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bridges
Influenza della variabilità delle proprietà meccaniche e geometriche sulla fragilità
di ponti Maillart in c.a.
KEYWORDS: RC arch bridges, Maillart bridges; Analisi dinamiche non lineari, Cloud Analysis, epistemic uncertainties/ Ponti ad
Arco in c.a., Ponti Maillart; Analisi Dinamiche non lineari, Analisi Cloud, variabili epistemiche.
Shear Behavior
Flexural Behavior
DS2
DS1
Curvature c
(a) (b)
Figure 4. (a) Finite Element model of a generic ‘Maillart’ type bridge of the generated database; (b) the backbone curve of pillars
controlled by shear /(a) Modello agli elementi finiti di uno dei ponti ‘Maillart’ presenti nel campione; (b) Sviluppo flessionale di pi-
lastri tozzi in caso di rotture fragili.
Il comportamento sismico di tutti gli 80 ponti del no stati considerati come elementi resistenti solo le
database è stato esaminato attraverso analisi dinami- travi, trascurando la presenza della soletta, che è sta-
che non lineari. In tali analisi, la volta e le travi sono ta, quindi, portata in conto solo in termini di carico,
state considerate elastiche, mentre per i pilastri è sta- mentre un diaframma rigido ne simula l’effetto nel
to adottato un modello a plasticità concentrata inte- piano. Tale semplificazione è, inoltre, giustificata dal
grato nella libreria di OpenSees del tipo “Beam With fatto che spesso nei ponti, i componenti strutturali
Hinges”. Il comportamento non lineare delle cerniere più vulnerabili sono i pilastri, mentre difficilmente si
plastiche alle estremità dei pilastri è stato simulato at- apprezzano danneggiamenti all’impalcato.
traverso il legame momento-curvatura riportato in Il comportamento strutturale di ogni elemento si
Figura 4b e caratterizzato da tratti lineari individuati riflette nella vulnerabilità dell’intero ponte. Nelle
da 4 punti (Mcr, My, Mmax e Mult). Poiché per i pilastri analisi qui presentate, a favore di sicurezza, è stato
più tozzi la crisi è di tipo tagliante, (Crisci et al., considerato come livello prestazionale del ponte,
2020), l’interazione taglio-flessione è stata dunque quello dell’elemento, o degli elementi, che per primi
portata in conto considerando una riduzione della raggiungono un predefinito target. Per la specifica ti-
duttilità flessionale (Priestlely et al., 1994). pologia strutturale esaminata, data l’elevata vulnera-
Per simulare il comportamento dell’impalcato so- bilità a taglio degli elementi tozzi, si è assunto che
questi ultimi qualifichino il comportamento 5. Si precisa, inoltre, che ciascuna soglia è il valore
dell’insieme. Pertanto, se negli elementi tozzi si rag- medio tra tutti gli 80 valori dei DSi raggiunti dai pila-
giunge la prematura rottura a taglio, che anticipa lo stri tozzi nelle 80 analisi. Ciò comporta che la defini-
snervamento delle armature longitudinali per flessio- zione delle soglie di danno non è deterministica, ma è
ne, questi elementi subiscono una repentina riduzione caratterizzata da una media e una varianza relative al
di resistenza (Figura 4b). Non sapendo se tali pilastri campione di 80 ponti diversi analizzati: ciascun pon-
riescano ancora a portare carico verticale, a favore di te del campione, con riferimento ai suoi pilastri tozzi,
sicurezza, si considera come ultimo livello di per- ha, infatti, un distinto valore del drift relativo al DS1
formance per tali elementi la condizione appena an- e al DS2. Oltre al valore medio delle soglie di danno
tecedente lo snervamento (DS2 in Fig. 4b). L’altra è, quindi, possibile definire anche il 16° e l’84° per-
condizione di danno definita per tali pilastri corri- centile della loro distribuzione.
sponde alla loro fessurazione (DS1 in Fig. 4b). In Figura 6 si riportano le curve di fragilità per i
due livelli di danneggiamento DS1 e DS2 con riferi-
mento sia ai valori medi che ai percentili 16° e 84°
4 RISULTATI DELLE ANALISI NON LINEARI
della distribuzione delle soglie di danno DS1 e DS2
In accordo al metodo di assegnazione 1 a 1, gli 80 negli 80 ponti analizzati; pertanto, per ogni DS, si
accelerogrammi selezionati sono stati applicati al può definire un fuso di variazione delle relative curve
campione di ponti generato, formato da 80 strutture di fragilità.
diverse per geometria o proprietà meccaniche dei
materiali. Come parametro rappresentativo della ri-
sposta sismica di ogni ponte è stato assunto il massi-
mo drift dei pilastri registrato (indicato con PD, i.e.
Pillar Drift) durante l’analisi dinamica per effetto
dell’accelerogramma applicato a quel ponte che è a
sua volta identificato dalla sua PGA. In accordo
all’approccio Cloud, i valori del massimo PD e della
PGA corrispondente all’accelerogramma che ha ge-
nerato quel drift sono diagrammati in un piano dop-
piamente logaritmico dando luogo alla nuvola di
punti su cui si esegue una regressione lineare (Figura
5).