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Mauro Zonta

LA TRADIZIONE GIUDEO-ARABA ED EBRAICA


DEL DE INTELLECTU DI ALESSANDRO DI AFRODISIA
E IL TESTO ORIGINALE DEL COMMENTO DI AVERROÈ*

Tra le fonti greche della letteratura filosofica araba ed ebrai-


ca medievale, un ruolo di primo piano è ricoperto da un' ope-
retta di Alessandro di Afrodisia: il De intellectu. Nella tradizio-
ne araba, l'opera è nota grazie alla versione fattane a Bagdad
nel secolo IX da IsQ.aq Ibn I:Iunayn: versione che, conservata
in diversi manoscritti, venne edita per la prima volta da J.
Finnegan nel 1956 1, e nuovamente da 'Abd al-Ral:J.man Badawi
nel 1971 2 . Peraltro, i contenuti del De intellectu corrispondo-
no, seppure con alcune alterazioni sostanziali e terminologiche,
a quelli di un passo del libro II del De anima dello stesso
Alessandro 3 - opera nota al mondo arabo anche nel suo testo
completo, attraverso la traduzione (oggi perduta) fattane dallo
stesso IsQ.aq. Appare anzi probabile che siano stati proprio gli
arabi ad estrapolare per primi il testo del De intellectu dal-
l'opera maggiore, secondo un uso ben collaudato nella lettera-
tura filosofica araba del secolo IX - si pensi agli excerpta degli
scritti filosofici di Platino e P rodo rifusi nella Teologia di
Aristotele, nel De causis e altrove 4 , nonché alle analoghe vicen-

* Il testo del presente contributo rappresenta una versione rielaborata di


una relazione presentata da chi scrive al seminario "Il viaggio delle idee e
dei testi fra culture diverse. L'eredità classica nelle culture araba, armena ed
ebraica" tenutosi a Venezia il 27 ottobre 2000.
1
]. FINNEGAN, Texte arabe du Perì nou d'Alexandre d'Aphrodise, Mélan-
ges de l'Université Saint-Joseph, 33 (1956), pp. 159-202.
2 'A. BADAWI, Commentaires sur Aristate perdus en grec et autres épitres,
Beyrouth 1971, pp. 31.15-42.6.
3 Cfr. ALEXANDRI APHRODISIENSIS Praeter commentarla Scripta minora. De
anima cum mantissa, ed. I. Bruns, "Commentaria in Aristotelem Graeca.
Supplementum Aristotelicum", Il/l, Berlin 1887, pp. 106.19-113.24.
4 Cfr. al proposito i saggi raccolti nel volume ]. KRAYE - W.F. RYAN -
Ch.B. ScHMITT (edd.), Pseudo-Aristotle in the Middle Age: The Theology and

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J
IL DE INTELLECTU DI ALESSANDRO DI AFRODISIA
ANNALI DI CA' FOSCARI, XL, 3, 200!

de subite da alcuni passi delle opere dello stesso Alessandro e Tuttavia, non esiste alcuna testimonianza della conoscenza di-
di Giovanni Filopono 5_ retta, nel giudaismo medievale, del secondo libro del De anima,
Fu questo estratto rielaborato del De anima di Alessandro, che includeva l'originale greco del De intellectu; e anche la
versione araba dell'operetta non sembra aver lasciato tracce
~unque, ~ rappresentare _il principale punto di partenza per
l elaborazione delle dottnne noetiche dei più celebri filosofi nella letteratura giudeo-araba.
arabi medievali, da al-Kindi ad al-Farabi sino ad Averroè. Cia- Fu soprattutto grazie alla tradizione indiretta ch_e i dot~i
scuno di questi autori, ~nfatti, dedicò al tema dell'intelletto ebrei del Medioevo vennero a conoscenza delle dottnne noeu-
che di Alessandro. In effetti, del Trattato sull'intelletto e l'in-
almeno uno scritto specifico, che assumeva sempre come mo-
dello o _come fonte diretta il testo di Alessandro. In questo telligibile di al- Fara bi si conosce tutta una serie di versioni
genere nentrano opere come la Risaia fì l-'aql (Trattato sull'in- ebraiche: secondo Gad Freudenthal 8 , se ne possono contare
telletto) di al~Kindi (m. 870) e la Risata /ì l-'aql wa-l-ma'qul almeno quattro . La prima, probabilmente realizzata _in ~roven~
(Trattato sull'zntelletto e sull'intelligibile) di al-Farabi (870-950): za già nella seconda metà del secolo XII, porta t1 utol~ di
Ketav ha-da'at (Scritto sull'intelletto) 9 e non è una versione
entra~bi quest_i scritti, tuttavia, non sono veri e propri com-
letterale, bensì piuttosto una parafrasi, qua e là ai?plificata
m~n.ti ~el De zntellectu, ma si presentano come interpretazioni
or:gmah del tema di quest'ultimo. Anche tra le opere di Aver- rispetto al testo originale; a~ essa seguiro~10 success1va~ente:
una traduzione anonima, dal titolo Se/er ha-sekel we-ha-muskalot
roe e~encate nei trattati bibliografici e nei cataloghi si trova
(Libro dell'intelletto e degli intelligibili); una versione attribuita
menziOnato un trattato sull'intelletto, altrimenti detto Sarh
al filosofo aristotelico ebreo provenzale Yeda'yah ha-Penini
maqala al-Iskandar /z l-'aql (Commento al trattato sull'intellett~
(1280-1340 circa), che si rivela in realtà una revisione ling~isti­
di ~lessandro) 6 , il cui testo originale, tuttavia, non risulta aver
co-terminologica dello Ketav ha-da'at; infine, una traduzwne
lasciato alcuna traccia nella tradizione manoscritta arabo-islamica.
letterale redatta nel 1314 dal celebre traduttore Qalonymos ben
A questo punto, diventa interessante esaminare la fortuna
Qalonymos ben Me'ir di Arles, dal titolo Se/er ha-sekel we-ha-
del testo nella tradizione giudaica medievale, nei suoi due filo-
muskal (Libro dell'intelletto e dell'intelligibile). Ma, accanto
ni linguistici: giudeo-arabo ed ebraico. Del testo del De anima
all'opera di al-Farabi, un ruolo di una certa importanza nella
di Alessandro, che rappresenta - come si è detto - la fonte
ultima dell'operetta in questione, proprio questa tradizione ci trasmissione dei contenuti del De intellectu venne svolto, nella
tradizione giudeo-araba ed ebraica medievale, proprio dal rela-
ha trasmesso una utile testimonianza: il primo libro, infatti
venne tradotto in ebraico dalla versione araba ad opera di tivo Commento di Averroè.
Che il Commento di Averroè all' opera di Alessandro fosse
Shemuel ben Yehudah di Marsiglia, tra il 1323 e il 1340 7.
stato tradotto in ebraico, nell'ambito di quel fenomeno di tra-
Other Texts , Warburg Institute Surveys and Texts, XI , London 1986, e F.
ZIMMERMANN, Proclus Arabus Rides Again, Arabic Sciences and Philosophy, scritta, M . STEINSCHNEIDER, Die hebraeisch en Uebersetzung en des J.4it~elalte:s
4 (1994), pp. 9-51. und die Juden als Dolmetscher, Berlin 1893 , ?P· 151-153; per la btbhografla
in merito, cfr. anche M. ZoNTA., La ftloso/za anttca nel Med:~evo ebratco,
5 Cfr. A .. I:JAs~AWI , Alexa~dre d'1;phrodise vs Jean Philopone: Notes sur
qu~lques traztes d Alexandre perdus en grec, conservés en arabe, Arabic Brescia 1996, pp. 247 e 254 . La versione venne co~unque uuhz~ata per l~
Sc1ences and Philosophy, 4 (1994), pp . 53-109 . ricostruzione del testo originale greco dell'opera d1 Alessandro, In sede d1
6.c!;· p. e~ IaN Aar Us.AYBI'A, 'Uyun al-anba' fi tabaqat al-atibba', ed. edizione di quest'ultimo: cfr. ALEXANDRI APHRODIS!ENSIS, Scrtpta mznora, cn.,
N. ~1çla ~ B~yrut s.d., p. 533.2 (dove l'opera è menzionata sotto il titolo di
pp . x~-xv . N S
Ma1ala fi l- aql, Trattato sull'intelletto); E. RENAN , Averroès et l'averroisme, s Devo queste informazioni alla cortesia di ~~d Freude_nthal (C. .R. .,
Par~s 1852 = H. PsiCHARI (ed.), Oeuvres complètes d'Ern est Renan, t. III, Parigi), che sta preparando uno studio sulla tradiZione ebraica del De zntel-
Pans 1~49, pp . _9-365 , a p. 351.9 (dove si riporta il testo della lista delle
opere d1 Averroe conservata nel manoscritto di El Escorial Derenbourg 884 lectu di al-Farabi.
9 Secondo lo stesso Freudenthal, il termine da 'at, generalmente impiega-
f. 82). ' ' to nel senso di 'conoscenza', ha qui il significato di 'intelletto' , secondo
7 La versi~ne eb_raica del De anima è tuttora inedita, se si eccettua un
l'uso terminologico proprio di alcuni testi filosofici ebraici della seconda
estra~~o pubblicato m A. G_iiNSZ, Die Abhandlung Alexanders von Aphrodi-
szas uber den lntellekt, Berlin 1886, pp . 3-16. Cfr., per la tradizione mano- metà del secolo XII.

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ANNALI DI CA' FOSCARI, XL, 3, 2001 IL DE INTELLECTU DI ALESSANDRO DI AFRODISIA

sposizione linguistica e culturale dei testi e delle dottrine della come una rielaborazione, simile agli analoghi scritti di al-Kindi
filosofia e della scienza greca verificatosi nel Giudaismo euro- e al-Farabi, dei contenuti dell'opera di Alessandro. Più che tra
peo tra il 1150 e il 1500, è noto da più di un secolo: a segna- i 'commenti grandi', dunque, l'opera andre?be a~moverat_a forse
lare per primo l'esistenza di una versione ebraica d eli' opera fu tra le 'epitomi' o 'compendi' (gawami'), nel quah. Aver~oe pren-
Moritz Steinschneider 10 . Steinschneider rilevò che questa ver- de spunto da uno degli scritti del Corpus Arzstotelzc~m per
sione viene trasmessa in appendice al commento, redatto dal presentare le conclusioni della sua per_sonale speculaziOne su
filosofo ebreo provenzale Mosheh Narboni (1300-1362 circa), alcune delle questioni trattate nello scrttto stesso. . .
di un altro scritto di Averroè sullo stesso tema: l'Epistola sulla In secondo luogo, così come si presenta nella vers10ne ebrai-
possibilità della congiunzione dell'intelletto agente (conservata ca utilizzata da Mosheh Narboni e da Yosef I?n ?hem_ Tov,
solo grazie alla tradizione ebraica), e si presenta pertanto, nella l'opera sembra limitarsi ad affrontare solo alcur:u de1 _temi trat -
tradizione manoscritta, inframmezzata da note di commento tati da Alessandro nel De intellectu 13 . ~n eff~tu, se s~ cot?fron-
dello stesso Narboni. Come segnala Steinschneider, il testo della tano i contenuti della versione dello_ scntto d1 Aver~oe ed1ta d~
versione utilizzata da Narboni venne nuovamente commentato Davidson con il testo della traduz10ne araba dell operetta d1
da Yosef Ibn Shem Tov, attivo in Spagna tra il 1470 e il 1480 Alessandro edita da Badawi, si rileva che:
~ome commentatore di Averroè - e, in questa seconda forma, 1. la prima parte dell'opera di Averroè (p~. 210.~-212.19 Da -
1l testo è trasmesso da due manoscritti. vidson) riflette i contenuti della trattaz10ne d: Alessandro
Questa versione, benché rappresentasse l'unica testimonianza sull'intelletto materiale (pp. 31.16-33.14 .Badaw~);_ . .
di un testo di Averroè altrimenti perduto, rimase inedita fino 2. la seconda parte (pp. 212 .19-213.17 Dav1dson) l~lzla .npren_-
al 1988, quando Herbert Davidson ne pubblicò il testo in dendo la trattazione alessandrina sull'intelletto .m abtto (bz:
edizione critica, con una breve introduzione 11 . Dall'edizione di l-malka; p. 33.15 ss. Badawi), ma dopo poche r~g~e ~verro~
Davidson emergono con evidenza alcuni aspetti della struttura passa ad esporre le dottrine noetiche di Tem1st1o e altn
e dei contenuti dell'opera, che meritano di essere menzionati. antichi commentatori";
Innanzitutto, è evidente che, anche se nella tradizione bi- 3. la terza parte (pp . 213.17-215.2 Davidso~) corris~onde alla
bliografica (nonché, come vedremo, nella tradizione indiretta) trattazione del terzo degli intelletti del s1stema d1. Alessan-
l'opera è citata come sarf?, con un termine cioè che designa dro, l'intelletto acquisito ('aql mustafod) . Anche m quest?
spesso (ma non sempre) il cosiddetto 'commento grande' 12 - e caso Averroè, dopo aver riportato le pnme ~aro~e. ~el dt -
ci si attenderebbe dunque uno scritto in cui Averroè riporta scorso di Alessandro (cfr. p. 33.21-22 Badawl) , mlZia una
parola per parola passi della versione araba del De intellectu digressione nella quale confronta le dottrine di Alessandro e
commentandoli poi in dettaglio - l'opera si presenta invece quelle di T emistio; .
4. infine, nella quarta parte (pp. 215.2-217 .1_8 D.av1dsodnl)l' Aver-
roè espone la propria dot~ri~a s~lla cong1unzwne e uomo
10 STEINSCHNEIDER, Die hebraeischen Uebersetzungen, cit., pp. 204-206. con l'intelletto agente. I nch1am1 ad Alessandro non manca-
ll H. DAVIDSON, Periis Even-Rusd le- "Mo'amar ba-fekel" sei Aleksander no (per esempio, la p. 216.2 ss. riprend~ liberamente ~a trat~
me-A/rodisias, Jerusalem Studies in Jewish Thought, 7 (1988), pp. 205-217. tazione sviluppata a p. 36.19 ss. Badawl) , ma la ~erswne SI
Per alcune note sulle dottrine contenute nell'opera, cfr. anche H .A. DAVID·
soN , Al/arabi, Avicenna, and Averroes, on Intellect, New York- Oxford 1992, interrompe bruscamente al termine della trattaZI<;>ne della
pp . 264 , 293 -294 , 326 nota 44. questione "se ciò che fa uscire l'intelletto matenale dalla
12 Per l'uso del termine sarh nella letteratura filosofica araba medievale potenza all'atto sia un intelletto separato" _(p. 217.1-18 Da-
~fr . D. GuTAS , Aspects o/ Literdry Form and Genre in Arabic Logica! W orks: vidson; cfr. al proposito 38.1-40.10 Badawl).
m Ch. BuRN ETT (ed.) , Glosses and Commentaries on Aristotelian Logica! Tex-
ts. The Syriac, Arabic and Medieval Latin Traditions, Warburg Institute Sur-
veys and Tex ts, XXIII, London 1993, pp. 29-76, alle pp. 33-35. Gutas rileva
peraltro che in qualche caso fari? indica "a generai interpretation of [the
13 Questo fatto è rilevato anche da STEINSCHNEIDER , Die hebraeischen
text's] sense in the form of a paraphrase" - come sembra essere il caso del
commento averroista al De intellectu. Uebersetzungen , cit., p. 205 .

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Nel complesso, dunque, l'opera di Averroè non sembra fare senza ombra di dubbio che il testo citato da Y osef Ibn. Waqqar
alcun riferimento all'ultima parte dello scritto alessandrino, corrisponde proprio allo scritto di Averroè in questw~e .. La
nella quale si affronta il problema della natura dell'intelletto citazione viene introdotta nell'opera con queste p~role: Giac-
agente stesso (cfr. specialmente le pp. 40-42 Badawl). Si deve ché la più perfetta trattazione ~i questo t~n:a (sczl. dell~ que-
dunque concludere che Averroè si fosse volutamente limitato a stione dell'intelletto) che io abbta trovato e, tl ~r~ttato ~h ~les­
commentare solo una parte del testo, oppure si può ipotizzare sandro di Afrodisia Sull'intelletto secondo l opznwne dz A:rzsto-
che la tradizione ebraica ci abbia trasmesso solo una versione tele, che è stato abbondantemente comm:ntato ~d ana_hzzato
incompleta del testo originale? nei suoi contenuti da Abu 1-Walid Ibn Rusd, abbtamo. n~orta­
Sia per dare una risposta a questo interrogativo, sia per to qui la sua esposizione (talbt~) di alcuni dei contenuti d1 qu~l
tentare una ricostruzione del testo originale arabo dell'opera, trattato e il loro commento" l7. Dopo queste paro.le, se~ue Il
assume particolare importanza l'esame di una testimonianza, testo arabo del commento, che presenta le seguenti cornspon-
proveniente dalla letteratura giudeo-araba e finora quasi com- denze con la versione ebraica:
pletamente trascurata. In un saggio del 1949 14 , Georges Vajda
studiò per la prima volta i contenuti della Maqala al-gami'a Testo arabo riportato da Yosef Ibn Waqqar
bayna al-falsa/a wa-l-sart'a (Trattato di conciliazione tra filosofia Averroè, Commento al De
intellectu, versione ebraica (secondo i fogli del manoscritto Va t. e br.
e Legge religiosa), un'opera, in lingua araba, dell'autore ebreo (di Mosheh Ibn Tibbon?) 203)
spagnolo Yosef Ibn Waqqar composta verso il 1360. In una (secondo le pagine del-
più ampia versione dell'articolo, inclusa in un volume del 1962, l' edizione Davidson)
Vajda stesso rilevò che, ai fogli 12v-14v dell'unico manoscritto 12v.20-13v.15 (introdotto dalla parola q ala,
del testo originale dell'opera (Città del Vaticano, Biblioteca 210.1-212.19
"disse")
Apostolica Vaticana, vat. ebr. 203), Yosef Ibn Waqqar, riporta
il testo arabo - mutilo alla fine - del Commento di Averroè al 212.19-213.4
13v.15 -20 (introdotto dalla formula qala
De intellectu, e diede inoltre argomenti a favore dell' attribuzio- al-Iskandar, "disse Alessandro": corrispon-
ne della versione ebraica dell'opera a Mosheh Ibn Tibbon, de ad Alessandro di Afrodisia, De intel-
lectu, versione araba, 33.15-20 Badawi)
segnalando l'esistenza di un nuovo testimone manoscritto di
quest'ultimo 15 . Questa breve segnalazione è rimasta però del 13v.20-14r.5 (introdotto dalla formula qala
tutto isolata: in effetti, la citazione di Averroè inclusa nell ' ope- 213.4-17
al-Qarj.i, "disse il giudice [scil. Averroè]")
ra di Ibn Waqqar (la quale è tuttora inedita) non è mai stata
verificata ed esaminata, né da Vajda né da altri studiosi, tanto 213.18-20 (introdotto dalla 14r.5-6 (introdotto dalla formula qala al-
formula amar Aliskandar, Iskandar; corrisponde in parte a 33.21-22
da essere stata completamente ignorata dallo stesso Davidson
"disse Ales san dro") Badawi)
anche in sede di edizione della versione ebraica 16.
In realtà, l'esame della citazione, da me compiuto sul codex 14r.6-14v.2 (introdotto dalla formula qala
213 .20-215.2
unicus del Trattato di conciliazione, e il suo puntuale confronto al-Qarj.t)
con la versione ebraica pubblicata da Davidson dimostrano
14v.2-4 (introdotto dalla formula qala al-
nazir "disse lo studioso": si tratta proba-
14 Cfr. G. VAJDA, "La conciliation de la philosophie et de la loi religieuse" bilm~nte di una nota di Ibn Waqqar):
de ]oseph ben Abraham Ibn Waqar, Sefarad, 9 (1949), pp. 311-350; 10 (1950), "Secondo me, il rapporto tra l'intelletto
pp. 25 -71 e 281-323. agente e l'intelletto mat~riale è come qu~l­
15 Cfr. G. VAJDA, Recherches sur la philosophie et la kabbale dans la lo che si ha quando m una casa bUJa,
pensée juive du Moyen Age, Paris - La Haye 1962, p. 129 e nota l.
16 Davidson afferma infatti esplicitamente che "il testo pubblicato qui è
conservato solo in una traduzione ebraica" (DAVIDSON, Periis Even -Rusd, cit.,
pp. 205-206), e non menziona neppure la segnalazione di Vajda . 17 Cfr. ms. Vat. ebr. 203, f. 12v.17-20.

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ANNALI DI CA' FOSCARI, XL, 3, 200! IL DE INTELLECTU DI ALESSANDRO DI AFRODISIA

nella quale non entra nulla che la illumi- del foglio 12v del manoscritto vaticano, non terminasse nel
?i, vi~ne aperta una finestra e vi entrano punto in cui inizia la lacuna, alla fine del foglio 14v, bensì
~ rag~1 del s~le .o una lampada: la casa si continuasse sino alla linea 4 del foglio 15 r. Ma questo signifi-
Illumma, e SI d1ce allora che è luminosa
grazie alla luce che vi è entrata".
cherebbe che le linee 1-4 del foglio 15v del manoscritto vati-
cano tradotte qui sopra - le quali sembrano contenere una
215.3-18 (introdotto dalla 14_v.~-~8 (pre~eduto dalla formula qala al- sorta di riepilogo finale delle dottrine presentate nel testo -
formula amar Aliskandar Qac/z, e effettivamente costituito in buona rappresentano un frammento del testo originale del commento
n~m .sen:tbra però riportar~ parte da riflessioni originali di Averroè) sconosciuto a tutto il resto della tradizione; e se così fosse,
cltazwm testuali del De
intellectu) sarebbe lecito supporre che le pagine mancanti tra i fogli 14 e
15 del manoscritto vaticano contenessero non solo la parte di
215.19-216.10 (introdotto 1.4v.18-29 (senza soluzione di continuità testo del commento corrispondente alle pp. 216.10-217.18 del-
dalla formula amar Aliskan- ~!spetto al passo precedente; il passo si l'edizione Davidson, ma anche, possibilmente, tutta una parte
dar) Interrompe ex abrupto) dell'opera andata perduta nella tradizione ebraica, che potreb-
be venire alla luce qualora in futuro venisse ritrovato un testo
216.10-217.18 [Lacuna di uno o più fogli nel ms.]
più completo dello scritto di Ibn Waqqar 19.
Alla luce di quanto si è rilevato, appare chiaro che la cita-
[nessuna corrispondenza] 15r.1-4: " ... intelligibili che arrivano sino zione riportata da Yosef Ibn Waqqar che qui abbiamo somma-
a l~i, grazie ~i quali e a partire dai quali riamente presentato ed esaminato, e che è stata completamente
arnva alle scienze speculative. Poi, si ele- trascurata dallo stesso editore del testo di Averroè, rappresenta
va ali~ conosc~nza dell'esistenza degli in- la più preziosa testimonianza per la ricostruzione del testo
tellet.u separati; poi, quando li ha perce-
piti Intellettualmente, si è perfezionato e
originale del Commento al De intellectu, sinora considerato
sostanziato di essi, al punto che ciò che perduto, e potrebbe persino aver conservato una parte del te-
esercita l'intellezione (al- 'aqil) si è unito sto non pervenuta attraverso la tradizione ebraica. N e forniamo
all'oggetto dt;ll'intellez,ione (al-ma'qiil), al- pertanto una prima edizione provvisoria in appendice al pre-
lora necessanamente l intelletto, il sogget- sente contributo, confrontando il testo arabo sia con la versio-
to e l'oggetto dell'intellezione diventano
u?a ~osa sola, e si verifica in lui la con-
gmnzwne con l'intelletto separato, come
abbiamo spiegato".
19 Si consideri, in effetti, che, anche se la lacuna tra i fogli 14 e 15 fosse
dovuta alla caduta di un solo foglio, questo foglio avrebbe dovuto contenere
un testo di lunghezza pari a circa 65 linee del testo della versione ebraica
così come si legge nell'edizione di Davidson: infatti, i fogli 13 e 14 del ms.
Vat. ebr. 203 corrispondono rispettivamente alle pp. 210.11-213.13 Davidson
Nel. tes~o ar~bo d~ll'opera di Ibn Waqqar, la conclusione (per un totale di 65 linee) e pp. 213.13-216.10 Davidson (per un totale
· ' cttazwne
della · d e segulta da queste parole·· "Q u e st o e' cw
·' c h e sempre di 65 linee). Tuttavia, la parte del testo della versione edita da
m1 _e gmn~o ella dottrina di Alessandro e della dottrina di Davidson che ricade nella lacuna va dalla p. 216.10 alla p. 217.18, per un
Abu 1- Wahd Ibn Rusd circa l'intelletto, secondo quanto è spie- totale di sole 31 linee. Sembra pertanto non inverosimile l'ipotesi che la
parte del testo di Ibn Waqqar inclusa nella lacuna conservasse almeno altre
g~to nel commento (sarf?) del giudice (scil. Averroè) al trattato 34 linee del testo originale arabo completo del commento di Averroè. Pur-
d1 Alessan~ro Sull'intelletto secondo l'opinione di Aristotele" 18. troppo, neppure l'anonima versione ebraica dell'opera di Ibn Waqqar, con-
Queste ulume parole. fanno ritenere possibile che la citazione servata nel manoscritto di Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vatica-
del commento averroista sul De intellectu, iniziata alla linea 20 na, vat. ebr. 384, ai ff. 125r-139v (per la quale cfr. VAJDA, Recherches sur la
philosophie, cit., p. 119), può essere eli alcun aiuto, perché ci è giunta an-
ch'essa incompleta e non arriva a coprire questa parte del testo: si ferma
infatti proprio in corrispondenza della linea 8 del foglio 14v del testo ma-
18
Cfr. ms. Vat. ebr. 203, f. 15r, 11. 4-5. noscritto arabo.

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ANNALI DI CA' FOSCARI, XL, 3, 200!
IL DE INTELLECTU DI ALESSANDRO DI AFRODISIA

ne ebraica
l'' d' edita
. da Davidson ' sia - laddo ve passi'b'l
1 e - con APPENDICE
me Ha, parziale tradu~ione ebraica d eli' opera di Ibn W a ar
conservata nel manoscntto Vat. ebr. 384 20_ qq

IL TESTO ARABO
DEL COMMENTO DI AVERROÈ
AL DE INTELLECTU
DI ALESSANDRO DI AFRODISIA

(Da: Yosef Ibn Waqq-ar, Maqiila al-giimi'a bayna l-falsa/a wa-1-sar-l'a

ms Vat. ebr. 203, ff. 12v.20-15r.4)1

~, ~'i~l Jla.ll JJ'il ':"_,..Ali:":",_,..:.. ~)l! '_,la.....JI ~ Jl&JI J,_i...ij: ZJL:i


.:.'i,J.a....JI ~ ~ ~~ ~ ~ •_,l.l4 4J" ._.l CII~ JH-,_. JI.U..::....I
,..i.....,.:.~ 11,:. ~t.. JS ~~ ,_,la.aJI V. ~'i }l.k ..,-Wl, JA1..14 }l.k ~

JA1..14 )lll ~A! ~l~ l:!,a JI..U::....'il Il.\ ~LS w, s._,.!JI d.J,j ~ ._,à JJ..\.Lio
6
Jl~ ~ ~ ~~.l.JI Jla.li ... Y.J':' .~'i_HA ..,..._, 4-J S~\S...'il ~lS....JJ. )l_U ,_,.-.

~ eii.:à ~'i~ v+i '~~A! 'i~~~ )li~ ~J:! t.. JSJ >li~ ~A! 'i~~~

1
L'edizione si basa su una traslitterazione in caratteri arabi del testo,
che nel manoscritto si presenta in caratteri ebraici; non sono segnalate le
correzioni, operate dall'editore, di alcuni errori di grafia del codice. In
apparato sono relegate le varianti presentate dalla versione ebraica dell'opera
di Averroè, secondo l'edizione di H . Davidson (sigla: D); vi sono inoltre
riportati i casi in cui la trad uzione ebraica parziale dell 'opera di Yosef Ibn
Waqqiir (ms. Vat. ebr. 384, ff. 137v-139v; sigla: V) si accorda evidentemente
con le lezioni del testo arabo contro la versione ebraica, o viceversa .
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ANNALI DI CA' FOSCARI, XL, 3, 2001 IL DE INTELLECTU Dl ALESSANDRO DI AFRODISIA

l.l.A u' J+Li.:! u.... LJAJ ~"'~ ,... ~ ·~ J,.U.. ,... ~ w ·~ J,J- ABSTRACT
,..., i,.t.J4 ~~~,.. "1,1 l.l.1U ui.S W 4.il .:U.UJ. •;i-4 ~ J..::.. JJLWI JU-11 One of the most important sources of Medieval Arabic and Hebrew
philosophical literature was Alexander of Aphrodisias' De intellectu.
,.. r::~ r::~ Jalll ll:~J •Jl.!Lt,... La JSJ Ja.&.llt r::~ r-! y:."'~l Jla..ll The text of the Arabic original of Averroes' commentary on this
~li,.t.JIV. ._..i"iJ:!f-IIJWir::l;i-1~ JaAJ~ Jk U..l..t ~J ~ V. Ja.i.l~ work, although first identified by Georges Vajda in an unpublished
14'h-century Judaeo-Arabic work by Yosef Ibn Waqqar, has been
.JU.ll vii •.tlll V. ~~J ~ J..l. JJu....ll Jla.lli JJu....ll JWI "'I Ja.UI completely neglected until now. Here, the Arabic text of such com-
J~, JJu...ll J.i..a..l4 •;i-4 J.&i..:! ~"',H+JI J.i..a..ll u' ~ ~ L.....l' mentary is first published and compared to the extant Hebrew ver-
sion, already published by Herbert Davidson.
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~~ .:.II.J~I "'~La.J.J .:.IIJ~I ,_. WI 4.J IISIJ~IJ .::.L...,__..JI ~La.....J .:.llj~l KEY WORDS
De intellectu. Averroes. Yosef Ibn Waqqar.
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