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Paride Uboldi MPT A3B 20.05.

2013

RICERCA CHIMICA “IL VETRO”

DEFINIZIONE
Il vetro è un prodotto inorganico di fusione che si raffredda e si indurisce senza cristallizzare. Dal
punto di vista scientifico il vetro non è un corpo solido, bensì un liquido molto viscoso che scorre
molto lentamente. Nella natura intatta il vetro si forma sempre laddove le rocce si fondono e si
induriscono velocemente ( colate laviche, fulmini sulla sabbia). Gli esempi naturali più noti sono la
pietra pomice (un vetro schiumato vulcanico) e la nera e dura ossidiana.

MATERIE PRIME
60% sabbia di quarzo ( SiO2), 19% soda (Na2CO3), 15% dolomia (MgCa(CO3)2 e 6% di altre materie
prime vengono mescolate e pesate secondo una ricetta. Per migliorare il processo di fusione si
aggiungono al miscuglio circa 20 % di cocci di vetro puliti.

PRODUZIONE DEL VETRO FLOAT


Viene così chiamato dal nome del più diffuso procedimento di fabbricazione industriale del vetro,
"FLOAT" appunto, messo a punto da Sir Alastair Pilkington (Gran Bretagna) alla fine degli anni '50.
Le materie prime giungono nel forno già miscelate e vengono fuse ad una temperatura di circa
1’550°C. Il vetro fuso viene fatto affluire
al bagno float composto di zinco. Sullo
zinco liquido galleggia la massa di vetro
sotto forma di un nastro continuo. A
causa della tensione superficiale del
vetro si forma sulla superficie del bagno
di zinco una lastra parallela
perfettamente piana, senza
deformazioni e di alta qualità ottica.
Nel tunnel di raffreddamento e per concludere sul nastro a rulli aperto, le lastre di vetro vengono
progressivamente raffreddate da 600°C a 60°C. Tramite il laser vengono controllate eventuali bolle
o difetti e poi si tagliano delle lastre di 600 x 321 cm. Il vetro float per la Svizzera viene prodotto in
enormi impianti in Francia ed in Germania.

Chimica
Paride Uboldi MPT A3B 20.05.2013

VETRO ANTIPROIETTILE
Il vetro antiproiettile si ottiene accoppiando fra di loro due o più lastre di vetro di spessore
variabile da 6 a 10 millimetri, tra le quali viene interposto e incollato uno strato di elastomeri,
come poliuretano o polivinilbutirrale (PVB), sostanze che hanno una grande elasticità e una grande
resistenza alla trazione, ma sono perfettamente trasparenti. Sono questi che impediscono al vetro
di rompersi quando è colpito da un proiettile, perché letteralmente si “aggrappano” tenacemente
alla superficie della lastra e impediscono che essa ceda sotto l’urto. Per essere accoppiate con
l’elastomero, le lastre di vetro vengono pulite e asciugate completamente con appositi macchinari,
quindi vengono assemblate alternando vetro ed elastomero. I pannelli sono fatti passare poi tra
rulli e portati a una determinata temperatura: la pressione dei rulli e il calore eliminano ogni
traccia di aria fra gli strati e fanno incollare fortemente l’elastomero alle due superfici. Questo tipo
di vetro ha uno spessore che varia da 20 a 80 mm circa.
Un altro metodo di costruzione, che sta diventando rapidamente popolare, è l'uso di laminati di
sicurezza come una pellicola sulla superficie interna del vetro ordinario. Questo, quando legato
con l'applicazione di un adesivo sensibile alla pressione e completamente indurito, fornisce una
protezione simile al vetro
antiproiettile multistrato. La
chiarezza ottica è molto migliore e
risulta senza tinta, con uno spessore
e peso ridotti del 50-70%, e il
processo può essere eseguito anche
su finestre preesistenti.

Chimica

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