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Capitolo settimo
La «pienezza cattolica» secondo i Padri
Le religioni umane secondo i padri 159
Appendice 185
«Il dialogo sul sacerdozio» di San GiovanniCrisostomo 188
Capitolo ottavo
La teologia nella Chiesa
Il dialogo cattolico con Karl Barth 201
Apologetica e teologia 213
Conclusione
Santità di domani 229
Cristo non ha mai cessato, dopo ogni crisi storica, di riemergere sem
pre più presente, più pressante, più dilagante che mai» 4, ed infatti noi
crediamo, con s. Paolo, che nessuna crisi della storia d separerà mai
da lui. Ma ima tale sicurezza d proviene proprio dalla Chiesa. Gesù
vive per noi. In quali sabbie si sarebbero però persi, non dico il suo
ricordo o il suo nome, ma la sua viva influenza, l’azione del suo vangelo
e la fede nella sua Persona divina, senza la visibile continuità della
sua Chiesa? Se la prima comunità cristiana, nel fervore della sua fede
e del suo amore, non avesse costituito l’ambiente apportatore dello
Spirito che susdtò gli evangelisti; se questa comunità, di generazione
in generazione, non si fosse conservata sostanzialmente identica, e ca
pace di trasmettere il culto del suo Signore; se non fossero sorti, al
momento opportuno, uomini di Chiesa, grandi dottori, capi intrepidi
od umili testimoni, a conservare letteralmente inalterato il dogma nel
suo rigore e nella sua semplidtà come, per esempio nel in secolo, quel
buon papa Zefirino, non molto acuto in metafisica, preso tra le saccenti
speculazioni contraddittorie degli Ippoliti e dei Noeti, e come in se
guito molti altri; se i grandi condii non avessero fissato per sempre
l ’ortodossia cristologica..., cosa sarebbe oggi il Cristo, per noi? «Senza
la Chiesa, il Cristo svanisce, o si frantuma, o si annulla» 5. E cosa ne
sarebbe dell’umanità senza il Cristo? 6
Lo sappia o no, essa ha bisogno di lui. Affiorando con fatica dal
cosmo che l’ha fatto nascere, lo spirito umano, forza irreversibile, ha
bisogno, per compiere il proprio destino divino, della vittoria irre
versibile del Cristo. L ’umanità deve diventare il corpo del Cristo, per
entrare in Dio con lui. Essa infatti è adottata dal Padre in Gesù, il Fi
che la Chiesa deve rinnovarsi. Dal suo vecchio tesoro, custodito gelo
samente, essa sa trarre cose nuove. Ma il suo rapporto con Gesù
Cristo non varia. La forza di generare nuovi figli non si affievolisce.
Lungi dal ripiegarsi su se stessa con timore, essa, la Chiesa, si apre,
generosa e spoglia, accogliente e serena. E quando il suo compito ma
terno appare non solo immenso, ma impossibile e scoraggiante, tanto
più essa confida nel suo sposo. Ma non tutti i suoi figli la capiscono.
Alcuni si spaventano e si scandalizzano, altri, che poco vivono del suo
Spirito, pensano che sia giunto il tempo d ’introdurre in tutte le cose
«i propri criteri innovatori o sovversivi». In simili circostanze, quelli
che la riconoscono come madre devono esserle più che max attaccati,
attenti come non mai a «rinnovarsi, come dice s. Paolo, con una tra
sformazione spirituale del proprio giudizio» (Efes 4,23), per poter
compiere la propria missione, in umile ed attiva pazienza. La Chiesa
infatti porta al mondo la speranza.
Ora capita che questa Chiesa santa sia abbandonata da coloro che
hanno tutto ricevuto da lei, resi ciechi ai suoi doni. Di più: il mo
mento attuale di mostra come essa sia schiaffeggiata da quelli che essa
continua a nutrire. Una ventata di critica amara, universale e priva di
intelligenza, arriva talvolta a far girare le teste ed a guastare i cuori.
Ma proprio allora, contemplando il viso umiliato di mia madre, l’amo
doppiamente. Senza laudarmi in una critica della critica, saprò mo
strare che l’amo nella sua forma più schiava. E proprio mentre alcuni
restano ipnotizzati dai tratti che le fanno un viso invecchiato, l’amore
mi farà scoprire in lei, con molta più verità, le forze nascoste, le at
tività silenziose, che la rendono eternamente giovane, «le grandi cose
che nascono nel suo cuore e che convertiranno contagiosamente la
terra» s.
Essa oggi redama da tutti noi uno sforzo di un’ampiezza inusitata,
uno sforzo che corrisponde alle necessità di un’epoca di mutamento. Se
tale sforzo è fatto seriamente, per la Chiesa vi sarà «una nuova prima
vera». Perché questo accada, bisogna che ne capisca bene le condi
zioni. Apertura e rinnovamento, queste due parole in cui è riassunto
tutto il programma di un tale sforzo, possono essere prese in un senso
non giusto. L ’apertura richiestami sarà in funzione del mio radica
mento nell’essenziale. Il rinnovamento che devo promuovere sarà in
funzione della mia fedeltà. «Soltanto un autentico cristianesimo è una
3 P. Teilhard de Chardin.
Paradosso e mistero della Chiesa
11 P. Teiihard, 4 novembre 1916. Dello stesso, nel 1935: «Fortunati noi che ab
biamo l’autorità della Chiesa! Abbandonati a noi stessi, andremmo alla deriva, e
fino a qual punto?». Cfr. Mons. de Solages, Teilbard de Chardin (Privar, 1967),
p. 341.
12 Hans Urs von Balthasar, introduzione a s. Agostino, Le visage de l’Église
(txad. frane., coll. «Unam Sanctam», éd. du Cerf, Parigi, 1959). Già l’elezione di
Israele aveva suscitato «lo scandalo del particolarismo».
13 Cfr. Georges Chantraine sj‘, Optìmisme, angozsse et espérance chez Jean X X III,
in Nouvelle revue théologique, 1964, pp. 369-387.
Paradosso e mistero della Chiesa
ascesi. Liberale verso tutto quello che «lascia intatto il sacro deposito
della fede», come egli amava dire, era però diffidente verso quanto
poteva essere «pretesa e ricerca di personale affermazione» e manteneva
se stesso ben vigile contro «il mortale nemico che corrompe tutto
quello che facciamo». L ’amore e la fedeltà verso la Chiesa hanno di
retto la sua vita. Così egli ci è stato rivelato dal «Giornale dell'ani
ma», un documento pieno d'attrattiva, pubblicato dopo la sua morte 14.
Tale fu l’uomo che ha saputo, al momento decisivo, con un «improv
viso impulso», orientare la barca di Pietro «verso nuove forme di
sentire, di volere, di agire». Neppure in quell’occasione, il buon papa
Giovanni ha alzato il tono; non ha rinunciato né alla sua bonomia,
né al suo equilibrio; con il suo motto «obbedienza e pace» 15 ha con
tinuato ad abitare «il mare tranquillo e sicuro della volontà di Dio».
E supplicava i suoi auditori d’implorare per lui, tutti i giorni, la grazia
di essere conformemente a Gesù, «dolce ed umile di cuore». Ma lo
Spirito, un giorno, richiamato da questa fedeltà, era passato attraverso
quest’umile esistenza. Il vero Spirito di Dio. Il solo ispiratore di un
autentico rinnovamento. Un grande soffio profetico ha risvegliato, per
così dire, tutta la Chiesa, ha oltrepassato i propri limiti, e nel mede
simo tempo che il papa buono «trovava, senza averlo cercato, il cam
mino del cuore degli uomini d’oggi», in tutto il mondo si ebbe dì
nuovo l’evidenza che la Chiesa viveva.