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ENEIDE

LIBRI VII - XII


La profezia si compie… forse
O La mattina seguente
Enea si affretta a
mandare un’ambasciata
al re Latino. Il re offre
ospitalità agli stranieri,
ricordando che anche
Dardano era vissuto in
Italia. Di fronte ai doni
inviati da Enea, il re
ricorda le profezie e
promette all’eroe troiano
la mano di Lavinia.
Libro VIII Le nuove armi
O Tutte le popolazioni del Lazio mandano i propri
ambasciatori a chiedere aiuto a Diomede, il forte
eroe greco, nemico di Enea.
O Intanto l’eroe convince gli Arcadi ad appoggiarlo in
nome di vecchi legami.
O Intanto Venere riesce a strappare al marito Vulcano, il
fabbro degli dei, la promessa di nuove armi per il
figlio. Vulcano si reca nella sua fucina, nelle isole
Eolie, dove tre Ciclopi sono intenti a fabbricare i
fulmini di Zeus. Venere consegna al figlio le armi
fabbricate da Vulcano. Tra esse spicca il grande
scudo decorato.
Lo scudo
O Lo scudo di Enea fabbricato da Vulcano è
suddiviso in fasce concentriche in cui sono
raffigurati, con grande raffinatezza, episodi della
storia romana, dalle origini di Roma fino
all’imperatore Augusto: Romolo e Remo, il ratto
delle Sabine, altri episodi antichi, e infine la
contrapposizione tra Catilina, posto nel Tartaro tra
i criminali, e Catone posto tra i giusti nei Campi
Elisi.
Campeggia nella parte centrale dello scudo un
mare luminoso, in cui si svolge la battaglia di Azio
tra Augusto da una
parte, Antonio e Cleopatra dall’altra. Allo scontro
partecipano anche gli dei. I vinti fuggono, insieme
alla regina Cleopatra, verso le foci del Nilo.
Compare infine l’immagine del
triplice trionfo celebrato da Augusto a Roma.
O Enea, pur non potendo comprendere il significato
delle immagini, gode della loro bellezza
Libri IX - X
O La guerra ha inizio. Enea
riesce ad ottenere anche
l’aiuto degli Etruschi.
Giunone aiuta i Latini,
Venere i troiani.
O Giove riunisce gli dei a
concilio e proibisce loro,
con grande disappunto
di Venere e Giunone, di
prendere parte alla
battaglia fra Troiani e
Latini.
La «fuga» di Turno
O Enea va poi in cerca di Turno
per sfidarlo e ucciderlo in
duello, ma Giunone foggia un
fantasma che ha le stesse
sembianze di Enea. Turno
insegue il fantasma fin su
una nave; la dea taglia gli
ormeggi e la nave si allontana
rapidamente dalla riva
portando via Turno, mentre il
fantasma si dissolve. Turno si
sente disonorato per avere
abbandonato la battaglia e
vorrebbe uccidersi, ma
Giunone riesce a trattenerlo
Libro XII
O Turno, rientrando negli scontri e vedendo che la
battaglia volge a favore dei Troiani, decide di risolvere
la situazione con un duello con Enea e chiede al
re Latino di prendere gli opportuni accordi.
O Il re però gli consiglia di ritirarsi dalla guerra,
rinunciando a Lavinia, ma Turno è ben deciso e
manda un araldo da Enea. Enea accetta. I due eroi
stringono patti solenni sanciti da riti sacri: se vincerà
Turno, i Troiani si ritireranno a vivere nella città di
Evandro; se invece prevarrà Enea, egli sposerà
Lavinia e i due popoli vivranno in città vicine, che
costituiranno un unico stato; ci saranno due re, uno
troiano e l’altro latino, ma le decisioni sulla guerra
spetteranno a quest’ultimo.
O
Enea si affretta, gioioso, al duello.
Il duello finale vive diverse fasi: la
spada di Turno s’infrange contro
l’armatura divina di Enea; Turno
fugge, inseguito da Enea;
compiono per dieci volte di corsa
il giro del campo riservato al
duello. Intanto sull’Olimpo si
stringe un patto
tra Giove e Giunone: la dea
s’impegna ad abbandonare Turno
al suo destino e a non avversare
più Enea e i Troiani, accettando
che si stanzino nel Lazio. Vuole
però che dopo le nozze tra Enea e
Lavinia, nel Lazio non restino
tracce di Troia. Giove accetta e
promette che la stirpe futura,
discesa da Troiani e Latini, sarà
particolarmente devota a
Giunone.
La conclusione
O Turno tenta invano di abbattere Enea con un
masso, ma un colpo di lancia del Troiano lo
trafigge a una coscia. Dopo un breve
tentennamento sulla sorte del nemico
decide infine di ucciderlo, finirla una volta
per tutte e permettere così alla profezia di
realizzarsi.
O L’Eneide si chiude sull’immagine dell’anima
di Turno che fugge indignata tra le ombre.

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