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(Marshall, Mi, 08/03/2001)

Sal se ne stava sdraiato a letto. Occhi sbarrati. Aveva ispezionato il soffitto, analizzato pareti e poster; da guardare restava solo il marcio della sua coscienza. L'adrenalina defluiva come la marea ed il down post vendetta mafia style iniziava a pesargli sui muscoli. L'alba correva dietro l'angolo insieme alla macchina dello sceriffo Huges. Sal si arrese al sonno mentre Bruce bussava al 614 di Birch st. Le nocche sulla porta erano come spari nei sogni di Mitch che non si era spostato di un centimetro da quando Sal era uscito. "Palla di lardo" trov la forza per alzarsi, sistematina al pacco, "chi cazzo a quest'ora?". Bocca impastata causa alcol, occhi semichiusi causa sonno, umore super incazzato causa "a meno che non sia una pornostar svedese io apro la porta e sparo!". - Bruce?? Cosa ci fai qui? - (peccato, niente pornostar a Marshall!) - Shhh... Parla basso, esci un attimo lo sceriffo lo tir per il braccio accompagnandolo al vialetto Sal in casa? - Non lo so... credo di s, perch? Che cazzo ha combinato? - Sono sicuro che questa notte abbia dato fuoco alla macchina del sig. Terrace. Non voglio che mi senta. Quel ragazzo ha il radar per il pericolo, se mi sente scappa dalla finestra e non lo prendiamo pi. - Sei sicuro? Ha dato fuoco alla macchina di Terrace? Il frocetto di matematica...? - S, guarda cosa hanno trovato i pompieri... - disse Bruce tirando fuori l'accendino. - Quello stronzetto!! Ma questo mio, ci sono le mie iniziali! Brutto figlio.... Bruce! - Calmati cugino! Lo so quanto ti fa penare quel ragazzo. Ma io so come raddrizzarlo. Volevo solo parlarne con te prima... beh sai, Kelly parecchio sensibile, ci tiene, insomma... - Ma vaffanculo Kelly, entra, prendi quello stronzo e rompigli il culo! Giuro che se non lo fai tu, questa volta gli sparo, io gli SPARO!! - Calmati Mitch, calmati... ci penso io! Colpire un uomo che dorme indifeso da codardi; colpire un ragazzo di quattordici anni da vigliacchi, farlo con un manganello antisommossa da psicopatici. Questo fu il risveglio che psycho Huges riserv a Sal. Con un guizzo gli aveva legato le mani dietro la schiena e lo spingeva gi per le scale a calci. "Cammina stronzo, alzati e cammina!". Il manganello aveva sfondato il quadricipite di Sal che arrancava stordito inciampando ad

ogni gradino. Un due tre, un due tre, questo il valzer dello sbirro. Un due tre, un due tre, questo il labbro rotto, naso rotto, sputo in faccia dello sbirro. "To serve and protect". Mamma Kelly si era precipitata gi in vestaglia. Le trasparenze della viscosa fermarono per un istante lo sceriffo. Aveva sempre desiderato quella donna, bella, appariscente, volgare. Chiss cosa c'aveva trovato in Mitch, il cugino sfigato, l'operaio della Kellogs. C'aveva pure fatto un figlio. Sfigato come il padre ma arrogante e pure piromane! A proposito... Ecco! Un altro bel calcio nei reni. - Fermati! Bruce! Fermati ti prego! - esclam Kelly - Tuo figlio ha dato fuoco alla macchina del sig. Terrace. Questo teppista poteva ammazzare qualcuno. Ma ora gli faccio passare la voglia, vero stronzetto? Sal non rispose. Troppo occupato a ricontarsi i denti con la lingua. Celo manca, manca celo. - Non possibile! Lui era... insomma, sono sicura che... ci dev'essere... - Stai zitta! - url Mitch spingendola in cucina non uscire! Non ti riguarda! Questo coglione tuo figlio, non mio! "Il mattino" in do maggiore secondo la famiglia Wheeley Grieg: intro di flauto Kelly che batte piangendo sulla porta della cucina chiusa a chiave, crescendo di oboe Mitch che abbaia contro moglie, figlio e se stesso, andante maestoso di archi Bruce che sbatte Sal sul retro della macchina e scompare nel rosa sangue dell'alba. Il viaggio fino al 212 di South Grand st. fu sorprendentemente silenzioso. Lo sceriffo aveva finito gli insulti e le minacce, o forse stava semplicemente ricaricando. Sal guardava fuori dal finestrino, impossibile capire che parte del corpo gli facesse pi male. Sedia di alluminio. Tavolo di alluminio, cheap. Luce neon anonima, intermittente e fastidiosa. Esattamente come le stanze interrogatorio dei film, ma sfigata. Dopo un tempo indefinibile lo sceriffo Bruce Huges entr con un bicchiere di plastica, di caff di plastica ed un sorriso di plastica. Pos il bicchiere e si avvicin a Sal. Un click metallico sorprese il ragazzo che si era preparato ad incassare l'ennesimo pugno. Le mani erano libere. Bruce rimise le manette nel taschino della cintura. Si sedette dall'altra parte del tavolo mentre Sal si toccava i polsi arrossati. Con un ghigno, lo sceriffo estrasse la pistola e la appoggi a met strada tra se e Sal. - Forza, dammi un pretesto per farti saltare quella testa di cazzo! L'occhio di Sal cadde sulla "generosa scollatura" della nove millimetri. Voglia di farsi saltare la "testa di cazzo": zero. - Hai dato fuoco alla macchina del sig. Terrace? - No signore.

- Te lo ripeto. Hai dato fuoco alla macchina del sig. Terrace? - No. Non ho fatto nulla. Ti prego zio... - Zio?? - schiaffo non ti azzardare a chiamarmi zio! Io e te non abbiamo nulla in comune, tantomeno il sangue. chiaro? - breve pausa di disgusto senti... Mi hai gi fatto perdere troppo tempo questa notte. Le cose stanno cos: Terrace il tuo professore di matematica e tu, a scuola, hai combinato gi parecchi casini. I pompieri hanno trovato l'accendino di tuo padre, quello con le sue iniziali. Ora fammi la cortesia di fare una dichiarazione spontanea di colpevolezza e chiudiamo questa storia. A proposito... quella mano bruciacchiata... immagino sia stato durante l'ora di chimica a scuola vero? Sal scelse la via del silenzio. Qualunque cosa avesse detto avrebbe solo peggiorato la sua situazione. E poi aveva preso troppi schiaffi e pugni per inventarsi una cazzata credibile. - Dimmi Sal, lo stronzetto di Julian era con te questa notte? - No signore. Non c'era nessuno. Ok, sono stato io, l'ho fatto io ma l'ho fatto da solo. - Ah s? Sei proprio sicuro? Dimmi la verit, basta stronzate! Sei nei guai, grossi guai, aiutami ad aiutarti. - Sto dicendo la verit. Non c'era nessuno. Julian non ha fatto niente! Bruce Huges sospir profondamente, nella sua bocca il dolce aroma della vittoria. - Vedi... la prossima volta vi conviene mettervi d'accordo meglio... - disse lo sceriffo spalancando la porta portatelo dentro! Entr l'agente uno con una sedia di alluminio. Entr l'agente due con "che brutta cera, cosa ti successo?" Julian. Aveva un occhio gonfio che iniziava a tingersi di violetto: il make up made in pugni scioglilingua. I ragazzi si scambiarono uno sguardo intenso che sapeva di "Che cazzo gli hai detto?", "Io niente?", "Vaffanculo!", "Vaffanculo tu!", "Ahhhhh!". - Sig. Reven, sia cos gentile da ripetere al sig. Wheeley quello che ha detto al mio collega. Sguardo di disperata rassegnazione Ho detto che questa notte io e Sal abbiamo fatto saltare la macchina del sig. Terrace. "Infame" pensava Sal fissando il tavolo. - Illuminante sig. Reven, grazie! Dunque Sal, riguardo alla tua ultima dichiarazione, qualcosa da rivedere? - No signore, mi sembra che tutto sia gi abbastanza chiaro. - Benissimo. Dunque ragazzi, non immaginate nemmeno in che casini vi siete infilati. Il rapporto che scriver non vi dar scampo. Andrete davanti al giudice, pagherete per quello che avete fatto. Vedete, ci sono persone a cui basta una volta sola per imparare una

lezione. Ce ne sono altre che hanno bisogno di qualche calcio nel culo per ritrovare la retta via. E poi ci sono i teppistelli del cazzo come voi, convinti di sapere tutto, di essere pi forti di tutti. Per quel che mi riguarda forca e cappio per tutti voi: se nasci storto non puoi morire dritto. Ma non sono io che faccio le leggi, io, le faccio solo rispettare; e ve le far rispettare, costi quel che costi. INTESO? - S signore sospir appena appena il "ormai non pi cos" dynamic duo. Lo sceriffo aveva rifoderato il cannone, aggiustato i pantaloni ed era uscito sorseggiando il caff ormai freddo. L'agente due era rimasto in piedi vicino alla porta. Sorvegliava la stanza con sufficienza. - E adesso? Cosa succede? - mormor Julian. - Non lo so, cazzo. Non lo so. Ma non potevi stare zitto, cagasotto? - Sono arrivati di sorpresa, mi hanno portato dentro. Ho avuto paura, questa gente che fa sul serio, sono sbirri, cazzo! Cosa dovevo fare Sal? - Zitti! Fate silenzio! Non voglio sentire un'altra parola! - interruppe l'agente due. Silenzio speciale formato widescreen. Spazio alle riflessioni. Tempo di rimorsi e morsi della coscienza. Ora di provare a dare una forma concreta, reale alle minacce dello sceriffo Huges. Fast Forward, fotogrammi post delitto e castigo: difficile rientro a casa. Mitch Wheeley: abuso verbale continuo, Kelly Wheeley: evitare l'epidemia Sal. Carl Reven: reminiscenze dal Vietnam, Apocalypse Now su Julian. Tribunale dei minori. Fedine penali sporche "gi a quattordici anni, vi rendete conto ragazzi?". Articolo sul Battle Creek Enquirer: complimenti Sal e Julian, siete famosi ed indesiderati, simboli di una generazione marcia. Un mese al Calhoun County Juvenile. Programma di reinserimento e attivit sociali: interscambio di odio tra ragazzini incazzati e spaventati. Rientro a scuola. Bob Terrace a braccia aperte: "Io vi perdono ragazzi, siamo qui per crescere, una seconda possibilit non si nega a nessuno!". "Zitto frocetto!": ottimo lavoro programma di reinserimento! Jennifer: "Sei un coglione ma mi piaci!". Opinione pubblica divisa, per alcuni sono da cacciare, per altri da coccolare "come dice la Bibbia". Sal e Julian sempre pi uniti e soli verso un destino apparentemente inevitabile: alcolismo, criminalit e prigione oppure l'esercito, tra i loro simili, lontani dalle leggi del buonsenso.

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