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NUOVA
NORMATIVA
SULLE

PRESTAZIONI
DI
SERVIZI



ASPETTI
CRITICI


Torino


Martedì,
9
novembre
2010

a
cura
di
Stefano
Garelli


1

TRATTAMENTO
IVA
DELLE
OPERAZIONI

ITER
LOGICO

In
relazione
alle
singole
operazioni
poste
in
essere
in
veste
di

fornitore
o
di
acquirente
occorre
rispondere
alle
seguenF

domande:

–  E’
una
cessione
di
beni
o
una
prestazione
di
servizi?

–  Se
si
traKa
di
una
prestazione
di
servizi:
è
una

prestazione
che
rientra
nelle
DEROGHE?

•  Se
la
risposta
è
SI:
applicare
la
deroga;

•  Se
la
risposta
è
NO:
applicare
la
regola
generale

(Paese
del
commiKente)

L’esame
dell’operazione
deve
essere
compiuto
in
base
al
CONTRATTO
(anche
nella

forma
di
ordine
e
conferma
d’ordine),
il
quale
esprime
la
VOLONTA’
DELLE
PARTI,

tenendo
presente
la
sostanza
dell’operazione
posta
in
essere.


2

SITUAZIONI
OPERATIVE
COMPLESSE

•  Prestazione
accessoria
ad
altra
operazione

•  Prestazioni
di
lavorazione
con
aggiunta
di
materiali
da
parte

dell’esecutore
della
lavorazione

•  Cessione
più
conto
lavorazione

•  Prestazioni
di
riparazione
/
manutenzione
con
aggiunta
di

materiali
da
parte
del
prestatore

•  Fornitura
di
beni
con
installazione
/montaggio

•  Realizzazione
di
beni
in
base
a
contraKo
d’appalto
con
loro
invio

all’estero

•  ContribuF
in
conto
stampi

•  Servizi
relaFvi
a
stand
fierisFci

•  Risarcimento
danni,
penalità
contraKuali
e
corrispe[vo
di

prestazione
di
servizi


3

PRESTAZIONE
ACCESSORIA
AD
ALTRA
OPERAZIONE

CONCETTO

Ar?colo
12
del
Dpr
n.
633/1972
(“cessioni
e
prestazioni
accessorie”):


“Il
trasporto,
la
posa
in
opera,
l'imballaggio,
il
confezionamento,
la
fornitura
di
recipienF
o

contenitori
e
le
altre
cessioni
o
prestazioni
accessorie
ad
una
cessione
di
beni
o
ad
una

prestazione
di
servizi,
effeHua?
direHamente
dal
cedente
o
prestatore
ovvero
per
suo
conto

e
a
sue
spese,
non
sono
sogge[
autonomamente
all'imposta
nei
rapporF
fra
le
parF

dell'operazione
principale.”.

Risoluzione
n.
222/E
del
3
giugno
2008:


“Per
la
sussistenza
del
rapporto
di
accessorietà
è
necessaria,
ma
non
sufficiente,
la
convergenza

di
tuKe
le
prestazioni
nella
direzione
della
realizzazione
di
un
unico
obie[vo,

….
E’
altresì
necessario,
…,
un
nesso
di
dipendenza
funzionale
delle
prestazioni
accessorie
rispeKo

alla
prestazione
principale.
Occorre
in
parFcolare
che
le
prestazioni
accessorie
siano

effeKuate
proprio
per
il
faKo
che
esiste
una
prestazione
principale,
in
combinazione
con
la

quale
possono
portare
ad
un
determinato
risultato
perseguito”.

Conclusivamente,
sono
accessorie
solo
le
operazioni
poste
in
essere
dal
medesimo
soggeHo
in

necessaria
connessione
con
l’operazione
principale
alla
quale,
quindi,
accedono
e
che

hanno,
di
norma,
la
funzione
di
integrare,
completare
o
rendere
possibile
la
deHa

prestazione
o
cessione
principale”.


4

PRESTAZIONE
ACCESSORIA
AD
ALTRA
OPERAZIONE

Sentenza
della
Corte
(Sesta
Sezione)
del
25
febbraio
1999.
‐
Card
Protec?on
Plan
Ltd

(CPP)
contro
Commissioners
of
Customs
&
Excise.
‐
Causa
C‐349/96


2
Per
decidere,
ai
fini
dell'IVA,
se
una
prestazione
di
servizi
che
è
composta
da
più
elemen=
debba

essere
considerata
come
una
prestazione
unica
o
come
due
o
più
prestazioni
autonome
che

devono
essere
valutate
separatamente,
si
deve
tener
conto
della
duplice
circostanza
che,
da

un
lato,
dall'art.
2,
n.
1,
della
sesta
direAva
77/388
discende
che
ciascuna
prestazione
di

servizi
dev'essere
considerata
di
regola
come
autonoma
e
indipendente
e
che,
dall'altro,
la

prestazione
cos=tuita
da
un
unico
servizio
soGo
il
profilo
economico
non
dev'essere

ar=ficialmente
divisa
in
più
par=
per
non
alterare
la
funzionalità
del
sistema
dell'imposta
sul

valore
aggiunto.


(…)

Una
prestazione
dev'essere
considerata
accessoria
ad
una
prestazione
principale
quando
essa

non
cos=tuisce
per
la
clientela
un
fine
a
sé
stante,
bensì
il
mezzo
per
fruire
nelle
migliori

condizioni
del
servizio
principale
offerto
dal
prestatore.
In
tale
circostanza,
il
faGo
che
un

prezzo
unico
sia
faGurato
non
riveste
un'importanza
decisiva.


In
base
all’analisi
dell’operazione
condoKa
con
i
criteri
sopra
illustraF,
è
possibile
addivenire
alla
conclusione:

•  O
che
si
traKa
di
PIU’
PRESTAZIONI
AUTONOME,
tuKe
dotate
di
pari
dignità:
occorre
applicare
le
regole

previste
per
le
singole
prestazioni;

•  O
che
si
traKa,
in
sostanza,

di
un’
UNICA
PRESTAZIONE
(composta
da
una
prestazione
prevalente
e
da
una

o
più
prestazioni
accessorie
le
quali
seguono
la
sorte
della
prestazione
prevalente):
occorre
applicare
la

regola
della
prestazione
prevalente.


5

PRESTAZIONE
ACCESSORIA
AD
ALTRA
OPERAZIONE

ESEMPI

•  Impresa
italiana
vende
merce
con
la
condizione
di
resa
“franco

des?no”
ad
un’impresa
francese
con
invio
della
merce
in
Francia:
il

trasporto
addebitato
nella
stessa
faKura
di
vendita
della
merce
o

mediante
faKura
successiva
è
una
prestazione
accessoria
alla

vendita
e
ne
segue
le
sorF
(arFcolo
41/1/a);
la
prestazione
del

trasportatore
è
una
prestazione
autonoma;
se
si
traKa
di

trasportatore
italiano
emeKe
faKura
con
Iva;

•  Impresa
italiana
vende
merce
con
al
condizione
di
resa
“franco

partenza”;
il
cliente
estero,
successivamente
(con
accordo
separato

che
non
modifica
la
condizione
di
resa)
incarica
l’impresa
italiana
di

organizzare
il
trasporto;
pareri
discordi;
secondo
alcuni
la

prestazione
di
trasporto
è
autonoma,
secondo
altri
la
prestazione


di
trasporto
è
accessoria;


6

PRESTAZIONE
ACCESSORIA
AD
ALTRA
OPERAZIONE

ESEMPI


•  Impresa
italiana
acquista
merce
da
impresa
tedesca,

con
la
condizione
di
resa
“franco
partenza”;
il
trasporto

viene
eseguito
da
veKore
italiano:
l’impresa
italiana

numera
e
integra
con
Iva
la
faKura
del
fornitore

tedesco;
il
trasporto
è
una
prestazione
autonoma;
il

veKore
italiano
emeKe
faKura
con
Iva;

•  Impresa
italiana,
in
base
a
contraHo,
fornisce
un

macchinario
con
installazione
e
montaggio
a
sue

spese;
la
prestazione
di
installazione
e
montaggio
è

accessoria
all’operazione
principale
(sia
che
venga

addebitata
nella
stessa
faKura
del
macchinario
che
con

faKura
successiva).


7

PRESTAZIONE
ACCESSORIA
AD
ALTRA
OPERAZIONE

Circolare
n.
43/E
del
6
agosto
2010


Nella
risposta
che
segue
l’Agenzia
delle
Entrate
ha
negato
l’accessorietà
delle
spese

di
trasporto
rispeHo
alla
cessione
gratuita
di
beni.


Era
opinione
prevalente
che
in
tale
evenienza
l’operazione
diventasse
(nel
suo

complesso)
una
operazione
onerosa.


2.
Nel
caso
di
faHure
emesse
per
documentare
l’invio
di
campioni
gratui?
di
merce
a

clien?
stabili?
in
altri
Sta?
membri,
ai
quali
vengono
addebitate
le
sole
spese
di

trasporto,
quali
sono
gli
adempimen?
ai
fini
degli
elenchi
Intrastat?

Le
cessioni
di
campioni
gratuiF
non
cosFtuiscono
cessioni
intracomunitarie,
in
quanto

prive
del
requisito
dell’onerosità,
cui
fa
espresso
riferimento
l’art.
41
del
D.L.
n.
331

del
1993
e,
conseguentemente,
non
devono
essere
riepilogate
negli
elenchi

Intrastat
(cfr.
circ.
n.
13
del
1994.
par.
B.15.1.a).

TuKavia,
nel
caso
in
cui
al
cliente
vengano
addebitate
le
spese
di
trasporto
dei

campioni
gratuiF,
queste
assumono
autonoma
rilevanza,
quale
corrispe[vo
della

prestazione
di
trasporto.
Quest’ulFma
prestazione,
resa
nei
confronF
di
un

commiKente
‐
soggeKo
passivo
d’imposta
‐
stabilito
in
altro
Stato
membro,
rientra

tra
le
prestazioni
generiche,
disciplinate
dall’art.
7‐ter
del
D.P.R.
n.
633
del
1972
e

come
tale
va
inserita
negli
elenchi
riepilogaFvi
relaFvi
ai
servizi
resi.


8

PRESTAZIONI
DI
LAVORAZIONE
CON
AGGIUNTA
DI
MATERIALI
DA
PARTE

DELL’ESECUTORE
DELLA
LAVORAZIONE

Risoluzione
n.
272/E
del
28/9/2007


Impresa
italiana
riceve
in
conto
lavoro
da
società
tedesca
materiali
per
il
valore
di
25
(che
restano
di

proprietà
della
società
tedesca).

L’impresa
italiana,
nel
corso
del
processo
produ[vo,
aggiunge
30
di
materiali
di
sua
proprietà
e

aggiunge
45
di
lavoro.

Al
termine
l’impresa
italiana
faKura
alla
società
tedesca
75.

Nella
Risoluzione
citata,
premesso
che
secondo
la
società
istante
le


par?


hanno

considerato


principale

ed

essenziale

l'aavità
di

lavorazione,

viene
affermato
che:

“….
il

valore
dei
beni,
anche
nella
considerazione
della
citata

Circolare
n.
145,
non
e'
irrilevante
nella

qualificazione
dell'operazione.






Piu'
precisamente,
al

fine
di
disFnguere
in
concreto
se
una
determinata

operazione
rientri

nel


conceKo

di

cessione

ovvero
di
prestazione
occorre

fare
riferimento

a

diversi

criteri,
tra
cui

assume
parFcolare
rilevanza
la

volontà
delle
par?.

Alla
luce

di

quanto

sopra

esposto,

con

riferimento

alla
fa[specie

oggeKo
dell'interpello,
occorre
rilevare
che:







•  
secondo

i

canoni

ermeneuFci

di
interpretazione
dei
contra[

di
cui

agli

arFcoli

1362,

1363

e
1366
del
Codice
Civile
richiamaF
dalla

Corte
di


Cassazione

nella

sentenza

n.

5935

del

15

giugno

1999,
emerge

l'intenzione
dei

contraenF

di

dar

vita
ad
un
contraKo
d'opera
e,
quindi,

ad
una

prestazione
di
servizi;







•  
la

lavorazione

posta

in
essere
dal
soggeKo
nazionale,
pur
con

l'aggiunta
di

elemenF

senza

i

quali

il

bene

finito

sarebbe

del
tuKo

inidoneo

all'uso,

e'

comunque

direKa

a

trasformare
il
bene,
anche
per
la

parte
fornita

dal

commiKente,

in

corrispondenza

con
le
aspeKaFve
e
con

gli

interessi
contraKuali
di
quest'ulFmo.
”.


9

PRESTAZIONI
DI
LAVORAZIONE
CON
AGGIUNTA
DI
MATERIALI
DA

PARTE
DELL’ESECUTORE
DELLA
LAVORAZIONE

FRANCIA
–
OPÉRATIONS
À
FAÇON
(D.Adm.
3A.1151
del
20
oKobre
1999)


•  Pour
qu'existe
un
véritable
marché
de
façon,
quatre
condiFons
doivent

être
respectées
:

•  171.
Le
façonnier
ne
doit
pas
devenir
propriétaire
des
biens
apportés
par

le
donneur
d'ouvrage
(son
client)
;

•  182.
Il
n'est
pas
nécessaire
que
toutes
les
ma?ères
premières
u?lisées

soient
apportées
par
le
donneur
d'ouvrage
;
le
façonnier
peut
fournir
une

certaine
quanFté
de
maFère
complémentaire.
PraFquement
il
est
admis

qu'il
y
a
«
marché
de
façon
»
chaque
fois
que
la
valeur
des
ma?ères

apportées
par
le
donneur
d'ouvrage,
augmentée
des
frais
de
façon,

excède
la
valeur
des
produits
fournis
par
le
façonnier.
Quand
ceKe

condiFon
n'est
pas
saFsfaite,
l'opéraFon
s'analyse
en
un
marché
de

fournitures.


•  193.
Les
matériaux
apportés
par
le
client
doivent
être
res?tués
à

l'iden?que
ou,
sous
certaines
condi?ons,
à
l'équivalent.

•  204.
Les
opéra?ons
de
façon
doivent
conduire
à
la
réalisa?on
d'un

produit
nouveau
par
l'entrepreneur
de
l'ouvrage.


10

PRESTAZIONI
DI
LAVORAZIONE
CON
AGGIUNTA
DI
MATERIALI
DA

PARTE
DELL’ESECUTORE
DELLA
LAVORAZIONE

Sentenza
Corte
GiusFzia
Ue
causa
C‐88
/09
dell'11
febbraio
2010


ArFcolo
7

della
proposta
di
rifusione
Regolamento
n.
1777/2005

Sentenza
Corte
Gius?zia
Ue:

“….l’aavità
di
reprografia
risponde
alle
caraHeris?che
di
una
cessione
di
beni
laddove
si
limi?
ad

una
semplice
operazione
di
riproduzione
di
documen?
su
suppor?,
mentre
il
potere
di
disporre
di

ques?
ul?mi
viene
trasferito
dal
reprografo
al
cliente
che
ha
ordinato
le
copie
dell’originale.

SiffaHa
aavità
deve
invece
essere
qualificata
come
«prestazione
di
servizi»
ai
sensi

dell’art.
6,
n.
1,
della
sesta
direava
77/388,
quando
risulta
che
essa
si
accompagna
a
prestazioni

di
servizi
complementari
idonee,
alla
luce
dell’importanza
che
rivestono
per
il
des?natario,
del

tempo
che
la
loro
esecuzione
richiede,
del
traHamento
di
cui
i
documen?
originali
necessitano
e

della
parte
del
costo
totale
che
tali
prestazioni
di
servizi
rappresentano,
a
rives?re
caraHere

predominante
rispeHo
all’operazione
di
cessione
dei
beni,
in
modo
tale
da
cos?tuire
un
fine
a
sé

stante
per
il
loro
des?natario.”.


Ar?colo
7
della
proposta
di
rifusione
del
Regolamento
1777/2005:

“1.
Le
operazioni
seguenF
sono
considerate
“cessione
di
beni”
ai
sensi
dell’arFcolo
14
della

dire[va
2006/112/CE:

a)  il
traKamento
di
fotografie
digitali,
qualora
le
fotografie
stampate
siano
fornite
all’acquirente;

b)  la
stampa
di
pubblicazioni
su
carta
qualora
il
fornitore
fornisca

all’acquirente
anche
i
materiali.


11

CESSIONE
E
CONTO
LAVORAZIONE

Circolare
n.
36/E
del
21
giugno
2010,


risposta
n.
30

30.
Un’azienda
produHrice
di
sedie
riceve
dai
propri
clien?
comunitari
il
tessuto
per

il
rives?mento
delle
stesse.
Successivamente
vende
il
prodoHo
finito
ai
medesimi

clien?.
Si
chiede
se
sia
correHo
considerare
la
vendita
della
sedia
come
cessione

anche
se
il
tessuto
è
in
conto
lavoro.


Inoltre,
tenuto
conto
che
sulla
faHura
normalmente
viene
addebitato
il
costo
del

trasporto,
si
chiede
se,
ai
fini
della
compilazione
degli
elenchi
riepiloga?vi
delle

operazioni
intracomunitarie,
sia
obbligatorio
indicarlo
separatamente
come

prestazione
di
servizio.



L’azienda
realizza
una
cessione
di
beni
e,
pertanto,
deve
compilare
il
relaFvo
modello,

in
cui
deve
inserire,
in
applicazione
del
criterio
dell’accessorietà
(art.
12
del
D.P.R.

n.
633
del
1972)
le
spese
di
lavorazione
del
tessuto
e
le
spese
di
trasporto

addebitate
al
cliente
comunitario.


Ulterioriori
adempimen?:
annotazione
della
tessuto
ricevuto
sull’apposito
registro
di
carico
/
scarico
di
cui

all’ar?colo
50,
comma
5,
del
Dl
n.
331/1993;
presentazione
Intra
sta?s?co
(se
contribuente
mensile
ai

fini
Intra)
per
segnalare
l’arrivo
e
la
spedizione
dei
beni.


12

RIPARAZIONE
CON
AGGIUNTA
MATERIALI


DA
PARTE
DEL
PRESTATORE

Circ.
n.
36/E
risposta
n.
23

•  23.
Si
chiede
un
chiarimento
in
merito
alla
compilazione
dei
nuovi

elenchi
Intrastat
per
quanto
riguarda
le
faHure
rela?ve
alle
riparazioni
di

beni
mobili.
Per
alcuni
clien?
comunitari
è
necessario
ogni
tanto
eseguire

delle
riparazioni
su
macchine
che
gli
stessi
ci
res?tuiscono
danneggiate.

Nel
caso
di
riparazioni
onerose,
nella
stessa
faHura
noi
anno?amo

dis?ntamente
i
pezzi
di
ricambio
(che
sos?tuiscono
quelli
difeHosi
o

danneggia?)
con
i
rela?vi
valori,
e
la
manodopera,
anche
questa
con
il

rela?vo
valore.


•  Nel
caso
di
riparazioni
a
Ftolo
oneroso
richieste
a
clienF
comunitari,
posto

che
si
traKa
di
operazioni
non
rilevanF
nel
territorio
dello
Stato
ai
sensi

dell’art.
7‐ter
del
D.P.R.
n.
633
del
1972,
deve
essere
compilato
il
modello

Intrastat
riepilogaFvo
dei
servizi
resi
per
la
parte
relaFva
all’effeKuazione

della
prestazione
di
riparazione,
con
l’indicazione
del
corrispe[vo,
che

sarà
comprensivo
anche
del
valore
del
bene
sosFtuito.
Al
contrario,
non

deve
essere
compilato
ai
fini
fiscali
l’Intrastat
relaFvo
ai
beni.

Ulteriori
adempimen?:
annotazione
dei
beni

ricevu?
in
riparazione
sull’apposito
registro
di
carico
/
scarico

di
cui
all’ar?colo
50,
comma
5,
del
Dl
n.
331/1993.


13

RIPARAZIONE
CON
AGGIUNTA
MATERIALI


DA
PARTE
DEL
PRESTATORE

DOTTRINA
E
HMRC
REGNO
UNITO

In
relazione
a
tale
operazione,
è
stato
affermato
(Ine
Lejeune,
Silvia
Kotanidis,
Sofie

Van
Doninck
(PWC)
‐
The
New
EU
Place
of
Supply
Rules
from
a
Business

PerspecFve,
op.
cit.
p.

101)
che:

"On
the
basis
of
the
judgment
of
the
European
CouK
of
JusFce
(Card
ProtecFon
Plan,

25.2.1999,
case
C‐349/96)
it
can
be
argued
that
the
supply
of
spare
parts
is

ancillary
to
the
repair
service
because
the
supply
of
spare
parts
does
not
consFtute

for
the
customer
an
"aim
in
itself"
but
a
means
of
beKer
enjoying
the
principal

(repair)
service".


Nel
documento
No?ce
741/A,
January
2010,
punto
8.6.3,
www.hmrc.gov.uk,
viene

affermato
che:

“8.6.3
How
do
I
treat
goods
supplied
with
my
services?

Any
goods
used
in
conjuncFon
with
the
work
performed,
such
as
spare
parts,
paint,

and
so
on,
should
be
treated
as
part
of
the
supply
of
services.

OCCORRE
ANALIZZARE
LA
SITUAZIONE
CONCRETA.

UN
AIUTO
ALL’ANALISI
E’
COSTITUITO
DAL
CONFRONTO
TRA
IL
VALORE
DEL
DARE
E
IL
VALORE
DEL
FARE
(ivi
compresi
i
rimborsi
spese
di
viKo,

viaggio
e
alloggio
dei
tecnici
che
hanno
eseguito
l’intervento)


14

RIPARAZIONE
DI
VEICOLI

CON
AGGIUNTA
DI
MATERIALI


DA
PARTE
DEL
PRESTATORE

FRANCIA‐
Décision
de
rescrit
du
15
septembre
2009
n°
2009/49


En
présence
d'une
opéra?on
cons?tuée
par
un
faisceau
d'éléments
et

d'actes,
la
Cour
de
jusFce
des
Communautés
européennes
considère

qu'il
convient
de
prendre
en
considéraFon
toutes
les
circonstances

dans
lesquelles
se
déroule
l'opéraFon
en
quesFon,
aux
fins
de

déterminer,
d'une
part,
si
l'on
se
trouve
en
présence
de
deux
ou

plusieurs
prestaFons
disFnctes
ou
d'une
prestaFon
unique
et,
d'autre

part,
si
dans
ce
dernier
cas,
ceKe
prestaFon
unique
doit
être
qualifiée

de
livraison
de
biens
ou
de
prestaFon
de
services
…

A
Ftre
de
règle
pra?que,
si
la
valeur
des
pièces
n'excède
pas
50
%
du
coût

de
l'opéraFon,
l'opérateur
peut
être
considéré
comme
rendant
une

prestaFon
de
services,
dans
le
cas
contraire
il
est
réputé
rendre
une

livraison
de
biens
accompagnée
d'un
montage.

NB:
La
regola
sopra
prevista
è
stata
pronunciata
con
riferimento
alle

riparazioni
di
veicoli.
Negli
altri
casi
si
applicano
le
considerazioni

delineate
dalla
Sentenza
Corte
di
GiusFzia
29
marzo
2007,
causa

C‐115/05
per
la
fornitura
con
posa
in
opera.


15

FORNITURA
DI
UN
BENE
CON
INSTALLAZIONE
/
MONTAGGIO

Sentenza
Corte
GiusFzia
29
marzo
2007,
causa
C‐115/05


Un’operazione
che
riguarda
la
fornitura
e
la
posa
in
opera
di
un
cavo

a
fibre
oache
che
collega
due
Sta?
membri
ed
è
collocato
in
parte

fuori
dal
territorio
della
Comunità
deve
essere
considerata
come

una
cessione
di
beni
ai
sensi
dell’art.
5,
n.
1,
della
sesta
direava

77/388,
in
materia
di
armonizzazione
delle
legislazioni
degli
Sta?

membri
rela?ve
alle
imposte
sulla
cifra
di
affari,
come
modificata

dalla
direava
del
Consiglio
2002/93,
quando
risulta
che,
in

seguito
ai
collaudi
esegui?
dal
fornitore,
il
cavo
sarà
trasferito
al

cliente,
che
potrà
disporne
come
proprietario,
che
il
prezzo
del

cavo
vero
e
proprio
rappresenta
una
parte
chiaramente

preponderante
del
costo
totale
della
deHa
operazione
e
che
i

servizi
del
fornitore
si
limitano
alla
posa
in
opera
del
cavo,
senza

alterarne
la
natura
e
senza
adaHarlo
alle
esigenze
specifiche
del

cliente.



16

FORNITURA
DI
UN
BENE
CON
INSTALLAZIONE
/
MONTAGGIO

BELGIO
‐
Décision
n°
E.T.
95109
dd.
10.05.1999


“Devant
les
difficultés
qui
sont
parfois
rencontrées
pour
qualifier
en

livraisons
de
biens
ou
en
prestaFons
de
services
certaines

opéraFons
comportant
à
la
fois
la
fourniture
d'un
bien
et
son

installa?on
ou
son
montage
sur
un
bien
meuble,
l'administraFon
a

été
amenée
à
réexaminer
l'ensemble
de
la
problémaFque
et
il
a
été

décidé
d'adopter
les
règles
suivantes:

•  
lorsque
la
valeur
des
biens
fournis
et
placés
à
l'occasion
de

l'opéraFon
est
inférieure
à
50
p.c.
du
prix
total
dû
par
l'acheteur
ou

le
preneur,
l'opéraFon
doit
être
considérée
pour
le
tout
comme
une

prestaFon
de
services,
dont
la
localisaFon
est
réglée
par
l'arFcle
21,

§
3,
2°
du
Code
de
la
TVA;

•  
dans
les
autres
cas,
l'opéraFon
s'analyse
pour
le
tout
comme
une

livraison
de
biens,
localisée
conformément
à
l'arFcle
15,
§
2,
alinéa

2,
1°
ou
2°,
du
même
Code.
..”.


17

REALIZZAZIONE
DI
BENI
IN
BASE
A
CONTRATTO

D’APPALTO
CON
LORO
INVIO
ALL’ESTERO

L’arFcolo
3
del
Dpr
n.
633/1972
afferma
che:

“CosFtuiscono
prestazioni
di
servizi
le
prestazioni
verso
corrispe[vo

dipendenF
da
contra[
d'opera,
appalto,
trasporto,
mandato,
spedizione,

agenzia,
mediazione,
deposito
e
in
genere
da
obbligazioni
di
fare,
di
non

fare
e
di
permeKere
quale
ne
sia
la
fonte.
“.


Circolare
del
03/08/1979
n.
26
‐
Min.
Finanze
‐
Tasse
e
Imposte
IndireHe

sugli
Affari



I.v.a.
RapporF
di
scambio
con
l'estero
ed
operazioni
assimilate



ESPORTAZIONI


La



nuova



formulazione



dell'art.



8



prevede



che


cosFtuiscono

cessioni
all'esportazione:

a)

le

cessioni


che

hanno
per


oggeKo
beni

inviaF
all'estero
o
comunque

fuori

del
territorio


doganale

a
cura

o
a
nome

del
cedente,
considerandosi

tali

le

consegne

all'estero


di
beni

anche
in

dipendenza
di

contraa
di

appalto,


limitatamente

al



corrispeavo

dei

beni

esporta?.



18

CONTRIBUTI
IN
CONTO
STAMPI

Circolare
n.
43/E
del
6
agosto
2010


9.
Una
società
italiana
produce
calzature.
Tale
società
addebita
al
proprio
cliente
inglese
i
cos?
di

sviluppo
dei
nuovi
stampi
occorren?
per
il
campionario
che
viene
commissionato
dal
predeHo

soggeHo
non
residente.
Si
chiede
quali
siano
gli
adempimen?
ai
fini
Intrastat.

La
costruzione
di
stampi
per
conto
di
un
commiKente
comunitario
è
stata
già
esaminata
nella
circolare

n.
13
del
1994,
nel
paragrafo
B.2.3,
ove
è
stato
precisato
che
“la
realizzazione
(costruzione
direGa
o

acquisto
da
terzi
secondo
la
norma=va
interna)
per
conto
di
un
commiGente
comunitario
di
stampi

da
u=lizzare
in
Italia
per
la
produzione,
a
mezzo
degli
stessi,
di
beni
da
inviare
nell'altro
Stato

membro,
è
da
inquadrare
nell'ambito
di
cessioni
intracomunitarie
qualora:

‐
tra
il
commiGente
e
l’operatore
nazionale
venga
s=pulato
un
unico
contra3o
di
appalto
avente
ad

oggeGo
sia
la
realizzazione
dello
stampo
sia
la
fornitura
dei
beni
che
con
esso
si
producono;

‐
lo
stampo,
a
fine
lavorazione,
venga
inviato
nell’altro
Paese
comunitario,
a
meno
che,
in
conseguenza

dell'ordinario
processo
di
produzione
o
per
accordi
contraGuali,
sia
distruGo
o
sia
divenuto
ormai

inservibile;
(…..)

L'operatore
nazionale,
pertanto,
in
presenza
di
deGe
condizioni,
è
legiAmato
ad
emeGere
faGura
non

imponibile
ai
sensi
dell’art.
41,
comma
1,
leGera
a)”.

Qualora
ricorrano
le
predeKe
condizioni,
la
lavorazione
dello
stampo
deve
considerarsi
come
accessoria

alla
cessione
dei
beni.
Pertanto,
la
suddeKa
prestazione
non
assume
un’autonoma
configurazione

giuridica
né
ai
fini
della
faKurazione,
né
ai
fini
della
compilazione
degli
elenchi
Intrastat.

Qualora
non
ricorrano
le
condizioni
sopraindicate,
lo
sviluppo
degli
stampi
per
la
fabbricazione
di

calzature
richiesto
dal
cliente
inglese
configura
l’esecuzione
di
una
prestazione
di
servizio

generica
e,
come
tale,
da
includere
nei
modelli
riepiloga?vi
come
servizio
reso.


19

CONTRIBUTI
IN
CONTO
STAMPI

Esperienza
italiana

ITALIA:

Risoluzione
del
17/08/1996
n.
186
‐
Min.
Finanze
‐
Dip.
Entrate
Aff.
Giuridici
Serv.
VII

‐
IVA.
CosF
di

lavorazione
per
la
stampa
di
films
addebitaF
al
cliente
separatamente
dal
prezzo
del
prodoKo
finito.


Sintesi:
Una
societa'
produKrice
di
films
plasFci
sFpula
con
societa'
residenF
in
altri
paesi
dell'U.E.

contra[
di
cessione
di
de[
beni.
Per
la
stampa
di
de[
films
uFlizza,
oltre
ad
un
nucleo
ferroso,
una

soprapellicola
in
metallo
che
viene
distruKa
automaFcamente
al
termine
di
ogni
commessa
ed
il
cui

costo
viene
addebitato
al
cliente
separatamente
dal
prezzo
dei
films
prodo[
quale
"contributo

incisioni
cilindri".
DeKo
contributo
in
base
agli
arK.
12
e
13
del
DPR
26/10/72
n.
633,
rientra
nella

base
imponibile
del
films
ceduto
che
comprende
oltre
al
prezzo
dei
beni
prodo[
anche
gli
oneri
e

spese
concernenF
l'esecuzione.
Ai
sensi
dell'art.
41
della
L.
427/93
le
predeKe
cessioni
sono
non

imponibili...



NB:
alcuni
operatori
considerano
il
contributo
in
conto
stampi
come
un
compenso
per
il
diriKo
di

uFlizzare
in
via
esclusiva
lo
stampo
di
proprietà
del
fornitore.

In
base
a
tale
ulFma
impostazione,
si
traKa
di
una
prestazione
di
servizi
generica
(obbligo
di
fare):

•  Sino
al
31
dicembre
2009:
da
assoggeKare
a
Iva;

•  A
parFre
dal
1°
gennaio
2010:
applicazione
del
meccanismo
del
“reverse
charge”


20

CONTRIBUTI
IN
CONTO
STAMPI

Esperienza
di
altri
Paesi
Ue


21

SERVIZI
RELATIVI
A
STAND
FIERISTICI


FIERE
ALL’ESTERO

TraHamento
Iva
sino
al
31
dicembre
2009


Sulla
base
della
prassi
italiana,
sino
al
31
dicembre
2009,

era

possibile
disFnguere
tra
3
Fpologie
di
operazioni:

1)
Locazione
/
noleggio
di
struKure
mobili
a
commiKenF

espositori
o
a
sogge[
organizzatori:
“locazione
/
noleggio
di

beni
mobili
materiali”
(arFcolo
7,
4°
comma,
leKera
d);

2)
Semplice
realizzazione
di
stand
con
materiali
leggeri
portaF
in

loco
e
successivamente
smalFF:
“servizi
relaFvi
a
beni
mobili

materiali”

(arFcolo
7,
4°
comma,
leKera
b);

3)
Realizzazione
di
struKure
incorporate
nel
suolo:
“servizi

relaFvi
a
beni
immobili”
(arFcolo
7,
4°
comma,
leKera
a).

NB:
non
mancavano
comunque
Risoluzioni
con
tesi
avverse.


22

SERVIZI
RELATIVI
A
STAND
FIERISTICI


FIERE
ALL’ESTERO

TraHamento
Iva
anno
2010

A
seguito
innovazioni
Iva
2010,
notevoli
dubbi
interpretaFvi:

•  Franco
Ricca,
Noleggio
di
stand
con
Iva
in
loco,
Italia
Oggi,
6

febbraio
2010,
in
base
a
sentenza
Corte
GiusFzia
Ue
del
26

seKembre
1996,
causa
C‐
327/94,
propendeva
per
la
disFnzione
tra:

–  Prestazioni
eseguite
nei
confronF
degli
organizzatori
della

manifestazione:
servizi
fierisFci,
arFcolo
7‐quinquies;

–  Prestazioni
eseguite
nei
confronF
delle
imprese
espositrici:
servizi

generici,
arFcolo
7‐ter

•  Direzione
Regionale
del
Veneto,
Renato
Portale
e
GP
Tosoni,
Le

fiere
restano
fuori
dal
Modello
Intrastat:
le
prestazioni
eseguite,

indipendentemente
dalla
natura
del
commiHente,
sono

qualificabili
come
prestazioni
fierisFche,
arFcolo
7‐quinquies;

obbligo
di
idenFficazione
Iva
nel
Paese
della
manifestazione
(se
il

commiKente
non
è
stabilito
in
tale
Paese).

Comportamento
pra?co
delle
imprese
italiane
…..


23

SERVIZI
RELATIVI
A
STAND
FIERISTICI


FIERE
ALL’ESTERO

TraHamento
Iva
anno
2010


Il
traKamento
Iva
delle
prestazioni
in
parola
presenta
diversità
interpretaFve
a
seconda
dei
singoli
Paesi
Ue:

•  Francia:Lorsque
dans
le
cadre
d'une
foire
commerciale
ou
manifestaFon
similaire,
un

assujea
fournit
un
ensemble
complexe
de
services
à
un
exposant
pour
un
prix
global,
cet

ensemble
de
services
doit
être
considéré
comme
un
service
unique
qui,
comprenant

diverses
composantes
qui
ne
peuvent
être
scindées,
se
raHache
à
la
catégorie
des

presta?ons
visées
à
l'ar?cle
259
A‐5°
a33.
Ces
disposi?ons
sont
également
applicables
aux

presta?ons
fournies
par
les
sous‐traitants
au
?tulaire
du
marché.”.


•  Regno
Unito:
considera
le
prestazioni
di
allesFmento
stand
come
prestazioni
di
caraKere

fierisFco:
“Services
relaFng
to
a
specific
exhibiFon.
This
includes
carpenters
and
electricians

erecFng
and
fi[ng
out
stands
at
exhibiFon
venues.
“

•  Germania:
in
base
ad
una
Circolare
del
4
seKembre
2009,
viene
operata
la
disFnzione
tra:

–  Servizi
prestaF
nei
confronF
del
soggeKo
organizzatore:
servizi
fierisFci
(nostro
arFcolo

7‐quinquies);

–  Servizi
resi
nei
confronF
delle
imprese
espositrici:
servizi
relaFvi
a
beni
immobili
(nostro

arFcolo
7‐quater,
leKera
a);

•  Austria:
come
Germania


24

SERVIZI
RELATIVI
A
STAND
FIERISTICI


FIERE
ALL’ESTERO

TraHamento
Iva
a
par?re
dal
1°
gennaio
2011


A
par?re
dal
1°
gennaio
2011:
occorre
disFnguere
tra
2

situazioni:

1)  Prestazioni
eseguite
nei
confron?
di
operatori
economici

(B2B):
servizio
generico,
arFcolo
7‐ter;
Paese
del

commiKente;

2)  Prestazioni
eseguite
nei
confron?
di
consumatori
finali

(B2C)
(ad
esempio,
enF
non
commerciali
“puri”,
privi
di

numero
idenFficaFvo
Iva):
servizio
fieris?co,
arFcolo
7‐
quinquies;
presumibilmente
in
alcuni
Paesi
Ue
conFnuerà
a

valere
la
disFnzione
tra
commiKenF
organizzatori
e

commiKenF
espositori.

NB:
Nel
caso
di
realizzazione
di
struKure
incorporate
nel
suolo,
conFnuano
a
tornare
applicabili
le

disposizioni
in
tema
di
“servizi
relaFvi
a
beni
immobili”
(arFcolo
7‐
quater,
leKera
a).


25

CORSI
DI
FORMAZIONE
E
ADDESTRAMENTO
DEL

PERSONALE

Risposta
a
Interpello
CEIP
(2008)

PRESTAZIONI
DI
FORMAZIONE
DEL
PERSONALE
(sino
al
31
dicembre
2009:
tra

“servizi
dida[ci”
arFcolo
7,
4°
comma,
leK.
b)
e
“consulenze
tecniche,

arFcolo
7,
4°
comma,
leK.
d)

Riguardo
alla
disFnzione
tra
le
due
norme,
nella
risposta
del
28
gennaio
2008,

all’interpello
formulato
dal
CEIP
–
Centro
Estero
per

l’Internazionalizzazione
del
Piemonte,
l’Agenzia
delle
Entrate
ha
affermato

che:

“....
l’organizzazione
di
seminari
e
corsi
di
formazione
a
favore
delle
imprese

piemontesi
rientra
nell’ambito
delle
prestazioni
di
“servizi
dida[ci”
di
cui

all’arFcolo
7,
quarto
comma,
leKera
b),
del
Dpr
n.
633/1972.

….
qualora
le
prestazioni
in
quesFone
siano
rese
nel
più
generale
contesto
di

un’a[vità
di
consulenza
e/o
assistenza
di
caraKere
tecnico
(configurando,

pertanto,
un
singolo
elemento
di
quest’ulFma)
le
stesse
saranno

inquadrate
tra
le
prestazioni
di
consulenza
tecnica
e
legale
….”.


26

CORSI
DI
FORMAZIONE
E
ADDESTRAMENTO
DEL

PERSONALE

Circ.
n.
36/E
risposta
n.
28

•  28.
Si
chiede
se
sussiste
l’obbligo
di
includere
negli
elenchi
Intrastat
i
corsi
di

formazione
ed
addestramento
del
personale.


Le
prestazioni
relaFve
a
corsi
di
formazione
e
di
addestramento
del
personale

rientrano
nella
categoria
delle
prestazioni
generiche
e
quindi
sono
da
considerarsi

territorialmente
rilevanF
in
Italia
quando
ivi
è
stabilito
il
commiKente
soggeKo

passivo
d’imposta.
Ne
consegue
che
le
prestazioni
in
discorso
dovranno
essere

incluse
negli
elenchi
Intrastat,
faKa
eccezione
per
i
casi
in
cui
le
stesse
possono

beneficiare
dell’esenzione
dall’imposta.


A
tale
proposito
si
ricorda
che
le
prestazioni
in
esame
sono
da
considerare
esenF
ai

sensi
dell’
art.
10,
primo
comma,
n.
20,
del
D.P.R.
n.
633
del
1972,
a
condizione
che

siano
rese
da
isFtuF
o
scuole
riconosciute
da
pubbliche
amministrazioni
e
da

ONLUS.



Si
traKa
di
un’interpretazione
in
contrasto
con
precedenF
affermazioni
dell’Agenzia

delle
Entrate
e
con
l’orientamento
di
altri
Paesi
Ue
(ad
esempio:
Francia
e
Regno

Unito).

DAL
1°
GENNAIO
2011:
comunque
REGOLA
GENERALE
ART.
7‐ter


27

RISARCIMENTO
DANNI,
PENALITÀ
CONTRATTUALI


E
CORRISPETTIVO
DI
PRESTAZIONE
DI
SERVIZI


Si
traKa
di
situazioni
in
cui
non
vi
è
stato
un
esaKo
adempimento
degli
obblighi
contraKuali
(ad

esempio:
merce
non
conforme).
Le
somme
addebitate
NON
cosFtuiscono
il
corrispe[vo
di

una
prestazione
di
servizi,

ma
il
risarcimento
di
un
danno
ingiustamente
subito.


Occorre
disFnguere
tra
le
seguenF
situazioni:

•  Il
contraHo
prevede
una
penale
(“clausola
penale”):
il
soggeKo
che
ha
subito
il
danno

addebita
la
penale;
essa
può
essere
qualificata
come
importo
escluso
dalla
base
imponibile

dell'Iva,
ai
sensi
dell'arFcolo
15,
primo
comma,
numero
1),
del
Dpr
n.
633/1972,
nel
caso
di

"di
penalità
per
ritardi
o

altre
irregolarità

nell'adempimento
degli
obblighi
del
cessionario
o


del
commiKente"
o
del
secondo
comma
del
medesimo
arFcolo
nel
caso
di
"somme

addebitate

al
cedente

o
prestatore
a
Ftolo
di
penalità
per
ritardi
o
altre
irregolarità
nella

esecuzione
del
contraKo”;

•  Il
contraHo
non
con?ene
una
“clausola
penale”:

il

soggeKo
che
ha
subito
un
danno,

addebita
una
somma
a
Ftolo
risarcitorio;

l'operazione
è
fuori
del
campo
di
applicazione

dell'Iva,
ai
sensi
dell'arFcolo
2,
comma
3,
leKera
a),
del
Dpr
n.
633/1972,
mancando

l'elemento
ogge[vo
del
presupposto
applicaFvo.








28

RISARCIMENTO
DANNI,
PENALITÀ
CONTRATTUALI


E
CORRISPETTIVO
DI
PRESTAZIONE
DI
SERVIZI

Riguardo
alla
prima
Fpologia
di
somme,
è
stato
affermato
(Mario
Mandò
e

Giancarlo
Mandò,
Manuale
dell'imposta
sul
valore
aggiunto,
IPSOA,

Milano,
1999,
p.
279):
"Non
concorrono
a
formare
la
base
imponibile,

giusta
l'art.
15
del
Dpr
n.
633,
alcune
somme
che
‐
pur
essendo
addebitate

alla
controparte
‐
non
hanno
natura
di
vera
e
propria

controprestazione
....Esse
sono:1)
le
somme
dovute
a
Ftolo
di
interessi

moratori
....Lo
stesso
caraKere
hanno
le
<
penalità
>
dipendenF
da

inadempienza
o
da
ritardo
di
adempimento
di
obbligazioni
(clausola

penale:
art.
1382
c.c.):
la
clausola
penale
é,
infa[,
un
mezzo
di

liquidazione,
convenzionale
e
prevenFva,
del
danno".


La
Risoluzione
n.
64/E
del
23
aprile
2004,
sull'argomento
ha
affermato
che:

"In
generale

la

clausola

penale,
secondo
il
predominante
orientamento

doKrinale,
ha


la


triplice

funzione

di

rafforzare

la

possibilità

di

adempimento,
di

sanzionare

la

parte

inadempiente,

di

risarcire

il

danno
subito
dalla
controparte
contraKuale.”


Sulla
stessa
linea
si
pone
la
Risoluzione
n.
550293
del
6
dicembre
1989.



29

RISARCIMENTO
DANNI,
PENALITÀ
CONTRATTUALI


E
CORRISPETTIVO
DI
PRESTAZIONE
DI
SERVIZI


In
presenza
di
faKure
di
addebito
emesse
da
sogge[

esteri
occorre
esaminare
aKentamente
la
CAUSALE

dell’addebito:

•  Se
vengono
uFlizzate
formulazioni
del
Fpo

(risarcimento
danni,
penali,
etc.):
allora
è
sufficiente

annotare
il
documento
in
contabilità
generale;

•  Se
vengono
uFlizzate
formulazioni
meno
precise,

chiarire
la
quesFone
con
il
fornitore
estero;
nel
dubbio

espletare
la
procedura
acquisF
di
servizi
generici

(autofaKura
con
Iva
o
numerazione
/
integrazione

faKura
estera
con
Iva;
se
fornitore
di
altro
Paese
Ue,

presentazione
modello
Intra
servizi)


30

REGOLA
GENERALE:
APPROFONDIMENTI


RapporF
con
SOGGETTI
PASSIVI
STABILITI
in
Paesi
esteri:



–  Altri
Paesi
Ue:
sogge[
idenFficaF
ai
fini
Iva


•  Verifica
del
numero
idenFficaFvo
Iva
del
CommiKente

•  Problemi:
Austria,
Germania,
Spagna
e
Ungheria

•  Sogge[
passivi
“misF”
o
“ibridi”

•  Società
in
tuKo
o
in
parte
di
semplice
godimento

•  Gruppi
di
società
e
“fiscal
unit”

•  Società
“offshore”

•  Sogge[
in
regime
di
esonero

•  Servizi
resi
o
acquistaF
da
stabili
organizzazioni


–  Paesi
extra
Ue:


•  Operatori
economici:
verifica
qualificazione
fiscale
del
CommiKente;
stesse
regole
di
cui

sopra
per
sogge[
passivi
“misF”
o
“ibridi”

•  Consumatori
finali
(ai
sensi
dell’arFcolo
7‐sepFes,
i
“servizi
immateriali”
sono
fuori

campo
Iva)


31

VERIFICA
DELLO
STATUS
DEL
DESTINATARIO

COMMITTENTE
DI
ALTRO
PAESE
UE

Bozza
Regolamento
1777/2005:

LUOGO
DELLE
PRESTAZIONI
DI
SERVIZI
‐
Status
del
desFnatario

ArFcolo
21

1.
Se
il
luogo
delle
prestazioni
di
servizi
dipende
dal
faKo
che
il
desFnatario
sia
un
soggeKo

passivo,
lo
status
del
desFnatario
è
determinato
sulla
base
del
Ftolo
III
della
dire[va

2006/112/CE.

2.
Si
considera
che
il
prestatore
abbia
agito
in
buona
fede
nel
determinare
che
il
desFnatario

stabilito
nella
Comunità
sia
un
soggeKo
passivo
se
ha
soddisfaKo
tu[
i
requisiF
seguenF:

a)
ha
accertato
che
il
desFnatario
è
un
soggeKo
passivo
tramite
il
numero
di
idenFficazione
IVA

comunicatogli
dal
desFnatario
stesso
o
mediante
qualsiasi
altra
prova
aKestante
che
il

desFnatario
è
un
soggeKo
passivo
o
una
persona
giuridica
non
soggeKo
passivo
idenFficata

ai
fini
dell’IVA;

b)
ha
oKenuto
conferma
della
validità
di
deKo
numero
di
idenFficazione
IVA
o
di
altra
prova

fornita
dal
desFnatario;

c)
ha
effeKuato
una
verifica
di
ampiezza
ragionevole
dell’esaKezza
delle
informazioni
fornite
dal

desFnatario
applicando
le
procedure
di
sicurezza
esistenF.


32

VERIFICA
DELLO
STATUS
DEL
DESTINATARIO

PAESI
UE
CON
SPECIFICI
CODICI
IDENTIFICATIVI


33

VERIFICA
DELLO
STATUS
DEL
DESTINATARIO

COMMITTENTE
DI
PAESE
EXTRA
UE

Bozza
Regolamento
1777/2005:

LUOGO
DELLE
PRESTAZIONI
DI
SERVIZI
‐
Status
del
desFnatario

ArFcolo
21


3.
Si
considera
che
il
prestatore
abbia
agito
in
buona
fede
nel
determinare
che
il

desFnatario
stabilito
al
di
fuori
della
Comunità
sia
un
soggeKo
passivo
se
ha

oKenuto
un
cerFficato,
ove
esista
già,
rilasciato
dalle
autorità
fiscali
competenF

per
il
desFnatario
aKestante
che
quesF
svolge
un’a[vità
economica
che
gli
dà

diriKo
ad
oKenere
un
rimborso
dell’IVA
a
norma
della
dire[va
86/560/CEE
del

Consiglio
[12]
o
che
ha
rispeKato
tu[
o
alcuni
dei
requisiF
seguenF:

a)
dispone
del
numero
IVA
o
di
un
numero
analogo
aKribuito
al
desFnatario
dal
paese

di
stabilimento
dello
stesso
e
uFlizzato
per
idenFficare
le
imprese;

(b)
dispone
di
estra[
stampaF
provenienF
dal
sito
internet
delle
autorità
fiscali

competenF
per
il
desFnatario
che
ne
confermano
lo
status
di
soggeKo
passivo;

c)
è
in
possesso
dell’ordinaFvo
del
desFnatario
recante
il
suo
indirizzo
commerciale
e
il

numero
di
registrazione
commerciale;

d)
dispone
di
prove
provenienF
dal
sito
internet
del
desFnatario
aKestanF
che
quesF

svolge
un’a[vità
economica.


34

VERIFICA
DELLO
STATUS
DEL
DESTINATARIO

Servizi
generici
resi
a
favore
di
soggea
mis?
o
ibridi

SoggeHo
commiHente:

•  PERSONA
FISICA,
occorre
disFnguere
tra:

–  Servizi
acquistaF
nell’ambito
della
sfera
economica:

l’acquirente
viene
considerato
SOGGETTO
PASSIVO,

applicazione
reverse
charge;

–  Servizi
acquistaF
nell’ambito
della
sfera
privata:

l’acquirente
viene
considerato
CONSUMATORE

FINALE;


–  Servizi
a
des?nazione
promiscua:
come
servizi

acquistaF
nell’ambito
della
sfera
economica.

NB.
Nel
dubbio
farsi
rilasciare
una
dichiarazione
di

uFlizzo
da
parte
dell’acquirente.

35

VERIFICA
DELLO
STATUS
DEL
DESTINATARIO

Servizi
generici
resi
a
favore
di
soggea
mis?
o
ibridi

ALTRI
SOGGETTI:
Diversa
previsione
della:

•  NORMA
INTERNA
(arFcolo
7‐ter,
comma
2):
la
quale
prevede
la
verifica

dell’inerenza
solo
per
gli
acquisF
eseguiF
da
PERSONE
FISICHE;

•  DIRETTIVA
COMUNITARIA
(arFcolo
44),
nella
quale
per
applicare
la
regola

del
Paese
del
commiKente,
viene
richiesto
che
il
servizio
venga
reso
“…
a

un
soggeKo
passivo
che
agisce
in
quanto
tale
…”.


La
proposta
di
rifusione
del
Regolamento
n.
1777/2005,
disFngue
tra:

•  Servizi
del
tuKo
non
inerenF
rispeKo
all’a[vità
economica
svolta
dal

commiKente:
per
tali
acquisF
il
commiKente
viene
considerato

CONSUMATORE
FINALE;

•  Servizi
parzialmente
non
inerenF
rispeKo
all’a[vità
economica
svolta
dal

commiKente:
per
tali
acquisF
il
commiKente
viene
considerato
SOGGETTO

PASSIVO.

In
tale
ambito:
problema
EnF
non
sogge[
passivi
in
senso
tecnico
idenFficaF

ai
fini
Iva.


36

VERIFICA
DELLO
STATUS
DEL
DESTINATARIO

Servizi
resi
a
favore
di


società
in
tuHo
o
in
parte
di
semplice
godimento 

La
gran
parte
delle
società,
ai
fini
Iva,

si
qualifica
come
soggeHo
passivo
"pieno"
(e

cioè
per
tuKe
le
a[vità
esercitate).

Vi
sono
tuKavia
delle
eccezioni:

•  le
holdings
di
puro
godimento
("passive"
holding
companies),
le
quali
in
alcuni

Paesi
NON
sono
considerate
sogge[
passivi;

•  le
holdings
di
gesFone
("acFve"
holding
companies),
le
quali,
in
alcuni
Paesi,
sono

considerate
sogge[
passivi
d'imposta
solo
relaFvamente
ad
una
parte
della
loro

a[vità.


Conseguenze:

•  Nel
primo
caso,
si
traKa,
generalmente,
di
società
NON
sogge[
passivi
d'imposta
(prive
di

numero
idenFficaFvo
Iva);
relaFvamente
alle
stesse
si
applicano
le
regole
B2C.

•  Nel
secondo
caso,
si
traKa
di
società
avenF
il
caraKere
dei
sogge[
"misF"
(o
"ibridi");

relaFvamente
alle
stesse
si
applicano
le
regole
sopra
delineate
in
merito
ai
sogge[
passivi

"misF".


Caso
società
italiane
di
puro
godimento:
arFcolo
4,
comma
5,
del
Dpr
n.
633/1972



37

VERIFICA
DELLO
STATUS
DEL
DESTINATARIO

Gruppi
di
società
e
“fiscal
unit”


38

REGOLA
GENERALE:
VERIFICA
DELLO
STATUS
DEL
DESTINATARIO


(ArFcolo
14
Proposta
modifica
Regolamento
n.
1777/2005)

(principi
già
contenuF
nella
Sentenza
Corte
di
GiusFzia
Ue,
causa
C‐73/06
del
28
giugno
2007)

rapporF
con
società
offshore

ArFcolo
14
della
proposta
di

Regolamento

(gli
stessi
conce[
sono
delineaF
dalla
sentenza
sopra
citata):

1.
Il
luogo
in
cui
il
soggeKo
passivo
ha
stabilito
la
sede
della
propria
a[vità
economica
ai
sensi
della
dire[va
2006/112/CE
è
il

luogo
in
cui
vengono
adoHate
le
decisioni
essenziali
concernen?
la
ges?one
generale
di
tale
aavità
e
ove
sono
svolte
le

funzioni
della
sua
amministrazione
centrale.
Esso
può
essere
diverso
dal
luogo
a
parFre
dal
quale
il
soggeKo
passivo
svolge

le
proprie
a[vità.


2.
Per
determinare
il
luogo
in
cui
è
stabilita
la
sede
di
un’a[vità
economica
si
Fene
conto
dei
faKori
seguenF:

a)  la
sede
legale
dell’impresa;

b)  
il
luogo
dell’amministrazione
centrale
dell’impresa;

c)  
il
luogo
in
cui
si
riunisce
la
direzione
dell’impresa;

d)  
il
luogo
in
cui
si
decide
la
poliFca
generale.


3.
Per
determinare
il
luogo
in
cui
è
stabilita
la
sede
di
un’a[vità
economica
si
può
tener
conto
dei
faKori
seguenF:

a)
il
luogo
di
residenza
dei
dirigenF
dell’impresa;
;

b)
il
luogo
di
riunione
delle
assemblee
generali;

c)
il
luogo
in
cui
sono
tenuF
i
documenF
amministraFvi
e
contabili;

d)
il
luogo
in
cui
l’impresa
possiede
i
principali
conF
bancari;

e)
altri
faKori,
se
perFnenF.


4.
La
mera
esistenza
di
un
indirizzo
postale
non
può
far
presumere
che
tale
indirizzo
corrisponda
al
luogo
in
cui
il
soggeKo
passivo

ha
stabilito
la
sede
della
propria
a[vità
economica,
salvo
qualora
soddisfi
i
requisiF
di
cui
ai
paragrafi
1,
2
e
3.


.

39

REGOLA
GENERALE:
VERIFICA
DELLO
STATUS
DEL
DESTINATARIO


SOCIETA’
OFFSHORE


Esempio:

Impresa
italiana
emeKe
faKura
di
consulenza

tecnica
nei
confronF
di
società
avente
sede

legale
in
un
Paese
estero,
ma
con
sede
di

direzione
effeava
in
Italia.

In
base
a
quanto
previsto
dall’arFcolo
14
della

proposta
di
modifica
Regolamento
n.

1777/2005
la
società
estera
è
da
considerare

come
soggeKo
stabilito
in
Italia.


40

RAPPORTI
COMMERCIALI
CON
OPERATORI
DI
ALTRI
PAESI
UE
RIENTRANTI
NEL


REGIME
DELLE
PICCOLE
IMPRESE


CIRCOLARE
n.
36/E
del
21
giugno
2010


•  Acquisto
beni
o
acquisto
servizi:
se
IT
non
riceve

apposita
documentazione
rappresentaFva

dell’operazione,
emeKe
autofaKura
senza
Iva
–

NO
Intra

•  Cessione
di
beni:
IT
emeKe
faKura
non

imponibile
arFcolo
41/1/a
(se
il
soggeKo
estero
è

dotato
di
n.
idenFficaFvo
Iva);

•  Prestazione
di
servizi
(generici):
IT
emeKe
faKura

non
soggeKa
arFcolo
7‐ter,
comma
1,
leKera
a)

(se
il
soggeKo
estero
è
dotato
di
n.
idenFficaFvo

Iva).



41

ATTIVITA’
ECONOMICHE
DI
MODESTE
DIMENSIONE

ArFcles
284
to
287
of
DirecFve
2006/112/EC,
as
amended.

This
scheme
is
reserved

for
taxable
persons
established
within
the
territory
of
the
country

hKp://ec.europa.eu/taxaFon_customs/taxaFon/vat/traders/vat_community/index_en.htm


42

OBBLIGO
DI
IDENTIFICAZIONE
IVA

riguardo
ai
servizi
generici
resi
o
ricevuF

L’ar?colo
214
della
Dire[va
Ue
2006/112/CE
modificata,

afferma
che:

“1.
Gli
StaF
membri
prendono
i
provvedimenF
necessari

affinché
siano
idenFficate
tramite
un
numero
individuale
le

persone
seguenF:

(…)

d)
ogni
soggeKo
passivo
che
riceve,
nel
loro
rispe[vo

territorio,
prestazioni
per
le
quali
è
debitore
dell’IVA
a

norma
dell’arFcolo
196;

e)
ogni
soggeKo
passivo,
stabilito
nel
loro
rispe[vo
territorio,

che
effeKua
nel
territorio
di
un
altro
Stato
membro

prestazioni
di
servizi
per
i
quali
l’IVA
è
dovuta
unicamente

dal
desFnatario
a
norma
dell’arFcolo
196.";


43

OBBLIGO
DI
IDENTIFICAZIONE
IVA

riguardo
ai
servizi
generici
resi
o
ricevuF

Norma?va
francese

In
Francia,
in
linea
generale,
alcune
Fpologie
di
sogge[

passivi
d'imposta
(assuje[)
non
sono
dotaF
di

numero

idenFficaFvo
TVA:

•  Sogge[
beneficiari
della
“franchise
en
base”
(regime

piccole
imprese);

•  sogge[
che
esercitano
un'a[vità
esonerata
senza
diriKo
a

portare
in
detrazione
l'Iva;

•  agricoltori
in
regime
di
rimborso
forfeKario.


TuKavia,
se
tali
sogge[
eseguono
o
acquistano
servizi
generici

a/da
sogge[
di
altro
Paese
Ue,
essi
sono
obbligaF
a

idenFficarsi
ai
fini
dell’Iva
francese,
pur
conFnuando
a

godere
dei
loro
regimi
di
favore.


44

STABILE
ORGANIZZAZIONE

•  La
Dire[va
2006/112/CE
del
28
novembre
2006
(come
successivamente

modificata)

e
la
normaFva
Iva
italiana
NON
definiscono
il
conceKo
di
stabile

organizzazione

•  Ai
fini
delle
imposte
sui
reddiF
la
definizione
è
recata
dall’arFcolo
5
del
Modello

OCSE
di
convenzione
contro
la
doppia
imposizione,
dalle
convenzioni
stesse
e

dall’arFcolo
162
del
Dpr
n.
917/1986;

•  Ai
fini
Iva,
per
realizzare
la
fa[specie
della
stabile
organizzazione
(“centro
di

a[vità
stabile”),
secondo
l’insegnamento
della
Corte
di
GiusFzia
Ue,

è
necessaria

la
compresenza
dell’elemento
materiale
e
di
quello
umano;

•  Gli
stessi
conce[
sono
staF
espressi
dalla
Corte
di
Cassazione
(Cfr.,
da
ulFmo,
Corte
di

Cassazione,
sentenza
8488/2010,
Il
Sole
24
Ore
del
13
aprile
2010.
p.
36);


•  Sul
punto,
l’arFcolo
15
del
testo
modificato
del
regolamento
1777/2005,
afferma
che:







“1.
Per
“stabile
organizzazione”
ai
sensi
degli
arFcoli
44
e
45
della
dire[va
2006/112/CE
si

intende
un’organizzazione
di
dimensioni
minime
permanentemente
dotata
di
risorse
umane

e
tecniche
in
misura
sufficiente
da
consenFrle
di:







a)
ricevere
e
uFlizzare
i
servizi
che
le
sono
resi
nel
caso
dei
servizi
di
cui
all’arFcolo
44
della

dire[va
2006/112/CE;






b)
fornire
i
servizi
oggeKo
della
sua
a[vità
nel
caso
dei
servizi
di
cui
all’arFcolo
45
della

dire[va
2006/112/CE.”


45

STABILE
ORGANIZZAZIONE

•  La
definizione
di
stabile
organizzazione
delineata
in
sede
di
imposte
sui

reddi?
NON
è
immediatamente
trasponibile
sul
piano
Iva;

•  Secondo
l'orientamento
della
Corte
di
GiusFzia
Ue,
formatosi
in
relazione

alla
normaFva
in
vigore
sino
al
1°
gennaio
2010,
"...
il
luogo
in
cui
il

prestatore
ha
stabilito
la
sede
della
propria
aavità
economica
appare

come
il
punto
di
riferimento
preferenziale,
nel
senso
che
la
presa
in

considerazione
di
un
altro
centro
di
aavità
a
par?re
dal
quale
viene
resa

la
prestazione
di
servizi
entra
in
linea
di
conto
solo
nel
caso
in
cui
il

riferimento
alla
sede
non
conduca
a
una
soluzione
razionale
dal
punto
di

vista
fiscale
o
crei
un
confliHo
con
un
altro
Stato
membro"
(sentenza
del

17
luglio
1997,
caso
190/95
ARO
LEASE
BV).









E'
da
ritenere
che
tale
principio
valga
anche
riguardo
alla
normaFva
Iva

vigente.

•  Sul
piano
pra?co,
occorre
quindi
aHuare
un
esame
caso
per
caso:
è

possibile
che
in
un
determinato
Paese
venga
a
realizzarsi
la
stabile

organizzazione
ai
fini
delle
imposte
sui
reddi?
ma
non
quella
ai
fini

dell’Iva
e
viceversa;


46

STABILE
ORGANIZZAZIONE


Orientamento
dell’Amministrazione


finanziaria
francese:
caso
del
CANTIERE

Nella
Circolare

3
A
‐
1‐10
del

4
gennaio
2010,
della
DGFP‐DIRECTION
GÉNÉRALE
DES
FINANCES
PUBLIQUES,

punto
17,
viene
affermato
che:
"...
les
chanFers
ne
présentent
pas,
en
principe,
le
caractère

d’établissement
stable
prestataire
mais
peuvent
néanmoins
avoir
une
consistance
suffisante
pour

consFtuer
des
établissements
stables
au
regard
de
l’uFlisaFon
des
services..."
("établissement
stable

preneur").


Le
stesse
considerazioni
vengono
delineate
da
autorevole
doKrina
francese
(Ariane
Beetschen,
TVA
et

territorialité
des
services,
EdiFons
Francis
Lefebvre,
Levallois,
2009,
p.
29).


Secondo
tale
impostazione
un
canFere:

•  potrebbe
doversi
registrare
ai
fini
dell'Iva
francese
al
fine
di
ricevere
i
servizi
che
gli
vengono
resi;

•  ma,
almeno,
sino
ad
un
determinato
livello
di
struKurazione,
non
potrebbe
uFlizzare
il
numero

idenFficaFvo
Iva
al
fine
di
faKurare
(con
Iva
francese)
i
servizi
dal
medesimo
eseguiF
a
favore
di
terzi.
In

tale
evenienza,
applicazione
del
reverse
charge
da
parte
del
commiKente
se
soggeKo
passivo
d’imposta.


Sul
piano
pra?co,
è
comunque
da
ritenere
che
ove
in
relazione
alla
durata
del
canFere
(superiore
a
12
mesi)

venga
a
realizzarsi
la
stabile
organizzazione
ai
fini
delle
imposte
sui
reddiF,
tale
situazione
rappresenF
un

importante
indice
rivelatore
della
possibile
esistenza
della
stabile
organizzazione
anche
ai
fini
dell'Iva.

Sul
punto
occorre
eseguire
un
esame
caso
per
caso,
meglio
se
in
contraddiKorio
con
l'Amministrazione

finanziaria
del
Paese
estero
interessato
(o
con
un
consulente
fiscale
locale).


47

STABILE
ORGANIZZAZIONE

Ulteriori
aspe[

•  In
presenza
di
stabile
organizzazione
in
Italia
l’impresa
estera
NON
è

abilitata
a
idenFficarsi
ai
fini
Iva
in
Italia
(arFcolo
17,
comma
3,
del
Dpr

n.
633/1972);


•  In
presenza
di
stabile
organizzazione
in
Italia
(o
di
idenFficazione
ai
fini

Iva
in
Italia)
l’impresa
estera
NON
è
abilitata
a
chiedere
il
rimborso

dell’Iva
con
la
procedura
della
dire[va
2008/9/CE
(arFcolo
38‐bis2,
del

Dpr
n.
633/1972
–
Agenzia
Entrate
risposta
n.
40
a
quesiF
FAQ
su

rimborsi
Iva
a
sogge[
di
altri
Paesi
Ue)


•  Le
prestazioni
di
servizi
intercorren?
tra
la
casa
madre
e
le
stabili

organizzazioni
della
stessa
all’estero
e
viceversa
sono
FUORI
CAMPO

IVA
(Sentenza
Corte
di
GiusFzia

23
marzo
2006,
causa
C‐210/04
–

Risoluzione
n.
81/E
del
16
giugno
2006)


48

STABILE
ORGANIZZAZIONE

servizi
resi
a
stabile
organizzazione

stabile
organizzazione
in
veste
di
acquirente
della
prestazione

ArFcolo
44:Il
luogo
delle
prestazioni
di
servizi
resi
a
un
soggeKo
passivo
che
agisce
in
quanto
tale

è
il
luogo
in
cui
quesF
ha
fissato
la
sede
della
propria
a[vità
economica.
TuHavia,
se
i
servizi

sono
presta?
ad
una
stabile
organizzazione
del
soggeHo
passivo
situata
in
un
luogo
diverso

da
quello
in
cui
esso
ha
fissato
la
sede
della
propria
aavità
economica,
il
luogo
delle

prestazioni
di
tali
servizi
è
il
luogo
in
cui
è
situata
la
stabile
organizzazione.
….

Ar?colo
28
proposta
rifusione
Regolamento
n.
1777/2005:

3.
Nell’accertare
se
i
servizi
sono
effe[vamente
prestaF
a
una
stabile
organizzazione
il
soggeKo

passivo
riserva
parFcolare
aKenzione
ai
seguenF
aspe[:

a)  se
il
contraKo
o
l’ordinaFvo
idenFficano
la
stabile
organizzazione
quale
desFnataria
dei

servizi;

b)  
se
la
stabile
organizzazione
è
l’enFtà
che
paga
i
servizi
o
se
il
costo
è
effe[vamente

sostenuto
da
tale
enFtà;

c)  
la
natura
e
l’applicazione
dei
servizi
ove
quesF
elemenF
consentano
di
idenFficare
la
o
le

stabili
organizzazioni
specifiche
che
ne
sono
beneficiarie.

4.
Se
il
numero
di
idenFficazione
IVA
del
desFnatario
menzionato
sulla
faKura
è
idenFco
a
quello

aKribuito
dallo
Stato
membro
della
stabile
organizzazione,
si
considera
che
i
servizi
siano

staF
resi
a
tale
stabile
organizzazione,
salvo
prova
contraria.


49

STABILE
ORGANIZZAZIONE

Stabile
organizzazione
in
veste
di
acquirente
della
prestazione



Esempi:



Impresa
italiana
esegue
una
prestazione
di
servizi

generica
ad
una
stabile
organizzazione
francese
di

società
tedesca:
l’operazione
si
considera
effeKuata
in

Francia
(soggeKo
commiKente
è
la
stabile

organizzazione
francese).

Impresa
tedesca
esegue
una
prestazione
di
servizi

generica
ad
una
stabile
organizzazione
italiana
di

società
francese:
l’operazione
si
considera
effeKuata
in

Italia
(soggeKo
commiKente
è
la
stabile
organizzazione

italiana).


50

STABILE
ORGANIZZAZIONE


che
partecipa
o
non
partecipa
all’operazione

Stabile
organizzazione
in
veste
di
esecutrice
della
prestazione

“Ar?colo
192‐bis
della
direava
2005/1777:


Ai
fini
della
presente
sezione,
un
soggeKo
passivo
che
dispone
di
una
stabile
organizzazione
nel
territorio
di
uno
Stato

membro
in
cui
è
debitore
di
imposta
si
considera
soggeKo
passivo
non
stabilito
nel
territorio
di
tale
Stato
membro

qualora
siano
soddisfaKe
le
seguenF
condizioni:













a)
egli
effeKua
in
tale
paese
una
cessione
di
beni
o
una
prestazione
di
servizi
imponibile;













b)
la
cessione
di
beni
o
prestazione
di
servizi
è
effeKuata
senza
la
partecipazione
di
una
sede
del
cedente
o
del

prestatore
di
servizi
situata
nello
Stato
membro
in
quesFone.”


cd.
“Forza
aKra[va
della
stabile
organizzazione”


L’ar?colo
56
della
proposta
di
rifusione
del
Regolamento
n.
1777/2005
afferma
che:

“1.
Se
le
risorse
tecniche
o
umane
di
una
stabile
organizzazione
di
cui
un
soggeKo
passivo
dispone
nel
territorio
dello

Stato
membro
in
cui
è
debitore
di
imposta
sono
uFlizzate
dallo
stesso
ai
fini
di
una
cessione
di
beni
o
di
una

prestazione
di
servizi
imponibile
effeKuata
in
tale
Stato
membro,
che
sia
prima
o
durante
la
realizzazione
di
deKa

cessione
o
prestazione,
o
se
è
previsto
che
tali
risorse
possano
essere
uFlizzate
successivamente
dal
cedente
o
dal

prestatore
senza
che
tale
uFlizzo
cosFtuisca
una
cessione
di
beni
o
una
prestazione
di
servizi
disFnta,
a
prescindere

dalla
portata
di
tale
uFlizzo,
si
considera
che
la
stabile
organizzazione
partecipi
alla
cessione
di
beni
o
alla

prestazione
di
servizi
ai
sensi
dell’arFcolo
192
bis,
leKera
b),
della
dire[va
2006/112/CE.

2.
Se
le
risorse
di
cui
al
paragrafo
1
sono
uFlizzate
dal
soggeKo
passivo
unicamente
per
funzioni
di
sostegno

amministraFvo,
quali
la
contabilità,
la
faKurazione
e
il
recupero
di
debiF,
si
considera
che
esse
non
siano
uFlizzate

per
la
realizzazione
della
cessione
di
beni
o
della
prestazione
di
servizi.

3.
Se
il
soggeKo
passivo
emeKe
una
faKura
con
il
numero
di
idenFficazione
IVA
aKribuitogli
dallo
Stato
membro
della

stabile
organizzazione,
si
considera,
salvo
prova
contraria,
che
tale
stabile
organizzazione
abbia
partecipato
alla

cessione
di
beni
o
alla
prestazione
di
servizi
effeKuata
in
tale
Stato
membro.


51

STABILE
ORGANIZZAZIONE

Stabile
organizzazione
in
veste
di
esecutrice
della
prestazione 

ESEMPI:

Società
giapponese
dotata
di
stabile
organizzazione
in
Italia,
esegue

una
prestazione
di
servizi
generica
a
favore
di
un
soggeKo
passivo

d’imposta
italiano,
senza
coinvolgere
la
stabile
organizzazione

italiana:
l’operazione
si
considera
posta
in
essere
dalla
sede

centrale
della
società
giapponese.
La
sede
giapponese
deve

emeKere
faKura
senza
applicazione
dell’Iva
italiana;
la
società

italiana
deve
emeKere
autofaKura
con
Iva
o
non
imponibile
o

esente,
a
seconda
dell’operazione
posta
in
essere.

Società
USA
dotata
di
Stabile
organizzazione
in
Italia
esegue,

mediante
quest’ul?ma,

una
prestazione
di
servizi
generica
a
favore

di
un
soggeKo
passivo
d’imposta
italiano,
:
l’operazione
si
considera

posta
in
essere
dalla
stabile
organizzazione
italiana
della
società

USA.
La
stabile
organizzazione
italiana
deve
adempiere
agli
obblighi

Iva
italiani
(emeKere
faKura
con
Iva
o
non
imponibile
o
esente,
a

seconda
dell’operazione
posta
in
essere).


52

MOMENTO
IMPOSITIVO



PRINCIPIO
DELLA
CASSA

ArFcolo
6,
del
Dpr
n.
633/1972:


(…)

"Le
prestazioni
di
servizi
si
considerano
effeGuate
all
'aGo
del
pagamento
del

corrispeAvo
(….).
In
ogni
caso
le
prestazioni
di
servizi
di
cui
all'ar6colo
7‐ter,
rese

da
un
sogge3o
passivo
stabilito
in
un
altro
Stato
membro
della
Comunità
nei

confron=
di
un
soggeGo
passivo
stabilito
nel
territorio
dello
Stato,
effeGuate
in

modo
con=nua=vo
nell
'arco
di
un
periodo
superiore
ad
un
anno
e
che
non

comportano
versamen=
di
accon=
o
pagamen=
anche
parziali
nel
medesimo

periodo,
si
considerano
effeGuate
al
termine
di
ciascun
anno
solare
fino
alla

conclusione
delle
prestazioni
medesime
.
"

Se
anteriormente
al
verificarsi
degli
evenF
indicaF
nei
precedenF
commi
o

indipendentemente
da
essi
sia
emessa
faKura,
o
sia
pagato
in
tuKo
o
in
parte
il

corrispe[vo,
l'operazione
si
considera
effeKuata,
limitatamente
all'importo

faKurato
o
pagato,
alla
data
della
faKura
o
a
quella
del
pagamento.

(….)




Il
Legislatore
italiano
NON
ha
pienamente
recepito
i
principi
della
dire[va
2008/8/CE


53

DECRETO
LEGISLATIVO

MOMENTO
IMPOSITIVO

LA
DIRETTIVA
2006/112/CE,
prevede
che:


•  Il
faHo
generatore
dell'imposta
si
verifica
e
l'imposta
diventa
esigibile
nel
momento
in
cui
è
effeHuata
la

cessione
di
beni
o
la
prestazione
di
servizi
(art.
63
direava
2006/112/CE).


•  In
deroga
a
tale
principio,
gli
Sta?
membri
possono
stabilire
che,
per
talune
operazioni
o
per
talune
categorie
di

sogge[
passivi,
l'imposta
divenF
esigibile
in
uno
dei
momenF
seguenF
(art.
66
direava
2006/112/CE):






a)
non
oltre
il
momento
dell'emissione
della
faKura;






b)
non
oltre
il
momento
dell'incasso
del
prezzo;






c)
in
caso
di
mancata
o
tardiva
emissione
della
faKura,
entro
un
periodo
determinato
a
decorrere
dalla
data
in
cui
ha

luogo
il
faKo
generatore
dell'imposta.


Modifiche
recate
dalla
dire=va
2008/117/CE










•
Inapplicabilità
della
deroga
di
cui
all’art.
66
direava
2006/112/CE
per
le
prestazioni
di
servizi
per
cui
l’imposta

è
applicata
dal
des?natario
ai
sensi
del
successivo
art.
196;










•
le
prestazioni
nei
confronF
di
sogge[
che
applicano
l’imposta
ai
sensi
del
successivo
art.
196
effeKuate
in
modo

conFnuaFvo
nell’arco
di
un
periodo
superiore
a
un
anno
e
che
non
comportano
pagamenF
nel
corso
del
medesimo

periodo:
effeKuazione
alla
scadenza
di
ogni
anno
(Nuovo
arFcolo
64,
par.
2,
dire[va
2006/112/CE)


Il
decreto
legislaFvo
ha
solo
in
parte
recepito
tali
criteri.


NB:
Gli
altri
Paesi
Ue
hanno
recepito
tali
criteri.
Possono
venirsi
a
generare
problemi
(doppia
applicazione
dell’Iva)
nel

caso
di
servizi
generici
ul?ma?
nel
2009
e
addebita?
a
impresa
italiana
(da
parte
di
soggeHo
estero)
nel
2010.Tali

problemi
sono
sta?,
in
parte,
risol?
dalla
Circolare
n.
36/E,
risposta
n.
2.


54

CONCETTO
DI
PAGAMENTO

•  accreditamento
in
c/c
postale
o
in
c/c
bancario:
momento
in
cui
si
riceve
la
comunicazione
dell’avvenuto

accreditamento
sul
c/c
postale
o
sul
c/c
bancario
(oppure
in
caso
di
presa
conoscenza
dell’accredito

mediante
“remote
banking”,
se
anteriore
al
ricevimento
della
comunicazione
della
banca);

•  assegno
bancario:
momento
in
cui
il
cedente
dei
beni
o
il
prestatore
dei
servizi
viene
in
possesso

dell’assegno
(contra:
Sentenza
Commissione
Tributaria
di
I
Grado
di
Belluno,
n.
2331
del
17
novembre

1988,
nella
quale
si
è
sostenuto
che
il
momento
rilevante
è
quello
di
effe[vo
incasso
della
somma
portata

dal
Ftolo
o
di
effeKuazione
di
operazioni
equipollenF,
ad
esempio:
girata);

•  cambiale
all’ordine:
se
il
corrispe[vo
viene
pagato
tramite
il
rilascio
di
Ftoli
cambiari,
il
momento

imposiFvo
dell’operazione
sorge
al
momento
del
rilascio
dei
Ftoli
e
non
alla
loro
scadenza,
è
ciò
sia
per
la

cambiale
pro‐soluto
che
esFngue
l’obbligazione
con
la
novazione
del
rapporto
originario,
sia
per
quella

pro‐solvendo
in
quanto
i
Ftoli
stessi
possono
essere
scontaF
in
banca
per
realizzare
il
corrispe[vo;

•  cambiale
non
cedibile:
se
i
Ftoli
vengono
rilasciaF
con
clausole
limitaFve
della
loro
circolazione
(non

girabile,
non
all’ordine,
ecc.)
il
momento
imposiFvo
nasce
alla
data
di
scadenza
del
Ftolo,
in
quanto
solo
in

tale
momento
possono
circolare
o
essere
scontaF
in
banca;

•  carte
di
credito:
si
riFene
che
il
momento
imposiFvo
coincida
con
quello
in
cui
il
commerciante
ha
oKenuto

dal
cliente
la
disponibilità
della
carta
di
credito
per
regolare
la
transazione;

•  commercio
eleKronico
(pagamento
con
carta
di
credito)
:
il
momento
imposiFvo
coincide
con
quello
in
cui

il
cliente
inserisce
i
daF
della
sua
carta
di
credito
nel
formulario
informaFco
messo
a
disposizione
dal

commerciante
virtuale.











•  compensazione:
momento
in
cui
le
parF
decidono
di
compensare
i
reciproci
rapporF
di
debito
e
di
credito.


55

MOMENTO
EFFETTUAZIONE
OPERAZIONE

CASO
REGNO
UNITO


NOTICE
n.
741/A,
January
2010
(www.hmrc.gov.uk)


18.6
Time
of
supply

The
Fme
of
supply
(tax
point)
for
these
services
depends
on
whether
you
make
a

single
supply
of
services
or
conFnuous
supplies
of
services.


18.6.1
What
is
the
?me
of
supply
for
a
single
supply
of
services
subject
to
the

reverse
charge?

The
Fme
of
supply
(tax
point)
for
a
single
supply
of
services
subject
to
the
reverse

charge
is
the
date
of
compleFon
of
the
service
or,
to
the
extent
a
payment
for
the

service
is
made
before
compleFon,
the
date
of
payment.

18.6.2
What
is
the
?me
of
supply
for
con?nuous
supplies
of
services
subject
to
the

reverse
charge?

The
Fme
of
supply
(tax
point)
for
conFnuous
supplies
of
services
subject
to
the
reverse

charge
is
the
end
of
each
periodic
billing
or
payment
period
(or
payment
where
this
is

earlier),
with
a
compulsory
tax
point
on
31
December
each
year
in
cases
where
a

billing/payment
period
or
payment
has
not
arisen.


56

DECRETO
LEGISLATIVO

REGOLA
GENERALE:
APPROFONDIMENTI

•  SERVIZI
RESI
A
SOGGETTI
ESTERI:
MODALITA’
DI
FATTURAZIONE






Sulla
base
di
quanto
previsto
dall'arFcolo
21,
comma
6,
del
Dpr
n.
633/1972,
è

opportuno
disFnguere
tra
due
Fpologie
di
operazioni:

–  operazioni
non
soggeHe
(ar?colo
7‐ter):
faKure
emesse
nei
confronF
di

sogge[
passivi
stabiliF
in
altro
Paese
Ue:
NON
concorrono
a
formare
il
volume

d'affari
(arFcolo
20,
comma
1,
del
Dpr
n.
633/1972)
e
NON
concorrono
a

formare
il
plafond;
devono
essere
inserite
nel
modello
Intra
servizi;
nella

faKura
occorre
indicare
il
numero
idenFficaFvo
Iva
del
prestatore
e
del

commiKente;
occorre
assolvere
l’imposta
di
bollo
(se
l’importo
addebitato
è

superiore
a
77,47
euro);

–  operazione
fuori
campo
Iva
(ar?colo
7‐ter):
faKure
emesse
nei
confronF
di

sogge[
passivi
stabiliF
in

Paese
Extra
Ue:
NON
concorrono
a
formare
il

volume
d'affari
(arFcolo
20,
comma
1,
del
Dpr
n.
633/1972)
e
NON
concorrono

a
formare
il
plafond;
occorre
assolvere
l’imposta
di
bollo
(se
l’importo

addebitato
è
superiore
a
77,47
euro);


57

ESEMPIO
DI
FATTURA






































































































ALFA
SRL































































































Corso
Palestro,
5

































































































10126
TORINO
















































































N°
idenFficaFvo
IVA

IT
04995080019


Torino,
20
Gennaio
2010

FaKura
n.

….


SpeKabile


ASSIMIL
GMBH

Shelling
Straβe,
10

Ulm

USt


DE123456789


A
Vostro
debito
per
servizi
di
consulenza
tecnica
svolF


a
Vostro
favore,
in
data
20
Gennaio
2010:

















10
ore
x
200
/euro/ora

=


2.000,00
euro


Operazione
non
soggeKa,
arFcolo
7‐ter,
comma
1,
leKera
a),
del
Dpr
n.
633/1972


Bollo
su
originale


58

DECRETO
LEGISLATIVO

REGOLA
GENERALE:
APPROFONDIMENTI

SERVIZI
ACQUISTATI
PRESSO
SOGGETTI
ESTERI:

ArFcolo
17,
comma
2,

del
Dpr
n.
633/1972:

"Gli
obblighi
rela=vi
alle
cessioni
di
beni
e
alle
prestazioni
di
servizi

effeGuate
nel
territorio
dello
Stato
da
soggeA
non
residen=
nei

confron=
di
soggeA
passivi
stabili=
nel
territorio
dello
Stato,

compresi
i
soggeA
indica=
all'ar=colo
7‐ter,
comma
2,
leGere
b)
e

c),
sono
adempiu=
dai
cessionari
o
commiGen=.”.


Obbligo
di
autofaKurazione
da
parte
del
commiKente
soggeKo
passivo

stabilito
nel
territorio
dello
Stato

La
Circolare
n.
12/E
del
12
marzo
2010,
risposta
3.2,
ammeGe
la

possibilità
di
numerazione
e
integrazione
delle
faGure
per
servizi

generici
emesse
da
fornitori
di
altro
Paese
Ue


59

EMISSIONE
AUTOFATTURA
ART.
17






































































ALFA
SRL































































Corso
Palestro,
5



































































10126
TORINO














































N°
idenFficaFvo
IVA

IT
04995080019


Torino,
21
Gennaio
2010

Registro
faKure
emesse
n.
....

Registro
acquisF
n.
…..


AutofaKura
emessa
ai
sensi
dell’arFcolo
17,
secondo
comma,
del
Dpr
n.
633/1972,
per
servizi
di

manutenzione
resi
presso
il
nostro
stabilimento
dalla
speKabile
società
Svizzera:

EIGER
AG

Bahnhofstraβe,
15

Zurigo
(Svizzera)

UlFmate
in
data
21
gennaio
2010

Corrispe[vo












































1.500
euro

Iva
20%

























































300
euro

































































‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐

Totale
























































1.800

euro


60

SERVIZI
ACQUISTATI
PRESSO
FORNITORI
DI
ALTRO
PAESE
UE

Circolare
n.
12/E
del
12
marzo
2010
–
risposta
3.2 

“R:
Com’è
noto,
a
decorrere
dal
1°
gennaio
2010,
le
prestazioni
di
servizi
cosidde3e

generiche,
per
le
quali,
cioè,
non
sono
previste
specifiche
deroghe
ai
criteri
di

territorialità,
rese
da
soggeA
passivi
stabili=
all’estero
nei
confron=
di
soggeA

passivi
stabili=
in
Italia,
si
considerano
territorialmente
rilevan=
nel
territorio
dello

Stato
(cd.
criterio
del
luogo
del
commiGente
previsto
dall’ar=colo
44
della
DireAva

IVA,
come
modificato,
a
decorrere
dal
1°
gennaio
2010,
dall’ar=colo
2,
n.
1),
Dir.
12

febbraio
2008,
n.
2008/8/CE).

In
par=colare,
in
ambito
comunitario,
la
prestazione
di
servizi
con=nua
ad
essere

documentata
dal
prestatore
con
faGura,
ancorché
traGasi
di
operazioni
“fuori

campo”
IVA.
Ciò
stante
il
commiGente
(nonostante
la
norma
contenuta
nel
decreto

legisla=vo
11
febbraio
2010,
n.
18
faccia
riferimento
all’autofaGura)
conserva
la

facoltà
di
integrare
il
documento
ricevuto
dal
prestatore
con
l’IVA
rela=va,
fermo

restando
l’obbligo
di
rispe3are
le
regole
generali
sul
momento
di
effe3uazione

dell’operazione.”


NOTA
BENE:
La
Circolare
non
accenna
agli
ar6coli
46
e
47
del
Dl
n.
331/1993,
con
la

conseguenza
che
sembra
negata
la
possibilità
di
ricevere
la
fa3ura
estera
entro
il

mese
successivo
all’effe3uazione
dell’operazione
e
di
autofa3urare
la
stessa
nel

mese
ancora
successivo,
ove
non
pervenga
la
fa3ura
del
fornitore
estero.



61

REGOLA
GENERALE:
APPROFONDIMENTI

Circolare
n.
12/E
del
12.3.2010,
risposta
n.
3.2

Sul
piano
praFco,
occorre
pertanto
disFnguere
tra
due
diverse
ipotesi:

•  Servizi
arFcolo
7‐ter
acquistaF
presso
fornitori
di
altro
Paese
Ue:









Procedura:


–  Emissione
di
autofaKura
o
numerazione
e
integrazione
della
faKura

estera,
con
Iva
o
senza
Iva,
a
seconda
della
Fpologia
di
servizio

acquistato


–  Annotazione

dell’autofaKura
o
della
faKura
estera
integrata
sul

registro
faKure
emesse
e
sul
registro
acquisF

–  Presentazione
modello

Intra
servizi

•  Servizi
arFcolo
7‐ter
acquistaF
presso
fornitori
di
Paesi
extra
Ue:









Procedura:

–  Emissione
di
autofaKura,
con
o
senza
Iva,
a
seconda
della
Fpologia
di

servizio
acquistato

–  Annotazione
dell’autofaKura
sul
registro
faKure
emesse
e
sul
registro

acquisF


62

NUMERAZIONE
E
INTEGRAZIONE

DELLA
FATTURA
ESTERA









































































ENERGY
SAVING
LTD






































































15,
Edmund
Hillary
Street

















































































Aberdeen







































































VAT
N.
GB
123456789


Aberdeen,
13
gennaio
2010

FaKura
n.
……….


SpeKabile


(……………)

Numero
idenFficaFvo
iva:
IT

04995080019


A
Vostro
debito
per
prestazione
di
servizi
di
manutenzione
di
macchinario,
eseguita
in
Italia,


presso
il
nostro
stabilimento,
in
data
11‐13
gennaio
2010,




































































2.500
GBP


NUMERAZIONE
E
INTEGRAZIONE
FATTURA
AI
SENSI
DELL’ARTICOLO
17,
COMMA

2,
DEL
DPR
n.
633/1972:

Registro
FaKure
Emesse

n.
…….

Registro
AcquisF













n.

…….


Corrispe[vo
















2.500
GBP

Controvalore
in
euro
(1
euro
=
0,87950
GBP):





2.842,52
euro

Iva
20%




(2.842,52
euro
x

20%)






























568,50

euro

















































































‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐

Totale
autofaKura






















































3.411,02

euro


63

REGISTRO
UNICO

Circolare
n.
36
del
21
giugno
2010

•  32.
Nella
circolare
n.
14
del
18/03/2010
si
afferma
che
"
con

riferimento
ai
servizi
intracomunitari
ricevu?,
il
numero
e
la
data

della
faHura
da
indicare
nel
modello
Intrastat
sono
quelli
aHribui?

dal
commiHente
nazionale
secondo
la
progressione
dallo
stesso

seguita
nella
propria
contabilità
".
Si
chiedono
ulteriori

chiarimen?
in
merito.


•  Il
numero
e
la
data
cui
la
circolare
n.
14/E
del
18
marzo
2010
fa

riferimento
sono
quelli
indicaF
nel
registro
di
cui
all’
arFcolo
23
del
D.P.R.
n.
633
del
1972.
Qualora,
invece,
il

contribuente
annoF,
esclusivamente,
le
faKure
degli
acquisF

intracomunitari
in
un
apposito
unico
registro
sezionale
che
assolve

il
doppio
obbligo
della
registrazione
nel
registro
delle
faKure

emesse
ed
in
quello
degli
acquisF,
il
documento
avrà
una

numerazione
unica.


64

DECRETO
LEGISLATIVO

OPERAZIONI
DI
CESSIONI
DI
BENI
E
DI
PRESTAZIONI
DI
SERVIZI
POSTE
IN

ESSERE
IN
ITALIA
DA
SOGGETTI
ESTERI
IDENTIFICATI
AI
FINI
IVA
IN
ITALIA


La
Relazione
al
decreto
legisla?vo,
al
riguardo,
afferma
che:

“….,
ai
sensi
del
primo
periodo
del
nuovo
secondo
comma
dell'ar?colo
17
del
d
.P.R.
n.
633/1972,
in

caso
di
un'operazione
rilevante
ai
fini
IVA
in
Italia
effeHuata
da
un
soggeHo
passivo
non
stabilito

nel
territorio
dello
Stato
nei
confron?
di
un
soggeHo
passivo
ivi
stabilito,
tua
gli
adempimen?

rela?vi
all'applicazione
dell'imposta
gravano
sul
cessionario,
il
quale
dovrà
procedere

all'autofaHurazione
dell'operazione
secondo
il
meccanismo
del
c
.d.
reverse
charge
nonché
agli

obblighi
conseguen?
previs?
dal
?tolo
II
dello
stesso
d
.P.R.
n.
633
del
1972.

(…)

Pertanto,
in
questa
ipotesi
di
operazioni
effeHuate
da
soggea
passivi
non
residen?
nei
confron?
di

cessionari
o
commiHen?
che
rivestono
la
qualità
di
soggea
passivi
stabili?
in
Italia
il
cedente
o

prestatore
non
potrà
più
applicare
l'IVA
in
faHura
per
le
operazioni
effeHuate
e
per
l'imposta

assolta
sugli
acquis?
dovrà
procedere
ad
una
richiesta
di
rimborso.


È
da
rimarcare
la
circostanza
che
questa
nuova
disciplina
non
si
applica
nell'ipotesi
in
cui
il
cessionario
o

commiKente
soggeKo
passivo
sia
stabilito
fuori
del
territorio
dello
Stato,
nel
qual
caso
torna

applicabile
la
disposizione
generale
di
cui
al
primo
comma
dell'arFcolo
17
del
Dpr

n.
633
del
1972,

in
base
al
quale
l'IVA
è
dovuta
dal
soggeKo
che
effeKua
la
cessione
di
beni
o
la
prestazione
di

servizi
;
la
stessa
regola
generale
conFnuerà,
inoltre,
ad
applicarsi
alle
operazioni
effeKuate
nei

confronF
di
privaF
da
sogge[
passivi
non
residenF,
i
quali
saranno
allo
stesso
modo
tenuF
ad

idenFficarsi
e
ad
applicare
l'imposta."



65

OPERAZIONI
DI
CESSIONI
DI
BENI
E
DI
PRESTAZIONI
DI
SERVIZI
POSTE
IN

ESSERE
IN
ITALIA
DA
SOGGETTI
ESTERI
IDENTIFICATI
AI
FINI
IVA
IN
ITALIA


Circ.
n.
36/E
del
21
giugno
2010,

risposta
n.
31

•  31.
Una
società
estera
avente
sede
legale
in
uno
Stato

comunitario
(che
è
lo
Stato
da
cui
arriva
anche
la
merce

acquistata)
dispone
di
un
rappresentante
fiscale
in
Italia.

La
società
in
ques?one
cede
un
bene,
per
il
tramite
del

proprio
rappresentante
fiscale,
ad
un
cliente
italiano,

soggeHo
passivo
d’imposta.
Quali
sono
gli
adempimen?
ai

fini
IVA
e
Intrastat?


•  Il
rappresentante
fiscale
dovrà
compilare
gli
elenchi

Intrastat
degli
acquisF
intracomunitari
(
art.
38,
comma
3,
leK.
b
del
D.L.
n.
331
del
1993)
e
il
cliente

nazionale
emeKerà
autofaKura
per
documentare
l’acquisto.

Evidentemente
si
traHa
di
merce
per
la
quale
il
rappresentante
fiscale
italiano
(in
nome
e
per
conto
della
società

estera)
espleta
la
procedura
acquis?
intracomunitari
e
poi
esegue
la
cessione
(interna)
nei
confron?
del
cliente

italiano
soggeHo
passivo
stabilito
in
Italia,
senza
applicazione
dell’Iva
italiana
(ar?colo
17,
comma
2,
del
Dpr
n.

633/1972).


66

OPERAZIONI
DI
CESSIONI
DI
BENI
E
DI
PRESTAZIONI
DI
SERVIZI
POSTE
IN

ESSERE
IN
ITALIA
DA
SOGGETTI
ESTERI
IDENTIFICATI
AI
FINI
IVA
IN
ITALIA


Risoluzione
n.
89/E
del
25
agosto
2010


La
Risoluzione
citata

afferma
che:

•  “Le
norme
fin
qui
citate
non
escludono,
tuKavia,
che
in
relazione
ad
una

cessione
interna
il
rappresentante
fiscale
di
un
soggeKo
estero
possa
‐
per

proprie
esigenze
‐
emeKere
nei
confronF
del
cessionario/commiKente

residente
un
documento
non
rilevante
ai
fini
dell’IVA,
con
indicazione
della

circostanza
che
l’imposta
afferente
tale
operazione
verrà
assolta
dal

cessionario
o
commiKente.
“;

•  “Secondo
quanto
previsto
dal
terzo
comma
del
menzionato
arFcolo
17,
il

reverse
charge
non
trova
invece
applicazione
quando
la
cessione
di
beni
(o

la
prestazione
di
servizi)
territorialmente
rilevante
sia
effeGuata
da
un

soggeGo
passivo
non
stabilito
e
privo
di
stabile
organizzazione
nel

territorio
dello
Stato
nei
confron=
di
cessionario/commiGente
soggeGo

passivo
stabilito
fuori
del
territorio
dello
Stato
(ovvero
cessionario/
commiGente
che
non
può
essere
qualificato
come
soggeGo
passivo
ai
sensi

dell’ar=colo
7‐ter,
comma
2,
del
D.P.R.
n.
633/72).
“.


67

OPERAZIONI
DI
CESSIONI
DI
BENI
E
DI
PRESTAZIONI
DI

SERVIZI
POSTE
IN
ESSERE
IN
ITALIA
DA
SOGGETTI
ESTERI

IDENTIFICATI
AI
FINI
IVA
IN
ITALIA



68

OPERAZIONI
DI
CESSIONI
DI
BENI
E
DI
PRESTAZIONI
DI
SERVIZI

POSTE
IN
ESSERE
IN
ITALIA
DA
SOGGETTI
ESTERI
IDENTIFICATI
AI

FINI
IVA
IN
ITALIA


Esempio:

Impresa
austriaca,
dotata
di
posizione
Iva
in
Italia
a
mezzo
di

rappresentante
fiscale,
vende
stufe
a
consumatori
finali
italiani,
con

loro
installazione
presso
tali
consumatori
finali.

Le
prestazioni
di
installazione
vengono
eseguite
da
impresa
italiana
in

nome
e
per

conto
dell’impresa
austriaca.

RISPOSTA

1)  l’operazione
di
cessione
con
installazione
si
considera
effeKuata
in

Italia,
ai
sensi
dell’arFcolo
7‐bis,
comma
1,
del
Dpr
n.
633/1972;

2)  L’impresa
austriaca
–
posizione
Iva
italiana
deve
emeKere
faKura

con
Iva
nei
confronF
dei
consumatori
finali
italiani;

3)  L’impresa
italiana
deve
emeKere
faKura
con
Iva
nei
confronF

dell’impresa

austriaca
(NON
essendo
quest’ulFma
soggeKo

stabilito
in
Italia).


69

DECRETO
LEGISLATIVO


ESAME
DI
DETTAGLIO



DELLE
DEROGHE



70

DECRETO
LEGISLATIVO

DEROGHE
ALLA
REGOLA
GENERALE

SERVIZIO
DI
TRASPORTO
PASSEGGERI

L'arFcolo
7‐quater
del
Dpr
n.
633/1972,
afferma
che:

"In
deroga
a
quanto
stabilito
dall'ar=colo
7‐ter,
comma
1,
si
considerano
effeGuate
nel
territorio

dello
Stato:

(...)

b)
le
prestazioni
di
trasporto
di
passeggeri
in
proporzione
alla
distanza
percorsa
nel
territorio
dello

Stato".


L'arFcolo
9
del
Dpr
n.
633/1972,
afferma
che:

"Cos=tuiscono
servizi
internazionali
o
connessi
agli
scambi
internazionali
non
imponibili:

1)  i
traspor=
di
persone
esegui=
in
parte
nel
territorio
dello
Stato
e
in
parte
in
territorio
estero

in
dipendenza
di
unico
contraGo;".


Come
regola
aGualmente
in
vigore.


ESEMPI:

•  Trasporto
aereo
passeggeri
tra
Milano
a
Francoforte

•  Trasporto
passeggeri
interno
all’Italia


71

DECRETO
LEGISLATIVO

DEROGHE
ALLA
REGOLA
GENERALE

SERVIZIO
DI
TRASPORTO
PASSEGGERI

Esempio:
Quesito

Trasporto
mediante
bus
di
passeggeri
da
Torino
a
Nizza.
TraKamento
Iva.

Risposta

ArFcolo
262
del
CGI
–
Codice
Generale
Imposte
francese:

“(…)

II.
Sont
également
exonérés
de
la
taxe
sur
la
valeur
ajoutée
:

(…)

10°
Les
transports
par
route
de
voyageurs
étrangers
en
provenance
et
à
desFnaFon
de
l'étranger,
circulant
en
groupe

d'au
moins
dix
personnes
;”.


In
base
alle
informazioni
raccolte
e
riportate
nel
seguito,
è
possibile
tracciare
il
seguente
quadro
operaFvo:

•  In
Francia
alcuni
trasporF
beneficiano
di
un
regime
di
esonero
(cfr.
arFcolo
262
CGI);

•  nel
caso
di
trasporF
non
esoneraF,
se
il
commiKente
del
trasporto
è
un
soggeKo
idenFficato
ai
fini
TVA
in
Francia,

l'obbligo
tributario
può
essere
trasferito
in
capo
a
quest'ulFmo,
mediante
la
procedura
di
reverse
charge;

•  nel
caso
di
trasporF
non
esoneraF,
se
il
commiKente
del
trasporto
è
un
consumatore
finale,
occorre
aprire
una

posizione
Tva
in
Francia
e
applicare
la
Tva;

•  La
traKa
italiana
è
non
imponibile
arFcolo
9,
comma
1,
n.
1),
del
Dpr
n.
633/1972.



Austria
e
Germania
applicano
le
stesse
regole;
non
risultano
norme
di
esonero.


72

DECRETO
LEGISLATIVO

DEROGHE
ALLA
REGOLA
GENERALE

SERVIZI
RELATIVI
A
BENI
IMMOBILI

L'arFcolo
7‐quater
del
Dpr
n.
633/1972,
afferma
che:

"In
deroga
a
quanto
stabilito
dall'ar=colo
7‐ter,
comma
1,
si
considerano

effeGuate
nel
territorio
dello
Stato:

(...)

a)  le
prestazioni
di
servizi
rela=vi
a
beni
immobili,
comprese
le
perizie,
le

prestazioni
di
agenzia,
la
fornitura
di
alloggio
nel
seGore
alberghiero
o
in

seGori
con
funzioni
analoghe,
ivi
inclusa
quella
di
alloggi
in
campi
di

vacanza
o
in
terreni
aGrezza=
per
il
campeggio,
la
concessione
di
diriA
di

u=lizzazione
di
beni
immobili
e
le
prestazioni
ineren=
alla
preparazione
e

al
coordinamento
dell'esecuzione
dei
lavori
immobiliari,
quando

l'immobile
è
situato
nel
territorio
dello
Stato;".


ASPETTI
PROBLEMATICI:

•  ImpianF:
tra
beni
immobili
e
beni
mobili
materiali;


•  DisFnzione
tra
prestazioni
di
servizi
relaFvi
a
beni
immobili
e
consulenze

tecniche


73

DEROGHE
ALLA
REGOLA
GENERALE

SERVIZI
RELATIVI
A
BENI
IMMOBILI

Riguardo
alla
dis?nzione
tra
servizi
rela?vi
a
beni
immobili
e
servizi
rela?vi
a
beni
mobili
materiali,
un

aiuto
giunge
dalla
Circolare
n.
38/E
del
23
giugno
2008,
risposta
n.
1.8
.a)

ImpianF
fotovoltaici
nella

quale
si

afferma
che:

“…A
parere
della
scrivente,
pertanto,
si
è
in
presenza
di
beni
immobili
quando
non
è
possibile
separare
il

bene
mobile
dall’immobile
(terreno
o
fabbricato)
senza
alterare
la
funzionalità
dello
stesso
o

quando
per
riuFlizzare
il
bene
in
un
altro
contesto
con
le
medesime
finalità
debbono
essere

effeKuaF
anFeconomici
intervenF
di
adaKamento.".


Riguardo
alla
dis?nzione
tra
prestazioni
di
servizi
rela?vi
a
beni
immobili
e
consulenze
tecniche

autorevole
doKrina
(Paolo
Centore,
Iva
Europea:
Il
VAT
PACKAGE
2008,
Ipsoa
Editore,
Milano,
2008,

p.108)
ha
affermato
che:
“E’
lecito
ritenere
che
i
servizi
che,
seppur
non
fisicamente
inseriF

nell’immobile,
siano
comunque
ad
esso
correlaF
(ad
esempio,
l’a[vità
di
progeKazione
di
un

palazzo
in
costruzione)
rientrino
nell’ipotesi
dell’arFcolo
7,
comma
4,
leK.
A)

(ora
arFcolo
7‐quater)

del
decreto
Iva.
Viceversa,
altre
a[vità
–simili
per
loro
natura
a
quella
appena
descriKa
ma

scollegate
dall’immobile
(ad
esempio:
la
progeHazione
generica
di
un
immobile
che
può
essere

costruito
ovunque,
ovvero,
ancora,
i
servizi
di
consulenza
generale,
non
specificamente
connessi
ad

un
immobile
in
parFcolare)
‐
non
rientrano
in
questa
previsione
ma,
come
a[vità
di
consulenza,

possono
–
se
del
caso
–
rientrare
nella
successiva
leKera
d)
del
quarto
comma
dell’arFcolo
7
(ora

arFcolo
7
–
ter
del
Dpr
n.
633/1972)”.



74

DECRETO
LEGISLATIVO

DEROGHE
ALLA
REGOLA
GENERALE

SERVIZI
RELATIVI
A
BENI
IMMOBILI

Tipologia
delle
prestazioni
di
caraKere
immobiliare:

•  Servizi
relaFvi
alla
costruzione,
manutenzione,
riprisFno,
etc.
di
beni
immobili

•  Prestazioni
di
progeKazione,
direzione
e
coordinamento
lavori
immobiliari

•  Prestazioni
di
agenF
immobiliari

•  Perizie
su
immobili

•  Prestazioni
di
studio
dei
terreni
a
fini
idrogeologici

•  Servizi
seKore
alberghiero
e
seKori
analoghi

•  Concessione
di
diri[
di
uFlizzazione
di
un
bene
immobile
(ad
esempio:
diriKo
di
pesca)

•  Locazione
di
beni
immobili

•  Prestazioni
di
studio
rese
nel
bacino
di
un
fiume
tese
a
memorizzare
daF
generali
climatologici
ed
idrologici

•  Pedaggi
autostradali

•  Prestazioni
di
potatura
e
abba[mento
alberi

•  Raccolta
fruKa

•  Etc.


Non
rientrano
in
tale
ambito
le
prestazioni
di
intermediazione
nelle
prenotazioni
alberghiere
(Circolare
n.
36/E
risposta
n.
13)


Secondo
l’orientamento
dell’Amministrazione
finanziaria
francese
rientrano
in
tale


•  
le
prestazioni
dei
Notai
per
l'acquisto,
la
vendita,
l'affiKo,
etc.
di
immobili.

•  la
locazione
di
casseforF
incorporate
nell'immobile;

•  la
locazione
di
aKrezzature
e
macchinari
fissaF
al
suolo

•  Servizi
di
pulizia
di
beni
immobili

•  Etc.


75

DECRETO
LEGISLATIVO

DEROGHE
ALLA
REGOLA
GENERALE

SERVIZI
RELATIVI
A
BENI
IMMOBILI
–
LAVORI
EDILI
IN
FRANCIA


La
nostra
impresa
Alfa

ha
ricevuto
in
assegnazione
l’incarico
in
base
a
contraHo
d’appalto
di

realizzare
una
costruzione
in
Francia
a
favore
di
un
consumatore
finale
francese.

Per
la
realizzazione
di
tale
costruzione
intendiamo
affidare
alcuni
lavori
in
subappalto
ad
altre

imprese
italiane.


Ar?colo
283
CGI
(www.legifrance.gouv.fr)

•  1.
La
taxe
sur
la
valeur
ajoutée
doit
être
acquiKée
par
les
personnes
qui
réalisent
les
opéraFons

imposables,
sous
réserve
des
cas
visés
aux
arFcles
274
à
277
A
où
le
versement
de
la
taxe
peut
être

suspendu.


•  Toutefois,
lorsqu'une
livraison
de
biens
ou
une
prestaFon
de
services
menFonnée
à
l'arFcle
259
A

est
effectuée
par
un
assuje[
établi
hors
de
France,
la
taxe
est
acquiKée
par
l'acquéreur,
le

desFnataire
ou
le
preneur
qui
agit
en
tant
qu'assuje[
et
qui
dispose
d'un
numéro
d'idenFficaFon
à

la
taxe
sur
la
valeur
ajoutée
en
France.
Le
montant
dû
est
idenFfié
sur
la
déclaraFon
menFonnée
à

l'arFcle
287.


•  2.
Lorsque
les
prestaFons
menFonnées
au
1°
de
l'arFcle
259
sont
fournies
par
un
assuje[
qui
n'est

pas
établi
en
France,
la
taxe
doit
être
acquiKée
par
le
preneur.




NB:
ar?colo
259
A
:
deroghe
rispeHo
alla
regola
generale


76

DECRETO
LEGISLATIVO

DEROGHE
ALLA
REGOLA
GENERALE

SERVIZI
RELATIVI
A
BENI
IMMOBILI
–
LAVORI
EDILI
IN
FRANCIA

Risposta

L’impresa
italiana
Alfa

deve
aprire
una
posizione
Tva
in
Francia,
al
fine
di
applicare
la

Tva
al
cliente
finale.

Le
imprese
sub‐appaltatrici,
lavorando
per
un’impresa
idenFficata
ai
fini
Tva
in
Francia,

alla
luce
delle
modifiche
legislaFve
francesi,
a
parFre
dal
1°
seKembre
2006,

possono
addebitare
le
loro
prestazioni
all’impresa
italiana
Alfa
–
posizione
TVA

Francia
senza
necessità
da
parte
delle
stesse
di
aprire
una
posizione
Tva
in
Francia.

Le
faKure
delle
imprese
sub‐appaltatrici
dovranno
essere
emesse
a
carico
dell’impresa

italiana
‐
posizione
TVA

Francia,
e
dovranno
essere
struKurate
come
segue:

•  ai
fini
italiani:
indicando
sulle
stesse
la
dicitura
“Operazione
fuori
campo
Iva,

arFcolo
7‐quater,
leKera
a),
del
Dpr
n.
633/1972”;

•  ai
fini
francesi:
indicando
sulle
stesse
la
dicitura
“PrestaFons
de
services
réalisées

par
un
assuje[
non
établi
en
France
–
arFcle
283‐1
CGI
–
Code
Général
des
Impôts

–
Tva
due
par
le
client”.

L’impresa
italiana
ALFA
a
fronte
di
deKe
faKure,
ai
fini
Tva
(e
cioè
dell’Iva
francese),

dovrà
procedere
all’autofaKurazione
(mediante
la
posizione
Tva
francese).


77

DECRETO
LEGISLATIVO

DEROGHE
ALLA
REGOLA
GENERALE

SERVIZI
RELATIVI
A
BENI
IMMOBILI
–
LAVORI
EDILI
IN
ITALIA

Impresa
tedesca
viene
incaricata
di
eseguire
una
ristruKurazione
su
bene
immobile
in
Italia
a
favore
di
società

italiana
in
base
a
contraKo
di
appalto.
L’impresa
tedesca,
per
l’esecuzione
dei
lavori,
si
avvale
di
impresa

rumena,
la
quale
opera
in
subappalto.

Risposta:
L’arFcolo
17,
comma
2,
afferma
che:

“«Gli
obblighi
relaFvi
alle
cessioni
di
beni
e
alle
prestazioni
di

servizi
effeKuate
nel
territorio
dello
Stato
da

sogge[
non
residenF
nei
confron?
di
soggea
passivi
stabili?
nel
territorio
dello
Stato,……,
sono

adempiuF
dai
cessionari
o
commiKenF.”


Ipotesi
di
lavoro:
nel
caso
specifico
non
torna
applicabile
il
reverse
charge
edilizia
(arFcolo
17,
comma
6,
del
Dpr

n.
633/1972
(Circolare
16
febbraio
2007,
n.
11).
In
effe[,
alla
luce
della
formulazione
dell’arFcolo
17,

comma
2,
è
dubbio
che
lo
stesso
possa
essere
applicato
nel
caso
di
sub‐appaltatrice
non
stabilita
in
Italia.

Di
conseguenza:

•  L’impresa
rumena
lavora
per
un
SOGGETTO
NON
STABILITO
in
Italia,
essa
deve

idenFficarsi
ai
fini
Iva
in

Italia
e
deve
emeKere
faKura
nei
confronF
dell’impresa
tedesca
con
applicazione
dell’Iva
italiana;

•  L’impresa
tedesca
opera
a
favore
di
un
SOGGETTO
STABILITO
in
Italia
e
quindi
torna
applicabile
il
reverse

charge;
;
essa
emeKe
faKura
senza
iva
(arFcolo
7‐quater)
nei
confronF
della
società
italiana;

•  La
società
italiana
emeKe
autofaKura
con
Iva
e
la
annota
sul
registro
faKure
emesse
e
sul
registro
acquisF;

NO
Intra
servizi;

•  L’impresa
tedesca
è
abilitata
a
chiedere
il
rimborso
dell’Iva
adoKando
la
procedura
di
cui
alla
dire[va

2008/9/CE.


78

DECRETO
LEGISLATIVO

DEROGHE
ALLA
REGOLA
GENERALE

SERVIZI
DI
RISTORAZIONE
E
CATERING

L'arFcolo
7‐quater
del
Dpr
n.
633/1972,
afferma
che:


"In
deroga
a
quanto
stabilito
dall'ar=colo
7‐ter,
comma
1,
si
considerano
effeGuate
nel
territorio
dello

Stato:

(...)

c)
le
prestazioni
di
servizi
di
ristorazione
e
di
catering
diverse
da
quelle
di
cui
alla
leGera
d),
quando
sono

materialmente
eseguite
nel
territorio
dello
Stato;

d)
le
prestazioni
di
ristorazione
e
di
catering
materialmente
rese
a
bordo
di
una
nave,
di
un
aereo
o
di
un

treno
nel
corso
della
parte
di
un
trasporto
di
passeggeri
effeGuata
all
'interno
della
Comunità,
se
il

luogo
di
partenza
del
trasporto
è
situato
nel
territorio
dello
Stato;”


ASPETTI
PROBLEMATICI:

•  Ambito
oggeAvo
delle
prestazioni
di
ristorazione
e
catering


•  Luogo
di
materiale
esecuzione
della
prestazione


ESEMPIO:

•  Servizio
di
catering
in
Francia
reso
da
impresa
italiana
a
commiGente
francese
iden=ficato
ai
fini
Iva

in
Francia


79

DECRETO
LEGISLATIVO

DEROGHE
ALLA
REGOLA
GENERALE

SERVIZI
DI
RISTORAZIONE
E
CATERING

BOZZA
REGOLAMENTO
N.
1777/2005:

ArFcolo
8

1.
I
servizi
di
ristorazione
e
di
catering
di
cui
alla
dire[va
2006/112/CE
consistono
nella

fornitura
di
cibi
preparaF
o
non
preparaF
o
di
bevande
o
di
entrambi,
desFnaF
al

consumo
umano,
accompagnata
da
servizi
di
supporto
sufficienF
da
permeKerne
il

consumo
immediato.
La
fornitura
di
cibi
o
bevande
o
di
entrambi
cosFtuisce
solo

una
componente
dell’insieme
in
cui
i
servizi
prevalgono
ampiamente.
Nel
caso

della
ristorazione
tali
servizi
sono
prestaF
nei
locali
del
prestatore,
mentre
nel
caso

del
catering
i
servizi
sono
prestaF
in
locali
diversi
da
quelli
del
prestatore.

2.
La
fornitura
di
cibi
preparaF
o
non
preparaF
o
di
bevande
o
di
entrambi,
con
o
senza

trasporto,
non
accompagnata
da
altri
servizi
di
supporto,
non
è
considerata
un

servizio
di
ristorazione
o
di
catering
ai
sensi
del
paragrafo
1.


ArFcolo
9

•  Se
la
fornitura
di
cibi
o
bevande
o
di
entrambi
è
effeKuata
da
un
soggeKo
passivo
e

la
fornitura
dei
servizi
di
supporto
che
ne
consentono
il
consumo
immediato
è

effeKuata
per
lo
stesso
desFnatario
da
un
soggeKo
passivo
diverso,
ciascuna

fornitura
è
esaminata
singolarmente,
purché
non
esistano
prove
di
abuso
di
diriKo.


80

DECRETO
LEGISLATIVO

DEROGHE
ALLA
REGOLA
GENERALE

SERVIZI
DI
RISTORAZIONE
E
CATERING

Impresa
italiana

si
reca
in
Francia
per
svolgere
un
servizio
di
catering
(o,
meglio,
di

“banqueFng”)
in
occasione
di
un
matrimonio;
commiHente
della
prestazione
è

una
persona
fisica
consumatore
finale
(lo
sposo!).

L'impresa
di
catering
deve
previamente
aprire
una
posizione
Tva
in
Francia.

Ai
fini
fiscali
viene
svolta
la
seguente
procedura:

•  annotazione
sull'apposito
registro
di
carico
e
scarico
di
cui
all'arFcolo
50,
comma
5,
del
Dl
n.
331/1993,

delle
aKrezzature
e
dei
beni
di
consumo
trasferite
in
Francia
per
lo
svolgimento
della
prestazione;

•  relaFvamente
al
vino
e
alle
altre
bevande
alcoliche,
appoggio
delle
stesse
a
deposito
fiscale
italiano,
con

spostamento
a
deposito
fiscale
francese,
e
ciò
al
fine
dell'assolvimento
dell'accisa
francese;

•  erogazione
del
servizio;

•  emissione
di
faKura
non
imponibile
arFcolo
41,
comma
2,
leKera
c),
del
Dl
n.
331/1993,
al
costo,
dalla

posizione
Iva
italiana
alla
posizione
Tva
francese
per
il
materiale
di
consumo
uFlizzato
per
eseguire
la

prestazione;

•  emissione
(a
parFre
dalla
posizione
Tva
francese)
di
faKura
gravata
di
TVA

nei
confronF
del
commiKente;

•  ritorno
delle
aKrezzature
e
del
materiale
di
consumo
residuo
in
Italia;

•  scarico
del
registro
di
carico
e
scarico;

•  ritorno
del
vino
e
delle
bevande
alcoliche
non
consumate
(da
codice
di
accisa
francese
a
codice
di
accisa

italiano).


81

DECRETO
LEGISLATIVO

DEROGHE
ALLA
REGOLA
GENERALE

SERVIZI
DI
RISTORAZIONE
E
CATERING

Come
caso
precedente,
ma
commiHente
impresa
francese
(manifestazione
di
caraKere
commerciale).


Ai
fini
fiscali
viene
svolta
la
seguente
procedura:

•  annotazione
sull'apposito
registro
di
carico
e
scarico
di
cui
all'arFcolo
50,
comma
5,
del
Dl
n.

331/1993,
delle
aKrezzature
e
dei
beni
di
consumo
trasferite
in
Francia
per
lo
svolgimento
della

prestazione;

•  relaFvamente
al
vino
e
alle
altre
bevande
alcoliche,
appoggio
delle
stesse
a
deposito
fiscale
italiano,

con
spostamento
a
deposito
fiscale
francese,
e
ciò
al
fine
dell'assolvimento
dell'accisa
francese;

•  erogazione
del
servizio;

•  verifica
dell'effe[va
natura
di
soggeKo
passivo
d'imposta
dell'impresa
commiKente
francese;

•  emissione
di
faKura
fuori
campo
Iva,
ai
sensi
dell'arFcolo
7‐quater
del
Dpr
n.
633/1972
nei

confronF
del
commiKente;

•  ritorno
delle
aKrezzature
e
del
materiale
di
consumo
residuo
in
Italia;

•  scarico
del
registro
di
carico
e
scarico;

•  ritorno
del
vino
e
delle
bevande
alcoliche
non
consumate
(da
codice
di
accisa
francese
a
codice
di

accisa
italiano);

•  NO
presentazione
Intra
servizi


82

DECRETO
LEGISLATIVO

DEROGHE
ALLA
REGOLA
GENERALE

SERVIZI
DI
RISTORAZIONE
E
CATERING
A
BORDO
AEREO,
NAVE,
TRENO


L’arFcolo
7‐quater
del
Dpr
n.
633/1972,
afferma
che:

“1.
In
deroga
a
quanto
stabilito
dall'arFcolo
7‐ter,
comma
1,
si
considerano
effeKuate
nel
territorio
dello

Stato:

(…)

d)
le
prestazioni
di
ristorazione
e
di
catering
materialmente
rese
a
bordo
di
una
nave,
di
un
aereo
o
di
un

treno
nel
corso
della
parte
di
un
trasporto
di
passeggeri
effeKuata
all'interno
della
Comunita',
se
il

luogo
di
partenza
del
trasporto
e'
situato
nel
territorio
dello
Stato;


L’arFcolo
7,
del
Dpr
n.
633/1972,
afferma
che:

(…)

e)
per
"parte
di
un
trasporto
di
passeggeri
effeHuata
all'interno
della
Comunita'",
si
intende
la
parte
di

trasporto
che
non
prevede
uno
scalo
fuori
della
Comunita'
tra
il
luogo
di
partenza
e
quello
di
arrivo

del
trasporto
passeggeri;
"luogo
di
partenza
di
un
trasporto
passeggeri",
e'
il
primo
punto
di

imbarco
di
passeggeri
previsto
nella
Comunita',
eventualmente
dopo
uno
scalo
fuori
della

Comunita';
"luogo
di
arrivo
di
un
trasporto
passeggeri",
e'
l'ulFmo
punto
di
sbarco
previsto
nella

Comunita',
per
passeggeri
imbarcaF
nella
Comunita',
eventualmente
prima
di
uno
scalo
fuori
della

Comunita';
per
il
trasporto
andata
e
ritorno,
il
percorso
di
ritorno
e'
considerato
come
un
trasporto

disFnto;


83

DECRETO
LEGISLATIVO

DEROGHE
ALLA
REGOLA
GENERALE

SERVIZI
DI
RISTORAZIONE
E
CATERING
A
BORDO
AEREO,
NAVE,
TRENO


Esempi:

•  Prestazione
di
ristorazione
eseguita
sul
volo
Venezia
–
Bruxelles;

l’operazione
si
considera
effeKuata
in
Italia

•  Prestazione
di
ristorazione
eseguita
sul
volo
Roma
–
New
York,
con
scalo
a

Francoforte;

la
prestazione
di
ristorazione
eseguita
nel
corso
della
traKa

Roma
–
Francoforte
si
considera
effeKuata
in
Italia

•  Prestazione
di
ristorazione
eseguita
sul
volo
Madrid
–
Milano:
l’operazione

si
considera
effeKuata
in
Spagna;

•  Prestazione
di
ristorazione
eseguita
sul
volo
Torino
–
Tunisi:
l’operazione
si

considera
effeKuata
in
Italia
se
viene
eseguita
durante
la
permanenza
del

mezzo
di
trasporto
sul
territorio
dello
Stato
(o
acque
territoriali,
o
spazio

aereo
nazionale)
(secondo
l’orientamento
prevalente
non
si
Fene
conto

della
nazionalità
del
mezzo
di
trasporto).


84

DECRETO
LEGISLATIVO
DEROGHE
ALLA
REGOLA
GENERALE

SERVIZI
DI
LOCAZIONE,
ANCHE
FINANZIARIA,
NOLEGGIO
E

SIMILI,
A
BREVE
TERMINE,
DI
MEZZI
DI
TRASPORTO 

L'arFcolo
7‐quater
del
Dpr
n.
633/1972,
afferma
che:

"In
deroga
a
quanto
stabilito
dall'ar=colo
7‐ter,
comma
1,
si
considerano
effeGuate
nel
territorio
dello
Stato:

(...)

e)
le
prestazioni
di
servizi
di
locazione,
anche
finanziaria,
noleggio
e
simili,
a
breve
termine,
di
mezzi
di
trasporto
quando
gli
stessi
sono
messi
a
disposizione

del
des=natario
nel
territorio
dello
Stato
e
sempre
che
siano
u=lizzate
all'interno
del
territorio
della
Comunità
.
Le
medesime
prestazioni
si
considerano

effeGuate
nel
territorio
dello
Stato
quando
i
mezzi
di
trasporto
sono
messi
a
disposizione
del
des=natario
al
di
fuori
del
territorio
della
Comunità
e

sono
u=lizza=
nel
territorio
dello
Stato.".


CONCETTO
DI
BREVE
TERMINE:
“…
possesso
o
..
uso
ininterroGo
del
mezzo
di
trasporto
per
un
periodo
non
superiore
a

trenta
giorni
ovvero
a
novanta
giorni
per
i
natan=”.

ASPETTI
PROBLEMATICI:
contraGo
di
noleggio
con
conducente
e
contraGo
di
trasporto

CONCETTO
DI
MEZZO
DI
TRASPORTO
(Risoluzione
20
luglio
2009
n.
187/E
e
proposta
di
modifica
Regolamento

1777/2005)


ESEMPI:

•  Dipendente
di
impresa
italiana
prende
a
noleggio
autoveGura
in
Germania
e
la
u=lizza
per
una
seAmana


NOTA
BENE:

•  Le
prestazioni
di
locazione,
etc.
NON
a
breve
termine
di
mezzi
di
trasporto,

tra
operatori
economici,
seguono
la

regola
generale
del
Paese
del
commiGente;


85

DECRETO
LEGISLATIVO
DEROGHE
ALLA
REGOLA
GENERALE

SERVIZI
DI
LOCAZIONE,
ANCHE
FINANZIARIA,
NOLEGGIO
E
SIMILI,
A
BREVE
TERMINE,

DI
MEZZI
DI
TRASPORTO


Bozza
Regolamento
n.
1777/2005

‐
ArFcolo
41

1.
I
“mezzi
di
trasporto”
di
cui
all’arFcolo
56
e
all’arFcolo
59,
leKera
g),
della
dire[va
2006/112/CE

comprendono
i
veicoli,
motorizzaF
o
no,
e
altri
disposiFvi
e
aKrezzature
concepiF
per
il
trasporto
di

persone
od
ogge[
da
un
luogo
all’altro,
che
possono
essere
FraF,
trainaF
o
spinF
da
veicoli
e
che
sono

generalmente
concepiF
ed
effe[vamente
idonei
ad
essere
uFlizzaF
per
il
trasporto.

2.
Il
paragrafo
1
si
applica
in
parFcolare
ai
seguenF
veicoli:

a)
veicoli
terrestri,
quali
automobili,
motocicleKe,
bicicleKe,
tricicli
e
rouloKe,
a
meno
che
siano
fissate
al
suolo;

b)
rimorchi
e
semirimorchi;

c)
vagoni
ferroviari;

d)
navi;

e)
aeromobili;

f)
veicoli
concepiF
specialmente
per
il
trasporto
di
persone
malate
o
ferite;

g)
traKori
e
altri
veicoli
agricoli;

h)
veicoli
militari,
diversi
da
quelli
desFnaF
al
comba[mento,
e
veicoli
di
sorveglianza
o
di
protezione
civile;

i)
veicoli
a
propulsione
meccanica
o
eleKronica
per
il
trasporto
di
invalidi.

3.
Il
paragrafo
1
non
si
applica
ai
container.

Risoluzione
del
20/07/2009
n.
187
:
sono
mezzi
di
trasporto
anche
le
piaHaforme
aeree
autocarrate
e,
di
conseguenza,
anche
i
carrelli
elevatori


86

DECRETO
LEGISLATIVO
DEROGHE
ALLA
REGOLA
GENERALE

SERVIZI
DI
LOCAZIONE,
ANCHE
FINANZIARIA,
NOLEGGIO
E

SIMILI,
A
BREVE
TERMINE,
DI
MEZZI
DI
TRASPORTO

Bozza
Regolamento
n.
1777/2005

‐
ArFcolo
42


1.
La
durata
del
possesso
o
dell’uso
ininterroKo
di
un
mezzo
di
trasporto
noleggiato
di
cui
all’arFcolo
56

della
dire[va
2006/112/CE
è
determinata
sulla
base
dell’accordo
contraKuale
concluso
fra
le
parF,

compreso
un
tacito
accordo.
Il
contraKo
cosFtuisce
una
presunzione
che
può
tuKavia
essere

confutata
con
qualsiasi
mezzo
di
faKo
o
di
diriKo
che
consenta
di
stabilire
la
durata
effe[va
del

possesso
o
dell’uso
ininterroKo.









Un
superamento
del
periodo
di
noleggio
fissato
nel
contraKo
dovuto
a
circostanze
chiaramente

definite
che
sfuggono
al
controllo
delle
parF
non
incide
sulla
durata
stabilita
del
possesso
o
dell’uso

del
mezzo
di
trasporto.

2.
Se
il
noleggio
di
un
mezzo
di
trasporto
è
coperto
da
due
o
più
contra[
consecuFvi
conclusi
fra
le

stesse
parF
oppure
se
l’intervallo
fra
i
contra[
è
di
non
più
di
due
giorni,
la
durata
del
possesso
o

dell’uso
ininterroKo
del
mezzo
di
trasporto
nell’ambito
di
un
contraKo
Fene
conto
del
possesso
o

dell’uso
di
tale
mezzo
di
trasporto
previsF
da
contra[
precedenF.









Purché
non
esista
abuso
di
diriKo,
la
durata
del
possesso
o
dell’uso
ininterroKo
di
un
mezzo
di

trasporto
nell’ambito
di
un
contraKo
non
Fene
conto
dell’eventuale
possesso
o
uso
di
deKo
mezzo

di
trasporto
previsF
da
contra[
successivi.

3.
Se
il
mezzo
di
trasporto
oggeKo
dei
contra[
di
noleggio
non
è
lo
stesso,
la
durata
del
possesso
o

dell’uso
ininterroKo
del
mezzo
di
trasporto
nell’ambito
di
ciascun
contraKo
è
determinata

separatamente,
purché
non
esistano
prove
di
abuso
di
diriKo.


87

DECRETO
LEGISLATIVO
DEROGHE
ALLA
REGOLA
GENERALE

SERVIZI
DI
LOCAZIONE,
ANCHE
FINANZIARIA,
NOLEGGIO
E

SIMILI,
A
BREVE
TERMINE,
DI
MEZZI
DI
TRASPORTO

ESEMPIO:
Società
con
sede
in
Svizzera
sFpula
contra[
di
noleggio
a
breve
e
a
lungo
termine
di
mezzi
di
trasporto

con
clienF
italiani
i
quali
li

uFlizzano
in
Italia.




NOLEGGIO
A
BREVE
TERMINE

L'arFcolo
7‐quater
del
Dpr
n.
633/1972,
afferma
che:

"In
deroga
a
quanto
stabilito
dall'ar=colo
7‐ter,
comma
1,
si
considerano
effeGuate
nel
territorio
dello
Stato:

(...)

e)
le
prestazioni
di
servizi
di
locazione,
anche
finanziaria,
noleggio
e
simili,
a
breve
termine,
di
mezzi
di
trasporto
quando
gli
stessi

sono
messi
a
disposizione
del
des=natario
nel
territorio
dello
Stato
e
sempre
che
siano
u=lizzate
all'interno
del
territorio
della

Comunità
.
Le
medesime
prestazioni
si
considerano
effe3uate
nel
territorio
dello
Stato
quando
i
mezzi
di
trasporto
sono

messi
a
disposizione
del
des6natario
al
di
fuori
del
territorio
della
Comunità
e
sono
u6lizza6
nel
territorio
dello
Stato.".

Clien=
operatori
economici
italiani:
“reverse
charge”‐
emissione
autofaGura
con
Iva;

Clien=
consumatori
finali:
la
società
svizzera
deve
nominare
un
rappresentante
fiscale
in
Italia,
al
fine
di
applicare
l’Iva
italiana;


NOLEGGIO
A
LUNGO
TERMINE:

Clien=
operatori
economici:
regola
generale
–
Paese
del
commiGente
‐

:
“reverse
charge”
–
emissione
autofaGura
con
Iva;

Clien=
consumatori
finali:

la
società
svizzera
deve
nominare
un
rappresentante
fiscale
in
Italia,
al
fine
di
applicare
l’Iva
italiana;


L’arFcolo
7‐sexies

del
Dpr
n.
633/1972,
afferma
che:

“1.
In
deroga
a
quanto
stabilito
dall'arFcolo
7‐ter,

comma
1,
leKera
b),
si
considerano
effeKuate
nel
territorio
dello

Stato
se
rese
a

commiKenF
non
sogge[
passivi:


e)
le
prestazioni
di
servizi
di
locazione,
anche
finanziaria,

noleggio
e
simili,
non
a
breve
termine,
di
mezzi
di
trasporto,
quando


sono
rese
da
prestatori
stabiliF
nel
territorio
dello
Stato
e
sempre

che
siano
uFlizzate
nel
territorio
della
Comunita'.
Le

medesime

prestazioni
se
rese
da
soggea
passivi
stabili?
al
di
fuori
del

territorio
della
Comunita'
si
considerano

effeHuate
nel
territorio

dello
Stato
quando
sono
ivi
u?lizzate;



88

DECRETO
LEGISLATIVO

DEROGHE
ALLA
REGOLA
GENERALE

SERVIZI
CULTURALI,
ARTISTICI,
ETC.

L'arFcolo
7‐quinquies
del
Dpr
n.
633/1972,
afferma
che:

"1
.
In
deroga
a
quanto
stabilito
dall'ar=colo
7‐ter,
comma
1,
le
prestazioni
di
servizi
rela=vi
ad
aAvità

culturali,
ar=s=che,
spor=ve,
scien=fiche,
educa=ve,
ricrea=ve
e
simili,
ivi
comprese
fiere
ed

esposizioni,
le
prestazioni
di
servizi
degli
organizzatori
di
deGe
aAvità,
nonché
le
prestazioni
di

servizi
accessorie
alle
preceden=
si
considerano
effeGuate
nel
territorio
dello
Stato
quando
le

medesime
aAvità
sono
ivi
materialmente
svolte.
La
disposizione
del
periodo
precedente
si
applica

anche
alle
prestazioni
di
servizi
per
l'accesso
alle
manifestazioni
culturali,
ar=s=che,
spor=ve,

scien=fiche,
educa=ve,
ricrea=ve
e
simili,
nonché
alle
rela=ve
prestazioni
accessorie.”.


ASPETTI
PROBLEMATICI:

•  Prestazioni
di
formazione
del
personale:
tra
prestazioni
educaFve
(LUOGO
DI
SVOLGIMENTO

MATERIALE
DELLA
PRESTAZIONE)
e
prestazioni
di
consulenza
tecnica
(PAESE
DEL
COMMITTENTE)

•  Dis?nzione
tra
prestazioni
di
servizi
rela?vi
ad
aavità
scien?fiche
(LUOGO
DI
SVOLGIMENTO

MATERIALE
DELLA
PRESTAZIONE)
e
consulenze
tecniche
(PAESE
DEL
COMMITTENTE)


ESEMPIO:

prestazione
fierisFca


A
DECORRERE
DAL
1°
GENNAIO
2011:
APPLICAZIONE
DELLA
REGOLA
GENERALE
(PAESE
DEL

COMMITTENTE),
SALVO
PER
I
SERVIZI
PER
L’ACCESSO


89

DECRETO
LEGISLATIVO

DEROGHE
ALLA
REGOLA
GENERALE

SERVIZI
CULTURALI,
ARTISTICI,
ETC .

Tipologia
delle
prestazioni
di
caraKere
culturale,
arFsFco,
etc.:

•  Servizi
di
cantanF,
aKori,
ballerini,
etc.

•  Servizi
di
sporFvi

•  Servizi
degli
organizzatori
della
manifestazione
sporFva,
arFsFca,
culturale,
etc.

•  Servizi
di
accesso
alla
manifestazione

•  Servizi
degli
allesFtori
di
stand
fierisFci
(addebitaF
ai
sogge[
organizzatori)

•  Servizi
di
sorveglianza
e
pulizia
svolF
nei
locali
della
manifestazione
(secondo

Francia)

•  Servizi
degli
organizzatori
della
partecipazione
alle
fiere
(secondo
Regno
Unito)

•  Servizi
dei
tecnici
del
suono
e
delle
luci
in
occasione
di
un
concerto
(secondo

Regno
Unito)

•  Servizi
di
formazione
e
addestramento
del
personale
NON
inserita
in
una
più

ampia
consulenza
tecnica

•  Servizi
scienFfici

•  ETC.


90

CORSI
DI
FORMAZIONE
E
ADDESTRAMENTO
DEL

PERSONALE

Circ.
n.
36/E
risposta
n.
28

•  28.
Si
chiede
se
sussiste
l’obbligo
di
includere
negli
elenchi
Intrastat
i

corsi
di
formazione
ed
addestramento
del
personale.


Le
prestazioni
relaFve
a
corsi
di
formazione
e
di
addestramento
del
personale

rientrano
nella
categoria
delle
prestazioni
generiche
e
quindi
sono
da

considerarsi
territorialmente
rilevanF
in
Italia
quando
ivi
è
stabilito
il

commiKente
soggeKo
passivo
d’imposta.
Ne
consegue
che
le
prestazioni

in
discorso
dovranno
essere
incluse
negli
elenchi
Intrastat,
faKa
eccezione

per
i
casi
in
cui
le
stesse
possono
beneficiare
dell’esenzione
dall’imposta.


A
tale
proposito
si
ricorda
che
le
prestazioni
in
esame
sono
da
considerare

esenF
ai
sensi
dell’
art.
10,
primo
comma,
n.
20,
del
D.P.R.
n.
633
del
1972,

a
condizione
che
siano
rese
da
isFtuF
o
scuole
riconosciute
da
pubbliche

amministrazioni
e
da
ONLUS.



Si
traKa
di
un’interpretazione
in
contrasto
con
precedenF
affermazioni

dell’Agenzia
delle
Entrate
e
con
l’orientamento
di
altri
Paesi
Ue
(ad

esempio:
Francia
e
Regno
Unito).


91

CORSI
DI
FORMAZIONE
E
ADDESTRAMENTO
DEL

PERSONALE

Risposta
a
Interpello
CEIP

PRESTAZIONI
DI
FORMAZIONE
DEL
PERSONALE
(tra
“servizi
educaFvi”
arFcolo

7‐quinquies
e
“servizi
generici
arFcolo
7‐ter)

Riguardo
alla
disFnzione
tra
le
due
norme,
nella
risposta
del
28
gennaio
2008,

all’interpello
formulato
dal
CEIP
–
Centro
Estero
per

l’Internazionalizzazione
del
Piemonte,
l’Agenzia
delle
Entrate
ha
affermato

che:

“....
l’organizzazione
di
seminari
e
corsi
di
formazione
a
favore
delle
imprese

piemontesi
rientra
nell’ambito
delle
prestazioni
di
“servizi
dida[ci”
di
cui

all’arFcolo
7,
quarto
comma,
leKera
b),
del
Dpr
n.
633/1972.

….
qualora
le
prestazioni
in
quesFone
siano
rese
nel
più
generale
contesto
di

un’a[vità
di
consulenza
e/o
assistenza
di
caraKere
tecnico
(configurando,

pertanto,
un
singolo
elemento
di
quest’ulFma)
le
stesse
saranno

inquadrate
tra
le
prestazioni
di
consulenza
tecnica
e
legale
….”.


DAL
1°
GENNAIO
2011:
REGOLA
GENERALE
ART.
7‐ter


92

ORGANIZZAZIONE
DI
CONVEGNO
IN
ALTRO
PAESE
UE


Società
italiana,
su
incarico
di
un
commiKente
soggeHo
passivo
d’imposta
stabilito
in
Italia

(privo
di
numero
idenFficaFvo
TVA
in
Francia),
organizza
un
convegno
in
Francia.


A
tale
scopo,
la
società
italiana:

•  Prende
contaKo
con
un
albergo
francese
e
prenota
la
sala,
il
servizio
di
pausa
caffè,
il
servizio

di
ristorazione
e
altri
servizi
da
svolgere
presso
tale
locale;

•  Prende
contaKo
con
i
relatori
e
sFpula
(a
proprio
nome)
il
contraKo
per
la
loro

partecipazione;

•  Comunica
l’evento
ai
potenziali
interessaF;

•  Svolge
il
servizio
di
assistenza
in
occasione
del
convegno;

•  Etc.

A
fronte
di
quanto
sopra
(un
vero
e
proprio
paccheKo
di
servizi)
la
società
italiana

concorda
con
il

commiKente
italiano
il
corrispe[vo
dovuto.

La
società
italiana
esecutrice
a
fronte
di
quanto
sopra
deve
aprire
una
posizione
TVA
in
Francia
e

deve
applicare
l’Iva
francese.

Il
commiKente
italiano
ha
Ftolo
a
chiedere
il
rimborso
dell’Iva
subita
mediante
domanda
di

rimborso
da
presentare
con
le
modalità
previste
dalla
dire[va
2008/9/CE
e
dall’arFcolo
38‐
bis
1
del
Dpr
n.
633/1972.


93

PRESTAZIONI
FIERISTICHE


SVOLTE
IN
ALTRO
PAESE
UE

Impresa
italiana
riceve
l’incarico
di
allesFre
uno
stand
fierisFco
in
altro
Paese
Ue


Il
traKamento
Iva
delle
prestazioni
in
Parola
presenta
diversità
interpretaFve
a
seconda
dei
singoli
Paesi
Ue:

•  Italia:
Secondo
autorevole
doKrina
(Renato
Portale
e
Gian
Paolo
Tosoni,
Le
fiere
restano
fuori
del
modello

Intrastat,
Il
Sole
24
Ore,
8
aprile
2010)
le
prestazioni
degli
allesFtori
e/o
degli
stand,
si
considera

prestazione
accessoria
alle
prestazioni
fierisFche
e
ciò
(sembrerebbe)
indipendentemente
dal
faKo
che
il

commiKente
sia
l'organizzatore
del
paccheKo
di
servizi
fierisFci
oppure
sia
un
soggeKo
che
partecipa
alla

fiera
in
veste
di
espositore.

•  Francia:Lorsque
dans
le
cadre
d'une
foire
commerciale
ou
manifestaFon
similaire,
un
assujea
fournit
un

ensemble
complexe
de
services
à
un
exposant
pour
un
prix
global,
cet
ensemble
de
services
doit
être

considéré
comme
un
service
unique
qui,
comprenant
diverses
composantes
qui
ne
peuvent
être

scindées,
se
raHache
à
la
catégorie
des
presta?ons
visées
à
l'ar?cle
259
A‐5°
a33.
Ces
disposi?ons
sont

également
applicables
aux
presta?ons
fournies
par
les
sous‐traitants
au
?tulaire
du
marché.”.


•  Regno
Unito:
considera
le
prestazioni
di
allesFmento
stand
come
prestazioni
di
caraKere
fierisFco:

“Services
relaFng
to
a
specific
exhibiFon.
This
includes
carpenters
and
electricians
erecFng
and
fi[ng
out

stands
at
exhibiFon
venues.
“

•  Germania:
considera
le
prestazioni
di
allesFmento
stand
quali
prestazioni
concernenF
i
beni
immobili;

l’allesFtore
è
obbligato
a
idenFficarsi
ai
fini
Iva
in
Germania
(anche
nel
caso
in
cui
svolga
la
sua
prestazione

a
favore
di
un
soggeKo
passivo
idenFficato
ai
fini
Iva
in
Germania).
A
parFre
dal
2011,
risulta
che
la

Germania,
riguardo
alle
fiere,
provveda
ad
adeguare
la
propria
normaFva
interna.


94

LE
PRESTAZIONI
DI
SERVIZI
–
INQUADRAMENTO

GENERALE
E
ASPETTI
OPERATIVI


GESTIONE


ELENCHI
RIEPILOGATIVI


95

DECRETO
LEGISLATIVO

ELENCHI
RIEPILOGATIVI

L’arFcolo
50,
comma
6,
del
Dl
n.
331/1993
afferma
che:

“I
contribuen=
presentano
in
via
telema=ca
all'Agenzia
delle
dogane
gli

elenchi
riepiloga=vi
delle
cessioni
e
degli
acquis=
intracomunitari,

nonché
delle
prestazioni
di
servizi
diverse
da
quelle
di
cui
agli
ar=coli

7‐quater
e
7‐quinquies
del
decreto
del
Presidente
della
Repubblica

26
oGobre
1972,
n
.
633,
rese
nei
confron=
di
soggeA
passivi

stabili=
in
un
altro
Stato
membro
della
Comunità
e
quelle
da
ques=

ul=mi
ricevute.

(….)

Gli
elenchi
riepiloga=vi
delle
prestazioni
di
servizi
di
cui
al
primo
….

periodo
non
comprendono
le
operazioni
per
le
quali
non
è
dovuta

l'imposta
nello
Stato
membro
in
cui
è
stabilito
il
des=natario
.”.


96

ELENCHI
RIEPILOGATIVI

Operazioni
non
soggeKe
a
imposta
nel
Paese
del
desFnatario

Circolare
n.
43/E
del
6
agosto
2010,
risposta
n.
1


“1.
Come
è
possibile
accertare
che,
per
una
determinata
prestazione
di
servizio,
l’imposta
non
è
dovuta
nello
Stato

membro
del
commiHente,
in
modo
da
non
includere
tale
operazione
negli
elenchi
riepiloga?vi?

(…)

Per
accertare
se
una
determinata
prestazione
di
servizio
non
deve
essere
inclusa
negli
elenchi
riepilogaFvi
è,
dunque,

necessario
appurare
se
per
essa
è
dovuta
l’IVA
nel
Paese
di
stabilimento
del
commiKente.

Il
commiHente
stabilito
in
Italia
deve
fare
riferimento
alla
normaFva
domesFca
che
contempla
il
regime
di
non

imponibilità
o
il
regime
di
esenzione:
se
la
prestazione
di
servizio
acquistata
è
assoggeKata
ad
uno
di
tali
regimi,
il

commiKente
italiano
non
include
la
stessa
nell’elenco
riepilogaFvo
dei
servizi
ricevuF.


Nell’ipotesi
in
cui,
invece,
il
commiHente
della
prestazione
sia
stabilito
in
altro
Stato
membro,
il
prestatore
italiano
ha

l’onere
di
accertare
che
la
prestazione
resa
sia
esente
o
non
imponibile
nel
Paese
del
commiKente.

Si
considera
che
il
prestatore
italiano
abbia
agito
in
buona
fede
nell’accertare
che
per
la
prestazione
resa
non
sia
dovuta

l’imposta
nello
Stato
membro
del
commiKente
quando
ha
richiesto
ed
oKenuto
una
dichiarazione
redaKa
dal

medesimo
commiKente
in
cui
quesF
afferma
che
la
prestazione
è
esente
o
non
imponibile
nel
suo
Paese
di

stabilimento.
Tale
dichiarazione
può
essere
rilasciata
una
sola
volta
dal
commiKente
comunitario
con
riguardo
a

tuKe
le
prestazioni
della
stessa
specie
da
lui
ricevute
e
rimane
valida
finché
non
mutano
le
caraKerisFche
del

servizio
reso
o
il
traKamento
fiscale
previsto
nello
Stato
del
commiKente.

Il
prestatore
stabilito
in
Italia,
in
possesso
della
predeKa
dichiarazione,
è
legi[mato
a
non
includere
la
prestazione

nell’elenco
riepilogaFvo
delle
prestazioni
rese
ed,
eventualmente,
a
non
presentare
tale
elenco
se
presta

esclusivamente
servizi
per
i
quali
ha
oKenuto
la
dichiarazione
in
commento.

Inoltre,
in
mancanza
di
tale
dichiarazione,
il
contribuente
è
legi[mato
a
non
includere
la
prestazione
nell’elenco

riepilogaFvo
solo
se
ha
certezza,
in
base
ad
elemenF
di
faKo
obie[vi,
che
per
la
predeKa
prestazione
non
è
dovuta

l’imposta
nello
Stato
membro
del
commiKente.(…)”


97

ELENCHI
RIEPILOGATIVI

Comportamento
Paesi
Ue

Tu[
i
Paesi
Ue
hanno
previsto
l’obbligo
di

presentare
gli
elenchi
riepilogaFvi
riguardo
ai

servizi
resi.

Solo
6
Paesi
Ue:
Grecia,
Italia,
Portogallo,

Romania,
Spagna
e
Ungheria,
risultano
aver

previsto
l’obbligo
di
presentazione
degli

elenchi
riepilogaFvi
dei
servizi
acquista?.


98

CONTENUTO

ELENCHI
RIEPILOGATIVI

Intra
1
Quater
–
Servizi
Resi

•  Progressivo

•  Acquirente:
Stato
e
Codice
Iva

•  Ammontare
delle
operazioni
in
euro

•  Riferimento
faKura:
numero
e
data

•  Codice
servizio

(codice
di
6
cifre
–
CPA
2008)

•  Modalità
di
erogazione


•  Modalità
di
incasso

•  Paese
di
pagamento

Intra
2
Quater
–
Servizi
RicevuF

•  Progressivo

•  Fornitore:
Stato
e
Codice
Iva

•  Ammontare
delle
operazioni
in
euro

•  Ammontare
delle
operazioni
in
valuta

•  Riferimento
faKura:
numero
e
data

•  Codice
servizio
(codice
di
6
cifre
–
CPA
2008)

•  Modalità
di
erogazione

•  Modalità
di
incasso

•  Paese
di
pagamento


99

ERRORI
OD
OMISSIONI

Circolare
n.
36/E
del
21
giugno
2010

•  Contribuente
che
ha
OMESSO
DI
INCLUDERE
in
un

elenco
Intra
i
daF
relaFvi
a
prestazioni
di
servizi
–
rese

o
ricevute
(in
praFca:
righe
di
deKaglio):
deve

compilare
un
APPOSITO
ELENCO
modello
INTRA
1

QUATER
o
INTRA
2
QUATER
indicando:

–  Come
periodo
di
riferimento:
il
mese
o
il
trimestre
in
cui
si

è
verificata
l’omissione;

–  Compilando
la
SEZIONE
3
del
modello


•  Contribuente
che
ha
commesso
altra
Fpologia
di

errore:
deve
presentare
un
modello
INTRA
1

QUINQUIES
o
INTRA
2
QUINQUIES,
compilando
la

SEZIONE
4


100

CAMBIO
DI
PERIODICITA’

Circolare
n.
36/E
del
21
giugno
2010

Contribuente
trimestrale
che
nel
PRIMO
MESE
DEL
TRIMESTRE
supera
i

50.000
euro:
entro
il
25
del
mese
successivo
presenta
un
ELENCO

TRIMESTRALE,
contrassegnando
sul
frontespizio
la
casella
“primo

mese
del
trimestre”;
relaFvamente
ai
mesi
seguenF
presenterà

ELENCHI
MENSILI;

Se
la
soglia
viene
superata
nel
SECONDO
MESE
DEL
TRIMESTRE:

entro

il
25
del
mese
successivo
presenta
un
ELENCO
TRIMESTRALE,

contrassegnando
sul
frontespizio
la
casella
“primo
e
secondo
mese

del
trimestre”;
relaFvamente
ai
mesi
seguenF
presenterà
ELENCHI

MENSILI;

Se
la
soglia
viene
superata
nel
TERZO
MESE
DEL
TRIMESTRE:

entro
il

25
del
mese
successivo
presenta
un
ELENCO
TRIMESTRALE,

contrassegnando
sul
frontespizio
la
casella
“trimestre
completo”;

relaFvamente
ai
mesi
seguenF
presenterà
ELENCHI
MENSILI;


101

OPERAZIONI
A
CAVALLO
DEL


31
DICEMBRE
2009

•  AcquisF
di
servizi
presso
fornitore
di
altro
Paese
Ue,
eseguiF
nel

2009,
faKuraF
dal
fornitore
nel
2009,
pagaF
nel
2010,
autofaKura
/
numerazione
e
integrazione
nel
2010
(CIRC
N.
36/E
RISPOSTA
N.
2):

–  FaKuraF
nel
2009
con
Iva
(del
Paese
del
fornitore):
NON
rilevante
nel

2010;

–  FaKuraF
nel
2009
senza
Iva
(del
Paese
del
fornitore):
autofaKura
/

numerazione‐integrazione
con
Iva;
Intra
servizi

•  ACCONTI
VERSATI
E
FATTURATI
NEL
2009,
SALDO
(ulFmazione

prestazione):

–  FaKurato
nel
2009:
VECCHIE
REGOLE

–  FaKurato
nel
2010:
NUOVE
REGOLE

•  NOTE
DI
VARIAZIONE
(IN
AUMENTO
O
IN
DIMINUZIONE)
A
FRONTE

DI
OPERAZIONI
FATTURATE
NEL
2009:

–  Note
di
variazione
in
diminuzione:
regole
2009

–  Note
di
variazione
in
aumento:
NUOVE
regole


102

OPERAZIONI
A
CAVALLO
DEL
31
DICEMBRE
2009


Circolare
Assonime
n.
24
del
16
luglio
2010

Prestazione:

•  Nel
2009:
regola
Paese
del
prestatore

•  Nel
2010:
regola
Paese
del
commiKente

CasisFca
operaFva:

1)  Servizio
ulFmato
nel
2009
e
faKurato
nel
2009
con
Iva
Paese
del

prestatore:
per
commiKente
italiano,
operazione
FC
IVA

2)  Servizio
ulFmato
nel
2009,
faKurato
e
pagato
nel
2010
–
Paese
del

prestatore
che
applicava
la
regola
dell’ulFmazione
della

prestazione:
il
prestatore
applica
le
regole
2009,
emeKe
faKura

con
Iva:
per
commiKente
italiano,
come
caso
1)

3)  Come
caso
2)
ma
Paese
del
prestatore
applica
la
regola
del

pagamento
del
corrispe[vo:
l’operazione
si
considera
effeKuata

in
Italia;
obbligo
di
autofaKurazione
o
di
numerazione
/

integrazione
della
faKura
estera
+
Intra
servizi


103

OPERAZIONI
A
CAVALLO


DEL
31
DICEMBRE
2009


Prestazione:

•  Nel
2009:
regola
Paese
del
commiKente

•  Nel
2010:
regola
Paese
del
commiKente

L’operazione
si
considera
effeKuata
in
Italia.

L’impresa
italiana
deve
emeKere
autofaKura
con
Iva

o
numerare
/
integrare
la
faKura
estera
con
Iva

(salvo
esenzione
o
non
imponibilità);

L’impresa
italiana
deve
presentare
il
modello
Intra

servizi.


104

ACCONTI

Circ.
n.
36/E
–
risposte
n.
3
e
n.
9

•  ACCONTI
RICEVUTI
A
FRONTE
DI
SERVIZI
GENERICI

RESI:

–  Entro
le
ore
24.00
del
giorno
in
cui
si
ha
noFzia
del

pervenuto
acconto,
occorre
emeKere
faKura
arFcolo
7‐ter;

–  Occorre
inserire
tale
faKura
nel
modello
Intra
servizi
con

riferimento
al
mese
di
emissione
della
faKura;

•  ACCONTI
PAGATI
A
FRONTE
DI
SERVIZI
GENERICI

ACQUISTATI:

–  Entro
le
ore
24.00
del
giorno
di
pagamento,
occorre

emeKere
autofaKura
con
Iva
(salvo
applicabilità
norma
di

esenzione
o
di
non
imponibilità)

–  Occorre
inserire
tale
autofaKura
nel
modello
Intra
servizi

con
riferimento
al
mese
di
emissione
dell’autofaKura;


105

CAMBIO
DA
ADOTTARE


Circ.
n.
36/E
risposta
n.
8

•  ACQUISTI
INTRACOMUNITARI
DI
BENI
‐

arFcolo
43
del
Dl
n.

331/1993:
“3.
Ai
fini
della
determinazione
della
base
imponibile
i

corrispe[vi,
le
spese
e
gli
oneri
di
cui
all'arFcolo
13
del
decreto
del

Presidente
della
Repubblica
26
oKobre
1972,
n.
633,
in
valuta

estera
sono
computaF
secondo
il
cambio
del
giorno,
se
indicato

nella
faKura,
di
effeKuazione
dell'operazione
o,
in
mancanza
di
tale

indicazione,
della
data
della
faKura.
“.

•  CESSIONI
INTRACOMUNITARIE
DI
BENI
e
PRESTAZIONI
DI
SERVIZI
‐

arFcolo
13
del
Dpr
n.
633/1972:
“4.
Ai
fini
della
determinazione

della
base
imponibile
i
corrispe[vi
dovuF
e
le
spese
e
gli
oneri

sostenuF
in
valuta
estera
sono
computaF
secondo
il
cambio
del

giorno
in
cui
e'
stata
effeKuata
l'operazione
e,
in
mancanza,

secondo
il
cambio
del
giorno
antecedente
piu'
prossimo.
“.


106

INTRA
ACQUISTI


DATI
DA
INDICARE

Circolare
n.
14/E,
punto
2,
del
18
marzo
2010

"
Un
altro
chiarimento
è
stato
richiesto
con
riguardo
ai
daF,
da

inserire
nei
prede[
elenchi,
relaFvi
alle
faKure
ricevute.


A
tale
riguardo
si
riFene
opportuno
precisare,
con
riferimento

ai
servizi
intracomunitari
ricevu?,
che
il
numero
e
la
data

della
faKura
da
indicare
nel
modello
INTRASTAT
sono
quelli

aKribuiF
dal
commiKente
nazionale
secondo
la

progressione
dallo
stesso
seguita
nella
propria
contabilità.

Quanto
sopra
vale
sia
nel
caso
in
cui
il
contribuente
abbia

provveduto
all’autofaKurazione,
ai
sensi
del
novellato

arFcolo
17,
secondo
comma,
del
D.P.R.
n.
633
del
1972,
sia

nell’ipotesi
in
cui
abbia
integrato
la
faKura
ricevuta
dal

contribuente
estero,
così
come
chiarito
dall’Agenzia
delle

Entrate
con
la
circolare
12
marzo
2010,
n.
12,
par.
3.2.".




107

INTRA
ACQUISTI


DATI
DA
INDICARE

Circolare
n.
14/E,
punto
2,
del
18
marzo
2010

Per
quanto
riguarda
il
numero,
si
dovrebbe
traKare:

•  nel
caso
dell'autofaKura,
del
numero
progressivo
aKribuito
alla
stessa;

•  nel
caso
della
faKura
integrata,
del
numero
aKribuito
alla
faKura
ricevuta
in
sede
di
integrazione

della
stessa.


In
entrambi
i
casi,
in
genere,
tale
numero
coincide
con
il
numero
di
protocollo
del
registro
faKure

emesse.

In
questo
senso
sembra
deporre
la
leKura
degli
arFcoli
21
e
23
del
Dpr
n.
633/1972
e

46,
comma
1,
e


47,
comma
1,
del
Dl
n.
331/1993,
pur
non
richiamaF
dalla
predeKa
Circolare.
Confermato
da

Circolare
n.
36/E
del
21
giugno
2010,
risposta
n.
32.


Riguardo
alla
data:

•  nel
caso
dell'autofaKura,
si
traKa
della
data
di
formazione
del
documento;

•  nel
caso
della
faKura
integrata,
le
citate
norme
in
tema
di
integrazione
non
prevedono
l'indicazione

della
stessa.
TuKavia,
tenuto
conto
che
nella
Circolare
n.
12/E
del
12
febbraio
2010,
risposta
3.2,

ulFma
parte,
viene
affermato
che
ove
in
alternaFva
all'emissione
dell'autofaKura
si
ado[
la

soluzione
della
numerazione
e
integrazione
della
faKura
estera
resta
fermo
"...l'obbligo
di
rispeKare

le
regole
generali
sul
momento
di
effeKuazione
dell'operazione",
è
da
ritenere
che
si
debba
traKare

della
data
di
integrazione
della
faKura
(che,
alla
luce
di
tale
presa
di
posizione
dell'Agenzia
delle

Entrate,
sarebbe
opportuno
riportare
sulla
faKura
integrata).


108

CASISTICA
OPERATIVA

Nel
seguito
vengono
esaminate
le
seguenF
operazioni:

•  Rimborsi
spese
di
viKo,
alloggio
e
viaggio
a
dipendenF
e
collaboratori

•  Conto
lavoro

•  Conto
riparazione

•  Prestazioni
di
intermediazione

•  TrasporF
di
beni

•  Cessione
e
acquisto
so“ware

•  IntervenF
tecnici

•  Cessione
intracomunitaria
congiunta

•  IntervenF
di
riparazione
relaFvi
ai
mezzi
di
trasporto

•  Altri
intervenF
relaFvi
ai
mezzi
di
trasporto

•  EnF
non
commerciali:
acquisF
di
servizi
presso
fornitori
esteri

•  AcquisF
di
beni
da
parte
di
agricoltori
in
regime
forfetario


109

RIMBORSI
SPESE
DI
VITTO,
ALLOGGIO
E
VIAGGIO

A
DIPENDENTI
E
COLLABORATORI

Le
faKure
passive
estere
concernenF:

•  Spese
albergo

•  Spese
ristorante

•  Trasporto
passeggeri

•  Noleggio
a
breve
termine
di
mezzi
di
trasporto

essendo
relaFve
a
SERVIZI
IN
DEROGA
(servizi
diversi
da
quelli

dell’arFcolo
7‐ter),
presentano
i
seguenF
risvolF:

•  
possono
essere
annotate
solo
in
contabilità
generale;

•  NO
Intra
servizi;

•  possibilità
di
chiedere
il
rimborso
dell’Iva
con
la
procedura

dire[va
2008/9/CE
in
base
alle
regole
di
detraibilità
del

Paese
di
sostenimento
della
spesa


110

CONTO
LAVORO

Impresa
italiana
invia
materie
prime
in
conto
lavoro
a
società
rumena.
Il
trasporto
di
andata
e
ritorno
è
organizzato
(a

spese)
dell’impresa
italiana
e
viene
eseguito
da
veKore
rumeno.

La
società
rumena
trasforma
le
materie
prime
in
prodoKo
finito
e
lo
invia
all’impresa
italiana,
con
addebito
del

compenso
di
lavorazione.

Procedura:

•  L’impresa
italiana
nel
momento
in
cui
invia
le
materie
prime
alla
società
rumena
annota
le
stesse
sull’apposito

registro
di
cui
all’arFcolo
50,
comma
5,
del
Dl
n.
331/1993;

•  L’impresa
italiana,
alla
scadenza
prevista,
presenta
il
modello
Intra
1
bis,
ai
soli
fini
staFsFci
(se
contribuente

mensile
ai
fini
Intra
cessioni);

•  L’impresa
italiana,
nel
momento
in
cui
riceve
il
prodoKo
finito
scarica
l’apposito
registro
di
cui
all’arFcolo
50,

comma
5,
del
Dl
n.
331/1993;

•  L’impresa
italiana,
alla
scadenza
prevista,
presenta
il
modello
Intra
2
bis,
ai
soli
fini
staFsFci
(se
contribuente

mensile
ai
fini
Intra
acquisF);

•  L’impresa
italiana
emeKe
autofaKura
arFcolo
17
del
Dpr
n.
633/1972,
con
Iva
in
relazione
al
compenso
di

trasformazione
(oppure,
numera
e
integra
con
Iva
la
faKura
dell’impresa
rumena
trasformatrice;
la
Circolare
n.
12/
E
del
12
marzo
2010,risposta
n.
3.2
consente
tale
possibilità)
e
la
annota
sul
registro
faKure
emesse
e
sul
registro

acquisF;

•  L’impresa
italiana
emeKe
autofaKura
arFcolo
17
del
Dpr
n.
633/1972,
con
Iva
in
relazione
al
trasporto
(oppure:

numera
e
integra
con
Iva
la
faKura
dell’impresa
rumena
di
trasporF;
la
Circolare
n.
12/E
del
12
marzo
2010,risposta

n.
3.2
consente
tale
possibilità)
e
la
annota
sul
registro
faKure
emesse
e
sul
registro
acquisF;

•  L’impresa
italiana,
alle
scadenze
previste,
presenta
il
modello
Intra
servizi
(ricevuF)


111

INTERMEDIAZIONE

PRESTAZIONI
DI
INTERMEDIAZIONE
diverse
da
quelle
delle

Agen?
immobiliari,
a
par?re
dal
1°
gennaio
2010,
sono

disciplinate
dalla
regola
generale
di
cui
all’ar?colo
7‐ter,

comma
1,
leHera
a),
del
Dpr
n.
633/1972


L'arFcolo
9
del
Dpr
n.
633/1972,
afferma
che:

"1.
CosFtuiscono
servizi
internazionali

o
connessi
agli
scambi
internazionali

non
imponibili:

(...)

7)
i

servizi



di



intermediazione


relaFvi
a
beni
in
importazione,
in

esportazione
o


in
transito,
a
trasporF
internazionali
di
persone
o
di
beni,

ai
noleggi


e


alle


locazioni


di


cui

al
n.
3),
nonché
quelli
rela6vi
ad

operazioni
effe3uate
fuori
del
territorio
della
Comunità;
….;”.


112

INTERMEDIAZIONE

Risoluzione
n.
420248
del
30
giugno
1980


I.v.a..
Servizi
di
intermediazione
nel
commercio
internazionale.
Beni
in
esportazione,
in
importazione
o
in
transito.


Sintesi:
L'art.
9,
p.7)
del
D.P.R.
n.633
del'72
prevede
la
non
imponibilita'
I.V.A.
delle
prestazioni
di
intermediazione

relaFve
ai
beni
in
importazione,
esportazione
od
in
transito,
compreso
il
trasporto
indireKo
,
pur
rientrando

l'acquisto
all'estero
di
prodo[
petroliferi
desFnaF
all'importazione
ovvero
ai
mercaF
esteri
dopo
sosta
in
deposiF

nazionali
nel
campo
di
applicazione
dell'I.V.A.
dal
punto
di
vista
della
territorialita';
pero'
avvenendo
il
pagamento

alla
partenza
della
nave
dal
porto
estero
non
ricorrono
le
condizioni
di
applicabilita'
del
beneficio
fiscale
di
cui

sopra,
mancando
il
gia'
avvenuto
ricevimento
di
una
delle
suddeKe
desFnazioni
doganali.


Testo:

Un

professionista,

premesso

che
una
Societa'
residente
nello
Stato
esercita

a[vita'

di
intermediazione

per
conto
di

commiKente

nazionale,

il

quale

suo




tramite



acquista



all'estero


prodo[


petroliferi


desFnaF


all'importazione

nello

Stato


ovvero

ai

mercaF

esteri

dopo

sosta

dei

prodo[


in
quesFone

in
deposiF
cosFeri

nazionali
soKoposF
a
vigilanza

doganale,


ha
chiesto

di
conoscere
se
per
deKa
intermediazione

ricorra

la

non



imponibilita'
all'IVA

prevista
dall'art.

9,

punto
7),

del
D.P.R.

26

oKobre
1972,
n.
633
e
successive
modifiche.

Al


riguardo
la

scrivente
deve
preliminarmente
osservare
che

la

prestazione

in


quesFone

rientra


nel

campo

di


applicazione

del
tributo,

ai
sensi

dell'art.


7,

terzo

comma,

del
citato

D.P.R.

n.

633/1972

e

successive


modifiche.

Cio'

posto,
per

quanto
concerne
in
parFcolare
il
prospeKato
quesito,
si
fa

presente


che

l'art.


9,


punto
7)
prevede
la
non
imponibilita'
all'imposta

delle

prestazioni
di


intermediazione

rela?ve

ai

beni

in


importazione,

esportazione

od
in

transito,

ivi
compreso
il
cosiddeHo
transito
indireHo,

con

il
quale

e'

consen?ta
la
sosta
dei
prodoa
in
deposi?
pos?
soHo

la

vigilanza


doganale


e


la


loro


successiva



rispedizione


all'estero.

Ora,


poiche',
come

risulta
dall'istanza,
il
corrispeavo
delle
prestazioni

di


intermediazione
viene

pagato
al
momento
della

partenza

della

nave

dal

porto

estero,
nella

specie
non

ricorrono
le
condizioni
di
applicabilita'
del

beneficio


di

cui


al

gia'

menzionato
art.

9,

punto
7),

in
quanto

tale

beneficio

puo'
essere

riconosciuto

soltanto

se

le

intermediazioni

siano

direHamente


riferibili

a


beni


che,

all'aHo

dell'effeHuazione

delle

prestazioni,

abbiano
gia'

ricevuto
una
delle
suddeHe
des?nazioni

doganali.




•  



113

CONTO
RIPARAZIONE

Impresa
italiana
invia
apparecchiatura
in
riparazione
a
fornitore
di

altro
Paese
Ue


ADEMPIMENTI

•  Annotazione
dell’apparecchiatura
sull’apposito
registro
di
carico
/
scarico
di
cui
all’arFcolo
50,
comma
5,
del
Dl
n.
331/1993:

–  Carico
all’andata

–  Scarico
al
ritorno

•  Se
la
riparazione:

–  È
eseguita
senza
corrispe[vo
per
obbligo
di
garanzia:
nessun
ulteriore

adempimento

–  E’
eseguita
a
Ftolo
oneroso:
emissione
autofaKura
con
Iva
o

numerazione
/
integrazione
della
faKura
estera
con
Iva;
presentazione

del
modello
Intra
servizi


114

INTERMEDIAZIONE

Risoluzione
n.
371951
del
1°
oHobre

1981

Iva.
Intermediazione
relaFva
a
beni
in
importazione.
Condizioni
per
l'agevolazione
iva.
Intermediazione
relaFva
a
beni
in
importazione.

Momento
di
effeKuazione
dell'operazione.
Benestare
bancario
emesso
nei
confronF
dell'importatore.


Sintesi:
Il
semplice
deposito
delle
merci
estere
in
un
magazzino
soggeKo
a
vigilanza
doganale
realizza
un
valido
presupposto
per
il

riconoscimento
dell'agevolazione
di
cui
all'art.9,
punto
7
del
DPR
633/72,
sia
che
i
beni
vengano
successivamente
importaF,
sia
che

vengano
rispediF
all'estero
.
Per
i
servizi
di
intermediazione
relaFvi
a
beni
"in
importazione"
puo'
valere,
ai
fini
della
non
imponibilita'
di

de[
servizi,
il
benestare
bancario
emesso
nei
confronF
dell'importatore
per
conto
del
quale
e'
stata
effeKuata
l'operazione
di

intermediazione
.


Testo:

"Con
risoluzione
n.
420248
del
30/6/1980,
la
scrivente
ebbe
a
dichiarare,
in
sostanza,
che
la
non
imponibilita'
all'iva
di
cui
all'art.
9,
punto
7

del
D.P.R.
26/10/1972,
n.
633,
si
rende
applicabile
per
le
prestazioni
di
intermediazione
sempreche'
i
beni
oggeKo
della
intermediazione

medesima
siano
gia'
staF
dichiaraF
in
dogana
in
importazione,
esportazione
o
transito
ivi
compreso,
per
quest'ulFmo,
il
cosiddeKo

transito
indireKo,
con
il
quale
e'
consenFta
la
sosta
dei
beni
in
deposiF
posF
soKo
la
vigilanza
doganale
e
la
loro
successiva
rispedizione

all'estero.
Cio'
posto
la
societa'
in
oggeKo
ha
chiesto
di
conoscere:
1)
se
per
i
beni
di
provenienza
estera
"in
transito
indireKo"
il

suddeKo
traKamento
agevolaFvo
competa
anche
per
le
prestazioni
di
intermediazione
qualora
i
beni
medesimi
vengano
immessi
in

deposiF
sogge[
a
vigilanza
doganale
per
essere
successivamente
importaF;
2)
se
per
i
servizi
di
intermediazione
relaFvi
a
beni
"in

importazione"
possa
valere,
ai
fini
della
non
imponibilita'
di
de[
servizi,
il
benestare
bancario
emesso
nei
confronF
dell'importatore,

per
conto
del
quale
e'
stata
effeKuata
l'operazione
di
intermediazione.
Per
quanto
concerne
il
punto
1)
devesi
far
presente
che
il

cosiddeKo
"transito
indireKo"
‐
non
espressamente
menzionato
nella
legislazione
doganale
ma
che
e'
stato
accolto
e
recepito
nella

normaFva
valutaria
‐
riguarda,
come
si
evince
dalla
circolare
dell'Ufficio
Italiano
dei
Cambi
n.
2
del
31
agosto
1981
pubblicata
nel

Supplemento
Ordinario
alla
G.U.
n.
253
del
15
seKembre
c.a.,
le
merci
estere
introdoKe,
in
aKesa
di
definiFva
desFnazione,
nei
punF

franchi,
nei
deposiF
franchi,
nei
magazzini
re[
a
regime
di
deposito
franco
e
nei
magazzini
o
deposiF
doganali
di
ogni
specie.
Ora,

poiche'
il
regime
dei
"beni
in
transito"
e'
espressamente
previsto
dal
citato
art.
9,
punto
7
del
D.P.R.
n.
633/72,
ne
consegue
che,

allorquando
viene
effeKuato
il
deposito
dei
beni
in
quesFone
in
un
magazzino
soggeKo
a
vigilanza
doganale,
si
realizza,
per
il
solo
faKo

obie[vo
del
deposito,
il
valido
presupposto
(desFnazione
doganale)
per
il
riconoscimento
in
ogni
caso
della
agevolazione
sopra

menzionata,
sia
che
i
beni
vengano
successivamente
importaF
o
rispediF
all'estero.
In
ordine
al
punto
2),
si
riFene
di
dover
precisare,
ai

fini
della
non
imponibilita'
delle
relaFve
prestazioni
di
intermediazione,
aKesa
la
formulazione
della
norma
contenuta
al
richiamato

arFcolo
9,
punto
7:
"servizi
di
intermediazione
relaFvi
a
beni
in
importazione
.....",
che
possa
farsi
uFle
riferimento
anche
al
benestare

bancario
emesso
nei
confronF
dell'importatore
per
conto
del
quale
e'
stata
effeKuata
l'operazione
di
intermediazione
.



115

INTERMEDIAZIONE

COMMITTENTE
DELLA
PRESTAZIONE:

IMPRESA
ITALIANA

Prestazioni
di
intermediazione
relaFve
a
cessioni
intracomunitarie
di
beni,
con
partenza
dei
beni
dall'Italia:

•  agente
italiano:
l'agente
deve
faKurare
la
provvigione
con
applicazione
dell'Iva
italiana;

•  agente
di
altro
Paese
Ue:
l'agente
estero
NON
deve
applicare
l'Iva
del
suo
Paese;
l'impresa
italiana
deve
emeKere

autofaKura
arFcolo
17
del
Dpr
n.
633/1972,
con
Iva

(oppure
essa
può

numerare
e
integrare
la
faKura
estera
con
Iva;
la

Circolare
n.
12/E
del
12
marzo
2010,risposta
n.
3.2
consente
tale
possibilità)
e
deve
annotare
la
stessa
sul
registro
faKure

emesse
e
sul
registro
acquisF;
l'impresa
italiana
deve
presentare
il
modello
Intrastat
servizi
ricevuF;

•  agente
di
Paese
extra
Ue:
l'impresa
italiana,
per
le
provvigioni,
deve
emeKere
autofaKura
con
Iva,
ai
sensi
dell'arFcolo
17,

secondo
comma,
del
Dpr
n.
633/1972

e
deve
annotare
la
stessa
sul
registro
faKure
emesse
e
sul
registro
acquisF.


Prestazioni
di
intermediazione
relaFve
a
cessione
all'esportazione
di
beni,
con
partenza
dei
beni
dall'Italia:

•  agente
italiano:
l'agente
deve
faKurare
la
provvigione
come
"operazione
non
imponibile
ai
sensi
dell'arFcolo
9,
primo

comma,
n.
7),
del
Dpr
n.
633/1972";

•  agente
di
altro
Paese
Ue:
l'agente
estero
NON
deve
applicare
l'Iva
del
suo
Paese;
l'impresa
italiana,
per
le
provvigioni,

deve

deve
emeKere
autofaKura
arFcolo
17
del
Dpr
n.
633/1972,
per
"operazione
non
imponibile
arFcolo
9,
primo
comma,
n.
7),

del
Dpr
n.
633/1972”
(oppure
può
numerare
e
integrare
la
faKura
estera,
quale
"operazione
non
imponibile
arFcolo
9,
primo

comma,
n.
7),
del
Dpr
n.
633/1972”
;
la
Circolare
n.
12/E
del
12
marzo
2010,risposta
n.
3.2
consente
tale
possibilità)

e
deve

annotare
la
stessa
sul
registro
faKure
emesse
e
sul
registro
acquisF;
l'impresa
italiana
può
non
presentare
il
modello

Intrastat
servizi
ricevuF
(arFcolo
50,
comma
6,
seconda
parte);

•  agente
di
Paese
extra
Ue:

l'impresa
italiana,
per
le
provvigioni,

deve
emeKere
autofaKura,
ai
sensi
dell'arFcolo
17,
secondo

comma,
del
Dpr
n.
633/1972
(come
modificato
dall'arFcolo
1
del
decreto
legislaFvo)
quale
"operazione
non
imponibile

arFcolo
9,
primo
comma,
n.
7),
del
Dpr
n.
633/1972"

e
deve
annotare
la
stessa
sul
registro
faKure
emesse
e
sul
registro

acquisF;


116

TRASPORTI
DI
BENI

COMMITTENTE
DELLA
PRESTAZIONE
IMPRESA
ITALIANA


Prestazioni
di
trasporto
relaFve
a
cessioni
intracomunitarie
di
beni,
con
partenza
dei
beni
dall'Italia:

•  Trasportatore
italiano:
il
trasportatore
italiano

deve
faKurare
il
trasporto
con
applicazione
dell'Iva
italiana;

•  Trasportatore

di
altro
Paese
Ue:

il
trasportatore
estero
NON
deve
applicare
l'Iva
del
suo
Paese;
l'impresa
italiana

deve
emeKere
autofaKura
arFcolo
17
del
Dpr
n.
633/1972,
con
Iva

(oppure
essa
può

numerare
e
integrare
la

faKura
estera
con
Iva)
e
deve
annotare
la
stessa
sul
registro
faKure
emesse
e
sul
registro
acquisF;
l'impresa
italiana

deve
presentare
il
modello
Intrastat
servizi
ricevuF;

•  Trasportatore
di
Paese
extra
Ue:
l'impresa
italiana,
per
il
trasporto,
deve
emeKere
autofaKura
con
Iva,
ai
sensi

dell'arFcolo
17,
secondo
comma,
del
Dpr
n.
633/1972

e
deve
annotare
la
stessa
sul
registro
faKure
emesse
e
sul

registro
acquisF.


Prestazioni
di

trasporto

relaFve
a
cessione
all'esportazione
di
beni,
con
partenza
dei
beni
dall'Italia:

•  Trasportatore
italiano:
il
trasportatore

deve
faKurare
il
trasporto
come
"operazione
non
imponibile
ai
sensi

dell'arFcolo
9,
primo
comma,
n.
2),
del
Dpr
n.
633/1972";

•  Trasportatore
di
altro
Paese
Ue:
il
trasportatore
estero
NON
deve
applicare
l'Iva
del
suo
Paese;
l'impresa
italiana,

per
il
trasporto
,

deve
deve
emeKere
autofaKura
arFcolo
17
del
Dpr
n.
633/1972,
per
"operazione
non
imponibile

arFcolo
9,
primo
comma,
n.2),
del
Dpr
n.
633/1972”
(oppure
può
numerare
e
integrare
la
faKura
estera,
quale

"operazione
non
imponibile
arFcolo
9,
primo
comma,
n.
2),
del
Dpr
n.
633/1972”)

e
deve
annotare
la
stessa
sul

registro
faKure
emesse
e
sul
registro
acquisF;
l'impresa
italiana
può
non
presentare
il
modello
Intrastat
servizi

ricevuF
(arFcolo
50,
comma
6,
seconda
parte);

•  Trasportatore
di
Paese
extra
Ue:

l'impresa
italiana,per
il
trasporto,

deve
emeKere
autofaKura,
ai
sensi
dell'arFcolo

17,
secondo
comma,
del
Dpr
n.
633/1972
(come
modificato
dall'arFcolo
1
del
decreto
legislaFvo)
quale

"operazione
non
imponibile
arFcolo
9,
primo
comma,
n.
2),
del
Dpr
n.
633/1972"

e
deve
annotare
la
stessa
sul

registro
faKure
emesse
e
sul
registro
acquisF;


117

CESSIONE
E
ACQUISTO
SOFTWARE

•  Cessione
/
acquisto
di
so“ware
standardizzato

su
supporto
materiale:
CESSIONE
/ACQUISTO

DI
BENI


•  Cessione
/
acquisto
di:

–  So“ware
personalizzato

–  So“ware
standardizzato
o
personalizzato

trasmesso
in
via
telemaFca


PRESTAZIONE
DI
SERVIZI
GENERICI
(art.
7‐ter)


118

INTERVENTI
TECNICI

Impresa
italiana
invia
un
proprio
tecnico
presso
un
proprio
cliente
impresa

tedesca
al
fine
di
compiere
una
manutenzione
di
macchinari
a
pagamento.

L’impresa
italiana
emeKe
faKura
non
soggeKa
arFcolo
7‐ter,
comma
1,
leKera

a),
del
Dpr
n.
633/1972,
nei
confronF
dell’impresa
tedesca;
alla
scadenza

prevista
presenta
il
modello
Intra
servizi.


Impresa
tedesca
invia
un
proprio
tecnico
in
Italia,
al
fine
di
eseguire
una

manutenzione
su
macchinari
di
impresa
italiana,
a
pagamento.

L’impresa
tedesca,
con
riferimento
alla
data
di
ulFmazione
della
prestazione,

emeKe
faKura
nei
confronF
dell’impresa
italiana,
senza
applicazione

dell’Iva.

L’impresa
italiana
emeKe
autofaKura
art.
17
del
Dpr
n.
633/1972,
con
Iva

(oppure:
numera
e
integra
con
Iva
la
faKura
dell’impresa
tedesca;
la

Circolare
n.
12/E
del
12
marzo
2010,risposta
n.
3.2
consente
tale

possibilità)
e
la
annota
sul
registro
faKure
emesse
e
sul
registro
acquisF;

alla
scadenza
prevista
presenta
il
modello
Intra
servizi.


119

INTERVENTI
TECNICI

ESEMPIO


Impresa
italiana
IT1
incarica
altra
impresa
italiana
IT2
di
eseguire
un

intervento
di
manutenzione
in
Francia
su
macchinario
(bene

mobile
materiale)
presso
il

proprio
cliente
FR
(cliente
di
IT1)

soggeKo
passivo
d'imposta
in
Francia:

•  l'impresa
italiana
IT2
emeKe
faKura
con
Iva
nei
confronF

dell'impresa
italiana
IT1,
in
base
alla
regola
del
Paese
del

commiKente
(prevista
dall'arFcolo
7‐ter,
comma
1,
leKera
a,
del

Dpr
n.
633/1972);

•  l'impresa
italiana
IT1
emeKe
faKura
non
soggeKa
a
Iva
arFcolo
7‐
ter,
comma
1,
leKera
a),
del
Dpr
n.
633/1972)
nei
confronF

dell'impresa
francese
FR
e
presenta
il
modello
Intra
servizi
resi.


120

INTERVENTI
TECNICI

ESEMPIO


Impresa
italiana
viene
incaricata
da
impresa
di
altro
Paese
Ue
di
curare
il

servizio
di
assistenza
post
vendita
(intervenF
di
manutenzione
sui
beni

venduF
in
Italia
da
parte
del
commiKente
estero):

•  l'impresa
italiana
emeKe
faKura
nei
confronF
dell'impresa
commiKente
estera

non
soggeKa
a
Iva
arFcolo
7‐ter,
comma
1,
leKera
a),

del
Dpr
n.
633/1972,

con
presentazione
del
Modello
Intra
servizi
resi;

•  il
commiKente
estero,
per
gli
intervenF
fuori
garanzia,
emeKe
faKura
senza

applicazione
dell'Iva
(del
proprio
Paese)
nei
confronF
delle
imprese
italiane

presso
le
quali
sono
staF
effeKuaF
gli
intervenF;

•  queste
ulFme
imprese:

–  emeKono
autofaKura
con
Iva
ai
sensi
dell’arFcolo
17,
secondo
comma,
del

Dpr
n.
633/1972
(oppure
numerano
e
integrano
la
faKura
estera)
e
la

annotano
sul
registro
faKure
emesse
e
sul
registro
degli
acquisF;

–  
presentano
il
Modello
Intra
servizi
ricevuF


121

CESSIONE
INTRACOMUNITARIA

CONGIUNTA

Esempio:


Società
italiana
A
cede
materie
prime
alla
società
francese
B
e
le
invia
alla

società
italiana
C
per
ordine
e
conto
della
società
B;
la
società
C,
terminata

la
lavorazione,
invia
il
prodoKo
finito
alla
società
francese

B
ed
emeKe

faKura
nei
confronF
della
società
francese
B

Svolgimento:

•  A
invia
le
MP
a
C
ed
emeKe
faKura
di
cessione
art.
41/1/a
su
B
e
presenta

il
modello
Intra
1
–bis
fiscale

•  C
annota
le
MP
su
apposito
registro
art.
50/5;

•  C,
terminata
la
lavorazione,
invia
il
PF
a
B
ed
emeKe
faKura
non
soggeKa

art.
7‐ter/1/a
nei
confronF
di
B;

•  C
(se
soggeKo
mensile
ai
fini
Intra)
presenta
il
modello
Intra
staFsFco
di

invio
dei
PF
a
B
(valore
MP
+
compenso
lavorazione
+
spese
inoltro
sino

alla
fronFera
italiana)
e
il
modello
Intra
servizi
per
il
compenso
di

lavorazione

•  C
scarica
il
registro
art.
50/5


122

CESSIONE
INTRACOMUNITARIA
CONGIUNTA

Circolare
n.
43/E
del
6
agosto
2010

4.
Un
operatore
francese
FR1
acquista
materia
prima
da
un
operatore
italiano
IT1
il
quale,
su
incarico

di
FR1,
consegna
la
materia
prima
ad
un
altro
operatore
italiano
IT2
per
la
lavorazione.
IT2,
una

volta
effeHuata
la
lavorazione,
consegna
i
beni
a
FR1.
FR1
riceve
faHura
da
IT1
per
la
cessione
del

bene
e
da
IT2
per
la
lavorazione.
Si
chiede
quali
siano
gli
adempimen?
ai
fini
della
compilazione

degli
elenchi
Intrastat.


La
fa[specie
prospeKata
è
la
stessa
della
esemplificazione
commentata
nella
circolare
del
10
giugno

1998,
n.
145
(paragrafo
3.2,
1°
caso
“Triangolari
con
lavorazione”),
che
va
rivista
alla
luce
delle

modifiche
intervenute
nell’ambito
della
territorialità
dei
servizi.
IT1,
pertanto,
effeKua
una
cessione

intracomunitaria
non
imponibile
ai
sensi
dell'art.
41,
comma
1,
leK.
a),
del
D.L.
n.
331
del
1993,
per

la
quale
emeKe
faKura
nei
confronF
di
FR1
e
di
conseguenza
è
tenuto
a
compilare
l’elenco
Intrastat

relaFvo
ai
beni.
IT1,
inoltre,
deve
munirsi
della
prova
dell’effe[va
uscita
dei
beni
dal
territorio
dello

Stato,
in
mancanza
della
quale
è
tenuto
a
regolarizzare
l'operazione
con
assoggeKamento
ad

imposta.


IT2,
soggeKo
che
esegue
la
lavorazione,
è
tenuto
ai
seguenF
adempimenF.
In
primo
luogo
deve

riportare
nell’apposito
registro
delle
lavorazioni,
di
cui
all’art.
50,
comma
5,
del
D.L.
n.
331
del
1993,

i
beni
ricevuF
da
IT1,
per
conto
di
FR1.

Quindi
IT2
emeKe
faKura
per
la
lavorazione
nei
confronF
del
commiKente
FR1
che,
ai
sensi
delle
nuove

disposizioni
in
materia
di
territorialità
di
cui
all’arFcolo
7‐ter
del
D.P.R.
n.
633
del
1972,
è
una

operazione
non
rilevante
territorialmente
in
Italia
ai
fini
IVA,
che
va,
comunque,
riportata
nel

modello
Intrastat
relaFvo
ai
servizi
resi.
Infine,
IT2
deve
cooperare
con
IT1
per
consenFre
a

quest’ulFmo
di
acquisire
la
prova
dell’avvenuta
spedizione
dei
beni
nell'altro
Stato
membro.


123

INTERVENTI
DI
RIPARAZIONE
RELATIVI
AI
MEZZI

DI
TRASPORTO

AUTORIPARATORE
ITALIANO
CHE
ESEGUE
UNA
RIPARAZIONE
IN
ITALIA
SU
UN
AUTOMEZZO


Occorre
disFnguere
tra
3
situazioni:

•  riparazione
di
mezzo
di
trasporto
su
incarico
di
commiHente
italiano:
applicazione
dell'Iva
italiana;

•  riparazione
di
mezzo
di
trasporto
su
incarico
di
commiHente
di
altro
Paese
Ue:

–  CommiKente
soggeKo
passivo
stabilito
in
altro
Paese
Ue:
operazione
non
soggeKa,
arFcolo
7‐ter,
comma
1,

leKera
a),
del
Dpr
n.
633/1972;
sulla
faKura
è
opportuno
indicare
il
Fpo
e
il
numero
di
targa
dell’automezzo;

nei
rapporF
con
persone
fisiche
è
opportuno
farsi
rilasciare
aKestazione
di
acquisto
del
servizio
nell’ambito

della
loro
sfera
imprenditoriale
/
professionale;
occorre
presentare
il
modello
Intra
servizi;
in
precedenza

(sino
al
31.12.2009),
tale
operazione
era
non
imponibile
arFcolo
40,
comma
4bis,
Dl
n.
331/1993;
cfr.

Circolare
n.
145/E
del
10
giugno
1998;

–  CommiKente
consumatore
finale
di
altro
Paese
Ue:
applicazione
dell’Iva
italiana;

•  riparazione
di
mezzi
di
trasporto
di
Paese
extra
Ue
(circolanF
in
Italia
in
regime
di
temporanea

importazione,
i
quali,
al
termine
della
riparazione,
escono
dal
territorio
italiano):

–  CommiKente
operatore
economico
di
Paese
extra
Ue:
operazione
fuori
campo
Iva
arFcolo
7‐ter,
comma
1,

leKera
a),
del
Dpr
n.
633/1972;

–  CommiKente
consumatore
finale
di
Paese
extra
Ue:
l’operazione,
in
base
a
quanto
previsto
dall’arFcolo
7‐ter,

comma
1,
leKera
b),
del
Dpr
n.
633/1972,
si
considera
effeKuata
in
Italia;
pur
con
qualche
dubbio,
essa

dovrebbe
essere
considerata
non
imponibile
ai
sensi
dell’arFcolo
9,
primo
comma,
n.
9),
del
Dpr
n.
633/1972

(Esiste
sul
punto
la
Risoluzione
11
giugno
1976,
n.
410.396,
riferita,
tuKavia,
al
caso
degli
autocarri;
è

opportuno
essere
prudenF)


124

INTERVENTI
DI
RIPARAZIONE
RELATIVI
AI
MEZZI

DI
TRASPORTO

AUTORIPARATORE
ITALIANO
CHE
ESEGUE
UNA
RIPARAZIONE
IN
ALTRO
PAESE
UE
(ad
esempio
FRANCIA)

SU
UN

AUTOMEZZO


Occorre
disFnguere
tra
3
situazioni:

•  riparazione
di
mezzo
di
trasporto
su
incarico
di

commiHente
italiano:


–  CommiKente
soggeKo
passivo
stabilito
in
Italia:
applicazione
dell’Iva
italiana;

–  CommiKente
consumatore
finale
italiano:
rileva
il
luogo
di
materiale
esecuzione
della
prestazione
(arFcolo
54,
leKera
b,
della

dire[va
2006/112/CE);
l’impresa
italiana
deve
idenFficarsi
ai
fini
Iva
nel
Paese
di
esecuzione
della
prestazione
ed
applicare
l’Iva

di
tale
Paese;

•  riparazione
di
mezzo
di
trasporto
per
commiHente
di
altro
Paese
Ue:

–  CommiKente
soggeKo
passivo
stabilito
in
altro
Paese
Ue:
operazione
non
soggeKa,
arFcolo
7‐ter,
comma
1,
leKera
a),
del
Dpr
n.

633/1972;
sulla
faKura
è
opportuno
indicare
il
Fpo
e
il
numero
di
targa
dell’automezzo;
nei
rapporF
con
persone
fisiche
è

opportuno
farsi
rilasciare
aKestazione
di
acquisto
del
servizio
nell’ambito
della
loro
sfera
imprenditoriale
/
professionale;
occorre

presentare
il
modello
Intra
servizi;

–  CommiKente
consumatore
finale
di
altro
Paese
Ue:rileva
il
luogo
di
materiale
esecuzione
della
prestazione
(arFcolo
54,
leKera
b,

della
dire[va
2006/112/CE);
l’impresa
italiana
deve
idenFficarsi
ai
fini
Iva
nel
Paese
di
esecuzione
della
prestazione
ed
applicare

l’Iva
di
tale
Paese;

•  riparazione
di
mezzi
di
trasporto
di
Paese
extra
Ue
(circolanF
in
altro
Paese
Ue
in
regime
di
temporanea

importazione,
i
quali,
al
termine
della
riparazione,
escono
dal
territorio
dell’altro
Paese
Ue):

–  CommiKente
operatore
economico
di
Paese
extra
Ue:
operazione
fuori
campo
Iva
arFcolo
7‐ter,
comma
1,
leKera
a),
del
Dpr
n.

633/1972;

–  CommiKente
consumatore
finale
di
Paese
extra
Ue:
l’operazione,
in
base
a
quanto
previsto
dall’arFcolo
54,
leKera
b),
della

dire[va
2006/112/CE,
si
considera
effeKuata
nel
Paese
di
materiale

esecuzione
della
prestazione;
l’impresa
italiana
deve

idenFficarsi
ai
fini
Iva
nel
Paese
di
esecuzione
della
prestazione
ed
applicare
l’Iva
di
tale
Paese
(salvo
esistenza
di
normaFva

interna
a
tale
Paese
similare
a
quella
italiana);


125

ALTRI
INTERVENTI
RELATIVI
AI
MEZZI
DI

TRASPORTO

Altre
prestazioni
relaFve
ai
mezzi
di
trasporto:

•  IntervenF
di
soccorso
stradale

•  Lavaggio
dei
mezzi
di
trasporto

•  Lavaggio
interno
cisterne


Valgono
le
stesse
regole
descriKe
per
la
riparazione,
esclusa
quella

relaFva
alla
non
imponibilità
delle
prestazioni
di
cui
all’arFcolo
9,

comma
1,
n.
9),
del
Dpr
n.
633/1972


Aspe[
problemaFci:

•  Fornitura
di
pneumaFci
con
installazione
degli
stessi
sull’automezzo

•  Fornitura
di
carburanF
e
lubrificanF

(immessi
negli
apposiF

serbatoi)


126

ENTI
NON
COMMERCIALI

ACQUISTI
DI
SERVIZI
PRESSO
FORNITORI
ESTERI

ENTI
NON
COMMERCIALI
PURI
(privi
di
par?ta
Iva):
NON
soggea
passivi
d'imposta


Per
gli
acquisF
di
servizi
sono
consideraF
consumatori
finali.





ENTI
NON
COMMERCIALI
PURI
(con
par?ta
Iva
in
quanto
hanno
posto
in
essere
acquis?
intracomunitari
di
beni
in

misura
superiore
a
10.000
euro)

In
linea
generale:
NON
sogge[
passivi
d'imposta;

Per
gli
acquisF
di
servizi:
sono
consideraF
sogge[
passivi
d'imposta.


Procedura
acquisF
servizi:


1)  emissione
di
autofaKura
con
Iva,
(oppure:
Numerazione
e
integrazione
della
faKura
estera
con
Iva
nel
caso
in
cui

il
fornitore
estero
è
un
soggeKo
di
altro
Paese
Ue)

2)
Annotazione
dell'autofaKura
(della
faKura
integrata)
su
un
apposito
registro,
considerando
l'Iva
indetraibile;

3)
presentazione,
in
via
telemaFca
ed
entro
ciascun
mese,
di
una
dichiarazione
relaFva
agli
acquisF
registraF
nel
mese

precedente
(Modello
Intra
12);
da
tale
dichiarazione
devono
risultare:
l'ammontare
degli
acquisF,
l'Iva
dovuta
e
gli

estremi
del
versamento;

4)
presentazione
modello
Intra
servizi
(nel
caso
di
servizi
di
cui
all'arFcolo
7‐ter
forniF
da
sogge[
passivi
d'imposta
di

altro
Paese
Ue)


I
sogge[
in
quesFone
NON
presentano
la
dichiarazione
annuale
Iva.


127

ENTI
NON
COMMERCIALI

ACQUISTI
DI
SERVIZI
PRESSO
FORNITORI
ESTERI

ENTI
NON
COMMERCIALI
MISTI
con
aavità
is?tuzionale
e
con
aavità
commerciale
(dota?
di
par?ta

Iva):
soggea
passivi
d'imposta


ACQUISTI
DI
SERVIZI
PRESSO
FORNITORI
ESTERI
NELL'AMBITO
DELL'ATTIVITA'
ISTITUZIONALE

1)

emissione
di
autofaKura
con
Iva,
(oppure
:
Numerazione
e
integrazione
della

faKura
estera
con
Iva
nel
caso
in
cui
il
fornitore
estero
è
un
soggeKo
di
altro
Paese

Ue);

2)
Annotazione

dell'autofaKura

(della
faKura
integrata)
su
un
apposito
registro,

considerando
l'Iva
indetraibile;


3)
Versamento
mediante
F24
(codice
versamento
6099)
dell’imposta
entro
la
fine
del

mese
successivo
a
quello
di
annotazione
dell’autofaKura
o
della
faKura
integrata;


3)
presentazione,
in
via
telemaFca,
entro
lo
stesso
termine
di
cui
al
n.
3),
di
una

dichiarazione
relaFva
agli
acquisF
registraF
nel
mese
precedente
(Modello
Intra

12);
da
tale
dichiarazione
devono
risultare:
l'ammontare
degli
acquisF,
l'Iva
dovuta

e
gli
estremi
del
versamento;

4)
presentazione
modello
Intra
servizi
(nel
caso
di
servizi
di
cui
all'arFcolo
7‐
ter

forniF

da
sogge[
passivi
d'imposta
di
altro
Paese
Ue)


128

ENTI
NON
COMMERCIALI

ACQUISTI
DI
SERVIZI
PRESSO
FORNITORI
ESTERI

ACQUISTI
DI
SERVIZI
PRESSO
FORNITORI
ESTERI
NELL'AMBITO
DELL'ATTIVITA'
COMMERCIALE

Come
gli

altri
contribuenF:

1)
)
emissione
di

autofaKura
con
Iva,
(oppure
:
Numerazione
e
integrazione
della

faKura
estera
con
Iva
nel
caso
in
cui
il
fornitore
estero
è
un
soggeKo
di
altro
Paese

Ue);

2)
Annotazione
dell'autofaKura(oppure
della
faKura
integrata)
sul
registro
faKure

emesse
e
sul
registro
acquisF,
detraendo
(o
non
detraendo,
in
tuKo
o
in
parte)
l'Iva

secondo
le
regole
ordinarie;


3)
liquidazione
periodica
dell'Iva
e
suo
versamento
secondo
le
modalità
ordinarie;

4)
presentazione
modello
Intra
servizi
(nel
caso
di
servizi
di
cui
all'arFcolo
7‐ter
forniF

da
sogge[
passivi
d'imposta
di
altro
Paese
Ue);

5)
presentazione
della
dichiarazione
Iva
annuale
(relaFvamente
all'a[vità

commerciale).


Nel
caso
di
acquisto
di
servizi
promiscui,
occorre
innanzituKo
procedere
alla

individuazione
della
parte
di
servizio
di
competenza
di
ciascuno
dei
seKori
di

a[vità,
con
successiva
annotazione
dell'autofaKura
nell'ambito
delle
a[vità

interessate,
per
la
quota
di
rispe[va
competenza.


129

IMPRESE
AGRICOLE
IN
REGIME
SPECIALE


regime
di
forfe?zzazione
della
detrazione

Le
imprese
agricole
forfeKarie
in
relazione
ai
servizi
generici
acquistaF:

•  
emeKono
autofaKura
con
Iva
(salvo
esistenza
di
norma
di
non

imponibilità
o
di
esenzione)
ai
sensi
dell’arFcolo
17,
comma
2,
del

Dpr
n.
633/1972
oppure,
in
caso
di
fornitori
di
altro
Paese
Ue,

possono
numerare
e
integrare
con
Iva
le
faKure
ricevute;

•  annotano
le
autofaKure
/
faKure
integrate
sul
registro
Iva
delle

faKure
emesse
e
sul
registro
iva
acquisF;

•  liquidano
periodicamente
l’Iva,
senza
operare
la
detrazione
dell’Iva

relaFva
agli
acquisF;

•  Versano
mediante
F24
l’eventuale
Iva
a
debito;

•  Presentano
il
modello
Intra
servizi
(nel
caso
di
servizi
acquistaF

presso
fornitori
di
altro
Paese
Ue).


130

LE
PRESTAZIONI
DI
SERVIZI
–
INQUADRAMENTO

GENERALE
E
ASPETTI
OPERATIVI


RAPPORTI
TRA

OPERATORI
ECONOMICI

E
CONSUMATORI
FINALI


131

DECRETO
LEGISLATIVO

RAPPORTI
TRA
OPERATORI
ECONOMICI
E

CONSUMATORI
FINALI

•  CONSUMATORI
FINALI:

–  Persone
fisiche
che
acquistano
il
servizio
nell’ambito

della
sfera
privata


–  EnF
non
commerciali
“puri”
(che
non
svolgono
alcuna

a[vità
commerciale
/
agricola
e
che
non
sono
in

possesso
di
un
numero
idenFficaFvo
Iva)

•  REGOLA
GENERALE:
Paese
del
prestatore
(arFcolo

7‐ter,
comma
1,
leKera
b,
del
Dpr
n.
633/1972)

•  DEROGHE
ALLA
REGOLA
GENERALE
(arFcoli
da
7‐
quater
a
7‐sepFes)


132

DECRETO
LEGISLATIVO

RAPPORTI
TRA
OPERATORI
ECONOMICI
E
CONSUMATORI
FINALI





DEROGHE
ALLA
REGOLA
GENERALE

•  DEROGHE
COMUNI
AI
RAPPORTI
CON
OPERATORI
ECONOMICI:

–  Prestazioni di servizi relativi a beni immobili (articolo 7-quater, comma 1, lettera a, del Dpr n. 633/1972): luogo di esistenza del bene
immobile
–  Prestazioni di trasporto di passeggeri (articolo 7-quater, comma 1, lettera b, del Dpr n. 633/1972): distanza percorsa;
–  Prestazioni di servizi di ristorazione e di catering, diverse da quelle di cui al punto successivo (articolo 7-quater, comma 1, lettera c, del
Dpr n. 633/1972): luogo di materiale esecuzione del servizio;
–  Prestazioni di ristorazione e di catering materialmente rese a bordo di una nave, di un aereo o di un treno nel corso della parte di un
trasporto di passeggeri effettuata all'interno della Comunità (articolo 7-quater, comma 1, lettera d, del Dpr n. 633/1972): luogo di
partenza del trasporto di passeggeri;
–  Prestazioni di servizi di locazione noleggio, etc. a breve termine di un mezzo di trasporto (articolo 7-quater, comma 1, lettera e, del Dpr
n. 633/1972): luogo di effettiva messa a disposizione del mezzo;
–  Prestazioni di servizi relativi ad attività culturali, artistiche, sportive, scientifiche, educative, ricreative o affini, quali fiere ed
esposizioni (articolo 7-quinquies, del Dpr n. 633/1972): luogo di materiale svolgimento di tali attività;

•  DEROGHE
SPECIFICHE
PER
I
RAPPORTI
NEI
CONFRONTI
DI
CONSUMATORI
FINALI
IN
GENERE:

–  Prestazioni
di
intermediazione
in
nome
e
per
conto
del
cliente
(ar?colo
7‐sexies,
comma
1,
leHera
a,
del
Dpr
n.
633/1972):
luogo
di

effeHuazione
dell’operazione
soHostante;

–  Prestazioni
di
trasporto
di
beni
diverse
dal

trasporto
intracomunitario
(ar?colo
7,
comma
1,
leHera
b,
del
Dpr
n.
633/1972):
distanza

percorsa

–  Prestazioni
di
trasporto
intracomunitario
di
beni
(ar?colo
7,
comma
1,
leHera
c,
del
Dpr
n.
633/1972):
Paese
di
partenza

–  Prestazioni
di
lavorazione,
nonché
perizie,
rela?ve
a
beni
mobili
materiali
e
prestazioni
rese
in
aavità
accessorie
ai
traspor?
(ar?colo
7,

comma
1,
leHera
d,
del
Dpr
n.
633/1972):
Paese
di
materiale
esecuzione
della
prestazione

–  Prestazioni
di

servizi
di
locazione,
anche
finanziaria,
noleggio
e
simili,
NON
A
BREVE
TERMINE,
di
mezzi
di
trasporto
(ar?colo
7
–
sexies,

comma
1,
leHera
e,
del
Dpr
n.
633/1972):
CRITERIO
COMPLESSO

–  Prestazioni
di
servizi
resi
tramite
mezzi
eleHronici


(ar?colo
7
–
sexies,
comma
1,
leHera
f,
del
Dpr
n.
633/1972):
CRITERIO
COMPLESSO

–  Prestazioni
di
telecomunicazione
trasporto
(ar?colo
7
–
sexies,
comma
1,
leHera
g,
del
Dpr
n.
633/1972):
CRITERIO
COMPLESSO


•  DEROGHE
SPECIFICHE
PER
I
RAPPORTI
NEI
CONFRONTI
DI
CONSUMATORI
FINALI
DI
PAESE
EXTRA
UE
(pagina
successiva)


133

DECRETO
LEGISLATIVO

RAPPORTI
TRA
OPERATORI
ECONOMICI
E
CONSUMATORI
FINALI





DEROGHE
ALLA
REGOLA
GENERALE

In
deroga
a
quanto
stabilito
dall'ar=colo7‐ter,
comma
1,
leGera
b),
non
si
considerano
effeGuate
nel

territorio
dello
Stato
le
seguen=
prestazioni
di
servizi,
quando
sono
rese
a
commi3en6
non

sogge=
passivi
domicilia6
e
residen6
fuori
della
Comunità:

a)
le
prestazioni
di
servizi
di
cui
all
'ar=colo
3,
secondo
comma,
numero
2)

(cessioni,
licenze,
etc.
rela=ve

a
beni
immateriali);

b)
le
prestazioni
pubblicitarie;

c)
le
prestazioni
di
consulenza
e
assistenza
tecnica
o
legale
nonché
quelle
di
elaborazione
e
fornitura
di

da=
e
simili;

d)
le
operazioni
bancarie,
finanziarie
ed
assicura=ve,
comprese
le
operazioni
di
riassicurazione
ed
escluse

le
locazioni
di
cassefor=;

e)
la
messa
a
disposizione
del
personale;

f)
le
prestazioni
derivan=
da
contraA
di
locazione,
anche
finanziaria,
noleggio
e
simili
di
beni
mobili

materiali
diversi
dai
mezzi
di
trasporto;

g)
la
concessione
dell
'accesso
ai
sistemi
di
gas
naturale
o
di
energia
eleGrica,
il
servizio
di
trasporto
o
di

trasmissione
mediante
gli
stessi
e
la
fornitura
di
altri
servizi
direGamente
collega=;

h)
i
servizi
di
telecomunicazione
e
di
teleradiodiffusione,
esclusi
quelli
u=lizza=
nel
territorio
dello
Stato

ancorché
resi
da
soggeA
che
non
siano
ivi
stabili=
;


134

DECRETO
LEGISLATIVO

TRASPORTI
DI
BENI
E
DI
PERSONE


COMMITTENTE
CONSUMATORE
FINALE


Impresa
italiana
esegue
un
trasporto
di
beni
da
Torino
a

Parigi
per
conto
di
consumatore
finale
italiano:

–  ArFcolo
7,
comma
1,
leKera
f),
del
Dpr
n.
633/1972,
afferma
che:
“…
per

"trasporto
intracomunitario
di
beni"
si
intende
il
trasporto
di
beni
il
cui
luogo
di

partenza
e
il
cui
luogo
di
arrivo
sono
situa=
nel
territorio
di
due
Sta=
membri

diversi
.
"Luogo
di
partenza"
è
il
luogo
in
cui
inizia
effeAvamente
il
trasporto

dei
beni,
senza
tener
conto
dei
tragiA
compiu=
per
recarsi
nel
luogo
in
cui
si

trovano
i
beni;
"luogo
di
arrivo"
è
il
luogo
in
cui
il
trasporto
dei
beni
si
conclude

effeAvamente;”

–  Ar=colo
7‐sexies,
comma
1,
del
Dpr
n.
633/1972,
afferma
che:
“1
In
deroga
a

quanto
stabilito
dall'ar=colo
7‐ter,
comma
1,
leGera
b),
si
considerano

effeGuate
nel
territorio
dello
Stato
se
rese
a
commiGen=
non
soggeA
passivi:







c)
le
prestazioni
di
trasporto
intracomunitario
di
beni,
quando
la
rela=va

esecuzione
ha
inizio
nel
territorio
dello
Stato”;

L’impresa
italiana
emeGe
faGura
con
Iva.


135

DECRETO
LEGISLATIVO

TRASPORTI
DI
BENI
E
DI
PERSONE


COMMITTENTE
CONSUMATORE
FINALE

Impresa
italiana
esegue
un
trasporto
di
beni
da
Torino
a
Ginevra
per
conto
di

consumatore
finale
italiano:


•  ArFcolo
7‐
sexies,
comma
1,
del
Dpr
n.
633/1972,
afferma
che:
“1
In
deroga
a

quanto
stabilito
dall'ar=colo
7‐ter,
comma
1,
leGera
b),
si
considerano
effeGuate

nel
territorio
dello
Stato
se
rese
a
commiGen=
non
soggeA
passivi:

–  b)
le
prestazioni
di
trasporto
di
beni
diverse
dal
trasporto
intracomunitario,
in
proporzione
alla

distanza
percorsa
nel
territorio
dello
Stato,..”;

•  Ar=colo
9,
comma
1,
del
Dpr
n.
633/1972,
afferma
che:
“Cos=tuiscono
servizi

internazionali
o
connessi
agli
scambi
internazionali
non
imponibili:

…






2)

i
traspor=
rela=vi
a
beni
in
esportazione
…”.


L’impresa
italiana
emeGe
la
faGura
come
segue:

•  TraGa
italiana:
non
imponibile
ar=colo
9,
comma
1,
n.
2),
del
Dpr
n.633/1972;

•  TraGa
estera:
fuori
campo
Iva,
ar=colo
7
–
sexies,
comma
1,
leGera
b),
del
Dpr
n.

633/1972.


136

LE
PRESTAZIONI
DI
SERVIZI
–
INQUADRAMENTO

GENERALE
E
ASPETTI
OPERATIVI


L’IDENTIFICAZIONE
AI

FINI
IVA


137

L’IDENTIFICAZIONE
AI
FINI
IVA

di
sogge[
esteri
in
Italia

L’arFcolo
17,
comma
2,
del
Dpr
n.
633/1972,
afferma
che:

“L'imposta
e'
dovuta
dai
sogge[
che
effeKuano
le
cessioni
di
beni
e
le
prestazioni
di
servizi
imponibili,
i

quali
devono
versarla
all'erario,
cumulaFvamente
per
tuKe
le
operazioni
effeKuate
e
al
neKo
della

detrazione
prevista
nell'art.
19,
nei
modi
e
nei
termini
stabiliF
nel
Ftolo
secondo.

Gli
obblighi
relaFvi
alle
cessioni
di
beni
e
alle
prestazioni
di
servizi
effeKuate
nel
territorio
dello
Stato
da

sogge[
non
residenF
nei
confronF
di
sogge[
passivi
stabiliF
nel
territorio
dello
Stato,
compresi
i

sogge[
indicaF
all'arFcolo
7‐ter,
comma
2,
leKere
b)
e
c),
sono
adempiuF
dai
cessionari
o

commiKenF.


Nel
caso
in
cui
gli
obblighi
o
i
diri[
derivanF
dalla
applicazione
delle
norme
in
materia
di
imposta
sul

valore
aggiunto
sono
previsF
a
carico
ovvero
a
favore
di
sogge[
non
residenF
e
senza
stabile

organizzazione
nel
territorio
dello
Stato,
i
medesimi
sono
adempiuF
od
esercitaF,
nei
modi
ordinari,

dagli
stessi
sogge[
direKamente,
se
idenFficaF
ai
sensi
dell'arFcolo
35‐ter,
ovvero
tramite
un
loro

rappresentante
residente
nel
territorio
dello
Stato
nominato
nelle
forme
previste
dall'
arFcolo
1,
comma
4,
del
decreto
del
Presidente
della
Repubblica
10
novembre
1997,
n.
441.


Situazioni
nelle
quali,
per
il
soggeKo
estero,
è
obbligatoria
l’idenFficazione
ai
fini
Iva:

•  Cessioni
di
beni
esistenF
in
Italia
effeKuate
da
sogge[
non
residenF,
privi
di
stabile
organizzazione

in
Italia,
nei
confronF
di
sogge[
passivi
NON
stabiliF
nel
territorio
dello
Stato
o
di
consumatori

finali;

•  Prestazioni
di
servizi
in
deroga
(arFcolo
7‐quater,
arFcolo
7‐quinquies
e
arFcolo
7‐sepFes),

effeKuaF
nel
territorio
dello
Stato
da
sogge[
non
residenF,
privi
di
stabile
organizzazione
in
Italia,

nei
confronF
di
sogge[
passivi
NON
stabiliF
nel
territorio
dello
Stato
o
di
consumatori
finali.


138

L’IDENTIFICAZIONE
AI
FINI
IVA

di
sogge[
esteri
in
Italia

•  Scelte
a
disposizione:


–  per
i
sogge[
di
altro
Paese
Ue:
idenFficazione
direKa

(arFcolo
35‐ter)
o
rappresentante
fiscale;

–  per
i
sogge[
di
Paese
extra
Ue:
rappresentante
fiscale.

•  L’arFcolo
17,
comma
3,
afferma
che:
“Il
rappresentante

fiscale
risponde
in
solido
con
il
rappresentato

relaFvamente
agli
obblighi
derivanF
dall'applicazione

delle
norme
in
materia
di
imposta
sul
valore
aggiunto.

La
nomina
del
rappresentante
fiscale
e'
comunicata

all'altro
contraente
anteriormente
all'effeKuazione

dell'operazione.
…”.


139

L’IDENTIFICAZIONE
AI
FINI
IVA

di
sogge[
esteri
in
Italia

Fac
simile
documento
nomina:


SpeKabile

…………
(competente
Ufficio
delle
Entrate)


Il
soKoscriKo
…………,
nato
a
…..,
il
……,
residente
a
……..
(…….),
codice
fiscale
……….,
in
qualità
di
rappresentante
legale

della
società
……..,
avente
sede
in
…….,
…………,
numero
di
idenFficazione
fiscale
…….…………..,
con
la
presente,
ai

sensi
di
quanto
stabilito
dal
combinato
disposto
dell'arFcolo
17,

terzo
comma,
del
Dpr
n.
633/1972
e
dell'arFcolo

44
del
Dl
n.
331/1993,




























































nomina

rappresentante
fiscale
della
citata
società
per
il
territorio
dello
Stato
italiano
….……….,
affinchè
il
medesimo
apra
una

posizione
Iva
in
Italia,
in
nome
e
per
conto
della
società
……….,
e
adempia
a
tu[
gli
obblighi
previsF
dalla

normaFva
italiana
in
materia
di
IVA,
relaFvamente
alle
operazioni
che
gli
verranno
comunicate
e
che
lo
vedranno

quindi
coinvolto,
munendolo
di
tu[
i
necessari
poteri
(ivi
compreso
quello
di
firmare
la
dichiarazione
IVA
annuale),

il
tuKo
con
promessa
di
rato
e
valido.

………….,
…………….

Società
……………….

(Fmbro
e
firma)
……………….

Il
rappresentante
legale

(firma
)
……….”


NB:
con
la
società
estera
è
opportuno
sFpulare
un
deKagliato
contraKo
di
mandato
e
predisporre
con
la
stessa
le

procedure
operaFve
(chi
fa
cosa)


140

L’IDENTIFICAZIONE
AI
FINI
IVA

dell’impresa
italiana
all’estero

Occorre
disFnguere
tra:

•  Altri
Paesi
Ue:


–  Alcuni
di
essi
(ad
esempio:
Germania):
non
prevedono
l’isFtuto

del
rappresentante
Iva
(salvo,
Germania,
il
rappresentante
Iva

“globale”);
in
tali
Paesi
è
necessario
idenFficarsi
direKamente;

–  Nella
gran
parte
degli
stessi
è
possibile
scegliere
tra

idenFficazione
direKa
e
rappresentante
Iva;

•  Paesi
extra
Ue
(un
cenFnaio
di
essi
è
dotato
di
un’imposta

del
Fpo
Iva):
esame
caso
per
caso
(ad
esempio,
alcuni
Paesi

non
prevedono
l’isFtuto
del
rappresentante
Iva:
Brasile,

India,
Ucraina,
Russia;
altri
Paesi
prevedono
una
figura

simile
al
mandatario
Iva:
Cina
e
Svizzera;
altri
prevedono
la

figura
di
un
rappresentante
fiscale
simile
a
quello
del
Paesi

Ue:
Israele
e
Norvegia)



141

LE
PRESTAZIONI
DI
SERVIZI
–
INQUADRAMENTO

GENERALE
E
ASPETTI
OPERATIVI


IL
RIMBORSO
DELL’IVA

SUBITA
ALL’ESTERO


142

NORMATIVA
IVA

RIMBORSO
DELL’IVA
SUBITA
ALL’ESTERO


Dire[va
n.
2008/9/CE
del
12
febbraio
2008

•  ogni
Paese
Ue
deve
me3ere
a
disposizione
dei
propri
operatori
un
portale
ele3ronico;

•  l’operatore
economico,
entro
il
30
se3embre
dell’anno
successivo
a
quello
di
riferimento,

accede
al
portale
ele3ronico

e
predispone

le
domande
dis6nte
per
singolo
Paese
di
rimborso;

•  l’Agenzia
delle
Entrate
controlla
che,
so3o
il
profilo
sogge=vo,
il
contribuente
abbia
6tolo
al
rimborso
e
trasme3e
la
domanda,
in
via

telema6ca
all’Amministrazione
finanziaria
del
Paese
Ue
interessato;

•  lo
Stato
membro
di
rimborso
può
esigere
che
il
richiedente
presen6
per
via
ele3ronica
una
copia
della
fa3ura
o
del
documento

d'importazione
insieme
alla
richiesta
di
rimborso,
qualora
la
base
imponibile
su
una
fa3ura
o
un
documento
d'importazione
sia
pari

o
superiore
a
1000
EUR
o
al
controvalore
in
moneta
nazionale.
Tu3avia,
qualora
la
fa3ura
riguardi
acquisto
di
carburante,
tale
soglia

è
pari
a
250
EUR
o
al
controvalore
in
moneta
nazionale;

•  Nei
casi
in
cui
lo
Stato
membro
di
rimborso
ri6ene
di
non
disporre
di
tu3e
le
informazioni
per6nen6
su
cui
basare
la
decisione
in

merito
a
tu3a
la
richiesta
di
rimborso
o
parte
di
essa,
può
chiedere
per
via
ele3ronica
informazioni
aggiun6ve,
in
par6colare
al

richiedente
o
alle
autorità
competen6
dello
Stato
membro
di
stabilimento.
Se
necessario,
lo
Stato
membro
di
rimborso
può
chiedere

ulteriori
informazioni
aggiun6ve.
Le
informazioni
richieste
in
conformità
del
presente
paragrafo
possono
includere
l'originale
o
una

copia
della
fa3ura
o
del
documento
d'importazione
per6nente
se
lo
Stato
membro
di
rimborso
ha
mo6vo
di
dubitare

ragionevolmente
della
validità
o
dell'accuratezza
di
una
par6colare
richiesta;

•  lo
Stato
membro
di
rimborso
no6fica
senza
indugio
al
richiedente,
con
mezzi
ele3ronici,
la
data
in
cui
gli
è
pervenuta
la
richiesta;

•  lo
Stato
membro
di
rimborso
no6fica
al
richiedente
la
propria
decisione
di
approvare
o
respingere
la
richiesta
di
rimborso
entro

qua3ro
mesi
dalla
ricezione
della
richiesta
in
tale
Stato
membro.

•  qualora
chieda
informazioni
aggiun6ve,
lo
Stato
membro
di
rimborso
no6fica
al
richiedente
la
propria
decisione
di
approvare
o

rifiutare
la
richiesta
di
rimborso
entro
due
mesi
dal
giorno
in
cui
le
informazioni
richieste
gli
sono
pervenute;

•  il
rimborso
dovrebbe
avere
luogo
entro
4
mesi
dalla
ricezione
della
richiesta
di
rimborso,
ovvero,
in
casi
par6colari,
entro
6
o
8
mesi

dalla
medesima;

•  valgono
le
regole
di
detrazione
dell’imposta
previste
dallo
Stato
membro
di
rimborso.


143

NORMATIVA
IVA

RIMBORSO
DELL’IVA
SUBITA
ALL’ESTERO


hHp://ec.europa.eu/taxa?on_customs/taxa?on/vat/traders/vat_refunds/
index_en.htm


144

LE
PRESTAZIONI
DI
SERVIZI
–
INQUADRAMENTO

GENERALE
E
ASPETTI
OPERATIVI


ASPETTI
SANZIONATORI

E
RAVVEDIMENTO

OPEROSO


145

ASPETTI
SANZIONATORI
E

RAVVEDIMENTO
OPEROSO

ArFcolo
6
del
D.Lgs.
N.
471/1997:

“1.
Chi
viola
gli
obblighi
inerenF
alla
documentazione
e
alla
registrazione
di
operazioni
imponibili
ai
fini
dell'imposta
sul

valore
aggiunto
ovvero
all'individuazione
di
prodo[
determinaF
e'
punito
con
la
sanzione
amministraFva

compresa
fra
il
cento
e
il
duecento
per
cento
dell'imposta
rela?va
all'imponibile
non
correKamente
documentato

o
registrato
nel
corso
dell'esercizio.
Alla
stessa
sanzione,
commisurata
all'imposta,
e'
soggeKo
chi
indica,
nella

documentazione
o
nei
registri,
una
imposta
inferiore
a
quella
dovuta.


2.
Chi
viola
obblighi
inerenF
alla
documentazione
e
alla
registrazione
di
operazioni
non
imponibili
o
esen?
(e
non

soggeHe?)
e'
punito
con
sanzione
amministraFva
compresa
tra
il
cinque
ed
il
dieci
per
cento
dei
corrispeavi
non

documenta?
o
non
registra?.
TuHavia,
quando
la
violazione
non
rileva
neppure
ai
fini
della
determinazione
del

reddito
si
applica
la
sanzione
amministra?va
da
lire
cinquecentomila

a
lire
quaHro
milioni.


(…)

4.
Nei
casi
previsF
dai
commi
1,
2,
3,
primo
e
secondo
periodo,
e
3‐bis
la
sanzione
non
puo'
essere
inferiore
a
lire
un

milione.


5.
Nel
caso
di
violazione
di
piu'
obblighi
inerenF
alla
documentazione
e
alla
registrazione
di
una
medesima
operazione,

la
sanzione
e'
applicata
una
sola
volta.



Ravvedimento
operoso
entro
il
termine
di
presentazione
della
dichiarazione
Iva
annuale
relaFva
al
periodo
nel
quale
è

stata
commessa
la
violazione:


•  Operazioni
imponibili:
10%
dell’Iva
non
faKurata,
con
minimo
51
euro
+
eventuale
sanzione
per
ritardato

versamento
dell’imposta

•  Operazioni
non
imponibili
e
esenF
(e
non
soggeKe?):

10%
della
sanzione
prevista.


146

ASPETTI
SANZIONATORI
E

RAVVEDIMENTO
OPEROSO

ArFcolo
11
del
D.Lgs.
N.
471/1997

“4.
L'omessa
presentazione
degli
elenchi
di
cui
all'arFcolo
50,
comma
6,
del
decreto‐
legge
30
agosto
1993,
n.
331,
converFto,
con
modificazioni,
dalla
legge
29
oKobre

1993,
n.
427,
ovvero
la
loro
incompleta,
inesaHa
o
irregolare
compilazione
sono

punite
con
la
sanzione
da
lire
un
milione
a
lire
due
milioni
per
ciascuno
di
essi,

ridoKa
alla
meta'
in
caso
ai
presentazione
nel
termine
di
trenta
giorni
dalla

richiesta
inviata
dagli
uffici
abilitaF
a
riceverla
o
incaricaF
del
loro
controllo.
La

sanzione
non
si
applica
se
i
da?
mancan?
o
inesaa
vengono
integra?
o
correa

anche
a
seguito
di
richiesta.”.


Ravvedimento
operoso
entro
il
termine
di
presentazione
della
dichiarazione
Iva

annuale
relaFva
al
periodo
nel
quale
è
stata
commessa
la
violazione:


•  Presentazione
del
modello
in
ritardo:
sanzione
51
euro

(e
cioè
10%
di
euro
516)

•  Presentazione
modello
per
inserire
i
daF
mancanF
e
per
correggere
quelli
inesa[:

NO
sanzione


147

ASPETTI
SANZIONATORI
E

RAVVEDIMENTO
OPEROSO

ArFcolo
5
del
D.Lgs.
N.
471/1997:

“1.
Nel
caso
di
omessa
presentazione
della
dichiarazione
annuale
dell'imposta

sul
valore



aggiunto

si
applica
la
sanzione
amministra?va
dal
centoven?
al

duecentoquaranta
per



cento

dell'ammontare
del
tributo
dovuto
per
il
periodo

d'imposta
o


per


le


operazioni



che

avrebbero
dovuto
formare
oggeHo
di

dichiarazione.
Per


determinare
l'imposta
dovuta

sono
computaF
in
detrazione

tu[
i


versamenF


effeKuaF


relaFvi

al
periodo,
il
credito

dell'anno

precedente
del


quale


non

e'
stato
chiesto
il
rimborso,
nonche'
le
imposte


detraibili
risultanF


dalle

liquidazioni
regolarmente
eseguite.
La
sanzione

non
puo'
essere

comunque
inferiore
a
lire
cinquecentomila.





2.
Se
l'omissione


riguarda
la
dichiarazione
mensile
rela?va
agli
acquis?

intracomunitari,

prescriKa


dall'arFcolo

49,
comma
1,
del
decreto‐legge
30

agosto
1993,


n.


331,

converFto,
con
modificazioni,
dalla
legge
29
oKobre

1993,
n.
427,
la
sanzione
e'
riferita

all'ammontare
dell'imposta
dovuta
per
le

operazioni
che


ne
avrebbero
dovuto
formare

oggeKo.
In
caso
di
presentazione

della
dichiarazione

con
indicazione
dell'ammontare
delle

operazioni
in
misura

inferiore
al


vero,


la

sanzione
e'
commisurata
all'ammontare
della

maggior

imposta
dovuta.


Ravvedimento
operoso
entro
il
termine
di
presentazione
della
dichiarazione
Iva
annuale
relaFva
al
periodo
nel
quale
è

stata
commessa
la
violazione:


•  Versamento
dell’imposta
in
ritardo
con
presentazione
del
Modello
Intra
12:
10%
dell’Iva
dovuta


148


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