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(Battle Creek, Mi, 30/04/2004)

Steve Newman aveva chiuso la bocca e la porta. Borbottando frasi sconnesse, combattendo rancorosamente il mal di testa in cerca di risposte che non avrebbe trovato, Sal si ritrov al 77 di East Michigan Ave, risputato dalla porta girevole. Rimase intontito qualche secondo. Incurante del mondo che intanto continuava a muoversi freneticamente intorno a lui. Frug in tasca. Estrasse foglietto e penna. Si appunt soltanto poche parole: minacce, tutto che non torna, assicurazione, federali. Lultima parola la sottoline e la cerchi fino a lacerare il biglietto con la penna. Il suo cervello era entrato in loop, uno dei soliti che non portano ad altro se non paranoie ed emicrania. Decise di rilassarsi, di lasciar scappare tutto; avrebbe intrecciato un piano pi tardi, magari in biblioteca, dove aveva detto a Mitch che sarebbe rimasto tutto il giorno. Si diresse verso il fiume. Not con la coda dellocchio unauto. Nera, vetri neri. Sembrava parcheggiata sul ciglio della strada. No, procedeva lenta. Cerc di ignorarla. Attravers il fiume. La strada si ristringeva. Lauto acceler, super Sal. Il ragazzo distinse soltanto la sagoma di un uomo. Portava un cappellino. Qualcuno lo stava seguendo? No, impossibile, cosa possono volere da me?. La macchina nera arriv allincrocio, Sal la segu con lo sguardo. Verde, svolta a desta. Perfetto, se n andata. Sal tir un sospiro di sollievo. Poi si sent ridicolo, i discorsi di Steve lavevano indotto a credere in una cospirazione formato CIA. Un sorriso gli germogli in faccia. Prosegu, la biblioteca era vicina. Arriv allincrocio dove lauto aveva svoltato. Butt locchio a destra. Lauto era l, parcheggiata, motore acceso. Lemicrania morse forte. Sal si port una mano alla testa, sguardo basso, piedi rapidi, sempre pi rapidi. Attravers lincrocio, vide lauto fare inversione. Sal aveva raggiunto in marciapiede opposto, stava praticamente correndo. Lauto lo marcava stretto, praticamente in parallelo. Lo stava seguendo, ora Sal ne era sicuro. Mise gli occhi sullingresso della biblioteca. Un uomo vestito di nero, cappotto nero, lungo, occhiali neri, guanti neri sedeva sulla panchina accanto alle porte di vetro. Leggeva il giornale ma seguiva Sal. Sul marciapiede opposto un altro uomo, fuori luogo come quello sulla panchina, se ne stava appoggiato ad un parchimetro. Sembrava stesse parlando al telefono. Ma fissava Sal. Disperazione Sal sprint verso la porta, convinto che qualcuno lavrebbe bloccato e costretto a salire sullauto. Aveva visto troppi film. Si ritrov nella hall della biblioteca, nessuno si era mosso, nessuno laveva toccato. Gir un paio di volte attorno alla reception, sempre pi lento. Torn alla vetrata cercando nervosamente i suoi stalkers con lo sguardo. Panchina: vuota. Lato opposto, parchimetro: nessuno. Auto nera: scomparsa. Ricontroll. Esco per controllare meglio?. La curiosit lo tent, la paura gli piomb le gambe. Il nemico che fa pi paura, quello che non si conosce. Sal si perse tra gli scaffali della biblioteca. Ogni quattro, cinque file prendeva a caso un libro. Ne aveva gi sei quando trov una scrivania abbastanza nascosta. Era incuneata tra

due scaffali. Buio e silenzio. Sal accese la lucina, ottenne un debole bagliore giallastro. Nessun problema, non doveva leggere, doveva capire cosa gli stava succedendo. Pass il resto della giornata incuneato tra quei due scaffali, incuneato tra i suoi problemi, incuneato tra lidea che qualcuno lo stesse seguendo e che si fosse rincoglionito a tal punto da vedere Men In Black a Battle Creek. Cerc di ricostruire i pezzi che Steve Newman aveva disseminato. Cerc di capirci qualcosa, di trarre una qualche conclusione sensata. Doveva parlarne con lo sceriffo Huges. Scarabocchi altre frasi concitate. Gli sarebbero tornati utili pi tardi. Tapp la fame con dellottimo Junk Food preso al distributore automatico. Ne approfitt per ricontrollare la situazione esterna. Calma piatta, nessuno. Alle 5.45 si alz, riconsegn i libri e si diresse verso luscita. Doveva incontrare suo padre davanti ai cancelli alle 6, puntuale. Una volta in strada ispezion minuziosamente ogni centimetro quadrato. Il suo radar-cerca-guai non rilev nulla. Questa era la prova definitiva: nessuno lo stava seguendo, nessuno lo stava cercando. Erano state solo coincidenze, inquietanti coincidenze. Ad ogni passo la tensione si allent. Arrivato alla Kellogs HQ si sent nuovamente ridicolo per aver creduto di essere sulla Wanted List. Ovviamente non avrebbe raccontato nulla a Mitch. - Allora com andata la tua giornata? disse uno svogliato sig Wheeley. - Tutto bene, niente di ch. Sono stato in biblioteca, ho studiato un po, poi ho scritto la relazione per la scuola. - Mi fa piacere. Sai Sal sono orgoglioso di te, finalmente mi posso fidare, ti posso trattare come un uomo Ecco che riparte con i suoi discorsi di finto padre. Sal si scolleg cercando fuori dal finestrino qualcosa di pi interessante. Sobbalz. Sgran gli occhi. Nello specchietto aveva visto lauto nera. Era quella che laveva seguito quella mattina, ne era sicuro. Alla guida cera luomo col capellino. - Mi stai ascoltando? chiese Mitch notando che Sal si era schiacciato sul sedile e guardava affannosamente nello specchietto. - Oh, s certo pap. solo che sono parecchio stanco. E sai, con i miei mal di testa si sforz di dire Sal abbozzando un sorriso. Suo padre rispose con unocchiata interrogativa. Poi, da buon padre, se ne disinteress. Alz il volume della radio, cera The Reason degli Hoobastank, cazzo, mi piace troppo questa canzone! Lauto nera segu il SUV dei Wheeley lungo East Michigan Ave. Manteneva una o due macchine di distanza ma non li perdeva docchio. Alla guida, luomo col cappellino. Indistinguibile. Svoltarono a sinistra, Wheatfield rd. Lauto svolt a sinistra. Due incroci dopo: semaforo giallo, Mitch acceler. La macchina che li seguiva rallent, lauto nera fu costretta a fermarsi. Vai pap, schiaccia sul gaaas, cazzo!. Sal non disse nulla, ma rilass la faccia tesa e si risistem sul sedile. Confluirono parecchie macchine nella carreggiata. Svoltarono a destra, Verona rd. Auto nera: addio! Lavevano seminata! Sal si rilass sul sedile. Ah, quasi dimenticavo. - Pap, mi dovresti lasciare dallo sceriffo. Lo zio mi ha detto che bisogna archiviare il fascicolo sullincidente. I periti hanno concluso non so che cosa. Me lhanno spiegato ma non capisco nulla di burocrazia. Insomma, devo andare a firmare questa

cosa. disse Sal. In biblioteca aveva assemblato questa cazzata per poter parlare immediatamente con Bruce. ok. Immagino Devo esserci anchio? Hanno bisogno di me? ormai Mitch se le beveva tutte! No, non serve. Lasciami da lui e vai a casa, tranquillo! Immagino tu sia stanco Poi mi faccio dare un passaggio, sono sicuro che non ci metter molto. E se mi succede qualcosa sono gi dalla polizia! scherz Sal.

Scese dalla Tahoe. Mitch ripart. Nessuna raccomandazione. Nessun allora ci vediamo dopo per cena. - Buonasera disse Sal allagente che lo squadrava sono Sal Wheeley, sto cercando lo sceriffo Huges. Lagente non rispose. Guardava con insistenza il monitor del computer. Chiam un suo collega. Borbott qualcosa. Il collega scrisse qualcosa sulla tastiera. Clicc. Si guardarono. Borbottarono tra di loro. Sal attese, dubbioso. - Mi dispiace, appena uscito. Ma torner tra pochissimo rispose finalmente lagente con un sorriso forzato accomodati pure, da questa parte. Sal istintivamente indietreggi. Tutti gli agenti nella stanza lo stavano guardando. Tante teste di marmotte che spuntavano da dietro i computer. Cera silenzio. Silenzio freddo. Sal si spost leggermente a sinistra. Lagente lo aveva gi raggiunto. Un monitor attir lattenzione di Sal. Cera una foto, a schermo intero, era... LUI. Si ritrasse. Ricontroll furtivamente. Non cera dubbio, era proprio lui. Lagente lo afferr per il braccio. Sal fu scosso da un brivido. - Da questa parte, prego disse lagente tirandolo verso la porta spalancata di una stanza isolata. - Grazie agente cerc di dire naturalmente Sal ma credo che me ne andr. tardi e mi stanno gi aspettando. Ripasser domani, grazie mille. cercando di divincolarsi discretamente. - Tranquillo, questione di qualche minuto. Lo sceriffo arriver tra pochissimo lagente non mollava la presa. Sal fu travolto dal panico e dallemicrania. Agit in maniera scomposta il braccio e con un guizzo si liber della presa. Senza dare tempo allagente di reagire, raggiunse luscita e si precipit in strada. Alle sue spalle grida confuse. Corse. Vai gambe! Veloci come il vento! Conosceva le strade perfettamente. Conosceva le scorciatoie. Dopo qualche minuto di zig zag tra case e stradine secondarie, ladrenalina scese di qualche livello. Acido lattico nelle gambe. Mattoni nei polmoni. Pugni nella testa. Si volt. Apparentemente li aveva seminati. Corse un altro po. Non cerano pi grida , non cera pi nessuno. Usc dal boschetto in cui si era infilato. Era a Ron Pit. Cosa ci fanno con la mia foto sul computer? Chi cazzo mi sta cercando? Perch mi stanno cercando? Cosa ho fatto? Cosa hanno fatto allo sceriffo? Si tenne a distanza dalla strada. 614 Birch st era vicino, casa sua. Decise di raccontare tutto ai suoi. Non cera pi motivo di tenerli alloscuro. Stava succedendo qualcosa di strano, si sentiva in pericolo. Lo avrebbero

aiutato. Sarebbe stato al sicuro. Decise di entrare dal retro, magari qualche sbirro si era piazzato allingresso. O magari i federali. O chiunque lo stesse braccando. Le luci sul retro erano accese. Cera un gruppetto di persone. Sal si acquatt dietro ad un albero. Non distingueva le sagome. Strisci dietro un cespuglio. Pes i suoi passi: modalit ballerina. Si avvicin il pi possibile, facendosi scudo con il mantello della natura. Non cerano sbirri, non cerano Men In Black. Anzi no, uno sbirro cera: era lo sceriffo Huges. Sal tir un sospiro di sollievo. Ecco la formazione: Bruce, mamma Kelly, pap Mitch ed il dott Noel Strout. Sal si sent sollevato. Stavano parlando in modo concitato gesticolando sguaiatamente. Le voci erano abbastanza alte perch Sal riuscisse a sentirle. Stava per uscire dal suo nascondiglio quando: - State zitti, ipocriti del cazzo, sono cazzi nostri, dovete smetterla di fare casini e di fare domande del cazzo! era Strout. Puntava il dito contro Mitch e Kelly. - Calmati, il problema che questo coglione se l portato dietro e ora non sappiamo dove sia lo stronzetto. Mi hanno detto che se l data a gambe. Solo cazzo di problemi, cazzo! questo era lo sceriffo. - Arriver, dove volete che vada? E questi sarebbero i tuoi uomini toh che schifo! E voi due meglio che non facciate pi cazzate! di nuovo Strout. Sal non riusciva a capire. Di chi stavano parlando? Di lui? No, non era possibile? Rimase pietrificato, orecchio teso, cuore in apnea. Arrivando sul retro, Sal non aveva potuto vedere che lauto nera, quella che laveva seguito a Battle Creek, aveva parcheggiato ad un paio di isolati da casa sua. Era sceso luomo col cappellino. Si muoveva leggero, furtivo. Sal sent rumore di passi. Era appena un fruscio. Alle sue spalle. Si volt con paura. Scrut ovunque. Niente. Chi c l? Nessuno. Aveva paura. Cerc di ignorarla. Si riconcentr sulle voci in giardino, stava parlando Kelly. Di nuovo passi. Questa volta pi forti, pi vicini. Molla Sal scatt in piedi. Gli sembr di vedere una sagoma scomparire dietro un cespuglio. Voleva andare a controllare, le gambe si piantarono nel terreno. Una mano usc dallombra. Gli afferr la spalla. La presa era sicura. Sal url cercando di liberarsi. Vide la sagoma di un uomo, il volto era celato dalla visiera del cappellino. Luomo non moll la presa. Afferr laltra spalla di Sal e lo tir a se. Nel movimento la luce arancione del lampione gli svel per un istante il volto celato dalla visiera. Sal ebbe un sussulto. Conosceva quel volto. Inciamp. Il suo cuore correva impazzito. Le urla e la colluttazione avevano richiamato lattenzione dello sceriffo. Quando Sal si rimise in piedi, luomo col cappellino era sparito, come un fantasma, senza lasciar traccia. Sal respirava affannosamente, si guardava intorno come impazzito. Non ci credo non ci predo! Non poteva essere lui!. Controll dietro agli alberi, dietro ai cespugli. Niente. Un fantasma. I Wheeley e Strout avevano raggiunto lo sceriffo e si erano fatti intorno a Sal. Osservavano interrogativi il ragazzo impazzito. - Dov dov?? No.. Nooo, non possibile! Cosa mi succede? mugugnava Sal. - Cosa? Chi? Non c nessuno! Calmati. Ehi, Sal, fermati! Ci siamo solo noi, tranquillo, rilassati - cerc di placarlo Strout. - Rilassarmi? Rilassarmi?? Sono appena scappato dalla cazzo di stazione a proposito doveri? rivolto allo sceriffo come mai c la mia foto sui computer del

dipartimento? Perch mi volevano tenere l? Cosa stavate - Sal si inginocchi. La testa gli scoppiava tra le mani. Chiuse gli occhi. Li riapr. La vista si era leggermente annebbiata. Kelly si stingeva tra le braccia, sembrava piangesse. - Bruce rispondimi! prov a dire Sal cosa succede cazzo?! COSA SUCCEDE??!! Ma Huges non lo stava ascoltando. Guardava Strout. Annuiva, faccia rassegnata. Il dottore estrasse da un astuccio una siringa. Mitch placc Kelly che ora si agitava convulsa. Noel Strout la spinse via. Kelly cadde a terra. Calza sporca, coscienza sporca, occhi sconfitti. Sal sent le lacrime della madre, sent il suo dolore. Vide suo padre immobile. Vide lo sceriffo gesticolare. Sent le mani di Bruce che lo tenevano inchiodato a terra. Sent pizzicare la coscia. Strout gli aveva infilato lago. Gli occhi smarriti di Sal cercarono disperatamente qualcuno che potesse aiutarlo, che potesse soccorrerlo. Nessuno rispose al suo SOS. Si addorment.

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