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Innanzitutto, è stato calcolato il tempo medio (Δt) considerando tutti i tempi registrati dalle
fotocellule. Successivamente, è stata calcolata l'accelerazione utilizzando la formula inversa
di S = S0 + V0t + 1/2at², cioè: a = 2S/t²
● Δt = (0,73+0,80+0,78+0,78+0,79+0,77)/6 = 0,775s
a = 2S/ Δt² = 2*0,58/0,775² = 1,682 m/s²
● Δt = (0,72+0,66+0,68+0,69+0,71+0,70)/6 = 0,69333333s
a = 2S/ Δt² = 2*0,80/0,69333333² = 1,635 m/s²
Come si può notare, stavolta, nei due casi il risultato è uguale siccome sono stati usati dei
valori invariabili come la massa dell’carrellino e quella del peso.
Quindi, con le accelerazioni delle due misure date dalla formula a = 2S/ t², si ricava la media
delle due accelerazioni (Δa), cioè:
-1,681581686 m/s²
→ Δa = (1,682+1,635)/2 = 1,658 m/s²
-1,635077663 m/s²
e l’accelerazione data dalla formula a = m2/(m1 + m2)*g, cioè 1,426 m/s²
CONCLUSIONI ED ERRORI:
In conclusione, si osserva che il risultato derivante dalla prima formula è superiore a quello
ottenuto mediante il secondo principio della dinamica, ritenuto più affidabile poiché basato su
valori fissi, riducendo così la possibilità di errori umani.
Probabilmente, durante le misurazioni di spazio e tempo, sono stati commessi errori, quali:
- errori di posizionamento delle fotocellule,
- errori nella misurazione della distanza tra le fotocellule,
- approssimazioni nei calcoli,
- variazioni nella potenza applicata dal soffiatore sul carrellino di metallo.
Infine, è stata calcolata la percentuale di errore tra i due valori ottenuti dalle formule di
accelerazione, risultando in un errore del 14,03%. Questo valore elevato è principalmente
attribuibile alla semidispersione massima del tempo durante le misurazioni: (0,80-0,73)/2 =
0,35 e (0,72-0,66)/2 = 0,3.
Giovanni Zannini