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INDICE
1 – INTRODUZIONE ............................................................................ 6
1 – INTRODUZIONE
La modulistica per la domanda di AIA predisposta dall’APAT, prevede inoltre la
compilazione di una Relazione Tecnico dei Processi Produttivi. Le informazioni
contenute nella domanda definite nell’ambito della modulistica APAT, nel dettaglio:
Descrivere in modo sintetico l’evoluzione nel tempo dell’impianto, sotto il profilo delle
principali variazioni di localizzazione, attività e capacità produttiva e delle inerenti modifiche
tecniche intervenute. Descrivere gli avvicendamenti delle produzioni nel sito.
Fornire una descrizione tecnica del ciclo produttivo, definendo tutte le fasi produttive e le
operazioni effettuate per passare dalle materie in ingresso ai prodotti in uscita. In
particolare riportare:
capacità massima di produzione, quantità prodotta;
le linee produttive, le apparecchiature, le loro condizioni di funzionamento e i
relativi flussi di materia ed energia associati;
dati quantitativi in ingresso ed in uscita di flussi di processo (materie prime,
prodotti intermedi, finali, secondari, etc.), ausiliari, combustibili, fluidi
termovettori, scarichi in aria e in acqua, rifiuti prodotti, specificando le fasi di
provenienza e quelle di destinazione, e il bilancio di energia (termica ed
elettrica) per ciascuna delle fasi rappresentate negli schemi a blocchi
(allegato A.25); se i dati per la singola fase non sono disponibili fornire i dati
relativi a più fasi o ad unità di processo significative;
l’eventuale periodicità di funzionamento, i tempi di avvio e di arresto, la data
di installazione ed il nome del costruttore-progettista, la vita residua;
tipologia di sostanze inquinanti che possono generarsi nelle singole fasi
produttive e durante i periodi di manutenzione, caratterizzandoli
quantitativamente e qualitativamente;
la periodicità, durata e modalità di manutenzione programmata;
il numero di blocchi temporanei non programmati che si sono avuti nell’ultimo 6
anno e una breve descrizione di tali eventi.
Fornire inoltre una descrizione di:
logistica di approvvigionamento delle materie prime e di spedizione dei
prodotti finiti (tipologia dei mezzi di trasporto, frequenza delle spedizioni,
viabilità interna);
sistemi di impianto ausiliari;
sistemi di regolazione, controllo e sistemi di sicurezza, limitatamente agli
scopi del procedimento;
condizioni di avviamento e di transitorio.
Indicare se sono presenti apparecchiature o parti di impianto non in esercizio; riportare un
elenco dei piani di smantellamento succedutisi negli anni ed eventuali bonifiche su parti di
impianto effettuate o in atto.
Fornire un’analisi della gestione dei malfunzionamenti (prevenzione dei guasti all'impianto,
sistemi di sicurezza e controllo per l'intero impianto, misure di prevenzione e lotta
antincendio) e degli eventuali incidenti ambientali accaduti con i relativi interventi adottati
e i risultati raggiunti.
Al fine di facilitare la lettura del presente documento, nella seguente tabella viene
descritta la corrispondenza tra i punti richiesti dalla modulistica APAT nella
Relazione dei Processi Produttivi e la struttura della presente Relazione.
La Raffineria dispone di un parco di circa 140 serbatoi, quasi tutti del tipo cilindrico
verticale a tetto galleggiante, per una capacità complessiva di circa 4 milioni di m3.
Lo stoccaggio è stato adeguato alla tipologia delle materie prime (segregazione di
greggi in accordo alle diverse qualità) e della ampia varietà di prodotti immessi sul
mercato: GPL, benzine finite e semilavorate, kerosene per varie utilizzazioni, gasoli
ed oli combustibili.
In particolare lo stoccaggio del GPL è previsto utilizzando serbatoi tumulati
secondo quanto previsto dalla normativa vigente.
Le attrezzature di ricezione/spedizione via mare si articolano in due pontili in
esercizio con possibilità di ormeggi contemporanei:
• il pontile 2 è lungo 650 metri ed ha una capacità massima di ricezione del
greggio di 15000 tonn/ora per ciascuno dei 2 oleodotti di cui è attrezzato.
• il pontile 1 è lungo 500 metri ed ha un solo oleodotto con una capacità
massima di ricezione del greggio di 2000 tonn/ora.
La Raffineria è in grado di ricevere navi cisterna fino a 420.000 DWT (al pontile 2).
Il movimento di navi complessivo è di oltre 700 navi/anno con potenzialità fino a
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900 navi/anno.
Esiste inoltre la disponibilità di un terzo pontile, già costruito, attualmente non
attrezzato e quindi non in uso.
La Raffineria è attrezzata per il rifornimento delle isole minori dei vicini arcipelaghi.
Una quota di prodotti finiti (15% circa) è spedita via terra, tramite autobotti (ATB)
ed attraverso l'oleodotto che collega la Raffineria alla vicina centrale EDIPOWER di
S. Filippo del Mela.
I prodotti finiti spediti via terra mediante ATB sono caricati attraverso 6 pensiline di
carico, di cui 2 dedicate esclusivamente al carico di GPL. Via ATB si effettua la
movimentazione dei seguenti prodotti:
• GPL;
• Benzine;
• Kerosene;
• Gasolio;
• olio combustibile.
Ai soli fini della descrizione delle attività di raffineria in coerenza con quanto
richiesto dalla modulistica APAT per la compilazione della domanda di AIA, il
processo svolto presso lo stabilimento è stato schematizzato secondo alcune fasi
principali, classificabili anche come macro-fasi:
Nel presente capitolo sono descritti i bilanci di materia ed energia, riferiti alla
configurazione impiantistica descritta nella scheda C della domanda di AIA, per
ognuna delle fasi del processo identificate nell’ambito della domanda, ovvero:
• Fase di Raffinazione;
• Fase di Gestione Utilities;
• Fase di Stoccaggio e Movimentazione;
• Fase di Trattamento Reflui;
• Fase di Gestione Rifiuti;
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Inoltre il complesso della raffineria presenta ulteriori interazioni con impianti
operanti nel Distretto di Milazzo, alcuni di essi ricadenti nel campo di applicazione
della Direttiva IPPC:
• Linde Gas Milazzo - Impianto di produzione Idrogeno;
• Termica Milazzo – Centrale per la produzione cogenerativa di elettricità e
vapore;
• EdiPower - Centrale per la produzione di elettricità;
Infine la Raffineria di Milazzo risulta connessa alla rete di trasmissione nazionale di
elettricità GRTN, alla rete di distribuzione di gas naturale SnamReteGas,
all’Acquedotto comunale di Milazzo.
Fase Raffinazione
La fase di raffinazione comprende i processi di raffinazione che hanno luogo presso
lo stabilimento e tutte le attività accessorie a servizio del processo di raffinazione.
Dal punto di vista operativo/funzionale, la fase di raffinazione comprende tutti
processi svolti nelle seguenti unità, sinteticamente descritte nel paragrafo
successivo:
• Unità Topping 3 - TP3
• Unità Topping 4 - TP4
• Unità Vacuum - VDU
• Unità Hydrocracker - HDC
supporto della raffineria, ovvero via terra (principalmente per i prodotti) e via nave
(principalmente per le materie prime ed i semilavorati).
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La successiva Figura 2 riporta uno schema a blocchi aggiornato del ciclo produttivo
della raffineria con l’indicazione dei prodotti, materie prime e produzioni.
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Nel corso degli anni la Raffineria ha subito una serie di modifiche tecnologiche e
impiantistiche, fra le quali si segnalano:
• Autorizzazione ad elevare la capacità lavorativa a 20.400.000 t/anno di grezzo
(1981); 21
• Realizzazione impianto produzione zolfo liquido n°1 e trattamento acque acide
n°1 (1984);
• Realizzazione impianto Merox GPL 1 e isopentano (1987);
• Realizzazione impianto desolforazione nafta e reforming catalitico (1988);
• Realizzazione impianto desolforazione 1 (1990);
• Razionalizzazione centrale termoelettrica (1991);
• Realizzazione impianto MTBE (1992);
• Realizzazione impianto Idroisomerizzazione (1995);
• Realizzazione impianto Merox Kerosene (1993);
• Realizzazione impianto “unicracker” per la lavorazione dei distillati pesanti ,
impianto di produzione idrogeno n°1, OGA, SWS2 (1994);
• Realizzazione impianto LC Finer, impianto produzione idrogeno n° 2 e impianto
recupero zolfo n° 2, SCOT 1 e 2 (1997);
• Realizzazione impianto di desolforazione gasoli (2001), Merox GPL2, PSA;
• Realizzazione impianto di desolforazione benzine da FCC(2005);
Nella seguente tabella sono indicati sinteticamente gli ulteriori interventi di
modifica e/o adeguamento tecnologico che hanno riguardato negli anni alcuni
singoli impianti di produzione o ausiliari di raffineria.
1
Sistema di Controllo Distribuito indica "Distributed Control System" (DCS).
2
Controllori Logici Programmabili indica "Programmable Logic Controller" (PLC).
I PLC storicamente sono stati utilizzati per l'automazione di processi in cui i segnali
sono digitali piuttosto che analogici come nella regolazione di processi continui. Per
semplificare si può dire che il mondo digitale (o discreto) è governato dai PLC, il
mondo analogico (o continuo) dai DCS. La tecnologia odierna "media" tra i due
estremi ideali e vede nei PLC capacità da DCS e viceversa.
In Raffineria sono presenti due tipologie di PLC:
• i primi sono quelli che gestiscono e controllano apparecchiature di piccole
dimensioni e generalmente sono stato offerti dallo stesso fornitore
dell'apparecchiatura (Package);
• i secondi sono quelli impiegati nella sicurezza e vengono utilizzati nelle logiche
di interblocco e/o di fermate di emergenza. I PLC utilizzati per queste ultime
applicazioni vengono comunemente definiti sistemi di Emergency Shut Down
(ESD).
I PLC comunicano attraverso collegamenti seriali con i DCS dando luogo a uno
scambio dati che permette all'operatore tramite l'interfaccia DCS di ricevere
informazioni dai PLC e inviare comandi di start stop o reset di apparecchiature.
Le configurazioni software dei PLC che governano le apparecchiature o che
rilevando situazioni di malfunzionamento mettono in sicurezza gli impianti, sono di
primaria importanza in quanto sono state sempre sviluppate e testate dal fornitore
e ogni eventuale modifica viene attentamente rivalutata con il licenziatario del
processo e con il progettista.
La responsabilità del buon funzionamento sia dell’HardWare che del SoftWare dei
PLC di Raffineria è a carico di specifiche unità di raffineria (MANINGE/MAN -
manutenzione e TECL/CP - controllo di processo).
Entro il 30 Ottobre 2007 è prevista l’implementazione di un sistema di controllo
multivariabile DMC per l’ottimizzazione dei parametri operativi e dei consumi
energetici per le unità Topping 3, HDT e Reforming. 25
Sistemi di sicurezza
La Raffineria è soggetta all’applicazione del D.Lgs. 334/99, relativo ai rischi di
incidenti rilevanti connessi con la detenzione di determinate sostanze pericolose.
All’interno del sito, infatti, sono presenti sostanze classificate come “pericolose”
(per composizione chimica e/o caratteristiche di tossicità/infiammabilità) in
quantità uguale o superiore ai valori che la normativa definisce per l’obbligo di
Notifica ministeriale (art. 6) e di redazione del Rapporto di Sicurezza (art. 8).
Nella documentazione inoltrata agli Enti preposti sono analizzati i cicli produttivi e
le probabilità che si possa verificare un incidente rilevante, individuando le
potenziali conseguenze/impatti sull’ambiente circostante e le precauzioni disposte
dalla Raffineria per evitare ogni rischio e mitigarne gli effetti.
In questa logica, e nell’ottica del rispetto degli adempimenti previsti dal citato
Decreto, la Raffineria ha adottato specifici strumenti di gestione, tra cui:
• il Piano di Emergenza Interno (PEI), che codifica i comportamenti da seguire
in caso di incidente rilevante, periodicamente testati in sito attraverso
esercitazioni e simulazioni con il coinvolgimento di dipendenti ed Enti
esterni;
• il PEI, inoltre, si correla al Piano di Emergenza Esterno emanato dalla
Prefettura locale;
• la Politica di Sicurezza, Salute, Ambiente e Prevenzione degli incidenti
rilevanti;
• il Sistema di Gestione della Sicurezza (SGS), strutturato attraverso Manuale,
Procedure e supporti dedicati, secondo gli specifici requisiti definiti dal
D.LgsD.M. 9.8.2000;
• il SGS, implementato nel corso del 2000, è stato strutturato in modo
separato ma parallelo al Sistema di Gestione Ambientale – ISO 14001, in
maniera tale da poter consentire in futuro un’eventuale integrazione;
• la Scheda di informazione alla popolazione, finalizzata a sintetizzare i rischi di
incidente rilevante con impatto esterno.
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28
IN OUT
Bilancio materie Grezzi: 9.389.000 t Propilene: 128.283 t
prime/ prodotti finiti Semilavorati: 1.181.700 t GPL: 112.014 t
Addittivi: 10.674 t Virgin Naphta: 1.236.847 t
Idrogeno: 44.000 t Benzina aut.: 2.136.184 t
Kerosene: 177.423 t
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Combustibili: 432.978 t FOE Gasolio.: 4.465.574 t
OC: 1.515.463 t
Altri: 853.586 t
IN OUT
Bilancio materie Combustibili: 162.906 t FOE
prime/ prodotti finiti
Utilities Vapore AP: 1.900.227 t Vapore AP: 812.524 t
Vapore MP: 0 t Vapore MP: 977.463 t
Vapore BP: 167.850 t Vapore BP: 897.593 t
Elettricità: 94.000.000 KWh Acqua Demi: 2.786.905 t
Acqua Demi: 738.733 t Condense: 68.810 t
Condense: 1.126.828 t Elettricità a raffinazione: 396.021.656
Acqua industriale:4.441.018 m3 KWh
IN OUT
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Bilancio materie Grezzi: 9.389.000 t Propilene: 128.283 t
prime/ prodotti finiti Semilavorati: 1.181.700 t GPL: 112.014 t
Addittivi: 10.674 t Virgin Naphta: 1.236.847 t
Idrogeno: 44.000 t Benzina aut.: 2.136.184 t
Kerosene: 177.423 t
Gasolio.: 4.465.574 t
OC: 1.515.463 t
Altri: 853.586 t
La fase di trattamento reflui comprende sia il sistema di raccolta dei reflui prodotti
nell’ambito dello stabilimento che i sistemi di trattamento dei reflui prima dello
scarico complessivo dei reflui mediante il punto di scarico esistente.
La presente fase interagisce con le altre fasi individuate in precedenza con le
seguenti modalità:
• Fase di Raffinazione – ricezione dei reflui prodotti nell’ambito della fase;
• Fase di Gestione Utilities – ricezione dei reflui prodotti nell’ambito della fase
e delle utilities necessari al funzionamento;
• Fase Stoccaggio e Movimentazione – ricezione dei reflui prodotti
nell’ambito della fase;
• Fase Gestione rifiuti – ricezione dei reflui prodotti nell’ambito della fase ed
invio dei rifiuti prodotti;
IN OUT
Bilancio materie Reflui da trattare: 5.250.000 m3 Reflui trattati: 5.250.000 m3
prime/ prodotti finiti
Utilities Elettricità: 8.330.000 KWh
Emissioni in atmosfera Nessuno VOC: 548 t
Scarichi idrici ed COD: 840 t
emissioni in acqua BOD5: 210 t
HC: 27 t
Azoto ammoniacale: 79 t
Azoto nitroso: 3,15 t
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Fenoli: 2,63 t
Solidi sospesi: 420 t
Rifiuti Nessuno Compresi nella fase gestione
Rifiuti
IN OUT
Bilancio materie Rifiuti a smaltimento/recupero: 12.146 t Rifiuti smaltiti/recuperati: 12.146 t
prime/ prodotti finiti
Utilities Nessuno Nessuno
Emissioni in atmosfera Nessuno Nessuno
Scarichi idrici ed Nessuno Nessuno
emissioni in acqua
Rifiuti Nessuno Nessuno
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Si osservi che le informazioni quantitative relative alla produzione di rifiuti
complessiva dello stabilimento sono descritte in dettaglio nella scheda B.11
“Produzione di rifiuti” della domanda.
Emissioni in atmosfera
Gli impianti di produzione di energia (elettricità e vapore), i forni ed l’unità di
cracking catalitico sono le unità di una raffineria dove si originano le maggiori
emissioni in atmosfera di CO, NOx, CO2, particolato, SOx. Tipicamente il 60% delle
emissioni in atmosfera è originato dai processi di produzione energia. Anche le
unità di recupero zolfo e le torce rappresentano una rilevante fonte emissiva.
La rigenerazione dei catalizzatori (FCC con CO Boiler) produce emissioni gassose e
di particolato.
I composti organici volatili (VOC) si originano principalmente dallo stoccaggio, dal
caricamento e movimentazione prodotti, dalle operazioni di separazione olio/acqua
(presso l’impianto di trattamento reflui) e dalle apparecchiature e componenti
(flange, valvole, tenute, drenaggi, etc.). Al fine di ridurre le proprie emissioni di
VOC, entro il 30 Ottobre 2007 la Raffineria implementerà i seguenti interventi:
• Adeguamento delle prese campioni di gpl per poter eseguire i
campionamenti in circuito chiuso con collettamento a blow down;
• Sostituzione delle tenute meccaniche delle pompe delle unità FCC, Gas Con
e HDS1 con inserimento di doppia tenuta;
• Installazione di manicotti di guarnizione attorno ai punti di campionamento
di due serbatoi di benzine a tetto galleggiante;
Emissioni in acqua
Le acque di processo, il vapore e le acque di lavaggio che sono state in contatto
con i fluidi di processo e quindi contengono, oltre ad idrocarburi, anche H2S e NH3
necessitano di un trattamento prima di essere scaricate nel corpo ricettore.
Analogamente le acque di raffreddamento, sebbene teoricamente non siano in
contatto con i fluidi di processo, possono contenere inquinanti in basse
concentrazioni che in ogni caso possono essere tali da causare un problema
ambientale per effetto della notevole portata. Anche le acque meteoriche di
dilavamento delle aree produttive contengono idrocarburi presenti in superficie;
esse devono quindi essere trattate prima dello scarico nei corpi idrici recettori.
Gli inquinanti presenti nelle acque di scarico, derivano principalmente dalle sezioni
di desalting, di distillazione, dalle unità di desolforazione ed hydrocracking, dal
cracking catalitico e dalle varie unità ausiliarie della raffineria.
In particolare in alcune e unità di raffineria è previsto uno strippaggio in corrente di
vapore o un lavaggio con acqua , con conseguente produzione di acque acide con
significanti concentrazioni di ammoniaca, idrogeno solforato ed idrocarburi. Queste
acque vengono sottoposte ad un preventivo trattamento di strippaggio prima di
essere avviate all’impianto di trattamento acque reflue.
Le acque di scarico sono trattate in un impianto di trattamento reflui dedicato 36
prima dello scarico finale nel corpo idrico recettore.
Produzione di rifiuti
La produzione di rifiuti dello stabilimento è essenzialmente costituita da fanghi da
trattamento di depurazione delle acque, catalizzatori esausti, vari rifiuti oleosi e
morchie, ceneri ed infine ridotti quantitativi di rifiuti solidi urbani ed assimilati.
In occasione delle attività di manutenzione e miglioramento delle strutture
impiantistiche vengono inoltre prodotti rifiuti da demolizione e rottami metallici.
3
Per la quantificazione delle emissioni delle sostanze descritte si faccia riferimento al capitolo
precedente 3, che illustra il bilancio di massa per le singole fasi della raffineria
4 Per una descrizione dettagliata delle condizioni di funzionamento delle singole unità si faccia
riferimento al capitolo successivo 5.
7
La definizione di tali indicatori prestazionali è fornita da Solomon Consultants, nell’ambito del proprio
Survey Study cui la Raffineria di Milazzo aderisce con cadenza bi-annuale.
43
5 DESCRIZIONE FUNZIONAMENTO
Le unità principali di raffineria operano con funzionamento continuo (24 ore al
giorno, 7 giorni alla settimana) su base annuale.
Il funzionamento caratteristico, continuo, viene alternato con periodi di fermata
che possono essere sia programmate che non programmate.
• sostituzione catalizzatori;
• lavaggio scambiatori;
• verifica funzionamento e taratura strumentazione;
• manutenzione/sostituzione di apparecchiature, linee e componenti;
• ispezioni e controlli non distruttivi;
• manutenzione di macchine fisse e rotanti;
• verifiche ispettive di legge e sui sistemi di controllo e sicurezza.
023 Hydrocrac Continuo 168 ore 120 ore Forni unità: variazione
ker qualitativa delle emissioni in
atmosfera (generalmente
aumento concentrazioni CO,
NOx, PM) e variazione dei
consumi energetici specifici.
Emissioni di COV e vapore
d’acqua durante la bonifica di
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Caratteristiche unità
Anno di costruzione/installazione: 1973
Licenziatario: CONSER
Costruttore: TECHNIDER
Capacità di trattamento: 19.140 t/d
Caratteristiche unità
Anno di costruzione/installazione: 1973
Licenziatario: CONSER
Costruttore: TECHNIDER
Capacità di trattamento: 19.140 t/d
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Caratteristiche unità
Anno di costruzione/installazione: 1970
Licenziatario: CONSER
Costruttore: SnamProgetti
Capacità di trattamento: 11.450 t/d
Al fine di rendere più chiaro il funzionamento dell’impianto in esame, esso è stato suddiviso
nei seguenti circuiti principali:
3. Colonna Vacuum
La carica proveniente dal forno F-1, parzialmente vaporizzata, viene introdotta nella colonna
vacuum C-1, nella zona di flash.
Nella parte superiore alla zona di flash si verifica il frazionamento del vaporizzato in due tagli
laterali, mentre nella parte inferiore si realizza lo strippaggio con vapore surriscaldato e
l’estrazione del non vaporizzato (residuo Vacuum).
Il bilancio termico e l’efficienza della colonna vacuum si realizzano mediante un sistema di
vuoto e mediante due ricircolazioni laterali (Pumparounds) che ritornano in colonna dopo il
raffreddamento.
4. Prelievi Laterali
I prelievi laterali sono costituiti da gasolio pesante da vuoto ( HVGO) e gasolio leggero (
7. Sistema Vuoto
I vapori di testa della colonna C-1 vengono convogliati al sistema di condensazione .
I vapori di testa condensano parzialmente ed il condensato viene raccolto nel D-50 65
(accumulatore del condensato), all’interno del quale si separano gli idrocarburi liquidi
dall’acqua acida e dagli incondensabili ancora presenti.
Gli idrocarburi recuperati vengono saltuariamente inviati a Slop, mentre l’acqua acida è inviata
al trattamento acque acide oppure ai desalters dell’impianto topping; gli incondensabili
vengono bruciati nel forno di riscaldamento della carica dopo essere stati trattati nel lavaggio
amminico.
Caratteristiche unità
Anno di costruzione/installazione: 1994
Licenziatario: UNOCAL/UOP
Costruttore: SnamProgetti
Capacità di trattamento: 5.500 t/d
2. Reazione
La carica combinata fluisce attraverso i reattori RD-2301 (Hydrotreating Reactor) e RD-2302
(Hydrocracking Reactor) dove avvengono le reazioni di trasformazione. 66
L’effluente del secondo reattore, costituito da una miscela dei prodotti di reazione, cede il
proprio calore al gas di riciclo, alla carica liquida, al taglio laterale della colonna
prefrazionamento nonchè alla carica stessa della colonna prefrazionatrice CE-2301,
rispettivamente negli scambiatori EC2301/EC2303/EC-2306, EC-2302/EC-2304, EC-23O5 e EC-
2307.
Il calore residuo viene rimosso nello scambiatore ad aria EC-2351, da cui l’effluente reattore
fluisce verso il separatore ad alta pressione DF-2302.
A monte del refrigerante ad aria EC-2351 o, alternativamente, a monte dello scambiatore EC-
2307, è previsto un punto di iniezione di acqua demi deareata per la rimozione di sali che si
possono formare nel circuito di alta pressione. Quest’acqua, che solubilizza parte dell’acido
solfidrico e la maggior parte dell’ammoniaca prodotta, viene separata nel recipiente DF-2302
dalla parte idrocarburica e inviata al separatore a bassa pressione DF-2303. Anche la parte
idrocarburica viene inviata allo stesso separatore ma fluendo prima attraverso la turbina di
recupero TJ-2304, dove il salto di pressione viene sfruttato per fornire energia alla pompa di
carica PJ 2303 A, calettata sullo stesso asse della turbina.
4. Prefrazionamento e frazionamento
La sezione di frazionamento è costituita da due colonne principali.
La prima colonna, CE-2301 (Prefractionator Column), raccoglie il liquido proveniente dal
separatore DF-2303 e preriscaldatosi nello scambiatore EC-2307 (Reactor
Effluent/Prefractionator Feed).
Lo strippaggio dei componenti leggeri è effettuato a mezzo di un ribollitore di fondo colonna
che permette il recupero di una frazione di GPL dalla testa della colonna. Il ribollitore,
costituito dal forno FB-2302B, e le pompe di circolazione PJ-2308 A/B/C provvedono a fornire
alla colonna parte del carico termico necessario per il recupero in testa dei leggeri. Il
rimanente riscaldamento è fornito dal taglio laterale (side draw) per mezzo di PJ 2320 A/B ed
EC 2305 – 2308.
Tali gas vengono parzialmente condensati nell'air cooler EC-2352 e nel condensatore EC-2318.
Il GPL prodotto viene, in parte, riflussato nel prefrazionatore CE-2301 ed, in parte, inviato allo
stoccaggio.
La parte non condensata viene lavata nell'unità Lavaggio Gas prima di essere inviata alla rete
gas.
Il liquido di fondo della colonna CE-2301 costituisce l'alimentazione alla seconda colonna
principale CE 2302 (Fractionator Column), dopo essere stato parzialmente vaporizzato nel
forno FB 2302 A. Nella zona convettiva del forno FB 2302A sono previsti serpentini di vapore a
bassa pressione; tale vapore viene usato, dopo surriscaldamento, come vapore di strippaggio
nella frazionatrice (CE 2302) e nello stripper del gasolio (CE 2304).
La colonna di Frazionamento consente la separazione dei seguenti prodotti:
Nafta totale, prelevata dall'accumulatore di testa colonna DF 2308 ed inviata al
successivo trattamento nell’unità di desolforazione benzina, dopo raffreddamento
in EC 2309;
Kerosene, prelevato dal piatto n. 34 e strippato nella colonna CE 2303 (Kerosene
Stripper), tale colonna utilizza, per ottenere un prodotto avente le caratteristiche
richieste, il ribollitore EC 23 10 (Kerosene Stripper Reboiler) che recupera calore
dal prodotto di fondo della colonna principale. Il prodotto strippato passa nel
refrigerante ad aria EC 2356, viene ulteriormente raffreddato con acqua in EC
2311 e quindi inviato a stoccaggio;
Gasolio, prelevato dal piatto n. 22 e strippato con vapore nella colonna CE 2304.
Raffreddandosi nel refrigerante ad aria EC 2354, il prodotto passa attraverso il
coalescer FTL 2303 per ridurre il contenuto di acqua libera prima di essere 67
inviato a stoccaggio.
Gasolio Residuo Desolforato, come prodotto di fondo colonna, che cede calore
nel ribollitore del Kerosene (EC 23 1O), preriscalda la carica al frazionatore in EC
2308 ed infine viene raffreddato con acqua temperata prima di essere inviato a
stoccaggio.
Il bilancio termico della colonna viene assicurato da una circolazione intermedia di gasolio che
preriscalda la carica fredda in EC 2313 (se necessario) prima di raffreddarsi nello scambiatore
ad aria EC 2357.
5. Sezione Deetanizzazione
La corrente di GPL liquido viene alimentata al Preriscaldatore Carica EC2325 A/B e da questo
alla Deetanizzatrice CE2310.
Il vapore proveniente dalla testa della Deetanizzatrice viene parzialmente condensato nel
Condensatore Deetanizzatrice EC 2326: il condensato costituisce il riflusso alla colonna;
l’acqua eventualmente presente si separa dalla fase idrocarburica e viene periodicamente
scaricata. I gas acidi, dopo separazione dal condensato, sono avviati ai limiti di batteria, per
essere poi lavati nell’Unità Lavaggio Gas (Impianto OGA Unità 28).
Il prodotto di fondo della Deetanizzatrice, con un contenuto di etano inferiore al 3% in volume
rispetto ai C3, viene raffreddato nel Preriscaldatore Carica EC 2325 A/B e quindi nel
Refrigerante GPL EC-2328.
I GPL lavati vengono nuovamente raffreddati nel Refrigerante Finale GPL EC 2329 e da questo
inviati al 1° Coalescer FTL 2310, in cui dalla fase idrocarburica si separano gli eventuali
trascinamenti di soluzione amminica, che sono inviati al Recipiente di Flash DF 2326.
I GPL così trattati passano poi al 2° Coalescer FTL 2311, in cui si separano eventuali
trascinamenti di acqua, che vengono inviati al Recipiente di Flash DF2326; dal 2° Coalescer i
GPL sono infine avviati ai limiti di batteria e da qui allo stoccaggio.
Il liquido che da tutti i suddetti scarichi si raccoglie nel recipiente DF 2326 viene inviato al
sistema di trattamento della soluzione caustica esausta.
68
Caratteristiche unità
Anno di costruzione/installazione: 1971
Licenziatario: Texaco
Costruttore: SnamProgetti
Capacità di trattamento: 7.000 t/d
Reattore e Rigeneratore
La carica fresca dell’impianto, costituita da gasoli da vacuum o da particolari gasoli da topping
in miscela o meno ai primi, è inviata, dopo preriscaldamento a spese dei prodotti più pesanti
della frazionatrice principale 30 C-101 e dopo riscaldamento nel forno 30 F-102, al reattore 30
R-101. Quest’ultimo è dotato di un tubo verticale di adduzione (riser attraverso il quale viene
introdotta la carica fresca).
Alla base dei riser la carica fresca viene in contatto con il catalizzatore rigenerato caldo che
scende dal rigeneratore 30 R-102 attraverso un tubo verticale (stands-pipe) con portata
regolata da valvola a slitta (slide valve).
A contatto con il catalizzatore caldo, la carica fresca evapora istantaneamente. Si creano così
delle condizioni di trasporto pneumatico del catalizzatore che fluisce al reattore attraverso il
riser trasportato da vapori di idrocarburi.
Il catalizzatore rigenerato fornisce anche il calore richiesto dall’endotermicità della reazione di
cracking e la quantità che circola, dal rigeneratore al reattore, è funzione della temperatura di
reazione richiesta. La reazione di cracking della carica fresca avviene totalmente nel riser.
L’ingresso del riser della carica fresca nel reattore avviene al di sopra del letto di catalizzatore
in fase densa.
Il reattore, serve principalmente a realizzare la separazione tra catalizzatore e prodotti di
reazione, separazione resa più spinta mediante cicloni posti all’uscita del reattore ed un
separatore balistico in uscita riser. Mentre i vapori vanno alla frazionatrice principale, il
catalizzatore cade sul fondo del reattore e fluisce allo stripper sottostante.
Nello stripper gli idrocarburi adsorbiti sul catalizzatore vengono strippati con vapore. Dal fondo
dello stripper il catalizzatore fluisce nel rigeneratore attraverso uno slide valve azionata dal
controllore di livello dello stripper.
Nel rigeneratore 30 R-102 si effettua la rigenerazione del catalizzatore spento mediante la
combustione del coke depositatosi durante le reazioni di cracking.
La combustione viene realizzata insufflando aria dalla base del rigeneratore mediante la
soffiante assiale 30 MK301.
I gas della combustione (flue gas) abbandonano il rigeneratore attarverso una doppia serie di
cicloni (sette cicloni per serie) nei quali vengono recuperati i fini di catalizzatore trascinato.
Dal rigeneratore, attraverso la linea di flue gas, i gas della combustione, vengono convogliati al
camino o al CO Boiler, dove si sfrutta il calore di combustione, per produrre vapore ad alta
pressione (51 ATE).
Il catalizzatore separatosi dai fumi della combustione si raccoglie al fondo del rigeneratore da
dove viene convogliato, come detto, alla base del riser con portata regolata da slide valve
comandata dal controllore di temperatura di reazione.
Frazionatrice principale 30 C-101
Nella frazionatrice principale 30 C-101 si effettua il raffreddamento dei vapori provenienti dal
reattore 30 R-101 e si inizia la loro separazione.
Dalla frazionatrice principale si estraggono:
• tre tagli di gasoli (uno dalla coda e due da prelievi laterali, cui uno costituisce un
pumparound),
• un taglio (prelievo laterale) di benzina pesante (HCN)
• un prodotto di testa costituito da benzine leggere, GPL e gas incondensabili.
I tre tagli di gasoli vengono suddivisi, dal basso verso l’alto della colonna in:
• HGCO (gasolio pesante da cracking) che viene raffreddato in E101 A/B (preriscaldo
carica fresca), E-111 A/B (produzione vapore), E-209 (ribollitore col.
debutanizzatrice), E-280 (preriscaldo forno HDT2), E223 (ribollitore splitter benzina);
in parte viene riciclato in colonna come riflusso di coda ed in parte inviato a 70
stoccaggio previo ulteriore raffreddamento in E-116 N.
• IGCO (gasolio intermedio da cracking) che viene raffreddato in E-109 (preriscaldo
carica), E-207 (ribollitore stripper), E-104 (generatore di vapore) e riflussato in
colonna come riflusso intermedio;
• LGCO (gasolio leggero da cracking) che viene in parte strippato con vapore (la fase
vapore separata in C-102 è riciclata in colonna) e quindi inviata a stoccaggio previo
raffreddamento in E-105 ed EA-106. Un altro flusso di HCN (vedi dopo), raffreddato
in E253 ed EA-108, viene impiegato per l’assorbimento dei gas in C-202 (sez.
assorbimento) e da qui ritorna in C-101 previo raffreddamento nel E283.
Il tagli di benzina pesante (HCN) dopo strippaggio con vapore in C-151 e refrigerazione in E-
151 ed E-152 è inviato a stoccaggio.
Infine, in prossimità della testa della C-101, viene prelevato un flusso di Pomp around, che,
dopo raffreddamento in EA 117, E3 A/B/C, E 255, viene inviato ad un polmone di separazione
dell’acqua D280 e riciclato in testa colonna.
I vapori di idrocarburi uscenti dalla testa della colonna (insieme ai vapori provenienti dalla
unità HDT2) vengono raffreddati e parzialmente condensati in EA-102 ed E-160 A/B e E161
A/B, quindi inviati all’accumulatore/separatore D-110 dove si separano tre fasi, una vapore
idrocarburica, una liquida idrocarburica e una acquosa.
La fase vapore viene aspirata dal compressore centrifugo 50 K-201.
La fase liquida idrocarburica WCN (whole cracking naphta = benzina totale da cracking) viene
in parte riflussata in testa alla colonna C-101 e in parte inviata all’assorbitore primario 50 C-
201 della sezione gas concentration.
La fase acquosa proveniente dalla condensazione del vapore d’acqua usato per lo strippaggio
degli idrocarburi nello stripper del reattore come vapore di fluffing, come vapore di dispersione
alla base dei risers ed H2O di lavaggio alla vapor line, si raccoglie nella parte inferiore
dell’accumulatore a da qui inviata al SWS.
CO-boiler
I gas della combustione realizzata nel rigeneratore del catalizzatore spento contengono una
certa percentuale di ossido di carbonio. Inoltre l’elevata temperatura di questa corrente si
presta ad un notevole recupero termico.
Ciò viene realizzato nel CO Boiler che è sostanzialmente una caldaia in cui si completa la
combustione del CO utilizzando il calore sviluppato da tale combustione che avviene nel
rigeneratore assieme a quello generato eventualmente da combustibile ausiliario per la
produzione di vapore a 50 Kg/cmq.
Non tutta l’energia posseduta dai fumi della combustione viene in questo modo recuperata in
quanto all’uscita dal rigeneratore, prima dell’ingresso al CO Boiler, i fumi devono essere
necessariamente laminati, perdendo in questo modo l’energia di pressione.
Compressione ed assorbimento
I vapori aspirati in D-110 vengono compressi dal compressore centrifugo a due stadi K-201,
munito di intercoolers E-251 A/B.
All’uscita del secondo stadio i vapori vengono miscelati con benzina ricca in idrocarburi leggeri
(proveniente dal fondo di C-201.
La miscela è raffreddata in EA 202 ed E-203 N A/B ed inviata al ricevitore ad alta pressione D-
203 nel quale si separano una fase vapore, inviata poi all’assorbitore primario C-201 e una
fase liquida (benzina di carica stripper).
In C-201 si effettua l’assorbimento preferenziale dei composti più pesanti del vapore di
idrocarburi in WCN proveniente da D-110.
Il vapore non assorbito, che esce dalla testa di C-201 viene ulteriormente lavato con LCGO
nell’assorbitore secondario C-202.
Il gasolio arricchito in leggeri viene riciclato a C-101.
I gas non assorbiti escono dalla testa di C-202 e sono inviati alla sezione lavaggio amminico. 71
La fase liquida dal ricevitore D-203 viene pompata, previo riscaldamento in E-252 ed E-253 ad
alimentare lo stripper C-204, in cui le frazioni più leggere , soprattutto C1 e C2, vengono
separate come vapore di testa e riciclate sulla linea di mandata del compressore K-201.
Frazionamento benzine
La WCN accumulatasi nell’accumulatore di testa della frazionatrice primaria viene in parte
riflussata, come visto, in colonna e in parte inviata all’assorber primario 50 C-201. Quindi
continua l’operazione di assorbimento dei componenti più pesanti dei gas in mandata al 2°
stadio del compressore 50 K-201 per miscelazione con questi in refrigeranti ad aria ed ad
acqua.
Viene quindi inviata alla colonna deetanizzatrice 50-C204 in cui vengono eliminate le frazioni
più leggere come C1 e C2 (metano e etano) e in parte anche C3 (propano) che ritornano sulla
mandata del secondo stadio del compressore per aumentare la pressione parziale di questi
componenti e favorirne l’assorbimento.
La benzina deetanizzata viene inviata per differenza di pressione dal fondo della colonna 50 C-
204 alla colonna stabilizzatrice 50 C-205 N .
Il prodotto di coda, raffreddato in E-208 ed E252 può essere inviato in alternativa al in carica
all’impianto HDT2 o allo splitter benzine 50 C-210, che fornisce come prodotto di coda benzina
media (MCN) e come prodotto di testa benzina leggera (LCN), a sua volta condensata in EA-
227 e raccolta nell’accumulatore splitter D-208.
La benzina media e la benzina leggera sono inviate a stoccaggio, dopo essere state raffreddate
in E-252, EA-224 ed E-225, per la MCN ed in E-226 per la LCN.
I vapori di testa della colonna C-205 N sono condensati in EA 210 ed E-5 N A/B e raccolti in D-
204.
Il GPL raccolto allo stato liquido viene in parte riflussato in a C-205 N, in parte ulteriormente
raffreddati in E-211 N e inviato alla sezione lavaggio amminico e da qui all’impianto Merox-GPL
per la rimozione dei mercaptani.
Frazionamento GPL
Il GPL proveniente dall’impianto Merox GPL è inviato in carica alla colonna 50-C-207 (splitter
GPL), previo riscaldamento in E-212; nella colonna viene separato un prodotto di testa,
costituito essenzialmente da C3 e C3- (propano e propilene) in uno di fondo costituito
essenzialmente da C4 e C4- (butano e butilene).
Il prodotto di testa è inviato, dopo condensazione in EA-214 ed E-20N A/B, in carica alla
colonna 50 C-208 (splitter propani) in cui il propilene (prodotto di testa) viene separato dal
propano (coda).
Il propano , dopo raffreddamento in E-216 è inviato a stoccaggio; il propilene è invece
condensato in EA-217 ed E-261 N e quindi pompato all’essiccatore, purificatore e poi a
stoccaggio.
I butani vengono inviati in carica alla colonna 50 C-209 (splitter butani) dove vengono separati
in un prodotto di testa, costituito da una miscela di butileni e isobutano in proporzione adatta
ad essere inviata in carica all’impianto di Alchilazione e in un prodotto di fondo costituito da
una miscela di butani e butileni con prevalenza di questi ultimi.
Il GPL proveniente dalla testa della colonna C-205 N ed accumulato nel recipiente D-204 viene
inviato mediante le pompe P-206 A/B, sotto controllo di livello, alla colonna di lavaggio con
DEA C-206, dopo un ulteriore raffreddamento nel refrigerante ad acqua E-211 N.
Nella colonna di lavaggio C-206 viene lavato in controcorrente con un flusso di DEA soluzione,
con lo scopo di rimuovere l’H2S presente.
72
Analogamente al GPL suddetto, anche il Fuel-gas, proveniente dalla colonna C-202 è inviato
nella colonna di lavaggio con soluzione di DEA C-203.
Il lavaggio del GPL all’interno della C-206 avviene esclusivamente in fase liquida.
La colonna C-206 risulta infatti tutta piena di liquido, con i GPL che salgono per differenza di
densità verso l’alto, gorgogliando attraverso la soluzione acquosa di DEA che a sua volta
scende verso il basso.
L’intimo contatto fra le due correnti di liquido è assicurato da 4 riempimenti di anelli della
colonna C-206.
La DEA esausta ricca di H2S, proveniente dalle colonne di lavaggio suddette (separata nel
fondo colonna), viene inviata per differenza di pressione al recipiente di flash D-212.
Dal recipiente di flash la DEA viene inviata alle due colonne di rigenerazione delle DEA C-211/1
e C211/2, operanti in parallelo ed aventi caratteristiche del tutto analoghe. Dalla testa delle
colonne di rigenerazione suddette si libera H2S che viene inviata alle unità di recupero zolfo.
La DEA rigenerata, prelevata dal fondo delle colonne suddette viene quindi trasferita tramite le
pompe P-216 A-B-C alle colonne di lavaggio , previa refrigerazione negli scambiatori E233A
(DEA1) - E233B (DEA2).
I GPL lavati che escono dall’alto della C-206 sono a loro volta inviati ad un sistema di lavaggio
con acqua, D291 per la rimozione di tracce di ammina sfuggita dalla colonna e
successivamente, per differenza di pressione, inviati all’impianto Merox GPL (si precisa che dal
mese di marzo 1995 gli impianti Merox/DEA fanno parte dell’impianto FCC-Complex) dal quale
ritorna all’impianto FCC gas concentration dopo la rimozione dei mercaptani, come carica alla
colonna depropanizzatrice C-207
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Caratteristiche unità
Anno di costruzione/installazione: 1998
Licenziatario: ABB-LUMMUS
Costruttore: SnamProgetti
Capacità di trattamento: 4.104 t/anno
1. Sezione di Reazione
1a. Parte Alta Pressione
L'alimentazione è preriscaldata nella sezione Vacuum per scambio termico con: riflusso LVGO
(E-103), prodotto di fondo Vacuum (E-304 A/B/C) e pumparound HVGO (E-305), e quindi con
vapore HP in E-102, e perviene all'accumulatore d’alimentazione D-101. Da qui è inviata ai
reattori attraversando il forno d’alimentazione olio F-101.
Prima di giungere al reattore R-101, l'alimentazione liquida è miscelata con gas ricco
d’Idrogeno, costituito da gas di riciclo purificato più Idrogeno di make-up.
Il gas è preriscaldato con i vapori dal separatore LP/HT (in E-104 ed E-101) e poi nel forno
dell'Idrogeno F-102. Nei reattori LC-Fining R-101, R-102 ed R-103 avviene una conversione
catalitica (cracking + idrogenazione).
L'effluente bifasico da R-101 viene miscelato con liquido e gas di quench prima di essere
iniettato nel fondo di R- 102.Lo stesso si ripete con l'effluente da R-102.
L'effluente da R-103 fluisce al separatore HP/HT D-102.
La fase vapore dal separatore LP/HT viene raffreddata per scambio termico con il gas ricco
d’Idrogeno (in E-101), con l'olio in alimentazione (in E-102), con acqua in E-103 (ove si
genera vapore MP), e ancora con il gas ricco d’Idrogeno in E-104, e quindi alimentata al
separatore LP/MT (bassa pressione / media temperatura) D-104.
Nella fase vapore uscente da D-104 viene iniettata acqua di lavaggio (acqua di processo), con
lo scopo di portare in soluzione tali sali.
La miscela viene raffreddata ed arriva poi al separatore LP/LT (bassa pressione / bassa
temperatura) D-105, dove si separano le tre fasi: vapore, idrocarburi liquidi ed acqua.
La fase vapore da D-105 è inviata all'assorbitore di H.S C-101, dove l'Idrogeno Solforato viene
rimosso per assorbimento in MDEA (metildietanolammina). La soluzione MDEA fresca è fornita
ai limiti di batteria, così come la soluzione esausta è inviata ai limiti di batteria per la
rigenerazione.
L'olio LT (a bassa temperatura) da D-105 viene preriscaldato per scambio termico con il
gasolio proveniente dalla colonna di distillazione atmosferica (in E-205) e miscelato con la fase
liquida proveniente dal separatore LP/MT. La miscela è ancora preriscaldata per scambio con il
pumparound di fondo della colonna atmosferica (in E-201) ed alimentata all'accumulatore
d’alimentazione del forno distillazione atmosferica D-204.
L'80% circa del gas proveniente dall'assorbitore H2S è mandata all'unità PSA (Pressure Swing
Absorber) dove vengono separati dall'idrogeno gli idrocarburi leggeri (C1 - C4) generati nei
reattori.
La miscela viene compressa ed in parte alimentata come gas di quench ai reattori R-102 e R-
103, in parte riscaldata in E- 104 e nel forno dell'Idrogeno F- 102, per essere alimentata a R-
101 come gas di riciclo.
La fase acquosa separata in D-105 (sour water) è mandata ai limiti di batteria per lo stripping
dell'H2S.
Dal riflusso inferiore si spilla Gasolio pesante da Vacuum (HVGO). Parte della portata è
ripompata calda alla sezione di lavaggio. II rimanente è raffreddato per scambio con l'olio di
alimentazione (in E-305) e con generazione di vapore MP (in E-306). II riflusso ritorna in
colonna, previo spillamento di prodotto (HVGO). Nel riflusso intermedio si recupera Gasolio
leggero da Vacuum (LVGO).
Tutto il prodotto è raffreddato per scambio con l'olio di carica all'impianto (in E-303). La parte
destinata a riflusso ritorna in colonna
I prodotti HVGO e LVGO di cui sopra, vengono miscelati e quindi ulteriormente raffreddati
prima per scambio termico con acqua di alimentazione caldaia in E-311 e poi nell'aircooler E-
307. Una parte della miscela è ulteriormente miscelata con il residuo Vacuum per formare
LSFO (Olio combustibile a basso tenore di Zolfo), mentre il rimanente è inviata a stoccaggio
come Gasolio Vacuum (VGO).
Nel riflusso di testa si recupera Gasolio leggero, che è raffreddato nell'aircooler E-302; la parte
non impiegata come riflusso in colonna è miscelata con le altre frazioni del blend VGO.
I vapori di testa colonna vengono raffreddati nel precondensatore dell'eiettore Vacuum E-301,
dove si condensa la maggior parte del vapor d'acqua e degli idrocarburi condensabili. I vapori
residui vengono aspirati da un gruppo "vacuum".
II condensato dal precondensatore e dal gruppo "vacuum" viene raccolto nel collettore
barometrico D-301, dove si separano due fasi liquide: gli idrocarburi sono mandati a slop,
mentre l'acqua viene pompata all'accumulatore D-501.Gli incondensabili da D-301 vengono
bruciati nel forno di carica Vacuum.
II residuo di fondo Vacuurn viene raffreddato per scambio con l'olio in alimentazione, in E-
304, e per generazione di vapore MP in E-310. Esso viene poi "tagliato" con una frazione del
Gasolio Vacuum prodotto nell'impianto e con LCO (Light Cycle Oil) da limiti di batteria per
produrre LSFO come sopra descritto.
L'Olio combustibile così ottenuto viene raffreddato per scambio termico con olio temperato in
E-308 e inviato a stoccaggio. In alternativa al LCO il prodotto di taglio può essere costituito da
HCO (Heavy Cycle Oil).
Unità PSA
Si impiega un'unità PSA (Pressure Swing Absorber) per separare dai gas di reazione,
previamente depurati dall'H2S nell’assorbitore C-101, l’idrogeno da riciclare in alimentazione ai
compressori K-101 A/B/C.
II sistema PSA consiste in una serie di recipienti con riempimento di setacci molecolari (D-610
- D-690) in cui, attraverso un sistema di valvole automatiche, si realizza un ciclo di
adsorbimento delle impurità contenute nel gas (idrocarburi C1-C4), alla pressione di
alimentazione (ca. 25 bar Ass.) e di successivo desorbimento a pressione più bassa.
L'idrogeno depurato, che attraversa il sistema senza subire apprezzabili riduzioni di pressione,
viene inviato direttamente, insieme all'Idrogeno di make-up, in alimentazione ai compressori
di make-up e riciclo.
II tail gas, o gas di coda del PSA, costituito da una miscela di idrocarburi leggeri e idrogeno,
viene raccolto a pressione poco superiore a quella atmosferica, nel serbatoio di accumulo D-
694, e da qui alimentato tramite il compressore K-102 alla rete gas combustibile di Raffineria.
Stazione rilancio materie prime
Le materie prime che alimentano l'impianto LC-Finer (Residuo Vacuum e Gasolio Vacuum)
pervengono dall'impianto Vacuum esistente in Raffineria o dai rispettivi stoccaggi. Le pompe
di rilancio previste nell'impianto hanno lo scopo di conferire ai flussi in ingresso la pressione
necessaria per vincere le perdite di carico nel treno di preriscaldamento ed il battente
idrostatico (ca. 20 m3/l) dovuto al posizionamento in quota dell'accumulatore di alimentazione
D-101. Sono installate due pompe di tipo volumetrico (P-601 A/B - di cui una di riserva) per
l'alimentazione del Residuo Vacuum e tre pompe centrifughe (P-602 A/B/C - di cui una di
riserva) per l`alimentazione del Gasolio Vacuurn.
Stoccaggio e vaporizzazione Azoto
Per far fronte a condizioni di emergenza che determinano l'attivazione del sistema di Cut-Back
della reazione, è indispensabile la pronta disponibilità di gas inerte da sostituire all'Idrogeno in
alimentazione ai reattori per ridurre la pressione parziale di Idrogeno nella miscela di reazione.
A tale scopo viene installato un sistema costituito da un serbatoio di stoccaggio criogenico di
Azoto liquido (capacità 120 m3), che alimenta un vaporizzatore con potenzialità di produzione
di Azoto gas pari a 20000 Nm3/h alla pressione di c.a 23 bar ass. adatta per alimentare
direttamente il compressore K-101. L'evaporatore è costituito da serpentini immersi in acqua
denaturata calda mediante iniezione di vapore a bassa pressione. Esso entra automaticamente
in funzione quando richiesto.
Preparazione BFW
L'acqua di alimento caldaie necessaria ai generatori di vapore presenti nel processo LC-Finer
viene preparata in un’apposita unità, alimentata con acqua demineralizzata dalla rete di
stabilimento, costituita dal degasatore D-601 e dalle relative pompe di alimentazione: P-603
A/B (per le utenze in impianto LC-Finer) e P-604 A/B (per le utenze in impianto Recupero
Zolfo). Poiché la continuità di alimentazione è critica, è previsto l'avviamento automatico delle
pompe di riserva, e l'alimentazione di energia alle stesse è da rete indipendente preferenziale.
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Caratteristiche unità
Anno di costruzione/installazione: 1989
Licenziatario: UOP/ SnamProgetti
Costruttore: SnamProgetti
Capacità di trattamento: 2.630 t/d (sezione pretreating), 1.730 t/d (reforming)
Il catalizzatore è molto sensibile all’avvelenamento da zolfo e altri composti. Per tale motivo è
presente, a monte del Reforming vero e proprio, una sezione detta di desolforazione, che
opera attraverso un trattamento di idrogenazione catalitica con formazione di idrogeno
solforato, al fine di ridurre al minimo lo zolfo, le olefine ed i composti azotati.
L’unità desolforazione dell’impianto tratta carica costituita da benzine di Topping in eventuale
miscela con benzina da HDC (questa ultima può costituire al massimo il 40 % della carica).
L’Unità di Reforming tratta carica costituita da benzina pesante.
Al fine di rendere più chiaro il funzionamento dell’impianto in esame, esso è stato suddiviso
nei seguenti circuiti principali:
splitter T-202.
Il prodotto di fondo costituito da benzina pesante viene inviato in carica all’unità di reforming
e/o a stoccaggio previo raffreddamento.
Caratteristiche unità
Anno di costruzione/installazione: 1989
Licenziatario: CONSER
Costruttore: INGECO
Capacità di trattamento: 2.420 t/d (marcia HDS).
Assetto impianto
Il gasolio proveniente dal parco serbatoi viene alimentato all’unità previo riscaldamento negli
scambiatori E-1 A/B sfruttando il calore del gasolio desolforato proveniente dal fondo dello
stripper 121-C1.
Il gasolio di carica viene ulteriormente preriscaldato dall’effluente reattore negli scambiatori E-
2-A/B/C/D e si unisce con una corrente di idrogeno che è stata riscaldata negli scambiatori E-
51 ed E-3A/B.
La miscela di gasolio e idrogeno passa nel forno H-51; entra quindi nella parte superiore del
reattore e passa attraverso il letto del catalizzatore in flusso discendente.
L’effluente dal reattore, dopo aver scambiato calore con la corrente di idrogeno e con il
gasolio di carica, entra nel separatore alta temperatura D2 dove avviene la prima separazione
tra gas e liquido. I vapori vengono ulteriormente raffreddati nei condensatori E-51 ed EA-1 ed
inviati al separatore bassa temperatura D1. L’acqua separata viene inviata all’impianto SWS.
Il gas ricco di idrogeno separato in D1 viene inviato alla colonna di assorbimento C2 che
elimina l’H2S presente nel gas mediante lavaggio in controcorrente con una soluzione di
dietanolammina proveniente dall’unità 122. La soluzione di DEA ricca in H2S dal fondo
dell’assorbitore viene inviata al rigeneratore installato nella sezione 122. Il gas lavato viene 80
riscaldato negli scambiatori E-51 e E3-A/B prima di miscelarsi con il gasolio a monte del forno.
Gli idrocarburi liquidi separati nei recipienti D2 e D1 vengono inviati allo stripper C1 dove sono
strippati con vapore MP iniettato in colonna. Il gasolio desolforato viene inviato a preriscaldare
il gasolio di carica negli scambiatori E1-A/B quindi raffreddato nel refrigerante E7 e inviato a
stoccaggio.
Il vapore di strippaggio ed il gas strippato proveniente dalla colonna C1, vengono condensati
nello scambiatore E8 ed inviati al separatore D4 dove la fase liquida si separa in una fase
acquosa, inviata all'impianto SWS, ed in una fase idrocarburica inviata al serbatoio di slop o a
FCC o al topping e, in parte, come riflusso alla colonna 121-C1.
I gas provenienti da D4 vengono inviati al K.O. drum D7 per abbattere eventuale liquido
trascinato indi compressi, raffreddati in E9 ed inviati alla sezione di lavaggio amminico 122.
Il liquido separato in D7 viene scaricato in modo intermittente a slop.
Caratteristiche unità
Anno di costruzione/installazione: 1983
Licenziatario: UOP
Costruttore: SnamProgetti
Capacità di trattamento: 1.422 t/d (GPL 1)
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Caratteristiche unità
Anno di costruzione/installazione: 2001
Licenziatario: UOP
Costruttore: SnamProgetti
Capacità di trattamento: 657 t/d
L’impianto Merox GPL 2 è progettato per estrarre idrogeno solforato e composti mercaptanici
da una corrente di GPL ottenuta dalle unità di stabilizzazione della benzina prodotta dalla
distillazione atmosferica di grezzo KEC.
L’impianto è costituito da una prima sezione di Lavaggio del GPL con una soluzione di MDEA,
nella quale viene effettuata la rimozione di gran parte dell’H2S contenuto nel GPL in carica.
La miscela di GPL ,previo prelavaggio con una soluzione di soda, viene inviato alla sezione
MEROX per effettuare la rimozione dei mercaptani in esso contenuti. Il processo realizzato in
questa unità avviene attraverso un catalizzatore composto generalmente da gruppi ferrosi
"chelati", chiamati catalizzatore "Merox". In presenza di aria (ossigeno) il Merox ossiderà i
mercaptani presenti nella soluzione caustica trasformandoli in disolfuri. I mercaptani presenti
nel GPL devono essere intimamente mescolati con l’aria, la soluzione caustica ed il
catalizzatore Merox per permettere la reazione di Ossidazione. La funzione della soluzione
caustica è quella di sciogliere i mercaptani ed il catalizzatore fornendo il mezzo di reazione.
2. Sezione Merox
La sezione Merox è progettata per estrarre composti mercaptanici dalla corrente di GPL
proveniente dalla sezione di lavaggio. L’estrazione dei mercaptani dal GPL avviene per mezzo
di una soluzione caustica. La rimozione dei mercaptani dalla soluzione caustica avviene
mediante un catalizzatore composto da gruppi ferrosi “chelati”, chiamato catalizzatore
“Merox”. In presenza di aria (ossigeno) il Merox ossida i mercaptani presenti nella soluzione
caustica trasformandoli in disolfuri. Perché la reazione di ossidazione avvenga, il catalizzatore,
i mercaptani e l’aria devono essere intimamente mescolati. La soluzione caustica fornisce
quindi il mezzo di reazione.
Il GPL lavato proveniente dall’assorbitore 901-C-001 (contenente mercaptani e H2S residuo)
viene alimentato al recipiente di Prelavaggio Caustico 901-D-003, dove avviene la rimozione
dell’H2S residuo attraverso un prelavaggio con una soluzione di soda.
La corrente in uscita dalla testa del recipiente viene mandata nell’Estrattore 901-D-004 (al
piatto 10) in controcorrente ad un flusso di soluzione di soda caustica (alimentato al piatto 1)
contenente il catalizzatore Merox.
Sulla testa e sul fondo della colonna sono previsti dei tempi di residenza adeguati ad ottenere
la separazione tra le due fasi liquide così da ridurre i fenomeni di trascinamento.
Il GPL trattato esce dalla testa dell’estrattore e viene mandato all’Accumulatore Caustico 901-
D-005, dove si separano possibili trascinamenti di soluzione caustica; attraversa quindi il Filtro
a Sabbia 901-D-006, che rimuove le ultime tracce di soda in sospensione, e viene infine
inviato in carica alla colonna deetanizzatrice.
La soluzione caustica, ricca in mercaptani e con disciolto il catalizzatore, dal fondo
dell’estrattore viene fatta passare attraverso il Riscaldatore di Soda Caustica 901-E-001 dove
viene riscaldata con vapore a bassa pressione.
All’uscita dallo scambiatore la soluzione caustica è unita ad aria impianto, alimentata sotto
controllo di portata, secondo un rapporto prestabilito tra aria e zolfo mercaptanico da
rimuovere.
La miscela ottenuta viene unita ad una corrente di benzina, proveniente dall’Unicracking
(unità 23), oppure in alternativa dall’unità di idrodesolforazione della benzina (unità 200),
alimentata sotto controllo di portata, che ha lo scopo di sciogliere i disolfuri, ed entra infine
sul fondo dell’Ossidatore 901-D-008.
La miscela di aria, benzina , soluzione caustica e disolfuri esce dalla testa dell’ossidatore e
passa nel Separatore Disolfuri 901-D-010.
Il livello di liquido nella zona superiore del separatore viene controllato attraverso una valvola 84
di controllo posta sulla corrente di soluzione caustica ricca uscente dal fondo dell’Estrattore
901-D-004.
La corrente di benzina, soluzione caustica e disolfuri passa attraverso un setto coalescente
posto all’interno della parte inferiore del separatore. A valle di questo setto c’è una zona di
calma in cui avviene la separazione tra la soluzione caustica e la fase oleosa in cui rimangono
disciolti i disolfuri.
La fase oleosa si separa dall’alto, passa nel Filtro a Sabbia Disolfuri 901-D-009, dove vengono
trattenuti i trascinamenti di soluzione caustica, e viene infine inviata o all’unità 200 di
Desolforazione della Benzina o su una linea di invio a SLOP OIL sotto controllo del livello di
interfaccia fase oleola /fase acquosa nella zona inferiore del Separatore.
L’aria in eccesso esce dalla torretta del separatore 901-D-010 sotto controllo di pressione e
viene inviata alla camera radiante del forno 17-F-1 dell’unità del Topping 4, passando
attraverso un rompifiamma. A monte del rompifiamma viene alimentata, nella linea dell’aria,
una corrente di gas combustibile sotto controllo di portata.
In caso di non disponibilità del forno 17-F-1 un sistema di valvole on/off, azionate da una
valvola solenoide, permette di bloccare l’accesso di aria al forno, di bloccare l’ingresso di gas
combustibile e di sfiatare l’aria in eccesso dal separatore 901-D-010 all’atmosfera attraverso il
Serbatoio di Sfiato 901-D-011.
La soluzione caustica si separa dal fondo del separatore 901-D-010 ed è ricircolata alla
colonna di estrazione 901-D-004, sotto controllo di portata, attraverso le Pompe di
Circolazione 901-P-003A/B. La soluzione caustica può essere inviata anche al recipiente 901-
D-003 per effettuare un reintegro della soluzione caustica di prelavaggio.
Una piccola quantità del catalizzatore MEROX viene aggiunta periodicamente nel circuito dal
Recipiente Aggiunta Catalizzatore 901-D-007, in modo da mantenere uniforme nel tempo
l’attività catalitica diretta ad ossidare i mercaptani. L’aggiunta di catalizzatore fresco viene
effettuata sulla linea di soluzione caustica in uscita dall’estrattore 901-D-004.
La soluzione caustica , utilizzata nel 901-D-003 per il prelavaggio, periodicamente (quando si
abbassa il titolo della soda) viene scaricata nel Degasatore Soda Esausta 901-D-001; da esso,
dopo un intervallo di tempo per la separazione di possibili idrocarburi leggeri, viene inviata al
serbatoio di stoccaggio della soda spenta attraverso la Pompa Soda Esausta 901-P-001. Gli
idrocarburi separati vengono mandati in fiaccola.
L’unità MEROX utilizza una soluzione caustica a 20°Be per l’estrazione dei mercaptani
(colonna 901-D-004) ed una soluzione caustica a 10°Be per la rimozione del H2S (prelavaggio
nel 901-D-003). Nel Serbatoio Reintegro Acqua 901-D-002 viene immessa, sotto controllo di
livello, acqua demineralizzata utilizzata per la diluizione della soluzione caustica, disponibile ai
limiti di batteria ad una concentrazione di 20°Be. Per l’iniezione della soluzione caustica fresca
dai limiti di batteria è impiegata la Pompa Caricamento Soluzione 901-P-002, la quale è
collegata, in aspirazione anche al 901-D-002. La soluzione caustica così preparata può essere
mandata sia alla zona di prelavaggio che alla linea di circolazione di soluzione spenta
proveniente dalla colonna di estrazione 901-D-004.
3. Sezione De-etanizzazione
L'alimentazione alla colonna di deetanizzazione 901 - C- 002 è una miscela di tre correnti di
GPL provenienti dai seguenti impianti:
Merox GPL;
Reforming;
HDT nafta.
La carica alla 901- C-002 giunge in colonna previo preriscaldamento a spese della corrente
proveniente dal fondo colonna nello scambiatore E-5.
Il vapore di testa, uscente alla temperatura di circa 68 °C, viene raffreddato fino a 52 °C nello
scambiatore ad aria 901 - E- 003, la miscela liquido-vapore risultante passa all'accumulatore
di riflusso 901 – D- 014 dove si separa.
La fase vapore costituisce il prodotto di testa, mentre il liquido viene utilizzato come riflusso
della colonna (tramite la pompa 901 - P-005 A/B).
Il liquido proveniente dal fondo colonna viene in parte prelevato come residuo e in parte
inviato nel ribollitore a termosifone 901- E - 004, operante con vapore a bassa pressione.
Il prodotto di fondo, dopo essersi raffreddato dagli iniziali 109 °C fino ad una temperatura di
circa 80 °C nel preriscaldatore 901 E- 003, viene diviso in due correnti, delle quali l'una
costituisce parte dell'alimentazione della successiva sezione di depropanizzazione, mentre
l'altra viene inviata nel refrigerante finale E-006, dove si raggiunge la temperatura di 85
stoccaggio prevista di 38 °C
Caratteristiche unità
Anno di costruzione/installazione: 1987
Licenziatario: UOP
Costruttore: SnamProgetti
Capacità di trattamento: 3.495 t/d
Allo stato attuale, con l’avvio dell’impianto di desolforazione benzine HDT2, l’unità è stata
fermata: solo due reattori dei quattro originali sono stati mantenuti pronti ad essere eserciti
qualora si verificasse la necessità come sistema di back-up di trattamento LCN.
86
Principali interventi di modifica
A partire dalla costruzione non sono stati eseguiti revamping significativi
Caratteristiche unità
Anno di costruzione/installazione: 1972
Licenziatario: UOP
Costruttore: SIRY CHAMON
Capacità di trattamento: 1.248 t/d
La descrizione riportata è relativa alla sola linea di lavorazione del ramo A in quanto per il
ramo B è del tutto analoga (tra parentesi verranno comunque riportate le sigle delle
apparecchiature relative al ramo B).
L’alimentazione proveniente dal limite batteria viene inviata al preriscaldatore E-502 (E-503).
Il kerosene, pretrattato con una soluzione di soda caustica, viene miscelato nel miscelatore
MX-501 (MX-502) con aria e la miscela aria/idrocarburi entra quindi nel reattore R-501 (R-
502), dove sono convertiti i prodotti mercaptanici.
L’effluente dal reattore va al decantatore di soda D-504 (D-505) dove la soluzione caustica al
7% in peso viene periodicamente ricircolata.
Il kerosene uscente dal D-504 (D-505) viene ulteriormente depurato dai trascinamenti di soda
con acqua, nel decantatore di lavaggio D-506 (D-507).
Infine, il trattamento del kerosene viene ultimato nel filtro a sale V-503 (V-504) per
l’eliminazione dei trascinamenti di acqua e nel filtro ad argilla V-501 (V-502) per l’eliminazione
dei composti organo-metallici e dei tensioattivi solubili nel kerosene..
Caratteristiche unità
Anno di costruzione/installazione: 1994
Licenziatario: KTI/ UOP
Costruttore:CTIP
Capacità di trattamento: 90 t/d di idrogeno
Il gas così ottenuto, praticamente esente da olefine e da zolfo, è inviato alla sezione di
reforming.
5. Generazione Vapore
L'unità idrogeno produce vapore in eccesso rispetto alla richiesta del reformer. L’eccesso di
vapore viene esportato dall’unità idrogeno alla rete alta pressione della raffineria.
La generazione di vapore è effettuata nei generatori 25-E-102A/B e 25-E-107 che sono
collegati al separatore del vapore 25-D-103.
Il vapore è prodotto alla pressione di 51,9 bar ed alla temperatura di 267,5°C. Il 66,8% di
detta produzione è utilizzata per il reforming. Il vapore utilizzato per il reforming è inviato al
surriscaldatore 25-E-l08. Il restante 33,2 è inviato alla raffineria sotto controllo di pressione
dopo essere stato surriscaldato alla temperatura di 428°C nel surriscaldatore 25-E-103.
Per la generazione del vapore vengono utilizzate, come acqua di alimentazione, la condensa
recupera nella sezione di conversione del CO e l’acqua demineralizzata degasata proveniente
dalla raffineria.
Le condense provenienti dai separatori 25-D-104 e 25-D-l05 sono miscelate ed inviate al
degasatore 25-D-106, dove la CO2 viene rimossa mediante “stripping” con vapore a bassa
pressione. Il vapore a bassa pressione utilizzato è ottenuto, in parte, facendo espandere lo
spurgo continuo del 25-D-103 e, in parte, utilizzando il vapore a bassa pressione dalla rete
della raffineria.
L’acqua degasata è quindi inviata al separatore di vapore 25-D-103 dopo essere stata
preriscaldata nel preriscaldatore 25-E-109 A/B.
90
Caratteristiche unità
Anno di costruzione/installazione: 1991
Licenziatario: UOP/SnamProgetti
Costruttore: SnamProgetti
Capacità di trattamento: 189 t/d di MTBE
2. Reazione
La corrente idrocarburica uscente dalla sezione di recupero del metanolo (MRU) viene
addizionata con una opportuna quantità di metanolo e quindi alimentata al reattore di sintesi
dell’MTBE.
Il reattore è costituito di due sezioni: la prima, isoterma, raffreddata con acqua a circuito
chiuso, realizza la maggior parte della conversione dell’isobutene a MTBE, mentre la seconda,
dopo opportuno raffreddamento, provvede alla conversione completa dell’isobutene.
La corrente uscente dal reattore viene alimentata alla sezione di distillazione.
3. Distillazione
Lo scopo di questa sezione è quello di separare il prodotto di reazione dagli idrocarburi non
convertiti.
La corrente uscente dal reattore alimenta la colonna di distillazione dove, con un opportuno
rapporto di riflusso, si separano gli idrocarburi non convertiti, contenenti il metanolo residuo,
dall’MTBE uscente quale prodotto di fondo.
La corrente di testa, costituita dagli idrocarburi non convertiti e dal metanolo residuo,
alimenta la sezione di recupero del metanolo. L’MTBE prodotto, dopo opportuni
raffreddamenti, viene inviato allo stoccaggio sito all’esterno dei limiti di batteria dell’impianto.
Caratteristiche unità
Anno di costruzione/installazione: 1991
Licenziatario: IFP
Costruttore:TechInt
Capacità di trattamento: 648 t/d di prodotto
2. Reazione
La carica al reattore è preriscaldata negli scambiatori 160-E1 A/B dove scambia, lato tubi, con 93
il fondo colonna 160 C-1.
I C4 vengono quindi miscelati con l’idrogeno di make-up, (75% vol. di H2, 10,8% vol. di CH4,
7,2% C2H2, 4,4% C3H8, 2,6% altri), proveniente dal Reforming catalitico.
La temperatura richiesta in ingresso al reattore viene raggiunta nello scambiatore 160-E2
dove la miscela reagente scambia, lato mantello, con vapore a bassa pressione.
La miscela (C4 + H2 di make-up) entra dall’alto del reattore 160-R1.
3. Stabilizzazione
L’effluente dal reattore viene portato alla pressione di esercizio della stabilizzatrice 160-C1.
Il vapore di testa colonna è parzialmente condensato nell’aircooler 160-EA3 e
successivamente accumulato nel 160-D2. Gli incondensabili, accumulati nel 160-D2, vengono
inviati a blow-down o a off-gas.
Il riflusso ritorna in colonna.
Il prodotto di fondo colonna viene raffreddato negli scambiatori 160 E1 B/A e nello
scambiatore ad acqua 160-E5 ed è quindi inviato all’impianto di alchilazione.
Caratteristiche unità
Anno di costruzione/installazione: 1970
Licenziatario: STRATCO/ HOWEBAKER
Costruttore: SnamProgetti
Capacità di trattamento: 620 t/d di alchilato prodotto
2 Circuito di refrigerazione
L’effluente dei due reattori viene inviato per differenza di pressione al polmone detto di Trap-
flash D-306, dove ad una pressione vicina a quella atmosferica, si separa una fase vapore .
La fase idrocarburica vapore che si origina dal flash in D-306 viene ricompressa nel
turbocompressore K-301, quindi condensata nei condensatori E-303 A/B/C/D ed inviata al
recipiente di trap-Flash. Quest’ultimo ha una linea di degasazione della fase gas, ricca di
propano, verso l’aspirazione del compressore dell’FCC al fine di ridurre il contenuto di propano
nell’impianto.
La corrente ricircolata nel polmone di trap-flash entra in quest’ultimo, dal lato opposto rispetto
all’ingresso dell’effluente reattori e, a causa del brusco salto di pressione subisce un flash che
la raffredda ulteriormente.
La fase vapore generatasi dal flash va ad aggiungersi ai vapori aspirati dal turbocompressore,
mentre la fase liquida , separata per mezzo di un diaframma da quella proveniente dai reattori,
è inviata come ricircolo refrigerante ai reattori.
La fase liquida dopo preriscaldo con la carica olefinica combinata è inviata al circuito di
trattamento dell’effluente di reazione e recupero e separazione dell’isobutano e del n-butano
95
Caratteristiche unità
Anno di costruzione/installazione: 1970
Licenziatario: HOWEBAKER/ SIRY CHAMON
Costruttore: SnamProgetti
Capacità di trattamento: 58 t/d di acido prodotto
Al fine di rendere più chiaro il funzionamento dell’impianto in esame, esso è stato suddiviso nei
seguenti circuiti principali:
1 Circuito di decomposizione dell’acido solforico;
2 Circuito di purificazione;
3 Circuito di reazione.
2 Circuito di purificazione
Il gas viene ulteriormente raffreddato, filtrato e inviato alla torre di lavaggio C-303 dove entra
in contatto con un riciclo di acido diluito (5:10% in peso) iniettato per mezzo di ugelli
spruzzatori che elimina la maggior parte della cenere e dell’acido solforico presenti e satura il
gas con vapore d’acqua.
Il gas in uscita dalla torre viene raffreddato nello scambiatore in grafite E-312 e fatto passare 96
attraverso il precipitatore elettrostatico D-317 per l’abbattimento e rimozione delle nebbie di
acido solforico, dell’acqua eventualmente trascinata e delle polveri residua, a mezzo di corrente
continua ad elevata tensione.
La condensa dello scambiatore viene ricircolata sul fondo della torre di lavaggio C-303.
Dal precipitatore, il gas, assieme all’aria di conversione aspirata nel sistema, viene fatto
passare attraverso la torre di essiccamento (C-305), previa miscelazione con aria, necessaria
per la successiva conversione dell’SO2 ad SO3.
Nella torre di essiccamento, l’acqua eventualmente ancora presente viene assorbita da acido
solforico al 93%, al fine di eliminare eventuali condense che danneggerebbero le tubazioni a
valle oltre ad avvelenare il catalizzatore di conversione.
L’eccesso di acido che si forma per diluizione con l’acqua che viene assorbita, viene prelevato e
inviato alla colonna C-307, dove la SO2 viene strippata con aria e riciclata alla torre di
essiccamento.
Dal fondo di C-307 l’acido perviene alla vasca D-313 dove si miscela con l’acido
sovraconcentrato proveniente dalla torre di assorbimento, previamente raffreddato in E-317B.
La miscela (acido al 99%), dopo ulteriore raffreddamento, è inviata a stoccaggio per l’impiego
di Alchilazione.
3 Circuito di reazione
A valle della torre essiccante C-305, la soffiante K-302 (main gas blower) provvede ad aspirare
il gas mantenendo in depressione il circuito di decomposizione e purificazione ed in pressione il
circuito di reazione.
Dalla soffiante il gas, prima di passare al convertitore viene preriscaldato scambiando calore
con il gas effluente dal convertitore, negli scambiatori E-313 Aed E-314 A.
Il convertitore R-315 è munito di quattro letti separati di catalizzatore al pentossido di vanadio
(V2O5), che catalizza la reazione di ossidazione dell’anidride solforosa (SO2) ad anidride
solforica (SO3).
Tra un letto di catalizzatore e l’altro sono installati dei refrigeranti esterni al convertitore che
provvedono alla rimozione del calore di reazione abbassando la temperatura dei gas uscenti
dal letto di catalizzatore. Nei refrigeranti il calore è assorbito dalla carica fresca che subisce un
preriscaldo.
Il gas effluente dal convertitore, dopo un ulteriore raffreddamento, viene inviato alla torre di
assorbimento C-306, dove l’anidride solforica, immessa dal basso verso l’alto, viene assorbita in
controcorrente da acido solforico concentrato al 99% con formazione di acido solforico
sovraconcentrato (al 99.7%), che viene in parte inviato al serbatoio dell’acido D-313 previo
raffreddamento nel refrigerante a pioggia E-317 B, mentre in parte è raffreddato nell’E-317 C e
quindi inviato al serbatoio dell’acido fresco S-302.
Il gas non assorbito viene scaricato all’atmosfera attraverso un camino, in quanto la
concentrazione in ossidi di zolfo è inferiore ai limiti di legge.
97
Caratteristiche unità
Anno di costruzione/installazione: 2002
Licenziatario: Alberarle/ FWI
Costruttore: Technip
Capacità di trattamento: 3.390 t/d
2. Sezione di reazione
La carica proveniente dai limiti di batteria passa nei filtri 400-FT-101 e 400-FT-104 (uno 98
operativo e uno di riserva) prima di essere alimentata al Recipiente di Carica 400-D-108.
La carica viene immessa nel sistema di reazione unitamente al gas ricco in idrogeno che
costituisce il gas di reintegro e di ricircolo.
La carica combinata, dopo essere stata preriscaldata negli scambiatori di Carica
Reattore/Effluente Reattore 400-E-101 e 400-E-102 e aver completato il riscaldamento nel
Forno di Riscaldamento Carica 400-F-101, è inviata al Reattore 400-R-101.
L’effluente reattore viene inizialmente raffreddato negli scambiatori Carica Reattore/Effluente
Reattore 400-E-102, Carica Stripper/Effluente Reattore 400-E-103 e Carica Reattore/Effluente
Reattore 400-E-101.
Il raffreddamento dell’effluente reattore è completato nel Condensatore ad Aria Effluente
Reattore 400-E-110 e nel Condensatore Finale Effluente Reattore 400-E-107. A monte del
condensatore ad aria 400-E-110 viene immessa una corrente di acqua di lavaggio per la
rimozione dei sali d’ammonio.
Il liquido ed il vapore in uscita da 400-E-107 sono separati nel Separatore ad Alta Pressione
400-D-101.
La corrente di gas in uscita da 400-D-101 è alimentata al fondo dell’Assorbitore Gas di Riciclo
400-C-103 in controcorrente ad un flusso di soluzione di MDEA (Metil-dietanolammina) per
rimuovere l’H2S presente.
Il gas lavato, che costituisce il gas di riciclo, viene compresso e miscelato con il gas di
reintegro, proveniente dai limiti di batteria.
Il gas ricco in idrogeno così ottenuto è inviato alla linea di carica dopo essere passato nel
Deoliatore 400-D-106. Una frazione di tale corrente è iniettata tra il primo e il secondo letto di
catalizzatore del Reattore 400-R-101 come gas di raffreddamento.
La fase liquida in uscita dal Separatore di Alta Pressione 400-D-101 è alimentata alla sezione
di strippaggio. Dal fondo del mammellone di 400-D-101 l’acqua accumulata è inviata
all’Accumulatore di Testa Stripper 400-D-102.
3. Sezione di Strippaggio
Il liquido idrocarburico proveniente dal Separatore ad Alta Pressione 400-D-101, dopo essere
stato riscaldato negli scambiatori Alimentazione Stripper/Gasolio Prodotto 400-E-105,
Alimentazione/Prodotto Stripper 400-E-104 e Carica Stripper/Effluente Reattore 400-E-103, è
alimentato allo Stripper 400-C-101.
Sul fondo dello stripper è iniettato vapore prelevato dalla rete a media pressione.
Il gasolio in uscita dal fondo della colonna di strippaggio è inviato all’Essiccatore 400-C-102
dopo aver ceduto calore nello Scambiatore Alimentazione/Prodotto Stripper 400-E-104.
I vapori provenienti dalla testa dello Stripper sono parzialmente condensati nel Condensatore
ad Aria Prodotti Testa Stripper 400-E-111 e nel Condensatore Finale Prodotti Testa Stripper
400-E-109 e raccolti nell’Accumulatore di Testa Stripper 400-D-102. Questo recipiente è
dotato di una paratia e di un mammellone.
L’effluente della testa stripper viene inviato nel lato opposto a quello del mammellone. In
questo lato del ricevitore l’acqua si separa dal liquido idrocarburico e dal gas e viene in parte
immessa nella sezione di reazione come acqua di lavaggio. La rimanente parte di acqua
tracima dalla paratia unitamente al liquido idrocarburico. Dal fondo del mammellone di 400-D-
102 l’acqua è alimentata all’unità di Strippaggio Acqua Acida.
La fase liquida idrocarburica, benzina, è inviata da 400-D-102 ai limiti di batteria.
I gas provenienti dall’Accumulatore di Testa Stripper 400-D-102 sono alimentati all’Assorbitore
Fuel Gas 400-C-104.
4. Sezione di Essiccamento
La corrente di gasolio desolforato in uscita dal fondo dello Stripper 400-C-101, dopo essere
stata parzialmente raffreddata in 400-E-104, è alimentata all’essiccatore 400-C-102, dove il
contenuto di acqua è ridotto al valore richiesto.
Il gasolio desolforato proveniente dal fondo di 400-C-102 viene dapprima raffreddato nello
Scambiatore Alimentazione Stripper/Gasolio Prodotto 400-E-105 e nello Scambiatore ad Aria
Gasolio Prodotto 400-E-106 e poi inviato allo stoccaggio.
L’acqua e gli idrocarburi provenienti dal Sistema di Vuoto 400-V-101 sono raccolti
nell’Accumulatore del Condensato 400-D-105. La fase idrocarburica è ricircolata all’ingresso
dell’Essiccatore 400-C-102. L’acqua viene alimentata all’unità di Strippaggio Acqua Acida
unitamente all’acqua proveniente dall’Accumulatore Test Stripper 400-D-102.
I gas incondensabili provenienti dal Sistema Vuoto sono inviati alla camera di combustione del
forno 400-F-101. 99
5. Sezione di Lavaggio Gas
La corrente di gas proveniente dal Separatore ad Alta Pressione 400-D-101 è alimentata al
fondo dell’Assorbitore Gas di Riciclo 400-C-103 in controcorrente ad un flusso di soluzione di
MDEA (Metil-dietanolammina). Il gas lavato è inviato al Polmone di Aspirazione del Gas di
Riciclo 400-D-104.
I gas in uscita dall’Accumulatore di Testa Stripper 400-D-102 sono alimentati al fondo
dell’Assorbitore Gas Combustibile 400-C-104 in controcorrente ad una soluzione di MDEA. Il
gas lavato viene immesso nella rete fuel gas di raffineria.
Le correnti di MDEA ricche di idrogeno solforato provenienti dal fondo di 400-C-103 e 400-C-
104 sono inviate ai limiti di batteria per essere rigenerate nella unità DEA 2 di rigenerazione
dell’ammina ubicata all’interno dell’unità 50 (FCC Sezione di Concentrazione gas).
Caratteristiche unità
Anno di costruzione/installazione: 2005
Licenziatario: CDTECH
Costruttore:TechInt
Capacità di trattamento: 3.400 t/d di benzina da LC Finer
al forno ribollitore F-201. Il prodotto di testa della colonna C-201, parzialmente condensato
nel ribollitore E-104 (fondo C-101) e nel riscaldatore 500-E-201 A/B/C (alimentazione C-201),
è raccolto nel separatore di riflusso 500-D-201 in cui la fase gassosa è separata dalla fase
liquida. La fase liquida viene in parte inviata allo stripper H2S 500-C-202 come alimentazione
calda ed in parte riciclata come riflusso in testa alla colonna 500-C-201. La fase gas è
ulteriormente raffreddata e parzialmente condensata nello scambiatore ad aria 500-EA-203 ed
inviata al separatore 500-D-202; la fase liquida raccolta nel separatore è inviata allo stripper
H2S 500-C-202 come alimentazione fredda mentre la fase gassosa è ulteriormente raffreddata
nello scambiatore ad acqua 500-E-204 e quindi inviata al separatore gas/liquido 500-D-203.
La fase gassosa (idrogeno di riciclo), separata in D-203, è alimentata al lavaggio amminico
costituito dalla colonna di assorbimento 500-D-209 in cui l’acido solfidrico (H2S), generato
dalle reazioni di idrodesolforazione che avvengono nella colonna 500-C-201 e nel reattore
500-R-201, è assorbito dalla soluzione amminica povera proveniente dai limiti di batteria.
L’idrogeno di riciclo, privo di H2S, esce dalla testa della colonna D-209, entra nel separatore
gas/liquido 500-D-204 ed è alimentato in aspirazione al compressore 500-K-201 per essere
riciclato alla colonna 500-C-201; nel separatore D-204 entra anche la fase gassosa
proveniente dalla sezione di idrodesolforazione finale (proveniente da D207). La pompa di
fondo della C201, la P202 A/B mantiene la ricircolazione di fondo colonna, necessaria a fornire
il calore richiesto dall’impianto. Il prodotto di fondo è inviato, quale fluido riscaldante, agli
scambiatori 500-E-103 (ribollitore della colonna 500-C-101), 500-E-206 (ribollitore della
colonna 500-C-202), 500-E-208 (riscaldatore alimentazione 500-R-201) e 500-E-211
(ribollitore della colonna 500-C-203). Il prodotto di ritorno da questi scambiatori, è inviato al
riscaldatore 500-E-280 A/B, ubicato fuori dai limiti di batteria dell’impianto. Lo stesso
prodotto, riscaldato in E-280 A/B, rientra in impianto per essere alimentato ai passi del forno
500-F-201 previa miscelazione con l’idrogeno puro e di riciclo. Il prodotto, vaporizzato al 50 %
nel forno ribollitore 500-F-201, rientra in colonna dove fornisce la portata di vapori necessari
alla distillazione mantenendo la temperatura richiesta in colonna.
nafta 500–C-203. In colonna, i prodotti leggeri presenti sono strippati dal prodotto grazie
all’azione dei vapori generati dal ribollitore di fondo 500-E-211 che utilizza, quale fluido caldo,
il prodotto in ricircolazione sul fondo della colonna 500-C-201. I vapori uscenti dalla testa della
colonna sono raffreddati e condensati nello scambiatore ad aria 500-EA-210. Il fluido in uscita
da EA-210 entra nel separatore di riflusso 500-D-208 in cui i prodotti leggeri e gli
incondensabili presenti sono separati dalla fase liquida. I prodotti leggeri sono inviati in
controllo di pressione all’Unità “Gas Concentration” mentre il liquido è totalmente riflussato in
testa alla colonna 500-C-203. Il prodotto di fondo (Nafta Stabilizzata) è inviato agli stoccaggi
quale prodotto finito previo raffreddamento nello scambiatore ad aria 500-EA-212 ed in quello
ad acqua 500-E-213 e miscelazione con il prodotto LCN proveniente dalla testa della colonna
500-C-101.
102
Caratteristiche unità
Anno di costruzione/installazione: vedi tabella
Licenziatario: vedi tabella
Costruttore: vedi tabella
Potenzialità: vedi tabella
CO Boiler
103
Foe
Vap MP,BP
Foe Idrogeno 1
Vap Turbovapori
AP Tgv 301 - 4 EE
Foe Linde
Turbogas
Tgg 101
Foe Sondel
vap 100t/h Foe
Nella seguente tabella sono invece riportate le caratteristiche delle apparecchiature che
costituiscono la centrale CTE e del CO Boiler.
Per una descrizione dettagliata del processo dell’unità CO Boiler si faccia riferimento alla
scheda descrittiva dell’unità 030 – FCC.
Entro i primi mesi del 2007 verrà svolto uno studio per valutare la possibile installazione di un
sistema di recupero per i fumi dell’unità FCC dedicato alla produzione di energia elettrica
(Expander).
Caratteristiche unità
Anno di costruzione/installazione: vedi tabella
Licenziatario: vedi tabella
Costruttore: vedi tabella
Potenzialità: vedi tabella
Caratteristiche unità
Anno di costruzione/installazione: vedi tabella
Licenziatario: vedi tabella
Costruttore: vedi tabella
Potenzialità: vedi tabella
Nella seguente tabella sono invece riportate le caratteristiche delle torri di raffreddamento.
Caratteristiche unità
Anno di costruzione/installazione:
Licenziatario: NA
Costruttore: NA
Potenzialità: NA
Pontili
Le attrezzature di ricezione - spedizione via mare si articolano in due pontili in esercizio con
possibilità di ormeggi contemporanei:
il pontile 2 ha una lunghezza complessiva di circa 650 m ed ha una capacità
massima di ricezione del greggio di 15.000 t/ora per ciascuno dei 2 oleodotti di
cui è attrezzato;
il pontile 1 ha una lunghezza di 500 m ed ha un solo oleodotto con una capacità
massima di ricezione del greggio di 2.000 t/ora.
I pontili sono in grado di ricevere, nelle diverse piattaforme di attracco, petroliere di diversa
stazza fino a 420.000 tonnellate.
Su ogni piattaforma sono previsti sistemi di emergenza per prevenire potenziali perdite a
mare.
Le pensiline di carico delle autobotti sono localizzate in area lontana da impianti e serbatoi e
dotate di un sistema di captazione dei vapori di benzina che vengono recuperati con il
risultato di evitare sprechi e di impedire emissioni di vapori in atmosfera.
Lo zolfo è invece caricato su autobotti per mezzo di pensiline collocate nei pressi degli
impianti di recupero zolfo.
Caratteristiche unità
Anno di costruzione/installazione: Vari
Licenziatario: NA
Costruttore: NA
Potenzialità: NA
I principali prodotti di raffineria e le relative capacità geometriche complessive dei serbatoi più
importanti sono riassunte nella seguente Tabella.
Caratteristiche unità
Anno di costruzione/installazione: 1994
Licenziatario: CONSER/ SIRTEC/NIGI
Costruttore: SnamProgetti
Capacità di trattamento: 6.157 t/d
2. Sezione di Rigenerazione
Il prodotto di fondo assorbitore (M023C01), situato in area HDC, costituito dalla soluzione
amminica, dall'H2S assorbito e da eventuali tracce di idrocarburi, viene alimentato, insieme
alle ammine ricche provenienti dagli Scot 1-2, dall’impianto LC-Finer, dall’impianto Idrogeno 1
e dall’impianto Lavaggio GPL, al separatore soluzione ricca 28-D-03. La fase gassosa, prima di
essere scaricata a blow-down, viene lavata con una corrente di soluzione povera.
La fase liquida viene accumulata nel recipiente, sul pelo libero della soluzione amminica, e
saltuariamente scaricata.
La soluzione amminica ricca di H2S che fuoriesce dal separatore 28-D-03, dopo
preriscaldamento nello scambiatore 28-E-01 A/B/C, viene alimentata al rigeneratore 28-C-02.
Il rigeneratore 28-C-02 viene riscaldato con vapore a bassa pressione.
Il prodotto di testa rigeneratore viene raffreddato nel condensatore ad aria 28-E-04.
All’uscita del condensatore si ottiene una corrente di H2S gassosa, satura di H2O, che, dopo
separazione del condensato nell’accumulatore di riflusso rigeneratore 28-D-04, viene inviata
all’impianto zolfo.
Il condensato costituisce il riflusso alla colonna 28-C-02.
Il prodotto di fondo rigeneratore, che costituisce la soluzione MDEA rigenerata, viene utilizzato
per preriscaldare la carica al 28-C-02 nello scambiatore 28-E-01 A/B/C.
All'uscita dal 28-E-01 A/B/C la soluzione viene raffreddata negli scambiatori 28-E-05
(refrigerante ad aria), 28-E-03 (refrigerante ad acqua) e filtrata nei filtri 28-FT-01 (filtro a
cartucce) e 28-FT-02 (filtro a carboni attivi) ed 28-FT-03 (post filtro a cartucce)La filtrazione
della soluzione è necessaria per rimuovere le eventuali particelle solide contenute (filtro 28-
FT-01) o gli eventuali prodotti di degradazione (filtro a carboni attivi). Il post filtro 28-FT-03
serve ad eliminare eventuale articolato sfuggito dal carbone attivo.
All'uscita dal sistema di filtrazione la soluzione rigenerata viene divisa in cinque correnti ed
inviata alle seguenti utenze:
una piccola corrente viene inviata al separatore 28-D-03, per lavare i gas che si
liberano nel separatore stesso;
una corrente viene inviata all’assorbitore 28-C-01(OGA remote: area HDC);
una corrente viene inviata agli impianti SRU 1-2, alle sezioni Scot 1-2;
una corrente viene inviata all’impianto LC-Finer;
una corrente viene inviata all’impianto idrogeno 1 e all’impianto Lavaggio GPL.
110
Caratteristiche unità
Anno di costruzione/installazione: 1971
Licenziatario: SnamProgetti
Costruttore:SnamProgetti
Capacità di trattamento: 5.240 t/d (DEA 122 + DEA 1 + DEA 2)
L’ammina esausta proveniente dalla desolforazione gasolio e dall'impianto HDT viene fatta
degasare e riscaldata mediante scambio termico DEA esausta/DEA fresca ottenuto negli
scambiatori E-5 e E-1A/B. La soluzione viene alimentata alla colonna di rigenerazione C2.
Sopra l’alimentazione esiste una sezione di rettifica che permette di ridurre a valori trascurabili
le perdite di DEA.
I gas di testa colonna sono parzialmente condensati nello scambiatore E4, e la fase acquosa è
riflussata in colonna. La corrente gassosa è normalmente inviata all'impianto recupero zolfo.
In caso di fuori servizio di tale impianto viene scaricata in torcia acida.
Dal fondo della rigeneratrice la soluzione amminica viene in parte inviata al ribollitore E3, che 111
utilizza vapore a bassa pressione come mezzo riscaldante, in parte, attraverso gli scambiatori
E1-A/B, viene rinviata in circolo (in parte all’assorbitore bassa pressione 122-C-1, in parte
all'assorbitore alta pressione dell'unità desolforazione gasolio 121-C-1) dopo ulteriore
raffreddamento in E5 ed E2.
Caratteristiche unità
Anno di costruzione/installazione: 1971
Licenziatario: SnamProgetti
Costruttore:
Capacità di trattamento: 5.240 t/d (DEA 122 + DEA 1 + DEA 2)
Impianto DEA 1
La soluzione di MDEA esausta (con titolo 15 - 20 % in peso), proveniente dalle colonne C-203
e C-206 dell’unità Concentrazione Gas, viene raccolta nel polmone di preflash D-212, dove si
libera parte dei gas assorbiti (circa 1 t/h) che viene scaricata alla rete off-gas.
La soluzione filtrata viene quindi preriscaldata nei due scambiatori in serie E-229 A ed E-229
B, lato tubi, a spese dell’effluente caldo di fondo colonna (soluzione di MDEA rigenerata) che
passa nel lato mantello. In seguito la soluzione viene immessa nella colonna di rigenerazione
C-211, attraverso due ingressi diametralmente opposti, in corrispondenza del 17° piatto.
La corrente liquida discende lungo i piatti a valvola della colonna e, dopo aver subito uno 112
strippaggio per scambio con i vapori immessi dal ribollitore E-231 nel fondo colonna, si
raccoglie sul fondo della colonna stessa.
La portata di soluzione di MDEA rigenerata viene quindi splittata in due parti: una fluisce nel
ribollitore, dove subisce una parziale vaporizzazione, e viene poi riciclata sul fondo colonna;
l’altra attraversa, lato mantello, gli scambiatori in serie E-229 A ed E-229 B in cui si raffredda
cedendo calore alla soluzione di MDEA esausta.
Previo ulteriore raffreddamento nello scambiatore ad aria (air-cooler) EA-232 e nel
refrigerante ad acqua industriale E-233, la soluzione viene quindi ricircolata, dopo eventuale
correzione del titolo previa aggiunta di MDEA fresca, alle colonne C-203 e C-206 dell’unità
Concentrazione Gas.
Dalla testa della colonna esce la fase vaporizzata, costituita da vapore acqueo e dai gas
strippati; il vapore viene separato per condensazione mentre la corrente gassosa può essere
inviata all’impianto Zolfo o alla linea di blow-down acido. Parte del condensato viene riflussato
in colonna.
Caratteristiche unità
Anno di costruzione/installazione: 1971
Licenziatario: SnamProgetti
Costruttore:
Capacità di trattamento: 3.840 t/d (SWS 1 + SWS 2)
2. Strippaggio
La colonna di stripping è costituita da 24 piatti. Lo stripping dell’idrogeno solforato e
dell’ammoniaca avviene mediante ribollimento di parte dell’acqua di fondo colonna con vapore
a bassa pressione.
Dallo stripper si ottiene una corrente gassosa di testa, costituita prevalentemente da H2S ed
NH3, la quale viene raffreddata dagli scambiatori ad aria 80-EA-701 ad una temperatura di
circa 85 °C ed inviata all’impianto recupero zolfo.
I gas di testa colonna possono, comunque, essere inviati alla torcia acida, sia durante la
marcia normale dell’unità (eccesso di gas prodotti), sia quando l’impianto zolfo è fermo.
Le acque strippate vengono raffreddate nel refrigerante ad acqua 80-E-702 ed inviate al
sistema dei desalters o all’impianto di trattamento acque.
Caratteristiche unità
Anno di costruzione/installazione: 1992
Licenziatario: CONSER
Costruttore:SIRTEC NIGI
Capacità di trattamento: 3.840 t/d (SWS 1 + SWS 2)
1. Accumulatore di Carica
Le acque provenienti dagli impianti Hydrocracker, LC-Finer, Sezioni Scot 1-2 dei RSU 1-2 e
altri impianti, prevalentemente impianti vacuum, vengono inviate all’accumulatore di carica
stripper 79-D-01.
L’olio separato dall’acqua viene inviato a slop.
Poiché le acque acide provenienti dai vari impianti possono contenere disciolti degli idrocarburi
leggeri, l’accumulatore di carica stripper 79-D-01 è stato collegato all’inceneritore dell’impianto
Claus, per favorire il flash di tali idrocarburi nel separatore ed evitare così che tali idrocarburi
vengano strippati ed inviati all’impianto di recupero zolfo. 114
2. Strippaggio
La carica accumulata nel 79-D-01 viene inviata alla colonna di stripping 79-C-01, previo
preriscaldamento, a spese del calore sensibile del prodotto di fondo colonna, nello
scambiatore 79-E-01 A/B/C.
Dallo stripper si ottiene una corrente gassosa di testa, costituita prevalentemente da H2S ed
NH3, che viene inviata all’impianto di recupero zolfo.
Le acque strippate vengono raffreddate, prima, nello scambiatore 79-E-01 A/B/C, scambiando
calore con la carica e, successivamente, nel refrigerante ad acqua 79-E-02.
Le acque strippate vengono inviate al sistema desalter o all’impianto di trattamento acque.
La temperatura della corrente di testa colonna (85 °C) è realizzata mediante un riflusso
circolatorio di testa che raffredda, negli scambiatori ad aria 79-E-04 la portata di acqua,
prelevata dal piatto a camini (41° piatto).La colonna è composta da un totale di 46 piatti.
Caratteristiche unità
Anno di costruzione/installazione: 1982
Licenziatario: SnamProgetti (Claus)/ Comprimo (SCOT)
Costruttore: SnamProgetti
Capacità di trattamento: 412 t/d di zolfo liquido (SRU1 + SRU2)
1. Unità Claus
I gas acidi provenienti dagli impianti Rigenerazione Ammine e Strippaggio Acque Acide (SWS) 115
arrivano all’unità, rispettivamente, attraverso i Separatori (KO Drums) 90-D-01 e 90-D-02,
dove si raccolgono eventuali condense acide che vengono, saltuariamente, rimandate a SWS.
Al separatore 90-D-01 arriva anche gas di riciclo dall’unità SCOT. Il 75% circa del gas da 90-
D-01, miscelato con l’intera portata di gas da 90-D-02, viene alimentato al bruciatore 90-MS-
01.
II restante gas acido è alimentato, a valle del bruciatore, alla Camera di combustione
principale 90-H-01.
L’aria forzata di combustione al bruciatore viene preriscaldata nello scambiatore 90-E-03
alimentato con vapore ad alta pressione.
Il calore di reazione che si genera nella camera di combustione 90-H-01 viene rimosso nel
generatore di vapore 90-E-01 dove si genera vapore a media pressione.
II gas di processo è quindi introdotto nel primo condensatore zolfo, 90-E-04 (primo passo),
alimentato con acqua, che genera vapore a bassa pressione. Da tale condensatore si raccoglie
una prima frazione di zolfo liquido.
II gas di processo, che esce dal condensatore, viene nuovamente riscaldato per miscelazione
con un’aliquota di gas più caldo, prelevata dal primo passo della caldaia a recupero 90-E-01,
ed entra nel 1° stadio del reattore catalitico 90-R-01. II gas effluente ritorna al primo
condensatore zolfo 90-E-04 (secondo passo) dove i vapori di zolfo vengono ancora una volta
condensati ed allontanati.
I gas non condensati vengono nuovamente riscaldati per scambio termico con vapore ad alta
pressione nel preriscaldatore 90-E-05 ed inviati al 2° stadio del reattore 90-R-01.
Altro zolfo liquido si separa quindi nel condensatore finale, 90-E-09. II gas di coda (tail gas)
passa attraverso un demister, di cui è munito il condensatore, che ha lo scopo di raccogliere,
allo stato liquido, le particelle di zolfo ancora presenti nel gas allo stato di “nebbia”.
2. Degasaggio Zolfo
Lo zolfo liquido prodotto dei vari stadi di reazione perviene alla vasca di accumulo 90-S-01.
Lo zolfo contiene circa 300 ppm in peso di H2S disciolto. La vasca è divisa da un setto di
3. Sezione SCOT
II gas di coda dell’unità CLAUS viene preriscaldato nella camera di miscelazione 91-H-01 per
miscelazione con gas caldi ottenuti bruciando fuel gas con aria nel bruciatore 91-MS-01. Nella
stessa camera di miscelazione si inietta gas riducente (idrogeno all’80% vol.).
La miscela di gas di processo passa nel reattore 91-R-01 dove tutto lo zolfo, presente in forma
combinata, viene ridotto ad H2S.
Per rimuovere il calore di reazione il gas in uscita dal reattore passa prima nel fascio tubiero
del generatore di vapore 91-E-01, dove si genera vapore a bassa pressione; poi viene inviato
alla torre di quench 91-C-01, dove si raffredda per contatto diretto con acqua in
controcorrente.
L’acqua viene fatta circolare in circuito chiuso e viene mantenuta alla temperatura desiderata
per mezzo degli air-cooler 91-EA-01 A/B e del refrigerante ad acqua 91-E-02. La
condensazione, nella torre di quench, di una parte del vapore d’acqua contenuto nel gas,
genera nel circuito un eccesso d’acqua, che viene spillato e inviato all’impianto SWS.
II gas passa poi all’assorbitore 91-C-02, dove viene lavato in controcorrente con soluzione
amminica fresca. La soluzione amminica che si raccoglie sul fondo dell’assorbitore SCOT viene
inviata all’impianto di rigenerazione.
II lavaggio amminico rimuove dall’off-gas virtualmente tutto l’H2S. Anche la CO2 presente
viene parzialmente assorbita. II gas passa nel separatore 91-D-02, dove vengono abbattuti
eventuali trascinamenti di liquido, e viene mandato all’ossidatore termico.
4. Ossidatore termico
Nell’ossidatore termico i componenti combustibili dell’off-gas, proveniente dalla sezione SCOT,
vengono completamente ossidati in eccesso di aria. 116
Prima di essere inviato al camino il gas effluente viene utilizzato per surriscaldare, mediante
uno scambiatore installato nel condotto fumi, il vapore a media pressione prodotto nel
generatore di vapore di recupero dell’unità CLAUS.
In caso di fuori servizio dell’Unità SCOT il tail gas dell’unità CLAUS viene inviato direttamente
all’ossidatore.
Il camino esistente è utilizzato anche per gli effluenti dall’ossidatore dell’impianto SRU-2.
Caratteristiche unità
Anno di costruzione/installazione: 1998
Licenziatario: Comprimo (Claus, SCOT), Linde (VSA)
Costruttore:SnamProgetti
Capacità di trattamento: 412 t/d di zolfo liquido (SRU1 + SRU2)
II processo dell’unità SRU 2 è analogo a quello dell’unità SRU 1. L’impianto può essere
suddiviso nelle seguenti sezioni:
1. Unità Claus;
2. Degasaggio dello Zolfo;
3. Sezione SCOT;
4. Unità VSA per la produzione di ossigeno;
5. Stoccaggio zolfo e pensilina caricamento.
1. Unità Claus
I gas acidi provenienti dalle unità di rigenerazione ammine e dalle unità di strippaggio acque
acide vengono separatamente ricevuti nei rispettivi accumulatori, che hanno anche la funzione
di separare e raccogliere gli eventuali liquidi trascinati dai gas.
L’acqua acida che si raccoglie in ciascun accumulatore viene scaricata in un comune polmone
di drenaggio e rinviata, tramite pompe, agli impianti di trattamento acque acide.
La miscela dei due gas viene inviata al bruciatore principale dove viene immessa aria
arricchita, in modo da avere un prefissato e controllato rapporto tra l’ossigeno ed i gas acidi.
In questa fase si raggiunge circa il 65% di conversione dello zolfo totale entrante.
Il gas di processo uscente dalla camera principale di reazione passa attraverso il fascio tubiero
della caldaia di recupero dove, raffreddandosi, cede calore e genera vapore a media 117
pressione. Il gas si raffredda ulteriormente in un primo condensatore dove genera vapore a
bassa pressione. A seguito di questo ulteriore raffreddamento la maggior parte dei vapori di
zolfo condensano come zolfo liquido e vengono inviati, dopo attraversamento di guardia
idraulica, nella vasca di raccolta zolfo liquido.
La fase gassosa contiene ancora notevoli quantità di H2S ed SO2 da convertire in zolfo. Questa
conversione è ottenuta con un processo catalitico attraverso due reattori in serie.
La fase gassosa, previo riscaldamento per miscelazione con i prodotti di combustione, viene
inviata al primo reattore.
Il gas effluente passa quindi in un secondo condensatore, dove viene recuperato zolfo liquido,
poi viene nuovamente riscaldato ed inviato al secondo reattore. Il gas uscente passa in un
condensatore finale e da qui in un coalescer per recuperare lo zolfo trascinato.
Il gas di processo in uscita dal coalescer (gas di coda) viene inviato alla sezione SCOT.
2. Degasaggio Zolfo
Lo zolfo prodotto in fase liquida dal CLAUS contiene ancora circa 300 ppm in peso di H2S. Per
evitare che durante la movimentazione dello zolfo l’H2S si possa liberare e formare delle
miscele esplosive, il tenore di H2S deve essere ridotto ad un valore di sicurezza di max 10
ppm. Lo zolfo viene quindi inviato ad una vasca costituita da una sezione di strippaggio ed
una di trasferimento dello zolfo depurato dall’H2S.
Lo strippaggio dell’H2S viene realizzato inviando aria di gorgogliamento nello zolfo liquido, con
conseguente diminuzione della pressione parziale dell’H2S disciolto.
L'H2S liberato viene inviato, insieme all’aria, tramite eiettori a vapore, all’inceneritore dove si
ossida a SO2.
3. Sezione SCOT
Il processo SCOT viene utilizzato per aumentare l’efficienza globale di recupero zolfo dagli
impianti CLAUS.
Il gas di coda proveniente dall’impianto di recupero zolfo viene scaldato e miscelato con H2 in
Caratteristiche unità
Anno di costruzione/installazione: 1974
Licenziatario: COMING
Costruttore: COMING
Capacità di trattamento: 14.400 m3/d (sezione TAP), 36.000 m3/d (sezione TAZ),
Le acque reflue originate nelle varie fasi del processo produttivo possono essere
sommariamente classificate come:
• acque a basso carico inquinante, come ad esempio i drenaggi dei serbatoi, le acque
sanitarie, i drenaggi del sistema di acque di raffreddamento, le acque di scarico
dell’impianto alchilazione e rigenerazione acido, i drenaggi delle caldaie di produzione
vapore, etc; tali acque sono essenzialmente prive di idrocarburi e vengono collettate
all’impianto di trattamento tramite la rete fognaria;
• condense di vapore: sono le acque che si originano in tutte quelle apparecchiature
ove viene condensata una certa quantità di vapore per fornire il calore necessario ai
processi di raffinazione. Le condense sono acque di elevata qualità in quanto
equivalente all’acqua demineralizzata e vengono, laddove tecnicamente ed
economicamente fattibile, recuperate, trattate in un impianto di filtrazione e
successivamente riutilizzate come acqua demineralizzata. L’estesa capacità di
recupero delle condense presente in raffineria consente di minimizzare il prelievo di
acqua di falda per la produzione di vapore. Tale capacità è stata ulteriormente
incrementata nel corso del 2006 attraverso interventi di razionalizzazione del circuito
di recupero condense. Le condense non recuperabili (ad esempio parte di quelle
originatesi dalla tracciatura per il riscaldamento delle tubazioni) vengono collettate al
sistema fognario;
• acque acide: sono le acque che essendo venute a contatto con i prodotti petroliferi
nei vari impianti di processo, contengono composti solforati, ammoniacali, tracce di
idrocarburi, etc e vengono pretrattate negli impianti di strippaggio (SWS) prima di
essere ulteriormente recuperate o convogliate direttamente ai serbatoi di
equalizzazione dell’impianto di trattamento acque mediante tubazioni;
• acque provenienti dagli impianti di dissalazione del greggio (desalters) che vengono
anch’esse convogliate direttamente ai serbatoi di equalizzazione dell’impianto di
trattamento acque mediante tubazioni;
• acque provenienti dall‘impianto di demineralizzazione/dissalazione e che vengono
trattate separatamente nelle vasche di neutralizzazione V220 A/B dell’impianto di
trattamento acque mediante aggiunta di prodotti chimici con controllo automatico del 120
Ph e omogeneizzazione mediante agitatori;
• una piccola quota parte di acque provenienti da Linde Gas collettata all’impianto di
trattamento tramite la rete fognaria.
La portata dell’acqua trattata viene misurata dalla flangia calibrata FR401 posizionata all’uscita
dell’API sull’elettropompa MP 406 A/B, portata che nell’anno 2005 è stata di 3.883.296 mc,
pari ad una portata media annua oraria di 433 mc/h, cui deve sommarsi la portata trattata
separatamente nelle vasche di neutralizzazione che è di 1.101.512 mc pari ad una portata
media di circa 125 mc/h.
Nel 2002 la Raffineria di Milazzo S.C.p.A. ha installato una nuova vasca di sedimentazione e
un box prefabbricato per contenere la strumentazione di controllo; tali strutture sono state
realizzate per ottimizzare la flessibilità e l’efficienza dell’impianto, adeguando il TAP alle nuove
esigenze d’esercizio della Raffineria.
L’insieme di questi interventi, e di altri minori realizzati nei vari impianti, hanno consentito di
migliorare le caratteristiche qualitative e quantitative del “riutilizzo dell’acqua depurata” con la
conseguente diminuzione del volume d’acqua scaricato in mare rispetto alle precedenti
autorizzazioni.
Nel corso del 2006 la Raffineria ha effettuato un intervento che ha consentito l’invio di acqua
dal TAP al TAZ e viceversa per utilizzare indifferentemente le varie sezioni dei due impianti al
fine di mantenere in efficienza le apparecchiature. Inoltre, entro il 30 Ottobre 2007, la
Raffineria ha in programma una razionalizzazione della raccolta delle acque meteoriche in
prossimità della strada “3” con possibilità di separazione da quelle oleose ed invio al TAZ
evitando di sovraccaricare idraulicamente il TAP in caso di eventi piovosi.
Le portate misurate delle cariche di TAP e TAZ inoltre sono registrate su carta nella saletta
tecnica di controllo ubicata in area TAP.
Non esistono contatori immediatamente a monte dello scarico in mare. La portata dello
scarico è ottenuta dal bilancio idrico sulla base dell’acqua trattata al TAP/TAZ e del
quantitativo di acqua depurata riciclata in raffineria dopo la filtrazione nei filtri a sabbia,
anch’essa dotata di strumento di misura.
Possibilità di intercettazione dello scarico a mare
Le modalità operative definite per la gestione dello scarico a mare sono disciplinate dalla
procedura del Sistema di Gestione Ambientale RAM-92004.
In particolare tale procedura prevede che qualora vengano superati i limiti di “preallarme” pari
al 90 % dei limiti di legge, così come in condizioni di emergenza, dovranno essere messe in
atto alcune azioni correttive tra cui la chiusura dello scarico a mare .
Lo scarico dei reflui in mare viene intercettato completamente interrompendone il deflusso
mediante la chiusura della valvola motorizzata denominata VM 1. I reflui così possono essere
nuovamente stoccati nei serbatoi di carica TK 77 e 78 per la successiva rilavorazione o
trasferiti ai serbatoi di stoccaggio o alla sezione di trattamento acque di zavorra.
Descrizione delle modalità di scarico dei reflui a mare
La Raffineria è dotata di un unico condotto di scarico in mare costituito da un collettore dal
diametro di 20” originatesi dal pozzetto di campionamento.
Il collettore attraversa la recinzione fiscale a nord della Raffineria e si estende per una
lunghezza di circa mt. 10 sul tratto di spiaggia prospiciente la suddetta recinzione, giungendo
quindi in prossimità della battigia.
Caratteristiche unità
Potenzialità: 420 m3/h di acqua demi prodotta
122
Caratteristiche unità
Potenzialità: 20,8 m3/h per dissalatore
123
Caratteristiche unità
Capacità: 40.000 litri
124
Caratteristiche unità
Anno di costruzione/installazione: 1996 (2 torce idrocarburiche ed 1 torcia acida).
125