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PROCESSO E DI PRODOTTO
OGGETTO
Prove di resistenza a trazione
SCHEMA
DISEGNO (Scala 1: )
𝐿𝑜
=5 ⇒ 𝐿𝑜=5 𝑑𝑜: Proporzionamento del provino per la prova di trazione, quest’ultimo varia in base
𝑑𝑜
a forma e tipologia del provino. Nel nostro caso di provino a forma circolare è valida la precedente
relazione dove 𝐿𝑜 è la lunghezza del tratto utile che deve essere uguale a cinque volte 𝑑𝑜 , ovvero il
diametro.
𝐹𝑚
𝑅𝑚= : Questa formula ci consente di calcolare la resistenza a trazione del materiale ovvero Rm,
𝑆𝑜
dove 𝐹𝑚è la forza di resistenza massima e 𝑆𝑜 è la sezione della provetta. Essa si esprime sia in
Newton su millimetri quadro, sia in mega pascal
𝑚𝑚
𝑁
2[=𝑀𝑃𝑎 .
]
2
𝑑𝑜
𝑆𝑜=𝜋 ⋅ : Questa formula ci consente di calcolare la sezione della provetta (So), data da 𝜋 per
4
𝑑 𝑜 (diametro al quadrato) fratto 4, si esprime in millimetri.
2
2
𝑑𝑢 [
𝑚𝑚 ]: Utilizzata per calcolare la sezione ultima della provetta (Su), data da 𝜋 per
2
𝑆𝑢=𝜋 ⋅
4
diametro ultimo al quadrato ( 𝑑 𝑢2 ) fratto 4, si esprime in 𝑚 𝑚2.
2 2
𝑑𝑜 −𝑑𝑢
𝑍= 2 : Questa formula consente di calcolare la strizione, ovvero la riduzione della sezione
𝑑𝑜
calibrata del provino dopo la rottura. Dove: 𝑑 𝑜2è il diametro iniziale del provino cilindrico elevato
al quadrato e 𝑑 𝑢2 è il diametro minimo/ultimo del provino cilindrico dopo la rottura.
∆ 𝐿𝑟 𝐿𝑢 − 𝐿𝑜
𝜀%= ⋅100= ⋅100: Questa formula consente di calcolare l’allungamento percentuale a
𝐿𝑜 𝐿𝑜
rottura della provetta ( 𝜀% 𝑜 𝐴). Dato da ∆ 𝐿𝑟 ovvero 𝐿𝑢 − 𝐿𝑜(lunghezza ultima meno lunghezza
iniziale).
𝑑𝑜− 𝑑𝑢
𝜀= : Questa formula consente di calcolare la contrazione trasversale unitaria a rottura, data
𝑑𝑜
da do (diametro iniziale) meno du (diametro ultimo), fratto il diametro iniziale.
CALCOLI
Dati risultanti dalla prima prova effettuata con provino di acciaio C20:
Risultata “Non Valida”
do=15 mm
du=11,5 mm
Fm1=11600 kg carico max espresso in kg
Fu1= 8800 kg carico ultimo espresso in kg
Fs1=6000 kg carico di snervamento espresso in kg
Lu=86 mm lunghezza ultima
𝐹𝑚 113796 𝑁
𝑅𝑚= = =644
𝑆𝑜 176 , 7 𝑚𝑚 2
𝐹𝑢 84366 𝑁
𝑅𝑢= = =477 , 4
𝑆𝑜 176 ,7 𝑚𝑚 2
𝐹𝑠 58860 𝑁
𝑅𝑠= = =333 , 1
𝑆𝑜 176 , 7 𝑚𝑚 2
Fm:
113796+ 103494 , 5
𝐹 𝑚( 𝑚)= =108645 ,2 𝑁
2
113796 −103494 , 5
𝐹 𝑚( 𝑒𝑎 )= =5150 , 7 𝑁
2
5150 , 7
𝐹 𝑚( 𝑒𝑎 )= =0,047 𝑁
108645 , 2
𝐹 𝑚( 𝑒% )=0,047 ⋅100=4 ,7 %
Fs:
58860+49050
𝐹 𝑠(𝑚 )= =53955 𝑁
2
58860 − 49050
𝐹 𝑠(𝑒𝑎 )= =4905 𝑁
2
4905
𝐹 𝑠(𝑒𝑟 )= =0,091
53955
𝐹 𝑠(𝑒𝑟 )=0,0091⋅100=9 , 1 %
Fu:
8632 , 8+84366
𝐹 𝑢( 𝑚)= =46499 , 4 𝑁
2
86328− 84366
𝐹 𝑢( 𝑒𝑎 )= =37866 , 6 𝑁
2
37866 , 6
𝐹 𝑢( 𝑒𝑟 )= =0 ,81
46499 , 4
𝐹 𝑢( 𝑒% )=0 ,81 ⋅100=81 %
Il calibro a corsoio
è un tipo di calibro costituito da un regolo graduato realizzato in due parti che scorrono assialmente tra loro, e sono dotate di
appendici (becchi, aste) che servono da battuta per le quote da misurare.
Normalmente si definisce parte fissa o corpo la parte che reca la gradazione principale, mentre l'altra si definisce parte mobile, o
semplicemente corsoio.
Il corsoio dispone di un sistema di bloccaggio per evitare di perdere accidentalmente la misura durante la manipolazione dello
strumento. Normalmente vengono usati o un pulsante frizionante o una vite di bloccaggio. La massima apertura del calibro è definita
portata.
Come è diviso
il cursore è diviso in 20 parti; quando il calibro è chiuso, lo zero del nonio coincide con lo zero della scala fissa; la tacca del nonio
corrispondente al 10 coincide con la diciannovesima tacca; ci sono dunque 20 divisioni in un intervallo di 19 mm, per cui ogni
divisione corrisponde a 19/20 mm. La sensibilità è 0,05 mm cioè 1/20 di mm
Come si leggono le misurazioni
La misura in millimetri viene fatta leggendo sulla scala fissa la tacca che viene immediatamente prima della posizione dello zero del
nonio. Le frazioni di mm si leggono sulla scala graduata del nonio, individuando la prima tacca del nonio che coincide esattamente
con una tacca della scala fissa.
DESCRIZIONE DELL’ESERCITAZIONE
La norma UNI EN 10002/1 afferma che la prova di trazione statica, effettuata a temperatura costante, consiste nel
sottoporre una provetta ad un carico di trazione applicato con una certa velocità d’incremento fino a provocare la
rottura, allo scopo di determinare le caratteristiche di resistenza, elasticità, deformabilità.
In meccanica, viene definita forza di trazione quella forza esercitata su un corpo che, fissato ad un estremo, venga
tirato dall’altro estremo. La sollecitazione applicata è di tipo statico, cioè gradualmente crescente. È una prova
distruttiva in quanto provoca la distruzione del provino sulla quale si effettua.
È la prova meccanica più importante in quanto permette di misurare le fondamentali proprietà meccaniche con le
quali si classificano, si designano e si scelgono i materiali metallici. In particolare, mediante questa prova, sono
ricavati il carico unitario si snervamento, il carico unitario di rottura, l’allungamento percentuale a rottura.
Si possono distinguere:
- un tratto di elasto-plasticità AC: aumentando il carico oltre Flp, le deformazioni non sono più direttamente
proporzionali ai carichi applicati; il diagramma s’incurva leggermente verso destra: la provetta si allunga, gli
allungamenti aumentano in modo più rapido rispetto all’aumentare del carico ed agli allungamenti elastici si
sommano anche allungamenti permanenti, che sono tanto più ampi quanto più si é vicini al punto C. In particolare,
nel tratto AB (di sola elasticità), aumentando il carico, il materiale si comporta ancora elasticamente, cioè le
deformazioni permanenti sono trascurabili rispetto a quelle elastiche. In questa fase non é rispettata la legge di
proporzionalità e quindi la provetta si allunga di più di quanto aumenta il carico, però se togliamo il carico non
permane alcuna deformazione e la provetta riprende la lunghezza iniziale.
Nel tratto BC (dove c’è elasticità e plasticità) la provetta subisce delle deformazioni, che permangono in parte anche
dopo l’eliminazione del carico. Tali deformazioni sono cioè sia elastiche (quindi spariscono) sia plastiche
(permanenti). Se viene tolto il carico, l’allungamento si riduce ma la provetta non riprende le dimensioni iniziali.
Lo snervamento ha luogo quando il carico necessario a vincere le forze secondarie intermolecolari è minore di quello
necessario a rompere i legami molecolari. Le molecole cominciano a districarsi e a scorrere le une rispetto alle altre.
Il materiale continua ad allungarsi fino a quando non si realizza una orientazione delle molecole sufficiente a far sì
che il carico venga contrastato dai legami molecolari primari. A questo punto il carico comincia di nuovo a crescere
fino a che la resistenza dei legami primari non è vinta e il materiale si rompe
La fase di snervamento non compare nei materiali fragili come le ghise e negli acciai duri, che hanno elevata
percentuale di carbonio. Questi materiali pervengono alla rottura senza passare attraverso la fase di snervamento.
Il diagramma a cui si é fatto fin qui riferimento, relativo ad un acciaio dolce o ad un acciaio ricotto, é stato scelto
perché permette di individuare chiaramente tutti i punti oggetto di discussione. Le fasi di cui si é parlato non sempre
sono così distinte. Alcuni materiali, come il rame, l’ottone, le leghe leggere e gli acciai bonificati passano dalle
piccole alle grandi deformazioni senza che si manifesti alcuna discontinuità relativa allo snervamento. Anche
nell’ambito degli stessi acciai, il diagramma si modifica a seconda della composizione e dei trattamenti termici
subiti.
In generale, il diagramma carichi-allungamenti si allunga e si abbassa, avvicinandosi all’asse delle ascisse, con
l’aumentare della duttilità del materiale
A seguito della rottura possiamo andare ad analizzare la frattura (rottura della provetta)
A secondo del materiale oggetto della prova, la sezione di rottura può assumere aspetti diversi. L’esame visivo della
frattura fornisce indicazioni riguardo la tenacità del materiale. L’Ente di Unificazione Siderurgica ha elaborato la
tabella UNISIDER 4, che raccoglie le principali tipologie di frattura degli acciai.
Ricordiamo le seguenti fratture:
1 – a coppa
2 – a semi coppa
3 – a raggiera
4 – piatta
5 – legnosa
6 – fortemente snervata
7 – a fischietto
Nel nostro caso delle due prove, possiamo determinare la rottura della provetta N.1 come una frattura a semi coppa,
e, nel secondo caso, ovvero quello della provetta N.2, come una frattura a coppa.
Quindi a fine prova prese tutte le misure finali e tenendo conto dei tipi di fratture possiamo riportare tutti i dati della
prima e della seconda prova in tabella, entrambe effettuate seguendo la stessa procedura.
do [mm] 15 15
(Diametro iniziale)
Lo [mm] 75 75
(Lunghezza iniziale)
Caratteristiche calcolate
Lu [mm] 86 80
(Lunghezza ultima)
CARATTERISTICHE CALCOLATE
VALIDITÀ PROVA:
CONCLUSIONI:
Possiamo concludere dicendo che effettuando questa prova, andiamo a conoscere i
valori di resistenza di alcuni materiali. Quindi, eseguita la nostra prova, siamo riusciti
a definire i valori importanti per la classificazione dei materiali, o le loro proprietà
meccaniche, fondamentali nel campo della progettazione. Questi ultimi sono molto
importanti dal punto di vista della meccanica, sia per la progettazione, che per
l’applicazione o il loro utilizzo nei vari campi di lavoro e che quindi, conoscendo i
vari parametri dei materiali possiamo andare a determinarli tenendo conto del loro
impiego e della loro composizione. La prova di trazione serve a determinare diverse
caratteristiche del materiale in esame, tra cui la resistenza meccanica (Rm), il modulo
di elasticità (E), il carico unitario di snervamento (YS, "yield strength"),
l'allungamento percentuale (A%, "elongation"), la strizione percentuale (Z%,
"reduction of area"). La si usa soprattutto per materiali metallici e polimeri.