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2 Wilbert Howles (Baghdad, Iraq, 15/11/2009) 6.00 A.M. Un'altra cazzo di giornata nel deserto.

Dalla tenda al centro di analisi: 87 passi, contanti. Addosso ancora il sonno di una notte in cui chiudi gli occhi ma non riposi. Pallottole che volano da tutte le parti? Mai viste. Esplosioni continue? Tutte stronzate. Questa era una guerra diversa. Una guerra di trincea a distanza. Un guerra di noia e contraddizioni. Ognuno trovava le proprie motivazioni, mercenari volontari o inconsapevoli che inseguivano una vittoria nuda a stelle e strisce. Ogni tanto Wilbert sentiva di un elicottero abbattuto, di un commando attaccato; i C centotrenta portavano a casa tutti: i soldati a cavalcioni sulle casse di legno, i vivi sulle spalle dei morti, i vivi con il peso dei morti. Lui non aveva mai sparato, non si era mai sporcato le mani, non era mai stato contagiato dalla follia del "signore s signore!". Lui era un analista: raccogliere info, analizzare i dati, classificare. La sua guerra era diversa, combatteva per qualcos'altro. In comune con quel "branco di provinciali ignoranti strafatti di testosterone dal grilletto facile" aveva solo l'uniforme ed il passaporto. Il centro di analisi era una stanzetta strettissima. Strapiena di cavi, fili, fogli sparsi e soldati dall'aria smarrita. Erano state previste due sole lampadine, 120 watt per 20 persone, 6 watt a testa, poco pi che buio. Lo sport preferito dagli analisti era il "salto di quel filo del cazzo sempre in mezzo ai piedi e quando pensi di averlo saltato ce n' un altro che ti fa inciampare, cazzo!". La colonna sonora del centro era un sommesso ma continuo "mi scusi signore", "permesso signore", "non succeder di nuovo signore". Il soldato Howles raggiunse la sua postazione con un coefficiente di difficolt tre punto due. Lo attendeva come sempre il suo Toughbook CF-M34 ed un oceano di dati da arginare e convogliare verso il giusto destinatario. Wilbert sapeva bene chi era il giusto destinatario; ma c'era un problema: "giusto" destinatario e "vero" destinatario non erano la stessa persona. C'aveva messo qualche tempo per capire bene la situazione. Memorizzare tutte le password, pensare come il sistema, battere la macchina. Era stato pi semplice di quanto avesse creduto. I dati, accessibili da tutti i terminali, erano protetti in toto da pochi codici ed i file praticamente non criptati. L'organizzazione delle cartelle seguiva il sistema "matrioshka". Incredibilmente i salti dalle bambole pi grandi a quelle pi piccole, ergo info di diverse classificazioni, erano completamente libere. Aveva inserito il suo cd preferito nel drive del computer. Lo facevano tutti. "La musica aiuta a concentrarsi", questa era la scusa ufficiale, in realt la musica spezzava la noia e ritmava le schermate in penombra. Il soldato Howles, cuffie in testa, aveva una particolare inclinazione per Lady GaGa. Nessun pezzo lo animava quanto "Telephone". Aveva imparato tutte le parole a memoria. Il soldato Maser, la cui postazione fronteggiava quella di Wilbert, osservava l'improbabile spettacolo. "Just a second, it's my favorite song they're gonna play..." il playback di Wilbert era impeccabile "...and now you won't stop calling me, I'm kinda busy...". Muoveva anche la testa, composto, era pur sempre un soldato, ma non perdeva

mai il tempo. Lady Wilbert, durante tutta l'esibizione, non staccava mai gli occhi dal monitor. Le mani sempre indaffarate sulla tastiera. Il soldato Maser sorrise, apprezz per qualche altro secondo la performance, poi si rimise al lavoro: due ore di filmati di incidenti mozzafiato su youtube. Nessuno in quella stanza avrebbe mai immaginato che le cuffie del soldato Howles, timido, un po' appartato ma bravo ragazzo, erano mute. Che il cd che girava nel drive del suo computer, di Lady GaGa aveva solo la foto, le canzoni erano state completamente cancellate. Che Wilbert aveva suddiviso e compresso meticolosamente milioni e milioni di pagine di documenti altamente classificati che stava copiando proprio su quel cd. I suoi occhi scorrevano rapidi e sicuri file dopo file. Era entrato nella sezione video. Solite cose, solite scene. Cose che la prima volta ti sconvolgono poi lentamente diventano comuni, quasi noiosi. Si chiama "sindrome del dottore". La prima volta che vedi sangue, un braccio tagliato, un intervento a cuore aperto ti senti male e svieni poi il tutto diventa emozionante come l'affrancatura della prioritaria per un impiegato delle poste. Un video per era diverso dagli altri. Era protetto da una password ed archiviato nella sezione JAG, Judge Advocate General. Mmm...interessante. Password: sempre la stessa, troppo facile! Quand' che impareranno. Immagini in bianco e nero, da un Apache. Vista panoramica di Baghdad City. "Roger ricevuto, obbiettivo quindici". Gente in piazza che cammina. "Hotel Due Sei; Crazy Horse Uno Otto". Case e macerie, l'architettura secondo Operation Iraqi Freedom. "Quindi, uh, potete ingaggiare. Passo". Polvere, tanta polvere. "Continua a sparare". Corpi immobili stesi. "Oh, s, guarda quei bastardi morti". Un uomo striscia, ferito, si tiene le gambe, cerca riparo. Arriva un furgone, ci sono due bambini a bordo. Due uomini scendono e soccorrono il ferito, lo stanno per caricare e portare via. "Uno Otto. Ingaggiato! Dai!". Il furgone distrutto, tutto distrutto, l'area stata "disinfestata". "Evvai, guarda che roba. Dritto attraverso il parabrezza! Ha ha!". Una jeep militare schiaccia un cadavere tra le macerie. Oh cazzo... Copia!

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