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Breve esposizione
del
Cristianesimo
PIEMME
Non mancano libri che espongano opinioni teologiche. Anzi.
Così come non mancano libri religiosi i quali hanno una tale
preoccupazione di farsi capire e di farsi accogliere, che diventano
alti così, con qualche venatura letteraria, intrisi di «metodo» pedagogico,
inclini a sottili esortazioni. E vanno d’incanto, sia chiaro.
Uno, tuttavia, può aver desiderio anche di pagine svelte, disadorne
— perfino ostiche — che dicano ciò che devono dire e basta:
il cristianesimo nel suo nucleo essenziale di dottrina e di morale.
Senza tanti fronzoli. Senza soverchi problemi. Senza ingombranti
approfondimenti teoretici o applicazioni esperienziali. Pagine che,
semplicemente, esprimano in modo sintetico le sicurezze della Chiesa.
Le quali sicurezze non sono, certo, il tutto della conversione e
dell’esistenza cristiana. Ma l’essere convinti e il pensare non
sembrano faccende irrilevanti o risibili.
Ci si intende un poco di tutto e magari, pur essendo
documentatissimi o laureati in varie scienze, si è analfabeti
religiosi «di ritorno». E forse non guasta il «ripassare» quanto
si è appreso nell’infanzia dalla mamma, dal babbo o dal parroco.
Cose che si sono lasciate nelle sedimentazioni della memoria
e che forse celano misteri di cui si ha bisogno per vivere. Cose
che è necessario conoscere anche per poterle rifiutare,
se si vuole; ma a ragion veduta. Cose «nuovissime» ed espresse alla luce
del Vaticano II e del più recente Magistero
e della più attuale esperienza della Chiesa.
l i r e 10.000 . . 9120.
a mia Madre,
donna di fede,
illetterata, dolce e sapiente
ai Confratelli nell’Episcopato
che mi hanno
sospinto e sostenuto
in questa fatica
BREVE
ESPOSIZIONE
DEL
CRISTIANESIMO
E se il Dio di Gesù Cristo
fosse interessante
per se stesso?
Si stampi:
Casale Monferrato, 8.1.1985: mons. Felice Moscone, Vie. Gen.
I Edizione 1985
INTRODUZIONE 5
gogiche; incline più alla contemplazione, che allo sforzo per
far condividere nella vita quanto si va illustrando.
Chissà che proprio la « dottrina » non abbia anche un
suo fascino.
Esposizione dice ancora un « ordine » che sia in qualche
modo e in qualche misura « sistematico »: con un « centro » e
una « periferia »; una sintesi che abbia un nucleo decisivo
attorno al quale si dispongano e trovino una certa giustificazio
ne le altre affermazioni che si andranno ponendo.
Pure qui si dev’essere coscienti del pericolo che si incon
tra. Ci si può scoprire unilaterali, settoriali, « eccentrici »,
magari senza avvedersene. Con tutta la buona volontà di aderi
re alla fede della Chiesa, quale è oggi vissuta e insegnata,
occorre fin dall’inizio dichiararsi disponibili a correggere, chia
rire, risistemare, quando vengono recate contestazioni appro
priate e valide.
Esposizione dice, inoltre, un risoluto credere alla « fedel
tà a Dio » : fedeltà che pure include almeno qualche spunto di
metodologia educativa.
Una certa « fedeltà all’uomo » è forse da ripulire da
qualche ambiguità che può nascondere. Si tratta dell’uomo
quale è voluto da Cristo: l’uomo che si riconosce in peccato e
bisognoso di misericordia e di grazia? l’uomo che si impegna
ad accogliere la verità del Signore Gesù e si sforza di adeguar
si agli imperativi evangelici? Bene. Se no, la « fedeltà all’uo
mo » può diventare blandimento o avvìo alla disperazione in
base ai miti effimeri del tempo; più esattamente: in base agli
inganni e alle illusioni del « mondo ».
Se il Dio di Gesù Cristo fosse interessante per se stesso?
(Forse sta qui la vera ultima ragione del « Per noi uomini e
per la nostra Salvezza »).
3 « Breve » esposizione del Cristianesimo, anzi del Cattoli
cesimo.
Non ci si soffermerà a sviluppare e a corredare di « no
te » documentarie ogni frase od ogni termine.
Si lasciano nell’ombra le questioni discusse. Sono le cer
tezze che muovono l’esistenza. Gli interrogativi, magari in
modo maldestro, li può porre anche l’uomo un poco sempre
smarrito. no le risposte di Dio, che interessano: le risposte
da cui nascono altre domande: quelle giuste, stavolta, a cui
Dio è di nuovo pronto a venire incontro.
E si invita a presumere che un libriccino come questo
abbia qualche pezza giustificativa — anche, o specialmente,
6 INTRODUZIONE
biblica — e debba essere continuato in letture più ampie e
profonde: soprattutto in una conversione che si conceda alla
esigentissima tenerezza di Dio.
4 L’intento era quello di stendere pagine trasparenti, linea
ri, immediatamente coglibili.
V’è proprio da temere che non si sia riusciti. Pazienza.
Almeno bisogna avvertire che queste riflessioni non van
no lette d’un fiato. Un paragrafo per volta può anche esser di
troppo, per riuscire a stufare e forse per comunicare qualche
idea (e, non si sa mai, qualche lampo di stupore e qualche
stimolo di « passione »).
5 Pare inutile, ma si insista: questa esposizione si offre
come un « tentativo ». La sicurezza delle affermazioni è dovu
ta, in vario modo e in diverso grado, all’autorità del Magistero
a cui tali affermazioni vogliono riferirsi e nella misura in cui
concretamente vi si rifanno. Un certa àlea rimane per il modo,
in cui sono espresse e articolate.
L’autore sarà grato a quanti gli faranno pervenire criti
che e suggerimenti. Una improbabile seconda edizione non
faticherebbe ad essere più passabile con qualche ritocco an
che notevole .
Festa dell’Epifania, 1985 Sandro Maggiolini
Carpi (Modena) 41012
Corso Fanti, 7
INTRODUZIONE 7
Schema
Due sezioni.
8 SCHEMA
SEZIONE I
LA FEDE CRISTIANA
I
CHE COSA SIGNIFICA CREDERE
12 LA FEDE CRISTIANA
3 L’aderire a Cripto
14 LA FEDE CRISTIANA
aderisce al « Significato » — alla realtà di Cristo — soltanto
quando lascia che Dio la raggiunga e la muti così da esser
resa capace di questa decisione.
16 LA FEDE CRISTIANA
umane. Essa è, piuttosto, la narrazione delle « gesta » che
Dio ha compiuto donandosi all’umanità e agendo all’inter
no della storia. Non solo: la Bibbia è l’esprimersi di una
partecipazione del Popolo di Israele, prima, e della Chie
sa, poi, a questo offrirsi di Dio.
In un certo senso, si può dire che antecedentemente
alla Scrittura sta la realtà del Popolo dell’Alleanza, e del
nuovo Popolo dell’Alleanza, che è la Chiesa.
Questo rilievo aiuta a comprendere almeno due co
se. Come « prova » storica, la Chiesa attuale, che conti
nua la Chiesa del periodo apostolico, costituisce un moti
vo privilegiato che attesta la realtà di Cristo. La Scrittura,
poi, è da leggere e da interpretare, nella prospettiva della
fede, non come una serie di affermazioni che dicono tutta
la verità in modo esplicito. Essa è il cristallizzarsi di una
vita la quale va penetrata in base all’esperienza che l’ha
fatta nascere: un’esperienza che era — ed è — assai più
ricca di quanto riesca ad esprimersi in parole. Si tenga
conto del fatto che all’origine della Chiesa sta la comunica
zione dello Spirito da parte di Cristo. Occorrerà allora
ammettere che, di là da un’interpretazione strettamente
letterale o storica, l’interpretazione adeguata della Scrittu
ra potrà avvenire soltanto sotto l’impulso e la guida dello
Spirito che ne è l’Autore ultimo e non soffoca ma rispetta
e stimola la capacità dell’autore umano. Di più: senza la
continuità storica della Chiesa, voluta, istituita e « abita
ta » da Cristo, unico criterio interpretativo pubblico per
discernere ciò che proviene dallo Spirito, la Scrittura per
de il suo autentico valore e il suo vero significato: gradual
mente tende a esser considerata alla stregua di qualsiasi
altro libro religioso, quasi fosse priva dell’« ispirazione ».
18 LA FEDE CRISTIANA
supremo, in Gesù Cristo. Il Signore Gesù ci appare così
non solo come il termine a cui si sospende la fede, ma
anche come il Maestro e il Testimone che ci svela il
mistero del Padre attraverso il dono del suo Spirito.
DIO PADRE 19
Dio. Essa segna un gesto di amore assolutamente gratuito
che fa esistere delle realtà proprio perché queste realtà
sono pensate e amate.
8 Gli Angeli
Dio crea in primo luogo degli esseri personali, intelli
genti e liberi, puramente spirituali, che chiamiamo
Angeli. Il loro compito è di servire Dio, glorificando
lo, e di aiutare gli uomini a salvarsi in Cristo.
20 LA FEDE CRISTIANA
c La funzione degli Angeli è, come quella di ogni
creatura, di aderire alla volontà di Dio, rendendo così a
lui lode. È anche quella di soccorrere gli uomini nel loro
sforzo di santificazione.
Nella storia di Salvezza la Rivelazione ci mostra di
versi Angeli incaricati dei messaggi di Dio. La tradizione
cristiana parla anche di « Angeli custodi » affidati da Dio
alle chiese locali, ai popoli e ai singoli uomini.
9 I Demoni
Con la loro libera scelta, non tutti gli Angeli hanno
aderito a Dio. Quelli che si sono ribellati a Dio — i
Demoni — hanno segnato la loro eterna dannazio
ne. Nella loro malizia, influiscono negativamente
sul mondo e sull’uomo tentando di ostacolare il
disegno di Redenzione. Il loro potere, tuttavia, è
sotto il dominio di Dio e non si estende fino a
togliere all’uomo la capacità di comprendere e di
agire liberamente.
DIO PADRE 21
necessariamente al male, poiché, pur condizionato in mo
do indiretto, rimane in lui la capacità di capire e di decide
re il proprio destino.
10 L’uomo
Nello svolgersi dell’universo, Dio crea l’uomo e,
orientandolo a Cristo venturo, lo rende partecipe
della propria natura divina.
22 LA FEDE CRISTIANA
attraverso la contemplazione, la scienza, la tecnica e il
lavoro. Egli è pure orientato alla comunione interpersona
le nell’amore che si esprime nella complementarità sessua
le unitiva e feconda e in altre forme quali l’amicizia, la
cultura, l’originalità fraterna dei popoli. Egli, soprattutto,
è proteso al rapporto religioso con Dio.
DIO PADRE 23
ca », legata all’ipotesi dell’« evoluzionismo » — che spetta
alla scienza di dimostrare —, può, forse, accordarsi con il
dato rilevato. Purché tale concezione salvi una qualche
unità del genere umano, ne affermi la responsabilità nei
confronti di tutti i discendenti e ammetta una forma stori
ca di peccato compiuto insieme e avente un influsso sul
futuro dell’intera umanità.
24 LA FEDE CRISTIANA
gli è propria. Ogni uomo, ancora, nasce incapace di
attuarsi anche in una dimensione unicamente crea-
turale. Ogni uomo, inoltre, sempre nell’ipotesi che
non sia aiutato dalla grazia di Cristo, è incline in
modo inevitabile al peccato personale e così colla-
bora a stabilire una situazione di male che è domi
nio di Satana, delle divisioni e della morte. Ma
Cristo, l’Uomo nuovo, si offre a tutti come motivo
di Salvezza, così che, se qualcuno si danna, si dan
na per propria libera scelta.
DIO PADRE 25
e La propagazione della colpa originale avviene me
diante la generazione. La quale, tuttavia, non è realtà
cattiva in sé, dal momento che la sessualità che si esprime
nella fecondità è in sé realtà buona e richiede un interven
to di Dio orientato alla creazione del principio spirituale
della persona. La generazione, più che causa, è « occasio
ne » della trasmissione del peccato originale, poiché inne
sta di fatto la persona neH’umanità storicamente esistente.
Alla generazione — che vale per tutti, anche prima della
consapevolezza e della capacità di scelta libera — come
elemento di diffusione del peccato originale si aggiunge il
contesto di male che si è chiamato « peccato del mondo ».
26 LA FEDE CRISTIANA
ta » contro le propri* inclinazioni cattive e contro il
« mondo »: una lotta da affrontare con la forza decisiva
della grazia offerta da Dio.
DIO PADRE 27
Ili
IL CRISTO
28 LA FEDE CRISTIANA
15 II Verbo che si fa carne
Nella « pienezza dei tempi » il Padre manda il Ver
bo perché si faccia carne per noi uomini, per la
nostra Salvezza e per il rinnovamento del mondo.
IL CRISTO 29
Maria, concepisce e genera il Verbo fatto uomo. Ma si
tratta di una donna che, in previsione della Salvezza opera
ta da Cristo, nasce esente dal peccato originale e dalle sue
conseguenze. Si tratta, ancora, di una donna che, proprio
per evidenziare l’inizio di una storia nuova dove Dio si
inserisce nell umanità, concepisce e genera verginalmente il
Verbo. Ella, dando vita all’umanità di Cristo, diviene Ma
dre di Dio. Si tratta, inoltre, di una donna che, essendo
Madre di Cristo nel quale tutti gli uomini sono in qualche
modo associati, diviene Madre e Modello dell’umanità e
della Chiesa nell’ordine della grazia. Per questo motivo,
unita com’è al suo Figlio, Maria collabora in modo singola
rissimo alla Redenzione operata da Cristo sulla croce, e,
come Cristo, non soffre la corruzione del sepolcro, ma vie
ne assunta nella gloria in anima e corpo. E ora intercede
presso il Figlio come mediatrice di ogni grazia.
30 LA FEDE CRISTIANA
come uno che ha l’autorità di Dio, i misteri del Regno e le
esigenze etiche fondamentali dell’adesione a lui. Questi
insegnamenti, per mezzo dello Spirito, sono stati, dopo la
sua morte, normativamente ricordati dai discepoli.
IL CRISTO 31
di un uomo che deve ancora morire o che, in qualche
modo, dopo una interruzione, continua la vita di prima.
Si tratta, invece, di una vita che, pur essendo della stessa
persona di prima, è nuova nel senso che è approdata a
una definitività gloriosa che si costituisce come origine,
causa e fine di Salvezza per tutti. In particolare va notato
che Cristo risorge nell’interezza della sua realtà umana:
anche col suo corpo.
18 Cristo, il Maestro
Cristo, nella globalità della sua vita, è il Maestro che
rivela la verità su Dio, sull’uomo e sull’universo. È
anche la « prova » di quanto insegna. Al tempo stes
so è il « termine » a cui si sospende la fede.
32 LA FEDE CRISTIANA
non nella fede di chi si abbandona a lui liberamente e nel
pieno rispetto delle esigenze della ragione. Ciò avviene
anche dopo la risurrezione mediante la vita della Chiesa
in cui egli è presente e agisce.
19 Cristo, il Sacerdote
Cristo, nella globalità della sua vita, ma soprattutto
attraverso la sua morte e risurrezione, è il Sacerdote
sommo e unico che ci libera dal potere del male, ci
dona la vita di grazia e trasforma l’universo perché
l’uomo lo prepari al compimento del Regno.
IL CRISTO 33
Cristo muore solo, ma, in qualche modo, rappresen
ta e include nella sua esistenza e nella sua offerta tutti gli
uomini bisognosi di perdono. Unico innocente, non tanto
si sostituisce, quanto, piuttosto, arcanamente assomma in
sé l’umanità incapace di redimersi da sola. Per riscattare
dal male l’uomo che aveva rifiutato Dio, era « giusto »
che fosse un Uomo-Dio a compiere questa riconciliazione,
costituendosi così come pegno di grazia e di gloria.
20 Cristo, il Signore
Cristo morto e risorto è il Signore di ogni uomo e
di tutta la storia. Egli vive e regna per sempre, e
guida, sana e santifica ogni uomo che con la pro
pria libertà si apre a lui, così come suscita e tra
sfigura ogni valore che la storia esprime e che l’uni
verso contiene.
34 LA FEDE CRISTIANA
IV
LO SPIRITO, LA CHIESA, IL REGNO
36 LA FEDE CRISTIANA
razione storica al Cristianesimo, vale a dire dall’Antico
Testamento. Si pensi all’Ebraismo e al Musulmanesimo.
A maggior ragione queste espressioni religiose, con limiti,
errori e deviazioni, possono contenere aspetti oggettivi di
verità e di grazia. E possono influire sulle persone che vi
aderiscono con leale coscienza così da metterle in un qual
che rapporto di Salvezza con Dio.
Vi sono, poi, delle comunità cristiane che, pur non
condividendo pienamente le verità e i mezzi di grazia pre
senti nella Chiesa cattolica, possiedono vari e vasti aspetti
oggettivi di tali verità e di tali mezzi di grazia. Si pensi alle
Comunità protestantiche che, con la fede in Gesù Cristo,
onorano la Scrittura e praticano almeno il Battesimo come
sacramento. Si pensi alle Comunità ortodosse che, con una
fede quasi integra, praticano validamente i sacramenti. In
questi casi, l’appartenenza sincera a simili comunità cristia
ne concede oggettivamente una vera, anche se parziale,
possibilità di Salvezza nel Signore Gesù conosciuto e amato
come Redentore che dona il suo Spirito.
La Chiesa cattolica si colloca tra queste forme religio
se e cristiane come la struttura che dal Signore Gesù ha,
nello Spirito, la pienezza oggettiva dei mezzi per conosce
re la verità e per donare la grazia.
Sul piano oggettivo, il rapporto tra la Chiesa cattoli
ca e le altre aggregazioni religiose o cristiane non sarà di
netta contrapposizione: sarà, piuttosto, di una totalità ri
spetto a delle parzialità. Queste parzialità sono chiamate a
superare errori e a colmare limiti, aderendo al Cattolicesi
mo; non sono, invece, chiamate a rinunciare a delle verità
e a dei valori che, anzi, vengono esaltati.
Si noterà che la pienezza di cui si parla per la Chiesa
cattolica è di mezzi di verità e di grazia: una pienezza
almeno implicita. Ciò non significa che, nel contatto con
altre comunità cristiane o con altre forme religiose, la
Chiesa cattolica non sia aiutata e sollecitata a sviluppare
virtualità che già possiede, ma ancora non ha espresso.
Si noterà, inoltre, che si parla sempre di piano ogget
tivo di verità comunicata e di grazia offerta. Da un pun
to di vista soggettivo l’accoglienza del dono divino è mi
surata dalla responsabilità della persona.
38 LA FEDE CRISTIANA
po » — e aderendo totalmente — anche col « cuore » — allo
Spirito che in essa Cristo comunica. Quando, senza colpa,
poiché non se ne è avuta la possibilità morale, non si
aderisce pienamente alla Chiesa cattolica nella sua struttu
ra esteriore, vi si può appartenere in modo parziale o
implicito, e si può corrispondere interiormente allo Spiri
to. Questo atteggiamento esprime la disponibilità ad aderi
re con totalità anche alla struttura esteriore della Chiesa,
qualora se ne avesse la possibilità.
40 LA FEDE CRISTIANA
24 La Chiesa, unità articolata
La Chiesa è una comunione dove tutti sono chiama
ti alla perfezione cristiana nello sviluppo della gra
zia donata dal Signore Gesù per mezzo dello Spiri
to, ma dove l’unità di fondo fa emergere una diver
sità di funzioni dovuta ai ministeri e ai carismi.
42 LA FEDE CRISTIANA
particolari. Inoltre, lo svolgimento delle loro funzioni non
deve essere immaginato come un dominio, ma va pensato
come un servizio reso a Cristo e perciò al Popolo di Dio.
Del resto, anche i fedeli singoli e associati nella Chie
sa hanno un compito attivo nell’applicazione della
Salvezza.
Per quanto concerne l’approfondimento e l’annuncio
della verità rivelata, se solo il Papa e i Vescovi uniti con
lui hanno il compito del magistero certificante a determi
nate condizioni fino all’infallibilità, anche i credenti, in
forza del loro Battesimo, hanno, con « il senso della fe
de », la funzione di esplicitare sempre più e di tradurre in
modo sempre più appropriato ciò che Cristo ha insegnato.
E possono riuscire in questa funzione magari anticipando
il Magistero. Possono addirittura raggiungere una infallibi
lità « nel credere », purché siano in accordo almeno tacito
e implicito col Magistero.
Per quanto concerne, poi, il compito di santificazio
ne, a parte il sacramento del Matrimonio che i credenti
possono celebrare come ministri, anche per gli altri sacra
menti amministrabili solo dal Vescovo, dal Presbitero o
dal Diacono, essi, in nome del Battesimo, sono chiamati a
parteciparvi consapevolmente e attivamente secondo mo
dalità proprie.
Per quanto concerne, ancora, la guida della Chiesa,
rimane vero che la responsabilità ultima è dei Pastori
secondo le loro competenze; ma anche i fedeli, sempre a
partire dal Battesimo, nell’atteggiamento di obbedienza,
hanno il diritto e l’obbligo di concorrere con i loro suggeri
menti motivati e prudenti e con il loro impegno di verifica
concreta nell’attuazione dei programmi pastorali.
44 LA FEDE CRISTIANA
applicazione alla Ime della professione autoritativa
di fede. Tale comunicazione del dato rivelato si
attua anche mediante l’impegno educativo e di testi
monianza cristiana di ogni giorno.
26 I Sacramenti
Il modo più efficace con cui la Chiesa esprime la
propria funzione di mediazione salvifica in dipen
denza da Cristo per comunicare lo Spirito Santo, è
dato dalla celebrazione dei sacramenti.
46 LA FEDE CRISTIANA
la comunione ecclesiale, stimola alla missione cristiana,
sollecita alla lode di Dio e offre la capacità soprannaturale
di svolgere questi compiti.
27 Battesimo
Il Battesimo incorpora nella Chiesa mediante il
« carattere » che è dono dello Spirito il quale libe
ra l’uomo dal peccato originale e da ogni colpa
personale, lo inserisce in Cristo rendendolo « figlio
nel Figlio » e Io fa partecipe in modo iniziale della
missione del Signore Gesù.
48 LA FEDE CRISTIANA
iniziale e generale alla missione del Signore Gesù, per
svolgere la quale offre gli aiuti necessari.
La missione e la grazia del Battesimo dovranno poi
trovare una specificazione secondo le diverse vocazioni
cristiane.
28 Confermazione
La Confermazione è il sacramento che dona al bat
tezzato una particolare effusione dello Spirito San
to perché il credente venga sempre più inserito
nella Chiesa e unito a Cristo nella crescita e nell’ir-
robustimento della vita di grazia in vista di una
coraggiosa testimonianza cristiana.
29 Eucaristia
L’Eucaristia è il sacramento che, come memoriale,
ripete e ripresenta il mistero pasquale, cioè il Sacri
ficio della morte e risurrezione di Cristo, perché la
Chiesa, nello Spirito, ne partecipi pienamente per la
Salvezza del mondo. Il Signore Gesù nell’Eucaristia
è presente non solo attraverso la comunità, la procla
mazione della Parola e l’azione del sacerdote: sia
durante la celebrazione che in dipendenza dalla cele
brazione, è presente soprattutto, attraverso la « tran
sustanziazione » — vale a dire mediante il mutamen
to della realtà del pane e del vino — nella sua piena
umanità risorta e nella sua Divinità. Rimangono sol
tanto le apparenze del pane e del vino che acquista
no nuovo significato e nuova finalità. Cristo si rende
presente attraverso il ministero della Chiesa e per
unire tutta la Chiesa nella sua donazione al Padre
per la Salvezza di tutti gli uomini.
50 LA FEDE CRISTIANA
mio Sangue ». Così il Signore Gesù si rende presente
anche corporalmente; dal Presbitero in unione con la
Chiesa intera viene offerto al Padre, e viene distribuito ai
fedeli perché ne mangino e in tal modo diventino come
« una sola cosa » in Cristo attraverso lo Spirito per la
gloria di Dio.
30 Penitenza
La Penitenza o Riconciliazione è il sacramento del
perdono che Cristo, donando il suo Spirito, conce
de, attraverso il ministero della Chiesa, a coloro
che hanno peccato dopo il Battesimo e che si pen
tono, collaborando all’opera di Dio che vuole tutti
salvi.
52 LA FEDE CRISTIANA
mediante il ministero della Chiesa, il perdono e la pace. E
io ti assolvo dai tuoi peccati, nel nome del Padre e del
Figlio e dello Spirito Santo ».
Il rito della Penitenza sacramentale può essere util
mente svolto anche con una preparazione e un ringrazia
mento comunitario sotto la guida della Parola di Dio,
sempre, però, mantenendo l’accusa e l’assoluzione per
sonale.
Tranne che in casi eccezionali e particolarissimi con
sentiti dalla legge della Chiesa, non è secondo l’intenzione
di Cristo comunicare il perdono mediante assoluzione ge
nerale dopo un’accusa comunitaria e generica. Anche in
questi casi, comunque, chi ha ricevuto il perdono sacra
mentale è tenuto all’accusa personale almeno dei peccati
gravi anche già perdonati, prima di ricevere un’altra asso
luzione comunitaria o, al più, entro l’anno. Ciò perché la
celebrazione del sacramento con accusa comunitaria e ge
nerica rimanda costitutivamente al momento personale
del perdono offerto dal Signore Gesù attraverso l’azione
del ministro in seno alla Chiesa. In Italia, comunque, i
Vescovi non hanno consentito questa forma di amministra
zione del sacramento della penitenza, se non in caso di
pericolo di morte. E così in quasi tutta l’Europa.
Rimane sempre diritto del singolo credente, oltre
che norma generale della Chiesa, la quale interpreta il
pensiero e la volontà di Cristo, ricevere il perdono sacra
mentale dopo l’accusa personale e con assoluzione pure
personale.
54 LA FEDE CRISTIANA
santa unzione e per la sua piissima misericordia, ti aiuti il
Signore con la grazia dello Spirito Santo. E, liberandoti
dai peccati, ti salvi e nella sua bontà ti sollevi ».
32 Ordine
L’Ordine è il sacramento con cui la Chiesa, agendo
in nome di Cristo, mediante una nuova comunica
zione dello Spirito, configura realmente, permanen
temente e in modo peculiare, attraverso il « caratte
re » sacerdotale, un battezzato al Signore Gesù
Maestro sommo e unico, Sacerdote eterno della
Nuova Alleanza e Capo della Chiesa.
Il sacramento dell’Ordine è strutturato in tre gra
di: Episcopato, Presbiterato e Diaconato.
Le funzioni che ne derivano e gli aiuti divini che
sono collegati ai diversi ministeri dipendono dal
grado nel quale si partecipa al magistero, al sacer
dozio e all’autorità di Cristo.
33 Matrimonio
Il Matrimonio è il sacramento per cui un uomo e
una donna, battezzati, ripetono in una comunione
totale di vita e di amore, il mistero di Cristo che,
nel vincolo dello Spirito, si dona, si unisce alla
Chiesa e la rende feconda. Tale comunione indisso
lubile nasce da un mutuo e irrevocabile consenso
scambiato all’interno della Comunità cristiana.
56 ■ LA FEDE CRISTIANA
Questo consenso, seguito poi da un’effettiva appar
tenenza reciproca, insieme fìsica e spirituale, tra
sforma gli sposi in modo peculiare nel Signore Ge
sù e li orienta ad una comunione sempre più inti
ma tra loro e ad aprirsi alla procreazione e all’edu
cazione dei figli.
60 LA FEDE CRISTIANA
con le chiusure delle culture — o delle ideologie — che
accosta. Dovrà pure disporsi ad essere arricchita nell’espli-
citazione delle verità e dei valori che già possiede in Cri
sto. Non potrà mai rinunciare a porsi anche come propo
sta del Signore Gesù che misura e suscita tutte le verità
ed i valori che si riscontrano o si possono riscontrare nella
storia.
62 LA FEDE CRISTIANA
sono approdati al contatto immediato con Cristo o a tale
contatto immediato si preparano attraverso la purificazio
ne da ciò che rimane dei peccati. Vista nel vincolo della
carità, e non solo nei suoi elementi esteriori, infatti, la
Chiesa è l’unione vitale di quanti sono in Cristo: i pellegri
nanti in terra, i defunti nello stato di purificazione e i
beati. Tra questi membri della Chiesa si dà non solo
comunione, ma anche mutua donazione di beni di grazia.
La Chiesa ricorda continuamente i suoi figli defunti
e li soccorre nella loro eventuale esigenza di definitiva
purificazione con preghiere e opere di suffragio. Essi, a
loro volta, possono pregare e soccorrere i vivi.
La Chiesa prega e venera con culto sia pubblico che
privato i Santi, cioè coloro che godono della beatitudine
eterna in Dio, e singolarmente coloro che per giungere a
tale beatitudine hanno condotto una vita eroica. I Santi, a
loro volta, ci amano nella pienezza della carità e sono
nostri intercessori e modelli nel cammino verso Dio.
Il culto e la comunione coi Santi nulla toglie all’unici
tà di Cristo come Redentore: essi, infatti, sono l’esito e il
coronamento dell’opera del Signore Gesù.
37 I « novissimi »
La dimensione escatologica della Chiesa viene vis
suta nell’esperienza della singola persona che muo
re, che viene giudicata da Cristo, viene destinata
alla beatitudine — magari dopo una eventuale puri
ficazione — o alla dannazione in base alle opere
compiute, e viene chiamata alla resurrezione dei
morti alla fine del tempo. La singola persona non
può essere considerata in una prospettiva soltanto
spirituale e individuale: deve essere vista nella sua
totalità di anima e di corpo, e nella sua unione con
gli altri uomini e con il cosmo.
64 LA FEDE CRISTIANA
mente nel bene o nel male a cui ha deciso di aderire lungo
l’esistenza terrena.
66 LA FEDE CRISTIANA
SEZIONE II
L’AGIRE CRISTIANO
I
CHE COSA SIGNIFICA
AGIRE CRISTIANAMENTE
70 I AGIRh CRISTIANO
da superare, e vive in un « mondo » che, pur vinto da
Cristo, è ancora sotto la seduzione di Satana e incline al
rifiuto di Dio. La vita cristiana è, dunque, sviluppo della
grazia, ma si connota anche come una lotta che partecipa
alla sofferenza e alla morte di Cristo. La mortificazione,
del resto, non è un valore in se stesso e non deve essere
voluta per se stessa: essa è piuttosto un modo storicamen
te necessario per rendersi sempre più capaci di amare
come il Signore Gesù e nel Signore Gesù.
72 L’AGIRE CRISTIANO
Nello svolgere questo compito, la Chiesa dipende
dalla Scrittura, ma non può limitarsi a quanto la Scrittura
stessa dice in modo palese. E perché nella Bibbia si nota
una evoluzione di sensibilità morale dall’Antico al Nuovo
Testamento. E perché la primitiva Comunità cristiana
non ha consegnato tutta la propria esperienza ai Libri
santi: ne ha espresso, piuttosto, con qualche applica
zione, gli orientamenti di fondo che devono essere
sempre più approfonditi e specificati nei diversi luoghi
e nei vari ambienti alla luce della fede e con l’aiuto del
lo Spirito.
Nell’insegnamento ecclesiale vanno distinti gli im
perativi decisivi e immutabili dalle leggi di minore im
portanza circa i modi concreti di attuare la vita cri
stiana.
74 L’AGIRE CRISTIANO
nalmente e dev’essere, sotto la guida dello Spirito, avverti
to come un imperativo derivato dall’essere dell’uomo con
formato a Cristo.
41 La libertà
L’agire morale richiede la libertà, che è la capacità
della persona di autodeterminarsi di fronte al pro
prio fine. Tale capacità è componente strutturale
dell’uomo, ma storicamente si presenta come fragi
le e bisognosa dell’aiuto dello Spirito per giungere
alla piena attuazione della vita in Cristo.
76 VAGIRE CRISTIANO
eleggendole come termine supremo del proprio orienta
mento. Ciò è possibile perché la libertà umana vive in una
condizione anche corporea, dove l’intelligenza può essere
condizionata dalla volontà la quale, a sua volta, è condizio
nata dall’attrattiva dei beni sensibili e incline ad assolutiz-
zare delle realtà limitate. È chiaro che il più vero atto di
libertà si ha nella scelta del bene.
78 VAGIRE CRISTIANO
sto, non solo fa compiere dei gesti etici staccati, ma crea
uno stile di vita — una « virtù » — che è ripetizione e
intensificazione di atti e avvio ad una facilità, ad un’am
piezza, ad un approfondimento sempre maggiore di moti
vazioni e di comportamento.
42 II peccato e il perdono
Il peccato è una libera scelta, o uno stato derivato
da una libera scelta operata contro il piano di Sal
vezza che ha per centro Cristo. Esso presenta diver
sa gravità secondo il comportamento oggettivo e
l’impegno della libertà. L’uomo peccatore anche
ostinato nella sua scelta ha, con l’aiuto della grazia,
la possibilità di ottenere il perdono attraverso il
sacramento della Penitenza e così convertirsi nuova
mente a Cristo.
80 L'AGIRE CRISTIANO
c Le decisioni di colpa, parallelamente e in senso
inverso rispetto alle decisioni di adesione a Cristo, non
vanno considerate soltanto come atti singoli staccati tra
loro. Una scelta nel male crea nella persona una condizio
ne stabile. Non solo: una scelta nel male segna un avvio
che può proseguire con altre scelte negative sempre più
facili e radicate e risolute: fino allo stile di vita negativo
— al « vizio » —; fino a una quasi impossibilità di revisio
ne del senso della vita: particolarmente nel « peccato
irremissibile », che non è tanto una colpa che Dio non
può o si rifiuta di perdonare, quanto, piuttosto, una
chiusura dell’uomo su se stesso che si rifiuta di accoglie
re il perdono.
Così, non si dovrà neppur sottovalutare il peccato
veniale. Dalla mancanza di totalità e risolutezza nella di
pendenza dallo Spirito e nell’amore a Cristo si può grada
tamente giungere ad un odio vero e proprio.
82 L'AGIRE CRISTIANO
II
L’AMORE A DIO
43 Un unico comandamento
V.AMORE A DIO 83
44 Fede, speranza e carità
La vita di grazia, come dono di Dio, si specifica e si
evolve in atteggiamenti fondamentali della perso
na, i quali articolano la comunione con Cristo e
influiscono nel creare e nell’accrescere la fraternità
tra gli uomini. Questi atteggiamenti sono la fede,
la speranza e la carità.
84 L'AGIRE CRISTIANO
grazia in quanto chiede di essere sviluppata e recata a
perfezione.
A questo scopo, la carità esige di tradursi in settori
specifici di comportamento, i quali, tutti, però, sono mani
festazione dell’unico amore sollecitato dallo Spirito che
unisce e ripete la vita di Cristo. In questo senso si usa
dire che la carità è P« anima » di tutte le virtù: essa, cioè,
si pone come il motivo supremo che si manifesta e provo
ca le diverse espressioni dell’esistenza morale.
L'AMORE A DIO 85
contemplazione della verità che si riferisce ai problemi
ultimi dell’uomo. Nei confronti della fede, poi, l’intelligen
za è chiamata ad applicarsi nell’approfondimento costante
del dato rilevato e nell’espressione del proprio giudizio,
alla luce della Parola di Dio, sulle vicende che si vivono.
Nell’approfondimento del dato rilevato, l’uso delle scienze
umane sarà necessario; non dovrà, però, essere tale da
sopprimere nell’intelligenza la disponibilità a lasciarsi con
durre dal vero, e tale da perdere il senso del mistero
proposto nella Chiesa dall’insegnamento normativo. Nel
valutare le situazioni con l’aiuto della fede, poi, l’intelli
genza dovrà rimanere sgombra dai pregiudizi che incontra
nella mentalità « mondana » diffusa, e dovrà essere ad un
tempo cauta e coraggiosa per non imporre l’opinabilità
come una certezza e per non bloccarsi in situazioni che
pure esigono di essere giudicate.
La volontà dovrà esercitarsi a tutto arco nel settore
morale sotto la guida dello Spirito perché l’uomo diventi
sempre più immagine di Cristo. Dovrà sostenere l’intelli
genza nella sua ricerca e nelle sue valutazioni. Dovrà impe
gnarsi perché la persona sia sempre più unitaria e solida
nelle sue varie dimensioni. Dovrà assumersi le proprie
responsabilità personali e sociali. In particolare, per rag
giungere queste finalità, dovrà rendersi sempre più vigoro
sa e dolce, superando le inclinazioni al male e alla stasi, i
dolori e le prove che riscontra nell’intimo dell’uomo e
nella società in cui l’uomo vive.
86 L AGIRE CRISTIANO
gliamento che potrebbe rivelarsi deleterio al primo sussul
to della materia o della istintualità. Occorre anche che la
corporeità venga come assunta dalPintelligenza e dalla vo
lontà, così che si riveli come il modo in cui la persona
prende coscienza di sé e si apre agli altri e alle cose quale
parola tersa che consegna l’intimità dell’uomo e quale pre
senza che gode dell’universo e sull’universo influisce.
A ciò si aggiunga il fatto che la corporeità è motivo
di origine del sentimento nella persona. Anche a questo
riguardo, l’intelligenza e la volontà non hanno il compito
esclusivo di tenere a freno la componente emotiva. Hanno
pure la funzione come di assorbire tale componente, così
che la persona nella sua unitarietà ordinata sappia attuarsi
ed esprimersi pienamente.
Con queste osservazioni generali si è già indicata la
via secondo cui deve avvenire la cura del corpo e del
sentimento: la giusta preoccupazione per la salute, per
l’alimentazione, per non esporsi a pericoli fisici ingiustifica
ti, per mantenere e promuovere l’armonia tra attività mate
riali e intellettuali, ecc., a cominciare dai limiti a cui è
sottoposta la manipolazione della corporeità e dall’ovvia
proibizione del suicidio, se è vero che la vita intera appar
tiene a Dio per mezzo dello Spirito in Cristo; e ancora: la
coltivazione del senso estetico, della moderata venatura
emotiva che attraversa ogni azione umana, dell’ordinata
espressione sentimentale che caratterizza il rapporto con
gli altri, ecc.
Sul versante della cura del corpo, non si potranno
sottacere almeno il comandamento divino del riposo e il
precetto ecclesiastico del digiuno, che pure trascrive in
norma un’esigenza di tipo creaturale e di grazia. Sul ver
sante della cura del sentimento, non si potranno sottacere
almeno i richiami di Cristo alla vigilanza, perché fantasia
ed emozioni disordinate non conducano a comportamenti
discordi dalla legge di creazione e di grazia.
LAMORE A DIO 87
quasi di intridere di razionalità e di amore questa compo
nente della persona, così che aiuti la persona stessa a
conoscersi e ad attuarsi compiutamente, a manifestarsi
nella propria ricchezza interiore in un linguaggio corporeo
leale ed espressivo, a rivolgersi alle cose con atteggiamen
to insieme contemplativo e dominativo.
Anche per la dimensione sessuale non bisognerà limi
tare la considerazione all’aspetto fisico: la sessualità si
connota pure come affetto, come armonia emotiva: attra
versa la persona in tutto il proprio essere e in tutto il
proprio agire.
Nella sua complessità unitaria, la sessualità genitale,
sensuale, affettiva e personale non è qualcosa che si con
trappone o si aggiunge alla persona: è piuttosto un modo
d’essere e di divenire della persona stessa. In quanto tale,
questa componente dell’uomo ha un significato che non
viene ad essa attribuito come dall’esterno: lo possiede in
se stessa in quanto è inscritto nella struttura creaturale e
soprannaturale dell’io totale e sintetico dell’uomo, forma
to di spirito e corpo. In particolare, la sessualità è parola
che esige di essere manifestata in modo interpersonale.
Si spiega così la prudenza ed anzi si spiegano i limiti
che si impongono negli interventi manipolatori della ses
sualità, particolarmente quando si intende separare il signi
ficato unitivo e procreativo dell’amore umano. Si spiega
ancora la proibizione dell’autoerotismo, che è tradimento
di una struttura di alterità. Sul piano affettivo, si spiega
ancora la proibizione delle emozioni che in vari modi
potrebbero condurre ad un esercizio disordinato di genia
lità: i desideri, le immagini, le diverse occasioni.
88 L'AGIRE CRISTIANO
La contemplazione è momento che promuove la per
sona in quanto, attraverso le meraviglie della natura, vie
ne condotta a Dio.
La scienza, la tecnica e il lavoro intervengono sul
l’universo per metterlo sempre più al servizio dell’uomo.
Si tratta, dunque, di un impegno che Dio affida all’uomo
per renderlo suo « concreatore », in qualche modo, e per
preparare la « materia » dei cieli nuovi e della terra nuo
va. Questo intervento, tuttavia, ha dei criteri morali e dei
limiti. Esso deve tendere a far sì che la creazione diventi
quasi un docile prolungamento del corpo e serva alla
crescita autentica dell’uomo: del singolo uomo e di tutti
gli uomini.
Si giustifica così il dovere della ricerca scientifica,
dell’applicazione tecnica e del lavoro. Si giustifica, però,
anche la preoccupazione per la quale il creato non venga
distrutto o deturpato in modo che, lungi dal servire all’uo
mo, ne impedisca lo sviluppo autentico ed armonico.
46 La vita di preghiera
Il precetto dell’amore a Dio si attua e si manifesta
particolarmente, in modo diretto, nella vita di pre
ghiera. Si manifesta e si attua anche mediante il
« voto ».
L'AMORE A DIO 89
propone l’intera trama dei sacramenti dove Cristo stesso è
presente ed opera, e dove i credenti entrano con tutto il
loro essere spirituale e corporeo. La vita intera, in questo
modo, è santificata e diviene culto a Dio nelle sue fasi più
determinanti: dalla nascita alla morte, passando attraverso
le fasi intermedie della crescita, del bisogno di misericor
dia per ristabilirsi nella grazia, del dolore, dell’amore uma
no, del servizio a Cristo attraverso il ministero di verità e
di vita nuova a favore dei fratelli. Soprattutto nell’Eucari
stia la vita intera viene santificata e diventa culto a Dio
nell’unità anche corporea con il Signore Gesù che ripete il
suo Sacrificio. A queste espressioni sacramentali il cristia
no deve partecipare non solo con la frequenza necessaria,
opportuna e consentita, ma anche con piena consapevolez
za e attiva condivisione.
La preghiera può e deve concretizzarsi anche nell’ac
costamento contemplante della Scrittura, del Magistero
che interpreta e applica normativamente la Scrittura, e
delle riflessioni e dei suggerimenti dei Santi che hanno
tradotto nella vita la Parola di Dio.
Tale accostamento contemplante si ha in modo singo
lare nella celebrazione della Liturgia delle Ore. Può avve
nire, però, anche in altro modo, sia personale che comuni
tario. E si tratta sempre di un rapporto che si aggancia ad
una formulazione verbale o scritta, ma che tende sempre a
terminare alla realtà stessa di Cristo a cui ci si sospende in
un atteggiamento di « passività » attivissima che trasfor
ma la persona nelle sue idee e nella sua sensibilità.
La preghiera può e deve essere compiuta anche con
formule semplici tratte dalla Bibbia o derivate dai Santi, o
anche con parole proprie della persona che si rivolge a
Dio in occasioni particolari della vita, seguendo i ritmi dei
giorni, della settimana e delle stagioni, fino quasi a coe
stendersi, con brevi formule dette « giaculatorie » e con
un costante atteggiamento di attenzione a Dio, all’intera
esistenza.
La legge divina interpretata e applicata dalla Chiesa
fissa almeno il minimo anche in questo settore. Offre
l’itinerario sacramentale che accompagna la vita nelle sue
tappe più rilevanti. Impone la Confessione e la Comunio
90 L AGIRE CRISTIANO
ne eucaristica annuale. Prescrive, col riposo settimanale
da utilizzare anche per opere di carità e per l’istruzione
religiosa, la Messa festiva. Suggerisce devozioni singola
ri e soprattutto il rivolgersi a Dio all’aprirsi e al chiuder
si della giornata, e una intensa unità con Dio anche du
rante il lavoro o lo svago.
Così vengono applicati i comandamenti secondo i
quali Dio, il solo Dio degli uomini, impone di non adora
re gli dèi, di non nominare invano il suo Nome e di
santificare la festa.
Dopo quanto si è detto, sembra superfluo richiamare
i possibili peccati di idolatria, la colpa della bestemmia,
ecc.
LAMORE A DIO 91
Ili
L’AMORE AL PROSSIMO
47 Fino ai nemici
L’amore al prossimo deriva e continua, nello Spiri
to, l’amore che Cristo ha vissuto e manifestato agli
uomini. Questo comando impegna a volere il bene
totale, insieme di grazia e creaturale, per tutti gli
uomini singoli e uniti in comunità: a cominciare
dai vicini fino ai lontani, e richiede anche il perdo
no ai nemici.
92 L'AGIRE CRISTIANO
l’altro: in primo luogo la Salvezza e, inclusa nella Salvezza
come una sua dimensione costitutiva, la crescita dell’uomo
in tutti i suoi aspetti anche creaturali.
L’annuncio del Vangelo e l’aggregazione sacramenta
le alla Chiesa è il primo modo in cui si esprime l’amore al
prossimo. Questa carità soprannaturale esige che sia mani
festato anche uno sforzo per aiutare l’altro a crescere co
me uomo. La Redenzione operata da Cristo, infatti, non si
limita alla Salvezza soprannaturale ed eterna, ma esige
anche un’attenzione e una risposta concreta alle diverse
attese terrestri che l’uomo giustamente coltiva. Ciò vale
per il superamento della povertà economica e della man
canza di lavoro; vale anche per il superamento di ogni
ingiusto limite fisico e spirituale: compresa la carenza di
cultura, l’essere esclusi con la propria originalità dalle
decisione della vita comunitaria, la condizione di chi si
sente inutile e non amato, ecc.
I.'AMORE AL PROSSIMO 93
f II perdono ai nemici è la vetta a cui può e, in qual
che modo e in qualche misura, deve giungere l’amore al
prossimo. In questo caso, singolarmente, la misericordia
oltrepassa la giustizia. Non bisognerà, però, immaginare
che la misericordia possa dimenticare la giustizia. Perdona
re ai nemici non significa fingere di non aver ricevuto dei
torti. Così agendo, non si rispetterebbe il nemico nella sua
dignità. Significa, piuttosto, offrire al nemico una nuova
fiducia così che egli, mosso dall’amore, si impegni a ripara
re il male compiuto. La carità più alta può anche giungere
a rinunciare ad esigere tale riparazione.
48 La legittima autorità
L’amore al prossimo ha varie modalità d’espressio
ne, le quali devono tener conto anche delle diverse
mansioni che le persone o le istituzioni sono chia
mate a svolgere. Una di queste modalità d’espres
sione è il riconoscimento della legittima autorità
che dev’essere accolta nelle sue decisioni. In parti
colare, rispetto e obbedienza sono da attribuire ai
genitori nella famiglia, ai Pastori nella Chiesa e ai
rappresentanti del potere civile nello Stato.
94 L'AGIRE CRISTIANO
le e generando (fisicamente o attraverso adozione) dei
figli. In una prospettiva cristiana l’autorità dei genitori
dev’essere vista come emergente dal sacramento del Matri
monio che, a modo di « Chiesa domestica », unisce gli
sposi e li orienta alla fecondità e all’educazione cristiana e
umana. Tale compito pedagogico tende a suscitare delle
persone capaci di libertà.
I figli devono un’obbedienza rispettosa, anzi devono
stima e affetto ai genitori. Anche quando hanno raggiunta
la capacità di scelte responsabili ed autonome, i figli con
servano il dovere di aiutare e di amare i genitori. Ciò,
tuttavia, non impedisce, anzi provoca, la possibilità, o
addirittura talvolta il dovere, di una « disobbedienza »
apparente ai genitori quando i figli, per motivi non validi,
si vedono impediti nell’attuare quella che essi ritengono
ponderatamente la loro autentica vocazione.
L’impegno di educare da parte della famiglia è un
diritto primario che dev’essere riconosciuto da tutte le
strutture sociali ulteriori, quali la Chiesa, in campo religio
so, e lo Stato, in campo civile, almeno con la possibilità di
attuare una pedagogia corrispondente all’impostazione cul
turale della famiglia stessa.
L'AMORE AL PROSSIMO 95
l’esempio di una fedele e lieta attuazione delle leggi che
enuncia. I fedeli, d’altra parte, sono chiamati a rendersi
presenti all’autorità nella Chiesa, così da recare il loro
consiglio radicato nella vita autenticamente cristiana,
con deferenza e con amore, senza pretendere di sostituir
si ai Pastori che hanno una funzione propria, e senza
pretendere che i suggerimenti dati — soprattutto quando
si presentano come contraddittori tra loro — siano quasi
per principio fatti propri dai responsabili ultimi e condi
visi da tutti.
L'AMORE AL PROSSIMO 97
49 La promozione
della vita fisica dell’altro
L’amore al prossimo impone, come si è detto, di
volere per l’altro un bene totale. Ciò include un
comandamento particolare per il rispetto e la pro
mozione della vita fisica.
98 VAGIRE CRISTIANO
minacciati e cercando di rendere il minor danno possibile,
quando la minaccia è ingiustamente esercitata e si è com
piuto quanto si poteva per farla cessare con mezzi pacifici.
LAMORE AL PROSSIMO 99
za; per una giustizia che instauri o restituisca la libertà a
popoli oppressi dalla tirannia, ecc.
E chiaro, tuttavia, che il modo più profondo per
operare la pace non sta nell’equilibrio delle forze, ma nel
dialogo compiuto con un atteggiamento di lealtà e di per
dono: un dialogo che trovi le parti contendenti disposte
ad un atteggiamento di lealtà e di perdono.
PADRE NOSTRO
Padre nostro, che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
GLORIA
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen.
AVE, O MARIA
Ave, o Maria, piena di grazia,
il Signore è con te,
tu sei benedetta fra le donne
e benedetto è il frutto del tuo seno: Gesù.
Santa Maria, madre di Dio,
prega per noi peccatori,
adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.
ANGELO DI DIO
Angelo di Dio, che sei il mio custode,
illumina, custodisci, reggi e governa me,
che ti fui affidato dalla pietà celeste. Amen.
APPENDICE 119
L’ETERNO RIPOSO
L’eterno riposo dona loro, o Signore,
e splenda ad essi la luce perpetua.
Riposino in pace.
Amen.
120 APPENDICE
Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture,
è salito al cielo,
siede alla destra del Padre.
E di nuovo verrà, nella gloria,
per giudicare i vivi e i morti,
il suo regno non avrà fine.
Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita,
e procede dal Padre e dal Figlio.
Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato,
e ha parlato per mezzo dei profeti.
Credo la Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica.
Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati.
Aspetto la risurrezione dei morti
e la vita del mondo che verrà.
Amen.
ATTO DI FEDE
Mio Dio, perchè sei verità infallibile
credo tutto quello che tu hai rivelato
e la santa Chiesa ci propone a credere.
Credo in te, unico vero Dio,
in tre Persone uguali e distinte,
Padre e Figlio e Spirito Santo.
E credo in Gesù Cristo, Figlio di Dio,
incarnato, morto e risorto per noi,
il quale darà a ciascuno, secondo i meriti,
il premio o la pena eterna.
Conforme a questa fede voglio sempre vivere.
Signore, accresci la mia fede.
ATTO DI SPERANZA
Mio Dio, spero dalla tua bontà,
per le tue promesse e per i meriti di Gesù Cristo,
nostro Salvatore,
la vita eterna
e le grazie necessarie per meritarla con le buone opere,
che io debbo e voglio fare.
Signore, che io non resti confuso in eterno.
ATTO DI CARITÀ
Mio Dio, ti amo con tutto il cuore sopra ogni cosa,
perché sei bene infinito e nostra eterna felicità;
e per amor tuo amo il prossimo come me stesso,
e perdono le offese ricevute.
Signore, che io ti ami sempre più.
APPENDICE 121
ATTO DI DOLORE
Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore
dei miei peccati,
perché peccando ho meritato i tuoi castighi,
e molto più perché ho offeso te, infinitamente buono
e degno di essere amato sopra ogni cosa.
Propongo col tuo santo aiuto
di non offenderti mai più
e di fuggire le occasioni prossime di peccato.
Signore, misericordia, perdonami.
TI ADORO (mattino)
Ti adoro, mio Dio, e ti amo con tutto il cuore.
Ti ringrazio di avermi creato, fatto cristiano
e conservato in questa notte.
Ti offro le azioni della giornata:
fa’ che siano tutte secondo la tua santa volontà
e per la maggior tua gloria.
Preservami dal peccato e da ogni male.
La tua grazia sia sempre con me
e con tutti i miei cari. Amen.
TI ADORO (sera)
Ti adoro, mio Dio, e ti amo con tutto il cuore.
Ti ringrazio di avermi creato, fatto cristiano
e conservato in questo giorno.
Perdonami il male oggi commesso,
e, se qualche bene ho compiuto, accettalo.
Custodiscimi nel riposo e liberami dai pericoli.
La tua grazia sia sempre con me
e con tutti i miei cari. Amen.
SALVE REGINA
Salve, Regina, madre di misericordia;
vita, dolcezza e speranza nostra, salve.
A te ricorriamo, esuli figli di Èva;
a te sospiriamo,
gementi e piangenti in questa valle di lacrime.
Orsù, dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi;
e mostraci, dopo questo esilio, Gesù,
il frutto benedetto del tuo seno.
O clemente, o pia,
o dolce Vergine Maria.
122 APPENDICE
I DUE MISTERI PRINCIPALI DELLA FEDE
1 Unità e Trinità di Dio.
2 Incarnazione, Passione, Morte e Risurrezione
di Nostro Signore Gesù Cristo.
I SETTE SACRAMENTI
1 Battesimo; 2 Cresima; 3 Eucaristia; 4 Penitenza; 5 Un
zione dei malati; 6 Ordine; 7 Matrimonio.
I QUATTRO NOVISSIMI
1 Morte; 2 Giudizio; 3 Inferno; 4 Paradiso.
APPENDICE 123
LE BEATITUDINI EVANGELICHE
1 Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il Regno dei cieli.
2 Beati i miti, perché possederanno la terra.
3 Beati coloro che piangono, perché saranno consolati.
4 Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia,
perché saranno saziati.
5 Beati i misericordiosi, perché otterranno misericordia.
6 Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
7 Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
8 Beati i perseguitati a causa della giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
124 APPENDICE
I SETTE VIZI CAPITALI
1 Superbia; 2 Avarizia; 3 Lussuria; 4 Ira; 5 Gola; 6 Invi
dia; 7 Accidia.
APPENDICE 125
INDICE
Introduzione.............................................................................................. 5
Schema....................................................................................................... 8
INDICE 127
33) Matrimonio.................................................................... 56
34) La preghiera della Chiesa................................................ 57
35) La missione della Chiesa....................................... 58
36) La Chiesa, realtà escatologica............................... 62
37) I «novissimi».................................................................. 64
APPENDICE.................................................................................. 119