La profezia si compie… forse O La mattina seguente Enea si affretta a mandare un’ambasciata al re Latino. Il re offre ospitalità agli stranieri, ricordando che anche Dardano era vissuto in Italia. Di fronte ai doni inviati da Enea, il re ricorda le profezie e promette all’eroe troiano la mano di Lavinia. Libro VIII Le nuove armi O Tutte le popolazioni del Lazio mandano i propri ambasciatori a chiedere aiuto a Diomede, il forte eroe greco, nemico di Enea. O Intanto l’eroe convince gli Arcadi ad appoggiarlo in nome di vecchi legami. O Intanto Venere riesce a strappare al marito Vulcano, il fabbro degli dei, la promessa di nuove armi per il figlio. Vulcano si reca nella sua fucina, nelle isole Eolie, dove tre Ciclopi sono intenti a fabbricare i fulmini di Zeus. Venere consegna al figlio le armi fabbricate da Vulcano. Tra esse spicca il grande scudo decorato. Lo scudo O Lo scudo di Enea fabbricato da Vulcano è suddiviso in fasce concentriche in cui sono raffigurati, con grande raffinatezza, episodi della storia romana, dalle origini di Roma fino all’imperatore Augusto: Romolo e Remo, il ratto delle Sabine, altri episodi antichi, e infine la contrapposizione tra Catilina, posto nel Tartaro tra i criminali, e Catone posto tra i giusti nei Campi Elisi. Campeggia nella parte centrale dello scudo un mare luminoso, in cui si svolge la battaglia di Azio tra Augusto da una parte, Antonio e Cleopatra dall’altra. Allo scontro partecipano anche gli dei. I vinti fuggono, insieme alla regina Cleopatra, verso le foci del Nilo. Compare infine l’immagine del triplice trionfo celebrato da Augusto a Roma. O Enea, pur non potendo comprendere il significato delle immagini, gode della loro bellezza Libri IX - X O La guerra ha inizio. Enea riesce ad ottenere anche l’aiuto degli Etruschi. Giunone aiuta i Latini, Venere i troiani. O Giove riunisce gli dei a concilio e proibisce loro, con grande disappunto di Venere e Giunone, di prendere parte alla battaglia fra Troiani e Latini. La «fuga» di Turno O Enea va poi in cerca di Turno per sfidarlo e ucciderlo in duello, ma Giunone foggia un fantasma che ha le stesse sembianze di Enea. Turno insegue il fantasma fin su una nave; la dea taglia gli ormeggi e la nave si allontana rapidamente dalla riva portando via Turno, mentre il fantasma si dissolve. Turno si sente disonorato per avere abbandonato la battaglia e vorrebbe uccidersi, ma Giunone riesce a trattenerlo Libro XII O Turno, rientrando negli scontri e vedendo che la battaglia volge a favore dei Troiani, decide di risolvere la situazione con un duello con Enea e chiede al re Latino di prendere gli opportuni accordi. O Il re però gli consiglia di ritirarsi dalla guerra, rinunciando a Lavinia, ma Turno è ben deciso e manda un araldo da Enea. Enea accetta. I due eroi stringono patti solenni sanciti da riti sacri: se vincerà Turno, i Troiani si ritireranno a vivere nella città di Evandro; se invece prevarrà Enea, egli sposerà Lavinia e i due popoli vivranno in città vicine, che costituiranno un unico stato; ci saranno due re, uno troiano e l’altro latino, ma le decisioni sulla guerra spetteranno a quest’ultimo. O Enea si affretta, gioioso, al duello. Il duello finale vive diverse fasi: la spada di Turno s’infrange contro l’armatura divina di Enea; Turno fugge, inseguito da Enea; compiono per dieci volte di corsa il giro del campo riservato al duello. Intanto sull’Olimpo si stringe un patto tra Giove e Giunone: la dea s’impegna ad abbandonare Turno al suo destino e a non avversare più Enea e i Troiani, accettando che si stanzino nel Lazio. Vuole però che dopo le nozze tra Enea e Lavinia, nel Lazio non restino tracce di Troia. Giove accetta e promette che la stirpe futura, discesa da Troiani e Latini, sarà particolarmente devota a Giunone. La conclusione O Turno tenta invano di abbattere Enea con un masso, ma un colpo di lancia del Troiano lo trafigge a una coscia. Dopo un breve tentennamento sulla sorte del nemico decide infine di ucciderlo, finirla una volta per tutte e permettere così alla profezia di realizzarsi. O L’Eneide si chiude sull’immagine dell’anima di Turno che fugge indignata tra le ombre.