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di Sicurezza
e Coordinamento
redatto ai sensi dell’art. 91 e in conformità all’art. 100, comma 1, i cui
contenuti sono indicati nell’allegato XV del D. Lgs. 81/08 e s.m.i.,
e nel rispetto della Determinazione n°. 13/2004, avente per oggetto
“chiarimenti in merito ai lavori di manutenzione ed ai contratti aperti”,
emanata dall’Autorità per la vigilanza sui Lavori Pubblici
Sommario
1. PREMESSA ...................................................................................................................................... 6
2. INFORMAZIONI IMPORTANTI SULLA MODALITÀ DI ELABORAZIONE DEL PIANO DI
SICUREZZA ............................................................................................................................................... 9
3. COMPOSIZIONE E STRUTTURA DEL PIANO DI SICUREZZA ..................................................11
4. INFORMAZIONI PER IL COORDINATORE PER L’ESECUZIONE E L’IMPRESA ......................12
5. ACRONIMI .....................................................................................................................................13
6. DISPOSIZIONI ORGANIZZATIVE GENERALI.............................................................................14
7. INDIVIDUAZIONE DI COMPETENZA TERRITORIALE ..............................................................15
8. IMPORTO COMPLESSIVO DI INVESTIMENTO .........................................................................16
9. INDIVIDUAZIONE DEI SOGGETTI CON COMPITI DI SICUREZZA ..........................................16
10. ANALISI DEL CONTESTO DEI SPECIFICI DEL CANTIERE .........................................................18
11. DESCRIZIONE SINTETICA DEGLI INTERVENTI .........................................................................20
12. IDENTIFICAZIONE E DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI .........................................................20
13. MISURE ORGANIZZATIVE E PRESCRIZIONI DI CARATTERE GENERALE..............................22
14. FORMAZIONE E INFORMAZIONE DEL PERSONALE IMPIEGATO IN CANTIERE .................23
15. FORMAZIONE SPECIFICA PER I CANTIERI OGGETTO DELL’APPALTO.................................23
16. PROCEDURA DI GESTIONE DELLE IMPRESE.............................................................................25
17. CONSUMO DEI PASTI ..................................................................................................................26
18. PROCEDURE DA ATTUARSI IN CANTIERE ................................................................................26
19. COMPOSIZIONE SQUADRE OPERATIVE ...................................................................................26
20. USO DI APPRESTAMENTI, ATTREZZATURE, MEZZI E SERVIZI DI PROTEZIONE
COLLETTIVA ............................................................................................................................................27
21. MACCHINE E ATTREZZATURE DI LAVORO ..............................................................................27
22. DOCUMENTAZIONE DI ACQUISTO DELLE MACCHINE ..........................................................28
23. CONCESSIONE IN USO DI ATTREZZATURE TRA IMPRESE ....................................................28
24. METODOLOGIA PER LA VALUTAZIONE DEI RISCHI ...............................................................28
25. DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE ............................................................................30
26. PREDISPOSIZIONE DELLE AREE DI CANTIERE .........................................................................35
27. PRESCRIZIONI OPERATIVE PRIMA DELL’INSTALLAZIONE DEL CANTIERE.........................35
28. CARTELLONISTICA DI CANTIERE ...............................................................................................36
29. RECINZIONE DI CANTIERE ..........................................................................................................37
30. DELIMITAZIONE AREE DI CANTIERE .........................................................................................40
31. BARACCHE DI CANTIERE E SERVIZI IGIENICO-ASSISTENZIALI ............................................41
32. REFLUI ............................................................................................................................................43
33. MATERIALI E RIFIUTI ...................................................................................................................43
34. CASSETTA DI MEDICAZIONE ......................................................................................................44
35. ESTINTORE ....................................................................................................................................45
36. DEVIAZIONI PROVVISORIE DEL TRAFFICO VEICOLARE .........................................................46
37. SEGNALETICA STRADALE ...........................................................................................................48
38. INDUMENTI AD ALTA VISIBILITA’ ............................................................................................57
39. VIABILITÀ PRINCIPALE DEL CANTIERE.....................................................................................58
40. MANOVRE DI RETROMARCIA ....................................................................................................59
41. DISALLESTIMENTO ......................................................................................................................61
42. SFALCIO ERBACCE E PIANTE ......................................................................................................66
HERA S.p.A. - P.S.C. AREA RAVENNA DAL 01/03/2021 AL 28/02/2025 - Pag. 2
PIANO DI SICUREZZA E COORDINAMENTO (P.S.C.)
PRESTAZIONI DI PRONTO INTERVENTO, MANUTENZIONE PROGRAMMATA,
ESTENSIONE RETI, ALLACCIAMENTI ED ACCESSORI SULLE RETI DI FOGNATURA
DA ESEGUIRSI NEL TERRITORIO GESTITO DA HERA SPA
1. PREMESSA
Tipo 1 Tipo 2
Tale schema individua le procedure che HERA SPA ha individuato in merito al grado di “indifferibilità”
e/o “differibilità” delle opere da svolgersi presso ogni singolo cantiere.
TIPO 1:
Si individuano per tale casistica quelle operazioni di PRONTO INTERVENTO INDIFFERIBILE (es.
FUGA FOGNARIA e/o LIQUAMI, previo allertamento attuato da utenti, organi di polizia e/o previo
verifica periodica condotta dalla Committente con necessità tempestiva di intervento) svolgibili in
tempi immediati e/o estremamente limitati:
- arco temporale previsto SINO A 5 GIORNI OPERATIVI con previsione ipotetica di 15 uomini-
giorno.
In tale condizione HERA SPA procederà speditamente all’attivazione dell’impresa (già qualificata per
tali attività) e del C.S.E..
Quest’ultimo attivato nelle proprie mansioni, potrà svolgere Verbali di Coordinamento e di
Sopralluogo contestuali, aventi il fine di integrare quanto di specifico presenta il cantiere in merito
alle argomentazioni riportate nel presente documento.
TIPO 2:
Si individuano per tale casistica quelle operazioni di PRONTO INTERVENTO DIFFERIBILE E
PROGRAMMABILE, di complessità crescente (es. prolungamento delle attività di ripristino e/o
adeguamento della rete anche in prossimità del punto di fuga e/o danno della condotta) che non
siano riconducibili alla tipologia “TIPO 1”.
Con il seguente arco temporale:
- arco temporale previsto VARIABILE.
Anche in tale condizione HERA SPA procederà speditamente con l'attivazione dell'impresa (già
qualificate per tale attività) e del C.S.E..
Quest'ultimo attivato nelle proprie mansioni potrà svolgere Verbali di Coordinamento e di
Sopralluogo contestuali, avendo inoltre cura di "aggiornare" contestualmente, in caso di necessità,
il presente documento con ulteriori procedure in merito a quanto di specifico presenti il singolo
cantiere.
Diversamente per le attività PROGRAMMATE (es. bonifica con rifacimento di condotte ed allacci,
rifacimento nodi idraulici, camerette, pozzetti, ecc.) riconducibili ad un specifico cantiere, verranno
predisposti affidamenti specifici sia all'impresa esecutrice sia al Coordinatore alla Sicurezza in fase di
Esecuzione.
L'attività programmata (assegnata con le modalità di cui sopra) dovrà prevedere sempre un
aggiornamento del presente documento (P.S.C.) da parte del C.S.E. nominato. Consistente nella
contestualizzazione dello specifico cantiere: ossia, tale integrazione riporterà eventuali ulteriori
procedure e/o prescrizioni in merito a quanto di peculiare presenti il cantiere nel rispetto delle
indicazioni riportate dal Dec. Lgs. 81/08 e s.m.i.
Il Committente o il Responsabile dei Lavori attraverso la redazione di questo documento ha
elaborato una “casistica tipo” di problematiche e/o rischi riscontrabili nell’attivazione, esecuzione e
conclusione di opere da svolgersi presso strutture e/o impianti di proprietà o in gestione a HERA
SPA.
Il Committente o il Responsabile dei Lavori, individuato e attivato il C.S.E. per la specifica area
territoriale, trasmette il presente documento in modo tale che quest’ultimo possa, sulla valutazione
dei rischi tipologici riscontrabili nei cantieri qui espressi, svolgere correttamente il proprio ruolo
tramite sopralluoghi e riunioni di coordinamento - redigendo nel caso occorra - un’eventuale
integrazione documentale specifica per il cantiere per il quale è stato attivato.
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Ne consegue pertanto che, soprattutto per gli interventi INDIFFERIBILI di TIPO 1, non sia
pensabile realizzare un P.S.C. specifico, calato nella realtà del singolo cantiere causa
attivazione immediata e tempi di svolgimento estremamente ridotti.
A puro titolo esemplificativo si allega il modulo di attivazione del Coordinatore alla Sicurezza in fase
di esecuzione condotta dalla Committente:
Con l’intento di favorire la comprensione del presente Piano di Sicurezza e Coordinamento, gli
elementi costitutivi il documento sono stati organizzati in “capitoli”, i cui titoli richiamano i contenuti
minimi dei Piani di Sicurezza e Coordinamento così come previsti nell’allegato XV del Dec. Lgs. n.
81/2008 e s.m.i..
Sulla base delle vigenti disposizioni sopra richiamate si è poi proceduto all’elaborazione del
documento sviluppando ulteriormente e/o ampliando alcune parti in relazione alla specificità delle
lavorazioni e/o alle richieste della Committenza.
I “capitoli” sono necessariamente interagenti tra loro e permettono, con una lettura globale, di
acquisire l’informazione sui vari fattori di rischio riscontrabili nelle opere in esecuzione, valutabili in
sede progettuale.
Come già indicato, essendo il presente documento coerente con il contratto d’appalto “aperto”, non
potrà prevedere tutte le singole specificità e tutti i rischi specifici/particolari presenti nei relativi
cantieri (con particolare riferimento ai rischi aggiuntivi indicati al punto 2.2.3 dell’allegato XV),
poiché, in tale fase, in relazione alla natura intrinseca ai lavori svolgibili, le opere non sono
identificabili in uno specifico luogo fisico ma seguiranno le attività che saranno
attivate/programmate presso le singole reti interessate ad interventi riparativi e/o manutentivi.
Pertanto, per tenere conto di questa peculiarità il Piano di Sicurezza e Coordinamento è stato
concepito come un documento “dinamico”, che - pur partendo da indicazioni di base richieste dalla
normativa e desunte anche dall’esperienza di incarichi simili - prevede il suo continuo
aggiornamento, contestualmente allo sviluppo dell’Appalto e all’approntamento di ogni
singolo cantiere.
Ne consegue pertanto che, l’analisi dei rischi condotta in sede progettuale per “casistiche” ricorrenti,
consente di organizzare/valutare il lavoro, potenzialmente eseguibile, indicando le procedure più
idonee, conosciute al momento della redazione del presente documento.
Tuttavia, in sede esecutiva, le procedure dovranno essere criticamente rivalutate ed integrate a cura
del C.S.E. - a suo giudizio e ove occorra - in relazione allo svolgimento specifico dei singoli lavori;
valutando eventuali rischi non contemplabili e/o prevedibili in questa fase preliminare, in particolare
relativamente ai cosiddetti “rischi aggiuntivi” e/o “interferenziali”.
Il presente P.S.C. contempla le necessità e la prevenzione applicabile a situazioni tipologiche in
merito al confinamento dell'area oggetto d’intervento, alle infrastrutture esistenti, agli insediamenti
in essere e alle attività eseguibili.
Esso è redatto sulla base delle normali situazioni d’impresa, quali interventi nel sottosuolo,
manutenzioni varie, interventi stagionali, ecc..
Esso è quindi passibile di integrazioni e aggiustamenti a fronte delle situazione di fatto rinvenibili,
suscettibili di diverse specificazioni, nonché modifiche degli obbiettivi funzionali e temporanei,
dovuti anche dall’evoluzione tecnica e tecnologica di procedure operative e mezzi/utensili in uso.
Eventuali adeguamenti dovranno quindi assicurare un coordinamento ottimale, ai fini della sicurezza,
sulle situazioni di cantiere e/o dell'ambientali circostanti così come venute modificandosi a seguito
dell’affidamento o nel corso dei lavori concordati.
La consultazione di questo documento, da parte delle figure preposte, ogni qual volta necessitino
chiarimenti o insorgano dubbi, risulta il modo più semplice e razionale per porre a denominatore
comune la risoluzione di problematiche rinvenibili durante le attività esecutive, di un più ampio
quadro generale di sicurezza.
Il presente P.S.C. contiene le indicazioni necessarie per le attività e lavorazioni previste in sede
progettuale.
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Esso contiene altresì alcune previsioni estensive per attività o lavorazioni non strettamente previste
in sede progettuale ma vicine a quelle previste:
- ciò per garantire all’Impresa quei margini di autonomia operativa che gli sono riconosciuti
dal Codice Civile in materia di Appalti e che verranno sviluppati all'interno del proprio P.O.S.
aziendale.
Entro gli ambiti di questo P.S.C. l'Impresa affidataria potrà quindi autonomamente adottare modalità
operative - anche diverse da quelle previste in sede progettuale - senza dover percorrere
appesantimenti procedurali previsti in caso di variante:
- quali sospensione delle lavorazioni, revisione del P.S.C., revisione del P.O.S., sempreché
l’orientamento adottato dimostri un pari livello di tutela prevenzionistica.
Questa procedura dovrà invece essere rigorosamente applicata per ogni esigenza non prevista in
sede di progetto e nel presente P.S.C..
A fronte di ogni eventualità di tal genere, l'Appaltatore (subappaltatore, lavoratore autonomo, ecc..)
dovrà immediatamente sospendere le proprie azioni, mettendo in sicurezza l'attività intrapresa e
informando tempestivamente il C.S.E.
Attendendo da quest’ultimo le necessarie disposizioni e/o variazioni al P.S.C, apportando al
contempo le relative integrazioni al P.O.S., per poterne così acquisire il consenso unanime a
riprendere l'attività.
Il Piano di Sicurezza è strutturato in modo da permettere - o almeno questo è stato l’intento - la più
ampia flessibilità e personalizzazione per:
- l’Aggiornamento,
- l’Integrazione,
- l’Adeguamento,
che ogni singolo Coordinatore della Sicurezza in Fase di Esecuzione (C.S.E.), designato con incarico
specifico, dovrà/vorrà attuare nello specifico cantiere al fine di rendere quanto più “pertinente” il
presente P.S.C. generale, alle oggettive problematiche riscontrate nel contesto ove le imprese e/o i
lavoratori autonomi andranno ad operare.
Il C.S.E. pertanto effettuerà ispezioni in cantiere (Verbali di Sopralluogo) con la frequenza che riterrà
opportuna nel rispetto del controllo e attuazione delle misure di sicurezza previste.
Le procedure di controllo adottate saranno discrezionali in capo al C.S.E., il quale potrà disporre di
strumenti di intervento a garanzia del rispetto delle norme e di disposizioni in materia di sicurezza,
quali:
- verbali di coordinamento e di sopralluogo;
- ordini di servizio;
- proposta alla Committente di sospensione dei lavori ed eventuale allontanamento delle
Imprese;
- proposta al Committente di risoluzione del contratto d'appalto ove consentito;
- sospensione delle lavorazioni con effetto immediato in caso di pericolo grave e imminente.
Il C.S.E. avrà il compito, tramite preventiva convocazione nella "riunione preliminare", di illustrare alle
Imprese operanti i contenuti del P.S.C. e sue eventuali considerazioni.
Ogni qualvolta intervenga una nuova Impresa (in appalto e/o subappalto), il C.S.E. effettuerà una
nuova riunione preliminare (alla presenza dei responsabili delegati delle nuove imprese in ingresso
e del responsabile dell’Impresa affidataria principale) in modo tale da rivedere le problematiche
determinate da eventuali interferenze e/o contemporaneità di lavorazioni.
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Tali riunioni potranno essere tradotte per iscritto e consegnate, prima dell’inizio della lavorazione
concordata, ai diretti interessati.
Le imprese, nella persona del Datore di Lavoro (o persona da esso delegata) a loro volta avranno il
compito di informare i propri dipendenti delle scelte concordate.
Nel caso di modifiche di assetto organizzativo di cantiere, l'Impresa affidataria, dovrà comunicare
tempestivamente al C.S.E. i cambiamenti che si dovessero verificare in corso d'opera.
In considerazione dei rischi trasmessi all'ambiente circostante, l'Impresa affidataria dovrà allestire
e/o gestire il cantiere in modo tale da isolare le lavorazioni dalla normale attività quotidiana della
zona circostante.
Allo scopo si dovrà delimitare il cantiere con recinzione, opportunamente individuata, provvista di
eventuali segnalatori diurni e notturni, in particolare:
− segnaletica specifica nel rispetto della normativa vigente in materia di sicurezza e di Codice
delle Strada;
− segnalatori luminosi di ingombro, pericolo, ecc.. con esclusione di quelli provvisti di fiamma
libera.
Anche ai fini della corretta esecuzione tecnica dei lavori l’impresa dovrà attenersi al “Piano
cronologico delle fasi operative” di cui al capitolato d’appalto ove presente.
Qualora l’impresa, per l’esecuzione di alcune lavorazioni si avvalga di subappalti, preventivamente
autorizzati dalla Committente, dovrà darne pronta comunicazione al C.S.E., indicando come si
inseriranno le attività delle imprese subappaltatrici e/o di eventuali lavoratori autonomi; con
particolare riferimento all’utilizzo di infrastrutture/dispositivi di protezione collettiva comuni e/o alla
eventuale sovrapposizione di fasi di lavoro.
Di conseguenza, la variazione ovvero l'integrazione, del cronogramma dei lavori (ove presente) dovrà
essere oggetto di autorizzazione da parte del C.S.E. che, in tal senso, provvederà all’aggiornamento
del presente documento, specificando le relative azioni di coordinamento.
Resta invece, anche per espresso obbligo contrattuale, responsabilità esclusiva dell’impresa
mandataria, in esecuzione dell’art. 26 del Dec. Lgs 81/2008 e s.m.i., assumere il coordinamento delle
operazioni che prevedano la presenza sul cantiere di fornitori di materiale vario e/o di mezzi
noleggiati a freddo non oggetto di contratto di subappalto, in quanto non rientranti nella relativa
normativa.
5. ACRONIMI
L’appalto ha per oggetto la realizzazione di lavori identificabili sia in Pronto Intervento, sia in
manutenzione programmata, ripristini, adeguamenti ed accessori del settore merceologico
DEPURAZIONE - FOGNATURA, da eseguirsi nel territorio gestito da HERA SPA presso i propri siti e
reti, per il periodo 01/03/2021 – 28/02/2025.
L’organigramma aziendale della Committente è così strutturata:
L’attività di verifica delle condizioni di sicurezza che il Datore di Lavoro dell’impresa affidataria dovrà
effettuare nei confronti delle imprese/lavoratori autonomi cui ha sub-appaltato una parte, o in toto,
i lavori affidati, sono i compiti del “datore di lavoro dell'impresa affidataria” previsti dall’art. 97 del
D. Lgs. 81/2008 e s.m.i., nel caso in cui i lavori vengano affidati da un committente ad una impresa
affidataria e da questa ad una o più imprese sub-appaltatrici.
Il datore di lavoro in questione può delegare un proprio dirigente, o un preposto, nell’adempimento
di tali compiti.
Negli ultimi anni, il legislatore prima con l'art. 97, e la magistratura poi, con il sempre maggiore
coinvolgimento nei procedimenti giudiziari della catena gerarchica dell’impresa affidataria (datore
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di lavoro, direttore di cantiere e preposti capocantiere), assegnano notevole rilevanza alla figura del
coordinatore di II livello in materia di sicurezza e salute nei cantieri temporanei e mobili.
L’impresa affidataria dovrà incaricare almeno un nominativo, della propria impresa, incaricato di
assolvere i compiti di cui all’art. 97 del D. Lgs 106/09 e s.m.i..
L’impresa affidataria dovrà chiarire la propria “catena di comando”, in modo che sia sempre evidente
“chi” fà che “cosa”, anche presentando la propria “forza lavoro”, secondo uno schema chiaro e
comprensibile.
L’impresa affidataria dovrà garantire, in ciascun cantiere, la presenza di un Preposto e comunicarne
preventivamente il nominativo alla Direzione Lavori e al Coordinatore alla Sicurezza C.S.E..
AREA RAVENNA
Modigliana Bagnara di Romagna
Tredozio Casola Valsenio
Alfonsine
(escluse località Argenta, Castel Bolognese
Anita e Longastrino)
Bagnacavallo Conselice
Brisighella Faenza
Cervia Massalombarda
Cotignola Riolo Terme
Fusignano Sant'Agata sul Santerno
Lugo Solarolo
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Ravenna Marradi
Russi Palazzuolo sul Senio
SETTORE
DEPURAZIONE - FOGNATURA IMPORTO ANNUO IMPORTO COMPLESSIVO
AREA RAVENNA € 2.750.000,00 € 11.000.000,00
Compilare i campi sottostanti, contestualmente alla consegna del documento all’impresa appaltatrice.
COMMITTENTE
Soggetto per conto del quale l’intera opera viene realizzata, indipendentemente da eventuali
frazionamenti della sua realizzazione.
Nel caso di appalto di opera pubblica, il committente è il soggetto titolare del potere decisionale e
di spesa relativo alla gestione dell’appalto.
Le incompatibilità di cui al precedente periodo non operano in caso di coincidenza fra committente
e impresa esecutrice.
COORDINATORE SICUREZZA IN FASE DI PROGETTAZIONE
Ragione Sociale: GALILEO INGEGNERIA SRL
Nome e cognome: GEOM. MASSIMILIANO MENGOLI
LAVORATORE AUTONOMO
Persona fisica la cui attività professionale contribuisce alla realizzazione dell’opera senza vincolo di
subordinazione.
Ragione Sociale ditta: __________________________________
Datore di Lavoro: __________________________________
Indirizzo: Comune ____________________ Via ______________________ n° civico ______
Recapiti: Tel: _________________________
Cell. _________________________
e-mail: _________________________
Nel presente capitolo sono individuati, i contesti ambientali dei potenziali cantieri.
Il Coordinatore della Sicurezza in fase di Esecuzione e/o il Preposto dell’impresa affidataria, prima
dell’inizio dei lavori ed in seguito ogni qualvolta se ne presenterà l’esigenza, dovrà verificare/redigere
un documento di dettaglio per l’intervento specifico, in modo da evidenziare le caratteristiche e
peculiarità dei lavori e del luogo d’intervento, rispetto al presente piano di sicurezza e
coordinamento generale.
I contesti in cui si apriranno i cantieri sono vari ed articolati, essendo le reti di distribuzione acqua o
depurazione-fognatura, sparse per tutto il territorio gestito da Hera SPA.
All’interno del documento vengono trattati i seguenti contesti:
• CONTESTO: EXTRAURBANO
Caratterizzato da una viabilità ordinaria ma con velocità ragguardevoli, principalmente
veicolare, con spazi aperti ed aree circoscritte alla viabilità extraurbana ed aree verdi, che
necessitano di particolari accorgimenti dal punto di vista della cantierizzazione e visibilità
del cantiere.
Caratterizzato dalla necessità, per gli addetti ai lavori tutti, di valutare con estrema
attenzione la possibilità che si determino situazioni interferenziali e/o non si abbia adeguata
conoscenza dei rischi intrinseci presenti presso l’area d’intervento.
• CONTESTO: MARITTIMO
Caratterizzato dalla necessità, per gli addetti ai lavori tutti, di valutare con estrema
attenzione la possibilità che, durante i lavori, possano verificarsi situazioni di instabilità del
terreno sabbioso e/o in prossimità della battigia.
Il C.S.E., qualora ritenuto necessario e/o opportuno, prima dell’inizio dei lavori e successivamente,
ogni qualvolta se ne presenterà l’esigenza, potrà redigere un ulteriore documento di
contestualizzazione dell’intervento specifico, in modo da evidenziarne le caratteristiche e le
peculiarità specifiche dei lavori in relazione al luogo d’intervento.
Le attività del Pronto Intervento, trattate nel presente documento, sono riassunte nel seguente
elenco:
Le opere da realizzare e/o i lavori da eseguire si determinano in base al fattore di criticità rilevabile
sulla singola rete; in particolare e a titolo esemplificativo, i lavori consisteranno essenzialmente nei
seguenti potenziali interventi:
- lavori di scavo, rinterro, demolizione e ripristino di pavimentazioni e massicciate stradali, d’arte
muraria e vari, su reti in esercizio (con eventuale presenza di perdite acqua e/o liquami provenienti
da fognature), negli scavi o nell’ambiente circostante;
- lavori di scavo, rinterro, demolizione e ripristino di pavimentazioni stradali, d’arte muraria e varia,
compreso l'eventuale assemblaggio della componentistica, in cantieri anche promiscui con
maestranze della Committente, per lavori di messa in sicurezza e riparazione per i servizi gestiti
dalla Committente;
- lavori di scavo, rinterro, demolizione e ripristino di pavimentazioni e massicciate stradali,
costruzione di manufatti e varie, in cantieri temporanei o mobili, anche in aree aperte al transito
di veicoli e pedoni, con necessità di interdizione dell’accesso a terzi alle aree di lavoro e
mantenimento della sicurezza della circolazione stradale;
- lavori di scavo, ecc., per la ricerca di dispersioni, perdite, ecc.. l'individuazione e scalzamento delle
utenze dal sottosuolo, o altri servizi interrati anche non precedentemente individuati,
comprensivi dell’estrazione, il trasporto e lo smaltimento di tubazioni in cemento- amianto;
- lavori di scavo e movimento terra, abbattimento di alberi, estirpazione di radici e quant’altro
possa costituire ostacolo, per la realizzazione anche di opere accessorie al ripristino di tracciati
stradali e/o la manutenzione reti ed impianti;
- lavori di assemblaggio e posa di materiali per la riparazione e manutenzione straordinaria di reti
ed allacciamenti del settore merceologico in oggetto, assegnati in esecuzione completa
nell'ambito di Pronto Intervento;
• Riparazione di una rete/allaccio, con fuga fognaria in corso, segnalata da un utente o scoperta da
Hera Spa durante l’attività programmata di ricerca fughe;
• Rifacimento completo di una presa d’utenza in cui è stata rilevata una fuga in corso e che a scavo
aperto si rivela ammalorata e che necessita pertanto di rifacimento completo.
Potrà essere necessario rifare anche la parte aerea e sostituire anche tutti i contatori d’utenza;
• Sistemazione di avvallamenti stradali, botole divelte e qualsiasi altro intervento che se prorogato
potrebbe causare incidenti stradali;
• Rimessa in quota di chiusini stradali, attraverso i quali si accede alle valvole per sezionare la rete
in caso di necessità e che sono rimasti coperti dal tappeto d’usura durante riasfaltature di Comuni,
Province, ecc..;
• Sostituzione di piccoli tratti di rete/rifacimento prese lunghe in cui è stata rilevata una fuga in
corso e che a scavo aperto si rivelano completamente ammalorati e che necessitano pertanto di
rifacimento completo;
• Interventi di messa in sicurezza o spostamento in zone sicure, di piccoli tratti di rete durante
movimenti franosi improvvisi, che se prorogati potrebbero causare la rottura delle reti entro poco
tempo.
Nel presente capitolo sono trattati tutti gli aspetti di carattere organizzativo, procedurale, nonché le
misure preventive e protettive comuni a tutte le lavorazioni.
Per ogni aspetto non espressamente trattato nelle analisi tipologiche di dettaglio e/o definite da
altre procedure emanate dalla Committente, si dovrà fare riferimento a quanto contenuto nei
presenti paragrafi e, ove assente e/o carente, alle indicazioni impartite dal C.S.E. appositamente
incaricato.
Dovrà essere, in ogni modo, garantita la presenza di almeno un soggetto formato per
l’ANTINCENDIO e PRIMO SOCCORSO, durante l’esecuzione dei lavori, stabilmente presente in
cantiere.
La formazione prevista per i soggetti incaricati della “gestione delle emergenze” dovrà essere la
seguente:
• Addetti al PRIMO SOCCORSO, ai sensi dell’allegato 3, sulla base della classificazione dell’art. 1,
del D.Lgs. 388/03.
• Addetti ANTINCENDIO in attività a rischio, secondo l’allegato X del DM 10 marzo 1998, secondo
i seguenti criteri:
- RISCHIO MEDIO: per tutti gli interventi previsti dalla normativa vigente ed ogni qualvolta si dovrà
intervenire su una conduttura di acqua e fognatura.
• Addetto al ruolo di PREPOSTO, che abbia acquisito debita formazione risponde a quanto
richiesto dall’art. 37, comma 7, del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.
E’ RICHIESTO INOLTRE, AI SENSI DEL DM. 22/01/2019, LA FORMAZIONE SPECIFICA IN MERITO AI
CRITERI DI SICUREZZA DA SEGUIRE NELLA POSA DELLA SEGNALETICA STRADALE DURANTE
L’ALLESTIMENTO DI UN CANTIERE IN ZONE SOGGETTE A TRAFFICO VEICOLARE.
Tutti i lavoratori impiegati nei cantieri dell’appalto, dovranno essere formati ed informati sui rischi
specifici presenti in questo tipo d’intervento.
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PIANO DI SICUREZZA E COORDINAMENTO (P.S.C.)
PRESTAZIONI DI PRONTO INTERVENTO, MANUTENZIONE PROGRAMMATA,
ESTENSIONE RETI, ALLACCIAMENTI ED ACCESSORI SULLE RETI DI FOGNATURA
DA ESEGUIRSI NEL TERRITORIO GESTITO DA HERA SPA
Al fine di migliorare la sicurezza ed igiene sul lavoro dei propri cantieri, il C.S.E. effettuerà un incontro
preliminare (quale incontro “informativo”) con il personale delegato che le imprese dimostreranno
di voler mettere a disposizione, nei cantieri dell’appalto e che verrà impiegato nelle attività per conto
di HERA SPA.
L’informazione acquisita, da parte del C.S.E., sarà calata nel dettaglio delle opere, anche attraverso
l’esposizione di adeguata documentazione eseguita dallo stesso C.S.E. e/o da un soggetto
qualificato, incaricato da HERA SPA.
Analoga formazione verrà effettuata qualora il C.S.E. lo ritenga necessario nel corso dello sviluppo
delle attività lavorative.
Le imprese che dovessero mutare la propria organizzazione, intesa come personale presente in
cantiere, dovranno comunicare a HERA i nuovi organigrammi, le nuova attrezzature e automezzi,
utilizzando i moduli allegati al capitolato speciale d’appalto da restituire in formato elettronico con
congruo anticipo.
Tutto il nuovo personale, impiegato nei cantieri dell’appalto, dovrà partecipare alla formazione
organizzata dal Datore di Lavoro prima del suo accesso in cantiere.
L’accesso di nuovo personale, dovrà essere accompagnato - preliminarmente - dalla seguente
documentazione:
• elenco del personale aggiornato;
• attestati di avvenuta formazione;
• copia attestati di avvenuta formazione/addestramento alla specifica mansione ove richiesto
dalla normativa vigente;
• consegna DPI;
• Idoneità sanitaria.
Si sottolinea che:
- l’elenco del personale aggiornato dovrà essere corrispondente - in numero e nominativi - ai
lavoratori effettivamente presenti in cantiere e non a disposizione e/o personale dipendente
della ditta;
- la formazione del personale operante, prima dell’ingresso in cantiere, dovrà essere fornita
previa dimostrazione documentata di adeguata:
“informazione e formazione” relativamente ai rischi presenti nel contesto dello specifico cantiere
(inteso come appalto) effettuata dal Datore di Lavoro con riferimento al P.S.C. e P.O.S..
La stessa “informazione e formazione” dovrà essere ripetuta a seguito di aggiornamenti emessi
al P.S.C. in essere ed eventuali aggiornamenti richiesti al P.O.S. di cantiere.
“formazione di base e specifica” di settore (4 ore di “base” e 12 di “specifica”) con riferimento a
quanto previsto dall'Accordo Stato Regioni del 21/12/2011 e s.m.i.
A tal proposito si sottolinea l'importanza di verificare che gli attestati rilasciati contengano
l'indicazione del settore ATECO di appartenenza; modalità; contenuti; periodo di formazione, in
accordo a quanto previsto dall’Accordo Stato Regioni sopra citato.
Qualora l'attestato si riferisca in maniera specifica ad un ruolo (es. autista) l'operatore non potrà
svolgere diversa attività in cantiere.
formazione Preposti di cantiere con riferimento a quanto previsto dall'Accordo Stato Regioni del
21/12/2011 e s.m.i. (obbligatoria per chi non nominato a ricoprire tale ruolo);
formazione e addestramento all’utilizzo dei DPI ai sensi del ai sensi dell'art. 77 commi 4, lettera
h), e 5;
abilitazione specifica per gli operatori addetti all'uso di mezzi e attrezzature - con riferimento a
quanto previsto dall'Accordo Stato Regioni e s.m.i. (es. indicare escavatorista, gruista, ecc.);
formazione specifica per Addetto Antincendio secondo il D.M. 10/03/1998 - All. IX, Art. 7
(obbligatoria per chi non nominato a ricoprire tale ruolo).
formazione Addetto al Primo Soccorso ai sensi de D.M. 388/2003 - Art. 3, All. 3, All. 4 (obbligatoria
per chi non nominato a ricoprire tale ruolo).
N.B. Si ricorda l’obbligo di presenza in cantiere di almeno una figura di addetto al Primo Soccorso
ed Antincendio da considerare nella composizione delle squadre.
patentino di qualifica del personale addetto alle operazioni di saldatura (in funzione della specifica
tipologia) e formazione all’utilizzo delle relative apparecchiature.
All’interno del cantiere dovrà attuarsi, da parte della ditta Affidataria, una specifica procedura di
gestione delle imprese e dei subappaltatori, ivi compresi i lavoratori autonomi e noli a caldo, che
comprende anche le disposizioni di accesso al cantiere.
Ciò al fine di garantire:
- La verifica preliminare dell’idoneità tecnico professionale delle imprese esecutrici o dei prestatori
d’opera.
- La promozione della cooperazione e del coordinamento fra tutte le imprese coinvolte nelle
lavorazioni.
Tutte le Imprese devono dotare i propri lavoratori di tessera di riconoscimento che i lavoratori
dovranno esibire in modo visibile. I lavoratori autonomi dovranno provvedervi per proprio conto.
Le modalità di circolazione, ove non specificate nel presente Piano, saranno proposte dai Datori di
lavoro partecipanti al processo di cantiere che dichiareranno di aver portato a conoscenza dei propri
lavoratori.
TESSERA N° ……………………………
Si rammenta che, ai sensi dell’art.18 c1 lett. u) e del D. Lgs. 81/08, nello svolgimento di attività in
regime di appalto o subappalto, i lavoratori delle imprese presenti in cantiere devono essere muniti
di apposita tessera di riconoscimento corredata di fotografia e contenente le generalità del
lavoratore e del Datore di Lavoro. Analogamente anche i lavoratori autonomi che esercitano
direttamente la propria attività in un luogo di lavoro in cui si svolgono attività in regime di appalto
o subappalto – quale è il cantiere – devono munirsi di apposita tessera corredata di fotografia
contenente le proprie generalità (art. 21 c1 lett. c) D.Lgs. 81/08).
Tutti i lavoratori presenti in cantiere, anche quelli autonomi, sono tenuti ad esporre detta tessera di
riconoscimento (art. 20 c3 D. Lgs 81/08).
Il consumo dei pasti da parte del personale aziendale NON potrà avvenire all’interno del cantiere.
E’ opportuno che il personale delegato alle specifica lavorazione, sopraggiunto l’orario di pranzo,
metta in sicurezza l’area (ove risulti necessario, ad es. con la verifica delle condizioni di congruità
della segnaletica a perimetrazione di cantiere e l’interclusione di eventuali scavi contro cadute
accidentali, ecc..) potendosi così allontanare per il tempo strettamente necessario per poter
raggiungere il locale di ristoro più vicino su cui consumare il pasto.
E’ pertanto compito del Datore di Lavoro aziendale organizzare un adeguato servizio mensa al di
fuori dell’area di cantiere.
Modalità organizzative della cooperazione e della reciproca “informazione” tra le imprese e/o
lavoratori autonomi
La realizzazione delle opere di progetto è di diretta responsabilità della Ditta Appaltatrice.
Nel contratto d'Appalto potrà essere prevista la possibilità che l’esecuzione di alcune lavorazioni sia
affidata ad altre imprese subappaltatrici.
Tutte le Ditte che parteciperanno alle attività di cantiere - prima dei lavori - dovranno comunicare
direttamente o tramite la Ditta Appaltatrice i loro dati identificativi fornendo la documentazione
ufficiale riguardo la regolarità contributiva. Nell'ambito del cantiere potranno essere presenti solo
imprese che avranno fornito tale documentazione.
Quindi chi non avrà ottemperato a tale obbligo sarà allontanato dal Cantiere.
Non ultimo l’attività informativa, sulle azioni da svolgere e sulle tutele da attuare da parte del
personale operativo, in capo alla ditta Affidataria dovrà essere opportunamente documentata in data
antecedente l’inizio lavori e sottoscritta da ambo le parti.
In linea di principio si ritiene di poter ipotizzare in base a valutazioni tipologiche svolte per attività
similari l’individuazione di una squadra operativa ”tipo” per campo di intervento, fatte salve
indicazioni prescrittive emanate dalla Committente e/o dal C.S.E., composta da un numero variabile
di addetti in base al verificarsi delle seguenti condizioni:
COMPOSIZIONE ESEMPIO
SQUADRE P.I. CAMPO D’INTERVENTO
squadra minima di 3 Interventi di P.I. presso reti collocate in centro storico/località marittime,
operatori su tracciati stradali con media/alta affluenza di traffico, su strutture
sensibili e/o con fattori di rischio rilevanti (es. luogo confinato e/o
contaminato, ecc…)
squadra minima di 2 Interventi di P.I. presso reti collocate in zona montana/aperta campagna,
operatori su tracciati stradali con bassa affluenza di traffico e privi di criticità
operatore unico Cambio contatori presso unità abitative e/o industriali, alla presenza
contestuale dell’amministratore/proprietà/responsabile aziendale, e/o
tramite persona da essi delegata.
Primi sopralluoghi per verifiche dovute a segnalazioni di perdite acqua,
predisposizione segnaletica stradale, chiusura ed apertura valvole e/o altre
attività di verifica.
L'impresa Affidataria dovrà indicare nel POS quali, tra le opere di protezione collettiva indicate nel
presente piano porrà in opera, oppure quali misure equivalenti di protezione intenderà adottare,
seguendo lo svolgimento dei lavori, (protezioni collettive contro la caduta delle persone e cose
dall'alto, opere provvisionali, etc.) per l'incolumità di terzi, tenendo conto degli interventi degli altri
al fine di mantenere le protezioni fino all'eliminazione, per quanto possibile, delle condizioni di
rischio.
Tutte le opere provvisionali di protezione collettiva, infrastrutture, impianti ed attrezzature in uso
dovranno essere conformi alla normativa vigente.
Durante lo svolgimento dei lavori alcune di esse potranno essere utilizzate in comune dalle imprese.
L'utilizzo comune e/o l'avvicendamento nell'uso di quelle che non possono o non devono essere
utilizzate contemporaneamente da più imprese sarà stabilito nelle riunioni preliminari attraverso
verbali sottoscritti da ambo le parti.
L’IMPRESA CHE CONCEDE IN USO I PROPRI MEZZI, ATTREZZATURE, ECC... DOVRA’
VERIFICARE L’IDONEA FORMAZIONE DEL PERSONALE ALL’IMPIEGO DEGLI STRUMENTI DATI
IN PRESTITO
E' fatto obbligo all'impresa che prenda in uso un'opera provvisionale, da un'altra e/o da un lavoratore
autonomo, verificare le condizioni di sicurezza della medesima prima di dare accesso al proprio
personale e di restituire l'opera suddetta nelle medesime condizioni di sicurezza.
Ciascuna impresa sarà responsabile della sicurezza e della prevenzione del personale dipendente
durante tutta l'esecuzione dei lavori.
Ciascuna impresa sarà altresì responsabile dell'utilizzo di macchine ed attrezzature conformi
alle norme vigenti nonché della formazione del personale che ne faccia uso.
Nel caso di concessione in uso, ad altre imprese, di attrezzature o macchinari di altrui proprietà,
spetta al Datore di Lavoro dell’utilizzatore finale la verifica circa la sussistenza e la permanenza dei
requisiti in conformità alle norme vigenti e dell’adeguata formazione dello stesso al loro uso, nonché
all'impresa cedente, la verifica della corretta idoneità all'utilizzo di tali attrezzature.
La messa a disposizione di attrezzature sarà oggetto di un accordo preliminare, nel quale siano
considerati gli elementi necessari per la gestione in sicurezza tra cui l'adeguatezza, la
conformità e le modalità di utilizzo.
Copia del preventivo accordo dovrà essere tenuta a disposizione ed esibita a richiesta al
Coordinatore per l’esecuzione (C.S.E.).
Con il presente paragrafo si è teso individuare, analizzare e valutare i rischi concreti, riscontrabili
nell'ipotetica area di lavoro, in merito all'organizzazione di cantiere, alle lavorazioni e alle loro
potenziali interferenze.
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PIANO DI SICUREZZA E COORDINAMENTO (P.S.C.)
PRESTAZIONI DI PRONTO INTERVENTO, MANUTENZIONE PROGRAMMATA,
ESTENSIONE RETI, ALLACCIAMENTI ED ACCESSORI SULLE RETI DI FOGNATURA
DA ESEGUIRSI NEL TERRITORIO GESTITO DA HERA SPA
L'obiettivo primario del presente documento è quello di individuare, analizzare e valutare tutti i rischi
residui identificabili in una progettazione “tipologica” e di indicare le azioni di prevenzione e
protezione ritenute idonee, allo stato attuale delle conoscenze (fase progettuale), alla loro
eliminazione o riduzione al minimo, entro limiti di accettabilità.
Pertanto, tutti i rischi segnalati nelle varie sezioni di questo documento, nonché la relativa
valutazione, si riferiscono ai rischi potenzialmente prevedibili in fase di progettazione, cioè desunti
dall'applicazione di metodologie similari acquisiti da fattori esperienziali pregressi.
L'applicazione delle procedure e delle protezioni indicate nel presente documento consente di
ricondurre il livello dei rischi entro limiti di accettabilità, cioè con il potenziale di fare danni facilmente
reversibili ma frequenti o di causare danni anche più elevati ma molto raramente.
La metodologia di valutazione adottata è quella “semiquantitativa” in ragione della quale il rischio
(R) è rappresentato dal prodotto dalla probabilità (P) di accadimento dell'evento dannoso ad esso
associato, variabile da 1 a 3, con la magnitudo (M), cioè dell'entità del danno, anch'essa variabile tra
1 e 3.
I significati della probabilità e della magnitudo al variare da 1 a 3 sono rispettivamente indicati nelle
tabelle seguenti.
LIVELLO DI
P PROBABILIT CRITERIO DI VALUTAZIONE
À
La mancanza rilevata può provocare un danno, anche se in modo automatico
o diretto.
3 Probabile È noto qualche episodio di cui alla mancanza ha fatto seguire il danno Il
verificarsi del danno ipotizzato susciterebbe una moderata sorpresa in
azienda.
La mancanza rilevata può provocare un danno solo in circostanze sfortunate
Poco
2 di eventi. Sono noti solo rarissimi episodi già verificatisi.
probabile Il verificarsi del danno ipotizzato susciterebbe grande sorpresa.
La mancanza rilevata può provocare un danno per la concomitanza di più
1 Improbabile eventi poco probabili indipendenti. Non sono noti episodi già verificatisi.
Il verificarsi del danno susciterebbe incredulità.
LIVELLO DEL
M DANNO
CRITERIO DI VALUTAZIONE
L'andamento del rischio, in funzione di “P” e di “M”, è descritto da uno dei nove quadranti del grafico
seguente:
Probabilità
3 6 9
2 4 6
1 2 3
Magnitudo
L'impresa appaltatrice dovrà adoperarsi affinché tutto il personale sia fornito dei mezzi necessari di
protezione individuale: caschi, occhiali, guanti, cinture di sicurezza, scarpe con soletta e puntali in
acciaio, tappi antirumore, ecc. che dovrà usare a seconda dei casi e comunque secondo le indicazioni
riportate nel presente piano in relazione ad ogni fase di lavoro.
In relazione ai rischi specifici connessi con le varie lavorazioni, il personale sarà dotato dei
corrispondenti dispositivi di protezione individuale (D.P.I.).
Tali D.P.I. saranno dati in consegna a ogni singolo addetto; all'atto della consegna sarà raccomandato
l'impiego del mezzo stesso in tutti quei casi in cui le condizioni di lavoro lo imporranno, facendo così
opera di formazione ed informazione ai sensi di quanto previsto nel Dec. Lgs. 81/08 e secondo le
indicazioni riportate nel presente piano in relazione ad ogni fase di lavoro.
La gestione dei DPI sarà vincolata dalla compilazione di un modello predisposto dall'impresa stessa.
Copia di tale documento dovrà essere consegnato al coordinatore in fase di esecuzione.
A titolo generale si può prevedere l'utilizzo di ciascun mezzo di protezione secondo quanto riportato
di seguito:
- Protezioni della testa: nelle circostanze in cui si riscontri la possibilità di caduta di materiale o di
attrezzature dall'alto e/o la possibilità del rischio di urti contro ostacoli fissi ad altezza d'uomo, ad
esempio impalcature ed impianti, si dovrà sempre fare uso del casco di protezione al capo.
- Protezione degli occhi: nelle lavorazioni che possano provocare la proiezione di particelle solide;
ad esempio eventuale utilizzo di dischi abrasivi o da taglio, attraverso l'uso di smerigliatrici, è
prescritto l'impiego di occhiali.
L’uso degli occhiali di sicurezza sarà obbligatorio ogni qualvolta si eseguano lavorazioni che possano
produrre lesioni agli occhi per la proiezione di schegge o corpi estranei.
Le lesioni possono essere di tre tipi:
• meccaniche: schegge, trucioli, aria compressa, urti accidentali;
• ottiche: irradiazione ultravioletta, luce intensa, raggi laser;
• termiche: liquidi caldi, corpi estranei caldi.
Gli occhiali dovranno avere sempre schermi laterali per evitare le proiezioni di materiali o liquidi di
rimbalzo o comunque di provenienza laterale.
Per gli addetti all’uso di fiamma libera (saldatura guaina bituminosa, ossitaglio) o alla saldatura
elettrica ad arco voltaico, gli occhiali o lo schermo dovranno essere di tipo inattinico, cioè di colore
o composizione delle lenti (stratificate), capace di filtrare i raggi UV (ultravioletti) e IR (infrarossi),
capaci di non condurre lesioni alla cornea e al cristallino, e in taluni casi anche la retina.
Le lenti degli occhiali dovranno essere realizzate in vetro o in materiale plastico (policarbonato)
Attenersi alle disposizioni e informazioni messe a disposizione dall’azienda sull’uso del DPI.
Gli occhiali o la visiera devono essere tenuti ben puliti, consegnati individualmente al lavoratore e
usati ogni qualvolta sia necessario segnalare tempestivamente al responsabile di cantiere eventuali
anomalie riscontrate durante l’uso
- Protezione delle mani: l'utilizzo dei guanti protettivi è previsto in tutte le operazioni che comportino
manipolazione di attrezzature o contatto con materiali taglienti, abrasivi o corrosivi. Fra queste
l'eventuale carico e scarico materiale.
A seconda del tipo di lavorazione i guanti possono essere di diverso materiale e sono classificati
secondo le seguenti norme EN:
EN 374-1 (1994) Guanti di protezione contro prodotti chimici e microrganismi - Parte 1:
Terminologia e requisiti prestazionali;
EN 374-2 (1994) Guanti di protezione contro prodotti chimici e microorganismi - Parte 2:
Determinazione della resistenza alla penetrazione;
EN 374-3 (1994) Guanti di protezione contro prodotti chimici e microorganismi - Parte 3:
Determinazione della resistenza alla permeazione ai prodotti chimici; EN 388 (1994) Guanti di
protezione contro rischi meccanici;
EN 407 (1994) Guanti di protezione contro rischi termici (calore e/o fuoco);
EN 420 (1994) Requisiti generali per guanti;
EN 421 (1994) Guanti di protezione contro le radiazioni ionizzanti e la contaminazione radioattiva.
Nel settore edile, le classi che interessano, sono principalmente quella dei guanti di protezione
contro i rischi meccanici (EN 388) e quelli di protezione contro il calore e fuoco (EN 407).
La scheda tecnica del guanto riporta i simboli delle classi di rischio per le quali è adeguato
all’impiego.
Per i guanti di protezione contro i rischi meccanici il simbolo è accompagnato da un numero a 4
cifre, che indicano i risultati ottenuti da prove specifiche, in particolare:
- primo numero (quattro livelli) indica la resistenza all’abrasione;
- secondo numero ( cinque livelli ) indica la resistenza al taglio;
- terzo numero ( quattro livelli ) indica la resistenza alla lacerazione;
- quarto numero ( quattro livelli ) indica la resistenza alla perforazione.
Il numero è tanto più alto quanto migliore è il comportamento specifico:
possono comparire il segno X - prova non effettuata - o il numero 0 - primo livello non raggiunto in
tale prova. Per i guanti di protezione contro il calore e fuoco il simbolo è accompagnato da un
numero a 6 cifre, che indicano i risultati ottenuti da prove specifiche, in particolare:
- primo numero ( quattro livelli ) indica il comportamento al fuoco;
- secondo numero ( cinque livelli ) indica il calore di contatto;
- terzo numero ( quattro livelli ) indica il calore convettivo;
- quarto numero ( quattro livelli ) indica il calore radiante;
- quinto numero ( quattro livelli ) indica il comportamento per piccole proiezioni di metallo fuso;
- sesto numero ( quattro livelli ) indica il comportamento per grosse proiezioni di metallo fuso.
Il numero è tanto più alto quanto migliore è il comportamento specifico: possono comparire il segno
X - prova non effettuata - o il numero 0 - primo livello non raggiunto in tale prova.
Il datore di lavoro individuerà pertanto le caratteristiche del guanto di protezione necessarie affinché
questi siano adeguati ai rischi, valutando quelli più opportuni sulla base delle informazioni a corredo
dei prodotti forniti dal fabbricante. Per i rischi meccanici (lavorazione del ferro, uso di seghe,
predisposizione banchinaggi e casserature) sarà necessario che il datore di lavoro si orienti verso
prodotti che oltre al simbolo EN 388 riportino i quattro numeri dei livelli di prova il più possibile
elevati, con assenza di segni "X" o "0".
Analogamente per i guanti di protezione contro il fuoco e il calore.
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PRESTAZIONI DI PRONTO INTERVENTO, MANUTENZIONE PROGRAMMATA,
ESTENSIONE RETI, ALLACCIAMENTI ED ACCESSORI SULLE RETI DI FOGNATURA
DA ESEGUIRSI NEL TERRITORIO GESTITO DA HERA SPA
- Protezione dei piedi: l'impiego delle scarpe antinfortunistiche del tipo con suolo antichiodo, dotate
di untale contro lo schiacciamento è da considerarsi obbligatorio per tutte le operazioni di cantiere.
La resistenza meccanica della scarpa rappresenta un efficace mezzo di protezione: le calzature
dovranno essere le più leggere possibili e comode.
Per i lavori quotidiani in cantiere le calzature dovranno essere dotate di puntali e solette in acciaio
per proteggere dai pericoli di puntura e schiacciamento secondo norme UNI 615/2-EN345 e s.m.i..
Nei lavori con presenza di tensione elettrica le calzature dovranno essere in gomma, caucciù o suola
dielettrica ed essere esenti da parti metalliche secondo norme EN347.
- Protezione del corpo: l'impiego di opportune tute di lavoro è da considerarsi generalizzato.
Nel caso di particolari operazioni dovranno valutarsi con il C.S.E. la necessità di fornire specifiche
tute la lavoro assolventi al ruolo di dispositivo di protezione.
Oltre ai DPI tradizionali esiste una serie di indumenti che in talune circostanze e particolari attività
lavorative svolgono anche la funzione di DPI ; per il settore delle costruzioni esse sono:
• grembiuli e gambali per asfaltisti;
• tute speciali per verniciatori, scoibentatori di amianto, coibentatori di fibre minerali, ecc..;
• copricapi a protezione dei raggi solari;
• indumenti da lavoro ad alta visibilità per tutti i soggetti impegnati nei lavori stradali o che
comunque operano in zone di forte flusso di mezzi d’opera;
• indumenti di protezione contro le intemperie (giacche, pantaloni impermeabili, indumenti
termici).
Attenersi alle disposizioni e informazioni messe a disposizione dall’azienda sull’uso di DPI.
Verificare periodicamente l’integrità dei componenti e segnalare tempestivamente al responsabile
di cantiere eventuali anomalie riscontrate durante l’uso
- Protezioni dell'udito: l'obbligo dell'impiego dei protettori auricolari, in particolare cuffie, verrà
disposto nei confronti del personale addetto all'uso di mezzi e per tutte quelle lavorazioni il cui livello
di esposizione al rumore risulta superiore agli 85 dB(A) come previsto dal D. Lgs 81/08 e s.m.i., ex
195/06 (ex 277/91).
I dispositivi di protezione auricolare sono suddivisi nei seguenti tipi:
1) cuffie auricolari, in genere costituite da due coppe regolabili contenenti tamponi in schiuma
poliuretanica; le cuffie vanno indossate sopra la testa e le coppe devono coprire completamente
le orecchie: assicurarsi che le coppe coprano saldamente le orecchie senza alcuna interferenza
con le stanghette degli occhiali; ogni lavoratore è tenuto a conservare le cuffie in ambienti sicuri
ed asciutti.
2) inserti auricolari monouso, in gomma o schiuma poliuretanica; sono consigliati in modo
particolare quando i lavoratori sono continuamente esposti ad ambienti rumorosi, specialmente
se in condizioni ambientali con elevata temperatura e umidità. Si indossano ruotando il tappo tra
le dita fino a ridurne il diametro ed inserendo lo stesso nel condotto auricolare.
3) inserti auricolari in gomma riutilizzabili; sono già pronti per essere inseriti nel condotto
auricolare: sono raccomandati per lavoratori esposti a intensi rumori intermittenti. I tappi
riutilizzabili devono essere lavati spesso e devono essere sostituiti quando risulti impossibile la
pulizia.
Per ogni otoprotettore il produttore dovrà fornire i dati di attenuazione: il valore SNR (riduzione
semplificata del rumore) rappresenta l’attenuazione media su tutto lo spettro delle frequenze.
Con l’utilizzo di un otoprotettore il livello di pressione sonora percepito si valuta sottraendo dal
livello di pressione dell’ambiente di lavoro il valore dell’attenuazione. I dispositivi più efficaci saranno
quelli che verranno utilizzati continuativamente.
- Protezione delle vie respiratorie: in tutti i casi di possibile diffusione di polveri o sostanze tossiche,
si provvederà alla predisposizione di un sistema di controllo e di utilizzo di appropriati mezzi di
protezione individuale (D.P.I.) delle vie respiratorie. - Indumenti di protezione contro le intemperie
In caso di lavorazione con climi piovosi e/o freddi.
Le mascherine monouso non rappresentano valide protezioni per l’apparato respiratorio, ma
possono essere usate solo come coadiuvanti in presenza di particelle grossolane di natura non
pericolosa.
Per la protezione da polveri o nebbie nocive occorrerà utilizzare facciali filtranti conformi alle norme
europee e riportanti il fattore di protezione nominale FPN, ovvero il rapporto tra la concentrazione
del contaminante nell’ambiente e la sua concentrazione all’interno del facciale.
I respiratori sono suddivisi tre classi P1-P2-P3 a seconda della capacità di trattenere le particelle:
- i facciali filtranti di classe P1 sono in grado di ridurre fino a 4 volte la concentrazione di particelle
e pertanto sono utilizzabili in tutte le situazioni in cui la concentrazione esterna di agenti nocivi
raggiunge 4 TLV;
- i facciali filtranti di classe P2 sono in grado di ridurre fino a 10 volte la concentrazione di particelle
e pertanto sono utilizzabili in tutte le situazioni in cui la concentrazione esterna di agenti nocivi
raggiunge 10 TLV;
- i facciali filtranti di classe P3 sono in grado di ridurre fino a 50 volte la concentrazione di particelle
e pertanto sono utilizzabili in tutte le situazioni in cui la concentrazione esterna di agenti nocivi
raggiunge 50 TLV.
I facciali filtranti dovranno essere sostituiti quando si avverte una diminuzione del potere filtrante.
- Indumenti ad alta visibilità fluorescenti con bande riflettenti: in caso di lavorazioni in ore serali e/o
di scarsa visibilità (nebbia, condizioni ambientali, ecc..) e in tutti i casi in cui sia necessario indossarlo
per tutto il personale a terra. Così come per i conducenti dei veicoli, che transitano sulle strade
prospicienti il luogo in cui vengono svolti i lavori, abbiano la necessità di percepire la presenza in
tempo dei lavoratori.
- Indumenti anticaduta: Risultano da evitare le cinture di sicurezza costituite da semplici cinture ed
occorrerà adottare modelli con bretelle e cosciali in modo da ripartire in modo ottimale le
sollecitazioni dovute all’arresto in caso di caduta. Le bretelle sono munite di cinghie di collegamento
sia sul petto, sulla vita, nonché attorno alle cosce: tali cinghie confluiscono in un unico unto sul dorso
in posizione alta, corrispondente all’anello per l’attacco alla fune di trattenuta.
Gli effetti prodotti dalla caduta sono diversi a seconda della posizione relativa che assumono il punto
di fissaggio della fune ed il punto di attacco al lavoratore. Sono da evitare, per quanto possibile, le
situazioni per le quali il punto di fissaggio della fune si trovi più in basso del punto di attacco al
lavoratore: infatti in tali situazioni la lunghezza della caduta tende ad aumentare.
Può risultare opportuno in tali situazioni adottare dispositivi tenditori ed ammortizzanti, che evitano
tra l’altro che la fune rimanga in posizione allentata. I dispositivi con fune auto avvolgente
permetteranno, in caso di caduta del lavoratore, di bloccare progressivamente la corda fino
all’arresto. Il sistema di bloccaggio entrerà in funzione quando lo sfilamento superi circa 1,5 m/sec
(valore da verificare) e tale dispositivo potrà essere fissato, tramite moschettone, ad un punto di
fissaggio.
Lo studio del punto di fissaggio e dell’adozione di particolari dispositivi richiederà una
programmazione della descrizione della fase di lavoro: i dispositivi avvolgenti sono presenti sul
mercato con diverse lunghezze della fune.
Quando una cintura interviene in caso di caduta di un lavoratore subisce sollecitazioni che possono
provocare alterazioni ai suoi elementi componenti: sarà perciò necessario provvedere alla sua
eliminazione al fine di evitare un riutilizzo.
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La viabilità usata nel corso dell’attività di cantiere potrà essere usata anche in fase di dismissione
dello stesso. Si procederà nell’ordine all’allestimento delle recinzioni di cantiere, alla segnaletica
prescrittiva e obbligatoria, alle opere provvisionali e alle attrezzature di cantiere ove necessarie
comprensive, ove occorra, del montaggio dei mezzi di sollevamento.
Si procederà poi all’installazione dell’impianto e del quadro elettrico, delle baracche e dei spogliatoi,
delle latrine e quanto completi l’allestimento di cantiere ove necessario.
Si verificherà il progetto della viabilità interna ed esterna al cantiere, allestendo eventuali percorsi
obbligati distinti per pedoni e/o veicoli in accesso e/o uscita così come le recinzioni e le segnalazioni
interne.
Particolare cura dovrà essere posta nei casi in cui le recinzioni siano state previste in aderenza a
strade e/o spazi angusti che presentino eventuali problemi connessi anche la viabilità veicolare
esistente interna e/o esterna al sito/impianto tecnologico di proprietà e/o a servizio di HERA spa.
Se non diversamente convenuto (o necessario), in caso di attività potenzialmente svolgibili in
aderenza e/o a margine di sedi viarie pubbliche, quando ciò presupponga una occupazione anche
parziale di uomini e mezzi operativi necessari all’esecuzione di opere edili/impiantistiche a servizio
delle sedi fisse in gestione alla Committente, si invierà una informativa alla Polizia Municipale
(competente territorialmente), per informare l’Ente delle attività eseguibili al fine di pianificare e/o
organizzare l’eventuale piano del traffico ove non diversamente convenuto.
Sarà poi necessario contattare le aziende di trasporti pubblici, in caso di interferenze con il transito
dei loro mezzi, se non già concordato con la Polizia Municipale.
E’ necessario osservare che, operando in situazioni di particolare urgenza ed emergenza,
l’apprestamento del segnalamento temporaneo allestito dall’impresa esecutrice dovrà rispondere al
rispetto dell’art. 30, comma 7 del D.P.R. 495/1992 e s.m.i.
Potrà poi capitare che alcuni lavori potranno essere posticipati, ed allora, in tal caso sarà necessario
installare la cartellonistica stradale di divieto di sosta almeno 48 ore prima dell’inizio del cantiere,
come da indicazioni riportate nell’autorizzazione all’occupazione di suolo pubblico, ogni qualvolta
sia necessario liberare parcheggi e/o altro per eseguire i lavori.
Prima dell’inizio lavori sarà opportuno effettuare una ricerca puntuale di eventuali servizi presenti
(sia evidenti che occulti) al fine di adottare le più opportune tutele prima di procedere con le attività
esecutive.
Nel caso si intervenga in aderenza a proprietà private sarà necessario lasciare i passaggi liberi degli
accessi alle singole proprietà.
Nel caso si intervenga in aderenza a proprietà private è obbligatorio lasciare i passaggi liberi i fronti
degli accessi alle proprietà.
In corrispondenza degli attraversamenti stradali interni al sito e in corrispondenza dei passi carrai se
corrispondenti all’area di occupazione del futuro cantiere, saranno realizzati passaggi temporanei
(by-pass) con lamiere in acciaio di spessore commisurato ai carichi in transito, opportunamente
segnalati ed illuminati in caso di attività di scavo (per consentire il transito dei veicoli.
Eventuali bidoni di raccolta interna al sito, se interferenti, andranno spostati in zone facilmente
accessibili dai mezzi operativi preposti, in accordo con la società di raccolta rifiuti.
Sarà poi necessario, ove fattibile, preferire organizzare le aree di stoccaggio materiali all’interno
dell’area di cantiere; in caso di spazi ristretti, le aree di stoccaggio esterne verranno recintate in
maniera sicura (in modo che siano inaccessibili dall’esterno se non con deliberato proposito).
Qualora siano presenti materiali costosi, l’impresa valuterà se prevedere recinzioni con cancelli,
serrature e lucchetti appositi contro i furti.
Il materiale di cantiere verrà preferibilmente consegnato quotidianamente, per ridurre le aree di
stoccaggio che sono spesso anguste e costose (es. tasse occupazione temporanea suolo pubblico
ove necessario).
Qualora il Preposto dell’impresa esecutrice rilevi nuove interferenze di qualunque natura con il
cantiere, le dovrà segnalare immediatamente al C.S.E. per un aggiornamento tempestivo del P.S.C. e
conseguentemente del P.O.S..
In un punto visibile, in corrispondenza dell’accesso sulla pubblica via, dovranno essere affissi:
• un Cartello di cantiere con i dati della Committente, dell’Impresa interessata, del Coordinatore in
esecuzione, ecc… (vedasi a margine il tipologico ditta committente HERA SPA);
• un Cartello tipologico con le prescrizioni e i divieti di accesso al cantiere (es. divieto di accesso ai
non addetti ai lavori, obbligo di utilizzo d.p.i.
Nel caso in cui il sito/impianto tecnologico non disponga di adeguata recinzione, sprovvisto di
cancello accessibile a pedoni e mezzi, per tutta la durata delle opere, dovranno essere mantenute le
seguenti prescrizioni:
• Il Capocantiere o Preposto dell’Impresa appaltatrice dovrà accertarsi giornalmente che tutti gli
accessi al cantiere siano interdetti alla fine della giornata lavorativa.
• Mantenere in perfette condizioni le luci notturne e la cartellonistica d’uso e di segnalazione del
cantiere.
raffigurazione tipologica
Attenzione Attenzione
Le reti metalliche dovranno essere evidenziate con L’uso delle reti “ombra” incrementa il rischio di
l’applicazione di elementi ad alta visibilità (es. rete ribaltamento della recinzione a causa del vento
plastificata arancione). naturale o creato dal passaggio dei veicoli, pertanto,
Quando poste lungo una viabilità, devono essere se utilizzato, provvedere anche in tal caso a
completate con nastri catarifrangenti. controventare adeguatamente la recinzione.
Si ribadisce pertanto che in tutti i casi le reti
metalliche dovranno essere debitamente
controventate e fissate su basette in cls e/o supporti
di adeguata stabilità.
costituite da new jersey in plastica, installati in aderenza l’uno con l’altro al fine di impedire varchi di
passaggio a personale non autorizzato.
Queste chiusure sono riferite ad una migliore identificazione delle condizioni di operatività interne
alle aree di cantiere.
In relazione alle specifiche situazioni si dovrà provvedere al posizionamento di segnalazioni
particolari o cartelli di indicazione (cartelli aree di scavo, aree stoccaggio rifiuti, aree
approvvigionamento materiali, ecc…).
Il più delle volte l’accantieramento delle baracche di cantiere avverrà predisponendo moduli
prefabbricati ad uso del personale presente in cantiere.
La loro collocazione verrà posta nel rispetto delle condizioni minime atte a migliorare la vita
all’interno delle strutture rispettando le seguenti condizioni:
- prossimità all’ingresso principale del cantiere;
- priorità posizionamento su aree poste in corrispondenza del perimetro del cantiere;
- priorità rispetto a zone con bassa/assente viabilità di cantiere;
- priorità in zone non soggette a lavorazioni/operazioni di trasporto aereo materiale.
Nell’impossibilità di garantire tutte o in parte i requisiti soprariportati, sarà in carico al Capo Cantiere
- in accordo con il C.S.E. - verificare e provvedere l’ausilio di ulteriori strutture di servizio esterne al
cantiere - siano esse di proprietà della Committente (e da quest’ultima consentito) - o di soggetto
terzo con il quale, nel caso, dovrà essere stipulata idonea convenzione che rimarrà agli atti tra i
documenti di cantiere con opportuna informazione a tutti i lavoratori.
La posa delle baracche e dei servizi avverrà previa preparazione delle relative piazzole, della
preventiva preparazione delle piste per l’accesso ai servizi a tutto ciò che renda sicura la loro
collocazione rispetto alle lavori più prossime e future.
I locali adibiti a spogliatoi dovranno possedere i
seguenti requisiti:
- difesa dalle intemperie;
- riscaldamento invernale;
- adeguata illuminazione;
- posti a sedere;
- distinzione fra i sessi (non è obbligatorio solo per
aziende con meno di 5 dipendenti);
- armadietti a doppio scomparto con possibilità di
chiudere a chiave i propri effetti personali ed
indumenti (se il lavoro comporta un notevole insudiciamento, impolveramento o contatto con
sostanze infettanti, gli indumenti da lavoro devono essere separati da quelli privati).
Tutti i locali dovranno essere adeguatamente illuminati e aerati, isolati per il freddo, ben installati
onde evitare il ristagno di acqua sotto la base e, se necessario, ventilati o condizionati per il caldo,
dovranno essere garantiti i requisiti normativi, la necessaria cubatura e tutte le condizioni di
microclima richieste per similari luoghi di lavoro, nel rispetto delle normative.
Tali locali dovranno essere utilizzati anche dagli eventuali subaffidatari dell'impresa appaltatrice che
si dovranno impegnare a farne un uso congruo alle norme di igiene, nel rispetto della pulizia e della
pubblica decenza, evitandone qualsiasi danneggiamento.
L'impresa appaltatrice avrà l'onere di coordinare l'utilizzo dei locali tra i subaffidatari.
Gli spogliatoi dovranno essere dotati di attrezzature che consentano a ciascun lavoratore di chiudere
a chiave i propri indumenti durante il tempo di lavoro.
La superficie dei locali dovrà essere tale da consentire, una dislocazione delle
attrezzature, degli arredi, dei passaggi e delle vie di uscita rispondenti a criteri
di funzionalità e di ergonomia per la tutela e l’igiene dei lavoratori, e di
chiunque acceda legittimamente ai locali stessi.
Eventuali locali di riposo e di refezione dovranno essere forniti di sedili e di
tavoli, ben illuminati, aerati e riscaldati nella stagione fredda. Il pavimento e
le pareti devono essere mantenute in buone condizioni di pulizia.
Nel caso i pasti vengano consumati in cantiere, i lavoratori dovranno disporre
di attrezzature per scaldare e conservare le vivande ed eventualmente di
attrezzature per preparare i loro pasti in condizioni di soddisfacente
igienicità.
I lavoratori dovranno disporre sul cantiere di acqua potabile in quantità
sufficiente nei locali occupati, nonché nelle vicinanze dei posti di lavoro.
Nei locali di riposo e di refezione così come nei locali chiusi di lavoro sarà vietato fumare.
Utilizzo di monoblocchi prefabbricati per i locali ad uso spogliatoi, locali di riposo e refezione
Tali dispositivi dovranno avere un’altezza netta interna non inferiore a m 2.40; l'aerazione e
l'illuminazione dovranno essere sempre assicurate da serramenti apribili; l'illuminazione naturale,
quando necessario, sarà integrata dall'impianto di illuminazione artificiale.
Eventuale utilizzo di caravan ai fini igienico assistenziali
L'uso di caravan o roulottes quali servizi igienico-assistenziali, sarà consentito esclusivamente ad
inizio cantiere per un periodo massimo di 5 giorni, prima dell'installazione dei servizi di cantiere veri
e propri.
L'uso di caravan o roulottes quali servizi igienico-assistenziali, sarà consentito nei cantieri stradali di
rilevante lunghezza e brevi tempi di lavorazione su singole posizioni fra loro molto lontane in
aggiunta agli ordinari servizi igienico assistenziali posizionati presso le aree di cantiere o i campi
base.
I locali che ospiteranno i lavabi dovranno essere dotati di acqua corrente, se necessario calda e di
mezzi detergenti e per asciugarsi.
I servizi igienici dovranno essere costruiti in modo da salvaguardare la decenza e mantenuti puliti.
I lavabi dovranno essere in numero minimo di uno ogni 5 lavoratori e 1 gabinetto ogni 10 lavoratori
impegnati nel cantiere.
Quando per particolari esigenze vengano utilizzati bagni mobili chimici, questi dovranno presentare
caratteristiche tali da minimizzare il rischio sanitario per gli utenti.
In condizioni lavorative con mancanza di spazi sufficienti per l’allestimento dei servizi di cantiere, e
in prossimità di strutture idonee aperte al pubblico, sarà consentito attivare delle convenzioni con
tali strutture al fine di supplire all’eventuale carenza di servizi in cantiere: copia di tali convenzioni
deve essere tenuta in cantiere ed essere portata a conoscenza dei lavoratori.
CANTIERI ORDINARI:
Nei cantieri temporanei, per esigenze di tempo, l’impresa potrà prendere specifici accordi (tramite
convenzione sottoscritta tra le parti) con il pubblico esercizio più vicino al cantiere, per mettere a
disposizione dei propri dipendenti idonei locali igienici (w.c.).
Diversamente si dovrà allestire apposito wc chimico la cui quantità sarà rapportata in base al numero
di addetti presenti.
CANTIERI STRAORDINARI:
Per i cantieri la cui durata potrebbe consentire una cantierizzazione più definita, la D.L. e/o il C.S.E.
potranno richiedere all’impresa di garantire, per tutta la durata dei lavori, la presenza di un servizio
igienico di cantiere, posto all’interno dell’area cantierizzata.
Il servizio igienico dovrà essere costituito da un blocco prefabbricato, dotato di un lavandino e dovrà
essere dotato di acqua potabile e degli accessori igienici d’uso comune. Si dovrà eseguire una pulizia
e manutenzione giornaliera del prefabbricato con approvvigionamento di carta igienica e sapone
con prelievo monodose.
Diversamente si potrà fare uso di wc presenti nei locali pubblici posti nelle immediate vicinanze e
facilmente fruibili a piedi dal personale dipendente come sopra riportato.
32. REFLUI
Se necessario l’impresa dovrà prevedere un sistema di evacuazione delle acque usate dai servizi
igienico sanitari allestiti nell’“area logistica” tramite fosse Imhoff e allacciamento alla rete fognaria
esistente qualora permesso dalla Committente.
Tutte le condotte di fognatura dovranno essere poste ad una profondità non inferiore a 0,60 m dalla
pavimentazione stradale e dovranno avere una pendenza costante mai inferiore allo 0,2 %.
Le condotte dovranno essere eseguite con tubi in PVC utilizzando esclusivamente tubi a norma UNI
7443-75 serie 302 (colore arancio) debitamente sigillati con mastice fornito dalla casa produttrice
dei tubi.
I pozzetti di smistamento e di ispezione, qualora realizzati, dovranno essere di tipo pesante carrabile
anche dai mezzi pesanti di cantiere e dovranno portare la scritta del tipo di condotta servita.
Il complesso dei prefabbricati installati dovrà prevedere che tutte le acque meteoriche vengano
convogliate nella fognatura più prossima esistente.
Nel caso venisse predisposto un WC chimico in cantiere, l’impresa dovrà provvedere periodicamente
alla pulizia dello stesso ed allo svuotamento dei reflui raccolti.
All’interno dell’area prevista per il deposito saranno predisposte aree per il deposito macerie e lo
stoccaggio dei materiali e delle attrezzature e baracche di deposito.
Lo stoccaggio dei materiali o di sostanze pericolose si effettuerà rispettando i seguenti punti:
• etichettatura sistematica regolamentare degli imballaggi dei prodotti o sostanze pericolose;
• copia sul sito delle schede dei dati di sicurezza dei prodotti utilizzati (disponibilità sul sito delle
avvertenze da seguire in caso di incidente);
• segnaletica appropriata per individuare i locali che contengono dei materiali o sostanze
pericolose;
• rispettare le distanze di sicurezza rispetto all’area di stoccaggio per i lavori da eseguire a fiamma
libera (almeno 5 metri),
• ventilazione dei locali di stoccaggio per i materiali o i prodotti che presentano un rischio di
intossicazione;
• isolamento, se necessario, dell’area di stoccaggio mediante appropriato confinamento;
• posizionamento di estintori a polvere, in prossimità dei depositi infiammabili.
Inoltre, per la protezione dell’ambiente e la prevenzione dei rischi di incendio, lo stoccaggio dei
prodotti infiammabili liquidi (per esempio le vernici) dovrà essere effettuato prevedendo
appropriate vaschette di ritenzione o contenitori specifici.
Lo stoccaggio dei materiali demoliti e delle attrezzature verrà effettuato al di fuori delle vie di
transito in modo razionale e tale da non creare ostacoli e comunque concordandolo con la
Committente.
L’Impresa Appaltatrice ha il compito di porre particolare attenzione alle cataste, alle pile ed ai
mucchi di materiali che possono crollare o cedere nonché ad evitare il deposito dei materiali in
prossimità di ponteggi.
Lo stoccaggio dei materiali di scavo e demolizione all’interno delle zone di cantiere dovrà essere
limitato al tempo necessario per organizzare il carico ed il trasporto a smaltimento finale; tutto il
materiale, quindi, dovrà essere trasportato all’esterno del cantiere non appena possibile, facendo
attenzione a non imbrattare le vie di transito e limitando la produzione di polveri. I camion dovranno
essere dotati di opportuni teli di protezione.
Lo stoccaggio dei materiali, delle attrezzature e dei semilavorati verrà effettuato al di fuori delle vie
di transito in modo razionale e tale da non creare ostacoli.
L’Impresa affidataria ha il compito di porre particolare attenzione alle cataste, alle pile ed ai mucchi
di materiali che possono crollare o cedere nonché ad evitare il deposito dei materiali in prossimità
di eventuali cigli di scavi.
L'Impresa appaltatrice dovrà adoperarsi affinché:
- il trasporto dei materiali venga eseguito mediante idonei mezzi la cui guida deve essere affidata a
personale pratico, capace, idoneo ed in possesso di patente di guida valida;
- la loro velocità sia contenuta e rispettosa della segnaletica all'uopo sistemata in cantiere; - i
materiali siano opportunamente vincolati;
- gli spostamenti effettuati a mezzo semoventi siano preceduti da idonea imbracatura del carico,
secondo le specifiche norme e siano eseguiti da personale pratico e capace.
Le misure di prevenzione e gli apprestamenti di sicurezza suddetti dovranno essere gestiti dal
Coordinatore in fase di esecuzione che provvederà a controllarne l'attuazione.
Le sponde laterali e di coda dovranno essere sempre applicate e chiuse in modo sicuro.
I veicoli ed i rimorchi saranno caricati in modo tale da evitare cadute o spostamenti del carico.
I carichi ed i rimorchi ingombranti saranno segnalati in modo appropriato e, se necessario, scortati
dal personale.
Le persone possono essere trasportate solo da mezzi appositamente adibiti a questo servizio.
I veicoli a motore, ivi compresi i mezzi di sollevamento, saranno ammessi a circolare all’interno
dell’area di cantiere, unicamente se sono stati espressamente autorizzati.
I mezzi di sollevamento dovranno essere in regola con le verifiche annuali e trimestrali.
All’interno del mezzo della ditta operatrice dovrà essere sempre disponibile una cassetta di primo
soccorso, di contenuto minimo conforme a quanto previsto dal D.M. 388/2003 “Regolamento sul
pronto soccorso aziendale, in attuazione al D. Lgs. 81/2008 e s.m.i.”.
Provvedere prontamente all’approvvigionamento del contenuto della cassetta, in caso di uso e/o
sostituendo i prodotti scaduti (vedasi data sulla confezione e/o sul singolo componente).
Cassetta Primo Soccorso – Allegato 1 del D.M. 15 luglio 2003 n. 388 e s.m.i.
• Guanti sterili monouso (5 paia).
• Visiera paraschizzi
• Flacone di soluzione cutanea di iodopovidone al 10% di iodio da 1 litro (1).
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PRESTAZIONI DI PRONTO INTERVENTO, MANUTENZIONE PROGRAMMATA,
ESTENSIONE RETI, ALLACCIAMENTI ED ACCESSORI SULLE RETI DI FOGNATURA
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35. ESTINTORE
La norma UNI 9994, costituisce attualmente la norma il riferimento per la verifica e la manutenzione
degli estintori portatili e carrellati d’incendio prescrivendo i criteri per effettuare la sorveglianza, il
controllo, la revisione ed il collaudo al fine di garantirne l’efficienza operativa.
Le diverse fasi possono prevedere anche verifiche apparentemente simili, che tuttavia si distinguono
per il diverso livello di competenza del personale individuato per il loro espletamento.
La citata norma UNI 9994 stabilisce altresì che ciascun estintore dovrà avere in dotazione un
cartellino di manutenzione che documenti gli interventi effettuati.
Esso dovrà obbligatoriamente riportare almeno le seguenti informazioni:
•numero di matricola o altri estremi di identificazione dell’estintore;
• ragione sociale, indirizzo completo e altri estremi di identificazione dell’estintore;
• massa lorda dell’estintore;
• carica effettiva;
• tipo di fase effettuata;
• data dell’ultimo intervento (mese e anno);
• firma leggibile o punzone identificativo del manutentore.
Ogni ditta dovrà disporre - presso il singolo cantiere - di un adeguato numero di estintori da
utilizzarsi in caso di necessità da persona qualificata (addetto antincendio).
L’estintore è, per natura propria, un mezzo di estinzione molto limitato. È destinato ad un uso
immediato in caso di piccoli incendi, il suo corretto utilizzo è il seguente:
• sfilare la linguetta di protezione;
• sganciare la lancetta ed impugnarla saldamente;
• premere la leva che permette la fuoriuscita del flusso ed indirizzare lo stesso alla base della
fiamma rimanendo bassi e prestando attenzione ad eventuali ritorni di fiamma.
Il metodo di estinzione cambia a seconda della tipologia di fuoco, come anche l’approccio
dell’intervento sul medesimo.
Prima di intervenire, in ogni caso, occorre accettarsi che vi sia una via di fuga sicura alle proprie
spalle.
• Su incendi di CLASSE A (solidi organici) il getto dovrà essere indirizzato alla base della fiamma, al
fine di raffreddare la superficie ed attraverso il vapore sviluppato separare il comburente (ossigeno)
dal combustibile.
• Su incendi di CLASSE B (liquidi) l’intervento deve consentire all’operatore una sicurezza personale.
Si procede dalla parte più vicina all’operatore verso la parte più lontana, aggirando la zona già estinta
e non invadendola in quanto, fino a completa estinzione, il liquido potrebbe sviluppare nuovamente
la fiamma.
• Su incendi di CLASSE C (gas) l’intervento è teso al raffreddamento dell’ambiente onde evitare
l’esplosione della miscela.
• Su incendi di CLASSE D (metalli) l’intervento e l’estinzione dipendono dalla reazione del metallo in
presenza di fiamma.
• Su incendi che coinvolgono apparecchiature elettriche in tensione (es. personal computer) è
fondamentale non utilizzare mezzi di estinzione a base di acqua (acqua stessa o schiumogeni).
ATTENZIONE: un estintore si scarica velocemente, da 6 a 15 secondi.
Qualora si debba operare su sede stradale, in presenza di traffico e qualora la larghezza della strada
della parte residuale non interessata dal cantiere sia inferiore ai minimi previsti dal codice della
strada, si dovrà procedere secondo la presente istruzione:
• occorre identificare esattamente l’inizio e la fine dell’intervento;
• nominare due movieri muniti di paletta bicolore rosso/verde i quali dovranno posizionarsi
almeno a quindici – venti metri dal rispettivo inizio dell’intervento, privilegiando la loro visibilità
rispetto al traffico esistente;
• i movieri dovranno essere in contatto visivo l’uno con l’altro ovvero dovranno essere muniti
di radio ricetrasmittenti per le segnalazioni;
• la precedenza alle operazioni viene sempre destinata al moviere che dà via libera (verde) al
traffico in esercizio;
• i movieri dovranno indossare indumenti ad alta visibilità, (es. gilet o giacca e pantaloni o
salopette) e dovranno essere muniti di scarpe antinfortunistiche;
• in caso di intemperie, l’indumento antipioggia o antifreddo di copertura dovrà essere
comunque di tipologia ad alta visibilità;
• è vietato inoltrarsi all’interno delle aree di lavorazione senza la preventiva autorizzazione del
capocantiere;
• gli autisti dei mezzi di trasporto, durante le operazioni di carico e scarico, non devono
allontanarsi dal mezzo e devono indossare i dispositivi di protezione individuale prescritti;
• è vietato avvicinarsi all’area di manovra di mezzi operativi in azione.
Le strade oggetto d’intervento sono classificabili prevalentemente in:
- Tipo “C” e “F” (extraurbane secondarie e locali extraurbane);
- Tipo “E” e “F” (urbane di quartiere e locali urbane).
Il traffico veicolare realmente riscontrabile nelle strade oggetto d’intervento conferma in genere la
classificazione soprariportata (indicazioni fornite dalla Committente), tuttavia, si rileva, che,
specialmente le strade classificabili per la maggior parte come “strade extraurbane locali”, anche con
modesta sezione stradale, potrebbero presentare, limitatamente alle ore di punta, traffico sostenuto
e, talvolta, sono percorse dai veicoli a velocità elevata, indipendentemente dai limiti imposti (in
genere 50-70 Km/h).
Data la vastità territoriale in cui si svilupperanno i cantieri mobili e, non potendo prevedere in sede
progettuale, la effettiva programmazione esecutiva temporale degli interventi, non è possibile
definire, al momento, eventuali condizionamenti dovuti alle presenza di cantiere edili e/o stradali
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eventualmente presenti al momento dell’esecuzione dei lavori nelle aree interessate dai lavori. Gli
eventuali condizionamenti dovuti a tali eventuali cantieri verranno valutati in sede esecutiva
dall’attività svolta dal C.S.E..
raffigurazione tipologica
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Per tal motivo sarà cura del C.S.E. verificare l’idonea formazione (previa acquisizione di copia degli
attestati formativi rilasciati da Ente abilitato) conseguita dal personale aziendale operante su sede
stradale.
Nel caso di restringimento della carreggiata causa lavori, depositi o cantieri stradali, occorre
posizionare il segnale di “Strettoia” distinto per i tre casi di “Strettoia simmetrica, asimmetrica a sx o
a dx”.
In presenza di attività svolte in ore notturne e in tutti i casi di scarsa visibilità i cantieri stradali
dovranno essere dotati di dispositivi luminosi al fine di migliorare la loro visibilità.
Per la sicurezza elettrica l’impianto elettrico di cantiere dovrà essere conforme alla norma CEI 64-8/7
e s.m.i..
Quindi, se installato, sarà composto da un quadro di comando ASC, da cavi per posa mobile HO7
RN-F o equivalente, da spine di tipo industriale CEE 17 con protezione IP 44 e da dispositivi luminosi
che, oltre al grado di protezione IP44, dovranno anche essere protetti contro gli urti accidentali ed
alimentati a bassissima tensione.
Il segnale “lavori” - in caso di necessità - dovrà essere munito di apparato luminoso di colore rosso
a luce fissa.
Il segnale di sbarramento obliquo che precede eventualmente la zona di lavoro potrà - in caso di
necessità - essere integrato da dispositivi a luce gialla lampeggiante, in sincrono o in progressione
(luci scorrevoli).
raffigurazione tipologica
La SEGNALETICA ORIZZONTALE TEMPORANEA, complementare e non integrativa a quella verticale,
oltre ad essere un sistema informativo, sarà un ulteriore dispositivo di guida degli utenti della strada:
- i segnali orizzontali da usare nell’ambito di cantieri stradali fissi saranno le strisce longitudinali
continue e discontinue per indicare i margini, la separazione dei sensi di marcia e le corsie; le strisce
trasversali per indicare il punto di arresto nei sensi unici alternati regolati da semafori (se
necessario); le frecce direzionali o le iscrizioni con la grafica e le dimensioni previste per la
segnaletica orizzontale permanente; quando tale segnalamento modifica o è in contrasto con la
segnaletica orizzontale permanente.
La segnaletica orizzontale sarà di color GIALLO e realizzata da strisce longitudinali e trasversali; potrà
essere eseguita generalmente con vernice rifrangente (grado di rifrangenza conforme alla Norma
UNI EN 1436 con classe R5) del tipo premiscelato di colore giallo e posta in opera in presenza di
lavori con durata superiore ai 7 giorni consecutivi (es. Pronto Intervento indifferibile/indifferibile
prolungato).
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ESTENSIONE RETI, ALLACCIAMENTI ED ACCESSORI SULLE RETI DI FOGNATURA
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Qualora la presenza dei lavori determini un restringimento della carreggiata è necessario apporre il
segnale di pericolo temporaneo strettoia asimmetrica sinistra o destra. Dovranno essere usati per
presegnalare un restringimento pericoloso della carreggiata su ambedue i lati.
Qualora la carreggiata sia a doppio senso di marcia con larghezza della strettoia inferiore a 5,60 m
occorrerà istituire il transito a senso unico alternato da regolamentare in tre modi diversi:
1) transito alternato a vista;
2) transito alternato da movieri;
3) transito alternato a mezzo semafori.
In merito al nuovo Decreto Ministeriale del 4 marzo 2013, lo stesso introduce delle istruzioni
operative per la posa e la rimozione della segnaletica stradale in tutti quei casi che comportino un
rischio derivante dall’interferenza con il traffico veicolare e/o con eventuali gli addetti delegati ad
attività manutentive, operanti su sedi fisse della Committenza, in aderenza con flussi di traffico
veicolare.
Si segnala infine che il D.M. del 10 luglio 2012 - consente - tramite disegni e schemi tipologici,
un’utile verifica della corretta posa della segnaletica verticale ed orizzontale, nel caso in cui si operi
e/o vi sia occupazione di sede viaria pubblica – e per i cui casi si allegano alcuni esempi a puro titolo
informativo:
Nel caso di lavori condotti a bordo carreggiata, in corrispondenza di una o più intersezioni, ci si può
rifare agli schemi indicati sempre nel D.M. 10 luglio 2002 e/o a ulteriori esemplificazioni riportate a
fondo pagina:
Per interventi su ROTATORIE (nel D.M. 10 luglio 2002 non c’è nessuno schema di segnaletica con
oggetto gli interventi lavorativi in rotatoria) è pertanto consigliabile adottare tecniche similari a
quella raffigurata:
In caso di rotatoria la predisposizione della segnaletica necessita di un’attenta progettazione: i vincoli
determinati sono dipendenti dai flussi dl traffico e dalle possibili situazioni che si possono generare
vista la tipologia di intersezione.
Inoltre, la possibile presenza di pedoni e di ciclisti impone l’adozione di ulteriori e specifici vincoli.
Nel disegno viene rappresentato il caso di un intervento in una delle quattro strade che si immettono
in rotatoria.
La segnaletica deve essere installata su tutte le strade che si immettono in essa.
Occorre informare tutti gli utenti che si immettono e quindi devono essere installati su tutte le
immissioni in rotatoria il segnale LAVORI e i vari segnali di pericolo eventualmente necessari (MEZZI
DI LAVORO IN AZIONE, ecc.).
Se i lavori sono svolti direttamente in rotatoria i segnali devono essere installati sui lati delle due
corsie esterne.
La norma EN ISO 20471:2013 specifica i requisiti degli indumenti ad alta visibilità in grado di
segnalare visivamente la presenza dell’utilizzatore.
Gli indumenti ad alta visibilità sono destinati a fornire un’alta visibilità dell’utilizzatore visto dagli
operatori di veicoli o di altri dispositivi meccanizzati in qualunque condizione di luce diurna o alla
luce dei fari dei veicoli nell’oscurità, pertanto DPI necessari in prossimità e/o aderenza a sedi viarie
pubbliche e private.
raffigurazione tipologica
Gli indumenti conformi dispongono di specifici requisiti prestazionali relativi a colore e
retroriflessione così come aree minime per la loro estensione e alla disposizione dei materiali negli
indumenti di protezione.
I requisiti di progettazione di cui alla norma 20471, mantengono un sistema di raggruppamento in
tre classi per gli indumenti basato sulle aree minime di materiali ad alta visibilità, visibili incorporati
nel capo di abbigliamento, ai sensi del quale gli indumenti in Classe 3 forniscono il livello più alto di
visibilità richiesto per lavorazioni condotte su sedi stradali ad alto flusso di traffico.
La norma permette inoltre di soddisfare i requisiti di appartenenza a questa classe prestazionale
specificando un indumento singolo oppure uno completo.
Dovendo operare in luoghi potenzialmente soggetti alla pubblica viabilità, l’esigenza primaria sarà
quella di porre in sicurezza l’area d’intervento cercando di limitare il disagio causato ai servizi e/o
residenti limitrofi: tale situazione obbligherà il Datore di Lavoro dell’impresa affidataria a ridurre al
minimo indispensabile le occupazioni di suoli pubblici e delle viabilità ordinaria ove necessario.
Questa necessità impone all’impresa di prestare maggiore attenzione allo stato della praticabilità del
sistema viario, rispetto ai cantieri tradizionali, in quanto, la possibilità che un lavoratore possa essere
investito o che un mezzo operativo si ribalti è sensibilmente più elevata.
Sarà cura del C.S.E., verificare congiuntamente al Preposto dell’impresa, anche con verbali integrativi
condotti sul posto, le più opportune cautele da attuare sul sito, incrementando, nel caso lo ritenga
opportuno, il livello di sicurezza passiva.
La segnaletica apportata preventivamente su cantieri posti sulla sede stradale dovrà essere
allestita conformemente alle norme indicate nel Codice della Strada vigente e/o prescritta
dall’Ente gestore il tratto stradale.
Sarà vietato effettuare manovre di retromarcia se non all’interno del cantiere e/o in zone di lavoro
debitamente delimitate.
Tali manovre dovranno essere effettuate, con grande attenzione e cautela, a velocità ridottissima (es.
“a passo d’uomo”) avendo cura di non invadere - neanche accidentalmente o momentaneamente -
la corsia adiacente aperta al traffico, prestando la massima attenzione ai lavoratori a terra presenti
nelle vicinanze.
Lampeggianti e segnalatore acustico di retromarcia dovranno essere sempre in funzione.
Qualora tale manovra si rendesse necessaria fuori di dette delimitazioni, la stessa dovrà risultare
autorizzata dal Preposto e potrà avvenire, con l’adozione delle opportune cautele con l’ausilio di uno
o più movieri.
Nessuna persona addetta ai lavori dovrà trovarsi sulle corsie stradali se non all’interno di cantieri o
zone di lavoro debitamente delimitate o comunque protette.
Le imprese interessate saranno tenute a curare il trasporto degli operai da e verso il luogo di lavoro
evitandone la circolazione non controllata sulla strada.
Il primo operaio della fila (primo rispetto al senso di marcia degli autoveicoli) dovrà mostrare al
traffico, ben visibile, la bandiera segnaletica o, in caso di scarsa visibilità, la torcia a vento o lampada
a luce intermittente.
L’attraversamento a piedi delle carreggiate stradali in presenza di traffico sarà consentito solo per
motivi strettamente inerenti le operazioni da svolgere o per motivi di sicurezza.
In tal caso gli operai dovranno attraversare la carreggiata perpendicolarmente e nel minor tempo
possibile, accertandosi prima dell’inesistenza di traffico sopraggiungente.
Per l’entrata e l’uscita dei mezzi di lavoro nei cantieri corrispondenti a deviazioni di traffico su unica
carreggiata, dovranno essere osservati gli schemi di manovra nonché rispettare le relative istruzioni
vigenti fornite dalla normativa tecnica in materia.
Il conducente, che debba uscire dalla zona di lavoro delimitata, sarà tenuto a dare la precedenza ai
veicoli eventualmente sopraggiungenti.
Nel caso che la zona di lavoro richieda lo stazionamento di mezzi operativi sulla destra della
carreggiata, il conducente dovrà mantenere il veicolo sulla corsia di emergenza (se presente) fin
quando non abbia raggiunto una velocità adeguata ad inserirsi sulla adiacente corsia di transito
senza ostacolare i veicoli sopraggiungenti.
Tale manovra dovrà avvenire mediante l’impiego del segnalatore di direzione.
raffigurazione tipologica
Nel caso in cui la zona di lavoro sia situata sulla sinistra della carreggiata, il conducente dovrà prima
accertarsi che nessun altro veicolo sopraggiunga, per poi immettersi sulla carreggiata sempre con
l’impiego del segnalatore di direzione.
Le uscite laterali dal cantiere, dovranno essere segnalate agli utenti da un uomo a terra (moviere) o
- durante le ore notturne o in caso di scarsa visibilità - tramite idonei dispositivi luminosi.
È vietato effettuare la manovra di conversione ad “U” per passare da una carreggiata all’altra.
Per tale scopo si dovrà invece raggiungere la prima uscita presente nel senso di marcia seguito,
consentendo poi l’immissione in strada sulla carreggiata opposta.
Ove si rendesse necessaria la sosta di veicoli, o macchine operatrici, dopo i tempi di lavorazione a
margine della carreggiata interessata dal traffico veicolare, i mezzi dovranno essere parcheggiati il
più lontano possibile dalle correnti di traffico e opportunamente segnalati.
raffigurazione tipologica
41. DISALLESTIMENTO
Schiacciamento Il transito dei mezzi operativi, in prossimità alle aree dedicate al personale, è
consentito solo quando la distanza tra l’attività svolta dagli operatori a terra
permetta un franco libero sufficiente per determinare una sicurezza “attiva”
nell’area di lavoro (almeno 3 metri).
In caso di necessità prevedere dei corselli ad uso esclusivo del personale a
Fattore rischio 6
terra, delimitato anche con bandinella b/r.
I veicoli dovranno transitare a “passo d’uomo”.
Esposizione ai pericoli Richiedere informazioni sulla presenza di eventuali utenze e/o rischi indotti
indotti da altre eventuali dalle lavorazioni condotte da altre addetti operanti nel medesimo cantiere
lavorazioni in corso e/o in prossimità ad esso.
Fattore rischio 6
Difficoltà/impossibilità di Avvertire della propria presenza con cartelli segnalatori, far indossare
libera movimentazione indumenti ad alta visibilità ai propri addetti e coadiuvarsi con un eventuale
all’interno/esterno moviere a terra per la movimentazione sicura dei mezzi operativi.
dell’area operativa
Fattore rischio 6
Installazione transennatura Le transenne dovranno essere poste sul fronte di scavo e sui fianchi ad
aree di lavoro almeno 2 m. dal ciglio in modo da delimitare l’area operativa ed impedire
l’accesso al personale non autorizzato durante l’attività di scavo.
Il personale impiegato nell’attività deve indossare i DPI specifici: (guanti di
protezione da rischi meccanici, calzature di sicurezza, indumenti da lavoro,
Fattore rischio 4 caschetto ed abbigliamento ad alta visibilità se necessario.
Lo schema di cantiere deve essere conforme a quanto richiamato nel P.S.C. e
la relativa transennatura dovrà essere conforme ad esso e comunque
adeguata in caso di modificazione in corso d’opera del cantiere alle norme di
settore.
Cantiere presso terzi Richiedere l’attività di coordinamento con il C.S.E. del cantiere esistente se
possibile.
Partecipare alla riunione di coordinamento e predisporre la fornitura della
Fattore rischio 4 documentazione richiesta dal C.S.E., eventualmente da riscontarsi sul posto.
Interventi su suolo pubblico HERA SPA effettuerà la richiesta di concessione del suolo per i lavori all’Ente
proprietario che definirà anche lo schema segnaletico da adottare.
Fattore rischio 4 HERA SPA adeguerà la propria domanda alle caratteristiche dello schema di
cantiere da adottare e della circolazione, verificando prioritariamente:
Cantiere in Zona a Traffico Ritirare l’Autorizzazione all’accesso in ZTL e apporlo sul cruscotto del mezzo.
Limitato Adeguare le lavorazioni, le attrezzature ed i mezzi impiegati nelle lavorazioni
alle prescrizioni per l’accesso alla ZTL.
Fattore rischio 3
Passi carrai o aree Predisporre il trasporto nell’area di cantiere di piastre in acciaio per garantire
intercluse il passaggio temporaneo sullo scavo.
Predisporre avvisi e informative ai frontisti interessati.
Fattore rischio 3
I cantieri predisposti in aree con terreno vegetale e piantumazioni esistenti non disponendo di una
vera e propria viabilità di cantiere necessiteranno di opere di sfalcio della vegetazione e/o
piantumazioni interferenti per la predisposizione di un transito adeguato e sicuro per i veicoli di
cantiere. Eventualmente condotta la compattazione del terreno, l’estirpazione delle piante e
l’eliminazione di buche, fossati, ecc.. si potrà procedere al transito dei veicoli - a passo d’uomo - sino
all’area di stazionamento e/o operativa.
Questa necessità impone all’impresa di prestare maggiore attenzione alla fattibile praticabilità
dell’area, in quanto, la possibilità che un lavoratore possa essere investito o che un mezzo operativo
si ribalti è sensibilmente più elevata.
Prima dell'inizio lavori di taglio delle piantumazioni è fatto obbligo di procedere alla verifica delle
condizioni di conservazione e stabilità del terreno circostante e delle eventuali piantumazioni
interferenti da eliminare.
I lavori dovranno essere eseguiti con modalità di buona tecnica avendo cura che anche il taglio
dell’erba venga eseguito a raso terreno (sopra il colletto delle piante erbacee), a debita distanza dal
personale limitrofo e dai mezzi operativi in transito.
Prima di usare il decespugliatore gli operatori dovranno indossare: la maschera con visiera, gli
indumenti ad alta visibilità, i parastinchi di protezione, i tappi o le cuffie di protezione per l’udito, i
guanti e le scarpe di tipo antinfortunistico.
Nei lavori con il decespugliatore sarà vietato indossare camicie a mezze maniche o pantaloni corti.
Usando il decespugliatore si potranno proiettare sassi e/o altri oggetti presenti nell’erba fino ad un
raggio di 15 metri.
Per questo motivo occorrerà - nel caso in cui non si sia in grado di garantire l’incolumità del transito
gli utenti, prevedere l’utilizzo di uno schermo di protezione in plastica o altro materiale resistente
agli urti. Lo schermo dovrà essere sorretto da un lavoratore che avanzerà congiuntamente con
l’utilizzatore del decespugliatore, proteggendo in tale modo gli automobilisti e i pedoni dal rischio
di danno per proiezione di eventuali oggetti.
Il lavoratore che sorreggerà lo schermo dovrà indossare gli stessi DPI previsti per l’utilizzo del
decespugliatore.
Nei lavori con l’uso delle macchine per il diserbo meccanizzato (decespugliatore, motoseghe e
sramatori) al fine di ridurre l’entità del rischio derivante dalle vibrazioni e dal rumore occorrerà far in
modo che il personale non utilizzi in modo permanente il macchinario ma che avvenga una rotazione
dei compiti a carico di tutti i componenti della squadra di lavoro.
raffigurazione tipologica
HERA S.p.A. - P.S.C. AREA RAVENNA DAL 01/03/2021 AL 28/02/2025 - Pag. 67
PIANO DI SICUREZZA E COORDINAMENTO (P.S.C.)
PRESTAZIONI DI PRONTO INTERVENTO, MANUTENZIONE PROGRAMMATA,
ESTENSIONE RETI, ALLACCIAMENTI ED ACCESSORI SULLE RETI DI FOGNATURA
DA ESEGUIRSI NEL TERRITORIO GESTITO DA HERA SPA
L’impresa esecutrice dovrà procedere seguendo scrupolosamente le fasi prestabilite dalle norme di
buona tecnica, adottando tutte le corrette procedure per il taglio di erbacce, arbusti e piante di
piccole/medie dimensioni nel rispetto delle norme prevenzionistiche.
I tronchi, i rami e le foglie, dovranno essere condotte nell’apposita area di stoccaggio tramite un
idoneo mezzo di sollevamento; nel caso in cui non fosse possibile utilizzare un mezzo per sollevare
i corpi più pesanti gli stessi dovranno essere movimentati a mano con un’azione congiunta di più
operatori.
L’operatore nella cesta dovrà utilizzare la cintura di sicurezza collegata con una fune e moschettoni
al punto di ancoraggio appositamente predisposto dal costruttore della piattaforma.
L’apprestamento anticaduta dovrà comunque essere utilizzato nel rispetto delle indicazioni impartite
nell’allegato libretto di uso e manutenzione fornito dal costruttore dalla PLE.
A terra dovrà essere ‘sempre’ presente un altro operatore in “assistenza”.
Non ultimo prestare particolare attenzione a motoseghe elettriche e/o a benzina adottando
procedure operative consone alle indicazioni riportate nel libretto di uso e manutenzione.
Si riporta di seguito un elenco (non necessariamente esaustivo) dei pericoli potenziali legati
all’attività di taglio di piantumazioni di particolare rilevanza:
• caduta incontrollata albero e rami;
• rimbalzo dell’albero in caduta;
• rotolamento dell’albero o dei rami;
• spaccatura longitudinale del tronco durante il taglio;
• contatto della pianta con linee elettriche aeree;
• postazioni di lavoro in quota;
• presenza fossati profondi;
• proiezione materiali, schegge, schizzi presenza parti taglienti, perforanti e che possono
schiacciare, etc.; elementi in movimento; elementi rotanti; instabilità; disergonomia, ecc. legati
all’utilizzo di utensili ed attrezzature;
• carichi sospesi;
• macchine e carichi in movimento;
• condizioni climatiche avverse.
Si considerano inoltre di particolare rilevanza i rischi legati alle seguenti possibili interferenze:
- contemporanea presenza più ditte in cantiere;
- presenza di scuole, ospedali, traffico pedonale, traffico veicolare (anche non intenso);
- presenza linee elettriche aeree;
- condizioni e caratteristiche del sito e stato del terreno.
Misure preventive:
- l’intervento dovrà essere autorizzato da un agronomo che a seguito di apposita perizia se
necessario:
- verifica le condizioni climatiche presenti;
- verifica la presenza di interferenze d’area e di contesto: presenza di scuole, ospedali, traffico
pedonale, traffico veicolare (anche non intenso); presenza linee elettriche; condizioni stato
superficiale del terreno; condizioni meteo, ecc..
- verifichi la possibilità di delimitare l’area di cantiere;
- controllo preliminarmente lo stato di salute dell’albero, della forma e presenza di rami spezzati o
collabenti, nonché dello viluppo altimetrico della chioma;
- controlli preliminarmente l’inclinazione dell’albero e del diametro da tagliare;
Il personale delegato dovrà essere adeguatamente formato e informato delle attività pianificate
previo riscontro scritto registrato su apposito verbale.
Misure per la gestione interferenze:
Con la contemporanea presenza di più ditte in cantiere bisognerà:
- attuare un’immediata interruzione delle attività previo allontanamento dall’area di cantiere
interessata dall’abbattimento delle alberature e sino all’avvenuta conclusione delle lavorazioni
previste.
- In caso di presenza di scuole, ospedali, traffico veicolare e pedonale (anche Non intenso) è
necessario delimitare l’area di cantiere per l’intera dimensione di superfici, tenuto conto anche
della movimentazione meccanica di mezzi e carichi, nonché delle condizioni e caratteristiche del
sito e dello stato del terreno.
In caso di linee aeree in tensione potenzialmente interferenti è necessaria una verifica preliminare
con coinvolgimento del C.S.E., del referenti Tecnico di HERA SPA e dell’Ente gestore della linea
elettrica.
Necessaria verifica preliminare delle condizioni al fine di provvedere al corretto e stabile
posizionamento dei mezzi mediante eventuale utilizzo di piastre di ripartizione dei carichi, nonché
modalità d’esecuzione delle fasi di estirpazione.
Fase di installazione del cantiere:
- opportuna delimitazione dell’area di cantiere secondo le modalità previste dal PSC generale;
rendendo visibile la zona di intervento con rete rossa pvc o nastro bicolore; occupando una superficie
sufficiente ad eliminare tutte le possibili interferenze per il successivo deposito temporaneo dei
pezzi;
Fase di abbattimento della pianta:
- tutta l’attività dovrà essere sorvegliata da un Preposto;
- la zona di abbattimento risulta essere un settore circolare sotteso da un angolo di 90° avente come
verticale l’albero da abbattere, simmetrico rispetto alla presumibile direzione di caduta: quest’area è
la zona di massimo pericolo all’interno della quale non dovrà sostare nessuno;
- utilizzo dei DPI anticaduta (previa formazione del personale all’utilizzo di DPI di III categoria);
- Il lavoro dovrà essere organizzato in modo tale da non creare interferenze tra i lavoratori, che si
devono mantenere ad almeno una distanza doppia all’altezza stimata dell’albero;
- gli addetti dovranno seguire una linea di taglio precedentemente concordata;
- individuare e/o realizzare le vie di fuga (in direzione opposta a quella dove si presume cada la
pianta);
- Il Preposto dovrà aver cura di verificare che nessuno si avvicini all’area delimitata;
- In presenza di condizioni meteo avverse (forte pioggia, nebbia e/o vento) i lavori dovranno essere
sospesi;
- In presenza di linee aeree elettriche e/o impiantistiche interferenti si dovrà accertare che venga
verificata la distanza minima richiesta dal P.S.C., anche durante la fase di caduta dell’albero, in caso
contrario si dovrà contattare il C.S.E., il tecnico referente di HERA nonché il coinvolgimento del
gestore dalla linea elettrica al fine di individuare le procedure più idonee per operare in sicurezza.
Attrezzatura e Dispositivi necessari
Si riporta un elenco (non esaustivo) di attrezzature, strumenti e dispositivi ritenuti necessari per lo
svolgimento in sicurezza delle attività in oggetto:
- segnaletica sicurezza estradale;
- recinzioni per opportuna delimitazione/recinzione dell’area di cantiere;
- piattaforme aeree o cestelli elevatori;
- motoseghe;
- estintori;
ecc.. da integrare da parte delle ditta esecutrice all’interno del proprio P.O.S..
Dispositivi di Protezione Individuali
Oltre ai DPI d’utilizzo obbligatori, è necessario:
- in caso si generino polveri da legno adeguata protezione delle vie respiratorie tramite
dispositivo FPP2;
- occhiali protettivi contro schegge o polveri da legno;
- guanti antivibrazione e antitaglio;
-eventuale imbracatura di sicurezza UNI EN 361 e relativi dissipatori, cordini, connettori, ecc..
Formazione del Personale
Il personale impiegato nelle lavorazioni di abbattimento delle piantumazioni dovrà essere
adeguatamente formato/addestrato; con registrazione, su apposito verbale da conservare in cantiere
per l’intera durata dei lavori.
Dovrà inoltre essere in possesso di attestati di formazione di cui all’accordo Stato-Regioni del
22/02/2012 e s.m.i., relativamente all’utilizzo di PLE. Nonché attestati di formazione relativi all’utilizzo
di DPI di III categoria con imbracature UNI EN 361.
Indicazioni Gestione Emergenze
In ogni momento dell’attività dovrà essere garantito il collegamento telefonico con il presidio di
Pronto soccorso e VVF più vicino. Occorrerà pertanto accertarsi preventivamente - all’inizio dei lavori
- della presenza di adeguato telefono cellulare e della presenza di adeguato segnale telefonico
necessario per attivare l’allertizzazione necessaria agli Enti preposti.
In caso di emergenza occorrerà pertanto allertare il 118 e il 115 e, successivamente, la proprietà, il
CSE e la DL se non presenti sul posto. Le informazioni da diramare saranno:
- luogo esatto ove è avvenuto l’infortunio e il percorso più breve per raggiungere l’infortunato;
- descrizione dell’intervento in corso e dello scenario lavorativo;
- informazioni sulle condizioni psico-fisiche dell’infortunato.
Caduta dall’alto Qualora si verifichino situazioni che possano comportare la caduta da un piano
di lavoro ad un altro posto a quota inferiore, con dislivello maggiore di 2 metri
(ad esempio utilizzo di PLE, trabatelli, ecc..), adottare tutte le precauzioni
indicate nel libretto d’uso e manutenzione, indossare obbligatoriamente i DPI
anticaduta ove necessario, verificare le condizioni geomorfologiche a
Fattore rischio 9 contorno che consentano di determinare un sufficiente grado di sicurezza
operativa.
I percorsi pedonali interni al cantiere, anche al fondo dello scavo, devono
sempre essere mantenuti sgombri da attrezzature, materiali, macerie o altro
capace di ostacolare il cammino degli operatori.
Nel caso di uso di PLE verificare le condizioni a contorno, predisporre i
ripartitori di carico con piastra stabilizzatrice. Il personale che accederà in
quota dovrà indossare obbligatoriamente DPI di III cat.
Tutti gli addetti devono indossare calzature e DPI idonei.
Schiacciamento Il transito dei mezzi operativi in prossimità delle lavorazioni è consentito solo
quando la distanza tra l’attività svolta dagli operatori a terra permetta un
franco libero sufficiente per determinare una sicurezza “attiva” nell’area di
Fattore rischio 6 lavoro che dovrà essere convenuta e condivisa con il C.S.E..
Caduta in piano per Sistemazione superficiale preliminare del terreno con rimozione delle asperità,
presenza di ostacoli a degli ostacoli anche nell’area immediatamente esterna al cantiere con pulizia
pavimento, e rimozione di materiali (massi, fango, ghiaia, ecc.) anche nel corso dei lavori.
disomogeneità del Evidenziazione degli ostacoli con transenne o altra segnaletica.
terreno, scivolosità della Allontanare i materiali non necessari dall’area di cantiere.
superficie (bagnata, Deposito del materiale all’interno del cantiere.
ghiacciata, fangosa) Rimozione immediata del materiale di risulta dall’attività lavorativa.
In caso di scarsa visibilità uso di adeguati sistemi di illuminazione artificiale.
Fattore rischio 6
Esposizione alle polveri Tenere a disposizione una scorta d’acqua per lavarsi gli occhi in caso di
da legno necessità e utilizzare mascherine monouso.
Fattore rischio 6
Rischio di investimento Tutto il personale dovrà indossare abbigliamento ad alta visibilità almeno di
del personale di cantiere cl. 2.
da parte di veicoli In assenza di adeguata segnaletica dovrà essere posto un segnale di
circolanti sulla viabilità rallentamento con l’ausilio di un lampeggiante acceso in modo tale da
pubblica/privata costituire un avviso contro possibili l’investimenti del personale operante da
parte degli utenti della strada.
Quando le dimensioni del cantiere non consentono delimitazioni fisiche, in
ogni caso, evidenziare le viabilità posizionando coni segnalatori e/o new jersey
in plastica allestiti uno affianco all’altro, in numero adeguato per una perfetta
Fattore rischio 6 percezione dello stato dei luoghi.
Manovre di retromarcia condotte dai mezzi devono essere segnalate da idonei
avvisatori acustici. Durante l’attività dei mezzi operativi deve funzionare il
girofaro collocato sulla cabina.
Trasporto di materiale in Nel caso che in cantiere venga portato materiale a cura direttamente del
cantiere da parte del fornitore, ciò non costituisce subappalto, il veicolo del fornitore ed il suo
fornitore personale dovranno scaricare il materiale nell’area adibita a deposito materiale
senza interessare in alcun modo l’area di lavoro. Qualora ciò non sia possibile
dovrà essere sospesa l’attività all’interno dell’area di lavoro per tutto il tempo
in cui è presente il mezzo del fornitore ed il suo personale. Il preposto dovrà
controllare il rispetto di tale prescrizione.
Qualora l’autocarro del fornitore sia dotato di gru essa dovrà avere
Fattore rischio 4
omologazione ISPESL con verifica periodica e il conduttore dovrà verificare
personalmente i dispositivi utilizzati per il sollevamento (catene, funi ecc.) e
dovrà concordare con il preposto del cantiere le modalità in modo da evitare
di interessare altro personale nel raggio d’azione della gru.
Verifica quantità e Verificare la disponibilità di idonea area per il prelievo del materiale richiesto
ingombri materiale da per le lavorazioni.
prelevare Coadiuvarsi di un moviere a terra perimetrando l’area di lavoro per interdire
l’accesso al personale non autorizzato.
Predisporre l’area e la relativa compartimentazione compatibilmente con le
esigenze di movimentazione.
Fattore rischio 4
Caduta materiale Perimetrare l’area d’intervento con adeguato franco di sicurezza impedendo
tagliato l’accesso agli addetti non autorizzati.
Fattore rischio 4
Allagamento piste Può accadere che alcune attività siano svolte in prossimità dell’alveo di fiumi
o correnti d’acqua.
Nel caso di rischi di straripamenti, smottamenti, ecc, potrà essere necessario
concordare l’interruzione temporanea dei corsi d’acqua con gli Enti proprietari
Fattore rischio 3
attraverso opere provvisorie.
Difficoltà/impossibilità Avvertire della propria presenza con cartelli segnalatori, far indossare
di libera indumenti ad alta visibilità ai propri addetti e coadiuvarsi con un eventuale
movimentazione moviere a terra per la movimentazione sicura dei mezzi operativi.
durante le fasi di
approvvigionamento
Fattore rischio 3
Passaggio privati e Delimitare gli accessi alle proprietà con apposita segnaletica.
frontisti Disporre segnaletica luminosa notturna in prossimità dei varchi.
Segnalare eventuali dislivelli del fondo stradale.
Predispone trasporto nell’area di cantiere di piastre in acciaio per garantire il
passaggio temporaneo sullo scavo.
Fattore rischio 3
Predispone avvisi e informare i frontisti interessati.
L’impianto elettrico di cantiere dovrà essere realizzato nel rispetto delle Norme CEI, in particolare
deve rispondere alla Norma CEI 64-8/7, alla guida CEI 64-17, nonché alle prescrizioni delle Norme
CEI applicabili ai singoli componenti dell’impianto, applicandosi sia agli impianti fissi sia agli impianti
movibili o trasportabili ad esclusione degli apparecchi utilizzatori.
Per lo svolgimento di piccole lavorazioni non vi sarà la necessità di allestire un impianto di cantiere
tradizionale, con quadri, sottoquadri e linee elettriche
di servizio, in quanto, le portate elettriche richieste
dalle attività sono minime. I lavori saranno eseguiti
utilizzando principalmente attrezzature elettriche
portatili a batteria e/o coadiuvate - quando - serve da
un gruppo elettrogeno/inverter utilizzabile in casi sia
necessario fornire energia al cantiere.
Genericamente la distribuzione principale sarà
ottenuta per mezzo di un singolo quadro di
distribuzione, collegato al punto di fornitura
dell'energia elettrica in bassa tensione, dotato di prese
e morsettiere per il collegamento delle macchine fisse.
L'impianto potrà essere completato con quadri di
prese a spina secondari allacciati al quadro di
distribuzione principale per l'alimentazione di
elettroutensili portatili.
raffigurazione tipologica tratta da www.elektro.it
L'impianto utilizzatore inizierà con l'installazione di un interruttore automatico generale con funzione
di comando, protezione e sezionamento, posto immediatamente a valle del punto di consegna.
La Norma CEI 64-8/7 prescrive, all'art. 704.537 della Sezione 704, che tale dispositivo generale debba
essere necessariamente installato entro un apposito quadro elettrico.
Questi, inoltre, dovranno avere particolari caratteristiche di resistenza meccanica ed alla corrosione,
proprio in considerazione dell'ambiente in cui vengono impiegati, e devono essere corredati di
targhe riportanti in maniera indelebile le caratteristiche e il modello di identificazione.
In particolar modo dovranno essere leggibili i seguenti dati:
1. nome o marchio di fabbrica del costruttore;
2. tipo o numero di matricola;
3. numero della normativa EUROPEA EN 60439-4;
4. valore nominale della corrente e frequenza;
5. tensione di funzionamento.
La norma prevede sei tipi di quadri ASC diversi per funzione e dimensioni:
- ASC di alimentazione di entrata e misura: è destinato alla connessione alla rete pubblica e in esso
sono contenuti gli strumenti per la misura dell’energia consumata;
- ASC di distribuzione principale (In>630A): la sua collocazione è immediatamente a valle del
quadro di alimentazione ed è costituito da un’unità di entrata (provvista di un dispositivo di
sezionamento) e da una o più unità di uscita che, a loro volta, possono essere costituite da uno o
più circuiti;
- ASC di distribuzione (125 < In< 630A): può essere derivato sia direttamente dal quadro di
alimentazione di entrata sia da quello di distribuzione principale. È destinato alla distribuzione
dell’energia elettrica per l’illuminazione, per la forza motrice e per l’alimentazione di eventuali quadri
secondari e/o macchine di cantiere;
- ASC di trasformazione (In< 630A): è composto da un’unità contenente l’unità di trasformazione
bassa/bassissima tensione (BT/Felv o BT/Selv) e da una o più unità di trasformazione bassa/bassa
tensione. Tutte le prese a spina che fanno capo a questo quadro devono essere protette con
interruttore differenziale con Idn ≤ 30 mA;
- ASC di distribuzione finale (In< 125 A): ad esso vanno collegati gli utensili elettrici portatili e le
altre apparecchiature di cantiere. La corrente nominale deve essere inferiore a 125 A e la protezione
contro i contatti indiretti deve essere assicurata da un interruttore differenziale con Idn = 30 mA;
- ASC di prese a spina (In<63 A): può essere mobile o trasportabile e tutte le unità sono costituite
da sole prese a spina. È necessario che ciascuna presa a spina sia protetta contro il sovraccarico e
inoltre le prese a spina devono essere protette da un interruttore differenziale.
Le prese a spina devono essere di tipo industriale conformi alla norma CEI EN 60309-2 (CEI 23-12/2)
devono avere almeno un grado di protezione IP44, sia con spina inserita che con spina disinserita.
Molto spesso le prese a spina mobili potrebbero trovarsi così in contatto con pozzanghere o
condizioni simili, e per questo è preferibile un grado di protezione IP66.
tipo industriale, e per le prese ad uso mobile sarà opportuno che abbiano un grado di protezione
IP66.
I lavori elettrici potranno essere eseguiti solo da persone addestrate, nel significato indicato dalla
norma CEI 64-8: “persona avente conoscenze tecniche o esperienza (persona istruita), o che ha
ricevuto istruzioni specifiche sufficienti per permetterle di prevenire i pericoli dell’elettricità, in
relazione a determinate operazioni condotte in condizioni specificate (persona avvertita). Il termine
addestrato è pertanto un attributo relativo:
- al tipo di operazione;
- al tipo di impianto sul quale, o in vicinanza del quale, si deve operare;
- alle condizioni ambientali, contingenti e di supervisione da parte di personale preparato”.
Da questa definizione discende che una persona può essere addestrata per effettuare un certo lavoro
elettrico, ad esempio fuori tensione, ma non potrà svolgere un altro tipo di lavoro elettrico più
impegnativo, ad esempio un lavoro elettrico sotto tensione a contatto o un lavoro in prossimità
mediante distanza con sorveglianza.
Se nello stesso lavoro elettrico saranno addette più persone, dovrà essere nominato il Preposto ai
lavori, il quale avrà la responsabilità della sicurezza nell’esecuzione dei lavori, ed in particolare dovrà:
- individuare la zona di lavoro;
- informare gli addetti sui compiti da svolgere e le procedure da seguire;
- verificare l’efficienza delle attrezzature e dei dispositivi di protezione individuali da utilizzare;
- autorizzare l’inizio dei lavori.
46. I CONDUTTORI
I conduttori utilizzati dovranno avere sezione adeguata al carico; i conduttori flessibili utilizzati da
ciascuna impresa per derivazioni provvisorie o per l’alimentazione di apparecchi mobili devono avere
rivestimento isolante resistente ad usura meccanica:
Cavi per installazione fissa A07RN-K cavo con conduttori flessibili sotto guaina in PCP
Cavi flessibili isolati in gomma H07RN-F cavo flessibile guaina pesante in PCP
A07RN-F cavo flessibile guaina pesante in PCP
Cavi flessibili isolati in gomma e PVC FG1K-F con isolamento esterno in PCP
FG10K-F con isolamento esterno in PCP
Recuperare tutte le prolunghe e i cavi non utilizzati e stoccarle il modo da non costituire intralcio
per la circolazione sia veicolare che pedonale.
In cantiere dovrà essere previsto l’utilizzo di apparecchi illuminanti dotati di lampade trasportabili
per l'illuminazione delle zone di lavoro interne.
L’impresa dovrà prevedere di impiegare lampade di potenza adeguata per garantire una sufficiente
illuminazione delle zone adibite alle lavorazioni.
Gli apparecchi di illuminazione, se utilizzati in luoghi conduttori ristretti (umidi o bagnati o grandi
masse metalliche) dovranno essere utilizzati a bassa tensione tramite trasformatore di sicurezza.
Il trasformatore dovrà essere tenuto fuori del luogo conduttore ristretto.
Per gli apparecchi di illuminazione esterni è consigliato un grado di protezione IP55.
L’impresa dovrà realizzare l’impianto elettrico del cantiere sulla base delle normative vigenti, al
momento dell’impianto, osservando quanto prescritto nella parte generale del P.S.C.
La progettazione dell’impianto dovrà tenere conto della necessità di dotare, tutte le aree lavorative,
di un’adeguata illuminazione ed alimentazione elettrica, per tutte le fasi di lavoro previste e con una
corretta distribuzione rispetto alle attività necessarie.
Prescrizioni riguardanti i circuiti - cavi e conduttori:
i conduttori impiegati nell'esecuzione degli impianti devono essere contraddistinti dalle colorazioni
previste dalle vigenti tabelle di unificazione CEI UNEL 00712, 00722, 00724, 00726, 00727 e CEI EN
50334. In particolare i conduttori di neutro e protezione devono essere contraddistinti
rispettivamente ed esclusivamente con il colore blu chiaro e con il bicolore giallo-verde.
Per quanto riguarda i conduttori di fase, devono essere contraddistinti in modo univoco per tutto
l'impianto dai colori: nero, grigio (cenere) e marrone;
c) sezioni minime e cadute di tensione ammesse:
le sezioni dei conduttori calcolate in funzione della potenza impegnata e dalla lunghezza dei circuiti
(affinché la caduta di tensione non superi il valore del 4% della tensione a vuoto) devono essere
scelte tra quelle unificate. In ogni caso non devono essere superati i valori delle portate di corrente
ammesse, per i diversi tipi di conduttori, dalle tabelle di unificazione CEI UNEL 35024/1 ÷2.
Indipendentemente dai valori ricavati con le precedenti indicazioni, le sezioni minime ammesse
sono:
0,75 mm2 per circuiti di segnalazione e telecomando;
1,5 mm2 per illuminazione di base, derivazione per prese a spina per altri apparecchi di illuminazione
e per apparecchi con potenza unitaria inferiore o uguale a 2,2 kW;
2,5 mm2 per derivazione con o senza prese a spina per utilizzatori con potenza unitaria superiore a
2,2 kW e inferiore o uguale a 3 kW;
mm2 per montanti singoli e linee alimentanti singoli apparecchi utilizzatori con potenza nominale
superiore a 3 kW;
d) sezione minima dei conduttori neutri:
la sezione dei conduttori neutri non deve essere inferiore a quella dei corrispondenti conduttori di
fase. Per conduttori in circuiti polifasi, con sezione superiore a 16 mm2, la sezione dei conduttori
neutri può essere ridotta alla metà di quella dei conduttori di fase, col minimo tuttavia di 16 mm
(per conduttori in rame), purché siano soddisfatte le condizioni dell'art. 3.1.0.7 delle norme CEI 64-
8/1 ÷ 7.
e) sezione dei conduttori di terra e protezione:
la sezione dei conduttori di terra e di protezione, cioè dei conduttori che collegano all'impianto di
terra le parti da proteggere contro i contatti indiretti, non deve essere inferiore a quella indicata dalle
norme CEI 64-8/1 ÷ 7.
Sezione minima del conduttore di terra
La sezione del conduttore di terra deve essere non inferiore a quella del conduttore di protezione
suddetta con i minimi di seguito indicati: Sezione minima (mm2)
• Protetto contro la corrosione ma non meccanicamente 16 (CU) 16 (FE)
• Non protetto contro la corrosione 25 (CU) 50 (FE). In alternativa ai criteri sopra indicati è
ammesso il calcolo della sezione minima del conduttore di protezione mediante il metodo
analitico indicato al paragrafo a) dell'art. 9.6.0 1 delle norme CEI 64-8.
L’esigenza di illuminazione artificiale nasce solo per cantieri con cicli di lavorazione continui, o
comunque di durata abitualmente superiore a quella diurna, o per attività in gallerie, locali interrati
e altri ambienti generalmente bui.
Più spesso l’illuminazione artificiale è utilizzata per brevi periodi e in aggiunta a quella solare per
rifiniture, oppure è di ausilio al presidio notturno del cantiere.
Gli impianti di illuminazione usati nei cantieri possono essere divisi in impianti:
- fissi: dovendo avere le stesse caratteristiche degli impianti elettrici fissi di cantiere, in particolare
si dovrà porre attenzione: al grado di protezione (IP44 minimo consigliato), al posizionamento
degli apparecchi di illuminazione che non dovranno essere di intralcio alle attività di cantiere e
alla protezione contro gli urti accidentali;
- trasportabili: le lampade dovranno essere protette da schermi adeguati ed è consigliato un
isolamento di classe II ed IP ≥ 44;
- portatili: devono prevedere un’impugnatura in materiale isolante, garantire una completa
protezione contro parti in tensione o che possono entrare in
tensione. Inoltre dovrà essere prevista una protezione meccanica
della lampada nonché un grado di protezione IP≥44.
Si precisa inoltre che se usati in luoghi conduttori ristretti dovranno
essere alimentate con circuiti a bassissima tensione di sicurezza
SELV.
A causa delle lavorazioni in corso gli apparecchi di illuminazione
potrebbero risultare esposti a spruzzi, per cui è consigliabile un grado
di protezione minimo IP55.
Inoltre è bene che abbiano un isolamento di Classe II.
I cavi di alimentazione (essendo l’apparecchio mobile) dovranno essere adatti alla posa mobile,
quindi di tipo H07RN-F o equivalenti.
Per proteggere le persone nei confronti dei rischi da contatti indiretti potranno essere utilizzate tre
differenti tipologie di protezione:
- protezione mediante l’interruzione automatica dell’alimentazione;
- protezione mediante componenti elettrici di classe II o con isolamento equivalente;
- protezione per separazione elettrica. La sorgente dovrà essere un trasformatore o una sorgente
con caratteristiche di sicurezza equivalente ad esempio un gruppo elettrogeno. Questa
protezione può essere applicata a circuiti a spina solo se ciascun apparecchio utilizzatore sarà
alimentato da un trasformatore di isolamento separato o da un avvolgimento secondario
separato.
- Dovranno essere protette contro i contatti indiretti tutte le parti metalliche accessibili dell'impianto
elettrico e degli apparecchi utilizzatori, normalmente non in tensione ma che, per cedimento
dell'isolamento principale o per altre cause accidentali, potrebbero trovarsi sotto tensione
(masse).
- Per la protezione contro i contatti indiretti ogni impianto elettrico utilizzatore, o raggruppamento
di impianti contenuti in uno stesso edificio e nelle sue dipendenze (quali portinerie distaccate e
simili) deve avere un proprio impianto di terra. A tale impianto di terra dovranno essere collegati
tutti i sistemi di tubazioni metalliche accessibili destinati all’adduzione, distribuzione e scarico
delle acque, nonché tutte le masse metalliche accessibili di notevole estensione esistenti nell'area
dell'impianto elettrico utilizzatore stesso. Elementi di un impianto di terra
- Per ogni edificio contenente impianti elettrici dovrà essere opportunamente previsto, in sede di
costruzione, un proprio impianto di messa a terra (impianto di terra locale) che deve soddisfare
le prescrizioni delle vigenti norme CEI 64-8/1 ÷ 7 e 64-12.
Tale impianto dovrà essere realizzato in modo tale da poter effettuare le verifiche periodiche di
efficienza, comprendendo:
- a) il dispersore (o i dispersori) di terra, costituito da uno o più elementi metallici posti in
intimo contatto con il terreno e che realizza il collegamento elettrico con la terra (norma CEI 64-
8/5);
- b) il conduttore di terra, non in intimo contatto con il terreno destinato a collegare i dispersori
fra di loro e al collettore (o nodo) principale di terra. I conduttori parzialmente interrati e non
isolati dal terreno, debbono essere considerati a tutti gli effetti, dispersori per la parte interrata e
conduttori di terra per la parte non interrata o comunque isolata dal terreno (norma CEI 64-8/5);
- c) il conduttore di protezione parte del collettore di terra, arriva in ogni impianto e dovrà
essere collegato a tutte le prese a spina (destinate ad alimentare utilizzatori per i quali è prevista
la protezione contro i contatti indiretti mediante messa a terra); o direttamente alle masse di tutti
gli apparecchi da proteggere, compresi gli apparecchi di illuminazione con parti metalliche
comunque accessibili.
E' vietato l'impiego di conduttori di protezione non protetti meccanicamente con sezione
inferiore a 4 mm2. Nei sistemi TT (cioè nei sistemi in cui le masse sono collegate ad un impianto
di terra elettricamente indipendente da quello del collegamento a terra del sistema elettrico) il
conduttore di neutro non può essere utilizzato come conduttore di protezione;
- d) l collettore (o nodo) principale di terra nel quale confluiscono i conduttori di terra, di protezione,
di equipotenzialità ed eventualmente di neutro, in caso di sistemi TN, in cui il conduttore di neutro
ha anche la funzione di conduttore di protezione (norma CEI 64-8/5);
- e) il conduttore equipotenziale, avente lo scopo di assicurare l'equipotenzialità fra le masse e/o le
masse estranee ovvero le parti conduttrici, non facenti parte dell'impianto elettrico, suscettibili di
introdurre il potenziale di terra (norma CEI 64-8/5).
Coordinamento dell'impianto di terra con dispositivi di interruzione
Una volta attuato l'impianto di messa a terra, la protezione contro i contatti indiretti può essere
realizzata con uno dei seguenti sistemi:
a) coordinamento fra impianto di messa a terra e protezione di massima corrente. Questo tipo di
protezione richiede l'installazione di un impianto di terra coordinato con un interruttore con relè
magnetotermico, in modo che risulti soddisfatta la seguente relazione:
Rt<=50/Is
dove Rt è il valore in ohm della resistenza dell'impianto di terra nelle condizioni più sfavorevoli e Is
è il più elevato tra i valori in ampere, della corrente di intervento in 5 s del dispositivo di protezione;
se l'impianto comprende più derivazioni protette dai dispositivi con correnti di intervento diverse,
deve essere considerata la corrente di intervento più elevata;
b) coordinamento fra impianto di messa a terra e interruttori differenziali. Questo tipo di protezione
richiede l'installazione di un impianto di terra coordinato con un interruttore con relè differenziale
che assicuri l'apertura dei circuiti da proteggere non appena eventuali correnti di guasto creino
situazioni di pericolo. Affinché detto coordinamento sia efficiente deve essere osservata la seguente
relazione:
Rt<=50/Id
dove Rd è il valore in ohm della resistenza dell'impianto di terra nelle condizioni più sfavorevoli e Id
il più elevato fra i valori in ampere delle correnti differenziali nominali di intervento delle protezioni
differenziali poste a protezione dei singoli impianti utilizzatori.
Negli impianti di tipo TT, alimentati direttamente in bassa tensione dalla Società Distributrice, la
soluzione più affidabile ed in certi casi l'unica che si possa attuare, è quella con gli interruttori
differenziali che consentono la presenza di un certo margine di sicurezza a copertura degli inevitabili
aumenti del valore di Rt durante la vita dell'impianto.
Qualunque siano le misure di protezione prese, in relazione al sistema di neutro utilizzato, sarà
opportuno tenere conto delle maggiori situazioni di pericolo che si possono presentare.
Per tali situazioni - elencate di seguito - l’interruttore differenziale sarà, comunque, una misura di
protezione addizionale:
- contatto diretto a seguito del guasto di isolamento di un conduttore che non comporta
l’interruzione automatica del circuito (danneggiamento meccanico senza cortocircuito);
- contatto diretto per la rottura dell’involucro degli apparecchi utilizzatori portatili o per negligenza
del personale;
- contatto indiretto causato dal guasto di isolamento di un apparecchio di classe I con massa non
collegata a terra o per interruzione di continuità del conduttore di protezione.
I luoghi conduttori ristretti sono i luoghi limitati essenzialmente da superfici metalliche o comunque
conduttrici nei quali è probabile che una persona possa venire a contatto con tali superfici attraverso
un’ampia parte del corpo ed è limitata la possibilità di interrompere tale contatto.
Il luogo conduttore ristretto può essere applicabile anche a situazioni in cui l’operatore sia in
ambiente ampio ma a stretto contatto, su larga parte del corpo, con superfici conduttrici: per
esempio lavori con cinture di sicurezza su strutture metalliche.
Non si considerano luoghi conduttori ristretti i piani di lavoro sui ponteggi metallici.
La protezione in questi luoghi deve avvenire attraverso:
- alimentazione SELV;
oppure
trasformatori di isolamento a condizione che venga collegato un solo componente elettrico
ad ogni avvolgimento secondario del trasformatore di isolamento. I trasformatori di
isolamento debbono essere tenuti all’esterno del luogo conduttore ristretto
Nei cantieri temporanei, ovvero ogni qualvolta non vi è la possibilità di installare un impianto
elettrico di cantiere “tradizionale”, gli utilizzatori (attrezzature che utilizzano corrente) devono essere
alimentati da un gruppo elettrogeno.
Le imprese dovranno dotarsi del gruppo elettrogeno più idoneo (marchio CE e silenziato), per quelle
che sono le lavorazioni da svolgersi nel cantiere, in modo da evitare che vengano utilizzate prolunghe
e/o triple che potrebbero creare problemi ai dispositivi di sicurezza dei gruppi.
L’utilizzo di gruppi elettrogeni per l’alimentazione di utensili elettrici dovrà essere tassativamente
subordinato alla realizzazione della protezione dai contatti indiretti attraverso il collegamento a terra
e al coordinamento dell’impedenza dell’anello di guasto con adeguati dispositivi di protezione.
Dovranno essere installati interruttori differenziali a protezione di ogni singola derivazione.
Nel caso di utilizzo di gruppi elettrogeni monofase che alimentino un singolo utilizzatore potrà
essere adottata la misura di protezione per separazione elettrica; tale misura di protezione sarà
tassativamente vietato ne caso di installazioni più estese.
In cantiere potranno trovare luogo due tipologie di gruppi elettrogeni, evidenziati nelle immagini
sottostanti:
L’impianto di terra è finalizzato al collegamento alla stessa terra di tutte le parti metalliche conduttrici
e accessibili dell’impianto elettrico (collegamento o messa a terra di protezione).
La messa a terra di protezione, coordinata con un adeguato dispositivo di protezione, ad esempio il
relè differenziale, realizza il metodo di protezione mediante interruzione automatica
dell’alimentazione che è il metodo correttamente utilizzato contro i contatti indiretti.
Tutti i manufatti metallici di cantiere (recinzione, ponteggi, tettoie ecc..) che non siano né masse né
masse estranee non dovranno essere collegate all’impianto di terra.
Non sono da considerare masse estranee i manufatti metallici (recinzioni, ponteggi, tettoie ecc..) che
risultano isolate da terra o che presentano un valore di resistenza verso terra maggiore a 200 Ω.
L'impianto di terra dovrà possibilmente essere unico per evitare, in presenza di impianti di terra
separati per ogni singolo utilizzatore, che in caso di un doppio guasto a terra ininterrotto si possano
stabilire differenze di potenziale pericolose, fino a 400 V, a causa di due guasti su fasi diverse non
tempestivamente interrotti.
I vari elementi che costituiscono l’impianto di terra e che svolgono funzioni diverse saranno:
- i dispersori: costituiti da elementi metallici posati nel terreno, sono caratterizzati da un proprio
valore di resistenza ed il loro dimensionamento dipende dal tipo di guasto che devono
disperdere a terra; possono essere intenzionali (tubi, profilati, corde metalliche, ecc.) e di fatto
(armature di fondazione, tubazioni metalliche dell’acqua, ecc.);
- le conduttore di terra: collega il dispersore al collettore (o nodo) principale di terra ed
eventualmente i vari dispersori tra loro, e deve essere in grado di resistere alla corrosione e di
sopportare eventuali sforzi meccanici;
- i collettori (o nodo) principale di terra: ha la funzione di realizzare il collegamento fra conduttori
di terra, conduttori di protezione e conduttori equipotenziali principali;
- conduttori di protezione: ha lo scopo di convogliare la corrente di guasto dalle masse al
collettore principale di terra e quindi al dispersore;
- conduttori equipotenziali principali: sono quei conduttori che collegano il collettore principale
di terra alle principali masse estranee. In genere, nella fase di allestimento del cantiere, non sono
ancora disponibili i dispersori di fatto (ferri della fondazione in cemento armato) e quindi è
necessario realizzare un sistema disperdente intenzionale, che può essere ottenuto mediante
una corda di rame o di acciaio interrata a non meno di 0,5 m di profondità attorno al cantiere e
integrato con dei picchetti. Un dispersore di questo tipo può essere utile non solo come
impianto di terra di cantiere, ma anche come impianto di terra dell’edificio in costruzione.
Infine, l’impianto di terra sarà soggetto ad omologazione e verifica, sulla base del D.P.R. 22 ottobre
2001 n 462 “Regolamento di semplificazione del procedimento per la denuncia di installazioni e
dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi” e s.m.i., da parte di
un ente verificatore (ASL o ISPESL).
Gli impianti elettrici di cantiere dovranno pertanto rispondere ai requisiti normativi per la protezione
dal contatto, da parte delle persone, con parti di impianto che si trovino a potenziali pericolosi: le
protezioni dovranno interessare sia i potenziali contatti diretti che indiretti così come definiti dalla
normativa vigente.
Si dovrà provvedere, oltre alle necessarie verifiche per la tutela dai contatti diretti, alla realizzazione
di un impianto di terra, coordinato con le protezioni differenziali, in grado di garantire la protezione
dai contatti indiretti.
Qualora vengano realizzate strutture metalliche, di una certa rilevanza, si dovrà provvedere alla
verifica della struttura in riferimento alla protezione dalle scariche atmosferiche.
Le risultanze dei relativi calcoli stabiliscono le misure di protezione da adottare.
Gli impianti elettrici e di protezione dovranno altresì essere dichiarati conforme alla normativa
vigente prima della messa in servizio dall’impresa installatrice.
Le verifiche periodiche sono a carico dell’impresa proprietaria con periodicità biennale.
In caso di uso comune, le imprese subappaltatrici ed i lavoratori autonomi dovranno segnalare
all'impresa affidataria l'inizio dell'uso, le anomalie rilevate, la cessazione o la sospensione dell'uso.
Vige il divieto di apportare modifiche all'impianto da parte del personale dell'impresa sub
appaltatrice e da parte di personale non qualificato per tale mansione.
La necessità di proteggere dai fulmini le strutture di cantiere deve essere sempre predeterminata
tramite una corretta valutazione del rischio. Le strutture da prendere in considerazione sono tettoie,
ponteggi, gru, strutture metalliche all’aperto in genere ecc., in particolare la guida CEI 64-17 classifica
le strutture in:
a) strutture adibite a servizi di cantiere (es: baracche, tettoie, depositi) nelle quali si riscontra
generalmente un carico di incendio non nullo;
b) strutture metalliche all'aperto (es: gru, ponteggi, tettoie), che presentano rischio di incendio
nullo.
È bene notare però, che l’articolo 39 del DPR 547/55 richiede di proteggere le strutture metalliche e
le opere provvisionali all’aperto di notevoli dimensioni.
Le dimensioni sono “notevoli” quando la frequenza di fulminazione della struttura supera quella
ritenuta accettabile dalla norma CEI 81-1.
La protezione contro le scariche atmosferiche, quindi, dovrà essere fatta solo quando realmente
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PRESTAZIONI DI PRONTO INTERVENTO, MANUTENZIONE PROGRAMMATA,
ESTENSIONE RETI, ALLACCIAMENTI ED ACCESSORI SULLE RETI DI FOGNATURA
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necessaria. In tale contesto non sarà sufficiente, in generale, una semplice messa a terra, ma la
protezione dovrà essere conforme alla norma CEI 81-1; ad esempio i picchetti dovranno essere di
una lunghezza minima che aumenta con la resistività del suolo con un minimo di 2,5 m.
Inoltre il collegamento a terra contro le scariche atmosferiche dovrà essere denunciato all’ISPESL.
La Stazione Appaltante preciserà se negli edifici ove debbono venir installati gli impianti elettrici
oggetto dell'appalto, dovrà essere prevista anche la sistemazione di parafulmini per la protezione
dalle scariche atmosferiche.
In tal caso l'impianto di protezione contro i fulmini dovrà essere realizzato in conformità al D.M.
22/01/2008, n. 37 e s.m.i., al D.P.R. 462/2001 ed alle norme CEI EN 62305-1/4.
In particolare i criteri per la progettazione, l’installazione e la manutenzione delle misure di
protezione contro il fulmine sono considerate in due gruppi separati:
• il primo gruppo, relativo alle misure di protezione atte a ridurre il rischio sia di danno
materiale che di pericolo per le persone, è riportato nella Norma CEI EN 62305-3;
• il secondo gruppo, relativo alle misure di protezione atte a ridurre i guasti di impianti elettrici
ed elettronici presenti nella struttura, è riportato nella Norma CEI EN 62305-4.
a) Protezione d'impianto
Al fine di proteggere l'impianto e le apparecchiature elettriche ed elettroniche ad esso collegate,
contro le sovratensioni di origine atmosferica (fulminazione indiretta) e le sovratensioni transitorie
di manovra e limitare scatti intempestivi degli interruttori differenziali, all'inizio dell'impianto deve
essere installato un limitatore di sovratensioni in conformità alla normativa tecnica vigente.
b) Protezione d'utenza
Per la protezione di particolari utenze molto sensibili alle sovratensioni, quali ad esempio computer
video terminali, registratori di cassa, centraline elettroniche in genere e dispositivi elettronici a
memoria programmabile, le prese di corrente dedicate alla loro inserzione nell'impianto devono
essere alimentate attraverso un dispositivo limitatore di sovratensione in aggiunta al dispositivo di
cui al punto a). Detto dispositivo deve essere componibile con le prese ed essere montabile a scatto
sulla stessa armatura e per poter essere installato nelle normali scatole di incasso.
Durante le operazioni di pulizia dell’ambiente i componenti elettrici non dovranno venire a contatto
con acqua. Non usare quantità improprie d’acqua o prodotti di pulizia; se necessario disattivare
l’alimentazione elettrica e controllare prima della successiva messa in servizio che non vi siano parti
umide o bagnate.
Prima di effettuare la pulizia delle apparecchiature elettriche staccare fisicamente la relativa
alimentazione. Utilizzare macchine, attrezzature che rispettano le norme di prevenzione e protezione
contro il rischio elettrico (contatti diretti e indiretti).
Seguire scrupolosamente le indicazioni del libretto d’istruzioni delle apparecchiature elettriche
utilizzate.
Non ostruire con materiali vari le aperture di aerazione delle macchine elettriche.
Non utilizzare attrezzature elettriche e non toccare parti in tensione (interruttori, prese, ecc.) con
parti del corpo bagnate e/o a piedi nudi.
Non utilizzare utensili elettrici in vicinanza di recipienti d’acqua o altre attività comportanti l’uso di
liquidi.
Non collegare le attrezzature senza valutare preventivamente la potenza massima assorbita e il
massimo carico dell’impianto.
Controllare la tensione indicata sulle apparecchiature prima di collegarle ad una presa.
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LUOGHI UMIDI:
- in caso di particolari cantieri ove si operi in luoghi particolarmente bagnati o molto umidi o in
prossimità di grandi masse metalliche, non devono essere utilizzati utensili elettrici portatili a
tensione superiore a 50 volts verso terra (punto 5.16 dell’allegato V al Dec. Lgs. 81/08, Impianti
macchine ed apparecchi elettrici).
- nelle operazioni in luoghi umidi fare estrema attenzione al rischio elettrico; controllare l’integrità
dei cavi, spine prese, isolamento degli utensili elettrici, impianto di messa a terra. Attenersi
comunque alle norme CEI; in particolare nei luoghi conduttori ristretti utilizzare trasformatori di
sicurezza (50V) o di isolamento (220V),
- se l'alimentazione degli utensili che operino all'aperto o in luoghi molto umidi, è fornita da una
rete a bassa tensione attraverso un trasformatore, questo dovrà avere l'avvolgimento primario
separato ed isolato perfettamente dall'avvolgimento secondario (punto 5.16 dell’allegato V al
Dec. Lgs. 81/08, Impianti macchine ed apparecchi elettrici e s.m.i.).
Sarà necessario che il trasformatore sia collocato in modo che l'operatore non venga in contatto con
la presa relativa alla sua alimentazione.
Rischi Elettrici per L’utensile sarà utilizzato in modo da non arrecare danni all’utilizzatore; porre
l’utilizzo di utensili attenzione ad eventuale:
elettrici (trapani, • Elettrocuzione, lesioni e contusioni durante l’uso,
smerigliatrici, martelli • Punture e lacerazioni alle mani durante l’uso,
demolitori, ecc..) • Schegge negli occhi durante l’uso,
• Vibrazioni durante l’uso dell’utensile,
• Rumore e Inalazione di polveri durante l’uso,
• Per l’uso del martello elettrico saranno osservate le ore di silenzio imposte
dai regolamenti locali.
Misure di prevenzione NON DIPENDENTI dall'operatività:
- l’utensile sarà provvisto di doppio isolamento, riconoscibile dal simbolo del
doppio quadrato.
- dovrà prevedere un’impugnatura idonea a limitare la trasmissione delle
vibrazioni al lavoratore.
- i cavi elettrici dello strumento saranno integri come pure il loro isolamento.
Modalità d’uso:
Prima dell’uso
Non installare in ambienti chiusi e poco ventilati
Fattore rischio 6 Collegare all’impianto di messa a terra il gruppo elettrogeno
Distanziare il gruppo elettrogeno dai posti di lavoro
Verificare il funzionamento dell’interruttore di comando e di protezione.
Durante l’uso
Non aprire o rimuovere gli sportelli
Tassativamente vietato collegare triple e/o prolunghe al gruppo.
Per i gruppi elettrogeni privi di interruttore di protezione, alimentare gli
utilizzatori interponendo un quadro elettrico a norma
Eseguire il rifornimento di carburante a motore spento e non fumare
Segnalare tempestivamente gravi anomalie.
Dopo l’uso
Staccare l’interruttore e spegnere il motore
Eseguire le operazioni di manutenzione e revisione a motore spento,
segnalando eventuali anomalie
Per le operazioni di manutenzione attenersi alle indicazioni del libretto.
Collocazione gruppo Dovrà garantire una sufficiente quantità di energia per permettere l’uso di
elettrogeno per lavoro utensili elettrici, punti di illuminazione, ecc.. all’interno del cantiere ed in
notturno e/o lavorazione particolare in specifiche aree di lavoro.
con scarsa visibilità Il generatore dovrà produrre una quantità di rumore idonea nell’area nella
quale si utilizza verificando preliminarmente la sua collocazione rispetto ad
eventuali punti sensibili.
Fattore rischio 6
Disattivazione linee Qualora in prossimità dell’area di lavoro vi siano conduttori nudi in tensione
elettriche ad una distanza inferiore a quella di sicurezza o nelle immediate vicinanze dello
scavo vi sia una linea interrata in MT è necessario chiedere al gestore del
servizio la loro disattivazione.
Prima dell’inizio dei lavori occorre avere la dichiarazione dell’ente gestore della
Fattore rischio 6 linea che la stessa è stata disattivata per il periodo temporale previsto per
l’esecuzione dei lavori.
Esposizione ai pericoli Richiedere informazioni sulla presenza di eventuali utenze e/o rischi indotti
indotti da altre eventuali dalle lavorazioni condotte da altre addetti operanti nel medesimo cantiere e/o
lavorazioni in corso in prossimità ad esso.
Fattore rischio 6
Difficoltà/impossibilità di Avvertire della propria presenza con cartelli segnalatori, far indossare
libera movimentazione indumenti ad alta visibilità ai propri addetti e coadiuvarsi con un eventuale
all’interno/esterno moviere a terra per la movimentazione sicura dei mezzi operativi.
dell’area operativa Acquisire, nelle aree pubbliche, debita autorizzazione dell’ente proprietario.
Fattore rischio 6
L’attività viene svolta al fine di individuare la presenza di sottoservizi che interferiscano con l’oggetto
d’appalto. Tutte le operazioni dovranno essere svolte alla presenza del preposto della ditta
esecutrice, dopo aver effettuato una debita segnalazione e delimitazione dell’area di cantiere con
idonea segnaletica stradale (conforme al codice della strada se si opera in prossimità e/o su di essa).
Al termine dei lavori, l’impresa dovrà ripristinare lo stato di fatto dei luoghi, rimuovendo tutto il
materiale residuo e ripristinando il manto di calpestio qualora danneggiato, segnalando l’esistenza
del sottoservizio con adeguata segnaletica.
La presenza di linee aeree interferenti implica all’impresa l’onere di eseguire maggiore attenzione
nello svolgere i lavori, a prescindere dalla conoscenza o meno della finalità della linea. Possibili lesioni
alla linea, difatti, possono comportare pericoli diretti per gli operatori o disservizi dagli esiti
imprevedibili (pericoli indotti a terzi). Il D. Lgs. 81/08 e s.m.i. ha modificato e contestualizzato nel
dettaglio il rapporto tra una linea elettrica e la distanza di sicurezza da tenere.
Prescrizioni di sicurezza:
L’impresa esecutrice dei lavori deve organizzarsi in maniera tale da non danneggiare la
conduttura o linea aerea interferente.
Qualora vi sia il rischio oggettivo di danneggiare la linea interferente, si dovrà prendere contatto
con l’ente erogante del servizio per coordinare gli interventi (p.es. potrebbe essere sufficiente
eseguire un by-pass dell’interferenza).
L’impresa esecutrice deve dotarsi dei d.p.i. ed attrezzature specifiche più idonee per lavorare in
prossimità della linea interferente (es. se esiste un pericolo di incendio, deve dotare i lavoratori
di d.p.i. (per il corpo ignifughi), provvedendo a tenere in cantiere uno o più estintori in base
all’entità del pericolo).
Come principio generale, salvo diverse indicazioni contenute nei tipologici d’intervento, i lavoratori
devono tenersi lontani dalle linee in tensione di tanti metri quanti ne sono indicati nella tabella
sottostante:
Un (kV) Distanza minima consentita (m)
minore o uguale a 1 3
1< Un > o uguale a 30 3,5
30 < Un > o uguale a 5
132
< 132 7
Dove Un = tensione nominale
Al fine di ridurre il rischio per la sicurezza dei lavoratori, è opportuno stabilire i seguenti parametri:
ubicazione dei cavi elettrici aerei;
tensione di esercizio dei cavi;
altezza massima di lavoro al di sotto dei cavi;
altezza e apertura massime in verticale delle macchine usate dall'azienda agricola (comprese
quelle utilizzate da appaltatori, ove del caso).
Inoltre è opportuno riportare le informazioni raccolte sulla piantina dell'area d’intervento in maniera
da poterla utilizzare come riferimento al momento di pianificare il lavoro, per istruire appaltatori od
operatori oppure acquistare nuove attrezzature.
Anche gli appaltatori corrono rischi quando lavorano in aree attraversate da cavi elettrici aerei.
Sarebbe pertanto opportuno accertarsi che l'appaltatore conosca l'ubicazione dei cavi e quali
precauzioni adottare. Analogamente le strade dovrebbero essere contrassegnate da cartelli che
segnalano il pericolo.
Quando si valutano i rischi derivanti da cavi elettrici aerei, la consultazione dei dipendenti in merito
al modo in cui svolgono il proprio lavoro può risultare uno strumento preziosissimo, a tal fine è
inoltre possibile ricorrere all'ausilio di rappresentanti sindacali o altri rappresentanti per la sicurezza
dei lavoratori.
Stessa attenzione dovrà manifestarsi per interventi condotti in prossimità di impedimenti e/o
strutture fisse interferenti.
in caso di impedimenti coadiuvare l’operatore del mezzo con l’assistenza di un addetto a terra (moviere)
• creare punti di accesso e percorsi alternativi per evitare i cavi elettrici aerei;
• installare “pali segnaletici” o barriere in modo tale che le macchine che passano sotto i cavi
rispettino un'altezza di sicurezza ben delimitata. Quest'ultima è una soluzione
particolarmente efficace per i percorsi destinati alla circolazione e ai punti di passaggio.
• Utilizzo sicuro di macchine e veicoli
Per quanto concerne i cavi elettrici aerei, tra le operazioni a rischio per i lavoratori rientrano:
• accatastamento di materiale lavorato;
• operazioni con bracci elevatori;
• ribaltamento di rimorchi o camion;
• azionamento di movimentatori di materiali;
I rischi si possono ridurre attuando i seguenti accorgimenti:
• non aprendo mai i bracci in movimento;
• prestando attenzione a non danneggiare pali e montanti;
• accertandosi che la macchina possa operare in maniera sicura in prossimità di cavi aerei;
• installando antenne radio più corte o riposizionando quelle esistenti sulle macchine alte in
maniera che non possano causare danni;
• trasportando tubi orizzontalmente, guidati da personale a terra, e non riponendo tubi o altri
materiali e attrezzature in prossimità o al di sotto di cavi elettrici e loro supporti;
• progettando zone sicure per operazioni ad alto rischio (ad es. estrazione di bracci, utilizzo di
movimentatori telescopici, ribaltamento di rimorchi).
• Formazione
Chiunque operi in prossimità di cavi elettrici aerei con una macchina o un'attrezzatura deve
conoscere i pericoli correlati ai cavi aerei, le precauzioni da seguire e il comportamento da tenere
nel caso in cui si tocchi una linea elettrica.
• Intervento in caso di emergenza
• Non toccare mai un cavo elettrico aereo, anche se sia stato abbattuto da una macchina o sia
caduto. Non presupporre mai che i cavi non siano sotto tensione.
• Quando una macchina tocca un cavo aereo, sussiste il rischio di scosse elettriche sia toccando
la macchina sia al suolo. Rimanere dunque all'interno della macchina e abbassare qualsiasi
parte sollevata a contatto con il cavo, oppure, se possibile, allontanare la macchina dal cavo.
• Se occorre scendere dalla macchina per chiamare aiuto o a causa di un incendio, fuoriuscire
il più velocemente possibile senza toccare né fili né la macchina. Restare in piedi e
allontanarsi.
• Rivolgersi alla società elettrica per scollegare l'alimentazione. Anche se il cavo non sembra
essere in tensione, non toccarlo. Un interruttore automatico potrebbe ricollegare l'elettricità.
In ambito urbano è possibile che i cantieri operino in prossimità di linee elettrificate ferroviarie,
tramviarie e filoviarie in sede propria o separata.
Le vigenti norme del Comitato elettrotecnico italiano, emanate in applicazione della legge 1° marzo
1968, n. 186, sulle «linee di trazione elettrica» (norme CEI 9-2 ed. 1973), prevedono per le linee
ferroviarie o tramviarie o filoviarie in sede propria o separata, che l'altezza del filo di contatto e degli
alimentatori aerei in sede sul piano del ferro o su quello stradale, non sia inferiore a m 4,40 e m 4,60
rispettivamente per tensioni nominali non maggiori e maggiori di 6250 V.
Il D.M. Trasporti 1 marzo 1986 prevede che gli autobus, per potere transitare nei singoli
attraversamenti a livello di linee elettrificate ferroviarie, tramviarie e filoviarie in sede propria o
separata, devono avere altezza massima (comprensiva di ogni accessorio sporgente oltre la parte
superiore della carrozzeria), oltreché compresa nei limiti previsti dalle vigenti norme sulla
circolazione stradale, anche inferiore rispetto all'altezza dei fili di contatto e degli alimentatori aerei
in sede, sul piano del ferro o su quello stradale, di almeno:
• m 0,50 per linee a tensione nominale non superiore a 6250 V;
• m 0,70 per linee a tensione nominale superiore a 6250 V.
Hera, o chi per essa, dovrà provvedere a richiedere al gestore della linea elettrica destinata
all’autotrazione filoviaria la planimetria di tutte le strade da essa interessate e la dichiarazione delle
altezze sul piano stradale delle stesse al fine di avere certezza del rispetto della Norma tecnica
vigente.
L’impresa pertanto quando opera su un tratto di strada interessata dalla linea elettrica filoviaria
(poiché questa è con tensione nominale inferiore a 6250 V cc.) dovrà dotarsi di escavatori aventi uno
sbraccio con altezza massima (benna stesa compresa) di 380 cm. da terra in modo da garantire il
rispetto della distanza di 0,60 m. (> 0,50 cm. distanza minima) dalla linea elettrica che è sempre ad
un altezza superiore a 4,4 m. dal piano stradale.
L’altezza massima dello sbraccio dovrà essere ricavata dalla documentazione tecnica allegata
all’escavatore e potrà essere conseguita non solo con l’impiego di attrezzature di piccole dimensioni,
ma anche attraverso una limitazione della centralina oleodinamica che aziona lo sbraccio purché tale
limitazione sia certificata dal costruttore del mezzo d’opera.
L’impresa dovrà avere cura di effettuare la movimentazione del materiale, così come la
movimentazione di materiale inerte con ribaltabile, ad una distanza minima di 3 metri dalla linea
elettrica e successivamente spostare il materiale in corrispondenza del cantiere nel rispetto della
altezza massima di 3,80 m. dal piano stradale.
In casi eccezionali per lavorazioni non diversamente seguibili potrà essere richiesta la
disalimentazione della linea elettrica della linea filoviaria e quindi le lavorazioni potranno avvenire
nei momenti definiti dal gestore della linea filoviaria solo a seguito di sua comunicazione di
disalimentazione.
Fattore rischio 9
Linee elettriche aeree HERA spa fornirà la documentazione relativa ai servizi da essa gestiti (acqua,
con conduttori nudi fognatura, ecc..) per le aree di propria competenza che avranno un valore
(distribuzione elettrica, indicativo;
trazione elettrica); L’impresa con propri strumenti (cerca servizi) dovrà rilevare la loro presenza
reti telefoniche; precisa o dovrà fissare un appuntamento col personale a ciò addetto per una
Contatto con linee di segnalazione più precisa.
illuminazione pubblica Qualora ci sia possibilità di interazione fra le lavorazioni (compresa la
movimentazione del materiale e dei mezzi d’opera), e linee elettriche in tensione
con conduttori nudi e/o non protetti chiedere la messa fuori tensione della linea
elettrica.
Nel caso di linee elettriche in c.c. per trazione elettrica dovrà procedere alle
lavorazioni adottando una delle seguenti soluzioni:
esegue i lavori nei periodi in cui è programmata la interruzione della tensione
dal gestore della linea;
esegue le lavorazioni con mezzi e assetto di cantiere che consentano di operare
con sicurezza ad una distanza superiore a 60 cm. dalla linea elettrica (mezzi
Fattore rischio 9 d’opera con sbraccio in altezza inferiore a 380 cm. dal piano stradale;
in caso che le due precedenti soluzioni non possano essere adottate per motivi
tecnici non dipendenti dalla volontà dell’affidatario, chiederà la sospensione
della tensione al gestore della linea elettrica.
Informare il personale operante e gli autisti dei mezzi d’opera della presenza di
servizi e/o sottoservizi.
Prima di cominciare i lavori, eseguire un controllo visivo della presenza di linee
aeree eventualmente interferenti.
Una volta individuata una linea aerea, contattare l’ente gestore per concordare
la possibilità di eseguire un by-pass o l’interruzione temporanea della linea.
Utilizzare, quando possibile, mezzi operativi di dimensioni adeguate per non
colpire la linea.
Quando possibili utilizzare mezzi operativi dotati di dispositivi di limitazione
dell’escursione degli organi di movimento.
Segnalare a terra la presenza della linea aerea, in modo che sia sempre visibile
a tutti i lavoratori.
Tenere una distanza di sicurezza dalla linea.
Con gli enti proprietari delle linee aeree dovranno essere presi gli opportuni
accordi al fine di definire l’eventuale messa fuori servizio o lo spostamento delle
stesse. Le attività lavorative che dovranno essere eseguite in prossimità di linee
elettriche, acquedotti, metanodotti, linee telefoniche., dovranno rispettare i
criteri imposti dalle norme di legge specifiche e dalle norme dell’ente
proprietario. Nel caso in cui non sia possibile evitare interferenze e le linee non
possano essere messe fuori servizio o spostate, dovranno essere adottate tutte
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le misure atte a limitare i rischi esistenti (protezione dei cavi, portali di sicurezza
, segnalazioni, ecc.). In presenza di linee aeree tenere bracci, prolunghe e
attrezzature a distanza di sicurezza per evitare urti, collisioni, ecc.: in particolare
non avvicinarsi assolutamente a meno di 5 metri dalle linee elettriche in
tensione.
Cadute dall’alto e La zona di avanzamento delle lavorazioni entroterra dovrà essere chiaramente
scivolamenti segnalata e delimitata dovendone impedire l’accesso al personale non
autorizzato.
Qualora si verifichino situazioni che possano comportare la caduta da un piano
di lavoro ad un altro posto a quota inferiore, con dislivello maggiore di 2 metri
(ad esempio per la realizzazione di strutture di sostegno contro terra o di pozzi
di fondazione), i lati accessibili dello scavo e/o del rilevato dovranno essere
protetti con appositi parapetti.
I percorsi pedonali interni al cantiere, anche al fondo dello scavo, dovranno
sempre essere mantenuti sgombri da attrezzature, materiali, macerie o altro
capace di ostacolare il cammino degli operatori.
Fattore rischio 9
Garantire idonei passaggi pedonali attorno all’area di cantiere con opportuna
posa di segnaletica di pericolo.
Tutti gli addetti dovranno indossare calzature e abbigliamento idoneo.
Dovrà altresì provvedersi ad attutare opportune azione tutelative per il sicuro
accesso ai posti di lavoro in piano e sul fondo dello scavo.
In caso di scarsa visibilità sarà necessario l’uso di adeguati sistemi di
illuminazione artificiale.
Nonché ulteriori idonei accorgimenti per l’accesso in area di scavo (gradoni,
scale, rampa con adeguato declivio, ec…).
Verificare la presenza punti di dislivello in prossimità dell’area di scavo e
mantenere distante dal ciglio la circolazione del personale.
In spazi ristretti aprire la minore quantità possibile di scavo. Chiudere lo scavo il
più presto possibile al termine delle lavorazioni.
In caso di interruzione dell’attività coprire lo scavo con tavole o lamiere di
adeguato spessore ove possibile, diversamente parapettare le zone ad uso del
personale a terra.
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Fattore rischio 6
Contatto con parti lesive Attenersi alle istruzioni contenute nel libretto d’uso e manutenzione
dell’attrezzatura dell’attrezzatura impiegata per il rilevamento di sottoservizi.
Stazionare a debita distanza (fuori dal raggio operativo del mezzo) dall’area di
manovra della benna in uso al mezzo di cantiere.
Fattore rischio 6
Investimento Durante le attività non devono essere eseguiti altri lavori che comportino la
presenza di manodopera nella zona di intervento dei mezzi d’opera e di
trasporto.
La circolazione degli automezzi e delle macchine semoventi all’interno dell’area
di cantiere deve avvenire utilizzando percorsi ben definiti e la velocità deve
risultare ridotta a passo d’uomo. In tutti i casi deve essere vietato l’intervento
Fattore rischio 6 concomitante di attività con mezzi meccanici e attività manuali.
Far indossare agli addetti a terra indumenti ad alta visibilità almeno di classe 2.
Delimitare la propria area operativa, prima di eseguire qualsiasi lavorazione.
Utilizzare solo macchine movimento terra dotate dei dispositivi di sicurezza
(back allarm, girofaro, specchietti retrovisori,…).
Rischio di investimento Tutto il personale deve indossare abbigliamento ad alta visibilità minima classe
del personale del 2.
cantiere da parte dei In assenza di adeguata segnaletica dovrà essere posto un segnale di
veicoli circolanti rallentamento e lavori incorso e a monte del personale impegnato nel
tracciamento un veicolo dell’azienda operatrice con lampeggiante accesso in
modo da costituire una protezione all’investimento da parte degli utenti della
Fattore rischio 6 strada.
Fattore rischio 4
Fattore rischio 4
Rinvenimento e Sulla base del rilievo visivo, della documentazione preventivamente raccolta e
tracciamento sottoservizi di quanto rilevato col cercaservizi (condotte metalliche e linee elettriche) si
traccia con vernice colorata il posizionamento dei sottoservizi.
Si informa il personale della presenza dei sottoservizi
Si verifica che le linee in tensione con conduttori nudi che interessano l’area di
Fattore rischio 3 cantiere e per le quali è stata richiesta preventivamente la messa fuori servizio
siano state poste fuori tensione con la dichiarazione dell’ente gestore.
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In tale fase preliminare, il Coordinatore alla Sicurezza in Fase di Progettazione non è nelle condizioni
di poter definire la sussistenza di tale criticità - non conoscendo esattamente ove si svolgeranno le
future attività di scavo (scavi afferenti la sostituzione/riparazione di condotte e/o reti su tracciati
interrati esercenti il servizio fognario).
Tale limitazione sarà diversamente sopperita dal C.S.E. che - incaricato nelle proprie funzioni dalla
Committente - dovrà individuare nelle specifiche aree di competenza, la sussistenza di tale fattore
di rischio causa il potenziale rinvenimento di ordigno bellico.
E’ ben però ricordare che, la limitazione sopraindicata, si riscontra anche per il Coordinatore alla
Sicurezza in Fase di Esecuzione, per la tipologia d’intervento classificabile in “attività indifferibile”.
Pertanto al fine di limitare quanto più possibile tale criticità, sarà cura del Preposto, in tali occasioni,
avvisare prontamente il C.S.E., per tutti quei casi in cui l’attività d’intervento indifferibile, per il
ripristino della rete danneggiata, comporti un’attività di scavo “non in asse” con gli impianti e/o
condotte già esistenti.
Le indagini di verifica bellica potranno essere effettuate - ad esempio - svolgendo a tal proposito
adeguate indagini preliminari conoscitive, sulla base di eventuali dati disponibili, dell’area interessata
dall’intervento, previo:
- ricerca storiografica;
- consultazione di fonti bibliografiche di storia locale;
- consultazione di fonti conservate presso gli Archivi di Stato, così come di archivi dei Comitati
Provinciali Protezione Antiaerea e archivi delle Prefetture;
- consultazione di fonti del Ministero della Difesa: Uffici BCM del 5° Reparto Infrastrutture di
Padova;
- informative emanate dalla Stazioni dei Carabinieri competente territorialmente;
- ricerche presso l’Aerofototeca Nazionale di Roma;
- verifica in situ individuando la vicinanza dell’intervento in prossimità a preesistenti o esistenti
linee viarie, ferroviarie, porti, e/o infrastrutture strategiche durante il conflitto bellico;
- indagini su eventuali aree precedentemente bonificate prossime a quelle in esame;
oppure
- attraverso un'analisi strumentale”.
Nel caso il responso del C.S.E. sia positivo, la Committente si attiverà presso il Dipartimento
territoriale di competenza (Padova e/o Napoli) per svolgere i “passi” necessari ad una verifica
preliminare del terreno PRIMA di condurre qualsiasi attività di scavo.
La bonifica - condotta da parte di un’impresa specializzata - avverrà attraverso le seguenti fasi:
• Sopralluogo nell’area da bonificare;
• Eventuale taglio della vegetazione e pulizia del terreno da materiali/rilevati di piccole e medie
dimensioni;
• Bonifica di superficie eseguita in genere, come da norme emanate dalle Autorità Militari, su
tutte le aree di cantiere interessate successivamente dagli scavi.
Il lavoro consisterà nella ricerca e localizzazione di tutte le masse ferrose e di tutti gli ordigni e
manufatti bellici esistenti fino a m 1,00 di profondità dal piano di campagna originario.
Le zone da esplorare verranno suddivise in campi e successivamente in strisce, che verranno
esplorate con appositi apparati rilevatori di profondità 16 (metaldetector);
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• L'APPALTATORE sarà tenuto ad assicurare il necessario servizio di primo soccorso agli operai per
il caso di incidenti per scoppio di ordigni esplosivi, predisponendo una procedura e
apprestamenti sempre attivi durante le ore di lavoro, nonché materiali sanitari sufficienti per un
primo soccorso d'urgenza e per il trasporto dei feriti nel più vicino ospedale. Prestabilito in seguito
a precisi accordi intervenuti fra l’APPALTATORE e le locali Autorità.
• Copia dei sopracitati accordi dovrà essere inviata, per informazione, al C.S.E. prima dell'inizio delle
attività unitamente alla dislocazione sulle aree da bonificare di opportuni accorgimenti e
disposizioni di Primo Soccorso all'uopo predisposte.
L’impresa dovrà utilizzare idonei mezzi operativi atti a fresare, tagliare il manto stradale, su cui
eseguire successivamente interventi ex novo e/o di ripristino sulle condotte impiantistiche
sottostanti.
Per tali attività eseguire debita perimetrazione e segnalazione dell’area di lavoro, verificando
l’efficienza dei dispositivi di comando e controllo del macchinario.
Segnalare tempestivamente al Preposto eventuali guasti procedendo alla sostituzione del
macchinario.
Le macchine TAGLIASFALTO devono essere dotate di un riparo che copra almeno la metà superiore
del disco e il dispositivo di fissaggio (flangia).
Il riparo può avere una parte apribile anteriormente, che deve comunque rimanere collegata al riparo
principale e mantenere coperto il dispositivo di fissaggio del disco. La parte apribile può essere utile,
ad esempio, per posizionare correttamente il disco sulla linea di taglio o per realizzare un taglio
vicino a una superficie verticale.
La norma, inoltre, stabilisce che dovrà essere impedito il contatto con il disco in rotazione durante
lo spostamento della macchina da una zona di lavoro all’altra, tramite:
• una protezione del disco anche nella parte inferiore,
oppure
• con adeguati dispositivi che permettano di arrestare il disco, come ad esempio una frizione;
in questo caso sul riparo dovrà essere applicato un segnale di avvertimento con l’indicazione che
“ogni spostamento della macchina al di fuori dell’area di taglio dovrà essere effettuato con l’utensile
non in rotazione”.
I ripari dei dischi dovranno essere realizzati con materiale ad alta resistenza meccanica, per resistere
alle sollecitazioni derivanti dalla proiezione di materiali, scintille, schegge o eventualmente di
frammenti del disco da taglio danneggiato Su di essi dovrà essere riportata la freccia indicante il
senso di rotazione del disco.
Il dispositivo per il montaggio del disco rotante deve essere progettato in modo che l’allentamento
sia possibile solo mediante un’azione manuale intenzionale.
Ad esempio, il bloccaggio del disco sul mandrino può avvenire con un dado, da avvitare in modo
che non si possa svitare durante l’operazione di taglio.
Le flange di fissaggio del disco dovranno essere dimensionate in relazione al diametro del disco e
del suo foro.
Gli organi di trasmissione rotanti, per esempio alberi di trasmissione, giunti e trasmissioni a cinghia,
devono essere dotati di ripari fissi rimovibili solo mediante l’uso di attrezzi o chiavi.
L’eventuale movimento verticale motorizzato della testa di taglio deve essere tale da rispettare le
distanze di sicurezza previste dalle norme tecniche relative alla protezione degli arti.
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La FRESATURA consiste nella rimozione della superficie del manto stradale pe la successiva posa e/o
manutenzione dei sottoservizi presenti.
L’area di lavoro deve essere preceduta e delimitata da
adeguata segnaletica verticale e orizzontale.
La fresa e l’eventuale l’autocarro si muovono in modo
coordinato all’interno dell’area delimitata attivando i
segnali luminosi (girofaro) e acustici.
Relativamente al traffico, l’autocarro che deve
operare in coordinamento con la scarificatrice, accede
all’area dalla parte finale del cantiere mentre
l’immissione nel traffico avviene dando precedenza
ai veicoli in transito.
Gli autocarri che dovessero attendere il proprio turno di lavoro con la fresa si posizionano all’interno
o in prossimità dell’area di cantiere, in un punto sicuro, mantenendo sempre attivi i dispositivi
luminosi.
Tutti gli eventuali addetti alla lavorazione che operano ai margini della macchina devono indossare
i DPI ad alta visibilità di classe 2 e i DPI di protezione al rumore (otoprotettori) e di protezione alle
polveri (mascherina).
Gli stessi Non dovranno operare in interferenza con le attività condotte dai mezzi operativi.
I lavori di scavo e movimento terra costituiscono una delle fasi con il più alto indice di criticità e la
maggior possibilità di
incorrere in situazioni
di forte rischio per i
lavoratori e per i non
addetti ai lavori.
I lavori di scavo
all’aperto o in
sotterraneo, con
mezzi manuali o
meccanici, devono
essere preceduti da
un accertamento
delle condizioni del
terreno e delle opere
eventualmente esistenti nella zona interessata. Devono essere adottate tecniche di scavo adatte alle
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circostanze che
garantiscano anche la
stabilità degli edifici,
delle opere
preesistenti e delle loro
fondazioni. Gli scavi
devono essere
realizzati e armati
come richiesto dalla
natura del terreno,
dall’inclinazione delle
pareti e dalle altre
circostanze influenti
sulla stabilità ed in
modo da impedire slittamenti, frane, crolli e da resistere a spinte pericolose, causate anche da
piogge, infiltrazioni, cicli di gelo e disgelo.
In pendii o altri luoghi di lavoro dove è precaria la stabilità ed esiste il pericolo di ribaltamenti-
rovesciamenti seguire le prescrizioni sulla pendenza massima affrontabile fornite dal costruttore del
mezzo.
Per una buona tenuta del terreno, mantenere una distanza di sicurezza da scavi e pendii onde evitare
il rischio di cedimenti-frane.
In questo caso è opportuno che il Capo Cantiere ed i Preposti effettuino una ispezione accurata dei
luoghi prima di dare avvio a operazioni che possano comportare rischi e nel caso sospendere
temporaneamente tali lavorazioni.
Mantenere sempre l’area di lavoro in buone condizioni di ordine e pulizia, non depositare materiale
che ostacoli la normale circolazione.
La messa in opera manuale o meccanica delle armature dovrà di regola seguire immediatamente
l’operazione di scavo.
Dovranno essere predisposti percorsi e mezzi per il sicuro accesso ai posti di lavoro e per il rapido
allontanamento in caso di emergenza.
La presenza di scavi aperti dovrà essere in tutti i casi adeguatamente segnalata.
Sul ciglio degli scavi dovranno essere vietati i depositi di materiali, l’installazione di macchine pesanti
o fonti di vibrazioni e urti, il passaggio e la sosta di veicoli.
La scelta del tipo di armatura da disporre nello scavo e del materiale da utilizzare dipende
sostanzialmente dalla natura del terreno:
• in un terreno incoerente la procedura dovrà consentire di disporre adeguate armature tali da
permettere di raggiungere in sicurezza la profondità richiesta per operare sotto il piano di campagna;
• in un terreno dotato di coesione, in cui lo scavo può essere realizzato in avanzamento continuo
fino alla profondità desiderata, è comunque necessario che la procedura di calo dell’operatore al suo
interno avvenga previa collocazione di una struttura di protezione (blindaggio) prima che gli stessi
accedano allo scavo e/o oppure adeguata gradonata del terreno circostante;
• essere sufficientemente resistente da opporsi, senza deformarsi o rompersi, alla pressione
esercitata dal terreno sulle pareti dello scavo;
• essere realizzata in modo da poter sopportare, senza deformarsi, anche carichi asimmetrici del
terreno.
Sintesi delle principali prescrizioni operative di sicurezza:
1. Verificare, prima dell’inizio dei lavori, se nella zona di scavo sono presenti delle infrastrutture quali
canalizzazioni, cavi, etc… Queste ultime devono venir marcate in modo chiaro prima dell’inizio
degli scavi, in modo comprensibile al macchinista.
2. Verificare che nessuno si trovi nelle zone non protette per tutti i lavori di riempimento degli scavi
o rimozione delle sbadacchiature.
3. Assicurarsi della stabilità del terreno in prossimità delle zone adibite allo scarico materiali, in modo
che i macchinari adibiti alle movimentazioni, non possano cadere a fondo scavo. Bisogna
assolutamente evitare che il veicolo, con il relativo autista, possano accidentalmente cadere nella
fossa, disporsi ad almeno tre metri dal ciglio e farsi coadiuvare da un moviere a terre posto a
debita distanza.
4. Impedire la caduta di oggetti o di materiale di scavo nella fossa.
Le sbadacchiature dovranno sporgere dal terreno almeno 30 cm. Per quanto riguarda le scarpate, la
distanza tra il bordo delle stesse e il materiale deve essere di almeno 1 metro.
5. Sono da considerare, per il dimensionamento dei puntelli e degli sbadacchi, anche i carichi
supplementari causati da veicoli, macchine edili, depositi del materiale di scavo, apparecchiature,
ecc…
6. Realizzare un accesso sicuro allo scavo. Posizionare almeno n°. 2 scale metalliche di opportuna
altezza, in modo che fuoriescano di almeno 1 mt dal terreno e poste su fronti diversi in caso di
scavi di ampia lunghezza.
Quando possibile realizzare una rampa con 70 cm. di franco per parte, per consentire un
passaggio pedonale sicuro.
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7. La “luce” misurata sul fondo di scavi e pozzi dovrà essere tale da consentire di lavorare in
sicurezza.
8. A PARTIRE DA UNA PROFONDITÀ DI SCAVO DI 1.5 M, BISOGNA IN QUALSIASI CASO
PROVVEDERE A REALIZZARE DELLE SCARPATE ADEGUATAMENTE INCLINATE O
ASSICURARE LO SCAVO CON ULTERIORI APPRESTAMENTI (BLINDAGGI - ARMATURE).
Gli spazi vuoti dietro le pareti di sostegno dovranno essere immediatamente e accuratamente
riempiti. Bisognerà poi eliminare immediatamente eventuali sporgenze presenti in scarpate e/o
pareti di scavo.
Si ricorda infine che qualora l’armatura non fuoriesca sufficientemente dallo scavo quest’ultimo
andrà comunque segnalata e transennata al fine di evitare cadute dall’alto.
Istruzioni per il personale operante:
Le persone non devono sostare o transitare o comunque essere presenti nel campo d'azione
dell'escavatore, né alla base o sul ciglio del fronte d'attacco.
Le persone non devono accedere al ciglio superiore del fronte di scavo: la zona pericolosa sarà deli-
mitata con barriere mobili o segnalata con opportuni cartelli.
Il ciglio superiore deve essere pulito e spianato.
Le pareti devono essere controllate per eliminare le irregolarità ed evitare eventuali distacchi di bloc-
chi o di sassi (disgaggio).
Prima di accedere alla base della parete di scavo accertarsi del completamento dei lavori, armature
comprese, quando previste.
Quando è possibile la caduta di materiali dall'alto si deve sempre fare uso del casco di protezione.
i mezzi meccanici non dovranno mai avvicinarsi al ciglio dello scavo.
Non devono essere effettuati depositi, anche se momentanei, in prossimità del ciglio dello scavo.
E' buona norma arretrare convenientemente i parapetti al fine di evitare sia i depositi sia il transito
dei mezzi meccanici in prossimità del ciglio superiore.
Nel caso di potenziale franamento delle pareti è necessario attuare le procedure di emergenza che
comprendano: l'evacuazione dei lavoratori dallo scavo, la definizione della zona di influenza della
frana, l'intervento eventuale delle squadre di soccorso interne e/o esterne, la programmazione degli
interventi tecnici necessari per rimettere in sicurezza lo scavo.
Nel caso di allagamento dello scavo dovuto a circostanze naturali o allo straripamento di corsi
d'acqua limitrofi o da infiltrazioni di condutture in pressione, è necessario attuare le procedure di
emergenza che comprendano l'evacuazione dei lavoratori dallo scavo, la
delimitazione dell'area "a rischio" anche di smottamenti conseguenti,
l'intervento eventuale delle squadre di soccorso esterne e/o interne,
l'eventuale attivazione di idonei sistemi di deflusso delle acque.
La ripresa dei lavori dovrà essere condizionata da una valutazione delle
superfici di scavo e dalla messa in atto di procedure o sistemi protettivi per
garantire la stabilità dei fronti interessati.
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scavo: la scala dovrà essere fissata in modo stabile alla sommità dello
scavo e dovrà fuoriuscire almeno di 1m in altezza dal piano di sbarco.
• Non è consentito operare in prossimità dello scavo senza adeguati parapetti anticaduta:
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• Sarà opportuno allestire adeguate passerelle per consentire il transito dei residenti frontistanti
l’intervento (es. nel caso sia l’unica via di accesso e/o che il loro transito interferisca con le opere in
esecuzione):
esempi tipologici
Per i cantieri in sede stradale o luoghi aperti al transito l’impresa dovrà assicurare la libera
circolazione sulle strade ed il libero esercizio delle utenze, attenendosi alle norme che disciplinano i
lavori stradali (DM. 10/07/2002), ed alle disposizioni emanate di volta in volta dagli Enti gestori delle
strade, od alle disposizioni impartite dalla DL.
Ci si dovrà inoltre attenere alle norme vigenti per quanto riguarda la presegnalazione delle
interruzioni e deviazioni provvisorie, alla sorveglianza delle barriere, dei cartelli indicatori e delle
segnalazioni luminose richieste. In particolare l’impresa dovrà soddisfare le prescrizioni indicate nel
Dec. Lgs. 81/08 e s.m.i.
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Modalità A
• Si transenna completamente l’area operativa ed il mezzo di scavo si posiziona all’interno, assieme
all’eventuale operatore che effettua l’assistenza allo scavo a vista, in diretta collaborazione con
l’operatore macchina.
• Per tale attività l’area operativa dovrà risultare completamente transennata e interdetta
all’accesso.
Questa modalità si applica:
nel caso di tratti di scavi di raccordo che sarebbe difficoltoso racchiudere singolarmente se gli spazi
di cantiere non lo permettano.
Modalità B
• Il mezzo viene posizionato sul lato dello scavo non protetto;
• la zona deve comunque essere mantenuta in sicurezza, attraverso una segnaletica di pericolo e/o
monitorata in continuità da operatore che verifichi il passaggio di persone.
• È vietata la presenza degli operatori nel raggio d’azione dell’escavatore e sul ciglio del fronte di
scavo.
Utilizzare sempre il girofaro e segnalazione acustica in caso di pericolo.
Il fronte di attacco su cui lavora l’escavatore è interdetto allo stazionamento o al passaggio di
personale.
• In caso di necessità coadiuvare l’operato del mezzo meccanico con operatore a terra fuori
dal raggio di azione del mezzo.
Sarà d’obbligo - per qualsiasi lavorazione compiuta entro l’area di cantiere e/o in prossimità
di essa - siano presenti almeno due addetti: questa necessità è dovuta dal fatto che nel caso
un addetto fosse colpito da malore e/o infortunio, l’altro collega attiverà le procedure di
emergenza per la richiesta di aiuto agli organi preposti.
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Franamenti delle pareti Nel caso di franamenti delle pareti è necessario attuare le procedure di
emergenza che comprendono: l’evacuazione dei lavoratori dallo scavo, la
Fattore rischio 9 definizione della zona di influenza della frana, l’intervento eventuale delle
squadre di soccorso interne e/o esterne, la programmazione degli interventi
tecnici necessari per rimettere in sicurezza lo scavo.
Fattore rischio 9
Seppellimento Inclinare il fronte di scavo conformemente da quanto previsto nel POS e
come da indicazioni fornite dal Preposto.
Nel caso non sia possibile inclinare adeguatamente il fronte di scavo
disporre idonei sistemi di trattenuta (blindaggi) condivisi con il CSE.
Verificare quotidianamente – sul posto – le condizioni del fronte di scavo.
Negli scavi manuali evitare lo scalzamento alla base con conseguente
Fattore rischio 9 franamento delle pareti.
Segnalare immediatamente al Preposto ogni situazione di rischio non
prevista o sottovalutata.
Nelle interruzioni temporanee delle lavorazioni transennare le pareti di
scavo.
Rumore Di norma l’attività deve essere eseguita nella fascia oraria 8-13, 15-19
essendo lavorazioni particolarmente rumorose.
Nell’acquisto di nuove attrezzature occorrerà prestare particolare attenzione
alla silenziosità d’uso emessa dall’utensile e/o mezzo.
Fattore rischio 6
Le attrezzature devono essere correttamente mantenute e utilizzate, in
conformità alle indicazioni del fabbricante, al fine di limitarne la rumorosità
eccessiva.
Durante il funzionamento le cabine ed i carter degli escavatori devono essere
mantenuti chiusi e dovranno essere evitati i rumori inutili.
Il personale non strettamente necessario alle lavorazioni dovrà allontanarsi
dalla zona interessata e gli addetti dovranno adottare i dispositivi di
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Cesoiamenti e stritolamenti Il cesoiamento e lo stritolamento di parti del corpo tra gli elementi mobili di
macchine e elementi fissi delle medesime o di opere, strutture provvisorie o
altro, deve essere impedito limitando con mezzi materiali il percorso delle
parti mobili o segregando stabilmente la zona pericolosa.
Fattore rischio 6
Qualora ciò non risulti possibile deve essere installata una segnaletica
appropriata e devono essere osservate opportune distanze di rispetto. Deve
essere comunque sempre impedita ogni attività a terra in prossimità delle
macchine di movimento terra.
Caduta materiale dall’alto L’avvicinamento dei mezzi meccanici ai bordi superiori degli scavi devono
essere limitati con sistemi di sicuro arresto al fine di evitare il loro pericoloso
avvicinamento (es. travi fissate a terra con paletti metallici).
I cigli superiori degli scavi devono essere tenuti puliti e sgombri da materiali
e protetti con teli impermeabili per evitare gli effetti erosivi dell’acqua
piovana.
I parapetti del ciglio superiore devono risultare convenientemente arretrati
e/o provvisti di tavola fermapiede, anche al fine di evitare la caduta di
materiali a ridosso dei posti di lavoro a fondo scavo.
Prima dell’accesso del personale al fondo dello scavo è necessario effettuare
il disgaggio e, ove del caso, proteggere le pareti.
In corrispondenza dell’apertura superiore dei pozzi di fondazione deve
Fattore rischio 6 essere realizzato un rialzo, anche mediante il prolungamento dell’eventuale
armatura interna, avente lo scopo di impedire la caduta di materiale minuto
all’interno e con altezza di almeno 0,30 metri sulla superficie circostante.
Tutti gli addetti devono comunque fare uso del casco di protezione
personale.
Quando è possibile la caduta di materiali dall’alto si deve sempre fare uso
del casco di protezione.
I mezzi meccanici non dovranno mai avvicinarsi al ciglio dello scavo.
Non devono essere effettuati depositi, anche se momentanei, in prossimità
del ciglio dello scavo.
È buona norma arretrare convenientemente i parapetti al fine di evitare sia i
depositi che il transito dei mezzi meccanici in prossimità del ciglio superiore.
Il personale impiegato deve indossare DPI specifici (casco).
Investimento Durante gli scavi ed i movimenti terra di regola non devono essere eseguiti
altri lavori che comportino la presenza di manodopera nella zona di
intervento dei mezzi d’opera e di trasporto.
Fattore rischio 6 Durante gli scavi la circolazione degli automezzi e delle macchine semoventi
all’interno dello scavo deve avvenire utilizzando percorsi ben definiti e la
velocità deve risultare ridotta a passo d’uomo. In tutti i casi deve essere
vietato l’intervento concomitante di attività con mezzi meccanici e attività
manuali.
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Polveri e Fibre Nella attività di scavo e di movimento terra la diffusione di polveri e fibre
deve essere ridotta al minimo irrorando periodicamente le superfici di scavo
ed i percorsi dei mezzi meccanici, ove del caso l’esposizione degli operatori
di macchine deve essere ridotta utilizzando il più possibile attrezzature ed
Fattore rischio 6 impianti dotati di cabina climatizzata.
Qualora la quantità di polveri o fibre presenti superi comunque i limiti
tollerati devono essere forniti ed utilizzati indumenti di lavoro e DPI idonei
alle attività ed eventualmente, ove richiesto, il personale interessato deve
essere sottoposto a sorveglianza sanitaria.
Ribaltamento del mezzo Delimitare tutto il cantiere, rispetto alle aree limitrofe non oggetto
operativo d’intervento.
Quando possibile, in ragione degli spazi a disposizione, delimitare
Fattore rischio 6 fisicamente le viabilità di servizio e tutte le aree dedicate ad operazioni
specifiche.
Quando le dimensioni del cantiere non consentono delimitazioni fisiche, in
ogni caso, evidenziare le viabilità posizionando coni segnalatori in numero
adeguato ad una perfetta percezione dello stato dei luoghi.
Taglio , urto, colpi, ecc.. Il personale non addetto all’attività specifica dovrà stazionare oltre l’area di
lavoro delimitata da transenne a una distanza minima di sicurezza dal mezzo
operativo.
Operare con cautela.
Fattore rischio 6 Indossare guanti, indumenti da lavoro antistrappo e qualora la posizione
della lavorazione possa creare pericolo per la testa, indossare il casco
protettivo.
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70. WELLPOINT
Tale tecnica si compone di una piccola stazione di pompaggio estremamente compatta, facilmente
trasportabile e velocissima da installare, dotata di un motore diesel che rende superflua la presenza
di una linea elettrica di alimentazione, con una cabina silenziante e una lunga autonomia di
funzionamento in continuo. Ideale per la realizzazione di un by-pass che permetta l’esecuzione di
lavori in una canalizzazione o una conduttura, senza necessariamente sospendere il suo servizio. Le
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La tecnica consiste nella posa di tubi con contemporanea evacuazione del materiale di risulta per
mezzo di una testa di perforazione provvista di coclea.
Inizialmente viene realizzata la camera di spinta, poi viene
messa in posizione operativa plano altimetrica la trivella
usufruendo dei punti di riferimento predisposti in fase di
tracciamento.
Sul telaio della trivella viene posizionato il primo tubo da
infiggere con all’interno la coclea che ha sia funzione di
tagliente che di smarino del materiale di risulta.
Si procede all’infissione accoppiando i tubi saldandoli tra
loro. Durante la spinta viene continuamente monitorata la
pressione di spinta, la velocità di rotazione della trivella, la
lunghezza effettiva di infissione e la consistenza e
tipologia del materiale scavato.
Alla fine della trivellazione vengono recuperate le coclee.
La trivellazione orizzontale viene eseguita con la posa
della macchina e da qui avviene l’infissione di tubi nel
terreno con dentro le coclee si procede con fasi ripetitive
fino al termine del foro, dopodiché vengono recuperate
le coclee lasciando così il tubo vuoto all’interno e in forma
monolitica in quanto ogni settore di tubo infisso viene
compattato al successivo.
La trivellazione orizzontale con presso trivella consente di superare nel sottosuolo strade, autostrade,
ferrovie, corsi d’acqua ed altri ostacoli che con il sistema di scavo a cielo aperto in molti casi, non è
possibile realizzare.
Le maestranze adeguatamente formate dovranno operare in un’area debitamente segnalata e
perimetrata, interdetta all’accesso di personale non autorizzato, operanti su un piano livellato, privo
di acqua e ben assestato.
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Nel caso si utilizzino generatori di corrente a gasolio silenziati, istallare il mezzo a debita distanza
facendo uso delle cuffie antirumore e predisponendo le taniche di approvvigionamento carburante
in luogo sicuro.
Attuare una procedura di emergenza per il recupero dell’eventuale infortunato attraverso un
processo condiviso con il CSE, calato nel specifico cantiere in cui si opererà quando il prelievo
dell’eventuale infortunato non sia facilmente eseguibile, es. luogo confinato, ecc…
73. MICROTUNNELING
Un progetto di sostituzione o risanamento di una condotta già esistente in territorio urbano per
cause di vetustà o di portata inadeguata, necessita delle seguenti implicazioni:
• Possibilità o meno di intervenire riducendo o deviando il traffico veicolare e/o pedonale;
• Limitazione, per quanto possibile, degli effetti dell’intervento sulle attività economiche/sociali
proprie del sito operativo.
• Coesistenza delle previste opere di scavo con reperti storici presenti nel sottosuolo.
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RELINING, rappresentato dalla tecnologia Slip Lining, con la quale una nuova tubazione in PEAD
inferiore di diametro viene inserita all’interno della condotta esistente percorrendola nel
sottosuolo per tratti di lunghezza variabile.
Consiste nell’inserzione di una tubazione in PEAD all’interno di una tubazione esistente di DN
maggiore. Ciò è subordinato alla possibilità che la rete distributiva consenta la riduzione della
sezione netta di passaggio del fluido di una certa percentuale determinata dalla differenza tra il
diametro interno della vecchia tubazione e quella della nuova in PE.
La diminuzione della sezione è in parte compensata dalla drastica riduzione delle perdite di carico
ottenuta in seguito all’uso di tubazioni in PE, nonché dal fatto che la tubazione originale si presenta
usualmente con depositi interni di vario genere estensivi o localizzati.
L’operazione di inserzione è preceduta dalla saldatura delle tubazioni in PE per la lunghezza
operativa corrispondente a ciascun segmento da intubare. Le giunzioni tra tubi in PE avvengono per
polifusione testa a testa con asportazione del cordolo esterno di saldatura.
I collegamenti delle tubazioni in PE all’esistente condotta in acciaio, avvengono mediante saldatura
di appositi pezzi speciali (giunti lineari metallo-plastici antisfilamento).
A relining eseguito, il lavoro prevede la riconnessione alle estremità del segmento rinnovato tra il
tubo in PE e l’esistente tubo in acciaio con giunti metallo-plastici lineari acciaio-PE “a saldare” o
mediante accoppiamenti flangiati:
E’ possibile inoltre la realizzazione ex-novo o il ricolloco definitivo delle derivazioni di utenza DE 1”
o 2” o maggiori sul nuovo tubo in PE, previa apertura, sulla tubazione in ghisa, di apposite finestre.
CLOSE-FIT RELINING, rappresentato dalle
tecnologie “Compact Pipe” e “Roll Down”,
con le quali una nuova tubazione in PEAD di
diametro analogo viene inserita all’interno
della condotta esistente percorrendola nel
sottosuolo per tratti di lunghezza variabile.
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ROLL DOWN, che consiste nella provvisoria riduzione del diametro della tubazione in PEAD
preventivamente saldata per polifusione testa/testa e privata dei cordoli di saldatura.
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Una apposita macchina deformatrice posizionata in linea con lo scavo di inserzione (o, se necessario,
dislocata anche all’esterno del cantiere) opera una riduzione a freddo dell’8-10% del DE del tubo in
PE, così da permettere l’inserzione dello stesso all’interno della condotta da rinnovare.
Ad inserzione terminata la tubazione, ridotta di diametro, viene riportata a diametro standard per
pressurizzazione con acqua fredda o con aria, fino ad adesione alle pareti della condotta da rinnovare
(close-fit).
L’intero processo di deformazione, inserimento e riformatura avverrà prevalentemente nel corso di
una unica giornata lavorativa.
Potranno essere rinnovati in un’unica soluzione, notevoli estensioni di condotte esistenti, fino ad un
massimo di oltre 300 metri per singolo tratto.
La media dei tratti si aggira comunque attorno ai 200 metri.
Le macchine deformatici sono in grado di ridimensionare condotte in PEAD da DE110 mm a DE 500
mm, da SDR26 (PN6, PE100) a SDR 11 (PN16, PE100).
PIPE REPLACING, rappresentato dalle tecnologie “Pipe Bursting” e “Pipe Splitting”, con le quali
una nuova tubazione in PEAD, anche superiore di diametro, va a rimpiazzare la condotta
esistente distruggendola nel sottosuolo per tratti di lunghezza variabile.
PIPE BURSTING
Tale tecnologia si basa sull’impiego di un opportuno sistema di aste azionate idraulicamente.
Due scavi vengono realizzati alle estremità dei tratti. In uno di questi (camera di lancio) è collocata
una slitta sulle cui guide scorre la testa idraulica di spinta ed estrazione delle aste.
La condotta da sostituire è quindi sezionata in singoli tratti pressoché rettilinei di lunghezza di 80 -
100 metri.
Le aste vengono inizialmente introdotte all’interno del tratto di condotta da sostituire, per tutta la
sua lunghezza, sino a raggiungere l’altro scavo (camera di arrivo) posto all’altro capo.
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Una volta completata l’inserzione, all’estremità delle aste, dalla parte della camera di arrivo, viene
collegato il dispositivo destinato a frantumare la vecchia condotta durante la fase di estrazione delle
aste.
Il dispositivo di frantumazione è costituito da un utensile tagliente a forma di freccia che permette
di aprire la vecchia condotta con azione continua e senza ricorso a percussione.
All’utensile è collegata, in sequenza, un’ogiva conica che ha il compito di costipare i frammenti della
condotta nel terreno circostante. Man mano che le aste verranno estratte viene così creato il foro di
diametro maggiorato che costituisce la sede di posa per la nuova tubazione di PE. Questa sarà
agganciata al treno di aste, direttamente a valle del dispositivo di frantumazione e dell’ogiva conica
e sarà trascinata all’interno del nuovo foro durante la fase di estrazione delle aste.
La tecnologia Pipe Bursting consentirà di sostituire vecchie condotte con nuove tubazioni in PE dello
stesso diametro o con discreti incrementi di diametro con l'utilizzo di tubi in PE di produzione
standard.
Occorre individuare in precedenza, con discreta approssimazione, la posizione dei sottoservizi, che
comunque, data l’assenza di vibrazioni impresse, non verrebbero normalmente danneggiati.
A relining eseguito il lavoro prevede poi la riconnessione alle estremità del segmento rinnovato tra
il tubo in PE e l’esistente tubo in ghisa, nonché la riconnessione delle diramazioni laterali della
condotta.
Per tali attività l’operatore dovrà disporsi in modalità non interferenziale con mezzi e/o dispositivi in
funzione, adottando tutte le precauzioni del caso e indossando correttamente i specifici e necessari
DPI.
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PIPE SPLITTING
La tecnologia denominata Pipe Splitting consiste nell'introduzione, all'interno della condotta da
rinnovare, di una ogiva in acciaio dotata di lame di taglio, trainata da un sistema di aste smontabili
azionate da una macchina tiraste idraulica.
Tale dispositivo opera senza necessità di percussione e determina quindi l'avanzamento del nuovo
tubo in PE con la sola forza di traino, assicurando nello stesso tempo il taglio e la divaricazione della
condotta esistente.
All’alesatore che segue l’ogiva verrà collegata una tubazione in PEAD, precedentemente saldata e
privata dei cordoli di saldatura, che va a rimpiazzare la vecchia condotta.
Occorre individuare in precedenza con precisione il tracciato della condotta da sostituire e, con
discreta approssimazione, la posizione dei sottoservizi, che comunque, data l’assenza di vibrazioni
impresse, non vengono normalmente danneggiati.
Tramite l’impiego di tale tecnologia è possibile rimpiazzare con tubazioni in PE, contestualmente alla
distruzione della condotta esistente, con incrementi di diametro fino al 50%.
I tratti sostituibili in un’unica soluzione sono di circa 80-120 m, intesi come intervallo tra due scavi
delimitanti un tratto rettilineo di condotta.
Curve, variazioni angolari multiple o singole, pezzi speciali, etc. costituiscono generalmente punti di
interruzione del relining in corrispondenza dei quali prevedere gli scavi di inserzione o di traino.
Le moderne macchine da Pipe Splitting sono in grado di posare condotte in PEAD a da DE110 mm
a DE 500 mm, generalmente a partire dall’SDR 11 (PN16, PE100) fino al PN32 (DE max 355 mm),
operando il taglio di condotte in acciaio da DN4” a DN20”.
Impiegando opportune teste di taglio e divaricatori, e’ inoltre possibile posare condotte plastiche di
diametro maggiore delle esistenti in acciaio (ed un nuovo DE 250 mm in sostituzione di un 6”
esistente).
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CURED IN PLACE PIPE (abbreviato genericamente come CIPP), ossia tecnologie che impiegano
materiali e tecniche applicative differenti, ma di principi applicativi simili, idonee ad intervenire
all’interno delle condotte esistenti per ripristinarne la tenuta idraulica e, talvolta, anche la struttura
resistente ai carichi statici.
Il gruppo di sistemi raccolti sotto la denominazione di ‘Cured’ in ‘Place Pipe’ consistono nella
predisposizione di una guaina plastica o tessile o composta plastica - tessile di dimensioni e
lunghezza idonea al rivestimento interno del tratto di condotta da rinnovare. Dall’interno della
guaina, in contatto con la parte tessile o in feltro, viene versato e ripartito uniformemente un
determinato quantitativo di resina allo scopo di impregnare totalmente e capillarmente la superficie
che, a inserzione avvenuta, andrà a contatto con la parte interna della condotta da rinnovare.
Ad impregnazione avvenuta, il liner fino ad un diametro di 300 mm composto da guaina + resine,
viene usualmente avvolto all’interno di una camera di estroflessione.
Il terminale della guaina posta all’interno dell’estroflessore viene sigillato, mentre l’altro terminale
viene rivoltato e sigillato per cerchiaggio al raccordo di uscita dell’estroflessore.
La messa in pressione con aria dall’interno dell’estroflessore provoca il rivoltamento e il conseguente
avanzamento della guaina all’interno della condotta da rinnovare.
Il mantenimento in pressione del sistema estroflessore + guaina determina il contatto capillare tra
superficie interna della condotta da rinnovare e la superficie tessile della guaina impregnata di resina.
Esistono vari tipi di resina da impregnazione, da individuare in relazione alle caratteristiche del fluido
trasportato dalla condotta:
• resine poliestere, per fluidi reflui provenienti da scarichi civili e industriali a temperature fino a 30-
40 °C;
• resine vinilestere, per fluidi reflui industriali, con ampio campo di oscillazione del pH e della
temperatura (fino a 60°C e oltre);
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• resine epossidiche, per fluidi alimentari e di processo che necessitano del minore rilascio possibile
di particelle di resina, anche a medio-lungo termine;
• resine poliuretaniche speciali tipo “Sintopan”, che abbinano alle caratteristiche fisico-chimiche delle
resine precedentemente descritte una spiccata coesività alle pareti interne in poliolefine a bassa
scabrezza quali il PEAD o che richiedano bassi valori di ritiro termico in fase di raffreddamento post
termoindurimento.
L’immissione di acqua all’interno del sacco che si viene a formare provoca, per gravità, la discesa
della guaina verso l’imboccatura del tratto da rinnovare e il suo successivo avanzamento per
reversione in senso orizzontale fino al pozzetto successivo.
L’impresa dovrà pianificare nel dettaglio le fasi lavorative su come intenderà procedere alla
protezione di varchi interrati e/o chiusini per poter consentire di operare all’interno e/o sopra di essi.
Si osserva che l’interdizione a tali varchi si renderà necessaria causa il rischio di caduta al loro interno.
Al fine di scongiurare tale criticità si potranno intercludere tali varchi con l’utilizzo di piastre
metalliche anche carrabili. In tal caso però, causa il loro peso è necessario ausiliarsi di sollevatore
meccanizzato o tramite l’azione condotta da almeno due o più addetti (carichi sollevabili
singolarmente non > a 25 kg cadauno)..
raffigurazione tipologica
Gli operatori addetti alla lavorazione dovranno assicurarsi che tutta la zona interessata alla
movimentazione e posa sia dotata di parapetti o sbarramenti perimetrali rispetto al bordo della
botola/cavedio: i conduttori degli automezzi saranno assistiti da personale a terra durante la
manovra di retromarcia.
I mezzi si posizioneranno ad una distanza dal cavedio tale da non compromettere la stabilità dello
stesso. Per i movimenti all’interno del locale interrato, ovvero per risalire o scendere, gli operatori
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dovranno far uso di idonee scale oppure dei camminamenti già predisposti in origine. Durante il
collocamento di pozzetti prefabbricati gli operatori dovranno garantire la dovuta attenzione nei
confronti della caduta degli stessi, e nella cautela durante la movimentazione degli stessi al fine di
assicurare l’incolumità sia rispetto alla propria persona sia rispetto agli altri lavoratori presenti.
Durante la movimentazione del manufatto l’operatore dell’autogrù dovrà allontanare eventuali
persone nel raggio d’influenza della macchina e mantenere il carico durante la movimentazione
sospeso il più vicino possibile del terreno. L’operatore dovrà evitare di caricare la macchina oltre la
portata indicata nella tabella in funzione dell’inclinazione e della lunghezza dello sbraccio.
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Difficoltà/impossibilità di Avvertire della propria presenza con cartelli segnalatori, far indossare
libera movimentazione indumenti ad alta visibilità ai propri addetti e coadiuvarsi con un eventuale
all’interno/esterno dell’area moviere a terra per la movimentazione sicura dei mezzi operativi.
operativa
Fattore rischio 9
Scivolamenti, cadute, ecc.. I percorsi pedonali interni al cantiere, anche al fondo dello scavo, devono
sempre essere mantenuti sgombri da attrezzature, materiali, macerie o altro
capace di ostacolare il cammino degli operatori.
Tutti gli addetti devono indossare calzature idonee.
Deve altresì provvedersi per il sicuro accesso ai posti di lavoro in piano e sul
fondo dello scavo.
Devono essere predisposti percorsi e mezzi per il rapido allontanamento in
caso di emergenza.
La presenza di scavi aperti deve essere in tutti i casi adeguatamente
Fattore rischio 6 segnalata.
Sul ciglio degli scavi devono essere vietati i depositi di materiali,
l’installazione di macchine pesanti o fonti di vibrazioni e urti, il passaggio e la
sosta di veicoli.
L’accesso ai posti di lavoro nei pozzi di fondazione deve essere predisposto
con rampe di scale, anche verticali, purché sfalsate tra loro ed intervallate da
pianerottoli di riposo posti a distanza non superiore a 4 metri l’uno dall’altro.
Sistemazione superficiale preliminare del terreno con rimozione delle
asperità, degli ostacoli anche nell’area immediatamente esterna al cantiere
con pulizia e rimozione di materiali (massi, fango, ghiaia, ecc.) anche nel
corso dei lavori.
Evidenziazione degli ostacoli con transenne o altra segnaletica.
Allontanare i materiali non necessari dall’area di cantiere.
Deposito del materiale all’interno del cantiere con rimozione immediata del
materiale di risulta dall’attività lavorativa.
In caso di scarsa visibilità uso di adeguati sistemi di illuminazione artificiale.
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Franamenti delle pareti Nel caso di franamenti delle pareti è necessario attuare le procedure di
emergenza che comprendono: l’evacuazione dei lavoratori dallo scavo, la
definizione della zona di influenza della frana, l’intervento eventuale delle
Fattore rischio 6
squadre di soccorso interne e/o esterne, la programmazione degli interventi
tecnici necessari per rimettere in sicurezza lo scavo previo blindaggio e/o
adeguate scarpate.
Il materiale proveniente dallo scavo di norma dovrà essere trasportato a
discarica salvo che la DL non disponga il suo riposizionamento nello scavo
dopo la posa della condotta. In questo caso il materiale di scavo dovrà essere
accumulato su un lato ma ad una distanza di sicurezza dello scavo adeguata
al fine di impedirne il crollo della massa accumulata e/o della sponda di
sostegno.
Piano di lavoro non coeso Eseguire una verifica geologica per poter procede in sicurezza nell’attività di
perforazione; nel caso creare un piano di livello sufficientemente resistente
per impedire infossamenti del mezzo operativo.
Fattore rischio 6
Esposizione ai pericoli Richiedere informazioni sulla presenza di eventuali utenze e/o rischi indotti
indotti da altre eventuali dalle lavorazioni condotte da altre addetti operanti nel medesimo cantiere
lavorazioni in corso e/o in prossimità ad esso.
Fattore rischio 6
Investimento o urto con la Nei lavori di escavazione con mezzi meccanici è vietata la presenza di
benna del personale di operatori nel campo di azione (area di lavoro delimitata da transenne)
cantiere e/o di pedoni dell’escavatore e sul ciglio del fronte di scavo.
nell’area esterna al cantiere Il conduttore dell’escavatore prima di iniziare l’attività deve verificare:
l’adeguato posizionamento della transennatura;
la presenza di ostacoli fissi in grado di condizionare il movimento del mezzo
o di sue parti;
la morfologia e l’inclinazione del piano di lavoro;
la presenza di ostacoli o dossi che pregiudicano la visibilità da parte
dell’operatore alla guida dell’escavatore.
Il conduttore dell’escavatore deve assicurarsi, ogni qual volta inizia il
movimento della macchina, che non vi sia presenza di personale nel campo
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Uso di fluidi di penetrazione Nel caso si utilizzino fluidi che agevolano la penetrazione del terreno,
indossare mascherine monouso guanti e tuta a protezione del corpo.
Fattore rischio 4
Contatto con parti lesive Attenersi alle istruzioni contenute nel libretto d’uso e manutenzione
dell’attrezzatura dell’attrezzatura impiegata per il rilevamento.
Fattore rischio 4
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Urti, tagli, abrasioni Il personale non addetto all’attività specifica dovrà stazionare oltre l’area di
lavoro delimitata da transenne a una distanza minima di sicurezza dal mezzo
operativo.
Fattore rischio 4 Operare sempre con cautela.
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Esposizione alle polveri Indossare adeguati facciali filtranti, quanto i lavoratori sono esposti alle
polveri prodotte durante le lavorazioni (p.es. scavi)
Fattore rischio 4 Tenere a disposizione una scorta d’acqua per lavarsi gli occhi in caso di
necessità.
Gruppo elettrogeno, Deve garantire una sufficiente quantità di energia per permettere l’uso di
gruppo di pompaggio utensili elettrici, punti di illuminazione, ecc.. all’interno del cantiere ed in
elettrico, ecc.. particolare in specifiche aree di lavoro.
Il generatore dovrà produrre una quantità di rumore idonea nell’area nella
quale si utilizza verificando preliminarmente la sua collocazione rispetto ad
eventuali punti sensibili.
Il macchinario sarà utilizzato in modo da non arrecare danni all’utilizzatore;
porre attenzione ad eventuale:
Fattore rischio 4 - Elettrocuzione, lesioni e contusioni durante l’uso,
- Punture e lacerazioni alle mani durante l’uso,
- Vibrazioni durante l’uso del macchinario,
- Rumore e Inalazione di polveri durante l’uso,
Per l’uso del gruppo elettrogeno saranno osservate le ore di silenzio imposte
dai regolamenti locali. I cavi elettrici dello strumento dovranno risultare
integri come pure il loro isolamento.
Condizioni ambientali In cantieri con spazi ristretti e su terreni vegetali con elevata pendenza dove
i comuni mezzi di movimentazione materiali non risultino sicuri è preferibile
Fattore rischio 4 utilizzare, per l’attività di allineamento condotte, mezzi operativi adeguati e
omologati ISPESL.
Perdita del carico dal Caricare il cassone entro i limiti previsti dal libretto d’uso e manutenzione.
cassone I mezzi adibiti al carico del materiale di risulta devono essere dotati di telo di
copertura. Al termine dei lavori chiudere il cassone con l’apposito telo.
Fattore rischio 3
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dimensioni delle pedane mobili necessariamente limitate per questioni di ingombro e di peso,
obbligano a superare o discendere pendenze più elevate. In questo caso sono presenti maggiori
rischi di stabilità per i mezzi, cedimento delle pedane, urti e investimenti nei confronti dei lavoratori
a terra.
PROCEDURE DI
SALITA/DISCESA MEZZO
OPERATIVO DAL CASSONE
DEL VEICOLO DI
TRASPORTO:
- Procedere lentamente,
appoggiando la benna
dell’escavatore sul
cassone appena possibile
per bilanciare il peso e rampe vincolate
attutire il rollio; al cassone
- al momento della salita
sul piano di carico.
- il conduttore deve avvicinarsi lentamente alle rampe per la salita della macchina sul pianale del
carrellone. Il braccio deve essere tenuto nella direzione di marcia;
- con il mezzo si deve salire lentamente sulle rampe;
- quando lo sbalzo dei cingoli durante la salita raggiunge il baricentro della macchina, adagiare
con molta cautela la parte inferiore della benna sul pianale del carrellone; abbassare, con molta
cautela, i cingoli alzando lentamente il braccio e poi avanzare, molto piano, sul pianale fino a
raggiungere la posizione definitiva;
- legare con apposite catene tutte le parti mobili della macchina (braccio, benna ecc).
Nel caso di mezzi gommati apporre dei blocchi sotto le ruote. Alzare verticalmente le rampe e
fissarle;
- nelle operazioni di discesa scendere lentamente con il mezzo;
- se il mezzo è cingolato deve scendere lentamente lungo le rampe di carico, fin tanto che si
raggiunge il baricentro del mezzo e posizionare la benna a terra. Adagiare lentamente con
cautela i cingoli sulle rampe alzando il braccio di escavazione.
Quando i cingoli sono sulle rampe scendere lentamente fino a raggiungere il terreno circostante
ed allontanarsi dal carrellone”.
- utilizzare l’attrezzatura di lavoro per le operazioni di carico e scarico della macchina: la “salita
sull’autocarro eseguita direttamente con l’attrezzatura da lavoro senza utilizzare le rampe”, è una
“situazione estremamente pericolosa”.
SISTEMAZIONE O ROTAZIONE PEDANE:
Nel caso delle pedane montate a mano sui cassoni è presente il rischio da sforzo di sollevamento
causa movimentazione manuale del carico, urto, taglio e/o abrasione. Così come, ulteriore fattore di
rischio, ne deriva da un imperfetto aggancio e blocco degli appoggi superiori delle pedane al
cassone e/o non allineamento degli appoggi inferiori con susseguente rischio di ribaltamento del
mezzo nella fase di carico/scarico.
Rispettare per tal motivo le indicazioni impartite dal costruttore in merito alle modalità installative e
ai carichi gravanti.
Le pedane incernierate al carrellone, sono invece mosse da elementi idraulici che ormai hanno quasi
totalmente sostituito il vecchio e pericoloso sistema di bilanciamento a molla.
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Questo sistema di bilanciamento nel passato ha creato infortuni gravi per movimenti intempestivi
dovuti a cattivo funzionamento del sistema di bilanciamento.
Nella manovra delle pedane incernierate è presente il rischio causato da urti e investimenti.
In base alle necessità d’intervento, il materiale di sterro potrà essere caricato direttamente sul
cassone dell’autocarro o depositato all’interno del cantiere, per essere riutilizzato - se previsto - in
seguito al tombamento dello scavo al termine dei lavori.
In ogni caso le fasi di carico dovranno:
- essere condotte su luoghi adeguati ai carichi in esercizio;
- l’area sia adeguatamente perimetrata e segnalata;
- il personale abbia acquisito specifica formazione ed addestramento;
- in caso di necessità sia presente un moviere a terra che segnali eventuali problematiche e/o
impedimenti;
- che il personale a terra, seppur fuori dal raggio operativo dei mezzi indossi abbigliamento ad
alta visibilità.
Il conducente del mezzo deve attenersi alle seguenti misure di prevenzione:
- è vietato trasportare altre persone a bordo della macchina operatrice, altresì è vietato usare la
benna come mezzo di sollevamento per persone;
- la benna non va azionata al di sopra delle teste di altre persone o delle cabine di altri mezzi
d’opera;
- durante le operazioni di movimentazione carichi nessun
lavoratore dovrà trovarsi nel raggio di azione
dell'apparecchio di sollevamento e/o in interferenza con i
mezzi operativi;
- nelle zone congestionate, sulle pendenze ed in
corrispondenza di terreni sconnessi si deve procedere
lentamente. Mantenete una velocità sufficientemente
ridotta per avere sempre il completo controllo della
macchina;
- durante il trasporto la benna carica dovrà essere abbassata
e tenuta vicino al terreno per ottenere la massima stabilità
della macchina. Se la macchina tende a ribaltare
frontalmente perché troppo carica abbassate la benna fino
a toccare il terreno;
- quando è possibile occorre
lavorare sempre nel senso della
pendenza, in salita o in discesa.
- Lavorare a mezza costa riduce la
stabilità della macchina, con il
pericolo di ribaltamento;
- lavorando con il retroescavatore,
nel caso della terna, fare
attenzione: esistono condizioni
d’impiego della macchina (come
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ad esempio terreni sabbiosi o bagnati) che rendono pericoloso lavorare al massimo, o vicino al
massimo, raggio di lavoro;
- lavorando con il retroescavatore, nel caso della terna, in pendenza, occorre evitare di estendere
il braccio e di aprire la benna più di quanto sia strettamente necessario nel senso della pendenza
perché ridurreste la stabilità della macchina.
Quando l’autocarro si avvicina alla zona di caricamento, l’autista dovrà immediatamente comunicare
la propria presenza mediante segnalazioni acustiche; successivamente, durante il carico, è
obbligatorio che l’autista abbandoni la cabina di guida e si allontani dalla zona di lavoro indossando
abbigliamento ad alta visibilità.
L’autista dell’autocarro non deve assolutamente salire sopra la cabina per indicare le modalità di
stoccaggio del carico; in queste condizioni di pericolosità l’operatore dell’escavatore non deve
procedere alle operazioni di carico.
È assolutamente vietato posizionarsi o sostare nell’area sottostante la benna della macchina.
L’esperienza suggerisce particolare attenzione durante il ribaltamento di materiale bagnato, argilloso
e calcareo. Questo materiale, rimanendo aderente alle pareti ed al fondo del cassone, non sempre
distacca durante il ribaltamento tendendo a sbilanciare il mezzo che rischia di rovesciarsi per il
notevole momento di spinta presente nella massima estensione del ribaltabile.
L’impresa dovrà pianificare nel dettaglio le fasi di scarico merci - con specifiche sequenze e fasi
lavorative - nel caso si faccia uso di componenti pesanti e/o prefabbricati tali da richiedere l’ausilio
di un’autogru necessaria alla loro movimentazione.
L’impresa esecutrice dovrà pertanto indicare come intenderà procedere con la loro movimentazione
e posa, al fine di individuarne i rischi eventuali per poter adottare le relative misure preventive e
protettive rispetto a quanto definito dalle norme vigenti.
L’analisi da compiersi, dovrà tenere conto delle seguenti fasi lavorative:
1. scarico dagli autocarri mediante sollevamento con gru o autogru;
2. stoccaggio, sollevamento e la movimentazione dei materiali (lastre, elementi interposti, ferri
supplementari, ecc..);
3. Realizzazione delle banchine e dei rompitratta intermedi;
4. La posa in opera degli elementi prefabbricati, con eventuale successiva integrazione degli
elementi interposti
quando non siano già
Verificare che l’apertura della sponda ‘a libro’ non
presenti, ecc...
interferisca con il transito pedo-veicolare circostante
In generale, le
movimentazioni dei
carichi ed i sollevamenti
verranno eseguite
direttamente da un
autocarro dotato di
gruetta:
Casa le dimensioni del
mezzo sarà opportuno
prevedere:
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- verifichi che nella zona di lavoro non vi siano linee elettriche od ostacoli fissi che possano
interferire con le manovre.
Durante l’uso della macchina l’operatore dovrà:
- allontanare preventivamente le persone nel raggio d'influenza della macchina stessa;
- utilizzare gli stabilizzatori nei casi richiesti dal libretto di uso e manutenzione del mezzo e
mantenere il mezzo stabile durante tutta la Settore lavorativo;
- mantenere durante le operazioni di spostamento il carico sospeso il più vicino possibile al
terreno;
- su percorso in discesa disporre il carico verso le ruote a quota maggiore;
- segnalare l’operatività del mezzo con il girofaro.
Dopo l’utilizzo della macchina l’operatore dovrà:
- posizionare il mezzo nell’area di cantiere riservata al parcheggio dei macchinari fuori orario di
lavoro.
Gli argani a motore dovranno essere muniti di dispositivi di extra corsa superiore.
Il sollevamento di laterizi, pietrame, ghiaia ed altri materiali sciolti dovrà essere effettuato
esclusivamente a mezzo di benne o cassoni metallici; non saranno ammesse le piattaforme semplici
e le imbracature.
Al piano di arrivo del carico si interromperà il corrente per la minore lunghezza possibile, mentre il
bordo superiore della tavola fermapiede si eleverà a 30 cm.
Ogni piazzola dovrà prevedere ancoraggi specifici, l’aumento dei traversi nei punti maggiormente
sollecitati, l’aumento dei giunti con giunti supplementari.
I montanti saranno da rinforzare secondo i progetto e secondo il carico di servizio massimo richiesto
e tutta la struttura si dovrà erigere con la massima cura tenendo conto che i carichi sono in questo
caso maggiori e concentrati.
Occorre garantire la stabilità del carico e la frenatura: per evitare il movimento “ a lombrico “ si
devono collegare le basi dell’elemento con due traverse metalliche.
Sarà inoltre opportuno assicurare la posizione di fermo del carico bloccando l’argano sulle vie di
corsa con sblocco manuale da parte dell’operatore.
Sarà necessario poi che un cartello indichi la portata massima ammissibile sulla piazzola di carico:
inoltre sulla stessa verticale del ponteggio non devono insistere più piazzole di carico che devono
essere sfalsate lungo il ponte.
Il sollevamento di vario materiale anche minuto dovrà avvenire esclusivamente a mezzo di benne o
cassoni metallici:
- l’uso della “forca e dell’imballo originario” viola tale disposto, in quanto lo stesso durante il
sollevamento può cedere e determinare seri pericoli per gli addetti o per coloro che comunque
si trovino in posizione sottostante.
Nel corso dell’utilizzo di ganci occorrerà tenere presente che le sollecitazioni termiche e meccaniche
portano a logoramento, deformazioni ed incrudimento del gancio. E’ pertanto necessario effettuare
accurati controlli sui ganci almeno una volta l’anno.
Risulta buona norma scegliere mezzi di imbracatura flessibile rispetto a quelli rigidi (tiranti in
tondino) che possono più facilmente fuoriuscire in seguito ad urto:
- controllare in particolar modo il sistema di bloccaggio alla traversa che collega il gancio al
bozzello.
I ganci hanno forma variabile a seconda dell’impiego:
- controllare che il particolare profilo della superficie intera e le dimensioni siano conformi agli
organi di presa adottati.
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Le funi metalliche costituiscono l’organo flessibile di trasmissione del movimento e dell’azione del
carico fino alla struttura portante.
Sono da tenere costantemente sotto controllo, poiché sono soggetti ad alterarsi e le loro vita utile
è limitata nel tempo.
Le funi andranno protette dal pericolo della corrosione con periodiche manutenzioni con grasso.
Per collegamenti di estremità occorrerà inserire una redancia nell’asola per evitare curvature brusche;
posizionare non meno di tre morsetti ad U, ad una distanza tra loro pari a circa 6 diametri della fune,
con la curvatura sul lato corto della fune.
La verifica periodica delle funi e delle catene sarà obbligatoria per qualsiasi apparecchio di
sollevamento indipendentemente dalla sua portata e dal fatto che sia prevista o meno una prima
verifica con immatricolazione.
Quindi anche per le funi degli argani di portata inferiore a 200 Kg o per le catene dei carrelli elevatori
occorrerà predisporre una scheda, così come va fatto per gli apparecchi ancor privi di libretto di
immatricolazione, sulla quale si dovrà ‘trimestralmente’ annotare, a cura del datore di lavoro, lo stato
delle funi e delle catene suddette.
Sulla scheda si dovrà poi riportare il nome dell’impresa, gli estremi dell’apparecchio, il luogo della
sua installazione e - ogni tre mesi - la data della verifica, le condizioni della fune o della catena e la
firma comprensibile del verificatore.
La sostituzione della fune verrà decisa, al momento del controllo svolgendo adeguata pulizia per
evidenziare lo stato di usura, in base al numero ed alla dimensione delle rotture: provvedere alla
sostituzione quando:
- la fune presenta fili rotti su lunghezze superiori a 6-30 diametri con riduzione maggiore al 10%
della sezione;
- sono presenti più fili risultano sporgenti dal diametro;
- sono presenti manicotti e collegamenti danneggiati.
L’installazione della nuova fune dovrà avvenire con cura; in particolare l’avvolgimento sui tamburi
dovrà avvenire con lo stesso senso che la fune aveva sulla bobina.
Inoltre sarà opportuno che l’avvolgimento all’argano ed alle pulegge avvenga nello stesso senso
onde evitare maggiori sollecitazioni di flessione e di fatica sulla fune.
Con l’installazione delle nuove funi dovranno essere rispettati i seguenti rapporti tra diametro della
stessa, diametro del filo elementare e diametro primitivo del tamburo (per diametro primitivo si
intende il diametro fondo gola del tamburo aumentato del diametro della fune) sempre se non
diversamente indicate nel libretto d’uso e manutenzione:
- f tamburo / f nominale fune > 25f;
- f tamburo / f filo elementare > 300.
Per le pulegge di rinvio valgono invece i seguenti rapporti:
- f puleggia / f nominale fune > 20f;
- f puleggia / f filo elementare > 250f.
Il fissaggio della fune al mantello del tamburo potrà avvenire in modi diversi:
- con bloccaggio a cuneo o a viti e piastrine sulla prima spira del tamburo all’interno del mantello
o sulla flangia lato esterno.
Al fine di limitare il carico nella zona di ancoraggio sul mantello, è necessario, all’atto della
sostituzione della fune, lasciare almeno tre giri di fune sempre avvolti sul tamburo.
Le funi e le catene degli apparecchi di sollevamento debbono essere sottoposte a verifiche
trimestrali.
All’atto dell’installazione di una nuova fune richiedere sempre il certificato di fabbricazione con i
valori di portata della nuova fune.
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Usare la gru per il sollevamento dei materiali adoperando esclusivamente il secchione e secondo le
misure di prevenzione indicate nella scheda relativa.
Prima dell'inizio dei lavori individuare gli spazi liberi e gli ingombri in modo da effettuare con
sicurezza gli spostamenti sul piano di lavoro durante l'esecuzione della muratura.
Predisporre andatoie con larghezza non minore di m 0.60, quando siano destinate soltanto al
passaggio dei lavoratori, e di m 1,20 se destinate al trasporto di materiali.
USO DELL’AUTOGRU
SEGNALETICA DI RIFERIMENTO COSA SI RISCHIA
Caduta materiali: per imbracature o manovre errate; eventuale
ribaltamento dell'autogru;
Danni da rumore e da vibrazioni;
Elettrocuzione: per contatto con linee elettriche;
Contatto, tagli, abrasioni: per errore di manovra o per errata imbracatura
del carico;
Schiacciamento da carico: in tiro per rottura di funi o per sfilacciamento
dell'imbracatura.
Verificare la presenza di dispositivi di sicurezza ed in
particolare:
- dispositivo di fine corsa di discesa e salita del carico;
- dispositivo di fine corsa per lo sfilamento del braccio
telescopico;
- limitatori di carico e di momento;
- dispositivo di frenatura per il pronto arresto e la
posizione di fermo carico e del mezzo;
- dispositivo che provoca l'arresto automatico del carico
per mancanza di forza motrice in caso di rottura dei tubi
flessibili di addizione dell'olio;
Verificare il funzionamento del motore innestato anche
durante la discesa del carico.
Verificare il funzionamento dei dispositivi di
segnalazione e avvertimento acustici e luminosi, nonché
d'illuminazione del campo di manovra.
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Autogrù su stabilizzatori:
Verificare che gli stabilizzatori siano completamente
estesi e bloccati prima dell'inizio del lavoro;
Verificare la stabilità del mezzo e la planarita del piano
di appoggio.
Ricordare che prima di utilizzare il mezzo, si dovrà
verificare percorsi e aree di manovra, approntando
eventuali rafforzamenti del piano.
Le imprese esecutrici dei sollevamenti e movimentazioni dei carichi, devono eseguire gli interventi
osservando la seguente procedura:
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NO
NO SI
3. Controllo del materiale da trasportare 4. Scelta del punto d’imbracatura
I materiali possono essere trasportati con la gru Dove deve essere fissata l’imbracatura al carico
nello stato in cui si trovano (previo da trasportare nelle modalità conformi al loro
impacchettaggio intatto, con serraggi adeguati e peso e volume.
nessun elemento pericolante). Il materiale deve essere trasportato in posizione
ben equilibrata (tenere in considerazione il
baricentro del carico).
SÌ
NO
5. Fissaggio delle imbracature 6. Posizione di lavoro dell’imbracatore
Applicare le catene, le cinghie o le funi intorno al Posizione di lavoro sicura. Possibilità di scansare
materiale da trasportare in modo da rendere il carico qualora dovesse fare movimenti
impossibile qualsiasi spostamento del carico imprevisti.
durante l’operazione di sollevamento e trasporto. Contatto visivo con il gruista.
Nessun rischio di caduta e di schiacciamento.
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SÌ
NO
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Le imprese demandate ai sollevamenti e movimentazioni dei carichi, dovranno eseguire gli interventi
osservando i seguenti esempi tipologici :
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5. Forche pallet
• Utilizzare cinghie, funi o catene.
• Se possibile, trasportare i carichi sul pallet.
• Le forche devono essere adatte alle
dimensioni del pallet.
• Il carico deve essere legato saldamente in
modo da non perdere alcun pezzo e deve
essere appoggiato fino in fondo alle forche.
• Con il carico sollevato le forche pallet devono
essere leggermente inclinate all'indietro.
Attenzione: prima del trasporto rimuovere dalle
forche eventuali residui di neve o ghiaccio.
6. Catasta unica di assi
• Imbracatura ideale: cinghie.
• Trasportare la catasta con una braca a due
bracci. La merce deve essere imbracata ben
stretta e a senso alternato.
• I ganci devono trovarsi sopra la catasta con
l'imbocco verso
• l'esterno.
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Più dettagliatamente:
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Gli accessori di imbracatura dovranno essere dimensionati tenendo conto dei fenomeni di fatica e
di invecchiamento per un numero di cicli di funzionamento conforme alla durata di vita prevista alle
condizioni di funzionamento specificate per l'applicazione prevista.
Inoltre:
a) il coefficiente di utilizzazione dell'insieme cavo metallico - terminale sarà scelto in modo tale da
garantire un livello adeguato di sicurezza: questo coefficiente è, in genere, pari a 5.
I cavi non devono comportare nessun intreccio o anello diverso da quelli delle estremità;
b) allorché sono utilizzate catene a maglie saldate, devono essere del tipo a maglie corte.
Il coefficiente di utilizzazione delle catene, a prescindere dal tipo, è scelto in modo tale da garantire
un livello adeguato di sicurezza; questo coefficiente è, in generale, pari a 4;
c) il coefficiente d'utilizzazione delle funi o cinghie di fibre tessili dipende dal materiale, dal processo
di fabbricazione, dalle dimensioni o dall'utilizzazione.
Questo coefficiente è scelto in modo da garantire un livello di sicurezza adeguato; esso è, in
generale, pari a 7, a condizione che i materiali utilizzati siano di ottima qualità controllata e che il
processo di fabbricazione sia adeguato alle condizioni di utilizzazione previste. In caso contrario, è
in generale più elevato per garantire un livello di sicurezza equivalente.
Le funi o cinghie di fibre tessili non devono presentare alcun nodo, impiombatura o collegamento,
a parte quelli dell'estremità dell'imbracatura o della chiusura di un'imbracatura senza estremità.
ACCESSORI DI SOLLEVAMENTO:
Ogni accessorio di sollevamento dovrà recare i seguenti marchi:
- identificazione del fabbricante;
- identificazione del materiale (ad esempio: classe internazionale) quando questa informazione è
necessaria per la compatibilità dimensionale;
- identificazione del carico massimo di utilizzazione,
- marcatura CE.
Per gli accessori di imbracatura che comprendano componenti quali funi e cordami sui quali la
marcatura è materialmente impossibile, le indicazioni di cui al primo comma devono essere apposte
su una targa o con altri mezzi solidamente fissata sull'accessorio.
Dette indicazioni dovranno essere leggibili e disposte in un punto tale da non rischiare di scomparire
in seguito alla lavorazione, all'usura, ecc., e da non compromettere la resistenza dell'accessorio.
L’addetto all’operazione d’imbracatura dovrà conoscere il peso del carico da sollevare e valutare che
questo sia compatibile con la portata del gancio e del mezzo d’imbracatura.
Il coefficiente di sicurezza per le funi composte di fibre deve essere pari a 10.
Per le corde di fibra naturale (canapa, ecc.), date le caratteristiche meno costanti del materiale, risulta
opportuna l'utilizzazione a portata ridotta. In presenza di umidità si può avere una riduzione di
portata del 30%; tali materiali necessitano di catramatura o di trattamento con prodotti antimuffa.
Le funi composte da fibre in resine poliestere, che sono fornite con coefficiente di sicurezza pari a
‘6’, risultano inattaccabili all'umidità, all'acqua marina, ai grassi, alla luce solare.
Hanno limiti di impiego in relazione all'ambiente chimico, ed alla temperatura d'impiego (max
100°C).
Anche per questi materiali vanno considerate le riduzioni di portata in relazione alla inclinazione dei
tratti o di imbracatura a cappio.
Se si utilizzano sistemi d’imbracatura costituiti da due o più tiranti che confluiscono sullo stesso
gancio l’operatore dovrà evitare di incrociare i tiranti sul gancio in quanto gli stessi tendono ad
usurarsi nel punto di sovrapposizione.
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L'efficienza dei tiranti si riduce quanto più si amplia il loro angolo al vertice, in quanto in riferimento
all'apertura dell'angolo al vertice del sistema di imbracatura, la sollecitazione effettiva degli elementi
del sistema viene incrementata in funzione di un fattore di aumento di carico.
Quando il carico è di notevoli dimensioni (e cioè se occorressero brache con angoli al vertice
eccessivi) è necessario utilizzare bilancieri (costituiti da una traversa metallica con tiranti alle
estremità) in modo da ridurre l’angolo al vertice formato dai tiranti.
Il carico dovrà essere legato ed imbracato in modo da rispettare l’equilibratura rispetto al centro di
gravità al fine di evitare inclinazioni durante il sollevamento: a tal fine sarà provato l’equilibrio
mediante un breve sollevamento.
L’addetto all’imbracatura dovrà avere il diretto contatto con l’operatore dell’apparecchio di
sollevamento e comunicare gli appositi segnali.
Durante il sollevamento ed il ricevimento del carico gli addetti non dovranno guidare il carico con le
mani ma adoperare appositi attrezzi per il giusto convogliamento del carico quali tirante ad uncino.
La sezione resistente delle funi e catene è soggetta a diminuzione nel tempo per usura e rottura di
fili:
- risulterà pertanto essenziale una corretta manutenzione degli accessori di sollevamento quali le
brache o tiranti di imbracatura.
Per i tiranti costituiti da corde in fibra naturale sarà importante controllare lo stato delle fibre per
verificare l’assenza di fibre spezzate: anche la presenza di una leggera peluria o di muffa è
significativa di un’usura della fune.
La corda in fibra sintetica, sottoposta anch'essa a controllo periodico, dovrà essere esclusa dal
servizio quando la guaina esterna risulti lacerata e le fibre interne visibili e/o quando cominci a
perdere flessibilità.
La zona interessata ai movimenti di sollevamento e scarico dovrà, ove possibile, avere una serie di
cartelli opportunamente disposti in modo da rendere manifesto il pericolo di carichi sospesi.
Gli addetti al sollevamento dovranno assicurarsi le migliori condizioni di visibilità per seguire il carico
durante il movimento e controllarne l’assenza di urti contro ostacoli fissi.
L’imbracatura potrà essere costituita da funi metalliche oppure da nastri di tessuto con fili di sostanze
sintetiche: a seconda della forma che verrà conferite alle funi si potranno avere diversi tipi di imbraco:
- a nodo semplice,
- a cappio,
- a canestro,
- a nastro,
- a bilanciere,
- ecc..
Nell’imbraco a cappio occorrerà che il peso sia bilanciato al fine di evitare lo sfilamento e la caduta
del carico.
L’imbracatura a canestro potrà venire utilizzata soprattutto per movimentare le tubazioni, e per poter
equilibrare il carico saranno necessari almeno due imbrachi.
L’addetto all’operazione d’imbracaggio dovrà conoscere il peso del carico da sollevare e valutare
che questo sia compatibile con la portata del gancio e del mezzo d’imbracatura:
1. Identificazione del materiale (ad esempio: classe internazionale) quando questa informazione
è necessaria per la compatibilità dimensionale;
2. Identificazione del carico massimo di utilizzazione;
3. Marcatura “CE” (rif. D.P.R. 459/96 All. 1 art. 4.3.2 e s.m.i.).
Il coefficiente di sicurezza per le funi composte di fibre dovrà essere almeno pari a 10.
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Per le corde di fibra naturale (canapa, ecc.), date le caratteristiche meno costanti del materiale,
risulterà più opportuna l'utilizzazione a portata ridotta.
Evitare di usare sistemi d’imbracatura con presenza di catene durante periodi con temperature molto
fredde.
Per le funi metalliche occorrerà osservare la rottura dei fili esterni.
Se per corrosione o rottura di fili elementari, in relazione alla composizione della fune, valutato nel
10% della sezione occorrerà procedere alla sostituzione di tale fune e/o ove tali condizioni non
assicurino un adeguato grado di sicurezza.
In presenza di umidità si potrà avere una riduzione di portata del 30%; tali materiali necessiteranno
di catramatura o di trattamento con prodotti antimuffa.
Se si utilizzeranno sistemi d’imbracatura costituiti da due o più tiranti che confluiscono sullo stesso
gancio, l’operatore dovrà evitare di incrociare i tiranti sul gancio in quanto gli stessi tenderanno ad
usurarsi nel punto di sovrapposizione.
L'efficienza dei tiranti si ridurrà quanto più si amplia il loro angolo al vertice: in quanto, in riferimento
all'apertura dell'angolo al vertice del sistema di imbracaggio, la sollecitazione effettiva degli elementi
del sistema verrà incrementata in funzione di un fattore di aumento di carico.
Quando il carico sarà di notevoli dimensioni (e cioè se occorressero brache con angoli al vertice
eccessivi) sarà necessario utilizzare ‘bilanceri’ (costituiti da una traversa metallica con tiranti alle
estremità) in modo da ridurre l’angolo al vertice formato dai tiranti.
Il carico dovrà essere legato ed imbracato in modo da rispettare l’equilibratura rispetto al centro di
gravità al fine di evitare inclinazioni durante il sollevamento: a tal fine sarà provato l’equilibrio
mediante un breve sollevamento.
L’addetto all’imbracatura dovrà avere il diretto contatto con l’operatore dell’apparecchio di
sollevamento e comunicare gli appositi segnali.
Durante il sollevamento ed il ricevimento del carico gli addetti non dovranno guidare il carico con le
mani ma adoperare appositi attrezzi per il giusto convogliamento del carico quali tirante ad uncino.
La sezione resistente delle funi e catene sarà soggetta a diminuzione nel tempo per usura e rottura
di fili: risulterà pertanto essenziale una corretta manutenzione degli accessori di sollevamento quali
le brache o tiranti di imbracatura.
Per i tiranti costituiti da corde in fibra naturale sarà importante controllare lo stato delle fibre per
verificare l’assenza di fibre spezzate: anche la presenza di una leggera peluria o di muffa è
significativa di un’usura della fune.
La corda in fibra sintetica, sottoposta anch'essa a controllo periodico, dovrà essere esclusa dal
servizio quando la guaina esterna risulti lacerata e le fibre interne visibili o quando cominci a perdere
flessibilità.
Le operazioni di scarico dei componenti necessari alla lavorazione, scaricati dai mezzi di trasporto
non dovranno provocare urti accidentali all’operatore.
I mezzi di sollevamento e di movimentazione in ausilio alle fasi di scarico, dovranno essere verificati
dal responsabile di cantiere in funzione del peso movimentato e dei piani di sicurezza previsti.
E’ consigliabile usare pinze o altri mezzi idonei evitando il dispositivo del foro di sollevamento sullo
stesso manufatto.
Tutti i mezzi di sollevamento dovranno soddisfare le prescrizioni della normativa di settore vigente,
e il loro impiego dovrà essere conforme ai piani di sicurezza specifici redatti all’uopo.
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Nel caso di salita dell’operatore all’interno del casso per procedere a slegare i componenti, ciò potrà
avvenire solamente nel caso in cui si sia definita un’adeguata procedura che verifichi l’utilizzo di
dispositivi di protezione individuale e/o collettiva anticaduta soprattutto quando si operi a oltre 2
ml da terra.
Per lo scarico dei mezzi di trasporto, il materiale dovrà essere sollevato nella zona centrale con un
bilancino di ampiezza adeguata.
Se queste operazioni vengano effettuate manualmente, è necessario evitare che i componenti
presenti sulle sponde del mezzo di trasporto sia gettati alla rinfusa in prossimità potendo causa
azioni interferenziali.
La movimentazione di tubi per condotte dovrà avvenire avendo cura di non rimuovere i tappi di
protezione delle testate ove presenti.
ACCATASTAMENTO:
Il piano di appoggio dovrà essere livellato ed esente da asperità e soprattutto da pietre appuntite.
L'altezza di accatastamento per i tubi in barre non dovrà essere superiore a 1,5 metri qualunque sia
il diametro e lo spessore.
I tubi e/o il materiale in rotoli andranno appoggiati orizzontalmente e l’altezza di accatastamento
non deve superare 2 metri.
In linea di principio procedere secondo i seguenti accorgimenti:
Predisporre adeguati percorsi con relativa segnaletica e segnalare la zona interessata
all’operazione;
Per caricare l’autocarro condurlo sotto la gru, evitando di farla lavorare in punta.
Il carico deve essere calato ad altezza d’uomo sopra il pianale;
Non spingere o tirare il carico e dare appositi segnali per guidare le manovre del gruista;
Il carico dovrà essere legato al pianale facendo passare le corde per gli appositi anelli.
Le travi e tavolame dovrà essere disposte a pacchi, interponendo ogni tanto delle traversine di
legno, per infilare e sfilare le cinghie o funi;
Per assistenza al carico di terreno su un autocarro, stare a debita distanza dal camion e dalla
macchina che le sta caricando.
Se si dovesse salire sul cassone per sistemare il contenuto avvertire l’operatore e salire solo
quando la macchina è ferma;
Prima di scaricare i materiali e le attrezzature, chi dirigerà i lavori dovrà indicare la procedura da
seguire, gli eventuali mezzi meccanici da utilizzare e le cautele da adottare;
I materiali dovranno essere scaricati su terreno solido, livellato e asciutto;
Tenersi a debita distanza dall’autocarro;
Non infilare mai le mani sotto i materiali per sistemare pezzi fuori posto: es. usare un pezzo di
legno;
Prestare la massima attenzione ai materiali slegati;
I mezzi meccanici di sollevamento dovranno essere utilizzati da personale debitamente
addestrato e formato al loro uso;
Prima dello scarico, occorrerà legare i fasci di tavole, tubi, ecc. con due cinghie uguali, verificando
di comprendere tutti gli elementi e, in fase di tiro, che il fascio resti orizzontale, altrimenti fermare
l’operazione e sistemare meglio le cinghie;
Se lo scarico dei materiali non sarà automatizzato (ma bensì manuale), tenere i carichi vicino al
tronco e stare con la schiena dritta. Per posare un carico, abbassarsi piegando le ginocchia,
evitare torsioni o inclinazioni della schiena;
Per movimentare carichi più pesanti di 30 Kg oppure poco maneggevoli, richiedere sempre
l’intervento di altri operatori;
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Vietare ai non addetti alle manovre l’avvicinamento alle rampe ribaltabili dell’autocarro;
Fornire idonei dispositivi di protezione individuale (guanti, calzature di sicurezza e casco) con
relative informazioni all’uso (rif. Art 7 5- 77 del D.lgs. n.81/08 e s.m.i.);
Vietare la presenza di persone presso le macchine in manovra;
Impartire agli addetti le necessarie informazioni per la corretta movimentazione di carichi pesanti
o ingombranti;
Tenersi a distanza di sicurezza dai mezzi in movimento e dalle macchine in manovra;
I non addetti alle manovre devono mantenersi a distanza di sicurezza. Gli addetti alla
movimentazione di rampe manuali devono tenersi lateralmente alle stesse;
Rispettare le istruzioni ricevute per un’esatta e corretta posizione da assumere nella
movimentazione dei carichi;
Per carichi pesanti o ingombranti la massa va movimentata con l’intervento di più persone al fine
di ripartire e diminuire lo sforzo;
Se il sistema meccanico non dovesse seguire il movimento delle rampe ribaltabili, nella fase di
sollevamento, si dovrà intervenire operando a distanza di sicurezza;
Usare i DPI (es. scarpe, guanti e casco) ( rif. Art. 75 – 77 del D.lgs. n. 81/08 e s.m.i.);
Imbracare i carichi con cinghie o funi che devono resistere al peso che devono reggere;
Imbracare i materiali e le attrezzature in modo che durante il trasporto restino fermi;
I materiali sciolti vanno messi dentro ceste metalliche;
Prima di movimentare a mano gli elementi valutare il loro peso e la loro dimensione ed
individuare il modo più indicato per afferrarli, alzati e spostali senza affaticare la schiena.
Nel caso di lavorazioni da svolgersi in quota, come la movimentazione di elementi pesanti ad opera
di un’autogru, si ritiene congruo interrompere le operazioni di carico/scarico quando le condizioni
ambientali diventino proibitive (pioggia, vento, neve, ecc..).
Nel caso in cui il vento assuma condizioni sfavorevoli, diventa fondamentale verificare che le
condizioni di sicurezza permangano accettabili, valutando le raffiche di vento secondo la scala di
Beaufort, al fine di impedire che, sia il personale, sia il carico non subiscano danni alla propria
incolumità.
Si ritiene pertanto necessaria la sospensione dei tiri da parte dell’autogru quando l’oscillazione degli
arbusti da parte del vento sia particolarmente consistente (es. valore 6).
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Quanto più forte è l'inclinazione del tronco in avanti e pesante il carico, tanto maggiore risulta il
carico a danno dei dischi intervertebrali, con conseguenti traumi o lesioni alla schiena.
Per una corretta procedura di movimentazione dei carichi manuali bisogna essere in posizione
stabile;
Afferrare il carico con sicurezza, possibilmente sempre con entrambe le mani;
Sollevare il carico partendo da una posizione accovacciata (abbassarsi solo quanto è necessario);
Sollevare e trasportare il carico con la schiena ben eretta e distesa;
Tenere il carico il più vicino possibile al corpo, anche quando si depone il carico la regola
principale è flettere le gambe e tenere la schiena ben diritta.
SI
NO
L'uso di supporti manuali per la movimentazione di merci pesanti o poco maneggevoli per es. pietre
per lastricati, ecc., riduce il rischio di infortunio o di malattia.
Tali lavori possono coinvolgere l'uso di sistemi di sollevamento pneumatici, oppure dispositivi di presa
speciali.
I lavoratori dovranno evitare il sollevamento dei carichi in posizioni che comportino la curvatura della
schiena: non trasportare un carico sulle spalle né mantenendolo lontano dal corpo: evitare
movimenti o torsioni brusche durante la movimentazione del carico.
In caso di sollevamento di carichi da parte di un solo operatore è opportuno piegare i ginocchi
e fare forza sulle gambe: durante il trasporto tenere il carico vicino al corpo mantenendo
eretta la colonna vertebrale.
Quando possibile, per carichi superiori ai 25 Kg, è opportuno effettuare la movimentazione
manuale mediante due lavoratori o più.
Risulterà inoltre opportuno evitare la movimentazioni di carichi troppo ingombranti, soprattutto se
in spazi ristretti o su pavimenti sconnessi.
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Caduta dall’alto di materiale Recintare ad almeno 1,00mt dal ciglio, prima di eseguire lo scavo.
in fase di movimentazione Montare l’eventuale opera provvisionale osservando le prescrizioni
degli elementi per il loro contenute nel: libretto del ponteggio, P.I.M.U.S. e P.O.S.
montaggio. Utilizzare adeguati dispositivi di protezione dalla caduta dall’alto
(ponteggi prefabbricati a sicurezza intrinseca, imbracature di sicurezza,…)
Interdire l’area sottostante il montaggio del ponteggio.
Montare le opere provvisionali passando dalla rampa d’accesso dello
scavo.
Montare le carpenterie dall’opera provvisionale.
Indossare adeguati d.p.i. del capo.
Interdire l’area sottostante il montaggio del ponteggio.
Vietato agganciare il carico di ferri, collegandosi al filone di ferro della
ferriera.
Fattore rischio 6
Collegare il carico al gancio dell'autogrù tramite opportune imbracature,
utilizzando ganci dotati del dispositivo antisgancio del carico.
Effettuare le fasi di montaggio e smontaggio del ponteggio sotto
l'assistenza di un preposto.
Segregare l'area interessata dal ponteggio, durante l'allestimento, al fine
di tenere lontano i non addetti ai lavori.
Imbracare il carico in modo tale che rimanga in equilibrio, con almeno n°2
punti di collegamento.
Vietato utilizzare pallets, o elementi equivalenti, per sollevare un carico
che non sia stato adeguatamente assicurato (p.es. utilizzando sacche big-
bag).
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Caduta in piano per Sistemazione superficiale preliminare del terreno con rimozione delle
presenza di ostacoli a asperità, degli ostacoli anche nell’area immediatamente esterna al
pavimento, disomogeneità cantiere con pulizia e rimozione di materiali (massi, fango, ghiaia, ecc.)
del terreno, scivolosità della anche nel corso dei lavori.
superficie (bagnata, Evidenziazione degli ostacoli con transenne o altra segnaletica;
ghiacciata, fangosa). Allontanare i materiali non necessari dall’area di cantiere;
Depositare il materiale all’interno del cantiere in area dedicata; Rimozione
immediata del materiale di risulta dall’attività lavorativa.
In caso di scarsa visibilità uso di adeguati sistemi di illuminazione
artificiale.
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Fattore rischio 6
Urti, tagli, abrasioni, Operare con guanti e indumenti da lavoro antistrappo e qualora la
schegge, ecc. posizione della lavorazione possa creare pericolo per la testa, indossare il
casco protettivo.
Adottare una postura corretta durante le fasi di collegamento delle
Fattore rischio 6 condotte attraverso opere di saldatura.
Ribaltamento del mezzo Non operare in condizioni di scarsa stabilità del piano di lavoro.
operativo Evitare di operare con strutture fisse e/o mobili presenti nel raggio
d’azione del mezzo e con esso interferenziali senza adottare opportuni
accorgimenti. Farsi coadiuvare da un moviere a terra.
Vietato estendere eccessivamente il braccio articolato di sollevamento
oltre il limite consentito e come indicato nel diagramma di carico del
veicolo.
Tenere conto delle eventuali limitazioni (p.es. raffiche di vento) presenti
Fattore rischio 6 nel luogo di lavoro o dati da eventi metereologici.
Posizionare il mezzo operativo su un fondo adeguato e ben costipato,
lontano da scarpate o cigli di scavo.
Attivare tutti i dispositivi di stabilizzazione del mezzo operativo.
Vietato manomettere i dispositivi di sicurezza e di stabilizzazione del
mezzo.
Esposizione alle polveri Indossare adeguati facciali filtranti, quanto i lavoratori sono esposti alle
polveri prodotte durante le lavorazioni (p.es. scavi)
Tenere a disposizione una scorta d’acqua per lavarsi gli occhi in caso di
Fattore rischio 4 necessità.
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Sarà cura del C.S.E. verificare l’adeguata “formazione” del personale delegato a tali mansioni previa
attività di saldatura (occorre pertanto verificare le caratteristiche dei patentini di saldatura)
riscontrando la specifica abilitazione conseguita dall’addetto (“abilitazione” che potrà differenziarsi
anche in base al diametro delle condotte da collegare).
In caso di inadeguatezza/incongruenza del personale sarà facoltà del C.S.E. sospendere le lavorazioni
richiedendo la sostituzione dell’operatore con ulteriore personale (provvisto di opportuna
“formazione” e “addestramento”) dotato di congruo patentino conforme alle attività di saldatura da
svolgersi in cantiere.
Gli elementi di tubo posati vengono saldati a mezzo di saldatrice elettrica a elettrodo.
Il calore necessario per la fusione del metallo è prodotto da un arco elettrico che si instaura tra
l’elettrodo e i pezzi del metallo da saldare, raggiungendo temperature variabili tra 4000-6000 °C.
L’arco elettrico scocca tra l’elettrodo, che è costituito da una bacchetta metallica rigida di lunghezza
tra i 30 e 40 cm, e il giunto da saldare; l’elettrodo stesso fonde costituendo il materiale d’apporto ed
è rivestito superficialmente da un materiale che fondendo insieme ad esso, creando così un’area
protettiva che circonda il bagno di saldatura (saldatura con elettrodo rivestito).
L’operazione impegna quindi un solo arto permettendo all’altro di impugnare il dispositivo di
protezione individuale (schermo facciale) o altro utensile.
La saldatura è sottoposta - a campione - a controlli non distruttivi.
NORME DI COMPORTAMENTO:
• In generale, l’uso di ogni apparecchiature è riservato esclusivamente al personale appositamente
incaricato e adeguatamente qualificato
(formato), inoltre ciascuna strumentazione
deve essere utilizzata secondo le indicazioni
fornite dal fabbricante;
• utilizzare cavi di saldatura adeguati per la
corrente che si utilizza;
• accertarsi che i cavi siano integri e
adeguatamente isolati;
• accertarsi che le pinze portaelettrodi siano
adeguatamente isolate e che le ganasce non
siano difettose;
• accertarsi della presenza dell’interruttore
onnipolare sul circuito primario di derivazione
della corrente elettrica;
• effettuare le operazioni di saldatura solo in ambienti ben aerati e utilizzare opportunamente
l’impianto di aspirazione se si opera all’interno di luoghi confinati;
• accertarsi che l’operazione di saldatura che si intende eseguire non sia fonte di rischio per le
persone vicine (eventualmente non procedere finché le stesse persone non si sono allontanate o
non si sono protette) e posizionare quindi opportunamente, in funzione del tipo di lavoro e di
ambiente, idonei schermi di protezione;
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• accertarsi che nelle vicinanze del luogo di saldatura sia sempre presente un estintore e che lo stesso
sia facilmente accessibile;
• indossare i dispositivi di protezione individuale ed in particolare gli appositi occhiali o visiere,
grembiuli di cuoio e comunque abbigliamento antifiamma, scarpe, guanti di protezione;
• segnalare opportunamente eventuali parti calde per evitare che altre persone, inconsapevoli, si
procurino ustioni.
• I lavori di saldatura elettrica su recipienti o tubi chiusi, che contengano o che abbiano contenuto
sostanze
pericolose devono essere eseguiti solo dopo aver provveduto ad eliminare le condizioni di pericolo.
• Durante l’uso della saldatrice elettrica, prendere le necessarie precauzioni (ripari o schermi) per
evitare che radiazioni dirette o scorie prodotte investano altri lavoratori.
• Allontanare, durante l’uso della saldatrice elettrica, i materiali infiammabili, facilmente combustibili
o danneggiabili. Quando ciò non sarà possibile detti materiali saranno opportunamente protetti
contro le scintille e l'irraggiamento di calore.
• Usare DPI: guanti, scarpe di sicurezza, elmetto, occhiali, tuta ad alta visibilità, cuffia o tappi
antirumore, schermo facciale per saldatori, respiratore (FFA1P2), grembiule per saldatura, guanti
anticalore, indumenti protettivi per le radiazioni.
• Vietare l’avvicinamento, la sosta ed il transito a persone estranee al lavoro con segnali e
sbarramenti.
• Attuare gli interventi tecnici, organizzativi e procedurali concretamente attuabili al fine di ridurre al
minimo i rischi derivanti dall’esposizione al rumore.
• Verificare l’uso costante dei D.P.I. da parte di tutto il personale operante.
• Sensibilizzazione periodica al personale operante relativamente ai rischi specifici delle operazioni
da eseguire.
• Tutti i lavoratori dovranno essere adeguatamente ‘informati’ e ‘formati’ sulle corrette modalità di
esecuzione delle attività e di utilizzo delle attrezzature (Art. 71 comma 7 lettera a) del D.lgs. n.81/08
come modificato dal D.lgs n.106/09).
• Verificare periodicamente l'efficienza degli utensili e delle attrezzature utilizzate (Art 71 del D.lgs.
n.81/08 come modificato dal D.lgs n.106/09).
• Vietare di eseguire operazioni di saldatura in condizioni di pericolo (Allegato IV punto 4 del D.lgs
n.81/08 come modificato dal D.lgs n.106/09), in particolare:
• su recipienti o tubi chiusi;
• su recipienti o tubi aperti che contengano materie le quali, sotto l’azione del calore, possano dar
luogo ad esplosioni o reazioni pericolose;
• su recipienti o tubi aperti che abbiano contenuto materie le quali, nel passaggio in fase gassosa,
possano dar luogo ad esplosioni o reazioni pericolo.
• Le apparecchiature per saldatura elettrica dovranno essere idoneamente protette contro gli
infortuni elettrici: interruttore onnipolare, pinze porta-elettrodi munite di impugnatura isolante,
incombustibile e con uno schermo a disco per proteggere le mani dalle radiazioni e dal calore.
• I cavi di saldatura dovranno essere posizionati in modo tale da non costituire pericolo o intralciare
i passaggi.
• Prima di iniziare a saldare è necessario raschiare e pulire i pezzi verniciati, zincati o sporchi di olio
e grasso
• Provvedere ad un efficace ricambio dell’aria nei locali chiusi (Allegato IV punto 1.9.1 del D.lgs.
n.81/08 come modificato dal D.lgs n.106/09).
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• La captazione di gas e polveri deve avvenire immediatamente vicino alla fonte e in modo da non
dover spostare continuamente la bocca della manichetta (Allegato IV punto 2.2.3 del D.lgs. n.81/08
come modificato dal D. lgs n.106/09).
• Le radiazioni elettromagnetiche prodotte dovranno essere schermate con idonei dispositivi
(Art.217 del D.lgs. n.81/08 come modificato dal D. lgs n.106/09).
• E’ vietata l’installazione di saldatrici in luoghi che presentino pericoli di esplosione (Allegato IV
punto 4 del D.lgs. n.81/08 come modificato dal D. lgs n.106/09).
• Occorrerà proteggere le pinze porta elettrodi dai contatti accidentali con parti in tensione (Allegato
VI parte 6.1 del D.lgs. n.81/08 come modificato dal D. lgs n.106/09).
• I cavi impiegati per la saldatura dovranno avere caratteristiche adeguate alla tensione ed alla
corrente impiegate; il loro rivestimento deve, in particolare, risultare adeguato alle condizioni di
temperatura, umidità ed acidità dell’ambiente (Art. 81 del D.lgs. n.81/08 come modificato dal D. lgs
n.106/09) .
• Installare un interruttore differenziale di protezione delle persone contro i contatti indiretti
nell’impianto di alimentazione elettrica (norme CEI).
• Nel caso in cui gli elettrodi siano accessibili sotto tensione, le saldatrici dovranno avere la tensione
a vuoto minore possibile.
• Non lasciare sotto tensione la saldatrice durante le pause o alla fine della giornata o dei turni
lavorativi né lasciare incustodita la pinza porta-elettrodi sotto tensione
• Non appoggiare sul terreno la pinza porta-elettrodi non isolata o su parti metalliche
• Il banco di saldatura di saldatura e taglio devono essere pulite, soprattutto non devono essere
sporcate con grasso o lubrificanti e le apparecchiature
• Per la movimentazione dei pezzi saldati, utilizzare i guanti e/o le pinze
• Tenere spenta la saldatrice quando non si utilizza e lasciare raffreddare sufficientemente i pezzi
saldati
• Non effettuare saldature in concomitanza con il trattamento con resine epossidiche o altre sostanze
a rischio d'incendio
• Acquisire le schede di sicurezza delle materie prime utilizzate, nonché degli elettrodi di saldatura
• Allontanare dal luogo i materiali combustibili. Se ciò non fosse possibile si deve proteggerli con
schemi parascintille e tenere a portata di mano uno o più estintori ( Allegato IV punto 4 del D.lgs.
n.81/08 come modificato dal D. lgs n.106/09)
• Nell’uso di apparecchi mobili o nei lavori all’aperto, in generale, la ventilazione naturale si può
considerare sufficiente. L’aspirazione va comunque, praticata nel caso di saldatura per periodi di
tempo prolungati o nel caso di materiali zincati, verniciati o simili
• Nei locali chiusi sarà assicurata una buona ventilazione ricorrendo eventualmente all'uso di
aspiratori portatili per impedire il ristagno di fumi (Allegato IV punto 2 del D.lgs. n.81/08 come
modificato dal D. lgs n.106/09)
• Durante l’uso della saldatrice elettrica devono essere prese le necessarie precauzioni - ripari o
schermi - per evitare che radiazioni dirette o scorie prodotte investano altri lavoratori (Allegato VI,
Punto 1.5 del D.lgs. n81/08 come modificato dal D. lgs n.106/09)
• Durante i lavori in quota, devono essere adottate idonee precauzioni per evitare che materiali,
attrezzi, utensili o spruzzi incandescenti possano arrecare danno a persone o cose che
eventualmente si trovassero nella zona sottostante. (Allegato VI, Punto 1.7 del D.lgs. n81/08 come
modificato dal D. lgs n.106/09)
• I lavori di saldatura elettrica su recipienti o tubi chiusi, che contengano o che abbiano contenuto
sostanze pericolose devono essere eseguiti solo dopo aver provveduto ad eliminare le condizioni
di pericolo
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• I lavoratori della fase coordinata non dovranno accedere nei locali prima che gli stessi siano stati
adeguatamente areati (Allegato IV, Punto 2 del D.lgs. n.81/08 come modificato dal D. lgs n.106/09)
• Non indossare oggetti metallici (anelli, bracciali, ecc.) perché venendo a contatto con gli elettrodi
o con il pezzo in corso di saldatura possono riscaldarsi notevolmente e produrre ustioni.
• Tutto il corpo degli operatori deve essere protetto con indumenti idonei e comunque non leggeri
ne consumati.
• Proteggere gli occhi con dispositivi adeguati all’intensità delle radiazioni prodotte e al possibile
rischio dovuto a schegge (Allegato VI del D.lgs. n.81/08 come modificato dal D. lgs n.106/09).
• Utilizzare sempre i dispositivi di protezione individuali previsti (Art.75-78 del D.lgs. n.81/08 come
modificato dal D. lgs n.106/09).
• Verificare l’uso costante dei D.P.I. da parte di tutto il personale operante (Art. 77 del D. lgs. n.81/08
come modificato dal D. lgs n.106/09).
• In funzione dei rischi evidenziati saranno utilizzati obbligatoriamente i seguenti DPI, di cui è
riportata la descrizione ed i riferimenti normativi:
PRESCRIZIONI OPERATIVE:
Messi in linea i due tubi, si eseguiranno da una a tre saldature circolari, lungo il diametro giuntato,
fissando definitivamente i condotti.
In questa fase si collegheranno i fili di rame e di stagno che serviranno, in corso d’esercizio, a
segnalare la presenza di umidità e potenziali perdite nel condotto.
L’intervento dovrà essere eseguito da personale di cui sia specificatamente attestata la formazione
sull’utilizzo della saldatrice e sull’utilizzo dei D.P.I. specifici prescritti: maschera con vetri inattinici,
grembiule e ghette di protezione, guanti.
Prima d’intervenire si dovranno saldare dei fazzoletti metallici lungo il perimetro delle teste delle
tubazioni.
La saldatura dovrà essere eseguita previo corretto allineamento delle teste degli elementi.
Tale allineamento dovrà essere eseguito utilizzando un adeguato dispositivo di sollevamento:
• predisporre un traverso o treppiede, servente da contrasto al sistema di sollevamento utilizzato,
adeguato al carico da sollevare.
• impiegare un crick manuale di adeguata portata, per eseguire i piccoli spostamenti.
• verificare lo stato delle fasce o catene di collegamento del crick, con il traverso di sostegno.
Qualora fossero deteriorate prevedere una loro sostituzione, prima dell’utilizzo dell’attrezzatura.
Una volta allineate le teste delle condutture, si procederà al fissaggio delle stesse agendo con delle
morse sui fazzoletti saldati.
E’ possibile che venga utilizzato un flessibile per tagliare o limare le teste dei profilati.
PRESCRIZIONI:
Con riferimento ai rischi prodotti dalle radiazioni ottiche emesse dall’arco voltaico, i DPI devono
assorbire o riflettere la maggior parte dell’energia irradiata nella lunghezza d’onda nociva, senza
alterare in modo eccessivo la trasmissione dalla parte non nociva dello spettro visibile, garantendo
le loro proprietà per effetto della distanza dalla sorgente.
Sulle caratteristiche di dettaglio dei mezzi di protezione degli occhi si rinvia alle numerose norme in
vigore (UNI EN 167, 168, 169, 170 e 171).
All’aumentare dell’intensità di corrente assorbita dall’arco voltaico, aumenta l’intensità delle
radiazioni emesse e quindi deve aumentare il grado di protezione per gli occhi del lavoratore.
Nell’ambito della saldatura con elettrodi rivestiti è possibile esprimere il grado di protezione con i
numeri di graduazione DIN, riferiti alla sensibilità dei filtri. I valori raccomandati sono:
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VISIERE:
La protezione è oggi possibile anche con filtri opto-elettronici che possiedono altissime velocità
d’oscuramento e capacità di regolazione del grado di protezione DIN in relazione al processo di
saldatura.
I DPI dovranno recare impresso il marchio ‘CE’, imposto dalla direttiva 89/696/CEE, recepita con Dec.
Lgs. n°. 475/92 e s.m.i. e dovranno essere conformi ai requisiti essenziali di sicurezza attestati dal
fabbricante.
Essi dovranno limitare il meno possibile il campo visivo e non dovranno consentire la penetrazione
di polveri, gocce di metallo fuso, vapori, nebbia e fumo.
Considerata l’estrema pericolosità dell’esposizione al calore per l’occhio i DPI dovranno limitare la
penetrazione dell’irraggiamento termico.
Le visiere generalmente collegate ad un elmetto di protezione sono preferibili agli schemi tenuti con
le mani dal lavoratore.
L’uso di lenti a contatto durante la saldatura non è consigliabile poiché i fumi ed il particolato
potrebbero avere azione irritante sull’occhio.
Nel caso dì lavorazioni di saldatura sarà indispensabile l'utilizzo di occhiali e schermi particolari, sia
per il rischio di spruzzi di metallo incandescente sia per i vari tipi di radiazioni emesse durante tale
lavorazione.
I mezzi di protezione sono diversi in funzione del tipo di saldatura, che potrà essere ossiacetilenica
ed elettrica. Sarà assolutamente fondamentale utilizzare la protezione idonea al tipo di saldatura
effettuata.
Le visiere non potranno fornire una protezione laterale, pertanto in caso di lavorazioni che possano
sviluppare spruzzi e/o sostanze aerodisperse sarà necessario utilizzare anche gli occhiali a
mascherina.
Le visiere potranno fornire una protezione del volto e degli occhi, dando anche una buona
aerazione.
in linea generale, le visiere potranno essere fissate all'elmetto di protezione del capo. o direttamente
con una bardatura alla testa. Di norma sono leggere, di uso e regolazione facilissimi.
I dispositivi di protezione individuale del viso e degli occhi dovranno essere scelti in base alle
situazioni di rischio individuate analizzando le attività e le modalità di lavoro.
I materiali costituenti le lenti degli occhiali potranno essere il policarbonato, il vetro temperato, o in
CR39.
Il policarbonato fornisce un'ottima protezione all'impatto, il vetro temperato offre buone proprietà
di resistenza a prodotti chimici e ai graffi, il CR39 offre resistenza a prodotti chimici, all'abrasione,
all'impatto e la contatto con particelle di metallo fuso.
Tutte le tipologie di lenti potranno essere sottoposte a trattamenti superficiali e possedere
determinati tipi di filtri.
I principali trattamenti superficiali sono l'antigraffio per la protezione da particelle abrasive e l'anti-
appannamento, per l'utilizzo in ambienti di lavoro in cui siano presenti rapidi cambiamenti di
temperatura.
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I filtri serviranno per eliminare le bande dello spettro elettromagnetico potenzialmente dannose,
come gli infrarossi, gli ultravioletti, ecc. Le dimensioni delle lenti dovranno essere almeno di 40 mm
d'altezza e 50 mm di larghezza.
Le tipologie strutturali dei vetri saranno:
- vetri di sicurezza, cioè resistenti alla rottura;
- vetri composti, nei quali la parte di vetro verso gli occhi rimane intatta in quanto trattenuta da
una pellicola plastica totalmente trasparente;
- vetri temperati, nei quali i vetri si disperdono in parti microscopiche.
La più diffusa tra le saldature a gas utilizza una miscela di ossigeno ed acetilene, contenuti in
bombole separate, che alimentano contemporaneamente una torcia, ed escono dall’ugello terminale
dove tale miscela viene accesa.
Tale miscela è quella che sviluppa la maggior quantità di calore, infatti la temperatura massima
raggiungibile è dell’ordine dei 3000 °C e può essere quindi utilizzata anche per la saldatura degli
acciai.
Piccoli spessori (2-3 mm) possono essere saldati semplicemente fondendone i bordi, che devono
solo essere sufficientemente accostati.
Spessori superiori possono essere saldati allontanando i due lembi e riempiendo con il metallo
d’apporto il giunto.
NORME DI COMPORTAMENTO:
• ancorare efficacemente le bombole di gas combustibile e ossigeno o tenerle sull’apposito carrello
comunque ben legate;
• utilizzare l’apposito carrello per il trasporto e la movimentazione avendo cura di coprire le valvole
con l’apposito cappellotto di protezione;
• accertarsi che siano presenti le valvole di sicurezza sulle derivazioni dalle bombole di gas
combustibile al cannello;
• controllare l’efficienza dei manometri, riduttori, valvole utilizzando acqua saponata e non
ricorrendo a fiamme;
• non toccare le valvole ed i riduttori con mani o stracci sporchi di olio o grassi;
• aprire le valvole o rubinetti a mano o con apposita chiave evitando forzature con attrezzi non adatti;
• accertarsi che i tubi flessibili siano ben collegati ai riduttori per mezzo di fascette metalliche o altri
dispositivi che evitino lo sfilamento e che siano ben integri e nei termini di validità;
• accertarsi che nelle vicinanze sia presente un estintore e che lo stesso sia facilmente accessibile;
• effettuare le operazioni di saldatura solo in ambienti ben aerati e utilizzare, ove sia richiesto idoneo
impianto di aspirazione;
• accertarsi che l’operazione di saldatura che si intende eseguire non sia fonte di rischio per le
persone vicine ed eventualmente non procedere finché le stesse persone non si siano allontanate
o non si siano protette;
• indossare i dispositivi di protezione individuale (DPI) ed in particolare gli appositi occhiali o visiere,
grembiali di cuoio e comunque abbigliamento antifiamma, scarpe, guanti di protezione;
• accendere il cannello con fiamma fissa o accenditori appositi;
• interrompere il flusso dei gas ogni volta che si sospende il lavoro; solo per brevi interruzioni si può
mantenere accesa la fiamma ridotta;
• effettuare l’estinzione chiudendo prima la valvola del gas combustibile (acetilene, idrogeno, ecc.) e
poi quella dell’ossigeno e riportare a zero i manometri;
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• segnalare opportunamente eventuali parti calde per evitare che altre persone inconsapevoli, si
procurino ustioni;
• astenersi dall’uso dell’apparecchiatura quando questa non risponde ad uno dei requisiti precedenti
e comunicare l’anomalia riscontrata al diretto superiore;
• sostituire e/o modificare i processi di saldatura che emettano grossi quantitativi di fumi (se
possibile);
• curare pulizia delle superfici e dell’ambiente di lavoro;
• valutare la pericolosità indotta dal rischio elettrico (percorso effettuato dalla corrente alla frequenza
di alimentazione) soprattutto quelle svolte a circuito aperto che fornisce valori di tensione a vuoto
più alti (adottare opportuni accorgimenti anche su indicazioni del C.S.E.).
Pulire l’ugello del beccuccio: questa operazione Fissare in modo sicuro il "beccuccio" della fiamma
andrebbe fatta con una lama tonda di metallo a grana ossidrica all’estremità dei tubi: dovrebbe attaccarsi a
fine. Assicurarsi che l’ugello non sia otturato, altrimenti una cavità in cui giungono sia il tubo dell’ossigeno che
occorrerà uno strumento specifico per la pulizia del dell’acetilene. Solitamente la giunzione è in ottone.
foro.
Fissare entrambe le valvole al "beccuccio" che si ha Apri le valvole che si trovano sui serbatoi: quella
appena connesso alla giunzione in ottone: le valvole dell’acetilene dovrebbe essere aperta per ½ giro e il
dovranno essere completamente chiuse altrimenti la manometro dovrebbe indicare 5-7 PSI (se la pressione
miscela di aria/gas comincerà a uscire. dell’acetilene è troppo alta, il gas diventa instabile). Se si
deve saldare, l’ossigeno dovrebbe essere regolato a 7-
10 PSI. Per tagliare, impostare la pressione dell’ossigeno
fra 15 e 25 PSI.
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Differenze fra un beccuccio da taglio e quello da Il beccuccio da taglio è diverso: è dotato di un grilletto
saldatura: quello per saldare è semplice e ha due e di tre tubi che arrivano all’ugello. Prima di tutto aprire
valvole vicino alla base. l’ossigeno che viene rilasciato dal grilletto.
Per utilizzare questo beccuccio: Aprire la valvola dell’acetilene finché non si sente il sibilo
Aprire la valvola dell’acetilene finché si sente il sibilo del gas che esce dall’ugello. Prendere l’accendino e
del gas che esce dall’ugello. accendi la torcia. Questa dovrebbe produrre una fiamma
Prendere un accendino e accendere la fiamma. rosso/arancione scuro che emette un fumo molto nero
Dovresti vedere una fiamma rosso-arancione scuro che puzza. Ora, lentamente aprire la valvola
che produce un fumo molto nero che puzza. dell’ossigeno (sul beccuccio da taglio esistono due
Ora, lentamente, aprire la valvola dell’ossigeno finché valvole per l’ossigeno: una bloccata e controllata dal
si noti un cambiamento della fiamma. grilletto e una libera).
Attenzione: troppo ossigeno potrebbe "soffocare" la La fiamma dovrebbe cambiare.
fiamma, cioè farla spegnere. Attenzione: troppo ossigeno potrebbe "soffocare" la
Se dovesse succedere chiudi la valvola dell’ossigeno e fiamma, cioè farla spegnere. Se dovesse succedere
ritenta. Ora la fiamma dovrebbe essere blu con chiudere la valvola dell’ossigeno e ritentare.
all’interno una punta bianca. Quest’ultima dovrebbe La fiamma, quando il grilletto non è premuto, dovrebbe
essere lunga circa 7,5-20 cm. essere blu e misurare circa 5 cm. All’interno dovrebbe
esserci una fiammella di 1,2 cm di colore blu-giallo.
Quando il grilletto viene premuto, la fiamma diventa più
corta, veloce e più rumorosa. Quando si taglia, scaldare
il metallo fino a farlo diventare rovente e poi premere il
grilletto per l’ossigeno. Attenzione: si sprigioneranno
delle scintille, lavorare con cautela e in sicurezza.
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Identificazione dei gas in base alla colorazione delle ogive delle bombole
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indicazioni sui principali effetti delle sostanze presenti nei fumi di saldatura
E’ un procedimento di saldatura ad arco con elettrodo infusibile (di tungsteno), sotto protezione di
gas inerte, che può essere eseguito con o senza metallo di apporto.
L’arco elettrico scocca tra un elettrodo di tungsteno (che può non consumarsi durante la saldatura),
e il pezzo da saldare (TIG: Tungsten Inert Gas).
L’area di saldatura viene protetta da un flusso di gas inerte (argon e elio) in modo da evitare il
contatto tra il metallo fuso e l’aria.
La saldatura può essere effettuata semplicemente fondendo il metallo base, senza metallo d’apporto,
il quale se necessario viene aggiunto separatamente sotto forma di bacchetta. In questo caso
l’operazione impegna entrambi gli arti per impugnare elettrodo e bacchetta.
Soluzione utilizzata per le attività condotte su condotte di teleriscaldamento.
La saldatura MIG (Metal-arc Inert Gas) o MAG (Metal-arc Active Gas) (l'unica differenza fra le due è
il gas che viene usato per la protezione del bagno di saldatura), indicate entrambe nella terminologia
AWS come GMAW (Gas Metal Arc Welding - Saldatura ad arco con metallo sotto protezione di gas).
l procedimento di saldatura MIG/MAG è un procedimento a filo continuo in cui la protezione del
bagno di saldatura è assicurata da un gas di copertura, che fluisce dalla torcia sul pezzo da saldare.
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Il fatto che sia un procedimento a filo continuo garantisce un'elevata produttività al procedimento
stesso, e contemporaneamente la presenza di gas permette di operare senza scoria.
Inoltre con i fili continui è possibile avere densità di corrente più elevate di quelle sopportabili dagli
elettrodi rivestiti (in questi ultimi una densità di corrente eccessiva provoca la fessurazione del
rivestimento, a causa dei coefficienti di dilatazione diversi fra anima metallica e rivestimento stesso),
quindi è possibile ottenere penetrazioni maggiori, cioè riempimento del giunto con un numero
minore di passate.
La saldatura MIG/MAG, come tutti i procedimenti a filo continuo, è un procedimento derivato
dall'arco sommerso, ma, nei confronti quest'ultimo, ha il vantaggio che l'operatore può tenere l'arco
sotto osservazione diretta, quindi può controllare l'esecuzione della saldatura come nei
procedimenti a elettrodo (elettrodo rivestito e TIG), altri vantaggi nei confronti dell'arco sommerso
sono la mancata formazione di scoria e la possibilità di saldare anche in posizioni non piane.
RISCHI RIFERIMENTO
DPI DESCRIZIONE
EVIDENZIATI NORMATIVO
Art 75 – 77 – 78 , Allegato VIII-
Respiratore (FFA1P2) punto 3, 4 n.4 del D.lgs. n.81/08
come modificato dal D.lgs
n.106/09
Inalazione di fumi di UNI EN 405(2003)
Per fumi e polveri
saldatura Apparecchi di protezione delle vie
respiratorie. Semimaschere
filtranti antigas o antigas e
antipolvere dotate di valvole.
Requisiti, prove, marcatura
Art 75 – 77 – 78 , Allegato VIII-
Schermo facciale per punto 3, 4 n.2 del D.lgs. n.81/08
Proiezione di saldatori come modificato dal D.lgs
particelle solide fuse Con filtro colorato inattinico,
n.106/09
ad altissima che riparano dagli spruzzi,
UNI EN 169 (1993)
temperatura ed durante le operazioni di
Protezione personale degli occhi.
esposizione a saldatura effettuate sopra la
Filtri per la saldatura e tecniche
radiazioni non testa
connesse. Requisiti di
ionizzanti
trasmissione e utilizzazioni
raccomandate
Scarpe Art . 75 – 77 – 78, Allegato VIII-
Puntale rinforzato in acciaio
antinfortunistiche punti 3, 4 n.6 del D.lgs. n.81/08
contro schiacciamento/
Proiezione di come modificato dal D.lgs
abrasioni/perforazione/
particelle solide fuse n.106/09
ferite degli arti inferiori e
ad altissima UNI EN ISO 20344 (2008)
suola antiscivolo e per
temperatura Dispositivi di protezione
salvaguardare la caviglia da
individuale – Metodi di prova per
distorsioni
calzature
Grembiule per Art 75 – 77 – 78, Allegato VIII -
saldatura punti 3, 4 n.7 del D.lgs. n.81/08
Proiezione di
come modificato dal D.lgs
particelle solide fuse Resistente all’abrasione,
n.106/09
ad altissima taglio, strappo e
UNI EN 470-1(1996)
temperatura ed perforazione
Indumenti di protezione per
ustioni
saldatura e procedimenti
connessi. Requisiti generali
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L’esposizione ad agenti chimici risulta fortemente legata al tipo di processo di saldatura impiegato,
al materiale base e d’apporto utilizzato, all’ambiente nel quale si effettuano le operazioni: l’apparato
respiratorio è indubbiamente la via d’accesso preferenziale nell’organismo umano per gli agenti
chimici, i quali possono successivamente distribuirsi all’intero organismo, determinando pertanto
stati di intossicazione generalizzati.
Possono manifestarsi in generale:
• effetti sull’apparato respiratorio derivanti da agenti gassosi (ozono, biossido di azoto) o
aerodispersi (fumi metallici, e loro composti: ossido di zinco, piombo, alluminio, manganese; fluoruri,
combustione di prodotti ricoprenti);
• elevato potere irritante (bronchite cronica, enfisema polmonare) solo per procedure operative non
corrette o poco sperimentate;
• rischi (raramente) da combustione di idrocarburi clorurati usati per operazioni di sgrassaggio, con
possibile formazione di fosgene;
• rischi per l’apparato digerente (gastroduodenite cronica) e l’occhio, unitamente all’effetto delle
radiazioni UV/IR (congiuntivite, cataratta);
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• non sono presenti pericoli di silicosi o asbestosi, quanto quello di siderosi, ossia accumulo di
polvere di ferro nei polmoni senza reazioni con il tessuto polmonare;
• non è ancora dimostrata la cancerogenità di metalli quali Cr, Ni (apparato respiratorio);
• fenomeno della "febbre da fumi metallici" quali Zn Cu: si manifesta in modo acuto ma breve, con
irritazione alle mucose e sintomi di bronchite acuta.
In relazione alla rapidità e all’intensità dei fenomeni si possono distinguere:
• intossicazione acuta, se causata da assorbimento rapido di agenti tossici, in elevate quantità: è
spesso di tipo reversibile ed improvvisa;
• intossicazione cronica, con assorbimento lento di dosi basse, con effetti sotto forma di malattia.
Sono comunque forme rare ma da non trascurare, essendo comunque presenti nei soggetti
interessati livelli superiori (rispetto alla popolazione) di tracce di sostanze inalate (cromo urinario nel
caso di saldatori di acciai speciali); in particolare:
• Il Pb può essere causa di saturnismo (e quindi anemia, ipertensione);
• il Cr può causare lesioni delle mucose di carattere cancerogeno;
• il Mn può causare sindromi analoghe al morbo di Parkinson;
• composti del F possono causare danni al sistema scheletrico;
• l’ossido di C, in % elevata, determina il tipico avvelenamento (cefalea, malessere generale);
• il cadmio contenuto in vari tipi di leghe per brasatura è tossico, ed è preferibile impiegare leghe
che non lo contengono;
• il rame (MIG/MAG) determina irritazione alle vie respiratorie, tosse e sintomi di febbre da fumi
metallici;
• il torio, talvolta contenuto negli elettrodi infusibili (TIG), è un elemento radioattivo; durante il
comune impiego, comunque, è accertato che tali elettrodi non comportano significativi rischi di
irradiazione esterna, mentre potrebbero insorgere problemi di irradiazione interna, dovuta ad
inalazione di polveri, nel caso "si rifacesse la punta" senza le adeguate misure protettive;
• i solventi e loro vapori risultano irritanti, tossici per fegato e reni.
Particolarmente critiche risultano di conseguenza le operazioni relative a lamiere verniciate
(pitture epossidiche o allo zinco).
Nell’uso della molatrice portatile o più comunemente conosciuta come ‘flessibile’ è bene porre
attenzione in particolare ai seguenti fattori di rischio: Urti, abrasioni, tagli e lacerazioni.
Il “flessibile” potrà essere usato per il taglio o la molatura di diversi materiali (metalli, pietre, ecc..) è
quindi necessario che si usino i dischi specifici per il materiale in lavorazione e per l’attività da
effettuarsi (taglio o molatura).
Infatti un uso errato dei dischi potrebbe essere causa della rottura e della proiezione dei pezzi del
disco stesso.
Controllare prima dell’uso che il disco sia ben fissato, che sia in sito la protezione del disco, che i
conduttori elettrici siano in buone condizioni e controllare il buon funzionamento dell’interruttore.
Per usare il flessibile occorrerà assumere una posizione stabile, afferrare saldamente la macchina
dalle due impugnature ed operare facendo attenzione che il disco non entri in contatto con il cavo
di alimentazione, o con elementi estranei; non operare in presenza di materiali infiammabili.
Prima di cambiare il disco disinserire la spina. Non si devono effettuare molature o taglio su serbatoi
e tubazioni chiuse, in ambienti o su contenitori in cui si potrebbero essere accumulati gas
infiammabili o materie che per effetto del calore o umidità possano aver prodotto miscele
infiammabili. In tali casi provvedere preventivamente alla bonifica del locale o dell’impianto.
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Gli utensili elettrici portatili (quale il “flessibile”) sono generalmente apparecchiature elettriche per
cui il rischio da contatto indiretto è ovviato mediante la realizzazione di un doppio isolamento delle
parti attive.
Ciò viene segnalato dal costruttore mediante il simbolo sotto indicato ed è rilevabile anche
dall'assenza dello spinotto centrale “di terra” sulla spina dell’apparecchio stesso.
Il doppio isolamento è finalizzato esclusivamente a evitare i contatti indiretti.
Le prolunghe “giuntate” e “nastrate” sono da bandire assolutamente.
Per l’applicazione delle fasce termo restringenti eseguire la seguente procedure tipologica:
• pulire il tubo della condotta per circa 50 cm oltre il punto di giunzione;
• riscaldare con torcia a circa 60°C l’estremità per una profondità di circa 50 cm;
• avvolgere la banda di supporto sagomata attorno al tubo di protezione, lasciando la parte
sagomata oltre l’estremità del tubo fissandola con nastro adesivo;
• avvolgere la fascia termo restringente avendo cura che sporga oltre l’estremità del tubo di
protezione per circa la metà della sua lunghezza;
• applicare la pezza di sigillatura riscaldandola leggermente e premendola accuratamente con la
mano protetta dal guanto;
• procedere alla termorestringenza della fascia riscaldandola con la torcia e contemporaneamente
aiutandola con la mano protetta dal guanto fin che assuma la configurazione “a collo di bottiglia”;
• a termo resistenza completata controllare la sigillatura attorno al tubo condotta ed alla corretta
aderenza della pezza di sigillatura.
FATTORI DI RISCHIO:
• ustioni;
• contatto con prodotto chimico (tipo schiuma poliuretanica);
• ferite e lesioni durante le attività di termorestrizione;
• incendio.
Procedere con cautela utilizzando adeguati DPI personali e affiancandosi con estintore a polvere di
adeguata portata.
Per tali azioni l’operatore potrà procedere a fondo scavo solo e solamente quando si siano già
adottati adeguati accorgimenti contro il franamento delle pareti, provvedendo ad allestire
un’adeguata scala di accesso, personale ausiliario a vigilanza del collega giunto a fondo scavo,
dotandosi di adeguati dispositivi di prelievo infortunato in caso di luoghi critici e/o tramite richiesta
formulata dal C.S.E.
L’elettrofusione è un processo di giunzione di due elementi (tubi o raccordi testa/testa) basato sulla
fusione delle superfici esterne e la superficie interna del raccordo elettrosaldabile, mediante una
resistenza elettrica incorporata. L’elettrofusione è un sistema di giunzione sicuro per condotte in PE
per il trasporto di fluidi in pressione.
Si procede inizialmente con la raschiatura delle superfici degli elementi da saldare previo appositi
raschiatori manuali e/o meccanici. Il posizionamento e l’allineamento devono essere effettuati con
apposite attrezzature garantendo la coassialità degli elementi da giuntare con i raccordi
elettrosaldabili.
FATTORI DI RISCHIO:
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• ustioni;
• ferite e lesioni durante le attività di termorestrizione;
• incendio.
Procedere con cautela utilizzando adeguati DPI personali e affiancandosi con estintore a polvere di
adeguata portata.
Le due superfici da saldare devono essere spianate immediatamente prima di effettuare la saldatura,
avendo cura di asportare preventivamente eventuali tracce di sporcizia e di unto.
Successivamente le superfici di saldatura non devono più essere toccate.
Non è ammesso utilizzare cannelli a gas caldo o bruciatori a diretto contatto con le superfici da
saldare, per innalzare la loro temperatura.
Prima di iniziare ogni saldatura, si deve altresì
controllare la temperatura del termoelemento
mediante termometro incorporato, oppure
con termometro ad indicazione rapida.
Prima di ogni saldatura, il termoelemento
deve essere pulito a fondo con liquidi
detergenti prescritti e con panni bianchi di
cotone, assicurandosi, tramite la spia di
controllo del termostato, che questo abbia
eseguito almeno 5 interventi.
saldatura testa a testa a bordo scavo
Porre particolare attenzione ai liquidi detergenti visionando anticipatamente la scheda di sicurezza
e prendendo le opportuno cautele prima della sua manipolazione.
Procedere con cautela avendo cura di compiere operazioni che non inducano per la fretta a infortuni
agli arti superiori e/o contatti accidentali con pezzi meccanici.
Indossare adeguati DPI e idonei guanti contro potenziali scottature/ustioni.
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L’installazione del manicotto in polietilene sulle tubazioni in ghisa sferoidale per condotte di piccolo
diametro consiste nell’applicare in maniera continua:
• un “manicotto della canna” per la canna di ogni tubo;
• un “manicotto del giunto” per ogni giunto.
Manicottaggio della canna
Prima della discesa nello scavo sollevare il tubo al centro e infilare dall’estremità liscia del tubo il
manicotto piegato a fisarmonica verificando, sin dalla fase preliminare la fattibilità di discesa “sicura”
dell’operatore.
Col tubo appoggiato su due ceppi di legno, stendere il manicotto su tutta la lunghezza del tubo e
fissarlo con cura sulla canna realizzando la piega sulla generatrice superiore del tubo stesso, in caso
di pesi eccessivi ausiliarsi di dispositivi meccanici.
Fissare la piega con nastro adesivo. Fissare sulla canna le estremità del manicotto utilizzando nastro
adesivo su tutta la circonferenza del tubo, a cavallo fra la canna e il manicotto, in maniera da ottenere
un rivestimento stagno.
Infilare il manicotto del giunto utilizzando adeguati DPI e provvedendo ad aver costituito
un’adeguata area operativa che non costringa l’addetto all’assunzione di posture incongrue.
Calare il tubo nello scavo senza attività interferenziale da parte di operatori a terra, verificando che
in prossimità del ciglio non siano disposti materiali che per contatto sia trascinati involontariamente
a fondo scavo.
Eseguire la giunzione dei tubi seguendo le indicazioni riportate da procedure operative e/o manuali
d’uso nel caso si maneggino utensili e/o mezzi specifici a tale mansione.
Manicottaggio del giunto
Sfilare il manicotto sulla giunzione. Si avrà avuto cura di preparare una nicchia sufficientemente larga
al fine di permettere l’agevole applicazione del manicotto (passaggio del nastro adesivo) al fine di
non arrecare azioni di fatica all’operatore.
Piegare il manicotto sistemandolo il meglio possibile da una parte e dall’altra del giunto, ricoprendo
il manicotto della canna dalle due parti del giunto.
Fermare il manicotto con nastro adesivo il più vicino possibile al fronte del bicchiere (giunto rapido)
o alla controflangia.
Fissare le estremità sul manicotto della canna, a monte e a valle del giunto, utilizzando nastro adesivo
disposto su tutta la circonferenza, al fine di formare un rivestimento stagno.
L’assemblaggio successivo dei manicotti della canna e dei manicotti del giunto dovrà formare una
protezione continua.
Manicottaggio dei raccordi
Per la protezione dei raccordi utilizzare lo stesso manicotto in polietilene. Secondo la loro forma,
saranno sufficienti e necessari due o tre manicotti.
L’applicazione dovrà essere realizzata a perfetta regola d’arte, rispettando le stesse raccomandazioni
per il manicottaggio della canna e del giunto, operando sempre in modalità prevenzionistica a tutela
dell’operatore che scenderà a fondo scavo.
Per interventi riparativi di porzioni di condotta interrotto in precedenza il flusso del liquido
trasportato in condotta, si procederà alla sua asportazione attraverso una catena tagliatubi e/o una
mola con disco da taglio dopo aver individuato la perdita e la porzione di condotta da sostituire.
Tale attività deve essere svolta indossando i specifici dispositivi di protezione individuale ed
assumendo una postura congrua e corretta; diversamente ausiliarsi con specifici dispositivi atti ad
agevolare le lavorazioni condotte dall’operatore a fondo scavo.
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Tagliato il condotto e proceduto al suo allontanamento in luogo non interferente si innestano due
manicotti sugli estremi del condotto sezionato.
Successivamente sarà posizionato una nuova porzione di condotta di pari lunghezza su cui saranno
serrati i relativi manicotti per impedire perdite nella giunzione effettuata.
95. POSA DELLE CONDOTTE (AD INNESTO) O DEI MANUFATTI A FONDO SCAVO
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Gli addetti devono accedere, secondo le modalità già illustrate (vedasi capitolo sugli scavi), al fondo
dello scavo solo una volta terminate le attività di scarico della sabbia e/o condotte da parte
dell’escavatore; al fine di evitare azioni interferenziali con il braccio dell’escavatore e/o gru delegata
alle fasi di calo materiale inerte e/o condotte.
Indossare adeguati DPI e allestire idonei apprestamenti (scala) per permettere di allontanarsi
velocemente da fondo scavo - in caso di emergenza - in luogo sicuro.
E’ necessaria la presenza di un ulteriore addetto che vigili sull’operato del collega eventualmente
attivando le procedure di emergenza in caso di pericolo e/o infortunio.
Le attività da eseguire per l’innesto delle singole condotte si possono riassumere nei seguenti punti:
• Realizzare la nicchia per l’alloggiamento del bicchiere nel letto di posa (ove occorra);
• Prelevare la tubazione dal pallet o dalla zona di stoccaggio nel momento in cui si comincia l’effettiva
posa;
• Calare la tubazione nello scavo senza che sia presente personale interferente con il braccio
operativo del mezzo e/o con gli oggetti sollevati;
• Pulire le guarnizioni con uno straccio e lubrificare il giunto del bicchiere del tubo già posato con
lubrificante specifico per facilitarne l’innesto.
Nel caso il condotto abbia un peso eccessivo ausiliarsi di un paranco per agevolare le manovre
manuali.
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esempio tipologico
96. ACCOPPIAMENTO FLANGIE
Le flange sono piastre metalliche forate perimetralmente e saldate all'estremità di un tubo per
consentirne l'unione con altri tubi dotati di flange o con altre attrezzature.
Le flange sono tenute insieme da dadi e "tiranti" (o detti "prigionieri").
I tiranti sono aste di metallo filettate inserite tra due fori di due flange.
Le due estremità di ciascun tirante saranno avvitati i dadi, anelli metallici che bloccheranno il tirante
e garantiranno l'accoppiamento permanente delle due flange.
L’accoppiamento a flange avverrà prevalentemente per tubi ad alta pressione.
In corrispondenza dell'accoppiamento tra le flange compare un filo attaccato ai tiranti: esso avrà la
funzione di annullare il potenziale elettrico esistente tra le due flange, in modo da evitare la
generazione di correnti galvaniche.
Le flange per uso idraulico adotteranno un sistema relativamente semplice per la quale le flange
sono classificate in base alla pressione nominale, ossia alla pressione che l'accoppiamento flangiato
può sopportare in piena sicurezza a temperatura ambiente.
L’applicazione dovrà essere realizzata a perfetta regola d’arte, rispettando le prescrizioni
infortunistiche quali l’indosso dei specifici DPI, l’utilizzo di utensili a norma e/o di ultima generazione,
la creazione di un’adeguata area operativa che consenta all’addetto di non assumere posture
incongrue e/o che ne rechino eccessivo affaticamento.
In caso di scarsa visibilità sarà opportuno ausiliarsi di torce elettriche funzionanti a bassa corrente
e/o con pile ricaricabili.
Le giunzioni delle tubazioni di PVC e in ghisa per acquedotti e fluidi in pressione saranno eseguite,
a seconda del tipo di giunto stabilito, con le seguenti modalità:
A) Giunti a bicchiere e a manicotto a scorrimento assiale con tenuta mediante guarnizioni
elastomeriche
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PRESTAZIONI DI PRONTO INTERVENTO, MANUTENZIONE PROGRAMMATA,
ESTENSIONE RETI, ALLACCIAMENTI ED ACCESSORI SULLE RETI DI FOGNATURA
DA ESEGUIRSI NEL TERRITORIO GESTITO DA HERA SPA
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L’intervento fa riferimento alla manutenzione urgente delle condotte interrate e/o posizionate
all’interno dei cavedi condominiali, cunicoli o camerette poste in profondità nelle arterie veicolari -
e non - presenti per lo più in area urbana, in adiacenza ad abitazioni civili.
Risulta pertanto importante la massima attenzione alla pulizia del cantiere ed in particolare al
contenimento del rumore, delle polveri, e del fango.
Sarà altresì importante segnalare correttamente la presenza del cantiere per consentire una regolare
e sicura viabilità per i mezzi circolanti in strada.
Prima dell’inizio lavori si renderà necessario eseguire una precisa mappatura dei sotto-servizi
presenti nelle aree di intervento onde non interferire con esse.
La recinzione del cantiere dovrà articolarsi all’interno dell’area interessata in modo da non consentire
l’accesso di personale estraneo ai lavori in esame. L’area del cantiere occuperà una superficie limitata
allo spazio minimo adatto ad operare con gli automezzi e le attrezzature necessarie per eseguire le
varie lavorazioni del caso.
I lavori in oggetto comprendono sommariamente:
• Lavori di scavo: Scavo a sezione obbligata e ristretta, in sede
stradale comunale e/o in terreno vegetale di proprietà privata;
• Lavori di manutenzione delle rete di teleriscaldamento o di gas:
Riparazione della tubazione in acciaio di vari diametri e/o delle
derivazioni che arrivano fino ai cavedi condominiali o sono
contenuti entro cunicoli o camerette, pulizia tubazioni, ripristino
dei collegamenti alla rete esistente e ricollegamento degli allacci
d’utenza;
• Rinterro definitivo: Rinterro dello scavo fino al ripristino
dell’esistente. Per la parte in strada l’attività sarà espletata nel
rispetto di quanto prescritto dall’Amministrazione Comunale;
• Ripristino finitura stradale: Finitura del manto stradale, nella corsia
oggetto dell’intervento, nel rispetto di quanto prescritto
dall’Amministrazione Comunale.
DESCRIZIONE DELLE LAVORAZIONI DI CANTIERE
Si riportano di seguito l’elenco delle lavorazioni di cantiere da eseguire per la realizzazione dei lavori
in oggetto. In particolare:
• Insediamento del cantiere e messa in sicurezza del cantiere anche in relazione ai servizi esistenti.
Si dovrà identificare un’apposita area per lo stoccaggio dei materiali da mettere in opera,
possibilmente nell’area di cantiere. L’area di cantiere e l’eventuale area di stoccaggio materiali,
dovranno risultare completamente recintate con rete elettrosaldata e rete in Pe traforata rossa, di
altezza pari a 2 ml.
• Nel caso necessiti, scavo a profilazione obbligata a “sezione ristretta”, per l’apertura del manufatto
entro cui sono posizionate le tubazioni oggetto della manutenzione urgente.
• Si dovrà porre attenzione alla profondità dello scavo.
Nel caso di profondità uguali o superiori a 150 cm. dal p.d.c., ove si operi su terreno non
adeguatamente protetto, si dovrà provvedere ad armare lo scavo nelle zone ove operi il
personale, al fine di evitare il rischio di seppellimento.
Diversamente sarà oppure procedere con adeguate gradonature che impediscano lo
sgrottamento del terreno.
• Per la manutenzione delle reti, consistente normalmente nella saldatura delle tubazioni in acciaio,
sia per le dorsali che per le rispettive derivazioni che si trovino all’interno dei manufatti suindicati,
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Ustioni, Rischio calore, fiamme o Uso di guanti di protezione, grembiule, scarpe, e qualora la posizione della
esplosione saldatura possa creare pericolo per la testa, indossare il casco protettivo.
Nei lavori effettuati in presenza di materiali, sostanze o prodotti infiammabili,
o combustibili, dovranno essere adottate le misure atte ad impedire i rischi
conseguenti. in particolare:
- le attrezzature e gli impianti dovranno essere di tipo idoneo all’ambiente in
cui si dovrà operare;
- le macchine, i motori e le fonti di calore eventualmente preesistenti negli
ambienti dovranno essere tenute inattive; gli impianti elettrici preesistenti
dovranno essere messi fuori tensione;
- non dovranno essere contemporaneamente eseguiti altri lavori suscettibili
di innescare esplosioni o incendi, nè introdotte fiamme libere o corpi caldi;
- gli addetti dovranno portare calzature ed indumenti che non consentano
l’accumulo di cariche elettrostatiche o la produzione di scintille e astenersi dal
Fattore rischio 9 fumare;
- nelle immediate vicinanze dovranno essere predisposti estintori idonei per
la classe di incendio prevedibile;
- all’ingresso degli ambienti o alla periferia delle zone interessate dai lavori
devono essere poste scritte e segnali ricordanti il pericolo.
Durante le eventuali operazioni di taglio e saldatura dovràessere impedita la
diffusione di particelle di metallo incandescente al fine di evitare ustioni e
focolai di incendio.
Divieto di effettuare saldature su recipienti o tubi chiusi e/o su recipienti o tubi
aperti contenenti materiali che a contatto con il calore possano dar luogo a
esplosioni.
E’ vietata la presenza di materiale infiammabile nei pressi del posto di
saldatura.
Gli addetti dovranno fare uso degli idonei dispositivi di protezione individuali.
Sostanze nocive Al fine di evitare inalazioni di sostanze tossiche (funi e vapori) indossare idonea
mascherina a protezione delle via respiratorie.
Divieto assoluto di fumare nella postazione di saldatura.
La posizione ottimale dell’aspirazione dei fumi non dovrà superare i 30 cm.
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Contatto con parti lesive Attenersi alle istruzioni contenute nel libretto d’uso e manutenzione
dell’attrezzatura dell’attrezzatura impiegata.
Fattore rischio 6
Caduta in piano per presenza di Sistemazione superficiale preliminare del terreno con rimozione delle
ostacoli a pavimento, asperità, degli ostacoli anche nell’area immediatamente esterna al cantiere
disomogeneità del terreno, con pulizia e rimozione di materiali (massi, fango, ghiaia, ecc.) anche nel corso
scivolosità della superficie (bagnata, dei lavori.
ghiacciata, fangosa) Evidenziazione degli ostacoli con transenne o altra segnaletica.
Allontanare i materiali non necessari dall’area di cantiere.
Deposito del materiale all’interno del cantiere.
Rimozione immediata del materiale di risulta dall’attività lavorativa.
Fattore rischio 6
In caso di scarsa visibilità uso di adeguati sistemi di illuminazione artificiale.
Investimento Il capo cantiere deve organizzare l’intervento in modo tale che le operazioni
siano svolte su un’area dedicata.
Durante i sollevamenti e le operazioni di stoccaggio, tutta l’area operativa
dovrà essere interdetta a tutti i lavoratori non addetti all’operazione.
Prima di passare nelle vicinanze dei mezzi operativi, assicurarsi che l’autista vi
abbia visto e che abbia capito le vostre intenzioni.
Vietato tentare di aggirare le macchine in movimento, per accedere ad altre
Fattore rischio 6 aree di lavoro; obbligo di farsi vedere dall’autista e di attendere il fermo
macchina.
Quando un lavoratore deve accedere o transitare per l’area operativa, i mezzi
d’opera devono fermarsi ed attendere il passaggio.
L’escavatorista dovrà essere adeguatamente addestrato sull’uso del mezzo
operativo specifico.
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Alla guida dei vari mezzi utilizzati per il trasporto del materiale devono esserci
solo lavoratori in possesso della patente di guida, richiesta per il tipo di mezzo
condotto.
Utilizzare mezzi operativi dotati dei dispositivi di segnalazione (back allarm,
girofaro, specchi retrovisori,…) in perfette condizioni
Tutti i lavoratori a terra devono indossare indumenti ad alta visibilità.
Caduta di materiale dall’alto Vietato tassativamente passare sopra i lavoratori o nelle immediate vicinanze,
con carichi di qualsiasi peso e tipo.
Il capo cantiere deve organizzare l’intervento in modo tale che le operazioni
Fattore rischio 6 siano svolte su un’area dedicata.
Durante i sollevamenti e le operazioni di stoccaggio, tutta l’area operativa
dovrà essere interdetta a tutti i lavoratori non addetti all’operazione.
Rischio contatto mezzi di Utilizzare esclusivamente mezzi adibiti al sollevamento, in conformità alle
sollevamento prescrizioni contenute nel libretto d’uso e manutenzione e verificando
l’ammissibilità della portata della gru.
Utilizzare solo ganci e catene certificati non lesionati.
Prima del sollevamento degli elementi prefabbricati disporre le barre
stabilizzatrici sui fianchi del mezzo operativo su idonei supporti di ripartizione
Fattore rischio 6 del carico, indicando la loro presenza con idonea segnaletica.
Verificare la portata degli elementi da sollevare secondo il diagramma fornito
dalla ditta esecutrice dell’autogru.
Utilizzare i DPI (guanti, indumenti alta visibilità)
Guidare il carico con funi all’esterno dell’area di proiezione dei carichi sospesi.
Non scendere nello scavo prima che il carico non sia perfettamente
posizionato e stabile.
Urti, tagli, abrasioni, schegge, ecc. Operare con guanti e indumenti da lavoro antistrappo e qualora la posizione
della lavorazione possa creare pericolo per la testa, indossare il casco
protettivo.
Adottare una postura corretta durante le fasi di collegamento delle condotte
attraverso opere di saldatura.
Fattore rischio 6
Caduta con danneggiamento Le bombole in uso dovranno essere messe su appositi carrelli, agganciate in
bombole posizione verticale, su piani stabili, impiegando gas di tipo inerte.
Fattore rischio 4
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AVVITATORE ELETTRICO
Attrezzatura utilizzata per avvitare le viti, dotata di riduttore di velocità per ridurre il numero di giri
dell’utensile, denominato inserto.
L’avvitatore elettrico è provvisto di filo e spina per permettere il collegamento alla prese della
corrente. Molto spesso è sprovvisto di mandrino in quanto monta direttamente l'attacco per
l'inserto.
Interventi/Disposizioni/Procedure per ridurre i rischi
• L'attrezzatura dovrà possedere, in relazione alle necessità della sicurezza del lavoro, i
necessari requisiti di resistenza e di idoneità ed essere mantenuta in buono stato di
conservazione e di efficienza (Art. 71 del D.lgs. n.81/08 come modificato dal D.lgs n.106/09)
• Verificare che l’attrezzatura risponda ai requisiti dell’Art. 81 del D.Lgs. 81/08 come modificato
dal D.lgs n.106/09
• L'attrezzatura dovrà essere corredata da un libretto d'uso e manutenzione
• Accertarsi che l'attrezzatura sia marcata "CE"
• Verificare la funzionalità dell'avvitatore elettrico prima di utilizzarlo
• Verificare che l'avvitatore elettrico sia di conformazione adatta
• Utilizzare solo utensili a doppio isolamento (220V) o utensili alimentati a bassissima tensione
di sicurezza (50V), comunque non collegati elettricamente a terra nell'utilizzo dell'avvitatore
elettrico (Allegato V parte II punto 5.16 del D.lgs. n.81/08 come modificato dal D.lgs n.106/09)
• Utilizzare sempre i dispositivi di protezione individuali previsti (Art. 75-78 del D.lgs. n.81/08
come modificato dal D.lgs n.106/09)
• Verificare l'uso costante dei DPI da parte di tutto il personale operante (Art. 77 del D.lgs.
n.81/08 come modificato dal D.lgs n.106/09)
D.P.I.
In funzione dei rischi evidenziati saranno utilizzati obbligatoriamente i seguenti DPI, di cui è riportata
la descrizione ed i riferimenti normativi:
RISCHI RIFERIMENTO
DPI DESCRIZIONE
EVIDENZIATI NORMATIVO
Art 75 – 77 – 78, Allegato
Scarpe
Puntale rinforzato in acciaio VIII-punti 3, 4 n.6 del D.lgs.
antinfortunistiche
contro schiacciamento/ n.81/08 come modificato
Punture, tagli e abrasioni/perforazione/ferite dal D.lgs n.106/09
abrasioni degli arti inferiori e suola UNI EN ISO 20344 (2008)
antiscivolo e per salvaguardare Dispositivi di protezione
la caviglia da distorsioni individuale – Metodi di
prova per calzature
Guanti in crosta Art 75 – 77 – 78, Allegato
Da utilizzare nei luoghi di lavoro
VIII-punti 3, 4 n.5 del D.lgs.
caratterizzati dalla presenza di
n.81/08 come modificato
Punture, tagli e materiali e/o attrezzi che
dal D.lgs n.106/09
abrasioni possono causare fenomeni di
UNI EN 388 (2004)
abrasione
Guanti di protezione contro
/taglio/perforazione delle mani
rischi meccanici
RISCHI RIFERIMENTO
DPI DESCRIZIONE
EVIDENZIATI NORMATIVO
Tuta di protezione Art 75 – 77 – 78, Allegato VIII
Da utilizzare nei luoghi di
- punti 3, 4 n.7 del D.lgs.
lavoro caratterizzati dalla
n.81/08 come modificato dal
Polveri e detriti presenza di materiali e/o
D.lgs n.106/09
durante l’uso attrezzi che possono causare
UNI EN 340(2004)
fenomeni di abrasione /taglio/
Indumenti di protezione.
perforazione
Requisiti generali
Art 75 – 77 – 78, Allegato VIII
Scarpe Puntale rinforzato in acciaio
- punti 3, 4 n.6 del D.lgs.
antinfortunistiche contro
n.81/08 come modificato dal
schiacciamento/abrasioni/perf
Scivolamenti e D.lgs n.106/09
orazione/ferite degli arti
cadute a livello UNI EN ISO 20344 (2008)
inferiori e suola antiscivolo e
Dispositivi di protezione
per salvaguardare la caviglia
individuale – Metodi di prova
da distorsioni
per calzature
Lesioni per contatto Da utilizzare nei luoghi di
Art 75 – 77 – 78, Allegato VIII
con organi mobili Guanti in crosta lavoro caratterizzati dalla
- punti 3, 4 n.5 del D.lgs.
durante l’uso presenza di materiali e/o
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Art 75 – 77 – 78 , Allegato
Mascherina VIII-punto 3, 4 n.4 del D.lgs.
antipolvere FFP2 Mascherina per la protezione n.81/08 come modificato dal
di polveri a media tossicità, D.lgs n.106/09
Inalazione di polveri fibre e aerosol a base acquosa UNI EN 149 (2003)
e fibre di materiale particellare >= Apparecchi di protezione delle
0,02 micron. vie respiratorie - Semimaschera
filtrante contro particelle -
Requisiti, prove, marcatura.
Cuffia antirumore
Art 75 – 77 – 78, Allegato VIII-
I modelli attualmente in
punti 3, 4 n.3 del D.lgs. n.81/08
commercio consentono di
Presenza di come modificato dal D.lgs
regolare la pressione delle
apparecchiature/ n.106/09
coppe auricolari, mentre i
macchine rumorose UNI EN 352-2 (2004)
cuscinetti sporchi ed usurati si
Protettori dell'udito. Requisiti
possono facilmente sostituire
generali. Parte 1: cuffie
Occhiali di Con lente unica panoramica in Art 75 – 77 – 78, Allegato VIII-
protezione policarbonato trattati anti punto 3, 4 n.2 del D.lgs.
graffio, con protezione laterale n.81/08 come modificato dal
Proiezione di
D.lgs n.106/09
materiali
UNI EN 166 (2004)
Protezione personale degli
occhi - Specifiche.
SMERIGLIATRICE
La smerigliatrice angolare a disco o a squadra (più conosciuta come mola a disco o flessibile o flex)
è un utensile portatile che reca un disco ruotante la cui funzione è, secondo il tipo di disco (abrasivo
o diamantato), quella di tagliare, smussare, lisciare superfici anche estese.
Le smerigliatrici si differenziano per l’alimentazione (elettrica o pneumatica) ed il funzionamento (le
mini smerigliatrici hanno potenza limitata, alto numero di giri e dischi di diametro che va dai 115
mm. ai 125 mm., mentre le smerigliatrici hanno potenza maggiore, velocità minore, ma montano
dischi di diametro da 180 mm. a 230 mm). La smerigliatrice angolare a disco o a squadra (più
conosciuta come mola a disco o flessibile) è un utensile portatile che reca un disco ruotante la cui
funzione è, secondo il tipo di disco (abrasivo o diamantato), quella di tagliare, smussare o lisciare
superfici anche estese.
Le smerigliatrici si differenziano per l’alimentazione (elettrica o pneumatica) ed il funzionamento (le
mini smerigliatrici hanno potenza limitata, alto numero di giri e dischi di diametro che va dai 115
mm. ai 125 mm., mentre le smerigliatrici che hanno potenza maggiore, dispongono di velocità
rotativa minore, ma montano dischi di diametro da 180 mm. a 230 mm.).
Prescrizioni Preliminari
L'attrezzatura deve essere accompagnata, oltre che dalle normali informazioni di carattere tecnico,
dal libretto di garanzia e dalle istruzioni d'uso e manutenzione, con le indicazioni necessarie per
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ESTENSIONE RETI, ALLACCIAMENTI ED ACCESSORI SULLE RETI DI FOGNATURA
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• Utilizzare sempre i dispositivi di protezione individuali previsti (Art.75-78 del D.lgs. n.81/08
come modificato dal D. Lgs. 106/09)
• Verificare l'uso costante dei DPI da parte di tutto il personale operante (Art. 77 del D.lgs.
n.81/08 come modificato dal D. Lgs. 106/09)
D.P.I.
In funzione dei rischi evidenziati saranno utilizzati obbligatoriamente i seguenti DPI, di cui è riportata
la descrizione ed i riferimenti normativi:
RISCHI RIFERIMENTO
DPI DESCRIZIONE
EVIDENZIATI NORMATIVO
Casco Protettivo Dispositivo utile a proteggere Art 75 – 77 – 78 , Allegato VIII
il lavoratore dal rischio di - punti 3, 4 n.1 del D.lgs.
Proiezione di offesa al capo per caduta di n.81/08 come modificato dal D.
schegge materiale dall'alto o Lgs. 106/09
comunque per contatti con UNI EN 397(2001)
elementi pericolosi Elmetti di protezione
MARTELLO DEMOLITORE
L’utilizzo dell’utensile dovrà condurre alla riduzione delle vibrazioni, tenuto conto del progresso
tecnico e della possibilità di disporre di dispositivi atti a ridurre le vibrazioni, oppure portare alla
riduzione dell’esposizione individuale alle vibrazioni, alternando per l’operatore l’uso degli strumenti
scuotenti con altri lavori di diversa natura. La buona manutenzione dell’utensile e la rigorosa
sorveglianza della sua efficienza costituiscono un’indispensabile misura preventiva per i rischi da
vibrazione e rumore: l’usura è infatti una delle cause principali delle vibrazioni/rumori, così come
risulta efficace mantenere adeguate condizioni microclimatiche sul posto di lavoro - avendo - alle
basse temperature un’azione favorevole sulle malattie vasomotorie.
Nelle operazioni di demolizione con ausilio di martello demolitore di tipo pneumatico, al fine di
ridurre il livello di rumore, risulta opportuno adottare compressori di tipo “rotativo”, meno rumorosi
di quelli del tipo “alternativo”. Per prevenire l’azione irritante del cemento sulla pelle (eczema da
cemento dovuta all’abrasione meccanica sulla cute delle sue particelle) risulta indispensabile l’uso di
guanti e tute da lavoro. Non utilizzare scale a mano per l'esecuzione delle tracce in elevato ma la
lavorazione deve essere effettuata con predisposizione di idonee opere provvisionali.
D.P.I.
In funzione dei rischi evidenziati saranno utilizzati obbligatoriamente i seguenti DPI, di cui è riportata
la descrizione ed i riferimenti normativi:
RISCHI RIFERIMENTO
DPI DESCRIZIONE
EVIDENZIATI NORMATIVO
Casco Protettivo Dispositivo utile a proteggere Art 75 – 77 – 78 , Allegato VIII
il lavoratore dal rischio di - punti 3, 4 n.1 del D.lgs.
Proiezione di offesa al capo per caduta di n.81/08 come modificato dal D.
schegge materiale dall'alto o Lgs. 106/09
comunque per contatti con UNI EN 397(2001)
elementi pericolosi Elmetti di protezione
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Trattasi di macchina utilizzata per il taglio dell'asfalto e dotata di regolazione della profondità di
taglio per mezzo dell'abbassamento del disco.
Interventi/Disposizioni/Procedure per ridurre i rischi
• L'attrezzatura dovrà possedere, in relazione alle necessità della sicurezza del lavoro, i necessari
requisiti di resistenza e di idoneità ed essere mantenuta in buono stato di conservazione e di
efficienza (Art. 71 del D.lgs. n.81/08 come modificato dal D.lgs n.106/09)
• Accertarsi che l'attrezzatura sia marcata "CE" (Art. 70 del D.lgs. n.81/08 come modificato dal D.lgs
n.106/09)
• L'attrezzatura deve essere corredata da un libretto d'uso e manutenzione (Art. 70 del D.lgs.
n.81/08 come modificato dal D.lgs n.106/09)
• Prima di utilizzare la macchina assicurarsi della sua perfetta efficienza, nonché dell'eliminazione
di qualsiasi condizione pericolosa
• Delimitare e segnalare l'area d'intervento del tagliasfalto a disco (Allegato V, Parte I, Punto 2 del
D.lgs. n.81/08 come modificato dal D.lgs n.106/09)
• Controllare il funzionamento dei dispositivi di comando del tagliasfalto a disco
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• Verificare l'efficienza delle protezioni degli organi di trasmissione del tagliasfalto a disco
(Allegato V, Parte I, Punto 6 del D.lgs. n.81/08 come modificato dal D.lgs n.106/09)
• Prima dell'uso, segnalare la zona esposta a livello di rumorosità elevato (Art. 192, comma 3 del
D.lgs. n.81/08 come modificato dal D.lgs n.106/09)
• Utilizzare sempre i dispositivi di protezione individuali previsti (Art.75-78 del D.lgs. n.81/08 come
modificato dal D.lgs n.106/09)
• Verificare l'uso costante dei DPI da parte di tutto il personale operante (Art. 77 del D.lgs. n.81/08
come modificato dal D.lgs n.106/09)
D.P.I.
In funzione dei rischi evidenziati saranno utilizzati obbligatoriamente i seguenti DPI, di cui è riportata
la descrizione ed i riferimenti normativi:
RISCHI RIFERIMENTO
DPI DESCRIZIONE
EVIDENZIATI NORMATIVO
Casco Protettivo Dispositivo utile a proteggere Art 75 – 77 – 78 , Allegato VIII
il lavoratore dal rischio di - punti 3, 4 n.1 del D.lgs.
Proiezione di offesa al capo per caduta di n.81/08 come modificato dal
schegge materiale dall'alto o D.lgs n.106/09
comunque per contatti con UNI EN 397(2001)
elementi pericolosi Elmetti di protezione
Indumenti alta Art 75 – 77 – 78, Allegato VIII-
visibilità punti 3, 4 n.7 del D.lgs. n.81/08
come modificato dal D.lgs
Fluorescente con bande n.106/09
rifrangenti, composto da UNI EN 340-471 (2004)
Investimento
pantalone e giacca ad alta Indumenti di protezione -
visibilità Requisiti generali. Indumenti di
segnalazione ad alta visibilità
per uso professionale - Metodi
di prova e requisiti.
Scarpe Art 75 – 77 – 78, Allegato VIII
Puntale rinforzato in acciaio
antinfortunistiche - punti 3, 4 n.6 del D.lgs.
contro
n.81/08 come modificato dal
Lesioni per caduta di schiacciamento/abrasioni/perf
D.lgs n.106/09
materiali orazione/ferite degli arti
UNI EN ISO 20344 (2008)
movimentati inferiori e suola antiscivolo e
Dispositivi di protezione
per salvaguardare la caviglia
individuale – Metodi di prova
da distorsioni
per calzature
Guanti in crosta Art 75 – 77 – 78, Allegato VIII
Da utilizzare nei luoghi di
- punti 3, 4 n.5 del D.lgs.
lavoro caratterizzati dalla
Lesioni per contatto n.81/08 come modificato dal
presenza di materiali e/o
con organi mobili D.lgs n.106/09
attrezzi che possono causare
durante l’uso UNI EN 388 (2004)
fenomeni di abrasione/taglio/
Guanti di protezione contro
perforazione delle mani
rischi meccanici
Cuffia antirumore Art 75 – 77 – 78, Allegato VIII-
I modelli attualmente in
punti 3, 4 n.3 del D.lgs. n.81/08
commercio consentono di
Presenza di come modificato dal D.lgs
regolare la pressione delle
apparecchiature/ n.106/09
coppe auricolari, mentre i
macchine rumorose UNI EN 352-2 (2004)
cuscinetti sporchi ed usurati si
Protettori dell'udito. Requisiti
possono facilmente sostituire
generali. Parte 1: cuffie
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PIANO DI SICUREZZA E COORDINAMENTO (P.S.C.)
PRESTAZIONI DI PRONTO INTERVENTO, MANUTENZIONE PROGRAMMATA,
ESTENSIONE RETI, ALLACCIAMENTI ED ACCESSORI SULLE RETI DI FOGNATURA
DA ESEGUIRSI NEL TERRITORIO GESTITO DA HERA SPA
Trattasi di attrezzatura, utilizzata per eseguire fori o lavorazioni che richiedano l'utilizzo di utensili
circolari, come ad esempio le punte elicoidali, gli alesatori, i maschi, le filiere.
Interventi/Disposizioni/Procedure per ridurre i rischi
• L'attrezzatura deve possedere, in relazione alle necessità della sicurezza del lavoro, i necessari
requisiti di resistenza e di idoneità ed essere mantenuta in buono stato di conservazione e di
efficienza (Art.71 del D.lgs. n.81/08 come modificato dal D.lgs n.106/09)
• Verificare che l’attrezzatura sia corredata da un libretto d'uso e manutenzione (Art.70 del
D.lgs. n.81/08 come modificato dal D.lgs n.106/09)
• Accertarsi che l'attrezzatura sia marcata "CE" (Art.70 del D.lgs. n.81/08 come modificato dal
D.lgs n.106/09)
• Il trapano portatile deve essere munito di interruttore incorporato nell'incastellatura, che
consenta di eseguire con facilità e sicurezza la messa in moto e l'arresto (Allegato V parte I
punto 2 del D.lgs. n.81/08 come modificato dal D.lgs n.106/09)
• Durante l'uso del trapano deve essere accertato frequentemente lo stato di affilatura della
punta (Art.71 del D.lgs. n.81/08 come modificato dal D.lgs n.106/09)
• Il cavo di alimentazione del trapano portatile deve essere provvisto di adeguata protezione
meccanica e sicurezza elettrica (Art. 80 del D.lgs. n.81/08 come modificato dal D.lgs n.106/09)
• Il trapano portatile deve essere provvisto di doppio isolamento, riconoscibile dal simbolo del
'doppio quadrato' (Art. 80 del D.lgs. n81/08 come modificato dal D.lgs n.106/09)
• Durante l'uso dell'attrezzatura deve essere accertato che non vi siano cavi elettrici, tubi,
tondini di ferro od altro all'interno dei materiali su cui intervenire
• Per l'uso del trapano portatile devono essere osservate le ore di silenzio imposte dai
regolamenti locali
• Utilizzare sempre i dispositivi di protezione individuali previsti (Art. 75-78 del D.lgs. n.81/08
come modificato dal D.lgs n.106/09)
• Verificare l'uso costante dei DPI da parte di tutto il personale operante (Art. 77 del D.lgs.
n.81/08 come modificato dal D.lgs n.106/09)
D.P.I.
In funzione dei rischi evidenziati saranno utilizzati obbligatoriamente i seguenti DPI, di cui è riportata
la descrizione ed i riferimenti normativi:
RISCHI RIFERIMENTO
DPI DESCRIZIONE
EVIDENZIATI NORMATIVO
Casco Protettivo Dispositivo utile a proteggere Art 75 – 77 – 78 , Allegato VIII
il lavoratore dal rischio di - punti 3, 4 n.1 del D.lgs.
Proiezione di offesa al capo per caduta di n.81/08 come modificato dal
schegge materiale dall'alto o D.lgs n.106/09
comunque per contatti con UNI EN 397(2001)
elementi pericolosi Elmetti di protezione
Scarpe Puntale rinforzato in acciaio
Art 75 – 77 – 78, Allegato VIII
antinfortunistiche contro
- punti 3, 4 n.6 del D.lgs.
Lesioni per caduta di schiacciamento/abrasioni/perf
n.81/08 come modificato dal
materiali orazione/ferite degli arti
D.lgs n.106/09
movimentati inferiori e suola antiscivolo e
UNI EN ISO 20344 (2008)
per salvaguardare la caviglia
Dispositivi di protezione
da distorsioni
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PRESTAZIONI DI PRONTO INTERVENTO, MANUTENZIONE PROGRAMMATA,
ESTENSIONE RETI, ALLACCIAMENTI ED ACCESSORI SULLE RETI DI FOGNATURA
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FORATUBI
RISCHI RIFERIMENTO
DPI DESCRIZIONE
EVIDENZIATI NORMATIVO
Art 75 – 77 – 78, Allegato
Scarpe antinfortunistiche Puntale rinforzato in acciaio VIII-punti 3, 4 n.6 del D.lgs.
Lesioni per contro schiacciamento/ n.81/08 come modificato
contatto con abrasioni/perforazione/ferite dal D.lgs n.106/09
organi mobili degli arti inferiori e suola UNI EN ISO 20344 (2008)
durante l’uso antiscivolo e per salvaguardare Dispositivi di protezione
la caviglia da distorsioni individuale – Metodi di
prova per calzature
Guanti in crosta Art 75 – 77 – 78, Allegato
Da utilizzare nei luoghi di
VIII-punti 3, 4 n.5 del D.lgs.
lavoro caratterizzati dalla
n.81/08 come modificato
Punture, tagli e presenza di materiali e/o
dal D.lgs n.106/09
abrasioni attrezzi che possono causare
UNI EN 388 (2004)
fenomeni di abrasione
Guanti di protezione contro
/taglio/perforazione delle mani
rischi meccanici
Art 75 – 77 – 78, Allegato
Occhiali di protezione Con lente unica panoramica in VIII-punto 3, 4 n.2 del
policarbonato trattati anti D.lgs. n.81/08 come
Proiezione di graffio, con protezione laterale modificato dal D.lgs
schegge n.106/09
UNI EN 166 (2004)
Protezione personale degli
occhi - Specifiche.
GRUPPO ELETTROGENO
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PIANO DI SICUREZZA E COORDINAMENTO (P.S.C.)
PRESTAZIONI DI PRONTO INTERVENTO, MANUTENZIONE PROGRAMMATA,
ESTENSIONE RETI, ALLACCIAMENTI ED ACCESSORI SULLE RETI DI FOGNATURA
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Le parti di macchine, macchinari o attrezzi che costituiscano un pericolo, dovranno essere protetti o
segregati o provvisti di dispositivi di sicurezza.
Tutti gli organi mobili dovranno essere lubrificati, se previsto dal libretto di manutenzione, avendo
cura di ripristinare tutte le protezioni asportate, manomesse o danneggiate (schermi di protezione
per ingranaggi, carter, ecc.). Deve essere evidenziata la presenza di punti di ossidazione che possa
compromettere la funzionalità della macchina e, se necessario bisognerà provvedere alla relativa
rimozione e verniciatura.
Prima dell'introduzione in cantiere di utensili, attrezzature a motore, macchinari e mezzi d'opera, e
periodicamente durante le lavorazioni, dovranno essere eseguite accurate verifiche sullo stato
manutentivo ad opera di personale qualificato in grado di procedere alle eventuali necessarie
riparazioni.
Qualora vengano compiute operazioni di regolazione, riparazione o sostituzione di parti della
macchina, bisognerà utilizzare solo ricambi ed accessori originali, come previsto nel libretto di
manutenzione e non modificare alcuna parte della macchina.
Ultimata la manutenzione e prima di rimettere in funzione la macchina, riporre tutti gli attrezzi
utilizzati.
Interventi/Disposizioni/Procedure per ridurre i rischi:
• L'attrezzatura dovrà possedere, in relazione alle necessità della sicurezza del lavoro, i
necessari requisiti di resistenza e di idoneità ed essere mantenuta in buono stato di
conservazione e di efficienza (Art. 71 del D.lgs. n.81/08 come modificato dal D.lgs n.106/09)
• Accertarsi che l'attrezzatura sia marcata "CE" (Art. 70 del D.lgs. n.81/08 come modificato dal
D.lgs n.106/09)
• L'attrezzatura deve essere corredata da un libretto d'uso e manutenzione (Art. 70 del D.lgs.
n.81/08 come modificato dal D.lgs n.106/09)
• Prima di utilizzare la macchina assicurarsi della sua perfetta efficienza, nonché
dell'eliminazione di qualsiasi condizione pericolosa
• Prima dell'uso del gruppo elettrogeno accertarsi che non- sia posto a distanza inferiore a
metri 3 da depositi di sostanze combustibili e che sia protetto da tettoie contro gli agenti
atmosferici, dell'efficienza dei dispositivi di sicurezza del livello di carburante e
dell'interruttore di comando e di protezione
• Mantenere nei pressi del gruppo elettrogeno un estintore portatile di tipo approvato per
fuochi di classe B e C con contenuto di agente estinguente non inferiore a 6 kg
• In prossimità della macchina devono essere esposti cartelli con l'indicazione delle principali
norme d'uso e di sicurezza
• Sulla macchina, in posizione facilmente raggiungibile e ben riconoscibile, deve essere
collocato un interruttore per l'arresto immediato di emergenza
• Il lavoratore deve, prima di iniziare le lavorazioni, prendere visione della posizione del
comando per l'arresto immediato di emergenza segnalando al preposto o al datore di lavoro,
se tale posizione non dovesse essere facilmente raggiungibile
• La macchina dovrà sempre essere posizionata ed utilizzata seguendo le indicazioni del
libretto d'uso e manutenzione fornito dal costruttore
• Le verifiche preventive da eseguire sul terreno dove si dovrà installare la macchina sono:
o verifica della stabilità (non dovranno manifestarsi cedimenti sotto i carichi
trasmessi dalla macchina)
o verifica del drenaggio (non dovranno constatarsi ristagni di acqua piovana alla
base della macchina)
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ESTENSIONE RETI, ALLACCIAMENTI ED ACCESSORI SULLE RETI DI FOGNATURA
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• Per assicurare la stabilità della macchina si dovranno utilizzare gli appositi regolatori di
altezza, se presenti o, in alternativa, assi di legno, evitando l'uso di mattoni e pietre
• Qualora venissero aperti scavi in prossimità della macchina, si dovrà provvedere ad una loro
adeguata armatura
• Le protezioni ed i dispositivi di sicurezza non devono essere rimossi se non nei casi di assoluta
necessità o per operazioni di manutenzione espressamente previste nelle istruzioni fornite
dal produttore
• Qualora debba provvedersi alla loro rimozione (previo permesso preventivo del preposto o
del datore di lavoro), dovranno adottarsi contemporaneamente misure atte a mettere in
evidenza e a ridurre al limite minimo possibile il pericolo che ne deriva
• Il ricollocamento nella sede originaria delle protezioni o dei dispositivi di sicurezza rimossi,
dovrà avvenire non appena siano cessate le ragioni che ne hanno reso necessaria la loro
temporanea rimozione
• E’ vietato pulire, oliare o ingrassare gli organi mobili, eseguire qualsiasi operazioni di
registrazione o di riparazione quando siano in funzione, salvo non risulti espressamente
indicato (con le relative procedure esecutive) nelle istruzioni di manutenzione (Allegato V
parte I punto 11 del D.lgs. n.81/08 come modificato dal D.lgs n.106/09)
• Il gruppo elettrogeno deve essere collegato all'impianto di messa a terra (Art. 80 del D.lgs.
n.81/08 come modificato dal D.lgs n.106/09)
• Qualora il gruppo elettrogeno sia privo di interruttore di protezione, gli utilizzatori dovranno
essere alimentati interponendo un quadro elettrico a norma
• Prima della messa in funzione del gruppo elettrogeno deve essere verificata l'efficienza della
strumentazione, con particolare riguardo agli interruttori di comando e protezione
• Utilizzare sempre i dispositivi di protezione individuali previsti (Art. 75-78 del D.lgs. n.81/08
come modificato dal D.lgs n.106/09)
• Verificare l'uso costante dei DPI da parte di tutto il personale operante (Art. 77 del D.lgs.
n.81/08 come modificato dal D.lgs n.106/09)
D.P.I.
In funzione dei rischi evidenziati saranno utilizzati obbligatoriamente i seguenti DPI, di cui è riportata
la descrizione ed i riferimenti normativi:
RISCHI RIFERIMENTO
DPI DESCRIZIONE
EVIDENZIATI NORMATIVO
Scarpe Art 75 – 77 – 78, Allegato
antinfortunistiche Puntale rinforzato in acciaio VIII-punti 3, 4 n.6 del D.lgs.
contro schiacciamento/ n.81/08 come modificato
Lesioni per contatto
abrasioni/perforazione/ferite dal D.lgs n.106/09
con organi mobili
degli arti inferiori e suola UNI EN ISO 20344 (2008)
durante l’uso
antiscivolo e per salvaguardare Dispositivi di protezione
la caviglia da distorsioni individuale – Metodi di
prova per calzature
Guanti in crosta Art 75 – 77 – 78, Allegato
Da utilizzare nei luoghi di
VIII-punti 3, 4 n.5 del D.lgs.
lavoro caratterizzati dalla
Cesoiamenti, n.81/08 come modificato
presenza di materiali e/o
stritolamenti e dal D.lgs n.106/09
attrezzi che possono causare
lacerazioni UNI EN 388 (2004)
fenomeni di abrasione
Guanti di protezione contro
/taglio/perforazione delle mani
rischi meccanici
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PIANO DI SICUREZZA E COORDINAMENTO (P.S.C.)
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ESTENSIONE RETI, ALLACCIAMENTI ED ACCESSORI SULLE RETI DI FOGNATURA
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PIEGAFERRI
Trattasi di attrezzatura che svolge la funzione di piegatura di barre di acciaio al fine di realizzare
staffe e sagomati per il cemento armato.
Interventi/Disposizioni/Procedure per ridurre i rischi:
• L'attrezzatura dovrà possedere, in relazione alle necessità della sicurezza del lavoro, i
necessari requisiti di resistenza e di idoneità ed essere mantenuta in buono stato di
conservazione e di efficienza (Art. 71 del D.lgs. n.81/08 come modificato dal D.lgs n.106/09)
• L'attrezzatura dovrà essere corredata da un libretto d'uso e manutenzione (Art. 70 del D.lgs.
n.81/08 come modificato dal D.lgs n.106/09)
• Accertarsi che l'attrezzatura sia marcata "CE" (Art. 70 del D.lgs. n.81/08 come modificato dal
D.lgs n.106/09)
• Alla trancia-piegaferri viene adibito personale esperto e informato sui notevoli rischi della
macchina
• Verificare la presenza delle protezioni agli organi di trasmissione (pulegge, cinghie,
ingranaggi, ecc.) della trancia-piegaferri
• Verificare la presenza delle protezioni agli organi di manovra ed il buon funzionamento dei
pulsanti e dei dispositivi di arresto della trancia-piegaferri
• Si prevedera' un arresto di emergenza nella trancia-piegaferri
• Il pedale della trancia-piegaferri dovra' risultare protetto contro l'azionamento accidentale
sopra ed ai lati.
• La trancia-piegaferri prevedera' un dispositivo che impedisca il riavviamento spontaneo dopo
un'interruzione dell'alimentazione elettrica (Allegato V, Parte I, Punto 2.2 del D.lgs. n.81/08
come modificato dal D.lgs n.106/09)
• Durante l'uso dell'attrezzatura dovranno essere vietati indumenti che possono impigliarsi,
bracciali od altro (Art.20 del D.lgs. n.81/08 come modificato dal D.lgs n.106/09)
• Verificare l'integrità delle protezioni e dei ripari alle morsettiere ed il buon funzionamento
degli interruttori elettrici di azionamento e di manovra della trancia-piegaferri
• Verificare la disposizione dei cavi di alimentazione affinchè non intralcino i posti di lavoro, i
passaggi e non siano soggetti a danneggiamenti meccanici da parte del materiale da lavorare
e lavorato con la trancia-piegaferri
• La macchina dovrà essere collegata all'impianto di terra (Art.80 del D.lgs. n.81/08 come
modificato dal D.lgs n.106/09)
• Verificare l'integrità dei collegamenti elettrici e di quelli di messa a terra visibili della trancia-
piegaferri (Art. 86 del D.lgs. n.81/08 come modificato dal D.lgs n.106/09)
• Utilizzare sempre i dispositivi di protezione individuali previsti (Art. 75-78 del D.lgs. n.81/08
come modificato dal D.lgs n.106/09)
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PRESTAZIONI DI PRONTO INTERVENTO, MANUTENZIONE PROGRAMMATA,
ESTENSIONE RETI, ALLACCIAMENTI ED ACCESSORI SULLE RETI DI FOGNATURA
DA ESEGUIRSI NEL TERRITORIO GESTITO DA HERA SPA
• Verificare l'uso costante dei DPI da parte di tutto il personale operante (Art. 77 del D.lgs.
n.81/08 come modificato dal D.lgs n.106/09)
D.P.I.
In funzione dei rischi evidenziati saranno utilizzati obbligatoriamente i seguenti DPI, di cui è riportata
la descrizione ed i riferimenti normativi:
RISCHI RIFERIMENTO
DPI DESCRIZIONE
EVIDENZIATI NORMATIVO
Casco Protettivo Dispositivo utile a proteggere Art 75 – 77 – 78 , Allegato VIII
il lavoratore dal rischio di - punti 3, 4 n.1 del D.lgs.
Urti, colpi, impatti e offesa al capo per caduta di n.81/08 come modificato dal
compressioni materiale dall'alto o D.lgs n.106/09
comunque per contatti con UNI EN 397(2001)
elementi pericolosi Elmetti di protezione
SEGA CIRCOLARE
Trattasi di attrezzatura che viene utilizzata per il taglio del legname da carpenteria e/o per quello
usato in diverse lavorazioni. Le seghe circolari possono essere fisse o mobili e si differenziano anche
in base al tipo di motore elettrico (mono o trifase), la profondità del taglio della lama, la possibilità
di regolare o meno la sua inclinazione, la trasmissione a cinghia o diretta. Le seghe circolari con
postazione fissa sono costituite da un banco di lavoro al di sotto del quale viene ubicato un motore
elettrico cui è vincolata la sega vera e propria con disco a sega o dentato. Al di sopra della sega è
disposta una cuffia di protezione, posteriormente un coltello divisorio in acciaio ed inferiormente un
carter a protezione delle cinghie di trasmissione e della lama. La versione portatile presenta
un'impugnatura, affiancata al corpo motore dell'utensile, grazie alla quale è possibile dirigere il
taglio, mentre il coltello divisore è posizionato nella parte inferiore.
Prescrizioni Preliminari:
L'attrezzatura deve essere accompagnata, oltre che dalle normali informazioni di carattere tecnico,
dal libretto di garanzia e dalle istruzioni d'uso e manutenzione, con le indicazioni necessarie per
eseguire, senza alcun rischio, la messa in funzione e l'utilizzazione, il trasporto, l'eventuale
installazione e/o montaggio (smontaggio), la regolazione, la manutenzione e le riparazioni. Tale
documentazione deve, inoltre, fornire tutte le informazioni sull'emissione di potenza sonora e sulle
vibrazioni prodotte. Le parti di macchine, macchinari o attrezzi che costituiscano un pericolo,
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PRESTAZIONI DI PRONTO INTERVENTO, MANUTENZIONE PROGRAMMATA,
ESTENSIONE RETI, ALLACCIAMENTI ED ACCESSORI SULLE RETI DI FOGNATURA
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dovranno essere protetti o segregati o provvisti di dispositivi di sicurezza. Tutti gli organi mobili
dovranno essere lubrificati, se previsto dal libretto di manutenzione, avendo cura di ripristinare tutte
le protezioni asportate, manomesse o danneggiate (schermi di protezione per ingranaggi, carter,
ecc.). Deve essere evidenziata la presenza di punti di ossidazione che possa compromettere la
funzionalità della macchina e, se necessario bisognerà provvedere alla relativa rimozione e
verniciatura. Prima dell'introduzione di utensili, attrezzature a motore, macchinari e mezzi d'opera, e
periodicamente durante le lavorazioni, dovranno essere eseguite accurate verifiche sullo stato
manutentivo ad opera di personale qualificato in grado di procedere alle eventuali necessarie
riparazioni. Qualora vengano compiute operazioni di regolazione, riparazione o sostituzione di parti
della macchina, utilizzare solo ricambi ed accessori originali, come previsto nel libretto di
manutenzione e non modificare alcuna parte della macchina.
Interventi/Disposizioni/Procedure per ridurre i rischi:
• L'attrezzatura dovrà possedere, in relazione alle necessità della sicurezza del lavoro, i
necessari requisiti di resistenza e di idoneità ed essere mantenuta in buono stato di
conservazione e di efficienza (Art. 71 del D.lgs. n.81/08 come modificato dal D.lgs n.106/09)
• Verificare che l’attrezzatura sia corredata da un libretto d'uso e manutenzione (Art. 70 del
D.lgs. n.81/08 come modificato dal D.lgs n.106/09)
• Accertarsi che l'attrezzatura sia marcata "CE" (Art. 70 del D.lgs. n.81/08come modificato dal
D.lgs n.106/09)
• Sulla sega circolare saranno installati schermi fissi ai due lati dell’utensile e una cuffia
registrabile per impedire il contatto con la stessa ed eventuali schegge (Allegato V, Parte II,
Punto 5.5.3 del D.lgs. n.81/08 come modificato dal D.lgs n.106/09)
• La sega circolare sarà dotata di carter contro il contatto con gli organi di trasmissione
(Allegato V, Parte II, Punto 5.5.3 del D.lgs. n.81/08 come modificato dal D.lgs n.106/09)
• La sega circolare sarà dotata di coltello divisore regolato a 3 mm dalla dentatura e più basso
di 5 mm rispetto alla sporgenza della lama (Allegato V, Parte II, Punto 5.5.3 del D.lgs. n.81/08
come modificato dal D.lgs n.106/09)
• Dotare la sega circolare di uno spingipezzo per pezzi e di una guida
• Fissare in maniera efficace il disco della sega circolare all’albero
• La sega circolare prevederà il collegamento all’impianto di terra (Art.80 del D.lgs.
n.81/08come modificato dal D.lgs n.106/09)
• Sulla sega circolare sarà installato un arresto di emergenza (Allegato V, Parte I, Punto 2.4 del
D.lgs. n.81/08 come modificato dal D.lgs n.106/09)
• La sega circolare prevederà un dispositivo che impedisca il riavviamento spontaneo dopo
un’interruzione dell’alimentazione elettrica (Allegato V, Parte I, Punto 2.2 del D.lgs. n.81/08
come modificato dal D.lgs n.106/09)
• Mantenere affilato il disco della sega circolare (Art. 71 del D.lgs. n.81/08 come modificato dal
D.lgs n.106/09)
• E’ vietato effettuare operazioni di manutenzione o pulizia con la sega circolare in moto
(Allegato V, Parte I, Punto 11 del D.lgs. n.81/08 come modificato dal D.lgs n.106/09)
• Sarà vietato l’uso dell’aria compressa per la pulizia della sega circolare
• Durante l’uso della sega circolare non indossare indumenti che si possono impigliare,
bracciali od altro
• Durante l’uso della sega circolare per il taglio di tavolame in lungo sarà ordinato ai lavoratori
di utilizzare il coltello divisore opportunamente regolato (Art. 20 del D.lgs. n.81/08 come
modificato dal D.lgs n.106/09)
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ESTENSIONE RETI, ALLACCIAMENTI ED ACCESSORI SULLE RETI DI FOGNATURA
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• Durante l’uso della sega circolare sarà ordinato ai lavoratori di utilizzare la cuffia di protezione
opportunamente regolata (Art. 20 del D.lgs. n.81/08 )
• Per l’uso della sega circolare saranno osservate le ore di silenzio imposte dai regolamenti
locali
• I lavoratori della fase coordinata non devono avvicinarsi alla sega circolare finchè la stessa è
in funzione
• La sega circolare sarà posizionata su terreno stabile, in luogo piano, lontana da vie di transito
e con adeguato spazio per la lavorazione
• Intorno alla sega circolare devono essere previsti adeguati spazi per la sistemazione del
materiale lavorato e da lavorare, nonché per l'allontanamento dei residui delle lavorazioni
(segatura e trucioli)
• Utilizzare sempre i dispositivi di protezione individuali previsti (Art.75-78 del D.lgs. n.81/08
come modificato dal D.lgs n.106/09)
• Verificare l'uso costante dei DPI da parte di tutto il personale operante (Art. 77 del D.lgs.
n.81/08 come modificato dal D.lgs n.106/09)
D.P.I.
In funzione dei rischi evidenziati saranno utilizzati obbligatoriamente i seguenti DPI, di cui è riportata
la descrizione ed i riferimenti normativi:
RISCHI RIFERIMENTO
DPI DESCRIZIONE
EVIDENZIATI NORMATIVO
Casco Protettivo
Dispositivo utile a proteggere Art 75 – 77 – 78 , Allegato VIII
il lavoratore dal rischio di - punti 3, 4 n.1 del D.lgs.
Proiezione di offesa al capo per caduta di n.81/08 come modificato dal
schegge materiale dall'alto o D.lgs n.106/09
comunque per contatti con UNI EN 397(2001)
elementi pericolosi Elmetti di protezione
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PIANO DI SICUREZZA E COORDINAMENTO (P.S.C.)
PRESTAZIONI DI PRONTO INTERVENTO, MANUTENZIONE PROGRAMMATA,
ESTENSIONE RETI, ALLACCIAMENTI ED ACCESSORI SULLE RETI DI FOGNATURA
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Art 75 – 77 – 78 , Allegato
Mascherina VIII-punto 3, 4 n.4 del D.lgs.
antipolvere FFP2 Mascherina per la protezione n.81/08 come modificato dal
di polveri a media tossicità, D.lgs n.106/09
Inalazione di polveri fibre e aerosol a base acquosa UNI EN 149 (2003)
e fibre di materiale particellare >= Apparecchi di protezione delle
0,02 micron. vie respiratorie - Semimaschera
filtrante contro particelle -
Requisiti, prove, marcatura.
Le seghe per il taglio di strutture in cemento armato possono essere suddivise in due tipologie:
- Sega a disco diamantato in rotazione raffreddato ad acqua, intelaiata su guide metalliche, con
la funzione di tagliare pareti, pavimenti, soffitti in cemento armato, rampe di scale, ecc…;
- Sega a filo diamantato per tagliare o demolire parti di costruzioni di grandi dimensioni, come
elementi di ponti, stadi sportivi, impianti industriali, ecc…
La sega a disco diamantato è costituita da un motore elettrico o oleodinamico che scorre su guide
fissate al manufatto o su proprie ruote per tagli orizzontali, ed aziona un disco diamantato per tagli
di massima precisione. La scelta del disco diamantato viene effettuata in funzione del tipo di
conglomerato cementizio da tagliare, dalla presenza e quantità degli indurenti superficiali, della
quantità e qualità dell’acciaio di armatura e della produzione giornaliera che si vuole raggiungere. Il
lavoro di taglio viene normalmente effettuato per successive “passate” di profondità crescente. La
sega a filo diamantato è costituita da un motore elettrico o oleodinamico che muove una serie di
pulegge che fanno scorrere sulla zona di taglio un filo inanellato con sfere al diamante.
Prescrizioni Preliminari:
L'attrezzatura deve essere accompagnata, oltre che dalle normali informazioni di carattere tecnico,
dal libretto di garanzia e dalle istruzioni d'uso e manutenzione, con le indicazioni necessarie per
eseguire, senza alcun rischio, la messa in funzione e l'utilizzazione, il trasporto, l'eventuale
installazione e/o montaggio (smontaggio), la regolazione, la manutenzione e le riparazioni. Tale
documentazione deve, inoltre, fornire tutte le informazioni sull'emissione di potenza sonora e sulle
vibrazioni prodotte. Le parti di macchine, macchinari o attrezzi che costituiscano un pericolo,
dovranno essere protetti o segregati o provvisti di dispositivi di sicurezza. Tutti gli organi mobili
dovranno essere lubrificati, se previsto dal libretto di manutenzione, avendo cura di ripristinare tutte
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PRESTAZIONI DI PRONTO INTERVENTO, MANUTENZIONE PROGRAMMATA,
ESTENSIONE RETI, ALLACCIAMENTI ED ACCESSORI SULLE RETI DI FOGNATURA
DA ESEGUIRSI NEL TERRITORIO GESTITO DA HERA SPA
• Durante l’uso della sega non indossare indumenti che si possono impigliare, bracciali od altro
• Durante l’uso della sega ordinare ai lavoratori di utilizzare la cuffia di protezione
opportunamente regolata,
• Utilizzare sempre i dispositivi di protezione individuali previsti,
• Verificare l'uso costante dei DPI da parte di tutto il personale operante.
D.P.I.
In funzione dei rischi evidenziati saranno utilizzati obbligatoriamente i seguenti DPI, di cui è riportata
la descrizione ed i riferimenti normativi:
RISCHI RIFERIMENTO
DPI DESCRIZIONE
EVIDENZIATI NORMATIVO
Casco Protettivo
Dispositivo utile a proteggere Art 75 – 77 – 78 , Allegato VIII
il lavoratore dal rischio di - punti 3, 4 n.1 del D.lgs.
Proiezione di offesa al capo per caduta di n.81/08 come modificato dal
schegge materiale dall'alto o D.lgs n.106/09
comunque per contatti con UNI EN 397(2001)
elementi pericolosi Elmetti di protezione
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RISCHI RIFERIMENTO
DPI DESCRIZIONE
EVIDENZIATI NORMATIVO
Occhiali di Con lente unica panoramica in Art 75 – 77 – 78, Allegato VIII-
protezione policarbonato trattati anti punto 3, 4 n.2 del D.lgs.
graffio, con protezione laterale n.81/08 come modificato dal
Proiezione di
D.lgs n.106/09
schegge
UNI EN 166 (2004)
Protezione personale degli
occhi - Specifiche.
Cuffia antirumore Art 75 – 77 – 78, Allegato VIII-
I modelli attualmente in
punti 3, 4 n.3 del D.lgs. n.81/08
commercio consentono di
Presenza di come modificato dal D.lgs
regolare la pressione delle
apparecchiature/ n.106/09
coppe auricolari, mentre i
macchine rumorose UNI EN 352-2 (2004)
cuscinetti sporchi ed usurati si
Protettori dell'udito. Requisiti
possono facilmente sostituire
generali. Parte 1: cuffie
Trattasi di macchinario dotato manico di presa e di motore elettrico che aziona un disco da taglio
per lo sfalcio dell’erba.
Interventi/Disposizioni/Procedure per ridurre i rischi:
• L'attrezzatura dovrà possedere, in relazione alle necessità della sicurezza del lavoro, i
necessari requisiti di resistenza e di idoneità ed essere mantenuta in buono stato di
conservazione e di efficienza (Art. 71 del D.lgs. n.81/08 come modificato dal D.lgs n.106/09),
• Accertarsi che l'attrezzatura sia marcata "CE" (Art. 70 del D.lgs. n.81/08 come modificato dal
D.lgs n.106/09),
• L'attrezzatura deve essere corredata da un libretto d'uso e manutenzione (Art. 70 del D.lgs.
n.81/08 come modificato dal D.lgs n.106/09),
• Prima di utilizzare la macchina assicurarsi della sua perfetta efficienza, nonché
dell'eliminazione di qualsiasi condizione pericolosa,
• Verificare la funzionalità dei comandi del tagliaerba,
• Verificare il corretto fissaggio delle lame dentate del tagliaerba,
• Verificare l'efficienza delle protezioni agli organi di trasmissione del tagliaerba (Allegato V,
Parte I, Punto 6 del D.lgs. n.81/08 come modificato dal D.lgs n.106/09),
• Utilizzare sempre i dispositivi di protezione individuali previsti (Art.75-78 del D.lgs. n.81/08
come modificato dal D.lgs n.106/09),
• Verificare l'uso costante dei DPI da parte di tutto il personale operante (Art. 77 del D.lgs.
n.81/08 come modificato dal D.lgs n.106/09).
D.P.I.
In funzione dei rischi evidenziati saranno utilizzati obbligatoriamente i seguenti DPI, di cui è riportata
la descrizione ed i riferimenti normativi:
RISCHI RIFERIMENTO
DPI DESCRIZIONE
EVIDENZIATI NORMATIVO
Art 75 – 77 – 78, Allegato VIII
Impigliamento, Da utilizzare nei luoghi di
- punti 3, 4 n.7 del D.lgs.
presa e Tuta di protezione lavoro caratterizzati dalla
n.81/08 come modificato dal
trascinamento presenza di materiali e/o
D.lgs n.106/09
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ARGANO
Attrezzatura utilizzata per il sollevamento di carichi. L'argano elettrico può essere montato in
posizione scorrevole su una rotaia sostenuta da cavalletti oppure sistemato in modo da ruotare
orizzontalmente appeso ad un’apposita struttura portante (bandiera).
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• Nel caso che si realizzino sistemi di ancoraggio diversi da quelli previsti dal costruttore, gli stessi
devono essere progettati e calcolati da un tecnico abilitato. Sia i calcoli che la documentazione
fornita dal costruttore va conservata in cantiere
• Controllare periodicamente l'efficienza degli ancoraggi
• Le aperture e gli spazi prospicienti il vuoto devono essere dotati di parapetto normale (Allegato
VI punto 3.2.8 del D.lgs. n.81/08)
• Nella zona ove viene movimentato il carico, può essere lasciato nel corrente superiore un varco
sufficiente al passaggio della fune che sostiene il carico (abbassando gli elementi metallici
ribaltabili fissati al cavalletto anteriore); in questo caso il carico può passare fra tali elementi
mobili e la tavola fermapiede (alta 30 cm almeno). Analoga soluzione può essere adottata (per
esempio utilizzando stocchi metallici opportunamente collegati a strutture fisse) per gli elevatori
a bandiera
• Se il carico da movimentare è ingombrante è possibile ampliare il varco per il suo passaggio
togliendo parti di parapetto, gli operatori dovranno però essere efficacemente protetti contro il
rischio di caduta mediante imbracatura di sicurezza e dispositivi anticaduta. I parapetti dovranno
ovviamente essere rimontati non appena terminata l'operazione
• L'imbracatura dei carichi deve essere fatta in modo idoneo per evitare la caduta o lo
spostamento del carico durante il sollevamento
• Non utilizzare mezzi di fortuna per imbracare e sollevare i carichi (corde di recupero, tondini
piegati a gancio, tubi o barre di ferro, filo di ferro, reggette di plastica, ecc.)
• Usare solo materiale certificato CE (ganci con chiusura, corde metalliche o in tessuto, fasce in
tessuto, catene, ecc.) (Art. 70 del D.lgs. n.81/08 come modificato dal D. lgs n.106/09)
• La marcatura CE unitamente alla portata deve essere indicata (con piastrine, anelli, ecc.) anche
sul materiale stesso
• E’ da tenere presente che ampi angoli di apertura delle funi al gancio fanno diminuire
significativamente la portata generale dell'accessorio usato per l'imbracatura riducendone
pericolosamente l'efficacia
• Esporre una tabella indicante tale rischio e le variazioni di portata in funzione delle condizioni
di utilizzazione delle brache di sollevamento chiarendone il significato agli addetti al
sollevamento ed all'imbracatura dei carichi, potrebbe evitare gravi incidenti
• Particolare attenzione va prestata al sollevamento di materiale che potrebbe scivolare durante
la movimentazione o elementi che potrebbero scivolare o fuoriuscire dall'insieme per effetto di
oscillazioni, urti, ecc. (fasci di tubi lisci, sacchi che si rompono, ecc.)
• Il materiale sfuso (mattoni, pietrame, giunti per ponteggi, ecc.) va sollevato entro contenitori
idonei (benne, cassoni, cestelli)
• L'addetto alla pulsantiera deve sempre porsi in posizione adeguata per poter osservare la zona
di lavoro e non iniziare ad operare se vi sono persone sotto il carico. Il collega a terra non sosterà
nella zona di carico e sorveglierà che nessuno vi acceda (Allegato VI punto 3.1.5 del D.lgs.
n.81/08 come modificato dal D. lgs n.106/09)
• Il paranco elettrico deve essere dotato di dispositivo automatico di fine corsa superiore (per
evitare l'urto del gancio contro la struttura dell'elevatore) ed inferiore (a fine corsa devono
restare ancora almeno due spire di fune avvolte sul tamburo)
• Gli elevatori a cavalletto, alle estremità del binario di corsa del paranco devono avere appositi
arresti ammortizzati
• E’ opportuno controllare periodicamente l'efficacia di tali dispositivi come anche dei sistemi di
ancoraggio, zavorre, integrità della fune, efficacia degli ancoraggi della fune, del gancio e del
freno
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• La macchina deve essere collegata a terra mediante il cavo di alimentazione che deve
comprendere il conduttore giallo-verde
• A protezione della linea di alimentazione della macchina, contro i contatti indiretti, deve essere
installato un interruttore magnetotermico-differenziale con soglia di massima di intervento non
superiore a 30 mA (tipo salvavita)
• I componenti elettrici esterni (motore, interruttore, scatole di derivazione, prese a spina ecc.) per
la presenza di polvere ed umidità devono avere un grado di protezione adeguato (almeno IP
44)
• Usare cavi flessibili resistenti all'acqua ed all'abrasione
• I componenti elettrici non devono essere rotti o fessurati, i pressacavi devono essere idonei e
ben posizionati
• Le prolunghe giuntate e nastrate o con prese a spina o adattatori di uso civile per la probabile
presenza di acqua sono estremamente pericolose
• Non usare la pulsantiera per manovrare (tirare) il carrello o per ruotare la bandiera del paranco
elettrico (Allegato V parte II punto 3.3.2 del D.lgs. n.81/08 come modificato dal D. lgs n.106/09)
• Utilizzare sempre i dispositivi di protezione individuali previsti (Art. 75-78 del D.lgs. n.81/08
come modificato dal D. lgs n.106/09)
• Verificare l'uso costante dei DPI da parte di tutto il personale operante (Art. 77 del D.lgs. n.81/08
come modificato dal D. lgs n.106/09)
D.P.I.
In funzione dei rischi evidenziati saranno utilizzati obbligatoriamente i seguenti DPI, di cui è riportata
la descrizione ed i riferimenti normativi:
RISCHI RIFERIMENTO
DPI DESCRIZIONE
EVIDENZIATI NORMATIVO
Casco Protettivo Art 75 – 77 – 78 , Allegato
Dispositivo utile a proteggere il
VIII-punti 3, 4 n.1 del D.lgs.
lavoratore dal rischio di offesa
n.81/08 come modificato
Caduta di materiali al capo per caduta di materiale
dal D.lgs n.106/09
dall'alto o comunque per
UNI EN 397 (2001)
contatti con elementi pericolosi
Elmetti di protezione
Tuta di protezione Art 75 – 77 – 78, Allegato
Da utilizzare nei luoghi di
VIII-punti 3, 4 n.7 del D.lgs.
lavoro caratterizzati dalla
n.81/08 come modificato
Polveri e detriti presenza di materiali e/o
dal D.lgs n.106/09
durante l’uso attrezzi che possono causare
UNI EN 340 (2004)
fenomeni di abrasione/
Indumenti di protezione.
taglio/perforazione
Requisiti generali
Scarpe Art 75 – 77 – 78, Allegato
antinfortunistiche Puntale rinforzato in acciaio VIII-punti 3, 4 n.6 del D.lgs.
contro schiacciamento/ n.81/08 come modificato
Lesioni per contatto
abrasioni/perforazione/ferite dal D.lgs n.106/09
con organi mobili
degli arti inferiori e suola UNI EN ISO 20344 (2008)
durante l’uso
antiscivolo e per salvaguardare Dispositivi di protezione
la caviglia da distorsioni individuale – Metodi di
prova per calzature
Art 75 – 77 – 78, Allegato
Lesioni per contatto Da utilizzare nei luoghi di
Guanti in crosta VIII-punti 3, 4 n.5 del D.lgs.
con organi mobili lavoro caratterizzati dalla
n.81/08 come modificato
durante l’uso presenza di materiali e/o
dal D.lgs n.106/09
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RISCHI RIFERIMENTO
DPI DESCRIZIONE
EVIDENZIATI NORMATIVO
attrezzi che possono causare UNI EN 388 (2004)
fenomeni di abrasione Guanti di protezione contro
/taglio/perforazione delle mani rischi meccanici
LEVE IN METALLO
Utensile ad esempio utilizzato per aiutare la movimentazione e/o lo scardino di elementi meccanici
precedentemente collegati a collari fissi.
Interventi/Disposizioni/Procedure per ridurre i rischi
• L'attrezzatura dovrà possedere, in relazione alle necessità della sicurezza del lavoro, i
necessari requisiti di resistenza e di idoneità ed essere mantenuta in buono stato di
conservazione e di efficienza (Art. 71 del D.lgs. n.81/08 come modificato dal D. lgs n.106/09)
• Controllare a vista lo stato di efficienza degli utensili e delle attrezzature in dotazione
individuale (Art. 20 del D.lgs. n.81/08 come modificato dal D. lgs n.106/09)
• Assicurarsi che le leve in ferro siano conformate alle loro condizioni di impiego ed utilizzo
• Assicurarsi che le leve in ferro siano prive di ruggini o altri elementi di usura e deterioramenti
• Assicurarsi, prima dell'uso delle leve in ferro, della loro consistenza e solidità
• Le leve in ferro danneggiate devono essere sostituite
• Accertarsi che l'attrezzatura sia marcata "CE" (Art. 70 del D.lgs. n.81/08 come modificato dal
D. lgs n.106/09)
• Utilizzare sempre i dispositivi di protezione individuali previsti (Art. 75-78 del D.lgs. n.81/08
come modificato dal D. lgs n.106/09)
• Verificare l'uso costante dei DPI da parte di tutto il personale operante (Art. 77 del D.lgs.
n.81/08 come modificato dal D.lgs n.106/09)
D.P.I.
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la descrizione ed i riferimenti normativi:
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DPI DESCRIZIONE
EVIDENZIATI NORMATIVO
Scarpe Art 75 – 77 – 78, Allegato
antinfortunistiche Puntale rinforzato in acciaio VIII-punti 3, 4 n.6 del D.lgs.
contro schiacciamento/ n.81/08 come modificato
Lesioni per contatto
abrasioni/perforazione/ferite dal D.lgs n.106/09
con organi mobili
degli arti inferiori e suola UNI EN ISO 20344 (2008)
durante l’uso
antiscivolo e per salvaguardare Dispositivi di protezione
la caviglia da distorsioni individuale – Metodi di
prova per calzature
Guanti in crosta Art 75 – 77 – 78, Allegato
Da utilizzare nei luoghi di lavoro
VIII-punti 3, 4 n.5 del D.lgs.
caratterizzati dalla presenza di
n.81/08 come modificato
Punture, tagli e materiali e/o attrezzi che
dal D.lgs n.106/09
abrasioni possono causare fenomeni di
UNI EN 388 (2004)
abrasione
Guanti di protezione contro
/taglio/perforazione delle mani
rischi meccanici
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• Per i lavori all’aperto, è vietato l’uso di utensili a tensione superiore a 220 Volta verso terra
• Nei lavori in luoghi bagnati o molto umidi, e nei lavori a contatto od entro grandi masse
metalliche, vietare l’uso di utensili elettrici portatili a tensione superiore a 50 Volta verso terra
• Se l’alimentazione degli utensili è fornita da una rete a bassa tensione attraverso un
trasformatore, questo deve avere avvolgimenti, primario e secondario, separati ed isolati tra
loro, e deve funzionare col punto mediano dell’avvolgimento secondario collegato a terra
• Gli utensili elettrici portatili alimentati a tensione superiore a 25 Volt verso terra se alternata,
ed a 50 Volt verso terra se continua, devono avere l’involucro metallico collegato a terra
(Allegato V parte II punto 5.16 del D.lgs. n.81/08 come modificato dal D. lgs n.106/09)
• L’attacco del conduttore di terra deve essere realizzato con spinotto ed alveolo
supplementari facenti parte della presa di corrente o con altro idoneo sistema di
collegamento
• Gli utensili elettrici portatili devono avere un isolamento supplementare di sicurezza fra le
parti interne in tensione e l’involucro metallico esterno (Allegato V parte II punto 5.16 del
d.lgs. n.81/08 come modificato dal D. lgs n.106/09)
• Gli utensili elettrici portatili devono essere muniti di un interruttore incorporato nella
incastellatura, che consenta di eseguire con facilità e sicurezza la messa in moto e l’arresto
• Utilizzare sempre i dispositivi di protezione individuali previsti (Art. 75-78 del D.lgs. n.81/08
come modificato dal D. lgs n.106/09)
• Verificare l'uso costante dei DPI da parte di tutto il personale operante (Art. 77 del D.lgs.
n.81/08 come modificato dal D. lgs n.106/09)
D.P.I.
In funzione dei rischi evidenziati saranno utilizzati obbligatoriamente i seguenti DPI, di cui è riportata
la descrizione ed i riferimenti normativi:
RISCHI RIFERIMENTO
DPI DESCRIZIONE
EVIDENZIATI NORMATIVO
Casco Protettivo Dispositivo utile a proteggere Art 75 – 77 – 78 , Allegato VIII
il lavoratore dal rischio di - punti 3, 4 n.1 del D.lgs.
Proiezione di offesa al capo per caduta di n.81/08 come modificato dal
schegge materiale dall'alto o D.lgs n.106/09
comunque per contatti con UNI EN 397(2001)
elementi pericolosi Elmetti di protezione
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ESTENSIONE RETI, ALLACCIAMENTI ED ACCESSORI SULLE RETI DI FOGNATURA
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Art 75 – 77 – 78 , Allegato
Mascherina VIII-punto 3, 4 n.4 del D.lgs.
antipolvere FFP2 Mascherina per la protezione n.81/08 come modificato dal
di polveri a media tossicità, D.lgs n.106/09
Inalazione di polveri fibre e aerosol a base acquosa UNI EN 149 (2003)
e fibre di materiale particellare >= Apparecchi di protezione delle
0,02 micron. vie respiratorie - Semimaschera
filtrante contro particelle -
Requisiti, prove, marcatura.
Trattasi di comune attrezzatura "manuale" quale quella azionata direttamente dalla forza del relativo
operatore.
Gli attrezzi manuali (picconi, badili, martelli, tenaglie, cazzuole, frattazzi, chiavi, scalpelli, ecc.),
presenti in tutte le fasi lavorative, sono sostanzialmente costituiti da una parte destinata
all'impugnatura, in legno o in acciaio, ed un'altra, variamente conformata, alla specifica funzione
svolta.
Prescrizioni Preliminari:
Nel caso degli utensili e degli attrezzi manuali le cause più frequenti di infortunio derivano
dall'impiego di utensili difettosi o usurati e dall'uso improprio o non conforme alla buona pratica.
Quindi, la prima regola da seguire è la scelta e la dotazione di attrezzi appropriati al lavoro da
svolgere, sia dal punto di vista operativo, sia, specialmente, da quello dei rischi ambientali presenti
sul luogo di lavoro. Gli attrezzi utilizzati debbono essere anche in buono stato di conservazione e di
efficienza, non va trascurato, quando si tratti di lavori di riparazione o manutenzione, di fare ricorso
ad attrezzature che consentano di effettuare i lavori nelle migliori condizioni di sicurezza. Di
conseguenza, gli attrezzi devono essere sempre controllati prima del loro uso e, se non sono in
buone condizioni di efficienza, devono essere sostituiti con altri o sottoposti ad idonea
manutenzione. Per impedire, durante l'esecuzione di lavori in altezza (su scale, ad es.), che gli utensili
non utilizzati possano cadere e recare danno alle persone sottostanti, questi debbono essere
conservati in apposite guaine o tenuti assicurati al corpo in altri modi. Un corretto impiego degli
attrezzi a mano spesso richiede di essere integrato anche con l'uso di accessori di sicurezza (mezzi
per l'accesso e la permanenza in sicurezza sui luoghi di intervento, scale, piattaforme ed altre opere)
oppure con il ricorso sistematico a mezzi personali di protezione (ad es. per cacciavite, punteruoli,
coltelli, lame, asce, ecc.), si devono impiegare mezzi di protezione per le mani, e debbono essere
disponibili apposite custodie ove riporli quando non adoperati).
Interventi/Disposizioni/Procedure per ridurre i rischi:
• L'attrezzatura dovrà possedere, in relazione alle necessità della sicurezza del lavoro, i
necessari requisiti di resistenza e di idoneità ed essere mantenuta in buono stato di
conservazione e di efficienza (Art. 71 del D.lgs. n.81/08 come modificato dal D. lgs n.106/09)
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RISCHI RIFERIMENTO
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EVIDENZIATI NORMATIVO
Casco Protettivo Dispositivo utile a proteggere Art 75 – 77 – 78 , Allegato VIII
il lavoratore dal rischio di - punti 3, 4 n.1 del D.lgs.
Proiezione di offesa al capo per caduta di n.81/08 come modificato dal
schegge materiale dall'alto o D.lgs n.106/09
comunque per contatti con UNI EN 397(2001)
elementi pericolosi Elmetti di protezione
Art 75 – 77 – 78, Allegato VIII
Scarpe Puntale rinforzato in acciaio
antinfortunistiche - punti 3, 4 n.6 del D.lgs.
contro
n.81/08 come modificato dal
Lesioni per caduta di schiacciamento/abrasioni/perf
D.lgs n.106/09
materiali orazione/ferite degli arti
UNI EN ISO 20344 (2008)
movimentati inferiori e suola antiscivolo e
Dispositivi di protezione
per salvaguardare la caviglia
individuale – Metodi di prova
da distorsioni
per calzature
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FUNI DI SOLLEVAMENTO
Trattasi di funi per il sollevamento, utilizzate per argani, paranchi, gru, gru a torre, elevatori,
carriponte, carichi non guidati, in acciaio o in fibre sintetiche.
Interventi/Disposizioni/Procedure per ridurre i rischi
• L'attrezzatura dovrà possedere, in relazione alle necessità della sicurezza del lavoro, i necessari
requisiti di resistenza e di idoneità ed essere mantenuta in buono stato di conservazione e di
efficienza (Art. 71 del D.lgs. n.81/08 come modificato dal D. lgs n.106/09)
• Controllare a vista lo stato di efficienza degli utensili e delle attrezzature in dotazione individuale
(Art. 20 del D.lgs. n.81/08 come modificato dal D. lgs n.106/09)
• Verificare che l’attrezzatura sia corredata da un libretto d'uso e manutenzione. (Art. 70 del D.lgs.
n.81/08 come modificato dal D. lgs n.106/09)
• Assicurarsi, prima dell'uso delle funi di canapa, della loro efficienza ed integrità
• Le funi di sollevamento devono essere immediatamente sostituite quando presentano segni di
usura
• Le funi di sollevamento devono essere utilizzate per carichi compresi nei limiti della loro portata
e mai superiori
• In presenza di lavorazioni che richiedano l'uso di fiamme libere o che provochino scintille, le funi
di sollevamento devono essere adeguatamente protette. Tale azione protettiva deve espletarsi
anche per quelle lavorazioni o sostanze che potrebbero favorirne indirettamente l'innesco di
tagli o altri tipi di deterioramenti.
• Assicurarsi che i carichi, nell'uso delle funi di sollevamento, siano stati fissati correttamente
• Accertarsi che l'attrezzatura sia marcata "CE" (Art. 70 del D.lgs. n.81/08 come modificato dal D.
lgs n.106/09)
• Utilizzare sempre i dispositivi di protezione individuali previsti (Art. 75-78 del D.lgs. n.81/08
come modificato dal D. lgs n.106/09)
• Verificare l'uso costante dei DPI da parte di tutto il personale operante (Art. 77 del D.lgs. n.81/08
come modificato dal D. lgs n.106/09)
D.P.I.
In funzione dei rischi evidenziati saranno utilizzati obbligatoriamente i seguenti DPI, di cui è riportata
la descrizione ed i riferimenti normativi:
RISCHI RIFERIMENTO
DPI DESCRIZIONE
EVIDENZIATI NORMATIVO
Casco Protettivo Dispositivo utile a proteggere Art 75 – 77 – 78 , Allegato
il lavoratore dal rischio di VIII-punti 3, 4 n.1 del D.lgs.
Caduta di materiale offesa al capo per caduta di n.81/08 come modificato dal
dall'alto materiale dall'alto o D.lgs n.106/09
comunque per contatti con UNI EN 397 (2001)
elementi pericolosi Elmetti di protezione
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PRESTAZIONI DI PRONTO INTERVENTO, MANUTENZIONE PROGRAMMATA,
ESTENSIONE RETI, ALLACCIAMENTI ED ACCESSORI SULLE RETI DI FOGNATURA
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PRODOTTI VERNICIANTI
Si elenca di seguito una sintetica rassegna delle sostanze pericolose che possono essere presenti in
un prodotto verniciante e/o nei solventi.
COMPONENTE: prodotti isocianici o poliuretanici
Sono presenti in vernici per legno; a seconda della percentuale di isocianato libero possono risultare
tossici od irritanti. Sono tuttora di comune impiego e difficilmente sostituibili per mancanza di
adeguati sostituti.
COMPONENTE: amine
E’ presente nelle pitture epossidiche e nei prodotti all’acqua; possono risultare irritanti, corrosivi o
non presentare rischi. E’ possibile la loro sostituzione.
COMPONENTE: cromato di zinco
E’ presente nei fondi antiruggine per la protezione dell’acciaio; può risultare cancerogeno; è stato
generalmente sostituito e l’uso attuale è limitato.
COMPONENTE: minio (ossido di piombo)
E’ presente negli antiruggine; è nocivo per inalazione ed ingestione; risulta in fase di sostituzione
con nuovi pigmenti anticorrosivi non classificati pericolosi.
COMPONENTE: piombo
E’ presente in alcuni smalti e pitture in fase solvente, escluse quelle all’acqua; è nocivo per inalazione
ed ingestione; l’uso di questi preparati è ancora diffuso.
COMPONENTE: stirene
E’ presente in vernici per legno ed in stucchi bicomponenti per opere in ferro. Risulta nocivo ed
irritante; è di uso comune ed al momento non esistono sostituti.
COMPONENTE: toluolo
Il toluolo o toluene è prodotto dalla raffinazione del petrolio, e si trova in alcuni solventi: è nocivo
ed irritante. La legge 5 marzo 1963 vieta l’uso di prodotti nei lavori di pittura contenenti toluolo e
xilolo in percentuale superiore al 45% in peso, complessivamente considerati.
COMPONENTE: xilene
Lo xilene o xilolo è prodotto dalla raffinazione del petrolio, e si trova in alcuni solventi: è nocivo ed
irritante: l’esposizione in concentrazioni superiori al limite di esposizione professionale può
provocare danni, quali irritazioni alle mucose e alle vie respiratorie, ai reni, al fegato e al sistema
nervoso centrale, nonché l’insorgenza di dermatiti non allergiche per esposizione prolungata. La
legge 5 marzo 1963 (e s.m.i.) vieta l’uso di prodotti nei lavori di pittura contenenti xilolo e toluolo in
percentuale superiore al 45% in peso, complessivamente considerati.
COMPONENTE: resine epossidiche (con peso molecolare < 700 Sono usate in campo industriale)
risultano irritanti e sono comunemente utilizzate.
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La scheda tecnico-tossicologica dovrà fornire notizie sul controllo dell’esposizione personale per le
sostanze individuate pericolose: a livello internazionale si è sempre più affermata la volontà di
limitare tale presenza cioè di limitarne la presenza fino ad un certo limite il cui valore viene chiamato
Treshold limit value (TLV).
I valori limite di soglia più universalmente conosciuti sono quelli della ACGIH, agenzia scientifica
americana che si occupa degli aspetti tecnici della salute negli ambienti di lavoro, le cui categorie
TLV definite dalla ACGIH sono:
• TLV-TWA = valore limite medio ponderato nel tempo che esprime la concentrazione media,
relativa ad una giornata di lavoro di 8 ore su 40 ore di lavoro settimanali, alla quale tutti i
lavoratori possono essere esposti, ripetutamente giorno dopo giorno, senza subire effetti
negativi.
• TLV-STEL = valore limite per breve tempo di esposizione, che esprime la concentrazione
massima alla quale i lavoratori possono essere esposti continuamente per un breve periodo di
tempo, pari a 15 minuti nell’arco delle 8 ore, senza subire effetti dannosi quali irritazione, danno
cronico o riduzione dello stato di vigilanza.
• TLV-C = valore limite che non deve essere mai superato. E’ un dovere del datore di lavoro
richiedere le schede di sicurezza dei preparati e renderle disponibili nei cantieri di utilizzo: tali
schede servono per la formulazione del protocollo sanitario da parte del medico competente e
per la valutazione dei rischi connessi alle diverse fasi lavorative
D.P.I.
In funzione dei rischi evidenziati saranno utilizzati obbligatoriamente i seguenti DPI, di cui è riportata
la descrizione ed i riferimenti normativi:
RISCHI RIFERIMENTO
DPI DESCRIZIONE
EVIDENZIATI NORMATIVO
Casco Protettivo
Dispositivo utile a proteggere Art 75 – 77 – 78 , Allegato VIII
il lavoratore dal rischio di - punti 3, 4 n.1 del D.lgs.
Proiezione di offesa al capo per caduta di n.81/08 come modificato dal
schegge materiale dall'alto o D.lgs n.106/09
comunque per contatti con UNI EN 397(2001)
elementi pericolosi Elmetti di protezione
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Caduta dall’alto Recintare ad almeno 1,00mt dal ciglio, prima di eseguire lo scavo.
di persone; Montare l’opera provvisionale osservando le prescrizioni contenute nel:
di materiale in fase di libretto del ponteggio, P.I.M.U.S., e P.O.S.
movimentazione degli elementi per Utilizzare adeguati dispositivi di protezione dalla caduta dall’alto (ponteggi
il loro montaggio. prefabbricati a sicurezza intrinseca, imbracature di sicurezza,…)
Interdire l’area sottostante il montaggio del ponteggio.
Montare le opere provvisionali passando dalla rampa d’accesso dello scavo.
Fattore rischio 9 Montare le carpenterie dall’opera provvisionale.
Indossare adeguati d.p.i. del capo.
Interdire l’area sottostante il montaggio del ponteggio.
Ribaltamento mezzo operativo Vietato estendere eccessivamente il braccio articolato, oltre il limite
(pompa, betoniera, ecc..) consentito.
Tenere conto delle eventuali limitazioni (p.es. raffiche di vento) presenti nel
luogo di lavoro o dati da eventi metereologici.
Posizionare il mezzo operativo su un fondo adeguato e ben costipato, lontano
Fattore rischio 9 da scarpate o cigli di scavo.
Attivare tutti i dispositivi di stabilizzazione del mezzo operativo.
Vietato manomettere i dispositivi di sicurezza e di stabilizzazione del mezzo.
Non operare in condizioni di scarsa stabilità
Evitare di operare con strutture fisse e/o mobili presenti nel raggio d’azione
del mezzo.
Investimento Il capo cantiere deve organizzare l’intervento in modo tale che le operazioni
siano svolte su un’area dedicata.
Durante i sollevamenti e le operazioni di stoccaggio, tutta l’area operativa
dovrà essere interdetta a tutti i lavoratori non addetti all’operazione.
Prima di passare nelle vicinanze dei mezzi operativi, assicurarsi che l’autista vi
abbia visto e che abbia capito le vostre intenzioni.
Vietato tentare di aggirare le macchine in movimento, per accedere ad altre
aree di lavoro; obbligo di farsi vedere dall’autista e di attendere il fermo
macchina.
Fattore rischio 9 Quando un lavoratore deve accedere o transitare per l’area operativa, i mezzi
d’opera devono fermarsi ed attendere il passaggio.
L’escavatorista dovrà essere adeguatamente addestrato sull’uso del mezzo
operativo specifico.
Alla guida dei vari mezzi utilizzati per il trasporto del materiale devono esserci
solo lavoratori in possesso della patente di guida, richiesta per il tipo di mezzo
condotto.
Utilizzare mezzi operativi dotati dei dispositivi di segnalazione (back allarm,
girofaro, specchi retrovisori,…) in perfette condizioni
Tutti i lavoratori a terra devono indossare indumenti ad alta visibilità.
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Elettrocuzione: Montare il ponteggio a distanza di sicurezza dalle linee elettriche (rif.to tabella
da conduttori degli utensili (trapano 1 allegato IX D.Lgs. n°81/08 e s.m.i.)
elettrico); Verificare le condizioni dei conduttori elettrici e sostituire gli elementi
da contatto con linee aeree danneggiati.
I picchetti dell'impianto di protezione contro le scariche atmosferiche devono
essere disposti uniformemente lungo il perimetro del ponteggio, con calate
ogni m 25,0 e comunque all'estremità del ponteggio stesso. Qualora ci siano
Fattore rischio 6 almeno quattro calate non è necessario che i vari picchetti siano collegati tra
loro.
Caduta sui ferri di ripresa Proteggere le teste dei ferri di ripresa con adeguati tappi in pvc, al termine del
montaggio della gabbia.
Movimentare i ferri con estrema attenzione e cognizione del posizionamento
dei lavoratori posti nelle vicinanze.
Posizionare adeguati camminamenti sui ferri, qualora sia necessario
Fattore rischio 6 attraversare o transitare sulle gabbie orizzontali.
Caduta materiale dall'alto Vietato agganciare il carico di ferri, collegandosi al filone di ferro della ferriera.
Collegare il carico al gancio dell'autogrù tramite opportune imbracature,
utilizzando ganci dotati del dispositivo antisgancio del carico.
Effettuare le fasi di montaggio e smontaggio del ponteggio sotto l'assistenza
di un preposto.
Fattore rischio 6 Segregare l'area interessata dal ponteggio, durante l'allestimento, al fine di
tenere lontano i non addetti ai lavori.
Imbracare il carico in modo tale che rimanga in equilibrio, con almeno n°2
punti di collegamento
Vietato utilizzare pallets, o elementi equivalenti, per sollevare un carico che
non sia stato adeguatamente assicurato ad adeguati sostegni (p.es. utilizzando
sacche big-bag).
Contatti accidentali con la Proteggere le teste dei ferri di ripresa con adeguati tappi in pvc, al termine del
carpenteria montaggio della gabbia.
Movimentare i ferri con estrema attenzione e cognizione del posizionamento
Fattore rischio 6 dei lavoratori posti nelle vicinanze.
Posizionare adeguati camminamenti sui ferri, qualora sia necessario
attraversare o transitare sulle gabbie orizzontali.
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Urti con i tondini di ferro Utilizzare con continuità i d.p.i. indicati per la mansione, con particolare
tagli, abrasioni riferimento ai guanti protettivi.
Nelle zone più anguste, o quando si deve operare all'interno delle gabbie
d'armatura, utilizzare con continuità gli elmetti ed indumenti di protezione.
Vietato lanciare, da una parte all'altra delle zone di lavoro, le matassine di
ferro o le attrezzature da lavoro.
Il personale non addetto all’attività specifica dovrà stazionare oltre l’area di
Fattore rischio 4 lavoro delimitata da transenne a una distanza minima di sicurezza dal mezzo
operativo.
Operare sempre con cautela.
Indossare guanti, indumenti da lavoro antistrappo e qualora la posizione della
lavorazione possa creare pericolo per la testa, indossare il casco protettivo.
Esposizione alle polveri Indossare adeguati facciali filtranti, quanto i lavoratori sono esposti alle
polveri prodotte durante le lavorazioni (p.es. scavi)
Tenere a disposizione una scorta d’acqua per lavarsi gli occhi in caso di
Fattore rischio 4 necessità.
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Nella costruzione della rete l’Impresa dovrà curare l'isolamento elettrico delle tubazioni in acciaio
posate.
In particolare dovrà eseguire:
- la corretta fasciatura delle giunzioni saldate onde garantire un grado di isolamento superiore a
10 KV;
- l'inserzione del materiale isolante negli eventuali incroci o vicini parallelismi con altre strutture
metalliche del sottosuolo.
Dopo la posa della condotta, a giunzioni già rivestite, l'Impresa dovrà sistematicamente effettuare,
su tutto il rivestimento, un controllo mediante un rilevatore a scintilla (detector) munito di spazzola
di tipo appropriato per individuare l'eventuale presenza di danni quali sfogliature, ammaccature,
incisioni, craterizzazioni o simili.
La tensione di prova sarà pari a circa 3000 Volt per mm di spessore dei rivestimento, ma non dovrà
mai avere un valore inferiore a 1.000 Volt.
In corrispondenza di attraversamenti o parallelismi con linee ferroviarie, o tranviarie, per cui sia stato
imposto l’adozione di una guaina protettiva alle condotte, si dovrà verificare che la resistenza di
isolamento fra tubo e camicia sia superiore o uguale a 1 MOhm.
Tale misura va rilevata prima di avere effettuato il collegamento del tratto in attraversamento alla
condotta, nonché prima di effettuare i rinterri.
In ogni caso procedere con cautela, indossando idonei DPI individuali ed avendo cura di operare in
sicurezza, ausiliandosi poi di ulteriori collegi che vigilino sul suo operato e attivino le procedure di
prelievo e/o allertamento agli organi competenti in caso di malore e/o infortunio.
FATTORI DI RISCHIO:
• ustioni, urti, tagli abrasioni;
• ferite e lesioni durante le attività di verifica con oggetti appuntiti;
• incendio;
• crollo pareti di scavo, accesso in luogo angusto;
• rischio shock elettrico.
101. CONTROLLI NON DISTRUTTIVI DEI GIUNTI SALDATI NELLE CONDOTTE IN ACCIAIO
I controlli non distruttivi delle saldature sulle tubazioni in acciaio potranno essere eseguiti utilizzando
i seguenti metodi:
- Visivo;
- Magnetico;
- Liquidi penetranti;
- Radiografico;
- Ultrasonico.
Per quanto concerne le reti gas, i controlli si effettueranno in accordo con la UNI EN 12732:2014
“Infrastrutture del gas - Saldatura delle tubazioni di acciaio - Requisiti funzionali”.
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di acciaio - Requisiti funzionali. Allegato G-Tabella G.1 Criteri di accettazione in accordo con la UNI
EN ISO 5817 e s.m.i..
L’accesso a fondo scavo dovrà avvenire solo dopo aver accertato la stabilità delle pareti scavo e/o
interdetto il collasso delle stesso con opere provvisionali di tenuta (es. blindaggi, ec..).
Saranno effettuati i controlli secondo la Norma UNI EN ISO 17638:2010: Controllo non distruttivo
delle saldature - Controllo con particelle magnetiche.
La valutazione dei livelli di accettabilità dovrà essere riferita alla Norma UNI EN ISO 23278 e il livello
di accettabilità delle indicazioni dovute a imperfezioni affioranti alla superficie è a livello 1 della tab.
1 della norma UNI EN 23278/2015.
Tale tecnica avviene previa verifica delle alterazioni di flusso del campo magnetico in prossimità della
superficie del particolare posto sotto esame.
• Tale metodologia è in grado di rilevare discontinuità superficiali e sub–superficiali;
• Pezzi di geometria anche complessa possono essere controllati con semplicità;
• La pulitura preliminare delle superfici è meno critica rispetto ad altri metodi: la maggior parte
dei prodotti inquinanti non altera la direzione e l’intensità delle linee di flusso;
• Il metodo è rapido e le indicazioni risultano visibili direttamente sulla superficie;
• I costi sono complessivamente contenuti;
• Le attrezzature risultano portatili, con notevole flessibilità nel caso dei controlli in campo.
L’addetto dovrà indossare obbligatoriamente i specifici DPI avendo cura di riscontrare che l’azione
magnetica prodotta dai dispositivi in uso non siano causa di malattia professionale.
Ai fini dell’accettabilità del controllo sul giunto si farà riferimento al giudizio di personale
specificamente preparato, e sulla base delle seguenti norme:
- UNI EN ISO 3452-1:2013 Prove non distruttive - Esame con liquidi penetranti - Parte 1: Principi
generali;
- UNI EN ISO 23277:2015 Controllo non distruttivo delle saldature - Controllo mediante liquidi
penetranti - Livelli di accettabilità.
Tale controllo dovrà essere registrato e documentato con apposito verbale.
Il metodo di controllo non distruttivo con liquidi penetranti è fondamentalmente basato sull’esame
visivo della superficie dopo l’applicazione, in sequenza, di un prodotto penetrante e di un rivelatore.
In sostanza, il metodo rende visibili discontinuità affioranti in superficie non visibili o difficilmente
visibili ad occhio nudo.
I liquidi penetranti sono miscele complesse di composti concepite per soddisfare un elevato numero
di esigenze:
– bagnare completamente la superficie;
– essere in grado di risalire all’interno delle discontinuità;
– persistere nella discontinuità ma essere facilmente rimovibile dalla superficie;
– restare fluido durante la fase di rimozione ed asciugatura;
– essere chiaramente visibile in luce ambiente o ultravioletta;
– non nuocere alla salute degli operatori né risultare aggressivo nei confronti dei materiali
esaminati.
Trascorso il prefissato tempo di rivelazione, si dovrà effettuare l’ispezione finale.
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- documentazione attestante che il trasporto delle sorgenti radioattive sia stato effettuato da vettore
autorizzato;
- nulla osta all'impiego delle sorgenti e/o apparecchiature radiogene;
- dichiarazione di disponibilità in sito delle attrezzature per la gestione di una eventuale emergenza
(es. schermi mobili protettivi, telemanipolatore, ecc.);
- generalità dell'Esperto Qualificato e del Responsabile dell’Impresa Appaltatrice;
- generalità del Medico Autorizzato/Competente;
- nominativi degli operatori con indicazione della loro classificazione ai fini del rischio radiologico
(categoria A o B);
- dichiarazione di idoneità per il personale operante classificato a rischio radiologico rilasciata dal
Medico Autorizzato/Competente in data non anteriore a sei mesi per i lavoratori esposti di categoria
A e dal Medico Competente in data non anteriore ad un anno per i lavoratori esposti di categoria B.
- relazione dell’Esperto Qualificato contenente ed indicante tutti i parametri che gli operatori
radiologici dovranno scrupolosamente osservare quali (a titolo esemplificativo ma non limitativo)
distanze di sicurezza, tipo della sorgente, intensità della sorgente, prescrizioni di sicurezza, ecc;
- una planimetria indicante le zone per lo svolgimento del lavoro radiografico, delle zone di rispetto,
della zona di sosta della sorgente, dell’eventuale deposito e di quanto altro concordato con il
Rappresentante della Committente;
- documentazione che il Rappresentante della Committente ritenga necessario esaminare ai fini del
coordinamento tra vari Appaltatori eventualmente presenti contemporaneamente nella stessa area
di lavoro.
Nel caso alcune attività vengano delegate dall’Appaltatore a terzi, previa autorizzazione della
Committente, queste saranno effettuate sotto la responsabilità dell’Appaltatore stesso e svolte da
terzi con caratteristiche e nel rispetto degli obblighi legislativi vigenti.
I veicoli autorizzati al trasporto e con a bordo le sorgenti radioattive, dovranno sostare in aree
identificate a tale scopo dal rappresentante della Committente.
L'eventuale ubicazione di apposito bunker per il deposito di sorgenti radioattive in aree di
responsabilità della Committente, dovrà essere preventivamente autorizzato dal rappresentante
della stessa e allestito in osservanza ai disposti legislativi vigenti in materia.
L'Appaltatore interessato alla movimentazione e quindi al trasporto di sorgenti radioattive all'interno
delle aree di responsabilità della Committente dovrà inoltre ottemperare alle seguenti prescrizioni:
- attenersi alle disposizioni inerenti il trasporto internazionale delle merci pericolose su strada (ADR);
- sincerarsi che il contenitore della sorgente radioattiva sigillata sia in buone condizioni, abbia
l'otturatore chiuso e bloccato e trovi razionale ed adeguata disposizione nell'imballo fissato
sull'autoveicolo tenendo presente che, anche nelle situazioni più gravose, non debbono essere
superati i valori che saranno specificatamente indicati dall'esperto qualificato;
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- nel luogo di sosta del mezzo di trasporto dovrà essere delimitata un'area all'esterno della quale il
livello di dose assorbita in aria non dovrà essere superiore a 0,5 μGy/h [0,5 μSv/h];
- l'automezzo con la sorgente dovrà essere sorvegliato con continuità dal personale autorizzato
dall’Appaltatore.
L’esecuzione di radiografie industriali, all’interno delle aree di pertinenza della Committente, è
subordinata al possesso del “Permesso di accesso e disponibilità dell'area per l'esecuzione di
radiografie industriali” rilasciato dal rappresentante della Committente.
Il permesso di accesso e disponibilità dell'area per l’esecuzione di radiografie industriali dovrà essere
verificato dal Direttore Tecnico di Cantiere informando preliminarmente il C.S.E..
Le radiografie dovranno essere eseguite, per quanto operativamente possibile, lontano dagli
impianti e all'interno di zone appositamente individuate e autorizzate dal rappresentante della
Committente.
Le radiografie in prossimità e/o sugli impianti dovranno essere effettuate al di fuori dell'orario di
lavoro giornaliero e solo eccezionalmente durante lo stesso, prevedendo l'impiego di idonee
protezioni e di quant’altro venga ritenuto necessario per la protezione dei lavoratori operanti nelle
vicinanze.
106. ULTRASUONI
Le prove distruttive saranno eseguite in accordo con la norma UNI EN ISO 15614-1 su richiesta degli
ispettori della Committente e sarà eseguita almeno 1 prova per le condotte in acciaio di lunghezza
superiore a 1 Km.
Per tali ambiti varranno le stesse prescrizioni per interventi condotti in interrato, in quota e/o in
luogo confinato e/o inquinato. Ulteriori norme di riferimento:
- UNI EN ISO 5173:2012 - Prove distruttive sulle saldature di materiali metallici - Prove di
piegamento;
UNI EN ISO 6892-1:2009 -Materiali metallici - Prova di trazione - Parte 1: Metodo di prova a
temperatura ambiente.
L’addetto dovrà indossare obbligatoriamente i specifici DPI avendo cura di riscontrare che l’azione
condotta da appositi macchinari non sia motivo di generare infortunio alla propria persona: operare
a debita distanza dai mezzi operativi operando in attività interferenziale condividendo con
l’operatore del mezzo azioni condivise in piena sicurezza.
In caso di utilizzo di gas inerte come l’AZOTO è necessario adottare particolari precauzioni in quanto
inodore, incolore e insapore. L’asfissia da gas inerte avviene senza sintomi fisiologici premonitori che
potrebbero allertare la vittima. La mancanza di ossigeno può causare vertigini, mal di testa o
difficoltà di parola, ma la vittima non è in grado di riconoscere tali sintomi come l’inizio dell’asfissia.
L’asfissia porta rapidamente alla perdita di conoscenza - in caso di tenore di ossigeno molto basso,
ciò può avvenire nel giro di pochi secondi.
Prima di eseguire la bonifica di condutture gas è necessario verificare - con apposita strumentazione
- che i dispositivi di intercettazione abbiano adeguata tenuta sull’effettiva interruzione del servizio.
Predisporre una PROCEDURA DI EMERGENZA che preveda il prelevamento di eventuali infortunati
tramite un documento condiviso tra impresa operante e C.S.E..
Gli addetti dovranno indossare idonei DPI provvisti di autorespiratori.
Segnalare e segregare la zona d’intervento rendendola inaccessibile al personale non autorizzato.
La bonifica della condotta con eliminazione delle sostanze infiammabili per non rendere l’ambiente
esplosivo dovranno essere eseguite con aria o gas inerte (AZOTO).
Il fluido di prova verrà immesso attraverso la presa di pressione montata a valle dell’organo di
intercettazione generale o attraverso un tappo alla base della condotta.
In questi ambienti, in caso di interventi di pulizia e manutenzione, ovvero bonifica/inertizzazione,
non è raro imbattersi in una serie di rischi del tipo:
• Carenza o mancanza totale di ossigeno causata da cattiva ventilazione, da eccessivo consumo dello
stesso, ovvero dalla sua sostituzione da parte di altri gas quali ad esempio l’anidride carbonica (CO2).
• Diffusione di sostanze tossiche e nocive a causa di una imperfetta o impossibile bonifica
dell’atmosfera presente che possono interessare sia le vie respiratorie che una eventuale
contaminazione cutanea di natura chimico-biologica;
• Infiammabilità ed esplosività dell’atmosfera presente nell’ambiente confinato.
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Tenendo presente che ci possono essere anche rischi aggiuntivi dovuti alle lavorazioni da eseguire,
le dotazioni di sicurezza necessarie e idonee per queste tipologie di rischio devono prevedere:
- la protezione delle vie respiratorie, la protezione cutanea da agenti chimici e biologici pericolosi e
una protezione ESD (proprietà di dissipazione delle cariche elettrostatiche) ed EOS
(comportamento all’overstress elettrico) per evitare e/o controllare la generazione di cariche
elettrostatiche.
Per le caratteristiche di protezione chimica, biologica, ESD ed EOS è opportuno verificare che gli
indumenti scelti siano coperti da certificazione CE, del tipo che dimostri il superamento delle prove
di permeazione chimica agli specifici contaminanti identificati nell’ambiente confinato in cui si deve
operare, delle prove di protezione biologica e quelle di caratterizzazione che ne evidenzino le
proprietà di dissipazione delle cariche elettrostatiche (ESD) ed il comportamento all’overstress
elettrico (EOS).
Per ogni situazione descritta, ci sono indumenti di protezione da rischi chimici, biologici e da
particelle contaminate da radiazioni (NBC) con caratteristiche antistatiche, integrati anche con la
protezione delle vie respiratorie.
Il collaudo della condotta e delle diramazioni di utenza in aereo sarà in genere eseguito
separatamente da quello dell’allacciamento interrato, a partire dall’organo di intercettazione
generale, e solo quando queste sono posate e complete degli organi di intercettazione dei gruppi
di misura chiusi e bloccati in chiusura.
Gli spazi ristretti o confinati e le strutture chiuse rappresentano situazioni particolarmente pericolose,
in cui un gas inerte normalmente presente (all’interno di un recipiente di processo) potrebbe essersi
accumulato (da perdite o sfiati) e/o perché lo spazio non è stato adeguatamente ventilato o
bonificato, e/o perché il ricambio dell’aria è insufficiente o la ventilazione è carente.
Esempi di questo tipo di ambienti:
• Ambienti chiusi: serbatoi, recipienti, scavi di ridotte dimensioni con rinvenimento condotte da
bonificare;
• Strutture chiuse: ambienti chiusi temporanei/coperti da tenda, o ambienti dove si usano gas di
saldatura protettivi, ecc..
Il processo logico proposto per la valutazione del rischio azoto è il seguente:
- individuazione e analisi dei pericoli potenziali relativamente agli ambienti e alle postazioni di
lavoro, alle mansioni svolte, agli impianti presenti e alle macchine ed attrezzature utilizzate;
- identificazione delle misure di prevenzione e protezione già adottate e verifica della loro
adeguatezza;
- definizione dei criteri per la valutazione dei rischi (probabilità di accadimento dell'evento e livello
di danno possibile associabile all'evento);
- valutazione dei rischi e definizione della priorità di intervento per la loro riduzione/mitigazione;
- individuazione dei provvedimenti che possono essere presi per l’eliminazione o riduzione dei
rischi residui.
In particolare, quali misure adottate specifiche per la prevenzione e protezione del rischio azoto si
possono
citare:
- le misure volte a ridurre la probabilità di rilascio di azoto negli ambienti di lavoro;
- le misure volte a ridurre la concentrazione di azoto nell’aria in caso di rilascio di azoto;
- le misure volte a ridurre a limitare il tempo di esposizione del lavoratore ad una atmosfera
impoverita di ossigeno.
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Le operazioni verranno eseguite quasi sempre sulla viabilità pubblica e/o presso le sedi della
Committente e per tali condizioni il cantiere dovrà essere necessariamente segnalato come qualsiasi
altro intervento.
Più specificamente prima di iniziare le attività l’impresa dovrà posare idonea idonea segnaletica
stradale nel caso si operi in prossimità di sede stradale viaria pubblica e/o privata, eventualmente
allestendo sbarramenti provvisori per permettere lo svolgimento delle operazioni in completa
sicurezza ciò al fine di impedire situazioni interferenziali con estranei.
Si rimanda pertanto agli schemi segnaletici da applicare di volta in volta a seconda delle
caratteristiche della strada, delle condizioni meteorologiche, delle interferenze fisse e mobili
presenti, ecc.
Lo spurgo verrà eseguito facendo uso di un’apposita autobotte che, collegata con la rete, consentirà
di sturare per pressione la tubazione ostruita.
I rischi di questa lavorazione sono genericamente di tipo meccanico, in quanto verranno
movimentate tubazioni pesanti e di natura biologica.
Per quest’ultima considerazione sarà possibile entrare in contatto con organismi anche di tipo
patogeno.
raffigurazione tipologica
Se la presenza di sostanze inquinanti possa risultare possibile, l’ingestione di sostanze solide e/o
liquide risulta poco probabile, mentre - diversamente - l’inalazione potrebbe assumere aspetti di
particolare disagio o pericolo per la presenza sia di composti volatili di natura organica (quali
metano, composti solforati, composti organici volatili, peracidi organici) sia di composti inorganici
(quali composti clorurati, polielettroliti), ed anche di polveri (solfato di alluminio, flocculanti).
L’inalazione potrà avvenire anche qualora siano presenti sostanze chimiche pericolose negli aerosol
prodotti per azione meccanica ad esempio da aeratori, coclee, pompe e centrifughe.
Non ultimo le acque reflue veicolano diversi microrganismi (virus, batteri, funghi, protozoi, elminti)
patogeni e non patogeni che, a causa della formazione di aerosol durante le varie fasi del loro
trattamento, e/o scorrimento potrebbero essere disperse nell’ambiente circostante.
Le diverse specie microbiche e le relative concentrazioni potrebbero inoltre essere legate alle
situazioni epidemiologiche locali e ai livelli di depurazione cui vengono sottoposti i liquami.
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Nelle acque reflue urbane potranno essere presenti e sopravvivere, oltre a microrganismi in genere
innocui per l’uomo (batteri per la degradazione della sostanza organica), anche microrganismi
patogeni quali ad esempio:
- Salmonella spp.;
- Vibrio spp.;
- Escherichia coli,
- Leptospira interrogans;
- Virus enterici (enterovirus, rotavirus, virus epatite A, ecc.), nonché uova di parassiti intestinali.
La formazione di bioaerosol avviene soprattutto per l’azione meccanica di organi in movimento,
nell’ambito di vortici e salti di livello dei reflui, nelle fasi di pompaggio e in tutti i casi di formazione
di spruzzi.
La contaminazione microbica dell’aria potrà subire un fenomeno di dispersione in funzione delle
caratteristiche strutturali dell’impianto, dei movimenti generati nei diversi processi o dei fattori
meteorologici, quali ad esempio velocità e direzione del vento, umidità e temperatura.
Ciò detto l’eventuale contaminazione dei lavoratori potrà avvenire attraverso:
• inalazione di goccioline d’acqua, particolato e polveri contaminate e disperse attraverso le
lavorazioni;
• via cutanea o mucosa, contatto diretto con ferite nella pelle, contatto oculare;
• via digestiva, contagio accidentale per cattiva igiene personale.
Si suppone comunque che il tipo di contatto sarà comunque di natura accidentale e andrà
controllato mediante l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale:
• stivali antinfortunistici,
• guanti impermeabili,
• protezione facciale.
Oltre a quanto sopra indicato saranno in uso altri DPI di uso comune.
Svolta la perimetrazione dell’area operativa, si procederà con l’apertura dell’accesso del
pozzetto/chiusino/griglia da ripulire, svolgendo un’ispezione del manufatto.
L’apertura del boccaporto non potrà avvenire prima dell’arrivo dell’automezzo e, nel caso si proceda
con il sistema a vuoto, solo dopo la discesa del tubo di aspirazione.
L’imboccatura dovrà essere convenientemente chiusa al fine di impedire ogni esalazione.
Verificate eventualmente le condizioni di sicurezza utilizzando un analizzatore di sostanze tossiche
e/o inquinanti al fine di riscontrare la fattibilità dell’aspirazione dei liquami presenti con la presenza
di operatore.
In generale, la compartimentazione ed il conseguente isolamento degli ambienti chiusi insieme ad
una adeguata ventilazione saranno di fondamentale importanza per garantire la salubrità dell’aria al
fine di contrastare l’azione dei microrganismi aerodispersi provenienti dalle acque reflue.
Le procedure di tutela attuabili potranno prevedere:
• l’aspirazione da posizione sicura dei liquami e filtrazione dell’aria immessa nei pozzetti/condotti,
ecc..;
• l’applicazione, laddove non sia possibile la compartimentazione dei locali, di sistemi di filtrazione
e di ventilazione capaci di mantenere, condizioni di pressione differenziale per impedire la
diffusione di agenti nocivi diffusi dalle zone potenzialmente contaminate all’aria ambiente
limitrofa.
Terminata le lavorazioni si procederà al lavaggio e pulizia della vasca/pozzetto, ecc.. (eventualmente
previa asciugatura ed inertizzazione gas-free del serbatoio) e dei tubi di collegamento al serbatoio
di raccolta del mezzo.
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Per tali attività sarà necessario operare ‘con coscienza’ avendo cura di ingombrare il minor suolo
pubblico e/o spazi interni a sedi operative.
Successivamente si procederà alla chiusura e messa in sicurezza del tombino, disallestendo
successivamente l’aera perimetrata per lo svolgimento delle attività soprariportate in sicurezza.
L’allestimento delle attrezzature dovrà avvenire evitando di arrecare disturbo/impedimento alle
ordinarie attività condotte dall’operatore che in ogni caso si dovrà coadiuvare di un collega/autista
del mezzo che procederà all’attivazione delle procedure di emergenza in caso di necessità.
Durante le operazioni di pulizia dovrà essere mantenuta in funzione un'idonea ventilazione forzata.
Tutte le operazioni dovranno essere monitorate in continuo con idonea strumentazione, in grado di
rilevare esplosività e contenuto di ossigeno.
L’eventuale necessario ingresso nel serbatoio dell'operatore, avverrà previa imbracatura di III cat. ed
assicurato con "corda uomo", dotato di tutte le idonee attrezzature di sicurezza e dei necessari DPI,
per la pulizia ed il lavaggio delle pareti interne.
Nel caso sia necessario arrivare a quote interrate si dovrà allestire un tripode con argano per
l'estrazione dell'operatore in caso di emergenza ed adeguati mezzi estinguenti.
Lo scollegamento delle tubazioni dovrà avvenire in modo tale da evitare qualsiasi possibilità di
sversamento di prodotto. Inoltre vi sarà l’obbligo di concordare con il personale all’esterno una serie
di segnali per comunicare eventuali pericoli.
Per quanto concerne i luoghi ATEX e/o confinati si rimanda al specifico capitolo.
La generalità delle installazioni (es. pozzetti eventualmente da spurgare) sono collocati all’aperto,
nonostante ciò, gli interventi in condizioni di limitata visibilità, seppur potenzialmente sporadici,
potranno richiedere un’illuminazione sussidiaria: alcuni interventi tecnici o alcune zone
richiederanno un’ illuminazione artificiale o di emergenza anche di giorno.
Per tali condizioni si potranno pertanto richiedere livelli di illuminamento diversi e che spesso sarà
difficile assicurare uniformemente, sia per l’ampiezza delle superfici, sia per la difficoltà ambientali-
architettoniche riscontrabili.
Nel caso di sversamento accidentale dei liquami a suolo, l’autista e/o l’operatore stesso sarà tenuto
a intervenire prontamente utilizzando il materiale assorbente in dotazione sul mezzo se compatibile
con la sostanza sversata (diversamente dovrà attivare opportune procedure di emergenza
ambientale).
Gli operatori dovranno indossare vestiario ad alta visibilità e adeguati DPI quali mascherine, tuta
monouso, guanti, guanti impermeabili, stivali antinfortunistici ove occorra, inoltre dovranno dotarsi
di lampade segnaletiche da utilizzare in condizioni di scarsa visibilità (come ad esempio in orario
notturno, nebbia, ecc.).
Adottare corrette prassi igieniche:
- non mangiare, non bere e non fumare durante il lavoro.
- dopo ogni intervento lavarsi accuratamente con acqua e sapone che dovranno essere a
disposizione sul mezzo di trasporto e raccolta liquami.
Le prove idrauliche possono essere eseguite a campione su tratti di condotta compresi tra due
pozzetti.
Il collaudo in opera si esegue, normalmente, tra due camerette di ispezione successive: le due
estremità della condotta devono essere chiuse con tamponi pneumatici.
La prova di collaudo deve essere eseguita sulla condotta installata comprensiva di tutti i raccordi.
Il collaudo di una condotta in PE deve tenere conto del comportamento visco-elastico del polietilene.
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FASI ESECUTIVE:
La condotta completamente piena deve essere lasciata a stabilizzare per un minimo di 24 ore prima
di eseguire la prova di tenuta, allo scopo di evitare i fenomeni viscosi ed elastici del polietilene che
potrebbero inficiare il collaudo.
1) - Pulire l'imbocco del tubo a valle (pozzetto B) quindi inserire il cuscino di tenuta gonfiandolo sino
alla pressione di 1,5 bar;
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- Pulire l'imbocco del tubo a monte (pozzetto A) quindi inserire il cuscino di prova gonfiandolo sino
alla pressione di 1,5 bar.
2)- Predisporre, sui cuscini di tenuta, un opportuno sistema di contrasto della spinta idraulica;
- Collegare il tubo piezometrico alla testata di prova.
3)- Procedere al riempimento della tratta sino a superare di qualche centimetro il colmo della
condotta;
- Riempire la colonna piezometrica fino ad un'altezza di 5 m. (0,5 bar).
I tronchi saldati a pie d’opera prima di essere fasciati e posati nella loro sede definitiva, dovranno
essere sottoposti ad un precollaudo aria alla pressione di prova, per una durata di almeno 1 ora.
Durante tale periodo sarà controllata la tenuta delle saldature con acqua saponata.
A condotta interrata prima dell’inserimento dei pezzi speciali, si procederà a collaudi per zone,
sempre con aria a pressione di prova per un periodo di tempo di 24 ore.
Tali collaudi saranno ritenuti positivi se alla loro scadenza la pressione è rimasta invariata.
Il collaudo sarà ritenuto valido se alla sua scadenza si riscontrerà una caduta di pressione
corrispondente ad una perdita non superiore ad 1/200 del volume d’aria contenuto nella condotta
in opera.
Nell’interpretazione dei risultati di collaudo si terrà conto delle eventuali variazioni della temperatura
dell’aria all’interno della condotta e della pressione atmosferica.
Ogni collaudo dovrà essere documentato da apposito verbale compilato in contraddittorio,
dovranno verificarsi preliminarmente i serraggi e lo stato in essere della condotta per ridurre eventi
infortunistici in caso di scoppio per sovrappressione della condotta e dell’eventuale raccorderia.
Il personale in accesso a fondo scavo dovrà operare in piena sicurezza disponendo eventuali opere
di contenimento del terreno e predisposto un accesso adeguata con scala fissata a un punto stabile.
E’ opportuno procedere con cautela durante la messa in esercizio delle prove a collaudo con aria in
pressione, posizionarsi in luogo sicuro durante la verifica al fine di limitare danni alla propria persona
in caso di scoppio della condotta.
Prima di iniziare il lavoro verificare il diametro interno del tubo e scegliere un otturatore di
dimensione appropriata.
Non usare mai un otturatore con diametro superiore a quello previsto, l’uso di questi otturatori è
consentito solo con sezioni circolari.
Si raccomanda di pulire la tubazione per eliminare parti taglienti o irregolari prima dell’introduzione
dell’otturatore.
Effettuare un controllo visivo dell’otturatore per verificare eventuali anomalie.
Montare gli accessori occorrenti al test.
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Durante il montaggio degli otturatori nelle condotte, interrompere preventivamente il flusso della
sorgente.
Verificare la corretta introduzione dell’otturatore nel tubo e il suo asse di allineamento.
Iniziare la procedura di gonfiaggio fino alla pressione consentita dagli otturatori avendo l’accortezza
di ancorare saldamente gli otturatori stessi.
Si raccomanda di non trattenersi in prossimità dell’otturatore.
Una volta che gli otturatori sono correttamente posizionati, gonfiati e ancorati, si può procedere al
test come richiesto dalla UNI EN 1610, immettendo aria nel pallone con by-pass e seguire le
indicazioni della norma.
Ultimato il test, ricordarsi di scaricare prima l’aria e successivamente procedere allo sgonfiaggio dei
palloni.
Prima di dare corso alle lavorazioni e quindi all’accesso dei lavoratori alle reti e impianti fognari
interrati, si procederà alla demolizione della volta utilizzando attrezzature a bassa invasività. In
questa fase dovrà essere adottata ogni cautela per evitare danneggiamenti alle strutture esistenti,
sarà pertanto tassativamente vietato l’utilizzo di martelli demolitori pneumatici sia montati su
escavatore che impiegati manualmente. Perimetralmente all’area interessata alla demolizione, sarà
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realizzato un parapetto regolamentare, dotato di varco mobile al quale sarà vincolata una scala a
mano per l’accesso alla galleria.
Sul parapetto a tubi e giunti e/o similari, saranno realizzati montanti metallici utilizzati per
l’installazione di apparecchio di sollevamento con la duplice funzione di sollevamento/calo dei
materiali e di eventuale recupero di infortunati.
Eseguita la demolizione della volta, prima della discesa dei lavoratori, andrà verificata la qualità
dell’aria, con misuratore gas/ossigeno opportunamente tarato; in caso affermativo, i lavoratori
accederanno al fondo dell’opera fognaria per l’allontanamento dei prodotti di demolizione.
I lavoratori addetti, saranno equipaggiati con imbracatura per il corpo (EN 361) con attacco nucale
e/o dorsale, tuta monouso, casco di protezione con sottogola e doppia lampada e stivali
antinfortunistici.
Ogni squadra sarà dotata di barella pieghevole (tipo toboga), autorespiratore (se necessario) da 3 lt
per ciascun lavoratore, lampada da lavoro IP 65 alimentata a batteria, torce di emergenza e
ricetrasmittenti.
Le attrezzature di sicurezza saranno collocate all’interno di una carriola accompagnerà
costantemente la squadra di lavoro. In nessun caso il lavoratore dovrà trovarsi all’interno della rete
fognaria da solo.
I materiali saranno caricati mediante paleggiamento all’interno di contenitore omologato che sarà
sollevato fino al piano di campagna utilizzando il paranco elettrico precedentemente montato.
Durante il sollevamento dei materiali nessun lavoratore dovrà trovarsi sotto il carico sospeso; il
Preposto - costantemente presente - all’esterno della finestra, coordinerà le operazioni di carico e
sollevamento, ricorrendo, ove necessario, anche all’uso della ricetrasmittente.
Nel caso di interventi estesi a più tratte dell’impianto/rete fognaria all’esterno di ciascuna nuova
“finestra”, dovrà essere realizzato un mini apprestamento igienico assistenziale, costituito da un
container coibentato e riscaldato, dotato di tavoli e sedie, con funzione di ricovero in caso di pioggia
o di riposo durante la turnazione.
Dovrà essere inoltre presente un wc chimico dotato di lavabo.
La composizione delle squadre dovrà in ogni caso rispettare la seguente dotazione per ciascun turno:
- n. 1 lavoratore con funzione di preposto che dovrà trovarsi costantemente all’esterno della finestra;
- n. 1 lavoratore posizionato al piede dell’apertura, in contatto visivo e verbale con il preposto;
- n. 2 lavoratori che opereranno all’interno della fognatura per gli interventi di
manutenzione/riparazione.
I manufatti esistenti, per i quali si è già provveduto all’allargamento dei passi d’uomo ed
all’installazione di travi metalliche e paranchi per il sollevamento di materiali/infortunati, saranno
ugualmente presidiati da un lavoratore posizionato in prossimità del passo d’uomo ed un secondo
lavoratore, all’interno della galleria, sulla verticale dell’accesso.
I due addetti resteranno costantemente in contatto radio, pronti ad intervenire in caso di emergenza.
L’impresa dovrà nominare un Preposto per ciascun turno che dovrà essere costantemente presente
presso la sede operativa; sarà sua cura verificare preliminarmente la funzionalità di apparati di
telefonia mobile e, in assenza di campo o insufficienza del segnale, individuare le misure alternative
di comunicazione con gli addetti delle varie squadre.
In ogni caso, il Preposto dovrà, almeno ogni ora, contattare questi ultimi per l’aggiornamento
costante in ordine alle problematica di sicurezza; a fine giornata dovrà raccogliere i rapporti di
entrata/uscita dei lavoratori dalla galleria, verificando la corretta applicazione dei turni di lavoro.
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L’ispezione della fognatura dovrà essere preceduta dalla delimitazione dell’area di intervento,
opportunamente segnalata in conformità alle norme del regolamento attuativo del codice della
strada, ed illuminata durante le ore notturne con lampade a batteria.
Saranno inoltre realizzate protezioni continue con parapetti regolamentari, perimetralmente ai
chiusini aperti. Per consentire il ricambio dell’aria all’interno delle canalizzazioni, si provvederà
all’apertura di almeno tre chiusini consecutivi.
Nel sollevamento dei chiusini, eseguito manualmente, dovranno essere rispettati i limiti di
movimentazione manuale dei carichi di 25 kg. procapite.
Nel caso di utilizzo apposita attrezzatura, questa dovrà essere impiegata nel rispetto delle
prescrizioni del fabbricante e secondo le disposizioni impartite dal datore di lavoro.
Le plotte saranno sollevate a mezzo di braccio idraulico montato su autocarro o mediante escavatore
omologato come apparecchio di sollevamento; preliminarmente dovranno essere individuati i punti
di vincolo e nel caso si presentino in cattivo stato d’uso, si dovrà provvedere al ripristino della loro
funzionalità. La movimentazione e l’accantonamento provvisorio delle plotte avverrà con le
medesime modalità di cui sopra, accertando che nessun lavoratore si trovi sotto il carico sospeso.
Successivamente, e comunque prima della discesa dei lavoratori all’interno cavo si dovrà provvedere
alla verifica della qualità dell’aria o dell’eventuale presenza di gas nocivi mediante l’utilizzo di
apposito rilevatore; in caso di insufficiente qualità dell’aria, dovrà essere allestito impianto di
ventilazione ausiliaria integrativo di quella naturale, realizzato mediante insufflatore con presa d’aria
collocata all’esterno della camera in zona priva di inquinamento.
In ogni caso prima della discesa del lavoratore all’interno del pozzetto, dovrà essere ripetuta la
misura con rilevatore gas-ossigeno.
In relazione alla possibile presenza di acqua, le apparecchiature elettriche da utilizzare dovranno
essere alimentate in bassa tensione e le lampade dovranno essere del tipo stagno; il personale
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addetto dovrà fare uso degli opportuni dispositivi di protezione individuali quali tute impermeabili,
stivali, guanti in gomma, maschera facciale.
Si procederà quindi al posizionamento sulla verticale del pozzetto di gru a giraffa (capra) munita di
verricello e fune di recupero. La discesa dei lavoratori dovrà avvenire vincolando l’anello superiore
della cintura di sicurezza all’assorbitore di energia fissato alla fune di trattenuta. Una volta raggiunto
il fondo del pozzetto o della camera da ispezionare, il lavoratore potrà sganciare il moschettone di
sicurezza che sarà recuperato dall’operatore posizionato costantemente all’esterno.
Il calo del materiale e delle attrezzature sul fondo del pozzetto o della camera avverrà con l’ausilio
della gru a giraffa munita di verricello; nessun lavoratore dovrà trovarsi sotto la verticale del carico,
avendo cura di non superare il carico massimo ammissibile prescritto dal costruttore.
Per le operazioni di risalita del lavoratore si procederà con le stesse precauzioni adottate per la
discesa.
Le lavorazioni dovranno essere eseguite previa delimitazione dell'area di intervento ed
opportunamente segnalate in conformità alle norme del regolamento attuativo del codice della
strada.
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Qualora l'ampiezza delle strade risulti limitata, dovranno essere tracciati percorsi pedonali di accesso
alle proprietà private mediante transenne.
Contro il rischio di caduta all'interno dei manufatti, preventivamente all'apertura dei chiusini,
dovranno essere realizzate protezioni continue su tutto il perimetro mediante parapetto
regolamentare.
Per consentire l’eventuale corretto funzionamento dell'apparecchiatura televisiva sarà necessario
interrompere il flusso dei reflui all'interno del tratto da ispezionare, con il posizionamento di
opportuni palloni otturatori.
Per tale operazione è necessario consentire il ricambio d'aria all'interno delle canalizzazioni,
attraverso l'apertura di due chiusini contigui ricadenti all'interno dell'area delimitata,
successivamente si dovrà provvedere alla misurazione del livello di ossigeno presente e di eventuali
gas, dopodiché il personale, dotato di opportune cinture di sicurezza con bretelle e fasce gluteali ed
idonee funi per l'eventuale recupero, potrà procedere al posizionamento delle attrezzature
necessarie all'interruzione del flusso. Successivamente verrà posizionata la telecamera con l'ausilio
del verricello montato direttamente sul mezzo.
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Radioprotezione Il datore di lavoro deve garantire la tutela dei lavoratori tramite controlli
medici preventivi e periodici ed una sorveglianza fisica individuale ed
ambientale.
L’esposizione alle radiazioni diminuisce in modo notevole quando la
sorgente è posta dietro ad un materiale adatto (es. piombo). Maggiore è lo
spessore del materiale e minore sarà la quantità di radiazione che riesce ad
oltrepassare la schermatura. Per questo motivo le sorgenti radioattive
quando non vengono usate sono conservate in contenitori schermanti.
Fattore rischio 9 Durante l’uso di sorgenti o durante l’erogazione di un’apparecchiatura a RX
l’operatore dovrà mantenersi protetto dietro a barriere o qualora non sia
possibile, indossare indumenti protettivi (grembiuli, occhiali, guanti piombati,
ecc...) in modo che queste schermature riducano l’esposizione alle radiazioni.
Utilizzare durante l’attività un rilevatore raggi gamma.
La presenza del rischio da radiazione dovrà essere segnalata con cartelli,
oppure avvisatori acustici e/o luminosi.
Scoppio o cedimento Durante la prova in pressione disporsi in luogo sicuro al fine di evitare di
tubazione essere coinvolti nel cedimento della condotta attraverso il suo scoppio con
per collaudo condotte in conseguente propagazione di schegge e/o detriti.
pressione Utilizzare schermi protettivi e paratie contenitive.
Nel caso necessiti (indicazioni del CSE), le prove in pressione potranno
prevedere l’installazione di opere provvisionali contenitive anche dei fronti di
Fattore rischio 6 scavo a tutela del personale operante.
E’ vietata la presenza di materiale infiammabile nei pressi del posto di
collaudo.
Caduta di materiale Vietato tassativamente passare sopra i lavoratori o nelle immediate vicinanze,
dall’alto con carichi di qualsiasi peso e tipo.
Il capo cantiere deve organizzare l’intervento in modo tale che le operazioni
siano svolte su un’area dedicata.
Durante i sollevamenti e le operazioni di stoccaggio, tutta l’area operativa
dovrà essere interdetta a tutti i lavoratori non addetti all’operazione.
Fattore rischio 6
Caduta in piano per Sistemazione superficiale preliminare del terreno con rimozione delle
presenza di ostacoli a asperità, degli ostacoli anche nell’area immediatamente esterna al cantiere
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pavimento, disomogeneità con pulizia e rimozione di materiali (massi, fango, ghiaia, ecc.) anche nel
del terreno, scivolosità corso dei lavori.
della superficie (bagnata, Evidenziazione degli ostacoli con transenne o altra segnaletica.
ghiacciata, fangosa) Allontanare i materiali non necessari dall’area di cantiere.
Deposito del materiale all’interno del cantiere.
Rimozione immediata del materiale di risulta dall’attività lavorativa.
Fattore rischio 6 In caso di scarsa visibilità uso di adeguati sistemi di illuminazione artificiale.
Contaminazione da gas Notoriamente l’azoto non è “intrinsicamente” tossico o nocivo nel senso
inerte tradizionale del termine ma un aumento della sua concentrazione, non
rilevabile poiché il gas è incolore ed inodore, può causare asfissia a causa
della conseguente riduzione della percentuale di ossigeno in ambiente: per
ridurre l’effetto di asfissia è necessario ventilare adeguatamente l’ambiente
di lavoro e nel caso fare uso di maschera filtrante.
Il personale addetto sarà soggetto a visita medica.
Fattore rischio 6 Comunicazioni al personale del sito onde garantire che conoscano e
dimostrino di aver compreso il pericolo.
Urti, tagli, abrasioni, Operare con guanti e indumenti da lavoro antistrappo e qualora la posizione
schegge, ecc. della lavorazione possa creare pericolo per la testa, indossare il casco
protettivo.
Adottare una postura corretta durante le fasi di verifica/collaudo delle
Fattore rischio 6 condotte.
Polveri - Fibre Nelle lavorazioni che prevedono l’impiego di materiali in grana minuta o in
polvere oppure fibrosi e nei lavori che comportano l’emissione di polveri o
fibre dei materiali lavorati, la produzione e/o la diffusione delle stesse deve
essere ridotta al minimo utilizzando tecniche e attrezzature idonee.
Fattore rischio 6 Le polveri e le fibre captate e quelle depositatesi, se dannose, dovranno
essere sollecitamente raccolte ed eliminate con i mezzi e gli accorgimenti
richiesti dalla loro natura. Qualora la quantità di polveri o fibre presenti superi
i limiti tollerati e comunque nelle operazioni di raccolta ed allontanamento
di quantità importanti delle stesse, dovranno essere forniti ed utilizzati
indumenti di lavoro e DPI idonei alle attività ed eventualmente, ove richiesto,
il personale interessato dovrà essere sottoposto a sorveglianza sanitaria.
Indossare adeguati facciali filtranti, quanto i lavoratori siano esposti alle
polveri prodotte durante le lavorazioni (p.es. scavi).
Tenere a disposizione una scorta d’acqua per lavarsi gli occhi in caso di
necessità.
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Considerati i rischi potenziali che le attività operative in presenza di amianto comportano, le aree
interessate dall’intervento di rimozione dei materiali/condotte in cemento-amianto rinvenute
durante gli interventi manutentivi e/o di ripristino, dovranno essere temporaneamente delimitate e
segnalate in modo tale da interdire l’accesso al personale non autorizzato e non notificato nel Piano
di Lavoro.
La delimitazione e le relative segnalazioni dovranno essere realizzate con apprestamenti conformi al
Dec. Lgs. 81/08 e s.m.i..
Nelle fasi operative dovranno essere adottate metodologie di lavoro volte alla minima dispersione
dell’amianto nel pieno rispetto della normativa vigente in tema di contaminazione dell’ambiente
circostante.
Si riportano di seguito le istruzioni tecnico-operative da adottare in via generale per le attività di
rimozione di tubazioni in cemento amianto:
1. L’area di cantiere, in relazione al tipo di lavori effettuati, dovrà essere dotata di recinzione avente
caratteristiche idonee ad impedire l’accesso agli estranei (decreto legislativo 81/2008 e s.m.i.); si
consiglia per tipologia e dimensioni una recinzione mobile di altezza minima di almeno due
metri. Dovranno essere inoltre adottate tutte le misure previste in tema di cartellonistica (divieto
di accesso ai non autorizzati, pericolo amianto, etc.) e segnalazione (diurna/notturna) del cantiere
ai sensi del decreto interministeriale del 4 marzo 2013 e s.m.i..
2. Nel caso d’interventi in cui si riscontri una contiguità diretta tra le aree di cantiere e aree ad elevata
frequentazione, si dovrà procedere alla delimitazione dell’area di cantiere prevista al punto 1,
con posa in opera sulla recinzione di una rete tessuta oscurante (realizzata in polietilene alta
densità (Pehd) o similare), a maglia chiusa (tipo antipolvere), resistente alle sollecitazioni
meccaniche, agli strappi e all’invecchiamento da esposizione agli agenti atmosferici, posata al
fine di contenere il più possibile la dispersione di polvere.
Questo consente anche di evitare la visibilità delle attività svolte all’interno del cantiere.
Si consiglia di smaltire a fine lavorazione i materiali utilizzati con codice Eer 15.02.02* -
“Assorbenti, materiali filtranti, stracci ed indumenti protettivi, contaminati da sostanze
pericolose”, come rifiuti contaminati da amianto. In alternativa si potranno utilizzare pannelli in
legno, plastica o altri materiali (validi sia per scopi di delimitazione che di contenimento) da
lavare e incapsulare dopo l’utilizzo.
Si consiglia di procedere per tratti di lunghezza limitata.
3. Per interventi in aree ad elevata frequentazione inoltre, qualora si prevedano operazioni di
separazione/taglio della tubazione, la zona di intervento dovrà essere ulteriormente chiusa (pali
metallici, teli in polietilene, etc.). Ciò al fine di proteggerla dall’azione del vento e/o dallo
spostamento d’aria provocato dai mezzi di cantiere e/o veicoli in transito nelle aree adiacenti.
Tale precauzione non è da ritenersi necessaria nel caso si utilizzi la tecnica del glove-bag.
4. Dovrà essere interrotta, ove possibile e applicabile, la fornitura dei servizi erogati dalla rete oggetto
degli interventi prima di operare sui Mca. Qualora ciò non fosse possibile, andranno valutati i
rischi correlati ed adottate specifiche misure precauzionali.
5. A fini cautelativi, dovranno essere ridotte al minimo le fasi e le tempistiche di rimozione delle
tubazioni e di tutti i materiali di risulta.
6. In funzione dell’effettiva profondità dello scavo e della natura del terreno, si dovrà sempre garantire
la sicurezza statica delle pareti anche mediante l’impiego di opere provvisionali (es. armature,
casseri, puntelli, etc.), al fine di procedere in sicurezza ai sensi dell’articolo 119 del decreto
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legislativo 81/2008 e s.m.i. (si consideri però che normalmente le tubazioni delle reti idriche sono
posate ad una profondità non superiore a un metro e mezzo).
Dovrà essere inoltre rimosso l’eventuale bauletto cementizio presente nell’intorno della
condotta.
7. Preliminarmente dovranno essere effettuate le operazioni di scarificazione e una volta rimosso il
manto di asfalto, si potrà procedere all’individuazione della posizione e profondità di posa della
tubazione utilizzando un’apposita sonda. Il successivo scavo dovrà raggiungere una profondità
di 15 cm al di sopra della generatrice superiore del tubo, anche mediante approfondimenti
laterali del medesimo.
Durante questa fase si ritiene opportuna la bagnatura del terreno con acqua, da irrorare anche
mediante nebulizzatori/atomizzatori, senza provocare ristagno o ruscellamento, al fine di limitare
l’emissione di polveri durante lo scavo.
8. Il DL potrà motivare nel PIANO DI LAVORO, indirizzato alla Ausl competente per territorio, la
necessità di operare scavi con profondità differenti ai 15 cm, in funzione della situazione sito
specifica.
9. La completa messa a giorno delle sole porzioni interessate da separazione/rottura/taglio dovrà
essere effettuata mediante attrezzi manuali (badili, vanghe, cazzuole, etc.), prestando attenzione
a non raschiare la superficie esterna della tubazione in cemento amianto.
Per quanto riguarda le suddette porzioni (e non le restanti parti di tubazione), dovranno essere
rimossi e trattati come rifiuto circa 15 cm di terreno immediatamente circostante la tubazione,
in accordo con quanto indicato nel “Parere tecnico in merito al campionamento di suoli con
possibile presenza di amianto e altre fibre asbestiformi” predisposto dal Gruppo di lavoro del
ministero della salute.
Ciò esclusivamente qualora ancora presenti e non in forma fangosa o liquida a causa di eventuali
dispersioni idriche. Tale porzione di terreno potrebbe, infatti, essere contaminata da fibre
d’amianto e, pertanto, andrà imballata e smaltita come rifiuto pericoloso. In questo caso, la
bagnatura del terreno con acqua, da irrorare anche mediante nebulizzatori/atomizzatori senza
provocare ristagno o ruscellamento, dovrà necessariamente essere realizzata per limitare
l’aerodispersione di eventuali fibre.
Le modalità operative d’intervento da attuare per tali terreni, andranno presentate all’Organo di
vigilanza competente per territorio.
10. Nel caso di tubazioni ubicate al di sotto della falda freatica, andranno adottate tecniche che
consentano di operare in condizioni asciutte, da valutare a seconda del modello idraulico del
sottosuolo (es.: aggottamento semplice, impianto wellpoint, etc.). In tale caso, risultando il
terreno di per sé stesso intriso di acqua, non risulta necessario porre in essere le attività di
bagnatura mediante nebulizzazione/atomizzazione.
11. Con la tubazione interamente a giorno ed in parte sospesa, è auspicabile interporre tra la stessa
ed il terreno sottostante un telo in polietilene ad alta densità con spessore di almeno 0,15 mm,
o un telo equivalente di “geotessile tessuto non tessuto”. Esso andrà allocato almeno al di sotto
di ogni area di separazione/rottura/taglio e la sua estensione potrà essere valutata in
considerazione delle condizioni operative specifiche. In caso di presenza di acqua nello scavo,
andranno valutate specifiche modalità operative per garantirne l’efficacia (es. telo sospeso sotto
alla tubazione, etc.). La posa del telo o di geotessuto non sarà necessaria nel caso in cui si adotti
la tecnica del glove-bag di cui al successivo punto 15.
12. In caso di presenza di acqua a fondo scavo, si potrà consentire il suo naturale drenaggio o scarico
in fognatura mediante idoneo convogliamento.
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Si ritiene inopportuno lo svuotamento dello scavo con la benna. Dovrà essere vietata la
dispersione della medesima su pavimentazioni impermeabili (es. asfaltate, in cemento, etc.) che,
in un secondo momento, asciugandosi potrebbero dare luogo a dispersioni di fibre in atmosfera.
Qualora ciò non fosse possibile si dovrà procedere alla sua preventiva raccolta e avvio a
smaltimento. Si consiglia di smaltirla con codice Eer 16.10.01* - “soluzioni acquose di scarto,
contenenti sostanze pericolose”; ciò in via cautelativa, non essendo nota a priori la
concentrazione di fibre ivi presente ovvero, a seguito di accertamenti analitici, potrà essere
adottato il relativo codice Eer a specchio. In aree non urbanizzate si potrà consentire lo scarico
sul terreno mediante idoneo convogliamento.
13. Una volta portato a giorno il tratto di tubazione ed eventualmente allontanata l’acqua dallo
scavo, prima d’iniziare le azioni di separazione/taglio, dovrà essere introdotta nello scavo, o
lasciata a bordo del medesimo, lontano dal ciglio e in posizione di sicurezza, tutta l’attrezzatura
necessaria per eseguire l’intervento al fine ridurre gli accessi allo scavo durante le operazioni,
condizione che potrebbe esportare la potenziale contaminazione nelle restanti aree di cantiere.
14. Si dovrà quindi procedere alla pulizia completa della superficie esterna della tubazione, in
particolare della/e zona/e interessata/e dall’operazione/i di separazione/taglio, procedendo
contestualmente a una nebulizzazione continua durante il taglio con acqua, o con prodotto
incapsulante possibilmente biodegradabile (tipo D, ai sensi del decreto ministeriale 20 agosto
1999), della superficie esterna esposta. In caso di ramo terminale della rete, di giunzioni o innesti
in pozzetto, l’incapsulamento andrà previsto, ove possibile, anche sulla superficie interna della
condotta da rimuovere.
15. Si dovrà verificare se è già individuabile un punto di giunzione da utilizzare ove tecnicamente
possibile, per separare il tratto da rimuovere da quello successivo, possibilmente senza tagli o
rotture. Come soluzione residuale, laddove non sia tecnicamente possibile intervenire sulle
giunzioni senza tagli e rotture, l’operatore potrà utilizzare la tecnica del glove-bag o eseguire i
tagli sulla tubazione, mediante una delle metodiche di cui al successivo punto 16, solo dopo aver
provveduto, come già detto, al preventivo incapsulamento dei punti di taglio e del tratto di
tubazione portata a giorno. Si consiglia l’atomizzazione/nebulizzazione, possibilmente con
cannone nebulizzatore dell’area d’intervento durante la fase di messa a giorno della tubazione.
Attività non necessaria in caso si adotti la tecnica del glove-bag.
16. Le operazioni di taglio della tubazione, dovranno essere eseguite mediante strumenti idonei, tra
cui:
A. seghetto manuale (strumento operante a secco, per tubazioni con piccoli diametri, da
utilizzare solo se si opera in presenza di aspirazione forzata a filtri assoluti di classe Hepa H13 o
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Tale impiego potrà, in futuro, essere previsto solo a seguito di opportuna sperimentazione e
monitoraggio per valutare la loro efficacia ed i livelli di esposizione provocati per i lavoratori e
gli ambienti di vita.
Questa tipologia di strumenti andrebbe utilizzata preferibilmente per tubazioni con diametri
superiori a 800 mm e/o con spessori rilevanti; al termine delle operazioni, lo strumento andrà
pulito a umido per quanto possibile e conservato in apposito contenitore chiuso.
Si ricorda che è sempre vietato l’utilizzo di strumenti tipo smerigliatrice angolare (flessibile, flex
o frullino), che provocano un’elevata dispersione di fibre e significativi rischi per gli operatori e
per gli ambienti di vita circostanti. Ulteriori apparecchiature elettriche a media/alta velocità che
operano a secco, quali il seghetto alternativo elettrico, non risultano conformi ai dettami del
citato decreto.
17. Per la rimozione di tratti di tubazioni in cemento amianto, potrà essere utilizzata anche la tecnica
del glove-bag, (ai sensi del decreto ministeriale 6 settembre 1994 e s.m.i.). Tale metodica,
considerati i suoi limiti intrinseci e le oggettive difficoltà applicative negli scavi, potrà essere
adottata solo a seguito di una specifica analisi di fattibilità e sperimentazione pratica condotta
dall’azienda, che dovrà determinare preliminarmente il diametro e la lunghezza massimi per i
quali potrà essere applicata. Nell’analisi di fattibilità, si dovrà tenere conto di tutte le fasi
operative stabilendo apposite procedure codificate, ivi compresi la scelta dello
strumento/modalità di taglio, il trattamento dell’acqua eventualmente accumulatasi all’interno
del glove-bag e la modalità di raccolta, manipolazione e smaltimento dei rifiuti prodotti.
18. Ulteriore valutazione dovrà condursi sulla quantità di terreno rimosso, in particolare:
a. quella equivalente ai 15 cm circa prelevati intorno le porzioni di separazione/ rottura/taglio;
b. quella prelevata al di sotto delle aree di taglio per operazioni eseguite in assenza di telo
protettivo o geotessuto filtrante o senza applicare la tecnica del glove-bag;
c. quella proveniente dalle operazioni di campionamento e analisi a fondo scavo prima del
ritombamento;
d. eventuali carote di risulta;
e. altre tipologie similari di terreno rimosso. dovrà essere considerata, ai fini della sicurezza,
come terreno contaminato.
Fatta eccezione per i campioni da avviare al laboratorio di analisi, che dovranno pionamento, il
restante materiale dovrà essere imballato in opportuni sacchi di polietilene ed inserito in big-
bags da sigillare e contrassegnare con etichette riportanti il produttore del rifiuto, la presenza di
amianto e l’identificativo R (rifiuti pericolosi). Essi dovranno quindi essere posizionati a bordo
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scavo, lontano dal ciglio a distanza consona a garantire la sicurezza dei lavoratori operanti
all’interno dello scavo, in modo da poter essere allontanati dal cantiere insieme agli altri rifiuti
pericolosi, da avviare a successivo smaltimento.
Si consiglia per tali rifiuti l’adozione del codice Eer 17.05.03* - “Terre e rocce contenenti sostanze
pericolose”. Si specifica che si ritiene opportuna l’attribuzione di tale codice in considerazione
delle comprovate difficoltà analitiche in merito alla caratterizzazione dei terreni contenenti o
contaminati da amianto. Le metodologie previste normativamente (Diffrattometria a raggi x (Drx)
- Spettroscopia IR a trasformata di Fourier (Ftir)), posseggono infatti un limite di rilevabilità
generalmente intorno all’1%, superiore al valore indicato dalla normativa vigente pari a 0,1%
(1000 mg/Kg), oltre a costi rilevanti e lunghi tempi esecutivi (es. procedura di arricchimento del
campione, setacciatura a diverse mesh, etc.).
19. Al fine di garantire una maggiore efficacia, in caso sia necessario intervenire mediante taglio e
sostituzione su un tratto di tubazione danneggiato, si consiglia di non limitarsi alla sostituzione
della sola porzione danneggiata o deteriorata, bensì dell’intero tratto di tubazione (da giunto a
giunto) che comprende la parte ammalorata.
Questo consentirebbe di evitare possibili ulteriori rotture, nelle immediate vicinanze del tratto
sostituito, conseguenti agli assestamenti del letto di posa della tubazione dopo l’intervento di
riparazione e successivo rinterro.
21. Le tubazioni rimosse potranno essere adagiate a terra, su idonei teli, per procedere al loro
confezionamento in imballaggi sigillati e opportunamente contrassegnati con etichette riportanti
il produttore del rifiuto, la presenza di amianto e l’identificativo R (rifiuti pericolosi). Si consiglia
per tali rifiuti l’adozione del codice Eer 17.06.05* - “Materiali da costruzione contenenti amianto”.
Il confezionamento dell’imballaggio potrà avvenire, sia a fondo che a bordo scavo, a seconda
delle situazioni specifiche, quando i materiali sono ancora bagnati.
22. Tutti i rifiuti prodotti (terreni, tubazioni, Dpi, etc.) dopo opportuno confezionamento e pulizia
esterna degli imballaggi, dovranno essere allontanati dall’area di cantiere su idonei mezzi di
trasporto possibilmente in giornata o al raggiungimento di un primo carico utile ma comunque
entro i tempi indicati per il deposito temporaneo.
Si riportano in proposito in Allegato 3 specifiche indicazioni in merito da adottare di notte o nei
giorni festivi.
Essi potranno dunque essere avviati a deposito temporaneo o preliminare oppure definitivo in
discarica per rifiuti pericolosi o non pericolosi monodedicata all’amianto, o con cella
monodedicata all’amianto.
23. Si consiglia che per il trasporto dei rifiuti prodotti, da effettuare con veicoli appositamente
autorizzati e iscritti all’albo gestori ambientali per il trasporto dei rifiuti pericolosi (categoria 5 o
2 bis per quantità inferiori a 30 Kg), avvenga con mezzi dotati di vano di carico con sponde e
sistema di copertura fissa o mobile, tali da garantire la protezione del carico.
24. In caso le tubazioni si rompano o si trovino già in parte usurate e frantumate, gli eventuali
frammenti acuminati o residui individuabili a vista (sia di tubazione che di fasci di fibre minerali
rimasti nel terreno a seguito della dissoluzione della matrice cementizia) dovranno essere
sottoposti a nebulizzazione con aspersione di incapsulante tipo D (possibilmente
biodegradabile), rimossi manualmente e insaccati in appositi imballaggi impermeabili sigillati
(possibilmente rigidi in caso di frammenti acuminati) o in sacchi di rafia polipropilenica e
immediato successivo imballo in big-bags (impermeabili in caso di utilizzo di rafia, ai sensi del
decreto ministeriale 6 settembre 1994 e s.m.i.); ciò al fine di evitare rotture e sfondamento
dell’imballaggio. Eventuali frammenti di grosse dimensioni non dovranno essere assolutamente
frantumati in cantiere per essere introdotti nei big-bags, ma dovranno essere sigillati
separatamente in teli di polietilene d’idoneo spessore e dimensioni disponibili sul mercato,
quindi, etichettati; ciò al fine di evitare la potenziale aerodispersione di fibre di amianto.
25. Eventuali altri rifiuti prodotti in cantiere, dovranno essere opportunamente confezionati in
appositi imballaggi, quindi sigillati e contrassegnati con etichette indicanti il produttore del
rifiuto ed il codice Eer del rifiuto ivi contenuto.
26. I teli o i geotessuti di cui al precedente punto 11, eventualmente rimossi dallo scavo, dovranno
essere sottoposti a nebulizzazione con aspersione di incapsulante di tipo D e insaccati in appositi
imballaggi sigillati e correttamente etichettati come rifiuti. Si consiglia di classificarli con codice
Eer 15.02.02* - “Assorbenti, materiali filtranti, stracci ed indumenti protettivi, contaminati da
sostanze pericolose”, ed avviarli a deposito temporaneo, preliminare o idonea discarica.
27. Al termine dei lavori, una volta liberato lo scavo e prima del suo ritombamento, come da Pdl, si
dovrà effettuare un’ispezione visiva al fine di verificare l’effettiva rimozione di tutti i rifiuti
potenzialmente contaminati da amianto. Si ritiene opportuno che tale verifica sia eseguita dalla
ditta esecutrice congiuntamente con la Direzione Lavori.
28. All’esito positivo dell’ispezione visiva, ove non siano stati posizionati i teli o il geotessuto con le
modalità di cui al precedente punto 10 o utilizzata la tecnica del glove-bag, si dovrà eseguire un
campionamento sul fondo dello scavo per accertare l’assenza di contaminazione da fibre libere
di amianto nel terreno sottostante.
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In ogni operazione nella quale i lavoratori possano venire a contatto con materiali fibrosi (sia fibre
ceramiche che vetrose o in generale coibentazioni di qualsiasi tipo, quali lana di roccia, lana di vetro,
ecc..) è necessario proteggere l’apparato respiratorio e la cute in quanto tali minerali possono
produrre particelle fibrose potenzialmente inalabili e irritanti per gli occhi e per la pelle (non tanto
per la loro composizione chimica quanto per sfregamento) e quindi dannose per la salute dell’uomo.
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Gli addetti impegnati nei lavori di rimozione dei materiali e nelle operazioni di pulizia delle aree
oggetto d’intervento dovranno essere dotati dei specifici DPI:
- tuta protettiva monouso completa di cappuccio e sovrascarpe atte a non trattenere le fibre (tipo
tyvek);
- guanti da lavoro impermeabili e a manica lunga dotati di adeguata resistenza e idonei alla
manipolazione di eventuali agenti chimici (es. neoprene, ecc..);
- dispositivi di protezione delle vie respiratorie quali maschere facciali, oppure facciali filtranti e
occhiali a tenuta con grado di protezione delle vie respiratorie per le polveri di classe P3.
In cantieri per rischi diversi da esposizione da fibre di amianto saranno necessarie:
- scarpe e/o stivaletti antinfortunistici;
- elmetto protettivo;
- otoprotettori;
- indumenti ad alta visibilità (in presenza di traffico veicolare);
- imbracature di sicurezza e dispositivi di trattenuta (ove si incorra nel caso di pericolo di caduta
nel vuoto e/o in luoghi confinati).
Poiché l’azione irritante delle fibre è maggiore nelle zone di sfregamento tra gli abiti e la cute, dovrà
essere evitata ogni soluzione di continuità fra i vari indumenti e i DPI indossati. In particolare tra
cappuccio e volto, guanti e maniche, scarpe e pantaloni.
Le tute monouso in tyvek, i guanti e i filtri dovranno essere posti in apposite buste contenitive in
polietilene per il loro smaltimento gestito, al temine della giornata lavorativa.
RISCHI RIFERIMENTO
DPI DESCRIZIONE
EVIDENZIATI NORMATIVO
Maschera pieno Art 75 – 77 – 78 , Allegato
facciale VIII-punto 3, 4 n.4 del D.lgs.
n.81/08 come modificato dal
Filtro antipolvere tipo P3 a D.lgs n.106/09
Inalazione di fibre di
facciale totale e fattore di UNI EN 143(2007)
amianto
protezione non inferiore a 400 Apparecchi di protezione
delle vie respiratorie - Filtri
antipolvere - Requisiti, prove,
marcatura
Tuta in tyvek Art 75 – 77 – 78, Allegato
In tessuto liscio per non VIII - punto 3,4 n.7 del D.lgs.
trattenere le fibre completa di n.81/08 come modificato dal
cappuccio, D.lgs n.106/09
Contatto con fibre di
senza tasche esterne, chiusa (o UNI EN 1149-1 (1997)
amianto
chiudibile) ai polsi e alle Indumenti di protezione.
caviglie con elastici o nastro Proprietà elettrostatiche.
adesivo Resistività di superficie
(metodi di prova e requisiti).
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Al termine dei lavori gli operatori dovranno ripristinare l’area di lavoro evitando ogni possibile
contaminazione da amianto e/o altre eventuali fibre cancerogene presenti, operando come segue:
• Lavare adeguatamente gli attrezzi e gli stivali avendo cura di stare sul tessuto non tessuto per il
recupero delle eventuali fibre dilavate;
• raccogliere, arrotolandolo, il telo a fondo scavo avendo cura di mantenere il tessuto non tessuto
al suo interno e chiudere il rotolo con nastro in modo che non vi possa essere fuoriuscita di
materiale dai bordi, e apporre ben visibile l’etichetta di identificazione dei rifiuti;
• uscire dallo scavo dopo aver riposto a bordo scavo il rotolo nastrato di nylon;
• fasciare il tubo con il telo, fissare con il nastro i lembi del telo, apporre l’etichetta ben visibile di
identificazione dei rifiuti e caricare i materiali così impacchettati sull’autocarro per essere poi avviati
allo smaltimento il prima possibile;
• lavare i guanti per decontaminarli;
• togliere i dispositivi di protezione individuale per amianto rivoltando la tuta su se stessa, escluso
il facciale filtrante che va mantenuto indossato, ed insacchettarli in sacchi di polietilene, ed
etichettarli per essere smaltiti in modo analogo agli altri rifiuti;
• pulire mani e viso con salviette umidificate;
• togliere il facciale filtrante;
• pulire nuovamente mani e viso con salviette umidificate.
Non ultimo, tutti i materiali utilizzati per la pulizia, dovranno essere smaltiti in modo analogo agli
altri rifiuti.
Tutto il personale operativo addetto alle lavorazioni con presenza di amianto dovrà essere
sottoposto ad apposito protocollo sanitario, predisposto dal medico competente in funzione dei
rischi derivanti dall’esposizione alle fibre di amianto contenute nei materiali trattati/rimossi.
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Tutti i lavoratori impegnati nei lavori di rimozione dei materiali descritti, nonché nelle operazioni di
pulizia delle aree oggetto d’intervento, sia addetti operativi che addetti dirigenti, dovranno essere
formati e informati, ai sensi della normativa vigente, in particolare secondo quanto previsto dalla
Delibera Consiglio Regione Emilia Romagna n. 497 del 11.12.1996 e s.m.i. (Allegato B punto 2.2 “Corsi
di formazione professionale per dirigenti e per lavoratori addetti ad operazioni di bonifica e rilascio
dei relativi titoli di abilitazione”).
Tutti gli addetti dovranno essere in possesso dell’abilitazione conseguita a seguito della
partecipazione al corso con superamento del relativo esame.
La formazione specifica dovrà vertere in particolare su:
• rischi collegati con l’inalazione di polveri e fibre d’amianto e sulla tipologia dei dispositivi di
protezione individuali;
• corrette modalità operative da seguire nelle operazioni di rimozione e di pulizia e sulle modalità
d’uso dei dispositivi di protezione individuali (DPI), compresi quelli per le vie respiratorie;
• contenuti specifici del Piano di Lavoro.
Al fine di ridurre al minimo il rischio di esposizione ad amianto e fibre minerali dovranno essere
rispettate le seguenti prescrizioni di carattere generale:
- Tenere in cantiere, in pronto uso un contenitore per acqua, rotoli di carta e salviette
umidificate.
- Divieto di operare a secco;
- Divieto di impiegare attrezzi che tagliano per abrasione o che, in ogni caso, producono polveri;
- Divieto di toccare direttamente il materiale, senza protezioni;
- Divieto di fumare durante le lavorazioni;
- Divieto di mangiare o bere in aree sospette di contaminazione da amianto così come in tutte le
aree di lavoro di pari rischio;
- Maneggiare con cura e massima attenzione possibile i materiali contenenti fibre, al fine di
limitare l’emissione di particelle fibrose.
Nel caso specifico delle condotte che presentano guasti dovute a perdite, rotture, ecc.., non si
prevedono interventi di riparazione, ma unicamente la rimozione del tratto di tubazione coinvolta
secondo le modalità in seguito specificate e la sua sostituzione con una nuova condotta coibentata
con materiali comunemente utilizzati privi di amianto.
Anche la sola rimozione di tratti di tubazione prevede comunque l’esecuzione di tagli della
coibentazione esistente comportandone la manomissione e conseguentemente la potenziale
dispersione nell’ambiente circostante.
Per tale motivo si dovrà procedere con tutte le cautele del caso dovendo intervenire su una struttura
potenzialmente dannosa per la salute degli operatori.
I lavori di rimozione dell’amianto dovranno essere effettuati solo da imprese rispondenti ai requisiti
prescritti dalla normativa vigente.
Prima di iniziare i lavori, il Datore di Lavoro dell’impresa esecutrice deve notificare l’intervento
all’organo di vigilanza territorialmente competente.
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Contatto con fibre di amianto Indossare d.p.i. specifici per la presenza di amianto (tuta e copri calzari usa e
getta in tyvek, guanti mono uso, elmetto di protezione, facciali filtranti FP3).
Vietato toccare direttamente il materiale, senza protezioni.
Tenere in cantiere, in pronto uso i seguenti d.p.c.: contenitore per acqua;
Fattore rischio 9 rotoli di carta; salviette umidificate.
L’autista del mezzo operativo, se presente, deve rimanere all’interno della
cabina del mezzo.
Propagazione delle polveri Vietato impiegare attrezzi che tagliano per abrasione o che, in ogni caso,
contenenti amianto producono polveri.
Divieto di operare a secco.
Fattore rischio 9
Emergenza dovuta da perdite Alla rilevazione della perdita imprevista, al mancato ripristino delle corrette
di gas causate da errate condizioni, il Preposto dovrà immediatamente avvisare tutto il personale
manovre e/o cattivo presente, evacuare l’area, portandosi in zona di sicurezza e mantenendo
funzionamento del sistema sgombera l’area interessata.
Provvederà a telefonare al Responsabile Tecnico della Committente
(competente territorialmente) e al C.S.E. informandoli dell’evento.
Fattore rischio 9 Divieto assoluto di fumare in tutta l’area delle emergenze e mantenere
sgombere tutte le aree interne ed esterne al cantiere potenzialmente
interessate dall’evento.
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Inalazione di sostanze tossiche Dotazione di impianti di aspirazione con braccio regolabile e bocca di
captazione orientabile che copra la postazione di saldatura.
La posizione ottimale dell’aspirazione dei fumi non dovrà superare i 30 cm.
Divieto assoluto di fumare nella postazione di saldatura.
Fattore rischio 9 In determinate circostanze utilizzare maschera di protezione combinata
A1P2,
Ribaltamento mezzo operativo Rigoroso rispetto delle procedure operative evidenziate nel manuale d’uso
della specifica apparecchiatura.
Fattore rischio 6
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Contatto con parti lesive Attenersi alle istruzioni contenute nel libretto d’uso e manutenzione
dell’attrezzatura dell’attrezzatura impiegata.
Fare uso di specifici DPI ed operare con cautela.
Fattore rischio 6
Caduta in piano per presenza di Sistemazione superficiale preliminare del terreno con rimozione delle
ostacoli a pavimento, asperità, degli ostacoli anche nell’area immediatamente esterna al cantiere
disomogeneità del terreno, con pulizia e rimozione di materiali (massi, fango, ghiaia, ecc.) anche nel
scivolosità della superficie corso dei lavori
(bagnata, ghiacciata, fangosa) Evidenziazione degli ostacoli con transenne o altra segnaletica;
Allontanare i materiali non necessari dall’area di cantiere;
Deposito del materiale all’interno del cantiere;
Fattore rischio 6 Rimozione immediata del materiale di risulta dall’attività lavorativa.
In caso di scarsa visibilità uso di adeguati sistemi di illuminazione artificiale.
Urti, tagli, abrasioni Operare con guanti e indumenti da lavoro antistrappo e qualora la posizione
della lavorazione possa creare pericolo per la testa, indossare il casco
protettivo.
Fattore rischio 4 Adottare una postura corretta durante le fasi di verifica/collaudo delle
condotte.
Rigoroso rispetto delle procedure operative evidenziate nel manuale d’uso
della specifica apparecchiatura.
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Le attività previste consistono nella posa in opera di un tratto di condotta e/o riparazione della
medesima da posizionare per mezzo di staffe, da fissare in corrispondenza della campata del ponte
per l’attraversamento di corso d’acqua.
Il luogo oggetto dell’intervento si potrebbe trovare in area urbana, ad esempio in prossimità di una
curva, soggetta a traffico intenso durante le ore di punta. Il tratto di condotta da mettere in opera,
sarà prevalentemente in PVC.
Le criticità potrebbero essere riferite al raggiungimento del punto nel quale saranno fissate le staffe,
sulle quali sarà sistemata il nuovo tratto della condotta, posizione collocata sull’arcata del ponte,
dunque l’attività sarà effettuata in quota.
Analogamente, potrebbe essere effettuata una riparazione con le stesse modalità.
Non ultimo potrebbero verificarsi ulteriori attività aggiuntive rispetto a quella di Pronto Intervento,
nello specifico il taglio della vegetazione in prossimità del corso d’acqua, attività necessaria, per
permettere il raggiungimento del tratto di condotta da riparare e/o sostituire.
MISURE PREVENTIVE
- Delimitazione dell’area suscettibili di caduta dall’alto con parapetti
MISURE SPECIFICHE PER I LAVORI IN QUOTA DA EFFETTUARSI A MEZZO PLE (O SISTEMA
EQUIVALENTE)
- Posizionare la macchina estendendo completamente i bracci ed i piedi stabilizzatori e controllarne
il corretto livellamento;
- Valutare il peso costituito da operatori e materiali, che non deve mai superare la portata massima
prevista dal costruttore;
- Verificare che lo spazio sopra, sotto e lateralmente alla piattaforma sia libero prima di effettuare
qualsiasi movimento;
MISURE A CARICO DEL MEZZO
- Le attrezzature adibite al sollevamento, devono essere omologate dall'Ispesl e/o ente certificato;
- Le attrezzature adibite al sollevamento e i relativi eventuali accessori, devono essere corredata del
registro di controllo relativo le verifiche periodiche previste. I risultati dei controlli devono essere
riportati per iscritto e, almeno quelli relativi agli ultimi tre anni, devono essere conservati e tenuti a
disposizione;
- Le attrezzature devono essere corredate da un libretto d’uso e manutenzione.
MISURE A CARICO DEI LAVORATORI
- Prima di salire in quota deve essere verificata la dotazione dei dispositivi di protezione individuale
di ogni
operatore;
- Durante l’utilizzo gli operatori a bordo del cestello devono indossare apposita imbracatura di
sicurezza agganciata al punto della struttura previsto dal costruttore;
- Verificare il buon posizionamento degli stabilizzatori su terreno solido o pianeggiante;
- Non utilizzare l'apparecchio in presenza di vento forte;
- Utilizzare l'attrezzatura rispettando altezza e portata massima (persone e attrezzature) stabilita dal
costruttore ed indicata nella tabella sulla piattaforma;
- Evitare di collocare scale, gradini o altri oggetti simili sul pavimento della piattaforma per
aumentarne l'altezza.
MISURE DURANTE L’UTILIZZO DELL’ATTREZZATURA
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L’uso della piattaforma deve essere esclusivamente effettuata utilizzando i comandi presenti
all’interno del cestello;
Durante l’uso è necessario che vi sia una persona a terra a conoscenza delle procedure da effettuarsi
in caso di recupero d’emergenza del personale in quota.
In ogni momento d’attività deve essere garantito il collegamento con il presidio VV.FF e pronto
soccorso più vicino, preventivamente all’inizio dei lavori, occorre pertanto accertarsi
preventivamente verificare il segnale telefonico necessario per l’allerta eventualmente necessaria
ovvero prevedere la presenza di ulteriore personale supervisore nel punto più vicino in presenza di
segnale.
In caso di emergenza occorre allertare il 115 e 118 e, successivamente, i referenti della Committenza
qualora non presenti sul posto; le informazioni principali da trasmettere sono:
- Luogo esatto e percorso (qualora il posto fosse difficilmente raggiungibile);
- Descrizione dell’intervento in corso e dello scenario lavorativo;
- Informazioni sullo stato dell’infortunato;
- Valutare la possibilità di allerta preventiva per interventi particolarmente complessi da svolgersi
in luoghi impervi e/o difficilmente raggiungibili mediante trasmissione delle informazioni
suddette.
Compito da svolgere da parte del referente Preposto di cantiere in accordo con referente HERA per
lo specifico intervento.
In situazioni particolarmente complesse, può essere necessario un accordo preventivo tra gli Enti e
le imprese esecutrici, per definire le modalità operative di tale coordinamento.
I cantieri allestiti su aree con terreno vegetale e piantumazioni esistenti necessita, dopo lo sfalcio e
l’asportazione di ostacoli fissi (alberi, dossi, rilevati, ecc..), del livellamento del terreno al fine di
renderlo percorribile da parte dei mezzi operativi interessati alle lavorazioni programmate.
Questa necessità impone all’impresa di prestare maggiore attenzione allo stato della praticabilità del
sistema viario interno, rispetto ai cantieri tradizionali, in quanto, la possibilità che un lavoratore possa
essere investito o che un mezzo operativo si ribalti a causa dell’instabilità del fondo è sensibilmente
più elevata.
In caso di uso di trattrice e/o mezzi similari prestare particolare attenzione alle condizioni ambientali,
facendo uso del veicolo nel rispetto delle indicazioni riportate nel libretto di “uso e manutenzione”.
Al termine delle lavorazioni sulle condotte si eseguiranno con idonei mezzi meccanici e/o a mano i
rinterri degli scavi precedentemente eseguiti seguendo una strategia
pianificata in base ai limiti dettati dalla logistica del sito (accessibilità,
topografia, collocazione dei tagli, ecc..), dalla disponibilità dei materiali
prelevati e dalle caratteristiche topografiche del terreno di riporto.
Il personale a terra non dovrà interferire con il braccio operativo dei
mezzi/veicoli presenti.
Il personale indosserà abbigliamento ad alta visibilità e sarà coadiuvato,
per tutto l’arco temporale delle lavorazioni, dal Preposto dell’impresa
esecutrice.
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Nel caso di rinterri di ridotte dimensioni eseguire l’intervento rincalzando i fianchi dello scavo
procedendo poi al costipamento del terreno avendo cura di non danneggiare la conduttura su cui
si è intervenuti.
Osservare le norme del codice della Strada e le prescrizioni degli Enti proprietari. I mezzi dovranno
essere correttamente mantenuti (manutenzione ordinaria) ed utilizzati in conformità alle indicazioni
del fabbricante, al fine di limitarne la rumorosità eccessiva e/o l’eventuale danno dei componenti.
Durante il funzionamento, le cabine ed i carter dei macchinari dovranno essere mantenute chiuse e
dovranno essere evitati i rumori inutili.
Il personale non strettamente necessario alle lavorazioni dovrà allontanarsi dalla zona interessata e
gli addetti dovranno adottare i dispositivi di protezione individuali conformi a quanto indicato nel
rapporto di valutazione del rumore ed essere sottoposti a sorveglianza sanitaria specifica.
Durante la fase di rinterro nessun operatore dovrà sostare nel raggio di azione dell’escavatore o
della pala, né nell’intorno dello scavo se non adeguatamente protetto con parapetto anticaduta.
parallelamente al riempimento dello scavo stesso fino ad una profondità residua massima di mt 1,50.
La protezione del bordo dello scavo, realizzata mediante parapetto, potrà essere rimossa, da un solo
lato, limitatamente al tratto interessato al reinterro.
raffigurazione tipologica
Il rinfianco con betonabile, sarà eseguito con l’utilizzo di autobetoniera e canala orientabile,
verificando che la medesima non sia in posizione di apertura con il veicolo in movimento.
Per l’entrata e l’uscita dei mezzi dall’area di cantiere, valgono le medesime indicazioni fornite per i
lavori di scavo: in particolare, per quanto riguarda l’impiego di movieri (già equipaggiati con
indumenti ad alta visibilità) attueranno l’interruzione temporanea del traffico veicolare e pedonale
ove necessario.
Nei tratti su strada, al termine della giornata lavorativa, si dovrà procedere al rinterro dell’area
interessata dalle lavorazioni e al ripristino temporaneo con stesa di asfalto se necessario.
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Al fine di ripristinare lo stato morfologico ambientale esistente si dovrà risagomare i fronti e i declivi
del terreno su cui si è intervenuto attraverso l’utilizzo di appositi mezzi operativi.
L’eventuale utilizzo di mezzi movimentazione terra dovranno essere pilotati da personale “formato”
e “addestrato” all’uso per tale mansione nonché dotati di patente idonea alla conduzione del mezzo.
Prevedere l’installazione di un lampeggiante sopra la cabina e di un avvisatore acustico funzionante.
Gli addetti a terra opereranno a debita distanza e comunque fuori dal raggio d’azione ei mezzi
operativi. Tutti gli addetti devono rispettare la segnaletica di cantiere e le indicazioni eventualmente
fornite dai Preposti in merito alla circolazione dei mezzi e delle attrezzature nell'area di lavoro:
- quando le lavorazioni interessino tratti di strada aperti al traffico, prima dell'inizio dei lavori, occorre
delimitare in maniera ben visibile la zona di lavorazione, comprensiva delle aree di manovra delle
macchine operatrici.
Tutti i lavoratori dovranno indossare indumenti ad alta visibilità.
Tutti gli addetti a terra dovranno tenersi lontani dalle attrezzature in funzione, possibilmente sotto
il controllo visivo dell'operatore.
L’impresa dovrà utilizzare idonei mezzi operativi atti a fresare il manto stradale, su cui eseguire
successivamente interventi ex novo e/o di ripristino delle condotte impiantistiche sottostanti.
Eseguire debita perimetrazione e segnalazione dell’area di lavoro, verificando l’efficienza dei
dispositivi di comando e controllo, del macchinario in esercizio.
Non lasciare in moto il mezzo operativo senza sorveglianza.
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raffigurazione tipologica
Eseguire debita perimetrazione dell’area di lavoro, verificando l’efficienza dei dispositivi di comando
e controllo, del mezzo operativo (piastra vibrante).
Durante il rifornimento di carburante spegnere il motore e non fumare. Al termine dei lavori
chiudere il rubinetto della benzina curando periodicamente la manutenzione per lasciare il mezzo in
perfetto efficienza. L’operatore dovrà indossare abbigliamento ad alta visibilità e idonee DPI.
In caso di attività interferenziale con altre lavorazioni, sospendere le operazioni ed avvisare il
Preposto e il C.S.E..
Non permettere che l’apparecchiatura venga usata da personale non addestrato. Le persone che
usano queste apparecchiature devono essere a conoscenza dei possibili rischi e pericoli ad essa
associati.
Non toccare il motore o il silenziatore mentre la macchina è in funzione o subito dopo che è stata
disinserita. Queste zone si riscaldano e possono provocare delle bruciature.
Non usare la macchina senza il proteggi-cinghia.
Non abbandonare la macchina con motore in moto.
Prima di mettere in funzione l’apparecchiatura, accertarsi sempre che l’operatore sia al corrente di
tutte le dovute precauzioni relative alla sicurezza e delle tecniche di funzionamento necessarie.
Indossare SEMPRE dei capi di vestiario protettivi durante l’uso di questa apparecchiatura.
Gli occhiali di protezione o di sicurezza, ad esempio, servono a proteggere gli occhi dai danni causati
da detriti che possono volare in aria.
Chiudere sempre la valvola del carburante sui motori provvisti di valvola tutte le volte che la
macchina non viene utilizzata.
Non modificare o spegnere i dispositivi di sicurezza.
Non far funzionare il macchinario se mancano o non funzionano i dispositivi di sicurezza e
protezione.
Osservare le istruzioni di uso e manutenzione per eseguire interventi ordinari.
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L’impresa dovrà utilizzare mezzi operativi atti a perimetrare le aree d’intervento su cui eseguire la
nuova asfaltatura.
Eseguire debita perimetrazione dell’area di lavoro, verificando l’efficienza dei dispositivi di comando
e controllo, del mezzo operativo.
Durante il rifornimento di carburante spegnere il motore e non fumare.
Al termine dei lavori chiudere il mezzo avendo cura di attuare periodicamente la manutenzione
prescritta per lasciare il mezzo in perfetto efficienza.
Lo strato d’usura è lo strato più superficiale della pavimentazione, soggetto all’usura dovuta al
traffico ed esposto agli agenti atmosferici. La sua funzione è quella di sopportare carichi e
sollecitazioni, offrire aderenza ed impermeabilizzare gli strati sottostanti.
raffigurazione tipologica
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Nelle immediate vicinanze della zona di lavoro è necessario tenere a disposizione estintori portatili
e gli addetti dovranno fare uso dei DPI idonei per evitare bruciature e/o lesioni cutanee per contatto
con materiale ad elevata temperatura. I depositi di carburante, delle bombole di gas e degli oli
minerali dovranno essere realizzati ed utilizzati in conformità alle norme di prevenzione incendi.
L’impresa dovrà pianificare nel dettaglio, con specifiche sequenze, le fasi lavorative su come
intenderà procedere - dopo aver messo in sicurezza l’aera d’intervento e verificato l’inesistenza e/o
l’adeguata gestione dei fattori di rischio interferenti con l’intorno.
Trattasi della movimentazione e posa in opera di telai e chiusini a pianta quadrata o anche circolare,
destinati al coronamento dei pozzetti di ispezione di impianti acqua.
Potranno essere realizzati in calcestruzzo vibrocompresso con gabbia in ferro elettrosaldata, sia nella
versione carrabile che pedonabile.
L’impresa dovrà pianificare nel dettaglio, con specifiche sequenze le fasi lavorative su come
intenderà procedere.
Salvaguardia per la sicurezza e la salute dei lavoratori:
• Attenersi scrupolosamente alle istruzioni riportate nelle schede tecniche di sicurezza relative alle
attività lavorative e all’utilizzo delle attrezzature.
• Il datore di lavoro valuta i rischi per la salute dei lavoratori derivanti dall’utilizzo di attrezzature
necessarie a svolgere le mansioni lavorative ed attua le misure necessarie per eliminare o ridurre
tali rischi.
• Attuare la formazione e l’informazione dei lavoratori sulle corrette modalità di esecuzione delle
attività e di utilizzo delle attrezzature.
• Effettuare la sorveglianza sanitaria preventiva dei lavoratori con periodicità annuale oppure con
periodicità stabilita di volta in volta dal medico, mirata al rischio specifico.
• Verificare che il bordo superiore del telaio si trovi a livello del manto stradale o del piano di
campagna.
• Per una corretta posa in opera il chiusino deve essere posizionato nel telaio dopo che il materiale
di posa ha fatto sufficiente presa ed utilizzando un dispositivo di sollevamento meccanico o
chiavi di sollevamento.
• Pulire accuratamente la parte interna del chiusino e in particolare le sedi di appoggio del telaio e
del coperchio.
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• Assicurarsi che non rimangano residui di calcestruzzo o conglomerato bituminoso tra coperchio e
telaio, nella zona delle cerniere e in corrispondenza dei sistemi di chiusura, che possano
compromettere la stabilità del coperchio.
• Prima di rendere transitabile il chiusino attendere e rispettare i tempi di maturazione forniti dal
produttore del prodotto utilizzato, quali il cemento, in mancanza di essi rispettare un tempo di
almeno 72 ore.
• Impedire l’avvicinamento, la sosta ed il transito di persone non addette ai lavori, con segnalazioni,
transenne e sbarramenti.
• Segnalare le zone d’operazione (Art. 163 del D.lgs. n.81/08 come modificato dal D. lgs n.106/09).
• Dislocare un’adeguata segnaletica nella zona d’intervento (Allegato XXVIII del D.lgs. n.81/08 come
modificato dal D. lgs n.106/09).
• Impartire agli addetti le necessarie informazioni per la corretta movimentazione di carichi pesanti
o ingombranti (Art. 168 del D.lgs. n.81/08 come modificato dal D. lgs n.106/09).
• Rispettare le istruzioni ricevute per un’esatta e corretta posizione da assumere nella
movimentazione dei carichi (Art. 168 del D.lgs. n.81/08 come modificato dal D. lgs n.106/09).
• Per carichi pesanti o ingombranti la massa va movimentata con l’intervento di più persone al fine
di ripartire e diminuire lo sforzo (Art. 168 del D.lgs. n.81/08 come modificato dal D. lgs n.106/09).
• Impartire tempestivamente agli addetti le necessarie informazioni per la corretta posizione da
assumere durante l’uso delle attrezzature affinché rispondano ai requisiti di sicurezza e ai principi
di ergonomia (Art. 71 comma 6 del D.lgs. n.81/08 come modificato dal D. lgs n.106/09).
• Verificare che il personale, durante le operazioni, non sosti sotto i carichi sospesi, sotto i bracci
dei mezzi meccanici in tiro, e comunque in posizione di possibile pericolo causato dai mezzi in
movimento
• Verificare che l'imbracatura del carico sia effettuata a regola d'arte e che fasce siano in perfetto
stato di conservazione.
• Imbracare i carichi con cinghie o funi che dovranno resistere al peso che devono reggere.
• Allontanare uomini e mezzi dal raggio d'azione delle macchine operatrici.
• Isolare la zona interessata dai lavoratori al fine di evitare il contatto di persone non addette ai
lavori con mezzi meccanici.
• Attuare gli interventi tecnici, organizzativi e procedurali concretamente attuabili al fine di ridurre
al minimo i rischi derivanti dall'esposizione al rumore (Art. 192 del D.lgs. n.81/08 come modificato
dal D. lgs n.106/09).
• Utilizzare sempre i dispositivi di protezione individuali previsti (Art. 78 del D.lgs. n.81/08 come
modificato dal D. lgs n.106/09).
• Verificare l'uso costante dei DPI da parte di tutto il personale operante (Art. 77 del D.lgs. n.81/08
come modificato dal D. lgs n.106/09).
L’impresa dovrà utilizzare idoneo personale e mezzi operativi adeguati atti ad eseguire la verniciatura
della segnaletica orizzontale sia a modifica alle condizioni di segnalamento ordinario (che sarà
opportunamente oscurato) causa gli interventi previsti, sia di ripristino delle condizioni iniziali al
termine delle lavorazioni eseguite.
Eseguire debita perimetrazione dell’area di lavoro, verificando l’efficienza dei dispositivi di comando
e controllo, del carter e della puleggia del mezzo operativo preposto alla stesa della vernice.
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L'ente proprietario della strada (es. Comune) potrà aver predisposto eventuali procedure, attraverso
schemi e dispositivi segnaletici previsti dalla norma senza adottare formale provvedimento nei
casi di:
• interventi non programmabili o comunque di modesta entità (ordinaria attività di manutenzione),
che comportano limitazioni di traffico non rilevanti e di breve durata,
• di incidente stradale o calamità naturale.
Al termine dei lavori e alla fine dell'emergenza dovrà essere tempestivamente ripristinata la
preesistente disciplina della circolazione, ovvero dovrà essere ripristinata la normale segnaletica,
come precedentemente individuata dall'ente proprietario o concessionario della strada.
Durante la posa o la rimozione dei coni e dei delineatori flessibili, così come durante il tracciamento
della segnaletica stradale orizzontale, ragioni di sicurezza impongono una particolare cura
nell'allestimento del cantiere stradale. Infatti:
- da un lato, la corrente di traffico in direzione del cantiere, potrà subire un cambio di traiettoria, che
dovrà essere adeguatamente presegnalato al fine di evitare situazioni di conflitto tra la corrente e/o
le correnti di traffico in attraversamento del cantiere e, tra quest'ultime, i mezzi operativi e gli addetti
al cantiere, che si trovano sulla sede stradale;
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- per altro verso e per le medesime finalità, sopra indicate, l'esposizione al traffico del personale
addetto al cantiere, deve essere ridotta al minimo.
In tal senso - e in relazione alla velocità locale predominante considerata - la posa dei coni e
delineatori, nonché il tracciamento della segnaletica stradale dovrà avvenire in modo tale che sia
assicurato in tempo utile l'avvistamento del cantiere da parte dell'utenza.
In nessun caso dovrà accadere che la posa in opera di simili dispositivi di segnalamento, avvenga in
carenza di un minimo sistema di presegnalamento del cantiere in allestimento. A tal fine dovrà essere
sempre garantito un sistema minimo di presegnalamento costituito da:
- segnale di LAVORI;
- segnale di PASSAGGIO OBBLIGATORIO con freccia orientata verso il lato dove il veicolo dovrà
transitare;
- l'eventuale utilizzazione di veicolo attrezzato, per il passaggio di dispositivi di segnalamento
temporaneo su strada, in movimento, comporta l'obbligo di segnalamento previsto dall'Art. 38
del Regolamento del Codice della Strada.
SEGNALETICA TEMPORANEA DI NOTTE E IN CONDIZIONI DI SCARSA VISIBILITÀ
Che sia in attività o meno, un cantiere di notte, in condizioni di scarsa visibilità (o in galleria), presenta
rischi particolari per gli utenti della strada ed eventualmente per il personale impegnato. La
segnaletica dovrà dunque essere “rinforzata”. Perciò è raccomandabile che tutti i pannelli siano
rivestiti di pellicola retroriflettente di classe 2. Il primo pannello di pericolo incontrato sarà dotato
inoltre di una luce rossa fissa. La delimitazione del raccordo obliquo è ‘rinforzato’ con luci gialle in
sincrono o a scorrimento. Sulle deviazioni parziali è consigliato illuminare la zona a monte in
corrispondenza della divergenza delle corsie allo scopo di migliorare la percezione del punto di
scelta. L'illuminazione della zona di cantiere costituisce un fattore aggiuntivo di sicurezza ma non
autorizza una riduzione della segnaletica da mettere in opera.
SEGNALI ORIZZONTALI TEMPORANEI E DISPOSITIVI RETRORIFLETTENTI INTEGRATIVI O
SOSTITUTIVI
La segnaletica orizzontale temporanea è un dispositivo di guida degli utenti della strada affidabile,
efficace, che non necessita di particolare sorveglianza e manutenzione. Quando in occasione di lavori
i movimenti da compiere sono diversi da quelli indicati dalla segnaletica orizzontale permanente, è
necessario segnalarli. In particolare:
- per la separazione di correnti di traffico nello stesso senso con corsie di larghezza ridotta;
- per separare correnti di traffico in senso opposto, ad integrazione dei dispositivi di segnaletica
verticale, con utilizzo della carreggiata in maniera diversa dalla condizione permanente;
- per guidare gli utenti nelle deviazioni provvisorie e negli scambi di carreggiata;
- per delimitare percorsi e attraversamenti pedonali in posizioni diverse da quelle permanenti.
Al termine di tutte le lavorazioni, l’impresa procederà al ripristino della segnaletica originaria,
rimuovendo l’oscuramento di ogni cartello precedentemente attuato al fine di ripristinare lo stato
ante opera.
Tale attività dovrà essere condotta con particolare perizia, avvalendosi di colleghi, eventualmente
preposti al ruolo di movieri, dotandosi di opportuni utensili e apprestamenti (es. scala doppia, ecc..)
idonei e conformi alle norme vigenti.
Lo svolgimento di tale attività sarà condotta indossando correttamente i specifici DPI con
abbigliamento ad alta visibilità.
Nel caso in cui la cartellonistica riallestita presenti evidenti carenze, quali pittogrammi danneggiati
e o graffiati che ne rendano invalsa la loro utilità, avvisare prontamente il Preposto per poter
procedere alla loro sostituzione con pari cartellonistica nel rispetto del vigente Codice della Strada.
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Inalazione fumi, polveri e rumore In caso di irritazione per esposizione elevata trasportare l’addetto in
atmosfera non inquinata.
Tenere a disposizione una scorta d’acqua per lavarsi gli occhi in caso di
necessità.
Indossare adeguati otoprotettori.
Fattore rischio 6 Per il personale a terra operante fuori dal raggio d’azione del mezzo indossare
indumenti ad alta visibilità (almeno di classe 2).
Indossare adeguati facciali filtranti, quanto i lavoratori sono esposti alle polveri
e fumi prodotti durante le lavorazioni.
Ustioni con il bitume a caldo Uso di guanti di protezione, indumenti protettivi e scarpe infortunistiche
in caso di contatto con gli occhi raffreddare la parte con abbondante acqua
per almeno cinque minuti, non asportare il bitume e condurre
Fattore rischio 6 immediatamente l’addetto al pronto soccorso.
Nell'uso del catrame e del bitume è evitato il contatto diretto con gli operatori,
poiché i materiali sono a rischio cancerogeno.
Gli operatori dovranno indossare mezzi di protezione adeguati (tute, guanti,
maschere, occhiali per gli spanditori).
I vapori che si sprigionano durante la lavorazione a caldo saranno captati e
convogliati lontano dalle postazioni di lavoro.
Il capo squadra addetto alla formazione del manto dovrà programmare le fasi
di lavoro in modo da evitare pericolose interferenze tra il rullo compressore
ed il lavoro degli addetti al bitume.
Caduta in piano per presenza di Sistemazione superficiale preliminare del terreno con rimozione delle
ostacoli a pavimento, asperità, degli ostacoli anche nell’area immediatamente esterna al cantiere
disomogeneità del terreno, con pulizia e rimozione di materiali (massi, fango, ghiaia, ecc.) anche nel corso
scivolosità della superficie (bagnata, dei lavori.
ghiacciata, fangosa) Evidenziazione degli ostacoli con transenne o altra segnaletica;
Allontanare i materiali non necessari dall’area di cantiere;
Deposito del materiale all’interno del cantiere;
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Urti, tagli, abrasioni, uso degli Operare con guanti e indumenti da lavoro antistrappo e qualora la posizione
utensili della lavorazione possa creare pericolo per la testa, indossare il casco
protettivo. Adottare una postura corretta durante le attività di
riposizionamento dei tombini.
Fattore rischio 6
Rischio abbassamento piano Sistemazione superficiale preliminare del terreno con rimozione delle
ripristinato con pericolo per la asperità, degli ostacoli anche nell’area immediatamente esterna al cantiere
circolazione per veicoli e/o pedoni con pulizia e rimozione di materiali (massi, fango, ghiaia, ecc.) anche nel corso
dei lavori
Evidenziazione degli ostacoli con transenne o altra segnaletica;
Allontanare i materiali non necessari dall’area di cantiere;
Fattore rischio 6 Rimozione immediata del materiale di risulta dall’attività lavorativa.
In caso di scarsa visibilità uso di adeguati sistemi di illuminazione artificiale.
Ripristino scavo e compattazione del Il ripristino dello scavo dovrà avvenire come da specifiche tecniche per strati
materiale di riempimento sovrapposti di circa 20 cm mediante utilizzo di attrezzo compattatore
meccanico.
All’interno dell’area di compattazione dovrà rimanere il solo personale che
conduce il compattatore.
L’impresa dovrà valutare il rischio vibrazioni mano-braccio per durata
prolungata dell’attività.
Fattore rischio 4 Indossare indumenti ad alta visibilità (almeno di classe 2).
Non operare in condizioni di scarsa stabilità.
In caso di attività interferenti, sospendere la lavorazione e avvisare
immediatamente il Preposto.
Verifica quantità e ingombri Verificare la disponibilità di idonea area per lo scarico del materiale necessario
materiale da scaricare al reinterro.
Coadiuvarsi di un moviere a terra perimetrando l’area di lavoro per interdire
l’accesso al personale non autorizzato.
Predisporre l’area e la relativa compartimentazione compatibilmente con le
Fattore rischio 4
esigenze di movimentazione.
Trasporto di materiale in cantiere da Nel caso che in cantiere venga portato materiale a cura direttamente del
parte del fornitore fornitore, ciò non costituisce subappalto, il veicolo del fornitore ed il suo
personale dovranno scaricare il materiale nell’area adibita a deposito
materiale senza interessare in alcun modo l’area di lavoro. Qualora ciò non sia
possibile dovrà essere sospesa l’attività all’interno dell’area di lavoro per tutto
Fattore rischio 4 il tempo in cui è presente il mezzo del fornitore ed il suo personale. Il preposto
dovrà controllare il rispetto di tale prescrizione.
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Per ambiente confinato si intende uno spazio circoscritto, caratterizzato da limitate aperture di
accesso, luoghi di lavoro con limitate dimensioni operative e/o soggette a posture non ergonomiche
e incongrue, a volte associate ad una ventilazione naturale sfavorevole nel quale può verificarsi un
evento incidentale importante che può portare ad un infortunio grave o mortale in presenza di
agenti chimici pericolosi (gas, polveri, vapori, ecc..).
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PROCEDURE DI EMERGENZA:
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In presenza di incidenti che provocano la rottura della rete fognaria e conseguente fuoriuscita dei
liquami è necessario sospendere i lavori ed allontanare i lavoratori dalla zona interessata.
Successivamente è necessario provvedere, previa segnalazione all'Ente esercente tale rete, a mettere
in atto sistemi per il contenimento dei liquami e per la rimozione dei medesimi dalle zone di lavoro.
Completati gli interventi di riparazione della rete fognaria è necessario bonificare il sito prima di
riprendere le attività. Il soccorso da portare ad eventuali lavoratori coinvolti dall'incidente deve
avvenire con attrezzature e mezzi idonei e con l'uso di dispositivi di protezione individuali atti ad
evitare anche il contatto con elementi biologicamente pericolosi. I lavoratori incaricati delle
procedure di emergenza devono essere diretti da un preposto appositamente formato.
INFORMAZIONE E FORMAZIONE:
Le informazioni sui rischi evidenziati dall'analisi dei pericoli e delle situazioni pericolose presenti o
che si possono presentare devono essere fornite a tutti i lavoratori impegnati nell’esecuzione delle
opere. Una specifica formazione deve essere fornita ai soggetti preposti alla gestione delle
emergenze.
SEGNALETICA:
Una segnaletica appropriata deve essere installata in corrispondenza degli accessi al cantiere e
delle fonti di rischio per segnalarne la presenza sia ai lavoratori addetti che ai fornitori del cantiere,
anche se occasionali.
Sono da prendere in considerazione: cartelli di avvertimento accompagnati dalla identificazione
della specifica fonte di rischio (es.: presenza di reti di servizi con particolare attenzione alle reti
fognarie).
1. le condizioni di esplosività
2. la percentuale di ossigeno
3. l’eventuale presenza di specifiche sostanze nocive
Tale precauzione deve essere adottata anche in tutti i casi in cui i lavori in luoghi confinati e/o a
rischio.
Per quanto concerne i campionamenti:
- I prelievi andranno effettuati di norma dall'esterno, se necessario per mezzo di sonda, prelevando
più campioni, in punti diversi, in modo che essi siano il più possibile rappresentativi dell'atmosfera
esistente nello spazio confinato.
- I prelievi andranno effettuati a ventilazione ferma, dopo aver lasciato trascorrere un periodo di
tempo tale da consentire di rilevare anche la presenza di gas o vapori sviluppatesi da eventuali
residui o provenienti da altra fonte.
- Per valutare se i dati risultanti dalle analisi rappresentino condizioni di sicurezza, occorrerà riferirli
ai valori limiti di soglia (TLV).
• Il contenuto di ossigeno nell'atmosfera dello spazio confinato non dovrà essere inferiore al 19%
(percentuale minima da garantire per tutta la durata del lavoro). A questo proposito, occorrerà tenere
presente che l'ossigeno verrà consumato con la respirazione e nelle reazioni di combustione e di
fermentazione.
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Per il caso di un cavedio si procederà all’asportazione di una parte del grigliato posto alla sua
copertura, al fine di poter accedere al cavedio stesso.
Con l’attuazione di tale procedura, si creano le condizioni per un agevole accesso agli ambienti in
esame limitando nel contempo i potenziali pericoli derivanti da “limitate aperture di accesso e da
una ventilazione naturale sfavorevole.
In tal modo, il nostro ambiente di lavoro, pur rimanendo stretto e limitante nei movimenti per
l’espletamento delle lavorazioni da eseguire al suo interno, risulta sufficientemente arieggiato,
luminoso e facilmente accessibile.
Come anzidetto, per l’accesso al cavedio si utilizzerà una
scala metallica certificata, con la base stabile e munita di
fermi di gomma, che dovrà fuoriuscire dal cavedio per
almeno un metro.
L’ingresso al cavedio dovrà essere delimitato da una
protezione di altezza di almeno 120 cm., atta ad impedire la
caduta accidentale degli addetti che vi operano e/o di
qualsiasi altra persona che anche saltuariamente può
transitare in adiacenza ala cantiere.
Durante l’assenza degli addetti in cantiere e/o durante la
sospensione delle attività lavorative, l’accesso al cavedio esempio tipologico rilevatore multigas
deve essere completamente protetto e non accessibile.
In ogni modo, tutti gli addetti che accedono alla cameretta, al cunicolo, o al cavedio, dovranno
indossare l’imbragatura dotata di cavetto per il recupero nel caso di infortunio. Si dovrà inoltre
disporre alla sommità del manufatto lato ingresso, un tripode allestito con un argano di recupero.
Ovviamente gli addetti che accedono alla bocca di lupo indosseranno il casco e tutti i DPI specifici
adeguati alla lavorazione da eseguire.
Nel caso si svolgano operazioni di saldatura, gli addetti saranno protetti da adeguata attrezzatura di
ventilazione forzata puntuale (o ancor meglio di aspirazione puntuale) atta all’assorbimento dei fumi
e/o delle polveri che si possano sviluppare.
Anche durante l’esecuzione delle operazioni di muffolatura, si dovrà predisporre una adeguata
ventilazione forzata per consentire l’allontanamento dei fumi e/o degli aerosol che si sviluppano
all’interno dell’ambiente; gli addetti dovranno munirsi di adeguata maschera facciale.
Sul casco dovrà essere predisposta una lampada per illuminazione puntuale alimentata a pila.
Non saranno presenti all’interno del cavedio sistemi elettrici con alimentazioni superiori a 24 Volt.
E’ necessario che la squadra addetta alle operazioni sia di numericamente adeguata, e comunque
composta da almeno due persone. I lavoratori individuati a tale mansione dovranno essere
fisicamente idonei e con capacità psico-attitudinale adeguate e possedere sufficiente esperienza
lavorative per quel tipo di attività (addestramento, informazione e formazione).
Gli addetti che operano all’interno del manufatto, dovranno disporre di attestato che dimostra di
aver seguito specifico corso di formazione per lavorare in ambienti confinati.
Durante le lavorazioni all’interno del manufatto, dovrà essere costantemente presente in superfice
un addetto, preparato ed informato, responsabile del recupero e/o dell’attivazione delle procedure
di emergenza in caso d’infortunio.
In relazione alle misure di prevenzione da applicare ai luoghi di lavoro occorre:
- verificare l’idoneità delle vie di accesso/uscita (anche in caso di recupero del lavoratore e di
emergenza);
- verificare la qualità dell’aria nell’ambiente confinato mediante apparecchiature a lettura istantanea
e diretta per l’analisi qualitativa e quantitativa degli inquinanti, per la % v/v di ossigeno (mai inferiore
al 20%) e per il limite inferiore di esplosività.
Per quanto riguarda i dispositivi di protezione individuali i lavoratori dovranno indossare i DPI
previsti dalla valutazione dei rischi, relativa allo specifico lavoro e a luogo in cui viene svolto.
In caso però di concentrazioni di ossigeno inferiori al 20%, o in presenza di inquinanti con
concentrazioni superiori ad un decimo del valore limite e comunque non sia nota la concentrazione
degli inquinanti e quindi non sia possibile valutare la durata effettiva dei filtri – i lavoratori dovranno
essere dotati di DPI respiratori isolanti alimentati ad aria compressa e dotati di sufficiente autonomia
per poter svolgere le operazioni in piena sicurezza.
Prima di accedere ad uno spazio confinato è necessario verificare che non contenga sostanze
pericolose.
Qualora nello spazio confinato si eseguono lavorazioni che possono essere oggetto di emissione di
gas o vapori pericolosi spontaneamente o per reazione chimico-fisica successiva, si dovrà effettuare
sempre un controllo ambientale mediante analisi qualitativa e/o quantitativa dell'atmosfera dello
spazio confinato al fine di verificarne:
1. le condizioni di esplosività
2. la percentuale di ossigeno
3. l’eventuale presenza di specifiche sostanze nocive
SARA’ OPPORTUNO ESEGUIRE UNA RIUNIONE DI COORDINAMENTO PREVENTIVA TRA:
• L’ADDETTO HERA SPA
• R.D.L.C. E IL C.S.E.,
• IL REFERENTE DELL’IMPRESA,
PER CONDIVIDERE:
- LE PROCEDURE DI ATTIVAZIONE,
- LE MODALITA’ OPERATIVE,
- I METODI PIU’ OPPORTUNI DA ATTUARSI IN CASO DI EMERGENZA (MALORE, INFORTUNIO, ECC..),
SEGUENDO LE INDICAZIONI RIPORTATE NEL P.S.C., NEL P.O.S. & LE EVENTUALI PRESCRIZIONI
EMANATE DAL C.S.E..
A titolo esemplificato si allega una check list - non esaustiva - di acceso a LUOGO CONFINATO da
compilarsi a cura del Preposto dell’impresa esecutrice e soggetta a condivisione preliminare con il
C.S.E.- R.D.L.C.:
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Cantiere
Impresa interessata da
lavori confinati
Tipologia luoghi
confinati
Tipo contratto Appalto Subappalto Prestazione d’opera Affidamento
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Tale procedura dovrà essere redatta a cura dell’impresa affidataria e soggetta a condivisione
sottoscritta con il C.S.E.
Preliminarmente agli interventi di riparazione, si dovrà procedere alla aggottamento delle acque
mediante motopompa. Le superfici da trattare saranno lavate e disinfestate utilizzando idropulitrice
posizionata all’esterno e prodotti specifici.
Nel caso di impiego di resine epossidiche, i lavoratori addetti dovranno fare uso di apposite
maschere a filtri, e nell’area di intervento dovrà essere garantito un sufficiente ricambio di aria.
Dovranno essere custodite in cantiere le schede tossicologiche dei prodotti utilizzati .
Nel caso di ispezioni da condurre transitando sul fondello della condotta, oltre ai prescritti dpi, i
lavoratori addetti, dovranno, per quanto possibile, risultare equipaggiati con cinture di sicurezza
collegata a fune di trattenuta in grado di scorrere su cordino di acciaio fissato alle pareti.
La lavorazione dovrà essere eseguita in costante presenza di un secondo lavoratore posizionato
all’esterno della camera di discesa.
Dovrà inoltre essere predisposto un opportuno sistema di avvertimento la cui attivazione avvii le
procedure per il recupero del lavoratore in difficoltà.
Per la delimitazione dell’area e la discesa nel manufatto valgono le prescrizioni di carattere generale
fornite per lavorazioni analoghe riportate nel presente capitolo sui Luoghi Confinati.
Il trasporto dei sacchetti di sabbia per la costruzione della paratoia provvisoria e degli altri materiali,
dovrà avvenire entro i limite massimo di 25 kg pro capite imposto dalla movimentazione manuale
dei carichi.
La presenza di cavi elettrici disposti in asse alla condotta sede dell’intervento, imporrà la loro
preventiva identificazione e la conseguente disattivazione della linea.
Ove la misura non risulti attuabile dovrà essere predisposta idonea opera provvisionale costituita da
struttura a tubo e giunto con piano di lavoro costituito da tavolato o altra misura equivalenze che
impedisca il contatto accidentale con i cavi in tensione.
In ogni caso dovranno essere preventivamente aggottate le acque presenti ed utilizzate
apparecchiature elettriche alimentate in bassissima tensione e/o attraverso un generatore di
corrente a gasolio adeguatamente silenziato.
I lavoratori addetti dovranno essere equipaggiati per la discesa nei manufatti con cintura di sicurezza
da recupero con anello di trattenuta disposto anteriormente e vincolato a treppiede posto sulla
verticale dell’accesso; durante tutta la fase lavorativa dovrà essere presente all’esterno del manufatto
un preposto sia per l’eventuale recupero dell’infortunato sia per attivare i soccorsi. In ogni caso i
lavoratori all’interno del cavo ed il caposquadra posizionato all’esterno dovranno risultare
costantemente in contatto radio.
Allo scopo di consentire l’accesso in sicurezza all’interno del cunicolo o della galleria, si dovrà
preventivamente ventilare l’ambiente mediante circolazione naturale d’aria o, meccanicamente a
mezzo di insufflatore, provvedendo al sollevamento dei chiusini a monte ed a valle di quello di
discesa.
Prima della discesa di dovrà comunque verificare la qualità dell’aria mediante specifici rilevatori di
gas o altre sostanze nocive e, quando possibile, essere disattivare le linee di alimentazione elettrica
presenti.
La presenza di acque all’interno del cavo dovrà essere eliminata mediante aggottamento eseguito
con pompa idrica posizionata all’esterno.
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In considerazione della
possibile presenza di ratti, i
lavoratori saranno
equipaggiati con
apparecchi portatili
antitopo del tipo ad
ultrasuoni, indumenti
impermeabili e casco di
protezione con torcia
integrata.
In relazione alla possibile
presenza di cavi elettrici
interferenti, i lavoratori
impegnati saranno
equipaggiati con guanti
dielettrici conformi alla
norma EN 60903 classe 3
RC e stivali di sicurezza per
isolamento dielettrico,
classe di protezione 1,
conforme alla norma UNI –
EN 347-1. Prima di procedere alle operazioni di saldatura, andrà verificata, con opportuna
strumentazione, l’assenza di gas o altri elementi che possano favorire l’innesco di incendi esplosioni.
Gli interventi di saldatura dovranno essere eseguiti previa installazione, in prossimità della
postazione impianto di estrazione fumi collegato ad aspiratore esterno mediante tubazioni flessibili.
I fumi estratti dovranno essere convogliati a distanza di sicurezza dai lavoratori posizionati all’esterno
del cunicolo. Il cavo di alimentazione elettrica della saldatrice, posizionato all’interno del cunicolo,
dovrà essere protetto mediante corrugato o altra tubazione flessibile. L’illuminazione interna sarà
garantita, oltre che dalle torce integrate sui caschi, anche da lampade portatili a batteria del tipo
stagno.
Per la discesa all’interno dei manufatti valgono le prescrizioni di cui alle fasi precedenti relativamente
alla predisposizione dell’area, alle deviazioni di traffico ed alla segnaletica stradale.
Il vano di accesso al manufatto andrà protetto con parapetto regolamentare dotato di porzione
mobile per la discesa.
Se trattasi di manufatti in linea si dovranno sollevare i chiusini a monte ed a valle dell’intervento allo
scopo di garantire una naturale ventilazione.
Se la misura non dovesse risultare sufficiente dovrà essere utilizzato un sistema di ventilazione
forzata mediante insufflatore d’aria.
Prima della discesa all’interno del manufatto, dovrà altresì essere verificata, mediante l’utilizzo di
specifici rilevatori, l’assenza di sostanze nocive nell’aria.
Preliminarmente alla discesa dovrà essere inoltre verificato lo stato di manutenzione della scala alla
marinara ove presente; nel caso di insufficiente stabilità si dovrà disporre scala a pioli vincolata in
sommità.
La movimentazione delle apparecchiature idrauliche sarà eseguita mediante apparecchio di
sollevamento, escavatore omologato come tale o gru a giraffa.
La discesa all’interno del manufatto dovrà avvenire con i lavoratori stessi equipaggiati con cintura di
sicurezza da recupero dotata di avvolgitore anticaduta, vincolata a treppiede (gru a giraffa) munito
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Successivamente si attiverà la squadra che sarà dotata della seguente dotazione minima:
• tuta mono uso;
• casco di protezione con torcia frontale ricaricabile;
• imbragatura di sicurezza con attacco nucale e dorsale;
• autorespiratore di emergenza,
• impiego di torcia elettrica.
Il personale impiegato dovrà inoltre essere dotato di rilevatori gas/ossigeno, ricetrasmittenti e
addestrato al loro utilizzo.
Se nel corso de l’ispezione si riscontrasse, per alcuni tratti, della galleria la inaccessibilità o
l’impossibilità di operare in sicurezza, dovrà essere redatto rapporto scritto indicante la quota
progressiva di inizio e fine del tratto di impraticabilità.
Le squadre di ispezione dovranno restare in costante contatto radio con l’operatore posto al piede
del più vicino posto di accesso che, in caso di emergenza, provvederà ad attivare i soccorsi.
Al termine dell’ispezione, sarà convocata la riunione di coordinamento per decidere, alla luce di
quanto emerso dal sopralluogo, i lavori da eseguire, la loro ubicazione in termini di progressive, e le
finestre da realizzare sulla galleria.
Prima di dare corso alle lavorazioni e quindi all’accesso dei lavoratori all’impianto fognario interrato,
si procederà alla demolizione della volta utilizzando attrezzature a bassa invasività. In questa fase
dovrà essere adottata ogni cautela per evitare danneggiamenti alle strutture esistenti, sarà pertanto
tassativamente vietato l’utilizzo di martelli demolitori pneumatici sia montati su escavatore che
impiegati manualmente. Perimetralmente all’area interessata alla demolizione, sarà realizzato un
parapetto regolamentare, dotato di varco mobile al quale sarà vincolata una scala a mano per
l’accesso alla galleria.
Sul parapetto a tubi e giunti e/o similari, saranno realizzati montanti metallici utilizzati per
l’installazione di apparecchio di sollevamento con la duplice funzione di sollevamento/calo dei
materiali e di eventuale recupero di infortunati.
Eseguita la demolizione della volta, prima della discesa dei lavoratori, andrà verificata la qualità
dell’aria, con misuratore gas/ossigeno opportunamente tarato; in caso affermativo, i lavoratori
accederanno al fondo dell’area di lavoro per l’allontanamento dei prodotti di demolizione.
I lavoratori addetti, saranno equipaggiati con imbracatura per il corpo (EN 361) con attacco nucale
e/o dorsale, tuta monouso, casco di protezione con sottogola e doppia lampada e stivali
antinfortunistici.
Ogni squadra sarà dotata di barella pieghevole (tipo toboga), autorespiratore (se necessario) da 3 lt
per ciascun lavoratore, lampada da lavoro IP 65 alimentata a batteria, torce di emergenza e
ricetrasmittenti.
Le attrezzature di sicurezza saranno collocate all’interno di una carriola accompagnerà
costantemente la squadra di lavoro. In nessun caso il lavoratore dovrà trovarsi all’interno dell’area di
lavoro da solo.
I materiali saranno caricati mediante paleggiamento all’interno di contenitore omologato che sarà
sollevato fino al piano di campagna utilizzando il paranco elettrico precedentemente montato.
Durante il sollevamento dei materiali nessun lavoratore dovrà trovarsi sotto il carico sospeso; il
Preposto - costantemente presente - all’esterno della finestra, coordinerà le operazioni di carico e
sollevamento, ricorrendo, ove necessario, anche all’uso della ricetrasmittente.
Nel caso di interventi estesi a più tratte, all’esterno di ciascuna nuova finestra, dovrà essere realizzato
un mini apprestamento igienico assistenziale, costituito da un container coibentato e riscaldato,
dotato di tavoli e sedie, con funzione di ricovero in caso di pioggia o di riposo durante la turnazione.
Dovrà essere inoltre presente un wc chimico dotato di lavabo.
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Sarà cura del C.S.E., nel caso si proceda con attività di scavo manuale, individuare se lo stato dei
luoghi possa assimilarsi a spazio confinato e/o contaminato valutando i seguenti criteri generali
prevalenti:
• profondità e tipologia dello scavo (scavi a sezione obbligata, su sezioni ridotte, ecc..);
• difficoltà di recupero degli operatori in caso di malore e/o infortunio causa presenza di ambienti
e/o attrezzature che limitino la possibilità di evacuazione del personale (impedimenti fissi,
apprestamenti, ecc.);
• luoghi potenzialmente contaminati (rischio chimico, ecc..);
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• altre eventuali situazioni specifiche (es. attività condotta in modalità anomala: postura non
ergonomica, insufficienti condizioni microclimatiche, ecc..).
• individuare una procedura di dettaglio che meglio determini le attività operative correttamente
svolgibili dalle squadre operative incaricate.
Dovendo operare in condotte/cunicoli interrati con attività di scavo condotto a mano, in luoghi
confinati e/o inquinati, è opportuno procedere con le stesse cautele individuate ai capitoli
precedenti, e nel caso sia accertata la presenza di reti impiantistiche attive e/o non più utilizzate e/o
interferenti, procedere con estrema attenzione isolando i servizi attivi e richiedendone - nel caso - il
loro temporaneo disservizio. Specialmente durante lavori di scavo, la presenza, anche al contorno,
di reti fognarie dovrà essere nota, poiché potrebbe costituire una variabile importante rispetto alla
consistenza e stabilità delle pareti di scavo sia per la presenza di terreni di rinterro, sia per la possibile
formazione di improvvisi vuoti nel terreno (tipici nel caso di vetuste fognature dismesse), sia per la
presenza di possibili infiltrazioni o inondazioni d’acqua dovute a fessurazione o cedimento delle
pareti qualora limitrofe ai lavori di sterro.
Nei lavori di scavo da eseguire in prossimità di reti fognarie si dovrà sempre procedere con cautela,
le pareti di scavo e le armature in corrispondenza di tali reti dovranno essere tenute sotto controllo
da parte del Preposto impresa esecutrice.
Quando la distanza tra lo scavo in opera e i sottoservizi preesistenti non consentano di garantire la
stabilità dei luoghi di lavoro è necessario sospendere immediatamente le attività e procedere
all’attivazione di azioni propedeutiche a determinare un elevato livello di sicurezza operativa.
In presenza di incidenti che possano provocare la rottura degli impianti esistenti e conseguente
fuoriuscita di liquami è necessario sospendere i lavori ed allontanare i lavoratori dalla zona
interessata.
Successivamente è necessario provvedere, previa segnalazione all'Ente esercente tale rete, mettere
in atto sistemi per il contenimento dei liquami e per la rimozione dei medesimi dalle zone di lavoro.
Completati gli interventi di riparazione è necessario bonificare il sito prima di riprendere le attività.
Il soccorso da portare ad eventuali lavoratori coinvolti dall'incidente dovrà avvenire con attrezzature
e mezzi idonei e con l'uso di dispositivi di protezione individuali atti ad evitare anche il contatto con
elementi biologicamente pericolosi.
I lavoratori incaricati delle procedure di emergenza dovranno essere diretti da un preposto
appositamente formato.
Nel caso di scavo manuale procedere con utensili tali da non provocare eccessive vibrazioni che
compromettano lo stato dei luoghi contermini.
Procedere con metodologie che consentano l’asportazione e il prelievo di terre e/o rocce da scavo
sino in superficie se non diversamente concordato con il Committente e/o gli Organi di controllo
e/o gestione rete.
Date le condizioni potenzialmente non idonee è opportuno procedere ad un elevato turnover con
sufficienti tempi di riposo.
Dall’esito della valutazione preventiva del rischio, redatta dal Datore di Lavoro dell’impresa
esecutrice, e posta a conoscenza del C.S.E., verranno definite e messe in atto le misure di prevenzione
e protezione.
Tali procedure di lavoro dovranno essere scritte, precisate e dettagliate per ogni fase lavorativa
indicando la criticità e i corretti modi di operare (individuazione delle persone e delle competenze,
identificazione dei rischi in ogni fase lavorativa, modalità di lavoro sicuro nonché i dispositivi collettivi
di prevenzione e protezione, i DPI, i PDPC, la segnaletica (compresa quella per la delimitazione
dell’area), le procedure per gestire l’emergenza, ecc..
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Tali lavorazioni necessiteranno di un Responsabile addestrato alla specifica mansione che ha il ruolo
di mettere in comunicazione il Datore di Lavoro, il Preposto e i Lavoratori.
L’accesso al luogo pericoloso non potrà avvenire senza una chiara autorizzazione scritta da parte del
Responsabile della ditta esecutrice che avrà cura di verificare condizioni di accesso e il rispetto delle
procedure di sicurezza individuate.
E’ necessario che la squadra addetta alle operazioni sia numericamente adeguata e comunque
composta da almeno due persone.
I lavoratori individuati a tale mansione dovranno essere fisicamente idonei e con capacità psico-
attitudinale adeguate e possedere sufficiente esperienza lavorative per questo tipo di attività
(addestramento, informazione e formazione).
Anche per tali condizioni sarà necessario redigere e condividere un’adeguata procedura di prelievo
di eventuale infortunato con immediato allertamento al Pronto Soccorso.
Sarà vietato consentire l’accesso dei lavoratori in pozzi neri, fogne, camini, fosse, gallerie e in
generale in ambienti e recipienti, condutture, caldaie e simili, ove sia possibile il rilascio di gas
deleteri, senza che sia stata previamente accertata l’assenza di pericolo per la vita e l’integrità
fisica dei lavoratori medesimi, ovvero senza previo risanamento dell’atmosfera mediante
ventilazione o altri mezzi idonei.
ESEMPI (INDICATIVI E NON LIMITATIVI) DI RIFERIMENTI DI ACCETTABILITÀ DELLA VENTILAZIONE:
• Gli ambienti confinati potenzialmente inquinati da sostanze asfissianti dovranno essere
ventilati prima dell'accesso (punto 3.2.1 allegato IV del D.lgs. 81/08 e s.m.i.), assicurando
indicativamente almeno 3 ricambi d'aria completi.
Si potrà utilizzare un'aspirazione per rimuovere gas, vapori, fumi, particelle, assicurando il reintegro
del volume estratto; ovvero ventilare forzatamente in maniera da ridurre per diluizione le
concentrazioni delle sostanze tossiche e/o infiammabili e per garantire una concentrazione di 02
adeguata.
II lavaggio con aria dovrà assicurare il suo mescolamento con il gas, per evitare la presenza di sacche
di gas pesante o leggero, in basso o in alto rispettivamente.
In particolare l'azoto e l'argon, che hanno densità uguale o superiore a quella dell'aria, quando sono
a temperature più basse, ristagnano in basso e bisogna procedere insufflando aria dal basso. In
questo caso va realizzato un maggior numero di ricambi, arrivando indicativamente almeno a 10
ricambi d'aria completi.
Nel caso di inquinamento da gas infiammabili può essere necessario prima lavare con gas inerte,
quindi procedere all'allontanamento del gas inerte con aria, con le solite modalità.
• Prima di entrare è buona norma ventilare l'ambiente per almeno 20 minuti. (Tenore di
Ossigeno tra 20 e 21%.) e continuare la ventilazione durante tutta l'operazione. Se la ventilazione
naturale non sia idonea, utilizzare un dispositivo di ventilazione. II dispositivo di ventilazione dovrà
essere sorvegliato e verificato periodicamente.
• Risanamento/bonifica atmosfera ambiente confinato.
Per tenere il tasso di ossigeno quanto più possibile prossimo a l 20%, e diluire gli agenti contaminanti
aerodispersi mantenendone la concentrazione ad un livello igienicamente accettabile, occorrerà
utilizzare un impianto di ventilazione.
Questa soluzione impiantistica prevede il prelievo di aria fresca all'esterno e, tramite idoneo
ventilatore, il suo invio nell'ambiente di lavoro confinato mediante tubazione deformabile. II
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posizionamento dell'impianto di ventilazione dovrà tenere conto delle geometrie del luogo e delle
potenziali sorgenti del contaminante in quanto l'aria, dopo aver lambito il fondo, viene sospinta
verso l'uscita, attraversando l'ambiente confinato, che si comporta come una vera e propria
tubazione di riflusso. La portata dell'aria deve essere dimensionata considerando che, a seconda
della gravosità del lavoro svolto, un soggetto adulto consuma da 20 a 50 l/h di ossigeno e ne
produce altrettanto di anidride carbonica.
• Pozzi, fosse
Prima di entrare in pozzi e fosse occorrerà ventilarli artificialmente in modo da evitare la presenza di
un'atmosfera pericolosa.
Lo si può fare, per esempio, aspirando i gas nel punto più basso mediante un ventilatore fino a
raggiungere un numero di ricambi d'aria pari a venti volte.
È da tener presente che l'uso di tubazioni d'aspirazione lunghe causa una diminuzione della potenza
della ventilazione. La ventilazione artificiale deve rimanere in funzione per tutto il tempo in cui
persone si soffermano all'interno di pozzi o fosse e vi è pericolo di presenza o formazione di gas o
vapori.
• Canalizzazioni
Prima d i entrare in canalizzazioni bisogna ventilarle in modo d a escludere la presenza d i atmosfere
pericolose nelle zone da percorrere. Lo si può fare per esempio: togliendo i chiusini vicini e la sciando
arieggiare la canalizzazione in modo naturale per un tempo adeguato; eseguendo una bonifica della
canalizzazione con acqua ad alta pressione (ugelli per getti d'acqua ad alta pressione e con una
sufficiente portata d'acqua, per es. 300 l/min), oppure ricorrendo all'uso di ventilatori.
La ventilazione è considerata sufficiente quando la velocità media dell'aria all'interno della
canalizzazione è di 0,5 m/s (corrisponde a una corrente d'aria nettamente percepibile).
Le canalizzazioni che non possano essere arieggiate a sufficienza in modo naturale, come quelle
tortuose (per es. sifoni), con restringimenti o cieche, dovranno essere ventilate in modo artificiale.
Se durante i lavori possono insorgere nella zona di lavoro concentrazioni nocive o atmosfere
esplosive (per es. durante lavori di saldatura, rivestimento, incollatura o pittura), è in ogni caso
necessaria una ventilazione artificiale.
• I sistemi di ventilazione per il controllo di contaminanti presenti nell'atmosfera in uno spazio
confinato devono essere progettati, costruiti e manutenzionati secondo i principi tecnici stabiliti dalle
norme applicabili.
II flusso d'aria minimo per atmosfere a basso rischio è di 85 m3/h di aria pulita e respirabile per ogni
lavoratore presente nello spazio confinato.
• Per la ventilazione meccanica, adottare i seguenti criteri minimi:
- portata di almeno 3600 m3/h per locali/cisterne fino a 50 m3 e maggiori in proporzione per
locali di dimensioni superiori;
- bocca di aspirazione e di espulsione di eguale per forma e dimensione {es circolare diametro
30 cm) per favorire cambiamenti di funzione in caso di emergenza.
- impianto carrellato, con condotto di immissione di lunghezza tale da mantenere il ventilatore
vicino all'apertura del locale da bonificare (minori perdite di carico) e la bocca di aspirazione
lontano da zone contaminate.
- lavaggio con acqua nebulizzata prima del lavaggio in corrente d'aria in caso di inquinanti {come
ad es. anidride solforosa, ammoniaca ) facilmente solubili in acqua, per ottenere I' abbattimento
di tali sostanze.
• Ventilazione naturale
Indicativamente viene considerata una ventilazione naturale "favorevole" quando in un determinato
spazio confinato si hanno le seguenti condizioni:
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liquidi e solidi emettono gas tossici in presenza di aria o vapori d’acqua (zolfo, fosfuri che emettono
fosfina a contatto di acidi ed acqua o vapore, ecc.);
reazioni chimiche di decomposizione o fermentazione;
rilasci accidentali da valvole o altre sorgenti di emissione;
residui di materiali stoccati;
quando liquidi e solidi vengono agitati o spostati.
Folgorazione:
Attrezzature di lavoro/utensili con alimentazione elettrica inadeguata, pareti interne bagnate.
Caduta:
Utilizzo di scale inadeguate o impiegate in modo improprio, mancato utilizzo o utilizzo scorretto dei
DPI anticaduta.
Annegamento:
Presenza di liquidi o solidi finemente suddivisi, che possono risultare letali per saturazione e
occlusione delle vie respiratorie.
Ustioni:
Contatto con parti a temperatura elevata o molto bassa, ingresso in macchine termiche.
Schiacciamento:
Caduta di carichi, ecc.
Carenza di Ossigeno:
Concentrazione O2 Effetti sulla salute
volume di O2/volume totale (v/v)
21% Concentrazione ideale di ossigeno
19,5% Minimo livello accettabile
16 – 19,5% Possibili difficoltà respiratorie, perdita di controllo della
motricità, diminuzione capacità lavorativa
12 – 16% Aumento respirazione, affaticamento, perdita capacità
valutative
8 – 12% Perdita di coscienza, nausea e vomito, cianosi
6 – 8% Permanenza di 4-5 minuti: possibilità di recupero
6 minuti: al 50% fatale
8 minuti: al 100% fatale
4 – 6% Coma in pochi secondi, morte.
Azoto N2:
Gas inerte generalmente presente a causa di una non adeguata rimozione in seguito ad attività di
bonifica o inertizzazione.
Ha un peso specifico (1.15 kg/m3) ca. uguale a quello dell’aria (1.16 kg/m3), quindi non tende a
stratificarsi verso il basso (come ad es. la CO2), né a sfuggire verso l’alto.
Per garantire una concentrazione di ossigeno adeguata, almeno superiore al 17%, la concentrazione
di azoto deve essere inferiore all’83 %.
In alta concentrazione può causare asfissia. I sintomi possono includere perdita di mobilità e/o
coscienza.
Anidride carbonica CO2:
Generata dalla combustione completa di sostanze combustibili e/o infiammabili in presenza di
atmosfera ricca di O2.
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• gas e vapori infiammabili (metano, acetilene, propano, butano, xilolo, benzene, ecc.);
• liquidi infiammabili (benzine e solventi idrocarburici);
• polveri aerodisperse ad alta concentrazione (farine nei silos, segatura/polveri di legno);
• eccesso di O2 o di ossidanti in genere (causa di violenta ossidazione di sostanze grasse o oleose,
nitrato di ammonio con paglia o trucioli di legno; a livello del 24% di O2, i capi di vestiario possono
subire combustione spontanea);
• macerazione o decomposizione di sostanze organiche con autoriscaldamento fino al
raggiungimento della temperatura di autoaccensione.
• scariche elettrostatiche (attenzione: gli operatori possono caricarsi per via induttiva fino a
potenziali dell’ordine del kV);
• scintille di origine meccanica;
• fiamme libere;
• onde elettromagnetiche;
• radiazioni ionizzanti;
• ultrasuoni;
• superfici calde;
• scariche elettriche,
• scariche atmosferiche;
• reazioni esotermiche.
La causa della presenza di gas può manifestarsi presso:
• collettori fognari, vasche e fosse biologiche, ecc...
• serbatoi stoccaggio liquami (biogas prodotto dalla fermentazione batterica di rifiuti, vegetali,
liquami di fognatura e zootecnici, materiale organico in decomposizione); presenza di metano che
può variare dal 50% all’80 %.
• silos e serbatoi: il tipo di gas è funzione delle sostanze presenti o introdotte (residui di materiale
stoccato, residui di lavaggio e pulitura).
• impiego di gas pesanti (densità maggiore di 0,8 rispetto all’aria) in ambienti depressi e ristagnanti,
come il propano/butano (gpl) usato come propellente nell’impiego di prodotti sanificanti o
disinfettanti.
A causa della presenza di polveri presso silos e/o serbatoi di stoccaggio per polveri chimiche
(resine, detergenti, farmaceutiche), metallurgiche (Al, Mg).
Presso strati e accumuli di sostanze volatili sono possibili sorgenti di nubi, sollevate da spostamenti
e movimenti di aria.
Le nubi possono esplodere in presenza di sorgente di accensione.
Uno strato di 0,8 mm di polvere combustibile depositato su una superficie maggiore del 5% del
pavimento di un locale rappresenta un pericolo di esplosione.
Si ha rischio di esplosione se è presente una sorgente d’innesco efficace, ossia con un’energia
sufficiente ad accendere la miscela infiammabile:
Esistono diversi tipi di sorgenti d’innesco:
• scariche elettrostatiche;
• scariche elettriche;
• scariche atmosferiche;
• scintille di origine meccanica;
• fiamme libere;
• onde elettromagnetiche;
• superfici calde;
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• reazioni esotermiche.
MISURE DI PREVENZIONE:
- Adozione di idonea procedure di bonifica e verificata adeguata della ventilazione;
- verifica dell’assenza di agenti pericolosi;
- Personale formato e addestrato, con assistenza di addetti posti in luogo sicuro e
adeguatamente “formati” in caso di attivazione delle procedure di emergenza;
- attrezzature antideflagranti con corretto utilizzo dei DPI;
- indumenti antistatici; no scarpe con chiodi ad evitare la formazione di scintille;
- adeguato sistema di comunicazione (telefono cellulare, walky talky, ecc..);
- misure d’emergenza, disponibilità di specifico personale e mezzi di soccorso.
Per verificare l’inesistenza di gas tossici eventualmente presenti in condotta ciascun addetto
dell’impresa dovrà operare tramite un l’analizzatore di gas (multigas) dimostrando di aver acquisito
specifica “formazione” e “addestramento” all’uso, nonché indossando specifici DPI:
− guanti isolanti del gruppo 0 codice 163122xx e calzature isolanti (Calzatura/tronchetto
elettricamente isolante per lavori su impianti di bassa tensione cod. 164218xxx)
− Accertarsi del buono stato di conservazione dei DPI (seguire le indicazioni riportate nella nota
informativa associata ad ogni DPI).
− Assicurarsi di non operare in presenza di terreni e strutture bagnate e/o pericolanti e/o
potenzialmente pericolose.
− Verificare che il luogo in cui ci si appresta ad utilizzare l’analizzatore non sia un
luogo classificato con pericolo di esplosione secondo la normativa ATEX (v.
cartellonistica).
− Assicurarsi che la struttura da analizzare sia connessa a terra con un collegamento
adeguato e sicuro per evitare una elettrocuzione per altri lavoratori che, presenti
in prossimità della struttura da analizzare, potrebbero toccare il manufatto indagato, durante la
scarica.
− Assemblare lo strumento ed i relativi accessori per le successive analisi sulla base delle indicazioni
fornite dallo specifico manuale operativo.
− Assicurarsi che tutti gli operatori presenti in cantiere si siano allontanati per evitare contatti
accidentali con le parti attive dello strumento.
ATTIVITÀ OPERATIVA:
Per utilizzare correttamente l’analizzatore fare riferimento alle apposite istruzioni della ditta
produttrice, allegate alla strumentazione, e/o a eventuali prescrizioni redatte da Hera Spa.
Si evidenzia che per stabilire l’esatta tensione in uscita da applicare è sempre necessario fare
riferimento all’ultimo certificato di taratura che deve essere tenuto in copia nella custodia dello
strumento; infatti, a seguito delle operazioni di taratura, la corrispondenza tra la tensione in uscita e
la posizione del selettore può subire delle variazioni e la regolazione corretta è data solo dai
riferimenti riportati nell’ultimo certificato.
La procedura da seguire per l’ispezione del condotto è la seguente:
• Presenza di un caposquadra - all’esterno del condotto (preposto) con funzioni di supporto
dotato di radio trasmittente e/o cellulare - e di un addetto alle opere di bonifica;
• Messa in sicurezza del manufatto con intercettazione delle linee di alimentazione;
• Messa fuori servizio degli impianti;
• Apposizione della segnaletica temporanea;
• Apertura botole con verifica Analizzatore gas;
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• Aerazione naturale e forzata del condotto: l’immissione forzata di ossigeno deve essere valutata
preventivamente in quanto l’introduzione in percentuali massicce potrebbe aumentare il rischio
d’incendio o di esplosione.
• Squadra di emergenza aziendale presente sul posto.
In caso di interventi su sede stradale operare come segue:
- Evidenziare il cantiere con segnaletica prescritta dal disciplinare tecnico sulla segnaletica
temporanea e in particolare:
• segnaletica di avvicinamento situata a monte della zona pericolosa da segnalare e posizionata
sulla banchina;
• segnaletica di posizione collocata immediatamente a ridosso e lungo la zona interessata e
posizionata sulla banchina o sulla carreggiata se il pericolo insiste su di essa;
• segnaletica di fine prescrizione collocata a valle della zona interessata;
• segnali complementari (barriere per tombini, paletti di delimitazione, delineatori modulari, coni
o delinea tori flessibili);
• lavori in corso;
• limite di velocità;
• direzione obbligatoria;
• restrizione di carreggiata/strettoia;
• segnali di fine prescrizione.
SARÀ CURA DEL CSE INDIVIDUARE LO STATO DEI LUOGHI ASSIMILABILI A SPAZI CONFINATI
SULLA BASE DI VALUTAZIONI CORRELATE AI SEGUENTI GENERALI CRITERI PREVALENTI:
• profondità e tipologia dello scavo (scavi a sezione obbligata e/o cunicoli, ecc..);
• difficoltà di recupero degli operatori in caso di malore e/o infortunio causa presenza di
attrezzature che limitino la possibilità di evacuazione del personale (blindaggi, armature,
impedimenti fissi, ecc.);
• luoghi potenzialmente contaminati (rischio chimico);
• altre eventuali situazioni specifiche (es. attività condotta in modalità anomala: postura non
ergonomica, ecc..).
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In ambienti sospetti di inquinamento, o in scavi a sezione obbligata e scavi in trincea con profondità
indicativa superiore a 2,50 ml, ai sensi dell’art. 1 del
D.P.R. 177/2011 e degli artt. 66 e 121 del D. Lgs
81/2008 e s.m.i., a causa dei potenziali rischi
presenti in rapporto alla natura geologica del
terreno o alla vicinanza di fabbriche, depositi,
raffinerie, stazioni/cabine di compressione e di
decompressione, presenza di sottoservizi, quali
tubazioni rete gas, linee elettriche e/o elementi in
tensione, condotte fognarie (anche a distanza
limitata dalla sezione di scavo), che possono dar
luogo a diversi pericoli quali, infiltrazioni d’acqua,
instabilità del terreno di scavo (frane), allagamenti,
presenza di sostanze pericolose in genere, contatti
elettrici, ecc.., possono essere equiparabili a luoghi confinati.
I principali rischi potenzialmente presenti ed ai quali esposti i lavoratori presenti all'interno degli
scavi profondi sono costituiti da:
- seppellimento a seguito del verificarsi di frane/cedimenti delle pareti di scavo;
- sprofondamento;
- annegamento per improvvise perdite d’acqua e allagamento della sezione di scavo;
- caduta dall’alto; dalla zona superficiale a bordo scavo;
- caduta di materiale dall’alto;
- inalazione sostanze pericolose;
- intossicazione e asfissia;
- esplosione e incendio.
Ai fini della caratterizzazione dell’ambiente lavorativo in oggetto, si considera di altrettanta rilevante
importanza le condizioni legate al possibile contesto d’area (ubicazione intervento) ed ambientale
(caratteristiche del luogo), nonché caratteristiche del luogo (condizioni interno scavo) che possono
complicare anche notevolmente le condizioni di accesso e gestione delle emergenza in caso di
incidenti/infortuni/malori dei lavoratori operanti, quali, ad esempio:
- scavi realizzati in sede stradale; cantieri stradali con presenza di traffico veicolare anche intenso;
- ubicazione intervento in luoghi impervi e difficilmente raggiungibili (anche da segnale
telefonico);
- stato della pavimentazione superficiale (difficoltà d’accesso/evacuazione);
- scavi parzialmente o totalmente pieni d’acqua;
- ridotta sezione dello scavo con complicanze per accesso - evacuazione;
- presenza servizi interferenti alla sistemazione opportuna di sistemi d’accesso
- evacuazione(scale, ecc);
- ecc…
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- immediata interruzione attività di ditta non abilitata e ritenuta non idonea allo svolgimento delle
attività ai sensi del DPR 177/2011 e s.m.i. a seguito di riscontro delle condizioni strutturali/operative
di cui alla tipologia di intervento in oggetto qualora inizialmente non previsto o prevedibile;
- elaborazione di una procedura di lavoro specifica ad integrazione del POS in vigore per lo specifico
tipologico di cantiere “luoghi confinati - scavi con profondità superiore a 2,5m”, riportante le
modalità di lavoro da utilizzare per la tipologia di interventi in oggetto, comprensivo di dettagliato
piano di accesso/evacuazione/recupero del personale infortunato (anche mediante elaborati grafici);
-obbligo per tutte le ditte di comunicazione immediata e diretta al Preposto di cantiere, mediante
coinvolgimento assistenti tecnici HERA (referenti per lo specifico intervento), in caso di riscontro
delle condizioni strutturali/operative di cui alla tipologia di intervento in oggetto qualora
inizialmente non previste o prevedibili;
- a seguito di attivazione per l’esecuzione di intervento di cui alla tipologia in oggetto, provvedere
all’organizzazione preliminare finalizzata ad adottare le misure contro i pericoli derivanti dalla
presenza di gas o vapori tossici, asfissianti, infiammabili, esplosivi, ambienti a sospetto inquinamento
o luoghi confinati ai sensi e in conformità a quanto previsto dagli artt. 66 e 121 del D. Lgs. 81/2008
e dal DPR 177/2011 e s.m.i., in conformità a quanto previsto nella procedura propria utilizzata;
- numero minimo 3 operatori con formazione/competenze specifiche per composizione squadre;
- obbligatoria presenza addetto alla sorveglianza in esterno scavo per coordinamento emergenze e
gestione recupero infortunato;
- fornire e registrare l’avvenuta informazione/formazione specifica all’intervento al personale
operante sui rischi presenti, modalità di lavoro sicuro e modalità di gestione emergenze prima
dell’inizio dell’intervento;
- divieto di ingresso nello scavo in assenza e autorizzazione addetto alla sorveglianza preposto;
- utilizzare la segnaletica stradale per opportuna delimitazione superficiale dell’area di cantiere;
- utilizzare cartellonistica di Sicurezza per Luoghi Confinati in corrispondenza degli accessi del
cantiere, come previsto dal PSC generale messo a disposizione;
- recintare la sezione di scavo mediante transennatura della zona operativa con un raggio minimo
sufficiente all’opportuna organizzazione dell’area di cantiere (> 1 ml);
- divieto di deposito/accumulo materiale a bordo scavo;
- posizionare i materiali di risulta degli scavi a congrua distanza di cigli degli scavi (Art. 120 del D.lgs.
n.81/08 come modificato dal D. Lgs n.106/09 e s.m.i.)
- utilizzare un idoneo sistema di trattenuta o di copertura del materiale in modo che non possa
cadere all'interno degli scavi.
- posizionare i detriti a distanza di sicurezza (almeno > 60 cm dal ciglio) ovvero ubicarli in altro luogo;
- prevedere un appropriato sistema di protezione se si sospetta un possibile accumulo di acqua;
- utilizzo adeguate armature di sostegno delle pareti di scavo;
- prevedere un sicuro sistema di accesso e di uscita dagli scavi;
- per scavi lunghi, predisporre mezzi di salita ogni 6 metri. Le rampe strutturali, se utilizzate quale
unico sistema di accesso devono essere progettate da persona competente.
Allorché le rampe siano formate da due o più elementi, esse dovranno essere collegate in modo da
non causare cedimenti differenziali, avendo pari spessore.
I mezzi di collegamento dei componenti della rampa dovranno essere fissati in modo da non causare
il dissesto della struttura. Le rampe strutturali utilizzate al posto dei gradini devono avere superficie
antiscivolo;
- Ispezionare gli scavi al fine di accertare la presenza di fenomeni franosi, o la mancanza di aria o
tossicità della stessa, la presenza di gas o il cedimento dei sistemi di protezione e contenimento, o
altre condizioni di rischio, si è in condizioni di pericolo.
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Asfissia Non operare allo stato liquido modificando la pressione e non operare a basse
temperature.
Le maschere antigas a filtro utilizzate per i gas tossici sono inefficaci contro la
mancanza di Ossigeno.
Dotarsi di manichette d’aria o autorespiratori.
Fattore rischio 9 Ventilare i locali su cui si intervenga con gas inerte
Caduta, perdita di efficacia Impiego di attrezzature non adeguate o impiegate in maniera errata, non
del DPI utilizzo o errori nell'uso dei DPI;
E' necessario che il Preposto vigili sull’attività degli addetti.
Fattore rischio 9
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Pressione e temperatura Chiudere la valvola della bombola e non collocarla in prossimità di fonti di
calore (non superare mai i 50° C).
Fattore rischio 6
Fattore rischio 6
Urti, tagli, abrasioni, operare con guanti e indumenti da lavoro antistrappo e qualora la posizione
utilizzo utensili della lavorazione possa creare pericolo per la testa, indossare il casco
protettivo.
Adottare una postura corretta durante le fasi di verifica/collaudo.
Fattore rischio 4
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Caduta in piano per Sistemazione superficiale preliminare del terreno con rimozione delle
presenza di ostacoli a asperità, degli ostacoli anche nell’area immediatamente esterna al cantiere
pavimento, disomogeneità con pulizia e rimozione di materiali (massi, fango, ghiaia, ecc.) anche nel corso
del terreno, scivolosità dei lavori
della superficie (bagnata, Evidenziazione degli ostacoli con transenne o altra segnaletica.
ghiacciata, fangosa) Allontanare i materiali non necessari dall’area di cantiere.
Deposito del materiale all’interno del cantiere.
Fattore rischio 4 Rimozione immediata del materiale di risulta dall’attività lavorativa.
In caso di scarsa visibilità uso di adeguati sistemi di illuminazione artificiale.
Interferenze con personale Intercludere l’area di lavorazione con apposita segnaletica impedendo
non autorizzato l’accesso a personale non autorizzato.
Fattore rischio 4
Esposizione alle polveri e Indossare adeguati facciali filtranti, quanto i lavoratori sono esposti alle
rumore polveri e fumi prodotti durante le lavorazioni.
Disporre di una scorta d’acqua per lavarsi gli occhi in caso di necessità.
Indossare adeguati otoprotettori.
Fattore rischio 4
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145. RUMORE
FASCIA DI LIVELLO DI
INDICE DI
APPARTENENZ ESPOSIZIONE
ATTENZIONE CLASSE ATTIVITÀ DI PREVENZIONE
A PERSONALE
(IA)
(Lep)
Non è prevista alcuna attività di
prevenzione.
fino a 80 dB(A) Lex,8h ≤ 80 dB(A) 0 A Non è obbligatorio riportare i valori dei
livelli di rumorosità nel documento di
valutazione dei rischi.
Valori inferiori 80 dB(A) e 135
di azione db(C)picco
1
80 dB(A) < Lex,8h Obbligo di riportare i livelli di rumorosità
rischio
≤ 85 dB(A)
BASSO
nel documento di valutazione dei rischi.
Informazione e formazione sul rischio
80 dB(A) < Lex,8h obbligatoria.
superiore a 80
≤ 85 dB(A) Il datore di lavoro mette a disposizione
dB(A), fino a 85 2 B
DPIu.
(con rumorosità
dB(A) rischio Addestramento obbligatorio su utilizzo
in una o più
SIGNIFICATI dei DPIu.
attività,
VO Sorveglianza sanitaria su richiesta dei
superiore a 85 lavoratori o del medico competente.
dB(A))
Valori superiori 85 dB(A) e 137
di azione db(C)picco
3 Obbligo di riportare i livelli di rumorosità
85 dB(A) < Lex,8h nel documento di valutazione dei rischi.
rischio
≤ 87 dB(A) Informazione e formazione sul rischio
MEDIO obbligatoria.
Addestramento obbligatorio su utilizzo
dei DPIu.
Utilizzo obbligatorio dei DPIu messi a
superiore a 85 85 dB(A) < Lex,8h disposizione dal datore di lavoro.
dB(A), fino a 87 ≤ 87 dB(A) Obbligo di segnalazione e delimitazione
C delle aree con tale livello di esposizione
dB(A) (con rumorosità
4 tramite apposita segnaletica.
in una o più
rischio Limitazione di accesso all’area se
attività,
RILEVANTE tecnicamente possibile e giustificato dal
superiore a 87 rischio di esposizione.
dB(A)) Sorveglianza sanitaria obbligatoria con
accertamenti preventivi e periodici a
cadenza stabilita dal medico
competente.
Valore limite di 87 dB(A) e 140 TALE VALORE NON DEVE MAI ESSERE SUPERATO, TENUTO
esposizione db(C)picco CONTO DELL’ATTENUAZIONE DEI DPIU
Obbligo di riportare i livelli di rumorosità
nel documento di valutazione dei rischi.
5
superiore a 87 Individuazione delle cause
Lex,8h > 87 dB(A) rischio C dell’esposizione eccessiva.
dB(A)
ALTO Immediata adozione di misure volte a
riportare il valore di esposizione al di
sotto del valore limite.
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146. VIBRAZIONI
Molte sostanze usate come additivi, leganti, solventi, ecc.. contengono prodotti chimici che in caso
di contatto cutaneo e/o per inalazione-sospensione possono provocare riniti, dermatiti e/o
congiuntiviti. E’ necessario pertanto che l’operatore eviti contatti diretti del corpo con tali sostanze
indossando mezzi protettivi ed abbigliamento adeguato.
Nei lavori eseguiti con materiali e prodotti che danno luogo a getti e schizzi dannosi per la salute
dovranno essere adottati provvedimenti atti ad impedire la propagazione nell’ambiente di lavoro
circoscrivendo la zona di intervento.
Gli addetti dovranno indossare adeguati indumenti di lavoro e utilizzare i DPI necessari.
In linea generali la manipolazione di qualsiasi prodotto o sostanza chimica dovrà avvenire
esclusivamente nel rispetto delle indicazioni/precauzioni indicate nella Scheda di Sicurezza con uso
dei DPI appropriati alle caratteristiche specifiche di ogni prodotto.
Lo stoccaggio delle sostanze chimiche pericolose dovrà essere protetto da fonti di calore e da
irraggiamento diretto del sole o da possibili fonti di innesco della combustione, depositando le
sostanze chimiche pericolose non compatibili tra loro lontane e distinte.
La movimentazione delle sostanze chimiche pericolose deve avvenire solo in contenitori di sicurezza
e/o adottando tecniche di trasporto che non consentano il ribaltamento o lo spandimento del
carico.
Spandimento di sostanze chimiche pericolose:
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Nel servizio di assistenza presso varie sedi o appalti gestiti dalla Committente HERA, in caso vi siano
lavorazioni limitrofe con produzione polveri, fumi o vapori nei pressi della zona delle operazioni del
personale della ditta, si dovranno predisporre idonee contromisure quali:
- L’organizzazione dei turni e periodi di lavoro in modo da minimizzare l’interferenza.
- La predisposizione di opportune separazioni.
- L’utilizzo di dispositivi di protezione individuale per le vie respiratorie, avendo cura di informarsi
sulla natura e tipologia delle sostanze disperse.
IDROGENO SOLFORATO
In alcuni ambienti in aderenza a condotte gas, potrebbe essere presente l’idrogeno solforato, tale
sostanza è fortemente velenosa, la cui tossicità è paragonabile al cianuro.
Sarà pertanto obbligatorio indossare specifici DPI e aver acquisito il consenso all’accesso presso il
locale potenzialmente “contaminato” dalla Committente (procedura di attivazione) al fine di
pianificare le modalità operative e gli accorgimenti emergenziali da mettere in atto in caso di
necessità.
A temperatura ambiente, ed alle basse concentrazioni, l’idrogeno solforato è un gas incolore e che
emana un caratteristico odore di uova marcie.
Il gas è infiammabile, e brucia con una fiamma bluastra a temperature superiori ai 260 ◦C.
Concentrazioni di H2S nell’aria superiori al 4% sono esplosive.
I tipici valori di H2S tipicamente immessi nell’atmosfera da processi naturali sono inferiori ad 1 ppb
(una parte per bilione).
Non è difficile riconoscere l’odore acre dell’H2S già a concentrazioni di 8 ppb, e il 90% riconosce il
suo tipico odore a 50 ppb.
L’H2S diventa però inodore a concentrazioni superiori alle 100 ppm (100 parti per milione) perché
immediatamente paralizza il senso dell’olfatto.
A dosi inferiori, fra gli 8 ppb e le 100 ppm, si riportano molti casi di difficoltà olfattive.
L’effetto desensibilizzante dell’odorato è uno degli aspetti più insidiosi dell’H2S perché alle più alte
e, potenzialmente mortali concentrazioni, la sostanza non è più percettibile ai nostri sensi. Nella
tabella sottostante si riportano i principali effetti dell’H2S a fronte di varie concentrazioni in aria
come riportati dalla Commissione americana per gli effetti medici e biologici degli inquinanti
ambientali, in particolare dalla Sottocommissione per l’idrogeno solforato.
Effetti dell’H2S al variare delle sue concentrazioni in aria:
- Soglia dell’attivazione dell’ odorato 0.05 ppm (= 50 ppb)
- Odore offensivo 3 ppm
- Soglia dei danni alla vista 50 ppm
- Paralisi olfattoria 100 ppm
- Edema polmonare, intossicazione acuta 300 ppm
- Danni al sistema nervoso, apnea 500 ppm
- Collasso, paralisi, morte immediata 1000 ppm
L’idrogeno solforato è un gas irritante e poiché agisce su molti organi del corpo umano, è
considerato una sostanza tossica a largo spettro. Le parti interessate sono le membrane mucose
(occhi e naso) e le parti del corpo umano che richiedono maggiori quantità di ossigeno, come
polmoni e cervello. Gli effetti dell’H2S sono simili a quelli del cianuro, poiché interferisce coi processi
di respirazione: in presenza di forte dosi di H2S le cellule umane non ricevono ossigeno a sufficienza
e muoiono. Il corpo umano normalmente reagisce alla presenza di H2S trasformandolo in zolfo allo
stato puro e in tiosolfati che poi raggiungono il sangue o il fegato. Se la quantità di H2S è però
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troppo elevata, la naturale capacità del corpo umano di disintossicarsi non è più sufficiente e la
tossicità diventa letale. I modi con cui l’H2S entra nel corpo umano sono tre:
- per inalazione attraverso i polmoni;
- per via orale (specialmente dalla digestione di sostanze contaminate assorbite nel tratto
intestinale, prima fra tutte l’acqua);
- attraverso la pelle.
Esposizioni fra le 100 e le 150 ppm di H2S causano l’infiammazione alla cornea e la congiuntivite,
irritazione agli occhi, lacrimazione e tosse. La principale via di ingresso dell’H2S nel corpo umano è
per via inalatoria. Altri problemi di salute collegate alla presenza di H2S sono la perdita di coscienza,
la cessazione momentanea del respiro e la morte. Ad alte concentrazioni H2S è un asfissiante.
Fra gli effetti non-letali, i danni sono di natura neurologica e polmonare. L’H2S causa vertigini,
svenimenti, confusioni, mal di testa, sonnolenza, tremori, nausea, vomito, convulsioni, pupille.
In caso di attività operativa in luoghi con concentrazioni di Idrogeno Solforato, ventilare
abbondantemente l’ambiente, dotarsi di specifici DPI di cui autorespiratori con ossigeno e indumenti
da lavoro oltre a un rilevatore multigas sempre attivo, procedere nel rispetto della normativa su
luoghi confinati/contaminati.
Gli agenti biologici sono ripartiti nei seguenti quattro gruppi a seconda del rischio di infezione:
a) Agente biologico del gruppo 1: un agente che presenta poche probabilità di causare malattie
in soggetti umani;
b) Agente biologico del gruppo 2: un agente che può causare malattie in soggetti umani e
costituire un rischio per i lavoratori; è poco probabile che si propaghi nella comunità; sono di norma
disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche;
c) Agente biologico del gruppo 3: un agente che può causare malattie gravi in soggetti umani e
costituisce un serio rischio per i lavoratori; l'agente biologico può propagarsi nella comunità, ma di
norma sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche;
d) Agente biologico del gruppo 4: un agente biologico che può provocare malattie gravi in
soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori e può presentare un elevato rischio di
propagazione nella comunità; non sono disponibili, di norma, efficaci misure profilattiche o
terapeutiche.
I diversi agenti biologici s’individuano sulla base della loro pericolosità:
a) infettività: intesa come capacità di un microrganismo di penetrare e moltiplicarsi nell'ospite,
b) patogenicità: riferibile alla capacità di produrre malattia a seguito di infezione,
c) trasmissibilità: capacità di un microrganismo di essere trasmesso da un soggetto infetto ad un
altro suscettibile,
d) neutralizzabilità: intesa come la disponibilità d’efficaci misure profilattiche per prevenire la
malattia o terapeutiche per la sua cura.
L'esistenza o meno di una soglia d’infettività per i diversi microrganismi è rilevante ai fini delle
strategie preventive del rischio, essendo l'azione preventiva necessaria solo in presenza di un rischio
conseguente alla presenza di una condizione di pericolo. Il distinguo tra rischio presunto e rischio
reale (valutabile) è basato sulla verifica dell'esistenza di qualche elemento che discrimini le due
situazioni; nel caso specifico l'esposizione.
La presenza di una situazione pericolosa non costituisce di per sé una condizione di rischio fino a
che non sia verificata l'esistenza di una esposizione all'agente pericoloso (come causa del rischio), e
valutata l'entità dell'esposizione.
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La necessità di valutare sia l'esistenza dell’esposizione sia la sua entità è dovuta all'eventualità che
non sempre in presenza di un’esposizione sussiste una condizione di rischio.
I rischi biologici ai quali è potenzialmente esposto un lavoratore sono sintetizzabili in:
- infezione per contatto diretto,
- effetti allergici e/o tossici dovuti a sostanze liberate dall'agente biologico, senza che sia avvenuto
il contatto con lo stesso.
Il contatto può avvenire nei seguenti modi:
- ingestione/aspirazione
- rovesciamento di liquidi contenenti l'agente biologico
- introduzione nell'organismo attraverso ferite
La conseguenza è l'insorgenza di malattie.
TETANO
Il principale pericolo di questa natura è rappresentato dalla presenza del clostridium tetani.
Tale bacillo sporigeno e anaerobico può provocare una patologia tossi - infettiva acuta e non
contagiosa, comunemente indicata con il nome di tetano.
Il bacillo si può trovare nel terreno e nei ferri arrugginiti; la possibilità che insorga la malattia discende
dal contatto con lo stesso in concomitanza di lesioni contuse o necrotiche della pelle, con contatto
di terreno, schegge di legno e/o ferro.
Il bacillo può essere trasmesso anche tramite morsi di animali infetti.
In questi casi la tossina prodotta dal microrganismo può raggiungere il sistema nervoso centrale e
provocare un aumento della contrazione muscolare con possibile blocco dell’attività respiratoria.
LYME
La malattia di Lyme presenta varie manifestazioni di natura flogistica interessanti l’epidermide. Il
bacillo si può trovare nel terreno e la possibilità che insorga la malattia discende dal contatto con lo
stesso in concomitanza di lesioni contuse o necrotiche della pelle, con contatto di terreno, schegge
di legno e/o ferro. In questi casi la tossina prodotta dal microrganismo può raggiungere il sistema
nervoso centrale e provocare un aumento della contrazione muscolare con possibile blocco
dell’attività respiratoria.
AH1N1
ll rischio di trasmissione dell’influenza nei luoghi di lavoro è in gran parte condizionato dalla
condivisione di spazi in ambienti confinati e ad attività che espongono al contatto con il pubblico. I
virus possono persistere sulle superfici non porose per 24 - 48 ore.
I sintomi comprendono generalmente febbre, accompagnata almeno da tosse e mal di gola.
Possono manifestarsi altri sintomi quali mal di testa, debolezza e malessere generale, raffreddore e
costipazione, dolori muscolari e articolari, brividi, vomito e diarrea. Questo complesso di sintomi
viene solitamente descritto come simil-influenzale e caratterizza sia le infezioni da virus influenzali
di stagione che quelle da virus AH1N1.
Come l’influenza stagionale, anche la nuova influenza da virus AH1N1v può presentarsi con forme
di gravità variabile da molto lievi a gravi. Nelle forme gravi possono insorgere complicazioni come
polmoniti e insufficienza respiratoria; possono verificarsi casi mortali, come del resto accade anche
in caso di infezione da virus influenzali stagionali.
E’ possibile affermare che il Virus AH1N1v si diffonda:
- per via diretta attraverso le goccioline di secrezione respiratoria e di saliva emesse con la tosse
e lo starnuto,
- per via indiretta attraverso le mani che vengono in contatto con oggetti e superfici contaminate
da secrezioni di persone infette (maniglie, corrimani, piani di lavoro, rubinetti, attrezzature, ecc.).
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Il Lavoratore dovrà:
-Ridurre i rischi di esposizione all’infezione riducendo anche nella vita privata la frequentazione
di luoghi affollati e limitando i contatti fisici (stringere le mani, abbracciare, baciare),
-Evitare per quanto possibile contatti ravvicinati con le persone malate o che potrebbero esserlo
(cercando di tenere una distanza non inferiore a circa un metro e mezzo).
-Rimanere a casa in caso di presenza di sintomi di influenza (febbre, mal di gola, tosse, malessere
generale e/o gli altri sintomi sopra descritti) sin dall’inizio dei sintomi e fino alle 24 ore successive
alla completa risoluzione di questi (senza uso di antipiretici),
-I dipendenti che condividono l’abitazione con un familiare/convivente ammalato di influenza,
dovranno avere l’accortezza di tenere sotto controllo quotidianamente il proprio stato di salute e
rimanere a casa ai primi sintomi di influenza presentati.
-In caso di presentazione dei primi sintomi sul posto di lavoro, occorrerà:
1. indossare una mascherina protettiva (mascherina FFP2) se resa disponibile dal datore di lavoro
e tollerata, in caso contrario utilizzare comunque un fazzoletto di carta per coprire naso e bocca
durante tosse o starnuto, sino all’allontanamento dal posto di lavoro;
2. avvertire immediatamente il diretto superiore o il Datore di Lavoro per essere autorizzati a
rientrare a casa il prima possibile.
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3) siano sospese quelle lavorazioni che possano essere svolte attraverso una riorganizzazione
delle fasi eseguite in tempi successivi senza compromettere le opere realizzate;
4) siano assunti protocolli di sicurezza anti-contagio e, laddove non fosse possibile in relazione
alle lavorazioni da eseguire, rispettare la distanza interpersonale di almeno un metro come
principale misura di contenimento adottando strumenti suppletivi di protezione individuale.
5) siano limitati al massimo gli spostamenti all’interno e all’esterno del cantiere, contingentando
l’accesso agli spazi comuni anche attraverso la riorganizzazione delle lavorazioni e degli orari del
cantiere;
6) si favoriscano intese tra organizzazioni datoriali e sindacali.
Oltre a quanto previsto dal D.P.C.M. dell’11 marzo 2020, i Datori di Lavoro delle aziende/imprese
adotteranno il citato protocollo di regolamentazione all’interno del cantiere, per tutelare la salute
del proprio personale, e dell’altrui presente all’interno del cantiere, per garantirne la salubrità
dell’ambiente di lavoro.
Nonché le ulteriori misure di precauzione di seguito elencate, da integrare eventualmente con altre
equivalenti o più incisive secondo la tipologia d’intervento svolta, in funzione anche della
localizzazione e delle caratteristiche del cantiere stesso, previa consultazione del Coordinatore alla
Sicurezza in fase di esecuzione ove presente, dei Datori di Lavoro aziendali e delle relative
rappresentanze, sentiti i rispettivi R.S.P.P., R.L.S. e Medico competenti.
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SORVEGLIANZA SANITARIA
Ai sensi dei provvedimenti emanati in materia di contenimento e gestione dell’emergenza
epidemiologica da COVID-19, allo stato attuale non risultano adottati ulteriori interventi legislativi
atti a sospendere o rimodulare le misure generali di tutela della salute dei lavoratori nella cosiddetta
FASE 2.
In tale ambito, coerentemente con le previsioni del protocollo nazionale, dovranno pertanto essere
garantite prioritariamente le attività necessarie a esprimere il giudizio di idoneità alla mansione nei
casi non prorogabili, quali ad esempio visite mediche pre-assuntive o preventive a richiesta del
lavoratore, o in caso di rientro dopo assenza per motivi di salute superiore a 60 giorni continuativi.
In questi casi, stante l’esigenza superiore di tutela della salute pubblica, si ritiene che, per un tempo
strettamente limitato al persistere delle misure restrittive adottate a livello nazionale, il previsto
giudizio di idoneità possa essere espresso anche a seguito di valutazione documentale e/o
valutazione clinica parziale ma sufficiente al Medico competente per esprimere un giudizio di
congruenza e/o ammissibilità al lavoro (es. valutazione a distanza, somministrazione di questionari
anamnestici, ecc..), fatti salvi i casi in cui il Medico ritenga assolutamente imprescindibile
l’effettuazione dell’esame obiettivo.
Tale percorso andrà poi perfezionato dal Medico competente, alla ripresa dell’attività ordinaria,
anche per il completamento degli accertamenti sanitari.
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Per quanto riguarda le visite mediche periodiche, esse rappresentano certamente un’occasione utile
per intercettare possibili casi e/o soggetti a rischio, nonché utile per fornire le opportune
informazioni e/o raccomandazioni che il Medico competente vorrà fornire nel corso della visita.
Tuttavia, tenuto conto dello scenario epidemiologico in essere, nonché delle esigenze di contenere
al massimo la diffusione dell’epidemia in atto e della riorganizzazione del Sistema Sanitario
Regionale (anche nei termini di sospensione di tutte le prestazioni sanitarie non urgenti), si ritiene
comunque opportuno e praticabile, senza alcun effetto pregiudizievole per la salute dei lavoratori,
differire le visite mediche e gli accertamenti integrativi periodici obbligatori per il tempo
strettamente limitato al persistere delle misure restrittive adottate a livello nazionale.
Alla ripresa dell’attività ordinaria, la programmazione delle visite mediche andrà necessariamente a
privilegiare quelle differite consentendo al Datore di Lavoro di adempiere ai proprio obblighi
normativi .
Il fruitore esterno, durante il tragitto che consenta di sopraggiungere al servizio igienico, anche se
collocato in luogo all’aperto, dovrà comunque indossare mascherina e guanti protettivi.
Nel qual caso l’approvvigionamento/carico merci debba avvenire esclusivamente in prossimità di
immobili ove si accerti la permanenza di altrui personale operativo, tale azione dovrà essere
concordata preliminarmente con il C.S.E. che potrà definire, in comune accordo con l’impresa
interessata, opportune procedure operative di maggiore tutela e salvaguardia.
Si dovranno in ogni caso fornire o rendere disponibili specifici detergenti per la pulizia degli
strumenti individuali in adeguate quantità d’uso quotidiano e periodico.
Vi è infine un’ulteriore Sanificazione ambientale e volumetrica straordinaria che riguarderà:
- tutti quegli ambienti quando si voglia evitare l’innesco di focolai di contagio, una tantum, o
qualora si sia acclarato un caso di Covid-19 all’interno del cantiere.
In tal caso bisognerà attivare prontamente tutte le procedure di tutela che le norme richiedono,
procedendo alla pulizia e sanificazione di locali, alloggiamenti e mezzi (come evidenziato dal
Protocollo di intesa del 19/03/2020 e secondo le disposizioni della circolare n. 5443 del 22 febbraio
2020 del Ministero della Salute e s.m.i.), procedendo con prodotti e metodi di sanificazione
ambientale conformi alle indicazioni del Min. della Sanità o alle linee guida dell’ECDC (European
Centre for Disease Prevention and Control).
Si prega prestare particolare attenzione sul significato del termine “detergente” dal “disinfettante”
in quanto spesso confusi tra loro:
l primo ha lo scopo di rimuovere lo sporco (detergere), il secondo è formulato per diminuire
drasticamente la presenza di batteri, funghi, e/o virus (disinfettare) e organismi superiori, quali
insetti, roditori, etc. (disinfestante).
Questi tipi di prodotto sono anche distinti dal fatto che i disinfettanti/disinfestanti non sono di libera
vendita come i detergenti, ma sono soggetti ad una procedura autorizzativa armonizzata a livello
nazionale ed europeo per la messa a disposizione sul mercato.
Pertanto su tale enunciazione e per tutti i casi sopra enunciati sarà cura del Datore di Lavoro
dell’impresa delegata a tale funzione acquisire e consegnare al C.S.E. - preventivamente - tutte le
schede di sicurezza (cosiddette a “16 punti”) di tutti i prodotti utilizzabili per detergersi e disinfettarsi.
Ciò anche nel caso tale attività venga svolta da apposita ditta di pulizie delegata.
Tutte le operazioni di pulizia dovranno essere condotte da personale abilitato indossando
correttamente appropriati D.P.I.:
- es. mascherina chirurgica, filtrante FFP2 o FFP3, guanti monouso in lattice, eventuale
protezione facciale, camice monouso impermeabile a maniche lunghe in tyvek, ecc.., seguendo,
al termine dell’attività le opportune misure indicate per la rimozione ‘in sicurezza’ dei DPI
utilizzati (svestizione).
Difatti, terminata l’attività di pulizia, il personale delegato dovrà svestirsi in luogo isolato, oggetto di
ulteriore successiva sanificazione, riponendo i D.P.I. monouso all’interno di un opportuno e comune
sacchetto in polietilene, adeguatamente intercluso, smaltito come materiale potenzialmente infetto
confinato all’interno di più vicino bidone di raccolta indifferenziata.
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A fronte della possibile presenza di personale aziendale sintomatico, si ritiene utile riportare alcune
indicazioni operative necessarie per procedere con una corretta gestione delle emergenze rilevate:
▪ Lavoratore sottoposto alla misura della quarantena che, non rispettando il divieto assoluto di
allontanamento dalla propria abitazione o dimora, si presenta al lavoro:
- non potrà essere adibito all’attività lavorativa.
Dovrà essere fornita e fatta indossare tempestivamente una mascherina chirurgica e guanti in
lattice.
Dovrà essere data indicazione di tornare e/o rimanere presso la propria abitazione o dimora
usuale, avvisando al contempo il proprio Datore di Lavoro che provvederà ad organizzare il suo
rientro in modalità sicura.
Non ultimo si dovrà impedirgli l’utilizzo di mezzi di trasporto pubblici dandone contestuale
informazione alle autorità competenti.
▪ Lavoratore che riferisce di essere stato nei 14 giorni precedenti a stretto contatto con un caso di
COVID-19 che si presenta al lavoro:
- tale soggetto, verosimilmente già noto all’Azienda Sanitaria Locale, dovrebbe essere già stato
posto in isolamento domiciliare.
Si raccomanda comunque di non adibire tale individuo all’attività lavorativa.
Si dovrà procedere all’indosso tempestivo di una mascherina chirurgica/FFP2 o FFP3 e guanti in
lattice (se non già dotato), dando indicazione di tornare e rimanere presso la propria abitazione o
dimora usuale, impedendo al contempo all’interessato l’utilizzo di mezzi di trasporto pubblici.
In tal caso è necessario, tramite i dati forniti dal Datore di Lavoro, contattare il Medico di Medicina
Generale o il Servizio di Continuità Assistenziale, anche ai fini della certificazione dell’eventuale stato
di malattia.
Finché il soggetto permane all’interno del cantiere, si dovrà assicurare che rimanga il più possibile
lontano e isolato da altri addetti presenti (es. lavoratori, tecnici, visitatori, ecc..).
▪ Lavoratore che, inizialmente asintomatico, durante l’attività lavorativa sviluppa febbre e sintomi
respiratori (es. tosse e difficoltà respiratoria):
- gli addetti adibiti al primo soccorso aziendale, ad integrazione di quanto già stabilito nei
piani di emergenza aziendali, dovranno indossare e far indossare al soggetto che ha manifestato
i sintomi una mascherina chirurgica o FFP2 o FFP3 con guanti in lattice monouso ove ne fosse
sprovvisto. Facendolo allontanare dai locali ove operino altri lavoratori o utenti di cantiere.
Contattando al contempo sia il Datore di Lavoro e il numero di pubblica utilità 1500, oppure il
800 033 033 valido per la Regione Emilia Romagna al fine di pianificare il suo “sicuro”
allontanamento.
Nel caso di presenza di una persona con Covid-19 all’interno del cantiere l’impresa interessata
avviserà immediatamente il personale presente, mettendo in campo azioni atte a impedire
l’eventuale accesso di altrui personale nel luogo di lavoro dell’addetto risultato infetto.
In tale condizione, messo in sicurezza l’altrui personale, si pianificherà la temporanea interdizione
dell’aera operativa interessata, procedendo successivamente ad una corretta pulizia e sanificazione
dei locali, alloggiamenti e mezzi o quant’altro da quest’ultimo utilizzati, secondo le disposizioni della
circolare n. 5443 del 22 febbraio 2020 del Ministero della Salute.
A causa della possibile sopravvivenza del virus nell’ambiente per diverso tempo, i luoghi e le aree
potenzialmente contaminati da SARS-CoV-2 dovranno essere sottoposti a completa pulizia con
acqua e detergenti comuni prima di essere nuovamente utilizzati provvedendovi con una
Sanificazione ambientale e volumetrica straordinaria.
Per la decontaminazione dell’ambiente, si raccomanda l’uso di ipoclorito di sodio 0,1% se non
diversamente indicato.
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Per le superfici che possano essere danneggiate dall’ipoclorito di sodio, utilizzare etanolo al 70%
dopo adeguata pulizia con un detergente neutro.
▪ Lavoratore asintomatico durante l’attività lavorativa che successivamente sviluppa un quadro di
COVID-19:
- non è previsto alcun adempimento a carico del Datore di Lavoro (o suoi collaboratori), se
non cooperare con l’Azienda Sanitaria territorialmente competente mettendo a disposizioni le
informazioni in proprio possesso al fine dell’identificazione di eventuali contatti.
Gli eventuali “contatti” saranno inclusi in uno specifico percorso di sorveglianza da parte dell’Azienda
Sanitaria territorialmente competente, che comprenderà anche l’isolamento domiciliare per 14 giorni
dall’ultimo contatto avvenuto.
Ovviamente da tale momento, per l’individuo interessato, non sarà più consentito l’accesso al
cantiere se non al completamento dell’isolamento e verifica a tampone che dimostri di non essere
più sintomatico al Covid-19.
- II
- IIR.
Quelle di tipo II (tre strati) e IIR (quattro strati) offrono una maggiore efficienza di filtrazione batterica
(≥ 98%), la IIR è resistente anche agli spruzzi (Regolamento Dispositivi Medici (UE) 2017/745, EN
14683:2019).
Inoltre l’uso della mascherina medico-chirurgica dovrà essere adottato in aggiunta ad altre misure
di igiene respiratoria e di tutte le altre misure precauzionali da tenere in luoghi pubblici disposti nel
contesto dell’emergenza da COVID-19.
Non è poi utile indossare più mascherine medico-chirurgiche sovrapposte.
Inoltre, l'uso errato di una maschera, può comprometterne l'efficacia di riduzione del rischio di
trasmissione, così come non è consigliato l’utilizzo di una maschera non idonea allo scopo.
La mascherina medico-chirurgica, quando necessaria, andrà indossata, rimossa e smaltita
correttamente riponendola nei sacchetti da rifiuto comuni, appositamente sigillati e depositato in
bidoni di raccolta indifferenziata.
Si raccomanda, ove possibile, di sostituire la maschera medico-chirurgica con una nuova pulita al
termine dell’attività, potendo la stessa aver comportato l’esposizione a SARS-CoV-2 o non appena
si inumidisca.
Si segnala comunque che l’uso di DPI per le vie respiratorie è comunque possibile oltre la durata di
conservazione designata dal produttore.
Tuttavia, si ricorda che i respiratori scaduti potrebbero non soddisfare più i requisiti per i quali sono
stati certificati.
Si segnala che le maschere protettive per particolato sono “dispositivi di protezione individuale per
le vie respiratorie tipicamente utilizzati negli ambienti di lavoro o per utilizzi professionali.
La classificazione europea di tipo 2 (FFP2) e 3 (FFP3) definisce il livello di protezione dell’operatore
ad aerosol e goccioline con un grado di efficienza rispettivamente del 94% e 98% circa.
Ciò detto e ai soli fini di protezione da contagio dal virus Sars-Cov-2, essendo primaria la misura del
distanziamento sociale di almeno 1 metro nei luoghi di lavoro, vi è l’obbligo di indossare i D.P.I. nei
casi in cui tale distanza non possa essere rispettata.
In ogni caso è diversamente auspicabile dal C.S.E. che tale soglia minima venga ampliata ad almeno
2 metri d’interdistanza ove fattibile.
Trattandosi di D.P.I., sia se riferibili a mascherine o facciali filtranti, la loro funzione resta quella di
prevenzione dai rischi residui che permangono solo dopo che altre misure di protezione collettiva
(distanza sociale e altri accorgimenti individuabili nello specifico ambiente di lavoro) non risultino
attuabili e/o sufficienti.
I facciali filtranti sono ulteriormente classificati come “utilizzabili solo per un singolo turno di lavoro”
(quando vi sia l’indicazione della sigla NR) o “riutilizzabili” per più di un turno di lavoro (quando vi
sia l’indicazione della sigla R).
I dispositivi conformi alla legislazione vigente (Regolamento (UE) 425/2016) dovranno essere dotati
di marcatura CE apposta in maniera leggibile, indelebile per tutto il periodo di durata del D.P.I..
Vista la particolare situazione sociale, le stesse mascherine medico-sanitarie e i D.P.I. per le vie
respiratorie “dovrebbero essere contrassegnate da marchio CE ed essere conformi a specifiche
norme tecniche riguardanti la loro fabbricazione, progettazione e prestazione e i metodi di prova”.
Tuttavia, per quanto definito dall’art. 34, comma 3, del D.L. n. 9/2020, ‘in relazione all’emergenza di
cui al presente decreto, in coerenza con le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e
in conformità alle attuali evidenze scientifiche, è consentito fare ricorso alle mascherine chirurgiche,
quale dispositivo idoneo a proteggere gli operatori “sanitari” - e per comparazione anche degli stessi
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operatori edili (sempreché posti ad operare a debita distanza sociale maggiore di 1 o 2 metri) -
utilizzando, vista la scarsa reperibilità del dispositivo, anche mascherine prive del marchio CE.
Non si ritengono diversamente conformi mascherine “fai da te” di cui non sono conosciute le
caratteristiche del materiale costitutivo.
I D.P.I. dovranno - ove possibile e in una situazione di normalità - essere conformi a specifiche
norme tecniche (UNI EN 149:2003) perché possano essere considerati conformi al fattore di
protezione ricercato.
Nel caso in cui la protezione respiratoria sia richiesta per un ambito lavorativo - tale da potersi
considerare anche per quello edile - l’uso di tali D.P.I. dovrà essere inserito in un contesto più esteso
e articolato di prevenzione e protezione, che dovrà include un’adeguata valutazione medica e
l’addestramento/formazione del singolo operatore da parte di ogni singolo Datore di Lavoro.
Il lavoratore autonomo, diversamente, dovrà provvedervi autonomamente autocertificando al C.S.E.
la sua autonoma formazione e il rispetto delle convenzionali norme di tutela sociale anticontagio.
Si pone pertanto la massima attenzione nell’utilizzo e nella gestione delle mascherine medico-
chirurgiche e dei D.P..I per le vie respiratorie, anche per sopperire a eventuali problemi di
approvvigionamento.
In particolare l'uso prolungato della mascherina è preferibile rispetto al riuso, poiché implica minor
necessità di toccare il D.P.I. e conseguentemente minor rischio di infezione da contatto.
È necessario comunque informare e formare adeguatamente il personale sulle corrette modalità di
rimozione e riutilizzo del D.P.I. ed in particolare rispetto ai seguenti punti:
- è necessario smaltire il D.P.I. dopo l'uso per operazioni che comportino la generazione di
aerosol;
- è necessario smaltire il D.P.I. se è visibilmente contaminato con secrezioni nasali o respiratorie
o fluidi corporei;
- è necessario smaltire il D.P.I. se usato con soggetti con diagnosi accertata di patologie che
comportino il rischio di trasmissione da contatto;
- prendere in considerazione l'uso di visiere protettive facciali lavabili (ove fattibile) in
abbinamento al D.P.I. al fine di diminuire il rischio di contaminazione;
- sanificare con soluzioni alcoliche o acqua e sapone le proprie mani prima e dopo aver toccato
o aggiustato la posizione del dispositivo sul volto (per migliorare il comfort o per mantenerlo
in una corretta posa ad esempio);
E laddove sia previsto il riutilizzo limitato del D.P.I., è necessario “seguire le seguenti indicazioni di
buona pratica:
• togliere il D.P.I. in un luogo dedicato, evitando di toccare la parte filtrante (sfilare la maschera
da dietro la nuca, toccando i lacci o gli elastici). L’ambiente in cui avviene la rimozione dei D.P.I.
dovrà essere regolarmente sanificato.
Eseguire la procedura di igiene delle mani prima e dopo aver rimosso il D.P.I.;
• tenere il D.P.I. sostitutivo dentro un sacchetto traspirante pulito come per esempio un
sacchetto di carta avendo cura di non danneggiarlo o deformarlo;
• ogni operatore dovrà identificare e marcare chiaramente il contenitore in cui il proprio DPI
venga riposto per evitare la manipolazione e il contatto accidentale dello stesso da parte di più
operatori;
• Utilizzare guanti puliti quando si re-indossino i D.P.I. o quando si rendesse necessario toccarli
per ispezioni. Smaltire i guanti usati per indossarne dei nuovi o per effettuare la verifica di
tenuta;
• Effettuare la verifica di tenuta ad ogni nuovo utilizzo.
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Inoltre sulla base delle informazioni attualmente disponibili non si è a conoscenza di metodi di
riconosciuta efficacia che possano essere utilizzati per disinfettare o sterilizzare in sicurezza tutti i
D.P.I. monouso con filtro facciale.
Sebbene siano stati condotti numerosi studi in merito che hanno evidenziato come alcuni metodi di
disinfezione siano in grado di rendere gli agenti infettivi non vitali in maniera efficiente, per alcuni
modelli di respiratori, l'effetto di questi metodi sul livello di degradazione dei materiali che
costituiscono i D.P.I. (e in particolare sul mezzo filtrante), non è noto.
Eventualmente, solo i singoli produttori potranno fornire indicazioni attendibili su questo particolare
aspetto. Non ultimo i metodi di disinfezione potrebbero comportare alterazioni alle caratteristiche
del singolo D.P.I. potendone influire sul livello di protezione.
Queste modifiche potranno riguardare le prestazioni (ad es. efficienza di filtrazione) o l'adattabilità
(ad es. la degradazione di lacci, il materiale dello stringinaso, ecc..) o una combinazione di questi (ad
esempio componenti metalliche che riscaldandosi danneggerebbero il materiale filtrante attorno ad
esse). In relazione a quanto indicato, la decisione di adottare misure precauzionali, che prevedano
l’uso prolungato o il riutilizzo di D.P.I. per le vie respiratorie, dovrebbe essere valutata caso per caso
sempreché non permanga un’effettiva difficoltà nel reperire D.P.I. nuovi.
In tal caso attenersi quanto più possibile con le indicazioni fornite dalle autorità competenti tenendo
conto delle caratteristiche note della SARS-CoV-2 e delle potenziali condizioni di contagio verificabili
nell’attività di cantiere.
Pertanto data la situazione di emergenza, in caso di difficoltà di approvvigionamento e alla sola
finalità di evitare la diffusione del virus, potranno essere utilizzate mascherine la cui tipologia
corrisponda comunque alle indicazioni emanate dall’autorità sanitari, dovendo comunque il singolo
Datore di Lavoro verificare la congruità all’utilizzo della specifica mascherina utilizzabile dal proprio
personale (chirurgica e/o priva di filtro FFP2 - FFP3) in merito anche alla mansione svolta, poiché
tale dispositivo non si ritenga inidoneo per le seguenti ragioni:
- le prime (chirurgiche) non adeguatamente aderenti, potrebbero lasciare ampi interspazi, non
opportunamente protetti, consentendo la propagazione di particelle nell’aria;
- le seconde (FFP2 - FFP3) più ermetiche, potrebbe produrre invece una percezione opposta, come
la mancanza di ossigeno causa la loro migliore protezione adattiva sulle vie respiratorie,
soprattutto quando sprovviste di valvola con filtro e quando l’addetto conduca mansioni faticose.
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allontanamento di quantità importanti delle stesse, dovranno essere forniti ed utilizzati indumenti di
lavoro e DPI idonei alle attività.
Si ricorda infine che alcune sostanze chimiche sono incompatibili con altre comunemente presenti.
Il contatto tra due specie incompatibili può condurre a reazioni estremamente violente e
incontrollate con sviluppo di calore o veloci aumenti di pressione che possono culminare in incendi
ed esplosioni.
Fermo restando che presso gli impianti non dovranno essere presenti depositi/locali di stoccaggio,
è possibile che alcune sostanze/miscele, in quantitativi molto limitati, vengano mantenuti in
prossimità degli impianti per le attività di rabbocco. Inoltre, alcune sostanze/miscele potranno essere
trasportate dagli operatori stessi all’interno dei veicoli aziendali. Per tal motivo si riporta la seguente
tabella che indica esempi di combinazioni di sostanze incompatibili tra loro con gli effetti ad essi
associati, al fine di svolgere un idoneo immagazzinamento e trasporto delle sostanze/miscele
utilizzabili.
Analizzare le sostanze, materiali e agenti utilizzati; qualora, dall'esame delle schede di sicurezza e/o
composizione, si evincesse la presenza di sostanza cancerogene è necessario valutare il livello di
esposizione dei lavoratori e prevedere l'attuazione delle misure di tutela previste dalla normativa
vigente in materia.
Progettazione, programmazione e sorveglianza del lavoro in modo che non vi sia emissione di agenti
cancerogeni nell’aria; se questo non è tecnicamente possibile, gli agenti cancerogeni siano eliminati
il più vicino possibile al punto di emissione, anche mediante aspirazione localizzata.
Conservare, manipolare e trasportare gli agenti cancerogeni in condizioni di sicurezza.
Le aree con presenza di agenti cancerogeni siano segnalate e sia imposto il divieto di fumare.
Impiegare quantitativi di sostanze cancerogene non superiori alle necessità delle lavorazioni.
Misurare degli agenti cancerogeni nell’ambiente di lavoro, secondo le modalità previste dal Dec. Lgs.
81/08, per verificare l’efficacia delle misure di tutela ed individuare precocemente le esposizioni
anomale causate da incidenti o comunque eventi non prevedibili.
Regolare e sistematica pulizia di locali, attrezzature e impianti.
Raccolta e immagazzinamento di rifiuti o residui contenenti agenti cancerogeni (destinati allo
smaltimento) in condizioni di sicurezza, in contenitori ermetici con chiare etichette.
L'informazione e la formazione siano fornite prima che i lavoratori siano adibiti alle attività in
questione e sono ripetute periodicamente e comunque ogni qualvolta si verificano nelle lavorazioni
cambiamenti che influiscono sulla natura e sul grado dei rischi.
La presenza nelle aree di tali operazioni lavorative particolari dei lavoratori addetti sia in ogni caso
ridotta al minimo, compatibilmente con le necessità delle lavorazioni.
In caso di eventi non prevedibili o incidenti che possono comportare un'esposizione anomala o dei
lavoratori, vengano adottate quanto prima misure appropriate per identificare e rimuovere la causa
dell'evento e siano informati i lavoratori e il Rappresentante per la Sicurezza.
I lavoratori dovranno abbandonare immediatamente l'area interessata da eventi accidentali, a cui
possono accedere soltanto gli addetti agli interventi di riparazione ed ad altre operazioni necessarie,
indossando idonei indumenti protettivi e dispositivi di protezione delle vie respiratorie (messi a
disposizione dal datore di lavoro). In ogni caso l'uso dei dispositivi di protezione non è permanente
e la sua durata, per ogni lavoratore, è limitata al minimo strettamente necessario.
FUMO PASSIVO
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Il fumo da sigaretta è riconosciuto come cancerogeno e mutageno, con aggravanti per la salute,
anche del feto, se la persona esposta è in stato di gravidanza. Sono inoltre riconosciute dannose le
conseguenze dell’esposizione a fumo passivo negli ambienti di vita e di lavoro.
Le principali conseguenze sono:
- Effetti cancerogeni
- Aumentata incidenza delle malattie cardiovascolari
- Aumentata incidenza delle malattie respiratorie
- Aumentata incidenza delle manifestazioni allergiche.
L’esposizione delle persone al fumo passivo dovrà essere evitata o comunque ridotta ad una soglia
talmente bassa da far ragionevolmente escludere che la salute delle persone esposte sia messa a
repentaglio. Il datore di lavoro deve e può legittimamente impartire disposizioni regolamentari
affinché il rischio da esposizione a fumo passivo sia ridotta al minimo possibile.
I lavoratori sono tenuti a rispettare i divieti e le restrizioni di legge e impartite dal Datore di lavoro
e/o collaboratori e tenuti a risarcire l’eventuale danno cagionato.
Il rischio è presente in ogni luogo di lavoro al chiuso dove possono essere presenti persone dedite
al fumo.
Per l'attuazione saranno adottati i seguenti adempimenti:
- il datore di lavoro provveda affinché non vi sia la possibilità di esposizione a fumo passivo dei
lavoratori, imponendo appositi divieti, con l’affissione di segnaletica ben visibile (conforme alla
normativa vigente), nei luoghi chiusi di lavoro o frequentati da persone a qualunque titolo,
- il datore di lavoro provveda affinché il divieto sia rispettato e fatto rispettare, applicando anche
quanto previsto dalla normativa vigente in materia di vigilanza e comunicazione alle autorità
competenti di eventuali violazioni. Il datore di lavoro può efficacemente incaricare, con apposito atto
scritto, propri collaboratori che assicurino il rispetto dei divieti citati. I preposti vigilino sul rispetto di
tale divieto da parte delle persone presenti.
Il rischio di caduta dall’alto di persone, nello svolgimento delle attività di cantiere, si può manifestare
in tutte le lavorazioni in altezza; in generale, possono risultare critiche tutte quelle situazioni in cui
per lavorare si devono utilizzare scale e ponti mobili su ruote (trabattelli).
La presente sezione, a carattere generale, viene riportata come riferimento per tutte quelle
operazioni comuni a tutte le aree di cantiere che, nel tempo, si verranno a realizzare.
Si riportano di seguito le indicazioni e prescrizioni per un coretto utilizzo degli stessi durante le
lavorazioni.
SCALE SEMPLICI PORTATILI
• devono essere costruite con materiale adatto alle condizioni di impiego, possono quindi essere
in ferro, alluminio o legno, ma devono essere sufficientemente resistenti ed avere dimensioni
appropriate all’uso;
• le scale in legno devono avere i pioli incastrati nei montanti che devono essere trattenuti con
tiranti in ferro applicati sotto i due pioli estremi; le scale lunghe più di 4 mt. Devono avere anche
un tirante intermedio;
• in tutti i casi devono essere provviste di dispositivi antisdrucciolo alle estremità inferiori dei due
montanti e di elementi di trattenuta o di appoggi antisdrucciolevoli alle estremità superiori.
SCALE AD ELEMENTI INNESTATI
• la lunghezza della scala in opera non deve superare i 15 mt.
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SCALE DOPPIE
• non devono superare l’altezza di 5 mt.;
• devono essere provviste di catena o dispositivo analogo che impedisca l’apertura della scala oltre
il limite di sicurezza.
SCALE A CASTELLO
• devono essere provviste di mancorrenti lungo la rampa e di parapetti sul perimetro del
pianerottolo;
• i gradini devono essere antiscivolo;
• devono essere provviste di impugnature per la movimentazione;
• devono essere provviste di ruote sui soli due montanti opposti alle impugnature di
movimentazione e di tamponi antiscivolo sui due montanti a piede fisso.
MISURE DI PREVENZIONE
• La scala deve superare di almeno 1 mt. il piano di accesso, curando la corrispondenza del piolo
con lo stesso (è possibile far proseguire un solo montante efficacemente fissato).
• Le scale usate per l’accesso a piani successivi non devono essere poste una in prosecuzione
dell’altra.
• Le scale poste sul filo esterno di una costruzione od opere provvisionali (ponteggi) devono essere
dotate di corrimano e parapetto.
• La scala deve distare dalla verticale di appoggio di una misura pari ad 1/4 della propria lunghezza.
• È vietata la riparazione dei pioli rotti con listelli di legno chiodati sui montanti.
• Le scale posizionate su terreno cedevole vanno appoggiate su un’unica tavola di ripartizione.
• Il sito dove viene installata la scala deve essere sgombro da eventuali materiali e lontano dai
passaggi.
• Le scale non vincolate devono essere trattenute al piede da altra persona.
• Durante gli spostamenti laterali nessun lavoratore deve trovarsi sulla scala.
• Evitare l’uso di scale eccessivamente sporgenti oltre il piano di arrivo.
• La scala deve essere utilizzata da una sola
persona per volta limitando il peso dei carichi
da trasportare. NO NO
• Quando vengono eseguiti lavori in quota,
utilizzando scale ad elementi innestati, una
persona deve esercitare da terra una continua
vigilanza sulla scala.
• La salita e la discesa vanno effettuate con il
viso rivolto verso la scala.
• Controllare periodicamente lo stato di
conservazione provvedendo alla
manutenzione necessaria.
• Le scale non utilizzate devono essere
conservate in luogo riparato dalle intemperie
e, possibilmente, sospese ad appositi ganci.
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• Segnalare immediatamente eventuali anomalie riscontrate, in particolare: pioli rotti, gioco fra gli
incastri, fessurazioni, carenza dei dispositivi antiscivolo e di arresto.
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
• Guanti
• Calzature di sicurezza
• Elmetto
• Cintura di posizionamento
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MISURE DI SICUREZZA
I ponti su ruote devono essere utilizzati solo a livello del suolo o di pavimento e non si deve utilizzare
nessuna sovrastrutture sull'impalcato del ponte quali altri ponti su cavalletti, scale, ecc.
MISURE DI PREVENZIONE
• Verificare il buono stato degli elementi metallici costituenti il ponte, specialmente degli incastri e
degli snodi; nel caso di utilizzo di impalcati metallici si dovrà verificare inoltre il perfetto
funzionamento di tutti i dispositivi di aggancio.
• Controllare lo stato di conservazione di eventuali impalcati in legno scartando gli elementi non
idonei quali quelli con nodi passanti di discrete dimensioni o che presenti accentuate fessurazioni
longitudinali.
• Verificare la solidità e la planarità del piano di appoggio ed eventualmente procedere ad un
livellamento mediante l'uso di tavoloni quando il ponte non sia già di per sé predisposto con i
montanti regolabili in altezza.
• Verificare che le altezze che si intendono realizzare non superino quelle consentite dal libretto di
istruzioni.
• Verificare la verticalità dei montanti del ponte tramite livello o pendolino.
• Realizzare adeguati ancoraggi a parti stabili almeno ogni due piani del castello (massimo 3,60 m),
per evitare che il ponte trasli causa azioni orizzontali generate da utensili; qualora ciò non sia
possibile si dovranno realizzare opportuni controventamenti come previsto nel libretto d'uso.
I sistemi di ancoraggio dovranno essere indicati dal costruttore che indicherà inoltre gli sforzi di
trazione cui gli ancoraggi dovranno resistere, così che l’utente, viste le caratteristiche delle pareti a
cui ancorarsi, possa scegliere il tipo di ancoraggio più idoneo.
• Prima di salire sul ponte, bloccare le ruote con i freni di cui sono dotate. E’ comunque consigliabile
mettere in opera dei cunei che impediscano il movimento.
• Accedere all’interno della torre mediante scale a pioli inclinate (con inclinazione <75°) e
convenientemente ancorate. L'accesso all'impalcato potrà avvenire attraverso botole che dovranno
essere richiuse lasciando il piano di impalcato libero per il lavoro.
Nel caso di scale verticali, quando queste avranno altezza superiore a 5m, dovranno essere provviste,
a partire da 2,50, di gabbia di protezione, oppure dovranno essere presenti piani di sosta almeno
ogni 5m; in corrispondenza del piano di sosta le scale saranno sfalsate.
Se il sistema di accesso è realizzato all’esterno della torre mediante scale verticali non protette,
ciascun operaio che accede al ponte dovrà usare cinture di sicurezza con bretelle vincolate ad un
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apposito dispositivo anticaduta che scorre lungo una fune verticale preventivamente posta in opera
o comunque entro una guida.
• Quando si effettuano lavori ad una altezza da terra maggiore di due metri si dovrà dotare il ponte
di parapetti completi di tavola fermapiede su tutti e quattro i lati. È obbligatorio l'uso della cinture
di sicurezza fissata al ponte all'altezza dell'impalcato di lavoro qualora non sia possibile porre in
opera i parapetti
• Evitare di concentrare carichi sugli impalcati (più persone o diversi materiali) specialmente in
mezzeria delle tavole. Sull'impalcato si deve tenere solo il materiale strettamente necessario per
l'immediato utilizzo durante il lavoro.
ISTRUZIONI PER GLI ADDETTI
• L'accesso al piano di lavoro avviene all'interno del castello tramite scale a mano che collegano i
diversi impalcati.
• Non avvicinarsi mai a meno di cinque metri da linee elettriche senza aver preso le opportune
precauzioni.
• Il ponte su ruote non deve mai essere spostato quando su di esso si trovano persone o materiali.
• Lo spostamento del ponte su ruote deve essere effettuato lentamente e nel senso della lunghezza
e comunque sempre sotto la diretta sorveglianza di un preposto ai lavori che dovrà assicurare che
durante lo spostamento nessun lavoratore si trovi sul ponte e che sia effettuato da minimo numero
di lavoratori e siano allontanate tutte le persone da una zona pari ad una volta e mezza l’altezza
della torre.
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
• Imbracatura completa di bretelle e cosciali
• Doppio cordino con moschettoni e dissipatore di lunghezza commisurata al tirante d’aria
sottostante oppure dispositivo anticaduta retrattile
• Elmetto di protezione con sottogola
• Guanti antitaglio
• Scarpe antinfortunistiche antiscivolo.
UTILIZZO CORRETTO
Bloccaggio ruote trabattello Ancoraggio almeno ogni due Scaletta per la salita e discesa
piani
Scala con gabbia di protezione Uso imbracatura per scale Regolare parapetto su tutti i
verticali lati
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UTILIZZO SCORRETTO
Spostamento con persone a bordo Materiale cedevole
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156. PONTEGGIO
Sulla base delle effettive condizioni del cantiere, delle interferenze presenti e del tipo d’intervento
da eseguirsi, si dovrà utilizzare una tipologia di ponteggio che garantisca condizioni di sicurezza ed
ergonomiche adeguate per i lavoratori che utilizzeranno l’opera provvisionale.
Si dovranno scegliere le attrezzature più idonee a garantire e mantenere condizioni di lavoro sicure,
per tutte le persone coinvolte e a qualsiasi livello.
Si dovrà utilizzare squadre di montatori adeguatamente formati ed addestrati, in possesso dei
requisiti fisici e psichici adeguati ad operare in quota.
La scelta della tipologia più adatta di ponteggio da utilizzare in cantiere dovrà essere eseguita
secondo i seguenti criteri:
- La portata che dovrà avere il ponteggio: sia che con esso si debba realizzare un intervento di
manutenzione o costruzione, le portate dell’impalcato varieranno sensibilmente, partendo da
un minimo di 0,75 kN/m², per i lavori d’ispezione, ad un massimo di 6,00 kN/m², per i lavori
di muratura pesante (e/o similare).
- La geometria dell’opera, ovvero la conformazione che dovrà essere data al ponteggio, per
permettere una lavorazione agevole, comunque protetta dalle cadute dall’alto in ogni punto
della lavorazione.
Prescrizioni specifiche sui montatori
Le opere provvisionali potranno essere montate solo da lavoratori adeguatamente formati, con
riferimento ai contenuti previsti dalla conferenza Stato e Regioni, e s.m.i.
PROCEDURA:
Piano di appoggio
Predisporre un piano di appoggio idoneo rendendo orizzontale le zone di terreno sulle quali
dovranno appoggiare le basette. Se il terreno non offre sufficienti garanzie di tenuta è necessario
predisporre elementi ripartitori dei carichi alla basette.
Partenza non in piano
Se il terreno o il piano di appoggio non è perfettamente in piano è necessario adottare i piedini
regolabili in altezza. Utilizzare basette inclinabili se in dotazione del ponteggio.
- Registro di manutenzione del ponteggio e dei suoi elementi:
Utilizzare solo elementi del ponteggio idonei (assenza di deformazioni, rotture, ossidazioni e
corrosioni che ne pregiudichino la resistenza. Allo scopo predisporre il registro di manutenzione del
ponteggio e dei suoi elementi.
Ponteggi misti
Non utilizzare ponteggi “misti” di marche diverse e/o elementi della stessa marca ma facenti parte
di diversa autorizzazione.
Tracciamento del ponteggio:
Eseguire il tracciamento del ponteggio. La distanza del ponteggio dalla facciata non deve essere
maggiore di 20 cm. Qualora sia necessario mantenere distanze maggiori è necessario allestire il
parapetto anche sul lato interno del ponteggio od utilizzare mensole.
Se nel corso dei lavori di montaggio non è possibile rispettare il disegno esecutivo, il montaggio
andrà interrotto provvedendo a far adeguare il disegno esecutivo e/o il progetto ove occorra.
Apparecchi di sollevamento
utilizzare l’autogru ove richiesto. In alternativa il ponteggio dovrà risultare idoneo e autorizzato a
portare un argano a bandiera per il sollevamento del materiale ove necessario. E’ possibile montare
un argano a bandiera con portata < 200 kg e sbraccio non superiore a 1,20 m a condizione che sia
raddoppiato il montante interessato e sia realizzato un adeguato sistema di ancoraggi.
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7. verificare, prima di iniziare il montaggio del ponteggio, la resistenza del piano d’appoggio,
durante il montaggio la verticalità dei montanti e la portanza dell’intavolato.
E’ necessario non anticipare il montaggio del ponteggio rispetto allo sviluppo della costruzione,
in ogni caso è comunque necessario non superare mai i 4 metri (o meglio ancora una stilata del
ponteggio) di altezza libera del ponteggio rispetto all’edificio per non creare problemi di mancanza
di adeguati ancoraggi.
L’altezza dei montanti dovrà superare di almeno 1,20 m il piano di gronda o l’ultimo impalcato.
Durante la fase di “infilata” dei montanti sugli spinotti, potrà essere necessario, al fine di conferire
maggior robustezza al ponteggio, che le giunture dei montanti interni non si trovino sullo stesso
piano di quelli esterni ottenendo così uno sfalsamento delle infilate.
Si consiglia di utilizzare sempre tavole in legno lunghe 4 m per evitare che quelle più corte
appoggino soltanto su due traversi e non su tre del ponteggio.
Per il posizionamento dei montanti, all’arrivo sull’impalcato (precedentemente assemblato dal piano
sottostante) ancorarsi con imbracatura e fune di trattenuta a parti stabili del ponteggio o a idonea
fune tesa che in questa fase sarà collocata a livello del piano di calpestio (comunque sempre al di
sopra dell’intavolato) perché dovrà essere montata dal piano sottostante e controllato che non vi
siano ostacoli.
Appena possibile (nel caso si sia adottata la fune tesa) alzarla almeno al livello del torace ancorandola
alle parti stabili all’uopo assemblate del ponteggio.
ll coordinatore della sicurezza - C.S.E. - dovrà verificare le modalità operative apportate dal Preposto
dell’impresa affidataria riscontrando che la pianificazione prevista nello specifico cantiere non
produca sovrapposizioni e/o interferenze pericolose che potrebbero generare infortuni.
Una volta stabilito come meglio intervenire, il direttore di cantiere illustrerà la pianificazione dei
lavori al proprio capo cantiere ed esso agli addetti operanti presso il cantiere.
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Il capo cantiere dell’impresa appaltatrice, dovrà vigilare sulla corretta fasizzazione dei lavori, così
come gli sono stati organizzati dal proprio direttore di cantiere.
Per quanto riguarda le attività condotte su sede stradale è opportuno seguire le indicazioni sotto
riportate avendo cura di evitare quelle indicate in “Fase interferenziale”.
FASE INTERFERENZIALE FASE NON INTERFERENZIALE
Il cantiere stradale è privo di qualsiasi delimitazione dal Il cantiere stradale dispone di adeguata delimitazione
lato del traffico: i mezzi d’opera e gli operai sono a delle aree operative: i mezzi d’opera e gli operai
stretto contatto con i veicoli, esiste un elevato rischio lavorano all’interno dell’area di cantiere debitamente
di investimento perimetrata
Il cantiere stradale è privo di qualsiasi delimitazione dal Il cantiere stradale dispone di adeguata delimitazione
lato del traffico: gli operai sono privi di casco e delle aree operative: i mezzi d’opera e gli operai
lavorano a stretto contatto con veicoli, pedoni e lavoreranno all’interno dell’area di cantiere
velocipedi debitamente perimetrata
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L’operaio si trova in interferenza con il braccio L’operaio si trova a debita distanza dal braccio
operativo del miniescavatore, inoltre non indossa il operativo del miniescavatore, inoltre dispone di tutti i
casco di protezione DPI necessari
Il moviere, privo di casco, è troppo vicino al mezzo Il moviere, dotato di casco, è disposto ad
operativo: elevato rischio di investimento e collisione un’adeguata distanza dal mezzo operativo: il cantiere
con altri veicoli, l’area non è delimitata e segnalata è delimitato e segnalato adeguatamente
adeguatamente
Lo scavo è profondo più di 1,50 ml: elevato rischio di Lo scavo, privo di puntellamenti, è profondo meno di
cedimento terreno causa mancanza puntellamenti e 1,50 ml: l’addetto indossa i DPI regolamentari.
vibrazione transito veicoli; il lavoratore non indossa il L’area è delimitata e segnalata.
casco protettivo e l’aera non è adeguatamente Non è presente terreno sul ciglio dello scavo.
delimitata.
E’ presente terreno di scavo a ridosso del ciglio di
scavo: potenziale franamento dello stesso all’interno
dell’area occupata dall’addetto
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Gli addetti non usano DPI adeguati: non indossano il L’addetto delegato alla opere edili dispone di
casco protettivo e mascherina a protezione delle vie adeguati DPI.
respiratorie
Le botole non sono adeguatamente segnalate e Le aree di transito sono e segnalate e raccordate tra
protette: uso di pannelli “armo” loro: uso di tavole in assito ligneo per camminamento
pedonale
I dislivelli del piano stradale, causa opere di ripristino Le botole sono segnalate e protette: uso di parapetti
non sono adeguatamente segnalate e protette: uso di con bandinella bianco-rossa e segnaletica di lavori in
coni corso
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L’addetto, pur dotandosi dei Dpi necessari e volgendo L’attività condotta dall’addetto a terra deve avvenire
lo sguardo al flusso di traffico, non è collocato a sul lato protetto dal veicolo aziendale operando
margine della sede stradale: rischio investimento da stesso senso di marcia
parte dei veicoli in transito
Ad integrazione di quanto previsto nel presente PSC, si considera come possibile la presenza e/o la
necessità di intervento di personale appartenente ad ENTI/DITTE esterne in cantiere (es. Enti gestori
diversi sottoservizi di telefonia, elettricità, ecc., tecnici comunali, ecc.)
Il presente capitolo ha lo scopo fornire indicazioni riguardanti le modalità di gestione della fase
preliminare alla realizzazione di tali interventi ed è finalizzata:
- al rilascio di tutte le informazioni riguardanti i rischi presenti nell'area di cantiere nella quale si
andrà ad operare, alle potenziali interferenze presenti, sia tra ditte che di lavorazione, che sono da
considerarsi aggiuntivi rispetto a quelli specifici propri dell'attività da svolgere per il personale
incaricato dall’Ente/Ditta in ingresso;
- alla messa in Sicurezza e consegna delle aree;
- ad ottenere tutte le informazioni riguardanti i rischi aggiuntivi legati all’esecuzione dei lavori
necessariamente da svolgere dall’Ente/Ditta in ingresso; occorre infatti considerare che gli stessi
rischi specifici dell'attività propria possono aggravarsi in funzione del particolare condizione in
oggetto.
Tale compito è a carico dell’Impresa affidataria dell’attività di Pronto Intervento, mediante la figura
del Tecnico/Preposto alla Sicurezza incaricato per lo specifico intervento, essendo essa incaricata
della verifica delle condizioni di Sicurezza dei lavori svolti ed avendo il compito di coordinare gli
interventi finalizzati a garantire l'applicazione delle misure generali di tutela nelle aree di propria
competenza, mediante prescrizione e realizzazione di misure finalizzate all'eliminazione dei rischi
derivanti dalle caratteristiche ambientali e di contesto e delle interferenze legate a lavorazioni
eventualmente in corso di svolgimento ed altre ditte presenti.
La stessa figura dovrà pertanto provvedere a fornire alla ditta in ingresso:
- informazioni in merito ai rischi presenti in cantiere;
- indicazione delle vie di passaggio, uscita, circolazione mezzi, gestione emergenze;
- dichiarazione di messa in Sicurezza della zona di intervento mediante eliminazione rischi legati alle
caratteristiche ambientali e di contesto, nonché derivanti delle interferenze tra Ditte e lavorazioni
eventualmente in corso di svolgimento;
- consegna dell'area di lavoro per il tempo previsto come necessario allo svolgimento dell'intero
intervento, da considerarsi come valevole di autorizzazione allo svolgimento delle attività;
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- comunicare il divieto di ingresso in cantiere se non presente personale di ditte a servizio del Pronto
Intervento Hera in sorveglianza.
Preliminarmente e per l’intero periodo di svolgimento delle attività condotta da Enti/Ditte esterne,
nelle zone di intervento delle stesse, dovranno essere interrotte tutte quelle lavorazioni che a
qualsiasi titolo possano potenzialmente produrre interferenze e/o eventi infortunistici tra le attività
in corso ad esse delegate.
Qualora ciò non sia fattibile occorrerà obbligatoriamente contattare il C.S.E. perché possa
provvedere alla gestione delle stesse attività, coordinando le maestranze, gli accessi, le aree
operative, gli impedimenti presenti, ecc… svolgendo un sopralluogo e/o riunione preliminare
all’intervento (producendo una specifica integrazione documentale al presente documento), al fine
di tutelare il personale presente e gli ambienti di lavoro.
Contemporaneamente, i Referenti sia dell’impresa esecutrice le opere (già presente in cantiere) sia
di quello della ditta in ingresso, verificheranno preliminarmente i reciproci P.O.S. al fine di
comprendere eventuali criticità determinabili dai rispettivi lavori svolti sia in contemporanea e/o in
modalità differita.
Le considerazioni scaturite tra le parti sarà oggetto di verifica preliminare condotta dal C.S.E. che, già
informato del nuovo accesso, dovrà coordinare tali attività, per verificare la congruità delle soluzioni
indicate sia dalle aziende interessate, sia dai contenuti del presente documento, sia dalle proprie
osservazioni, in modo tale da ridurre quanto più possibile un potenziale accadimento infortunistico
attraverso azioni prevenzionistiche mirate.
159. ATTIVITA’ SVOLTE DA HERA PRESSO CANTIERI DI TERZI O SITI DI ALTRUI PROPRIETA’
Può sussistere la condizione che il personale HERA (o azienda affidataria) sia delegata a svolgere
attività di ripristino/adeguamento/implementazione di reti impiantistiche fognarie e/o di
depurazione presso cantieri gestiti da terzi.
In tal caso HERA intervenga in altrui cantiere con proprio personale o con una propria impresa
appaltatrice. Tale attività potrà essere motivo di potenziale interferenza causa lavori in corso e ad
essa delegati.
Ne segue pertanto che, tale nuovo accesso, dovrà determinare, come per il capitolo precedente, una
valutazione dei rischi da parte di entrambi le aziende interessate, valutando le criticità
potenzialmente determinabili.
Al riguardo, saranno possibili due probabili scenari:
- accesso di addetti HERA (o di propria impresa qualificata) che opererà all’interno di un cantiere di
altrui proprietà, in modo indistinto dagli altri soggetti ivi operanti.
In tal caso sarà tenuta a redigere il proprio P.O.S. (dopo aver analizzato il P.S.C. appositamente
prodotto) che farà pervenire al C.S.E. del cantiere, per acquisire il consenso a procedere. Il
Coordinatore, con molta probabilità, gestirà l’intero sistema di sicurezza evitando situazioni
potenzialmente conflittuali sorgenti tra le parti.
- accesso di addetti HERA (o di propria impresa qualificata) che opererà in un area appositamente
“dedicata” del cantiere di altrui proprietà, in modo distinto dagli altri soggetti ivi operanti.
In tal caso, potendosi configurare un’attività non interferente con le attività già in essere, si
configurerebbe come un “cantiere all’interno di un altro cantiere”.
L’assegnazione a HERA di un’area avulsa dal cantiere “principale” dovrà essere “regolata” attraverso
valutazioni scaturenti dal mandato dato al C.S.E. di altrui cantiere.
Tali valutazioni, di cui si auspica la redazione di apposito Verbale di Coordinamento, dovrà
confermare la mancata interferenzialità tra le imprese interessate e, nel caso diversamente si possa
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configurare anche marginalmente e/o parzialmente tale criticità, sarà opportuno valutare i rischi e le
criticità potenzialmente producibili, prevedendo azioni corrette da parte di tutte le figure interessate
previa regia del C.S.E..
Diversamente, HERA (o la propria impresa qualificata) potranno non coordinarsi con il C.S.E.
(presente nel cantiere limitrofo e/o confinante), avendo comunque cura nel caso si svolgano lavori
edili o di ingegneria civile, rispettare le indicazioni impartite dal proprio C.S.E. (incaricato da HERA)
rispettando - nella citata area - le regole del titolo IV del D. Lgs. n. 81/08 e s.m.i. ove configurabili;
oppure le regole dell’art. 26 del D. Lgs. n. 81/08 e s.m.i. se verranno eseguiti lavori di altro genere.
In caso di lavorazioni riconducibili ad attività gestite in Pronto Intervento all’interno di cantiere terzo,
e/o di attività produttiva o commerciale o comunque di altrui proprietà, il referente di HERA e/o il
Preposto dell’impresa esecutrice, appositamente allertata, accompagnati dal responsabile della
sicurezza del sito di intervento (o suo delegato), dovranno accertarsi della situazione di pericolo in
essere e concordare gli interventi da effettuare per eliminare l’emergenza.
Il Preposto dell’impresa dovrà informarsi dal Responsabile del sito dei rischi presenti e possibili nelle
aree di lavoro oltre che del percorso di accesso e di collegamento alla pubblica via sino a zona sicura,
adeguando di conseguenza le proprie attività previste, e, nel contempo, informare lo stesso
responsabile dei pericoli che i propri lavori possano arrecare all’interno del sito (interferenze).
In particolare si dovrà dare evidenza degli impianti e dei macchinari presenti, degli impedimenti
presenti fissi e mobili presenti, delle vie di fuga e di emergenza, dei presidi antincendio, dei depositi
di materiale anche pericoloso, e dello stato delle strutture edilizie con riferimento alla consistenza
ed alla portanza.
Difatti, per quest’ultimo caso, se presenti strutture o elementi di inadeguata sicurezza, l’impresa
dovrà provvedere preliminarmente al loro puntellamento o rimozione o messa in sicurezza previa
realizzazione di protezioni prima collettive poi individuali a salvaguardia dell’incolumità dei propri
operatori.
L’impresa esecutrice per conto di HERA dovrà utilizzare solamente proprie squadre e attrezzature di
cui ne ha piena gestione, così come mezzi e forniture energetiche (acqua, energia ecc.) se necessario,
proteggendo ove possibile quanto presente e/o interferente.
Al termine dell’intervento, con lo sgombero del cantiere, si dovranno ripristinare le condizioni
originarie del sito ripristinandone, ove necessario, la sicurezza.
ll coordinatore della sicurezza (C.S.E.) dovrà verificare le modalità operative apportate dal Preposto
dell’impresa affidataria riscontrando che la pianificazione prevista nello specifico cantiere non
produca sovrapposizioni e/o interferenze pericolose che potrebbero generare infortuni.
Una volta stabilito come meglio intervenire, il Datore di Lavoro illustrerà la pianificazione dei lavori
al proprio capo cantiere/preposto ed esso agli addetti operanti presso il cantiere.
Il capo cantiere dell’impresa appaltatrice, dovrà vigilare sulla corretta fasizzazione dei lavori, così
come gli sono stati organizzati dal proprio direttore di cantiere.
Il Tecnico/Preposto dell’impresa affidataria dovrà impostare i lavori e verificare in corso di
svolgimento che non possano esserci sovrapposizioni spaziali e/o temporali tra lavorazioni
assegnate e di competenza delle singole ditte contemporaneamente presenti in cantiere che
possano generare pericolo per gli operatori presenti appartenenti a ditte diverse o lavorazioni
interferenti.
Nel caso in cui operino squadre miste occorre che sia garantita la corretta e completa composizione
delle squadre mediante precisa definizione dei ruoli dei singoli operatori. Tale composizione deve
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essere verificata con riferimento particolare alla formazione ed abilitazione specifica in possesso del
personale operante in cantiere in funzione dell’intervento specifico e all’attivazione ricevuta.
Per la regolamentazione di interferenze legate ad attività svolte all’interno di altri cantieri di
competenza altrui, si osserva che in ogni caso in cantiere deve essere presente solo:
- personale debitamente formato ai sensi dell’art. 37 del D. Lgs 2008 e s.m.i. e con riferimento
all’Accordo Stato Regioni del 21 dicembre 2011 e s.m.i.;
- personale abilitato all’utilizzo di mezzi secondo quanto previsto da secondo Accordo Stato Regioni
del 22 febbraio 2012 e s.m.i.;
- la figura di addetto al Primo Soccorso formato ai sensi del DM 15 luglio 2003 n. 388 e di Addetto
Antincendio con formazione specifica ai sensi del D.M. 10 marzo 1998 e s.m.i.;
ed in possesso di altra formazione specifica/abilitazioni necessarie in funzione dell’intervento da
realizzare (attività in ambienti a sospetto inquinamento e ambienti confinati; rimozione - bonifica -
smaltimento amianto; apposizione segnaletica per cantieri stradali; saldatura, ecc.)
Preliminarmente all’inizio dello svolgimento delle attività in cantiere, il Tecnico/Preposto dell’impresa
affidataria provvede a fornire tutte le informazioni riguardanti la pianificazione delle attività, per
l’esecuzione dell’intervento in Sicurezza, alle figure di capocantiere/preposto di ciascuna ditta
esecutrice coinvolta.
Con riferimento alla procedura D.6 “Tutte le attività di reciproca informazione dovranno essere
opportunamente documentate”; pertanto, l’informativa suddetta deve essere attestata mediante
apposito modulo/verbale controfirmato da conservare in cantiere per l’intera durata dell’intervento
e da fornire al CSE (ed organi competenti in materia di vigilanza) nel caso di richiesta.
La gestione delle emergenze resta in ogni caso a carico del Tecnico/Preposto dell’Impresa affidataria
incaricato della gestione dell’intervento nelle modalità previste. I suoi riferimenti per eventuali
necessità di contatto devono essere noti al Capocantiere suddetto e riportati sul modulo/verbale
attestante l’avvenuta informazione.
Resta valido ed invariato quanto stabilito dalle procedure in riferimento a uso comune di
apprestamenti, attrezzature, mezzi e servizi di protezione collettiva e concessione in uso attrezzature
tra imprese.
La figura di capocantiere/preposto di ogni singola ditta dovrà vigilare sulla corretta fasizzazione dei
lavori così come organizzati e comunicati da parte del tecnico/Preposto.
Per persona «tenuta a lavorare da sola» si intende quella alla quale non si può prestare
immediatamente aiuto in caso di infortunio o di fronte a una situazione critica, poiché ad esempio
deve lavorare senza contatto visivo o a voce con altre persone.
Al fine di garantire la tutela dell’operatore delegato allo svolgimento di lavorazioni in solitaria si
dovranno prevedere sistemi per monitoraggio - in tempo reale - dello stato di salute del lavoratore
attraverso il controllo del suo stato di coscienza.
Allo stato attuale esistono diverse soluzioni di tipo tecnico per garantire questo monitoraggio, i tre
sistemi sotto elencati essendo ad azionamento manuale volontario, offrono sicuramente sicurezza
psicologica, ma dimostrano scarsa efficacia, che diventa addirittura nulla in caso di perdita di
coscienza del lavoratore:
- telefono cordless o cellulare;
- ricetrasmettitore collegato a soggetti addetti a servizi di sorveglianza;
- trasmettitore di segnale di allarme punto-punto con attivazione manuale.
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I sensori di postura non sempre sono adatti al tipo di mansione (ad esempio manutentore coricato).
Il sistema a chiamata/risposta sembra essere il
più efficace, anche se presenta alcuni limiti legati
alla frequenza di chiamata (se è troppo bassa
rischio comunque di non individuare
tempestivamente una situazione di pericolo, se
è troppo alta può portare a aumento del carico
mentale e a distrazioni):
- trasmettitore automatico collegato ad un
sensore di postura del lavoratore (busto eretto =
OK, busto orizzontale = allarme);
- sistema a chiamata (manuale o automatica) e
risposta manuale (risposta = OK, mancata
risposta = allarme). Rimane in ogni caso non
sempre risolto, anche con l’ausilio di soluzioni
tecniche, la possibilità di accesso da parte dei
soccorsi esterni al luogo di lavoro e la immediata
individuazione della posizione del lavoratore.
Queste ultime problematiche dovranno essere
risolte dal Datore di Lavoro, ai sensi dell’obbligo
di cui all’articolo 45, comma 1, lettera a):
(“Il datore di lavoro [...] prende i provvedimenti
necessari in materia di primo soccorso e di
assistenza medica di emergenza, [...] stabilendo i
necessari rapporti con i servizi esterni, anche per
il trasporto dei lavoratori infortunati”), fornendo ai soccorritori esterni, preventivamente informazioni
su come accedere ai luoghi di lavoro e sulla possibile ubicazione dei lavoratori che operano in lavoro
isolato.
Ne segue pertanto che rimarrà in capo al Datore di Lavoro individuare, tramite una matrice di rischio,
la fattibilità di lavorazioni condotte in piena autonomia e solitudine.
Tale valutazione dovrà scaturire all’interno del P.O.S. aziendale manifestando ove tali situazioni siano
fattibili.
Si invita pertanto alla luce di tali considerazioni optare per il lavoro in solitaria tutte quelle attività
che manifestino un valore estremamente ridotto del fattore di rischio, operando in luogo sicuro,
facilmente individuabile, al fine di rendere potenzialmente più fattibile e veloce l’eventuale prelievo
- da parte di Organi di emergenza - quando attivati nelle proprie funzioni.
Oltre alla valutazione del fattore di rischio sarà necessario indagare sulla persona per comprendere
l’attitudine a tale ambito attraverso:
- l’idoneità psichica;
- l’idoneità fisica;
- l’idoneità intellettuale.
Detto ciò le persone tenute a lavorare da sole dovranno conoscere bene i dispositivi in uso, gli
utensili, le sostanze, ecc., dimostrando di avere già avuto un’esperienza sufficiente ampia a svolgere
tali mansioni senza supporto si altrui personale.
Inoltre, sarà particolarmente importante che gli incarichi siano spiegati in modo chiaro e preciso.
La formazione dovrà comprende almeno i seguenti aspetti:
• utilizzo sicuro delle attrezzature di lavoro
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Tale criticità è rinvenibile prevalentemente nel periodo estivo, quando i lavoratori operano all’aperto
in ambienti di lavoro soggetti ad alte temperature ed umidità nell’aria.
In particolare:
- operai impiegati nei cantieri edili e stradali;
- addetti ad operazioni di carico e scarico all’aperto.
Vanno inoltre considerati alcuni fattori individuali che contribuiscono ad aumentare l’insorgenza di
questa problematica, quali:
- Età: la tolleranza al caldo diminuisce con l’età;
- Tipologia corporea: eccessiva magrezza ed obesità aumentano il rischio;
- Sesso: le donne sono più sensibili dell’uomo al calore;
- Assunzione di farmaci: aumento della suscettibilità al calore;
- Condizioni cliniche generali del soggetto: condizioni patologiche preesistenti possono rendere
maggiormente soggetto l’operatore all’insorgere di questa problematica;
- Ipersuscettibilità individuale: legata a fattori genetici.
MISURE SPECIFICHE:
Sottoporre i lavoratori a “controllo sanitario”, il datore di lavoro dovrà garantire la sorveglianza
sanitaria per valutare lo stato di salute dei lavoratori a rischio, in particolare tutti coloro i quali sono
portatori di patologie croniche o assumono farmaci, nei confronti dei quali andrebbero adottate
particolari precauzioni - cardiopatici, asmatici e broncopatici cronici, ipertesi, diabetici, obesi.
Programmi di informazione e formazione per gli operatori addetti ai lavori sui rischi legati alla
canicola e all’ozono e sulle misure di prevenzione e protezione da adottare.
La sorveglianza sanitaria sarà molto importante perché il medico del lavoro aziendale, valutando lo
stato di salute dei lavoratori, potrà fornire indicazioni indispensabili per prevenire il rischio da colpo
di calore in relazione alle caratteristiche individuali di ciascun lavoratore.
La presenza di alcune malattie come:
- le cardiopatie, malattie renali, diabete, obesità ess.., potranno ridurre anche drasticamente la
resistenza dell’individuo all’esposizione a calore;
- l’esposizione a calore inoltre aumenta il rischio di aggravamento della malattia di cui si soffre.
Il medico competente dell’azienda con il giudizio di idoneità al lavoro darà indicazioni al lavoratore
e al Datore di Lavoro sulle possibilità di poter sostenere l’esposizione a calore; di conseguenza i
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lavoratori con specifiche indicazioni nel giudizio di idoneità dovranno essere maggiormente turnati
(nelle ore di maggiore insolazione) e impiegati in attività più leggere con maggiori pause.
Prevedere visite mediche specifiche sia preventive sia periodiche.
Provvedere ad una buona idratazione corporea aiuterà a rinfrescarsi e a reintegrare i liquidi/Sali
minerali persi con la sudorazione.
E’ pertanto indicato idratarsi frequentemente e sufficientemente (min. 3‐5 decilitri 2‐3 volte ogni
ora) sia prima che dopo lo forzo fisico, evitando bevande ghiacciate. È inoltre consigliato bagnarsi la
testa ed il viso frequentemente con acqua fresca. Sul posto di lavoro (o sui mezzi operativi) dovrà
essere sempre presente una sufficiente riserva di acqua potabile.
N.B. Pensare che l'idratazione prevenga il colpo di calore è un errore. La verità è che idratarsi è
importante ma non è sufficiente per prevenire il malore.
SINTOMI:
La patologia da calore può evolvere rapidamente e i segni iniziali potranno non essere facilmente
riconosciuti dal soggetto e dai compagni di lavoro. Imparare a riconoscere i primi segnali del colpo
di calore è fondamentale.
I segni premonitori di un iniziale colpo di calore possono essere:
- Irritabilità,
- confusione,
- cute calda e arrossata,
- sete intensa,
- sensazione di debolezza,
- crampi muscolari.
I segni successivi potrebbero essere:
- vertigini,
- affaticamento eccessivo,
- nausea, vomito, tremori e pelle d’oca,
tutti fattori che segnalano un veloce aumento della temperatura. Infine compaiono: difficoltà di
concentrazione e di coordinazione con mancanza d’equilibrio, seguiti dal collasso con perdita di
conoscenza e/o coma. In fase di collasso la temperatura corporea può raggiungere o superare i
42,2°C.
Pertanto il Datore di Lavoro svolgerà le seguenti azioni:
- Garantirà ai lavoratori una sufficiente ed adeguata informazione e formazione sugli effetti del calore
nel rispetto delle differenze di genere ove riguardi anche lavoratori immigrati, essa avviene previa
verifica della comprensione della lingua utilizzata nel percorso formativo.
- il controllo temperatura e umidità. Nei periodi in cui si prevede caldo intenso, la più importante
cosa da fare ogni giorno sarà verificare le previsioni e le condizioni meteorologiche.
Sarà inoltre necessario valutare sempre almeno due parametri: temperatura dell’aria e umidità
relativa.
Si dovranno considerate a rischio quelle giornate in cui sia prevista una temperatura all’ombra
superiore ai 30° e l’umidità relativa superiore al 70%.
- Predisporre aree di laro e riposo ombreggiate e, ove possibile, scegliere luoghi freschi per le
lavorazioni e/o le pause di riposo.
- Organizzare orari, turni e pause di lavoro consoni alle condizioni ambientali. Organizzare il lavoro
in modo da minimizzare il fattore di rischio insolazione:
- variare l’orario di lavoro per sfruttare le ore meno calde, programmando i lavori più pesanti nelle
ore più fresche;
- effettuare una rotazione nel turno fra i lavoratori esposti;
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- programmare in modo che si lavori sempre nelle zone meno esposte al sole;
- evitare lavori isolati permettendo un reciproco controllo.
- Mettere a disposizione acqua fresca sia per bere che per rinfrescarsi.
TUTELE DELL’OPERATORE:
Il lavoratore dovrebbe iniziare l’attività in maniera graduale, per dare modo all’organismo di adattarsi
alle particolari condizioni ambientali.
L’acclimatamento è l’adattamento dell’organismo alle nuove condizioni climatiche, si completa
nell’arco di alcuni giorni fino a qualche settimana.
1. Alternare momenti di lavoro con pause in luoghi rinfrescati, le pause dovranno essere obbligatorie.
2. Bere regolarmente per compensare le perdite di liquidi causate dalla traspirazione; rinfrescarsi
bagnandosi con acqua fresca per disperdere calore.
3. Utilizzare un vestiario idoneo, il vestiario dovrà prevedere abiti leggeri traspiranti, di cotone, di
colore chiaro; è sbagliato lavorare a pelle nuda perché il sole può determinare ustioni e la pelle nuda
assorbe più calore. E’ importante anche un leggero copricapo che permetta una sufficiente
ombreggiatura.
4. Evitare pasti abbondanti, l’alimentazione dovrà essere povera di grassi, ricca di zuccheri e sali
minerali. Preferire pasti leggeri, facili da digerire, privilegiando la pasta, la frutta e la verdura e
limitando carni e insaccati. Evitare il consumo di bevande alcoliche e limitare il fumo.
Ai fini della prevenzione dei rischi importanza prioritaria va attribuita ai provvedimenti d’ordine
tecnico-organizzativo diretti ad eliminare o ridurre sufficientemente i pericoli alla fonte ed a
proteggere i lavoratori. Tra essi, pur non costituendo un’indicazione esauriente delle condizioni
riscontrabili nel singolo cantiere e pertanto obbligatoriamente gestibili del C.S.E., si possono
annoverare:
RISCHI PREVALENTI
Le tipologie di rischio prevalenti a cui il lavoratore è più frequentemente assoggettato, sono:
• rischio di seppellimento derivante da cedimento della parete di scavo;
• rischio di caduta dall’alto, all’interno dello scavo, derivante dal attività condotte in prossimità del
bordo dello scavo.
•rischio di caduta dall’alto durante la manutenzione-allestimento di condotte aeree.
Rischi concorrenti
Rispetto ai rischi prevalenti sopraindicati, la valutazione condotta sul singolo cantiere dovrà tenere
in considerazione l’eventuale esposizione e la successiva riduzione di altri rischi quali:
• rischio innescante il cedimento della parete derivante da:
- accumuli di materiali sul ciglio;
- vibrazioni, scuotimenti;
- presenza di falde acquifere e circolazioni di fluidi;
• rischio innescante il cedimento del bordo dello scavo derivante da:
- accumuli di materiali sul ciglio;
- vibrazioni, scuotimenti;
• rischio innescante la caduta dall’alto all’interno dello scavo derivante da:
• mancanza di protezione dei bordi dello scavo;
- insorgenza di vertigini;
- abbagliamento degli occhi;
- scarsa visibilità;
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Con questa terminologia si indicano tutti quei fattori di rischio legati allo stato psico-fisico del
lavoratore, alla sua incapacità, alla sua incoscienza, alla mancanza di formazione ed, in generale, alla
adozione di comportamenti inadeguati al contesto lavorativo. La mancanza di formazione teorico-
pratica e l’incapacità di affrontare le situazioni lavorative che si propongono di volta in volta sono le
cause legate al fattore umano che più frequentemente provocano incidenti.
Nelle attività esercitate nei cantieri temporanei o mobili deve essere impiegato personale formato,
informato ed addestrato e deve essere evitata la presenza di personale non formato.
“Nello scavo di pozzi e di trincee profondi più di m 1,50, quando la consistenza del terreno non dia
sufficiente garanzia di stabilità, anche in relazione alla pendenza delle pareti, si dovrà provvedere,
man mano che procede lo scavo, all’applicazione delle necessarie armature di sostegno” (art. 119,
comma 1, DEC. Lgs. 9 aprile 2008, n.81 e s.m.i.).
In tal caso è opportuno venga predisposta una armatura verticale e/o sub-verticale di sostegno
(sbadacchiature) delle pareti degli scavi a sezione obbligata, idonea ad impedire il franamento delle
pareti dello stesso, costituita da montanti laterali ad interasse non superiore a 60 cm, tavole e
pannelli in multistrato e/o metallici, opportunamente contrastati con puntelli o vitoni, dimensionati
in relazione alla natura, alla consistenza ed alla spinta dei terreni da attraversare.
I sistemi di protezione degli scavi dovranno avere dimensioni confacenti alla natura dei lavori da
eseguire, sopportare le sollecitazioni prevedibili e permettere una circolazione priva di rischi.
La corretta applicazione dei sistemi di prevenzione e di protezione contro il rischio di seppellimento,
presupporrà la competenza e la professionalità degli operatori di settore ed in particolare:
• provvedimenti d’ordine tecnico-organizzativo in relazione all’area e alle attività circostanti gli
scavi;
• idoneità psico-fisica del lavoratore;
• informazione e formazione adeguate del lavoratore, in relazione alle operazioni previste;
• addestramento qualificato e ripetuto sulle tecniche operative, sulle manovre di salvataggio e
sulle procedure di emergenza.
Ulteriori elementi fondamentali per la riduzione del rischio di seppellimento saranno legati sia alla
corretta valutazione geologica e geotecnica, sia alla idonea scelta ed utilizzo di sistemi di protezione
degli scavi.
Le imprese esecutrici degli scavi dovranno riportare nel POS quali prevenzioni di sicurezza
seguiranno nell'esecuzione degli stessi, indicando se procederanno con il natural declivio e/o con
l'armatura.
Il POS dovrà inoltre riportare le caratteristiche delle macchine movimento terra e le modalità
operative di intervento.
Il C.S.E. verificherà periodicamente che le scelte individuate e/o condivise con le imprese siano poi
adottate.
Tramite l'organizzazione d'impresa, i datori di lavoro delle imprese esecutrici dovranno
costantemente vigilare sull'applicazione delle misure di prevenzione previste nel POS e comunque
derivanti dall'applicazione della legislazione vigente in materia di sicurezza ed igiene sul lavoro.
In ciascun cantiere dovrà essere presente almeno un addetto alla gestione delle emergenze
antincendio ed al pronto soccorso. Tali nominativi dovranno essere indicati nel POS di dettaglio.
In considerazione delle caratteristiche logistiche ed operative del cantiere sono ipotizzabili, in via
preliminare, emergenze in ordine ai seguenti eventi:
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Il personale e/o il Preposto dell’azienda esecutrice nel caso di un accadimento infortunistico dovrà
procedere speditamente all’attivazione delle procedure emergenziali sotto riportate, avvisando
contestualmente il C.S.E. e il Referente Hera competente territorialmente.
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Numeri di Emergenza
Pronto Intervento - SOCCORSO SANITARIO 118
Pronto Intervento - VIGILI DEL FUOCO 115
Numeri di Pubblica Sicurezza
Pronto Intervento - CARABINIERI 112
Soccorso Pubblico - POLIZIA 113
Numeri di riferimento per il cantiere
Direttore Lavori Sig.
Direttore Tecnico di Cantiere Sig.
Capo cantiere Sig.
Ufficio di cantiere
Coordinatore per la Sicurezza in fase di Esecuzione
Sig.
E’ stato disposto, nell’ambito delle procedure di gara, dell’obbligo per il concorrente di dichiarare i
propri “ONERI AZIENDALI” riconducibili alla commessa di riferimento, così come previsto dalla
normativa vigente (Dec. Lgs. 50/2016).
Tale impostazione mutua quanto affermato dalla giurisprudenza di questi ultimi anni e, da ultimi,
dalla sentenza Consiglio di Stato n. 3/2015 nonché dal Comunicato del Presidente A.N.AC. del 27
maggio 2015.
Tali provvedimenti hanno chiarito che gli “ONERI DELLA SICUREZZA AZIENDALE” sono quelli che
l’impresa sostiene per adeguare la propria attività d’impresa agli obblighi di legge in materia di
sicurezza.
Tali oneri, proprio perché variabili da impresa ad impresa, in ragione dell’organizzazione interna di
ciascuna, sono un “di cui” dell’importo complessivo offerto dal singolo concorrente, concernenti
l’adempimento delle disposizioni in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro (art. 95 comma
10 D.Lgs. n°. 50/16 e s.m.i.) assoggettabili a ribasso.
Essi sono ben distinti dagli “Costi per la sicurezza” che in pratica, per ogni intervento eseguito, la
valutazione potrà essere composta dai relativi:
- Costi della SICUREZZA SPECIFICI: remunerati tramite le voci presenti nel Capitolo “J” dell’EPU
contrattuale.
Il Capitolo contiene esclusivamente voci per apprestamenti di sicurezza e ogni voce è integralmente
NON soggetta a ribasso d’asta (es. ponteggio, impianto semaforico, armatura scavi con palancole,
ecc…).
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Nell’ipotesi di subappalto gli oneri relativi alla sicurezza non dovranno essere soggetti a riduzione
e andranno evidenziati separatamente da quelli soggetti a ribasso d’asta nel relativo contratto tra
aggiudicataria e subappaltatore.
Vista la natura di contratto aperto, come per i lavori anche gli oneri della sicurezza verranno
compensati a misura.
Per la contabilizzazione saranno quindi applicati, alle quantità ordinate e misurate, i relativi prezzi
unitari di cui all’Elenco Prezzi del Capitolo “J” ai quali non verrà applicato il ribasso d’asta.
In particolare si sottolinea poi che i costi della Sicurezza Specifici sono elencati nei capitoli individuati
alle specifiche voci dell’Elenco Prezzi.
Con tali importi si intendono remunerati all’Impresa che avrà sostenuto per eseguire i lavori sempre
e comunque in totale e permanente sicurezza, in adempimento alle norme vigenti in materia e alle
disposizioni contrattuali.
Tali costi, ricordiamo, non sono esaustivi ma rappresentano le tipologie maggiormente riscontrate
nei lavori oggetto di contratto.
Qualora necessario durante i lavori, il Coordinatore della Sicurezza nominato per la fase di
Esecuzione valuterà eventuali ulteriori costi della sicurezza aggiuntivi connessi solo ed
esclusivamente allo specifico cantiere che ne implicherà la redazione, procedendo, qualora
riscontrati, alla loro quantificazione puntuale.
Anche gli eventuali costi specifici aggiuntivi, comunque determinati (a misura o a corpo), non
saranno assoggettati al ribasso d’asta contrattuale.
Alla liquidazione dei costi della sicurezza provvederà il Direttore Lavori, sentito il Coordinatore in
Esecuzione, qualora presente.
- Costi della SICUREZZA INTERFERENZIALI: individuabili nel capitolo dell’elenco prezzi (non
analizzati o contabilizzati nelle voci sopraindicate), cui il Coordinatore alla Sicurezza potrà attingere
per tutte quelle situazioni non contemplabili nelle voci dei capitoli sopraindicati;
Ne deriva pertanto che, più genericamente, non essendo possibile redigere preliminarmente specifici
Piani di Sicurezza per singolo cantiere, ma bensì un ‘Piano di Sicurezza Generale Tipologico’ (di cui
alla premessa del suddetto documento), ne consegue che - non essendo possibile valutare i Costi
tramite la redazione di un computo metrico analitico per singolo cantiere d’intervento - il
Coordinatore alla Sicurezza in fase di Esecuzione, attivato nelle sue funzioni, farà riferimento
all’analisi dell’elenco Prezzi a contratto.
Tale computazione è comprensiva delle voci relative agli oneri alla sicurezza non ribassabili.
Ne deriva pertanto che, più genericamente, non essendo possibile redigere preliminarmente specifici
Piani di Sicurezza per singolo cantiere, ma bensì un ‘Piano di Sicurezza Generale Tipologico’ (di cui
alla premessa del suddetto documento), ne consegue che - non essendo possibile valutare i Costi
tramite la redazione di un computo metrico analitico per singolo cantiere d’intervento - il
Coordinatore alla Sicurezza in fase di Esecuzione, attivato nelle sue funzioni, farà riferimento
all’analisi dell’elenco Prezzi preso a contratto.
Tale computazione è comprensiva delle voci relative agli oneri alla sicurezza non ribassabili.
Competerà comunque al Coordinatore alla Sicurezza in Fase di Esecuzione l'inserimento di ulteriori
oneri che vorrà/riterrà necessario riconoscere per le problematiche insorte, determinando il valore
economico da riconoscere all’impresa spettante.
- Costi della SICUREZZA ANTICOVID: variabili in merito alle susseguirsi delle “Fasi 2” e/o “3” e
seguenti, quale transizione verso condizioni di operatività normale (o auspicabile tale), ove i costi
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ESTENSIONE RETI, ALLACCIAMENTI ED ACCESSORI SULLE RETI DI FOGNATURA
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Sia i prezzi unitari, che quelli a corpo (espressi nella Linea Guida emanata dalla Committente HERA
spa denominata “Aggiornamento PSC Coronavirus”), verranno riconosciuti all’interno della
contabilità redatta per ogni singola impresa, con modalità da definirsi tra le parti in funzione delle
disposizioni contrattuali assunte.
La valutazione degli Oneri della Sicurezza ha preso origine dall’analisi tipologica di alcune lavorazioni
- quali riparazioni di condotte, interventi di ripristino/nuovo allaccio - ritenute rappresentative delle
attività demandate alle imprese affidatarie, parametrando i costi individuati al Capitolo J, previo
effettivo allestimento di apprestamenti necessari a rendere il “singolo cantiere” conforme alle vigenti
norme di settore.
In tale ambito si sono ritenute “rappresentative” due soluzioni tipologiche afferenti interventi su
condotte sino a diam. 400 tramite scavo “in linea” e/o “isolato” come da schemi grafici allegati.
Gli Oneri Diretti per la sicurezza di cantiere, non soggetti a ribasso d’asta, sono definiti alle
corrispondenti voci di EPU al capitolo J.6 e nello specifico:
- dall’apposizione della segnaletica preventiva di cantiere, nonché tutta la segnaletica e
sbarramenti necessari per la delimitazione del cantiere per tutta la durata dei lavori;
- dalla eventuale copertura temporanea dello scavo generato con lastra carrabile; (A)
- dalla creazione di accessi temporanei pedonali o carrabili, al fine di mantenere i passaggi
sopra le zone di scavo mediante la fornitura e l’apposizione di idonee lastre di copertura; (B)
- altri fattori e parametri correlati alla valutazione stessa.
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ESEMPI TIPOLOGICI:
Strada extraurbana: strade fuori dal centro abitato, che mettono in comunicazione le varie città.
Le strade extraurbane sono di due tipi:
strada extraurbana principale (tipo B): strada a carreggiate indipendenti o separate da spartitraffico invalicabile, ciascuna
con almeno due corsie di marcia e banchina pavimentata a destra, priva di intersezioni a raso, con accessi alle proprietà
laterali coordinati contraddistinta dagli appositi segnali di inizio e fine, riservata alla circolazione di talune categorie di veicoli
a motore; per eventuali altre categorie di utenti devono essere previsti opportuni spazi. Deve essere attrezzata con apposite
aree di servizio, che comprendano spazi per la sosta, con accessi dotati di corsie di decelerazione e di accelerazione;
strada extraurbana secondaria (tipo C): strada ad unica carreggiata con almeno una corsia per senso di marcia e banchine.
Sono assimilate alle strade extraurbane secondarie anche le strade a carreggiate separate costruite in base alle precedenti
norme che non sono classificabili come strade extraurbane principali in quanto non possiedono tutti i requisiti minimi tecnici.
Strada urbana: strade presenti all'interno dei centri abitati. Le strade urbane sono di due tipi:
strada urbana di scorrimento (tipo D): strada a carreggiate indipendenti o separate da spartitraffico, ciascuna con almeno
due corsie di marcia, ed una eventuale corsia riservata ai mezzi pubblici, banchina pavimentata a destra e marciapiedi, con le
eventuali intersezioni a raso semaforizzate; per la sosta sono previste apposite aree o fasce laterali estranee alla carreggiata,
entrambe con immissioni ed uscite concentrate;
strada urbana di quartiere (tipo E): strada ad unica carreggiata con almeno due corsie, banchine pavimentate e marciapiedi;
per la sosta sono previste aree attrezzate con apposita corsia di manovra, esterna alla carreggiata.
Altri tipi: strade meno frequenti e meno usate nel linguaggio comune:
strada locale (tipo F): strada urbana od extraurbana non facente parte degli altri tipi di strade;
itinerario ciclopedonale (tipo F-bis): strada locale, urbana, extraurbana o vicinale, destinata prevalentemente alla
percorrenza pedonale e ciclabile e caratterizzata da una sicurezza intrinseca a tutela dell'utenza debole della strada;
strada di servizio: strada affiancata ad una strada principale (autostrada, strada extraurbana principale, strada urbana di
scorrimento) avente la funzione di consentire la sosta ed il raggruppamento degli accessi dalle proprietà laterali alla strada
principale e viceversa, nonché il movimento e le manovre dei veicoli non ammessi sulla strada principale stessa.
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PRESTAZIONI DI PRONTO INTERVENTO, MANUTENZIONE PROGRAMMATA,
ESTENSIONE RETI, ALLACCIAMENTI ED ACCESSORI SULLE RETI DI FOGNATURA
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FAMIGLIA RIPARAZIONE CONDOTTA CON SOSTITUZIONE DI UN BREVE TRATTO (fino a DE 400 mm)
Compenso per i costi sostenuti dall’Impresa per la disattivazione di linee elettriche (aeree o
interrate) o filoviarie
Verrà liquidato il solo costo vivo sostenuto dall’Impresa, a seguito della consegna da parte
dell’Impresa del documento contabile attestante l’avvenuto versamento all’Ente gestore del servizio
dell’importo dallo stesso richiesto.
J.1.01.10 -
Sovrapprezzo per intervento e manovra in cantiere di scavo posto entro area di interferenza
con cavi filoviari aerei in tensione. Il sovrapprezzo verrà applicato, per impiego di mezzi con parti
mobili (braccio, benna, ribaltabile, ecc.) a distanza minore di 5,00 m dai cavi aerei in tensione.
Nel sovrapprezzo sono compresi e compensati i maggiori oneri dovuti all’impiego di mezzi
operativi adeguati, nonché le maggiori attenzioni e cautele conseguenti alle limitazioni di altezza,
o manovra, imposte.
sgombro finale. Sono altresì compresi l’onere di realizzazione e mantenimento di cancelli o sistemi
di apertura, tutti i materiali di zavorramento o fissaggio, e l’allestimento, sorveglianza e
manutenzione delle segnalazioni luminose notturne, ove previsto. La contabilizzazione sarà riferita
allo sviluppo lineare di barriere effettivamente richieste.
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B - Compenso per lo spostamento e reinstallo di barriera stradale tipo New Jersey posate
conformemente alle norme di legge ed alle prescrizioni di sicurezza stradale, per la delimitazione
aggiuntiva di aree, passaggi, incanalamenti od altro, su esplicita richiesta della DL del CE o delle
autorità competenti, in aggiunta alle opere provvisionali di delimitazione di cantiere previste
alle voci di elenco prezzi. Nel prezzo sono comprese tutte le attività per g l i spostamenti e
reinst al li delle barriere, lo svuotamento e il riempimento dei moduli con acqua, la gestione
di tutto l'insieme ai fini della sicurezza del cantiere mobile e la segnaletica prevista dal codice
della strada e la gestione delle eventuali segnalazioni luminose notturne. La contabilizzazione sarà
riferita allo sviluppo lineare di barriere effettivamente spostate e reinstallate.
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J.2.06.10 Deviazione e/o corsie con impiego di coni/birilli e/o aste e m € 1,81
cavalletti aggiuntivi
d) Nolo e installazione di cartelli stradali di forma triangolare, sfondo giallo (in osservanza
al regolamento del codice della strada) e di forma circolare, segnalante divieti o
obblighi (in osservanza al regolamento del codice della strada) installati in aggiunta a
quelli già previsti per la formazione del cantiere
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J.2.08.20 per ogni giornata, o frazione, aggiuntive alla prima giorno € 10,50
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J.2.14.10 -
a) Ponteggio in struttura metallica tubolare per pareti verticali piane che non
richiedano l'utilizzo di soluzioni particolari in tubi e morsetti (in schema tipo)
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Misura della superficie terreno contrastato dall’armatura oltre alle superfice infissa
Per riparazione condotta con sostituzione di tratto tubazione, tubo aggiuntivo ai primi
5,0 m e fino a 12,00 m:
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Si intendono inoltre compresi tutti i DPI, attrezzature, predisposizione dei piani di emergenza e
quant’altro occorra ad assicurare il rispetto delle disposizioni del D.P.R. 177 del 2011 e di tutte le
condizioni di massima sicurezza di tutto il personale.
J.6 ONERI DIRETTI PROPRI di cantiere RICOMPRESI NELLE VOCI DI PRESTAZIONE e non
soggetti a ribasso
Tali importi rappresentano la parte di costo non soggetto a ribasso d’asta.
Il ribasso d’asta offerto, pertanto, verrà applicato solamente sui prezzi unitari al netto degli importi
dei costi della sicurezza indicati alle corrispondenti voci del capitolo “J.6” dell’elenco prezzi.
J.6.01 QUOTA ONERI DIRETTI SICUREZZA PROPRIA DEL CANTIERE NON SOGGETTA A
RIBASSO, GIÀ COMPRESA E COMPENSATA ALLE SEGUENTI VOCI EPU:
Tale quota degli oneri diretti della sicurezza compensa, per tutta la durata del cantiere, la
delimitazione di aree, passaggi, incanalamenti od altro, mediante barriera, composta da pannelli in
acciaio tubolare (diam. 42 mm) con rete interna in filo (4 mm), zincati o plastificati, aventi altezza
minima di metri 2,00 completi di basi d'ancoraggio, conformemente alle norma di legge ed alle
prescrizioni di sicurezza stradale sono compresi il trasporto, lo scarico dal mezzo, l’installazione e la
rimozione, nonché l’apposizione e rimozione alla fine del cantiere, della segnaletica prevista dal
codice della strada e dalle norme di sicurezza per cantieri temporanei mobili, le sbadacchiature ed
armature dello scavo in conformità alle disposizioni di sicurezza e relative alle diverse profondità.
Sono altresì compresi tutti i materiali di zavorramento, fissaggio e le eventuali segnalazioni luminose
notturne e lo sgombero finale.
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J.6.02 QUOTA ONERI DIRETTI SICUREZZA PROPRIA DEL CANTIERE NON SOGGETTA A
RIBASSO, GIÀ COMPRESA E COMPENSATA ALLE VOCI EPU:
Tale quota degli oneri diretti della sicurezza compensa, per tutta la durata del cantiere, l’armatura
delle pareti di scavo atte a garantire l’incolumità del personale addetto alle operazioni all’interno
dello scavo, realizzata con sistemi di puntellazione per scavi supportati ai bordi di tipo SV, come da
norma UNI EN 13331-1/2004, con puntelli di regolazione variabile, sono compresi gli oneri per la
installazione e nolo dei materiali necessari alla realizzazione delle armature, l’armo e il disarmo, i
puntelli fra le pareti, gli oneri per l’infissione e la successiva estrazione e la movimentazione, ed in
genere i maggiori oneri e le maggiori cautele, per la conduzione dei lavori di scavo.
J.6.03 QUOTA ONERI DIRETTI SICUREZZA PROPRIA DEL CANTIERE NON SOGGETTA A
RIBASSO, GIÀ COMPRESA E COMPENSATA ALLE SEGUENTI VOCI EPU:
Tale quota degli oneri diretti della sicurezza compensa, per tutta la durata del cantiere, la
delimitazione di aree, passaggi, incanalamenti od altro, mediante barriera, composta da pannelli in
acciaio tubolare (diam 42 mm) con rete interna in filo (4 mm), zincati o plastificati, aventi altezza
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minima di metri 2,00 completi di basi d'ancoraggio, conformemente alle norma di legge ed alle
prescrizioni di sicurezza stradale sono compresi il trasporto, lo scarico dal mezzo, l’installazione e la
rimozione, nonché l’apposizione e rimozione alla fine del cantiere, della segnaletica prevista dal
codice della strada e dalle norme di sicurezza per cantieri temporanei mobili. Sono altresì compresi
tutti i materiali di zavorramento, fissaggio e le eventuali segnalazioni luminose notturne e lo
sgombero finale.
J.6.04 QUOTA ONERI DIRETTI SICUREZZA PROPRIA DEL CANTIERE NON SOGGETTA A
RIBASSO, GIÀ COMPRESA E COMPENSATA ALLE SEGUENTI VOCI EPU:
Tale quota degli oneri diretti della sicurezza compensa, per tutta la durata del cantiere, l’armatura
delle pareti di scavo atte a garantire l’incolumità del personale addetto alle operazioni all’interno
dello scavo, realizzata con sistemi di puntellazione per scavi supportati ai bordi di tipo SV, come da
norma UNI EN 13331-1/2004, con puntelli di regolazione variabile, sono compresi gli oneri per la
installazione e nolo dei materiali necessari alla realizzazione delle armature, l’armo e il disarmo, i
puntelli fra le pareti, gli oneri per l’infissione e la successiva estrazione e la movimentazione, ed in
genere i maggiori oneri e le maggiori cautele, per la conduzione dei lavori di scavo.
J.6.05 QUOTA ONERI DIRETTI SICUREZZA PROPRIA DEL CANTIERE NON SOGGETTA A
RIBASSO, GIÀ COMPRESA E COMPENSATA ALLE VOCI EPU:
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ESTENSIONE RETI, ALLACCIAMENTI ED ACCESSORI SULLE RETI DI FOGNATURA
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Tale quota degli oneri diretti della sicurezza compensa, per tutta la durata del cantiere, la
delimitazione di aree, passaggi, incanalamenti od altro, mediante barriera, composta da pannelli in
acciaio tubolare (diam 42 mm) con rete interna in filo (4 mm), zincati o plastificati, aventi altezza
minima di metri 2,00 completi di basi d'ancoraggio, conformemente alle norma di legge ed alle
prescrizioni di sicurezza stradale sono compresi il trasporto, lo scarico dal mezzo, l’installazione e la
rimozione, nonché l’apposizione e rimozione alla fine del cantiere, della segnaletica prevista dal
codice della strada e dalle norme di sicurezza per cantieri temporanei mobili. Sono inoltre compresi
tutti i materiali di zavorramento, fissaggio e le eventuali segnalazioni luminose notturne e lo
sgombero finale.
Sono altresì comprese le armature delle pareti di scavo atte a garantire l’incolumità del personale
addetto alle operazioni all’interno dello scavo, realizzata con sistemi di puntellazione per scavi
supportati ai bordi di tipo SV, come da norma UNI EN 13331-1/2004, con puntelli di regolazione
variabile, sono compresi gli oneri per la installazione e nolo dei materiali necessari alla realizzazione
delle armature, l’armo e il disarmo, i puntelli fra le pareti, gli oneri per l’infissione e la successiva
estrazione e la movimentazione, ed in genere i maggiori oneri e le maggiori cautele, per la
conduzione dei lavori di scavo.
J.6.06 QUOTA ONERI DIRETTI SICUREZZA PROPRIA DEL CANTIERE NON SOGGETTA A
RIBASSO, GIÀ COMPRESA E COMPENSATA ALLE VOCI EPU:
Tale quota degli oneri diretti della sicurezza compensa, per tutta la durata del cantiere, le armature
delle pareti di scavo atte a garantire l’incolumità del personale addetto alle operazioni all’interno
dello scavo, realizzata con sistemi di puntellazione per scavi supportati ai bordi di tipo SV, come da
norma UNI EN 13331-1/2004, con puntelli di regolazione variabile, sono compresi gli oneri per la
installazione e nolo dei materiali necessari alla realizzazione delle armature, l’armo e il disarmo, i
puntelli fra le pareti, gli oneri per l’infissione e la successiva estrazione e la movimentazione, ed in
genere i maggiori oneri e le maggiori cautele, per la conduzione dei lavori di scavo.
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J.6.07 QUOTA ONERI DIRETTI SICUREZZA PROPRIA DEL CANTIERE NON SOGGETTA A
RIBASSO, GIÀ COMPRESA E COMPENSATA ALLE VOCI EPU:
Tale quota degli oneri diretti della sicurezza compensa, per tutta la durata del cantiere, la
delimitazione di aree, passaggi, incanalamenti od altro, mediante barriera, composta da pannelli in
acciaio tubolare (diam 42 mm) con rete interna in filo (4 mm), zincati o plastificati, aventi altezza
minima di metri 2,00 completi di basi d'ancoraggio, conformemente alle norma di legge ed alle
prescrizioni di sicurezza stradale sono compresi il trasporto, lo scarico dal mezzo, l’installazione e la
rimozione, nonché l’apposizione e rimozione alla fine del cantiere, della segnaletica prevista dal
codice della strada e dalle norme di sicurezza per cantieri temporanei mobili.
Sono inoltre compresi tutti i materiali di zavorramento, fissaggio e le eventuali segnalazioni luminose
notturne e lo sgombero finale.
Sono altresì comprese le armature delle pareti di scavo atte a garantire l’incolumità del personale
addetto alle operazioni all’interno dello scavo, realizzata con sistemi di puntellazione per scavi
supportati ai bordi di tipo SV, come da norma UNI EN 13331-1/2004, con puntelli di regolazione
variabile, sono compresi gli oneri per la installazione e nolo dei materiali necessari alla realizzazione
delle armature, l’armo e il disarmo, i puntelli fra le pareti, gli oneri per l’infissione e la successiva
estrazione e la movimentazione, ed in genere i maggiori oneri e le maggiori cautele, per la
conduzione dei lavori di scavo.
J.6.08 QUOTA ONERI DIRETTI SICUREZZA PROPRIA DEL CANTIERE NON SOGGETTA A
RIBASSO, GIÀ COMPRESA E COMPENSATA ALLE VOCI EPU:
Tale quota degli oneri diretti della sicurezza compensa, per tutta la durata del cantiere, le armature
delle pareti di scavo atte a garantire l’incolumità del personale addetto alle operazioni all’interno
dello scavo, realizzata con sistemi di puntellazione per scavi supportati ai bordi di tipo SV, come da
norma UNI EN 13331-1/2004, con puntelli di regolazione variabile, sono compresi gli oneri per la
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installazione e nolo dei materiali necessari alla realizzazione delle armature, l’armo e il disarmo, i
puntelli fra le pareti, gli oneri per l’infissione e la successiva estrazione e la movimentazione, ed in
genere i maggiori oneri e le maggiori cautele, per la conduzione dei lavori di scavo.
J.6.09 QUOTA ONERI DIRETTI SICUREZZA PROPRIA DEL CANTIERE NON SOGGETTA A
RIBASSO, GIÀ COMPRESA E COMPENSATA ALLE VOCI EPU:
Tale quota degli oneri diretti della sicurezza compensa, per tutta la durata del cantiere, la
delimitazione di aree, passaggi, incanalamenti od altro, mediante barriera, composta da pannelli in
acciaio tubolare (diam. 42 mm) con rete interna in filo (4 mm), zincati o plastificati, aventi altezza
minima di metri 2,00 completi di basi d'ancoraggio, conformemente alle norma di legge ed alle
prescrizioni di sicurezza stradale sono compresi il trasporto, lo scarico dal mezzo, l’installazione e la
rimozione, nonché l’apposizione e rimozione alla fine del cantiere, della segnaletica prevista dal
codice della strada e dalle norme di sicurezza per cantieri temporanei mobili. Sono inoltre compresi
tutti i materiali di zavorramento, fissaggio e le eventuali segnalazioni luminose notturne e lo
sgombero finale.
Sono altresì comprese le armature delle pareti di scavo atte a garantire l’incolumità del personale
addetto alle operazioni all’interno dello scavo, realizzata con sistemi di puntellazione per scavi
supportati ai bordi di tipo SV, come da norma UNI EN 13331-1/2004, con puntelli di regolazione
variabile, sono compresi gli oneri per la installazione e nolo dei materiali necessari alla realizzazione
delle armature, l’armo e il disarmo, i puntelli fra le pareti, gli oneri per l’infissione e la successiva
estrazione e la movimentazione, ed in genere i maggiori oneri e le maggiori cautele, per la
conduzione dei lavori di scavo.
J.6.10 QUOTA ONERI DIRETTI SICUREZZA PROPRIA DEL CANTIERE NON SOGGETTA A
RIBASSO, GIÀ COMPRESA E COMPENSATA ALLE VOCI EPU:
Tale quota degli oneri diretti della sicurezza compensa, per tutta la durata del cantiere, la
delimitazione di aree, passaggi, incanalamenti od altro, mediante barriera, composta da pannelli in
acciaio tubolare (diam. 42 mm) con rete interna in filo (4 mm), zincati o plastificati, aventi altezza
minima di metri 2,00 completi di basi d'ancoraggio, conformemente alle norma di legge ed alle
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prescrizioni di sicurezza stradale sono compresi il trasporto, lo scarico dal mezzo, l’installazione e la
rimozione, nonché l’apposizione e rimozione alla fine del cantiere, della segnaletica prevista dal
codice della strada e dalle norme di sicurezza per cantieri temporanei mobili. Sono inoltre compresi
tutti i materiali di zavorramento, fissaggio e le eventuali segnalazioni luminose notturne e lo
sgombero finale.
J.6.10.10 per allaccio fino a 8 m; Riferimento Voci EPU E.3.10.10 a corpo € 34,60
per ogni metro aggiuntivo, eccedente gli 8,0 m Riferimento Voci EPU
J.6.10.20 m € 1,80
E.3.10.20
Facciale filtrante a norna UNI EN 149 classe FFP3 (per polveri nocive e
1.1 tossiche), bardatura nucale costituita da due elastici in gomma e linguetta €/cad. 6,00
stringinaso (compreso smaltimento)
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PIANO DI SICUREZZA E COORDINAMENTO (P.S.C.)
PRESTAZIONI DI PRONTO INTERVENTO, MANUTENZIONE PROGRAMMATA,
ESTENSIONE RETI, ALLACCIAMENTI ED ACCESSORI SULLE RETI DI FOGNATURA
DA ESEGUIRSI NEL TERRITORIO GESTITO DA HERA SPA
Facciale filtrante a norna UNI EN 149 classe FFP2 (per polveri nocive e
1.2 tossiche), bardatura nucale costituita da due elastici in gomma e linguetta €/cad. 4,50
stringinaso (compreso smaltimento)
1.3 Mascherina di tipo chirurgico (compreso smaltimento) €/cad. 0,70
1.4 Guanti ambidestro monouso, interno polverato (compreso smaltimento) €/coppia 0,13
1.5 Occhiali di protezione in plastica €/cad. 2,00
Tuta antistatica in Tyvek, cerniera di chiusura con patta e cappuccio,
1.6 maniche, girovita e caviglie con elastico, senza tasche, certificata tipo 5,6, €/cad. 5,00
III categoria
Pulizia e sanificazione dei locali comuni (bagni, spogliatoi, uffici) - Fino a
2.1 €/giorno 5,56
5 addetti
2.2 Detergenti per le maestranze: sapone lavamani (es. tanica da 5 litri) €/giorno 0,02
2.3 Detergenti per le maestranze: igienizzante per le mani a base idroalcoolica €/giorno 0,15
2.4 Pulizia giornaliera delle attrezzature €/giorno 2,62
2.5 Pulizia giornaliera dei mezzi (1 mezzo per addetto) €/giorno 2,62
2.6 Segnaletica di sicurezza e cartellonistica informativa €/giorno 0,40
2.7a Rilevazione temperatura corporea (strumento) - Fino a 10 addetti €/giorno 0,41
2.7b Rilevazione temperatura corporea (misurazione) per addetto €/giorno 0,23
Pronto Intervento/Allacciamenti/
Manutenzione Impiantistica
Squadra Squadra Squadra
2 addetti 3 addetti 4 addetti
q.tà/giorno q.tà/giorno q.tà/giorno
2 3 4
2 3 4
2 3 4
2 3 4
2 3 4
1 1 1
1 1 1
2 3 4
13,71 20,17 26,62
€/giorno €/giorno €/giorno
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170. DEFINIZIONE ONERI J.6
(NB: VOCI CHE IN EPU NON HANNO UNA COMPONENTE SICUREZZA PROPRIA DEL CANTIERE E CHE SI PROPONE DI VALORIZZARE NEL PRESENTE CAPITOLO J)
(NB: VOCI CHE IN EPU HANNO GIA’ UNA COMPONENTE SICUREZZA PROPRIA DEL CANTIERE)
J.6.01 Quota oneri diretti sicurezza propria del cantiere non soggetta a ribasso, già compresa e compensata alle voci EPU
E.3.01.A di Scavo/Ripristino per intervento puntuale per tubazioni in Acciaio/Ghisa/Amianto Cemento/Polietilene/PVC ;
E.3.01.B di Scavo/Ripristino per saggio/ricerca dispersione;
E.3.01.C per allargamento puntuale di scavo lineare per tubazioni in Acciaio/Ghisa/Amianto Cemento/Polietilene/PVC;
E.3.02 di Scavo/Ripristino per Allacciamento /acqua isolato per qualunque tipo di tubo e diametro, sia della condotta sia di derivazione allacciamento;
E.3.07 di Scavo/Ripristino per allacciamento fognario in pozzetto o candela esistenti per tubo singolo, fino alla profondità di m 1,50.
E.3.13 scavo/ripristino per sostituzione/rifacimento allacciamento acqua infoderato o
contro terra mediante sfilamento
Scavo tipo.A-B; Riferimento Voci EPU E.3.01.11 -E.3.01.12 - E.3.01.21 - E.3.01.22 - E.3.01.31 -
E.3.01.32 - E.3.01.41 - E.3.01.42
Scavo tipo A-B; Riferimento Voce EPU E.3.01.51 - E.3.01.52
Scavo tipo A - B ; Rif. Voci EPU E.3.01.61 - E.3.01.62 - E.3.01.71 -A E.3.01.72 - E.3.01.81 -
J.6.01.10 E.3.01.82 - E.3.01.91 - AE.3.01.92
Scavo tipo A-B; Riferimento Voci EPU E.3.02.11 - E.3.02.12- E.3.02.20 – E.3.02.21 a corpo € 14,74
Allacciamento fognario fino a 5,0 m - Tip. A-B; Riferimento Voci EPU E.3.07.11-E.3.07.12-
E.3.07.14 – E.3.07.15
Scavo/ripristino per sostituzione/rifacimento allacciamento acqua infoderato o
contro terra - tip.A-B
E.3.13.10 – E .3.13.20
Scavo tipo C ; Riferimento Voci EPU E.3.01.13-E.3.01.23 - E.3.01.33-E.3.01.43
Allacciamento fognario fino a 5,0 m - Tip. C; Riferimento Voci EPU - E.3.07.13_ E.3.07.16
0,9 14,00 12,6 0,1 4 0,4 0,05 0 0 2,64 0,66 1,74 14,74
0,9 36,00 32,4 0,1 16 1,6 0,05 12 0,6 2,64 0,66 1,74 36,34
J.6.02 Quota oneri diretti sicurezza propria del cantiere non soggetta a ribasso, già compresa e compensata alle voci EPU
E.3.03 A. di Sovrapprezzo per maggiore profondità scavo per interventi puntuali su tubazioni aventi estradosso a profondità maggiore di 1,50 metri e
fino alla profondità massima di 2,00 metri.
Scavo tipo A- B - C; Rif. Voci EPU E.3.03.11 – E.3.03.13 - E.3.03.21 - E.3.03.23 - E.3.03.31 –
J.6.02.10 a corpo. € 18,22
E.3.03.33 – E.3.03.41 - E.3.03.43
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J.6.03 Quota oneri diretti sicurezza propria del cantiere non soggetta a ribasso, già compresa e compensata alle voci EPU
Scavi- tipo A - B - C; Riferimento Voci EPU E.3.04.11- E.3.04.12 – E.3.04.13 – E.3.04.14 – E.3.04.15 – E.3.04.16 – E.3.04.21 -
E.3.04.22 - E.3.04.23 - E.3.04.24 - E.3.04.25 - E.3.04.26 - E.3.04.31 - E.3.04.32 – E.3.04.33 - E.3.04.34 - E.3.04.35 - E.3.04.36 –
E.3.04.41 - E.3.04.42 – E.3.04.43 – E.3.04.44 – E.3.04.45 – E.3.04.46
Scavi- tipo A - B - C; Riferimento Voci EPU E.3.02.14 - E.3.02.15 - E.3.02.16 - E.3.02.17 - E.3.02.18 - E.3.02.19 - E.3.02.23- E.3.02.24
- E.3.02.25 - E.3.02.26 - E.3.02.27 - E.3.02.28
J.6.03.10 m € 1,80
Scavo tipo A-B-C; Riferimento Voci EPU E.3.05.11 - E.3.05.12 - E.3.05.13 - E.3.05.15 - E.3.05.16 - E.3.05.17 - E.3.05.21– E.3.05.22
- E.3.05.23 - E.3.05.25 - E.3.05.26 - AE.3.05.27 - E.3.05.31 - E.3.05.32 - E.3.05.33 - E.3.05.35 - E.3.05.36 - E.3.05.37 - E.3.05.41 -
E.3.05.42 - E.3.05.43 - E.3.05.45 - E.3.05.46 - E.3.05.47 - E.3.05.51 - E.3.05.52 - E.3.05.53 - E.3.05.55 - E.3.05.56 - E.3.05.57 - E.3.05.61
- E.3.05.62 - E.3.05.63 - E.3.05.65 - E.3.05.66 - E.3.05.67 - E.3.05.71 - E.3.05.72 - E.3.05.73 - E.3.05.75 - E.3.05.76 - E.3.05.77
J.6.04 Quota oneri diretti sicurezza propria del cantiere non soggetta a ribasso, già compresa e compensata alle voci EPU
Sovrapprezzo all’allargamento lineare di scavo puntuale per intervento su tubazioni
E.3.04.A aventi estradosso a profondità maggiore di 1,50 m, e fino alla profondità massima di 2,00
m.
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Scavo tipo.A - B - C; Riferimento Voci EPU E.3.04.51 - E.3.04.52 – E.3.04.53 – E.3.04.54 – E.3.04.55 – E.3.04.56 – E.3.04.57 – E.3.04.58
J.6.04.10
- E.3.04.61 - E.3.04.62 – E.3.04.63 - E.3.04.64 - E.3.04.65 - E.3.04.66 - E.3.04.67 - E.3.04.68
m € 6,07
J.6.05 Quota oneri diretti sicurezza propria del cantiere non soggetta a ribasso, già compresa e compensata alle voci EPU
E.3.06 B,C,D,E,F e G di Scavo/Ripristino a sviluppo lineare per Fognatura a Gravità, su tubazioni aventi estradosso a
profondità maggiore di 1,50 m, e fino alla profondità massima di 4,50 m.
J.6.05.10 Scavo prof. Da m 1,5 a m 2,0 tipo A - B - C; Riferimento Voci EPU E.3.06.11 - E.3.06.12 - E.3.06.13 - E.3.06.15- E.3.06.16 - E.3.06.17 m € 13,94
J.6.05.20 Scavo prof. Da m 2,00 a m 2,5 tipo A - B - C; Riferimento Voci EPU E.3.06.21 - E.3.06.22 - E.3.06.23 - E.3.06.25- E.3.06.26 - E.3.06.27 m € 16,58
J.6.05.30 Scavo prof. Da m 2,5 a m 3,00 tipo A - B - C; Riferimento Voci EPU E.3.06.31 - E.3.06.32 - E.3.06.33 - E.3.06.35- E.3.06.36 - E.3.06.37 m € 19,22
J.6.05.40 Scavo prof. Da m 3,00 a m 3,5 tipo A - B - C; Riferimento Voci EPU E.3.06.41 - E.3.06.42 - E.3.06.43 - E.3.06.45- E.3.06.46 - E.3.06.47 m € 24,60
J.6.05.50 Scavo prof. Da m 3,5 a m 4,00 tipo A - B - C ; Riferimento Voci EPU E.3.06.51 - E.3.06.52 - E.3.06.53 - E.3.06.55- E.3.06.56 - E.3.06.57 m € 27,60
Scavo prof. Da m 4,00 a m 4,5 tipo A - B - C ; Riferimento Voci EPU E.3.06.61 - E.3.06.62 - E.3.06.63 - E.3.06.65 - E.3.06.66 -
J.6.05.60 m € 37,32
E.3.06.67
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Quota oneri diretti sicurezza propria del cantiere non soggetta a ribasso, già compresa e compensata alle voci EPU
J.6.06
E.3.07.A Sovraprezzo Allacciamento Fognario in pozzetto/candela per maggiore profondità, oltre m 1,50 e fino a m 2,50
J.6.06.10 Posa tubo singolo: Maggiorazione allacciamento fognario fino a 5,0 m, per le tip. A, B e C; Riferimento Voci EPU E.3.07.23 a corpo € 29,57
Compenso aggiuntivo per posa secondo tubo in esecuzione abbinata: Maggiorazione allacciamento fognario fino a 5,0
J.6.06.20 a corpo € 14,78
m, per le tip. A, B e C; Riferimento Voci EPU E.3.07.24
J.6.07 Quota oneri diretti sicurezza propria del cantiere non soggetta a ribasso, già compresa e compensata alle voci EPU
E.3.08 di Scavo/Ripristino per allacciamento fognario in braga fino alla profondità di metri 2,50
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ESTENSIONE RETI, ALLACCIAMENTI ED ACCESSORI SULLE RETI DI FOGNATURA
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J.6.07.10 Posa tubo singolo: allacciamento fognario fino a 5,0 m - Tip. A-B; Riferimento Voci EPU E.3.08.11- E.3.08.12 a corpo € 42,57
J.6.07.20 Posa tubo singolo: allacciamento fognario fino a 5,0 m - Tip. C; Riferimento Voci EPU - E.3.08.13 a corpo € 64,17
Compenso aggiuntivo per posa secondo tubo in esecuzione abbinata: allacciamento fognario fino a 5,0 m - Tip. A-B-C;
J.6.07.30 a corpo € 14,78
Riferimento Voci EPU E.3.08.14- E.3.08.15- E.3.08.16
Quota oneri diretti sicurezza propria del cantiere non soggetta a ribasso, già compresa e compensata alle voci EPU
J.6.08
E.3.08.A Sovraprezzo Allacciamento Fognario in braga per maggiore profondità oltre m 2,50 e fino a m 3,50.
J.6.08.10 Posa tubo singolo: Maggiorazione allacciamento fognario fino a 5,0 m, per le tip. A, B e C; Riferimento Voci EPU E.3.08.23 a corpo € 10,56
Compenso aggiuntivo per posa secondo tubo in esecuzione abbinata: Maggiorazione allacciamento fognario fino a 5,0
J.6.08.20 a corpo € 5,28
m, per le tip. A, B e C; Riferimento Voci EPU E.3.08.24
J.6.09 Quota oneri diretti sicurezza propria del cantiere non soggetta a ribasso, già compresa e compensata alle voci EPU
E.3.09 Scavo/Ripristino per Allacciamento Fognario maggiore 5,00 m e fino a profondità di m 2,50
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J.6.09.10 Posa tubo singolo: fino ad un massimo di 12,0 m, per le tip. A, B e C; Riferimento Voci EPU E.3.09.11- E.3.09.12- E.3.09.13 m € 31,37
Compenso aggiuntivo per posa secondo tubo in esecuzione abbinata: fino ad un massimo di 12,0 m, per le tip. A, B e C;
J.6.09.20 m € 16,58
Riferimento Voci EPU E.3.09.14- E.3.09.15- E.3.09.16
Quota oneri diretti sicurezza propria del cantiere non soggetta a ribasso, già compresa e compensata alle voci EPU
J.6.10
E.3.10 Sistema di raccolta acque Meteoriche.
J.6.10.10 per allaccio fino a 8 m; Riferimento Voci EPU E.3.10.10 a corpo € 34,60
J.6.10.20 per ogni metro aggiuntivo, eccedente gli 8,0 m Riferimento Voci EPU E.3.10.20 m € 1,80
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