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Introduzione Sturm-Liouville Operatori integrali Spettro di un operatore Problema della corda vibrante

Problemi di Sturm-Liouville e della corda


vibrante

Federico Villone
Matricola P62000088

Dipartimento di Matematica e Applicazioni Renato Caccioppoli

30 giugno 2023

Federico Villone Corso di Laurea in Matematica Problemi di S-L e della corda vibrante 1/22
Introduzione Sturm-Liouville Operatori integrali Spettro di un operatore Problema della corda vibrante

Introduzione
L’obiettivo di questo elaborato è di studiare il problema della corda
vibrante e il problema di Sturm-Liouville.

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Introduzione Sturm-Liouville Operatori integrali Spettro di un operatore Problema della corda vibrante

Introduzione
L’obiettivo di questo elaborato è di studiare il problema della corda
vibrante e il problema di Sturm-Liouville.
Si supponga di avere una corda sufficientemente sottile da poter
essere considerata monodimensionale ad estremi vincolati.

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Introduzione Sturm-Liouville Operatori integrali Spettro di un operatore Problema della corda vibrante

Introduzione
L’obiettivo di questo elaborato è di studiare il problema della corda
vibrante e il problema di Sturm-Liouville.
Si supponga di avere una corda sufficientemente sottile da poter
essere considerata monodimensionale ad estremi vincolati.Si vuole
studiare come cambia nel tempo la configurazione della corda, nota
la configurazione iniziale. Per fare ciò si vuole trovare una funzione
u : [a, b] × [0, +∞) → R tale che ∀t ≥ 0 il grafico della funzione
x → u(x , t) rappresenti la configurazione della corda all’istante t.
La funzione u cercata è soluzione del problema ai limiti di seguito
riportato.

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Introduzione Sturm-Liouville Operatori integrali Spettro di un operatore Problema della corda vibrante

Introduzione
L’obiettivo di questo elaborato è di studiare il problema della corda
vibrante e il problema di Sturm-Liouville.
Si supponga di avere una corda sufficientemente sottile da poter
essere considerata monodimensionale ad estremi vincolati.Si vuole
studiare come cambia nel tempo la configurazione della corda, nota
la configurazione iniziale. Per fare ciò si vuole trovare una funzione
u : [a, b] × [0, +∞) → R tale che ∀t ≥ 0 il grafico della funzione
x → u(x , t) rappresenti la configurazione della corda all’istante t.
La funzione u cercata è soluzione del problema ai limiti di seguito
1
a, b ∈ R con a < b, θ ∈¡ C [a¢ , b] con θ > 0 e θ (a) = 1,
¡ ¢
riportato.Dati
β ∈ C 0 [a, b] , con β ≤ 0, f0 , f1 ∈ L 2 [a, b] , si consideri
¡ ¢

∂2 u
= ∂∂x θ (x) ∂∂ux + β(x)u
 ¡ ¢
∂t 2



u(a, t) = 0 = u(b , t) t ≥0

(CV )

 u(x , 0) = f0 (x) x ∈ [a, b]
 ∂u

∂t (x , 0) = f1 (x) x ∈ [a, b]
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(CV ) è un problema alle derivate parziali, con condizioni ai limiti e


ai valori iniziali. Si vuole studiare la soluzione forte di tale
problema, ovvero una funzione u ∈ C 2 [a, b] che puntualmente
¡ ¢

verifica tutte le condizioni di (CV ).

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(CV ) è un problema alle derivate parziali, con condizioni ai limiti e


ai valori iniziali. Si vuole studiare la soluzione forte di tale
problema, ovvero una funzione u ∈ C 2 [a, b] che puntualmente
¡ ¢

verifica tutte le condizioni di (CV ).


Si osservi che la condizione u(a, t) = 0 = u(b , t) traduce
matematicamente la condizione che la corda sia ad estremi fissati.
In questo elaborato si troverà una scrittura della soluzione, qualora
essa esista.

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(CV ) è un problema alle derivate parziali, con condizioni ai limiti e


ai valori iniziali. Si vuole studiare la soluzione forte di tale
problema, ovvero una funzione u ∈ C 2 [a, b] che puntualmente
¡ ¢

verifica tutte le condizioni di (CV ).


Si osservi che la condizione u(a, t) = 0 = u(b , t) traduce
matematicamente la condizione che la corda sia ad estremi fissati.
In questo elaborato si troverà una scrittura della soluzione, qualora
essa esista.
Per trovare tale scrittura si farà uso di alcuni risultati inerenti al
problema di Sturm-Liouville.

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Il problema di Sturm Liouville è il seguente problema ai limiti

(θ z ′ )′ + βz + λz = 0
½
in [a, b]
(P)
z(a) = z(b) = 0

Dove β e θ rispettano le stese proprietà prima enunciate e λ ∈ R. In


particolare, si vuole discutere per quali λ ∈ R (P) ammette una
soluzione non nulla. Per fare ciò si dimostrerà che tale problema è
equivalente a ricercare gli autovalori di un opportuno funzionale
integrale.

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Problema di Sturm Liouville

In questa sezione ci si propone come obiettivo quello di risolvere il


problema di Sturm-Liouville.
Il problema (P) ammette sempre come soluzione la funzione
costantemente nulla, dunque si ricercheranno soluzioni non nulle
per questo problema.
Non è restrittivo supporre che θ (a) = 1, in quanto ci si può sempre
ricondurre a questo caso dividendo l’equazione per la costante non
nulla

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Definizione
Un numero reale λ tale che esistono soluzioni non identicamente
nulle del problema di Sturm-Liouville

(θ z ′ )′ + βz + λz = 0
½
in [a, b]
(P)
z(a) = z(b) = 0

si dice un autovalore del problema. Una soluzione non nulla del


problema si dice autofunzione del problema.

L’obiettivo di questa sezione è di poter trovare delle proprietà sugli


autovalori e le autofuzioni di (P). Per fare ciò ci si vuole ricondurre
allo studio di un operatore integrale lineare del tipo trattato in
precedenza.

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Lemma
Sia θ ∈ C 1 [a, b] tale che θ > 0 e θ (a) = 1, β ∈ C 0 [a, b] tale che
¡ ¢ ¡ ¢

β ≤ 0 e sia λ ∈ R tale che il problema

(θ z ′ )′ + βz + λz = 0
½
in [a, b]
(P)
z(a) = z(b) = 0

ammetta una soluzione non identicamente nulla. Allora λ > 0.


Inoltre se z1 , z2 ∈ C 2 [a, b] di (P) tale che
¡ ¢

∥z1 ∥L2 ([a,b]) = ∥z2 ∥L2 ([a,b]) = 1, allora z1 = ±z2

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Lemma
Sia θ ∈ C 1 [a, b] positiva tale che θ (a) = 1 e β ∈ C 0 [a, b] . Siano u
¡ ¢ ¡ ¢

e v rispettivamente le soluzioni dei seguenti problemi di Cauchy:

 (θ u ) + βu = 0
′ ′
in [a, b]

(1) u(a) = 1
 ′
u (a) = 0

 (θ v ) + βv = 0 in [a, b]
 ′ ′

(2) v (a) = 0
 ′
v (a) = 1
Allora ∀f ∈ C 0 [a, b] l’integrale generale dell’equazione differenziale
¡ ¢

lineare (θ z ′ )′ + βz = f è dato da
Z x
z(x) = c1 u(x) + c2 v (x) + [u(y )v (x) − u(x)v (y )]f (y )dy
a

con c1 , c2 ∈ R.
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Si dimostra che se v è soluzione di (2) e β ≤ 0, v (b) ̸= 0.


Dunque, supponendo β ≤ 0 ha senso definire G : [a, b]2 → R

 v (y ) [u(x)v (b) − u(b)v (x)] se a ≤ y ≤ x ≤ b
v (b )
G (x , y ) =
 v (x ) [u(y )v (b) − u(b)v (y )] se a ≤ x ≤ y ≤ b
v (b )

Dalla definizione si ottiene immediatamente che G ∈ C 0 [a, b]2 , e


¡ ¢

G (x , y ) = G (y , x).
Si osservi che, essendo continuo, G ∈ L 2 [a, b]2 . Di conseguenza si
¡ ¢

ha che l’applicazione
Z b

T : u ∈ L [a, b] → Tu(x) = G (x , y )u(y )dy ∈ L 2 [a, b]
¢ ¡ ¢
a

Ciò che si vuole provare è che è presente un collegamento tra gli


autovalori di (P) e di T .

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Lemma
Sia θ ∈ C 1 [a, b] , tale che θ > 0 e θ (a) = 1,β ≤ 0, f ∈ C 0 [a, b] .
¡ ¢ ¡ ¢

Allora z è soluzione del problema

(θ z ′ )′ + βz + λz = −f
½
in [a, b]
(⋆)
z(a) = z(b) = 0

se e solo se z è soluzione dell’equazione integrale


Z b Z b
z(x) − λ G (x , y )z(y )dy = G (x , y )f (y )dy x ∈ [a, b] (1)
a a

In particolare quindi, z è una soluzione del problema di


Sturm-Liouville se e solo se
Z b
z(x) = λ G (x , y )z(y )dy
a

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Se λ ̸= 0, λ è un autovalore per (P) se e solo se esiste z ∈ C 2 [a, b]


¡ ¢

soluzione non nulla di (P). Per il lemma appena dimostrato ciò è


equivalente a richiedere che esista z ∈ L 2 non nulla tale che
z = λT , ossia tale che ( λ1 I − T )(z) = 0. Quindi λ è un autovalore
per P se e solo se λ1 è un autovalore per T e z è un autofunzione
relativa a λ se solo se z è un autovalore di λ per T .

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Operatori integrali

Proposizione
Sia k ∈ C 0 [a, b]2 . Sia T l’applicazione che ad u ∈ L 1 [a, b]
¡ ¢ ¡ ¢

associa la funzione Tu con dominio [a, b] tale che


Z b
Tu(x) = k(x , y )u(y )dy
a

T ¢è un operatore lineare e compatto da L 1 [a, b] in


¡ ¢
Allora
C 0 [a, b]
¡

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Proposizione
Siano q ∈ [1, +∞[ e p ∈]1, +∞] coniugati secondo Hölder, ossia tali
che p1 + q1 = 1.
Sia k ∈ Lq [a, b]2 e sia T l’applicazione che ad u ∈ L p [a, b]
¡ ¢ ¡ ¢

associa la funzione Tu così definita


Z b
Tu(x) := k(x , y )u(y )dy x ∈ [a, b]
a

Allora T è un operatore da L p [a, b] in L q [a, b] lineare e


¡ ¢ ¡ ¢

compatto.

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Proposizione
Sia k ∈ C 0 [a, b]2 tale che k(x , y ) = k(y , x) per ogni x , y ∈ [a, b].
¡ ¢

Allora l’operatore
Z b
T : u ∈ L 2 [a, b] → K (., y )u(y )dy ∈ L 2 [a, b]
¡ ¢ ¡ ¢
a

è compatto ed autoaggiunto.

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Proposizione
Sia k ∈ C 0 [a, b]2 tale che k(x , y ) = k(y , x) per ogni x , y ∈ [a, b].
¡ ¢

Allora l’operatore
Z b
T : u ∈ L 2 [a, b] → K (., y )u(y )dy ∈ L 2 [a, b]
¡ ¢ ¡ ¢
a

è compatto ed autoaggiunto.

Nello studio del problema di Sturm-Liouville ci si ricondurrà a


studiare un operatore di questo tipo, quindi si richiameranno in
seguito alcune proprietà degli operatori compatti ed autoaggiunti.

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Spettro di operatori compatti ed autoaggiunti


Teorema
Sia X uno spazio di Banach tale che dim X = +∞ e T ∈ K (X ) un
operatore compatto. Allora:
1 0 ∈ σ(T );
2 σ(T ) \ {0} = σp (T ) \ {0}.

Teorema
Sia X uno spazio di Banach tale che dim X = +∞ e T ∈ K (X ).
Allora si ha una delle seguenti situazioni:
1 σ(T ) = 0;
2 σ(T ) è finito ;
3 σ(T ) \ {0}, ordinato in maniera decrescente in modulo, è una
successione che tende a zero.
Dunque in particolare σ(T ) è al più numerabile.
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Teorema
Sia H uno spazio di Hilbert e T ∈ L (H) un operatore
autoaggiunto. Se σ(T ) = 0, allora T = 0.

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Sia T un operatore autoaggiunto e compatto e non nullo. Allora


σ(T ) o è finito oppure è numerabile. Per ogni autovalore λ ̸= 0 ker
(λI − T ) ha dimensione finita.

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Sia T un operatore autoaggiunto e compatto e non nullo. Allora


σ(T ) o è finito oppure è numerabile. Per ogni autovalore λ ̸= 0 ker
(λI − T ) ha dimensione finita.
Sia {λn } la successione degli autovalori, ordinati in maniera
decrescente rispetto al modulo e ripetuti ciascuno secondo la
dimensione dello spazio ker (λk − T ) (ossia se dim ker
(I λk − T ) = nk , λk compare nk volte all’interno della successione).
Se λ ̸= 0 è un autovalore e dim(ker (I λk − T )) = n, si può
considerare una base ortonormale di tale spazio vettoriale, che sarà
formata da autovettori relativi a λ.
Unendo tutte le basi così ottenute si può ottenere una successione
{zk } di vettori a due a due ortonormali tale che zk è un autovettore
relativo all’autovettore λk . Vale la seguente proposizione.

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Sia T un operatore autoaggiunto e compatto e non nullo. Allora


σ(T ) o è finito oppure è numerabile. Per ogni autovalore λ ̸= 0 ker
(λI − T ) ha dimensione finita.
Sia {λn } la successione degli autovalori, ordinati in maniera
decrescente rispetto al modulo e ripetuti ciascuno secondo la
dimensione dello spazio ker (λk − T ) (ossia se dim ker
(I λk − T ) = nk , λk compare nk volte all’interno della successione).
Se λ ̸= 0 è un autovalore e dim(ker (I λk − T )) = n, si può
considerare una base ortonormale di tale spazio vettoriale, che sarà
formata da autovettori relativi a λ.
Unendo tutte le basi così ottenute si può ottenere una successione
{zk } di vettori a due a due ortonormali tale che zk è un autovettore
relativo all’autovettore λk . Vale la seguente proposizione.
Proposizione
Il sistema degli {zn } è completo se e solo se 0 ̸∈ σp (T ).

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Teorema
Sia θ ∈ C 1 [a, b] tale che θ > 0 e θ (a) = 1, β ∈ C 0 [a, b] tale che
¡ ¢ ¡ ¢

β ≤ 0. Allora gli autovalori del problema

(θ z ′ )′ + βz + λz = 0
½
in [a, b]
(P)
z(a) = z(b) = 0

ordinati in maniera crescente formano una successione {λn }


divergente. Inoltre, detta {zn }¡una successione di autofunzioni di
2 2
(P) di classe C e norma L [a, b] unitaria, con zn relativa
¢

all’autovalore λn ¡per ogni n ∈ N, si ha che {zn } è una base


hilbertiana di L 2 [a, b]}.

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Si vuole ora utilizzare la teoria fino ad ora sviluppata per risolvere


l’equazione della corda vibrante.
Dati a,¡b ∈ R¢con a < b, θ¡∈ C 1 ¢[a, b] , con θ > 0 e θ (a) = 1,
¡ ¢

β ∈ C 0 [a, b] , f1 , f2 ∈ L 2 [a, b] , si consideri il seguente problema

∂2 u
= ∂∂x θ (x) ∂∂ux + β(x)u
 ¡ ¢
∂t 2



u(a, t) = 0 = u(b , t) t ≥0

(CV )

 u(x , 0) = f0 (x) x ∈ [a, b]
 ∂u

∂t (x , 0) = f1 (x) x ∈ [a, b]

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Teorema
Per ogni n ∈ N sia λn l’ennesimo autovalore del problema di
Sturm-Liouville
(θ z ′ )′ + βz + λz = 0
½
in [a, b]
(P)
z(a) = z(b) = 0

e sia zn una autofunzione relativa all’autovalore λn . Siano


Z b Z b
an := f0 (y )zn (y )dy , bn := f1 (y )zn (y )dy
a a

e sia αn la soluzione del problema di Cauchy

 αn + λn αn = 0
 ′′

(C ) αn (0) = an
αn (0) = bn
 ′

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Teorema
Allora se esiste una soluzione u ∈ C 2 [a, b] × [0, +∞[ del problema
¡ ¢

(CV ),¡si ha ¢che per ogni t ∈ [0, +∞), la serie ∞ n=1 αn (t)zn converge
P
2
in L [a, b] e

αn (t)zn
X
u(., t) =
n=1
Dunque, in particolare, se la soluzione esiste è unica.

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Grazie dell’attenzione

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