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Dichiarare che i lavori possano essere eseguiti da qualunque impresa edile con il solo limite del consenso

della proprietaria, non dà l’idea della gravità della situazione dei luoghi perchè i lavori non sarebbero
comunque risolutivi a lungo termine, tali da poter risolvere definitivamente la problematica addotta, bensì
possono solo tamponare la situazione per non aggravare ulteriormente la salute degli abitanti.

Inoltre a sostegno del fatto dello stato precario dell’intero immobile e della scadente classe energetica, è il
fatto che da più di un anno il rifacimento del cappotto termico dell’intero fabbricato è oggetto delle varie
assemblee condominiali per beneficiare del bonus 110%, pur rischiando probabili sanzioni dovuti a controlli
dell’Agenzia Entrate e dell’Amministrazione comunale per la mancanza del certificato di agibilità. E’ palese
quindi la richiesta di risoluzione del contratto.

Peraltro senza certificato di agibilità ed in assenza delle opere di urbanizzazione (l’unica opera è stato il
manto stradale pagato dal condominio ovvero dai proprietari degli immobili nonostante nostro parere
avverso, stremati per reiterazione della presentazione della posta in bilancio benchè inerente cespite non
oggetto di proprietà condominiale).

Il termine “Un tale” è un termine linguistico che un avvocato dell’ordine non si dovrebbe permettere di
usare per deontologia professionale, palesemente volto a ridicolizzare e sminuire la dignità di una persona
di essere non noto e quindi non degno di nota e titolare di diritti soggettivi …

Tale termine poteva essere omesso senza per questo togliere valore funzionale al discorso, quindi
l’inserimento di tale frase di per sé discriminante e lesiva della dignità della figlia della Sig.ra Pantano (che
ha in primis il dovere di tutelare la salute dei suoi figli peraltro minorenni) è un fatto gravissimo e si chiede
al giudice di tutelarne il buon nome e la dignità con un atto esemplare.

Si sfornita di ogni elemento probatorio e la muffa nera sul soffitto e sui muri ce l’ho messa io

La sentenza ancorchè passata in giudicato in prima istanza non è definitiva ma pendente pertanto
l’evidenza assertiva è solo nella presunzione della controparte …

Rasatura, tinteggiatura ecc. non modificherebbero di certo la classe energetica da G ad A (che è quella
volutamente dichiarata dal costruttore nel contratto di compravendita), necessitando per quello un
intervento strutturale sull’immobile; certamente consentirebbero, per un breve periodo, la cessazione del
danno biologico, persistendo quello morale e comunque materiale nel lungo termine per il riproporsi del
problema (già per altro affrontato più volte dalla ricorrente senza successo definitivo), se ultimamente non
si è proceduto da parte della ricorrente, ciò è stato dovuto alle attese di soluzione della controversia in
breve termine ….

Naturalmente la richiesta di un facere è volta come predetto a far cessare almeno temporaneamente la
causa del danno biologico, posto che la cessazione di questo debba essere considerato prioritario e che la
risoluzione del contratto non parrebbe risolversi in breve termine per quanto preferibile ….

E’ innegabile il danno biologico prodotto dalla presenza persistente di muffe, nonostante l’impiego di litri di
ipoclorito di sodio sulle pareti, le muffe si sono ripresentate in breve tempo, cosa che parrebbe
impossibile… E’ sconcertante che la controparte ritenga l’esposizione a detti agenti per ulteriori “soli” 4
mesi “sostenibile”.

Con quale presunzione si canta vittoria di giudizio quando questo deve essere ancora espresso sminuendo
ex ante il valore del deliberato del giudice di merito …
La cacofonica base sulla quale si fonda la difesa avversaria di infondatezza, inammissibilità termini abusati
stucchevolmente oltre 10 volte senza indicazione sostanziale di merito e con pochezza di contenuti reali,
quando la muffa è visibile e cosa concreta, quando sul contratto è certificato (ed è cosa concreta classe di
efficienza energetica A, di fronte al comprovato mancato sbancamento del gradone come accertato dal
CTU,

l’ostentazione di acclarazioni verbali non comprovate da documenti tracciabili perché non esprimibili e
quando prodotti si veda il presunto documento di richiesta assolutamente privo di ogni elemento di
certificabilità, inerenti il certificato di agibilità, indicazioni di rilevanti modifiche strutturali prodotte da altre
imprese? Non ne siamo a conoscenza !!!!

E’ rilevante modifica strutturale installare un condizionatore peraltro non nelle zone in cui si manifestano i
problemi?

Vano cucina? Realizzato da Mamido prima della consegna e del contratto … non privo di aperture esterne
altrimenti non realizzabile, ma con condotto di aerazione opportunamente progettato da ingegneri
accreditati presso il Ministero dei Lavori Pubblici… Che c’entra la cucina che sta nel salone con ambienti
dall’altra parte della casa totalmente distanti dai punti modificati? Quale perizia tecnica è stata prodotta a
comprovare tali asserzioni già peraltro presentate come chiosa e non sostenute da reali acclarazioni?

La richiesta di prescrizione nei termini di una “settimana”, quando neanche l’acquisto di un oggetto
qualsiasi prevede un tale termine …

Non c’è una cosa che sia rappresentata come è …

La difesa è temeraria ed infondata e l’abuso è il perpetuarsi infinitamente di uno stato di difetto di


un’evidente accanimento nel diniego di quanto chiaramente visibile e sotto gli occhi di tutti.

Laddove manchino argomenti si riportano informazioni parziali posto che il “si presentava in buono stato
ecc.” è successivamente smentito dallo stesso CTU nei fatti avendo egli stesso presentato documentazione
fotografica dello stato dei luoghi …

Parimenti il rimarcare che si possa “suggestionare” è termine volto a sminuire la capacità di giudizio del
giudice che certamente non …

Così anche la Mamido poteva provvedere, essendo peraltro il suo core business, ad operare in pochi giorni
per la supposta modesta entità dei lavori...

La struttura dell’appartamento dell’ Isp. Luigi Federico è considerevolmente differente da quella


dell’appartamento della sig.ra Pantano, posto che sopra di esso o almeno sopra le sue camere da letto e
bagni non sono presenti lastrici solari, quando invece nel caso della ricorrente precisamente sopra al bagno
ed alla stanza da letto ove sono presenti le muffe, si trova un lastrico solare per l’appunto non
sufficientemente ben coibentato . Pertanto data la diversità strutturale il nesso causale non troverebbe
riscontro essendo del tutto inutile se non addirittura fumo il voler paragonare le due strutture ….

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