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10\02\2023

LA COMUNITÀ SORDA
ARCIPELAGO SORDITÀ
Estremamente variegata ed eterogenea, perché intervengano fattori di diversità:
- Epoca di insorgenza della sordità (PRE-NATALE, PERI-NATALE, POST-NATALE o PRE-
VERBALE, POST-VERBALE).
- Causa della sordità.
- Tipo di sordità (SEDE DELLA LESIONE → sordità trasmissiva, sordità neurosensoriale, sordità
centrale).
- Grado della sordità (lieve, media, grave, profonda).
- Provenienza familiare (5%\10% sordi con genitori sordi).
- Esposizione linguistica (percorso ORLAISTA, percorso BILINGUE o ALINGUISMO).
- Percorso educativo\riabilitativo.
- Ausili per l’udito.

17/02/23

ASCOLTARE CON GLI OCCHI


Nancy Rourke dipinto → colori vivaci ed elementi della cultura sorda che fanno riferimento in generale
alla lingua dei segni: qui si vede l’occhio inserito nella mano.
Le persone sorde sono super vedenti? Il cervello quando non riceve degli stimoli sensoriali fa lavorare
aree per potenziare altre abilità, si parla di plasticità cross-modale. Nelle persone sorde, soprattutto
quelle nate sorde o divenite sorde in tenera età si denota un campo visivo più ampio, una vista periferica
più potenziata e un abilità più raffinata nel catturare i movimenti. Usano il campo visivo per arrivare al
maggior numero di informazioni. Aumentano le abilita visive in genere.
Il contatto visivo non si deve sottovalutare: quando si interagisce con una persona sorda segnando,
interrompere il contatto visivo è un segno di maleducazione, perché è come se si interrompesse la
comunicazione.
LA COMUNICAZIONE IN UNA LINGUA DEI SEGNI

• Diposizioni che agevolano la comunicazione? Il semicerchio come disposizione va bene per i


gruppi, in modo da avere sottocchio tutti i possibili interlocutori. Quando si è a uno a uno l’ideale
è la posizione frontale (anche se non sempre si riesce a mettersi cosi, pensiamo: es. aereo);
si presta attenzione alla luce, perché se sto segnando e alle spalle del mio interlocutore c’è il
sole può essere fastidioso.
• Come catturare l’attenzione visiva? Per disturbare meno possibile gli occhi di chi sta guardando
si tende ad evitare paillettes, brillantini, maglie con colori molto accesi, maglie a righe, barba e
baffi possono essere un impedimento visivo e compromettere la possibilità di labio-leggere.
Se la persona è vicina ma girata per chiamarla si fa “tap tap” sulla spalla.
Aree da non toccare sono la testa, la gamba se si è seduti solo se si è amici intimi, se la persona
non è raggiungibile si cerca di entrare nel suo campo visivo col movimento della mano, anche
richiami tattili (battere sul tavolo), battere il piede sul legno perché tramette di più le vibrazioni
tattili, spegnere e accendere la luce.
• Segni visivi in LIS: ci sono alcuni segni, alcune espressioni, che in LIS vengono rivisitate in
funzione del ruolo primario della vista, per esempio del verbo ascoltare c’è sia la variante
ascoltare con le orecchie, sia con gli occhi.
ESPOSIZIONE LINGUISTICA
Le persone sorde nate da sordi sono una minoranza (tra 5 e 10% i media).
Persona sorda che nasce da sordi segnanti: dal primo giorno di vita questa persona ha accesso naturale
e spontaneo alla lingua dei segni perché l’input linguistico in lingua dei segni viaggia nel canale visivo,
(canale sensoriale integro). Acquisisce la lingua dei segni spontaneamente solo con l’immersione
linguistica, in questo caso segnante.
Studi sull’acquisizione della LIS dimostrano che l’acquisizione della LIS dove il canale visivo è integro
avviene negli stessi tempi e con le stesse tappe che si osservano nell’acquisizione delle lingue vocali.
Quali sono le tappe?
1) Lallazione manuale (babbling) → è un esercizio articolatorio che tutti i bambini fanno
manualmente e vocalmente. I bambini capiscono che devono usare le mani per comunicare.
All’inizio non sanno gestire bene questi articolatori, quindi iniziano a esercitarsi. Sono esercizi
articolatori.
2) Primi segni in isolamento → non sempre articolati come la forma target: nella loro testa il
segno lo comprendono, lo stanno però elaborando dal punto di vista articolatorio.
3) Olofrase → con un segno vogliono intendere una frase.
4) Combinazioni di segni
5) formazione delle prime frasi → man mano che crescono aumentano la complessità.
I primi stadi nelle lingue dei segni sono in media più ravvicinati. Il sistema articolatorio vocale necessita
più tempo per la maturazione rispetto al sistema articolatorio delle lingue dei segni, cioè i primi segni
possono arrivare prima delle prime parole. Su questo sistema si basa il baby sign → nato negli Stati
Uniti e poi portato in Italia, è un programma indirizzato a tutti i bambini udenti da 0 a 24 mesi, ma
estendibile anche a mesi successivi, volto a proporre segni in isolamento tratti dalla LIS eventualmente
con alcuni riadattamenti, per far si che il bimbo riesca a comunicare i suoi bisogni in modo precoce prima
che sia in grado di farlo con la voce.
Se noi aspettiamo le prime parole i bimbi potrebbero avere un senso di frustrazione: vorrebbero dire
delle cose ma non riescono perché immaturi dal punto di vista articolatorio.
Si osserva che quando il sistema articolatorio vocale è maturo generalmente abbandonano il segno;
quindi, è una sorta di ponte per arrivare alla lingua vocale.
CODA (children of deaf adults): madrelingua LIS udenti. È stata fondata la coda italia per dar loro la
possibilità di riunirsi. Sono persone nate in famiglia sorda segnante, spesso sono segnanti nativi e vivono
tra la comunità udente e quella sorda.

Il 95% delle persone sorde nasce da udenti.


In questo caso un’opzione è che la lingua vocale viene scelta da tutte le famiglie per rendere consapevoli
dell’importanza della lingua italiana.
Oggi l’italiano è per tutti i bambini sordi.
Quanto all’italiano il canale sensoriale non è più integro, per le persone sorde il canale acustico vocale
è compromesso, può essere inaccessibile o parzialmente accessibile. Nel caso di sordità gravi o
profonde non ci può essere acquisizione linguistica spontanea, serve un supporto (protesi acustiche,
impianto cocleare, percorso riabilitativo logopedico).
Tutti i bambini quando vengono diagnosticati sordi iniziano un percorso logopedico (può avere durata
breve o più lunga, può essere dalla prima infanzia alla scuola superiore), ci possono essere risultati
ottimi, ma anche bassi, in cui la persona sorda non arriva da una soddisfacente competenza comunicativa
in italiano.
Ci son persone sorde con competenza linguistica non ottimale che pero pronunciano bene le parole, ma
possono avere difficolta bella comprensione del testo, o ci possono essere scenari dove la persona non
ha buona articolazione vocale (diversa dalla competenza linguistica).
Lettura labiale: strumento per accedere all’input della lingua vocale, funziona peggio nell’interazione a
gruppi, meglio in quella uno a uno.
Ci sono molte variabili in gioco: la produzione non è segmentata, ma è un flusso, quindi bisogna avere
buona competenza nella lingua per poter intuire i confini di parola, la persona che parla magari si muove,
si gira, mette la mano davanti la bocca, può avere un difetto di pronuncia. Non tutti i fonemi della lingua
vocale sono ben visibili: ci sono fonemi posteriori (es. c,g) difficilmente visibili, spesso è un indovinare e
cercare di colmare i punti oscuri.
Più precoce è l’intervento per installare l’impianto cocleare più è alto il successo di recupero uditivo.
C’è anche la possibilità di esporre in bambini alla lingua dei segni poiché il canale della vista è integro.
Se la famiglia non conosce la LIS come avviene l’acquisizione? Negli USA c’è un programma che prevede
la collaborazione tra famiglia e un educatore sordo segnante che va in casa da quando il bimbo nasce a
quando ha 3 o 4 anni e gli da input in LIS e anche alla sua famiglia.
La LIS è la lingua dei sordi? No. Ci sono anche persone udenti madrelingua nella LIS, e le lingue non
sono di nessuno, molti sordi anzi si rifiutano di usarla.
Ci sono persone sorde che nascono in famiglia sorda segnante che scoprono di esserlo solo quando
vanno a scuola e vedono gli udenti.
La sordità viene definita disabilità invisibile → evidente nel momento in cui si ha la necessità di
interagire con la persona sorda, se la persona sorda non ha bisogno di interagire con gli altri non si vede
la sordità. L’identità sorda si costruisce confrontando il proprio di comunicare e vivere con quello della
maggioranza udente.
Helen Keller è una statunitense sordo-cieca all’età di 19 mesi, è riuscita ad acquisire inglese e lingua
dei segni americana. È la prima persona sordo cieca ad essersi laureata, è stata scrittrice, attività per i
diritti della comunità sordo cieca.
“La cecità allontana le persone dalle cose, a sordità allontana le persone dalle persone”.
Le difficolta per i sordi stanno nella sfera dell’interazione e dell’accesso alle informazioni.
COMUNITÀ SORDA
Secondo Johnson & Erting (1992) l’appartenenza alla Comunità Sorda dipende dalla condizione
biologica di sordità e dall’uso della LS:
D
A) Nucleo centrale di segnanti nativi, sordi figli di sordi
C
B) Ampia fascia di segnanti sordi che usano la LS dopo il contatto
con altri sordi (es. in istituto) B
C) Segnanti udenti: parenti di persone sorde, interpreti e altre figure
A
professionali con competenza variabile in LS

D) Comunità udente

LA LIS NELLA SOCIETÀ


Nonostante la convenzione ONU del 2006 sui diritti per persone con disabilità che ha incoraggiato la
comunicazione e l’accesso alla LIS, non se ne è più fatti nulla fino al 2021.
Nel 2011 c’è stato il movimento LIS subito per riconoscere la LIS. Nel 2011 è stato approvato al senato
il decreto DDL 4207, ma poi stravolto alla Camera perché qualcuno disse che non era LIS, bisognava
dire è LMG, linguaggio mimico gestuale. Poi c’è stata la fine del governo Monti. Nel 2017 c’è stato il
DDL 302 approvato in senato e la fine del governo Gentiloni. Il 19 maggio 2021 abbiamo l’approvazione
dal decreto sostegni, che all’articolo 34-ter recita: “La Repubblica riconosce, promuove e tutela la lingua
dei segni italiana (LIS) e la lingua dei segni tattile (LISt)”. Subito dopo riconosce la figura di interprete
di LIS e di LISt.
24\02\2023
03\03\2023

FALSE CREDENZE
1) ESISTE UN’UNICA LINGUA DEI SEGNI UNIVERSALE
IS (international sign)→ codice che si utilizza per comunicare in eventi internazionali, che per la maggior
parte sono costituiti dalla ASL , la restante parte da altre LS, ecco perché non è una lingua. (no regole
no trasmissione).
L’eterogeneità delle lingue dei segni presenta le stesse caratteristiche di quella delle lingue vocali.
Generalmente, come le lingue vocali, le lingue dei segni variano in base al Paese in cui vengono utilizzate,
e variano dunque anche a seconda della cultura e della società del determinato paese.

2) LE LINGUE DEI SEGNI NON SONO VERE LINGUE


Esistono molte prove a sostegno dello status linguistico delle lingue dei segni:
GRAMMATICA: Le LS possiedono una struttura interna fonologica, morfologica e sintattica al pari delle
LV (prima descrizione della grammatica della LIS → VOLTERRA 1987).
ACQUISIZIONE: L’acquisizione delle LV e quelle delle LS seguono le stesse fasi di sviluppo in termini sia
di traguardi che di tempi ( Caselli, Maragna, Pagliari, Volterra 1994).
CORRELATI NEURALI: l’organizzazione neurale alla base del processamento di LS e LV è simile e
comparabile (Klima and Bellugi 1979, MacSweeney etal., 2008).

3) LE LINGUE DEI SEGNI SONO IMITAZIONE DELLA REALTÀ


L’ICONICITÀ (= somiglianza tra forma dei segni e forma del referente) può essere una risorsa a cui
attingere per la formazione dei segni. Ma non tutti i segni sono iconici!

- I segni devono rispettare vincoli fonologici arbitrari.


- Esistono segni per esprimere concetti astratti.
- C’è variazione interlinguistica tra LS.
- La selezione dell’aspetto saliente del referente è arbitraria.
4) LE LINGUE DEI SEGNI SONO DERIVATE\DIPENDENTI DALLE LINGUE VOCALI
Fischer (2015) fa notare che esistono Stati che condividono la stessa
LV ma hanno diverse LS.
ES. in USA e in Australia si parla l’inglese ma si usano due LS diverse:
ASL e AUSLAN
Inoltre esistono Stati che condividono la stessa LS ma hanno LV diverse.
ES. a Taiwan e in Giappone si usano due LS molto simili tra di loro ma si
usano due LV molto diverse (mandarino e giapponese).

LA RICERCA SULLA LIS


L'interesse scientifico per la LIS è iniziato tra fine degli
anni 70 e l'inizio degli anni 80 grazie al lavoro
pionieristico di alcune ricercatrici del CNR con i primi
studi si inizia a parlare di lingua italiana dei segni.
Successivamente si inizia ad usare l’acronimo LIS.
Dall'inizio degli anni 2000 all'incirca, la LIS approda
all'università dove viene insegnata così come le lingue
vocali e viene offerta quindi nei programmi dei corsi di
laurea e viene studiata grazie a all'avvio di progetti
nazionali e internazionali.
10\03\2023

RICADUTE POSITIVE DELLA RICERCA LINGUISTICA SULLA COMUNITÀ SEGNANTE


Nuova consapevolezza sullo status linguistico della LIS: soprattutto a partire dai segnanti più giovani
dalle nuove generazioni.
Nuove esigenze: situazioni di scambio e confronto sulla LIS e sul suo utilizzo in vari contesti.
Nuove professioni: La LIS è diventata quindi lingua da insegnare, da imparare = gradualmente nate
nuove professioni che richiedono delle competenze molto specifiche (ES. docenti, gli interpreti,
mediatori, assistenti alla comunicazione che lavorano nelle scuole, educatori sordi)
Nuove situazioni socio culturali: esistono sempre più ambiti nei quali la LIS viene utilizzata. Prima della
ricerca linguistica la LIS veniva utilizzata soprattutto in ambito privato, gradualmente si è aperta a nuovi
campi, nuovi.
Nuove creazioni artistiche: si sono poi nel tempo sviluppate forme artistiche in LIS (ES. teatro in LIS,
poesia in LIS, festival culturali = Cine Def una rassegna di corti e film in LIS, canzoni in LIS che possono
essere canzoni originali nate in LIS o traduzione di canzoni italiane, cabaret.
La LIS per tutti: l'utilizzo della LIS con persone udenti che hanno delle disabilità comunicative = ES.
persone con Sindrome di Down, persone autistiche con disprassie verbali. In questi ambiti molto specifici
la LIS può diventare una preziosa risorsa che permette a queste persone di comunicare nonostante
impedimenti o difficoltà nell'uso della lingua vocale.

I BENEFICI DELLA LINGUA DEI SEGNI


Studi scientifici recenti hanno dimostrato che imparare una lingua dei segni può portare ad una serie di
benefici:
1. Potenziamento della vista periferica e ampliamento del proprio campo visivo
2. Maggiore sviluppo del contatto visivo e dell'attenzione visiva: può essere utile nel caso del
dell'autismo dove il contatto visivo non è sempre ben sviluppato.
3. Potenziamento della memoria spaziale
4. Sviluppare la motricità nell'espressività corporea: fine che può essere utile nei casi di difficoltà
nell'utilizzare le mani, nella coordinazione e funge anche da funzione terapeutica.
5. Riduce il senso di frustrazione: che deriva dal senso di incomunicabilità.
QUADRO ATTUALE
DOVE?
Attualmente questa lingua viene utilizzata in tutto il territorio italiano con l'aggiunta di Vaticano, San
Marino e anche il Ticino (cantone più meridionale della Svizzera). → minoranza linguistica che a
differenza delle altre minoranze linguistiche, non è territoriale perché non è legata a un territorio specifico.
CHI?
Statisticamente una persona su mille nasce sorda, quindi in Italia Abbiamo all'incirca 60 mila persone
sorde (secondo le Stime di Eugeni – 2008 - circa il 60% delle persone sorde conosce e usa la LIS =
40.000 persone). Solo una minoranza può essere considerata madrelingua, quindi circa il 5-10% di
queste 40.000
VARIAZIONE LINGUISTICA (interna a livello lessicale)
Innanzitutto la LIS è una lingua giovane, la LIS non viene insegnata a scuola, non rientra nei programmi
scolastici se non nei programmi dei progetti di bilinguismo italiano LIS (purtroppo pochi in Italia) e non
può beneficiare di una forma scritta. Secondo Geraci (2015) non si è ancora imposta una variante
standard o di prestigio. Variazione attestata soprattutto a livello lessicale. La varietà triestina è
particolarmente diversa dalle altre.
GRADUALE PROCESSO DI STANDARDIZZAZIONE
Sta portando ad una progressiva riduzione della variazione interna alla LIS. Questo processo è dovuto a
tutta una serie di fattori:
- Maggiore visibilità della LIS nella televisione a diffusione Nazionale.
- Nuove tecnologie (internet, i social network, le videochiamate) => tutte tecnologie che
riducono la distanza tra le persone segnanti.
- Viaggi e spostamenti che permettono di incontrarsi con altre persone sorde provenienti da
altre zone d'Italia e quindi partecipare ad eventi sportivi culturali in altre in altre città e questo ha
sicuramente aumentato le occasioni di scambio tra insegnanti di regioni diverse.

GRAMMATICA UNIVERSALE
Secondo il linguista Noam Chomsky, l’acquisizione delle lingue è sostenuta dal fatto che il cervello umano
sia dotata di un insieme di conoscenze innate (—> Grammatica Universale, GU), ossia non è una
tabula rasa, non deve imparare tutto da zero ma sarebbe già fornito di un bagaglio di conoscenze
linguistiche innate che hanno il compito essenziale di guidarlo nell'acquisizione del linguaggio.
OBIEZIONE: Ma se siamo tutti dotati di questa grammatica universale innata come mai nel mondo poi
esistono tante lingue diverse? (circa 7.000)
Teoria dei Principi dei Parametri (Chomsky & Lasnik):
La conoscenza di una lingua sarebbe regolata da due diversi meccanismi i principi e i parametri.
- Principi: sono regole universali comuni a tutte le lingue. Hanno il compito di fissare dei paletti
oltre i quali le lingue non si possono spingere quindi delimita la possibile variazione tra le lingue.
(ES. tutte le frasi in tutte le lingue del mondo devono avere un soggetto che poi può essere
ovviamente sottinteso o meno però un soggetto ci deve essere).
- Parametri: delle regole che possono variare da una lingua all'altra, sono i responsabili all'atto
pratico della variazione tra le lingue.
(ES. un parametro è il parametro del Pro Drop; è un tipo di parametro che determina se in una
lingua il soggetto può essere omesso o meno. Per questo parametro specifico l'italiano risponde
Sì c'è la possibilità di omettere il soggetto.
Per riassumere possiamo dire che all'interno di questo quadro teorico acquisire una lingua per un
bambino significa essenzialmente due cose, 1) il bambino sfrutta una dotazione biologica che gli fornisce
una serie di conoscenze linguistiche innate. 2) solo i principi non bastano però, il bambino deve essere
immerso in un contesto linguistico. deve essere esposto a input linguistico e questo input deve essere
quantitativamente e qualitativamente sufficiente ad innescare il processo di acquisizione linguistica.
Questa immersione linguistica permette al bambino di configurare i parametri specifici della lingua a cui
è esposto (possiamo immaginare i parametri come degli interruttori no che il bambino regola in base
alla in base agli stimoli linguistici ambientali che riceve).
PRINCIPI

1) PRINCIPIO DELL’ARBITRARIETÀ
Secondo questo principio NON esiste un rapporto diretto tra la forma del significante, quindi tra la forma
del segno, e il suo significato.
In LIS:

• Le forme della realtà non determinano necessariamente la forma dei segni.


• I segni non sono determinati dal contesto extra linguistico ma sono piuttosto determinati dal
sistema linguistico dalla lingua e devono osservare delle regole, dei vincoli formazionali ben
precisi che sono arbitrari.
• Il segno è convenzionale, ovvero frutto delle interazioni spontanee all'interno della comunità
linguistica di riferimento.
• Esistono segni che si riferiscono a significati astratti che quindi per definizione non si riconducono
a una forma.
• Esistono lingue dei segni diverse nel mondo che utilizzano segni diversi per denotare uno stesso
significato.

2) PRINCIPIO DELLA GENERATIVITÀ


La generatività è intesa come la capacità di produrre un numero infinito di frasi in una lingua partendo
da un numero finito di elementi linguistici e di regole.
In LIS:

• Possibilità di produrre frasi mai viste prima.


• Possibilità di discutere di qualsiasi argomento.
• Possibilità di creare neologismi.
• Possibilità di usare la lingua in modo creativo (es. story telling, poesia, gioco di segni, ecc.)
Questo dimostra che il lessico della LIS non è un sistema chiuso e limitato, ma è un sistema aperto che
può ospitare accogliere segni nuovi, ovviamente rimanendo all'interno dei vincoli imposti dal sistema
linguistico.

3) PRINCIPIO DELLA RICORSIVITÀ


Secondo questo principio è possibile nelle lingue del mondo ripetere regole combinatorie costruzioni
sintattiche più volte potenzialmente all'infinito.
In LIS?

• Strutture sintattiche hanno la potenzialità di essere reiterate.


• Unici limiti: memoria umana e produzione fisica.
4) PRINCIPIO DELLA DISCRETEZZA
Questo principio ci dice che gli elementi linguistici possono essere scomposti in unità separate.
In LIS?

• I segni sono scomponibili in sottounità dette


cheremi.
• I cheremi si combinano simultaneamente nella
formazione del segno.

5) PRINCIPIO DELLA DIPENDENZA DALLA STRUTTURA


Questo principio ci dice che le produzioni linguistiche devono sottostare a vincoli precisi imposti dalla
struttura grammaticale.
Attenzione a determinare la struttura grammaticale non è l'ordine lineare l'ordine la sequenza delle parole
o dei segni nella frase bensì è il ruolo che ciascun costituente sintattico svolge o le relazioni che vengono
innescate tra un costituente e l'altro.

In LIS?

• Le frasi non sono giustapposizione di segni senza restrizioni d’ordine.


• Es. CANE PICCOLO GATTO INSEGUIRE VOLERE
‘ Il cane piccolo vuole inseguire il gatto’
CANE VOLERE PICCOLO GATTO INSEGUIRE
VOLERE CANE PICCOLO INSEGUIRE GATTO
? CANE GATTO PICCOLO INSEGUIRE VOLERE → Frasi inaccettabili o accettabili ma con
significati diversi.

17\03\2023

PARAMETRI
1) ORDINE LINEARE
→ Ordine di base degli elementi della frase.

In LIS?
La LIS registra a un alto grado di variazione nell’odine degli
elementi, perché esistono diversi fattori sociali e linguistici
che esercitano un’influenza su questo parametro, ad
esempio il fatto di non avere una forma scritta condivisa e
diffusa all’internodi tutta la comunità o il fatto di non avere
la LIS insegnata all’interno dei programmi scolastici.
Tuttavia la lingua mostra una preferenza verso un certo
ordine non marcato → SOV ≠ italiano.
2) SOGGETTO NULLO
→ Possibilità di omettere il soggetto.
In LIS?
Come in italiano è possibile omettere il soggetto a patto che
il soggetto sia recuperabile attraverso il contesto, quindi
nelle frasi precedenti il segnante deve avere introdotto nel
discorso il referente saliente. Inoltre nella Lis è possibile
omettere non soltanto il soggetto ma anche l’oggetto, in
questo si discosta rispetto all’italiano.

3) COPULA
→ Elemento verbale che unisce il soggetto al predicato.
In LIS?
Il soggetto e il predicato non sono uniti da una copula, in
LIS infatti non esiste un segno manuale con la funzione di
copula corrispondente al verbo essere in italiano, in questo
senso la Lis si avvicina più al maltese e al russo che all'italiano e all'inglese.

➔ MOVIMENTO WH-
→ Spostamento di elementi interrogativi dalla loro posizione di base ad una posizione derivata.
In LIS?
L'elemento WH- cosa non appare in situ non appare tra il
soggetto e il verbo quindi nella sua posizione di base per
effetto del movimento WH- si sposta in una posizione
periferica. Mentre l'italiano e l'inglese spostano l'elemento
WH nella periferia sinistra e quindi lo fanno apparire all'inizio
della frase la LIS lo sposta nella periferia destra e
quindi appare alla fine della frase.

4) DOPPIA NEGZIONE
→ Possibilità di combinare due elementi negativi nella stessa frase.
In LIS?
La LIS realizza un unico elemento negativo, quindi non due
negazioni come in italiano. Inoltre la negazione manuale è
accompagnata da elementi non manali bene precisi.
Per riepilogare:

FONOLOGIA
(Studio dei suoni contenuti in una parola pronunciata dai parlanti) → Studio degli elementi contenuti in un segno
espresso da un segnante.
MODALITÀ
Studiare la fonologia delle lingue vocali e delle lingue dei segni significa Prima di tutto prendere coscienza
delle diverse modalità coinvolte:

Lingue dei segni e lingue vocali differiscono per modalità di articolazione, trasmissione e percezione.
Cosa accade se analizziamo la composizione interna dei segni e delle parole? Sono comparabili?

LV: FONETICA E FONOLOGIA


FONETICA: studia la manifestazione fisica e concreta della lingua.
UNITÀ DI STUDIO: FONI, cioè la realizzazione concreta del suono, si rappresentano tra parentesi quadre.
FONOLOGIA: studia il modo in cui i suoni della madrelingua sono organizzati nella mente dei parlanti
nativi.
UNITÀ DI STUDIO: FONEMI, cioè la rappresentazione mentale/astratta del suono. Si rappresentano tra
barre oblique, es. /t/.

LV: FONEMA
I fonemi di per sé non sono portatori di significato
ma sono distintivi, ovvero contribuiscono a
differenziare dei significati. Se in uno stesso
contesto l’uso di un suono o un altro determina
due parole con significati distinti, allora i due foni
sono realizzazioni di due fonemi.

LV: COPPIA MINIMA


Pane e cane costituiscono una “coppia minima”, ovvero una coppia di parole in cui la differenza di un
solo fonema è sufficiente a determinare una differenza di significato.

LV: VARIANTI LIBERE


Se in uno stesso contesto l’uso di un suono o un altro NON determina due parole con significato distinti,
allora i due foni sono varianti libere dello stesso fonema.
Quindi le varianti libere sono realizzazioni diverse di un unico fonema non condizionate dal contesto
fonologico.
[r]ana [R]ana

➠ [r] alveolare e [R] uvulare non hanno valore distintivo, sono pertanto due varianti libere di un unico
fonema.

LV: ALLOFONI
Quando le realizzazioni diverse di un fonema
dipendono dal contesto fonologico, allora si
parla di allofoni. Gli allofoni non hanno valore
distintivo e sono in distribuzione
complementare, cioè non compaiono mai
negli stessi contesti.
Per riepilogare: LV: INVENTARIO FONOLOGICO

24\03\2023
31/03/23

CONFIGURAZIONE
→ La configurazione è la forma della mano o delle mani nell’articolazione del segno.
Non tutte le forme realizzabili da un punto di vista articolatorio rientrano nell’inventario fonologico della
LS. La LIS, infatti, opera una determinata selezione.
Il processo di naturalizzazione è quel processo che determina la sostituzione di un fonema con un altro
proprio perché il fonema originario non fa parte del fonema originario della lingua, quindi, subisce un
riadattamento nel sistema fonologico della lingua d’arrivo.
Le configurazioni utilizzate non sono le stesse in tutte le lingue dei segni.

SELEZIONE E POSIZIONE
Il metacarpo della mano è la parte della mano escluse le dite, nel metacarpo ci sono due lati, il lato
ulnare, che è quello del mignolo, mentre quello del pollice è il lato radiale.
Poi ci sono le articolazioni tra le falangi.
Ci sono due livelli in particolare che ci interessano:
- Il primo collega metacarpo al primo gruppo di falangi, più
prossime al corpo. È l’articolazione metacarpo-falangea
(nocche a livello della base delle dita).
- L’altro livello è quello tra le falangi prossimali e quelle
intermedie.

Anche nelle lingue vocali i fonemi possono essere descritti secondo tratti distintivi, per esempio sordo e
sonoro. Quando parliamo di occlusive velari c’è quella sonora e quella sorda.
→ Quando parliamo di selezione facciamo riferimento al numero di dita selezionate, da 1 a 5. Quanto
alla posizione, ci interessa capire se sono estese, e possono essere estese unite o estese separate.
Abbiamo poi la differenza tra piegato aperto e curvo aperto, poi c’è piegato chiuso, le dita piegate
prevedono la curva tra la prima e seconda falange, possono essere anche curve chiuse. Possono poi
essere chiuse e questa è una configurazione che seleziona 5 dita.

Selezione e posizione sono tratti distintivi, mi permettono di identificare coppie minime di segni.

CONFIGURAZIONI NON MARCATE


In linguistica generale il termine non marcato si riferisce a nozione basilare, neutrale, marcato si riferisce
invece a qualcosa non neutrale.
Le configurazioni non marcate hanno delle caratteristiche precise: sono
configurazioni facili da articolare, non prevedono grossi sforzi di
articolazione e sono facili da percepire, cioè c’è molta differenza a
livello visivo tra una configurazione non marcata e un’altra
configurazione non marcata.
Queste due caratteristiche le rendono le più diffuse tra le configurazioni nelle lingue dei segni del mondo
e poi le rendono anche molto facili da acquisire, i bambini infatti le acquisiscono prima rispetto a quelle
marcate.

RUOLO DELLE MANI


Ci sono 3 categorie di segni sulla base di che ruolo hanno le mani e del numero di mano utilizzate:
1) Segni ad una mano, solo la mano dominante.
2) Segni bilanciati dove entrambe le mani si muovono e svolgono il ruolo di articolatori. Le mani
possono muoversi in modo simmetrico o alternato.
3) Segni a due mani non bilanciati: la mano non dominante funge da supporto, da luogo di
articolazione del segno
CONFIGURAZIONE NEI SEGNI A DUE MANI
Un linguista americano, Battison, ha individuato due vincoli fonologici che restringono le possibilità
articolatorie dei segni a due mani:
- SYMMETRY CONSTRAINT: nei segni a due mani bilanciati (dove entrambe le mani si muovono),
le due mani devono condividere la stessa configurazione, lo stesso luogo, lo stesso tipo di
movimento.
- DOMINANCE CONSTRAINT: nei segni a due mani non bilanciati (dove solo la mano dominante
si muove), la mano non dominante assume:
1) una configurazione non marcata oppure.
2) quella della mano dominante.
Stokoe aveva fatto il parallelismo dei fonemi delle lingue vocali e i cheremi delle lingue dei segni e in
entrambe le modalità i fonemi non hanno significato, ma sono distintivi, contrastivi.
Questa visione è stata poi messa in discussione nel 1981, Penny Boyes-Braem.
Lei ha dimostrato che configurazione e luogo in realtà possono veicolare tratti semantici, non il significato
del segno, ma veicolano dei tratti del significato del segno. Possono in alcuni casi trasmettere un tratto
semantico. Questi due parametri prendono il nome di tratti morfofonemici, quindi a cavallo tra fonologia
e morfologia. I morfemi sono gli elementi minimi del sistema linguistico dotati di significato, i fonemi non
ne sono dotati. La configurazione può richiamare il tipo di azione, può richiamare caratteristiche del
referente.

TRATTI MORFOFONEMICI

• CONFIGURAZIONE A: 5 dita selezionate, chiuse, può trasmettere un’idea di forza, di potere,


un’idea di afferramento, di oggetti duri e compatti, di corpo raccolto e di scoppio.
• CONFIGURAZIONE B: 5 dita estese unite, può trasmettere idea di oggetti piani e rettangolari,
di superfici lineari estese, non penetrabili, per indicare confini (perimetro), oggetti taglienti
• CONFIGURAZIONE 5: 5 dita estese aperte, dà l’idea di superfici estese, ampie, aperte, idea di
penetrabilità delle superfici indicate, concetto di ‘diversi’, ‘plurale’, i contorni irregolari
• CONFIGURAZIONE V: due dita selezionate, estese, separate. Troviamo questa configurazione
in segni inizializzati, cioè quando in un segno la configurazione richiama la prima lettera della
parola italiana equivalente (es: venerdì, vita. Voce), richiama poi segni che rappresentano il
numero 2 (es: due, dodici, duecento), poi segni con incorporazione numerica (es: voi-due, tutti-
e-due, due-mesi), doppia protrusione (es: forbici, insalata, forchetta, spina, ciliegie, compasso),
gli occhi (es: vedere, cercare, trovare, controllare)
• CONFIGURAZIONE H: due dita unite, si riferisce a segni lineari, piatti e lunghi (es: ponte, pesce,
sottotitoli, pennellino).
Le configurazioni sono 56. (Radutzky 1992)

CONFIGURAZIONI & DATTILOLOGIA


FENOMENO DI INIZIALIZZAZIONE:
- CONFIGURAZIONE L: lunedì, luna, legge
- CONFIGURAZIONE V: verifica, vero, vivere
- CONFIGURAZIONE P: PowerPoint
- CONFIGURAZIONE R: record
- CONFIGURAZIONE I: identità
→ Fenomeno per cui un segno ha come configurazione la lettera iniziale della parola italiana
corrispondente.

Le configurazioni usate nella dattilologia costituiscono solo un


sottoinsieme delle configurazioni incluse nell’inventario
fonologico della LIS. Occorre osservare che l’uso di alcune
configurazioni della LIS è limitato alla dattilologia e ai segni
inizializzati (non sono usate produttivamente nei segni
lessicali). Ad esempio, la configurazione T si usa quando
dobbiamo dare un nome proprio tipo Tommaso, la
configurazione E in Europa, la configurazione W in workshop.

07\04\2023

LUOGO
→ Lo SPAZIO in cui vengono articolati i segni.

Il luogo dell’articolazione del segno deve essere


preciso, altrimenti può succedere che cambi il
significato del segno, è un fonema a tutti gli effetti.
Ci sono 4 aree principale nel quale articolare i segni:
1) TESTA
Viso, fronte, orecchio, occhio, naso, guancia, bocca, mento, collo.
2) CORPO
Spalle, petto, addome, braccio (non dominante), polso (non
dominante).
3) MANO NON DOMINANTE
Palmo, punta delle dita, radiale, dorso.
4) SPAZIO NEUTRO

Esistono i segni articolati a contatto con il corpo o in prossimità di una parte del corpo e segni articolati
invece nello spazio neutro.
Elena Radutzky propone un inventario di 16 luoghi:
➢ Faccia
➢ Parte superiore e lato del capo
➢ Occhio
➢ Naso
➢ Guancia
➢ Orecchio
➢ Bocca
➢ Mento
➢ Collo
➢ Spalla e tronco superiore
➢ Petto
➢ Tronco inferiore e anca
➢ Braccio
➢ Polso
➢ Mano non dominante
➢ Spazio neutro
Nello spazio c’è un solo luogo, lo spazio neutro. Sul corpo invece troviamo ben 15 luoghi distinti. La
maggior parte dei luoghi sul corpo è costituita da luoghi articolati nell’area del viso. Il viso, infatti,
rappresenta l’area di massima percezione visiva, cioè dove l’interazione si focalizza al massimo. Gli occhi
non si fissano mai sulle mani che segnano, ma gli occhi solitamente si concentrano nell’area compresa
tra naso e bocca. Ecco perché sul viso abbiamo diversi punti di articolazione.
Questi 16 luoghi si possono suddividere in 4 macroaree: alcuni luoghi di articolazione fanno parte
dell’area della testa (viso, fronte, orecchio, naso, guancia, bocca, mento, collo), alcuni luoghi di
articolazione fanno parte del corpo (spalle, petto, addome, braccio non dominante, polso non
dominante), abbiamo poi la mano non dominante (palmo, punta delle dita, radiale, dorso), e infine lo
spazio neutro, che non include ulteriori specificazioni.
Alcuni luoghi in alcuni segni sono in grado di trasmettere tratti semantici attraverso l’uso di particolari
metafore visive. In alcuni segni della LIS, il luogo di articolazione può richiamare specifiche azioni che
sono articolate in quel luogo, ad esempio il segno mangiare è articolato in corrispondenza della bocca.
In alcuni casi, il luogo di articolazione può richiamare alcune parti del corpo dove il referente solitamente
si colloca, pensiamo al segno occhiali, articolato in corrispondenza degli occhi, oppure il luogo può
richiamare la parte del corpo collegata al referente nell’immaginario collettivo. Pensiamo ai segni collegati
a emozioni e stati d’animo, solitamente collocati a livello del petto. Vediamo i tratti morfofonemici
collegati a 5 luoghi di articolazione:

LUOGO RIFERIMENTO
Esempi in LIS
Fronte Attività cognitive PENSARE, RICORDARE, DIMENTICARE, SPAERE, CONOSCERE, CAPIRE,
FILOSOFIA
Occhio Attività visive + oggetti posti sugli occhi VEDERE, GUARDARE, OSSERVARE + OCCHIALI,
BINOCOLO, MACCHINA -FOTOGRAFICA
Orecchie Attività uditive + oggetti posti sulle orecchie SORDO, UDENTE, SENTIRE, PERCEPIRE,
PROTESI – ACUSTICA, TELEFONO, CUFFIE, CILIEGIA (fa riferimento a un gioco fatto da bambini che
comporta l’appoggiare le ciliegie sopra le orecchie)
Naso Olfatto, attività e oggetti legati al naso FIORE, PROFUMO, AVVOCATO (metafora),
CURIOSO, PRENDERE IN GIRO
Petto Stati emotivi e sensazioni AMORE, ARRABBIATO, SODDISFAZIONE, INVIDIA, DISPIACERE,
ETICA, FIDUCIA

LUOGHI DI ARTICOLAZIONE A CONTATTO O IN PROSSIMITÀ DEL CORPO


Non necessariamente le mani devono entrare a contatto col corpo durante l’articolazione del segno, in
alcuni casi possono essere in prossimità o in corrispondenza di una parte del corpo. In LIS, per esempio,
segni articolati sulla fronte sono ricordare e conoscere, in ricordare il contatto è obbligatorio, nell’altro
caso il contatto non avviene, ma sia per ricordare che conoscere il luogo di articolazione è lo stesso. I
segni articolati davanti al viso piano piano tendono a spostarsi o in basso o di lato. Ad esempio, Padova
prima era articolata con movimento simmetrico davanti al viso per ricordare il cappuccio di Sant’Antonio,
col tempo si è spostato verso il basso ed è diventato alternato. Anche il segno di sbagliato si è spostato
lateralmente. Questi cambiamenti si devono alla necessità di cogliere al meglio le espressioni del viso.
Di solito i segni a una mano i segni sono realizzati sul lato ipsilaterale, cioè vicino alla mano dominante.
Sarebbe scorretto segnarli sul lato controlaterale proprio per una questione di facilità di articolazione.
Alcune coppie minime di segni che mostrano valore distintivo di alcuni di questi luoghi nella macroarea
della testa: africa/soddisfatto, memoria/umano, odore/vediamo, parlare/conoscere.
Sul corpo troviamo:
- Spalle e torso superiore
- Petto
- Braccio non dominante
- Tronco inferiore
- Polso non dominante
Sono non dominanti perché dal punto di vista articolatorio
non riusciamo ad articolare segni con la mano dominante
sul braccio e polso dominanti.
I segni articolati sulla mano non dominante sono i segni a due mani non bilanciati: entrambe le mani
sono coinvolte, ma solo la dominante è articolatore attivo, quella non dominante funge da luogo di
articolazione. In LIS i segni della mano non dominante possono coinvolgere la punta delle dita, palmo,
dorso e lato radiale. Possiamo descrivere l’orientamento della mano non dominante o descrivere il luogo
preciso dove la mano dominante articola il segno. (vedi slide per coppie minime).
LO SPAZIO NEUTRO
È un’area circoscritta ben delimitata: sul piano orizzontale va da gomito a gomito, da spalla a spalla, sul
piano verticale dalla linea della vita fino all’area poco sopra il capo, sul piano frontale dall’area
immediatamente antistante il busto fino alla massima estensione delle braccia in avanti. L’estensione
esatta di quest’area potrebbe non essere perfettamente omogenea nella comunità segnante, possono
esserci differenze dovute ad alcune variabili, come l’età. I segnanti più giovani tendono ad avere uno
spazio segnico più piccolo rispetto a quello dei segnanti più anziani. Nell’evoluzione diacronica dei segni
il luogo di articolazione esatto può cambiare leggermente: segni articolati originariamente in aree
periferiche tendono ad accentrarsi un po’.
I punti dello spazio neutro NON sono fonologicamente distintivi, infatti non esistono coppie minime di
segni distinti solo per il punto dello spazio neutro (es. destra vs. sinistra).
Secondo la descrizione di Verdirosi lo spazio neutro ospiterebbe il maggior numero di segni del lessico
della LIS, è il luogo di articolazione più grande. Da chiarire è perché questo luogo sia definito neutro.
Nelle LS lo spazio è generalmente neutro dal punto di vista fonologico perché al suo interno ci sono
innumerevoli punti, potenzialmente un numero infinito di punti, ma questi non sono fonologicamente
distintivi, non creano contrasti in termini di significato, non esisterebbero coppie minime di segni distinti
solamente perché articolati in due punti distinti dello spazio. Lo spazio neutro è tridimensionale, sta
davanti il busto del segnante, è un’area ampia, alcuni segni sono tendenzialmente articolati in mezzo
(es: casa), altri sono articolati tendenzialmente non proprio al centro (es: Dio, cielo), o sono nell’area
ipsilaterale (es: bagno, specchio).
Lo spazio non è neutro dal punto di vista morfo-sintattico. Nel discorso segnato un punto specifico dello
spazio può essere associato ad un referente (persona, animale, oggetto, idea). Possiamo associare il
referente Pietro ad un punto ipsilaterale dello spazio e nelle menzioni successive possiamo fare
riferimento a questo referente attraverso un’indicazione direzionata nello stesso punto, senza dover
ripetere il segno associato al referente. Ecco che i punti dello spazio assumono valore funzionale, in
quanto veicolano referenzialità. I punti nello spazio associati ai referenti nel discorso sono generalmente
chiamati in linguistica punti referenziali. Lo spazio è rilevato per una serie di processi morfo sintattici,
esempio l’accordo verbale, L’accordo nominale, la pluralizzazione dei nomi. Il plurale si ottiene attraverso
la ripetizione del segno in diversi punti dello spazio sul piano laterale. Quanto all’accordo verbale, ovvero
tra verbo e argomenti, lo spazio ha un ruolo determinante. Pensiamo al verbo regalare, il segno verbale
può essere flesso da chi lo dà a chi lo riceve in diversi punti dello spazio.

14\04\2023

ORIENTAMENTI
Orientamento è stato proposto come parametro indipendente dalla teoria di Stokoe dal trio Battiston,
Markowitc e Woodward, 1975. Così come gli altri due parametri precedenti, configurazione e luogo,
contribuisce a descrivere la parte statica del segno. È un parametro autonomo perché è caratterizzato
da capacità distintiva è in grado di determinare cambi di significato in coppie minime di segni.
→ Posizione assunta dalla mano durante l’articolazione del segno.
ORIENTAMENTO ASSOLUTO
orientamento della mano nello spazio, ovvero la direzione verso cui si orienta il palmo della mano
(Brentari 1990 ; Sandler 1989; Stokoe 1978). Non si prende come riferimento nessun luogo in
particolare, quindi questo parametro va considerato prima dell’inizio del movimento, bisogna sempre
considerare l’orientamento iniziale, anche se durante l’articolazione cambia.

3 parametri:
1) Piegamento del POLSO → piegato (3 modi) o posizione neutrale.

2) Orientamento del PALMO della mano → 6 possibili orientamenti.

3) Direzione del METACARPO → si combina con i 6 movimenti del palmo.


Una descrizione efficace di questo parametro include essenzialmente due valori: l'orientamento del
palmo e la direzione del metacarpo. Il piegamento del polso è diciamo un'informazione in più ma quasi
superflua in quanto è deducibile dagli altri due parametri.
L'ordine è seguito nella notazione di palmo e metacarpo è proprio questa: prima viene presentato il
simbolo relativo all'orientamento del palmo e successivamente il simbolo relativo alla direzione del
metacarpo questi due simboli vengono presentati in pedice alla destra del simbolo relativo alla
configurazione.
Nella trascrizione di due segni, pesce e
conoscere, nel segno pesce
l'orientamento è annotato in questo
modo: palmo controlaterale e
metacarpo in avanti. Per quanto
riguarda il segno conoscere questo
segno è articolato con palmo
controlaterale e metacarpo verso l'alto.
ORIENTAMENTO RELATIVO
La parte della mano che si dirige verso il luogo di articolazione (Friedman 1976 ; Mandel 1981). Quindi
si prende come riferimento il luogo.
Parti della mano rilevanti per l'orientamento relativo:
➢ PALMO
➢ DORSO
➢ PUNTA DELLE DITA
➢ POLSO
➢ LATO ULNAR0E (mignolo)
➢ LATO RADIALE (pollice)

1) I SEGNI ARTICOLATI SUL CORPO


Questi segni possono essere in corrispondenza di una parte del corpo.
L'orientamento relativo è definito come la parte della mano rivolta verso la parte del corpo rilevante per
il luogo:
ES. nel segno per uomo. Questo è un segno articolato dove ci dobbiamo subito chiedere in quale parte
del corpo articolato il segno la parte del corpo rilevante la guancia poi ci dobbiamo chiedere qual è la
parte della mano rivolta verso il luogo di articolazione è il lato radiale.
I SEGNI ARTICOLATI NELLO SPAZIO NEUTRO
È definito come la parte della mano rivolta verso il punto finale del movimento, quindi ci dobbiamo
chiedere dove va il movimento del segno e poi ci dobbiamo chiedere qual è la parte della mano rivolta
verso quella direzione.
ES. adulto = il movimento è verso l'alto, quini qual è la parte della mano rivolta verso il punto finale di
articolazione? È il dorso della mano, quindi l'orientamento relativo in adulto è il dorso.
Dio = di nuovo quindi Dio ha sempre un movimento verso l'alto in questo caso la parte della mano
rivolta verso il punto finale del movimento è la punta del dito.
Tavolo = il movimento in questo caso è ipsilaterale in direzione ipsilaterale quindi verso destra e verso
sinistra. Qual è la parte della mano rivolta verso il punto finale di articolazione? Il lato ulnare.

ORIENTAMENTO ASSOLUTO VS ORIENTAMENTO RELATIVO


Quali sono alcuni vantaggi dell'orientamento relativo rispetto a quello assoluto? Quelli che hanno
essenzialmente motivato l'introduzione della nozione di orientamento relativo?
- Questa nozione stata introdotta perché non bastava l'orientamento assoluto poiché
l'orientamento assoluto può essere di difficile definizione.
ES. prendiamo un segno come mamma. Nel segno mamma guardiamo il palmo della mano non
è esattamente in direzione controlaterale, non è esattamente in direzione verso il segnante è
una mezza via quindi è un po' difficile da definire.
- Un'altra motivazione che ha supportato l'introduzione della nozione di orientamento relativo è la
seguente. L'orientamento assoluto ogni tanto è soggetto a variazione.
Un segno si può articolare con orientamenti assoluti leggermente diversi ammette diverse
realizzazioni.
ES. il segno per idea. Si può articolare con il palmo della mano in direzione controlaterale, si può
articolare così con il palmo verso il segnante idea ma si può anche articolare in una posizione
intermedia tra la direzione contro laterale e la direzione verso il segnante. Quindi per descrivere
al meglio l'orientamento è sotto proposto l'orientamento relativo perché è un tipo di
orientamento più costante meno soggetta a queste fluttuazioni, a queste variabili, infatti nel caso
di idea è il segno è articolato sul corpo in corrispondenza della fronte e la parte della mano rivolta
verso questa parte del corpo è punta del dito in questa realizzazione in questa rimane sempre
punta del dito.
- Quindi è un valore quello dell'orientamento relativo più stabile e tuttavia in alcuni casi
l'orientamento relativo di per sé potrebbe non offrire una descrizione completa e non potrebbe
non riuscire a render conto di piccole differenze.
ES. mio e privato. In mio l'orientamento relativo ci direbbe lato radiale in entrambi i casi però
l'orientamento è un po' diverso Ecco che in questi casi potrebbe essere utile combinare le due
nozioni per arrivare a una descrizione più accurata e precisa.
SEGNI A DUE MANI: POSIZIONI
21/04/23

MOVIMENTO
→ Il movimento operato dalla mano \ dalle mani nell’articolazione di un segno.
È uno dei parametri diffusi da Stokoe. Esso descrive come le mani si muovono nell’articolazione del
segno, è forse il parametro più complesso da descrivere. Ci sono tanti tipi diversi di movimento e in uno
stesso segno ci possono essere più movimenti uniti e combinati tra loro, è considerato come il motore
dei segni, senza movimento i segni sarebbero difficilmente percepibili all’occhio umano. I segni
necessitano del movimento, ad eccezione di numerali da 0 a 10. Il parametro del movimento distingue
coppie minime di segni che si distinguono per il movimento e per questo cambiano significato. Ad
esempio, lavorare e farmacia, sono segni a due mani non bilanciati con luogo di articolazione mano non
dominante, configurazione 5 dita selezionate in posizione chiusa, l’orientamento relativo è identico (lato
ulnare), l’unico parametro che cambia è il movimento, nel caso di farmacia è circolare, nell’altro verso il
basso.
Descrive la parte dinamica del segno, può essere considerato come il motore dei segni. Esistono vari tipi
di movimento e un segno può inglobare più tipi di movimento.
Coppia minima di segni che si differenziano solo per il parametro del movimento, ES. Farmacia, lavorare.
Stokoe ipotizza l’esistenza di 24 movimenti di base per l’ASL.
Friedman suddivide tutti i tratti di movimento individuati da S. in 4 categorie:
1) DIREZIONE
2) MANIERA
3) CONTATTO con il corpo.
4) INTERAZIONE tra le mani.
Radutzky ripropone la stessa suddivisione per la LIS.

2 tipi di movimento:

• MOVIMENTI PRIMARI: hanno una traiettoria e producono un cambio di luogo.


• MOVIMENTI SECONDARI: sono più locali, producono un cambio d configurazione o un cambio
di orientamento.

A differenza degli altri parametri, nel movimento si può rintracciare una organizzazione temporale dei
segmenti, è possibile parlare di una certa sequenzialità. Ci può essere un movimento unico oppure
ripetuto (più segmenti dello stesso movimento). Questa differenza può essere contrastiva (es:
vita/vivere, funzionare/motore, buono/possibile).
COMBINAZIONE DI TIPI DIVERSI DI MOVIMENTO
Possibilità:
o Ci possono essere segni dove un movimento primario che comporta un cambio di luogo
combinato con un movimento secondario di cambio di configurazione (es. COPIARE)
o Cambio di luogo + cambio di orientamento (es. PRIMA VOLTA)
o Cambio di configurazione + cambio di orientamento (es. CASO)
o Cambio di luogo + cambio di configurazione + cambio di orientamento (es. GETTARE
VIA)

MOVIMENTI PRIMARI
Quando parliamo di traiettoria dobbiamo pensare che le mani si muovano in uno spazio tridimensionale
fatto di 3 piani diversi:
- Piano orizzontale (dx-sx)
- Piano verticale (alto-basso)
- Piano sagittale (attraversa perpendicolarmente la linea delle spalle è dato dagli estremi indietro-
avanti)
I movimenti primari vengono descritti in base alla forma delle traiettorie e alla loro direzione.
Possono essere rettilinee dritte, arcuate, circolari, ondulatorie. Le direzioni possono essere verso l’alto,
basso, in direzione ipsilaterale, controlaterale, in avanti, all’indietro. Possono esserci anche direzioni
diagonali, ad esempio per il segno della parola leone. I movimenti circolari dipendono dalla mano
dominante.

MOVIMENTI SECONDARI:
Possibili cambi di configurazione:
• Apertura (es. LUCE, NUMERO)
• Chiusura (es. PRENDERE, RUBARE)
• Flessione (es. CONIGLIO)
• Piegamento (es. FOTO)
• Tamburellamento (es. COMPUTER)
• Sfregamento (es. SOLDI)
• Separazione (es. FORBICI)
Coppia minima: GRATIS/ZIO (con vs senza movimento secondario)
Coppia minima: ACCENDERE/SPEGNERE (apertura vs chiusura)
Possibili cambi di orientamento:
• Rotazione: cambio nell’orientamento del palmo (es. nel caso di tradire da prono a supino, nel
caso di proibire da supino a prono, oppure ci può essere il passaggio da prono a supino ripetuto)
• Deviazione: cambi nell’orientamento delle dita (es. impossibile-pa-pa da radiale a ulnare e
stupido da ulnare a radiale, il caso ripetuto è motore)
• Flessione: cambio nell’orientamento sia del palmo che delle dita (es. aperto da palmo a dorso
e chiuso da dorso a palmo, il caso ripetuto è primavera)
La presenza o assenza di movimento secondario può essere distintivo di significato.
Coppia minima: PE/IX-DEM (con vs senza movimento secondario)
Coppia minima: MARTELLO/CHIAVE (flessione vs rotazione)

CAMBIAMENTO DIACRONICO
Nel tempo accade che il parametro del movimento
possa subire cambiamenti: se avviene un cambio di
movimento questo cambio avviene con una direzione
stabile, ovvero se cambia tende a distalizzarsi.
Prossimale vuol dire vicino al busto (es. braccio), le
falangi sono più distali rispetto al busto del segnante.
Più gli articolatori sono prossimali più sono grandi.

MOVEMENT-HOLD MODEL
Premessa: tra un segno e l’altro ci sono transizioni, cioè movimenti fisiologici che le mani devono fare
per unire i segni. La transizione è un movimento necessario non fonologico.
Liddell & Johnson propongono di analizzare i segni secondo un modello segmentale basato su sequenze
di segmenti di due tipi:

• MOVIMENTI (momenti di dinamicità)


• TRATTENUTE (momenti di staticità)
Questo modello ci aiuta a cogliere distinzioni a livello morfologico, la generalizzazione è che il nome ha
una struttura MTMT, i verbi semanticamente correlati son simili ma hanno struttura MT e il movimento
è più grande.

MODELLI A CONFRONTO

28/04/23

COMPONENTI NON MANUALI


Le CNM non sono in generale entità autonome, ma
cooccorrono sempre con i segni manuali. In
fonologia rappresentano un parametro fonologico
perché esistono coppie minime di segni che
differiscono unicamente per le componenti non
manuali. Le CNM intervengono in tutti i livelli di
descrizione linguistica, per questo motivo svolgono
un ruolo fondamentale nella comprensione e
produzione del segnale linguistico nelle lingue dei
segni.
- CNM affettive vs linguistiche
- CNM con funzione fonologica
- CNM con funzione morfologica
- CNM con funzione sintattica
Le CNM affettive sono regolate dallo stato d’animo del segnante, quelle linguistiche dalla grammatica
della lingua.
CNM è una definizione “ombrello”, perché al suo interno comprende varie sottocomponenti, sono un
insieme formato da:
- Espressioni facciali (quello che succede nel viso esclusa la zona della bocca)
- Componenti orali (riguardano i movimenti della bocca e dell’area circostante tipo la mandibola)
- Posizione e movimento del capo
- Posizione e movimento delle spalle
- Postura del corpo

CNM AFFETTIVE VS LINGUISTICHE


Gli esseri umani hanno a disposizione 43 muscoli facciali e con essi sono in grado di produrre circa
10mila diverse espressioni facciali, sono in grado di produrre anche micro-espressioni facciali molto brevi.
Quando ci esprimiamo vocalmente spesso inconsapevolmente utilizziamo le espressioni facciali per
comunicare stati d’animo. Queste espressioni non hanno uno status linguistico, infatti le chiamiamo CNM
affettive/emotive/non linguistiche. Anche quando segniamo trasmettiamo emozioni, ma oltre a quelle
affettive usiamo anche le linguistiche quando segniamo e possono concorrere alla formazione di segni
(funzione fonologica/lessicale), possono trasmettere informazioni di tipo aggettivale, avverbiale,
aspettuale (funzione morfologica), possono segnalare vari tipi di frase e di strutture sintattiche (funzione
sintattica). A differenza delle CNM affettive, quelle linguistiche sono veicolate dalla grammatica della
lingua.

Le CNM affettive sono facoltative, non dobbiamo necessariamente esprimere il nostro stato d’animo.
Quelle CNM linguistiche quando richieste dalla grammatica della lingua non c’è facoltatività. Le CNM
affettive possono variare da un segnante all’altro. Ad esempio, una reazione di sorpresa può essere
espressa coinvolgendo diversi muscoli, si possono spalancare più o meno gli occhi, si possono sollevare
più o meno le sopracciglia ecc. quelle linguistiche sono condivise invece da tutti i segnanti, non c’è
variazione. Le CNM affettive tendono ad essere piuttosto graduali, mostrano schemi discontinui e
irregolari, quelle linguistiche si attivano e disattivano in modo repentino e la loro attivazione è prevedibile
grazie agli schemi imposti dalla grammatica. Le CNM affettive non sono allineate dal punto di vista
temporale coi segni manuali, sono slegate da quello che le mani articolano. Quelle linguistiche son legate
a precisi segni manuali o costituenti sintattici.

CNM FONOLOGICHE
Si applicano ad un singolo segno manuale e lo fanno per completarne la struttura fonologica e per far si
che questo segno abbia un significato lessicale ben preciso. Ci riferiamo però ad un piccolo gruppi di
segni, non tutti sono specificati per il parametro fonologico delle CNM, anzi la maggior parte sono segni
non caratterizzati da CNM specifiche fonologiche. Senza esse segni come magro, amore, odio,
risulterebbero incompleti. Per convenzione rappresentiamo le CNM attraverso una linea orizzontale sopra
la glossa. Sopra la linea si può indicare che tipo di CNM dobbiamo usare. La sua estensione corrisponde
all’estensione temporale delle CNM.
Le CNM sono richieste dall’architettura fonologica del segno e le consideriamo come un parametro
formazionale in quanto ha funzione distintiva/contrastiva, determina cambi di significato in coppie minime
di segni.

CNM MORFOLOGICHE
Ci sono CNM che se associate ad un segno lo modificano, aggiungendo un’informazione di tipo
aggettivale. Solitamente la lingua protrusa suggerisce il significato aggettivale di piccolo, mentre i denti
visibili veicolano il significato di grande. Le CNM modificano anche il grado dell’aggettivo. Ad esempio,
nel segno della parola grasso troviamo CNM fonologiche, cioè richieste dalla fonologia del segno per
avere un segno ben formato, nel segno grassissimo troviamo CNM morfologiche necessarie per
realizzare il grado superlativo. Le CNM morfologiche possono veicolare anche informazioni avverbiali.
Quando sono associate a verbi, le CNM possono indicare come l’azione viene svolta.
L’aspetto verbale ci dice come l’evento è organizzato nel tempo dal punto di vista del segnante. L’aspetto
continuo indica che l’evento è continuo nel tempo. Ad esempio, nella frase il bambino continua a
piangere, l’aspetto di continuità è dato dall’apertura della bocca.

CNM SINTATTICHE
Si stendono su più segni della frase, per studiarle al meglio è necessario osservarne l’esatta estensione
temporale, segnalata dalla linea orizzontale sopra le glosse sono usate dai segnanti per segnalare il tipo
di costruzione sintattica. Troviamo quindi:
• Interrogative polari (si/no)
• Interrogative wh-
• Negative
• Imperative
• Ipotetiche
• Temporali
• Relative

Le CNM possono essere considerate l’equivalente dell’intonazione nelle lingue vocali, dove possiamo
usare la stessa sequenza di parole con schemi intonativi diversi per il diverso tipo di frase.

o Partiamo dalla frase dichiarativa semplice, realizzata con CNM sintattiche neutre.
o Le frasi interrogative polari in LIS, invece, sono accompagnate da: sollevamento
sopracciglia e leggero avanzamento delle spalle. Nella frase il cane insegue il gatto e il
cane insegue il gatto? Vediamo che formano una coppia minima, è tutto uguale dal punto
di vista manuale, quello che cambia sono i tratti sovrasegmentali, ovvero le componenti
non manuali sintattiche.
o Le frasi interrogative wh in LIS sono accompagnate da aggrottamento delle sopracciglia,
occhi socchiusi e leggero avanzamento della linea delle spalle (es: cosa hai comprato?
– comprare cosa?)
o La frase negativa in LIS è accompagnata da: scuotimento laterale del capo e
dell’aggrottamento delle sopracciglia
o In alcune varietà della LIS, le CNM di negazione sono gli unici marcatori che rendono
negativa la frase in assenza di segni manuali di negazione

COMPONENTI ORALI
Intendiamo i movimenti della bocca o dell’area circostante eseguiti durante il flusso segnico. Esistono
due categorie di componenti orali:
- COS (componenti orali speciali)
- COP/IPP (componenti orali del parlato/immagini parole prestito)
Le componenti orali sono movimenti eseguiti con la bocca e l’area circostante, sono simultanei alla
produzione dei segni manuali. Alcune componenti derivano dalla lingua vocale e possono essere
considerate come forme di prestito linguistico. Queste sono le COP o IPP. Altre componenti orali sono
indipendenti dall’italiano, non sono forme di prestito, sono realizzazioni inerenti alla LIS e quindi non
sono fenomeni di contatto interlinguistico. Le COS sono movimenti della bocca e dell’area circostante
che non hanno relazione con la lingua vocale della maggioranza udente. Le COS sono legate a sensazioni
o percezioni (es. SPARARE). In altri casi sembra non esserci una precisa relazione tra il contenuto
semantico e il movimento della bocca (es. NON RIUSCIRE – PA-PA). Le COS sono caratterizzate da
diversi gradi di iconicità. In generale non sembrano essere influenzate da particolari variabili sociali
linguistiche, sono usate in modo uniforme nella comunità linguistica. Da un punto di vista prettamente
articolatorio le COS non sembrano essere ristrette alla sola bocca, ma possono coinvolgere anche la
mandibola, guance, lingua, labbra, le COS possono essere realizzate anche con l’emissione di aria dalla
bocca. La relazione tra COS e segno manuale può riflettere vari gradi di iconicità. Possiamo caratterizzare
le COS in 3 gruppi:
• COS TRASPARENTI: sono le COS più iconiche, ovvero lasciano trasparire la relazione esistente
tra le COS e il significato semantico del segno (es. mangiare il gelato, gonfiare un palloncino)
• COS TRASLUCIDE: esiste un grado intermedio di iconicità. La relazione tra COS e significato
semantico non è immediata, ma può essere riconosciuta a posteriori, nel momento in cui viene
spiegata (es. non piacere, magro)
• COS OPACHE: il riferimento semantico è arbitrario e puramente convenzionale (es. impossibile
– pa-pa, non ancora). La relazione tra COS e significato semantico non è riconoscibile perché
frutto di una convenzione arbitraria
05/05/23

COMPONENTI ORALI NELLE LS


Sono movimenti eseguiti con la bocca, coestensivi all’articolazione dei segni.
COP sta per componenti orali del parlato e vengono dette anche labializzazioni, derivano dalla lingua
vocale usata dalla maggioranza udente, sono forme di prestito dalla lingua vocale. Il grado di utilizzo
delle COP nelle lingue dei segni dipende molto dal grado di trasparenza della lingua vocale. L’italiano è
una lingua considerata trasparente dal punto di vista fonologico, labio-leggere in italiano è un’operazione
si complessa, ma più semplice rispetto ad altre lingue come l’inglese, che sono opache.

COP = articolazione della parola corrispondente in italiano (o parte di essa) eseguita con la bocca e
senza emissione di suono.
Le COP sono una forma di contatto interlinguistico tra LIS e italiano, sono dovute ad un fenomeno di
interferenza linguistica e culturale (probabilmente a causa dell’oralismo usato nella riabilitazione delle
persone sorde). Il fenomeno delle COP è variabile nella comunità. Ci sono segnanti che le usano di più
e segnanti che le usano meno. Non ci sono regole ben precise che ci vincolano a usarle in un determinato
modo. Perché c’è variazione tra i segnanti? L’uso delle COP dipende da variabili, ad esempio l’istruzione
ricevuta in giovane età, il contesto comunicativo e il destinatario, il contesto extralinguistico ecc..
Quando si usano?
- Soprattutto con nomi e aggettivi
- Meno spesso con i verbi
- Non riproducono elementi funzionali (es. pronomi, morfemi numero/genere nei nomi e morfemi
temporali e di accordo nei verbi)
Quale forma?
Le COP/IPP possono essere totali o parziali a seconda della porzione di parola riprodotta.
COP/IPP parziale:
[fo]
FOGLIO
COP/IPP totale:
[foglio]
FOGLIO

Nella labializzazione non si lasciano trasparire morfemi grammaticali di pluralizzazione, per esempio, se
io devo dire la parola fogli non labializzo fogli, ma dico sempre foglio.
Nella maggior parte dei casi si estendono su un unico segno, ma ci sono casi in cui le COP si estendono
su due segni.
Significato della COP e significato del segno associato
Ci possono essere:

• EQUIVALENZA SEMANTICA → stesso significato


• INTEGRAZIONE SEMANTICA → la COP può aggiungere significato
• IPONIMIA → il segno manuale veicola un significato e la COP restringe il significato del segno
manuale generando un iponimo
• DISAMBIGUAZIONE SEMANTICA (es. verdura/pasta)
• La labializzazione usata in corrispondenza di segni inizializzati

PROSODIA
Il segnale linguistico è composto da fenomeni fonologici sovrasegmantali, che sono durata, accento,
tono, intonazione. Se non ci sono segmenti essi non esistono, devono attaccarsi a dei segmenti, non
sono autonomi.

LV: Durata
È il tempo di articolazione, ossia il tempo che passa dal momento iniziale a quello finale dell’articolazione
di un fonema, di una parola o di un enunciato, che può riguardare un fonema, una parola, un segno, un
enunciato. Alcuni fenomeni rilevanti che riguardano la durata possono essere il fenomeno
dell’allungamento finale a fine enunciato, che tende a durare di più rispetto alla finale. Può interessare
anche un singolo fonema, in italiano abbiamo, per esempio, consonanti lunghe e brevi e la durata
consonantica è distintiva in italiano, mentre l’allungamento vocalico non è distintivo. In italiano la vocale
accentata in sillaba aperta non finale risulta foneticamente lunga (es [‘fa:to]/[‘fatto]).

LV: Accento
Rafforzamento di una sillaba rispetto ad altre sillabe vicine all’interno della parola.
Esistono lingue ad accento fisso come il francese (sull’ultima sillaba) e l’ungherese (per lo più sulla
prima sillaba) e lingue ad accento mobile come l’italiano (parole tronche come cit- tà, piane come fe-rì-
ta, sdrucciole come me-gà-fo-no e bisdrucciole come mà-sti-ca-no). In italiano l’accento è distintivo: es.
papà vs papa, àncora vs ancòra.

LV: Tono
È la velocità di vibrazione delle corde vocali, che determina l’altezza tonale (più o meno acuto, più o
meno grave). Ci sono lingue tonali dove il tipo di tono può distinguere parole molto simili. In italiano il
tono non è distintivo, ma lo è l’intonazione, cioè il susseguirsi di toni alti e bassi. Ad esempio, possiamo
distinguere frasi diverse come:
- Ha già mangiato
- Ha già mangiato?
- Ha già mangiato?!
LV E LS A CONFRONTO
LINGUE VOCALI
SEGMENTI → Fonemi
Fenomeni fonologici SOPRASEGMENTALI:
• Durata
• Accento
• Intonazione
• Tono

LINGUE DEI SEGNI


SEGMENTI → Fonemi
Fenomeni fonologici SOPRASEGMENTALI:
• Variazione nelle componenti manuali (CM): durata, ampiezza, velocità
• Componenti non manuali (CNM)

LS: Marcatori prosodici manuali


I segni manuali possono essere modificati da tratti soprasegmentali realizzati manualmente come per
esempio:

• DURATA: aumentiamo il tempo di articolazione del segno. Questo può veicolare enfasi,
intensificazione
• VELOCITÀ: aumentare la velocità di un segno può corrispondere alla produzione di un segno
accentato. Quando vogliamo accentuare un segno manteniamo la durata del segno invariata, ma
usiamo maggiore ampiezza.
• AMPIEZZA: facciamo riferimento al volume visivo, più i movimenti sono ampi, più sono evidenti
e possono essere percepiti facilmente dall’interlocutore. Se il movimento è meno visibile ottengo
l’effetto di un segnato sussurrato.
Le CNM sono un complesso di:
- Espressioni facciali (per es. inarcamento delle sopracciglia, direzione dello sguardo, contrazione
delle guance)
- Componenti orali (prestate e speciali)
- Posizione e movimento del capo
- Posizione e movimento delle spalle
- Postura del corpo
MARCATORI PROSODICI
Cosa segnalano?

• Marcatori di CONFINE: segnalano l’inizio o la fine di costituenti prosodici


• Marcatori di DOMINIO: si stendono su interi costituenti prosodici. Estensivi all’intero dominio

GERARCHIA PROSODICA
Sopra il livello lessicale (domini fonologici più ampi della singola parola):
• Enunciati fonologici
• Sintagmi intonativi
• Sintagmi fonologici
• Parole prosodiche
Livello lessicale:
- Piede
- Sillaba
Quanto alle LS studiosi ed esperti di lingua dei segni, tra cui Brentari, Sandler, Nespor, Lillo-Martin,
hanno dimostrato che la stessa gerarchia può essere usata per analizzare il segnale linguistico nelle
lingue dei segni.

SILLABA
Il movimento può essere visto come il motore dell’attività articolatoria del segnante, in quanto consente
agli altri parametri di mutare all’interno dei segni ed è il nucleo di sonorità nelle lingue dei segni.
→ La sillaba è un’unità prosodica costituita da uno o più foni agglomerati attorno ad un picco di intensità.
Come si contano le sillabe?
Brentari parla di Syllable counting criteria
Un movimento equivale ad una sillaba.
Distinguiamo una sillaba leggera e una pesante.
La SILLABA LEGGERA è un movimento semplice e può essere:
• Un movimento primario (o con traiettoria)
• Movimento secondario – cambio di configurazione (es. ignorante)
• Movimento secondario – cambio di orientamento (es. tradire)
SILLABA PESANTE = movimento complesso
Ovvero una combinazione simultanea di movimenti semplici
• Movimento con traiettoria + un cambio di configurazione
• Movimento con traiettoria + un cambio di orientamento
• Cambio di configurazione + cambio di orientamento
Segni monosillabici con sillaba leggera:
- ANDARE
- TRADIRE
- IGNORANTE
Segni monosillabici con sillaba pesante:
- COPIARE
- PRIMA VOLTA
- SCIOPERO
Segni bisillabici:
- FESTA
- LAVORARE
- ANNULLARE
- CINA
(Annullare e Cina hanno due movimenti, ma non c’è la ripetizione dello stesso movimento)
Coppia minima: 1 sillaba vs. 2 sillabe:
- VITA/VIVERE
- FUNZIONARE/MOTORE
12\05\2023

PROCESSI FONOLOGICI
Nelle lingue umane a volte capita che la realizzazione dei un fonema venga influenzata dal contesto in
cui si trova. Queste possibili alterazioni sono il risultato di processi fonologici.
ASSIMILAZIONE
In alcuni segni a due mani non bilanciati è possibile osservare un processo di assimilazione interna:
- nella forma originaria i due articolatori manuali realizzano configurazioni diverse;
- nella forma con assimilazione la mano non dominante assimila la configurazione della mano
dominante (configurazioni simmetriche).
DISTALLIZZAZIONE
→ tendenza a passare da articolatori più vicini al busto del segnante ad articolatori più distanti
Si osserva quindi una tendenza a sostituire macromovimenti con micromovimenti.
PROSSIMALIZZAZONE
→ tendenza a passare da articolatori più vicini al busto del segnante ad articolatori più distanti
Si osserva quindi una tendenza a sostituire macromovimenti con micromovimenti.

REGOLA DEL POLLICE

REGOLA DEL MIGNOLO

EPENTESI
(dal greco epénthesis, "inserzione")
→ processo fonologico che prevede l’inserimento di un segmento fonico all'interno di una sequenza
fonica al fine di riparare una violazione fonologica o rendere la pronuncia più facile.
Inserimento:
- di una vocale: es. [pɪsikoloˈʤia] e [inɪzviˈtːseːra] (in alcune varietà di italiano)
- di una consonante: es. aggiunta della d eufonica in “ad Amalfi”, “ed elefanti
19/05/23

VARIAZIONE SOCIOLINGUISTICA
Le lingue variano e possono variare per effetto del tempo (variazione diacronica), possono cambiare
nella dimensione dello spazio (variazione diatopica), per effetto della situazione comunicativa (variazione
diafasica), la lingua varia anche per effetto della provenienza sociale del parlante (variazione diastratica),
a seconda del mezzo comunicativo usato (variazione diamesica). Giocano un ruolo fondamentale i
corpora, cioè i testi linguistici, che ci fanno vedere come la lingua varia a seconda di questi fattori.
Con lingua standard ci riferiamo ad un sistema linguistico idealizzato, in realtà entrano in gioco molte
variabili. Studiare la variazione sociolinguistica significa tenerne conto e assumere un approccio realistico.
La variazione socio linguistica è la variazione interna alle lingue. Può essere collegata a:
- FATTORI SOCIALI (la provenienza geografica, età, genere, classe sociale ecc)
- FATTORI LINGUISTICI (il tipo di frase, il ruolo sintattico degli elementi nella frase, ecc)
La variazione può riguardare aspetti fonologici, lessicali, morfologici e sintattici.
Serve a capire come la lingua varia. I fenomeni di variazione non avvengono a caso, ci sono dei paletti
che restringono le possibilità di variazione. Studiare la variazione socio linguistica significa studiare i limiti
entro cui la variazione può avvenire. Essa implica uno studio sul campo, si indaga come la lingua viene
usata da un buon numero di segnanti rappresentativi dell’intera comunità. Più dati abbiamo e più
riusciamo ad avere un’immagine fedele di come la lingua viene usata nella comunità. Il corpus è una
raccolta di testi linguistici creati spontaneamente dai parlanti e segnanti. Gestire tanti dati non è facile,
ma grazie agli strumenti della statistica riusciamo a trarre delle generalizzazioni.
PROGETTO DI RICERCA PRIN 2008-2010
(Progetto di Ricerca di Interesse Nazionale)
“Dimensioni di variazione nella Lingua dei Segni Italiana”
Hanno partecipato:
- Università di Roma la Sapienza
- Università di Milano – Bicocca
- Università di Venezia Ca’ Foscari
Obiettivo: creazione del primo CORPUS per la LIS.
CORPUS LIS
- 10 città
- 165 persone sorde (circa 18 per ogni città)
- 3 gruppi di età: giovani, medi, anziani (6 persone in ogni gruppo)
Giovani: dai 18 a 30 anni
Medi: da 31 a 54 anni
Anziani: da 55 anni in su
DIMENSIONI DI VARIAZIONE:
- Diacronica (fattore: età)
- Diatopica (fattore: provenienza): si sta riducendo per effetto delle nuove tecnologie che
permettono alle persone sorde di comunicare abbattendo le barriere spaziali. Ci sono aree
particolarmente soggette a questa variazione, è il caso dei colori, dei mesi
- Diafasica (fattore: contesto comunicativo)
- Diastratica (fattore: classe/gruppo sociale, istruzione)
- Diamesica (fattore: mezzo comunicativo)

VARIAZIONE DIAFASICA
REGISTRO FORMALE
• Segni eseguiti nella loro forma citazionale (si evitano assimilazioni ad esempio)
• Soggetto e oggetto espliciti, si cerca di evitare le ambiguità
• CNM meno marcate
• Più influenza della LV (ora sempre meno grazie alla consapevolezza metalinguistica della
comunità segnante)
• Minore uso della gestualità
• - Uso di “domande retoriche”: domande che servono per essere più chiari possibili
REGISTRO INFORMALE
• Segni eseguiti a volte in modo diverso rispetto alla forma citazionale (es. caduta della mano non
dominante)
• Soggetto e oggetto omessi
• CNM più marcate
• Meno influenza della LV
• Maggiore uso della gestualità
Lo slang usato per rafforzare l’appartenenza al gruppo e per rendere inaccessibile quello che viene detto
al resto della comunità.

VARIAZIONE DIAMESICA
→ per effetto del mezzo comunicativo.
Fino a qualche anno fa esisteva solo la modalità
orale (interazione faccia a faccia), negli ultimi
anni si sono aggiunte altre modalità
comunicative, come la modalità trasmessa a
distanza (video chat), modalità videoregistrata,
modalità scritta. Le lingue sei segni non hanno
una forma scritta e diffusa all’interno della
comunità ma ci sono stati vari tentativi di
scrittura. La più diffusa è sign writing.

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