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Principi fondamentali
Marcotipografia: si occupa del formato di stampa, della grandezza e della disposizione delle
colonne di testo e delle immagini, dell’organizzazione delle gerarchie di titoli, sottotitoli e didascalie
Microtipografia (o tipografia del dettaglio): tratta i singoli elementi come lettera, spazio tra le
lettere, parola, spazio tra le parole, riga e interlinea, colonna di testo
Gli elementi della microtipografia rendono possibile una fruizione ottimale del testo, e hanno poco
a che fare con il gusto personale.
Processo di lettura
La riga viene analizzata con svariate saccadi, mentre con un’ampia saccade verso sinistra l’occhio
salta all’inizio della riga successiva.
Con un carattere di media grandezza una saccade copre 5-10 lettere, che in italiano
corrispondono a circa 1-2 parole.
Durante una fissazione, su un massimo di 10 parole analizzate, solo 3-4 vengono percepite
nitidamente.
- Più il lettore è capace, più rapide sono le fasi di fissazione e più ampie sono le saccadi.
- Le immagini di parole già conservate nella memoria visiva del lettore vengono lette più
velocemente rispetto a quelle sconosciute
- La scienza non ha ancora compreso quali segnali guidano i movimenti degli occhi:
sicuramente inizio e fine di una riga e inizio di sezioni di testo, determinano le saccadi tra la
fine di una riga e l’inizio della riga successiva
• come effettiva lettura, come trasposizione al cervello della sequenza percepita di lettere
• come percezione visiva, (solitamente inconsapevole) innesca associazioni con quanto visto
in precedenza ed evoca sensazioni
I caratteri di stampa devono rispondere a diverse esigenze e assolvere a diverse funzioni, non si
può giudicare un certo carattere genericamente come buono o cattivo, utilizzabile o inutilizzabile
Anche caratteri di difficile leggibilità se adoperati abilmente e con parsimonia, possono catturare
l’attenzione del lettore
Non è interessato alle lettere ma al senso che trasmettono attraverso la visualizzazione delle
parole
Caratteri artistici e originali legati alle mode delle epoche vengono dimenticati e ora appaiono
antiquati, lo stesso avviene per i caratteri del Bauhaus
tranne che per il “Futura” di Paul Renner
L’occhio secondo l’oftalmologia non deve esaminare la lettera per intero per riconoscerla,
generalmente basta la metà superiore delle lettere. Ma singolarmente le lettere sono ascendenti o
discendenti quindi una p possiamo riconoscerla solo dalla parte inferiore, una d la possiamo
riconoscere solo dalla parte superiore.
In una frase è tendenzialmente più facile riconoscere una parola se vediamo la metà superiore.
a, g, p, q sono meglio articolate nella metà inferiore, anche con caratteri sans serif
o, s, w, y, z hanno la stessa forza e possono essere riconosciute sia dalla metà inferiore che
superiore
confermato da un esperimento di Brian Coe che tenta di scoprire quanto si può omettere di una
minuscola senza che la leggibilità venga compromessa.
Nella composizione di un carattere tipografico bisogna tener conto di principi ottici, gli aspetti da
considerare sono:
Risultati di ricerca sulla leggibilità relativa delle singole lettere, forniti da Tinker
I corsivi
A primo sguardo colpisce la loro inclinazione, la forma scritta da cui derivano i nostri corsivi
tipografici si afferma all’inizio del XV sec. a Firenze (c.a. nello stesso luogo e periodo in cui si
sviluppa la scrittura umanistica).
Questa scrittura corsiva, nota come “corsiva cancelleresca”, presenta differenze strutturali
importanti dalla scrittura umanistica:
Aldo Manuzio (umanista, editore e stampatore veneziano) fu il primo a utilizzare il corsivo nella
stampa editoriale dal 1501, per le edizioni tascabili degli autori classici.
Per lui e tipografi contemporanei il corsivo era considerato un carattere adatto alla composizione
di un libro, ma dalla metà del XVI sec. viene applicato come carattere distintivo per valorizzare
singole parole o porzioni di testo.
Non tutte le font hanno il corsivo, è possibile “corsivizzare” i caratteri ma i risultati non sono
convincenti. Si può inclinare il testo ma non bisogna superare i 10° d’inclinazione, altrimenti la
deformazione sarebbe eccessiva.
La parola
I segni devono distinguersi molto bene presi singolarmente ma devono anche essere in armonia
con il resto del testo.
La distanza tra le lettere è definita dalla controforma: tanto più piccoli sono gli spazi interni quanto
più piccola sarà la distanza, più sono grandi e più grande sarà la distanza
Eccezioni:
- Per far leggere un carattere stretto sans serif o corsivo si può aumentare lo spazio tra le
lettere per aumentare la leggibilità.
- Per leggere maiuscole si deve applicare una maggiore spaziatura e bilanciare le distanze
tra le lettere (distanze risultano bilanciate quando hanno una dimensione ottica uguale).
Una volta con la composizione in piombo non era possibile il kerning e come allora anche nella
composizione digitale ogni lettera ha una sua larghezza standard, a destra e sinistra ci sono le
così dette spalle (spazio che si adatta alla maggior parte delle combinazioni). Ci sono però
combinazioni che hanno bisogno di più o meno spazio rispetto alla spaziatura standard, in questi
casi il produttore del carattere elabora le tabelle di kerning.
Le tabelle di kerning contengono quelle combinazioni di lettere tra cui la distanza standard è stata
cambiata.
Legature: i gruppi di 2 o 3 lettere fusi in un unico carattere. Quelle standard comprendono fi, fl, ffi e
ffl
La riga
Non bisogna trascurare la spaziatura tra le parole e lo spazio prima e dopo i segni di
punteggiatura, così come la lunghezza della riga di testo.
- Lunghezza della riga varia in base al testo. Righe troppo lunghe o troppo corte
pregiudicano la leggibilità, gli occhi si stancano costringendolo a un numero di fissazioni
eccessivo o troppo esiguo.
Numero idea di caratteri per riga: tra 50 e 70
- Corretta spaziatura delle parole e dal tipo di composizione
- Non ci deve essere troppo spazio tra le parole e l’insieme delle loro sagome deve risultare
in una riga regolare e coerente
Composizione a pacchetto:
Interlinea e la colonna
- Una vecchia regola di composizione vuole che non ci siano più di 3 a capo, uno sotto l’altro.
Se però facendo max 3 a capo si creano grandi buchi in una o più righe, il risultato è
peggiore rispetto a fare più di 3 a capo.
- In una colonna di formano fiumi verticali di bianco quando capita che gli spazi tra le parole
si trovino uno sull’altro per diverse righe consecutive.
- I rientri sono essenziali per la lettura comoda di testi lunghi, sono l’unico mezzo he indica
l’inizio del paragrafo
- Per migliorare l’attrattiva di un testo e la sua leggibilità a volte è necessario ridurre il corpo
del carattere e mantenere l’interlinea. (es. corpo: 10,5 pt → 10 pt Interlinea: 10,5 pt)
Tutti i caratteri noti e usati spesso risultano ugualmente leggibili, indipendentemente dalla loro
leggibilità ottica possono innescare certi sentimenti semplicemente con la loro forma e possono
avere un effetto positivo o negativo.
Secondo Warde la scelta di un carattere appropriato è un atto inconscio, il cui effetto è di breve
durata.
Willberg riproduce 5 differenti versioni del poema “Bildhaurisches” di Morgenstern e fa notare il
rapporto variabile fra testo e scrittura: il poema è leggibile in tutte le versione ma il carattere ha il
ruolo di veicolare positivamente o negativamente il sentimento trasmesso dal testo.