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Sibari

Giulia Lorusso, Martina Piersanti,


Edoardo Recchiuti
Sìbari (in greco antico: Σύβαρις) fu una delle più
importanti poleis della Magna Grecia sul mar Ionio,
affacciata sul golfo di Taranto, tra i fiumi Crati e Sybaris.
Le origini: 730-720 a.C.
Sibari viene fondata dai coloni greci dall’Acaia che
sconfissero i locali riducendoli in schiavitù e fondando
Sibari appunto, dalla quale transitavano le merci
provenienti dall’Asia Minore. Si sviluppò rapidamente
grazie alla fertilità del suo territorio dove si coltivavano
olive, frumenti, frutta e si produceva olio. La città
governò su quattro tribù e 25 città.
La guerra con Crotone
Alla fine del VI secolo a.C. fu scossa da varie vicende
politiche e molti aristocratici furono costretti a
fuggire a Crotone. Alla richiesta di Telys di consegnare gli
esuli sibariti, i Crotoniati rifiutarono; i Sibariti, dunque,
iniziarono la guerra con Crotone. Nel 510 a.C., i Crotoniati
con 100 000 uomini, guidati da Milone, sconfissero nella
battaglia di Nika l’esercito sibarita, e, dopo aver deviato
uno dei fiumi, conquistarono la città e la sommersero.
La fine di Sibari
Nel 444-443 a.C. ci fu la fondazione panellenica di
Thurii. In seguito Thurii fu assoggettata dai Lucani.
Nel 193 a.C. i Romani la ribattezzarono Copiae.
Nell'84 a.C. fu trasformata in municipio e in periodo
imperiale si sviluppò nuovamente. Nel corso del V e
del VI secolo iniziò a decadere. Un secolo dopo l'area
era completamente abbandonata.
Il parco archeologico
Il Parco Archeologico di Sibari si sviluppa in una zona che
si affaccia lungo la costa jonica dell’alto cosentino e la foce
del fiume Crati, in una vasta area topografica denominata
“sibaritide”.
Il parco archeologico
L’area del parco archeologico è divisa in settori, ognuno dei quali
è identificato con il nome del cantiere di scavo: Parco del
Cavallo, Prolungamento Strada, Casabianca, Stombi. Tutti i
settori, tranne quello di Stombi, sono visitabili. Tranne poche
eccezioni, i livelli più profondi e quindi più antichi non sono
visibili e che quanto è in luce rappresenta la fase più recente, cioè
quella della città romana di Copiae.
Il parco archeologico
Sul versante nord-est del parco sono visibili i resti del teatro
romano risalente al I secolo d.C. Dietro il teatro è possibile
visitare una grande villa urbana impreziosita con pavimenti
policromi a mosaico. È stato possibile inoltre individuare un
intero quartiere artigianale della Sybaris arcaica denominato
Parco dei Tori. Il rinvenimento di pozzi e fornaci richiama la
destinazione produttiva dell’area periferica della antica colonia
achea. Abbondanti sono i materiali ceramici databili tra il VII e VI
secolo a.C. custoditi all’interno del museo.
Il Museo della Sibaritide
Inaugurato nel 1996, il Museo della Sibaritide ospita
interessanti reperti di epoca greca e romana (vasellame,
lamine d’oro, sculture e decorazioni in terracotta), ma
anche materiali recuperati in tombe indigene dell’età del
Ferro e manufatti di provenienza greca, fenicia ed
egiziana.
Gli ori di Sibari
Gli scrittori antichi ricordano gli Anche dopo la distruzione di Sibari, la sua
fama non scomparve dalla storia. Da questa
abitanti di Sibari come gente
discende, infatti, l'espressione "vivere da
abituata al lusso. Di questa sibarita", che sta a indicare uno stile di vita
raffinatezza purtroppo ci sono fatto di eccessi, feste, divertimento, sfarzo e
giunte tracce materiali scarse, ma buona cucina.
assolutamente magnifiche: il
pettorale dorato lavorato a sbalzo
che decorava la parte superiore di
una veste, gli orecchini d'oro e le
collane.
Il tetto arcaico di Sibari
Il tetto in terracotta è documentazione rara e preziosa della vita
di Sibari: apparteneva a un tempio eretto agli inizi del VI secolo
a.C., distrutto nel 510 a. C. Ci racconta di come funzionavano i
cantieri in cui si costruivano i templi unendo maestri, artigiani,
strumenti, macchine, materie prime in un luogo che potremmo
definire vera università arcaica dei saperi.
I nostri scatti
Grazie della
visione

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