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Pentatomidae

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I Pentatomidi (Pentatomidae Leach, 1815) sono una famiglia di Pentatomidi


insetti dell'ordine dei Rhynchota, comprendente oltre 4100 specie.

Indice
Importanza
Descrizione
Biologia
Sistematica Peribalus strictus
Danni alle colture
Classificazione scientifica
Alimentazione umana
Dominio Eukaryota
Note
Regno Animalia
Bibliografia
Altri progetti Sottoregno Eumetazoa
Collegamenti esterni Ramo Bilateria
Phylum Arthropoda

Importanza Subphylum Hexapoda


Classe Insecta
I Pentatomidi costituiscono
una delle famiglie più Sottoclasse Pterygota
importanti fra gli Eterotteri,
Coorte Exopterygota
per il numero di specie, per
la larga distribuzione e per Subcoorte Neoptera
l'importanza economica di
diverse specie di interesse Superordine Paraneoptera
agrario. Sezione Rhynchotoidea

Pentatoma rufipes Per le medie dimensioni e Ordine Rhynchota


per l'aspetto
Sottordine Heteroptera
inconfondibile, anche se si
tratta di caratteri estesi in generale a tutta la superfamiglia dei Infraordine Pentatomorpha
Pentatomoidea, e per il fatto di essere piuttosto comuni, sono di
Superfamiglia Pentatomoidea
facile riconoscimento anche per i profani. Il nome comune di
Famiglia Pentatomidae
Leach, 1815
Sottofamiglie
cimice, infatti, anche se a rigore fa riferimento all'intero sottordine Vedi testo
degli Eterotteri, è utilizzato per antonomasia per indicare insetti
appartenenti alla superfamiglia.

Descrizione
I Pentatomidi hanno corpo di medie dimensioni e nella generalità dei casi
corto e con un profilo subpentagonale, da cui deriva il nome della famiglia
e, per estensione, della superfamiglia. Non mancano tuttavia forme dal
profilo ovoidale o oblungo. Il dorso è più o meno appiattito, mentre il
ventre è convesso. La livrea è più o meno uniforme, con colori che
variano dal verde al giallastro al brunastro, ma sono frequenti le specie
con livree a colori vivaci, talvolta con riflessi metallici o con disegni in
contrasto.
Carpocoris mediterraneus
Il capo è relativamente piccolo,
atlanticus
provvisto di due ocelli e con antenne in
genere composte da 5 articoli. Il pronoto
è largo e breve ed ha i margini laterali vistosamente angolati. Il
mesoscutello è ben sviluppato, di forma subtriangolare; si prolunga
posteriormente fino alla base della membrana delle emielitre, ricoprendola
in parte, ma nella maggior parte delle specie non ricopre il corio e buona
parte della membrana. Le emielitre sono ben sviluppate ed hanno una
membrana percorsa da 5-12 nervature. Le zampe hanno tarsi composti in Carpocoris purpureipennis
genere 3 segmenti (due nelle Cyrtocorinae).

L'addome presenta le tipiche espansioni laterali appiattite degli uriti sporgenti rispetto alle emielitre e
facilmente visibili, in genere, per la colorazione alternata. Come la generalità dei Pentatomomorfi, sono
presenti sensilli tricoidei alloggiati in apposite fossette (tricobotri).

Biologia
Dopo l'accoppiamento, le femmine depongono sulle foglie gruppi di uova
(ovature), disposte in modo geometricamente ordinato e appressate, in
numero variabile, talvolta anche fino a 400. Le uova hanno comunemente
la forma di un barilotto, oppure sono cilindriche o sferiche. Il polo
superiore è opercolato.

Il regime dietetico è variabile. La maggior parte delle specie è fitofaga e si


Ovatura di Nezara viridula
nutre a spese di un numero elevato di specie botaniche, fra cui molte
piante erbacee di interesse agrario (legumi, solanacee, ortive in generale,
cotone, riso e altri cereali, graminacee in generale, ecc.). In genere prevale
la polifagia, ma non mancano casi di specie con una tendenza alla monofagia o all'oligofagia.

Nell'ambito delle Asopinae sono frequenti specie i cui adulti hanno un regime alimentare strettamente
zoofago oppure misto, mentre le forme giovanili sono fitofaghe. Le specie zoofaghe si comportano come
predatrici di uova o stadi larvali di altri insetti (come le larve di Charidotella sexpunctata). Una singolarità
dei Pentatomidi è che anche le specie prettamente fitofaghe sono potenzialmente zoofaghe, per quanto
questo comportamento sia poco frequente.
In varie specie di Pentatomidi si può riscontrare la tendenza
all'aggregazione. Il gregarismo si riscontra nelle fasi svernanti,
rappresentate dagli adulti, che migrano in gruppo verso i siti di
svernamento per poi tornare in massa sulla vegetazione ospite nella
successiva primavera. Questo comportamento può rappresentare una
potenziale causa di danno economico su alcune colture agrarie; è il caso,
ad esempio, della Cimice del Grano (Aelia rostrata), che in Europa può
attaccare in massa le colture dei cereali autunno-vernini producendo danni
di particolare gravità.

Come la maggior parte degli Eterotteri, anche i Pentatomidi si difendono


rilasciando una sostanza fortemente revulsiva, secreta dalle ghiandole
odorifere metatoraciche. Il secreto ha un odore caratteristico, associabile
vagamente alle mandorle amare, ed ha effetto repellente nei confronti dei
grossi predatori. Le loro colorazioni tanto vistose sono interpretate come
livree di ammonimento (colorazioni sematiche o aposematiche), ed i Graphosoma italicum
predatori vertebrati imparano rapidamente a distinguere ed evitare queste
disgustose prede.

In passato la sostanza repellente, seccata e polverizzata, era impiegata per rinforzare la componente odorosa
dell'acido prussico.

Sistematica
Fin dal XIX secolo, la sistematica dei Pentatomidi è stata incerta e
controversa e a tutt'oggi è ancora oggetto di revisione e discussione e si
riflette sulla sistematica dell'intera superfamiglia. Nell'ambito dei
Pentatomoidea, infatti, vi sono state e vi sono ancora interpretazioni
discordanti in merito all'inquadramento di diversi gruppi sistematici, da
alcuni Autori considerati come famiglie distinte e da altri come
sottofamiglie, la maggior parte delle quali risulterebbe inclusa nella
famiglia dei Pentatomidi sensu lato. Nel corso dei decenni, pertanto, si
sono succeduti differenti schemi tassonomici che suddividevano la
famiglia in un numero variabile, secondo gli Autori, da 2 a 13
Dolycoris baccarum
sottofamiglie. Il quadro tassonomico dei Pentatomidi, perciò, varia anche
sensibilmente secondo l'epoca e secondo l'autore.

Fra le interpretazioni più recenti da parte degli studiosi degli Eterotteri, tendono ad una sostanziale
convergenza le suddivisioni tassonomiche di SCHUH & SLATER[1] e RIDER[2]. Nell'ambito dei Pentatomoidei, i
due schemi tassonomici discordano in merito alla posizione sistematica di due raggruppamenti:

La famiglia degli Aphylidae (sensu SCHUH & SLATER) è da RIDER considerata al rango di
sottofamiglia nei Pentatomidae (Aphylinae).
La famiglia dei Thyreocoridae (sensu RIDER) è considerata da SCHUH & SLATER al rango di
sottofamiglia dei Cydnidae.

A prescindere dalle suddette divergenze, entrambe le interpretazioni riducono l'ambito tassonomico dei
Pentatomidi, separandone alcuni raggruppamenti come famiglie a sé stanti (Thaumastellidae, Scutelleridae,
Plataspididae, Tessaratomidae). Adottando la suddivisione di SCHUH & SLATER, la famiglia risulta composta
dalle seguenti sottofamiglie:

Asopinae
Cyrtocorinae
Discocephalinae
Edessinae
Pentatominae
Phyllocephalinae
Podopinae
Serbaninae
Stirotarsinae

Danni alle colture


Nell'ambito dell'ordine dei Rincoti,
l'importanza economica dei Pentatomidi, Rhaphigaster nebulosa
relativamente alle specie dannose di
interesse agrario, è seconda solo a quella
degli Omotteri. I danni prodotti dai Pentatomidi sono generici, in quanto
causati anche da altri Eterotteri fitofagi (ad esempio, frequentemente i
Miridi). Consistono nella decurtazione della produzione dovuta alla
sottrazione della linfa, alle alterazioni prodotte dalle punture e, infine, al
rilascio sul prodotto di sapori sgradevoli dovuti alla secrezione delle
ghiandole odorifere.
Troilus luridus
Le punture sono esercitate principalmente sugli steli, sulle foglie e sulle
gemme. La gravità del danno dipende dalla pianta, dall'organo attaccato e
dall'intensità degli attacchi. Possono consistere in necrosi più o meno diffuse, fino ad estesi disseccamenti
dell'organo, alterazioni morfologiche, come ad esempio il ripiegamento di steli e germogli, alterazioni
istologiche dovute alla reazione dei tessuti vegetali all'azione biochimica della saliva iniettata. L'alterazione
istologica più comune è il cono salivare[3], che consiste in un indurimento del tessuto, una sorta di grumo, in
corrispondenza della puntura.

Gli adulti tendono ad attaccare facilmente i fiori e i giovani frutti in


accrescimento, sia carnosi (frutta propriamente detta) sia secchi (cariossidi,
acheni, ecc.). In questi casi i danni sono essenzialmente di due tipi.
L'attacco sui fiori ne provoca la devitalizzazione e impedisce
l'impollinazione e il successivo sviluppo dei frutti. Il fenomeno,
genericamente detto aborto fiorale o aborto traumatico, può provocare
danni di notevole entità in caso di attacchi massicci, perché si ripercuote Eurydema ventralis
direttamente - in termini quantitativi - sulla produzione. L'attacco sui frutti
in accrescimento provoca invece deformazioni e alterazioni fisiologiche e
istologiche che possono portare ad un deprezzamento del prodotto o ad una perdita totale dei requisiti di
commercializzazione. La tipologia del danno ai frutti cambia secondo la specie agraria attaccata, in ogni
modo si tratta di danni che possono essere provocati anche da altri Eterotteri come, ad esempio, i Miridi e i
Coreidi.

Ad esempio, nelle pere e in generale in tutte le Pomacee, provoca o accentua il fenomeno della litiasi o
pietrosità. Questo fenomeno consiste in una lignificazione puntiforme della polpa, fisiologico entro certi
limiti in molte varietà di pere, soprattutto nelle parti superficiali del frutto. La litiasi deprezza fortemente il
frutto se supera una certa soglia, in quanto altera drasticamente la consistenza della polpa.
Diversi Pentatomidi, in Italia e in Europa, sono agenti del cimiciato delle
nocciole, una delle alterazioni più gravi a carico del nocciolo. Questa
alterazione, prodotta dalle punture sui frutti già sviluppati, provoca la
necrosi del gheriglio rendendolo non commestibile. La particolare gravità
è dovuta al fatto che le nocciole, all'esterno, non presentano evidenti
sintomi dell'alterazione.

Di particolare gravità sono anche gli attacchi ai frutti delle colture erbacee
industriali (cereali ed oleoproteaginose quali la soia, il girasole, ecc.) in
Palomena prasina
quanto possono produrre drastiche riduzioni delle rese o rendere
inutilizzabile il prodotto per la trasformazione industriale. Sulle colture
ortive, infine, i danni possono avere intensità variabili dal semplice
deprezzamento del prodotto (danni di natura estetica) alla perdita totale dei requisiti merceologici. A questi
danni si aggiunge anche il conferimento di sapori sgradevoli dovuti al secreto delle ghiandole odorifere.

La dannosità dei Pentatomidi è aggravata anche dalla loro etologia: in


generale si tratta di insetti a regime alimentare polifago, gli adulti sono
discreti volatori e si muovono con facilità e spesso hanno anche istinti
gregari. Questi comportamenti li rendono agenti di danno occasionali, ma
nello stesso tempo imprevedibili, a differenza di quanto avviene invece
per gli Omotteri.

I Pentatomidi sono infine occasionali vettori di agenti patogeni quali i


Virus[4]. Zicrona caerulea, specie utile
perché entomofaga
Fra le specie di particolare interesse agrario a diffusione paleartica, in
generale comuni anche in Italia si citano le seguenti

Palomena prasina LINNAEUS. Specie comune e polifaga, attacca piante erbacee ed arboree.
Gli adulti attaccano preferibilmente i frutti. Insieme al Gonocerus acuteangulatus
(Rhynchota: Coreidae) rappresenta in Italia uno dei principali agenti dell'aborto traumatico e
del cimiciato delle nocciole.
Rhaphigaster nebulosa PODA. Specie comune e polifaga attacca prevalentemente le gemme
di piante arboree ed erbacee. È anche uno degli agenti dell'aborto traumatico e del cimiciato
delle nocciole.
Aelia rostrata BOH. Nota come Cimice del Grano, è uno degli Eterotteri più dannosi alle
coltivazioni dei cereali autunno-vernini (frumento, orzo)
Carpocoris ssp. Comprende specie polifaghe occasionalmente dannose nei confronti dei
fruttiferi e del nocciolo.
Piezodorus lituratus FABRICIUS. Specie associata in primavera a Leguminose coltivate o
spontanee, in estate si riversa sui fruttiferi attaccando prevalentemente la frutta.
Nezara viridula LINNAEUS. Specie di origine americana è diventata cosmopolita e molto
comune. Ha un regime dietetico polifago e si rivela particolarmente dannosa nei confronti
delle colture erbacee industriali, fra le quali, in particolare il pomodoro.
Dolycoris baccarum LINNAEUS. Specie comune ed estremamente polifaga può causare gravi
danni a coltivazioni sia arboree da frutto sia erbacee.
Eurydema ventralis KLT. Specie comune, attacca prevalentemente le Crucifere.
Halyomorpha halys Stål. Specie asiatica di recente introduzione in Europa e Nordamerica.

Alimentazione umana
Come per molti altri Eterotteri di medie o grandi dimensioni, anche i
Pentatomidi possono avere un interesse locale come risorsa alimentare in
grado di integrare il fabbisogno proteico. L'uso di Pentatomidi
nell'alimentazione umana è citato in vari contesti. Un problema relativo
all'uso alimentare dei Pentatomidi è la necessità di eliminare con
trattamenti preliminari il sapore sgradevole dovuto al secreto delle
ghiandole metatoraciche; non mancano tuttavia realtà in cui tali insetti
Euschistus servus sono consumati anche crudi, a dispetto dell'effetto collaterale.

In Messico[5] sono usate diverse specie che fanno capo ai generi Edessa,
Euschistus e Pharylpia, comunemente chiamate jumiles. I jumiles vengono mantenuti in vita e venduti in
"confezioni" di pochi esemplari. Sono consumati in vari modi, sia crudi sia dopo cottura. La letteratura cita
che la credenza popolare attribuisce a questi insetti proprietà curative oltre a quelle nutritive. Il consumo da
crudi sarebbe diffuso fra gli strati sociali poveri, mentre in generale, per annullare l'effetto sgradevole, si
ricorre alla frittura o all'arrostitura e al taglio con salse (es. il chili).

In Africa i Pentatomidi sono o sono stati usati a scopo alimentare in


Sudafrica e Zimbabwe. Nel Sudafrica è citato da Faure, 1944, l'uso della
specie Euchosternum delagorguei presso l'etnia Mapulana con il nome
locale di thosono[6]. La cimice era molto apprezzata e si raccoglieva,
sfruttando le abitudini gregarie, al tramonto o all'alba nei mesi freddi. Gli
insetti erano consumati sia crudi sia dopo cottura. Prima dell'utilizzo è
necessaria l'estirpazione della ghiandola odorifera, in quanto il secreto ha
effetti caustici sugli occhi. L'uso alimentare sarebbe ancora diffuso,
secondo il progetto di ricerca Nutritional and medicinal value of the edible
stinkbug, Eucosternum delegorguei, consumed in the Limpopo, Province
of South Africa (2003-2005)[7]. Documenti risalenti al 1934[8] citano
l'impiego della stessa specie, apprezzata e ricercata, con il nome locale di
harugwa anche presso popolazioni indigene dello Zimbabwe. Anche in
questo caso si sfruttava l'istinto gregario della specie, che si raccoglieva Loxa viridis
all'arrivo verso la fine della stagione delle piogge. Il consumo, dopo
arrostitura, richiedeva un trattamento preliminare finalizzato
all'eliminazione del secreto della ghiandola metatoracica perché sgradevole al palato.

In Asia è citato l'uso di Pentatomidi in India[9], facenti capo ai generi Bagrada e Erthesina. Inoltre in Asia
sono utilizzati a scopo alimentare anche altri Pentatomoidei appartenenti alle famiglie dei Dinidoridae[9] e
Tessaratomidae in Cina e Thailandia[10][11].

Note
1. ^ (EN) Randall T. Schuh, James A. Slater, True Bugs of the World (Hemiptera: Heteroptera).
Classification and Natural History, Ithaca (New York), Comstock Pub. Associates, 1995,
ISBN 0-8014-2066-0.
2. ^ (EN) David A. Rider, Tentative classification, su Pentatomoidea Home Page, Deparment of
Entomology, North Dakota State University. URL consultato il 19 maggio 2008 (archiviato dall'url
originale il 16 giugno 2008).
3. ^ Tremblay. Op. cit., p. 64.
4. ^ Australian Faunal Directory. Op. cit..
5. ^ (EN) Gene R. De Foliart, Chapter 3. The Use of Insects as Food in Mexico, in The Human
Use of Insects as a Food Resource: A Bibliographic Account in Progress (archiviato dall'url
originale il 26 settembre 2012).
6. ^ (EN) Gene R. De Foliart, Chapter 12. Republic of South Africa, in The Human Use of
Insects as a Food Resource: A Bibliographic Account in Progress.
7. ^ (EN) Post-graduate projects/students , su web.up.ac.za, Department Paraclinical Sciences,
University of Pretoria. URL consultato il 7 giugno 2008.
8. ^ (EN) Gene R. De Foliart, Chapter 13. Southern Africa: Zimbabwe, in The Human Use of
Insects as a Food Resource: A Bibliographic Account in Progress (archiviato dall'url originale il 28
maggio 2014).
9. (EN) Gene R. De Foliart, Chapter 22. South-Central Asia, in The Human Use of Insects as a
Food Resource: A Bibliographic Account in Progress (archiviato dall'url originale l'11 marzo 2008).
10. ^ (EN) Gene R. De Foliart, Chapter 24. Southeastern Asia: Thailand, in The Human Use of
Insects as a Food Resource: A Bibliographic Account in Progress (archiviato dall'url originale il 23
febbraio 2012).
11. ^ (EN) Gene R. De Foliart, Chapter 26. Eastern Asia: China, Japan, other Countries, in The
Human Use of Insects as a Food Resource: A Bibliographic Account in Progress (archiviato
dall'url originale il 5 luglio 2008).

Bibliografia
(EN) Family Pentatomidae, in Australian Faunal Directory, Australian Government,
Department of the Environment, Water, Heritage and the Arts. URL consultato il 28 febbraio 2009.
Antonio Servadei; Sergio Zangheri; Luigi Masutti. Entomologia generale ed applicata.
Padova, CEDAM, 1972.
Ermenegildo Tremblay. Entomologia applicata. Volume II Parte I. 1ª ed. Napoli, Liguori
Editore, 1981. ISBN 978-88-207-1025-5.
Ângelo Moreira da Costa Lima. XXII. Hemípteros in Insetos do Brasil. Tomo 2 (http://www.ufrr
j.br/institutos/ib/ento/tomo02.pdf). Escola Nacional de Agronomia, 1940. (in portoghese).
Václav Jan Staněk. Enciclopedia illustrata degli insetti. Elisabetta Ghisotti Steinman (Trad.
it.). Praga, Artia (Ed. it. Librerie Accademia) [1970], 1978. ISBN 0-600-03085-7.

Altri progetti
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Collegamenti esterni
(EN) Taxon profile: Pentatomidae, su BioLib.cz, Biological Library. URL consultato il 07-06-2008.
(EN) Taxon details: Pentatomidae, in Fauna Europaea version 2.6.2, Fauna Europaea Web
Service, 2013. URL consultato il 07-06-2008.
(EN) Name details - Pentatomidae, in ION: Index to Organism Names, Thomson Scientific.
URL consultato il 13-08-2008.
(EN) ITIS Standard Report Page: Pentatomidae, in Integrated Taxonomic Information System.
URL consultato il 07-06-2008.

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