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METODI

MATEMATICI
I
metodi matematici I A.A 2022\2023

FUNZIONI

INIETTIVA → y = f (x) è detta iniettiva se ∀𝑥ϵ 𝑖𝑚 𝑓(𝑥) ∃! 𝑥ϵ 𝑋: 𝑓(𝑥) = 𝑦

Una funzione da x a y è iniettiva se due elementi qualsiasi di x hanno immagini distinte in y

SURIETTIVA f:x= y è detta suriettiva se im (f)=y

Una funzione da x a y è suriettiva se tutti gli elementi di y, sono immagine di almeno un


elemento di x

BIETTIVA Una funzione da x in y è biiettiva o biunivoca se è iniettiva o suriettiva

GRAFICO DI UNA FUNZIONE È detto grafico di una funzione il luogo geometrico dato dagli insiemi di
punti
Sia 𝑓: 𝑋 →𝑅 𝑐𝑜𝑛 𝑥 ⊆ 𝑅
{(𝑥; 𝑦) ϵ𝑅2 : 𝑥ϵ𝑅 𝑒 𝑦 = 𝑓(𝑥)}
La x la sceglie come immagine L’insieme delle immagini è un sottoinsieme di Y
La y la scegli come dominio __

∆𝑦 𝑦2− 𝑦1
RETTA PASSANTE PER 2 PUNTI 𝑚 = ∆𝑥
= 𝑥2− 𝑥1
una retta ha infinite angolazioni

TOPOLOGIA

MAGGIORANTE 𝑘ϵ𝑅 è detta maggiorante di X se ∀𝑥ϵ𝑋 𝑘 ≥ 𝑥


es. 𝑥 = [0; 3)
[3; + ∞)
Devo prendere il numero più grande degli insieme compreso o no aggiungendo + ∞
(no compreso)

MINORANTE 𝑘ϵ𝑅 è detta minorante di X se ∀𝑥ϵ𝑋 𝑘≤ 𝑥

es. 𝑥 = [0; 3)
(− ∞; 0]
Devo prendere il numero più piccolo dell'insieme compreso o no aggiungendo − ∞ (no compreso)

MASSIMO DI X 𝑘ϵ𝑅 è detto Massimo di X se è un maggiorante di X e kϵx

es. 𝑥 = [0; 3) ∄ max Perché il maggiorante è + ∞. Non esistono numeri più


grandi di + ∞

MINIMO DI X 𝑘ϵ𝑅 è detto Minimo di X se è un minorante di X e kϵx

min =0
3 è un maggiorante ma non è un massimo, non appartiene agli insiemi

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SUPERIORMENTE ILLIMITATO Se x non ammette Maggioranti è detto superiormente illimitato. Se x è


superiormente illimitato diremo che: 𝑠𝑢𝑝 (𝑥) =+ ∞. La retta non finisce mai

SUPERIORMENTE LIMITATO Se la funzione si ferma in qualche punto oppure non passa. La funzione
non può andare a + ∞

INFERIORMENTE ILLIMITATO Se X Non ammette minoranti e detto inferiormente illimitato. Se X è


inferiormente illimitato diremo che: 𝑖𝑛𝑓 (𝑥) =+ ∞. La retta non finisce mai

INFERIORMENTE LIMITATO se la funzione non passa È inferiormente limitato, anche se si ferma in


qualche punto. La funzione non può mai andare oltre − ∞

ESTREMO SUPERIORE 𝑘ϵ𝑅 è detto estremo superiore di X se: 𝑘 ≥ 𝑥 ∀𝑥ϵ𝑅 e


∀ε > 0 ∃𝑥ϵ𝑅 → 𝑥 > 𝑘 + ε
l'estremo superiore è il minimo dei maggioranti

ESTREMO INFERIORE 𝑘ϵ𝑅E detto estremo inferiore se: 𝑘 ≤ 𝑥 ∀𝑥ϵ𝑅 e ∀ε > 0 ∃𝑥ϵ𝑅 → 𝑥 > 𝑘 + ε
l’estremo minore è il massimo dei minoranti

Convenzione:
● Se x è superiormente illimitato diremo che 𝑠𝑢𝑝 (𝑥) =+ ∞
● Se x è inferiormente illimitato diremo che 𝑖𝑛𝑓(𝑥) =− ∞

INTORNO

INTORNO Sia 𝑥ϵ𝑅 e 𝑟 > 0. Chiamiamo intorno di 𝑥 di raggio r l'insieme 𝑢( 𝑥 ;r) := ( 𝑥 - r; 𝑥 + r)

INTORNO +∞ → chiamiamo intorno di + ∞ con intervallo del tipo: (a; + ∞) con 𝑎ϵ𝑅

INTORNO − ∞ chiamiamo intorno di − ∞ con intervallo del tipo: (− ∞;a) con 𝑎ϵ𝑅

DISTANZA TRA NUMERI REALI

DISTANZA TRA NUMERI REALI E DISTINTI 𝑢(𝑥; 𝑟):={𝑥ϵ𝑅: 𝑑(𝑥: 𝑥) < 𝑅}

PUNTO INTERNO 𝑥 è detto punto interno se ∃𝑢(𝑥) ⊂ 𝑋


𝑋 insieme dei punti interni
Il punto interno deve appartenere all'insieme. È detto. interno ad X, se appartiene ad X ed esiste un suo
intorno contenuto in X.
Es. 𝑋 = [0; 3) 𝑋 = (0; 3)
𝑐
𝑋 = (− ∞; 0) ∪ [3; + ∞)

𝑐
𝑋 = fanno parte tutti quei numeri che non appartengono all’insieme.
X è complementare (0 = no punto interno / 3=frontiera)

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𝑐
PUNTO ESTERNO 𝑥ϵ𝑅 è detto punto esterno se è intorno a 𝑋
È detto. esterno ad X, se appartiene ad X ed esiste un suo intorno contenuto nel complementare (inR) di X

PUNTO DI FRONTIERA Punto di frontiera di X, se qualunque intorno di tale punto contiene elementi sia
𝑐
di X che del suo complementare 𝑋
∂𝑋 punto di frontiera
L'insieme dei punti di frontiera di un insieme X si dice frontiera di X, si indica con ∂𝑋

INSIEME APERTO X è detto aperto se ogni suo elemento è interno X=𝑋


È detto insieme aperto se ogni suo punto interno, cioè se coincide con il proprio interno

INSIEME CHIUSO X è detto insieme chiuso se il punto esterno è aperto


𝑐
È detto insieme chiuso se il suo complementare 𝑋 è un insieme aperto

PUNTI DI ACCUMULAZIONE

PUNTO DI ACCUMULAZIONE 𝑥ϵ𝑅 è detto punto di accumulazione di X se ogni 𝑢(𝑥; 𝑟), ricadono infiniti
elementi di X. Può anche appartenere agli insiemi. Se ad ogni intorno di X appartiene almeno un elemento
di 𝑋 ≠ 𝑋0
Es. (0; 2)
- Sia 0 che 2 sono punti di accumulazione perché tra di loro hanno
infiniti numeri reali
- Posso rimanere nel dominio avvicinandomi quanto voglio senza mai
toccarlo

TEOREMA 𝑋 ⊆ 𝑅 le seguenti affermazioni sono equivalenti:


1. {𝑋 è 𝑐ℎ𝑖𝑢𝑠𝑜 }
2. {𝑋 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑖𝑒𝑛𝑒 𝑙𝑎 𝑠𝑢𝑎 𝑓𝑟𝑜𝑛𝑡𝑖𝑒𝑟𝑎 (∂𝑋 ⊆ 𝑋) }
3. {𝑋 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑖𝑒𝑛𝑒 𝑖 𝑠𝑢𝑜𝑖 𝑝𝑢𝑛𝑡𝑖 𝑑𝑖 𝑎𝑐𝑐𝑢𝑚𝑢𝑙𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 (𝑋𝐼 ⊆ 𝑋)}

FUNZIONI MONOTONE

FUNZIONE CRESCENTE f è detta funzione crescente se ∀𝑥1 e 𝑥2ϵ𝑋


con 𝑥1> 𝑥2 𝑓(𝑥1) ≤ 𝑓(𝑥2)

STRETTAMENTE CRESCENTE f è detta strettamente crescente 𝑓 𝑓(𝑥1) > 𝑓(𝑥2)


f è crescente (non vale viceversa)

FUNZIONE DECRESCENTE f è detta funzione decrescente se ∀𝑥1 e 𝑥2ϵ𝑋


con 𝑥1< 𝑥2 𝑓(𝑥1) ≥ 𝑓(𝑥2)

STRETTAMENTE DECRESCENTE f è detta strettamente decrescente 𝑓


𝑓(𝑥1) < 𝑓(𝑥2)
f è decrescente (non vale viceversa)

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FUNZIONE PARI una funzione 𝑓: 𝑥 → 𝑅, 𝑋 ⊆ 𝑅 si dice funzione pari se il suo dominio è simmetrico
rispetto all’origine e l’immagine di un qualsiasi elemento del dominio coincide con
l’immagine del suo opposto.

Sia 𝑓: 𝑅 ⊇ 𝑋 → 𝑅 con X tale che se 𝑥ϵ𝑋 → 𝑥ϵ𝑋 f è detto pari 𝑓(𝑥) = 𝑓(𝑥)

GRAFICO DI UNA FUNZIONE PARI il grafico di una funzione pari è quindi un


insieme simmetrico rispetto all’asse y (x=0)

FUNZIONE DISPARI una funzione 𝑓: 𝑥 → 𝑅, 𝑋 ⊆ 𝑅 si dice funzione dispari se il suo dominio è


simmetrico rispetto all’origine e ogni elemento del dominio ha immagine uguale
all’opposto dell’immagine dell’elemento opposto a quello considerato.

Sia 𝑓: 𝑅 ⊇ 𝑋 → 𝑅 con X tale che se: 𝑥ϵ𝑋 → 𝑥ϵ𝑋 f è detto pari 𝑓(− 𝑥) =− 𝑓(𝑥)

GRAFICO DI UNA FUNZIONE DISPARI il grafico di una funzione dispari è


quindi un insieme simmetrico rispetto all'origine degli assi

GLI ESTREMANTI DI UNA FUNZIONE

MASSIMO LOCALE 𝑥ϵ𝑋 è detto pt. di massimo locale se ∃ 𝑢(𝑥; 𝑟) 𝑓(𝑥) ≥ 𝑓(𝑥), ∀𝑥ϵ𝑢(𝑥; 𝑟) ∩ 𝑋

Pt. massimo locale: [1;2]

MASSIMO LOCALE FORTE 𝑥ϵ𝑋 è detto pt. di massimo locale forte se ∃ 𝑢(𝑥; 𝑟),𝑓(𝑥) > 𝑓(𝑥),
∀𝑥ϵ𝑢(𝑥; 𝑟) ∩ 𝑋, 𝑥 ≠ 𝑥

MASSIMO GLOBALE 𝑥ϵ𝑋 è detto pt. di massimo globale se 𝑓(𝑥) ≥ 𝑓(𝑥), ∀𝑥ϵX

MASSIMO GLOBALE FORTE 𝑥ϵ𝑋 è detto pt. di massimo locale forte se ∃ 𝑢(𝑥; 𝑟),𝑓(𝑥) > 𝑓(𝑥), ∀𝑥ϵX,
𝑥 ≠𝑥

MINIMO LOCALE 𝑥ϵ𝑋 è detto pt. di minimo locale se ∃ 𝑢(𝑥; 𝑟), 𝑓(𝑥) ≤ 𝑓(𝑥), 𝑥ϵ𝑢(𝑥; 𝑟) ∩ 𝑋

MINIMO LOCALE DEBOLE 𝑥ϵ𝑋 è detto pt. di minimo locale debole se ∃ 𝑢(𝑥; 𝑟), 𝑓(𝑥) < 𝑓(𝑥) con
𝑥ϵ𝑢(𝑥; 𝑟) ∩ 𝑋, 𝑥 ≠ 𝑥
MINIMO GLOBALE 𝑥ϵ𝑋 è detto pt. di minimo globale se 𝑓(𝑥) ≤ 𝑓(𝑥) ∀𝑥ϵ𝑋

MINIMO GLOBALE DEBOLE 𝑥ϵ𝑋 è detto pt. di minimo globale debole se 𝑓(𝑥) < 𝑓(𝑥) ∀ 𝑥 ϵ 𝑋, 𝑥 ≠ 𝑥

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FUNZIONE COMPOSTA E INVERSA

FUNZIONE COMPOSTA Sia 𝑓: 𝑋 → 𝑅 con 𝑋 ⊆ 𝑅 e 𝑔: 𝑓 → 𝑅 , 𝑌 ⊆ 𝑅, due funzioni se:


𝑓(𝑥) ⊆ 𝑌 allora risulta definita una funzione, viene detta funzione composta indicata con f o g definita da:
𝑓 𝑜 𝑔: 𝑥 → 𝑅 (𝑓 𝑜 𝑔)(𝑥) = 𝑔(𝑓(𝑥))

FUNZIONE COMPOSTA E INVERTIBILE 𝑓: 𝑅 ⊇ 𝑋 → 𝑅 invertibile


−1
𝑓 (𝑓(𝑥)) = 𝑥 ∀ 𝑥 ϵ𝑋
−1
𝑓(𝑓 (𝑦)) = 𝑦 ∀𝑥𝑐ϵ𝑖𝑚(𝑓)
Funzione composta e invertibile 𝑓 = 𝑔(𝑓(𝑥))

LOGARITMI

● i logaritmi accettano solo numeri strettamente crescenti


● il logaritmo di base più alta ha la curva più bassa

PROPRIETÀ
2
𝑏1, 𝑏2 > 0 / 𝑏1, 𝑏2 ≠ 0 / 𝑥; 𝑦 > 0 𝑙𝑛(𝑥 ) = 2|𝑥| → 𝑥 ≠ 0

1. 𝑙𝑜𝑔𝑏1(𝑥; 𝑦) = 𝑙𝑜𝑔𝑏1𝑥 + 𝑙𝑜𝑔𝑏1𝑦 x e y devono essere positivi


𝑥
2. 𝑙𝑜𝑔𝑏1( 𝑦 ) = 𝑙𝑜𝑔𝑏1𝑥 − 𝑙𝑜𝑔𝑏1 𝑦 x e y devono essere positivi
𝑦
3. 𝑙𝑜𝑔𝑏1𝑥 = 𝑦𝑙𝑜𝑔𝑏1𝑥
𝑙𝑜𝑔𝑏1𝑥
4. 𝑙𝑜𝑔𝑏2𝑥 = 𝑙𝑜𝑔𝑏2𝑥

numero di nepero 2,71828

LIMITI

● Se ∀𝑢(0; 𝑟) ∃ν(+ ∞): 𝑥ϵ𝑋 ∩ 𝑛 → 𝑓(𝑥)ϵ𝑢


1
● Se ∀𝑟 > 0 ∃𝑘(𝑟): 𝑥 > 𝑘 → 2 < 𝑟
𝑘
1
Siano 𝑅 ⊇ 𝑋 → 𝑅 e 𝑥ϵ𝑥 può anche non appartenere al dominio
{± ∞ }
lim 𝑓(𝑥) = 𝑙 {𝑙ϵ𝑅}
1
𝑥→𝑥

1
Se ∀𝑢(𝑙) ∃ν(𝑥): 𝑥ϵ𝑣 ∩ 𝑥 𝑥 ≠𝑥 → 𝑓(𝑥)ϵ𝑢

1
TEOREMA Siano 𝑓: ⊇ 𝑥 → 𝑅 𝑒 𝑥ϵ𝑥 Se lim 𝑓(𝑥)∃ → 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜 è 𝑢𝑛𝑖𝑐𝑜
𝑥→7

TEOREMA Sia 𝑓: (𝑎; 𝑏) → 𝑅 una funzione monotona, allora ∃ lim 𝑓(𝑥); lim 𝑓(𝑥)
+ −
𝑥→𝑎 𝑥→𝑏

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ALGEBRA DEI LIMITI

1
Siano 𝑓: 𝑔: 𝑋 ⊆ 𝑅 → 𝑥ϵ𝑥 ed esistono lim 𝑙1 , lim 𝑙2
+− +−
𝑥→𝑥 𝑥→𝑥

Se sono finiti 𝑙1 𝑒 𝑙2ϵ𝑅


1. lim [𝑓(𝑥) + 𝑔(𝑥)] = 𝑙1 + 𝑙2
𝑥→𝑥

Estensione 1: Se 𝑙ϵ𝑅 𝑒 𝑙2 =± ∞ → 𝑙 =± ∞
Estensione 2: Se 𝑙1 =± ∞ 𝑒 𝑙2 ± ∞ → 𝑙 =± ∞

2. lim [𝑓(𝑥) 𝑥 𝑔(𝑥)] = 𝑙1𝑥 𝑙2


𝑥→𝑥
Estensione 1:
- Se 𝑙1 > 0 𝑒 𝑙2 =± ∞ → 𝑙 =± ∞
- Se 𝑙1 < 0 𝑒 𝑙2 =+ ∞ → 𝑙 =− ∞
- Se 𝑙1 < 0 𝑒 𝑙2 =− ∞ → 𝑙 =+ ∞
- Se 𝑙1 ∞ 𝑒 𝑙2 = ∞ → 𝑙 = ∞
Estensione 2:
Se 𝑙1 = 0 𝑒 𝑙2 = ∞ → 𝑙 =.....

1 1
3. ipotesi supplementare 𝑙 ≠ 0 lim 𝑓(𝑥)
= 𝑙1
𝑥→𝑥
Estensione:
+
- Se 𝑙1 =+ ∞ → 𝑙 = 0

- Se 𝑙1 =− ∞ → 𝑙 = 0
+
- Se 𝑙1 = 0 → 𝑙 =+ ∞

- Se 𝑙1 = 0 → 𝑙 =− ∞

TEOREMA DEL LIMITE DI UNA FUNZIONE COMPOSTA

1
Sia 𝑔: 𝑥 → 𝑅 𝑒 𝑓: 𝑥 → 𝑧 → 𝑅, 𝑋𝑒 𝑍 ⊆ 𝑅, 𝑖𝑚𝑔 ⊆ 𝑍 𝑒 𝑥ϵ𝑥
● valgono inoltre lim 𝑔(𝑥) = 𝑙 La x deve tendere ad
𝑥→𝑥

l,
● 𝑔 ≠ 𝑙 in tutto l’intorno di 𝑥 e lim 𝑓(𝑧) = 𝐿 ma non deve essere
𝑧→𝑙

allora lim 𝑓(𝑔(𝑥)) = 𝐿 uguale ad l


𝑥→𝑥

LIMITI NOTEVOLI

𝑥
𝑒 − 1 ∼ 𝑥 → 𝑝𝑒𝑟 𝑥 → 0
𝑥
𝑒 −1 0 𝑥
FORMA INDETERMINATA lim 𝑥
= 1→ 0
𝑒 ∼ 1+ 𝑥
𝑥→0
𝑙𝑛(1+𝑥)
● lim 𝑥
= 1 𝑙𝑛(1 + 𝑥) ∼ 𝑥 𝑝𝑒𝑟 𝑥 → 0 𝑙𝑛(1 + 𝑞𝑐) ∼ 𝑞𝑐 𝑝𝑒𝑟 𝑥 → 𝑞𝑐 / 𝑝𝑒𝑟 𝑞𝑐 → 𝑥
𝑥→0

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FORMA INDETERMINATA

Il grado del numeratore è maggiore del grado del denominatore

5 2
𝑥 −2𝑥 +1
lim 2
𝑥 → +∞ −3𝑥 −2𝑥+6
5 2
Raccogliamo a fattor comune 𝑥 al numeratore e 𝑥 al denominatore e semplifichiamo;

Il numeratore tende a 1
5 2 1 2 1
𝑥 (1− 3 + 5 ) 3 1− 3 + 5

lim 2
𝑥
2
𝑥
6
lim 𝑥 𝑥
2
𝑥
6 = − ∞ − ∞ perchè c’è il -3
𝑥 (−3− 𝑥 + ) −3 − +
𝑥 → +∞ 𝑥
2 𝑥 → +∞ 𝑥 𝑥
2

Il denominatore tende a -3

Il grado del numeratore è uguale al grado del denominatore

2
1 − 2𝑥
lim 2
𝑥→±∞ 3𝑥 + 2𝑥 − 5
2
Raccogliamo a fattor comune 𝑥 sia nel numeratore che nel denominatore e semplifichiamo;

Il numeratore tende a -2
2 1 1
𝑥 ( −2) −2
2 2
2
lim 2
𝑥
2 5
lim 𝑥
2 5 = − 3
perchè ho semplificato
𝑥 (3+ − ) 3+ −
𝑥→±∞ 𝑥 𝑥
2 𝑥→±∞ 𝑥 𝑥
2

Il denominatore tende a 3

Il grado del numeratore è minore del grado del denominatore

2𝑥 − 1
lim 3
𝑥→−∞ 𝑥 + 2𝑥
3
Raccogliamo alla x al numeratore, 𝑥 al denominatore e semplifichiamo;

Il numeratore tende a 2
1 1
𝑥(2− 𝑥
) 1 2− 𝑥
lim 3 2
lim 2 × 2 = 0
1+
𝑥→−∞ 𝑥 (1+ 𝑥
2 ) 𝑥→−∞ 𝑥 𝑥
2

Il denominatore tende a 1
Tende a 0

Se il risultato del limite viene:


1 1
0
→∞ ∞
→0

∞ 0
𝑞𝑢𝑎𝑙𝑢𝑛𝑞𝑢𝑒 𝑛𝑢𝑚𝑒𝑟𝑜
∞ 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑢𝑛𝑞𝑢𝑒 𝑛𝑢𝑚𝑒𝑟𝑜
0

Se ho:

lim raccolgo l’esponente più basso sia al numeratore che al denominatore


𝑥→0

lim raccolgo l’esponente più alto sia al numeratore che al denominatore


𝑥→∞

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FORMA INDETERMINATA
0
0

2
𝑥 − 2𝑥 − 3
lim 2
𝑋 → 3 2𝑥 − 9𝑥 +9

Il valore 3 annulla sia il polinomio al numeratore sia quello al denominatore

2 2
lim ( 𝑥 − 2𝑥 − 3) = 0 e lim (2𝑥 − 9𝑥 + 9) = 0
𝑥→3 𝑥→3

posso scomporre in fattori tutto il limite e semplifico

( 𝑥 − 3) ( 𝑥 + 1) 𝑥+1 4
lim (𝑥 − 3) (2𝑥 − 3)
= lim 2𝑥 − 3
= 3
𝑥→3 𝑥→3

CONTINUITÀ

1
Siano 𝑓: 𝑅 ⊇→ 𝑥 → 𝑅 è 𝑥ϵ𝑋 ∩ 𝑥
● f è detta continua a dx in 𝑥 se lim 𝑓(𝑥) = 𝑓(𝑥)
+
𝑥→𝑥

● f è detta continua a sx in 𝑥 se lim 𝑓(𝑥) = 𝑓(𝑥)



𝑥→𝑥

● f è detta continua in 𝑥 se lo è sia da dx sia da sx


1
● f è detta continua se lo è ∀𝑥ϵ𝑧 ∩ 𝑥

TEOREMA tutte le funzioni elementari sono continue


Siano 𝑓, 𝑔: 𝑅 ⊇ 𝑥 → 𝑅 continue e sia definita la funzione composta 𝑓(𝑔(𝑥))
𝑓∓ 𝑔
𝑓𝑥𝑔 Sono tutte continue
𝑓
𝑔
𝑔≠ 0

TEOREMA Siano 𝑓: 𝑥 → 𝑅, 𝑔: 𝑥 → 𝑅 continue e sia definita la funzione composta ⇒ 𝑓(𝑔(𝑥)) è continua

CLASSIFICAZIONE DEI PUNTI DI DISCONTINUITÀ

● Se lim 𝑓(𝑥) = 𝑙ϵ𝑅 𝑐𝑜𝑛 𝑙 ≠ 𝑓(𝑥)


+
𝑥→𝑥

𝑥 è detto “pt. di discontinuità dx di tipo salto”

● Se lim 𝑓(𝑥) { ∞ / ∄}
+
𝑥→𝑥
𝑎
𝑥 è detto “pt. di discontinuità dx di 2 specie

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CASO PARTICOLARE
Sia 𝑓: (𝑎; 𝑏) → 𝑅 𝑒 𝑐𝑒 (𝑎, 𝑏)
f è continua su (𝑎; 𝑐) 𝑒 𝑠𝑢 (𝑐; 𝑏)
lim 𝑓(𝑥) lim 𝑓(𝑥) = 𝑙ϵ𝑅 coincidente (valido sia da sx che da dx)
− +
𝑥→𝑐 𝑥→𝑐

con 𝑓(𝑐) ≠ 𝑙 c è detto pt. di discontinuità eliminabile

TEOREMA ESISTENZA DEGLI ZERI Sia 𝑓: [𝑎; 𝑏] → 𝑅 continua con 𝑓(𝑎) 𝑥 𝑓(𝑏) < 0
∃𝑐𝑒 (𝑎; 𝑏) : 𝑓(𝑐) = 0
in questo teorema è presente almeno 1 caso di discontinuità

Infiniti punti 1 solo punto

TEOREMA DI WEIERSTRASS Sia 𝑓: 𝑥 ⊇ 𝑅 → 𝑅 con x compatto (chiuso e limitato) continua


∃ estremanti globali (esistono almeno 1 pt. di max / min globale)

RAPPORTO INCREMENTALE

𝑓: (𝑎; 𝑏) ⇒ 𝑅 𝑥ϵ (𝑎, 𝑏) ∆𝑥 ≠ 0 (tale che (𝑥 + ∆𝑥ϵ(𝑎𝑏))

𝑓(𝑥+∆𝑥)−𝑓(𝑥)
lim ∆𝑥
= {𝑙ϵ𝑅 / ∓ ∞ / ∄}
∆𝑥 → 0
1
f è detta derivabile in 𝑥 e 𝑙 = 𝑓 (𝑥) è detta derivata prima di f in 𝑥

CASI DI INDERIVABILITÀ Se la funzione è discontinua non è derivabile

𝑓(𝑥 + ∆𝑥) − 𝑓(𝑥)


lim ∆𝑥
+
∆𝑥 → 0

TEOREMA Sia 𝑓: (𝑎; 𝑏) → 𝑅 derivabile (f continua condizione necessaria)

PUNTI DI NON DERIVABILITÀ

per 𝑓: (𝑎; 𝑏) 𝑖𝑛 𝑥ϵ(𝑎; 𝑏) f continua


PUNTO ANGOLOSO

𝑓(𝑥 + ∆𝑥) − 𝑓(𝑥)


lim ∆𝑥
= 𝑙1ϵ𝑅 𝑒 lim 𝑓(𝑥 + ∆𝑥) − 𝑓(𝑥) = 𝑙2ϵ𝑅 𝑙1 ≠ 𝑙2

∆𝑥 → 0 ∆𝑥 → 0

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PUNTO DI CUSPIDE almeno uno dei 2 limiti è ∞

𝑓(𝑥 +∆𝑥) − 𝑓(𝑥)


lim ∆𝑥
=± ∞ derivata da dx e da sx sono infiniti

∆𝑥 → 0

PUNTO A TANGENTE VERTICALE

𝑓(𝑥+∆𝑥) − 𝑓(𝑥) 𝑓(𝑥+∆𝑥) − 𝑓(𝑥)


lim ∆𝑥
= lim ∆𝑥
=− ∞ → (0; + ∞)
− +
∆𝑥 → 𝑜 ∆𝑥 → 0

TEOREMA ALGEBRA DELLE DERIVATE

quando una funzione non è elementare

1. Siano 𝑓; 𝑔: (𝑎; 𝑏) → 𝑅 sono derivabili


𝐼 𝐼 𝐼
⇒ 𝑓 + 𝑔 è 𝑑𝑒𝑟𝑖𝑣𝑎𝑏𝑖𝑙𝑒 𝑐𝑜𝑛 (𝑓(𝑥) + 𝑔(𝑥)) → 𝑓 (𝑥) + 𝑔 (𝑥)

𝑥 3 𝐼 𝑥 2
es. ℎ(𝑥) = 𝑒 + 𝑥 ℎ = 𝑒 + 3𝑥

2. Siano 𝑓; 𝑔: (𝑎; 𝑏) → 𝑅 sono derivabili


𝐼 𝐼 𝐼
⇒ 𝑓 × 𝑔 è 𝑑𝑒𝑟𝑖𝑣𝑎𝑏𝑖𝑙𝑒 𝑐𝑜𝑛 (𝑓(𝑥) + 𝑔(𝑥)) → 𝑓 (𝑥) + 𝑔 (𝑥)

𝐼 2
es. ℎ (𝑥) = 𝑥 𝑙𝑛 → 𝑥(0; + ∞)
𝐼 2 1
ℎ (𝑥) = 2𝑥 × 𝑙𝑛𝑥 + 𝑥 × 𝑥
= (2𝑙𝑛𝑥 + 1)

3. Siano 𝑓; 𝑔: (𝑎; 𝑏) → 𝑅 sono derivabili


𝐼 𝐼
𝑓(𝑥) 𝑓 𝐼 𝑓 (𝑥)𝑔(𝑥) − 𝑓(𝑥)𝑔 (𝑥)
⇒ 𝑔(𝑥)
(𝑔𝑢𝑎𝑟𝑑𝑎𝑟𝑒 𝑖𝑙 𝑑𝑜𝑚𝑖𝑛𝑖𝑜, è 𝑑𝑒𝑟𝑖𝑣𝑎𝑏𝑖𝑙𝑒 𝑐𝑜𝑛 ( 𝑔 ) = 2
[𝑔(𝑥)]

𝑥
𝑒
es. ℎ(𝑥) = 3
𝑥
𝑥 3 𝑥 2 3
𝐼 𝑒 𝑥 −𝑒 3𝑥 2 𝑥 𝑥 𝑥 𝑥 −3
ℎ (𝑥 ) = 6 =𝑥 𝑒 6 =𝑒 4 ∀𝑥 ≠ 0
𝑥 𝑥 𝑥

4. Siano 𝑓; 𝑔: (𝑎; 𝑏) → 𝑅 sono derivabili


𝐼 𝐼 𝐼
⇒ 𝑓(𝑥) − 𝑔(𝑥) è 𝑑𝑒𝑟𝑖𝑣𝑎𝑏𝑖𝑙𝑒 𝑐𝑜𝑛 (𝑓(𝑥) − 𝑔(𝑥)) → 𝑓 (𝑥) − 𝑔 (𝑥)

𝑥 2
𝑥 𝑒 −𝑥
es. 𝑓(𝑥) = 𝑙𝑛𝑥
𝑑𝑜𝑚𝑓(𝑥) = (0; 1) ∪ (1; + ∞)
𝑥 𝑥 𝑥 2 1
𝐼 (𝑒 +𝑥𝑒 −2𝑥) × 𝑙𝑛𝑥 − (𝑥𝑒 −𝑥 ) × 2
𝑓 (𝑥 ) = 2
(𝑙𝑛𝑥)

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TABELLA DELLE DERIVATE ELEMENTARI

FUNZIONE COSTANTE f x   k f ' x   0

f x   x f ' x   1
f x  xn f ' x   n  xn1
POTENZE DI X 1
f x   x f ' x  
2 x
1 1
f x   f ' x   
x x2

1
f x   loga x f ' x   loga e
x
FUNZIONI LOGARITMICHE
1
f x   log x f ' x  
x

f x   ax f ' x   ax lna
FUNZIONI ESPONENZIALI
f x   e x f ' x   ex

f x   senx f ' x   cos x


f x   cos x f ' x   senx
1
cos 2 x
f x   tgx f ' x  
FUNZIONI GONIOMETRICHE
1  tg 2 x
1

sen2 x
f x   ctgx f ' x  

 1  tg 2 x

1
f x   arcsenx f ' x  
1  x2
1
INVERSE DELLE FUNZIONI f x   arccos x f ' x   
GONIOMETRICHE 1  x2
1
f x   arctgx f ' x  
1  x2
1
f x   arcctgx f ' x   
1  x2
REGOLE DI DERIVAZIONE

PRODOTTO DI UNA COSTANTE PER Dk  fx   k  f ' x 


UNA FUNZIONE

SOMMA DI FUNZIONI Dfx   gx   f ' x   g ' x 

PRODOTTO DI FUNZIONI Dfx   gx   f ' x   gx   fx   g ' x 

 f x   f ' x   gx   f x   g ' x 


D 
QUOZIENTE DI FUNZIONI  gx   g 2 x 

FUNZIONE COMPOSTA Dfgx   f ' gx   g ' x 

FUNZIONE INVERSA
 
D f 1 y  
1
f ' x 
con x  f 1 y 

FUNZIONE f(x) g(x)   


D f x gx   f x gx   g ' x  ln f x   gx  
f ' x  
f x  

TABELLA DERIVATE FUNZIONI COMPOSTE

 
D f x n  n  f x n1  f ' x 
 1 
D  
1
 f ' x  
D f x    1
2 f x 
 f ' x 
 f x   f x 2
Dsenfx   cos fx   f ' x  Dcos fx   senfx   f ' x 

Dtg f x  
1
Dctg f x   
1
 f ' x   f ' x 
cos f x 
2
sen2 f x 
Dlog f x  
1
f x 
 f ' x   
D e f x   e f x   f ' x 

Darcsen f x   Darccos f x   
1 1
 f ' x   f ' x 
1  f x 2 1  f x 2

Darctg f x   Darcctg f x   
1 1
 f ' x   f ' x 
1  f x 2 1  f x 2
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TEOREMA DERIVATA DI UNA FUNZIONE COMPOSTA

Siano 𝑓; 𝑔: (𝑎; 𝑏) → 𝑅 e𝑓: (𝑐; 𝑑) → 𝑅 𝑑𝑒𝑟𝑖𝑣𝑎𝑏𝑖𝑙𝑒 𝑐𝑜𝑛 𝑖𝑚(𝑔) ⊆ (𝑐; 𝑔)


𝐼 𝐼 𝐼
⇒ 𝑓(𝑔(𝑥)) è 𝑑𝑒𝑟𝑖𝑣𝑎𝑏𝑖𝑙𝑒 𝑐𝑜𝑛 (𝑓(𝑔(𝑥))) = 𝑓 (𝑔(𝑥)) × 𝑔 (𝑥)

quando la funzione è esterna f(x) e ha dominio in R accetta tutto.


la radice quadrata non è derivabile

TEOREMA CONDIZIONE SUFFICIENTE DI DERIVABILITÀ

Sia 𝑓: (𝑎; 𝑏) → 𝑅 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑖𝑛𝑢𝑎 𝑠𝑢 (𝑎; 𝑏) è 𝑑𝑒𝑟𝑖𝑣𝑎𝑏𝑖𝑙𝑒 𝑠𝑢 (𝑎; 𝑏) Tranne nel punto, in cui il ce (𝑎; 𝑏).
𝐼 𝐼
Se lim 𝑓 (𝑥) = 𝑙ϵ𝑅 ⇒ 𝑓 è 𝑑𝑒𝑟𝑖𝑣𝑎𝑏𝑖𝑙𝑒 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑖𝑛 𝑐𝑒 𝑣𝑎𝑙𝑒 𝑓 (𝑐) = 𝑙
𝑥→𝑐
𝐼
Se lim 𝑓 (𝑥) =− ∞ (+ ∞) ⇒ 𝑐'è 𝑢𝑛 𝑝𝑢𝑛𝑡𝑜 𝑎 𝑡𝑎𝑛𝑔𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑣𝑒𝑟𝑡𝑖𝑐𝑎𝑙𝑒
𝑥→𝑐

OSSERVAZIONE vale anche unidirezionalmente (solo dx o solo sx)

ELASTICITÀ DELLA DOMANDA DI UNA FUNZIONE

{> 0 𝑖𝑛𝑒𝑙𝑎𝑠𝑡𝑖𝑐𝑎 (𝑟𝑖𝑔𝑖𝑑𝑎)}


1
Se q è derivabile 𝑞 × 𝑝 + 𝑞 ≤ \ < 0 {< 0 𝑒𝑙𝑎𝑠𝑡𝑖𝑐𝑎}
{= 0 𝑎𝑛𝑒𝑙𝑎𝑠𝑡𝑖𝑐𝑎 }

{> 1 𝑒𝑙𝑎𝑠𝑡𝑖𝑐𝑎}
| 𝑞1(𝑝) |
Valore assoluto: | 𝑞(𝑝) × 𝑝| >≤ 1 {< 1 𝑖𝑛𝑒𝑙𝑎𝑠𝑡𝑖𝑐𝑎}
| |
{= 1 𝑎𝑛𝑒𝑙𝑎𝑠𝑡𝑖𝑐𝑎}

TEOREMA DI LAGRANGE

Sia 𝑓: [𝑎; 𝑏] → 𝑅 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑖𝑛𝑢𝑎 𝑠𝑢 [𝑎; 𝑏] è 𝑑𝑒𝑟𝑖𝑣𝑎𝑏𝑖𝑙𝑒 𝑠𝑢 (𝑎; 𝑏)


punto interno
rapporto
𝑓(𝑏) − 𝑓(𝑎) 1
⇒ ∄𝑐𝑒 (𝑎; 𝑏): 𝑏−𝑎
= 𝑓 (𝑐) 𝑏 − 𝑎→> 0 implementare

COROLLARIO
Siano 𝑓: (𝑎; 𝑏) → 𝑅 è derivabile, Allora:
1
1. 𝑓 (𝑥) ≥ 0 ∀𝑥ϵ(𝑎; 𝑏) ⇒ 𝑓 è 𝑐𝑟𝑒𝑠𝑐𝑒𝑛𝑡𝑒
1
2. 𝑓 (𝑥) ≤ 0 ∀𝑥ϵ(𝑎; 𝑏) ⇒ 𝑓 è 𝑑𝑒𝑐𝑟𝑒𝑠𝑐𝑒𝑛𝑡𝑒
1
3. 𝑓 (𝑥) > 0 ∀𝑥ϵ(𝑎; 𝑏) ⇒ 𝑓 è 𝑠𝑡𝑟𝑒𝑡𝑡𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑐𝑟𝑒𝑠𝑐𝑒𝑛𝑡𝑒

es. 3° tipo
3
𝑓(𝑥) = 𝑥
1 2
𝑓 (𝑥) = 3𝑥

1
4. 𝑓 (𝑥) < 0 ∀𝑥ϵ(𝑎; 𝑏) ⇒ 𝑓 è 𝑠𝑡𝑟𝑒𝑡𝑡𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑑𝑒𝑐𝑟𝑒𝑠𝑐𝑒𝑛𝑡𝑒

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ASINTOTO

Sia 𝑓: 𝑅 ⊇ 𝑥 → 𝑅 𝑐𝑜𝑛 𝑋 𝑠𝑢𝑝/ 𝑖𝑛𝑓 𝑖𝑙𝑙𝑖𝑚𝑖𝑡𝑎𝑡𝑜

Asintoto orizzontale
Se lim 𝑓(𝑋)𝑙ϵ𝑅 ⇒ 𝑦 = 𝑙 è
𝑥 → ∓∞

asintoto orizzontale destro e


sinistro

Asintoto verticale destro Se lim 𝑓(𝑥) ⇒ 𝑥 = 𝑥 è


+
𝑥→𝑥

asintoto verticale destro

Asintoto verticale sinistro Se lim 𝑓(𝑥) ⇒ 𝑥 = 𝑥 è



𝑥→𝑥

asintoto verticale sinistro

1
Se 𝑓: 𝑅 ⊇ 𝑥 → 𝑅 e 𝑥 ϵ 𝑋 finito

ASINTOTI OBLIQUI Sia 𝑓: (𝑎; + ∞) 𝑠𝑒 lim [𝑓(𝑥) − (𝑚𝑥 + 𝑞)] = 0


𝑥→∞

𝑚𝑥 + 𝑞 asintoto obliquo destro (+ ∞)

TEOREMA Sia 𝑓: (𝑎; + ∞), la retta di equazione 𝑦 = 𝑚𝑥 + 𝑞, 𝑐𝑜𝑛 𝑚 ≠ 0 è asintoto


obliquo destro
𝑓(𝑥)
Se solo se lim 𝑥
= 𝑚 ϵ𝑅 𝑒 lim [𝑓(𝑥) − 𝑚𝑥)] = 𝑞ϵ𝑅
𝑥 → +∞ 𝑥 → +∞

TEOREMA DI FERMAT

Sia 𝑓: (𝑎; 𝑏) → 𝑅 𝑑𝑒𝑟𝑖𝑣𝑎𝑏𝑖𝑙𝑒


Se 𝑥ϵ (𝑎; 𝑏) è estremante (pt. di min / max, globale / locale, forte / debole)
1
è sufficiente per annullare la 𝑓
1
⇒ 𝑓 (𝑥 ) = 0 la derivata 1° si annulla (condizione necessaria) ma non sufficiente

prima cresce poi decresce


−2𝑥
𝑓(𝑋) = 𝑥𝑒
𝐼
𝑓

1
CONVENZIONE Se 𝑥 è 𝑓 (𝑥) = 0 𝑥 è detto punto stazionario

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CONCAVITÀ

Il dominio dev’essere un intervallo


scelgo i punti a piacere, (la pancia) deve stare sotto il segmento

● Sia 𝑓: 𝐼 → 𝑅 con I (intervallo qualunque)


f è detta strettamente convessa se ∀𝑥 < 𝑥 ϵ 𝐼 𝑒 ∀αϵ(0; 1)
Si ha 𝑓(α𝑥1 + (1 − α)𝑥2 < α 𝑓(𝑥1) + (1 × α) 𝑓(𝑥2)
Se f è strettamente convessa f è detta strettamente
concava

● f è detta convessa se ∀𝑥 < 𝑥 ϵ 𝐼 è ∀𝑥ϵ(0; 1)


si ha 𝑓(α𝑥1 + (1 − 𝑥)𝑥2 ≤ α 𝑓(𝑥1) + (1 − 𝑥) 𝑓(𝑥2)
se -f è strettamente convessa f è detta strettamente concava

DERIVATA SECONDA

Sia 𝑓: (𝑎; 𝑏) → 𝑅 𝑑𝑒𝑟𝑖𝑣𝑎𝑏𝑖𝑙𝑒


1
Se 𝑓 (𝑥) è derivabile allora f è detta derivabile 2 volte e la derivata 1° della derivata 1° viene chiamata
𝐼𝐼
derivata 2° e indicata con 𝑓

TEOREMA Sia 𝑓: (𝑎; 𝑏) → 𝑅 𝑑𝑒𝑟𝑖𝑣𝑎𝑏𝑖𝑙𝑒


𝐼
● Se 𝑓 è strettamente decrescente la funzione è strettamente concava
● Se f è decrescente la funzione è concava
● Se f è strettamente crescente la funzione è strettamente convessa
● Se f è crescente la funzione è convessa

TEOREMA Sia 𝑓: (𝑎; 𝑏) → 𝑅 𝑑𝑒𝑟𝑖𝑣𝑎𝑏𝑖𝑙𝑒 2 𝑣𝑜𝑙𝑡𝑒


𝐼𝐼
● 𝑓 (𝑥) < 0 ∀𝑥ϵ (𝑎; 𝑏) ⇒ 𝑓 è strettamente convessa
𝐼𝐼
● 𝑓 (𝑥) ≤ 0 ∀𝑥ϵ (𝑎; 𝑏) ⇔ 𝑓 è concava
𝐼𝐼
● 𝑓 (𝑥) > 0 ∀𝑥ϵ (𝑎; 𝑏) ⇒ 𝑓 strettamente convessa
𝐼𝐼
● 𝑓 (𝑥) ≥ 0 ∀𝑥ϵ (𝑎; 𝑏) ⇔ 𝑓 è convessa

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TEOREMA DI FERMAT E CONCAVITÀ


𝐼
● Siano 𝑓: (𝑎; 𝑏) → 𝑅 derivabile e concava (convessa) e 𝑥ϵ(𝑎; 𝑏) 𝑓 (𝑥) = 0 ⇔ 𝑥 punto di max (min)
globale
𝐼
● Siano 𝑓: (𝑎; 𝑏) → 𝑅 derivabile e strettamente convessa e 𝑥ϵ(𝑎; 𝑏) 𝑓 (𝑥) = 0 ⇔ 𝑥 punto di max
(min) globale

da punto stazionario diventa punto di massimo

TEOREMA CONDIZIONE SUFFICIENTE DEL II° ORDINE

𝑓: (𝑎; 𝑏) → 𝑅 𝑑𝑒𝑟𝑖𝑣𝑎𝑏𝑖𝑙𝑒 2 𝑣𝑜𝑙𝑡𝑒


𝐼
𝑥ϵ(𝑎; 𝑏) 𝑓 (𝑥) = 0

𝐼𝐼
Se 𝑓 (𝑥) > 0 ⇒ 𝑥 è punto di minimo locale forte
𝐼𝐼
Se 𝑓 (𝑥) < 0 ⇒ 𝑥 è punto di massimo locale forte

TEOREMA DI DE L’HOPITAL (collegato ai limiti)

𝐼
Siano 𝑓; 𝑔: (𝑎; 𝑏) → 𝑅 𝑑𝑒𝑟𝑖𝑣𝑎𝑏𝑖𝑙𝑖 𝑐𝑜𝑛 𝑔(𝑥), 𝑔 (𝑥) ≠ 0 ∀𝑥ϵ(𝑎; 𝑏)
𝑓(𝑥) 0 ∞
Risulti inoltre lim 𝑔(𝑥)
in forma determinata di tipo 0
; ∞
+
𝑥→𝑎
𝐼
𝑓 (𝑥 ) 𝑓(𝑥)
Se lim 𝐼 = 𝑙∃ (𝑓𝑖𝑛𝑖𝑡𝑜 𝑜 𝑖𝑛𝑓𝑖𝑛𝑖𝑡𝑜) ⇒ lim 𝑔(𝑥)=𝑙
𝑥→𝑎
+ 𝑔 (𝑥 ) 𝑥→𝑎
+

condizione sufficiente non necessaria

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CALCOLO INTEGRALE

funzione continua funzione discontinua funzione


negativa

𝑓: [𝑎; 𝑏] → 𝑅 limitata è detta Riemann integrabile se: 𝑆𝑢𝑝 (𝑆𝑝(𝑓)) = 𝑖𝑛𝑓 𝑆𝑝


𝑓ϵ𝑅([𝑎; 𝑏)]
● Se f è continua l’area esiste
● Se f ammette un numero (finito) di numeri, l’area esiste
● Se f monotona, l’area esiste
● Sotto u n punto l’area è 0

Due funzioni uguali in tutto tranne in punti, le aree possono differire? NO

𝑏
∫ 𝑓(𝑥) 𝑑𝑥
𝑎
PROPRIETÀ 1

𝑓1 , 𝑓2 ϵ ℜ ([𝑎; 𝑏]) α1 , α2 ϵ 𝑅

𝑏 𝑛 𝑏
∫[α1 , 𝑓1(𝑥) + α2 , 𝑓2(𝑥)] 𝑑𝑥 = α1 ∫ 𝑓1(𝑥) 𝑑𝑥 + α2 × ∫ 𝑓2(𝑥) 𝑑𝑥
𝑎 𝑎 𝑎

PROPRIETÀ 2

𝑏 𝑐 𝑏
∫ 𝑓1(𝑥) = ∫ 𝑓1(𝑥) 𝑑𝑥 + ∫ 𝑓1(𝑥) 𝑑𝑥
𝑎 𝑎 𝑐

PROPRIETÀ 3 → Estremi coincidenti

𝑎
∫ 𝑓1(𝑥) = 0
𝑎
𝑏 𝑎
Convenzione Se 𝑏 < 𝑎 ∫ 𝑓(𝑥) 𝑑𝑥 = − ∫ 𝑓(𝑥) 𝑑𝑥
𝑎 𝑏

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metodi matematici I A.A 2022\2023

INTEGRALI

𝑓: 𝐼 → 𝑅
f è detta localmente integrabile secondo Reichmann se ∀ 𝑎 < 𝑏 ϵ 𝐼
f è integrabile su [𝑎; 𝑏]

𝑏
∫ 𝑓(𝑥)𝑑𝑥
𝑎

FUNZIONE INTEGRALE

Siano 𝑓: 𝐼 → 𝑅 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑖𝑛𝑢𝑎 𝑒 𝑎ϵ𝐼


𝑥
𝐹(𝑥) = ∫ 𝑓(𝑡)𝑑𝑡
𝑎

TEOREMA FONDAMENTALE DEL CALCOLO INTEGRALE

𝐼
F risulta essere derivabile ∀𝑥ϵ𝐼 𝑒 𝐹 (𝑥) = 𝑓(𝑥)

REGOLA PER RISOLVERE GLI INTEGRALI


𝑏
∫ 𝑓(𝑥) 𝑑𝑥
𝑎

𝑏
calcolo la primitiva di f con 𝑘 = 0 𝐹(𝑏) − 𝐹(𝑎) = ∫ 𝑓(𝑥)𝑑𝑥
𝑎
● Sia 𝑓: 𝐼 → 𝑅
𝐹: 𝐼 → 𝑅 è detta primitiva di f se è derivabile e continua
1
𝐹 (𝑥) = 𝑓(𝑥) ∀𝑥ϵ𝐼

Osservazione Se f è primitiva di F F(x) è primitiva di f

PROPRIETÀ 1!!

∫[𝑎𝑓(𝑥) + 𝑏𝑔(𝑥)]𝑑𝑥 = 𝑎 × ∫ 𝑓(𝑥)𝑑𝑥 + 𝑏 × ∫ 𝑔(𝑥)𝑑𝑥 𝑎 , 𝑏 ϵ𝑅

PROPRIETÀ 2 !!
𝑏
𝑏
∫ 𝑓(𝑥)𝑑𝑥 = [𝐹(𝑥)]𝑎 = 𝐹(𝑏) − 𝐹(𝑎)
𝑎

1 1
INTEGRAZIONE PER PARTI ∫ 𝑓 (𝑥) × 𝑔(𝑥) 𝑑𝑥 = 𝑓(𝑥) 𝑔(𝑥) − ∫ 𝑓(𝑥) × 𝑔 (𝑥) 𝑑𝑥

16
PROPRIETA' DELL'INTEGRALE INDEFINITO

1. L'integrale del prodotto di una costante per una


funzione è uguale al prodotto della costante per
l'integrale della funzione.  k  fx dx  k   fx dx

  fx   gx dx   fx dx   gx dx


2. L'integrale di una somma di funzioni è uguale alla
somma degli integrali delle singole funzioni.

INTEGRALI INDEFINITI IMMEDIATI


Utilizzando le note regole di derivazione, si ricavano immediatamente alcune primitive.

FUNZIONI ELEMENTARI FUNZIONI COMPOSTE

x n1 fx  n1


 x dx   fx   f ' x dx 
n n
c con n  1 c
n1 n1

1 1
2 x
dx  x  c  2 fx   f ' x dx  fx   c
1 1
 x dx  ln x  c  fx   f ' x dx  ln fx   c
f x 
e
x
dx  e x  c e  f ' x dx  e f x   c

 senx dx   cos x  c  sen fx   f ' x dx   cos fx   c

 cos x dx  senx  c  cos fx   f ' x dx  sen fx   c


1  1
 cos 2 x dx  tgx  c con x 
2
 h  cos 2 fx   f ' x dx  tg fx   c
1 1
  sen2x dx  cot gx  c con x    h   sen2 fx   f ' x dx  cot g fx   c
1 1
 dx  arcsenx  c con x   1,1   f ' x dx  arcsen f x   c
1  x2 1  f x 2

1 1
 dx  arccos x  c con x   1,1   f ' x dx  arccos f x   c
1x 2
1  f x  2

1 1
 1  x 2 dx  arctgx  c  1  fx 2  f ' x dx  arctg fx   c

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metodi matematici I A.A 2022\2023

STUDIO DELLA FUNZIONE

● Dominio
denominatore ≠0
radice quadrata ≥0
logaritmo >0
Se non ho nulla di tutto questo è in R

● Simmetrie: rispetto all’asse delle y e all’origine


Se la funzione è pari, il grafico è simmetrico rispetto all’asse y
𝑓 = 𝑓(𝑥) è 𝑝𝑎𝑟𝑖 𝑖𝑛 𝐷 𝑠𝑒 𝑓(− 𝑥) = 𝑓(𝑥)
se è pari la funzione deve venire uguale a quella di partenza

Se è dispari, il grafico è simmetrico rispetto all’origine


𝑦 = 𝑓(𝑥) è 𝑑𝑖𝑠𝑝𝑎𝑟𝑖 𝑖𝑛 𝐷 𝑠𝑒 𝑓(− 𝑥) = − 𝑓(𝑥)
se è dispari deve venire uguale a quella iniziale ma cambiato di segno

● Punti di intersezione del grafico della funzione con gli assi cartesiani
y x=0
x y=0

● Gli estremanti del dominio della funzione calcoliamo i relativi limiti, poi si trovano gli asintoti della
funzione. Successivamente si classificano eventuali punti di discontinuità.
Asintoto verticale 𝑥 = 𝑥0 𝑠𝑒 lim 𝑓(𝑥) = + ∞, ∞ 𝑜𝑝𝑝𝑢𝑟𝑒 ∞
𝑥 → 𝑥0

Asintoto orizzontale 𝑦 = 𝑦0 𝑠𝑒 lim 𝑓(𝑥) = 𝑦0


𝑥→∞
𝑓(𝑥)
Asintoto obliquo 𝑦 = 𝑚𝑥 + 𝑞, 𝑐𝑜𝑛 𝑚 = lim 𝑥
𝑒 𝑞 = lim [𝑓(𝑥) − 𝑚𝑥)]
𝑥→∞ 𝑥→∞

Se nello studio della funzione NON ho un dominio in R ma ho dei valori, devo mettere nel limite
(x che tende a quei valori del dominio). Mentre se il dominio è in R metto + 𝑒 − ∞.

𝐼 𝐼
● Derivata prima 𝑓 (𝑥). Trovato il dominio e gli zeri di 𝑓 (𝑥) e dallo studio del segno della derivata
prima, determinino gli intervalli della funzione:
𝐼
Se è crescente (𝑓 (𝑥) > 0) funzione positiva
𝐼
Se è decrescente (𝑓 (𝑥) < 0) funzione negativa

Successivamente si cercano i punti di massimo e di minimo e i punti di non derivabilità.

𝐼𝐼 𝐼𝐼
● Derivata seconda 𝑓 (𝑥). Calcolo il dominio e gli zeri 𝑓 (𝑥) e dallo studio del segno della derivata
seconda, determino gli intervalli:
𝐼𝐼
- Positiva concavità verso l'alto (𝑓 (𝑥) > 0) convessa
𝐼𝐼
- Negativa concavità verso il basso (𝑓 (𝑥) < 0) concava

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metodi matematici I A.A 2022\2023

EQUAZIONE DELLA RETTA TANGENTE

● Trovo la Y del punto sostituisco a tutti i membri della x il valore che mi è dato

● Trovo la derivata dell’equazione iniziale

● Sostituisco 𝑥0 alla derivata trovo il coefficiente angolare

● equazione retta tangente 𝑦 − 𝑦𝑝𝑡 = 𝑚 (𝑥 − 𝑥𝑝𝑡)

𝑦𝑝𝑡 𝑒 𝑥𝑝𝑡 sono i valori dei punti che ho trovato

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