Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide
range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and
facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact support@jstor.org.
Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at
https://about.jstor.org/terms
is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Revue Internationale de
Philosophie
SULL'ATTUALITÀ DELL'ESTETICA
DI NIETZSCHE
di GIANNI VATTIMO
(1) Per un più ampio inquadramento dei problemi interprctativi a cui qui si accenna mi
permetto di rimandare al mio volume II soggetto e la maschera. Nietzsche e il problema della
liberazione, Milano, Bompiani, 1974. In questo articolo cerco solo di sviluppare alcune impli
canze estetiche dei risultati di quel lavoro generale.
(2) È questa la tesi di tutti i numerosi scritti heideggeriani su Nietzsche, e anzitutto del
Nietzsche, Pfullingen 1961. Per la nozione di «rovesciamento» (Umkehrung) del platonismo si
veda per esempio la sezione IX del saggio «Ueberwindung der Metaphysik» in Vorträge und
Aufsätze, pp. 78-79.
(3) L'importanza del modello délia divisione del lavoro nel pensiero platonico è stata
giustamente sottolineata da G. Cambiano, Platone e le tecniche, Torino, Einaudi, 1971,
p. 170 ss.
(5) La ruiscila delta tragedia, trad, di S. Giametta, in Opere, ed. Colli-Montinari, vol. III,
tomo 1, Milano, Adelphi, 1972, cap. 1. D'ora in poi le citazioni da quest'opera saranno fatte
indicando, tra parentesi nel testo, il numéro del capitolo preceduto dalla sigla GdT.
(6) Alludiamo principalmente alle opere di B. Pautrat, Vers ions du soleil. Figures et système
de Nietzsche, Parigi, Seuil, 1971 ; J. M. Rey, L'enjeu des signes. Lecture de Nietzsche, ivi 1971 ; S.
Kofman, Nietzsche et la métaphore, ivi, Payot, 1972. Per il . ilievo esemplare che essi assumono
nel quadro di una lettura di Nietzsche ispirata a Derrida, torneremo più avanti su questi
lavori.
(7) Lo citiamo nella traduzione di G. Colli dal vol. III, tomo 2 della citata edizione delle
Öftere: La ßlosoßa neü'epoca tragica dei Greci e Scritti dal 1870 al 187), Milano 1973.
(il) Ciô è chiaro rielle pagine che sono dedicate a Nietzsche e Freud da B. Pautrat, Ver
sions du soleil, cit., specialmente p. 147 ; cfr. anche J. M. Rey, L'enjeu des signes, cit., p. 71.
(ig) Gli anni di Nietzsche a Basilea sono molto presto, almeno lïn dal 1872, caratterizzati
da uno spiccato interesse per letture scientifiche. A questo si accompagna una presa di
distanza dalla grecità come modello, almeno nel senso che essa ha ancora nella Nasrita della
rinascita del tragico dovrà essere pensata d'ora in avanti non più
come restaurazione di un modo di pensare mitico, pre-logico,
pre-socratico, ecc., ma come sviluppo al di là di tutti i limiti pre
vedibili dello stesso movimento che ha prodotto il pensiero
logico. Già nella Nascita della tragedia, del resto, la via della crisi
del socratismo era più o meno esplicitamente indicata sul
modello dell'eccesso : «La scienza, spronata dalla sua robusta illu
sione, corre senza sosta fino ai suoi limiti, dove l'ottimismo insito
nell'essenza della logica naufraga (...) Qjiando egli [l'uomo
socratico] vede qui con terrore come la logica in questi limiti si
torca intorno a se stessa e si morda infine la coda — ecco che
irrompe la nuova forma di conoscenza, la conoscenza tragica, la
quale, per essere sopportata, ha bisogno dell'arte come protezio
ne e rimedio» (GdT, 15). Ciô che si modella sulla circolarità della
dialettica è, qui, l'autocontraddizione della logica ; ma la
conoscenza tragica fa irruzione sulla base dell'esperienza di questa
autocontraddizione, non perô come termine, essa stessa, del
processo dialettico.
Di eccesso Nietzsche parla esplicitamente, proprio a proposito
dell'arte, in un aforisma della Gain scienza (il 361) dedicato al
problema del commediante : la capacità di adattamento che
alcune razze (come gli ebrei) o gruppi sociali subordinati hanno
dovuto sviluppare per soprawivere nella lotta per l'esistenza si è
consolidata e dilatata oltre i limiti richiesti daH'utilità immediata.
Cosi nasce il commediante e in generale l'artista ; ciô che lo carat
terizza è «la falsi ta con buona coscienza, il piacere della contraffa
zione nel suo prorompere come potenza che spinge da parte il
cosiddetto «carattere», inondandolo, talvolta soffocandolo ; l'in
timo desiderio di calare in una parte, in una maschera, in \iriap
parenta ; un eccesso di facoltà d'adattamento d'ogni genere che
non sanno più contentarsi di servire alla prossima e strettissima
utilità ...». Ma eccesso è, più in generale, il movimento che Nietz
sche riassume nella proposizione «Dio è morto» e nel concetto di
tragedia. Qpesto nuovo atteggiamento è esplicito, prima che in Urnano troppo umano, nei corsi
che Nietzsche tiene all'università di Basilea ; cfr. per esempio il corso del semestre invernale
1875-76 su Der Gottesdienst der Griechen, in Werke, ed. Naumann-Kröner, vol. XIX (vol. III dei
Philologien), L.ipsia 1913, pp. 1-124. Su ciô, cfr. anche Ch. Andler, Nietzsche, sa vie, sa pensée,
nuova ed., Parigi, Gallimard, 1958, vol. I, p. 455 ss.
(14) Si vcfla per esempio l'aforisma 357 délia Gaia scienui : «... Si vede che com fu propria
mente a vincere sul Dio cristiano : la stessa moralità cristiana, il concetto <li veracità preso
con sempre maggior rigore, la sottigliezza da padri confessori délia coscienza cristiana,
tradotta e sublimata nella coscienza scientifica, nella pulizia intellettuale a qualsiasi
prezzo ...».
(15) E torse proprio nella nozione di eccesso intesa in questo modo la base di un
possibile avvicinamento di Nietzsche a Marx ; ma ciô implica riconoscere che la lunzione
storica che Marx attribuisce al proletariato non è leggibile alla luce di nozioni <lialetti< lie,
bensi è essa stessa, anzitutto, un movimento di eccesso. Con tutte le conseguonze teoiiihe e
pratiche che questo comporta. In questa direzione, come si sa, si muovono tutte le imer
pretazioni di Marx che hanno recepito lo spirito delle avanguardie artistiche, e non solo
artistiche, del nostro secolo ; anzitutto il marxismo utopistico di Ernst Bloch.
(i6) 11 termine per «coscienza», nel passo citato, è Bnwustsein ; ma in altri testi il (^wissen,
la coscienza in senso morale, ha la stessa origine sociale e la stessa funzione di integrare
1'individuo nel gruppo, finalizzandolo agli scopi di questo : cfr. per esempio Genealogia della
morale, II, 3.
(17) Nel capitolo 17 della Nascita della tragedia c'è un esplicito accostamento del dew ex
machina della tragedia decadente al principio che domina una società fondata sulla tec
nologia : la serenità dell'uomo teoretico del socratismo pone «al posto di una consolazione
metafisica una consonanza terrena, anzi un proprio dem ex machina, ossia il dio delle mac
chine e dei crogiuoli, vale a dire le forze degli spiriti della natura riconosciute e impiegate
al servizio dellegoismo superiore», cioè dei fini «generali» ; questo è detto alla conclusione
di un capitolo in cui Nietzsche mostra che in Euripide e poi, esplicitamente, nella com
media attica nuova, i caratteri dei personaggi si irrigidiscono in «maschere con una sola
espressione » : l'imporsi dellegoismo superiore comporta la rigida fissazione dei ruoli.
(29) In Heidegger, invece, c'è una parabola «storica» délia metafisica, entro la quale si
danno posizioni e fasi davvero diverse : si ]K'nsi per esempio alia storia della filosofia come
si configura nel secondo volume del Nietzsche, cit. Heidegger non va mai in cerca soltanto
dell'oblio della dillerenza, ma delle inodalità storiche di questo oblio. Tutto cià,
probabilmente, perché egli continua a pensare a una Veberwindung della metafisica come
evento — quindi anche come svolta storica. L'antistoricismo dell'interpretazione derri
diana di Heidegger sembra dimenticare tutto questo aspetto del suo pensiero.
(30) È la tesi di B. Pautrat, Versions, cit., pp. 132-33.
(32) Si veda soprattutto la prima parte della Negative Dialektik, Franco!orte, Suhrkamp,
1966 ; e il prccedente Jargon der Eigentlichkeit, ivi 1964.
(33) Compreso poi in Noten zur Literatur, vol. I, Francoforte,Suhrkamp, 1958, pp. 73-104 ;
lo citiamo nella traduzione di M. Peretti, dall'antologia l.etteratura e marxism», a rura di G. P.
Borghello, Firciize, Zanichelli, 1974.
(34) Letteratura e marxism«, cit., p. 120.
(35) l.etteratura e marxhmn, cit., p. 119.