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CAPITOLO SECONDO ELENA, Il.. SOGGETTO DEL DESIDEIUO


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t lena di Gorgia
• d'E
anc l1e nell'Encormo da Lentini, uno dei massi- fo rte»'0• Nel caso in cui sia stata rapita con la forza, Elena va poi
mi esponenti della sofistica greca: evidentemente scagionata da ogni colpa. Ma anc?e se è s� ata la
• voglio
1o

sostenendo il mio • discorso con qualche ragionamento, liberare parola a persuaderla ella deve essere comunque difesa: e ciò non
•., ) Ic:1• cosI diffamato• poi far cessare 1•·ignoranza, d1mostr
' (amas
dall' acrusa ' an do
· ta'". è meno comprensibile.
• C � he • • d' Uamato ri sono nel falso e svel an do (de1xa1
• ') 1a ven
(epz.deixa,, I SUOI I La parola è un grande sovran?, _che con un corpo piccoliss!m? e in�isibile
. • tenza sull'elemento ostensivo e deittico (deixai, epideixai) compie imprese massimamente divine: sa calmare_ la paura, el�mmare il dolo­
L,ms1s • re suscitare lo gioia, sollevare la pietà. Che i fattt sono questi ora lo �ostre­

si accompagna nelle parole di Gorgia all''d 1 ea - propriamente so f'1- rò': ma bisogna mostrarlo in modo adatto all'opini�m! di cf:i ascolta. R!teng�
stica _ che non solo la verità del discorso, ma la stessa realtà sian · o e definisco ogni poesia un discorso con metro; bnvtdo dt paura, lacnma d�
in ultima analisi un «effetto» l.inguistico. J?el re?t� anch.e la paro­ pietà, desideri� di lu_tto invadono chi l' asc ?lt�: e per _ fortune o_ sv�nture d1
imprese e corpi altrui a ca_ u�a _ delle par�le ! a11:1ma pausce emozioni sue pro:
la d6xa ha un significato doppio: con essa mfatt1 s1 può_m��ndere prie. [ ... ] Gli incant�si?Jt d1vina!11ente 1sptrat_1 delle pa�ol_e sono a�po_rtaton
tanto la«fama» (ossia una notorietà c�mune a molt! o ru prn, dun: di piacere, liberatori d1 dolore; incontrandosi con l op�one de� aruma, l_a
que socialmente condivisa, e _Pe:tanto �n . qualche rrusura dotata d1 potenza dell'incantesimo la ammalia, la persuade, la trascina �on il su? som :
una sua evidenza) quanto 1 «mt1ma op1ruone», una conoscenz� d�l legio. Due arti di s�rtile �i? e ma�ia fu�ono_ _scop�rte, una consiste negli erron
tutto personale da parte di un determinato soggetto nella_sua md1- dcli' anima, gli altn negli mganru dell op1ruone ,
vidualità1'. A ciò si può aggiungere che, palesando con chiarezza la Non è il caso di sottolineare, in questa sede, l'importanza del
relazione che sussiste tra il l6gos (ossia il discorso razionale) e la bia passo citato per: la celebre definizio �e dell'essenza �e�� trag;dia
(I' esercizio della forza), il discorso sofistico finisce per 7mascherare proposta d� Anstotele nel s<;sto cap1t?lo de�a Poetzca : n:ll En:
una contraddizione implicita nella cultura greca: la violenza, che comio gorgiano «paura» (phobos) e« pietà» (eleos) vengono 1nfatt1
costituirebbe la tipica risorsa del barbaro per risolvere il dissidio, menzionate esplicitamente, insieme alla rivendicazione di un ruolo
di fatto si annida anche nella razionalità ellenica28 • Gorgia vuole sostanzialmente catartìco della parola poetica. Bisogna soffermarsi,
cosf convincere che la «potenza» della parola può capovolgere la piuttosto, sull'affermazione dei dè kai d6xei deixai tois akou?usi,
tradizionale credenza circa la colpevolezza di Elena; e vuole far­ che qui significa sostanzialmente: «debbo mostrarlo a quelli che
lo mostrando come una dinamica del genere sia anche quella che mi stanno ascoltando, sulla base di ciò che essi stessi stanno pro­
coinvolge l'ascoltatore del suo discorso. vando». Anche gli ascoltatori dell'Encomio infatti sono chiamati
Per quali motivi dunque«era verisimile» (eikòs en) che Elena a testimoniare della veridicità del discorso sulla base di ciò di cui
abbandonasse il letto di Menelao? Ella, dice Gorgia, «o per vo­ stanno facendo esperienza diretta: perché per loro, almeno in certa
lontà del destino e per un disegno degli dèi e per decreto di ne­ misura, deve funzionare la medesima dinamica che ha stregato Ele­
cessità fece quello che fece, oppure rapita a forza, o persuasa dal­ na. Le attese cariche di illusione (d6xes) e le immagini della mente
le parole, o conquistata dall'amore»19 . Ora, se vale la prima mo: (psychés) sono gli strumenti attraverso i quali la parola garantisce
tivazione, è evidente che Elena dovette sottostare al volere degli il proprio dominio. Si tratta di un argomento piuttosto interessan­
dèi o ai dettami di un fato superiore, contro il quale nulla può te anche perché - come vedremo - nelle Tl'oiane di Euripide esso
l'essere umano: «Per natura infatti il piu forte non è ostacolato verrà simmetricamente rovesciato in modo paradossale, e attribui­
dal piu debole, ma il piu debole è comandato e trascinato dal piu to da Ecuba alla malevola intenzione di Elena.
Certo, se la verità stessa è un effetto del linguaggio, la rappre-
" Encomio 2.
" Sarebbe stato notoriameme 1-legel, nella Fmomenologia dello spirito (1807), od '° Encomio 6.
profondire la dialettica interna a _questi due versanti dell '«opinione» (Mdmmg). up·
Sul tema, " Encomio 8-9 (corsivo mio).
nello specifico, rimando a G arell1 2010 (cap. n) e 2012. " •L• tr•gedia, dunque, è imitazione di un'azione serio compiuta, dotata di una sua
" Cfr . le considerazioni contenute oquesto proposito negli stud diJacque d
i line e Ro­ �•ndena, in un linguaggio addolcito da abbellimenti distintie in ciascuna loro specie nelle
rnilly (2000 e 2001). diverse parti, eseguito do agenti e non rnccomata, tale che mediante e la paurn por­
" Encomio 5-6. to• compim ento la purificazione di siffatte passioni » (Poe/. 6. 14496la2pietà
4-29).

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