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Fisica Lezione uno Lo scopo della fisica lo studio dei costituenti della materia e le loro interazioni.

. In particolare linquadramento dei fenomeni naturali e delle propriet della materia. Il campo dinteresse va dalle particelle subatomiche (fenomeni su una scala di 10^-15 m) fino ad ammassi galattici (materia su scala fina a 10^30m ). Quello che unisce queste diverse aree di studio che sono tutte descritte da quattro leggi fondamentali. Il tipo di approccio di questa scienza sperimentale, basata sugli esperimenti, ed fondata sul metodo scientifico. una scienza quantitativa ( per esprimere le sue leggi la fisica usa i linguaggio della matematica, alle grandezze associa dei numeri e alle relazioni tra grandezze fisiche associa equazioni matematiche). La fisica classica ( la fisica classica si riferisce a quellinsieme di fenomeni che non richiedono strumenti particolarmente sofisticati per essere studiati) si articola in diverse branche: Ottica : si occupa dei fenomeni legati alla visione della luce Acustica: si occupa dei fenomeni legati al suono e alla sua propagazione Termodinamica : si occupa dello scambio di calore che avviene tra i corpi Magnetismo Elettricit Meccanica, che si articola ancora in diverse branche fra le quali gravitazione e studio dei fluidi

Questa suddivisione ha ragioni storiche ma stata in buona parte superata ( sono state scoperte diverse relazioni : ottica, elettricit, magnetismo sono espressioni della legge sullelettromagnetismo; la termodinamica pu essere descritta in termini di meccanica statistica (riferita cio alle particelle). La fisica classica si sviluppata a partire dal 1500 fino a fine 1800. Allinizio del 900 vi sono state rivoluzioni di tipo scientifico/tecnologico che hanno portato alla nascita della fisica moderna: in condizioni estreme la natura si comporta in maniera differente ( per esempio su scale di lunghezza molto piccole, 10^-10m, non vale pi la fisica classica ma la meccanica quantistica, con caratteristiche proprieprincipio di indeterminazione, mentre su scale di velocit molto alte non vale pi la legge di relativit galineiana ma vale la legge della relativit speciale ( non possibile superare la velocit della luce e la velocit della luce ha lo stesso valore indipendentemente dal sistema di riferimento). Quando ci si allontana da queste condizioni queste correzioni alla fisica classica diventano sempre pi trascurabili. Costituenti di base della materia (ai fini del corso): atomi : Elettroni (e) m circa 10^-30 kg Protoni (p) mp circa 2000m Neutroni (n) mn circa mp Raggio del nucleo circa 10^-15 m q<0 q=-e qp>0 qp=+q qn=0 raggio dellatomo circa 10^-10m

Questo significa che la materia a livello microscopico discreta, non continua, ma a livello macroscopico ci appare continua. Viene allora da chiedersi che cosa sia ad unire la materia. Sono le interazioni fondamentali. Le interazioni sono forze di tipo attrattivo-repulsivo che i vari componenti della materia esercitano fra di loro fino a raggiungere la stabilit. Le interazioni sono da pensare come azioni a distanza ( la materia non continua) e non istantanee ( se lo fossero andrebbero in contrasto con la legge della relativit speciale) . Linterazione inoltre da pensare come mediata da un oggetto fisico: il campo

( oggetto fisico dotato di una sua energia e quantit di moto che si propaga ma invisibile, percepibile solo dagli oggetti carichi al suo interno che ne subiscono linfluenza e si mettono in moto per raggiungere lequilibrio mela di newton che subisce il campo gravitazionale. Le interazioni fondamentali sono quattro: Interazione nucleare forte : tiene uniti neutroni e protoni nel nucleo Interazione nucleare debole: responsabile del decadimento radioattivo Fenomeni legati allelettricit, magnetismo, ottica Fenomeni gravitazionali: responsabili della formazioni dei grandi sistemi

Ogni interazione associata ad una carica propria. Le prime due sono caratterizzate dallessere interazione a corto raggio ( sono interazioni estremamente intense allinterno del nucleo ma debolissime sopra 10^15m). La terza responsabile di tutte le propriet chimiche ma anche degli attriti. L interazione gravitazionale solo attrattiva mentre linterazione elettrica pu essere attrattiva o repulsiva. Lobbiettivo comprendere le interazioni, esprimerle a livello quantitativo e formulare leggi. La fisica ha potuto essere indagata in maniera scientifica a partire dal 1500 grazie al contributo di Galileo (1564-1642) che ha dato il metodo scientifico. La natura estremamente complessa, importante cercare di cogliere gli elementi fondamentali, semplificare. Il metodo scientifico si basa su : esperienza (osservazione della natura) induzione (estrapolazione delle informazioni importanti) formulazione leggi - - > (deduzione)- > previsioni sulla natura ( quelle che poi sono le verifiche sperimentali ). Il metodo scientifico si basa sulla riproducibilit e sulla creazione di modelli; lobbiettivo di pervenire a risultati oggettivi ( che diano informazioni di tipo quantitativo ). Diventa fondamentale il processo di misura : misurare : una procedura sperimentale per cui si confronta una certa quantit ( una grandezza fisica) con un campione standard di quella misura chiamato unit di misura . Si parla di una definizione operativa di grandezza fisica in quanto definisce il procedimento per misurarla. Grandezze fisiche fondamentali : quelle la cui misura si ottiene direttamente, per confronto con il campione (L,M,t). Grandezze fisiche derivate: sono le grandezze definite da relazioni funzionali con le grandezze fondamentali. Analisi dimensionale : verificare che abbia senso una relazione, non si possono sommare o eguagliare grandezze fisiche diverse. Es : a = v\t *a+ = *L t^-2+ *v\t+ = *L t^-2] Una buona unit di misura deve avere determinate propriet: essere determinata con la massima precisione possibile essere facilmente riproducibile non variare nel tempo

L : m ; M : Kg ; t : s ; queste unit di misura compongono il sistema MKS o sistema internazionale. Tutte le misure sono intrinsecamente caratterizzate dallincertezza : errori sistematici ( vanno a cambiare le misure sempre allo stesso modo) ed errori casuali ( che possono essere considerati una risorsa in quanto permettono di calcolare il valore medio e altre informazioni) . L a fisica non una scienza esatta ma fa stime ragionevoli sulle quantit che tratta. La prima cosa da fare stabilire un sistema di riferimento, distinguendo grandezze scalari e grandezze vettoriali ( hanno bisogno di un numero ma anche di una direzione e di un verso ).

Sistemi di coordinate Una direzione definita dellinsieme di tutte le rette parallele ad una retta data ( fascio ) Lungo una direzione posso identificare due versi , posso identificare in due diversi modi una relazione dordine. Nellesempio dato il verso dal basso verso lalto p precede q . Se stabilisco unorigine, prendo unasse ( retta orientata ) e ne definisco una unit di misura a questo punto ho un sistema di cordinate unidimensionale ( O,x,u), in cui la distanza di un punto dallorigine si dice positiva se segue lorigine, negativa se la precede rispetto al verso dellasse.

direzione

verso

sistema unid.

Per identificare un punto che si trova nel piano necessario avere due assi non parallele tra loro ( non necessariamente perpendicolari). Tracciate le assi si tracciano le parallele alle assi a partire dal punto in modo da identificarne le componenti.

esempio sistema bidimensionale conveniente scegliere come riferimento pluridimensionale il sistema cartesiano ortogonale (con asse y perpendicolare asse x ) del tipo (O,X,Y,u) . Questa costruzione si generalizza in modo indiretto allo spazio a tre dimensioni.

Per ottenere le coordinate di p proietto p sul piano xy, traccio le parallele agli assi x e y dal punto p e la parallela che passa per p su z

Altri sistemi di riferimento : coordinate polari. Nel piano: invece che alle proiezioni del punto guardo alla sua distanza dallorigine (r) e allangolo formato da r con lasse di riferimento. r per definizione una grandezza positiva. Come sono collegati i due sistemi? La risposta data dallapplicazione della trigonometria. La componente x data da rcos la componente t da rsin con r=op=(x^2 + y^2)^1\2 =xp=arctan y\x

Coordinate polari sferiche ( caso del mappamondo)

r=|op| = angolo formato da op con z 0 =xp 02 z=rcos x=rsencos y=rsensen |op|= rsen r=(x^2 + y^2 + z^2)^1\2 = actan y\x =arccos z\r

Coordinate polari cilindriche (,,z) =|op|0 r=|op|=(z^2 + ^2)^1\2 =xp0,2 x=cos y=sen

PRIMA ESERCITAZIONE Gli obbiettivi della fisica sono losservazione del mondo che ci circonda, la creazione di modelli e la messa in atto di esperimenti ( che mettono alla prova i modelli). Ogni grandezza fisica deve poter essere parametrizzata da un numero, una unit di misura e lincertezza/errore (questultima la quantit pi significativa). Per definire una grandezza fisica bisogna avere chiari in mente tre passaggi fondamentali : il numero di cifre significative dellincertezza deve essere pari a 1 ( 2 se approssimando tengo il 5) il numero di cifre significative della misura va accordato con lerrore trovato lunit di misura: Ogni volta che si hanno quantit polinomiali tutte le quantit devono essere omogenee.

Gli errori/incertezze sono di due tipi differenti : errori sistematici ed errori casuali. I primi sono errori determinati dal sistema, non possono essere modificati, sono errori introdotti dalla non perfezione dello strumento di misura ( ad esempio e uso un metro per misurare una lunghezza avr un errore al millimetro). I secondi, detti anche errori aleatori, non dipendono dal sistema ma sono determinati da uninfinit di fatti che non possiamo tener sotto controllo (ad esempio il tempo di reazione umano). Gli errori casuali vanno in due direzioni: possono essere per difetto o per eccesso. Se si fanno tante misurazioni il numero degli errori per difetto quasi eguaglia quello degli errori per eccesso, leffetto totale non potr mai essere uguale a 0 ma si possono ridurre questi errori tramite una trattazione statistica: gli errori si distribuiscono secondo la curva di gauss. In linea di principio si pu ottenere qualsiasi valore ma la probabilit di ottenere valori lontanissimi infinitamente piccola. La larghezza della curva indica la probabilit di ottenere determinati valori.

Media aritmedica: 1\N X;-(Ninfinito)

I valori ottenuti andranno posizionati su un istogramma: xmin= quantit pi piccola; xmax= quantit pi grande; =xmax-xmin; n<N n deve essere sufficientemente grande per avere un buon numero di suddivisioni ma non deve essere troppo grande o listogramma si appiattisce. Teoria centrale del limite: aumentando il numero di misurazioni le colonne si dispongono in modo da formare una curva gaussiana. Densit di probabilit : dP\dx = ni( numero di volte che ho ottenuto una misura)\Nx ( la densit di probabilit viene posta sullasse x) dP\dx=(1\2)e^-{[(x-)^2+\2^2} La probabilit di trovare una certa misura data dallarea della colonna relativa a quei valori. I passaggi fondamentali sono: determinare , determinare n, dare una regola per scegliere le colonne (ad esempio 6,5x7,5, stabilire cosa mettere in ordinata: numero di osservazioni, frequenza (f= ni\N), densit di probabilit (f\ x). Pu capitare che venga una curva gaussiana ma che a uno o tutti e due gli estremi presenti un picco: spesso indica un errore sistematico. s^2=(1 N-1) (xi-x)^2 s^2 si dice varianza una misura di variabilit di un fenomeno. La variabilit di un fenomeno lattitudine di quel fenomeno ad assumere modalit diverse (manifestazioni concrete del fenomeno). La varianza mi dice quanta differenza c tra le diverse modalit del fenomeno; in sintesi si pu dire che la varianza indica di quanto ci si sposta rispetto al valor medio

Lezione 2 Grandezze scalari: sono quelle grandezze per cui sufficiente un numero per identificarli (massa, temperatura,energia). Grandezze vettoriali: non sono descritte in modo completo da un numero, sono identificati da tre numeri: modulo o norma, che ne indica lintensit; direzione; verso. Un vettore pu essere rappresentato come una freccia che ha unorigine e una punta, la cui lunghezza ne rappresenta lintensit, linclinazione la direzione e la freccia il verso. Si definiscono vettori liberi quei vettori che possono essere spostati liberamente ma mantenendo la stessa lunghezza, direzione e verso. Si definiscono invece vettori applicati quei vettori che per essere definiti richiedono uninformazione in pi: il punto di applicazione. Sui vettori posso eseguire alcune operazioni:

oltiplicazione di un vettore per uno scalare ( si pu fare su tutti i tipi di vettori): av il vettore av ha la stessa direzione ma la lunghezza pari alla lunghezza di a|v|. Se a una quantit positiva v mantiene lo stesso verso, se a una quantit negativa ha il verso opposto. Bisogna ricordarsi di tener conto degli eventuali cambiamenti di dimensione.

Un particolar tipo di vettori sono i versori, vettori di modulo 1 che vengono indicati con : | | =1. A partire da un vettore v posso definire il versore =v |v|. adimensionale. I versori sono molto comodi per identificare delle assi: un vettore posso descriverlo come il suo modulo per il corrispondente versore. In questo modo posso scomporre le sue componenti

Somma di vettori ( solo per i vettori liberi) : si applica la regola del parallelogramma. Parto dal vettore v1, prendo il vettore v2 e lo traslo fino a metter lorigine di v2 sulla punta di v1. A questo punto il vettore somma dato dal vettore che unisce la punta di v2 con lorigine di v1 (vale la propriet commutativa ). Differenza di vettori: si fa la somma del primo vettore con il secondo prima moltiplicato per -1 ( e dunque con il verso opposto a quello iniziale. Somma di tre vettori : sar uguale ad +(b+c) = ( +b)+c. La somma di tre vettori se sono in ordine il vettore che ha lorigine sullorigine del primo vettore e la punta sulla punta dellultimo vettore (questo vale per n vettori). In generale presi due vettori v, |v+ | |v|+| | le due quantit sono uguali se e solo se sono poste sullo stesso piano.

Dimostrazione: Prendo due vettori v, e langolo compreso tra i due vettori. isegno il triangolo rettangolo di cui v+ lipotenusa: |AB|=| v | |BC|=| | |AC|= | v + | |BD| = | |cos |CD| = | v |sen A questo punto |AC|= | v + | =|A |^2+|C |^2= | |^2+|v|^2+2| ||v|cos quindi |v+ |=|v|+| | solo se cos=1 =0

Decomposizione di un vettore: supponiamo di essere sul piano, avere un vettore e due assi, non necessariamente ortogonali, identificati da due versori. A questo punto posso prendere le due direzioni. Prendo il vettore e lo proietto sulle assi tramite le parallele agli assi . ato un vettore v posso decomporlo in un sistema di riferimento cartesiano v=vx x+vy y con vx=|v|cos vy =|v|sen con

angolo tra v e asse x. ati tre assi non complanari posso sempre decomporre un vettore secondo questi tre assi: il vettore posizione r ( p) dato dalle somme delle componenti su ogni asse. Prodotto scalare: v = |v|| |cos con angolo fra i due vettori. | |cos la proiezione ortogonale di sullasse identificato da v Alcune propriet da notare: | |= loro prodotto da 0. x x= y y= z z=1 se sono versori di assi diversi il

Da un punto di vista fisico/geometrico il podotto scalare fortemente legato al concetto di proiezione: dati due vettori v e , con angolo compreso tra i due vettori : v =|v|(| |cos)=| |(|v|cos), | |cos la proiezione ortogonale del vettore lungo lasse identificata da v. In particolare se faccio il prodotto scalare di un vettore per un versore v =|v|(| |cos)=|v|cos ed pari alla proiezione di v lungo lasse identificata dal versore . In un sistema di riferimento cartesiano vx=v x, vy=v y, vz=v z. Per calcolare il modulo di un vettore : |v|=(vx2+vy2+vz2) . Un vettore pu anche essere indicato come la somma delle singole componenti per il versore della loro direzione: v= vx x+ vy y+ vz z; il prodotto scalare di due vettori viene indicato, per componenti come la somma dei prodotti delle componenti uguali : v =vxwx+vywy+vzwz. Altri sistemi di coordinate per la descrizione dei versori: -coordinate polari nel piano P (r,) al primo nel senso in cui cresce (si utilizza un versore
r

e un altro versore

perpendicolare

r=|r|,r 0 0<<2 r=rcos x+rsen r


r=r = r y

|r|=cos x+sen
y r

-sen x+ cos
=0 =1

r=0

direzione in cui un punto si muove allontanandosi da o, fisso ; sposta lungo un arco di circonferenza fisso r. dl = dlr r +dl dlr=dr
r

direzione verso cui un punto si dl=rd

-coordinate polari cilindriche

-coordinate polari sferiche

Libro: adx=vdv a dx=vdv quando abbiamo uno spostamento infinitesimo dr o d lo dividiamo per il tempo impiegato a percorrerlo dt e otteniamo la velocit per calcolare la variazione di un valore della funzione utilizzo lo sviluppo di taylor spostando f(x0) a sinistra Moto rettilineo uniforme : dx\dt= v x=x0+vt Moto uniformemente accelerato : a=dv\dt x=x0+v0t+1\2 a t^2 a=dv\dt x=x0+v0t+1\2at^2

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