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I racconti della Kolyma (o di Kolyma) sono una serie di crudi racconti che si svolgono alla “Kolyma” uno

dei tanti campi di concentramento sovietici (gulag) che sono stati creati durante la dittatura comunista in
nei territori dell’unione sovietica nel secolo scorso.

I motivi per finire in questi luoghi dimenticati da dio erano svariati, ma principalmente erano dedicati ai
malavitosi, ladri, dissidenti politici.
Vediamo la Kolyma, ed il sistema dei gulag in generale da chi li ha vissuti.

Il racconto ci viene presentato dagli occhi di “Krist”, uno dei prigionieri, oltre all’evidente riferimento
bibblico nel nome del prigioniero, possiamo notare che questa raccolta è composta da 33 racconti.
Anche questo numero ha un forte valore simbolico, in quanto 33 sono gli anni a cui cristo è morto nella
dottrina cristiana e il 3 in generale ha forte valenza religiosa

La cronologia con cui ci vengono presentati i racconti non sembra essere lineare, con salti avanti e
indietro nelle stagioni, senza un chiaro modo di distinguere lo scorrere del tempo.
Alcuni eventi ci vengono raccontati più volte in situazioni diverse.
Non tutti i racconti coinvolgono il narratore ma probabilmente sono successi davanti ai suoi occhi o gli
sono stati raccontati a sua volta da altri prigionieri.

In questa serie di racconti ci viene mostrato in agonizzante dettaglio il trattamento riservato ai


prigionieri, come il freddo e il desiderio di sopravvivere pieghi l’anima degli esseri umani chiusi in questi
campi di concentramento.
Come il lavoro che viene ritenuto “eroico” non sia altro che della semplice propaganda dello stato per
giustificare le condizioni disumane in cui versano i prigionieri in questi luoghi.

La Kolyma sembra essere creata su misura per tirare fuori dall’essere umano il peggio.
20 ore di lavoro, pasti miseri, condizioni di lavoro disumane, Krist ci racconta di come tutto questo cambi
irrimediabilmente le persone.
La Kolyma diventa il posto in cui anche la persona migliore può diventare un mostro se ci vive per troppo
a lungo.
Ma anche un luogo in cui la quintessenziale emozione umana si manifesta “la più grande forza e
debolezza”, la speranza.
Tutti quanti cercano in un modo o nell’altro di sopravvivere anche al costo degli altri, perché bisogna
continuare a vivere, perché finché si è vivi c’è speranza che le cose possano andare meglio.
E vediamo come questi detenuti arrivino ad assurdi estremi a quanti sacrifici sopravvivano e si
sottopongano per poter sopravvivere un giorno in più nella Kolyma.
Non tutti sopravvivono, morendo per il lavoro eccessivo, o per mano di altri prigionieri o per loro stessa
mano.

Ogni persona nella Kolyma fa il meglio (o il peggio) per vivere un altro giorno.
Che sia fingersi malato o arrivare a mutilarsi per passare anche solo un giorno al caldo dell’ospedale, che
sia rubare al proprio vicino sia esso vivo morto o morente.
E spesso, nella Kolyma, si manifestano gerarchie di potere tra i detenuti stessi, I malavitosi tendono ad
essere in capo alla catena alimentare nelle Izbe, capannoni dove dormono i detenuti, con piantoni e altri
detenuti che orbitano intorno al più forte sperando di ottenere qualcosa.
Ci viene però mostrato che anche in questi luoghi si possono trovare persone comprensive e di buon
cuore.
C’è un racconto in cui due prigionieri vengono mandati a lavorare al forno del pane e chi li deve
sorvegliare da loro da mangiare pane e marmellata e permette loro di riposare a dovere.
I dottori della clinica della Kolyma sono solitamente gentili, aiutando i prigionieri a rimettersi.
Uno in particolare addirittura invita il narratore a giocare con lui, per il puro piacere dell’interazione
sociale con il prigioniero.

Ci viene inoltre raccontata la storia della Cagna Tamara di Kolyma, un cane, a cui i prigionieri erano
particolarmente affezionati e che avevano “adottato”.
Purtroppo il cane verrà poi ucciso da un soldato, che verrà poi costretto alla fuga per la sua vita in quanto
la popolazione dei prigionieri si avvicinavano a lui con attrezzi di vario genere.
Durante la fuga morirà lo stesso, come se il desiderio di morte dei prigionieri fosse stato avverato.

Come dicevo prima, i prigionieri arrivavano a fingere di star male per non dover lavorare, e proprio
intorno a questo si basa il racconto “Shockterapia”.
Dopo esser stato pestato sia dai prigionieri che da uno dei caporali, Merzljakov è comprensibilmente
dolorante, in particolar modo alla zona lombare della schiena.
Anche dopo che il dolore è effettivamente passato, continua a fingere di star male per non dover
lavorare, viene quindi portato all’ospedale e rimane in posizione rannicchiata dicendo che i muscoli gli si
sono bloccati così e non riesce a stendere la schiena.

Viene portato a Mosca dove usando la forza, appunto la Shockterapia, quindi con l’elettricità, riescono a
dimostrare che lui in verità sta fingendo.
Dopo aver finito di torturare il malcapitato nella clinica di mosca, lo rimandano alla Kolyma.

Sullo stesso filone “ospedaliero”, c’è il racconto sulla quarantena del tifo.
In cui il narratore viene portato in quarantena per il tifo e ci viene raccontato di come finalmente potesse
stare al caldo, mangiare, dormire in un letto migliore.
Una volta ripresosi, farà di tutto per posticipare il ritorno alla Kolyma, non presentandosi all’appello
quando i prigionieri vengono chiamati, riuscendo così ancora per molto tempo a sfuggire alle maglie del
sistema e vivere in un posto caldo lontano dai lavori faticosi.
Ma inevitabilmente alla fine dovrà tornare sempre alla Kolyma.

La Prodigiosa Vita di Giuseppe Balsamo Conte di Cagliostro.

Giuseppe Balsamo, conte di cagliostro, figura realmente esistita fu un avventuriero, esoterista, alchimista
e truffatore italiano nel 1700.
Giuseppe sin da piccolo si dimostra un bambino gentile e premuroso, con una mente curiosa ed attiva ed
un’ambizione che va di pari passo alle sue capacità.

Il primo evento peculiare che ci viene raccontato di lui è che da bambino, dopo essersi assicurato che
tutti avessero visto ciò che avrebbe fatto, si avvicinò ad una mendicante e donò a lei del denaro.
E tutti furono molto colpiti dalla generosità del piccolo Giuseppe.
In particolare una figura incappucciata, un uomo bellissimo che parla con Giuseppe che gli dice che è
destinato a grandi cose fino a quando il suo cuore rimane dalla parte giusta, il che si può semplicemente
dire, fin quando non si scorda che deve rimanere fedele a dio.

In uno dei suoi viaggi in italia, conosce la giovane Lorenza, con cui poi si sposerà ed andrà a vivere a
Londra.
Inizialmente Giuseppe non si presenta come Conte di Cagliostro in quanto egli non lo è, ma Lorenza
convinta che lui in verità lo sia, inizia a chiamarlo Conte e lui la chiama Contessa in risposta.
Da quel momento si presenteranno come il conte e la contessa di Cagliostro.

Come ho detto i due vivranno a Londra per un periodo, dove Giuseppe troverà un modo di predire senza
mai sbagliare i numeri della lotteria, cosa che gli porterà non pochi guai a lungo andare quando si troverà
al centro di una cospirazione da persone che vogliono sapere questi numeri costantemente.
Verrà arrestato e poi scagionato.

In Europa il nome “Cagliostro” inizia a farsi importante e molti circoli massonoci lo accolgono ed alcuni
sono fondati da lui stesso.
Conscio della sua fama, cagliostro inizia a presentarsi con nomi falsi, un tratto che ricorda molto un altro
conte della letteratura, il celebre Conte di Montecristo.

Il libro di Kuzmin (?) prende fortissima ispirazione dall’opera di Dumas (montecristo) e dal Faust di
Goethe infatti.

La moglie non sembra essere entusiasta della vita che Giuseppe le offre, Lorenza è una donna di popolo
e non è abituata alle formalità, vuole feste, sfarzo, lusso sfrenato.

Cagliostro e consorte gireranno in tutta Europa, la già menzionata Londra sarà una delle prime tappe, ma
ci saranno anche Parigi, la germania, Pietroburgo, Roma (ed altri).
Gira l’Europa compiendo miracoli, leggendo menti e preparando pozioni magiche per aiutare chi ne ha
bisogno.
Nei suoi circoli massonici è maestro ed insegnante delle sue conoscenze esoteriche.

Gli anni passano e la fama di cagliostro oramai lo precede, e qui abbiamo il riferimento Goethiano,
all’apice della sua fama, inizia il declino.
Il cuore di cagliostro non è più nel posto giusto e si sente superiore a dio ed il bellissimo uomo
incappucciato si manifesta di nuovo per avvertirlo.
Giuseppe non da orecchio a questi avvertimenti, cosa che lo porterà inevitabilmente alla rovina, come
faust.
Infine Cagliostro muore in prigione a Roma e con esso la moglie.

Vele Scarlatte

Il racconto si apre in un villaggio di mare chiamato "Kaperna"

Longren, un vecchio marinaio torna a casa e trova la vicina che accudisce una piccola bambina di appena
8 mesi.

La bambina è la figlia della moglie del marinaio, morta durante la sua assenza.

Inizialmente Longren si farà aiutare dalla vicina, ma quando la piccola Assol inizia a camminare, decide di
accudirla da solo.

5 anni dopo, Longren lascerà morire in mare Manners, un concittadino che aveva cercato di estorcere
alla defunta moglie di longren del sesso, in cambio del denaro e cibo di cui lei aveva disperatamente
bisogno.

La donna rifiuta l'accordo ed alla fine morirà di stenti, quindi avendo l'occasione di salvare manners,
longern si limitata guardarlo in silenzio.

In seguito a questo, il villaggio ripudierà Longren e la piccola, che si isoleranno dal villaggio che inizierà a
tessere storie sul vecchio marinaio.

Passano altri 3 anni e la piccola Assol, dopo essersi persa nel bosco inseguendo uno Yacht giocattolo fatto
dal padre, che lei aveva messo in un fiumiciattolo, arriva alla riva del mare dove trova il giocattolo ai piedi
di un vecchio che le si presenta come mm mago.

Il quale le fa una profezia, che un giorno un principe verrà dal mare su una nave con vele scarlatte e la
porterà via e la amerà tanto (nota mia: piango)

La bimba corre a casa dal padre e racconta tutto a Longren, che non volendo infrangere le speranze della
bimba conferma la storia del vecchio mago.

La narrazione si sposta poi sul giovane Arthur Gray, figlio della facoltosa famiglia Gray.

Cresciuto nell'agio e nell'amore incondizionato della madre e del padre, sin da piccolo dimostra un
animo gentile e caritatevole, facendo la carità a chi ne ha bisogno.

Un giorno, vagando nel castello della famiglia vede un enorme quadro raffigurante una nave in tempesta
rimanendone ammaliato al punto che la visione del quadro diviene parte della routine giornaliera di
Arthur.

Da quel momento in poi inizia a leggere ogni libro che parli del mare e di navi e di marinai, finché, a 15
anni, non fugge di casa per imbarcarsi u una nave.
Diviene mozzo sulla nave Anselmo, sotto la guida del capitano Hope, che inizialmente aveva poche
speranze per il ragazzo, ma finisce con prenderlo sotto la sua ala e renderlo proprio pupillo.

A 20 anni Arthur torna brevemente a casa dove scopre che il padre è morto e trova la madre vestita a
lutto e con i segni di un lungo digiuno.

Il ragazzo resta poco, poi prende un po' di soldi da casa, si compra un veliero e riparte come comandante
della "Segreto".

Dopo una non specificata quantità di tempo, dopo aver scaricato in porto il carico ed aver lasciato
riposare i suoi uomini per un paio di settimane, si sente avvolto da una sensazione angosciosa che lo
accompagna per tutta la giornata.

Calata la notte Segreto ha ormeggiato sotto la costa e L'Insonne capitano chiede a Letika di
accompagnarlo a pescare.

Letika lo accompagna fino a riva con una scialuppa, approdano al villaggio di Kaperna, dove passano la
notte a pescare.

L'indomani mattina sotto gli alberi dove loro avevano passato la notte, trovano Assol, che dorme.

Arthur lascia un anello alla ragazza dormiente e si reca in villaggio.

Nella taverna di Kin Manners, figlio di Manners lasciato morire da Longren, che sparla della ragazza e del
padre, quando un avventore della taverna interviene in difesa della ragazza.

L'avventore è un minatore che non vive al villaggio ma spesso ci passa per lavoro ed ha avuto molte volte
modo di parlare con Assol.

Il racconto dell'avventore colpisce positivamente Arthur che esce dalla Taverna

Passiamo ancora una volta a Assol.

Vediamo le sue azioni nelle 24 ore precedenti al suo incontro con Arthur.

Ci viene descritta la situazione finanziaria disastrata di lei e del padre.

Nessuno compra più i giocattoli di Longren, il cibo sta per finire.

Assol è sbocciata in una giovane adulta con molto "fascino", citando testualmente.

La mattina prima dell'incontro Assol va a fare un giro per i campi tra i suoi amati fiori ed alberi ed il
capitolo si chiude con lei che si sveglia e si trova l'anello di Arthur al dito.

Il successivo capitolo vede Arthur preso dalla preparazione per sposare Assol, con la quale, il narratore ci
ricorda, non ha mai parlato.

Arthur si reca a comprare 2000 metri di seta scarlatta per sostituire le vele così che Assol possa vederle.
Intanto Longren ha deciso di imbarcarsi come marinaio su un battello che fa la spola da quelle parti per
essere a casa ogni 10 giorni.

Intanto le vele sono state sostituite e La Segreto si avvicina al villaggio di Kaperna.

Appena assol vede le vele rosse si precipita verso la nave che non aspetta che lei davanti alla folla divisa
tra stupore e veleno.

Arthur e Assol si sposano e (nota mia: ) " vissero felici e contenti"

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