-INDICE.
-INDICE-............................................................................................................................................ 1
SEZIONE1 INFORMAZIONI GENERALI ................................................................................ 4
1.1 DISEGNI ............................................................................................................................. 4
1.3 CONTROLLO DISEGNI ................................................................................................. 26
1.5. SVILUPPO E PRIMA INSTALLAZIONE DEL KIT....................................................... 30
SEZIONE 2A NORME PER LA RAPPRESENTAZIONE GRAFICA .................................... 32
2A.1. MATERIALE PER DISEGNO...................................................................................... 32
2A.3. FORMATO DEL DISEGNO ......................................................................................... 32
2A.5. RIQUADRI, MARGINI, ZONE E FRECCE PER CENTRAGGIO MICROFILM ...... 37
2A.7. SCALE DIMENSIONALI ............................................................................................. 39
2A.9. TIPI DI LINEE (ISO128) ............................................................................................... 40
2A.11. CARATTERI E CIFRE.............................................................................................. 46
2A.13. SISTEMI DI PROIEZIONE (ISO128) ....................................................................... 48
2A.15. SEZIONI, VISTE SEZIONATE E CONVENZIONI (ISO 128)................................ 52
2A.17. CONVENZIONI DI RAPPRESENTAZIONI SEMPLIFICATE............................... 60
2A.19. DISEGNI ESEGUITI A CADAM /CATIA ............................................................... 63
2A.20. DISEGNO DI PROGETTO MASTER ESEGUITO A CADAM /CATIA................ 65
SEZIONE 2B DENOMINAZIONE DEL DISEGNO .............................................................. 108
2B.1. DENOMINAZIONE DEL DISEGNO ......................................................................... 108
SEZIONE 2C BLOCCO TITOLO E TABELLE MATERIALI............................................... 112
2C.1. BLOCCO TITOLO ...................................................................................................... 112
2C.3. PART/LIST .................................................................................................................. 112
2C.4. TABELLA D.B.T. (PARTS LIST) .............................................................................. 113
2C.5. DISEGNI DEI TUBI RIGIDI METALLICI................................................................. 113
SEZIONE 2D NOTE E RICHIAMI SUI DISEGNI................................................................. 117
2D.1. NOTE E RICHIAMI .................................................................................................... 117
2D.3. TIPOLOGIA DI NOTE GENERALI........................................................................... 118
2D.5. MARCATURA PER L’IDENTIFICAZIONE DELLE PARTI ................................... 124
2D.39 NOTE PER FUSIONI E FORGIATI ........................................................................... 125
2D.40. NOTE STANDARD................................................................................................. 127
SEZIONE 2E NORME PER L’INCOLAGGIO ...................................................................... 128
2E.1. INCOLAGGIO............................................................................................................. 128
SEZIONE 2F FUSIONE E FORGIATI................................................................................... 137
2F.1. FUSIONI ...................................................................................................................... 137
2F.3. TIPI DI FUSIONI......................................................................................................... 141
2F.5. CONSIDERAZIONI DI PROGETTO PER LE FUSIONI .......................................... 145
2F.7. FUSIONI BLOCCANTI PARTICOLARI ................................................................... 158
2F.9. TOLLERANZE PER FUSIONI................................................................................... 159
2F.13. SALDATURA DI FUSIONI........................................................................................ 166
2F.21. FORGIATI ................................................................................................................... 167
2F.23. FORGIATI A MANO .................................................................................................. 169
2F.25. FORGIATI STAMPATI (STAMPATI)....................................................................... 170
2F.27. TRANCIATURE (PUNCH-OUTS )............................................................................ 185
2F.29. ANDAMENTO DELLE FIBRE .................................................................................. 186
2F.31. NORME DI DISEGNO PER FORGIATI.................................................................... 186
1.1 DISEGNI
1.1.1. Generalità
I disegni devono riportare i dati necessari e sufficienti per definire le precise caratteristiche
richieste da un oggetto finito. Una corretta impostazione e definizione è necessaria per rendere
inequivocabile quanto è rappresentato sul disegno a tutti quegli enti che da esso ne debbono
trarre informazioni. Mentre ogni informazione sarà data per il metodo di costruzione, l'effettiva
operazione non sarà indicata, a meno che specifica autorizzazione sia data altrove in questo
manuale. Ad esempio operazioni come (trapanare, alesare, barenare, o punzonare) non devono
essere usate poiché il metodo di produrre un determinato foro può essere meglio determinato dai
tecnici dell'Uff. Produzione.
Un disegno di assieme rappresenta le relazioni intercorrenti fra due o più parti assiemate, o una
combinazione di parti e sottoassiemi che possono essere presi dal magazzino e installati senza
smontarli.
Una parte, o subassieme può essere disegnata in dettaglio su una vista d'assieme oppure su una
vista particolareggiata identificata come "dash number” del disegno di assieme, se la parte o
subassieme non ha legame su altri disegni come assieme, successivo.
Vi sono diversi tipi di disegni di assieme.
Disegno d'assieme con particolari. Un disegno di assieme con particolari (Fig. 8.1.3) rappresenta
un assieme sul quale una o più parti sono dettagliate sulle viste di assieme o disegnate
separatamente. Per siffatti disegni non occorre ridisegnare i particolari su un foglio separato. I
particolari di pezzi macchinati, devono essere disegnati su fogli separati. Per la compilazione delle
tabelle materiali (Vedi Sezione 5).
Disegno d'assieme tabellato. Quando due o più assiemi hanno uguale forma e composizione e si
differenziano tra loro solo per alcune dimensioni essi possono essere rappresentati da un unico
disegno tabellato. In questo disegno si rappresenta un assieme tipico, le quote che differenziano
un assieme dell'altro vengono indicate con lettere maiuscole e i valori numerici di tali quote sono
riassunte in una tabella. Ogni assieme sarà identificato da un numero di particolare (dash number)
(Fig. 8.1.4.). Vedere paragrafo 1.1.15 Disegni Tabellati.
Disegno d'assieme inseparabile. Un disegno d'assieme inseparabile descrive parti che sono
costruite singolarmente e unite insieme permanentemente formando un insieme integrale.
Esempi: saldature, brasature, rivettature, incollature, ecc.
Disegni di assieme-installazione. La parola installazione su un disegno di assieme significa che su
questo sono contenute tutte le informazioni per la messa in atto dell'assieme.
XXXXXXX
XXXXXXX
XXXXXXX
XXXXXXX
L'assieme Generale è usato per riunire tutti i particolari, gli assiemi, installazioni e disegni di
riferimento necessari per definire in modo completo la parte finale.
Questo disegno deve riportare la legenda completa di tutti i componenti maggiori e la struttura, e
deve rappresentare le relazioni dei componenti illustrati.
I componenti elencati eccetto quelli come "RIF" sono anche richiamati nel disegno o su tabelle
separate.
Il disegno del 3 viste rappresenta le dimensioni basiche d'ingombro dell’ intera parte.
Il suo assieme successivo è l'assieme generale sul quale è richiamato come riferimento sulla
legenda.
I disegni di assieme per i componenti maggiori di una parte devono essere comprensivi dei gruppi
che contengono tutte le parti e impianti. Questi comprendono ad esempio i comandi idraulici e tutti
quelli che possono rimanere installati anche rimuovendo l'intera sezione.
Il disegno di assieme caratteristico di una sezione deve essere costituito dal profilo della sezione
stessa che richiama l'assieme della struttura più tutte le installazioni separate che sono necessarie
per completare la sezione (antenne, comandi, ecc).
Un disegno separato deve essere eseguito per altri componenti maggiori della parte. Per esempio
un disegno separato deve essere eseguito per l'impianto elettrico della sezione anteriore e uno per
la sezione posteriore.
La divisione della parte nei componenti maggiori e di questi in assieme e particolari deve essere
fatto alla luce di una pratica operazione di montaggio e smontaggio e razionale manutenzione.
Un esatto sviluppo per ogni modello deve essere determinato dal Project Engineer e dal capo
gruppo disegnatori.
Un disegno di particolare definisce e illustra completamente una parte singola; tuttavia non dovrà
essere necessariamente inteso che è ammesso solo un particolare per disegno.
Le parti che hanno le stesse configurazioni fisiche, eccetto per piccole differenze, dovranno essere
poste in un unico disegno o devono essere create le diciture "simili a -xxx. eccetto quanto indicato"
sui disegni esistenti. Eventuali differenze possono essere rappresentate su viste ausiliarie, note
ecc. o su tabelle.
Devono essere indicate tutte le dimensioni e tutti i dati necessari per descrivere il particolare.
I seguenti tipi di componenti devono essere raffigurati solo su disegni di particolari.
a) Disegno o specifiche di controllo per l'approvvigionamento.
b) Particolari richiamati su più di un disegno.
c) Particolari macchinati.
d) Forgiati e fusioni (vedi Sez. 2 F, forgiati e fusioni).
e) Profilati, estrusi e laminati con sezioni diverse danelle standard
f) Molle di tutti i tipi.
g) Targhette.
h) Tutti i particolari in plastica formati e stampati.
i) Tutti i disegni di variante di componenti.
1.1.11. Tracciati
I tracciati stabiliscono, su materiali stabili dimensionalmente, i profili basici di una parte completa, i
singoli componenti o modelli in scala.
Tali disegni sono generalmente in grandezza naturale.
Il Gruppo Tracciati assegna un numero a tutti i disegni di tracciati secondo il modello e i maggiori
componenti come indicato al para. 4.11.
I disegni delle parti le cui caratteristiche sono definite dal tracciato, devono riportare con una nota i
tracciati applicabili e la lettera di revisione applicabile al tracciato stesso. I numeri sono ottenuti
direttamente dal Gruppo Tracciati.
I tracciati sono riprodotti scala 1 ÷ 1 per facilitare la fabbricazione di maschere usate per
l'allestimento di modelli in gesso, per posizionare rinforzi e per fabbricare attrezzi.
Un disegno di controllo è quel disegno di progetto che descrive, nel modo applicabile, una
configurazione e le relative limitazioni: caratteristiche e requisiti di prova; peso e limitazioni di
spazio, ingombro degli accessi, tubi e attacchi dei cavi, affidabilità, manutenzione e requisiti
ambientali, intercambiabilità funzionale, tutte le caratteristiche dimensionali soggette a
intercambiabilità ecc., l'estensione necessaria del particolare che sarà sviluppato, qualificato e
approvvigionato nel mercato commerciale, o per l'installazione e il co-funzionamento della parte
installata con le parti relative.
Se un circuito elettrico o elettronico (o altro progetto) è sviluppato, deve essere incluso uno
schema che fornisce le informazioni sufficienti per eseguire derivazioni esterne.
Questa informazione può essere specificata nel disegno e in documenti relativi.
I disegni di controllo sono identificati come: sviluppo, controllo fonti, controllo caratteristiche,
controllo interfaccia, parte variate, parte selezionata e disegno controllo installazione.
In SEI, la specifica di approvvigionamento è anche considerata come un disegno di controllo.
Le parti variate, selezionate e illustrate nei normali o nelle specifiche di società industriali
riconosciute, sia federali che militari (USA) , non dovranno essere delineate sui disegni di controllo
per l'approvvigionamento o sui disegni specifica di controllo.
FIG. 1-1-2.
SEI
La Fig. 1-1-2 può essere usata come guida per determinare se dovrà essere usato un disegno di
controllo per l'approvvigionamento, un disegno specifica di controllo, un disegno in sviluppo o
specifica di approvvigionamento.
Una specifica approvvigionamento verrà emessa quando, dopo ragionevoli ricerche, si sia stabilito
che un materiale, un particolare, o un assieme non è disponibile commercialmente, o se è
disponibile, non esistono specifiche o standard validi e riconosciuti in relazione ai quali il
componente possa essere qualificato.
In alcuni casi le specifiche di approvvigionamento sono richieste da requisiti contrattuali.
Specifiche di approvvigionamento possono essere preparate per:
a) Materie prime da essere procurate o acquistate se rispondono a speciali requisiti tecnici
della SEI.
b) Progetto, fabbricazione e/o qualificazione di un componente non normalmente progettato e
fabbricato dalla SEI.
c) Progetto e/o fabbricazione di pezzo della SEI dato in appalto per convenienza dalla Ditta,
ad altri.
(La SEI fornirà il formato del disegno, il numero e le istruzioni).
d) Riprogettazione di un particolare del fornitore per soddisfare i requisiti della SEI.
La preparazione e il controllo delle specifiche di approvvigionamento è di responsabilità del
(Gruppo) Specifiche Tecniche, che manterrà strettissimi contatti con il pertinente Gruppo (i)
Tecnico e il Reparto di approvvigionamento, durante la preparazione, le modifiche e la fase di
approvazione di tali specifiche.
Modifiche di una specifica richiedono l'emissione di una segnalazione di modifiche preparato dal
Gruppo specifiche.
Richieste dei fornitori per modifiche devono passare attraverso il Servizio Approvvigionamenti al
Gruppo Specifiche per un'analisi e devono essere accettate dal Gruppo di Progettazione Tecnica,
attreverso il sistema di valutazione dei dati tecnici dei fornitore.
Una parte integrante della Specifica di approvvigionamento è la "LISTA DEI PRODOTTI
QUALIFICATI (QPL)" che dopo la selezione di un fornitore (i), elencherà il P/N del fornitore, nome
e indirizzo del fornitore, l'identità dei documenti di qualificazione (incluso la lettera di revisione) e
l'ente di qualificazione.
Revisioni alle QPL possono essere fatte come lettere di Revisione alla specifica di
Approvvigionamento tramite una ECO.
La revisione può essere fatta solo dal gruppo specifiche. Tuttavia molti contratti richiedono che la
modifica venga approvata del cliente.
Se sul QPL è richiesta una nota che annulla una approvazione deve essere emessa una ECO.
La nota "RIPARABILE" o "NON" -RIPARABILE" deve apparire sulla pagina titolo e sul QPL.
Se il particolare definito da una specifica di approvvigionamento è riparabile, ad un nuovo fornitore
deve essere dato un nuovo numero di dash che dovrà essere richiamato come alternativa
nell'assieme successivo. Se una specifica di approvvigionamento include un richiamo di dati
tecnici della SEI (Disegni, relazioni, specifiche ecc.) come requisito della specifica stessa, quando
i dati tecnici vengono revisionati dovrà essere revisionata la specifica e riportare il riferimento ai
dati tecnici e segnalazioni di modifica.
Per esempio, supponiamo che un disegno di accoppiamento sia richiamato nella Specifica di
Approvvigionamento.
Se il disegno di accoppiamento è revisionato sarà necessaria una segnalazione di modifica.
Tuttavia la ECO del disegno di accoppiamento e la revisione del disegno non perverranno al
fornitore.
Il fornitore verrà informato solo da una Revisione della Specifica di approvvigionamento.
Il progettista deve notificare, tramite un numero, al gruppo specifiche la nuova lettera di revisione
del disegno di accoppiamento in modo che la specifica di approvvigionamento potrà essere
revisionata in conformità ed inoltrata al fornitore. Il numero delle specifiche di approvvigionamento
(ed il numero di dash) è un P/N e come tale, apparirà sul pezzo insieme al P/N del fornitore (se ne
esiste uno).
La specifica includerà istruzioni particolari per la marcatura. Sul disegno del fornitore sarà richiesta
una nota che afferma che il disegno del fornitore è in accordo con la specifica di
approvvigionamento della SEI.
Le specifiche di approvvigionamento devono essere compilate in accordo con le procedure
applicabili SEI.
NOTA: Un disegno in sviluppo può consistere in più di un particolare: Non è necessaria l'aggiunta
delle fonti di approvvigionamento approvate per tutti i numeri di particolare nello stesso tempo.
Tuttavia, il disegno deve essere convertito in disegno di approvvigionamento o in disegno specifica
di controllo nel momento in cui viene aggiunta la prima fonte di controllo per uno qualsiasi dei
numeri di particolare.
La nota "in sviluppo" rimane evidenziata per i numeri di particolare non sviluppati.
Le parti in causa devono eseguire una sufficiente programmazione preventiva e coordinazione per
garantire che i requisiti di interfaccia tra tutti i particolari che concorrono ad una sola interfaccia
vengono raffigurati, dove possibile, su un solo disegno di controllo interfaccia.
Un disegno di controllo interfaccia è un disegno di riferimento. Esso non occorre nè per la
costruzione e l'acquisto nè per l'identificazione di un particolare. I disegni di controllo interfaccia
dovranno richiamare titolo e numero di disegno di tracciati, schemi elettrici e idraulici nelle note
generali del disegno.
Il disegno di controllo interfaccia dovrà successivamente essere introdotto nel disegno di assieme
o installazione sul quale si monta o si installa il sotto assieme di cui si vuole controllare
l'interfaccia.
Se il sottoassieme richiede più di un disegno per raffigurare il montaggio o l'installazione, sono
permessi più assiemi successivi.
La registrazione nella colonna "quantità richiesta" per il Disegno Controllo Interfaccia deve essere
indicata con Rif.
I disegni di controllo interfaccia devono essere coordinati con i disegni e specifiche di controllo
relative. La nota ''DISEGNO DI CONTROLLO INTERFACCIA" deve apparire di fianco al blocco
titolo in lettere da 10 m.
Tutte le varianti ai dati di interfaccia devono essere coordinate dalle parti in causa.
Quando sono richieste variazioni al disegno di controllo interfaccia e a relativi disegni e/o
specifiche con caratteristiche di interfaccia, sarà necessario emettere la revisione al disegno di
controllo interfaccia o prima o contemporaneamente ai disegni o specifiche su di esso richiamate.
Se esiste contrasto tra un disegno di controllo interfaccia e i relativi disegni e specifiche
richiamate, hanno priorità i dati indicati nel disegno di controllo interfaccia.
I disegni tabellati sono usati per indicare famiglie di componenti simili (particolari, assiemi) che
possono essere descritti in comune, note, ecc.
I valori specifici delle caratteristiche variabili sono indicati in opportune tabelle.
Le colonne di queste tabelle sono intestate con le stesse lettere assegnate alle dimensioni variabili
sulle viste. Le varie dimensioni assegnate ad ogni lettera sono elencate sotto la lettera ed in linea
con il suo numero di dash di identificazione.
Un disegno tabellato preclude la preparazione di un disegno per ognuno dei particolari tabellati.
Quando si sta preparando un disegno tabellato il disegnatore dovrà consultare il gruppo standards
per vedere se i particolari che si stanno tabellando possono diventare Normali SEI.
I disegni di equipaggiamenti sciolti sono dei documenti di raccolta di particolari vari usati nelle
operazioni di manutenzione, di una parte ciò non è applicabile per i kits o attrezzature.
Questi disegni elencheranno tutti gli articoli di equipaggiamento sciolti, sia se tali equipaggiamenti
sono installati o se spediti con altri mezzi.
Una vista di fianco sarà disegnata in riferimento con tutti gli equipaggiamenti sciolti per indicare
come sono situati o usati sulla parte.
Tutti i pezzi saranno richiamati da un Part Number sul campo del disegno ed elencati nella tabella
materiali. Il disegno degli equipaggiamenti sciolti definirà chiaramente per mezzo di note o con altri
sistemi:
a) Tutti i particolari che debbono essere forniti con la parte imballati come pacco completo, o
separati.
b) Particolari che possono essere; se richiesti, forniti sulla parte o come parti sciolte.
I disegni di piegatura dei tubi presentano i dati necessari per controllare la forma e la
configurazione finale delle tubazioni metalliche. Singoli tubi o assiemi contenenti un tratto di tubo
continuo (senza ramificazioni) sono descritti nel modulo del disegno di tubi standard
In ogni tabella del tubo viene descritto un solo tubo. Tubi complessi o assiemi contenenti più di
una singola sezione (rastremati o con diramazione) sono indicati schematicamente con pertinenti
dimensioni saldature ecc.
I disegni di proposta sono preparati per sottoporre progetti di nuovi modelli o per modifiche
proposte nel progetto di modelli correnti.
I disegni debbono includere tutte le informazioni necessarie per stimare il costo e i tempi.
Richiami del materiale e del P/N possono essere inseriti nel campo del disegno. La tabella
materiali e altre informazioni per l'emissione del disegno possono essere omesse. 1
Il disegno di "Progettazione" serve come base per i disegni di produzione e costituisce una
registrazione dell'ultima informazione di progetto. Una volta che il Layout è approvato qualsiasi
cambiamento nel progetto sarà riflesso nel Layout e registrato su di esso. Il numero Layout sarà
assegnato a tutti i Layout. Una volta assegnato il numero al disegno questo non può essere
distrutto senza una propria autorizzazione.
Speciali condizioni che richiedono considerazioni di progetto dovrebbero essere annotate sul
disegno dal Gruppo di Progettazione. Le condizioni notate dovranno includere tutti gli ingombri
speciali, predisposizioni per regolazioni ed equipaggiamenti, tolleranze insolite e requisiti di
resistenza ed ogni altra caratteristica.
La progettazione dati di riferimento richiesti sul Layout includono:
Dati di Progettazione
Struttura adiacente e/o contorno di equipaggiamenti giochi e interferenze desiderati Percorso e
posizione alternativa di particolari mobili.
Dimensioni critiche
Materiali e trattamenti termici quando sono critici.
Dati di Riferimento
P/N di particolari combacianti
Riferimento di materiali, numeri di disegno, nuovi cataloghi e specifiche ecc.
Linee di proiezione
Angoli, tangenti, non usati nei calcoli o in ogni altra informazione utile al particolarista.
Le stampigliature possono essere fatte in questa Ditta in tre diverse dimensioni di lettere:
1.1.35. Normali
Un normale SEI viene creato quando si prevede avrà un impiego ripetuto. La creazione e
l'aggiornamento dei normali è sotto la responsabilità del gruppo Normazione.
Il gruppo normazione analizza costantemente vecchi e nuovi governativi, dell'industria e di società,
per valutare la loro adattabilità dei progetti Ditta.
Sono ora usati dalla SEI 3 tipi di standards:
a) Normali di disegno
Sono normali che non creano particolari ma descrivono particolarità usate molte volte nei disegni
come fori di alleggerimento, nervature, scanalature, tabelle dei raggi di piegatura, fascette per
cavi, ecc. Questo elimina la necessità di dimensionarli in ogni disegno tecnico.
b) Normali di controllo.
Questi sono normali di particolari acquistati che sono richiesti per usi specifici.
Generalmente essi sono usati su uno o più modelli o assiemi: Essi sono simili ai disegni di
controllo ma sono per particolari meno sofisticati.
Essi portano il riferimento del fornitore e del P/N del fornitore e possono essere procurati da
diverse fonti. La lettera di revisione del disegno del fornitore che era in Ditta quando il particolare
fu scelto per essere standardizzato, dovrà essere indicato sullo standard e cambiata se il fornitore
revisiona il suo disegno.
c) Standard SEI.
Questi sono particolari che sono progettati dal gruppo di normazione.
Alcuni possono essere e devono essere fatti in casa dalla Ditta SEI.
Altri come profilati estrusi parti stampate di gomma ecc. Indicano la sezione o le diminuzioni e
devono essere fatti fuori Ditta.
Essi possono sostituire i particolari di disegno SEI e di conseguenza eliminare le modifiche del
blocco degli assiemi successivi. Il gruppo di normazione preparerà e manterrà una Mista di
particolari “preferiti" che definirà i particolari standard da essere usati dalla SEI.
Deviazioni da questa linea dovranno essere approvate da tale gruppo.
I disegni di variante sono usati per modificare la configurazione di una parte produzione.
Un disegno di variante mostra la differenza tra la configurazione esistente e quella modificata.
Può essere descritto come un disegno tipo "Aggiungi e togli".
La parola "VARIANTE" apparirà come prima parola del titolo con ulteriori attributi che siano
necessari e adiacente al blocco titolo con lettera da 10 mm. Ai disegni di variante verrà dato il
numero di codificazione universale in accordo col para. 4.9. L'assieme generale del disegno di
variante sarà parallelo all'assieme generale del disegno di produzione. Una nota sarà aggiunta al
numero di dash dell’assieme generale della parte che sta per essere modificato.
Un disegno di variante può assemblarsi (come assieme successivo) solo in disegni di kits o altri
disegni di variante. I disegni di produzione con numero di codificazione universale possono
assemblarsi (come assieme successivo) in disegni di variante.
Nelle Part/List il dash-number del disegno di variante indicherà "RICAVATO DA" seguito dal
numero di dash del disegno di produzione. Quando richiesto la Part/List avrà una colonna
"Aggiungi e Togli”. I particolari introdotti nella colonna qualità richieste con la nota "AGGIUNGI"
verranno montati su ciascuna parte o messi come qualità aggiuntiva. I particolari introdotti nella
colonna quantità richiesta con la nota "TOGLI" verranno rimossi dalla parte e non più installati.
I particolari trasferiti non devono essere aggiunti o rimossi nelle Part/List.
Quando possibile, la minuteria di attacco, le fascette, gli anelli di tenuta ecc., e le parti che si
distruggono alla rimozione come le decalcomanie e i ribattini, non dovranno essere indicati come
rimossi nelle Part/List o i numeri di particolari relativi come rimossi dal disegno.
In questi casi la rimozione è indicata nel disegno tramite un richiamo simile al seguente:
Tutte le rilavorazioni di particolari esistenti saranno richiamate nel disegno di variante. Le parti
rilavorate non compaiono nella Part/List.
I disegni di variante possono essere usati per definire dei cambiamenti supplementari a un kit.
Questo disegno di variante verrà richiamato sul disegno del kit piuttosto che sull'assieme generale
della parte.
I disegni che alterano la configurazione di una parte per permettere l'installazione di un kit non
seguono i requisiti definiti dai disegni di variante al para. 1.1.37.
Nella Part/List non sono richieste ne una colonna "Aggiungere e Rimuovere" nè un part number
“Ricavato Da”.
I particolari da rimuovere saranno descritti nel disegno e i particolari da aggiungere saranno
elencati nella Part/List.
In alcuni casi il kit può essere richiesto per più configurazioni.
Può essere usato un numero di dash del kit che comprende la minuteria (viti, dadi, rondelle,
adesivi, ecc) per tutte le configurazioni. Il cliente che riceve il kit può scartare quella minuteria che
non è richiesta dalla configurazione della sua parte.
Ovviamente se tale minuteria extra diventa eccessiva, si potrà usare un nuovo dash-number.
Un disegno a più dettagli è uno speciale disegno semplificato che serve come:
I disegni a più dettagli soddisfano i requisiti della MIL-D-1000 Form 3 ed in molti casi i requisiti
della Form. 2.
Essi sono normalmente usati per programmi sperimentali di prova o per produzioni limitate.
Tuttavia, le fusioni e i forgiati saranno riportati su disegni separati
Tutti i particolari illustrati in un disegno a più dettagli devono essere identificati con il solito
sistema, da un numero di dash. Un disegno a più dettagli verrà disegnato su un formato regolare. I
richiami dei materiali non saranno riportati sul disegno ma è richiesta una Part/List.
I disegni a più dettagli non sono rilasciati per la produzione a meno che ci sia l'autorizzazione del
gruppo di Progettazione o del Capo Disegnatori.
Essi saranno rilasciati, come applicabili, per prove modifiche.
N 0 T A:
Un disegno a più dettagli non deve essere confuso con un assieme di disegni di dettagli di
lamiera. La MIL-STD-100 si riferisce a quest'ultimo come ad un disegno di assieme dettagliato.
Il disegno ESS è disegno ausiliario che definisce un particolare che è richiesto per l'assistenza e
che non è comunemente disponibile sul mercato. Questo comprende, equipaggiamenti di prova,
equipaggiamenti per assistenza, maschere, attrezzature, speciali attrezzi a mano, e qualsiasi altro
equipaggiamento di supporto che sia richiesto per la manutenzione, il montaggio, lo smontaggio,
la revisione, la riparazione, la regolazione e la prova di un particolare. Questo comprende tutti gli
equipaggiamenti forniti dalla Ditta. I disegni , quando sono completi, porteranno l'approvazione sia
del Dipartimento Tecnico che dell'Assistenza SEI.
I disegni di attrezzi comprendono due classi. La prima classe rappresenta un attrezzo e la sua
applicazione su particolare di produzione o un assieme. La seconda classe, riguarda l'attrezzo ma
non la sua applicazione.
Nella prima classe, attrezzi SEI ed attrezzi, acquistati sono indicati con linee continue grosse,
mentre il particolare di produzione o l'assieme sono indicati con linee tratteggiate.
Il contorno ed i dettagli del particolare di produzione saranno indicati sufficientemente dettagliati
per mostrare l'applicazione e lo scopo dell'attrezzo.
Nella seconda classe l'attrezzo sarà indicato senza linee tratteggiate indicanti il particolare di
produzione e/o gli assiemi di produzione.
I disegni degli attrezzi sono richiamati in riferimento sugli assiemi applicabili o sui disegni
d'installazione per le parti richiedenti gli attrezzi.
L'attrezzo sarà indicato con linee a tratto piano e l'informazione di sfondo sarà in linee tratteggiate.
Il disegno di applicazione dell'attrezzo è richiamato come riferimento sull'assieme applicabile o sul
disegno di installazione per il particolare che necessita dell'attrezzo.
Una serie di attrezzi consiste di due o più attrezzi raggruppati assieme sotto un solo numero di
attrezzo. Al fine di fare la manutenzione ad una parte deve essere acquistata la serie completa.
Per esempio, un estrattore per ingranaggi o cuscinetti è generalmente venduto con una serie di
ganasce di varie dimensioni.
Una parte che possiede caratteristiche funzionali e fisiche da renderla equivalente nella
prestazione e nell'impiego ad un'altra, potendo sostituirla senza selezione per l'accoppiamento o la
prestazione e senza alternare il gruppo esistente e/o aggiungere altre parti, eccetto una possibile
regolazione, è detta parte intercambiabile (o ricambio di tipo I).
Una parte funzionalmente intercambiabile con un'altra; ma dalla quale differisce fisicamente, per
cui la sua installazione richiede operazioni di adattamento come per esempio: foratura, alesatura,
fresatura, spessoramento ecc. In aggiunta alla normale applicazione e ai metodi di fissaggio, è
detta parte sostituibile (o ricambio di tipo R).
Le parti intercambiabili (o ricambi di tipo I) sono rappresentate sui disegni separatamente come
particolari intercambiabili come tali da notazioni esplicite.
Per le parti sostituibili (o ricambio di tipo R) dove è necessario definire anche condizioni aggiuntive
di costruzione di logistica dei ricambi, è responsabilità dell'ingegneria di fabbricazione e del
supporto logistico definire le differenze ed espletarle su un nuovo disegno avente lo stesso
identificativo della parte con in aggiunta un suffisso addizionale per esempio:
xxxxxxxxx-101 pezzo finito come disegno.
b) Disegni di kit retroattivi sono preparati per modifiche da essere installati su macchine già
consegnate.
Disegni di kit includeranno una Part/List completa per l'installazione del kit incluso il numero di
identificazione delle istruzioni di installazione delle parti di ricambio.
In alcuni casi il kit può essere richiesto per più di una configurazione della parte.
Un numero di dash del kit può essere usato includendo la minuteria (dadí, viti, rondelle, adesivi,
ecc) per tutte le configurazioni.
Il ricevente (destinatario) del kit scarterà questa minuteria extra nel caso in cui non è richiesta
nella configurazione del suo velivolo. Ovviamente , se la minuteria extra è eccessiva, l'utilizzo è
facoltativo e i numeri di dash aggiuntivi possono essere usati per chiarezza.
La dicitura "PRIMA INSTALLAZIONE" sarà stampata con lettera da 25mm direttamente sopra o di
fianco alle Part/List all'atto dell'emissione di un nuovo disegno. La rimozione del primo particolare
del disegno del kit sarà fatta quando la D.T. ha accertato che la prima installazione soddisfa i
requisiti.
I disegni di kit sono richiamati in RIF sull'assieme generale e con la seguente nota:
kits commerciali che non sono stati certificati possono essere richiamati sull'assieme generale solo
se è evidenziata una nota che aggiunga quanto scritto di seguito:
Sul disegno la nota non viene cancellata anche se non rimane nessun kit non certificato.
In SEI l'uso dei disegni fotografati è limitato alle parti non strutturali finite internamente o al
rivestimento interno.
Un disegno d'assieme fotografato descrive un particolare per mezzo di una fotografia a retino
(retinata) nel formato del disegno, con le informazioni aggiuntive (richiami, dimensioni, note ecc.)
richieste per completare il disegno aggiunto con altri mezzi. La parola "Assieme" in questo tipo di
disegno è usata per mettere in risalto un assemblaggio della fotografia a retino e le annotazioni e
lettere addizionali richieste per completare il disegno.
Se il particolare illustrato nella fotografia non è chiaro, si deve fare un assieme di parti.
All'emissione iniziale, questi disegni saranno preceduti da una ECO con definizioni complete
eccetto per dimensioni fisiche o di forma. Deve essere specificato lo spessore iniziale del
materiale. Le parti dovranno essere poste in "sviluppo" e dovranno essere eseguite le procedure
normali per la rimozione dello sviluppo.
Dopo che le parti sono state sviluppate, il disegno d'assieme fotografato dovrà sostituire il disegno
d'origine dell' ECO.
Il particolare illustrato nel disegno dovrà essere una fotografia del particolare riprodotto su disegno
formato SEI. Il disegno deve essere eseguito con sufficiente chiarezza è deve avere le viste
necessarie in modo che la configurazione sia chiara e facilmente comprensibile.
Sul microfilm standard i requisiti indicati devono essere leggibili. I particolari non devono essere
dimensionati o rispettare tolleranze eccetto per i minimi requisiti seguenti:
1. deve essere specificato lo spessore minimo dopo la fornitura
2. la nota seguente deve apparire su ogni disegno:
Il gruppo controllo disegni è responsabile dell'esame dettagliato di tutti i disegni in emissione, delle
tabelle, delle segnalazioni di modifica, assicurandone la conformità alle nome aziendali e loro
relative applicazioni.
Prima che i disegni, tabelle e ECO siano presentate al gruppo controllo-disegni, deve essere fatta
una verifica completa. Se il responsabile del gruppo-progetti, ritiene che un disegno non sia da
controllare traccerà una linea in diagonale, nell'apposito riquadro riservato al controllo.
Per ulteriori verifiche al progetto (analisi, tecnologie, pesi, ecc) il responsabile della progettazione
farà apporre a fianco alla tabella del disegno il blocco delle verifiche supplementari siglando quelle
richieste.
La seguente guida è stata preparata con il solo proposito di fornire una traccia. si ricorda che può
essere risparmiato notevole tempo nell'ambito aziendale se il personale addetto alla progettazione
ed i loro supervisori compiranno ogni sforzo possibile per soddisfare i punti qui elencati:
a) Generalità:
1. Come prima cosa, è essenziale un accurato esame del disegno basico onde familiarizzarsi
col disegno da esaminare.
2. L'aspetto generale del disegno è soddisfacente?
3. Il disegno contiene i requisiti di informazione per il livello specificato nel contratto?
4. Il disegno è stato eseguito tenendo conto dell'esistenza delle specifiche, degli standard,
ecc?
5. Nel disegno sono usati i materiali appropriati?.
6. I particolari alterabili e selezionabili, sono stati messi in evidenza in modo appropriato?
7. Il tracciato del disegno è esente da sporcizia e da macchie? Il foglio su cui è eseguito il
disegno è pulito?
b) Tracciatura:
c) Fabbricazione:
d) Disegno
e) Note Generali:
g) Disegno modificato:
1. Sono usati nuovi P/N (o dash number) quando i futuri componenti non sono intercambiabili
con i componenti esistenti?
2. Quando è ridisegnato (il disegno originale) è stato appropriatamente contrassegnato?
3. Sul blocco della revisione è riportato il numero esatto della segnalazione di modifica
(ECO)?
4. La ECO accompagna il disegno modificato?
5. Il disegno di assieme è stato variato in accordo con il disegno di dettaglio?
6. I disegni di installazione sono stati revisionati in accordo con le ultime modifiche sugli
assiemi e dettagli?
7. Le posizioni delle modifiche sono indicate sul disegno usando le lettere di modifica e
simboli di zona?
i) Varie:
1. Dai lucidi non devono essere tolti i segni della correzione, fin tanto che il controllore non
avrà verificato che è stata eseguita. I commenti del controllore saranno fatti in uno dei
seguenti modi:
a) applicando una nota su un modulo apposito che accompagna il lucido per richiedere
modifiche o correzioni.
b) marcando i simboli di correzione in accordo con il para. 1-3-3 (in questo caso è permesso
scrivere sulla copia).
2. Controllare le ECO inevase e l'ultima lettera di modifica assegnata.
3. I disegni permettono un'espansione delle note e del blocco delle revisioni?
1. Un particolare SEI, come un tubo o un assieme cablaggio elettrico, dovrà avere il suo
disegno marcato con "IN SVILUPPO" (DEVELOPMENT).
2. Le parti standard che non sono di dimensioni definite dovranno essere indicate come
nell'esempio seguente:
IN SVILUPPO
INSTALLARE -XXX e –XXX E PIEGARE I TUBI FLESSIBILI COME INDICATO *
Diversamente sarà ordinata una quantità completa di un dettaglio e sarà scartata se i processi di
sviluppo impongono una modifica.
Il gruppo controllo dati tecnici dovrà compilare un elenco di tutti i disegni in sviluppo, prima che i
disegni siano trasmessi all'ente per la distribuzione e forniranno la lista al gruppo controllo progetti
e all’ingegneria.
Dopo l'approvazione della prima installazione, il disegno verrà riemesso senza la dicitura “IN
SVILUPPO" per le parti applicabili.
Le annotazioni relative devono essere cancellate dal disegno dove non sono applicabili.
La dicitura “IN SVILUPPO'' (DEVELOPMENT) può essere rimossa nel caso di introduzione di una
ECO o di un aggiornamento del disegno.
Ciascun disegno di assieme superiore (Top Kit) dovrà portare l’annotazione "Installazione del
primo particolare" con lettere alte circa 25 mm immediatamente sopra o adiacente alla tabella.
Mettere il numero del kit adiacente all'annotazione precedente.
Sotto ricevuta di approvazione dell'installazione dei kit dal comitato ufficio kit, il progettista dovrà
rimuovere la nota sopradetta.
L'installazione del primo particolare non deve essere confusa con lo SVILUPPO
(DEVELOPMENT).
Tubi, cablaggi, ecc. all'interno di un kit devono richiedere l'uso della scritta "IN SVILUPPO"
(DEVELOPMENT).
Questa procedura deve essere eseguita, normalmente, prima dell'installazione del primo
particolare.
2A.1.3. Matite
I disegni devono essere eseguiti preferibilmente a matita. La matita deve avere una durezza tale
da garantire una linea nitida, nera e senza sbavature. E' utile ruotare la punta della matita per
tenere un tratto costante. E' sconsigliabile passare con la matita ripetutamente sulla linea (questa
operazione infatti, che lucida la grafite e scava solchi, crea inconvenienti nella riproduzione
fotografica).
2A.1.5. Inchiostri
L'inchiostro da usare, è quello che produce una linea nera e densa e che asciugandosi presenti
una finitura opaca. L'uso dell'inchiostro è raccomandato su pellicole di polyestere.
AVVERTENZA
Mai usare soluzioni miste, inchiostro e matite sullo stesso disegno.
Le tabelle dei materiali devono essere compilate con inchiostro.
I formati da usare per disegni non eseguiti a CADAM sono indicati in figura 2A-1-1
Per disegni eseguiti a CADAM e CATIA usare i formati indicati al para. 2A.20.3.1. e richiamabili
nelle opportune librerie.
Figura 2A-1-1
DIMENSIONE FORMATI (ISO5457)
a b y x
DENOMIN. FORMATO NOTE
ALTEZZA LUNGH. MARGINE MARGINE
FOGLIO
A4 210 297
PRESTAMP
BASICO
FORMATI
A2 420 594 20 20
FOGLIO
A1 594 841 20 20
ATI
DISEGNO
A0 841 1189 20 20
DA ROTOLI CON
FORMATI RICAVATI
“BLOCCO TITOLO”
DECALCOMANIA
In sede di impostazione del grafico, il disegnatore dovrà valutare a priori lo spazio di riempimento
del formato. in modo che la rappresentazione non risulti troppo addensata, tenendo presente
possibili modifiche.
Il formato dovrà essere scelto fra quelli unificati descritti in figura 2A-1-1.
Quando un disegno è eseguito su due o più fogli, il secondo ed il successivo devono avere lo
stesso formato del primo; se eseguito su formati rotolo il secondo e i successivi devono avere la
stessa altezza del primo.
Nella scelta del formato si tenga presente che, alcune aree del foglio da disegno devono essere
riservate per:
• Note generali
• Aggiunta tabelle modifiche
• Sviluppo per tabella "Assieme Successivo”
Dettaglio “A”
2A.5.1. Riquadri
I fogli formato A2, Al e AO, prestampati. sono provvisti dì riquadro. E tutti gli altri formati, ricavati
da rotolo, la squadratura deve essere eseguita manualmente, rispettando i dati indicati dalla figura
2A-1-1. I formati prestampati possono essere presi come riferimento.
Su tutti i formati "A0" (rotoli) devono essere previsti margini protettivi: circa 100 mm di margine sul
lato destro, 50 mm sul lato sinistro e 20 mm sul lato superiore e inferiore. (Vedere figura 2A-1-1).
Questi margini servono per la protezione dei disegni quando sono arrotolati.
2A.5.5. Zone
Per facilitare la localizzazione di parti, sezioni e viste di un disegno eseguito su formato "AO''
(rotolo), é necessario suddividere il grafico in "ZONE” e contrassegnare come in figura 2A-1-3.
Quando un disegno é composto da più fogli, continuare la numerazione delle zone orizzontali in
sequenza numerica, contrassegnando le zone con caratteri alti 10 mm Le zone verticali devono,
invece, essere contrassegnate da "LETTERE" assegnate in successione sul primo foglio. Le
stesse lettere vanno riportate sugli altri fogli nell'ordine indicato sul Io foglio. Su tutti i formati “A”, le
zone verticali devono avere ampiezza di suddivisione di 210 mm, quelle orizzontali 297 m.
E' necessario aggiungere sui formati non prestampati le frecce per il centraggio microfilm, (segni
interasse) allo scopo di assicurare il perfetto posizionamento dell'immagine sul microfilm. Le
frecce devono essere collocate al centro di tutti e 4 i lati, verticali ed orizzontali dei formati A2, Al e
AO.
Per i formati "AO" (rotolo), con n° = 3, 4, 5 e 6 le frecce di centraggio devono essere poste al
centro dei lati verticali; sui lati orizzontali le frecce devono essere poste al centro di intervalli di
1100 mm, delimitanti i vari fotogrammi. (Vedere figura 2A-1-3).
FIGURA 2A-1-3
2A.7.1. Premessa
Installazioni, assiemi e particolari, quando è possibile devono essere disegnati in scala al naturale
(1:1). Quando la rappresentazione in scala al naturale non è fattibile, il disegno può essere
ingrandito o ridotto scegliendo i rapporti di ingrandimento o riduzione fra quelli unificati.
Le Scale raccomandate (secondo norme U.N.I.) sono le seguenti.
La designazione delle scale deve essere riportata nel riquadro delle indicazioni. L'indicazione
viene scritta facendo seguire alla parola “SCALA”, la frazione che indica il rapporto secondo cui
sono state riportate sul disegno le dimensioni dell'oggetto.
b) Nel caso di un disegno eseguito facendo uso di varie scale dimensionali, una generale ed altre
particolari, (Viste o Sezioni) le designazioni delle scale usate per i particolari, devono essere
messe sotto l'indicazione delle viste o sezioni. ( Es. " SCALA 2:1 " ) La scala generale deve essere
posta sul riquadro delle indicazioni seguite dalla parola " & NOTATO E (Es. 1:1 & NOTATO).
Parti molto piccole devono essere disegnate usando scale d'ingrandimento per evitare
addensamenti di quote e migliorarne la leggibilità.
Le scale di riduzione possono essere usate quando è necessario disegnare su un solo foglio un
oggetto di notevoli dimensioni; accertarsi che tutta la rappresentazione possa essere
dimensionalmente definita e sia di dimensioni sufficienti per assicurare la leggibilità su microfilm.
Tutti i disegni quotati devono essere eseguiti in scala contenendo gli errori grafici entro 0,7 mm. Le
quote che diventano fuori scala in seguito a lievi variazioni, devono essere sottolineate con un
tratto medio. (Vedere figura 2A-1-4)
E' consigliabile la modifica al grafico di un disegno soggetto a variazioni di quote quando questo
può prestarsi a interpretazioni errate. Quando un disegno è ridisegnato, tutte le quote fuori scala
devono essere sistemate in scala. Note fuori scala non sono accettabili su un disegno nuovo.
FIGURA 2A-1-4
2A.9.1. Leggibilità
Per garantire una buona riproduzione con ogni sistema, tutte le linee, eseguite sia in inchiostro, sia
a matita, devono essere di spessore uniforme, a tratto netto, opache e sufficientemente dense. Lo
spessore delle linee deve essere appropriato alla sua particolare funzione sul disegno. Gli
spessori delle linee sono tre (3): grosse, medie e fini. Il rapporto approssimato di grossezza
rispetto alla linea grossa è rispettivamente 1/2 e 1/4. Esempi di tutte le linee previste sono riportate
in figura 2A-1-5.
FIGURA 2A-1-5
Miste grossa fine tratti lunghi e corti Traccia sezioni eseguita su due
o più piani
FIGURA 2A-1-6
RACCOMANDAZIONI
1) E' necessario il massimo contrasto fra le linee del disegno e lo sfondo, che deve avere la
massima uniformità. Mando si microfilma, non si può variare l'illuminazione per ogni
variazione di contrasto o di fondo riscontrate su un singolo foglio, Uniformità di sfondo e
contrasto danno i migliori risultati nella produzione di microfilm.
2) Si richiede uniformità di linee, densità e spessore. Le linee sottili, quelle fittizie e gli assi
tendono a sparire nella riproduzione su microfilm se non sono ben tracciati.
3) Per disegni da modificare uniformarsi quanto più possibile al tratto e al contrasto già
esistente.
Questo tipo di linea deve essere usata per la rappresentazione dei contorni e degli spigoli in vista.
Per indicare i contorni e gli spigoli non in vista, si deve usare una linea costituita da tratti corti
intervallati da spazi uguali alla metà di quello usato per la linea grossa. I tratti devono essere a
contatto con la linea di partenza, però non devono rappresentare la continuazione della linea
intera. I tratti devono incontrarsi agli angoli e gli archi devono partire con un tratto dal punto di
tangenza, come indicato in figura 2A-1-7.
FIGURA 2A-1-7
Consigliato Sconsigliato
Per indicare gli assi di simmetria di parti, fori, ecc., si usa una linea mista fine a tratti lunghi e corti
intervallati. Gli assi di simmetria devono iniziare e finire con il tratto lungo. Assi di simmetria molto
brevi possono essere continui, se questo non genera confusione con altre linee. Gli assi di
simmetria non devono essere interrotti nel punto di intersezione con altre linee e non devono
terminare su una linea. (Vedere figura 2A-1-7A).
FIGURA 2A-1-7A
Per Indicare una quota si devono tracciare due linee di riferimento parallele partendo dagli esterni
della parte. Le linee devono essere continue in tratto fine. Di norma le linee di riferimento devono
essere perpendicolari alla dimensione che si vuole indicare.
Le linee di riferimento devono sopravanzare di circa 3mm la linea di misura (vedere figura 2A-1-6).
Sono da evitare le interruzioni di linee di misura e di riferimento. Si possono evitare le intersezioni
delle linee di misura e riferimento portando le quote sempre all'esterno del disegno e disponendo
le linee relative alle misure minori più vicine al disegno dell'oggetto e quelle relative a misure
maggiori progressivamente più lontane. Se l'intersezione è inevitabile interrompere nell'incrocio le
linee di riferimento.
Le linee di misura vanno eseguite con linee continue fini. Nella convenzione Europea la quota
deve essere scritta al di sopra e leggermente staccata dalla linea di misura cui si riferisce, in modo
che sia possibile la sua lettura dalla base o dal lato destro del disegno. La linea di misura deve
essere parallela alla parte dimensionata e perpendicolare alle linee di riferimento; la lunghezza
deve essere uguale alla dimensione che si vuole indicare. Allo scopo di mettere in evidenza la
lunghezza della linea di misura le sue estremità devono essere delimitate da frecce. Gli assi di
simmetria e le linee di contorno possono essere usati come linee di riferimento ma non devono
essere usati come linee di misura. Poiché le linee di misura devono essere parallele alle parti da
dimensionare, le linee relative al dimensionamento di archi ed angoli devono essere costituiti da
archi di circonferenza con il centro nel vertice dell'angolo.
FIG. A : evitare di mettere, se possibile, le linee di misura inclinate entro un settore di 30°
(zona tratteggiata).
La linea di misura deve essere indicata con una retta a tratto fine e terminare con frecce
delimitanti la lunghezza della linea di misura. Non devono toccare le linee di contorno della parte,
eccetto per la quotatura di grandi fori, rientranze, archi o forme similari. Le linee di misura sono
interrotte nel tratto in cui si pone la quota... La quota deve essere sempre posta orizzontalmente
fra le interruzioni delle linee di misura.
Le linee di quotatura per gli angoli sono costituite da archi di circonferenza aventi il centro nel
vertice dell'angolo. Le frecce devono avere una lunghezza uguale a 3 volte l'altezza e annerite.
Come si può notare la sistemazione delle linee di misura nei due sistemi si equivalgono.
Differiscono invece per le disposizioni delle quote.
Per indicazioni si usano linee rette continue terminanti con una freccia o un punto. La freccia deve
sempre toccare il contorno o un punto di riferimento della parte. Il punto è usato per indicare
superfici o aree di riferimento all'interno del contorno di una parte. Il punto deve avere un diametro
di circa 3mm ed essere annerito. L'uso di linee di riferimento, lunghe, verticali o orizzontali ed
incroci sono da evitare. Quando è possibile le linee di riferimento devono essere parallele e
adiacenti alla parte rappresentata Evitare che l'angolo fra la superficie indicata e la linea di
riferimento sia troppo piccolo. Vedere figura 2A-1-8)
FIGURA 2A-1-8
Per evitare ripetizioni di indicazioni due o più linee di riferimento possono essere combinate.
(Vedere figura 2A-1-9)
FIGURA 2A-1-9
Le linee che rappresentano: posizioni esterne di parti mobili, pezzi indicati a titolo di riferimento,
linee di moto, contorni di riferimento, devono essere indicate da una linea mista sottile a tratti
lunghi intervallati con 2 corti. Le linee fittizie devono iniziare e finire con il tratto lungo. Le parti
connesse a quelle rappresentate, che è opportuno indicare come riferimento, devono essere
rappresentate con linee fittizie siano esse in vista o no. La rappresentazione delle parti fittizie non
deve mai nascondere quella della parte principale, ma può essere coperta da questo.. (Vedere
figura 2A-1-10)
FIGURA 2A-1-10
Le linee che rappresentano viste o sezioni interrotte di parti di piccole dimensioni sono indicate da
una linea continua fine irregolare. Le linee che rappresentano viste o sezioni interrotte di parti di
grandi dimensioni sono indicati da sottili tratti rettilinei intervallati da "zig-zag" a mano libera. Parti
come: alberi, tondi, tubi, ecc. possono essere rappresentate con lunghezza interrotta come
indicato in figura 2A-1-11. Quando si deve indicare una interruzione in una parte non in vista in
linea fittizia, le linee di interruzione dovranno essere del medesimo tipo di quelle usate per
rappresentare una parte non in vista o fittizia.
FIGURA 2A-1-11
Tondo
Tubo
Barra
Le tracce che indicano i piani o la superficie secondo cui si è immaginato di eseguire una sezione
o una vista, devono essere rappresentate mediante un tratto di linea grossa. Con linea mista, fine
e grossa a tratti lunghi e corti, si indicano le tracce di sezioni eseguite su 2 o più piani
consecutivi.1 tratti devono essere uniti ed ingrossati nei punti in cui la sezione cambia direzione.
Agli estremi, sui tratti grossi, la traccia deve portare due frecce orientate secondo la direzione di
posizione (di vista per sezioni secondo convenzioni americane). (Vedere figura 2A-1-5)
Il contorno delle figure in sezione deve essere disegnato mediante una linea continua fine quando
la sezione è ribaltata in luogo e mediante linea continua grossa in tutti gli altri casi.
Le linee a punto si usano per indicare, su un oggetto impunture o tracce di cucitura e consistono in
una serie di trattini molto brevi approssimativamente lunghi la metà dei tratti usati per le parti non
in vista.
Le linee delimitanti il bordo del disegno devono essere tracciate con righe e non presentare
discontinuità. Quando queste non sono prestampate è bene che siano tracciate con inchiostro.
Le linee parallele devono essere disegnate con una spaziatura minima di 1,5 mm. Le linee
parallele con spaziatura inferiore spesso appaiono, sui fotogrammi dei microfilm, come una sola
linea. Per evitare questo, lo spazio fra le linee parallele deve essere aumentato fino a un minimo di
1,5 mm.
I caratteri possono essere eseguiti a mano o con l'aiuto di normografi. I normografi, devono essere
usati quando la qualità della scrittura eseguita a mano é dissimile dai tipi raccomandati dalle
norme UNI. Lettere e numeri devono essere eseguiti con un solo tratto, con caratteri maiuscoli,
diritti. I caratteri inclinati sono accettabili se la inclinazione non supera i 20°. Su ogni disegno deve
apparire un solo tipo di scrittura. Le scritte devono essere disposte in modo che sia possibile la
loro lettura dalla base del disegno.
Grande cura deve essere posta sull'esecuzione dei numeri 3, 5, 6 e 9 per evitare la chiusura dei
tratti curvi. Anche per le lettere B, D, I, S e Z quando sono interposte con numeri, è bene
aggiungere piccoli tratti sulle lettere per evitare confusioni rispettivamente con i numeri 8, 0, 1, 5 e
2. Esempio:
B8D0IIS5Z2 SCONSIGLIATO
B8D0I1S5Z2 CONSIGLIATO
L'altezza dei caratteri deve essere proporzionata alle dimensioni e alla complessività della
rappresentazione grafica. Si tenga presente che, numeri e scritte, si devono poter leggere anche
sulla copia del disegno ridotta a 1/2 dell'originale.
La scelta di un sistema di proiezione per rappresentare una parte dipende dalla complessità del
disegno e dalle sue caratteristiche fisiche. Le norme per i disegni tecnici prescrivono l'uso delle
proiezioni ortogonali o delle proiezioni assonometriche. Quest'ultimo sistema é di particolare
vantaggio per rappresentare le caratteristiche fisiche di una parte.
A – Anteriore D - Da destra
C - Da sinistra F - Posteriore
FIGURA 2A-1-14A
1) Sistema Europeo
2) Sistema Americano
1) Sistema Europeo
La "Vista Anteriore" deve essere posta al centro e viene chiamata anche "Vista Principale” La
parte deve essere orientata nella posizione più vantaggiosa rispetto ai piani fondamentali per
l'esecuzione delle altre viste. La disposizione delle varie viste deve essere fatta come indicato in
figura 2A-1-14B.
FIGURA 2A-1-14B
2) Sistema Americano
Secondo il sistema Americano le viste devono essere eseguite secondo le direzioni indicate dalla
figura 2A-1-14A ma la disposizione deve essere quella indicata in figura 2A-1-14C.
FIGURA 2A-1-14C
Per indicare il sistema usato sul disegno per la disposizione delle viste si adoperano simboli
distinti:
Europeo Americano
a b
A fianco della tabella “Blocco Titolo" indicare il simbolo del sistema usato.
Se sullo stesso disegno si usano due sistemi (cosa sconsigliata) indicare accanto alle
rappresentazioni grafiche il sistema usato per non causare equivoci di interpretazione.
E' norma pratica guardare l'aeromobile o parti di esso dal lato sinistro, guardando verso la
fusoliera con la prua dell'aeromobile a sinistra. A queste norme sono concesse le seguenti
eccezioni:
b) Paratie e fusoliera devono essere disegnate come se fossero viste guardando da dietro in
avanti, con la superficie inferiore in direzione della base del foglio. Grandi paratie possono essere
ruotate, disponendo il lato sinistro in direzione della base del foglio.
c) Superfici di comandi verticale, devono essere disegnate come se fossero viste dal lato sinistro,
con il bordo di attacco in direzione della base del foglio.
I relativi componenti longitudinali devono essere disegnati come se fossero visti guardando da
dietro in avanti con il lato sinistro in direzione della base del foglio.
Le direzioni delle viste devono essere indicate su tutti i disegni di installazioni. La direzione delle
viste deve essere rappresentata come indicato in figura 2A-1-14A.
Il grafico deve essere rappresentato con un numero sufficiente di viste per fornire la corretta
interpretazione della parte. Il grafico deve avere almeno 2 viste, una delle quali può essere una
sezione. La rappresentazione della parte mediante una sola vista é possibile soltanto nei casi in
cui si faccia ricorso ad altre indicazioni che permettano la corretta interpretazione della parte.
Esempio: una nota o descrizione in legenda, dimensioni del grezzo di un piatto o di un tubo.
Qualora per ragioni di chiarezza e dimensionamento sia necessario richiamare l'attenzione su una
porzione o vista del disegno, possono essere incluse viste del dettaglio anche ingrandite. La
porzione delle viste interessate deve essere racchiuso in un cerchio a tratti sottili e contrassegnato
"Vedi Vista A”.
Identificare il particolare in sequenza alfabetica cominciando con “A” (Vista A, Vista B, ecc.)
Vedere figura 2A-1-15.
FIGURA 2A-1-15
Se la proiezione completa della vista non é sufficiente per definire le caratteristiche del dettaglio,
possono essere usate viste parziali. Vedere figura 2A-1-16
FIGURA 2A-1-16
Viste ausiliarie possono essere aggiunte al disegno per maggiore chiarezza. Anche in questo caso
é bene mettere in evidenza la direzione secondo cui si effettua la proiezione mediante una freccia
contraddistinta da una lettera maiuscola. La vista ottenuta deve essere indicata mediante la parola
"VISTA" seguita da una lettera uguale a quella usata per la freccia. (Vedere figura 2A-1-16A)
Quando la vista ausiliaria non é nella posizione della proiezione diretta bisogna indicare la
direzione e la zona del disegno in cui é situata. (Vedere figura 2A-1-19) Se una vista ausiliaria é
ruotata rispetto alla sua posizione di proiezione deve essere specificato come rappresentato in
figura 2A-1-22.
FIGURA 2A-1-16A
2A.15.1. Sezioni
La sezione me é la rappresentazione grafica della divisione di una parte mediante un taglio ideale
secondo uno o più piani. Le linee di forme della parte non in vista possono comunque essere
rappresentate. (Vedere figura 2A-1-21)
Le viste in sezione, o più brevemente le sezioni, sono eseguite quando occorre rendere visibile
una parte interna od una parte esterna. Le sezioni si ottengono guardando la parte da sopra il
piano dì taglio. Le linee dei contorni o spigoli non in vista o dettagli possono essere omessi per
maggior chiarezza del disegno. Una sezione non può essere ottenuta da un'altra sezione. Una
sezione deve essere contrassegnata sul disegno con la scritta "Sez.” (Vedere figura 2A-1-20)
Le convenzioni semplificate di tratteggio rappresentate in figura 2A-1-17 devono essere usate per
indicare la superficie esposta di una sezione. Questa convenzione deve essere usata per indicare
tutti i materiali.
FIGURA 2A-1-17
Le linee di tratteggio dovranno essere interrotte in corrispondenza di scritte o altri simboli riportati
sul disegno.
Per l’identificazione di sezioni o viste devono essere usate lettere maiuscole in sequenza
alfabetica. Le lettere devono essere poste direttamente sotto la sezione o vista.
Per esempio: Sez. A-A ; Vista B ; Sez. C-C; Vista D ecc.
Quando tutte le lettere dell'alfabeto sono state assegnate, le successive identificazioni devono
essere come indicato:
Sez. AA-BB; Vista AB; Sez. AC-AC; Vista AD ecc.
Le lettere “I”, “O” e “Q” non devono essere usate.
La designazione delle zone del disegno è necessaria per indicare l’ubicazione di sezioni o viste su
formati in rotolo. (Vedere figura 2A-1-19)
FIGURA 2A-1-19
I piani di sezione devono essere usati per indicare il piano dal quale la sezione è stata ricavata.
(Vedere figura 2A-1-20). La direzione della proiezione (sistema Europeo) o della vista della
sezione (sistema Americano) deve essere indicata mediante frecce situate alla fine delle linee che
indicano il piano di sezione. Le sezioni possono essere eseguite su un piano continuo o su più
piani continui che si intersecano tra loro.
FIGURA 2A-1-20
FIGURA 2A-1-22
Quando si indica la direzione di proiezione (cioè la direzione secondo cui osservare la parte), è
consentito collocare la vista in posizione differente dallo schema di disposizione, purché sia
evidenziata dalla scritta: Vista A, Vista B ecc.
Sezione completa: si ha una sezione completa quando il piano di taglio attraversa completamente
la parte.
(Vedere figura 2A-1-23)
FIGURA 2A-1-23
Metà sezione: una metà sezione di una parte simmetrica ne rappresenta sia la forma interna che
quella esterna. La metà sezione si ottiene facendo passare due piani ortogonali tra loro attraverso
il centro degli assi di simmetria. Un quarto della parte si considera asportato ed il resto si guarda
in vista. Le tracce dei piani di sezione e la denominazione delle sezioni si omettono. (Vedere figura
2A-1-24)
FIGURA 2A-1-24
Quando lo spessore di lamiere, profilati, guarnizioni, tubi ed altre partì è troppo sottile per una
rappresentazione grafica reale si deve aumentare la spaziatura tra le linee dello spessore fino a
un minimo di 1,5 mm. (Vedere figura 2A-1-25)
FIGURA 2A-1-25
Viti, alberi di trasmissione, perni, aste, spine, chiavette o linguette ed altre parti simili, i cui assi di
sezione giacciono sul piano non devono essere sezionate. (Vedere figura 2A-1-26) Quando un
piano di sezione passa ad angolo retto rispetto agli assi di queste parti, le stesse devono essere
sezionati.
FIGURA 2A-1-26
Quando la reale proiezione di una parte può essere mal interpretata, parti come nervature razze
delle pulegge, denti di ruote dentate e pezzi simili, devono essere rappresentati come se ruotati
sul piano di sezione. (Vedere figura 2A-1-27)
FIGURA 2A-1-27
Quando una sezione parziale rappresenta adeguatamente una parte, può essere usata in luogo di
una sezione completa. (Vedere figura 2A-1-28)
FIGURA 2A-1-28
Per evitare ulteriori proiezioni si possono fare ribaltamenti di sezioni, eseguiti con linee continue
sottili sulla vista stessa. Le indicazioni per individuare sia le sezioni che la traccia non sono
necessarie. (Vedere figura 2A-1-29)
FIGURA 2A-1-29
Le sezioni ribaltate esternamente sono eseguite come quelle ribaltate in luogo, eccetto che esse
sono collocate esternamente alla parte lungo la traccia del piano di sezione e sono soventemente
rappresentate con una scala maggiore rispetto a quella della sezione da cui sono state ricavate.
Se è rappresentata con scala diversa, l'indicazione della scala deve essere riportata a disegno
sotto la sezione stessa. (Vedere figura 2A-30)
FIGURA 2A-1-30
Quando è sufficiente una vista in sezione di una sola porzione di una parte, può essere usata la
sezione interrotta (comunemente si dice che si opera una rottura). La linea di "rottura" (in tratto
fine) deve separare la zona in vista da quella in sezione. (Vedere figura 2A-1-31)
FIGURA 2A-1-31
2A.17.1. Scopo
Quando la rappresentazione completa del grafico non è necessaria per ottenere la corretta
intelligibilità del disegno, si possono usare rappresentazioni semplificate. L'applicazione di questa
procedura resta sempre soggetta alla normativa generale del disegno e scrittura.
Su disegni di grandi parti simmetriche, rappresentare soltanto metà della parte ed indicare l'asse
di simmetria. Contrassegnare l'asse con la nota “GL SIMM" e scrivere “La parte opposta è
simmetrica”. (Vedere figura 2A-1-32)
Per quotature e differenze secondarie di parti simmetriche, riferirsi al Capitolo 3A para. 3A-15.
FIGURA 2A-1-32
LA PARTE OPPOSTA
E' SIMMETRICA
2A.17.3A
Quando si usa questo sistema per indicare parti simmetricamente opposte, entrambe le parti
devono essere indicate anche se una non è rappresentata.
Su disegni che rappresentano parti con sezioni costanti, si possono rappresentare solo le porzioni
esterne delle sezioni. Le linee di mezzaria possono essere usate per indicare una porzione del
tubo. (Vedere figura 2A-1-34) Le parti interrotte si indicano con linea fine.
FIGURA 2A-1-34
2A.17.11. Filettature
La rappresentazione semplificata delle filettature deve essere in accordo alla ANSI-Y14.7 per
filettature non metriche e alle norme ISO 6410 per filettature metriche. (Vedere figure 2A-1-35 ;
3A-1-40 e 3A-1-42)
FIGURA 2A-1-35
Nel disegno di ingranaggi, innesti o molle, basta rappresentare un numero sufficiente di denti o di
spire per definire i pezzi o per determinare la .loro posizione su un disegno di assieme. (Vedere
figura 2A-1-36) Gli ingranaggi devono essere in accordo con le norme ANSI-Y14.7-1;
ANSI-Y14.7-2 e ISO 2203. Le molle devono essere in accordo con la specifica MIL-SSTD 29 e
ISO 2162.
FIGURA 2A-1-36
Il disegno CADAM deve essere eseguito in scala 1-1. Se necessario può essere ridotto o
maggiorato scalando la vista.
I requisiti dei disegni eseguiti a CADAM / CATIAsono gli stessi dei disegni eseguiti manualmente
con l'eccezione delle seguenti avvertenze:
a) L'altezza delle lettere per "Sezione", Vista", "STA", "BL", WL", deve essere 6,25 mm.
b) L'altezza delle lettere/identificazione viste (es.: A-A, B-B) deve essere 10 mm.
c) L'altezza dei caratteri delle note disegno e della descrizione delle caratteristiche particolari
(per es.: degli ingranaggi) deve essere 3 mm.
d) L'altezza dei caratteri per tutte le altre scritte (eccetto punto C) deve essere 4,16 mm.
e) Il diametro del cerchio per richiami dei dash number dei particolari deve essere 20 mm per
dash di 4 caratteri.
Es . :
f) Il richiamo dei dash number di Assiemi e Installazioni deve essere eseguito con 2 cerchi
aventi diametro di 20 e 23 mm.
Es. :
g) Le note di disegno devono essere flaggate con il simbolo in luogo del triangolo
equilatero.
i) Il Modello CADAM / CATIA deve essere identificato in accordo con la normativa applicabile
prima di essere caricato nel File ufficiale CADAM / CATIA (HOLD).
k) Le viste devono essere costruite con la funzione "AUX. VIEW" e identificate con i seguenti
codici:
Eccezione:
Questa norma non deve essere applicata ai disegni non dimensionati. (Disegni di progetto
MASTER)
2A.20.1. Definizione
Documento a disposizione di tutti gli Enti interessati alla fabbricazione e alla gestione del prodotto
finito. Contiene la rappresentazione grafica in scala reale, precisa, della parte corredata da tutte le
informazioni necessarie per definirne la caratteristiche. Include inoltre tutte le informazioni utili alla
costruzione e il controllo.
A2 420 594
A1 594 841
A0 841 1188
Nella scelta del formato tenere presente che alcune aree del foglio devono essere riservate.
Vedere figura sotto indicata.
AVVERTENZA:
Lo spazio utilizzato per la rappresentazione grafica deve essere circa il 50% della superficie del
formato.
Le viste del disegno, costruite utilizzando la funzione cadam "AUX-VIEW sono due e devono
essere identificate con i seguenti codici:
"PV" primary view
“FV” format view
La vista "PV" deve contenere la rappresentazione grafica in scala reale, precisa, non dimensionata
della parte corredata da tutte le informazioni necessarie.
La vista principale della parte rappresentata deve essere posizionata in origine 0,0..
La vista "FV" deve contenere il formato del disegno.
Il punto di Pivot del formato deve essere posizionato sulle coordinate 0,0 (origine) di questa vi sta.
Utilizzare scale di riduzione quando, per le eccessive dimensioni della parte, non è possibile la
rappresentazione grafica in scala reale nella vista “PV”.
Per la modifica della scala usare la funzione "AUX-VIEW" e il menu "SCALE".
AVVERTENZA
L'altezza dello spazio utilizzato per la rappresentazione grafica di un disegno eseguito utilizzando
scale di riduzione ("AUX-VIEW", vista "PV") non dovrà superare la dimensione di 1600 mm
quando sarà riportato nella scala reale (1 : 1).
Dati contenuti nella funzione cadam "FILES";.menu "PLOT DATE" e utilizzati per il plottaggio del
disegno.
Dati contenuti nella funzione catia "PLOT". e utilizzati per il plottaggio del disegno.
2A.20.7. Linee
Un disegno dì progetto Master deve essere provvisto di un numero sufficiente di viste, sezioni e
dettagli. Le viste devono essere orientate secondo il para. 2A-13-3. Le viste, le sezioni e i dettagli
devono contenere tutte le informazioni utili a definire in modo completo le caratteristiche della
parte. Identificare le viste, le sezioni e i dettagli come specificato nel para. 2A-15. L'altezza delle
lettere e delle scritte di identificazione deve essere come indicato nel para. 2A-20-8. Ogni vista
deve essere rappresentata per intero sullo stesso foglio del disegno. Evitare la duplicazione di
viste, sezioni e richiami.
2A.20.9.3. Reticolo
Su un disegno di progetto Master le viste della parte rappresentata devono essere posizionate
all'interno di un reticolo formato da linee perpendicolari distanti tra loro 200 mm o 500 mm.
Il reticolo deve essere posizionato in origine 0,0 nella vista "PV" del disegno (vedere para.
2A-20-4).
La precisione delle linee del reticolo è di assoluta importanza.
Le linee che formano il reticolo devono essere rappresentate nella loro posizione nominale. Alle
note generali del disegno deve essere aggiunta una nota che indichi le dimensioni del reticolo.
a. Profili
Dove è richiesto, indicare e identificare la linea di profilo basico dell'aeromobile.
b. Quartabono
Angolo misurato rispetto alla verticale di un piano e la superficie adiacente al piano, in un
punto definito lungo la linea di intersezione (OMO del piano con la superficie adiacente.
Questo angolo può essere aperto (OP) o chiuso (CL), può essere costante o variabile a
secondo della forma della parte. Vedere esempio di rilevazione di un quartabono.
I quartaboni devono essere indicati in gradi e minuti primo lungo la linea del profilo ad
intervalli regolari.
Quando la superficie adiacente e perpendicolare al piano si deve indicare 900.
Vedere esempio di rappresentazione e indicazione di quartaboni in fig. 7-2A
c. Giogolature
La rappresentazione grafica della giogolatura deve essere conforme allo standard SEI.
Il disegno deve riportare l'indicazione della profondità della giogolatura.
Vedere fig. 8-2A.
e. Spessore
La linea dello spessore deve essere indicata solo alle estremità della parte.
Vedere figure sotto indicate.
ESATTO ERRATO
f. Parti sovrapposte
Sui disegni di assieme, dove più parti figurano sovrapposte, indicare l'estremità delle parti
con EOP.. Vedere fig. 10-2A
h. Parti formate
Le parti formate (con doppia curvatura) devono essere rappresentate con l'aggiunta di una
serie di sezioni trasversali distanti tra loro da 50 a 100 mm. Indicare lo spessore minimo
permesso dopo la formatura dove la parte è ritenuta critica.
i. Piani di riferimento
I piani di riferimento di una parte devono essere indicati in tutte le viste, dettagli e sezioni
quando richiesti. BL, STA e WL (per la definizione vedere para. 3A-5) . Devono essere
identificati sul disegno racchiusi in un simbolo rettangolare. La dimensione del rettangolo
deve essere 19 x 25 mm.
L’altezza delle scritte deve essere di 3,5 mm.
Quando una parte giace su piani diversi da quelli indicati (BL, STA e WL) si devono
identificare questi piani. Quando non possono essere indicati in una vista reale identificare
le intersezioni dei piani di riferimento con altri piani. Vedere fig. 12 2A.
AVVERTENZA
E' possibile disegnare il simbolo con dimensioni diverse. Il simbolo e le scritte devono
essere proporzionate alle dimensioni del disegno.
l. Identificazioni di parti
L'identificazione delle parti deve essere fatta secondo quanto indicato sulla Sez. 4.
Esempi:
Dimensioni:
Scritte 3,5 mm (nel cerchio)
Cerchio dia. 20 mm
Doppio cerchio dia. 20, 23
AVVERTENZA
E' possibile disegnare i simboli e le scritte con dimensioni diverse. Il simbolo e le scritte
devono essere proporzionate alle dimensioni del disegno.
m. Raggi di piega
Indicare la dimensione di tutti i raggi di piega sia interni che esterni per le parti in lamiera.
SQUADRETTA
RAGGIO DI PIEGA 3.5
n. Fori e intagli
Indicare con i simboli richiesti tutti i fori utilizzati per l'accoppiamento delle parti (fori per
ribattini). Quotare ed indicare uso e riferimenti di tutti i fori passanti. Indicare uso e
riferimenti di tutti i fori e gli intagli richiesti per percorsi elettrici e per tubazioni. Indicare la
posizione per le olivette. Indicare con il simbolo e quotare la posizione dei fori di riferimento
per l'attrezzatura quando richiesti. Indicare le dimensioni quando è richiesta una tolleranza
diversa da quella richiesta dalle tolleranze del disegno. Indicare le dimensioni di
posizionamento per le parti che devono essere assemblate in accoppiamento (collegamenti
mobili) e per le parti sostituibili ed intercambiabili. Le dimensioni devono essere indicate
con BL, STA e WL.
AVVERTENZA
Le note 7 e 8 devono essere descritte solo quando richiesto.
2A.20.10.1 . Definizioni
2A.20.10.2 . Abbreviazioni
Le abbreviazioni più comuni da utilizzare sui disegni di progetto Master sono le seguenti:
BND BEND DOWN PIEGA IN GIU'
BNL BEND LINE LINEA DI PIEGA
BR BEND RADIUS RAGGIO DI PIEGA
BUP BEND UP PIEGA IN SU
CL CENTER LINE MEZZERIA
EOP END OF PART ESTREMITA' DELLA PARTE
FLG FLANGE FLANGIA
F/P FLAT PATTERN PARTE SVILUPPATA SUL PIANO
IML INSIDE MOLD LINE LINEA DI FORM INTERNA
OML OUTSIDE MOLD LINE LINEA DI FORM ESTERNA
INTSCT INTERSECTION INTERSEZIONE
JOG JOGGLE GIOGOLATURA.
SYMM SIMMETRICAL SIMMETRICO
(SIMMETRY) (SIMMETRIA)
BCL BASIC COUNTOR LINE LINEA DI PROFILO BASICO
STGR STRINGER CORRENTE
Per le abbreviazioni non indicate vedere MIL-STD-12.
2A.20.10.3 . Simbologia
FORO
I simboli al punto 5. e 6. devono contenere inoltre le informazioni richieste dallo std dei codici dei
ribattini. Esempi di rappresentazione grafica di simboli sono indicati nelle figg. 13, 14 e 15 2A
Per il controllo del contenuto di un disegno diprogetto Master è consigliabile utilizzare la lista
sottoindicata:
L'emissione e/o la revisione di un disegno di progetto Master deve essere in accordo con la
procedura applicabile SEI.
Sezioni ricavate dal modello geometrico Master e utilizzate per la realizzazione del disegno di
progetto Master e del disegno tracciato produttivo.
Vedere fig. 17-2A.
Disegno in scala reale, preciso. Contiene la rappresentazione grafica di sezioni piane, linee di
profilo, piani di riferimento e determina la posizione dei componenti la parte. E' utilizzato per la
preparazione del disegno di progetto Master.
Vedere para. 1-1-11. Vedere f fig. 18-2A.
Disegno in scala reale, preciso. Contiene tutte le informazioni necessarie per definire la posizione
di fori "TH" utilizzati per costruire e per assemblare componenti di parti di aeromobile. La quantità
e la posizione dei fori "TH" deve essere definita in accordo con gli enti di fabbricazione. Vedere la
fig. 19-2A. Utilizzare la tabella indicata in fig. 19-2A.
Disegno definito nel para. 2A-20-1. E' eseguito secondo le norme dettate dal manuale e in
accordo con la procedura per il rilascio del disegno di progetto Master. Vedere fig. 20 e 21-2A.
Disegno derivato dal disegno di progetto Master, in scala reale, preciso e non dimensionato.
Contiene la rappresentazione grafica della parte sviluppata sul piano e tutte le informazioni
necessarie a generare l'occorrente da utilizzare per la fabbricazione della parte (attrezzature,
cantieri …………….).
2A.20.16.2. Definizione
Disegno derivato dal disegno di progetto Master, in scala reale, preciso e non dimensionato.
Contiene la rappresentazione grafica della parte sviluppata sul piano e tutte le informazioni
necessarie a generare l'occorrente da utilizzare per la fabbricazione della parte (attrezzature,
cantieri ... Vedere fig.22-2A.
Il foglio del disegno tracciato derivato da disegno di progetto Master, in scala reale, preciso e non
dimensionato è parte integrante del disegno di progetto. Quindi dovrà essere sviluppato sullo
stesso formato e seguire le stesse procedure di approvazione, emissione e gestione. Deve
contenere la rappresentazione grafica della parte sviluppata
sul piano e tutte le informazioni necessarie a generare l'occorrente da utilizzare per la
fabbricazione dei particolari. Non è richiesta la definizione dei fori di attrezzatura esterni al pezzo
da costruire; tali fori saranno definiti da competenti uffici di produzione. Il foglio riservato al
disegno tracciato, deve contenere solo le informazioni relative ad esso e deve essere segnalato
con opportuna dicitura nella targhetta "blocco titolo'' nel campo "TITOLO".
Il disegno tracciato mantiene la stessa numerazione del disegno di progetto. Può essere in uno o
più fogli aggiuntivi del disegno, segue le stesse regole del disegno e deve essere riportato in
D.B.T.
L'esponente edizione del disegno tracciato segue le stesse regole del disegno progetto. Deve
variare ad ogni modifica incorporata.
Per le dimensioni dei formati del disegno tracciato da usare, vedere Manuale del disegnatore para
2A-3-1 e para. 2A-20-3.2. Vedere fig. 23-2A.
Fig. 23-2A
Ogni disegno (foglio) può essere suddiviso in riquadri con grandezza appropriata a contenere ogni
singolo tracciato. Vedere fig. 24-2A.
Fig. 24-2A
E' possibile il plottaggio di tracciati fuori formato standard fino ad una capacità max. di 1480 x
5500.
Le viste, del disegno tracciato, costruite utilizzando la funzione cadam "AUX-VIEW" sono due e
devono essere identificate con i seguenti codici:
La vista "PV" deve contenere la rappresentazione grafica in scala reale, precisa, non dimensionata
della parte corredata da tutte le informazioni necessarie. La vista principale della parte
rappresentata deve essere posizionata in origine 0,0. La vista "FV" deve contenere il formato del
disegno. Il punto di Pivot del formato deve essere posizionato sulle coordinate 0,0 (origine) di
questa vista. Vedere fig.1-2A del Manuale del disegnatore. Per eventuali scale di riduzione vedere
il Manuale del disegnatore para 2A-205.
Dati contenuti nella funzione cadam "FILES"; menù "PLOT DATE" e utilizzati per il plotaggio del
disegno.
2A.20.16.8.1. Linee
Per i tipi di linea disponibili vedere para 2A-20-7 del Manuale del disegnatore.
2A.20.16.8.2. Caratteristiche
In fig.25-2A si dà esempio di come deve essere completato un singolo tracciato. L'indicazione del
P/N permette l'identificazione del tracciato. Nei casi di simmetria, tracciare solo un particolare e
non il simmetrico.
Fig. 25-2A
- sul profilo; con il valore della profondità e due linee che indicano l'inizio (segnato
con la freccia) ed il termine della inginocchiatura fig. 26-2A
- sul piano; con le indicazioni come sopra, oppure da una sezione come da fig. 27-2A.
I dati sulle piegature devono essere indicati come da fig. 28-2A e 28-2B e da fig. 29-2A e 29-2B.
In questi esempi, le sezioni (relative al pezzo finito) sono state aggiunte solo con lo scopo di
evitare errate interpretazioni. La terminologia "UP" "DN" viene usata per uniformità con il sistema
americano.
2A.20.16.8.4 Simbologia
Sui disegni tracciato i diversi tipi di foratura vanno indicati con simboli sottoriportati.
Foro pilota dia. 2,5 coordinato per il montaggio e/o con catena attrezzi
Foro finito a dia. indicato a fianco
2A.20.16.8.5. ABBREVIAZIONI
Per le abbreviazioni da utilizzare sui disegni tracciato vedere para. 2A-20-10.2. Per le
abbreviazioni non indicate vedere MIL-STD-12.
La tabella fig.30-2A riporta i coefficienti per una pratica realizzazione degli sviluppi in funzione del
raggio e del materiale.
Fig. 30-2A
COEFFICIENTI PER RICAVARE GLI SVILUPPI
K = Valore relativo ad angoli di 90° Y = Valore relativo ad 1°
Fig. 31-2A
DISTANZE MINIME DEI FORI DI ATTREZZATURA E RIFERIMENTO
Tracciato particolari.
Esempio di assieme pannello.
Fig. 32-2A
2A-20-16.10. Responsabilità
L’area tecnologica è responsabile della esecuzione, della emissione e della gestione del disegno
tracciato, che deve seguire la stessa procedura del disegno. Nessun altro ente è autorizzato ad
effettuare varianti al contenuto senza approvazione della stessa.
FIG. 1-2A
ORIGINE DELLE VISTE DEL DISEGNO
FIG. 2-2A
FIG. 3-2A
PLOTTAGGIO CON CADAM
FIG. 3A-2A
PLOTTAGGIO CON CATIA
FIG 4-2A
RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DI UN RETICOLO POSIZIONATO IN ORIGINE 0,0
FIG. 5-2A
ESEMPIO DI INDICAZIONE DI UN PROFILO BASICO DI UNA PARTE
FIG. 6-2A
RILEVAZIONE DI UN QUARTABONO APERTO
FIG. 6A-2A
RILEVAZIONE DI UN QUARTABONO CHIUSO
FIG. 7-2A
ESEMPIO DI RAPPRESENTAZIONE E DI INDICAZIONE DI QUARTABONI
FIG. 8-2A
ESEMPIO DI RAPPRESENTAZIONE E INDICAZIONE DI GIOGOLATURE
FIG. 9-2A
RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DELLA LINEA DI FORMA ESTERNA DELLA PARTE
FIG. 10-2A
ESEMPIO DI INDICAZIONE DI ESTREMITÀ DELLE PARTI COMPONENTI UN ASSIEME
FIG. 11-2A
ESEMPI DI RAPPRESENTAZIONE E INDICAZIONE DI FORI DI ALLEGGERIMENTO
STANDARD 6
STANDARD 6
STANDARD 6
FIG. 12-2A
PIANI DI RIFERIMENTO INTERSEZIONE DI PIANI
FIG. 13-2A
ESEMPI DI RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DI SIMBOLI
FIG. 14-2A
ESEMPI DI RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DI SIMBOLI
FIG. 15-2A
ESEMPI DI RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DI SIMBOLI
RAPPRESENTAZIONE CORRETTA
RAPPRESENTAZIONE CORRETTA
RAPPRESENTAZIONE ERRATA
FIG. 16-2A
MODELLO GEOMETRICO MASTER
FIG. 17-2A
SEZIONI PIANE
FIG. 18-2A
GEOMETRIA
FIG. 19-2A
MASTER POINT
FIG. 19A-2A
MASTER POINT
PUNTO BL STA WL LATO FORO NOTE REV.
NO. DIA.
FIG. 20-2A
DISEGNO DI PROGETTO MASTER
FIG. 21-2A
DISEGNO DI PROGETTO MASTER
FIG. 22-2A
DISEGNO TRACCIATO
2B.1.1. Generalità
Questa sezione stabilisce le norme da seguire per la creazione delle denominazioni dei disegni e
relativi componenti (INST, ASS, DETTAGLI).
Può essere costituita da uno o più Nomi I nomi devono essere selezionati tra quelli approvati.
2B-1-8-1 La denominazione in ogni sua parte deve essere sempre nella forma singolare eccetto
quando non adeguata per stabilire il concetto base dell'articolo (Es.: Scissori).
2B-1-8-2 Le denominazioni che richiedono più nomi per definire un articolo devono essere usate
come un'unica parola.
Esempio SCATOLA DERIVAZIONE
ANELLO CARDANICO
In tal caso entrambe le parole devono essere considerate denominazione fondamentale.
2B-1-8-3 Le seguenti parole non devono mai essere usate "da sole" o anche se precedute da
ASS. o INST. per stabilire un titolo ma possono essere usate quando unite con un altro nome.
ECCEZIONE:
Le parole ATTREZZO-UTENSILE-MINUTERIA-INSTALLAZIONE possono essere usate nelle
denominazioni fondamentali solo se precedute dalla parola "KIT" o "SERIE".
2B.1.8.4 Qualora per ragioni di approvvigionamento debbano essere eseguiti disegni con
denominazioni e contenuto in lingua inglese, si dovranno tenere presenti le esigenze linguistiche
della lingua inglese pur restando valide le norme base qui descritte.
AVVERTENZA: Separare con una virgola il modificatore dal nome fondamentale (ved. esempio
sopra).
Esempi:
AVVERTENZA:
2B.1.23. Abbreviazioni
figura 2C-1-1.
7 1
8
10
2
9
3 5
CAMPO 1 Titolo del disegno (scrivere sulla prima riga il titolo fondamentale in accordo con la
sezione 2B e sulle successive righe le informazioni addizionali necessarie per
completare il titolo).
CAMPO 2 Numero identificativo del disegno in accordo con la SEZ. 4.
CAMPO 3 Indicare il numero del foglio interessato ma non il numero totale dei fogli del
disegno.
CAMPO 4 Indicare la scala in accordo con la SEZ. 2A.
CAMPO 5 Indicare l’esponente di modifica del foglio in accordo con la procedura applicabile.
CAMPO 6 Indicare il formato (A0, A1, ect).
CAMPO 7 Firme di approvazione in accordo con la procedura applicabile.
CAMPO 8 Tolleranze prestampate in accordo con la SEZ. 3B.
CAMPO 9 Rugosità superficiale in accordo con la SEZ. 3C.
CAMPO 10 Indicare dash number, ass successivo, qualità per ass successivo e quantità per
parte.
2C.3. PART/LIST
2C.3.1. Generalità
La Part/List è una lista di tutti gli assiemi, parti materiali, grezzi, etc. richiesti per la fabbricazione e
l'approvvigionamento dei particolari rappresentati sul grafico. La Part/List deve essere compilata
secondo le norme applicabili ed è applicabile solo ai disegni non inseriti in D.B.T. Vedere figura
2C-1-2.
1) Installazioni, assiemi e dettagli rispettivamente aventi lo stesso numero base del disegno.
2) Installazioni, assiemi e dettagli rispettivamente aventi differente numero base del disegno.
3) Standards nazionali (governativi e non).
4) Standards di consorzio.
5) Standards SEI.
6) Parti commerciali in ordine alfa-numerico.
7) Materiali di consumo di produzione.
2C.4.1. Generalità
La Part/List è una lista tabulata (compilata con terminale interattivo) di tutte le parti, materiali,
grezzi e informazioni richieste per la fabbricazione e l’approvvigionamento dei particolari
rappresentati sul grafico. La Part/List deve essere compilata in accordo alle procedura applicabili.
Vedere fig. 2C-1-4, 2C-1-5 e 2C-1-5A, 2C-1-6.
figura 2C-1-2.
figura 2C-1-7.
figura 2C-1-8.
figura 2D-1-1.
c) Quando è necessario annullare una nota generale è permesso cancellare il testo ma si deve
lasciare sul disegno il numero della nota cancellata sbarrato da una linea.
Per i disegni eseguiti con D.B.T. sostituire il testo originale della nota che si vuole cancellare con
la parola "ANNULLATA”.
Acquistare da
Cod. ident
essere contenute dallo spazio riservato ai "codici di finitura" deve essere contrassegnata ( 5 )
con una nota sia in tabella sia sulla zona interessata del disegno.
Vedere fig. 2D-3.2, Par 3A-11-1 e fig. 3A-1.39.
figura 2D-3-2.
5
OMETTERE PRIMER E FINITURA SUPERFICIALE SULLE SUPERFICI INDICATE
2
Prova di carico a - Kg/ CM
La specifica SEI………… stabilisce i requisiti per le prove distruttive e deve essere applicata a tutti
gli assiemi pannelli incollati strutturali.
Il disegno deve includere uno schizzo che definisca il provino e il tipo di prova distruttiva richiesta.
- Vedere l'esempio in Fig. 2D-3-3.
Il part number dell'assieme pannello deve essere contrassegnato nella tabella con una delle
seguenti note applicabili secondo lo schema sotto evidenziato:
FIGURA 2D-3.3
SCHEMA PROVA DISTRUTTIVA
Non in scala
Prima dell'assemblaggio lavare via il protettivo dal cuscinetto con solvente di pulitura
secondo P-D-680 type I e asciugare con aria. Passare l'involucro con grasso e
rinchiudervi il componente.
Dopo il montaggio finale applicare il grasso con pompa a pressione a tutti gli attacchi
e asportare il grasso in vicinanza di tutte le guarnizioni
.
b) Cuscinetti non sigillati lubrificati con olio:
Prima dell'assemblaggio lavare via il protettivo dal cuscinetto con solvente di pulitura
secondo P-D-680 type I e asciugare con aria. Bagnare con l'olio indicato e ríchiudervi il
componente.
“T e m p e r a t u r a d i e s e r c i z i o
Da a “
2D.3.35A. Intercambiabilità
Parti intercambiabili sono quelle che possono essere sostituite con la sola rimozione della
minuteria d'attacco senza subire alterazione, disallineamento o danneggiamenti.
Non sono permesse, in fase di installazione, operazioni quali: tagli, limature, forature, alesature,
martellature, piegature ecc.
Solo attrezzi generalmente adatti a lavorazioni meccaniche su velivoli possono essere usati per
l'installazione di parti intercambiabili.
Le parti intercambiabili devono essere contrassegnati sulla Part/List dalla seguente nota:
Parte intercambiabile secondo MIL-I-8500
2D.3.35B. Sostituibilità
Parti sostituibili sono quelle che richiedono piccole operazioni di adattamento quali:
Forature, limature, tagli, rifiniture, alesature ecc. Riferirsi al para.3A-17-7 per fori di accoppiamento
in parti sostituibili.
Se la parte è stata passata da intercambiabile a sostituibile deve essere contrassegnata da una
nota di sostituibilità simile alla nota di intercambiabilità riportata al paragrafo 2D-3-35A.
2D.5.1. Generalità
Tutte le parti devono essere permanentemente marcate in modo leggibile con il "Part Number"
eccetto:
a) Le parti che non dispongono di una superficie adatta o sufficiente per la marcatura del Part
Number.
b) Componenti di Assiemi che sono permanentemente assemblati tramite saldatura, brasatura o
chiodatura. L'assieme deve, comunque, essere marcato.
c) Parti standards (se non specificamente richiesto)
d) Assiemi che sono identificati con decalcomanie o targhette di identificazione.
Il part number deve essere identificato in modo che la marcatura:
a) Non pregiudichi la resistenza della parte
b) Non possa essere rimossa mediante lavorazione
c) Non interferisca sulla operatività e funzionalità della parte
d) Possa essere rilevata, possibilmente anche dopo l'assemblaggio.
La marcatura deve sempre essere indicata sul disegno con una nota generale o specifica.
OPPURE
.
Può essere necessario rappresentare il P/N localizzato sulla parte nelle sue reali dimensioni.
AVVERTENZA:
Le note devono essere identificate da un numero seguite dal:
- suffisso “C” per fusioni
- suffisso “F” per forgiati
NOTE TIPICHE : Marcare il P/N, numero di lotto e marchio di fabbrica approssimativamente come
rappresentato su ogni superficie indicata secondo “specifica applicabile”. La
dimensione dei caratteri deve essere leggibile e proporzionale alla dimensione
della parte.
- Quando è richiesto che il N° di lotto sia marcato su una formagella in rilievo specificare come
segue:
- Tutte le fusioni, eccetto quelle di classe Il B devono avere una formagella in rilievo per
l'ispezione ai raggi "X''
Quando è richiesta l'applicazione di più di una di queste indicazioni raggrupparle, quanto più
possibile, su un lato della fusione o del forgiato. Se una parte ricavata da fusione o da forgiato
deve essere reidentificata rimuovere il P/N in rilievo della fusione o del forgiato e marcare il Part
Number del pezzo finito.
Esempio:
Fusioni e forgiati siamesi devono essere marcati su entrambi le metà. Per informazioni generali sui
requisiti per l'identificazione vedere il para. 2D-5.
Per esempio:
La specifica MIL-A-21180 copre fusioni in varie leghe di alluminio una delle quali è A356.
La “specifica applicabile”non può garantire le priorità fisiche richieste dalla MIL-A-21180
relative al materiale perciò è necessario specificare sul disegno i requisiti che sicuramente
devono corrispondere ai requisiti di qualità e di proprietà meccaniche previsti dalla MIL-A-
21180.
Il disegno della fusione deve richiamare nella Part List il tipo di materiale (Es. A356), la
classe secondo la MIL-A-21180 e la condizione.
Le fusioni costruite secondo un'unica classe di proprietà meccaniche (Es. CL12) devono
avere il richiamo della classe nel blocco della specifica come segue:
MIL-A-21180 CLASS 12
Le fusioni che richiedono proprietà meccaniche di 2 classi diverse (Es. CL12 in generale e CL1 o 2
in altre zone) devono avere la zona interessata contrassegnata sul grafico con un cerchio
rappresentato con tratteggio e una nota flaggata sul campo "Resistenza a trazione", come segue:
2E.1. INCOLAGGIO
2E.1.1. Scopo
Questa sezione stabilisce i requisiti di disegno e di ispezione per gli incollaggi.
ESEMPIO:
Incollare secondo “specifica ……….”.
I vuoti tra le superfici incollate non devono superare il XX% della superficie totale
2
incollata. Nessun singolo vuoto deve superare XX cm .
FIGURA 2E-1-1
SEZIONE ( ) - ( )
TIPICA SE NON DIVERSAMENTE INDICATO
2E.1.15. Bordatura
La bordatura di rinforzo di un pannello può essere realizzata con strisce di tessuto in fibra di vetro
incollate lungo il bordo. La bordatura in tessuto di vetro deve essere richiamata nella Part/List o in
D.B.T. in quantità "CR" e sul foglio del disegno come materiale grezzo.
(vedere le figure 2E-1-5, 2E-1-6 e 2E-1-6A)
FIGURA 2E-1-5
FIGURA 2E-1-6
FIGURA 2E-1-6A
Qualora sullo stesso ass. pannello incollato venga impiegato, per incollaggio locale, un altro
adesivo questo deve essere richiamato sul grafico e sulla Part/List o D.B.T.
Se un adesivo è usato per più di un'applicazione e richiede una differente specifica di processo
per ogni sua applicazione, l’adesivo deve essere contrassegnato sulla Part/List o D.B.T. e sul
grafico con le appropriate note d’incollaggio.
Per esempio, se un adesivo è usato per l'incollaggio di un manufatto in composito e per
l'incollaggio di inserti, sono richieste due note d'incollaggio diverse.
Le note d'incollaggio dovranno essere contrassegnate vicino alle rispettive zone di richiamo
dell'adesivo sul grafico e al richiamo sulla Part/List o D.B.T.
Quando la specifica di approvvigionamento degli adesivi prevede tipi e classi questi devono
essere richiamati sul disegno, senza riportare il nome commerciale.
Il richiamo del solo numero di specifica è incompleto.
Esempio:
Richiamo corretto
Adesivo sec. …….., Type I, Class I.
Sec. STA 100-XX-XX
Un adesivo che si voglia usare in alternativa deve essere richiamato in Part/List o D.B.T e
contrassegnato
da una nota specifica.
Richiamo corretto
Adesivo “Film” secondo 199-08-001, Type I
Adesivo "Primer" secondo 199-08-001, Class I
Sec. STA 100-XX-XX
Se più di un prodotto "Vendor" è elencato nel "Q.P.L.” della specifica, ma il disegnatore vuole
specificarne uno solo, Mrichiamo sulla Part/List o D.B.T. deve essere contrassegnato con una
nota che specifichi il nome del "Vendor" e il "Prodotto".
ESEMPIO:
Per la numerazione di disegni relativi a pannelli piani incollati che hanno un rivestimento in
alluminio attenersi alla seguente procedura che, con la approvazione dei Capi Progetto, è
applicabile anche a pannelli rifilati (finiti) contenenti inserti:
In generale un "ASS. PANNELLO INCOLLATO" è composto da rivestimenti, anima rinforzi e
adesivo.
Questo assieme diventa, successivamente, "ASS. PANNELLO" quando sono richiesti intagli, fori
(esclusi i fori per l'installazione eccetto quando il pannello è intercambiabile) inserti, adesivi per
l'incollaggio secondario di inserti o riempitivi attorno agli intagli, etc.
Questo "ASS. PANNELLO" diventa, successivamente, "INST. PANNELLO" quando si richiamano i
fori e la relativa minuteria per l'attacco del pannello sul velivolo.
Il cambio o il riposizionamento dei fori per gli inserti non richiede la reidentificazione dei
componenti né dell'"ASS: PANNELLO INCOLLATO" ma solo dell'"ASS. PANNELLO".
Il cambio o il riposizionamento dei fori per l'installazione richiede la reidentificazione del solo dash
di installazione.
Le figure 2E-1-6 e 2E-1-6A sono esempi di Part/List e D. B. T.
In questi esempi l'Assieme pannello incollato XXX-XXXX-XX-103 è composto da: un rivestimento
inferiore-117, un rivestimento superiore -119, una anima -121, una bordatura in tessuto in fibra di
vetro e adesivo.
L'Assieme pannello incollato -103 può essere usato per ogni differente configurazione finale.
L'Assieme pannello -101 e composto dall'Assieme pannello incollato -103, due inserti e l'adesivo
per incollarli nella loro posizione.
Per un'altra configurazione, l'Assieme pannello -105 è composto dall'Ass. pannello -103, un
inserto e l'adesivo per incollarlo nella sua posizione.
E ancora, per un'altra configurazione, l'Assieme pannello -107 è composto dall'Ass. pannello
incollato -103, quattro inserti, e l'adesivo per incollarli nella loro posizione.
Dipende dalla complessità e dall'uso che se ne intende fare se un "Assieme pannello incollato"
può essere rappresentato come un disegno separato, come una vista separata di un disegno di
Assieme/installazione, o rappresentato contemporaneamente come un Assieme/installazione.
Per permettere le operazioni di incollaggio si devono prima preparare le lamine del pannello nelle
aree d'incollaggio, la finitura chimica deve essere richiamata sull'Ass. pannello incollato per
provvedere alla protezione durante l'immagazzinamento la finitura organica deve essere
richiamata sull'Ass. pannello.
(Vedere figura 2E-1-6 e 2E-1-6A)
FIGURA 2E-1-7
La tolleranza di + 2,3, - 1,5 per questa dimensione è accettabile solo per assiemi
incollati. Questa tolleranza non si applica alle singole parti componenti d'assieme.
La nota per la tolleranza deve essere contrassegnata vicino alla dimensione di posizionamento
dell'anima sul grafico.
Sui disegni di pannelli piani incollati che hanno rivestimenti in alluminio, si devono applicare due
note per i pesi.
Una nota si applica all'Ass: pannello incollato ed una all'Ass. pannello.
Sui disegni di altri tipi di pannelli incollati deve essere riportata una nota per il peso accanto all'ass.
pannello.
Sulle Part/List e D.B.T. le note devono essere contrassegnate ai rispettivi dash.
2F.1. FUSIONI
2F.1.1. Generalità
Una fusione è il prodotto di una colata in una forma dove è lasciata solidificare.
Le forme possono essere classificate in transitorie (non recuperabili) o permanenti. Le transitorie
comprendono i tipi in sabbia, ceramica e gesso, quelle permanenti (conchiglie) sono fatti di metallo
e usate più volte: Quelle semipermanenti sono in metallo e contengono anime non recuperabili.
Per decidere se ottenere un pezzo da una fusione, il progettista deve considerare la qualità
richiesta, il costo del singolo pezzo, la disponibilità, e le proprietà meccaniche paragonate a quelle
ottenibili con altri metodi di fabbricazione.
Il titolo del disegno si riferirà alla parte finita.
La parola "FUSIONE" precederà il titolo del disegno solo quando la fusione sia rappresentata in un
disegno separato dalla parte lavorata, per esempio "Fusione Rinvio: Quando sia la fusione che la
parte finita sono sullo stesso foglio di disegno la denominazione sarà quella della parte finita.
Per produzioni di quantità limitate e sperimentali, è spesso vantaggioso lavorare a macchina
alcune o tutte le parti ricavandole da indefiniti commerciali per evitare il ritardo o/e il costo di una
piccola produzione di fusioni. In questi casi i disegni mostreranno con viste addizionali i metodi
alternativi di costruzione, che dovranno essere semplificati il più possibile per permettere una
lavorazione di macchina.
Se la parte è stata acquistata fuori Ditta in condizioni di fusione e lavorato, l'operazione di fusione
può essere richiamata in una nota generale, eliminando così il disegno della fusione.
Le fusioni devono essere classificate come segue in base alle caratteristiche di impiego di
sicurezza di progettazione.
Classe 1 - La fusione di casse 1 è una fusione la cui rottura comporterebbe la perdita del
velivolo, di uno dei suoi componenti principali o la perdita della controllabilità.
Classe 2 - La casse 2 include tutte le fusioni critiche, non contemplate dalla Classe 1, o che
possono causare lo sgancio accidentale o l'impossibilità di agganciare armi/supporti
ed inoltre potrebbero comportare l'avaria di componenti delle installazioni armi o
avarie che possono causare serie pericolo agli occupanti del velivolo.
Classe 3 - La Classe 3 comprende le fusioni non contemplate sia della Classe 1 che 2 aventi
un margine di sicurezza del 200% od interiore.
Classe 4 - Le fusioni di Classe 4 sono fusioni aventi un margine superiore al 200% o quelle in
cui non è richiesta l'analisi delle sollecitazioni.
Non Strutturali
Il disegno della fusione e quello della parte lavorata si disegnano separatamente: Quando
entrambi i disegni sono sullo stesso foglio, il disegno della fusione sarà sulla sinistra del foglio e la
parte macchinata sulla destra. Il foglio sarà diviso da una linea verticale a tratto grosso dal bordo
inferiore al superiore del foglio (vedi para. 2F-1-13A e B).
Tutte le fusioni devono essere disegnate in scala 1:1.
Se la scala al naturale non fosse praticamente realizzabile, dovrà essere chiesto al capo
disegnatori, o all'Ufficio Normalizzazione quale scala è consigliabile usare.
I disegni dei pezzi saranno orientati in modo opportuno sul foglio del disegno indipendentemente
alla sua posizione sull'assieme generale.
Quando non sono giustificati i due disegni separati, per la semplicità del pezzo sarà il Capo
gruppo ad autorizzare la deroga alla norma sopra scritta. In tal caso sia il pezzo fuso che il
lavorato avranno una rappresentazione unica. In questi casi il contorno del pezzo in
corrispondenza delle parti macchinate può essere disegnato, per meglio far risaltare la parte
lavorata con linea a tratto discontinuo (Vedi Fig. 2F-1-1) o può essere usata una nota generale
simile alla seguente:
Figura 2F-1-1
Sul disegno del macchinato devono essere riportate per l'installazione solo le parti di diversa
provenienza permanentemente installate (per es. cuscinetti, bussole, ecc).
2F.1.5. Quotatura
La superficie della fusione scelta è indicata sui disegni della parte macchinata "Superficie di
riferimento".
Tutte le quote per operazioni di macchina devono essere date da una comune superficie di
riferimento lavorata per eliminare l'accumulazione delle tolleranze. Devono essere scelte una o più
superfici finite alle quali saranno riferite altre superfici o fori e quote saranno lavorate per prime.
Quando è necessario per mantenere speciali relazioni di interdipendenza tra due o più superfici o
assi può essere fatta eccezione a quota sopra.
Tutti i disegni di fusione di Classe 1, 2 e 3 devono riportare uno schema per i raggi X nella zona
terminale a sinistra del disegno stesso.
Il laboratorio dei raggi X deve stabilire le viste richieste e deve siglare per accettazione lo schema
dei raggi X.
Nelle fusioni le zone altamente sollecitate devono essere indicate sullo schema dei raggi X. Tali
indicazioni aiuteranno la fonderia nel compito di tenere libere quelle zone da attacchi di colata e
montanti che potrebbero negativamente influenzare le proprietà fisiche del pezzo fuso.
Tutte le zone delle fusioni strutturali, sollecitate criticamente saranno indicate sull'apposito schema
di raggi X, circondando con una linea tratteggiata le zone interessate e aggiungendo la scritta
"AREA CRITICA”.
Figura 2F-1-2
Sarà compito del gruppo strutturisti contrassegnare tali zone. Nel progetto si deve evitare di
piazzare il numero del forgiato, in rilievo, in tali zone sollecitate. E' inoltre da evitare di stamparlo
con matrici in acciaio in tali zone.
Le fusioni in alluminio secondo la MIL-A-21180 e che utilizzano le classi 1, 2 o 3 possono avere
altre zone significative racchiuse con linee di riferimento sul campo del disegno.
Tali zone non coincidono necessariamente con le zone critiche dei diagrammi di 2F-1-9.
Quando il pezzo fuso e il lavorato sono sulla stesso foglio. La fusione sarà lo stesso dash number
del pezzo (o assieme) lavorato seguito da una C.
Il pezzo fuso è sempre identificato dal suffisso C al "part number" nella lista dei materiali.
(vedi Fig. 2F-1-3, 2F-1-4 e 2F-1-5).
Fig. 2F-1-3
Pezzo singolo - Macchinato
XXXXXXXX-101C FUSIONE
XXXXXXXX-101 ATTACCO RICAVARE DA C
SIGLA
MAT. SPEC.
N° PART. O ASS. DENOMINAZIONE DIM. DEL GREZZO
MATER.
PEZZI
Fig. 2F-1-4
1 Due -101 attacchi macchinati da un -101C fusione
Più parti ricavate da una sola fusione
Fig. 2F-1-5
Quando la fusione è di grandi dimensioni e la sua rappresentazione su un solo foglio del disegno
non è ottenibile, il disegno della fusione va eseguito sul primo foglio, ed il suo macchinato sul
secondo. Ciascun disegno avrà il suo numero (vedi Fig. 2F-1-6).
In tal caso il part number del macchinato sarà richiamato come assieme successivo del pezzo
fuso.
Fig. 2F-1-6
XXX-XXX1-99-101C FUSIONE
SIGLA
MAT. SPEC.
N° PART. O ASS. DENOMINAZIONE DIM. DEL GREZZO
MATER.
PEZZI
RICAVARE DA
FUSIONE
XXX-XXX2-01-101 ATTACCO
XXX-XXX1-99-
101C
SIGLA
MAT. SPEC.
N° PART. O ASS. DENOMINAZIONE DIM. DEL GREZZO
MATER.
PEZZI
2F.1.15. Identificazione
Una fusione in sabbia è fatta con una colata di metallo in una forma di sabbia che è stata
preparata con sabbia pigiata attorno ad un modello della parte da fondere, lasciando la cavità
della forma desiderata.
Questo è il metodo meno costoso per piccole quantità, ed è usato quando attrezzature più costose
non sarebbero giustificate.
Le fusioni con forme permanenti sono state fatte colando il metallo in una forma di ghisa o acciaio
e si ottengono fusioni con tolleranze più ristrette e con superfici di finitura superiore a quelle fatte
in terra.
Il raffreddamento in forme di metallo produce una struttura dei grani più fine risultando più
resistente di quelle fatte in sabbia.
Le anime sono comunemente fatte di acciaio o ghisa.
Fusioni più complesse possono essere fatte impiegando anime non recuperabili di sabbia cotta al
forno o gesso.
Quando si usano anime non recuperabili, il procedimento è chiamato a forme semi permanenti.
Le forme permanenti sono più costose di quelle di sabbia è vengono usate solo quando sono
giustificate dai requisiti di buona finitura e precisione dimensionale per una grande quantità dei
pezzi.
Nella fusione in stampi, una macchina inietta il metallo sotto pressione in uno stampo di acciaio di
precisione. Poiché gli stampi sono temperati e lisciati, la fusione ha superfici levigate e dimensioni
accurate.
Generalmente, richiedono piccole o nessuna lavorazione a macchina dopo la rimozione delle
materozze.
Le fusioni in stampi devono essere limitate ad applicazioni non critiche e/o non strutturali.
La qualità di tali fusioni non soddisfano i requisiti delle specifiche applicabili.
I requisiti della qualità e delle ispezioni per tutte le fusioni in stampi devono essere prescritte dal
gruppo dei progettisti metallurgici.
La fusione in stampi si applica solo a metalli non ferrosi.
Poiché il costo degli stampi è alto, tale metodo verrà usato solo quando sono richieste grandi
quantità di fusioni, complicate e non strutturali con buone finiture superficiali e strette tolleranze.
Tale metodo produce pareti più sottili degli altri metodi.
Infatti pareti spesse sono sconsigliate per la probabilità di forte porosità.
Le fusioni a cera persa, si ottengono costruendo un modello di cera o altro materiale plastico
mediante appositi stampi di resine ottenuti servandosí di un modello metallico. Si ricopre con
argilla, ceramica o altro materiale da formatura. il modello di cera, dopo di che questo viene fuso e
la forma ottenuta è messa in forno per diventare ceramica. Il metallo fuso viene quindi iniettato
nella forma per ottenere la fusione voluta.
La forma viene rotta per poter togliere il pezzo fuso. Dal momento che il modello è tolto dalla
forma come liquido, le fusioni complicate possono essere prodotte molto più velocemente che con
gli altri metodi. Tuttavia poiché è necessario estrarre il modello dallo stampo è necessario
prevedere anime di forma semplice in sede di progetto.
La fusione in forme di gesso è un procedimento nel quale un aggregato di gesso (sotto forma di
impasto) è colato su un modello e ivi lasciato indurire, e dopo la rimozione del modello lasciato
essiccare.
Il metallo fuso viene colato nella cavità per produrre la fusione della forma desiderata. Questa
tecnica è usata per produrre fusioni lisce, non ferrose e di accurate dimensioni. Questo metodo è
paragonabile a quello a cera persa, ma generalmente viene scelto per pezzi di maggiori
dimensioni.
In pratica tutte le fusioni impiegate dalla SEI sono fatte o in sabbia o a cera persa.
Forme permanenti o di gesso e pressofusioni sono usate molto limitatamente.
In generale le fusioni di leghe non ferrose di alluminio, magnesio, rame, possono essere fuse con
tutti i metodi considerati precedentemente. Comunque le leghe ferrose non sono molto adatte ad
essere fuse con il metodo delle forme permanenti o in forme di gesso o stampi per pressofusioni,
a causa dei negativi effetti (temperatura) sulla forma per il troppo elevato punto di fusione della
lega.
La figura 2F-3-1 illustra il normale campo di rugosità superficiale che ci si può attendere dai vari
metodi di fusione. La rugosità delle superfici delle fusioni non sarà specificata sui disegni se non
necessario, e solo sulle zone specifiche quando richiesto. Quando è necessario consultare la
sezione 3C.
La figura 2F-3-2 è una guida generale nella scelta del procedimento di fusioni dipendentemente
dai fattori mostrati.
FIGURA 2F-3-1
Figura 2F-3-2
PRODUCTION METHOD
Fusioni in Microfusioni
Fusioni con Pressofusione
sabbia (cera persa) Fusioni in
forme
forma di gesso
permanenti
Superfici 4 2 2 3 1
Tolleranze 4 2 2 3 1
Sezioni sottili 4 2 2 3 1
Velocità di
produzione per
piccole
quantità 1 3 3 2 4
Velocità di
produzione per
grandi quantità 3 4 4 2 1
Possibilità di
evitare
lavorazioni 3 1 1 2 1
Costo/Pezzo
per piccole
serie 1 3 3 2 4
Costo/pezzo
per grandi
serie 4 3 3 2 1
Costo
attrezzatura 1 2 2 3 4
Nota: 1 indica il meglio; 4 indica il peggio. Esempio: una fusione in sabbia è a più buon mercato
che una pressofusa, mentre per grandi serie è il contrario.
La linea di unione indica il piano in cui la forma o lo stampo deve separarsi per facilitare la
rimozione del modello. La scelta della P.L. dipende da molti fattori i più importanti tra i quali sono:
a) La forma della fusione cioè i contorni, le parti nascoste, le cavità, le nervature, le flange, le
borchie, le sporgenze e forcelle.
b) La possibile eliminazione di superfici lavorate o con spoglie.
c) Il metodo di supporto delle anime.
d) La eliminazione di parti mobili nella forma e nello stampo per fusioni ottenute con tali metodi.
e) La posizione delle materozze e dei montanti.
f) La semplificazione del modello, forma o stampo, così che l'intera cavità sia in metà dello
stampo o della forma.
Ogni volta che sia possibile, la parting líne deve essere diritta e su un piano; le superfici di
divisione piane (Parting planes) facilitano la tecnica di costruzione della forma. La parting line
attraverserà le superfici che devono essere lavorate piuttosto che quelle che devono rimanere allo
stato grezzo di fusione.
Il metodo a cera persa non richiede parting line dal momento che la forma viene distrutta.
NOTA: La P.L. non è normalmente indicata sui disegni, ma ciò sarà lasciato alla discrezione della
produzione a meno che non vi siano criteri critici nel progetto.
2F.5.3. SPOGLIE
Sul disegno progetto di tutte le fusioni si deve tener conto delle spoglie per facilitare la tecnica di
fusione. La spoglia è quella angolazione data alle superfici che sono perpendicolari alla parting
line della forma e dello stampo. L'entità della spoglia richiesta dipende dal processo di fusione
usato, dal la forma e dalle dimensioni della fusione e dalla profondità delle sporgenze, parti
interne, ecc.
L' angolo di spoglia non è normalmente indicato sui disegni ma è dato in una nota generale (vedi
para. 2D-39-1). Comunque il progettista dovrà aver presente che l'aggiunta della spoglia
comporterà sempre un aumento di materiale per la fusione che risulterà di dimensioni più grandi
alla base che alle estremità. La spoglia potrebbe causare interferenza con le condizioni di avere
tolleranze strette. Si usi la tabella (Figura 2F-5-1) per determinare il valore della spoglia da
specificare sul disegno per ciascun particolare processo e applicazione.
Le tolleranze sulle dimensioni delle fusioni non devono includere le spoglie quando gli angoli di
spoglia sono indicati. Se non sono indicati l’intera superficie deve cadere entro le tolleranze
indicate.
2F.5.5. Anime
Le anime sono masse di sabbia, gesso, o metallo piazzate nella forma per produrre contorni, antri,
cavità, aperture ecc.
La fabbricazione delle anime aumenta materialmente il costo delle fusioni e richiede più vaste
tolleranze nel progetto.
Figura 2F-5. 1
ANGOLO
TIPO DI FUSIONE POSIZIONE
MINIMO DESIDERABILE
Sformo facce
½° (3) 1°
Fusioni in gesso
1) L’entità della spoglia permessa per una fusione in
sabbia dipende dalla dimensione del modello e dalla 3) Nessuna spoglia è solitamente possibile benché una
profondità del modello nella forma. piccola entità sia desiderabile per superfici molto alte
2) Il maggiorare ragionevolmente le spoglie darà come per facilitare l’estrazione dallo stampo.
effetto di accellerare la produzione, migliorare la 4) Solo quando le superfici sono accoppiate direttamente
produzione e diminuire gli scarti. senza lavorazioni meccaniche nessun angolo di
spoglia deve essere fatto sulle superfici esterne.
Quindi, se possibile, senza sacrificare il peso o altri vantaggi, le fusioni devono essere progettate
con una visione rivolta a limitare il lavoro per le anime. In tutti i progetti, comunque, al fatto di
costruire un'anima si deve ricorrere necessariamente se vogliamo che un buon progetto sia tale;
cioè, uniforme spessore delle sezioni, eliminazione di lavorazioni a macchina inutili, per
salvaguardare il peso.
In tal caso maggiori costi e maggiori tolleranze possono essere giustificate.
Nel progettare delle fusioni che richiedono la costruzione di una anima, si devono prendere in
considerazione i seguenti fattori:
a) Le proporzioni dell'anima, per eliminare la possibilità di una sua distorsione quando si usino
anime di sabbia.
b) Il metodo di sospensione della anima nella forma, che può richiedere aperture addizionali nelle
fusioni dove vi siano anime cieche.
c) Una complicata forma dell'anima, che può impedire la sua estrazione dalla fusione (stampo o
forma permanente).
d) La eccessibilità nel togliere anime di sabbia, che può richiedere uno sportello di ispezione dove
vi siano cavità o cavità di anime cieche.
Sui diametri delle anime esistono le seguenti limitazioni generali dimensionali :
a) I fori delle anime non debbono avere diametri più piccoli di 12.7 mm per fusioni in sabbia di
leghe di alluminio e magnesio. Per ferro ed acciaio il minimo è di 15,7 mm.
b) Nella fusione in stampi il diametro minimo è 2,28 mm per una lunghezza non superiore ai 3
diametri. Per fori con diametro da 4,8 a 12,7 mm la lunghezza non supererà i 6 diametri e
sopra i diametri di 12,7 mm non supererà i 10 diametri.
c) Per fori più piccoli di 6,4 mm di diametro non si possono produrre anime da usare in forme
permanenti.
d) I fori fatti con anime nei dischi sottili debbono essere bordatì quando si richiede la massima
solidità dei dischi. Usare due bordature quando è possibile (Vedi fig. 2F-5-2).
e) La massima lunghezza delle anime sostenute unicamente da una sola parte sarà 4 volte il
diametro dell'anima (Vedi fig. 2F-5-3).
È caldamente consigliato dotare di notevoli raccordi tutte le giunzioni o intersezioni, questo per
evitare la perdita delle buone proprietà insite nelle fusioni. Piccoli raccordi possono creare una
centrazione di sforzo. Le figure 2F-5-4 e 2F-5-5 mostrano il raggio minimo raccomandato per i
raccordi di fusioni a sezione uniforme dove non siano richieste transizioni (variazioni).
Angoli acuti esterni sono difficoltosi da fondere e sono causa di concentrazione di sforzi.
Il minimo raggio dell'angolo che deve essere specificato per ogni tipo di fusione è di 7,6 mm.
Raggi maggiori saranno specificati se il progetto Io permetterà.
Figura 2F-5-4
Leghe di
4,1 3,3 0,81 0,81 0,81
alluminio
Leghe di
4,6 4,1 0,81 0,81 0,81
magnesio
Ottone e
4,1 0,81 0,81 0,81
bronzo
Nota: Per spessori di pareti superiori al minimo, costruire raggi di raccordo uguali allo spessore
delle pareti. Tutte le dimensioni qui rappresentate sono nominali.
Figura 2F-5-5
Figura 2F-5-6
La solidificazione del metallo fuso comincia su tutte le superfici della fusione in contatto con quelle
della forma. La solidificazione progredisce gradualmente verso il centro di ciascuna sezione, e la
velocità di solidificazione dipende dal rapporto sezione (volume) fusione/superficie (area) forma;
più larga è la superficie della forma per una data sezione (volume), più veloce è la solidificazione.
Quindi, per eliminare giunti freddi (incompleta unione del metallo causata dalla parziale
solidificazione di una o più superfici) o la eventualità di non riempire completamente la cavità della
forma gli spessori devono essere conformi a determinati minimi. La figura 2F-5-7 specifica lo
spessore minimo raccomandato per normali pareti sottili.
Forme complesse, zone larghe e la posizione delle materozze possono richiedere sezioni più
spesse.
Figura 2F-5-7
Per facilitare la tecnica di fonderia ed eliminare cavità di ritiro o spaccature e per produrre fusioni
sane al prezzo nominale, è essenziale una particolare attenzione per quelle fusioni aventi pareti
relativamente sottili, dischi congiungenti pareti più consistenti, rinforzi, mozzi o altre masse.
Dove tali condizioni siano rese necessarie dai requisiti del progetto, e dove la variazione dello
spessore sia più grande del 30%, è necessaria una graduale transizione. Le figure dalla 2F-5-8
alla 2F-5-12 mostrano le proporzioni raccomandate per la richiesta transizione.
Quando le fusioni hanno variazioni in spessore minore della percentuale notata, non è necessaria
la transizione, ma avranno un raggio di raccordo uguale allo spessore delle sezioni più
consistente.
Figura 2F-5-10
* In caso di mozzi la parete “W” deve essere 3/8T ed "L” uguale 1 1/2T
Figura 2F-5-11
Figura 2F-5-12
Figura 2F-5-14
Figura 2F-5-15
Sono desiderabili quando in flange, nervature, manicotti gli sforzi delle fibre più esterne sono
elevati.
Le proporzioni raffigurate nelle fig. 2F-5-16/17/18 sono di norma in un buon progetto e sono usate
ogni volta che è necessario.
Quando dei fori larghi debbono essere ricavati in sezioni sottili, piastre o dischi queste modanature
debbono essere aggiunte per dare la massima resistenza.
Possono essere usate quando necessario, singole modanature, ma sono preferibili modanature
doppie.
La fig. 2F-5-2 rappresenta le proporzioni preferibili per entrambi i tipi di modanature.
Figura 2F-5-18
Orecchiette, forcelle e mozzi debbono essere progettati in modo tale da eliminare tasselli sui
modelli (scomponibili) e le anime.
Questo può essere reso possibile da una appropriata scelta della linea di divisione o estendendo il
mozzo alla linea di divisione o alla superficie adiacente parallela alla superficie di divisione piana.
Vi deve essere inoltre materiale in più, quel tanto per poter soddisfare completamente la
operazione di rifinitura con macchine.
In fusioni larghe le variazioni per deformazione o di ritiro possono rendere impossibile la
lavorazione per arrivare ai requisiti imposti dal disegno; quindi, materiale sufficiente deve essere
aggiunto allo spessore delle orecchiette, forcelle, mozzi per compensare tali variazioni e rendere
possibile l'esecuzione. Quando le proporzioni di una orecchietta o di una leva sono tali da poter
dare luogo a svergolamenti o distorsioni, si incorpora una barra di congiunzione.
Queste barre possono essere tolte susseguentemente con una lavorazione di macchina. Le
seguenti illustrazioni suggeriscono alternative parting line e spoglie caratteristiche che si devono
considerare quando sono tracciate le orecchiette o le forcelle.
Nell'intento di ridurre il numero di fusioni scartate dovendo forare troppo vicino ai bordi delle
orecchiette, forcelle o mozzi, è stato trovato più pratico progettare il raggio R più largo di quello
teorico richiesto e quindi la distanza R degli spigoli non dovrà essere minore di 1 voIta e 1/2 il
diametro del foro + 2,5 mm.
Quando nelle fusioni devono essere installate delle boccole, usare il diametro esterno della
boccola per l’applicazione della regola sopra formulata.
Vedi fig. 2F-5-19/20/21.
Figura 2F-5-19
Figura 2F-5-20
Figura 2F-5-21
Rilievi incorporanti bulloni devono essere raccordati alla struttura circostante con ampi raccordi ed
essere abbastanza larghi per assicurare una buona distribuzione di carico attraverso la circostante
struttura della fusione.(Vedi fig. 2F-5-22/23).
Rilievi collocati su parti parallele al senso di estrazione del modello si estenderanno (quando è
possibile) in modo da eliminare l'uso di anime come illustrato in fig. 2F-5-24.
Formagelle o risalti da usare per prigionieri o fori ciechi saranno progettati in accordo con le
seguenti valutazioni di progetto. (Vedi fig. 2F-5-25/26).
Figura 2F-5-24
Prigionieri, perni, boccole, dadi, tubi ed elementi riscaldanti elettrici possono essere
economicamente posti in pezzi fusi in forme permanenti o stampi.
Questi particolari sono posti nello stampo prima che sia colato il metallo. I perni entreranno nella
fusione per una profondità almeno 2 volte il loro diametro; per i prigionieri almeno 3 volte.
L'allineamento è reso ancor migliore se la parte inserita si estende da una parte all'altra della
fusione, così che entrambe le estremità siano in contatto con lo stampo (Vedi fig. 2F-7-1/2).
Il reparto metallurgico sarà consultato su tutte tali applicazioni.
Figura 2F-7-1
Figura 2F-7-2
2F.9.1. Generalità
Variazioni di dimensioni nelle fusioni possono essere attribuite a molti fattori, alcuni dei quali sono:
a) Materiali aventi ciascun un diverso coefficiente di dilatazione, di temperatura di colata e di
raffreddamento.
b) Bolle di ritiro, causate da variazioni della temperatura durante la colata, e la impedita
contrazione durante la solidificazione dovuta alle anime o alle forme.
c) L'anima o la staffa inferiore e superiore, si spostano facendo si che una parte della fusione sia
spostata rispetto all'altra porzione.
d) Chiusura incompleta della forma o dello stampo causata da particole su una o l'altra delle
superfici della attrezzatura divise dalla parting line.
e) Deformazioni causate da sezioni di diverso spessore.
f) La scampanatura del modello per toglierlo dalla forma.
g) Il logoramento dello stampo o della forma causato dalla rimozione della fusione e dalla
rimozione, in alcuni punti, delle provette di fusione.
Con così tanti fattori che influenzano le variazioni delle fusioni, è ovvio che non è possibile fissare
una regola semplice e veloce per sapere prima l'ammontare delle tolleranze dimensionali che una
fusione può avere. Comunque, è stato determinato mediante le variazioni di un certo numero di
fusioni che le tolleranze possono essere dell'ordine indicato dalla figura 2F-9-1 alla 2F-9-4.
Queste tolleranze sono applicabili solo a fusioni contenute in una sola forma e non sono
influenzate da parting line o da anime.
Parti complesse che richiedono la formatura di anime e debbono essere eseguite con più staffe
richiederanno tolleranze più grandi. Quando le dimensioni cadono attraverso la parting line di una
forma si dovrà aggiungere ± 0,25 mm.
Figura 2F-9-1
FUSIONI IN SABBIA
Tutte le tolleranze sono più e meno. Dove le dimensioni (del pezzo) attraversano la linea di unione
(PL) della forma si deve aggiungere una tolleranza di ± 0,25.
Figura 2F-9-2
FUSIONI IN SABBIA
Tutte le tolleranze sono più e meno. Dove le dimensioni (del pezzo) attraversano la linea di unione
(PL) della forma si deve aggiungere una tolleranza di ± 0,25.
Figura 2F-9-3
PRESSOFUSIONI
Tutte le tolleranze sono più e meno. Dove le dimensioni (del pezzo) attraversano la linea di unione
(PL) della forma si deve aggiungere una tolleranza di ± 0,25.
Figura 2F-9-4
FORME IN GESSO
Tutte le tolleranze sono più e meno. Dove le dimensioni (del pezzo) attraversano la line di unione
(PL) della forma si deve aggiungere una tolleranza di + 0,25.
a) Tolleranze Generali
Le tolleranze possono variare un poco da pezzo a pezzo dipendendo da fattori dimensionali e
di configurazione, comunque una regola generale basata sulla esperienza e riportata in Fig.
2F-9-5 può essere applicata con sufficiente precisione, particolarmente per le piccole
dimensioni.
Fig. 2F-9-5
DIAMETRI
Dimensioni Tolleranze
In caso di requisiti specifici si possono tenere tolleranze di ± 0,08 per dimensioni da 0,00 a 6,35 e
di ± 0,10 per dimensioni da 6,36 a 12,7.
Comunque, tali tolleranze non devono essere richieste se non assolutamente necessarie e
avranno un riflesso sfavorevole nel costo della fusione.
Le tolleranze applicate a zone non funzionali saranno larghe il più possibile per assicurare una
produzione economica delle fusioni.
Tolleranze desiderabili sono come sotto illustrate.
Fig. 2F-9.6
TOLLERANZA LINEARE
Una eccezione alla tolleranza lineare standard esiste sulle pareti sottili dove la
tolleranza deve essere un minimo di ± 0,25.
Fig. 2F-9.6.1
Dimensioni Tolleranze
0,05 - 51 ± 0,41
51 - 102 ± 0,43
102 – 152 ± 0,46
oltre 152 ± 0,48
b) Raggi
La tolleranza su tutti i raggi interni ed esterni saranno al minimo di ± 0,41. Comunque,
all'aumento del raggio, la tolleranza crescerà ± 0,41 per ogni 51 mm di raggio o frazione di
esso.
c) Rettilineità
I campi di tolleranza qui sotto riportati rappresentano i limiti pratici di produzione di un tipico
albero a sezione tonda.
Tolleranze di rettilineità più strette possono essere ottenute con raddrizzatura meccanica.
Fig. 2F-9-7
d) Planarità
Per tolleranze di planarità vedi la sua tabella.
Fig. 2F-9-8
LTC LTC
Lunghezza come fusione
25 0,20
51 0,41
102 0,76
152 1,14
e) Concentricità
Fig. 2F-9-9
f) Rotondità
Fig. 2F-9-10
Tolleranza di rotondità
Diametro
LTC
12,70 0,13
25 0,20
38 0,30
51 0,38
g) Angoli
Le tolleranze sugli angoli varieranno dipendentemente dalle posizioni in cui si prendono le
misure.
In chiarimento di ciò vedi fig. 2F-9-11.
Figura 2F-9-11
Figura 2F-9-12
h) SEZIONI PARALLELE
Nella fig. 2F-9-12 sono mostrate le relazioni tra W e X, con i valori di X alle minime dimensioni
ottenibili nelle fusioni. Si noti che come W aumenta, la dimensione minima di X aumenta.
W e Z hanno effetti molto piccoli sulla tolleranza per i campi di variazione della dimensione X.
In tal caso, la fig. 2F-9-13 dà le informazioni di base necessarie.
Figura 2F-9-13
Dim. X Fusione
1,57 ± 0,08
3,18 ± 0,08
6,35 ± 0,08
12,70 ± 0,13
19,06 ± 0,15
25 ± 0,18
38 ± 0,25
Fig. 2F-9-14
Spess. minimo
Materiale
pareti
La seguente tabella illustra l'effetto della lunghezza e della sezione trasversale sul minimo
spessore di parete di una fusione in acciaio.
Figura 2F-9-15
Fig. 2F-9-16
12,70 ± 0,13
25,40 ± 0,13
38,10 ± 0,23
50,80 ± 0,25
63,50 ± 0,38
127,00 ± 0,64
203,20 ± 1,02
254,00 ± 1,27
1 - Acciaio: TBD
2 - Lega alluminio: TBD
3 - Lega magnesio: MIL-M-6857
Le fusioni devono essere esaminate dal Gruppo Strutture per valutare la possibilità di riparazioni
mediante saldatura, durante il processo di lavorazione.
I disegni delle fusioni devono riportare ma delle seguenti note, secondo i casi seguenti.
Se l'intera fusione può essere riparata con saldatura, bisogna aggiungere la seguente nota
generale:
Nei casi in cui la fusione non può essere dimensionata in modo da poter prevedere la riparazione
mediante saldatura sull'intera superficie, il disegno deve indicare quelle zone che possono essere
riparate con saldatura
Queste zone devono essere evidenziate con la seguente nota:
Se l'intera fusione è critica al punto che nessuna riparazione con saldatura possa essere
ammessa deve essere aggiunta la seguente nota: NESSUNA RIPARAZIONE CON SALDATURA
È AMMESSA
2F.21. FORGIATI
2F.21.1. Generalità
La forgiatura è un processo per ottimizzare l'utilizzazione del metallo che viene modellato entro
una forma, rifinendolo e migliorando le sue proprietà meccaniche attraverso una deformazione
plastica controllata mediante compressione o magliatura.
Prima che un forgiato sia progettato per una particolare applicazione, devono essere considerati
alcuni fattori come il quantitativo richiesto, il costo di lavorazione della parte finita, per determinare
se un forgiato sarà economico rispetto allo stesso pezzo (ricavato) dal pieno.
I disegni dei forgiati e i disegni delle lavorazioni a macchina devono essere eseguiti
separatamente.
Questo concetto viene applicato a tutti i tipi di forgiati tranne che, le billette forgiate a mano.
Quando entrambi i disegni sono sullo stesso foglio, il forgiato sarà disegnato sul lato sinistro ed il
pezzo con le quote di lavorazione sul destro.
Il foglio sarà diviso da una linea a tratto grosso verticale dal bordo superiore a quello inferiore del
foglio.
I disegni saranno sistemati in modo tale che la base principale (del forgiato) sia orizzontale o
verticale sul foglio e non nella sua posizione di equipaggiamento nell'assieme generale.
Le parti assemblate sullo stesso disegno del forgiato macchinato, saranno limitate a nei
componenti che sono pressati o bloccati in luogo (cioè cuscinetti, bussole, ecc).
Il titolo del disegno deve descrivere il componente finito.
La parola "forgiato" precederà il nome del componente macchinato solo se questi sono stati
disegnati su fogli separati. Per esempio “forgiato - leva".
Negli altri casi il titolo del disegno del forgiato e della parte macchinata saranno identici.
Se la parte è stata acquistata fuori ditta in condizioni di forgiato e lavorato, l'operazione di
forgiatura può essere richiamata in una nota generale, eliminando così il disegno del forgiato.
Quando il disegno del pezzo forgiato e macchinato sono sullo stesso foglio, il forgiato porterà lo
stesso dash number della parte (o assieme) macchinato seguito da "F". Il forgiato sbozzato è
sempre identificato con un suffisso F al part number nella legenda, ma la F non è mai marcata sul
foglio stesso. Vedi Fig. 2F-21-1/2/3.
Fig. 2F-21-1
Fig. 2F-21-2
Fig. 2F-21-3
Fig. 2F-21-4
2F.23.1. Generalità
Al contrario dei pezzi forgiati in stampi, le forme per forgiatura a mano, sono generalmente molto
semplici. Le loro tolleranze sono anche più grandi. Stampi piatti o attrezzi semplici e normali sono
impiegati per forgiare il metallo. La forgiatura a mano è usata soprattutto quando il quantitativo
interessato sia troppo limitato per giustificare il costo di una attrezzatura di stampaggio.
Poiché l'operazione di forgiatura a mano non consente una eccessiva precisione dimensionale le
dimensioni devono tener conto delle esigenze di lavorazione e rettilineità come pure notevoli
tolleranze.
Tolleranze consigliate per semplici barre e biscotti sono illustrate in fig. 2F-23-1. Ovviamente tali
tolleranze non possono essere applicate direttamente a forme più complicate, ma possono essere
usate come guida approssimativa. Spesso è più pratico progettare un forgiato a mano così che più
di una parte finita possa essere fatta da esso.
Se la billetta è forgiata in una forma rettangolare o cilindrica, il disegno sarà preparato nello stesso
modo di una parte che deve essere ricavata da una barra grezza. Comunque alla colonna delle
dimensioni del grezzo sulla legenda, sarà richiamata una nota specifica che descrive le dimensioni
totali e le tolleranze come determinato in fig. 2F-23-1.
Se la billetta è forgiata in una forma diversa dalla rettangolare o cilindrica, il disegno sarà eseguito
nel modo descritto in 2F-21-3.
Figura 2F-23-1
2F.25.1. Generalità
I forgiati stampati sono i più comuni forgiati prodotti. Con tale procedimento, il metallo allo stato
plastico è plasmato con una successione di stampi adatti alla forma desiderata, sotto ripetuti colpi
di un maglio o a pressione costante con una pressa per forgiatura.
Sono possibili sezioni più sottili, tolleranze più strette e un più largo campo di impiego di materiali.
Comunque è più limitato nei riguardi delle dimensioni del forgiato che può essere prodotto.
Uno stampaggio profondo deve essere evitato dove possibile poiché tende a rovinare lo stampo.
Vedi fig. 2F-25-1.
La scelta della Linea di separazione deve essere fatta tenendo in dovuto conto la separazione
degli stampi ed il miglior scorrimento del metallo. La figura 2F-25-2 mostra le linee di flusso di una
tipica sezione di forgiato, e illustra un appropriato piazzamento della linea di separazione se si
deve ottenere il meglio possibile nell'andamento delle fibre.
Figura 2F-25-1
Figura 2F-25-2
La linea di separazione deve essere rettilinea e parallela al piano di forgiatura dove possibile.
Nei casi in cui la linea di separazione deve essere sfalsata in modo tale da formare un angolo con
il piano del forgiato, deve essere fatto il possibile per assicurare un serraggio bilanciato dello
stampo. Vedi fig. 2F-25-3. Per forgiati in lega di alluminio la P.L. può spesso essere su una faccia
piana di superficie, in questi casi per la forgiatura è sufficiente un solo stampo.
Comunque, quando il forgiato ha una sporgenza o una rientranza nella superficie piatta
richiedendo una formatura nel controstampo, la linea di separazione sarà come illustrato in fig. 2F-
25-4.
Figura 2F-25-3
Figura 2F-25-4
Per forgiati in acciaio o titanio la P.L. sarà sempre sistemata in modo tale che lo stampaggio
avvenga con stampo e controstampo. Questo faciliterà la estrazione della parte ed assicurerà una
buona riuscita nello stampaggio. Sono desiderabili in ogni caso piani di separazione piatti che non
si compenetrino eccetto quando una irregolare linea di separazione semplificherà o ridurrà la
lavorazione, o produrrà un forgiato più leggero con una migliore disposizione delle fibre.
(Vedi fig. 2F-25-5)
Figura 2F-25-5
2F.25.5. Spoglie
Figura 2F-25-6
In qualche caso, dove si richiedono angoli minori (solitamente per considerazioni ponderali) 3°
possono essere usati per forgiati in alluminio.
Tale riduzione, non deve essere usata quando l'altezza di una nervatura è 6 volte più grande dello
spessore della stessa alla estremità sottile e/o quando la larghezza del canale è minore di 2 volte
l'altezza del bordo. E' possibile produrre un forgiato stampato senza spoglia. Questo è ottenuto
incorporando spine per estrarre la parte dallo stampo.
Si ricordi che ogni riduzione della spoglia porta a costi maggiori e può essere messa in un progetto
solo dopo aver ricevuto l'approvazione del responsabile della progettazione.
Quando i normali angoli di spoglia non si incontrano sulla parting line è buona norma aumentare la
spoglia dal lato meno profondo del forgiato per incontrare il lato più profondo in un punto comune
sulla linea di separazione.
Questa spoglia è detta incrementata (matched draft).
Non è necessario fare un richiamo sul disegno, ma deve essere chiaramente disegnata.
Quando dall'uso di tali spoglie risulterebbero angoli troppo elevati, peso eccessivo, o eccessiva
lavorazione, si preferisce usare la spoglia graduale.
Le fig. 2F-25-7/8 mostrano due metodi di spoglie.
Figura 2F-25-8
I raggi di raccordo e spigoli saranno il più abbondanti possibile per dare il miglior andamento delle
fibre del metallo, per eliminare pieghe fredde e assicurare una buona durata allo stampo.
La fig. 2F-25-9 mostra i raggi minimi da usare su alluminio, magnesio, acciaio al carbonio e leghe
di acciaio a basso tenore, e titanio.
Figura 2F-25-9
Sebbene la dimensione dei raggi degli spigoli non sia così critica come quelle del raccordi, un
raggio piccolo generalmente aumenta la possibilità di rovinare lo stampo, e sono più difficili da
ottenere. Raggi di spigoli più grandi sono preferibili su mozzi, risalti e nervature, e un raccordo a
tutto sesto è considerato ottimo per rinforzi.
La fig. 2F-25-10 mostra i raggi minimi da usare per Al, Mg, acciai al carbonio e a bassa lega.
Tenendo costanti i raggi degli spigoli e dei raccordi si tiene basso il costo dello stampo.
Per la difficoltà di ottenere carenature di raccordo rastremate nella cavità dello stampo, tutti i raggi
di raccordo sono mantenuti costanti.
Sebbene si preferisca tenere costante il raggio di raccordo, se il progetto lo esige, i raggi di
raccordo possono essere rastremati.
Per stampi compenetranti, dove è richiesta una rastremazione o variazione di spessore su una
sezione radiale, è preferibile tenere costante il raggio nello stampo femmina.
I cambiamenti progressivi del raggio devono essere fatti sullo stampo maschio.
Il raggio minimo per i raccordi di estremità saranno come in fig. 2F-25-12.
Figura 2F-25-10
Figura 2F-25-11
Figura 2F-25-12
L'anima è una porzione sottile di un forgiato giacente parallelo al piano di forgiatura, mentre una
nervatura o un rinforzo è perpendicolare ad esso.
Lo spessore minimo di un'anima, in generale dipende dalle dimensioni del forgiato espresse in
termini di superficie sulla linea di separazione.
Rinforzi sottili e profondi devono essere evitati poiché è controindicato per la vita dello stampo e il
flusso del metallo.
Non esistono norme precise per i rinforzi. In generale le però l'altezza dei rinforzi non deve
superare 8 volte la larghezza del rinforzo.
La maggior parte di industrie forgiatrici preferisce al max un rapporto di altezza larghezza tra i 4:1
e 6:1.
Rinforzi che variano in altezza ma non in larghezza, devono mantenere uno spessore uniforme
alla cima ed avranno una spoglia che si raccorda dolcemente.
Vedi fig. 2F-25-13.
La figura 2F-25-14 illustra i valori minimi da usare nella determinazione dello spessore delle anime
dei forgiati in Al, acciaio e titanio.
Dove il disegno del pezzo lo permetta la difficoltà di forgiare anime sottili può essere alleviata
rastremando come nella fig. 2F-25-15.
Figura 2F-25-13
Figura 2F-25-14
* Anime non contornate. Per spessori di anime contornate aggiungere il 50% al sopra
indicato valore.
Figura 2F-25-15
Figura 2F-25-16
2F.25.13. Sovrametallo
Un sufficiente quantitativo di metallo in più deve essere lasciato sul forgiato per assicurare la
rifinitura nelle susseguenti lavorazioni. Si dovrà lasciare un minimo di 0,7 per la rifinitura su
ciascuna superficie da lavorare dopo la spoglia, il raccordo e la parte relativa alle tolleranze. Vedi
fig. 2F-25-17.
In aggiunta alle tolleranze costruttive, dovrà essere considerata una tolleranza in più per
compensare la decarburizzazione e intaccature superficiali sul forgiato grezzo. Tale ammontare
varierà in dipendenza del materiale costituente il forgiato.
Figura 2F-25-17
La tolleranza deve essere fatta in modo da provvedere alla centratura dei fori ed assicurare la
distanza dai bordi. Un modo per realizzare ciò ad esempio può essere quello di allungare le
formagelle di quel tanto per comprendere le tolleranze di forgiatura.
Vedi fig. 2F_25_18/19.
Figura 2F-25-18
Figura 2F-25-19
Sebbene il procedimento di forgiatura sia progredito ad un punto tale che i forgiati possono essere
prodotti molto più accuratamente oggi di quello che era possibile in altri tempi, parecchi fattori
devono essere considerati nel determinare le tolleranze necessarie che peraltro non devono
essere applicate a parti fabbricate con altri metodi.
Le tolleranze di chiusura dello stampo (spessore) sono influenzate dall'usura dello stampo, dalla
sua distorsione, e da un certo grado di ritiro del forgiato.
La tolleranza di centratura, che può essere definita come la sfasatura tra due punti corrispondenti
nelle due parti dello stampo, è un fattore che deve essere considerato e deve essere indicato sul
disegno.
Le tolleranze di centratura stampo sono applicate separatamente ed indipendentemente dalle altre
tolleranze.
Tolleranze di rettilineità devono essere comprese nel totale calcolato per il sovrametallo e devono
es sere indicate nel disegno.
Le tolleranze delle bave daranno la estensione permessa a queste di sporgere dal forgiato a
spigoli finiti, e devono essere indicate sul disegno.
Poiché vi sono un grande numero di fattori che influenzano la precisione dimensionale, non ci si
può aspettare che un sistema di tolleranze sia applicabile in tutte le situazioni. Al più essi
rappresentano una ragionevole media di prestazioni.
Le seguenti tavole sono per forgiati stampati convenzionalmente, e si possono usare come guida
nel determinare i requisiti delle tolleranze per la maggior parte di essi. Nel caso vi siano condizioni
isolate, l'assistenza sarà fornita dal direttore della progettazione o suo delegato.
Figura 2F-25-20
Figura 2F-25-21
Tolleranze di scentratura
Alluminio e Magnesío
Peso in Kg Lunghezza totale (mm) Tolleranze
(Compresa) (mm)
0,0 - 0,45 254 0,38
0,45 - 2 432 0,51
2 - 9 635 0,76
9 - 23 1270 1,14
23 - 45 1905 1,52
45 - 91 2540 2,03
91 - 227 3810 2,54
Se il peso e la superficie piana della parte non sono compatibili con questa
tabella, assumere tolleranze maggiori.
Tolleranze di scentratura
Lega di acciaio a basso tenore di carbonio
Peso 0-2 2-11 11-23 23-45 45-91 91-227
Acciaio 0,41 0,79 1,19 1,57 2,36 3,18
Titanio 0,79 1,19 1,57 2,36 3,18 3,96
Pesi di forgiati espressi dopo le sbavature, in Kg.
Tolleranze espresse in mm.
Figura 2F-25-22
TABELLA 1
Tolleranze di rettilineità indicate in mm (L.T.C.)
Lunghezza totale Alluminio e Magnesio Lega di acciaio a basso
(Compresa) tenore di carbonio
254 0,38 0,76
508 0,76 1,52
762 1,14 2,29
1016 1,52 3,05
1270 1,91 3,81
1524 2,29 4,57
TABELLA II
Tolleranze di rettilineità indicate in mm (L.T.C.)
Superfice sulla linea di Alluminio Lega di acciaio a basso
separazione (cm2) e tenore di carbonio
Magnesio
0 – 65 0,79 0,79
65 – 194 0,79 1,57
194 – 323 1,57 2,36
323 – 645 2,36 3,18
645 - 3226 3,18 3,96
Tolleranze in mm
Pesi di forgiati espressi
dopo le sbavature in Kg Al, Mg Titanio
e acciaio
2F.25.17. Coniatura
La coniatura è una operazione in cui due superfici parallele sono portate a misura per migliorare la
planarità, il parallelismo, e la precisione della dimensione dello spessore.
E' solitamente fatta a freddo e non è applicabile a leghe di magnesio che devono essere lavorate
a caldo. Tolleranze di 0,13 possono essere tenute tra le superfici opposte.
La coniatura può essere semplificata se il progettista doterà il pezzo di risalti e mozzi sporgenti.
Comunque, se tali mozzi non sono compatibili con la realizzazione della misura deve essere fatto
come mostrato in fig. 2F-25-25.
Figura 2F-25-24
Figura 2F-25-25
A volte una parte può essere semplificata piegandola o torcendola dopo forgiatura. Tale
operazione fa si che gli stampi siano più economici e le parti possano essere fatte più leggere.
Comunque quando le applicazioni di tale tecnica sono speciali, prima della applicazione al
progetto dovrà essere consultato il direttore della progettazione o suoi delegati.
2F.25.21. CENTRINI
Fori trapanati da 0,13 mm di diametro e più larghi possono essere segnati sul forgiato grezzo con
un centrino di 1200 su ogni superficie approssimativamente parallela al piano di forgiatura per
favorire la trapanatura e le maschere dì foratura. Sarà richiamato sul disegno come mostrato in
fig. 2F-25-26.
Figura 2F-25-26
Figura 2F-27-1
Dove è desiderata una maggiore robustezza, un foro punzonato potrà essere rinforzato con un
bordo come mostrato in fig. 2F-27-2.
Tale rinforzo sarà raccordato al disco con un largo raccordo per assicurare un buon attacco della
sezione.
Figura 2F-27-2
Fig. 2F-29-1
Fig. 2F-31-1
La Fig. 2F-31-2 illustra il metodo di rappresentazione della spoglia di estremità di un cilindro il cui
asse è parallelo al piano di forgiatura.
Le dimensioni delle spoglie per i vari angoli sono indicati in fig. 2F-31-3.
Figura 2F-31-2
Figura 2F-31-3
ANGOLO DI SPOGLIA
PROFONDITÀ PROFONDITÀ
1° 3° 5° 7° 10°
0,8 0,013 0,041 0,068 0,096 0,139 0,8
1,6 0,028 0,084 0,139 0,195 0,28 1,6
2,4 0,041 0,125 0,203 0,292 0,419 2,4
3,2 0,056 0,167 0,277 0,38 0,56 3,2
4,7 0,084 0,249 0,41 0,58 0,84 4,7
6,4 0,112 0,33 0,56 0,78 1,12 6,4
7,9 0,140 0,41 0,68 0,96 1,39 7,9
9,5 0,165 0,51 0,84 1,17 1,67 9,5
11,1 0,193 0,58 0,96 1,37 1,95 11,1
12,7 0,221 0,66 1,12 1,55 2,24 12,7
15,8 0,28 0,84 1,39 1,95 2,79 15,8
19,1 0,33 0,99 1,67 2,34 3,35 19,1
22,2 0,38 1,17 1,95 2,72 3,91 22,2
25,4 0,43 1,32 2,21 3,13 4,47 25,4
1° 3° 5° 7° 10°
La dimensione del forgiato grezzo sarà data dai punti che sono più lontani dalla linea di
separazione. È preferibile segnare le dimensioni sui punti estremi delle nervature, anime e
formagelle piuttosto che sull'intersezione della linea di separazione poiché quest'ultima è soggetta
a maggiori variazioni.
Per nervature a raggio pieno e flange, le dimensioni saranno date tra le mezzarie dei raggi degli
spigoli.
Nervature a spigoli arrotondati saranno dimensionate riferendosi ai punti di intersezione delle
superfici. Vedi fig. 2F-31-4.
I diametri dei mozzi sono solitamente dimensionati tra la intersezione delle superfici come
mostrato in Fig. 2F-31-5
Quando l'angolo tra la superficie di spoglia e l'asse del mozzo non è costante, o se per qualche
ragione un diametro effettivo non risultasse ad una netta intersezione teorica, il diametro del
mozzo sarà dato tra i centri dei raggi dell'angolo. Vedi fig. 2F-31-6.
Raccordi fatti a vaschetta possono essere dimensionati per convenienza riferendosi alla linea di
separazione. Vedi fig. 2F-31-7.
Figura 2F-31-4 Figura 2F-31-6
Figura 2F-31-8
Figura 2F-31-9
Modifiche sui disegni dei forgiati riguardanti i forgiati grezzi e le lavorazioni devono essere fatti
solo incorporando una ECO secondo le norme della ditta SEI. Vedi sezione 5.
2F.35. TRATTAMENTI TEMICI
Il disegno tecnico deve indicare le condizioni di trattamento termico del forgiato grezzo e le
condizioni finali della parte lavorata.
Acciaio: norma SEI (TBD)
Titanio: MIL-H-81200
Alluminio: norma SEI (TBD)
Magnesio: Nessuna
2F.37.1. Generalità
Figura 2F-37-1
2F.39.1. Generalità
I forgiati estrusi per urto sono ottenuti con un metodo in cui il materiale è piazzato in uno stampo e
compresso dal moto di un punzone.
All'aumento della pressione il materiale estrude ricalcando la forma dello stampo.
Il materiale estruso può essere estruso dal punzone o dallo stampo, e sono generalmente
denominate estrusione diretta o inversa.
Il prodotto estruso può essere pieno o cavo.
Uno dei principali usi di tale metodo è la produzione di forgiati cavi chiusi ad una estremità.
Parti complesse possono essere prodotte combinando estrusione diretta e inversa.
Vedi fig. 2F-39-1.
Figura 2F-39-1
Un ottimo andamento delle fibre può essere ottenuto naturalmente dal processo di estrusione del
forgiato.
La susseguente lavorazione può essere mantenuta al minimo poiché nessuna spoglia è
necessaria. Le superfici finite sono buone per la uniformità dimensionale entro strette tolleranze
diametrali.
Comunque, tale procedimento è economicamente fattibile solo su produzione numericamente
elevata.
I materiali adatti sono talvolta limitati, i più comunemente usati sono le leghe di alluminio.
La base di un estruso a forma di recipiente avrà un 15° di rastremazione all'interno per favorire il
flusso del metallo attorno alla estremità del punzone. Vedi fig. 2F-39-2.
Figura 2F-39-2
2F.41.1. Generalità
Gli anelli rullati sono anelli metallici senza giunzioni, fatti da billette o da barre che sono stati forati
o formati con rullatura meccanica.
Essenzialmente la rullatura a macchina deforma una billetta preriscaldata e forata facendola
ruotare tra rulli.
C'è una compressione dello spessore della sezione mentre allo stesso tempo aumenta la
lunghezza e il diametro dell'anello. Questo provoca una direzione delle fibre parallela alla periferia
dell'anello, risultandone un miglioramento nella struttura granulare ed un aumento della resistenza
allo snervamento e a trazione.
Possono essere prodotti anelli forgiati rullati da qualunque materiale forgiabile.
Gli anelli forgiati rullati non sono prodotti con strette tolleranze. Sovrametallo aggiuntivo deve
essere previsto per rifiniture e per tolleranze e condizioni superficiali. Vedi fig. 2F-41-1/2.
Figura 2F-41-1
Sovrametallo e Tolleranze
sui diametri in mm
Figura 2F-41-2
Sovrametallo e Tolleranze
sui diametri in mm
Lo schema elettrico definisce completamente gli aspetti circuiti e funzionali del progetto di un
sistema elettrico o avionico e pertanto compendia tutte le informazioni relative ai componenti, alla
loro interconnessione, agli eventuali limiti o prestazioni operative, alle operazioni di tarature, alla
normativa applicabile ecc.
La scelta del formato da disegno da usare per uno specifico schema elettrico deve essere
determinata durante la impostazione iniziale dello schema stesso, secondo quanto specificato ai
para 2A-3 e 2A-5 relativi sottoparagrafi, evitando l'uso di formati inferiori al 2A1. Per quanto
possibile sul disegno vanno disposti gli apparati ed i componenti in posizione simile a quella
occupata sulla parte, rispettando le convenzioni seguenti (riferite alla vista in pianta della parte,
guardando dall'alto):
a) La porzione inferiore del disegno corrisponde al lato sinistro della parte.
b) La porzione superiore del disegno corrisponde al lato destro della parte.
c) La destra del disegno corrisponde alla direzione verso la zona posteriore della parte.
d) La sinistra del disegno corrispondente alla direzione verso la zona anteriore della parte.
Ciascun schema elettrico deve rappresentare un solo sistema. Se il sistema è molto complesso (p.
es. l'impianto elettrico basico di una parte) conviene scomporlo in sottosistemi elementari, ognuno
dei quali viene rappresentato su uno schema separato, e quindi preparare:
a) Schemi supplementari rappresentati le parti comuni a più sottosistemi e quindi
rappresentate parzialmente sui vari schemi (tipicamente i connettori di sezionamento e le
morsettiere).
b) Uno schema generale del sistema, costituito da una tabella elencante tutti gli schemi dei
sottosistemi componenti e gli schemi supplementari citati al precedente para. a).
Tutti i disegni degli schemi elettrici devono essere uniformi per il metodo di presentazione e la
disposizione generale, per la rappresentazione dei conduttori per spessore e spaziatura delle linee
e delle scritte: In particolare la distanza tra le linee che rappresentano i conduttori non deve essere
inferiore a 8 mm per i conduttori singoli e a 10 mm per i fasci, l'altezza delle scritte non deve
essere inferiore a 4 mm. Questo requisito è importante sia per ottenere buone copie del disegno,
sia per rendere possibile la sua riduzione fotografica in modo da inserirlo nei manuali tecnici. Le
varie parti dello schema devono essere distribuite in modo da avere equilibrio fra gli spazi bianchi
e quelli disegnati. In prossimità dei simboli bisogna lasciare un certo spazio libero, per evitare di
accumulare note ed informazioni di riferimento.
E' tuttavia opportuno evitare di lasciare in bianco grandi zone del disegno, salvo quando si
preveda la necessità di consistenti modifiche successive.
I collegamenti elettrici possono essere rappresentati mediante uno dei seguenti metodi, che
possono essere usati anche contemporaneamente sullo stesso disegno: a) a linea continua b) a
linea interrotta.
In questo tipo di schema i conduttori elettrici sono rappresentati da una linea continua. Lo schema
a linea continua può essere preparato secondo due metodi piuttosto simili, che sono quello Ma
punto a punto" e quello "a via di raggruppamento''.
a) Il metodo Ma punto a punto" (vedere Fig. 2G-1-l) è impiegato principalmente per la
rappresentazione dei conduttori in impianti semplici che consistono di un numero
relativamente piccolo di parti. Le linee continue “punto a punto" sono solitamente limitate a
brevi percorsi di collegamento fra i terminali di uno stesso componente, o di componenti
adiacenti, con conduttori isolati. Se con l'impiego di questo metodo di rappresentazione il
disegno risulta difficile da leggere, a causa del gran numero di linee adiacenti ed
incronciantisi, bisogna prendere in considerazione un altro metodo di rappresentazione.
b) Lo schema di collegamento "a via di raggruppamento" è simile allo schema “punto a
punto", eccettuato che i gruppi di linee di collegamento sono fusi in linee chiamate "vie",
anziché essere mostrati separatamente.
La Figura 2G-1-2 illustra una porzione di uno schema disegno con questo metodo di
rappresentazione. I raggruppamenti devono essere effettuati in modo che sia agevole
rintracciare le due estremità di ciascun collegamento; in caso contrario è necessario
impiegare le indicazioni di destinazione" come descritto al paragrafo seguente.
Figura 2G-1-1
Figura 2G-1-2
In luogo di essere costituite da una linea continua, come con il metodo precedente, le linee di
collegamento in questo tipo di schema partono da un simbolo e si interrompono a breve distanza.
La continuità fra le linee è ottenuta per mezzo della Indicazione di destinazione alle estremità delle
linee interrotte. Lo schema a linea interrotta può essere preparato secondo due metodi simili, che
sono chiamati a Linea di base'' (vedere Figura 2G-1-3) ed a Linea di raccordo" (vedere Figura 2G-
1-4).
a) Lo schema a “Linea di base" viene preparato impiegando linee di collegamento che
iniziano da un simbolo e che sono fatte terminare in una linea di base, per facilitare
l'allineamento delle parti sul disegno.
b) Lo schema a “Linea di raccordo" viene preparato impiegando linee di collegamento che
iniziano da un simbolo e che sono fatte terminare dopo breve distanza; non viene usata
nessuna linea di base.
Figura 2G-1-3
Figura 2G-1-4
i componenti devono essere rappresentati mediante i simboli grafici normalizzati (vedere par. 2G-
5) nella loro posizione "statica", cioè senza applicazione di energia elettrica. Gli interruttori a
galleggiante, a pressione e a temperatura devono essere rappresentati rispettivamente nella
condizione di moto, pressione nulla, temperatura fredda. Devono inoltre essere precisati i limiti di
intervento, livello del liquido, della temperatura della pressione. La posizione dei contatti azionati
meccanicamente deve essere chiaramente correlata alla posizione degli organi meccanici che
azionano i contatti stessi. I componenti complessi, quali apparati elettronici, strumenti assiemi
elettrici e simili, devono essere rappresentati graficamente da un rettangolo corredato dai simboli
delle connessioni di interfaccia con 11 impianto (connettori, morsetti ecc.). Nel rettangolo devono
essere riportate le seguenti informazioni (vedere Figura 2G-1-5)
a) denominazione del componente
b) funzione di ciascun punto di interconnessione (piolo di connettore morsetto, ecc.)
c) riferimento dello schema di dettaglio del componente, da eseguirsi con disegno separato,
salvo che si tratti di componente di acquisto per il quale esiste lo schema fornito dal
costruttore.
Le linee delle scritte del disegna devono corrispondere ai requisiti specificati nella Sezione 2A,
eccettuata la dimensione delle lettere che deve essere come specificato di seguito. Le linee e le
scritte devono essere nitide, bene incise, di media grossezza, e devono avere una densità od
opacità sufficiente per ottenere ma copia bel leggibile con qualsivoglia metodo di riproduzione.
Fra conduttori paralleli deve essere tenuta una distanza minima di 6 mm. Quando sono
rappresentati più di cinque conduttori paralleli fra di loro, le linee devono raggrupparsi in gruppi di
cinque, lasciando uno spazio di 12 mm fra ciascun gruppo (cioè la spaziatura doppia da 12 mm va
fatta fra le linee 5 e 6, fra le linee 10 e 11, ecc.). Tutte le lettere ed i numeri devono avere una
altezza di almeno 4 mm. Le varie linee di scrittura devono avere fra di loro ma spazio di almeno
1,5 mm
Quando è richiesto l'uso di lettere minuscole sui connettori o su equipaggiamenti di subfornitura
bisogna scrivere usando normali lettere maiuscole sottolineate; queste lettere devono avere una
altezza di almeno 3 mm e la sottolineatura deve essere 1 mm sotto, in modo da ottenere una
altezza complessiva di almeno 4 mm e cioè come per le normali scritte. Tutte le scritte devono
essere disposte in modo da potere essere lette guardando il disegno dal basso o da destra.
Le scritte vanno riportate per intero sul disegno, usando le abbreviazioni solo quando strettamente
necessario, e di regola in lingua italiana. Le abbreviazioni devono essere usate solo quando lo
spazio disponibile non permette di scrivere la parola per esteso, e nei casi in cui l'uso è più
comune che per la completa (p. es.: VHF, IFF, C.A., C.C. ecc.). Le abbreviazioni devono essere
conformi a MIL-STD 12 per le scritte in lingua inglese. in casi particolari, da stabilire di volta in
volta, può esse necessario eseguire tutte le scritte degli schemi in lingua inglese. oppure bilingue
(italiano e inglese). Fare riferimento alla Sez. 2E per quanto riguarda la composizione del titolo del
disegno.
Figura 2G-1-6
TABELLA 1
CHROM CHROMEL
ALML ALUMEL
IRON FERRO
CONST COSTANTANA
COP RAME
TABELLA 2
Nero o BLK
Marrone 1 BRN
Rosso 2 RED
Arancio 3 ORN
Giallo 4 YEL
Verde 5 GRN
Blu 6 BLU
Violetto 7 VLT
Grigio 8 GRY
Bianco 9 WHT
L'identificazione dei conduttori installati all'interno di scatole e pannelli deve essere effettuata
secondo il sistema semplificato riportato in Figura 2G-1-7 per consentire l'uso, in sede di
realizzazione, dell'identificazione dei cavi mediante codice a colori (MIL-STD-781B) anziché
stampigliatura.
Figura 2G-1-7
Trattino
2G.1.4.2.1. Connettori
a) L'identificazione di riferimento deve essere attribuita a tutti e solo ai connettori definiti dal
progetto del sistema, con esclusione quindi dei connettori facenti arte di componenti progettati
e realizzati da fornitori esterni.
b) Le lettere P e J devono essere attribuite rispettivamente al connettore volante (sostenuto dal
solo cablaggio) e al connettore fisso (sostenuto la elementi strutturali) di una coppia.
c) I connettori P e J facenti parte della stessa coppia devono avere lo stesso numero progressivo
salvo che uno dei due connettori non sia parte di in componente di fornitura e quindi sia privo
di identificazione o abbia l'identificazione dei costruttore: in tale caso con è richiesta la
corrispondenza dei numero progressivo
Figura 11-1-8
Apparecchio
elettrico/elettronico
Morsettiera (v. par.2G-1-3-
1-2)
Connettore (v. par.2G1-3-1-
1)
protezione automatica
Connessione li massa
Giunto
Interruttore
Relè
Identificazione di riferimento
(posta nel rettangolino nelle
immediate vicinanze del
componente)
progressivo nell'ambito di
ciascuna classe di
componente riferita allo
stesso aeromobile
Classe dei componente
(vedere 2G-5)
Figura 2G-1-9
numero progressivo
e) Se sullo schema non sono riportati entrambi i membri di una coppia di connettori indicare tra
parentesi l'indicazione di riferimento del connettore mancante accanto all'identificazione di
riferimento del connettore rappresentato.
La fig.2G-1-9 riporta un esempio completo di identificazione di connettori
Sullo schema devono essere indicati i numeri diparte e, dove applicabile, i Fornitori, di tutti
materiali che compaiono sullo schema stesso.
L’indicazione deve essere effettuata mediante una tabella situata nel lato destro dei disegno, nella
quale devono venire riportati:
- L'indicazione di riferimento del particolare
- La zona del disegno in cui si trova rappresentato il particolare
- la denominazione del particolare
- il numero parte del particolare
- il fornitore del particolare.
I materiali comuni a più sistemi, come connettori, morsettiere ecc. devono essere richiamati su
un solo schema e devono comparire, negli altri come riferimento.
Le minuterie standard, quali capicorda, terminali, ecc. devono essere richiamate indicandone
unicamente il tipo generale.
(Esempio: cavi tipo M22759/34-AWG-9 Terminali a pinzare tipo MS25036-XXX).
Figura 2G-1-10
Schema A
Schema B
lo schema elettrico leve presentare tutti i dati di taratura di componenti, limiti funzionali di progetto,
ecc., necessari per la messa a punto e le prove di qualificazione del sistema descritto dallo
schema stesso.
Questi dati possono essere riportati direttamente sullo schema mediante note, oppure possono
essere contenuti in relazioni procedure, norme tecniche, standards, a loro volta richiamati dalle
note dello schema.
Lo schema elettrico non è un documento di installazione del sistema che rappresenta, tuttavia,
potendo essere nel caso di installazioni prototipiche l’unico documento a coperture delle
installazioni stesse, deve riportare mediante note, le norme generali (militari, civili, SEI, ecc. ) che
regolamentano l'installazione dei componenti e dei cablaggi.
In particolare devono essere indicati i cavi che richiedono particolari accorgimenti di installazione
(percorsi o raggruppamenti speciali) per ragioni di sicurezza o di riduzione delle interferenze
elettromagnetiche.
2G.2.1. Generalità
La rappresentazione dell'assieme cablaggio viene effettuata mediante il MOD. SEI…… & MOD.
SEI ….. (Part/List) sul quale va riportato quanto segue:
2G.2.2.1. Materiali
a) I materiali e le parti che devono essere acquistati o costruiti per lo specifico impiego
nell'assieme cablaggio descritto devono essere elencati dettagliatamente e deve essere
indicata la qualità per assieme.
b) I materiali e le parti standard, gestiti a scorta di magazzino, quali:
terminali a pinzare
giunti a pinzare
terminali per schermature
tubetti termorestringenti e normali
materiali per legature
materiali per identificazione
cavi di tipo standard e simili devono essere elencati per categorie e con indicazione di
quantità “Come Richieste".
Ad esempio: Terminale a pinzare MS 25036-(): C.R.
Devono essere elencati come riferimento i numeri di tutti gli schemi di cablaggio interessati, seguiti
dalle indicazioni di riferimento delle parti che appartengono all'assieme cablaggio (v. anche par.
2G-1-5).
Ad esempio:
Schema xxx-xxxx-xx-xxx: RIF
Ciò perchè le informazioni di interconnessione dei conduttori devono essere dedotte dagli schemi
di cablaggio.
Eventuali prescrizioni particolari circa l'impiego di tecnologie non standard devono essere
chiaramente indicate con note.
Lo Schematic Diagram è un disegno master dal quale è possibile ricavare il Wiring Diagram.
Lo Schematic è un diagramma funzionale che rappresenta le interfacce tra più sistemi in modo
che le funzioni e la logica di funzionamento siano facilmente comprensibili.
Lo Schematic Diagram deve essere prodotto per ogni sistema elettrico e avionico
indipendentemente dalla sua complessità (vedere para. 2G-3-1-3).
Lo Schematic Diagram deve essere eseguito a CADAM o CATIA secondo la procedura applicabile
ed in accordo al para. 2A-19.
Qualsiasi modifica allo Schematic Diagram approvato e rilasciato deve essere applicata con
S.d.M.
2G.3.1.1. Scopo
2G.3.1.2. Contenuto
Lo Schematic Diagram definisce completamente gli aspetti circuitali e funzionali del progetto di un
sistema elettrico o avionico e comprende tutte le informazioni relative ai componenti e alla loro
interconnessione.
Se lo Schematic rappresenta un sistema interfacciato con sistemi computerizzati (es.:
stabilizzazione e condotta automatica del volo, etc.) deve fare riferimento alle specifiche descrittive
del sistema interfacciato.
I formati del disegno da usare sono A1/S-W e A0/S-W. La scelta del formato deve essere
determinata in fase di impostazione dello Schematic. I formati sono richiamabili a Cadam.
La distanza tra le linee che rappresentano conduttori paralleli deve essere di 6 mm. La distanza
tra le linee che rappresentano i fasci di cavi deve essere 12 mm.
I conduttori elettrici, devono essere rappresentati con una linea continua (Vedi. para, 2G-3-2-5)
con il metodo di collegamento "Punto a punto". (Ved. fig. 1)
I cavi elettrici devono essere rappresentati come indicato nella seguente tabella:
maschio (pin)
femmina (socket)
Le dimensioni delle lettere che identificano i contatti e delle scritte che definiscono la loro
funzionalità operativa devono essere di 3 mm.
La descrizione della funzione operativa dei contatti deve essere indicata all'interno della scatola
(Ved. fig. 2-2G).
L'interruttore deve essere identificato con il nome del sistema di appartenenza oltre alla sigla di
identificazione.
Indicare le funzioni di tutti i contatti. I contatti devono essere rappresentati in posizione di riposo.
E' possibile rappresentare l'interruttore con i contatti in posizione di funzionamento solo in casi
particolari (es.: per logica di funzionamento). Questo caso deve essere evidenziato con una nota
funzionale riportata in basso a sinistra del foglio (Ved. para. 2G-3-2-7B).
Il relè deve essere identificato con il nome del sistema di appartenenza oltre alla sigla di
identificazione. Il relè deve essere rappresentato includendo anche i contatti non usati. I contatti
devono essere rappresentati in condizione di riposo. Il contatto di alimentazione della bobina deve
essere annerito.
2G.3.2.7 Note
Sullo Schematic possono essere riportate solo due tipi di note: "NOTE DI RIFERIMENTO" (Ved.
para. 2G-3-2-7A) e "NOTE FUNZIONALI" (Ved. para. 2G-3-2-7B).
L'altezza delle lettere deve essere 3 mm.
Le note che fanno riferimento ad un altro Schematic devono essere riportate sulla destra del foglio
(Ved. fig. 3).
I simboli devono essere in accordo con lo standard SEI applicabile che è richiamabile dalla libreria
CADAM-CATIA.
Per gli equipaggiamenti utilizzare le identificazioni delle classi dei componenti in accordo con ANSI
Y32-16.
2G.3.2.10. Numerazione
FIG. 1-2G
FIG. 2-2G
FIG. 3-2G
Il disegno di installazione elettrica è un caso particolare , riferito agli impianti elettrici ed avionici,
del disegno di installazione descritto al para. 1-1-7, e pertanto deve essere impostato e realizzato
secondo le norme generalmente valide per i disegni di installazione, salvo le disposizioni particolari
contenute nella presente Sezione 2G-4.
La rappresentazione grafica può essere effettuata secondo il metodo della proiezione ortogonale
oppure, in alternativa, secondo il metodo della rappresentazione prospettica o assonometrica.
Le minuterie di fissaggio, in particolare le fascette di fissaggio dei cablaggi, non devono essere
indicare graficamente sul disegno, salvo che il progettista non intenda vincolarne la posizione e/o il
tipo perché critici rispetto alla sicurezza o al buon funzionamento della installazione.
Tutti i fori necessari per il montaggio dei componenti, il passaggio dei cablaggi ecc. devono essere
richiamati ti sui disegni strutturali (basici o di variante a seconda dei casi).
2G.4.3. Note
Il disegno di installazione elettrica deve specificare mediante note tutte le nome e le prescrizioni
generali che devono essere seguite in sede di costruzione dell'installazione prototipica e di
preparazione dei documenti di produzione, con particolare riguardo alle norme necessarie per
definire nel dettaglio quanto è rappresentato in modo indicativo sul disegno stesso (p. es.:
posizione nei cablaggi dei relativi fissaggi, ecc.).
I materiali standard per fissaggio di apparati e cablaggi (viti, rondelle, dadi, fascette, ecc. ) che
vengono solitamente gestiti a scorta e definiti nel corso delle installazioni prototipiche, dovranno
essere specificati in dettaglio solamente sui documenti produttivi. Il disegno di installazione
elettrica (e la relativa tabella materiali) dovranno specificare i tipi generali di materiale la impiegare
(esempio: fascette tipo MS 25281-()).
(In preparazione utilizzare "ad interim" i simboli grafici riportati dal documento ANSI Y32.2 1970
GRAPHIC SYMBOLS for ELECTRICAL AND ELECTRONICS DIAGRAMS).
(In preparazione utilizzare "ad interim" le identificazioni delle classi lei componenti riportate nella
Sez. 22 del documento ANSI Y32.2 1970 GRAPHIC SYMBOLS FOR ELECTRICAL AND
ELECTRONICS DIAGRAMS).
(In preparazione)
(In preparazione)
L'introduzione del CABLE ASSY impone la stesura di una relazione che illustri le caratteristiche ed
il contenuto di questo tipo di documento tecnico per una sua migliore gestione.
2G.9.1. Scopo
Lo scopo del documento è quello di definire come viene realizzato il CABLE ASSY e stabilire
l'integrazione dello stesso con la DISTINTA BASE TECNICA (DBT).
Dai disegni di WIRING DIAGRAMS elaborati con il pacchetto elettrico CADEX vengono estratte
informazioni in termini di:
-CONNESSIONI
-EQUIPAGGIAMENTI
-MATERIALI
-PESI
Queste informazioni, in modo automatico, sono memorizzate nel DATA BASE ELETTRICO (DBE).
Le informazioni provenienti da tutti i disegni di wiring permetteranno di definire il contenuto della
ROUTE o dell'ASSIEME CABLAGGIO che si vuole prendere in esame e che produrrà il CABLE
ASSY.
Viene riportato il part number di cable assy, l'ECO di emissione del documento, le firme di
approvazione, la variante con le relative informazioni.
Nella parte iniziale viene riportato il titolo del CABLE ASSY inteso come identificativo della
ROUTE, dash, variante, descrizione, esponente, versione.
Seguono poi le note generali che specificano le caratteristiche proprie del cablaggio, il metodo di
assemblaggio e gli standards applicabili.
2G.9.3.6 Riferimenti ai disegni di wiring i quali hanno presenteil cable assy in esame:
Nello schema di flusso di seguito riportato, viene illustrata la gestione dei dati elaborati
Facendo riferimento allo schema visto in precedenza, viene illustrato il flusso nel contesto
aziendale concordando le normative da seguire per tutto quanto concerne la gestione del nuovo
documento.
A- Il documento CABLE ASSY deve essere prenotato con la procedura standard della
GESTIONE DOCUMENTI.
B- L'area provvede alla stesura degli schemi di wiring utilizzando il pacchetto elettrico CADEX.
C- L'eventuale anagrafica del nuovo componente, viene trasmessa dai SISTEMI
INFORMATIVI tramite tabulato, all'ente ARCHIVIO.
E' compito poi dell’ ARCHIVIO provvedere all'inserimento delle anagrafiche mancanti nello
specifico DATA BASE aziendale.
D Tutti gli schemi di wiring vengono trasmessi al controllo di configurazione che, una volta
consolidati, provvede all'emissione passando i disegni nella libreria HOLD del cadam
secondo le normative esistenti.
E Il compito dei sistemi informativi, su richiesta dell’area, è quello di inserire il contenuto delle
informazioni tecniche estratte dagli schemi di wiring nel data base elettrico.
A- Compito dell’ ARCHIVIO è quello di registrare nella gestione documenti i dati di archivio
per il cable assy secondo la procedura standard vigente.
B- L’area può avere a disposizione la stampa del documento CABLE ASSY quando tutti gli
schemi di wiring relativi ad uno specifico assieme cablaggio o ROUTE sono convalidati e
caricati nel data base.
C- L'ente ARCHIVIO deve provvedere alla microfilmatura e distribuzione del documento,
unitamente alla relativa segnalazione di modifica, agli enti aziendali interessati.
D- Sarà a cura dell’area richiamare nella tabella DBT di installazione moduli il Part Number
del cablaggio. Contemporaneamente i sistemi informativi devono effettuare l'integrazione
con la procedura DBT per la compilazione in automatico della PART LIST di CABLE ASSY
interfacciando il data base elettrico con gli archivi aziendali della DISTINTA BASE
TECNICA.
Questo comporterà la produzione di reports e l'utilizzo di funzioni che gestiscono la
configurazione della macchina completa garantendo agli enti aziendali la possibilità di fare
delle esplosioni/implosioni ed "inquiry" generali sul cablaggio.
NOTE TECNICHE
N. RO
NOTA RIGA TESTO
2G.17.1. Generalità
Devono essere richiamati tutti i P/N dei componenti utilizzati, dei sottoassiemi facenti parte
dell'assieme pannello, minuteria e fissaggio.
Deve essere richiamato il riferimento al disegno di installazione,
Nella progettazione della piastra forata anteriore il requisito generale da seguire è quello di
scegliere la piastra che occupi il minor spazio possibile tenendo conto dell'ingombro dei
componenti.
Il disegno deve contenere:
Nel caso di piastre per pannelli a luci integrate le quotature devono partire dall'interasse del foro di
posizionamento del connettore.
Le piastre da impiegare sono di solito normalizzate come std SEI e sono richiamabili a Cadam e
Catia. L'Ass. tornichetto di fissaggio è richiamabile a Cadam e Catia.
AVVERTENZA:
Se eccezionalmente sono richiesti materiali e dimensioni diversi da quelli previsti dallo std SEI è
necessario disegnare appositamente la piastra.
Nella progettazione della piastra forata posteriore bisogna tenere presente l'ingombro dei
componenti e che i punti di fissaggio e le dimensioni sono determinate dalla piastra anteriore.
Il disegno deve contenere:
Le piastre da impiegare sono di solito normalizzate come da std SEI e sono richiamabili a Cadam
e Catia.
AVVERTENZA:
Se eccezionalmente sono richiesti materiali e dimensioni diversi da quelli previsti dallo std SEI è
necessario disegnare appositamente la piastra.
Per l'esecuzione dei disegni di pannelli trasparenti a luci integrate riferirsi al disegno della piastra
anteriore e apportare le modifiche richieste.
Il disegno deve contenere:
Usare il formato A0/P già contenente le note richieste che è richiamabile a Cadam e Catia.
Le abbreviazioni delle scritte devono essere sec. MIL-STD-783.
Per abbreviazioni non coperte da questa MIL fare riferimento alla MIL-STD-12.
I coperchi da impiegare sono di solito normalizzati come std SEI e sono richiamabili a Cadam e
Catia.
2G.18.1. Generalità
Devono essere richiamati tutti i P/N dei componenti utilizzati, dei sottoassiemi facenti parte
dell'Ass. Cruscotto, la minuteria e i fissaggi.
Deve essere richiamato il riferimento al disegno di installazione.
Un Ass. Pannello strumenti è generalmente costituito da una piastra di supporto sulla quale sono
montati organi di comando o segnalazione (strumenti, pannelli, etc.), minuteria per il fissaggio
degli stessi, decalcomanie e targhette di identificazione.
1. Analisi e verifica del posizionamento dei componenti sulla piastra, in riferimento alle
problematiche di Human Engineering e ad eventuali interferenze dei componenti con altre parti
della macchina/Parte (struttura, comandi, impianto condizionamento cabina, etc.).
2. L'esecuzione del disegno della piastra porta strumenti.
3. L'esecuzione del disegno dell'Ass. Pannello.
Appendice
1) SCHEMA INTERCONNESSIONE
P/N DI: - ogni componente riportato sullo schema (esclusa la standarderia gestita a scorta).
NOTA: I P/N sopra citati dovranno essere riportati in apposita tabella (parte dello
schema con le corrispondenze delle rispettive sigle di identificazione.
- assiemi cablaggio di cui fanno parte i collegamenti ti riportati a schema
- cavi non standard (vedere il punto precedente relativo al richiamo dei componenti).
Eseguire una tabella generale come elenco degli schemi validi applicabili ad un determinato S/N o
versione di macchina.
Espone la sistemazione indicativa degli apparati, dei sottoassiemi e degli assiemi cablaggi sulle
strutture.
Contiene informazioni dettagliate circa:
In sostanza il disegno di installazione apparati e cablaggi dovrà formare tutte le indicazioni che
servono a descrivere una installazione elettrica nel suo complesso, senza entrare nei particolari da
realizzare secondo le tecniche standard, occupandosi dei particolari solo nei casi in cui questi
vanno realizzati secondo modalità non coperte da tecniche standard o in contrasto con queste
ultime.
Il disegno di installazione apparati e cablaggi dovrà essere eseguito preferibilmente in forma
assonometrica ricorrendo il più possibile, per la rappresentazione di componenti ecc., a simbologia
semplificata.
Il disegno di installazione è corredato dalle usuali tabelle materiali separate elencanti tutti i
materiali eccetto la minuteria standard.
Rimangono nella forma tradizionale attuale. (Esaminare il problema dei richiami delle minuteria).
Quanto sopra presuppone che vengano poi sviluppati i seguenti documenti produttivi che
dovranno essere i soli documenti per la produzione ed il controllo delle installazioni, e che
potranno essere corredati di tutti i documenti e le informazioni gestionali eventualmente
necessarie.
5) DIMA ESECUTIVA (tavolato) per la costruzione dei cablaggi, realizzate secondo le norme
SEI applicabili.
Per l'esecuzione nella fase di lavorazione più opportuna di tutte le predisposizioni (forature, ecc.)
non richiamate sui disegni strutturali (in genere tutte le predisposizioni minori relative a WITS).
2H.3.1. Denominazione
Le denominazioni dei disegni e dei relativi componenti in composito devono essere stabilite in
accordo con la sezione 2B.
In ogni caso non si dovranno mai impiegare termini quali: “Composito”,”Grafite”, “Kevlar”, etc.
Deve essere assegnato un unico numero di "ply" (P1, P2, ecc.) ad ogni pezza di tessuto, nastro
unidirezionale, o "Mat" che può essere ritagliato da un singolo spessore di uno specifico materiale
grezzo.
Deve essere assegnato un unico numero di "Layer" (L1, L2, ecc.) ad ogni pezza di nastro
multidirezionale che può essere ritagliato da un singolo spessore di un specifico materiale grezzo
prestratificato e ad ogni strato di materiale a filamento avvolto o intrecciato:
Per ogni laminato (dash number di particolare) ogni “Ply” e “Layer” deve essere numerato
consecutivamente cominciando da “P1” o “P1”.
La numerazione del Ply e del Layer non è significativa ma è preferibile partire dallo strato in
appoggio sulla superficie attrezzo rispetto alla sequenza di stratificazione e di costruzione, alla
posizione nel laminato, alle sue dimensioni ecc.
Questa numerazione serve solo a collegare l'informazione tecnica riportata nella tabella strati con
l'informazione riportata sul foglio del disegno, che definisce la posizione fisica di ogni singolo Ply e
Layer nel particolare.
Ai nuovi Plies e Layers, aggiunti al particolare, si deve assegnare il successivo numero disponibile.
I Plies e Layers annullati devono essere cancellati con una linea sulla tabella strati, mentre tutti i
riferimenti riguardanti il numero di Ply e Layer devono essere tolti dal foglio del disegno.
I numeri dei Plies e Layers annullati non devono essere riusati.
Strati adiacenti aventi lo stesso materiale, la stessa dimensione, forma, orientamento e posizione
possono essere richiamati collettivamente come indicato nella Fig. 2H-1-1.
Orientamento dello strato, come specificato nella tabella strati, deve indicare la direzione delle
fibre dello strato rispetto alla DIREZIONE DI RIFERIMENTO LOCALE" (D.R.L.) .
L'angolo della fibra deve essere dato tra i –90°< 0°< +90° di escursione dove l'angolo positivo
è antiorario rispetto alla direzione presa come riferimento (D.R.L.).
Per i tessuti l'angolo di orientamento deve riferirsi alla direzione dell'ordito.
Per i "Layers" l'angolo di orientamento deve essere dato ad ognuno degli strati di cui è composto il
Layer. La sequenza degli orientamenti è specificata dalla Fig. 2H-1-2.
Ogni particolare in composito deve riportare almeno un simbolo, comprendente una lettera
assegnata in progressione, indicante la direzione di riferimento locale. Per disegni non eseguiti a
cadam il simbolo deve essere riportato nelle dimensioni come sottoindicato.
Esempio:
Se richiesto, possono essere aggiunti simboli (D.R.L.) supplementari su ogni particolare o assieme
e devono essere marcati consecutivamente con lettere.
L'ultima lettera usata nel simbolo "D.R.L." deve essere richiamata sul disegno sopra il "BLOCCO
TITOLO" con la seguente frase:
ULTIMA DIREZIONE DI RIFERIMENTO LOCALE "A"
Sullo stesso disegno non deve essere usata due volte la stessa lettera del simbolo (D.R.L.)
La relazione angolare esistente tra diverse direzioni di riferimento locale usate su uno stesso
particolare deve essere rappresentata chiaramente.
I simboli (D.R.L.) possono essere richiamati in una vista ausiliaria come indicato nella figura
2H-1-3.
FIGURA 2H-1-1
-XXX PARATIA
PLY/LAYER ANGOLO/I D.R. L. MATERIALE TYPE CL FORM SHAPE GRADE
P1 +45 B KV/EP XXXXXXXX II A
P2 10 0 B GR/EP XXXXXXXX II A T
Pll-12 90 B GR/EP XXXXXXXX II A T
L13 +45/-45 B GR/EP XXXXXXXX II A X1
L14 +45/-45 B GR/EP XXXXXXXX II A X2
P15-16 0 B GR/EP XXXXXXXX II A T
P17-18 90 B GR/EP XXXXXXXX II A T
P19 +45 A GR/EP XXXXXXXX II A
L20 +45/-45 A GR/EP XXXXXXXX II A X1
L21 -45/+45 A GR/EP XXXXXXXX II A X2
P22 +45 A GR/EP XXXXXXXX II A
P23-24 90 C GR/EP XXXXXXXX II A T
P25-26 0 C GR/EP XXXXXXXX II A T
L27 +45/-45 C GR/EP XXXXXXXX II A X1
L28 -45/+45 C GR/EP XXXXXXXX II A X2
P29-30 90 C GR/EP XXXXXXXX III i
P31 +45 D GR/EP XXXXXXXX II A
P32 +45 D GR/EP XXXXXXXX II A
P33-35 0 D GR/EP XXXXXXXX II A T
Nei "Layers" (materiali grezzi prestratificati) il primo angolo si riferisce allo strato più vicino alla
superficie indicante il simbolo di orientamento (D.R.L.).
FIGURA 2H-1-2
Codici:
Le sequenze di stratificazione di ogni singolo Ply e Layer devono essere specificate con sezioni
schematiche che rappresentino ogni Plye Layer con una linea in neretto di almeno 1,0 mm di
spessore.
Una distanza minima di 5,0 mm deve essere tenuta tra i Plies/Layers e ognuno di questi deve
essere chiaramente identificato con una freccia di richiamo del numero di Ply/Layer.
(Vedere figura 2H-1-5).
Strati adiacenti aventi lo stesso materiale, la stessa dimensione, forma, orientamento e posizione
possono essere richiamati collettivamente.
(Vedere figura 2H-1-5).
Caratteristiche quali identificazione dei bordi degli strati e posizione di particolari non compositi o
minuteria possono essere richiamati come riferimento nelle sezioni schematiche.
(Vedere figura 2H-1-6 sez. C-C).
Le sezioni schematiche devono essere disegnate fuori scala e devono riportare la dicitura "NON
IN SCALA" .
Per ogni manufatto deve essere previsto un adeguato numero di sezioni schematiche in modo da
definire chiaramente, in tutte le sue parti la composizione del laminato.
La sequenza di stratificazione di particolari preparati separatamente può essere rappresentata in
un'unica sezione schematica. In questi casi, il richiamo del numero di Ply/Layer deve contenere il
dash number del particolare. (Vedere figura 2H-1-6).
Quando richiesto per chiarezza, è possibile usare, in luogo delle sezioni schematiche, viste
esplose in prospettiva isometrica per specificare la disposizione dei Plies e Layers.
L'identificazione dei Plies e Layers deve essere simile a quella usata per le sezioni schematiche.
(vedere figura 2H-1-7).
La forma o il perimetro di uno strato "Ply o Layer" deve essere definita dimensionalmente con una
vista in pianta, nello stesso modo in cui si vuole definire la forma di un determinato particolare. I
bordi dello strato devono essere identificati con il simbolo seguente:
Per quei manufatti che sono costruiti con materiali a filamento avvolto o intrecciato, la tabella strati
deve specificare: l'angolo (o gli angoli) di avvolgimento/intrecciatura rispetto all'asse longitudinale
del manufatto, il numero degli strati di "Roving" in ogni orientamento e il tipo di materiale.
Quando richiesto la tabella può riportare una o più note Specifiche che indicano il tipo di processo
da adottare (avvolgimento o intrecciatura), la tensione del "Roving" e il numero dei "Rovings" usati
nell'operazione di avvolgimento/intrecciatura.
I disegni di manufatti avvolti o intrecciati richiedono spesso sezioni in scala per controlli
dimensionali.
Di conseguenza, le sezioni schematiche devono essere omesse se la sequenza di stratificazione è
chiaramente mostrata nelle sezioni in scala. (Vedere figura 2H-1-8).
Le superfici di un manufatto in composito che sono a contatto con l'attrezzo durante il ciclo di
polimerizzazione devono essere identificate in tutte le sezioni sui disegni tecnici, con il seguente
richiamo:
La scelta delle superfici dell'attrezzo deve essere coordinata con l'Ingegneria di Fabbricazione.
a) Contorni o bordi di particolari e assiemi devono avere dimensioni compatibili con i limiti richiesti
dalle specifiche di processo richiamate.
b) I bordi di ogni singolo Ply e Layer, di cui è composto un manufatto in composito, devono avere
una tolleranza dimensionale dì ±2,0 mm eccetto i bordi che coincidono con i lati del manufatto.
c) Le dimensioni date della superficie del manufatto devono essere quelle delle superfici
dell'attrezzo. (Vedere figura 2H-1-9)
d) In un pannello o in un laminato gli spessori, con relative tolleranze, devono essere dati solo
dove sono richiesti controlli locali.
Il metodo di fabbricazione deve essere scelto in accordo con l'Ingegneria di Fabbricazione per
definire le disposizioni che consentano di ottenere gli spessori richiesti ed effettuarne il
controllo.
2H.9. ADESIVI
Gli adesivi usati in laminati polimerizzati o in assiemi realizzati con incollaggio secondario devono
essere specificati sui disegni tecnici in accordo con la sezione 2E di questo manuale.
Gli adesivi usati tra i Plies e Layers di un particolare in composito devono essere identificati, nelle
relative sezioni schematiche, con una freccia di richiamo, ma non devono essere rappresentati
come un Ply o un Layer, e non devono avere un numero di Ply o Layer. (Vedere figura 2H-1-6)
Sui disegni di pannelli piani incollati che hanno rivestimento in composito, si devono applicare due
note per i pesi.
Una nota si applica all'Ass. pannello incollato ed una all'Ass. pannello.
Sui disegni di altri tipi di pannelli incollati deve essere riportata una nota per il peso accanto
all'Ass. pannello.
Sulle tabelle separate e D.B.T. le note devono essere contrassegnate accanto ai rispettivi dash.
Questi requisiti devono essere forniti dall'Ingegneria di Fabbricazione.
FIGURA 2H-1-3
FIGURA 2H-1-4
FIGURA 2H-1-5
FIGURA 2H-1-6
FIGURA 2H-1-7
FIGURA 2H-1-8
FIGURA 2H-1-9
3A.1. QUOTATURA
3A.1.1. Generalità
La quotatura sul disegno deve essere indicata in modo completo e deve determinare la forma
della parte. Le quote indicate su una vista non devono essere indicate su altre viste del disegno.
Le quote si applicano a punti e superfici reali e non su parti disegnate a titolo di riferimento. Le
quote vanno disposte sulle viste del disegno dove la forma della parte è meglio rappresentata ai
fini costruttivi e funzionali. Le quote che si indicano sul disegno devono essere quelle richieste per
il pezzo finito. Per parti protette (placcature, trattamenti chimici ecc..) vedere para 3A.11.
L'unità di misura da impiegare per la quotatura deve essere il "mm" e i suoi decimali. Tutti i disegni
devono essere quotati in modo completo eccetto:
a) I disegni di Progetto Master.
b) Disegni di parti la cui dimensione e forma renda impossibile la quotatura quali rivestimenti,
condotti flessibili, carenature ecc. Questi disegni devono fare riferimento a solidi base o
disegni di geometria.
Nei disegni tecnici non è necessario che tutte le quote vengano munite dell'indicazione dei campi
di tolleranza mediante i relativi scostamenti, ma solamente quelle le cui dimensioni sono soggette
a condizioni funzionali richiedenti una rigorosa osservanza di un determinato campo di tolleranza.
Il numero delle cifre decimali è determinato dalla tolleranza richiesta. Quando si usa un numero
intero, oppure un numero con una o due cifre decimali sono applicabili le tolleranze generali
indicate nella tabella del disegno. (Vedere figura 3A.1.1).
Figura 3A-1.1
a) Si deve usare un numero intero solo per la descrizione delle dimensioni del grezzo o per
dimensioni sulle quali sia accettabile uno scostamento delle quote nominali di ± 2.
b) Si deve usare una cifra decimale quando è ammesso uno scostamento dalle quote nominali di
± 0,7 (per lamiere, fogli in gomma o plastica, parti simili e per fusioni o forgiati).
c) Si devono usare due cifre decimali quando è ammesso uno scostamento dalle quote nominali
di ± 0,24 , (per superfici macchinate e pezzi che richiedono un campo ristretto di tolleranza).
d) Possono essere usate tre cifre decimali solo quando necessario, e deve sempre essere
indicato il campo ± della tolleranza.
e) Quando non possono essere applicate le tolleranze standard (vedere para. 3A.1.5) è
necessario indicare sul disegno il limite di tolleranza richiesto (± ), accanto alla dimensione
nominale, esprimendolo con lo stesso numero di decimali indicati per la dimensione stessa.
110 ± 1
110,0 ± 0,3
110,00 ± 0,13
110,000 ± 0,008
Il valore di una lunghezza sì esprime tramite un numero scritto su una linea di misura. Questa
deve essere posta parallelamente alla dimensione alla quale si riferisce, e perpendicolarmente alla
linea di riferimento. (Il numero che esprime, nell'unità prescelta, il valore di una lunghezza, si
chiama quota quando è scritta sul disegno) .
Figura 3A-1.1A
Col metodo di quotatura degli angoli si individua la posizione di un punto, di una linea o di una
superficie per meno di una dimensione lineare e di un angolo, diverso da 90°
Figura 3A-1.2
Il sistema di quotatura rettangolare deve usarsi quando si hanno tolleranze strette; le quotature
angolari si possono usare per il posizionamento di fori distribuiti su archi o per la quotatura di
graduazioni su scale circolari.
Deve essere evitato l'incrocio delle linee di misura con le linee di riferimento. Le linee di riferimento
devono terminare a contatto delle linee di contorno della vista e sopravanzare di circa 3 mm la .
linea di misura. Se le linee di riferimento, incrociano le frecce terminali o una linea di misura
delimitata dalle frecce, devono essere interrotte per il tratto di incrocio (vedi fíg.3A-1-3).
Figura 3A-1.3
Le quote in caratteri ben visibili devono essere scritte al disopra e leggermente distaccate dalla
linea di misura.
Questa deve essere posta di preferenza all'esterno della figura. Sistemare le quote sulla vista che
più chiaramente rappresenta la parte. Quotare, quando è possibile i contorni visibili. (Vedi
fig.3A.1.4),
Figura 3A-1.4
Quando si quota una vista interrotta le linee di misura devono anche esse essere interrotte come
rappresentato in fig.3A.1.5.
Figura 3A-1.5
Quando si hanno quote vicine e difetta lo spazio le quote lineari possono essere disposte come
indicato:
Figura 3A-1.6
3A.3.9. Raggi
Superfici curve rappresentate come archi di cerchi devono quotarsi con una linea di misura radiale
dall'origine del raggio alla superficie in questione.
Le quote su piccole dimensioni radiali possono essere poste dalla parte opposta al raggio. Le
quote dei raggi devono essere precedute dalla lettera "R". Le quote di raggi o diametri di
superficie sferiche devono essere precedute dal termine "SFERA". Per una buona disposizione
delle quote vedi fig.3A.1.7.
Figura 3A-1.7
Quando il centro di un arco è situato fuori dal limite di una rappresentazione le linee di misura dei
raggi possono essere spezzate ovvero interrotte secondo che debbono o no indicare la posizione
del centro. Vedi fig.3A.1.8.
Figura 3A-1.8
Quando due o più dimensioni sono troppo ristrette possono essere disegnati intenzionalmente più
allontanate per poter essere quotate. Vedi fig. 3A.1.9.
Figura 3A-1.9
Le quote ausiliarie sono quelle usate sul disegno soltanto per esigenze di riferimento. Queste
quote, solo informative, sono usate solo per esigenze dell’ufficio tecnico e mai dovranno essere
prese in considerazione per le lavorazioni. Tutte le quote di riferimento devono essere seguite
dalla parola "RIF"”.
Il termine “TIP” (tipico) posto adiacente ad una quota può essere usato quando la stessa
condizione o conformazione è ripetuta in più posizioni dello stesso disegno.
La quota deve essere posta su una posizione sola del disegno seguita dalla parola “Tip”. Questa
procedura è applicabile anche se non tutte le conformazioni sono identiche.
Le parti non identiche verranno naturalmente quotate. Vedi fig. 3A.1.10.
Figura 3A-1.10
Figura 3A-1.11
Figura 3A-1.12
La verifica dimensionale delle forme di un velivolo e dei suoi profili è legata ai tracciati. La
localizzazione delle sagomature si ottiene tramite opportuni piani di riferimento. Parti, come
paratie, cappottature, forme di porte ecc. per le quali può essere poco pratica la quotazione in fase
di disegno deve essere indicato nelle note generali del disegno "Per profili vedere tracciato
XXX_XX". I numeri dei tracciati sono assegnati dai tecnici della sala tracciati.
Un profilo deve essere richiamato sul disegno dove è applicabile per stabilire la relazione della
parte o parti rispetto al profilo stesso (vedi fig.3A.1.13).
Figura 3A-1.13
Figura 3A-1.14
La buttock, la station, e la water lines devono essere identificate sul disegno racchiuse in un
simbolo rettangolare. La minima dimensione è indicata nella figura 3A.1.14.1.
Il disegnatore avrà la possibilità di disegnare questo simbolo in dimensioni maggiori purché queste
siano proporzionali alle dimensioni del grafico.
Figura 3A-1.14A
I maggiori componenti del velivolo i cui assi giacciano in piani diversi da quelli precedentemente
indicati devono essere individuati da piani di riferimento come illustrato in Figura 3A.1.15..
I dati del disegno tracciato, forniti dall’Ufficio Tracciati, stabiliscono i piani basici per ogni maggior
componente del modello.
Figura 3A.1.15
I contorni di profili, come fusoliere, cappottature, sezioni d pale, ecc. devono essere stabiliti da
tabelle di quotatura in coordinate. Vedere sezione 8, figura 8.1.7.
Queste tabelle possono essere riportate sui disegni del particolare o preparate su documenti
separati riferiti al disegno.
I particolari formati in lamiere metalliche devono essere dimensionati dalle linee esterne del profilo,
come indicato in figura 3A.1.16.
Figura 3A.1.16.
L'angolo del particolare finito deve essere quotato se questo è diverso da 90°.
Specificare sempre l'angolo di piegatura. Non specificare l'angolo formato dal profilo. Il raggio di
piegatura deve essere sempre quotato nell'interno del pezzo.
Dove il raggio di piegatura è ripetitivo può essere usata una nota generale o può essere indicato
dove il particolare è richiamato. (Ved. Fig. 3A.1.17.).
Figura 3A.1.17.
Le parti aventi piegatura multipla devono essere quotate all'esterno della sagomatura come
rappresentato in Fig. 3A.1.18.
Figura 3A.1.18.
I raggi di scarico di piegatura devono considerarsi con il centro del punto ove occorrono le tangenti
alla piegatura se non è diversamente indicato (Ved. Fig. 3A.1.19.).
Figura 3A.1.19.
Per evitare inutili ripetizioni, è possibile per quotare gli scarichi una nota generale tipo:
SCARICHI DI PIEGATURA RAGGIO 5 SE NON DIVERSAMENTE INDICATO;
Figura 3A.1.20
Figura 3A.1.21.
Figura 3A.1.22.
5. Nervature speciali:
Quando esigenze di progetto richiedono l’esecuzione di nervature non conformi agli
standards SEI, quotare il pezzo come indicato in Fig. 3A.1.23.
Figura 3A.1.23.
Per l'indicazione della corrugatura sulla flangia riferirsi alla Fig. 3A.1.25.
Come esempio il posizionamento dei ribattini va quotato in modo che gli stessi risultino equamente
distanziati tra due punti dati. Riferirsi allo STD 999-0010-02 per dimensioni.
Figura 3A.1.25
3A.7.13. Giogolature
Per le giogolature, per lamiere in lega leggera, per estrusi in lega leggera riferirsi agli STD SEI
3A.9.1. Generalità
Le parti macchinate, in generale richiedono una quota tura completa e razionale come indicato
altrove su queste norme. In alcuni casi per indicare lavorazioni meccaniche possono essere usate
indicazioni più semplificate.
3A.9.3. Smussi
Gli smussi di 45° devono essere quotati come indicato in Fig. 3A.1.28. (a) e (b). Gli altri smussi
devono essere quotati mediante l'indicazione della loro ampiezza e dell'angolo, come illustrato
nella Fig. 3A.1.28. (c).
Figura 3A.1.28.
3A.9.5. Svasature
Le svasature devono essere rappresentate sul disegno come indicato in fig. 3A.1.29. Sulla linea di
quotatura si dovrà porre nell'ordine il diametro del foro e la svasatura, ciò per facilitare la
misurazione. Le parole "svasare" e "controforare" indicano la forma della foratura e non devono
essere restrittive circa il sistema per ottenerle.
Figura 3A.1.29
Una incassatura è una zona cilindrica di una profondità sufficiente a soddisfare un desiderato
alloggiamento.
Sarà indicato sul disegno oltre alla scritta incassatura la dimensione del diametro, il raggio di
raccordo e la profondità della stessa; come illustrato in figura 3A.1.30.
Figura 3A.1.30
3A.9.9. Lamature
Specificare sul disegno oltre la scritta lamatura il diametro e il raggio di raccordo dell'utensile e lo
spessore richiesto. Vedere figura 3A.1.31.
Figura 3A.1.31
3A.9.11. Conicità
Le dimensioni fondamentali per definire correttamente una conicità sono quattro: i diametri di
entrambe le estremità, la lunghezza della conicità e la variazione di conicità per unità di lunghezza
(o l'angolo che definisce la conicità).
Tre di queste quattro dimensioni dovranno essere specificate con le loro relative tolleranze, la
restante dimensione può essere assegnata come riferimento, se ciò serve a chiarificare il
componente. Le tre dimensioni prescelte con le loro relative tolleranze devono essere le più
direttamente interessate alle caratteristi che funzionali del pezzo. La figura 3A.1.32 indica un
appropriato metodo di quotatura e di tolleranze di una conicità.
Figura 3A.1.32
Può essere usato il metodo del diametro basico per il dimensionamento della conicità, come
illustrato in figura 3a.1.33, quando è richiesto il controllo della dimensione di una sezione conica e
la sua posizione assiale in relazione ad altre superfici. Un diametro, su un elemento conico,
contrassegnato dalla parola "BASICO" è una dimensione esatta che deve essere posizionata
entro limiti specificati. La tolleranza sulla posizione del diametro basico non controlla solamente la
posizione assiale della sezione conica ma determina anche una zona di tolleranza entro la quale la
forma della conicità deve giacere.
La parola "basico" sulla conicità significa che la conicità stessa può variare dal valore dato purché
questo giaccia entro quella zona identificata dalla tolleranza di posizione.
Figura 3A.1.33
Le spine coniche filettate devono essere indicate sul disegno nella direzione nella quale esse
dovranno essere installate. Una nota dovrà specificare la lunghezza dell’estremità minore del
gambo conico che può sporgere dalla parte. Per permettere il serraggio del dado, la rondella
(AN975) è controforata per tener conto della sporgenza della spina. Specificare sul disegno con
l’ausilio di una nota indicata in figura 3A.1.34 l’alesatura conica richiesta.
La misura dell'alesatore non deve essere scritta sul disegno.
Figura 3A.1.34
Figura 3A.1.35
Figura 3A.1.36
TABELLA DEI FORI DA CENTRO
3A.9.17. Zigrinature
Le zigrinature devono essere quotate sia per l'estensione sia per il tipo desiderato. Specificare il
grado e il tipo di zigrinatura come indicato in figura 3A.1.37.
Figura 3A.1.37
Gli innesti piani devono essere dimensionati specificando: la altezza dei denti ed il numero di
questi per pollice come indicato in figura 3A.1.38. Oppure richiamando uno standard appropriato.
Figura 3A.1.38
3A.9.21. Innesti
E’ una operazione normale di produzione la smussatura degli spigoli vivi e l'asportazione delle
bave nei particolari in lamiera. La smussatura degli spigoli deve essere indicata su tutti i disegni di
parti macchinate.
In ogni caso, se sono richieste smussature particolari; devono essere specificate. (Vedere
paragrafo 2D.3.41).
Le dimensioni e le rugosità superficiali indicate sul disegno sono normalmente verificate DOPO
l'applicazione dei rivestimenti inorganici specificati (placcature o trattamenti chimici elencati
nell'applicabile specifica del “codice di finitura”), ma PRIMA di applicazioni di specifiche finiture
organiche (verniciature, primer, lubrificanti solidi, ecc.) elencati nella applicabile specifica del
“codice di finiture”. Queste informazioni devono essere riportate nelle note generali. Deve essere
usata sul disegno una nota simile ad una di quelle sottoriportate:
NOTA
Se il disegno richiede un severo controllo dimensionale e/o delle rugosità superficiali indicate
prima dell'applicazione del rivestimento, sarà usata una nota simile a quelle soprascritte
sostituendo, però, "DOPO" con “PRIMA”.
Su alcune superfici, in alcuni particolari non si richiede il rivestimento. Queste superfici vanno
quotate ed indicate con una discreta approssimazione simile all'esempio indicato in figura 3A.1.39.
(Vedere anche figura 2D-3.2.).
Figura 3A.1.39
3A.13. FILETTATURE
Il profilo standard delle filettature sarà richiamato come indicato in fig. 3A.1.40.
Le dimensioni di lunghezza e di profondità indicate in fig. 3A.1.40 devono includere tutta la
filettatura completa.
La dimensione della punta per fori da maschiare, per filettature interne, e i diametri di fondo e di
cresta delle filettature esterne, non devono essere specificati, eccetto come indicato nel para.
3A.13.7.
I requisiti basici contenuti nelle specifiche MIL-S-7742, MIL-S-8879, e MIL-P-7105 riguardano
solamente il profilo della filettatura e non specificano il metodo con cui esso è ottenuto.
La filettatura può essere ottenuta tramite rullatura, taglio o rettifica. Per alcuni particolari è
necessario specificare il metodo usato. Per esempio quando è obbligatoria una filettatura rullata il
seguente richiamo deve essere aggiunto alla designazione di filettatura.
Tutte le filettature devono essere intese come filettature destre, se non diversamente specificato.
Quando sono richieste filettature sinistre, l'abbreviazione "LH" deve seguire la designazione della
filettatura (oppure scrivere per esteso "FILETTATURA SINISTRA").
Per esempio:
.1900-32UNF-2B-LF
Figura 3A.1.40
L'uso di una filettatura speciale deve essere evitato quando possibile. Quando un progetto richiede
una filettatura standard con modificato il diametro in più o in meno, l'abbreviazione “MOD”
(modificato), deve seguire la designazione della filettatura oltre al diametro modificato. Vedere fig.
3A.1.41
Figura 3A.1.41
Quando una filettatura non può essere selezionata dalle specifiche MIL-S-7712, MIL-S-8879 o
MIL-P-7105 poiché non incontra i requisiti del progetto, è possibile scegliere la filettatura tra le
serie delle tabelle std dell'Handbook H28, Part I, che contiene le varie combinazioni diametri-filetti.
L'uso delle filettature designate come "Unificate" devono essere considerate con priorità nel
Progetto di nuovi equipaggiamenti. Vedere fig. 34.1.41°
Figura. 34.1.41A
Solamente come ultima possibilità fare riferimento alla serie di tabelle speciali dell'Handbook H28.
La designazione di una filettatura speciale sarà richiamata come indicato nell'Handbook H28.
Vedere fig. 3A.1.41B.
Figura 3A.1.41B.
I Progetti richiedenti l'uso permanente di prigionieri fissati in formagelle filettate sono più o meno
stati sostituiti da progetti che raccomandano l’uso di inserti filettati.
Limitare l'uso di prigionieri sia per la tolleranza stretta sia per la difficoltà nella sostituzione se
danneggiati.
L’accoppiamento con interferenza è richiesto in varie applicazioni di prigionieri.
Consultare Handbook H28 prima di designare un prigioniero: se sono usate le tabelle
dell'Handbook H28 il simbolo della classe di filettatura é NC-5 o NF-5 se applicabile.
Nella pratica, queste dimensioni e queste tolleranze possono essere state variate fino ad
incontrare le varie combinazioni.
Quando non sono utilizzabili le tabelle, e si rende necessario l'uso di una filettatura "speciale"
devono essere date tutte le dimensioni e le relative tolleranze.
I progetti richiedenti l'uso di formaggelle esterne e/o interne impieganti filettature coniche interne
devono essere conformi a: Air Force_Navy Aeronautical Standards AND 10052 Rosses_Standard
Dimensions for External Pipe Thread" e AND 10053 Bosses Pipe-Thread, Internal - Standard
Dimensions for”.
Le filettature di tali progetti devono essere specificate come illustrato in figura 3A.1.42.
Figura 3A.1.42
Le filettature trapezie sono progettate per resistere ad elevati carichi e sono normalmente usate in
macchinari e meccanismi di movimento atti a trasformare un moto rotatorio in un. moto traslatorio.
Vi sono due tipi di filettature trapezie: una per applicazioni generali e l'altra per applicazioni
specifiche.
Tre sono le classi di accoppiamento nei tipi di applicazioni generali: 2G, 3G, 4G, e quattro gli
accoppiamenti di applicazioni specifiche: 2C, 3C, 4C, 6C.
Per usi normali la classe di filettatura 2G di applicazioni generali deve essere preferita. Questa
classe ha un medio-alto grado di intercambiabilità delle viti o di tolleranza. Non deve essere scelta
la classe 3G eccetto dove è assolutamente te necessario rendere minimo il gioco di estremità o di
inversione.
Le dimensioni delle filettature trapezie devono essere scelte dall'Handbook H28 e specificate sul
disegno come indicato In figura 3A.1.43.
Figura 3A.1.43
3A.13.17. Inserti
I requisiti di progetto e le informazioni necessarie per l’installazione di inserti a spire elicoidali sono
elencate nella MS33537 (free running and self locking inserts). La figura 3A.1.44 indica il richiamo
tipico di un inserto. Se il requisito del progetto esula dal richiamo tipico di un inserto, esso deve
essere specificato sul disegno.
Figura 3A.1.44
Parti complesse che sono simmetriche rispetto alla linea di mezz’aria possono essere disegnate
indicando solamente una sola metà della parte simmetrica.
La mezzeria deve essere indicata come linea di simmetria. Le dimensioni totali tra la mezzeria non
devono essere indicate a meno che esigenze di progetto non ammettano tolleranze di costruzione
riferite alla mezzeria. Per conferire maggiore chiarezza al disegno usare una nota che individui
differenze minime tra parti simmetriche. (Vedere figura 3A.1.45).
Figura 3A.1.45
3A.17.1. Generalità
I fori in vista devono essere individuati da due assi perpendicolari che si intersecano nel centro
della circonferenza.
Il diametro della circonferenza deve essere disegnato in scala. Il metodo o le lavorazioni usate per
ottenere il foro non deve essere specificato ad eccezione di: svasatura, controforatura e lamatura
e incassatura.
Questa lavorazioni devono specificare anche la dimensione e la profondità del foro.
La dimensione di questa su un diametro non richiede il simbolo “Ø” qual ora questa faccia vedere
senza dubbi che la suddetta misura si riferisce a un diametro .
Quando le tolleranze generali del disegno soddisfano il requisito del progetto è richiesta solamente
la dimensione nominale. Vedere figura 3A.1.46.
Figura 3A.1.46
E’ preferibile che sui fori vengano indicati rispettivamente i minimi e massimi limiti dei diametri.
Per le tolleranze standard dei fori vedere AND 10387 e figura 9.8.1.
Le seguenti figure indicano l'identificazione dei fori. Le viste su sezione sono usate per meglio
illustrare i vari tipi di fori.
Le dimensioni dei fori vanno indicate, quando possibile, a seguito della indicazione del diametro.
Figura 3A.1.47
La quotatura degli elementi forati deve essere eseguita in modo da soddisfare esigenze di
assemblaggio e di funzionalità, delle parti costruite secondo le tolleranze di lavorazioni più ampie
in relazione al progetto. Allo scopo di ridurre al minimo le tolleranze di costruzione sugli elementi
forati (due o più fori sullo stesso piano o su piani paralleli) ogni foro contenuto sulla superficie va
posizionato rispetto ad una linea comune di riferimento (assi di simmetria, superfici o fori di
riferimento) e questa linea va posizionata in relazione alla parte. Per parti da accoppiare la linea di
riferimento deve essere posizionata su un riferimento comune o funzionale.
Vedere figura 3A.1.48.
Figura 3A.1.48
Ogni volta che è possibile, gli elementi forati su parti da accoppiare, vanno quotati in modo da
garantire la loro intercambiabilità, entro le tolleranze stabilite, da identiche quotature di fori e loro
posizionamento su ciascuna parte.
(Nessuna nota speciale è richiesta).
E' richiesta la nota di contromarcatura quando per esigenze di progetto si richieda il piazzamento
di una parte intercambiabile o di elementi forati che non possano essere controllati
dimensionalmente.
La nota per l’accoppiamento "accoppiare con XXX_XXXX_XX_X" va applicata ad entrambe le
parti in accoppiamento, le parti forate vanno quotate su entrambi i pezzi in accoppiamento.
Vedi figura 3A.1.49.
Figura 3A.1.49
Gli elementi forati su parti da accoppiare che non richiedono intercambiabilità vanno quotati solo
su una parte e la nota “coordinare con XXX-XXXX-XX-X” va applicata sulle parti da accoppiare.
Le parti con questa nota possono differenziarsi fra loro da velivolo a velivolo. Se sono parti di
costruzione SEI possono essere fabbricate senza forature, con fori piloti, o con forature complete
a seconda delle esigenze dei tecnici di produzione.
Le parti che sono sostituibili secondo le MIL-I-8500 possono essere fornite come ricambi senza
fori, con fori piloti o completamente forati a seconda dei criteri che riterranno applicare i Tecnici di
produzione o dell’Assistenza.
Figura 3A.1.50
Elementi forati contenenti più fori di diverso diametro possono essere quotati ed indicati in gruppi
di uguali forature quando i gruppi sono chiaramente individuabili sul disegno, (Vedi figura 3A.1.51),
diversamente le quote e/o le linee di riferimento devono essere opposte ad ogni foro uguale come
in figura 3A.1.52.
Figura 3A.1.51
Figura 3A.1.52
1 fori per la preparazione al montaggio dei "Blind Rivet Nut" devono essere richiamati come
indicato in figura 3A.1.52A.
Figura 3A.1.52A
Il raggio di piegatura per i tubi va dato dal centro della piega al centro del tubo come indicato in
Figura 3A.1.53.
Per una corretta piegatura vedere MS33611.
Figura 3A.1.53
Su tutti i disegni di installazione devono essere segnate e quotate come riferimento le linee
d'acqua, le stazioni e le linee di simmetria.
3B.1.1. Generalità
Il limite superiore (valore massimo) è posizionato sopra al limite inferiore (valore minimo)
Figura 3B-1.1
Tutti i limiti sono considerati assoluti. I limiti dimensionali, indipendentemente dal numero dei
decimali, dovranno essere usati come se fossero seguiti da zeri. Per esempio:
1.22 1.220 ..…..0
significa
1.20 1.200 ..…..0
Figura 3B-1.2
Dimensionamento a catena dove le tolleranze si accumulano tra x e y
Figura 3B-1.3
Il dimensionamento dal riferimento riduce l'accumulo di tolleranze tra x e y
Figura 3B-1.4
Il dimensionamento diretto permette una maggiore tolleranza per tutte le dimensioni
In tutti i casi la distanza tra X e Y ha la tolleranza ± 001 ma nei primi due per ottenere lo stesso
risultato bisogna dare tolleranze inferiori a ± 001 alle altre quote.
I simboli geometrici usati nella figura 3B-1.5 devono essere impiegati in luogo delle note, per
specificare le tolleranze di posizione e di forma.
Figura 3B-1.5
Figura 3B-1.6
i simboli che vengono usati dalla SEI sono corrispondenti agli AMERICA NATIONAL STANDARD
ANSI Y14.5.
La scelta è dovuta al fatto che le ditte Aeronautiche mondiali seguono generalmente questo tipo di
unificazione.
La figura 3B-1.8 confronta i simboli BHC con quelli USAS1 Y14,5, MIL-STD-8C e ISO.
In una situazione dove non si possa descrivere adeguatamente un requisito geometrico preciso
con un simbolo ANSI Y14, si dovrà usare una nota. La nota può essere usata separatamente o in
combinazione con un simbolo. Sullo stesso disegno i simboli devono essere usati insieme con le
note, dove sono applicabili.
Figura 3B-1.8
CONFRONTO TRA I SIMBOLI BELL, ANSI Y 14,5, USAI Y 14,5, MIL-STD-8C, !SO
Figura 3B-1.9
Descrizione delle tolleranze di forma
TOLLERANZA INTERPRETAZIONE
IL VALORE
CONDIZIONE CARATTERISTICA CARATTERISTICA DESCRIZIONE
SPECIFICATO RELAZIONE DEL
(TIPO DI TOL CON DI RIF. DELLA ZONA DI
DALLA TOLL. RIFERIMENTO
LERANZA) TOLLERANZA (SE APPLICABILE) TOLLERANZA
RAPPRES.
Rettilineità Elemento e linea Nessuna Distanza tra due Area tra due linee
retta di una sup. o linee rette parallele rette parallele
asse
Planarità Superficie piana Nessuna Distanza tra due Distanza tra due
piani paralleli piani paralleli
Rotondità Elemento circolare Nessuna Distanza tra due Distanza tra due
di una superficie di cerchi complanari cerchi complanari
rivoluzione e concentrici e concentrici
misurata
radialmente
Cilindricità Superficie Nessuna Distanza tra due Spazio tra due
cilindrica cilindri coassiali cilindri coassiali
misurata
radialmente
Profilo (1) Ogni superficie Nessuna Distanza costante Spazio tra due
misurata tra due confini uniformi
superfici (linee)
aventi la stessa
normalmente al
forma basica della
profilo basico in caratteristica
tutti i punti considerata
Ogni linea Area tra due
confini uniformi
aventi la stessa
forma basica della
caratteristica
considerata
Angolazione Superficie piana Superficie piano o Distanza tra due Spazio tra due La zona è
cilindrica piani paralleli piani paralleli all’angolo specif.;
con il piano o
asse di riferimento
Parallelismo Superficie piana Superficie piana Distanza tra due Spazio tra due La zona è
Superficie cilindrica Superficie piana piani paralleli piani paralleli parallela al piano
di riferimento
Superficie Superficie cilindrica Diametro di una Spazio entro una L’asse della zona
cilindrica zona cilindrica zona cilindrica è parallelo
all’asse di
riferimento
(1) La tolleranza di profilo è inclusa nella categoria generale delle tolleranze di forma. Tuttavia
una tolleranza di profilo può controllare sia la misura che la forma.
Figura 3B-1.9
Descrizione delle tolleranze di forma
TOLLERANZA INTERPRETAZIONE
IL VALORE
CONDIZIONE CARATTERISTICA DI DESCRIZIONE
CARATTERISTICA SPECIFICATO RELAZIONE DEL
(TIPO DI TOL RIF. DELLA ZONA DI
CON TOLLERANZA DALLA TOLL. RIFERIMENTO
LERANZA) (SE APPLICABILE) TOLLERANZA
RAPPRES.
Superficie piana Superficie piana Distanza tra due Spazio tra due La zona è
Piano medio di una Superficie piana piani paralleli piani paralleli perpendicolare al
caratteristica non cil. piano di
Perpendicolarità
3B.1.3B La Rettilineità
La Rettilineità è una condizione dove un elemento di una superficie o di un asse è luna linea retta.
Figura 3B-1.10
Un esempio per specificare la rettilineità
SIMBOLO _____________
3B.1.3C Planarità
La planarità è una condizione di una superficie avente tutti gli elementi in un piano.
Figura 3B-1.11
Un esempio per specificare la planarità
SIMBOLO
RICHIAMO SUL DISEGNO INTERPRETAZIONE
3B.1.3D Rotondità
La rotondità è la condizione di una superficie di rivoluzione quale un cilindro, un cono o una sfera,
dove tutti i punti della superficie intersecanti da un piano siano equidistanti dall’asse sono
compresi (1) i primi perpendicolarmente ad un asse comune (cilibdro, cono) oppure (2) i piani
passanti attraverso un centro comune (sfera).
Figura 3B-1.12
Esempio per specificare la rotondità
SIMBOLO
RICHIAMO SUL DISEGNO INTERPRETAZIONE
3B.1.3E Cilindricità
La cilindricità è la condizione di una superficie di rivoluzione cui tutti gli elementi formino un
cilindro.
Figura 3B-1.13
Un esempio per specificare la cilindricità
SIMBOLO
La tolleranza di profilo è un metodo usato per controllare una quantità uniforme di variazione di
una superficie o linea o elementi di una superficie a profilo irregolare e 2 o più superfici aventi tutti
gli elementi in un piano.
Una tolleranza di profilo è concettualmente bilaterale se non rappresentata come unilaterale.
Figura 3B-1.14
Un esempio dell’uso della tolleranza del profilo di superficie
(A) PROFILO DI UNA SUPERFICIE
SIMBOLO
Figura 3B-1.15
(B) PROFILO DI UNA SUPERFICIE
SIMBOLO
Ciascun elemento linea di profilo della superficie (elementi nella vista in cui è indicato il simbolo,
ed elemento rappresentato dal profilo base) deve essere entro la zona di tolleranza stabilita di
.006 che è ugualmente distribuita attorno al profilo base. La zona di tolleranza del profilo deve
essere contenuta entro la zona di tolleranza della misura.
3B.1.3G Parallelismo
Il parallelismo è la condizione di una superficie o linea o asse che sia equidistante in tutti i punti da
un piano o asse di riferimento.
Figura 3B-1.16
Esempio di parallelismo
SIMBOLO
3B.1.3H Perpendicolarità
La perpendicolarità è la condizione delle superfici o assi o linee che siano poste esattamente a 90°
rispetto ad un piano ad un asse di riferimento.
Figura 3B-1.17
Un esempio di perpendicolarità
SIMBOLO
3B.1.3I Angolarità
Figura 3B-1.18
Un esempio di angolarità
SIMBOLO
L’errore di rotazione è la deviazione dalla forma perfetta della superficie di un corpo di rivoluzione
nella rotazione completa del particolare stesso intorno all’asse di riferimento, rilevata mediante un
comparatore (o apparato di misurazione equivalente).
Nella tolleranza di rotazione (Runour) si deve stabilire un asse di riferimento per mettere in
relazione le varie caratteristiche interessate. Questo asse può essere definito da un diametro che
si mantenga per una considerevole lunghezza, da due diametri assialmente a notevole distanza o
da un diametro e una superficie ortogonale all’asse del diametro.
Fin che possibile, le superfici prese a riferimento, per determinare l’asse devono essere funzionali.
In alcuni casi, il diametro primitivo di una filettatura, di un ingranaggio o di un innesto (o alcune
caratteristiche similari) può essere desiderabile per stabilire un asse di riferimento, ma le norme
ANSI Y 14.5 raccomandano di evitare ciò e suggeriscono di riferirsi ad una superficie non
funzionale. (Vedi paragrafo 3B-9).
Quando sono assunte due superfici per definire un asse comune deve essere usato il seguente
simbolo.
Quando come riferimento sono usati un diametro ed una superficie ad esso perpendicolare
applicare il seguente simbolo:
Poiché entrambi questi simboli sono definiti nelle norme ANSI Y 14.5, ISO, ecc. non è richiesta
una nota descrittiva sul disegno.
Le tolleranze di rotazione (Runout) stabiliscono un mezzo per controllare le relazioni funzionali di
due o più caratteristiche di una parte entro i limiti previsti di concentricità, perpendicolarità ed
allineamento delle caratteristiche.
In più tengono conto dei difetti di circolarità, rettilineità, planarità e parallelismo delle singole
superfici.
NOTA: L’indicazione del simbolo di runout ( ) senza la precisione di “circolare” significa runout
totale. (ANSI Y 14.5, 1973). “Totale” può essere scritto sotto il simbolo della caratteristica. (Vedere
figura 3B-1.19).
Figura 3B-1.19
Figura 3B-1.19A
Figura 3B-1.20
Le tolleranze di dimensione per la misura di una caratteristica stabiliscono sia la forma che la
misura. Nessun elemento della caratteristica dovrà estendersi oltre i limiti superiori e inferiori
specificati per la misura o l’inviluppo della forma perfetta nella condizione MMC.
Figura 3B-1.21
3B.1.7. Modificatori
I simboli di controllo della caratteristica possono essere più chiaramente definiti con l’impiego di un
modificatore.
Diametro DIA Ø
Figura 3B-1.22
Quando l’MMC viene usato come modificatore definisce che la tolleranza è limitata al valore
stabilito soltanto quando la caratteristica è al suo limite massimo di misura.
La tolleranza aumenta quando la caratteristica si sposta dalla condizione di MMC ed aumenta di
una quantità pari a tale spostamento.
La condizione di massimo materiale si applica alle caratteristiche con tolleranza ed ai riferimenti
eccetto le superfici piane.
Il modificatore deve essere specificato per essere applicato.
NOTA: La tolleranza della posizione esatta, prima del dicembre 1976 era applicata al MMC senza
che il modificatore fosse specificato.
Figura 3B-1.23
L’applicazione del modificatore RFS differisce dall’MMC poiché per definizione, la tolleranza non
deve essere superata indipendentemente dalla misura reale della caratteristica (RFS).
Dove non è richiamato il modificatore tutte le tolleranze di forma, concentricità, simmetria si
applicano indipendentemente dalla misura della caratteristica (RFS).
Per la tolleranza di posizione esatta, RFS, deve essere indicato per essere applicabile.
L’indipendenza si riferisce sia alla caratteristica con tolleranza che ai riferimenti.
Vedi figura 3B-1.24
Figura 3B-1.24
NOTA: Per i fori passanti, la superficie desiderata dalla quale la zona di tolleranza è proiettata
deve essere identificata.
Figura 3B-1.25
Il simbolo di diametro Ø può essere usato dove la zona di tolleranza deve essere cilindrica su
tolleranze di forma o posizione.
Esso precede la tolleranza specificata nel simbolo di controllo della caratteristica.
RETTILINEITA’
ROTONDITA’
CILINDRICITA’
3B.3.1. Generalità
Una tolleranza di posizione esatta ed una tolleranza di concentricità, specificano ambedue le zone
di tolleranza entro le quali la caratteristica interessata, il suo asse o piano di mezzeria deve essere
contenuto. Per una descrizione di queste zone di tolleranza vedi figura 3B-3.1.
Per le relazioni tra le caratteristiche descritte nei paragrafi 3B-3.1 (a9 e (b), vi sono due metodi
diversi di applicazione delle tolleranze.
Figura 3B-3.1
TOLLERANZA INTERPRETAZIONE
Condizione Caratteristica Caratteristica di Il valore di Relazione del
Descrizione della
(tipo di con tolleranza rif. tolleranza riferimento
zona di tolleranza
tolleranza) (quando specificato (quando
applicabile) rappresenta applicabile)
Posizione Superficie Superfici piane Diametro di una
Spazio entro una L’asse della zona
esatta cilindrica o cilindriche zona cilindrica
zona cilindrica è coincidente con
(per il metodo del la posizione
diametro) esatta e orientato
Raggio di una in relazione ai
zona cilindrica riferimenti
(per il metodo del specificati o
raggio) impliciti
Mazzaria di Superfici piane Distanza tra due
Spazio entro due Il piano di
caratteristiche o cilindriche piani paralleli (per
piani paralleli mezzeria della
non cilindriche il metodo del zona è
diametro) coincidente con
Distanza su la posizione
ciascun lato di esatta e orientato
mezzaria (per il in relazione ai
metodo del riferimenti
raggio) specificati o
impliciti
Concentricità Superficie di Superfici Diametro di una Spazio entro una L’asse della zona
rivoluzione cilindriche zona cilindrica zona cilindrica è concentrico con
coniche e piane l’asse di
usate per riferimento
stabilire un
asse di
riferimento
3B.3.5. Concentricità
La concentricità è la condizione per cui due o più caratteristiche (cilindri, coni, sfere, esagoni,
ecc.), in qualsiasi combinazione, hanno un asse comune.
Vedere paragrafo 3B-2 per una comparazione nell’uso della concentricità, errore di rotazione, e
posizione esatta quando sia richiesto un controllo coassialità.
Figura 3B-3.6
Un esempio di applicazione di concentricità
SIMBOLO
3B.3.7. Simmetria
La simmetria e la condizione per cui una caratteristica od un particolare abbiano lo stesso profilo
sui lati opposti di un piano medio o una condizione in cui una caratteristica abbia un piano comune
con un piano di riferimento.
Figura 3B
Un esame dell’applicazione dell’asimmetria
SIMBOLO
3B.5. RIFERIMENTI
3B.5.1. Generalità
I riferimenti sono punti, linee, piani, cilindri, ecc., che si suppone siano esatti ai fini del calcolo e dai
quali si possa stabilire la posizione o la forma delle caratteristiche di un particolare.
Le caratteristiche sono porzioni di componenti di un particolare e possono comprendere una o più
superfici, come fori, diletti di viti, profili e facce. I riferimenti sono stabiliti dalle, o sono relativi alle
reali caratteristiche o superfici del particolare. Una superficie di riferimento su un pezzo reale deve
essere più precisa ed accurata di qualsiasi posizione che venga stabilita con la misurazione di
distanze da tale riferimento.
Vedi figura 3B-5.1
Figura 3B-5.1
Secondo il paragrafo 3B.1.1, un riferimento può essere identificato con un simbolo. A ciascun
riferimento su un disegno verrà assegnata una lettera diversa dell’alfabeto, escluse le I, O, Q che
non possono essere usate. Dopo aver esaurito la serie delle lettere singole si possono usare
lettere da AA fino ad AZ – e racchiusa in un rettangolo come indicato nella figura 3B-1.8.
Figura 3B-5.2
Il simbolo sarà applicato al riferimento che esso identifica con uno dei cinque metodi seguenti:
Figura 3B-5.3
Figura 3B-5.4
Figura 3B-5.6
Sebbene i riferimenti debbano essere sulla base dei requisiti funzionali del progetto, bisognerà
anche tener conto dei metodi di fabbricazione e di ispezione.
Nel selezionare i riferimenti tenere in considerazione quanto segue:
a) - Le caratteristiche di riferimento devono essere chiaramente definite e di facile
riconoscimento. I riferimenti possono essere sia sottointesi o specificati, devono comunque
essere chiari.
I piani di riferimento sono teoricamente perfetti e vongono stabiliti mediante le reali caratteristiche
fisiche o si riferiscono ad esse.
Quando sono richiesti due o più piani di riferimento onde stabilire una caratteristica di riferimento,
il disegnatore dovrà selezionare una sequenza desiderata.
Figura 3B-5.8
Figura 3B-5.9
Tutti i piani di riferimento (stabiliti dalle superfici di riferimento) su una parte ed indicati come
intersecanti ad angoli retti, vanno interpretati a 90° basico.
I simboli di riferimento possono essere usati per denotare punti, linee o aree su una superficie di
riferimento desiderata. Wquando la caratteristica che deve essere controllata è più critica della
superficie del riferimento stesso, può essere necessario identificare il riferimento con contrassegni
speciali.
I contrassegni di riferimento, che solitamente sono usati sui particolari con superfici irregolari e
profili geometrici (come fusioni e stampati) possono essere applicati ad ogni altro particolare dove
i requisiti di disegno richiedono l’uso sulle superfici di punti, linee o aree specifiche di riferimento in
luogo dell’uso dell’intera superficie come riferimento.
I contrassegni di riferimento quando e dove possibile devono essere situati in modo da soddisfare
i seguenti requisiti.
1. Su un unico piano in coincidenza con i loro rispettivi piani di riferimento, possibilmente il più
distante possibile per ridurre al minimo gli effetti negativi delle irregolarità superficiali.
2. Sullo stesso lato di una linea di divisione
3. Su superfici diritte prive di spoglia. Quando come contrassegni di riferimento viene usata una
superficie con spoglia bisogna prendere in considerazione l’assegnazione di una tolleranza più
stetta sull’angolo di spoglia.
4. In posizione che facilitino un fissaggio rapido e che evitino la flessione della parte le operazioni
di lavorazione a macchina.
5. Di fronte alla superficie sulla quale viene effettuata la prima passata (quotare la rimanenza del
particolare da esse re lavorato in funzione della prima passata).
6. Dove non dovranno essere rimossi durante operazioni successive di lavorazione.
I tecnici di produzione dovranno esaminare tutte le fusioni ed i forgiati per determinare l'eventuale
necessità di contrassegni di riferimento (punti di attrezzatura).
Il progettista è tenuto segnalare ai tecnici durante le prime fasi di progettazione, la necessità di
aggiunta di contrassegni di riferimento o di tamponi di attrezzatura per evitare di dover riquotare la
parte.
Un comitato per determinare i punti di attrezzatura potrà essere composto con rappresentanti
dell'Ufficio Tecnico di Progettazione, dell'Ufficio Tecnico di Produzione e del Controllo di Qualità.
Il simbolo di identificazione dei traguardi di riferimento deve essere un cerchio di 15 mm di
diametro diviso da una linea orizzontale e verticale. Una lettera dell'alfabeto deve essere apposta
nel quadrante sinistro superiore che è lo stesso del piano di riferimento che viene definito dal
simbolo di traguardo. Nel quadrante destro inferiore viene apposto un numero progressivo di
traguardo.
ESEMPIO:
Di seguito sono illustrate le applicazioni di simboli per punti, linee e superfici di contatto.
Contrassegno riferimento per specificare un punto di contatto.
Contrassegno riferimento per indicare l'area di contatto (l'area può essere circolare, quadrata o
rettangolare).
Quando è usato il simbolo per indicare una linea o un punto di contatto sulla vista di
I contrassegni devono essere posizionati sul disegno con quote munite di tolleranza.
Una tolleranza di ± 0,75 mm è generalmente sufficiente su una quota che indichi un contrassegno
di riferimento rispetto ad un piano di riferimento quando il contrassegno è su una superficie
normale a questo piano.
ESEMPIO
Quando un contrassegno d i riferimento è usato per stabilire un piano di riferimento su una parte
di forma irregolare, i punti di contrassegno riferimento possono comprendere superfici a diversi
livelli e devono quindi essere combinate per stabilire il piano desiderato di orientamento.
Questi contrassegni di riferimento sono usualmente con una tolleranza di ± 0,050 mm (.002 inch).
ESEMPIO:
Quando non è opportuno indicare i contrassegni di riferimento su una superficie quotata questi
sono indicati sulla superficie interessata approssimativamente nella loro posizione di applicazione
ed una nota evidenziata (“flagata”) nel modo seguente.
Per le parti dove è richiesto di posizionare i contrassegni di riferimento su profili (linee di tracciato)
sarà compito dei tecnici dei tracciati lo stabilire le quote dove andranno posizionati i riferimenti.
ESEMPIO
La seguente nota deve essere evidenziata (flaggata) vicino alle quote che individuano il
riferimento
I contrassegni di riferimento devono essere indicati sia su fusioni o forgiati che su parti lavorate di
macchine.
Quando il disegno della fusione o del forgiato è rappresentato sullo stesso foglio della parte
lavorata di macchina, la posizione del contrassegno di riferimento deve essere quotata solo sulla
fusione o forgiati.
Se, invece, la parte lavorata è stata eseguita su un altro foglio, i contrassegni di riferimento
devono essere totalmente individuati su entrambi i fogli.
3B.7.1. Generalità
Una posizione esatta è la reale posizione di un punto, di una linea o di un piano della caratteristica
di un pezzo riferita ad un riferimento o altra caratteristica. La tolleranza rispetto alla posizione
esatta è la variazione totale consentita della posizione della caratteristica rispetto alla sua
posizione teorica. Per le caratteristiche cilindriche, la tolleranza della posizione esatta è il diametro
della zona di tolleranza entro il quale deve giacere l'asse della caratteristica.
Per altre caratteristiche, la tolleranza è la larghezza della zona di tolleranza entro la quale deve
giacere il piano di mezzeria della caratteristica .
Dove le caratteristiche sono situate per mezzo di coordinate ortogonali o dimensioni angolari,
poiché ciascuna dimensione ha la sua propria tolleranza, risultano zone di tolleranza quadrate,
rettangolari o poligonali (vedi figura 3B-7.1 e 7.2).
La figura 3B-7.3 è un esempio di assegnazione di tolleranze per coordinate, dove la variante
consentita di posizione è specificata nella direzione indicata dalle linee di dimensione.
La zona di tolleranza risultante è il quadrato .010 indicato nella figura 3B-7.4.
Poiché la posizione reale della caratteristica può essere ovunque entro il quadrato, la variazione
massima consentita dalla posizione desiderata (o nominale) avviene a 45° dalla direzione
orizzontale o verticale nella quale le tolleranze sono indicate.
Come illustrato nella fig. 3B-7.4 la variazione permessa sulla diagonale è circa 1,4 volte la
tolleranza specificata.
Figura 3B-7.3 Tolleranze per coordinate Figura 3B-7.4 – Zona per la fig. 3B-7.3
Nelle tolleranze della posizione esatta delle caratteristiche circolari, la zona di tolleranza è
cilindrica.
Il diametro di questo cilindro può essere 1.4 volte la tolleranza che verrebbe usata nelle tolleranze
per coordinate ortogonali senza alcun aumento nella variazione massima consentita.
Pertanto la tolleranza consentita in tutte le direzioni eccetto che per i 45° dall'orizzontale viene
aumentata senza alcun effetto negativo sulla posizione della caratteristica.
Vedi figura 3B-7.5.
Questo aumento di tolleranza risulta spesso riduzione del costo di produzione.
Figura 3B-7.5 Tolleranza posizione esatta Figura 3B-7.6 – Zona di tolleranza per la
figura 3B-7.5
La figura 3B-7.7 illustra un confronto tra un particolare con e tolleranze usando il sistema per
coordinate nella figura superiore e lo stesso particolare dimensionato usando il metodo della
posizione esatta nella figura inferiore.
Notare che le zone di tolleranza per i centri dei fori sono quadrate nel sistema per coordinate e
tonde nel sistema di posizione esatta.
Notare inoltre che la tolleranza della posizione del centro dei fori nell'esempio superiore è indicata
con le coordinate (dimensione 2.000 e 1.750). Nell'esempio inferiore invece, la tolleranza è
indicata accanto alle dimensioni del foro ed è mostrata nel rettangolo del simbolo di controllo della
caratteristica, sulla destra. Ciascuna posizione del foro è vincolata ad una determinata posizione
anziché far riferimento ad un altro foro.
Questo elimina l’accumulo di errore che è possibile nel sistema per coordinate. Vi è una zona di
tolleranza di .007 nell’esempio di posizione esatta inferiore e di solo .005 nell’esempio per
coordinate.
Per la chiarificazione di questo punto, una delle zone di tolleranza è stata ingrandita la zona
quadrata di .005 e la diagonale calcolata di .007.
I punti neri rappresentano alcuni centri teoricamente ispezionati di questo foro. Alcuni cadono nella
zona quadrata di tolleranza per coordinate e sono accettabili. Altri sono fuori di questa zona e se
si usa il sistema per coordinate devono essere respinti da un controllore.
La zona di tolleranza di posizione esatta tonda di .007 dell’esempio mostra che la maggior parte
delle posizioni sono ora accettabili.
Notare che le posizioni rappresentato dal punto sulla diagonale sul lato sinistro superiore ed il
punto sulla linea di mezzeria alla sinistra sono all’incirca alla stessa distanza dal centro, tuttavia il
primo è accettabile e l’altro sarebbe respinto con il sistema della zona quadrata.
La zona di tolleranza accettabile di .007 è naturalmente calcolata alla condizione di massimo
materiale (MMC) (la misura più piccola del foro). Se le dimensioni del foro si allargano durante la
reale produzione, questo allargamento influisce sulla posizione poiché rende possibile un maggior
spostamento dal centro.
Questo aggiunge qualcosa in più alla tolleranza totale possibile e la porta ad un diametro massimo
consentito di .013.
Nel sistema della posizione esatta, le tolleranze di costruzione sono state aumentate da .005 a
qualcosa intermedio tra .007 e .013, oppure tra il 40 ed il 160%. Il montaggio delle parti è
assicurato e le tecniche di ispezione sono semplificate.
Bisogna notare che la zona di tolleranza di posizione esatta si riferisce all’intera profondità del
foro.
Figura 3B-7.7
Teoria posizione esatta
Figura 3B-7.9
Figura 3B-7.10
ESEMPIO DI APPLICAZIONE DEL METODO DI POSIZIONE ESATTA
Figura 3B-7.11.
CONVERSIONE DELLE ZONE DI TOLLERANZA (CILINDRICHE)
DI POSIZIONE ESATTA IN/DA ZONE DI TOLLERANZA PER COORDINATE
Figura 3B-7.12
.....................................................................016
.006 non impiegato ..................................+ .006
.....................................................................022
I fori su queste parti sono tutti specificati alla stessa misura. Dove vengono specificati di
grandezze diverse, la tolleranza totale di posizione esatta è uguale alla media dei giochi diametrali
tra i fori di accoppiamento e gli organi di accoppiamento flottanti
e l'altra parte:
Figura 3B-7.13
Oppure ciascuna parte può essere calcolata separatamente per lo spostamento di posizione
consentito basato sulla differenza tra MMC del foro e l'organo di accoppiamento.
e l'altra parte :
La figura 3B.7.14A è un esempio di altre parti da accoppiare una delle quali è del tipo ad organi di
accoppiamento fissi. I prigionieri filettati della parte inferiore sono le caratteristiche fisse.
Con l'applicazione di organi di accoppiamento fissi, la differenza tra l'MMC del foro e l’MMC
dell’organo di accoppiamento viene divisa per 2 come indicato nei calcoli nell’angolo destro
superiore
Questo avviene poiché la tolleranza di posizione totale deve essere divisa dai due elementi da
accoppiare, spina e foro, che convergono l’uno verso l’altro all’MMC.
Uno deve adattarsi dentro l’altro.
I calibri adeguati per queste due parti sono indicati sotto le rispettive parti. Notare che
l’assemblaggio simulato delle due parti viene eseguito dai rispettivi calibri.
La dimensione della spina di .198 nel calibro con spine del gruppo relativo alla parte superiore e la
dimensione del foro di .198 nel calibro con fori del gruppo inferiore rappresentano le misure
estreme, o l’MMC delle due caratteristiche da accoppiare meno o più la tolleranza di posizione.
Tuttavia nel fare i calibri viene presa una piccola tolleranza della parte; questa sarà positiva sulle
spine del calibro superiore e negativa sui fori del calibro inferiore.
Notare di nuovo l’aumento del diametro nella zona di tolleranza nella parte, da .008 a .014,
quando i fori nel pezzo superiore aumentano di dimensione o deviano dall’MMC e la tolleranza
nella parte inferiore aumenta da .008 a .013 quando i prigionieri si rimpiccioliscono e deviano
dall’MMC.
I calcoli su queste parti illustrano una applicazione di tolleranza bilanciata nella quale la tolleranza
di posizione effettiva totale consentita delle due parti è ugualmente divisa, esempio .010 su una
parte e .006 sull’altra ecc.
Si può usare una distribuzione qualsiasi purché il suo totale sia il totale della tolleranza (in questo
caso .016).
Se vengono assemblate più di due parti in una applicazione di organi di accoppiamento fissi,
ciascuna parte che contiene i fori deve essere calcolata in modo che si accoppi con la parte con le
caratteristiche fisse.
Il metodo di calcolo della tolleranza della posizione effettiva illustrato presuppone la possibilità di
adattamenti linea a linea delle caratteristiche della parte da accoppiare ai limiti di tolleranza
esterna.
Bisognerà considerare una compensazione addizionale dei valori di tolleranza calcolati, quando si
tratti di applicazioni particolari.
Figura 3B-7.14
Figura 3B-7.14
Quando un gruppo di fori dimensionati mediante la posizione esatta è riferito alla posizione di un
altra caratteristica questa caratteristica viene identificata come caratteristica di riferimento ed il
gruppo di fori è dimensionato rispetto a questa.
Nella figura 3B-7.15 i quattro fori sono riferiti al foro centrale. Quando si sposta la posizione del
foro di riferimento centrale, deve essere spostata anche la posizione dei gruppo di fori come
dettato dalla funzione della parte.
Notare che il foro centrale, il foro da .500 + .002 - .000 viene identificato come caratteristica di
riferimento “A” da un simbolo di identificazione e che la sua posizione identificante è data
mediante dimensioni con tolleranze per coordinate piane, dai bordi della parte. Il centro reale di
questo foro, qualora cada entro le tolleranze per coordinate, stabilisce la posizione esatta teorica a
cui si deve far riferimento per la posizione del gruppo dei fori.
In questa applicazione la posizione del foro centrale rispetto ai bordi viene data col metodo solito
delle coordinate anziché mediante una tolleranza della posizione esatta. La zona di tolleranza dei
quattro fori .380 + .003 - .000 viene stabilita come una zona di diametro .005 all’intersezione dei
piani centrali definiti dalle dimensioni basiche.
Notare nella figura centrale che quando i fori da .80 + .003 -.000 vengono prodotti al limite
inferiore o MMC di .380 ed il foro di riferimento centrale è MMC di .005, la zona di tolleranza della
posizione esatta di ciascuno dei quattro fori da .380 è di .005. Questo rappresenta la condizione
peggiore della parte ma che assolverà comunque la sua funzione, cioè si adatterà alla sua parte di
accoppiamento. Le dimensioni basiche rappresentano le posizioni teoricamente esatte. I centri dei
quattro fori alla dimensione .280 MMC possono spostarsi all’estremo delle zone di tolleranza
diametro .005 ed essere ancora accettabili.
Quando aumentano le dimensioni dei quattro fori, al limite superiore di .383 è evidente dalla figura
che è consentito uno spostamento addizionale fuori centro senza interferenze, poiché il foro
dimensione MMC è rappresentativo della parte da accoppiare che passerà attraverso questi fori.
Così il centro può essere spostato di ulteriori .0015 o invero aggiungere un altro .003 alla
tolleranza della posizione effettiva portandola ad un diametro di .008.
Il foro di riferimento centrale è stato tenuto ancora a .005 a scopi esplicativi.
Quando aumenta il foro di riferimento centrale al limite superiore della sua tolleranza di grandezza
a .502 è consentito un’ulteriore spostamento fuori centro del gruppo dei quattro fori. La relazione
funzionale di queste caratteristiche è stata conservata e porta la tolleranza di posizione totale a
.010. La tolleranza originale è stata raddoppiata.
Notare che nell’esempio il risultato, ossia la max. tolleranza ottenibile (in questo caso .010 di
diametro) quando i fori ed il riferimento si allontanano dalla condizione di massimo materiale
(MMC), può essere facilmente calcolata aggiungendo la tolleranza positiva del foro di riferimento
rispetto alla condizione MMC o .002 che da una tolleranza totale di diametro di .010. L’ammontare
effettivo della tolleranza sarà in dipendenza della misura effettiva dei fori prodotti.
Figura 3B-7.15
Posizione esatta MMC riferita alla caratteristica di riferimento MMC
Questo sistema stabilisce l'applicazione mista delle tolleranze geometriche per il posizionamento
degli elementi della caratteristica quanto l'interdipendenza tra la caratteristica stessa e detti
elementi. I requisiti prescritti sono indicati dall'apposito simbolo. Il simbolo di indicazione di
caratteristica composta è usata quando più di una tolleranza di una data caratteristica geometrica
è applicata alla caratteristica stessa.
Ogni requisito di tolleranza è preceduto da un solo simbolo della caratteristica geometrica, uno
sopra l'altro separato da una linea orizzontale (Vedi Fig. 3B-7.17)
Figura 3B-7.17
Dove le tolleranze di forma o posizione sono espresse, ciascuna di queste tolleranze applicabili ad
un filetto di vite e ciascun riferimento ad un filetto di vite, si dovranno intendere riferiti ad un
diametro primitivo. Se i requisiti di disegno richiedono una eccezione a questa regola generale,
una nota di qualificazione farà da supplemento al simbolo (esempio Diametro Maggiore). Nel caso
dell'applicazione del simbolo, la nota di qualificazione verrà mostrata sotto il simbolo di controllo
della caratteristica e sotto al simbolo di identificazione del riferimento.
ESEMPI:
Per gli ingranaggi e le scanalature si deve aggiungere una nota di qualificazione al simbolo
(esempio: Diam. Maggiore, Diam. Minore, Diam. Primitivo o PD)
ESEMPI:
Ove due o più superfici di rivoluzione come ad esempio cilindri, sfere, coni, ecc. sono generate
attorno ad un asse comune, l'accumulo dello scostamento ammissibile da tale coassialità può
essere espresso direttamente (da una tolleranza di concentricità) o indirettamente (da una
tolleranza di errore di rotazione o di posizione esatta).
L'applicazione del simbolo di controllo più appropriato dipende dalla natura dei requisiti funzionali
come spiegato nei seguenti paragrafi.
La concentricità deve essere usata quando il controllo dello scostamento da un asse comune
significativo. (Vedi esempio `in figura 3B-3.6, dove la zona di tolleranza dell'asse è un controllo
importante)
L'uso della concentricità è un'applicazione dove "fuori rotondità" , "fuori cilindricità” o altri errori
della superficie possono essere omessi fino a superare la indicazione di totale lettura del
comparatore (TIR, FIR) se l’asse della caratteristica è compreso entro la tolleranza di concentricità
stabilita.
La tolleranza di rotazione è sempre implicita in una applicazione RFS. Essa può essere modificata
da un MMC.
Dove è necessario per controllare relazioni nominali di coassialità tra due caratteristiche
semplicemente per assicurare il montaggio o relazioni. funzionali con parti in accoppiamento è
raccomandato l'uso della posizione esatta.
La posizione esatta per questo uso dovrà avere come base un massimo di materiale (MMC). Se si
preferisce una applicazione RFS (indipendentemente dalla misura della caratteristica) il simbolo
deve essere scritto con l'aggiunta del modificatore S.
Il controllo della posizione esatta di coassialità di solito omette (ma non è dettame) l’uso di un
calibro funzionale di accoppiamento.
SEZIONE 3C RUGOSITÀ
3C.1.1. Generalità
La misura della rugosità superficiale è la deviazione media lineare del profilo reale (da quello
tecnico).
Ciò è in relazione diretta tra la tolleranza dimensionale del pezzo e la rugosità superficiale
permessa. (Vedere Figura 3C.1.1.).
Figura 3C.1.1
Figura 3C.1.2°
Figura 3C.1.2B
Per le dimensioni e applicazioni dei segni grafici con il valore di rugosità riferirsi alla procedura SEI
xxxx.
Se è richiesto il controllo della rugosità per diverse operazioni, le qualità delle superfici dovranno
essere elencate come in figura 3C.1.3
Figura 3C.1.3
Indicare la rugosità nell'apposito blocco di testata del disegno in accordo con il metodo stabilito.
I requisiti di rugosità superficiale per fusioni (getti) e forgiati sono elencati nelle Specifiche
Tecnologiche SEI.
Se per ragioni di progetto, le rugosità superficiali dovessero superare quelle elencate nella
specifica applicabile, il simbolo della rugosità e i valori richiesti devono essere indicati su la
superficie del particolare applicabile della fusione o del forgiato.
Quando richiesto, l'ondulazione e l'orientamento devono essere specificati in accordo con l'ANSI-
ASA B46.1.
Riferirsi alla figura 3C.1.4.
Queste caratteristiche superficiali vengono menzionate solo come richiamo per essere prese in
considerazione quando si dovranno specificare finiture delle superfici critiche.
Figura 3C.1.4
Una parte è identificata dal numero assegnato al disegno (vedere PRO.SMP.029.04) su cui è
rappresentata (numero del disegno + dash number).
Il dettaglio basico, l'assieme o l'installazione per cui è stato creato il disegno si identifica come “-
101” del numero del disegno basico.
Sottoassiemi discendenti dal “-101” possono essere contrassegnati da "DASH NUMBERS"
(numeri col trattino) del disegno basico secondo una procedura logica di montaggio o smontaggio.
Non assegnare "DASH NUMBERS" per descrivere fasi di fabbricazione delle parti.
Assegnare "DASH NUMBERS" in progressione iniziando con “-101” e tralasciare i "DASH
NUMBERS" pari, eccetto per le parti opposte simmetriche (rif. para 4.1.3) e per tubi metallici.
Non usare mai "DASH NUMBERS" con due zeri consecutivi (es.-100, -200, -300 ecc.)
AVVERTENZE:
Nei disegni SPECIFICA DI CONTROLLO, CONTROLLO DELLA FONTE, e nelle SPECIFICHE DI
APPROVVIGIONAMENTO:
a) deve essere cambiato il dash number assegnato qualora la parte qualificata in fase di
sperimentazione non venga approvata per la produzione.
b) uno stesso dash può qualificare articoli di vendor diversi solo se gli stessi sono intercambiabili.
I "DASH NUMBERS" dei particolari, quando sono rappresentati sul disegno, devono essere
racchiusi in un cerchio di 20mm. di diametro.
ESEMPIO:
I "DASH NUMBERS" di sottoassiemi, assiemi e installazioni devono essere racchiusi in due cerchi
di 20mm e 23 mm di diametro.
ESEMPIO:
I particolari identificati da "DASH NUMBERS" aventi lo stesso numero basico devono avere il richiamo
del "DASH NUMBERS" sul disegno. I richiami devono essere rappresentati sulla vista principale
oppure sulla vista o sezione che meglio rappresenta la parte. Sui disegni di installazione e assiemi
che hanno particolari rappresentati in dettagli separati dalla vista o sezione dove gli stessi figurano
assemblati, richiamare I “DASH NUMBERS” dei particolari sulla vista o sezione dove figurano
assemblati.
ESEMPIO:
Questo paragrafo stabilisce il metodo da seguire per la creazione di una configurazione “UGUALE
A” un'altra configurazione eccetto che per differenze di viste o di part-list.
Quando si ritiene poco pratico modificare un disegno esistente considerare l'opportunità di
ridisegnare la configurazione o di eseguire un controlucido apportando le varianti necessarie.
Se la configurazione “UGUALE A” può essere definita dalla sola part-list e non è richiesta una
variazione alla parte grafica del disegno richiamare le nuove parti sulla part-list e sul disegno
vicino al richiamo già esistente.
La dicitura “PER –XXX” dovrà essere evitata eccetto quando necessita per chiarezza.
Il richiamo del dash number sulla vista del disegno, per la configurazione “UGUALE A” dovrà
includere la descrizione delle differenze.
ESEMPIO:
Sul disegno i richiami di sottoassiemi, assiemi e installazioni creati "UGUALE A” devono essere
indicati accanto ai richiami esistenti. I richiami dei dettagli possono essere indicati accanto ai
richiami esistenti oppure nelle viste ausiliarie.
Le parti opposte simmetriche possono essere rappresentate disegnando una sola delle parti. La
parte rappresentata (preferibilmente la sinistra) dovrà essere indicata con un "DASH NUMBERS"
dispari (-101); la parte opposta simmetrica dovrà essere indicata con il sucessivo "DASH
NUMBERS" pari (-102).
ESEMPIO:
Alle parti realmente identiche, che possono essere installate anche se venissero invertite,
assegnare un solo part number.
Le differenze tra parti opposte simmetriche possono essere indicate con una vista ausiliaria della
parte rappresentata. Tale vista dovrà rappresentare la configurazione della parte opposta.
I richiami e le dimensioni comuni ad entrambe le configurazioni non dovranno essere indicati se
non per chiarezza; tuttavia la rappresentazione dovrà essere completa. Eventuali omissioni
grafiche saranno interpretate come una differenza fra le configurazioni.
Il richiamo sul disegno dovrà includere la descrizione delle differenze.
ESEMPIO:
Assiemi e installazioni opposte simmetriche devono essere descritte nello stesso modo.
Una parte che deve essere modificata per uno o più motivi indicati nelle seguenti condizioni
richiede una reidentificazione:
(Assegnazione di un nuovo dash o nuovo disegno).
Vedere figura 4-1-2.
Condizione 1. Quando ad una parte, già lanciata in produzione, deve essere applicata una
modifica obbligatoria a partire da un determinato N. di costruzione è necessario
cambiare il P/N della parte in modifica e del suo assieme successivo; fino a ma non
incluso il livello di installazione.
- Per una parte non ancora lanciata in produzione non è richiesta alcuna
assegnazione di nuovo P/N, a nessun livello, eccetto che sia richiesta in altra
configurazione per una differente applicazione.
- Le parti in sviluppo possono essere modificate senza reidentificazione purché la
modifica sia applicata dal primo particolare della serie che entrerà in produzione
e che sia possibile la rilavorazione.
Condizione 2. Quando la prestazione e/o la durata risulti così compromessa che la parte deve
essere scartata o rilavorata per motivi di sicurezza o cattivo funzionamento.
Condizione 3. Quando le modifiche sono tali che le parti superate e superanti non risultino
direttamente e completamente intercambiabili nell'installazione e nell'impiego.
Condizione 4. Quando la parte superata ha un impiego limitato a specifiche applicazioni o modelli
mentre invece la parte superante non è soggetta a questo limite.
AVVERTENZE
- Quando una parte già esistente viene proposta per nuove applicazioni non deve essere
reidentificata.
- Quando la parte è già in produzione non cambiare il P/N a meno che si verifichi una o più delle
condizioni 1, 2, 3 o 4.
- Quando una parte deve essere modificata per motivi diversi da quelli indicati nelle condizioni 1,
2, 3 e 4 non cambiare P/N.
- Quando una parte valida per più applicazioni e/o modelli di assieme macchina richiede una
modifica per una o più applicazioni e/o modelli ma non per tutte/i, assegnare un nuovo P/N
.
- Il disegno dovrà sempre riportare la configurazione originale di una parte fornita al cliente
anche se è stata successivamente reidentificata.
- Le modifiche che non comportano variazioni del P/N non devono essere considerate come
modifiche apportate alla configurazione originale della parte.
FIGURA 4-1-2
SCHEMA DI FLUSSO PER LA REIDENTIFICAZIONE DELLE PARTI
Prima del lancio in produzione tutte le modifiche dovranno portare la validità indicata dal
comitato modifiche.
La casella della validità deve essere sbarrata con una linea diagonale.
4.1.6.1 Un componente di acquisto non standard deve essere identificato da un P/N uguale al
numero della specifica applicabile o del disegno di controllo (Source control drawing).
Questo P/N dovrà essere marcato sulla parte insieme al P/N attribuito dal costruttore (Vendor
P/N).
4.1.6.2 Componenti prodotti da costruttori diversi, quindi con diversi Vendor Part Numbers,
dovranno avere lo stesso P/N SEI (di specifica o di Source control drawing) se:
- hanno caratteristiche tecniche e inoltre sono pienamente intercambiabili e sono installabili con
le stesse procedure
- le caratteristiche sono considerate identiche se viene rispettato il criterio di uguale Fit, Form,
Function
- -Fit = Identici requisiti di Interfaccia
- Form = Comune inviluppo di spazio e limite di peso massimo
- Function = Identica Funzionalità per i componenti progettati dal Costruzione.
NOTA:
Se tutti i requisiti della specifica sono assolti le soluzioni di progetto e di costruzione non vengono
imposte se non in caso di specifiche necessità.
5) ECCEZIONI
a) I fori rappresentati in una parte separatamente dettagliata devono essere considerati
appartenenti al dettaglio.
b) Se il disegno isola dei fori per una data per una' data parte (di solito Kit) il richiamo del
disegno ha la precedenza sulle suddette norme.
FIGURA 4-1-2A
FIGURA 4-1-2B
4.5.1. Definizione
a) Attrezzi: sono le parti che servono per la regolazione, prove, manutenzione, revisione e
manovra dell’assieme macchina.
Sono fornibili al cliente a corredo dell'assieme macchina.
Gli attrezzi possono essere del tipo azionabile a mano o mediante equipaggiamenti di potenza
e/o di manovra.
b) Attrezzature tecniche: sono dispositivi progettati per effettuare prove varie di equipaggiamento
macchina (simulacri, banchi, ecc.)
c) Attrezzature di laboratorio sperimentale: sono parti specificamente costruite per laboratorio.
d) Attrezzature di officina: sono le parti che servono per la costruzione e la lavorazione dei pezzi.
Non sono oggetto di questo manuale in quanto di competenza di altro ente aziendale
(Ingegneria Fabbricazione).
AVVERTENZA:
Qualora un'attrezzatura di officina divenga oggetto di fornitura al cliente deve essere reidentificata
secondo la numerazione prevista al para 4-9 dall'Area Tecnologica competente.
I disegni di Laboratorio della Direzione Tecnica devono essere numerati in accordo la procedura
PRO.SMP.029.04.
Per norme generali e compilazione della Segnalazione di Modifica (ECO) riferirsi alla procedura
PRO.SMP.015-02.
T.B.D.
6.1.1. Generalità
Il simbolo di saldatura sarà usato per indicare la saldatura su un disegno. La saldatura può essere
indicata graficamente se richiesta per chiarezza. ma è il simbolo di saldatura che deve identificare
la saldatura.
Figura 6-I-I.
La zona indicata dalla freccia, che sarà unita alla linea di riferimento del simbolo di saldatura., sarà
definita brevemente "LATO DI FRECCIA" l'altra zona, quella cioè non puntata "LATO,
OPPOSTO".
Quando, in un disegno, una giunzione é, rappresentata una singola linea e la freccia (del simbolo
di saldatura) è in direzione di questa, il lato identificato dalla linea viene, come già detto, definito
"LATO DI FRECCIA".
(Vedere fig. 6-1.2)
Figura 6-1.2
Quei simboli atti ad identificare il tipo di saldatura usata per riempimento a scanalature, in rilievo,
ecc . ) devono essere posti sulla linea di riferimento. La freccia, invece, deve puntare verso la
faccia esterna del pezzo da assiemare sulla mezzeria della saldatura.
Quando un assieme saldato è rappresentato, sul disegno, da pezzi paralleli al piano di proiezione
e la freccia è diretta verso la zona dove compare la saldatura il "lato freccia" sarà considerato,
anche come il lato della saldatura. (Vedere fig. 6-1-3).
Figura 6-1.3
6.1.5B Posizione sulla linea di riferimento del simbolo identificante il tipo di saldatura usata
Quel simbolo, che permetterà l’individuazione del tipo di saldatura usata, verrà posto, sotto la linea
di riferimento nel caso si prenda in considerazione il “lati di freccia” (Vedere fig. 6-1.4); sopra la
linea di riferimento nel caso del “lato opposto” (Vedere fig. 6-1.6); sia sopra che sotto nel caso in
cui la saldatura comparirà su entrambi i lati (Vedere fig. 6-1.6).
Figura 6-1.4
Figura 6-1.5
Figura 6-1.6
Quando il "lato di freccia" non è significativo, il tipo di saldatura usato (a punti o continua) sarà
specificato dall'appropriato simbolo posto a cavallo della linea di riferimento (Vedere fig. 6-1.7).
Figura 6.1.7
Quando il “lato di freccia” o il “lato opposto” sono significativi i simboli, per l’identificazione del tipo
di saldatura usata (a punti o continua), saranno usati come rappresentato in fig. 6-1.4 e 6-1.6.
Quando in una saldatura bisogna specificare una specifica di processo, o altri riferimenti, questi
dati si dovranno collocare nella parte posteriore del, simbolo della saldatura. (Vedere fig. 6-1.8A).
Figura 6-1-8A
Quando non sono richiamate specifiche, procedure o altri riferimenti si tralascerà la coda del
simbolo di saldatura. (Vedere fig. 6-1.8B)
Figura 6-1-8B
La saldatura estesa completamente nell’intorno del pezzo da giuntare deve essere indicata
ponendo sulla linea ci riferimento una circonferenza. (Vedere fig. 6-1.9) (Vedere anche fig.
6-1.30).
Figura 6-1.9
Quei valori atti a determinare saldature discontinue saranno collocati o sopra o sotto (a seconda
del caso) la linea di riferimento, a patto che queste (interruzioni) siano costanti lungo tutto il lato da
giuntare.
Per esempio:
Questo esempio indica che sul "LATO DI FRECCIA” COMPAIONO delle saldature ad angolo
aventi una lunghezza di 2" e una distanza tra le loro mezzerie consecutive di 5”; sul “LATO
OPPOSTO”, invece, compare sempre una saldatura ad angolo ma continua.
Non dovrà comparire nessun valore sulla linea di riferimento quando useremo una saldatura
tutt'attorno.
Le saldature sulle giunzioni non è vista devono essere indicate come da fig. 6-1.10 quando la
saldatura non in vista è identica a quella in vista, in tale caso è preferibile eseguire una sezione,
ma non è necessaria.
Il disegno dovrà indicare la presenza di elementi non in vista.
Se la saldatura non in vista è differente da quella in vista bisogna specificare di che tipo di
saldatura si tratta per entrambi.
Figura 6-1.10
I tipi di giunzioni ricorrenti sono indicati nella figura 6-1.11, a fianco sono elencati i tipi delle
saldature usate. (Vedere fig. 6-1.11).
6.1.7B Brasatura
Figura 6-1.12
Dalla figura 6-1.12 alla figura 6-1.34 sono esempi di saldatura e i loro simboli di saldatura
applicabili. (Vedere figure seguenti).
Figura 6-1.11
Figura 6-1.13
Figura 6-1.14
Figura 6-1.15
Figura 6-1.16
Figura 6-1.17
Figura 6-1.18
Figura 6-1.19
Figura 6-1.20
Figura 6-1.21
Figura 6-1.22
Figura 6-1.23
Figura 6-1.24
Figura 6-1.25
Figura 6-1-25A
Figura 6-1.26
Figura 6-1.27
Figura 6-1.28
Figura 6-1.29
Figura 6-1.30
Figura 6-1.31
Figura 6-1.32
Figura 6-1.32
Figura 6-1.33
Figura 6-1.34
Un assieme ottenuto per saldatura necessita, dopo la saldatura stessa, di un completo trattamento
termico o di una operazione di distensione. In alcuni casi, comunque, il trattamento termico (dopo
la saldatura) non è richiesto.
In campo aeronautico (BHC) sono impiegate frequentemente le leghe d'alluminio 6061 e le leghe
d'acciaio 4130; queste leghe sono usate per tipicizzare i richiami dei disegni.
Le proprietà meccaniche e le sollecitazioni ammissibili per le leghe d'acciaio 4130 saldate sono
illustrate in figura 6-3.4; le sollecitazioni tipiche ammissibili per le leghe d'alluminio 6061 saldate
saranno :descritte nella sezione II " Designazione materiali per costruzioni".
Può essere ottenuta un'ottima resistenza nella zona di saldature di un assieme saldato
sottoponendo questo, dopo la saldatura, al trattamento termico. Gli assiemi da trattare
termicamente dopo la saldatura devono essere richiamati come da figura 6-3.1.
Il trattamento termico di distensione obbligatorio per la classe AC, la classe A al carbonio e le
leghe d’acciaio saldate secondo la BPS FW 4359. Non è richiesta sul disegno una nota che
specifichi il compimento del trattamento termico di distensione.
Le saldature per le leghe 321 e 347 resistenti alla corrosione, le saldature classe B secondo BPS
FW 4359 e le leghe d’alluminio saldate secondo BPS FW 4404 non richiedono il trattamento
termico di distensione.
Il trattamento di distensione dell’acciaio inossidabile e delle saldature classe B secondo la BPS
FW 4359 può essere opportuno, e in alcuni casi, sarà richiamato come illustra la figura 6-3.2.
Quando il trattamento termico non è richiesto sull’assieme dopo la saldatura, il particolare della
parte saldata sarà richiamato come mostra la figura 6-3.3.
Figura 6-3.1
Figura 6-3-2
Figura 6-3-3
Figura 6-3-3
Figura 6-3.4
* Il trattamento termico di distensione è richiesto per le classi "AC e “A” saldate, mentre non è
richiesto per le classi “B” saldate. Se non diversamente indicato sul disegno.
** Quando degli assiemi sono costituiti da 2 materiali aventi diverse condizioni, per esempio una
barra ricotta saldata ad una lamiera normalizzata, il campo del carico di rottura sarà compreso
tra il minore ed il maggior valore di ogni singola parte. Il più alto valore non sarà minore di 145
Ksi se le parti sono state sottoposte a distensione e 175 Ksi se non sono state sottoposte a
distensione.
La maggior parte di saldature da noi prodotte essendo in genere legate ad uso aeronautico, sono
eseguite seguendo uno dei tre metodi seguenti.
Il trattamento interno o finitura di tubi dopo la saldatura se richiesti dal disegno, devono essere
richiamati in una nota generale.
Per esempio:
La specifica e la classe di saldatura devono essere richiamate in accordo con il tipo di materiale e
il suo impiego, da una nota sul disegno.
La nota può essere posta in coda al simbolo di saldatura, oppure con una nota evidenziata da una
contornatura triangolare (flaggata) in coda al simbolo di saldatura.
Note per 6 tipi differenti di saldature sono indicate in figura 6-7.1.
METODO DI
NOTE SUL DISEGNO MATERIALE
SALDATURA
SALDATURA SECONDO SEIxxxx CLASSE XX ALLUMINIO FIG
SALDATURA SECONDO MIL-w-18326 (NO CLASSE) MAGNESIO FIG
SALDATURA SECONDO SEIxxxx TITANIO FIG
SALDATURA SECONDO SEIxxxx CLASSE XX ACCIAIO FIG
SALD. A PUNTI SEC. MIL-W-6858 CLASSE XX ALLUMINIO PUNTI
SALD. CONTINUA SEC. MIL-W-6858 CLASSE XX ALLUMINIO CONTINUA
Figura 6-7.1
Per speciali applicazioni i seguenti tipi di note generali devono essere flaggate in coda al simbolo
di saldatura.
Se la resistenza del giunti o l'interferenza del cordone di saldatura è un requisito, questi valori
devono essere flaggati in coda al simbolo di saldatura.
a) - Minima e massima altezza del cordone di saldatura.
b) - Minimo e massimo spessore della gola di saldatura.
c) - Minima e massima profondità della saldatura.
d) - Minima e massima larghezza del cordone di saldatura.
Per assicurare una rifinitura ad un cordone di saldatura a livello, la quantità di materiale
asportabile in questa zona deve essere indicata con una nota flaggata in coda al simbolo di
saldatura.
A tutti gli assiemi saldati che devono essere sigillati oppure chiusi da una saldatura per esempio
tubi applicare fori di sfiato prima della saldatura stessa.
La posizione di questi fori deve essere illustrata come in figura 6-9.1.
Figura 6-9.1
8.1 GENERALITA’
Ogni disegno contenuto in questa sezione rappresenta un esempio tipico.
In ogni caso, il testo di questo manuale ha priorità su qualsiasi esempio di disegno.
Tali esempi sono di carattere informativo e devono essere interpretati come tali.
Fig.8.1.1
Fig.8.1.2
Fig.8.1.3
Fig.8.1.4
Fig.8.1.5
Fig.8.1.6
Fig.8.1.7
Fig.8.1.8
Fig.8.1.9
Fig.8.1.10
TABELLA 9-1.1
TABELLA 9-1.2
TABELLA 9-2.1
9.5. ABBREVIAZIONI
Qualora nella stesura di disegni o documenti tecnici si renda necessario usare parole abbreviate in
lingua inglese, usare le abbreviazioni contenute nella MIL-STD 12.
Nella costruzione delle parti di dimensione dei fori deve permettere il passaggio dei particolari di
fissaggio in tutte le condizioni di assemblaggio.
L'intercambiabilità delle parti può essere ottenuta senza ricorrere ad alesatura o particolari note
per l’accoppiamento.
Ogni qualvolta i requisiti di progetto lo consentano si dovranno usare le tabelle 9-7.1, 9-7.2, 9-7.3
e 9-7.4.
Per applicazioni strutturali o in caso di dubbio consultare l'area tecnologica strutture.
Le dimensioni dei fori indicate nella tabella 9-7.1 si riferiscono ad applicazioni di fori singoli.
Con il termine di "particolari di fissaggi" nelle tabelle 9-7.2 e 9-7.3 si intendono bulloni, viti,
prigionieri, ect.
Le dimensioni dei fori per olivette sono indicate in tabella 9-7.4.
Nelle tabelle 9-7.2 e 9-7.3 le dimensioni dei fori indicate permettono l'intercambiabilità delle parti in
tutte le condizioni di assemblaggio.
La dimensione della punta indicata è quella comunemente impiegata per produrre il foro.
Nella maggior parte dei casi è la dimensione standard più precisa rispetto al diametro nominale.
TABELLA 9-7.1
TABELLA 9-7.2
Dimensioni e tolleranze dei fori devono essere uguali su entrambe le parti da accoppiare, per
spiegazione delle tolleranze vedere figura 9-7.5.
D=d + t
D=Diametro della punta (uguale o immediatamente superiore).
d=Diametro massimo della vite.
t=Tolleranza totale delle coordinate.
Esempio:
Diametro foro per 2 víti da 1/4 di pollice con tolleranza di ± 0,18 da centro a centro è di 6,35 mm.
TABELLA 9-7.3
Dimensioni e tolleranze dei fori devono essere uguali su entrambe le parti da accoppiare, per
spiegazione delle tolleranze vedere figura 9-7.5.
D= d + 2t
D= Diametro della punta (uguale o immediatamente superiore).
d= Diametro massimo della vite.
t= Tolleranza totale delle coordinate.
Esempio:
Diametro foro per 2 viti da 3/8 di pollice con tolleranza di ± 0,15 da centro a centro è di 9,80 mm.
TABELLA 9-7.4
NOTE:
1. Le dimensioni e le tolleranze dei fori sulle strutture da accoppiare devono essere selezionate
dalla tabella 9-7.3.
2. Le dimensioni dei fori sulle strutture da accoppiare devono essere determinate in base alle
tolleranze usate.
Esempio: Foratura con posizionamento a rettangolo di 4 fori per olivette con 1,52mm di
flottaggio totale.
Quando la dimensione dei fori della tolleranza coordinate espresse nelle tabelle 9-7.2 e 9-7.3
indicando una tolleranza equilibrata di ± 0,12 su entrambe le parti da accoppiare, la somma di
questa tolleranza deve essere suddivisa a discrezione del disegnatore.
Esempio:
Generalmente è meglio dare una tolleranza maggiore al foro sul pannello dove sarà installato
l’inserto filettato, piuttosto che al foro sulla parte in accoppiamento.
Le dimensioni dei fori indicate nella tabella 9-7.4 si riferiscono alle strutture con olivette.
Le dimensioni dei fori e le tolleranze coordinate devono essere selezionate dalla 9-7.2 per strutture
o parti da accoppiare con olivette flottanti e dalla tabella 9-7.3 con olivette fisse.
FIGURA 9-7.5
NOTE:
2. Tolleranza quadrata:
Quando la posizione esatta del foro è data con le coordinate (2 lati) di un quadrato contenuto nel
foro.
3. Tolleranza cilindrica:
Quando la posizione esatta del foro è data dal diametro riferito alla intera profondità cilindrica del
foro.
Un disegno di parte critica contiene la rappresentazione grafica della parte corredata da tutte le
informazioni necessarie per la costruzione in accordo al sistema di fabbricazione in uso.
Definizione e classificazione di parte critica sono descritte nella N.T.A.-0001-44.
- Tenere in alta considerazione i requisiti di tolleranza del danno poiché dalla classe di criticità
assegnata dipendono le ispezioni, prove e controlli che la parte deve subire, il materiale da
impiegare, il trattamento e la tecnica di fabbricazione.
- Quando una parte strutturale deve supportare comandi, impianti ed equipaggiamenti devono
essere tenuti in considerazione non solo gli effetti del danno alla struttura, ma anche quelli alle
parti collegate.
- Componenti di impianti multipli devono essere considerati come facenti parte di un unico
sistema.
- Componenti di sistemi unici quali comandi rotanti, rotore e trasmissione soggetti a carico di
fatica e che possono essere interessati da un considerevole numero di difetti devono essere
considerati critici.
10.3. NUMERAZIONE
Il disegno di una parte critica deve essere identificato da un numero (radice) non utilizzato per altri
componenti e/o assiemi. Non assegnare DASH di disegni già esistenti.
Qualora per una parte venga successivamente deciso un cambio di classificazione verso classi
superiori è necessario cambiare il Dash del P/N.
10.4 IDENTIFICAZIONE
10.4.1 Decalcomania
I disegni di parti critiche (Classe A e B) devono essere corredati da una decalcomania posta in alto
a sinistra con la scritta "Critical Part" in caratteri alti 25 mm per formati AO e maggiori e alti 12,7
mm per i formati A2 e Al. Nel caso di disegni composti da più fogli la decalcomania deve essere
apposta solo sul foglio I. La scritta "Critical Part" è richiamabile dalla Standard Library del Cadam
con il P/N R001, FN 1 DET 31 e 32.
Qualora la criticità si riferisca ad una dimensione o ad una proprietà fisica o chimica aggiungere il
Ulteriori informazioni necessarie devono essere descritte tra parentesi in adiacenza al simbolo C
Qualora la criticità si riferisca ad una zona della parte disegnata circoscrivere con un cerchio
tratteggiato la zona interessata.
Nelle note generali del disegno di parte critica di classe A e B deve essere incorporata la
seguente:
- Nota di criticità -
La classificazione delle parti (A, B, C, D) deve essere digitata nell'apposito campo della Part List.
Per la tabella separata la classe deve essere riportata nello spazio note poiché non è previsto
apposito campo.
Non sostituire mai una parte di classe di criticità superiore con una di classe inferiore anche se
geometricamente intercambiabile.
Non è permesso assegnare alternative di materiale e/lo forma ad una parte critica.
Nel caso si renda necessaria una modifica di questo tipo, assegnare un nuovo dash.
10.9.1. Dadi
Innesto su foro filettato esistente sulla struttura bloccando con metodo appropriato come indicato
nel para. 10-2-9.1.
10.9.3. Prigionieri
Devono essere bloccati, indipendentemente dal fissaggio del dado, con l'anello zigrinato a
corredo: mediante accoppiamento forzato oppure con adesivo di fissaggio.
Bloccaggio come indicato nel para. 10-2-9.1. L'uso di questi fasteners deve essere quanto più
possibile evitato su parti critiche poiché potrebbero causare eccessivo carico a fatica oppure
corrosione galvanica.
Bloccaggio con il metodo più appropriato come indicato nel para. 10-2-9.1.