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Il Cantico di Frate Sole composto da San Francesco d’Assisi nell’XIII secolo è un inno a tutte le

creazioni di Dio e descrive il legame profondo fra l’autore e la natura. L’opera si apre con l’elogio
dell’autore nei confronti del Signore in quanto lo descrive come un essere altissimo, onnipotente e
buono.
Inoltre gli attribuisce le laude, l’onore, la gloria e tutte le benedizioni. Infatti solo al Signore
possono essere attribuite e per esaltare la sua importanza aggiunge che nessun essere umano può
pronunciare il suo nome.
Per le successive diciassette stanze l’autore loda e ringranzia al contempo il Creatore per tutte le
sue creature. Particolarmente In queste strofe è possibile rintracciare l’amore verso la natura
perché San Francesco identifica il sole, la luna, le stelle, il vento e l’acqua come frate (fratello) e
sora (sorella). Questa personificazione degli elementi naturali giustifica la visione di Dio in ogni
cosa.
Proseguendo nel testo è possibile rintracciare dei latinismi come al verso diciannove, dove
l’aggettivo iocundo riferito al fuoco vuol dire gioia in latino. Per San Francesco gli elementi creati
dal Signore erano tutti buoni e li adorava ciascuno allo stesso modo.
La lauda non è solo una lode ma anche fonte di pensieri profondi, infatti dal verso 23 fino al 31
loda il Signore per coloro i quali sopportano le malattie e quindi verranno ricompensati dopo la
morte; quest’ultimo argomento è centrale nelle seguenti stanze in quanto anche la sorella morte
viene ringraziata perché chi non trascenderà in peccato mortale sarà beato dopo la vita e la
dannazione eterna non lo perseguiterà.
La lauda si conclude con i doveri che ogni essere umano deve attuare: lodare, benedire, ringraziare
e servire con umiltà il Signore.
L’ordine con il quale presenta gli elementi naturali non è casuale, infatti la sequenza rappresenta
una sorta di gerarchia dove San Francesco identifica al primo posto il sole in quanto fonte di vita
suprema, subito dopo la luna perché riflette la luce del sole e la trasmette a noi e rispettivamente
alle stelle, all’acqua e al fuoco in quanto interconnessi gli uni con gli altri
Questa personificazione degli elementi naturali giustifica la visione di Dio in ogni cosa.
la visione che l’autore vuole trasmettere di dio attraverso questa lauda è di una figura sicuramente
potente ma anche misericordiosa, gentile e capace di ogni cosa, per questo ricorda ai lettori di
ringrazialo sempre e di servirlo con umiltà
A mio avviso la struttura sintattica della lauda è ipotattica, in quanto le stanze fanno parte di una
struttura complessa e alcune frasi sono subordinate ad altre.
12)sono presenti delle rime sono stelle e belle ai vv 10-11 ovvero stelle e belle
13) le assonanze ai versi 12-14 sono nelle vocali “o” di sereno, tempo e sustentamento;
L’anafora all’interno del testo è chiaramente “Laudato si’, mi’ Signore” in quanto compare all’inizio
di ogni strofa. Il significato di tale scelta stilistica è proprio quello di attribuire in ogni momento
ogni pensiero alle opere di Dio in quanto ogni cosa deriva da esse.
Nei versi 32-33 il soggetto degli imperativi sono gli uomini che devono lodare e benedire il signore.
L’autore vuole insistere sul tema della morte utilizzando varie parole tra le quali: corporali,
La scelta linguista dell’autore nell’usare il volgare anziché il latino è giustificabile sotto più aspetti:
sicuramente per la semplicità, in quanto San Francesco si è sempre ritenuto umile e semplice,
inoltre la scelta di usare una lingua comune a tutti gli abitanti d’Italia permetteva di abbattere le
barriere culturali e far si che tutti potessero leggere le sue opere e diffondere quindi il pensiero
cristiano.
La forma di religiosità espressa da San Francesco nel Cantico è strettamente legata alla sua vita.
L’autore infatti decide di convertirsi intorno al 1205, e motivazioni sono diverse: la grave malattia in
giovane età, la prigionia in guerra, l’incontro con i poveri durante un pellegrinaggio a Roma ed
infine una chiamata interiore da parte di Dio.
Nell’opera è possibile rintracciare diverse tematiche che sono quindi interconnesse al suo passato:
l’umiltà e la lode verso Dio, l’amore per la natura e la preghiera.
Ponendo a confronto la forma di religiosità di San Francesco con quella espressa da Jacopone da
Todi nella sua lauda “O segnor per cortesia” appaiono punti in comune e differenze:
-Stile: San Francesco sceglie uno stile poetico per celebrare Dio e tutte le cose da lui create mentre
Jacopone nella sua lauda sceglie una forma di preghiera diretta, chiedendo la grazia divina
umilmente.

Amore per la natura: entrambi gli autori interpretano la natura come un modo per collegarsi a
livello spirituale con Dio ma San Francesco sembra essere più collegato con essa perché personifica
gli elementi chiamandoli fratelli e sorelle.

Un collegamento con il Cantico di Frate Sole che ritengo opportuno citare è il racconto “Il Piccolo
Principe” di Antonie Saint-Exupery nella quale il protagonista viaggia attraverso diversi mondi dove
incontra diversi personaggi con caratteristiche diverse dalle sue. Inoltre, come nel cantico, il libro è
un’espressione dell’amore nei confronti della natura.
Entrambi i testi quindi vogliono evidenziare il concetto di fraternità e l’amore verso tutti gli
elementi naturali e ci invitano a riflettere su come ci dobbiamo relazionare con gli elementi che ci
circondano.

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