Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
FISICA
Lezione n. 1 (4 ore)
Metodo scientifico:
– Acquisire i dati necessari a descrivere un sistema oggetto di studio.
– Costruire un modello matematico del sistema in esame.
– Utilizzare il modello per predire il comportamento del sistema.
– Verificare la correttezza delle previsioni (nuovo esperimento).
Conoscenze necessarie
– Capacità di utilizzare strumentazione complessa per l’acquisizione
dei dati.
– Conoscere gli strumenti matematici necessari per la costruzione del
modello e per la predizione di nuovi comportamenti.
– Conoscenze tecnologiche per progettare e costruire l’esperimento.
– Conoscere la fisica ...
x<0 x>0
Fisica Matematica
F=-kx F=-kx
x ⇒ allungamento della molla x ⇒ variabile indipendente ∊ ℛ
k ⇒ costante elastica della molla k ⇒ costante ∊ ℛ
F ⇒ forza esercitata dalla molla F ⇒ variabile dipendente ∊ ℛ
v
velocità = 72 km/ora = 20 m/s = ……
Conversione:
αrad : αdeg = 2π : 360º
Limiti sperimentali:
– Direttamente è possibile misurare intervalli di tempo fino a qualche ps (10-13 e 10-14 s
raggiunti recentemente)
– In fisica entrano in gioco circa 40 ordini di grandezza
Definizione attuale:
1 m ≡ Lunghezza percorsa dalla luce nel vuoto in un intervallo di tempo
pari a 1/299792458 di secondo (c ≡ 299792458 m s-1 → valore esatto)
Limiti sperimentali:
– Direttamente è possibile misurare lunghezze fino a qualche nm
– In fisica entrano in gioco più di 40 ordini di grandezza
Problema:
Faccio una torta con questi ingredienti
310 g di farina 310 ±1g
5 uova (1 uovo pesa 75 ± 5 g) 375 ± 25 g
150 g di zucchero 150 ±1g
15 grammi di lievito 15 ±1g
TOTALE 850 ± 28 g
La divido in 6 fette: quanto pesa una fetta ?
– La torta non perde peso in cottura, è un cilindro perfetto e io la taglio con
una macchina perfetta
• (850 ± 28) [g] / 6 = 141.66666 ± 4.66666 [g] = 142 ± 5 g
– In un caso più realistico, tagliando la torta con cura
• (850 ± 28) / 6 ± 5÷10 % = 140 ± 10 g già la 2° cifra è poco significaiva
– Nel caso più realistico avremo che la fetta peserà 130÷150 g
In tutti i casi definire il peso con la precisione del grammo è sbagliato
Carlo Pagani & Flavia Groppi 18 Fisica x Informatica – Lez. 1 - 2011-12
Coerenza dimensionale
Ogni Equazione DEVE essere dimensionalmente coerente
– I metri si possono sommare solo ai metri
– Non posso sommare due grandezze dimensionalmente incoerenti
– Gli argomenti delle funzioni trascendenti* devono essere adimensionali
(numeri puri)
* funzione esponenziale e logaritmo, funzioni trigonometriche
11. Discutere brevemente i risultati degli esercizi precedenti sulla base delle cifre
significative dei dati.
Nota: di ogni dato si suppone che tutte le cifre indicate siano significative. In generale, se non è indicato
esplicitamente l’errore, si suppone che l’ultima cifra sia stata approssimata alla cifra più vicina al vero, per eccesso o
per difetto (1.3454 1.345, 372.8 373)
12. Ripetere l’esercizio 4. usando come dati del diametro della terra e della sua densità i
valori: D = 13·103 km, = 5.5 kg/dm3. Confrontare i risultati e discutere il significato delle
cifre significative [6.327·1024 kg 6.3·1024 kg o anche 6·1024 kg]
Carlo Pagani & Flavia Groppi 23 Fisica x Informatica – Lez. 1 - 2011-12
Università degli Studi di Milano
Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali
Corsi di Laurea in: Informatica ed Informatica per le Telecomunicazioni
Anno accademico 2011/12, Laurea Triennale, Edizione diurna
FISICA
Lezione n. 2 (4 ore)
Oggetto
xog < 0 O x
Cartesiane Polari
y y
xP P (x ,y ) P (r ,)
yP • P P yP •
r
yP
x x
O O
xP xP
z
Cartesiane z Polari Sferiche
xP
P(xP,yP,zP) P(r,)
yP
zP r
zP
yP y y
0 0
xP r sin()
x x
z
Cartesiane z Polari Cilindriche
xP
P(xP,yP,zP) P(r,θ,z)
yP
zP
zP
yP y y
0 0
xP
r
θ
x x
Notazione vettoriale
erso
v
V • vettore: V , V , V
ne odu
lo V
• modulo: |V| , |V | , V
z io m
d ire
V
Carlo Pagani & Flavia Groppi 6 Fisica x Informatica – Lez. 2 - 2011-12
Rappresentazione grandezze vettoriali
Così come le “informazioni fornite” da una grandezza scalare possono
venire rappresentate mediante un punto su una retta, le “informazioni
fornite” da una grandezza vettoriale possono venire rappresentate
mediante un punto nello spazio z
0 P V
x y
0
Regola del
parallelogramma
a+b=b+a a + b + c = a + (b + c) = b + (a + c) = c + (a + b)
Polari Cilindriche: r, , z
P (r,,z)
x = r cos() V
y = r sin() V (|V|,Vz)
z=z
P (r,,)
V (|V|,) P (r,, z)
V (|V|,Vz)
b
a c
a
a+b+c=s c
b s
sx = ax + bx + cx
c
sy = ay + by + cy
Carlo Pagani & Flavia Groppi 15 Fisica x Informatica – Lez. 2 - 2011-12
Prodotto di un vettore per un numero
B i ≡ i
A j ≡ j
Ay j
Ax i k ≡ k
A (Ax , Ay , Ay) = Ax i + Ay j + Az k
B (Bx , By , By) = Bx i + By j + Bz k
P (r,,)
V (|V|,) P (r,, z)
V (r,Vz)
A
A (Ax ,Ay) B (Bx ,By)
B
A • B ≡ |A| |B| cos |A| (|B| cos |A| cos |B| B •
Ma vale anche:
A • B = (Ax Bx) + (Ay By) = C = scalare
(dimostriamo questa affermazione nella prossima trasparenza).
A B
L’equivalenza è dimostrata
Le due formule sono ambedue utili
Conseguenze:
Il Prodotto scalare tra due vettori ortogonali è nullo !
Il Prodotto scalare tra due vettori paralleli è il prodotto dei loro moduli
AXB=AΛB=C
modulo: |C| = |A| |B| sin
B
direzione: ⊥ al piano dei vettori A C
verso: regola della mano destra,
o anche: verso uscente se per portare il
primo sul secondo devo ruotare in
senso antiorario
Note
• Il prodotto vettoriale tra due vettori paralleli è nullo
• |C| è massimo per = ± /2
• AxB=-BxA (non è commutativo !)
AXB=AΛB=C
A (Ax ,Ay , Az) B (Bx , By , Bz) C (Cx ,Cy , Cz)
A = Ax i + Ay j +Az k B = Bx i + By j +Bz k C = Cx i + Cy j +Cz k
Cx = (Ay Bz – Az By) i j k
Cy = (Az Bx – Ax Bz) Ax Ay Az
Cz = (Ax By – Ay Bx) Bx By Bz
Cap. 3
– Saper passare da un vettore (modulo e direzione) alle sue
componenti e dalle componenti al vettore.
– Saper compiere le operazioni fondamentali con i vettori (somma,
prodotto per un numero, prodotto scalare e prodotto vettore).
-c
b x
a
2. La squadra che nel 1972 trovò la connessione nel sistema di grotte Mammut-Flint
percorse, dall'ingresso di Austin del sistema di grotte Flint-Ridge fino all'Echo River della
caverna del Mammut una distanza netta di 2.6 km verso ovest, 3.9 km verso sud e 25 m
verso l'alto. Definire i 3 spostamenti come vettori e calcolare lo spostamento
complessivo (modulo, direzione e verso).
[ Ov[km] = 2.6 i + 0 j +0 k ; Su[km] = 0 i + 3.9 j +0 k ; Al[km] = 0 i + 0 j + 2.5·10-2 k ; S=Ov+Su+Al ;
S[km] = 2.6 i + 3.9 j + 2.5·10-2 k ; S (4.69 , 56.3 deg , 2.5·10-2 ) ]
Carlo Pagani & Flavia Groppi 24 Fisica x Informatica – Lez. 2 - 2011-12
Esescizi Lezione 2 - continua
3. Dati i vettori:
a = 2 i + 3 j [m]
b (| b | , b ) , con | b | = 4 m e b = 65 gradi ⇒ b =
c=-4i-6j
d (| d | , d ) , con | d | = 5 m e d = 235 gradi ⇒ d =
calcolare: a + b ; c + d ; a + b + c + d ; b • d ; (a + b) • (c + d)
[ a + b = 3.69 i + 6.63 j [m] ; c + d = - 6.87 i – 10.1 j [m]; a + b + c + d = - 3.18 i - 3.47 j [m] ; y
1
b • d = - 19.7 m2 ; (a + b) • (c + d) = - 92.3 m2 ]
II I
4. Disegnare nel piano cartesiano un quadrato con centro a
nell'origine e lati di 2 m. Definire le componenti dei vettori
c 0 1 x
2m
a = dal centro al vertice del quadrato nel 1° quadrante
b = dal centro al vertice del quadrato nel 4° quadrante b
c = dal centro al punto medio del lato che attraversa il 2° III IV
e il 3° quadrante. Calcolare a + b + c, e a • b.
[ a = 0.707 i + 0.707 j ; b = 0.707 i - 0.707 j ; c = - i + 0 j ; a + b + c = 0.41 i + 0 j ; a • b = 0 ]
5. Il vettore a giace nel piano xy. Il suo modulo è 18 e la sua direzione è 250 gradi rispetto
all'asse x. Il vettore b ha modulo 12 ed è diretto lungo l'asse z (concorde con il verso di
z). Calcolare il prodotto vettore c = a x b.
[ a = - 6.16 i – 16.91 j ; b = 12 k c = a x b = - 203 i + 73.9 j ⇒ c (216, 160 deg)
6. Se a = 3 i – 4 j e b = - 2 i + 3 k, quanto vale c = a x b ?
[ c = - 12 i -9 j - 8 k ]
FISICA
Lezione n. 3 (4 ore)
Oggetto
xog < 0 O x
r2 r1
ds
ds ds ds ds
ds
ds ds ds ds
ds
Carlo Pagani & Flavia Groppi 7 Fisica x Informatica – Lez. 3 - 2011-12
Velocità come derivata dello spostamento
θ
t
Carlo Pagani & Flavia Groppi dt 8 Fisica x Informatica – Lez. 3 - 2011-12
Legge (equazione) oraria
Il disegno appena visto è un esempio NON di traiettoria ma di legge oraria !
Nella traiettoria, t è un parametro e si mostra il moto nello spazio reale
La legge oraria è l’equazione che descrive la posizione del punto P in
funzione del tempo
Nel Sistema cartesiano … … o polare:
P = P (x(t) , y(t) , z(t) ) P = P (r(t) , (t) , (t) )
r = r (x(t) , y(t) , z(t) ) r = r (|r(t)| , (t) , (t) )
sono esempi di leggi orarie
Ogni moto ha una specifica legge oraria esplicita che lo descrive
Esempi monodimensionali:
Nota: A, C, e sono costanti che dipendono sia dai dati del problema, sia
dalla posizione e dalla velocità del punto all’istante t = 0
s ds ds (t )
v vist v vist (t ) v(t)
t dt dt
Carlo Pagani & Flavia Groppi 11 Fisica x Informatica – Lez. 3 - 2011-12
Accelerazione in un moto rettilineo
Laccelerazione è la variazione della velocità nell’unità di tempo
L’accelerazione è una grandezza vettoriale: oltre al suo valore (medio o
istantaneo) si deve conoscerne la direzione e il verso
Ne caso monodimensionale (moto rettilineo) l’accelerazione ha la direzione
della velocità e dello spostamento e giace quindi sempre sull’asse x.
In questo caso la notazione vettoriale è ridondante e si può evitare
Il verso dell’accelerazione, espressa dal segno + o -, indica se nel punto la
velocità cresce (+) o decresce (-)
Anche dell’accelerazione si può tracciare il diagramma orario: a = a (t)
Esempio dell’ascensore:
Nell’esempio si nota che
• Nel tratto in cui la velocità aumenta, l’accelerazione è
diversa da zero e positiva
• Quando la velocità rimane costante l’accelerazione è
nulla
• Nel tratto in cui la velocità diminuisce, l’accelerazione è
diversa da zero e negativa
v dv(t ) d dx(t ) d 2 x
a aist (t ) a(t ) 2
t dt dt dt dt
Carlo Pagani & Flavia Groppi 12 Fisica x Informatica – Lez. 3 - 2011-12
Formule riepilogative
Spostamento da P1 a P2 r2 r1
P1 = P
Velocità in P1 = P
Spostamento da P1 a P2
Accelerazione in P1 = P
Velocità da P1 a P2
a(t ) 0
L’accelerazione è costante
a (t ) a0 a
Velocità:
t
v (t ) v0 a (t ) dt v0 a t
0
Spostamento:
t
1
s (t ) s0 v (t ) dt s0 v0 t a t 2
0
2
a (t ) ms 2
dv (t ) ms 1 2
a ms
v ms 1
ao ms 2 v(t ) ms 1 ao ms 2 t
dt s t s
verifica : a (t ) ms 2
dv(t ) ms 1
d
(ao ms 2 t s ) ao ms 2
dt s dt s
– Sappiamo che v (3 s) = 100 km/ora = 105 [m] /3600 [s] = 27.8 m/s
– Quindi ao = cost = v (3 s) [ms-1] / 3 [s] = 27.8/3 [ms-2] = 9.27 [ms-2] ao = 9.27 [ms-2]
– La velocità dopo 2 secondi è:
v(2s) = ao t = cost t = 9.27[ms-2] 2[s] = 18.5 [m/s] = 18.5(3600/103) [km/ora] →
v(2s) ≃ 68 km/ora
v(2s) = 18.5 [ms-1] = 68 [km/h]
Carlo Pagani & Flavia Groppi 16 Fisica x Informatica – Lez. 3 - 2011-12
Moto circolare uniforme - 1
Il moto circolare è un modo in due dimensioni che, se trattato in
coordinate polari, appare come un moto in una dimensione, t,
poiché l’altra coordinata, r, è costante. E’ detto uniforme se la frequenza
angolare d(t)/dt= (t)= 0 = costante. 0 è detta pulsazione
y
= (t) = o t
r = r(t) = ro v(t)
P(t)
In coordinate cartesiane si ha invece:
x = x(t) = ro cos(o t) r a (t)
y = y(t) = ro sin(o t) c
s
Definizioni: x
t = spostamento angolare
(t) = d(t)/dt = o = velocità angolare
’(t) = d(t)/dt = 0 accelerazione angolare
Ma anche, rispetto alla coordinata curvilinea s
v(t) = ds/dt = ro d/dt = ro o = velocità tangenziale
a(t) = d2s/dt2 = ro d2/dt2 = 0 = acc. tangenziale
E rispetto alle coordinate cartesiane x(t) e y(t) accelerazione centripeta
vx(t) = dx(t)/dt = ro d(cos(o t)/dt = - ro o sin(0 t) ax(t) = dvx(t)/dt = - ro ocos(0 t)
vy(t) = dy(t)/dt = ro d(sin(o t)/dt = ro o cos(o t) ay(t) = dvy(t)/dt = - ro osin(0 t)
Nota: l’accelerazione a = ac = ax i + ay j è diretta verso il centro ed è detta centripeta
Carlo Pagani & Flavia Groppi 17 Fisica x Informatica – Lez. 3 - 2011-12
Moto circolare uniforme - 2
Alcune considerazioni sul moto circolare uniforme
Se lo esprimiamo in coordinate polari (o con la coordinata curvilinea s)
otteniamo una legge del moto, ma in termini scalari e ci manca
l’informazione vettoriale Definizioni importanti
y
v(t)
(t) = o t o = pulsazione P(t)
v (t ) dt
x
dx(t )
dt dx(t ) x(t ) x(0) x(t ) x0 x(t ) vx (t ) dt x0 Nel caso unidimensionale
dt
se a(t) = cost = a
0 0 0 0
dvx (t )
t t t t
dx x(t ) x v (t ) dt ( a (t ) dt v
0 x x 0, x ) dt se a x (t ) a x cos t vx (t ) a x t v0, x
x(t) = ½ a t2 + vot + x0
0 0 0 0
t t
1 1
x(t ) x0 a x (t ) dt (a x t v0, x )dt a x t 2 v0, x t o anche x(t ) a x t 2 v0, x t x0
2 2 t t t
0 0
t 2 t02 k
k dt k t k t0 k ( t t0 )
t0
kt dt k t dt k (
t0 t0
) (t 2 -t02 )
2 2 2
t t
Integrali più comuni k
se t0 0 k dt k t kt dt 2 t k cost
2
si ha : e
0 0
t t t t
1 1
cos(α t ) dt
t0
α t0
sin(α t ) dt C sin(α t ) dt
t0
α t0
cos(α t ) dt C
Nota: le costanti, dette di integrazione e indicate genericamente tutte con C, sono necessarie perché l’
”area” dipende dal valore della funzione x(t) a t = t0. Questo valore va fornito separatamente, come
condizione iniziale, non essendo l’informazione contenuta nella derivata
Carlo Pagani & Flavia Groppi 20 Fisica x Informatica – Lez. 3 - 2011-12
Obiettivi esercizi Cap. 2 (RHW)
2-5: Un’aereo atterra alla velocità di 100 m/s e, per fermarsi, può accelerare al massimo
di - 5 m/s2. Determinare: a) dal momento che tocca il suolo l’intervallo di tempo minimo
necessario per fermarsi, b) La lunghezza minima della pista necessaria per fermarsi.
[ a) 20 s, b) 1000 m ]
2-6: Nel primato di velocità su terra del 1954, una slitta a razzi ha raggiunto la velocità di
632 miglia/h e successivamente è stata fermata in modo sicuro in 1,40 s. Determinare:
a) l’accelerazione che è stata applicata per fermare la slitta e b) lo spazio percorso
durante la frenata. [ a) -202 m/s2, b) 198 m ]
2-7: Una studentessa lancia un mazzo di chiavi ad un’amica affacciata alla finestra. La
mano dell’amica che afferra le chiavi è ad un’altezza 4 m superiore rispetto alla mano al
momento del lancio. Sapendo che le chiavi vengono afferrate dopo 1.5 s dal lancio
determinare la componente verticale della velocità: a) al momento del lancio, b) quando
le chiavi vengono afferrate. Spiegare perché la velocità orizzontale non entra in gioco.
[ a) 10 m/s, b) -4.68 m/s ]
FISICA
Lezione n. 4 (4 ore)
L’insieme di questi due principi ci dice che lo stato naturale di un corpo, non
soggetto a forze, ovvero soggetto a forze la cui somma vettoriale (risultante)
sia nulla, è quello di muoversi di moto rettilineo uniforme
Il fatto di essere in quiete o in moto dipende soltanto dal sistema di
riferimento che adottiamo, visto che le leggi della fisica non cambiano rispetto
a due sistemi di riferimento in moto tra loro di moto rettilineo uniforme
Un passeggero che si trovi su un treno o un’automobile che viaggiano su
un rettilineo a velocità costante (moto rettilineo uniforme) non percepisce in
alcun modo il movimento. Nessuna delle cose che può fare risentono del
fatto che sia in moto. Se fa un esperimento di fisica (lascia per esempio cadere
un oggetto), può fare misure o previsioni teoriche senza che i risultati ne siano
affetti
Carlo Pagani & Flavia Groppi 4 Fisica x Informatica – Lez. 4 - 2011-12
Secondo Principio della Dinamica
2° Principio della dinamica o della conservazione della quantità di moto
In ogni istante l'accelerazione di un corpo è determinata dalla forza (“non equilibrata”)
che agisce su di esso: l'accelerazione ha la stessa direzione e lo stesso verso
della forza, il suo modulo è proporzionale alla forza e inversamente proporzionale
alla massa del corpo.
Possiamo allora dire che se un corpo è soggetto ad “azioni” che ne alterano lo “stato
naturale” questo si manifesta con una accelerazione. Le “azioni” che alterano lo stato di
quiete o di moto rettilineo uniforme sono le “forze”.
Le forze, nei nostri esempi di spinta o trazione, sono grandezze vettoriali in quanto per
essere definite è necessario fornire il valore della loro intensità (modulo), ma anche la
direzione e il verso.
Come possono essere misurate le forze in meccanica ?
– La risposta sta proprio nel modo in cui è definita la forza attraverso il secondo principio della
dinamica. La forza è una azione in grado di modificare lo stato naturale di moto dei corpi.
La forza ed è pertanto misurabile proprio a partire da come il moto di un corpo si discosta dal
moto rettilineo uniforme, variando la sua velocità, cioè accelerando.
Attenzione: tra la forza e l’accelerazione, che hanno dimensioni diverse, c’è di mezzo
una costante, la massa, che è la proprietà del corpo che “risponde” alla forza
F=ma
Questa equazione è l’espressione matematica del 2° principio:
In ogni istante l’accelerazione di un corpo è proporzionale alla forza che agisce su di esso
Il coefficiente di proporzionalità tra le due grandezze vettoriali è l’inverso di una
grandezza scalare, che è una proprietà del corpo e che chiamiamo massa
In questo esempio la forza applicata, Fap ,è pari a (275+395) N e quella resistente, Fres , è pari a 560 N
Fap = Fap,x i + Fap,y j + Fap,z k = 275 i + 395 i = 570 i [N] Fres = Fres,x i = - 560 i
F = Fi = 10 i F = 10 N
Altri esempi
Forza Gravitazionale
è la forza responsabile di tutti i fenomeni astronomici, è la forza che ci tiene con
“i piedi per terra”, che fa cadere gli oggetti e ci fa percepire la massa attraverso
la forza peso ⇒ Legge di gravitazione universale di Newton
Forza Elettromagnetica
è la forza che lega gli elettroni al nucleo ed è responsabile di tutti i fenomeni
elettrici e magnetici ⇒ Equazioni di Maxwell
Fg G
M1 M 2
Fg kg m s 2 G kg 1 m 3 s 2 M kg
1 M kg
r m
2 2
2
r2
dove
– G [kg-1 m3 s-2] è la costante di gravitazione che vedremo in seguito
– M1 e M2 sono le masse degli oggetti
– r è la distanza tra gli oggetti (o meglio tra i loro centri di massa)
La forza è diretta come r, cioè secondo la congiungente i centri di massa
Conseguenza: sulla superficie terrestre ogni oggetto ha un “peso”
Definizione: il peso PM di un corpo di massa M è il modulo della forza di
attrazione gravitazionale della terra che agisce su di esso (a livello del mare).
detti: RT il raggio della terra, MT la sua massa, M la massa dell’oggetto, PM il suo peso,si ha:
M terra M 11 m
3
5.97 10 24 kg m
PM N G M kg M g N
2
Rterra
6.67 10
kg s 2
(6.37 10 ) m
6 2 2
M kg g s 2
g = 9.81 ms-2
Carlo Pagani & Flavia Groppi 9 Fisica x Informatica – Lez. 4 - 2011-12
Gravità ⇒ Massa e Peso - 2
Alcune considerazioni
Il peso è l’effetto su una massa dell’attrazione gravitazionale terrestre
Il peso è il modulo di una forza (vettore), con modulo, direzione e verso
La direzione e il verso di Fg sono quelli dell’ accelerazione di gravità g
Nel primo caso si misura il peso di un oggetto confrontandolo con dei pesi noti. Quando la
bilancia è in equilibrio i due pesi sono uguali
Nel secondo caso si misura l’allungamento di una molla prodotto dalla forza peso,
sapendo che l’allungamento è proporzionale alla forza applicata. Graduando la scala si
legge il peso
Nota: non è corretto esprimere il peso in kg. Il peso è il modulo di una forza e si
esprime in newton [N]. Il peso di una massa di 1 kg è uguale a 9.81 N.
Si suole definire il chilogrammo peso, kgw ≡ 1 kg · g , da cui la confusione
1 kgw = 9.81 [N] = 9.81 [kg m s-2] ≠ 1 kg [kg] anche se hanno lo stesso valore
Carlo Pagani & Flavia Groppi 11 Fisica x Informatica – Lez. 4 - 2011-12
Terzo Principio della Dinamica
3° Principio della dinamica o principio di azione e reazione
Se su un corpo agisce una forza, allora esiste un altro corpo su cui agisce
una forza uguale e contraria
F F
Esempio
36
F = 36 N aastronave 0.0033 m / s 2
11000
mastronave = 11000 kg
36
muomo = 92 kg auomo 0.39 m / s 2
92
|fs| = fs ≤ s FN |fk| = fk = k FN
FN FN FN
fs fk fk
Fg sin Fg sin Fg sin
Fg Fg Fg
r
r(t) = x(t) i + y(t) j = ro cos(o t) i + ro sin(o t) j |r(t)| = x2 + y2 = r0 a(t)
s
v(t) = vx(t) i + vy(t) j = - ro o sin(o t) i + ro o cos(o t) j |v(t)| = vx2 + vy2 = ro o x
a(t) = ax(t) i + ay(t) j = - ro 2o cos(o t) i - ro 2o sin(o t) j |a(t)| = ax2 + ay2 = ro 2o
|r(t)| = ro = cost
|v(t)| = ro o = cost Fcentripeta (t) = m acentripeta (t)
|a(t)| = |ac(t)| = ro 2o = cost
4. Una moneta è appoggiata su un libro che è stato inclinato di un angolo rispetto al piano
orizzontale. Per successive approssimazioni si trova che, quando raggiunge i 13°, la
moneta è sul punto di scivolare lungo il libro (ovvero un piccolissimo incremento
dell’angolo la farebbe scivolare). Qual è il coefficiente d’attrito statico μs tra moneta e
libro. - Esercizio Halliday, 6.3. [μs=0.23]
6. Una slitta si trova sulla neve, su un piano inclinato di 30º. La slitta ha una massa M = 5
kg, e un ragazzo la tiene ferma con una fune sottile di massa trascurabile. Se il
coefficiente di attrito statico è μs = 0.10, qual è la forza T che il ragazzo deve esercitare
per tenere ferma la slitta [T=20.26 N ] ? Dopo un certo tempo, il ragazzo lascia libera la
slitta, senza spingerla (dunque con velocità iniziale nulla). Se la slitta scivola per 10 m
lungo il pendio, che velocità finale v raggiunge [v=9.19 m/s] ? Si assuma che il coefficiente
di attrito dinamico d sia ugale a 0.08. - Tema d’esame gennaio 2008
Esercizi da: John R. Gordon, Ralph V. McGrew, Raymond A. Serway, John W. Jewett Jr. Esercizi di
Fisica. Guida ragionata alla soluzione (EdiSES).
4-1: Due forze, F1 e F2, agiscono su un corpo di massa
M = 5.00 kg. Se F1 = 20.0 N e F2 = 15.0 N, si trovi
l’accelerazione nei due casi in figura [ (4.00i + 3.00j) m/s2 ;
(5.50i + 2.60j) m/s2 ]
4-4: Un corpo di massa 1.00 kg si muove, sotto l’azione di due forze, con un’accelerazione di 10.0 m/s2 in
una direzione che forma un angolo di 30.0° rispetto all’orizzontale. Una delle due forze è verticale,
diretta verso l’alto, e ha modulo pari a 5.00 N. Determinare la seconda forza che agisce sul corpo,
esprimendola in forma cartesiana e polare. [ F = (8.66 i ) N ; F = 8.66 N, = 0° ]
FISICA
Lezione n. 5 (4 ore)
F=ma
Questa equazione può essere proiettata sulle tre
direzioni indipendenti x, y e z
La forza è
F = Fx i + Fy j + Fy k = (Fi,x) i + (Fi,y) j + (Fi,z) k
e dunque si ha:
Fx = max
Fy = may
Fz = maz
Come si procede:
1. Si sceglie il sistema di coordinate
2. Si ricava l’accelerazione dalle forze
3. Si ricava l’equazione del moto dall’accelerazione
4. Si applicano le condizioni iniziali
m
1 2
v y (t ) g t v0 y e y (t ) g t v0 y t y0
2
Esempio del proiettile: -gm
-gm -gm
Fx 0 a x 0 ; x(0) x0 , y (0) y0 ; vx (0) v0 x , v y (0) v0 y
1
vx (t ) a x t v0 x v0 x x(t ) a x t 2 vx 0 t x0 v0 x t x0
2
-gm
1 1 -gm
v y (t ) a y t v0 y g t v0 y y (t ) a y t 2 v0 y t y0 g t 2 v0 y t y0
g
2 2
-gm -gm
-gm
Attenzione: le formule della traiettoria, della gittata e del punto più alto
non sono formule generali, valgono solo nelle condizioni indicate sopra:
in particolare esse presuppongono che: P(0)=0 e che yfinale = y(0) = 0
Carlo Pagani & Flavia Groppi 4 Fisica x Informatica – Lez. 5 - 2011-12
Esercizio sul moto parabolico
In figura è rappresentato un proiettile lanciato verso un terrapieno di altezza h con velocità
iniziale v0 = 42.0 m/s e angolo di lancio 0 = 60° sopra il piano orizzontale. Il proiettile cade nel
punto A, 5 s dopo il lancio. Calcolare: a) l’altezza del terrapieno, b) la velocità del proiettile
all’impatto, c) la massima altezza, H, che esso ha raggiunto sopra il livello del terreno. Si
trascuri la resistenza dell’aria.
I dati del problema sono: y
x0 = y0 = 0 tf = 5 s 0 = 60°
v0.x= 42.0 cos(0) = 21.0 m/s v
v0.y= 42.0 sin(0) = 36.4 m/s
x
y(tf )= h ?
Utilizzando le equazioni di pagina precedente, calcolo i valori di x(t) e y(t) all’istante t = tf
vx (t f ) v0, x x(t f ) v0, x t f 21 5m 105 m
1 9.83 2
v y (t f ) a y t f v0, y g t f v0, y y (t f ) g t f 2 v0, y t f h 5 36.4 5 59.1 m
2 2
Per calcolare il valore di H notiamo che il proiettile raggiunge la quota massima quando la
sua velocità verticale si annulla per passare da ascendente (vy > 0) a discendente (vy < 0).
Calcolo quindi il valore di tH al quale vy = 0 e poi sostituisco il valore trovato nella y (t) poiché H
= y (tH) v0, y 36.4m s -1
v y (t H ) g t H v0, y 0 t H
g 3.70 s
9.83 m s -2
1
2
1
2
H y (t H ) gt 2f v0, y t f 9.83 ms 2 3.7 s 36.4ms 3.7s 67.4 m
2 2 1
F m a m 2 x k x ; k m 2
Dunque il classico sistema massa-molla è caratterizzato da un moto
armonico semplice e lineare per cui vale:
k
– Pulsazione
m
m
– Periodo T 2
k
g 2
0 sin t 0 sin t ; T
L
2
L g
Carlo Pagani & Flavia Groppi 9 Fisica x Informatica – Lez. 5 - 2011-12
Gravitazione
Newton per primo mise in relazione la forza che attira gli oggetti alla superficie
terrestre con la forza che vincola i corpi celesti e formulò qualitativamente la legge
di gravitazione universale:
4 2
3
T
2
r
G M Sole
Carlo Pagani & Flavia Groppi 13 Fisica x Informatica – Lez. 5 - 2011-12
Il centro di massa - 1
Il centro di massa di un corpo o di un sistema di corpi è il punto che
si muove come se vi fosse concentrata tutta la massa e vi agissero
tutte le forze esterne
n
M mi
i 1
1 n a 3
rcdm ii
M i 1
m r r1 0 i 0 j r2 a i 0 j
r1 i
2 2
aj
150 m2 75 m3 130 m3
rcdm xcdm i ycdm j i j 83.3 i 57.7 j cm
M M
vale che:
dP
Frisult . 0 0
dt
Esempio: Un disco esplode al centro in tre pezzi che si muovono senza attrito su un
piano. Determinare la velocità di un pezzo note le direzioni delle velocità, la suddivisione
della massa e una delle velocità delle parti
Dati: MA=0.5M MB=0.2M MC=0.3M vC = 5 m/s vB ? vA ?
Il sistema è chiuso e vale la conservazione della quantità di
moto => Pf = Pi = 0.
Px = - MA vA + MC vC cos(80°) + MB vB cos(50°) = 0
Py = 0 + MC vC sin(80°) - MB vB sin(50°) = 0 =>
MB vB = MC vC sin(80°)/sin(50°) => vB = 1.5 vC sin(80°)/sin(50°) =
dp F t dt dp F t dt
p1 t1
t2
J F t dt definizione di impulso
t1
teorema dell’impulso
p p 2 p1 J
3-3 : In un bar, un avventore lancia lungo il banco un boccale di birra vuoto perché sia
riempito. IL barista non lo intercetta e il boccale cade alla distanza di 1.40 m dal banco.
Sapendo che l’altezza del banco è h=0.860 calcolare: a) la velocità vettoriale del boccale
al momento del distacco, b) la velocità vettoriale del bicchiere appena prima dell’impatto.
[ vo=(3.34 i + 0 j) m/s ; vf =(3.34 i – 4.11 j) m/s ]
3-4 : Un calciatore calcia il pallone ad una distanza di 36.0 m dalla porta, la cui traversa è
alta 3.05 m. Il pallone lascia il suolo con un angolo di 53.0° rispetto all’orizzontale e
velocità di 20 m/s. Sulla base dei dati si determini: a) a che distanza il pallone passa
sopra o sotto la traversa [ + 0.89 m, sopra ]; b) se il passaggio in prossimità della traversa
avviene in fase ascendente o discendente [in fase discendente] .
3-12 : Uno sciatore lascia la rampa di salto con una velocità di 10.0 m/s a 15° al di sopra
dell’orizzontale. Sapendo che dopo il salto la pista procede con inclinazione pari a -50°
rispetto all’orizzontale e trascurando l’attrito dell’aria calcolare: a) la distanza alla quale
atterra il saltatore sulla discesa [ vo=(9.66 i + 2.59 j) m/s ; df =43.2 m] , b) la velocità vettoriale
al momento dell’impatto [ tf = 2.88 s ; vf =(9.66 i – 25.6 j) m/s ],
8-2 : Una palla d’acciaio di 3.00 kg colpisce un muro verticale d’acciaio con una velocità
di 10.0 m/s che forma un angolo di 60° rispetto al piano del muro. Supponendo l’urto sia
perfettamente elastico e che il tempo in cui la palla resta in contatto con la superficie sia
di 0.200 s, determinare, in forma vettoriale, la forza media che la parete esercita sulla
palla nel periodo in cui le fornisce l’impulso. [ F = -260 i N ]
Carlo Pagani & Flavia Groppi 20 Fisica x Informatica – Lez. 5 - 2011-12
Esercizi Lezione 5 - continua
8-3 : Una lunga tavola di massa pari a 300 kg è ferma su una superficie ghiacciata sulla quale può
muoversi senza attrito. Sopra la tavola una ragazza di 45 kg inizia a camminare con velocità costante
pari a 1.5 m/s. Determinare la velocità relativa alla superficie del ghiaccio: a) della ragazza, b) della
tavola. [ vr = 1.15 i m/s, vt = - 0.346 i m/s ]
Un corpo di massa M = 1 kg viene lanciato all’inizio di un piano L= 6 m
inclinato di lunghezza L = 6 m che forma un angolo = 30° con
il piano orizzontale. Sapendo che l’attrito dinamico d = 0.2 e M = 1 kg
= 30°
che l’energia cinetica iniziale del corpo è Ek = 50 J, determinare:
a) la velocità del corpo al momento in cui abbandona il piano
inclinato [ 4.56 m/s ], b) il tempo trascorso da quando il corpo abbandona il piano inclinato al suo
impatto col suolo [1.048 s ], c) la distanza dal piano inclinato a cui cade il corpo [ 4.14 m] .
Un satellite artificiale terrestre percorre, a una quota di 105 m rispetto alla superficie terrestre, un’orbita
circolare di periodo uguale a 94 minuti e 32 secondi. Sapendo che il raggio medio terrestre è 6.38·106
m, si determinino: il raggio dell’orbita del satellite [R=6.48·106 m], la sua velocità tangenziale
[v=7.18·103 m/s], la sua velocità angolare [=1.11·10-3 rad/s], e l’accelerazione centripeta [ac=8.0 ms-2].
Un corpo di massa m =1000 g si trova alla base di un piano inclinato di 30° rispetto al piano orizzontale
e lungo 30 m. Il corpo parte con velocità iniziale v0 = 20 m/s, diretta lungo il piano e verso l’alto. Se il
piano è senza attrito, che velocità ha il corpo alla fine della sua corsa [vf =10.3 m/s] ? Se a tale
estremità si trova una molla di costante elastica k=15000 N/m, di quanto si comprime tale molla
[xm=8.4 cm] ? Ripetere l’esercizio supponendo che tra il piano e il corpo si eserciti una forza di attrito
dinamico caratterizzata da un coefficiente d = 0.1 [v’f =7.4 m/s , x’m=6.1 cm] .
FISICA
Lezione n. 6 (4 ore)
K = ½ m v2
2
Dunque: [ J ] [ kg m 2 ]
s
Alcuni esempi:
piccione in volo: m 1,0 kg ; v 2.0 m / s ; K 2 kg m 2 s 2 2 J
locomotiva: m 100 t 105 kg ; v 100 km / h 27,8 m / s ; K 3.9 107 kg m 2 s 2 3.9 107 J
…
protone di LHC: ≃ 1 10-6 J
…
fascio di protoni di LHC: ≃ 350 106 J !!
Carlo Pagani & Flavia Groppi 3 Fisica x Informatica – Lez. 6 - 2011-12
Lavoro
L’energia trasferita ad un corpo da una forza oppure da un altro corpo
tramite una forza è il lavoro L
2 2
K K K 0 L
Ovvero:
1
dK m d ( v 2 ) m v dv m ( v dt )(dv / dt ) m a dx F dx dL
2
• Il teorema è valido per un corpo puntiforme (appunto, particella), oppure
per un corpo esteso ma rigido.
• Il lavoro totale è la somma algebrica dei lavori svolti singolarmente da
ciascuna forza.
Carlo Pagani & Flavia Groppi 6 Fisica x Informatica – Lez. 6 - 2011-12
Lavoro nel caso generale
Nel caso più generale in cui ad una particella è applicata una
forza non costante, dunque variabile in modulo o direzione,
Il lavoro è espresso da un integrale di linea.
• Caso monodimensionale:
L j F j x ; F j valore medio di F nel j esimo x
xf
L lim( x0) F j x F ( x) dx
xi
• Caso bidimensionale:
– I vettori forza e spostamento variano entrambi
lungo una traiettoria l
l B
L F ds
l ( A ,B ) A
L
Potenza media: P
t
dL
Potenza istantanea: P F v
dt
W J
s
Attenzione, in questo ambito sono citate spesso anche altre grandezze:
• cavallo-vapore (CV): 1 CV = 735.5 W
• wattora (Wh): 1 Wh = (1 W) (3600 s) = 3.6 103 J
Il wattora è una misura di energia!
Carlo Pagani & Flavia Groppi 9 Fisica x Informatica – Lez. 6 - 2011-12
L’energia potenziale
L U F ( x)dx
xi
yf
U mg dy mg y 2 yf
yi mg y
yi E’ sempre possibile (e necessario)
U y mgy fissare una configurazione di
riferimento per il calcolo del potenziale:
• Energia potenziale elastica: ad essa poniamo Ui = 0
ed yi = 0 o xi = 0
xf
U ( kx ) dx 1 k x 2
xf
1 k x 2f 1 k xi2
2 xi 2 2
xi
U x 1 kx 2
2
Emecc K U
Ora, se è verificato che:
– Il sistema si può assumere come isolato, cioè non viene considerata alcuna
forza esterna al sistema
– Nel sistema agiscono solo forza conservative
vale il principio di conservazione dell’energia meccanica:
Mentre l’energia cinetica e potenziale, singolarmente,
possono variare la loro somma rimane invariata!
dK F dx dL dU dK dU dE 0
Dati due istanti qualsiasi del moto nel sistema in esame, 1 e 2, vale che:
Emecc,1 K1 U1 Emecc, 2 K 2 U 2
In particolare:
• la condizione di energia cinetica nulla
identifica il punto di inversione del moto
• un minimo nella curva di potenziale
(derivata prima nulla) identifica un
possibile punto di equilibrio del moto
5 0
Forza Peso
4 0
m = 1 kg
Energia Potenziale
3 0
2 0
g = 9.8 m/s2 U ( h ) mgh
1 0
-1 0
-2 0
-3 0
-4 -2 0 2 4 6
A lt e z z a
30 2
25
20
15
10
5
0
-5
-4 -2 0 2 4 6
A llu n g a m e n t o
U r
– E quindi per la funzione GM m
potenziale:
r
Carlo Pagani & Flavia Groppi 20 Fisica x Informatica – Lez. 6 - 2011-12
Indipendenza del cammino
Essendo il Lavoro dato dal prodotto scalare,
L F (r ) dr
0
dU (r ) d GM m GM m
F (r ) r r r
dr dr r r2
1 2 GM m
Etotale K U mv fuga 0
2 R
2G M
v fuga
R
– L’ energia potenziale:
U t k x k xm cos 2 t
1 2 1 2
2 2
– L’energia cinetica:
E t U t K t
1 2 1 1
k xm m vm2 m 2 xm2
2 2 2
6-6: Una cassa di 40.0 kg inizialmente ferma viene spinta per 5.00 m lungo un pavimento
orizzontale scabro con una forza costante orizzontale di 130 N. Se il coefficiente di attrito
dinamico tra cassa e pavimento è d=0.300, determinare: a) il lavoro compiuto dalla forza
applicata, b) l’energia dissipata per attrito. c) il lavoro compiuto dalla forza normale, d) il
lavoro compiuto dalla gravità, e) la variazione dell’energia cinetica della cassa e f) la
velocità finale della cassa. [ a) 650 J, b) 588 J, c) 0, d) 0, e) 62 J, f) 1.76 m/s ]
7-1 (modificato): Una sferetta di massa M = 10.0 g scivola senza
attrito lungo la guida mostrata in figura. Se la sferetta viene
lasciata andare da un’altezza h = 50 cm, si determini la sua h
A
velocità nella posizione A. [ vA = 3.13 m/s ]
7-6: Un blocco di 5.00 kg viene fatto salire lungo un piano inclinato
(vedi figura) con una velocità iniziale vi = 8.00 m/s. Il blocco si ferma 3m
dopo aver percorso 3.00 m lungo il piano. Determinare: a) la varia-
vi
zione di K, b) la variazione di U, c) la forza di attrito, considerata
costante, d) il coefficiente di attrito dinamico d. [ a) K = - 160 J,
b) U = 73.5 J, c) Fd = 28.8 N, d) d = 0.679 ] 30.0 °
A
h= 3m
x=0.300 m
B BC = 3 m C
FISICA
Lezione n. 7 (4 ore)
F
p
A
pA p0 A g A h p p0 g h
Dove p è la pressione esercitata dal fluido, p0 la
pressione atmosferica esercitata sul cilindro se d = 0.
La pressione in un liquido aumenta linearmente con la
profondità h dentro il liquido. La pressione è la stessa in
tutti i punti che hanno la stessa profondità e questo
risultato è indipendentemente dalla forma del
contenitore: Legge di Stevino
Carlo Pagani & Flavia Groppi 5 Fisica x Informatica - Lez 7 - 2011/12
Legge di Pascal
Sulla base del risultato ottenuto, si può enunciare la legge di Pascal: ogni
variazione di pressione applicata ad un fluido chiuso è trasmessa
integralmente in ogni punto del fluido e alle pareti del contenitore.
Un’importante applicazione della legge di Pascal è la pressa idraulica..
F B M og g ( fl og ) Vog g
Se l’oggetto ha densità minore di
quella del liquido la forza risultante è
positiva e l’oggetto accelera verso
l’alto, se l’oggetto ha densità maggiore
del fluido la forza risultante è negativa
e l’oggetto affonda.
og Vfl
fl Vog
A1 x1 A2 x2
A1 v1 A2 v2 Q
A1 x1 A2 x2
t t
Equazione di continuità dei
fluidi: il prodotto dell’area e della
velocità del fluido, in tutti i punti
di un tubo è costante. Tale
prodotto è detto portata, Q
Carlo Pagani & Flavia Groppi 13 Fisica x Informatica - Lez 7 - 2011/12
Teorema di Bernoulli
Quando un fluido si muove in una regione in cui la sua velocità e/o la sua
altezza al di sopra della superficie terrestre cambia, la pressione cambia.
Il teorema di Bernoulli mostra esplicitamente la dipendenza della
pressione dalla velocità e dall’altezza. Consideriamo il flusso di un fluido
ideale attraverso un tubo di sezione variabile in un intervallo di tempo t.
Viene svolto del lavoro sul sistema da parte del
fluido esterno che si trova in contatto con le due
estremità del fluido del sistema e quindi l’energia
cinetica e potenziale variano di conseguenza.
L’equazione di continuità dell’energia è:
K U W
Tra lo stato iniziale e finale varia solo x1 e x2
1 1
K ( m) v2 ( m) v12
2
U ( m) g y2 ( m)g y1
2 2
2 2
1 m 2 1 m 2 m m
( ) v2 ( ) v1 ( ) g y2 ( ) g y1 p1 p2
2 V 2 V V V
1 1
p1 v1 g y1 p2 v22 g y2
2
2 2
1 2
p v g y cost
2
Teorema di Bernoulli applicato ad un fluido ideale
dice che la somma della pressione, dell’energia
cinetica per unità di volume e dell’energia potenziale
gravitazionale per unità di volume è costante per tutti
i punti di una linea di corrente:
Carlo Pagani & Flavia Groppi 15 Fisica x Informatica - Lez 7 - 2011/12
Teorema di Bernoulli - 3
1 2 p v2
p v g y cost y cost hp ha hg cost
2 g 2g
L’ultima relazione esprime la seconda avendo dato dei nomi ai suoi 3
termini che hanno le dimensioni di y, cioè di una lunghezza. In particolare
hp p g altezza piezometrica, indica quanto deve essere alta una
colonna del fluido in oggetto per produrre la pressione p sul fondo;
ha v 2 g altezza d’arresto, ovvero l’altezza cui giunge un corpo lanciato
2
vd
RN
15-2: Una donna di 50.0 kg sta in equilibrio su un tacco di una coppia di tacchi a spillo. Sapendo che il
tacco è circolare e ha raggio R = 0.500 cm, determinare la pressione che esercita sul pavimento, in
Pa e in atm. [ p=6,24 MPa = 61.6 atm]
15-3: Una molla di un misuratore di pressione relativa ha una costante elastica di 104 N/m e il pistone
sul quale si esercita la pressione da misurare ha il diametro D=2.00 cm. Determinare la profondità in
acqua alla quale va immerso il misuratore perché la molla risulti compressa di 5.00 mm. [ h=16.2 m ]
15.4: Calcolare l’area minima di contatto di una ventosa circolare completamente svuotata d’aria in
grado di sostenere il peso di una persona di 80 kg. [ A=77.4 cm2 ]
15-5: Pascal fece una copia del barometro di Torricelli utilizzando vino rosso di Bordeaux (b=984
kg/m3) al posto del mercurio (Hg=13.6 103 kg/m3). Determinare l’altezza della colonna di vino che fu
necessaria per equilibrare la pressione atmosferica. [ h=10.5 m ]
15-6: Una pallina da ping-pong ha un diametro di 3.80 cm e una densità media di 8.40·10-2 g/cm3.
Deteminate la forza necessaria per tenerla completamente immersa nell’acqua. [ F=0.258 N ]
15-7: Un cubo di legno di 20.0 cm di lato con una densità di 0.65 kg/dm3 galleggia sull’acqua.
Determinare a) la distanza tra la faccia superiore del cubo e il pelo dell’acqua, b) il volume di ferro
(Fe=7.8·103 kg/m3) che bisogna appoggiare sopra il cubo affinché la sua faccia superiore sia a livello
dell’acqua. [ h=7.00 cm , VFe=3.6·10-4 m3]
FISICA
Lezione n. 8 (4 ore)
Termologia, calorimetria e
1° principio della termodinamica
Carlo Pagani (A-G) & Flavia Maria Groppi (H-Z)
Dipartimento di Fisica – Laboratorio LASA
Via F.lli Cervi 201, 20090 Segrate (Milano)
web page: http://wwwsrf.mi.infn.it/Members/pagani
e-mail: flavia.groppi@unimi.it & carlo.pagani@unimi.it
Termodinamica: introduzione
Abbiamo visto che, in presenza di sole forze conservative, si ha la
conservazione dell’energia meccanica:
K + U = Costante.
Nella realtà però si hanno quasi sempre anche forze non conservative (p.
es. attriti). Quindi, se si vuole mantenere un corpo in movimento, si deve
compiere del lavoro. Per esempio fornire energia con un motore per
mantenere la velocità costante.
Calore
Combustibile Lavoro
(fluido caldo)
La temperatura si misura in gradi Kelvin [K]. La scala dei gradi Kelvin parte da 0
in corrispondenza di quello che è chiamato lo zero assoluto.
Lo zero assoluto è la temperatura alla quale l’energia cinetica associata al
movimento degli atomi (molecole) è nulla.
La scala delle temperature in gradi Kelvin è definita prendendo come valore zero
lo zero assoluto, ed assegnando il valore 273.15 K alla temperatura del punto
triplo dell’acqua (coesistenza in equilibrio degli stati solido liquido e gassoso), che
rappresenta lo zero della scala dei gradi centigradi (Celsius).
Usando il sistema SI, il calore va espresso in joule, come ogni altra forma di
energia. Una unità di misura molto diffusa del calore è la caloria [cal].
1 cal = la quantità di calore (energia) necessaria per innalzare la temperatura di 1 g di
acqua pura da 14.5 °C a 15.5 °C. Molto usata la chilocaloria: 1 Cal = 1000 cal
Nel caso del volume, per i materiali “isotropi” (cioè che hanno le stessa
proprietà indipendentemente dalla direzione), si ha una legge analoga e il
coefficiente di dilatazione volumica = 3 (poiché << 1)
V/V = T
Carlo Pagani & Flavia Groppi 7 Fisica x Informatica – Lez. 8 - 2011/12
Dilatazione termica nei solidi - 2
I calori specifici delle sostanze in tabella hanno valori molto differenti. Se guardiamo invece l’ultima
colonna, che riporta i calori specifici molari, i valori sono molto simili.
Da un punto di vista termodinamico, statistico, il comportamento di sistema non dipende tanto dalla
sua massa ma piuttosto dal numero di componenti elementari (atomi o molecole) di cui il sistema è
composto. Questa unità di misura è detta mole [ mol ]. La mole è una delle 7 unità di misura fondamentali
del sistema internazionale SI.
1 mol = l’insieme di “costituenti elementari” (building blocks) pari al numero degli atomi di 12C
Nella Tavola periodica gli elementi sono ordinati secondo il numero atomico Z. Il
numero di massa A (neutroni+protoni nel nucleo) è una prima stima del peso
atomico. Per l’idrogeno è circa 1. Per parecchi elementi leggeri è circa il doppio
del numero atomico. Il carbonio ha Z=6, e A=12.
6 x 12 + 1 x 14 = 86 !
Nota: durante il passaggio di stato, la temperatura del sistema rimane costante in quanto l’apporto di
calore è assorbito dal calore latente, alla temperatura di equilibrio.
Sistema
Si definisce sistema l’insieme dei corpi che si sta studiando.
Ambiente
Si definisce ambiente tutto ciò che non appartiene al sistema.
Funzione di stato
Si definisce funzione di stato del sistema una osservabile il cui valore dipende solo dallo
stato in cui si trova il sistema e non dalle modalità con cui è stato raggiunto.
Equilibrio Termico
Due sistemi sono detti in equilibrio termico se, quando sono portati a contatto termico, è
nulla la quantità totale di energia termica che si trasmette (→ Legge zero)
FISICA
Lezione n. 9 (4 ore)
Trasformazioni termodinamiche,
legge dei gas perfetti e teoria cinetica
i V
R = k NA
NA = numero di Avogadro = 6.02 · 1023 [mol-1]
k = costante di Boltzmann = 1.38 · 10-23 [J/K]
Carlo Pagani & Flavia Groppi 6 Fisica x Informatica - Lez. 9 - 2011/12
Note sulla legge dei gas perfetti
Si può esprimere utilizzando k e N= n·NA (N è quindi il numero di
molecole di cui è composto il sistema termodinamico in oggetto) e si ottiene
pV=NkT
In una trasformazione isoterma (T = costante) si ha, quindi:
p V = n R T = cost ⇒ p V = cost
Notiamo che in una trasformazione isoterma
è necessario uno scambio di energia con l’ambiente
esterno. Infatti se il sistema si espande da Vi a
Vf > Vi , esso compie un lavoro che, a T = cost,
deve essere compensato da un apporto
esterno di energia: Eint = 0 = Q – L
In una trasformazione isocora (V = costante) si ha
V = (n R T)/p = cost ⇒ (n R T)/p = cost
In una trasformazione isobara (p = costante) si ha
p = (n R T)/V = cost ⇒ (n R T)/V = cost
Carlo Pagani & Flavia Groppi 7 Fisica x Informatica - Lez. 9 - 2011/12
Esercizio: Lavoro isoterma
Una mole di ossigeno O2 (supposto gas ideale) si espande a temperatura
ambiente di 310 K da un volume Vi di 12 litri a un volume Vf di 19 litri. Determinare
il lavoro svolto dal gas e la quantità di energia termica che l’ambiente deve fornire
al sistema perché la trasformazione risulti isoterma. Ricordiamo che la trasformazione
deve essere sufficientemente lenta !
Il lavoro si ottiene integrando la pressione rispetto
al volume del gas:
Vf
L p dV ma p V n R T costante
Vi
1 1 pi = 21.5 bar
p n RT costante
V V pf = 13.6 bar
Vf 1 V f dV
L (nRT ) dV nRT
Vi V Vi V
Vf
L nRT ln V Vif nRT ln
V
Vi
19
1mol 8.31 J mol 1 K 1 310K ln 1180 J
12
Nella Figura la linea verde rappresenta nel diagramma pV la
trasformazione isoterma. Il lavoro compiuto dal gas durante
l’espansione è rappresentato dall’area colorata sottesa
dall’isoterma tra i punti Vi e Vf:
Il calore apportato dal mondo esterno al sistema durante la
trasformazione deve compensare il lavoro svolto.
Eint = 0 = Q – L ⇒ Q = L = 1180 J = 0.28 kcal = 0.28 Cal
Carlo Pagani & Flavia Groppi 8 Fisica x Informatica - Lez. 9 - 2011/12
Teoria cinetica dei gas - I
Supponiamo che un gas ideale sia confinato entro un
recipiente cubico di lato L.
Dato il gran numero di molecole possiamo supporre che il loro
comportamento sia puramente statistico. La velocità media v è data dalla
relazione: v vx v y vz e i valori medi delle componenti della velocità
2 2 2 2
3
K kT Questa è, nel caso del gas ideale, l’energia interna per
2 molecola monoatomica!
L’aria è una miscela di azoto (N2’ (M(N2) = 28.0 u)) ossigeno (O2, (M(O2) =
32.0 u)) ed argon (Ar, (M(Ar) = 39.9 u)). Alla temperatura di 20 °C (293 K)
la velocità quadratica media di ciascun gas sarà:
Eint 32 n R T CV 32 R Eint n CV T
C p CV R
CV C p R C p CV R
Nota: questa previsione teorica concorda molto bene con i dati sperimentali
Carlo Pagani & Flavia Groppi 14 Fisica x Informatica - Lez. 9 - 2011/12
Trasformazioni adiabatiche - I
Grazie alla legge del gas ideale possiamo rappresentare le principali
trasformazioni subite dal gas sul piano p-V:
• Trasformazione isoterma: pV = costante, iperbole
pV costante
Cp
piVi p f V f ;
CV
Carlo Pagani & Flavia Groppi 15 Fisica x Informatica - Lez. 9 - 2011/12
Trasformazioni adiabatiche - II
Il fatto che nelle trasformazioni adiabatiche valga la relazione:
Cp
pV costante CV
5/3 = 1.67 per gas mono-atomico
7/5 = 1.40 per gas bi-atomico
16-8: Dato un sistema termodinamico formato dal gas elio contenuto in un pallone del
diametro di 30.0 cm, alla temperatura di 20 °C e alla pressione di 1 atm, determinare: a)
da quante moli di gas elio è composto il sistema, b) da quanti atomi, c) la massa dell’elio,
d) la massa di un atomo di elio, e) il valore dell’energia cinetica media degli atomi. f) il
valore della velocità quadratica media degli atomi. Il valore della massa atomica dell’elio è
M = 4.00 g/mol. [ V = 1.41 x 10-2 m3, a) n = 0.588 mol, b) N = 3.54 x 1023, c) 2.35 g, d) 6.65 x 10-27
kg, e) 6.07 x 10-21 J, f) 1.35 x 103 m/s ]
17-6: Un gas ideale inizialmente a 300 K è sottoposto a una trasformazione isobara alla
pressione di 2.50 kPa. Se durante la trasformazione il gas aumenta il suo volume da 1.00
m3 a 3.00 m3 e riceve una quantità di calore Q=12.5 kJ, determinare: a) la variazione
dell’energia interna, b) la temperatura finale del gas [ Eint = 7500 J, Tf = 900 K ]
FISICA
Lezione n. 10 (4 ore)
k
1
8.99 10
9 N m2
con N kg m s 2
4 0 C2
Carlo Pagani & Flavia Groppi 4 Fisica x Informatica - Lez. 10 - 2011-12
Concetti e formule fondamentali
Alcune concetti fondamentali:
La quantità di carica elettrica Q in transito nell’intervallo di tempo t è
detta corrente elettrica. L’unità SI della corrente è l’ampere [A].
dQ Q [C ]
i lim [ A] 1 C 1 A 1 s
dt t 0 t [ s]
La costante elettrostatica è determinata dall’espressione:
1 C2
k 0 8.85 10 12
costante dielettrica del vuoto
4 0 N m 2
Coppia di cariche di
Singola carica Coppia di cariche segno opposto:
negativa. positive dipolo elettrico
z z
2 2
Che può essere riscritta come:
q d
2
d
2
E 2
1 1
4 0 z 2 z 2 z
Carlo Pagani & Flavia Groppi 16 Fisica x Informatica - Lez. 10 - 2011-12
Il potenziale elettrico
L’energia potenziale di una carica dipende dal valore della carica stessa,
invece l’energia potenziale per unità di carica ne è indipendente. Essa
viene chiamata potenziale elettrico ed è dunque data da:
U Uf U i U L
V e V V f Vi
q q q q q
1 J
– Il potenziale V(x,y,z) è un campo scalare, la sua unità di misura 1 V
SI è il volt [V] = [J]/[C] = [J]/[A·s], ricordando che 1C=1A·1s 1 C
q 1 q 1 1 q
4 0 R r 2
dr
4 0 r
4 0 R
R
1
q
Quindi, in generale: V (r )
4 0 r
E, per un insieme di n cariche puntiformi:
n n
1 qi
V (r ) Vi
i 1 4 0 i 1 ri
Carlo Pagani & Flavia Groppi 19 Fisica x Informatica - Lez. 10 - 2011-12
Calcolo del campo elettrico dato il potenziale
Percorrere il cammino inverso, ovvero determinare il campo elettrico E noto il
potenziale V(x,y,z) nello spazio, richiede una derivazione.
Vale sempre che il campo elettrico è perpendicolare alla superficie equipotenziale
passante per P(x0,y0,z0).
Elettrostatica Gravitazione
q1 q2 kg m m1m2 kg m
Forza F k N Forza F G N
r2 s2 r2 s2
N m2 11 N m2
Costante k 8.99 10 9
Costante G 6.67 10
C2 kg 2
F qE F ma
N m 2 kg m 3 s 2 1
[k ] kg m 3 4
s A 2
k 0 8.854 10 12
C2 ( A s) 2 4 0
C2 ( A s) 2
[ 0 ] kg 1
m 3
s 4
A 2
N m 2 kg m 3 s 2
20.4: Dimostrare che la quantità di lavoro L necessario per mettere insieme quattro
cariche puntiformi identiche di grandezza Q ai vertici di un quadrato di lato a è dato da:
L = 5.41·k·Q2 / a. Calcolare il lavoro necessario nel caso in cui sia Q=1C e a=1m
[ 4.9 · 10-2 J ]
Date 2 cariche puntiformi Q1=1C e Q2 =-1C giacciono su un piano nelle posizioni P1
(1,2) e P2 (-1,-2). Sapendo che tutte le coordinate sono espresse in metri, calcolare: a) il
vettore campo elettrico, b) il potenziale, prodotti dalle 2 cariche nel punto P(1,0).
[E (1,0) = - (0.80 i + 3.05 j ) V/m ; V (1,0) = 1.30 ·103 V ]
In una certa regione di spazio il potenziale elettrico è dato da V = 5x – 3x2y + 2yz2.
Determinare: a) le espressioni delle componenti del campo elettrico E, in funzione di x, y,
z, b) il modulo di E nel punto P(1, 0, -2). [ a) E = -V, Ex = -5 + 6xy, Ey = 3x2 – 2z2, Ez = -4yz ; b)
E(1,0,-2) = 7.07 N/C ]
FISICA
Lezione n. 11 (4 ore)
Condensatore cilindrico:
– Cilindro di lunghezza L costituito da due
cilindri coassiali di raggio a e b:
L
C 2 0
ln b a
Condensatore sferico:
– Due gusci sferici concentrici di raggio a e b, uno
dentro l’altro:
ab
C 4 0
ba
Sfera isolata:
– Di raggio R, si assume che il piatto mancante sia all’infinito: C 4 0 R
n
q q1 q2 q3 C1 C2 C3 V Ceq C j
j 1
Condensatori in serie:
– Ciascun condensatore ha la stessa carica q
– La differenza di potenziale totale V è la somma
1 1 1
V V1 V2 V3 q
C1 C2 C3
n
1 1
Ceq j 1 C j
Carlo Pagani & Flavia Groppi 5 Fisica x Informatica - Lez. 11 - 2011-12
Esempio: carica, scarica, energia
La carica di un condensatore richiede del lavoro:
Un condensatore C scarico una volta connesso ad
una batteria vede il suo potenziale crescere fino
al valore della batteria V. Allora il trasferimento
della carica q sulle armature sarà completo.
In queste condizioni il condensatore possiede
un’energia accumulata, ovvero un’energia potenziale, pari a:
q
2 dL Vdq dq
q 1 C
U CV 2 q q2
2C 2 L dL dq
C 2C
Si assume che il condensatore mantenga invariata indefinitamente nel
tempo sia la sua energia che il suo potenziale fino a che non venga
connesso ad un circuito di scarica.
; i A ampere
dq C
i
dt s
La corrente è una quantità scalare anche se ad essa si assegna un verso di
scorrimento: si tratta della direzione nella quale si muoverebbero delle cariche
positive sottoposte alla stessa differenza di potenziale:
– Fisicamente nei conduttori le cariche mobili sono negative e dunque esse si muovono
in effetti in verso contrario alla corrente !
Carlo Pagani & Flavia Groppi 7 Fisica x Informatica - Lez. 11 - 2011-12
Densità di corrente, velocità di deriva
Dato un conduttore
di sezione trasversale S, definiamo il modulo della densità
di corrente j come: i
j
A
j
S m2
Microscopicamente possiamo immaginare che all’interno di un tratto di
conduttore, di lunghezza L ed area S, n cariche (convenzionalmente positive)
per unità di volume scorrano con una velocità vd .
– vd è molto minore della reale velocità con cui si spostano le cariche nel loro moto
casuale (10-4 contro 106 m/s!).
– vd è detta velocità di deriva o di migrazione.
Possiamo quindi ricavare:
– Carica totale: q n S L e
– Tempo di transito: tL
vd S
– Corrente: i q n S e vd
t
– Quindi il vettore densità di carica ha la
direzione della velocità vd ed è dato da:
i vd
j n e vd
S vd
Carlo Pagani & Flavia Groppi 8 Fisica x Informatica - Lez. 11 - 2011-12
Resistenza e resistività
Applicando la medesima differenza di potenziale V a campioni geometricamente
simili di materiale differente, otteniamo correnti i diverse
Un semplice modello di questo comportamento è dato in funzione della resistenza
elettrica. Essa è definita come: def .
V V
R ; [ R] ohm
i A
Un elemento conduttore la cui funzione sia quella di fornire un dato valore di
resistenza elettrica è detto resistore ed è rappresentato con un simbolo circuitale:
R
– Quest’ultima relazione definisce invece la potenza resistiva
V V1 V2 V3 R1 R2 R3 i
n
Req R j
j 1
Resistori in parallelo:
– Ciascun resistore vede la medesima differenza di potenziale E
– La corrente è data dalla somma delle correnti
1 1 1
i i1 i2 i3 E
R1 R2 R3
n
1 1
Req j 1 R j
Carlo Pagani & Flavia Groppi 13 Fisica x Informatica - Lez. 11 - 2011-12
Circuiti a più maglie
Due semplici leggi, dette leggi di Kirchhoff, semplificano la risoluzione
di ogni circuito elettrico sia esso composto da una o più maglie:
I - Legge dei nodi: la somma delle correnti che entrano in un nodo deve
essere pari alla somma delle correnti che escono dal nodo stesso.
– è fondamentale mantenere sempre la stessa convenzione di segno
tra correnti entranti ed uscenti dal nodo
– Ad esempio, il circuito in figura:
• è costituito da 3 maglie (badb,bcdb,badcb), 3 rami (bad,bcd,bd)
e 2 nodi (b,d)
• Vale che:
nodo
ij 0
b(d )
; i1 i 3 i 2
Un filo con resistenza pari a 5 viene stirato uniformemente fino a raggiungere una
lungezza doppia di quella iniziale. Determinare la nuova resistenza del filo ipotizzando
che la resistività e la densità del materiale restino inalterate [ R = 20 ]
FISICA
Lezione n. 12 (4 ore)
Campo magnetico e forza di Lorentz
Induzione elettromagnetica
… ma anche repulsiva
Gli estremi di due pezzi di
magnetite si attraggono o si
respingono
Non è possibile costruire un magnete che sia solo attratto o solo respinto da un
altro magnete: nonostante lo si ricerchi tuttora, il monopolo magnetico non
esiste
L’elemento più semplice che genera un campo magnetico è quindi una sbarretta
di dimensioni infinitesime (o in prima approssimazione un ago magnetizzato)
Dipolo Magnetico
Si definisce dipolo magnetico la sorgente più semplice di campo magnetico. Il
dipolo magnetico è l’equivalente del dipolo elettrico
-
Dipolo Dipolo
+ Elettrico Magnetico
Carlo Pagani & Flavia Groppi 3 Fisica x Informatica – Lez. 12 - 2011-12
Campo Magnetico, B
In analogia a quello che si è fatto nel caso gravitazionale ed elettrostatico, si
ipotizza quindi la presenza di un campo magnetico generato dalla terra o da
una calamita responsabile delle forze e/o rotazioni osservate sperimentalmente
Nota: diversamente che nel caso elettrico o gravitazionale, non partiamo
neanche più dalla forza, ma direttamente dal campo. A partire dal campo verrà
trovata la forza
Dipolo Magnetico
1 N 1 N
1 T
1 C 1 m s 1
1 A s 1 m s
1
T N m 1 A1
Considerazioni importanti:
• La forza è ortogonale sia al filo (che determina la direzione della velocità di deriva,
vd, delle cariche) che al campo B
• Il verso della forza segue la regola della mano destra, essendo il risultato di
un prodotto vettore
• Il campo B non compie lavoro sulle particelle cariche che portano la corrente
in quanto la forza da esso prodotta è sempre perpendicolare alla loro velocità
s
e
qB
c cost B cost
m
mv v
r v Ciclotrone
q B c
Quando la velocità delle particelle si approssima alla velocità della luce, che
non può essere superata, l’aumento della loro energia avviene attraverso
l’aumento della loro massa. Poiché l’energia è molto grande, e di conseguenza
r deve essere molto grande, si utilizza il sincrotrone in cui le particelle sono
mantenute a raggio costante e, all’aumentare della loro energia, si aumenta il
valore del campo di guida B in modo che sia sempre proporzionale alla quantità
di moto. Le relazioni di riferimento sono:
mv
r cost B m v Sincrotrone
qB
Carlo Pagani & Flavia Groppi 12 Fisica x Informatica – Lez. 12 - 2011-12
Forza su un filo percorso da corrente
Se un filo percorso da corrente è immerso in un campo B ortogonale al filo, il
filo è soggetto ad una forza di Lorentz che è diretta ortogonalmente al filo e al
campo B. Il passaggio di corrente è schematizzato da n cariche elementari per
unità di volume (positive e di carica e) che si muovono con velocità di deriva vd ,
nella direzione del filo. Le relazioni per un filo lungo L sono:
i vd
vd
J n e vd i J A A n e vd
A vd vd
q n e A L q vd J ( A L)
F ( A L) J B i L B F i B sin L
Considerazioni:
• L’angolo è, come sempre, l’angolo tra la velocità e il campo
magnetico.
• La direzione di vd è data dal filo, il suo verso è conforme con la
corrente, supposta come sempre prodotta da cariche positive.
Gli elettroni si muovono nel verso opposto.
• La forza è proporzionale alla lunghezza del filo. Se un filo
rettilineo (infinito) è percorso da una corrente di 1 ampere ed è
posto in un campo di induzione magnetica B di 1 tesla, ad esso
perpendicolare, ogni metro di filo è soggetto ad una forza di 1
newton. B ortogonale al foglio e uscente
• La figura indica l’effetto al variare della direzione della corrente i.
Carlo Pagani & Flavia Groppi 13 Fisica x Informatica – Lez. 12 - 2011-12
Forza su una spira rettangolare
Si verifica facilmente che ogni lato di una spira rettangolare rigida
percorsa da corrente, quando la spira è immersa in un campo
magnetico costante è soggetta a delle forze. Consideriamo due casi:
Nota: il verso di tutte le forze è conforme alla regola della mano destra
Tutte le forze sono date dalla relazione F = i L x B
Carlo Pagani & Flavia Groppi 14 Fisica x Informatica – Lez. 12 - 2011-12
Induzione elettromagnetica
Finora abbiamo visto come una corrente produca un campo magnetico
Una nuova legge, quella di Faraday, mostra come un campo magnetico
sotto date condizioni possa creare (o meglio, indurre) una corrente
n
(B ) (B n) A A B
(B ) (B n ) A 0
n
B
n
(B ) (B n ) A
B
( B ) A B cos
1 N 1 N
1 T
1 C 1 m s 1 1 A 1 m
T N m
1 1
A
N 2 N
Wb B d A m 1 Wb 1 1 m 2
spira A m A m
N m
Wb kg m 2 s 2 A1
A
Carlo Pagani & Flavia Groppi 17 Fisica x Informatica – Lez. 12 - 2011-12
Esempi di flusso attraverso una spira
Tirando la spira in figura con velocità costante v,
il flusso di B varia in modo lineare. Trascurando
il segno meno che sistemiamo poi, si ha:
d d
BA BLx f .e.m. ( BLx) BLv
dt dt
Se R è la resistenza del filo, la forza F1, la
corrente che circola nella spira e la potenza
dissipata saranno date rispettivamente da:
BLv B 2 L2 v 2
i Pel i R
2
R R
B 2 L2 v B 2 L2 v 2
F1 i L B i L B Pmec F1 v Pel
R R
La potenza meccanica utilizzata per muovere la spira è pari alla potenza elettrica
dissipata, come potenza termica, nel circuito elettrico formato dalla spira
La variazione del flusso genera una corrente che dissipa potenza. La potenza che
viene dissipata dalla spira è uguale alla potenza necessaria per muovere la spira
Se muoviamo la spira avanti e indietro alternativamente, nella spira scorrerà una
corrente che cambia alternativamente il verso: corrente alternata
d d
f .e.m. ( B) A B cos 0 t
dt dt
f .e.m. A B sin 0 t
22-11 - Una carica positiva q = 3.2 x 10-19 C si muove con velocità v = (2 i + 3 j – k) m/s attraverso una
regione dove esistono sia un campo magnetico uniforme B = (2 i + 4 j + k) T, che un campo elettrico
uniforme E = (4 i – j – 2 k) V/m. Determinare: a) la forza totale che agisce sulla carica in moto; b)
l’angolo che forma il vettore forza con l’asse x positivo. [ a): F = (3.52 i – 1.6 j) x 10-18 N , b): F • i = F cos =
Fx ⇒ = 24.4° ].
In un certo istante di tempo una particella con carica Q = 10-10 C e massa M = 1 g, si muove con
velocità v sotto l’azione di un campo magnetico B. Sapendo che v = (4 i + 3 j) m/s e B = (2 i + 1.5 j +
2.5 k ) T, determinate in forma vettoriale:
– a) la forza che agisce sulla particella; [ 10-10 ( 7.5 i – 10 j ) N ]
– b) l’accelerazione alla quale è soggetta la particella. [ 10-7 ( 7.5 i – 10 j ) m s-2 ]
– c) dalle proprietà del prodotto vettore ricavare l’angolo tra i due vettori [ 45°]
Scrivere, in forma vettoriale, l’equazione che definisce la forza magnetica in funzione della carica e
della velocità di una particella, oltre che del campo magnetico B in cui essa è immersa. Se ne deduca
una definizione delle unità di misura di B (Tesla) in funzione delle altre unità del sistema internazionale
[T = kg s-2 A-1] . Se Weber (Wb) è l’unità del flusso del campo magnetico, qual è la relazione fra Tesla
e Weber [Wb = T m2 = kg m2 s-2 A-1] ? E qual è l’equazione dimensionale che lega Tesla e Volt
[T = m-2 s V ; V = m2 s-1 T] ?
23-2 – Dati due cavi paralleli, distanti 1.20 m, collegati perpendicolarmente da una resistenza R=6.00
e immersi in un campo magnetico B = 2.50 T perpendicolare alla spira, calcolare la forza da
applicare ad una barretta conduttrice che li collega perché si muova ad una velocità costante v = 2.00
m/s. Calcolare inoltre la potenza dissipata dalla resistenza [ F = 3 N, P = 6 W]
Carlo Pagani & Flavia Groppi 21 Fisica x Informatica – Lez. 12 - 2011-12
23-4 - Un avvolgimento (bobina) di area 0.100 m2 ruota a 60 giri/s con l’asse di rotazione
perpendicolare a un campo magnetico uniforme di 0.200 T. Sapendo che la bobina ha 1000 spire si
determini: a) la tensione (f.e.m.) massima che viene indotta nell’avvolgimento, b) l’orientammento
dell’avvolgimento rispetto al campo magnetico nel momento in cui la f.e.m. indotta ha il valore
massimo. [a) f.e.m. = 7540 V, b) il piano della bobina è parallelo a B ]
Una bobina quadrata di lato l = 10 cm ruota a 50 giri/s con l’asse di rotazione centrato su due lati
opposti e perpendicolare a un campo magnetico uniforme di 0.200 T. Sapendo che la bobina ha 1000
spire e che la sua resistenza è R = 100 , si determini: a) la forza elettromotrice (f.e.m.) che viene
indotta nell’avvolgimento, b) la potenza meccanica di picco (cioè il valore massimo) necessaria per far
ruotare la bobila, trascurando gli attriti. [a) f.e.m. = 628 sin t V, = 314 s-1 , b) Pmec = Pel = 3.94 kW ]
Un filo percorso dalla corrente i = 10 A, è immerso in un campo magnetico uniforme B = (1.2 j) T per la
lunghezza l = 1.5 m. Sapendo che la corrente è diretta come l’asse x determinare, in forma vettoriale
la forza che agisce sul filo percorso da corrente. [ F = (18 k) N] .
Un filo percorso dalla corrente i = 10 A, è immerso in un campo magnetico uniforme B = (-0.5 i + 1.2 j)
T per la lunghezza L = 1.5 m. Sapendo che la corrente è diretta come l’asse x determinare, in forma
vettoriale la forza che agisce sul filo percorso da corrente. [ F = (18 k) N] .