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Juventus Football Club


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(disambigua).
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Juventus (disambigua).
La Juventus Football Club (dal latino Juventus FC
iuventūs, "gioventù"), meglio nota come Calcio
Juventus (/juˈvɛntus/),[1] è una società calcistica
italiana con sede nella città di Torino. Milita in
Serie A, la massima divisione del campionato
italiano.

Fondata nel 1897 da un gruppo di studenti liceali


locali,[2] la Juve (pronunciato [ˈjuːv e]), com'è
colloquialmente abbreviata,[3] è il secondo club
professionistico per anzianità tra quelli tuttora
attivi nel Paese, dopo il Genoa (1893); è il più
titolato e con maggior tradizione sportiva oltreché
uno dei più blasonati al mondo con 70 trofei
ufficiali vinti durante la militanza al vertice della La Vecchia Signora, Madama, La fidanzata
piramide sportiva nazionale, tra cui il primato di d'Italia,
36 titoli di campione d'Italia e 11 in competizioni Le Zebre, I Bianconeri
UEFA.[4] Prende parte stabilmente al massimo Segni distintivi
campionato nazionale sin dall'esordio nel 1900,
Uniformi di gara
eccezione fatta per la stagione 2006-2007. Dopo
aver esordito in divisa rosanero, ai primi del
Novecento adottò l'odierna tenuta di gioco
bianconera.[5]

Il legame con la famiglia Agnelli, che dura in modo


quasi ininterrotto dal 1923, è il primo e più
duraturo sodalizio imprenditoriale-sportivo in Casa Trasferta Terza divisa
Italia;[6][7] attraverso un peculiare modello Colori sociali Bianco, nero
gestionale instaurato nel frattempo, quella
Simboli Zebra
bianconera divenne una delle prime società
sportive italiane a raggiungere uno status Inno Juve (storia di un grande
professionistico ante litteram,[8] affermandosi a amore)
livello nazionale dal decennio successivo e in Paolo Belli
ambito internazionale dalla metà degli anni 70 del Dati societari
XX secolo.[9] Nel decennio seguente diventò il
Città Torino
primo club ad aver vinto tutte e tre le maggiori
competizioni europee: la Coppa UEFA (1976- Nazione Italia

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1977), la Coppa delle Coppe (1983-1984) e la Confederazione UEFA


Coppa dei Campioni (1984-1985);[10] coi trionfi
Federazione FIGC
nella Supercoppa UEFA 1984 e nella Coppa
Intercontinentale 1985 divenne inoltre il primo al Campionato Serie A
mondo ad avere conquistato tutti i cinque trofei Fondazione 1897
ufficiali maschili dell'UEFA allora vigenti,[11] un
record ulteriormente migliorato col successo nella Proprietario Famiglia Agnelli
Coppa Intertoto 1999.[12] (attraverso EXOR N.V.)
Borsa Italiana: JUVE (https://
[13]
Quotata alla Borsa Italiana dal 2001, la mercati.ilsole24ore.com/azion
Juventus è una società per azioni posizionata i/borsa-italiana/dettaglio-compl
pressoché stabilmente, dalla seconda metà degli eto/JUVE.MI)
anni 90 del Novecento, tra i primi dieci club Presidente Gianluca Ferrero
calcistici su scala mondiale in ambito finanziario
per fatturato, valore societario e profitti.[14] Allenatore Massimiliano Allegri
Numerosi calciatori sono stati premiati durante la Stadio Juventus Stadium
militanza nel club con i massimi riconoscimenti (41 507 posti)
individuali, come il Pallone d'oro (8) e il FIFA
Sito web www.juventus.com (http://
World Player (3), entrambi record a livello italiano
condivisi con il Milan; il suo contributo alla www.juventus.com)
nazionale italiana, ininterrotto dai primi anni 20 Palmarès
oltreché il maggiore tra le squadre italiane, è stato
decisivo per i successi della rappresentativa
nazionale.[15] È inoltre forte del più numeroso
sostegno a carattere nazionale oltreché molto
Scudetti 36
esteso su scala globale,[16][17] principalmente nei
Paesi a forte emigrazione italiana, che ne fanno Titoli nazionali 1 campionato di Serie B
contemporaneamente un simbolo Trofei nazionali 14 Coppe Italia
[18][19]
anticampanilistico e di italianità. Nel 2000 la 9 Supercoppe italiane
Juventus fu inserita dalla FIFA al settimo posto
Trofei 2 Coppe dei
(prima italiana) nella classifica secolare sui migliori
internazionali Campioni/Champions
club al mondo,[20] mentre nel 2009 fu nominata
dall'IFFHS migliore squadra nel Paese e seconda a League
1 Coppe delle Coppe
livello europeo, dopo il Real Madrid, del XX
secolo.[21] 3 Coppe UEFA/Europa
League
2 Supercoppe UEFA
1 Coppa Intertoto UEFA
Indice 2 Coppe Intercontinentali
1 Coppa delle Alpi
Storia
Cronistoria Stagione in corso

Colori e simboli Si invita a seguire il modello di voce


Colori
Simboli ufficiali
Stemma
Inno
Strutture

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Stadio
Centro di allenamento
Società
Organigramma societario
Impegno nel sociale
Settore giovanile
Diffusione nella cultura di massa
Allenatori e presidenti
Allenatori
Presidenti
Calciatori
Contributo alle nazionali di calcio
Palmarès
Competizioni nazionali
Competizioni internazionali
Altre competizioni
Competizioni giovanili
Statistiche e record
Statistiche di squadra
Statistiche individuali
Tifoseria
Storia
Gemellaggi e rivalità
Organico
Rosa 2023-2024
Staff tecnico
Attività polisportiva
Note
Bibliografia
Libri
Pubblicazioni varie
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni

Storia
Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della Juventus Football Club.
Nell'autunno del 1897 vide la luce a Torino lo Sport-Club Juventus per iniziativa di un gruppo di
studenti del liceo classico Massimo d'Azeglio; tra essi Luigi Forlano e i fratelli Eugenio ed Enrico
Canfari.[2] Tre anni più tardi la società si iscrisse al suo primo campionato italiano.[22]
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[22]
Il primo titolo nazionale arrivò nel 1905, tuttavia appena
l'anno dopo il presidente della società, lo svizzero Alfred Dick, a
seguito di accese discussioni di spogliatoio lasciò la Juventus e,
assieme a un gruppo di soci dissidenti, si unì alla Torinese per
dare vita al Torino:[23] l'episodio, oltre a segnare l'origine del
derby della Mole, fu l'inizio di una serie di problemi finanziari e
sportivi che culminarono nel 1913, quando la squadra
bianconera evitò la retrocessione in Promozione grazie a un La Juventus di Carlo Carcano della
ripescaggio.[24] stagione 1933-1934, al quarto
scudetto del Quinquennio d'oro
Dopo la prima guerra
mondiale la Juventus,
risollevatasi con la presidenza di Giuseppe Hess e Corrado
Corradini, migliorò il suo piazzamento in campionato e fornì i
primi giocatori alla nazionale italiana.[25] Edoardo Agnelli
assunse la presidenza della società il 24 luglio 1923.[6][7] Con
l'ulteriore arrivo del primo allenatore professionista,
l'ungherese Jenő Károly, giunse la vittoria del secondo tricolore
Da sinistra: Omar Sívori, John nella stagione 1925-1926.[26]
Charles e Giampiero Boniperti, il Trio
Magico dei torinesi tra gli anni 50 e
Il primo ciclo vincente della società, grazie all'apporto di
60
elementi come Giovanni Ferrari, Raimundo Orsi, Luis Monti e il
trio difensivo Combi-Rosetta-Caligaris,[27] giunse tra il 1930-
1931 e il 1934-1935, quando arrivarono cinque scudetti consecutivi, uniti al raggiungimento delle
semifinali di Coppa dell'Europa Centrale per quattro anni di fila; allenatore della squadra in quattro
delle cinque vittoriose stagioni fu Carlo Carcano, uno dei precursori del «metodo».[28] Molti giocatori
di quella Juventus formarono il nucleo della nazionale italiana vittoriosa nella Coppa Internazionale
e nel campionato del mondo 1934.[29] La prematura morte di Edoardo Agnelli, avvenuta nel 1935,
coincise con la fine del «Quinquennio d'oro». Sul finire del periodo interbellico arrivò comunque la
prima Coppa Italia dei bianconeri (1938).

Nel secondo dopoguerra sotto la presidenza di Gianni Agnelli e


in seguito di suo fratello Umberto la Juventus tornò alla ribalta
dopo tre lustri conoscendo un secondo ciclo di vittorie, grazie
anche all'arrivo di Omar Sívori e John Charles, che insieme a
Giampiero Boniperti formarono il «Trio Magico»:[30] tre scudetti
tra il 1958 e il 1961, il primo dei quali fu il decimo e le valse il
diritto a poter esporre sulle maglie la stella.[31] Sívori divenne
inoltre nel 1961 il primo calciatore proveniente dalla Serie A a
La Juventus di Giovanni Trapattoni
vincere il Pallone d'oro.[32] Nel corso degli anni 60, trascorsi della stagione 1983-1984, che centrò
sotto il mandato presidenziale di Vittore Catella, la società il double composto da scudetto e
affrontò un profondo rinnovamento: ne scaturì un decennio Coppa delle Coppe
globalmente incolore, seppur spiccò lo scudetto 1966-1967
conquistato contro ogni pronostico dalla «Juve Operaia» di
Heriberto Herrera.[33]

Nel 1971 Boniperti diventò presidente del club e il suo primo scudetto in tale nuova veste giunse
subito alla sua prima stagione, nel 1971-1972, bissato da quello successivo del 1972-1973: furono i
primi di un terzo vittorioso ciclo che nei successivi quindici anni, sotto la guida tecnica dapprima di
Čestmír Vycpálek, poi di Carlo Parola e infine di Giovanni Trapattoni, portarono a Torino nove
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scudetti, due Coppe Italia e vittorie internazionali che fecero della Juventus la prima a vincere tutte
le competizioni dell'UEFA e, a seguire, la prima al mondo a conquistare tutte le competizioni ufficiali
per club.

In particolare nel 1977 arrivò la prima vittoria internazionale in


Coppa UEFA, al termine di un'accesa finale contro gli spagnoli
dell'Athletic Bilbao.[34] Il titolo nella Coppa dei Campioni 1984-
1985, conseguito a Bruxelles il 29 maggio 1985 sul Liverpool
circa un anno dopo la vittoria da imbattuta in Coppa delle
Coppe, fu invece oscurato da gravi incidenti pre-gara generati
dagli hooligan britannici che portarono alla morte di 39
spettatori. Lo scudetto vinto nel 1986 chiuse il decennio di
La Juventus di Marcello Lippi celebra
Trapattoni: durante la sua gestione complessivamente 9
i trionfi del 1996 in Champions elementi della Juventus giocarono nella nazionale italiana al
League e Coppa Intercontinentale campionato del mondo di Argentina 1978 e 6 in quella che si
laureò campione nella successiva edizione di Spagna 1982.

Tramontata la generazione di calciatori che avevano costituito l'asse portante della squadra, la
Juventus affrontò un periodo di nove anni privo di risultati in campo nazionale, anche se giunsero a
Torino una Coppa Italia (1990) e due Coppe UEFA (1990 e 1993).[31] Nel 1994 l'arrivo in panchina
di Marcello Lippi fu il preludio al quarto ciclo vincente dei bianconeri: in dieci stagioni — con
l'intervallo di un biennio d'interregno di Carlo Ancelotti, il quale vinse la Coppa Intertoto — la
squadra fece suoi cinque scudetti e una Coppa Italia, raggiunse quattro finali di Champions League
vincendo quella del 1996 a Roma e conquistò una Coppa Intercontinentale, una Supercoppa UEFA e
quattro Supercoppe di Lega.

I successi ottenuti in campionato sotto la gestione tecnica di


Fabio Capello a metà degli anni 2000 vennero annullati
dall'esito del caso Calciopoli: nell'estate 2006 la giustizia
sportiva revocò ai bianconeri il titolo conseguito nel 2005 e li
declassò dal primo all'ultimo posto in classifica nel 2006,
relegandoli d'ufficio per la prima volta nella loro storia in Serie
B.[35] La Juventus fu promossa in massima categoria un anno I bianconeri della stagione 2016-2017
più tardi vincendo il campionato cadetto. festeggiano il sesto dei nove scudetti
consecutivi inanellati negli anni 2010
Tra il 2010 e il 2023, la presidenza del club è stata assunta da
Andrea Agnelli, quarto esponente della dinastia torinese.[36]
Sotto il suo mandato, con le guide tecniche di Antonio Conte, poi Massimiliano Allegri e infine
Maurizio Sarri, i bianconeri danno vita a un quinto ciclo di successi superando la squadra del
Quinquennio d'oro e inanellando nove scudetti consecutivi dal 2012 al 2020, un unicum nel calcio
italiano;[37] nello stesso decennio arrivano inoltre a Torino quattro double consecutivi grazie alle
vittorie in Coppa Italia, altro primato nazionale,[38] e altrettante Supercoppe di Lega.

Cronistoria
Lo stesso argomento in dettaglio: Cronistoria della Juventus Football Club.

Cronistoria essenziale della Juventus Football Club

1897 - 1º novembre: data convenzionale di fondazione dello Sport-Club Juventus.

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1901 - Cambia denominazione in Foot-Ball Club Juventus.


1904-1905 - Campione d'Italia (1º titolo).
1907-1908 - Vince il Campionato Federale di Prima Categoria.[39]
1908-1909 - Vince il Campionato Italiano di Prima Categoria.[39]
1925-1926 - Campione d'Italia (2º titolo).
1930-1931 - Campione d'Italia (3º titolo).
1931-1932 - Campione d'Italia (4º titolo).
1932-1933 - Campione d'Italia (5º titolo).
1933-1934 - Campione d'Italia (6º titolo).
1934-1935 - Campione d'Italia (7º titolo).
1936 - Cambia denominazione per italianizzazione in Juventus, con perdita della ragione sociale Foot-
Ball Club.
1937-1938 - Vince la Coppa Italia (1º titolo).
1941-1942 - Vince la Coppa Italia (2º titolo).
1944 - Cambia denominazione per abbinamento in Juventus Cisitalia.
1945 - Cambia denominazione per rebranding in Juventus Football Club.
1949-1950 - Campione d'Italia (8º titolo).
1951-1952 - Campione d'Italia (9º titolo).
1957-1958 - Campione d'Italia (10º titolo).
1958-1959 - Vince la Coppa Italia (3º titolo).
1959-1960 - Campione d'Italia (11º titolo).

Vince la Coppa Italia (4º titolo).

1960-1961 - Campione d'Italia (12º titolo).


1962-1963 - Vince la Coppa delle Alpi (1º titolo, 1ª partecipazione).
1964-1965 - Vince la Coppa Italia (5º titolo).
1966-1967 - Campione d'Italia (13º titolo).
1971-1972 - Campione d'Italia (14º titolo).
1972-1973 - Campione d'Italia (15º titolo).
1974-1975 - Campione d'Italia (16º titolo).
1976-1977 - Campione d'Italia (17º titolo).

Vince la Coppa UEFA (1º titolo).

1977-1978 - Campione d'Italia (18º titolo).


1978-1979 - Vince la Coppa Italia (6º titolo).
1980-1981 - Campione d'Italia (19º titolo).
1981-1982 - Campione d'Italia (20º titolo).
1982-1983 - Vince la Coppa Italia (7º titolo).
1983-1984 - Campione d'Italia (21º titolo).

Vince la Coppa delle Coppe (1º titolo).

1984-1985 - Vince la Coppa dei Campioni (1º titolo).[40]

Vince la Supercoppa UEFA (1º titolo, 1ª partecipazione).

1985-1986 - Campione d'Italia (22º titolo).

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Vince la Coppa Intercontinentale (1º titolo).

1989-1990 - Vince la Coppa Italia (8º titolo).

Vince la Coppa UEFA (2º titolo).

1992-1993 - Vince la Coppa UEFA (3º titolo).


1994-1995 - Campione d'Italia (23º titolo).

Vince la Coppa Italia (9º titolo).

1995-1996 - Vince la Supercoppa italiana (1º titolo).

Vince la Champions League (2º titolo).

1996-1997 - Campione d'Italia (24º titolo).

Vince la Supercoppa UEFA (2º titolo).


Vince la Coppa Intercontinentale (2º titolo).

1997-1998 - Campione d'Italia (25º titolo).

Vince la Supercoppa italiana (2º titolo).

1999-2000 - Vince la Coppa Intertoto (1º titolo, 1ª partecipazione).


2001-2002 - Campione d'Italia (26º titolo).
2002-2003 - Campione d'Italia (27º titolo).

Vince la Supercoppa italiana (3º titolo).

2003-2004 - Vince la Supercoppa italiana (4º titolo).


2004-2005 - 1ª in Serie A (titolo revocato).[35]
2005-2006 - 20ª in Serie A. Retrocessa in Serie B.[35]
2006-2007 - 1ª in Serie B. Promossa in Serie A.
2011-2012 - Campione d'Italia (28º titolo).
2012-2013 - Campione d'Italia (29º titolo).

Vince la Supercoppa italiana (5º titolo).

2013-2014 - Campione d'Italia (30º titolo).

Vince la Supercoppa italiana (6º titolo).

2014-2015 - Campione d'Italia (31º titolo).

Vince la Coppa Italia (10º titolo).

2015-2016 - Campione d'Italia (32º titolo).

Vince la Coppa Italia (11º titolo).

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Vince la Supercoppa italiana (7º titolo).

2016-2017 - Campione d'Italia (33º titolo).

Vince la Coppa Italia (12º titolo).

2017-2018 - Campione d'Italia (34º titolo).

Vince la Coppa Italia (13º titolo).

2018-2019 - Campione d'Italia (35º titolo).

Vince la Supercoppa italiana (8º titolo).

2019-2020 - Campione d'Italia (36º titolo).


2020-2021 - Vince la Supercoppa italiana (9º titolo).

Vince la Coppa Italia (14º titolo).

Colori e simboli
Lo stesso argomento in dettaglio: Colori e simboli della Juventus Football Club.

Colori
L'uniforme di gioco della Juventus è una maglia a strisce
verticali bianche e nere,[41] tradizionalmente abbinata a
pantaloncini e calzettoni bianchi. La divisa degli esordi adottata
a cavallo tra XIX e XX secolo era invece composta da una
camicia rosa (abbinata a scelta con cravatta o farfallino) e
pantaloni neri. In seguito a causa dei frequenti lavaggi il rosa
scolorì in maniera talmente evidente che il club ne decise il
cambio.[41]
I fondatori-giocatori della Juventus nel
1899 con indosso la divisa rosanero
Nei primi anni del Novecento[5] fu così chiesto all'inglese Savage,
degli albori
tra i membri della società, di cercare nel suo Paese una casacca
da gioco più consona e resistente all'usura. Savage aveva un
amico di Nottingham tifoso del Notts County, la cui maglia è a strisce bianconere: per tale ragione fu
spedito a Torino un set di uniformi analogo a quello usato dai Magpies.[42]

Simboli ufficiali

Stemma
Eccezion fatta per un particolare simbolo in uso tra il 1979 e i primi anni 90 — e che ha solo
affiancato lo stemma ufficiale —, ovvero la silhouette nera di una zebra rampante,[43] dagli albori al
2017 l'emblema identificativo della Juventus è rimasto sostanzialmente invariato:[44] uno scudo

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ovale riempito da pali bianchi e neri, con il nome del club impresso
nella parte superiore, mentre in quella inferiore trovava posto il toro,
simbolo civico torinese; altri dettagli erano in oro, o in alternativa in blu
Savoia, quest'ultimo un omaggio alla tradizione sabauda di Torino.[44]

Con la stagione 2017-2018 il club ha adottato un diverso stemma volto


a inaugurare una rinnovata identità societaria,[45] di fatto un logo che si
distacca nettamente dalla tradizionale araldica calcistica europea:[46] si
tratta di un pittogramma che riproduce la lettera «J» stilizzata,
composta da strisce verticali bianconere che, incurvandosi, vanno a
proiettare i bordi di uno scudo francese antico, rimandando
esplicitamente anche allo scudetto;[45] il tutto è sormontato dalla La zebra rampante, già parte
denominazione societaria.[45] Tale logo viene ristilizzato nella stagione dell'iconografia del club, ha
2020-2021 con l'eliminazione del wordmark.[47] inoltre affiancato lo stemma
sociale da fine anni 70 ai
primi anni 90
Inno
L'inno ufficiale della Juventus — il quinto nella storia del club — è Juve
(storia di un grande amore), scritto da Alessandra Torre e Claudio Guidetti e arrangiato nella
versione del 2007 ad opera del cantante e musicista Paolo Belli.[48] Tra quelle composte dagli artisti
più noti figura Juvecentus, opera di Pierangelo Bertoli nel 1997, in occasione del centesimo
anniversario della fondazione del club.[49]

Strutture

Stadio
I primi campi utilizzati dal club, nel biennio 1897-1898, furono
al Parco del Valentino e al Giardino della Cittadella. Fino al 1908
la squadra si spostò nella piazza d'armi torinese, all'epoca sita
tra i corsi Galileo Ferraris e Duca degli Abruzzi, tranne nel
biennio 1905-1906 durante il quale il terreno di casa fu il
motovelodromo Umberto I.[50] Dal 1909 al 1922 l'impianto
L'ingresso del Campo Juventus, utilizzato fu quello di Corso Sebastopoli, e da qui al 1933 quello
impianto interno dal 1922 al 1933 di Corso Marsiglia che fu teatro della conquista di quattro
nonché di proprietà del club campionati, tre dei quali consecutivi.[51]

Dal 1933 al 1990 il club ha disputato i suoi incontri interni allo


stadio Comunale nella zona di Santa Rita. Nato col nome di Municipale "Benito Mussolini" per
dotare la città di un impianto che potesse ospitare le gare del campionato del mondo 1934,
ribattezzato dopo la seconda guerra mondiale dapprima in Comunale e in seguito Comunale
"Vittorio Pozzo", esso ospitò 890 incontri di campionato della Juventus;[52] dopo la definitiva
dismissione dello stadio Filadelfia, il Comunale fu condiviso dal 1963 con i concittadini del Torino. Il
Comunale fu utilizzato fino al 1990, anno in cui le due compagini cittadine si trasferirono allo stadio
delle Alpi, costruito nel quartiere di Vallette in occasione del campionato del mondo 1990, e che fu
l'impianto interno dei bianconeri dal 1990 al 2006.[53]

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Nel 2002 la giunta cittadina concesse alla Juventus lo


sfruttamento dell'area del Delle Alpi per novantanove anni,[53]
sicché nel 2008 si decise la costruzione di un nuovo stadio[54]
sito nell'area dell'ormai abbandonato impianto. Nel frattempo,
dal 2006 al 2011 la squadra ritornò temporaneamente a
disputare i suoi incontri interni al Comunale, rinnovato in
occasione dei XX Giochi olimpici invernali e ribattezzato
Lo Juventus Stadium, impianto
Olimpico;[52] come già accaduto nei decenni passati, anche casalingo dal 2011
stavolta l'impianto è stato condiviso con il Torino. Dal 2011 il
club bianconero gioca le sue partite interne allo Juventus
Stadium, costruito sulle ceneri del vecchio Delle Alpi e primo impianto moderno realizzato in Italia
nonché di proprietà di una società calcistica,[55] concepito prettamente per la disciplina.[56]

Centro di allenamento
Nei suoi primi decenni la Juventus non disponeva di strutture
ad hoc per le sue sedute di allenamento, sfruttando gli stessi
campi amatoriali nei quali si svolgevano le prime sfide
calcistiche della sua storia: la piazza d'armi cittadina e il
Velodromo Umberto I nel quartiere Crocetta, con l'eccezione
della patinoire al Parco del Valentino; prima dello scoppio della
Grande Guerra la società usufruì fugacemente anche di quello
che era il maggiore impianto polisportivo della Torino del
tempo, lo Stadium.[57]

Nel periodo interbellico i bianconeri svolgevano gli allenamenti


nelle loro sedi di gara casalinghe, dapprima al Campo Juventus
Da sinistra: Morini, Salvadore e il e poi dal 1933 allo stadio Mussolini;[57] ciò fino al 1943 quando
tecnico Vycpálek nel 1972 al Campo
venne inaugurato il primo centro d'allenamento del club, il
Combi, centro di allenamento della
Campo Combi nel quartiere Santa Rita, a pochi passi dallo
Juventus per oltre cinquant'anni
stadio Mussolini, dove la squadra rimase per il successivo
mezzo secolo.[57]

Nel 1990 la Juventus abbandonò il Combi per le strutture Sisport a Orbassano,[58] dove si allenò per
un quadriennio prima di fare ritorno a Santa Rita,[57] stavolta allo stadio Comunale nel frattempo
dismesso dall'attività agonistica.[59] I bianconeri lasciarono definitivamente il quartiere nel 2003,
per via della riqualificazione dello stesso in vista dei XX Giochi olimpici invernali.

Inizialmente la squadra migrò a poca distanza nel centro Sisport di via Guala,[60] dove rimase fino al
2006 quando venne inaugurato lo Juventus Center di Vinovo,[61] sede di allenamento per i
successivi dodici anni. Dal 2018 la prima squadra maschile si allena presso il nuovo Juventus
Training Center, sito all'interno del complesso J-Village nella zona della Continassa.[62]

Società
Il club venne fondato nell'autunno del 1897 come associazione con il nome "Sport-Club
Juventus",[64] cambiando dopo quattro anni la denominazione in "Foot-Ball Club Juventus";[22] nel
1936, in funzione dell'italianizzazione imposta dal regime fascista, perse la ragione sociale di «Foot-
Ball Club» mantenendo solamente il nome "Juventus" al quale, nel 1944, si aggiungerà per una sola
stagione l'associazione all'azienda Cisitalia divenendo quindi "Juventus Cisitalia"; nel 1945, per
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rebranding, il club assunse la denominazione definitiva di


"Juventus Football Club"[65] e, nell'agosto 1949, l'associazione
divenne una società a responsabilità limitata[66] essendo guidata
da allora da un consiglio di amministrazione; dal 27 giugno 1967
il sodalizio si è infine trasformato in una società per azioni[67][68]
mantenendo la stessa ragione sociale.

La società, avente sede legale in via Druento, 175 a Torino[69] e


iscritta alla Camera di Commercio della stessa città,[69] risulta
avere, al 2024, 551 dipendenti e un capitale sociale di
200 000 000 di euro[69] suddiviso in 2 527 478 770 azioni
ordinarie senza valore nominale.[70]

Il club è controllato dalla famiglia italiana Agnelli dal 23 luglio


1923,[6][7] con una sola pausa avvenuta tra il 1935 e il 1947, cosa
che rappresenta un unicum nella storia del sport italiano e del
calcio internazionale;[7] comunque, almeno un membro della
famiglia ha ricoperto cariche dirigenziali all'interno del club Dall'alto in basso: i fratelli Umberto e
Gianni Agnelli con la Juventus,
ininterrottamente sin dal 1939.[8] Questo controllo è esercitato,
rispettivamente nel 1959 e nel 1993;
dal 1º marzo 2009, tramite la holding finanziaria olandese Exor la famiglia Agnelli è legata al club fin
N.V., proprietaria del club bianconero[70] con il 63,77% del dal 1923, un unicum nello sport
capitale[71] e, a sua volta, appartenete al 52,99% alla società italiano e nel calcio mondiale, e ne
italiana di diritto olandese Giovanni Agnelli B.V.,[72] le cui azioni detiene la maggioranza azionaria dal
sono detenute da circa cento membri della famiglia includendo 1949, facendone la proprietà sportiva
quelli appartenenti ai rami Elkann e Nasi. [73]
Il rimanente più longeva del Paese[6][7] nonché la
quinta del suo genere a livello
capitale azionario del 36,23% è detenuto dall'azienda britannica
internazionale[63]
Lindsell Train Investment Trust Ltd. (al 9,70%)[71] e da
azionisti diffusi[70] attraverso l'"Associazione Piccoli Azionisti
della Juventus Football Club", fondata nel 2010 e costituita da oltre 40 000 membri,[74] includendo
finanziatori quali: Southeastern Asset Management Inc. (al 2,50%), il Fondo Pensione FedEx (allo
0,52%), Asset Management Exchange CCF (allo 0,43%), BlackRock Fund Advisors, il Fondo
Monetario Internazionale, il City of New York Group Trust, il fondo pensione di Abu Dhabi, la Banca
Centrale Europea, il Norges Bank Investment Management (principale fondo sovrano al mondo) e
altri.[71]

Terza società calcistica in Italia, dopo Lazio e Roma, a essere quotata in Borsa, dal 3 dicembre
2001 [75] al 19 settembre 2011 [76] la Juventus fu listata nel segmento STAR. Dall'ottobre 2016 al
dicembre 2018,[77] e nuovamente dal marzo 2020,[78] il titolo è presente nell'indice FTSE Italia Mid
Cap del mercato telematico azionario; tra il dicembre 2018 e il marzo 2020 era stato invece quotato
nell'indice FTSE MIB.[79]

Quella bianconera è inoltre la società capogruppo del "Gruppo Juventus Football Club"[80] che
possiede una quota nelle seguenti collegate:[81] J-Medical s.r.l. (al 50%),[80] che si occupa del centro
medico posto nel settore est dello Juventus Stadium; Tobeez F&B Italia s.r.l. (al 40%),[80] che si
occupa di ristorazione nell'ambito delle attività del J-Village e del Comparto est dello Juventus
Stadium; WeArena Torino s.r.l. (al 20%),[80] che dovrebbe creare un'arena dedicata agli eSport al J-
Village; European Super League Company S.L. (al 31 dicembre 2022 al 9,10%),[80] società spagnola
che si occupa del progetto "Superlega europea"; oltre alla Plan B S.r.l. Società Benefit (al 16,5%),
società in liquidazione che si occupa di commercio all'ingrosso di abbigliamento e accessori nonché di
articoli sportivi.[80]
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Al 2024, in base a quanto emerge dal Deloitte Football Money League, rapporto stilato
annualmente fin dal 1997 dalla società di revisione e consulenza aziendale statunitense Deloitte
Touche Tohmatsu, la Juventus risulta essere il primo club italiano e undicesimo a livello mondiale in
termini di fatturato per ricavi operativi[82] (432,4 milioni di euro);[83] rilevata sempre tra i primi
trenta club mondiali in tutte le ventotto stagioni (nelle quali è stata la prima società italiana in venti
occasioni), nel 2002 raggiunse la seconda posizione assoluta, la più alta mai toccata da un club del
Paese, collocazione che conservò per i due anni seguenti[84] mentre il valore di fatturato per ricavi
più alto è stato segnato nella rilevazione del 2020 (459,7 milioni di euro).[85] Inoltre, è stata inserita
sempre al primo posto in Italia e all'undicesimo posto in ambito internazionale, in questo caso in
termini di valore della società, anche nella classifica 2023 stilata dalla rivista statunitense Forbes
(2 160 milioni di dollari);[86] nel maggio 2016 divenne la prima società calcistica nel Paese a superare
la soglia del miliardo di euro di valore[87] e nel 2022 ebbe la sua valutazione più alta (2 450 milioni di
dollari).[88] Infine, le stesse posizioni in ambito nazionale ed internazionale sono attribuite anche al
brand Juventus, secondo il prospetto stilato annualmente dal 2010 dalla società di consulenza
globale per la valutazione dei marchi, l'inglese Brand Finance, che nel 2023 lo valuta in 631 milioni
di euro e un rating AAA-.[89] Tutto ciò ne fece complessivamente, nel 2015, la seconda società
sportiva per patrimonio di marca in Italia, dopo la Scuderia Ferrari.[90]

Il club è stato membro fondatore e ordinario dell'European Club Association (ECA),[91] organismo
privato che rappresenta le società calcistiche a livello europeo e riconosciuto dall'UEFA, sorto nel
2008 in sostituzione della G-14, organizzazione non riconosciuta dalla confederazione europea,
oltreché del Forum dei club europei, unità operativa della stessa UEFA, di cui la Juventus era, per
entrambe, fondatrice nonché socio permanente; la società è uscita dall'associazione il 19 aprile 2021,
in seguito al progetto di Superlega calcistica europea, assieme al Barcellona e al Real Madrid.[92]

Organigramma societario
Il governo societario della Juventus Football Club S.p.A., al 2023, prevede un sistema di
amministrazione tradizionale con una ripartizione di competenze tra l'assemblea degli azionisti, il
consiglio di amministrazione (CdA) e il collegio sindacale.[93] Il CdA, rinnovato interamente il 18
gennaio 2023,[94] è composto da cinque membri,[94] nominati dall'assemblea degli azionisti e tutti
indicati dalla famiglia Agnelli tramite la società controllante Exor N.V.[95] (avente il 63,77% del
capitale azionario e il 77,84% del diritto di voto);[96] Gianluca Ferrero ricopre la carica di presidente
del consiglio di amministrazione, assunta nel 2023 con la nuova nomina, mentre Maurizio Scanavino
è l'amministratore delegato, anch'egli di nuova nomina.[95] La società prevede anche il titolo
nominale di presidente onorario, attribuito dal 2006 a Franzo Grande Stevens. Il collegio sindacale,
rinnovato nel 2021, è composto da tre membri sempre indicati da Exor, dei quali Roberto Spada
assume il ruolo di presidente.[97] La società di revisione, scelta anch'essa dagli azionisti, nel 2020,
quale organo esterno di riesame dei conti, è l'azienda britannica Deloitte & Touche.[98]

Organigramma aggiornato al 7 luglio 2023.

Staff dell'area amministrativa


Organi di amministrazione e controllo[99]
Franzo Grande Stevens - Presidente onorario
Consiglio di amministrazione

Gianluca Ferrero - Chairman

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Maurizio Scanavino - Chief Executive Officer


Laura Cappiello - Amministratore indipendente
Fioranna Vittoria Negri - Amministratore indipendente
Diego Pistone - Amministratore
Collegio sindacale

Roberto Spada - Presidente


Maria Luisa Mosconi - Sindaco effettivo
Roberto Petrignani - Sindaco effettivo

Leadership Team[100]

Mike Armstrong - Chief Marketing & Communications Officer


Greta Bodino - Chief People & Culture Officer
Tiziana Di Gioia - Chief Commercial Officer
Stefano Cerrato - Chief Corporate & Financial Officer

Impegno nel sociale


La Juventus è impegnata nel campo sociale e umanitario. Una
delle prime attività in questo senso risale al 1973, quando la
squadra fu tra i testimonial di una campagna ecologica
promossa congiuntamente dalla rivista italiana Grazia e
dall'allora World Wildlife Fund (WWF) a salvaguardia dei
lupi.[101] Sempre per quanto concerne la sostenibilità
La Juventus neocampione d'Italia ambientale, nel 2020 quella torinese è stata la prima società
1972-1973 testimonial del WWF calcistica italiana firmataria dello Sports for Climate Action
Framework della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui
cambiamenti climatici, volto al raggiungimento degli obiettivi
[102]
dell'accordo di Parigi; dallo stesso anno collabora con l'ente benefico One Tree Planted sul fronte
[103]
del rimboschimento.

Nel 2000 il club intraprese il progetto Un sogno per il Gaslini allo scopo di dotare l'istituto Giannina
Gaslini di Genova di una dépendance (l'ex abbazia di San Gerolamo di Quarto) da adibire a luogo di
studio e svago per i bambini degenti. La raccolta fondi juventina si articolò in donazioni e iniziative
di beneficenza, come la partecipazione della squadra in veste di ospite al Festival di Sanremo
2003[104] e al programma televisivo Juventus, una squadra per amico,[105] oltre a libri e a un album
musicale, Il mio canto libero,[106] che sempre nel 2003 ottenne il disco di platino.[107]

Nel 2009 la società bianconera promosse due iniziative per la lotta antirazzista e l'integrazione
socio-culturale, Un calcio al razzismo[108] e Gioca con me,[109] poi incluse nel 2013 dall'UNESCO nei
programmi della Giornata mondiale dei diritti umani,[110] e presentate nel 2014 al NGO UNESCO
Liaison Committee a Parigi.[111] Nel maggio di quell'anno, sempre in collaborazione con l'UNESCO,
finanziò il progetto di ricerca Colour? What Colour? inerente discriminazione e razzismo nel mondo
del calcio, presentato dall'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) a Parigi nel novembre
2015.[112][113] Similmente, nella prima metà degli anni 2020 la Juventus ha promosso ulteriori
iniziative contro l'omofobia e a favore dell'inclusività, che hanno ottenuto riconoscimento presso
l'Arcigay.[114]

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Tra i programmi sociali intrapresi dagli anni 2010 in poi figurano Fatti e Progetti per i Giovani,
orientato al miglioramento della qualità di vita e a favorire l'accesso all'istruzione a giovani
extracomunitari.[115] Con l'azienda ospedaliera Regina Margherita-Sant'Anna di Torino, partecipa al
progetto Crescere insieme al Sant'Anna[116] volto alla ristrutturazione del reparto di neonatologia
del Sant'Anna,[116] e sostiene la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro.[115] Tra gli altri
progetti comunitari ci sono un centro di accoglienza intitolato a Edoardo Agnelli, in collaborazione
con l'Associazione Gruppi di Volontariato Vincenziano, che accoglie madri in condizioni disagiate,[115]
e l'ampliamento e riqualificazione dell'hub educativo Punto Luce nel quartiere torinese Lucento-
Vallette, nell'ambito di un partenariato con Save the Children.[117]

A livello sportivo, dal 2017 il club partecipa con il progetto Juventus for Special al campionato di
calcio a 7 "Quarta Categoria", promosso da CSI e FIGC all'interno della Divisione calcio paralimpico
e sperimentale, e riservato a persone con disabilità cognitivo-relazionali.[118]

Nel marzo 2022, a seguito dell'invasione russa dell'Ucraina, la Juventus, rispondendo a un appello
umanitario lanciato dalla Federazione calcistica dell'Ucraina, ha organizzato, fornendo mezzi e
personale, il trasferimento a Torino di 80 profughi, perlopiù bambini e ragazzi delle scuole calcio
locali, evacuati dalle zone di guerra di Kiev e Charkiv.[119][120]

Settore giovanile
Lo stesso argomento in dettaglio: Juventus Next Gen.
Il settore giovanile della Juventus è composto da 17 squadre
maschili che competono a livello nazionale e internazionale nei
vari tornei di categoria.[121] A queste, dall'annata 2018-2019 si
aggiunge una seconda squadra Under-23, la Juventus Next
Gen, iscritta al campionato di Serie C[122] e che, con la vittoria
della Coppa Italia Serie C al suo secondo anno di attività, è
diventata la prima squadra B nella storia del calcio italiano a
vincere un trofeo nazionale.[123] La squadra giovanile della Juventus
vincitrice nel 1994 del Campionato
Per quanto concerne l'attività di base, e analogamente a club di Primavera, trascinata da un ventenne
altri Paesi, la Juventus ha istituito scuole calcio sotto forma di Alessandro Del Piero (a destra),
club-satellite,[124] e Summer Camps riservati agli adolescenti in futura bandiera della prima squadra
Italia e in Inghilterra.[125] Porta inoltre avanti progetti come per i successivi due decenni
Juventus University, la prima università calcistica al mondo,[126]
Juventus National Academy (JNA), volto alla creazione di una
rete di scuole calcio preadolescenziali dislocate sul territorio nazionale,[127] e il programma Juventus
Soccer Schools International (JSS) attraverso la gestione di scuole calcio in 18 Paesi. Lo Juventus
Academy, istituito nel 2014, è l'insieme di progetti societari — tra essi i citati JNA e JSS — dedicati
al coinvolgimento dei giovani atleti nell'attività sportiva e nella formazione educativa, aumentando
la sua presenza in altri 32 Paesi a tutto il 2020.[128] Per quanto riguarda invece la valorizzazione di
elementi cresciuti nelle under bianconere e prossimi al passaggio nel professionismo, oltreché
intessere una rete di contatti con società estere circa il prestito o lo scambio di giovani calciatori, dal
2013 è attivo il progetto CLUB15 che vede la Juventus collaborare con oltre una ventina di squadre
a livello internazionale.[129]

Tutte le attività delle squadre del settore giovanile si svolgono, dal 2006, al JTC Vinovo.

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Storicamente la Juventus gode di una rete di osservatori


giovanili sia su tutto il territorio nazionale sia all'estero.[124] Tra
coloro i quali hanno iniziato a militare in giovane età nei
piemontesi, nella prima parte del XX secolo si segnalano Carlo
Bigatto, i campioni del mondo Gianpiero Combi e, questi anche
olimpico, Pietro Rava, Carlo Parola, Giovanni Viola e
soprattutto Giampiero Boniperti, da sempre legato ai colori
Una veduta esterna dei campi di
bianconeri, dalle giovanili ai successivi incarichi dirigenziali.
gioco della Juventus Academy de La
Goulette, Tunisia (2022)
Nella seconda metà del Novecento, tra i calciatori di prestigio
cresciuti nel vivaio bianconero ci sono due bandiere del club
quali Giuseppe Furino e Roberto Bettega oltre a elementi quali Franco Causio e il Pallone d'oro 1982
Paolo Rossi. All'inizio del III millennio dal settore giovanile juventino si è messo in evidenza il
torinese Claudio Marchisio, entrato nella società bianconera da bambino fino a diventare
protagonista in prima squadra.

Diffusione nella cultura di massa


Lo stesso argomento in dettaglio: Juventus Football Club nella cultura di massa.

Nel corso degli anni la Juventus, oltre a imporsi come realtà


sportiva nazionale e internazionale, ha acquisito un posto di
rilievo in ambito socioculturale.[130] A riprova, diversi studiosi
ritengono che la sua storia societaria s'intreccia strettamente
con quella di Torino e d'Italia;[131][132] ciò in virtù di un insieme
di fattori quali il legame che dal 1923 unisce la squadra alla
dinastia industriale Agnelli — e che ha dato origine al sodalizio
imprenditoriale più antico e duraturo dello sport italiano[6] —,
che da allora ha permesso al club di essere gestito da
imprenditori provenienti dalla regione settentrionale della
Penisola, pur rimanendo estremamente popolare tra le classi
lavoratrici a livello nazionale che generalmente erano di origini
meridionali[133] in parziale conseguenza della diffusione delle
fabbriche della casa automobilistica FIAT;[131] le numerose
vittorie ottenute dalla squadra in ambito federale e confederale
sono spesso coincise temporalmente con i principali successi Foot-Ball Club Juventus Association
ottenuti dalla squadra nazionale, della quale la Juventus è la di Durantin, 1903
principale fornitrice,[15] facendo di essa una delle formazioni
italiane più rappresentative e suscitando, di riflesso, molteplici e
forti sentimenti ambivalenti in altre società e nei relativi tifosi in ragione della diffusione su scala
globale della propria tifoseria e a diverse rivendicazioni anticampanilistiche.[134]

Tra le prime squadre sportive le cui partite sono state trasmesse in diretta radiofonica e televisiva
in Italia,[135][136] il prestigio sportivo internazionale raggiunto ha permesso alla società torinese
d'influire, seppur indirettamente, nella fondazione e/o nell'identità visiva di numerose squadre
sportive in giro per il mondo, legate in parte all'emigrazione italiana, divenendo

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contemporaneamente uno strumento d'italianità;[18] mentre il consenso che suscitava come riflesso
dell'identità sabauda-industriale della città di Torino,[137][138] l'avrebbe convertita in uno degli
elementi che rappresentano universalmente la propria metropoli e regione d'origine.[139]

Allenatori e presidenti

Allenatori
Lo stesso argomento in dettaglio: Allenatori della Juventus Football Club.

Sono 44 gli allenatori ad avere avuto a tutt'oggi la conduzione tecnica


della Juventus; 10 di essi hanno ricoperto l'incarico ad interim.[140][141]

Il primo allenatore della storia bianconera fu l'ungherese Jenő Károly,


scelto dal presidente Edoardo Agnelli nel 1923 al fine di introdurre
innovazioni dal punto di vista tattico e strategico nel gioco della
squadra. Károly allenò la squadra per 70 incontri fino alla morte,
avvenuta nel 1926.[26]

A vantare il mandato tecnico più lungo è tuttora Giovanni Trapattoni,


rimasto alla guida della squadra per 13 stagioni di cui 10 consecutive,
Giovanni Trapattoni, con 14 dal 1976-1977 al 1985-1986 e poi dal 1991-1992 al 1993-1994. Sia il
trofei in 13 stagioni, è il numero di annate consecutive sia quello totale sono un primato per i
tecnico più vincente nella tecnici di club italiani, ma Trapattoni vanta anche il record complessivo
storia della Juventus di panchine (596) e di trofei vinti con il club (14, primato tra gli
allenatori italiani).[140]

Da menzionare inoltre Massimiliano Allegri, tecnico nel vittorioso ciclo degli anni 2010, l'unico nella
storia del calcio italiano ad avere vinto 5 campionati consecutivi in panchina,[142] e Carlo Carcano,
deus ex machina della squadra del Quinquennio d'oro nella prima metà degli anni 30.[28]

Presidenti
Lo stesso argomento in dettaglio: Presidenti della Juventus Football Club.
In più di 120 anni di storia societaria alla guida della Juventus si sono avvicendati 27 presidenti e 4
comitati di gestione.[143]

Il primo presidente della società fu Eugenio Canfari, uno dei soci fondatori.[26] Il periodo più lungo in
carica è appannaggio dell'ex calciatore Giampiero Boniperti, alla guida della Juventus per 19 anni
dal 1971 al 1990;[143] Boniperti, al pari del suo successore, l'avvocato Vittorio Caissotti di Chiusano,
presidente dal 1990 al 2003, vanta il palmarès internazionale più prestigioso nella storia bianconera
con la vittoria di tutte le competizioni UEFA per club all'epoca vigenti.[144] L'imprenditore Andrea
Agnelli, in carica dal 2010 al 2023, vanta altresì il palmarès più numeroso della storia juventina con
19 trofei nazionali.[36]

L'imprenditore Umberto Agnelli, padre del succitato Andrea, era divenuto presidente ventunenne
nel 1956[6] e rimane il più giovane ad avere ricoperto tale carica.[26] Da citare anche le presidenze
dello svizzero Alfred Dick e del francese Jean-Claude Blanc, gli unici non italiani ad assumere la

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[26]
massima carica del club; in particolare, Dick fu il presidente del
primo scudetto bianconero (1905).

Calciatori
Lo stesso argomento in dettaglio: Calciatori della Juventus
Football Club.

In più di 120 anni di storia hanno vestito la maglia della Juventus oltre
700 calciatori, in gran parte italiani,[145] alcuni dei quali hanno anche
militato nella nazionale italiana.

Tra i giocatori italiani di rilievo che hanno indossato il bianconero Edoardo Agnelli, primo
figurano Carlo Bigatto, il primo giocatore-simbolo del club,[146] esponente della famiglia
Giampiero Boniperti, riconosciuto come il calciatore più torinese a legare il suo
[147] nome al club; il suo
rappresentativo nella storia della società, Carlo Parola — autore
della più famosa rovesciata del calcio italiano [148]
—, e plurivittoriosi mandato, dal 1923 al 1935,
[149] culminò nel Quinquennio
elementi quali lo UEFA Golden Player italiano Dino Zoff, il Pallone
d'oro
d'oro 1982 Paolo Rossi, Gaetano Scirea, Sergio Brio, Antonio Cabrini e
Stefano Tacconi — questi ultimi, quattro dei cinque soli calciatori ad
aver vinto tutte le competizioni confederali per club[150] —, il Pallone d'oro 1993 Roberto Baggio,
Alessandro Del Piero, giocatore-simbolo della squadra a cavallo di II e III millennio, e Gianluigi
Buffon, pluripresente in maglia azzurra.

Tra i giocatori non italiani ad aver difeso i colori della Juventus, si


segnalano negli anni 50 e 60 l'argentino Omar Sívori, il quale da
oriundo fu il primo Pallone d'oro bianconero nel 1961, e il gallese John
Charles, i quali insieme a Boniperti formarono un trio d'attacco tra i più
prolifici nella storia del club e del calcio italiano; tra gli anni 60 e 70 ci
fu il tedesco Helmut Haller, mentre dagli anni 80 in avanti figurarono i
francesi Michel Platini, tre volte consecutive Pallone d'oro durante gli
anni a Torino, e Zinédine Zidane, Pallone d'oro 1998, oltre al ceco Pavel
Nedvěd, primo straniero per numero di presenze in competizioni
ufficiali con la maglia bianconera[151] nonché Pallone d'oro 2003, e al
franco-argentino David Trezeguet, miglior marcatore straniero della
storia juventina.[152]
Il francese Michel Platini,
vincitore in bianconero per
tre anni consecutivi del Contributo alle nazionali di calcio
Pallone d'oro di France
Lo stesso argomento in dettaglio: Juventus Football Club e
Football
Nazionali di calcio.
Al 10 novembre 2023 la Juventus è il club che ha fornito il maggior
numero di giocatori alla nazionale italiana: a tale data infatti 151 elementi hanno ricevuto una
convocazione in maglia azzurra durante la loro militanza juventina (a fronte dei 119 dell'Inter e dei
111 del Milan).[153]

Sono 22 in totale i giocatori della Juventus militanti nelle selezioni nazionali italiane campioni del
mondo: nove nel 1934 (Bertolini, Borel II, Caligaris, Combi, Ferrari, Monti, Orsi, Rosetta e Varglien
I), due nel 1938 (Foni e Rava), sei nel 1982 (Zoff, Gentile, Cabrini, Scirea, Tardelli e Rossi) e cinque
nel 2006 (Buffon, Cannavaro, Camoranesi, Zambrotta e Del Piero).[154] Sono invece 7 i calciatori
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bianconeri laureatisi campioni d'Europa con la nazionale — più di ogni altra squadra italiana —: tre
nell'edizione di Italia 1968 (Bercellino, Castano e Salvadore) e quattro in quella di Europa 2020
(Bernardeschi, Bonucci, Chiellini e Chiesa).

I maggiori contributi della Juventus alla nazionale risalgono alla


Coppa Internazionale 1933-1935 (torneo predecessore del
campionato europeo di calcio), e al campionato del mondo 1978,
quando in entrambi i casi gli azzurri ricorsero a ben 9 juventini
tra gli 11 titolari: in Coppa Internazionale, l'Italia che affrontò
l'Ungheria il 20 ottobre 1933 schierò Bertolini, Borel II,
Caligaris, Cesarini, Combi, Ferrari, Monti, Orsi e Rosetta,[155]
mentre ai Mondiali 1978, nella prima fase contro i padroni di La nazionale italiana all'esordio al
casa dell'Argentina e nella seconda fase contro i Paesi Bassi, gli campionato del mondo 1978: vi
azzurri si affidarono a Benetti, Bettega, Cabrini, Causio, figurano 8 giocatori all'epoca militanti
Cuccureddu, Gentile, Scirea, Tardelli e Zoff — il che costituisce nella Juventus

un primato nazionale in competizioni ufficiali.[156]

La Juventus, con 27 elementi, guida la particolare classifica dei club che vantano giocatori campioni
del mondo con la propria nazionale: ai succitati 22 italiani vanno infatti aggiunti tre francesi, ovvero
Didier Deschamps e Zinédine Zidane nell'edizione di Francia 1998, e Blaise Matuidi in quella di
Russia 2018, e due argentini, Ángel Di María e Leandro Paredes nell'edizione di Qatar 2022.[157]
Quanto al campionato d'Europa, oltre ai sopracitati 7 italiani, altri tre giocatori bianconeri hanno
vinto il torneo: lo spagnolo Luis del Sol (Spagna 1964), e i francesi Michel Platini (Francia 1984) e
Zidane (Belgio-Paesi Bassi 2000).

In occasione della finale del campionato mondiale di calcio 2006 la Juventus stabilì un ulteriore
primato internazionale in quanto, oltre ai succitati 5 nazionali italiani, scesero in campo 3 bianconeri
con la maglia francese: Lilian Thuram, Patrick Vieira e David Trezeguet,[158] per un totale di 8
tesserati di uno stesso club sul terreno di gioco, eguagliando così il primato stabilito nella finale di 72
anni prima dai cecoslovacchi dello Slavia Praga.[159]

Palmarès
Lo stesso argomento in dettaglio: Palmarès della Juventus Football Club.

Competizioni nazionali
Campionato italiano: 36 (record)

1905; 1925-1926; 1930-1931; 1931-1932; 1932-1933;


1933-1934; 1934-1935; 1949-1950; 1951-1952; 1957-
1958
1959-1960; 1960-1961; 1966-1967; 1971-1972; 1972-
1973; 1974-1975; 1976-1977; 1977-1978; 1980-1981;
1981-1982
1983-1984; 1985-1986; 1994-1995; 1996-1997; 1997- La squadra del 1905 per la prima
1998; 2001-2002; 2002-2003; 2011-2012; 2012-2013; volta campione d'Italia dopo la vittoria
2013-2014 nel torneo di Prima Categoria
2014-2015; 2015-2016; 2016-2017; 2017-2018; 2018-
2019; 2019-2020

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Coppa Italia: 14 (record)

1937-1938; 1941-1942; 1958-1959; 1959-1960; 1964-1965; 1978-1979; 1982-1983; 1989-


1990; 1994-1995; 2014-2015
2015-2016; 2016-2017; 2017-2018; 2020-2021

Supercoppa italiana: 9 (record)

1995; 1997; 2002; 2003; 2012; 2013; 2015; 2018; 2020

Competizioni internazionali

Coppa dei Campioni/UEFA Champions League: 2

1984-1985; 1995-1996

Coppa delle Coppe: 1

1983-1984

Coppa UEFA: 3 (record italiano condiviso con l'Inter)

1976-1977; 1989-1990; 1992-1993

Supercoppa UEFA: 2 [40]

1984; 1996
Giuseppe Furino, tra gli storici
capitani bianconeri, con la Coppa
Coppa Intercontinentale: 2 UEFA 1976-1977, il primo trofeo
confederale vinto dalla Juventus

1985; 1996

Coppa Intertoto UEFA: 1 (record italiano condiviso con Bologna, Perugia e Udinese)

1999

Altre competizioni

Coppa delle Alpi: 1

1963

Serie B: 1

2006-2007

Competizioni giovanili

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La sezione giovanile della Juventus è una delle più vittoriose della sua categoria sia a livello
nazionale, potendo vantare 9 titoli di campione d'Italia, sia internazionale, con più di 100 trofei
ufficiali compresi quelli di alcuni tra le competizioni più importanti al mondo nella categoria, come il
Torneo di Viareggio vinto per 9 volte (record condiviso con il Milan).[160] Inoltre la squadra fu
finalista alla Blue Stars/FIFA Youth Cup nel 1962[161] e semifinalista alla UEFA Youth League nel
2021-2022.[162]

Statistiche e record
Lo stesso argomento in dettaglio: Statistiche e record della Juventus Football Club.

Statistiche di squadra
La Juventus esordì nel campionato italiano l'11 marzo 1900.
Quella 2023-2024 è dunque la sua 119ª stagione sportiva; nelle
118 precedenti, ha partecipato a 110 campionati di massima
serie (2 di Campionato Federale, 9 di Prima Categoria
Nazionale, 5 di Prima Divisione, 4 di Divisione Nazionale e 90 di
Serie A propriamente detta) e uno di Serie B (nel 2006-2007),
La Juventus della stagione 1976-1977
mentre in altre 7 occasioni non superò le eliminatorie del
rimane l'unica formazione italiana ad Comitato Regionale Piemontese. Nel corso delle 115 stagioni nei
aver vinto un trofeo internazionale, la campionati di massima serie la Juventus si è classificata al
Coppa UEFA, con una rosa di soli primo posto in 37 occasioni (record italiano), sebbene il club
giocatori nazionali abbia in realtà vinto 36 titoli di campione d'Italia.[35]

La vittoria in gara ufficiale con il maggior scarto fu un 15-0 in


casa del Cento, secondo turno di Coppa Italia 1926-1927; il suddetto primato lo è anche per la
competizione, a pari merito con l'incontro tra Alessandria e Bologna (17-2, disputatosi nel medesimo
turno della citata edizione del torneo) e quello tra Cittadella e Potenza (15-0 nel primo turno
eliminatorio dell'edizione 2015-2016).[163] In campionato il record fu invece un 11-0, realizzato due
volte nel torneo 1928-1929 contro Fiorentina e Fiumana, rispettivamente nella 2ª e 6ª giornata.[163]
La sconfitta con il maggior scarto fu invece uno 0-8 subìto dal Torino nel campionato di Prima
Categoria 1912-1913.[164]

Nell'annata 1976-1977 la Juventus stabilì il primato di punti per campionati italiani a 16 squadre
(51).[165] Nella stagione 2011-2012 stabilì il primato d'imbattibilità assoluta in una singola stagione
della Serie A (con zero sconfitte in 38 partite), stabilendo anche il record d'imbattibilità nel corso di
una singola stagione (42).[166]

Tra i numerosi primati ottenuti dalla squadra nel triennio 2014-2016 ci sono il maggior numero di
punti in una singola edizione di Serie A (102 nella stagione 2013-2014, anche record nei principali
campionati del continente europeo).[167] Nella stagione 2015-2016 ha inanellato il suo primo treble
nazionale, unendo a campionato e coppa nazionale anche la Supercoppa di Lega.[168]

In ambito nazionale la squadra ha disputato un record di 21 finali di Coppa Italia (14 vittorie,
primato nazionale) e un record di 17 in Supercoppa LNP (9 vittorie, idem).

Il club vanta il record italiano di stagioni disputate nelle competizioni UEFA, che fino all'annata
2022-2023 sono 56 (considerando che nelle stagioni 2009-2010, 2013-2014 e 2022-2023 ha
partecipato prima alla fase a gironi di Champions League, e poi a quella a eliminazione diretta di
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Europa League). Di esse, 35 sono relative a partecipazioni in


Coppa dei Campioni/Champions League, 4 in Coppa delle Coppe
e 14 complessive in Coppa UEFA/Europa League).[169] Nel
computo globale delle competizioni a livello confederale, risulta
il primo club italiano e quarto a livello europeo per numero di
punti conquistati (588), ed è il club italiano e quarto nel
continente con il maggior numero di partite disputate (453),
vinte (250), gol realizzati (778), differenza reti (+362) e I bianconeri dell'annata 1984-1985
percentuale di vittorie (55,19%) a tutto il 26 agosto 2022.[170] I che trionfando in Coppa dei Campioni
risultati nei tre tornei stagionali permisero al club di occupare il fecero del club piemontese il primo
primo posto del ranking UEFA per sette volte dalla sua nella storia del calcio a fare suoi tutti
i maggiori tornei dell'UEFA
istituzione nel 1979, corrispondenti ai quinquenni 1982-1986;
1983-1987; 1984-1988; 1987-1991; 1993-1997; 1995-1999 e
1996-2000 — primato italiano e secondo a livello europeo, ex aequo con il Barcellona, dopo il Real
Madrid (15).[171]

La formazione bianconera ha disputato un totale di 20 finali in competizioni ufficiali a livello


internazionale, decima al mondo nonché sesta in Europa e seconda tra i club italiani in questa
graduatoria.[172] Delle 20 finali citate, 9 sono state giocate in Coppa dei Campioni/UEFA Champions
League (2 vittorie complessive), una in Coppa delle Coppe (una vittoria), 4 in Coppa UEFA (3
vittorie), una in Coppa Intertoto (una vittoria), 2 in Supercoppa UEFA (2 vittorie) e 3 in Coppa
Intercontinentale (2 vittorie).[12] Il trionfo in Coppa UEFA 1976-1977 fu il primo ottenuto da una
squadra italiana, facendo peraltro della Juventus l'unica ad aver vinto una manifestazione
internazionale ufficiale con una rosa composta esclusivamente da calciatori provenienti da un solo
Paese,[34] oltreché il primo successo nella competizione per un club dell'Europa meridionale.[173]

Sempre in ambito internazionale, fra il dicembre 1985 e l'agosto 1995 nonché fra l'agosto 1999 e il
maggio 2022, era stata l'unico club fra quelli vincitori di un titolo mondiale ad aver vinto tutte le
competizioni per club maschili organizzate dalla propria confederazione di appartenenza:
rispettivamente cinque titoli UEFA su cinque nel 1985,[11] e sei su sei nel 1999.[12][174] Inoltre, nel
maggio 1985 è divenuto il primo club ad essersi aggiudicato tutte le tre principali competizioni
dell'UEFA oltreché, a posteriori, il solo ad averlo fatto sotto un'unica gestione tecnica;[175] per tale
ragione nel 1988 le fu riconosciuta la speciale Targa UEFA.[176]

Statistiche individuali
Al 20 maggio 2012 il giocatore juventino primatista di presenze in Serie A è Alessandro Del Piero
con 478, cui vanno sommate 35 presenze in Serie B, che ne fanno complessivamente il bianconero
con il maggior numero di gare nei campionati italiani con 513.[151] Il precedente record fu superato il
6 febbraio 2011 e apparteneva a Giampiero Boniperti, che dal 1946 al 1961 scese in campo 443
volte.[177]

Ancora Del Piero detiene il primato assoluto di presenze ufficiali con la maglia bianconera (705),
nonché quello di gol (290, altro record),[178][179] dei quali 188 in Serie A e 54 nelle competizioni
internazionali. Il precedente primato di gol fu superato nel gennaio 2006 e apparteneva al succitato
Boniperti con 182.[180]

Il miglior marcatore della Juventus in un campionato a girone unico fu Borel II con 32 gol in 34 gare
nel campionato 1933-1934,[181] mentre l'ungherese Ferenc Hirzer detenne in precedenza il primato
assoluto di gol segnati in una singola edizione del campionato italiano con 35 in 26 incontri nella
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Prima Divisione 1925-1926.[182] Infine Omar Sívori detiene insieme a


Silvio Piola il record di marcature in una singola partita: 6 gol, segnati
all'Inter nella 28ª giornata del campionato 1960-1961.[183]

Tifoseria
Lo stesso argomento in dettaglio: Tifoseria della Juventus
Football Club.
Al 2023, in base a un'indagine
condotta da StageUp e Ipsos, la
Juventus risulta essere la squadra
più tifata d'Italia, potendo contare
su un seguito stimato in circa 8
Alessandro Del Piero,
primatista di presenze e reti
milioni di tifosi;[184] un dato in linea
nella storia juventina rispetto alle rilevazioni degli anni
precedenti.[185][186] Nello specifico,
Striscione celebrativo del 109º
in base a un'indagine sul tifo
anniversario della Juventus, stadio
calcistico in Italia condotta, sempre nel 2023, da Demos & Pi Olimpico, 1º novembre 2006
per conto de la Repubblica, i supporters bianconeri vengono
stimati nel 29% del totale.[187]

La società vanta inoltre al 2019, in base a un'analisi pubblicata da Nielsen Sports, 41 milioni di
sostenitori in Europa e 423 milioni nel resto del mondo.[17] Numerosi sono anche i fan club sparsi a
livello internazionale,[188] in particolare nei Paesi a forte emigrazione italiana.[189]

Il tifo per la Juventus è tradizionalmente eterogeneo dal punto di vista sociologico e


geograficamente uniforme in tutto il Paese;[190] è molto marcato anche nel Mezzogiorno d'Italia e
nelle isole,[191] il che garantisce un seguito rilevante alla squadra anche durante gli incontri in
trasferta. Tale caratteristica di diffusione del tifo fa della Juventus, dal punto di vista sociologico,
una vera e propria squadra «nazionale».[192]

Storia
Il pensiero comune d'inizio XX secolo voleva che il tifo per la Juventus fosse appannaggio delle classi
borghesi, laddove quello per la rivale cittadina del Torino traesse linfa dalle classi popolari e
proletarie.[193] Qualche decennio dopo, con l'ingresso degli Agnelli nell'amministrazione della Vecchia
Signora (1923), il tifo per la squadra si diffuse anche tra gli operai meccanici dell'industria di
proprietà della famiglia, la FIAT. Essendo iniziato un fenomeno migratorio — poi divenuto massiccio
nel secondo dopoguerra — verso Torino e gli altri grandi poli industriali del Settentrione da parte
dei lavoratori meridionali in cerca di impiego, la Juventus già dagli anni 30 divenne il primo club
italiano ad avere una tifoseria non più connotata campanilisticamente o al più regionalmente, ma a
carattere nazionale.[194][195]

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Con il consolidamento dei flussi migratori interni avvenuti tra


gli anni 50 e i primi anni 70 la Juventus sembrò rappresentare
attraverso i suoi tifosi lo spirito del nuovo lavoratore immigrato
piemontese, mentre la tifoseria del Torino rimase legata
all'ambiente culturale di marca prettamente torinese e
cittadina.[194] In anni più recenti le differenze sociali e culturali
fra le due opposte tifoserie si sono sempre più affievolite fino a
essere oramai di fatto nulle.

Gemellaggi e rivalità
Tifoseria juventina allo stadio In ragione della posizione raggiunta dalla squadra al vertice del
Comunale al termine del campionato calcio nazionale, in maniera pressoché duratura dal
1974-1975
«dopoguerra calcistico», della diffusione del suo tifo e anche di
diverse rivendicazioni anticampanilistiche, le rivalità sono
[134]
molteplici e molto sentite: la tifoseria rivale d'elezione è quella del concittadino Torino.[196] A
seguire quella dell'Inter, fin dagli anni 60 e rinfocolata dopo le decisioni giudiziarie riguardanti lo
scandalo del calcio italiano del 2006,[197] oltre a quella del Milan, nonostante per lungo tempo le due
società abbiano tenuto buoni rapporti sportivo-commerciali con reciproci scambi di giocatori.[198]

Più recenti e legate all'imporsi alla ribalta negli anni 80 delle


loro squadre con conseguente lotta sportiva per la conquista del
primato nazionale sono le rivalità con la tifoseria della
Fiorentina, legata principalmente alla lotta-scudetto del
campionato 1981-1982,[199] e con quella della Roma, che fino alla
metà di quel decennio fu la più valida contendente della
Juventus al titolo.[131] Non è inoltre da tralasciare l'antagonismo
col Napoli, in essere fin dagli anni 50, ma acuitasi all'inizio del
Un murale nel vecchio
III millennio.[200]
Zuiderparkstadion dell'Aia dedicato al
gemellaggio tra la tifoseria della
In senso opposto, a partire dagli anni 80 vi è un forte legame di
Juventus e quella dell'ADO Den Haag
amicizia tra la tifoseria juventina e quella dell'Avellino, andato a nonché in ricordo delle vittime della
scemare a fine anni 90 ma poi rinsaldatosi nei primi anni strage dell'Heysel (2007)
2010.[201] Fuori dall'Italia esistono saldi gemellaggi con i tifosi
organizzati dell'ADO Den Haag dell'Aia e con quelli del Legia
Varsavia.[202] Dagli anni 2010 si è inoltre rinforzato il rapporto con i tifosi del Notts County —
squadra di Nottingham che vanta legami storici con la Juventus[203] —, così come è nata un'amicizia
con i sostenitori dell'Elche.[204]

Organico
Lo stesso argomento in dettaglio: Juventus Football Club 2023-2024.

Rosa 2023-2024
Rosa e numerazione aggiornate al 31 gennaio 2024.[205]

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N. Ruolo Calciatore N. Ruolo Calciatore

1 P Wojciech Szczęsny 17 A Samuel Iling-Junior

2 D Mattia De Sciglio 18 A Moise Kean

3 D Bremer 20 C Fabio Miretti

4 D Federico Gatti 21 C Nicolò Fagioli

5 C Manuel Locatelli 22 C Timothy Weah

6 D Danilo (capitano) 23 P Carlo Pinsoglio

7 A Federico Chiesa 24 D Daniele Rugani

9 A Dušan Vlahović 25 C Adrien Rabiot (vice capitano)

10 C Paul Pogba 26 C Carlos Alcaraz

11 C Filip Kostić 27 D Andrea Cambiaso

12 D Alex Sandro (vice capitano) 33 D Tiago Djaló

14 A Arkadiusz Milik 36 P Mattia Perin

15 A Kenan Yıldız 41 C Hans Nicolussi Caviglia

16 C Weston McKennie

Staff tecnico
Staff aggiornato al 7 luglio 2023.

Staff dell'area tecnica


Area sportiva[206]
Francesco Calvo - Managing Director Revenue & Football
Development
Cristiano Giuntoli - Football Director
Giovanni Manna - Head of 1st Team
Federico Cherubini - Football – Chief of Staff

Area tecnica

Staff tecnico

Massimiliano Allegri - Allenatore


Marco Landucci - Allenatore in seconda
Aldo Dolcetti - Collaboratore
Simone Padoin - Collaboratore
Maurizio Trombetta - Collaboratore
Francesco Magnanelli - Collaboratore[207]
Portieri

Claudio Filippi - Preparatore


Tommaso Orsini - Collaboratore

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Match Analysis

Riccardo Scirea - Responsabile

Attività polisportiva
Lo stesso argomento in dettaglio: Juventus Organizzazione Sportiva Anonima e Juventus
Football Club (femminile).
Il club svolse attività polisportiva a periodi alterni sino alla fine degli anni 70. Inizialmente, dalla
fondazione fino al 1899 furono presenti le sezioni di ciclismo, atletica, lotta e podismo, sport
quest'ultimo che fu quello che raggiunse i maggiori risultati.[208]

Nella prima metà degli anni 20 l'attività della Juventus fu nuovamente estesa ad altri sport, per
iniziativa del neopresidente Edoardo Agnelli, con la nascita della Juventus Organizzazione Sportiva
Anonima che, fino al secondo dopoguerra, partecipò ai principali campionati nazionali di bocce,
nuoto, disco su ghiaccio e tennis;[209] con quest'ultima ottenne i maggiori successi, arrivando a
vincere tre campionati nazionali a squadre maschili nel 1927, 1947 e 1948.[210] Alla fine degli anni 60
fu istituita una sezione di sci, sotto il nome di Sporting Club Juventus, attiva durante il decennio
successivo.[211][212]

Nella stagione 2017-2018 il club ha istituito una sua sezione di calcio femminile, con una prima
squadra iscritta al campionato di Serie A.[213] Con la vittoria dello scudetto al loro primo anno di
attività, le Women hanno bissato il titolo conseguito dalla squadra maschile, facendo della Juventus
il primo club italiano capace di detenere contemporaneamente i due maggiori campionati nazionali
di calcio, maschile e femminile;[214] un risultato ripetutosi nelle due stagioni seguenti.

Dal 2019 il club vanta una sezione per gli eSports,[215] nota dal 2023 come Juventus Dsyre per via
della collaborazione con l'omonimo team di sport elettronici.[216] Tale sezione annovera le vittorie
della eFootball.Pro[217] e della TIMVISION Cup | eSports Edition,[218] entrambe nel 2021, e della
eSerie A TIM nel 2023.[219]

Note
1. ^ Luciano Canepari, Juventus, in Il DiPI: dizionario di pronuncia italiana, Bologna, Zanichelli,
2009, ISBN 978-88-08-10511-0.
2. Manzo, Peirone, «Calcio», p. 86.
3. ^ Fabio Rossi, Sport e comunicazione nella società moderna, in Enciclopedia dello sport,
Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2003.
4. ^ (EN) Juventus building bridges in Serie B, su fifa.com, 20 novembre 2006 (archiviato il 26 novembre
2016).
5. Guido Vaciago, Juventus, ecco perché le maglie sono bianconere, su tuttosport.com, 14
settembre 2019.
6. Roberto Beccantini, AGNELLI; Edoardo, Giovanni, Umberto, in Enciclopedia dello sport, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2002.
7. Giovanni De Luna, Agnelli-Juve, binomio unico al mondo ma le vittorie non ci bastano più, su
lastampa.it.
8. Tranfaglia, et al., p. 193.

https://it.w ikipedia.org/w iki/Juventus_Football_Club 25/36


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9. ^ (EN) Breathing in football and Alpine air in Turin, su uefa.com, 8 gennaio 2015 (archiviato il 9
ottobre 2017).
10. ^ Le cinque che hanno vinto tutto, su it.uefa.com, 21 giugno 2019 (archiviato il 29 ottobre 2019).
11. Angelo Caroli, Juve, Grande Slam, in Stampa Sera, sez. La Domenica Sport, 9 dicembre 1985,
p. 3.
12. Paul Saffer, Paris sulle orme della Juventus, su uefa.com, 10 aprile 2016.
13. ^ Juventus Football Club, su borsaitaliana.it (archiviato il 12 gennaio 2015).
14. ^ (EN) Deloitte Sports Business Group, Planet Football (PDF), in Deloitte Football Money League
2017, Deloitte Touche Tohmatsu Ltd., gennaio 2017, p. 5 (archiviato il 19 novembre 2017)., cfr. anche
The Business Of Soccer, «Juventus»
15. (ES) José López Carreño, Los Campeones de los Mundiales y la influencia de sus jugadores, in
Cuadernos de Fútbol, n. 58, Centro de Investigaciones de Historia y Estadística del Fútbol
Español, ottobre 2014, ISSN 1989-6379 (archiviato il 6 dicembre 2014).
16. ^ Demos & Pi, LI Osservatorio sul Capitale Sociale degli italiani – Il tifo calcistico in Italia (PDF),
settembre 2016, pp. 3; 10 (archiviato il 31 ottobre 2016).
17. Juve, oltre un milione di magliette vendute nel 2019, su calcioefinanza.it, 16 ottobre 2019
(archiviato il 24 ottobre 2019).
18. Giovanni De Luna, 100 secondi: Nasce la Juventus, RAI Storia, 2014, a 0:01:13 (archiviato
dall'url originale il 1º settembre 2014).
19. ^ (FR) Adrien Lelièvre, La Juventus, dernier rescapé d'un football italien en déclin, in Le Monde,
14 aprile 2015 (archiviato il 5 aprile 2019).
20. ^ (EN) The FIFA Clubs of the 20th Century (PDF), su fifa.com, 23 dicembre 2000 (archiviato dall'url
originale il 23 aprile 2007).
21. ^ (EN) Europe's Club of the Century, su iffhs.de, International Federation of Football History &
Statistics, 10 settembre 2009 (archiviato dall'url originale il 24 maggio 2012).
22. Manzo, Peirone, «Calcio», p. 91.
23. ^ Manzo, Peirone, «Calcio», p. 87.
24. ^ La Guerra e lo Sport. Anno I (1914), in Almanacco dello Sport: La vita sportiva dell'Italia e
dell'estero in tutte le Sue manifestazioni, Firenze, R. Bemporad e Figlio, 1914, p. 359.
25. ^ Tavella, Ossola, pp. 282 e sqq.
26. La storia, su juventus.com (archiviato l'11 giugno 2016).
27. ^ Cascioli, p. 324.
28. Sappino, p. 593.
29. ^ Hazard, Gould, pp. 208-209.
30. ^ (ES) Marco Ruiz, «Vi a Del Piero con 18 años y lo contraté en 24 horas», su as.com, 5
novembre 2008.
31. Prospetto informativo OPV 2007, p. 14.
32. ^ (FR) Victor Sinet, Palmarès Ballon d'Or: 1961 – Omar Sivori, su francefootball.fr, 12 dicembre
1961 (archiviato il 6 ottobre 2014).
33. ^ Alessandro De Calò, Simoni e la Juve il breve incontro, in La Gazzetta dello Sport, 2 gennaio
1998 (archiviato il 20 febbraio 2014).
34. (EN) Sergio Di Cesare, Hard work pays off for Zoff, su uefa.com, 1º aprile 2008 (archiviato l'11
dicembre 2019).

https://it.w ikipedia.org/w iki/Juventus_Football_Club 26/36


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35. A seguito della sentenza della Commissione di Appello Federale in merito ai fatti oggetto di
Calciopoli, il titolo di campione d'Italia 2004-2005 fu revocato alla Juventus e non più assegnato;
quanto al titolo del 2005-2006, la società fu declassata dal 1º al 20º posto della classifica e
retrocessa d'ufficio in Serie B per la stagione 2006-2007 con una penalizzazione di punti, per
«una fattispecie di illecito associativo» — termine allora non previsto dall'ordinamento giuridico
sportivo italiano, ma che fu giudicato dalla Corte Federale come una violazione dell'articolo 6 del
Codice di Giustizia Sportiva allora in vigore riguardante i casi di «illecito sportivo» —, correlato
all'annata precedente; la posizione finale in classifica raggiunta dalla squadra nel campionato
2004-2005, nonché i punti e i risultati ottenuti nelle partite del succitato biennio rimasero inalterati
dopo i verdetti in via definitiva sia della giustizia sportiva sia ordinaria (2015), cfr. Appello: ecco le
motivazioni, su gazzetta.it, 4 agosto 2006 (archiviato il 7 aprile 2016).
36. Tredici stagioni di record, su juventus.com, 15 gennaio 2023.
37. ^ Campioni d'Italia. Ancora. Stron9er, su juventus.com, 26 luglio 2020.
38. ^ Chi ha vinto più coppe nazionali in Europa?, su it.uefa.com, 10 maggio 2018 (archiviato il 14
maggio 2018).
39. Titolo disconosciuto a posteriori dalla FIGC in quanto il campionato fu oggetto di boicottaggio.
40. A seguito degli incidenti precedenti alla finale di Coppa dei Campioni contro il Liverpool allo
stadio Heysel di Bruxelles, e del successivo bando di esclusione dalle competizioni UEFA inflitto
alle squadre inglesi, la prevista finale di Supercoppa UEFA 1985 tra Juventus ed Everton non si
disputò. Successivamente l'UEFA decise di consegnare ugualmente la coppa alla Juventus, che
possiede fisicamente il trofeo, ma dato che non ci fu mai un'assegnazione ufficiale, non può
annoverarlo nel palmarès.
41. Manzo, Peirone, «Calcio», pp. 86-87.
42. ^ (EN) Black and White, su nottscountyfc.co.uk, 21 maggio 2008 (archiviato dall'url originale l'11 maggio
2012).
43. ^ D'Innocenzo, p. 17.
44. Il marchio Juventus, su museodelmarchioitaliano.it (archiviato il 20 gennaio 2017).
45. Juventus: Black and White and More, su juventus.com (archiviato dall'url originale il 19 settembre 2017).
46. ^ La Juve è moderna. Il Barça all'antica, in SportWeek, 4 [817], RCS MediaGroup, 28 gennaio
2017, pp. 24-25, ISSN 1388-3356.
47. ^ Iconici, su juventus.com, 1º agosto 2020.
48. ^ Paolo Belli: biografia e discografia, su rockol.it. URL consultato il 29 novembre 2009 (archiviato dall'url
originale il 15 aprile 2013).
49. ^ Bertoli Fans Club: Partecipazioni – Juvecentus, su win.bertolifansclub.org. URL consultato il 25
agosto 2008 (archiviato dall'url originale il 16 maggio 2009).
50. ^ Giovanni De Luna, La storia nel pallone, in La Stampa, 26 marzo 2005, p. 1 (archiviato il 2 ottobre
2013).
51. ^ Tavella, Ossola, pp. 58-63.
52. Gli stadi della Juve, su juventus.com (archiviato dall'url originale il 12 giugno 2016).
53. Enrica Tarchi, Finalmente nostro!, in Hurrà Juventus, 7 [162], Juventus Football Club S.p.A., luglio
2002, pp. 8-12, ISSN 1594-5189.
54. ^ Il Cda approva la realizzazione del nuovo stadio, su juventus.com, 18 marzo 2008 (archiviato
dall'url originale il 21 marzo 2008).
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privato (1949), con la conseguente acquisizione della maggioranza azionaria da parte della
famiglia Agnelli, ci sono solo quattro casi al mondo – tutti sotto forma di franchigia, un tipo di
società sportiva generalmente diffuso nelle quattro principali leghe professionistiche
nordamericane e differente dai club, più diffusi in Europa – in cui l'azionista di riferimento, a
conduzione familiare, vanta una maggior longevità del connubio Agnelli-Juventus: i Chicago
Bears, controllati dalla famiglia Halas ininterrottamente dal 1921; i New York Giants, sotto l'egida
della famiglia Mara (peraltro fondatrice della franchigia newyorchese) dal 1925; e sia gli Arizona
Cardinals sia i Pittsburgh Steelers, guidati rispettivamente dalle famiglie Bidwill e Rooney
(quest'ultima anche fondatrice della franchigia pittsburghese) dal 1933. Se, invece, si ritiene che
la Juventus avesse ottenuto una forma organizzativa aziendale già attraverso la controllante
Juventus Organizzazione Sportiva Anonima, costituita dall'avvocato Edoardo Agnelli nel 1923,
solo i sopracitati Chicago Bears detengono una proprietà più longeva, cfr. Massimo Oriani,
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«Otto dei dieci proprietari più longevi nel mondo dello sport possiedono squadre di football
americano. L'NFL ha regole chiare sulla proprietà: il principale proprietario deve avere almeno
il 30%, gli azionisti non possono essere più di 25, gli azionisti non possono indebitarsi per più
di 1,1 miliardi per acquistare la squadra, non possono essere soci: imprese quotate, fondi di
private equity, fondi sovrani. Di tanto in tanto, la lega pensa di cambiare le regole: il calcio
europeo forse dovrebbe copiarle, la Germania un po' ci ha provato limitando la proprietà dei
soci finanziari a meno del 50%.»
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commerciali munite di personalità giuridica, individuata quale condizione imprescindibile ai fini
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Voci correlate
Società calcistiche campioni del mondo
Società calcistiche italiane vincitrici di competizioni nazionali e internazionali
Società calcistiche vincitrici delle competizioni confederali e interconfederali

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Collegamenti esterni

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(EN) Clive Gifford, Juventus, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
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