritone in tutta l'ojDera,
lo segue più strettamente nei VI-VIII quivi anche l'in-

1. :
venzione è la stessa. L'amore di Tersandro per Leucippe

non è che quello di Dionisio per Calliroe ; i tentativi del
servo Sostene, per indurla a cedere, rispondono a quelli
di Plangoue. L' accusa di adulterio, mossa da Tersandro a
Clitofonte, deriva da quella di Dionisio a Mitridate, e così
pure il seguente processo, che in ambedue gli autori, per
motivi religiosi [^vaia agli dei, Ch. VI, 2, 2 ihôìoia ad ;
Artemis, Ach. VII, 12,2], viene interrotto e rimandato. Leu-

cippe creduta morta, come Cherea, ricompare al par di lui
studi ital. di fiìoì. class. XVII. 28

434 F. CIARIN
viva d'un tratto [Gli.V, 8; Ach. VII, 15], solo, mentre ia

Ch. si vede subito la causa per cui l'autore immaginò questa
improvvisa resurrezione, inutilmente si cerca di trovarla
in Ach.
— Ch. VII, 2, 3. Cherea, — Ach. Ili, 14, 1. Clito-

giunto con Policarmo al cani- fonte, ch'era prigione dei ,ôv-
pò del re d' Egitto e fattosi xó/j)i, è stato liberato, insieme
conoscere, chiede di combat- con molti altri, dai soldati di
tere contro il re di Persia, che Carmide. Questi sTivvd^àveto

l'ha offeso. 5. Tavia àxovaag ó Tirsg el'riiiev xàyòì (= K'/.sir.)
Aìyvmioi fjaùì^ .... rragaviixa ràfia kÌTTOv. 'EttsÌ oVì' uttuvtu

{.lèv . . uvTuìg {-xk'Àsvasv òrcXa e/LiuOév, ixéXtvasv àxoXovif^sTv,
óoOf^vut xtà axìjVrjY, /.ler ov avTÒg óà ÒTcXu ò (lodai v vjikCyis-
TcoXv ób xal ò 1.101 Qunsìôv ènoi- TO . . . . . 2. TtOlt-ÌTtei ài] {.l€ . . .
i]aato XaiQi'av x. t. X. òjxoTQànsìôv.
opportuno inCh.:i due vogliono combattere,

Tutto è
necessità quindi di dar loro delle armi Cherea è parente ;
di Ermocrate ed il re d'Egitto, che non ignora le gesta di

di quel grande (v. \). 125, 1-2), lo fa naturalmente suo com-
pagno di tavola. In Ach. non si capisce la causa del trat-
tamento di favore a Clitof. meno ancora, perchè gli ven- ;
gano date armi: non certo per combattere contro pirati, i
che a ciò non prende la minima parte.
— Ch. VI, L'eunuco del

5, 1. — Ach. VI, 4, 2. Sostane,
re di Persia si presenta a Cal- servo di Tersandro, a Leu-
liroe e 'ui/«/on' ììtt^v '
àya- cippe :
'
i^xo) Gai (féguìv gmqòv
ih(òv, & yvvai, ^râuvoóv aoi àyad^CùV, à/.X' òucog aéiv^^GaGa
xsxót-iixa' GÌ) óè fîvrjUÓvsvi' jiiov [.tij eTTiX.rjGi] /Àov 11, 3.
if^g eòf-gysaiag .... 5. ó im'yag QkQGccvÓQog sgà Gov xal /^lai-
(iaaiXevg . . . fjókoyg Gs side. Kà- vexai, SìGTs ra/a xal yvvaXxu

yù) db avTÒv àvafXlf.lV't]ffx(o xal non^GeraC Gs rò óè xatógOcofia '
bnaivù) Gs nacf ^xtiroì. Ma Cal- rovvo eiîóv. 4. 'Eyco ydg Gov

liroe finge ili non aver capito TTQÒg avTÒv ntgl lov xàXXovg
affatto il pensiero dell'eunu- TioXX^à ècbguièVGtiiu^r xaì xìjV
co, onde questi : 7. Aì'iò lorio ll'vyj^v avioì' (jari aGucg kyé-
r^vzvxt/Xag, òzi ovxè'ri óovÀov<; jitaa. Ti xXùtiq ; àvaGirÔî xal

xal TTb'vrjtag f^yjig ègaaràc àXXà ^'/vf- trrì loìg sÙTvyjjfxaaiv jUjqo-
tÒv iLiè'yav j^ccGiÀk'cc . . . 0v€ rJì JtV/; '

iivìjióvevs óè xù}-iov.
Toìg ^soTg xal iiaxciQK6 dsav-
Tì^v, . . . xal ótav TiÀovirjffìjg
'.
if-iov /iivr.nórevs
Si osservi : In Ch. l'eunuco, per la notizia che dà a Cal-

liroe, può con diritto, almeno secondo lui, dire '
ti porto
un tesoro di beni '. Si legga Ach. VI, 4, 2 : ó ^(oaOî-vrg. .
tìog éìÓ€ TìjV AèvxiTinr^v uóvrjv, siaTrìjòrjaag xal tò aróiict èni-

ay^MV avvaQJTciL.si . . . (féowv si'g ri óuiixàriov àrcÓQQi^tov, xal
xaraâuevog Xéysi rroòg ai>Tì]i> fjxo) x.r.X. '. L'espressione è '
proprio opportuna! Se Ch. poi copiasse Ach. difficilmente

avrebbe mutato il gmqòv in ^rjaavQÓv. Ach. invece, trovata
in Ch. l'espressione e piaciutagli, la prese e, lettore di Ari-
stofane 1), conforme al suo sistema -)j sostituì aojgòg a ^r^-
oavQÓg. Ove ricorre in Ch. anche a 46, 2 come esortazione
ad.uno che abbia ottenuto buon successo ;
/nvrjiîovèvsir, usi-
tatissimo in Ch., compare in x\ch. solo qui, e 169, 2 per

ricordo probabilmente di questo luogo.
— Ch. IV, 3, 10. Cherea in — Ach. V, 18, 4. Leucippe

monologo :"A7riaz€ KaXkiQÓr^... per lettera a Clitofonte : . .
eyco f.ièi' iTTodO^r^v óià Gè xal òtà Gè TteTTOaûai xal eóè'ì/'qv
è'Gxaipa xal Gcavoòv ^j^ccGraGu Giói'iQfp xal óCxsXXav è^jccGiaGa

xal ór^/iiov X^qgI TraQsóó^rjv, xal è'GxaU>a yi^v xal èiiaGTiyw-
Gv óè izQVifag xal yàf.iovg sif-veg O^TjV, Ira Gv o yé'yorag aXXfi yv-
èiîov ófóeue'rov. Cfr. 64, 19 vaixl xàyio értQfo ùvóqI ytvo)-
sgg.; 78,22; 93,24. ^t«.,.
S'avverta: Cherea enumera completamente ciò che

1."
ha sofferto, non Leucippe, quantunque (145, 18-9) af-

cosi
fermi di volerlo fare avrebbe dovuto aggiungere xt'xao-
; :
1) Cfr. Adi. Tat., p. 199, 20-1. — Pel <T,„o,h- (<)' Aristoph.,

Plout, 80i.
2} Cfr. A. Stravoskiadi.s, Ach. Tatius i-ia Xachahnier des Plato,
Aristotelòà. Plutaroli iiiui Aelian, p. 'J e 3G.
436 F. GARIN'
ixca xrjv xè(fcch']v (v. 144, 2 ; 192, 13) iu luogo di ÒU. è,-^., inu-
tile ripetizione di è'axaipa y. 2° gtuvqòv âard^siv adopera
Ch. anche a 72, 28 ((fég^v, 72, 25) ed è dell'uso [v. Cobet,
Mnem. Vili (1859), 275 sg.] Ach. solo qui óix. iSaardêir, ;
ma xaTt'xsir, 38, 7, xQarsTr, 144, 2,
— Ch. I, 12, 6. Leona a Te- — Ach. VI, 12, 1. Sostene

rone : '^t'voi; étrai noi óoxsTg a Leucippe: ôvkofiai óé coi
-fj fiaxQÓi)ev fjxsiv, 5c àyvostg xal xòv Oè'oaarÓQov óffrig ìgtIv
^lovvGiov nXovxoì xal yérei xaì eìnsTv .. . yivsi óè TTQMtog ànàv-
TcmòsinTùiY ccXXoìv luivwv vrrs- Tcav xòùv Imoìv [cfr. 146, 12 ;
Qt'xovTa ... E, II, 5, 4, da se 175, 17]' TiXovTog u€Ì^(tìv xov

stesso : JtorvGióg sìfii, Mtlrj- yt'rovg, vntQ tòv nXoviov rj
aioìv ngcòTog, ax^àòr óè xal t/)c XOì]GTÓtì)g . . .
ólrjg lioviag, èn evae^sia xal

(fiXav^QMJTUc óia^óìjTog. Cfr.
II, 4, 4 ;
II,' 5, 2-3 ; 6, 3, etc.
Coerentemente tali qualità si riscontrano sempre in

Dionisio e a lui si convengono ttqcòtoc 'Iwvmv, IV, 5, 6 sg.; :
81, 26; VII, 5, 13 e 15; VIII, 5, 12; xorâròg xal evffe^rjg,

II, 4, 9 sg., 5, 1 sg., 6, 3 ;
mentre non si addicono al Ter-
sandro di Ach.: si legga 169, 29 sgg. >); VI, 20-22; Vili,
1-2; 9, 2-6.
— Ch. VI, 1, 7. (2tdT€iQa} — Ach. I, 5, 3. Dice Clito-

naQSifvXaTTS óè ave òr (= xòv fonte: òXoic hiSXenov xì)r xóoi^r
âailta) iv xaTg òniXiaig ì]avxf, XoTg TTQOadoTTOtg, xXbJTXOìY atta

KaXXiQÓYjV vno^Xénovxa, xal xTjv ^é'ar. Ove è contradizione
xovg òifidaXôvg xXinxovxag fra il ^2é'7r. o. ngoa. (Ch. :
[XkV T^v x/tar, avxoinàxci)g óè VTTo^X.) e il xXsTT. X. i>. [Clitof.
sxsT (feQùfibvovg. ha già prima fissato àrai-

dmg (42, 18) la ragazza ac-
compagnata dalla madre; cfr.
anche p. 60, 16].
1) A p. 14:4, 2 (cfr. 146, 6) si dice che Leucippe è r?;»' y.£(f(Ut]r

y.ey.c(Qfi£i'ì] ]
qui poi Tersaiidro l' afferra per la chioma.
— Ch. VI, 5, 8. Calliroe, — Ach. VII, 14, 3. Sostra-

udendo le parole corruttrici to, credendo che Clitof. gli
dell' eiianco, lò âèv ttqwiov abbia uccisa la figlia, f^{7rrrf«
ójQjiir^Gir, €1 óvvctxóvi xfà toìk aùiov une ò(j lhaXf.i(HQ xaì iii-
òqOccAaovQ èÔQVâi xov dia- xooD dèìv é^wQv'^sv ccvtovg.Gù'.

(fd^SlQOVTOC ccmì]v. 191, 6.
L'atto è da donna; per di più solo nel presente luogo

Ach. si scosta dall'abituale gani^fiv 151, 4, outiì^hv xcctcc
xÓQQrjg 77, 23 etc, naisiv x. x. 175, 5 O xarà e. ttqogwttoìv

117, 25 etc.
Si confrontino poi: il proposito di uccidersi sulla tomba
dell'amata, Ch. Ili, Ach. Ili, 16, 2 e 17, 3 (v. Hel. II, 4)
3, 1, ;
la descrizione di Tiro, Ch. 125, 30 sgg., e di NUioyji; nella

Boukolia, Ach. 121, 27-30 (ambedue ex Thuc. VI, 1, 2);
la risposta di Calliroe a Dionisio e di Clitof. ad Ach. Tat,.
Ch. 35, 10-13, Ach. 40, 4; il rammarico di Cherea e di
Leuoippe, Ch. 104, 2 (cfr. 109, 8; 101, 31), Ach. 168, 4 sg. ;
l'ansietà di Calliroe per Cherea e di Leucippe per Clitof.,

Ch. 131, 7 sgg., Ach. 167, 26 sgg.; la condotta dell'eunuco
e di Satiro, Ch. 109, 30 sgg., Ach. 60, 26 sgg.; le parole
dell'eunuco a Calliroe e di Sostene a Leucippe, Ch. 117,29 sg.,
Ach. 166, 6 ;
il dubbio di Calliroe nel rivedere Cherea,
Ch. 101, 28, con Ach. 201, 22 sgg.; Ch. 60, 21-3 e Ach. 98, 8-11 ;
Ch. 21, 11 sg. (conforme Artemid., Oneir., p. 85, 10 Hercher)

e Ach. Ili, 15-18; Ch. 97, 14-18 e Ach. 200, 17-21 etc.
A. — Longo e Achille Tazio.
Cile Achille Tazio conoscesse l'opera di Longo dubitò

E. Rolide (o. e, p. 535 e 536, 1), e della stessa opinione
fu S. A. Naber {Uwemos., n. s. V (1877ì, p. 200), pur ri-
tenendo eiusmodi ut facilius ab attentis lectoribus

la cosa
sentiri possit, quam argumentis demonstrari '. Ma qualche
argomento può addursi.
-
438 F. GARIN
Longo comincia con un proemio: vide in Lesbo, ^r

àXasi Nv!ii(f(àv,un-à ygatpi], che ci descrive, l'yovaa . . rvyj^v
sQMTixTjV. Preso da rróOôg àvriyQdipai avvf^. ne cercò un f^j
ytjTTjg e, colla spiegazione avuta, mise insieme i 4 libri, che
offre ad Eros, alle Ninfe e a Pane e che saranno xTf.na

TSQTivhr nàaiv àvdQÓnnoig. Segue il romanzo di cui il proemio
costituisce lina breve introduzione e dedica.
Pure Achille T. principia descrivendo una yoaiji], da
lui vista a Sidone, rappresentante gli amori di Europa e
Zeus e del tutto estranea al racconto, che togliendola ci
guadagnerebbe. Mentre sta ad ammirare la pittura e, me-
ravigliato della potenza di Eros, esclama ofov uay^fi ^3ot- . .
(foq ovQarov xaì yfjg xcd xJaXccTTì^g (I, 2, 1), comparisce un

veceviaxog, Clitofonte, che, udite le sue parole, gli dice: èyù)
taìn" iiì' èdfixvvv . . . toaaviag i'^Qfig s'§ eguìzog rcaihwv. E in-
vitato narra tutte le sue avventure, che costituiscono il ro-
manzo, e che Achille ascolta senza interrompere e senza
neppure ricomparire in fine.
Poiché è inverosimile che indipendentemente l' uno
dall' altro due autori abbiano cominciato in egual modo,
i
e immaginato il romanzo loro ripetizione di un racconto

ad essi fatto da un f'^rjy)jrì]g (Clitof. corrisponde all'fi'j^y.
di L.), deve ritenersi imitatore quegli in cui la yqctffi] e la
descrizione d'essa sono non solo estranee, ma anclie ino])-
portune : Achille Tazio y).
— L. II, 34, 1. Avcij fj av- — Ach. Vili, 6, 7. Hv óè

Qiy^ tò ÒQy((roi' ovxrjV òoyavou rj Gvgiy'^ ovre avÀÒg air ÙQyf^g
àXXà naglfèìoc xaXvj xaì cfjV ovif- xàlaîog ùXXà rcagO^krog
(fwvtjV jLiovGixt] IJùr tciv- eveiói]g. 'O Uàr ovv éóio)x€r av-
zr^g vfi.iovG)jg Ttatôvar^g aóov- zrjv ÓQÓL(or fôonixór, tì]v óè
') Se Lougo potesse ideati carsi coWdo/ieoevg dell'iscrizione di

li
Thermi, più oltre citata, per la fonte di questo luogo ci si potrebbe

accordare con K. Tiimpel, Philol., N. F. II (1889>, p. 115 n. 31 Der :
'
Mythos, welcher, wie Niemaud bezweifelt, dem Siijet des Romaus z\i
Grunde liegt, scbeint, wie die Wandgemiilde, die ihn darstellten,
dem Dionysosterapel zu Mytilene zu eignen '. Cfr. M3-thol. Lex. II,
p. 17TG. 25 sgg.
<jrg TiQoaeXd^MV eTrsiOsv ég o vXrj xig deaerai óadiTa (j6vynv-

Ti è'xQJjC^ .... 2. "^H óè fytXa aar' ó óè IJàr xaià /róóag eìa-
TÒv egona avrai) .... "Ôo/îà i>o(;wj' MQeys ttjv /«r^» ù)g èn
óiwxsiv ó Tlàv TTQÒg îav' fj avirjv.8. . . . xakàfioìv óè xóf.irjV
^VQiy'S t(fsvys xal ròv Tiara eìxsv f< /a'^ . . 9. Tt'iirsi ófj
xttl Ttìv jîav '

qjavyovaa xà/i- tovg xaXà}.iovg vn ògyffi ò Tlàv
vovcTa fs óóvaxag xQvnrfrai^ wg xXéntovxag avzov rr^r fooì-
eìc i:Xog ùffariâTai. 3. Tlàv rovg /.itvr^v' ircsì óè iif-Tcc tavxa ovx
óóraxac ògyf^ reiicor, rrjV xÓqYjV ei'xsv evosTv, sìg xovg xaXàiiovg
ovx ^VQWV, tÒ Trdôg naOwv óoxwv Xf^XvtyOai i?)i' xÓqì^v,
rò ÒQyavov rosi, roì'g xceXcenovg è'xXas xtjV xoiît^v, vo/îì^mv xe-
xTjQfò avvórjfJag àrioovg, xalh 6 xfiijxsvai xrjv sQù)[.u'rrjv. 10.

'
XI xal ó egmg àviaog avioTg ^v/KfOQTjaag ovv xà xsx(.irif.iéva
xal fj zóx€ rraQi/i-vog xaÀfj rvv T(Jor xaXàiîiiìV xal fj Ov-

èaxi avQiy'S. tuovGixrj. Qiy'ì eiyê (fo)vrjr.
Lo stesso mito esposto quasi in modo identico. Longo

ha buona conoscenza dei poeti alessandrini, sua fonte quindi
fu probabilmente uno di essi i) la narrazione poi in lui è a ;
suo posto -), introdotta in modo opportuno (leggi e. 32-33) i
e strettamente connessa con quel che segue (e. 35-38).

Ben altrimenti in Achille. La descrizione della siringa,
Vili, 6, 3-7, ed il mito sono posti in bocca al sacerdote di
Artemis, che racconta tutto ciò — e quasi come cosa reale —
a Leucippe, Clitofonte e Sostrato, persone raffinate, pel
caso che esse non conoscessero questo strumento musicale
(p. 193, 18). In L. poi ci è indicata la ragione per cui Pan
insegue Syrinx, non in Ach., il quale con un ó IJàr ovv ci
presenta senz'altro il Dio, ohe corre dietro a lei ògónor

fQcoxixór.
Cfr. (3vid., Met. I, 689-712. e specie i vss. 711-2 con L. 281. 5.

1)
Questi miti sono una delle caratteristiche del romanzo di L.:

5)
cfr. I, 27 quello della cpccTTc, li, 3, sgg. di Eros, III, 28 di 'll/oi. Egli se
ne compiace per infondere nell'opera sua quell'idea di semplice, per
mostrare 1' ina;enuità, talora persino incredibile, dei suoi personaggi
[A I, 8, 2, ad es., di Lamone e Driante, due uomini d'anni, a cui è

apparso in sogno Eros: y.oircjaufTEg (Ì'àXtj'àoiì tò op(((ì y.cù d^vaarrsg rw jet
TiTSQÙ f/oi'Ti TìaióÌM . . {rò ycìo oi'oûct 'Aéyew ovx slôi') x.r.X. Cfr. Ili, 18
« Rohde, o, e, p. 550, 1>
440 1". GAUIN
—
L. II, 3-8. Fileta ha nar- — Ach. II, 5, 2. Clitofon-
rato a Dafni e Cloe essergli te, già fidanzato a Calligone
apparso Eros e lo ha loro de- (I, 3, 2), vorrebbe soffocare il
scritto [reminiscenze di Bion, suo amore per Leucippe, e

fr. IX Wil. ?] indicando anche aoìqoovtìv, ma Eros: vai, xoX-
ciò cheprovano le persone in- ,tn^()è, xat' èfiov atQarevr^ xaì
naraorate. Dafni e Cloe, ac- are magar àxTTj ; l'7iTaf.iai xal
cortisi che igwaiv àXXriXiiìv ovx to'§€vuì xaì (fXtyoì '
nwg àvri]<T}]
eìdÓTsg, vorrebbero sottrarsi fxs cfvyfTv; . . . &v óè xaxaG^é-

al TtaióioY Equìc, ma: 8,4. atjg Go)(fQoGvvi]TrjvcfXóya,ai>ToJ
Jlcòg àv iiq avrò XàjSoi : atn- Gè xaxaXrupofîai t(Ò jm-Qfò.

xqóv ìgti xaì (fèv'S(:xai. Ilòùg
àv Tig avrò (fvyoi ; nzeQà f-'xî
xaì xaTaXrnpsTai.
Il pensiero sta bene in bocca a due ingenui pasto-

relli, che han sentito parlare per la prima volta di Eros
e se lo sono visti rappresentar materialmente in un fan-
ciullo alato e imprendibile [òvGOriQaTog . . xaì Uquxi xaì «f rrrT
xaì el' Tig dXXog tovioìv ù)xvreQog ÒQiig, 265, 7, ha detto Fi-
leta; ed essi : ri sGii noze, ò Eging; nóxeQa naig fj ògrig ; 266, 51;
può dirsi altrettanto per Clitof., cittadino istruito e già
iniziato [e come! cfr. 11,35-38] nei misteri d'amore?
— Si confrontino poi : la descrizione del giardino in
L. IV, 2 e Ach. I, 15 [specie L. 305, 5 e Ach. 53, 25-6 ;
L. 305, 21 ot xXdóoi, GVV67H7TXOÌ' àXXì'jXoig xaì inriXXairov rag

xófxag = Ach. 53, 31 è-'âXXov ot xXàóoi, Gvvtnimov àXXì'jXoig
«À/o? èri dXXov, syiroìTO icòv neràXoìv rcfQinXoxai x. r . X.] ;

la
descrizione di Mitilene, L. I, 1, con quella di Sidone, Ach.
I, 1, 1. E Achille deve forse pure a Longo : i dubbi di Cli-
tofonte su Pan, Ach. Vili, 13, 2 sg., L. II, 39, 2-3 ; l'idea di
far commettere a C litofonte una infedeltà verso Leucippe,
come Dafni verso Cloe, Ach. V, 27, 2, L. Ili, 18; l'artifizio
del jTQonivsiv (fiXrjtîaxa, Ach. II, 9, introdotto graziosamente
da L. Ili, S (cfr. I, 24, 4); l'invenzione che Pan corona
di pino, in modo invisibile, le vergini che egli protegge,
L. II, 26, 2; 28, 2. Ach. Vili, 6, 13; con L. 252, 13 sg.
(v. Theocr. I, 146) cfr. Ach. 63, 17 sg. etc.
J
su 1 ROMANZI GRKCI. 441
B. — Loiigo e gli altri erotici.
Minori d'assai sono i paralleli che possono riscontrarsi

tra Lougo e gli altri erotici.
LoNGO E Senofonte. — L. — Xen. II, 8, 1. Abrocome,

II. 22, 2. Dafni, separato da prigioniero, sa che Antia par-
Cloe, e crede per sempre : te schiava per la Siria: fj /nèv
A'/o'/^ ót Xoinòv nóXiv oìxvj- oì'xîai nóoQOì noi xf^c yf^q al-
0€i . . . (.s'ycò) errava a moi- X/iàXonog, ^yto óè . . . rex/vi^-
tusìcò xî'iiUvog . ^dvarov
. . . . 'ô(.iai (ó> óvatvyjjC iv óta/no)-
23. ToiavTCi Xkyovra avròr . . . Ti/Oioì f.i6voc. Tavta Xtyovca
i'TTVog jâOvc xar a Xa intàrsi, avTÒv VTTvog xaTaXat.i^àr(-i, xaì
hcd avTOì ed tQHQ ^qtaraiTai avT(ò òrag scfiOTUTcci, che gli
Nvncfca, che lo confortano. infonde un po' di speranza.
In L. IV, 11, Gnatone, parasita di Astilo, in Xen.

I, 14, 7, il pirata Corimbo, vnr^Qkcr^g di un Apsirto, presi da
GtfoÒQÒg €QO)g l'uno per Dafni, l'altro per Abrocome, cre-

dono poterli persuadere facilmente non riuscendo, si con- ;
solano colla speranza di averli in dono dai rispettivi pa-

droni, L. IV, 12, 4, Xen. I, 15, 5. Si cfr. poi, in L. 283, 2 sgg.,
Xen. 341, 2, sg., i giuramenti di Dafni e Antia.
LoNGO ED Eliodoro. In L. Dafni (e anche Cloe) in —
Hel. Cariclea sono stati esposti dai loro genitori. L. IV, 24:
Avuti tre figli, dice Dionisofane, rò'jUj^j' Ixavòv drai rò ytvog,
e nato poi Dafni tò naióiov t'Skt^^ìxa con alcuni gioielli,
où yi'WQiGiîara . . . èXÌ^ èvràiîa. Tà dò jf^g Tvyj^g àXXu fiov-
Xavacua. — Hel. IV, 8 : Persina, regina degli Etiopi, par-

torita, per uno strano influsso (107, 1 sgg.), una figlia bianca,
timorosa d'esser accusata d'adulterio XùìJqu xcd àjTooQi'jiMg
\u(>tì)r} f^éi>fro, adorna di ricchezze e di una lairia ove

era esposto il fatto, cose xàx'^. /lèv xojqà xaì àrrî'vca, Tàya
óì xcd f-ìg d(fs?.óg nors f'fôvva' xò yào dórjXov xfjg xv^ì^g ')
àv^QWTioig dyroìaxov. xut ì-'axai aoi xà rjj^ yoacff^g . . si /«ir negi-
1) Per la rt'/t] in L., v. Rolide, o. e, 517, 1; iu Hel., ibid., 404,2.

442 F. GARIN
ùùìO-sirjg yvo)QÌ(jjnaTC(, il d órreo xaì àxoì)ì' Xc'ilhoi rhv einp'.
iniTViiîa xal firjiQÒg tmxrjóeia óàxovcc.

LoNGO E Oaritone. — Dafni giura di uccidere se stesso
anzi che Cloe, se questa preferisse a lui un altro, .L. IT, 39, 5;
così Cherea, udendo accusare Calliroe d'adulterio, Oh. I, 4, 7;

L. II, 7, '2 (ex Eurip. frainm. 434 Nauck?) si cfr. con Oh.
VI, 3, 2. Frasi simili : L. 283, 20 e Ch. 27, 24; L. 293, 24-6
e Ch. 42, 22-4; L. 266, 27 e Ch. 110, 26 (ambedue mutano
il teocriteo (faQiiaxov ngòg t. eQwra in (fàQi.ic(xov f-'Qonog) etc.
3.
A. — Eliodoro e Senofonte.
Abbiamo visto quanto Senofonte tragga da Caritone ;
le altre scene dell'Efesino, che non hanno riscontro in lui,
si ritrovano quasi tutte in Eliodoro, onde : le inventò o le
trasse da quest'ultimo? Dei critici chi propende per l'una,

chi per l'altra opinione. E. Rohde, o. e, p. 420, osservando
che alcuni motivi, che i due autori hanno comuni, sono
in Xen. quasi in ampiamente sviluppati,
germe, in Heliod.
credeva poter ritenere primo modello del secondo, il che,
il
per altra via, tentò dimostrare M. Schnepf. '). Ma l'osser-

vazione del Rohde, e quindi la conclusione trattane, perde
il suo valore, ove si pensi che l'opera di Senofonte è giunta
a noi in un excerptum, ipotesi che, messa innanzi per la
prima volta appunto dal Rohde (p. 429 e ivi n. 1), esaurien-
temente dimostrò K. Biirger -).
Tra vari motivi uguali nei due autori "), esaminia-
i
mone qualcuno che ci possa aiutare a risolvere la questione.
1) De imitationis ratione, quae intercedit inter Hel. et Xen. Eph.,
commentatio, Kempten, 1887.

2) lu Hermes, v. 27 (1892), p. 36-68. Giusta quindi la notizia —
di Sixida 'Ecpsaiccxcl
: ^ìt^Xia /,'? [v. Rohde, o. e, p. 429, u. 1, agg.]. Il
, .
ms. Laur., Conv, Soppr. 627, a ch. 79 zerocpòivTOi: rw»' y.urà \4vfi^lut'
''
:
xal '.IjÌQoxóuì]!' 'E(psau(xò}v i9-" /errore materiale per e"?) 'Aóytov rs'/.oì.
3; La descrizione di Cariclea e di Antia, Hel. Ili, 4 (specie p. 82,
5-11) e 1,2, Xen. I, 2, 6 ;

l'assalto piratico alle navi dei protagouisti.
Hel. V, 24 sgg., Xen. I, 13-14; l'innamoramento di Peloro per Cari-
su ] ROMANZI GRECI. 443
Tanto ì\\ Hel. che in Xen. le peregrinazioni dei prota-

gonisti sono preannnnziate da un oracolo (Hel. p. 77, 7 sgg. ;
Xen. I, 6, 2). Ma in Hel. il responso non è la causa per

cui si iniziano: Cariclea, esposta dalla madre e portata da
Caricle in Grecia, doveva, per volere inflessibile degli dei,
ritornare in patria [e non per altro che per ricondurvela
dei e moirai hanno costretto Calasiride ad abbandonare
Memphis: 93, 23-5]; Teagene e la-
inoltre, innamoratasi di
sciatasi da lui rapirementre Caricle l'avea desti-
(IV, 17),
nata al proprio figlio Alcamene, bisognava necessariamente
fuggisse da Delfi il responso, oscuro (IT, 36) e compreso dal
;
solo Calasiride (107,35; 111, 24), serve ad indicare verso qual

luogo convenga dirigersi. In Xen. invece l'oracolo è proprio
quello che fa iniziare gli erraraenti Abrocorae ed Antia :
erano felici, ôqitj t^v ccttuc ó fîog avioig, ma i genitori

. .
è'yvoìffav exntunsiv adrovg xaià %à fisj-ìovÀevjHè'va di Apollo

(I, 10, 2-4), che aveva profetizzato infiniti mali (335, 18 sgg.) !
In Hel. dunque la profezia è opportuna e ben con-

nessa col resto della storia; in Xen. è superflua (ragione
sufficiente per far partire gli eroi era quello che aggiunge
a p. 338, 27: ìj[,ieXXov uXXrjV òijifaOâi. yf^v xcxì àlXag rró-
. .
Ifig) e cosi poco legata col romanzo, che l'autore più non
torna su d'essa, anzi, V, 6, 3 : ot yóvsTg èxartQOìv {= Ufioo-
xó/îov xaì 'Ar&éiag) éavTovg i'îqyayov rov (iiov ') : essi, così
ossequenti all'oracolo, avrebbero dovuto prestar fedo alle
sue ultime parole Abrocome ed Antia, iuta nripiaT àQHOvu
:
nóii^wv t'xovai. L'invenzione del responso spetterà quindi

ad Hel. e non a Xen.
Il Tiamide di Hel. e l'Ippotoo di Xen. furono già raf-
frontati dal Rohde, o. e, p. 477. Capi di una banda di
elea e di Euxiao per Antia, e la speranza di ambedue d'ottener le
fanciulle dai loro capi, Hel. V, 31, Xen. I, 15, 4 ;

i thronoi di Cari-
clea, schiava di Nausicle, e di Antia, posta nella fossa, Hel. 124, 21 sgg.,
Xen. IV, 6, 6 la condotta di Aristippo con Cnemone e di Apsirto con
;
Abrocome, Hel. 1,11, Xen. II, 6; l'agire di Calasiride e dei manteis.

Hel. 100, 28 sgg., Xen. I, 5, 7 Vùuri/afia in cui il responso dell'ora-
;
colo lascia tutti, Hel. II, 36, Xen. I. 7, 1, etc.

«) "Etv/oi' —
nooTe^^fìy/.órs?, a 399, 17, è da considerarsi glossa.
414 F. (ÌARJX
ôvxÓÀoi, innamorati per un momento l'uno di Cariclea,

(I, 18 sgg.), l'altro di Antia (V, 0, 11),divengono poi ri-
spettivamente amici di Teagene e di Abrocome e, al termine
dell'opera, hanno la ricompensa che spetta ai buoni. E ciò
va per Tiamide. Egli, profeta di Iside, obbligato colla vio
lenza a lasciare il suo ufBcio, di cui è degno, cerca con
egual mezzo di riacquistarlo, e si pone a capo d'una schiera
di Ma pur allora resta umano e giusto (v. Hel.
pirati.
p. 25, 27 sgg.); può quindi unirsi con Teagene e ritornare

poi sacerdote di Iside. Ippotoo invece è un vero brigante :
cominciata la sua carriera con un assassinio, che lo co-

stringe a lasciare la patria (III, 2, 10), si dà alla pirateria
e non si guarda dal sacrificare barbaramente Antia (II, 13),
dall'uccidere, incendiare, distruggere (IV, 1, 1). Tuttavia e

Abrocome, senza mostrare risentimento, si fa suo compa-
gno, ed alla fine del romanzo lo vediamo accanto agli altri
premiati per la virtù. Tutto questo, che indicherebbe una
mancanza di senso morale, presso che inintelligibile (Rohde,
o. e, 428-9), parm.i trovi una facile spiegazione quando si
consideri Ippotoo riflesso del Tiamide di Eliodoro Xen., non ;
avendo ben compreso questo strano carattere, foggiando su

d'esso Ippotoo, non badò a tenerlo puro da ogni delitto:
scelto un mezzo poco acconcio per obbligarlo a rendersi
pirata, lo fece comportare come tale, non considerando che
in tal modo lo rendeva indegno degli onori che, come al
Tiamide del suo modello, gli vengono in fine attribuiti.
In Hel., VII, 20, Cibele svela a Teagene l'amore che
Arsace nutre per esso, in presenza di Cariclea, dichiarata
dal giovane sua sorella, E questa finge di consigliare il
fratello a cedere. In Xen., II, 4, Leucone, presente Antia,

palesa ad Abrocome la passione di Manto per lui, ed Antia :
ovyxacàUov . . ti Tfjg óf-cnoùr^g è7TiOvi.iia. All'uguaglianza

della scena si aggiunge quella di numerose frasi '). Schnepf,
>) Cfr. Xen. 315, 19, Óel óè — ùyanùf e Hel. 201, 11 ; Xeu. ib., 21,
'i(jx9i — KoQvfi^M e Ilei. 201, 9 sgg. ; Xen., ib. 24, Tiùi^Twy — éccvrov e
Hel. 148, 15; Xen. ib., 27, èi't>ór]aov —
Kón. e Hel. 205, 5-11 Xen. ;
ib., 31,
7ìuvta —
vnaxovsiv e Hel. 201, 1-4; Xen. 346, 4, èniiQeipoy x. t. ?.. e
Hel. 206, 10; Xen. 349, 21, 350, 8 e Hel. 207, 4.
su I ROMANZI GKRCI. 445
o. c, 26, crede aver prova della dipendenza di Eliodoro da

Senofonte in ciò che indica piuttosto il contrario. Cibele parla
dinanzi a Cariclea, die crede sorella e non sposa (204, 28),
acciò essa, allettata dalla promessa di grandi beni pel fra-
tello, se cederà (204, 32), spaventata dalle terribili mi-
nacce, nel caso contrario (205, 1 sgg,), divenendo quasi al-
leata di lei (205, 20), persuada il giovine a far la volontà
di Arsace. Che di più assurdo dell'agire di Leucone ? Per
proporre ad Abrocorae di tradire Antia, la moglie, sceglie
proprio il momento in cui è presente Antia stessa!
In Hel., Vili, 9, Cariclea, in Xen., IV, 2, Abrocome,
condannati a morte come assassini, sono, per miracoloso
influsso, salvati di sulla pira ardente. Lo Hemsterliuis rac-
costò due luoghi, il Locella (o. e, p. 250) inclina a ri-
i
tenere Xen. modello di Hel. Ma quest'episodio, inserito

superficialmente in Xen., ha in Hel. profondi legami col
resto della storia, ed è preparato già quattro libri prima :
cfr. p. 107, 18-23 e 236, 2 sgg L'inizio della preghiera che

Hel. (231, 9 sgg.) pone in bocca a Cariclea, e a cui è simile
quello di Abrocome (Xen. 374, 29 sgg.), deriva da Hom.
II. III, prima divinità invocata è Helios, la su-
277: la
prema per Hel. (212, 29, e Eohde, o. e, 463 sgg.), ma non

per Xen.
—
Hel. V, 18. Calasiride — Xen. V, 1, 2. Abrocome,
fuggente con Cariclea e Tea- giunto in Sicilia, a Siracusa,
gene trova alloggio presso fj/i-w nsQiiévca ttjv rT^cor xal
TvQQìjvòg TCQSfT^vTì^g àXfsvTi- àra^TjTHV fi' ri rcegì Av&€Ìag
xóg (139, 19). Costui MrróvTog irv^niro. Kal óìj èvoixi^srai
{KaXaaiQióog} naTósg eìaC jiioi nXrâiov jf^g âÀccrtr^g nuQct
óvo, xal TQirog iyw, xaQitv, àrógì Alyialsi TTgea^vri], àhtX
f'gjTj, TÒ GVfîi-ieTQov '
èri yÙQ xrjV Tt'xvr^v. Oviog . . • virsós-
nXsiovg finàg evQiqatxs xàf.i(>l '
âto . . tòv A^QoxófUjV àana-
yccQ nalòeg tÌGiv ì'ti avo ava- rog xal naióa èrói.ii^sv avrov
GnovvTsg. . . . xal reiccQTrj tqo- xal f^yàna óiaffiQoviMg.
(fbg TMV naCówv fi yàQ }.nq-
fj
'
xr^Q avToTg ov nqò noXXov

Téd-rr^xsv (140,4-9)... {ròv
446 F. GARIN
KaXàaiQiv} daitisvog . . vTiodt-
XSTui (140, 13) e tò KakdaiQt,

è'g:rj . . . snóf.ivvixi . . fj f.irjV av-
To'j' Té' ae ù)g àófXg^òv naTóàg
Ts tovg Covg ÌGa xal naioìv
ÒQàv ToTg 8/.ioìg (141, 28).
Si noti: 1.° È logico che Calasiride, complice di Tea-

geue nel rapimento della sacerdotessa di Delfi, voglia abi-
tare lungi dalla città, in luogo appartato (cfr. p. 139, 17 sg.);
può dirsi altrettanto per i\.brocome recatosi in Sicilia solo
per ricercar di Antia ? 2.° In Hel. Tirreno dà veramente
(p. 141, 32 sgg.) una prova dell'affetto che ha detto nutrire
per Calasiride ; nulla di ciò in Xen. •).
— Hel. p. 5, 14. I pirati al — Xen. I, 2, 7. Di Antia

veder balzar su Cariclea dX- nella no/îTn]' tot' vvv ògOti-
?.og àXXov VTTf-óvéTo Oà/iì'ov ... Gr^g àve^óì^Ci- io jih'jOog, xaì
oi f.ièv yÙQ {Jtóv uva ì^Xtyov, rjaav noixiXai naoà tcòv Iheuì-
xal ^sòv ÀQTè/Àiv fj tTjV ey- /.levon' (fbìvai, tcov /liìv i)n èx-
XMQiov 'laiv, ot óè tsQtiav vnó nXiq'^swg tijv ^sòv sìvui Xeyóv-
xov «>«c5v ix}.i€f.irjrvTav . . rcov, tmv óè àXXì'V Ttvà virò
tfjg ^sov t TTeQiTioirj/jiévrjV. f
In Hel. è giustificato il paragone ad una dea o pazza:

a) dall'abito di Cariclea, p. 5, 15-20; b) dallo scorger lei
sola vivente in mezzo a numerosi cadaveri : di qui il ^cw/icc
e la t'x7iXrj'§ig dei pirati nel vederla levarsi in piedi. Tale
exTiXrîtg non si capisce da che potesse esser suscitata negli
efesini che conoscevano bene Antia (331, 8), e neppure si
intende la duplicità della loro ipotesi.
1) Ilei, fa morta la moglie di Tirreno per otteuei'e il ov/uiifTnoi'
tra la famiglia di lui e quella di Calasiride: la nutrice, tstuqxì], non

è persona di famiglia. Xen. segue Hel., anche in tal particolare, onde
introdurre l'episodio di Telxiuoe [v. contro Sclinepf. o. e. p. 15 sgg.'.
aV I ROMANZI GRKCI. 447
B. — Eliodoro ed Achille Tazio.
Che Achille Tazio abbia imitato Eliodoro, non vi- e

ceversa, tutti riconoscono e non può esser messo dubbio in
per ragioni cronologiche; dimostrarlo quindi anche col-
l'esame dei passi sarebbe superfluo. Farò solo risaltare tale
imitazione, amplissima, specie nei primi sei libri.
Clitofonte e Leucippe sono Cariclea e Teagene ;

questi,
innamoratisi, fuggono da Delfi, quelli da Tiro, per finire
in Egitto, ove hanno luogo le avventure, che debbono met-
tere a prova la loro fedeltà. Ambedue le coppie, giunte ad
Alessandria dopo esser scampate da un naufragio ')? cadono
in mano dei ôvxóhn. In A eh. abbiamo allora il sacrifizio
di Leucippe e la sua apparente morte e sepoltura, ricordi
Caritonei, ma Clitofonte, che vuol uccidersi sulla tomba
dell'amata, ci richiama Cherea (Ch. Ili, 3, 1) anche
oltre
Teagene (Hel. 42, 8 sgg.) [Hel. ib., (parla Teagene): aoì yjnàc,
snà'ô) rag siiavrov (T(faydg Ach. 102, 31, là^s ovv, Asv-
'.
xiTcnr^, TÓg TCQejiovGaq Goi Ttao" è{.iov yioàg]. L'amore di Car-
mide (IV, 2 sg.) per Leucippe è quello di Tiamide per Ca-

riclea (I, 19 sg.); Melite, la ricca efesina, è un riflesso della
scostumata Arsace; Satiro, che favorisce l' amore di Clito-
fonte e Leucippe, e accompagna nella loro fuga, è il Ca-

li
lasiride di Eliodoro muore a metà storia, di Satiro

: questi
non si sa che avvenga, che dopo il 7° 1. non se ne parla
più. Sostene, lo schiavo, che non potendo possedere Leu-
cippe, l'offre al padrone (Ach. VI, 3, 4), ricorda Achemene
(Hel. VII, 28-9 e Vili, 2); Menelao non è che Cnemone,
e come lui trattiene il protagonista sul punto di uccidersi
(Hel. 41, 11 42, 15; Ach. Ili, 17). Tersandro è fusione del-
;
ì'Oroondate di Eliodoro e del Dionisio di Caritone. Cherea,

il pirata che vuol per se Leucippe ed è ucciso da un sot-
1) Accennato in Hel., V, 28 [cfr. I, 22], ampiamente svolto iu Ach.

Ili, 1 sgg. [imitando qualche altro modello? Cfr. il fi-, edito dal Ma-
hatFy, in Rend. Accad. Lincei", Sez. Se. Mor. Serie V, voi. VI (1897),
p. 91 e poi da J. G. Smyly, Hermatheua, 1900, p. o22j.
a
448 F. GAKIN
toposto, è manifestamente una copia

Trachino (Hel. V, 32. di
Ach. Vili, 16,4 sgg.) etc. E forse anche l'idea di porre
tutta la storia in bocca a Clitofonte fu suggerita ad Achille
da Eliodoro, che, introdottici in medias res, fa narrare da
Calasiride gli avvenimenti precedenti.
Pure da confrontarsi sono il threuos di Clitofonte, :
prigioniero dei lìovxóXoi, A., Ili, 10, e di Cariclea in simile

condizione, H., T, 8; quello di Leucippe, schiava sotto il
nome di yìàxaiva, A., VI, 10, e di Cariclea, creduta Oi-

G^TjC, H., 124, 21 sgg. [specie la chiusa: A., 168, 16 sgg. = H.,
125, 14]; i TegarsviiiaTa di Menelao, A., Ili, 18,3, e di
Calasiride H., Ili, 17 e IV, 5 le lamentazioni di Sostrato
;
contro Artemis, A., VII, 14, 5, Tiamide contro Isis,

e di
H., 35, 29; la thusia in A., II, la prova

15 con H., 78, 4-28;
della castità. A., VIII, 12, con H., X, 8. Per Clitofonte che,
innocente, accusa se stesso. A., VII, 7, cfr. H., 230, 8 sgg.; per
le parole del sacerdote a Leucippe, A., Vili, 6, 15, H., 280,
5 sgg.; pel contrapposto Tacfog-ydino;, A., 52, 31 sgg., H.,
69, 3 sgg., 109, 30. Forse anche la descrizione della fenice,
A., Ili, 25, fu ispirata dal cenno che di tal uccello è in
H., 161, 14 sg.; quella del coccodrillo. A., IV, 19, da H.,
168, 8 etc.
E pensieri simili, talora anche similmente espressi :
— Hel. Teagene
p. 10, 16. — Ach. I, 6, 2. "£(7z7 iiìv
e Cariclea, venuta la notte, yào (jvGf-i xcà JùXXa voariiira

si lamentano àrccxtrovar^g av- xcà za Tuv awuat og rgavaaTa
ToTq, nXéov rà nàO^ì] Tfjg rvx- (sv) rvxiì xaXsnm^Qcc... òcar
tóg, are ovÓ€i.i(àg ovts àxofig yàg àrarfdVìjâi tò awixa, lóri-
ome òipewg icf èavcr^v àvtianó)- (TyoXà^fi TÒ t/xoc roasTv . . . èr

Ci]g, àXXà f-ióroì t(ò Xvnovvri i)iîéQa /.lèv yÙQ ò(f(/aXuói xcà
<7%nXàC.£iv iniTQeTzovffr^g . . . èra TToXXfig ysîi^ófxsvu rre-
uisQyiag inixovtfi^si rf^g róanv

lìp' àxnrjV .....
— Hel. p. 199, 19. Cibele — Ach. I, 9, 2. Clinia a
si ritira noXXà rf^g svxvyjug Clitofonte : . . ovioìg stg f-'oona
rijV 'jQ(Tccxr^v /^laxaoiaada, /V/ {rii'Xcòr. O^' yào èrr àXXocoiag
fjg avif^ roGovTor fx xainouà- xJvociQ sXìîTv a{- (hi nt<àt òia-
22. 5. '909
\
su I ROMANZI GKKCI. 449
Tov xcciióoOoìcai . . . <h^ xaì av- xorov TxaQaxu/.tXv '

aviv^v aoi
voixov t^siv ròv aQ(i)!-itvov . . (ìhòbiìxe Tip' fQ(oi.ib'v)p' rj xvyv^
x(c) (jtQovaa tvóor TÓQvafv.
— Hel. p. 150, 16. Calasi- — Adi. Ili, 10, 6. Clitofon-
ride e i compagni, sfuggiti te, salvatosi con Leucippe dal

dalla tempesta, ma caduti in naufragio, ma venuto in po-
mano dei pirati, si dolgono tere dei pirati : uccTìp' aoi, &
noXXà Tf^g GonìjOiag tÌjV Ita- 'f^àlaaaa, ri^v ydgiv (hf.ioXoyri-
laTTCtv òvsióiiôvTsg wg àvvfioC- (ya/^nr' i.ikfi(fOf.iai aov rf^ qt-
arov i^civdiov (fOovi'iGaaciv xal kavOôcoTcìci ... fjjuà;.. (Sóìaaau
(fo^ìegontga yfj
xal nQoaóoxiu fiàXXov ÙTTè'xTsirag. Ecfi/óvi-
TtaQCiòovaav, Cilhiaiioig fôvXrj- Gag fjiiir àXìâTtvToig àrroiJa-
jxaGi Xt]aT(òv sxxsijiiè'rnvg. reìr. Cfr. p. 108, 2S sgg.
— Hel. 63, 25. </; iisTa^n- — Ach. I, 3, 2. qiXt-r óì xò
Xrp, fp' siiiol Go(fìa {.lèv nQOh- óai/ióìior noXXàxig (roìg) àv-
(frjvs, ótaógùvat óè ovx eddìxe. x/goìnoig rò /.u'XXov vvxtuìq Xa-
Tovg yÙQ iioiQcòv àTQémovg Xiìr, ovy ivcc qvXà'SMVxai a»)
ÒQovg ngoióelv /.lèr Svvazóì', TiaO^Hv (ov yàg ètnagiik'rrg óv-

èx(fsvyf-ir óà oi'xfc/ixTÓr.xtgóog ravrai xQtnf-ìr)., àXX Ira xuv-
óè ó)g èr lou ToiovToig fj ngó- (fóif-Qov ndayorteg qtgoìai. Tò
yvoìGig, èli l'i Xvvo vacc Tov fhuoD uèv yccQ à>)QÓov xcà ùrrgoadó-
rò qiXeyncàvnv. avjiqogàg yàg.. xìôv fxTr/.rjGan cì)y il'vyJiV
TÒ /tèi' ÙTignaóóxrjTnv à(f6grj- d(fvo) nQoaTrsaòì' xal xare^du-

rov, rò dà TrgoeyruìGfXkvov oi- xias, rò óè ngò xnv naOeXr
<rtóxsQov '
tò /Àbì' yàg rj óidvoia ngoadoxwfuvov ngoxaxrp'dXoì-
(fófioì 7igoX)^(f\feìaa xaxtnxi^'ê, (Tf xaià iiixgòr f(i:XsTió(teior
xò óè fj Gvri]Obia xfò XoyiaiKÒ xov rrdì/ovg xi)v àxûr'jv.
ótf^xìâe.
Confronta ancora: le parole di conforto di Cibele ad

Arsace, Hel. 191, 32 sgg., e di Sosteue a Tersandro, Ach.
VI, 17, 3; le sentenze : Hel. 101, 30 sgg.: Ach. 80, 22 sgg. ;
Hel. 21, 5: Ach. 116, 31, e le espressioni: Hel. 58, 29, (T.u?]-
rog xaxMv . . xirstg: Ach. 40,4, aufirog àvf-ykiQsig . . lóyon'

Hel. 224, 11, irreióìj xaxeâviaxaxai tòg iguìiubvrig, Xaa,3avtT0ì
nsiQuv tìog ói-GTTOivr^g : Ach. 171, 19, sttsióÌ] i.ir] ^t'Xbtg eguaioì'
jiioi> TTbTgar Xa^tTr, rrbtgdaì] òsGTc6iov\ Hel. 101, 2, i^ óè rrvxrà

xrjv xs(faXì]v énkGbis xal Gtar^gòg v:x£i.i€ióia [cfr. 191, 30; 303, 31J:
Studi Hai. di fllol. class. XVII. ^t»

450 F. GARIN
Ach. 45, G, {.letdiòùv xaì xr^v xe(fa/JjV ^ntairioìv] Hel. 15. 32,
^yùì ó'ìaTteQ xv(fwvi j^lrÔiig, adoi dr/ro/rAr^x/oc tlair^xsiv e 187, 13
&ontq ^StXfii TfÒ Qrj/îaii Îr^êig: Ach. 51, 5, è\u6irev ùxirijog,
u)G7Tf-o TV(fMvi ^€^?aj!.iévog T<ò Xóyoì ;
Hel. 83, 26, óìXóXv'Suv
f.itv al yvraTxsg, rjXaAa'âY ót oi àvógeg : Ach. 90, 12, òAo/t'y-
,«òg yvvaixtòv, àXaXuyfîòg àvÓQWv] Hel. 167, 23, ciaomtv avvoì
iJQTjrovg xal yóovg v7roQxr^(J(óiûOa Ach. 97, 30, i^ór: xbv Oqt^-
:
rov ÒQxr](TOfiai ;
Hel. 68,3, <ó Nf-ÌÀog) nislv xt' iati yXvxvra-
Tog . . . xaì itiynv TtQnaTqvéoxaxog, ovxéri fîtv ^sotiiòg &g ò^sv
ijoâxo, eri óè yiXiaQÒc ù)g axtl^sv àQ'Sàiinrog'. Ach. 127, 32,
(tò vÓoìq xov Nti?.()v) yXvxv mvóinsrov rjr xal iîvxQÒr h' /.u'iqoì
xf,g ^dovrjg; Hel. 80, 9: Ach. 53, 13; Hel. 80,28, (v. Phil.',
Im. I, HO, p. 338, 5, Kayser^): Ach. 53, 19; Hel. 205, 2-5 ri-
dotto a seutenza in Ach. VI, 13, 4, etc.
Senofonte ed Achille Tazio.
Le avventure di Leucippe e Clitofonte presentano so-

raiglianze anche con quelle di Abrocorne ed Antia: essendo
Achille Tazio posteriore a Senofonte Efesio e probabile abbia
attinto ad esso.
— Xen. IT, 11, 10. Antia — Ach. lil, 9. Clitofonte

cade in mano di Ippotoo, ap- e Leucippe sono presi da un
postato colla sua banda pira- di-appello di fiovxóXoi. C. 12,
tica in una vXi^ òaaela della giunge un messo del Xìjaxag-
'
Cilicia. C. 13. Ol óè TTSQÌ xòv Xog ' '

d' xig , è'gjì],
'
TcagOt-
'ÎnnóOoov ... t?} óè é^fjg neQÌ rog saxìv iv xotg si)<,rjiî}itvoig^
xijv ùvaiav èyivovro. UaQea- ravTrp' ànàytiv ngòg xbv ifêóv,
xsvà^sxo óè nàvxa xaì àyà?^- UQtTov èao}.ikrrjV xaì xai/àoaiov

I.iara xov Ageog xaì avXa xaì rov GTQaxov '
. Ot óè èrxì trjv
(TxecfarcùiiaTa' è'ósi óè xfjv .'/r- AsvxÌ7T7Tì]v avDvg XQtTrorraf,
(Tiaì' yf-rb(j!/ai TQÓrrfn xfò (Tvvi]- ed è portata via. Clitofonte,

>/h . . . è'óti óè liji' AvOtiav rimasto cogli altri prigionie-
ovroìg ifoovQyìji)î\vai. 'iìj óè ri, marcia verso il quartier

rràì'Ta l'ionia ì^r xaì xQsnàv generale dei ^ìovxóXoi, quando,
TìjV x6qì]V i]déh)V, U'6(fog TTjg c. 13, 1, àXalay/îòg àxovtiat

vlr^q fjxoveTo xcà àvl}QWTTO)v iroXvg xaì aàXniyyoqrixog'- sono
xTVTTog. Era l'irenarca Peri- i soldati dello stratego Car-
lao, che, sconfitti i pirati, mide, che distruggono la
libera x\ntia. schiera piratica e liberano
Clitofonte.
Il luogo di Xen. è in sunto (Biirger, o. e, p. 47), onde
non bisogna fermarsi su Cjualche incongruenza che pre-

senta. In iVchille si noti: del sacrifizio (a qual Dio ?) non
si vede la ragione e perchè la vittima deve esser Leu-
;
cippe"? Chi diceva che era vergine?
— Xen. V, 13. Leucone e — Ach. VII, 15. Leucippe,

E ode hanno ritrovato, nel creduta morta, è ritrovata
tempio di Helios a Rodi, salva nel tempio di Arte-
Antia : GvrèQOéi óè àrcav zò mis. Questo annun^îa, ndv-
n,}.fÔoq vcòv ^Podmv, tcvvOcc- CdùV àxOVÓlTO)V, TÌg twv xovveù)
YÓ}.ievov TTjv liv^siag evQeaiv TTQonóhov, venuto Gnovófj nà-

xcà \4ôoxóiioiK Manca solo ia dkuìv iyòì (è Clitofonte)
. . .
questi che, giunto pure a óè è'§àXXof.iai . . . eìg ààQa, xal

Rodi, àx)vi.io)g STcì loTg avtoTg ènl zò li^QÒi' wg ànò jiiìjxav'fjg
ótaxsiiiuvog *). . . îrjóénM xavta ^hrj^ng srcsvófxrjv . . . eixov ot

fTiiaTcnai. Perciò è'rQsxor . . . nóótg fxov xórs rcxsQà. MóXig
àg eìxov ènl tyjv olxiccv. 'O óè ovv xiveg i.iaivoi.ikvov i.iov nQÒg
àg y\xova^v nagà xivog twv xòr òqÓiîov y.aiiij^àrovxai . . .
"Podiwv Ttjv rf^g Âr^fiag fVQe-

air, olà ûé'ff/yC Tf^g nólswg
iôcJòv AvìJfia '
ioixwg ne/Ài]-
— Xen. I, 12, 4. To. óè — Ach. I, 3, 4. A Clito-

l4ôoxó/.iìj .. scfiaxarai yvrrj ò(f- fonte in sogno igt'axaxai . .
*) 396, 22, in contradizioue con 396, 16 : svelni? .. ìJì'

wg'À. ernijawy. —
Noterò qui : Solo in Xen. Ili, 12, 2, i pirati delle foci del Nilo sono
detti Sethe, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl.. Ili, 1013].
Tioi/Lisrsg. [Cfr.
E ciòdovuto all'epitomatore? Persasi a tempo suo la noîicne di

questi masnadieri, potè, riassumendo l'episodio, sostituire a jiovxó'loi
un noifiét'sg. equivalente pel senso.
452 F. tlARlX
Privai (fOiSéod, rò lityaOôz éirÌQ /l'j'jy (fOi^sQÙ xcà fxeyà/.ì^, to

dv^Qwno\.,iaUfîa eyovGct (joi- TXQÓawnov àyoia... nsQiótijg . .
vixfjv . . Tavtcc tóc éVt/vg &i'- àvaiôQcov . . . xai fâarròr . .
ósv scagdx^r^ xal ttqogsóóxcì TTovìjQci eaxsmóiir^r.

TI ósivòv ex tov òvéÌQaTog '
xcà
TÒ deiròv syCvsTo^ come è detto
a I, 13. Il tutto ex Hel. V,
22-4.
— Xen. II, 4, 4. Abrocome, — Ach. VI, 22, 4. Leucip-
schiavo di Manto : l'ôvaiv pe, schiava di Tersaudro :
i'§ov(SÌav [.lov tov aéf.ittTog, rijv "ÔnXi'Qov Toivvr, ijór^ ?.(xin,SttV{-
ipvx'fjv óè iXsvîQav f-'xo). 'Ansi- xai' sfÀOÌ! rag indOTiyag, xbv

TQOXÓr, TÒ 7TVQ, TOT aiÓTjQOV . . .
xcà ôóyovg xal nvQ . . . dyò) àè yvf.ivi] xal fxórrj xal

yvv}] €v ònXov è'xoo rr^v sksv-
^soiar.
Il modo con cui Menelao è introdotto a narrare la

sua storia, Ach. II, 33-4, è simile a quello di IjDpotoo,
Xen. Ili, 1-2 ambedue poi raccontano di un infelice amore
:
per un giovinetto e cominciano in modo quasi identico:

Ach. 82, 31, Xen. 360, 15 sgg. La richiesta dello stratego
Carmide, non potendo pel momento godere di Leucippe,
Ach. IV, 7, 8, ci richiama Poliido, Xen. 384, 28 sgg. la ma- ;
niera di esprimersi di Clitofoute, Ach. 61, 24, ricorda quella

di Antia, Xen. 337, 23, etc.
PARTE lì.
1. Caritone. — Caritene, vnoyqacfevg del retore Ate-

nagora, fu di Afrodisia i).
Questo — ce lo dice egli stesso
in principio e in fine del romanzo — è quanto sappiamo.
Riguardo all'età, i più dei critici, E. Rohde compreso, lo
1) All'interpretazione allegorica del nome, proposta dal D' Or-

ville, o. e, p. 6-8, rinunziò anche il Rohde in Rhein. Mus., XLVIII
(1893) e in Griech. Kom.?, p. 520, 2, per le iscrizioni 2846, 2782, 2783
del ClGr.
WSak
.
SL: 1 ROMANZI GRKCI, 453
assegnarono al V-VI secolo di Cr. ; Korais e Chassang al-

l'VIII-IX. W.Schmid, fino dal 1899 [inPanly-AVissowa,Eeal-
Encycl., IH, 2168-71], da varii indizii, specie linguistici,
aveva dedotto Caritone appartenere al II sec, al più tardi
al principio del III. Che egli non si era apposto male, ha
dimostrato un frammento di papiro, del sec. II appunto o

dell'inizio del III, rinvenuto a Kóm Ushim nel Fayùm e
contenente alcuni capitoli delle avventure di Cherea e Cal-
liroe •). Se, come osservano gli editori del f'r., alla fine del
II sec. Caritone era conosciuto si, da trovare ammiratori
in un oscuro villaggio del Fayiim, bisogna concludere che
il suo libro fu composto non dopo il 150 dell'e. v., o, più
probabilmente, al cominciare del II sec. o al termine del I.

E poiché si diffuse molto, come lo prova l'averlo già rin-
venuto due volte in Egitto, a Tebe e nel Fayùm, non ci
farà maraviglia che i posteriori, Giamblico, Eliodoro, Se-
nofonte, Achille Tazio, l'abbiano largamente imitato -).
2. LoxGO. —
Nulla ci è stato tramandato intorno al-
l'autore di Dafni e Cloe
' '. Sul suo nome, Longo, e sulla
sua patria, Lesbo, non cade più dubbio •'')
;
ignota però ri-
i) Towas and their Papyri,

Grenfell-Hxint-Hogarth, Fayrim
I (1900), p. 74-82. Isono del 1. IV. e. 2, 3 (p. 72, 4)
fr. 3. 2 (p. 74, 27). —
2) Il ritrovamento del papiro di Fayùm è importante anche per
altra ragione. Il codice Tebano di Carit., del VII-VIII sec, letto in

parte da U. Wilcken e poi andato distrutto [v. Archiv fur PapArus-
forsch. I, 227 sgg.], sebbene difettoso, presentando qua e là un testo
più. ampio del ms. Fior., aveva indotto il Wilcken ad affermare che,
uè il cod. Fiorentino, né il Tebano den Urtext iìberliefern, sonderà

'
zwei Redaktionen des Charitonischen Textes darstellen, denen beiden

die Tendenz inuewohnt, dea Urtext zu verkllrzen '
(o. e, p. 243). Il
papiro di Fayùm tronca ogni questione: esso, di poco posteriore a
minima importanza; il
Char., discorda dal Fior, di rado e iu cose di
cod.Tebano quindi, sebbene più antico del Fior., era già maggior-
mente alterato. Del papiro ho adottato la scrittura Ku'/.hQÓ); con un
solo ()]
Un'iscrizione trovata a Thermi, nel 1880, Inscript. Gr., XII, 2,

')
n.» (cfr. Bull, de Corr. HólL, IV, p. 431) ricorda: .4v).nt'

249 oy
Aóyyov Ji.ot'va[6ótaQ\ou nuXóa Jv[()}]'Atov 'E]Q/j,oh(n[v,] to[»/ ÌQea xeù] uq-
/loi(( lag 9eouL('c/.U'.g nat'ayioing
. Cosi diviene sicura l'ipot(SÌ,.
. . .
454 F. GARIN
mane sempre l'età. Io ho cercato dimostrare che l'opera

di Ini fu usata da A. Tazio; che sia posteriore al I sec.
d. Chr. è indubitabile dovrebbe quindi esser posta

(v. oltre) ;
tra il II e il V sec. Tali termini tentò restringere H. Reich.

Confrontando Longo, IV, 15 e Alcifrone, II, 9 Schepers ;
L. IV, 16, 4 e Ale. Ili, 13, 3 [e UT, 3, 3] L. Ili, 3-6 e ;
Ale. II, 27; L. IV, 8, 4 e Ale. Il, 18, 3; L., p. 316, 16

e Ale, p. 37, 17 (la rara locuzione ro'SonóiéTv ràq ò(fQvg), ap-
pare evidente che uno dei due autori conobbe l'altro,
1'
come già il Rohde, o. e, 534, 2 e 554 n. Ma

fece notare
chi è l'imitatore? Longo, dice il Rohde; Alcifrone, sostiene
il Reich '), e con ragione, secondo me, solo non ha potuto
sufficientemente dimostrarlo. Da due soltanto dei suindi-

cati luoghi paralleli può ricavarsi qualcosa. In L. IV, 8. 4
e Ale. II, 18, 3 si parla di punizione prevista per servi, che
non han saputo difendere la proprietà dei padroni assenti :
L. n(jòg Ó€i'ô) vvv tòv jiagà- Ale. f-l óè /.làôi \ò ùvi'^q ,
ófiGoì' Tfò dsanÓTi]; tic ixHVOC. y.osfirjaeiai (xèv ex rf^q nhôCov

^sttaccf.isrog ì-'aicci: xofinà yt- nivvog ò îiaOunóg.
Qovra dv^QOìTTov ex a/àc nixvoq
ég MaQGvuv. Cfr. p. 309, 15.
Eguaglianza della pena e dell'albero. Orbene : il pino è

una delle piante maggiormente nominate da Longo (24 volte,
già prima verosimile, che il nostro fosse di Lesbo l'v. K. Tiimpel. in

Philolog., N. F. II (1889), p. 115, n. 31. — Contro S. A. Nabor. .Mue-
nios., n. s. V (1877), p. 201, cfr. A. Gonze, Reise auf der Insel Lesbos,
p. 6 e 15] (' mostruosa ': Rohde.
e resta distrutta l'idea dello Scholl
o. e, 536, 8) che Aóyyov tioiusi'ixcòi' sia corruzione di noiusvixwi' '/.óyn;
ce', ,9' [Il ms. Laureuziano. Conv. Soppr. 627, legge costantemente
. .
(4 volte): Aóyov. A eh. 35^ xé'/.og Aóyov notuet'iy.iòi' rwv tisoI Jdcfviv y.ui
:
X'AórjV Xeaîuxòiy SQMTiXMf Xóyoi réaauQsg].

1) De Alciphronis Lougique aetate Dissert. Regimontana, 18iJ4.
Quindi L., secondo lui, tra il 100 e il 200. [Che Alcifr. sia posteriore
a Luciano è provato dal R. non che Eliauo, nelle epistolae rusticae.
;
imiti Alcifr. V. anche Rohde, o. e 535, 3\ Col Reich sta C. Wendel, ,
Jalirb. f. class. Phil., Sappi, b. 26 (IbOO; p. 37. Io modifico e rafforzo

le ariromcntazioni del Reich.
su I IlOMAXZl CiUECI. 455
vien poi xiTióc, 14) e si comprende copiosi erano e sono :
i). E ne cre-
i pini nell'isola di Lesbo, specie presso Mitilene
scevano anche nel giardino di Dionisofane (IV, 2, 3) ben na- ;
turale che il misero Lamone tema di essere appiccato ad uno

di essi. Inoltre, Marsia fa proprio appeso ad un pino [cfr.
Apollod., I, 4, 2 Wag. ;
Nicand., Alexiph., 301-2 e sch. ad vs. ;
Archia, Anth. Pai. VII, 696]: il paragone col satiro potè

trarre seco, oltre l'eguaglianza del supplizio, anche quella
dell'albero. Alcifrone non menziona il pino che qui e a II, 9,
un altro dei luoghi che trova il suo riscontro in Longo. E, a

proposito di quest'ultimo passo, osservo che l'invenzione
del gregge, che obbedisce alla siringa del noii.itjv (L. IV, 15
[cfr. I, 22, 2; 27, 2; 29, 2; e anche II, 3, 2; 6; 28, 3;
7,
29, 3; 35, 4; 38; IV, 14, 3] e Ale. II, 9), è più probabile
appartenga ad un autore, che di cose campestri e pastorali
si intendeva, cioè a Longo, anziché ad Alcifrone, che tal
conoscenza non mostra davvero. x4.bbiamo dunque qualche

indizio che ci consiglia a ritenere Alcifrone imitatore di
Longo, e non il contrario, onde il romanzo Dafni e Cloe ' '
cadrebbe prima della metà del III secolo, termine oltre il

quale non può spingersi Alcifrone 2). A tale datazione non
fa ostacolo il linguaggio di Longo. Egli, al pari di Eliano,
non cerca di evitare l'iato, da cui si guardano accurata-
mente gli sciittori sino al II secolo (v. Schmid, Attic. II, 249;
III, 291), la cinquantina di crasi, che ho contate in Ini, mi-
rano, come in Eliano, a mostrare piuttosto forme spe-
cifiche attiche ^)\ la rara preposizione àfKfì (Schmid, I, 319;
») Cfr. Theophrast., Hist. Plaut. Ili, 9, 5; Gonze, o. e, p. 40 e

soprattutto Tournefort. Relation d'un vojâge du Levaut (1727),
V. II, p. 86.
2) V. W. Schmid, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., I, 15i8 [e

anche K. Meiser, Sitzungsb. dar Ak. zu Milnchen, philos.-philolog.
klasse, l!)04, p. 1931.
3) Schmid, III, 294. Con y.ul: y.àxsù'og, la più frequente; x(<i' e
}c«V; x«x (?); xàyuj, y.ùuoi. xùjué-j xàyct^ôi.; colle forme dell'articolo:
ovuóg, 301, 13; tìtcìÉQov, 246, 10; {hoificnioi', 317, 10; rùXì]^, 316, 17;
[il freq. Tovvofxa è, a quanto pare, dovuto all'edit.]; colle forme au-
mentate: 288, 22: 302. 27 — 'Juipì : 275, 24; 277, 5; 279, 5, 11 : 287, 18;
456 F. GARIN
IV, 443, 624) ricorre sei volte, coll'acc. — Ma d" altra parte
raro in Ini è l'uso del duale e del futuro III; moderato
quello dell' ottativo i). Longo nell'insieme, e pel materiale
linguistico e per peculiarità sintattiche e pel fraseggiare,
ci richiama Eliano, col quale
concorda altresì nell'ammi-
Ed Eliano nel 229
razione e nelle lodi della vita campestre.
era già morto. Osserviamo ancora: in L. IV, 11 sgg. ci è
rappresentata fiorente la pederastia, contro cui dal prin-
cipio del sec. III emanano
si ripetute leggi *); nel 1. Ili
si parla di 3000 dramme come
una discreta somma: tale di
non sarebbe stata considerata, neanche da una famiglia di
pastori o contadini, alla fine del sec. Ili, e meno che meno
nel IV ''). Tutto ci iuduce dunque a porre il romanzo di
Longo alla fino del II secolo o, meglio, nella j^rima metà
del III.
313, 3 — 'Afci, in determinazione temporale: 250, 16; 253, 8; cfr. Schmid,

III, v79; IV, 625.
1) Duale: solo (fvoìy unoóeóyxoiv 244, 25 [altrove Svo indecl.:
come Gen. 260, 14; 284,26; come Dat. 260, 14: cfr. Schmid, IV, 587]
e cificfiti 247, 14 e 27 — Futuro III: ts»t^rjôfjca, -erca, 259, 11; 321, 3:
Schmid, I, 95; IV, 617 — Ottativo: circa 40 volte [i contratti in
-£w: -oii]y, 243,9; 305,3; (258,18): Schmid, IH, 29. Nell'aor. I. att.
le forme eoliche: -sis{i'), 260,27; 296, 17; -eiccy, 302,12 [solo 242,4
pofxiauig: così almeno il cod. Laur.] Schmid, III, 30; IV, 588.]
:
—
Nelle propos. finali ita col cong. prevale su oJ? coll'ott. — [In Alciphr.
circa 15 volte il duale in tutti i casi e generi; il fut. Ili, 43, 1;
91, 16; l'ottativo più di 100 volte].
2) Sentenza di Paolo (primi decenni del sec. Ili), in Dig. XLVII,
11,1,2; legge di Costanzo' Il e Costante (342 o 346), Cod. Theod.,
IX, 7,3; altra di Valentiniano II e Arcadie (390), Cod. Theod., IX, 7, 6;
di Giustiniano, Nov. 141.
3) Sa questo richiamò la mia attenzione il Prof Vitelli. —
C. Wessely, Ein Altersindizium in Philogelos, in Sitzungsb. d. Akad.
der Wissensch. zu Wien, Philos.-histor. Ivi., v. 149 (1904', ha raccolto
numerosi dati dai papiri. Mit Diokletian beginnt der .Sturz der
'
Drachmenwahrung; die Preise die in ihr iiberliefert sind, bewegea

sich auf einer ungeheueren Hohe, . gewohnlich wird nach Tausen-
.
den und Talenten gerechnet '. 0. e, p. 10. —

In Hermopolis Magna,
ad es nel 314, un éiìyuTtjg, riceve 500 dramme al giorno, o. e, p. 13
,
;
in Longo invece 3000 dramme paiono assai (p. 301, 15) anche a con
tadini di discreta condizione.
dLt^
su I ROMANZI CJRECl. 457
3. Eliodoro. — 'Arìjo (Voìvi^ 'Efîiar^róg, tmv ùq.^ 'HÀiov y^rog,

GauóoGiov Tccdq ^Hhóówoog, cosi di sé, l'autore delle avventare
di Teagene e Cariclea, in fine dell'opera. L'identificazione
con Eliodoro, vescovo di Tricca, di incerta età del resto,
voluta da Socrate, hist. eccles., V, 22, 51, e Niceph. Cali.,
XII, 34, accennata come un si dice da Phot., cod. 73, fu ' '
dimostrata priva di fondamento dal Rohde, o. e, p. 461 i!'gg. :
Eliodoro, lungi dall'esser cristiano, è un neo-pitagorico, un

ammiratore di Apollonio di Tiana, della cui vita, scritta
da mostrato, si incontrano nel suo romanzo copiose re-
miniscenze 1). Posteriore dunque a Caritone, a Giarablico -),
al 2" mostrato, non potè comporre la
'
storia etiopica '
avanti del 210-15 ^). Ma d'altra parte manca in lui qual-

siasi traccia di neo-platonismo (Rohde, p. 495) ; è, abbiamo
tentato dimostrarlo, modello non solo ad Achille Tazio, ma
1) Calasiride beve solo acqua. Hel. 00, 28 sg. ; 62, 2 ; 89, 6; 136, 26,
e non si nutre che di cibi inanimati, Hel. 61, 31 sgg., come Apollonio,
Philostr., V. A., I, 8,11, 7(Kayser2); tanto Calasiride che Apollonio
sono sfati sino in Etiopia per conoscere le dottrine di quei popoli,

Hel. 110, 17, Phil., V. A., VI, 2 sg. I ginmosolisti non vogliono as-
sistere ai sacrifizi umani, Hel. 282, 8: Apollonio non assiste a quello
dei cavalli, Phil., V. A., I, 32. Per i giinnosofisti avrscfooi re xià
avUiôv'Aoi T(ùy noay.Ttoji' xiò âaileì, Hel. 274, 10, cfr. Phil.. V. A.,
Ili, 10; per le loro doti profetiche, Hel. 275,21, ct'r. Phil., V. A.,
Ili, 16. Nella reggia di Etiopia i le rorc . . BahiôiK rolc ÂvÓQouéóccg
re y.al Flenaécag eoioaiy énoiy.il'Aoy. Hel. 106, 26; in quella di Babilonia

T(( . . noiyi?.uKT(c Tiày nén'/.wy ex toh' Ê'Ahjì'i.ywv acpiaif r/y.et, 'lóywv, Avòqo-
uéóca y. r. A., Phil., V. A., p. 28, 24. Cfr. ancora: l'incontro di Cnenione
coll'errante Cala.siride, Hel. II, 21, con Phil., V. A., 209, 4; l'amore
della matrigna per Cnemone, Hel. I, 10, con Phil., V. A, VI, 3 [Hel.
p. 13, 11 = Phil. p. 207, 301; Hel., p. 296, 22, o óè Meoór^^ìog . . ovóè
èv txs'Àalyt} rij XQoiù óìéXcclìê qôivtx&ei? = Phil., V. A., p. 224, 6, ojc xòv
0ea7ieaLu>y(e . . . yidiot fxé'Auvcc ovin xaxc'córjXov eiyca, óxi SQv'f^giwtj, etc.
2) Rodane vuol uccidersi colla spada sul corpo della creduta Si-
nonide. Jambl. 228, 10 sgg. (Hercher), come Teagene su quello della

creduta Cariclea, Hel. II, 3-5; Soraico dà ad intendere agli Alani che
l'oro che dona ad essi l'abbia ottenuto dagli dei, Jambl. 229, 28 sgg ,
come Calasiride a Nausicle, Hel. 134, 18 sgg. Cfr. poi gli eì&io'/.a, Jambl.
223, 13, con Hel. 6, 18.

Giulia Domna, a richiesta della quale Phil. compose, dedican-
3)
dogliela, la Vita di Apollonia (cfr. V. A., I, 3), mori nel 217.

458 • F. GARIN
auclie a Senofonte Efesio, che, secondo ogni probabilità,

non mise insieme il suo romanzo dopo il 263 cade quindi :
tra il 210-15 e il 250 >). Ora, considerando l'importanza

che ha in Ini il culto del Sole, non erreremo reputandolo
contemporaneo di quell'imperatore che ci riporta anch' egli
col suo nome adHelios: Elagabal, 'H)jo)'u{ju).og. Esso pure
d,i Emesa, ed ivi sacerdos amplissimus Solis (CIL, X, 5827),
salito al trono, estese in tutto il mondo il culto del dio

protettore della sua città nativa, il quale anche in Roma
ebbe due templi (Herodian. V, 6, 6) per Emesa iniziò :
un'era di splendore (cfr. Benzinger, in Pauly-Wissowa,

Eeal-EncycL, V, 2497).
Senofonte Efesio.
4. —
Secondo Suida, oltre il romanzo
a noi giunto, avrebbe composto anche jtì-qì rrjc ttóXsoìc 'Ec/^-
aiwv xal àXka. Qui si limitano le cognizioni intorno a lui.
Sua patria può ritenersi, con Suida, Efeso; per l'età i dotti
lo fanno oscillare tra il II e il V secolo. Eicordar.do il
praefectus Aegypti (III, 12, 6 IV, 2, 1, etc), istituito da ;
Augusto, e l'irenarca di Cilicia (p. 358, 9 370, 6), di cui ;
non si trova menzione prima di Adriano, visse certo dopo

il I sec. io poi ho cercato dimostrare che conobbe ed usò
;
di Eliodoro, non potè quindi scrivere prima del III sec.

D'altra parte egli era senza dubbio noto ad Aristeneto,
che lo plagia ripetutamente -)^ e, come tutto ci spinge a
credere, anche ad Achille Tazio. Il Locella (ediz. di Xe-
noph., 1). Vili), seguito dal Rohde (o. e, p. 419), lo pone
addirittura avanti il 263 a sosteo-no della sua assai vero-
:
<) Dalla lingua Eliodoro appare un atticista del 2 o secolo. Ct'r.
J. Fritsch, Der Sprachgebrauch d. griech. Romanscliritst. He)., Kaa-

deu, 1901-2, e W. Schmid, iti Jahrb. tiber die Fortschr., v. 129 (I906j.
pag. 293.
2) Arist. 81, 21 (Boiss.)=^ Xen. 338. 17-19; Arist. 150, = Xeu.
-1
337,22; Arist. 26, 14 = Xen. 38G, 1; Arist. 142, 1 = Xen. 337,7;

Arist. 121, 6 =.Xen. 332, 14-16 ;
Arist. 41. 8 (1. col Dilthey, De Callim.
Cydippa, p. 32 e 127, wg xógov, per wg x(('/.ol del ms.) = Xeu. 331. 4 ;
Arist. 113, 21 (h»;A?;) = Xen. 355, 19, etc. Per Achille, v. pagg. precedd.
simile 1) deduzi( uè, aggiungerò che a p. 366, 5 venti mine

sono considerate una somma assai rilevante ;
tale non po-
teva essere ritenuta dopo la fine del III secolo : si con-
fronti quanto ho detto trattando di
a questo proposito
Longo. Per conseguenza le avventure di Abrocome ed Antia
apparterrebbero al secondo o terzo quarto del sec. Ili -).
0. Achille Tazio. — Errate sono le notizie che di lui ci

dà Suida l'Achille del trattato tt^qì acpaigag [di cui un ex-
:
cerptum nel Laur. 28, 44] nulla ha che fare col nostro au-
tore (cfr. Rohde, o. e, p. 501, 2). Alessandrino e forse cri-
stiano, quantunque di ciò non apparisca la benché minima
traccia nell'opera sua, egli è l'ultimo dei romanzieri da noi
considerati e, come si è visto, più o meno usa di tutti. L'età
sua può stabilirsi con grande approssimazione. Imitatore
di Museo 3)j fiorito al più tardi alla metà del V secolo '), è
>) Il parlar Xenoph. di Efeso come ancora

Verosimile, non certa.
in fiore, e del tempio di Artemis in essa città, distrutto appunto nel
263 dai Goti, non può ritenersi argomento decisivo: Xenoph. pel suo
libro Tjsgi rijc: nó'Àewc E(f. doveva certo aver raccolto notizie storiche ed
antiquarie. Dell'oracolo di Apollo Clario presso Colofone, si trova ri-
cordo anche dopo Alessandro Severo, cfr. Buresch, Klaros, p. 41, 44 sg.,
e Rohde, o. e, p. 418, n. 2 agg.

2) Dalla lingua e dallo stile non si possono trarre argomenti
per datazione dell'opera. Essa è pervenuta a noi in un excerptum
la
e non nella redazione originaria; nulla quindici vieta di attribuii'e
le scorrezioni ed altre particolarità all'epitomatore (cosi E. Mann,
Sprachgcbr. d. X. Eph., p. 41), anziché a Xenoph., come vorrebbe lo
Schmid Mahrb. ùber d. Fortschr., v. 108 (1901), p. 277).
:') Ach. p. 42, 5-12 ex Mus. vss. 56 sgg. în Ach. 42, 5 va espunto
èm Tdi'oio, interpolazione dovuta alla variante Evowtit]^, prò le'/.tji'rjy,
di alcuni codd.l Ach. 42, 13-18 ex Mus. 92-8; Ach. 61, 7-10 ex Mus.
;
114-17 e 133; Ach. 62, 14 ex Mu.s. 148-51 Ach. 142, 25 ex Mus. 248-9. ;
Christ, Griech. Litt. *, p. 850, dubita l'imitatore sia Museo: si noti

però che i vss. 148-51, opportuni in Museo, non lo sono atfatto nella
parafrasi di Achille.
Museo, della scuola di Nonno (cfr. Schwabe, De Mus. Nonni imi-
4)
tatore), è già imitato da Proclo l'Orfico (cfr. Proci., £t? \4d-t]pày Tlo'/.iiu.,
vs. 31 y.Xvd-i fêv, rj cpciog clyvòi' ànuaxQc'tnxovaci nQoauinu), con Mus. 56
:
[dubbia la relazione dei vs. 32-4 di Proclo, con Mus. 337 e 330") ;
460 F, GARIN, SU I ROMANZI GRECI.
a sua volta imitato da Aristeneto '), onde va posto tra

il450 e il 500 è un contemporaneo di Proclo l'Orfico, come
:
opinava A. Ludwich.
Rieti.
Fkancesco Garin.
quindi cade tra Nonno (posteriore al 390: Ludwich, Rhein. Mus., 42

p. 233 sg.) e Proclo. Cfr. A. Ludwich, in Jahrb. f. Class. Phil., 133
(1886), p. 246-8.
i) Arist. 2. 12 òcpovg TS ué'Afcii'cc, rò /usZ-af c<y.o('.rof = Ach. 42, 7
ò(pùvg fié'kcaya, lò fxéhcf (cy.Qtaov; Arist. 150,23 =
Ach. 154, 10; Arist.
153, 1 = Ach. 152, 20, e ancora Arist. 113, 11 sgg. ex Ach. II, 9; etc.
SCHEDIASMA CRITICYxM
SCRIPSIT
TITVS TOSI
Quae apud Strabonem exstat Ilii descriptio liaud

I,
sane iiimia perspicuitate abundat non quod auctoris verba ;
corrupta esse ducamus, sed obscurus sensus totius loci est,

rerumque nexus iucompositus atqne paene disiectns vide-
tur. Cnm enim Ilienses, Strabonis aeqnales, veteris Troiae
ab Homero celebratae se incolas praedicarent, hoc, Deme-
trio Scepsio auctore, praefracte geographns negavit, qui,
nt de Iliensinm sedibns haud raro mutatis uos erudirei,
Ilinm quoddam vetustissimum ab Ilio quod dicebatnr novo
sejunxit proprioque nomine distinxit. Quae controversia,
iam ab antiquis scriptoribus acri atque ancipiti iudicio diu
pertractata (Strab., XIII 602, 42 : 'E/J.ànxo; X(^^Q'^ó(ii£vog rolg
IhfvGiv, oìog exirivnv uv'Jog, avri^y^Q^'^ ^'Ò ^V^' ^^^^/'' ^l'vca
nóXiv TYjì' rvv tìJ tóts), nunc nuUam quod ad histo-

nisi
riam attineat sui curiositatem praebet neque nos pluri-

bus tenere potest. Quaenam contra, Strabone teste, Ilio
atque Iliensibus dì fata statuerint nobis quaerendum est.
Fuit Ilium, ait enim, usque ad Alexandri JMagni aetatem

pagus, qui Palladi? sacellum servaret, incolarumque vita tam
misera ut ^Macedonum regis miserationem caritatemque ex-
citaverit. Cuius post mortem Lysimachus adXiGxa zf^g nó-
XswQ €Tr6as/.T]d^t] xttì l'fwr xareaxevccaa xaì rer/ôq néou^à'/.sro
oaov retxaQàxovza azuóuùv, ffvvoìxixTè zs slg aòzfjv xàg xvxhiì
TxòXsig f^óì xfxaxoìUè'rag, òze xcà AXeâvÓQsCag fidi] Ìttsus-
h]î^ xzl. (XIII. 593, 26). Si quid igitur in bis probi inest,
462 T. TOSI
Alexandri Magni amor et cura, Lysimacbi opera atqne in-

dustria Iliensium sedem, quae nihil iam nisi pagus erat,
urbis facie ac nomine decoraveriint. Neque vero hncusque
cnlpae aut obscuritati obnoxia narrati© videtur at turbae :
paulo post oriuntur cum Strabo, Hegesianactis anctoritate

nisus, Gallos in Asiam ingressos locum munitum, unde re-
gionem tuto perlustrare atque currere possent, frustra apud
Ilium olà TÒ àxtixtoiov (594, 27) sibi quaesi visse narrat. Cam
enim Lysimachus anno ducentesimo octogesirao primo ante
Oh,n. mortem obiisse, Gallos autem paucis post annis Asiam
Minorem petiisse constet, ea quae de moenibus ab ilio rege
exstructis traduntur acriter miserae urbis condicioui, in
quam Galli otfenderint, repugnant.
Cuius modi discidium, cnm gravius sit, Groteus sanare
conatus has scriptoris paginas locum mutasse vel omniuo
posteriorum temporum manibus retractatas esse contendit,
ut de Ilio ea narrarentur quae re vera Lysimachus Ale-
xandriae Troadis urbi largitus esset. Verum neque Stra-
bonis editores neque historiarum scriptores, qui huius ae-
tatis monumenta curaverunt, Angli doctissimi opinionem
benigno vultu exceperunt unus tantum Dòrpfeldus, fere
:
in summa cum Groteo consentiens, Ilium urbem tum demum

factam esse, cura ea Romani potiti essent, monuit {Troja
und Ilion, p. 207, sq.). Ut in re controversa, Strabonis verba
presse legere atque ex iis num indiculum, quo tantae diffi-
cultatimederi possimus, eluceat dispicere optimum esse ar-
bitramur. Tota autem narratio quattuor bis partibus constat :
a) fìt ex pago urbs, Lysimacho anctore.

Ilium
/?) Cum
autem Galli non multo post haius regis obi-
tum Asiam invaderent, omni tutela munitionibusque caret.
ó' éTTavóolhoìaiv toê 7rok?.rjr, eo tempore
y) vgtsqov
quo in Romanorum dicionem concessit.
cJ') éìi' ixàxoìCav aVii]V rràXiv oi /urà fPifi^Qiov '^Pco-
/Licdoi, cum primo civili bello romanus orbis fiagraret.

Accepimus igitur Ilium bis e suis tenebris in claram
Incem esse revocatum Lysimachi primum, Romanorum
;
deinde haec gloria fuit bis autem breve decus amisisse.

;
At qnorumnam opera? alteram certe Fimbria, popularis

SCHRDIAS.MA CKITICVM. 463
marianae part.is sectator, riiinam attiilit; prioris illins causa

atque erigo nos omnino latent et tamen luce clarius
:
patet hoc necesse esse, ut Strabonis verbis sW sxdxoiaav :
aviijv nàXiv, nane fere sententiam èxàxoìaccv avrifi' ttqmtov

:
vel tale quid respondeat. Una igitur est via quam ingressi
dubitationem solvamus: aut enim Strabo causain qua Ly-
simachi murus iabef'actus corruerit nobis indicare oblitus
est, aut verba quibus diligenter iacturae auctores refere-
bantur invito geograplio perierunt.

IL Cum Apollodori Bibliothecam lectitarem nonnulla
offendi quae, cum essent sanae lectionis, vix integram au-
ctoris sententiam reddere viderentur, aut cum corrupta
essent neque a viris doctis recte emendata, felicius resti-
tuere me posse sperarem. Locus, qui de Typhoeo agit, nobis
in primis inquirendus est. Diu atque acriter Typhoeum
adversus lovem pugnam in multa varietate versatara pu-

gnasse, deorum autem hominumque patrem iteratis in mon-
strum fulminibus Victoria postremo potitum esse Apollo-
dorus tradit. Cuius narratiouis nonnulla Inter se minime
congruunt atque cohaerent; ^à'/Mov, ait enim mytliogra-
phus, xtoavvoTg en^ òoog aóiw'ê Tvgòìia tò Xeyóiîsvov Nvaav,
ònov aoÌQca aviòv dioìyjférra tjTràTrjCav' TTiKJlfslg yÙQ òzi qoì-
ad^r^Gsiai /.làllov, èyevGuxo tcòv ecfrîAsouìv xagircòv. óiórreo èni-
óiomó}.isvQq avîg f^xsv elg Qqckxì^v xxX. (I, 43, AYagnerus). Vi-
tium in voce óióttsq latere Hercherus qua sagacitate erat
primus perspexit; lacunam post hoc ipsum verbum Eber-
hardus indicavit (Je>j. Litter-Ztf/., 1874, p. 428). Meo quidem
iudicio, sermonem omnino rebus quae antecedunt congruen-

tem habebimus quando Jiòg óè ttvoI scripserimus. Articulum
autem ante ttvqì minime nobis desiderandum esse haud
pauca quae ex Apollodoro AVagnerus congessit exempla
{Epit. Vatic.^ p. 89) aperte monent.
III. Ib., II, 66. Thespius (Thestius, Paus.), qui Hercu-
lem benigno quinquagiuta dierum hospitio receperat, idem
ut noctes cum omnibus suis puellis deinceps concumberet
curaverat fancivóaì^s yào nàaag è'^ ^HoaxXbovg Ttxvonoirâct-
:
gOu(. ^HQaxh]g riè acav roaiôrr tirai tì)f ceti avrevraContìr^y,

(Jvìfj/.Ot rràacug. Post hoc postremnm verbum nondum om-
.
464 1". TOSI
nino expletam, sed quodam modo hiantem orationem esse,

cum catara tum coraparatio, quae cum Pausania instruenda
est, manifeste prodit ;
etenim hic eandem rem iisdem paene
verbis, si tenuissimas qiiasdam varietates exceperis, narrat :
"^HouxXtci Tali (/vyaTQadi Titvirjxovxa ovcaic ruTg Ofarìov avy-

ysvt'ax/ai nàoaic nkrjv fiiàg ir rf^ txdzì vvxii (IX, 27, 6 ;
cfr. 27, 7). Conspiratione igitur band spernenda fretus, his

verbis narrationera Apollodori auctam proponerem : avri]k0^f
7T affai g (sv zrj avrfj vvxtC).

IV. Ib., II, 158. Quae Hercules vestem a Deianira dono
missam indutus pertulerit, iraque concitus quid in Licham
Tneditatus sit noster scriptor his verbis narrat: wg òt Oêo-
f.iuvOè'vTog Tov xiTòbvog ó rf^g vÓQceg iòg tòv xQcòta tarane, ròr
f.itv yii'xccv tóòv noòwv àgd/Àevog xutìjxÓvtkTsv ànò Trjg J ôio)-

Tiag, TÒV óè x'zma àni-ana xtX. Locum perdite corruptum
ferro sanare et igni Heynius conatus est, qui verba ànò
vrig ovidianum
ôtoìTiag, scilicet lovem imitatus, ne pars
sincera traheretur ense recisit. Qua in medicina aiferenda
virum doctissimum, unice de Apollodoro meritum, longius
progressum esse ex eo maxime colligitur, quod cum rerum
ordo tum ipsa collocatio verborum qundam loci significa-
tione, ex quo Hercules Licham miserriraum in mare vibra-
verit, nullo modo carere possunt. Hercherus vero, eandem
in Trachiniarum argumento lectionem ine^se falso conten-
dens, eìg zriv ^àXaaaav proposuit sed virum egregium ve- ;
hementer erravisse quae ex ilio argumento depromj^ta de

Lychae morte traduntur, his paucis verbis circumscripta :
lòr idv Aiyuv xaxòâXtv, haud obscnre monent, Eecte (lui-

dem Hercherus, ut suam lectionem firmiore quodam fun-
damento muniret, cum Scholion ad Eurip. Hippol. 779 tura
Pausaniam auctores adhibere poterat, quamvis verba tìg
TrfV OccÀaaaav, quae in his testimoniis leguntnr, non Li-
chae sed Scironis ad rnortem spectent ÒTróaoig, ait enim :
Pausanias, rcòr '^tvoìv eTihTvyyuv^w ijifin agàg sg ^àXaaGav . .
TQVturv 7TfOifj?.êv óixi^ ^xeiQMva àcfed^évxa sg ^dXaaaav Tì]r

ì)
avTYjV V7TÒ Gì]OÌMg (I, 44, 8). Quibus ipsis testimoniis nisus
"Richardiis Wagnerus epitomae Vaticanae fragmentorum-
que Sabbaiticorum hanc narrationem Qrâsvg óè àgnàoug :
22. 5. '909
SCHEDIASMA CRITICVM. -465
aVTÒv (sci]. TÒv 2xfÌQ(t)va) t&v ttoóòùv I'qquIisv, haud temere

apto supplemento {hq TrjV O^àXaaaav} aiìxisse videtur (I, 3).
Sed quae liic recte se habent, in locnm de quo hucusque
disputationem produximus appi icari non posse mihi per-
snasum habui quo enim modo e pristinis verbis tic, tììv
:
x/dXaaaav immane istud ùttò Tfjc [ìotoìziai ^^ libris Apollo-

dori mann quidam dixerit. N-eque
scriptis ortuni sit ne deus
propriores vero esse mihi videntur Westermanni et Wagneri
sententiae, quorum alter ànò Trjg nagùìgaiag coniectura as-
secutus est, alter vero haud nimia probabilitate ànò trig
ùxonnóXtoìg oli. Ili, 55 scribendum censuit.
At quo modo res quae narrantur sese habeant nobis
circumspiciendum est: en Hercules in Cenaeo promuntu-
rio, in Euboea insula, post Euritum fusum devictumque,
iam iam lovi Cenaeo sacra facturus adest (cfr, li, 157 :
xaì TrQoffOQf.iiaO^Hg Erp-aùo Eòôiag èm, àxQwxìioioii Jibg

irjg
Kì^vaiov /SwjMÒJ' lÓQvacixo): ilìuc autem qui tristia dona ab

uxore laturus est Lichas praeco pergit. Oum igitur loco-
rum notio tam aperta sit, de quo nemini dubitare liceat,
in corruptis verbis ànò rfjg fjoiwriag ipsum insulae nomen
quondam a scriptore indicatum fuisse in dubium revocari
non potest. Ut rem breviter perstringam locum sic refictum
exhibebo ròv i.ièv Aiâv tCóv noó&v àgàfisvog xazr^xóvTiasv
:
ànò rrjg Eùôiag àxtfjg. Quae cum paleographicis rationibus

digna sint quae commendentur, tum vero sensum rebus
egregie accommodatum praebent atque nonnullam veri spe-
ciem sumere posse videntur. Verum nequis me hariolari ar-
bitretur, Aeschyli et Sophoclis testimonia afFerenda sunt,
quorum alter Licliae crudelem mortem ita significavit :
àu(fì
Kì]vcdov Jibg — xar' uvtòv rv/iôr àOXfov
Alia N.), (fr. 29
alter vero in Trachiniis locorum notionem his verbis ex-
pressit : àxir\ zig àtiqixÀvavog Evfioìag uxqov — Krjvaioì' ì-'ffKv
(v. 252 sq.). 31ateriam e Sophoclis tragoedia Apollodorum

hausisse omnibus constat; eum igitur non rem tantum sed
paene verba hic usurpasse non est quod miremur.
sui auctoris
V. Ib. Ili, 70. Tiresiam vatem ob hanc causam divina
Palladis opera caecum factum esse, quod deam nudam oculis
iutentis conspicere ausus esset, Apollodorus Pherecyde au-
Studi ital. difilol. class. XVII. 30

466 T. TOSI
ctore tradii: (peQsxvór^g àè vnb Â!Jr^vàg aviòv iv(f).wdf]rca'

nvaar yào rrjV XaQixkò) 7TQ(>a(ji'/.f, rf^ \4l>r^vù . . . yvjuvr^v àTTÌ
nana lóeTv, Tfjv óè tate X(-Q(TÌ rr^t'c ò(p>7akuovg avTov xara-

Xaô(it'vi]V TTìjQÒv TToifjfTai XI k. Plura post 'A^r^rà excidis?e
lacnnamqne statuendam esse prinuis Heynius animadvertit.
Qua in re cnm omnium, qui post eum Bi-
vir clarissimus
bliotliecam ediderunt, consensum assecutus sit, ne verbum
quidem addam, ne quis tritura illud sermone proverbium

'
Samia vasa iure mihi obiciat. Hiantem orationem co-
'
dicum inventio, non hominura industria sanabit! At tamen

sunt quae in hac Apollodori narratione ansam ad dubitan-
dum nobis praebeant. Unus quod sciara Galeus rem acu
tetigit, qui in verba firl narra, supervacanea quidem et
prope inntilia, iure ac merito mea sententia offenderit. Cum
enim dea in balneo moraretur, eam yy/tr^r ènl narra nvai
re ipsa evincitur. Verum tamen vix credi potest ea quae
vir doctus attulit èniaràvra vel sni^dvra, licet et aptum
sensum ministrent et paleographicae artis quam diligen-
tissime observent rationes taliaque denique sint ut accu-
sativo qui sequitur zrjv óè xaraXaônt.vi]v optime respon-
deant, ApoUodorum in deliciis habuisse, sed potius èniri-
Qijaavra, utPalladem nudam caute Tiresias aspiciens idoneo
vocabulo effingeretur. Sic enim Metanira, ut nonnullis exem-
plis utar, quid Ceres in Demopiiontem infantem noctu
faceret ensz'^Qrjas (I, 31; cfr. hymn. homer. in Cererem,
vv. 243 sqq. iv^wvog MsràvsiQa
: —
vvxr fniTrjQìâaaa ^vaiato;
fx {)aXà}.ioio — Gxt'iliaro); sic Peleus inirrôiqaaz (scil. rì^v
Otriv) xaì anaiQovra tòr naióa ìócor ènl rov nvQÒz i^óì^Gt.
VI. Schol. ad Aristoph. Nubes 508. Nota est fabula
regis qui, cum cellam lapideam sibi aedificari iussisset, ut
tutas a praedonibus ingentes suas divitias servaret, ab ipsis
architectis praedatus est. Cuius lepidissimae fabulae iterum
et saepius apud multas gentes narratae (îndicem Frazerus
diligenter congessit, Pausanina, Comment, on Books IX, X,
Voi. V, p. 178 sq.), tria exstant scriptorum graecorum te-
stimonia (Herod. II, 121 ; Paus. IX, 37, 4 sq., schol. ad
Aristoph. Nub. 508), quae cum in regione, regis in nomine
atque in nonnullis aliis rebus singulis magnopere inter se
m
SCHKDIASMA CRITICVM. 4G7
discrepent, tale quid commune, et hoc quidem magni mo-

menti, praebent nempe alter praedonum (Agamedes, in
:
Scholio) decipnla, quam rex Elidis Augias Daedalo monente

posuit, hae.sit, atque cum expedire se neqiiiret Trophonium
et Cercyonem, sceleris participes, caput sibi praecidere
inssit, ne ipse agnosceretur illosque simul perderet. Verum,
scholiasta pergit, cam Augias praedoues persequeretur TtQÒg
trjv Tcòv aifîdiiov txXvaiv, Cercyon Athenas evasit, Leba-
deam Trophonius, ubi usque ad mortem in spelonca vixit.
Quae sit verborum ngò^ tìjv tmì' nì/iàroìr èxÀvaiv sigui-
ficatio haud facile quis dixerit. Ut enim pluralis iwv aiiiu-
jMv formam reliuquam, nipote quae dignitatem poeticam
sane deceat, non aridam scholiastae narrationem (cfr. Witte,
Siiiyular und Plaral^ Lipsiae 1907, pp. 9. 64. 230), quae
causa est cur Augias praedonis mortera vindicaret vel in-
terfectores ad piaculum lastrandum cogeret ? hoc unum
regis intererat, thesaurum ut raptum recuperaret. Quae cum
ita sint, verba twv aUicuorv ^xÀvcrtr totius fabulae naturae
vehementer repugnare statutum habeamus oportet, nobi-
sque hoc unum indagandum est uti-um inconcinnae senten-
tiae causa atque origo librarli ueglegentiae tribuenda sint,
an — quod mihi probabilius — Characis
Pergameni verba
male exscripserit scholiasta. Quas Inter sententias quam-
quam aegre diiudicari potest, hoc tamen, nisi me omnia
falluut,iterum atque strenue confirmandum est, in verbis
Twr aUiàion' f-'xÀvaiv pravam opinioueque omnium maiorem
corruptelam inesse; qua re confidenter scriberera rroòg rrjv :
T(òv X(>'y,'t«^^>' è'xóoGiv.

VII. Schei. Ven. A, ad IL, M. 93. Hecuba Paridem
alvo continens somniat facem se parituratn, quae totara
« urbem comburat. Natus Alexander in Ida monte iussu
Priami exponitur et ab ursa nutritur; a pastoribus reper-
tus alitur lò ovv rex^tv^ iam ipsius scholii verba exscri-
:
bamus, ov àXXà yrwuì] ^swv vnò lov

yvcóÛj] {.iccvreoìv fi"é7;éi>?;,
evQÓvTog érgacfì^ ^nvxóXov. Eidiculaprofecto Verum quo !
raagis quae nobis animadvertenda sunt eluceant atque ab

omnibus, vit spero, probentur, Scholion quoque Ven. B re-
ferre operae pretium est: lò ovv rtx^kv ov yi'wiu^ lóòr nàr-
^
468 T. TOSI
T£ù)V i'^fTt&rj àXXà yrùìiir^ Oiwv '

d imo tov evQÓrrog stQcccfrj
ôvxóXov. Eandem habeut rem Dydimi nomine

scholia quae
fernntur. Vitio qnidem turpissimo haec omnia laborare,
quippe quae cum fabnlae indole atque usitata forma non
concinant, cum cetera tum comparatio quae cum Scliol.
r 325 insti tiienda est aperte nos monet. Locus enim hic
est : rovTo rò èvvnviov àxovaavieg ot fiàvreig xaì oi ttsqì toìk
òvsÌQOvc óeivoì sÌTiov tò TiX^àv sdO^éoìg fiixQÒv òr QKfiivai ^r^gaì
§0Qàv xrX. Similia profert Apollod., Ili, 149-50 : nuOiov
(sciJ. ó ngiufîog) óè nag' 'Êxu^ì]g ròv òieiQov Al'aaxov ròv viòv
fiiTem'iUl'aro' fjV yàg òniooxQiTìjg oérog èxd^sTvai rò (ìod-
. . .
(fog èxkluvae (Tzetzes, ad Lyk. 138, Apollodorum exscripsit).

Quae cum ita sint, pravae scholiorum lectionis causam ine-
ptissimo oi) tribuendam, philologorum autem tantum ex
arte medelam spemque salutis quaerendam esse mihi per-
suasum habni. Hanc ipsam viam egregie iam Inlius Schwar-
tius ingressus, in dissertatione academica quae De scholiis in
Homeri Iliadem mytkologicis inscribitur, ov fortasse librari!
errore in Scliolion A irrepsisse, B autem atque D, cum
Scholion sic scriptum non intellexissent, perverse puncti
signum post //fwi- addidisse atque d interpolasse suo Marte
contendit, pristinamque lectionem ita restituere posse sibi
visus est: tò ovr r^/^ìr yvwaì] Tcòr iiàvn-Mv s'ìeri-''/)^, à/j.à
yvwa/i ,'/i-wì' At tamen,
errò tov f-voóvTog i-rQaqrj jSovxókov (p. 6).
quamvis in liac loci restituendi opera vir egregius com-
plures siili consentientes inveuiat, recte suspicari licet rerum
non ita exploratam rationem esse ut nullus dubitationi locus
relinquatur. Etenim hunc verborum connexum veterum in-
terpretum scribendi consuetudinem minime referre, cum illa
aetas qua scholia nostra orta sunt hypotaxin praeferat pa-
rataxi, prò se quisque facillime animadvertere potest. Mea
quidem sententia, dubitandum non est quin ov, propter an-
tecedentis ovr exitum ortum, genuini cuiusdam 5 locum
usurpaverit, quo factum est ut necessarie, ut ita dicam, vo-
cabuli àXXà interpolatio orei'etur. Scholii autem B auctorem
ad arbitrium ò, quod exstat post êtòv, interpolasse Schwartio
facile assentior. Ni maioris igitur ambitus corruptelarn odo-
rare debeamus, suspicor olim ita locum dispositum fnisse:
SCHRDIASMA CRITICVM. 469
rò ovì' Tf-xî'v, u yvcóf-U] zmv iidrrsoìv t'SeitOì^^ yróìtiì] Oìmv

imo Tov svqÓvtoc. sTQacfrj ôvxóXov.
Vili. Pans. Il, 1, 8. Locus de operibus arte factis, quae
in Neptiuii tempio inisthmo corintbio exstrncto Pausanias
aclmiratus est, agit ;
verba antem dubitatioui obnoxia snnt
haec : t(Ò ^àO^Q(o óè ec/ ov tò ccQ/ia /.it'arj fièv èuiîQyaOTca .'>«-
Xaaaa àvé'xovaa 'A(fQoóicì]v rcaióa, èxaxkQOì^fv óé eiaiv al Ni -
Qrjióeg xaXovf.isvai. z avrai g xaì értQOìdi rfjg "ÊXXdóog ô)f.iovg

oióa òvrag. rovg óè xaì re/îsrrj a(fiaiv àval^évrag y noifxtàvi-
<Jiv, t'v&a xaì AxiXXsi ripLaC' //onovg óè fi- ra^àXoig UQor
sariv ccyior, ev!}a ntnXog eri sXitIttsto, òv "EXXr^v^g 'EgufvXì^v
Xiyovaiv ìttì rfò naióì Xafistr ÂXxtiaurìvi. Qnae omnia excripsi,
cuni non solum verbum noii-iaiviaiv, ubi codices noiaainaiv
quoque vel noiiihai praebent, perdite corruptum sit, sed

nonnulla alia mutila animus sentiat et decurtata. Coniectu-
rarum congeriem, quibus philologi immani textus corruptelae
mederi conati sunt, in medium proferre supervacaneum est,
Prellerique tantum et Knhnii felices emendationes memo-
randae sunt, quorum alter ngòg rnóaiv, eli. schol. Apollon.
Rtiod. II, 658 et Paus. Ili, 26, 7, proposuit, alter vero TiQÒg
Xif.itaivPausaniam scripsisse contendit. Locus coutra Schu-
barti acumini nimis disiectus ac prope desperatus videba-
tur, ut aliquo modo sanari posset; haberaus enim talem
viri docti se nten tiara verba ravraig xaì itsQMî
: AXx-
' —
ptaioìvi quam sint inepta dici non potest xaì ante èikQwOi ;
apto sensu caret post àva^évrag lacuna latere nòiiiaCreaiv

; ;
vel omnino corruptum vel e verborum fragmentis confia-

tum videtur '. Quid autem Spironi visum sit, cum ipse
intra codicum fìnes presse se continuerit, ignoro.
Ego vero, quod ad me attinet, Pausaniae verba ita
corrupta esse, quemadmodum ea Schubartus iudicavit, nullo
pacto concedere possum. Atque primum Kuhnii emenda-
tionem haud parvi duces, modo haec Hitzigii verba per-
pendas die Verbesserung des verdorbenen notiiaiviGiv zu
:
'
TCQÒg Xifxéaiv empfìehlt sich dadurch, dass Hiifen bekannt

sind, die von Achilleus ihren Namen haben : der eine, !//*'/-
Xsiog Xiixi']i', bei Tainaron, Paus. Ili, 25. 4; der andere, A/O.-
'
Xsinv, aufSkyron, s. Bursian, Geogr. von Grieclienlnnd, II, 391

4:70 T. TOSI
{Fauaaniaa, Voi. Achillem deinde et Erythris

I, p. 488).
apud Asopum lluvium et in proinunturio Lacynio apud

Crotona artisîma necessitate cum Nereidibns consociatiim
esse certis nunc testimoniis constat (cfr. Dittb., Syll. 370, 51;
J3iilL con', hell., 1884, 350). Tlietidos fìliura una cum istis
inaris nymphis sua sacra Troòg Xiiitair habere nemo mirari

debet, qui non de necessitate tantum quam inter divinum
illum heroem Nereidasque intercedere iam supra diximus,
verum etiam —
quod nostia fortasse magis refert de —
vulgata qua gubernator nautis paene tempestatibus
fide,
abreptis conspici dicebatnr quaque ideo ni>rTàQXì,c. adora-

batur (cfr. H. Usenerum, Der /Staff d. griech. Epos, Sitzungs-
ber. d. Ak. in Wien, CXXXVII, 3, p. 11), accurate cogitet.
Quae cum ita sint, non est cur in Pausaniae narratio-
nera niminm oiìendamus; potius coutra quomodo expleri
possit lacuna, quae post 'ElXdóoc. non post àraOtrrac re-
rum connexura ordiuem turpiter interrampit, nobis prò
et
viribus quaerendum est. Pausaniae verba xaviuig xcd ttt-
QwOi Tfj? ÊlXàdog l^ùìfîoèg olóa òvvuq attente nos perpen-
dentes, totius loci sententiam verbum aliquod, cui apte illud
xuì èréQùìOi Tijg ÊXXàdog opponatur, maguopere etflagitare
certe non fugit. Verum ne longius ab eo quod proposuerim
digrediatur oratio, statim quae addenda putavi exhibebo :
ramai.; xal f-C6Q0)î ttjq Êk/.dóog {xuì rraoà fiaQîàQOig) {ioì-
fxovg olóa óirag. Verba xal nuoà ûQ^àgoig cum particulae

xaì quae est ante ittQOìî aptissimam reddant rationem,
tum maxime quod mox sequitur Jwrovg óè tv Fafidkoig
tsQÓv èariv àyiov apprime explicant, namque Pausaniam
Dotus Nereidis sacellum Gabalae, in urbe Syriae mariti-
mae, situm memorare videmus, ut Nereidum cultus apud
barbaras quoque gentes exempìum luculentum sit. Est qni-
dem eruditionis, qua saepius hic scriptor lubentissime lu-
xuriatur, ostentati©, illius simillima qua in narratioue de
Theagene Thasio utitur (VI, 11, 9): noXlaxov ót xaì èit-
QOìdî ev ts "EXXrâiv olóa xal rcagà âg^dooig àydX/îara Ióqv-
fîiva Oéaysvovg xal voorjttard re avròr ìdofîfror xal ì-'y/irra
7TUQÙ rcòi' èmyûìoioìv rif.idg.
IX. Ib. Vii, 26, 10: ûfjxoc .«ir ovr rf^g òóov rtOGaqd-
SCHKDIASMA CIÌITICVM. 471
xovTu tìai aràóiot, àyei óè €c (ùsXXór^v, nóXiana oùx èmcfaìéc,

t ovdè wg àsì fox^ro xcd Icovun' tri iyóvTOìv tyjvyi^yi'. Corruptae
huiiis loci lectioninoudum, absit invidia verbo, aptam me-

dicinam repertam esse opinor. Ut enim Kayseri coniectu-
ram (sx naXaiov) óè àsì silentio praeteream, nipote qui
nulla necessitate adductus verba ex nalmov praepropere in
Pausaniae sententiam invexerit, Schubarti quoque lectio-
nem o ói àsì ve! Spironis hanc coniecturam jò dh ad parum :
rem promovere fateamur iiecesse est; etenim neuter doctus

de adverbii (hg origine nos docuit. Cnius vocis aenigma
statim persolvere poteris, modo ita legas : nóhatîa ovx èm-
(fai'é'g, ò óè ù)g (lò sìxòg} àeì (pxeìjo xtX.
X. Xenoph. Ephes., p. 338, 17 (I, 19). Abrocomae et
Anthiae post nuptiarum sollerania amores his verbis signi-
fìcantur: neQKfvvTsg àvsnavovco xal xà TtQdòza tmv 'A(fQoóC-
TT^g fQcÓTOìv ùnéXccvov. Xenophontem verba tantum Tù>r 'Aqoo-
óiTì^g scripsisse, sQwrcov autem raanifestum esse glossema
iam Hercherus suo iure putavit. Aliam contra viam nuper-

rimus Aloysius Castiglioni ingressns est qui, eQwroìv ex alia
quadam genuina lectione provenisse ratus, locum ita sa-
nare posse sibi visus est: twx' JÌ(fQoóiTr:g eQywv ànéXuvov {Biv.
di Filol. claifS.j 1906, p. 317). Simul ego ówqoìv conieci {ib., in
annot.), quamvis et eandem in utraque lectione vim inesse,
et quibus firmarentur haud panca levi studio congeri posse
scirem. Veruni tamen, licet in hac lectionis restituendae opera
me fere omnino sibi consentientem Italus invenerit, hoc
qaidem inter nos maxime interest, quod illud codicum vul-
gatum sQMTfov non ex eorraptela ortum esse, sed potius
verborum xtòv 'Arfooóirr^g ócoqoìv vel tmv A. tQywv glossema
crediderim. Quam ad rem confìrmandam hanc Servii anno-
tationem ad Vergilii Aen. IV. 33 mihi peropportunum re-
ferre visum est:
'
Venerisi nec praemia^ id est voluptates, ut Homerus rd
Té ówq' Â(fQoóni]g '
. Facile nunc perspici potest quae èow-
T(t)v fuerit origo : ut enim doctus Vergilii interpres, verba
Veneris praemia illustrandi causa, vocabulo voluptates usus
est, ita autiquus aliquis lector sane litteris eruditus, ut quid
TWf 'A(foodiiì]g ówQurv sibi vellet melins explicaret enuclearet-
472 T. TOSI, .SCHEDIASMA CRITICVM.
que, otiose iowiior annotavit. Crassa autem librariolorum

glossema istud in textum irre-
inscitia atque iusipieiitia
psisse verbique ówqmv locum usurpasse in propatulo est.
XI. Annotationibus istis fìnem impositurus, sententiam
meam, si qua est, de loco quodam Hygini hic proferre haud
inutile dnxi. — Castor et Pollux cum vi Aphidnam expu-
gnavissent, ut Helenarn a Theseo raptam recuperarent, Ae-
thrain Pirithoique sororem, quae Thisadie vel Pliisadie Hy-
gino teste (fabb. 79, 92) appellata fuit, ceperunt. Cuius
uominis forma cum nusquam alibi quam apud mythogra-
phum romanum legatur, hanc Thisadieu nibil aliud esse
uisi Clymenem, Helenae famulam atque ab Homero celebra-
lam r, 144, AVilamowitzius {Homer. Untersuch., p. 222),
probante Toepfiero (Aics dar Anomia^ P- 41), contendit. Mihi
vero ad ea quae de hac pliiloìogi summi sententia subti-
liter Carolus Robertus senserit, accedere optimum visum
est :
'
in der That, ait enim vir doctus, ist die Gleichung
so selbstverstandlich, dass wenigstens an der Ideutitàt der
Person festzuhalteu ist, wean auch die Quelle des Hygin
ihr einen andern Namen gegeben haben solite; denn wie
Clymene in Phisadie verderbt sein kann, bleibt freilich
rathselhaft {Homer. Becker., p. 48). Puellam igitur ab Hy-
'
gino Clymenem appellatam non esse prò certo habendum

est, nobisque hoc unum inquirendum utrum vere ei nomen
Thisadie vel Phisadie fuerit, an tradita nominis forma prave

corrupta sit. Mea quidem sententia huic Piritlioi sorori in
Hygini fontibus Pisidicae nomen inditum est. Cum enim
fJsiaióixij ab hoc, "Wilamowitzio monente (Lect. epigr., p. 14),
nomen habere ductum videatur, quod eam aperte significet

i'i
óixYjV i-TtiGs (aeol. tisi-, rreiaig = att. tei-, xeiaic), pristi-
num quoddam Pisidicen vel Tisidicen facile in Phisadien vel

Thisadien corrumpi potuisse non est quod miremur. Recte
quidem huius nominis significationis sibi ii conscii erant,
qui puellam Pisidicen appellatam voluissent etenim cum ;
Thesens una cum Pirithoo vi Helenam rapuisset, hoc ipsum

Tiiidaiidis fratres in Piritlioi sororem facere fatum erat.
22. .o. *909

STUDI ITALIANI
FILOLOGIA CLASSICA
VOLUME DICIOTTESIMO.
FIEENZE
LIBRERIA INTERNAZIONALE
20, Via Tornabuoni, 20
1910
Firenze, 1910 - Tip. Galletti e Cocci,
INDICE DEL VOLUME
Bianchi (Eurico) — Carmina latiua epigraphica africana, p. 41-76

Castiglioni (Luigi) — Analecta Planudea ad Ovidi Meta-
morphoses spectantia 189-283
Dk Stefani (Ed. Luigi) —
De Vellei Paterculi periodis. . 19-31
— Per le fonti del Lexicon JIMP.JFjy 433-444
Funaioli (Gino) — Index codicum latinorum qui Volatenis
in bybliotheca Guarnacciana adservantur 77-169
Mbnozzi (Eleuterio) — I nuovi frammenti dell' Ipsipile . . 1-18
Morelli (Camillo) — L'epitalamio nella tarda poesia latina. 319-432
Oliverio (Gaspare) — Una laminetta plumbea del Museo
Nazionale di Napoli 445-449
PuNzi (Quirico) — Osservazioni sull'episodio nemeo nel ci-
clo tebano 171-188
TrrzA(?hi (Nicola) —
Synesiana 32-40
Valentini (Roberto) — Un codice abbreviato di Valerio
Massimo 289-318
Vitelli (Girolamo) — Pentametro 170
— [Galeni] Histor. Philos. e. 3 284
Vogliano (Achille) — Spigolature Ercolanesi 285-288
I NUOVI FRAMMENTI DELL' IPSIPILE
Pubblicando i nuovi frammenti di Euripide nel voi. VI

dei papiri di Ossirinco '), i benemeriti editori — sorretti
anche dal valido appoggio del v. Wilamowitz, del Murray
e del Bury — ci offrono un tentativo di ricostruzione del-
l' IPSIPILE, che può essere accolto, secondo noi, senza esi-
tazione sino alla fine del 3" episodio, perchè da un lato lo
stato soddisfacente non del tutto disperato del papiro,
o
dall'altro le notizie forniteci dagli antichi ci permettono
di muoverci sin qui su un terreno abbastanza solido. Ma

dal 3" episodio in poi ci sembra, per dire la verità, che il
tentativo sia completamente fallito, né la colpa è tanto

degli editori quanto della scarsità dei dati. Noi dissentiamo
da essi sopratutto riguardo alla collocazione del fr. 60, che
essi credono che contenga lo scioglimento della tragedia e
formi perciò il proponiamo qui di dimo-
5" episodio. Ci
strare come non abbia fondamento di sorta e
tale ipotesi
debba essere abbandonata. Facendo poi per conto nostro
qualche proposta relativa ad una miglior collocazione dei
frammenti nella seconda parte, non intendiamo con ciò di
voler rifare la parte perduta della tragedia né questo è —
il compito della filologia ma solo di cercare di mettere—
in chiaro, fin dove è possibile, tutto quello che c'è o che
si può ricavare con una certa sicurezza dai frammenti su-
perstiti -).
>) The Oxyrhynchus Papyri, part VI editcd with traiislation and

notes by B. P. Grenfell ami A. S. Hunt. London, Egypt Explora-
tion Fund, 1908.
Giustamente
•2) lo Schroeder (Berliuer Pliilol. Woch. 1909, n. 9
col. 2.59) a proposito di tali delicate ricerche: '
Es ist nicht Aufgabe
Studi ital. di fìlol, class. XVIII. 1

2 K. MENOZZI
L'errore degli editori dipende dall' aver

dato nu' im-
portanza eccessiva a un passo dello schol. di Clemente Ales-
sandrino (conciato però a modo loro), trascurando altre
indicazioni provenienti da altre fonti e che debbono pure
avere il loro peso.
La questione merita di essere esaminata un po' da vicino.
Le fonti che possediamo relative alla favola trattata
nella tragedia si possono dividere in due gruppi :
1° Giiuppo.
Appartengono a questo primo gruppo :
1. Hyginus fab. 74.

2. Apollod. Ili 64-67 Wagner.
3. Schol. Clem. Alex. p. 105 sq.
4. Schol. Pind. 'Vno^. slg Néfisa 3, 4, 5 (Pindari
opera, ed. Boeckh, II p. 424-5).
5. Stat. Theb. IV 740 sqq. ;
V.
I n.' 1, 2, 3 e V'Ynói)-. dg Nt'iLisa 3 concordano sostanzialmente

e spesso letteralmente fra di loro; sicché è lecito indurne
che derivino tutti, direttamente o indirettamente, dalla
medesima fonte. Le poche discrepanze son dovute unica-
mente all'aver trascurato chi una circostaza chi un'altra
della loro fonte, che essi evidentemente abbreviano *). In-
vece le vnoO^t'atig 4 e 5 stanno manifestamente a sé : il n. 4
é un sunto del n. 5. Quanto a Stazio la sua é un' amplifi-
cazione dello stesso racconto ; la narrazione è improntata
ad un concetto epico: l'autore é preoccupato della gran-
der Wissenschaft verlorene Kunstwerke aeu zu dichteu aber was ;
sich aus dem Vorhandeaeu und was darnach ausgeschlossen

ergibt,
ist moglichst genau abzugreuzen, steht ihr wohl an '.
') Gli editori; a torto, non tengono alcun conto di queste tre
V71 of^éasvg.
2) Crediamo inutile indicare qui partitarneate i singoli punti di

discrepanza. La menzione deìV apium Tsul quale Ipsipile depone il
fanciullo) che troviamo nel solo Igino, risale a una leggenda di ca-
rattere evidentemente eziologico, diretta a spiegare l'origine della
corona di apio, che si dava in premio ai vincitori dei giuochi Nemei.
I NUOVI FRAMMENTI DELL' IPSIPILE. 3
diosità dell'azione e di far agire il più gran numero di

personaggi — o ciò si debba a lui o alla sua fonte imme-
diata — , ma il suo racconto ad ogni modo porta l'impronta
di una medesima origine di quella degli altri.
Ora qual partito possiamo noi ricavare da questo primo
gruppo per ricostruire il finale della tragedia? Evidente-
mente nessuno. La scena grandiosa che descrive Stazio nulla
ha certo a che fare colla tragedia, dove non potevano inter-
venire (e vediamo infatti che non intervengono) tanti per-
sonaggi. Dall'altro canto è notevole pure che qui è Licurgo
che perseguita Ipsipile non già Euridice come nella tra-
gedia. Quanto alle quattro fonti parallele sarà opportuno
il metterle qui a raffronto per quest'ultima parte:
Hyginus. ApuUod. Schol. Clem: 'Yn6&. slg Néuect 3.
At draconem A- ToV ,Uf»' OVf ÓQ(C-
drastus et ceteri xofia ènicpauéi'reg

occiderunt ol fx6T(( AdQctarov
XTslfovai, roV óè
Tiaìàa &(CTirovaiv.
Âfj.(fL('(Q((og óè st-
ri su JfÀ(pu(()ccog de o ÀfX(pu'iQ«oi; (fé
[KivTLg elg wV x(àv

ènxd (cnò tov avfÀ-
sxstyoog to atjjueiou /3«Vro? Tolg'E'AXriai rovtoig

T(( /uéXXoyTf< 71Q0-
fÀUVTEVSaiÛl, •
ToV TTQosfiafTevaaTo, uayrsvófÀSfog
cff ntàóu 'àq^s/uo- x(à roV 7ica(f(( 'Aq-
QOf èxd'^sanf. XéfMOQOf èxa'keasu. A^XBfÀ.o()ov nvTÒy
èxàXeaEi', ori «i'-
roìg f^QXV uóqov

èyéuETo 6 rov nca-
dòg yhdyaxog, èq)
oi óè E&sacci/ eri w xcd ToV ctyòjvu
avT(ò TÒv xójy iVf- diéd-ijxny,
fiéiov àyùjva.
et Lycum prò 'JÓQccarog àè nn-
Hypsipj^le depre- Xìjy YipiTii'Xrji' na-
cati sunt, ludos- YipmvXfjy èn ccv- QUUìì&ol'fASyol.
que prò puero fu- Tcò TÓf Xeuscexóy
nebres institue- «yixjya avveatì}-
runt. auro.
4 E. MKNOZZI
È chiaro che si mostrano sopratutto

le fonti su riferite
preoccupate di stabilire che la morte del fanciullo fu la causa
dell'istituzione dei giuochi Nemei. Avvenuta l'uccisione del
fanciullo essi trascurano completamente Ipsipile. Solo un
breve accenno alle sorti di lei lo troviamo in Igino, che
ci fa sapere che i duci protessero e salvarono Ipsipile dalla
collera di Licurgo : il che si accorda pienamente colla nar-
razione di Stazio (Theb. V 638-709). (Si noti che anche in
Igino al posto di Euridice troviamo Licurgo (Lycum. = Ly-
curgum) *) proprio come in Stazio).
È vero che anche nello schol. di Clem. Alessandrino e
neW'rnó^ sk Nt'/îsa 3 troviamo un cenno molto miste-
rioso che riguarda Ipsipile.
Schol. Clem. Alex. 'Ynóf^. sk iSé/xecc 3.
AÓQaffrng óè naQafivdoviifrnc. iif w xcà ròv àywva òiki>\^xar
zrjv 'VilUTTvhjV tn avzdì lòv tip- 'YilunvXip' naoafivOovfît-

Ns/nsaxàv àyóiva awsotriaavo. voi.
Dunque: '
avendo consolato Ipsipile (sia i duci, sia Adra-
sto, loro capo, che li rappresenta) istituirono i giuochi Ne-
mei '. — Paragonando questo passo con quello parallelo di
Igino, verrebbe il sospetto che gli scoliasti abbiano saltato
qualche cosa della loro fonte, cioè pressapoco: <ne otten-
gono il perdono da Licurgo). Ma il confronto colle 'F/ro^. —
dg Nè'fisa 4 e 6 ci dà la vera spiegazione dell'enigma. Di-
fatti V^Ynó^. 5 dice così: '
aiia rf^ avîifogà (ìouxslctv nctQa-
i) E possibile che lo scambio del nome f.j/cus con (] nello di Li/-

curyus iu Igino sia dovuta all'ialiusso del secondo gruppo di fonti,
dove la favola assume una spiccata somiglianza con quella dell'An-
tiope (vedi a p. 14) nella quale si chiama appunto Lycus il marito
della persecntrice di Antiope.
Del resto una grande incertezza regna nelle nostre fonti riguardo
ai nomipropri. Per i figli di Ipsi})ile la tradizione però è abbastanza
concorde. Solo Igino e Apollodoro dill'eriscono dagli altri sul nome
di Toante, che in Igino lab. 15 è chiamato invece Deiphilus, e in
Apollod. I 115 Ns^{)0(fófog.
I NUOVI FKAMMKNTl DKLL' IPSIPILK. 5
l.ivû(V TTOQiôpLsvovg !^ccipc(i ròv Ttatóa, xuì sTriràcpiov .àyóova

O^éaîu ròv Nsfisalor '. —E V'Vttó^. 4, che ne è, come di-
cemmo un'abbreviazione: '
jSQaxfìc^v Tcagaavîav t>j avfx-
qoQci noQiL,óf.isvoi (Xi-yoviai) iniiàifiov àyàjra O^taO^ca ròv Ne-
fxsatov.
I giuochi dunque furono istituiti per dare ai genitori
un qualche conforto nella grave sventura che li ha colpiti :
il che è in perfetto accordo colle parole che Stazio mette

in bocca ad Amfiarao alla fine del libro V (746-752). Può
essere quindi che lo scoliaste di Clemente Alessandrino e
l' autore della "Ynód-. sic Nè\usa 3 abbiano scambiato i nomi,
e messo ^YifiinvhjV al posto di Evovóixrjv: i passi citati an-
drebbero dunque letti ed intesi cosi: '
per consolare P]uri-
dice (della disgrazia sofferta) istituiscono (ojìj^- istituisce) i
giuochi Nemei '.
Fin qui possiamo arrivare, e crediamo che un tale

scambio non recherà meraviglia a chi conosca le abitudini
di siffatti compilatori. Ma ci pare eccessiva ed ingiustificata
la supposizione degli editori (p. 22) che nel passo citato dello
schol. di Clem. 'diìGÌie'AÓQuffrog vada sostituito con 'Ai.i(fiàQaoq.
Il perchè di questa sostituzione è evidente dal loro punto

di vista. Essi credono di trovare nelle ultime righe che riman-
gono del colloquio fra Amfiarao ed Euridice (di cui rimane
sì una buona parte, ma non la fine però vedi più avanti) —
elementi sufficienti per concludere che Euridice è rimasta
convinta dalle parole di Amfiarao, e si induce a liberare
Ipsipile. Perciò cercano un appoggio nel passo dello sco-
liaste. Leggendo infatti : 'A/iqiàQaog óè Ttagafivifov/ifroc trjV
EvQvóixrp', e dando a nagaiivUoviisvog il senso, che certa-

mente può pure avere, di calmare ', acquietare ', ne
' '
deducono (e la conclusione esorbita ancora dalle premesse)

che Amfiarao non solo calma Euridice ma l'induce a libe-
rare Ipsipile: sicché per loro il colloquio fra Amfiarao td
Euridice (fr. 60) contiene lo scioglimento della tragedia, e
va collocato alla fine. Qui — come si vede — una conget-
tura a[)poggia l'altra. Dopo aver fatto subire alhj schol.
quella piccola operazione, trovano che la sua narr;';ZÌone
riproduce abbastanza bene le linee generali della trage-

. .
6 E. MENOZZl
dia ')• ^^^ Amfiarao nelle nostre fonti del primo gruppo
ha unicamente l'ufficio profetare le imminenti sven- di
ture che sovrastano ai sette duci, di cui la morte del fan-

ciullo è il segnale^): nient' altro; e non è lecito — cre-
diamo —
il volerne trarre di più.
Concludendo: dal primo gruppo di fonti nulla adunque

si può ricavare riguardo alla chiusa della tragedia.
2° Gruppo.
Al secondo gruppo delle fonti appartengono :
1. Schol. Pind. "Ynód-. elg Ni'f.ua 2 (Pindari opera ed.

Boeckh II p. 424).
2. Anth. Pai. Ili 10 Stadtraueller.
3. Il vaso di Ruvo (Baumeister Denkm. d. Klass.
Alt. I p. 114 sqq.).
1. La fr ima parte dell"F:7ro.>. eh Néfxta 2 non diffe-
risce in sostanza dalle 'Vtto^. 3, 4, 5: solo la notizia e
molto più concisa. Se non che a questa prima parte se-

gue una seconda che è per noi della massima importanza
perchè riguarda particolarmente Ipsipile 5). In questa parte
>) Naturalmente a provare i suoi rapporti colla tragedia non

può bastare l'inciso: à' èmn'e'/.f^ôvau è^Qì^vei '.
'
ij
2) 'Vtjo'^. si? yÉuSK 3: '

ÂfXcpi((Q((og óè rovroig fîat'Tevóûsfog -/(»/£-
fjLOQov ainSy èxuXsasy, ori ccvroìg ng/ij fiÓQott sysfSTo 6 rov naiifòg &«'-
v(cxog '
3) Riportiamo per intiero questa seconda parte:

'
STV}(E ifè oinwg 'Y\pinv).r] èy Nsûéu. wQia^éfov ncioà tiòv AìjfÀfidótov
này TÒ ccgaey àvHige&rjvca yéyog, ex naaiòf 'YipinvXì] ròy nccTéQu (•^óavtn

èvElq^ctaa, xvûìtm è(pvXttirev. varegoi' éè fÀeret tò Toiìg ÂQyovnvTctg éxnXev-
aai, (puveQov ysyo/uayov rnlg Arjuyuioi tov xaxù ròv Qóavxa, avrai' ^èu xa-
jeTìóvruìoav èyeiQ^ccacd rij xìûìxm, èìpì](pl(jc(yxo óè xcà xaxà xrjg 'YipmvXrjg
Sîli'uxov ì] (ìè fiudôvan (pevyei, èy xoaovrio àè Xriaxfàg nEQirvxovaa ni-
TiQuaxEXca AvxovQyto. èv èxslyio óè xw xaiQiò xaxà Cìj^t]aiy ni Tifààeg Hong
xai Evysiog nttQÉpaXoy èv JSsfjiéu- EvQvdixi]g óè TÌjg Avxovgyov yvytaxóg
ôvXofiéyìjg dtà xòy 'OcpéXxov d^dvaxoy àyeleiy xrjy 'Yipi7tvX)]y, (fin rovxo (ff
sy rivi rónui )ic(,9Qnuo xaxnxXsiadaijg. '.-IficpKtQicog /Ltayxevad/jsyog óeixvvni
xoìg nuial xrjy 'Y^pmvXì^y •

rj r)"f xovxo sirv)()i(j(«T(( n«ney.d).ei xovg rjQMM^
Toìg nctiaìy (avyynyoviaaad-ai '
I NUOVI FUAMMP^NTI DELL IPSIPILE. 7
lo scoliaste non solo vuol spiegare perchè Ipsipile si tro-

vava là in quel momento (questo cenno retrospettivo c'è
anche in quasi tutte le altre fonti del primo gruppo) ma
anche ciò che avvenne di lei doiô la morte del fanciullo:
ciò che le fonti dell' altro gruppo come vedemmo tra- — —
scurano completamente. L"F7ro,y. 2 accenna alle parte che
hanno figli nella liberazione della loro madre; son essi
i
che salvano dalla collera di Euridice: vi si accenna

la
inoltre alla parte che ha Amfiarao (fiaìTsvffàiifvòg dnUvvai)

nel far succedere il riconoscimento tra i figli e la madre.
2. L'epigramma Ciziceno, Anth. Pai. Ili 10 si accorda
pienamente collo schol. di Pindaro riguardo alla libera-
zione di Ipsipile : i dati che esso ci fornisce possono venir
completati dalla didascalia ') che lo precede.
3. Quanto al vaso di Ruvo
credono gli editori (p. 29)
che l'artista preoccupato piuttosto di includervi tutti i
si sia
principali personaggi della leggenda più che di dipingerne

una scena particolare. A noi sembra invece che nel quadro
centrale non si possa far a meno di riconoscere precisa-
mente una delle scene capitali della tragedia: quella tra
Ipsipile, Amfiarao ed Euridice, che per fortuna ci è rima-
sta (fr. 60). Entro una specie di tempietto (in cui, con un
po' di buona volontà si deve riconoscere una sala del jja-
lazzo reale) stanno tre personaggi : e siccome ciascuno è
diviso dall' altro mediante una colonna, l'insieme dà l' im-
jjressione direi quasi di un trittico. Ogni personaggio ha
il suo nome scritto di sopra. Nel centro è Euridice in
piedi, in nobile e mesto atteggiamento, rivolta verso Ipsi-
pile che si trova a sinistra, china in atto di chi si rac-
comanda : a destra è Amfiarao vestito da guerriero in atto
nobile e tranquillo: egli è rivolto verso Euridice e tiene
una mano alzata coli' aria di chi sta persuadendo e conso-
1) Nel tempio dedicato alla loro madre da Attalo ed Eumene a

Cizico tra gli altri esempi di pietà figliale (scolpiti a quanto pare a
bassorilievo sulle colonne) trovava anche questo.si Il libretto (forse —
una guida per i forma ora il cap. Ili dell'Anth. Pai.,
visitatori) che
contiene la descrizione di ciascun bassorilievo, seguita da un epi-
gramma.
8 B. MENOZZI
laudo. Nessun dubbio per noi che l'artista si sia ispirato

alla scena suddetta. — Fuori di questo quadro ai lati di
esso stanno a sinistra due figli armati di lancia

i a de- —
stra i due eroi Partenopeo e Capaneo. Entrambe le parti,
dice il Baumeister (p. 115), sembrano pronte ad accorrere
in aiuto ove ce ne sia il bisogno. Che l' artista abbia vo-
luto con questo alludere al seguito delibazione cioè alla li-
berazione della madre per opera dei figli? ') Comunque è
notevole che tutti personaggi che qui compaiono sono

i
precisamente quelli della tragedia. Fanno eccezione solo i

due duci Partenopeo e Capaneo: ma, secondo noi, son forse
destinati -
— nell'intenzione dell' artista — a far le veci della
piccola scorta di Amfiarao (fr. 1 col. IV v. 12). L'artista
probabilmente ha preferito rappresentare invece di oscuri
soldati due dei sette eroi, anche per fare un pendant ai due
figli di Ipsipile.
Pue cose principalmente distinguono, come si vede,
questo gruppo dal primo :
1. Euridice tiene il posto di Licurgo come persecu-

trice di Ipsipile.
2. Ipsipile è liberata dai figli.
Siamo dunque davanti ad un' altra versione. Nel primo

gruppo sono i duci che liberano Ipsipile dalle mani di Li-
curgo (Igino, Stazio). —
Nel secondo sono invece i figli che
la salvano dalle mani di Euridice.
Quale delle due versioni era quella seguita da Euri-

pide? La prima non ha alcnii punto di contatto colla
tragedia, come abbiamo dimostrato: in quest'altra invece
compaiono gli stessi personaggi della tragedia: Euridice,
Euneo e Toante, Amfiarao. Questo non può essere un
puro caso. Un fatto attestato con sicurezza dai frammenti
ò questo Euridice aveva nel dramma la parte che le è
:
attribuita dalla seconda versione, la quale potrebbe dnn-
i) Uu indizio, molto labile corto, iu favore di questa ipotesi (se
non è un sottilizzar troppo) lo si potrebbe vedere nel fatto che uno

solo ilei figli è designato col nome EYMA)!, che è appunto l'interlo-
cutore delle uìlime scene (fr. G4) mentre l'altro è un xiofpòy TutóaiDnoy.
I NUOVI FKAiMMKNTl DELL' IPSIPILR. 9
que esser benissimo quella seguita dal poeta. Né serie sono

le obbiezioni degli editori (p. 22), che in sostanza si ridu-
cono a queste due :
1. La notizia dell' i>7to^. 2 riguardo alla partecipa-

zione dei figli ai giuochi Nemei (ai quali presero parte i
sette duci secondo Apollodoro 1. e) non ha che fare colla

tragedia. — Siamo d'accordo : si tratta di un jjoat-fac.tum, di
una cosa che avviene ad ogni modo dopo finita l'azione ma :
questo non può infirmare l' ipotesi che tutto ciò, che pre-
cede, possa benissimo accordarsi con quello che avveniva
nella tragedia.
2. Le parole ì-'r rivi tóitoì XaÙQaùp xataxXsiGàarjc ri-
guardanti la prigionia d' Ipsipile non possono aver nulla
di comune colla tragedia. — No di certo, dato il modo con
cui gli editori intendono lo svolgimento di essa: ma è que-
sto appunto che bisognerebbe dimostrar vero, prima di
rifiutare le notizie divergenti.
Essi sono infatuati nell'idea che il liberatore di Ipsi-
pile sia Amfiarao (her preserver, properly so called, was
certainly Amphiaraus p. 28) ma questo non lo attestano :
né le notizie degli antichi, come abbiamo dimostrato più

sopra, né frammenti superstiti, come ora vedremo.
i
Una cosa che non può a meno di colpire è questa :
che mentre nessun ostacolo si oppone ad accettare questa
seconda versione per la chiusa della tragedia, parecchie e

gravi sono invece le difficoltà a cui si va incontro accet-
tando r ipotesi degli editori (alcune le riconoscono da sé).
Esaminiamole brevemente,
L Ammesso pure che Amfiarao, il (juale nella tra-
gedia rappresenta, per così dire, i sette duci, abbia avuto

dal poeta anche l'ufficio di rappresentarli quale protettore
di Ipsipile, di qui a concludere che esso ne sia anche il
salvatore e liberatore, e che quindi lo scioglimento del

nodo avvenga in virtù di una semplice parlata di Amfia-
rao, ci corre. Per quanto questo discorso ci sia giunto in
uno statù deplorevole (una 60 col. II),
striscia di colonna: fr.
lo svolgersi delle idee principali può abbastanza bene esser
seguito. Egli cerca prima di tutto di dissipare i sospetti
10 K. MKNOZZI
della regina (v. 35-6) riguardo ad

Ipsipile, raccontando
brevemente (a morte del bambino (v. 63-70)
quanto pare) la
e l'uccisione del serpente (v. 76 jF/à ó' éró^éva^). Viene

quindi a parlare del triste presagio che significa per i duci
la morte del fanciullo 80 ?ì. Cerca poi di consolare
(v. —
la regina con alcuni versi che eran famosi nell'antichità e
che ci furono conservati da parecchi (Nauck 757).
tgjii /iUv oòósìg odtig ov Trovai ^qoiwv xtX.
Subito dopo egli viene a parlare della sepoltura da darsi

al fanciullo (v. 98) e dell' istituzione dei giuochi (v. 102 sgg.).
(Questa è la consolazione che avrà la madre nella presente
sventura. — (Questo discorso getta nuova luce sul uaqu-
Hvdov}.ievog econferma l' interpretazione che noi ne ab-
biamo data). .
Tutto questo non ha a che fare con Ipsipile. L'interces-

sione a suo favore verrà magari dopo, ammettiamolo pure;
solonon ne sappiamo nulla, almeno dai frammenti che ci
rimangono non risulta. Come dunque possono dire gli edi-
tori che Euridice è rimasta convinta, e fondarsi sulla sua
risposta per asserire che essa consente a liberare Ijjsipile?
Della risposta di Euridice non ci resta che il principio :
pochi versi mutilati della 2^ metà, ma che per fortuna si
possono integrare col fr. 759 Nauck. Eccoli :
n\QÒg xàg (fvasic \XQÌ] xcà za nQày{.iaTa axontìi

xaì tàg óiahag za)[v xaxcov le xàya^wr,
n[8i]^ò} óè ToTg ,ué[v amjQoaiv noXÀrjv f'x*"'?
i:[oTg f.iij óix]aioig [ó' ovóè av/Li^dlXeir x(>fwr.
'
Bisogna dar ascolto ai saggi '
ecco tutto il sugo di
queste parole, che si posson tradurre in queste altre :
^
bi-
sogna consolarsi dunque '

(che il loTg iô) óixaioig sia un'al-
lusione ad Ipsipile è cosa che rimane a dimostrarsi). Il tono
di questi versi, dicono gli editori (p. 26), è tale da far cre-
dere che Euridice sia rimasta convinta (?) e ne traggono
I NUOVI FRAMMENTI DKLL' IPSIPILE. 11
le note conseguenze. Ognun vede

su quali elementi essi
fondano delle conclusioni cosi importanti.
2. Altro inconveniente non piccolo della ricostru-
zione del Grenfell e dello Hnnt viene dal collocare nel 5° epi-
sodio il colloquio fra Amfiarao ed Euridice che trovasi nel
fr. 60. — Basta dare un'occhiata
frammenti superstiti per
ai
persuadersi che le parole di Ipsipile al principio del fr. 60
col. I sono una continuazione immediata della scena fra le
due donne. —
Ipsipile è condotta a morte, e si raccomanda e
protesta contro la padrona che la crede colpevole della morte
del bambino. —
Tutto ciò si riattacca direttamente al dibat-
tito che ha avuto luogo fra le due donne nel 3° episodio ') :
non si capirebbe come dopo un intiero episodio (il 4") la

disputa ripigli da capo. Ma gli editori, nell'ipotesi che questo
benedetto colloquio contenga lo scioglimento della trago-
dia, l'handovuto collocare alla fine, nel 5° episodio, ed han
dovuto inserirvi in mezzo un 4° episodio assolutamente
vuoto, nel quale ì Jìgli preìidono parte alVazione: qual parte
però essi non sanno precisare, e sarebbe molto difficile in-
fatti ! Essi trovano singolare che i figli altrimenti appaiano
solo al principio ed alla fine (p. 27). Ma su questo non c'è
proprio nulla a ridire, dal momento che la loro parte lo
esige: meglio cosi ad ogni modo che farli intervenire fuor
di luogo in un episodio assolutamente vuoto, che ritarde-
rebbe inutilmente lo svolgimento dell'azione.
Più gravi sono le obbiezioni che suscita l'inter-
3.
vento Amfiarao per opera dei figli come l'immaginano

d'
gli editori '-). I due figli che han vista Ipsipile appena di
«) Il Weil (Revue des et. grecq. n. 96 Janvier-Février 1909 p. 7)
coasidei'a (juesta parte addirittura come la fine della scena capitale

tra le due donne.
2) Anche lo Schroeder (Berliner Phil. Woch. 1909 n. 9 col. 2G0)
riguardo
fa rilavare la assoluta inconsistenza dell'ipotesi degli editori
alla parte che essi assegnano ai due figli nel 4° episodio. A me pare —
poi inverosimile che Euridice mandi a chiamare lei i due giovani (per
consiglio ed aiuto!? p, 29) anche per un'altra ragione. Sa essa ve-
ramente della loro presenza nella casa? Non lo crediamo. Intanto,
a rigor di termini noi non sappiamo neanche se Ipsipile accolga nel
palazzo i due giovani, a lei sconosciuti, che le domandan ricovero.
12 K. MKNUZZI
sfuggita, dovrebbero andar a cercare essi Amfiarao, che ha

ricevuto per sé e per l' esercito un vero beneficio da Ipsi-
pile? ') Gli editori che s'accorgono dell'assurdità di tale
ipotesi osservano che bisogna ben mettere a contatto i figli
con Amfiarao per preparare la scena del riconoscimento.

Ingenua è l' osservazione (p. 29) che Amfiarao debba spie-
gare un potere divinatorio un po' troppo grande per ac-
corgersi da sé della loro presenza, senza che il caso lo
metta in relazione con essi! si noti l'interessamento dei
duci per Ipsipile nelle nostre fonti. Se Amfiarao li rappre-
senta in tutto il resto perchè non anche in (questo parti-
colare ? Itagli non deve esser lontano, uè deve aver bisogno
ciie vengano a chiamarlo. Non per nulla è indovino. Il
suo intervento appare assolutamente spontaneo (di questo :
s'accorgono anche gli editori p. 29) fr. (!0 col. I v. 37-8:
siómg ó' à(fjiyf.iai, rijv ti>X)jr i'>' vnsióó}xrjV

TÌjV (f^v xtX.
Piuttosto fa meraviglia che non accorra prima. Ma la ra-

gione del ritardo sta forse in questo che egli s' è dovuto
Gli edd. credono di si tacendosi forti dell'appoggio di Stat. Theb.
V 715. —
lu questo caso però bisogna supporre che Ipsipile lo faccia
di propria iniziativa, senza consultare nessuno. Infatti il padrone è
assente (fr. 1 col. 1 v. 11) —
né essa può avere il tempo di andare
a chiedore il permesso alla padrona, perchè la fine della scena non
dev'essere lontana; difatti al principio della colonna seguente (fr. 1
col. II) la monodia prossima alla fine. Né piìi tardi
di Ipsipile è già
Ipsipile, incalzata dagli avvenimenti, può avere il modo e il tempo
di avvisarne la padrona, che essa non rivede più sino al 15" episodio.
1) Certo non così grande come appare nella versione di Stazio,
in cui Ipsipile èia vera salvatrice dell'esercito, ridotto agli estremi

dalla sete. Tale motivo però nelle nòstre fonti appare esplicitamente
solo in Stazio (Theb. 740-76Ì5) e nella 'Yiiób^. Et< yéusa 2 {lyiiptjaat'TS?)
e 5 {dìipti tìi<(7xe&st'T£<;); gli altri parlano genericamente di ricerca
d'acqua da parte dell'esercito, llyginus: aquam (jiiaerenles Apollod. ;
—
èCìjiovf vów(>; —
schol. Clem. Alex. Crjrovt'Te<: &è v<f()fi'>eait((i] Yrióif^. 3 —
TJy rjiìjaai' oi 'jQyeìoi vdcon. —
Dai frammenti rimastici sappiamo ora che
si trattava di acqua pura per fare un sacrificio (r(< óitiputijoiu hfìd):
fr. 1. col. IV V. 30 /]f'»'''(^« i^tnì[(s]tr o[(kor] ws x(£}t<ijne(hc {odiar SÌ deve
al Murray).
I NUOVI FRAMMENTI DKI-L' IPSIPILE. 13
allontanare nn momento per andare a portar all'esercito

1'acqua lustrale o dar avviso del rinvenimento di essa. Ma
egli che ha assistito al fatto luttuoso, e si è già interes-
sato della povera Ipsipile (è lui che uccide il drago fr. 60
col. non può non averle promesso tutto il suo
II V. 76)
appoggio. Anzi chi legga attentamente tutta la disperata
invocazione di Ipsipile (fr. 60 col. I v. 15 sgg.) non può
non ricevere l'impressione che questo aiuto è sperato, è
atteso ').
4. Un'ultima difficoltà che gli editori riconoscono

da sé (p. 27) è questa : che Vesodo (nella loro ipotesi) riu-
scirebbe un po' troppo lungo — esso andrebbe infatti dal
V. 1375 1720: VàvayrwQiatg avverrebbe intieramente
al V.
nell'esodo a cui in generale è riserbata la semplice conclu-
sione del dramma. —
Per conto nostro vi vediamo anche
un non comprendiamo cioè perchè Euripide
altra difficoltà:
potendosi valere degli elementi che aveva a sua disj)osi-
zione per una /.isrdâaig, che secondo Aristotile apparte-
rebbe al tipo più perfetto (quando cioè V àvaYvwQKTig è unita
alla TiiQinkTsia ^), vi abbia invece voluto rinunziare, divi-
dendola in due nella maniera più sgraziata, facendo av-
venire prima la neQiTitTsia e poi il riconoscimento: mentre
è noto come appunto nei drammi dell' ultima maniera (a
cui appartiene il nostro) egli abbia curato con arte sempre

più raffinata il motivo àeW àvayvooQiaig.
Tali inconvenienti — non pochi né lievi davvero —

impediscono assolutamente di accogliere le proposte degli
editori per quanto riguarda lo scioglimento della tragedia.
E notevole invece che nessuna obbiezione di jêso si possa
sollevare contro l'adozione della seconda versione, cioè
della liberazione di Ipsipile per opera dei figli. Noi non
diciamo — si badi — che essa debba esser accolta di iie-
<) Forse essa si è consegnata, invece di fuggire vilmente, (cfr. il
fr. 20-21), non solo per non far torto alla nobiltà della sxia nascita, ma
fidando inoltre nell'intervento di Amfiarao?
-) Arist. poet. e. 11 Christ :
'
xàXXiaTcci '] èv tm Otólnoóì '.
14 •'-. MRNOZZl
cessi tà : diciamo solo che nulla vieta di accoglierla. In-

tanto una tale soluzione avrebbe il vantaggio di essere
infinitamente drammatica dell' altra, di cui non si
più
può immaginare nulla di piìi meschino e slavato (un sem-
plice discorso di Amfiarao muterebbe affatto la situa-
zione !) — Ne farebbe meraviglia se tale versione si do-
vesse proprio allo stesso Euripide, data la sua grande li-
bertà nel trattare i miti. Come le esigenze sceniche lo

hanno costretto a Amfiarao invece che dei
valersi del solo
sette duci, ed a ridurre l'esercito argivo ad una piccola
scorta (fr. 1 col. IV v. 11-12), cosi potrebbero ben averlo
consigliato anche a sostituire con molto tatto Euri- — —
dice a Licurgo '), il che gli permetteva di ricavare degli
effetti pili violenti dal contrasto fra le due donne ecc. —
La liberazione della madre per opera dei figli non è del resto
una cosa nuova nel suo teatro. Tale è precisamente la ns-
Qinéitia àeiW Antiope. La versione dataci dal secondo gruppo
delle fonti mostra colla favola dell'Antiope un singolare pa-
rallelismo: l'una par in certo modo ricalcata sull'altra-).
Anche nell'Antiope due figli i perseguitata salvano la mtidre,
da un'altra donna — la sua padrona — Dirce alla fine avviene :
il riconoscimento fra la madre e i figli dei due figli uno :
è musicista, proprio come nella nostra tragedia (fr. 64 col. II

V. 101-2). — Ad ogni modo, anche se Euripide trovò tale
versione già beli' e formata, potrebbe averla preferita, in-
dottovi appunto da esigenze e convenienze sceniche.
Tutte le apparenze insomma stanno a favore di questa
versione. Ammesso che essa sia quella seguita dal poeta,
VàvayvóìQiGig e la neginéisicc verrebbero a formare natural-
mente il 5" episodio. Secondo la didascalia di Anth. Pai.
Ili 10 parrebbe che V àvuyvóìQLaii; precedesse la nsQinéieia
{Evvoog... xaì Oóag,.. àvayvMQi^ófievoi tf^ fxrjTQÌ xaì X'^v XQVOfjv
E notevole che tauto lo Schroeder (col. 259) quanto 11 Weil

1)
(p. 6)sono concordi nel!' ammettere che il personaggio di Euridice

si debba proprio ad Euripide (' sicher eine Neuerung des Euripides,
und eine kluge 'Schroeder).

2) Invece lo Schroeder vede nella nostra tragedia '
oin Andro-
machemotiv in neuer Pràgung (Col. 263). '
.
I NUOVI FRAMMENTI DKLL' IPSIPILK. 15
óeixvvi'TfC àÛTTfkor, ònfQ fjv aùioìg cov y^^'^^'i OvfXôXov, xal

QvófX€voi avxf^v rfjg óiù tòv AqxÎìiÓqou ^dvaiov nag EvQidi-
xìjC Ti[jiu)QÌag) — Amfiarao, servendosi della sua virtù pro-
fetica è quello che fa succedere il ricouoscimeato (Ynó^.
€ig Nt'iiiea 2 : AjiKfidQaog f.iavTsvadfÀ£vog ótixrvai rotg naiGÌ

TTjv 'Yipinvlrjv). Ma come avveniva la liberazione di Ipsi-
pile? Dall'epigramma su citato sembrerebbe che lo stesso
mezzo di riconoscimento — cioè il tralcio aureo di cui i
figli si servono per provare la loro identità — servisse anche

per la liberazione della madre ') :
0ati'£, 0óar, (fvtòv róós '

iiacéga yaQ Gov
QVCì] jov Ihuràrov oixtxtv ^YipmvXav.
Questi due versi indicano di sicuro una stretta relazione

{yàQ) fra la presentazione del tralcio e la liberazione di
Ipsipile : ma può venire il sospetto che tale relazione sia
solo apparente, e si debba allo sforzo fatto dall'epigram-
mista per condensare in poche parole la narrazione degli
avvenimenti. In ogni modo se ci fosse consentita una sup-
posizione, che qui è proprio trascinata dal complesso delle
circostanze, si potrebbe immaginare che la regina all'ap-
parir dei due giovani, che le mostravano il segno della lor
discendenza, acconsentisse a liberare colei che ora doveva
riconoscere veramente come stirpe di Bacco. Da un passo
di Stazio (Theb. V 658 sqq.), in cui Licurgo correndo in-
contro ad Ipsipile, per ucciderla, esce in queste parole :
faxo omnis fabula Lemai

et pater et tumidae generis mendacia sacri
exciderint.
si dedurrebbe che egli non aveva mai preso sul serio le

sue proteste e suoi vanti di discendere da stirpe regale
i
<) Ciò che del resto non deve stupire, se Aristotele, come ve-
demmo luogo citato alla nota 2
nel p. 13, considera come un pregio
quest'intima unione fra ùyctynóoiaig e 'isninéieiu.
16 B- MBNOZZI
e di essere la nipote di Bacco. Avveniva la stessa cosa

anche della regina? e la rivelazione del tralcio aureo mu-
terebbe la situazione? — Son tutte ipotesinon inverosi-
mili; ma sono mere ipotesi, e sarà meglio non insistervi.
Veniamo piuttosto a cercar di stabilire quello che si
può assumere come certo riguardo a quest'ultima parte e

quel che va considerato solo come probabile.
1. A noi sembra assolutamente certo che il f'r. 60,
cioè la scena fra Ipsipile, Euridice ed Amfìarao, per le ra-

gioni che abbiamo già esposte, debba collocarsi subito dopo
il 3" episodio, cioè noi crediamo che essa costituisca il
4" episodio. L'ultima parte di questa scena non ci è
giunta: gli ultimi versi che ci restano mostrano che Euri-
dice è tocca dalle parole di Amfìarao. Ma forse essa non
è disposta a liberare così senz'altro Ipsipile, né la sua gran
collera può svanire cosi da un momento all'altro. Ipsipile
è ad ogni modo colpevole di negligenza, di distrazione per

lo meno "). Essa è forse trattenuta in carcere dall'adirata
padrona in attesa del ritorno del marito questo è forse :
tutto quello che pel moruento riesce ad ottenere Amfìarao:

che le sia risparmiata la vita. Così anche la frase àeW'Vnó^-.
iiq Ni-[isa 2: ev rivi zóno) Xay'}Qid(iì xaiaxXaiaàcriq verrebbe
a trovare la sua giustificazione.
2. Forse i fr. 57, 58, 59 (tre brevi striscie di papiro
in assai cattivo stato) che fanno parte di un brano lirico,
in cui si possono facilmente riconoscere le lodi di Bacco,

.sono tutto quelloche avanza dello stasimo 4°. Il fr. 57 porta
in margine al v. 17 l'indicazione sticometrica l 1100 ^). =
Questo stasimo cominciava dunque un po' prima del v. 1080.
Sarà un caso forse, ma è curioso il vedere come le
cifre combinino esattamente per far ritenere che il fr. 60
1) Uà tentativo di giustificazione della sua condotta si trova

abbozj;ato in 'Yjióih ek yéusd 5 : toIs tìè Xox<tyoTq Tìjf «,9A«,'?>; X''Q'^ (ino-
i'£?jnut ^-ioi'hjO^fìaui' x((TftX(7ifìi' STil rii'cc TOTtof Tot' Ào/éuoQoi' ', e in Stazio
Theb. IV 775) sq. ne tarda Pelasgis dux foret '.
'
2) Per queste indicazioni sticometriche vedi la nota degli edd.

al fr. 25, p. 96.
9. 10. '909
I NUOVI FRAMMENTI DRLl' IPSIPILE. 17
e i tre fr. 57, 58, 59 vadano collocati precisamente nella

posizione che loro abbiamo assegnato. — Gli editori in base
ad un calcolo fondato su indicazioni sticometriche prece-
denti, e chenon deve andar molto lontano dal vero, sup-
pongono che il 3° stasimo termini col v. 900. Ora il fr. 60,
che forma secondo noi il 4° episodio, consta di due co-
lonne contenenti circa GO versi ciascuna (questa è in media
l'estensione di una colonna nel papiro: vedi quel che di-
cono gli edd. a p. 20).Si andrebbe così fino al v. 1020.
La fine dell'episodio non deve esser molto lontana: forse
esso continuava al più per un' altra colonna, cioè circa per
altri 60 versi. Si arriverebbe così al v. 1080, cioè proprio
al principio della colonna, in cui vediamo già incominciato
lo stasimo. Se tale combinazione si deve al caso, qtiesto
sarebbe certamente un bel caso.
3. Del 5° episodio nulla sappiamo: come dicemmo
sopra, non si possono fare in proposito che delle suppo-
sizioni.
4. Una cosa invece che ci sembra di poter stabilire
con certezza è che l'Esodo cominciava 1584 colle pa- al v.
role di Amfìarao, —
64 consta di 3 colonne nella
Il fr. :
col. I e III il testo è andato intieramente perduto; rimane
invece, ben conservata, tutta la col. II. Essa cominciava col

V. 1579, come appare dall'indicazione sticometrica tt := 1600
in margine al verso 21. —

Le prime cinque righe conten-
gono l'ultima parte di un brano lirico dopo il quale al
V. 1584 ripigliano i trimetri qui a mio parere era il
;
principio dell' Esodo. Dopo che Amfìarao ha preso con-

gedo con nobili parole da quelli, che ha reso felici, segue
un dialogo tra la madre ed uno dei due figli che dal contesto
appare Euneo (v. 1619). Nella col. Ili, come dicemmo, il testo
è scomparso del tutto. Essa comprendeva i vv. 1632-1690.
Al V. 1673 troviamo in margine l' indicazione ói()vva(og)
che mostra che a questo punto entrava in scena il deus
ex machina. Di qui alla fine della tragedia potevano esserci
ancora tutt'al più un centinaio di versi (dunque un'altra
colonna) si arriva cosi in cifra tonda al numero di 1750 versi
;
circa, cifra che non è raggiunta che dalle Fenicie (vv. 1766).
studi Hai. di fllol. class. XVIII. 2

18 R. MENOZZI, i NUOVI FRAMMKNTI DELL' IPSIPILB.
5. Notiamo infine che il frammento lirico di cinque

righe, che si trova al principio della col. II del fr. 64 può
essere considerato secondo ogni probabilità, come la fine del
5" stasimo, che avrebbe occupato cosi la col. I del fr. 64,
di cui pur troppo non si son salvate altro che due glosse
marginali 'Hjóoìviai Ogaxiaig e nà]yyaiov ogog rfjg Ogaxrjc,
:
che potrebbero indicare che nel testo c'erano delle allu-

sioni al mito dionisiaco. Ovvia è la congettura che il coro
esprimesse in questo stasimo la sua gioia per la mutata
situazione. E se i versi, che rimangono, sono, come credono
gli da attribuirsi ad Ipsipile, ciò significa che
editori, lo
stasimo era commatico.

Riassumendo: la 2* parte della tragedia verrebbe dun-
que a delinearsi cosi nei nostri frammenti :
4. Episodio — fr. 60 — scena fra Ipsipile, Amfiarao

ed Euridice.
4. Stasimo —
fr. 57, 58, 59 inno a Bacco.
5. Episodio —
ùvayrwQiaig e nsQinétsia^ì) (Forse la
versione seguita da Euripide era quella data
dal secondo gruppo delle fonti).
6. Stasimo —
fr. 64 col. I (perduta).
Esodo —
fr. 64 col. II v. 1584 sqq. (al v. 1678 com-
pariva il deuH ex machina).
Correggio, Giugno 1909.
Eleuterio Menozzi.
DE VELLEI PATERCVLl PERIODIS
De Vellei Paterculi iu periodis concinnandis confor-

mandisque arte vel potins inertia quid homines docti ')
adhnc senserint, non est longnra referre. Oranes enim una
eum voce castigant atque destriugunt quod, sive ludici per-
versitate aberrans sive scribendi festinatione abreptus, con-
tinuatioues verborum modo niraia struxeiit brevitate abriip-
tas atque ieiunas modo longas illas quidem, sed et nimis
nonnumquam longas et in quibus — ut Kritzi verbis utar —
non plures enuntiationes ita inter se componerentur atque
necterentur, ut tamquam insti corporis membra in unum
coirent artoque vinculo continerentur, sed cumulatis adiec-
tivis atque participiis, interiectisque enuntiationibus rela-
tivis ac parenthesibus, id modo efficeretur, ut oratio rerum
diversissimarnm et natura dissonarum commemoratione di-
ducta claudiearet. Quae quidem omnia etsi sunt verissima,

tamen ad universam Vellei in hoc genere ratiouem piene
perfecteque assequendam recteque iudicandam parum per
se ipsa sufficiunt. Est enim aliquid praeterea respiciendum,
cui Velleius, cum saepissime adbibuerit, multum sane tri-
buisse videtur : artificium dico atque concinnitatem, qua
>) Cf. 33 sq. Sauppe, Schweizerisches Museum

Krause, proleg. p. ;
f. hist. Wiss. 1837 I 175 =

Ausg. Schr. p. G9; KriU, pvoleg. p. LXi ;
Felix, Quaesti, gramm. in Veli. Pat. p. 51 seq.; Milkau, Do Veli.

Pat. geu. die. p. 1. ado. 1; Klebs, Philologus 1800 XLIX '288; Norden,
Die autike Kunstpr. p. 297; Uockwood, introd. p. xvii.
. . ..
20 E. A. UE STEFANI
membra et incisa, quibus periodi constareut, inter se re-

spoudere et quasi compeusari voluit. Quod quantum pate-
ret, cum nemo adhuc pervestigarit, hanc mihi sumpsi pro-
vinciam, non id tamen agens ut omnibus rem partibus
absolverem^ sed satis fore putans si exemplis allatis primis
velut lineis adumbravissem.
Ac primum, cum quattuor sint modi, quibus enuntiata
inter se concinne coniungi jìossunt — nam aut per ana-
phoram id fit aut per chiasmum,- horum autem utrumque
in enuntiatis aut paris gradus aut gradus imparis locum
habet — hi omnes modi apud Velleium reperiuntur. Cuius
rei vix necesse est exempla prof'erre, sunt tamen buiusmodi :
I a) II 62, 6 '
cum aliud diceret, |
aliud intellegi vellet '
II 54, 2 ' nusquam erat Pompeius corpore, |

adhuc
ubique vivebat nomine '.
II 53, 2 ' sed quis in advursis beneficiorum servat

memori am? |
aut quis ullam calumiiosis
DEBERi PUTAT graticim f j
aut quando/or-
tuna NON MVTAT fidemf '.
b) II 52, 6 ' cum libentius vitam victor iam darei, |
qu a m vieti acciperent '
II 57, 3 inelnctabilis fatorum vis, cuiuscumque for-

tunam mutare constituit, Consilia cor- |
rumpit '
II 62, 3 ' ... ab questoribus

pecuuias etiam, quae
deportahantur, volentibus acceperant
j
a '
II 62, 5 '
non fuit tam ingratus exercitus, quam |
fuerat senatus '.
II 60, 2 '
dictitans nefas esse, quo nomine Caesari
dignus esset visvs, |
sibimet ipsum in-
dignum videri '.
II e) II 54, 1 '
quippe cum venientem eum temptassent
insidiis ac deinde hello
I
acesse re au- 1
deren t '.
II 61, 1 '
torpebat oppressa dominatione Antoni ci-
vitas: I
indignatio et dolor omnibus, vis
ad resistendum nulli aderat '.
.
DE VELLKI PATEUCVLI l'EUIODIS. , , 21
II 62, 4 '
quae omnia decretis compreiisa et cora-
probata sunt |
et D. Bruto . . . decretiis
triumphus, Pansae atqne Hirti cor-
j
por a publica sepnltnra honorata, Cae- |
saris adeo nulla habita mentio, ut . . .

'
d) II 53, 3 '
ut cui modo ad victoriam terrà defueratj |
ad se p u tu rani
cleesset 1
'
54, 1 '
non fuit tamen maior in Caesarem, quam \
iìi Pompeiam fuerat, regis fides '. . . .
62, 3 '
ubicumque ipsi essent, praetexentes esse |
rem publicam '.

64, 4 '
Lepidus deinde- a senatu hostis iudicatus
est, ut ante fuerat Anton ius
I
'.
Quod autem liic in singulis enuntiatis factum vide-

mus, id eodem prorsus modo reperi mus fieri in maioribus
verborum complexionibus, in quas tamquam partes periodi

discendunt. Ut anaphorice liaec: I 4, 3-4
a '
nam et Jones
h duce Jone jjrofecti Atlieuis
e nobilissimam partem regionis maritimae occu-
pavere, quae hodieque appellatur Jonia,
d urbesque constiti/ere •
e Ephesum, Miletum, Golophona, Prienen, Lebe-

dum, Myuntem, Erythram, Clazomenas, Plio-
caeam,
/ multasque j'u Aegaeo atque Icario occupavere in-
sulas, Samum, C-hium, Andrum, Tenum, Pa-
rum, Delum, aliasque ignobilis; •)
1) Sic enim, uon, ut omnes ad iinum editares t'aciuut, maxima

posila interpuuctione distingueudum est, siquidem '
et Jones '
(A a)
et '
et inox Aeolii '
(B a) inter sese respoiident.
22 K- A. DK STEFANI
a et mox Aeolii
h eadem j^^'ofecti Graecia lougissiinisque acti er-
roribus
e non minus inliistris obtinuerunt locos
B d c\a.rasque urbis condidarunt '),
e Zmyrnain, Cymen, Larissam, Myrinain, Myti-

lenenque
/ et alias urbis, quae sunt in Lesbo insula '.
In quibus ea verba litteris prouis exprimenda curavimus,

quibus aut iisdem repetitis aut similibus repositis oppo-
sitorum vel incisorum vel raembrorum cougruentia magis
f'acta est conspicua. Haec jgitur ita, Illa vero per chiasmum :
II 26, 2
'
qua
in ci vi tate semper virtù ti bus
iî: certatum erat,
l b certabatur
/ a sceleribus,
'\
e optimusque
) d sibi videbatur,
B
\ d qui fuerat
) e pessimus '.
Verum
haec tanta tamque insignis industria in ajti-
culis membrisque inter se opponeiidis atque vinciendis col-
locata nusquam fere tantum enitet quantum in nobili illa
Ciceronis laudatione, qua Velleius germanum se rhetorum
sectatorem praestitit *), quidque exercitatioue ac f acuì tate
dicendi consequi posset ostentavit. Itaque operae pretium
videtur hunc totum locum ita in partes divisum ac distri-
butum proponere, ut quae quidem eins ratio milii esse vi-
deatur, primo statim aspecta omnibus appareat.
1) (iuod hic (^B e d) '

condiderunt per -i-runt scri-
obtinuerunt ' ' '
ptum est, cum supra (Ac occupavere

ri) '
constituere per -ere sit
' ' '
scriptutn, id variandae orati'>uis causa non casu factum videtur.

-) Cf. C. Moi-awski, De rhetoribus latinis (Cracoviae 1892) p. 17
et Zur Rhetorik bei den rum. Schrit'tstellern in Pliilol. 1895 LIV
(N. F. Vili) IM.
DK VELLKI PATKKCVLI PKKIODIS. 2P,
II 66, 2-5
'
uiliìl tana iudignum ilio tempore (a)
fuit (fi),
a quam quod aut Caesar (y) aliquem (J)

A
proscriberu coactus est (*)
a aut ab ullo (y) Cicero (ó) proscriptus

est (,); ')
abscisaque scelere Antoni vox publica («)

est {^),
h cum eius {y) salutem {ò) nenio defendis-
B set («),
6 qui per tot annos et publicam (J) civi-

tatis {y) et privatam (J) civium (y) de-
fenderat {e).
nihil («) tamen {§) egisti (y), M. Antoni,

(cogit enim («) excedere {'Q)
io) propo- j
siti {d) formam («) operis (^) erum-

A |
pens {ó) animo ac pectore («) indigna-

tio (0),
\ a nihil («), inquam (/i^), egisti (y)
e raercedem
n l a caelestissimi (/y) oris (,'/) et clarissimi
A
|
(/y)
capitis {0-) abscisi

h numerando
B a auctorameuioque funebri j ad conserva-
toris quondam (i>) reipublicae (ry) |
tan-
tique (?y) con sul is (.'/)
h inritando
necem.
') Hic prò media finaleni distinctionem recentiores omnes inde
ab Halinio editores ponunt. Qviod tamen minus commode factum

puto, cum ea quae secuntur et per que coniunctionem adiungantur
et eandem quam quae praecedunt compositionem verbornm prae-
beant. SuperioreS; ut Krausius et Kritzius, subdistinctioue coutenti
erant.
24 B. A. DE STKFAXI
rapuisti tum Ciceroni
lucem (a) sollicitara (jj) j
et aetatem («)
A senilem {[j) ||
et vitarn («) miseriorem
te principe {^) j
qiiam sub te trium-
III
viro (/?) mortem (a),
famam vero gloriamque |

factorum atque
B dictoruin
adeo non abstulisti, ut auxeris.
a vixit vivetque
A ^
b per omiiem saeculorum inemoriam,

)
dumque hoc
a vel forte («) vel providentia (,:?) vel ut-
cumque constitutum ()')
b rerum natura e corpus,

b quod ille paone solus Romanorum
(i animo vidit («), ingenio complexus est {jj),
IV / eloquentia inluminavit (y),
B ( \ mauebit incolume,
<: coro.item aevi sui laudem Ciceronis (d)
trahet (*)
(l omnisque posteritas illius in te scripta (ó)

mirabitur (t),
d tuum in eum factum (ó) exsecrabitur (f)

e citiusque e muudo genus hominum qnam
(Ciceronis memoria) {ó) cedet (é)
'
').
In his liane sibi legem Velleium statuisse apparet, ut

maiores periodorum articulos, Romanis a nobis litteris in-
dicatos, chiastica ratione inter se necteret — nam id, pe-
riodo prima excepta, semper fecit — ; minores, quos Grae-
cis litteris notavimus, paucis itidem exceptis, anaphorice
iungeret.
<) Quae in priore huius (IV) puriodi parte (A) brevissime diciin-
tiir, in altera (lì) copiosius ita cxplicantiir, ut temporis detiuitio (b))
(juae in A posteriorem locum oljtiuot., obtinoat in B priorem

DK VELLKI PATRUCVLI PBRIODIS.
Nec vero liis se finibus contiDuit Velleius, qui quo ar-

tificio periodi partes, eodera saepe totas inter se periodos
copulavit, Quod cum sit plerumque cum ipsarum rerum seii-
tentiarumque similitudine quadam couiunctum, iionnuui-

quara autem per complures etiam periodos continuatum,
ad varietatem dicendi parum sane confort, augetque satie-
tatem et fastidium, quo Velleius crebra illa eiusdem vo-
cabuli vel in eadem enuntiatione vel in confinio duarum
repetitione animos legentium afficit atque conficit '). Cuius
iuteriorisperiodorum couiunctionis legenti mihi et colli-

genti adeo succrevit nuraerus exemplorum, ut omnia re-
ferre et longum et supervacaneura sit. Panca igitur prò-
ponam, sed quae ad rem omnem illustrandani satis esse
videbuntur.
In hoc genere simplicissimum est, cum ambitus ver-
borum duo bus continetur enuntiatis, principali et secun-
dariO; quae eodem ordine, servata etiam natitra enuntiati
secundari, iterantur. Ut sunt haec I 2, 1 duces recu- : :
'
perandi imperi fuere Teménus, Cresphontes, Aristodemus, |
quorum abavus f'uerat. Eodem fere tempore Athenae sub |j
regibus esse desierunt, quorum ultimus rex fuit Codrus, |
Melanthi fìlius, vir non praetereundus '

-).
I 3, 1 Achaei ex Laconica pulsi eas occupavere sedis,

^
qiutit nunc obtinent. Pelasgi Athenas commigravere, acer-

||
que belli iuvenis nomine Thessalus, natione Thesprotius,

cum magna civium manu eam regionem armis occupavit, |
quae nunc ab eius nomine Thessalia appellatur, ante M^'^r-
midonum vocitata civitas '.
1) Cf. Kritzi proleg. p. LXVii sqq.

-) Ut hic verbis '
vir non praetereundus '
sic saepe alias pe-
riodus structura verborum appositiva concluditur: I 7, 1 'vir pere-
'
legantis ingeui 13,1 vir nobilissiinus, eloqueatissiraus

'
cett. ; II '
cett. 17, 1
; vir qui ueque ad fineni victoiiae sàtis laudari ueque
'
post victoriara abuude vituperari potest; 24, 1 adulesceus, quae ' '
pessime ausus erat, fortiter exsecutus '; 24, 5 vir dignior qui ar- '
bitrio victorum moreretur quam iracundia militum "; 30, 6 mox rei '
publicae (cousensu) omnium principem '; 37,2 regem eius tenipo- '
ris . potentissimum
. . similia. '
26 K A. VK .STIiFANI
Neque aliter se habent loci, ubi utrumque eauntiatura

principale est, ut hic : II 67, 1-2 '
Huius totius temporis
fortunam ne deflere quidem quisquara satis digne potuit, |
(ideo neino expriraere verbis potest. ||

Id tamen notandum
est, fuisse in })roscriptos uxoruni fidem snmmam, liberto-
rum mediara, servorum aliqiiani, filioruin nuUam :
|
adeo
difficilis est liominibus utcumque conceptae spei mora '.
Altera periodorum coniungeudai-um ratio illi consi-

luilis quam
est, in eoniungendis enuntiatis valere supra
diximns: nam et tura adliibetur, cum uno periodus enun-
tiato coiitinetur et in eongruentia et (piasi responsione
partium enuntiatorum consistit. Huius rationis exeniplum
in primo statini initio libri Velleiani reperimus, ubi quin-
que deinceps periodi ex trinis, subiecto («) structura aut
participiali aut appositiva (^) praedicato (y), omnes pariter
Constant I 1, 1-2 <Epeus> («), tempestate distractus a duce
:
'
suo Nestore (^5), Metapontum condidit (y). Teucer («), non ||
receptus a patre Telamone ob segnitiam non vindicatae fra-

tris ininriae, Cyprum adpulsus (/?) cognominem patriae suae
Salamina constituit (y). Pyrrhus («), Acliillis filius (,^) Epi-

||
ruin occuj)avit (y), Phidippus(a)Ephyram in Tiiesprotia(yi.

[
||
at rex regnm Agamemnon (a), tempestate in Cretam insulam

reiectus (/?), duas a patriae nomine, unam
tris ibi urbis statuii,
a victoriae memoria, Mycenas, Tegeam, Pergamum (y). ;|
Idem mox («), scelere patruelis fratris Aegisthi, heredita-

rium exercentis in eum odium, et facinore uxoris oppres-
sus (/?), occiditur (y).
'
comparata sunt quae legi-
Itidein
mus II 7, 3-4 :
'
Sed Opini ium («), vi rum alioqui sanctum
et gravem (pi), damnatum postea iudicio publico (y) memo-
ria istius saevitiae {à) nulla civilis prosecuta est miseri-
cordia (i). Il
Eadem Rupiliiim Popiliumque (a), qui consules
asperrime in Tiberi Gracchi ainicos saevierant {ji), postea
iudiciorum publicorum (y) merito (J) oppressit invidia (f) '.
NonnunKiuvra ita periodi iunguntnr, ut quae partes in al-
tera anaphorice, eaedem in altera jìer chiasmura o{)])onan-

tur, hoc modo:
.
DE VELLEl PATEKCVLI PERIODIS. 27
II 60, 1-2
f a '
Non placebat
A ! b Atiae raatri Philippoque vitrico adiri nomen
(
iiividiosae fortuiiae Cacsaris,
/ a sed adserebant
\ b salutaria rei pubi icae terrari! mqiie orbis (a)
fata (^) I
conditorem couservatoremque (^)
Romani nominis (a).
i a Sprevit itaque
) h caelestis («) animus {fi) hnraana («) Consilia ((ì)
\
b et cura periculo (a) potius sumraa (^) qnam |
D / tato (a) humilia (^)

II
( a proposuit sequi
I a malnitque
'
E < b avuuculo et Caesari de se quam vitrico cre-
(
dere . , .
'
').
Est autein implicatior iuuctura, quae ex hac utraque

periodos coniungeudi ratioue est contiata, velut iu bis:
I 17, 2-3
/'
a '
Historicos etiam.
1 b nt Livium quoque priorum aetati adstruas,
j e praeter Catonem et quosdam veteres et obscuros
J minus LXXX annis circumdatnm aevum tulit,
d nt [comparativura !j uec poetarum in antiquius ci-
^
teriusve processi t ubertas.
a At oratio ac vis forensis perfectumque prosae elo-

1 quentiae decus,
b ut idem separetur Cato (pace P. Crassi dixerim) . . .
II
e ita universa sub principe operis sui erupit Tullio,
f
d ut [consecutivum !] delectari ante eum paucissi-
\
mis . possis
. . . . .
'
i) Diguum est notatu, iateriorum eauntiatoruni (B, C, D) par-

tes alterae (b) iu bis biuos ai-ticulos («, ,•<) discedere, non iteni primi (A)
et ultimi (E).
28 K. A. I)K STKFANI
Interdum denique — ut id quoque commemorem hoc —

scribendi artificiuui in periodis adhibetur, quae sunt non
continuo inter se couexae, sed aliquo intervallo seiunctae.
Cuius rei exoraplum addam :
A '
Pompeius,
longe diversa aliis suadentibus,
quorum plerique hortabantur, ut
in Italiani transmitteret . . .
B ,
II 52, 2 1, alii, ut beli uni traheret,

r j p? •
2. quod dignatione partium in dios
ipsis magis prosperum fieret,
C usus impetu suo hostem secutus

est '.
'
Pompeius . , .
,
a aliis, ut Parthos,
I 1, aliis, ut Africam peteret,
II 53, 1 '
B fi
'
2. in qua fidelissimuni partium sua-
( rum liaberet regem lubani,
suadentibus,
Aegyptum petere pro})Osuit . . .
'
Vides igitur quam subtili quamque putida arte Vel-

leius in ])eriodis construendis usus sit; quam patefecìsse
non cum ad indolem huius tam fucati scriptoris

inutile erit
plenius cognoscendam tum ad rem criticam nonnumquam
rectius exercendam. Cuius quidem rei tum ipsum cum baec
scribebam, exemplum forte se obtulit luculentissimum. Nam
cum fasciculum hoc mense editnm ephemeridis, quae in-
scribitur '
Bollettino di filologia classica ', simulac mihi
delatus est, ut fit, evolverem, vidi Johannem Costa, quem
honoris causa commemoro, locum quendara libri Velleiani,
verborum ordine confidenter immutato, sanare videlicet

conatum esse; id quod minime profecto fecisset, si Velici
rationem scribendi penitus persjiectam habuisset. Nam cuin
apud eum legisset haec: I 14, 2 sq. ... deinde interpo- '
DK VKLLKI PATKUCVLl PKKIODIS. 29
sitis duobus et triginta (se. annis) Aricini jet in civitatem

recepti. Abhinc annos autem fCCCL Sp. Postumio Veturio
Calvino consulibus Oampanis data est civitas partique Sam-
nitium sine suffragio, et eodem anno Cales deducta colo-
nia. Interiecto deinde triennio Fundani et Formiani in
civitatem recepti, eo ipso anno, quo Alexandria condita
est '; cum videret quae hic narrarentnr perturbatis tempo-
ribus narrari, verba ita transposuit, ut temporum ratio Vel-
leiana adLivianam quam proxime accederet, hoc modo: ...
deinde interpositis duobus et triginta Aricini et Fundani
et Formiani in civitatem recepti eo ipso anno^ quo Alexandria
condita eat. Interiecto deinde triennio^ abhinc annos

autem
CCCL Sp. Postumio Veturio Calvino consulibus
Campanis
data est civitas partique Samnitium sine suffragio et eodem
anno Cales deducta colonia '. Sed haec emendandi ratio
prorsus est improbanda. Mitto onim tot tam variasque ver-
borum perturbationes et quasi migrationes e sedibus suis,
quas hoc modo fieri potuisse parum videtur verisimile ');
mitto tres deinceps eiusdem anni definitiones continuo po-
sitas interiecto deinde triennio, abhinc annos autem CCCL,
'
Sp. Postumio Veturio Calvino consulibus *, quae parum

conveniunt cum Vellei usu dicendi nusquam plus duas
temporis notationes coacervantis ; mitto in his '
triennio '
illud prò eo quod exspectatur '

quadriennio '
positura -) ;
mitto denique in iisdem '

autem '
coniunctionem in struc-
tura temporali explicativa adhibitam, a Vellei consuetu-
dine dicendi piane abhorrentem. Traditum textum liaec ipsa
ratio periodos ex articulis pariter collocatis componendi
tuetur. Quae qualis hoc loco sit ut perspiciamus, et eorum
(juae praecedunt et eorum quae secuntur rationem oportet
habeamus. Eu igitur totus locus I 14, 2-8 ^):
>) Non satis assequor quam vini habeant quae Costa 1. 1. p. 282
scripsit: « non sarebba difficile coucedere una simile tra.'^posizione
quando si riflettesse alle linee incomincianti probabilmente con le
stesse sillabe '

interpositis ' '
in civitatem recepti ' .' i-itericcto ' '
in-
sequentibus ». Fac sic scriptum fuisse. Quid, quaeso, inde?
'
2) Cf.quae Costa ipse adnotavit 1. 1. p. 280,.

3) Interpunctionem passim meo arbitrio immutavi.
30 E. A. DK STEFANI
a '
Post septem annos quain Galli urbem cepe-
rant, Sutrium deducta colonia est,
b et j)ost auuum Setia;

e noweraque uiteriectis annis Nepe, deinde inter-
positis duobus et triginta Aricini jet in civi-

tatem recepti.
a Abbine annos autem f CCCL Sp. Postnmio Ve-

turio Calvino coiisulibus Campanis data est
civitas partique Saranitium sine suffragio,
II (^
b et eodem anno Cales deducta colonia;
e interiecto deinde triennio Fundani et Formiani
in civitatem recepti, eo ipso anno, quo Ale-
xandria condita est.
/ a Insequentibusqne consuUhus a Sp. Postumio Phi-

l Ione Publilio censoribus Acerranis data civitas,
)
b et 'post triennium Tarracinam deducta colonia;
Ili
(e iiiterpositoque quadriennio Lucerla ac deinde iti-
feriecio triennio Suessa Aurunca et Saticiila,

d InteraranagMe post biennium.
( a Decem deinde hoc munere anni vacaveruut: tunc

IV s Sora atque Alba dedactae coloniae,
\ h et Carseoli 2ôst biennium.
a At quintum Fabio Quinto Decio Mure qnartura

quo anno Pyrrhus regnare
consulibus, coepit,
Sinuessam Minturnasque missi coloni,
b jKìst quadriennium Venusiani ;
e iìiteriectoque biennio M'. Curio et Rufino Cor-

nelio consulibus Sabinis sine suffragio data
civitas: id actum ante annos ferine CCCXX.
2^
At Cosa et Paestnm abbine annos ferme tre-
centos Fabio Borsone et Claudio Canina con-
suUhus ;
VI ( e interiecto quinquennio Sempronio Sopho et Appio

Cacci consulibus Ariminum (et> Bene-
filio
. ventum coloni missi et suffragi ferendi ius

Sabinis datum.
.
DK VKLLRI PATKUOVM l'RIUODlS. 31
a At iuitio primi belli Punici Firmum et Castrum

colonis occupata,
VII (^ h et post annum Aesernia;
e postane fXXII annos Aefulum et Alsiura,
d Fregenaeg'Mé fanno iôst biennium.
a Proxiraoque anno Torquato Sempronioque ron-

sulibus Brundisinm,
b et post triennium Spoletiurn, quo
anno Floralium
Vili \ ludorum factum est initium ;
d postque biennium ducta Valentia et sub adven-

tum in Italiam Hannibalis Cremona atque Pla-
centia '
Quibus addenda, quae paulo post leguntur I 15,2:
a '
Cn. autem Manlio Volsone et Fulvio Nobi-
liore consulibus Bononia deducta colonia ab-
bine annos ferme CCXVII,
IX
b et post quadriennium Pisaurum ac Potentia;
e interiectoque triennio Aquileia et Gravisca,
d et post quadriennium Luca '.
In bis neminem primo fugit eam legem vigere, ut io

quoque tempus indicetur
articulo, a nobis a littera notato,
vel consulibus vel re aliqua acta definitum, ex quo tem-
pore tempus eorum quae continuo adduntur computetur;
ut articulus alter (b) ex '
et '
coniunctione, addita notatione
tempori», ordiatur ;
ut tertius (e) ablativum absolutum tem-
poralem, verbis plerumque
'
'
interiecto '
vel '
interiectis
'
interposito '
vel '
interpositis '
adhibitis, exhibeat, par-
ticula '
que '
aut '
deinde '
in initio posita; ut quartus (d)
denique, nisi ubi omissus est, per '
que '
coniunctionem
cum praecedentibus copuletur. Haec autem tota lex in pe-
riodo II permanet servato verborum ordine, immutato tol-
litur.
Scribebain Floreutiae Non. Jun. a. MCMIX.
Ed. Aloysivs De Stefani.

SYNESIANA
1.
Due codd. fiorentini degli opuscoli di Siiiesio

eliminabili per l'edizione critica.
Durante lo studio ho fatto dei codd. fiorentini

che
contenenti gli opuscoli di sperando di arrivar
Sinesio,
presto o tardi a procurarne una nuova edizione critica, ho
notato come due di essi jjossano venir trascurati nell'ap-
paiato. Mi limito per ora a darne una notizia sommaria,
giacché le affinità e le diversità fra essi ed altri codd. non
potrebbero presentemente venir segnalate con frutto, man-
candomi il materiale di controllo che sarà fornito dall'esame
di tutti i mss. sinesiani — che sono circa un centinaio.
Cominciamo dal caso più semplice e sicuro. Nella Bi-
blioteca Riccardiana è conservato un cod. miscellaneo, già
ap|)artenuto a Marsilio Ficino, e descritto sotto il n. 76
dal Vitelli in St. it. II 522 ss. Esso contiene nei ff. 164 '-IST'-
il trattato ttìqì ivvnviuìv. Qua e là nei margini, e soprat-
tutto vicino agli oracoli eahlaici ed alle loro spiegazioni,
sileggono delle noterelle latine ermeneutiche, non scritte,
almeno secondo mi pare, dal Ficino; e sono simili ad altre
che si trovano in pochi luoghi della versione ficiniana, ri-
portata nei ff. 130'-148^ Manca il titolo della protheoria ;
solo a principio si legge Cvnoiov èvvnvmv. Questo

jtìqì
cod., che indico con la sigla E, è copiato da un altro fioren-

tino, il Laur. LXXX 19, sec. XII (Bandini CG III 208) = C.
Cun cod. assai importante, non solo per l'epoca a
è
cui rimonta (poiché, come è noto, la tradizione sinesiana
è delle più antiche : ed a Firenze si conserva il cod. Laur.
9. 10. '909
N. TERZAGHI, SYNKSIANA. 33
LV 6 = Band. anche perchè con-

II 244, del sec. XI), ina
tiene per intero la Kejmbilica ed il Tunao di Platone. Nella
parte riguardante Sinesio si trovano i seguenti opuscoli :
P) f. 17.S'' Elq zòv uvioxQUTOQa usQÌ îxaiXsiaQ\ 2'^) 191^î-

yvmioi fi 7VSQÌ TCQOvoiag; 3*^) ^lO"" Jiwv fj tvsqI Tfjg x«r' avcòr
óiayuyyfjg; 4°) 222^ risQÌ svvnvmv ;
5°) 233^' ^Ynèg (faXdxQag;
6°) 244^ Jloòg Ilaióviov tcsqI zqv ócoqov. Non è privo di er-
rori di itacismo (p. es. óvvà ~ Iv[rabinger, Landishuti 1850]
79. 5 ósirà', avvóiaaf,i6v ~ K 83. 4), né di materiali errori
di scrittura, come à^Qoaùjg K 90. 4. Oltre le solito abbre-
viazioni nel testo, se ne trovano parecchie di richiamo nei
margini, come ci], wo"',

j^^
yvw , ofj taioigiar) K 17. 6, ed
anche cfj wo (cf. Nestle, Byz. Zuch. 190S, 479 s.). Una cu-
riosa abbreviazione si ha in àn()ó'%. = ànoósiêig, K 85. 15.
Metà dell'ultimo foglio fu strappato, ed alla metà residua
fu attaccato un altro pezzo di pergamena, su cui un ama-
nuense del sec. XIV o XV scrisse la fine delle linee. Uno
scrivano poco abile e molto tardo aggiunse qua e là delle
annotazioni: a f. 236^ scrisse le seguenti erratissime pa-
role che si riferiscono a K 194. 13 s., e che riporto tali e
quali, potendosi facilmente correggere dal confronto col
testo: Givoóo xarsaxiovGa' xafâ òa dia tijv avaxsar av ti'Jsltv
TI TiQoii Givodo xana^vovaa tiqi stsXioOîvs {xeXeftì'Jfivcxi C) tiv
Un'altra nota della stessa qualità
a7rocf«|o'/. si trova a f. 240^',
corrispondente a 215. 1 ss. K

codice C è generalmente buono, e da esso fu ap-
Il
punto ricopiato il nsQÌ ìvvttvìmv di E. Per provare ciò non

riferisco naturalmente le lezioni comuni a CE ed altri codd.
fiorentini; ma cilo solo le affinità peculiari ed innegabili
fra C ed E ')•
») qui delle somiglianze fra CE e glialtii codd.

Non mi curo
utilizzati dal Krabiugur. Il materiale raccolto da questo studioso,
davvero benemerito di Sinesio, è troppo scarso per jjormtìttero con-
clusioni esatte; uè è del tutto privo di errori, come lio potuto ri-
scontrare per la coUaisioue di Laur. LVusato dal Krabinq;(M- jjer
G.
gli Egizi, perV Encomio della calvizie e pel Dione (oA. p. xx ss.). Pei
primi due opuscoli il Krab. si servi anche di una collaziono par-
ziale di C.
Studi ital. di fllol. class. XVIII. 3

34 N- TERZAGHI
Abbiamo intanto queste lezioni eguali :
K 312. 14 neQiyivetai {nagay. K) — 313. 1 àqa om. —

313. 3 TU — 315. 2 ovUa^rjv — 316.
t' òvtu 1 ineQrj {/xt^ K) —
317. 2 ÙQiioriag — 318. 3 óèv C, ') firj /^Tjàèv E; il r è ag-
giunto di mano posteriore in C, quindi E fu copiato da C

dopo che questo era già stato 16 yt corretto — 318. om. —
3J8. 17 àv om. ^) 319. 1 ngoadtiì^ —
/fé»' C, nQoaltkir. fîèr E—
319.3 ivaXXàâvri\ il -ti è in corr. in C; cf. quello che
abbiamo detto per 318. 3 321. 9 xcà ora. C, om. pr. add. —
in mg. E E fu corretto
;
in confronto con altri mss. 322. 1 —
jft?) Tavtòv {radiòv K) 322. 12 s. dXXag àXXog — 323. 13 —
óucyytXovaui — 325. 9 nQÒg adirjv {xaO-^ avrò K) : -ijv si trova
scritto da mano seriore in rasura in C; cf. a 318. 3. ngòc
è pure nei codd. Laur. LV 8 e LX 6 326. 2 avyyivovicu — —
328. 8 ivóverm Tfjg yfjg 331. 1 tw yàQ —
in C il yàg è ag- ',
giunto sopra la linea — 331.

1 kvTtu/: C, Xvnovv E ovv ed ;
sTv sono rispettivamente aggiunti da correttori, cf. a 318. 3

e 321. 9 —
331. 9 xoXàaeîg {xQiaeig K) 331. 17 TToXv^QvXXì'jiovg —
{-i/QìjXX- con ì^ in corr. E) —
339. 21 s. GvvkGxiog post xaxm —
340. 13 tOVTO (xò TOinVTO K) 342. 15 TIIuWàuTIOV C, TlfllOÌTCC-
V
zù)v E {ttf.iìjîdTù}v K) — 343. 16 /nartìg C, inavsìg E, dove j)
sopra la lin. fu aggiunto posteriormente ;

fiarì)g anche in
Laur. LV 6 e LX 6 — 345. 7 — 346. 10
ÓVTivaovv rrgo-
(f'i^Tijg C, nQO(fì]Tig (sic) E — 349. 7 xsoaxivon' — 349. 16 ovn

om. — 350. 9 fj om. — 352. 1 Ti\g om. — 353. 7 //agaXfa)-
csQov, però in C aggiunto posteriormente un q sotto
è il
testo — 353. 13 èntiauyayovaùtv 353. 14 nàritt yào à — n

tXf-t ^^ — 354. ravra
(« f* 7"? ^X^' — 355. 13 àQióijXó- 1 /utr
Taxa — 356. 4 niku) — 356. 4 zò Otìov om. (add. in mg. E, s. re.
cf.321. — 357. 9 lavtà — 357. 14 nQucfîr^g, a 346. 10 —

9) cf.
357. 17 óioaìjniag — 357. 18 àXMwg C, dXXwg E {ccXok K);

E fu copiato da C quando ivi si leggeva àXXwg, e fa poi cor-
retto su qualche altro esemplare — 357. 19 oihu) om. — 360. 2
') Anche nei codd. Laur. LV 8 e LX (5 si lia «(juom'kc, ma ncil
primo il ? aggiunto da mano posteriore.

finale è
») Tale mancanza è anche nel cod. Laur. LV 6.
SYNESIANA. 35
ovvofior (corretto più tardi in E) — 361. 6 Ttg om. — 361. 11

ys om. — 362. 2 €xaaTov — 362. 3 syQctffSTO) C, syQacfrjTO) E
{y ed è aggiunti da mano seriore) — 364. 11 tavra — 364. 12
'^vv— 364. 13 wc t'xof ed ògtyoi («e àv è'xfj
ed ÒQs'yi] K) — 365. 4
al om. — 365. 5 /iicxyxavsTai — 365. 17 (favraa^t'vTog {(puvt'v-
Tog K) — 366. 6 ixciQov — 366. 7 mvg àexovg — 367. 8 èvim-
viùìv {vnrorr K) — 368. 1 xnaovcoìv (rò xtòv K) — 369. 3 èv-
vsvrjxovTovTìjg — 370. 2 in E un correttore modificò
(fi'kur ;
questa parola in (fvXov, cf. a 321. 9 —

370. 5 s. óeîol uoiìjtal
Come si vede le somiglianze sono tante e di tal ge-
nere da non permettere il dubbio. Né questo può venire
alimentato dalle lievi discrepanze. Cosi, p. es., a p. 312. 10
àv è eraso in C, ed aggiunto in E d'altra mano. Di qui
non si può se non concludere che E fu copiato quando un
correttore aveva già tolto àv da àv è dato C : del resto
concordemente da tutti i codd. fiorentini. Solo nel Laur. LV 8
è aggiunto sopra la linea da un lettore il quale rivide tutto
il ms., probabilmente subito dopo che esso fu scritto, correg-
gendolo dove vi fossero differenze rispetto all'altro Laur.

LX 6. Ma di questi due codd. diremo fra poco. Così ci lascia
tranquilli qualche omissione di E, come xal om. in 313. 17,
Toi om. a p. 326. 8 ed aggiunto da mano seriore. Del resto
le differenze di E rispetto a C si riducono a quanto segue:
errori materiali, àgxî a p. 314. 2 (comeil cod. Par. 831 presso
il Krabinger), xal àXXog ripetuto ed espunto innanzi a rà

diàcTorra a p. 315. 5, àQQióìjXa col primo q espunto e cancel-
lato a p. 315. 8, e, nello stesso luogo, avyxvrjaeig per avyxvQij-
asig, come danno tutti i codd. fiorentini (nel solo Laur. LV 6
era prima GvyxQÌoeig corretto poi in ai'yxvQrjffsig; il Krab.

dà avyxvgaîg), il'vxtjff con il a espunto e cancellato a p. 319. 7,
e pochi altri simili. Altri sono errori di itacismo, come
gvfjaat a p. 323. 19, o f.ivQnrid6von' a p. 350. 9.

Quindi E sipuò escludere dal novero dei mss. da ser-
vire alla prossima edizione degli opuscoli di Sinesio,
36 N. TKHZAlilII
Due mss. laurenziani sono strettamente uniti fra loro,

il cod. 8 (L) ed il cod. LX G (B), ambedue del sec. XIV.
LV
Il primo fu già minutamente descritto dal Fritz '), che
rilevò le somiglianze fra esso ed il cod. Par. gr. 1039 della
fine del sec. XIII ^). Il Fritz pensa che L ed il cod. Par.
gr. 1039 derivino da una fonte comune per ciò che ri-
guarda le lettere sinesiane; basandomi sulla mia collazione
e sugli elementi offerti dal Krabinger, ritengo che la stessa
cosa si possa affermare anche per gli opuscoli, contenuti
tanto in L quanto in B, sebbene la loro disposizione sia
alquanto diversa in L ed in B. Tuttavia debbo subito ri-
levare come non si noti alcuna differenza sostanziale o di

grandissima importanza fra i mss. sinesiani, sia riferiti
nelle varie collazioni del Krabinger, sia da lui non visti,
come più dei codici fiorentini.

i
Quanto ad L, dopo ciò che ne ha detto il Fritz, mi

limiterò ad osservare che un correttore ha modificato tutto
il cod. secondo la lezione di B, e che un altro ha aggiunto
in gran numero glosse e scoli marginali con lezioni va-

rianti e con osservazioni ermeneutiche. Per solito le prime
sono precedute dalle parole sv àXAoig, oppure h> tw tov ósT-
vog (sic). Disgraziatamente tali annotazioni, molto impor-
tanti per la restituzione del testo originale, furono spesso
tagliate dal coltello del legatore di questo cod., sicché
spesso bisogna supplire, e più spesso indovinare quel che
vi era scritto. Non sono molto frequenti gli errori di ita-
cismo e quelli di scrittura =>). Spessissimo si avevano pre-

posizioni staccate dalla ])nrola seguente ;
orbene, il corret-
tore tolse loro l'accento, proprio in quei luoghi, dove B ha
le medesime parole attaccate e fornite di un solo accento.
1) Die liandsclirifll. Ueherlief. d. Briefc des l'isdiofs Syn., in Abli.

d. hayer. Ak. der Wiss., I Kl., XXIII 2, p. 331 s.
Ja c.
3) Ad es. iìxFi)(jey(((i((c: a p. 84. M, àk' iV' a p. 100. 10.

SYNKSIANA. 37
I fF. 1-342^ di B (per cui cf. Bandini II 591 s.) con-
tengono le orazioni di Aristide ed il Gorgia platonico; se-

guono gli opuscoli di Sinesio in quest'ordine: 1°) f. 343'"
JiuìV i] n^QÌ Tfjg xm' aviòv óiaywyfjg 2") 359^ IIqòc Ilaió- ',
viov TTfQÌ Tov ówQov] 3'^) 363^ AìyvTitioi nsQÌ TTQoroìag »] ;
4") 387'" nsQi eì'vnviwv; 5°) 404 dìalàxQug syxwiniov; 6") 421'"
"'
Eìg TÒv avTOxQàroQa \ÌQxàdiov rj tt^qì §aaiXsCaQ. Il principio

del ntQÌ èvvnvioìv, dal f. 387'" al f. 392'", e precisamente
fino alle parole xa^rjQa/ii'vrjV àvaóvvai (p. 328. 12), è for-
nito di un ricchissimo commentario, il quale non ha nulla
di comune con quello di Niceforo Gregora. Il codice ha
talvolta errori di itacismo, ed anche errori materiali di scrit-
tura, come : 82. 2 àovXoìaafxt'vrj, 82. 12 noÀizfia, 88. 3 ^'Qya-
aà^te!}a^ 88. 10 sxocXava/.i{-v, 96. 4 xanè\aTrfTai, dove un let-
tore corresse xa%an. Nei tF. 438'', 439"^, 440'' e 440" vi sono
annotazioni piene di errori, scritte da un individuo assai
ignorante; pure non sono prive di valore cronologico, poiché
si riferiscono tutte o a nascite nella famiglia dei Paleologi,
nell'anno 6878 ind. 8 mese di Giugno = 1370 e di Dicem-
bre = 1369, o nell'anno 6873 ind. 3 nel mese di Otto-
bre = 1364; o nell'anno 6881, ind. 23 nel mese di Ot-
tobre = 1372; oppure alla morte dei figli dello scrivente
{ùnsDavov za nedia fiov) nello stesso anno. L'ordine dei fogli
è stato turbato nella legatura; essi si succedono in questo
modo: 387\ 393, 389-392, 388, 394.
È impossibile riferire qui tutte le prove, da cui sono
indotto a ritenere BL molto affini fra loro, ed a credere
che L sia stato ricorretto su B. Mi limiterò dunque a
poche cose essenziali, tratte dagli Egizi, e sufficienti a darci
uno sj)ecimen di esempì su cui fondare la nostra convin-
zione, la quale viene del resto confermata dalla collazione
intera di BL. A p. 11. 19 B legge tw /nèv yàg, e yàQ fu
aggiunto dal correttore mentre né gli altri codd.
di L,
fiorentini, né quelli citati dal Krabinger riportano questa
particella. A p. 13. 7 xul è omesso in B e cancellato in L ;
a p. 14. 13 B legge èyw xaXw, ed L, dove eyco non era, ag-

giunge in mg. xfîiievov èyà)] a p. 14. 14 si trova ùnotfai-
vof.icii in BL, qui però in rasura; a p. 16. 16 àn è omesso
38 >f- TERZAGHl
in B, eraso in L; a p. 17. 11 TÓQvtai è dato da BL, ma

qui lo spirito e l'accento sono ricorretti e dopo l'i» si ha
una rasura; a p. 21. 2 s. B omette xat óito(fo)vovaiv, e le
stesse parole sono cancellate in L. Nella medesima pag.,
alla linea 3, B ha ràXka ed L rMàXla; ed alla linea 6 B
ha ràya^òv ed TM.àya-O-òvL aveva tovto, ma ;
a p. 22. 14 L
questa parola fu corretta in tovtov, come ha B. Le parole
xòv âai'/Ja sono omesse in B a p. 23. 4 e cancellate in L ;
a p. 25. 3 s. in mg. e con riguardo alla parola oinvavaai si

legge yg. GVf.inv€vaai così in B come in L. I pochi esempi
addotti mi sembrano sufficienti per dimostrare la verità
di quel che dicevo poc' anzi. Il contrario, ossia che B
sia stato scritto, copiandolo da L quando questo era già
stato corretto, non si può ammettere; basterebbero a pro-
varlo luoghi come 18. 9 dove sopra ndvTOìc si legge yo. ed
ò {ttcìvtòc) tanto in B quanto in L, ma mentre in quello
l'aggiunta è di mano del copista, in questo è fatta dal so-
lito correttore. Così a p. 25. 6 B legge àvanUOuv iOéXti ;
le stesse parole erano in ordine opposto in L, ma il cor-

rettore vi sovrappose le lettere (ì ed a in modo da darci
la stessa lezione di B.
Le differenze fra L e B non sono sostanziali : ad es.
a p. 22. 16 B omette inìjóèv, a p. 25. 8 B legge xal rsvagay-

/.lévov ;
mentre a p. 17. 1 L ha ovârtou in corr., laddove B
porta ovóeTéocc. In ogni modo queste
poche altre diver- e
genze hanno pochissima importanza. Invece importa molto
il fatto che L in molti luoghi è stato corretto pure su di
un esemplare diveiso da B, come dimostra ad es. la glossa

o
yQ. inàXXov aggiunto a TiàvTwg a p. 18. 9, e l' annotazione
riferita a p. 20. 5 alle parole óià tmv àn avrov, dove L
aggiunge: (naQ') àì.Xw ó(à lov avrov. i^yovv r(còv) €VfQyii((àv}
uvTov. Così teniamo per fermo che :
1°) L, pure essendo della stessa famiglia di B, ha

un testo proprio, che
2°) fu corretto su quello di B,
3°) pur mostrando traccie di correzioni tratte da
esemplari diversi da B.
SYNESIANA 39
A questi fatti aggiungano le seguenti considera-

si
zioni: L è ricchissimo di scoli, mentre B ne ha pochis-

simi, ove se ne eccettuino quelli già citati a proposito del
TTfQÌ èvvnvion', ed L è fondamentale per la costituzione del
testo delle epistole ') e degli inni ^). Perciò nella prossima
edizione si potrà trascurare B, sebbene si deva tener conto
delle sue poche annotazioni, le quali in parte corrispon-
dono a quelle di L. In pochi altri casi B sarà utile al fu-
turo editore, e cioè dove esso fu corretto dopo le modifi-
cazioni introdotte in L. Questo caso infatti, sebbene raro,
si avvera talvolta. Cosi a p. 82. 9 B legge è'SsXavvsxai, con
-ai in rasura; L ha giustamente s'Sì^XavveTo] la correzione di
B è dovuta all'avere il copista tralasciato l'aumento verbale,
il che fece credere ad uno sbaglio nella desinenza di quella
forma. A p. 85. 20 le cose stanno un po' diversamente: L leg-
geva iîot, ed il correttore rettificò in (.ifi come portava B;
qui però, esempio di qualche altro cod., fu più tardi
sull'
mutato fxii fxol. A p. 86. 15 L B avevano xov. ma più

in
tardi questo articolo fu in B corretto in tw. Del resto, queste
lezioni aggiunte in B sono date tutte da altri codd., cosic-
ché hanno importanza solo per sapere su quale ms. B sia
stato corretto; ma ciò ha pochissimo valore per l'edizione
critica, e quindi anche da questo lato B è trascurabile.
Il cod. Laur. LV 8 e gli inni di Sinesio.
Il cod. Laur. LV 8 (L) contiene nei if. 119'--182 gli inni

di Sinesio, nell' ordine seguente: 3. 4. 5. 6. 2. 7. 8. 9. 1 ; manca
l'inno 10. Gl'inni 3. 4 sono scritti su tre colonne per pa-
gina; gli inni 5. 2. 7. 8. 9. 1 su due colonne; l'inno G su
di una sola colonna. Il medesimo ordine degli inni è dato
1) Fritz o. e. p. B87.
2) Wilaraowitz, die Hijmri. des Prokl. u. Stj».. Sitzungsber. di I3er-
liao 1907, 277.

40 N. TKRZAGHI, SYNKSIANA.
dal cod. Par. gr. 1039 ') e dai oodd. EF V Barb. del Flach '),
fra i quali però FV

hanno anche l'inno 10, che, secondo
ha verisimilmeute dimostrato il Wilamowitz *), non è do-
vuto alla penna di Sinesio.
Come per gli opuscoli e per le lettere, ci colpisce qui
subito la somiglianza fra L ed il cod. Par. gr. 1039. È vero
che, da un confronto fra la mia collazione di L e l'appa-
rato del Flach, la cosa non apparisce tanto chiara come sa-
rebbe desiderabile ;
ma è pur vero che la collazione del Flach
è quanto di meno buono si possa desiderare in proposito.
Cosi, tanto per limitarmi ai pochi esempii, che posso ricavare
dal Fritz a p. 331, Hymn. II 1 si ha 7ra//r L Par. ; Vili 52 s.
i«X« J"*' xa^àgav daw nàXiv àxrjoaior aQfiÓGO) L Par. ;

IX 1
TioXvxriQate L Par.; 59 àsvvàov L ùtyràov Par.; liinvdfìoc
L Par. D'altra parte, attenendomi all'edizione del Flach,

si vede come nell' inno IX le aggiunte dopo i versi G. 8.
14. 19 corrispondano in L Par. Barb., mentre quella dopo
il v. 42 avrebbe un raffronto col solo Barb. Ciò fa destare
il sospetto che anche le mancanze di L nell'inno ITI (man-
cano vv. 39-42 e 44-50) abbiano un riscontro con questi
i
due codd., e che L Par. Barb. siano della stessa famiglia.

Ma pur troppo, con questo materiale, una conclusione
è sempre prematura; e noi non ne possiamo se non infe-
rire la necessità che pur gli inni siano presi in conside-
razione dal futuro editore di Sinesio. Molto e benissimo ha
fatto teste per la loro illustrazione il Wilamowitz; ma resta
ancor molto da fare per la costituzione definitiva del testo ;
e gli inni di Sinesio valgono la fatica cui un editore può

sobbarcarsi.
Sessa Auruucu, uoll'Aprile del lUO».
NiGOL.\ Tekzagui.
i) Fritz 0. e. 331.
2) Sj/n. episcopi In/nni/ iii^.l rir.i ^ Tiibiilgeii l.STó, ji. IX.
3) O. e. p. 20.5.
CARMINA LATINA EPIGRAPHICA AFRICANA
HENRICVS BIANCHI
Cannimi latina epigiaphica in ea Africae paite (piae

mare nostrum attingit, a Marmarica ad Mauretaniam, in-
venta ad a. MDCCCLXXXXV collegit Franciscus Bneche-
lerus in Antholoyiae latinae parte altera '), quibus quae
postea in Incem prodierunt in ephemeridibus epigraphicis
atque archaeologicis, praesertim Gallicis -), addenda sunt.
Hornm, ut par est, maxima pars in urbibus maritimis vel
mari proximis, Caesareae. Lambaese, Cartilagine, Auziae,
Cirtae reperta est, cetera in vicis vel passim in agris, pro-
cul a mari, ubi Roraanorum praesidia hiemabant aut co-
liortes tendebaut.
Quamquam inde ab a. 146 a. C n. Africa in provin-
ciam Romana m redacta sit, atque iam Augusti aetate vi-
rorum studiorumque frequentia maxime fioreret, nullus
tamen aetatis certae metricus titulus (si excipis tit. 993
B[uecheleri], qui ad a. 23 p. C. n. spoetare videtur) hucu-
sque inventus est, qui ante medium saec. II conscriptus
videatur ; recentissimos vero ad finem saec. VII adpendas.
Titulorum Christianorum miraberis exiguum numerum,
<) Anthologia latina edd. F. Buecheler et A. Riese, pars poste-

rior carmina epigraphica ed. F. Buecheler, Lipsiae. iu aedibus B. Gr.
Teubneri, 1895-97 fase. I-IJ.

2) Hevue Archéologique, Revue des études aneieus, Bullet. de
la Sociótó des Antiquaires de Franca, Bullet. archéologique du Co-
niité des travaux historiques, Journal des Savants, al.
42 H. BIANCHI
nam iiiter OCX Africana carmina a Buechelero collecta vix

XV Inter Christiana prò certo uumeranda suut, quamvis
iiovae religionis initia iarn sub finem saeculi I in Africa
deprehendi, altero vero ineunte quamplurimae episcopales
sedes numerari possint. Christianos credas formae venusta-
tem et flosculos abhorrentes (sunt enini qnae exstant car-
mina persaepe ineptissima) in titulis inscribendis plerum-
que prosa oratione usos esse.
Epigraphica carmina Africana, quotquot iuveni, ita

metrico distributa :
dactylica 166 (liexametri 99, disticha 67) quibus addas

commatica 20.
iambica 18
polymetra 3
ionica 2
trochaica 1
hendecasyllaba 1
fragmenta incerta 8.
Praestaret ante omnia tituli cuiusque aetatem consti-

tuere; perpauci enim adscriptum praebent annum. Sed neque
e scripturae vel verborum mendis neque ex numerorum ra-
tiono ullum saepe indicium ecferre licet. Sunt enim quos
crederes infimae aetatis tituli corruptissimi, ad tempus satis
antiquum ob adscriptum aunum referendi, ut tit. 516 B.,
CIL Vili, 152:
Urbaniìla mihi coniunx uerecundia piena ìiic sita eat
Romae comes negotiurum socia parsimonio /ulta.

Bene gesHs omnibus cum in patria mecum rediret,
Ali miseram Carthago miìii eripuit sociam.
Nulla spes uiucndi mihi sine coniuge tali :
Illa domum seruare meain, illa et con&ilio iuuare.

Luce priuata misera quiescit in marmore elusa.
IjUcìus ego coniunx hic te marmore texi
Anc nobis sortem dedit fatu, cum luci daremur
CARM. LAT. BPIGR. AFRICANA. 43
qui est II saeculi; alii vero recentioris aetatis nunieris de-

currunt rectis, ut in tit. 298 B., CIL Vili, 8481, qui ad
medium saec. V conscriptus est, ex iis quae exstant statuere
fas est :
terra ni sidera r< gni

iam de ans urnioruìii fulmina condii
(/rata tutela Valentinianus
€t Theodosius artem.
hunc conferas cnm tit. B18 B., eiusdem fere aetatis
Muner i quae cernis, quo sanata altaria fulgent,

hic sumptusque laborque inest curaque Potenti,
creditum sibi qui gaudet perficere vìunus.
martyr hic est Salsa dulcior nectare semper,
quae meruit caelo semper hahitare beata,
recipiocum sancto studens munus impertire Potenti,
interitumque eius celorum regno probabif.
Sed titulos singillatim inspiciens eosdemque inter se

confereus, quandam aetatum partitionem numeris ianisam
tentandam esse mihi persuasi. Iis enim, qui legem falluut,
demptis, est unicuique aetati quaedam forma atqne figura,
quam ita effingere conatus sum :
a): saec. p. C. n. I-III in. Metra numeris decurrunt

rectis.
Inter omnia certae aetatis Africana carmina epigra-
phica antiquissimum invenio tit. 993 5., quem descripsit
lohannes Schmidt Ephm. epigr. V, 1019 (a. XXIII p. C. n.?);

postremum huius aetatis primae Carmen pono 252 i>., CIL
VIII, 2662, quod ad a. fere CCXXXVI referendum est :
Hanc aram Nymphis extruxi nomine Laetus,

cum gererem fasces patriae rumore secundo.
plus tamen est mihi gratiis honos, quod fascibus annus
is nostri datus est, quo sancto nomine diues
Lambaesem largo perfadit flamine Nympha,
44 H. BIANCHI
Praeteroa huic aetat; siue dubio adscribendi sunt tituli
quidam forma et senteutia excellentes, ut 12'à6 ii., CIL

Vili, 3506:
Oraui caiiscis feìix, dura lertia non lux

coniuymiii et natus, omne decus vapuit.
et 1497 B., CIL Vili, suppl. 11665:
Vita bonum est et ulta maìum, mors neufrum hahet Iiui um :
Ferspicej si sajnas, quid macjis expediaf.
/?) : saec. Ili in. -IV ex. p. C. n. Vocalium finalium

incerta mensura, item mediarum, quae natura breves vel
longae vocantur (pofitus prò pòsitus, munerè prò ìniinèrè).
lam inde ab Hadriani temporibus (117-138 p. C. n.)

corruptelae passim vestigia iuveniuntur. Huius imperatoris
nomen, quod versu dicere non erat, prò choriambo posuere
vel tribus litteris adstrinxerunt poetae (271, 6 B., CIL
III, 77: fugcre. Hudriaii'i tam<zn ad pia saecula uerti)] inde
ad nomina propria eiusdera figurae mos transiit, ut 270, 4 B.,
CIL III, 21:
sic nomen Decimi Gentiani pyramide alta,
postremum ad communia; cf. tit. 480 B., CIL Vili, 434,

alioqui bonum praeter 1 :
llic situs est Varius cotjnomine Frontoitianas i)
et 8
nec poterit facili lapsunt oblivione perire.
Sed verae continuaeque corruptionis exempla colliges

si ad III saeculi initia perveneris. Vocaliuni tantum fina-
lium lapsus invenies in titt. 501 7i., CIL Vili, 8870 et
') Spondiacuiin erodo; jtDtuit tamen Frontnnyànus

CARM. LAT. EPKrR. AFRICANA, 45
1238 B., CIL Vili, sappi. 11824 (praeter 2 iièque, of. quae
aduotaviraus pagg. 55 et 64), qui ad medium saec. Ili for-
tasse referendi sunt; bis aliquanto posteriores credo titt.
254 -B., CIL 4625 (4 iì>tonns nuhigenam^ 6 poneres

Vili,
auras, 15 clandns iter), 319 B., Epli. epigr. V, 1304 (1 quls
ut, quaerJt addiscere). Hinc vocaliiim mediarum corruptelam
syllabarum fiualium corruptelae posteriorem esse inferro

licet; iiullum enim iuvenitur titulus in syllabis mediis cor-
ruptus alioqui bonus; contra plures utramque exhibont cor-
ruptelam, ut 51T B., CIL VILI, 9127:
Reddere qiwt solatìi licuit post mort^ marltae
huiiG titiduin uohis, Manes. monlmentaque sacra

ohseqaiumqae mei Vtctorinus nouì do'oris
a. CCLIX p. C. n., et 371 7J., CIL Vili, 8631:
Marlyribus sanctis proinissa Colonlcus insons

svlint uota sua laetus cum coniuge cara.
Iiic situs est lustùs, hic afque DecUrius una,
qui bene confessi uicerunt arma maligna
praemia uictores Christi meruere coronar»
exeunte saec. Ili conscriptus ; bis addas, eiusdem ferme

aetatis, 261 B., CIL Vili, 9019:
Sumptihus e propriis Felix Calunsque (/ratanfes

liane haram statuere deo santissimo Plioeho
tempore quo patriae fasces gessere sacratos
et 293 B.\ CIL Vili, 1584 :
Ilnnesfani praebens oinutu- publico laudem

Jòrum jyiaefulget rerum sub strafa emerdu.
y): saec. med. Numerus ad aures accom-

IV ex. -VI
modatus accentum tantum et syllabas respicit; interdum
decst caesura, versus hexnmptpr saepo quinque vel septom
pedibus continetur.
46 H. BIANCnI
Huiiis aetatis habes exempla:
318 /?., qnod supra laudavimus (v. 6 heptaraeter, 4 deest

caesura); 775 D., CIL Vili 2018:
ne liicrimas dimissa coniuge fundas
ni doleas talem cui prò morte data bua perennis
(1 versus quinque pedibus continetur, 2 heptameter),
522 B., CIL Vili, suppl. 12128:
lulius Ingenus obit in Gallia morte

coniunx patriae yremio mandat Virula corpus.
Germaniae meruit spaulatur et corvicularius
ìegionis, initiutn uitis uitae fuit finis
(2, 4 deest caesura).

d) : inde a saec. VI med. Verba prosa fere oratione
composita interdnm verbis clausulas hexametrornm imitan-
tibus concluduntur.
Huius aetatis exempla haec afferam peculiaria:
297 B., CIL Vili, 5352, anni 539:

Vna et bis senas turres crescebant in ordine totas,
mirabilem operam cito constructa uidetur.
posticius sub termas balteo concluditur ferro,
nullus malorum poterit erigere manum,
patrici Solomonis iìistitutionem nemo expugnare uaìeuit.
defensio mariirum tuetur posticius ipse,
Clemens et Vincentius martires custodiunt infroitum ipsum
(1, 5 heptametri : grammaticae, una cum metri, rninam

ostendit titulus);
1332 B., CIL Vili, suppl. 16566:

agitare iuuenilis amor ulìo magistro data.
reliquis totidem annis uixi benr, ut Fata scripsere milii.
ferarum multo quem domui quadripedem freno.
fuit potior
milibus, ut nili, uinti fuit sub me si qui cecurrit ecus.
metae, quod fuit optahiìe mori, sum cornuo la2)sus.
sicut fuit in noto, peti, licet ob grane casus.
nunc requiescunt reliquiae trigari solo, per quo fui notus
(1, 2, 4 clausulae quasi elegiacae).

CARM. LAT. KPIGR. AFRICANA. 47
Tituloruin, qui ex archetypo detorti suiit, difficilior est

aetatis investigatio ; ad qnera enim mendae referendae siut,
ntrum ad auòtorem an ad eum, qui ai'chetypam con-
titilli
Interdum tamen aetatem cuius-

scripserit, raro licet inferre.
que auctoris deprehendas, ut in titnlo 472 i»., CIL Vili, 9142
(cf. qnae adnotavimus pag. 54):
Hic situa est iuuenis, primo qui flore iuventae

impauidus Martis dum gaudens iret in hosfis,
inuida Parcarum S'inper sic prona uolunfas
oppressit. memorande iaces, lanuari, sepuloro,
sic feìix, quot humo te mater miseranda recondit
et 529 B., CIL Vili, 9105 (cf. quae adnotavit B.):
Hoc erat quod sperabas agii, Donate, post morie tuorum

hic te fata tua securum tacere uoluerunt.
in qnibns archetypis satis bouis, I-II saeculo conscriptis, ad-

di tamenta fecerunt anotores poster ioris aetatis.
In titillo 469 B., CIL VIII, 2035 (cf. pag. 54) arche-
tyj)um referas ad saec. Ili additamenta antem ad IV.
Ad ea qnae de re metrica commemoravimiis haec in-

sù per addenda:
a) hexametrorum series versii jjentametro conchidi-
tiir in titt. 1188 B., CIL Vili, suppl. 13110(3 hex. 1 pent.),
1240 B., CIL Vili, suppl. 15987 (3 hex. 1 pent.), 1328 B.,
CIL Vili, suppl. 11594 (2 hex. 1 pent.), 1329 B., CIL Vili,
403 suppl. 11511 (4 hex. 1 pent.);
6) disticho addunt j)entainetrnm titt. 880 B., CIL
III, 45 et 1497 B., CIL VIII suppl. 11665 bonae aetatis ambo;
e) disticho addit hexaraetrum tit. 1288 B., CIL
Vili, 7427;
d) hexametrorum et pentametrorum seriem alternain
perturbatam exhibent tituli
965 B., AL Burmanni IV 67. et 68 (pentametri
2, 4, 6, 8, 9, 10, 12),
1327 B., CIL Vili, 7759 ^pentametri 1, 2, 14),
48 11- BIANCHI
1331 B., Uew. archéol. 1894, lan. pag. 421 (penta-

metri '2, 5, 6),
Bull, de la Soc. des Antiq. de France 1896 p. 347
(pentametri 3, 7); cf. qnae adnot. pag. 71.
e) uno tantum pentametro Constant titt. 1455 B.,
CIL VITI, 9496:
Te rogo, ]>ratteries : Hit tibi, terra leais
et 1501 B., CIL Vili, 2982:
liis qualer ad dciios jìeriulit illu dies;
f) hexametram ypondiacuin inveiii tantum in titt.
890, 1 y>'., CIL Vili, 2729:
Moenia qui)<(jue dolet nona candcre successori
et 480 1 B., CIL Vili, 434:
lìic situs est Vart'us cognomine Frontonìanus
sed cf. pag. 44 n.

Couiecturas atque adnotationes, quas singulos titulo.s
inspicientes elucubravimus, hic subiciemus.
Cagnat ann. epigraph. 1892 pag. 54 (107 B.)

2 sapiendo ojnmus : opimus est copiosus, quasi sapientia
abundans, translate hoc verbtim usurparunt veteres eodejn
fere sensu quo crassum, pinguem : Cic. Ovai. 8 : opimum
qunddain et tumquam adijâtae dictionis genus ',
Geli. 17, 10:
Pindarua niìnia ojnma jjiìiguique esse fac.undia exiat'nnatas est.
tum cf. Cic. Brut. 79: splendida et grandis oratìo 3 st^.
duirrytos Hipponis cognomen est, cf. Plin. 5, 3, 1 : oppidam

qiiod Hlj'ponem Diviitum vocanf, Diarrhytum Graecis dictum,
projter (iqnarum Inrigiut. Zaritus est in Tab. Peuting. ex
solita syllabarum dia et za jierinutatione.
30. 10. '909

CARM. LAT. EPIGR. AFRICANA. 49
CIL Vili, 10828 cf. Vili suppl. 18792 [HO et 1788J.
3 '
verba iambis decurriint rectis si excipis pumerum
(bis idem 1788, 4 ad bis uctonoa
decem) '
B.
staret ver-
: :
'
sus si utrumque annorum numerum

sedecim scripsissent. '
ex archetypo band bono bis senos vel bis denos detortnm

esse arbitror.
CIL Vili, 5370 suppl. 17497 [112]

4 fruitus: '
media vocali fruitus hic periude ac fru-
nitus porrigitur '
B. cf. 512, 2 uhi fruitus videtur esse pro-
nuntiandnm, atque 526, 8 fruìiltus nec non ital. fruito.
CIL Vili, suppl. 12866 [126]

1 teque precor fuit in lapide, an i prò e sculpsit lapi-
cida? '
qui ad mortuum rettuli, non ausus referre ad via-
torem '
B.
CIL Vili, 5030 [141]

7 superi al àvo), ii qui vivunt saprà terram ; 1606, 5 B.
non debili . . . tales superos liìiquere. Val. Flacc. 1, 792: Tunc
excite, parens, umbrii>, ut nostra videres funera et oblitos su-
perum paterere dolores f adde Verg. Aeii. VI, 128.
CIL III, 47 [227]

3 Plaut. Stick. 1, 2, 31 : mihi pntemae vocis soiiitus
aures accidit 4 quisque, nnusquisque.
CIL Vili, 9018 [253]

1 cornigeri . . . Tonantis Ov. A. A. 789 corniger Ammon,
qnem Stat. The. 8, 201 cornigerum vafem appellai. Huic
una cum Pauthea raorem in Africa fuisse docet sacrifìcari
v. 1. Pantheam vero eandem ac Isidem esse veri simile mihi
videtur est enim Isis quasi ndvrwv i/««, cf. CIL X, 3800
;
:
te tibi, una, quae es omnia. Apul. Met. 11, 2: Regina caeli,
sive tu Ceres seu tu caelestis Venus seu Phoebi so-

. . .
ror . . . seu noctumis tilulatibus horrenda Proserjjina. ib. 5:

En adsum tuis coìnmota, Luci, jivecibus, rerum naturae pa-
rens, elementorum omnium donnina, saeculorum progenies ini-
Studi ital. di filol. class. XVIII. 4

50 H. BIANCHI
tialis, suviraa niiniinum^ regina Maniiim, prima caelitum, eleo-
rum fJearumque facies uniformisi quae caeli luminosa culminn^

maris saluhria fumina, inftrum deplorata silentia nutihus
meis dispenso; cuius numeìi unicum multiformi sjjecie, ritu
varioj nomine multiiugo totus veneratur orbis. idem Primi-
genii Phryges Pessinunticam deum matrem, hinc autochtho-
nes Attici Cecropiam Minervam^ illic fuctuantes Cyprii Pa-
pliiam. Venerejn, Cretes sagittiferi dictynnam Dianam, Siculi
trilingues Stygiam Proserpinam^ Eleusinii vetustam deam Ce-
rerem et lunonem, alii^ Bellonam alii, Hecatem isti, Rham-
nusiam illi, qui nascentis dei Solis inchoantibus illustrantur
radiis Aethiopes Arique priscaque doctrina yollentes Aegyptii,
caerimoniis me propriis percolentes, appellant vero nomine re-
ginam Isidem. huic deae videtur couvenire appellativas bi-
formis (v. 8), quippe quae in terris ut Diana, apud inferos
ut Hecate coleretur. Diana triformis (Hor. carm. 3, 22, 4)
in caelo quoque ut Luna colebatur.
In cannine satis bono {teglt hanc in caesura) vitium
fecit formula ad v. 7 {Gargilianus a militiis).
CIL Vili, 4635 [254J.

5 saecula h. e. mortales, Verg. Gè. 1,488: impiaque
aeternam timuerunt saecula noctem 10 cern[eris ulli malim,
quae est clausula Vergiliaua 17 cf. Verg. Gè. 2, 173:
salvemagna par ens frìi.gum, Saturiìia tellus. lunonis nomine
aerem interiectuni inter caelum et terram consecratum esse
ait Ciò. Nat. de. 2,26. Haec insuper Capell. 1,67: Iicno
tecto cajjite lacteo quodam. caluynmate jjraenitebat, cui gemmis
insitum diadema pretiosis, nam neque Scythidis virecta, nec
Cerauniorum vibrans fulguransque lumen, nec jludi color hya-
cinthi credebatar abesse profunditas. sed tofum illud serfum
capiti s fulguraìUÌs Taiimantias obtulisse reginae caelitum fe-
rebatur. ijjsius vero divae vultus assidua pcrlucens gratia,
fratri consimilis, itisi quod ille immutabili laetitia renidebat,
haec commutatioìium assiduarum nubilo crebrius turbidabatur.
nam vestis eius hyalina, sed peplum fnerat caliginosum, quod
tamen, si appuhu cuiusque luminis tangeretur, inter obiim-
branies nelndas sudae ^;er.';^;/cit*7a/is grafia jjraeniferet . haec
CARM. LAT. EPIGU. AFRICANA. 51
fiblmen dextra, laeva sonorum homhis terrenfibus tynqjanum

sustinens, sub quibus plurimum sudana ima aubiecta rosridis
videbatur inuudare jiuoribus. huius vero ceticei admodum
furvi, quorum maxime solea atrae noctis nigredine coloratur.
nam eiiisdem genua zona quidem diveraicolor aìubiebat, quae
mine perfidgido resj)lendebat orbe, nunc vaneacentis gratiae
tenuata varietà^ ita penitus obalgnabat^ tamquam nihil habuinset
ante discolorum. Inno cognomine caelestis colebatiir Cartila-
gine, teste Tertull. Apol. 25 et ad Nat. 2, 17.
'
Vitia metrica saeculo III adpendas '
B.; haec sunt
5 intonas nubigenam, 6 poneres auras, 15 claudàs iter.
CIL III, 21 suppl. 6625 [270]

2 Verg, Aen. 12, 154: lacrimas oculis luturna pro-
fiidit 4 '
nomen corrnptum {centianni aut cetianni Bold.)
Mommsenus restituit coniato titnlo CIL III, 1463 '
B.,
neque repugnat numeri labes in Carmine valde bone; cf. quae
adnotavimus pag. 44. Hadriano potai est in hexametro AL
cf. 271, 6 B., CIL III, 77. Titulus igitur Hadriani
Riesi 660, 3:
temporibus (117-138) conseriptns videtur, sive Decimus Cen-
tianus eo regnante e vita decessit, sive soror multis annis
post mortem fratris pyramidas vidit.
CIL III, 77 [271]

3 sereni fico : '
deìenijica verba Fronto i?. Carmen sub
'
fìnem Hadriani regni conscriptum Frontonis redolet

est, si
stilum — defundere eodem sensu ac significatione quibns Pe-
tron. Sat. 5: Pierio defnndes pectore verba 10 inclatu[fi
armit;malim coli, Verg. Aen. 6, 479 11 Inachias harenas
cur Meyerus Aegyptias inteipretetur neque vidit B. neque
ipse video; immo alias ac Aegyptias intellegendas esse ar-
bitror, ut sensus hic sit: manifeste dii Mamertinum auxi-
liati sunt, nam sospes post anditum Memnonern ad Inachias
harenas h. e. ad Inachia litoi'a pervenit. luachia vero litora
sinum Argolicum esse veri simile videtur; Ov. Fast. 5, 656:
Mittite me Tiberi, Tiberinis vectus ut nndis lifiis ad, Inachium
pulvis inanis eam 12 densafa agmina Curt. 5, 3
13 plebes prò pjhbs.
52 n. BIANCHI
GIL Iir, 65 [272]

4 iustum hexametrum usque ad Ber voluit fortasse
auctor tituli.
Ephem. epigr. VII, 380 [278J

1 idem initium CIL IX, 503 [1270] 4 '
toUt i. tuHfc
sustnlit '
7^, credo esse prò tollit nt 479, 3 tehis prò telJus
(centra ohtuUit 298, 1); nam numeri labem hic oportet to-
lerare, coli. 1 et 2 malis.
CIL VIII, 8481 [288]

1 sqq. sententiam carmini» informare conatns sum :
Terra [Libyssa cuìit Roma]ni sidera regni

m]m (le[u8 olia d\ans armorum fulmina [co]ndit.
gra[ta deum magnus t]uteìa Valeniinianus
[extudit liane nobis eolit] et Theodosius artem.
cf. Verg. Gè. 4, 288 ;

versus 1 et 2 explevit B.
CIL VII, 1584 [293]

2 '
btrata via, aliter opinor ac veteres dixerunt par
strata viarum '
B. : cf. ital. strada li. e. via, quo sensu hac
voce usi suut Eutropius et luvencus Presbyter — emeatus
Ammiani codd. quidam ad 17, 8.
Vitia metrica saeculo IV exeunti vel ineunti V ad-
ponas.
Rev. archéol. 1890 m. lulio p. 137 n. 74 [295]

1 fortasse Amara[nt.i vertice. Amarantus cogiiomen est
in titulis satis froquens 4 dnbites an in hac barbarie
sensus hic esse possit dempto coinmate: aquis muUis alitur
multitudo arborum.
Clausulas tantum hexametrorum animadvertas, cetera
nulla numeroruin ratione praeposita.
Eph. epigr. V, 1308, VII 535 p. 16G [335]

1 siliqua credo ])ro sHicia, quod est foennm graecum,
cf. Plin. 24 fin. : fanno f/raeco, quod ieìin vocant, nlii rar-
CARM. LAT. Kl'iau. AFUICANA. 53
pìios ....,, ìios HÌliciam, Colum. 2, 11 : foenum </raeciim, qitod

siliquam vocant rilutici. Eiusdem speciei cura graeca siliqua
syriaca est, uisi qnod peculiarem vim habet in medicina,
cf. Pliu. 23, 8. Fuit cum si liqueut coniceretn.
Eph. epigr. VII, 521 [429]

Frontonis irnitatorem adgnoscas, aetatis suae vitia
abunde l'edolentem 2, quae fuerim quoiie : fraxit va-
riationis specimen, 3 seimitum mirnm, d fu ne sit grane . . . .
dicere —
aie et 10 sic prò sit (v. quae raonet B. ad h. 1.) —
grauatum insolenter prò grave (centra recte grave prò gra-
vatum: Hor. Sat. 1, 1, 4 sq. gravis anniii miles).
CIL Vili, 4071 [433.1
3 fractosque hymenaeos clausnla Vergiliana. Aen. 4, 18

SI non pertaesum thalami taedaeque fuisset 4 viduata
pruinis Verg. Gè. 4, 518 7 caelestia damna Horatianum
8 refaue]re non satis placet: fortasse r epurar e coW.
Hor.
carvi. 4, 7, 13 damna tameii celeres reparant caeleatia lunae
(cf. 7 crudelia daìnna) ; an renouare ?
CIL Vili, 7854 [468]

1 saejje : potuit atqu]e — auis potest esse prò abis = apis
(u = b, b =p : cf. 297, 5 ludeuit, 512, 10 mempra, 1606,
7 hohes prò open): apis Attica habet Ov. Tr. 5, 4, 30. At-
tica volucria Philomela Prop. 2, 20, 6. Sed fortasse
li. e.
aiiem Atticam jjaruulam vocavit apem auctor tituli

2 Verg. (re. 4, 169 thgmo fragrantia mella 3 canent for-
tasse prò canunt ut b pendunt ^yo j^^ndsnt 4 uiridat, quod
pioprie significat viridem facit Ov. Hai. 90, Val. Flacc. (cf.
6, 136), hic usurpatur prò virescit (cf. Sen. Thg. 54 lauro
fores laetae virescant) —

laurus .... Delia Hor. carni. 4, 3, :
6 sq. Deliis ornatum foliis ducem.
CIL Vili, 2035 [469]

2 fnitcum hnmum prò humus scribendum putarem (quod
refert ad numerum cf. 1 nemorùm uhi, 4 dièm hic), sed pò-
54 H. BIANCHI
ti US 2^^"9^^ absolute dictura, quasi liorum ornamenta niitiit

et pandit 4 j^rouidc, Plin. 10, 33, Eutr. 9, 23.
Vitia metrica (1 nemorùm uhi, 2 humus

et, 4 dièm hic,
qnae tamen in caesnra defeudas) crebriora et graviora inde

a prouidè animadvertas. Putares primis ex arclietypo satis
bono versibus deductis reliqua adposuisse auctoreni sane
ineptum saeculi exeuntis IV.
CIL Vili, 9142 [472]

2 imp(tiLÌdus Miirtis li. e. non pavidus Martis, belli non
timidus — dum gaudens malo, quod fecit Mommsenns
5 i>ù;, quae adnotavit B. ad 429, 9 et 10.
an sia? et',
Satis bonum carmuii aliunde adscitum vitium fecit

'
:
nominis proprii interpolatio v. 4 (prò tali Dentate) et clau-

snla V. 5 (prò tali te mater condit amica) 1). malo v. 5 '
propiorem archetj'pum humu mater miserauda recondit; an

tantum fuit prò miseranda nomen proprium trocliaicum ut
Caia ?
Ephem. epigr. V, 999 [479]

5 me iacio (nuin inej)te prò iacea?) sedihus ignotis puto ;
erat enim hic Furius Herennius Astigitanus, atque Caesa-

reae IMaurorum raortem invenit 7 cf. Verg. Ed. 1, 74 ite
meae, felix quondam pecus, ite c.apellae, atque Ovidianum sine

me liber ibis in urhem.
CIL Vili, 434 [480]

1 Frontonianus: cf. quae adnotavimus pag. 44 2 le-
pida 'pueìla Plaut. Ileaut. 5, 5, 16 3 duri solacia casus

Vergilianura ò GslìuU. 6S, 8^ saturasset amorem S obli-
uidne; cf. Frontonianus v. 1.
CIL Vili, 1027 [484]

3 diploma est facultas utendi in itinere cursu i)ublico,
quae et evectio dicitur, pedestrem intellego pedetentim, pe-
dibus incedens, ut venatori par erat; sensus igitur talis :
quamvis diplomate uti possem, in regione tamen pedibus

iter feci — circaui : cf. ital. cercare (Dant. Pury. 28, 1 sq.
CAUM. LAT. KPIGR. AFRICANA. 55
Vago già di cercar dentro e d'intorno In divina foresta)

6 iimentutis in iuventute, quasi locati vns casus, cf. 800, 4,
CIL Vili, 2885 7 quisque: cf. Sidon. 4, 11: Af tu, quis-
que doles, amice lector et 890, 1 CIL Vili, 2729.
Vitia metrica 1 Vitalis et in caesura, feci, 3 circaut,
5 2'otìones, jjerdux'ì librata cum meiidis grammaticalibus
3 diploìna prò di'plomate, r<:gione pedestrem, 6 iicuentutis prò
in iuventute saeculo IV adpenderes, nisi illud circaui aeta-
tem multo seriorem ostenderet.
Epb. epigr. V p. 467 n. 993 [486J

7 Garci[lia prò Gargi[lia eadem litterarum permu-
:
tatio in lucerna fictili apud Brunati Mus. Kirch. p. 41, 33

[ex of Garcili). Gargilianae thermae Cartilagine fueruut, cf.
Morcelli Afr. Chr. 3, 51.
CIL Vili, 8870 [501]

2 cur aetatis priniae dici possit vir quadraginta annos
natus (cf. V. 5) viderint alii: credas ex archetypo vitium
derivasse, adulescenti magis consentaneo (bis denos vitae qui
vix comjjleverat annos 1245, 1) — rajjto lapsum lapicidae
puto prò rapii, ut 6 fuso prò fusi 5 sq. suppleuerat ....
ni rupisset nota vTzo&édsoaq formula 7 Lucan. 3, 19 nim-
punt stamina Parcae, clausula Ovidiana A. A. 645 stamine
fusos 485 casus evaserat omnes.
8 Verg. Gè. 4,
Miraberis in Carmine satis bono eleganterque conscri[)to

a finalem nominativi et accusativi quater productam (4 dacia,
6 hreuia, 7 decreta, 8 dina).
CIL Vili, 4681 [511]

1 praecessit in archetypo nomeu proprium tale Clodius
Alhinus — columen familiae Tlier. Pho. 2, 1, 57. 4 '
studio
set scripsi, olim studios{e) et ;
sed multus gessit lionòres
publicos '
B. ; malo tamen studiose et, quid enim studio si-
gnificet parum liquet. 6 Lucr. 2, 169 admoderate, Plaut.
Mil. 4, 2, 81 admoderari 7 ' munidator novum verbura

(cf. munificus), auribus adcommodata iunctura obstrepit sa-
io?- '
B. num numi datar et sator h. e. qui numos dabat
56 H. BIANCHI
et serebat iuter suos? 8 Lenatus ijattr Colum. 10,430

(cf. Verg. Gn. 2, 4 et 7, Ov. Me. 11, 132).
Ex archetypo sine dubio : versibus eiaim ad unguein
castigatis (2, 3, 6, 8) iueptissimi alternantur (4, 5, 7, 9) in
quibus annorara atque honorum descriptio numeros per-
turbavit.
CIL Vlir, 7154 [512]

ntram iVtccc» (cf. Ovidianum ìilc etju (/ai iacea teue-
1
rorum hisur amorum), an consulto iacea st^quenti cìnmaubtra

oppositum ? 7 talem amicum credo cum B., cf". 13 talet,
8 icitam ref'er ad gratam^ sanctam habeo prò aancta.
Verborum accommodata potius quam
series auribus
versus: quinque ferme pedes numerantur v. 2, ceteri fere
omnes hypernjetri mirus versuum 3 et 13 exitus, crederes
;
in hac barbarie exibui deaeruit quasi èxthì. dèaèrìt vulgus pro-

nuntiasse, cf. 516, 4 CIL VITI, 152 erijjuit saciam in fine
versus hexametri; adde Ingenui fili a Flava 1253, 1, CIL
VITI, 9473 in titulo elegantissimo, et Ligenna prò lugeìntua
522, 1, CIL Vili, suppl. 12128.
CIL Vili, 9170 [515J, 9159 [570J, Mélaug. d'archéol. Uo-

mae XI (1891) p. 434 [1830J
7 iustus hexameter si a cajjite cxjdares ìnentem namen-
fjue prohabis.
Vitia metrica 1 miinerare^ 2 sumlmùs ubi 5 ^tcmiìììù))
eadem. ,
CIL VIII. 9127 [517j

3 obsfiquinm videtur significare testimoni um 5 nec
dulr.es natas Veneris nec jjraemia noris Verg. Aejt. IV, 33.
Ex archetypho, cf. Eph. epigr. VII, 490 [518].

2 cf. CIL VIII, 9127 [517, 1] 3 suora fortasse fuit
in lapide ut 10 missu 5 intellf.'ge : nec aetas parentum de-
fessa, ab eo non respecta, nec subolum pietas potuit eum
retinere periculo 6 subolum notabis, plurali numero.
CAKM. LAT. EPIGR. AFRICANA. 57
Cf. Marini, Arv. p. 245 luliorum Cefalorum ce. vv. in

fistula plumbea. Vitia metrica 3 ciiiJumque, 4 clauais, 5 ra-
sjje[c,tà] nominativus. in caesnra, 6 detinere, 7 omnium est,
9 trihìUorum, 10 contràri, deest caesura v. 7, si recte
Schmid tius iacunam explevit.
Eph. epigr. V, 1049 [520]

6 temerata, temere incepta ab hostibus dici putat />*.,
malim prò temerariu, adiectivum prò adverbio, atque ad iu-
venem ipsum referam, qiiippe qui, uimis àudacter iu lipstes
sese infereus, mortem demnm iuvenerit.
Tagremaret in Mauretania Caesariensi ubi sub Gor-
'
diano cohors II Breucorum teudebal adnotat B. Exstat '
in Cod. 5, 52, 1 Gordiani resoriptura ad Optatum qneudarn ;
titulum tamen posteriorem crederes, ob vitia metrica nu-

merorumque lapsus.
CIL Vili, 1359 [521]

3 sqq. : seusus hic : Los versus ego pater iuscripsi, for-
tuna ima satus, h. e. infortunatus raiserabilis, quod natus,
h. e. fìlius, mihi talia (carmina puto) non composuerit atque
dicaverit. patrera filli exsequias curare decebat, non filium
patris; cf. CIL Vllf, 9473 et qaas exsequias debehat nata
paranti^ has -pater aduersis casibiis lyne dedit 6 malim
nobisque: an nostris consulto prò nobis?
CIL Vili suppl. 12128 [522]

utrum prò mittit an prò commendat incertum.
2 mandat
3 Germaniae locati vus casus, ut 484, 6 CIL VII, 1027
et 800, 4 CIL Vili, 2885 —
meruit absolute ut saepe Li-
vius, Lucan. 10, 409, Stat. The. 4, 236.
Deest caesura v. 2 et fortasse 4 {legìo\nis {[nitium \
uitis j
uitae /alt \
finis, cf. 512, 3, 13 CIL Vili, 7154).
CIL Vili, 696 [623]

1 caedere: malim sternere propter gradationem : potuit
aggredì (cf. 5 munère) aique postea subire. 6 dubito an
fuerit: Gibba te genuit, ttnet te Gibba sepultam.
58 H. BIANCHI

3 uum fati co[mes h. e. secunduin fata?

3 Vergi lianura in mentem venit vixi et quem dederat
curaum fortuna jjeregi 4 su]cidus minus couvenit, malo
lu]cidicii : acrostichida casu obvenisse puto 8 onuste cura
genit., ut plenus, cf. Plaut. Aul. 4, 2, 10: aulam onustam auri.
Vitia metrica : 2 gloriosa, 6 iacìis, 10 tuo.
CIL Vili, 9519 [526]

1 integrum uomen puto,
sqq. Sergius Sulpicius Festus
tribus versibus distributum, amans nomen dici qua.si gentis
vel familiae suae nomen amaus. adulescens fortasse hic,
Christianum morem secutus, nomen peculiare snum fami-
liaeque antea renuntiaverat. V. quae moneti^, ad 317, 1. —
ut pubes h. e. cum pubes factus est 4 sqq. praeditus ....
diligere et ... parere intellegeudum puto, quasi paratus ad
.
diligendum et parendum 5 miro quod ìionore colehat Verg.

Aen. 4, 398 10 hunc, .... ingemuere Verg. Ed. 5, 27 Poe- :
nos .... ingeìnuisse leones inte.ritum, Sen. Oet. 1785 caesos

ingeviunt nati patres, Stat. The. 9, 2 ingemuere iacentem.

1 2J^"i]o[rum, malo honorum, propter bona quod sequitur.
CIL Vili, 412 [559]

2 '
pronuntiandum quarranta, ut in titulo Rhenano
scriptum est? B., cf. CIL Vili suppl. 16566 iiinti prò vi-
'
ginti, atque ital. quaranta, venti 3 patres h. e. parentes.

5 Decasi num adiectivus compendiatns prò Decasisme-
dianenses? Casae Medianenses vicus in Numidia fuit.
CIL Vili, 4524 [574]

2 dum Ulta manebat vel intacta maneìxit malo, cf. 576,
2 li. CIL Vili, 2803 5 sq. morte praetteiitii' eonicio, coli.
Ov. Tr. 5, 4, 32.

CIL VriI, 9080, 9081, 9192 [592, 593, 594]

titulos inter se simillimos ex eodem archetypo esse
detortos aperte patet ;
sed qui titulum
592 ex ardi, ac-
commodavit, versus tacere conatus est etiam ubi quaedam
mutavit, centra anctor tituli 593 quae supplevit prosa
oratione coiifecit ;
ineptissimus omnium auctor tituli 594,
rudis ut videtur homo atque in agro vitam degens, omnia

mire perturbavit atque permiscuit. Adde derivationis dif-
ficultatem, cum a duobus viris carmen compositum uni tan-
tum inscribi necesse esset. Arcliet^'pus fere talis :
Manibas hoc sucrum certa pittate resoluo

constantinus ego matrique patr/que scpultis.
Valentine, tibi dignu, pater upliine, uumen
atque tuum uiget in Ma. cent ia, clarum.
titillo,
donum naturae meritis de Carmine signo.

felix ecce solum tegit hic duo nomina cara
ad planctus yeinitusque ineos neptisque dolentis.

1 sententiam ita informavi : uita profecta Theue^te jn-o-
fectioììis causa mariti vel morte adfecta T. adfectionia e. m.
2 an Liberam?
CIL Vili, 4551 [626]

1 fortasse C. Digno ut Aeliu Digno in titulo CIL
VII, 1336.

3 sq. molesta, mihi manet Orcus (cf. Claud. in Eutr.
2, 479: nnaque cuncto poeaa manet generi) et caelehs neque
aita placet^ neque credo 4 duras quasi dgras, diraa an :
YRAS lapis?
OIL Vili, 5804 [636] of. Vili, 5834 [635] et suppl. 18323 [1851 ]
1 fuitne nobia amica coniunx? n in fine versiculi prò

nobis potuit esse, ut fuisse videtur v. 3-.
Miraberis in titt. 635, 636 et 1831 soloecorum fìguras

fere similes 635, 1 maritu, 2 labori prò labore, 636, 1 multa
prò multos, 2 maritu, 1831, 3 solidum prò solido, fecit prò
feci, 4 seruea prò seraet.
60 II. BIANCHI
CIL Vili, 2018 [775J

3 potuit a]missa, I in ruptura akera pars littorae ^1.
OIL Vili, 2885 [800J

2 ex ùptione cf. 1501 B. CIL Vili, 2982 ex armorum cu-
stode 3 archetypus : 7ion fuerat^ nunc est, iterum nuuc
desinit esse vel non fueras, nunc es {es in caesura recte pro-
ductum), i. n. desinis esse. Sermo fortasse erat de infante,
qui eodem die vitam acceptam statim amiserat.
De legione III Augusta cf. Wimanns in CIL Vili,
283 sqq, Alexander quidam {lulius Alexander Dio., 72, 14)
mortem sibi conscivit anno 189 p. C. n., teste Laraprid.
Commod. 8, atque hnnc voluntaria morte occidisse haud veri
dissimile est. Adde locativum patviae et àQxc(t(Ti.iòv sacro,
quae Frontoniauam aetatera redolere videntur.
CIL III, 45 [880j

1 sole cura luminai v. 2 coniungo 2 Avien. in progn.
Arat. 1450 aerias quarta face luminai oras — prolata, se
proferens: luven. G, 569 Venus se proferat astro.
In subscriptione epistrategus, cf. Strab. 798, C. erat

a. 134 praefectus Aegypti Petronius Mamertinus.
CIL VIII, 8509 [883]

1 sqq. Mart. spect. 1,7: omnis Caesareo cedit labor am-
phitheatro, unum prò c.unciis fama loquatur opus, et 2, 1 :
liic uhi sidereus propius videt astra colossus — lingua pro-

terua, Ov. Ih. 524 sic sii in exitium. lingua proterva tuum
3 Tao. Ann. 60 falsum renidens
4, 4 summus ajjex
nXsovaafîóg, apex enim iam est fastigium. cf. tamen Arnob.
2, 76 teìiere summum apiceni perfectionis, adde Mart. 8, 36, 8.
CIL Vili, 2729 [890J

1 cf. quae adnotavimus pag. 48. Habuit fortasse hic
Acilins Clarus obtrectatores operis sui.
Carmen illa redolet Pompeiana CIL IV, 1645 Crescens,
quisque meam futnet riualis amicam illnm secret is monfibus
ursus edat, sim.
CARM. LAT. KPHiR. APIÌ IOANA. 61
CIL Vili, suppl. 19913 [909J

1 quod adsurgunt 5 jjosait: Cic, ad fani. 14, 3 :
quod scrtbis te, si velim, venturam, ego vero te istic esse volo,
Plaut. Mil. 2, 2, 7 : quod. ille gallinam .... se sectarì ....
dìcat, disperistis 2 sollicitudo diligentia puto, sub. Jlde-
lium, quamquam hnins
exempla in lexicis significatiouis
non iuvenio: cf. ital. sollecitudine A: jJ&fpeixius pater Q^t
patronus perpetuus 6 Hor. Ep. 1, 6, 18 i nUnc, argen-

tum et marmor vetus aeraque et artes suspnce.
Cf. praeter Ruinart acta mart. p. 502, quem laudat B.,
De Rossi, Resoconto delle conferenze dei cultori di Archeol.
crisi. Roma 1888 p. 354.
Gauckler bull, da comité des travaux hist. 1892 p. 113 [938]

1 aarati, aurei, ut Cattili. 64,5 auratam . . . pellern,
Ov. Me. 5, 52 aurata monilia, Claudian. H Cons. SUL 226:
auratos . . . imbres 2 sollicitata eodem sensu quo Mart.
8, 56, 15 sq. et libata dabat roseis carchesia labris quae j)o-
terant ijjsum sollicitare lovem. cf. ital. solleticata.
Pateram puto ex Graeciave Caesaream allatan),
Italia
propter nimiara carminis atque seutentiae elegantiam, Afri-
cis ignotam.
CIL Vili suppl. 15716 [966J

1 quandocumque (cf. 965, 1, Gruter 992, 3) est ubi, ali-
quando ;
cf. Hor. Sa. 1, 9, 31 garrulus hunc quando consum.et
cumque; hic vero videtur esse prò cum, quando, unde se-
quens in prò et 2 titulo mirum prò lapide quod est 965, 2;
incisum et propius videtur archetypo 3 cf. 965, 3 quod
si forte tibi fuerit futorum cura meorum: archetypura talem
statuo tuni tibi si qua mei Corneli (vel Cornelia) cura ma-
:
nebit] tum tibi biqua mam-t fatorum cura

voluit B. ad 963, 3
meorum, ubi praesentis forma prò futuri raiaus apta vide-
tur, neque video cur auctores titt. 965 et 966 archetypum
talem mutare conati essent.
Eph. epigr. V, 1019 [923]

1 si recte Schmidtius snpplevit cf. Horatianum vitioque
remotus ab onmi.
62 H. BIANCHI
CIL suppl. 12792 [1187]

1 tibi uita probata est h. e. vitam expertus es; cf. ital.
provata 3 i?oma sine dubio ablativns : fuit in archetypo
urbis cuiusdam ablativus in -e, ut Laide voi Minate: Siciliae
urbs quaerenda est, si recte explevimr.s v. 8. — Lybis mi-
rum masculino genere, debuit Lybissa. Titulum ex arche-
typo deductum, quem marito dicaverat uxor, facile statuas
6 miseranda inepte repetitum (cf. v. 4), fuit in arche-
typo nomen mariti vocativo casu ut ita ut. 7 pudicam: ;
pttdicum in archetypo viro minus aptum, fortas.se fuit^cZe-

lem^ sim. 8 archetypus et poteras ambos tu dure Sici- :
liae: in in fine versus satis inepte collocavit auctor tituli,

ut hiatum vitaret {tu dare Italiae).
Haec adde de archetypo: 1 rajjtus, carissime, 2 annis bis
(potuit ter) denis uita probata tibi est, 3 vide snpra, 4 mi-
serande, 6 me Domitiììc (cf. CIL IH, 3366) piam, 9 o bone.

2 archetypus talis : annos atque dies pertulit illa decem,
cf. 1501 B., CIL Vili, 2982 3 quid piefate jâri? utrum
inter se, an in superioribus versibus raemorabatur in ar-
chetypo puellae pietas? (potuit 1 Eximia inetate iacet Pri-
scilla puella) 4 sedibus Elysiia (cf. Lucan. 3, 12 et 6, 60,
Stat. Sìlv. 4, 6, 15) videtur dativus finalis ut sedibus Elysiis
destinatam — condidsrunt.
CIL Vili, 3506 [1236]
1 tertia non lux, tertia dies quae lux vocari non po-
terat, nox enim mihi fuit, luctus.afferens et fletus : laudat
B. Verg. Aen. 3, 117 et 10 (corrige 11), 210. intra tres
dies liberos uxorem morte absumptos credas
et : an ipse
tertia morbi die uxorem et liberos reliquit? 2 coniu-
(jium, coniugem, cf. Prop. 4, 13, 18 sqq. uxorum : fuais siat
pia turba comis et rertamen habet leti, quae viva sequntur
coniugium.
CIL VITI, 1523 suppl. 15539 [1237]

1 Liv. .38, 47 detrahere coronnm capiti, Petron. Sa. 12
laciniam umeris 3 manus lascmiat : Sii. 13, 329 dextera

lasciviat — improba h. e. callida ut ivipiobus Aeneas Verg.
Aen. 11, 517 4 lucida est pellucida, Plin. 35, 9 lucida
vesfis 7 versus male concinnatus, melior ita proferri po-
terat : me posui coniuxqiie me.d mihi iuncta Rogata est
8 condere (internavi famam

apud Phaedr. 3, ])rol. 53;
est
cf. Sii. 4, 37 memorandum condere nomea 9 satiem cf. Plin.
8, 51, Sii. 4, 110 — pietatem impleuimus: Tac. Agr. 44 vera
bona, quae in virtutibus aita sunt, impietrerai lOColnm. 8, 13
anser j^raetifat pullos atqae jdumam 12 hexameter prò pen-
tametro excidit inepto poetae. vocis sancire uovam signi-
ficationem iam adnotavit B. 13 sq. fata dedere ut vivus
te excolerem et titulos relinquerem. animadverte non ser-
vatam temporura consecutionem atque inconcinnitatem to-

tius verborum ambitus —
Glafriane Glaphyriane B., cuius
de Cupito coniectura satis placet 15 regnator Averni
Mart. 7, 47, 7.
Carmen duobus ordinibus continetur versuum octo-

'
nura. elegantis poetae prima esse Burmannus observavit,

cetera hominem rudem ostenduut arte surrepticia abusura
circa Severiana tempora B. Probabilius credas versibus 1-4,
'
aliunde accitis (sententiam euim exliibent titulo cuilibet

accomodatara) reliquos adposuisse poetam sane ineptum ;
vitia enim metrica inde a v. 6 animadvertas Cùjnto, matrì,

V ennstae i còniugemque^ uec non grarnmaticae lapsus (co-
niugemque meam mihi iuncta).

3 familiaeque Lar pater Plaut. Mere. 5, 1, 5 — paruo,
hnmili. cf. Hor. Ep. 2, 1, 257: ned, ncque parvum Carmen
nìaientaa recipit tua 5 vixi ruri, ex quo sum genitus,
colendo mea (sub. arva, sim.) puto 6 semper unquam
7 produxeiat: Ov. Tr. 4, 6, 11: tempus et in canas aemen
]iroducit aristas 8 '
demessor deest lexicis '
B., demessae
negetes Tac. Ann. 14, 24 9 falcifer inter scriptores aetatis
aureae liabet tantum Ovidius, posteriore aetate hoc vocabulo
usi sunt Sii. Mart. Macrob. 10 lonis ama: cf. quae
monet B.^ malim Nomada> ad Cirtam referre 13 totondi
64 H. BIANCHI
prò raessui, Tibull. 4, 1, 172 tondeturque seges maiuros annua

jjartus, add. Verg. Gè. 1, 289, Sen. Phoen. 130 14 eram,
Silva. — ex opere, ob opus meum credo ; an post opus, opere
absoluto? 16 Numidae, Nuraidiae — tiecare aristas Sen.
Troad. 76 17 hic labor et vita contenta parvo fecere
me valere (ut valerem) et dominum doraus constituerunt
24 iuuenes, liberos.
Nam in titulo praescripto potuit Ahimlpulona
(CIL Vili, 7610) vel Nam[phamina (ib. 540, 1603, 384, 5055)
vai Nam[p?iamilla (ib. 5972, 7510). Vitia metrica, praeter
4 lìèque, in finalibustantum animadvertas eademque per-
saepe in caesura: 5 uixì, 6 pausa nomiuativus, in caesura,
d falcifera nominativus; 14 opere in caesura, 15 undecìm
et, 17 uità nominativus, in caesura, 19 opibùs in caesura,
20 nostra uità nominativus {uita in caesura), 26 lingua no-
minativus, in caesura.

3 fiorente prò florentem putat B., sed cf. Hor. AP. 115
fiorente iuventa in fine versus.
Rev. Archóol. 1891 m. lan. p. 27 n. 24 [1245]

1 supphuerat credo coli. 501, 5 B. CIL Vili, 8870.
CIL Vili, 8234 [1246]

1 substantia Quint. deci. 15, 9; largae opes Ov. A. A. 3, 408.
CIL Vili, 8896 [1283]

3 haec, ut videtur, Papinia vel Papiria nupsit viro de
gente lulia, equiti Romano. Julia proles ex Man. 1, 799 —
prosata : Nemes. ed. 3, 63 love prosatus i])so, Auson. Edyll. 7,
in. stirpe et lare prosata 6 explicuit, iraplevit, satis aptum

mulieri quae vixit annos XC. Mart. 4, 54, 9 sq. : nikil adicit
penso Lachesis fasosque sororum explicat.

1 aeqitas, cuin dat. ut gr. ì'aac. Hom. A, 163: od /lèv
aoi 7T018 Jaov t-'x(') y^-'oreg. Veli. 2, 121 : ut aeqiium ei ius in
30. 10. '909

omnibus jjrovinciìs esaet^ quani erat ipsi — marifo h. e. se-

dibus mariti, éXXsimixùtg ut gr. aoi in exemplo nuper allato.
OIL Vili, 7427 [1288]

ineptum imitatorum facile adgnoscas, 2 exem-
Catulli
plo coniungat amorem illa redolent carminis 63, 334 conexìt
amores et 335 coniunxìt .... amantes 3 solaciolum tui
doloris Catull. 2, 7.
CIL Vili, 1954, suppl. 16513 [1289]

1 inuiolans^ quae fidem non violabat
2 nonne haec
de te Recte landat B. titulum 443, 11 et
dicenda sunt ?
Mart. 4, 40. 10, quamquam utroque loco nomen proprium

casu vocativo usurpatur 3 superstes sub. es 4 nato-
rum natis (cf. Vergilianum et nati natorum et qui nuscentur
ah illia) dativus finalis ad uigui pertinens.
CIL Vili, 7759 [1327]

3 '
confundi gentes videntur Syrum et Serura '
B.; for-
tasse sensus hic: non externa satus Scythica de gente, Sy-
rorum de gente sum satus, h. e. Afer sum, non Scytha.
Cf. Stat. The 12, 519: illud Virgili Ed 1, 64 sq. subit in
mentem : at nos hinc alii sitientes ibiìnus Afros, 2>'ìì's Scythiam
eqs. 5 Alba num quaedam urbs vel vicus nomine yitvxrj?
6 odoratuv, odorat 7 Daphne laurus, Petron. Sat.
131 ;
Nais aqua.
Versibus ineptissimis atque perperam collocati.s optimi
passim alternantur, ut 1, 2 (genus soloece prò genere), 6 {fron-
dicomans B.), 13, quos ex archetypo surreptos credas.

1 haud raro in titulis quam accentus ferit
citto :
'
'
syllaba geminam
accepit consonantem, nt henne mcrenii
B., at septem pedibus numerari versum credo non di\gne
Fe\lix ci\tto ui\tam caru\isti misel/e; ceterum cf. 523, 5 CIL
Vili, 696 infellx iuuenis munere decorate i<ujjpremo.
:
Carmen ex sequente 1329, CIL Vili, 403 desumptura,

studi ital. di filol. class. XVIII. 5
66 li- BIANCHI
ut mostrat cito ad senem qui vixit annos LXXXII rainirae

conseutaneum.
CIL Vili 403 suppl. 11511 [1329]

3 certior h. e. satis probata, Cic. prò Quint. 3 19 certus
paterfamili as.
Eev. Archéol 1894 lun. p. 421 [1331]

2 in mente, puto an sequens maneat prò maiìet?
;
4 ne, malles ut coli. v. 6.

1 fiiit V. 1 negatio, ut monuit B. ; fuit etiam, ut
opinor, annornm quilibet numerus, ut ex totidem v. 3 licet
inferre {Numqunm 'per annos uiginti praecepta quibus equos
posset, sini.) 3 scripsere: cf. 1164, 5, Sen. Herc. Fnr. 189:
nulli iussu cessare licet nulli scrijjtam proferre dievi 4 h. e.
quadripes (singularis collectivus) quem domui freno multo

fuit potior feris, h. e. feras feritate superavit. ferarum more
'
graeco prò ablativo '

B. 5 milihus passuum vigiliti B.,
quod nimiam videtur ; num milihus viginti j)assihus7 uinti
est viginti ital. venti, frane, vingt (cf. quae adnotavimus
pag. 58), nisi tamen vinti lapsus prò victus (vieti sunt equi
qui meciim concurrerunt): sub me, post me — cecurrit graeca
geminatio, cecurrit prò cucurrit adhuc Ciceronis et Caesaris
aetate scribi testatur Geli. 6, 9, 15 6 optahile optatum,
Ov. Me. 9,758 venit ecce optahile tempus: ita mortuus sum,
ut optaveram. cf. 1279, 7 8 trigari prò trigario. '
tri-
garium xónoc. ònov l'nnoi yv/uràCortai glossa Philox. cf. CIL

VI, 8461, Notitia urbis reg. IX, al. '
B. Plin. NH. in fin.:
ne equos quidem in trigariis praeferri ullos vernaculis ani-
niadverto.

1 KccXliaxQKioc. Se xaXòyg atoQkvrvzcu 4 tulit, passus
est:numquam invidiae morsus eum petiit; ita enim intel-
legendum, quamquam trauslationis modum mirari licet
6 praedia aedificia accipio
'
B., malira humo aliunde ar- "
CARM, LAT. EPIGK. AFRICANA. 67
nova praedia struxisse intellegere. Credas hnnc snpra

cessita
harenam infecundam liumum fertilem aliunde importatam
congessisse ut novi agri ve! hortuli quasi struerentnr
optarem stra]uu, quod ad rem et ad norainis proprii
atrujxit :
etymon magis videtur consentaneum, potnitque editor la-

pidis fraotura falsus litteram V prò litterae X superiore
parte habere.
CIL Vili, 2632 [1519]

3 himater, Ov. Me. 4, 11 Bacchumque bimafrem, gr. ài-
fîì^TOìQ. cf. Hygin. fab. 167 : Liber lovis et Proserpi naeJiHus
(I. Titanis est diatractus ; cuius cor contritum lovis Semelae
iledit in jjotionem. Ex eo praegnans curn esset factn, luno in
Boroen nutricem Semeles se commutavit et ait : Alumnn, jnte
a love ut sic ad te veniat quemadmodum ad lunonem^ ut
scias quae volujAas est cum Deo concumbere. Illa autem in-
stigata petit ab love et fulmine est iota, ex cuius utero Li-
berum exuit et Nyso dedit ad. nutriendiim, unde Dionysus e.^t
appellatus et Bimater est dictus 5 nouationem : exhibet

liane V. Tertull. 14, 1 et passim lurisconsulti 13 Cic.
De or. 199, honoribus et reip. miuieribusperfunctum — mactum
auctum, si tamen est a *mag-tus (cf. tnagis, magnus), qui
sensus hic satis aptns videtur : auctus honoribus Cic. Nat.
de 3, 36. accusativi forma, quam veteres adhibuisse testatur
Priscian. 668, tantum invenitur, quod sciam, apud Cat.
De re ru. 134, 2.
CIL. Vili, 2581 [1527]

1 '
Aeacia .... productam alteram quasi
mireris . . .
primitivum nomen Aeax fuerit (flumeii lUyii-icum Aeas . . .
etiam a latinis scriptoribus appellatur) B.: an Aincia ? '
cf. Strab. 316 C tòv ó Amov Aiavra xaXsl Exatcdog xai

:
(fìjGiv arcò Tov aviov tÓttov, tov tcsqì Aàxiiov, iiàXXov de xov
avrai) fivxov, róv Té Ivaôv qsìv sìg Aoyoz ngòg vórov xcà lòv
Aì'avTcc éantgav xal ngòg rf^r 'Adoiav. potuit auctor
TTCòg
tituli haec honoris causa sibi sumere atque novum adiec-
tivum Aiacius ecferre 5 sonijjea adpositivum tov cffigif'-

6 telum prò letum malo, quamquam B. aliter putat
68 H. BIANCHI
12 respirantem eodem.sensu ac spirantem, h. e. ad vivum

expressara. Sii. 2, 429 at senior Siculis exHìdtat in arvis, spi-
rantem credas certamina anhela movere 13 iaculat non '
legitur nisi apud infumos refrenus nusquam alias B.: . . , .

'
iaculatur e{f)freno conicio, {su{p)pleverat 501, 5 CIL Vili,

8870) coli. Liv. 4, 33 effreno eq%io in medios ignes infertur.
CIL Vili, 21155 [1552]

A 2 paruaque . . . hora, cf. Lucan. 4, 476 ]jarv<i nox
et 6, 806 parva vita — rapdorum velocium, cf. ital. ratto
li. e. velox, atque lat. rapidus a rapio 3 Eìysiis . . . terris
insolente! prò campis ; Elysium agrum habet Martial. 10, 101

4 Martial. 4, 54, 9 sq. nil adicit penso Lachesis fusosque :
sororum explicat, et semper de trihus una secat 5 rationis

h. e. viae Nep. Annib. 10: ad hunc interjlcienduìn talem
;
iniit rationem 8 fortius refer ad mansuris h. e. duraturis

10 mtmerum copiam. Ciò. Phil. 2, 27 maximus vini nu-
merus 15 census magnifìcentiam, Manil. 11, 12 Aetherios
per carmina jjandere census. Eodem fere sensu censiL opimo
(h. e. gemmis maximi pretii) onerare digitos Plin. 33, 1
19 immortales mores cf. 11 sq. alto more 20 stahilis bene
Jigitur, redditur stabilis et fixa, h. e. aeternis aedificis ae-

dificandis impenditur, cf. Cic. Acad. 4, 9 decretum stabile
Jixum ratum esse debet et luven. 3, 2 sedem figere (li. e. sta-
lliere) Cumis 22 icenalis sanguine, qui sanguinis pretio
rediraitur 25 placentes Hor. Carm. 2, 14, 21 linquenda
tellus et domus et placens uxor 29 Orientis sub. tellus
30 Pharìis leuitatibus h. e. Alexandrlnis deliciis (ut vi-
dero est apud Quintil. 1, 2, 7), quae in proverbio fuerunt.
lam Oaes. BC. 3, 110 Alexandrina vita atque licentia, Cic.
Dò fin. 1, 18 amatóriis levitatibus dediti — artibus actis '
artes
cur dicantur actae aut quo modo praedicaudae sint parum
liquet ... ;
videtur, uQuîg erisxrog contra iguaviam mollem
induci subeuut igitur mentem opera qualia Novio-
. . . . ,
magi detecta sunt tum ipsa prò illa aetate artificiosissima

tum alias vitae artes declarantia a Gallis factitatas excel-
lenter '
B. ; sed quonjodo hae artes inter ea qiiê cito de-
ficiunt et kabent breue munus amoris (v. 32) numerari j)OS-
CARM. LAT. RPIGR. AFRICANA. 69
sint nou video, neque ouans sensum praebere videtur buie

rei accorumodatnm. Artibus actis inepte ludos scaenicos poe-
tam significare voluisse dubitanter conicio aique fortasse
Gallorara deae matris sacerdotum saltationes et ululatus in
mente habuisse, rebus prorsus contrariis una male collatis
55 Hor. AP. 464 sq. deios immortalis haberi dum cuyit
Empedocles 56 relieti: segregati an qui postea ab eo
relinqnitur? cui tamen sensui quod sequitur deseruisse re-
pugnat 68 intellego coniungere cum vita opus pe-
renne, quod numquam labetur. defigere cum dat. casu habet
Varr. apud Non. 3, 184 {defigere cruci) 71 pensatos, uu-
meratos 75 ut prò ne 78 Val. Flacc. 4, 149 vasto qui
vertice nubila pulsat 79 si iungare montes eqs. : si quis
suramum mausolei fastigium oculis coniungat cum vertice
montium circa stantium, videbit coUes omnes minores
infra multum subesse; si quis vero e summo monimento
ad lerram vertat oculos, eam quasi abditara in profundo
cernet 82 exire . . . in arces, superare arces, Stat. The.
6, 838 sic grandibus alte insurgens uraeris hominem siijjer
improbus exit 1004 septima nox, Zephyro

85 Lucan. 9,
numquam laxante rudentes^ ostendit Phariis Aegyptia litora

Jlammis 86 foratus, Colum. 5, 10, Macrob. Sa. 7, 3, Sen.
de brev. vit. 10.
B 1 uenerandas activa significatione, quasi venerabun-
das venerandus qui veneratur ut secundus qui sequitur
:
16 hic, h. e. gallus malim hinc 20 tu num diu mo-

: :
nosillabum ?

1 ad superos inepte puto dictum prò inter superos vi-
vebat, sim. superos
;
=
mortales, cf. quae adnotavimus p. 49
3 sanus mirum, satus fuisse in lapide credo, vel esse
restituendum : quod refert ad numerum cf. qui sequitur
versum.
CIL Vili, 9642 [1603]

ex archetypho primores tres versus (2 atque legas Jietu
sine quae recitare B., 3 demas enim, prò iufelicissimus ponas
nomen proprium tale Pomponius), reliqua prosa oratione
70 H. BIANCHI
composita clausulas versus hexametri imitantur (4 pafre

uidere, 5 luce reliqui, 6 Jilio fecif).
CIL Vili, sui)pl. 13134 [1606]

'
scriptorem barbarum aut Graeculum ita balbntiisse
credo '
B.; tituli sententiam, demptis mendis, ita informavi.:
tu, quicumque pius uel inbenig|nus leges titulum meum,

5 flebis ae|tatem meam, quae non debui talem lucem nec ||
tales superos j
linquere. qua re? dicis. quia fui |
opes caro
sponso, cuius m|ores timida semper et castitatem |
huiusque
10 caritatem seruaui, quia ||
enim is a me merebatur, qui
me I
tam caste diligebat. atque uixi sim|pliciter, in cuius
pudore |
nemo nec iactare neque apud carum |
maritum
inodiari potuit.
15 quaecum||que tu sancta femina potueris |
tara caste
uiuere ! scito enim pos[se te care diligi si meo ritu cas|ti-
tatis uiuas, quia ego post meum |
obitum multorum anno-
20 rum 11
memoriam marito relinquo. sed ago |
superis gratias
quod dum ego |
uiuereni nil uoluptatibus meis j
negauit,
quia et ipsa merueram |
eqs.
2 sq. quicumque es pius vel impius, qui leges eqs.
credo: omnibus est flendum, hunc titulum legentibus

3 sq. Jies inepte credo prò flebis, propter praecedens leges
4 mae feci meam^ potuit esse prò fxov {rjhxiav fiov)

5 superos = rovg ava) cf. pag. 49 8 castitatem huius B.
'
nam castitas puellae erat '; malo castitatem (h. e. pudo-
rem) huiusque caritatem (amorem in eum) 10 mereh.itur
media forma ac signifìcatio, cf. 23 merueram 11 sq,
adque atque, ut 484, 2 CIL VITI, 1027 et 511, 5 CIL
Vili, 4681 12 sqq. credo: et nemo in meo pudore potuit
iactare (meo pudori illudere) aut me inodiari apud carum ma-

ritum (in odium adducere mariti ;
carum, (piXov): nemo nec ut
112, 4 CIL 5370: non fruitus nemine 14 sq. o quaecumque
tu sancta femina, ut 2 tu quicumque pius uel inhenignus: sancta
est casta vel pia, gr. àyvrj 19 sq. multorum annorum
memoriam, memoriam mei multos annos mansuram 21 sq.
dtcm cum eo uiuerem B., malo cum Schmidtio dumque ego
uiuerem, cf. v. 14 22 uoluptatibus desideriis.
,
CARM. LAT. KPIGR. AFRICANA. 71
Omnia videntur prosa oratione composita, quamquam B.

'
iu principio iustus legitur hendecasyllabus '.
CIL Vili 9048 [1610]

6 coepto . . . Jiore^ ineunte pueritia.
Qnaedam ex archetypo :
.... nam tres una dies et pestis acerba

abstulit hos puerof, qui coepto flore subrepti ....
CIL Viri suppl. 15333 [1614]

Tribus distichis constabat archetypus :
Primula prima fui Tityro generata puella

lunata cum dominis — u u — u u _
Venum sum data — u u — u u quem fata — —
Ac sibi coniugium _ u u _ u U _
ò'eruaui, genui, spiritu u u — o u
— U U — U ouans^ ussa u _ u U _

Archetypus talis :
Reddidit ehii spiritum Sempronia casta puella

Sumere iam properans pieiatis yraemia digna.
Al te rum v. restituit B.
Bull, de la Soc. des Antiq. de France 1896 pag. 347: ti-
tulus repertus Cartilagine :
Daplinis ego Hermetis conianx sum libera facta

cum dominus uellet primis Hermes liber ut esset.
fato ego facta prior, fata ego rapta prioi

quae tuli quod gemui gemitus uiro saepe reliqui,
5 quae domino inuito uitam dedi pruxime nato,
nunc quis alet natum, quis uitae longa ministrai,
me Styga quod rapuit tam cito eni{in) a{d) iSuperus?
4 num genui? gemui creào lapsum propter sequens (/e-
mitus 5 domino limito ablativus absolutus 6 longa

dictum puto quasi vitae diuturnas curas
ititdd 7 Styga du-
bito an nomiuativus sit. nominativi ex accus. facti habes
exemplum in tit. 1830 B a capita; nomina III declinationis

72 H. BIANCHI
aliquo casu in -a finientia saepe ad I seriore aetate relata

sunt, cf. 484, 3 B., CIL Vili, 1027 diploma ae, et ital.
forza {fortia, ae) sim.
Vitia metrica '2 primus 4 tul), uirò, 5 proxirné saeculo III
adpendas : vv. 3 et 7 pentametri.
Bull, archéol. du Comité des trav. histor. 1896 pag. 230

n. 27: titulus repertus apud Henchin-Amana. prae-
scriptum d. M. s, Titin{i)a Fortunata jjia uixit an-
nis XLVIII. h. s. e. o. t. h. q. —
M. $. F{lauiui>
d.
F(lauii) jil. Quiriina tribù) Pudens Maximianus p. u.

a. LXXXIIi m. XI h. s. e. a. t. h. q. :
est proauus qui tempora iiitae

Fl{auÌHs) Ine situs
Plura senex numerans nipruit hoc saepe uocari.
Vixit ad exemplum uitae, poteratque nepotnm
Dici simul uirLute pater; nam saepe solebat
E aequo caeleri riuos transcendere magno.s.
. . .
N bus sen[i]or leporem mostrabat et ipse

Sic fortis centum numerabat tempora uitae.
Iws ego iam proauo uersus pater ipse neposque
testantes uitam multa per saecula misi.
1 hoc nempe nomine, Pudente credo 3 sq. poterat

uepotum pater videri, ut qui tara fortiter aetatis ferret
pondus 6 ex equo celeri 6 nepotibus credo, quamquam
3 et 8 nep- 7 ad annum vitae centesimum appropin-
quabat; sic intellegendum puto, nam a. fere LXXXIV vixit
8 uepos iam liberos ex sese genuerat cum titulum in-
scripsit.
Vitia metrica 2 merini hoc, 4 dici, 6 n[ripoti\buii ?9 multa
per saecula. Primores versus acrostichidem faciunt F. Pudens.
Bull, de la Soc. des Antiq. de Frauce 1907 p. 133: titulus

repertus Tunete : cf. 1754 B. :
Cerne salutiferas splendenti marmure baias

qui calidos aestus tingere quaeris aquis.
hic uhi Vulcano Nerine gertat amore
nec necat unda faces, nec nocet ignis aquas,
5 gaude operi gebamundiaco regalis erigo,
deliciis sospes utere cum populo.
CARM. LAT. KPIGR. AFRICANA, 73
1 splendeiìtis Parlo marmore pnrius Hor. carm. 1, 19, 5 —

balas thermas: Cic. prò Cael. 16 cuius in hortos, donium, haias
iure suo libidines omnium commearant. Adde Tibull. 3, 5, 3
2 tingere estinguere. Ov. Rem. Am. 700 tingere in amne
faces 3 gertat, certat 4 nocet aquaa Phaedr. 4, 18, 4:
. . . .
namque ut refecta tst nocuit hominem protinus 5 geba-

mundlaco nomen videtiir esse, fortasse corruptum, barbari
cuiiisdara regiae stirpis, quem credas valetudinis curandae
gratia Tuuetem venisse.
Rev. des étud. anc. 1901 p. 222: titnlus repertus Timgadi,

supra sculpta viatoria alata :
Aìes, homo, numen uirtus et giuria paliìiiae)

Homuleis praepes uirgu fecuiida trupels
sic stetit ut Romani uictus cognosceret urbis,
ornine quo residens lìiettiin dolos iurgia uincas,
5 et comifatus agas prouectus gaudia palmas.
1 aìes . . , 605 deus ales

nuìnen, Stat. The
2 fe- 4,
Meroe fecunda colonis
ciinda translate. Lucan. 10, 303 nigris
5 et una cura civibus incede gaudens et palmas fe-
rens credo.
Vitia metrica 4 mèfum dolós. Ad alteram partem saec. IV
refert titulus Dautremerus: credo victoriae monumentum
instauratum esse post Maxentium a Constantino debellatum
a. CCCXI, cum ubique per Africam renovata pax post ty-
ranni saevitiam celebraretur. cf. 278 B.^ Ephem. epigr.
VII, 380 et CIL 7005-7010, 18261, Monceax Hist. litt. de
l'Afr. chrét. 3, p. 40.
Scribebam Florentiae Kal. Sept. a. MCMIX.

INDEX
Numeri sunt Buecheleri oditionis.
accusativus adverhialis 883, 3 gi'a- coniuga 112, 2.

turaque renidet. coniugium couiunx = 1236, 2.
accusativus absolutus 626, 1 impleta cornu metae 1332, 6.
tempora, credula passz'va significatiune 1552,
admoderator 511, G. B, 18.
adque (= atque) 484, 2, 511, 5 et creiiiatus febre 1521, 8.
1606, 11. cursum {neutr. prò masch.) 429, 5.
aequus cum dat. {laog) 1284, 1 ae- d in fine om. 1332, 8.

quas .... sedes marito. . . . d =
« 484, 2 et 511, 5 adque 1391, 1
ai = ae 1286, 3 quaiso. quod 2^ô quot.

ales numen Rev. des étud. anc, Daphne = laurus 1327, 7.
1901, p. 222, V. 1. demandat 113, 2.

asparsus (?) 625, 6 floribus aspar- demessor 1238, 8 et 11.
sus. densata sedilia 271, 12.
attem =: autem 1239, 5. deponens prò adivo 1327, 6 odo-
aurati = aurei 938, 1 pulueris au- ratur.
rati, diploma, ae 484, 3.
baias Bull. Soc. Antiq. de France, discordanlia generis 141, 5 iugum

1907, p. 133, V. 1. coniugalem 573, 2 tacito sede.
6 =-. p 133, 1 scribtum 1238, 21 duplicalio consonantium 484, 2
scribtus. transseo 523, 5 suppremo
6 = tt 316, 2 conserbat 774, 1 ebo 1328, 1 citte.
(aevo) 776, 2 biber-. 4 bita. e = i 1245, 5 preste ti t 6 cenis.

cecurrit 1332, 5. ei = i 429, 1, 6 seic 3 seimituin 9
cerineos . . . nidos 1552, A, 8S. legeisti 1519, 3 Leiber.
circaui 484, 3. emeatus 293, 2.
clusus — clausus 520, 10. exactus 575, 5 sq.

columen 511, 1. exaain>is {aipvxog) 272, 2.
concisio 468, 3 mi 518, 6 periclo explìcatio consonantium 115, 2, (>
520, 6 sublit 525, 6 replesti eclesia 479, 3 telus, 9 moliter

559, 2 quarranta? 800. 5socro 501, 5 supleuerat 1210, 1 suti-
1332, 5 uiuti = uigiuti ? ciuut, passivi.
condidéruat 1188, 4. explicuit fatum 1283, 6.
H. BIANCHI, CARM. LAT. EPIGR. AFRICANA. INDEX. 75
faciindi mores 1329, 'à.

p =z b 512, 10 niempra.
falcifera 1238, 9. parsimonio fulta 516, 2.
florisapos liquores 1552, A, 90. patrata n. pi. 1600, 3.

foratus lapis 1552, A, SB. patres = parentes 559, 3.
fmitus 112, 4, 512, 2, 6. pausa 1238, 6.
frunltus 1607, 2. pausum 225, 2.
fulta parsimonio 516. 2. pendant prò pendant 468, 5.

genitìvus comparativus prò ablativo pensatos annos 1552, A, 71.
1332, 4 ferarum potior. Phariis leuitatibus 1552, A, 30.
genitiv US hcativ US 484, 6 iiiuentutis plebes 271, 13.
522, 3 Gei-maniae 800, 4 pa- potlmur = fruimur 278, 2.
triae. potiones calicis perdUcere 484, 5.

gremia 1288, 12. praeditus cam infili. 526, 4 sqq.
i = e boi, 2 infilix 776, 3 mios. praepes uirgo (victoria alata) Rev.
iom. in perf. 522, 1 obit 1288, 4 abit. des étud. ano., 1901, p. 222, v. 2.
iaculaf? 1527, B, 3. praeuentis fato 574, 6.
impauidus = non pavidus 472, 2. pratalibus aruis 525, 6.
inanimem [sfiipvxof) 272, 2, prolata Oceano dies 880, 2.
infinitas Idstoricus 510, G. prosata 1283, 3.
iugeinisco transilivum 52(j, 10. prouectus Rev. des étud. une. 1901.
inodiari 1606, 14. p. 222, V. 5.
inbenignus 1C06, 2. pruuidé 469, 4.
iuuiolaus 1289, 1. ps = bs 429, 4 opsequio.

laraeiitatoi' 526, 14. quadripedem 1332, 4.
lepida couiuax 480, 2. quaerere cum dat. 1239, 4.
libra docilis 276, 2. quandocumque 965, 1, 966, 1.
himiuat 880, 2. -que et 469, 3 gratisque et.
niactuni 1519, 14. qui = cui 527, 2.

marita 486, 6. quid =; quod 520, 7.
mi =; mihi 468, 3. quisque =unusquisque 227. 4
munerare 515, 1. = quisquis 133, 1, 484, 7, 890, 1.
munidator 511, 7. r om. 1245, 7 conse(r)ui.

Nais 1327, 7. refreno? 1527, B, 3.
negatio duplex 112, 4 non fruitus remeant 271, 7.
nemine 1606, 12 nemo nec. respirantem 1527, B, 2.
ìieutrum prò masculinu 429, 5 cur- rimata 271, 7.

sum. Romuleis ti'opeis Rei\ des étud.
nocet cum accus. Bull. Soc. Antiq. ano.. 1901, p. 222, v. 2.
de France, 1927, p. 133, v. 4. rnsticulus 1238, 23.
nouationem 1519, 5. sancire = venerari 1237, 12.
nubigenam madorem 254, 4. saturare 480, 5.

obuius furor pugnae 520, 9. Scitus fortuna ima 521. 5.
omua =^ omnia 635, 2. scalptui'a 1552, A, 46.

optabile — optatuni 1332, 6. seimitum 429, 3.
optio 800, 2. serenitico caelo 271, 3.

76 H. BIANCHI, CARM. LAT. RPIGR. AFRICANA. INDKX.
sescuplicarius 486, 5. t = (l 115, 1 at = ad, 511, 4 set?

sesqui 133i, 3. 276, 1, 2, 3, 4, 472, 5, 517, 1,
sibi = ipsi 559, 3. 1327, 13 quot =: quod.

siliqua 335, 1. temerata bella 520, 6.
sincerus 993. 1. ter bene 880, 3.

sistrigeri Nili 1552, A, 81. Thymbraeo nectare 1552, A, 89.
solaciolura 1288, 3. timeo ut {j)ru ne) 1552, A, 74 sq.
solamen 480, 6. tingere = extinguere Bull. ò'uc.
solido ex ebore 1246, 4. Antiq. de France 1907, p. 133, v. 2.

sollicitata 938, 2. titulus =^ lapis vel marmor 966, 2.
sonoriim 272, 1 ;
sonoros inetus trigari (= trigario) solo 1332, 8.
254, 2 sq. u —
h 297. 5 ualeuit 1187, 9 reno-
speculato!- 522, 3. uaueris 1515, 9 occupauit.

,s = ps 272, 3 sumsique. uaporauerit 284, 2.
strata 293, 2. ueueraudas = verenabuudas 1552,
Styga nominai. ? Bull, iSoc, Antiq. B, 1.
de France, 1896 p. 347 v. 7. uiduata marito 433, 4.
Stygius reguator 1552, A, 55. uigui = vixi 1289, 4.

subTit = subivit 520, 6. uiridautibus antris 468, 3.
subolum 518, 6. uiridat 468, 4.

successori 890, 1. uirum uir = duumvir 511, 5.
succussus 1527, 5. uitea tecta 276, 1.
superi 141, 7, 1600, 1, 1GU6, 5. uitis 522, 4.

=
e 429, !J, 10 sit pru sic. uum = um 1 15, 6 fratruum.
INDEX CODICVM LATINOKVM
QVI VOLATERRIS
IN BYBLIOTHECA GVARNACCIANA ADSERVANTVR

COMPOSVIT
HYGINVS FVNAIOLI
Indicem librorum mss. publicae Yolaterrarum byblio-

thecae ante hos XVTI annos lohannes Giannini in Maz-
zatintii Innentariis codcl. Bybl. Italicar. uol. II edidit ;
qui
tamen ciim raancus etmendosus est, tum nulla fere arte
nullaque doctrina instructus. Et sunt Volaterrarum codices,
quoad saltem ad medium quod uocatur aeuum et proximam
insequentem aetatem attinent, digni qui melius cognoscan-
tiVr, uelut n. 6774-6777, 8653 alii. His de causis negotium
ego indicem deuuo conficiendi suscepi, quod eo libentius

feci, quia ita occasio dabatur meum amorera gratumque
animum in urbem patefaciendi, apud quam natus, in qua

puerili aetate institutus sum.
Codices ex descripsi ; XL fere, quos temjDoris
alios
angustiis mihi ipsi inspicere non contigit, in appendicem
relegaui singulorum argumentis ex Gianninii indice additis,
qui, non infitior, hic illic alibi quoque mihi non inutilis fuit :
eos tamen omnes infra descriptos innenies, quos aut Gian-

nini in additamentis tantum attigit, aut bybliothecae prae-
fectus, Aetius Solaini, nuperrime acquisiuit. Qui quanta
humanitate et scientia me in opere peragendo adiuuerit,
neque mihi iam dieere necesse est, neque ut dicam summa
eius uerecundia pernii ttit : ei eiusque peritissimo adiutori
A. Fantozzi, qui mihi Volaterris commoranti et postea ab-
senti nulla in re defueruut, raaximas ago gratias. Neque
78 CODICBS LATINI
W. Levison meum, j.irum doctissimum, silentio praeteream,

quem cum saepius ad litteras medii aeui tnm ad tempora
complurium codd. photographicis descriptornm tabulis sta-
tuenda adhibui qua in re ne A. SchuUei quidein sententia
;
auctoritasque defuit. Magnnm mila adiunientum attulit

etiam Vattasso, Initia patrura ex Mignei Patrologia I. II
(Roinae 1906. 1908).
Reliquum est ut scriptores, quos librorum inscriptio-
nibus breuiatis uel omissis attuli, cornmemorem :
A. M. Baudìnì, Catalogus codd. mss. Bibliothecae Medi-

ceae-Lanrentianae I-V, Floreutiae 1774-1778
A. M. Bandìui, Bibliotheca Leopoldina Laurentiana I-III,
Floreutiae 1791-1793
Bibliotheca Hagiograpliica Latina antiquae et mediae aetatis,
ed. socii Bollandiani I (litt A-I, n. 1-4638), II (K-Z,
n. 4639-9028 cum supplem.), Bruxellis 1898. 1901
N. Chovalier, Répertoire des sources historiques du moyen
age, Bio-bibliographie I (litt. A-I), II (J-Z), Paris
1903. 1907
H. 0. Coxe, Catalogus codd. mss. qui in coUegiis aulisque
Oxoniensi bus hodie adseruantur I. IT, Oxouii 1852
Ch. G. Jòcher, Gelehrten-Lexicon I (litt. A-C), II (D-L),
III (M-R), IV (S-Z), Leipzig 1750-1751
G. M. Mazziiclielli, Gli scrittori d'Italia (complur. uolum.),
Brescia 1753 sqq.
I. B. Mittarelli, Bibliotheca codd. mss. Monasterii S. 3IÌ-
chaélis Venetiarum, Venetiis 1779
L. Suriiis, De probatis sanctorum uitis I-XII in fol., Co-
loniae Agrippinae 1618
G. Tiraboschi, Storia della letteratura italiana I-VIII, Fi-
renze 1805-1812
0. Y()ii;t, Die Wiederbelebung des classischen Altertnms,
oder das erste Jahrlmndert des Humanisrans I. Il,
dritte Aufl. von Max Lehnerdt, Berlin 1893.
Scribebani Bounae Vili Kal. Oct. MCMIX.
Hyginvs Fvnaioli.
BYBL. PVBL. VOLATERR. 79
5031 (XL 2, 15) 204 G.

1 (Mutila epistula). — Mar<rasi>i {litt. -rasi- euanuerunt)
Siculi epistola responsiua ad eloquentissimum uirura <Leo-
nardum) {hoc loco fol. corrosum est; fori, scriptum erat L.)
Arelinura de laudibus fontis Gay incipit (= Cai'm. ili. poe-
tar, ital. VI, Fior. 1720, p. 251-252; Mehus, Leon. Bruni
cf.
epist., Fior. 1741, praef. p. xiv; Bandini II 170, XII)

2 <Eiiisdem> ad — L<eonardum> Aretinum (= Carm. ili.
poetar, ital. VI 252-253) 2" Antonii Panorrnite preclari

epygramraa ad Marrasium Siciliensem (inscriptio sola inest ;
de epigrarara. cf. Bandini II 170, XVI. 184, XXXII)

3 (Marrasii epistula ad Angelinam) Bandini II 169, III. = —
(Eiusdem) ad —
Tommasium Picolominem (= Bandini II
170, XIV. 184, XXX. 198, XXVII; Stornajolo, Bibl. Vat.
codd. Urbin. lat. n. 368, 8) 4 Angeline dine puelle et for-
mosissime epistola responsiua ad eam epistolara cui titulus
est '
Marrasii elegium '
ad M. Siciliensem feliciter incipit:
Lege uoluptuose: <Q>uid queris cur me tanto merore fa-
^
tigas et que nunc uitrea est, nunc aqua nigra foret

I
'
5 Oratio magnificae dominae Baptiste de Malatestis ad impe-

ratorem Gismundura feliciter incipit (=rMittarellip. 701-702)
6^ Illustris principis Leouelli Extensis ad Agustum {sic)
Oesarem (=
oratio feliciter incipit cf. Mittarelli p. 665-666;
Voigt I 562) 7^ Versus (undecim de mensibus): lulius '
Aprilis septemque nouemque trienos etc. 8 (Calendarium '
romanum) :
'
lanuarius: liic mensis habet XXXI dies |
qui
scripsit hos fecit. |j
Nullus enim poterit snperis porrigere
preces ||
qui non fortunam per mare passus erit *
15 Hec
est quaedam oratio facta et recitata per egregium docto-
80 CODICES LATINI
rem A. Senensem corani popnlo et collegio studi! Fioren-

tini: '
Consneuerunt inaiores nostri ad laudem Dei optimi |
et raaximi '. Finis (A. Lisini litteris ad Ae. Solaini missis

se snspicari ait, A. Senensem enm Andream Benzi esse,
Hngonis nepotem, qui Florentiae medio fere saec. XV docuit
et mense lunio 1447 in populi Fiorentini ciuitatem susce-
ptus est; de quo cf. Mazzucchelli II, II 782-783) 22 <Si-
gnum tabellarium) Signum mei Blasii :22^ Isti uersus
compositi a me Biasio domini Benedicti de Liscis fuere
anno Domini 1444 die XI mensis Ottubris, quos descripsi
in certis litteris prò earum responsione prout patebit in-
ferius. Ad Tauianum S. Volaterrauum Pandite Pierides :
'
magnumque pandite carmen canit mea parua poesis '. Fi- \
nis. —
Ad Bartalomeum (sic) Volaterranum de Armellina
araaxia sua: 23 numen patrieque decus pulcherrima
'
uirgo I
consule amanti '. —
Ad euudem Bar<tliólom.> de
Ar<mellina> suaamor miserum tu respice
:
'
crudelis
araantem optima uirgo '.
j
et Ad Lucam <de Bernardis —
Geminianensem/ qui hos me rogauit facere uersus in uitu-
periorum (sic) certorum emulorum et maxime inimicantium
litteras in quibus isti aderant uersus lubens transmisi : 'Quis
puer quem tanta insania cepit et respicit actus '.
fuit ille
—
|
Finis. Ad Bar<tholom.> Dii te conseruent quantum :

'
te fama per orbem sisque benigna mihi 24 Ad Fran-

|
'
ciscum Scalamontem Anchonitanum equitem de bello inter

Genuenses et regem Aragonura epistolam sino libellum Ki-
riacus Anconitanus scribit (= Bandiui III 394, II; cf. Co-
lucci, Delle antich. Picene XV 100) 31 Ad honorem —
Kiriaci Anchonitani herelogos non nulli ad (ad obducta lineola
del.) scripserunt :
'
Lustrasti ueterum '
etc. (=: Mehus, Ky-
riali Anconit. itinerarium. Fior. 1742, p. 5; Bandini III 742 ;
epigrammatis scriptor appellatur a Cyriaco 1. e. uir quis- '
piam Latinus et humanae rei doctus '). (Breuiora epi- —

graramata ad medicum Caroli Aretini, ad anonymum, ad
Marrasium) 32 Hos uersus composui ego Blasius (Liscius)
ad laude Domini L<eonardi/ Aretini clarissimi ora-
(^Jc)
toris et poeLae etc. Hic Leonardus adest stoicus clarusque

'
poeta '
etc. —
(Anonymi carmen) Huc nuUus introyat :
'
12. 1. '910
BYBL. PVBL. VOLATKRR. 81
qui sumere iiiilt alimentnm '

etc. — (Anonymi carmen in
mortem Altierae Astra tenent aui-
e gente Albitiorum) :
'
mam corpusqiie exangue sepulcrum hoc 32^ Fran- '

etc.
ciscus Sca<lamontius> Kiriaco Anconitano s. d. Quid est :
'
cur tuae quid egeris. Vale diu ex Nursia III Kal. lanua-
—
|
rias '. Ephitapliiurn (in marg. Boccacci)

Finis. Pli. =
Villani, Liber de ciuit. Fior, famosis ciuib., ed. Galletti
Fior. 1847, p. 18 33^ Epitaphium (lohannis XXIII) :
'
Ecclesie summus pastor qui preiuit olim '
etc. — Bar^
(tholom.) lacobo suo Cum repeteret lohannes hic
s. d. :
'
noster |
naie.
'
34 Bar<tholom.> 0<onrado ?> s. d. Si '
ualeas bene est |

facite certiorem. Vale 35 B<artholom.> '
Co<nrado ?> suo s. d. Et si multa a te tacendum censui. '

|
Vale '
35'' Bar<tholom.> Iacopo suo s. d. Codicem epi- ^
stolarum mearum facias certiorem. Vale 36 In Cer-

|
'
tosa Fiorentina ephitaphium Nichole (Acciaioli) eius eccle-

siae fundatoris :
'
Gloria railitiae mansuraque fama suorum |
luce Nouembris '. Finis amen 37 Quoddam astiludiura

epistola hec K<yriaci) Anco<nitani> ad Fr<anciscum) Sf<or-
tiam) clarissirae docet :
'
Francisco Sfortiae '
etc. '
Flo-
rentia |
Florentiae III K. Febr. Eug<enio) P. IX '
40^ Epigramma apud Aquileiam antiquissimam Italiae ci-

uitatem ex K<yriaco> A<uconitano) compertum Imp. : '
u
Caes. inuictus Ag '
(= Mehus Kyriaci Anconit. itiner.
p. 80) Dine dicarunt

41 K<yriac.) A<nconit. titulus) '
|
'
({. e. Cosmas et Laur. frater). Nota de VII mundi specta- —

culis. Ex Gregorio Nazareno theologo SS. de VII mundi
spectaculis K(yriaci) Anconitani breuissima in latinum
dispositio (sic) expositio ad lohannem. Federigi F. Corne-
lium Venetum etc. Primum quidem mundi etc. ' '
42^ (Eiusdem) ad E<ugenium) IIII Ponti f. Max. ex Ancone

de Piciniani exercitus conflictu Anglariano Exacto iam :
'
K. Quintilis I
43 K<yriacus) A<nco-
beatissime Pater '
nitanus) S. T. D. ex Florentia Tu-

^
Ingenti hodie letitia i
scorum urbe fluentina VI. K. Aprii. Eug. P. IV. XII. '
45 lacobus Rizouus K(yriaco) A<nconitano> latinitatis et

autiquitatis lumini ex Flo<reutia) pridie Non. Mai j
studi ital, di filol, class, XVIII. 6

82 COUICES LATINI
46 Hec est quaedam fabula edita (edita Un. ohd. del.) de

uugari (sic) in latinum composita a domino L<eonardo; Are-
tino Bindaccio Ricasolano non in iuuenibus modo sed
: '
|
senilìiis pos
in iuuenibus (pos Un. ohd. del.) possunt '
(mutila extrema
parte.— Epistulam ad Bindaccium edid. ÌMittarelli p. 6G0-661;
ceterum cf. Bandini III 634, VI. 637, XIX. V 372, XV;
Frati, Studi ital. XVI 248 n. 395 Univ. Bonon. Galante ;
ibid. X 357 cod. Magliab. 51, 156; Hagen, Catal. codd.

Bern. n. 550, 15; Morpurgo, Bibl. Riccard. n. 1157, III, 3;
Stornajolo, Bibl. Vatic. Urbin. Lat. n. 402, 302; Mehus,
Leon. Bruni epist., Fior. 1741, I p. lxxxi; Mazzucchelli
VI 2209, XIV) 51 Schacorum Nasonis tu (Nasoni s tu
Un. ohd. del.) lector Nasonis respice librum quera hic de-
scripsi Ouidiusque fecitQui cupis egregium schacorum
:
'
discere ludum |
turbine sectus 52 Antonius Panor-
'
mita s. d. Ergeteli filio (= Bandini III 611, II) 53 An-

tonius Panormita Iac° Peregrino uiro magno s. p. d. '
Binis
tuis litteris |
significauerit. Vale '
54 (Eiusdem) Laus
Garrini (= Anton. Panormitae Hermaphroditi Append., ed.
Forbergius Coburgi 1824, p. 186-187). (Anonymi laus —
Petri Medicei) Sum patrie decus, sum nostre gloria
:
'
domus etc. 54^ Panormita ad Ergotelem filium: Cum

' '
uequeat nummos carmina uates etc. Epi-

mittit tibi ' —
taphion lanini Ritii laninus iacet hic Ritiorum digna
:
'
propago etc. 55 Antonius Panor<mita> s. d. A. suo:

'
'
Tua ista in Agustam senem restitue. Vale 55^ Ad j
'
F<rancisjum> Piccininum. Antonius Pa<normita> Frane" Pic-

cinino s. p. d. Si uales nescius ne esses. Vale
'
(cf. Ra- |
'
morino. Contributi alla storia biogr. e crit. di Anton. Bec-

cadelli, Palermo 1883, p. 18; Gaspary, Vierteljahrsschr.
f. Kult. u. Litt. der Renaiss. I 477) 56 Antonius Panor-
mita Cremoue suo s. p. d. 'Aduenisse te uirtus '. (Ano- |
—
nymi distichon) sub Lucretiae statua: '
Haec sibi consciuit
pulchram Lucretia mortem ||mox ubi adulterium casta coacta
tulit 56^ Senatui Plebique lenuensi s. p. d. Antonius
'
Panormita: Siquis uestrura fortasse

'
copiosioi-es rnnlto |
fuisse (mutil. extrema parte; cf. Ramoriuo 1. e. p. 10;

'
BYBL. PVBL. VOLATBRR. 83
Gaspary 1. e. p. 477) 58^ Pro beata Fina in plebe sancii

Geminiani Lucas (Antonii de Bernardis Geminianensis)
edidit: În lapide hoc Finae clauduntnr iiirginis ossa etc. '
—
(Einsdem) Sarcophagum Finae caelestia regna tenen-
:
'
tis '
etc. 59 Panormita (i. e. Hermapliroditus) -Cam :
mea me granido genetrix gestaret in alno etc. (= 168-172 '
ed. Forberg. Idem fere est initium Hermaphroditi Matthaei

Vindomicensis ;
cf. Traube,
Miinchen 1891, Roma nobilis,
p. 21 sqq. et Pascal, Studi ital. XV 121 sq., qui etiam codd.

carminis Ambrosianos enumerat) 59^ Hestines (sic) orator
ad populum Atheniensem (ex contractione Leonardi Are-
tini) =
Baudini III 633, I; Beltrami, Studi ital. XIV 53,
cod. Brixian. 16, 91^; Galante ibid. XV 152, cod. Magliab.
96, 80 C. Vitelli ibid. Vili 343, cod. Conv. Pisar. S. Ca-
;
ther. 37, 23 60 Hec est epistola quedam Poggi ad —

L 'eonardum) A<retinura> de morte leronimi qui ut hereticus
Costantiae obiit (= Poggii opera, Basileae 1538 p. 301-305)
66^ Poggius Cosmo de Medicis s. d. u. e. Si uales est '
quod gaudeam rescribe quod postea feceris

|
(deest in '
edit. Basileensi) 67 L<eonardus> Marrasio Siculo s. d.

'
Vix dici posset uale iocundisse {nìc) Marrasii
|
(deest '
apud Mehus) 68 Repperit Eutropius in analibus Roma-

norum hanc epistolam scriptam fnisse S. Rome P. Lentu-
lum Romanum etc. (= Fabricius, Cod. apocr. Novi Test.
I 301; Bandiui I 573, XLII. Ili 516, Vili; Beltrami, Studi
ital. XIV 75, cod. Brixian. lat. 23, 34^ Frati ibid. XVI 105,
cod. Bibl. Univ. Bonon. 1, 1 ; Galante ibid. X 337, cod.
Magliab. 22, 73; Mazzatinti, Invent. d. Mss. d. Bibl. d'It. II
97 alibi. Ili 121) 69 (Formulae actuum ciuilium): '

Forma
electionis quando eligitur etc. 75 M. T<ulli> C<ice-
'
ronis) In oratione prò Aulo (Caecina 3, 8> 75^ Dominus

Nicholaus de Lisciis fratri suo patrueli Biasio s. pl<urimam>
d. Dilecte frater post binas
'
ex Corneto ubi assideo j
XV Octobris MCCCOLV Tuus Nicho<laus> (de eo cf. Ban- '
diui II 658 sqq.) 76 (Epistula quaedam Petri [?J Turchi,

cuius solum initium in cod. inest) 77 (Leonardus) A\re-
tinus) NicLolaio suo (= Leon. Bruni epist. I 21-22 Mehus)
77" Nicholaus Volaterrauus leoum doctor Biasio Vo-
84 CODICBS LATINI
laterrano s. d. '
Vix mihi occurrit Vale ex urbe |
XV De-
'
cerabris 1449 78 Blasius Liscius Volaterraiius s. d. do-

mino Nicholaio patrueli suo docbori egum (sic) :
'
Te ex
peregrinatione |
ex Pistorio — MCCCCXLVIIII die XI Fe-
bruarii. Vale 79 Blasius Volaterranus domino Gherardo
'
Volaterrano Vir prestantissime ex Pistorio apud praeto-

:
'
|
rem MCCCCXLVIIII die XI Februarii 79 ^'Epistola Pen- '
tii Claudium imperatorem de Christo producto (sic)

Pilati ad
a Petro principe Apostolorum (= Bandini II 609, XIV;
Beltrami, Studi ital. XIV 55, cod. Brixiau. 16, 155^'; Ga-
lante ibid. X 337, cod. Magliab. 22, 73^'; Mazzatinti 1. e.
II 69. 9V; C. Vitelli, Studi ital. Vili 390, cod. Conv. Pisar.
S. Cather. 136, 89. Epistula extat etiam in cod. Volaterr. 5676
[L 3, 15], in quo ceteroqui italica continentur) 80^' <Ver-
borum definitiones) Abstinentia Accidia :

'
Actiua — —
uita etc.
' 84^ Copia litterarum quas scrissi (sic) Prioribus
Pisae cum fui designatus in Cancellarium etc. Cum hodie '
M. Priores ex Vult. die XI Agusti 1460

|
85 Oratio habita '
per me B<lasium Liscium) in introitu nobilis uiri... (uacmim

spatiiim) Vic<arii> Valis Nebule et Potestatis terre Pisciae :
'
Non ambigit populus Pisciatinus adipisci poterimus |
'
86^ <Eiusdem> Pro Ser Michaele de Castilione 'Ecce :
deo dante Valete ex Piscia die 22

|
17 Littere Boni '
ser Vitus prò M.^° uiro Rocco de Capponibus Magnifici :

'
et potentes etc. (mutilae extreraa parte)

' 87^' Leonardi
Aretini in libro belli ytalici etc. '

In hac uictoria uestra |
nemo potest '

(cf. Mehus, Leon. Bruni epist. praef. p. lui sqq.;
Potthast, Biblioth. histor. I- 172) 88 (Excerpta ex Cicer.
de olì", Max. de moderatione)
et Valer. 89 Reuerendis-
simo in Christo presbyteri (s/c) domino Sbigneo Cardinali ac
Pontifici Cracouiensi domino suo colendissimo Eneas epi-
scopus Senensis s. d. seque commendatum facit (= Bandi ni
II 672, CLXXXl) 93 (Excerpta ex Matthaeo Palmierio
aliisque) 99 Martialis ad amicum exortatio quod sin-
gulis totis diebus lete uiuat (= epigr. 4, 64) 99 (Excerpta "^
ex Hieronymo) 100 (Breuis disputatio de nomine Pio,

quod Aeneas Siluius pontifex factus sumpsit) 100^ (Ae-
neae Siluii in Pannoniam iter) :
'
Cum Veruii morair. tra-
herein |
nude discessi reuersns sura '
101'' (Nonnulla
ita! ice conscripfca) 102 (Varia excerpta) 103 Eplii-"^
gramma a Hieronymo editum in laude sanctae Panie : 'Scipio

quos genuit —
(Reliqua praeter nonnulla latina ex-
'
etc.
cerpta italico sermone scripta sunt, de quibus cf. Giannini).

Chart, cm. 16 X il; ff- 123 ex ree, 185 ex u6teri enum., (58 " ua-
cuum) prima parte mutilus, uariis jnan. exaratus, integum. chart.,
saec. XV. F. 36 " legitur: questo libro è '
di Lisandrino che sta con
Francescho da Cinaro per compagno '
F. 67" Memoriale. Ego
Blasius domini Benedicti de Lisciis de Vulterris facio hic memoriam
qualiter die XVIIII mensis lulii 1443 (3 ex corr.) ini ad staudum cum
Taddeo Ser Gabriellis de ludis et docebam Fil (Fil extremo uersa
ohducta lineola del.) Filippum filium .suum Florentiae '. F. 105" Hunc '
librum emi ego Lucas Antoni! de sancto Geminiano prò pretio so-
lidorum quattuor, qui fuit ut puto ablatus Ser (Ser Un. obd. del.) e
domo Ser Blasii domini Benedicti e Vulterrana direptione, et ne quis
mihi crimini imputet: ipse Ser Blasius mutuo (mutuo Un. obd. del.) a.
me acceperat '
etc.
5035 (XLIII 2, 19) n. 257 G.

In nomine Domini Yesu. Incipit psalterium secundum con-
suetudinem Romane curie.
Membr., cm. 13 X 10> ff- 129, ree. et usque ad f. 92 ueteri quoque

manu num., saec. XIV; inscriptioues rubro, litt. initiales alterna ra-
tione rubro et caeruleo pigmento exaratae; E. 2'', 21"", 50", 63", 92",
112'' florum ornamentis distincta. F. 2'' Dauid, f. 92" Euangelista,
f. 112'' monachus diuino ins'tinctu concitatus depictus est. Custodia
liguo et pelle.
5105 (XLIV 1, 11) n. 119 G.

(Guarini Veronensis Regulae) ' ut mons, deriua-
tiua ut montanus. Genera nominum sunt |
qui sine quis
retinet '. Explicit regule (sic) magistri Guerrini Veronensis
(cf. Ciiuliari, Della lett. Veron., Bologna 1876, p. 26 sq.
al.; Frati, Studi ital. XVI 268, cod. Univ. Bonon. 468, 1;
Mandarini, I codd. mss. d. Bibl. Orator. di Nap. p. 77; Mit-
tarelli p. 481 ; Sabbadini, La scuola e gli studi di Guarino
Guarini Veron. p. 38 sqq.).
cm. K)
Cliart., X
H» ff- 139, quorum primum excidit, num.,
saec. XV'XVI. In imo f. 1'' legitur: questo libro sie di Giovannino '
di Palmerino Palmeriui da Volterà [15. 811] '; in f. 139"; 'hic liber

'
est mei Francisci Petri de Garcia W/MfÀW/M'fAWMWMm fr.

8G CODICES LATINI
5117 (XLIV 1,23) n. 256 G.

1 In nomine Domini nostri Yesii Christi incipiuut se-
ptem psalmi penitentiales 11^ Incipiunt letanie 19'' Ad
uesperum psalmus (aliaque huiusmodi).
Membr., cm. 14 X
10' ^- î) ree. mauu num., integumento Ugni
et pellis munitus. F. 'ài^ exhibet haec: hoc ego scrip.si Leonardus '
Tubiceuus anno D<omini> MCCOCLXXXVIII et die XXVI Aprelis '.

Praecedit f. custodiae, ubi scriptus legitur hymnus A uè maris '
stella '; in uerso

' integumenti anterioris est: hunc libruni mihi
' '
dono dedit Admodum Keuerendus dominus Antonius {nomen '
erasum est). Prima pagina compluribus ornanientis distincta est, lit-

tera iuit. f. 1 minio depicta; capitani litterae init. alterna ratione
rubrae et caeruleae.
5119 (XLIV 1, 25) n. 220 G.

1 (Calendarium Februario mense incipiens) 13^ OfRtinm
beate Marie uirginis ad matutinnm inuitatorium. Versus:
'
Labia mea aperies etc. 141 Offitium inortnorum. Ad
'
uesperas aiit. 221 Settem psalmi penitentiales 257 Of-

fitium sancte Crucis de paxione Christi. Ad matutinum.
Membr., cm. 10 X
292 (quorum 12'-, 91, 92, 139, UO, 219, 220,
'?, ff-
255, 256, uacua), ree. manu

num., ligno et nitida pelle munitus, sacc.
XIV. Litt. init. uaria ratione rubrae et caeruleae. In f. 12^ in perpul-
chra florum corona inclusa parua tabella est in qua Mariae Nuutiatio
belle est pietà; in f. W
florum pariter ornamenta et sanctorum ad
laeuam, ad dextram sanctaruiu sinnilacra; in media parte Maria Virgo
cuni puero lesu, supra rubro pigmento nerba '
Incipit '
etc; in ex-
trema pagina Genii coronam tenenles. In f. 141 crauium, ad laeuam '"
florum ornamenta; f. 221 in media pagina Dauid, ad laeuam ut

""
supra; f. 257'' in media pag. crux, ad laevam ut supra.
5228 (XLV 1, 27) u. 87 G.

1 (Excerpta ex uitis ss. Patrum) 56 (Alia italica lingua
scripta, de quibus cf. Giannini).
Chart., (ff. 1, 12, 13, 26, 27, 40, 51, 52 membr.), cm. 14 X il, tf 66
ueteri (ff. 51-66) et ree. manu num., sacc. XV. Custodia ligno et membr.;
f.58'' uacuum est. In f. 58' legitur: Iste liber est ad usum IVatrum '
min. demorantium in loco s. leronimi apud Vulterram '. Aliae ita

licae adnotationes apud Giannini.
5230 (XLV 1, 29) n. 225 G.

1 Incipit liber qui dicitur stimulus (-V^^
litf. erasa) amoris
in dulcissimum et piura lesiim Saluatorem ac Redempto-

rem nostrum Transfige dulucissime {sic) Domine (Domine
:
'
sps. add.) lesu medullas anime mee est super omnia exer- {
citatus. Amen '

(ita ine. ms. Dnnelm. anon. fratris Meditat.
ap. Little, Initia Oper. latin,quae saec. XIII, XIV, XV,
attribauntur, Manchester 1904, p. 250; cf. Bandini 1 166, XII)
87 In Christi nomine sequitur modus quomodo quilibet
potest refferre {alt. r sps. add.) gratiasDeo de beneficiis
ab 60 receptis :
'
Gracias ago tibi Domine Deus meus libe- |
rasti cum perditi fuissemus '

(duo extrema nerba ut
legerem mihi non coutigit) 97 '
Secundum sententiam
sancti Dionysii summus et supremus gradus eleuationis
mentis in Deum est |
Deo gratias '
(tractatus principium
excidit) 125 '
Sit nomen Domini benedictum amen. Ad
honorem Dei dicam tibi aliqua remedia contra aliquas ten-
tationes spirituales |
require et inuenies '
141 Hec sunt

nerba sacre amonitionis uenerabilis patris nostri sancti
Fraiicisci de corpore Domini: '
Dixit Dominus Yesus di-
'
scipulis suis I
obseruabit in corde suo 148 (Eiusdem) :
Hec suat uerba uite et salutis (= Sabatier, Collection d'étu-

Moyen àge
des et de docum. sur l'histoire relig. et littér. du
II, Paris 1900, 150 (Eiusdem epistula ad cu-
p. 132-134)
stodes) Uniuersis custodibus fratrum Minorum (:= Sabatier
:
1. e. 151 Litera beati Francisci toto ordini missa

135-136) :
'
Reuerendis et multum diligendis fratribus uniuersis Do- j
minus sit uobiscum (cf. Sabatier 1. e. p. cliv) 155' '
"
conteraplator crucis et pacis reparator |

et sibi occurrit
157 Incipiunt uirtutes quas obseruare debet uerus re-
ligiosus et quilibet christianus, si ualt obtinere diuinam
gratiam. Incipit prologus : 'Sunt aliqua necessaria inter

uirtutes I
dignatus est stustinereamen '. Explicit iste {sic)
liber ;tractatus iste breuis et utilis, quomodo homo in tota

uita sua ac melius in tota conuersatione sua possit Deo
piacere : est editus (e alio atram. add.) a fratre Rogerio
sancte memorie de ordine minorum fratrum. Deo gracias
(cf. Coxe, Catal. codd. rass. Bibl. Bodleian. V CI. C 72)
CODICBS LATINI
165 Quando communicari uiilt aliquis, oratio ista scripta est

dicenda: Sumoie sacerdos etc.
' 169^' Quedara dieta pill- '
erà et utilia beati Bernardi : 'Anima heu mihi infelix |

comes
est defunctorum '
181 (Tohannis Waldby ord. Augustin.
arehiep. Dublinensis itinerarium salutis, siue commenta-
rius orationis dominicae) Sit nomen domini mei lesu Christi
benedictum. Amen :
'
Septies in die laudera dixi tibi j
per
omnia saecula saeculorum (cf. Coxe, coUeg. Merton. 68, 22) '
197 (Testimonium Theobaldi episc. Assis.) Cum staret :

'
beatus Franciscus apud sanctam Mariam qnieuit in Do- |
mino. In iis autem omnibus b. Fraueiscus determinatum

diem non habebat a Domino nec a papa (nerba In iis ' —
papa in hoc solo cod. extant; cf. Sabatier 1. e. CLIV, qui
'
Theobaldi litteras edidit ibid. p. lxxvii sqq.; vd. etiam

BHL supplem. n. 3136 K) 199 (Narratio Michaelis Ber-
nardi) In nomine et indiuidue Trinitatis et beate Marie
:
'
Ego Michael Bernardi olim de Spello nunc autem ciuis
et habitator Assisii '
ete. (= Sabatier 1. e. p. lxxxii-vi ;
cf. p. CLV et 3136 m.) BHL 205 (Testi monili m Petri

n.
Zalfani) Coram fratre Angelo

:
'
etc. (= Sabatier 1. e. '
p. Liv-Lv) 205^' (Testimouium fratris Benedicti de Are-

tio>: Ego'
frater Benedictus etc. (= Sabatier 1. e. p. xlvui) '
206^ (Narratio lacobi Coppoli) Dominus laeobus Co- :

'
puli '
etc. (= Sabatier 1. e. p. lui) 207^' Autoritates
sanctorum pulcre: Si eterna gaudia queriraus sicut An-

'
|
thiocum et Herodem 221 Liber de disciplina nouieiorum

'
fratris Boneuenture Suscipe uiuendi sit tibi speramen

:
'
|
criix uirtus atque iuuamen 227"' (Excerpta quaedam '
huius generis) Honora patrem tuum et mati em tuam

:
'
'
236 Incipit liber beati Agustini de uita Christiana (= Mi-

gne, P. L. XL 1031 sqq.) 256 Incipit liber beati Agu-
stini de salute (de salute in ras.) anime Quoniain in medio
:
'
laqueorum positi sumus etc. (= Migne 1. e. 951 sqq.) '
268 (Anonymi preces) Agnoscam (a in marg.) te Domine :
cognitor meus, cognoscam te uirtus anime mee uenisti |
prò me ut redimeres me et tantum .... imutilae) *
283 Disputatio anime et eorporis beati (Bernardi?): 'Nootis

sub scilentio (s»o) tempore brumali lungi Deura oro. Amen' |
BYBL. PVBL. VOLATKUR. 89
(uisio est S. Bernardi, ab eo ut dicitur edita, quae reperitur

ili Fiorii. Gasili. IV 253-257) 291 ^ Questio intus (sic) nior-
tem et nitam Ego mors pauor omnium liuius mundi sura

:
'
domina senes puelle uirgines omnes ad Christum currite.

|
Deo gratias. Amen 293 (Praecepta et preces). '

""
Membr., cm. 10,5X8, ff. 295 (quorum 84^-86, 234% 2ì35, 294 uacna),
ree. rnanu nuni., integumento ligneo et coriaceo uestitus, uariis man.
exaratus, saec. XIY, XV. Inscriptiones rul)rae. Inter f. 96 et 97 duo
tt'. abscissa sunt.
5299 (XLV 6, 8) n. 168 G.

Liber ecclesie Vulterrane. '
Dominica. 1. de aduentu. Se-
quentia saucti euangelii secundum Lucam (= 21, 25) (
qui
nero mala egerunt in resurrectionem iudicii (= loh. 5, '
29).
Membr., cm. 37,5 X

25, S. 134, quorum primum custodiae officio
utitur locumque Geuesis exhibet. ree. inaiiu num.. Ugni et pellis in-
tegumento muuitus, s:iec. XII. Capitum inscriptiones et litterao fere
omnes init. rubrae, harum uonuuUae picturis minuti.s oruatae ; iu
ff'. 7"', 45"*', IIS"^ sacra simulacra pietà sunt. Binis columnis cod. cou-
scriptus est.
5300 (XLV, 6, 9) n. 173

1 (Petri Lombardi sententiap) Migue, P. L. CXCII 521-902 =
cum prol. 158 Prima rubens unda. fit tabes rana se-
'
cunda ;
inde culex tristis, grauior post musca fit istis.
||
||
Quinta pecus strauit, uessicas sexta creauit :

||
grando tiat
{sic) arbusta, post rodit cuncta locusta. ||
Nona tegit solem,
priraam necat ultima prolem isti uersus '
(nonnullis mutatis
de decem plagis iêgjpti editi sunt inter opera Hìldeberti
Cenoman. episc. ap. Migne, P. L. GLXXI 1436 cf. Hau- ;
réau, Méla'nges p. 121 ;Werner, Beitrage zur Kunde d.

lat. Lit. d. Mittelalt., Aarau 190.5, p. 36).
Membr., cm. 35 X
22, &. 158 binis columnis, ree. manu num.,
bene seruatus nisi quod ff". 1-10 humoribus corrupta sunt, charta
glutinata et membrana uinctus, saec. XV. In superior. marg. singu-
lorum librorum numerus scriptus est; litt. init. inuicem rubrae et
caeruleae, ineuutibus autem libris uariatis coloribus depictae et simu-
lacris sanetorum Virginisque oi-natae sunt. Inscriptiones rubrae. In
f. 15S'' legitur Iste sententie suut deputate ad usum stùm {= stu-
:
'
diosorum ?) de Pistorio '.

90 CODICBS LATINI
5322 (XVI 3, 9) n. 125 G.

1 (Breuiarii fragmentum) 13 /Alteram breuiarinm) :
'
In nomine Patris et Filii |
thesauros tuos iam ex . . .
'.
Membr., cm. 24 X l'î ff- «^28 ree. manu iiuni., massa chartacea
liac aetate iiinctus, extrema parte mutilus, saec. XII/XIII. Singulo-
rum capitum insci iptiones et litt. iuit. rubro pigmento exaratae, harum
noiinullae miuutis picturis ornatae.
5323 (XLVI 3, 10) n. 20 G.

1 (Astrorum figurae) 2 (Alia astrornm figura, inde) :
'
Pythagoras putauit esse a terra ad lunam stadiorum
circiter uigiuti sex milium etc. (_Banclini II 752, II com- '
memorat « excerptum de distantia terrae a luna, hinae a sole,

solis a XII signis iuxta Pythagoram philos. », quod nescio
an idem quod superius sit) 2^ (Astrorum tabulae)
14 (Anonymi) De expositione duodecim signiorum (sic) zo-
diaci etc. De expositione septem planetarum etc. (Alia
pauca iiuius generis latine et italice scripta).
Chart., fi'. 20, cm. 20X14, sine integumento, saec. XV.
5327 (XLVI 4, 3) n. 287 G.

7 (Anonymi tractatus) Historiae triplex est genus (genus
:
'
ex corr.)huraanum naturale diuinum uulgari nomine histo- |
11 (Item anonymi) De statu rerum publi-

'
rie dicuntur
carum Cura nullus ad huc (sic) usque tempora de statu
:
'
rerum publicarum tractauerit de ea reiciendus sit *. j
Chart., cm. 20 X 19,5) ff- 220 ree. nianu num., quorum l-(j, 8'-10,
183 sqq. uacua, saec. XVII. Ff. 26 sqq. italica scripta co'ntiueutur, de
quibus cf. Giannini.
5333 (XLVI 4, 9) n. 5 G.
1 Que tam gratie qaam iusticie obser-
referendarii ap.'^'
uare debeant Alex(ander) VI a." pontifipatus sui 4" in mo-

dum qui sequitur statuit et ordinauit Imprimis de re- :
^
ferendariis gratie |
uel ordinationibus coUigiorum '
32 Modus expediendi litteras apostolicas super supp.'"^ et

BYBL. PVBL. VOLATBRR. 9i
promouendi easdera :
'
Postquam fecisti supp.*^'" prò impe-
tratione |
et tane dabit sibi apostolos '
(apiid Tangl, Die
pàpstlielien Kanzlei-Ordnnngen, in Magno Bullario Rom. V
350 sqq., alibi non repperi).
Chart, cm. 25 X
i^^ ff- 55 num., passim humorum labeculis
corruptus, in massa chartacea inclusus, duabus man. exaratus qua-

rum una ff. 1-30, altera 31 sqq. scripsit, saec. XV/XVI. Praecedit
folium custod., in quo scriptum legitur: '
Alexandri Pupae VI Sta-
tuta de Referendariis Apostolicis gratiae et iustitiae et formularium '.
5398 (XLVni 1, 16) n. 219 G.

1 Incipit olìicium beate Marie Virginis secundnm consue-
tudinem R,om||mane (sic) Curie etc. '
Deus in adiutorium
meum intende '
etc. ,
Membr., cm. 12 X
^- 5'3 ree. manu num., extrema parte mu-
''î
tilus, saec. XIV. Inscriptiones rubrae, litt. init. passim piciuris mi-
uutis ornatae. plerumque uaria ratione rubrae et caeruleae
5399 (XLVIII 1, 17) n. 167 G.

1 (Anonymi de fossilium scientia) : Sancti Spiritus adsit
uobis gratia ||
incipit . . . .
||
'In nomine Domini
amen. Incipit expositio totius libri m<inoris'?> operis et
inaio<ris> |
eius partes m.eliores et leues tinte '
43^ <Me-
dicamentorum formulae).
Membr., cm. lJ:,5X9)ó, ff. 52 (duo triaue excideruut) bis, ueteri
et ree. manu, num., saec. XV. Ff. 43^ sqq. mau. uariis exarata, in-
scriptiones passim rubrue f. 43'" nonnulla italica exhibet. Prima pa-
;
gina labeculis conspersa est, nec iam ubique legi potest.
5403 (XLVIII 2, 3) n. 274 G.

(Ritualis liber Eomanus).
Membr., cm. 21 X l-"^) ff- 1^:6 (Inter f. 58 et 59 folium oxcidit)
ree. manu num., sine integumento, saec. XJI. Praecedit calendarium
sacrum (tf. 1-G), ubi nonnulla alt. manu in marg. addita sunt; siu-
gulorum capitum inscriptiones notueque liuius modi cum lauat (i. e. '
sacerdos) manus suas dicat rubro pigmento exaratae. Insunt etiam

'
musica signa. In altera parte custodiae legitur librum Ecclesiae

SS. Fabiano e Sebastiano di Fibbiano fuisse.
' '
92 CODICES LATINI
5404 (XLVIII 2 4) n. 298 G.

<Q. Septimii Florentis TertuUiani Apologeticum) = p. 2-268
ed. Oehler, Halae Sax. 1849.
Chart,, cm. 20X11» ff- 15'^ '«e. manu num., massa chartacea et
pelle uinctus, saec.XV. Terfculliaai uerba in breues paragraphos
diuisa rubro pigra, exarata sunt, singulas paragraphos excipiunt loa-
giores coinmeutarii ati-amcnto scripti, quorum extremus f. 152'' ine.
'
Coiiuersio haec ultimo loco ', f. 152^' des. '
ut siitius sit contra sti-
mulum uon calcitrare'. In t'f. l-B"^ praefatio est de Tertulliano, quae

ine: Cum Septimius Tertullianus Carlhaginiensis omni genere
'
li-
terarum peritus ut Lactautius testatur uideret etc. '
5405 (XLVIII 2, 5) n. 304 0.

<Auonymi>. Tractatus iste continet IX partes: pars de l'"^
hiis que ualent ad detestationem iiitii in communi 2'"* pars ;
continet de uitio gule ; S*" de uitio luxnrie; 4* de auaritia;

5* de accidia; VI* de superbia; VII* de inuidia VIIP* de ;
ira; IX'^ de peccato lingue etc; des. inuidia dolor odium '
et tristitia aliene felicitatis '.
Membr., cm. 18 X
13, ff- 278 ree. manu num., binis columnis, iu-
tegum. ligni et pellis munitus, saec. XV. Inscriptiones rubro, litt.
init. alterna ratione caeruleo et rubi'o pigmento conscriptae sunt;
passim in marg. adnotationes additamentaue reperiuntur.
5407 (XLVIII 2, 7) n. 266 G.

2 In nomine Domini amen. Incipit regula sororum ordinis
de penitentia beati Dominici fundatoris et patris fratrum
ordinis Predicatorum confirmata per sancte memorie do-
minum papam Innocentium septimura pontificatus |
sui
anno primo [= Holstenius, Codex regular. monastic. et
canonie. IV, Augustae Vindelic. 1759, p. 143-147) 16^ In
nomine Domini amen. Hoc est exemplum quarnndara lic-
'
terarum felicis recordationis domini Honorii pape quarti,

quas concessit hominibus et mulieribus portautibus habi-
tum de penitentia beati Dominici data Rome apud sanc- |
tam Sabinam quinto Kalendas Februarii pontificatus no-

stri anno primo (= Pottliast, Reg. Pontif. Rom. II 1806
'
lan. 28; cf. Ripolli, Bnllar. ordin. Praed. II 10) 18 ^n-

cipit ìictera uenerabilis patris fratris Munionis magi stri

ordinis fratrum Predicatoram concessa portantibus habitum
de penitenti a beati Dominici :
'
In lesu Christo deuotis |
data Urbe neteri in festo beati Ambrosii. Anno Domini mil-

lessimo duceutesimo LXXXVD '
(cf. Quetif-Echard, Scrip-
tor. ord. Praedic I, Lntetiae Parisior. 1719, p. 398 sqq.)
20 '
Veni creator spiritus etc. '
Membi'., cin. 18 X lî ^- 21 uum., quorum primum uacuum est,

saec XV. Inscriptiones rubro, litt. iuit. uaria ratione rubro et cae-
ruleo pigra, exaratae suut, f.
2'' floribus ornatum. Integumentum est
ligneuni.
5431 (XLVIII 4, 1) n. 309 G.
1 Incipit Aurora uouissiraa domini Petri a Un9ola :

'
Scri-
barnm et tabelionum (e sps. add. alia man.) laudabile offi-
tinm I
Petrus de I^ncola fecit '. Explicit Aurora magistri
Petri dicti Paruulini habentis caputeura circha genas
37 Incipit sextum capitulum |
Explicit lectura magistri
Petri de Unc^° (lo poster, add.) Deo gratias amen (cf. Fabri-
cius, Bibl. med. et inf. aet. V 838; Reichling. Append.
lat.
ad Hainii-Copingeri Repert. bibl. I, Monachii 1905, p. 203;

in uniuersum Chevalier II 3752).
Chart., cm. 31X24, iìf. 152 ree. mauu uum., charta glutiiiata
uinctus, saec. XV. Inscriptiones et litt. init. rubrae; in margin. passim
adnotationes.
5514 (XLIX 3, 3) n. 204 G.

1 (A. Persii Flacci saturae, quibus choliambi anteeunt)
17 (Horatii ars poetica) 23^' (Eiusdem epistulae, quarum
octaua prioris libri ante septimam legitur).
Membr., cm. 23 X IfJ.o, &'. 45 (15, 16, 44'. 45 uacua), ree. mauu
nu;n.. charta glutinata etmembr. mxxnitus, saec. XV. Ff. 1 3 ex parte
abscissa, cetera plus minusue corrupta sunt; litt. init. rubro plerum-
que pigmento exaratae. Totus liber ms. adnotatiouibus inter lin. et
in marg. instructus est, ubi complures niemorantur latini necnon
graeci .scriptores, veluti Suetonius f. SJ*" ad ep. IX Hor., Priscianus,
Cassius, Eusebius f. 31^ ep. XI 9, Gellius f. 3T'. Adnotationes huius
generis sunt: f.
Q?"" ep. V '
Potare et spargere flores. Persius in sesta
satira imitatur epistolam hanc etc; f. 3P' ep. XII
'
Agrippa dici- '
94 CODICES J.ATINI
tur qui nascitiir prò pedibus, Cesones uero ut Cesares qui nascuiitur
ceso matris uentre, Vopisci quando gemini nascuntur altero mortuo
(cf. mea Gramm. Rora. frag., Lips. 1907, p. 338, 349; 333, 327. 338, 351 ;
336, 347); 3G^ ep. XVlll 66 Fautor utroque tuum 1. p. 1

f.
'
In
hoc carmina tropos synedoche. ut ait Porfirioa et Aoron. Nam, ut
ait Plinius libro optauc (sic) et uigesimo naturalis historie: « Pollicis
cum faueamus premere etiam proucrbio iubemur », ex quo illud luue-
ualis «uerso pollice uulgi quemlibet ocidunt » ceu si uerso pol-
et
lice tollatur fauor. PoUtianus in miscela (cap. XXXXII) putat: ut f'a-
uere qui poUicem premerei, ita qui uerterent denegare fauorem
putabantur '
(totus locus excriptu.s est e Politiani Miscellan. 1. e). —
Perriii commentarius ine. in f. 14'':
qua- '
In principio cuiuslibet libri
tuor sunt requirenda sed antequam ad ipsam perueuiarnus in-

tentionem, panca prius praelibanda. Primuni unde fuit quaue matre
uel quo ex patre fuit genitus Porsius In Etruria Vulterris natus
est ex patre Fiacco nobili uiro et ex matre Fuluia Sisenna
Persius studuit Vulterris usque ad duodecimum annum aetati.s suae
et E/omam ueniens apud grammaticum Reniura Palemonem'etc. (cf. Vi-
tam Persii de comment. Valerli Probi sablataui). Ceterum adnotatio-
nes in saturas cum uulgatis editionis lahni-Buecheleri partim conspi-
rant. —In f. 13'' post nerba Explicit liber Persii satiri Vulterrani.
'
Amen legitur; Scriptor scrississet bene melius si potuisset (//-

' ' '
neola rubra obducta); deinde: Iste liber est mei lohanuis Michaelis
'
(-i- et -ael- in ras.) de ciuitate Vulterrarum raaneutis in ischnlis ma-
gistri Benacci de Casentino. Amen '.
5518 (XLIX 3, 7j n. 191 G.

2^ (Sub iusignibiis doinuuin Coruinae et Sfortiae) :
'
luiicta
uno haec fulgent praeclara iusignia iiexu quae totam ui- jj,
cere orbem, quae uincere nulli contigit, et ne ipsis secum ||
certare daretur, ||
perpetua iungi uoluerunt fata cathena '
3 Ioannes Franciscus Marlianus Matthiae faelicissimo

et iuuictissimo Pannoniae regi sai. d. pi. Cum sapien- :
'
tissime rex Matthias admiranda facinora superauere. Vale

|
Christiani nominis deous et praesidium. Mediolani kalendis

lanuariis MCCCC°LXXXVIII 4^ Ioanuis Franoisci '
Marliani Mediolanensis magnifici Antonii filii iure con-

sulti Ducalisque Senatoris epithalamium habitum Medio-
lani in nuptiis illustrissimae uirginis Blancae Mariae Splior-
tiae uicecomitis et illustrissimi ducis Ioannis Coruini fìlii
felicissimi et inuictissimi IMathiae Pannoniae regis septinio

kalendas Decembris MCCCC.°LXXXVII :
'
Inter morta-
lium res arcluas quidem matrimonia sanciri solent et fir-

|
mari '. Jó'Scc T(ò 0s(ò (de I. Fr, Marliano cf. Rotermund,
Jochers Gel.-Lexic. Fortsetz. u. Erganz. IV, Breraen 1813,
p. 747).
Membr., cm. 21 X
25, if. 2G, quorum 1 et 2"' uacua, ree. maini
num., integumento Ugni et pellis munitus, saec. XV. In f. 2' sertum
e pomis et tìoribus factum generis insignia Sfortiarum Coruinorum-
que redimiculo iuter se coUigata ciugit; f. S"" litt. init. aurea est,
ceterae.quoad ad salutationis formulam attinent, aliae uiolaceae, aliae
caeruleae f. i" singuloruin uersuum litterae alterna ratione aureae,
;
caeruleae, uirides, violaceae t. 5"" tota pagina in circulo ex floribus

;
aureis inclusa est; in marg. inferior. duo aligeri Genii altera inanu
generis insigne Coruinorum, altera duo insignia tenent, ubi leo so
erigens et crux depicta sunt; in summa pagina Matthiae regis laurea
corona ornati pulcherrimum simulacruni in minuta pictura (de quo
cf. Giannini), necnou inscriptio est Matias Rex Hungariae Bohemiae '
Dalmatiae '.
5520 (XLIX 3, 9) n. 297 G.
<P. Terentii Afri comoediae).
Chart., cm. 21X1^) ff- 150 ree. matiu num., integum. lign.,
saec. XV. Membrana rescripta, liturarum nugarumue piena, librum
ms. tegit. Fabularum ordo est: Andria if. 1-28'', Eunuchus 28'-57,
Heautontimorumenos 57 '-83, Adelphoe 83-106, Hecyra 106 ''-126, Phor-
mio 126''-150. Singulis fabulis adiectae sunt Sulpicii Apolliuaris pe-
riochae, nisi quod ante Eunuchum prò periocha legitur Meretrix '
adolescentem cuius mutuo amore etc, ut in Ter. cod. Vatic. 3868 '
m. XI saec. ;f.
1"" ante periocham Audriae alt. manu scriptum legitur
'
'Perenti US Phylippo Lauio Suueretano '. F. 150' ego Caliopius '
recensui '. Huiusmodi recensiones recentiori aetate repertas ud. ap.

Mancini, Studi ital. Vili 208. 255, codd. Lucens. 1420. 20(58; Terzaghi
ibid. XI 422, cod. Senens. 63; Ussani ibid. X 16G, cod. Messan. VI.
5521 (XLIX 3, 10) n. 322 G.

<In '
uerso '
custodiae) :
'
Postilla <in Euangelia) magistri
lacobi de Vitriacho iusta Parigius a. VI railiaria. Cancel-
larii Parigiensis
'
1 '
(N)otandam (u udd. in marg.) in
principio huius operis '
etc. '
Nnnc non proprior est —
prope est Dominus omnibus iniiocantibus enm fìnem nero j
in nitam eternam. Amen (de lacobo eiusque sermoni bus '

96 CODICKS LATINI
sacris cf. Daunou, Hist. litt. frane. XVIII 209 seqq. Hau- ;
réau, Nouv. biogr. generale XXVI 260 seqq. Pli. Funk, ;
lacob von Vitry, Beitriige znr Kulturgesch. des ]Mittelalt.

nnd der Renaiss. her. von W. Goetz, III Lpz. 1909. Cete-
rum initium et clansuìa mirifiee cum sermonibns Guidonis
fratris ord. Praedicat. conspirant, uti reperiuntur apndCoxe,
colleg. Lincol. 113, 1).
Membr., cm. 21X15) ff- -19 manu i-ec. uum.. binis columnis,
integum. Ugni et pellis, saec. XIV.
5566 (XLIX 4, 26) n. 66 G.

1 ÌC">J^ XC A. D. MDXLIIII D. X. APP. (sic) Comentaria
Pisana D. Fraucisi {sic) Coscii V. I. doctoris et Senensis ec-
clesiae decani in difficilera neque actenus omnifaria enu-
cleatum trctatum (.sjV;) arboris consanguiuitatis et affinità tis:
Materiam nostrarum arborum
'
|
consanguinitatis '. Fini.«;
cementi D, Francisci Coscii etc. 39 Sequitur arbor affini-

tatis: '
<T>e in locis omnino manibns quantum ad utramque |
arborem cum gratia et honore Dei qui uiuit etc. '
61^ Repertorium comentariorum I. V. professoì'is D. Fran-

cisci Coscii et Senensis ecclesie decati (sic) in arborem affi-
nitatis (affinitatis Ixneola ohducta del.) consanguinitatis et
affinitatis (secuntur decem nacua ff. unumque abscissum.
De Frane. Coscio cf. Tiraboschi VII 766).
Chart., cm. 28X21, massa cbart. uestitus, saec. XTI.
5662 (L 3, 1) n. 273 G.
1 Incipit offitium in agenda mortuorum secuiidura consue-
tudinem Romane curie 31 Passio Domini nostri lesu
Christi secundum lohannem 45 Incipiunt psalmi peni-
tentiales 57^ Incipit ordo offitii ad sepelliendum paruulos.
Membr., cm. 25X1*^, 60 ree. manu num., miiuitus integu-

ti'.
mento ligui et pellis atque uncis ornamentisque ex orichalco, in

quibus scriptum legitur aue Domine lesu Christe ', media in parte
'
'
Maria '; saec. XIV. Inscriptiones rubrae, litt. init. alterna ratione
rnbrae et caeruleae, nisi quod in fronte libri minuta pictura est.
F. 50 partim recisum.
12. 1. '910
BYBL. PVBL. VOLATRRR. 97
5664 (L 3, 3) n. 223 G.
1 (Calendari 11 m sacrura) :
'
Annus XII etc.
liabet raenses '
7 <Oratiouarium> :
'
. . . . bulemus. Ad nonam Capita-
lum. Non in comraessationibns |
misericors dominus Pater,
"
Filius et Spiritus sanctus. Amen. 117 Commenioratio

S. Bernardini: 'Beati famuli tui Bernardini | obtineat
salutarera '.
Menibr., cm. 24 X
l''. ff- H'^ ree. manu num., ligno et pelle atqiie
uncis ex orichalco inuaitus, sacc. XIV/XV. Litt. init. if. SI"", 82'' au-
reae, ceterae alterna ratione
rubrae et caeruleae, inscriptioncs rubrae.
In custodia poster, fragmentum est cantici ecclesiastici cuin notis
musicis. Primi quaternionis f'olium externum excidit. ita ut et calen-
darii (f. 1) et orationarii (f. 7) initia desiderentur.
5666 (L 3, 5) n. 275 G.
(Ritualis liber Romanus).
Membr., cin. 24:X1^»5) ff- 71 ree. mauu num., iu charta conglu-
XT. Tnscriptiones
tinata inclusus, saec. rubrae, litt. init. caeruleae et
rubrae; insunt sonorum sigua.
5671 (L 3, 10) n. 221 G.

Jn fronte libri): Incipit oficium beati Dalmatii episcopi
et martiris 1 '
Quarn preclanis est raartir Dalmatius |
regnando cum augelis in celo '.
^Chart.. cm. 23X1^, ff- 21 ree. maau num., siae integumento,

saec. XVI.
5679 (L 3, 18) om. G.

1 (Anonymi) Synopsis historiae uninersae: 2 *
Diuinae
historiae quae j
scripta et religionem coluerit '
.104 <Hi-
storia sacra italice scripta).
Chart., cm. 15X-0- ff- 153 quorum 100-103 uacua, massa ehar-
tacea munitus, saec. XVIII.
5681 (L 3, 20ì n. 296 G.

(Astrorura tabulae).
Membr., cm. 21 X 1'^, ff- 71 ree. manu num.. massa cbartacoa

uinctus, rubris et nigris col. exaratus, saec. XIV.
Studi ital. di filol. class. XVIII. 7

98 CODICES LATINI
5685 (L 3, 24) u. 252 G.

5^ Profetia Theodor! Baptiste hereraite de Carolo Francie
rege : ' Carolas filius Ludoiiici |
circa eum plurima educet
bella
'
37 Que inseruntiir extracta sunt a libro iiaticinio-
rum Do Obeliui (sic) et comitibiis Parisiensibus que intitn-
labantnr (-ba- lineolis ohductis del.) Veridicns et est in bi-
blioteca Parisiensi quera ego frater Abbias ]
ego frater
Abbias Faculiensis e comitibns hec descripsi exortans qnem-
libet ne contemnat 38 Reuelatio facta ab Angelo beato
Amadeo tempori Sisti 1480 Nunc pastorum decreuit :
'
j
atqne fìrmauit '

(de Amadeo cf. Mittarelli p. 29) 39^ Ex
pronostico beati Vincentii in antiquo libro Viterbii reper-
tis (sic): '
Cum uidebis prinuun bouem in ecclesia Dei ma-
gire I
cessabit '. Finis.
Chart., cm. 22X15, fF. 42 ree. mauu nuin., membrana munitus,

uariis man. exaratus, saec. XVI. 40 sqq. res eiusdem Ff. 1-5, 6-36,
generis contineutur, sed eae italico sermone conscriptae de quibus

cf. Giannini,
5688 (L 3, 27) n. 1 G.
Tractatus de uenenis magistri Petri de Abano. Incipit pro-
logns Sanctiss.** ac beatiss.** in Christo pater
'
nomini |
tuo da gloriam '

(de editionibus cf. Mazzucchelli I, I 7 s p;
Reicliliug, Append. ad Haini-Copiugeri Repert. Bibl. I 1, 83;
de codd. Ferrari, I tempi, la vita, le dottr. di Pietro d'Abano,
Atti deirUniv. di Genova 1900 n. 14, p. 141 sq. ;
ceteroqni
Chevalier II 3668).
Chart., cm. 21 X
1^' ff- "^ l'^c mauu num., integumento mcmibr.
munitus, saec. XVI. Dirn. pag. f. 43' et f. 14 italica contineatur.
5689 (L 3, 28) n. 193 G.

(Calendarium, martyrologium, lectiones sacrae).
Membr., cm. 21 X
14, ff. 122, massa chartacea et dim. mcmlìr.
uostitus, saec. XIV, oxtrema parte rautiliis. Ceteroqni cf. Giannini.
5692 (L 3, 31) n. 160 G.

Dilli Alfonsi ducis Calabriae seruuli Ioampetri Leostelli
Volaterani de uita curiali dyalogus incipit. '
Perseuallus
efc Leoiuirdus- Perseuallus : Quis hic dormitat? Surge ìd-

quam et nuulJa railii |
Leonarde sis faelix : et ualeas '.
TsXoc. (de I. Leostello cf. Filangieri, Docum. per la Storia,

le arti e lo industrie d. prov. Napol. Napoli 1833, p. v sqq.;
I,
De Blasiis. Arch. stor. per le prov. Napol. Vili 573 sqq.

764 sqq.).
Membr., cm. 20 i4, X

8 quorum octauura uaciium, iutegum.
ft'.
ligni et pellis muuitus, saec. XY. Insci-iptio Diui Leon. aureo ' — '
col. exaratii, Perseuallus nornen caeruleo, litt. P(erseuall.) et L(eon.)

' '
in contextu dialogi alterna ratione caeruleo et subfusfo. Libri fron.s

in aurei.s ot subfuscis ornamentis inclusa est; in niarg. inf. duo Genii
generis insigne tenent, ubi leo se erigens inter duo astra depictus
est; litt. init. pictura minuta est distincta.
5696 (L 3, 35) om. G.

<In '
recto '
custodiae : Anonymi) Tractatus de scientia
liberiate uoluntate ac prouidentia Dei nec non de praede-
stinatione et reprobatione : 1 ' Huius tractatus |
gra-
tuitum misericordiae suae domum 97 (Anonymi) Trac-
'
tatus de SS. Trinitate: '

Quamquam dum de rebus fidei
agimus I
transitum faciamus ".
Chart., cm. 20X15) ff- --^1 uum., 18 quaternion. quorum sin-

gali ex 15, 16, 17 ff. Constant, sine integumento. In '
recto '
ciistodi.ae :
'
Tractatus uarii theologici. Doininus F. Cateni anno Domini 1736
mense Tulio scribebat '.
5700 (L 3, 39) n. 13 G.
<In libri parte auersa) : Troplii et sequentiae 1 '
K}^-
rie Qui passurus aduenisti pro])-
(/. abscì'ssum est) III
ter nos etc. 77^ luuentor rutili dux bone luminis etc.
' ' *
(= Chevalier, Repert. hymnol. I, Louvain 1892, n. 9071.

Codicem snbtilius descripsit et illustrauit Pisani, Illustraz.
di un cod. liturgico musicale di Volterra, Volt. 1909, sex
tabulis photographicis adiectis).
Membr., cm. 19 X IJî ^- ^8 num. quorum extremum uacuunì

(ff. 1-10 dimidia ex parte, 11, 12, 11 in summa pag. teredine exesa),
integumento ligneo et membr. munitus, saec, XIL Litt. init. et in-
scriptiones rubrae. In cod.continentur etiam Missarum partes ad
dies Christi sanctorumue t'estos ac sollemues pertinentes rariusque
hymni. Insunt sonorum signa.
100 CODICES LATINI
5745 (LI 3, 1) n. 96 G.
1 Georgi! Flisci Gennensis ad inuictissimum Ferdiiiandum
Siciliae regem poema: '
Saepe licet nostros tentarint car-
mina sensus |
impouere pugnae
ingemuit, fìnein statui tque '
8^' Georgi Flisci Genuensis ad inuictissimnra Ferdinan-
dum Sicilie regem Euhoydos liber primus explicit. Eiusdem

secundus et ultimus incipit des. quam cepit gazam, ;
'
cunctos et munere donat Finis (cf. Hain, Repert. Bibl. I, II,

'
.
a. 1827, u. 7132) 16^ (Anonymi carmeu elegiacum) :
'
(B)arbara (b in marg. acid.) gens Italos uenit cnrsura pe-
nates |
qui cladem Latio pernitiemque parat ". Finis. Hec
sunt carmina Antouii heremite ex Padua nato uiri praecla-
rissimi atque deuotissimi, quae quasi futuri praescius com-
o
posuit compositaque dedit Florentie V kalendas Februarii
MCCCCLXX° : de supra dictis dico. Finis (carmen extat
etiam in cod. Magliab. 60, 135 ap. Galante, Studi ital.
XV 184) 17^ Alda puella insiguis forma genere atque
opibus praestans adolescentis cuiuspiam peregrini amore con-
repta eiusdemque precibus atque obsecrationibus compulsa
parentes et patriara clam fugiens cum eo deserit, a quo non
longe postea per uim construpata {sic) tandem crndelissime
interficitur. Ea casus suos miserabili ratione enarrat. Inci-
piunt carmina foeliciter (elegiara Lipsiae a. 1511 alibi edi-
tam hac aetate denuo recensuit adnotationibusque instruxit
Suringar Leidae 1867 eamque rursus Guarino Veronensi tri-
buit, quam tamen eius fìlius I. Baptista scripsisse uidetur ;

cf.
Voigt II 399 adn. 1 et Sabbadini, La scuola e gli studi di Gua-

rino Guar. Veron., Catania 1896, p. 82; quod si Voigt ibid.
nullam Aldae italicorum codd. mss. notitiam se habere ait,
praeter Volaterranum ego noni Laurent. XCI sup. 43, 2 ap.
Bandini III 807 et Magliab. 52, 73"' ap. Galante, Studi
ital. X 357) 21 Oratoris clarissimi et prestantissimi Omni-
bone Leonicus [sic )ars metrica incipit :
'
vP)es (p in murg.)
in luetro dicitur quod pedis fuugitur officio '
etc. (= Ban-
dini III 628, LI, V; cf. Voigt II 380 cum adn. 2) 30^' Ora-
tor clarissimus ac prestantissimus Metrius Victorini artem
metricam {sic) incipit (±= Keil Gramm. lat. VI 229-240; des.
'
ut est illud: Die mihi Dameta cuium pecus an Maelibaei';
BYBL. PVBL, VOLATERR, 101
cf. Sabbadini, Le scoperte dei codd. lat. e greci ne' se e. XIV

e XV, Firenze 1895, p. 162. 163) 36 <Ps. Leutuli epi-
stula) = cod. 6031, 68 supra 36" (S)eruius (s in marg.
adcl.) Honoratus {in marg. 1 m add. Aquilino) s. d. = Keil
Grarnai. lat. IV 449-455 41 Augustini Dati uiri diser-
tissimi aliquam documenta diligentissime composita
(sic)
ad Antoniam amicum suum carissimum: <C>redimus iam '
dudum I
in illorum ignominiam (cf. Reichling, App. ad . . .
'
Hainii-Copingeri Repert. Bibl. 144. 145 al.; Bandini

I n.
II 678, I; C. Vitelli, Studi ital. Vili 414, cod. Univ. Pisar. 1).
Chart., cm. 22X15, ff. 78 (20^ uacuura) ree. manu num., ex-
trema parte mutilus, integum. Ugni et pellis munitus, saec. XV. In-
scriptiones "rubrae, scriptorum quae atìeruntur exempla rubra linea
distincta.
5748 (LI 3, 4) n. 189 G.

1 '
Hic autor (sps. add. al. man. .i. frater Marianus) proprie
Vulterre consulit urbi, ||
ut prius excludat pagana poemata,
per que ||
leduntur mores, Deus irritatur et omne ||
ius bo-
nitasque perit ;
tandem tibi porrigit apta ||
cantica diuine
laudis cum Carmine Ma- dulci '. — (Mariani carmina ine.) :
'
xima dum scelerum meruerunt pondera iustos' etc. 9 Ce-

leberrimo uiro Angelo Gaddi hon.^' ciui Fiorentino auctor :
'
Angelicus titulus nomen tibi tradit et aptum '
(cf. infra
cod. 6206, 1) 17" <Ad Petrura episcopum Patauinum):
'
Cum te Petra gregi Patauo donauerit ille '
(= Mittarelli
p. 773-734 cf. cod. 6206, 7) ;
21 '
Cum tua celsa nimis
uirtutnm gloria nuper etc. *
23 (Contra prauos poetas):
'
(ûid iuuat, o miseri, fal'sissima numina plura '
etc. (cf.
cod. 6206, 10) 25 '

Accipe ridiculum: quidam cui ulna
placebant '
etc. 26 '
Promptulus et lepidus puer insi-
gnitior in ipsa '
etc. 28 Crodite iam miseri titulus
'
quos ipse raagistri '

etc. 34" '
Et si forte nouis celestia
signa poete '
etc. 36" '
Anxius admirans doleo dum cerno
fìdeles etc. 40" '
Orainis intenti fabellis flore poli-
tis '
etc. 42" ' Gynnasium gentile uolens ludea reli-
quit '
etc. 43 Tu quia pre cuuctis effers studiosa poe-
'
tas '
etc. 46" Heu heu quam turpis laqueos nuuc demonis
'
102 CODICES LATINI
astus '
etc. 50^' Paganos non qnosque noto, non quos-
'
que repello '

etc. Si pulcris sapidis omnique decere
55 '
refoctis '
etc. 57 Mensa dapes diuina parat; uocat uu-
'
dique natos '

etc. 57 Pagina sacra quidem quasi pra- '
tum pullulat herbis '

etc. 57^ '
Si tibi pugnandum fuerit
quia perfida sape '
etc. 59 '
paganus certans in-
Si tibi
fingere temptet '
etc. 67 '
Et quia te celebrem pre cunc-
tis plurima reddunt '
etc. 69^^ Gesta Rederaptoris '
pueris tradantur ut ipsa '

etc. 73'' '
Dum fìdei tracta-
tur opus, dum tanta reuoluo etc, '

76 '
Rethoris (sic)
ars igitur dum nostra precamina pingit '
etc. 78 Sab- '' '
bato tertie Dominice quadragesime lectio sancti euangelii

secundum Lucam cap. 15 (11): In ilio tempore dixit lesus '
scribis et Phariseis: homo quidam habuit duos filios '

etc. —
Expositio sancti leronimi de eadem lectione ad Damasum
papam (= Migne, P. L. XXII 379 sqq.) 79'' Incipit epi-
stola sancti leronimi presbiteri ad Paulinum prebiterum de

omnibus diuinis hystorie libris (= Migne, P. L. XXII 540
sqq.) 80 Sequitur de legenda sancti leronimi Ubicum- :
'
que se locus attulit gentilium exempla dulcissima ueritate

promiscuit etc. 84 (Mariani Carmen)
'
En uenerande :
'
pater culicis nunc sentio morsum etc. (of, cod. 6206, 235).
' —
(Epistula Antonii Orlandi canonici Mantuani centra Ma-
rianum) Quisquis es:
'
etc. (= Mittarelli p. 735; cf. Ban- '
dini BLL. II 157) 84" (Mariani responsum) lUe ego :

'
tranquillo etc. (= Mittarelli p. 735-736; cf. Bandini ibid.)

'
93 (Eiusdem centra Antonium Panormitam) nimis :

'
horrendum, nimis o uitabile monstrum etc. (cf. Voigt I 479; '
Bandini, BLL. II 157) 100"" Coniuret deitas et celum '
cuncta simulue etc. 102'' Antonii Panormite siue Si-

'
culi incipit epitafium Infamis Siculus iacet Antonius :

'
antro etc. '

—
Guarini in Hermafroditon iudicium: Her- '
mafroditi libellus primus et secundus Priapeia maior et

Priapeia minor ad Cosuium Florentinum ex illustri pro-
genie Medicorum '
etc. 103 (Mariani carmen con tra
senem uitiosum) :
'
En mortem spectant fusi iam uertice
cani '
etc. 106 (Eiusdem) Si tibi pregrandi pauper- :
'
culus ista papiris etc. '

107 (Eiusdem ad Tliomara poe-
tam> :
'
Curii sibi pyeridum Celebris te coutio fratrem etc. '
110^' <Eiusdem> Obtusum reseret lumen mentale pa-

:
'
rumper '
etc. 114 Anuotatio teraporis, professionis, no-
minis et patrie auctoris huius libri Postquam nostra tibi :
'
sumpsisti federa caruis, omnipoteus Verbum, millenos ful-

||
gida Phebi II
ac quadringentos sex insuper orbita ciclos
[|
ciuserat annales, me
tunc ad Tartara pronum, demonis ||
implicitum laqueis in scemate sedi (sedi em. Levison), pre- \\
cipitem patulum per mortis cnrrere callem in baratrum, ||
dum magna fuit tibi cura rebellem heu miserum reuocare ||
uagum, me nectere sacco ||

Cartusie, nexu demptum Babilo-
iiis ab antro ||
reddere lerusalem ciaem. Cum nulla pateret ||
uiribus expropriis meritorum semita, per quam||gratia tanta

tuos stillaret dulciter ymbres,||o boni tas eterna Dei, mesurnp-
sit in almara ||
Cartusie cellam genitrix tua, Christe benigne, ||
dum sua per carnem natalis festa coluntur. jj

Inde nouus ge-
nitus, ueteri iam carne sepulta, nunc sub Cartusie saxo, ||
licet optime uiuat mens subiecta Deo, sed prorsus mortua

||
mundo, bine uetus amicto (sic) nomen, tituloque decoro

|| jj
addidit ipsa suum michi tanti muneris auctrix. Nam Ni- ||
colaus .sub primo nomine dictus, P nunc populi laudes sperno

uenerorque Mariam. Ergo Marianus celebri cum laude
||
Marie robore nempe suo condignam nomine uitam pro-

[j ||
sequar inceptam, ualeam qua sidera tandem scandere sal- ||
uandus tante sub tegmine matris. Vulterris natum Flo- ||
rentia rexit in alta Cartusie norma monachum me tempore

||
longo incolo nunc Venetos sub eodem canone riuos.

:
Il ||
Eptalogum Domini metri modulamine prompsi Christi- ||
fere matri multisque metrica quedam ||

cantica celicolis
cecini, quasi fistula lenis, ||
ut sapor alliciat mentes ad ce-
lica tardas '.
Chart., cm. 21 X 14,

massa chartacea muiiitus,
ff- 114 nnm..
Siiec. XV. Ceterum totum Mariani
Inscriptiones et litt. init. rubrae.
cai-mea de ulta sua edendum putaui, haud ignoti sane hercle hoini-
iiis, quippe qui in Panormitam ueheraentius inuectus sit.
5771 (LI 3, 27) om. G-.
(Anonymi carminum libri quattuor).

.
IQJt CODICES LATINI
Chart., cm. 22X15) ff- 228 uum., massa chart. nestitus, saoc.
XVIII. Primo libro (ff. 1-51) carmina contiuentur litteras, fabulas
liotas, res sacras respicientia, secundo (52-157) uarii generis epigrara-
mata (praecedit commeutariolus de epigrammatis artificio), tertio
(158-186) carmina praesertim sacra, quarto (ff. sqq.) uaria.
5789 (LI 4, 17) n. 222 G.

Incipit prologiis in libello de ordine officiornm Vulterrane
ecclesie Dilectis in Christo fratribus plebanis et cap-
:
'
pellanis |
quia prius iiiit electus in Apostolatum '. (Sequi-
tur, manu alia addita, oratio incipiens :
'
Omnipotens sem-
piterne Deus '
etc).
Membr., cm. 27X18, ff- 100 ree. manu num., binis columuis,
integum. ligneo et pelle uestitus, saec. XIII/'XIV. In custodiis frag-
menta iasunt canticorum ecclesiasticorum, quibus musicae notae ad-
ditae sunt. Inscriptiones et litt. init. rubrae. In foliolo codici adiecto
A. Cinci haec scripsit 'Il calendario d'Ugo, scritto non più che
:
41 anni dopo la venuta del Pontelice Callisto a Volterra (1120), è un

prezioso codice membr. che fu donato alla libreria pubblica dalla fe-
lice memoria di Mons. Ves. Bonamici, il quale lo ebb- acquistato dal
Dott. Giusto Cai Voltei-rano. — Leoncini, Illustrazione della Catte-
drale p. 400 '
5885 (LUI 4, 8) n. 147 G.

1 <Ad amicam)
T. Phedri Inghiramii Volaterrani. Ergo :
'
adeo infestat miserum me absentis imago legitimos nul- |
lum disiungat tempus amores 8^ T. Phedri in obitu '
Panili fratris filli: Nate meae lachrumae, nate unica cura '
'
parentis nate dolor patris, nate uale lachrume

|
(Se-
cuntur alia carmina) 14 T. Ph<edrus> Panilo Maifeo
s. p. d. : ' 16 Febr. 1516
Occupatus ero <Se- |
Rome '
cuutur alias epistulae, inde carmina) 18^ Galletti Car-

diualis — laudatio a T. Phedro habita: '
Si nihil hodie
P. amplissimi |
perpetuo reliquit. Abite
'
22 '
Illa ego
terrarum«domltrlx reginaque quondam ||
rerum lloma pa-
".
rens hec precor, beo ferrum hoj mortali uulnere sancit
|
Finis 25 Laudatio M. T. Ciceronis per T. Phedrum :
'
Carneades Cyreneus sit largitura. Dixi 38 T. Phe- |
'
dri Ingerramli (sic) in laudem omnium sancto-

Volaterrani
rum oratio: '
Si unquam quisquam P. B. dicendi initio soli-
tus est commoaeri

restitnaris. Dixi 50^ Tliome Phedri
|
'
<(commentarius> Qui toto cironndatus medio (liaec uerha

:
'
linea signata sunt): deest uerbum quo illud «qui» refera-

tur codex is uetus habet « dies theodosia uocatur »; nec
j
displicit lectio 53^ Modus eoufitendi per Thomam Phe-

'
drum lugerramium :
'
Confessio debet esse humilis |
cre-
dere paradisurn et uitam eternam '
Tf-lwg 57 T. Phedri
lugherramii Volaternmi in laudem Ferdinand! Hispania-
rum regis catholici ob Bugie regnum in Africa captum
lulio II Pont. Max. dieta oratio: '
<E>t si certuni habeo
orbem christianum j
sit existimatura. Abite '
76 T. Phe-
dri Ingherramii Volaterrani de recuperanda Bononia lulio II
Pont. Max. dieta oratio: <Q>uod unum omnibus uotis '
et imposita esse iudicetur. Dix. 83^ T. Phedri Ingher- '
ramii Volaterrani prò lulio secundo Pontifice Maximo fu-

nebris oratio <E>rat in more nostri ordinis positum P.A.
:
'
cum grata tui recordatione celebrabuntur, Abite <Se-

cuntur XI carmina inde a f. 88> 90 Epithafium Phae- :
'
drus amor Patrum Populi, spes una Quiritum, quo duce ||
Roma quem Romanae

iterum rostra superba uidet, j|
par
linguae reparantur honores hic iacet exiguo magnus ||
—
sub marmore, sed non exiguura marmor quod fuit ille j|
tegit. Il
Viuet enim Phaedri nomen, dum Roma manebit, ||
dum uox, dum lingue gratia, Phaedrus erit' 90^ T. Phedri

Ingherramii Volaterrani prò Ludouico Podocatharo Cyprio
Presbitero S. Agathe Cardinali <Q>uod ego — laudatio :
'
tantum umquam in me ad misi facinus beneficiorum me- j
moria sempiterna. Abite (Inde a f, 99^ secuntur epi- '
stulae Thomae ad alios, Antonii et Paulli Inghirami ad

Nicola nm Liscium, de quo cf. supra cod, 5031) 129 <Vo-
laterrarum annales libri italice scripti) :
'
Anno salutis
MCCCLXI la nostra Comunità di Volterra
Th. '
etc. (de
Inghirami cf. Tiraboschi VII 1352 sqq. Eius duo carmina
adhuc edita sunt, Ad amicam et In obitum Paulli fratris
fìlli, simulque prodiit epistula ad Marium Maffei, Roma
1 Febr. 1516; vd. Giachi, Saggio di ricerche sopra lo stato
ant. e mod. di Volt., Firenze 1786, Append. p. 61 sqq. ;
ed.^ Volterra 1887, p. 407 sqq.).

1C6 CODICES LATINI
Chart., cm. 27X20, ff. 139 num., uariis iran. exaratus, massa
chart. munitus, s:iec. XVf. In Adnotata per T. Pho-
raarg. tìi. 1-6' '
drum ex Prisciano, Nonio, Seruio, Diomede, Charisio, Frontone,

'
Gellio, Quintiliano, aliis. In fronte libri de commentariis aunorum

Volaterrarum scriptum legitur: Cronichetta di Volterra dal 1361
'
al 1429. Ignoto è l'autore, ma dal tempo

terminata di in cui fu
scrive (sic), cioè l'anno preterito da che segui di Giu- 1' empia morte
liano de Medici, si rileva non poter essere di Fedra, che allora non
aveva più che nove anni '. De numero carminum epistularumque
Thomae cf. Giannini.
5887 (LUI 4, 10) n. 249 G.

1 Insinuatioiies quorumdam priuillegiorum et concessioiium
imperialium coucesorum {aie) ecclesie Vulterrane 2 Hoc
est exemplnni cuiusdam prini'.egii Federici imperatoris
—
|
Datum apud Creraara auno dominice incarnationis mil-

lesimo centesimo ottuagesimo quinto, indictioue quinta,
sestodecimo kalendas lunii (= F. Schneider, Regestum Vo-
laterranum, Regesta chartar. Italiae I, Romae 1907 n. 214)
3^ Hoc est exemplum cuiusdam priuilegii Henrici sexti
Romanorum regis Regnante domino Henrico sexto
j
anno —
regni eius nono decimo. Datum apud Vircebem per manum
Henrici Imperiai. Aule protonotarii, decimo septimo ka-
lendas Septembr. (= Schneider 1. e. n. 228) 4 Hoc est
exemplum cuiusdam priuillegii Henrici sexti |
Datum Me-
diolani anno dominice incarnationis millesimo centesimo
ottuagesimo septimo, indict.*^ sexta, quarto nouas Nouem-
bris (= Schneider 223 de Frederici et Henrici
1. e. n. ;
priuilegiis uniuerse Schneider 1. e. p. xiv et praesertim

P. Scheifer-Boickorst, Zur Geschichte des XII. und XIII.
Jahrhunderts [Ebering, Historische Studien VIIIj, 1897,
p. 214-224) 5 (Fragmentum privilegii a Carolo IV Vo-
laterranorum episcopo in argentifodinis concessi) '
. .. . exi-
gat. Nos igitur iuiquitatis spetiem arbitrantes |
Datum Pisis
anno a natiuitate Domini nostri Yesu Christi millesimo tre-
centesimo quinquagesimo quinto, ottaua indict.^, ottauo
ydus Februarii regnorum nostrorum anno nono (deest ap. '
Boehmer-Huber, Regesta imperii VIII, Innsbruck 1877)

5 Hoc est exemplum cuiusdam jjriuillegii Karoli regis (qui
Philippum episcopum Volaterrarum a solutione census li-
berat; Datum Pisis anno Domini millesimo trecentesimo

|
quinquagesimo quinto, indict.^ ottaua, nono kalendas Martii

regnor. etc. (deest ap. Boehmer-Huber) 6 Hoc est exem-
plum cuiiisdara priuillegii Karoli regis '^qui eodem episcopo
petente omnia iudicia a snperioribns imperatoribus in epi-
scopnm Capitulum Volaterrarnm pronuntiata abrogai)
et
|
Datum anno Domini millesimo trecentesimo quinqua-

Pisis
gesimo quinto, indict.^ ottaua, undecimo kalendas Martii
regnor. etc. (deest ap. Boehmer-Huber) 6^'
Karolus ue-
nerabili Philippo episcopo Valterrano nostro et imperii
sacri principi <^potestatem audiemli in tota Tuscia causas
'
criminales et ciuiles, recipiendi appellationes, creandi iudi-

ces etc. concedit) ]
Datum Pi>is- anno Domini millesimo
trecentesimo quinquagesimo quinto, indici.*' ottaua, nono
kal. Martii rognor. etc. (= Boehmer-Huber n. 1995; cf. Am-
mirato. Vesc. di Fiesole, Volterra e Arezzo 148) 8 Hoc
est exemplum cuiusdam priuillegii Karoli IIII (qui Philippo
petente superiorum imperatorum iudicia, ut supra, abro-
gai; I
Actura et datum Pisis anno Domini millesimo tre-
centesimo quinquagesimo quinto, indici.*^ ottaua, quinto de-
cimo kalendas lunii regnor, nostror. anno nono, imperii
nero primo (deest ap. Boehmer-Huber) 9 Hoc est exem-
plum —
Karoli mi. —
Karolus quartus (Philippum epi-
scopum a solutione census prò argenti fodinis liberat/ |
Actum et datum Pisis anno Domini millesimo trecentesimo

quinquagesimo quinto, ottaua indici. primo kalendas Inni "",
regnor. etc. (deest ap. Boehmer-Huber) 10 Hoc est

exemplum — Karoli UH 'qui Petro episcopo Volaterr. pe-
tente '
adinictit protestationem iam lactam per Philippum
episc. praedecessorem conira homagium fidelitatis praesti-
tum) '
j
Datum Prage anno Domini millesimo trecentesimo
sexagesimo tertio, prima
decimo ottano kalendas indici.*',
lulii regnor. etc. (= Boehmer-Huber

n. 3958, cf. n. 2001 ;
Cecina, Notizie istor. di Volt. 14G) 11 Hoc est exem-

plum —
Karoli qui mi
confirmat Philippo episcopo me-
'
rum et mixtum imperium in ciuitate Vult. et eius episcop.

et disirieius actum Pisis anno Domini mil-
'> j
Datum et
lesimo trecentesimo quinquagesimo quinto, ottaua indict/',
108 CODICES LATINI
decimo kalendas lunii regnor. etc. (= Boehmer-Huber

n. 2134; cf. Cecina 1. e. 143) 13"' Hoc est exemplum —
Karoli mi
(qui Petio episcopo priuilegium, ut supra, Phi-
lippe concessum confirmat) Datum Prage anno Domini j
millesimo trecentesimo sexagesirao tertio, indici.*' prima,

decimo ottano kalendas lulii regnor. etc. (deest ap. Boeh-
mer-Huber) 17 Hoc est exemplum — Karoli IIII uene-
rabili Petro episcopo Vulterrano <cni '
dignitatera princi-
patus, potestatem audiendi causas ciuiles et criminales —
et cudendimonetam et alia confirmat) Datum Prage '
}
anno Domini millesimo trecentesimo sexagesimo tertio, in-

dici.*' prima, sexto decimo kalendas lulii regnor. etc. (deest
apud Boehmer-Huber. De Caroli priuilegiis se uberius dis-
putaturum esse Schneider 1. e. p. xvi proraisit).
Membr., ff. 19 (primitus 21) ree. man. num., cm. Ò0X22, ex
parte fuscus factus. la fronte libri legitur: Priuilegia ab impera- '
toribus concessa episcopis et Ecclesiae Vult. exemplata ex authen-

ticis per Stephanum Nerii Simoncini de Suuereto iudicera et uota-
rium ji. 1379. Giannini, ab indice in quo XV priuilegia litteris
'
a b e etc. distincta initio libri significantur in errorem inductus,

XV non XIII ea esse adfirmauit.
5970 (LIV 4, 5) n. 12 G.
1 '
Antidotum aurea Alexandrina
: fatiens ad reuma capitis
cuius dolorem sedai, oculorum lacriraas cousiringii j

tem-
pera cum suco absinchii
'
77 '
Abcella id est argimo-
nia idest agrimonia. Abesiestus id est calx uiua que adhuc
est quasi in lapide |
dactilorum grana
'
108 '
Antimi-
non: secundum Dyascoridem uocatur mandragora secun- |
dum quosdam (in extrema paragr. adfertur

'
Galienus libro '
de alimentis ') 132'' Si aliquis morsus (r sps. acid.) fuerii

'
ab aliquo serpente |
hoc idem ualet ad faciei cutem '
etc. —
(De huiusraodi medictimentorum praeceptis cf. Rose, Auecd.
graeca et graecolat. II, Berlin 1854).
Membr., cm. 25 X^^^ ^- 1'^^ num., binis columnis, in liguo et

pelle inclusus, uncisex orichalco munitus. saec. XIT. Ft. lo2'' sqq. al-
tera manu exarata sunt; litt. init. singuloruin capitum usque ad
f. 76 alterna ratione rubrae et caeruleae, inde a f. 77 rubrae.
Modi-
cainentorum indices litterarum ordine digesti sunt.
5999 (LIV 5, 15) n. 15 G.

1 ;Anonymi in Aristoteli;!! Praedicamenta comraentarius) :
'
Cum sit iiecessarium |
communitatisqne traditionem '
(cf.
Coxe, Catal. Codd. mss. Oxouii 1854, bibl. Bodleian. Ili,
p. 709, 365, III) 12'' (Roberti Kilwarby

Anglici in Ari-
stoteli» Praedicamenta): Eqiiiuoca dicuntur pene omnes '
enumerati snut (cf. Coxe ibid. p. 741, 403, II)

'
52'' <Gn-
lielmi Occham Anglici in Aristotelis de interpretafcione

libros) : Primum oportet constituere quid
'
sit nomen |
non
contingit eidem inesse contraria '
(cf. Coxe ibid. p. 860,
558, III) 44'' (Gualteri Burlaei in Gilberti Porretani de
sex principiis libros) :
'
Forma est compositione contin-
gens I
moLieri ut ignis '. Finis. Explicit libar sex princi-
piorum. Amen (=z Hain, Repert. Bibl.
I, I n. 4128; cf. Coxe
ibid.p. 562, Bandini 181, TI;

III 9, III) 55 (Eiusdem
in Aristotelis topicorum libros): Propositum quidem ue- '
gotium est etc. (cf. Coxe, colleg. Merton. 295, 1).
Membr., cm. 25X19, ff. 144 num. (1, 2, 10, 51-54 palimpsestì
suut posterius additi ac manu saec. XT scripti), ligno et charta ue-
stitus, saec. XIV/XV.
init. uai-ia ratioue rubrae
I.itt. et caeruleae;
extrema pag. consumpta. Liber ms. inde a
satis est f. 3 plnrimis
glossis iuter uersiculos et in margin. iu.structus est.
6133 (LVI 3, 2) n. 243 G.

26 (Anonymi sacrae orationes) Dicturum de iis rebus, :
'
quae hoc in loco quotannis perorari solent caeli tandem |
felicitatem assequamur '

31^^ In die Epiphaniae : '
Pia
mater Ecclesia fratres clarissimi '
etc. 32' In Epipiia-
niae solemniis :
'
Ecclesia Christi sponsa et mater nostra
fratres charissimi etc. 55 Oratio prò nacatione ac mu-
'
nere :
'
Cum ex animo constemus et corpore uiri clari.s-
simi '
etc. 37 Oratio in Caena Domini Optimum qui- :
'
dem certe illud institutnm est

etc. 55 lohannes Baptista '
Hadrianus Franc° Britio Voi" amico car'"°

s. p. d. Non :
^
facile uerbis explicari possit tuo nomine salutabo. Vale |
ac me ama. Florentia kal. Oct. 1562 (de I. B. Adriani '
cf. Mazzucchelli I, I 150 sqq.) 68 Mario Coluranae s. d. :
'
Cum Pandulfus Bagius bis paucis diebus conquiescam. |
110 CODICES LATINI
Vale. Datae VI id. Quintil. MDLXIIII

Mario Colle '. —
Colnmuae s. d. :
'
Vide quaeso ut me Bagii oratio stu- |
diisqne iuues tnis. Vale. Datae kalendis Sestil. MDLXIIII

Colle Antonius Renerius 70 (Anonymi de meusnris/ '
:
'
Meusurae aut liquidorum erant aut aridorum aut utro-
rumque et liquidorum quidera maxime fuisse uidetur qnain
culeum dixere. Cnleus Araphora Urna etc. 75 (Pe- — — '
trarcae et Ariosti carmina in latinura sermonem uersa) :
'
Giunto Alessandro a la famosa tomba Insignem ad tu- |
mulum magni perductus Achillis etc. — Ella non sa se '

'
non invan dolersi Illa nisi uanas nescit miseranda que- |
relas etc.' 79^ <Epitaphium> Mapheus hìc iacet; sat :

'
hoc. Quis nescit hospes caetera?

Il
Heu spes inanes om- ||
nium, quicumque magnae frugibus telluris aegri uesci-

Il ||
mur, mortale terreum genus '.

Il
Chart., cm. 23 X l^t ^- ^^ (ree. inanu falso 79 signata, cum f. 11

per iniprudeutiam omissum sit) ueteri (usque ad f. 26) et ree. inaiiu
num., saec. XVI. Complura italica iusunt, de quibus cf. Giannini.
6134 (LVI 3, 3) n. 30 G.
2 Tabula multarum operum sancti Bernardi abbatis Cla-
reuallensis: 'De consecratione corporis et sanguinis Do-
mini nostri lesu Christi Sermo de compositione a. car. I;
huraana a. car. VI
(De consecratione corporis et '
etc. —
sanguinis) mense ad mensem de sabbate ad sabba-
:
'
. . .
tum etc. (= Migne, P. L. CLXXXIV 985, 7-992)

'
Item
sermo Bernardi— <de compositione humana) 'Homo qui — :
"
ex anima rationali et humana carne j

et princeps pacis
Item sermo seu doctrina eiusdem (immo incerti scrip-
7
toris) amico suo kari.° Si piene uis assequi (= Mi- :
' '
gne, ibid. 1174) 8 Incipit libar apologeticus beati Ber-

nardi [= Migne CLXXXII 898-918 sine praefatiuncula)
16 Item sermo eiusdem de forma honeste uite incipit
(= Migne CLXXXIV 1167-1170) 17 Incipit tractatus
beati Bernardi {immo ine. script.) de interiori homine
(= Migne ibid. 485-487) 18 Item eiusdem de repre-
sentatione ante districtum iudicem et exitu anime incipit
felicitar Secundum exteriorem hominem loquor
: ' for- |
BYBL. PVBL. VOLATKKR. Ili
midat ea que nescit. Amen '
19 Item eiusdem (immo

Arnulfi de Lonanio) speculura monachorum (des. '
quasi
ipse et deus sit solns '; = Migne
20 Item ibid. 1175-1178)
specnlnm monachorum in capitulo beati Bernardi: Fra-
tres karissimi locus iste in quo conuenimns gaudere me- |
reamini. Amen 20'' Sermo beatissimi Bernardi in

'
natali
sancti i^ndreae incipit foeliciter (des. '
in cruce Domini
nostri lesu Christi '
etc.509 sqq.
;
= Migne CLXXXIII ;
Xenia Bernardina Viudob. 1891, p. 680 sqq.)

I, 2, 21 Item
tractatus beati Bernardi (immo ine. script.) de plantu uir-
ginis Marie incipit: Quis dabit capiti meo aquam
'
tu |
benedicta in eternum et ultra cum lesu filioDomino tuo

Deo nostro, qui cum patre "
etc. (cf. Xenia Bernadina IV
p. vili. 25 Item eiusdem de dignitate anime
51. 489)
et uilitate carnis incipit: Anima insignita Dei imagine '
unum eundemque Dorainum glorie qui uiuit '

etc.
29 Sermo in sollemnitate beati Martini (= Migne ibid.
489-500; Xenia Bern. I, 2, 654-666) 31 Sermo in — festo
sancti Clementis pape et raartiris (des. '
passionis bora.
Amen =
Migne ibid. 499-502; Xenia Bern. ibid. 666-670)
';
32 Sermo in dedicatione ecclesie de triplici mansione

(= Migne ibid. 526-529; Xenia Bern. ibid. 703-708)
33' Item sermo eiusdem in comiuemoratione omnium sanc-
torum; de morte sancti Malachie episcopi: Dyra profecto '
et inesorabilis mors ad hoc refrigerium nos perducat uni-

|
genitus Dei filius. Amen 34 Omelia beatissimi Ber- '
nardi {immo Aelredi abbatis Rieuallis de lesu puero duo-

denni) =
Migne CLXXXIV 849-870 40 Libellus beati
Bernardi de laudibus et commendatione gloriosissime uir-
ginis Marie incipit: Omnis qui ad Dominum Emanuel hoc
'
est ad Verbum ipse Saluator mundi Deo gratias. Amen

'
41^ De modo contemplandi passionem domini Ber- —

nardi {immo Venerabilis Bedae) incipit tractatus Sep- :
'
ties in die laudem dixi tibi etc. (= Migne XCIV 561-568) '
45^ Item —
Bernardi de contemplatione domini nostri
lesu Christi Quam uehementi amore amplexasti me
:
^
|
Crux mihi semper amen sit uirtus atque iuuamen jj

'
50 Item eiusdem beati Bernardi intbrmatio ad religionem

112 CODICRS LATINI
incipit: '
Ad hoc studeat odoris optimi f'ragrantiam. Deo
|
gratias
'
50^ Incipit iubilus beati Bernardi {immo ine.
script.) (des. '
ut nos donet celestibns frui cum celi ci-
nibus. Amen '; = Migne CLXXXTV 1317-1320) 51^' ()na-
liter debet homo

se examinare: Integritatis tue explo- '
rator curiosus semper iuuicem praesentes

|
52-57 <Ex '
indice): Quomodo debet esse ad psallendiim et orandum.

a. car. LII. De dilectione angelorum erga nos. a car. LTI.
Quomodo sancta Trinitas et tota curia celestis nos expec-

tat. a. car. LII. Qualiter debet seruare cor munduin et de
insidiis diaboli, a. car. LITI. Qualiter debet intente orare
et diuino officio, a. car. LUI. De uoluptate cordis. a. car.
Lini. De discussione peccatorum. a. car. LIIII. De emen-

datione peccatorum. a. car. LV. Qualiter sit malum non
corripere alios. a. car. LV. De leuitate cordis. a. car. LV.
Qualiter uitia finguntur esse uirtutes et de ypocresi. a.
car. LV. Qualiter homo debet inspicere se ipsum et peccata

sua memorari {aie), a. car. LV. De conscientia bona et mala
a. LVI. De inimicis quos habet homo. a. car. LVI.

car.
De diversis periculis huius mundi, a. car. LVI. Quae uitia
perueniunt carne mundo et diabolo, a. car. LVI, Qualiter
contemptis terrenis debemus hanelare celestia. a. car. LVII.
Qualiter breues sint dies horainis. a. car. LVII. Quid primo
et principaliter debemus legere. a. car. LVIII. 57^ Trac-
tatus sancti Bernardi {immo monachi cuiusdam Cistercien-
sis> de hedificanda. domo spirituali atque interiori et de
nobilitate conscientie et de septem columpnis in ea eri-
gendis (des. '

terrestrium occupatione. Sit laus et gloria '
etc. ;
= Migne CLXXXIV 507-552) 78^ Oratio sancti Ber-

nardi abbatis (immo ine. script.) ad Crucifìxnm, quara di-
citur tanta deuotione dixisse, quod ipsaymago manibus

cum
de cruce extensis amplexata est eum. Ad pedes Salue :
'
mundi salutare etc. (t= Migne ibid. 1319).

'
Salue diues — '
rex celorum Migne ibid. 1320)

'
etc. (=: 79 Salue salue '
lesu bone etc. (= Migne ibid. 1321)

' 79"^ Salue salue '
summe bonus etc. (= Migne ibid. 1321). '

Salue salus — '
mea Deus etc. (= Migne ibid. 1322)

'
80 Surami regis '
cor queto (sic)'' etc. (= Migne ibid. 1322). 'Salue lesu re- —
12. 1. '910
nerende ||
corde semper inqnirende '
etc. 80^ Incipit liber
sancti Bernardi — de amore Dei (:= Migne 367 sqq.
ibid. p. ;
cf. C. Vitelli, Studi ita!. Vili 392, cod. Conv. S. Cather.

Pisar. 139, 46).
Membr., cm. 23 X
l'^- ff- 91 nam., ligno et pelle muuitus, saec. XV.
Singuloi'um capitum inscriptiones et litt. init. rubro pigmento exa-

ratae sunt; in margin. notae extant. Ff. 89, 90 exciderunt; f. 88'' des.
'
nec maniis nidet quibus operatur nec opus quod operatur ', f. 91
ine. '
caritatem non perdidit. sed caritas iu eo obstupuit '. Cod. mu-
tilus est et de.s. uerbis '
Omnia quoque
ceterornni seusuura in... ';
quid is ultra amplexus ex indice perspicitur, qui post £ LXXXI
sit,
(reuera LXXX) pergit: De amore quo anima debet esse piena, a.

'
car. XCII. Expositio in pace in id ipsum. do. et ro. a. car. XCIII '.
In f. 2 scriptum legimus: Iste liber est monasterii sancti Salua-
'
toris de Septimo Cisterciensis ordinis. Si quis eum furatus fuerit

uel deleuerit titulum, anathema sit (de his diris cf. Traube, Hie-
'
ronymi Chron. cod. Floriac. fragraenta, Codd. graec. et latin, photogr.

depict. suppl. I, Lugduni Batauor. 1902, p. xii sqq.). Bernardi com-
pluriuni, quae memorauimus, scriptorum italica uersio est in cod.
Volat. 6153 (n. 31 G.).
6135 (LVI 3, 4) om. G.

<F. Antonii Libnruensis compeudinm ex scriptis S. Ber-
nardi abbatis).
Chart., cm. ff- 226, massa chartacea et membrana inu-

23X1^)
nitus. Praecedunt X
non numer., quibus excerpta ex sermone LIX
ff.
in Cantica et ex praefatione I. Mabilloni in Bernardum continenriir.

In piimo f. legitur: Ob ingentem qua F. Antonius Liburnensis or-
'
dinis Min. Obseru. S. Francisci ardet erga n)ellifiuum doctorem di-
uum Bernardum primum Claraeuallensem abbatem propensionora suo

excerpsit usui breue hoc qnod conspicis lector ex ingenuis illius scrip-
tis co'.npendium. Compi. Volat. A. 1). 176S '.
,
6136 (LVI 3, 5) n. 45 G.
(Gnalteri Burlaei in artcm neterem Porphyrii et Aristo-
telis commentarii): (Q)uia (q sps acid.) de dictis (nia de
'
dictis in ras., inde, uersiculus eranua) in logica intendo qiiod-

dam (/?)•. d sps. add.) compendinm compilare |
per se iu
effectns contrarios. Et hec snfficiant in presenti. Laus Dee
Studi ital. di filol. class. XVIII.

114 CODICKS LATINI
Amen '
(= Hain, Repert. Bibl. I, I n. 4128; cf. iuter alios
Bandini III 8, I; Coxe, Colleg. B. Mar. Magdal. 146, 1).
Chart., cm. 22 X 15, ff. 229 num. quorum 223 sqq. vacua, Ugno
et dim. pelle uinctus. lu f. 222'' legitur: '
Explicit libar domini (do-
mini in ras.) Burley sacrae theologiae magistri scrìptus per me ma-
gistrum loham {sic) de Aula dioc. Lun. (mag.-Lun. in ras., inde uer-
siculus et dim. erasus) die Vili* lulii, anno incarnationis Domini
o o a
MCCCCLXXV et iuceptus die p Madii {sic) eodem anno '.
6137 (LVI 3, 6) n. 60 G.
<M. Tullii Ciceronis de officiis libri III>,
Chart., cm. 23X1^» ff- 8'^» S!if*c. XV, liguo et pelle uinctus. In
custodia anter. legitur: Questo libro è di Matteo di Iacopo d'An-
'
tonio Bertiui di Colle di Valdelsa. Se mai questo libro si perdessi ||
et capitasse alle man di persona ||

che niente del mio nome non sa-
pessi, Il
legga lo verso che di sotto suona j|
e intenderà del nome e
del casato: Il Matteo de' Berlini i' so' chiamato '.
6141 (LVI 3, 10) n. 32 G.

11 n prologo continetur materia totius operis et decla-
ratur que sint uirtiites efcc. (index usqne ad f. 12^ pergit)
12^ Incipit liber de euangelio eterno seu de caritate

compositus per sanctum Bernardinum de Senis ordinis Mi-
norum (= S. Bernardini Sen. opera IV, Veuetiis 1745)
136 Ad illustrem et religiosissimum principem domi-
num Gnidantonium Mentis Feretri Urbini ac Duranti prae-
cellentissimum eomitem fratris Antonii Bitontinii {tìxtr. i
del. lineolfi) ordinis Minorum professoris indigni prohemialis

epistola incipit, ubi declaratur quare Deus fecit peccabile
genus humanum (D)ubitari (d add. in marg.) a quibus-
:
'
•dam sepe numero solitum fuit Bonauentura declarat |

'
(cf. Mazzucchelli II, II, 1287 n. VII) 137 Magnifici ac

illustris domini domini Guidantonii ad eundem fratrem An-
tonium petentis scire notitiam omnium mortalium et ue-
nialium peccatorum, et ut ad dubia que super hoc sibi eue-
nire iam po.ssint principaliter ipse respondeat atque de liii.s
omnibus tractatum quendam conficiat, pastorali» breuis re-
sponsio feliciter incipit: '
(Q)uod (q iìi marg. add.) a me
de creature rationabilis conditione de uitiis tractanerimus '
137' Ad eundem Jeuotissiimum tert. i del. ìin. lùd.)

principem aute dicti fratris Antoni! snper tractatum de
niciis et per qnadragesimam predicando (perdicando cod.)
prologns incipit (O)mninm (o in marg. add.) equidem
:
'
operationnm etc. 138^ Incipit quadragesimale fratria

'
Antonii Bitontinii or.iinis fratris ifratris lineola ohducta

del., in marg. 1 m. add. fratrum» Minorum ad religiosis-
simum principem Guidantonium etc. :
'
(Ciastigo <c add.
in marg.) corpus meam nec fnisse putentur (cf. Mazzuc-
j
'
1287 n.
chelli ibid. IVì: hec ille. —
Feria 2^ post Dominicam
quinquagesime sermo etiam in quo declaratur quid sit pec-
catum originale et per quem contrahitnr (i sps. add.) pec-
catum originale linest sola inscriptio). 177 Anonvmi
sermO/ Maior est sapientia tua et opera tua qnam rumor
:
'
quem audiui leronimus in sermone Assumptionis ait

[
'
179 <S. Bernardini) De signis per que cognosci potest, quando

iudicia Dei 'Dei .^p?. add.) snnt propinqua i'= II 106-109
edit. Tenet. ine. extrema praef,
; Tempus benefaciendi Do- '
mine "
etc.: 183 Gregorius super M: Certe iniquorum '
"
omnium j
cadunt hostes, inimici uincuntur 183^ Eu-
sebius ad Damasum episcopum Portuensem et ad Theodo-
sium '^Th- ex Teh-Ì imperatorem: '
Cura enim sim stipula
(-pu- ex -pi) in faciem uenti
etc. (cf. Ughelli, Italia sacra I*,
'
Venetiis 1717, p. Ili) 184 Miracula sancti Bernardini:

Usor lacobi etc. (cf. Acta SS. Mai. V 272 sqq.i
'
186 Anonymi de ieiunio) : ^T;e3aurizate uobis tesauros in

celis M(atthaeus) 6 (20). In quibus nerbis de ieiunio *
etc.
Partim membr., partim chart., cm. •22X1-5: ff- 139 num. quo-
rum 19, 76-135 desuut, 10, 75, ISS'", 188\ 189 uacua sant, corapluribus
man. exaratus, binis columnLs, pellis integum. munitus, saee. XV.
Inscriptiones fere semper rubrae. litt. init. saepias omissae.
6143 LVI 2-3. 12 n. 124 G.

1 Initium sancti euangelii secundum lohannem (=: 1, 1-14»
2 Isidori senteutiarum libri III :^ !Migue, P. L.
LXXXIII 537-738 190 (Eiusdem synonyma Migne =
ibid. 826 sqq.
116 CODICRS LATINI
Cliart., Ciri. 21 X 15> ff- 19^) iutegum. chart., iuscript. et litt. iuit.
rubris, saec. XV. la f. 195 " legitur: Qui scrissit scribat, semper
'
cuin Domino uiuat; ||

uiuat iu celis semper cum Christo lìdelis '.
6144 (LVI 3, 13) n. 83 G.

(Anonymi) De principiis syllogisraorura :
'
Vox est sonus |
non potest commisceri cum aqna sit '.

Chart., cm. 13X20, 131) quorum 1-3, l"" 133-139 uacua, mem-
fi".
brana uestitus, saee. XV. In f. l"* manu saec. XVIII scriptum le-
gitur: Tavola di tutte le cose che contengono {sic) nel presente
'
volume .... di Francesco Gisti '.
6148 (LVI 4, 3) n. 255 G.

(Prosperi Aquitani carmina): '
. . . . ideo magis f'acit aligeri
quam minui quia male concupiscentie etiarn preuaricatio
legis accedit (=: praef. ad carmen XLIII) : Index pecati
lex est plectenda uetando '
etc. 344(= epigr. XLIII p.
edit. Bassani 1782) (Secuntur reliqua carmina, quibus
in extrema parte poema coniugis ad uxorem adiungitur).
Membr., cm. 22 X 15, ff- 16 ree. manu num., passim humore cor-
ruptus, initio mutilus, saec. XIV. Litt. init. rubrae sunt.
6150 (LVI 4, 5) n. 281 G.

1 (Caelii Sedulii carmen paschale) (prologus desinit v. 15;
= Huemer, (/orp. script, eccl. Vindob. X 14 146. Seq. lat.
hymnus I = ibid. 155-162) 50 <C. Vecti Aquilini luuenci

Euangeliorum libri quattuor) = (Huemer XXIV 1-146) 1. e.
119 <H>uius luuenci meminit Hyeronimus presbyter

in epistola quadam ad Magnnm Oratorem urbis Roraae bis
uerbis: '
uuencus presbyter sub Constantiuo' etc. (=: I 430
Vali., epist. 70). — tera iu libro de uiris illustribus idem
Hyeronimus meminit {= cap. 84) 120 losephus ludeus
hystoriographus uir clarissimus libro XVEII cap" Villi de
lesu Christo Domino nostro sic inquit etc. 121 Isidorus
in libroEthimologiarum dicit haec nerba: Centonas apud '
grammaticos uocari solent etc. (= III 170 Arev.). (Cento

'
—
Probae) = Schenkl, Corp. script, eccl. lat. Vindob. XVI
569-609 138 lacobii Bracellai ad reuerendnrn f'ratrem
Ludouicura ordinis Predicatorii (sic) Pis. <De claris Ge-

ijuensibus libellns) (= Thesaurus Antiquit. et Historiar. Ita-
liae, ed. Graevius-Burmaìin, Lugduni Batau. 1725, p. 57-64;
de I. Bracelli in uniuersum cf. Potthast, Biblioth. histor.
I- 145^ <S>eiiatui Populoque Genueusi salutera p,
169)
dicit (= supra cod. 5031, 56^)
Antonius Panorrnita
152^ (Versionis ex graeco in latinum fragmentum) Cum :
'
in rebus bellicis super ceteris anirais ex greco in latinum (
'
tibi traustuli. Coni 153 Prologas in epliemeri-
ilen Dyctis Cretensis belli Troiani: <D>yctis Cretensis ge- '
nere Gnoso '

etc. (sequitur Ephemeris cura alt. prologo ;
= p. 1-113 ed. Meister, Lipsiae 1872).
Cliart., era. 22 X 1-5» ff- 244 ree mauu niiin., liguo et pelle mu-
iiitus, coinpluribus mau. exaratus, saec. XVI. Ff. Jo^-49 uacua-suQt;
iutiu- f. 152 et 153 folium excidit. lu f. 244'' scriptum legitur Ans. :
'
Falconcinius Volaterrauus huius libri exemplator et dominus de

Dycti Creteusi historiographo qui sub Idomeneo duce Troiano bello
adf'uit liuiuscemodi epithaphium edidit : Dyctis ini nonien; Gnosos
patria est tumulusque ||
qui scripsi castris Ilios excidium '.
6154 (LVI 4, 9) n. 245 G.

<Liber ritualis Romanus).
Meinbr., cm. 26 X 19, ff. 54 uet. et ree. manu uuin., nisi quod
i'f. 1-S uumeros tantum ree. exhibent, nonum uvimero uet. 3 distiac-
tuii! est, decimo 4 etc, pelle uestitus, saec. XV. Inscriptiones ru-
brae, litt. iuit. uaria ratioiie rubrae et caeruleae; in custodiis l'es Sa-
crae contiueutur.
6155 (LVI 4, 10) u. 123 G.

1
"'
Incipit prefacio <in Genesin) Hysidori sanati Gregorii
pape urbis Rome discipuli Spalensis, postea episcopi {= Mi-
gne, P. L. LXXXIII 207-288) 42 (Eiusdem Quaestiones
in Exodum) = Migne ibid. p. 287 sqq.
Merabr., cm. 24 X 16, ff. 56, charta glutiuata uestitus, extrema

parte mvitilus, inscript, et litt. init. rubris, Siiec. XV.
6185 (LVI 6, 3) n. 306 G.

1 '
. . . uibas; in illis enim qui agit non [tropriae uirtutis j
deterniinationes sunt in doctrina faciende medium possi-

118 CODICES LATINI
bil^ (sic) ac decens '

Finis libri poeticorum Aristotelis
3 Ambrosii (Trauersari) epistolarum liber incipit feliciter
(libri iusunt XIV; prima epistula raissa 'ad oinnes Ca-
maldulensis religionis praelatos ac subditos data est in ' '
nostro raonasterio Fontis Boni VI ydus Nouembris '; altera

est I^ libri XXIIV ap. Mehus, Ambros. Traiiersari epist.,
Fior. 1759, II 931: extrema epistula est XXIV^ libri lì
ibid. p. 93-95. Nonnullae huius cod. epistulae desunt «p.
Mehus) 332 (Cassiodorii, Oiceronis, Senecae, aliorum
sententiae) 332^ Quaedam uocabula collecta ex Noinno
(sic) Marcello in fabulis PlautiProsumia nauigii genus :
'
(= 536 M.). Aula nel olla etc. {= p. 543)

p. 334^ Anc- '
toritates Salomonis 335 (Cassiodorii etc. sententiae)

,335^ Quaedam uocabula collecta ex Nonio Marcello in
fabulis Plauti exprimo: Capulum dicitur etc. (= p. 4 M.) ' '
337 <Aliae eorumdem sententiae).
Membr., era. 28X21, ff. 338 ree. manu nuin., iuitio imitihis
charta glutinata uariatis coloribus iiestitus, saec. XV. Una eadeni-
que manu epistulae Trauersarii exaratae sunt. Praeceduut duae cu-
stodiae; in '
Ambrosii Trauersarii epistolarum libri
recto '
prioris: '
xml ', in '

Ego leroninius abbas sancte Flore
recto '
posterioris: '
de Aretio 1172 die XXX^ lunii emi hunc librum a militibus quo-
rum direptioui l'apinisque ciuitas Volaterrana patuerat duorum du-
catorum pretio '.In eiusdem uerso ': Copia litterarum reucrendi ' '
in Christo presbyteris (sic) domini leronimi dignissiini abbatis mo-

nasterii sancte Flore de Aretio in restitutione codicis istius quem
amerai a militibus ut pater, in presenti carta manu ipsius domini
leronimi (secuntur tres epistulae datae Aretii III lun., VII Aug. 1173,
XXVII [sic]). In uerso custodiae prioris epigramma Hieronymi
' '
'
in librum est, in recto
'
posterioris testimouium muuicipii Vo-
' '
laterrarum. In f. liaec leguutur: Actum in palatio maguitico-

2*' '
rum duorum Priorum ciuitatis Volaterrarum de mense Decembris

M"CCCC°LI" die uero III" manu mei Raynaldi Lodouici Francisci
fauente {sic) domino nostro lesu Cbristo cui est bonor '
etc.
6187 (LVI G, 5) n. 69 G.
2 (Cypriani Testimoniorura libri III) :
'
deberet XIX.
Quol duo populi predicati sunt etc. (in cod. deest epist. '
ad Quirinum cum capit. I-XVIII libri primi ed, Migue, ;
P. L. IV 679-780) 43 Cecilii Cypriani episcopi et mar-

BYBL. PVBL VOLATBRR. 119
tiris incliti liberde habitu uirginum incipit feliciter (^ Mi-

gììtì ibid. 440-464) 49"" Eiusdem de lapsis (= Hartel,
Corp. script, eccl. lat. Vindob. Ili, I 237-267) 59 Eius-
dem de ecclesie catholice unitate (= Hartel ibid. 209-2B7)
()7 ^
Incipit de dominica oratione eiusdem (= Hartel
ibid. 267-297) 77
Eiusdem de mortalitate (= Hartel ibid.
"^
297-317) 84 Eiusdem de opere et elemosinis (= Hartel —

ibid. 373-397) 92 Eiusdem de bono paciencie (= Hartel
ibid. 397-419) 99 Eiusdem de zelo et liuore (= Har-
tel ibid. 419-435) 103'' Eiusdem ad Demetrianum {= Har-
tel ibid. 351-373) 111 Eiusdem incipit de origine et

geueribus ydolorum et de Deo nero (= Hartel ibid. 19 sqq.)
114 (Eiusdem ad Donatum) Hartel ibid. 3-19 =
118' Eiusdem ad Fortunatum de bono martirii (= Hartel —
ibid. 317-351) 128 (Eiusdem epistulae) (= Hartel 1. e.
Ili, II, 656-666; 701-717 in extrema parte om. opto-uale '; '
624-648 item om. poterimus. Optoualere '; 480-484 item

'
om. opto-peruenire '; 545-547; 576-579)

' 146^ (Ps. Cy-
priani) De laudibus martirii (= Hartel 1. e. III, III 26-52)
153'' (Cypriani epistulae = Hartel 1. e. Ili, II 490-495
om. '
et-ualete '; 778 sqq.; 579-581; 581-585; 827 sqq.;
495-502; 771-774; 766-770 etc. Epistulae usque ad f. 221"
pergunt) 222 Oracio — Cypriani: 'Domine sancte pater

agios I
tibi Domine honor uirtus. Amen '
(diuersa est ab
oratione edita a Migne, P. L. IV 905) 123 "^
Tabula epi-
stolarum beati Cipriani scriptarum in presenti uolumine.
Menibr., cm. 30X21, ff- 225 ree. manu niim., initio mutilus, ligneo
integum. munitus, saec. XIV. Inscriptiones rubrae, litt. init. rainutis
picturib ornatae suat. In f. l"" scriptum legitur: Hunc librum emi '
de bonis mauumissorie R."" domini mei episcopi Ilerdensis, et quam-

quam magis ualeret fuit concessus mihi mmm florenis auri, quos imme-
diate littoraliter solui Ilerde Villi lanuarii anno Domini MCCCCL.
G(uabriel> Cogolls manu propria '. Inde alia marni: '
Post mortem
prefati Guabrielis Cogols fuit predictus li ber emptus a manuisso-
III
ribus {sic) G. Pentii de Fenolleto sacnstam

prefati Guabrielis per me
et canonicum sedis Barchne (/. e. Barchiuone) hec propria manu scri-
beutem precio quindecim tiorenorum auri de Araguonia' (cum sigua /.
ante '
hec '
et '
precio '
adposita siut, uerborum oi*do est: ' Barchne
precio — Araguonia hec — scribentem '
).
120 CODICKS LATINI
6188 (LVI, 6, tì) u. 63 G.

(Anonymi commentarius in epistulas S. Pauli): '
Requi-
rernla suut prius ut earum notitia et:
|
suavis Deo et si non
'.
ita uobis . . .
Membr., cm. 30 X 20, ff. 90 uum., ligiio et pelle ueiititus, sacL-, XV,
extrema parte mutilus. In membr. custoJiis iier.siculi .suiit mvisicis
notis adiectis.
6189 (LVI 6, 7) n. 82 G.
(Lectiones et epistulae ad usura ecclesiae Volaterraruin) :
'
Dominica 1* de x4.duentu. Lectio ep. |
fìlios Dei et inter
sanctos sors illorum est '.
Membr., cm. 30 X
19) ff- '-b, liguo et corio uestitus, suec. Xlll.
lu 1 et 2, quae custodiae libri ms. suut, sacrarum litteraium luci
ff'.
cura marg. glossi.s.
6190 (LVI, 6, 8) n. 7 G.
In Christi nomine incipiunt beati Ambrosii episcopi de ol-
ficiis libri terni (= Migne, P. L. XVI, II 23-184).
Chart., cm. oOX22, tf. 86 uum., quorum otì mutilum. massa

chartacea uinctus, SJlCC. XIV in. Singulorum librorum litt. iuit. pictu-
ris minutis ornatae sunt.
6196 (LVI 6, 14) n. 51 G.

(Missae canon): '
Per omnia secula seculorum. Amen. Do-
minus uobiscum. Et cum spiritu tuo. Sursnin corda '
etc.
Membr., cm. 28 X -S, SJiec. XIII. luscriptioues et Hit, iuit.
rubrae, uisi quod iu ff. 1" et 2'' posteriores mioutis picturis ornatae
sunt; extrema pagina ualde est cousurapta legique uix potest. In
custodia anter. membran. ree. manu scriptum legitur: Canone della '
Messa antico '.
6197 (LVI 6, 5) n. 16 G.
5 (Leonardi Aretini epistulae) = Mehu.s, Leon. Bruni ei)ist..
Fior. 1741, p. 1-166 (liber. X et epistulae ad conciliiim de-

siderantur. In f".
6'' est epistula Coliiccii Salutati ad luuo-
ceutium papam, p. 5-7 edit. I. Rigacci I, Fior. 1741)
BYBL. PVBL. VOLATERR.. 121
145 Poggii Fiorentini uiri clarissimi epistole incipiiint fe-

liciter (ed. Tonelli, Fior. 1832) 239^' (Eiusdera) in Fran-
ciscum Philelphum prò Nicolao de Nicolis (= Poggii Fio-
rentini opera, Basileae 1538, p. 164-169) 244 <Eiusdem>
in Philelphum (= ibid. 170-174; inuectinae
Franciscnra
tertia et quarta desunt) 247 Poggius s. d. v. eia." Anto-
nio Cremone: 'Est mihi frequens' etc. (^ Poggii Fior, opera,
Argentorati 1513, p. 122) 247^ (Eiusdem epist.) Nicolao
Bildestouio Archidiacono Si lui tecum diutius quarn — :
'
tua in me beniuolentia participem reddere 248 (Eius- |

'
dem) de laudibus medicine: <V>ellem patres prestantis- '
simi, tantam.esse in me diceudi copiam commendo '. |
249 oggius s. p. d. Guarino suo V. eia." Franciscus '
noster Ferrariensis '

etc. (= edit. Argentorati p. 134)
251^ oggius s. p. d. Francisco Mareschalcho Ferrariensi:
'
Scripsi olim diuersis in locis |
nel ignorantie uel uerbo-
sitati. Vale '
252 oggius s. d. insigni equiti Leo-
nello Estensi: '
Quamuis superfluum et pene arrogans etc. '
(= edit. Argentorati p. 130) 253'' oggins s. p. d. Va-

lasco Portugalensi V. cla.° :
'
Si tanto ingenio aut dicendi
facultate ualerem j
uestigium uersatur. Vale' 254^ (Eius-
dem) de laudibus iuris ciuilis (= Bandini II 408, LXXXI.
Ili 499, XLII; C. Vitelli, Studi ital. Vili 348, cod. conv.
S. Cather. Pisar. 37, 76') 276 (Eiusdem) oratio in fu-
nere Nicolai (= ed. Basii, p. 270-277) 287 (Eiusdem)
prò gratiarum actione :
'
(V)ellem beatissime ac clementis-
sime pater j
et ecclesie sue sancte '
(= Bandini II, 409,
OVII. Ili 498, XXXVII).
Chart., cm. 29 X "-2^, ff. 299 quorum 1-4, 143, 144, 296 sqq. uacua,
ligno et charta uinctus, saec. XV. Littera init. primae epistulae Leo-
nardi et Poggii rubra ; ceterum litt. init. plerumque omissae sunt.
6201 (LVI 6. 19) n. 33 G.

1 Clementissimo domino N(icolao) Quinto pape Lampus
Biragus Cum exequendis omnibus etc. Itaque Xeno-
:
' ' '
phontis oeconoraicus, cum iam non extet Ciceronis traduc-

tio, tuo nomine latino sermoni accedit '
etc. (cf. Bandini,
BLL. II 388, LI) 16 "^
Clementissimo domino N(icolao) V
122 CODICES LATINI
pape Lampus Biragus: 'Absolui, beatissime pater, iussu tuo

lume librum primum Romanarum Originum Diouisii Ali-
carnasei etc (= Bandini II 829, XXIII ef. Mazzucchelli
'
;
II, II, 1259) 38 Donati Acciaioli proheraiura ad clarissi-

mum ac prestantissimum uiiura Petrum Mediam in uitam
Demetrii per eum ex graeco in latinum traductani incij)it
(cf. Mazzucchelli [, I, 43 n. Ili) 61 Ad reuerendissimura
in Ohristo patrem dominum Nicolaum, tituli sancti Petri
ad Vincula presbyterum cardinalera, apostolico sedis lega-
tura, Georgii Trapezuntii in Parmenidis Platonis transla-
tionem praefacio (cf. Tiraboschi VI, I 364).
Chart., cm. 29X22, ff. 86 quorum 37, 58^-60, G2, 68 unciia

suut, ree. manu num., sae'c. XV/XTI. Ff. 1-36 una eadetnque mauu
exarata sunt, iiariis cetera.
6203 (LVI 6, 21) n. 264 G.

<In custodia manu aetatis recentioris scriptum legitur) :
Ratio administrationis pupillorum ab eorum tntoribus et

curatoribus reddita Gerardo et Riguardato Prouisoribus:
1 Item uisa ratione introituum et exituum et expensa-
rum factarum |
et reddita fuit ratio in mense Decembris '.
Chart., cm. 31 X quorum 19 et 20 uacua, suec. XIII. In
'^0, tf. 20
custodia quam diximus manus ree. pergit: Terapus in quo
adnotatio '
haec pei-acta sunt ex hoc fragmento non apparet. Fit autom ibi
mentio domini Uodulphi iudici-s Vultorraui Comunis, quom in codice
adseruato in publico tabularlo nuucupato = Cartulare = iuucni-
mus Vicarium domini Bertuldi de Petramala Potestatis ann. 1248
ind/^ VII '.
6205 (LVI 6, 23) n. 300 G.

1 (Thomae Aquinatis Summa theologica II, Il cum pro-
logo) = Migne, P. L. III Ser. II 318"^ Gracioso et fe-
lici militi Raymundo domino Castri Ambrosii Bernardus
<Clareuallensis> in sompnium deductus salutem (= Migue,
P. L. CLXXXII 647-651).
Membr., cm. 82X21, ff. 318 ree. manu uuni., binis columnis,
-'i,
ligno et pelle munitus, saec. XV. Singulorum capitum litt. init. uaria
ratione caeruleae et rubrae; passim notae in marg. reperiuntur. In
parte auersa libri nis. legitur: Thome de Aquino secuud. liber se-
'
'.
cund. partis
BYBL. PVBL. VOLATRRR. 1-23
6206 (LVI 6, 24) n. 188 G.

<;Carmniura dedicatio) : Celeberrimo niro Angelo Gaddi ho-
norabili ciui Fiorentino auctor (i. e. Marianus Volaterra-
nns> :
'
Angelicus titulus nomea tibi tradit aptum
et
'
(= cod. 5748,9 supra) l"" (Eiusdera) : '

Ulmus habet
meritum nini; nara nitis ab vilmo ||
sistitnr ut naleat plenos
portare racemos |
mentales oculos ad celica regna lena-
bunt. Amen '. — (Eiusdem praefatio ad carmina) :
'
Omni-
potens Dominus sitientes scire fideles |1 admonet bis uerbis
doctrinas quaerere sacras :
||
<0>mne.s sitientes uenite ad
aquas '
etc. (seqnitur soluta oratione praefatio) 7 (Pro-
logus ad pastorem Patauinum): '
Pastorum Patauum </. e.
Petrum) metris bis excitat auctor '

etc. : ine. '
Cum te
Petre gregi "
etc. {= Mittarelli p. 733-734; cf. cod. 5748, 17) |
Explicit auctoris breuis hec epistola, magno ]j

quam patri
Patauo misit cum munere libri 8 (Marianus a. 1432
haec carmina se scripsisse profitetur) Postquam uirgineo :
'
thalamo Verbum caro factum etc. (= Mittarelli p. 734; Ban- '
dini,BLL. II 593-594) 8^ (Carminum summa): Musam '
pango nouam lacrimis que crimina tergit duin queror |
'
ingratosde nece, Christe, tua 9 (Alter prologus ad epi-
scopos): Maximus incumbìt menti dolor, optime presul etc.
' '
(uersus acrostichi qui uocantur sunt, quorum litteris init.

Marianus episcopos ita precatur Marianus de Vulterra mo- :
^
nachus Cartusiensis commeudat se orationi uestrae, deuote

postulando, ut hoc suum opus fulgeat in laudem Dei ac
uirginee raatris eiusdem Marie ') 10 (Contra prauos
poetas) Quid iuuat, o miseri, falsissima nuraina plura etc.
:
' '
(cf. cod. 5748, 23) 44 Eptalogi nostri Saluatoris in cruce

liber primus incipit super nerbo quo Christus prò crucifi-
xoribus orauit dicens: Pater dimitte illis qui nesciunt quid
faciunt etc: '
Dum cerno tuam, lesu crucifixe, figuram '
etc.
84^ Eptalogi Saluatoris in cruce liber secundus inci-
pit de nerbo quod Saluator latroni dixit in cruce Hodie :
mecum eris in Paradiso Nnnc meminisse decet diro dum :

'
stipite pendes etc. 105^ Tertius ecce liber nunc inci-

'
pit, et qnerulosas |j
mente repenso pias uoces dum replicat
Hbly II
Christus et hebreo cur sic hec dogmate refert :
'
De-
124 CODICBS LATINI
fluat in lacrimas mens saxoa, pectus amaros ||

difFiindat gemi-
tus '
etc. 130^' Eptalogi Sahiatoris in cruce liber quar-
tus incipit super nerbo : In manus tuas commendo etc. :
'
Dum meditor tua gesta Deus Verbum caro sanctum etc. '
142 Incipit eptalogi Saluatoris in cruce liber quintus

super nerbo Domini: Mulier ecce filius tuus etc. :
'
Concur-
rant lacrime pietatis fons reseretur '
etc. 195"' Eptalogi
sextus liber incipit, et meditar! libet in nerbo Sitio, ||
nunc
quod, Christe, notanter clamans signasti misteria magna ||
per illud: Dum tua contemplor pendentis uulnera, Chri-

'
ste etc.
'
214 Incipit septimus et ultimus liber Sal- —
uatoris in cruce super nerbo eius Consummatum est: —
'
Heu heu quis lacrimis, heu fletu quis caret, imbres etc. '
234^ Pastori Patauo. cui iam direxerat auctor hoc !|
opus, en grates conatur reddere diguas cum sibi denoto ||
fuerint hec rannera grata <C>um tua celsa nimis uirtutum :

'
gloria nuper |
dum reddes Domino cura fenore sumpta ta-
lenta. Amen '. Explicit ad totnm conclusio facta laborem

(singulis Eptalogi libris preces adiectae sunt) 235 Ne
detractor opus condemnet, postulat auctor ||
ius et censo-
rem, quo sit bene tutus ||
ab omui latrantis morsn, dum
uult damnare poetas :
'
En uenerande pater, culicis non
sentio morsus '
etc. — (Epistula Antonii Orlandi canonici
Mautuani contra Marianum) Quisquis est etc. (cf. cod. :
' '
5748, 84 supra) 235^ Auctor in Antonium respondens

iuuehit acre :
'
Ille ego tranquillo '
etc. (cf. cod. 5748, 84^
ibid.) 241 <Ad Card. S. Crucis Nicolaum Albergatum
poema in laudem Mariae scribitur) (E)n tibi mentales :
'
humeros nunc cardine pressit etc. (praecedit III uersuum '
praefatio) 243 <Ad Deum in laudem Mariae): (0)m- '
nipotens quem cuncta suum reuerenter adorant aneto- ||
rem etc. (praec. IV uu. praef.)

' 243'' <Ad Mariam):
'
Suscipe, sancta parens, has laudes, uirgo benigna '
etc.
(praec. II uu. praef.) 244 <Laus Mariae): '

Si mare, si
fontes, si flumina, stagna, palndes '

etc. (praec. Ili uu.
praef.) 258"' <Ad Michaolem Archangelum) :
'
Etsi sola
satis sibi sit diuiua potestas '
etc. (praec. IT uu. praef.)
261 <Ad Raphaélem Archangelum) :
'
(O) Raphael me-
.
dicina Dei, tu ceclia {l. theca) Tliobie *

etc. (praef. deest)
262^^ <Ad Gabrielem Archangelum) (C)um Deitas Verbi :
'
decreuit sumere formani 266^ <Ad An- '

etc. (praef. deest)
gelum custodem) (C)um Deus omnipotens ìd se bona : '
eiiRcta teueret etc. (praec. Ili un. praef.)'

270 <Ad S. loh.
Baptistara) (C)um Deus omnipotens propria pietate coac-
:
'
tus '
etc. (praec. IIII uu. praef.) 275'' (Ad S. losephum):
(D)um Deus omnipotens statuit trasmitere Verbum '
etc.
(praec. IIII uu. praef.) 281 <Ad S. Hieronymura): '(E)cle-
sie colitur uariis cultoribus ager '
etc. (praec. IIII nu.
praef.) 283 <Ad S. Franciscura) : ' (E)t si nulla queat
uirtus humana sequacis '
etc. (praec. IIII uu. praef.)
286 <Ad S. Acacium) :
' (M)artirii dum penso genus, dum
penso trahentis etc. (praec. IIII nu. praef.; carmini oratio
'
adiungitur: 'Domine lesu Christe, qui ob ineffabilem etc.) '
286^ <Ad S. Bernardum) (L)uce sub humana matris :

'
susceptns ab aluo 290 (Ad '

etc. (praec. Ili uu. praef.)
S. Catherinam) Deus confundens, eligis
:
'
(F)ortia queque
apte etc. (praec. II uu. praef.)
'
293 (Ad S. Agnetem) :
'
Agnus Christe Dei cui sacro se famulatu etc. (praec. Vili '
uu. praef.) 295^' (Ad S. Apolloniam) (M)artir grata :

'
Deo nunc Appollonia uirgo etc. (praec. Ili uu. praef.) '
296^ (In uerba psalmi 138, 8> 'Si ascenderò in celum tu :
illic es Tu loca trina Deus Dauid testante decoras etc.

:
' '
(praec. II uu. praef.) 305 (Ad Christum): (C)um tibi '
Christe Deus laudum pia munera soluo etc. (praec. II uu. '
praef). 305'' (Praefatio ad Carmen quoddam quod ex-
cidit) Dura pusillanimes dum iam temptatio uexat,

: '
||
mentibus ista dabunt spem dulcem, robur amenum '
326 (Pars extat uersuum quos ad honorem quoruradura

sanctorum Marianus scripsit; cod. des. 326' uerbis: 'Te
scelus infandum conuoluit fecibus ipsa '...). De Mariano
cf. Tiraboschi VI, II 739.
Membr., cm. 32X23, fF. 326 num., ligno et pelle munitus. Litt.
iait. autem in marg.
prioris cod. partis uenuste depictae, posterioris
scriptae suut margiues saepius resecti, iuscriptiones et metricae
;
j)raefationos rubro pigmento sunt exaratae. In custodia anter. non

numer. legitui- 1469 die primo Angusti '; inde preces, carmina alia-
'
126 CODIO RS LATINI
que insunt huius generis: Mariaaus de Vulterris monacus Cartu-

'
siensis commeudat se orationi uestrae deuote postulando, ut hoc suum

opus fulgeat iu laudem Dei ac iiirgineae matris eiusdem Mariae '. —
'
Domiue lesu Christe, qui es omnium uera salus etc. Adiuro '
— '
te qui transcribis librum istum ut conferas postquam transcrip- —

seris et einendes illum ad exemplar unde scripsisti (cf. Hieronymi '
libr. de viris iiilustribus e. 35) etc. — '

Urbis ab excidio Troiane musa
Maronis '
eto. — Plurima dictauit lasciuus /-Naso /-opuscula
' '
etc. —
'
Frateraas acies descripsit Statius olim etc. (cf. Theb. 1, 1). '
— '
Cura
poetarum lasciuas liugere uugas '
etc. Liber ms. extrema parte mu-
tilus est; desiderantur enira ff. 806-oi^5, 327-336, in quibus quae res
fuerint ex praefatioue perspicitur; cf. Baudini 1. e. p. 596: ex bis
uonuullae in cod. Volat. 5748 supra et iu cod. Monast. S. Michael.

Venet. ap. Mittarelli p. 736 sq. extant. Praefationes monastichas, di-
stichas, tetrastichas complures edidit Mittarelli ibid., quarum nerba
maguopere a cod. Volaterr. ditferunt.
6207 (LVI 6, 25) om. G.

(Anonymi) Responsorum libri II Ego diebns preteritis :
'
percussi cum uno lapide et hoc ytabitur eius iuraraento '. |
Chart., tf. 250, era. 32 X 23, charta et membr. uestitus, sacc. XVI.
6212 (LVI 6, 30) n. 59 G.
<M. Tallii Ciceronis de oliiciis): "... cum sumus necessariis
negotii.s (1, 13) |
sibi opus esse uiderefcur non '. . .
(3, 115).
Membr., cm. 26 X 18, if. 50 quorum 22 et 35 excideruut, utrim-

que mutilus. Ugno et pelle uestitus, saec. XIV. Ff. 7 et 12 aureo,
rubro, caeruleo coloribus illuminata. In '
recto '
membranae anter.
custodiae uariis manibus scripta haec leguntur: '
Francisci Phei. Ad
usum mei Francisci Phei. Ad usum mei
Michelangeli Phei. Questo
libbro è della Biidrina Fei da Volterra. M. TuUii Ciceronis otìicio-
rum libri tres manu scripti. Al Molto Mag.° e R'^". Sig. mio Fra Be-
nedetto Miuucci Cav.« Hier."'" Al Molto Mag.*^" e R.''" Sig."" mio fra
Benedetto M inucci Cav.' Hier."'° Di Michelagnol d'Ant." Fei e de suoi
amici. Raro sapiunt Friges ....'. In '
uerso '
eiusdem membranae '
M.
Tullii Cic. de Officiis '.
6221 (LVI 7, 9) n. 154 G.

1 (Isaac Israelitae de uictn; :
'. . . . et intestinoram qae eis
inuiscantar |
mediocre (sic) habet actionem . . . .
'
49 In-
cipit liber urinarum Isaac Israelite: '
In latinis quidam
libris nullnra inueiiìre potai j

dolorem renum siguificat.
'
7V Incipit prologus (prolog. in ras.) in libro febrium

Isaac Israelite :
'
Quam karissirae fili lohannes lacrimas
mesto cordis (cor in ras. )dolore |
finis libri Isaac Israelite
de febribus '
(de Isaac cf. Jòcher II 1988).
Membr.. cin. 27X19) tt". 129 ree. manu mira., iaitio mutilu.s,
biuis columuis, charta glutinata munitus, s;»ec. XIV. Inscriptiones
et litt. init. rubro pigmento exaratae. lu f. 129'' scriptum legitur:
'
A di X de Februario 15. 2 (iiid. 1502) illius sauguis '.
6222 (LVI 269 G. 7, 10) n.

1 (Medicamentorum formulae) 47 (Nicolai synonyma) :
'
<A>rtemisia idest matricharia '
etc. (= Mancini, Studi ital.
Vili 140, cod. Lucens. 295, 38).
Chart., cm. 29X22, fi'. 58, saec. XT. lutegumentum est liguo
et pelle.
6227 (LVI 7, 15) n. 18 G.

1 (Aristotelis de anima interprete incerto) :
'
Bouorum
honorabilium noticiam '
etc. (= A. Jourdain, Recherches
critiqiies sur l'àge et sur l'orig. des traductions lat. d' Ari-
stote, Paris 1819, p. 465; de ueterioribus editionibus Reich-
ling, Append. ad Hainii-Copingeri Eepert. Bibl. I ii. 34
et p. 97. IV p. 121) 15 <De sensu et sensato): Quo- '
niam autem de anima etc. (= Jourdain 1. 1. p. 468) 22 In-

*
cipit liber de memoria et reminiscentia 'De memoria :
autem etc. (= Jourdain. p. 469)

' 24^ Incipit liber de
sompno et uigilia —
De sompno autem etc. (= Jourdain
:
' '
p. 470) 31 Incipit de motu animalium (inscriptio in marg.

est): De motu autem etc. (= Jourdain p. 475)
'
35 <De '
longitudine et breuitate uitae) De eo autem quod est etc. :

' '
(=: Jourdain p. 473) 36^ (De iuuentute et senectute) :
'
De iuuentute autem etc. (= Jourdain p. 471) 38"^ De'
respiratione 'De respiratione enim etc. (= Jourdain p. 472)

:
'
42 <De morte et uita)

"^
Est quidem igitur omnibus :
'
animalibus commune etc. (= Bandini III 238, X) '

44 In-
cipit liber de generatione et corruptione (inscriptio in marg.):
'
De generatione autem '
etc. (= Jourdain p. 460) 58^ In-
128 CODICKS LATINI
cipit primus physicoruin: 'Quoniam quidem intelligere etc. '
(=: Jourdaiii p. 453) 108^^ <De caelo et mundo): De na- '
tura scientia etc. (= Jourdain p. 456)

'
135 (Methero-
logicorum liber): De primis quidem igitur causis etc.
' '
(== Jourdain p. 462. In uniuersum cf. Bandini III 237 sq. 240;
Coxe, I Colleg. Balliol. n. 232 A. B II Colleg. Corp. Chr. ;
n. IH; Frati, Studi ital. XVI 171, cod. Univ. Bonon. 167).
Meinbr., cm. 32.5 X ô, t'f. 165 iium., integiimento ligneo muiii-
tus, saec. XIV. lutei- iiersiculos et in marg. uariis man. notae scrip-
tae suut; in marg. super, passim litteris alterna ratione rubris et
caeruleis numerus extat libri a laeua, inscriptio operis a dextra; litt.
init. singularum uerborum comprehensionum rubri inuicem et cae-

riilei coloris signis oruatae sunt. In custodia initio adiecta fragmen-
tuni legitur rerum ad res sacras pertinentium.
6230 (LVI 7, 18) n. 35 G.

Genealogia lohannis Boccaccii uiri clarissimi (= p. 1-401
cum praef., edit. Basileae 1532).
Chart., cm. 29X21. ff- 52, ligno et pelle uestitus, saec. XV. Cu-
stodiae membr. miniitissimis litteris aeui anterioris exaratae sunt.
Praecedit index librorum et capitum; in altero indice a Dominico
Aretino composito res memoria dignae ad litteram digestae sunt.
6231 (LVI 7, 19) n. 102 G.

1 (lacobi Foroliuieusis in aphorismos Hippocratis) :
'
Pre-
termissis quibusdam saperfiuis inquisitionibus etc. '
163 (Eiusdem in primuin canonem Auicennae commenta-

rius>: n primis Deo gratias agamns sicut sui ordinis etc.
'
Obraissis superfluis narrationibus quibusdam in exordio huius

libri '
etc. (cf. .Jòcher II 1811; Mazzetti, Repert. de' pro-
fess. di Bologna, Boi. 1847, n. 1476 ; ud. etiam inferius
cod. 6364).
Chart., cm. oOX'-l, tf. 298 quorum 72 ''-76, 157 '-162 uacua, binis
columnis, saec. XV.
6232 (LVI 7, 20) n. 187 G.

1 Noni Marcelli uiri disertissimi de compendiosa doctrina
ad filium) : des. '
patrueles matrum fratrnm fìlii. Finit '
19. 1. '910
.
(= p. 3-894, 9 ed. Lindsay, Lips. 1903) 169 (Verrii Festi

de uerborum signifìcatu et Pauli Diaconi epitome) =: p. 1-379
ed. Mneller.
Chart., cm. 28,5 X l'î-'^- ff. 244 quorum 243", 244 uacua, oura., ligno
XY. Verba gi-aeca a librario omissa sunt pas-
et pelle raunitus, s:iec.
simque rubro pigmeuto in raarg. uel in scriptoris ipsius contextu
posterius addita; librarii imperitiam testantur etiam spatia uacua,
quae praesertim in Nonii oratione tVequenter reperiuntur. Pauli epi-
tome decurtata est, sicut litt. T ine. Terentum locus in campo Mar- '
tio ', pergit Tauri jappellabantur '; litt. V ine. Viciuia uiciuiorum
' ' '
,
pergit Vesperua apud Plautum

' '
6233 (LVI 7, 21) u. 314 G.

1 Glose super ultima . . . {tres litt. cuanueruìtt ; hrjehatur certe
uba) secundi Eneidorum et super tertium totum
libri Nep- :
'
tuuus muros. Neptunus cum Apolliue Troie muros edifi-

canit etc. '
4 Titire tu patule. Incipit prima egloga '
quae dieitur Titirus in qua duo loquentes introducuntur,

scilicet Titiriis et Melibeus. Titirus id est Virgilius qui
Laconum lingua raaior aries interpretatnr '
etc. (cf. Seru.
in Verg. bue. p. 4 Th.) 7 <Carmen Vergilio tributum
n. 256 Riese, Anthol. lat.-> 8 (Anonymi breuis com-
mentarius): '
louis filius Saturni, cuius pater Celeus uir
magni ingenii fuit, qui in Ci'eta insala duas habuit uxo-
res '
Arma uirum,
etc. '
Ab armis cepit ut fortitudinem
Romanorum indicaret '
etc. 9 Incipiunt uersus Octo-
uiani (fi/c) Cesaris Augusti de laudandis libris Virgilii post
mortem ipsius (= Riese n. 672) 9^ Versus Ouidii Na-
sonis (= Riese n. 1. 2) 10 Incipit bucolicon Publii Vir-
gilii Maronis: '
Drammaticon uel niictikon. Melibeus ad
Tytyrnm Tytire : tu patule '
etc. 22 Prefatio Ouidii su-
l)er primo georgicorum Quid faciat* letas
Virgilii: etc. ' '
(= Riese n. 2). — Incipit li ber primus georg. Virgilii

54 Incipit libar primus Eneidorum 201^ <Hymnus> :
'
Dulcis filli quem hostili specto cesum dextera |
sedes
grata si parata sedibus helisiis '
204^ ' Natus in ex-
celsis '
etc. (= 'Riese n. 487'). — (Terentii ulta): '
Teren-
tiusquidem coniicas genere Affer ciuis nero Cartaginensis.
Reuertente autem Scipione Romam deuicta Cartagine etc. '
ISludi ital. di Jilul. class. XVIII. 9

130 CODICKS LATINI
206^ Nigidius ut ait Ageliiis (i. e. A. Gellius) libroX"

noctium atticarum (cap. 11, 1) homo in omnium bonarum
artium discipliuis egregius in libro qiiem de poetis scrip-
sit sic se habet ut sequitur Multos incertos certare etc.
:
' '
(uersus sunt Vulcacii Sedigiti, cf. Geli. 15, 24) Nota 207^'
dignitatum et officialium antiquorura Rome: 'Primo re-

ges etc.
'
208^ (Sententiae et etyma).
Chart., cm. 34X^3, ff. 209 ree. raanu num., quorum 5^-7 "",
198-201'', 202, uacua, binis colummis, massa chart. et

203% 204% 207''
membr. uiiictus. In marg. sup. f. 208^ scriptum est: die 13 lauua- '
rii 1437 tiuitum est '. Fi'. 9'', 10', 22"', 54''
minutis picturis ornata sunt;
f. B"" Augustus auream coronam in capite habens Vergilii volumen in
manu tenet; f. 10'' pastor sub arboi'e sedens fistula canit eumque
senex comitatuv; passim uagaturgrex; f. 54"" Aeneas est bellico ue-
stimento indutus; saepius uenustae litt. init. reperiuntur aureo co-
lore illuminatae. Totus liber ms. in marg. notis instructus est, uelut
f. 10"" Melibaus a Melibea ciuitate quasi inde esset pastor: aut alius
'
araicus Virgilii, Cornelius aut Cornificius, iiel unus de Mantuanis,

cui agri sunt ablati (cf. Schei. Bern. ad Verg. bue. 1 praef. p. 749
'
Hag.) etc; f. Il*" In hac egloga (II) inducuntur due persone Cori-
'
donis (.s/c) et Alexis; in persona Cor. "Virgilius accipitur, in Alexis

Cesar' (cf, Seru. ibid.); f. 27^ (ad georg. 1,383) lam uarias pe- '
lagi etc. Seruius hunc usum sic exponit: iam uarias pelagi uolucres
et eas que circum Asia prata rimantur etc; f. 54'" (ad Aen. I) Ve- ' '
tevis. Dicit quantum ad Virgilium uel ueteris id est diu durati '
otc.
Notae Vergilianae sunt etiam in f. 203''.
6362 (LVTI 262 G.

8, 1) n.
1 (Rasis ad Almansorem de re medica): \ debilia necesse . . .
ea coiroborare atque impinguare etc. (= Bandini TIF, 47, I. '
48, I) 54 Incipit translatio libri diuisiouum a magistro

(Gerardo) Cremonensi ex das (m'c) Rasis (=: Bandini III 47,
II. 48, II) 86 (Eiusdem synonyma)
*
Alafel puntus ut :
'
pulicis morsns et fiunt in omnibus membris explieiuut |
sinonimie Almansoris (cf. Bandini III 47,

"
IV. 49, VI. De
Rasis item Bandini III 47 adn. 1; BLL. Ili 658; De Ge-
rardo Cremonensi cf. Boncompagni, Atti dei nuovi Lin-
cei IV, Roma 1851, p. 387 sqq.).
Memlir., cm. 12,5X27, 11'.

80(53 uacuuni,) roc. manu num., hinis
coluninis, initio mutilus (duo tt'. et tertium dim. excideruiit), Ugno
et chaita uestitus, saoc. XIV. Margiues inf. iuterdum resecti, inscrip-

tioiies rubrac, litt. iriit. uaria ratione rubrae et caeriileae, if. ìT',
10"", 13\ 2P', 24^', 54'' picturis minutis uirorumque simulacris or-
natae; f.25 uotis marg. replefcum est. In auersa cod. parte legitur:
'
Riisis ad Almansorem '.
6363 (LVII 8, 2) n. 192 G.

1 (Marsilii de sancta Sophia in
aphorismos Hyppocratis
commentarins) <L>ibri regalis iniciale capitulam nos sic
:
^
admonet' etc. (de Marsilio cf. Jocher IV 680; Tiraboschi V, I

262 sqq. Chevalier II 3094)
; 191 <De re medica): '<M>u-
taciones tempornm sepe generant maxime generanfc (sic)
raorbos |
facinnt digestionem. Et hec de presenti snfficiat
questione. — Qui me scribebat Heinricus Streck de Herbstein
nomea habebat. Laus Deo '
283 (Anonymi) :
'
<S>pasi-
mus ex eleboro et cetera '
etc.
Cliart., cm. 41,5 X'^0? ff- ^0'' "'S*^- 'Tifine num. (praecedunt IIII,
subsecuntur HI non num.), Ugno et cbarta munitus, extrema parte
mutilus. saec. XV. In auersa cod. parte legitur: Mar.silii do S. So- '
phia in aphor. Hyppoc. expositio '.
6364 (LVII 8, 3) n. 98 G.
1 lacobi ForoHniensis in primnm cauonem Anicennae conx-
mentarius) :
'
Amissis snperflnis narrationibns etc. (= cod. '
6231, 163 supra) 83 (Anonymi de uirtntibus et opera-

tionibus; :
'
Virtntum et operationnm alie et cetera |
ope-
rationes uirtutis nitalis nel animalis uirtutis patet etiam
qiialiter sit respondendum ex dictis '.
Chart, cm. 44 X 30, tF. 118 (116-118 uacua), ligneo iategum. mu-
nitus, saec. XV. Litt. initialis t'. l"" minuta pictuva ornata; singula-
rum uerborixm comprehensionum initia alterna ratione rubris et
caeruleis signis <listincta sunt. In integumento lej,itur: '
lacobi Fo-
'
roliu. in Auicen.
6365 (LVII 8, 4) n. 103 G.

1 Incipit liber I (Galeni) de crisi (interprete G. de Mor-
beka archiepiscopo Corientliiensi) : — 'Ego non intendo 'etc.
(=Bandini III 30, VI; BLL. II 54, LVIII, II; Coxe I
Colleg. Merton, u. 218, 7. 85; 219, 6. Balliol. n. 231, 14;

132 CODICKS LATINI
II Omn. Anim. n. 68, 7) 27 Incipit liber <eiusdem> de in-
terioribiis — (interpr. incerto): '

Medicorum non solum iiio-
deini '
etc. (= Coxe
I Colleg. Merton, n. 218, 9; Balliol.
n. 231, 11) 64 Incipit liber Galieni de ilebothoraia <in-

terpr. incerto): Flebothomia est uenerecta incisio
'
sani- j
tatem ministrat 65 Incipit liber (eiusdem) primns de

'
uirtutibus naturalibus — (interpr. de Morbeka) : Qnoniam

'
sentire quidem et moueri '

etc. {:= Bandini III 30, V; Coxe
I Colleg. Balliol. n. 231, 2) 85 Incipit liber G<aleni> de
noce (interpr. de Morbeka): '
Dixit G<alenus): Si neruis
qui sunt etc. (=
Bandini HI 30, II; Coxe I Colleg. Bal-
liol. n. 231, 9) 87 Incipit liber G<aleni) de malitia com-
plexionis diuerse (interpr. incerto) Malitia complexionis :
'
dinerse etc. (= Coxe I Colleg. Balliol. n. 231, 23; Mer-

'
ton, n. 218, 3. 219, 3) 90 Incipit liber G<aleni) de dif-

ferentiis fe<brium — , interpr. de Morbeka): DifFerentie '
febriam que quidem '

etc. (= Bandini III 30, IV ;
des.
^
nel digerantur uel utruraque patiantnr ') 104 Incipit
liber primus (eiusdem) de accidenti — (interpr. incerto):
'
In initio huius libri '
etc. (= Bandini, BLL. II 55, IV;
Coxe I Colleg. Balliol. n. 231, 13; Merton, n. 218, 5) 131 In-
cipit liber de motibus liquidis G(aleni, interpr. incerto):
'
(I)nquit Galienus '
etc. (= Coxe I Colleg. Balliol. u. 231, 8)
136^ Incipit liber G(aleni) de diebus creticis (interpr.
incerto/ :
'
(U)t egritudinum que non paulatim '
etc. (= Ban-
dini, BLL. II 56, III; Coxe I Colleg. Balliol. n. 231, 15; Mer-
ton, n. 218, 8. 85. 219, 7. De G. de Morbeka in uniuersum
cf. Jourdain, Recherches crit. sur l'àge et l'orig. d. traduct.
lai. d'Aristote, Paris 1819, p. 68 sqq.; Chevalier I 1961).
Membr., era. 14 X
-8, tf. 145, biuis columnis, ligiio et charta
munitus, Siiec. XV. Inscriptiones rubrac, litt. init. siugulorum libro-
rum ininutis picturis ornatae; passim notae in marg. F. ìO'ó^ va-
cuum est.
6366 (LVII 8, 5) n. 19 (t.
1-159 (Aristotelis opuscula in latinum sermonem ab incerto

acriptore uersa ut in cod. 6227, hoc ordine: 1 i)liysicoraiii ;
35 de caelo et mundo; 63 metheorum; 95 de generatione

et corrnptione ; 111 de anima; 131 de sensu et sensato;

139 de memoria et reminiscentia; 141 de sorano et uigilia;
147^ de longitudine et breuitate uite; 149 de iuuentute et
senectnte; 150^ de spirita et respiratione 152^ de morte
;
et uita; 155^ motus animalium) 159 De causis: 'Oranis

causa primaria plus est "
etc. (= Bandini III 238, XVII ;
IV 98, V. 106, X. 110, II) 164^ De iuundatione Nili:

'
Propter quid aliis iiuminibus '
etc. (= Bandini III 238,
XITI. 240, V) 166 De mundo :
'
Multoties mihi diuina
quedara etc. '
(= Bandini III 238, XVIII) 173 Epistola
ad Alexandrum: 'Aristoteles Alexandro bene '
etc. (= Ban-
dini III 238, XIX) 174 De uita Aristotelis :
'
Aristo-
teles philosophus de gente fuit 'etc. (= Bandini III 238, XX ;
IV 98, I) 176 De plantis :

^
Quia enim ut aitEmpedo-
cles '
etc. (= Bandini HI 239, XXII ; cf. 244, XI et sae-
pius 1. IV) 186 De lineis indiuisilibus :
'
Utrum snnt
indiuisibiles '
etc. {= Jourdaiu, Recherches crit. sur l'àge
et l'orig. des traduct. lat. d'Aristote, Paris 1819, p. 481 ;
Bandini III 238, XII) 189 De causis proprietatum ele-

mentornm: Postquam premissus est sermo
'
a nobis '
etc.
(= Bandini III 238, XV. 240, VI IV 102, II. ; 108, XV)

196^ De coloribus: Simplices colorum sunt ^ '
etc. (= Jour-
dain p. 481; Bandini III 238, XVI) 201 De pomo (in-
terprete Manfredo): 'Cura homo creaturarnm dignissima
similitndo '
etc. {= Coxe I Colleg. Univ. n. 99,3; Bal-
lici, n. 141, 2) Cura rerum quidem 205 De intelligentia: '
omnium esse etc. (= Coxe I Colleg. Balliol.'

n. 232, 25)
207 De progressu animalium 'De partibus autem :
oportunis '
etc. (=: Jourdain p. 477 ;
Bandini, BLL. Ili 110,
XV. 112, II) 212'' De differentia spiritus et anime :
'
In-
terrogastime de differentia spiritus etc. (= Bandini III '
239, XXIII et 1. IV passim) 217 De bona fortuna:

'
Habitum autem uitium erit hiis etc. (= Bandini III 238, '
XI. 245 II. 219 De phisionomia

246, Quoniara et
X) :
'
anime sequntur corpus etc. (= Bandini III 39, XXIV. '
240, IX) 225 Incipit yconomia {al. manus exarata): Ico- '
noinica et pollitica diiferuiit etc. (= Jourdain p. 492) '
227 nobis '

operari et non operari dicamus |
134 CODICKS LATINI
igitur incipientes ethicorum {^ Bamlini

'. Exi)licit liber
III 174, XIII Jourdain p. 487, u. XXXIX)
al.; cf.
267^ Incipiunt capitnla libvonim ethicorum. (Cf. etiam Ban-

dirli, BLL. Ili 603-604; in uniuersnm Jourdain p. 179 sqq.).
Membr., cni. 42X28, ff. 268, biuis columnis, sacc. XIV. Juitium
librorurn ethicorum f. 227 deest; ìq suinina pagina hic legitur '
III
ethicorum '. Inscripciones in marg. suiit, litt. init. signis alterna ra-
tione rubris et caeruleis distinctae; inter uersiculos et in marg. uotae
uariirf manibus scriptae; nianus indicis capitum ethicorum f. 2o7^
diuersa est ab ea, quae cod. exarauit. Passim rudes picturae.
6367 (LVII 8, 6) n. 99 G.
(lacobi Foroliuiensis in Galeni arteni paruatn): ^
Tres snnt
omne.s doctrine que reiectis multis ambagibas |
debite dis-
positnm conuertit. Ego quitqnam (^ Bandini III
46, VII; Coxe II Colleg. S. Ioli. Bapt. n. 147, 13).
Chart., cm. 41 X 28, ff. 246 quorum 1-8, 233-246 uacua, biuis
columnis, ligno et pelle munitus, extrema parte mutilus, saec. XV.
In integumento scriptum legitur: lacobi Foroliueus. in Galeuum '. '
6368 (LVII 8, 7) n. 17 G.
(Philosophiae disputatio) :
'
Inest autem mentibus honii-
num neri boni naturaliter insita cupiditas, sed ad falsa
deuius error abducit. Boecins 3°, <2> de consolatione sic
dicit I
in corpore questionis. Amen '. Ffinitnm est hoc
opus per me Thomam Dalgless de Stocia (sjc) anno Do-
mini M°CCCC''LXVIP decima nona die mensis Inlii prò ma-
gistro lacobo de Gottifredis phisico sanctissimi in Christo
presbiteris {sic) et domini domini Pauli diuina prouidentia
pape secuudi anno tertio. (Secuntnr titnli singulornm li-
brorum).
Chart., cm. 41X29, ff. 150. binis columnis, sacc. XV. Litt. iui-
tiales minutis picturis belle ornatae; in marg. iuf. 1' generis quod-
dam insigne, in quo leo se erigens depictus est, super eum corona,
circumcirca crocei radii et astra. Cod. ligno et pelle iiestitus est.
6370 (LVII 8, 9) n. 62 G.
(Anoiiyiiii in tit. de sponsalibus et nnptiis commeutarius) :
BYBL. PVBL. VOLATERR. 1B5
'
<A>d decore (sic) spense idest ecclesie j
ubi iieritas aperte
iugeritur, ibi falsitas non subornatur '.
^êlnbr., cm. 40,5 X '24,5, biuis columnis, saec. XV.
6483 (LVIII 6, 4) n. 224 G.

1 Explanationes Origenis in epistolara Pauli ad Romanos
in X libris diuise, que translate sunt a sancto Hieronimo
(immo Rufino presbytero) ex greco in latinum (= Migne,
a
P. G.-L.XIV 831-1294) 177 Coramentnm sanati Hiero-
nimi super Ecclesiasten (= Migne, P. L. XXIII 1009-1116)
219 Tradunt Hebrei hunc librum quem modo habe-
'
mus ÌD manibus Salomonis esse |

qui in sola peccauerit ca-
ritate omnium expers bonorum inuenientur '.
Chart., cm. 36X25, ff". 220, biais colamuis, saec. XV. Inscriptio-
nes rubrae, integumenti pars anterior ex massa chart. ree. aetatis
est. In f. l"" scriptum legitur: '
Della libreira (sic) del Convento di
S. (Girolamo di Volterra 1695 '; in imo f. 220" alia manu: Hunc '
librum dedit Hieronymus Liscius Volaterranus utriusque iaris doc-

tor t'ximius prò bibliotheca sancti Hieronymi extra Volaterras. Anno
Domini M^CCCCLXXXXVIIIo mensis lunii die 6 '.
6774 (LXI 8, 1) n. 234 G.

Pag- 1 Pridie kalendas Decembr. Passio sancti Andree :
des. '
ueritatis nenire. Martirizatus est autem — apud Acha-
iam in ciuitate Petras — sub Egea proconsule. Regnante
nero Domino '
etc. {= Bonnet, Acta apostolorum apocry-
pha II, I, 1898 p. 1-37 ; BHL. u. 428) 7 Idus Decembr.
Natalis sanate Lncìe uirginis (ine. BHL. n. 4992; des.
'
superna celorum regna a Deo conditore in perpetuum
miserabiliter conlocata subsistunt '
= Surius XII 247 sq. ;
cf. C. Vitelli, Studi ital. VIII 332, cod. Conv. S. Cather.

Pisar. 24, 121^) 11 Lectio sanati euangelii secundum
]\[attheum <5, l-3>. — Homelia beati Augustini episcopi: '
Si
queritur quid significet mons |
gaudere mereamur. Per
eum qui 26 <1
uiuit '
etc. Nou.> In testo omnium
sanctorum (auctore Ps. Beda) = Migne, P. L. LXXXXIV
450-452 31 <1 Nou.) Passio sancti Cesarii (ine. BHL.
n. 1515 =
Acta SS. Non. I 118; des. n. 1511 = Acta
136 CODICES LATINI
SS. 1. c. 117) 32 In natalem apostoloriim. Lectio sancti

euaugelii secuudum lohannern (15. 12 .si|q.) 40 Inci-
pit legenùa de plurimorura mart.irum <auctore S. Angu-

stino). In I. Lectio: Psalrnns (jni cantatnr Domino nide-
'
tur sanctis martiribns conuenire '

etc. (= Migne, P. L
XXXVIII 192 sqq.) 51 In natalem nnius martini m.
Secnndnm Matttieum (16, 24 sqq.) 61 <27 Dee.) In
natalem sancti lohannis enangeliste : Benedictns Deus et
pater Domini nostri lesu (.hristi '
etc, 67 <28 Dee.)
In natale Innocentum. Lectio apocalips. lohannis apostoli
(14, 1 sqq.) 87 Vigilia Epiplianie Domini. Lectio sancti
euangelii secundum Mattheum (2, 1 sqq.) 102 Dominica
post Epiphaniam. Lectio ad Romanos (12, 1 sqq.) 109 Do-
minica IL ad Romanos (12, 6 sqq.; secnntur lectiones da
Roman. 12, 16 sqq. 13, 8 sqq., ad Corinthios 1, 13 sqq., etc.)
200 Omelia Venerabili {sic) Bede presbiteri: Cura in- '
gressus f'uisset in teplo (sic) ludeorum etc. (secnntur lec-

'
tiones Pauli ad Thessalon. 2, 2 sqq., ad Ephes. 5, 1 sqq.)
248 <12 Mart.) Vita sancti Gregorii {pr. r »ps. ncJd.)

pape (ine. BHL. n. 3645; des. 'crede miclii honorabilis
pater '
;
=
Migne, P. L. LXXV 496-497 16).
Membr., cm. 38X26, t!'. 1:24 iu siiigulis pagiuis uum,, biuis co-
luraais, initio huinorum labeculis corruptus, extrema parte mutilus,
liguo et curio uestitus, saec. XI/XII. luscriptioues et liit. iiiit. ru-
brae. In passione S. Lnciae folium excidit.
6775 (LXI 8, 2) n. 236 G.

Pag. 1 <30 Non.) Incipit passio sancti Andreae apostoli (=cod.
6774, 1; des.' ueritatis uenire. Ipsi gloriam et imperium '
etc.)
6 <4 Dee.) Incipit passio sancte Barbarae uirginis et

martyris (= Zaccaria, De rebus ad hist, atque antiquitates
ecclesiae pertinert. dissertationes latinae I, 1781 p. 137-142 ;
BHL. n.Temporibus imperatoris Maximiani erat

913; ine. '
quidam Satrapa nomine Dioscorus etc.) 8 (6 Dee.) In- "
cipit uita sancti Nicholai episcopi (ine. BHL. n. 6118 cum
prol. ;
des. '
te laudo et glorifico qui cum Patre '
etc.)
30 <7 Dee.) Incipit uita sancti Ambrosii Mediolaneusis ar-

chiepiscopi (auctore Paulino) (= Migne, P. L. XIV 27-46;
BHL. n. 377 cum prol.) 44 VI idus Decerabr. natalis

saucti Zenonis: '
Pontificum splendor iustorum norma bo-
noriim |
mnnda orimina nostra prece ', Incipit ulta
illius
sancti Zenonis (ino. BHL. n. 9007, des. iraperfecta nerbis

'
signis et rairaculis cornscat ', nt ap. Migne, P. L. XI 203,
cap. 8 sermonis Coronati Notarii) 48 Gregorius de mi-
raculis sancti Zenonis episcopi Quando apud Romam :
'
iirbem alueura sutira Tyberis qnod tamen f'ulget in urbe |
agitur. Regnante Domino nostro etc. (cf. Migne, P. L. '
LXXVII 268, cap. 19). —

V idus Decembr. Incipit nita
sancti Syri episcopi (ine. BHL. n. 7976, des. '
est insulas
assecntus. Qiiiqne pancos atqne pacificos agens annos rai-
grauit ad Dominnm. Cui est honor '
etc; =: Surius IX
126 sqq.) 57 <10 Dee.) Incipit passio sanctae Eulaliae
uirginis: Erat quedam uirgo sancta puella et sacratissima
'
Dei in Barcil Ionia ciuitate sepeliuit autem eam Donatus |

—
confortauerat. Martyrizata est — quarto idus Decembris sub
Datiano preside. Regnante Domino '
etc. (cf. BHL. n. 2696;
Catal. hag. Bruxell. I 261 sq.) 59 <13 Dee.) Incipit passio
sanctae Luciae uirginis (= cod. 6774, 7; at des. Celebra- '
tur nero natale eius idus Decembris '

etc.) 63 XV ka-
lendas lanuarii. Passio sancte AfFrae martyris :
'
In illis
diebus apud Cretam (sic) in ciuitatem Augusta '

etc. (== Mon.
Germ. hist., Script, rer. Mer. HI "55-64, cf. p. 49, 19;
BHL. n. 108. 109) 70 XII kalendas lanuarii — Incipit
passio sancte Thome apostoli (ine. BHL. n. 8143 cum prol.,
8138 ora. uerbis Martyrizatus est etc; cf. Bandini,
des. n. ' '
BLL. I 366 Bonnet, Supplera. codicis apocryphì I, Acta

;
Thomae, 1883 p. 133 sqq.) 83 XI kalendas lanuarii.

Passio sancti Gregorii martyris (ine BHL. n. 3677, des.
'
ipse dabit uirtntem et fortitudinem plebis suae. Bene-
dictus Deus cui est '
etc. ;
= Surius XII 307-308) 87 VI
kalendas lanuarii. Natale sancti lohannis euaugeliste :
'
lo-
hannes qui interpretatur gratia Dei natiuitas sancti lo- |
hannis Baptistae '. Incipit prologus (auctore Ps. Mellito)

(= G-L. V 1239-1242; BHL. n. 4320; inest solus
:\rigne, P.
prologus) 88 IlII kalendas Februar. Passio sanctae Co-
lumbae uirginis (= BHL. n. 1893; cf. Catal. liag. Bru-
138 CODICES LATINI
xell. II 179, 4") 90 IIII nouas Madii (Madii Uneola

oòducta del., sjjs. lanuarii) depositio sancti Macharii abbatis
(Rufini Aquileiensis) (ine. bonos etiam BHL. n. 5093, des. '
mutat in melius 449 sqq.)

'; cf. Migne P. L. XXI
103 <9 lan.) Incipit passio sancti luliani martyris et sanc-
tae Basilisse nirginis :
'
Beatissiraorum martyrum luliani
et Basilisse nirginis qualiter certaraina prò Christo pertu-
lerint — sub Dioclitiano et Maximiano |. quousque mundus
steterit. Regnante Domino '
etc. (diuersa sunt initia et
clausulae BHL.
4529 sqq.) 114 XIII kalendas Fe-
n.
bruarii. Incipit passio sanctorum Martirum Marii, Martlie,

Audifax et Abbacum (Acta SS. lan. II, 216-219; BHL.
n. 5543) 119 <17 Ian.> Incipit epistula Euagrii ad In-
nocentium de uita sancti Antonii incipit epistula (i. e. — ;
prologus) Athanasii episcopi (interprete Euagrio) :

'
Opti-
mum fratres '
etc. ; incipit uita sancti Antonii abbatis <auc-
tore Athanasio) (= Migne, P.G.-L. XXVI 834 sqq. ; BHL.
n. 609; at des. '
dedicatio nero eius basilico die secunda
mensis lanuarii agitur. Regnante Domino '
etc.) 143 Eo-
dem die sancti Geminiani episcopi et confessoris (ine. BHL.
n. 3297, des. '
sentire naleamus. Igitur fratres karissimi
letemur et iocundemur etc, cf. BHL. n. 3299;in Domino '
= Acta 1097 sqq.)

SS. lan. 153 VI kalendas Fe-
II
bruar. Incipit uita beati lohaunis Grisostomi {sic) (excerpta
ex Cassiodorio) (= Migne, P. L. LXIX 1165-1183; BHL.
n. 4375; cf. C. Vitelli, Studi Vili 332, cod. Couv. ital.
S. Cather. 24, 124'') 162 Kalendis Februar. Incipit uita

sancti Seueri archiepiscopi presulis Rauennatis (ine. BHL.
n. 7683, des. mutila '
quia totus mundus reclamare com-
pellifcur '; = Migne, P. L. CVI 754-762) 179 '
ac-
cepit, euangelica reserante historia. Omnes apostolos Do-
minus quid de se homines opinentnr interrogat tantam |
potentiam dedit ei, quem totius ecclesie principem fecit, ad

laudem et gloriam nominis sui, cuius uirtus et potestas
permanet etc. Deinde annuntietur enangelium de eodem
' '
die '
etc. (est fort. fragmeutum sermonis in cathedra S. Petri;
cf. cod. 6776, 228 ad VIII kal. Mart.) 180 VI kalendas

Martii — Incipit serrno in laude sancti Mathie apostoli ex
BYBL. PVBL. VOLATRRR. 139
dictis sanctorum patrum (auctore Aatperto, al, Berthario,

abbate Casinensi) (= Acta SS. Febr. Ili 437-441 BHL. ;
n. 5695 cum prol.) 188 <10 Mari.) Incipit passio saric-

toram WM {IV Utterae erasae) quairaginta martirum (iuc.
BHL. n. 7538 cum lemrnate n. 7537, des. Dormiuit autem '
beatissimus euangelista primus domini nostri lesu Christi

martir apud Alexandriam Egypti — imperante Gaio, regnante
nero Domino etc; cf. Biblioth. Casin. Ili, Fiorii. 58 sqq.;
'
Catal. hag. Paris. II 595, 2°) 189 IIII kalendas Madii.

Passio sanati Vitalis martyris (excerpta ex passione SS. Ger-
iiasii et Protasii) (= BHL. Bandini I 586,
n. 8699 ; cf.
XXXVII; BLL. I 275, LIV) 190 Kalendas Madii —

Passio sancti Philippi apostoli (ine. BHL. n. 6813 et 6815,
cf. Anal. Bolland. XI 228, 39°; Catal. hag. Bruxell. II 34, 20°;
des. '
et in unum Spiritum sanctum paraclitnm illumina-
torem animarum uestrarum et nunc et semper etc,
Acta '
cf.
SS. Mai. I 12 adn. n) 192 <Kal. Mai.) Incipit prologus

sancti lacobi apostoli (= BHL. n. 4088); incipit passio
sancti lacobi apostoli: '

lacobus qui dicebatur frater Do-
mini, qui et lustus cognominatus est |
liic est qui astitit ue-
ritatis testis ludeis et gentibus, quia lesus est '
etc. (cf. BHL.
n. 4087; Hieron. de uir. ili. 2) 194 V nonas Madii. Pas-
sio sanctorum martirum Allexandri, Euentii et Theodori
(=Acta SS. Mai. I 371-375; BHL. n. 266) 201 Eodem
die. Inuentio sancte Crucis (ine. BHL. n. 4169, des. '
uident
faciera Patris mei qui in celis est qui uiuit etc; Acta
;
'
=
SS. Mai. I 445 sqq.) 207 <8 Mai.) Incipit passio sancti
Viotoris martiris (anctore Ps. Maxlmiano notario) (= Acta
SS. Mai. II 288-290 BHL. n. 8580)
; 210 <10 Mai.) Incipit
passio sanctorum Gordiani et Epimachi (= Acta SS. Mai. II
552-553; BHL. n. 3612) 213 Eodem die. Incipit passio
sancte Christine uirginis Unicus summi Patris rerum
:
'
omnium conditor nostri quos ad imaginem et similitudinem

suam fecerat misertus —
Cum dudum multi errorurn fuit —
quidam gentilis Urbanus nomine (cf. BHL. u. 1754) gaudia \
perdaci mereamur. Quod omnipotens Deus qui nos suo re-

demit sanguine largire dignetnr qui cum eterno (etern n*
140 CODICES LATINI
ras.) Patre etc. 219 ITTI idus Madii. Incipit passio

'
sanctorum Nerei et Achillei (praecedit prol. BHL. n. 6058,

seq. Ulta SS. Petronillae et Felioulae n. 6061 a, mox passio
ine. n. 6063, des. n 6064, postremo passio SS. Domitillae
et soc. n. 6066; =
Acta SS. Mai. HI 6-13) 230 Eodem
die. Incipit passio sancti Pancratii (= Acta SS. Mai. Ili 21;
BHL. n. 6421 ;
ine. '
Temporibus illis sub Dioclitiano et
Maximiano 232 <o lui.) Incipit uita sanctorum
'
etc.)
lusti et Clementis (auctore Elideranno) (= BHL. n. 4606;

excerpta in Actis SS. lun. I 437-438, n. 2, 3, 6, 7. 440, n. 2;
cf. Bandini I 606, XIV) 237 <22 Mai.) Incipit passio
sancte lulie uirginis (= Migne, P. L. LVIII 378-380; BHL.
n. 4516 cum prol.) 239 VIII kalendas lunii. Incipit
passio sancti Urbani pape et martiris (ine. BHL. n. 8372,
des. n. 8387; cf. Acta SS. Mai VI 11 sqq.) 261 Kalen-
das lunii. Incipit uita sancti Proculi martiris: '
Cum Ma-
xiraus imperii fasces apud JMediolanum gereret |
trabeni
et festucam uel micam pulueris excutiamus ut aliena pec-
cata uidere et corrigere possimus, non alterius uidentes —
nostra dimittentes in posterioribus '
(de Proculo cf. BHL.
n. 6954) 266 <2 lun.) Incipit passio sanctorum Marcel-
lini et Petri (ine. BHL. n. .52.30, des. n. 5231 ;
= Acta
SS. luii. I 269 <6 lun.) Incipit passio santi {sic)
171-173)
Vincentii martiris (= Acta SS. lun. I 625 627; BHL. n. 8676)
273 <9 lun.) Incipit passio sanctorum Primi et Feli-
ciaui (= Acta SS. lun. Il 152-154; BHL. n. 6922)
278 III idus lunii. Incipit passio sancti Barnabe apostoli

(ine. BHL. n. 985 pars I cum prol., des. '
mirifìce eoUo-
eatum est. Ad honorem et gloriam Domini '
etc; cf. Mom-
britius, Sanctuarium I, Mediolani ante 1480, p. 69 sqq.)
286 XVII kalendas lulii. Incipit passio sanctorum Viti
et Modesti (ine. BHL. n. 8714 cum prol.; des. solos quos '
repperit sanctos — perduxit ibique dileeti Domini requie-

runt '; cf. Catal. hag. Bruxell. I 11-12, 38'^ et Mombritius
1. e. II 349 sqq.).
Meinbr., cm. 51 X -^5, ff. 14G in sing. pag. uum., hinis colura-
nis, niMSsa cbai-t. uiuctus, extroina parte mutihis. sacc. XII/XIII. In-
BYBL. PVP.L. VOI.ATERR. MI
scriptiones et passim litt. init. rubi-ae, nonnulli niarg. resecti post ;
f. ITotria tt'. excidernut. In marg. inf. 1''

inanu recentiore scriptum le-
gitur: '
Hic est liber passionalis iVatoruite sancti Martini do VoUano '.
6776 (LXr 8, 3) n. 233 G.

1 <30 Non. Passio S. Aiulreae apostoli) (= cod. 6774, 1.
6775, 1 ; Decembr. Passio sanc-

des. ut 6774) 5 li II nonas
tae Viuianae uirginis et martiris (auctore Donato sub-
diac. ?> (= Biblioth. Casin. Ili, Fiorii. 191-193; BHL.
n. 1322) 7 II nonas Decembr. Passio sanctae Barbarae
uirginis et martiris (prorsus similis cod. 6775, 6, at lon-
gior; ine. VT>emporibus Maximiani imperatoris erat qui-
dam senator nomine Dioscorus, dines ualde '
etc.) 10 VII
idus Decembr. — Incipit uita <S. Nicolai episcopi) (initio
eadem est quae cod. 6775, 8 cum proL, mox satis diuersa;
des. '
Modo perditi parentis archipraesulis Mirensis, ||
o
Alexi imperator sacri regni gubernator, ||
seraper uincere
qui soles omnes mundi nationes ||
— regnum tuum inua-
serunt '
)
18^ Vili idus Decembr. — Incipit uita (eiusdem
auctore lohanne Diac. Neapolitano) (= BHL. prol. n. 6104,'
ine. n. 6105, des. n. 6108; cf. Falconius, S. confess. pon-
tif. — Nicolai
acta primigenia, Neapoli 1751, p. 112 sqq.)
30 Incipit de transitu sancti Nichelai archiepiscopi
(ine. BHL. n. 6120, des. n. 6165; cf. Anal. Boll. XI 250, 4°)
37^ VII idus —
Incipit uita <S. Ambrosii archiepi-
scopi auctore Paulino) =: cod. 6775, 30 48^ VI idus De-
cembr. Incipit uita sancti Zenonis episcopi (ine. BHL.
n. 9007, cf. cod. 6775, 44; des. n. 9001 ut Migne, P. L.
XI 204) 51 V idus Decembr. Incipit uita sancti Syri
episcopi (^ 57 III idus Decembr. Incipit
cod. 6775, 48)
uita sancti Damasi pape: <S)anctus Damasus natione Yspa- '
nus ex patre Antonio post Liberium papam etc. (cf. BHL. '
n. 2085 et Librum Pontif. p. 82 sqq. Mommsen; in cod. se-

cuntur: epistula Damasi ad Hieronymum de psalmis Mi- =
gne, P. L. XIII 440; item Hieronymi ad Damasum Bi- =
blioth. Casin. I, Fiorii, p. 219; Damasi sermo ad episcopos
Africanae prouinciae Migne I. e. 424 sqq.) = 59^ Idibus
Decembr. Passio sanctae Luciae uirginis (= Surius 247-248;
.
142 CODICES LATINI
BHL. n. 4992; cf. supra cod. 6774, 7. 6775, 59) 62 XII

kalendas lanuar. Pas?5Ìo sancii Thomae apostoli (= cod.
6775, 70, nisi quod in cod. 6776 prologus paululo longior
est extatque clausula passiouismartyrizatns est ') '
70^ <25 Dee.) Incipit passio (sanctae Anastasiae martyris)

(ine. BHL. n. 1795 cum prol., cf. Mombritius, Sanctnaiinm
1, Mediol. ante 1430, 200^ sq. ; des. in qua operatili- be-
'
neficia sua Dominus ad laudem etc, ut '

Biblioth. Casin. Ili,
Fiorii. 184) 80^ VI kalendas lannar. — Incipit uita sancti
Icjhannis apostoli (auctore Ps. Mellito) (= Migne, P. G.-L.
V 1239-1250, ubi prologus idem est qui in cod. 6775, 87 ;
BHL. n. 4320) 87 II kalendas lanuar. — Incipit uita

sancti Siluestri papae (= BHL. prol. n. 7725, ine. n. 7726,
des. n. 7736 quod post
nisi confertur medela hic repe-
' '
ritur :
'
In nomine Domini lesu etc.) 112 Kalendis '
lannar. — Incipit uita sancti Basilii episcopi (interprete

Urso sacerdote?) (= Biblioth. Casin. Ili, Fiorii. 205-219;
BHL. n. 1024 cum prol. interpr.; des. Requieuit autem — '
Haec ego Ursus sacerdos te Gregori rogante Neapoli de

greco in latinum transtuli adiuuante eo qui uiuit etc.) '
130 Idus lanuar. Incipit uita sancti Hylarii episcopi

(auctore Fortunato) (= Krusch, Mon. Germ. hist., Auct.
nnt. IV, 2 p. 1-11; BHL. n. 3885 87) 138 XVIIII kalen-
das Februar. Incipit uita sancti Felicis (ine. BHL. n. 2885,
des. '
gratias egernut Domino. Sepultusque est ab Hel-
pidio. — Ubi multa beneficia praestantur *
etc; cf. Acta
SS. lan. 1 951) 139 XVIII kalendas Februar. — In-
cipit uita sancti Mauri abbatis (auctore Ps. Fausto) (^ Su-
rius I 236-245; BHL.
n. 5773 cum epist. Fausti, sed sine
prol.) 156 (16 lan.) Passio sancti Marcelli papae (ine.

BHL. n. .5234, des.
'
adeo contristatus est ut illa die nul-
latenus comedere Acta SS. lan. Il ò sqq.)
uoluisset '; cf.
158^ (8 Aug.) Passio sanctorum Ciriaci, Largi et Sma-

rMgdi 'Cum multo itaque tempore beatus Ciriacus in cu-
:
stodia esset (cf. BHL. n. 2057) |

corpora sunt sepulta —
uia Ostiensi miliario plus ininusue octauo, ubi orationes
eorum florent '
etc. (cf. BHL. n. 2058. Socii Bollandiani
docent hanc passiouem partem esse passiouis Marcelli papae
I
§§ 10-24 Acfca ss.) 160 (10 Dee.) Incipit aita sancU

Melciadis papae Sanctus Meloiades episcopus natione
:
'
Afer Silnester papa successit ad laudem et gloriara

j etc. '
(cf, Librum Pontif. p. 46 Mommsen) 162 "^

XVII ka-
lendas Jan. {haec Uneoln signata XIII sunf, alia m. aps.
kalendas Februarii) Passio sanctorum Marii, Marthae, An-
difax et Abacum (= cod. 6775, 114 initio tamen pas- ;
siones magnopere inter se difFeriint) 165^ XII kalen-

das Febrnar. Passio sancti Fabiani papae et martyris :
'
<F>abianus episcopus natiore Romanns passus est au-
— sub Decio imperatore XII
|
tem kal. Februarii. Kegnante

nero Domino etc. (cf. Librnm Pontif. p. 27 Mommsen)
'
166 XII kalendas Februarii. Passio sancti Sebastiani mar-

tyris (perperam Ambrosio adscripta) (= Migne, P. L. XVII
1021-1058; BHL. n. 7543) 185 XII kalendas Febrnar.
Passio sanctae Agnetis iiirginis et martyris (anctore Ps.
Ambrosio) (ine. BHL. n. 156, des. perpessi sunt. Et ni- '
dentes populum infidelium — omnes fugerunt ; aliquanti

tamen — euaseruntMigue, P. L. XVII 735 sqq. C. Vi-
'; cf. ;
telli, Studi ita!. VIII 332, cod. Conv. S. Cather. Pisar.
24,, 117^) 188^' X kalendas Februarii (X Febr. m —

marg.) Passio sancte Emerentiane uirginis et martiris (pars
altera est passionis superioris) Emerentiana autem quae :
'
fuerat eius collactanea |

ualeat inuenire. Passa est autem. —
Regnante Domino '
etc. (cf. BHL. n. 2527) 190 "^
XI ka-
lendas Februar. — Incipit passio sancti Vincentii martyris
(prol. BHL. n. n. 8630, des. n. 8633; cf. Acta
8628, ine.
SS. lan. II 394 sqq.) 194 VI kalendas Februar. Incipit
uita sancti lohannis Chrisostomi idest os aurei .^xcerpta
ex Cassiodorio) {= cod. 6775, 153) 199' II kalendas
Februar. Incipit uita sancti Geminiani episcopi et confes-
soris (=: cod. 6775, 143; at des. sentire ualeamus. Per Do-
'
minum nostrum '

etc.) 206 Kalendis Februar. Incipit
uita sancti Seueri archiepiscopi (ine. BHL. n. 7680, des.
'
in gaudium Domini tui. Hoc tibi hoc nobis ille concedat,
qui dignatus est aeterna gaudia suis famulis polliceri. Qui
uiuit '
etc; cf. Biblioth. Casin. Ili, Fiorii. 55 sqq. Haec
144 CODICES LATINI
diuersa est a uita cod. 6775, 162) 209 IIII nonas Fe-
bruar. — Incipit passio sancti Blasii archiepisco]>i (prol.
BHL. ri. 1380, ine. u. 334
1379; = Biblioth. Casin. 1. e.
et Acta SS. Febr. 216 Non. Febr. Passio

I 349-353)
sanctae Agathae nirginis et martyris (ino. BHL. n. 133,
des. raeritis eos liberaret. Martyrizata est
'
agente Quin- —
tiano consulare, regnante Domino etc. =: Acta SS. Febr. '
;
r 615 sqq. cf. C. Vitelli, Stadi ital. Vili 332, cod. Couv.
;
S. Cather. 24, 120) 219'' III idns Februar. Natalis sanctae

Scolasticae nirginis (excerpt. ex uita Benedicti abb. Casinen-
sis>(= Acta SS. Febr. II 402 BHL. u. 7514) 220 XVI ;
kalendas Martii. Passio sancti Valentin! ep^'^scopi (= Acta

SS. Febr. Il 756-757 ; BHL. n. 8460) 223 XV kalendas
Martii. Passio sanctornm martyrum Faustini et louittae
(= Acta SS. Febr. II 809-812 ; BHL. n. 2837) 228 Vili
kalendas Martii. Incipit serrao in cathedra sancti Petri
apostoli <H>odiernae festiuitatis institutio
:
'
etc. '
229 Alius sermo: nitiiim sacerdoti! fuit Aaron

'
etc. '
230^ Sermo sancti Angustini episcopi (immo incerti

scriptoris) (= Migne, P. L. XXXIX 2100-2101) 231 Serrao
sancti Angustini (immo ine. script.) (= Migne 1. e. 2101-2102)
231^ VI kalendas Martii. Serrao in laude sancti Ma-
thiae apostoli (Autperti. al. Bertharii, abb. Casinensis)
(= cod. 6775, 180, nisi quod prologus huius cod. dimidio
breuior est) 237 III idns Martii. Incipit uita sancti Gre-
gorii pape (ine. sine prol. sicut uita lohannis Diaconi, BHL.
n. 3641, cuius haec certe epitome est; des. '
sepultus nero
est — die quarto iduuuì Martiarum; quandoque ipso — re-
surrecturo in gloria. Amen ';ef". Migne, P. L. 63 sqq.) LXXV
246 XII kalendas Apriles. Incipit uita sanctissimi Be-
nedicti abbatis <auctore Gregorio Magno) (ine. BHL. n. 1102,
des. e. 38. med. '
in eadem quam aceeperat salute permansit.
Prestante Domino '
etc; ef. Migne, P. L. LXXVI 126 sqq.).
Membr., cm. 58X36, ff. 258 in uerso num.. binis colum- ' '
iiis, XII/XIII. Litt. iuit. inscriptionesque singulorum capitum

Siiec.
rubro pigmento exaratae nounulli mai-gines iufer. et later. resecti,
;
iuteguinoatuin Ugni et pellis. Custodiis rcs sacrae coutiueutur.
21. 1. '910
J
BYBL. PVBL. VOLATERlì. 145
6777 (LXI 8, 4) n. 235 G.

1 XVIII kalendas Octobr. Passio saucti Cornelii })apae et
martyris (= Mombritius, Sanctuarium I, Mediolaui ante
1480, p. 210-210^ BHL. n. 1958) 2 Eodem die. Passio
sancti Cypriani episcopi et martyris <acta proconsularia)
(= Acta SS. Sept. IV 332-333; BHL. n. 2037) 3' In
exaltatione sanctae Crucis (ine. BHL. n. 4178, des. '
per-
senerans in sanctae Crucis signacnlo miraculorum suscepit
plurima iacrementa. Donante Domino etc cf. Mombri- '
;
tius L e. I 213 sq.) 5^ XVII kalendas Octobr. Passio

sancti Niconiedis presbiteri et martiris (ine. BHL. n. 6237,
des. n. 6238 ut Mombritius 1. e. II 161^ ; excerpta in Anal.
Boll. XI 368-369; cf. Bandini, BLL. I 295, XLIV)
6^ XVI kalendas Octobr. Passio sanctorum Luciae et Gemi-
niani (= Biblioth. Casin. Ili, Fiorii. 270-271; BHL. n. 4990)
8 Eodem die. Passio sancte Eufemiae uirginis (= Bi-
blioth. Casin. ]. e. 114-116; BHL. n. 2713) 9^ XI kalen-
das Octobr. Passio sancti Mathei apostoli et euangeliste
(ine. BHL. n. 6691 sine prol., des. ut epil. n. 5690; cf. Acta
SS. Sept. VI 221 sqq.; Catal. hag. Bruxell. I 48, 116°)
14^ X kalendas Octobr. Incipit prologus in passione
sanctorum Mauritii, Exuperii, Candidi, Victoris, Inuocentis
et Vitalis cura aliis sex milibus sexcentis sexaginta <auc-
tore Eucherio ep. Lugdunensi) (ine. BHL. n. 5737, ubi
'
hunc locum prò Acaunum exhibet cod. uelut Vindob.
' ' '
357 et Mombritius des. nec immerito, quia prò Deo summo

;
'
pretiosas animas tr\diderunt '). Incipit passio: <T>em — ' •
poribus Dioclitiani quondam Romanae reipublicae prin-

cipis cum ad imperium totius oibis (cf. BHL. n. 5741)
—
j
laudes Dei ore persoluunt illi quorum festiuitas decimo ;
kalendas Octubris celebratur ad laudem '

etc. (cf. n. 5743;
vd. Krusch, Mou. Gemi, hist., Script, rer. Mer. Ili 32,
36-33, 4 de prologo, p. 28, 31 de uerbis extremis contex-
tus X 4 quem codex exhibere uidetur; Acta SS. Sept.
VI 345 sqq.) 18"" X
kalendas Octobr. Passio sancte Te-
clae uirginis et martyris <S>olemnitatem beatissimae
:
'
Teclae uirginis recolentes carissimi fratres deuotissime ce-

lebremus —
Cum doctor gentium apostulus, Paulus du- |
Studi ital. di ftlol. class. XVIII. 10

146 CODICES LATINI
plici corona, uirginitatis scilicet et martyrii, coronata a

Domino lesu Ghristo, cui est lionor '
etc. (de clausula cf.
BHL. n. 8025) 21 V kalendas Octobr. Passio sanc-

torum Cosme et Damiani n. 1974 sino prol.,
(ine. BHL.
cf. Catal. hag. Paris. I Antimus, Leontins et
409, 30"; des. '
Euprepins in ciuitate Egea agente Lisio preside, impe- —

rantibns Dioclitiano et Maximiliano, apnd nos autem reg-
nante etc, cf. Acta SS. Sept. VII 472)
'
24 Miraculnm
sanctorum Cosmae et Damiani: Quodam tempore uir qui- '
dam nomine Malchus sciens signa et mirabilia suut autem |
et alia multa mirabilia quae enarrare longum est, quae per

eos Dominus ad landem etc. cf. Acta SS. 1. e. 477 n. 15-478)
'
;
25 II kalendas Octobr. — Incipit uita sancti Hiero-

nymi presbiteri (adscripta Sebastiano mon. Casinensi) (ine.
BHL. n. 3870, des. n. 3871 Migne P. L. XXII 201 sqq.) ;
=
30^ Kalendis Octobr. Incipit uita sancti Remigii ar-
chiepjscopi (auctore Hincmaro) (ine. BHL. n. 7155; des.
n. 7158 post nemo eognoscit
'
add. Cuius ergo glorio- '
:
'
sam — celebremus diei solemnitatem, auxiliante Domino 'etc;

cf. Krusch, Mon. Geim. hist., Script, rer. Mer. III 259-328, 5)
41^ Nonis Octobr. Incipit prologus in uita sancti Marci

pape (= BHL. n. 5293) 42 Incipit uita saneti Marci papae :
'
Temporibus itaqne Constantini piissimi Cesaris .sanetis-
simns Siluester Romanus opylio laurum Romano miserunt |
antistiti habentem ita 44 Epistula Athanasii epyseopi

'
(= Migne, P. L. XX
Vili 1445 sq.) 45'' Epistula .Marci
papae rescripta de missione Niceni concilii Athanasio et om-

nibus Egypti episcopis (= Migne, 1. e. 1447 sqq.) 48" In-
Reparatae uirginis: \B>ea-
cipit prologus in passione sancte
torum Christi martyrum gloriosa certamina recolentes |
prosequamur hystoriam 49 Incipit passio: ;T>empori-

'
bus igitur Decii presidis qui multa criidelitate Christianos

persecutus est requieuit uero in Domino bb. uirgo Re-
|
parata et consnmauit cursum eertaminis sui Vili idus Octu-

bris. Regnante Domino '
etc. (de clausula cf. BHL. n. 7186;
vd. Mittarelli, Annal. Camald. ord. S. Bened. II, ap[). 35)
52" VII idus Octobr. Passio sanctorum Dionisii, Rustici
et Eleutherii {= Acta SS. Oct. IV 792-794; BHL. n. 2178)
BYBL. PVBL. VOLATBUR. 147
57 Eoclem die. Passio sancii Domnini martyris (^ BHL.

11. '2265, at des. '
corde cepit. .
— Passus est — septimo idus
Octnbris, regnante Domino '
etc. ;cf. Acta SS. Oct. IV 991 sq.)
59 VI idas Octobr. Incipit, nita sancii Cerbonii epi-

scopi (ine. BHL. n. 1729, des. '
migrauit antera ad Domi-
num — VP idus Octnbris; cuius precibus sahiantur multi
imbecilles. — Eo nos opitulanie raereamur scandere regna
polorum, quod ipse praesiare eie, cf. n. 1728; ud. Acia '
SS. Oct. V 96 sqq.) 63 II idus Octobr. Passio sancii Ca-

lixti papao (= Acta SS. Oct. VI 439-441 BHL. n. 1523) ;
66 XVII
kalendas Nouembr. Incipit nita sancii (jalli
abbatis (auciore Walahfrido Strabene) (ine. BHL. n. 3247
sine pici., des. mutila '
plancium raagnum circa '; = Mon.
Germ. hist.. Script, rer. Mer. IV 285, 10-307, 29) 80 (Vita
Hilarionis auctore Hieronymo) (ine. mutila e. 14 <' Hila>rio-
nem iuniorem ', des. BHL. n. 3879; = Migne, P. L. XXIII
35-54) 89 VIH kalendas Nouembr. — Incipit passio sanc-
torum martyium Grisanti et Dariae (= Acta SS. Oct. XI
469-484; BHL.
1787 eum prol.)
n. 96 Eodem die. Passio "^
sancii Miniatis martyiis (auctore Dragone abb. S. Miniatis)

(= BHL. n. 5967 sine prol.; ef. Bandini, BLL. I 573, CI;
Davidsohn, Forscli. zur alter. Gesch. von Florenz, Berlin
1896, p. 36) 100^ V kalendas Nouembr. Passio sanctorum
apostoloijum Symonis et ludae <S>ymon Ohananeus qui et
:
'
Zelotes dicitur zelo Dei ferueus decem libris latine nichi-

|
in
lominus descripta sunt. Gloriam semper referamus domino
Patri '
BHL. n. 7752)
etc. (cf. 107^ Eodem die. Passio
sancii Fidelis martyris: <A>d edificationem igitur tam pre-
sentium quam posterorum passionem bb. martyris Fidelis |
autem — V
to
passus est kalendas Nouembris. Regnante Do-

mino etc. llO"" <30 Oct.> Incipit nita sancii Germani
episcopi (Capuani) (= Acta SS. Oct. XIII 363-366; BHL.
n. 3465 eum prol.) 113^ II nonas Nouembr. Passio sanc-
torum mariyrum Vitalis et Agrieolae (auciore Ps. Am-
brosio) (= BHL. n. 8691 ef. Acta SS. Nou. 11, I, 247 sq.)
;
115 Idibus Nouembr. Incipit ulta sancii Leonardi con-

fessoris (ine. BHL. n. 4862, des. abiens autem una de- ' —
tulii sancto Mariiali, alteram sancio Leonardo. Et nos de
148 OODICES LATINI
tantis miraculis referamus laudes etc. cf. Krusch, Mon. '

;
Germ. hist., Script, rer. Mer. Ili 396 sqq.) 122" VI idus
Nouembr. Passio sanctoruin martyrum Claudii, Simphro-
niani, Nicostrati, Oastorii et Simplicii atqne qnattuor co-
ronatornm (ine. BHL. n. 1836, des. n. 1839; cf. Watten-
bach, Sitzungsber. d. kòn. Prenss. Akad, d. Wiss. zu Berlin
II, 1896, p. 1292 sqq. ; de clausula Biblioth. Casin. Ili,
Fiorii. 165) 127'' V idus Nouebr. Passio sanati Theo-
dori martyris (= Mombritius, Sanctuarium II, Mediolani
ante 1480, p. 324-325^'; BHL. n. 8077) 130'' Eodem die.
Passio yconae domini nostri lesu Gliristi Salnatoris <ad-

scripta S. Athanasio) (= Migne, P. G-L. XXVIII 811-820;
BHL. n. 4229 cum praeamb. et prol.) 136'' III idus No-
nembris. Incipit uita sanati Martini episcopi et confessoris
(auctore Sulpicio Seuero) (= Halm, Corp. script, eccl.
lat.Vindob. I 109-137; BHL. n. 5610 cum epist. Seueri ad
Desiderium et prol.) 147 Incipit epistula Seueri Snlpicii
ad sororem suam Bassulam, qualiter sanctus Martinus de
hoc mundo migrauerit (prol. BHL. n. 5613, des. sunt cora- '
perta participem '; Halm 1. e. 146-147, 13) = 147" In-

cipit de obitu sanati Martini episcopi (ine. BHL. n. 5613,
des. '
possimus hystoriam explicare. Ipso auxiliante qui

uiuit '
etc.; =
Halm 1. e. 147 sqq.) 150" Incipit epistula
Seueri ad Eusebium presbyterum, post episcopum ( - Halm
1. e. 138-141; BHL. n. 5611) 151" Epistula Seueri ad Au-
relium diaconem (ine. BHL. n. 5612; Halm 1. e. 142, 3, =
sed uuus tantum uersus superest) 152 <Vitae Colum-
bani auctore Iona liber I> (ine. mutila e. 3 miserorum '
animos '
;
=
Krusch, louae Vitae sanctorum, Hanuoue-
rae 1905, p. 155, 24-224, 5) 169 Eodem die <23 Nou >.
Passio sanati Clementis pape; '

<C>Temens igitur antiqua
ualde ac generosa Romanorum Cesarum familia extitit oriuu-
dus (cf. BHL. u. 1851. 1852) |
infirmi saluantur qui illuc po-
ternnt peruenire. Domini otc. Et 173 Item
est ibi laus '
miraculnra S. Clementis pape editum a Gregorio Turonensi

episcopo (= Mombritius 1. e. I 195-195"; BHL. n. 1855
cum prol.) 174 Aliud miracnlum (= Mombritius 1. e.
195" ; BHL. n. 1857) 174 <24/25 Non.) Incipit nita sanati
.
Prosperi episcopi (= Mombritius ]. e. II 221 ''-223''; BHL.

n. 6962 cura prol.) 178 <27 Nou.> Passio sancii lacobi
Intercisi (ine. BHL. u. 4100, cf. Mombritius 1. e. II 20 sqq. "^
;
des. ab oriente et occidente, aquilone et meridie laudom

dant tibi deo '; alio atramento infra additum est: om- '
nipotenti. — honorifice sepeliaerunt. Passus est '

etc, BHL.
n. 4101 ; cf. Surius XI 628).
Membr., cm. 57 X 38, ff. ree. maiiu mira., binis columais,

181
liguo et cerio munitus, saec. XII/XIII. lascriptioues rubrae, litt.
iiiit., uisi omissae sunt, itera rubrae; margines inf. ff. G8, 75 resecti.
Post p. 79 folium deest, iu quo, sicut ex uetere indico disciiuus,
uita Lucae euaugelistae praeter extremam partein uitao S. Galli
S.
priiiiamque S, Hilariouis contiuebatur. Inter ff. 151 et 152 complura
excidei-uut, ut iam uidimus; liic addimus in f. 151^ ueteri inanu scrip-
tum nuuieri signura CLVIIII extare, iu f. 152* CLXXVI. Iu f. l""
alia uuiuu: Gesta sauctorum et uita '.
'
6778 (LXI 8, 5) n. 22 G.
2^^ Ili nomine Domini iucipinnt capitula in expositione (-ti-
sps. <ì(ld. 1 m.) euangelii saucti lohannis edita a sancto
Angustino episcopo, inprimis de natiuitate Domini nostri
(= Migne, P. L. 1376-1976) XXXV
211 <1 Sept.> In
natali sancti Regali: <C>ompulit me beatorum martyrum
'
copiosa dilectio (= Anal. Boll. XI 264 BHL. n. 7102) multi ; \
inualidi expectant eius beneficia ut ualentes fiant. Pre-

stante Domino '
etc. (cf. Acta SS. Sept. I 230, n. 27)'
212'' <2 Sept.) In natali sancti Octauiani (ine. BHL. n. 6257;
Acta SS. Sept. I 391, n. 10; des. '
sic pugnemus legaliter
ad innante, beato Octauiano, ut coronemur perhenniter a Do-
mino '
etc.
Menibr., era. 54X^8, ff. 214, binis columnis, raaguis litteris exa-
ratus, liguo et pelle uinctus, saec. XIV. F. 3" inter iudicem capi-
tura iuitium Augustiui commeutarii uacuum est; inscriptiones
L't
rubrae, litt. init. fi'ondeis ornaraentis distiuctae. In f. l''tribus nia-

uibus scripta haec leguutur: 1. Iste liber est ecclesie sancte Marie
'
ihiiuris de Vulterris; 2. Capitula sancti Augustiui in euangelium

sancti lohannis ; 3. liber decimus tertius '
150 CODICES LATINI
6779 (LXI 8, (3) n. 112 G.

(Gregorii Magni Moralia) = Migne, P. L. LXXV 510 —
LXXVI 782.
Membr , cni. 57X37, duobus uoluminibus, quorum unum ex

ti'. 251. alterum ex ISOconstat, biiiis columnis saec. XI. Tegumeutum
tf'.
ligneum est addita pelle; litt. iuit. siugulorum librorum miauti.s pic-
turis ornatae, ceterae rabrae non alitar acprimae litterae et capitum
notae in indicibus atque librorum inscriptiones. In f. ISO' uol. Il
legitur: '
Iste liber est reu. uiri domini NerliC?) Prioris sancti Ger-
'
boni diocesis Vulterr.
6780 (LXI 8, 7) n. 121 G.

Voi. 1, 1 Incipit epistula sancti leronimi presbyteri ad Pau-
linura pre.sbyterum de omnibus diuine historie libris (= Mi-
gne, P. L. XXII 640 sqq.) 6 Incipit prefatio sancti lero-
nimi presbyteri in pentateuchara Moysi (= Migne 1. e.
XXVIII 147 sqq.) 7 Incipit liber Bresith, id est Genesis
(= Migne e. 151-232) 42 Incipiunt capitula in libro He-

1.
lesmoth, id est Exodns (= Migne e. ibid. nsque ad 296) 1.
69^ Incipiunt capitula libri Vaiegra, id est Lenitici (= Migne

1. e. usque ad 338) 88^ Incipiunt capitula libri Numero-
rum {= Migne usque ad 400)
1. e. 116 Incipit capitu-
lum libri Deuteronomii {= Migne
usque ad 462) 1. e.
140 Incipit prologus in libro lesu Naue et ludicum (= ]\[i-

gne 1. e. usque ad 542) 174^ Incipit liber Ruth (= Mi-
gne 1. e. usque ad 548) 177 '
uerborum copia.
Ea que intellegit transfert, nisi forte putandus est Tullius
et conomicum (sic) Xenofontis et Platonis Phytagoram |
apparuit Deus, ad Isaac sponte impleturum quod polli- se
citus Voi. II 1 Incipit prologus sancti leronymi pre-

'
. . . .
sbyteri in expositioue Isaie prophete (:= Migne 1. e. XXIV

17-678) 193 Incipit tractatus sancti leronymi presbyteri
in leremias propheta (= Migne 1. e. 679 sqq.; des. cum '
antera heconomia facta fuerint implebitur ') 237 Inci-

pit prologus sancti leronymi presbyteri in libro commeuta-
riorum <in Daniel) (= Migne 1. e. 491-584).
Membr., cm. 52 X
^^j duobus noi u minibus, quorum unum ex
rt'. alterum ex ff. 262 constai, binis columnis, saec. XII/XIII. Te-
177,
gumeiita sunt liguo et pelle. Inscriptio f. l"" uol. I magnis et legan- »
tibus litteris rubro pigmento exarata est; litt. initiales modo rubrae,
modo ueaustis, praesertim in I uol., picturis, rioribus fi-ondibus uir-
gultis ornatae; fF. 43, 70, 89, 141, 158 uol. I partim abseissa, f. 177
ine. et des. mutilum; f. 236 uol. II directe ubscissum est, sicut fi'. 89,
158 alt. uol.
6935 (LXII 9, 16) om. G.

(Anonymi) Solutiones casumn moralium habitae in Con-
uentu S. Francisci prope Ponseuiura anno 1792-1819: Die '
meiisis Angusti habita f'uit si culpa tua datum est damnum '.
|
Chart., cm. 30X21, ff. 70 quorum 69 et 70 uacua, tenui charta

giù tinaia uestitus, saec. XIX.
7242 (LXIV 6, 13) om. G.

1 <Anouymi> Epitomes (t;jc) historica in uniuersam philo-
sophianì Quaenam fuit primaeua philosophia inter bo-
:
'
niines? buie breui compendio finera facimus

|
75 <Ano-
'
nymi) Elementa logices De pbilosopbia in genere. Quid

:
'
est pbilosopbia ? de malo auctoris animo exurgat (prae-

|
cedit scbema propositionum).
Chart., cm. 21 X
15, ff. 200 quorum non nulla extrema parte
uacua, massa chart. uinctus, saec. XIX.
7416 (LXV 6, 12) om. G.

(Auonymi) Actuum buraanorum compendium Liber pri- :
'
mus. De bumanis actionibus. Caput I. Quid sit actus bu-

manus et quotuplex Actus buraauus est ille qui profici-
j
scitur ab intellectu. Fin. Vide apud Roncaglia loc. cit. in

Reg. pract. et La Croix Kb. 6 par. 3. n. 1825. tit. G. De
peccatis actenus. Humanorum actuum finis '. (Dnaedispu-
tationes sunt, in tres libro.s diuisae, quarum prior, ff. 1-43,
alterius epitome est).
Chart., cm. 21 X 1^, ff. 161 noa numer., charta glutinata et dim.
membrana uinctus, saec. XVIII.
152 CODICRS LATINI
7417 (LXV 6, 13) om. G.

<Anonymi> In ins cauonicum prolegomena: Summiis om- '
nium pastor et episcopus liac die soxta Septembris anno

|
millesimo octiugentesimo octogesimo secundo '

(disputatio
in tres libros diuisa est).
Chart., cm. 22 X 1^, ff. 248 iu singulis pag. num,, dim. nuinbr.
munitus, Siiec. XIX. Pag. 491-496 index rerum continctur.
7780 (LXVIII 8, 10) om. G.

<Anonymi> Rubricae Signaturae iustitiae et gratiae i>ocu- :
'
mentum generale prò referendariis. In nomine Domini no-

stri de priuilegiis non est
I
disputandum. Quod nota '.
Chart., cm. 34X23, ff. 86, membr. uinctus, saec. XVII.
8492 (LXXI 7, 6) n. 34 G.
<In custodia anter. manu satis reo.):' Epistolae Blasii filii
Ioaunis Ser Blasii notarii et ciuis Volaterrani conscriptae

tam nomine proprio quani nomine ciuitatis Pistoiiensis in
annis Domini 1342 ad 1353 quo tempore caneelhirii eins-
dam ciuitatis munere fungebatur: Magniiicis dominis do- ^
datis Vulterris die VI* Mail VI ind.*^

'
minis prioribus |
(Epistulae quae Cinum Pistoriensem respiciunt a Tli. (ba-
sini in Propugnatore, N. S. 1 174 sqq. editae sunt).
Cliart., ctn. 33X24, iF. 75 (-j- f. nacuum et non iiumer.), cliartu

et niombr. munitus, saec. XIV.
8516 (LXVIII 9, 20) n. 10 G.
Loci de inuentione Petro Angelio Bargaeo autore (t;(V) ad

losephuin Boccam (cf. E. G. Vogel, Petrus Augelius von
Barga, Meissen 1834, p. 50 n. G).
Chart., cm. 81X23, li" 14 quorum 12'-14 uacua. rubra cliarta

glutinata uinctus, saec. XVI.
8523 (LXIV 7, 24) u. 323 G.

Petripauli Annibalis Zanchatini ad Charolnm patrunm in
fabulam de imporatoris cuiusdam filio, quem nouerca ca-

] umiliata exquisitìs exemplis perdere, septem uero praecep-

tores philosophi exemplis sernare contendunt,
contrariis
imperatore suam sententiam nunc Lue nane illuc facile con-
ferente. Prefatio felici ter incipit: '
Mirabitur fortasse quis-
piam dicetque non immerito nimium nos fuisse ociosos |
uale nosque ut (folìnm excisum est. In fronte libri

Ormanni scripsic hanc calumniae historiam '
tabulis in '
4" editam satis esse raram deleganitque ad Dictionaire Bi-

bliographique I noi.).
Chart., cm. 22 X 16, fi'. 36 rei-, mauu rrnni. quorum o5 et oG ab-

scissa, si ne integumento, saoc. XVI.
8646 (XLVIir 1, 19) n. 258 G.

Psalterium.
Membr., cm. 15 X 10) tf- ''^ ree. manu num., siue iutegunieuto,
saec. XV. Inscriptiones rubrae, litt. init. rubrae et caeruleae.
8653 (LXV 7, 27) n. 150 G.
1 (Psendo-Senecae de moribus liber> (= p. 60 sqq. ed. Haase,

Lipsiae 1902; des. Mira ratio est que non uult predicari
'
quod gaudet intelligi. Agnosi [i. e. agnoscij amat quod ho-

dium ostendit; cf. n. 53 et 54; sunt scilicet liuius cod.
sententiae satis immutatae) 4 (Eiusdem de remediis for-
tuitorum): 'Morieris: ista hominis natura est, non pena. —
Peregre morieris nula terra mortuo est aliena
: etc. '
(= p. 45-46 ed. e, sed complura omissa, alia ordine im-

mutata sunt) 6^ Expositioues uisionura sancti Danielis:
'
In diebus Nabochadenasor (sic) regis legerit Danielen in- |
teligat '. — (Aliae sententiae litterarum ordine disposi tae> :
Aues sompnis centra se pugnare: quid erit? ira. Aues

in
in sompnis aprendere: luctum etc. 13 Tribulatio ciui- '
tatis Cupiditas sacerdotis in tempio ffraudulentus (.s/c)

:
'
||
mercator in foro pulchra meretrix in prostibulo (sic)

jj ||
adulator in palacio accusator et detractor in thalamo '.

||
Septem rusticitates :
'
Lloquacitas in conuiuio ||
in pauper-
tate alterius derisio |1
beneficii accepti obliuio jj
inter igno-
tos pi'esumptio jj
inter socios et amicos collisio ||
contra
utilitatem concilii (sic) destructio ||
cum necessitas exigit ob-
—
154 CODICBS TEATINI
duratio'. Septem genera stultorum: Qui tantum dat quod '
depauperatur Qui tantum iurat, quod sibi non credi tur

|| ||
Qui tantum minatur, quod non timetur Qui se ipsura ne- ||
gligit et se ipsum (sic) negligitur Qui de obmissa re et |j
irrecuperabili nimis afiiigitur Qui rem sibi impossibilem

j]
facere conatur Qui credit, quod similis sibi non sit '.
||
(Praeceptura germanico et latino sermone scriptum) :
Wer mit den wiben consorcia querit habere,

Mack er daz getryben et se de f'raude cauere,
Den wil ich schryben arte speciali uitere:
Swygen und gedencken,
Slaffen off herten benckeu,
Istdaz vor teuren gut,
So han hiirea und bubeu gnuck.
13^ (Carmina inter scyphos cantanda)
I. lam lucis orto sydere statim oportet bibere ;
Ergo beati eritis, si bene potaueritis;

Si non bene biberitis, salai esse non poteritis ;
Bibaraub ergo egregie, ut rebibamus optirae.

TJt insolemur requie, possumus esse hodie,
Bibere et rebibere et rebibendo bibere.
Omnis ergo noster frater bibat semel bis ter quater.
Bibat primo et secando, donec nicbil sit in fundo.
Vinum limphatum conturbat uiscera fi-atrum i) ;
Qui aquam pouit in Falerno, sit sepultus in inferno.
Alba limpha raaledicta sit nobis interdicta,
Ut durat ista i-egnla per infinita secala. Straincu

li. Meum propositum
est in taberna mori :
Ibi uiuent miseri sicienti ori ;
Ut uenient cicius angelorum chori,

Deus sit propicius uini potatori.
Vinum super omnia bonum diligamus;
Nani purgamus uicia, uiuum dum potamus.
Dum uobis sit copia uini, tunc clamamus:
Qui uiuis in secala ;
te Deum laudamus.
Vini mirabilia uolo pertrausire:
10 Vinum t'acit hominem leuiter salire
Et dotescit pauperem, claudos facit ire,
Mutis dat facandiam, surdis dat audire.
1) \immo fratum. G. V.|

Ffertur (sic) in conuiuiis uinus uina uinum;

Masculinum displicet atque femininum,
15 Sed in neutro genere uinuui est diuinum,
Loqui facit {ex faciat) socios optimum latinum.
Polatores singuli sunt omnes benigni ;
Tarn senes quam iuuenes sunt eterno di;;ni,

Dum bibisse noueriut uinum boni ligni :
20 Non amantes uinum sunt omnes malingni (sic).
Unicuique proprium dat natura munus:

Ego numquam potui studerò ieiunus,
Sitim et ieiunium odio plus quam fumus (/. funus ;
ante fumus Un. obd. del. unus);

Meum ieiunium uincere posset puer unus.
25 Ego super omnia diligo tabernam,
Quam nullo spreui tempore neque modo spernam,
Donec sanctos angelos uenientes cernam,
Cantantes prò bibulo requiem eternara.
(Huius cantici {|uinque strophae I, V, II, VII, IV hoc or-

dine a Wright, The Latin poems coramonly attributed to
Walter Mapes, London 1841, p. xlv ex cod. saec. XV
editae, ab Edélestand du Méril, Poésies populaires lat. du
Moyen àge, Paris 1847, p. 206 sq. denuo typis expressae
snnt. De stropha VI praeter Edélestand du Méril 1. e.
p. 206 cf. AVerner, Beitrage znr Knnde der lat. Lit. des
M. A. Aaran 1905, 203 et praesertim Holder-Egger, Cro-
p.
nica fr. Salimbene Mon. Gemi, hist., Script. XXXII 86;
in
itera de stropha I AVerner p. 202, Holder-Egger p. 86; de
stropha IV et in uniuersum eundem p. 84. Inter uarias
lectiones memoro: u. 2 '
nt nina sint proxiraa morientis ori
H-E., cod. Harl.; '
ubi uina proxima m. o. '
Carm. Bur., ed.
Schineller; u. 3 '
tunc occurrent citius "
H-E., '
tunc can-
tabunt laetius '
nel '
ut dicant cura uenerint '
alii; u. 4
'
nini '
in hoc solo cod. reperitur, in cett. '
michi '
,
'
huic ',
'
isti ', '
tanto '; u. 15 'in neutro '
om. '
sed '
H-P].; u. 16
'
loquens linguis variis '
H-E.; u. 18 '
in aeterna [L ae-
terno] igni II
crnciantur rustici qui non sunt tara digni ||
qui [l. quod] bibisse nouerint bonum uinum nini Ed. du M.;
'
u. 22 '
scribere '
H-E.; uu. 23. 24 me '
ieiunura uincere
'
posset puer unus, ||

sitira et ieiunium odi taraquara funus
156 CODICRS LATINI
H-E. u. 25 magis quam ccclesiam diligo Ed. du M. u. 26

;
' '
;
'
ipsam nullo tempore spreui, neque spernam Ed. du M.). '
14 Plenitudo temporis uenit; exultemus,

Quamuis ramos uemoris caluari uidemus,
Licet promptuaria piena uoii hahemus,
Ex quo torcularia tluere uidemus.
Celi uolatilia sic contacueruut,
Et idcirco uilia corda tabuerunt;
Nonne uini gaudia magis obtulerunt,
Quam quod centum auium rostra garruerunt [sic)?
Catho docet opibus : utere quesitis;
Et hoc fac in potibus, ut producit uitis,
Nani decenter ingerit pulclira Sunamitis:
Quid thezaurus proderit, ubi fames et sitis?
Audiui sevo bibulum alte conclamantom,
Ut leonis cathulum fame rugientem:
Quid est hoc quod nominem uideo bibentem
Vinum, quod hominem omnia scientem
(De Sunaraitide cf. libros Regum diuinarum litterarum).
Chart., cm. 12y(^l],5, iì'. 18 quorum li''-18 uacua, duabus ma-

uibus exaratus, 1-12 et IB'-il", sjiec. XIV. Litterae uersuum iait.
grandes alterum hemistichium iuterdum magnis pariter littoria uel
;
punctis notatura, saepius tamen non distinctum est. Extrema parte

cod. est mutilus.
8654 (LXV 7, 28) u. 101 G.

5 (Scholia Horatium):
ili Lndus Martis pugna est cla-
. . .
'
mo3 militaris in acie. Leues: sine rubigine. Acer: toruu^ì.

Mauri: per spetiem prò genere; Mauritania pars Africae
est (cf. Ps. Acro Hor. e. 1, 2) etc. Primns enim uersus gi-
riconicus (sic) est costans spondeo et duobus dactilis, se-
cundus ascrepiadus (sic; cf. ibid. e. 1, 3) etc.
' 17'' <Ano-
uymi) ad Lucillam: Sunt tibi candentes oculi nitidique

'
capilli albaque frons; tota es denique candidula '.

II
<Ano- —
nymi) ad Domitillam: Polchra sies quamuis, mitis mol-
'
'
lisque puella, est taraen inforinis tibi (s/c) truxque senex

||
18 (Excerpta ex Liuio 1, 7, 10 sqq.> 2.5 (Medicamen-
toruni nomina, uelut f. 30): Regium autem morbum existi- '

mant dicturii eo qiiod nino bono et regalibus cibis facilius

curatur '
(= Go;t2, Coip. gloss. lat. VI 711) 37 (Excerpta
ex lat. soriptoribns).
Chart., cm. '22X1'^' ff- ^1 quorum uonnulla uacua, uariis ma-

nibus exaratus, saei*. XV. et sqq. Scholia Horatiana utrimque mutila
sunt. In marg. sup. f. 25'' legitur: 'De domini Marii Maffei '.
9312 (LUI 5, 8) deest ap. G.

(Ormanni excerpta ex actis scribarum publicorum, qnae in
episcopatu Volaterranim reperiimtur; a. 12G3-1490>.
Chart., cm. 30X21. ^- 280 num., massa chart. et membr. uinc-

tus, saec. XVIir.
9333 (XLV 7, 5) deest ap. G.

Instrumenta Abbatiae S. Insti ordinis Camaldulensis ex ar-
chetiipis desumpta anno 1775
(sic) per me D. losepham —
Gherardini abbatem per chronotaxim disposita ad facilio-
rem usum et commodum 1277 ind. V. die 20 Augusti
:
'
:
D. Tustus abbas Abbatie S. Insti locauit \

Die 13 Aprilis 1778.
Terrainum imposui '
etc.
Chart., cm. 30X21. tf. 534, Sìiec, XVIII. ia estremo folio uon-
nulla etiam iusunt italice conscripta de actorum dispositioue. In by-
bliotheca Guarnacci alterum est exemplar eiusdem generis u. 9334.
9353 (XLVII 3, 7) deest ap. G.

1592. Ludouici Falconcini antiquissimae ciuitatis Volater-
ranae historiae. Liber primus. '
Ciuitatis Volaterranae iii-
storiam aggressurus |
finis historiae Volaterranae a Ludonico
Falconcinio conscriptae anno Domini 1592 '
(ed. Berardi, Ri-
vista Volterrana 1876 I-XII, 1877 I-XTI).
Chart., cm. 29X21, ff. 47. Alterum huius historiae exemplar

est cod. 5901 ;
cf. intra Append.

Adnotationes ad synodum Pisciensem.
VI uolumina sunt, quorum primuin ex ff. 319 constat (duo

uacua praeceduat pag. 72 typis exscriptae Decreta et constitutio-
;
'
158 CODICKS LATINI
nes synodales —
Pistorii 1G28 '), alterum ex fF. 211 (ff'. 1-4, 200-211
uacua. ìF. 27-Uì typis expressa), tertium ex if. 414 (tF. 402-413 uacua,
tF. 45-')() typis expressa), qnartum ex 219 (ff. fi5-104 typis expressa),
fi'.
quintum deest, sextum constat ex IF. 19(5, quorum extremiiin ua-

cuum ;
Siiec. XVII. Tegumentum est membr.

(Theodori Amydeiii uitae pontificum et cardinalinm)
2 (Scriptor ipse suain uitam nairat): '
Quaudoquidem belli
tnnmltubus e Belgio natali solo eiectum me Roma susce-
pit '
8 Ludouicus Card. ÌMatnitiu.s
etc. 11 Petrus
Card. Deza
13 Rodericus Card, de Castro 14 An-
dreas Card, ab Austria 21 Autonius Maria Card. Sal-
uiatns 24 lulius Antonius Sanctorius Card, de S.*° Se-
uerino 28 Alphonsus Card. Gesualdus 30Hierouymus
Card. l-?usticucius 32 Siluius Card. Antonianus 34 Bon-
uisius Card, Bonuisius 36 Hieronymus Card. Mattheus
39 Lucius Card. Saxus 40 Arnaldus Card. Ossattus
42 Simeon Card. Taliauia 43 Hieronymus Card.
Simoncellus 45 Clemens Vili Pont. Max. 58 Leo XI
GÌ Hieronymus Card. Agucchius 62 Paulus Emilius
Zacchias Card. S. Marcelli 64 Io. Fran.°"« de Saucto
Georgio Card. Sancti Clementi.s 65 Franciscus Card.
Auila 67 Antonius Card. Facchinetti 68 Augustinus
Valerius Card. Veronensis 71 Bartliolomeus Card. Fer-
ratinus 72 Ptolomeus Gallius Card. Comeusis 75 Cesar
Card. Baronius 79 Frater Anselmus Marzatus Card, de
Monopoli 82 Carolus Card, de Lotharingia 83 Ber-
'
nardus Card, de Cracouia 84 Ascanius Card. Columna
90 Franciscus M. Card. Taurusius 91 Fr. Hierony-
mus Card. Xauerius 92 Alfonsus Card. Vicecomes
93 Ferdinandus Ninnus Card, de Gueuara 95 Horatius
Card. Mapheus 96 Seraphinus Card. Oliuarius 97 Lu-
douicus de Torres Card. Montis Regalis 98 Cinthius
Card. Aldobrnndinus 99 Innocentius Card, de Bubalis
102 Hieronymus Card. Pamphilius 104 Octauius
Card. Parauicinus 105 Siluester Card. S. Cesarei
106 Marianus Perbenedictus Card, de Camerino 109 Do-
rainicus Card. Pinellus 111 Fr. Hieronymus Bernerius
I5YBL. PVBL. VOLATBRK. 159
Card. Asculanns 113 Lanfrancus Margotius Card. Lan-

francus 114 Laurentius Card. Blancliettus 116 Fr.
Anna Card, de Sears 117 Fr. Gregorius Card, de Mon-
telparo 118 Octauins Card. Acquauina 119 Flami-
nius Card. Flatus 120 Francisous Card. Manfcica
122 Fran."-^ Card. loieuse 124 Fran.^^« Card. Sforgaius
de Strigonia 125 Ferdinandns Gonzaga Card. Man-
tuanus 128 Carolns Card, de Comitibus 129 Petrus
Card. Gondins 131 Pompeus (sic) Card. Arigonius
135 Plnlippus Card. Spinellus 137 Horatius Card. Spi-
nula 138 Vincentius Card. Gonzaga 141 Bonifacius
Card. Caietanus 143 Paulus Emilius Sfondratus 147 Er-
miuius Card, de Valentibus 148 lacobus Dauyus Card, de
Perona 149 Octauius Card. Belnr.ostus 150 Metellus
Card. Bichius 151 Ferdinaudus Card. S. Eusebii Taberna
156 Fran.*^^ Card. Vendramenus 156 Bernardus Card.
Roxas 159 Dom."s Card. Tuschius 164 Antonius Maria
Card. Gallus 167 Euangelista Card. Pallottus 169 Ho-
ratius Card. Lancellottus 170 Paulus Papa V 178 Pe-
trus Card. Aldobrandinus 182 Ladislaus Card, de Aquino
184 lacobus Card. Sanuesius 186 Benedictus Card,
lustinianus 191 Ludouicus Card, de Ghisa 192 Io.
Baptista Bonsius 193 Robertus Card. Bellarminus
199 Bartholomeus Card. Caesius 201 Albertus Archidux
Card, ab Austria 204 Michael Angelus Toutus Card, de
Nazareth 208 Henricus Card, de Retz 209 Philip-
pus Card. Philonardus 210 Ioannes Card. Delphinus
212 Alexander Card. Montaltus 215 Stephanus Card.
Pignattellus 219 lacobus Card. Serra 222 Antonius
Card. Saulius 225 Marcus Antonius Card. Gozadinus
226 Franciscus Card. Sacratus 229 Caesar Card.
Gherardus 231 Lucius Card. Sanseuerinus 232 IMa-
theus Card. Priulus 233 Antonius Card. Caietanus
235 Alexander Card. Estensis 237 Octauius Card. Rodul-
phius 238Fran.''"^ Card. Sfortia 242 Fabritius Card.
Verallns 244 Franciscus Roias de Sandoual Card, de
Lerma 245 Helius Card, de Zolleren 247 Decius Card.
Caraffa 248 Odoardus Card. Faruesius 251 Scipio Co-
160 CODICKS LATINI
bellutius Card. S. Susannae 256 Alexander Card. Ursinius

259 Franciscus M. Card, de Monte 261 Dionisius
Simon Card, de Marquemoiib 267 Dominicns Card. E,i-
uarola 280 Gregorius XV Pont. Max. 289 Bonifa-
cins Card. Beuilacqna 291 Io. Baptista Card. Lenius
292 Franciscus Card, de Sourdis 294 lacobus Card.
Caualerius 296 Petrus Card. Valerius 297 Octauius
Card. Bandinus 299 Andreas Card. Perettas 300 Ca-
rolns Card. Madrutius 303 Petrus Card. Berullins
304 Ioannes Garzias Card. Millinus 306 Gabriel Tres-
sius Card. Paniagua 308 Melchior Card. Klesselius
312 Didacus de Gusman Card. Hispalensis 313 Ludo-
nicus Card. Ludouisius 320 Federicus Card. Borromeus
322 Scipio Card. Burghesius 325 Lucas Antonins
Card. Virilis 327 lulius Card. Sabellius 329 Grego-
rius Card. Narus 331 Augustinus Card. Oreggius
332 Robertus Card. Ubaldinus 335 Antonius Card. Za-
pata 337 Tiberius Card. Mutus 338 Fran.*^^^ Card.
Dietrichstain 340 Petrus Card. Strigoniensis Pasrnan
349 Laudouicus (sic) Zachias Card. Sancti Sixti 351 Lau-
rentius Card. IMagalottus 353 Lelius Card. Biscia
355 Fabritius Card. Verospias 359 Dominicus Gyin-
nasius Card. 361 Berlingherius Card. Gipsius 363 Hi-
politus Card. Aldobrand.^ 365 Fr. Desiderius Card.
Scaglia 366 Fr. Augustinus Card. Galaminus 367 Lo-
douicus Card, de Valleta 369 Fr. Felix Cintinus Card.
Ascularius 370 Carolus Pius Card. Decanus 373 Guido
Card, de Balneo 375 Ferdinandus Card. Infans His-
paniarutn 377 Fran.°^^^ Card. Boucompagnus 378 An-
tonins Card. Sanctacruccius 380 Aloysius Card. Caie-
tanus 382 Cosmus Card. Jones 383 Petrus M. Card.
Burgliesius 385 Armandus Card, de Riclielieu 393 Io-
annes Card. Auria 394 Petrus Card. Camporeus
397 Alexander Card. Cesarinus 398 Benedictus Card.
Ubaldus 399 Urbanus Papa Vili 419 Guido Card.
Bentiuoglio 422 Franciscus Cenninus Card. S. Marcelli
423 Franciscus de Stbrgatz Card, de Strigonia

424 Petrus Paulus Card. Crescentius 425 Gaspar Card.
21. 1. '910
.
Borgia 428 Franciscns Card. Rochefbucanlt 429 Fr.

Achilles d'Estanipes Card. Valenceus 431 Franciscus M.
Card. Farne.sins 432 Frater Aritonins Barberinu.s Card.
S. Honuphrii 434 Frater Michael Nazarinus Card. S. Ce-
ciliae 437 Horatius Card. lustinianns 439 Egidiiis
Card. Albornotius 422 To. Dom.*^"-* Card. Spinola
443 Angustinus Card. Spinola 444 Gaspar Card. Mat-
theius 445 Marias Card. Theodolu.s 449 Caesar Card
Montiiis 451 Don Antonius de Cordona Card, de Ara-
gonia 452 Io. lacobus Card. Panzirolns 455 Ciriacus
Card. Roccyus 457 Hieroninms Card. Verospin;^
458 Marcellns Card. Lantes 460 luliiis Card. Roma
462 lulius Card. Cincius 463 Alphonsus Ludouicns de
Eichelieu 465 Fanstns Card. Polus 466 Franciscns
M. Card. Maohianellns 467 Fr. Dom.<^^'s Card. Piniin-
tellns 468 To. Baptista Card. Alterins 469 Innocen-
ti ns Papa X 480 Petrns Aloysins Card. Caraffa
481 Fran.''"^ Card. Montaltus 483 Alphonsns Card, de
la Cuena. (Ex litteris a Nogara ad Ae. Solaini inis.si.s has
nitas in codd. Bibl. Vatic. extare didici ; cf. Forcella, Ca-

tal. de Mss. relativi alla St. d' Tt., Bibl. Vatic, Roma 1879,
p. 248 n. 669; p. 252 n. 709; p. 311 n. 855; de Th. Amy-
deno cf. Mazzuchelli I, II 631 Adelung, Jòchers Gel.-Lex., ;
Fortsetz. u. Erganz, I 764; Ciaconius, Vitae Pontif. et

Card. IV, Romae 1677).
Chart., cm. 26 X 19> ^- '^^'^ quorum 486 uacauni, 487-491 indicem

nomiaum coraplect., 492 uacuuin, massa chart, uinctus, saec. XVIII.

Satyrae Q. Sectani (insunt saturae I-X, Xll ex parte, XIV,
XVI, XVII, XIX; cf. editiones Romae 1696 et Amste-
1 odami 1700).
Chart., cm. 27X^0, tf. 74 (f. 68 uacuum), massa chart. uinctu.s.
saoc. XVI r.
10207 (LXXII 7, 4) deest ap. G.

Constitutiones — Capp.*^"^'- ecclesiae Volaterranae.
Chart., cm. 28X20, tF. 20, sacc. XVI.
Studi itnl. di fllol. class. XVIII. 11

162 CODICRS LATINI
Ut index codiciim lat. plenior reddatnr, alii codd. ad-

dendi sunt. in quibus ad Giannini delego. li sunt 5032 :
(XLIII 2,16) n. 44 G. Breniarium 5033 (XLIII 2,17) ;
u. 42 G. Breuiarium ; 5034 (XLIII 2, 18) n. 39 G. Brenia-

rium (quod fuit '
di ser Boni Incontri prete di Andrea di
Kipomarance '); 5096 (XLIV 1,2) n. 41 G. Breniavinm ;
5118 (XLIV 1, 24) n. 40 G. Breniarinm; 5432 (XLVIII

4, 2) n. 93 G. Imperatornm institutiones I. B. Falconcinii ;
5433 (XLVIII 4, 3) n. 90 G. Notae ad Canones Bene-

' '
dicti Falconcinii; 5434 (XLVIII 4, 4) n. 88 G. De episcopis

Aretinis annales libri B. Falconcinii; 5435 (XLVIII 4, 5)
'n.310 G. Epistola F. Parmini 5544 (XLIX 4, 4) n. 289 G. ;
Leges; 5545 (XLIX 4, 5) u. 293 G. Leges; 5551 (XLIX

4, 11) n. 185 (t. Hier. Maleaoltae disputationes ad ius per-
tinentes; 5554 (XLIX 4, 14) n. 171 G. P. Lisci res medicae ;
5562 (XLIX 4, 22) n. 65 G. Liber consiliorum coUecto- '
rum a Benedicto Falconcinio *; 5564 (XLIX 4, 24) n. 223 G.

Orationarinm 5663 (L 3, 2) n. 38 G, Breuiarium 5673
; ;
(L 3, 12) n. 89 G. '
De anctoritate pontificum circa censu-
ram '
B. Falconcinii; 5691 (L 3, 30) n. 282 G. '
Phisica
coelestis '
lani Gualberti de Soria; 5694 (L 3, 38) n. 155 G.
Tituli latini Pisani ; 5783 (LI 4, 11) n. 28 G. Synodus Vo-
laterr. Philippo Belforti edita, n. 126 G. alia; 5823 (LII 5, 6)
A. Hyuani Sarzanensis epistulae n. 136 G. ;
5827 (LII 6, 1)
'
Etruscarum autiquitaturn fragmenta a Curtio Inghirami
reperta '; 5828 (LII 6, 2) n. 151 G. Inuentarium bonorum
hospitalis 8. Mariae Volat. 5832 (LII 6, 6) n. 27 G. Epi- ;
stulae Volat. episc. 5833 (LII 6, 7) n. 57 G. L.

(a. 1348-1358);
A. Cecinae rer. Volaterr. epitome 5834 (LII 6, 8) n. 58 G. ;
Item epitome Cecinae; 5893 (LUI 5) 2) n. 217 G. Membra-

narum epitome; cf. Schneider, Regestum Volaterranum, Re-
gesta chartar. Itaìiae I, Romae 1907, p. xv ; 5895 (LUI 5, 4)
n. 86 G. Membranarum excerpta; cf. Schneider 1. e. p. xv ;
5901 (LUI 6, 3) n. 92 G. L. Falconcinii Volaterrarum histo-

riae; 5902 (LUI 6, 4) n. 91 G. L. Falconcinii de institutione
uiri boni; 5966 (LIV 4, 1) n. 316 G. Reuelationes S. He- '
lisabet ancille Christi "; 6151 (LVI 4, 6) n. 104-5 G. Com-

mentarii in lob; 6204 (LVI 6, 22) u. 106 G. '
lacopi Ghe-
BYBL. PVBL. VOLATRUU. 1G3
rardi epistularum fragmeuta '; 6217 (LVI 7, 5) n. 259 G.

'Libri decisionum lacobi Putei ';8455 (LVII 7, 6) n. 260
G.
Calamitates Volaterr. A. Hyuani et I. Parellii Acta SS. ;
Insti et Clementis; 8468 (LII 7, 17) n. 127 G. A. Hynani

de Volaterr. calamitate 8486 (XLV 7, 3) n. 77 G. Docu-
;
menta Camaldnlensia; 8487 (XLIV 6, 19) n. 84 G. '

Emp-
tiones communi Vulterrarum '; 8496 (XLIV 6, 18)
prò
n. 215 G. 'Obituariura ^ 8525 (LUI 6, 13) n. 80 G. Trac-
tatus F. Spinulae Admirati 8647 (XLVIII 1, 20) n. 43 G.
;
Breuiarium. Adde statuta, notariorum imbreuiaturas, pro-

tocolla contractuum aliaqne liistoriarum documenta, de qui-
bus cf. Giannini n. 288 sqq. al. Schneider 1. e. p. xv.
;
\
INDICES
I. — Scriptorum et operum.
Abano de, Petrus ó({SS. 6144. 6150 152^ 61S5 334\

Abbias Faculieu.sis(?) 5<)S5 37. 61SS. 6203. 6207. 6364 83. 6370.
Acciaioli Donatus 0201 38. 6935. 7242. 7416. 7417. 7780.
Aelredus abb. Rieualensis (>134 8496 app. 8653 4, 13. 9312.
34. 9333. 10207.
Alexander VI papa 533-J. Antonius Bitontinus 6141 136,
Amadeus Angelus 5(>ìS5 38. 137 ^ 138 \
Ambrosius S. fil90. [<>776 166, 185. Antonius F., Liburnensis 6135.
($77 7 113^]. Ariosto Ludouicus 6133 75.
Amydenus Theodorus 936}). Aristotele.s 6185 1. 6227. 6366.
A(udreas Benzi ?; Senensis 5031 Arnulfus de Iôuanio 6134 19.
15. Athanasius S. 6775 119. 6777 41.
Angelius Petrus Bargaeus Hólii. (130").
Anonymus. Il carmina 5031 4, Augustinus S. 5230 236, 256. 6774
7\31. 32, 33', 36, 54, 54^56. 41, 46. [6776 230\ 231]. 677.S.
5745 16\ 5771. ($133 79\ 6233 Auicenna 6231 163. 6364 1.
20r'. S653 13 sqq. SG54 17^' (Autpertus abb. Casinensis) 6775

2) epistuliie 5031 1. 5832 180. 6776 23r.
app. 3) gramuìatica 6233 Bartholommaeus Volaterranus
1, 4, 8, 204 \ S654 5. 5031 83 sqq. ^'
4) hi-
storica 5327. 5679. 5S93 app. Beccadelli Antonius, Pauormita
5S95 app. 6233 207\ S4.S6 app. 5031 2^ 52, 53, 54, 54% 55, 55,^
S4S7 app. 9366 (cf. App.) 56, 56 % 59. 6150 145
5) medica 5339 i3\ 5970. 6222 Beda 6134 41^ [6774 26, 200j.
1. 6263 283. 8654 25 6) na- Belforti Philippus 5783 app. 6832
tia 5031 8, 69, 80\ 5119 1. app. (cf. Giannini).
5223. 5230 1, 87, 97, 125, 155, Benedictus Aretinus 5230 205''.
fr.
165. 207% 227 \ 268, 291^' sqq. Bernardinus S. 6141 12 \ 179.

5Ì99. 5403 1. 5405. 5544 app. Bernardus S. 5230 169 \ (283).
5545 app. 5664 1. 117. 5681. 6134. 6205 318 ^
5685 39^ 5689. 5694 app. 5696. Biragus Lampus 6201 1, 16^'.
5748 80. 5966 app. 5999 1. Bliderannus 6775 232.
6133 26, 70. 6141 177, 186. Boccaccio lobannes 6031 32". 6230.
\ \ \
CODICES LATINI BYBL PVBL. VOLATKHU. INDICKS. 165
BonauentuiM fr. 5230 221. Gregoriu.'rS., Magnus G775 48.

Bracelli lacobus (U50 138. G77G 246 G779 (cf. G141 183).
Breuiaiia 5032. 50;i3 app. 50M. GregoriusS., TuronensisG777 173.
óma app. 5118. 5322. 51>G3 Gualbertus lanu.s 5G91 app.
G1S9. SUI app. (Guarinus I. Baptista) 5745 17''.
Bruni Leonardus, Aretiniis 5031 Guarinus Veronensis pater 5105.
46, 5d\ 67, 77, 87 ^ G197 5. 5748 102
Barlaeus Giialterus 5999 44'', 55. Guidantonius Mentis Feretri G141
G13(j. 137.
Carolus IV imp. 58S7 5 sqq. Hadriauus I. Baptista G133 55.
Cassiodorius (>1S5 832, 335. (J775 Heuricus VI imp. 5887 3'', 4.
153. 6770 194. Hesohines 5031 59
Cecina L. A. 5833 et, 5831 app. Hieronymus S. 5031 103 \ 5748
Coppoli lacobus 5230 206'' 78% 79'-. G150 119 G483 177.
Coscius Franciscus 556(). G77G 57, 66. G780.
Cypi'ianus S. G1S7. (Hildebertus) 5300 158.
Cyriacus Anconitanus
Pizzicolli, Hiacmarus G777 30''.
5031 40\ 41, 42", 43.
l.'4, 37, Honorius IV papa 5407 16'.
Damasus S., papa G77G 57. Horatius Q., Flaccus 5514 17, 23".
Dati Augustinus 5745 41. Hyppocrates 6231 1. 6263.
(Douatus subdiac.) tì77G 5. Hyuanus Antonius, Sarzanensis
Dyctis Cretensis 6160 153. 5823 app. 8455 app. 8468 app.
Euagrius ep. Antiochensis G775 lacobus Foroliuionsis 6231. 6364.
119. 6367.
Eucherius ep. Lugdunensis 0777 lacobus de Vitriacho 5521.
U\ Inghirami Antonius 5885 99".
Eusebiu.s GUI 183 Inghirami Curtius 5827 app.
Falconcini Ans. G150 adn. Inghirami Paulus 5885 99''.
Falconciui Beuedictus 5433 app. Inghirami Thomas Ph 5885.
5434 app. 55G2 app. GG73 app. loliauues diaconu.s Neapolitauus
Falconcini I. B. 5432 app. 6776 18".
Falconcini Ludouicus 5901 app. lonas Bobiensis G777 169.
5902 app. 9353. losephus 6150 120.
[Faustus ep.] G77G 139. Isaac Israelita 6221.
Festus Sex., Pompeius G232 1(!9. Isidorus S. 6143. 6150 111.6155.
Fliscus Georgius, Genuensis 5745 luuencus C, \ ettius Aquilinus

1, S\ 6150 50.
Fortunatus G77G 130. Kilwarby Robertus 5999 12".
Franciscus S. 5230 141, 148, 150, [Lentulus P.] 5031 68. 5745 36.
151. Leonellus Estensis 5031 6".
Fridericus I imp. 5887 1. Leonicenus Omnibonus 5745 21.
Galeaus G3G5. G3G7. Leostelli loampetrus 5692.
Gellius Aulus G233 20G\ Lisi Blasius, Volaterranus 5031
Gerardus Cremonensis G3G2. 22 sqq., 32, 78, 79, 85, 86".
Gherardi lacobus G204 app. 8492.
\
166 CODICBS LATINI
Lisci Nicolaus 5031 75", 77^'. siae m. 6776 70''; S. Audreae

Lisci Petrus 5554 app. apost. 6774 1. 6775 1. 6776 1;
Liuius T. 8651 18. S. Antonii abb. in Thebaide
Lucas Geminianensis 5031 58\ 6775 119; S. Barbarae u. m.

Malatesta Baptista 5031 5. 6775 G. 6776 7; S. Barnabae
Maleuolta Hieronymus 5551. apost. 6775 278; S. Basilii ep.
Manfredus 6306 201. 6776 112; S. Benedicti abb.
Marcus S., papa 6777 45^. Casinensis 6776 246; S. Bla-
Marianus fr., Volaterranus 5748. sii ep. 6776 209; SS. Caesarii
6206. diaconi et luliani pr. 6774

Marlianus Johannes Franciscus 31; S. Callisti papae 6777 6'ò;
5518 3. S. Cerbonii ep. 6777 59; Christi
Marrasius lohanues 5031 1, 2, 3. imago Berytensis 6777 130";
Marsilius de S. Sophia 6363. S. Christinae 6775 213; SS.
Martyrologium 56SJ). Chrysanthi etDariae 6777 89;
[Maximianus notarius] 6775 207. SS. Claudii, Symphoriani, Ni-
[Mellitus] 6775 87. 6776 80^ costrati, Castorii, Simplicii
Michael Bernardus 5230 199. 6777 122"; Clementis papae
S.
Missae S., Canon 6196. 6777 169; S. Columbae u. m.

Morbeka de, Johannes 6365 1, 65, 6775 88; S. Colurabani 6777
85, 90. 169; S. Cornelii papae 5777 1 ;
Munio 5407 18.

fr. SS. Cosmae et Damiani 6777
Nicolaus 6222 47. 21, 24; SS. Crucis exaltatio
Nonius Marcellus 6185 332 ^ 335 6777 3"; Cypriani ep. 6777
S.
6232 1. 2; SS. Cyriaci, Largi, Ma-

Occam de, Guilelmus 5999 32^. ximiani 6776 158"; S. Da-
[Octauiauus Caesarj 6233 9. masi papae 6776 57 ;
SS. Dio-
Officia sacra 5119. 5299. 5398. nysii, Rustici, Eleutherii6777
5662 1, 57 ^ 5789. 52"; SS. Domitillae et soc.
Officium S. Dalmatii 5671. 6775 219; S. Domnini m. 6777
Orationaria 5564 app. 5664 7. 57; S. Emerentianae u. m.
Origenes 6483. 6776 188"; S. Eulaliae u. m.
Orlandi Anton ius 5748 84. 6206 6775 57; S. Euphemiae u. m.
235. 6777 8; S. Fabiani papae 6776
[Ouidius] 5031 51. 6233 9^ 22. 165"; SS. Fausti ni et Jouitae
Palmieri Matthaeus 5031 93. 6776 223; S. Felicis pr. Ro.
Parellius Johannes 8455 app. 6776 138; S. Fidelis m. 6777
Parmini Franciscus 5485 app. 107"; S. Galli abb. 6777 66;
Passiones uel vitae: Agathae.
S. S. Geminiani ep. 6775 143.
11. 111. 6776 216; S Agnetis 6776 199"; S. Germani ep. Ca-
u. ra. 6776 185; SS. Alexan- puani 6777 110"; SS. Gordiani
dri p., Euentii, Theoduli, Her- et Epiraachi 6775 210; S. Gre-
metis, Quirini 6775 194; S. gorii I papae 6774 248. 6776
Ambrosi i ep. Mediohinensis 237; S. Gregorii pr. 6775 83;
5775 30. 6776 37"; S. Anasta- S. Hieronymi 6777 25; S. Hi-
i
BYBL. PVBL. VOLATKllR. INDICES. 16'i
larii G776 130; S. Hilarionis 166 Seueri ep. Rau. 6775

; S.
G777 G6; S. lacobi apost. 6775 162.6776 206; S. Siluestri

192; S. lacobi Intercisi 6777 papae 6776 87 SS. Simonis et
;
178; S. lohannis apost. 6775 ludae 6777 100'; S. Syri ep.

87.6776 80"; S. lohannis Cliry- Tic. 6775 48. 6776 51 S. The- ;
sostomi 6775 153. 6776 191; clae V. 6777 18'; S. Theodor

S. luliae u. in. 6775 i:)?; SS. tironis m. 6777 127'; S. Tho-
Inliaui, Basilissae et soc. 6775 mae apost. 6775 70. 6776 62 ;
103; SS. Clementis

Insti et S. Urbani I papae 6775 239;
6775 232. 8455 app.; S. Leo- S. Valentini ep. Interamn.
nardi conf. Nob. 6777 115; 6776 220; S. Victoris Mauri
S. Lucine u. m. 6774 7. 6775 m. 6775 207; S. Vincentii ep.
59. 6776 59"; SS. Luciae et m. 6775 269. 6776 190'; S.
Geminiani mm. 6777 6"; S. Vitalis m. Rau. 6775 189,
Macarii abb. 6775 90; SS. Mar- 6777 113'; .^S. Viti et Modesti
cellini pr., Petri diac. et soc. 6775 286; S. Viuianae m.
6775 266; S. Marcelli papae 6776 5; S. Zenonis ep. 6775
6776 156; S. Marci papae 6777 44, 48. 6776 48'.
41 " SS. Marii, Marthae, Audi-
; Paulinus pr. Mediolanensis 6775
facis, Abacuc Persarurn, Va- 30. 6776 37'.
lentin! pr. 6775 114. 6776 162^' ;
Paulus Diaconus 6232 169.
S. Martini ep. 6777 136''; S. Persius Aulus 5514 1.
Matthaei apost. 6775 180.6776 Petrarca Fr. 6133 75.
231". 6777 9"; SS. Mauritii et Piccoloniini Aeneas Siluius 5031
soc. 6777 14'; S. Mauri abb. 89, 100, 100'.
6776 lb9 S. Melchiadis papae
;
Poggius Bracciolini 5031 60, 66'.
6776 160; S. Miniatis m. 6777 61J)7 145 sqq.
96'; SS. Xorei, Achillei et soc. [Pontius Pilatus] 5031 79'.
6775 219; S. Nicolai ep Myr. Proba Faltonia 5150 121.
6775 8.6776 10,18', 30 ;S. Ni- Prosperus Aquitanus 6148.
comedis pr. 6777 5'; S. Octa- Psalteria 5035. 5117. 5119. 5662
viani erem. 6778 212' S. Pan-;
45. 8646.
cratii m. 6775 230; SS. Petro- Puteus lacobus 6217 app.
uillae et Feliculae 6775 219; Rasis Albucreus 6362.
S. Petri apost. 6776 228; S. Regula sororura ord. Dominicani
Philippi apost 6775 190; SS. 5407 2.
Primi et Feliciani 6775 273 ;
Renerius Antonius 6133 68 sqq.
S. Proculi mil. m. 6775 261; Ritualis liber Rom. 5403. 5(>()6.
S. Pro.speri ep. 6777 174; S. 6154.

Keguli ep. Afri 6778 211; Rizonus lacobus 5031 45.
S. Remigii ep. Rem. 6777 30'; Rogerius fr. 5230 157.

S. Reparatae u. m. 6777 48'; Rutìnus Aquileiensis 6483 1. (»775
S. Scholasticae u. 6776 219'; 90.
Sebastcnorum 40 mart. 67 75 Scalamontius Franciscus 5031

188; S. Sebastiani m. 6776 32'.
i(;8 COUICKS LATINI
(Sebastiauus mou. Casincubis) Thomas S., Aquinas 0205 1.
«777 25. Thomas Dalgless(?) 6308.

Sectanus Quiiitus J);Ì70. Trapezuutius Georgius 0201 01.
Sedulius 0150 1 Trauersari Ambi'osiiis 0185 15.
^Seneca] .SG5*i. TuUius M., Cicero 5031 75, 88

Sequentiae 5700. 0137. 0185 H32. 0212.
Seruius Grarumaticus 5745 liG'. Turcus I e'ru.s('?; 5031-70.
Spiiiula Frauciscus, Adiniratus Untola de, Petrus 5431.
85*25 app. (Ursus sac.) 0770 112.
Sti-eck Heiuricus, de Hei-bsteiu {?j Valeri US Maximus 5031 88.
[Vergilius; 0233 7.
Tt-reiitius P. 5520. Viatori iius Metrorius 5745 iiO\

Tortullianus Q. Suptiinhis, l'io- WalahtVidus Strabo 0777 00.
rens 5401. Waldby lohannes, ep. Dublinen-
Theob.ildus up. Atjsisieu.sis 5250 sis 5230 181.
197. Zaltaui Peti-us 5230 203.

Theodorus Bapiista eremita 5(>85 ZaucaLiui Petr Haunibal 8523.
5''.
ir. — Codicum possessorum.
Reu. (V) 5117.

Aiitoiiiu.s discip. Benacci de Casentino
Bertini Malthaeus de Colle Vali. 5514
Elsae 0137. Lauius Plii!ip[)us, Suueretanus
Cogols Gabriel 0187. 5520.
Ecclesia Fibbiaueusis SS. Fabiani LisandrÌ!;o(?) 5031.
et Sebastiani 5403. (Lisci Blasius, Volaterranus)5031.
Ecclesia N'olaterraoa S, Mai'iae Lisci Hierouymus 0483
Maioris 0778. Lucas Geminianensis 5031.
Falconcini Ans. 0150. Maffei Marius 8054.
Fraternitas S. M rtiui de Vellauo Monasterium Volaterranun) S.
(5775. Ilieronymi 5228. 0134. 0183.
Garcia de, Fraticiscu.s Petrus Nerli('?) Prior S. Cerboni dioc.
5105. Volaterranae 0770.
(iisti Frauciscus 0144. Palmeriiii lohannes Volaterra-
Hierouyinus abbas Saactae Flo- nus 5105.
rae 0185. Phei Fraciscns 0212.
Ilerdeusis episcopus 0187. Phei Michelangelus 0212.
Incontri iiouus Poniaranciuiis Pistoriuni oppiduui 5300.
5034 app. Pontius G. de Fenolleto cauoni-
Ljhannes Michaiìlis Volaterrauus cus Barcinonensis 0187.
BYBL. PVBL. VOLATKUR. - INDICKS. 1G9
III- — Librariorum,
Catelli F. 5G9G. Sinioncini Stupliaiius do Suuereto

Falcoiicini Ans. 6150. 5SS7. - Vdetiam librarioscod.
lohannes de Aula 613(>. 5832 app. in iud Gianuiiiii.
IV. Annorum in codicibus obuiorum.
lo79 5S87. 1488 5117.

1437 «233. 173G 569«.
1469 iì'im. 1708 (U35.
1475 iiV.m.
PENTAMETRO
Al tipografo occorre occupar questa pagina, e a me nulla soccorre

che valga la pena di esser stampato. Potessi così scusarmi sempre!
Dal nuovo e splendido volume di F. d'Ovidio ( Versificazione ita!.
p. 354 sqq.) apprendo che all'autore faceva amichevole rimprovero
il Boito di aver continuato a chiamar pentametro quello che in realtà
è un esametro di una struttura speciale. Replica brevemente ed effica-

cemente il d'Ovidio. L'assurda nomenclatura è tradizionale ab anti-
quo, e pur chi sappia, come il d'Ovidio sa, che cosa è un cosi detto
pentametro, non ha obbligo di abbandonarla, specialmente se al sog- '
getto suo niente importi l'originò vera e la giusta appellazione '. Ora
io vorrei pregare il Boito —
e dalla sua bontà non mi sarà negata
la grazia — di permettere anche al filologo classico, magari anche
,
al trattatista di metrica classica, l'uso di questa appellazione ritmi-

camente assurda, che dopo tutto può essere indice del valore che al
verso si attribuiva quando esso era ancora, dirò così, dell'uso vivo.
Poiché e il Boito e il d'Ovidio .sanno quello che talvolta dimenticano
persino alcuni filologi, per quanto i trattatisti e indigeni e forestieri
(Christ p. 226; Zambaldi p. 246; Masqueray p. 56 etc.) lo ricordino:
Vassurda appellazione ricorre in un poeta già nato da più anni quando
mori%'ano Demostene e Aristotele, in un' elegia che non può essere
stata composta, nella peggiore ipotesi, dopo il 280 av. Cristo (v. Giar-
ratano, Hermesianactis fragmenta p. vi sqq.). E i versi di Ermesianatte
(Bergk AnthoL^ p. 135; Giarratano p. 12) sono al sicuro da ogni dubbio
critico (solo il no'k'lòt' è giustamente sospetto cf. Kaibel ad Atlien.
:
voi. Ili p. 317,21; A. Liidwich, Coniect. in Athen. fase. II p. 5):
MifivEQUog ò'é ToV »}tfi;V òV s'vqeio tio'/.Xòv avaxXuc:

tjXof x(ù ûaXuxov TH'EÌfA (C-nò n err u uéj qoik
xcdsTo fièf ynfyovg y.x'K.
Né sarà invenzione di Ermesianatte. E che i dotti greci, poniamo

contemporanei di Aristotele, a contar cinque metri giungessero som-
mando aritmeticamente le due cesure —
come quasi tutti sono di-
sposti ad ammettere, pur di evitare quella che per noi è scansione
assurda {— (jlj - (J1[3 - —
u u — U u — ), non posso dirlo assurdo,
i
ma non oso dirlo probabile.

G. V.
OSSERVAZIONI SULL'EPISODIO NEMEO
NEL CICLO TEBANO
L'episodio della morte di Ofelte è stato finora dagli

studiosi ') troppo ritenuto come subordinatoTebano al ciclo
e da esso dipendente. A ras sembra che un'analisi minuta

ed accurata delle fonti raitografiche debba menare ad altre
ed importanti conclusioni.
Da Apollorloro (III, 6, 4) si ha il seguente contenuto
dell'episodio: a) fiera siccità che afifligge l'esercito argivo,
h) incontro di questo con Issipile, prima regina di Lemno,
poi schiava di Licurgo, e) morte di Ofelte, d) vaticinio di
Anfiarao suU' esito della guerra, e) giuochi funebri cele-
brati dai Sette, nei quali ciascuno di essi, chi in una e chi
in un'altra prova, consegue la palma della vittoria.

Ammettiamo per poco che tutto sia derivato da un'unica
fonte. La maggiore importanza viene destata dal vaticinio
di Anfiarao, perchè ci rivela la ragion d'essere dello stesso
episodio ncir epica tebana. Alle affannose ricerche degli
eroi sitibondi, all'incontro con la schiava lemnia, alla morte
del bambino, è chiusa logica la voce del sacerdote di Apollo,
che di tali avvenimenti ci spiega il valore pronostico.
Intanto nel 2° argomento alle Nemee di Pindaro sif-
fatta chiusa appare trasformata ; essa trovasi in un' ap-

pendice di narrazione con impronta molto diversa. Scrive
appunto lo scoliasta — dopo aver parlato della morte di
1) Cfr. ad es. Bethe, Thebanische Hehienlider, Leipzig 1891. Tac-

cone, Contributi alla ricostruzione delV Issiinle '
euripidea, Torino 1909.
172 Q. PUNZl
Ofelte — che in quella lugubre occasione capitarono a Nemea

i due figli Euneo e Toante,
d' Issipile, quali andavano i
cercando madre perduta da molti anni; e mentre Euri-

la
dice, furente per ciò che era accaduto, teneva ben nascosta
la sua schiava, volendola mandare a morte, Anfiarao, fiav-
revadfÀSVog, operò il loro riconoscimento.

il suo primo carattere,
Così alterato l'episodio perde
diciamo, eminentemente argivo della versione di Apollo-
doro, giacché la morte del figlio di Euridice dall'essere
un contrassegno di quanto il fato apparecchia sotto le mura
di Tebe, diventa un semplice preparativo della liberazione
d' Issipile (si badi, financo l'arte divinatoria di Anfiarao è
coordinata a questo unico scopo), e gli Argivi dal rappre-
sentare la parte più interessante e interessata, diventano
un qualunque mezzo nelle mani della divinità per lo svol-
gimento di fatti ad essi indifferenti.
Ma v'è di più. T/<ivayvw^fcr/iog, nel 2 Arg. N. P., è
collegato all'episodio per due ragioni, per essere cioè ar-
rivati Euneo e Toante a Nemea contemporaneamente agli
Argivi, e per 1' intervento di Anfiarao neW ùvayvMQiafxóg
medesimo. Ora, quanto a quest'ultimo, Lattanzio (Stazio,
Teb. IV, 740) ci dice che avendo i due giovani lemnii par-
tecipato ai solenni giuochi funebri e vinto, mentre il ban-
ditore annunziava i loro nomi, dichiarandoli figli di Gia-
sone e d' Issipile, erano dalla madre riconosciuti. Chi compie
qui V àrayvwQiaf.ióg non è Anfiarao, ma il caso, o meglio, il
banditore, senza saperlo e senza es

Frati, Codici Latini BUB

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li

Firenze, l'O^ - Tip. Galletti e Cocci

Frati (Lodovico) — Indice dei codici latini conservati nella

Laur. Gr. LX, 15 41-102

Quando nel volume XI degli Studi italiani di Filo-

difficilior, sta in fatto che nella recensione paolina che il

Francken per questo chiamò non appaiono versi del mutila,

zione paolina come volle il Lejay ) al quale si unisce espli- 3

citamente oggi il Hosius (p. li) o anche come volle il

!) M. Annaei Lucani, De bello civili libri decem, iterurn edidit

Studi itaì. di filai, class. XVL 1

dissipare il sospetto che la base della recensione di Paolo

Impetrato autem mortis arbitrio libero codicillos ad pa-

trem corrigendis quibusdam versibus suis exaravit E, '

scartata l'ipotesi del Francken come quella che a priori

finitiva, giacché il biografo parla di quidam versus e non

il valore conforme all'uso di Quintiliano di explanari ', f

non par dubbio si debba dare a confici quello di publi- f

da Svetonio in Div. 20 in un'endiadi per noi preziosa:

In così difficile condizione di cose io proponevo dun-

salgono a un'antichità assai più remota dei codici dell'in-

*) Cfr. a p. XIII della sua edizione del libro I.

sec. IX: pel Commentum Bernense il Lejay che credeva la

in Vergilium et Sallustium commentarios et aliorum . . . .

in alios, Plautum videlicet, Lucretium, Flaccum, Persium

qualunque codice del secolo X, ma dalle dichiarazioni che

prétendu donner un texte absolument correct et le plus

di un manoscritto o non piuttosto copia di copia, e indiscutibile che

voisin possible de le maio mème de Tibulle, mais la tra-

Or non mi si farà il torto di credere che io non com-

tradizione manoscritta è unitaria, negli altri pochi casi pos-

ciono, i codici che manifestano una somiglianza maggiore

li Wochenschrift fUr Klass. PhiL, 1903 n. 51.

notavo tra questi in studi ital. di filol, class. XI, p, 54,

schr., 1904 n. '27. mi avverti che non della mancanza di IX, 86 sì

tratta, come erroneamente resultava dulia sua prima edizione, ma

limpsesti dimostrano per quel breve tratto (VI, 228-267) pel

genza di composizione, tanto più spiegabile in un' opera non ridotta a

affidati a Cornelia tacitamente (=-- /.c.tù tò Giujnoiuevoi'). Ne segue che

vano a sospettare la parentela di Q con gli scolii bernensi. Qu>sta

169 curiorum OQc curionum VG

397 ripam OQc ripa Z rupem vulgo

451 driadae VPUQ e dryadae M druidae 1 1

175 adferat OQc asserat V

testo. Per esempio,

con quelli del Berlinese 35 in una illustrazione che ap-

hanno imposto agli editori Ve delle schede Napoletane (se-

Sopratutto notevoli sembrano leconcordanze ducat e laxo ai

procurate dal Bonnet collazioni accurate factas, nell' apparato del

fermata anche dagli scolii di Berna. Così, dovendo nelle

Il Hosius — ed è questa naturalmente una ragione di

sua — il Hosius che pure con tanta benevolenza e indul-

miei studi quali che siano e le mie ricerche lucanee e con

che vi sono indicate più numerosi luoghi ha cor-

qua e là nelT apparato ad alcune delle mie congetture enun-

mentale di vista e ha alla nuova edizione dato basi della

dopo lo spoglio da me fatto delle varianti bernensi nes-

le Adnotationea al farraginoso Weber? Certo la fatica alla

quale pare ora accingersi l'Endt ') sembra veramente in-

finiti operìs e a me pare appena possibile che ne sia così

i) Cfr. Zur Ueberlieferuny der Adnotationes super Lucanum. Smi-

meta dunque, ma punto di rifornimento e di appoggio a

l'avviso dal Francken il Hosius ha esaminato il codice