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Nel 2016 è stata inserita nella Italia Basket Hall of «Scarpette Rosse»
Fame.[2]
Segni distintivi
Uniformi di gara
Indice
Storia
La nascita e l'era Borletti
Il marchio Simmenthal
L'epoca Gabetti Casa Trasferta
Stefanel e il venticinquesimo scudetto
Caputo, Bryant e Tacchini Colori sociali Bianco, rosso
La presidenza Corbelli Simboli Fiero il Guerriero
L'era Armani
Inno Onore e Gloria
Cronistoria Gemelli DiVersi
Colori e simboli
Dati societari
Colori
Simboli ufficiali Città Milano
Storia
Scudetti 29
Coppe Italia 8
La nascita e l'era Borletti
Supercoppe
4
italiane
Coppe Intercont. 1
Euroleghe 3
Coppe europee 3 Coppe delle Coppe
2 Coppe Korać
Il quintetto della Borletti Milano Stagione in corso
campione d'Italia nel 1936-1937
Nel 1945 Adolfo Bogoncelli fondò la "Triestina Milano": la società era finanziata dal Partito d'Azione e si
rispecchiava nella cosiddetta "triestinità", nel periodo in cui la città era contesa tra Italia e Jugoslavia[4]. In
squadra giocavano molti cestisti giuliani, tra i quali spiccava Cesare Rubini[4]. Nel 1946 il Partito d'Azione
smise di sovvenzionare la Triestina Milano e Bogoncelli trasferì tutta la squadra in riva al Lario,
chiamandola Pallacanestro Como e iscrivendola al campionato di Serie A. Nell'immediato dopoguerra la
squadra del "Dopolavoro Borletti" venne allenata da Umberto Fedeli, dipendente della società e atleta
partecipante alla prima partita in assoluto della nazionale italiana di pallacanestro il 4 aprile 1926.
Nel 1947, con la Borletti in Serie B, Bogoncelli ebbe l'idea di fondere la Pallacanestro Como proprio con la
Borletti[4][5]. Nacque così quella che in molti ribattezzarono "Borolimpia"[4][5]. Il marchio "Borletti" apparve
sulle maglie, divenendo il primo sponsor nella storia dello sport italiano[6]. Bogoncelli ebbe anche
l'intuizione di indicare il 1936 come anno di nascita della squadra: anno che coincideva con quello della
vittoria del primo campionato da parte della Borletti[7].
Il marchio Simmenthal
Nel 1956 subentra come sponsor il marchio Simmenthal. Fino ad allora l'Olimpia aveva conquistato 9
scudetti. Con il marchio Simmenthal arrivano anche i primi giocatori stranieri; il greco Mimīs Stefanidīs è il
primo in assoluto, ingaggiato per la stagione 1955-1956. La stagione 1958-1959 è l'ultima con gli stranieri e
le frontiere verranno riaperte per il campionato 1965-1966.
L'epoca Gabetti
La vittoria nella Coppa dei Campioni La famiglia Gabetti, e in particolare il presidente Gianmario Gabetti,
1965-1966 subentrata nella proprietà ad Adolfo Bogoncelli nell'estate del 1980,
stupisce tutti e acquista nella stagione successiva il nemico numero
uno Dino Meneghin; inizia così un periodo aureo ancora senza
uguali nel basket moderno. Sono gli anni dello "sputare sangue petersoniano" e con Mike D'Antoni, Dino
Meneghin, Vittorio Ferracini, John Gianelli, Franco Boselli, Vittorio Gallinari e Roberto Premier non può
non arrivare subito, nel 1981-82, il ventesimo scudetto, quello della doppia stella.
Dal 1982 al 1989 l'Olimpia disputa otto finali scudetto consecutive,
vincendone cinque: nel 1982 e 1985 contro Scavolini Pesaro, nel
1986 e 1987 contro Mobilgirgi Caserta e nel 1989 contro Enichem
Livorno. Gli sponsor vincenti si chiamano Billy (con cui apre il
ciclo), Simac, Tracer, Philips e le star americane sono ormai
all'ordine del giorno: Mike D'Antoni, Antoine Carr, Joe Barry
Carroll, Bob McAdoo.
Nel 1987, l'anno del grande slam (Scudetto, Coppa dei Campioni,
La festa della Billy Milano di Dan
Coppa Italia e Coppa Intercontinentale), la Tracer, diventata nel
Peterson per la conquista del 20º
frattempo la squadra dei grandi vecchi, riporta dopo 21 anni la scudetto nel 1981-1982
Coppa dei Campioni a Milano, vincendo a Losanna contro il
Maccabi Tel Aviv B.C. per 71 a 69. La Tracer bissa il successo
europeo l'anno dopo a Gand sempre contro il Maccabi Tel Aviv B.C. questa volta per 90 a 84. Lo scudetto
numero 24 arriva con il marchio Philips, con i giovani Riccardo Pittis e Davide Pessina tra i campioni e le
famose cinque partite contro l'Enichem Livorno.
Nel 1994, Bepi Stefanel entra prima come sponsor e poi anche
come proprietario, e con lui la Pallacanestro Olimpia Milano
festeggia i suoi 60 anni vincendo prima la Coppa Italia e poi il
venticinquesimo scudetto (1995-96). Tra gli artefici dello scudetto
milanese grandi giocatori come Gregor Fučka, Ferdinando Gentile,
Dejan Bodiroga, Flavio Portaluppi, Rolando Blackman, guidati da
un allenatore esperto come Boša Tanjević.
Mike D'Antoni e Dino Meneghin Gli anni 1997 e 1998 sono caratterizzati da stagioni discrete:
sollevano la Coppa Italia vinta nel l'Olimpia si qualifica sempre in Europa, arrivando nel 1998 alla
1986 dalla SIMAC Milano finale di Coppa Europa contro lo Žalgiris Kaunas, a Belgrado,
finale persa di 15 punti. L'anno dopo, con lo sponsor Sony sulle
maglie, l'Olimpia disputa ancora una stagione su buoni livelli
chiudendo al quinto posto in campionato, guadagnando così l'ennesima qualificazione in Europa.
Nell'agosto 1999 avviene un nuovo cambio di proprietà: Bepi Stefanel cede infatti la società a Pasquale
Caputo, italo americano leader nel settore caseario[8]. Cambia anche lo sponsor con l'arrivo del marchio
Adecco. Durante l'anno, a Caputo si aggiunge come socio Kobe Bryant, stella della NBA, in
rappresentanza del quale agisce il padre Joe, ex giocatore anche nel campionato italiano[9].
Nel campionato, le cose vanno discretamente bene con l'eliminazione nei quarti di finale dei play-off, dopo
aver superato al primo turno la più quotata Scavolini Pesaro. Lontano dal parquet, invece, le cose
degenerano fino quasi all'irreparabile. Nell'ottobre del 2000, però, Sergio Tacchini rileva la società dalle
mani dei due soci e in pochissimo tempo costruisce una squadra che, dopo un inizio di stagione stentato, si
risolleva disputando un campionato più che onorevole, anche se
manca la zampata finale con la qualificazione alla postseason. Nella
stagione successiva le cose non vanno per il meglio e, al termine di
un campionato fatto di pochi alti e molti bassi, nonostante la
squadra fosse composta da giocatori di buon talento, l'Olimpia,
ancora targata Adecco, riesce a conquistare la salvezza solo
nell'ultima giornata battendo l'Andrea Costa Imola.
La presidenza Corbelli
La stagione 2003-04 la squadra disputa una mediocre stagione e non si qualifica nemmeno per i playoff. Al
termine della stessa le voci delle difficoltà economiche societarie sono sempre più insistenti, tanto che si
rischia la cessione dei diritti della gloriosa società.
Ma grazie ad una manifestazione in piazza alla Scala il 2 giugno e al successivo interessamento del sindaco
di Milano, Gabriele Albertini la società riesce a trovare importanti appoggi da Adriano Galliani, dalla
famiglia Moratti e da Giorgio Armani, attraverso la sponsorizzazione con il marchio Armani Jeans. Giorgio
Corbelli resta presidente. Viene chiamato un giovane coach: Lino Lardo, che entra subito nei cuori dei
tifosi. La squadra fa una stagione 2004-05 esaltante, i tifosi la seguono con entusiasmo sia durante la
stagione regolare disputata al Palalido (ad eccezione delle gare contro Bologna e Cantù, disputate al Forum
di Assago), sia durante i play-off (anche questi disputati nell'impianto di Assago). La squadra di Lardo
riesce a conquistare la finale contro la Fortitudo, che perde in gara-4 per un tiro sulla sirena di Rubén
Douglas inizialmente annullato e poi convalidato dagli arbitri dopo l'instant replay, davanti ad un Forum
strapieno. Riesce inoltre ad ottenere la qualificazione in Eurolega.
La stagione successiva 2005-06 è deludente: l'Olimpia esce al primo turno di Eurolega e in campionato non
va oltre il settimo posto. Ai play off esce al primo turno con la Benetton Treviso, non riuscendo pertanto ad
ottenere il pass né per l'Eurolega né per la Coppa Uleb. Nel corso dell'anno, a gennaio, viene esonerato
coach Lardo e al suo posto viene chiamato Aleksandar Đorđević. Dopo la stagione 2006-07, culminata con
l'eliminazione in semifinale ad opera della Virtus Bologna, la dirigenza decide di rifondare la squadra,
chiamando Zare Markovski (allenatore proprio della Virtus) al posto di Djordjevic e ingaggiando numerosi
nuovi giocatori. Il progetto, però, si interrompe all'indomani della 6ª giornata con la squadra in ultima
posizione (1 vittoria e 5 sconfitte). Markovski viene esonerato e Gino Natali, duramente contestato dalla
tifoseria fin dalle sue prime mosse da General Manager, si dimette. Dopo aver chiamato come coach Attilio
Caja, (già allenatore Olimpia) il presidente Corbelli mette in vendita le sue quote. Il 6 giugno 2008 le quote
detenute da Corbelli e dai suoi fidi scudieri vengono cedute al Gruppo Armani; durante la stessa giornata, i
club calcistici meneghini Milan e Inter escono dall'azionariato della storica squadra cestistica milanese.
L'era Armani
La stagione si apre tra le polemiche per la sparizione dello storico logo della squadra, che fa seguito alla
dismissione della storica sede di via Caltanissetta. Milano approda in finale scudetto, dopo aver battuto la
Juvecaserta Basket nella serie per 3-2; tuttavia perde ancora in finale contro la dominatrice Montepaschi
Siena, accumulando nelle quattro partite uno scarto medio di circa 20 punti. La stagione 2010-11 vede
Milano partire col ruolo di favorita del campionato grazie agli innesti di alcuni giocatori come David
Hawkins, Nicolò Melli, Ibrahim Jaaber, Oleksij Pečerov e la conferma di gran parte del roster della stagione
precedente. Tuttavia i lombardi mancano la qualificazione alle top16 di Eurolega e il 3 gennaio 2011 Piero
Bucchi, a seguito di una serie di pesanti sconfitte nelle partite chiave della sua terza stagione da capo
allenatore, viene esonerato e sostituito da Dan Peterson[12], che torna in panchina dopo 23 anni di inattività.
La società ingaggia inoltre il centro Benjamin Eze e la guardia Lynn Greer. Milano chiude la stagione
regolare al 3º posto, e ai play-off, dopo aver sconfitto la sorpresa del campionato Sassari per 3 a 1, viene
eliminata in semifinale dalla Bennet Cantù. Dalla stagione 2011-12 la sponsorizzazione "Armani Jeans" è
sostituita con il marchio "EA7 Emporio Armani".
Terminato il contratto, viene nominato coach per la stagione 2011-12 Sergio Scariolo, già commissario
tecnico della Nazionale spagnola di pallacanestro[13]. Con il cambio di allenatore si ha l'ennesima
rivoluzione nel roster: oltre alle conferme di Stefano Mancinelli e di Richard Mason Rocca e ai rientri dai
prestiti di Ariel Filloy e Nicolò Melli, il roster è completato con gli arrivi di Omar Cook, Malik Hairston,
Antōnīs Fōtsīs, Iōannīs Mpourousīs, Leon Radošević, Drew Nicholas e dal ritorno temporaneo di Danilo
Gallinari. A gennaio si aggiungeranno al roster J.R. Bremer e Alessandro Gentile. In Euroleague Milano
approda alle Top16, ma non supera il turno. In Coppa Italia viene eliminata in semifinale da Siena, e in
campionato disputa la 3ª finale in 4 anni sempre contro Siena. La sfida a differenza di quelle degli anni
precedenti si presenta come più equilibrata, ma Siena conquista il titolo vincendo la serie 4-1.
Nel 2012-13 alla squadra vengono portate poche modifiche. Alla fine del girone d'andata la squadra riesce
ad ottenere l'ottavo e ultimo posto utile per partecipare alle Final Eight di Coppa Italia; anche in questa
competizione l'Olimpia è eliminata al primo turno perdendo contro la Cimberio Varese. In campionato, al
termine della stagione regolare, l'Olimpia è 4ª classificata e nei playoff
affronta la Montepaschi Siena. Viene eliminata dopo la decisiva gara 7
proprio dai senesi, e meno di 48 ore dopo l'eliminazione la dirigenza
comunica che il contratto di Scariolo in scadenza a giugno non sarebbe
stato rinnovato.[14].
Nell'estate l'ossatura della squadra viene confermata, ma vengono ceduti gli americani Curtis Jerrells e
Keith Langford, grandi protagonisti della conquista dello scudetto, oltre a Lawal, Wallace e Kangur. Per
sostituirli vengono ingaggiati Joe Ragland da Cantù e MarShon Brooks dai Los Angeles Lakers insieme al
lituano Linas Kleiza dal Fenerbahçe Spor Kulübü e al centro Shawn James dal Maccabi Tel Aviv. La
stagione 2014-15, a differenza della precedente, si rivela totalmente fallimentare e si conclude senza nessun
titolo. L'Olimpia perde infatti la Supercoppa italiana e la finale di coppa Italia contro la Dinamo Sassari
mentre in Eurolega fallisce la qualificazione ai playoff venendo eliminata alle top 16. In Italia Milano
domina la stagione regolare chiusa in prima posizione con un bilancio di 26 vittorie e 4 sconfitte, ma nei
playoff, dopo aver agevolmente eliminato la Virtus Bologna per 3 a 0, la formazione meneghina viene
sconfitta per l'ennesima volta in stagione dalla Dinamo Sassari che si impone 4 a 3 vincendo gara 7 a
Milano 81-86 dopo un tempo supplementare.
Per la stagione 2015-16 al posto di Banchi viene ingaggiato come allenatore Jasmin Repeša. Il roster viene
completamente rivoluzionato con la conferma dei soli Gentile e Cerella dalla stagione precedente. Sono
quindi ingaggiati i playmaker Andrea Cinciarini e Oliver Lafayette, le guardie Charles Jenkins e Krunoslav
Simon, le ali Jamel McLean e Robbie Hummel e i centri Milan Mačvan, Stanko Barać e Gani Lawal
quest'ultimo di ritorno a Milano dopo avervi già giocato l'anno dello scudetto. La stagione si apre con la
sconfitta in Supercoppa italiana per mano della Grissinbon Reggio Emilia. A stagione iniziata viene
ufficializzato l'ingresso di Rakim Sanders e la rescissione di Lawal. Il 21 febbraio 2016 vince la Coppa
Italia battendo in finale la Scandone Avellino. Dopo aver primeggiato nella stagione regolare ottiene il
ventisettesimo scudetto imponendosi per 4 a 2 nella serie finale contro Reggio Emilia.
La stagione successiva si apre con il primo successo in Supercoppa
italiana contro la Scandone Avellino. A dicembre dopo 5 anni
Alessandro Gentile, capitano dei 2 scudetti, lascia la squadra per
insanabili divergenze con l'allenatore e la società. A febbraio viene
conquistata la Coppa Italia (sesto titolo) battendo in finale la
Dinamo Sassari, mentre l’esperienza in Eurolega si rivela molto
negativa e Milano chiude all’ultimo posto. Dopo il primo posto
nella regular season, incontra al primo turno dei playoff l'Orlandina
Basket, alla sua prima partecipazione ai playoff, dove l'Olimpia si
Il quintetto dell'Olimpia Milano prima impone in rimonta 3-1. In semifinale i milanesi incontrano l'Aquila
di una partita dell'Eurolega 2017- Basket Trento, che vince la serie per 4 a 1.
2018
L’eliminazione porta a una nuova rivoluzione nel roster a
cominciare dall’addio di coach Repesa sostituito dall’ex C.T. della
nazionale Simone Pianigiani. Della squadra dell’anno precedente rimangono solo Mantas Kalnietis, Andrea
Cinciarini, Davide Pascolo, Awudu Abass, Simone Fontecchio e Kaleb Tarczewski a cui si affiancano i
nuovi acquisti Jordan Theodore, Andrew Goudelock, Dairis Bertāns, Vladimir Micov, Cory Jefferson,
Amath M'Baye, Marco Cusin, Patric Young, Artūras Gudaitis e Curtis Jerrells. La stagione si apre con la
vittoria 82 a 77 sulla Reyer Venezia in Supercoppa italiana grazie soprattutto ai 29 punti di Theodore
nominato MVP della competizione. A fine stagione la squadra di Pianigiani, dopo il secondo posto in
regular season, vince il ventottesimo scudetto della sua storia, imponendosi per 4 a 2 nella serie finale
contro l'Aquila Basket Trento.
La stagione 2018-2019 si apre con la vittoria 82-71 sull'Auxilium Torino in Supercoppa Italiana: Vladimir
Micov viene nominato MVP della competizione. L'Olimpia conclude la regular season al 1º posto ma alle
semifinali play-off viene sconfitta 3 a 0 dalla Dinamo Sassari.
A seguito della stagione deludente, Pianigiani viene sollevato dall'incarico e al suo posto viene ufficializzato
Ettore Messina, reduce dall'esperienza in NBA come assistente allenatore dei San Antonio Spurs.
Contestualmente viene annunciato l'avvicendamento tra Proli e Pantaleo Dell'Orco al vertice della società.
Nella stagione 2020-2021 l'Olimpia Milano vince la sua quarta Supercoppa italiana, la sua settima Coppa
Italia e accede alle Final Four dell'Eurolega per la prima volta dopo 29 anni: qui giunge terza, sconfitta in
semifinale dal Barcellona e battendo il CSKA Mosca nella finale per il terzo posto.[15] In campionato, dopo
aver terminato al primo posto la regular season, l'Olimpia viene sconfitta in finale per 0-4 dalla Virtus
Bologna.
Nella stagione 2021-2022 dopo aver perso la Supercoppa italiana, l'Olimpia vince la sua ottava Coppa
Italia battendo in finale Derthona Basket per 78-61, Malcolm Delaney vince il premio di MVP della
competizione. In Euroleague l'Olimpia non riesce a bissare il risultato della stagione precedente, in quanto,
dopo aver concluso la stagione regolare al 3º posto con un record di 19 partite vinte e 9 perse, viene
eliminata nei playoff dai futuri campioni dell'Anadolu Efes Spor Kulübü, che si impongono per 3 a 1 nella
serie.[16] Nei playoff del campionato italiano, a cui i milanesi si presentano da seconda testa di serie dietro
alla Virtus Bologna, dopo aver agilmente eliminato per 3 a 0 la Pallacanestro Reggiana e la Dinamo
Sassari, si ripropone la finale dell'anno precedente contro le V Nere. Le Scarpette Rosse riescono a
strappare subito il fattore campo sconfiggendo i bolognesi in trasferta per 66 a 62[17], chiudendo poi la serie
in 6 gare grazie alla vittoria tra le mura amiche per 81 a 64.[18] Shavon Shields viene nominato MVP delle
finali.[19]
Cronistoria
Cronistoria della Pallacanestro Olimpia Milano
1963-1964 · 2ª in Elette.
1930 · Fondazione del Dopolavoro Borletti con
sede a Milano. Semifinali di Coppa dei Campioni.
1931 · 4ª nel girone piemontese-lombardo in Prima
Divisione. 1964-1965 · Campione d'Italia (16º titolo).
1932 · 3ª in Divisione Nazionale. 1965-1966 · Campione d'Italia (17º titolo).
1933 · 3ª in Divisione Nazionale.
1934 · 2ª in Divisione Nazionale. Vince la Coppa dei Campioni (1º titolo).
1935 · 3ª nel girone A di prima fase in Divisione
Nazionale. 1966-1967 · Campione d'Italia (18º titolo).
1935-1936 · Campione d'Italia (1º titolo).
Semifinali di Coppa Intercontinentale.
1936-1937 · Campione d'Italia (2º titolo). Vince la Coppa Latina (1º titolo).
1937-1938 · Campione d'Italia (3º titolo). Finale di Coppa dei Campioni.
1938-1939 · Campione d'Italia (4º titolo). 1967-1968 · 4ª in Serie A.
1939-1940 · 7ª in Serie A.
Semifinali di Coppa Intercontinentale.
Semifinali di Coppa dei Campioni.
1940-1941 · 2ª in Serie A.
1941-1942 · 5ª in Serie A. 1968-1969 · 2ª in Serie A.
1942-1943 · 5ª in Serie A.
1945-1946 · 4ª nel girone finale nord A di Serie A. Ottavi di finale di Coppa Italia.
1946-1947 · 4ª nel girone eliminatorio I di Serie A.
1969-1970 · 2ª in Serie A.
Retrocessa in Serie B.
1947 · Fusione con la Triestina Milano, diventa Finale di Coppa Italia.
Pallacanestro Olimpia Milano.
1947-1948 · 2ª nel girone finale di Serie B. Olimpia
3ª nel girone finale di Serie A. 1970-1971 · 2ª in Serie A, perde lo spareggio
1948-1949 · 3ª in Serie A. scudetto.
1949-1950 · Campione d'Italia (5º titolo). 3ª in Coppa Italia.
Vince la Coppa delle Coppe (1º titolo).
1950-1951 · Campione d'Italia (6º titolo).
1951-1952 · Campione d'Italia (7º titolo). 1971-1972 · Campione d'Italia (19º titolo).
1952-1953 · Campione d'Italia (8º titolo).
Vince la Coppa Italia (1º titolo).
Vince la Coppa delle Coppe (2º titolo).
Finale di Coppa Latina.
1980-1981 · 2ª in Serie A1, semifinali dei play-off Quarti di finale di Coppa Italia.
scudetto. 3ª in Coppa dei Campioni.
1981-1982 · 3ª in Serie A1, campione
d'Italia (20º titolo). 1992-1993 · 2ª in Serie A1, quarti di finale dei play-
off scudetto.
1982-1983 · 2ª in Serie A1, finale dei play-off
scudetto. Ottavi di finale di Coppa Italia.
Vince la Coppa Korać (2º titolo).
Finale di Coppa dei Campioni.
1993-1994 · 5ª in Serie A1, quarti di finale dei play-
1983-1984 · 1ª in Serie A1, finale dei play-off off scudetto.
scudetto.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
5ª in Coppa Intercontinentale. Semifinali di Coppa Korać.
Semifinali di Coppa Italia.
Finale di Coppa delle Coppe.
1994-1995 · 4ª in Serie A1, semifinali dei play-off
scudetto.
1984-1985 · 2ª in Serie A1, campione d'Italia
(21º titolo). 3ª in Coppa Italia.
Finale di Coppa Korać.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Vince la Coppa Korać (1º titolo). 1995-1996 · 5ª in Serie A1, campione d'Italia
(25º titolo).
1985-1986 · 1ª in Serie A1, campione d'Italia
(22º titolo). Vince la Coppa Italia (4º titolo).
Finale di Coppa Korać.
Vince la Coppa Italia (2º titolo).
Semifinali di Coppa dei Campioni. 1996-1997 · 4ª in Serie A1, quarti di finale dei play-
off scudetto.
1986-1987 · 4ª in Serie A1, campione d'Italia
(23º titolo). Finale di Supercoppa italiana.
3ª in Coppa Italia.
Vince la Coppa Italia (3º titolo). Quarti di finale di Coppa dei Campioni.
Vince la Coppa dei Campioni (2º titolo).
1997-1998 · 6ª in Serie A1, ottavi di finale dei play-
1987-1988 · 2ª in Serie A1, finale dei play-off off scudetto.
scudetto.
Semifinali di Coppa Italia.
Vince la Coppa Intercontinentale (1º titolo). Finale di Eurocoppa.
3ª al McDonald's Open.
Ottavi di finale di Coppa Italia. 1998-1999 · 5ª in Serie A1, quarti di finale dei play-
Vince la Coppa dei Campioni (3º titolo). off scudetto.
Semifinali di Coppa Italia. 1999-2000 · 13ª in Serie A1, quarti di finale dei play-
Semifinali di Coppa Korać. off scudetto.
1989-1990 · 10ª in Serie A1, ottavi di finale dei play- Ottavi di finale di Coppa Saporta.
off scudetto.
2004-2005 · 4ª in Serie A, finale dei play-off 2015-2016 · 1ª in Serie A, campione d'Italia (27º
scudetto. titolo).
2006-2007 · 2ª in Serie A, semifinali dei play-off Vince la Supercoppa italiana (1º titolo).
scudetto.
Vince la Coppa Italia (6º titolo)
Semifinali di Coppa Italia. Regular season di Eurolega.
2007-2008 · 5ª in Serie A, semifinali dei play-off 2017-2018 · 2ª in Serie A, campione d'Italia (28º
scudetto. titolo).
2009-2010 · 3ª in Serie A, finale dei play-off Vince la Supercoppa italiana (3º titolo).
scudetto.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Regular season di Eurolega.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Regular season di Eurolega.
2019-2020 · 4ª in Serie A.[20]
Colori
Simboli ufficiali
Il simbolo dell'Olimpia Milano è, dalla stagione 1983-84, "Fiero il Guerriero". Il nome è tenuto a battesimo
dal presidente Gianmario Gabetti mentre il marchio lo realizza Walter Ravizza, allora direttore creativo del
gruppo Gabetti: un guerriero stilizzato rosso su sfondo bianco che regge uno scudo su cui è simboleggiato il
Duomo di Milano[22].
Tale stemma ha simboleggiato per anni il carattere della squadra (il cosiddetto "sputare sangue" di Dan
Peterson) ma all'inizio della stagione 2009-10 sparisce dall'identità societaria della squadra[22]. Durante i
playoff della stagione 2010, Fiero il Guerriero riappare a palazzo sotto forma di mascotte[23].
Stemma utilizzato Stemma utilizzato Stemma in uso dal
dal 1985 al 2009 dal 2009 al 2016 2016
Palazzetto
Lo stesso argomento in dettaglio: Mediolanum Forum.
A fine anni settanta, l'Olimpia si trasferì nell'appena costruito Palasport di San Siro, impianto multiuso
costruito a fianco dello Stadio Giuseppe Meazza e capace di contenere circa 15 000 spettatori.
Con l'eccezionale nevicata del gennaio 1985 si chiuse l'avventura dell'Olimpia al Palasport, che collassò su
sé stesso a causa dell'enorme massa di neve che si depositò sulla copertura concava della struttura.
L'Olimpia ritornò al PalaLido (con una capacità ridotta a 3 500 posti), in attesa che nel giro di poche
settimane venisse pronta la soluzione d'emergenza: il PalaTrussardi, una tensostruttura costruita e
sponsorizzata dalla nota famiglia legata alla moda, che poteva contenere fino a 12.000 persone. L'Olimpia
vi giocò durante uno dei suoi periodi di dominio incontrastato in Italia e in Europa, tra la fine degli anni
ottanta e l'inizio degli anni novanta.
Pochi anni dopo venne costruito il Forum d'Assago da parte della famiglia Cabassi. Capace di contenere
sino a 12.331 persone[24], è un edificio multisportivo e multipiano situato alle porte di Milano.
Per alcuni anni l'Olimpia si è divisa tra il Forum d'Assago e il PalaLido di Milano (con una capacità
aumentata a 3.800 persone nel 2005), ma dalla stagione 2010-2011, in concomitanza con i previsti lavori di
ristrutturazione e allargamento dello storico impianto di Piazzale Stuparich, tutte le partite casalinghe
vennero giocate al Forum oppure, saltuariamente, al PalaDesio, palazzetto dello sport situato nella cittadina
brianzola con una capacità di 6.700 posti.
Dall'ottobre 2019, con l'apertura del nuovo Palalido, questo è tornato ad essere la seconda casa della
squadra milanese.
Giocatori principali
Le singole voci sono elencate nella Categoria:Cestisti della Pallacanestro Olimpia Milano.
Hall of Fame
Tra i membri del Naismith Memorial Basketball Hall of Fame, figurano 5 giocatori che hanno vestito, nel
corso della propria carriera, la maglia di Milano. Si tratta di: Bill Bradley, Bob McAdoo, Dino Meneghin,
Sandro Gamba e Cesare Rubini (gli ultimi due sono stati inseriti in qualità di allenatori).
Nella Hall of Fame della società sono stati inseriti 35 membri, tra giocatori, allenatori e dirigenti[25].
Numeri ritirati
4 (maglia off-limits)[26]
8 Mike D'Antoni[27] e Sandro Gamba[28]
11 Dino Meneghin[29]
18 Arthur Kenney[30]
44 (maglia off-limits)[26]
Palmarès
Lo stesso argomento in dettaglio: Palmarès della Pallacanestro Olimpia Milano.
Nel palmarès dell'Olimpia figurano 29 scudetti: si tratta della squadra con il maggior numero di successi nel
campionato italiano. Ha inoltre chiuso al secondo posto in 16 occasioni.
Competizioni nazionali
Campionato italiano: 29
1935-36, 1936-37, 1937-38, 1938-39, 1949-50, 1950-51, 1951-52, 1952-53, 1953-54,
1956-57
1957-58, 1958-59, 1959-60, 1961-62, 1962-63, 1964-65, 1965-66, 1966-67, 1971-72,
1981-82
1984-85, 1985-86, 1986-87, 1988-89, 1995-96, 2013-14, 2015-16, 2017-18, 2021-22
Coppa Italia: 8
Supercoppa italiana: 4
Competizioni internazionali
Eurolega: 3
Coppa Korać: 2
1984-85, 1992-93
Coppa Latina: 1
1966
Coppa Intercontinentale: 1
1987
Competizioni Altre
Torneo Caorle
2007, 2011
Torneo Lombardia
2019, 2020
2018, 2019
2022
Piazzamenti
Partecipazioni al McDonald's Open: 2
1987, 1989
Competizioni giovanili
Campionato italiano Under 21: 1
2006
2014
Statistiche e record
Il giocatore con più presenze e più punti in maglia biancorossa è Mike D'Antoni: ha vestito la maglia
Olimpia per 455 volte in 13 stagioni, segnando 5573 punti. Il secondo miglior marcatore Olimpia è Roberto
Premier. Completa il podio dei migliori marcatori Massimo Masini. D'Antoni guida anche la classifica degli
assist e delle palle recuperate. Il giocatore che ha preso più rimbalzi è Dino Meneghin, seguito da Vittorio
Ferracini e dallo stesso D'Antoni.
Sandro Gamba ha giocato 15 stagioni a Milano. 14 stagioni per Sandro Riminucci, 13 per D'Antoni,
Masini e Gianfranco Pieri.
Al 2011, l'allenatore più vincente è Cesare Rubini, con 501 vittorie su 601 partite (media 83,3%) in 26
stagioni. A seguire Dan Peterson: 243 vittorie in 329 gare (73,8%) e Mike D'Antoni con 92 vittorie (su 141
partite, media 65,2%) a pari merito con Filippo Faina.
Partecipazione ai campionati
Livello Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione Totale
2° Serie A2 1 1976-1977 1
Coppa dei
32 1957-1958 2021-2022
Campioni/Eurolega
Coppa delle
Coppe/Eurocoppa/Coppa 8 1970-1971 1999-2000 57
Saporta
Tifoseria
Storia
Bisogna aspettare la stagione 2009-2010 per rivedere il tifo organizzato in curva con il Club Milano 1936,
un gruppo lontano dall'ideologia ultras ma desideroso di prestare supporto alla squadra in casa e in trasferta
e colmare il profondo vuoto lasciato dai gruppi precedenti. Il movimento ultras nella curva tornerà nella
stagione 2012-2013 con il gruppo Old Clan Milano, il cui striscione durerà poco tempo sulle transenne
perché dopo qualche mese si unirà con il gruppo Milano1936 per formare gli Ultras Milano, gruppo tuttora
presente nei palazzetti dove gioca l'Olimpia.
Gemellaggi e rivalità
Lo stesso argomento in dettaglio: Derby d'Italia (pallacanestro).
Dalla fine degli anni 1990 e fino al 2005 c'è stato un "gemellaggio
ufficioso" con la tifoseria di Varese: questo nonostante la precedente Vittorio Ferracini (a sinistra) e Kim
rivalità Simmenthal-Ignis degli anni 1970 avesse assunto toni di Hughes (a destra) in canotta
grande sfida, che contribuirono a lanciare la popolarità della Innocenti nella stagione 1974-1975,
pallacanestro in Italia. durante un derby contro la
Mobilquattro di Chuck Jura (al
Prima dello scioglimento dei gruppi ultras, c'erano dei gemellaggi centro).
con le tifoserie di Biella e di Rimini.
Per diverso tempo, tra gli anni 1960 e 1970, a Milano ci fu anche una stracittadina ufficiale. La
Pallacanestro Milano 1958, colloquialmente conosciuta con il nome del suo più longevo sponsor,
All'Onestà, militò per vari anni in Serie A con buoni risultati; nonostante la rivalità non fosse così accesa,
dal 1976 al 1978 la Pallacanestro Milano, sponsorizzata prima Mobilquattro e poi Xerox, scavalcò in
classifica l'Olimpia grazie alle prodezze di Chuck Jura, lo Sceriffo del Nebraska. Nella sola stagione 1995-
1996 ci fu un'altra stracittadina con l'Aresium Milano, che aveva precedentemente sede ad Arese, cittadina
della provincia milanese.
Roster 2022-2023
Aggiornato al 2 settembre 2022
Pallacanestro Olimpia Milano 2022-2023
Giocatori Staff tecnico
N. Naz. Ruolo Nome Anno Alt. Peso Allenatore
0 AC Brandon Davies 1991 208 cm 109 kg
Ettore Messina
1 A Deshaun Thomas 1991 201 cm 104 kg
2 A Timothé Luwawu-Cabarrot 1995 201 cm 98 kg Assistente/i
3 PG Naz Mitrou-Long 1993 193 cm 99 kg
Mario Fioretti
5 PG Kevin Pangos 1993 188 cm 81 kg
Dan Shamir
7 G Stefano Tonut 1993 194 cm 100 kg
Giuseppe Poeta
9 AC Nicolò Melli (C) 1991 206 cm 107 kg
Stefano Bizzozero
12 PG Billy Baron 1990 188 cm 88 kg
17 AG Giampaolo Ricci 1991 202 cm 102 kg
Steve Klei
19 C Paul Biligha 1990 200 cm 106 kg
22 G Devon Hall 1995 196 cm 96 kg Legenda
25 PG Tommaso Baldasso 1998 192 cm 88 kg (C) Capitano
31 AP Shavon Shields 1994 201 cm 97 kg (IN) Inattivo
40 A Davide Alviti 1996 200 cm 92 kg
42 C Kyle Hines 1986 198 cm 111 kg
Infortunato
70 A Luigi Datome 1987 203 cm 101 kg
77 AC Johannes Voigtmann 1992 211 cm 115 kg
Roster (http://www.olimpiamil
ano.com/roster-prima-squadr
a/)
Staff tecnico
Allenatore: Ettore Messina
Assistente: Mario Fioretti
Assistente: Dan Shamir
Assistente: Giuseppe Poeta
Assistente: Stefano Bizzozero
Assistente: Steve Klei
Responsabile Performance Team: Francesco Cuzzolin
Preparatore atletico: Giustino Danesi
Preparatore atletico: Luca Agnello
Preparatore atletico: Federico Conti
Staff medico
Medici: Matteo Acquati, Ezio Giani, Michele Ronchi, Daniele Casalini
Fisioterapisti: Alessandro Colombo, Marco Monzoni e Claudio Lomma
Osteopata: Andrea Amalto
Nutrizionisti: Fabrizio Spataro, Giulia Baroncini
Staff dirigenziale
Presidente: Pantaleo Dell'Orco
General Manager: Christos Stavropoulos
Ufficio Stampa: Claudio Limardi
Responsabile Marketing: Roberto Bottali
Direttore sportivo: Alberto Rossini
Team Manager: Filippo Leoni
Onorificenze
Stella d'oro al merito sportivo
— 30 marzo 2016[31].
Stella d'argento al merito sportivo
— 1982[32].
Note
1. ^ L'Olimpia sarà A|X Armani Exchange anche in campionato, su www.olimpiamilano.com.
URL consultato il 26 giugno 2018.
2. ^ FIP Basket Hall of Fame, su fip.it. URL consultato il 5 dicembre 2016.
3. ^ Le sedici squadre della Divisione Nazionale, in Il Littoriale, 20 novembre 1936, p. 2. URL
consultato il 10 marzo 2014.
4. Adolfo Bogoncelli, su olimpiamilano.com. URL consultato il 10 marzo 2014.
5. Milano: 70 anni, un Dream Team, in La Gazzetta dello Sport, 15 marzo 2006. URL consultato il
10 marzo 2014.
6. ^ Giuseppe Liotta,Laura Santoro, Lezioni di diritto sportivo, Giuffrè Editore, 2009, p. 146,
ISBN 978-88-14-14568-1.
7. ^ 9 gennaio 1936-9 gennaio 2013: 77 anni di Olimpia, su olimpiamilano.com. URL consultato il
10 marzo 2014.
8. ^ Carlo Annese, L'Olimpia di Caputo, in Gazzetta dello sport, Milano, 7 agosto 1999.
9. ^ Carlo Annese, La nuova Milano sogna Kobe Bryant, in Gazzetta dello sport, Milano, 1º
ottobre 1999.
10. ^ Luca Chiabotti, Corbelli compra la storia, su archiviostorico.gazzetta.it, 26 giugno 2002.
URL consultato il 15 ottobre 2016.
11. ^ Draft Nba, Rose prima scelta Gallinari a New York col n°6 - Gazzetta dello Sport (http://ww
w.gazzetta.it/Sport_Vari/Basket/Usa/Primo_Piano/2008/06_Giugno/26/draft.shtml)
12. ^ Dan Peterson torna a Milano. Coach al posto di Bucchi, su gazzetta.it, La Gazzetta dello
Sport.
13. ^ Sergio Scariolo è il nuovo coach, su olimpiamilano.com.
14. ^ OLIMPIA MILANO E COACH SCARIOLO SI SEPARANO, su sportmediaset.mediaset.it.
URL consultato il 27 maggio 2013.
15. ^ Basket, Eurolega: Efes campione, battuto il Barcellona. Orgoglio Olimpia, è terza, su
sportmediaset.mediaset.it, 30 maggio 2021.
16. ^ Sky Sport, L’Olimpia è fuori: 75-70, l’Efes alle Final Four, su sport.sky.it. URL consultato il 23
giugno 2022.
17. ^ Finale scudetto, Milano parte col botto: 66-62 in casa Virtus con Shields e Datome super,
su La Gazzetta dello Sport. URL consultato il 23 giugno 2022.
18. ^ Basket: Olimpia Milano è campione d'Italia, battuta la Virtus 81-64 in gara 6, su RaiNews.
URL consultato il 23 giugno 2022.
19. ^ Shavon Shields è l'MVP UnipolSai delle LBA Finals 2022: "È incredibile, grazie a tutti", su
legabasket.it. URL consultato il 23 giugno 2022.
20. ^ Posizione in classifica al momento della sospensione definitiva del campionato a causa
della pandemia di COVID-19
21. ^ Torneo interrotto il 24 maggio 2020, con l'Olimpia Milano in 12ª posizione nella regular
season, a causa dell'emergenza dovuta alla pandemia di COVID-19
22. L'Olimpia perde il suo guerriero. Dallo stemma è sparito Fiero, su basketnet.net (archiviato
dall'url originale il 9 agosto 2016).
23. ^ Fiero il guerriero ieri sera alla partita, su olimpiamilano.com.
24. ^ olimpiamilano.com ...esauriti al Mediolanum Forum per 12.331 spettatori... (http://www.olim
piamilano.com/olimpia-il-bilancio-di-uneurolega-importante/)
25. ^ Hall of fame, su olimpiamilano.com. URL consultato il 23 settembre 2015.
26. OLIMPIA @ 80: LA “STORIA” MALEDETTA DEL NUMERO 4, su olimpiamilano.com, 26
dicembre 2015.
27. ^ LA LEGGENDA DEL NUMERO 8: GAMBA, MASINI E NATURALMENTE MR. RECORD
MIKE D’ANTONI, su olimpiamilano.com, 16 aprile 2020.
28. ^ Basket, il tributo dell'Armani a Sandro Gamba: il coach torna re per una notte, su
milano.repubblica.it, 14 dicembre 2021.
29. ^ Basket, l'Olimpia Milano ritira la maglia numero 11 di Dino Meneghin, su tg24.sky.it, 20
novembre 2019.
30. ^ LBA - Olimpia Milano, Il #18 è stato il primo ritirato: il numero di Arthur Kenney, su
pianetabasket.com, 29 aprile 2020.
31. ^ La stella d’oro del Coni all’Olimpia, su olimpiamilano.com. URL consultato il 31 marzo 2016.
32. ^ Onorificenze società , su coni.it. URL consultato il 31 marzo 2016.
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