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Matematica per l’economia

EQUAZIONE DI PRIMO GRADO


Un'equazione lineare, o equazione di primo grado, è un'equazione algebrica in cui il grado
massimo delle incognite è uguale a uno.
Il metodo di risoluzione delle equazioni di primo grado prevede di applicare i principi di
equivalenza delle equazioni in modo da isolare l'incognita x a sinistra dell'uguale e un
termine numerico a destra, che equivarrà all'unica soluzione.
EQUAZIONE DI SECONDO GRADO
In matematica, un'equazione di secondo grado o quadratica ad un'incognita x è
un'equazione algebrica in cui il grado massimo con cui compare l'incognita è 2, ed è sempre
riconducibile alla forma: ax^{2}+bx+c=0, dove a, b, c sono numeri reali o complessi.

LE DISEQUAZIONI
Una disequazione è una disuguaglianza in cui compaiono espressioni letterali per le quali
cerchiamo i valori di una o più lettere che rendono la disuguaglianza vera.
Le lettere per i quali si cercano i valori che rendono vera la disuguaglianza sono le incognite
delle disequazioni.
Tutte i valori che soddisfano una disequazione costituiscono l’insieme delle soluzioni.
Spesso le soluzioni delle disequazioni sono sottoinsiemi di R, costituito da tutti i valori che
precedono un certo numero, che o lo seguono, o da valori compresi tra due numeri.

INTERVALLO
Dati due numeri reali a e b, con a < b, si dice:
•INTERVALLO LIMITATO: l’insieme dei numeri reali compresi fra a e b, con a estremo
inferiore e b estremo superiore.
•INTERVALLO ILLIMITATO: l’insieme dei numeri che precedono un certo numero a
(intervallo illimitato inferiore) o seguono a (intervallo illimitato superiormente).
L’intervallo limitato si rappresenta graficamente con un seguito, se gli estremi sono compresi
l’intervallo è chiuso, se gli estremi non sono compresi l’intervallo è aperto.
L’intervallo illimitato di rappresenta graficamente con una semi-retta.
Per indicare una semi retta illimitata a destra si utilizza il simbolo +∞, a sinistra -∞.

DISEQUAZIONE
•Intera: l’incognita non compare nei denominatori, altrimenti è fratta.
•Numerica: non contiene altre lettere oltre l’incognita.
Il grado della disequazione è il grado di polinomio ridotto, ossia è il massimo esponente
dell’incognita presente nella disequazione ridotta in forma canonica.

DISEQUAZIONI EQUIVALENTI
Due disequazioni definite nello stesso insieme sono equivalenti se hanno lo stesso insieme
di soluzioni.
PRIMO PRINCIPIO DI EQUIVALENZA
Data una disequazione, si ottiene una disequazione a essa equivalente aggiungendo a
entrambi i membri uno stesso numero o una stessa espressione che abbia significato nello
stesso insieme di definizione.
Si deduce che:
•un termine può essere trasportato da un membro all’altro cambiandogli il segno.
•un termine può essere cancellato se presente in entrambi i membri.
SECONDO PRINCIPIO DI EQUIVALENZA
Per trasformare una disequazione in una equivalente si può:
•moltiplicare (o dividere) entrambi i membri per uno stesso numero positivo.
•moltiplicare (o dividere) entrambi i membri per uno stesso numero negativo e cambiare il
verso della disequazione.

DISEQUAZIONI INTERE
La disequazione può essere determinata, impossibile o sempre verificata.

SISTEMA DI DISEQUAZIONI
Un sistema di disequazioni è un insieme di due o più disequazioni in cui compaiono le
stesse incognite, per il quale si cercano valori da attribuire alle incognite che verificano
contemporaneamente tali disequazioni.
Un sistema per il quale non esistono soluzioni è detto impossibile.

LE DISEQUAZIONI FRATTE
Le disequazioni sono fratte quando contengono l’incognita in almeno un denominatore.
Per risolvere la disequazione dobbiamo determinare per quali valori di x la frazione è
positiva, nulla o negativa.
Questa parte della risoluzione prende il nome di studio del segno della frazione. Occorre
studiare separatamente il segno del numeratore e quello del denominatore.
Matematica per l’economia

LE DISEQUAZIONI INTERE DI SECONDO GRADO


Per poter determinare le soluzioni di una disequazione di secondo grado, dobbiamo sapere
in corrispondenza di quali valori di x il trinomio ax(2)+ bx + c risulta positivo, nullo o negativo:
in questa ricerca consiste lo studio del segno del trinomio.
Possiamo dedurre il segno del trinomio del grafico della funzione y=ax(2)+bx+c che è una
parabola, il trinomio sarà:
•Positivo per i valori di x in corrispondenza dei quali y>0.
•Nullo in corrispondenza dei valori di x per cui y=0.
•Negativo in corrispondenza dei valori di x per cui y<0.

Segno del trinomio di secondo grado con a>0 e Δ>0:


•positivo: intervalli esterni alle soluzioni
x<x1Vx>x2
•nullo per
x=x1Vx=x2
•negativo: nell’intervallo interno alle soluzioni:
x1<x<x2

Segno del trinomio di secondo grado con a>0 e Δ=0


Supponiamo che l’equazione associata abbia due soluzioni coincidenti, x1=x2:
•positivo per ogni xER, con x diverso x1.
•nullo per x=x1.

Segno del trinomio di secondo grado con a>0 e Δ<0


Supponiamo che l’equazione associata non abbia soluzioni reali.
•il trinomio risulta positivo per ogni xER.
SISTEMI
Un sistema di disequazioni è un insieme di 2 o più disequazioni aventi la stessa incognita; le
soluzioni del sistema sono dei valori (di solito reali) che soddisfano contemporaneamente
tutte le disequazioni. Esso può avere una o più incognite, espressamente indicate.

FUNZIONI
Siano X e Y due insieme, si deve funzione da X a Y una relazione che associa a ogni
elemento di X un solo elemento di Y.
L’insieme di partenza X si chiama dominio, mentre l’insieme di arrivo Y si chiama codominio.
Quando è data una funzione f, l’immagine di un elemento x appartenente al dominio della
funzione, cioè l’elemento nel codominio che tramite f corrisponde a x, viene indicato con il
simbolo:
f(x) si legge: “f di X”
Le funzioni che hanno come dominio e codominio sottoinsiemi dell’insieme R dei numeri
reali si chiamano funzioni reali di variabile reale.
In base all’espressione analitica dj una funzione, si può effettuare una prima classificazione
delle funzioni reali di variabile reale.
Se nell’espressione analitica della funzione la variabile indipendente è soggetta soltanto a
un numero finito di operazioni di addizione, sottrazione, moltiplicazione, divisione, elevato a
potenza a esponente razionale o estrazione di radice si dice che la funzione è algebrica,
altrimenti si dice che è trascendente.
Nell’insieme delle funzioni algebriche di distinguono: le funzioni intere da quelle frazionarie
(o fratte), le razionali nelle quali la variabile indipendente non compare sotto alcun segno di
radice, da quelle irrazionali.
FUNZIONE PARI
Una funzione definita da y=f(x) si dice pari se per ogni x appartenente al dominio della
funzione anche -x vi appartiene e risulta:
f(-x)=f(x)
In tal caso, il grafico della funzione risulta simmetrico rispetto all’asse y.

FUNZIONE DISPARI
Una funzione definita da y=f(x) si dice dispari se per ogni x appartenente al dominio della
funzione anche -x vi appartiene e risulta:
f(-x)=-f(x)
In tal caso, il grafico della funzione risulta simmetrico rispetto all’origine.

FUNZIONI STRETTAMENTE CRESCENTI,DECRESCENTI E COSTANTI


Sia I un sottoinsieme del dominio della funzione y=f(x).
a. f si dice strettamente crescente in I se:
x1<x2–> f(x1)<f(x2) per ogni x1,x2∈I
b. f si dice strettamente decrescente in I se:
x1<x2–> f(x1)>f(x2) per ogni x1,x2 ∈I
c. f si dice costante in I se:
f(x1)=f(x2) per ogni x1,x2∈I
FUNZIONE MONOTONA
Una funzione crescente o decrescente in un insieme I viene detta monotona in I.
FUNZIONE INIETTIVA
Una funzione f:X—>Y si dice iniettiva se ogni elemento di Y ha al massimo una
controimmagine in X.
a. È iniettiva, ogni retta orizzontale interseca il grafico della funzione in al massimo un punto.
b. Non è iniettiva se interseca nel grafico due punti.

FUNZIONI SURRIETTIVA
Una funziona f:X—>Y si dice suriettiva se ogni elemento di Y ha almeno una
controimmagine in X.
a. È surriettiva, ogni retta orizzontale interseca il grafico della funzione in almeno un punto.

FUNZIONI BIIETTIVE
Una funzione f:X—>Y che è sia iniettiva sia surriettiva si dice biiettiva.
Si può dire che una funzione f:X—>Y è biiettiva se ogni elemento di Y ha una e una sola
controimmagine in X.
Data una funzione reale di variabile reale, essa sarà biiettiva se e solo se ogni retta
orizzontale interseca il grafico della funzione in uno e un solo punto.

RIASSUMENDO
Una funzione può essere: iniettiva ma non suriettiva, suriettiva ma non iniettiva, né iniettiva
né surriettiva, biiettiva.

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