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Pomeriggio come maturità, come periodo
di consapevolezza e rinnovamento. Questo
ha inteso Tomás Halik scegliendo il titolo
del suo libro. Lo spunto gli è venuto dal
la metafora che Cari Gustav Jung applica
alle dinamiche della vita individuale: l'in
fanzia e la giovinezza corrispondono al
mattino dell'esistenza in cui ciascuno co
struisce i tratti fondamentali della propria
personalità; poi sopraggiunge la crisi del
mezzogiorno, la stanchezza e la perdita di
energia per la vita, che però si trasforma
in opportunità se si coglie la sfida di in
terrogare e accettare ciò che di sé si era
trascurato o dimenticato. Si è allora pronti
a percorrere la via del pomeriggio dell'e
sistenza, una discesa nell'intimo profondo
che porta i frutti preziosi della maturità.
Halik applica questa metafora alla storia
del cristianesimo. Il mattino è l’epoca pre
moderna, con la costruzione delle strutture
dottrinali e istituzionali. La crisi del mez
zogiorno è rappresentata dalla modernità
che, con la secolarizzazione e l’ateismo
scientifico e ideologico, ha scosso le fon
damenta tradizionali della Chiesa. Adesso
l'era moderna ha iniziato il suo declino e
per i cristiani è il momento di cogliere i
segni dei tempi e riconoscere il kairos po
meridiano che viene loro incontro.
Resistendo alla tentazione di dissolversi
nell'indistinto pluralismo postmoderno e
guardando oltre le pastoie dell'isolazioni-
smo, un cristianesimo maturo sarà in gra
do di impegnarsi in un nuovo ecumenismo,
in quella 'fratellanza universale' alla quale
ci sollecita Francesco. E in questo senso
Halik tratteggia delle linee prospettiche
per una riforma della Chiesa che la veda
interlocutore attento della cultura e della
società del nostro tempo, come popolo di
Dio in pellegrinaggio nella storia, scuola di
Università
Gregoriana
SA
X
2.33
SESTANTE
47
Tomás Halík
Pomeriggio
del cristianesimo
Il coraggio di cambiare
• BIBLIOTECA *
AN. 4.
VITA E PENSIERO
Tomás Halík
Pomeriggio
del cristianesimo
Il coraggio di cambiare
• BIBLIOTECA ‘
AN. 3q¿
VITA E PENSIERO
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Introduzione II
I. La fede in movimento 15
II. La fede come esperienza del mistero 21
III. Leggere i segni dei tempi 35
IV. Mille anni come un giorno solo 51
V. Cristianesimo religioso o non religioso ? 61
VI. Buio a mezzogiorno 81
VII. Dio sta tornando? 105
Vili. Gli eredi della religione moderna 121
IX. Dal villaggio globale alla « civitas oecumenica» 135
X. Un terzo illuminismo ? 147
XL L’identità del cristianesimo 157
XII. Dio da vicino e Dio da lontano 171
XIII. La spiritualità come passione della fede 191
XIV. La fede dei non credenti e la finestra della speranza 205
6 INDICE
1 Cfr. Le 5.
16 POMERIGGIO DEL CRISTIANESIMO
***
2 II concetto di epoca assiale è stato coniato da Karl Jaspers: intendeva con esso
l’arco temporale tra Vili e II secolo a.C., quando, indipendentemente l’una
dall’altra, nascono religioni che sono rimaste in vita fino a oggi; quelle più anti
che si trasformano, e diventano rilevanti la trascendenza e il lato morale. Cfr. K.
Jaspers, Origine e senso della storia (1949), Milano, Edizioni di Comunità, 1965.
LA FEDE IN MOVIMENTO 17
'l
20 POMERIGGIO DEL CRISTIANESIMO
davvero, ciò su cui fonda la sua vita, non soltanto ciò che in
proposito dichiara con le sue parole.
Questa interpretazione della fede permette anche di parlare
di ‘fede dei non credenti’ (di coloro che affermano di non cre
dere) e di ‘incredulità dei credenti’ (di coloro che affermano
di credere). Troviamo già nel Nuovo Testamento - in Matteo e
nella Lettera di Giacomo - la formulazione di una fede implici
ta: una fede contenuta anche ‘in modo anonimo’ in una prassi
di vita. Una persona può mostrare la sua fede anche con le sue
opere, leggiamo nella Lettera dell’apostolo Giacomo9. A volte
può essere essa stessa sorpresa dalla fede presente segretamen
te in una sua azione: secondo il Vangelo di Matteo coloro che
si prendono cura dei bisognosi incontrano Cristo senza saper
lo10. E Teofilo di Antiochia scrive: «Se dici: mostrami il tuo Dio,
ti rispondo: mostrami l’uomo che è in te e ti mostrerò il mio
Dio»11.
L’umanità di un individuo, il suo modo di essere, è l’espres
sione più autentica della sua fede o della sua incredulità. A par
lare della fede di un uomo è la sua stessa vita, piuttosto che ciò
che pensa o dice a proposito di Dio. Ma quando parliamo del
modo in cui un uomo vive, guardiamoci dal ridurre l’interezza
di una vita soltanto al campo della morale, a virtù e peccati: nel
modo in cui un uomo vive, in cui si esprime, rientrano anche la
sua ricchezza emotiva, la sua fantasia e creatività, la sensibilità
nei confronti della bellezza e il senso deH’umorismo, la capa
cità di empatia e tutta una serie di altre qualità. Alla domanda
su che tipo di uomo sia e quale fede ispiri e guidi la sua vita,
troviamo una risposta nel modo in cui egli mette in pratica il
compito di essere uomo.
’Cfr. Gc2,18.
'’Cfr. Mi 25,31-46.
" Cfr. Teofilo di Antiochia, Libro adAulolico, 1.2.1.
IL La fede come esperienza del mistero
1 II fondatore della psicologia del profondo, Cari Gustavjung, la cui opera è una
delle fonti di ispirazione di questo libro, aveva inciso sulla porta della sua casa
Vocatus atque non vocatus, Deus aderii (Chiamato o non chiamato, Dio è presente).
La fede ha le sue forme manifeste o latenti, vive nel conscio e nell’inconscio
umano. Evidenti e nascoste, consce e inconsce, esplicite e implicite (‘anonime’),
22 POMERIGGIO DEL CRISTIANESIMO
le forme della fede (ma anche dell’incredulità) possono a volte essere in tensio
ne, per questo in cerò casi possiamo parlare anche di ‘fede dei non credenti’ e di
‘incredulità dei credenti’.
LA FEDE COME ESPERIENZA DEL MISTERO 23
***
6 Cfr. Al 17,22-23.
’ La tradizionale teologia tomistica insegna che Dio rispetta i limiti della cono
scenza razionale umana, ciononostante fra i concetti umani e la sostanza miste
riosa di Dio esiste una relazione di somiglianza, di analogia. Il Concilio Late
ranense IV aggiunge, tuttavia, che in questa relazione la dissomiglianza eccede
infinitamente la somiglianza.
LA FEDE COME ESPERIENZA DEL MISTERO
***
8 Cfr. Mi 17,1-8.
9 II concetto di peak-experience, usato dalla psicologia esistenziale per un’esperien
za mistica trasformatrice, è stato introdotto da Abraham H. Maslow (cfr. A.H.
Maslow, Religions, Values and Peak-Experiences, New York - London, Ohio Slate Uni
versity Press, 1964).
30 POMERIGGIO DEL CRISTIANESIMO
***
M Al 17,28.
LA FEDE COME ESPERIENZA DEL MISTERO 33
1 Ho appurato in seguito che questo termine era già stato utilizzato negli anni
Ottanta dal teologo pastorale viennese Paul Zulehner (cfr. P.M. Zulehner, Teo
logia pastorale [1989], vol. 1 : Pastoralefondamentale, Brescia, Queriniana, 1992).
2 Cfr. Qp 3,1-8.
POMERIGGIO DEL CRISTIANESIMO
36
***
■* Tra i pionieri della socio-teologia potremmo forse annoverare P.L. Berger, che
diede forma di saggio alle sue importantissime opere sui cambiamenti sociali
contemporanei della religione, opere in cui le analisi sociologiche compenetra
no le considerazioni teologiche. Penso innanzitutto all’ampia trilogia II brusio
degli angeli. H sacro nella società contemporanea (1969), Bologna, il Mulino, 1995;
L'imperativo eretico. Possibilità contemporanee di affermazione religiosa (1979), Rivoli
(TO), ElleDiCi, 1987; Una gloria remota. Avere fede nell’epoca del pluralismo (1992),
Bologna, il Mulino, 1994.
5 M. de Certeau, Note sur l'expérience religieuse, Paris, Denis Pelletier, 1956.
38 POMERIGGIO DEL CRISTIANESIMO
***
6 T. Halik, Stromu ibyvà nadéje, Praha, Nakladatelstvi Lidové noviny, 2009, p. 200.
Torno su questa riflessione nel capitolo XIV.
7 L’espressione ceca verejnà teologie (teologia pubblica) è stata diffusa da L’ubomfr
Martin Ondràsek, pioniere della public theology in Slovacchia (cfr. L.M. Ondràsek,
Verejnà teologia na Slovensku, Trnava, Dobrá kniha, 2019).
8 Pensiamo ai partecipanti alla rivolta antinazista Dietrich Bonhoeffer e Alfred
40 POMERIGGIO DEL CRISTIANESIMO
Delp, a Martin Luther King, ai vescovi Desmond Tutu e Óscar Romero, al teolo
go del movimento polacco SolidamaséJózef Tischner o ai dissidenti cechi dell’e
poca del governo comunistajosef Zvëfina ejakub S. Trojan.
• BIBLIOTECA *
’Cfr. Co/2,9.
10 Cfr. 12,2.
" Accolgo il concetto di cultura dell’enciclica di Giovanni Paolo II Centesimus
annus. «L’uomo è compreso in modo più esauriente, se viene inquadrato nella
sfera della cultura attraverso il linguaggio, la storia e le posizioni che egli assume
davand agli eventi fondamentali dell’esistenza come il nascere, l’amare, il lavo
rare, il morire. AI centro di ogni cultura sta l’atteggiamento che l’uomo assume
davanti al mistero più grande: il mistero di Dio» (CA, 24).
LEGGERE I SEGNI DEI TEMPI 43
14 Questo concetto che unisce ragione e tecnica nell’epoca della tarda modernità
è stato utilizzato daj. Patoõka, Saggi eretici sulla filosofia della storia (1990, postu
mo) , Torino, Einaudi, 2008.
46 POMERIGGIO DEL CRISTIANESIMO
***
LEGGERE I SEGNI DEI TEMPI 47
***
tutto ciò che fino a quel momento ci appagava. Già gli antichi
eremiti conoscevano gli inganni del ‘demone meridiano’, «la
freccia che vola di giorno»2. Mettevano in guardia dal vizio
chiamato acedia. Questa parola significa qualcosa più di ‘pi
grizia’, anche se di solito è così che viene tradotta. Si trat
ta piuttosto della perdita di voglia ed energia per la vita, di
spossatezza, di apatia spirituale - oggi potremmo accostarla a
concetti come quelli di depressione ed esaurimento nervoso
(burn-out syndrome). La crisi può intaccare la salute, la carrie
ra professionale, la relazione coniugale e quelle familiari, la
fede e la vita spirituale.
Questa crisi - come ogni crisi, secondo Jung - è però allo
stesso tempo un’opportunità. In essa chiede la parola quella
parte della nostra esistenza che non abbiamo sviluppato a suf
ficienza, che abbiamo trascurato, se non addirittura, in modo
subcosciente o cosciente, soffocato o represso nell’inconscio.
Si fa sentire quella parte del nostro io che non vogliamo am
mettere o riconoscere: la nostra ombra, i nostri debiti. Del re
sto, nella tradizione cristiana si classificano fra i peccati (i de
biti) non soltanto le cattive azioni, le brutte parole e i pensieri
perversi, ma anche l’omissione del bene, il seppellimento dei
talenti affidatici.
Solamente nel momento in cui un individuo ha superato la
prova della crisi meridiana - ad esempio nel momento in cui
è in grado di accettare e interrogare ciò che su se stesso non
voleva sapere e non voleva ammettere - è pronto a percorrere
la via del pomeriggio dell’esistenza. Certo, può anche spreca
re questo nuovo stadio esistenziale riempiendolo con la mera
ripetizione dei gesti del mezzogiorno, preoccupandosi di co
struire in primo luogo la propria carriera e la propria sicurezza
materiale, lucidando e migliorando la propria immagine agli
occhi degli altri, inseguendo riconoscimenti e applausi, appun
tandosi al petto altre scintillanti medaglie. La sua persona può
gonfiarsi al punto tale da soffocare la sua vita interiore. Anche
!SaZ9I,5.
MILLE ANNI COME UN GIORNO SOLO 53
5 2« 3,8.
MILLE ANNI COME UN GIORNO SOLO 55
***
***
1 Cfr. E.J. Sharpe, Understanding Religion, London, Bristol Classical Press, 1997.
62 POMERIGGIO DEL CRISTIANESIMO
***
***
9 Soprattutto nel primo millennio è esistita nel cristianesimo una notevole plura
lità per quanto riguarda liturgia, spiritualità e accenti teologici: solamente dopo
la separazione dal cristianesimo bizantino, la Chiesa latina ‘si romanizza’ signifi
cativamente.
CRISTIANESIMO RELIGIOSO O NON RELIGIOSO? 69
***
11 Cfr. M. Gauchet, Il disincanto del mondo. Una stona politica della religione (1985),
Torino, Einaudi, 1997.
12 Distinguo fra secolarizzazione (il processo socio-culturale), secolarismo (l’inter
pretazione ideologica della secolarizzazione) ed epoca secolare (un determinato
periodo storico). Per approfondire, si veda l’inizio del VII capitolo.
POMERIGGIO DEL CRISTIANESIMO
72
***
14 Cfr. U. Beck, Il Dio personale. La nascita della religiosità secolare (2008), Roma-
Bari, Laterza, 2009.
CRISTIANESIMO RELIGIOSO O NON RELIGIOSO? 75
15 É. Durkheim, Leforme elementari della vita religiosa ( 1912), Roma - Ivrea, Edizioni
di Comunità, 1963.
POMERIGGIO DEL CRISTIANESIMO
76
***
16 Queste lettere sono state pubblicate nel volume postumo Resistenza e resa
(1951), ora in Opere, voi. Vili, Brescia, Queriniana, 2002.
17 Motivi simili a quelli eckhartiani risuoneranno più tardi nella teologia esisten
zialista di Paul Tillich, nella sua fede in «Dio al di sopra del teismo di Dio» (cfr. P.
Tillich, Il coraggio di esistere [1952], Roma, Astrolabio-Baldini, 1968).
CRISTIANESIMO RELIGIOSO O NON RELIGIOSO? 79
***
2 Cfr. T. Halik, Il segno delle chiese vuole. Per una ripartenza del cristianesimo, Milano,
Vita e Pensiero, 2020.
’ A.C. Amiézi, En Afrique, on produit des baptisés et non des chrétiens, on leur donne
les sacrements, sans évangéliser, https://africa.la-croix.com/pere-alain-clement-
amiezi%E2%80%89-en-afrique-on-produit-des-baptises-et-non-cles-chretiens-on-
leur-donne-les-sacrements-sans-evangeliser/
POMERIGGIO DEL CRISTIANESIMO
84
***
6 Cfr. K. Jaspers, La questione della colpa. Sulla responsabilità politica della Germania
(1946), Milano, Raffaello Coruna, 1996.
POMERIGGIO DEL CRISTIANESIMO
90
’ Per un certo tipo di candidati contribuisce all’attuale attrattiva dei seminari tra
dizionalisti anche il fatto che spesso diventano un rifugio per persone prive della
capacità e del coraggio di vivere e servire la Chiesa nella società contemporanea:
cercano piuttosto un ben protetto parco archeologico del passato. Purtroppo la
Chiesa cattolica non ha ancora attuato in misura sufficiente la necessaria riforma
della formazione dei sacerdoti.
8 Dorothee Sèlle distingue fra rappresentante e sostituto. Il rappresentante svolge
temporaneamente il compito del rappresentato, ma a lui fa riferimento. Il sosti
tuto tenta invece di rendere inutile colui il quale sta sostituendo (cfr. D. Sofie,
BUIO A MEZZOGIORNO 91
***
***
Uno dei miei grandi maestri di fede (ma anche di coraggio civi
le) , il teologo Josef Zvèfina, che per la sua fedeltà a Cristo e alla
Chiesa ha trascorso trent’anni nelle prigioni comuniste e nei
campi di lavoro, ancora ai tempi del comunismo riassumeva il
suo rapporto con la Chiesa con queste parole: «Chiesa - mio
amore e mia croce». Allora, giovane ed entusiasta convertito,
non capivo come la Chiesa — che a quel tempo a me sembrava
una combattente per la libertà spirituale contro il regime to
talitario ateo - potesse essere vissuta come una croce, un peso
doloroso. Ora lo so.
Quando, in seguito al contagio da Covid-19, per un certo
periodo non ho potuto lavorare, leggere né dormire, nelle
lunghe notti insonni mi opprimeva dolorosamente il pensiero
dello stato attuale della Chiesa. Mi tornavano in mente le storie
degli abusi che avevo ascoltato nel corso delle mie conversa
zioni con le vittime, il sentimento di delusione per le posizioni
del mio vescovo, il disgusto verso i cristiani che sostenevano
Donald Trump e altri pericolosi populisti o demagoghi nazio
nalisti che si facevano scudo con la retorica cristiana (‘la difesa
dei valori cristiani’). Si impadroniva di me la tristezza per gli
attacchi rancorosi contro papa Francesco.
E mi sono tornate alla mente le parole del profeta Isaia: «La
testa è tutta malata, tutto il cuore langue. Dalla pianta dei piedi
alla testa non c’è in esso una parte illesa, ma ferite e lividure e
piaghe aperte»14.
Dopo che alcuni documenti hanno dimostrato che si erano
lasciati andare a corruzione e abusi sessuali anche membri del
collegio dei cardinali e che un predatore sessuale senza scrupo-
15 Rm 8,9.
BUIO A MEZZOGIORNO 95
***
18 Cfr. ad esempio T. Halik, Pazienza con Dio (2007), Milano, Vita e Pensiero, 2020;
Id., Tocca le ferite. Per una spiritualità della non-indifferenza (2008), Milano, Vita e
Pensiero, 2021.
19 II «mistero dell’ingiustizia»: cfr. 27s2,7.
POMERIGGIO DEL CRISTIANESIMO
98
” Penso ad autori quali Paul Ricoeur, Jean-Luc Marion, Jean-Luc Nancy, Michel
Henry, all’irlandese William Desmond, agli americani John D. Caputo, Merold
Westphal e a Richard Kearney, irlandese a lungo attivo negli Stati Uniti, il più
prossimo al mio pensiero. ’ H
BUIO A MEZZOGIORNO 99
***
21 Cfr. R. Kearney, The God Who May Be: A hermeneutics of religion, Bloomington
(IN), Indiana University Press, 2001.
22 Giovanni della Croce, Notte oscura, Bologna, EDB, 2011.
POMERIGGIO DEL CRISTIANESIMO
100
M Cfr. H. Jonas, Il concetto di Dio dopo Auschwitz. Una voce ebraica (1987), Genova,
Il Nuovo Melangolo, 1993.
BUIO A MEZZOGIORNO 103
che i cristiani nella gran parte del mondo non hanno potuto
festeggiare al solito modo a causa della pandemia da Coronavi
rus. Forse anche questa nuova esperienza è un invito da parte
di Dio a comprendere in modo nuovo il mistero della Pasqua
che ricordiamo ogni anno.
VII. Dio sta tornando?
1 La natura nella Bibbia non ha carattere divino, non è ‘piena di dei e demoni’, è
invece creazione di Dio affidata alla cura dell’uomo. Anche i governanti politici
non sono dei né figli di dei: Mosè rifiuta di ubbidire al faraone e Nathan critica
aspramente il re Davide.
POMERIGGIO DEL CRISTIANESIMO
106
5 Per questo hanno avuto un grande merito il gesuita americano John Courtney
DIO STA TORNANDO? Ill
***
Murray e il filosofo francese Jacques Maritain, che ha lavorato a lungo nelle uni
versità statunitensi.
6 Cfr. H. Blumenberg, La legittimità dell’età moderna (1966), Genova, Marietti,
1992.
112 POMERIGGIO DEL CRISTIANESIMO
***
***
9 ITs5,2.
10 Cfr. Le 17,23.
Vili. Gli eredi della religione moderna
4 G. Kepel, La rivincita di Dio. Cristiani, ebrei, musulmani alla riconquista del mondo
(1991), Milano, Rizzoli, 1991.
124 POMERIGGIO DEL CRISTIANESIMO
’ Lo segnala tra gli altri lo storico delle religioni italiano Massimo Faggioli, cfr.
https://www.commonwealmagazine.org/wake-call-liberal-theologians .
gli eredi della religione moderna 129
8 Di certo è così anche perché non esistono tasse sul credo religioso.
130 POMERIGGIO DEL CRISTIANESIMO
10 Ap 3,20.
" R. Traer, Faith, Belief, and Religion, Aurora (CO), Davies Group Publishers, 2001.
GLI EREDI DELLA RELIGIONE MODERNA 133
! Ho utilizzato questo termine nel libro La notte del confessore (2005), Roma, Edi
zioni Paoline, 2013. Miloslav Petrusek l’ha inserito tra le diagnosi sociologiche
contemporanee della nostra epoca (cfr. M. Petrusek, Spoleânostipozdnídoby, Praha,
SLON, 2007, pp. 303-304).
140 POMERIGGIO DEL CRISTIANESIMO
’M. McLuhan, Gli strumenti del comunicare (1964), Milano, Il Saggiatore, 1967.
4 Cfr. M. Heidegger, Poeticamente abita l’uomo, in Id., Saggi e discorsi, Milano, Mur
sia, 1991, pp. 125-138.
dal villaggio globale alla civitas oecumenica 141
***
5S.P. Huntington, Lo scontro delle civiltà e il nuovo ordine mondiale (1996), Milano,
Garanti, 2000.
6 Come le fantasie sugli ‘illuminati’ o la demonizzazione di personalità quali
George Soros o Bill Gates, che sostituiscono o completano le paure precedenti
verso i complotti internazionali di ‘ebrei e massoni’. Un caso estremo è rappre
sentato dalla bugia paranoica chiamata QAnon, una teoria cospirazionista nata
nell’ottobre del 2017 e appoggiata anche dal presidente Trump e dai suoi soste
nitori.
’Cfr. Gvl4,2.
DAL villaggio globale alla civitas oeojmenica 143
9 «E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anch’Egli, il Figlio, sarà sottomesso a
Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti» (ICor 15,28).
146 POMERIGGIO DEL CRISTIANESIMO
1 «Si può dire che oggi non viviamo un’epoca di cambiamento quanto un cam
biamento d’epoca» (cfr. il discorso di papa Francesco all’incontro con i rappre
sentanti del V Convegno nazionale della Chiesa italiana, Firenze, 10 novembre
2015, Il nuovo umanesimo in Cristo Gesù: https://www.vatican.va/content/france-
sco/it/speeches/2015/november/documents/papa-francesco_201511 lOJiren-
ze-convegno-chiesa-italiana.html).
2ñml2,2.
Mp2,ll.
148 POMERIGGIO DEL CRISTIANESIMO
***
4 Quando uso qui ‘Illuminismo’ con l’iniziale maiuscola, intendo il primo illumi
nismo del XVII e XVIII secolo.
UN TERZO ILLUMINISMO? 149
***
***
UN TERZO ILLUMINISMO?
153
1 Entrambe le citazioni sono da Me 11,22. L’Autore cita però per prima la tra
duzione della Bibbia di Kralice («Mëjte vini Bozil»), versione ceca autorevole
risalente all’ultimo trentennio del XVI secolo. La seconda citazione, «Mèjte viru
V Bohal», è tratta, al pari della versione italiana, dall’ultima traduzione nazionale
approvata dalla Conferenza episcopale [NdT\.
* Eb 12,2. Come sopra, l’Autore cita la Bibbia di Kralice («[Hled’me na] pùvodee
a dokonavatele viry Jezise») invece della traduzione più recente ([s pohledem
upfenÿm na] Jezise, kterÿ vede nasi vini od poëâtku az do Cile»), corrispondente
all’italiano «Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento» [NdT].
3 2Tm2,13.
’ J. Zahradnifiek, Znameni mod, in Id., Dito II, Praha, Ceskoslovenskÿ spisovatel,
1992.
160 POMERIGGIO DEL CRISTIANESIMO
***
5F. Nietzsche, Così parlò Zarathustra. Un libro per lutti e per nessuno (1883), Milano,
Adelphi, 1995, p. 138.
l’identità del cristianesimo
161
6 Gv 20,28.
’ Cfr. T. Halik, Tocca leferite, cit., pp. 17-19.
162 POMERIGGIO DEL CRISTIANESIMO
***
12 Cfr.FiZ 2,6-11.
15 Cfr.Gv 10,7-10.
"Cfr. Gc 2,17-18.
15 Cfr. Afe 9,38-40.
164 POMERIGGIO DEL CRISTIANESIMO
,6Cfr. Gv 1,10.
17 Gv 10,30.
18Cfr. Gal 2,20.
19 Cfr. R. Rohr, The Universal Christ: How a forgotten reality can change everything we
see, hopefor, andbelieve, Colorado Springs (CO), Convergent Books, 2019.
l’identità del cristianesimo
165
***
" Cfr. Gv 3,1-21. A differenza della versione ceca (Gv 3,3: «nenarodi-li se kdo
znovu», «se uno non nasce di nuovo»), quella italiana usa «dall’alto». L’identità
del significato è dichiarata in glossa al testo, ma si è scelto di renderla esplicita in
tutte le occorrenze accanto alla traduzione CEI per non generare confusione nel
lettore [NdT].
168 POMERIGGIO DEL CRISTIANESIMO
a Al 10,41.
• •
XII. Dio da vicino e Dio da lontano
2 Cfr. D.M. Knight, Should Protestants receive Communion at Mass?, in «La Croix
International», 23 luglio 2020: https://international.la-croix.com/news/reli-
gion/should-protestants-receive-communion-at-mass/12797.
5 Cfr. V. Boublik, Teologie mimokfest’anskÿch nábozenství, Kostelni Vydfi, Kanne-
litánské nakladatelstvi, 2000; cfr. Id., Teologia delle religioni, Roma, Studium, 1973.
DIO DA VICINO E DIO DA LONTANO
173
dalla propria coscienza sulla via della ricerca della verità, del
bene e della bellezza. L’insegnamento sulla possibilità della
salvezza per i non battezzati e per le persone senza una fede
esplicita in Cristo è divenuto un punto saldo della dogmatica
cattolica per mezzo dei documenti del Concilio Vaticano II4
L’assenza di una fede esplicite non deve essere allora intesa
come il suo rifiuto. Persino il rifiuto verbale di Cristo e della
Chiesa può in alcuni casi essere (e talvolta è) solo il rinnega
mento di false nozioni che una persona si è creata (ad esempio
generalizzando le esperienze negative avute con l’ambiente dei
credenti). Al contrario, il gesuita americano Leonard Feeney è
stato scomunicato dalla Chiesa cattolica per disubbidienza nei
confronti dei superiori e per l’intransigente affermazione che
i non cattolici non possono essere salvati - quindi per l’appli
cazione radicale ed esplicite dell’enunciato extra Ecclesiam nulla
salus-, e questo ben prima dell’ultimo Concilio5. Le questioni
riguardanti i confini della Chiesa, il rapporto tra Chiesa visi
bile e invisibile, sono dibattute da secoli in teologia, e non è
possibile racchiuderle in un’unica definizione dogmatica. Lo
Spirito di Dio guida la Chiesa nella storia, ne cambia il volto, la
introduce senza interruzione nella pienezza della verità e ispira
anche la sua riflessione teologica su di sé, così come sui suoi
mutamenti storici. Tale azione dello Spirito nella Chiesa finirà
solo con il compimento della sua storia nell’abbraccio di Dio;
negarla significherebbe rischiare di macchiarsi della colpa con
tro lo Spirito Santo, colpa dalla quale Gesù ci ha messo in guar
dia con forza6. Non solo nella dottrina del Concilio Vaticano II,
ma anche nel pensiero di importanti teologi ortodossi, possia
mo incontrare l’affermazione che «sappiamo dov’è la Chiesa,
ma non possiamo essere sicuri di dove non sia»7.
Alla domanda su come il fiume della fede sfoci nella vita delle
singole persone, come queste diventino credenti e cristiane,
non possiamo trovare una risposta soddisfacente rimanendo
solo entro il diritto ecclesiastico. Abbiamo accennato al fatto
che il battesimo presuppone una professione di fede (per i
bambini almeno supplente) e che la Chiesa richiede che que
sta professione non sia solo una formale ‘dichiarazione a paro
le’, ma che sia sostenuta da un atto di fede (faith) consapevole,
libero e informato, da un convincimento (belief) e dalla deci
sione di introdurre questo convincimento nella propria prassi
esistenziale.
La fede personale dei singoli individui è in ogni caso un se
greto che sfugge al ‘controllo ecclesiastico’; chi battezza non
può mai avere la certezza totale che la fede del battezzando
sia autentica, così come non la possono avere neppure i testi
moni ai quali viene chiesto per l’ammissione al catecumenato
di dichiarare che il catecumeno sia in buona fede. E non può
averne certezza assoluta neppure lo stesso credente, perché la
fede del singolo individuo può essere pienamente conosciu
ta e giudicata, come stabilisce una delle preghiere liturgiche,
solo da Dio stesso8. Quando parliamo della fede delle singc>
le persone, e anche quando riflettiamo sulla nostra propria
fede, dobbiamo fare talvolta ricorso a parole di speranza: cre
do che credo.
La fede è un viaggio, e per questo possiamo dire di essere
sul cammino della fede anche quando ci affligge la sensazio
ne della sua debolezza e insufficienza; già il nostro desiderio
di credere e di ‘credere per davvero’ è un passo importante
su questa via. La fede è il cammino verso la certezza, tuttavia
la vera certezza, la pienezza della fede, sopraggiunge solo tra
le braccia di Dio, oltre l’orizzonte di questa vita e di questo
8 Nella preghiera per i defunti in uno dei canoni della messa si dice «perché Tu
conosci la loro fede».
176 POMERIGGIO DEL CRISTIANESIMO
9Cfr. lCorl3,8-13.
10 Agostino, Discorsi, 117.3.5 (su Gv 1,1-3).
11 Per approfondire, cfr. T. Halik, Voglio che tu sia. L'amore dell’altro e il Dio cristiano
(2012), Milano, Vita e Pensiero, 2017.
DIO DA VICINO E DIO DA LONTANO 177
***
12 Cfr. Mi 5,43-48.
"Cfr. G« 2,17.
14 Ciò è espresso, nella teologia cattolica dei sacramenti, con la relazione di opus
operatum e opus operantis, l’elemento ‘oggettivo’ e ‘soggettivo’ nella somministra
zione e ricezione dei sacramenti.
178 POMERIGGIO DEL CRISTIANESIMO
,7A.M. Rizzuto, La nascita delDio vivente. Studio psicoanalitico (1979), Roma, Boria,
1994.
180 POMERIGGIO DEL CRISTIANESIMO
18 Gn-23,23.
DIO DA VICINO E DIO DA LONTANO 181
i
nei tempi antichi aveva parlato ai padri [,..] ultimamente, in
questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio»19. Dio ha
parlato a ognuno molte volte e in molti modi già prima che
l’uomo pronunciasse, di fronte all’annuncio del Vangelo, il ‘sì
e amen’ della propria fede consapevole.
Per questo, per una fede che non smetta mai di essere ricer
ca di Dio, è importante la preghiera, non come mezzo dell’uo
mo per spingere Dio a esaudire i suoi desideri, ma come crea
zione di un silenzio interiore in cui la persona prova a perce
pire la presenza del Dio nascosto e a capire la Sua volontà. A
differenza della visio beatifica dei santi in paradiso, la fede non
dispone dell’evidenza, della certezza di una conoscenza piena.
Se è umanamente autentica, conserva uno spazio legittimo per
le domande critiche che l’aiutano a crescere e a collaborare
con il suo lato divino (la fede come dono della grazia di Dio).
Il dubbio, accompagnamento salutare della fede che la rende
umile, non consiste nel dubitare di Dio, nel dubitare che Dio
esista, ma nel dubitare di se stessa, di quanto il credente com
prenda la chiamata di Dio.
Il più profondo mistero della fede, dunque, non riguarda re
sistenza di Dio. In poche parole, il cristiano non crede in un Dio
che potrebbe non esistere. Solo gli esseri contingenti (acciden
tali), le ‘cose’, possono non essere. Un Dio che potrebbe non esse
re, un Dio come essere tra gli esseri, davvero non esiste: un tale
Dio materiale sarebbe un idolo, non Dio. Il Dio in cui crediamo
da cristiani contiene tutto e al contempo tutto trascende0. Non
ha senso chiedersi se l’insieme del tutto esista; è invece naturale
chiedersi quale carattere abbia questo tutto e se sia possibile co
municare in qualche modo con esso, posto che è infinitamente
più grande di qualsiasi nostro concetto o idea al riguardo.
La fede non acquista il proprio carattere cristiano attraverso
la convinzione che Dio esiste; non siamo diventati credenti cri-
19 Eb 1,1-2.
20 II cristianesimo rifiuta il panteismo, l’assimilazione di Dio al mondo; tuttavia
nella Bibbia troviamo alcuni passi importanti vicini al panenteismo, secondo cui
Dio comprende e allo stesso tempo trascende tutto ciò che è creato.
182 POMERIGGIO DEL CRISTIANESIMO
!1 7Gv4,16.
“Cfr. IGv4,8.
a Meli ,22. [Nella Bibbia di Kraiice: cfr. supra, cap. XI, nota 1, NdT\.
“ Neque enim quaero intelligere ut credam, sed credo ut intelligam ( «Non cerco di capire
per credere, piuttosto credo per capire») - con questa frase Anseimo di Canter
bury completa, nel suo Proslogion, l’enunciato di sant’Agostino credo ut intelligam
(dal Commento al Vangelo di Giovanni). L’idea di Agostino di una fede che cerca
di capire deriva dalla traduzione latina di Is 7,9: nisi credideritis non intelligetis («se
non crederete, non capirete»). Cfr. il Discorso 43di Agostino.
DIO DA VICINO E DIO DA LONTANO 183
25 Cfr. Mt 17,20.
26 T. Halik, La notte del confessore, cit.
27 Cfr. ICor 1,25-29.
28 Cfr. Gv 12,24.
184 POMERIGGIO DEL CRISTIANESIMO
***
te. C’è sempre spazio per il libero soffiare dello Spirito, che
continuerà fino alla fine della storia a condurre i discepoli di
Cristo alla pienezza della verità. L’apertura ai nuovi doni dello
Spirito non deve però indicare una perdita, ingrata e sconside
rata, del rispetto per il carattere fondamentale e vincolante del
tesoro costituito dai doni già ricevuti dallo stesso Spirito; Gesù
ha elogiato la saggezza dei maestri che da quel tesoro estraeva
no cose nuove e antiche33.
Anche nella fede del singolo cristiano o di una data comu
nità cristiana (ad esempio una scuola teologica) sussiste la fede
della Chiesa tutta, la pienezza dell’insegnamento cristiano; tut
tavia la fede e la conoscenza del singolo cristiano o del dato
gruppo avranno sempre i propri limiti umani (storici, culturali,
linguistici e psicologici), e non potranno quindi assorbire la
fede della Chiesa nella sua pienezza. Per questo motivo sia i
singoli credenti sia le varie, concrete scuole di fede e spirituali
tà hanno bisogno dell’integrazione e dell’eventuale correzione
offerta dalla Chiesa e dal suo Magistero. L’individuo credente
partecipa alla fede della Chiesa nella misura in cui la sua limi
tata capacità di persona gli consente di incarnare il tesoro della
fede nella propria comprensione, nel proprio pensiero e nel
proprio agire. Già Tommaso d’Aquino insegnava la fede im
plicita: nessun credente può contenere tutto ciò che la Chiesa
crede, ma ne comprende e accoglie esplicitamente solo una
parte. A ciò che supera la sua comprensione e la sua conoscen
za partecipa in modo implicito attraverso l’atto di fede in Dio,
nella sua rivelazione e anche nella Chiesa, che gli consegna tale
rivelazione. La consapevolezza di ciò dovrebbe portare all’u
miltà e al riconoscimento della necessità di comunicazione e
dialogo nella Chiesa.
La fede cristiana, inoltre, non riempie mai in modo perfetto
- forse neppure nei santi e nei mistici - l’intero spazio dell’ani
ma umana, la parte cosciente e inconscia della psiche. In questo
senso intendo l’affermazione del cardinal Daniélou che «un cri-
” Cfr. Mt 13,52.
DIO DA VICINO E DIO DA LONTANO 187
“Cfr. 7Gv3,20.
55 David Steindl-Rast definisce il cuore «l’organo che percepisce il significato».
Cfr. D. Steindl-Rast, The Way of Silence: Engaging the sacred in daily life, Cincinnati,
Franciscan Media, 2016, p. 19.
56 Cfr. Sal 42,8.
DIO DA VICINO E DIO DA LONTANO
189
”Cfr. Me 10,17-22.
190 POMERIGGIO DEL CRISTIANESIMO
1 Cfr. Gv3,3-6 [perle due dizioni, cfr. supra, cap. XI, nota 20, NdT\.
la spiritualità come passione della fede 193
2 B. Huss, Spiritual, but not Religious, but not Secular: Spirituality and its new cultural
formations, Paper read at the European University at Saint Petersburg, Novem
ber 17th, 2018: https://www.academia.edu/37804743/Spiritual_but_not_Reli-
gious_but_not_Secular_Spirituality_and_its_New_Cultural_Formations_Lec-
ture_draft_
5 Faith and Beliefs of ‘Nonbelievers’, John Templeton Foundation, September 2019-
May 2022: https://www.templeton.org/grant/faith-and-beliefs-of-nonbelievers
194 POMERIGGIO DEL CRISTIANESIMO
6Cfr. Gc 2,14-26.
’ Tradizionalmente questi centri di innovazione si trovavano nelle aree peri
feriche, come nel caso del monacheSimo celtico. A partire dal pontificato di
papa Francesco, gli impulsi riformatori più significativi arrivano direttamente
LA SPIRITUALITÀ COME PASSIONE DELLA FEDE
197
dalla Cattedra di san Pietro, un fatto che sta diventando un notevole segno dei
tempi.
8 Penso ad esempio alla spiritualità delle congregazioni dei Piccoli Fratelli e delle
Piccole Sorelle di Gesù (soprattutto nei libri di Carlo Carretto) o alle fraternità
monastiche di Gerusalemme.
198 POMERIGGIO DEL CRISTIANESIMO
***
10 Di questo rischio parla anche Ulrich Beck: «Il processo pragmatico di depu
razione delle religioni dai dogmi è ambivalente, perché apre le porte alla bana
lizzazione e volgarizzazione: un qualsiasi hotel è adomato da motti di saggezza
buddhista; l’analfabetismo religioso si va propagando; gli atei non sanno neppu
re a quale Dio essi non credono più» (cfr. U. Beck, Il Dio personale, eie, p. 156).
202 POMERIGGIO DEL CRISTIANESIMO
11 Agostino, Commento al Vangelo di san Giovanni, 26,4 (Trahit sua quamque volup
tas).
LA SPIRITUALITÀ COME PASSIONE DELLA FEDE 203
1 G. Ebeling, Das Wesen des christlichen Glaubens, Tübingen, J.C.B. Mohr (Paul Sie-
beck), 1959.
206 POMERIGGIO DEL CRISTIANESIMO
2Z. Neubauer, Opotátku, cesti a inameni cosà, Praha, Malvern, 2007, p. 214.
LA FEDE DEI NON CREDENTI E LA FINESTRA DELLA SPERANZA 207
’J.B. Lotz, Injedem Menschen steckt ein Atheist, Frankfurt am Main, Knecht, 1981.
210 POMERIGGIO DEL CRISTIANESIMO
5J. Seifert, Tutte le bellezze del mondo (1981), Roma, Editori Riuniti, 1991, p. 17.
212 POMERIGGIO DEL CRISTIANESIMO
6 V.E. Frank! - P. Lapide, Ricerca di Dio e domanda di senso ( 1984), Torino, Claudia
na, 2016.
la fede dei non credenti e la finestra della speranza 215
’ Cfr. la lettera del 29 ottobre 1918, in S. Freud, Psicoanalisi e fede. Carteggio col
pastore Pfister 1909-1939, Torino, Boringhieri, 1970.
LA FEDE DEI NON CREDENTI E LA FINESTRA DELLA SPERANZA
217
9 Ibidem, p. 94.
la fede dei non credenti e la finestra della speranza 219
10 Ibidem, p. 95.
11 Cfr. T. Halík, Voglio che lu sia, cit
i
220 POMERIGGIO DEL CRISTIANESIMO
***
"Cfr.Lc 17,20-21.
LA FEDE DEI NON CREDENTI E LA FINESTRA DELLA SPERANZA
225
mondo la sua bellezza e alla vita nel mondo le sue serietà e re
sponsabilità. Quando l’Assoluto, con un umile ‘forse’ soffia la
speranza nella nostra vita, piuttosto che indebolirla la rafforza
Quando un raggio di santità illumina la nostra quotidianità le
dona bellezza, gioia, libertà e profondità. Il Dio in cui credo
- qui rispondo a Nietzsche - si è spogliato della sua pelle di
morale, non emana il cattivo odore di «moralina», è un dio che
danza'5. Gli amici di Dio che attraverso il confine della morte
sono diventati miei amici, già ‘sembrano redenti’ e mi inse
gnano questa danza di libertà16. Nonostante tutte le parole di
critica che ho rivolto alle Chiese, posso affermare che conosco
cristiani che si sono trovati tra le fiamme di grandi prove; an
che Comte-Sponville ne menziona alcuni e aggiunge che per la
loro testimonianza non può disprezzare neanche la loro fede
cristiana. Anche Nietzsche, dopotutto, ha dichiarato che il cri
stianesimo, degno di rispetto, era già al mondo nella liberazio
ne di Gesù dallo «spirito di gravità», e che è possibile anche
oggi17-
***
Ernst Bloch una volta ha detto che solo un ateo può essere un
buon cristiano e solo un cristiano può essere un buon ateo18.
Penso di capire ora cosa intendesse dire, anche se la penso di
versamente: l’ateismo può essere utile ai cristiani credenti, ma
15 Nietzsche annuncia che forse vedremo ancora Dio anche dopo la sua ‘morte’,
quando si sarà spogliato della sua pelle di morale. Nietzsche inventa come ete
ronomo della morale la «moralina», un neologismo che richiama la parola e il
puzzo della naftalina. E afferma che può credere solo in un «dio che danza». Cfr.
E Nietzsche, LAnlicrislo. Maledizione del cristianesimo (1895), Milano, Adelphi,
1977.
16 Lo Zarathustra di Nietzsche dice ai cristiani: «Perché io impari a credere al loro
redentore: più redenti dovrebbero sembrarmi i suoi discepoli!»: E Nietzsche,
Così parlò Zarathustra, cit., p. 138.
17 Cfr. Lo spirilo di gravità, in F. Nietzsche, Così parlò Zarathustra, cit.
18 Cfr. E. Bloch, Ateìsmo nel cristianesimo. Per la religione dell’Esodo e del Regno (1968),
Milano, Feltrinelli, 1971.
226 POMERIGGIO DEL CRISTIANESIMO
1 2Cor4,7.
5 La disputa medievale se a Maria spetti solamente il titolo di christotokos (geni
trice, portatrice di Cristo) o anche di theotokos (Madre di Dio) è stata risolta con
tro Nestore nel 431 nel Concilio di Efeso a favore della correttezza del titolo di
theotokos.
LA SOCIETÀ DELLA VIA 229
’ Cfr.Ef 2,14-16.
LA SOCIETÀ DELLA VIA 231
***
***
14 Dreher invita i cristiani a edificare uno stile di vita cristiano che diventi un isola
di santità in mezzo alla marea della modernità.
240 POMERIGGIO DEL CRISTIANESIMO
***
di stipare tutti nelle proprie file per tenerli sotto controllo, ‘co
lonizzarli’. Deve avere fiducia nel potere di Dio, prendere sul
serio l’azione dello Spirito anche al di fuori dei confini visibili
della Chiesa.
Finora la Chiesa ha sviluppato soprattutto la cura pastorale
dei suoi credenti e la missione pastorale nel senso dello sforzo
di ampliare le proprie file. Sin dall’inizio del cristianesimo, un
altro campo è stato la diaconia, la carità: qui in particolare i
cristiani imparavano a servire tutte le persone che si trovavano
in una condizione di dolore o di necessità, adempiendo così
alla chiamata di Gesù all’amore universale, alla misericordia
e all’impegno nell’apostolato. Qui i cristiani davano e danno
testimonianza di atti senza parole, con un amore solidale e una
vicinanza comprovata. Nello spirito della parabola del buon
samaritano, non chiedono ‘chi è il mio prossimo?’ (e chi dun
que mio prossimo non è), come ha chiesto il fariseo che vole
va «giustificarsi»2, cioè giustificare i confini ristretti della sua
disponibilità ad amare e aiutare. Sanno che loro stessi devono
‘farsi prossimo’, essere vicini agli altri, in particolare a coloro
che hanno bisogno di aiuto. Questa vicinanza terapeutica, que
sta solidarietà, aveva e ha gli aspetti più diversi, e ha anche una
dimensione politica.
Come abbiamo già detto, la Chiesa come ospedale deve
prendersi cura anche della salute della società, occuparsi di
prevenzione, della diagnosi di malattie che colpiscono l’intera
società, ma anche della terapia e della riabilitazione: sforzarsi
di superare i ‘peccati sociali’ e le strutture deviate all’interno
dei sistemi sociali. La dottrina sociale della Chiesa ormai da
alcuni decenni avverte che il peccato non è solamente una que
stione individuale, siamo tutti sempre più interconnessi in una
rete caotica di rapporti economici e politici, in cui spesso il
male acquisisce una forma sovrapersonale, anonima.
Una delle molte cause per cui si sono svuotati i confessionali
è che la coscienza della responsabilità personale è coperta da
2 Cfr. Le 10,25-29.
LA SOCIETÀ DELL’ASCOLTO E DELLA COMPRENSIONE 243
***
6 Cfr. Le 11,42-46.
7 Cfr. Papa Francesco, Amoris laetitia, 300, 303, 312.
8 Nella Lettera di Giacomo leggiamo: «Parlate e agite come persone che devo
no essere giudicate secondo una legge di libertà, perché il giudizio sarà senza
misericordia contro chi non avrà usato misericordia; la misericordia invece ha
sempre la meglio nel giudizio» (Gc2,12-13).
LA SOCIETÀ DELL’ASCOLTO E DELLA COMPRENSIONE 247
9Cfr. Me 5,25-34.
10 Cfr. anche T. Halik, Pazienza con Dio, eie, pp. 153-155.
248 POMERIGGIO DEL CRISTIANESIMO
tere terapeutico del linguaggio sacro, dei simboli, dei riti e dei
sacramenti; ma in altri momenti l’accompagnatore deve rinun
ciare a qualsiasi elemento di questo campo. Nelle corsie degli
ospedali, nelle celle delle prigioni, nei campi militari e nei club
universitari i cappellani non possono servirsi dei tradizionali
strumenti espressivi della fede, e questo non solo a ragione del
politicamente corretto, ma soprattutto perché la maggior parte
dei loro interlocutori non comprende quel linguaggio. In un
dialogo fraterno con i ‘diversamente credenti’ l’accompagna
tore deve maneggiare i concetti tradizionali e i simboli della
fede in modo parsimonioso. Con persone che non si ricono
scono nella loro confessione, raramente i cappellani parlano
esplicitamente di Dio e di Gesù Cristo. Si trovano nello spazio
di altri giochi linguistici. Ma questo non significa affatto che
qui Dio non sia presente.
A differenza della missione tradizionale e della tradizionale
terapia del dialogo, questo servizio ha carattere reciproco. Noi
cristiani non possiamo considerare ‘chi non è con noi’11 so
lamente come oggetto della missione di conversione, oppure
come un potenziale oppositore o nemico. Gesù ci ha comanda
to di amare tutti gli uomini, di farci prossimo. Una delle facce
dell’amore è il rispetto per la diversità dell’altro; l’amore è uno
spazio di libertà che apriamo al prossimo perché in esso possa
essere veramente e pienamente se stesso, non debba in nessun
modo crearsi un personaggio e meritarsi continuamente il no
stro favore. L’amore è uno spazio di fiducia, sicurezza, acco
glienza; uno spazio in cui il prossimo possa sviluppare ciò che
ha in sé di più prezioso, diventare se stesso. Soltanto l’esperien
za di essere accolti così come siamo ci insegna ad accogliere e
amare il prossimo.
La via regale dell’accompagnamento spirituale, il suo alfa e
il suo omega, è la cura di un approccio contemplativo al mon
do e alla propria vita. L’accompagnatore spirituale non può
aiutare nessun uomo se non gli insegna una prassi di concen-
11 Cfr. Le 9,49.
LA SOCIETÀ DELL’ASCOLTO E DELLA COMPRENSIONE 251
io’ a quella sul più profondo e allo stesso tempo molto più
ampio ‘nuovo io’. Questa trasformazione - uno spostamento
di peso dall’ego al self (Io interiore) - viene spesso espressa
con la metafora spaziale del viaggio nel profondo, un viag
gio nell’interiorità. Qui le parole ‘profondo’ e ‘interiorità’
indicano il loro contrario: ‘scendere nel profondo’ non si
gnifica voltare le spalle alla nostra quotidianità e alle nostre
relazioni con gli altri. Se spostiamo il baricentro della nostra
vita su quel centro interiore, incontreremo in modo nuovo
e più pieno Dio, ma anche le altre persone e l’intera orche
stra della Creazione. Dio come profondità del reale è ‘Dio in
tutte le cose’.
Di questa trasformazione parlano i percorsi dei mistici e
la metafora del pomeriggio della vita di Cari Gustav Jung. Mi
sono sforzato di mostrare che questa trasformazione non av
viene solamente nelle storie individuali (come d’altra parte è
sempre avvenuto nella storia), ma anche nella nostra storia,
compresa la storia del cristianesimo. La crisi della Chiesa è un
kairos. il momento benedetto del passaggio daU’egocentrismo
ecclesiastico a una partecipazione consapevole all’avvenimento
continuo del mistero del Natale e della Pasqua, alla incarnatio
continua, crucifixio continua e resurrectio continua.
Anche la Chiesa deve abbandonare la fissazione esclusiva sul
proprio ‘piccolo io’, sulla sua forma istituzionale in una data
epoca e sui suoi interessi istituzionali. I termini clericalismo,
fondamentalismo, integralismo, tradizionalismo e trionfalismo
indicano diverse manifestazioni dell’egocentrismo della Chie
sa, della sua contrazione su ciò che è superficiale ed esteriore.
Cedere alla nostalgia di un passato idealizzato, del mezzogior
no della storia cristiana, significa arenarsi in una forma angusta
(e spesso anche angosciante) di cristianesimo: è una manifesta
zione di immaturità. Di fronte a una Chiesa incapace di offrire
una forma di cristianesimo diversa da quella meridiana, o più
esattamente un’alternativa alla nostalgia per questa forma e ai
tentativi di una sua ricostruzione o imitazione, non stupisce
che molte persone siano convinte che l’unica possibilità rima
sta sia abbandonare il cristianesimo e la fede.
LA SOCIETÀ DELL’ASCOLTO E DELLA COMPRENSIONE 253
12 «Il cuore parla al cuore» (corad cor loquitur) era il motto del cardinale Newman.
” È questo uno dei messaggi principali dell’enciclica di papa Francesco Fratelli
tutti
14 Per esteso: «Il pluralismo e le diversità di religione, di colore, di sesso, di raz
za e di lingua sono una sapiente volontà divina, con la quale Dio ha creato gli
esseri umani»: Documento sullafratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza
comune, Abu Dhabi, 3-5 febbraio 2019. Disponibile alla pagina internet: https://
www.vatican.va/content/francesco/it/travels/2019/outside/documents/papa-
francesco_20190204_documen to-fratel lanza-umana. h tml
LA SOCIETÀ DELL’ASCOLTO E DELLA COMPRENSIONE 255
***
15 Si tratta della sura della Tavola Imbandita (stira 5c,48) in cui alla gente della
Scrittura (ebrei e cristiani) si dice: «se Allah avesse voluto, avrebbe fatto di voi
una sola comunità. Vi ha voluto però provare con quel che vi ha dato. Gareggiate
in opere buone: tutti ritornerete ad Allah ed Egli vi informerà a proposito delle
cose sulle quali siete discordi».
16 «Un’unica religione nella diversità dei riti» (cfr. De pacefidei, 1,6).
256 POMERIGGIO DEL CRISTIANESIMO
17 Uno di questi tentativi è stato il dialogo sul Vangelo con il Dalai Lama. Cfr.
Gyatso Tenzin (Dalai Lama), Incontro con Gesù. Una lettura buddhista del Vangelo
(1996), Milano, Mondadori, 2009.
LA SOCIETÀ DELL’ASCOLTO E DELIA COMPRENSIONE 257
***
19 Sanl’Ignazio ha chiamato così i compiti delle quattro settimane dei suoi Eserci
zi spirituali: deformata reformare, riformare (correggere) le deformazioni; reformata
conformare, adattare le correzioni (conformarle alla vita di Gesù Cristo); confor
mata confirmare (rafforzare ciò che è stato conformato - con la meditazione sulle
sofferenze di Cristo); infine confirmata transformare, trasformare ciò che è stato
rafforzato, meditare sulla resurrezione di Gesù e sull’amore di Dio ‘presente in
tutte le cose’.
260 POMERIGGIO DEL CRISTIANESIMO
Laudato si’ (24 maggio 2015), lettera enciclica sulla cura della casa
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23 0807
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Barcode N. ...
23 0807
sapienza cristiana, ospedale da campo in
mezzo alla famiglia umana, luogo acco
gliente di accompagnamento spirituale e
riconciliazione.
In copertina:
Filippo Rossi, La ferita che salva (dettaglio), 2016,
acrilici, foglia oro e bitume su polistirene estruso,
proprietà dell'artista.
© 2022 Filippo Rossi - www.magnifice.it