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1.Analisi Libri
Candido- Analisi
Candido è un racconto filosofico e un romanzo di avventura scritto
da Voltaire e pubblicato nel 1759; in esso l’autore “critica” le teorie
ottimistiche.
Il linguaggio del libro è molto semplice e di tipo quotidiano; sono
molto presenti lunghi dialoghi tra i personaggi. Il narratore è
esterno, infatti è l’autore stesso.

Candido è un ragazzo molto ingenuo che ha sempre vissuto nel


castello di ​Thunder-Ten Tronckht, dove cresce con Cunegonde, la
figlia del barone, e il maestro Pangloss, suo precettore che gli
insegna che tutte le cose vanno “nel migliore dei modi nel migliore
dei mondi possibili”.
Candido si innamora di Cunegonde e il barone, dopo aver scoperto
che i sentimenti erano ricambiati, lo caccia dal castello.
Il giovane ragazzo vive innumerevoli avventure che gli fanno
scoprire una visione completamente diversa del mondo; guerre,
schiavitù, terremoti e malattie gli fanno capire quanto infelice sia la
vita.
A cause di tutte queste tragedie Candido finisce in povertà e, dopo
aver parlato con un contadino, capisce che l’unica cosa che rende
felici è il lavoro.

Recensione
La lettura di questo piccolo libro è stata piuttosto piacevole; lo stile
di narrazione è velocissimo, in poche pagine si passa da una storia
all’altra in un modo che non rende mai noiosa la lettura.
Molto interessanti i personaggi, soprattutto il povero Candido,
vittima di catastrofi e situazioni solitamente improbabili; più i
capitoli passano più il ragazzo si rende conto che gli insegnamenti
del suo maestro non rappresentano la realtà.
Ho apprezzato molto l’ironia di Voltaire, ha reso la lettura più
divertente e piacevole. L’unica cosa che mi ha infastidito molto è la
continua anticipazione di eventi nei titoli dei capitoli, ritengo rovini
molto la lettura sapere cosa Candido farà.

Voto complessivo: 8

Robinson Crusoe- Analisi


Robinson Crusoe è un romanzo di avventura scritto da Daniel Defoe e
pubblicato nel 1719.
Il narratore dell’opera è interno, infatti è lo stesso Robinson Crusoe,
ormai vecchio, a narrare le sue avventure intervenendo con delle
critiche; il romanzo in alcune parti adotta lo stile di un diario.
Il linguaggio è quotidiano anche se qualche volta possiamo trovare
termini ormai in disuso.

La storia narrata è quella di Robinson Crusoe, nato in una famiglia


benestante, che, in cerca di avventura, ignora i consigli del padre e
rinuncia ad una vita agiata.
Robinson decide di viaggiare per mare, ma i suoi viaggi non sono un
successo; nel primo la sua nave viene colpita da una violenta tempesta e
nel secondo viene catturato e fatto schiavo da un pirata.
Fortunatamente riesce a liberarsi qualche anno dopo grazie anche
all’aiuto del suo servitore Xuri, che poi vende al capitano che lo salvò.
Robinson arriva in Brasile dove compra una piantagione di tabacco, che
lascia per rimettersi in viaggio.
Durante questo viaggio naufraga su un’isola deserta, dove riesce a
sopravvivere per quasi trent’anni.
Durante questi anni riscopre la fede in Dio grazie ad una Bibbia trovata
sul relitto della sua nave.
La religione è una parte importantissima dell’esperienza di Robinson,
infatti lui giunge alla conclusione che tutto sia collegato a Dio e alla
Provvidenza.
Robinson scopre successivamente che l’isola non è del tutto deserta,
infatti viene spesso utilizzata dai selvaggi di un’isola vicina per uccidere i
propri prigionieri; Robinson durante uno di questi riti salva un selvaggio
dall’essere ucciso che diventerà suo compagno e servitore e che chiamerà
Venerdì.
I due vivono serenamente per qualche anno, fino a quando incontrano
un capitano spodestato da un ammutinamento e, dopo averlo aiutato,
partono con la sua nave e dopo un lungo viaggio ritornano in Brasile
dopo Robinson scopre che la sua piantagione era diventata molto
remunerativa.
Dopo aver venduto la piantagione si trasferisce in Inghilterra, dove si
sposa e vive una vita piuttosto felice.

Recensione
Ero piuttosto scettica riguardo questo libro non essendo un’amante dei
romanzi di avventura ma devo ammettere che questo si è rivelato una
piacevole sorpresa.
Non pensavo di rimanere così affascinata dal personaggio di Robinson
Crusoe, un uomo che ha avuto il coraggio di lasciare tutto per viaggiare e
seguire le sue passioni; un uomo che ha avuto la forza di ricostruire tutto
da zero e che non ha mai perso la speranza e che è riuscito a trovare
qualcosa di buono anche in una situazione così miserabile.
Robinson viene spesso considerato un eroe ma bisogna anche ricordare
che è un uomo che ha fatto strage di selvaggi e che ha “imposto” la
propria religione a Venerdì.
Devo ammettere però che non tutto il libro è stato piacevole; le prime
cinquanta pagine sono abbastanza noiose e non riuscivo a leggerle
volentieri; non ho apprezzato la parte finale, quella del ritorno alla
civiltà, l’ho trovata molto forzata e scritta solo per “allungare il brodo”.
Le parti sulla religione e sulla Provvidenza sono pesanti e ripetitive,
occupano intere pagine.
Nonostante tutto è un libro piacevole, anche se a tratti molto noioso.

Voto complessivo: 7

I viaggi di Gulliver- Analisi


I viaggi di Gulliver è un romanzo d’avventura scritto da Jonathan Swift
nel 1726.
La storia si svolge tra il 1699 e il 1715 ed è narrata in prima persona.
Il libro narra delle disavventure di Lemuel Gulliver, un medico di bordo,
che nei suoi viaggi incontra popolazioni immaginarie.
Il libro è diviso in 4 parti, una per ogni viaggio.

Il primo viaggio, che inizia nel 1699 e finisce nel 1702, comincia con
Gulliver che lascia la città di Bristol e si ritrova sull’isola di Lilliput.
Quest’isola è abitata da tanti piccoli individui, grandi come un pollice,
che, appena visto Gulliver, lo legano. Dopo questo malinteso il popolo
offre ospitalità a Gulliver. Il ragazzo incontra anche l’imperatore di
Lilliput che decide di usarlo contro Blefuscu, un’isola vicina. Gulliver,
però, perde la fiducia dei lillipuziani, che lo condannano a morte;
fortunatamente riesce a scappare e a tornare a casa.

Il secondo viaggio, che inizia nel 1706 e termina nel 1710, Gulliver arriva
nel paese di ​Brobdingnag; gli abitanti di quest’isola sono alti 22 metri.
Gulliver viene raccolto da un contadino che lo tiene come animale
domestico. Un giorno lo vende alla regina dell’isola che lo usa per
intrattenere la sua corte. La permanenza di Gulliver in questo paese non
è molto piacevole; non solo le sue condizioni di vita sono umilianti, i
giganti sono rozzi e hanno un cattivo odore. Fortunatamente un giorno
un’aquila afferra la piccola gabbia di Gulliver e la lascia in mare; Gulliver
riesce di nuovo a tornare dalla sua famiglia.

Durante il terzo viaggio Gulliver si trova sull’isola fluttuante di Laputa,


abitata da studiosi di matematica. Gli abitanti di quest’isola si dedicano
ad esperimenti assurdi. Gli abitanti di Laputa opprimono la terra di
Balnibarbi, abitata da esseri immortali e da personaggi storici molto
importanti. Gulliver decise di andarsene dopo aver scoperto che gli
abitanti di Laputa opprimono altre popolazioni.

Il quarto ed ultimo viaggio, che comincia nel 1710 e finisce nel 1715,
comincia con l’ammutinamento dell’equipaggio di Gulliver, che arriva
nella terra abitata dagli Houyhnhnms, cavalli, e dai loro servitori, gli
Yahoo, esseri umani.
Gulliver fa amicizia con gli Houyhnhnms e gli spiega la costituzione
inglese; scopre anche che loro vivono in maniera razionale: non hanno
religione e non sono tristi per la morte e nella loro lingua non ci sono
parole per definire i sentimenti.
Gulliver chiede di essere ammesso negli Houyhnhnms ma viene bandito
e riluttante costruisce una canoa e torna a casa.
Gulliver è disgustato dagli esseri umani, non sopporta nemmeno la
presenza della moglie e dei figli e passa le sue giornate nella stalla a
parlare con i cavalli.

Recensione
Lessi questo libro per la prima volta alle elementari, ricordo che a quei
tempi lo trovai divertente e non pensai molto al suo vero significato.
Rileggendo questo libro ho potuto apprezzare l’ironia dell’autore nel
descrivere i viaggi e i tentativi falliti di Gulliver di integrarsi in società a
lui completamente sconosciute; ho capito anche le numerose critiche che
Jonathan Swift rivolge all’Europa e alla scienza. Penso sia un peccato che
un libro così bello venga sminuito e considerato come un racconto per
bambini.

Voto complessivo: 8

2. Analisi novelle “Lo cunto de li cunti”


Il racconto dell’orco- Analisi
Il racconto dell’orco è il primo racconto della prima giornata ed è narrato
da Zeza.
Nel racconto sono presenti sequenze descrittive, dialogiche e narrative.
Antonio è il protagonista, l’orco l’aiutante del protagonista e l’oste
l’antagonista, sono invece personaggi secondari i membri della famiglia
di Antonio.
La narrazione si svolge a Marigliano, città d’origine di Antonio, e ai piedi
del Vesuvio dove è situata la grotta dell'orco.

La fiaba narra del giovane Antonio, che vive con sua madre e le sorelle
zitelle; il ragazzo non lavora, quindi viene cacciato di casa.
Mentre vaga senza meta per il bosco incontra un orco che gli propone di
lavorare per lui. L’unica cosa che Antonio passa così due anni dall’orco
finchè non gli viene nostalgia di casa. L’orco, notando la sua tristezza, gli
regala un asino e gli dice di tornare a casa e una volta arrivato di
pronunciare “Alè, caca oro”.
Antonio ovviamente non resiste alla tentazione e una volta allontanatosi
dalla grotta dell’orco pronuncia la frase e l’asino comincia a defecare oro.
Antonio si ferma per la notte in una locanda e, stupidamente, dice
all’oste di non pronunciare la frase; ovviamente l’oste, incuriosito, scopre
il segreto dell’animale e decide di tenerlo per se, scambiandolo con un
asino normale.
Il giorno dopo il ragazzo parte con l’asino sbagliato e torna a casa, per poi
essere cacciato di nuovo.
Antonio ritorna dall’orco che gli affida un fazzoletto magico; la storia si
ripete e l’oste ruba il fazzoletto.
Il ragazzo ritorna dall’orco, che gli da un bastone magico.
Antonio dice le parole magiche e viene picchiato dal bastone; torna
dall’oste, che dice la frase e viene bastonato e accetta di restituire gli
oggetti ad Antonio.
Il ragazzo torna dalla famiglia e la rende ricca.

La vecchia scorticata- Analisi


La vecchia scorticata è il decimo racconto della prima giornata ed è
narrato da Iacova.
Nel racconto sono presenti molte sequenze descrittive e narrative.
La protagonista è la sorella maggiore, l’aiutante sono le fate, la sorella e il
barbiere sono personaggi secondari.
La narrazione si svolge nella casa delle sorelle e nel castello del re.

Due vecchie sorelle abitano in una stanza posta sotto le camere private
del re; le due donne si lamentano per ogni rumore proveniente da sopra
e il re, pensando che si trattasse di donne giovani e delicate, se ne
innamora.
Il re desidera vedere le donne e le convince a mostrargli un solo dito
della mano; le due signore passarono tutti i giorni a succhiarsi le dita per
farle apparire più lisce.
Il giorno dell’incontro il re bussò alla porta delle due sorelle che gli
mostrarono solo un dito, che il re leccò e baciò.
Una delle due sorelle gli propose di incontrarsi nelle sue stanze, ma
solamente al buio e il re accettò.
Dopo aver passato la notte insieme, il re si accorge che qualcosa non va e
accende un fiammifero per vedere in faccia la ragazza e una volta
scoperto l’inganno la fa buttare dalla finestra.
La vecchia rimane incastrata tra i rami di un albero e viene vista da delle
fate che cominciano a ridere e per ringraziarla per la risata la
trasformano in una donna giovane e bellissima.
Il re la vede e se ne innamora e decide di sposarla.
Al matrimonio si presenta anche la vecchia sorella della ragazza che,
gelosa, le chiede il segreto della sua bellezza.
La donna le risponde che si era fatta scorticare. La vecchia, credendo alle
sue parole, dopo il matrimonio andò da un barbiere e si fece scorticare,
l’incantesimo non funzionò e lei morì dissanguata.

Smalto splendente- Analisi


“Smalto splendente” è la terza fiaba raccontata durante il quinto giorno.
I protagonisti sono Betta e Smalto Splendente, l’antagonista è la regina,
l’aiutante è la vecchia che ospita Becca e il padre è un personaggio
secondario.
Nel racconto sono presenti molte sequenze descrittive e narrative.
Becca, figlia unica di un mercante, non ha mai voluto sposarsi; un giorno
chiede al padre di portarle delle cose stravaganti, tra cui mandorle,
zucchero e varie pietre preziose. Il padre le porta tutto quello che ha
chiesto e Becca si chiude in camera per poi uscirne incinta e con un
uomo; quell’uomo è Smalto Splendente, una statua modellata da Becca.
Il padre, vedendo la bellezza dell’uomo, organizza subito un grande
matrimonio per la figlia.
Al matrimonio viene anche una regina che, innamorata di Smalto
Splendente, lo rapisce e lo sposa.
Becca cerca il suo amato per tutto il mondo e arriva a casa di una
vecchietta, che le insegna tre formule magiche.
Becca arriva nel regno di Monterotondo, chiede ospitalità nel palazzo
reale e scopre che anche Smalto Splendete si trova lì.
Becca pronuncia la prima formula e fa apparire una carrozzina d’oro che
si muove da sola; la regina vuole quella carrozzina e in cambio Becca
chiede di passare una notte con Smalto Splendente.
La regina accetta e dà un sonnifero al marito, che dorme tutta la notte.
Becca utilizza la seconda formula per avere un’altra notte con Smalto, ma
la regina gli dà di nuovo un sonnifero.
Becca utilizza la terza formula magica per passare un’altra notte con
Smalto, che avendo capito l’inganno della regina, non ingoia il sonnifero.
Becca spiega la situazione a Smalto e insieme scappano dal castello.

Il dragone- Analisi
Il dragone è il quinto racconto della quarta giornata ed è narrato da
Popa.
I protagonisti sono il re e Miuccio, gli antagonisti sono la maga e la
regina e gli aiutanti sono gli uccelli.
I luoghi in cui si svolge la narrazione sono la foresta e il regno di
Altamarina.

Mentre il re di Altamarina è lontano dal suo regno, il suo palazzo viene


occupato da una maga; il re parla con un oracolo e scopre che riavrà il
regno quando la maga perderà gli occhi.
Il re prova in tutti i modi a colpire la maga ma non ci riesce; il re
comincia quindi ad uccidere tutte le donne che passano nella foresta.
Di lì passa anche Porziella, una ragazza che cade nella trappola del re ma
viene salvata da un uccello che si scopre poi essere una fata.
Il re mura in soffitta Porziella, che rimane incinta e dà alla luce un figlio
chiamato Miuccio.
Porziella allarga il buco che la fata usava per darle da mangiare e fa
uscire il figlio.
Miuccio diventa il paggio del re e comincia ad amarlo più del figlio.
La regina si arrabbia e fa svolgere a Miuccio delle prove quasi
impossibili, ma grazie all’aiuto della fata riesce a compierle.
Dopo una serie di prove, Miuccio fa perdere la vista alla maga e il re può
di nuovo avere il suo regno.
Alla fine il re sposa Porziella e la fata sposa Miuccio.

Sole, luna e Talia- Analisi.


Sole, Luna e Talia è il quinto racconto della quinta giornata ed è narrato
da Popa.
I protagonisti sono Talia, il re, Sole e Luna, l’antagonista è la regina, la
fata è l’aiutante e il cuoco è un personaggio secondario.

Un re decide di chiamare gli indovini per conoscere il destino della figlia


Talia; scopre che morirà per una lisca di lino, così il re vieta gli oggetti
per fare il filato.
Talia, ormai diventata grande, vede una vecchia che fila e le chiede di
insegnarle a filare; purtroppo muore per una scheggia di lino sotto
l’unghia.
Il re lascia la figlia morta seduta sotto un baldacchino e fa chiudere il
palazzo.
Un altro re trova il castello abbandonato e mette incinta Talia che dopo 9
mesi partorisce due gemelli; che succhiando il dito di Talia riescono a
farla tornare in vita. Talia chiama i suoi figli Sole e Luna.
Il re torna nel castello e una volta scoperto che Talia aveva avuto dei figli
passa del tempo con loro per poi promettere loro di ritornare.
La regina, ingelosita, manda il suo segretario ad indagare e prende i figli
di Talia. La regina consegna i bambini al cuoco e gli ordina di cucinarli,
ma lui li sostituisce con due capretti.
Il re, avendo scoperto l’inganno, mette al rogo la regina e sposa Talia.

Martina Coppa

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