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Nel XIX secolo, con la redazione dei primi codici penali, si è andato ovunque
generalizzando il principio giuridico della non imputabilità dei folli e/o quello
della ridotta imputabilità per i casi meno gravi di malattia mentale.
I codici moderni affrontano tale questione secondo tre indirizzi principali:
• Metodo puramente psicopatologico (o biologico puro): non sono punibili i
soggetti che abbiano commesso un reato se affetti da determinate malattie
mentali specificate dai codici (es. psicosi, ritardo mentale, demenza). Criterio
esclusivamente nosografico.
• Metodo esclusivamente normativo (o puramente psicologico): per escludere
l’imputabilità è sufficiente che, al momento del fatto, il soggetto sia stato
giudicato incapace di intendere e di volere, prescindendo dall’identificazione di
una precisa malattia di mente.
• Metodo psicopatologico-normativo(o biologico-psicologico misto): Richiede il
ricorso di una infermità di mente e poi la valutazione della sua incidenza sulla
capacità di intendere e di volere al momento del fatto reato. E’ il metodo
seguito dalla maggior parte dei paesi, compreso il nostro
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Imputabilità
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Infermità -1
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Infermità - 2
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Il significato di malattia
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LA CRITERIOLOGIA FORENSE
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La pericolosità sociale
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n La pericolosità del reo deve essere accertata dal giudice caso per caso,
sulla base di un giudizio prognostico, cioè in virtù di una valutazione
concreta della pericolosità dell’autore del reato e, a tal fine, hanno rilievo i
criteri elencati all’art. 133 c.p.
n Art. 133 c.p. (Gravità del reato: valutazione agli effetti della pena):
“Nell’esercizio del potere discrezionale indicato nell’articolo precedente il
giudice deve tener conto della gravità del reo, desunta: 1) dalla natura,
dalla specie, dai mezzi, dall’oggetto, dal tempo, dal luogo e da ogni altra
modalità d’azione; 2) dalla gravità del danno o dal pericolo cagionato alla
persona offesa dal reato; 3) dalla intensità del dolo o dal grado della colpa.
Il giudice deve tener conto altresì della capacità a deliquere del colpevole
desunta: 1) dai motivi a delinquere e dal carattere del reo; 2) dai
precedenti penali e giudiziari e in genere, dalla condotta e dalla vita del reo,
antecedenti al reato; 3) dalla condotta contemporanea o susseguente al
reato; 4) dalle condizioni di vita individuale, familiare e sociale del reo”.
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Non psichiatriche
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ü Libertà vigilata;
ü Divieto di soggiorno in uno o più comuni, o in
una o più provincie;
ü Divieto di frequentare osterie e pubblici spacci di
bevande alcooliche;
ü Espulsione dello straniero dallo stato
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La perizia psichiatrica
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n Uno dei temi centrali della psichiatria forense è rappresentato dalla perizia
psichiatrica che costituisce anche la sua principale attività pratica. La perizia
consiste in un parere tecnico motivato che l’esperto fornisce a specifici
quesiti aventi rilevanza giuridica.
n • Il termine “parere” indica il fisiologico ed inevitabile grado di soggettività
che qualsiasi risposta professionale, per quanto possa essere
obiettivamente ancorata al rispetto dello “stato dell’arte” della disciplina,
non può non esprimere.
n • La qualificazione di “tecnico” attiene alla specifica competenza scientifico-
professionale che deve essere versata nell’elaborazione del parere, sulla
base di quelle regole scientifiche e procedurali che fondano e qualificano
l’elaborato peritale come tale.
n • Il termine “motivato” sottende il dovere del perito ad esplicitare
chiaramente il percorso logico che ha portato a quelle specifiche
conclusioni, in modo da renderle verificabili in ogni parte dai vari fruitori
dell’elaborato peritale.
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