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PROPOSIZIONI

Finale:ίνά/οπώς/ώς+ cong.(con tempo principale)/ott.(con tempo storico)

Causale:οτι/δίοτι/ώς/έπέί/έπέίδέ+indicativo

Temporale:οτέ/οποτέ/ήνίκά/ώς+indicativo εως+indicativo ev ῷ+ indicativo

Consecutiva:esplicita:ώστέ/ώς+indicativo o ottativo obliquo

Implicita:ώστέ/ώς+infinito

Realativa:ος,ή,ο οστίς/ήτίς,οτί οσπέρ οίος

+ ind>fatto reale άν+cong>eventualità άν+ott>possibilità ottativo>desiderio

Imperativo o cong. esortativo άν+indicativo dei tempi storici> irrealtà o potenzialità nel passato

Proprie: introdotte da pronomi e hanno funzione di attributo o apposizione

Improprie: funzione di sub circostanziale

Interrogativa:diretta o indiretta o disgiuntiva

Pronomi:τις/τι ποιος,ά,ον ποσος,ή,ον ποτέρος,ά,ον

Avverbi:τί ποτέ πώς που

Disgiuntiva: 2 domande di cui una esclude l’altra


Poteron e
Potera e
Ara e o
…e

Modi:

- Enunciativa= indicativo
- Potenziale= indicativo+ άν
- Dubitativa=congiuntivo presente o aoristo

Le proposizioni oggettive e soggettive possono essere implicite o esplicite.

- Soggettive: espressioni impersonali χρη, εστι/εξεστι, προσηκει, πρεπει, δικαιον εστι, φανερον εστι
- Oggettive: dire, pensare, ritenere λεγω, νομιζω, sentimenti ηδομαι, βουλομαι, ευχομαι
In forma esplicita si chiamano DICHIARATIVE si formano con οτι/ως+ indicativo

In forma implicita si chiamano INFINITIVE e si formano con sogg. In acc.+ verbo infinito

AORISTO I SIGMATICO AORISTO I ASIGMATICO

έ+TV+σά+desinenze storiche έ+TV+ά+desinenze storiche

AORISTO II AORISTO III

έ+TV+ο/έ+desinenze storiche έ+TV+desinenze storiche (solo ίστήμί)

AORISTO CAPPATICO

έ+TV+κά+desinenze storiche

AORISTO PASSIVO I con suffisso θή AORISTO PASSIVO II con suffisso ή

έ+TV+θή+desinenze storiche attive έ+TV+ή+desinenze secondarie attive

1.con apofonia qualitativa:fanno l’aoristo I passivo 1.con apofonia qualitativa formano l’aoristo II passivo

Dal grado medio dal grado 0 o ridotto

2. con apofonia quantitativa:fanno l’aoristo I passivo 2. Con apofonia quantitativa formano l’aoristo II

Dal grado allungato passivo dal grado ridotto

FUTURO PASSIVO dal tema dell’aoristo passivo I FUTURO PASSIVO II dal tema dell’aoristo passivo II

T.AOR.P. I +σ+ο/έ+desinenze primarie medie T.AOR.P. II +σ+ο/ε+desinenze primarie medie

PERFETTO I PERFETTO II

Raddoppiamento+T.V.+κα/κ+desinenze del perfetto raddoppiamento+T.V.+α+desinenze del


perfetto

PERFETTO MEDIO-PASSIVO PPF I

Tema del perfetto + desinenze primarie medie aumento+ tema del perfetto + suff. –κει +
desinenze secondarie attive
PPF II PPF MEDIO-PASSIVO

Aumento + tema del perfetto + suff –ει + desinenze secondarie attive aumento + tema del perfetto +
desinenze secondarie
medie

FUTURO PERFETTO FUTURO PERFETTO MEDIO-PASSIVO

T.PF + suff. σ+ voc.tem. ο/ε + desinenze primarie attive T.PF+suff. σ+ voc.tem. ο/ε + desinenze primarie
medie

AGGETTIVI VERBALI

Sono forme nominali del verbo. Esistono due tipiche si distinguono per i suffissi:

- Aggettivo verbale I in: τος,τη,τον


- Aggettivo verbale II in: τεος,τεα,τεον

La prima forma esprime un’azione compiuta o che può essere compiuta.

La seconda ha valore passivo, indica un’azione che deve essere compiuta e corrisponde al gerundivo latino,
con le voci di eimi corrispondono alla perifrastica passiva latina; in greco la perifrastica passiva è usata
generalmente nella forma impersonale; il complemento d’agente è espresso in dativo

verbo TV FUTURO AORISTO PERFETTO


ἄρχω ἀρχ- ἄρξω ἦρξα ἦρχα
ἄρξομαι ἠρξάμην ἦργμαι
ἀρχθήσομαι ἤρχθην
αἱρέω αἱρε-/ἑλ- αἱρήσω εἷλον ᾕρηκα
αἱρήσομαι εἱλόμην ᾕρημαι
αἱρηθήσομαι ᾑρέθην
ἐπίσταμαι ἐπιστη-/ἐπιστᾰ- ἐπιστήσομαι ἠπιστήθην /
ἔχω ἐχ- σχε ἕξω|σχήσω ἔσχον ἔσχηκα
ἐσχέθην ἔσχημαι
φημί φα- φη- φήσω ἔφησα /
πείθω πιθ-/πειθ-/ποιθ- πείσω ἔπεισα|ἔπιθον πέπεικα|πέποιθα
πείσομαι ἐπιθόμην πέπεισμαι
πεισθήσομαι ἐπείσθην
τυγχάνω τευχ- τυχ- τεύξομαι ἔτυχον|ἐτύχησα τετύχηκα
λαγχάνω λᾰχ- / ληχ-  λήξομαι ἔλαχον εἴληχα|λέλογχα
ἐλήχθην εἴληγμαι
πέμπω πεμπ-πομπ- πέμψω ἔπεμψα πέπομφα
πέμψομαι ἐπεμψάμην πέπεμμαι
πεμφθήσομαι ἐπέμφθην
εἰμί ἐσ-/σ- ἔσομαι / /

T.V.+2 suffissi davanti ai quali i temi in vocale allungano la vocale, quelli in consonante presentano un
ampliamento in η e a volte modificazioni fonetiche.
VERBI POLIMATICI

TEMI FUTURO ATTIVO AORISTO ATTIVO PERFETTO ATTIVO E


MEDIO AOR E FUT PASS.

ᾰἰῤὲὠ PRENDO ᾰῐῤὲ/ὲλ ειρησώ/έλώ ειλον ηρηκα/ηρημαι


ηρεθην/αιρεθησομαι

ερχομαί VADO/VENGO ερχ/ελθ ελευσομάί ήλθον εληλυθα


--

εσθιω MANGIO εσθι/εδ/φάγ εδομάί εφαγον εδηδοκα/εδηδεμαι


ηδησθην/εδεσθησομαι

λεγώ DICO επ/ερ/ρή ερω είπον/είπα ειρηκα/ειρημαι


ερρηθην/ρηθησομαι

οραώ VEDO E QUINDI SO ορα/ιδ/οπ οφομάι είδον εωρακα/εωραμαι


ωφθην/οφθησομαι

τρέχω CORRO τρέχ/δραμ δραμουμαί έδράμον


δεδραμηκα/δεδραμημα --

φέρω PORTO φέρ/οι/ένέκ οίσώ ήνέγκον/ήνέγκά ενηνοχα/ενηνεγμαι


ηνεχθην/ενεχθηομαι

POSIZIONE ATTRIBUTIVA E PREDICATIVA

Due diverse funzioni sintattiche.


Posizione attributiva: l’aggettivo è sempre preceduto dall’articolo ed è usato quindi con valore qualificativo.
Art+agg+nome o palaios nomos, art+nome+art+agg. O nomos o palaios, nome+ art+ agg nomos o palaios.
In posizione attributiva si possono trovare anche participi, avverbi e complementi strettamente legati al
sostantivo della reggente.

Posizione predicativa: la determinazione non è mai immediatamente preceduta dall’articolo ed è perciò


usata in funzione di predicato. Art+nome+attributo oi politai plousioi, attributo+art+nome plousioi oi
politai

PRONOMI PERSONALI NON RIFLESSIVI

Ego, emou,mou,emoi,moi,eme,me emeis, emon, emin, emas 1 PERS.

Su,sou,sou,soi,soi,se,se umeis,umon, umin, umas 2 PERS

Ou,ou,oi,oi,e,e sfeis, sfon, sfisi, sfas 3 PERS

PRONOMI PERSONALI RIFLESSIVI

Si formano dall’unione dei pronomi personali + autos


sing em (1), s (2), e (3)+ autos
plur autos preceduto dal pronome

PRONOMI E AGGETTIVI POSSESSIVI


Radice dei pronomi personali + o/a per sing tero/tera per plur
1 PERS emos,eme,emon,emeteros,emetera,emeteron
2 PERS sos,se,son,umeteros,umetera,umeteron
3 PERS os,e,ov,sfeteros,sfetera,sfeteron
Per la 1 e 2 pers possono essere riflessivi o non
Per la 3 solo riflessivi
Si trova in posizione attributiva
Può avere o valore soggettivo o oggettivo

AUTOS,AUTE,AUTON
Può essere sia pronome sia aggettivo. Pronome che rimanda ad un altro elemento della frase si dice
anaforico.
Come pronome:
- Se si trova in funzione predicativa si traduce con: egli, io tu, lui, egli stesso,noi,voi, essi stessi
- Se si trova in funzione attributiva si traduce con : medesimo
Come aggettivo:
- Se si trova in funzione predicativa si traduce con: quello, stesso, in persona
- Se si trova in funzione attributiva si traduce con: medesimo, uguale a

PRONOMI E AGGETTIVI INDEFINITI


Tis,ti: come pronome (qualcuno, qualcuna, qualche cosa), come aggettivo (uno, una cosa, un tale, una tal
cosa)
O,e,to deina: qualcuno, qualcuna, qualche cosa
Oudeis,oudemia,ouden / Medeis,medemia,meden=nessuno, niente. Formati da negazioni ou e me e dal
numerale eis,mia,en

Allos,alle,allo
Significati:altro, uno..un altro, l’uno..l’altro, restante,rimanente, diverso

Il pronome reciproco allelo,allele,allelo


Avverbio: reciprocamente
Pronome: l’un l’altro
Complemento partitivo: tra loro

Apofonia
L'apofonia, ovvero la gradazione o alterazione vocalica, è il fenomeno fonetico per cui la vocale di una
stessa radice subisce delle varie variazioni:

 di quantità,
 di timbro.
Mentre l'apofonia quantitativa è propria del greco, la qualitativa è originaria della lingua indoeuropea e
consiste in un vero e proprio mutamento di vocale. Per comprendere il mutamento va ricordato che una
radice può avere tre gradi:

 medio (o normale),
 forte (o pieno),
 debole (o ridotto).
L'apofonia qualitativa è quindi proprio il passaggio tra un grado e l'altro che si indica di solito con il nome
di vocalismo medio, forte, debole. Non tutti e tre le radici hanno tutte e tre i gradi, e non sempre i
fenomeni di apofonia obbediscono a leggi fisse.

NOMINATIVO
Soggetto

È la persona o la cosa che compie o subisce l’azione del verbo.

ὁ ἄνθρωπος τρέχει

L’uomo corre

Nome del predicato

È il nome o l’aggettivo che compare nel predicato nominale (cioè insieme al verbo εἰμί).

Κῦρος ἦν Ἀσίας βασιλεύς

Ciro era re dell’Asia

Complemento predicativo del soggetto

È un termine riferito al soggetto che completa il significato del verbo.

ὁ ἄνθρωπος νομίζεται σοφός

L’uomo viene reputato saggio

Il complemento predicativo del soggetto compare in presenza di verbi:

Copulativi δοκέω, φαίνομαι… Sembro, appaio…

Appellativi λέγομαι, καλοῦμαι… Sono detto, sono chiamato…

Estimativi νομίζομαι, ποιοῦμαι… Sono reputato, sono ritenuto…

Elettivi αἱροῦμαι, ἀποδείκνυμαι… Sono eletto, sono designato…


Nominativo con l’infinito

È il soggetto delle proposizioni infinitive che hanno la costruzione personale.

στρατιῶται λέγονται νικῆσαι

Si dice che i soldati abbiano vinto

LETTERALMENTE “I SOLDATI SONO DETTI AVERE VINTO”

Nominativo assoluto

È un costrutto formato da un nome o un pronome e un participio (entrambi al nominativo), indipendente rispetto al resto della
frase.

μαχομένη ἡ Ἑλλάς, χεὶρ μεγάλη συνάγεται

Poiché la Grecia combatte, viene radunato un grande esercito

GENITIVO

Complemento di specificazione

Rappresenta una determinazione del nome a cui si riferisce.

ἡ μῆνις τῶν θεῶν

L’ira degli dei

Complemento partitivo
Indica l’insieme di cui si sta prendendo in considerazione una parte.

οἱ χρηστοὶ τῶν ἀνθρώπων

Gli onesti tra gli uomini

Secondo termine di paragone

Indica la persona o la cosa rispetto a cui viene fatto un paragone.

ἦν κακίων τοῦ ἀδελφοῦ

Era più cattivo del fratello

Il secondo termine di paragone si trova sempre dopo un comparativo.

Genitivo di possesso

Esprime il rapporto di possesso di un nome rispetto a un altro.

ἡ οἰκία Τηλέφου

La casa di Telefo

Questo tipo di genitivo è molto frequente con i pronomi personali. Ad esempio, ἡ οἰκία ἐμοῦ significa “la mia casa” (letteralmente
“la casa di me”).

Genitivo di pertinenza

Indica una persona a cui spetta un determinato compito o che ha una certa caratteristica.

Δημοσθένους ἐστὶ δεινῶς λέγειν

È tipico di Demostene parlare violentemente

Il genitivo di pertinenza si trova perlopiù in presenza del verbo εἰμί e si traduce con è tipico di oppure è proprio di.

Genitivo assoluto

È un costrutto formato da un nome o un pronome e un participio (entrambi al genitivo), indipendente rispetto al resto della frase.

Τοῦ ἡλίου στίλβοντος, ὁ γεωργὸς ἡσυχάζεται

Poiché il sole splende, il contadino si riposa

Complemento di colpa e di pena

Si tratta di un genitivo usato principalmente nel gergo giudiziario e indica la colpa di cui si è accusati o la pena a cui si è condannati

γραφὴ κακηγορίας

Processo per diffamazione

κρίνειν θανάτου

Condannare a morte

Questo tipo di genitivo si trova perlopiù in presenza dei seguenti termini:

Nomi

δίκη Pena

γραφή Processo
αἰτία Causa

Verbi

αἰτιάομαι Accuso

κρίνω Condanno

Aggettivi

αἴτιος Colpevole

ἀναίτιος Innocente

Complemento di tempo determinato

Indica la collocazione temporale dell’azione.

χειμῶνος οἱ πόλεμοι παύονται

D’inverno le guerre cessano

Complemento di stima e prezzo

Indica il valore morale o commerciale di qualcosa.

ποιεῖσθαι πολλοῦ 

Stimare molto

ἐπριάμην δακτύλιον δραχμῆς

Comprai un anello per una dracma

Complemento di materia

Indica il materiale di cui è fatto qualcosa.

ἄγαλμα λίθου λευκοῦ

Una statua di marmo bianco

DATIVO

Complemento di termine

È la persona o la cosa a cui è diretta l’azione del verbo.

χρήματα τῷ φίλῷ παρέχομεν

Offriamo ricchezze all’amico

Dativo di interesse

Indica a vantaggio o a svantaggio di chi si svolge l’azione del verbo.

οἱ θεοὶ εὐδαιμονίαν ἐποίησαν τοῖς ἀγαθοῖς

Gli dei crearono la felicità per gli onesti


Dativo etico

Consiste in un pronome personale al dativo che rappresenta la persona coinvolta emotivamente nell’azione espressa.

μὴ μοι μίμνε τοῦτον ἄνδρα οἶος

Non affrontarmi da solo quell’uomo

Dativo di possesso

Si trova insieme al verbo εἰμί e indica la persona a cui appartiene qualcosa.

ἦσαν τῷ Κροίσῳ δύο παίδες

Creso aveva due figli

LETTERALMENTE “A CRESO ERANO DUE FIGLI”

Per tradurre correttamente il dativo di possesso conviene seguire questi tre passaggi:

 la parola in dativo diventa il soggetto


 il verbo essere viene tradotto con avere (il tempo e il modo non cambiano)
 il soggetto del verbo εἰμί in greco diventa in italiano il complemento oggetto

Riprendendo l’esempio di prima, la traduzione va quindi fatta in questo modo:

A Creso → Creso

Erano → Aveva

Due figli → Due figli


Complemento di mezzo o strumento

Indica la persona o la cosa attraverso cui si compie l’azione del verbo.

τῷ σκήπτρῳ τὸν ἄνδρα ἔπληξεν

Colpì l’uomo con lo scettro

Complemento di causa

Indica la causa che provoca l’azione del verbo.

φόβῳ οἴχομαι

Svengo per la paura

Complemento di tempo determinato

Indica la collocazione temporale dell’azione.

τρίτῃ ἡμέρᾳ εἰς τὴν πόλιν ἦλθον

Il terzo giorno giunsi in città

Complemento d’agente o di causa efficiente

Indica la persona o la cosa da cui è compiuta l’azione.

πολλαὶ θεραπεῖαι εὕρηνται τοῖς ἰατροῖς

Molti rimedi sono stati trovati dai medici

Complemento di modo

Dà un’ulteriore precisazione su come si svolge l’azione.


χαρᾷ ᾄδομεν

Cantiamo con gioia

ACCUSATIVO

Complemento oggetto

È la persona o la cosa su cui ricade direttamente l’azione del verbo.

ὁρῶμεν τὴν νῆσον

Vediamo l’isola

Complemento predicativo dell’oggetto

È un termine riferito al complemento oggetto che completa il significato del verbo.

καλλίστην νομίζουσι Καλλιρόην

Considerano Calliroe bellissima

Il complemento predicativo dell’oggetto compare in presenza di verbi:

Appellativi ὀνομάζω, καλέω… Denomino, chiamo…

Estimativi νομίζω, κρίνω… Ritengo, giudico…

Elettivi ἀποδείκνυμι, ἀναγορεύω… Designo, proclamo…


Accusativo con l’infinito

È il soggetto delle proposizioni infinitive.

λέγουσι τὸν τύραννον ἀποθανεῖν ἐν μάχῃ

Dicono che il tiranno morì in battaglia

Accusativo assoluto

Consiste nel participio neutro di alcuni verbi impersonali, di cui i principali sono:

δέον, χρεών Essendo necessario

ἐξόν, παρόν Essendo possibile

πρέπον, προσῆκον Essendo conveniente


δέον μαχέσθαι, ἡ πόλις συνέλεγε τοὺς στρατιώτας

Essendo necessario combattere, la città radunò i soldati

L’accusativo assoluto ha spesso valore concessivo (pur essendo necessario, pur essendo possibile, pur essendo conveniente).

Accusativo di relazione

Circoscrive l’azione del verbo a un particolare ambito (è conosciuto anche come accusativo alla greca).

ἀλγῶ τὰ ὄμματα

Ho male agli occhi

L’accusativo di relazione è utilizzato sopratutto in espressioni del tipo “alto di statura“, bello d’aspetto“, “nobile di stirpe” e così
via.

Complemento di tempo continuato

Indica la durata dell’azione del verbo.


ἐπλεύσαμεν πολλὰς ἡμέρας

Navigammo per molti giorni

Doppio accusativo

Alcuni verbi reggono due accusativi (generalmente uno indica una persona e uno indica una cosa).

τοὺς στρατιώτας τὸν μισθὸν ἀπεστέρησεν

Privò i soldati dello stipendio

In greco il comparativo e il superlativo di un aggettivo si formano in due modi:

Comparativo -τερος, -τέρα, -τερον

Superlativo -τατος, -τάτη, -τατον

δίκαιος → δικαιότερος

δίκαιος → δικαιότατος

Comparativo -ίων, -ιον

Superlativo -ιστος, -ίστη, -ιστον

ἡδύς → ἡδίων

ἡδύς → ἥδιστος
Declinazione

Il comparativo e il superlativo si declinano in questo modo:

-τερος, -τέρα, -τερον

-τατος, -τάτη, -τατον

-ιστος, -ίστη, -ιστον

Stessa declinazione degli aggettivi di prima classe (il maschile e il neutro seguono cioè la seconda declinazione, il femminile la
prima).

-ίων, -ιον

Stessa declinazione degli aggettivi di seconda classe (segue cioè la terza declinazione).

Il secondo termine di paragone

La persona o la cosa rispetto a cui viene fatto il confronto si chiama secondo termine di paragone, che viene espresso al genitivo
oppure nello stesso caso del primo termine dopo ἤ:

Genitivo

καλλίων θεοῦ

Più bello di un dio

Stesso caso del primo termine dopo ἤ

ὁ ταῦρος ἰσχυρότερός ἐστιν ἢ ὁ βοῦς


Il toro è più forte del bue

Il secondo termine di paragone (βοῦς) è nello stesso caso del primo termine (ταῦρος), cioè al nominativo.

Il comparativo assoluto

Il comparativo può essere usato anche senza secondo termine di paragone (comparativo assoluto) e in questo caso si traduce
con abbastanza / piuttosto / troppo più l’aggettivo di base:

καλλίων ἦν ὁ παῖς

Il ragazzo era piuttosto bello

Il comparativo e il superlativo degli avverbi

Per fare il comparativo e il superlativo degli avverbi si usa:

Il neutro singolare del comparativo per fare il comparativo.

δικαιότερον

Più giustamente

Il neutro plurale del superlativo per fare il superlativo.

δικαιότατα

Giustissimamente

IL PARTICIPIO

Può avere valore nominale o verbale.

valore funzione Corrisponde a


nominale sostantivo sostantivo
attributivo aggettivo
Relativa
attributiva
congiunto temporale
verbale appositiv causale
o concessiva
relativa
condizionale
Modale-
strumentale
finale
Nominativ Concessiva,
o assoluto causale,
Accusativo temporale,
assoluto condizionale
Genitivo
assoluto
predicativ Del infinito
o soggetto soggettiva
Espressioni
avverbiali
Dell’oggett oggettiva
o

PARTICIPIO SOSTANTIVATO E ATTRIBUTIVO

Sostantivato:
- è generalmente preceduto dall’articolo
- ha la funzione di sostantivo
- si traduce con nome, aggettivo sostantivato, proposizione relativa attributiva
- mantiene il valore aspettuale e temporale del participio

attributivo:
- è generalmente preceduto dall’articolo
- ha la funzione di attributo di un nome
- concorda con il nome in genere, numero e caso
- si traduce con un aggettivo, participio, proposizione relativa
- mantiene il valore aspettuale e temporale del participio

PARTICIPIO CONGIUNTO
- non è mai preceduto dall’articolo
- concorda con un termine della reggente in caso, genere, numero
- mantiene il valore aspettuale e temporale del participio
- svolge la funzione di proposizione subordinata
può avere valore:
- temporale
- causale
- concessivo
- condizionale
- modale-strumentale
- finale

IL PARTICIPIO PREDICATIVO

E’ molto usato in greco, non è mai preceduto dall’articolo e concorda con un elemento nominale della proposizione
reggente: svolge la funzione di complemento del predicato verbale, la cui azione completa il significato di alcuni verbi.
In italiano si può tradurre con un infinito oppure con una dichiarativa introdotta da «che».

Esistono due tipi di participio predicativo: del soggetto e del complemento oggetto.

Hanno il participio predicativo del soggetto:

1 I verbi che indicano inizio, proseguimento, fine come ἄρχομαι «comincio», παύομαι «smetto», διατελέω «continuo».
Es. οὐ παύσομαι φιλῶν: «non smetterò di amare».

2 I verba affectum, cioè verbi che esprimono sentimenti o stati d’animo, come χαίρω, ἥδομαι «gioisco, mi rallegro»,
αἰσχύνομαι «mi vergogno», ἄχθομαι «mi sdegno», μεταμέλομαι «mi pento» ecc. Es. τοὺς εὐσεβεῖς θεοὶ θνῄσκοντας
οὐ χαίρουσιν: «gli dèi non gioiscono di veder morire i pii».

3 I verbi di percezione, come ὁρῶ «vedo», ἀκούω «sento», αἰσθάνομαι «mi accorgo», γιγνώσκω «conosco», οἶδα
«so», πυνθάνομαι «vengo a sapere» ecc. Es. οἶδα ἀγαθὸς ὤν: «so di essere buono».
4 I verbi che indicano un modo di essere del soggetto, come τυγχάνω «sono, mi trovo per caso», λανθάνω «sono
nascosto», φαίνομαι «sono manifesto», φθάνω «prevengo», φανερός εἰμι, δῆλός εἰμι «sono manifesto, è chiaro che»
ecc. Questi verbi si traducono in italiano con un avverbio, mentre il participio predicativo prende il tempo e la
persona del modo finito.

τυγχάνω «per caso»

λανθάνω «di nascosto», «all’insaputa di»

φαίνομαι «evidentemente», «è chiaro che»

φθάνω «prima»

φανερός εἰμι, δῆλός εἰμι «è chiaro che»

Es. ἔλαθεν ἐκφυγών: «fuggì di nascosto»; παρὼν ἐτύγχανε: «era per caso presente»; ἔλαθον ἡμᾶς ἀποδράντες:
«fuggirono a nostra insaputa»; ἠδικηκὼς οὐδὲν φαίνομαι: «è chiaro che non ho commesso nessuna colpa».

Hanno il participio predicativo del complemento oggetto:

1 I verbi di percezione come ὁρῶ «vedo», ἀκούω «sento», αἰσθάνομαι «mi accorgo», γιγνώσκω «conosco»,
πυνθάνομαι «vengo a sapere» ecc. Es. ὁρῶ τὸν παῖδα γελῶντα: «vedo che il bambino ride».

2 I verba dicendi o declarandi, come ἀγγέλλω «annuncio», δηλόω «mostro», δείκνυμι «dimostro» ecc. Es. ἔδειξας
ἡμᾶς ἀγαθοὺς ὄντας: «dimostrasti che noi eravamo buoni».

PARTICIPIO ASSOLUTO
Nominativo assoluto, accusativo assoluto e genitivo assoluto.
Nominativo assoluto
- è costituito da un soggetto e da un participio in nominativo non legati al sogg della reggente
accusativo assoluto
- è formato dal participio neutro di un verbo impersonale o usato impersonalmente
- talvolta è formato con una locuzione costituita da un aggettivo neutro e dal participio di eimi on
- in genere è seguito da una proposizione infinitiva e ha prevalentemente valore concessivo, a volte causale,
temporale e condizionale.
Genitivo assoluto
- è formato da un sogg in genitivo e dal participio concordato in genitivo
- si traduce con un gerundio in forma implicita o in forma esplicita con una subordinata temporale, causale,
concessiva, condizionale; non ha mai valore finale o consecutivo

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