Sei sulla pagina 1di 12

LABORATORIO: TECNOLOGIE MECCANICHE DI

PROCESSO E DI PRODOTTO

I.T.S.T. RELAZIONE N. 3 DOCENTI: Oriente A. Garofalo A.


“ G. MARCONI ”
CAMPOBASSO CLASSE: 3 SEZ: AMM ALUNNO: Cetraro Edoardo
DATA: 14/02/23

OGGETTO
Prove di resistenza a trazione

SCHEMA
DISEGNO (Scala 1: )

Rappresentazione della provetta standardizzata

STRUMENTI E APPARECCHI IMPIEGATI:


Calibro ventesimale a corsoio
N. 2 Provette standardizzate corte a sezione circolare di acciaio C20
Macchina universale per prove meccaniche
Truschino graduato per tracciatura

Controlli preliminari degli strumenti:


-parallelismo dei becchi a calibro chiuso;
-coincidenza degli zeri della scala e del nonio;
-assenza di ammaccature e scorrevolezza del corsoio;
-controllo dimensionale dei provini;
-controllare scala e tracciatura della carta millimetrata;
-controllo taratura del dinamometro;
FORMULE E SIMBOLI ADOPERATI:

𝐿𝑜
=5 ⇒ 𝐿𝑜=5 𝑑𝑜: Proporzionamento del provino per la prova di trazione, quest’ultimo varia in base
𝑑𝑜
a forma e tipologia del provino. Nel nostro caso di provino a forma circolare è valida la precedente
relazione dove 𝐿𝑜 è la lunghezza del tratto utile che deve essere uguale a cinque volte 𝑑𝑜 , ovvero il
diametro.

𝐹𝑚
𝑅𝑚= : Questa formula ci consente di calcolare la resistenza a trazione del materiale ovvero Rm,
𝑆𝑜
dove 𝐹𝑚è la forza di resistenza massima e 𝑆𝑜 è la sezione della provetta. Essa si esprime sia in
Newton su millimetri quadro, sia in mega pascal
𝑚𝑚
𝑁
2[=𝑀𝑃𝑎 .
]
2
𝑑𝑜
𝑆𝑜=𝜋 ⋅ : Questa formula ci consente di calcolare la sezione della provetta (So), data da 𝜋 per
4
𝑑 𝑜 (diametro al quadrato) fratto 4, si esprime in millimetri.
2

2
𝑑𝑢 [
𝑚𝑚 ]: Utilizzata per calcolare la sezione ultima della provetta (Su), data da 𝜋 per
2
𝑆𝑢=𝜋 ⋅
4
diametro ultimo al quadrato ( 𝑑 𝑢2 ) fratto 4, si esprime in 𝑚 𝑚2.
2 2
𝑑𝑜 −𝑑𝑢
𝑍= 2 : Questa formula consente di calcolare la strizione, ovvero la riduzione della sezione
𝑑𝑜
calibrata del provino dopo la rottura. Dove: 𝑑 𝑜2è il diametro iniziale del provino cilindrico elevato
al quadrato e 𝑑 𝑢2 è il diametro minimo/ultimo del provino cilindrico dopo la rottura.

∆ 𝐿𝑟 𝐿𝑢 − 𝐿𝑜
𝜀%= ⋅100= ⋅100: Questa formula consente di calcolare l’allungamento percentuale a
𝐿𝑜 𝐿𝑜
rottura della provetta ( 𝜀% 𝑜 𝐴). Dato da ∆ 𝐿𝑟 ovvero 𝐿𝑢 − 𝐿𝑜(lunghezza ultima meno lunghezza
iniziale).
𝑑𝑜− 𝑑𝑢
𝜀= : Questa formula consente di calcolare la contrazione trasversale unitaria a rottura, data
𝑑𝑜
da do (diametro iniziale) meno du (diametro ultimo), fratto il diametro iniziale.

CALCOLI

Dati risultanti dalla prima prova effettuata con provino di acciaio C20:
Risultata “Non Valida”
do=15 mm
du=11,5 mm
Fm1=11600 kg carico max espresso in kg
Fu1= 8800 kg carico ultimo espresso in kg
Fs1=6000 kg carico di snervamento espresso in kg
Lu=86 mm lunghezza ultima

Lunghezza iniziale della provetta N.1:


𝐿𝑜=5 ⋅𝑑𝑜=5 ⋅15=75 𝑚𝑚
Sezione ultima della provetta:
2 2
𝑑𝑢 11, 5 2
𝑆𝑢=𝜋 ⋅ =𝜋 ⋅ =103 , 8𝑚 𝑚
4 4

Forze trasformate da kg a Newton:


𝑚
𝐹 𝑚( 1)=11600 𝑘𝑔 ⋅9 , 81 2
=113796 𝑁 carico massimo
𝑠
𝑚
𝐹 𝑢( 1)=8800 𝑘𝑔 ⋅9 , 81 2 =8632, 8 𝑁 carico ultimo
𝑠
𝑚
𝐹 𝑠(1 )=5000 𝑘𝑔 ⋅9 , 81 2 =49050 𝑁 carico di snervamento
𝑠

Calcolo della sezione circolare


2 2
𝑑𝑜 15 2
𝑆𝑜=𝜋 ⋅ =𝜋 ⋅ =176 , 7 𝑚 𝑚
4 4

Coefficiente di strizione percentuale:


2 2 2 2
𝑑 𝑜 −𝑑 𝑢 15 −11, 5
𝑍 %= 2
⋅100= 2
⋅100=41 , 2 %
𝑑𝑜 15
Allungamento percentuale
𝐿𝑢− 𝐿𝑜 86 −75
𝜀%= ⋅100= ⋅100=14 ,6 %
𝐿𝑜 75
Contrazione trasversale unitaria a rottura:
𝑑𝑜− 𝑑𝑢 15 −11 ,5
𝜀= = =0 ,23
𝑑𝑜 15

Carichi unitari della provetta di acciaio C20 N.1

𝐹𝑚 113796 𝑁
𝑅𝑚= = =644
𝑆𝑜 176 , 7 𝑚𝑚 2

𝐹𝑢 84366 𝑁
𝑅𝑢= = =477 , 4
𝑆𝑜 176 ,7 𝑚𝑚 2

𝐹𝑠 58860 𝑁
𝑅𝑠= = =333 , 1
𝑆𝑜 176 , 7 𝑚𝑚 2

Calcolo degli errori dimensionali

Fm:
113796+ 103494 , 5
𝐹 𝑚( 𝑚)= =108645 ,2 𝑁
2
113796 −103494 , 5
𝐹 𝑚( 𝑒𝑎 )= =5150 , 7 𝑁
2
5150 , 7
𝐹 𝑚( 𝑒𝑎 )= =0,047 𝑁
108645 , 2
𝐹 𝑚( 𝑒% )=0,047 ⋅100=4 ,7 %

Fs:
58860+49050
𝐹 𝑠(𝑚 )= =53955 𝑁
2
58860 − 49050
𝐹 𝑠(𝑒𝑎 )= =4905 𝑁
2
4905
𝐹 𝑠(𝑒𝑟 )= =0,091
53955
𝐹 𝑠(𝑒𝑟 )=0,0091⋅100=9 , 1 %
Fu:
8632 , 8+84366
𝐹 𝑢( 𝑚)= =46499 , 4 𝑁
2
86328− 84366
𝐹 𝑢( 𝑒𝑎 )= =37866 , 6 𝑁
2
37866 , 6
𝐹 𝑢( 𝑒𝑟 )= =0 ,81
46499 , 4
𝐹 𝑢( 𝑒% )=0 ,81 ⋅100=81 %

DESCRIZIONE DELLO STRUMENTO DI MISURA

Il calibro a corsoio
è un tipo di calibro costituito da un regolo graduato realizzato in due parti che scorrono assialmente tra loro, e sono dotate di
appendici (becchi, aste) che servono da battuta per le quote da misurare.
Normalmente si definisce parte fissa o corpo la parte che reca la gradazione principale, mentre l'altra si definisce parte mobile, o
semplicemente corsoio.
Il corsoio dispone di un sistema di bloccaggio per evitare di perdere accidentalmente la misura durante la manipolazione dello
strumento. Normalmente vengono usati o un pulsante frizionante o una vite di bloccaggio. La massima apertura del calibro è definita
portata.
Come è diviso
il cursore è diviso in 20 parti; quando il calibro è chiuso, lo zero del nonio coincide con lo zero della scala fissa; la tacca del nonio
corrispondente al 10 coincide con la diciannovesima tacca; ci sono dunque 20 divisioni in un intervallo di 19 mm, per cui ogni
divisione corrisponde a 19/20 mm. La sensibilità è 0,05 mm cioè 1/20 di mm
Come si leggono le misurazioni
La misura in millimetri viene fatta leggendo sulla scala fissa la tacca che viene immediatamente prima della posizione dello zero del
nonio. Le frazioni di mm si leggono sulla scala graduata del nonio, individuando la prima tacca del nonio che coincide esattamente
con una tacca della scala fissa.

-Truschino analogico per tracciatura


Il truschino graduato è uno strumento di misura utilizzato per misurare l’altezza di una superficie
rispetto ad un piano di riferimento. Il truschino è costituito da un’asta graduata fissata rigidamente su
un pesante basamento. L’asta è fissata in modo tale da risultare perfettamente ortogonale al piano
D'appoggio su cui viene poggiato il basamento.Sull’asta scorre un corsoio, munito di un indice, sul
corsoio viene fissata una punta che serve da battuta per le quote da misurare. Il corsoio dispone
inoltre di un sistema di bloccaggio a vite per evitare di perdere accidentalmente la misura durante la
manipolazione dello strumento.
Azzeramento
Preventivamente è importante assicurarsi che il truschino sia correttamente azzerato: quando il corsoio è sullo zero
della scala graduata, la punta deve poggiare sul piano di riferimento (non prima).
Questa operazione esige un piano di riferimento idoneo. Lo strumento può essere azzerato anche tramite blocchetti
pian-paralleli, quando non poggiasse direttamente sul piano di riferimento.
L'azzeramento si esegue seguendo queste operazioni:
1. si poggia lo strumento sul piano di riferimento;
2. si sblocca la punta montata sul corsoio, in modo che possa traslare verticalmente;
3. si porta il corsoio sullo zero della scala graduata;
4. si blocca il corsoio con l'apposita vite;
5. si fa scorrere verticalmente la punta, fino a toccare leggermente il piano di riferimento;
6. si blocca la punta in questa posizione.
Uso
Prima di effettuare le misure è necessario pulire il piano di riferimento, sia per evitare che materiale estraneo si infili
sotto lo strumento o il pezzo da misurare (falsando le misure), sia perché l'uso del truschino impone il suo
scorrimento sul piano, e sfridi potrebbero rovinare le superfici di uno o dell'altro.
La misura si effettua seguendo queste operazioni:
7. si poggia l'oggetto con quota da misurare sul piano di riferimento;
8. si porta la punta in una posizione appena superiore alla quota da misurare;
9. si blocca la sezione del corsoio sprovvista di nonio (quella non collegata direttamente alla punta);
10. si fa scorrere il truschino sul piano di riferimento, fino a portare punta sopra la superficie dell'oggetto;
11. agendo sulla vite micrometrica, si muove la sezione provvista di punta a battuta sulla superficie della quota
da misurare;
12. si blocca anche quest'ultima sezione;
13. si effettua la lettura sull'asta e sul nonio.
14. si può effettuare anche la tracciatura del pezzo preso in esame
È importante accertarsi che la punta sfiori appena la superficie, in quanto, facendo leva sulla punta, si potrebbe
continuare ad agire sulla vite micrometrica fino a sollevare la base del truschino dal piano di riferimento. In questa
condizione le misure verrebbero ovviamente falsate.

Macchina universale per prove meccaniche


I macchinari per la prova di trazione servono per determinare la resistenza a sollecitazioni statiche dei vari materiali
metallici. Questi macchinari sono costituiti da un’incastellatura, dal dispositivo per l’applicazione del carico, dagli
organi per il fissaggio del provino o dell’elemento e dagli strumenti per la misura della forza.
- Funzionamento della macchina universale
La macchina di prova può essere a comando meccanico o a comando idraulico. Quest’ultimo è quello più potente e
diffuso, basandosi sul principio del torchio idraulico. L’energia per produrre lo sforzo nella macchina viene fornita
da una pompa ad alta pressione accoppiata ad un motore elettrico; variando la corsa della pompa oppure il numero di
corse al minuto è possibile una regolazione pressoché continua entro ampi limiti della portata dell’olio e quindi di
velocità di applicazione del carico.
Il funzionamento, nel caso di una prova a trazione, avviene nel modo seguente. La provetta viene fissata alla
ganascia collegata al basamento e alla ganascia collegata alla traversa di lavoro. La pompa invia l’olio dal serbatoio
al cilindro, obbligando il pistone a salire; quest’ultimo trascina la traversa di sollevamento che, tramite i tiranti,
solleva l’afferraggio superiore. Per questo la provetta viene sollecitata a trazione. Se si interrompe l’invio di olio nel
cilindro e si apre un rubinetto, l’olio passa dal cilindro al serbatoio e lo stantuffo si abbassa. Collegato alla macchina
è un dispositivo per la registrazione delle deformazioni della provetta, che fornisce direttamente il grafico della
prova.

La macchina di trazione cui qui si fa riferimento


é la macchina universale della metrocom, che è
una macchina per prove su materiali metallici e
comprende i seguenti componenti:
1) un basamento;
2) colonne di sostegno;
3) una traversa fissa;
4) un cilindro ricavato sopra la traversa fissa;
5) uno stantuffo dentro il cilindro;
6) una traversa solidale allo stantuffo;
7) due aste montanti;
8) una traversa di lavoro.
La macchina di tipo “universale” è in grado di
eseguire, oltre la prova di trazione, anche prove
di compressione, flessione, imbutitura, taglio ....

DESCRIZIONE DELL’ESERCITAZIONE

La norma UNI EN 10002/1 afferma che la prova di trazione statica, effettuata a temperatura costante, consiste nel
sottoporre una provetta ad un carico di trazione applicato con una certa velocità d’incremento fino a provocare la
rottura, allo scopo di determinare le caratteristiche di resistenza, elasticità, deformabilità.
In meccanica, viene definita forza di trazione quella forza esercitata su un corpo che, fissato ad un estremo, venga
tirato dall’altro estremo. La sollecitazione applicata è di tipo statico, cioè gradualmente crescente. È una prova
distruttiva in quanto provoca la distruzione del provino sulla quale si effettua.
È la prova meccanica più importante in quanto permette di misurare le fondamentali proprietà meccaniche con le
quali si classificano, si designano e si scelgono i materiali metallici. In particolare, mediante questa prova, sono
ricavati il carico unitario si snervamento, il carico unitario di rottura, l’allungamento percentuale a rottura.

Quindi la prova di trazione consiste nell’applicare un carico ad un provino standardizzato,


cioè di dimensioni e forma stabilite dalle normative. Essa consente di valutare diverse caratteristiche del
materiale preso in osservazione, tra cui la resistenza meccanica dello stesso, il modulo di elasticità, il carico unitario
di snervamento e quello di rottura, l’allungamento e la strizione percentuale.
Procedimento
Il provino detta la sua importanza all’interno della prova e per l’appunto è stato il nostro primo obiettivo, ovvero
quello di effettuare la tracciatura dello stesso, ma, tenendo conto delle normative inerenti ad esso.
Quindi con l’ausilio del calibro ventesimale siamo andati ad effettuare una misura totale della lunghezza del provino,
ed è risultata di 185,2, sapendo quest’ultima, siamo andati a calcolarci la metà del provino, data dalla metà della
misura totale, ovvero 92,6. Questa la misura dove siamo andati grazie al truschino, ad effettuare un segno sul
provino, perfettamente al centro.
Successivamente sapendo la misura del punto medio e sapendo che la lunghezza del tratto utile è di 75mm, siamo
andati a trovarci i 2 punti estremi per cui l’intero tratto utile misuri come standard.
Effettuata la tracciatura, abbiamo fissato il provino all’interno di appositi fermi pensati apposta per fissare il provino
di materiale all’interno della sede, e di essere perfettamente sottoposto a trazione nel caso della nostra prova, quindi
siamo andati a fissare il gruppo di ancoraggio all’interno della macchina dove si svolgerà la prova.
Ma prima ancora di poter avviare la prova bisogna verificare le scale del macchinario, in primis siamo andati a
visualizzare la carta millimetrata e possiamo dire che 1 quadratino all’interno della carta vale 10 divisioni, e così 1
quadrato intero vale 2000kg, e, dividendolo per 10, possiamo stabilire che il valore minimo della scala è di 200kg.
Possiamo passare all’avviamento della macchina che, grazie ad una pompa elettrica, riesce a mettere in pressione
l’olio nel circuito oleodinamico.
Quindi per dare inizio alla prova siamo andati a chiudere prima la valvola di scarico (usata per mandare in scarico il
circuito) e poi, mettiamo in pressione aprendo la valvola di carico (usata per mandare in pressione l’olio all’interno
del circuito).
Effettuiamo quindi la prova, per un tempo prestabilito dai 2 ai 5 minuti applicando prima un precarico che serve a
porre in tensione il provino, poi andiamo a regolare la velocità massima di incremento del carico fino alla
determinazione del carico di snervamento (molto importante poiché la stessa prova deve essere effettuata ad una
velocità molto bassa ma costante). In seguito si verifica un allungamento del provino fino alla rottura dello stesso
poco dopo. La prova è durata all’incirca 4 minuti, un tempo attendibile per la prova. Una volta che si è rotto il
provino non ci è rimasto altro che toglierlo e spegnere la macchina, andando anche a rimuovere il carico grafici
allungamenti.
Attraverso due misurazioni ortogonali mediante il calibro, di cui faremo la media, troviamo il diametro ultimo (du).
Come già enunciato, nella prova di trazione si sottopone una provetta ad un carico gradualmente crescente fino a
provocarne la rottura. A causa dello sforzo di trazione, la provetta presa in esame subisce un certo allungamento, che
verrà misurato dopo la rottura facendo combaciare perfettamente i due spezzoni della provetta. Contemporaneamente
all’allungamento, la provetta subisce una diminuzione delle sue dimensioni trasversali. Tale diminuzione si
manifesta con sviluppo di calore, che deriva dalla trasformazione del lavoro di deformazione a cui viene sottoposta la
struttura cristallina del materiale durante la prova. La prova è effettuata per individuare le caratteristiche di
resistenza, deformabilità ed elasticità di un materiale. Tali elementi sono individuabili in un diagramma, detto
“diagramma carichi allungamenti” che, per un acciaio dolce, assume la forma rappresentata di seguito.
All’interno del diagramma, che ha in ordinata il carico ed in ascissa l’allungamento, si individuano vari campi che,
tecnicamente parlando, vengono detti “regimi”, cioè si parla di regime elastico, regime elasto-plastico, regime
plastico. Tramite questi regimi, è possibile individuare le caratteristiche del materiale che viene sottoposto alla prova
di trazione statica, cioè quei parametri quali, la deformabilità, la resistenza e l’elasticità.

Si possono distinguere:

- un tratto di elasticità e proporzionalità OA: l’applicazione di un carico determina un proporzionale allungamento


della provetta; il diagramma é rettilineo; le deformazioni sono elastiche: dopo l’eliminazione della forza la provetta
riacquista le dimensioni iniziali. In questa fase, se si raddoppia o si triplica il carico, anche l’allungamento raddoppia
o triplica. In questa parte della prova, tutta l’energia che viene “scaricata” sul pezzo, affinché nasca un certo
allungamento, rimane completamente utile per la fase di ritorno, dove il pezzo riacquista la forma e le dimensioni
originarie (deformazione inversa). L’elasticità é quindi la proprietà che ha un corpo metallico di deformarsi per
effetto di un carico esterno e di riacquistare forma e dimensioni originarie quando cessa il carico stesso.

- un tratto di elasto-plasticità AC: aumentando il carico oltre Flp, le deformazioni non sono più direttamente
proporzionali ai carichi applicati; il diagramma s’incurva leggermente verso destra: la provetta si allunga, gli
allungamenti aumentano in modo più rapido rispetto all’aumentare del carico ed agli allungamenti elastici si
sommano anche allungamenti permanenti, che sono tanto più ampi quanto più si é vicini al punto C. In particolare,
nel tratto AB (di sola elasticità), aumentando il carico, il materiale si comporta ancora elasticamente, cioè le
deformazioni permanenti sono trascurabili rispetto a quelle elastiche. In questa fase non é rispettata la legge di
proporzionalità e quindi la provetta si allunga di più di quanto aumenta il carico, però se togliamo il carico non
permane alcuna deformazione e la provetta riprende la lunghezza iniziale.

Nel tratto BC (dove c’è elasticità e plasticità) la provetta subisce delle deformazioni, che permangono in parte anche
dopo l’eliminazione del carico. Tali deformazioni sono cioè sia elastiche (quindi spariscono) sia plastiche
(permanenti). Se viene tolto il carico, l’allungamento si riduce ma la provetta non riprende le dimensioni iniziali.

- Un tratto di plasticità CD: superato il punto C, va scomparendo l’elasticità e si evolve un fenomeno di


deformazione plastica che con l’aumentare del carico si manifesta in maniera sempre più evidente e che porterà poi
alla rottura della provetta. L’aumento della plasticità raggiungendo il punto C del diagramma, neutralizza ciò che
riguarda l’elasticità e dopo tale confine riguarda unicamente deformazioni di tipo plastico. Quando il carico
raggiunge il punto C del diagramma, le distanze interatomiche del reticolo cristallino sono divenute così grandi che,
anche quando dovesse cessare l’applicazione del carico, gli atomi non riprendono più la posizione primitiva. Dopo il
punto C, quindi, ha inizio la deformazione plastica in quanto le deformazioni sono irreversibili. Per i materiali duttili,
raggiunto tale valore della forza, detto “carico di snervamento”, punto C, la provetta subisce un sensibile
allungamento pur se non cresce la forza. A partire dal punto C, in pratica, la deformazione della provetta aumenta per
la prima volta senza che il carico aumenti, o addirittura quando il carico diminuisce.

Lo snervamento ha luogo quando il carico necessario a vincere le forze secondarie intermolecolari è minore di quello
necessario a rompere i legami molecolari. Le molecole cominciano a districarsi e a scorrere le une rispetto alle altre.
Il materiale continua ad allungarsi fino a quando non si realizza una orientazione delle molecole sufficiente a far sì
che il carico venga contrastato dai legami molecolari primari. A questo punto il carico comincia di nuovo a crescere
fino a che la resistenza dei legami primari non è vinta e il materiale si rompe
La fase di snervamento non compare nei materiali fragili come le ghise e negli acciai duri, che hanno elevata
percentuale di carbonio. Questi materiali pervengono alla rottura senza passare attraverso la fase di snervamento.
Il diagramma a cui si é fatto fin qui riferimento, relativo ad un acciaio dolce o ad un acciaio ricotto, é stato scelto
perché permette di individuare chiaramente tutti i punti oggetto di discussione. Le fasi di cui si é parlato non sempre
sono così distinte. Alcuni materiali, come il rame, l’ottone, le leghe leggere e gli acciai bonificati passano dalle
piccole alle grandi deformazioni senza che si manifesti alcuna discontinuità relativa allo snervamento. Anche
nell’ambito degli stessi acciai, il diagramma si modifica a seconda della composizione e dei trattamenti termici
subiti.

In generale, il diagramma carichi-allungamenti si allunga e si abbassa, avvicinandosi all’asse delle ascisse, con
l’aumentare della duttilità del materiale

A seguito della rottura possiamo andare ad analizzare la frattura (rottura della provetta)
A secondo del materiale oggetto della prova, la sezione di rottura può assumere aspetti diversi. L’esame visivo della
frattura fornisce indicazioni riguardo la tenacità del materiale. L’Ente di Unificazione Siderurgica ha elaborato la
tabella UNISIDER 4, che raccoglie le principali tipologie di frattura degli acciai.
Ricordiamo le seguenti fratture:

1 – a coppa
2 – a semi coppa
3 – a raggiera
4 – piatta
5 – legnosa
6 – fortemente snervata
7 – a fischietto
Nel nostro caso delle due prove, possiamo determinare la rottura della provetta N.1 come una frattura a semi coppa,
e, nel secondo caso, ovvero quello della provetta N.2, come una frattura a coppa.
Quindi a fine prova prese tutte le misure finali e tenendo conto dei tipi di fratture possiamo riportare tutti i dati della
prima e della seconda prova in tabella, entrambe effettuate seguendo la stessa procedura.

TABELLE RIASSUNTIVE (misure e risultati di calcolo)


PROVA DI TRAZIONE
(UNI EN 10002 del 1992-metodo di prova a temperatura ambiente.)

SCALA APPLICATA: 20000 kg= 20000*9,81=196200 [N]

tipo di provino: normale corto. Lo =5*do=5*15mm= 75mm Materiale: C20

CARATTERISTICHE UNITÀ DI UNITÀ DI C20 UNITÀ DI C20


GEOMETRICHE INIZIALI DEL MISURA MISURA 1° PROVA MISURA 2°
PROVINO S.I. S.T. PROVA

do [mm] 15 15
(Diametro iniziale)

Lo [mm] 75 75
(Lunghezza iniziale)

Caratteristiche calcolate

du [mm] 11,5 13,5


(Diametro ultimo)

Lu [mm] 86 80
(Lunghezza ultima)

Fs [N] 5000 kg 49050 6000 kg 58860


(Carico di snervamento
superiore)

Fm [N] 11600 kg 113796 10550 kg 113796


(Carico massimo)

Fu [N] 8800 kg 8632,8 8600 kg 84366


(Carico di rottura)

CARATTERISTICHE CALCOLATE

So=𝜋*do^2/4 [mm^2] 176,6 176,6

Rs= Fs/So [N/mm^2] 277,71 333,1


(Carico unitario di
snervamento superiore)

Rm=Fm/So [N/mm^2] 644 585,7


(Carico massimo)

A=(Lu-Lo)/Lo*100 [%] 14,6 6,6


(Allungamento percentuale
dopo rottura)

ε=do-du/do 0,23 0,1


(Contrazione trasversale a
rottura)

Su=π*du^2/4 [mm^2] 103,8 143,06

Z=do^2-du^2/do^2*100 [%] 41,2 19


DURATA PROVA: 2<t<5 [min]
[min]

VALIDITÀ PROVA:

(Rottura entro il terzo medio) SI NO

(Rottura al difuori del terzo NO SI


medio)

ASPETTO DELLA SEZIONE DI ROTTURA:

Prova di tipo statico: applicare il carico costantemente

CONCLUSIONI:
Possiamo concludere dicendo che effettuando questa prova, andiamo a conoscere i
valori di resistenza di alcuni materiali. Quindi, eseguita la nostra prova, siamo riusciti
a definire i valori importanti per la classificazione dei materiali, o le loro proprietà
meccaniche, fondamentali nel campo della progettazione. Questi ultimi sono molto
importanti dal punto di vista della meccanica, sia per la progettazione, che per
l’applicazione o il loro utilizzo nei vari campi di lavoro e che quindi, conoscendo i
vari parametri dei materiali possiamo andare a determinarli tenendo conto del loro
impiego e della loro composizione. La prova di trazione serve a determinare diverse
caratteristiche del materiale in esame, tra cui la resistenza meccanica (Rm), il modulo
di elasticità (E), il carico unitario di snervamento (YS, "yield strength"),
l'allungamento percentuale (A%, "elongation"), la strizione percentuale (Z%,
"reduction of area"). La si usa soprattutto per materiali metallici e polimeri.

Potrebbero piacerti anche